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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
COMPILAZIONE
VOL. XCV.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIX.
La presente edizione è posta scilo la salvaguardia delie leggi
vigenli, per quanlo riguarda la proprietà letteraria, di cui
TAulore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
VER VER
Compimento dell* articolo Verona. Liicco. A png. 237, col. 2.', lin.4^,>ove«
cedi Reno: Remo. /V pag. 284, col. !.*,
XjLnzilullo deijbo avverliie.cheperle lin. 4>>" liJogo tli Romaro: Romano. A
inlerrotle comunicazioni, cogiooate dal- pag. 307, col. I.', lin. 25, in vece di
le politiche vicende del giugno e luglio 1800: 1801. Perciò nella successiva li-
i85g (le quali, volgendo il Dizionario al nea 34, dopo marzOj manca 1800. A
suo mine, mi njanca lo spazio per nar-
lei pag. 309, col. 2.^, lin, i/, in luogo di
rarle), non avendo polulo rivedere e li- oro : onore.
mare la priiìJa parte di quesl' articolo, L'epoca dell'origioedella religione cri-
con ospedale pe'pellegnni, i quali ospizi barare dalla sloi ia le popolari credenze, e
crigevaosi presso le porte delle città e ac- di mettere finalmente in evidenza la ve-
canto d'alcun monastero. L'antico mona- rità, teitlamenle essendoci propagala in
stero fu alquanto più basso e fuor della queste parli la fede, per cui fu s. Zeno-
porta, poi rinnovalo di qua dal 2.° recin- ne che ridusse quasi lutla Verona colla
to, benché consideralo sempre in borgo, sua predicazione ballesimu. Di re-
al
come f«ior della città antica. Il nome di cente anche il sullodalo d. Schiòr ri-
porla deirOigauo, e di s. Maria in Or- petè la tradizione autorevolissima, che
gano a ten)po de'goti e de'longobardi, for- là risalire l'introduzione del criatianesi-
se fa conoscere, che in Verona preslissi- mo Verona al cader del I secolo, per
in
Uio s' iutrodu!>»e il musicale strumento opera d' un discepolo del principe de-
dell'organo, propagalo poi da Papa s. P^i- gli Apostoli, cioè s. Euprepio, dal qua-
taliano(F.). La predicazione del Vange- le trae principio la serie de'suoi vescovi,
lo in Verona si fa risalire al i." vescovo e l'estinzione d'ogni avanzo d' idolatria
s. Euprepio, ma il tempo in cur fiori è in- doversi a s. Zenone. Il dotto e critico ab.
certo, così l'epoca de' suoi primi 4 suc- Cappelletti, Le Chiese d'Italia: l'erona,
1
cessori. Avverte Mairei,che Euprepoè no- l. 10, p. 727, ripete che s. Euprepio fu
Die greco, latinizzato in Euprepio. I mo- vescovo e insieme il
il i.** i.° u seminarvi
derni scrittori veronesi, egli dice, non vo- la religione di Gesù Cristo ma , incerto
lendo che la lor patria paresse da meno dice pur egli è il lempo in cui fiorì; e
dell'altre città, che spedilo da s. Pietro mancano prove , poiché 1' oscurità di
le
\ollero il i.°lor vescovo, allermano che que'secoli remoti e le vicende a cui sog-
s. Euprepio pai imcule fu da lui manda- giacque la cillà hanno involalo per ia
V E R VER 5
hiasMma parte delle memorie de' «agri vescovo veronese". Il diligentissimo sto-
pastori di questa chiesa sinoall'VlIl se- rico riporta eziandio la descrizione del ve-
colo. Di essi però >» fu manifestato il no- lo dittico ridotto a pianeta, e ne offre in
me e la successione progressiva da un parte la figura. Lo dice attribuito a s. An-
prezioso drappo del linouìatissimo mo- none, e perciò intorno alla mela del se-
nastero ravennaledi s. Apollinare in Clas- colo Vili, trovato nel monastero di Clas-
se, su cui, secondo gli usi degli antichi se- se a Ravenna, ma riconosciuto apparte-
coli, erano eOigiali i sagri pastori della nere a Verona soltanto circa la metà del
chiesa di Verona, ognuno altresì quali- secolo decorso. Tra gl'illustratori il più
ficato col proprio nome. Questo drappo, giudizioso fu il Cenci, che s'ingegnò di
appartenente in origine alla chiesa di Ve- supplire alla mancanza de' vescovi, per
rona, ove copriva l'arca de' ss. martiri aver il drappo sofferto per la riduzione a
Fermo e Rustico, fu ridotto a forma di pianeta e per la sua antichità, sì nell'im-
pianeta, di cuidiedero erudite illustrazio- magini e sì nell'epigrafi. Egualmenle il
come tale f'i anche elligialo dipoi neli'o- chiara il Cappelletti difettosissima, egli in-
dierna sala dell'episcopio. Da questa con- vece avendo seguito le tracce segnale dal
siderevole inesattezza derivarono in se- Biancolinie dal Cenci, e nell'esporla Tac-
guito molte altre insussistenti congellure coropagna colle più interessanti notizie,
circa l'età in cui vissero, e circa l'ordine giovandosi del velo e del componimento
e il ninnerò di alcuni de' primi successori ritmico. Già ilMalfei,nel t.2,p. B^g.avea
di lui. L'Uyhelli in fatti, dopo il Panvinio riportato il medesimo documento, di a-
ed altri, credè che questo Euprepio fosse nonimo poeta scrittore, rilevando che in
uno de'72 discepoli del Redentore, e che esso conservò l'ordine de'primi 8 vescovi
da s. Pietro sia stato consagralo vesco- in questomodo, dovendo meritar fede.
vo di Verona nell'anno 69; vi sia venu- Pel primo predicò in Verona Euprepio
to due anni dopo, in compagnia di s. Cri- vescovo; 2." Dimidriano; 3." Simplicio;
cino, ed allora vi ahhia fondata la r/chie- 4.° Procolo confessore e pastore egregio;
sa. E su questa sua supposizione rigetta 5° Saturnino; 6.** Lucio, Lucilio o Lu-
8.**
egli ed esclude adatto le narrazioni del cilio; 7.° Gricino o Cricino e dottore;
Tinto e di Giovanni Diacono, storici ve- Zenone confessore e inclito martire, cele-
ronesi, quali ben altrimenle da lui ne
i brandolo più de'predecessori. Co'raede-
hanno tessuto la serie. IMa il dotto rac- simì l'ab. Cappelletti cominciòla serie de*
coglitore delle menjoriedeir./'/<7/iVz sacra pastori veronesi, ed il Coleli riordinò la
ignorò a quale bea più credibile monu- serie Ughelliana collo stesso ordine. Pas-
mento appoggiassero quelli le loro asser- sando poi il MalFei a considerare la con-
zioni;monumento che risale a'iernpi di dizione del vescovo di Verona a suo tem-
Pipino (re d'Italia), in lode di Verona; po , lo dice allora essere sulfraganeo del
riprodotto dipoi nel secolo X da Ralerio patriarca à' Aquila a (^.), insieme eoa
6 VER V E R
quelli dimolte altre città illusili; ma la ri arcivescovili, accordati talvolta once a*
Chiesa veronese fu sempre per ogni con- non metropolitani. Taluno crederebbe
io mollo distinta. Avverte però, che nel sottoscritto, in virtù di essi, il vescovo di
IV secolo i vescovi di Verona riconosce- Verona dopo gli arcivescovi e avanti tut-
vano per metropolitano l'arcivescovo di ti vescovi, in un concilio di Ravenna
i del-
Milano. Per tale il riconobbe il vescovo 1*877. Essendo ne'tempi bassi la dignità
Siagrio nella persona di s. Ambiogio,
,
ecclesiastica pervenuta per lo più dalla
che chiamò veronesi suoi carissimi. Co-
i preminenza civile, è credibile che al ve-
me poi passò questa chiesa solto Aqui- scovo veronese si attribuisse, per esser
leia, non l'insegna alcun monumento o slata nel IX e X secolo Verona capo di
scrillore; ma che poco dopo avvenisse, Marca, cioè capitale di tutta la provin-
chiaramente s'impara dall'epistola di s. cia, li titolo di principe fu anche dato al
Leone I Papa (morto nel 460> ^ Setti- vescovo Teohaldo o Tebaldo li, in un
mio vescovo d'Aitino, in cui chiama l'a- diploma di Federico l del i i 54- A rende*
quileiese, metropolitano della provincia re per altro illustre e veneranda questa
di Venezia. E nel sinodo milanese tenuto sede, osserva Muffei, basterebbe la me-
\erso la mela del V secolo, ove si vedo- moria di s. Zenone. iXon pochi famosi
no le soscriziooi di tutti i vescovi Buffi aga- soggetti la riempirono, anche ne' prossi-
nei di Milano, non si trovano quelle de' mi secoli, e singolarmente gl'insigni let-
vescovi della Venezia e del Trentino, e terati, Bernardo Navagero e Agostino Va-
ueppur quella del vescovo di Verona. De- liero cardinali, Luigi Lippomano, Mal-
rivandodal patriarcato d'Aquileia quello teoGibertiacui da Clemente VII fu con-
dì Grado (de'quali meglio riparlai a Udì- ferito, per fin che fosse vescovo di Vero-
cesi Aquileiese, prima sede dopo la pa- segnata provincia ecclesiastica e me-
alla
capitolo della cattedrale di Verona ri- Wy Notìzie della Chiesa di Verona. Gio.
tnanesse nella giurisdizione, come pure al» Battista Biancolini, Serie dt vescovi e
tre chiese di pari ragione, del già patriar- governatori di Ferona, dissertazione,
ca d'Aquileia cardinal Daniele DelfinOy Verona 1757. Mense povere del Fero-
dichiarato i.** arcivescovo d'Udine, col ti- nese, Trevisano^ Padovano, Bergama-
tolo, insegue e prerogative de* patriarchi jro, Verona pe'figli d'Antonio Pinelli.V.
a vita; e tale giurisdizione continuasse a Venturi, Compendio della storia sacra
risiedere in lai finché vivesse, e lui mor- e profana di Ferona, edizione 2.* Verona
to, ne capituluni veronensem e le altre 1825, tipografia Bisesti. — 11 1." vescovo
parrocchie appartenenti da prima all'a- dunque di Verona fu s.Euprepio,di tempo
quileiese pastore, ullo unquain tempore ignoto, il quale, come si ha dagli alti de'
sint sine capite j il vescovo di Verona, itti ss. Fermo e liusUcOj propter nietiwt pa-
duto d' una simile esenzione. Venuto a progresso de'secoli VI, VII e Vili. Egli
morte il cardinale neli762, ebbe esecu- é questa una certa prova, che alla pri-
zione la bolla pontificia, che trasferiva il mitiva residenza era poi stala surroga-
capilolode'canonici della cattedrale di Ve- la, sino dal 4oo circa, l'altra di s. Stefa-
rona nella soggezione del vescovo dioce- no 2.'' cattedrale, un'epigrafe olfrendone
sano, ed essendolo in quel tempo jNicolò inomi. Anche nel sotterraneo di s. Pro-
Antonio Giustiniani, con suo decreto de* colo, con epitaliisi attestava l'esistenza
i3 aprile ne fece pubblico l'avvenimen- de'4 nominali ss. Vescovi. Nel particola-
to, e si legge nel Cappelletti. Finalmen- re sepolcro di s. Procolo, benché l'iscri-
te Fio VII nel 1819 soppresse la provin- zione dica seppelliti con esso anche i ss.
^Slelano contenendo nitri ss. tesori, si disse 88. Fermo e Rustico, secondo il Capj)eli
lyres, per altri ss/Corpi de' vescovi collo- il rilardarsi il loro martirio più d'un mezt
cativi nel progresso de'secoli, parlicolar- zo secolo sotto Massimiano, invita a con<»
lìiente nella lunga serie d'anni, in cui go- sullaie su questo punto controverso Maf-
dè enumerando-
la dignità di cattedrale, fei, Panvinio, Ballerini, Cenci, Biancolini
sene 2 1. Inoltre vi sono memorati esi- e altri, che se ne occuparono di propo-?
stenti corpi de'ss. Quaranta martirizza-
i sito. Tuttavolta riporta quanto lasciò
li in Verona sotto Diocleziano, de' quali scritto r antico salmista della pieve ile*
più sotto, e 4 de'ss. Innocenti. Si vuole ss. Apostoli, presso il Cenci. Anno Do»,
dagli scrittori veronesi clie vi fosse anco- mini 2 36 vivebat s. Proculus qiiartus^
da vergine, il cui collocamento sarà av- sino al suo arrivo. Il famoso Atifilealro
venuto in tempo posteriore. Dappoiché ch'è in questa città, fece concepir l'idea
5. Procolo che il successe precede l'epo- ad Anolino di far con poca spesa un pub-
ca di 8. Placidia , come contemporaneo blico spettacolo, com'era uso allora ne'
fiirimperaloi'8 Massituino I, che regnò dal supplizi, Giunsero Fermo e Rustico a Ve-.
VER VER 9
rona in 3 giorni, e furono congegnali a loreanonimocìe'tempidi Pipino. A ggìnn-
CancaiiooCaio Ancario milite cli'era vi- gesi negli alti, f(ualicre(lonsi inpartede-
i
cario delia cillà, cioè luogolenenle e co- rivati dal criminale processo o atti pro-
ii»aii(J.u)le del presidio. Arrivò dopo 6 cousolari, cl»e stando i corpi de' ss. Fer-
giorni Anolino, e fece subito invitar dal mo e Piustico insepolti ,
perchè fossero
banditore il popolo veronese a spettaco- dalle bestie consumati, e facendovi nella
lo. Ma in quella slessa notte il vescovo s. notte Ancario convertilo veglia e custo-
Procolo, il quale nel suo monastero, cioè dia, insieme con due lor parenti venuti
in luogo appartato e solitario, non lungi di Bergntno, alcuni cristiani, che si dice-
dalle mura della città, con pochi cristia- vano mercanti, veimero a prenderli, e in-
ni stava nascosto, infervorato di spirilo volti nobilmente, li posero in una barca
maggiore nell'orazione, si porlo in cillà, econdussero via. Riferisce inoltre Malici,
Q visitò i martiri; nel qual tempo essen- che nella storia mss. di questi corpi, si leg-
cristiani, e tulli gli atti, cioè i processi de* senz'alcun fondamento,che fossero poi ru-
martiri anteriori, che potè a vere, e gli fece bate e portate altrove. Nel Moscardo è
abbruciare, dicendo che da quelli veniva prezioso il monumento o testamento di
il cader degli altri nell' istesso errore, e Radone prete, rogalo nei 774. '" cui tro-
l'esser venerali i loro .sepolcri pia de vasi nominata la porla di s. Fermo, isti-
iempli degli Pei. Forse perirono allora tuito un ospedale, e falli esecutori (sic)
gli atti dess. Quaranta martiri, de'quali per sempre coloro cUe prò tempore aves-
5Ì è fatta un tempo memoria dal clero sero la custodia de'ss. Martiri. Uu' ora-»
VPVQnese, e menzione se qe vede iu au- zione d'aulico Sagrameutario, che fu deb
IO VER VER
la chiesa di 8. Bovo, nomina i «s. Corpi «imo e Damiano, colla credenza che fos-
i»i venerati. Neh 189 fu trovata iscrizio- sero qne* de* ss. Fermo e Rustico loro
ne in cui sono notate le loro reliquie e concittadini, insieme alla testa di s. Pro-
fci,non debbo tacere di leggere nel Cap- mi avvenimenti cristiani poi occorsi in
pelletti, muoversi da' bergamaschi gra- Verona nel 111 secolo, mg.'^Dionisi (che
ve questione sull'esistenza delle reliquie scrisse intorno ai Santi veronesi), oltre il
de* ss. Fermo e Rustico nella loro catte- suddetto de' ss. Fermo e Rustico, ricor-
drale (e parlandosi di questa nelle pro- da anche il martirio di s. Arcadio, e
posizioni concistoriali^ s' intende per con tanto più fondamento, che s. Zeno
i' asserzioni de' bergamaschi medesimi, lo descrive con più vivi colori. Il Maf-
i
stici coni patronorum magna veneratione sulla fede de' moderni fecero viaggiare il
recondita) jiitìzìchè in Verona, nella chie- s. vescovo Procolo in Oriente, ne' Luo-
sa che neporla il titolo,cioè s.FermoMag- ghi Santi, e in Pannonia, incompatibile
giore, ove i veronesi, e con piti ragione, alla sua età e uffizio di pastore dottissi-
sostengono esistere tuttavia, in favore mo. Gli successe s. Saturnino, auch*egli
mo, unitamente alla testa del vescovo altri Gricinoe Brichino, cognominalo il
8. Procolo, e trasferirono a Bergamo in dottore e facondo predicatore. Ottavo il
luogo campestre e sotterraneo, ove poi glorioso s. Zeno o Zenone, primario pro-
3 secoli dopo si trovarono, e con solen- tettore di Verona, che sopra lutti ne il-
ne pompa recale alla cattedrale, ove tut- lustrò la Chiesa, poche essendo tra le
tora riposano. Ma il critico Cappelletti latine, rileva Malfei, quelle che vantar
conclude l'esistenza a favore di Verona possono un s. Padre e dottore, qual vien
e non di Bergamo; perchè il vescovo s. egli riconosciuto eveneralo, e nella qual
Annone trasterile a più decorosa stazio- classe vien collocalo pe*suoi molli, dot-
ne le ossa de' ss. Martiri, ne adornò l'ar- li, fruttuosi ed eleganti sermoni, celebrali
ca col discorso velo o drappo dittico, e do non pochi dotti anco stranieri i e Maf-
perchè nella chiesa di s. Procolo colle fei ragiona pure del merito loro e delle di-
sagre sue ossa riposavano i corpi de'ss. verse edizioni, noli essendo altrove sin
Cosimo Damiano, e nella ricognizione
e dal IX secolo, li Barzio lo chiamò VApu-
ricoidala del i49^ non si trovarono né lejo Cristiano. La chiesa di Milano fin
questi corpi, né la testa di s. Procolo ; dall'antiche età nel prefazio Ambrogia-
concludendo, che i mercanti bergama- no lo chiama dottore, essendo egli fio-
schi piulloslo tolsero i corpi de' ss. Co- rilo versola fine del IV secolo, ignoraci-
VER VER II
dosi la benché il nome l'indichi
pallia, e ivi educalo, lo dimostra l'elegante e
greco e l'anonimo sembri nccennaie che colta elocuzione latina, che materna in
r{ua venisse dalie parti di Siria, ove e in lui si può dire. Fu conoscitore profondo
Italia, egli dice, operò grandi e mirabili ancora della lingna greca, delle lettere
cose. Non conviene MalFei che Gallieni e de' libri sagri, con un cuore veramen-
tempore niartyrio coronalus est, dicen- te inclinato alla pietà e a tutte le virtù
dolo vissuto alquanto più laidi, e po- cristiane. Dotato dalla natura d'un' in-
tersi credere che rendesse l'anima a Dio dole mansueta, di modi alfabili, e dalla
al Sgo non mollo lontano, il successore divina grazia di ardente amore per la
essendo stato contemporaneo di s. Am- fede e di carità per dilfonderla, pose in
brogio, il che non pare, come dirò a suo opera a questo sublime e santo scopo
luogo. L' tJghelli pure lo vuole vissuto ogni sua possa. Predicò eilìcacemenle la
neir impero di Gallieno, pubblicando parola di Dio, e pascendo il popolo del
l'elogio del Panvinio, e quanto ne scris- cibo evangelico, mostrò ad esso la via
sero il notaro Coronato e altri. L' ano- della salute e del cielo. Esaltalo alla di-
nimo lo chiama confessore e inclito mar- gnità vescovile, non lasciò per questo di
tire, e martire replicalamenle lo dice s. a (iati carsi, ma proseguì anzi con sempre
Gregorio 1 ne' suoi Dialoghi, che fa
il eguale zelantissima perseveranza, nella
ripetuto da altri e da' Martirologi enei predicazione delle celesti verità, e con
romano a' 12 aprile. Altri con Coro- tal mezzo tornò oltremodo giovevole alla
nalo dissero essersi, riposato in pace. religione e al bene de'fedeli. Accortamen-
La s. Chiesa veronese però sempre ne te e con vivezza combattè il vizio, senza
ha celebrata la memoria qual confesso- dispiacere a'viziosi, e si studiò di ammo-
re e non di martire; ma forse il non a- nire e piegare i fedeli senz'atti lusinghe-
ver conseguito in tempo di pubblica per- voli. Era benigno e caritatevole co' mi-
secuzione il martirio ne fu cagione. Egli seri, soccorrendo e confortando i pove-
rese bellissimo e replicalo testimonio agli ri. La face della carità ardeva nella sua
antichi veronesi, di singoiar pietà, e di bell'anima. Con se stesso però era sem-
cristiana liberalità celebrandoli, non già pre severo, rifiutando lullociò che non
con semplice attributo d'onore che po- gli veniva dalla necessità assolutamente
tesse credersi usato per civiltà e per con- richiesto pervivere, impiegando il ri-
ciliar benevolenza, ma chiaraujente e manente delle proprie facoltà in mante-
con lutti questi sentimenti ne' due ser- nere e ammaestrare chierici nel servi- i
moni sopra V Avarìzia. Nel Compendio zio divino, nel soccorrere i sacerdoti che
della vita di s. Zenone vescovo e mar- pativano disagio d'alcuna cosa, concor-
tire, protettore di f''e/ona,i\t\ d.' Ben- rendo pure a sostenere le spese per le
nassuli, inseiilo nella già ragionata No- sagre funzioni, e nel recare larghi aiuti
tizia sul rinvenimento della sagra sua agl'infermi e a'bisognosi,che il principul
spoglia, in uno alia sua i.* invenzione e oggetto formavano delle sue cou)passio-
basilica omonima ove si venera, si leg- nevoli cure. Chiamava la pazienza regi-
ge, che vogliono alcuni scrittori che traes- na di tutte le cose, la connolazioue di tut-
e d'ogni condizione. Perciò resosi angu- eretto e consagralo, nel quale soleva e-
sto il vecchio oratorio, dove esercitava i sercitar il suo ministero, e presso cui la
divini uffizi, un nuovo più ampio n'e- propria abitazione teneva. Questa glo-
resse. Degna di grande encomio fu ezian- riosa morte avvenuta a' 12 aprile verso
dio la sua vigilanza nel mantenere la di- la fine del I V secolo, non troncò il corso
sciplina, e tultociò che riguaidava il cul- a'prodigi, poiché molti se ne operarono al
to sorgendo contro
; disordini e srego- i sagro avello, celebrati nel 4 ^ in un ser-
'
latezze introclolli ne'convili di carila che mone da s. Petronio. Nel Sgo il fiume
si celebravano nelle feste de' Martiri, ol- Adige, per ripetute dirottissime pioggie,
ire l'aver tolto altri abusi introdottosi traboccò dal suo letto, recando danni e
neireccleMastiche giurisdizioni ; combat- rovine a Verona. Accorsa la moltitudine
tè e sconfisse 1' arianesimo, e vari scismi, nella chiesa di s. Zenone per invocarne
il cui veleno erasi propagato per l'Italia. il patrocinio, le acque impetuosaraente
Non pochi furono i portenti tielìa divina crescendogiunseroa tanl'altezza da chiu-
provvidenza a intercessione del santo, derla a un tratto nel tempio, onde te-
da' quali ricevè la fede gloriosi e molte- neva certo di perire ; ma per divina on-
plici trionfi, e per cui contrassegnate ri- nipotenza, investendo l'acqua da ogni la-
ronese, che fuori e nelle più lontane par- culto de' falsi numi. Laonde que'barba-
ti d' Italia. Continuando il s. vescovo a ri, che per 1' opera portentosa del santo
iregliare con amore paterno sulla greg- videro crollar il genlilesimo, si scnglia-
gia, e a seminare eoo sempre maggior lOQO furenti sopra di lui e sì crudelinen-
VER VER i3
te il morie il ri-
(rallarono, che presso a atti propriamente è sottoscritto Lucio «
«lusserò e sarebbe morto, se un prodi-
; non Lucdlo. Il Coleti nell'emendare l U-
gio non gli avesse restituito la sanità. Per ghelli attribiù a Lucilio T intervento al
tale patito strazio, l'anouimo lo chiamò sinodo Sardicense nel ^^j. Segue poi
martire, e dopo di lui s. Gregorio 1 e Siagrio, imparandosi da uit'episloia di s.
Paolo Diacono lipelerono, oltre diversi Ambrogio un notabilecaso. Era in Vero-
INlarlirologi. Quindi ben a ragione è an- na una vergine consagrata aDiopernome
che venei alo martire, poiché molti quan- Indicia, ed ancora un monastero di don-
tun(]ue non soiìVirono il martirio, sono ne, di che sarà dillicile trovare piìi antico
tuttavia dalla Chiesa così chiamati pe' esempio, come opina IMalfei, che, ripelo,
gravi all'anni e patimenti che sostenne- di Siagrio volle fare il successore imme-
ro per dilFondere e far germogliare Tin- diato di s.Zenone. Delle sagre vergini
fallibili ed eterne verità evangeliche; e allora in Verona, altre vivevano congre-
per aver logorata lino all'ultimo avanzo gate, altre nella propria casa, tra le (jua-
la vita loro. Del resto quanto all'inven- li una sua sorella ma-
Indicia. Essendosi
zione e traslazione del venerando corpo ritata con Massimo, tristo uomo, non vo-
di Zenone, ripeto, descrivendone in
s. lendo Indicia star con esso in villa, adi-
principio la sua basilica, anche col d.*^ ratosi il cognato divise con muro in cit-
grio, cos\ il Biancolini, il quale registra vescovo scrivesse, non da Ini essersi di-
poi Lupicino e Massimo, e dopo questi vulgato il fatto, uìa da femmine riferito
s.Agabio, nella qual progressione disco- al uìonastero, ond'era poi giunto a no-
standosi troppo dalla serie moslralaci dal tiziaanche di lui suo congiunto. Si por-
prezioso velo dittico, a questo si attiene tarono a Milano due testimoni. Renato
ilCappelletti. S. Agapio, l'Ughelli l'avea e Leonzio, dove interrogali parlarono
segnato 3.° vescovo, e io." il Coleti: fu dilFerentemente e si contraddissero : tre
pari in pietà e ardore al predecessore. vilissime donne, jMerciuia, Lea e Tcodo-
Jndi s. Lucio, cliB il Cenci credè Lucil- la, che doveano far teslicnonio, si trafu-
io, ricordato da s. Atanasio e intervenu- garono, onde innanzi al consesso de' ve-
to ai couciiiodi Saidica nei 345, ue'cut scovi radunato perciò dal s. arcìvescovO|
i4 VER VER
nessun comparve. Questi, nluno presen- futle malignità esporre all'orribile ludi-*
tandosi al giudizio, esaminò due sante brio dell'ispezione una sagra vergine, la
seguiva l'ispezione per venire in chiaro tori,ed all'ab. Cappelletti sembra opi-
della verginità; trovarsi chi lo minac- nione più ragionevole che sia vissuto sul
ciava di non comunicar più con lui, se principio del V secolo, per le ragioni che
raromeltesse senza esser prima osserva- adduce, cioè intorno al 4io.E qui per
ta dalle levatrici ne potersi dir Massi-
; dar saggio della serie riferita dall' Ughel-
mo accusatore, per aver mostrato dolo- li, dopo s. Procolo registra per io."
egli
re della fama sparsa contro la cognata. vescovo 8. Mauro, pel Coleli li." e pel
Rispose s.Ambrogio, non credere che i Cappelletti 39.''; S.Giovanni i i.^pelCole-
suoi carissimi veronesi fossero per parlar ti 1 3.° e pel Cappelletti 4o.° Senza rimar-
male, contro il loro uso, della sua sen- care come questi ultimi riportano gli al-
tenza, e lanlo più che col parere e ap- tri, tanto più che seguendo la serie del
provazione d'alili suoi confratelli era u- Cappelletti col suo ordine progressivo li
scita, dov'egli all'incontro senza consi- riferirò, essi neli' Ughelli hanno il se-
glio d'alcuno erasi arrogalo di giudicar guente: I2.°s. Probo, I 3." s. Teodoro,
solo: riprese Siagrio, perché a suggestio- 14.° s. Innocenzo, 1
5.° s. Lupicino, 16.°
ne e a richiesta di persone Irìsle e cat- s. Lucido, 17.° s. Zeno huius nominis
tive, senza accusatore manifesto, avesse IFj cuiiis inentio facll s. Anihrosias in
credulo doversi dubitare dell'onestà di Epìst. 46, lìb. 6. Huius creduiiUir esse
fanciulla, approvata già molli anni avan- scrmones, qui sub nomine Zenonis Mar*
ti dalia cognizion di Zenone di santa me- fyris aspexerc lucem^ ut egregie notai
moria e dalla sua benedizione santifica- Baronius inNot. ad Martyrol Rom.ad
ta (sulle quali parole ancora, Ma (Tei scris- dieni \i aprilis. Ibi oplinie colligil duos
se Siagrio immedialo successore di s. Ze- Zcnones f^ernnenses Episcopos fuisse,
none: noterò che s. Ambrogio governò non unum, i8.° Siagiio, ig." s. Massi-
la chiesa di Milano dal374al397) Rap- mo, 20.° s. Alessandro, 21.° s. Biagio,
preienlòpoijconieconlro le leggi civili ed 22.** s. Lupo, 23.° s. Felice, 24." s. Mo-
ecclesiasticlie avea proceduto senza ma- derato, 25.° s. Salvino, 26.° Androni-
nifesta accusa, ammettendo malevoli e co, 27." s. Vindemiale, 28.° s. Silvino,
nemici per testimoni: vero accusatore 29.°s.Luperio, So.^s. Manio, 3i.°8. Pe-
esser Massioio, e non doversi per cosif- tronio, 32.° 8. Gerbone, 33.° s. Simpli-
VER VER i5
«io, 34' s. Senatore, 35." «. Servolo, ghelli. Esso ignorò il vescovo s. Conces-
36.° s. Verecondo, 37/ s. Valente, 38.° so I, il quale o ebbe più nomi e si disse
Solazio. E basti coli* Ughel'i, per dare anche Servidio e Servolo, ovvero fu un
un' idea della diilerente cronologia sui vescovo da questo distinto in tal caso il ;
primi vescovi col Cappelletti, pel quale drappo dittico dovrebbesi reputar man-
Solazio è il 32." e scismatico, e pel Co- cante di esso. Bensì conobbe il vescovo
leti il 38.° Riprendendo il filo con s. Pe- s. Servolo, l'encomia e lo dice chiamalo
tronio 1 3,° del Cappelletti, a lui venne pure Servus Dei: se ne celebra la festa
dietro s. Innocenzo d'anno incerto, loda- a* 26 febbraio nel calendario veronese.
to dairUghelli per giustizia, innocenza, Questo s. Servolo, a' due concilii roma-
esimie virtù e scienza. Montano solo ef- ni del 5o4 e del 5 1 2, si sottoscrisse Ser-
figiato nel drappo dittico, forse perchè VHS Dei, Il MafFei io disse iiUervenuto
breve fu il suo vescovato e perchè non 5o e del 5o4, e che ve-
a quelli del i i
leli lo registrò per i i.°, e MafFei avver- Valente s'impara, che diventò vescovo
ti che nel detto concilio, presso Labbé, nel 523 e morì nel 53 i di circa 85 an-
essendo sottoscritto G audentìus Vecco- ni. Io anno ignoto gli successe s. Salvi-
;?en5/.9, Cristiano Lupo trovò leggersi Ve- no, che non devesi confondere con s. Sil-
Tonensis ne' mss, cassinesi. Di Germano vino sunnominato, e d'ambedue parla
non si conosce che il nome, soltanto e anche l'Ughelli, che fa elogi di s. Calvi-
pel i.° nominandolo ed esprimendolo il no per dottrina e grandi opere, conver-
drappo. In anno incerto s. Felice, che tendo col suo zelo a Dio quella parte del-
r Ughelli dice studiosissimo della pro- la città che non lo era; limosiniero co*
pagazione della pietà cristiana, probo e poveri, assiduo ne' digiuni e nelle ora-
illustre per altre virtù : a lui fu edifica- zioni. E' nominalo anco nel Martirolo-
ta una chiesa non lungi dal monastero gioromano a' 2 ottobre, e la chiesa di
1
di s. Gabriele, il cui nome fu imposto ad Verona ne celebra l'ullizio. Nel 792 ca- 1
rmo de' castelli, colla sua immagine sulla pricciosamente ne' calendari fa cambia-
porta e iscrizione che riferisce. Indi s. lo il suo nome in quello di Fiorente, fin-
Silvino eccellente in dottrina, soave nel ché fu reintegralo il vero nel 1837. In
sermone, fregiato d'ogni virtù, umiltà, questo cominciarono ad aver culto an-
assiduo ne' digiuni e nell'orazione, colle che ss. Agabio e Gerbone, del quale più
i
quali sedò le inimicizie tra gli uomini, sotto, benché già erano registrati nel
come leggo nell'Ughelii. Quindi s. Teo- Martirologio romano. Il vescovo Mas-
s.
doro, pio, virtuoso e per dottrina insigne, simo ebbe sepoltura nella chiesa del suo
d' esimia eloquenza ^ di sua traslazione nome, demolita nel i5i8 in occasione
da s. Stefano nella cattedrale ragiona U- della generale spianata intorno alla cit-
i6 VER VER
là, per rnilitoi'ì operazioni. Di 8. Cel!>o« lo alla contemplazione, per cui riniiirziò
ne, l'Ughelli fece elogio, quale indum- il vescovato per menare vita eremitica,
inolo per propagazione delle velila e-
la ove poi fu dedicalo un tempio a suo ono-
vaugeliclie, ed eziandio inirabilinenle re dopo 7 anni avvisato dall' Angelo, si
:
dedito all'estirpazione delTeresie. Segue recò verso Verona,e caduto infermo mo-
8. Luperio, grato a Dio e agli uomini, ri nella chiesa di s. Felice. Miracolosa-
predecessore fu deposto in s. l'rocolo. lo, trovando che nelle mani teneva una
Lodato per dottrina e mirabile santità carta, che a niuno fu dato togliere. Allo-
fu il vescovo s. Senatore. Ad esso nel ra Giovanni I prostratosi a pregare Dio,
579 era già succeduto Solazio, vescovo ottenne che dal santo si lasciasse pren-
scismatico, che sottoscrisse al sinodo di derla. Conteneva le sue preclare gesta,
Grado, insieme cogli altri vescovi difen- che il vescovo ad alta voce divulgò al
sori de' Tre Cnpiloli (P\)f del rpiale popolo. Questo festante ne condusse ils.
scisma ragiona Miifl'ei nel t. 2, p. ^SS e corpo nella chiesa di s. Stefano, ove poi
seg. llColeli e il Malfei dicliiararono fal- si venerò la mitra, il bacolo pastorale ed
ne la serie. Pare anche cessala a questo Maria Consolatrice, della cui chiesa ri-
insieme con essi acquistò quelli de'ss. Pri- per l'acquisto de'ss. Corpi, per la cui ope-
tno prete. Marco e Lazzaro diaconi, ed ra soltanto dice invece il ritmo Pipiniono
Apollinare suddiacono, martiri, nel ySS essersi ottenuti. Comunque andò il fat-
solennemente tulli deposti in s. Fermo lo, certo è che né l'autore dei ritmo, né
Maggiore; la quale traslazione è ricor- lo scrittore della traslazione fanno oien-
data nell'iscrizione e anche nel ritmo Pi- zione della santa, il cui corpo pe»ò nel
piuiano;il vescovo poi i^enemereolissimo i320 dal vescovo Teobaldo fu esposto
per pie opere, dopo aver collocato nella alia pubblica venerazioni' nella rhiesetta
cliiesa da lui eretta non lungi da'ss. Apo- in discorso, la quale non fu edificala per
stoli i Tosca (non
corpi delle deve con-
s. *«i esservi deposto, per esser morta in l)uon
fondere con s.Toscana nobile cittadina ve- odore di santità, ma solo per questo poi
ronese, viittiosa e illustre fra le sorelle spe- prese il nome di s. IMaria Consolatrice,
daliiighe dell'ordine Gerosolimitano) e mentre nell'anteriore erezione fu dedi-
Teuteiia sua discepola, vergini, riposò nel cala alla D. Vergile, la cui ioìmag:nenei
Signore, dicendosi morto a* i3 marzo celebrarla il p. Gumppenberg forse con-
760, neir epigrafe che esibisce Ughelli, fuse Consolatrice con Conforta Ir ice.
posta alla sua tomba nella cattedrale di Dopo s. Annone nei 760 fiorì ii ve-
s.Maria Matricolare. S. Annone è il 4 '•" scovo Loterio che rinnovò la cattedra-
vescovo per l'Ughelii e pel Coleli, il 48.° le; quindi nel 780 già eragli succeduto
pel Cappelletti, ed il 43.° pei veronese l'arcidiacono della medesima A Lione oAl-
d. Agostino Zanella, il quale nella tra- do, in uogo del quale Coleti poneLoterio,
I
duzione con apri-iunte (\e\V Atlante Ma^ colpevole d'aver scialacquato benidisua i
rianoy parlando della immagine della ciiiesa. In anno incerto Egino o Egino-
Madonna Confortafrice di Verona, dice ne, bensì nel 799 rinunziò ii vescovato
che ii miracolo operalo dalla ss. Imma- per monastero di Reichenau,
ritirarsi nel
gine contro l'eretico a s. Pietro Martire dove eresse e consagrò una chiesa a s.
di Verona, avvenne nell'antichissima e l'ielro Apostolo, ivi morto santamente
ora soppressa chiesa di s. Maria Cooso- uell'802 e sepolto. la detto anno 799
C\ CL/
i8 VER VER
circa Rotaldo o Rataldo eragli successo: ma di Lodovico II in favore
Lotario I e
ingraodì la chiesa di s. Maria Matr/cO' del monastero di Zenone) ; mentre in s.
1*877, '^ qi^ole ne die' avviso con appo- rona, consigliere di re Ugo, ed a sua istan-
site lettere al detto imperatore, al clero za Berengario 1 neir89i elargì un privi-
di Verona, agli arcivescovi di Milano e legio alla s. Chiesa di Verona; e con al-
Ravenna, e al patriarca d'Aquileia. Ma tro di tal principe nel 900 convalidò be- i
riconciliossi ben presto co' monaci di No- ni donali a s. Maria Organo da Ode!-
in
ao VER VER
berto prele, prodollo dairUghelli. Que- none arcivescovo di Colonia; la 3.' avven-
sti inoltre nana la calala degli unghe- ne nel C)68, in cui rinunziò il vescovato,
ri, che manomisero Verona nel mo- e si stabilì a Natnur, ove nel 974 mori
do il più deplorando, come raccontai e fu sepolto nel suo monastero di Lo-
nel voi. XCIV, p. i53 e i56, parlando bia. Nel tempo del suo i.° esilio fu intru-
della basilica di s. Zenone e altrove. Di so nel governo di questa sede Manasse
più riporta un diploma del 9*26 di re arcivescovo d' Arles, il quale nel 933 ot-
Ugo, che dev' essere il discorso coli* ab. tenne il vescovato veronese dal re Ugo,
Cappelletti, rogata Adalherti^ et Nothe- unitamente a que'di Trento e di Manto-
ni Episcoporuin lune i>iven.tium)^ e che va, e lo tenne fino al 946, in cui Raterio
Noterò già sedeva sulla cattedra di Ve- fu ristabilito nella sua sede. Nel tempo
rona fin dal 915, come si ha da* docu- del 1° esilio, il quale fu conseguenza del
menti anno (in fatti li ricorda pu-
di tale pastorale suo zelo in rimproverare pub-
re rUghelli, lo chiama Noterò li, quali- blicamente i rotti costumi di Berengario
fica di grande santità, amato da Berenga- II re d'Italia, fu intruso un Milone gio-
rio I, pel quale pervenne a questa sede, vane di 18 anni, e vi rimase sino al 962.
riferendo il suo benefico testamento del E finalmente 6 anni dopo, allorché Rate-
921). Noterò era veronese, figlio d'Ade- rio rinunziò il vescovato, questo medesi-
maro, ricco di molte terre nella Valpal- mo Milone ripigliò il governo della chie-
lena : eresse uno spedale in sua casa, che sa veronese, e da quest' anno cominciò a
fu poi intitolato a s. Apollonia, e lo dotò figurarvi come vescovo legittimo. Così
di molte rendite; oltre a molte altre sue l'ab. Cappelletti. L'Ughelli molto scrisse
beneficenze, lasciò tulli i suoi beni (co- di sua storia, producendo inoltre i diplo-
m' è detto nel ricordato testamento) a' mi seguenti: dell'imperatore Ottone I
canonici della cattedrale, coll'annuo ob- in favore della chiesa diZenone, pel §.
bligo d'una libbra d'argento alla chiesa cui compimento somministrò ragguar-
di s. Zeno. Morì a* io agosto 928, e fu devole somma; altro di lui conferma-
sepolto io cattedrale coU'epilallio che of torio de' privilegi della s. Giiesa di Ve-
fre rUghelli, con altri documenti che lo rona; del conte o marchese Milo o suo
riguardano. Ebbe a successore nell'anno testamento; e di Rodolfo li re di Bor-
stesso lUluino del Belgio, già monaco di gogna e d'Italia, pel monastero Zeno-
Corbeja, e stretto parente d'Ugo re d'I- niano. Di Milone ancora ragiona 1' U-
talia: i'Ughelli scrive ch'era stato vesco- ghelli, riferendo altri diplomi, come di
1^0 di Liegi, per le cui fazioni sturbatosi Ottone pel detto cenobio del 967, ed
I
rifugiò in Italia presso detto re, alle cui altro sul medesimo. Il Malfei narra, che
islauze fu fatto vescovo di Verona; in- llduino abbate di Lobbia e poi vescovo
di due anni dopo fu innalzalo alla sede di Liegi, caccialo da quel vescovato, si
di Milano. Nel 981 il celebre Ralerioo recò a cercare ricovero presso Lgo re d'I-
Hacheriolorenese, figlio del conte di Vien- talia, e da lui fu fatto vescovo Vero-di
per le persecuzioui degl' invidiosi, la cui de di Verona Raterio monaco della stes-
deplorabile origine cominciò col primo si) badia, ch'era venuto col medesimo li-
nato da' nostri proto- genitori; laonde fu duino. Qoestijdue anni dopo, unito al con-
costretto a fuggire per ben 3 volte dalla te di Verona Mione (sic), eccitò a passare
.'
sua sede : fu la i nel 982, e andò a Pa- in Italia contro re Ugo, Arnoldo duca di
V ia ; la 2." nel 9 55, e si ricov; ò presso Bru* Baviera. Rimasto però vittorioso Ugo, ri-
VER VER tìi
kgò e imprigionò Raterio in Pavia. Fu quale nel 988 confermò alcuni beni a'
poi ritnesso in sede, e quindi nuovamen- canonici di Verona. Nel 990 fu vescovo
te espulso. Ripassate peròAlpi, dopo le OlbertOjdairUghelli detto Oteleberto,ed
essersi trattenuto insegnando presso un anche AudberloeAdelberto,pubblicando
grande in Provenza, da Ottone I impe> vari monumenti e diplomi che lo ricor-
latore venne eletto per maestro di Bruno- dano. Adelberlo, crede Panviuio e riferi-
nesuo fratello, il quale fu poi arcivescovo sce Ughelli, che gli succedesse nel 1000,
di Colonia. Col favore di questo nel gSS benché non lo registri nella serie, e dica
passò al vescovato di Liegi, ma 3 anni volerlo altri succeduto da altro Olberto
dopo anche di là fu cacciato. Tornò in \- ricordato nel ioo8,egIi ritenendo però che
lalia, e per opera delio stesso Brunone fu siensi confusi col soloOlberto, che pare
rimesso nel vescovato di Verona ; ma do- realmente vivesse nel 1008. Indi nel io 1 1
po qualche leni pò, non già costretto, uè Witprando o ilpraudo o Utprandoo lld-
perseguitato, nju per proprio capriccio si prando, sino al 1014. L' Ughelli lo fa pre-
parli e ritornò a'suoi paesi carico d'oro cedere da Milone 11 nel loio, che loda
e d' argento. Con questo si procurò dal per singoiare santità, riferendo 1' episto-
re Lotario una badia, cui parimente ab- la a lui diretta da Papa Benedetto VII
bandonò subito. Morì nel 974 io Wamur, (meglio Vili, se si deve ammettere). D'II-
degli scrittori che parlarono di lui, Pan concesso un privilegio al monastero Ze-
>»inio avendolo fatto molto bene,e Mabil- noniano. Nel 1027 Giovanni 11 figlio di
lon a lungo. Di sue opere tratta TAchery Tadone signore di Garda. insigne per san-
ne' SpicilegUy ed altri autori, ed anch'e- tità e dottrina, memorato nel diploma di
gli ne rende rrjgione, dichiarando che di Corrado II imperatore: fu benefico co*
tutte le sue opere si pensava fare un'edi- monaci de' ss. Nazario e Celso, donando
zione, contenendo i suoi scritti cose per loro la chiesa di s. Tommaso di Corlia-
la storia, pel dogma e la disciplina, anzi no, fece rinnovar la chiesa e il monastero
pure per la storia veronese del X secolo. di s. Zenone di Malcesine, e mori a' 12
Scrisse Raterio, che gran Verona era
la ottobre 1037. lo questo VValterio ger-
una volta statii reputata non meno della mano, eloquente, dotto e santo, più di-
villa di Platone presso Alene (intende TAg- plomi leggendosi nell' Ughelli che lo ri-
cademia), e di qualunque altra per mol- guardano. Nel 046 fu al concilio provin-
I
titudine di sapienti famosa. Intanto suc- ciale di Pavia, e nel io5o accolse in Ve-
cesse al vescovo Milone 988 llderico,
nel rona Papa s. Leone IX reduce dalla Ger-
escludendo r ab. Cappelletti Wolfango mania, celebrandovi il Natale, avendo
perchè fu vescovo di Rati sbona, mentre già emanato un diploma diretto all'arci-
il Coleti Tavea aggiunto sulla fede del prete, all' arcidiacono, al preposito ed a
MalTei, in base d'una membrana dell'ar- tutti i canonici di Verona, confermalorio
chivio della cattedrale. D' llderico 1' U- de' loro privilegi. Nel io56 eragli suc-
ghelli riporta il diploma dell'imperatore ceduto Ezzelone o Ezelo. Nel io58 Te-
Olloiie in del 988, in favore del mona- baldo o Teupaldo o Dielboldoo Dorlo-
stero di s. Zenone, in cui si fj speciale boldo o Diabaith, per favore di Enrico
menzione di questo vescovo, in uno alle J II : Et fare quideìiiynani eo anno Hen-
discrepanti opinioni sull'epoca del suo e- riciis Verona reperìehatiir, (fuamobrern
^iscopato, il che si trae dal diploma di praesidem sili bene visiuiiy vacante se-
Ottone 11, che egualmenle esibisce, col de eligere poluit. Quell' imperatore Irò-
1
aa VER VER
andosi novembre io55,
a Verona, Ti i glielmo sunnominato, seppure non l'eles»
con diploma confermò privilegi Zeno- i «e Enrico IV, e s. Gregorio VII rigettò.
