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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
COMPILAZIONE
VOL. XCV.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIX.
La presente edizione è posta scilo la salvaguardia delie leggi
vigenli, per quanlo riguarda la proprietà letteraria, di cui
TAulore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
VER VER
Compimento dell* articolo Verona. Liicco. A png. 237, col. 2.', lin.4^,>ove«
cedi Reno: Remo. /V pag. 284, col. !.*,
XjLnzilullo deijbo avverliie.cheperle lin. 4>>" liJogo tli Romaro: Romano. A
inlerrotle comunicazioni, cogiooate dal- pag. 307, col. I.', lin. 25, in vece di
le politiche vicende del giugno e luglio 1800: 1801. Perciò nella successiva li-
i85g (le quali, volgendo il Dizionario al nea 34, dopo marzOj manca 1800. A
suo mine, mi njanca lo spazio per nar-
lei pag. 309, col. 2.^, lin, i/, in luogo di
rarle), non avendo polulo rivedere e li- oro : onore.
mare la priiìJa parte di quesl' articolo, L'epoca dell'origioedella religione cri-
con ospedale pe'pellegnni, i quali ospizi barare dalla sloi ia le popolari credenze, e
crigevaosi presso le porte delle città e ac- di mettere finalmente in evidenza la ve-
canto d'alcun monastero. L'antico mona- rità, teitlamenle essendoci propagala in
stero fu alquanto più basso e fuor della queste parli la fede, per cui fu s. Zeno-
porta, poi rinnovalo di qua dal 2.° recin- ne che ridusse quasi lutla Verona colla
to, benché consideralo sempre in borgo, sua predicazione ballesimu. Di re-
al
come f«ior della città antica. Il nome di cente anche il sullodalo d. Schiòr ri-
porla deirOigauo, e di s. Maria in Or- petè la tradizione autorevolissima, che
gano a ten)po de'goti e de'longobardi, for- là risalire l'introduzione del criatianesi-
se fa conoscere, che in Verona preslissi- mo Verona al cader del I secolo, per
in
Uio s' iutrodu!>»e il musicale strumento opera d' un discepolo del principe de-
dell'organo, propagalo poi da Papa s. P^i- gli Apostoli, cioè s. Euprepio, dal qua-
taliano(F.). La predicazione del Vange- le trae principio la serie de'suoi vescovi,
lo in Verona si fa risalire al i." vescovo e l'estinzione d'ogni avanzo d' idolatria
s. Euprepio, ma il tempo in cur fiori è in- doversi a s. Zenone. Il dotto e critico ab.
certo, così l'epoca de' suoi primi 4 suc- Cappelletti, Le Chiese d'Italia: l'erona,
1
cessori. Avverte Mairei,che Euprepoè no- l. 10, p. 727, ripete che s. Euprepio fu
Die greco, latinizzato in Euprepio. I mo- vescovo e insieme il
il i.** i.° u seminarvi
derni scrittori veronesi, egli dice, non vo- la religione di Gesù Cristo ma , incerto
lendo che la lor patria paresse da meno dice pur egli è il lempo in cui fiorì; e
dell'altre città, che spedilo da s. Pietro mancano prove , poiché 1' oscurità di
le
\ollero il i.°lor vescovo, allermano che que'secoli remoti e le vicende a cui sog-
s. Euprepio pai imcule fu da lui manda- giacque la cillà hanno involalo per ia
V E R VER 5
hiasMma parte delle memorie de' «agri vescovo veronese". Il diligentissimo sto-
pastori di questa chiesa sinoall'VlIl se- rico riporta eziandio la descrizione del ve-
colo. Di essi però >» fu manifestato il no- lo dittico ridotto a pianeta, e ne offre in
me e la successione progressiva da un parte la figura. Lo dice attribuito a s. An-
prezioso drappo del linouìatissimo mo- none, e perciò intorno alla mela del se-
nastero ravennaledi s. Apollinare in Clas- colo Vili, trovato nel monastero di Clas-
se, su cui, secondo gli usi degli antichi se- se a Ravenna, ma riconosciuto apparte-
coli, erano eOigiali i sagri pastori della nere a Verona soltanto circa la metà del
chiesa di Verona, ognuno altresì quali- secolo decorso. Tra gl'illustratori il più
ficato col proprio nome. Questo drappo, giudizioso fu il Cenci, che s'ingegnò di
appartenente in origine alla chiesa di Ve- supplire alla mancanza de' vescovi, per
rona, ove copriva l'arca de' ss. martiri aver il drappo sofferto per la riduzione a
Fermo e Rustico, fu ridotto a forma di pianeta e per la sua antichità, sì nell'im-
pianeta, di cuidiedero erudite illustrazio- magini e sì nell'epigrafi. Egualmenle il
come tale f'i anche elligialo dipoi neli'o- chiara il Cappelletti difettosissima, egli in-
dierna sala dell'episcopio. Da questa con- vece avendo seguito le tracce segnale dal
siderevole inesattezza derivarono in se- Biancolinie dal Cenci, e nell'esporla Tac-
guito molte altre insussistenti congellure coropagna colle più interessanti notizie,
circa l'età in cui vissero, e circa l'ordine giovandosi del velo e del componimento
e il ninnerò di alcuni de' primi successori ritmico. Già ilMalfei,nel t.2,p. B^g.avea
di lui. L'Uyhelli in fatti, dopo il Panvinio riportato il medesimo documento, di a-
ed altri, credè che questo Euprepio fosse nonimo poeta scrittore, rilevando che in
uno de'72 discepoli del Redentore, e che esso conservò l'ordine de'primi 8 vescovi
da s. Pietro sia stato consagralo vesco- in questomodo, dovendo meritar fede.
vo di Verona nell'anno 69; vi sia venu- Pel primo predicò in Verona Euprepio
to due anni dopo, in compagnia di s. Cri- vescovo; 2." Dimidriano; 3." Simplicio;
cino, ed allora vi ahhia fondata la r/chie- 4.° Procolo confessore e pastore egregio;
sa. E su questa sua supposizione rigetta 5° Saturnino; 6.** Lucio, Lucilio o Lu-
8.**
egli ed esclude adatto le narrazioni del cilio; 7.° Gricino o Cricino e dottore;
Tinto e di Giovanni Diacono, storici ve- Zenone confessore e inclito martire, cele-
ronesi, quali ben altrimenle da lui ne
i brandolo più de'predecessori. Co'raede-
hanno tessuto la serie. IMa il dotto rac- simì l'ab. Cappelletti cominciòla serie de*
coglitore delle menjoriedeir./'/<7/iVz sacra pastori veronesi, ed il Coleli riordinò la
ignorò a quale bea più credibile monu- serie Ughelliana collo stesso ordine. Pas-
mento appoggiassero quelli le loro asser- sando poi il MalFei a considerare la con-
zioni;monumento che risale a'iernpi di dizione del vescovo di Verona a suo tem-
Pipino (re d'Italia), in lode di Verona; po , lo dice allora essere sulfraganeo del
riprodotto dipoi nel secolo X da Ralerio patriarca à' Aquila a (^.), insieme eoa
6 VER V E R
quelli dimolte altre città illusili; ma la ri arcivescovili, accordati talvolta once a*
Chiesa veronese fu sempre per ogni con- non metropolitani. Taluno crederebbe
io mollo distinta. Avverte però, che nel sottoscritto, in virtù di essi, il vescovo di
IV secolo i vescovi di Verona riconosce- Verona dopo gli arcivescovi e avanti tut-
vano per metropolitano l'arcivescovo di ti vescovi, in un concilio di Ravenna
i del-
Milano. Per tale il riconobbe il vescovo 1*877. Essendo ne'tempi bassi la dignità
Siagrio nella persona di s. Ambiogio,
,
ecclesiastica pervenuta per lo più dalla
che chiamò veronesi suoi carissimi. Co-
i preminenza civile, è credibile che al ve-
me poi passò questa chiesa solto Aqui- scovo veronese si attribuisse, per esser
leia, non l'insegna alcun monumento o slata nel IX e X secolo Verona capo di
scrillore; ma che poco dopo avvenisse, Marca, cioè capitale di tutta la provin-
chiaramente s'impara dall'epistola di s. cia, li titolo di principe fu anche dato al
Leone I Papa (morto nel 460> ^ Setti- vescovo Teohaldo o Tebaldo li, in un
mio vescovo d'Aitino, in cui chiama l'a- diploma di Federico l del i i 54- A rende*
quileiese, metropolitano della provincia re per altro illustre e veneranda questa
di Venezia. E nel sinodo milanese tenuto sede, osserva Muffei, basterebbe la me-
\erso la mela del V secolo, ove si vedo- moria di s. Zenone. iXon pochi famosi
no le soscriziooi di tutti i vescovi Buffi aga- soggetti la riempirono, anche ne' prossi-
nei di Milano, non si trovano quelle de' mi secoli, e singolarmente gl'insigni let-
vescovi della Venezia e del Trentino, e terati, Bernardo Navagero e Agostino Va-
ueppur quella del vescovo di Verona. De- liero cardinali, Luigi Lippomano, Mal-
rivandodal patriarcato d'Aquileia quello teoGibertiacui da Clemente VII fu con-
dì Grado (de'quali meglio riparlai a Udì- ferito, per fin che fosse vescovo di Vero-
cesi Aquileiese, prima sede dopo la pa- segnata provincia ecclesiastica e me-
alla
capitolo della cattedrale di Verona ri- Wy Notìzie della Chiesa di Verona. Gio.
tnanesse nella giurisdizione, come pure al» Battista Biancolini, Serie dt vescovi e
tre chiese di pari ragione, del già patriar- governatori di Ferona, dissertazione,
ca d'Aquileia cardinal Daniele DelfinOy Verona 1757. Mense povere del Fero-
dichiarato i.** arcivescovo d'Udine, col ti- nese, Trevisano^ Padovano, Bergama-
tolo, insegue e prerogative de* patriarchi jro, Verona pe'figli d'Antonio Pinelli.V.
a vita; e tale giurisdizione continuasse a Venturi, Compendio della storia sacra
risiedere in lai finché vivesse, e lui mor- e profana di Ferona, edizione 2.* Verona
to, ne capituluni veronensem e le altre 1825, tipografia Bisesti. — 11 1." vescovo
parrocchie appartenenti da prima all'a- dunque di Verona fu s.Euprepio,di tempo
quileiese pastore, ullo unquain tempore ignoto, il quale, come si ha dagli alti de'
sint sine capite j il vescovo di Verona, itti ss. Fermo e liusUcOj propter nietiwt pa-
duto d' una simile esenzione. Venuto a progresso de'secoli VI, VII e Vili. Egli
morte il cardinale neli762, ebbe esecu- é questa una certa prova, che alla pri-
zione la bolla pontificia, che trasferiva il mitiva residenza era poi stala surroga-
capilolode'canonici della cattedrale di Ve- la, sino dal 4oo circa, l'altra di s. Stefa-
rona nella soggezione del vescovo dioce- no 2.'' cattedrale, un'epigrafe olfrendone
sano, ed essendolo in quel tempo jNicolò inomi. Anche nel sotterraneo di s. Pro-
Antonio Giustiniani, con suo decreto de* colo, con epitaliisi attestava l'esistenza
i3 aprile ne fece pubblico l'avvenimen- de'4 nominali ss. Vescovi. Nel particola-
to, e si legge nel Cappelletti. Finalmen- re sepolcro di s. Procolo, benché l'iscri-
te Fio VII nel 1819 soppresse la provin- zione dica seppelliti con esso anche i ss.
^Slelano contenendo nitri ss. tesori, si disse 88. Fermo e Rustico, secondo il Capj)eli
lyres, per altri ss/Corpi de' vescovi collo- il rilardarsi il loro martirio più d'un mezt
cativi nel progresso de'secoli, parlicolar- zo secolo sotto Massimiano, invita a con<»
lìiente nella lunga serie d'anni, in cui go- sullaie su questo punto controverso Maf-
dè enumerando-
la dignità di cattedrale, fei, Panvinio, Ballerini, Cenci, Biancolini
sene 2 1. Inoltre vi sono memorati esi- e altri, che se ne occuparono di propo-?
stenti corpi de'ss. Quaranta martirizza-
i sito. Tuttavolta riporta quanto lasciò
li in Verona sotto Diocleziano, de' quali scritto r antico salmista della pieve ile*
più sotto, e 4 de'ss. Innocenti. Si vuole ss. Apostoli, presso il Cenci. Anno Do»,
dagli scrittori veronesi clie vi fosse anco- mini 2 36 vivebat s. Proculus qiiartus^
da vergine, il cui collocamento sarà av- sino al suo arrivo. Il famoso Atifilealro
venuto in tempo posteriore. Dappoiché ch'è in questa città, fece concepir l'idea
5. Procolo che il successe precede l'epo- ad Anolino di far con poca spesa un pub-
ca di 8. Placidia , come contemporaneo blico spettacolo, com'era uso allora ne'
fiirimperaloi'8 Massituino I, che regnò dal supplizi, Giunsero Fermo e Rustico a Ve-.