niani, presso l'Ughelli. Questi registrò pri- A suo tempo e nel 1090 fu concessa la ba-
ma Dielboldo, dicendolo eletto nel io55, dia della ss. Trinità a* vallombrosani. L'U-
e poi Ezelo del io56, memoralo in un ghelli, che ne loda le virtù, proditce due
documento della chiesa de'ss. Nazorio e diplomi, uno del 1084 dell'antipapa Cle-
Celso. Poi riporta Theupaldo, ricordato mente III per la protezione accordata aU
in un monumento del io58 della chiesa l'arcidiacono, preposto e canonici di Vero-
di 8. Stefano, e in altro per quella di s. na ; ed altro di tale anno, in favore pure
Zenone del 1061. Ritiene il Cappelletti del capitolo, di Enrico IV acerrimo ne-
che di Teupaldo o Dielboldo si fecero mico delia s. Sede. Dunque il capitola
due vescovi, ma con falsa supposizione. era partigiano d'ambedue. Notai nel
Lo stesso dice del successore Adilperio, voi. LXXXVI, p. 5, che Enrico IV im-
che fu detto anco Adalberone, e ne'do- prigionò in Verona l' imperatrice sua
cumenli del suo tempo dal io63al 1068 moglie. A tempo
Sigimboldo 1' Adi- di
lo si vede talvolta nominato pure Àdel- ge inondò Verona e rovinò il ponte ^ro-
berio e Aldigerio, morendo nel 1070. pe aedem s. Slephani^ episcopiiwi fre-
L' Ughelli chiama Aldegerio o Aldigi-
lo gerii, et aedem s. Ztiionis oratorii ir-
no del 1060, corretto da Coleticol 1061, ruperit. Nel 1094 Valbruoone-Walfre-
ricavandosi dal pubblicato diploma be- i do, nominato or con uno e or coli' al-
ni donati nel 1062 al monastero di «.Gior- tro nome, perciò non fu nome di due
gio, fonóalo prò su ae ani ni ae ^la da Ca- vescovi. Fece esente la chiesa di s. Maria
daloo, prima vicedomino di Verona, in- de Marelìsio fabbricata da Aldegerio vice«
di vescovo di Parma, poi antipapa Ono- domino, permettendo che la consagrasse
rio li, per disposizione di Milo tìglio del il vescovo di Mantova. Cancelliere impe-
defunto Ugone conledi Verona. Conget- riale, perciò fu poco accetto alla s. StAe,
tura Maff'ei che il vescovo sia slato deno- Hezeloo del 1 1 o r forse eletto durante lo
,
minato eziandio Altìcherio, autore d'un scisma di Clemente III, è riputato scisma^
trattalo spirituale per utile delle mona lieo. Del legittimo Berloldosi hanno mo-
che volgarizzato e nel i 552 stampato dal numenti del 1 o4 e 1 07 consagrò l'al-
1 :
ìrescovo Lippomano. Nel loyoUsuardo iai e grande della ss. Trinità. Nel i 108
oHuswart tedesco, morto nel loyS. L'U- Arnolfo-Zuffelto, dall' Ughelli e altri fu-
ghelli produce un documento Zenoniano rono creduti nomi di due vescovi, anzi
del 1071, in cui è nominato con Erman confuso anco con Uberto del imi, det-
no vicedomino di Verona. Il Coleti lo fa to pur Beinone, mentre questo è il nome
precedere dall' altro tedesco Guglielmo del successore.Due documenti pubblicò
canonico di Goslar, seguendo Maffei. En- r Ughelli, che lo riguardano, e celebrò il
rico IV nominò nel 107 3 l'alemanno Dru- sinodo in Verona. Fu vescovo immagina-
none valoroso interprete delle s. Scrittu- rio Sigefredo, inserito nel i 1 1 3 dal Cano-
re, accettissimo a Papa s. Gregorio VII, bio, poiché nel 16 ancor vi vea Uberto,
i i
che lo decorò del pallio arcivescovile, con Nel II 17 Bernone, detto Biimoe Bri-
lettera riferita dairUghelli, insieme al di- mone, decoralo del pallio arcivescovile da
ploma a fa VOI e del monastero Zenonia- Pasquale II, perciò non mai partigiano
no della contessa Beatrice e di sua figlia d' Enrico V, come il padre nemico della
Matilde: il vescovo fu ucciso da un suo Chiesa; lodalo per vigilanza pastorale, vi-
cappellano nel loBSonel io841nque sitava le parrocchie urbane e suburbane.
sto il clero veronese elesse Sigimboldo o Nel 1 122, con diploma presso l' Ughel-
Sigebodo, rigettando il Cappelletti Gu* li, Papa Calisto II confermò i beni de'ca-
1
VER V E R 23
nonici. Morto in detto anno Bernone, nel guardanti la chiesa veronese, anche di A-
I i 23 gli suGcesseBernardo degnissi me no- lessandro IH, non però del tempo di Te-
bile bresciano; operoso pastore promos- baldo, e quello dell'imperatore Federico
se il restauro della cbiesa e monastero di I del 1 54, di nobile privilegio a favore
s. Giorgio in Braida, che nel 1 127 asse- del vescovo e de'suoi successori. Mori Te-
gnò a' canonici regolari di s. Agostino; baldo in odore di santità nel 1 157 e fu
nel I 128 consagrò la chiesa di s. Maria sepolto nella chiesa di s. Croce di Citta-
di Monlorio, e nel i i3o un altare in s. della, oggi de'cappuccini. Nello stesso gli
Maria Novella di tutto porge documenti
: successe Ognibene de'conti Nogaroli: l'U-
1' Ughelli, insieme al diploma in favore ghelli lo chiama pure Fraler Bonasie il
de' vallooìbrosani d'Innocenzo II ; di più Coìei'ì Homobonus. Familiarissimodi Fe-
narra la beata morte avvenuta in Vero- derico I, giiem Gennaniam in haliant
na nel I 127 di s. Gualfardo d'Augusta, venientem (nel 1 158), magna veronen-
dopo aver menato vita penitente nel su- sìumfrequentìa^ et honoriflcentia siisce-
burbano Saltuello per 20 anni, e santa* pit,a quoPrincìpis imperii titillo nobilita'
niente per io nella cella costruitasi pro- tus est, interfuitque Roncalia conventui^
pinqua alla chiesa di s. Salvatore in Cor- ut narrai Otto Frisingensìs^ ab eodeni
te o in Curia, ivi sepolto con epitaflio, imperatore celebrato in anno ii58. Il
gò Tebaldo o Teobaldo arciprete della eteodem anno vii die intrante julio com-
cattedrale. Nel seguente l'imperatore Lo- busta est civilas Feron., fu scolpito nella
tario li confermò privilegi del capitolo i lapide. Nel i 174 trasferì corpi de' ss. i
cattedrale e lo prese sotto la sua protezio- Biagio e Giuliana nella chiesa de' ss. Na-
ne, ed a sua istanza g^i concesse S.Giorgio zarioeCelso,alqual monastero nel i58 1
a Trento. Nel i i4o il vescovo inlerveu,- canonici di Alessandro III, il quale come
ue alla consagrazionedella rinnovata chie- notai a suo luogo onorò nel i 1 77 Verona
sa di s. Giorgio in Canonica detta di s. di sua presenza, e vi celebrò sagre fun-
Elena, fatta dal patriarca d' Aquileia so- zioni; e quelli di Lucio III che vado a ri-
lennemente, come apprendeda più mo- si cordare. Questo Papa, come già dissi, ven-
numenti interessanti nell'Ughelli, in uno ne in Verona nel i i84 per adunarvi un
al diploma d'Innocenzo 11 iufavoredel- concilio, che descriverò in fine, e con suoi
l'arciprete e canonici della cattedrale, da diplomi, Datum Feronae^ dell' set- 1 1
ta dal l'apaeda 17 cardinali. Inoltre nel- di Federico I, che ricevè nella sua impe-
r Ughelli sono riferiti molli diplomi ri- riai grazia Congregalionis Feronensium,
^4 VER V E R
datimi yenctiìsapiids. Marcum^^kal. dinalUberto Crivelli, il quale assunse il
septtmb. E qui l'Uglìelli dice Caeterwn : nome di Urbano lll.IIMalfei nel lodare lo
s. Ferontnsein Cougregalionern vetu- storico vero»ieseCanobio,avverte the «re-
stissima tn fui s se rcperimusin testamen- golò gli archivi più antichi e più cospicui
to Joannis Episcopi Ticinensis anno di Verona, ma secondo l'uso per luoghi e
922 condito. Uhi Sacerdotunis. Vero- non per tempi, e non senza molti equivoci
nensis Ecclcsinr Scholn K>ocatai\cujns presi da lui nel conlenulo delle carie e del-
antiquitalem^ praemincntiam, caelera- la lettura". Anche l'ab.Cappelletli è anda-
que scitu digna non tacucrunt ejusdeni to rilevando gli errori suoi nella serie de'
monumenta in hunc modum. Dopo aver- vescovi, come io ho ripetuto; ma quanto
lo riportato, soggiunge: Extant alia all'epoca della sede vacante ed elezione di
Summorunx Pontificum privilegia eidem Urbano III 1' ha senza critica seguito, ri-
s. Congrega tionis praecipue Urbani HI producendo ancora il suo brano, c!ie vado
concessa) j-\\ diploma de' 1 3 giugno i i85, riferendo eziandio più avanti, nelraccou-
col quale ad esenjpio d'Alessandio III, lare le solenni relative cereujonie. Mi é
prese sotto la prolezione della s. Sede il indispensabile, pel già più volte notato,
monastero de' ss. Pietro e Vito di Cala- r osservare di passaggio, che il Platina,
"wena, sottoscritto dal Papa e da i4 car- Le Pite de Pontefici^ dice Urbano 111
dinali. Mentre il Papa Lucio Illcolla cor- crealo a'i5 novembre i 85. Il Panvinio, 1
quie. Il cadavere fudeposto avanti l'altare scpultus VII kal. decembr.{i5 tìovem-
maggiore della cattedrale. Senza vacar bie), essendo morto, vili kal. decembr.
laSede apostolica, subito fu eletto Papa (24 novembre). Si vede dunque, che Ca-
il suddetto cardinal Crivelli, che prese il uobio o copiò il concittadino Pauviiiio,
nome di Urbano III. Avendone di sopra o dallo stesso fonte apprese le notizie,
abbastanza ragionalo, anche sull'epoca che non sembrano esatte. Quantoalla co^
dell' elezione, opina l'ab. Cappelletti che ronazione, di sopra la dissi col MalFei se-
seguì nel no della Sede apostoli-
i
2.** gioì guita nella chiesa di s. Pietro in Castel-
ca vacatile; imperocché, soggiunge, i car- hi, e Novaes Storia de' Pontefici^ e
Col
dinali che qui si trovavano, tennero il lo- col Ferlone, De' viaggi de' Pontefici^
ro conclave nel palazzo vescovile, ed eles- dissi ch'ebbe luogo il i." dicembre. Rir
sero Papa a' 7 dicembre il milanese car- porta adunque l'abbate Cappelletti, col
VER VER 25;
chè vi era stato molti giorni prima del e che in (juel giorno concesse indulgenza
concilio legato del Papa Lucio 111. Fu po- ogni anno alla detta chiesa, che in perpe-
sto nella sedia, e cantato il Te Deiim ri- tuo dura, come si contiene nella bolla.
tornarono al palazzo, e per tutta la città Pochi giorni dopo partì di Verona eoa
con diversi segni d'allegrezza ciascuno dispiacere universale di tutta mas-
la città,
mostrava il contento che di così fatta ele- simamente che s' intese che in Ferrara
zione sentiva. 11 giorno seguente princi- i a' 22 d' ottobre era pissato a miglior vi-
pali della città gli andarono a baciare i ta, avendo quivi sentita la sconfitta de*
po. Cantò due volte messa nella chiesa pia nel distretto di Verona, alla presen-
di s. Pietro in Castello, il 2.° giorno di za di 12 cardinali, de'palriarchi
d'Aqui-
Pasqua di Risurrezione 186, e il gior- i Grado, degli arcivescovi di Ra-
leia e di
no de' ss. Pietro e Paolo, e concesse gian- venna, di Magdeburgo, d' Arles, di Bari
dissima indulgenza a quelli che si tro- e di Magonza ;di molli vescovi e di mol-
varono presenti, oltre molte altre in- ti personaggi laici inclusi vamente al mar-
dulgenze a della chiesa (!' Ughelli ne of- chese di tutta la Marca di Verona Er-
fre i documenti).... L'anno segiienle manno tedesco; concedendole quindi il
zioni. Per le sue virtù, assiduo zelo pel Agnese e di s. Teuleria. Contribuì alla ri-
divin culto, amore pe* poveri, si rese ben fabbrica della chiesa de'ss. Rustico e Fer-
accetto al popolo. Da un documento U- mo, avendo nel i 197 concesso indulgen-
ghelliano rilevo, che nella canonica di Mi- ze a chi vi avesse cooperato con oblazio-
lano, alla presenza di cardinali e vescovi, ni. Nel 1209 confermò le giurisdizioni e
ede'principali capitolari di Verona, Fe- i privilegi de' canonici di sua cattedrale,
derico I investì Riprando de loto hono- ad istanza del tesoriere della medesima.
rem et dislricUi, qiiod imperìum habet in Nel 207 permutò colla comunità di Ve-
1
sto dal clero e popolo ne fu eletto succes- cipio del 12 12, aggiungendo la sentenza:
VER VER 17
Veritas fllìa lemporuni ; e siccome fu tadella suburbnno di Verona, nel 1 2 3o co-
tumulato io s. Zenone, lipoila Tistro- struì un convento, poi segno alle crudeltà
mento dell' invenzione del suo cadavere di Ezzelino III da Romano gran fautore
eseguila nel ió4^. Indi gli dà per succes- crudelissimo della fazioneghibellina ed e-
sore Abundonio, biasimato per ignoranza retico.Nel 1 235 il vescovo confermò le de-
e pravità di vita ; ma durò per pochi me- cime sulle navi all' abbate di s. Zenone,
si: gli si attribuisce aver nobilitato la chie- Morì Jacopo I nel 2 54 ci»'ca inBrescia,ove
1
sa de'ss. Giorgio ed Elena, e fu dipinta la l'avea esiliato Ezzelino III empio tiranno.
sua efiìgie nell'aula episcopale, come af Nel qual tempo il clero elesse nel i25a
ferma Canobio. Il Cappelletti esclude af- Manfredo della Scala, figlio di Gioacchi-
fallo Abudone, come lo chiama Pan- no o Jacopino, canonico della cattedrale,
\inio, che pure l'ammette, e dà per suc- illegittimo per esser vivente Jacopo;anzi
cessore al cardinale, Norandino già ca- il Panvinio anticipa la sua nomina al
nonico maggiore della cattedrale, eletto 1 24 t . Non avea, dice 1* Ughelli, le qua-
con tutti i voli nel 12 12 (epoca corri- lità richieste nel vescovo, facendolo mor-
spondente alla morte del cardinal pre- to 1256. Considerandolo l'abbate
nel
decessore). Si fa memoria di lui nel Cuppelletli intruso, osserva che morto
1220 nella lapide esibita dall' Ughelli, Jacopo, Alessandro IV nel I2 55 gli sosti'
del monastero suburbano di s. Maria luìGerardo Cossadocea; Ughelli scrive
Malris Domini. A suo tempo furono in- che il Papa soltanto lo confermò nel
trodotti in Verona i domenicani, in cui 1256. Il moslro Ezzelino III fece anche
tosto fiori il veronese s. Pietro Martire, a lui soffrire gravissime angustie, e persi-
la cui festa si celebra in Roma dalla con- no un anno d'esilio dalla sua sede, e il
gregazione della s. Inquisizione^ nel mo- carcere in Brescia, ove nel 1259 morì.
do che descrissi nel voi. 187 e al- IX, p. L' Ughelli però lo disse liberato dalla
trove. Documenti Norandinospellanti a prigionia dopo motte del tiranno, e
la
81 leggono nell'Ughelli, che confermò tut- tornato co* canonici a Verona morì nel
ti i privilegi del capitolo veronese. Morto 1261 circa. A suo tempo Alessandro IV
nel 1224, Panvinioe rCghelli glidie-
il trasferì i fiancescani da Cittadella in Ve-
rono per successore Adelardo 111, ed a rona, nel monastero de'ss. Fermo e Ru-
questi Witfredo. Ambi rigetta Cappellet- ed assolvette que' canonici che a-
stico,
ti, quali immaginarii, e invece nel dello veano parteggiato per Ezzelino III. Nel
anno surroga Alberto l arciprete della 1260 o 1261 divenne vescovo Man-
cattedrale, deposto nel marzo I225 da fredo Roberti reggiano e canonico di
Onorio HI, il quale gli sostituì Jacopo I da Padova, sommo oratore e chiaro per vir-
sta deposizione e sostituzione offre la la- presi nella protezione di s. Pietro. An-
pide,esislente tra la porta del campanile e ch'egli fu travagliato da' ghibellini, nel-
la cappella del Sagramento. Jacopo I loda le cui mani cadde nel 1264; io<li fu li-
Ughelli, per innocenza di costumi e altre berato dal carcere a istanza di Papa Cle-
insiani virtù. Sotto di lui nel 122 5 da mente IV e di Giacomo I re d'Arago-
Onorio III furono istituiti 4 mansionari na, dopo due anni. L'Ughelli lo dice ret-
o beneficiali, con una prebenda canoni- tore del Piceno pel Papa Urbano IV con-
cale vacata, sottoponendoli all'arciprele. troManfredi usurpatore del regno di Si-
Quel Papa e iMmperatore Federico H capoparte de' ghibellini, e fu allo-
cilia,
confermarono i privilegi Zenoniani. Nel ra che cadde prigione. Tornò alla sua
suo vescovato s. Francesco d'Asisi, in Cit^ cbiesa, e nel 1 268 passato in Reggio ivi
-
28 VER VER
inr»n e fu sepolto. La sua morte Jie'oc- successe fr. Pietro II della Scala dorae-
casiooe a grave scissura nella chiesa ve- nicauo, nobilissimo veronese di rispetta-
ronese, perchè due vescovi nello slesso bile integrità e dottrina, annoverato tra
tempo furono eletti, Alemdino che por- gli scrittori veronesi dal Maffei. Nel 1
292
lo sempre la qualifica d* eletto, e il ve- Raimondo pati iarca d' Aquileia confer-
ronese Guido della Scala figlio natura- mò tutti i privilegi dell'arciprete e ca-
trio,che figurò sempre come legittimo pianto da tutti, nel i 295 coll'alto pro-
pastore. Forse A learJino fu nominato dal dotto dall'Ughelli, il clero elesse fr. Teo-
Papa, e Guido dal clero veronese, ovve- baldo agostiniano e abbate di s. Fermo,
ro ambi da questo dissidente, ma la po- dotto e di santa vita e nell'estimazione
tenza nascente degli Scaligeri prevalse, generale, che ricusò la dignità, perciò a*
e l'altro fu costretto dimorare a Manto- 1 3 dicembre restò eletto Bonincoutro ve-
va. 11 Cenci chiatnò legittimo Aleardino, ronese, arciprete maggiore della chiesa
illegiltimo Guido. Neil 272 rese lo spi- cattedrale, dotto, esimio e piissimo, mor-
rito a Dio in Cremona, ove per le fazio- to nel 1298 in odore di santità e sepol-
ni erasi ritirato, il b. B^acio orefice ve- to nella cattedrale, lasciando il suo in te-
ronese, chiaro per miracoli edeposto nel- stamento a favore de' suoi successori, e
Se ne legge la vita lìeìCotu-
la cattedrale. di varie chiese, ospedali e luoghi pii. Nel
pendio delle vite de' Santi orerei e ar- 1628 apertasi la sua tomba, per trasfe-
gentieri. Nel 1275 il clero d' unanime rirne altrove il corpo, fu trovalo intat-
consenso elesse vescovo fr. Teraidio fran- to in ogni sua parte, con istupore di tut-
cescano, pio, eloquente e nelle sagre let- ti. Gli successeTeobaldo lodato, che
fr.
tere esercitato. Nel 1276 il vescovo col non avea voluto accettare prima del de-
l'inquisitore fr. Bonaconsi e il pretore di funto, cedendo questa volta alle preghie-
Verona, procederono ali* estirpazione re del clero e del popolo lutto. Nel suo
dell' eresia in Sarmione, col ferro e col pastorale governo, senza lasciar le sue
fuoco, e molti abiurarono pravi erro- i contemplazioni e studi monastici, atten-
ri. Morì il vescovo ne' primi di febbraio deva ad ascoltar litigi, a visitar la città
1278, e poco dopo onorevolmente dal e diocesi, e ad esercitar con prontezza le
clero e popolo gli tu sostituito d. Bar- (unzioni tutte del suo ministero, compi-
tolomeo monaco benedettino, consa-
I lando costituzioni per la riforma di tut-
grato nella cattedrale. Hic electus Bo- to il clero veronese. Nel 1809 interven-
nìncontruin archipreshyleruniy et cano- ne alla pace d'Italia conclusa dal cardi-
nicos veronenses una ciiin ecclesiis^tnO' nal Pelagrue legato di Bologna, e nel
nastcriiscjue adeos pertinentibits a ja- i3i I alla coronazione d'Enrico VII. A
risdìctione sua exeniptos^ nec non A- suo tempo insorse questione fra il capi-
(judtiensi patriarchae suhjectos esse tolo di Verona e il vescovo d'Adria per
hoc sequcnti monumento declaravit. Lo giurisdizioni di chiese, giudicata dal det-
riporta l'Ughelli, insieme alla conferma to cardinal legato in favore del i.°, e con-
de'beni fatta da Manfredo predece»!»ore fermando r esenzione pure del proprio
a' domenicani, poi da Paolo V ratifica- pastore: l'Ughelli offre i documenti, in
ta con bolla che produce. Nel 1284 fu uno ad altri di plorai degli Scaligeri e di
benedetto dal vescovo e da quello di Cit- altri principi in favore del capitolo, con
tà Nova il cimiterio, ante facieni ec- diverse notizie degli Scaligeri e del ve-
ciesiae s. Eupheiniac. Morto d. Barto- scovo, il (piale mori dopo 84 ^^u»' di e-
lomeo uel 1290 1*8 uovembre, tosto gli gregiu episcopato Qeli33i a'iSuoveui-
VER VER 29
hre, sepollo in s. Stefano. Tn questo gli Avignone volle detestare, riprovare e
venne tlietro Nicola n>ilanese, abbate be- punire tanta enorme empietà coi diplo-
nedettino tli Villanova, modesto, di gra- mi presso rUghelli che vado ad accen-
ve pietà e solerle vigilanza, cessando di nare, dovendosi tener qui presentequan-
vivere nel i336. Nello stesso gli succes- to ho riferito ragionando del fiero Sca-
se Bartolomeo li della Scala de' signori ligero omicida per espiare sì gravissimo
di Verona, abbate benedettino di s. Ze- delitto, oltre il molto eh' egli spese, cu-
none, eletto dal capitolo e confermalo jasquideni tain nefarii sceleris expia-
da Bertrando patriarca d' Aquileia, per iioneni grandi peciiniae suinma paci-
la postulazione che leggesi nell'Ughelli; sci cani Ecclesia Romana. Frimamen-
il quale prelato, per la di lui parentela le Benedetto XII in pena dell' orrendo
cogli Scaligeri, senza dinicollà V appro- misfatto richiauìò a se il diritto dell'e-
vò e coosagrò. Nel i338 i suoi nipoti lezione de' vescovi di A^erona, privan-
Mastino li e Alberto II signori di Vero- done in perpetuo il capitolo e il clero;
na^con diploma esibito dall'Ughelli, con- con annullare la nomina fatta ili. "set-
fermarono tutti privilegi concessi a've-
i tembre nella cattedrale dal clero nella
scovi di Verona. Ma nelT istesso anno, persona di fr. Pietro Spella pavese del-
perla malignità di Azzone da Correggio, I ordine degli umiliati; mediante brevi
il vescovo fu calunniato di tradimento de' 28 settembre, inviati all' arciprete,
presso il di lui nipote Mastino li, per ti al- canonici e capitolo della maggior chiesa
tare co'veneziaoi ed i fiorentini suoi ne- di Verona, ed Bertrando patriarca di
a
mici onde togliergli lo slato. Dappoiché Aquileia, riservandosi ancora la elezio-
per la guerra mossa a Mastino 11 da've- ne del vescovo, dovendo intanto il pa-
iieziani, fiorentini e loro collegati, onde triarca amministrare il vescovato, col
reprimere la sua cupidigia nei dilatare la detto arciprete Martino. Nel dì seguenle
signoria, dopo aver preso il grande e for- il Papa indirizzò altra lettera al patriar-
te castello di Ve-
Montecchio, chiave tra ca, ingiungendogli di esplorare con tutta
rona e Vicenza, e di quest'ultima occu- diligenza i rei del tragico delitto parri-
pato buona parte e 3 boighi,coo inten- cida, onde procedere alla pene decre-
dimento d'assediar Verona; fece credere tale da* sagri canoni e da concilii, mas-
Azzone a Mastino II, che lo zio fosse loro sime dal generale di Vienna, tanto con-
unito e meditare la sua uccisione. Già tro Mastino II, quanto contro chiun-
deplorai di sopra, come Mastino II acce- que altro complice e colpevole, e ciò
calo dall'ira, di propria mano barbala- senza dilazione e appellazione. Il pa-
mente uccise il prelato zio presso la por- triarca coadiuvato da altri procedette al
ta dell'episcopio a'27 agosto, ad ora di processo, dal quale risultarono rei Ma-
compieta, e fu sepolto subito senz'affai- stino II, e Alboino dellaScala naturale di
to alcuna poujpa funebre. Afflitto il capi- Can Grande 1,umilmente a mezzo
i quali
tolo dall'acerbo caso, due giorni dopo fe- del loro nunzio Guglielmo da Pastren-
ce economo e amministratore del vesco- go, pentiti del misiatlo, supplicarono il
sta sede poi il Papa ri mosse il vescovo Mat- tare e solennemente ivi le collocò. Be-
teo Ribaldi, 8*27 giugno i343 trasferen- nemerito di sua chiesa, procurò la rifor-
dolo alla sede veronese, non dovendosi ma del clero colle costituzioni, rinno-
credere che Benedetto XII dopo l'ucci- vando quelle di Teobaldo e aggiungen-
sione di Bartolomeo il gli avesse dato a done altre tratte da'concilii aquileiesi te-
successore Teobaldo, dicendolo il Pao- nuti dal patriarca Bertrando. Neli36o
vinio virtuoso e benemerito, morto nel ottenne il vescovo da'fratelli Can Signo-
1 34 '.Matteo, almeno per un tempo, non re e Paolo Alboino Scaligeri signori di
fece residenza in Verona, tenendovi per Verona il diploma, riferito dall'Ugiiel-
l'icario fr. Tiberio degli umiliati. L' U- li, di conferma a* privilegi del vescovato
gbelli riporta la sentenza del vicario del e della tutela de' suoi beni assunta da
patriarca d* Aquileia del i344) contro essi , dal vescovo aumentati j
gli Scsdi-
Matteo e in favore del capitolo verone- geri altrettanto facendo col capitolo ca-
se, di sue esenzioni e prerogative, alle nonicale. Non ostante che Pietro iV a-
quali sembra avesse attentato il vesco- vesse ratificato l'esenzioni de* canonici,
vo, onde il capitolo avea appellato al pa- sulla giurisdizione insorsero gravi dis-
triarca Bertrando. Morì Matteo di con- sensioni e scàndali, e il vescovo volle ri-
te VI trasferì Pietro ili al vescovato di canonici, e l'atto leggesi nel!' Ughelli. Es-
Perigueux, e da quello di Melfi a que- sendosi nel i 387 impadronito del domi-
sto fr. Giovanni Ili di Naso, domenica- nio Scaligero, Gio. Galeazzo Visconti si-
no, comasco o milanese, cospicuo per gnore di Milano, fu tolto da Verona Pie-
dottrina e santità di vita: dimorò bre- tro IV per sospetto d'infedeltà, per ade-
Tissimo tempo in Verona, governando la renza agli Scaligeri, benché innocente,
diocesi pel vicario, per cui venne trasla- venendo in quell'anno trasferito a Lodi,
tato a Bologna a* 1 3 ottobre i 35o da Cle- donde poi fu pure cacciato, e andò a fi-
benefico dominio,con Jacopo Soriano per nunquani majus ah Episcopis, aiit ma-
pretore e Pietro A rimondo per prefetto. gistraiibiis, vel apiid Summum Ponti-
Ma caduto il vescovo in grave sospetto a* ficem^ vel principe oppugnattun capi'
veneziani, siccome aderente a* Visconti, taluni veronense, minusve expugnatuni
Innocenzo VII lo fece passare alla sede extitf quani sub Guidone Episcopo, ut
di Luni-Sarzana a'2 setlembrei4o6,che ex litteris^ quas liic fideliter
apostolicis
il can. Dima 1412 (dice il Maf-
ritarda al danius, è canonicorum tabulario, in
fei, che ne' monumenti di Verona tro- quibusjura, liberaque eorumdein cano-
va nsi memorie di Nicodemo Scaligero nìcorum Juris dictio ab Episcopis immu-
suo vescovo nel principiodel i4oo,di cui nis recensetur. Quindi ne riporta 3 di
parla il Gobelino ne Comentari di Pio IT. Giovanni XXI 11, contenenti altri docu-
Forse confonderà con Nicodemo della
si menti. Morì Guido
Venezia nel 1 45^8,
in
Scala vescovo diFrisinga contemporaneo, e portato il suo cadavere a Verona, fu
e discorso più sopra). L'istanza fatta dal deposto nella suddetta cappella da lui e»
doge al Papa per la sua remozione, riferi- dificata nella cattedrale, e dotata col te-
sce Ughellì. Immediatamenlenello stesso stamento di 2000 ducatid'oro perla fon-
giorno gli fu sostituito Angelo Barbari- dazione d' una mansioneria quotidiana.
co (V.) patrizio veneto, il cui zio il i. "di- Nel 1439 fu eletto il cardinal Francesco
cembre divenneGregorioXII,e nel i4o8 lo 1 Condulnier(F.) patrizio veneto e nipo-
creò cardinale. L'Ughelli descrive la pom- te di Eugenio IV, già ambedue canonici
pa del suo possesso,e o loda qual religioso,
1 della cattedrale, de'quali e delle loro be-
giusto e zelantissimo delia disciplina ec- neficenze, per l'amore cheaveano a Ve-
clesiastica. Sotto di lui fu dato il monaste- rona ed al capitolo canonicale, molti do-
ro di s. Leonardo a' canonici regolari di cumenti riferisce l'Ughelli; poiché il car-
s. Frediano di Lucca. Assunto al cardi- dinale neIi44o
istituì nella cattedrale, e
nalato, rinunziò la sede vescovile, alla il Papa confermò con bolla, il collegio
quale Alessandro V vi trasferì da Pola degli accoliti, per decenza e maggior de-
a' 26 dicembre i4^9 '^ patrizio vene- coro delle sagre ufFiziature, con vesti di
to Guido Memo, il quale pure vi fece color ceruleo. Accolse nella città nel 1 44^
solennissimo ingresso. Lodatissimo pa^ i benedettini di s. Giustina di Padova,
slore, eresse e ornò la cappella de' san- e die' loro il monastero de'ss. Nazario e
ti Zeno e Nicola nella cattedrale, e que- Celso; nel i444 s''
Olivetani, a cui at-
sta arricchì di sagri utensili per uso de' tribuì quello di s. Maria in Organo; ed
32 VER VER
i minori osservanti, ponendo nel i^'yi sima 2.* dignità dell'arcidiaconato, rista-
)a i." pietra della chiesa di s. Bernardi- bilita nel 1475 da Sisto IV.l'Ughelli die'
no. Morì il cardinal Condulmer in Pio- un catalogo di 25 di essi dall' 8o5 al
ina a' 5 settembre \/\.53j poca residen* 1697, perchè lo continuò il Coleti, co-
za avendo Verona. A* 6 novem-
fatto in i me avea fatto co' tesorieri. Il cardinal
bre vi fu trasferito da Treviso Ermo- vescovo ottenne al capitolo la bolla d'In-
lao Barbaro patrizio veneto, di esimia nocenzo Vili, riferita dalTUghelli, sulle
pietà,rendendosi assai benemeritodi que- distribuzioni quotidiane e le decime. Mu-
sta chiesa, speciahnente in ciò favorito nifico anche in morte, che seg<ù in Ro-
dal doge Moro, il quale con diploma, ma nel 5o2, lasciò alla cattedrale »4iOOO
I
presso rUghelli, confermò i beni e i di- scudi d* oro per la sua riedificazione. X'
ritti del vescovato. Ornò con eleganza la i4 novembre i5o3 gli successe il car-
cattedrale, e l'arricchì di vasi d'argento dinal Marco I Cornaro (F.) patrizio ve-
e vesti sagre; restaurò l'episcopio, co- neto e abbate commendatario di s. Ze-
struì un palazzo nel colie di Nazareth no, e solennissimo r.e fu l'ingresso. Nella
con amcnissimo orto, e ville formò in cattedrale, col diploma e la bolla di con-
Monte Forte e in Budoloni. Fu benefico ferma di Leone X, presso Ughelii, isti-
cogli ospedali, co' religiosi, colle mona- tuì una commissione, appellata mensa
che ; istituì nuovamente 1' antichissimo Cornelia^ per procurare incremento di
tesoriere della cattedrale, concedendone decoro alle sagre funzioni. Morto io Ve-
Ja nomina al capitolo, del cui ulììzio of- nezia a' 24 luglio i524 e sepolto in s.
fre Ughelii il documento, unitamente a' Giorgio Maggiore, i veronesi fecero cal-
privilegi concessi a tale uffizio, ed alla de istanze alla repubblica di Venezia,
serie di 19 i454^' '679-
tesorieri dal onde rimuoverei disordini introdotti nel-
Paolo ad Ermolao il governo di
li allìdò la disciplina ecclesiastica, principalmen-
Perugia, e poi l'inviò nunzio in Francia. te per la trascuranza de' vescovi cardi-
Morì in Venezia a' 12 marzo i47'> e nali che non vi facevano la dovuta resi-
trasferito a Verona fu sepolto nella cap- denza. Laonde Clemente VII stimò op-
pella della B. Vergine della cattedrale. portuno il troncarla serie de' vescovi ve-
Tosto gli successe il cardinal Giovanni ronesi tratti dalla nobiltà veneta, e vol-
JV Micheli i^V.) nobile veneto e nipote le che questa volta vi fosse promosso un
di Paolo 11. Ad Episcopatus possessio- celebre genovese, ma nato in Palermo,
netn adniiUendo, acritcr a cìvibus vc- rS agosto, cioè Gio. Matteo Giberti fi-
ille voli compos facluSfUt ad placandani anch' egli dovette essere lungamente as-
populi invidiani magnificenùae suae sente da Verona, occupato in molteplici
insigne aliquod specimen darei. Decorò e gravi affari ecclesiastici, per la sua spec-
Ja porta dell'episcopio con ampliarla, e chiata integrità, ed intanto resse per lui
con colonne e statue. In esso alloggiò no- la diocesi il domenicano fr. Antonio Bec-
bilmente nel 1488 l'imperatore Federi- caria vescovo (li Scolari. Inoltre Clemen-
co III, r Ughelii narrandone la pompa te VII aftldò pure l'amministrazione del-
dell' ingresso e del soggiorno. L'aotichis- la chiesa veronese ul celcbic Gio. Pie-
VER VER 33
tre Carafa. "là arcivescovo di Cliieli, noi ressi gravi e del pontificato, sempre lo
cuidinale e Papa Paolo IV, come dal do- consultò. Il Zini lo celebrò nel libro, Bo-
cumenlo dell' Ughelli,il quale parecchi ne ni Pastoris cxemplum^ Venetiis i573.
riporta riguardanti il Giberti ; testimo- Il Maffei esalta il libro stampato delle
nianze certe degl' innumerevoli vantag- sue costituzioni, colle parole del cardi-
gi che procurò alla sua chiesa anche da nal Valerio, che Io tenne a modello nel-
lungi, e colle sagge costituzioni da Ini e- l'amminislrazione della slessa diocesi. A.
manale. Egli neli527 trovavasi in Ro- suo tempo si fecero più libri spellanti al-
ma nel famoso sacco, e corse pericolo la buona regola e all' uHizialura ecclc"
della vita, come rilevai nel voi. VII, p. siaslica : fece ancora le costituzioni per
I g3 e altrove. Per la sua perizia e pru- le monache. Il prelato essendo ricchissimo
denza fu occupato in varie nunziature, e pieno di spiriti grandi e generosi in fa-
come di Francia, sebbene fosse come il vor de'buoni studi, ed avendo trovato in
confidente e l'anima ne' consigli del l^a- Verona fiorire singolarmente le lettere
pa, anzi da' suoi consigli pendevano le greche, volle che a pubblico benefizio
cose tutte del principato. Osserva il ba- s' intraprendessero nobili e dispendiose
rone Reumont, Della diplomazia ita- edizioni, facendo gettare i greci caratteri
liana, che Giberti, uomo di stalo de'più poco familiari in quel tempo alle slampe-
sagaci ed esperti del suo tempo, però al rie. Teneva ancora in casa copisti e-
egli
pari di tanti altri s* illuse nel concetto sperli per trascrivere correttamente co- i
che avea delle forze e della persevera n- dici greci, con grandissimo stipendio. La
Ea de' francesi, che pure avrebbe dovu- corte di lui era illustrata da persone no-
to meglio conoscere, avendo sulla fine bili e di scienziati, non meno del territo-
dell'ottobre ìSi^ accettata la nunzia- rio che forastieri; eranvi pure Marc'Au-
tura di Parigi. Allorché nel i528 Cle- tonio Flaminio, e il poeta Derni che molte
mente VII, comprimendo neir animo il delle sue facete e graziose poesie ivi com-
dolore degli orribili fatti e l'umiliazione pose. Nel principio del suo pastorale go-
dell'anno precedente, nell'espugnazione verno insorse ostinata dispula col capi-
di Roma, ravvici nossi a Carlo V, perchè tolo canonicale, sopra i di lui privilegi e
solamente mediante l'imperatore crede- per l'erezione della prepositura 2.^ digni-
va di poter giungere a'suoi fini, in ispe* tà della cattedrale, ma riuscì alla singo-
cial modo a quelli che vagheggiava per iar prudenza dell'arcivescovo Caraffa di
l'ingrandimento de' nipoti Medici, il Gi- quietare le parti nel i53o con transazio-
berti si ritrasse e fu allontanato dagli af- ne delta Giberlina, che Clemente VII a
fari, e tutto quind' innanzi si dedicò alla istanza del doge veneto confermò con
sua chiesa. Nel 1^29 Clemente VII a- bolla, la qualecolla transazione parimen-
vendo stabilito d'abboccarsi con Carlo V te si leggono neirUghelli, insieme al di-
lato vi fece per nobilitarla nella forma, e cadavere Verona fu deposto nella cat-
in
per testamento le donò lutti i suoi in- tedrale. Quanto a Luigi, di sue diverse
dumenti pontificali preziosi per uso de' opere ragiona Maffei. Avvenne la sede
successori, adldnndone la custodia al ca- vacante, alquanto protratta, perchè Mar-
pitolo, n* poveri lasciando 6,000 ducati c' Antonio Anudio o da Mula ricusò il
tano e dall'arcivescovo Carafa, il qua- Delle conseguenze parlai nel voi. XCII,
le fu dal santo mandato a Verona ad p. 366. A'28 gennaio i56i fu elelto ve-
istanza del vescovo per riformare il cle- scovo fra Girolamo Trevisan domenica-
ro, die poi volle stabilita una casa di no e patrizio veneto, insigne teologo e di
teatini presso la chiesa di santa Ma- cospicua probità. Fabbricò il palazzo ve-
ria di Nazareth. In Verona si recò pure scovile di Monleforte. Recatosi al con-
s. Gaetano per contribuire alla riforma, cilio di Trento, ivi morì a* 10 settembre
riuscendovi felicemente, anzi per le pre- di dello anno: trasportato il corpo a Ve*
mure del vescovo vi ritornò, ma raffre- nezia^ebbe tomba nella sagrestia di s.Do*
nando le sue beneficenze verso l'ordine, menico di Castello. Di sua dottrina fa te-
altrimenti veniva esso a sottrarsi alla cura stimonianza Madei.L' settembre I 562i I
zia, morì in Edimburgo a'9 agosto 1 548. paolotli, ed a'ieatini die' la chiesa di s.