VER VER 9
rona in 3 giorni, e furono congegnali a loreanonimocìe'tempidi Pipino. A ggìnn-
CancaiiooCaio Ancario milite cli'era vi- gesi negli alti, f(ualicre(lonsi inpartede-
i
cario delia cillà, cioè luogolenenle e co- rivati dal criminale processo o atti pro-
ii»aii(J.u)le del presidio. Arrivò dopo 6 cousolari, cl»e stando i corpi de' ss. Fer-
giorni Anolino, e fece subito invitar dal mo e Piustico insepolti ,
perchè fossero
banditore il popolo veronese a spettaco- dalle bestie consumati, e facendovi nella
lo. Ma in quella slessa notte il vescovo s. notte Ancario convertilo veglia e custo-
Procolo, il quale nel suo monastero, cioè dia, insieme con due lor parenti venuti
in luogo appartato e solitario, non lungi di Bergntno, alcuni cristiani, che si dice-
dalle mura della città, con pochi cristia- vano mercanti, veimero a prenderli, e in-
ni stava nascosto, infervorato di spirilo volti nobilmente, li posero in una barca
maggiore nell'orazione, si porlo in cillà, econdussero via. Riferisce inoltre Malici,
Q visitò i martiri; nel qual tempo essen- che nella storia mss. di questi corpi, si leg-
cristiani, e tulli gli atti, cioè i processi de* senz'alcun fondamento,che fossero poi ru-
martiri anteriori, che potè a vere, e gli fece bate e portate altrove. Nel Moscardo è
abbruciare, dicendo che da quelli veniva prezioso il monumento o testamento di
il cader degli altri nell' istesso errore, e Radone prete, rogalo nei 774. '" cui tro-
l'esser venerali i loro .sepolcri pia de vasi nominata la porla di s. Fermo, isti-
iempli degli Pei. Forse perirono allora tuito un ospedale, e falli esecutori (sic)
gli atti dess. Quaranta martiri, de'quali per sempre coloro cUe prò tempore aves-
5Ì è fatta un tempo memoria dal clero sero la custodia de'ss. Martiri. Uu' ora-»
VPVQnese, e menzione se qe vede iu au- zione d'aulico Sagrameutario, che fu deb
IO VER VER
la chiesa di 8. Bovo, nomina i «s. Corpi «imo e Damiano, colla credenza che fos-
i»i venerati. Neh 189 fu trovata iscrizio- sero qne* de* ss. Fermo e Rustico loro
ne in cui sono notate le loro reliquie e concittadini, insieme alla testa di s. Pro-
fci,non debbo tacere di leggere nel Cap- mi avvenimenti cristiani poi occorsi in
pelletti, muoversi da' bergamaschi gra- Verona nel 111 secolo, mg.'^Dionisi (che
ve questione sull'esistenza delle reliquie scrisse intorno ai Santi veronesi), oltre il
de* ss. Fermo e Rustico nella loro catte- suddetto de' ss. Fermo e Rustico, ricor-
drale (e parlandosi di questa nelle pro- da anche il martirio di s. Arcadio, e
posizioni concistoriali^ s' intende per con tanto più fondamento, che s. Zeno
i' asserzioni de' bergamaschi medesimi, lo descrive con più vivi colori. Il Maf-
i
stici coni patronorum magna veneratione sulla fede de' moderni fecero viaggiare il
recondita) jiitìzìchè in Verona, nella chie- s. vescovo Procolo in Oriente, ne' Luo-
sa che neporla il titolo,cioè s.FermoMag- ghi Santi, e in Pannonia, incompatibile
giore, ove i veronesi, e con piti ragione, alla sua età e uffizio di pastore dottissi-
sostengono esistere tuttavia, in favore mo. Gli successe s. Saturnino, auch*egli
mo, unitamente alla testa del vescovo altri Gricinoe Brichino, cognominalo il
8. Procolo, e trasferirono a Bergamo in dottore e facondo predicatore. Ottavo il
luogo campestre e sotterraneo, ove poi glorioso s. Zeno o Zenone, primario pro-
3 secoli dopo si trovarono, e con solen- tettore di Verona, che sopra lutti ne il-
ne pompa recale alla cattedrale, ove tut- lustrò la Chiesa, poche essendo tra le
tora riposano. Ma il critico Cappelletti latine, rileva Malfei, quelle che vantar
conclude l'esistenza a favore di Verona possono un s. Padre e dottore, qual vien
e non di Bergamo; perchè il vescovo s. egli riconosciuto eveneralo, e nella qual
Annone trasterile a più decorosa stazio- classe vien collocalo pe*suoi molli, dot-
ne le ossa de' ss. Martiri, ne adornò l'ar- li, fruttuosi ed eleganti sermoni, celebrali
ca col discorso velo o drappo dittico, e do non pochi dotti anco stranieri i e Maf-
perchè nella chiesa di s. Procolo colle fei ragiona pure del merito loro e delle di-
sagre sue ossa riposavano i corpi de'ss. verse edizioni, noli essendo altrove sin
Cosimo Damiano, e nella ricognizione
e dal IX secolo, li Barzio lo chiamò VApu-
ricoidala del i49^ non si trovarono né lejo Cristiano. La chiesa di Milano fin
questi corpi, né la testa di s. Procolo ; dall'antiche età nel prefazio Ambrogia-
concludendo, che i mercanti bergama- no lo chiama dottore, essendo egli fio-
schi piulloslo tolsero i corpi de' ss. Co- rilo versola fine del IV secolo, ignoraci-
VER VER II
dosi la benché il nome l'indichi
pallia, e ivi educalo, lo dimostra l'elegante e
greco e l'anonimo sembri nccennaie che colta elocuzione latina, che materna in
r{ua venisse dalie parti di Siria, ove e in lui si può dire. Fu conoscitore profondo
Italia, egli dice, operò grandi e mirabili ancora della lingna greca, delle lettere
cose. Non conviene MalFei che Gallieni e de' libri sagri, con un cuore veramen-
tempore niartyrio coronalus est, dicen- te inclinato alla pietà e a tutte le virtù
dolo vissuto alquanto più laidi, e po- cristiane. Dotato dalla natura d'un' in-
tersi credere che rendesse l'anima a Dio dole mansueta, di modi alfabili, e dalla
al Sgo non mollo lontano, il successore divina grazia di ardente amore per la
essendo stato contemporaneo di s. Am- fede e di carità per dilfonderla, pose in
brogio, il che non pare, come dirò a suo opera a questo sublime e santo scopo
luogo. L' tJghelli pure lo vuole vissuto ogni sua possa. Predicò eilìcacemenle la
neir impero di Gallieno, pubblicando parola di Dio, e pascendo il popolo del
l'elogio del Panvinio, e quanto ne scris- cibo evangelico, mostrò ad esso la via
sero il notaro Coronato e altri. L' ano- della salute e del cielo. Esaltalo alla di-
nimo lo chiama confessore e inclito mar- gnità vescovile, non lasciò per questo di
tire, e martire replicalamenle lo dice s. a (iati carsi, ma proseguì anzi con sempre
Gregorio 1 ne' suoi Dialoghi, che fa
il eguale zelantissima perseveranza, nella
ripetuto da altri e da' Martirologi enei predicazione delle celesti verità, e con
romano a' 12 aprile. Altri con Coro- tal mezzo tornò oltremodo giovevole alla
nalo dissero essersi, riposato in pace. religione e al bene de'fedeli. Accortamen-
La s. Chiesa veronese però sempre ne te e con vivezza combattè il vizio, senza
ha celebrata la memoria qual confesso- dispiacere a'viziosi, e si studiò di ammo-
re e non di martire; ma forse il non a- nire e piegare i fedeli senz'atti lusinghe-
ver conseguito in tempo di pubblica per- voli. Era benigno e caritatevole co' mi-
secuzione il martirio ne fu cagione. Egli seri, soccorrendo e confortando i pove-
rese bellissimo e replicalo testimonio agli ri. La face della carità ardeva nella sua
antichi veronesi, di singoiar pietà, e di bell'anima. Con se stesso però era sem-
cristiana liberalità celebrandoli, non già pre severo, rifiutando lullociò che non
con semplice attributo d'onore che po- gli veniva dalla necessità assolutamente
tesse credersi usato per civiltà e per con- richiesto pervivere, impiegando il ri-
ciliar benevolenza, ma chiaraujente e manente delle proprie facoltà in mante-
con lutti questi sentimenti ne' due ser- nere e ammaestrare chierici nel servi- i
moni sopra V Avarìzia. Nel Compendio zio divino, nel soccorrere i sacerdoti che
della vita di s. Zenone vescovo e mar- pativano disagio d'alcuna cosa, concor-
tire, protettore di f''e/ona,i\t\ d.' Ben- rendo pure a sostenere le spese per le
nassuli, inseiilo nella già ragionata No- sagre funzioni, e nel recare larghi aiuti
tizia sul rinvenimento della sagra sua agl'infermi e a'bisognosi,che il principul
spoglia, in uno alia sua i.* invenzione e oggetto formavano delle sue cou)passio-
basilica omonima ove si venera, si leg- nevoli cure. Chiamava la pazienza regi-
ge, che vogliono alcuni scrittori che traes- na di tutte le cose, la connolazioue di tut-
e d'ogni condizione. Perciò resosi angu- eretto e consagralo, nel quale soleva e-
sto il vecchio oratorio, dove esercitava i sercitar il suo ministero, e presso cui la
divini uffizi, un nuovo più ampio n'e- propria abitazione teneva. Questa glo-
resse. Degna di grande encomio fu ezian- riosa morte avvenuta a' 12 aprile verso
dio la sua vigilanza nel mantenere la di- la fine del I V secolo, non troncò il corso
sciplina, e tultociò che riguaidava il cul- a'prodigi, poiché molti se ne operarono al
to sorgendo contro
; disordini e srego- i sagro avello, celebrati nel 4 ^ in un ser-
'
latezze introclolli ne'convili di carila che mone da s. Petronio. Nel Sgo il fiume
si celebravano nelle feste de' Martiri, ol- Adige, per ripetute dirottissime pioggie,
ire l'aver tolto altri abusi introdottosi traboccò dal suo letto, recando danni e
neireccleMastiche giurisdizioni ; combat- rovine a Verona. Accorsa la moltitudine
tè e sconfisse 1' arianesimo, e vari scismi, nella chiesa di s. Zenone per invocarne
il cui veleno erasi propagato per l'Italia. il patrocinio, le acque impetuosaraente
Non pochi furono i portenti tielìa divina crescendogiunseroa tanl'altezza da chiu-
provvidenza a intercessione del santo, derla a un tratto nel tempio, onde te-
da' quali ricevè la fede gloriosi e molte- neva certo di perire ; ma per divina on-
plici trionfi, e per cui contrassegnate ri- nipotenza, investendo l'acqua da ogni la-
ronese, che fuori e nelle più lontane par- culto de' falsi numi. Laonde que'barba-
ti d' Italia. Continuando il s. vescovo a ri, che per 1' opera portentosa del santo
iregliare con amore paterno sulla greg- videro crollar il genlilesimo, si scnglia-
gia, e a seminare eoo sempre maggior lOQO furenti sopra di lui e sì crudelinen-
VER VER i3
te il morie il ri-
(rallarono, che presso a atti propriamente è sottoscritto Lucio «
«lusserò e sarebbe morto, se un prodi-
; non Lucdlo. Il Coleti nell'emendare l U-
gio non gli avesse restituito la sanità. Per ghelli attribiù a Lucilio T intervento al
tale patito strazio, l'anouimo lo chiamò sinodo Sardicense nel ^^j. Segue poi
martire, e dopo di lui s. Gregorio 1 e Siagrio, imparandosi da uit'episloia di s.
Paolo Diacono lipelerono, oltre diversi Ambrogio un notabilecaso. Era in Vero-
INlarlirologi. Quindi ben a ragione è an- na una vergine consagrata aDiopernome
che venei alo martire, poiché molti quan- Indicia, ed ancora un monastero di don-
tun(]ue non soiìVirono il martirio, sono ne, di che sarà dillicile trovare piìi antico
tuttavia dalla Chiesa così chiamati pe' esempio, come opina IMalfei, che, ripelo,
gravi all'anni e patimenti che sostenne- di Siagrio volle fare il successore imme-
ro per dilFondere e far germogliare Tin- diato di s.Zenone. Delle sagre vergini
fallibili ed eterne verità evangeliche; e allora in Verona, altre vivevano congre-
per aver logorata lino all'ultimo avanzo gate, altre nella propria casa, tra le (jua-
la vita loro. Del resto quanto all'inven- li una sua sorella ma-
Indicia. Essendosi
zione e traslazione del venerando corpo ritata con Massimo, tristo uomo, non vo-
di Zenone, ripeto, descrivendone in
s. lendo Indicia star con esso in villa, adi-
principio la sua basilica, anche col d.*^ ratosi il cognato divise con muro in cit-
grio, cos\ il Biancolini, il quale registra vescovo scrivesse, non da Ini essersi di-
poi Lupicino e Massimo, e dopo questi vulgato il fatto, uìa da femmine riferito
s.Agabio, nella qual progressione disco- al uìonastero, ond'era poi giunto a no-
standosi troppo dalla serie moslralaci dal tiziaanche di lui suo congiunto. Si por-
prezioso velo dittico, a questo si attiene tarono a Milano due testimoni. Renato
ilCappelletti. S. Agapio, l'Ughelli l'avea e Leonzio, dove interrogali parlarono
segnato 3.° vescovo, e io." il Coleti: fu dilFerentemente e si contraddissero : tre
pari in pietà e ardore al predecessore. vilissime donne, jMerciuia, Lea e Tcodo-
Jndi s. Lucio, cliB il Cenci credè Lucil- la, che doveano far teslicnonio, si trafu-
io, ricordato da s. Atanasio e intervenu- garono, onde innanzi al consesso de' ve-
to ai couciiiodi Saidica nei 345, ue'cut scovi radunato perciò dal s. arcìvescovO|
i4 VER VER
nessun comparve. Questi, nluno presen- futle malignità esporre all'orribile ludi-*
tandosi al giudizio, esaminò due sante brio dell'ispezione una sagra vergine, la
seguiva l'ispezione per venire in chiaro tori,ed all'ab. Cappelletti sembra opi-
della verginità; trovarsi chi lo minac- nione più ragionevole che sia vissuto sul
ciava di non comunicar più con lui, se principio del V secolo, per le ragioni che
raromeltesse senza esser prima osserva- adduce, cioè intorno al 4io.E qui per
ta dalle levatrici ne potersi dir Massi-
; dar saggio della serie riferita dall' Ughel-
mo accusatore, per aver mostrato dolo- li, dopo s. Procolo registra per io."
egli
re della fama sparsa contro la cognata. vescovo 8. Mauro, pel Coleli li." e pel
Rispose s.Ambrogio, non credere che i Cappelletti 39.''; S.Giovanni i i.^pelCole-
suoi carissimi veronesi fossero per parlar ti 1 3.° e pel Cappelletti 4o.° Senza rimar-
male, contro il loro uso, della sua sen- care come questi ultimi riportano gli al-
tenza, e lanlo più che col parere e ap- tri, tanto più che seguendo la serie del
provazione d'alili suoi confratelli era u- Cappelletti col suo ordine progressivo li
scita, dov'egli all'incontro senza consi- riferirò, essi neli' Ughelli hanno il se-
glio d'alcuno erasi arrogalo di giudicar guente: I2.°s. Probo, I 3." s. Teodoro,
solo: riprese Siagrio, perché a suggestio- 14.° s. Innocenzo, 1
5.° s. Lupicino, 16.°
ne e a richiesta di persone Irìsle e cat- s. Lucido, 17.° s. Zeno huius nominis
tive, senza accusatore manifesto, avesse IFj cuiiis inentio facll s. Anihrosias in
credulo doversi dubitare dell'onestà di Epìst. 46, lìb. 6. Huius creduiiUir esse
fanciulla, approvata già molli anni avan- scrmones, qui sub nomine Zenonis Mar*
ti dalia cognizion di Zenone di santa me- fyris aspexerc lucem^ ut egregie notai
moria e dalla sua benedizione santifica- Baronius inNot. ad Martyrol Rom.ad
ta (sulle quali parole ancora, Ma (Tei scris- dieni \i aprilis. Ibi oplinie colligil duos
se Siagrio immedialo successore di s. Ze- Zcnones f^ernnenses Episcopos fuisse,
none: noterò che s. Ambrogio governò non unum, i8.° Siagiio, ig." s. Massi-
la chiesa di Milano dal374al397) Rap- mo, 20.° s. Alessandro, 21.° s. Biagio,
preienlòpoijconieconlro le leggi civili ed 22.** s. Lupo, 23.° s. Felice, 24." s. Mo-
ecclesiasticlie avea proceduto senza ma- derato, 25.° s. Salvino, 26.° Androni-
nifesta accusa, ammettendo malevoli e co, 27." s. Vindemiale, 28.° s. Silvino,
nemici per testimoni: vero accusatore 29.°s.Luperio, So.^s. Manio, 3i.°8. Pe-
esser Massioio, e non doversi per cosif- tronio, 32.° 8. Gerbone, 33.° s. Simpli-
VER VER i5
«io, 34' s. Senatore, 35." «. Servolo, ghelli. Esso ignorò il vescovo s. Conces-
36.° s. Verecondo, 37/ s. Valente, 38.° so I, il quale o ebbe più nomi e si disse
Solazio. E basti coli* Ughel'i, per dare anche Servidio e Servolo, ovvero fu un
un' idea della diilerente cronologia sui vescovo da questo distinto in tal caso il ;
primi vescovi col Cappelletti, pel quale drappo dittico dovrebbesi reputar man-
Solazio è il 32." e scismatico, e pel Co- cante di esso. Bensì conobbe il vescovo
leti il 38.° Riprendendo il filo con s. Pe- s. Servolo, l'encomia e lo dice chiamalo
tronio 1 3,° del Cappelletti, a lui venne pure Servus Dei: se ne celebra la festa
dietro s. Innocenzo d'anno incerto, loda- a* 26 febbraio nel calendario veronese.
to dairUghelli per giustizia, innocenza, Questo s. Servolo, a' due concilii roma-
esimie virtù e scienza. Montano solo ef- ni del 5o4 e del 5 1 2, si sottoscrisse Ser-
figiato nel drappo dittico, forse perchè VHS Dei, Il MafFei io disse iiUervenuto
breve fu il suo vescovato e perchè non 5o e del 5o4, e che ve-
a quelli del i i
leli lo registrò per i i.°, e MafFei avver- Valente s'impara, che diventò vescovo
ti che nel detto concilio, presso Labbé, nel 523 e morì nel 53 i di circa 85 an-
essendo sottoscritto G audentìus Vecco- ni. Io anno ignoto gli successe s. Salvi-
;?en5/.9, Cristiano Lupo trovò leggersi Ve- no, che non devesi confondere con s. Sil-
Tonensis ne' mss, cassinesi. Di Germano vino sunnominato, e d'ambedue parla
non si conosce che il nome, soltanto e anche l'Ughelli, che fa elogi di s. Calvi-
pel i.° nominandolo ed esprimendolo il no per dottrina e grandi opere, conver-
drappo. In anno incerto s. Felice, che tendo col suo zelo a Dio quella parte del-
r Ughelli dice studiosissimo della pro- la città che non lo era; limosiniero co*
pagazione della pietà cristiana, probo e poveri, assiduo ne' digiuni e nelle ora-
illustre per altre virtù : a lui fu edifica- zioni. E' nominalo anco nel Martirolo-
ta una chiesa non lungi dal monastero gioromano a' 2 ottobre, e la chiesa di
1
di s. Gabriele, il cui nome fu imposto ad Verona ne celebra l'ullizio. Nel 792 ca- 1
rmo de' castelli, colla sua immagine sulla pricciosamente ne' calendari fa cambia-
porta e iscrizione che riferisce. Indi s. lo il suo nome in quello di Fiorente, fin-
Silvino eccellente in dottrina, soave nel ché fu reintegralo il vero nel 1837. In
sermone, fregiato d'ogni virtù, umiltà, questo cominciarono ad aver culto an-
assiduo ne' digiuni e nell'orazione, colle che ss. Agabio e Gerbone, del quale più
i
quali sedò le inimicizie tra gli uomini, sotto, benché già erano registrati nel
come leggo nell'Ughelii. Quindi s. Teo- Martirologio romano. Il vescovo Mas-
s.
doro, pio, virtuoso e per dottrina insigne, simo ebbe sepoltura nella chiesa del suo
d' esimia eloquenza ^ di sua traslazione nome, demolita nel i5i8 in occasione
da s. Stefano nella cattedrale ragiona U- della generale spianata intorno alla cit-
i6 VER VER
là, per rnilitoi'ì operazioni. Di 8. Cel!>o« lo alla contemplazione, per cui riniiirziò
ne, l'Ughelli fece elogio, quale indum- il vescovato per menare vita eremitica,
inolo per propagazione delle velila e-
la ove poi fu dedicalo un tempio a suo ono-
vaugeliclie, ed eziandio inirabilinenle re dopo 7 anni avvisato dall' Angelo, si
:
dedito all'estirpazione delTeresie. Segue recò verso Verona,e caduto infermo mo-
8. Luperio, grato a Dio e agli uomini, ri nella chiesa di s. Felice. Miracolosa-
predecessore fu deposto in s. l'rocolo. lo, trovando che nelle mani teneva una
Lodato per dottrina e mirabile santità carta, che a niuno fu dato togliere. Allo-
fu il vescovo s. Senatore. Ad esso nel ra Giovanni I prostratosi a pregare Dio,
579 era già succeduto Solazio, vescovo ottenne che dal santo si lasciasse pren-
scismatico, che sottoscrisse al sinodo di derla. Conteneva le sue preclare gesta,
Grado, insieme cogli altri vescovi difen- che il vescovo ad alta voce divulgò al
sori de' Tre Cnpiloli (P\)f del rpiale popolo. Questo festante ne condusse ils.