Ne occupò il luogo il dello Luigi Lippo- Maria già degli umiliali. Insorte discordie
inano patrizio veneto, che poi intervenne giurisdizionali col capitolo, le tranquillò
VER VER 3^
soavemente con transazione, convalidata visitò 4 volle il suo gregge, promulgò sag-
con bolla di Gregorio XIII, proilotta dal- ge costituzioni per la disciplina ecclesia-
rCJghelli co'diversi monumenti e iscrizio- stica, profuse ogni cura pel decoro mate-
ni riguardanti il cardinale, celebrandolo riale e spirituale pel divin culto. Intro-
per le sue doltissioie opere, che enume- dusse in Verona carmelitane scalze, po-
le
ra. Di queste e di «ne interessanti notizie nendo la f.* pietra per la loro chiesa; e*
dà pur contezza stimando forse il iM;iirei, resseun oratorio presso 3. Gregorio iti
gli era ornato d' ogtji virtù, di pietà pe* di s. Antonio abbate; die'il convento di s.
ghelli. Mori in tempo di peste nel Pado- giore, per causa di benefizi e altri diritti
vano settembre i63o, e fa sepolto
ili." rispettivamente prelesi. Piicoraposte le co-
nella cattedrale. In tempo di sede vacan- se perlai convenzione, durò alquanti an-
."
te fu posta la » pietra alla cappella del ss. ni la pace tra il vescovatoe l'abbazia; rin-
Redentore, nella chiesa di s. Nicola de* novossi poi il dissidio con più calore, e fu
teatini. A.'4 aprile i63i fu vescovo Mar- deciso a favore del vescovato.Celebrò due
co II Giustiniani patrizio veneto, già di sinodi diocesani nel 1670 e nel 168 5, in
Ceneda, integerrimo e perito nelle sagre cui promulgò utilissimi decreti, morendo
lettere. Nel principio ebbe controversie a'5 agosto 1690. Gli successe nel 1691
giurisdizionali col capitolo, introdusse in o i6g^ Pietro VI Leoni patrizio veneto,
Verona i minori osservanti riformali ed traslato da Ceneda, dottissimo, giusto, e-
! somaschi, morendo nel 1649 con bene- loquente e di santa vita. Fu amante del-
fico testamento. Nel i65o da Ceneda vi la decorosa celebrazione delle feste, ze-
fu trasferito Sebastiano I Pisani patrizio lante nel visitar la diocesi, trasferì il se-
veneto, zelantissimo e lodatissimo pasto- minario da s. Angelo del duomo, presso
re. Celebrò il sinodo diocesano nel i653, s. Vitale, aumentandone lo studio. Solen-
36 VER VER
iieinenle nel 1697 consagrò la chiesa di Nicolò Antonio Giustiniani benedettino
5. Nicola de*lealini, e morì a' 17 dicem- di 8. Giustina di Padofa e patrizio vene-
bre. \'i5 di questo gli fu sostituito Gio. to, il quale pel i.° nel 1762 riassunse l'e-
Francesco Barbarigo patrizio veneto e sercizio della giurisdizione episcopale sul
primicerio di s. Marco, egregio pastore. cftpitolo. Trasferito a Padova a' i4 di-
Zelò il disimpegno del suo ministero, ri- cembre 1772, nello stesso giorno gli suc-
misein vigore lesinodalicostilu'/,ioni,aai- cesse Giovanni VI Morosini, altro mona-
pliò il seminario, visitò la diocesi, curò co cassinese e patrizio veneto, venendo
l'insegnamento della dottrina cristiana, traslato da Chioggia, e poi morendo nel
restaurò la cappella di s. Carlo nell'epi- I 789 assai compianto. Nel descrivere l'ac-
scopio, e quella di s. Gaetano nel palaz- cesso a Verona di Pio VI nel 1782 non
zo di Nazareth, fu misericordioso co'po- potei nominarvi il vescovo: il motivo Io
"veri, ammise nel1699 in Lonato le cap- ricavo dal barone Henrion: Storia della
puccine, nel 1712 in ss. Fermo ePiusti- Chiesa universale^ 1. 12, lib. 96. « Il ve-
00 i filippini, e fece quant'altro con difiu- scovo di Verona dovea essere assai infa-
sione narra Colati. Trasferito a Brescia stidito della presenza del Papa, perchè
nel 17 i4j§h successe Marco IlIGradeni- di recente avea diretta a' suoi diocesani
go patrizio veneto, già coadiutore del pa- tirolesi una pa-
lettera più filosofica che
triarca d'Aquileia e vescovo in pariìbiis storale, tuttasecondo la massime nova-
Phìlopolien, lodato per pietà e vigilan- trici di Giuseppe II; avea soppresso pie
mosso al patriarcato di Venezia. A'2 3 lu- Placet dell'imperatore (che il pio e vir-
glio di tale anno vi fu traslato da Cene- tuoso imperatore Francesco Giuseppe I
da Francesco II Trevisan patrizio vene- abob di moto-proprio nell'ultimo concor-
Io, celebrò il sinodo diocesano, scrisse con- dato di Vienna)*', A' 29 n)arzo 1790
tro gli ebrei, Conferenze pastorali, e Gio. Andrea Avogadro patrizio veneto già
stampatele in Pvoma ov'erasi recato, ri- gesuita, poscia rinunziò nel i8o5 perla
tornalo a Verona vi mori nel dicembre speranza di rientrare nella società di Ge-
1782 : sepolto nella cattedrale, lasciò il sù, e morì in Padova nelr8i5, tumulato
cuore alla chiesa di s. Tommaso de'Bor- in quellacalledrale.Dopo circa un biennio
gognoni, di cui era stato abbate. A* 2 di sede vacante, a' 18 settembre 1807 In-
marzo i733Giovanni V Bragadino patri- nocenzo Maria Liruti cassinese di Vale-
zio veneto, segnalò il suo governo col pro- freda diocesi d'Udine, dotto e zelante pa-
muovere incessantemente la spirituale store. Di poi a' 1 4 luglio 1817 scrisse la
prosperità del suo gregge. Nel suo vesco- seguente lettera a Pio VII, riportala nel-
vato fu soppresso da Benedetto XIV il la collezione delle Dichiarazioni e Ri-
patriarcato d'Aquileia, onde la chiesa ve- trattazioni degV indirizzi umiliale a
ronese divenne suiìraganea della metro- Pio VII. « Beatissimo Padre. Un dovere
politana d'Udine, indi nel 1756 il Papa mi chiama a presentarmi con questa u-
interamente annullò l'esenzione del ca* milissima a Vostra Santità, il quale do-
pitolo canonicale, già soltanto dipendente vere riguardal'indi rizzo che nel 181 I pre-
dal patriarca, e del lutto l'assoggettò al- sentai al governo, che allora regnava. Dal-
l'ordinaria giurisdizione del proprio ve« la benignità di Lei, Santissimo Padre, io
scovo : il tulio al modo di sopra descritto. mi compromettei compatimento sopra
11 vescovo Bragadino divenuto nel i758 un alto estorlo da tempi di oscurila e di
patriarca di Venezia, a*r2 febbraio 1759 confusione. Ed in questa mia fiducia mi
da Xorcello fu Iraslalo in questa chiesa confermò la risposta piena di clemenza,
VER VER 37
di cui Ella degnò onorarmi per occa-
si ria di Cinto, e fu aggregala a quella
sione d'averle io presentate le mie con- di Padova. Nel 1827 morì il vescovo Li-
gratulazioni e quelle de' miei verone- roti, eLeone Xll nel concistoro de* i5
si sopra il suo glorioso ritorno a' suoi dicembre vi trasferì da Treviso il tirole-
Stali ed alla sua Sede. E scorgendo in se Giuseppe Grasser, al cui tempo Grego-
seguito dalla paterna benevolenza di Vo- rio XVI a' 17 novembre 1837 dichiarò il
stra Santità secondati altri miei alti di culto immemorabile del b. Evangelista
filiale ossequio e dipendenza, io tenea- veronese, sacerdote agostiniano j asse-
mi tranquillo sopra l'affare di quell'in- gnandone la festa Non grave
a'20 mar^o.
dirizzo. Giuntami però notizia, ma da d'anni, ma pieno di <nerili e di viriti, mo-
due mesi in qua soltanto, che altri prelati ri mg." Grasser a'22 novembre 1 889 con
d'Italia aveauo quasi a gara rassegnata a universale cordoglio. Verona a gran vo-
Vostra Santità scrittura in disapprova- ce pianse sull'onorata tomba dell'amato
zione del loro rispettivo indirizzo, non la- padre, con le lagrime reudendogli quel
scio io ora di fare medesimo. Ed alla
il solenne tributo di uffici, che pietà, religio-
Santità Vostra dichiaro, che vorrei non ne, amor filiale ed indelebile riconoscet?-
aver fatto quell'indirizzo^ essendo io sem- za a lei richiedevano. La memoriasua vi-
pre slato premuroso nell'animo di non vrà certo perenne ne'cuori veronesi, non
riportare in alcuna cosa mia la disappro- meno che ne' fasti illustri di loro chiesa.
vazione di Vostra Santità. Considero an- Gregorio XVI a' 1 4 dicembre 1840 pre-
che quell'atto come contrario alla filiale conizzò vescovo Gio. Pietro Aurelio Mul-
pietà, siccome dato io tempo che il San- ti abbate cassinese "di Praglia, della dio-
tissimo Padre era tenuto io afflizione ed cesi di Bergamo ; dotto, zelante e lodalo
angustie da un duro e violento domina- pastore, meritò d'esser promosso a* i5
tore. Qui però mi permetta Vostra San- marzo i852 Venezia,
al patriarcato di
tità di esporle come nell'indirizzo, che nel quale articolo l'encomiai. Nel mede-
stamparono mi furono ommes-
a Milano, simo concistoro il Papa Pio IX promul-
se le seguenti parole di s. Cipriano de U- gò vescovo di Verona mg.' Giuseppe Tre-
nit. Eccles. z=zz Che il Primato e dato a visanalo di Venezia, canonico teologo dì
Pietro^ affinchè siavi una Chiesa sola quella patriarcale, pel cui processo io a-
di CrisiO) e sia\.n ne* Successori di Pie- vea giurato legalmente con dovuto allo
tro il centro dell'Unità di questa Chie- elogio, essere egli degnissimo eidoneo
sa. n= Tutte queste parole mi sorpassa- pastore della s. Chiesa di Verona; però a
rono nella stampa ; parole che da me si questa non fu dato goderlo, perchè a'
erano aggiunte per professare in faccia a 26 del susseguente maggio l'imperatore
quel governo il Primato di Pietro e suoi Francesco Giuseppe I lo nominò all'arci-
Successori. Ora mi rimane di supplicare vescovato à' Udine (^.), e tale fu preco-
umilmente Vostra Santità dell'apostoUca nizzato in concistoro a'27 settembre di
benedizione in segno di perdono, con tut- detto anno. In questo stesso concistoro il
to il mio capitolo che concorre a que- Papa Pio IX dichiarò vescovo di Verona
st'atto con me, le baciò santissimi piedi.
i Luigi Guglielmi di Lissa, diocesi di Lesi-
fiaganea della patriarcale metropolitana gravemente a Zara, spirò nel bacio del Si-
di Venezia, nella quale occasione fu tol- gnore a'29 gennaio i853, per la violen-
ta alla diocesi la parrocchia di s. Ma- za del male. A' 3 il suo cadavere con
1
38 VER VER
pompa decorosa e fuuebre, onorala dal- nalzasl uno zoccolo col suo basamenlo,
l' arcivescovo mg/ Godeassi, fu portato col suo tronco scolpito nelle 4 facce del
alla inelropolilana, magni ficameute pa- dado di 4 iscrizioni e colla sua cimasa in
rala a luUoedoviziosameii'e illuaiiuala, bella armonia di proporzioni. Questo
ponlincaudo la solenne messa mortuaria zoccolo sorregge una colonna scanalala
lo stesso metropolitano, in mezzo alla ge- d' ordine dorico, sopra al capitello della
concistoro de'7 aphlei854ilPapa Pio IX sta poi fattasi per la benedizione del pio
promulgò l'odierno vescovo mg.' Benedet- monumento fu tenera e solenne, e deco-
looiccabona diCavalese diocesi diTrento, rala dalla presenza di dufi vescovi, che
già lodevolmente appartenuto alle nun- colle loro parole incitarono popolo alla il
ziature apostoliche di Baviera e del Bel- pietà verso Dio, e al culto verso la sua
gio, parroco zelante di Roveredo, prepo- ss. Madre". Dipoi fu pubblicalo: Lettera
satus, digniis ta propter censendus, qui ria. SS., ornato ed abbellito con nuove
gine, in onore della quale fu eretto nella Omaggio storico dell' ab. Cappelletti.
diocesi un pubbli«^o monumento. E qui Altri memorabili avvenimenti succeduti
di esso dirò colla Civiltà Cattolica^ serie nel suo vescovato sono i seguenti. Narrai
2.^, t.i2, p. 108.M 11 monumento in pie- superiormente, ossia nel voi. XGIV, p.
Ira fu innalzato sulla piazza di Chiesanuo- 186, r istituzione della congregazione di
va nel Veronese dalla pietà di que' par- sacerdoti del benen»eritod. Gaspare Ber-
rocchiani, eccitala dallo zelo instancabile toni veronese, nell'oratorio delle Stim-
del suo venerabile parroco, afiine di per- mate e contigua casa da lui fabbricata,
dere il premio delle sue lunghe fatiche. canto del Te Dcii/n, fu dato (lue alla sa-
Dopo la sua moi le la congregazione do- gra e commovente funzione ". Lo spiri-
mandò e olteune dalla s. Sede la facol- to di quesl* istituto è di sanlamenle eser-
tà di procedere alla sua pubblica erezio- citarsi in ogni sorte di ministero spirilua»
ne, mediante decreto de' 1 6 aprile i855, le o letterario che giovi al piofillo spiri-
confermato dal Papa Pio IX, avendovi tuale del prossimo, e precipuameule nel
appostala sua sanzione liuiperatoreFran- sopperire a qualsiasi bisogno, anche im-
cesco Giuseppe I, com'era costume in- provviso, del vescovo e de' parrochi, sen-
nanzi mentovalo concordato. Pertanto
il z* alcuna ricompensa umana, chiuden-
fu stabilito a' 3o settetubre di farne con done perfino ogni adito a cure perpetue,
solenne rito la pubblica istituzione. Nel- non che a dignità e preminenze ecclesia-
la matlitia di tal giorno il podei>tà, ed i stiche. Consentaneo a questo fine è il no-
rona, invitativi da* pp. della congrega- suoi membri chiamausi jMissionari A-
zione, convennero nella chiesa delle Stiui- postolici in aiuto e servizio de\'escovi ".
luale, già piena di popolo. Mg."^ vescovo Fu stampato in Verona: Cenni intorno
lliccabona fu ricevuto alla porta dal Rev.° alla Congregazione de' sacerdoti ec. In-
p. Marani superiore dell' islituto. Indi, oltre il vescovo attuale ebbe la consola-
preceduti dal Crocefisso con torce acce- zione dì veder eretto l'ospedale de'pp.Beu-
se,entrarono nella chiesa a due a due i fralelli,pelqualeslabilimeotonon perdo-
membri della nuova congregazione, e do- nò cure e faticlie il presente, degnissimo e
po il cauto del Peni Creator Spirilus, ottimo priore Rev.°p.Gio.M.' Alfìeri,beQ-
il vescovo celebrò la me^ìsa e comunicò che sacerdote, e ciò mediante dispensa a-
i 3 fratelli dell'istituto medesimo. Finita ppstolica, assai benemerito e vero orna-
la messa e apertosi il s. Ciborio, il p. Su- mento del suo illustre ordine. Egli di re-
periore, genuflesso sulla predella dell'al- cente ha pure fondato un altro convento-
tare dinanzi al ss. Sagrameuto, fecei 3 voti ospedale in Mantova, meritamente aven-
di castità, povertà, ubbidienza secondo la dolo decorato cou insegne equestri l'en-
regola. Chiuso dipoi il tabernacoloe posto- comiato monarca Francesco Giuseppe I.
si il superiore a sedere, ricevette i voti di Non posso dar contezza, per mancanza
4 padri e di 3 fratelli laici. Falli i voti, di tempo, della Breve notizia sull'ordi-
il vescovo tenne loro breve ed eloquente ne ospitaliere di s. Giovanni di Dio
sermone, in cui animò i novelli religiosi detto Fate bene fratelli^ dalla sua ori-
a battere generosamente la via additata gine fino a* nostri tempi pubblicata al-
^
loro dal fondatore Bertoni, di cui ricor- l' occasione dell'erezione del nuovo con-
eh' erano presenti, entrarono processio- razione del convento-spedale de' Fate
naloienle nella casa per una porta, e ne bene fratelli in Mantova il giorno 1 1
uacirauodairallra.il vescovo, ch'era i'ui- novembre i858. Vi si trovò preaeutcil
4o VER V E R
Itìtialo p. generale, olire rarcìduca Fer- sima del vescovato di Padova; ma da
dinaiitlo Massimiliano governatore ge- qualche tempo per deterioramento ne'be-
nerale colla serenissima Consorte. Seb- ni é non poco scemala. Leggo nell' ulti-
1859, qui dirò solamente, che dopo san- rendite ascendendo a circa 5, eoo scudi ro-
guinosa guerra tra T Austria, e gli allea- mani, non gravati di pensioni. La diocesi
ti Francia e Sardegna, Napoleone III of- si estende per quasi 100 miglia e com-
frì la pace a Francesco Giuseppe I,che prende 2 56 parrocchie, di cui 1 5 in città,
r I I luglio in Vilìafranca ne stipularo- una nella provincia di Rovigo, 4 in quella
no preliminari, fra'quali la cessione del-
i di Mantova, 16 in quella di Brescia, 220
la Lombardia all' imperatore de* france- nel Veronese. Tutte poi sono suddivise iu
si, il quale la rimetteva al re di Sarr 46 vicarie.
degna, eccetto le fortezze di Mantova e
Peschiera, oltre Borgoforle, che col ^e- Concila di Verona.
gno Fendo, fino alla linea del Mincio,
restano all' Austria in pieno diritto di Il i.° fu celebrato nel 967 da Raterio
proprietà. Laonde le fortezze di Legna- vescovo di Verona, per fare eseguire i de-
go e \erona continuano a formare, col- creti del concilio di Ravenna, tenuto nel-
le altre due nominale, il formidabile e lo slesso anno. Il 2.° e provinciale aduna-
strategico quadrilatero. In verun caso poi, to nella cattedrale nel novembre 994 o
i'imperalored'Austria non accorderà mai meglio nel 995 da Giovanni IV patriar-
ad alcuna potenza il diritto di fare entra- ca d' Aquileia, coli' intervento de'vesco-
re un solo soldato nelle quattro fortez- vi di Verojia, Vicenza, Treviso, Trento,
ze rimaste in suo possesso esclusivo. Tan- e due altri. Ne fu la causa perchè alcuni
to riferiscono i giornali più accreditati. chierici che abitavano presso le chiese
Prima per altro di abbandonare quanto collegiate unite all'abbazia di s. Maria in
scrissi finora intorno la serie dei vescovi Organo, come Maria Antica e di 8.
di s.
Veronesi per seguire le tracce dell'Ughel- Margherita, per la tradizione non vole-
li, del Malici e del Cappelletti, mi fo de- vano più intervenire al sinodo, né alle
bito di ricordare quella che secolo per se* processioni dal vescovo Giberto intima-
celo n'ha tessuto e stampato l'eruditissi* te, né osservar quanto 1' allre chiese di
DOG ab. d. Giuseppe Venturi nel più voi- Verona osservavano, come il non cele-
te Compendio della Sto-
ricordalo t-uo brar messa pubblica ne'giorni solenni in-
paziope delle propagate eresie. Il Papa of- scita, fu la discorsa costituzione che Lucio
in per frenarle le pene spirituali, l'un pera- 111 fjrmò e promulgò nel concilio con-
lore, i signori ed i magistrati le civili ; alle tro gli eretici, e dalla quale derivò la s.
prime non essendopiusensibiligli eretici, Inquisizione, inquanto che ordinò a' ve-
occorse il braccio secolare. Volevasi prin- scovi d'informarsi da per loro, oa mez-
cipalmente reprimere il ^lìvove da' Cata- zo di deputali commissari delle persone
ri, de' Palariìiìy àv- Falciasi (f'.)^ ed al- sospette d' eresia, secondo la comune fa-
tri eretici fanatici di quel tempo, molti ma e le denunzie particolari. Nella bolla
de' quali erano stati condannali nel 1179 si distinguono i gradi di sospetto, di con-
da Alessandro Ili nel concilio generale vinto, di penitente e di relapso. Labbé, t.
ragioni indicate al principio di questo vo- slione delle Boccare, e distrussero cosi la
lume, anche le seguenti rettificazioni ed più bella cavallerizza coperta del mondo,
aggiunte, che di sopra eranji astenuto di senza riguardo all' incomparabile mae-
riportare, temendo di non far in tempo. 6tria,eleganzaesolidilà,cheaveano presie-
duto alla sua erezione. — Pag. i4o,col.
Correzioni. 2.* Merita un cenno la bella raccolta di
quadri posseduta dal Cesare Berna- d.*^
Pag. 12 I, col. 2.^, la torre, attribuita sconi, delle cui principali opere fu stam-
al Ponte Nuovo appartiene in vece al pato un catalogo, corredato da disegni.
ponte della Pietra. — Pag. i5o, col.i.*, Pag. i4i| col. 2.^ Verona non ha più le
leggasi S. Giacomo alla Pigna in luogo due prime accademie. Gli /énfioni-Fi'
di S. Giovanni. — Pag. 52, col. i 2.*, la locorei mutaronsi nella società del C(t-
prima(chiesa)di s. Tommaso Canlaurieii- sinOy ed i Terpandri fecero luogo alla
se era, come ora, parrocchia, ed in questo società Pio- Filarmonica. — Pag. i4'»
convento, ec. — P^g" *^4i col. 2.*, la 001.2."Verso ili 832 ilnob. cittadino, che
Coppa di s. Zenone non è ora in angu- fujGiangirolamoOrti Manara,un\ in sua
sta stanza ma in chieda, subito a manca casa non soli studenti^ ma anche prò-
i i
di chi entra. —
Pag. 77, col. 2.*, la Bi- i fessorifC le loro produzioni, giudicatene
lancia, era foglio di Milano, non di Ve- degne, vedevan poi la luce nel periodico
rona. — Pag. 240, col. 2.*, la Fede, la verone8e,che porta va il titolo diPo%/v//ò.
Speranza e la Carità del Cimitero furono — Pag. i4*i>col. 2. "Oltre i sudde-
teatri
scolpite da Gratioso «5y^<izz?, e non Paz- scrilti, altri n* Verona. Uno,
esistono in
zi. — Pag. 3 o, I col. I .*, il cholera com- detto \[ Nuovo, ultimamente fabbrica-
fu
parve la prima volta in Verona nel 1 836 to sulla Piatza Navona: l'altro, dello pri-
e non nel i835. ma Falle, poi Ristori (\ù\ nome della ce-
lebre attrice italiana, s'innalza in vicinan-
addizioni. za del civico ospedale. —
Pag. 1 56, col. i .*
Ilnob.,chefu,GiangirolaraoOrti-Manara
Pag. 128, col. i.^La statua rappresen- descrisse ed illustrò il tempio di s. Zeno-
tante Verona è nel centro d'una fontana ne, e si benemerito della patria per
rese
sulla piazza delle Erbe, ed ha ora sul ca- i molti e dotti lavori archeologici con cui
po una corona di ferro, in cui si volle raf- le accrebbe rinomanza. Pag. 60, col. —
—
1
figurare l'Arena. Pag. 124? col. 2.' > I.* Il collegio di s. Zeno in Monte fj tra-
L'Arco de' Cavi ora più non esiste. Fu- mutato ni caserma. Paj
.^. 197, col.
)1. 1.
ron bensì raccolte le pietre, che lo con]- Il cav. Andrea Monga imprese molli sca-
to altri compissi. Pag. 240, col. 1/ e del 1750, gli rese splendidi elogi per la
Per venire sino ai nostri giorni, ai nove- vigilanza, zelo, virtù e distinti meriti, e sic-
ro degli illustri veronesi sono da aggiun- come lutto fervoroso per l'incremento del-
gere i nomi dei chiarissimi poeti Cesa- ladisciplinaecclesiaslica. Giunta la fama di
re Betteloni,Catenna Bon Crenzoni ed sue eseujplari qualità a Benedetto XlV,lo
Aleardo Aleardi da poco tempo defun-
: voleva fare vescovo di Famagosla in par-
ti i primi due, l'allro tuttora vivente, ma la sua
tibus^ e poi vescovo di Treviso,
per lacere d' altri chiari e fertili ingegni mirabile umilia a tutto rinunziò, suppli-
che colle loro opere onorarono U pa- cando d'essere dispensato. Aumentatasi
tria. —
Pag. 249, col. 1.^ ÌNelle monta- perciò l'ammirazionedel cardinal Rezzo-
gne di Bolca si trovano nou solo pesci nico, divenuto a'6 loglio 1758 Papa Cle-
interissimi, ma piante e palme pietrefat- mente XIII, poco dopo con onori ficen-
te di rara bellezza e perfezione. Tra tissima letteragli aOidò l'amministrazio-
le altre le Raccolte dei marchesi di Ca- ne della sua chiesa di Padova, nella qua-
nossa e del prof. A. Massalongo, delle le per i5 anni l'avea egregiamente assi-
cose naturali dottissimo investigatore ed stito per vicario generale; quindi nello
interprete, ne fanno amplissima fede. stesso anno, i.el concistoro degli 1 1 set-
ne peritissimo nel diritto canonico e ci- to glieia impose il cardinal Marino Priu-
vile, e nella teologia, ricevendone la lau- li veneto e vescovo di Vicenza;, ma per
rea dottorale nell'università di Padova. la sua inoltrata età e incomodi disilute,
Indi fece progressi nelle scienze, e riuscì non potè mai recarsi in Roma a ricevere
facile ed elegante nell* idioma latino, e il cappello, l'anello e il lilolocardinalizio.
ueirepiàlolare, recaadosi in Roma a per- 1! Papa nel i 763 con un breve gli man-
44 VER VER
ilo cjuello croci per insegna de' canonici, in un oratorio o nicchia situata nell' in-
tli cui parlai a Padova, commeUendogli terno d* uno de* 4 grandiosi piloni o ot-
tli porle loro al collo formalmente, come tagoni che sostengono l'eccelsa cupola
eseguì. Meglio delle geste di questo co- (cioè in quello denominato della Veroni-
spicuo cardinale se ne tratta nella 2Y^- ca, ne' fonda menti del quale Giulio li pose
raelPurpuraP'enelafdeì cardinal Quiri- la i.^ pietra per la gigantesca mole, a' 18
iii, a p. 322 e 4^8, ove pur si dice: »> Huic aprile i5o6), a comu Epistolae deWaU
tuaximis sunt in deliciis observantia re- tare papale, con loggia per l* ostensione
rum ecclesiasticarum, ardor divini cui- di detti sagri tesori. Paolo V nel 1G06
tus, animi detnissio, pax conjunctioque vi collocò il Volto Santo, ed Urbano
cum bonis omnibus. Quamobrem ejas Vili nel 1629 la s. Lancia e del legno
vita, quam ad
mullos anuus superstitem dellas. Croce. E' l'edifizio nell' esterno
precamur, clero populoque suo splendi- ornato con bassorilievo esprimente il
dum in esemplar proposila est". Ma il Volto Santo, mentre a'suoi piedi, nel cor-
n. 7743 del Diario di Ro/nadeì 1767 rispondente nicchione sottoposto ester-
nolillcò la sua tanto deplorata morte, av- no, sopra basamento è la statua marmo-
venuta tra l'universale dispiacere in Pa- rea colossale di s. Veronica, che il Mo-
dova, d'anni 83 non finiti, il i.° febbra- chi espresse in atto di mostrare colle ma-
io. Il Papa ne restò sensibilmente addo- ni il medesimo Volto Santo, di cui ripar-
lorato, e con lui tutti quelli che ne am- lai nel voi. LXXXVIII, p. 23 i, e altro-
miravano le rare virtù, la scienza e la sol- ve della censura del Dernini e della ri-
lecitudine pastora le.Celebi ale con pompa sposta arguta di Mochi. Inoltre nel ricor-
funebre l'esequie nella cattedrale, ti re- dato articolo dissi pure, e qui meglio di-
stò tumulato con elogio scolpito sul mar- chiarerò, della cappella della Veronica, e-
mo, ed il suo nome resta in perenne be- sistente nelle sagre Grotte Vaticane del-
nedizione nell'insigne chiesa di Padova e la mentovata basilica.Les'jro nella Descri^
ije*suoi fasti ecclesiastici. Ne recitò l'ora- zione della sacrosanta basìlica Fatica-
zione lunebre il dotto d. Gaetano Cogno- ;ìùc, edizione romana4•^ del 1828. Il luo-
lato prefetto degli studi nel seniinario, nel- go sotterraneo che resta prossimo all'an-
lo stesso 1767 stampata con in fine un tico cimiterio o^veiMinò Faticano {^F.),
breve compendio di sua vita. Lasciò il fra il pavimento della nuova basilica e una
cardinale uìolte lettere pastorali che me- parte non piccola del piano della vecchia,
riterebbero la pubblicazione.Neli783 per e che per conseguenza fa una di lei por-
opera di m^/ Nani vescovo di Brescia fu zione, degnissima di sagro culto, prese a-
ivi impiessa con qualche mutazione nel busivamente il nome di Sagre Grotte,
titolo un* o|)era postuma di lui: De ne- colla suddivisione di vecchie e nuove. La
cessarla Jìdclitini conuntiiiioiie cum A- discesa comune è sotto la detta statua di
pò sto lica Sede. s. Veronica, sebbene vi siano altri 3 in-
VERONICA, Feronicae. Vocabolo gressi sotto le 3 altre colossali statue a
formato dalle parole Vera Icon, veraim- pie' degli altri piloni, e dalle due porte
magine.E la rappresentazione della vene- al ripiano della Confessione Faticami
Gesù Cristo, detta comu-
rabile faccia di (/^'.). Internandosi per quello detto della
nemente P^olto Santo (^.), improntata Veronica vedesi sulla sinistra una porta
sopra un pannolino fazzoletto o velo, di metallo, per cui mediante una scala a
che gelosamente si custodice con somma chiocciola si sale alla suddetta nicchia e
venerazione, fra le tre insigni ss. Reliquie loggia delle ss. Reliquie maggiori. Per
maggiori della patriarcale basilica Chie- ordine d'Urbano Vili il Bernmi ornò le
Clemente VII (meglio VI). Tultavolta rende al s. Volto di Lucca (f.)i il quale
s'impugna l'esistenza della virtuosa fem- non è altro che un Crocefisso miracoloso,
niiua chiamata s. Feronica. L' eiudilis- che si conserva da gran tempo addielio
4^ V E n VER
nelln cappella ilella s. Croce del In catte elle sìa il fazzoletto con cui una santa doli-
diale di quella cillà. Avvi una copia del- na Gerusalemme asciugò il vollo del
di
la Veronica alla badia di Montreuil-les- Salvatore, quandoandavaal Calvario ca-
Dnmes in Tlneroche, dell' ordine cisler- rico della sua croce. Anch'egli ri|)ete, che
ciense. Ella vi fumandala da Pantaleo- questa opinione popolare potè nascere
ne cappellano d' Innocenzo IV e arcidia- perchè i pittori di frequente rnppresen-
cono di Laon, poi Urbano IV, che via- tarcmo la Veronica, ola vera immagine,
Tea una sorella. Egli nel 1^49 scrisse a sostenuta dalle mani d'un Ange'o, ed al-
qneslo soggetto una lettera alle religiose, tri dalle mani d'una donna. Crede anche
che si troifa nel trattalo De TJnleis se- il Bergier che il i.*' monumento che ne
pulrhralihìis di Chifllet. Il parere di parlò risalga soltanto al detto annoi i43,
quelli chechiamano santa Veronica quel- e ignorarsi il principio del suo culto.
la femmina pia, ch'essi suppongono aver Con questo onorarsi il Salvatore, ed es-
presentato un fazzoletto a Gesti Cristo, sere simile a quello di Lucca, ed a'ss. Su-
quand* egli montava al Calvario, non darii di Torino, Besancon, Colot)ia, ed
sembra appoggialo che sopra certi qua- altre simili rappresentazioni. « Le messe,
dri, ov'è dipinta una donna tenente nel- le preghiere che a tal oggetto
gli uffizi,
ha mai riconosciuto tale santa. La festa timenti; esse non hanno alcuna relazio-
della Veronica non è stata istituita in al ne alla pretesa santa donna di Gerusa-
cune chiese, che per onorare Nostro Si- lemme chiamata Veronica, che la Chie-
gnore, forse nell'occasione di qualche im- sa non ha mai riconosciuto". Tulio let-
magine o vera o celebre della s. Faccia. teralmente trovo ripetuto nella Biblio-
Per questa cagione si fece a Roma a*23 teca sacra di Richard e Giraud. Ma del-
novembre loii la dedica di un aliare l'anteriorità di secoli che Roma si gloria
del s. Sudario^ sotto la cupola (sic) del possedere il Vollo Santo, e che abbia
quale si custodiva il velo (dovrebbe dirsi esistito la s. Veronica di Gerusalemme,
della basilica Vaticana, come ho già rife- lo sostengono quegli scrittori che pro-
rito) in cui Volto era impresso. Noi
il s. durrò in queli' articolo, oltre seguen- i
soppiamo questo da un breve di PapaSer- ti. Narra l'annalista Baronie, all'anno 34,
gio IV. Questa s. Faccia era portata in n. I 38, stimarsi diverso il ss. Sudario, in
processione, e si diceva una messa votiva cui fu involto il capo del Signore nel se-
della s. Veronica, ossia della sagra rap- polcro, da quello accoslatoda Berenice al-
presentazione di Gesù Cristo. A. Parigi e la divina faccia di sangue e di suiiore a-
le, che altri senza prove si sono persuasi sente 8i vede. 11 dotto vescovo Saruelli
e
VER VER 47
neWe Leltere ecclesiastiche^ ci die* nel Cristo ricetulcx, e asciugatosi la faccia eoa
l. 6, la leti. 7.': Se Feronica sia nome esso, impresse nel velo l'efTjgie del suo sa-
di una santa donna, oppure del Fol- gralissimo volto, e a Veronica in caparra
to Santo del Salvatore. Premelle le ra- di eterno amore
lo restituì. Di questa ve-
gioni eli quelliche affermano Feronica : rità autenticatada una perpetua e non
è il nome del Vello Santo, non già di al- mai interrotta tradizione, ne fanno fede
cuna donna santa di tal nome, le quali gran numero di scrittori appresso il Mal-
sono, r.*' Che nel Martirologio romano lonio> ne' Commentari della sagra Siri'
non è registrala alcuna santa donna, che done, eie i4- H Berdini, nell' /.?/or/^
sichiami Veronica. 2.°Cheal tempo d'In- delUantica e moderna Palestina, ed al-
nocenzo 111 si lavoravano alcune meda- tri, oltre il cardinal Baronio negli An-
glie di slagno colla figura del Volto San- nali ecclesiastici, ùs?>er'ìscono altrettanto.
to e le chiavi di s. Pietro, le quali si ven- Giacomo Pamelio, nelle sue Annotazio-
devano a'pellegrini da certi artefici chia- ni sul cap. 1 dell* Apologetico di Ter-
mali vendentes Feronìcas j sicché Ve- tulliano, dice ancor egli: Effìgies Chri'
roniche eratio
le medaglie col Vollo San- sti, quam Feronicae in Sudario dedisse
to. 3.° Negli antichi messali d'alcune dio- traditio est, etiam mine extat tanta in,
cesi d' Alemagna, e precisamente della venera tione, ut de illa dubitare post han
chiesa di Augusta, stampati nel555, vi 1 non modo miracula non permittant,sed
é la rubrica Missa de Fidia Sancto,
: nec aspectns ipse. Il come narra
quale,
seu Feronica. E Giacomo Gretsero, nel Gio. Gregorio, lib. 17, Del Pretorio di
suo trattato De iniaginibns non manii- Pilato, n. io: « Si vede in esso il capo
faclìs^ al cap. 7, dice: che in Germania tutto spinato, la fronte insanguinata, gon-
si usa di dipingere nella parte deretana fi gli occhi_, e di sangue ripieni, livida e
dell'altaremaggiore delle chiese l'imma» annerita la faccia, e nella guancia destra,
gine della Veronica, e che il popolo ha oltre le lividure, vi si scorge quasi stam-
la divozione d'accoslarvisi, far sopra di pata la ferrata mano di Malco, che in
essa segno della croce, e poi nella pro-
il casa di Anna lo percosse, e nell'altra più
pina fronte ; e che questa divozione è tan- macchie di sputi ; il naso schiacciato e in-
to frequente, ch'è necessario fare rinno- sanguinato, aperta la bocca e pur di san-
vare e rinfrescare le dette pitture, che gue ricolma, con gli denti smossi, barba
per essere da tante mani toccate perdono pelata e gran capelli svelli". In quanto
il colore e siconsumano. 4.*'Che la parola al segno della guanciata, Giovanni Lan-
/'ero/i/'c^, mutate alcune lettere dice P'e spergio, Hom. 19, De Passione, lasciò
ra /con. A queste riflessioni rispondeSar- scritto: Quod Cliristifacies in eodem im-
nelli. Tutti gli scrittori di Terra Santa, pressa Sudario digitorum vestigia im-
precisamente Adricomio,nella Descrizio- pressa relineat, et aspicientibus mon-
ne di Gerusalemme, n. 44? costantemen- strat, quod armata mann Chrislo Do-
te alFermano, che la casa della Veronica mino injlixere. Tuttociò premesso, il Sar-
era situata sopra la strada medesima, per nelli passa ad una ad una a rispondere
cui Cristo colla Croce sulle spalle passa- alle 4 «iflessioni. Quanto alla i.^, egli
va ; onde al trapassar che di là fece il Re- dice, non essere meraviglia, che s. Vero-
dentore tormentalo, uscita di casa, e vi- nica non sia registrala nel Martirologio
sta la di lui faccia da sputi e sangue de- romano, imperocché lo slesso Martirolo-
formata. prese un panno(si stima di bom- gio termina og«ji lezione con queste pa-
bagia) che sul capo portava, lo porse a role Et alibi alionun plurimorum San-
:
colò Pellegrino patrono di Trani, e il 4 febbraio terminò i suoi giorni nel ter-
cardinal Baronio ne tratta all'anno 1094, ritorio di Bordeaux, come attestano Pie-
n. 38, come di s. Veronica all'anno 34, tro S Uberto, De cultn Vineae Domini,
11. 1 38. Alla 2.^dichiara, poter essere av- s. Antonino e altri Bollandisli scrissero
: i
venuto, che dipingendosi il Volto Santo, r istoria di s. Veronica nel mese di 3Jar-
disleso e pendente dalle mani della Ve- zo. Quanto poi al nome, chiamasi la san-
ronica, questo nome siasi dato al Volto greco Berenice. \ latini, che voltano
ta in
Santo. Così appare nella statua colossale in /^consonante la B greca, la dicono
della Veronica, che sta in unode*4 ^''<^* Veronice e Veronica. 1 macedoni dico-
chi de'pilaslri della cupola di s. Pietro no Plieronice, quasi ferens vicloriam.
di Roma. Soggiunge alla 3.', che nel mes- Usarono anche Ialini fa Z^, in vece del
i
sale d' Augusta è questa orazione. DeuSf V consonante a tempo di Claudio impe-
qui nohis signatis lumineP^ultas fui mc' ratore, il quale per distinguere il ^con-
ìJioriale Uuun^ad instanliarìi Beafac Fe- sonante dall' U vocale, introdusse il di-
ronicae, Sudario impressam imagineni gamma eolico, ch'era una figura la qua'
tuam relinquere coluistij praesta, quae- le constava di due gamma greci posti l'u-
sumus, pers. Crucent, et gloriosani Pas- no «opra che formano il nostro
l'altro, F
sioìient tuam ita nunc per specuhim in maiuscolo, onde per dire servus siscrive-
aenìgmate venerari, et adorare, et ho' yaSerFus, e CiFis, per Civis. Plinio nel
norare te ipsum in terris, quatenus te lib. 7,e. 4', chiama Pherenice quella
in novissimo diefacie ad faciem venien- che Valerio Massimo nel lib. 8 nomina
lem super nos judicem saecuri^ et laeti Berenice: cui soli ex mulieribus, quod
videre niereamur^ qui cuni €tc. Matteo filia, ma ter et sor or essici Olympionica-
parigino, nella sua Storia^ dove comin- rum^ concessum est, ut Gymnicos ludos
cia a parlare d'Enrico HI re d'inghiltcp- pnsset spectare,foeminis omnibus inter-
ra, dice che Innocenzo HI componesse dictosi Quanto maggiore e piìi sublime
lina divota orazione, di cui fa menzione gloria riportò la nostra Berenice dall'ef-
Giacomo Filippo, del seguente tenore. figie delss. Volto, che il Signore impres-
UeuSy qui nohis signatis luniine Fultus se nel suo velo? Degli Olimpionici era
tui memoriale tuuni ad insiantiani D. premio una cotona d' ulivo. Di Berenice
P^eronicae imagiueni tuam Sudario im- fu somma gloria una fronte incoronata di
pressam relinquere voluisli^ praesla spine, onde nel!' inno del Volto Sanlo si
quaesumus per s. Crucem^ei Passioncin canta: Salve Sancta facies Nostri Re-
tuam, ut qui cani hodie in speculo^ el dcmptoris - In qua nilet species divini
aenigmaie veneramur in terris, deside- splcndoris - Impressa panniculo nivei
rabileni^ac veranifacieni laeti^acsaecu- candoris - Dalaque Veronicae signiirn
ri videre mereamur in Coelis. Qui vivis, ob amoris. Quindi il mede-.imo Sarnelli,
etregnas eie. Finalmente replicando alla l. g, leti. 8.*: Della donna Emorroissa,
4." obbiezione, dice che Veronica, Vera dice che si vuole fosse s. INIarla, sorella di
ni da questa santa riconoscono i principii befis e impressa in Parigi nel 1664, si leg-
della religione cristiana, econ ispecialcul- ge: Che l'Emorroissa avesse nomeliereui-
lo uè conservano la memoria. Da Roma cc.IaUiilSaruelIiuclu.i2iephcaeag3Ìuu-
j
VER V E R 49
gei'iln qunotoal nomedìBerenice^chenoì in reg. fu, Bargi Eccl. xvn) gli ani-
diciamo Feronlca^ cli'è lo stesso, io molli bascialori di Tiberio, per aver da Pila
Iuo£*Iìi della Francia e Paesi Bassi è cou lo inteso, die Gesti Cristo faceva tanti
paiticolar cullo venerata e implorata in miracoli, per esser egli pure liberalo da
tulle le infeiinità di flusso di sangue; ben- una infermità; ma ritrovatolo già croce-
ché con nome corrotto in vece di Bereni- narrando loro giudei la favola
fisso, e i
ce o Veronìcay si dice in alcuni luoghi del corpo tolto da* suoi discepoli [Me-
Venisa e in altri Feniziaj ma dalle pit- thod. Episc.f inHist. tenip.)^ s. Veroni-
ta di COSI prezioso tesoro, l'illustre ma- silica Vaticana, dove con tanta celebri-
trona lo custodì con afFetluosissima gelo- tà e culto si venera il Volto Santo, det-
sia nella sua casa, finche recatisi in Ge- to perciò Sudario di Feronica, ben-
il
rusalemme da lloma (Octav. Panar. ché altri chiamano lo stesso Sudario Fé-
VOL xcv.
So VER VER
ronicdy degno della venerazione di lut- cizio dell'orazione, in cui trovava le sue
to il mondo ; benemerita perciò somma- più care delizie. I lumi interni', che la
detto racconto, disse Pietro Diacono (pa- le principali verità di nostra santa reli-
re il fiorilo nel 5i5): Sudarium cum gione.Quantoera assidua agli esercizi di
quo Chrisius facìem siiam extersit^ pietà, altrettanto era allenta ai doveri
quod ab aliis Feronica dìcitur tempo- del suo slato; si metteva al lavoro con
re Tiherii Cesaris romanis delaium est, una lena mai stanca, e obbediva a'suoi
eie. 11 Cancellieri, De Secrelariis vele- genitori e a' suoi padroni financo nelle
ris Basilicae Faticanae, in più luoghi più piccole cose. Di mezzo alle occupazio-
ragiona della Veronica. 54B e 549*. A p. ni esteriori, la sua conversazione era sem-
Veronica niim appellaretiir Haemor- pre in cielo. Se si trovava al campo, riti-
die Ascensìonis. Nella Rivista archeo- a capo senza l'aiuto di alcun maestro.
logica di Parigi, nel fascicolo d'ottobre Ricevuta Veronica, dopo una prova di
i85o, si legge una lettera di Maury a tre anni, nel monastero di s. Marta, vi
Raoul-Rochetle, sulla etimologia del no- si distinse ben tosto col suo fervore iu
me Feronica, dato a quella donna che tutti i punti della regola, e colla più per-
porla il Volto Santo, e sull' origine di fetta ubbidienza alle sue superiore. Id-
tale culto. dio permise che fosse messa alla prova
VEROINICA (s.) di Gerusalemme. F. con una malaltia di languore, che durò
Veronica. tre anni, senza eh' ella rallentasse per
VERONICA (s.). Nacque in un vii- questo r osservanza delle austerità delia
laggiù poco discosto da Milano,da geni- regola. Non trovava maggior diletto del
tori dibassa condizione, che sostenevano render servigio alle altre ed eserciiaie i
la loro famiglia col solo lavoro delle ma- più dimessi ullìzi. Per tutto suo nudri-
ni , ma probi e timorati di Dio. Gli e* mento non voleva che pane ed acqua.
sempli domestici scolpironle in cuore l'a- Sempre raccolta in silenzio, il suo cuore
rnor delia virtù, che accrebbe coli' eser- era di coutiuuo unit^^ cou Dio per ixìti-
VER VER 5i
zo dell'orazione, e la sua compunzione ta lasua vita. Orsola provò un profon-
era va, che non rifiniva mai di pian-
sì vi do dolore per la perdila dell'amata ge-
gere. Questo dono delle lagrime, questo nitrice e non se ne consolò che per
,
molli miracoli ; e Papa Leone X,dopo le inspirò sempre più il gusto dell' orazio-
Decessane informazioni, con bolla del ne ; laonde prese la ferma risoluzione di
i5i7 permise alle religiose di s. Marta consagrarsi intieramente a Dio nello sta-
di onorare Veronica col titolo di beata. to religioso. Suo padre, che assai l'ama-
Il suo nome fu poi posto fra santi, sot- i va, avea su di lei delle intenzioni diffe-
to il giorno i3 di gennaio, nel martiro- renti, e voleva farle contrarre un orre-
logio romano pubblicato da Benedetto vole matrimonio, giacche per la sua av-
XIV nel 1749J mala sua festa è segna- venenza era ricercata da parecchi nobili.
la a*28 dello stesso mese nel martirolo- Ella però tenne fermo nel suo proposito,
gio degli agostiniani, che fu approvato e invano si procurò di far nascere in lei
dal medesimo Papa. l'amore de'piaceri mondani. Rimandata
VERONICA Giuliani, vergine.