scisma ragiona Miifl'ei nel t. 2, p. ^SS e corpo nella chiesa di s. Stefano, ove poi
seg. llColeli e il Malfei dicliiararono fal- si venerò la mitra, il bacolo pastorale ed
ne la serie. Pare anche cessala a questo Maria Consolatrice, della cui chiesa ri-
insieme con essi acquistò quelli de'ss. Pri- per l'acquisto de'ss. Corpi, per la cui ope-
tno prete. Marco e Lazzaro diaconi, ed ra soltanto dice invece il ritmo Pipiniono
Apollinare suddiacono, martiri, nel ySS essersi ottenuti. Comunque andò il fat-
solennemente tulli deposti in s. Fermo lo, certo è che né l'autore dei ritmo, né
Maggiore; la quale traslazione è ricor- lo scrittore della traslazione fanno oien-
data nell'iscrizione e anche nel ritmo Pi- zione della santa, il cui corpo pe»ò nel
piuiano;il vescovo poi i^enemereolissimo i320 dal vescovo Teobaldo fu esposto
per pie opere, dopo aver collocato nella alia pubblica venerazioni' nella rhiesetta
cliiesa da lui eretta non lungi da'ss. Apo- in discorso, la quale non fu edificala per
stoli i Tosca (non
corpi delle deve con-
s. *«i esservi deposto, per esser morta in l)uon
fondere con s.Toscana nobile cittadina ve- odore di santità, ma solo per questo poi
ronese, viittiosa e illustre fra le sorelle spe- prese il nome di s. IMaria Consolatrice,
daliiighe dell'ordine Gerosolimitano) e mentre nell'anteriore erezione fu dedi-
Teuteiia sua discepola, vergini, riposò nel cala alla D. Vergile, la cui ioìmag:nenei
Signore, dicendosi morto a* i3 marzo celebrarla il p. Gumppenberg forse con-
760, neir epigrafe che esibisce Ughelli, fuse Consolatrice con Conforta Ir ice.
posta alla sua tomba nella cattedrale di Dopo s. Annone nei 760 fiorì ii ve-
s.Maria Matricolare. S. Annone è il 4 '•" scovo Loterio che rinnovò la cattedra-
vescovo per l'Ughelii e pel Coleli, il 48.° le; quindi nel 780 già eragli succeduto
pel Cappelletti, ed il 43.° pei veronese l'arcidiacono della medesima A Lione oAl-
d. Agostino Zanella, il quale nella tra- do, in uogo del quale Coleti poneLoterio,
I
duzione con apri-iunte (\e\V Atlante Ma^ colpevole d'aver scialacquato benidisua i
rianoy parlando della immagine della ciiiesa. In anno incerto Egino o Egino-
Madonna Confortafrice di Verona, dice ne, bensì nel 799 rinunziò ii vescovato
che ii miracolo operalo dalla ss. Imma- per monastero di Reichenau,
ritirarsi nel
gine contro l'eretico a s. Pietro Martire dove eresse e consagrò una chiesa a s.
di Verona, avvenne nell'antichissima e l'ielro Apostolo, ivi morto santamente
ora soppressa chiesa di s. Maria Cooso- uell'802 e sepolto. la detto anno 799
C\ CL/
i8 VER VER
circa Rotaldo o Rataldo eragli successo: ma di Lodovico II in favore
Lotario I e
ingraodì la chiesa di s. Maria Matr/cO' del monastero di Zenone) ; mentre in s.
1*877, '^ qi^ole ne die' avviso con appo- rona, consigliere di re Ugo, ed a sua istan-
site lettere al detto imperatore, al clero za Berengario 1 neir89i elargì un privi-
di Verona, agli arcivescovi di Milano e legio alla s. Chiesa di Verona; e con al-
Ravenna, e al patriarca d'Aquileia. Ma tro di tal principe nel 900 convalidò be- i
riconciliossi ben presto co' monaci di No- ni donali a s. Maria Organo da Ode!-
in
ao VER VER
berto prele, prodollo dairUghelli. Que- none arcivescovo di Colonia; la 3.' avven-
sti inoltre nana la calala degli unghe- ne nel C)68, in cui rinunziò il vescovato,
ri, che manomisero Verona nel mo- e si stabilì a Natnur, ove nel 974 mori
do il più deplorando, come raccontai e fu sepolto nel suo monastero di Lo-
nel voi. XCIV, p. i53 e i56, parlando bia. Nel tempo del suo i.° esilio fu intru-
della basilica di s. Zenone e altrove. Di so nel governo di questa sede Manasse
più riporta un diploma del 9*26 di re arcivescovo d' Arles, il quale nel 933 ot-
Ugo, che dev' essere il discorso coli* ab. tenne il vescovato veronese dal re Ugo,
Cappelletti, rogata Adalherti^ et Nothe- unitamente a que'di Trento e di Manto-
ni Episcoporuin lune i>iven.tium)^ e che va, e lo tenne fino al 946, in cui Raterio
Noterò già sedeva sulla cattedra di Ve- fu ristabilito nella sua sede. Nel tempo
rona fin dal 915, come si ha da* docu- del 1° esilio, il quale fu conseguenza del
menti anno (in fatti li ricorda pu-
di tale pastorale suo zelo in rimproverare pub-
re rUghelli, lo chiama Noterò li, quali- blicamente i rotti costumi di Berengario
fica di grande santità, amato da Berenga- II re d'Italia, fu intruso un Milone gio-
rio I, pel quale pervenne a questa sede, vane di 18 anni, e vi rimase sino al 962.
riferendo il suo benefico testamento del E finalmente 6 anni dopo, allorché Rate-
921). Noterò era veronese, figlio d'Ade- rio rinunziò il vescovato, questo medesi-
maro, ricco di molte terre nella Valpal- mo Milone ripigliò il governo della chie-
lena : eresse uno spedale in sua casa, che sa veronese, e da quest' anno cominciò a
fu poi intitolato a s. Apollonia, e lo dotò figurarvi come vescovo legittimo. Così
di molte rendite; oltre a molte altre sue l'ab. Cappelletti. L'Ughelli molto scrisse
beneficenze, lasciò tulli i suoi beni (co- di sua storia, producendo inoltre i diplo-
m' è detto nel ricordato testamento) a' mi seguenti: dell'imperatore Ottone I
canonici della cattedrale, coll'annuo ob- in favore della chiesa diZenone, pel §.
bligo d'una libbra d'argento alla chiesa cui compimento somministrò ragguar-
di s. Zeno. Morì a* io agosto 928, e fu devole somma; altro di lui conferma-
sepolto io cattedrale coU'epilallio che of torio de' privilegi della s. Giiesa di Ve-
fre rUghelli, con altri documenti che lo rona; del conte o marchese Milo o suo
riguardano. Ebbe a successore nell'anno testamento; e di Rodolfo li re di Bor-
stesso lUluino del Belgio, già monaco di gogna e d'Italia, pel monastero Zeno-
Corbeja, e stretto parente d'Ugo re d'I- niano. Di Milone ancora ragiona 1' U-
talia: i'Ughelli scrive ch'era stato vesco- ghelli, riferendo altri diplomi, come di
1^0 di Liegi, per le cui fazioni sturbatosi Ottone pel detto cenobio del 967, ed
I
rifugiò in Italia presso detto re, alle cui altro sul medesimo. Il Malfei narra, che
islauze fu fatto vescovo di Verona; in- llduino abbate di Lobbia e poi vescovo
di due anni dopo fu innalzalo alla sede di Liegi, caccialo da quel vescovato, si
di Milano. Nel 981 il celebre Ralerioo recò a cercare ricovero presso Lgo re d'I-
Hacheriolorenese, figlio del conte di Vien- talia, e da lui fu fatto vescovo Vero-di
per le persecuzioui degl' invidiosi, la cui de di Verona Raterio monaco della stes-
deplorabile origine cominciò col primo si) badia, ch'era venuto col medesimo li-
nato da' nostri proto- genitori; laonde fu duino. Qoestijdue anni dopo, unito al con-
costretto a fuggire per ben 3 volte dalla te di Verona Mione (sic), eccitò a passare
.'
sua sede : fu la i nel 982, e andò a Pa- in Italia contro re Ugo, Arnoldo duca di
V ia ; la 2." nel 9 55, e si ricov; ò presso Bru* Baviera. Rimasto però vittorioso Ugo, ri-
VER VER tìi
kgò e imprigionò Raterio in Pavia. Fu quale nel 988 confermò alcuni beni a'
poi ritnesso in sede, e quindi nuovamen- canonici di Verona. Nel 990 fu vescovo
te espulso. Ripassate peròAlpi, dopo le OlbertOjdairUghelli detto Oteleberto,ed
essersi trattenuto insegnando presso un anche AudberloeAdelberto,pubblicando
grande in Provenza, da Ottone I impe> vari monumenti e diplomi che lo ricor-
latore venne eletto per maestro di Bruno- dano. Adelberlo, crede Panviuio e riferi-
nesuo fratello, il quale fu poi arcivescovo sce Ughelli, che gli succedesse nel 1000,
di Colonia. Col favore di questo nel gSS benché non lo registri nella serie, e dica
passò al vescovato di Liegi, ma 3 anni volerlo altri succeduto da altro Olberto
dopo anche di là fu cacciato. Tornò in \- ricordato nel ioo8,egIi ritenendo però che
lalia, e per opera delio stesso Brunone fu siensi confusi col soloOlberto, che pare
rimesso nel vescovato di Verona ; ma do- realmente vivesse nel 1008. Indi nel io 1 1
po qualche leni pò, non già costretto, uè Witprando o ilpraudo o Utprandoo lld-
perseguitato, nju per proprio capriccio si prando, sino al 1014. L' Ughelli lo fa pre-
parli e ritornò a'suoi paesi carico d'oro cedere da Milone 11 nel loio, che loda
e d' argento. Con questo si procurò dal per singoiare santità, riferendo 1' episto-
re Lotario una badia, cui parimente ab- la a lui diretta da Papa Benedetto VII
bandonò subito. Morì nel 974 io Wamur, (meglio Vili, se si deve ammettere). D'II-
degli scrittori che parlarono di lui, Pan concesso un privilegio al monastero Ze-
>»inio avendolo fatto molto bene,e Mabil- noniano. Nel 1027 Giovanni 11 figlio di
lon a lungo. Di sue opere tratta TAchery Tadone signore di Garda. insigne per san-
ne' SpicilegUy ed altri autori, ed anch'e- tità e dottrina, memorato nel diploma di
gli ne rende rrjgione, dichiarando che di Corrado II imperatore: fu benefico co*
tutte le sue opere si pensava fare un'edi- monaci de' ss. Nazario e Celso, donando
zione, contenendo i suoi scritti cose per loro la chiesa di s. Tommaso di Corlia-
la storia, pel dogma e la disciplina, anzi no, fece rinnovar la chiesa e il monastero
pure per la storia veronese del X secolo. di s. Zenone di Malcesine, e mori a' 12
Scrisse Raterio, che gran Verona era
la ottobre 1037. lo questo VValterio ger-
una volta statii reputata non meno della mano, eloquente, dotto e santo, più di-
villa di Platone presso Alene (intende TAg- plomi leggendosi nell' Ughelli che lo ri-
cademia), e di qualunque altra per mol- guardano. Nel 046 fu al concilio provin-
I
titudine di sapienti famosa. Intanto suc- ciale di Pavia, e nel io5o accolse in Ve-
cesse al vescovo Milone 988 llderico,
nel rona Papa s. Leone IX reduce dalla Ger-
escludendo r ab. Cappelletti Wolfango mania, celebrandovi il Natale, avendo
perchè fu vescovo di Rati sbona, mentre già emanato un diploma diretto all'arci-
il Coleti Tavea aggiunto sulla fede del prete, all' arcidiacono, al preposito ed a
MalTei, in base d'una membrana dell'ar- tutti i canonici di Verona, confermalorio
chivio della cattedrale. D' llderico 1' U- de' loro privilegi. Nel io56 eragli suc-
ghelli riporta il diploma dell'imperatore ceduto Ezzelone o Ezelo. Nel io58 Te-
Olloiie in del 988, in favore del mona- baldo o Teupaldo o Dielboldoo Dorlo-
stero di s. Zenone, in cui si fj speciale boldo o Diabaith, per favore di Enrico
menzione di questo vescovo, in uno alle J II : Et fare quideìiiynani eo anno Hen-
discrepanti opinioni sull'epoca del suo e- riciis Verona reperìehatiir, (fuamobrern
^iscopato, il che si trae dal diploma di praesidem sili bene visiuiiy vacante se-
Ottone 11, che egualmenle esibisce, col de eligere poluit. Quell' imperatore Irò-
1
aa VER VER
andosi novembre io55,
a Verona, Ti i glielmo sunnominato, seppure non l'eles»
con diploma confermò privilegi Zeno- i «e Enrico IV, e s. Gregorio VII rigettò.
niani, presso l'Ughelli. Questi registrò pri- A suo tempo e nel 1090 fu concessa la ba-
ma Dielboldo, dicendolo eletto nel io55, dia della ss. Trinità a* vallombrosani. L'U-
e poi Ezelo del io56, memoralo in un ghelli, che ne loda le virtù, proditce due
documento della chiesa de'ss. Nazorio e diplomi, uno del 1084 dell'antipapa Cle-
Celso. Poi riporta Theupaldo, ricordato mente III per la protezione accordata aU
in un monumento del io58 della chiesa l'arcidiacono, preposto e canonici di Vero-
di 8. Stefano, e in altro per quella di s. na ; ed altro di tale anno, in favore pure
Zenone del 1061. Ritiene il Cappelletti del capitolo, di Enrico IV acerrimo ne-
che di Teupaldo o Dielboldo si fecero mico delia s. Sede. Dunque il capitola
due vescovi, ma con falsa supposizione. era partigiano d'ambedue. Notai nel
Lo stesso dice del successore Adilperio, voi. LXXXVI, p. 5, che Enrico IV im-
che fu detto anco Adalberone, e ne'do- prigionò in Verona l' imperatrice sua
cumenli del suo tempo dal io63al 1068 moglie. A tempo
Sigimboldo 1' Adi- di
lo si vede talvolta nominato pure Àdel- ge inondò Verona e rovinò il ponte ^ro-
berio e Aldigerio, morendo nel 1070. pe aedem s. Slephani^ episcopiiwi fre-
L' Ughelli chiama Aldegerio o Aldigi-
lo gerii, et aedem s. Ztiionis oratorii ir-
no del 1060, corretto da Coleticol 1061, ruperit. Nel 1094 Valbruoone-Walfre-
ricavandosi dal pubblicato diploma be- i do, nominato or con uno e or coli' al-
ni donati nel 1062 al monastero di «.Gior- tro nome, perciò non fu nome di due
gio, fonóalo prò su ae ani ni ae ^la da Ca- vescovi. Fece esente la chiesa di s. Maria
daloo, prima vicedomino di Verona, in- de Marelìsio fabbricata da Aldegerio vice«
di vescovo di Parma, poi antipapa Ono- domino, permettendo che la consagrasse
rio li, per disposizione di Milo tìglio del il vescovo di Mantova. Cancelliere impe-
defunto Ugone conledi Verona. Conget- riale, perciò fu poco accetto alla s. StAe,
tura Maff'ei che il vescovo sia slato deno- Hezeloo del 1 1 o r forse eletto durante lo
,
minato eziandio Altìcherio, autore d'un scisma di Clemente III, è riputato scisma^
trattalo spirituale per utile delle mona lieo. Del legittimo Berloldosi hanno mo-
che volgarizzato e nel i 552 stampato dal numenti del 1 o4 e 1 07 consagrò l'al-
1 :
ìrescovo Lippomano. Nel loyoUsuardo iai e grande della ss. Trinità. Nel i 108
oHuswart tedesco, morto nel loyS. L'U- Arnolfo-Zuffelto, dall' Ughelli e altri fu-
ghelli produce un documento Zenoniano rono creduti nomi di due vescovi, anzi
del 1071, in cui è nominato con Erman confuso anco con Uberto del imi, det-
no vicedomino di Verona. Il Coleti lo fa to pur Beinone, mentre questo è il nome
precedere dall' altro tedesco Guglielmo del successore.Due documenti pubblicò
canonico di Goslar, seguendo Maffei. En- r Ughelli, che lo riguardano, e celebrò il
rico IV nominò nel 107 3 l'alemanno Dru- sinodo in Verona. Fu vescovo immagina-
none valoroso interprete delle s. Scrittu- rio Sigefredo, inserito nel i 1 1 3 dal Cano-
re, accettissimo a Papa s. Gregorio VII, bio, poiché nel 16 ancor vi vea Uberto,
i i
che lo decorò del pallio arcivescovile, con Nel II 17 Bernone, detto Biimoe Bri-
lettera riferita dairUghelli, insieme al di- mone, decoralo del pallio arcivescovile da
ploma a fa VOI e del monastero Zenonia- Pasquale II, perciò non mai partigiano
no della contessa Beatrice e di sua figlia d' Enrico V, come il padre nemico della
Matilde: il vescovo fu ucciso da un suo Chiesa; lodalo per vigilanza pastorale, vi-
cappellano nel loBSonel io841nque sitava le parrocchie urbane e suburbane.