(s.) dal padre a Mercatello , in casa di un
JVacque a Mercalello, città dell'antico du- suo zio, diede novelle prove di sua voca-
calo d'Urbino, a' 27 dicembre 1660, da zione, sostenendo nuovi combattimenti
Francesco Giuliani e Benedetta Manci- per rimanervi fedele. Finalmente, supe-
ni, ambedue di onorevoli ed agiate fami- ottenne la permis-
rali moltissimi ostacoli,
glie; le fu imposto nel battesimo il nome sione di entrare nella religionedelle cap-
di Orsola, e fu l'ultima di 7 figlie. I suoi puccine di s. Chiaradi Città diCastello,dO'
pii genitori posero somma cura ad alle- ve vestì l'abito il 28 ottobre 1677, assu-
varla, scorgendo in essa gì' indizi di sua mendo il nome di Veronica, il suo novizia-
futura santità. Era però assai giovane to penoso per gli sforzi che fece il demo-
fi.i
quando perdette sua madre, la quale pri- nio, afline di farla cadere d'animo e gettar-
ma di morire chiamò u se le 5 figlie che la nella disperazione; ma attingendo for-
divozione e fu come la sorgente delle ciale, e la ricolmò de' più preziosi favori.
grazie che in largacopia ricevette in tut- Nelle occupazioni de'di versi uffìzi della
,
52 VER VER
comunità , ne* quali fu successivamente acqua, che continuò per tre anni. Io que-
impiegala, come di cuoca, di dispensieia, sto tempo ricevette una ferita che Gesù
d'infermiera, e in mezzo alle brighe della Cristo le fece nel cuore. Il venerdì santo
sua carica di maestra delle novizie o di ba- del 1697, mentre era tutta immersa nel-
dessa, era cosi raccolta,come se non avesse la meditazione de' patimenti del Salva-
avuto da pensare che all'anima propria. tore, egli le apparve crocefisso , e dalle
Sempre intesa a ben occupare il posto che sue piaghe uscirono cinque raggi infiam-
erale affidato, si riguardava come la ser- mati, che le fecero altrettante ferite ai
va di tutte. Elia studiavasi di sopportar piedi, alle mani , al costalo. Ella senlì
con pazienza difetti delle sorelle, e ap-
i allora un acuto dolore e tormento, come
prezzando le tribolazioni e i patimenti se fosse appesa alla croce. Manifestato
protestava ch'essi erano la sua gioia ed questo straordinario favore al suo con-
il suo piacere. Fin dalla sua prima gio- fessore, questi ne informò il vescovo
vanezza avea avuto delle prove certe del- di Città di Castello. Il prelato credette
l'amore che le portava il Signore ; e in didover consultare su questo fatto il tri-
età di 33 anni vieppiù conobbe eh' egli bunale del s. Officio di Roma, il quale
voleva innalzarla ad un alto grado di per- gl'ingiunse dinon farne parola ma nello ;
sta. 1 medici che furono chiamati accreb- perle d'una leggera crosta. La piaga del
bero ancora i suoi patimenti co' rimedi 4^
costato, posta a sinistra, era lunga da
violenti di cui si servirono per guarirla. 5 dita, trasversale, larga mezzo dito, e
Le applicarono un bolone da cauterio sembrava fatta con una lancia: non era
alla lesta, e le forarono il collo con un mai chiusa, e pannilini che vi si appli-
i
grosso ago arroventato, per farle un se- cavano ne venivano insanguinati. Tulle
Ione. Questi ed altri mezzi però non pro- le precauzioni che l' utnana prudenza
dussero alcun effetto, laonde i medici la può suggerire, furono usale dal vesco-
abbandonarono dichiarando che non sa- vo di Città di Castello ,
per assicurarsi
pevano a qual motivo attribuire il ma- della realtà di questi prodigi ,
giusta le
lo smisurato desiderio che aveva di fare tà, la sua obbedienza, mezzo sicuro per
in tutto la divina volontà. Non si dee conoscere se fosse guidata dallo Spirito
quindi stupire che il Signore 1' abbia fa- di Dio. Le fu tolta la carica di maestra
vorita di doni ch'egli non accorda che ai delle novizie, fu privala di ogni voce at-
più perfetti de'suoi servi. Coli' assenso tiva e passiva nella casa, tiallata nspra-
de' suoi superiori ella avea incominciato mente,e perfino chiamala maliarda e sco-
nel 1695 un rigoroso digiuno in p^me ed municata; lesi proibì dì scrivere alcuna
,
VER VER 53
lettera, fuorché alle sue sorelle, religiose come lo aveva ella disegnato nel carto-
a Merca Ielle, di mostrarsi al parlatorio, ne, e portante ancora i segni delle feri-
di ascoltare la messa e T ufficio, trattone te.Le compagne di Veronica erano da
i giorni d' obbligo , e di accostarsi alla mollo tempo edificate delle sue virtù.
sagra mensa. Divisa dalle compagne, iXel marzo 17 16 fu eletta badessa trien-
sommessa alla vigilanza d'una sorella nale, e durò in tale officio fino alla sua
conversa, fu per ordine della badessa rin- morte. Ripiena dello spirito di Dio, fece
chiusa in una cella della infermeria. Il in tutto il tempo del suo governo regna-
vescovo cercò di far guarire le sue pia- re nel monastero esatta osservanza e per-
ghe, che venivano medicate ogni giorno, fetta concordia. Ad umili maniere ella
e per timore di qualche soperchieria per aggiungeva sentimenti di amore ed una
parte di lei, metlevausele dei guanti, che premura per le sue compagne che guada-
sichiudevano e suggellavano col sigillo gnavano loro cuori, sì che nelle loro pe-
i
vescovile. Veronica fu mollo afflitta per ne ricorrevano a lei come a tenera ma-
la privazione della comunione e deN dre, e vi trovavano le consolazioni di cui
l'assistenza ai divini uffizi : del resto con- avevano bisogno. Indotta dal suo zelo a
servò la pace dell' anima. Lo stesso ve- pigliarsi la cura del temporale della sua
scovo, il quale l'aveva sì severamente casa, fabbricò un gran dormitorio, edificò
trattata, rese testimonianza delle sue vir- una cappella interna, e procurò al mona-
tù in una lettera che scrisse al s. Officio stero altri vantaggi considerabili. Questa
a'26 settembre 1697. Il celebre missio- donna ammirabile, perfetto modello alle
nario p. Crivelli, gesuita, venuto a Città sue religiose, inoebbriata dell'amore di-
di Castello, fu dato dal vescovo per con- vino, cui consagrò la sua vita, sospirava
fessore a Veronica. Egli pure ne provò il momento che doveva essere il fine del
le virtù, usando le maniere più rozze suo esilio e il principio della sua eterna
verso di lei, e umiliandola nel modo più felicità. 11 Signore , che 1' avea favorita
sensibile; ma dopo essersi adoperato con del dono di profezia e di quello de* mi-
ogni ingegno per ben conoscere la di lei racoli , le fece conoscere il tempo della
condotta, restò pienamente convinto che sua morte, cui ella annunziò alle sue so-
la virtù di Veronica era cosi pura come 6 giugno 1727, dopo essersi co-
relle. 11
erano straordinari i favori spirituali che municata, fu colpita d' apoplesia. Nel
ella riceveva da Dio. Non si può passare tempo della sua malattia diede prove
sotto silenzio un fatto non meno sorpren* esemplari di ubbidienza e di umiltà.
dente degli altri. Veronica solfiiva de'do- Poiché ebbe ricevuto il s. Viatico con
lori che ricordavano tutti tormenti del- i grandissima consolazione, fece chiamar
la passione del Salvatore. La croce e gli le sue figlie, diede loro i più saggi con-
strumenti della santa passione furono sigli e le benedisse. Finalmente a' 9 del
impressi nel suo cuore sensibilmente. El- susseguente luglio la sua bell'anima volò
la stessa ne fece la descrizione al suo con- in seno allo Sposo divino. Ella avea 67 an-
consegnò un cartone in for-
fessore, e gli ni, e ne avea passato 5o in religione, ed 1 1
ma di cuore, sul quale avea disegnato la di badessato.Per la riputazione di sua san-
situazione di ciascuno strumento , non tità fu data mano nell'anno slesso al pro-
che della croce. Dopo mortela di lei cesso di sua canonizzazione, il quale fu poi
fatta la sezione del suo corpo, ed aper- continuato in quasi tutto il secolo scorso.
tone il cuore, alla presenza del vescovo, Parecchi miracoli furono autenticamen-
del governatore della città, di professori te provali ; Pio VI nel 1796 pubblicò il
con questo titolo: Vita di s. Veronica ma, dopo aver dimostrato insuperabile
Giuliani ec, Roma 1889. fermezza e deciso di lanciar la scomuni-
VEROSPI Fabrizio, Cardinale. Pa- ca, venendo poi il cardinale dichiarato in-
trizio romano, die'opera allo studio delle nocente. Gregorio XV prevenuto dalla
leggi nell'università di Bologna, dove ot- morte non potè premiare il prelato, e vi
tenne la laurea di dottore, acquistata da supplì il successore Urbano Vili, che do-
lui col merito d'avere per 3 giorni con- po avergli in rimunerazione de' servigi
tinui sostenuto in essa, sotto gli auspicii resi valorosamente alla s. Sede, alHdato
del cardinal Pietro Aldobrandini , con il governo dell'Umbria e di Perugia, a*
gran presenza di spirito, le conclusioni le- 19 gennaio 1626 lo creò cardinale pre-
gali. Assunto alla prelatura romana, a- te ed assente lo pubblicò a' 3o agosto
,
vendo presieduto con lode al governo del- i627,conrerendogli poi per titolo la chie-
la città di Fermo, fu fatto uditore delle sa di S.Lorenzo Paneperna.Inoltre lo fece
contraddette e poi venne ascritto nel no- prefetto della congregazione del concilio,
vero de'chierici di camera. A fine però di lo ascrisse a quelle del s.OIlìzio, di consul-
non gravare soverchiamente la propria ta e altre. Finalmente dopo tante illustri
casa in sostenere il dispendio, che esige- e gloriose azioni passò all'immortal vita
va il prezzo esorbitante di detto chieri- in Roma nel 1689, di &^ anni non com-
cato, allora venale, ne fece volontaria di- piti. Fu sepolto nella chiesa della ss. Tri-
missione, ed in vece fu annoverato tra gli nità al Monte Pincio, nella tomba de'suoi
uditori di Rota. Paolo V conosciutolo per maggiori, ma senz* alcuna funebre me-
uomo di spirito vivo e intraprendente, moria.
l'incaricò di comporre lecontroversiedel- VEROSPI Girolamo, Cardinale. Ni-
ie Chiane che recavano danni gravissimi potedel precedente,nacque nobilmente in
allo stato pontificio, a motivo delle gran- Roma da Ferdinando de'baroni del suo
di cataratte fattevi costruire da Ferdi- nome e da Giulia de'Massimi, ed educa-
nando granduca di Toscana, le quali io to nel seminario romano sotto la direzio-
tempo d'inverno inondavano le campa- ne de'gesuiti fece progressi negli studi, e
gne romane,e nell'estate seccavano il let- si hannodilui stampali: Oralio ad Pan.
finca quella spinosa controversia sulla fac- tà, ed un Carmen a lode di s. Luigi Gon-
1
VE R VER 55r
/aga. Dedicatosi poscia alla giuiispru- situo, ed in quella di s. Nicolò dì tal città;
denza, e nascilo con credilo nel!' avvo* promosse la fondazione del monastero
cazione delle cause, fu preposto come lo delle monache cistcrciensi di Monte Fa-
zio a giudicarle tra gli uditori di Rota. no; ricevè onoratamente Gio. Casimiro
Mortoli cardinal Fabrizio, Urbano Vili, poi re di Polonia; e sovvenuti a larga ma-
che mollo amava la famiglia Verospi, a' no i poveri, lasciò la vita in Osimouni«
10016 dicembre 1641 sostituì al de- versalmenle compianto, ne'priiicipii del
funto il nipote nella dignità cardinalizia, 1 652, di 53 anni, e rimase sepolto nella
dichiarandolo dell'ordine de' preti e coi cattedrale; e poi nel i ^^^ o nel 1 667 tra-
litolodi Agnese al foro Agonale, quan-
s. sferito in Roma fu deposto nella chiesa
tunque nel suo tribunale dellaPiota vi fos- della ss. Trinità al Monte Pincio, nella
sero parecchi prelati che lo avanzavano tomba gentilizia de'suoi antenatijSeuz'al-
in anzianità dell'uditorato e nell'età, ma cuna particolare memoria.
non però nella dottrina, nel merito e nel VERRÀ VERIO, Cardinale. Alessan-
valore. iMg/ Compagnoni nelle sue bel- dro 1 1 nel I 1
79 o nel 1 1 80 lo creò car-
le Memorie de'vescovi d' O situo ^ di luì dinale prete di s. Clemente, e sottoscris-
predecessori, nel t. 4» p. 261, copiose e in- se alle bolle spedite dal Papa ad Alfon-
teressanti notizie riferisce sul cardinale,ed so I re di Portogallo, che si conservano
in prima narra l'aneddoto tra lui e ilPapa. nell'archivio di Lisbona. Sembra che po-
Dopo l'elevazione alla porpora, il cardina- co sia vissuto, e morisse nel pontificato
le presentandosi riconoscente a Urbano del suo promotore.
Vili, questi di repente si accigliò, mo- VERSAILLES o VERSAGLIES
strandogli cattiva cera. Accortosi di que- (Fersalien). Città con residenza vesco-
sto il cardinale, ne restò assai turbato e vile e considerabile dell'Isola di Francia,
confuso, non sapendo immaginare la ca- capoluogo del dipartimento di Senna e
gione di sì Papa con-
grave contegno. Il Oise, di circondario e di 3 cantoni, a 4
tinuando a mostrarsi cruccioso, proruppe leghe e 3 quarti da Parigi. E pur sede
in lagnanze perchè non avea mostrato fi- della corte d'assise, di tribunali di i
.^ i-
ducia nell'animo suo, col non chiedergli stanza e di commercio, e di altre magi-
la surrogazione del nipote Leone Verospi strature, situata in amena e deliziosa pia-
nell'uditorato di Rota, che poi inconta- nura. Tre bei viali piantati d'alberi tra-
nentegli conferì. Quindi Urbano Vili versano questa città: il maggioreè quel-
sempre più benefico col cardinale, lo a- lo di Parigi, situato in mezzo; gli altri so^
Gettò la I .' pietra nella chiesa <lella s. Im- dell' antico castello di Versailles. Vi so-
macolata Coocezione de'cappucciui d'O- no a Versailles due quartieri, quello di
56 VER VER
«. Luigi al sud, e quello di Nostra Donna la macchia diMarly, posta a 1 leghe *\3i
al uord ; il viale di Parigi li divide. La colà, in riva alla Senna, e dall'acquedot-
città è grande e poco popolala, cluariim to di Bue. Il grande e il piccolo Mon-
leucarum ambì la duo fere millìa
circiler treuil, quelloal nord e questo al sud del
domorum conlinet. Dice V ultima pro- viale di Parigi, sono sobborghi di Ver-
posizione concistoriale p/tìf/20 in loco^opii- sailles. 11 magnifico Castello fatto edifi-
moglie sub din aedificaia ultra trig iu- care da Luigi XIV, e nel quale G. Har-
ta contine t incolaruni millia ^ qui fere douin Mansard e Carlo Lebrun spiega-
omnes catholicani relìgionem profiten- rono i loro mirabili talenti, sorge sopra
tur. in altre leggendo, nonnullis exceptis un'eminenza, né ha che poca apparenza
liehraeis ac protestanlibus. Il suo aspet- dalla parte della piazza d'Armi, da cui
to riesce inoponente, ma triste e mono- è separato mediante una vasta corte, di-
tono. Le vie tutte tirale a filo, larghe, visa in corti d'Onore, de' Ministri e di
fiancheggiale da case eleganti; il quar- Marmo presenta da questo lato l'anti-
;
tiere di JXostra Donna la vince sull'altra ca facciata del piccolo Castello in mat-
parte per la bellezza delle sue costruzio- toni che fece costruire Luigi XIV, ed il
ni e per la regolarità delia pianta. La li- quale contrasta con ale più moderne, ma
bera circolazione di un'aria viva e pura olFre all'ovest, sul terrazzo del giardino,
fa siche il fango non soggiorni mai nelle una facciata imponente della tratta di
vie; le più belle fra esse sono, nel quar- 3oo pertiche. Ammiransi in questo ca-
tiere di Nostra Donna, le vie Hoche, del- stello la gran galleria, la sontuosa cap-
la Tromba, delle Piscine, e nel quartie- pella così elegante e tanto ricca, la sala
re di s. Luigi, la via delTArauciera, quel- dell' opera teatrale, buon numero di pit-
hanno due grandi mercati quadrati ; e Nótre disegnò superbi giardini, per l'ab-
sono il Nuovo, e quello di Nostra Don- bellimento de' quali Luigi XIV vi spese
na ; il i.° al sud, e il 2." al nord. Tre bei 200 milioni di franchi, giace all'ovest del
passeggi detti baloardi tagliano la parte Castello, ed è ornato di viali e boschet-
uord della città. Versailles manca di ac- ti deliziosi, di colonnati e balaustrate, di
qua corrente numerose fontane recano
: una moltitudine di statue e vasi, di una
agli abitanti quella che ad esse porgono aranciera magnifica d' ogni specie d' a-
il castello d'acqua, le piscine della stra- grumi, di bacini guerniti di marmo, ed
da di questo nome, presso al Castello, abbelliti da getti d'acqua mirabilmente
quelle del monticello di Mout-bauron, svariati e da gruppi di bronzo ec. ; iti
tra gli stradoni di Parigi e s. Cioud, quel- seguito ed all'ovest del piccolo parco e-
le del monticello di Picardia, presso il slendesi a perdita di vista il Grande Ca-
viale omonimo, e le piscine Gobert, in nale, formante una croce Ialina per mez«
capo allo stradone di Sceaux. Tutte que- zo di due braccia ; ed è l'acquedotto di
ste piscine ritraggono le loro acque dal- Marly che somministra tutte queste ac-
VER VER 57
que. I dintorni sono pure deliziosi e ne donnB,erelta eziandio da Mansard; quel-
formano la continuazione. Il Castello del la di s. Sinforiano è la chiesa del Gran-
Grande Trianon, presso l'estremità del de Montreuil. Vi è una casa di religiosi,
braccio settentrionale del Canale, è tutto 3 monasteri di monache,due case de' fra-
rivestito di marmo ; fu edificato da Lui- telli delle scuole cristiane con iscuole, ed
norari, contribuendo alla divina ulììzia- serme per la fanteria e la cavalleria, li-
tura altri preti e chierici, ì piieri de cho- no de'due cimiteri, quello di Nostra Don-
rOf e nelle feste gli alunni del gran se- na, offre una divisione pegli ebrei. Di po-
minario (nel 1827 erano 240 circa), ol- ca industria, questa città non possedè che
tre il quale vi è pure il piccolo semina- alcuni filatoi di cotone, rinomata fab-
rio. Congiunto alla cattedrale è l'episco- brica di lime, e fabbriche di candele di
pio, vasto e comodo. Nella città sonovi cera, essendo cessata la nominata ma-
due altre chiese parrocchiali col proprio nifattura d'armi, distrutta da' prussiani
batlislerio. liella è la chiesa della Ma- nel 18 15: vi si trovano gran numero
58 VER V E R
di semenzai. Si tengono ogni anno 3 fie- site dell'imperatore di Russia Alessan-
re di 5 giorni, al i° maggio, a' 25 ago- dro I, che rese onorevole testimonianza
sto, ed a* 9 ollobre, e mercali ne'roarle- alle amabili qualità del suo spirito. Se-
dì e venerdì. VersagliesconlenevaBojOoo vres, antichissimo borgo, in cui credesi i
abitanti quando era residenza della cor- re della i.^ stirpe avervi posseduto un
te, e per antonomasia dicevasi gabinetto palazzo ; è celebre per la più accredita-
o corte di Fersaglies^ quello o quella di ta fra lemanifatture europee di porcel-
Francia; poiché tanto la città che il me- lana nobilissima. La città di Poissy (^.),
raviglioso Castello, mollo perderono del- famosa per esservi stato battezzato s. Lui-
l' antico loro splendore. Al presente ne gi IX, il quale piacevasi di esser chia-
conta più di 3o,ooo, come accennai, tra' mato Luigi di Poissy; e per la clamo-
quali un nunjero grande d'inglesi.
assai rosa conferenza tenuta nel 1 56 per con-
1
gna, e de* re di Francia Luigi (altri XV del cardinal ò* Este legato pontificio, e
dicono a Fontainebleau),di Luigi XV],di de' dottori cattolici e protestanti, i primi
Luigi XV III, e di Carlo X. E' inoltre convocati dal zelante delle verità catto-
patria di diversi illustri, come del pitto- liche (e non partigiano della riforma,
re Colin di Vermond , del matematico come altri scrissero erroneamente), car-
Montucla, de' poeti F. Nogaret, Guyot dinal Carlo Guisa-Lorena, e fra quelli
de JVlerville e Ducis, del compositore protestanti Teodoro Beza, deputato dal-
Kreutzer, del general Hoche. I dintorni l' eresiarca Calvino, vi primeggiò; che
della città offrono passeggi deliziosi. Ne' se le dispute non condussero per la ma-
suoi cantoni sono luoghi di rinoman-
vi lizia degli eretici ad alcun favorevole ri-
za, precipuamente seguenti. A/tìtr/)^, si-
i su Itamento, tuttavia i vescovi cattolici
tualo in luogo eminente, già celebre pel se ne giovarono a vantaggio della disci-
suo castello con giardini annessi, costrui- plina ecclesiastica. E per non dire d'al-
ti da Luigi XIV, e interamente distrut- triluoghi, la città d' Etanipes (^.), ri-
ti durante la rivoluzione. La città di s. nomata pe' suoi concili!; e la città di
Germano di Laye, posta sul pendio di Rambouillet^ con bel castello, ove mori
ima collina sovrastante la Senna, in aria Francesco I; acquistato dal virtuoso e
salubre il suo castello edificato da Car-
: infelice Luigi XVI, ne formò una di sue
lo V il SaggiOy siccome un tempo resi- villeggiature più frequentate, ed il suo
denza de' re di Francia, vide nascere En- fratello Carlo X vi si ritirò dopo la ri-
stato da Luigi XI V pel fratello. Malnini- chè Versaglies per quasi un secolo e
son, luogo di delizia, sommamente reso mezzo fu il Parigi domestico de' re di
piacevole da Napoleone I, che non ra- Francia, i quali di frequente soggiorna-
ramente vi dimorava. Rilirossi in esso, rono o onorarono di loro presen/.a i luo-
dopo la separazione da lui, l'imperatri- ghi che ho ricordato.
ce Giuseppina Beauharnais Tascher de Versailles o Versaglies, Versaliae, al
la Pagerie, madre del principe Eugenio principio del secolo XVII non era an-
viceré d' Italia e poi duca di Leuchlem- cora che un piccolo villaggio. Luigi XIII
Lerg ; e nel i8i4 vi ricevè parecchie vi- vi fece costruire una casa da caccia. Mor-
VER VER 59
tò nel 1643 e succedutogli il figlio Lui- colpi al trono, propose la convocazione
gi XIV, dipoi trovando amena la posi- degli stati generali, e contro il parere del
zione, distonie da Parigi due poste e un cotisiglio scelse Versailles per la loro se-
4.°,risoIvelledi farneil luogo ordinariodi duta, mentre i prudenti li avrebbero de-
sua diietta residenza. Perlanto, chiamò siderati lontatji di Parigi. Il clero france-
d'ogni parte gli artisti più famosi, ed in se, ad onta della defezione di qualche
breve tempo Io tramutò in una villa su- membro, lottava coraggioso contro l'in-
rito riformatore ossia distruttore, il ohe sa, e per questo esorbitante numero già
accrebbe il disprezzo fomentato dalla viziosa, da cui non potevasi aspettar cal-
fiacchezza e dall' impotenza della corte, ma, prudenza e maturità nelle delibera-
essendo già stata in altre precedenti as- zioni. Il S.^statoera il più numeroso, per-
semblee avvilita la dignità regia da un ciò si prevedeva l'autorità che vi avreb-
linguaggio fin allora inaudito. Lo slra- be avulo, contro quella del clero e de'no-
DieroNecker, ministro succeduto a Lonie- bili; e lo dimostrò subito, contro l'uso
nié de Brienne (che il re a consolarlo gli stabilendo la verifica de' poteri in comu-
ottenne il cardinalato, con grande ripu- ne, senza distinzione d'ordine, e che si
gì* ingressi da' soldati. Un subito entu- armi e coccarde, e s* impadronì della
siasmo infiamma a questa vista i mem- Bastiglia, massacrando il governatore e
bri del 3.° stato; con ispontaneo movi- il preposto de' mercanti ; e molte al-
mento recansi tutti sul luogo dove si giuo- tre persone perirono vittime del furo-
cava alla palla a corda, unico locale capa- re popolare. La capitale in preda ad
ce a contenere tanta moltitudine aduna- ogni disordine, fu imitata dalle provin-
ta; quivi di comune accordo s'impegna- cie, cogli stessi eccessi, crudeltà e sac-
no con giuramento a riunirsi ovunque le cheggi ; la sete dell'indipendenza, colle
circostanze l' esigessero, finché avessero sedizioni, divenne generale. Le leggi per-
dato una costituzione al regno ed avesse- derono il loro ascendente,
alTalto 1' au-
to dagli agitatori, prese a sassate la car- dolo di tirannia, quando appena conser-
rozza dell'illustre arcivescovo di Parigi vava un'ombra di potere, e pretesero far
De Juigné, che corse pericolo della vita, cader su di lui l'odiosità degli eccessi, de'
per credersi l'unica causa della disunio- quali essi medesimi oi loro complici erano
ne degli stati generali, opponendosi al autori. Famose furono le fatali giornate
clero d'effettuarla. La strepitosa vittoria ^Q^ e 6 ottobre dello slesso 1 789 di Ver-
de* faziosi, contro gli ordini regi, fu il sailles, nelle quali una moltitudine di bri-
presagio d' altri peggiori successi: qua» ganti aruìati venne a insultare il monar-
lilìcaruusi rappresentanti della nazione, ca nella reggia di Versailles, nel timore
VER V ER 61
cìie fosse rapito e condotto a Metz ; cru- mulgazione della repubblica francese, e
delmente uccise le sue guardie, forzò il dopo il supplizio del martire Luigi XVI,
palazzo e le porte degli appartamenti del- spezzate le sagre Immagini, demoliti gli
nasse; mentre 1* assemblea, sotto gli oc- costituzionale e loro apostasia. Tuttavol-
chi della quale commettevansi qnesteor- ta il clero costituzionale non potè sottrar-
ribili scene, continuava tranquillamente si interamente alla persecuzione, ch'era
le sue fredde deliberazioni. Essa parti da a que'dì generale, e molti suoi membri
Versailles, e seguì il re a Parigi. In Ver- perirono durante il terrore, non mai im-
sailles dnnque cominciò quell' iliade do- molali per causa di religione, ma sa-
lorosa, che portò 1' ottimo re e la re- grificati a vendette particolari, o avvilup*
gina sul patibolo, e pose a soqquadro pati in alcuna delle tante pretese cospi-
l'Europa; scossa da' cardini la società, razioni che servirono di prelesto a mietere
con una serie di tremende e sanguinarie vittime. 11 clero scismatico, ossia costitu-
guerre e rivoluzioni, le cui funestissime zionale, cominciò da par suo ad emanare
e luttuose conseguenze risentiamo tutto- encicliche, la 2.^ delle quali annunziò un
ra. Si cominciò dalla Francia a sopprime- t:oncilio nazionale pel i." maggio 1796,
re gli ordini religiosi, nel 1790 si com- ma fu rimesso al seguente anno. I così
pilò la costituzione civile del clero, ripro- detti 4 vescovi riuniti y investitisi da se
vata da Pio VI; e chi nel 1791 non la medesimi, riuniti in comitato, della mis-
giurò, venne ferocemente perseguitato; sione di mantenere lo scisma, erano quel-
ed in conseguenza del i.° articolo, che li che le dirigevano, per perpetuare la lo-
dell* assemblea, perciò ne ottenne facil- in carica, dicevano de' vescovi, e procu-
mente la presidenza. La convocazione ravano di fortificarsi al di dentro e al
scovo, la quale fu assegnala pe'aS del se- molle ch'egli avea messo in movimento
guente febbraio nella chiesa di s. Luigi, per giungere all'episcopato avevano ap-
di cui i costituzionali si erano impadroni- plicato a questo vecchio una vernice di
ti. Ma gli agenti del direttorio di Parigi ridicolo, osserva 1' Henrion, la sua leti-
ne concepirono timore. L'ab. Clemente zia fanciullesca per esser vescovo, la sua
il segretario del sinodo furono chiamati premura in metterne fuori le insegne, e
dal giudice di pace: il 18 gennaio essi l'elfìmero suo zelo, non fornirono mino-
comparvero dinanzi al tribunale di po- re argomento perchè si trastullassero al-
lizia correzionale, dove furono interro- le sue spalle ! Ora voleva in virlu, dice-
gati sopra tuttociò ch'era relativo alla lo- va egli, della stabilità dell'episcopato,
ro riunione. Il tribunale si dichiarò in- nominare alle sedi vacanti del suo vici-
competente ; ma ilio febbraio un decre- nalo; ora scriveva in favore del proget-
to del direttorio vietò la riunione indi- to di un sagramenlario francese, e met-
cala pel 25 e ordinò di procedere contro teva in pratica tale innovazione nella sua
il presidente e il segretario del sinodo, e cattedrale. Quasi studiasse d' esser più
contro i preti costituzionali della chiesa premuroso del Papa, egli annunziò uq
di s. Luigi, che avevano prestalo mano giorno che darebbe un giubileo alla sua
alla convocazione di questa assemblea. Per diocesi ; il qual pensiero fu trovalo così
conseguenza il 25 febbraio la chiesa di s. strano da' suoi medesimi colleghi, che
Luigi si trovò chiusa e non vi fu sinodo. non si ardì di metterlo ad effetto. Nel
Clement ed i suoi aderenti furono nuova- Passo di Calais, la cui sede vacava pel
niente interrogali dal direttore del giuri matrimonio di Poiion, Matteo Asseliu,
del tribunale criminale; nondimeno a^ curalo di s. Sepolcro a s. Omer, si fece
17 aprile il giurì speciale di accusa pro- dapprima nominare presidente del pre-
nunziò che non vi era motivo d' accusa sbiterio, indi vescovo, e fu consagrato du-
contro gli autori e (ìrmatarii degli scritti, rante il falso concilio il i.** ottobre 1 797.
delle circolari e degli atti del sinodo di Così seguivano altre elezioni d' intrusi.
Versailles. Mentre l'esemplare e virtuo- Intanto il generale Napoleone Bonapar-
so clero ortodosso pativa in Francia una le,reduce nel 1799 dall'Egitto, ov'erasi
proscrizione generale, languiva nelle pri- mostrato devolo a Maometto, ritornato
gioni, ne'ritiri sconosciuto, in esilio; men- a Parigi cospirò contro il governo del di-
tre i preti per
deludere la politica del- rettorio, e fatto comandante militare del-
l'empietà erano ridotti ed usare degli disperse colla forza a'9 novem-
la città lo
stratagemmi d'ogni maniera e delle a- bre; a'i3 dicembre divenne console del-
sluzie allrcllanlo nobili, come il senti- larepubblica francese, pubblicò la costi-
.**
mento che le ispirava, i soli coslituzio- tuzione consolare, ed a'26 fu nominato 1
VER V ER 63
console. Nel declinar del precedente ago- dovico Carrier e Munlault , ambedue i
ri vescovi avea voluto sceglierne p,ure tra' be dall'imperatore certa promessa, che
costituzionali, di non nominare che Lo- dovette elfeltUvi re per l'insistenza del Pa-
64 VER VER
pa, altrimenti noa avrebbe ammessi ad
li terna e la carità divina che risplendeva
intervenire alla solennità della corona- in tutte le sue azioni, fecero nascere iu
zione; però fallace fu la dichiarazione di tutti icuori tenerezza e rispetto. Il Pa-
Le Coz arcivescovo di Besancon, finche pa si trattenne nell'episcopio, pranzando
«'28 dicembre cogli altri innanzi al Pa- solo ad una tavola, com'è di costume.
pa firmò la ritrattazione. Anzi diversi Mg." vescovo servi di pranzo tutto il cor-
vescovi scismatici,benchè non promossi al- teggio pontificio, e le principali autorità
le nuove sedi, rimediarono pubblicamen- della città e del dipartimento. Pio Vii
te all'anteriore loro condotta, ed allret- parti da Versaglies alle ore 4 pomeridia-
lanlo fecero moltissimi preti costituziona- ne. maire che l'avea complimentato al
Il
li. Soggiornando a Parigi, Pio Vii vol- suo ingresso nella città, l' ossequiò pure
le consolare e onorare di sua presenza all'uscir dalle barriere,ove l'attendeva col
Versailles, visita che trovo descritta nei corpo municipale e la guardia naziona-
n. 9 e 1 1 del Diario di Roma del 1 8o5». le. Il Papa era in una carrozza a 8 ca-
Vi giunse la mattina de'3 gennaio i8o5, valli, seguito da due altre carrozze della
e recatosi direllamenle alla cattedrale, fu corte a 6 cavalli : uno scelto numeroso
ricevuto e coaiplimenlato dal vescovo corpo di corazzieri e di dragoni, l' ac-
mg/ Carrier, che dopo aver il Papa in- compagnò al di là di Sèvres; ed un pie-
censato il ss. Sagramenlo, prosegui le fun- Ghetto di guide della guardia imperiale
zioni della benedizione. La chiesa essen- lo scortò fino a Parigi. Il prefetto della
do troppo piccola per contenere la po- Senna e Oise complimentò il Papa a Sè-
polazione della città e degli accorsi da' vres, e lo accompagnò per tutto il resto
luoghi circostanti, che vi si era portala del dipartimento. Dipoi a'5 gennaio Pio
quasi interamente, il vescovo pregò il Pa- VII si recò a visitare la manifattura im-
pa di dare la sua benedizione apostolica periale delle porcellane di Sèvres, e per-
da uno de' balconi della galleria del pa- corse quello stabilimento in tutte le sue
lazzo. Pio Vii vi aderì , e il popolo av- parti, e vide con piacere e interesse i di-
vertitone vi concorse in folla. Niente fa versi lavori eseguiti alla sua presenza.
piùimponentedi tal ceremouici. 11 Som- Non mancò d'ammirare la collezione di
mo Pontefice comparve in abiti pontifi- porcellane forestiere e di materie prime
cali, colla mitra in testa, preceduto dal- servienti a farle; l'altra di tutte le porcel-
la Croce papale, e accotiìpagnato da'car- lane, maioliche, stoviglie di terra di Fran-
dinali e prelati. Allora ilpopolo s' ingi- cia, e delle argillech'entrano nella loro
nocchiò, e ricevendo la benedizione die' composizione; l'altra collezione finalmen-
lutti i contrassegni della fede e della pie- te, disposta per ordine cronologico, de'
tà cristiana, e poscia esternò la sua gioia modelli di vasi d'ornamento, vasi da ser-
colle replicate grida: /^/V^ // Sanlo Pa- vizio, figure, ec, che stati sono fabbrica-
dre. Pio VII passando per la galleria e ti dalla sua creazione in poi (inoltre a Sè-
per gli appartamenti, non potè osservare vres è una bella fabbrica di scualti, ed
alcuna cosa; poiché era circondato da tut- una bella vetraia in cui si fabbricano bot-
te le parti da'fedeli che si precipitavano tiglie: ne'dintorni si utilizzano banchi di
a'di lui piedi, che baciavano l'anello, e terra da porcellana, ed antiche cave for-
che gli offrivano, chi loro figli, chi de-i mano cantine di considerevoleestensione,
gli oggetti didivozione da benedire. Pio dividendosi quella detta del Re in 3o parti
Vii restò mollo sensibile a tali atti di e può contenere! 5,000 bolli di vino), li
venerazione, ed estremamente soddisfat- Papa trovò al suo arrivo le mogli de'
to delle testimonianze di religione degli lavoranti di sì celebre f^bblica, come pu-
abitanti di Versaglies. La sua bontà pa- re le dame della Carità, tutte in fila nel
VER VER 65
rrtagfizzino,che domandavano con reli dipartimento di Senna e Oise, per tri-
gioso ossequio la s. benedizione, per loro i^inla circiter protendilur Icitcas, el pia-
e pe' propri figli, consolandole Pio VII ra sub se continet loca. La DiblioLeca sa-
soavemente. JNel regno di Luigi XVllI cra enumera ^1 parrocchie, 5oo chiese
nuova circoscrizione di diocesi della sussidiarie e 3i vicariati, con 8 comuni-
Francia fece Pio VII, senza alterare que- tà religiose di donne, le une consagrate
sta di Versailles; però col breve Cuiii ex all'istruzione della gioventù , le altre ia
voto regis , de' 4 settembre 182 i, BulL servigio de'malati negli spedali.
Roni. cont., 1. 1
5, p. 435: Cassalio jiirìs- VERSCHORISTI. F. Hattemist[.
dicdonis episcopi Versalliensis super VERSETTO, Parole or-P'ersìculiLs.
provincia Eburae, et Lyderici in regno dinariamente tratte dalla Scrittura sa-
Galliarwn.^ col hveveNostrissub plum- gra e od Salmi, che si dicono e si can-
bo literiSj dello stesso giorno, BulL cit.^ tano neW Uffìzio divino della Chiesa, ge-
p. 4^7: Exemptio ecclesiae Carnoten- neralmente dopo Capitoli e ^V Inni,
i
storo de'25 giugno di tale anno, gli die' dividono i capitoli della s. Scrittura, e che
a successore Stefano Giovanni Francesco per lo più contengono un senso compiu-
Borderies di Moutauban, già parroco, vi- to. Dice la Biblioteca sacra. Il versetto
cario generale di Parigi, grave, pruden- è parte d* un capitolo, d'una sezione, o
te e dotto. Pel suo decesso, Gregorio XVI d'un paragrafo suddiviso in molti piccoli
nel concistoro de' dicembre 1882 pre- 1 7 articoli. M. Simon riferisce, che i greci
conizzò vescovo Lodovico Edmondo Ma- e i Ialini intendevano per versetto una li-
ria Blanquart de Bailleul, di Calais dio- nea che conteneva un certo numero di
cesi d'Arras ,
già vicario generale della parole. Così gli autori, aflinchè non fosse
stessa Versailles, lodatissimo non meno aggiunto nulla alle loro opere , marca-
per probità, dottrina e prudenza. Aven- vano in fine il numero de'veisetti ch'e-
do meritato d'esser Iraslato all'arcivesco- rano in quelle contenuti. Tutta la Bibbia
vato di Piouen, dal uìedesimo Papa, que- è divisa in capitoli, ed i capitoli in ver-
Gio. Pietro Mabile, di Rurey arcidiocesi osserva spesso, le parole della Scrittura,
di Besaiicon, stalo già rettore del semi- quali si leggono ne'capitoli,responsorii e
uario di Monlauban e vicario generale verselti(esimii(nentene'(^r<^r?art//, Trat'
delia diocesi, lodandolo per dottrina, gra- ti, Sequenze, Introiti della Messa)) non
vità, prudenza e qual degno vescovo. O- combinano a parola colla slessa Scrit-
gni nuovo vescovo di Versailles è tassa- tura, quale pone nelle lezioni^ neir/ì*-
si
lo ne'libri della camera apostolica in (io- pistole ec. Antifona è una voce greca,
lini 870. La diocesi compiendo tulio il che indica il icciprocor/i/e/vz^re del Cau-
VOL. xcv. 5
66 VER VER
to ecclesiastico. Con tal voce gli antichi pò Pasquale si aggiungerà sempre VJt-
espressero il rito di salmeggiare a due co- le.lujaj non peròa'verselli delle preci, né
li, coiue Iutiera si pratica. Ma nel rito a quelli de'responsorii del mattutino. 5.
ecclesiastico Tanlifona <la una parte del Nell'uffizio d*una festa di 3 lezioni, dopo
coro si ripeteva sempre la stessa, e per Io tutti i salmi feriali colle antifone, si dirà
più era un verso di quel Salino^ che l'al- il versetto del comune de'Santi con que-
tra parte del coro andava ordinatamen- st'ordine: nella feria 2.* e nella feria 5.'
te cantando. N'è serbato il rito nell* In- quello del i.° notturno; nella feria 3." e
vita torio j che si recita a Mallutino^ seb- nella feria 6.^ quello del 2.°; e nella fe-
bene quanto al modo del canto il nostro ria 4«'' quello del 3.° notturno. 6. 1 ver-
invitatorio si adatti pib alla forma del- setti posti nel salterio alle laudi e a'vespe-
l'antico responsorio. Sebbene l'antifone ri sidicono sempre quando non ne ven-
si dicano solo al principio e al fine de' gono assegnati altri di propri nel proprio
salmi (e il b.Tommasi dimostra, che an- de tempore*. Mg.*^ Alfieri, Saggio stori-
ticamente neir uffizio di qualunque rito co-teorico pratico del Canto Gregoria-
sempre dicevano tutte intere, comeora
si no o Romano, a p. 74^ seg., insegna. Sul-
ne'doppi), e si vede ancora osservalo, che le intuonazioni de' versetti :Termioato cia-
ordinariamente sono prese da uno o piti scun notturno, l* inno alle laudi e a ve-
versi di quel salmo, a cui sono premes- spero , e il responsorio breve alle ore,
se. E da questi versi de'saimì sono presi cantansi i versetti come segue, cioè offre
appunto enei nome ver-
nella sostanza i rinluonazioni con note musicali; nelle
si o versetti, che si dicono sparsamente feste di rito doppio e semidoppio; nelle
DelTuflìzio divino, tanto alle ore maggio- feste di rito semplice, e ne'giorni feriali.
ri, che alle minori. 1 versetti sono delti Avverte, che alle commemorazioni nelle
anche Responsorii i\t Salmi. I verselli laudi e ne'vespri, alle preci, all'antifone
sono indicali colla lettera ed respon- ^ i della B. Vergine Maria in fine dell'uffi-
soriì colla lettera I^; iniziali lettere che i zio,avanti rorazione del ss.Sagramenlo,
tipografi chiamano con tali denominazio- diconsi i versetti come sopra, ma senza
ni. Il Diclich nel Dizionario sacro- litur- la neuma. Nota ancora, che occorrendo
gico^ col Breviario Romano, lit. 24, De monosillabo, od accento acuto, dovrà il
P^ersihus^ riporta al vocabolo Fer setti la versetto finire al modo da lui indicato.
seguente rubrica. » i. Sempre si dicono Indi riporta quello per cantarsi il verset-
al mattutino dopo l'ultimo salmo e au* to nell'uflizio de'defunti, e in quelli della
tifona de'notturni; o si dicano 3 nottur- settimana santa. La maggior parte de'
ni, o un solo. Alle laudi ed a' vesperi si versetti de'salmi sono Preghiere (F.) Gia-
dice il versetto dopo l'inno. Alle ore si culatorie (/'.), ed abbiamo un libro in^
perchè è la pienezza del sacerdozio sor- rcstre,\e quali due Pentapoli spesso cam-
gerle della podestà ecclesiastica; o per biarono limite e nome. I greci eterodos-
V Episcopio \r.)o Arci-Episcopio o Pa- si chiamano Eparchia la diocesi, massi-
triarchìo (F.), o Palazzo (/^.),o casa del me nella Russia (F.), pare da eparca,
P^escovo, Arcivescovo e Patriarca {V.), prefettura. Le diocesi si formano co'ter-
nerabile corpo di tutti i Vescovi j Arci' Fra quelli de'dominii della s. Sede, pri- i
larmente nel § Vili. I greci dissero Tro- scovati. Diconsi vescovati residenziali,
no (V,) il vescovato, e Prototrono (V.) quelli che hanno la residenza del vesco-
il i." vescovo d'una Provincia ecclesia- vo. Sono vescovati o arcivescovati o pa-
stica, ovvero quel vescovo che occupava triarcati titolari, que'che ne sono privi
il i.° posto presso Patriarca o il Pri-
il perchè occupati dagr/«/6"<:/e//, perciò i lo-
ma sede, con precedenza sui patriarchi, vescovi e gli abbati non ponno dimorar-
Roma.W Morcelli scrisse latinamente, la vi.Tanto del Fescovo residenziale che ti-
Sede vescovile, Tlironi Pontificalisj ed tolare, e di tutto quanto li riguarda, ne
il Felici, la diocesi di Roma, Dioecesis tratto iu quell'articolo, il quale compe-
denominò ^'- netrandosi interamente con questo va
Urbana j da Urbs(F.). S'\
sarcato ecclesiastico (F.) tra' greci la sempre tenuto presente; e quello che forse
diocesi composta di diverseprovincie, pre- si troverà mancare in questo si troverà in
sieduta da un vescovo insignito della di- quello o negli altri articoli che vi hanno
gnità di Esarca (F.), come il Primate relazione, ancorché non citati. Vi furono
(F.) de' latini che soprasla agli arcive- vescovi d'incerti vescovati. Il concilio di
scovati e vescovati soggetti alla sua giu- Cartagine del 897 decretò col can. 4^ :
risdizione, ed equivalente al Cattolico de' >i I luoghi che non hanno mai avuto ve-
N'ebbe due anche lo slato pontificio, del- I, lett. 5.^, parlando de' Core/?z.9co/7i(/^.)
le quali meglio parlai negli articoli de' o Covescovi o Corevescovi o Coepiscopi,
vescovati che le formavano. Una si disse dice che anticamente erano di due sorte.
Etiusca e Nepesioa; 1' altra Tu divisa iu Gli uni erano semplici preti che pel ve-
68 VER VER
scovo esercitavano u&Tichie nelle f'ille UT secolo. Anzi (Ino al concilio Lalera-
alcuna o maggior parie delle funzioni
la nense si trovano falle di queste ordina-
proprie de' vicari del vescovo, venendo zioni di vescovi d' incerte sedi, e fu uso
assomigliati agli arcidiaconi o arcipreti in molte regioni d' ordinare come coa-
delle terre, a' parroclii, a* vicari foranei, diutori degli altri vescovi di amplissimi
a'visitatori delle diocesi. Gli altri corepi- vescovati. Trovo nel Galletti, Del Primi-
scopi erano veramente vescovi', ma di- cero, p. 55f che Papa Adriano I nel 786
moranti nell'altrui diocesi, e conseguen- confermò a Magenario abbate di s. Dio-
temente senza la giurisdizione vescovile; nigi di Parigi il privilegio che già avea
il che avvenne, o quando alcun vescovo ottenuto dal predecessore Stefano 111 det-
era cacciato dalla sua sede per empietà to IV, cioè di potere aver fisso nel suo
degl'infedeli o degli eretici, laonde rico- monastero un vescovo proprio per pre-
veravasi nell'altrui diocesi, ed il vescovo dicare a' popoli che concorrevano alla,
diocesano gli assegnava qualche terra o tomba di detto glorioso martire; il qua-
castello, ove, come suo vicario e parroco le vescovo doveva eleggersi dall'abbate e
mini apostolici, nel grado pontificale si sa diceria, trista, maligna e sciocca, ca-
ordinarono i vescovi non per una città de da per sé ,
perchè quando si voglia
determinata, ma per le nazioni, li quali parlare de' Concilii generali antichi, la
sono delti da Eusebio, Hist. eccL, lib. 3, maggior parte si celebrarono in Grecia
e. 37, e lib. 5, e. I o. Evangelisti. Di que- e altre parti orientali; soltanto nel i i23
sti disse Fozio, Bibl. 4^> ch'erano or- e. si celebrò il IX concilio generale ili La-
dinali vescovi delle nazioni: Etlinon Epi- terano 1, e fu il primo adunato nell'occi-
scopi. Di essi se ne trovano nel princi- dente; dopo la quale epoca si celebraro-
pio del secolo 11, e nel priucipioe fine del uo io Fraucia i due di Lione e quello di
VER VER 69
J'icnna^t se vogliamo considerare gene- de apostolica (/''.), da questa fu stima-
rale l'allro di Costanza^ aimeno in al- to prudente consiglio il farli continuare
cune sessioni, il luogoappailieneallaGer- per loro divozione e onore ad a vere il pro-
mania , alla quale spelta in cerio modo prio vescovo, convalidando così l'erezio-
quello pure di Trento, sebbene situato ne di tali vescovati. Di che, ed eziandio
nel Tirolo italiano. Da'calcoli falli a suo de'vescovati di Calabria e di Sicilia, me-
tempo dal jye'Lucdi&yjiW Italia sacra del- glio ragionai in quest' articolo o volume
l'Ughelli, i vescovati erano circa 290 e LXV, p. 1 25 e seg., e 1
59 e seg. La 3.'
gli arcivescovati 4o> de* quali vescovati ragione, dal De Luca reputata forse la
n'erano stali isliluiti da i5 e di questi 9 maggiore, particolarmente per quelle cat-
dopo il concilio di Trento, Diverse dun- contro tutte le regole si
tedrali, le quali
que sono slate le ragioni de'numerosi ve- trovavano erette in alcuni luoghi piccoli
scovati italiani, primieramente perchè il e ignobili, enon meritevoli di questa pre-
Principe degli apostoli s. Pietro, primo vi- rogativa, fu quella de'frequenli scismi in-
cario e immedialo successore di Gesù Cri- sorti prima e dopo il 1000, pe'quali i Pa-
sto, fondatore della Chiesa^ per divina pi cacciali da Roma dagli antipapi e lo-
provvidenza eletto per la sede o cattedra ro fazioni, ricovrandosi ue'dominii d'al-
pontificia, la città di Eomay allora capo cuni signori restali ubbidienti, per esser-
e metropoli di lutto il mondo e del gen- ne difesi, come fecero molle volte i nor*
tilesimo, segui che la città da madre e manni da essi signoreg-
nelle provincie
maestra dell'errore, lo divenisse della ve- giate, formanti ora il regno di Napoli, con-
ra Rcligionej laonde le persecuzioni es- venne a'Papi per compiacerli e onorare
sendo per la vicinanza più crudeli e po- il luogo d' asilo e dimora, d'erigervi la
lenti, avvenne che per istruire e mante- cattedrale e assegnargli il proprio vesco-
nere nella costanza della Fede i novelli vo(graloP/o /Aall'ospilaleG^zetó, l'eres-
Criòliaiiie insieme per convertire gli al- se in arcivescovato). Altra prova che que-
tri, s. Pietro ed i suoi successori molti- sti aumenti di vescovati non ebbero per fi-
smi che travagliavano la Chiesa roma- requisiti congrui e necessari, voluti da*
na , temerariamente s' intruse a creare sagri canoni e dalle pontifìcie costituzio-
molti vescovati quasi in ogni città o luo- ni, per r erezione delle caltedrali, le cui
go considerabile anche senza diocesi. , mense assegnarono popoli che li desi- i
bidienza della Chiesa romana e della Se- tà dell'asserzione ingiuriosa, che i vesco-
70 VER V ER
voli si moltiplicarono da' Papi in Italia vo riporto novero degli arcivescovi sen-
il
per influenzare ne'concilii generali, e di- za suffraganei. Diverse nozioni sul pre-
sporre a proprio arbitrio della raaggior sente argomento si ponno apprendere da*
parie de* voti. Anche il Sarnelli rese ra- seguenti. Jo. Caroli Antonelli, Tracta-
gione nelle Lettere ecclesiastiche , t. 2, tìis de Regimine Ecclesiae Episcopalis,
p. 70, lelt.37: Perche' il regno di Na- Ubi omnia, c/uae ad Forum Ecclesia-
poli sia numeroso di vescovadi^ e quale sticum praecipue spectant, exacte, ac
di essi sia stato il primo canonicamente dilucide pertractanlur. Opus sane uìi-
eretto in arcivescovado. Ricordato per- lissimum, atque omnibus Episcopìs, Ar^
tanto, come dopo la guerra di Troia a- chiepiscopi.'y, eorumque vicariis, inquisì-
vendo i greci edificato molte città nella toribus , regularium superioribus , ac
regione, poi reame napoletano, crebbe- caeteris personis ecclesiasticisjudicibus
ro in potenza quando Costantino 1 di Bi- quoque saecularibus^aliisque in utroque
sanzio fece la sede dell'impero, il cui ve- foro versantibus maxime necessarium,
scovo soggetto al metropolitano d'Era- Venetiisi6g2, 1705. Dell'Apostolato e
clea, si usurpò il titolo di patriarca di Co- dell'episcopato. Lettera d' un anonimo
stantinopoli, e la preminenza sull'anti- in difesa dell' ab. Cucca gni, agli estenso-
che chiese patriarcali d'Antiochia e d'A- ri de* così detti Annali ecclesiastici di
lessandria, estendendo sulle chiese di det- Firenze, Roma 1783. Luigi Cuccagni,
ta regione la sua giurisdizione, con isti- Dell'autorità e giurisdizione della Chie^
tuire metropoli e arcivescovati con facol- sa e del Romano Pontefice sull'erezione
tà di consagrar vescovi nelle provincie e distribuzione de' vescovadi e delle par-
loro assegnale. Quindi passa ad esamina- rocchie, sull'elezione e consagrazione de*
re i pareri degli scrittori quanto all'epo- vescovi, e sulla disciplina della Chiesa^
ca di tale incremento di grado e di diocesi, Roma 788. Giuseppe Poosi, Episcopus^
1
che pare circa il 700 abbia avuto princi- seu de munere Episcopalus , Fulginii
pio. Ed avendo poi nel 934 il patriarca 1784. Paride de Grassis, De Caeremo-
Xeofìlato estorto da Papa Giovanni XI niisCardi naliuni et Episcoporum in co-
il privilegio del Pallio (F.), senza ricor- runi Dioecesibus, singulis etiam Eccle-
rere alla s. Sede, lo concesse a tutti i suoi siarum Canonicis valde necessarii, Ro-
vescovi. Conclude, essere interamente fal- maei58o, i585: Veneliisi582. P. Carlo
sa l'opinione, che dal Papa sieno stati e- das. Paolo, GeographiaSacra, sive No-
relli tanti vescovati nella Puglia per a- tilia antiqua Episcopatuuni Ecclesiae
vere maggior numero de'voti ne'con-
il universae,ex Conciliis, Patribus, histo-
cilii; soltanto quando nel io5o circa i ria ecclesiastica, et geographis antiquis
normanni cacciati greci da essa, per la i excerpta,h\xiti\d% Parisiorum 1641; Ac-
quiete de' popoli approvarono Papi la i cedunt notae, et animadversiones Luca.e
moltitudine delle metropolitane e de've- Holstcnii, Amstelodami 1 7 1 i. Gio. Carlo
scovati eretti dal patriarca di Costantino- Stadel, Compendinni Geographiae Ec-
poli, però restringendone molli nelle so- clesiasticae universalis in quo Patriar-
le cillà^indi i loro successori estinsero mol- cìiaiuum,Archi-et Episcopaluuni,per lo-
ti vescovati, ed altri unirono insieme, per tum Orbeni d'/fusorum modernus status
cui a tempo del Sarnelli (che di Beneven- exponitur, cum rebus no tabilioribus prò-
to riparla nelle Memorie de* Fescovi e vinciarunt, Romae 1712.
Arcivescovi, a p. 58), erano 21 metro-
politane e I IO vescovati compresi gli u-
§ I. Erezione de' vescovati, promulga-
liili,!." metropolitana essendoBenevento zione in concistoro, aiwhc di quelli
e 2.^ Capua. Nel § I dell'articolo Vesco- in parlibus iufidelium. Delle diocesi
V EU VER 71
o vescOiKlli di tutto ilmondo, geogra- concessione o conferma de'princìpi, e di
fia ecclesiastica soggetta a variazio- altro che vi ha riferimento. Come suno
nif incremento de* K'escovati. concepite tali Bolle, il Bollarlo Romano
ne contiene un infinito numero, cos\ la
Al Papa solamente spelta erigere vesco- i Continualio. In questo poi» no essere e-
vati, dividere territorii, l'unione di due
i sempi due di Pio VII riportale nel 1. 12,
o più cattedrali, le dismembrazioni e le p. e 21 1. Super Universas terra-
204
soppressioni de' medesiuii vescovati; co- rum Orbis Ecclesias, de'9 agosto i8o4:
me Vicariodi Cristo e vescovo della Chie- Erectio Sedis Archiepiscopalis Agriea*
sa universale.È incontrastabile questa pri- */5. E quella perlasuasuftraganea, Quuni
vativa giurisdizione del Papa e della s. in supremo Apostolatus o^c/o,dello sles-
SeA^, e lo prova il De Luca nel cap. 4 : so giorno : Erectio Sedis Episcopalis
DeW erezione de' nuovi vescovaliy e delle Szalhmariensìs. Molti Papi conferirono
unioni, o divisioni, o soppressioni degli a Legati apostolici [F.) {a facoltà d'isti-
antichi. Le cause dell'erezione de'vesco- tuire vescovati, di unirli ad altri, di divi-
vali sono generali o particolari. Le gene- derli e di sopprimerli. Nella presente Eu-
rali sono la necessità pressante e l'utilità ropa civile non vi è quasi contrada che
evidente della Chiesa. Le particolari so- non sia slata una provincia politica di
no: i.° se il popolo estremamente molti- Koma imperiale e pagana, per divenir
plicato dall'accrescinìenlo della fede, do- poscia provincia ecclesiastica di vescova-
manda un vescovo particolare;
di avere ti di Roma pontificale e cristiana. Si leg-
2." quando è sì estesa, che un
la diocesi ge nella lettera pastorale del dotto mg."
solo vescovo non può fare le funzioni ve- Cullen arcivescovo d'Armagh, primate
scovili in tutti i luoghi del suo vescova- d'Irlanda (nel 1 852 traslalo all'arci vesco-
to, secondo che i bisogni degli abitanti vato di Dublino) ,
presso l' Osservatore
lo richiederebbero, e per la lontananza Romano del i85i, a p. 44^- « La pie-
pericolano d'essere trascurali. Per l'ere- nezza di podestà sopra tulle le Chiese dei
zione de'vescovati sono indispensabili re- mondo, Bernardo, è data alla Se-
dice s.
quisiti: le rendile della mensa, {^catte- de apostolica per una singol.ir prerogati-
drale, il capitolo, {'episcopio, il semina- va. Questa Sede può rizzare nuovi vesco-
rio, r ospedale, il monte di pietà ec. I vati, dove non v'erano prima, se giudi-
Sorami Pontefici per mezzo della Con- ca eh» torni a bene universale. Tra quel-
gregazione cardinalizia concistoriale li, che già sono, può abbassarne alcuni
(^.), di cui è segretario il prelato Segre- e sollevarne altri. Può chiamare vesco- i
e incontrastabile epoca della loro fonda- rettamente da' Papi. E manifesto, dice s.
zione, della istituzione de' vescovi^ della Innocenzo I [dti{ 402), nella sua leltera a
ra VER VER
Dcc.cm\OjChcinti(tt* Ifalfa, GalUcty Spa- 5r)0, e quasi nel principio della Chiesa
gna, africa Sicilia e f le Isole che giac- romana , univasi il clero col popolo iti
cion di i/ìezzo, ninno istituisce vescovato, Campo Marzo, net titolo di Lorenzo in
s.
se non s. Pietro ed i suoi successori. E Lucina, come ora nella Chiesa di s. Mar-
lo slesso Papa scrive a Vitricio vescovo, co, per le Piogazioni àeWe Litanie Mag-
che dalla Sede apostolica di Roma son giori (V.), portandosi inbuon numero al
derivati l'Episcopato e tutta la sua auto- Vaticano; e ciò in memoria del giorno in
rità: A quo ipso EpiscopatuSy et tota aii- cui s. Pietro sublimò al Primato della
cton'tas- hnjus nominis eniersit. Lo slesso Chiesa universale la sua sede vescovile,
\ien definito da s. Gelasio I del 49'2' A. dopo aver fondala, mediante s. Marco,
lutti è conto che le Chiese ne'tempi rae- di cui in tal giorno si celebra la festa, la iv
1)0 antichi siccome quelle d'Irlanda, Ger- chiesa patriarcale d'Alessandria (che es-
mania, Inghilterra, Danimarca, Svezia, e sendo ora il suo pastore Ira' Vescovi in
più recentemente quella d'America set- partibnSy in quell'articolo ne riparlo), ed
tentrionale e meridionale, ebbero il co- aver esso medesimo predicato nelle vici-
dall'autorità papale. Da ogni facciuola del- chiese e ordinarvi vescovi, per mezzo de*
s'addimostra, che i
la slorio ecclesiastica quali stabili una gerarchia subordinata al
Papi setnpre ebbero la slessa giurisdizio- I ."vescovato del mondo.—-Poc'anzi nomi-
ne, non pur sui vescovi occidentali, ma nai il Concistoro e la Diocesi: qui occor-
anche sopra grandi Patriarchi ^f\) o-
i re che in breve accenni quanto in tali due
spoiio per lutto il mondo, e governato scovi del mondo, e si soleva aggiungere
parzialmente da'vescovi parlicolar*, sen- qualche vescovo, le cause maggiori trat-
za distaccarlo o dividerlo. Scrisse il dolio tandosi ne'concilii di Roma {V.), finché
Bianchini, nelle notead AnastasioBlblio- la trattazione degli affari fu ristretta net
lecario, De Vilis Pionianoruni Ponli/l- Sagro Collegio de* Cardinali [V.), divi-
cum, avere s. Pietro fondalo il vescova- so iu tre ordini, il primo de'quali è quel-
non si avrebbe la precisa epoca del pon- ed abbati delle abbazie nullins diocesis
tificato di s. Pietro, che dice duralo anni (quando però queste non si danno in con»-
aS, mesi 2 e giorni 3. Infatti nel giorno n.enda, come l'abbazia di Snbiaco, l'ab-
slesso, tinche prima di s. Gregorio I del bazia delle Tre Fontane e altre, che si
VER VER 73
COI) feriscono «enza decreto concistoriale, e Persia si proponevano in concistoro a
non fiiceinlosene nìeiizionein concisloro), tenore del breve di Cenedelto XIV de*
analoganienlealle Proposizioni concìsto- 18 gennaio ij^j- nia col privilegio del-
rinii (/ .)slniì)pate,ed in precedenza dal- la bolla Inscrutabili , emanata da Gre-
l' £/W;7ore del Papa (/^.), a questo umi« gorioXV a' 22 giugno 1622, per cui i
liate e dispensale a'cardinaii, onde darsi promovendi non soggiacevano alle rela-
da essi l'individuale giusto parere, poiché tive spese. Talvolta i detti vescovati che si
Dell 565 decretò Pio IV, non potersi ac- preconizzavano in concisloro, si spediro-
cordare vescovato e abbazia nullius, sen- no per breve, a motivo di circostanze par-
za il consenso di due parli de'cardinali ticolari e per non potersi altendereil conci-
j)resenli in concisloro. I vescovati e le ab- storo, j)ef la mancanza de'lestimoni richie-
bazie nullius vacanti proponevano in si sti alla formazione del processo, non poten-
guila traslazione del proprio pastore; ov- le, grado però che non si comunica alla
vero che sono per vacare dopo l'annun- sua nuova chiesa. Quindi sono registrali
zio; le nomine, le qualità de' promoven- i cardinali nelle Notizie di Roma, per e-
di, chi fece il processo a loro e alle chie- sempio;Ct7rr/mdr/e Gaetano Balujfi Ar-
se per r idoneità (di cui appunto è un civescovo Vescovo d'Imola, perché pri-
trasunlo la proposizione), e chi ricevette ma era stato arcivescovo di Pirgi inpar-
ilgiuramento dagli slessi promovendi. tibus. Nelle traslazioni sì di chiese resi-
Premesse le proposizioni, in concistoro si denziali e sì di titolari, il Papa proscio-
preconizzano ancora i titoli in partilus glie il traslalo dal vincolo che avea col-
infide liiim,pav\meiil\ vacanti, de'patriar- la prima. ^Sc'concisforisemi-pubblici poi^
chi, arcivescovi e vescovi. Inoltre il Pa- per la Canonizzazione de* Santi {V.},
pa conferisce vescovati residenziali e ti- v'interviene tutto l'Episcopato che tro-
toli inpartibus, ^evBreve apostolico ^%&W' vasi in Roma, compreso quello in par-
za denunziarsi in concistoro, a
mezzo del- tibus, dovendovisi recare i vescovi distaa-
la Congregazione cardinalizia di Pro- ti nel raggio di 100 miglia da Roma, in-
paganda fide {V.)y cioè pe' vescovati e vitali da lettere della Congregazione car-
pe'vicari apostolici e loro coadiutori, sot- dinalizia del Concilio (^.), vestiti io a-
to la sua direzione, i vescovati d'Irlanda, bilo prelatizio e colla cappa, con fodere
America, Inghilterra, Indie orientali, Ci- di armellino se nell'inverno, per dare il
(F.). Alcune diocesi sono riunite ad altre, propagazione della fede rilevalo nel voi.
con concattedrali aeque principalilcr, su XLV, p, i^i, cioè eoo dare in compen-
di clie vanno tenute pi esenti le particolari- dio un Orbis Chrislianus, ossia EpiscO'
tà indicate nel voi. XX,
79; altri ve-
p. pologio universale. D'allora in poi assai
scovati si tengono in amministrazione per- maggiori furono i particolari miei studi
petua da alcun arcivescovo residenziale. sulla geografia sagra ed ecclesiastica, non
JNcH'articolo di cui parlo riportai una sta- disgiunti dalla geografia poiilica,ossia na-
tistica da me formata, del numero delle turale e civile, impresa grave e laboriosa,
diocesi esistenti in tutto il mondo, secon- che principalmente produsse il notabile
do l'anno 1843 in cui la pubblicai (per aumento de' volumi. Arduo ne fu lo svi>
quelle erette posteriormente, non mancai luppo, massimamente per l' incremento
a'ioro luoghi di ragionarne, e per le dio- progressi vo delle popolazioni, per la trion-
cesiche ciò non mi fu dato, supplirò fante Propagazione della Fede ( F.), de*
veWe Addizioni, nelle quali mi propongo vescovati e de'vicariati apostolici, per le
di ampliare le che
descrizioni di quelle fiequenli variazioni della topografia po-
ìie' primi volumi di questa mia opera litica degli stali a cagione degli avveni-
trattai con laconismo. S'intende , che se menti storici, pe'tanti Concordati {^f^.) a*
Dio mi concederà di pubblicare le addi- quali per amor della Pace (F.) conven-
zioni ^ ciascuno sarà in libertà di pren^ ne la s. SiiLÌe, particolarmente negli ul-
derle o ricusarle) , seguendo lacomune timi tempi, in ispecie del corrente secolo,
divisione del mondo in 5 parli. Quanto singolare per un complesso di rapidi e
Si' Ficariali apostolici, comprese le dele- inauditi mutamenti religiosi ecivili: laon-
gazioni apostoliche ecclesiastiche, ed alle de le diocesi andarono soggettea ripetute
PrefcUiire aposloliche, dipendenti dalla circoscrizioni pegli sparlimenti delle pro-
Congregazione cardinalizia di Propa- viiicie ecclesiastiche,non chea varie u*
ganda fide, in questi tre articoli li regi- nioni o disgiunzioni, ad ampliazioni, a
strai, e individualmente descrissi appropri restrizioni,a soppressioni, e di tutto quan-
luoghi, cioè degli stati in cui si trovano to dovetti renderne contezza. Bensì con
istituiti. Nel3.*'de'ricordali articoli com- queste ampliazioni, e col sussidio de'mol-
pilai il catalogo de'patriarcali, arcivesco- lissimi articoli che vi hanno stretta rela-
vati e vescovati, come pure de' vicariati zione, ebbi però la compiacenza di vede-
e prefetture, dipendenti dalla medesima re in sifTdtli studi promossi e agevolati
per la s. Seóe: ne'due primi poi potei da- quelli di altri, pel riferito iie'vol.LV, p.
re i loro cataloghi più ampii, per gli au- 1 33 , e
, p.
LXX
2o5. Anche l' ottimo
mentali vicariali e prefetture. Nell'arti- mg.' Giuseppe Rosati vescovo di s. Louis
colo Vescovi inpartibus iNfiDELixJW, ho o s. Luigi, di cui pure nel voi. XLV, p.
«crillo nozioni analoghe, e (ormato una 333, quando pubblicò la Notizia stati-
statistica de'litoli arcivescovili in parti- stica delle Missioni cattoliche in tutto il
bus, che si conferiscono dal Papa. Ripelo, mondo [liei donarmela graziosamente si
,
che procedei troppo brevemente in questo compiacque scrivermi, con poco comune
immenso e feracissium argomento, cioè a* equità, che si era grandemente giova-
vanti che pel primo vagheggiassi l'idea di to di mia opera. Con essaci diede anco-
sopperire possibilmente al vasto concet- ra a p. i36 e 275, La Gerarchia Cat-
to del gran cardinal Garampi, colle prò- tòlica, ossia l'enumerazione di tulle le
poizioui e forme volute dalla natura di diocesiesislcQliaeli843 iu tutte le 5 par-
VER VE R 75
mondo. Avendole calcolale, ho tro-
lì dt^l diedi lilolo,gli arcivescovati,! vescovati,
valo 5^5 diocesi residenziali, e sembra co* nomi de* rispettivi cardinali e prelati
corrispondere al numero di quelle regi- che ne sono insigniti, colle epoche di loro
strate nella suddetta mia statistica. Ag^ nascita e preconizzazione,oltre la patria di
giungerò per la storia (ed anco per esse- ciascuno; il catalogo de'vicari, delegati e
re troppo diflìcile che a lungo andare prefetti apostolici in ogni parte del mon-
la lingua non batta dove il dente diio^ do sotto la direzione della congregazio-
le, e la bocca non versi di quel che ab- ne cardinalizia di Propaganda fide, pa-
tonda nel cuore), che di tante mie studio- rimente col nome loro e l'epoca in che i
non da altri prima di me esposti e svi- ti, ovvero si usarono denominazioni lati-
lu[)pati sotto tal punto di vista, ovvero ne, che non sempre corrispondono all'i-
sur un campo che altri non spigolarono. taliane; per cui di parecchi titoli ne feci
lo spigolai, nella formazione degli arti- articoli di rinvio, acciò fossero salve le
coli, perchè inventar non si può il posi- diverse denominazioni, anzi fino a tre e
tivo, ma insieme doverosamente cele- quattro, e valga per tutti Acri, Acon, s,
brando i campi che mi fornuono la mes- Giovanni d'Acri, l^oleniaide, città ve-
se j
gli altri falciarono i miei spietata- scovile cui sono comuni tali nomi, e ne
mente, senza alfatto nominarmi, come scrissi due articoli: così praticai per A-
che avessero la scienza infusa. Ebbene che crida o Ocrida, Aleppo o Berrea, A-
si ha da dir di loro? Lo diranno a suo chamito o Hadr amilo, Caffa o Teodo-
tempo i critici, quando confronteranno sia, e via dicendo, oltreché di molte ne
la priorità delle epoche nelle produzioni. riparlai negli articoli delle provincie ec-
Due sole volte la Civiltà Cattolica si clesiastiche a cui appartennero. Ma in con-
compiacque nominarmi, con brevi frasi, fronto di tutti quanti i patriarcali, arci-r
pia però generose e incoraggianti, e per vescovati, esarcati e vescovati di tutto il
ultimo nel quaderno 226 del voi, 3 della mondo, pure eterodossi, esistenti o non
ser. 4-'j nella Rivista della stampa italia- più esistenti, di cui scrissi articoli , mi-
na. Ciò dichiaro per grato animo, Neil' al- nore è il numero di quelli de' titoli de*
manacco o annuali Notizie diRonia[F.) l escovi in par tibus (/^.) che conferisce
perordiiiealfubetico,e colle loro denomi- la s. Sede. Articoli tutti e innumerabili,
nazioni laliut^si riportano |)atriarcali,au- i che si rannodano ud altri multi, special-
76 VER VER
mente ali* immenso novero de* Conci- novembre 1791 fu agli Stali Uniti con-
la o Sinodi^ di cui eguelmenle in com- vocato il I
."*
sinodo diocesano dal vescovo
pendio feci la descrizione. Né tiasandai Carrol: vi sì trovarono presenti soltanto
ìa bibliografia della Geografìa (F.) an- 20 sacerdoti, probabilmente la più parte
tica e moderna, naturale ed ecclesiasti- del clero totale. Tra di essi viene ricor-
ca, generale e parziale, comesi può ri« dato il nome del R. Lorenzo Grestei del-
scontrare in tanta copia di molteplici ar- la compagnia di Gesù, che fu poi coadiu-
ticoli, in quello citato appena avendo ri- tore del vescovo Carrol: egli morì a Fi-
cordato alcuna delle tante opere di cui.al- ladelfia, e la sua morte viene ricordala in
trove diedi contezza e me ne giovai per una lettera del cardinal A monelli, in da-
tutta l'opera, onde corrispondere colleso- ta del settembre 791. Nel 1795 fu
I elet-
più manifesta del singolare progresso del- designati in Francia i dipartimenti, ne*
ia vera fede nelT opposta parte dell* A- quali è stato diviso quel regno, e ciò non
llantico. Lo ricavo dal Giornale di Ro- senza grande vantaggio". Ora la Civiltà
/7?izi85c) a p. 24*2. « Le provincie eccle- Cattolica Ae 5 febbraioi859, a p. 34o,
siastiche nel 1839 erano una, nel 1849 ci die ragguaglio dell'opera divisa in 3
Ire, nel 1 839 sette. Le diocesi nel i 889 se- parti e corredata di più di 1 5o carte geo-
dici, nel 1849 trenta, nel 1859 quaran- grafiche, cominciata a pubblicarsi e in-
totto. I vescovi nel 1889 dieciotlo nel , litolala: VOrhe Cattolico, ossia Atlan-
1849 ventotlo, nel 1859 quarantatre. I te gcografìcOyStoricOf ecclesiastico: Ope-
sacerdoti nel 1839 qualtrocentosettan- ra del Conini Girolamo Petri, . officia-
tolto, nel 1849 '"die, nel 1809 duemila le minutante della Segreteria di Stato.
cenl'otto. Le chiese nel 1889 quattrocen- Roma tipo grafia della rev. Camera apo-
todieciotto, nel 1849 novecenlosessanta- stolica iS5S. Parte prima, Italia e Sviz-
sei, nel 1859 duemila trecento t''^"^®' zera. Un voi. in foglio oblungo di 80
quattro. Nel 1771 vi erano agli Stati Uni- centimetri per 5j.
ti (quando colonie) 9 sacerdoti. Nel 790
1
i
§ 11. Dell' Episcopato, uni là e autorità.
v'era un vescovo cou 20 sacerdoti. A'7 Il suo stato esige perfezione. Origine
VER VER 77
dc\>cscovatì e della gerarchia ec- sione de'loro vescovi risalendo fin al prin-
clesiastica. Dii'isione delle diocesi e cipio, cosicché qualcuno abbia avuto per
loro gradi gerarchici. Inescavi primi- antecessore un Apostolo, o un uomo apo-
tivi. Delle Metropoli, delle Primazia- stolico a quelli conlemporaneoj poiché a
li e delle Patriarcali, e delle grandi tale indizio si conosce quali sieno le Chie-
Chiese d'Oriente e d* Occidente, colle se Apostoliche. Tale è la chiesa di Smir-
giurisdizioni de* prelati soggetti al ne, di cui ili.° vescovo fu Policarpo po-
Primato del Papa. stovi das. Giovanni. Tale è quella di Ro-
L'Episcopato è istituzione divina, e la ma, ove Clemente fu o«dinato da s. Pie-
1
sua origine risale fino alla Chiesa piirai- tro (oltre suoi immediati predecessori e
i
tiva. WoiJ è perciò un'istituzione cattoli- insieme successori di s. Pietro, ss. Lina i
che risalgonosino agli Apostoli, come rile- loro successoli sino a noi". Aggiunge che
vai in più articoli e precipuamente a In- nella fondazione della Chiesa di Roma
ghilterra, ed a Svezia, parlando della pre- gli Apostoli (o gli uomini apostolici e do-
tesa successione apostolica de'loro vesco- po s. Pietro) vi fecero vescovo Lino, poi
vi; a Presbiteriani eretici, principalmen- Anacleto (o Cleto: su di che va letta la
te di Scozia, che negano il vescovato d'i- Cronologia de Romani Pontefici,ne\ voi.
stituzione divina pretendendo che la
,
XVMIl, p. 3i I e 3 7), e dopo la morte
I
Chiesa sia governala da' soli preti; ed a di questo Clemente I. INovera poi i ve-
Thurles, ripetendo ciò anche nell'ortico- scovi di Roma fino al suo tempo, in cui
lo Vescovo, verso il fine del § IV, iu uno sedeva sulla cattedra di s. Pietro il Papa
alla massiina fuori della Chiesa non vi s.Eleulero eletto nel 79. Eusebio nella 1
e salute, soltanto nella romana conser- sua storia ci conservò nomi delle chie- i
no dal principe la loro Verga [F,) pa- trarietà sorgerebbe di leggi, di riti e fin
storale; e che se la Chiesa vuol esser la di fede tra'fedeli, credendo ogni popolo
prima a prestar uhbidienza al principe ciò che il suo vescovo, però soggetto ad
nell'ordine politico, questi dal canto suo errare, gli proponesse come senso della
deve ubbidire a* ministri di Gesù Cristo Scrittura? Infatti la Chiesa non merite*
nelle cose di Dio, e in luttociò che ha rebbe nome di Chiesa, cioè di congrega-
tratto alla coscienza". I vescovi sono suc- zione, ove fossedisgregata per tante mem-
cessori degli Apostoli senza interruzione, bra, senza ricever l* unità da un' anima,
per far le loro veci nella Chiesa, con Vi- che le informasse e le reggesse. In breve
caria ordinatione^ come si espresse s. Ci- simil governo poliarchico si arroghereb-
priano, gran difensore dell' Episcopato. bere i rettori privati in rispetto a'ioro ve-
Avendo alcuni scismatici tiralo al loro scovi, i preti semplici rispetto a*reltori,iu
partito alcuni de*(ormentati nella perse- fine formerebbe quella Babilonia che
si
cuzione, soiitenevano essi che chi non co- sacrilegamente fìnse Lutero in Roma. 11
municava con que* prelesi martiri, non dottissimo cardinal Wiseman, nella dis-
era membro della Chiesa. Ma s. Cipria- sertazione fatta leggere in Roma nell'ac-
no loro dimostrò, che il centro della co- cademia di Religione cattolica neh 855,
munione cattolica non sono martiri, i di cui pubblicò un sunto la Civiltà Cai-
bensì vescovi, da'quali non si può uno
i tolica^ serie 2.*, 1. 1
1, p. 36 r, suH' unità
separare, senza lasciar l'imita; ed mar- i della Chiesa,dopo aver esposto come og-
tiri slessi diverrebbero scismatici, se si se- gidì più che mai universalmente predo-
parassero dal vescovo. Gesù Cristo vo- mini nel mondo incivilito una gagliarda
lendo fare rispettare il vescovo, e prescri- tendenza verso l'unità, e come essa si pa-
vendo la disciplma della Chiesa, disse a lesi a mille segni negli ordini materiali e
Pietro: Tu sei Pietro y e sopra questa morali, scientifici e civili, ma soprattutto
pietra fonderò la mia Chiesa. Pasce a- in ciò che riguarda la religione e la fede,
ves meas. Di là viene I* ordinazione de' le cui funeste divisioni tengono in gran
vescovi, e la forma unitiva del governo pensiero ed angoscia i più retti e u»eglio
ecclesiastico, per modo che la Chiesa è e- veggenti tra gli eterodossi, entrò nel suo
dihcata sopra i vescovi, a'quali appartie- argomento. Pertanto espose la teoria no-
ne re^gerlci , iu unione al successore di vella di udìIù inveutala da' teologi pru-
VER VER ^9
teslanlì, qualificandola la più perniciosa Chiesa non é già un cadavere o un mero
che sia mai scaturita da cervelli etero- aggregato di parli simili e indipendenti,
dossi, colia quale essi pretendono di da- ma sibbene un corpo organizzalo e viven-
re se non a tutte almeno alle precipue tra te, le cui membra sono tulle unite ed a-
le varie sette ecomunioni cristiane, com- nimateda un medesimo spirito vitaleope-
presavi anclie la Chiesa romana, la sospi- rante all'interno e manifestantesi all'è*
rata unilà d'un sol corpo. DilFicile era il sterno con visibili elfetti. Ora l'unità dì
loro problema, giacché trattavasi di tro* un tutto vitale in ciò dislinguesi da ogni
vare una tal formoladi unità, che toglien- altra unità, che le sue parti non hanno
do del pari ed a'cattolici ed a'proteslan- solo qualche somiglianza di forme inter-
ti il vanto di essere esclusivamente la ve- ne od esterne, ma sono cos'i intimamen-
modo parve ad essi di risolverlo. »» La cattolica romana, della quale, diffusa co-
Chiesa di Cristo, essi dicono, comprende m'è per tutto il mondo, ottimamente si
tutte le Chiese che si reggono a vescovo dice qui grandeggia e fiorisce, là sta in
e professano la medesima credenza. Ogni sul crescere e dilatarsi, altrove geme sot-
sede ^ escovile è indipendente, e basta da to il giogo del regalismo, o spasima sotto
sé sola a lulti i bisogni spirituali de'suoi il ferro della persecuzione,o risorge a nuo-
(tdeii: l'unione gerarchica de' vari vesco- va vita e libertà, e tulle queste proposi-
vi è cosa accidentale, tutto umana, che apparenza contraddittorie si pro-
zioni in
può dipendere dal sovrano temporale; da nunziano con verità nell'unica Chiesa cat-
essa nascono quelle varie aggregazioni re- tolica, come s'ella fosse intiera in tutte le
cuiRoma è il centro ed il Pontefice ro- mezza non si appoggia alla terra, perchè
mano è capo visibile". Le Sctle non so- felicità e ricompensa non sa vederla che
no tra loro concordi nell'unità, non han- nel cielo.Così l'Episcopato cattolico è gua-
no la menoma conoscenza d' una Chiesa rentigia fortissima d'ogni nazione catto-
vera tra loro, e perfidiano nelle loro mu- lica.Eccone due moderni e mirabili e-
tue ostilità e condajine, per la loro natu- L'arcivescovo di Colonia, fermo
setr-pi.
non prirla che una stessa voce, sia ch'e- ministero di monarca protestante, e del
gli prosperi sotto la protezione d'un go- protestantesimo alemanno capo e soste-
verno ecclesiastico per eccellenza, sia che nitore.Da ultimo pelconfiittodi Baden,
si trovi tuttavia alle prese coli* errore e ilvenerando ottuagenario arcivescovo di
con lo scisma, e colla prepotenza de'do- Friburgo coll'un piede nel sepolcro, e sor-
ininanli. J\e' tempi che corrono il vene- reggendosi con la tremula mano il pa-
rando Episcopato subalpino io più incon- storale, imperturbabiledifese i diritti del-
tri fece vedere, che l'Episcopato cattoli- la Chiesa, ed erse la canizie della sua fron-
co non viene meno a'doveri del suo mi- te al cospcllo d'un governo dispotico che
nistero né per minacce, né j)er calunnie, lo minacciava e d'un mezzo popolo di e-
ne per persecuzioni, e in mezzo alla servi- terodossi, destando le simpatie degli stes-
piscopato cattolico, è il canale che perpe- possiamo non gridare pace, ed inculcan-
tua nella Chiesa infallibilmente la dot- doa tutti, colla massima contenzione del'
trina di Gesù Cristo, e ciò egualmente in l'animo nostro,le stesse parole del Divin
lutti i secoli. 11 Sommo Pontefice princi- Nostro Salvatore, non ripetere senza ia-
palmente !)arla all' Episcopato cattolico terjuissioue : Pace a voi, pace a voi. E
colle circolari Lettere apostoliche (nel con queste parole di pace amorevolissi-
quale articolo e altri relativi ragionai a^amente ci rivolgiamo a Voi, che siete
delle lettere cattoliche e canoniche del- chiamati a parte della nostra sollecitudi-
l'Episcopatoj, o Encicliche (/^.), per an- ne, affinchè, secondo la vostra esimia pie-
nunziargli la sua assunzione al Ponlijica- tà, eccitiate con ogni cura e studio i fe-
to (^''.), per la concessione di Ginhilei[F.) commessi alla vostra vigilanza a pre-
deli
universali e straordinari, per la parteci- gare Dio ottimo massimo che voglia con-
pazione delle persecuzioni ode'trionfi del- cedere a tutti la desìderatissima sua pa-
la Chiesa, e per altri gravi argomenti, co- ce. Per questa cagione j\oi, secondo il pa-
me di recente per la pace nel tristissimo storale nostro dovere non abbiamo la- ,
clamore dell'irrompente guerra, eccitata» sciato di ordinare che in tutti gli stati no-
si tra popoli cattolici, l'indirizzò a'27 a- stri pontifìcii si olTrano pubbliche pre-
prileiBSg Papa Pio IX, che comincia
il ghiere al clementissimo Padre delle mi-
colle parole Ciim Sancta Mater Eccle- sericordie. E seguendo gì* illustri esempi
sia^ dopo il consueto saluto: Fenerahiles de'nostri Predecessori, abbiamo stabilito
Fratres , salutem et apostolicaui bene- di rivolgerci alle preghiere vostre e di
dictionem (della qual formola parlai ne' tutta la Chiesa. Pertanto con queste no-
"voi. V, p. Qi5y XXVII, p. 23 e altrove). 1 stre lettere vi chiediamo,oVenerabiliFra-
La pubblicò il n. 102 del Giornale di che, secondo l'esimia vostra reli-
lelli,
Roma del 1859, premesso il solilo indi- gione , vogliate ordinare quanto prima
rizzo Lettera Enciclica della Santità
: pubbliche preghiere nelle vostre diocesi,
di Nostro Signore, per divinaprovviden- colle qualii fedeli a Voi commessi, im-
za Papa Pio IX , a tutti i Patriarchi, plorato il potentissimo patrocinio del-
Primati, Arcivescovi, P^escovi ed altri l'Immacolata e ss. Madre di Dio Vergine
Ordinarli aventigrazia e comunione col- Maria, caldamente preghino e supplichi-
la Sede Apostolica. Per saggio, come il no Iddio ricco in misericordia perchè, pe'
Papa parla all' Episcopato cattolico , io meriti dell'UnigeuitoFigliuol suo Signor
buona parie la riprodurrò. Prima note- Nostro Gesù Cristo, allontanando da noi
rò, che nell'altre suole premettere, come la sua indegnazione e togliendo le guerre
pure nelle Bolle e altri Z^/joZo^i pontifi- fiu dagli ultimi confini della terra, colla
formola: Salnteni et Apostolicani
cii, la sua Divina grazia illustri tutte le menti,
Benedictioneni (F.). La qual formola, col e tutti i cuori infiammi dell'amore della
Fenerabilis Frater, usa ne* Brevi apO' pace cristiana, e faccia colla sua onnipo-
stoliciche dirige ad alcun vescovo.» Vi- tente forza che tutti radicati e fondati nel-
cario in terra di Colui che, nascendo dal- la fede e nella carità osservino diligentis-
la Verginei mmacolala, annunziò per mez- simamente i suoi santi comandamenti,
zo degli Angeli suoi la pace agli uomini chiedano con cuore umile e contrito il
di buona volontà, e risorgendo dalla mor- perdono de'loro peccati, e dechinandodal
VOL. xcv. 6
82 VE S VES
male e facendo bene camminino per le
il perchè soggiunge. »» La Gerarchia divi-
-vie ilella giustizia, ed abbiano ed eserciti •
na composta del solo Episcopato col suo
no fra se i?icendevole e continua carità, Capo, e di lutti i preti e ministri; i ve-
e conseguiscano così con Dio, con se stes- scovi successori degli ^^09/o/iesoli che
asi e con tutti gli uomini la pace salutare. governano la Chiesa di Dio, e che com-
IN'ondubitiamo, Venerabili Fratelli, che mettono a'preti e diaconi quelle cose del-
Voi, secondo la provata osservanza ver- l'ordine presbiterale e diaconale che a*
so Noi e quest'Apostolica Sede, non siate medesimi vescovi sembrano opportune,
per compiere diligentissimamente questi e quando vogliono e come vogliono e a
nostri desiderii". Seguono l' indulgenze, chi vogliono; che delegano quella di giu-
anche plenaria, a'fedeli che eseguiranno risdizione esterna a qualunque Ecclesia-
le preghiere loro ordinale dall'Episcopa- stico, ancorché non prete o diacono". Tol-
to. « Finalmente nulla ci è più grato che to l'Episcopato è tolta la Chiesa; avvili-
di servirci anco di quest'occasione perdi to l'Episcopato, la Chiesa va sossopra. Il
L* Episcopato ossia della podestà di go- vescovato è lo slato più perfetto della
vernare la Chiesa di Gesìi Cristo, Ro- Chiesa di Dio, anzi slato di perfezione.
ma 1789, Orvieto 1887. Così quella di L'episcopato è un peso terribile. Tutti
Gio. Antonio Bianchi, Della podestà e questi gravi punti svolge eruditamente il
della polizia della Chiesa trattati due j Nardi. Quanto all'ultimo, neWfi Storia de*
contro le nuove opinioni di Pietro Gian- Pontefici del Novaes, trovo di Papa s. Or-
none ^ dedicati al Principe degli Jposto- misda del 5i4j che con sua lettera de-
lif Roma 1745». Pareri dell Episcopato cretale a tulio l'Episcopato della Spagna,
Cattolico^ sulla definizione dogmatica comandò che il vescovato non si ottenes-
dell'Immacolato Concepimento della B. secon doni o ricercasse con ossequi. Co-
Fergine Maria^ Roma i85i. Fontana, me ripetutamente i Papi condannarono
Difesa dell' Episcopato ^IXom^ i 78g.Leg- V Investiture ecclesiastiche ^ lo narrai in
j;o nella dotta opeia del parroco d. Luigi quell'articolo e io altri relativi. Nicolò III
Nardi. DeParrochi, dedicala a' vescovi del 1277 spediva con maggior brevità de*
della Chiesa Cattolica. 11 vescovato non predecessori i vescovati vacanti;e nel con-
è il colmo del paslorato, mail colmo del ferire il sacerdozio sceglieva più gli uo-
Sacerdozio (^.), e il pastorato islesso. E mini di santa vita, che i dotti. Leone X
il sacerdozio maggiore, e la sorgente del del i5i3 fu di tanta integrità nella col-
sacerdozio, perciò anticamente il solo ve- lazione de'beneficii ecclesiaslici,chesi rac-
scovo appellavasi Sacerdote (/^.), ed il comandava spesso a' ministri, onde non
vescovato appellasi sacerdozio , e sacer- gliene ridondasse pentimento. Diceva il
dozio fu eziandio chiamato l'Episcopato, successore Adriano VI: Non ^oler ornare
VES VES 83
I sacerdoti colle chiese , ma queste con giunte le ricche rendile, il desiderare tal
quelli. Notai altrove, che appeoa eletto carico difficilmente si può scusare d'am-
nel 1 566 s. V
pronunziò questa sen*
Pio bizione e d'avarizia. È poi presunzione e
lenza: Nel convento aver speralo salvar- temerità il persuadersi esser abile al ve-
si; eletto vescovo e cardinale, cominciò a scovato, per richiedere perfezione di vita
leiuerne, crealo Papa, quasi ne dispera- e dottrina; laonde ben disse il Tridentino,
va. Clemente XI del 1700, spesso ripe- che il vescovato, est onus' Angelici^ ha-
leva: Indegno è del vescovato chi se lo meris formidanduriiy perchè chi sotten-
procura. Clemente XII deli 780, a toglie- tra a questo carico, s'obbliga a dar conto
re l'abuso ch'eravi in Germania di dare a Dio, non solo dell'anima sua, ma anco
a un medesimo soggetto l'auiministrazio- di quelle che sono alla sua cura commes-
nedi parecchi vescovati, ordinò che al pos- se. Perciò tanti santi uomini a tutto lo-
sessore di uno non si concedessero le bol- ro potere procurarono di non esser pro-
le peraltro, se non per grave motivo; e mossi al vescovato, come i ss. Ambrogio
che all'amministratore due s'impones-
di e Sinesio (in onore della vu-tù de* quali
se la coudizione di lasciarne uno, doven- il Menochio nella centuria 5.* scrisse
p.