sto il clero veronese elesse Sigimboldo o Nel 1 122, con diploma presso l' Ughel-
Sigebodo, rigettando il Cappelletti Gu* li, Papa Calisto II confermò i beni de'ca-
1
VER V E R 23
nonici. Morto in detto anno Bernone, nel guardanti la chiesa veronese, anche di A-
I i 23 gli suGcesseBernardo degnissi me no- lessandro IH, non però del tempo di Te-
bile bresciano; operoso pastore promos- baldo, e quello dell'imperatore Federico
se il restauro della cbiesa e monastero di I del 1 54, di nobile privilegio a favore
s. Giorgio in Braida, che nel 1 127 asse- del vescovo e de'suoi successori. Mori Te-
gnò a' canonici regolari di s. Agostino; baldo in odore di santità nel 1 157 e fu
nel I 128 consagrò la chiesa di s. Maria sepolto nella chiesa di s. Croce di Citta-
di Monlorio, e nel i i3o un altare in s. della, oggi de'cappuccini. Nello stesso gli
Maria Novella di tutto porge documenti
: successe Ognibene de'conti Nogaroli: l'U-
1' Ughelli, insieme al diploma in favore ghelli lo chiama pure Fraler Bonasie il
de' vallooìbrosani d'Innocenzo II ; di più Coìei'ì Homobonus. Familiarissimodi Fe-
narra la beata morte avvenuta in Vero- derico I, giiem Gennaniam in haliant
na nel I 127 di s. Gualfardo d'Augusta, venientem (nel 1 158), magna veronen-
dopo aver menato vita penitente nel su- sìumfrequentìa^ et honoriflcentia siisce-
burbano Saltuello per 20 anni, e santa* pit,a quoPrincìpis imperii titillo nobilita'
niente per io nella cella costruitasi pro- tus est, interfuitque Roncalia conventui^
pinqua alla chiesa di s. Salvatore in Cor- ut narrai Otto Frisingensìs^ ab eodeni
te o in Curia, ivi sepolto con epitaflio, imperatore celebrato in anno ii58. Il
gò Tebaldo o Teobaldo arciprete della eteodem anno vii die intrante julio com-
cattedrale. Nel seguente l'imperatore Lo- busta est civilas Feron., fu scolpito nella
tario li confermò privilegi del capitolo i lapide. Nel i 174 trasferì corpi de' ss. i
cattedrale e lo prese sotto la sua protezio- Biagio e Giuliana nella chiesa de' ss. Na-
ne, ed a sua istanza g^i concesse S.Giorgio zarioeCelso,alqual monastero nel i58 1
a Trento. Nel i i4o il vescovo inlerveu,- canonici di Alessandro III, il quale come
ue alla consagrazionedella rinnovata chie- notai a suo luogo onorò nel i 1 77 Verona
sa di s. Giorgio in Canonica detta di s. di sua presenza, e vi celebrò sagre fun-
Elena, fatta dal patriarca d' Aquileia so- zioni; e quelli di Lucio III che vado a ri-
lennemente, come apprendeda più mo- si cordare. Questo Papa, come già dissi, ven-
numenti interessanti nell'Ughelli, in uno ne in Verona nel i i84 per adunarvi un
al diploma d'Innocenzo 11 iufavoredel- concilio, che descriverò in fine, e con suoi
l'arciprete e canonici della cattedrale, da diplomi, Datum Feronae^ dell' set- 1 1
ta dal l'apaeda 17 cardinali. Inoltre nel- di Federico I, che ricevè nella sua impe-
r Ughelli sono riferiti molli diplomi ri- riai grazia Congregalionis Feronensium,
^4 VER V E R
datimi yenctiìsapiids. Marcum^^kal. dinalUberto Crivelli, il quale assunse il
septtmb. E qui l'Uglìelli dice Caeterwn : nome di Urbano lll.IIMalfei nel lodare lo
s. Ferontnsein Cougregalionern vetu- storico vero»ieseCanobio,avverte the «re-
stissima tn fui s se rcperimusin testamen- golò gli archivi più antichi e più cospicui
to Joannis Episcopi Ticinensis anno di Verona, ma secondo l'uso per luoghi e
922 condito. Uhi Sacerdotunis. Vero- non per tempi, e non senza molti equivoci
nensis Ecclcsinr Scholn K>ocatai\cujns presi da lui nel conlenulo delle carie e del-
antiquitalem^ praemincntiam, caelera- la lettura". Anche l'ab.Cappelletli è anda-
que scitu digna non tacucrunt ejusdeni to rilevando gli errori suoi nella serie de'
monumenta in hunc modum. Dopo aver- vescovi, come io ho ripetuto; ma quanto
lo riportato, soggiunge: Extant alia all'epoca della sede vacante ed elezione di
Summorunx Pontificum privilegia eidem Urbano III 1' ha senza critica seguito, ri-
s. Congrega tionis praecipue Urbani HI producendo ancora il suo brano, c!ie vado
concessa) j-\\ diploma de' 1 3 giugno i i85, riferendo eziandio più avanti, nelraccou-
col quale ad esenjpio d'Alessandio III, lare le solenni relative cereujonie. Mi é
prese sotto la prolezione della s. Sede il indispensabile, pel già più volte notato,
monastero de' ss. Pietro e Vito di Cala- r osservare di passaggio, che il Platina,
"wena, sottoscritto dal Papa e da i4 car- Le Pite de Pontefici^ dice Urbano 111
dinali. Mentre il Papa Lucio Illcolla cor- crealo a'i5 novembre i 85. Il Panvinio, 1
quie. Il cadavere fudeposto avanti l'altare scpultus VII kal. decembr.{i5 tìovem-
maggiore della cattedrale. Senza vacar bie), essendo morto, vili kal. decembr.
laSede apostolica, subito fu eletto Papa (24 novembre). Si vede dunque, che Ca-
il suddetto cardinal Crivelli, che prese il uobio o copiò il concittadino Pauviiiio,
nome di Urbano III. Avendone di sopra o dallo stesso fonte apprese le notizie,
abbastanza ragionalo, anche sull'epoca che non sembrano esatte. Quantoalla co^
dell' elezione, opina l'ab. Cappelletti che ronazione, di sopra la dissi col MalFei se-
seguì nel no della Sede apostoli-
i
2.** gioì guita nella chiesa di s. Pietro in Castel-
ca vacatile; imperocché, soggiunge, i car- hi, e Novaes Storia de' Pontefici^ e
Col
dinali che qui si trovavano, tennero il lo- col Ferlone, De' viaggi de' Pontefici^
ro conclave nel palazzo vescovile, ed eles- dissi ch'ebbe luogo il i." dicembre. Rir
sero Papa a' 7 dicembre il milanese car- porta adunque l'abbate Cappelletti, col
VER VER 25;
chè vi era stato molti giorni prima del e che in (juel giorno concesse indulgenza
concilio legato del Papa Lucio 111. Fu po- ogni anno alla detta chiesa, che in perpe-
sto nella sedia, e cantato il Te Deiim ri- tuo dura, come si contiene nella bolla.
tornarono al palazzo, e per tutta la città Pochi giorni dopo partì di Verona eoa
con diversi segni d'allegrezza ciascuno dispiacere universale di tutta mas-
la città,
mostrava il contento che di così fatta ele- simamente che s' intese che in Ferrara
zione sentiva. 11 giorno seguente princi- i a' 22 d' ottobre era pissato a miglior vi-
pali della città gli andarono a baciare i ta, avendo quivi sentita la sconfitta de*
po. Cantò due volte messa nella chiesa pia nel distretto di Verona, alla presen-
di s. Pietro in Castello, il 2.° giorno di za di 12 cardinali, de'palriarchi
d'Aqui-
Pasqua di Risurrezione 186, e il gior- i Grado, degli arcivescovi di Ra-
leia e di
no de' ss. Pietro e Paolo, e concesse gian- venna, di Magdeburgo, d' Arles, di Bari
dissima indulgenza a quelli che si tro- e di Magonza ;di molli vescovi e di mol-
varono presenti, oltre molte altre in- ti personaggi laici inclusi vamente al mar-
dulgenze a della chiesa (!' Ughelli ne of- chese di tutta la Marca di Verona Er-
fre i documenti).... L'anno segiienle manno tedesco; concedendole quindi il
zioni. Per le sue virtù, assiduo zelo pel Agnese e di s. Teuleria. Contribuì alla ri-
divin culto, amore pe* poveri, si rese ben fabbrica della chiesa de'ss. Rustico e Fer-
accetto al popolo. Da un documento U- mo, avendo nel i 197 concesso indulgen-
ghelliano rilevo, che nella canonica di Mi- ze a chi vi avesse cooperato con oblazio-
lano, alla presenza di cardinali e vescovi, ni. Nel 1209 confermò le giurisdizioni e
ede'principali capitolari di Verona, Fe- i privilegi de' canonici di sua cattedrale,
derico I investì Riprando de loto hono- ad istanza del tesoriere della medesima.
rem et dislricUi, qiiod imperìum habet in Nel 207 permutò colla comunità di Ve-
1
sto dal clero e popolo ne fu eletto succes- cipio del 12 12, aggiungendo la sentenza:
VER VER 17
Veritas fllìa lemporuni ; e siccome fu tadella suburbnno di Verona, nel 1 2 3o co-
tumulato io s. Zenone, lipoila Tistro- struì un convento, poi segno alle crudeltà
mento dell' invenzione del suo cadavere di Ezzelino III da Romano gran fautore
eseguila nel ió4^. Indi gli dà per succes- crudelissimo della fazioneghibellina ed e-
sore Abundonio, biasimato per ignoranza retico.Nel 1 235 il vescovo confermò le de-
e pravità di vita ; ma durò per pochi me- cime sulle navi all' abbate di s. Zenone,
si: gli si attribuisce aver nobilitato la chie- Morì Jacopo I nel 2 54 ci»'ca inBrescia,ove
1
sa de'ss. Giorgio ed Elena, e fu dipinta la l'avea esiliato Ezzelino III empio tiranno.
sua efiìgie nell'aula episcopale, come af Nel qual tempo il clero elesse nel i25a
ferma Canobio. Il Cappelletti esclude af- Manfredo della Scala, figlio di Gioacchi-
fallo Abudone, come lo chiama Pan- no o Jacopino, canonico della cattedrale,
\inio, che pure l'ammette, e dà per suc- illegittimo per esser vivente Jacopo;anzi
cessore al cardinale, Norandino già ca- il Panvinio anticipa la sua nomina al
nonico maggiore della cattedrale, eletto 1 24 t . Non avea, dice 1* Ughelli, le qua-
con tutti i voli nel 12 12 (epoca corri- lità richieste nel vescovo, facendolo mor-
spondente alla morte del cardinal pre- to 1256. Considerandolo l'abbate
nel
decessore). Si fa memoria di lui nel Cuppelletli intruso, osserva che morto
1220 nella lapide esibita dall' Ughelli, Jacopo, Alessandro IV nel I2 55 gli sosti'
del monastero suburbano di s. Maria luìGerardo Cossadocea; Ughelli scrive
Malris Domini. A suo tempo furono in- che il Papa soltanto lo confermò nel
trodotti in Verona i domenicani, in cui 1256. Il moslro Ezzelino III fece anche
tosto fiori il veronese s. Pietro Martire, a lui soffrire gravissime angustie, e persi-
la cui festa si celebra in Roma dalla con- no un anno d'esilio dalla sua sede, e il
gregazione della s. Inquisizione^ nel mo- carcere in Brescia, ove nel 1259 morì.
do che descrissi nel voi. 187 e al- IX, p. L' Ughelli però lo disse liberato dalla
trove. Documenti Norandinospellanti a prigionia dopo motte del tiranno, e
la
81 leggono nell'Ughelli, che confermò tut- tornato co* canonici a Verona morì nel
ti i privilegi del capitolo veronese. Morto 1261 circa. A suo tempo Alessandro IV
nel 1224, Panvinioe rCghelli glidie-
il trasferì i fiancescani da Cittadella in Ve-
rono per successore Adelardo 111, ed a rona, nel monastero de'ss. Fermo e Ru-
questi Witfredo. Ambi rigetta Cappellet- ed assolvette que' canonici che a-
stico,
ti, quali immaginarii, e invece nel dello veano parteggiato per Ezzelino III. Nel
anno surroga Alberto l arciprete della 1260 o 1261 divenne vescovo Man-
cattedrale, deposto nel marzo I225 da fredo Roberti reggiano e canonico di
Onorio HI, il quale gli sostituì Jacopo I da Padova, sommo oratore e chiaro per vir-
sta deposizione e sostituzione offre la la- presi nella protezione di s. Pietro. An-
pide,esislente tra la porta del campanile e ch'egli fu travagliato da' ghibellini, nel-
la cappella del Sagramento. Jacopo I loda le cui mani cadde nel 1264; io<li fu li-
Ughelli, per innocenza di costumi e altre berato dal carcere a istanza di Papa Cle-
insiani virtù. Sotto di lui nel 122 5 da mente IV e di Giacomo I re d'Arago-
Onorio III furono istituiti 4 mansionari na, dopo due anni. L'Ughelli lo dice ret-
o beneficiali, con una prebenda canoni- tore del Piceno pel Papa Urbano IV con-
cale vacata, sottoponendoli all'arciprele. troManfredi usurpatore del regno di Si-
Quel Papa e iMmperatore Federico H capoparte de' ghibellini, e fu allo-
cilia,
confermarono i privilegi Zenoniani. Nel ra che cadde prigione. Tornò alla sua
suo vescovato s. Francesco d'Asisi, in Cit^ cbiesa, e nel 1 268 passato in Reggio ivi
-
28 VER VER
inr»n e fu sepolto. La sua morte Jie'oc- successe fr. Pietro II della Scala dorae-
casiooe a grave scissura nella chiesa ve- nicauo, nobilissimo veronese di rispetta-
ronese, perchè due vescovi nello slesso bile integrità e dottrina, annoverato tra
tempo furono eletti, Alemdino che por- gli scrittori veronesi dal Maffei. Nel 1
292
lo sempre la qualifica d* eletto, e il ve- Raimondo pati iarca d' Aquileia confer-
ronese Guido della Scala figlio natura- mò tutti i privilegi dell'arciprete e ca-
trio,che figurò sempre come legittimo pianto da tutti, nel i 295 coll'alto pro-
pastore. Forse A learJino fu nominato dal dotto dall'Ughelli, il clero elesse fr. Teo-
Papa, e Guido dal clero veronese, ovve- baldo agostiniano e abbate di s. Fermo,
ro ambi da questo dissidente, ma la po- dotto e di santa vita e nell'estimazione
tenza nascente degli Scaligeri prevalse, generale, che ricusò la dignità, perciò a*
e l'altro fu costretto dimorare a Manto- 1 3 dicembre restò eletto Bonincoutro ve-
va. 11 Cenci chiatnò legittimo Aleardino, ronese, arciprete maggiore della chiesa
illegiltimo Guido. Neil 272 rese lo spi- cattedrale, dotto, esimio e piissimo, mor-
rito a Dio in Cremona, ove per le fazio- to nel 1298 in odore di santità e sepol-
ni erasi ritirato, il b. B^acio orefice ve- to nella cattedrale, lasciando il suo in te-
ronese, chiaro per miracoli edeposto nel- stamento a favore de' suoi successori, e
Se ne legge la vita lìeìCotu-
la cattedrale. di varie chiese, ospedali e luoghi pii. Nel
pendio delle vite de' Santi orerei e ar- 1628 apertasi la sua tomba, per trasfe-
gentieri. Nel 1275 il clero d' unanime rirne altrove il corpo, fu trovalo intat-
consenso elesse vescovo fr. Teraidio fran- to in ogni sua parte, con istupore di tut-
cescano, pio, eloquente e nelle sagre let- ti. Gli successeTeobaldo lodato, che
fr.