dosi negare assolutamente a chi ne pos- il Quanto sforzo fecero s. Ani-
cap. 26:
sedeva tre. Il p. Menochio, StuorCy cen* brogio e s. Sinesio filosofo, per non es-
luria 2.', cap. 87: Come sì debba inten^ sere promossi al vescovato)^ s. Agostino,
dere quel detto di s. Paolo: Si quis E- s. Fulgenzio e altri. Per non riportare al-
piscopatum desiderai bonwn opus desi- tro, che bello sarebbe il riferire, termina
deraij dice siccome Episcopus significa
: l'eruditissimo p. Menochio, con avverti-
soprinlendente^cìoè colui che ha cura d'ai- re doversi moderare il desiderio, e mol-
Iri, e al quale incombe per uftìzio il fa- to più le pratiche che talora si fanno da
ticare nell'i nsegnare e nel governare quel- alcuni, che non hanno le qualità richie-
h che sono commessi alla sua sollecitudi- ste da s. Paolo nella lettera a Timoteo,
ne e fede, da Eusebio chiamato, commu- di composto, grave, modesto, irriprensi-
nem Urbis Episcopum a Deo constitu- bile, prudente, sobrio, pudico, ospitale e
tum, anche s. Girolamo disse significare dotto, cioè atto e applicato ad insegnare
il nome di Vescovo un uffizio di fatica e istruire l'anime che ha in cura. Lodò
e di sollecitudine, non di comodità o de- s. Cipriano, Papa s. Cornelio, il quale non
lìzie. Molto poi più faticosa era la cura domandò, né s'insinuò per ottenere la
episcopale al tempo di s. Paolo, anzi era dignità episcopale, ma quieto e modesto
come un grado e scaglione prossimo al fu forzatoad accettarla, come sono quelli
martirio, il che pure rilevò Alvaro Pe- che a quel grado sono assunti per divina
Ingio. medesimo scrisse s. Gregorio I
Il elezione. Papa s. Gregorio I non costrin-
nel Pastorale^ s. Anselmo ealtri. In quel- se mai veruno ad accettare il vescovato.
l'epoca siccome il divin fondatore della L'annalista Rinaldi riferisce un copioso
Chiesa Gesù Cristo, eterno Pastorede'Pa- numero di vescovati virtuósamente ri-
stori, comunicava a molti il desiderio di cusati.
patire , e dare anche il sangue e la vita L'origine de* vescovati e della gerarchia
per la fede, così dava a non pochi animo ecclesiastica, ecco come la descrive il p.
grande di sostenere il carico episcopale, Bona n ni , La Gerarchia Ecclesiastica,
eh' era come mettersi nella prima fila cap, 18, ma v' intreccierò alcune diluci-
«iell'esercito della Chiesa militante, e ad dazioni. Nella dimora fatta da Gesù Cri-
evidentissimo pericolo di lasciarvi la vi- sto in questa terra, die'principio alla fab-
ta. Ma cessate le persecuzioni ed i perì- brica della Chiesa romana , fondandola
coli, airautoritù e dignità episcopale ag- sopra una solidissima pietra, nella perso-
i84 VES VES
«a del principe degli Apostoli s. Pietro e maggiori, ed il più stimato di tutti era
(/^.), contro la quale niuna forza potesse il flamine diale, il quale si s«?rviva della
prevalere e atterrarla. Gesù Cristo disse sedia curule e della veste prelesta, e del
a'suoì Apostoli e Discepoli: Come mio littore. Gli scrittori concordemente asse-
Padre spedi me, cosi io voi spedisco. Lo riscono, che l'antica disciplina della Chie-
Spirito Santo vi ha eletti per reggere la sa a ciascuna città assegnava ordinaria-
Chiesa di Dio. Neirascendere poi al cie- mente il come ordinò s.
proprio vescovo,
lo, lasciò alla cura di tale edifizio, in s. Paolo aTito suo discepolo, constituas per
Pietro un nuovo e sommo sacerdote, co- cìi'itates presbyteros, ma la parola pre-
me suo vicario in terra, il quale insieme sbyteros deve prendersi per vescovi, poi-
cogli altri Apostoli eletti a perfezionar la ché in principio nome il di P^ete era co-
fabbrica cominciata , breve tempo si
in mune tanto a'vescovi, che a'sacerdoli. An-
vedesse compila 1' opera e con sagra
, zi alcuni col Giorgi dimostrano che il co-
pompa dovuta maestà divina, si ve-
alla stume di que' secoli, tanto nell'oriente
desse continuamente sopra gli altari of- quanto neiroccidente, fu non solamente
frire l'Agnellodi vino. Gli Apostoli, col ca- di fissar cattedre vescovili nelle città, ma
po loro s. Pietro , fondata già da questi ancora ne'caslelli e Terre [F.) più insi-
la sede à* Antiochia metropoli della Si- gni. Avverte il Wardi,chela parola Op-
ria {V-)i per compiere la fabbrica pro- pidunie Castellum, che si spiega per pae-
digiosa , non essendo sicuri in Gerusa- se, negli antichi monumenti ecclesiastici
lemme (F.) , della quale s. Pietro avea spessissimo indica città vescovile, come il
detta, Urbs Apostoli eSede Apostolica. I le quando parlano delle terre, che furo-
s ac e r do li fìa mini da'romani venivano ri- no città, se non sono episcopali, le chia-
guardali ministri della religione , come mano soltanto paesi e terre, sebbene co-
i vescovi sono tenuti da'caltolici, onde i munemente denominate e riconosciute
primi ordinatori de'vescovati mettevano per città. I Papi nell'erigere le sedi ve-
il vescovo in quelle sole città ove trova- scovili, il luogo di residenza se nou è cit-
"veano cura speciale de' suoi sagrifizi, ed vide leggi l'abuso di stabilire le cattedre
erano così chiamali dal filo col quale si vescovili ne'caslelli e nelle terre,a taleef-
cingevano il capo, quasi si dicessero fila- avendo promulgalo decreti conci-
fello i
ìuineSf o dal flammeo velo col quale cuo- lii 347, di Laodicea del
di Sardica del
privauo la testa: vi erano flamini minori 364, e di Cartagine del 390 e del 397,
y
V ES VES 85
vietando l'erezione tlelle calledrali ne* pracjecinius. Libro Pontificale nella
Il
piccoli luoghi e ne' castelli, avendo scrit- vita di s. Sisto! Papa deli 32 dice: Con-
to s. Atanasio, /jr^e/er traditionem esse slituit utquicumqiie Episcopus evocatus
mo. Il Nardi però dice, che pfigo era un tere Formate). Gregorio prete di Cesa-
tratto di paese ossia campagna, che siid- rea nell'orazione sul concilio Niceno, men-
dividevasi in vari paeselli, o vichi e vìlle^ tova ex quanam Paroecia, cioè di qual
ed anche le città erano divise in 7 vichi diocesi fossero i vescovi intervenuti a ta-
o regioni; e che o ve ne'paesi di campa- le concilio. Il celebre concilio di Sardi-
gna erasi formalo un competente nume- ca del 34*2 circa, che devesi quasi con-
ro di fedeli, nel vico capoluogo del pago, siderare come generale, quale appendice
dopo la pace data alla Chiesa, i vescovi vi del IN iceno, nel can. 1 5 stabilì: Si quis E-
stabilirono de'preti, formandosi cosi una piscopus ex alia Parochia velit alienimi
parrocchia rurale, e già notai che talvol- ministrimi sine consensu proprii Episco-
ta col vocabolo parrocchia nell'antichi- pi in aliqiio grado constituerey irrita^ et
tà si chiamò la diocesi. Questa, ossia il infirma ejiismodi constitutio existime-
vescovato, si disse pure la provincia con- tiir. chiama Parrocchia la dio-
S. Cirillo
lenente più vescovati, significando c^^ra- cesi di Gerusalemme, culla di nostra s.
tor e recLor il vescovo. Aggiunge il Nar- Religione; e s. Girolamo quella di Bar-
di,Diocesi anticamente chiamavansi le cellona;comeEnsebio avea chiamale Par-
Provincie de'patriarchi, e sovente anche rocchie le diocesi di Roma, madre di tut-
le Provincie de'rnetropolitani ossia tutto te le Chiese e centro del Cristianesimo
il territorio coutenenle i vescovati sufTra- di Alessandria, di Antiochia, di Geru-
ganei (altretlanlo dissi nel ricordato ar- salemme {y.)' Tale fu il linguaggio ec-
ticolo, e in quelli di silFalle diocesi o e- clesiastico, osserva Nardi, prima che fos-
sarchie o esarcali); e che trovasi Con- sero dati i nomi di parrocchie e parrò-
diocesano per Vescovo Comprovinciale^ chi, a quelle e quelli d'oggidì, ed il ve-
e Dioecesaais Sacerdotibus per dire Coe- scovo non fu chiamato Parochus. Si dis-
piscopis Provinciae noslrae, nel 3.° con- se diocesi per luogo separalo, ed il Nar-
cilio di Soissons deir853j lo stesso vedesi di crede spiegare Dioecesim del can. 33
indocumenli del g^SjdelgSS e delio4i del concilio d'Orleans del 54 1, con rite-
circa. Lai.* volta che ne'monumenti ec- nere significare quegli oratorii ne' recinti
clesiastici incontrasi la parola Paroecia, de'Iatifondi, e ne'recinti de'castelli rurali
sempre però nel senso di Diocesi o Vc' de'signori, che a que'tcmpi vivevano al-
tfcoi'^fo , è neir epistola circolare della lacampagna, che per la loro separazio-
chiesa di Smirne sul martirio patito, do- ne dal resto delle terre del popolo for-
po la metà del 11 secolo, dal suo venera- mavano quasi un luogo separato; poi-
bilissimo vescovo s. Policarpo discepolo ché tale è l'etimologia greca della dioce-
degli Apostoli. Nella lettera 2.^ di s. Gle- si, che poi significò il territorio separalo
niente vedesi Parochia per diocesi. Il Ca- di ciascun vescovo. Dipoi alcuni signori
none I Episcopo non
3 apostolico dice : eressero que'Ioro oratorii io parrocchie,
licere alienare Parochianiy propria re- onde si moltiplicarono e ne derivarono i
lieta, pervadere. Il lib. 7 delle Costitu- padronati colla nomina del parroco, oltre
zioni apostoliche, parlando nel cap. 47» i diritti sulla chiesa e beni. Si ponno ve-
de'vescovi ordinati per varie città, sog- dere G. A. Cornaro, De' Parrochi, Pavia
giunge: /// sunt quos Paroeciis Domini 1 788. A. Gnudi, Del manlenimenlo de-
^
86 VES VES
gli Economi e de successori nelle par- nate provincie non fiorissero molti ve-
rocchie, Bologna 1789. SoQ\.\ev, Monita scovi, ma così chiama vansi, perchè o fos-
ad Parochos, aliosque Sacerdotes ani- sero primati di quelle provincie, ovvero
niariun ciirani habentes, Piomae 1826. sebbene fossero vescovi d'altre provincie,
Catechismus ad Ptìtroc/w^, Pala vii 1 688. esercitassero in queste per comandamen-
Guidi, Duplicato annuale di parrocchia- to aposlolico le funzioni vescovili. Altri
li discorsi^ Venezia 76 Agostino Bar-
1 1 . poi si sono chiamali tali, per ignoranza
bosa, De officio et pò testate Parochi, degli scrittori, i quali poco pratici delia
Lugduni 670. 1 11 Piazza, Gerarchia Car- topografia ecclesiastica, ne'cataloghi de'
c?/>2«//zzVr, ragionando della chiesa subur- vescovi ,
principalmente settentrionali,
bicaria di Sabina (a* nostri giorni dimi- trascuratamente non notarono le ciità,
nuita coll'erezione del vescovato di Pog- ma le nazioni; onde devesi intendere che
gio Mirteto^ e con quanto altro dissi ne' lo stesso sia appo loro il dire vescovo del-
due articoli), nota che quest'ampia dio- la Gallia e vescovo Gallo, dell' Anglia o
cesi si chiama col titolo della provincia, Anglo. In tal modo
Martino si chia-
s.
non con quello di veruna città o metro- mò vescovo della Francia, sebbene solo
poli, dicendosi vescovo di Sabina, non di di Tours, e s. Massimo della Sicilia, seb-
Magliano, sede del vescovo, ne di Cwr/, bene solo di Taormina. Non così della Sa-
i]è di Foro Nuovo, né di Noniento^ città bina, il di cui vescovo negli ultimi secoli
antiche e celebri, indi sedi vescovili. Im- non fu più sabinese, e distrutte le sue 3
perocché, egli pure dice, che si appren- antiche città vescovili, di stabile residen-
de dall'istorie ecclesiastiche, aver costu- za, giustamente s'intitolò dal nome della
mato gli Apostoli e loro successori, quan- provincia, per la celebrità di essa. Del re-
do andavasi propagando felicemente la slOj benché i suddetti concilii avessero
religione cristiana, di erigere i vescovati proibito l'erezione de'vescovati ne'castel-
e gli arcivescovati, ove risiedevano i fla- li, terre o borghi , da per lutto non fu
mini o protoflamini de' gentili, e quivi osservato,come nella Pentapoli della Li-
si ordinavano vescovi e gli arcivescovi,
i bia, in altre parti dell' Africa, ed anche
il che trovasi poi confermato da' Papi s. in Asia. Ripullulato l'abuso nell'occiden-
Clemente I dell'anno 80, dal successore te a' tempi di Carlo Magno, questi nel
s.Anacleto, e da s. Lucio I del 255; e 789 rinnovò ne'suoi capitolari il canone
perciò nel sinodo romano del 4^5, adu- di Sardica. Va avvertito, il notato a Rie-
nalo da Papa s. IIaro,si sottoscrisse Ti- ti, non doversi credere i primi vescovi
berio vescovo di Curi. E sebbene trova- conosciuti per fondatori de'loro vescova-
si in alcuni luoghi dell'istoria ecclesiasti- ti, tranne quelli che certi documenti lo
ca, essersi chiamati diversi© metropolita- provano. Altra cosa è fondazionedi Chie-
ni o vescovi dal nome delie provincie, co- sa, ossia di vescovato, col ripartimento
me wtW Epistole di s. Gregorio I: Ma- e confini della diocesi, colla destinazione
ximiano Arabiae^ et Felici Siciliae E- del tempio pe' sagri ministri; altra cosa
piscopis, Aiigusiinus jingliae Episcopo il principio e introduzione della vera re*
Georgio Episcopo Italiae, Felici Epi- ligione e del culto del vero Dio in una
scopo Sardiniae, Leandro Episcopo Hi- popolazione. Anche il Memorie
Santini,
spaniae. Così pure nel Menologìo greco, di Tolentino, p. 88, nota non doversi de-
chiamasi s. Martino vescovo della Fran- durre l'origine de'vescovati dal 1.° vesco-
cia, es. Massimo della Sicilia ; più mo- vo che si trova ricordato, quando non si
dernamente il gesuita Apollinare vesco- sappia esser egli stato veramente il primo,
vo Niceno, vescovo d'Etiopia. Nondime- citando autori che ciò sostengono a van-
no non devesi credere, che nelle noini- taggio delle chiese. La loro divisione si
VES VE S 8'
2,^p. 287, racconta col Noguier, che Pa- tro discepolo s. Ignazio era stato il 2."
pa s. Dionisio nel 260 fece l'uni versai di- successore nella Cattedra d'Antiochia) e
.*
visione delle diocesi assegnando a cia- , contemporaneo di s. Ignazio, nella sua i
scovo di Cordova, pregato il Papa di pre- i vescovi. Altrove egli fa espressa menzio-
ma, spiegando il modo da lui tenuto. Tut- posto loro assegnato , e i leviti ancora
tavolta non tace, che sulla divisione del- hanno il loro ministero; i laici devono a-
le diocesi de' vescovati non vi è altra me- dempiere i loro doveri. Ciascuno di voi,
moria che nel ììbvo DeRomanis Pontifici- fratelli, ringrazi Dio dello stato, in cui
bus, di parole brevi e oscure. Hic (Dio- fu posto, procurando di conservar la pro-
nisio) presbyteris divisisEcclesias^et eoe- pria coscienza senza rimorso, e non si sco-
meterias,parochiasque,et Dioeceses con- sti dalla regola, che seguir dee". Meglio
può vedere il vescovo Marini,
stiluit. Si non potevasi distinguere chiaramente i
scovo essendo nel i." rango tiene il posto nel Tempio '. Dunque Girolamo era
s.
di Dio, i sacerdoti rappresentano il se- persuaso, che gli Apostoli non senza di^i-
88 VES VÈS
Da ispirazione avessero nella Chiesa sta- da Eusebio, è che i sacerdoti passavano
bilito lo stesso ordine de'ministri, cui a- dal rango loro al vescovato, come supe-
\ea posto Dio nel Tabernacolo e nel Tem- riore. Anche s. Sisto 1 e s. Dionisio da
pio. E che non v* ha minor distinzione sacerdoti furono eletti Papi, nel i Zi e nel
tra'vescovi, i sacerdoti e diaconi, di quel-
i 261. Il p. Chardon nel cap. 1 continua
la che passava tra il Sommo Sacerdote, la materia stessa, e fa vedere che le Chie-
cui doveri, funzioni e prerogative erano nato di sacerdoti, il quale fosse eguale in
in molte cose tanto dilì'erenli. li p. Char- podestà al vescovo, esponendo pure leo-
don combalte quindi nemici della ge-i pinioni degli scolastici. JNel senato o Pre-
rarchia ecclesiastica, che si sforzano d'im- shiterìo de' sacerdoti, questi non furono
brogliare con sommo Secondo
artifizio. altro che cooperatori destinali ad aiuta-
il comando del divin Maestro, dopo la re i vescovi, con dipendenza e inferiori-
sua risurrezione, gli Apostoli andarono tà da essi. Gli Apostoli ninna cosa ebbero
predicando il regno di Dio, e fecero ve- tanto a cuore, quanto di conformarsi in
scovi, sacerdoti e diaconi quelli che ave- tutto alle intenzioni del loro divino Mae-
vano provato collo spirito di Dio. Non stro. Non può negarsi ch'Egli abbia a cia-
istabilirono lutto a un tratto e da per tul- scun di loro in particolare conferito il
io l'ordine gerarchico, ma a misura che potere necessario pel governo della Chie-
la conversione de'popoli lo permetteva, sa, e per conseguente non si può dubita-
guidati dallo Spinto Santo. Non istabi- re ch'essi non abbiano fatto lo stesso, tra-
lirono subito un vescovo e molti sacer- smettendo la loro podestà non ad un'as-
doti in qualunque città, come ora si fa, semblea, ma
capo e superiore d' una
al
cerdote o più secondo il bisogno. E' cre- ciascuna città v'era un vescovo, che pre-
dibile, che ne' luoghi da loro frequentati siedeva a tutti gli affari di religione, ed
collocassero sacerdoti semplici, mentre po- era incaricato di render conto a Dio del-
tevano supplire essi alle funzioni episco- Tanime de' fedeli. S. Giovanni txeW apo-
pali; ma ne'più rimoti stabilissero vesco- calisse scrive a' vescovi delle sette Chie-
vi, ov* essipersonalmente non arrivava- se, e li nomina Angeli, per indicare la
no. Così s. Paolo mandò Tito in Creta preminenza loro, alludendoagliAngeli cui
in qualità di vescovo per consagrar altri commise Dio la cura de'corpi sublunari.
\escovi e preti nelle vicine città, a misu- Anco gli scrittori ecclesiastici affermano,
ra che si estendeva la fede. De' vescovi che alla fine del I secolo e avanti la me-
spediti da s. Pietro da lloma, sì ne'luo- tà del II, le Chiese avevano ciascuna il
chi suburbani, che in molte parti, ne par- loro vescovo, e nessuno fa menzione di
lai a'ioro articoli. Quando poi la Chiesa veruna chiesa governata da un certo nu-
ebbe corpo, gli Apostoli fissarono tre clas- mero di sacerdoti indipendenti. In fine
si di gerarchia, acciocché i vescovi faces- ella è cosasi certa, che i più risoluti ne-
sero le loro veci in reggendola dopo la mici della gerarchia sono costretti a con-
loro morte coll'aiuto de'sacerdoli e dia- fessare, che un secolo e mezzo dopo il
coni. Il che avevano fatto prima nella f crho Incarna to,eva\\ un ordine distin-
chiesa di Gerusalemme, madre e model- to del sacerdozio, e che i vescovi avevano
lo di tutte le altre, ov'erano sacerdoti e autorità sopra i preti, come sopra il ri-
diaconi, ed ove crearono vescovo il sud- ma nenie del Clero e de Fedeli. Confor-
detto s. Giacomo. Altra prova della pre- me alla credenza della Chiesa, circa i- l'
novando e soltanto confermando ciò tuala nella reggenza di Tunisi {F.). 1 ve-
che osservavasi. Pviconobbe l'autorità di non aveva-
scovi delle altre città capitali
quella del Fescovo di Roma, sui vesco- no autorità su quelli delle altre, e perfi-
vi delle sue provincie; quella del vescovo no quando in processo di tempo la distan-
ò' Alessandria , sui vescovi dtìì' Egitto^ za de'luoghi, e la moltiplicazione de've-
della Libia e deWa Pcntapoli j cosi di scovati gli obbligò a coustituire in ciascu-
quello d'Jniiochiaj e che si conservasse- na provincia uu primate, che presiedes-
90 VE S VES
se all'adunanze de* vescovi comprovincia. vescovi, ne'luoghi troppo distanti do Car-
]i, (|uesta prennìnenza non fu data, come tagine fu ciò stabilito pel sollecito disbri-
altrove, alla sedia della città capitale del- go degl'interessi ecclesiastici, e perchè le
la provincia, ma al vescovo più anziano chiese non rimanessero vacanti lungo tem-
del paese, il quale usava della sua auto- po, se fosse stato d'uopo attendere gli or-
rità con subordinazione al vescovo di Car- dini o la presenza del vescovo di Carta-
tagine , eh* era perciò in alcun modo il gine per consagrare i vescovi. Perciò
solo metropolitano di tutta l'Africa. Es- questo vescovo, da metronolitano ch'egli
sendo insorto dubbio circa il luogo ove era, divenne quel che dicesi primate , e
dovessero custodirsi registri della pro-
i perlai modo forse le sedie d'Alessandria e
"vincia, venne con un canone decretato, d'Antiochia divennero patriarcali, essen-
di pieno consenso de* vescovi sottoscritti, dosi da queste chiese matrici sparsa la fede
che la Matricola (P^.) e gli Archivi del- nelle vicine provincie, ove furono manda-
la iVumidia si conservino nella chiesa del ti a principio semplici vescovi, a'quali poi
1° vescovato e nella metropoli, cioè Co- si dovette preporre capi o metropolita-
stantina. Questa prima sedia era quella ni, che restassero dipendenti da queste
di primate di Numidia, odel vescovo an- primarie sedi. Ma il particolare delle
ziano (il quale modestamente intitolava- chiese africane , è che i capi de* vescovi
si il primo j ed in Ilalia la preminenza comprovinciali erano i vescovi più anzia-
goduta da s. Eusebio vescovo di F'erceUif ni ; laddove nell'altre parti della cristia-
come rimarcai in quell'articolo, appunto nità, la dignità di primate o metropoli-
derivò specialmente dalla sua anzianità tano fu annessa alla città capitale della
tra gli altri vescovi della provincia), e la provincia giusta l'ordine del governo ci-
giudicasse spediente farlodepositario de- de' primi vescovi, e sembra che gli Apo-
gli archivi, perchè forse stavano colà più stoli abbiano avuto mira di adattare lo
sicuri, che non appresso il primate, la cui stato delle Chiese a quello dell' impero
residenza era talvolta un borgo aperto romano, ripartito in provincie sotto il go-
senza mura di cinta. Qui il p. Bernardo verno d'un magistrato, che dalla dignità
da Venezia, traduttore e annotatore del delle Provincie sortiva il nome, e risiede-
p. Chardon, dichiara non comprendere, va nella città capitale, che perciò chia-
come dal mentovato canone l'autore ri> ma vasi Città Madre o Metropoli. Que-
cavi, che il vescovo di Cartagine fosse il sta loro intenzione si scorge da ir£)9/5/o-
solo metropolitano di tutte le provincie /edis. Paolo, che sono dirette tuttea chie-
africiine. Forse, soggiunge, si fonda sulla se metropolitane, o a' vescovi che le reg-
distinzione, che fanno i vescovi tra lai." gevano , tranne forse quella a' filippesi.
sedia e la sedia della città metropoli. Que- Sebbene gli Apostoli nonabbiano con ap-
sti primati, o primi vescovi di ciascuna posite leggi stabilito per capo della pro-
provincia africana non furono istituiti vincia il vescovo della metropoli, ebbero
che dopo s. Cipriano, quando si divise tuttavia intenzione che così si facesse, di
l'Africa in 6 provincie ,
poiché innanzi che grandi ragioni avevano; poiché per
l'impero di Costantino I non se ne vede quanto confidassero in Dio, e da lui uni-
traccia nelle memorie ecclesiastiche,e tut» camente attendessero l'esito felice de' lo-
ti i vescovi erano immediatamente sog- ro travagli, non trascuravano tuttavia i
getti aquellodi Cartagine. Solamente do- mezzi umani loro somministrati dalla di-
nelle città capitali, donde la fede poteva giurisdizione erano stabiliti ; echi penso,
piùfacilmentepassarealle altre, e poteva- essersi bensì seguita la forma della repub-
no i vescovi di queAtesedi primarie più a- blica giudaica, ma colla considerazione
gevolmenle vegliare sul procedere de'lo- delle sinagoghe e de'Ioro capi. Non man- ^
ro colleghi nell'Episcopato, e correggere co chi sosteime derivate V ecclesiastiche
i nascenti abusi delle provincie, usando metropoli, posteriori a' tempi apostolici,
i popoli di portarsi in folla alle città capi- per opera de' concihi, de* Papi, degl'im-
tali, ove i governatori rendevano giusti- peratori. Opinioni tutte, secondo Maffei,
zia a' ricorrenti. Verso la metà del IV che in parte patiscono eccezione, rilevan-
secolo il concilio d'Antiochia represse al- do che in Africa col modesto nooìe di
cuni vescovi che affettavano indipenden- primo era metropolita nelle provincie il
za, sul pretesto che le loro chiese erano vescovo anziano d' ordinazione, per cui
state fondate dagli Apostoli, invitandoli sovente il più vecchio nella dignità risie-
a riconoscere per superiore il metropoli- deva in un borgo, luogo del suo vescova-
tano, giusta 1' antichissima regola, pro- to. A lui ripugna, che per metropoli ci-
Sinodi provinciali, costrinse a distribui- fosse eretta il Primato della Sede apo-
:
gì VES VES
s. Ambrogio vescovo
Milano trovasi la di Pretorio di Roma, e quella delle chiese
grande giurisdizione da lui esercitata, soggette al vescovo d' Alessandria, con-
pel sommo credito clie godeva, e pel suo viene al Sommo Pontefice nella sola par-
operare Milano fece la i.* figura nella ci ticolare sua qualità di patriarca d'Occi-
vii diocesi d'Italia, onde Verona ancora dente, senza verun pregiudizio a quello
lo riconobbe pel suo primate. Egregia- di capo della Chiesa universale, troppo
mente scrisse Domenico Giorgi, De an- bene stabilita in tutti secoli precedenti i
li, secondo la divisióne delle provincie ec- ziani. Circa alla chiesa di Gerusalemme
clesiastiche nel concilia di Nicea, regola- nomala ancor Elia, e poco considerabile
ta colla norma di quella delle provincie fuorché per rappresentare l'antica ch'e-
dell'impero, dichiarano. Dopo la giuris- ra stata onorata dalla presenza del Figlio
dizione universale del vescovo di Ro- di Dio, i Padri giudicarono opportuno
iiiGf nella sua qualifica di Succesiore di il decorarla del titolo di chiesa patriar-
s. Pietro e di Vicario di Gesù Cristo, si cale e il concedere al vescovo di essa una
vede venir quella ò.' Alessandria eà' An- presidenza d'onore, senza pregiudizio
tiochia su parecchie provincie; quella nondimeno duini del vescovo di Cesa-
ai
rie città dell'impero godevano eglino pu- scovati, aver la disciplina ecclesiastica se-
sia, propriamente detta, il vescovo di sede de' vescovati, le cui diocesi si sten-
Cesarea'm Cappadocia.e quello di Era- devano per quel tratto che dipendevano
cleam Tracia. Anche il vescovo di Car- dalla giurisdizione del magistrato laico;
tagine avea una grande autorità su tutte e come i magistrali subalterni soggiace-
la a qualcuna delle precedenti chiese, es- desime città erano subordinati al vesco-
sa lo è solamente sotto certi rispetti, va- vo della città capitale, residenza del pre-
le a dire nel riguardarne semplicemente side, del pro-pretore, del pretore, o del
il capo, come vescovo, sia come me-
sia proconsole; ilqual vescovo era dello me-
tropolitano, sia come primate o patriar- tropolitano, come la città capitale porta-
ca. Tutto paragone che viene qui isti-
il va la qualifica di metropoli civile. E seb-
tuito tra la dipendenza delle chiese d'I- bene la chiesa di Gerusalemme fu la pri-
talia dette suburbane, come di città sot- ma nel tempo dell' istituzione^ e per la
tomesse alla giarisdizioue dcPrefcUi del nobiltà de' a>isleri dell' umana redcnzio-
VES VES 93
ne ivi consumala pareva ragionevolmen- tana, e Niimidia. Furono soggette al
la
sa patriarcale; ma
non ostante che fosse geografi non sono d'accordo, laonde me-
istituita da s. Pietro prima ancora ch'e- glio è vedere i loro articoli quanto alla
gli mandasse s. Marco a fondar la chiesa parte che si attribuì all' Alessandrino.
d* Alessandria, conlullociò quest' ultima Dovrò riparlare de'patriarcati e loro Pro-
fu preferita nella dignità all'Antiochena, vincie ecclesiastiche. Il Zaccaria, Anti-
perchè la prefettura d' Alessatjdria capi- Febhronio o apologia del Primato del
tale dell' Egitto, fu sopra tutte nobilita- Papa, t. 2, p. 1 54, tratta nel cap. 7 Bre» :
tada Augusto, denominandola col suo ve istoria dell' autorità Pontificia nel-
nome Augustale o Augustamnica. Non V erezione de vescovadi e degli arcive-
ostante, non sempre il rango gerarchico scovadi. Prova che a' romani Pontefici
de' vescovati ha seguito l'ordine ci vile nel- si dee l'erezione di tutti i vescovadi e ar-
le città, ma
solamente quando conobbe civescovadi dell' Occidente ne' paesi, a'
concorrervi il bene comune della Chiesa. quali la cristiana fede fu primamente an-
A* tempi apostolici furono riconosciute nunzia ta. 11 diritto di tali erezioni è patriar-
per primarie sedi Roma, Alessandria, cale, e da'patriarchi fu esercitalo nell'O-
Anliochia^'m seguito qualificate patriar- riente, senza che il Papa turbasse mai su
cali, quando principiò ad usarsi il nome ciò la loro giurisdizione. Papa s. Innocen-
di patriarca perdenotare que'vescovi che zo 1 del 4o^ oeir epistola a Decenzio ve-
aveano giurisdizione non solo in una par- scovo di Gubbio, dichiarò che dal solo
ticolare diocesi o provincia ecclesiastica, apostolo Pietro o da'di lui successori, non
ma in una vasta regione composta di più che tutta l' Italia, ma le Gallie, la Spa-
Provincie. A* tre detti patriarcali, nell'e- gna, l'Africa, la Sicilia e l'interposte iso-
poche narrale a' loro articoli, più lardi le devono riconoscer le loro chiese e i
bisogno e le circostanze de' tempi, con- la d'Egitto,\a cui capitale era Alessandria.
gregar nuove Picvit Cioè far nuove sedi La 2.* era quella d'One/iie, propriamen-
ifescovili, istituir nuovi vescovadi o divi- te detta, che conteneva varie provincie
derli. Il cardinal De Luca, // Fescovo confinanti colla Persia, come la Siria, la
pratico^ ragiona nel cap. 4' Dell* ere- Mesopotamia, 1' Osroena ; e queste rico-
zione de' nuovi vescovati, e delle unio- noscevano per capo il vescovo d' Antio-
nìy o divisioni o soppressioni degli an- chia. La 3." era quella d'Asia, di cui E-
tichi. Al Papa spella d' erigere le cat- feso era la capitale e si stendeva in tulle
tedrali e le metropolitane, e dividere i le provincie meridionali, che dopo si dis-
lerritorii. Tornando al p. Cliardon, egli sero 1' Asia minore sino alla Cilicia, che
discorre nel cap. 6: De* principali Ve- faceva parte della diocesi d' Oriente (gli
scovi che ressero le chiese orientali, de* antichi presero il nome d'Asia in 3 sensi.
Patriarchi, Esarchi, Cattolici ec. Es- Alle volte significò la parte del mondo
sendosi la maggior parte delle chiese mol- omonima ; altre quella porzione che si e-
lo dilatate per la conversione de' gentili, stende dall'Arcipelago fino alla Siria, al-
che verso la fine del III secolo e al prin- l'Armenia, al monte Tauro; ed altre infi-
marie sedi, che per lungo tempo aveva- venti per principali città Efeso, Smirne,
no rette le chiese dipendenti in qualità Mileto ec, da* greci jonii fu detta Ionia
di metropolitani, si videro obbligali a indi Asia). La 4-°tIiocesi era quella di
crearne degli altri ne' paesi più remoti Ponto, composta delle rimanenti pro-
dalla loro residenza, acciocché vi si potes- vincie dell'Asia minore, cioè le setten-
sero tenere i concilii provinciali, e rego- trionali, con Cesarea di Cappadocia per
larvi l'amministrazione delle cose eccle- capitale.La S.'* finalmente era quella del-
siastiche, senza che si dovessero chiama- la Tracia, la cui principal sede era E-
re i vescovi troppo discosti, ed obbligati raclea, prima che Costantino I stabilisse
perciò a lunghi viaggi. Quindi si formaro- la capitale dell' impero in Bisanzio, per
no le dignità de* patriarchi, esarchi ec, lui della Costantinopoli (nell'articolo O-
essendosi alcuni di que' vescovi delle pri- RiENTE, parlando della Chiesa orientale e
marie sedi riservato il diritto di appella- dell'occidentale, dissi che ambe compren-
zione sopra i metropolitani, da loro o devano ciascuna sei diocesi, ma erronea-
da' predecessori creati nelle provincie, le mente quanto all' orientale che ne ha
quali prima erano soggette a loro imme- cinque, le riferite di sopra, e cinque pu-
diatamente insieme alle chiese stabilite* re nel ricordato articolo veramente enu-
"vi, ch'erano in piccol numero ne'primi merai, così non corrispondendo alle sei
Tutte le chiese cristiane orientali
secoli. con fallo altrui, ed allora da me non co-
erano governate in tal modo al comin- nosciuto, enunciale). Questi capi di dio-
ciar del IV secolo. Erano divise in 5 par- cesi ordinavano metropolitani, e giudi-
i
li, che si chiamavano diocesi, ciascuna cavano le cause delle provincie a loro ap-
conteneva più provincie; a-
delle quali pellate specialmente contro iloro metro-
\evano loro metropolitani, quali rico-
i i politi. Tale era lo stalo delle chiese orien-
noscevano per superiore un altro vesco- tali e la forma del loro governo, due Sfj-
VES VES 95?
li essendo Palrinrchi (f^.),\\ veicovoA- dato ad un vescovo che nvea autorità «^o-
lessaiidrino dell' Africa, e il vescovo An- pra lutti gli altri della Persia e dell'Ar-
tiocheno dell' Asia. Primo di (ulti era menia; egli poi era ordinato dal piìtriar-
ed è, qual Patriarca de Patriarchi^ il ca antiocheno, acui viveva soggetto. Pre-
Papa patriarca d' occidente ossia d'Eu- se il nomedi C/7/fo//co, forse per la vastità,
ropa. Ma per onorare la città di Coslan- della sua diocesi e giurisdizione, alla qua-
linopoli, eli' era divenuta capitale del- le soggiacevano i metropolitani e i vesco-
l' impero, il i." suo concilio generale del vi semplici di que'vasti paesi. Di quegli
38 1, non solo esentò il suo vescovo dalla Cattolici n'ebbero pure gli Armeni^ Ne» i
dipendenza di quello d' Eraclea in Tra- storiani/ì Giacobiti (F^.), ec, ed assun-
cia, di cui era sulfraganeo, ma gli die* sero il titolo e le prerogative de'patriarchi,
ancora una specie preminenza su tutti
di e si ponno considerare come un grado
gli altri vescovi d' Oriente. >» Abbia l'o- particolare della gerarchia ecclesiastica
nore del primato, dopo il vescovo di Ro- orientale. Tra loro si computò quello di
ma, perchè questa città è una novella Ro- Russia ( ^.),che egualmente prese il titolo
ma". Laonde il vescovo di Costantinopo- di patriarca e si sottrasse dall'ubbidien-
liprese il titolo di patriarca e la corri- za di quello di Costantinopoli, finché lo
spondente autorità, che giammai i Papi czar Pietro I glielo tolse. Gli altri Patriar-
riconobbero, fino a Innocenzo 111 e per chi d'Oriente e d'Occidente, istituiti ia
privilegio. I Gerusalemme, per
vescovi di progresso di tempo, di favore e di privi-
le prerogative di quella memorabile cit- legio, li enumerai in quell'articolo e de-
tà, aveano agognato il titolo di patriar- scrissi a' propri. Nola il Maffei, che per
ca e l'autorità a danno di Cesarea, e eoo lo scisma de' Tre Capitoli f/^.j,
insorto
disapprovazione pontifìcia Taveano otte- dopo il 544 circa, venendo rimprovera-
nuto in diversi concilii, finché fu ricono- to agli scismatici la loro separazione dalle
sciuto in quello generale di Costantino- chiese patriarcali d'Oriente, e da quella di
poli nel 553. Per tale nuovo patriarcato Pvoma, ch'era sola di tal dignità in Occi-
gerosolimitano, restò pure diminuita la dente, per non parer privi dell' autorità
giurisdizione di quello d' Antiochia, il d'un tal nome i vescovi della fazione.e per
quale altro pregiudizio ricevè per la pri- mostrare d' aver capo anch' essa di su-
mazia accordata al metropolitano di Ci- prema giurisdizione,chiaraarono/7^/r/<7r-
pro, la cui provincia fu sottratta dalla sua ca il vescovo d' Àquileia,iìlo\o cUe allo-
dipendenza, pel pretesto che le di lei chie- ra non aveano che il Papa in Occidente,
se erano state fondate da s. Barnaba a- e 4 nominali prelati nell'Oriente. Non
i
re altri patriarchi residenziali e con giu- talia, come scrisse il chiarissimo De Mar-
risdizioni, di rito orientale e nazionali. ca (anche l'ab. Cappelletti, Le Chiese
Dopo che ad Antiochia fu ristretta la po- d'Italiani. 8, p. 3g, narrando che Mace-
destà de'suoi vescovi, tuttavia dilatò al- donio| divenuto nel 539 Vescovo d'A-
trove la sua giurisdizione per mezzo de' qoileia, chiamò Massimiano arcivescovo
predicatori evangelici che mandò per l'O- (\\Kiì\'cmìa patriarcha. « Nelle quali pa-
riente, e di là da'confini dell'impero ro- role si noti il titolo di patriarca aver già
mano. Questi uomini fecero gran
santi cominciato ad usarsi e ad attribuirsi, se-
progressi, come nella Persia ove pian- condo l'uso de'goti, a quelle sedi eziandio,
tarono piìi chiese, il cui governo fu atfi- che mai non furono patriarcali; siccome
96 VES VES
lo si trova alhibuito, intorno a questi residenza de*patriarchi aquileiesi, finche
medesiwi tempi, ad uu Lorenzo vescovo visse gli furono conservati il titolo e le
di Milano, per lettera del re Childeber- prerogative di patriarca. Poi, oltre i pa-
loìi ad Laurentium patriarcìiam Me- triarchi di giurisdizione sì in Oriente che
diolanensem^ presso Du Cfiesne e il il in Occidente, cattolici, ed eterodossi o
Ruinart". Indi a p. 49 «ferisce che » scismatici, cominciarono i titolari in par-
nel SSj^ successo a Macedonio, al cui tibus, i cattolici essendo soggetti Papa,
al
tempo cominciò il detto scisma, il ve- che nomina o approva anche ì patriar-
scovo Paolo « fu il primo ad appro- chi orientali e conferisce loro il pallio ;
priarsi il titolo di patriarca, non già per- al suo articolo avendo notato, che alcu-
chè con esso credesse di accrescere la ni vescovi talvolta assunsero le qualità di
propria autorità, ma perchè l'uso de'go- patriarchi, che la s. Sede eresse il titolo
de* Patriarchi il Somuio Pontefice. Tra no, e degli altri superiori del f^escovo,
gli scrittori, il i." in cui si trovi dato a' e particolarmente delle sagre Congre-
vescovi d' Aquileia il nome di patriarca gazioni cardinalizie j' cominciando da'
è Paolo Diacono. 11 monaco di s. Gallo, patriarchi, primati, legati e metropoli-
che poco dopo scrisse la vita di Carlo tani, ed altri superiori de' vescovi, dichia-
Magno, dice che tal vocabolo era moder- ra.»» Ancorché sopra il vescovo, avanti
no. Terminato poi lo scisma, nell'accet- che si giunga al Papa, il quale è il vescovo
lare anche Aquileia il concilio V gene- sovrano e il Vescovo de Vescovi {zx^ò^Q
rale, e nel sotloporsi di nuovo alla Sede che l'autore colla parola sovrano non ab-
Apostolica, restò ap[)rovato e consolida- bia inteso alludere al suo principato tem-
to il titolo di patriarca metà del dopo la porale; poiché a suo tempo molli vesco-
VII secolo, e tanto più, che non pretese vi ed abbati nullius e altri prelati erano
per questo d'averne il gius, uè di sovra- potenti sovrani, ma in senso che il gover-
stare a metropolitano alcuno. Anzi tal no ecclesiastico è assolutamente monar-
nome si raddoppiò, venendo parimente chico, per tale riconosciuto da tutte le
conceduto al vescovo di Grado, già se- Chiese e dalla tradizione, onde il suo ca-
de di quelli d' Aquileia, il che appunto po il Papa è un vero monarca; ed il tem-
die* origine alla scissura con eleggersi peramento della monarchia coli* aristo-
due vescovi, ambi col nome di patriarca, crazia non può entrare nella forma es-
l'uno di Grado, col favore dell'esarca di senziale del governo ecclesiastico. Si può
llavenna e de' greci, l'altro in Aquileia vedere il p. Cappellari, // Trionfo della
con l'appoggio de' longobardi. Dipoi s. Sedej ed il vescovo di Dardania do-
quello di Grado si trasfuse nel vescovo di menicano Nicola Coeifettfui, ne'lre libri
Venezia, venne sop-
e l'altro d'Aquileia apologetici per la difesa della Monarchia
presso in tempo del cardinal Delfino, che della Chiesa Romana, controia Repub-
fatto arcivescovo d' Udine (/^.), ultima blica eccle&iaslica di Marc'Autonio De Do-
V ES VK S 97
minis arcivescovo di Spalatro, la quale immediatamente soggetti alla stessa Se-
opera fu biuciata in Pioma, ed èluUora de apostolica , e questi vescovati escuti
condannala. La memorala che l'impu- appartengono alla provincia del Papa e
gnò è intitolala: Pro sacra Monarchia di Roina^ nel fine del quale articolo li re-
Ecclesiae Calholicae^ achersus Renipu- gistrai. Qui noterò, che dopo la pubbli-
te, poiché sebbene l'arcivescovo di Pisa mente, per giudice e superiore dell'esen-
usa questo titolo di priniate della Corsi- te nel caso dtW appellazioni (P •) o de'
un metropolitano
sica, tullavia in fatti è ricorsi, acciò stante la lontananza delia
COSI chiamato per esser solo (
1' arcive- Curia romana si possa più prontamente
scovo di Cagliari s* intitola priaiate di riparare agli aggravi, e le parti non ri-
Pretij il perfettivo^ cioè de'/ (P5Cot'z, co- 4, Epist. 32 : Che a s. Pietro è commes-
me vedesi anche neir opera antichissi- sa la cura e il Principato di tutta la Chie-
ma, De Ecclesiastica Ilierarchia. W ve- sa. E Reda, neir Ilomil. sulla festa de'
scovo Sa nielli, Lettere ecclesiastiche, t. ss. Pietro e Paolo: Che Pietro ricevelle
IO, leti/ 56 : Della GerarcJiia Eccle- il Principato della podestà giudiziaria.
siasticaj spiega il vocabolo, secondo la Or tutte queste parole di Principato de-
greca etimologia, Sacer Principatiis, e notano la GerarcJua ecclesiastica, fntta
in questo nome di principato due cose per divina ordinazione; onde la podestà
s'intendono, il principe e la raollitudine dell'Episcopato deriva immediatamente
adunata sotto il principe. Questa gerar- da Dio, quella della giurisdizione deriva
chia è di due maniere, celeste e terrestre, dal Papa che assegna ad esso il vesco-
una angelica, espressa dal Coro degli vato in cui i suoi prelati esercitano il sa-
Angeli i^y.); l'altra ecclesiastica rappre- gro ministero. In ogni tempo il Pontefi-
sentata AoXPapa, f\A' Cardinali, òn' Pa- ce romano è slu'o riconosciuto per su-
triarchi, òdi* Primati, cWIÌJctropolitani, premo gerarca, principe e superiore di
dagli Arcivescovi, da' /^(p.«^cot'i, dagli Ab- tulli i gerarchi e capo di tutta la Crislia-
bati mitrali e altri Prelati e Dignità, da* iiilà. Della nosUa gerarchia disse Dioni-
Sacerdoti, Diaconi, Suddiaconi [E.) ec. sio, Eccl. llierarch. cap. G Nostra e- :
Imperocché Gesù Cristo istituì la sua nini Ilierarchia a Deo traditis Ordini'
Chiesa a modo della gerarchia celeste, e bus Sancte disposila Sanctis, et coele-
Gerarchi, da s. Gi-
fece tutti gli Apostoli stibus Hicrarchiis conformis est. Per iil-
rolamo chiamati Principi di Cristo,\iion- liroo il Sarnelli ossewa, dopo avere pro-
de da s, Ilario furono appellati vescovi i dotto diverse allegazioni in favore de' ve-
Principi del popolo, (\ua\\ successori de- scovi, che se tanto devesi a un vescovo
gli Apostoli. Neil' VI 11 concilio generale, di chiesa particolare, molto più si deve
celebrato neH'BGg, Melrofune arcivesco- al principe de'gerarchi, al le scovo del"
vo Smirne chiamò Nettario, Ambro-
di la Chiesa universale. Nel § Vili di que-
gio e Niceforo nieuwrabUi Gerarchi: sl'arlicolo ragiono: Diocesi dell' Abba-
nella IO." Sessione, il no me, l'onore e il ri- zie Nullius, e Prelati inferiori.