tere esercitato. Nel 1276 il vescovo col non avea voluto accettare prima del de-
l'inquisitore fr. Bonaconsi e il pretore di funto, cedendo questa volta alle preghie-
Verona, procederono ali* estirpazione re del clero e del popolo lutto. Nel suo
dell' eresia in Sarmione, col ferro e col pastorale governo, senza lasciar le sue
fuoco, e molti abiurarono pravi erro- i contemplazioni e studi monastici, atten-
ri. Morì il vescovo ne' primi di febbraio deva ad ascoltar litigi, a visitar la città
1278, e poco dopo onorevolmente dal e diocesi, e ad esercitar con prontezza le
clero e popolo gli tu sostituito d. Bar- (unzioni tutte del suo ministero, compi-
tolomeo monaco benedettino, consa-
I lando costituzioni per la riforma di tut-
grato nella cattedrale. Hic electus Bo- to il clero veronese. Nel 1809 interven-
nìncontruin archipreshyleruniy et cano- ne alla pace d'Italia conclusa dal cardi-
nicos veronenses una ciiin ecclesiis^tnO' nal Pelagrue legato di Bologna, e nel
nastcriiscjue adeos pertinentibits a ja- i3i I alla coronazione d'Enrico VII. A
risdìctione sua exeniptos^ nec non A- suo tempo insorse questione fra il capi-
(judtiensi patriarchae suhjectos esse tolo di Verona e il vescovo d'Adria per
hoc sequcnti monumento declaravit. Lo giurisdizioni di chiese, giudicata dal det-
riporta l'Ughelli, insieme alla conferma to cardinal legato in favore del i.°, e con-
de'beni fatta da Manfredo predece»!»ore fermando r esenzione pure del proprio
a' domenicani, poi da Paolo V ratifica- pastore: l'Ughelli offre i documenti, in
ta con bolla che produce. Nel 1284 fu uno ad altri di plorai degli Scaligeri e di
benedetto dal vescovo e da quello di Cit- altri principi in favore del capitolo, con
tà Nova il cimiterio, ante facieni ec- diverse notizie degli Scaligeri e del ve-
ciesiae s. Eupheiniac. Morto d. Barto- scovo, il (piale mori dopo 84 ^^u»' di e-
lomeo uel 1290 1*8 uovembre, tosto gli gregiu episcopato Qeli33i a'iSuoveui-
VER VER 29
hre, sepollo in s. Stefano. Tn questo gli Avignone volle detestare, riprovare e
venne tlietro Nicola n>ilanese, abbate be- punire tanta enorme empietà coi diplo-
nedettino tli Villanova, modesto, di gra- mi presso rUghelli che vado ad accen-
ve pietà e solerle vigilanza, cessando di nare, dovendosi tener qui presentequan-
vivere nel i336. Nello stesso gli succes- to ho riferito ragionando del fiero Sca-
se Bartolomeo li della Scala de' signori ligero omicida per espiare sì gravissimo
di Verona, abbate benedettino di s. Ze- delitto, oltre il molto eh' egli spese, cu-
none, eletto dal capitolo e confermalo jasquideni tain nefarii sceleris expia-
da Bertrando patriarca d' Aquileia, per iioneni grandi peciiniae suinma paci-
la postulazione che leggesi nell'Ughelli; sci cani Ecclesia Romana. Frimamen-
il quale prelato, per la di lui parentela le Benedetto XII in pena dell' orrendo
cogli Scaligeri, senza dinicollà V appro- misfatto richiauìò a se il diritto dell'e-
vò e coosagrò. Nel i338 i suoi nipoti lezione de' vescovi di A^erona, privan-
Mastino li e Alberto II signori di Vero- done in perpetuo il capitolo e il clero;
na^con diploma esibito dall'Ughelli, con- con annullare la nomina fatta ili. "set-
fermarono tutti privilegi concessi a've-
i tembre nella cattedrale dal clero nella
scovi di Verona. Ma nelT istesso anno, persona di fr. Pietro Spella pavese del-
perla malignità di Azzone da Correggio, I ordine degli umiliati; mediante brevi
il vescovo fu calunniato di tradimento de' 28 settembre, inviati all' arciprete,
presso il di lui nipote Mastino li, per ti al- canonici e capitolo della maggior chiesa
tare co'veneziaoi ed i fiorentini suoi ne- di Verona, ed Bertrando patriarca di
a
mici onde togliergli lo slato. Dappoiché Aquileia, riservandosi ancora la elezio-
per la guerra mossa a Mastino 11 da've- ne del vescovo, dovendo intanto il pa-
iieziani, fiorentini e loro collegati, onde triarca amministrare il vescovato, col
reprimere la sua cupidigia nei dilatare la detto arciprete Martino. Nel dì seguenle
signoria, dopo aver preso il grande e for- il Papa indirizzò altra lettera al patriar-
te castello di Ve-
Montecchio, chiave tra ca, ingiungendogli di esplorare con tutta
rona e Vicenza, e di quest'ultima occu- diligenza i rei del tragico delitto parri-
pato buona parte e 3 boighi,coo inten- cida, onde procedere alla pene decre-
dimento d'assediar Verona; fece credere tale da* sagri canoni e da concilii, mas-
Azzone a Mastino II, che lo zio fosse loro sime dal generale di Vienna, tanto con-
unito e meditare la sua uccisione. Già tro Mastino II, quanto contro chiun-
deplorai di sopra, come Mastino II acce- que altro complice e colpevole, e ciò
calo dall'ira, di propria mano barbala- senza dilazione e appellazione. Il pa-
mente uccise il prelato zio presso la por- triarca coadiuvato da altri procedette al
ta dell'episcopio a'27 agosto, ad ora di processo, dal quale risultarono rei Ma-
compieta, e fu sepolto subito senz'affai- stino II, e Alboino dellaScala naturale di
to alcuna poujpa funebre. Afflitto il capi- Can Grande 1,umilmente a mezzo
i quali
tolo dall'acerbo caso, due giorni dopo fe- del loro nunzio Guglielmo da Pastren-
ce economo e amministratore del vesco- go, pentiti del misiatlo, supplicarono il
sta sede poi il Papa ri mosse il vescovo Mat- tare e solennemente ivi le collocò. Be-
teo Ribaldi, 8*27 giugno i343 trasferen- nemerito di sua chiesa, procurò la rifor-
dolo alla sede veronese, non dovendosi ma del clero colle costituzioni, rinno-
credere che Benedetto XII dopo l'ucci- vando quelle di Teobaldo e aggiungen-
sione di Bartolomeo il gli avesse dato a done altre tratte da'concilii aquileiesi te-
successore Teobaldo, dicendolo il Pao- nuti dal patriarca Bertrando. Neli36o
vinio virtuoso e benemerito, morto nel ottenne il vescovo da'fratelli Can Signo-
1 34 '.Matteo, almeno per un tempo, non re e Paolo Alboino Scaligeri signori di
fece residenza in Verona, tenendovi per Verona il diploma, riferito dall'Ugiiel-
l'icario fr. Tiberio degli umiliati. L' U- li, di conferma a* privilegi del vescovato
gbelli riporta la sentenza del vicario del e della tutela de' suoi beni assunta da
patriarca d* Aquileia del i344) contro essi , dal vescovo aumentati j
gli Scsdi-
Matteo e in favore del capitolo verone- geri altrettanto facendo col capitolo ca-
se, di sue esenzioni e prerogative, alle nonicale. Non ostante che Pietro iV a-
quali sembra avesse attentato il vesco- vesse ratificato l'esenzioni de* canonici,
vo, onde il capitolo avea appellato al pa- sulla giurisdizione insorsero gravi dis-
triarca Bertrando. Morì Matteo di con- sensioni e scàndali, e il vescovo volle ri-
te VI trasferì Pietro ili al vescovato di canonici, e l'atto leggesi nel!' Ughelli. Es-
Perigueux, e da quello di Melfi a que- sendosi nel i 387 impadronito del domi-
sto fr. Giovanni Ili di Naso, domenica- nio Scaligero, Gio. Galeazzo Visconti si-
no, comasco o milanese, cospicuo per gnore di Milano, fu tolto da Verona Pie-
dottrina e santità di vita: dimorò bre- tro IV per sospetto d'infedeltà, per ade-
Tissimo tempo in Verona, governando la renza agli Scaligeri, benché innocente,
diocesi pel vicario, per cui venne trasla- venendo in quell'anno trasferito a Lodi,
tato a Bologna a* 1 3 ottobre i 35o da Cle- donde poi fu pure cacciato, e andò a fi-
benefico dominio,con Jacopo Soriano per nunquani majus ah Episcopis, aiit ma-
pretore e Pietro A rimondo per prefetto. gistraiibiis, vel apiid Summum Ponti-
Ma caduto il vescovo in grave sospetto a* ficem^ vel principe oppugnattun capi'
veneziani, siccome aderente a* Visconti, taluni veronense, minusve expugnatuni
Innocenzo VII lo fece passare alla sede extitf quani sub Guidone Episcopo, ut
di Luni-Sarzana a'2 setlembrei4o6,che ex litteris^ quas liic fideliter
apostolicis
il can. Dima 1412 (dice il Maf-
ritarda al danius, è canonicorum tabulario, in
fei, che ne' monumenti di Verona tro- quibusjura, liberaque eorumdein cano-
va nsi memorie di Nicodemo Scaligero nìcorum Juris dictio ab Episcopis immu-
suo vescovo nel principiodel i4oo,di cui nis recensetur. Quindi ne riporta 3 di
parla il Gobelino ne Comentari di Pio IT. Giovanni XXI 11, contenenti altri docu-
Forse confonderà con Nicodemo della
si menti. Morì Guido
Venezia nel 1 45^8,
in
Scala vescovo diFrisinga contemporaneo, e portato il suo cadavere a Verona, fu
e discorso più sopra). L'istanza fatta dal deposto nella suddetta cappella da lui e»
doge al Papa per la sua remozione, riferi- dificata nella cattedrale, e dotata col te-
sce Ughellì. Immediatamenlenello stesso stamento di 2000 ducatid'oro perla fon-
giorno gli fu sostituito Angelo Barbari- dazione d' una mansioneria quotidiana.
co (V.) patrizio veneto, il cui zio il i. "di- Nel 1439 fu eletto il cardinal Francesco
cembre divenneGregorioXII,e nel i4o8 lo 1 Condulnier(F.) patrizio veneto e nipo-
creò cardinale. L'Ughelli descrive la pom- te di Eugenio IV, già ambedue canonici
pa del suo possesso,e o loda qual religioso,
1 della cattedrale, de'quali e delle loro be-
giusto e zelantissimo delia disciplina ec- neficenze, per l'amore cheaveano a Ve-
clesiastica. Sotto di lui fu dato il monaste- rona ed al capitolo canonicale, molti do-
ro di s. Leonardo a' canonici regolari di cumenti riferisce l'Ughelli; poiché il car-
s. Frediano di Lucca. Assunto al cardi- dinale neIi44o
istituì nella cattedrale, e
nalato, rinunziò la sede vescovile, alla il Papa confermò con bolla, il collegio
quale Alessandro V vi trasferì da Pola degli accoliti, per decenza e maggior de-
a' 26 dicembre i4^9 '^ patrizio vene- coro delle sagre ufFiziature, con vesti di
to Guido Memo, il quale pure vi fece color ceruleo. Accolse nella città nel 1 44^
solennissimo ingresso. Lodatissimo pa^ i benedettini di s. Giustina di Padova,
slore, eresse e ornò la cappella de' san- e die' loro il monastero de'ss. Nazario e
ti Zeno e Nicola nella cattedrale, e que- Celso; nel i444 s''
Olivetani, a cui at-
sta arricchì di sagri utensili per uso de' tribuì quello di s. Maria in Organo; ed
32 VER VER
i minori osservanti, ponendo nel i^'yi sima 2.* dignità dell'arcidiaconato, rista-
)a i." pietra della chiesa di s. Bernardi- bilita nel 1475 da Sisto IV.l'Ughelli die'
no. Morì il cardinal Condulmer in Pio- un catalogo di 25 di essi dall' 8o5 al
ina a' 5 settembre \/\.53j poca residen* 1697, perchè lo continuò il Coleti, co-
za avendo Verona. A* 6 novem-
fatto in i me avea fatto co' tesorieri. Il cardinal
bre vi fu trasferito da Treviso Ermo- vescovo ottenne al capitolo la bolla d'In-
lao Barbaro patrizio veneto, di esimia nocenzo Vili, riferita dalTUghelli, sulle
pietà,rendendosi assai benemeritodi que- distribuzioni quotidiane e le decime. Mu-
sta chiesa, speciahnente in ciò favorito nifico anche in morte, che seg<ù in Ro-
dal doge Moro, il quale con diploma, ma nel 5o2, lasciò alla cattedrale »4iOOO
I
presso rUghelli, confermò i beni e i di- scudi d* oro per la sua riedificazione. X'
ritti del vescovato. Ornò con eleganza la i4 novembre i5o3 gli successe il car-
cattedrale, e l'arricchì di vasi d'argento dinal Marco I Cornaro (F.) patrizio ve-
e vesti sagre; restaurò l'episcopio, co- neto e abbate commendatario di s. Ze-
struì un palazzo nel colie di Nazareth no, e solennissimo r.e fu l'ingresso. Nella
con amcnissimo orto, e ville formò in cattedrale, col diploma e la bolla di con-
Monte Forte e in Budoloni. Fu benefico ferma di Leone X, presso Ughelii, isti-
cogli ospedali, co' religiosi, colle mona- tuì una commissione, appellata mensa
che ; istituì nuovamente 1' antichissimo Cornelia^ per procurare incremento di
tesoriere della cattedrale, concedendone decoro alle sagre funzioni. Morto io Ve-
Ja nomina al capitolo, del cui ulììzio of- nezia a' 24 luglio i524 e sepolto in s.
fre Ughelii il documento, unitamente a' Giorgio Maggiore, i veronesi fecero cal-
privilegi concessi a tale uffizio, ed alla de istanze alla repubblica di Venezia,
serie di 19 i454^' '679-
tesorieri dal onde rimuoverei disordini introdotti nel-
Paolo ad Ermolao il governo di
li allìdò la disciplina ecclesiastica, principalmen-
Perugia, e poi l'inviò nunzio in Francia. te per la trascuranza de' vescovi cardi-
Morì in Venezia a' 12 marzo i47'> e nali che non vi facevano la dovuta resi-
trasferito a Verona fu sepolto nella cap- denza. Laonde Clemente VII stimò op-
pella della B. Vergine della cattedrale. portuno il troncarla serie de' vescovi ve-
Tosto gli successe il cardinal Giovanni ronesi tratti dalla nobiltà veneta, e vol-
JV Micheli i^V.) nobile veneto e nipote le che questa volta vi fosse promosso un
di Paolo 11. Ad Episcopatus possessio- celebre genovese, ma nato in Palermo,
netn adniiUendo, acritcr a cìvibus vc- rS agosto, cioè Gio. Matteo Giberti fi-
ille voli compos facluSfUt ad placandani anch' egli dovette essere lungamente as-
populi invidiani magnificenùae suae sente da Verona, occupato in molteplici
insigne aliquod specimen darei. Decorò e gravi affari ecclesiastici, per la sua spec-
Ja porta dell'episcopio con ampliarla, e chiata integrità, ed intanto resse per lui
con colonne e statue. In esso alloggiò no- la diocesi il domenicano fr. Antonio Bec-
bilmente nel 1488 l'imperatore Federi- caria vescovo (li Scolari. Inoltre Clemen-
co III, r Ughelii narrandone la pompa te VII aftldò pure l'amministrazione del-
dell' ingresso e del soggiorno. L'aotichis- la chiesa veronese ul celcbic Gio. Pie-
VER VER 33
tre Carafa. "là arcivescovo di Cliieli, noi ressi gravi e del pontificato, sempre lo
cuidinale e Papa Paolo IV, come dal do- consultò. Il Zini lo celebrò nel libro, Bo-
cumenlo dell' Ughelli,il quale parecchi ne ni Pastoris cxemplum^ Venetiis i573.
riporta riguardanti il Giberti ; testimo- Il Maffei esalta il libro stampato delle
nianze certe degl' innumerevoli vantag- sue costituzioni, colle parole del cardi-
gi che procurò alla sua chiesa anche da nal Valerio, che Io tenne a modello nel-
lungi, e colle sagge costituzioni da Ini e- l'amminislrazione della slessa diocesi. A.