Io gerarchico degli Angeli del cielo fu
§ III. Delle Cattedrali, delle Collegia-
appropriato a* vescovi della Chiesa di
te, de loro Capitoli, Dignità e Cano-
Dio. Il concilio di Trento determinò nel-
nici, ed insegne corali. Dell'antica vi-
la sess. 23,can. 6 : ^9/ qiiis dixerit in Ec-
ta comune dt canonici col vescovo, un
clesia Calholica non esse Ilierarchiarn
tempo eletto da' capitoli alcuni da ,
divina ordinatione insti tutani,quae con-
quali tuttora l'eleggono. Prerogative
stat ex Episcopis, Presbylcris, et Mi-
de' capitoli e de' canonici. Mense ve-
nistris, analhemasit. Il Sommo Gerar-
pria •
scovili e capito lari de' vescovati e
ca è Gesti Cristo, istitutore di questa ge-
cipato temporale.
rarchia. Ma dovendo egli ascendere al
cielo e rendersi a noi invisibile, fece s. Istituiti i vescovati, nel luogo residen-
Pietro suo vicario e supremo Gerarca ziale del vescovo, la Chiesa (/^'.) priuci-
VES VES 99
pale Tempio (F.), per l' Uf-
fu destinata ledralì antiche esser assai vaste, e gli ad-
Jiziatura divina {V ) del vescovo e del detti alla cattedrale aver precedenza su-
suo Presbiterio, la essa si collocò il suo gli eguali. Come Plebs significò anche
Trono i^.) o Sedia o Cattedra vescovi- diocesi e vescovato, la cattedrale fu det-
le (P^.) per rinsegnamenlo e per giudica- ta anche Vescovado, e lo trovo nel Ga-
re, in sito eminente per vegliare sul po- ra m pi, 6'/«///o della G a rfa g nana. Molte
polo e perchè questi vedesse il proprio cattedrali sono decorate del nome e de*
pastore. Questa chiesa venne perciò de- privilegi di Basilica (E.). Dicesi metro-
nominata Cattedrale(V.),QàawcheDuo- politana quella deirarcivescovo,^j<rifrm/*-
Wio {/^.),voca bolo che ilNardi dice fors'ao- cale quella del patriarca. Erigendosi dal
co derivato da Dominicum, col quale ne* Papa un vescovato, nel luogo stabilito per
primi tempi dicevasi la casa del Signo- residenza del vescovo eleva al grado di
re, o meglio da Domus vescovile e cano- cattedrale la chiesa perciò assegnata. Uni-
nicale unitaalla cattedrale,nellaqualeve« ti dal Papa due vescovati, ciascuno con-
scovo e canonici abitavano; e facendosi ivi serva la cattedrale, con la sua intera
tanti atti ecclesiastici, ed abbisognando a giurisdizione, acque principaliter: suo-
tutti l'andarvi, fu facile dal dire di an- le il vescovo intitolarsi co' loro nomi
dare Doniiini^ si cominciasse per abitu- con precedenza alla più antica, ovvero
dine ad intendere anchelacattedralech'e- usando la precedenza secondo le qualità
ra congiunta di fabbricato. I concilii di degli affari, o di quella in cui fa residen-
Parigi del 5^^^ e di Toledo nel 53 i fu- za,e finalmente secondo le particolari con-
rono tenuti iìi D omoEcclesiae yCoWe qua- suetudini. Sopprimendosi il vescovato, la
li parole più volte chiamò la cattedrale sua cattedrale si riduce a Collegiata {E.),
Possidio vescovo di Calama in Africa, nel- Degli obblighi de' vescovi verso le Catte-
la vitache scrisse di s. Agostino di cui era drali ,
qualificate loro spose, parlai ia
discepolo e amico. Inoltre l'eruditissimo quell'articolo, e di tutte le sagre funzioni
Nardi spiega gli altri nomi co' quali fu che vi esercitano, dopo il Possesso, ne*
appellata la cattedrale anticamente, cioè propri. Alla morte de' vescovi, come ere-
Matrix^ 3Ialer, Plebs, Plebiiim Calhe- di necessarie di essi, e in loro luogo la ca-
Matricidaris, Matricialis. Vòporla i mìo- breve Nuper Nobis, de'23 giugno 807, 1
numenti dell'epoche incoi sono usati tali Bull. Rom. cont.,i. 1 3,p. i ^j:Reintegra%
vocaboli, parla del Cattedratico (F.), an- tio constitntionis Pii E, vi cujus para-
ticamente dovuto pagarsi da'preli rurali menta sacra adhihita ab Episcopis de-
(dice il De Luca, non esservi tenuti i volvuntur post eorum obitum adEccle-
chierici privi di beneficio, chiamarsi pu* sias Cathedralcs, qui praeferuntur. La.
re Siiiodatico, ed in generale doversi da* cattedrale ha la cura d'anime, ed il Fon*
parrochi: introdotto per fine onesto e ra- tesagroo Battisterio (E.), talvolta que-
gionevole, cessato non si può esigere); che sto trovasi nella propinqua chiesa. Bene*
tutti gli ecclesiastici derivano dalla cat- detto XI II colla costituzione Omnium sa^
tedrale,dalla quale mandavansi gli eccle- luti, de'20 luglio 1724, concesse un al-
siastici ad avviare l'ufliziature delle chie- tare privilegialo pe'fedeli defunti, in tut-
se \ìyxo\t\f\e\\' Immunità [F.) che gode- te le cattedrali del mondo cattolico da de-
vano 4o passi all'intorno, e gli altri luo- stinarsi da'vescovi. E Clemente Xlil ne
ghi sagri 3o passi; osservando pure lecat- concesse altro simile a tutte la chiese par*
loo VéS VES
roccliiali adseplennium,vo\endo che del- te di giurisdizione vescovile; ed ov'erano
lo stesso privilegio uè godessero tutte le queslecollc'giate,probabilmente noneran-
uiesse nell'anniversario e ottava de'cnor- vi corepiscopi, o altri rappresentanti te-
li. In essa cattedrale i vescovi sono la pri- scovili. Queste attribuzioni, la somiglian-
ma e principale dignità, e ciiiamasi di- za del presbiterio cattedrale, la vita co-
gnità pontifìcaleni. Scrisse Marc' Anto- mune ad norniani Apostoloruni, l'ufll-
e.arumque privilegiis et praerogativis^ coli della Chiesa, fuori de' tempi gianseni-
Lugduni i665, Venetiis 1698. Abbiamo stici (sic), fossero tenute in sommo pregio
ancora, Provinciale omnium Ecclesia- le collegiale,ed loro canonici venisse-
i
rum Calliedralium universi Orhis^ anni ro dalla Chiesa distinti con abiti diversi
practìca stilo et fornns Canee llariae a- dagli altri ecclesiastici, avessero ed abbia-
posto licaejujita moreniRomanae Curiae no precedenza sopra lutto il resto del cle-
per lileras alphnbeti descriptas^ Romae assioma e legge canonica Colle-
ro, e sia :
cuni chierici, i quali a nome del vescovo, Eusebio vescovo di Fercelli[f^.)^ fiorito
e interamente sotto di lui^ in comune, nel secolo iV, cominciò nel corpo de'ca-
reggevano quella porzione di popolazione, nouici cattedrali la Fita comune (F.)^ col
ch'era nel distretto della città. Ne'primi proprio vescovo, cioè d'abitazione, dor-
3 secoli questi casi furono più rari; fre- mitorio e mensa, onde collegi si chia- i
quentissimi dal IV secolo in poi. Lechie- marono monasteri. Cessata quella eoa»
6e aihdate a questi collegi, si dissero per- bitazione, in molle cattedrali, il collegio
ciò Collegiate (F.). Vi fungevano il Ser- canonicale già avea presoli nome di Ca-
vizio divino^ vi amministravano sagra- i pitolo (F.)y vocabolo che gli rimase quan-
menti, v'istruivano il popolo. Siccome poi do siripristinò la medesima convivenza
le collegiate fuori di città erano lontane nel medio evo, e quando nuovamente
dal vescovo, e non potevano in ogni co- ces^ò da per tutto. Tali abitazioni del cle-
sa ricorrere al medesimo come canonici i ro capitolare, annesse alle chiese, in for-
cattedrali, così ne avveniva che in certo ma con porticati e cortili, fu-
di chiostro,
modo avessero delle attribuzioni maggio- rono dette case canoniche o canonicali,
ri, e partccipaSbcro quiudi a maggior par- Claustrum Canonicorum^ e fiorirono
VES VES IDI
nell'esercizio delle virlh perle santissime me dell' elezione in Serie Facante^ del
regole che osservavano i canonici, come i Ficario capitolare (F.) per governare
monaci nel monastero. Queste regole pre- ilvescovato, senza dipendere da essi ; e
cipuamente furono prescritte nel concilio Nicola Rodriguez di Ferinosinos scrisse,
d' Aquisgrana dell' 8 i6 per opera del- De potestate Capilnli Sede vacante ci
J'impeiatoi'e Lodovico il Pio. Nederiva- I Sede piena. A' loro luoghi descrissi le
ronopure Canonici regolari (J^.)^ massi-
i dignità de'capitoli cattedrali, Arcidiaco-
me molte delle quali io
delle collegiate, no, Arciprete^ Primicerio, Cantore, De-
progresso di tempo furono erette in catte- cano,Tesorlere, Preposto, Priore, Scola-
drali, col vescovo e capitolo di canonici re- stico, ec. Così del Canonicato, delle pre-
golari, in seguito anche secolarizzati. In bende óeì Teologo edeìPenilenziere.Coù
Boma ancora fiorì la vita comune nel Pre- delle /^e^^; ed insegne corali d'ogni specie,
sbiterio del / chiesa del mon-
Papa, nella i anche vescovili e cardinalizie, concesse
do, la Lateranense, nella Vaticana e in da'Papi, con altri privilegi. Nella primi-
altre. Un tempo canonici coadiuvava-
i tiva Chiesa, essendosi dato il titolo dica'
no al vescovo nelT amministrazione del- nonico al chierico ed al vescovo, sicco-
la diocesi, e dacché cessarono 1' elezioni me ascritti nel Canone o Matricola e ne'
de' vescovi fatte dal clero e dal popolo, Dittici ecclesiastici (notai in tale artico-
rimase a'capitoli col consenso de'melro- lo, che ne' dittici della Chiesa romana si
sta è l'origine, secondo Fleury, de* cano- guci. De voce Canonicorum in Capita-
nici curati primitivi. Delle prerogative lo, officio, in choroj'et missa in Eccle-
de' Capitoli canonicali cattedrali, in quel- sia, Neapoli 1621. Gio. Pietro Moneta,
V articolo e ne* relaliv^ ne ragionai, co- De dislributionibus quotidiana, et de
101 VES VES
dccimìsy Romae 1621. V Ecclesiastico Renevenlo, Pisa, Siena, Vercelli, Capua,
in coro del conte Annio Giiisharchi. Ra- Salerno, Costanlinopoli in Oriente, Mi-
gionamenti tdle dignità^ canonici, he» lano, Lucca, Piacenza, Verona, Lodi,
nefìcialif ed altri obbligati al servizio Fermo, Compostella in Ispagna, Magde-
del clero, Eenevenloi834- H dolio Nar- burgo inGermania;Orange, Ni?ers,Sens,
di poi, copiosamente scrisse de' capitoli Orleans, Besancon, Soissons, Chalons sur
e de' canonici delle cattedrali e delle col- Mai ne in Francia, ove era comune \\ ti-
legiale, come si potrà rilevare, non es- tolo, secondo Lupi ; Londra iti Inghil-
sendo possibile compendiarlo in breve, terra ; Rimini, Vollurara, Ariano, Amal-
da un esliatto che riporlo del suo indi- fi, Alife, Spoleto ; anzi fu titolo generico
ce ; polendo compensarne il laconismo i d'onore, attribuito a tulli i canonici cat-
nomi che produrlo in corsivo, per aver- tedrali, che perciò non sempre canoni- i
ne scritto articoli in questo mio Dizio- ci r assumevano. Non da' titoli o chiese
nariOy giovandomi del medesimo. Altri titolari adunque i cardinali della s. Ro-
nomi si compenelrano in quelli di cui mana Chiesa ed i canonici cattedrali as-
non farò rilievi. I Canonici soao di ori- sunsero il nome di cardinale, ma dalla
gine apostolica, ossia i preti e diaconi loro aderenza aìcardine^ cioè i primi al
cattedrali, e. principiarono colla fonda- SommoPouteficeji secondi al vescovo e al-
zione della Chiesa, l'unico clero de'3 pri- la cattedrale. Immensa è quindi la distan-
mi secoli; nome di Canonico e sua au- za che passa tra il presbiterio della Chiesa
tichìtù; non furono monaci. Erano il universale, e quello d' una chiesa par-
Presbiterio o senato ecclesiastico antico ticolare. Il vescovo chiamava i canoni-
del vescovo, ossia T odierno Capitolo^ ci,Fiatres. I soli canonici preji e dia-
formato di 19 ecclesiastici, cioè 12 preti coni governavano il vescovato col ve-
e 7 diaconi: i canonici suddiaconi co- scovo, ed essi soli avevano tutte le inge-
minciarono soltanto nel IX e X secolo. renze. Molti atti vescovili erano nulli, sen •
Era il collegio de' preti e diaconi catte- za il consenso de' canonici. In altre cose
drali. Nel principio del IV secolo non e- il vescovo doveva sentire il loro consi-
ravi che un arciprete per ogni vescovato, glio. I canonici giudicavano le cause :
come si trae da' Capitolari di Carlo Ma- ne de' fedeli. Vegliavano sul costume del
gno, ed allora punivano e condannava- clero e popolo, e sul vescovato. Furono
no i membri del loro corpo. Non hanno i primi deputati a confessare; confessa-
voto in capitolo i canonici onorari ed i vansi tra loro; confessavano le monache,
canonici coadiutori, e non ponno inter- avevano cura delle medesime, predicava-
venirvi, benché assente il coadiulo. Spet- no ad esse e tal volta dicevano loro la mes-
ta aliai." dignità convocare il capitolo, sa. Assente il vescovo essi soli regolavano
in sua assenza alla 2.^ o ad altri, e in la penitenza pubblica : predicavano.! soli
quello di Pesaro al canonico ebdomada- canonici potevano celebrare nelle cappel-
rio. I canonici formarono sempre e for- le privale ; essi soli e i vescovi potevano
mano un sol corpo col vescovo. Erano celebrare nell'altar maggiore della catte-
chiamati e laterCy e cardine^ come Car- i drale, anzi essi soli potevano cantar la
dinall: lista di molti capitoli in cui i ca- messa, e celebrare negli oratorii e chiese
nonici aveano il titolo di cardinali, cioè della città. Davano la prima tonsura. Noa
Bergamo, Ravenna, Como, Asti, Firen- conferendo il vescovo benefizi in tem-
i
diritti che godevano pure sopra alcune la vita comune col vescovo nella canoni-
chiese di campagna. Presente un cano- ca; tali claustri godevano immunità. Ces-
nico o il capitolo, parrochi antichi, e i comune rimase che spesso il
sata la vita
preti foiensi non potevano celebrare e vescovo doveva dar loro da pranzo. Nel-
fare altre cose, anzi dovevano ubbiilien- l'ingresso i canonici giuravano le costitu-
za a'canonici. Era onore grande Tessei* zioni. In un concilio del 465 circa, fu de-
promosso un parroco o altro ecclesiasti- cretata la pena pel chiericodi città, chesen-
co a canonico il promosso dovea prefe-
: za necessità si assenta da' mattutini: dal-
rire il servizio della cattedrale a quello l'epistole di Gelasio Papa del 49'^, par-
s.
della parrocchia, ove poneva un cappella- lando de'reddili ecclesiastici, vedesi chia-
no. Un vescovo senza sede metlevasi fra i ramente l'antichissima distribuzione co-
canonici (ciò è in vigore anche nelle pa- rale, ancora Fran-
in uso: tulli iconcilii di
l'ano canonici ; lo furono i sovrani. I ca- puntatore e fanno partecipi delle distri-
nonici dovevano esser nobili (in molti buzioni no»! solo i canonici assenti per af-
capitoli di Germania e di altrove si osser- fari della chiesa o del capitolo, ma ezian-
va tale regolamento). 1 canonici erano dio gli assenti per affari della diocesi col
considerati persone pubbliche ed io rap- vescovo, il cui segretario è esente dalle
presentanza. Le cause criminali de'cano- puntatore. I canonici anticamente non a-
nici non si sbrigavano dal vescovo come vevano l'uffizialura quotidiana, ma la so-
quelle degli altri preti, ma dal concilio la festi va, salvo V Eh domacia r io y che per-
provinciale. I canonici delia cattedrale ciò chiama vasi Arclii-ebdomadario. Ne*
dove lenevasi il concilio vi si trovavano giorni di lavoro il clero minore solo fa-
presenti cogli abiti sagii. I deputati de* ceva VUfflziatiira^ presieduta dal cano-
vescovi assenti erano canonici, preti e dia- nico ebdomadario, uso ancora vigente ia
coni ; quelli de' canonici delle cattedrali alcuni capitoli. I canonici erano dislinli
trovavansi anticamente a'concilii ; anche tra loro coll'ordine di prùims, secandus
oggidì vi debbono essere, ed il loro con- ec. l canonici diaconi erano 7 in cia-
deve udirsi. Vi hanno volo decisi-
siglio scuna città erano eguali a* preti nelle
:
vo quando trattasi de' loro interessi. 11 cariche, nell* incombenze, nelle onorifi-
canonico deputalo d' una sede vacan- cenze, anzi li superavano ; predicavano,
te ha volo decisivo io concilio. Il ve- e talora d'ordine del vescovo assolveva-
scovo deve udire il consiglio nel foi- uo dalla peuileuzu pubblica. Avevano la
ió4 VES VES
VII Regioni^ corae In Ro-
cillà divisa in to nel safuto, incensazione, pace, posto
ma, ed ognuno cnslodiva la sua. Ebbero ec. Ponno portare l'anello cantando mes-
questioni co* canonici preti sull' ordine sa; oltre il diacono e suddiacono devo-
del sedere in coro: per la loro potenza no avere il prete assistente col piviale :
ricusavano d'esser fatti preti. I canonici soltanto i canonici non genuflettono alla
eleggevano nuovo vesco-
il vescovo, ed il benedizione del vescovo e simili atti, fan-
vo, per r ordinario, dovea esser un ca- no circolo col proprio vescovo nelle mes-
nonico. Il capitolo in sede vacante può se so\enn'\,a\ KyriejGlona,Sanctus e A-
fa altre cose come se fosse sede vacante. vo proprio ; ma non debbono farlo con
Governava e governa la diocesi in sede qualunque altro, ancorché superiore al
vacante.Morto il vescovo, o traslatato, proprio vescovo, il quale assistesse alla
prigioniero degl'infedeli, il capitolo su- messa cantata, fosse anche il metropoli-
bentra in tutta la giurisdizione ordinaria. tano o un cardinale o legato pontificio,
Usavaciòanche assente lungamente il ve- o anche vescovo amministratore, e vi-
pontificii e fare statuti. Hanno giurisdi- vo e capitolo. Le sedi distinte de' cano-
zione quanto alle cose loro, e servizio nici furono chiamate nell'antichità thro-
divino, e rispetto agl'mdividuijSui mem- nif suhsellia^ calhedrae^ tribunalia, stai'
bri capitolari, sui mansionari, beneficia* li a slare: si dava grande importanza,
stinti e considerali come persone di ran- pio della Chiesa stessa, Corona di essa,
go, ed anche oggidì devono esser distin- Preshyleriuniy Consessunt, Consilinnt, in
ti ; devono essere rice-
e preferiti a tutti progresso Collegium, Capilulum, Ca»
vuti con onore e distinzione in altre chie- uoììicid9\ principio del secolo IV, Prae-
se ; hanno la precedenza sui parrochi, posili, occhio del vescovo, Ilonorati, Se
anco quando questi sono nel loro uffizio. nforif Ordi/iariiy Primalisy Palres^ Ve-
1 canonici devono preferirsi al magislra* nerahiiis^ExcelkndfPastoraUsfdmilia^
^
fjocrisari ^ev\e legazioni, Arci-Cantore nimento del vescovo e de* ministri della
Jr cario o l^esorìere, A rei- Sacrista, Chiesa, ossia se ne facevano tre o quattro
Arci-Canonico ArcidiaconOy ArciprC'^ parti divisioni canoniche; la i," pel Ve-
fé, Arci-Suddiacono, Primicerio ^ Aw- scovo j la 2.* pel Clero j e le altre due
vocalOy Camerlengo, Cancelliere^ caput per la fabbrica del Tempio o Cldesa,\^ei'
Scholaris o magisler Scholarum ossia quella del Palazzo vescovile, pe' Pelle-
Scolastico, Decano, sub-Decani, Difen- grini e [)e Poveri (V.J. Si dissero Spor-
sore, Exocatacoeliy Eleniosinariy Eco- tale [F.) le porzioni distribuite tra il cle-
nomi, Giudici, O spi talari. Preposti, pre» ro, secondo l'antica disciplina, vegliando
fello de* Sincelli, Protoiwtari, Priori, all'amministrazione delle rendite eccle-
Precentore, Penitenziere, Teologo, Se- siastiche gli £'fO«o/7i/ e i Difensori (^F.)^
condice rio, Sacellario, Scrinarlo, Segre- massime in Sede vacante. Per l'abuso
tarlo, Succentor, Vicedomino, Visitato- enorme d'invadere beni del vescovo de-
i
re: non unti erano o sono dignità, come funto e di saccheggiarne il Palazzo, de-
ii teologo e il peuitenziere. I canonici delle rivò lo Spoglio (F.), e le rigorose proi-
basiliche e culicgiate di Roma precedo- bizioni e pene emanate contro i depreda-
no i canonici di tulle le cattedrali, anche tori, riparlate in tali articoli, io imo alla
nelle rispettive diocesi j e ciò non solo per tripla o quadrupla divisione de' beni e
l'antichità, ma per esser quel clero, do- rendite. Inoltre de' possedimenti de* ve-
po i cardinali e i canonici delle basili- scovati, e de' cleri secolare o regolare,
che, quello che più da vicino rappre- per donazione o per acquisti, ne ragio-
senta la Chiesa Romana. « Per un im- nai ancora all'articolo Regalia, dicen-
possibile, che morto il Fapa, non vi fosse- do dell'origine, potenza e decadenza del-
ro cardmali, i canonici delle basiliche pa- l' ampie signorie temporali da essi pos-
triarcali di Roma eleggerebbero ilSommo sedute, anche dagli Abbati e altri pre-
Pontefice, spettando loro come quelli che lati regolari e dalle Religiose, eziandio
più da vicino rappresenterebbero il presbi- con sovranità da loro e da' vescovi eser-
terio della Chiesa Romana". Però si tenga citata; egualmente dichiarando la loro
presente 1' articolo Elezione de' Sommi salutare influenza nel medio evo, senza
Pontefici R.GM ANI. In un monumenlodel tacerne gli abusi ; non meno le usurpa-
58o già si nomina la mensa capitolare de' zioni de'beni delle mense de' vescovati e
vescovati, Blensa Canonicoruni. Questa badie vacanti, eseguile da rapaci mani,
derivò dalla divisione delle rendile de' ve- anche di sovrani, non solamente dopo la
scovati;! beni assegnati a'vescovi si disse- morte de' vescovi, abbati e altri possesso-
ro mensa i'É'5cov'/7e_,'quelli stabiliti a'cano- ri; che pel decretato dell concilio di Galce-
nici per tutti i loro usi, e segnatamente donia nel ^5i, nel prescrivere al vescovo
alla loro tavola, dopo la i." cessazione di non maneggiar le facoltà della Chiesa se
della vita comune, ebbero nome di mensa non per mezzo dell'economo, spettano al
capitolare. Qui deve ricordarsi l'origine successore, quanto all' usufrutto; ma an-
della Mensa (f'^-jo Rendita ecclesiastica cora viventi essi, per malvagia cupidigia.
(/^.)e de Beni diChlesa(F ,)d<ti' ^escovalì e 1 vescovi benché spogliati delle signorie
loro cleri secolare e regolare. In tali ar- temporali, molti continuano a intitolar-
ticoli ragionai dell'origine e del progresso si principi, conti ec.,o della città residen-
dei Patrimonio delle Chiese ( F.), deriva- ziale o d'altri luoghi del vescovato o di
lo sia per le Oblazioni (E,) de'fedelij sia altrove, li vescovo però d'UrgGl(F,) tul-
io6 V E S V ES
loia è principe sovrano della fepnl)blica v'esser loro nascosto, in guisa che se il
le estendevasi a 117 terre che gli erano davanti a Dio e davanti agli uomini di
feudatarie. La 1/ venne ristretta per for- lasciar beni propri del vescovo a quelli,
i
rono gran tempo il diritto di nooiina del concilio di Chalons sur Saune dellSiS.
proprio vescovo e di quello di Mondovi,e >» I vescovi non devono cercar altro, che
godono tuttora fratellanza co' canonici di la salute dell'anime, e usar de'beni della
Mondovì, in modo che a vicenda sono Chiesa, non come se fossero di loro ra-
considerati presenti in coro intervenendo gione, ma come di un bene, ch'è lor af-
io Mondovì quelli d'Asti, e viceversa in fidato in aiuto de* poveri". H concilio di
Asti quelli di Mondovì. Altri similiesern- Vienna dispose nel 1060 col can. 3 :
la fedeltà possibile davanti a Dio, che ve- quant* altro prescrisse il mentovato si-
de e giudica tutto. Devono esser gover- nodo antiocheno. Il vescovo di Alessan-
nati col giudizio e coli' autorità del ve- dria s. Cirillo del 4*2 pel i." fu taccia-
scovo, a cui tutto il popolo e l'anime de* to d'aver dato tra'prelati l'esempio d'ar-
fedeli sono afildate. Ciò che appartiene ricchire i Parentii che amava. Gli eco-
alla Chiesa, dev' esser noto particolar- nomi ebbero autorità di contrariare le
meule a' preti e a' diaconi, e aienle de- indebite disposizioni de' vescovi uel di-
V ES VES 107
strìbuire ìe cose ecclesiastiche, «olio pe- generali dello sialo, e finalmente si ac-
na di dover essi risarcire le chiese di coglievano dall'imperatore le doglianze
quanto i vescovi l'avessero pregiudicale. de'privatijche solevano farlecolle Croci in
11 Sarnelli, Lettere ecclcfiìaslicìic, t.
4> mano. Sul potere spirituale e temporale o
tratta nella leti. 5i; Come il vesco^'O Sovranità ( / .),ossia de'due principati dei
di'hha disporre delle rendile della sua vescovi e de'l^api, ecco come si espresse
Chiesa^ in vita e in morte, l^rincipia dal l'8 luglio 1849 '^ cardinal Cadolini ar-
ricordare la coabitazione de' chierici ne' civescovo di Ferrara, nell'omelia per la
tempi apostolici e la loro vita comune, nuova festa di Maria ss. delle Grazie.
nulla possedendo del proprio ; la distri- >» Se bene slia che la slessa mano strin-
buzione successiva dell'offerte de'fedeli e ga ad un ten)po lo scettro e le chiavi,
de'prodotli delle possessioni fatta dal ve- ne abbian)o irrecusabili prove in un Noè,
scovo, per sé e sua faaìiglia, pel clero, pei in un Melchisedecco figura del sacerdo-
dovendo con
sagri edifìzi e pe* poveri, un Abramo,
zio della legge di grazia, in
moderazione usare del superfluo avan- in un Mosè, in un Samuele, e ne'tre Mac-
zato dalla sua porzione, e qui riporta i cabei, Giuda, Gionata, Simone. Quell'or-
vari pareri de'teologi, e delle loro sen- dine poi di provvidenza singolare, che
tenze dopo l'erezione delle prebende e miriamo splendere in appresso, e che es-
de'benefìzi ecclesiastici , notando che le sere non potrebbe ne più anlico,nè più
ricchezze cumulate colle rendite delle costante, né più maraviglioso ci mani- ,
Chiese, passate a'parenti, per l'ordinario festa assai meglio la compossibilità del-
non tardano a dissiparsi. All'arbitrio poi l'un principato coH'uUro nel sacerdozio
del vescovo spetta il disporre delle ren- cristiano. Una legge invisibile innalzava
dile del suo vescovato in u)orle,a bene- il seggio pontificio, e Papi dal patìbo-
ficio di sua Chiesa, secondo le costituzio- lo de'niartiri salivanoal trono addi-
ni apostoliche. I vescovi signori di prin- venendo sovrani quasi loro malgrado ,
cipato temporale, erano i più nobili tra' e senza che neppur se ne avvedessero
Fassalii (F) ^q Feudi che possedevano (Da Pape,\\h, 2, cap. 6). Su quel pati-
da'Papi,iroperalori, re e altri principi; bolo per tre intieri secoli si leggeva a
ed i propri vassalli cui subinfeudavano i chiare indelebili cifre il miracolo di un
castelli si chiamavano Fahassorii^f .). Dio, che maturava il trionfo per le vie
Ma tali privilegi e principato temporale del sagrificio; e su quel trono non ap-
dell'Episcopato, mosse in altri sovrani la parve raen grande la divina possanza ,
pretensione dell' Investiture ecclesiasti- la quale, sulle ceneri deli Apostolo er-
che (P^.) che produssero tante funeste
,
^eva un altare indipendente pel gran
turbolenze nella Chiesa e lagrimevoli ,
Sacerdote eletto a proferirvi libero e
discordie tra il Sacerdozio e f Impero : franco gli oracoli della ^'erz'/à (Du pan-
le deplorai in più articoli , ed in questo loop). 11 principato temporale de'Ponle-
lo farò nel § V. Vescovi e abbati erano fìciavea suo incominciamento colà nelle
principi dell' Impero^ ed iolervertivano stesse catacombe, con quella pacifica ma-
e tenda che dovevano quale omaggio cu- gli nelle viscere della terra, non che ri-
ilaliaue, i quali esponevano poi i negozi lib. V», cap. 20), saliva a tanto maggiore
io8 VE S VES
oltezza di gloria e di dovizia per opera mano, ed l soccorsi che andò ricevendo
dei gi'anGostantino,clie mosso da sovrau- dalla religione cristiana, senza la quale
lYìana forza trasferiva in sul Bosforo la r impero avrebbe affrettalo la sua cadu-
sede de'Cesari, percliè indi a poco il Vi- ta, e le sue provincie, preda de' barbari
cario di Cristo avesse a succeder loro sul e della corruzione pagana, avrebbero of-
Campidoglio. Così la Provvidenza co- ferto lo spettacolo d'una totale distruzio-
stituiva il Pontefice padre e re in Roma', ne, anziché il lento rinnovellarsi di nuove
Di quesl' ultimo punto ragionai in più e feconde fasi di vita. L'impero fu soste-
luoghi. Solo qui mi piace ricordare, ave- nuto contro i barbari e contro la corru-
re scritto Bossuet. » Gli storici, fra le ra- zione interna, dalle virtù de' cristiani, e
gioni della traslazione dell'impero, an- dalla salutare influenza dell'Episcopato,
noverano l'ombra che riceveva da un Sa- e Roma principahuente ed altre città
cerdozio sì eminente 1' imperatore il , doverono al Papa e agli altri vescovi la
quale lo sofiriva in Roma men pazien- loro salvezza. Da ciò derivò la polenta
temente che neir esercito un Cesare che temporale del clero, come con-^eguenza
gli disputasse V impero ". K De Maislre naturale di questi fatti istessi ; conseguen-
sentenziò:» In R.oma ancor pagana il za ammessa altresì da Dupuy e da Gui-
Pontefice romano dava già impaccio ai zot, sicùramentegiudici non sospetti. An-
Cesari ". In seguito, gì' imperatori rico- che prima però che la religione cristiana
noscendo la santità e la dottrina dell'Epi- s'innalzasse a potere, ed ottenesse onori
scopato,abbandonaronoinsua mano gran e privilegi, P autore dimostra l'influen-
parte dell'autorità legislativa; ed ve- i za e r ascendente benefico eh* erasi pro-
scovi per zelo della verità, talora ripro- cacciata^ anco mediante i privilegi e gli
varono le leggi imperiali, per cui gl'im- onori poi compartitile da Costantino I e
peratori invece di risentirsene ,
pubbli- da' suoi successori. Da quest' epoca co-
carono che certe leggi dovessero sot- minciò la dominazione avventurosa del-
tostare all'approvazione de' vescovi. Co- l'elemento tutto cristiano, e delle leggi
sì il Papato, specialmente in assenza laicali che inflissero pene temporali a'vio-
del capo supremo dell'impero, fin d'al- latori della religione. Quanto a* beni e
lora cominciò a governare in Boma, ricchezze del clero ne' primi secoli della
se non sovranamente di fatto, certo Chiesa, l'autore ne tratta a lungo, ne di-
moralmente e spiritualmente. La Cro- mostra vantaggi molteplici che ne trasse
i
die' contezza dell'opera intitolata : Sw^li sente si godono inforza appuntodelle sue
onori e le prerogative temporali accor- benefiche istituzioni, che per la più parte
dale alla Religione ed a! suoi Ministri, sopravvissero in mezzo a'cambiamenti u-
presso gli anticlii popoli^particolarmen- niversali. Discorre pure dell'immunità ec-
te sotto i primi imperatori cristiani; del clesiastica e del diritto d'asilo, come a que*
direttore del seminario di s. Sulpizìo in tempi specialmente utilissimo, e così an-
Parigi^ Milano i855. In tempi ne'quali cora del potere giudiziario de' vescovi in
nuovamente s'agitano le grandi questioni materia temporale; osservando, che seb-
de'beni tecnporali della Chiesa, che si pre- bene in appresso quest'ultimo potere re-
tenderebbe del tutto spogliarla di quanto casse non lievi imbarazzi, fu però utilis-
le è rimasto, dopo tanti enormi spoglia- simo in età ignoranti e avverse agli studi,
menti, fra gli altri argomenti, dice de* e lo sarebbe tuttora se in fatto di mora-
germi della dissoluzione che molto prima lità e di giustizia avesse l'Episcopato un
di Costantino [ minacciavano la totale volo precipuamente nelle leggi dello sta-
dissoluzioae del colossale impero roma- to: ne tace dell'i nlluen^^a del clero nella
VES VES 109
civile amministrazione con utili scbiari- ro protestante. Consiste l'asseguamento
nienti. Riepilogando 1' autore le cose e- precipuo di que'dignilari, iu 'vasti poderi
sposte intorno al potere ecclesiastico, ter- di cui hanno l'amministrazione e godono
mina concludendo. i.° Chele fondamen- parte de'frutti.Lepropinede'vescovali in-
ta di questo potere furono poste da Co- glesi, determinate fin da'lempi feudali, so-
stantino! e da'suoi successori, in un'epo- no così grasse che ove a'nostri dì ne go-
ca considerabile per lo stato fiorente della dessero tutte r entrate, parecchi di que*
civilizzazione dell' ai ti e delle scienze. 2.° \escovi avrebbero aria piuttosto di so-
Che accordando al clero si grande pote- prani che di semplici privati. 11 perchè
re, gl'imperatori cristiani non fecero che \olle il parlamento di Londra conoscer-
trasportare nella Chiesa gli onori e le pre- ne le rendile, e trovatele al di là del ne-
rogative in ogni tempo concedute a'mi- cessario ad unagialissimo vivere, ne tra-
nislri sagri presso romani, come presso
i smise per legge del i836 al pubblico e-
tutti gli antichi popoli. 3.° Che questa rario il superfluo, deterniinandoa'singoli
condotta degl'imperatori cristiani era al- un' annua pensione. Kè credasi che il par-
tresì conforme a'principii una saggiad* lamento mostrato poco generoso. A.
siasi
politica e all' uso e alle massime dell'an- vescovi di Worcester e di Salisbuiy fu-
tichità per la stretta unione che deve esi- rono destinati 1 25, 000 franchi all'anno,
stere tra la religione e lo slato. 4. °Da ulti- a que' di Londra 2 5o,ooo, ed
York e di
mo, che il clero, lungi d'aver ambito que- a quello di Cantorbery S^S^ooo. Anche
sto potere, non l'esercitava che con rincre- i vescovati di minor rilievo furono ab-
scimento, e fra' vescovi soprattutto, quelli bondantemente provveduti: come p. e.
che ne usarono con maggior splendore di loS.ooo venne dotato quello di sau-
sotto gì' imperatori cristiani, precisa- t' Asaph, e colla stessa liberalità tutti gli
mente i più in salvo dal rimprovero del- altri.Ridotto per tal guisa il salario del-
l'ambizione e della cupidigia. Ke' libri l'alto clero, non volle il governo inglese
dellaCamera apostolica e del Sagro Col- metterle ilia ni sopra i beni dell'episco-
legio (P\) sono registrate le Tasse de pato anglicano, che come cosa sagra noa
henejìciì ecclesiastici(F.), e quelle de've- pativano d'esser tocchi da veruu profa-
scovali le vado riferendo negli articoli de* no. Cercossi adunque di non islaccare da*
vescovati medesimi colle proposizioni con- vescovati, ma conservar loro scrupolosa-
cistoriali, colle quali pure riporlo la cifra mente per inlero le antiche dotazioni, la-
della rendila della mensa. Tranne quasi sciando a' vescovi il carico di ammini-
poche eccezioni, sono in generale medio- strarle, coir obbligo però di trasmettere
cri, e in buon numero scarse assai, la essi medesimi ad uu comitato ecclesiasti-
Tece narrai altrove le pingui mensedel- co perciò eletto, l'eccesso della tassa le-
l'episcopato anglicano ammogliato,e qui gale. Colla qùal provvidenza volle mo-
aggiungo quanto riferisce la Cirilla Cat- strare il parlamento che, mentre pone-
tolicay serie 2.% l. 2, p. 576, sulle ric- va un qualche argine al lusso di que'si-
chezze de* vescovi anglicani, per confu- gnori, rispettava pur la chiesa nazionale,
tare le calunnie contro le pretese ricchez- e altamente si confidava nella scrupolo-
ze dell'Episcopato cattolico e del clero, sa integrità de' suoi pastori. In vece l'E-
di quelli poi che si mostrano ammira- piscopato cattolico dell' Inghdterra, Ir-
tori de* protestanti inglesi e de' loro co- landa e Scozia, pel quale furono dota-
stumi. L' episcopato della chiesa angli- ti ivescovati, vede godersi le rendite dal-
cana è riccamente dotato; ne la legge l'episcopato eterodosso, menlreesso è po-
dell'abnegazione e della povertà religio- vero e per lo più vive delle pie oblazio-
sa riguarda punto gli alti baroni del cle- ni de* cattolici. Ognuno poi conosce qua-
no VER V E R
le de' due episcopati adempie il suo mi- tolif della sede vacante^ de* vescovi
si a cui é tenuto, resta a di lui comodo sempre riguardo all' utilità spirituale e
e beneQcio, ed a sua libera disposizione vantaggio de'rispetlivi vescovati medesi-
quanto ne avanza, mentre vive e sia in mi, principalmente a'diocesani per la lo-
islato di buona salute; ma essendo infer- ro vicinanza a* propri pastori. Se il ve-
mo molto più in istalo di moribondo,
e scovato a cui viene falla la dismem-
non ne ha disposizione alcuna, cosi del- brazione è pieno, conviene ricercare il
l'entrale di quell'anno già mature, e rac- consenso del proprio vescovo; se è vacan-
colte, e confuse col suo patrimonio, co- te, occorre l'assenso del vicario capitola-
m'anche «legli anni passali, e degli acqui- re e del capitolo. Non mancano però e-
sii,che colle robe ecclesiastiche abbia fat- serapi che le dismembrazioni ed unioni
to,mentre in quelledeve avere per erede sieno state effettuate da' Papi inauditis
necessario la sua Chiesa, ovvero in suo Episcopio , et yicariis capìtnlaribus ,
de'poveri, e che i vescovi come operai dice: Non può validamente oslare all' e-
mento nel § VIU dell'ai-licolo Vescovo. XXII smembrando Macerala, dalle due
diocesi diFermo e Camerino, a' i 7 no-
§. l V. Dismemh razioni de ve- e unione vembre 320. Urbano V a' 3
1 1 agosto
scovati j loro soppressioni. Governo 36f) separando Monte Fiascone
I da Ba-
e amministrazione eli piii vescovati j gnorea.LeoneXa'2 7giugnoi5i 5 smem-
conferiti a giovani. I^escovati ritenuti brando Lanciano da Chieli ed a' 7 set- ; 1
zione del vescovato di Città della Pieve, praticò quando da Camerino furono se-
palle della diocesi di Perugia; e per ta- parate Fabriano e Maidica. vJon fecero
cere di tanti altri. Pio VI nel 1786 di- così altri Papi, come Giovanni XXII, il
smembrò da Camerino , Matelica antico quale nel dividere in 5, o più diocesi,
vescovato, e Fabriano eh* era tale fino l'ampio vescovatodi Tolosa, tutte le prov-
da Benedetto XI 11, ma unito a quello di vide colla ripartizione delle rendite di
Camerino, aeque princìpalìlci\cov\ mol- quella di Tolosa. Il dotto can. Strocchi
li altri luoghi annessi, per cagione della nella Serie de' Fescnvì faentini ossevvat
lontananza da Camerino e della vastità che ne* 3 primi secoli della Chiesa non
del vescovato di quest'ultima ; e Pio VII polendosi rinvenire numero bastevole di
disgiungendo da Camerino nel 1816 sacerdoti a sostenere la dignità episcopa-
Treja ed assegnandone il vescovato in per- le, e non essendo per anco fissato i limiti
petua amministrazione all'arci vescovo ca- delle rispettive giurisdizioni, era bisogno
nierinese. Tutte le dismembrazioni ed di mettere sotto la dipendenza d'un solo
unioni di vescovati ponno effettuarsi in vescovo due o tre vescovati, conie si leg-
Ufodi diversi: i.°con bolla apostolica per ge di s. Anatolone, il quale resse a un
la via della dateria, 2". per camera, 3." tempo quello di Milano a lui assegnato
per via segreta, 4.° per breve come più dall'apostolo S.Barnaba, e quello di Bre-
\olte praticò Pio VI nel 1786 pe' vesco- scia ch'egli avea fondalo; la qual con-
"*'nli d' Ungheria, 5." per concistoro nel- suetudine e disciplina ecclesiastica fu poi
) alto stesso di provvedersi la chiesa , co- confermata nel 43 idal concilio generale
me fece Pio VI a' 28 settembre i
798 d'Efeso a richiesta de*vescovi d'Europa,
nelle provviste degli arcivescovati di O* poiché si statuì che Tanliche consuetudi-
risiano e di Cagliari in Sardegna. Ne'pri- ni avessero forza di legge. Per cui si tro-
mi secoli della Chiesa ,
quella d' Africa va, che a un tempo un vescovo governò
era egregiamente regolata con spesse se- più vescovati, senza che questi nulla per-
di vescovili, e nel giro non mollo vasto di dessero della loro integrità, e solamente
poche Provincie coniò sopra 5oo vesco- fu praticato per provvedere alla vacan-
vati. S.Agostino che n' era uno de' più za di loro sedi; così vengono conciliate le
Lelli ornamenti, mosso da quella carità discrepanti opinioni, di quelli che preten-
di cui ardeva per la salute delle anime
,
dono un vescovo esclusivamente pasto-
conoscendo d' avere troppo vasto il suo re delTuno o dell' altro vescovato,© che
vescovato d'Ippona, e di non poterlo go- i vescovati fossero stati uniti. Sempre
vernare con tutta la necessaria vigilanza, poi la Chiesa non tollerò che due vescovi
s'indussespontaneamente a smembrarlo, governassero un vescovato, a meno che
ed a privarsi d'una parte di sua giurisdi- con autorità delegata di ausiliare o suf-
zione, senza valutare la diminuzione del- fraganeo,altrimenti sarebbero stati unius
la propria autorità e la diminuzione rela- corporis duo capita, unius sponsis diiae
tiva delle rendite. Per cui dal vescovato sponsae j per cui quando il prepotente
d'Ippona fu smembrato il castello di Pos- Costanzo imperatore ordinò che insie-
sala o Fussala oFussulaje s. Agostino me Papa s. Liberio reggesse la Chiesa
a
medesimo dopo averne cousagralo colle romana s. Felice li, il popolo esclamò :
112 VES VES
Vnii'i Deiia^ uniis Clirislus^ iinus Epi- me ne'surriferili casi. Il cardinal De Lu-
scojms. Già era ciò stalo proibito dal ca ragiona nel cap. 87: Del governo e
concilio Niceno, e poi decretarono s. Da- dell' amministrazione da farsi per un ve-
maso e s. Leone I. E Paciano, scriven-
I scovo di due o pili vescovati j e dtllc di-
do a Semproniano disse: Jura cano- , verse specie delle unioni j e come si dti
inun, etfas sacerdotiì, non patiunlur^ ut un vescovo di piìi vescovati; ovvero al-
eoclem tempore duo si ut Episcopi ejus- l'incontro se in un solo vescovato si dia-
dem Ecclesiae. Per la soppressione dei no pili vescovi e piìi capitoli e più chiti'
vescovati, e per la unione con altri, per se materiali colla qualità di cattedrali.