manale. Egli neli527 trovavasi in Ro- suo tempo si fecero più libri spellanti al-
ma nel famoso sacco, e corse pericolo la buona regola e all' uHizialura ecclc"
della vita, come rilevai nel voi. VII, p. siaslica : fece ancora le costituzioni per
I g3 e altrove. Per la sua perizia e pru- le monache. Il prelato essendo ricchissimo
denza fu occupato in varie nunziature, e pieno di spiriti grandi e generosi in fa-
come di Francia, sebbene fosse come il vor de'buoni studi, ed avendo trovato in
confidente e l'anima ne' consigli del l^a- Verona fiorire singolarmente le lettere
pa, anzi da' suoi consigli pendevano le greche, volle che a pubblico benefizio
cose tutte del principato. Osserva il ba- s' intraprendessero nobili e dispendiose
rone Reumont, Della diplomazia ita- edizioni, facendo gettare i greci caratteri
liana, che Giberti, uomo di stalo de'più poco familiari in quel tempo alle slampe-
sagaci ed esperti del suo tempo, però al rie. Teneva ancora in casa copisti e-
egli
pari di tanti altri s* illuse nel concetto sperli per trascrivere correttamente co- i
che avea delle forze e della persevera n- dici greci, con grandissimo stipendio. La
Ea de' francesi, che pure avrebbe dovu- corte di lui era illustrata da persone no-
to meglio conoscere, avendo sulla fine bili e di scienziati, non meno del territo-
dell'ottobre ìSi^ accettata la nunzia- rio che forastieri; eranvi pure Marc'Au-
tura di Parigi. Allorché nel i528 Cle- tonio Flaminio, e il poeta Derni che molte
mente VII, comprimendo neir animo il delle sue facete e graziose poesie ivi com-
dolore degli orribili fatti e l'umiliazione pose. Nel principio del suo pastorale go-
dell'anno precedente, nell'espugnazione verno insorse ostinata dispula col capi-
di Roma, ravvici nossi a Carlo V, perchè tolo canonicale, sopra i di lui privilegi e
solamente mediante l'imperatore crede- per l'erezione della prepositura 2.^ digni-
va di poter giungere a'suoi fini, in ispe* tà della cattedrale, ma riuscì alla singo-
cial modo a quelli che vagheggiava per iar prudenza dell'arcivescovo Caraffa di
l'ingrandimento de' nipoti Medici, il Gi- quietare le parti nel i53o con transazio-
berti si ritrasse e fu allontanato dagli af- ne delta Giberlina, che Clemente VII a
fari, e tutto quind' innanzi si dedicò alla istanza del doge veneto confermò con
sua chiesa. Nel 1^29 Clemente VII a- bolla, la qualecolla transazione parimen-
vendo stabilito d'abboccarsi con Carlo V te si leggono neirUghelli, insieme al di-
lato vi fece per nobilitarla nella forma, e cadavere Verona fu deposto nella cat-
in
per testamento le donò lutti i suoi in- tedrale. Quanto a Luigi, di sue diverse
dumenti pontificali preziosi per uso de' opere ragiona Maffei. Avvenne la sede
successori, adldnndone la custodia al ca- vacante, alquanto protratta, perchè Mar-
pitolo, n* poveri lasciando 6,000 ducati c' Antonio Anudio o da Mula ricusò il
tano e dall'arcivescovo Carafa, il qua- Delle conseguenze parlai nel voi. XCII,
le fu dal santo mandato a Verona ad p. 366. A'28 gennaio i56i fu elelto ve-
istanza del vescovo per riformare il cle- scovo fra Girolamo Trevisan domenica-
ro, die poi volle stabilita una casa di no e patrizio veneto, insigne teologo e di
teatini presso la chiesa di santa Ma- cospicua probità. Fabbricò il palazzo ve-
ria di Nazareth. In Verona si recò pure scovile di Monleforte. Recatosi al con-
s. Gaetano per contribuire alla riforma, cilio di Trento, ivi morì a* 10 settembre
riuscendovi felicemente, anzi per le pre- di dello anno: trasportato il corpo a Ve*
mure del vescovo vi ritornò, ma raffre- nezia^ebbe tomba nella sagrestia di s.Do*
nando le sue beneficenze verso l'ordine, menico di Castello. Di sua dottrina fa te-
altrimenti veniva esso a sottrarsi alla cura stimonianza Madei.L' settembre I 562i I
zia, morì in Edimburgo a'9 agosto 1 548. paolotli, ed a'ieatini die' la chiesa di s.
Ne occupò il luogo il dello Luigi Lippo- Maria già degli umiliali. Insorte discordie
inano patrizio veneto, che poi intervenne giurisdizionali col capitolo, le tranquillò
VER VER 3^
soavemente con transazione, convalidata visitò 4 volle il suo gregge, promulgò sag-
con bolla di Gregorio XIII, proilotta dal- ge costituzioni per la disciplina ecclesia-
rCJghelli co'diversi monumenti e iscrizio- stica, profuse ogni cura pel decoro mate-
ni riguardanti il cardinale, celebrandolo riale e spirituale pel divin culto. Intro-
per le sue doltissioie opere, che enume- dusse in Verona carmelitane scalze, po-
le
ra. Di queste e di «ne interessanti notizie nendo la f.* pietra per la loro chiesa; e*
dà pur contezza stimando forse il iM;iirei, resseun oratorio presso 3. Gregorio iti
gli era ornato d' ogtji virtù, di pietà pe* di s. Antonio abbate; die'il convento di s.
ghelli. Mori in tempo di peste nel Pado- giore, per causa di benefizi e altri diritti
vano settembre i63o, e fa sepolto
ili." rispettivamente prelesi. Piicoraposte le co-
nella cattedrale. In tempo di sede vacan- se perlai convenzione, durò alquanti an-
."
te fu posta la » pietra alla cappella del ss. ni la pace tra il vescovatoe l'abbazia; rin-
Redentore, nella chiesa di s. Nicola de* novossi poi il dissidio con più calore, e fu
teatini. A.'4 aprile i63i fu vescovo Mar- deciso a favore del vescovato.Celebrò due
co II Giustiniani patrizio veneto, già di sinodi diocesani nel 1670 e nel 168 5, in
Ceneda, integerrimo e perito nelle sagre cui promulgò utilissimi decreti, morendo
lettere. Nel principio ebbe controversie a'5 agosto 1690. Gli successe nel 1691
giurisdizionali col capitolo, introdusse in o i6g^ Pietro VI Leoni patrizio veneto,
Verona i minori osservanti riformali ed traslato da Ceneda, dottissimo, giusto, e-
! somaschi, morendo nel 1649 con bene- loquente e di santa vita. Fu amante del-
fico testamento. Nel i65o da Ceneda vi la decorosa celebrazione delle feste, ze-
fu trasferito Sebastiano I Pisani patrizio lante nel visitar la diocesi, trasferì il se-
veneto, zelantissimo e lodatissimo pasto- minario da s. Angelo del duomo, presso
re. Celebrò il sinodo diocesano nel i653, s. Vitale, aumentandone lo studio. Solen-
36 VER VER
iieinenle nel 1697 consagrò la chiesa di Nicolò Antonio Giustiniani benedettino
5. Nicola de*lealini, e morì a' 17 dicem- di 8. Giustina di Padofa e patrizio vene-
bre. \'i5 di questo gli fu sostituito Gio. to, il quale pel i.° nel 1762 riassunse l'e-
Francesco Barbarigo patrizio veneto e sercizio della giurisdizione episcopale sul
primicerio di s. Marco, egregio pastore. cftpitolo. Trasferito a Padova a' i4 di-
Zelò il disimpegno del suo ministero, ri- cembre 1772, nello stesso giorno gli suc-
misein vigore lesinodalicostilu'/,ioni,aai- cesse Giovanni VI Morosini, altro mona-
pliò il seminario, visitò la diocesi, curò co cassinese e patrizio veneto, venendo
l'insegnamento della dottrina cristiana, traslato da Chioggia, e poi morendo nel
restaurò la cappella di s. Carlo nell'epi- I 789 assai compianto. Nel descrivere l'ac-
scopio, e quella di s. Gaetano nel palaz- cesso a Verona di Pio VI nel 1782 non
zo di Nazareth, fu misericordioso co'po- potei nominarvi il vescovo: il motivo Io
"veri, ammise nel1699 in Lonato le cap- ricavo dal barone Henrion: Storia della
puccine, nel 1712 in ss. Fermo ePiusti- Chiesa universale^ 1. 12, lib. 96. « Il ve-
00 i filippini, e fece quant'altro con difiu- scovo di Verona dovea essere assai infa-
sione narra Colati. Trasferito a Brescia stidito della presenza del Papa, perchè
nel 17 i4j§h successe Marco IlIGradeni- di recente avea diretta a' suoi diocesani
go patrizio veneto, già coadiutore del pa- tirolesi una pa-
lettera più filosofica che
triarca d'Aquileia e vescovo in pariìbiis storale, tuttasecondo la massime nova-
Phìlopolien, lodato per pietà e vigilan- trici di Giuseppe II; avea soppresso pie
mosso al patriarcato di Venezia. A'2 3 lu- Placet dell'imperatore (che il pio e vir-
glio di tale anno vi fu traslato da Cene- tuoso imperatore Francesco Giuseppe I
da Francesco II Trevisan patrizio vene- abob di moto-proprio nell'ultimo concor-
Io, celebrò il sinodo diocesano, scrisse con- dato di Vienna)*', A' 29 n)arzo 1790
tro gli ebrei, Conferenze pastorali, e Gio. Andrea Avogadro patrizio veneto già
stampatele in Pvoma ov'erasi recato, ri- gesuita, poscia rinunziò nel i8o5 perla
tornalo a Verona vi mori nel dicembre speranza di rientrare nella società di Ge-
1782 : sepolto nella cattedrale, lasciò il sù, e morì in Padova nelr8i5, tumulato
cuore alla chiesa di s. Tommaso de'Bor- in quellacalledrale.Dopo circa un biennio
gognoni, di cui era stato abbate. A* 2 di sede vacante, a' 18 settembre 1807 In-
marzo i733Giovanni V Bragadino patri- nocenzo Maria Liruti cassinese di Vale-
zio veneto, segnalò il suo governo col pro- freda diocesi d'Udine, dotto e zelante pa-
muovere incessantemente la spirituale store. Di poi a' 1 4 luglio 1817 scrisse la
prosperità del suo gregge. Nel suo vesco- seguente lettera a Pio VII, riportala nel-
vato fu soppresso da Benedetto XIV il la collezione delle Dichiarazioni e Ri-
patriarcato d'Aquileia, onde la chiesa ve- trattazioni degV indirizzi umiliale a
ronese divenne suiìraganea della metro- Pio VII. « Beatissimo Padre. Un dovere
politana d'Udine, indi nel 1756 il Papa mi chiama a presentarmi con questa u-
interamente annullò l'esenzione del ca* milissima a Vostra Santità, il quale do-
pitolo canonicale, già soltanto dipendente vere riguardal'indi rizzo che nel 181 I pre-
dal patriarca, e del lutto l'assoggettò al- sentai al governo, che allora regnava. Dal-
l'ordinaria giurisdizione del proprio ve« la benignità di Lei, Santissimo Padre, io
scovo : il tulio al modo di sopra descritto. mi compromettei compatimento sopra
11 vescovo Bragadino divenuto nel i758 un alto estorlo da tempi di oscurila e di
patriarca di Venezia, a*r2 febbraio 1759 confusione. Ed in questa mia fiducia mi
da Xorcello fu Iraslalo in questa chiesa confermò la risposta piena di clemenza,
VER VER 37
di cui Ella degnò onorarmi per occa-
si ria di Cinto, e fu aggregala a quella
sione d'averle io presentate le mie con- di Padova. Nel 1827 morì il vescovo Li-
gratulazioni e quelle de' miei verone- roti, eLeone Xll nel concistoro de* i5
si sopra il suo glorioso ritorno a' suoi dicembre vi trasferì da Treviso il tirole-
Stali ed alla sua Sede. E scorgendo in se Giuseppe Grasser, al cui tempo Grego-
seguito dalla paterna benevolenza di Vo- rio XVI a' 17 novembre 1837 dichiarò il
stra Santità secondati altri miei alti di culto immemorabile del b. Evangelista
filiale ossequio e dipendenza, io tenea- veronese, sacerdote agostiniano j asse-
mi tranquillo sopra l'affare di quell'in- gnandone la festa Non grave
a'20 mar^o.
dirizzo. Giuntami però notizia, ma da d'anni, ma pieno di <nerili e di viriti, mo-
due mesi in qua soltanto, che altri prelati ri mg." Grasser a'22 novembre 1 889 con
d'Italia aveauo quasi a gara rassegnata a universale cordoglio. Verona a gran vo-
Vostra Santità scrittura in disapprova- ce pianse sull'onorata tomba dell'amato
zione del loro rispettivo indirizzo, non la- padre, con le lagrime reudendogli quel
scio io ora di fare medesimo. Ed alla
il solenne tributo di uffici, che pietà, religio-
Santità Vostra dichiaro, che vorrei non ne, amor filiale ed indelebile riconoscet?-
aver fatto quell'indirizzo^ essendo io sem- za a lei richiedevano. La memoriasua vi-
pre slato premuroso nell'animo di non vrà certo perenne ne'cuori veronesi, non
riportare in alcuna cosa mia la disappro- meno che ne' fasti illustri di loro chiesa.
vazione di Vostra Santità. Considero an- Gregorio XVI a' 1 4 dicembre 1840 pre-
che quell'atto come contrario alla filiale conizzò vescovo Gio. Pietro Aurelio Mul-
pietà, siccome dato io tempo che il San- ti abbate cassinese "di Praglia, della dio-
tissimo Padre era tenuto io afflizione ed cesi di Bergamo ; dotto, zelante e lodalo
angustie da un duro e violento domina- pastore, meritò d'esser promosso a* i5
tore. Qui però mi permetta Vostra San- marzo i852 Venezia,
al patriarcato di
tità di esporle come nell'indirizzo, che nel quale articolo l'encomiai. Nel mede-
stamparono mi furono ommes-
a Milano, simo concistoro il Papa Pio IX promul-
se le seguenti parole di s. Cipriano de U- gò vescovo di Verona mg.' Giuseppe Tre-
nit. Eccles. z=zz Che il Primato e dato a visanalo di Venezia, canonico teologo dì
Pietro^ affinchè siavi una Chiesa sola quella patriarcale, pel cui processo io a-
di CrisiO) e sia\.n ne* Successori di Pie- vea giurato legalmente con dovuto allo
tro il centro dell'Unità di questa Chie- elogio, essere egli degnissimo eidoneo
sa. n= Tutte queste parole mi sorpassa- pastore della s. Chiesa di Verona; però a
rono nella stampa ; parole che da me si questa non fu dato goderlo, perchè a'
erano aggiunte per professare in faccia a 26 del susseguente maggio l'imperatore
quel governo il Primato di Pietro e suoi Francesco Giuseppe I lo nominò all'arci-
Successori. Ora mi rimane di supplicare vescovato à' Udine (^.), e tale fu preco-
umilmente Vostra Santità dell'apostoUca nizzato in concistoro a'27 settembre di
benedizione in segno di perdono, con tut- detto anno. In questo stesso concistoro il
to il mio capitolo che concorre a que- Papa Pio IX dichiarò vescovo di Verona
st'atto con me, le baciò santissimi piedi.
i Luigi Guglielmi di Lissa, diocesi di Lesi-
fiaganea della patriarcale metropolitana gravemente a Zara, spirò nel bacio del Si-
di Venezia, nella quale occasione fu tol- gnore a'29 gennaio i853, per la violen-
ta alla diocesi la parrocchia di s. Ma- za del male. A' 3 il suo cadavere con
1
38 VER VER
pompa decorosa e fuuebre, onorala dal- nalzasl uno zoccolo col suo basamenlo,
l' arcivescovo mg/ Godeassi, fu portato col suo tronco scolpito nelle 4 facce del
alla inelropolilana, magni ficameute pa- dado di 4 iscrizioni e colla sua cimasa in
rala a luUoedoviziosameii'e illuaiiuala, bella armonia di proporzioni. Questo
ponlincaudo la solenne messa mortuaria zoccolo sorregge una colonna scanalala
lo stesso metropolitano, in mezzo alla ge- d' ordine dorico, sopra al capitello della
concistoro de'7 aphlei854ilPapa Pio IX sta poi fattasi per la benedizione del pio
promulgò l'odierno vescovo mg.' Benedet- monumento fu tenera e solenne, e deco-
looiccabona diCavalese diocesi diTrento, rala dalla presenza di dufi vescovi, che
già lodevolmente appartenuto alle nun- colle loro parole incitarono popolo alla il
ziature apostoliche di Baviera e del Bel- pietà verso Dio, e al culto verso la sua
gio, parroco zelante di Roveredo, prepo- ss. Madre". Dipoi fu pubblicalo: Lettera
satus, digniis ta propter censendus, qui ria. SS., ornato ed abbellito con nuove
gine, in onore della quale fu eretto nella Omaggio storico dell' ab. Cappelletti.
diocesi un pubbli«^o monumento. E qui Altri memorabili avvenimenti succeduti
di esso dirò colla Civiltà Cattolica^ serie nel suo vescovato sono i seguenti. Narrai
2.^, t.i2, p. 108.M 11 monumento in pie- superiormente, ossia nel voi. XGIV, p.