cause canoniche, o ad istanza del sovrano Le regole generali portano, che in utja
territoriale, ci vuole il consenso o alme- chiesa cattedrale e metropolitana non
no l'inlerpellazione de' vescovi e de'capi- ponno essere più vescovi o arcivescovi^ ne
Ioli cattedrali de' medesimi , concorren- alcuno può esser vescovo o prelato di più
dovi rautorilà apostolica per bolla o per chiese cattedrali o metropolitane; e ciò
breve. Per ciascuna dellesoppressioni ed per la può un uomo es-
ragione, che rion
unioni, conviene fare uno slato preciso tempo marito di più don-
sere nell'istesso
de'vescovali da sopprimersi o unirsi, e ne, uè una donna può esser moglie di più
delle giuste cause clie le provino uti- uomini essendo questo un uìatrimonio
,
li. La qualilà delle cause può determina- spirituale, quale va regolato come il
il
chiese non vacanti, o de'capiloli per le sta regola, perchè due e anco più chiese
vacanti, o almeno la loro inlerpellazio- cattedrali o metropolitane si concedeva-
tà necessarie nella provvisla del vescovo, tende ad istanza de' sovrani, e li ricavo
né vi si ricercano i requisiti voluti nelle dalia Storia de Pontefici di Novaes. Pri-
persone le quali si devono eleggere per ma mi piace ricordare, che il Sarnelli nel
vescovi; onde le chiese giuridicamente si t. 2. ci die'la lett. i^: Qiial sia miglior
dicono tuttavia vacanti e vedovate sopra partilo eleggere i vecchi o ig'ovanial i'e-
be che que-
al capitolo; colla differenza, beni di es^aJ non dovendonegodere a lun-
sto può applicare a se stesso frutti che i go; non pensa a mettersi in guai, doven-
avanzano dopo sopportati pesi, ed ha la i do forse non lardi uscirne; e che la tena-
giurisdizione episcopale , unione che di- cita nella vecchiezza è morbo. Quindi pro-
cesi impropria e si ha come fosse mera- pende pe'giovani, se esemplari e virtuosi,
mente provvisionale. Dirò io: Pare che iNel t. 6/scrisse la lettera 5S: Della di'
ne sia eccezione, quando l'amministrato- g nità nell'età decrepita. Giovanni X nel
reè perpetuo; imperocché le amministra- 9^5 confermò l'elezione per l'arcivesco
zioni delle chiese cattedrali e abbaziali so- vato di Rf'inis^ ad Ugone figlio del cont(
no di due sorte, perpetue e temporanee, sovrano d'Aquitania e conte di Verman
per le quali si suole procedere per la da- doi<,il quale non avea compili cinquean
teria e pe'brevi; si propongono anche in ni di età, perciò scrisse il Baronio, che
f'ezionedel processo concistoriale. Se Tarn- Chiesa di Dio, non mai prima udito, né in
ministratore non è vescovo, si promove mente conceputo. Narrai nel voi. LXXll,
a chiesa titolare in partihus. Talora per p. 65, che dopo avere l'antipapa Felice
la giovanile £'tó(/'^.) dell'amministralo V rinunziato nel i449 l'anlipontifìcatOi
re, gli fu data l'amministrazione in teni- ed il vescovato di Ginevra, questo fu con»
poralibus tantum j e per la spirituale gli ferito al nipote Pietro di Savoia d'8 an-
fu dato un coamminislratore, promosso ni ed ebbe a vicario generale Tarcive*
,
a chiesa vescovile m/Mr//^«5, come pra- scovo di Tarantasia. Nel i466 Paolo II
licossi nel 1732 coll'infante di Spagna d. die'in commenda l'arcivescovato di Lio-
Luigi di Borbone^ d'8 anni, per l'arcive- ne a Carlo di Bourbon d'i i anni, per es-
scovato di Toledo^ e cardinale, a cui poi sere del regiosangue di Francia, e 4 an-
Benedetto XIV nel 1741 accordò pu- ni dopo legato d'Avignone, indi Cardi'
re l'altro di Siviglia, egli concesse quel- naie (nel quale articolo riportai un bel
la in spiriucalibusy allorché fosse perve- ntunerodi giovani elevati a sì sublime di-
nuto ad età legittima e si fosse con sagra- gnità; e nel voi. LIV, p. iii, registrai i
to: dignità tutte che rinunziò per ammo- Papi eletti in giovanile età. Scrisse Gio.
gliarsi, colla riserva di i5o,ooo scudi di Giorgio Estor, De Cardinali impiibere,
pensione sui due arcivescovati, conces- 743). Fu biasimato Si-
Z>z^z?rz7;fl6;,Jenaei
sagli XI V a ti-
dallo stesso Benedetto sto IV, perchè permise che Alfonso, ba-
tolo di commenda, non avendo riceva- stardodel re d'Aragona Giovanni ll,fan-
to i sagri ordini. Simile amministrazio- ciullo di meno di 6 anni, possedesse in
l^e lemporalibus tantum fu concessa an- commenda perpetua l'arcivescovato di
che per concistoro, particolarmente sotto Saragozza; ecreòcardinale neh 477 Gio-
Clemente XIII. Io credo cheegualmen- vanni ò' Aragona figlio di Ferdmando F
te abbiano avuta l'amministrazione in re di Napoli, di i4 a«n<) che pretendono
r\ ±. A. \^
-
ii4 VES VE S
alcuni già fallo arcivescovo eli Salerno di scovo Giovanni Moroni, successivamen-
9 anni, bensì nel 1478 lo dispensò come te cardinale; e di eguale età vescovo d'An-
impubere a conseguire l'arcivescovalodi goulcme Filiberto Naldì, eh* ebbe poi il
Taranlo. Di i4 anni, Sisto IV fece ve- cardinalato. Paolo III nel 1 544 f^ce il ni-
scovo di Monlauban Giorgio d' Amhoi' pote R.anuccio Farnese di 1 5 anni arci»
se il seniore, principe francese, e poscia vescovo diNapoli,e nel seguente l'ornò col-
cardinale. Nel 1487 Innocenzo Vili no- la porpora; e di 1 3 anni arcivescovo di
minò all'arcivescovato di Strigonia Ip- ReimsCarlode'duchidiLorcAzrt, poi cardi-
polito à* Este de' duchi di Ferrara, nel- nale: di 2 I promosse al vescovatodiTroyes
l'età di 9 ebbe la porpora
anni, e di i5 Luigi de'duchi di Lorena, anch'esso car-
cardinalizia. Alessandro VI neli5oi di- dinale. Di 16 anni. Paolo III dichiaròcoa-
chiarò vescovo di s. Pons fle Tomiers e diulore all'arcivescovato di Resancon del
nel seguente arcivescovo di Narbona ,
proprio zio, Claudio de la Baunie, in se-
Francesco Guglielmo di Cler moni d'i 22 guilo cardinale. Giulio III di 1 5 anni no-
anni, indi cardinale; e neli5o2 di 4 a"* minò vescovodi Ferrara Luigi d'^^/e de^
ni nominò coadiutore al vescovato di duchi di Ferrara, poscia cardinale. Car-
Metz, colla condizionedi nonaverneram- lo di Borbone il giuniore di 20 anni eb-
ministrazione prima di 20, Giovanni di be la condiutoria all'arcivescovato di
Lorena, figlio del duca Renato li, e poi Rouen, poi cardinale. Con sua dispensa,
cardinale e provvisto dii4 vescovati e 5 Gregorio XIII fece vescovo di Ratisbona J
badie. Di più Alessandro VI, diiB anni Filippo de'duchi di jSrti^zer^, ancor bani- a
Mantova Ercole Gonzaga de' duchi di e poi lo creò cardinale. Lessi in un mss.
Mantova, elevato quindi al cardinalato. importante su questo argomento. « ^'o^
Di più Leone X fece vescovo amministra si trova esempio che ad un vescovo resi-
loie di Monte Fiascone e Cornelo Ra- denziale sia slata conceduta la ritenzione
nuccio Farnese di 9 anni, che nel i534 di altra chiesa residenziale in titolo ad
dal parente Paolo IH fu abilitalo a ri- certuni tempus, ovvero sempre ad i^//^/;/,
il detto della Sapienza, e. 3; Spuria vi- un vescovo residenziale " anco di titolo
inlamìna non cìahunt radices alias. Nel patriarcale, come a suo luogo riportai di-
1529 Clemente VII di 20 anni creò ve- versi esempi, qui ricordando il vescova-
:SV̻f^VVi;^!'
VEK VES ii5
io (li Pnvin^ a cui fu unito il titolo arci- zione, t. 4> p. 168: Brevi tempore Medio-
^cos\\e<\' A niasia^ ed il vescovato di Mal- lanensis Ecclesiae Archiepiscopus fait^
tn , a cui fu unito l'arcivescovato di JÌO' cani deinceps Summus Ecclesiae Ponti-
di. Molti poi sono gli esempi de'Papi che fcx adletus per dìgnos^fidosque adnii'
ritennero almeno per un tempo il loro nistros ad mortem usqiie sanctissime re-
anteriore vescovato, come può riscontrar- xit. Il cardinal Conti vescovo suburbica-
Papa era già vescovo di vescovato deler* ne vescovati sino alla morte, e così li go-
i
minato^ non perciò è assolutamente co* vernò 32 anni. Dopoché Clemente V sta-
strettoa dimetterlo, cosi dell'abbazia /zfJ- bilì la residenza in Avignone, Giovanni
liiis. Conservò infatti il vescovato di Barn- XXII che gli successe nel 1 3 1 6 era stato
hcrga nel 1046 Clemente If, nella cui vescovo di tal città, e dipoi nel i3i8 ri-
cattedrale fu poi trasferito il suo corpo, servò per sé il vescovato d' Avignone, e
benché morto presso Pesaro, il che me- vi stabilì un vicario generale per gover-
f»lio dichiarai nel voi. LXXXVI, p.i 65. narlo in suo nome, né volle altro vesco-
Quello di Toni nel 1 049 s. Leone IXy de- vo finché visse. Eletto Clemente Vlaeì
stuiando bensì il futuro successore, e poi i3/\.2 in Avignone, vacato il vescovato
si recòa visitare il vescovato. Quello d' Ei- nel 1348, lo riservò per sé e lo fece go-
chstett nel io55 littore IL Quello di Fi- vernare da'suoi vicari sino alla sua mor-
renze nel I o58 Nicolò II^ e poi fu sepol- te. Gli successe neh 352 Innocenzo VI,
to nel duomo di tal città. Quello di F^uc- ed anch'esso ritenne il vescovato d' Avi-
ca 1061 Alessandro II ^ che visitò
nel gnone , e in tutto il pontificalo lo fece
nel suo pontificato e lasciò dopo o anni. i amministrare da'suoi vicari generali. Fe-
Dice il Novaes: Si vuole che Urbano II ce il simile Urbano F" eletto nel i362.
deh 088 fosse stato arcivescovo di Mila- Questi Papi avignonesi non erano prima
no^ per cui si crede che ritenesse quell'ar- del pontificato vescovi d' Avignone, ma
civescovato, perchè lasciò scritto l'Ughel- per dimorarvi, oltre il vescovato di Ro-
li: Ecclesiam Mediolanenseni eliani in ma assunsero quello d' Avignone, il che
Ponlificatii rexisse perhibetar, Tuttavol- però non fecero Clemente V, Benedetto
ta ne' due articoli non credei ciò ripete* XI le Gregorio XI. E l'antipapa Clemen-
re, e nulla trovo d'affermativo nel eh. ab. te VII fermando la sua dimora in Avi-
Cappelletti, Le Chiese d* Ilalia.T emo che gnone nel 1379 ^^ assunse il vescovato,
il Novaes, che ne parla nel t. 2, p. 56, che però cede ad altri nel 1 390. Per ana-
delle Dissertazioni d' introduzione alle logia aggiungerò che l'antipapa i^e //ce V
vite de' Sommi Pontefici, benché citi r/;<'Z- talvolta fece residenza in Ginevra, à\ cui
//<7.?^cr<7,t.55p.i65,dellai.* edizione prò- riparlai meglio nel voi. LXXII, p. 59, vi
l)fìl)ilmente,abbia equivocalo con Urbano avea la dateria, e nel 1 444 ritenne per sé
HI Crivelli milanese, che nella sua iSVo- il vescovato. Divenuto Papa nel 1 534 P^o*
/•/<? nondimeno l'avea dello arcivescovo di lo III, perqualche tempo ritenne i'am-
xMilanOjChiesache seguitò a ritenere quan- ministrazioned'Ostiae Velletri.Neh555
<lo nel I 1 85
fu creato Papa, non senza creato Papa Marcello II, ritenne il ve-
notare che Papebrochio dubitò che fos-
il scovato di Gubbio. Morto dopo 22 gior-
se stalo arcivescovo di sua patria; quin- ni di pontificato, Paolo //^ che gli suc-
di nelle Dissertazioni nulla ne disse, il cesse, ritenne V arcivescovato di Napoli
cardinal Crivelli fu realmente pastore di di cui era pastore, finché nel 1 55'j lo die'
Milano, e divenuto Papa ritenne l'arcive- in amministrazione al pronipote cardi-
scovato, leggendosi oell'Ughelli, 2.^ edi* nal Garafa. Ma quando fu eletto Papa,es-
ii6 VES VES
sendo slato piegalo dal clero e dalla cit- un podere della dominante, perdendo an-
tà dì sostituirgli altro arcivescovo , avea che il nome e l'essenza, ossia la qualità di
non iuicarej mi-
risposto: Ecclesiani illam cattedrale, onde quel territorio, il quale
sere adirne eorum Archìcpiscopum. Nos per l'innanzi costituita un vescovato o
qui adhuc singulari amore patriain, ac diocesi da se, diventa parte dell'altra dio-
Ecelesìam Sponsam^ nos UH in poster wn cesi, la quale però si dice una sola, così ac-
eodeni ajfecliim praeerinius. Nel 1724 cresciuta di confini e di popolo. E nel ca-
fatto Papa Benedetto JC/// ritenne 1* ar- so della 2.' specie, parimente si dislingue
civescovato di Benevento, di cui fece suo e si confonde la primiera natura d'ambe-
coadiutore il cardinal Coscia, e Io visitò due, e di esse se ne forma un nuovo com-
due volle nel pontificalo. Eletto ^e/^et7e^ posto, il quale costituisce \\x\ solo territo-
to XIV nel 1740 ritenne l'arcivescovalo rio, ovvero un solo vescovato, una sola
di sua patria Bologna^ e solamente /^o^f diocesi, ed una sola chiesa formale. Però
annos xiv dimisit, per farne arcivescovo si verifica solamente la limitazione nella
il cardinal Malvezzi, prima di lui aven- 3.' specie dell'unione acque principali-
dolo governato per il suosuffragaueoScar- ter, per la quale ciascun vescovato e chie-
selli arcivescovo di Menico in partibus o sa ritiene il suo stato antico, e tutte le sue
Menilo^ a cui successe nel 743 Lattanzio 1
[)rerogative, senza che una abbia sogge-
Filippo Sega bolognese, vescovo d'Ama- zione o rispettivamente superiorità all'al-
vali per un vescovo^ con indulto pontifi- effetti due diverse e totalmente separate.
cio. Oltre la discorsa limitazione, l'altra Molto rara però, e forse nell' Italia niuna
ènei caso della vera e giuridica unione è la pratica della i
."
e delia 1.^ specie d'u-
de' vescovati, mediante la quale si dà il nione perpetua delle chiese cattedrali o
caso che una persona sia vescovo e pre- metropolitane (cioè al tempo dell'autore
lato di più chiese cattedrali o metropoli- 1 675), essendo frequente nelle parrocchie
tane, e per conseguenza di più diocesi e e nell'altre chiese inferiori; cooje dall'uso
Provincie; e questa suole essere di 3 spe- è anche adlitto tolto il dare le cattedrali
zione, e la 3.^ che si dice aeqite principa- 3." specie d'unione aeque pruicipaliter,
liter. due prime specie non si ve-
Nelle e lasciando di discorrere dell'altre specie
rifica il sia un vescovo di due chie-
caso che suddette, e restringendosi a quest'ultima,
so, ovvero di due diocesi, mentre in ef- entra la distinzione fra il caso e il tempo
fetto è una chiesa sola, per la ragione che che la sede episcopale sia piena del vesco-
nella i
.'
specie dell'unione soggettiva, cioè vo, e l'altro che sia vacante per morte na-
che una chiesa accessoriamente si unisca turale e civile, o per altro impedimento,
e si faccia soggetta dell'altra, questa do- onde sia luogo alla giurisdizione e all'am-
minante è quella la quale resta 1' unica ministrazione del capitolo, ^el i.°caso,
cattedrale, e l'altra si sopprime ed eslin- benché tra esse chiese e diocesi continui
gue; sicché diventa un membro ovvero lultavia la diversità, come se veramente
VES VES 117
e di fatto fossero separale e ciascuna a- quanto ifìse^nbWGonzùleZiRegul.SCan-
vesse il suo proprio vescovo, senza che cell. Glos. 5, § 7, o. 29, sulla comune
una riconosca soggezione alcuna all'altra; pratica de' vescovi di vescovati uniti, i
a tal segno che si dia la pratica che siano quali in lutti gli atti s'intitolano dell'uno
di diversa natura, cioè che una sia sog- e dell'altro, anteponendo sempre il nome
getta al metropolitano, e l'altra sia esen- di quel vescovato, a cui appartiene l'af-
te e immediatamente soggetta alla s. Se- fare che tratta. Tertio moclofu unìo dua-
de; ovvero che una sia d'una provincia rum dioecesitnif vel ecclesiarum quoad
e soggetta ad un metropolitano, e 1' al- caputa et gubcrnalorem, ut utraque re-
tra ad un altro, con altre somiglianti dif- maneat in siiis propriis bonis^ ac juri-
ferenze. Nondimeno per quello che spet- bus dislinctisy et separatis, utprius^ sed
ta al vescovo e al suo rispetto, ambe si habeat unum dumtaxat episcopuni etre-
stimano per una sola circa le cose perso- clorentf et quaelibet retineat suaprivile-
nali e individue, come per esempio sono: giayjurajac statata glos. et scribentes
la residenza, il vicario generale, il tribu- in cap. et lemporis^ cap. praecipimus 16,
nale, il consagrare l'olio santo nel giove* q.ifUtacciditin Episcopatu Fiterbien-
d'i santo, e simili ,
poiché risiedendo io se et Tuscanense^ quia licei sint duae
una delle due diocesi e facendo in essa le dioeceses, unus tamen episcopus est, et
funzioni pontificali, come anche lenendo cum episcopus rescribit super concer-
un solo vicario e un solo tribunale appres- nentibusjurisdictionemetadnìinistratio-
so di sé, soddisfa all'obbligo suo. Va ec- neni Episcopatus Viterbien. se nominai
cettuato l'atto del possesso che si prende Episcopum Viterbiensem, et Tuscaneu-
dal nuovo vescovo, perchè deve prender- sem, si vero super concernentibus Episco-
lo in tutte edue le cattedralijovvero quan- patus Tuscanensis,se z«^c'r/Z>/f Episcopus
do la cattedrale sia diruta o impedita, ne' Tuscaoensis et Viterbiensis, seniper an-
luoghi soliti; onde alle volte si dà il caso, teponendo nomen illius dioecesisy inqua
che avendo il vescovo preso il possesso in consistit reSf de qua agitur. Mi piace pu-
una, continui nell'altra il vicario capito- re di rammentare, che si suole ancora pra-
lare, come se fosse ancora la sede vacan- ticare, nell'unione de' vescovati, di con-
te. Di gran vantaggio però ad una di es- cedere il 1° luogo nella nomenclatura a
se sopra l'altra riesce la residenza del ve- quello il quale è di più antica erezione.
scovo per molti rispetti; primieramente Così fece Pio VII nel 18 18 per la circo-
per la maggiore onoriQcenza; secondaria- scrizione delle diocesi del regno delle due
mente perchè sebbene il vescovo di due Sicilie, di concerto coire Ferdinando I).
mente s'intitoli, secondochè porti la con- la distribuzione annua dell'olio santo. Set-
suetudine alla quale in questa materia timo per l'altra comodità nella celebra-
molto si deferisce ; nondimeno di fatto e zione del sinodo, quando la consuetudi-
appresso il mondo, e per l'uso comune ne non porti che questi si facciano distia-
di parlare s'intitola con quella sola nella taraente in ciascuna diocesi. Ottavo per
quale per lo più risiede (arroge che, ol- l'altra comodità del seminario, attesoché
tre il già detto nel § I, io qui riproduca quando ciascuna diocesi potrà comoda*
n8 VES VES
mente avere Ìl seminario proprio, in tal cune chiese, che per la povertà non vi
caso non potrà il vescovo pretendere di siano canonici, non perciò potrà preten-
volerne erigere un solo nel luogo della dere il capitolo dall'altra di far questa
sua residenza ; ma quando ciò non sia figura, ma la giurisdizione si consolidane!
praticabile, sicché per tutte e due con- solo vescovo, quando l'antica e la legit-
venga d'erigerne uno solo, per ordinario tima consuetudine non disponga diversa-
ciò suole seguire nel luogo della solita mente. Kell'altro tempo dellasede vacan-
residenza, con molti altri vantaggi simi- te, ovvero impedita, sicché subentri la giu-
li, che porti il caso, ovvero l'uso. JNel pro- risdizione e l'amministrazione del capi-
posito dell'intitolazione, dice lo stesso De tolo, ha luogo la totale separazione e di-
Luca, a suo tempo si dubitò circa T ac- versità, per cui ciascun capitolo deputa
cettazione dell'alternativa, se intitolan* il suo vicario e il suo economo, e gli al-
dosi il vescovo col solò nome d'un vesco» tri ufEziali per la propria chiesa e dioce-
vate quello s'intende accettato per am- si ,
perchè solamente si dà il caso della
bedue; però si tolse poi il dubbio per le loro unione quando si abbia da eleggere
regole moderne della cancelleria, che pre- il vescovo, perchè l' elezione egualmente
scrisse doversi esprimere ambedue, e che spetta all' uno e all' altro fuori d' Italia,
altrimenti s'intenda per quello solo, il cioè ove si conserva tale disciplina. Quan-
quale sia espresso. £ quanto al sinodo, fu do da'capitoli, o da uno di essi si trascu-
anche dubitato se celebrandosene uno so- ri l'elezione del vicario o che proceda ma-
lo per le due diocesi, ma distinguendosi lamente, alle volte il caso porla in que-
gli esaminatori sinodali, ponno quelli d'u- ste diocesi unite , che la devoluzione si
na diocesi intervenire nel concorso delle faccia a diversi superiori, cioè che una se-
della città dell'altra diocesi, siano tenuti fosse il capitolo attuale subentrerà subito
andare a quella cattedrale , nella quale la podestà del metropolitano, e non quel-
sia seguita la consagrazione, ovvero che la dell'altro capitolo, quando però l'an-
il sia tenuto mandarne una par»
vescovo tica e legittima consuetudine, in vigore
te competente all' altra, e indi debbano della quale si possa allegare il privilegio
prenderlo parrochi della propria dioce-
i aposlolico,non disponga allrimente.Quan-
si, e venne deciso che si debba attendere punto opposto, se in una
to poi all'altro
al solito conforme nell'opere del miscel- chiesa e inuna diocesi si ponno dare due
laneo ecclesiastico. La visita de'sagri Li' vescovi, ancorché la regola sia negativa,
mina si fa nel medesimo tempo per am- per l'accennata ragione della mostruosi-
bo i vescovati, colla relazione però dello tà di dare due capi in un corpo, ovvero
stalo distinto dell'uno e dell'altro; e tut- dell'inconveniente di dare due mariti ad
to quello che riguarda la partecipazione una donna; nondimeno ciò si limita, quan-
del capitolo cattedrale nella giurisdizio- do così richiedesse la ragione della diver-
ne e amministrazione della chiesa, si a- sità de' riti,perché ncli'istessa diocesi il
datta a'capitoli di ciascuna, come se fos- popolo vivesse parte col rito latino, e pai le
sero veramente due vescovi e due vesco- col greco (o altro, come in CostantinopO'
vati;onde quando il caso porli che in uno li, ed in Lcopoli, che vi è pure l'armeno :
di essinon vi sia il capitolo attuale, con- fra le cillà in cui sono cattolici di diverbi
forme la pratica alle volle insegna in al- rili, certamente va ricordata Ccrusalcm-
VES VES 119
wi<'jivioranuovameiile,coraedissì,iisiecle acciò la cattedra vescovile non restasse as-
il patriarca latino, vi soleva dimorare il sorbita tra le sue ceneri , fu unita alla
patriarca {\q* Melchìiiy e vi è un arci ve* chiesa di Napoli da s. Atanasio il senio-
SCOTO Siro del patriarcato antiocheno), re che n'era vescovo; ma poiché tal unio-
mentre in tal caso non implica che vi ne non fu aeque principalis, ma subj'e»
siano due vescovi di diversi riti, poiché cZiVrt,cosi la sede vescovile di Miseno per-
in questo caso inteileltuainiente si fingono de l'antico suo titolo, il suo pregio e la
due diverse spose di diverse qualità, cia- sua dignità, restando estinta e soppressa
scuna delle quali abbiali suo sposo spiri' interamente. Talvolta alcuni vescovati
tuale, ovvero che l'unica persona forma" soppressi, uniti ad altri, quindi furono di-
le e intellettuale del vescovo sia rappre- sgiunti, e nuovamente ripristinati, ven-
sentata da due persone materiali, che pe- nero al uiedesimo riuniti, ma aeque prin-
rò la diversità de'rispelti toglie l' impli- cìpaliter, come da ultimo nel i852 av-
canza, la quale propriamente cade quau* venne a P'^enafro (P^.) con Isernia.Tat'
do due fossero vescovi e capi. La plura- le altra si dismembrò da una diocesi uà
lità delle chiese cattedrali materiali non territorio, si eresse in vescovato, e quindi
porta contraddizione, poiché sebbene la venne unito, aeque principaliter^ a quel-
chiesa cattedrale è unica, rappresentan- lo medesimo da cui era stalo distaccato,
do una sola persona iutellelluale, deve il che di recente seguì nel 853 con r'a- 1
essere quindi uno il vescovo e uno il ca- slo (F.), già parte dell' arcivescovato di
pitolo. Ciò s'intende della chiesa forma- Chied, e da esso diviso. Neh 855 del ve-
le, che può essere rappresentata da due scovato di Troia {F,) formarono due
si
o tre o più chiese materiali, le quali con- vescovati separati, cioè di Troiae di Fog-
corrono egualmente a formarla. » Con- gia, e perchè quest' ultimo fosse conve-
forme un'opinione vuole, che le 4 l^asi- niente vi fu unita l' abbazia di s. Marco
rSGo, eoa uguagliarla al suolo, dice che ro e al popolo, il quale conosce le qualità
I20 ^ ^VES V E S
di quelliche devono preporsi a pastori, ì vescovati, come per Genova nel volume
uia dovea farsi con molti riguardi sicco- XXVlll,p. 337, insieme al {)raticato per
lue capace d'essere incoslaiile e corrotto V Intronizzazione e. Possesso) j senì^ie pe-
dall'ioteresse, onde poi gli fu tolta ogni rò colla conferma ecolTapprovazione del-
ingerenza sulle elezioni, e per gli abusi in- la vSede apostolica, con i' autorità della
sorti anche al clero, meno diversi privile- quale ne seguisse quindi la consagrazio-
giati capitoli. Il De Luca tratta nel cap. ne dell'eletto confermato. Anco quest'ul-
6 : A chi spetti provvedere i vescovati e timo modo andò in disuso, tranne alcu-
le altre prelature , ed in die modo ciò ni vescovati e arcivescovati di Germania
segue. Secondo i' opinione più ricevuta, e della Svizzera, spettando alla congrega-
ne'tempi della primitiva Chiesa, e finché zione concistoriale il riconoscere la vali-
soggiacque sotto le persecuzioni de' gen- dità di tali elezioni o postulazioni (voca-
tili (come inlese tale vocabolo il Maf- bolocomunementeusatoderivanle dal Ia-
fei, lo riportai nel voi. XCIV, p. 270), lino postulaiio, domandare, richiedere;
onde a' cristiani conveniva vivere e ce- come poitulator si dice colui che doman-
lebrare i divini ufficioccultamente; lì da, e principalmente si applica a quello
vescovi furono deputati da s. Pietro, ov- che avanti la s. Sede introduce la causa
vero secondo un'allra opinione, colla sua d'un Servo di Dio^ per la sua Beatifica-
autorità dagli Apostoli e da'primi disce- zione o Canonizzazione, e quindi ne po-
poli di Cristo; ovvero secondo divers'al- stula e supplica il progredimento e il com-
tra opinione, questi ultimi ne ottennero pimento, facendo per lui la postulazione
dalla bocca di Cristo la facoltà persona- solenne al Papa un avvocalo concistoria-
le; e così successivamente da'successori di le. Alcuni ordini religiosi hanno in Roma
s. Pietro nella Chiesa romana, e nel Vi- un qualificato idoneo religioso, postula-
carialo di Cristo; ossia con 1' autorità del to re delle cause de' Santi dell'ordine: si
Papa da' patriarchi. Ma avendo in pro- può vedere il Chiapponi, Acta Canoni-
gresso di tempo, dopo Costantino 1 il zationis Sanctorumj Postulatoris òau-
Maglio^ la Chiesa acquistalo la sua tran- sae Beatìficationis et Canonizationis, p.
quillila, ed essendosi peiciò resi i popoli 335; Postulatoruni Convenius, p. 8), in 1
credute le opere degli avversi alla s. Se* de, di che più sotto. Dell'operato da Gio-
de, che in pregiudizio de'suoi diritti adu- vanni XXII, ecco quanto nella sua Sto-
larono le sovranità, a queste prodigan- ria ne scrisse il iNovaes. Per molli secoli
done. Tra una èia seguente po-
le altre eravi l'uso, che i vescovi fossero eletti dal
sta aWIndice de'libri proibiti con decre- clero di ciascuna chiesa episcopale col suf-
to de'2 I aprileiGgS. Istoria dell'origi- fragio del popolo e consenso de'vescovi
ne e del progresso delle rendile ecclesia' provinciali, come si ha da s. Cipriano, E'
sfiche, nella quale si tratta secondo il ()ist. 3 e 4> lib. I, morto nel 208; acciò
gius antico e moderno di lutto quello il popolo non avesse assolutamente la fa-
che concerne materie beneficiarie del-
le colla d'eleggere, ed il testimonio del cle-
la Regalia delV investiture, delle nomine ro conoscitore delle virtù o vizi de' pro-
e degli altri diritti attribuiti a' principi, movendi, come nota il Tomassini, Defe-
di Girolamo Costa dottore in legge e tus et nova Eccles. disciplina circa Be-
protonotario apostolico^ traduzione dal neficia et Beneficiar os, t. 2, lib. 2, cap I,
Venezia I 768, pel Zerlelli che
^'rt/ice^e, De Elecl. Episcopor, ante tempora Con-
3 deputati aggiunti al collegio
l'intitolò a s tantini I. Perovviarequindi alle tumul-
de'DieciSavi, conoscendo in questo punto tuose fazioni de' laici, che nascevano ia
Io spirito e le pielensionldel governo del- (jueste elezioni, nelle quali seguivano an-
larepubblica di Venezia i^.)- Narra il cora le uccisioni, la provvista de'vescova-
Cernino, Hisloria diluite V eresie, che ti e l'elezione de'vescovi passò in diritto
uell'elezioni de' vescovi, onde provvedere a'capitoli delle cattedrali nel secolo XU,
i vescovati, essendo proibita l'elezionedel come sostiene il Van Espen, Jus Eccles.,
Successore (^.) al vescovato, cougrega- par. I, lit. i3, cap. 2 (posto a\V Indice nel
vansi li vescovi comprovinciali, il clero e 1704). Iodi Giovanni XXll fu poi ili."
il popolo: il clero proponeva il soggetto, Papa il quale (dopo aver colla bolla Im-
il popolo lo postulava, e col beneplacito minente nobis, de' i3 settembre i3i9,
de'vescovi, il clero sottoscriveva l'elezio- Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 177 : Reser-
ne. Ma tralignando il popolo in disordi- vallo Ecclesiarum, aliorumque Benefi'
ni, Innocenzo 11 a lui tolse lì j'us di po- ciorum, in Dominio romanae Ecclesiae
stulare (anzi imparo dal Novaes, che nel consistentiuni ad quae quis consueviù
,
I i4» insorta discordia tra il Papa Inno- per electionem assumi), nel 322 riserbò 1
cenzo li e Luigi VII re di Francia, a ca- a se ed a' suoi successori , alle vacanze,
gione del nuovo arcivescovo di Bourges, l'elezioni de'vescovati tutti nelle piovm-
nominato dal Papa econtraddetto dal re, cie ecclesiastiche d' Aquileia ,Mdano,
di
che un allio voleva promosso a quell'ar- di Ravenna, di Genova, di Pisa, di Na-
civescovato, Innocenzo 11 pubblicò Vln- poli, come attesta il Rinaldi, Annal.Eccl.
ierdclto in quel regno, che durò 3 anni), 1. 1 5 in Append.j e ciò appunto per prov-
l'Cilringeudolo prima al clei'o e poi a'suli vedere alle frequenti disseubiooi che tra
121 VE S VE S
gli elettori vi nascevano nell'elezioni, mas- suo pastore, facendola intimare al capi-
si me ailoia che i Papi risiedendo in Avi- tolo nella sagrestia del duomo. Tuttavol-
gnone, l' Italia era lacerata da intestine ta la repubblica fiorentina a supplire a
lozioni. Trovo nel p. VùcUay Notizie del- tale spoglio, e per avere un vescovo na-
le ChiesejLorenlìne^ t. 6, p. 269, narra- zionale, cominciò a mezzo de'suoi orato-
te le varie maniere, colle niiali nell' Ita- ri accomandarsi a' Papi. Quando il gon-
ai
tem[)odi Clemente Videi i342>
lia fino al faloniere Gherardini si recò da Pio li a
sicostumava di eleggere vescovi, e co- i pregarlo di dare a s. Antonino defunto
me vi subentrarono Papi. Imperocché i un successore fiorentino, fu esaudito nou
ora fucevasi l'elezione dal clero solo adu- senza facezie, riferite dall'Ughelli. Rispo-
nato nella cattedrale, talora dal clero in- se il Papa: » Illustri fiorentini non pon-
sieme col popolo, ed altre volle dal po- no essere della loro patria: s. Ambrogio
polo solo per acclamazione; ne mancano fu vescovo di Milano^ e non lu milane-
esempi che vescovi slessi vicini a morte
i se ; e s. Pietro fu vescovo di Roma, e non
nominassero il successore (era proibito, fu romano ". Ma Gherardini soggiunse
come già dissi; sarà meglio il dire, desi* con prontezza: » S. Zanobi fu fiorenti-
gnavano, proponevano, raccomandavano no e vescovo di Firenze; e s. Pietro ve-
alcun soggetto da loro creduto opportu- scovo di Roma, per non essere romano,
no e idoneo). Da* Papi finalmente restò fu da loro crocefisso ". Il Papa rise, e
escluso il popolo, poi anche chierici, ri- i disse occorrere sentire il parere de' car-
strettasi la podestà d'eleggersi il pastore dinali ; e Gherardini, avvicinatosi all'o-
a' canonici soli capitolarmente adunali. recchie del Papa, rispose: Papa suui c-
Altrettanto si praticò da quello di Fi* go, quasi volesse dire, tu solo puoi ogni
lenze, coirapprovaziooedeU'eletto dipen- cosa. In fatti Pio II pubblicò in concisto-
dente dal Papa, come avvenne per An- ro in nuovo arcivescovo di Firenze Or-
drea de Mozzi , nel quale concordando lando Bonarli fiorentino. Dal narrato si
unitamente il capitolo, subito lo confer- trae,che dopo la disposizione diGiovao-
mò Onorio IV, con breve in cui volle ri- ni XXII, non sùbito per tutti i vescova-
cordare, che dopo 12 annidi sede vacan- ti, ma a poco a poco i Papi riservaroasi la
te a motivo della discordia de' canonici provvisione. Altro esempio lo ricavo dal
divisi in due partiti, uno per Ubaldini e Martorelli, Memorie historiche d' Osimo,
l'altro per Lottieri della Tosa, per la ri- p. 242. Per morte del vescovo d' Osimo
nunzia d'ambedue, procedette all'elezio* Pietro Fraticello, avvenuta nel i^i^,
ne di fr. Jacopo da Castelbuono. Morto Martino V nel 4^2 non volle approvare
1
poi neh 341 il vescovo di Firenze Fran- l'elezione fatta dal capitolo del succes-
cesco Silvestri da Cingoli, adunatisi i ca- sore Nicolò Bianchi osimano, abbate be-
nonici nella sagrestia per la canonica e- nedettino, o perchè ^ey^c^o fosse stato
lezione del successore, a pieni voti fu scel- eletto, o perchè gli ostava certo decreto,
lo Filippo dell' Antella canonico fìoreii- forse ignoto al capitolo e all'abbate; non-
lino, ed il capitolo inviò in Avignone due dimeno proposto in concistoro, e consi-
canonici a Benedetto XII per l'approva- deratosi che alla chiesa Osimana sarebbe
2Ìone. Ma
morto il Papa, il successore riuscita pregiudizievole la sua lunga ve-
Clemente Vi pubblicò la bolla, che> il dovanza, ed avutasi relazione ottima del-
Hicha riporta coli' atto dell'elezione di l'abbate, fu approvalo con breve diretto
Antella, colla quale annullando tale ele- al capitolo. Però nel 14^6 cessò sotto il
devano air elezione del successore, cioè ne percepisse, sacram urgenlem maje-
uno riputalo il più degno e più atto, an- slatem supplicasse Sanclilali Domini
che alla convivenza, ed il Papa lo confer- Nostri prò Rev. U. J. D. Domino Sci'
mava. La formola della postulazione al pio Cicinello de civilate Neapolisy de ar-
Papa Paolo li del capitolo di Sorrento , chiepiscopalu civitatis Surrenli noviter
nel 1470 per Scipione Ciciuelli, è la se- vacanle , diclumque Capilulum corani
guente presso r Ughelli, Ilalia sacra^ t. nobis lune conte/nplationi dictae regiae
6, p. 61 5.E sarà un altro esempio che majestatis , tam conlemplatione dicti
ancora vigeva in detta chiesa il piivile- Domini Scipiiy quam nobilitalCy scien,'
gio del capitolo. Dopo le date dell' anno tia, el bonis moribus sic decorali postu-
dell'atto e quella del regnante Ferdi- lavi t eundeni Dominmn Scipi uni in ar-
nando I redi Napoli, segue. P^enerabilc chiepiscopum Surrenlinum, asserendo
Capiudum majoris ecclesiae Surrcnti- dicium Capiluluniy si opus crii, Sancli-
nae congregatum in loco Surrentì , ad tati Domini Nostri supplicalurum prò
sommi campanellae^ modo^ et loci soli- eodcm Domino Scipio, offerendo se di-
tiSf asseren. corani nobis, Rev. in Chri- cium Capilulum prò diclo Domino Sci-
stoPatrem et D, Donntiiim (Falango- pio ad omnia sibi grata paratissimum,
la) Dei et Jposlolicae Sedis grada ar- quibus omnibus sic peraclis, etc. prae-
chiepiscopum^proiit Domino placuit, ab senlibus praediclis etc. . . . Sic postula-
hoc sacculo deniigrasse, et dictani ma- tus Scipio in grada Ferdinandi regis ^
jorem ecclesiani in praescnti non ha- a Paulo li co nfir Hiatus est archiepi-
bere archiepiscopiiniy
et volens dicium scopusy munusque consecralionis acce-
Capilulum de aliquibus ricariis, Sede ^iV, della quale si fa la descrizione. An-
vacante f
diclani major em provider e y
cora qualche capitolo gode il privilegio
confisuni dictuni Capituluni de fide et di eleggere il vescovo, come ripelutamen-
caeleris , e te. Venerabilium viro rum te ho dello, in Germania e nella Svizzera,
presbyterorum Nardi curialis archidia- che trovato dal Papa idoneo a forma de'
coni surrenlini, presbiteri Hieronymi sagri canoni, per mezzo del consueto infor-
Guardali priniiccrii surrentini, etpre- mali vo processo viene dalla s. Sede confer-
sbyteri Chrislophori de Masso de dieta mato. Tanto godono icapitolicattolicidel-
civitale Surrenli sponle consliluit,ordi- laPrussia,PaesiBassiec.Notainelvol.LllI,
navity et fecit dictae majoris ecclesiae p. 1 66, che per la sistemazione degli alfari
vicariosy Sede vacanle, praesentes ad cattolici negli stali protestanti di Germa-
manutenendum, et rcgendum, el guber- nia, questi presentarono a Pio VII una
nandum diclam majorcm ecclesiam in Dichiarazioncya cui ripose il Papa coU'^"-
locunt archiepiscopalusy el omnia et sin^ sposizione y couleueute corrispondenti i
te di quelli che non gli riuscissero gradi- conoscesse aver dato alla bella regione
li; in conseguenza di che si formò la qualche specie di libertà, dispose l'istitu-
provincia ecclesiastica dell'aito Pieno, e zione d' un congresso, acciò ogni volta
rordinamento di 5 vescovati che registrai ch'egli o i suoi successori fossero venuti
nel voi. XXIX, p. 104. Nel i854, la Ci- in Italia, i vescovi, abbati e feudatari di
viltà Cattolicay serie 2/, t. 7,p. io4> cui lo compose, oltre i più ragguardevoli
riprodusse un corri-
quanto le scrisse del regno, proceri e magnati^ vi trattas-
spondente, sulle difficoltà mosse da'radi- sero insieme i più gravi aifari. Riempì
cali contro l'elezione del vescovo di Ba- poi di contento le città del regno Itali-
silea nella Svizzera. Sebbene in parte già co, colla restituzione a' cleri con chiese
l'ho riferito nel voi. LXXII, p. 79, im- episcopali, della facoltà d'eleggere i loro
porta qui riportare un brano del testo. Vescovi; alfare, che come quello il quale,
w Io vi manifestava nell* ultima corri- per le vicende de'tempi, ormai dipende-
spondenza alcuni miei timori sopra le va dall'arbitrio de' sovrani, sino allora
difficoltà che sarebbero slate mosse dal era con molta variazione e senza alcuna
nostro governo contro l'elezione del suc- sicurezza passato. Da quell'epoca in poi
cessore di mg.'^Salzmanu defunto vesco- cominciò a risplendere la condizione de'
vo della diocesi di Basilea. Pur troppo io canonici di Padova, il cui capitolo diven-
vedo ora che miei timori non erano vani.
i ne un seminario di vescovi illustri, poi-
Pure ciò che dee praticarsi in simili con- ché da esso per lo più si traevano i pasto-
tingenze fu già determinato fin dal 1828 ri della chiesa padovana. Ma la cagione
in un Concordato che non lascia luogo a di tali arbitraggi de'sovrani, nel provve-
dubbii sopra le parti che competono ai dere i vescovati^ la riferisce il dotto cav.
due poteri, all'ecclesiaìitico cioè ed al ci- Hurter, Delle islituzioni e dulie costu'
vile. Secondo il detto Concordato 1' ele- manze della Chiesa nel Medio Evo.E^W.
zione del vescovo appartiene al capitolo dice : L' Episcopato nel quale la pienez-
berg, di Assia, di Nassau, di s. Gallo e fi- sliUire ecclesiasliche, per le quali i segni
nalmente di Soletta medcaima ". M' i- della spirituale giurisdizione da' laici si
VES VES 125
conferivano, medianfe la Iraclizìone del principio della 1} de'Carlovingì, in In-
vestiture de'signoi i o giudici delegali da- mania principalmente sotto gli Ottoni e
gl'inìperatoriassenli, si legge: N.N. inve- gli Enrichi, moltissime nomine furono e-
stierunt per demanda do nevi Augustiy sclusivamentein balia del principato pro-
per colonnam de curie, ovvero per An- fano. Molti degli odierni scrittori prote-
nidiim. Era costume di servirsi in queste stanti peraltro, meglio illuminali de' lo-
ceremonie, che ponno chiamars