Ira fu innalzato sulla piazza di Chiesanuo- 186, r istituzione della congregazione di
va nel Veronese dalla pietà di que' par- sacerdoti del benen»eritod. Gaspare Ber-
rocchiani, eccitala dallo zelo instancabile toni veronese, nell'oratorio delle Stim-
del suo venerabile parroco, afiine di per- mate e contigua casa da lui fabbricata,
dere il premio delle sue lunghe fatiche. canto del Te Dcii/n, fu dato (lue alla sa-
Dopo la sua moi le la congregazione do- gra e commovente funzione ". Lo spiri-
mandò e olteune dalla s. Sede la facol- to di quesl* istituto è di sanlamenle eser-
tà di procedere alla sua pubblica erezio- citarsi in ogni sorte di ministero spirilua»
ne, mediante decreto de' 1 6 aprile i855, le o letterario che giovi al piofillo spiri-
confermato dal Papa Pio IX, avendovi tuale del prossimo, e precipuameule nel
appostala sua sanzione liuiperatoreFran- sopperire a qualsiasi bisogno, anche im-
cesco Giuseppe I, com'era costume in- provviso, del vescovo e de' parrochi, sen-
nanzi mentovalo concordato. Pertanto
il z* alcuna ricompensa umana, chiuden-
fu stabilito a' 3o settetubre di farne con done perfino ogni adito a cure perpetue,
solenne rito la pubblica istituzione. Nel- non che a dignità e preminenze ecclesia-
la matlitia di tal giorno il podei>tà, ed i stiche. Consentaneo a questo fine è il no-
rona, invitativi da* pp. della congrega- suoi membri chiamausi jMissionari A-
zione, convennero nella chiesa delle Stiui- postolici in aiuto e servizio de\'escovi ".
luale, già piena di popolo. Mg."^ vescovo Fu stampato in Verona: Cenni intorno
lliccabona fu ricevuto alla porta dal Rev.° alla Congregazione de' sacerdoti ec. In-
p. Marani superiore dell' islituto. Indi, oltre il vescovo attuale ebbe la consola-
preceduti dal Crocefisso con torce acce- zione dì veder eretto l'ospedale de'pp.Beu-
se,entrarono nella chiesa a due a due i fralelli,pelqualeslabilimeotonon perdo-
membri della nuova congregazione, e do- nò cure e faticlie il presente, degnissimo e
po il cauto del Peni Creator Spirilus, ottimo priore Rev.°p.Gio.M.' Alfìeri,beQ-
il vescovo celebrò la me^ìsa e comunicò che sacerdote, e ciò mediante dispensa a-
i 3 fratelli dell'istituto medesimo. Finita ppstolica, assai benemerito e vero orna-
la messa e apertosi il s. Ciborio, il p. Su- mento del suo illustre ordine. Egli di re-
periore, genuflesso sulla predella dell'al- cente ha pure fondato un altro convento-
tare dinanzi al ss. Sagrameuto, fecei 3 voti ospedale in Mantova, meritamente aven-
di castità, povertà, ubbidienza secondo la dolo decorato cou insegne equestri l'en-
regola. Chiuso dipoi il tabernacoloe posto- comiato monarca Francesco Giuseppe I.
si il superiore a sedere, ricevette i voti di Non posso dar contezza, per mancanza
4 padri e di 3 fratelli laici. Falli i voti, di tempo, della Breve notizia sull'ordi-
il vescovo tenne loro breve ed eloquente ne ospitaliere di s. Giovanni di Dio
sermone, in cui animò i novelli religiosi detto Fate bene fratelli^ dalla sua ori-
a battere generosamente la via additata gine fino a* nostri tempi pubblicata al-
^
loro dal fondatore Bertoni, di cui ricor- l' occasione dell'erezione del nuovo con-
eh' erano presenti, entrarono processio- razione del convento-spedale de' Fate
naloienle nella casa per una porta, e ne bene fratelli in Mantova il giorno 1 1
uacirauodairallra.il vescovo, ch'era i'ui- novembre i858. Vi si trovò preaeutcil
4o VER V E R
Itìtialo p. generale, olire rarcìduca Fer- sima del vescovato di Padova; ma da
dinaiitlo Massimiliano governatore ge- qualche tempo per deterioramento ne'be-
nerale colla serenissima Consorte. Seb- ni é non poco scemala. Leggo nell' ulti-
1859, qui dirò solamente, che dopo san- rendite ascendendo a circa 5, eoo scudi ro-
guinosa guerra tra T Austria, e gli allea- mani, non gravati di pensioni. La diocesi
ti Francia e Sardegna, Napoleone III of- si estende per quasi 100 miglia e com-
frì la pace a Francesco Giuseppe I,che prende 2 56 parrocchie, di cui 1 5 in città,
r I I luglio in Vilìafranca ne stipularo- una nella provincia di Rovigo, 4 in quella
no preliminari, fra'quali la cessione del-
i di Mantova, 16 in quella di Brescia, 220
la Lombardia all' imperatore de* france- nel Veronese. Tutte poi sono suddivise iu
si, il quale la rimetteva al re di Sarr 46 vicarie.
degna, eccetto le fortezze di Mantova e
Peschiera, oltre Borgoforle, che col ^e- Concila di Verona.
gno Fendo, fino alla linea del Mincio,
restano all' Austria in pieno diritto di Il i.° fu celebrato nel 967 da Raterio
proprietà. Laonde le fortezze di Legna- vescovo di Verona, per fare eseguire i de-
go e \erona continuano a formare, col- creti del concilio di Ravenna, tenuto nel-
le altre due nominale, il formidabile e lo slesso anno. Il 2.° e provinciale aduna-
strategico quadrilatero. In verun caso poi, to nella cattedrale nel novembre 994 o
i'imperalored'Austria non accorderà mai meglio nel 995 da Giovanni IV patriar-
ad alcuna potenza il diritto di fare entra- ca d' Aquileia, coli' intervento de'vesco-
re un solo soldato nelle quattro fortez- vi di Verojia, Vicenza, Treviso, Trento,
ze rimaste in suo possesso esclusivo. Tan- e due altri. Ne fu la causa perchè alcuni
to riferiscono i giornali più accreditati. chierici che abitavano presso le chiese
Prima per altro di abbandonare quanto collegiate unite all'abbazia di s. Maria in
scrissi finora intorno la serie dei vescovi Organo, come Maria Antica e di 8.
di s.
Veronesi per seguire le tracce dell'Ughel- Margherita, per la tradizione non vole-
li, del Malici e del Cappelletti, mi fo de- vano più intervenire al sinodo, né alle
bito di ricordare quella che secolo per se* processioni dal vescovo Giberto intima-
celo n'ha tessuto e stampato l'eruditissi* te, né osservar quanto 1' allre chiese di
DOG ab. d. Giuseppe Venturi nel più voi- Verona osservavano, come il non cele-
te Compendio della Sto-
ricordalo t-uo brar messa pubblica ne'giorni solenni in-
paziope delle propagate eresie. Il Papa of- scita, fu la discorsa costituzione che Lucio
in per frenarle le pene spirituali, l'un pera- 111 fjrmò e promulgò nel concilio con-
lore, i signori ed i magistrati le civili ; alle tro gli eretici, e dalla quale derivò la s.
prime non essendopiusensibiligli eretici, Inquisizione, inquanto che ordinò a' ve-
occorse il braccio secolare. Volevasi prin- scovi d'informarsi da per loro, oa mez-
cipalmente reprimere il ^lìvove da' Cata- zo di deputali commissari delle persone
ri, de' Palariìiìy àv- Falciasi (f'.)^ ed al- sospette d' eresia, secondo la comune fa-
tri eretici fanatici di quel tempo, molti ma e le denunzie particolari. Nella bolla
de' quali erano stati condannali nel 1179 si distinguono i gradi di sospetto, di con-
da Alessandro Ili nel concilio generale vinto, di penitente e di relapso. Labbé, t.
ragioni indicate al principio di questo vo- slione delle Boccare, e distrussero cosi la
lume, anche le seguenti rettificazioni ed più bella cavallerizza coperta del mondo,
aggiunte, che di sopra eranji astenuto di senza riguardo all' incomparabile mae-
riportare, temendo di non far in tempo. 6tria,eleganzaesolidilà,cheaveano presie-
duto alla sua erezione. — Pag. i4o,col.
Correzioni. 2.* Merita un cenno la bella raccolta di
quadri posseduta dal Cesare Berna- d.*^
Pag. 12 I, col. 2.^, la torre, attribuita sconi, delle cui principali opere fu stam-
al Ponte Nuovo appartiene in vece al pato un catalogo, corredato da disegni.
ponte della Pietra. — Pag. i5o, col.i.*, Pag. i4i| col. 2.^ Verona non ha più le
leggasi S. Giacomo alla Pigna in luogo due prime accademie. Gli /énfioni-Fi'
di S. Giovanni. — Pag. 52, col. i 2.*, la locorei mutaronsi nella società del C(t-
prima(chiesa)di s. Tommaso Canlaurieii- sinOy ed i Terpandri fecero luogo alla
se era, come ora, parrocchia, ed in questo società Pio- Filarmonica. — Pag. i4'»
convento, ec. — P^g" *^4i col. 2.*, la 001.2."Verso ili 832 ilnob. cittadino, che
Coppa di s. Zenone non è ora in angu- fujGiangirolamoOrti Manara,un\ in sua
sta stanza ma in chieda, subito a manca casa non soli studenti^ ma anche prò-
i i
di chi entra. —
Pag. 77, col. 2.*, la Bi- i fessorifC le loro produzioni, giudicatene
lancia, era foglio di Milano, non di Ve- degne, vedevan poi la luce nel periodico
rona. — Pag. 240, col. 2.*, la Fede, la verone8e,che porta va il titolo diPo%/v//ò.
Speranza e la Carità del Cimitero furono — Pag. i4*i>col. 2. "Oltre i sudde-
teatri
scolpite da Gratioso «5y^<izz?, e non Paz- scrilti, altri n* Verona. Uno,
esistono in
zi. — Pag. 3 o, I col. I .*, il cholera com- detto \[ Nuovo, ultimamente fabbrica-
fu
parve la prima volta in Verona nel 1 836 to sulla Piatza Navona: l'altro, dello pri-
e non nel i835. ma Falle, poi Ristori (\ù\ nome della ce-
lebre attrice italiana, s'innalza in vicinan-
addizioni. za del civico ospedale. —
Pag. 1 56, col. i .*
Ilnob.,chefu,GiangirolaraoOrti-Manara
Pag. 128, col. i.^La statua rappresen- descrisse ed illustrò il tempio di s. Zeno-
tante Verona è nel centro d'una fontana ne, e si benemerito della patria per
rese
sulla piazza delle Erbe, ed ha ora sul ca- i molti e dotti lavori archeologici con cui
po una corona di ferro, in cui si volle raf- le accrebbe rinomanza. Pag. 60, col. —
—
1
figurare l'Arena. Pag. 124? col. 2.' > I.* Il collegio di s. Zeno in Monte fj tra-
L'Arco de' Cavi ora più non esiste. Fu- mutato ni caserma. Paj
.^. 197, col.
)1. 1.
ron bensì raccolte le pietre, che lo con]- Il cav. Andrea Monga imprese molli sca-
to altri compissi. Pag. 240, col. 1/ e del 1750, gli rese splendidi elogi per la
Per venire sino ai nostri giorni, ai nove- vigilanza, zelo, virtù e distinti meriti, e sic-
ro degli illustri veronesi sono da aggiun- come lutto fervoroso per l'incremento del-
gere i nomi dei chiarissimi poeti Cesa- ladisciplinaecclesiaslica. Giunta la fama di
re Betteloni,Catenna Bon Crenzoni ed sue eseujplari qualità a Benedetto XlV,lo
Aleardo Aleardi da poco tempo defun-
: voleva fare vescovo di Famagosla in par-
ti i primi due, l'allro tuttora vivente, ma la sua
tibus^ e poi vescovo di Treviso,
per lacere d' altri chiari e fertili ingegni mirabile umilia a tutto rinunziò, suppli-
che colle loro opere onorarono U pa- cando d'essere dispensato. Aumentatasi
tria. —
Pag. 249, col. 1.^ ÌNelle monta- perciò l'ammirazionedel cardinal Rezzo-
gne di Bolca si trovano nou solo pesci nico, divenuto a'6 loglio 1758 Papa Cle-
interissimi, ma piante e palme pietrefat- mente XIII, poco dopo con onori ficen-
te di rara bellezza e perfezione. Tra tissima letteragli aOidò l'amministrazio-
le altre le Raccolte dei marchesi di Ca- ne della sua chiesa di Padova, nella qua-
nossa e del prof. A. Massalongo, delle le per i5 anni l'avea egregiamente assi-
cose naturali dottissimo investigatore ed stito per vicario generale; quindi nello
interprete, ne fanno amplissima fede. stesso anno, i.el concistoro degli 1 1 set-
ne peritissimo nel diritto canonico e ci- to glieia impose il cardinal Marino Priu-
vile, e nella teologia, ricevendone la lau- li veneto e vescovo di Vicenza;, ma per
rea dottorale nell'università di Padova. la sua inoltrata età e incomodi disilute,
Indi fece progressi nelle scienze, e riuscì non potè mai recarsi in Roma a ricevere
facile ed elegante nell* idioma latino, e il cappello, l'anello e il lilolocardinalizio.
ueirepiàlolare, recaadosi in Roma a per- 1! Papa nel i 763 con un breve gli man-
44 VER VER
ilo cjuello croci per insegna de' canonici, in un oratorio o nicchia situata nell' in-
tli cui parlai a Padova, commeUendogli terno d* uno de* 4 grandiosi piloni o ot-
tli porle loro al collo formalmente, come tagoni che sostengono l'eccelsa cupola
eseguì. Meglio delle geste di questo co- (cioè in quello denominato della Veroni-
spicuo cardinale se ne tratta nella 2Y^- ca, ne' fonda menti del quale Giulio li pose
raelPurpuraP'enelafdeì cardinal Quiri- la i.^ pietra per la gigantesca mole, a' 18
iii, a p. 322 e 4^8, ove pur si dice: »> Huic aprile i5o6), a comu Epistolae deWaU
tuaximis sunt in deliciis observantia re- tare papale, con loggia per l* ostensione
rum ecclesiasticarum, ardor divini cui- di detti sagri tesori. Paolo V nel 1G06
tus, animi detnissio, pax conjunctioque vi collocò il Volto Santo, ed Urbano
cum bonis omnibus. Quamobrem ejas Vili nel 1629 la s. Lancia e del legno
vita, quam ad
mullos anuus superstitem dellas. Croce. E' l'edifizio nell' esterno
precamur, clero populoque suo splendi- ornato con bassorilievo esprimente il
dum in esemplar proposila est". Ma il Volto Santo, mentre a'suoi piedi, nel cor-
n. 7743 del Diario di Ro/nadeì 1767 rispondente nicchione sottoposto ester-
nolillcò la sua tanto deplorata morte, av- no, sopra basamento è la statua marmo-
venuta tra l'universale dispiacere in Pa- rea colossale di s. Veronica, che il Mo-
dova, d'anni 83 non finiti, il i.° febbra- chi espresse in atto di mostrare colle ma-
io. Il Papa ne restò sensibilmente addo- ni il medesimo Volto Santo, di cui ripar-
lorato, e con lui tutti quelli che ne am- lai nel voi. LXXXVIII, p. 23 i, e altro-
miravano le rare virtù, la scienza e la sol- ve della censura del Dernini e della ri-
lecitudine pastora le.Celebi ale con pompa sposta arguta di Mochi. Inoltre nel ricor-
funebre l'esequie nella cattedrale, ti re- dato articolo dissi pure, e qui meglio di-
stò tumulato con elogio scolpito sul mar- chiarerò, della cappella della Veronica, e-
mo, ed il suo nome resta in perenne be- sistente nelle sagre Grotte Vaticane del-
nedizione nell'insigne chiesa di Padova e la mentovata basilica.Les'jro nella Descri^
ije*suoi fasti ecclesiastici. Ne recitò l'ora- zione della sacrosanta basìlica Fatica-
zione lunebre il dotto d. Gaetano Cogno- ;ìùc, edizione romana4•^ del 1828. Il luo-
lato prefetto degli studi nel seniinario, nel- go sotterraneo che resta prossimo all'an-
lo stesso 1767 stampata con in fine un tico cimiterio o^veiMinò Faticano {^F.),
breve compendio di sua vita. Lasciò il fra il pavimento della nuova basilica e una
cardinale uìolte lettere pastorali che me- parte non piccola del piano della vecchia,
riterebbero la pubblicazione.Neli783 per e che per conseguenza fa una di lei por-
opera di m^/ Nani vescovo di Brescia fu zione, degnissima di sagro culto, prese a-
ivi impiessa con qualche mutazione nel busivamente il nome di Sagre Grotte,
titolo un* o|)era postuma di lui: De ne- colla suddivisione di vecchie e nuove. La
cessarla Jìdclitini conuntiiiioiie cum A- discesa comune è sotto la detta statua di
pò sto lica Sede. s. Veronica, sebbene vi siano altri 3 in-
VERONICA, Feronicae. Vocabolo gressi sotto le 3 altre colossali statue a
formato dalle parole Vera Icon, veraim- pie' degli altri piloni, e dalle due porte
magine.E la rappresentazione della vene- al ripiano della Confessione Faticami
Gesù Cristo, detta comu-
rabile faccia di (/^'.). Internandosi per quello detto della
nemente P^olto Santo (^.), improntata Veronica vedesi sulla sinistra una porta
sopra un pannolino fazzoletto o velo, di metallo, per cui mediante una scala a
che gelosamente si custodice con somma chiocciola si sale alla suddetta nicchia e
venerazione, fra le tre insigni ss. Reliquie loggia delle ss. Reliquie maggiori. Per
maggiori della patriarcale basilica Chie- ordine d'Urbano Vili il Bernmi ornò le
Clemente VII (meglio VI). Tultavolta rende al s. Volto di Lucca (f.)i il quale
s'impugna l'esistenza della virtuosa fem- non è altro che un Crocefisso miracoloso,
niiua chiamata s. Feronica. L' eiudilis- che si conserva da gran tempo addielio
4^ V E n VER
nelln cappella ilella s. Croce del In catte elle sìa il fazzoletto con cui una santa doli-
diale di quella cillà. Avvi una copia del- na Gerusalemme asciugò il vollo del
di
la Veronica alla badia di Montreuil-les- Salvatore, quandoandavaal Calvario ca-
Dnmes in Tlneroche, dell' ordine cisler- rico della sua croce. Anch'egli ri|)ete, che
ciense. Ella vi fumandala da Pantaleo- questa opinione popolare potè nascere
ne cappellano d' Innocenzo IV e arcidia- perchè i pittori di frequente rnppresen-
cono di Laon, poi Urbano IV, che via- tarcmo la Veronica, ola vera immagine,
Tea una sorella. Egli nel 1^49 scrisse a sostenuta dalle mani d'un Ange'o, ed al-
qneslo soggetto una lettera alle religiose, tri dalle mani d'una donna. Crede anche
che si troifa nel trattalo De TJnleis se- il Bergier che il i.*' monumento che ne
pulrhralihìis di Chifllet. Il parere di parlò risalga soltanto al detto annoi i43,
quelli chechiamano santa Veronica quel- e ignorarsi il principio del suo culto.
la femmina pia, ch'essi suppongono aver Con questo onorarsi il Salvatore, ed es-
presentato un fazzoletto a Gesti Cristo, sere simile a quello di Lucca, ed a'ss. Su-
quand* egli montava al Calvario, non darii di Torino, Besancon, Colot)ia, ed
sembra appoggialo che sopra certi qua- altre simili rappresentazioni. « Le messe,
dri, ov'è dipinta una donna tenente nel- le preghiere che a tal oggetto
gli uffizi,
ha mai riconosciuto tale santa. La festa timenti; esse non hanno alcuna relazio-
della Veronica non è stata istituita in al ne alla pretesa santa donna di Gerusa-
cune chiese, che per onorare Nostro Si- lemme chiamata Veronica, che la Chie-
gnore, forse nell'occasione di qualche im- sa non ha mai riconosciuto". Tulio let-
magine o vera o celebre della s. Faccia. teralmente trovo ripetuto nella Biblio-
Per questa cagione si fece a Roma a*23 teca sacra di Richard e Giraud. Ma del-
novembre loii la dedica di un aliare l'anteriorità di secoli che Roma si gloria
del s. Sudario^ sotto la cupola (sic) del possedere il Vollo Santo, e che abbia
quale si custodiva il velo (dovrebbe dirsi esistito la s. Veronica di Gerusalemme,
della basilica Vaticana, come ho già rife- lo sostengono quegli scrittori che pro-
rito) in cui Volto era impresso. Noi
il s. durrò in queli' articolo, oltre seguen- i
soppiamo questo da un breve di PapaSer- ti. Narra l'annalista Baronie, all'anno 34,
gio IV. Questa s. Faccia era portata in n. I 38, stimarsi diverso il ss. Sudario, in
processione, e si diceva una messa votiva cui fu involto il capo del Signore nel se-
della s. Veronica, ossia della sagra rap- polcro, da quello accoslatoda Berenice al-
presentazione di Gesù Cristo. A. Parigi e la divina faccia di sangue e di suiiore a-
le, che altri senza prove si sono persuasi sente 8i vede. 11 dotto vescovo Saruelli
e
VER VER 47
neWe Leltere ecclesiastiche^ ci die* nel Cristo ricetulcx, e asciugatosi la faccia eoa
l. 6, la leti. 7.': Se Feronica sia nome esso, impresse nel velo l'efTjgie del suo sa-
di una santa donna, oppure del Fol- gralissimo volto, e a Veronica in caparra
to Santo del Salvatore. Premelle le ra- di eterno amore
lo restituì. Di questa ve-
gioni eli quelliche affermano Feronica : rità autenticatada una perpetua e non
è il nome del Vello Santo, non già di al- mai interrotta tradizione, ne fanno fede
cuna donna santa di tal nome, le quali gran numero di scrittori appresso il Mal-
sono, r.*' Che nel Martirologio romano lonio> ne' Commentari della sagra Siri'
non è registrala alcuna santa donna, che done, eie i4- H Berdini, nell' /.?/or/^
sichiami Veronica. 2.°Cheal tempo d'In- delUantica e moderna Palestina, ed al-
nocenzo 111 si lavoravano alcune meda- tri, oltre il cardinal Baronio negli An-
glie di slagno colla figura del Volto San- nali ecclesiastici, ùs?>er'ìscono altrettanto.
to e le chiavi di s. Pietro, le quali si ven- Giacomo Pamelio, nelle sue Annotazio-
devano a'pellegrini da certi artefici chia- ni sul cap. 1 dell* Apologetico di Ter-
mali vendentes Feronìcas j sicché Ve- tulliano, dice ancor egli: Effìgies Chri'
roniche eratio
le medaglie col Vollo San- sti, quam Feronicae in Sudario dedisse
to. 3.° Negli antichi messali d'alcune dio- traditio est, etiam mine extat tanta in,
cesi d' Alemagna, e precisamente della venera tione, ut de illa dubitare post han
chiesa di Augusta, stampati nel555, vi 1 non modo miracula non permittant,sed
é la rubrica Missa de Fidia Sancto,
: nec aspectns ipse. Il come narra
quale,
seu Feronica. E Giacomo Gretsero, nel Gio. Gregorio, lib. 17, Del Pretorio di
suo trattato De iniaginibns non manii- Pilato, n. io: « Si vede in esso il capo
faclìs^ al cap. 7, dice: che in Germania tutto spinato, la fronte insanguinata, gon-
si usa di dipingere nella parte deretana fi gli occhi_, e di sangue ripieni, livida e
dell'altaremaggiore delle chiese l'imma» annerita la faccia, e nella guancia destra,
gine della Veronica, e che il popolo ha oltre le lividure, vi si scorge quasi stam-
la divozione d'accoslarvisi, far sopra di pata la ferrata mano di Malco, che in
essa segno della croce, e poi nella pro-
il casa di Anna lo percosse, e nell'altra più
pina fronte ; e che questa divozione è tan- macchie di sputi ; il naso schiacciato e in-
to frequente, ch'è necessario fare rinno- sanguinato, aperta la bocca e pur di san-
vare e rinfrescare le dette pitture, che gue ricolma, con gli denti smossi, barba
per essere da tante mani toccate perdono pelata e gran capelli svelli". In quanto
il colore e siconsumano. 4.*'Che la parola al segno della guanciata, Giovanni Lan-
/'ero/i/'c^, mutate alcune lettere dice P'e spergio, Hom. 19, De Passione, lasciò
ra /con. A queste riflessioni rispondeSar- scritto: Quod Cliristifacies in eodem im-
nelli. Tutti gli scrittori di Terra Santa, pressa Sudario digitorum vestigia im-
precisamente Adricomio,nella Descrizio- pressa relineat, et aspicientibus mon-
ne di Gerusalemme, n. 44? costantemen- strat, quod armata mann Chrislo Do-
te alFermano, che la casa della Veronica mino injlixere. Tuttociò premesso, il Sar-
era situata sopra la strada medesima, per nelli passa ad una ad una a rispondere
cui Cristo colla Croce sulle spalle passa- alle 4 «iflessioni. Quanto alla i.^, egli
va ; onde al trapassar che di là fece il Re- dice, non essere meraviglia, che s. Vero-
dentore tormentalo, uscita di casa, e vi- nica non sia registrala nel Martirologio
sta la di lui faccia da sputi e sangue de- romano, imperocché lo slesso Martirolo-
formata. prese un panno(si stima di bom- gio termina og«ji lezione con queste pa-
bagia) che sul capo portava, lo porse a role Et alibi alionun plurimorum San-
:
colò Pellegrino patrono di Trani, e il 4 febbraio terminò i suoi giorni nel ter-
cardinal Baronio ne tratta all'anno 1094, ritorio di Bordeaux, come attestano Pie-
n. 38, come di s. Veronica all'anno 34, tro S Uberto, De cultn Vineae Domini,
11. 1 38. Alla 2.^dichiara, poter essere av- s. Antonino e altri Bollandisli scrissero
: i
venuto, che dipingendosi il Volto Santo, r istoria di s. Veronica nel mese di 3Jar-
disleso e pendente dalle mani della Ve- zo. Quanto poi al nome, chiamasi la san-
ronica, questo nome siasi dato al Volto greco Berenice. \ latini, che voltano
ta in
Santo. Così appare nella statua colossale in /^consonante la B greca, la dicono
della Veronica, che sta in unode*4 ^''<^* Veronice e Veronica. 1 macedoni dico-
chi de'pilaslri della cupola di s. Pietro no Plieronice, quasi ferens vicloriam.
di Roma. Soggiunge alla 3.', che nel mes- Usarono anche Ialini fa Z^, in vece del
i
sale d' Augusta è questa orazione. DeuSf V consonante a tempo di Claudio impe-
qui nohis signatis lumineP^ultas fui mc' ratore, il quale per distinguere il ^con-
ìJioriale Uuun^ad instanliarìi Beafac Fe- sonante dall' U vocale, introdusse il di-
ronicae, Sudario impressam imagineni gamma eolico, ch'era una figura la qua'
tuam relinquere coluistij praesta, quae- le constava di due gamma greci posti l'u-
sumus, pers. Crucent, et gloriosani Pas- no «opra che formano il nostro
l'altro, F
sioìient tuam ita nunc per specuhim in maiuscolo, onde per dire servus siscrive-
aenìgmate venerari, et adorare, et ho' yaSerFus, e CiFis, per Civis. Plinio nel
norare te ipsum in terris, quatenus te lib. 7,e. 4', chiama Pherenice quella
in novissimo diefacie ad faciem venien- che Valerio Massimo nel lib. 8 nomina
lem super nos judicem saecuri^ et laeti Berenice: cui soli ex mulieribus, quod
videre niereamur^ qui cuni €tc. Matteo filia, ma ter et sor or essici Olympionica-
parigino, nella sua Storia^ dove comin- rum^ concessum est, ut Gymnicos ludos
cia a parlare d'Enrico HI re d'inghiltcp- pnsset spectare,foeminis omnibus inter-
ra, dice che Innocenzo HI componesse dictosi Quanto maggiore e piìi sublime
lina divota orazione, di cui fa menzione gloria riportò la nostra Berenice dall'ef-
Giacomo Filippo, del seguente tenore. figie delss. Volto, che il Signore impres-
UeuSy qui nohis signatis luniine Fultus se nel suo velo? Degli Olimpionici era
tui memoriale tuuni ad insiantiani D. premio una cotona d' ulivo. Di Berenice
P^eronicae imagiueni tuam Sudario im- fu somma gloria una fronte incoronata di
pressam relinquere voluisli^ praesla spine, onde nel!' inno del Volto Sanlo si
quaesumus per s. Crucem^ei Passioncin canta: Salve Sancta facies Nostri Re-
tuam, ut qui cani hodie in speculo^ el dcmptoris - In qua nilet species divini
aenigmaie veneramur in terris, deside- splcndoris - Impressa panniculo nivei
rabileni^ac veranifacieni laeti^acsaecu- candoris - Dalaque Veronicae signiirn
ri videre mereamur in Coelis. Qui vivis, ob amoris. Quindi il mede-.imo Sarnelli,
etregnas eie. Finalmente replicando alla l. g, leti. 8.*: Della donna Emorroissa,
4." obbiezione, dice che Veronica, Vera dice che si vuole fosse s. INIarla, sorella di
ni da questa santa riconoscono i principii befis e impressa in Parigi nel 1664, si leg-
della religione cristiana, econ ispecialcul- ge: Che l'Emorroissa avesse nomeliereui-
lo uè conservano la memoria. Da Roma cc.IaUiilSaruelIiuclu.i2iephcaeag3Ìuu-
j
VER V E R 49
gei'iln qunotoal nomedìBerenice^chenoì in reg. fu, Bargi Eccl. xvn) gli ani-
diciamo Feronlca^ cli'è lo stesso, io molli bascialori di Tiberio, per aver da Pila
Iuo£*Iìi della Francia e Paesi Bassi è cou lo inteso, die Gesti Cristo faceva tanti
paiticolar cullo venerata e implorata in miracoli, per esser egli pure liberalo da
tulle le infeiinità di flusso di sangue; ben- una infermità; ma ritrovatolo già croce-
ché con nome corrotto in vece di Bereni- narrando loro giudei la favola
fisso, e i
ce o Veronìcay si dice in alcuni luoghi del corpo tolto da* suoi discepoli [Me-
Venisa e in altri Feniziaj ma dalle pit- thod. Episc.f inHist. tenip.)^ s. Veroni-
ta di COSI prezioso tesoro, l'illustre ma- silica Vaticana, dove con tanta celebri-
trona lo custodì con afFetluosissima gelo- tà e culto si venera il Volto Santo, det-
sia nella sua casa, finche recatisi in Ge- to perciò Sudario di Feronica, ben-
il
rusalemme da lloma (Octav. Panar. ché altri chiamano lo stesso Sudario Fé-
VOL xcv.
So VER VER
ronicdy degno della venerazione di lut- cizio dell'orazione, in cui trovava le sue
to il mondo ; benemerita perciò somma- più care delizie. I lumi interni', che la
detto racconto, disse Pietro Diacono (pa- le principali verità di nostra santa reli-
re il fiorilo nel 5i5): Sudarium cum gione.Quantoera assidua agli esercizi di
quo Chrisius facìem siiam extersit^ pietà, altrettanto era allenta ai doveri
quod ab aliis Feronica dìcitur tempo- del suo slato; si metteva al lavoro con
re Tiherii Cesaris romanis delaium est, una lena mai stanca, e obbediva a'suoi
eie. 11 Cancellieri, De Secrelariis vele- genitori e a' suoi padroni financo nelle
ris Basilicae Faticanae, in più luoghi più piccole cose. Di mezzo alle occupazio-
ragiona della Veronica. 54B e 549*. A p. ni esteriori, la sua conversazione era sem-
Veronica niim appellaretiir Haemor- pre in cielo. Se si trovava al campo, riti-
die Ascensìonis. Nella Rivista archeo- a capo senza l'aiuto di alcun maestro.
logica di Parigi, nel fascicolo d'ottobre Ricevuta Veronica, dopo una prova di
i85o, si legge una lettera di Maury a tre anni, nel monastero di s. Marta, vi
Raoul-Rochetle, sulla etimologia del no- si distinse ben tosto col suo fervore iu
me Feronica, dato a quella donna che tutti i punti della regola, e colla più per-
porla il Volto Santo, e sull' origine di fetta ubbidienza alle sue superiore. Id-
tale culto. dio permise che fosse messa alla prova
VEROINICA (s.) di Gerusalemme. F. con una malaltia di languore, che durò
Veronica. tre anni, senza eh' ella rallentasse per
VERONICA (s.). Nacque in un vii- questo r osservanza delle austerità delia
laggiù poco discosto da Milano,da geni- regola. Non trovava maggior diletto del
tori dibassa condizione, che sostenevano render servigio alle altre ed eserciiaie i
la loro famiglia col solo lavoro delle ma- più dimessi ullìzi. Per tutto suo nudri-
ni , ma probi e timorati di Dio. Gli e* mento non voleva che pane ed acqua.
sempli domestici scolpironle in cuore l'a- Sempre raccolta in silenzio, il suo cuore
rnor delia virtù, che accrebbe coli' eser- era di coutiuuo unit^^ cou Dio per ixìti-
VER VER 5i
zo dell'orazione, e la sua compunzione ta lasua vita. Orsola provò un profon-
era va, che non rifiniva mai di pian-
sì vi do dolore per la perdila dell'amata ge-
gere. Questo dono delle lagrime, questo nitrice e non se ne consolò che per
,
molli miracoli ; e Papa Leone X,dopo le inspirò sempre più il gusto dell' orazio-
Decessane informazioni, con bolla del ne ; laonde prese la ferma risoluzione di
i5i7 permise alle religiose di s. Marta consagrarsi intieramente a Dio nello sta-
di onorare Veronica col titolo di beata. to religioso. Suo padre, che assai l'ama-
Il suo nome fu poi posto fra santi, sot- i va, avea su di lei delle intenzioni diffe-
to il giorno i3 di gennaio, nel martiro- renti, e voleva farle contrarre un orre-
logio romano pubblicato da Benedetto vole matrimonio, giacche per la sua av-
XIV nel 1749J mala sua festa è segna- venenza era ricercata da parecchi nobili.
la a*28 dello stesso mese nel martirolo- Ella però tenne fermo nel suo proposito,
gio degli agostiniani, che fu approvato e invano si procurò di far nascere in lei
dal medesimo Papa. l'amore de'piaceri mondani. Rimandata
VERONICA Giuliani, vergine.
(s.) dal padre a Mercatello , in casa di un
JVacque a Mercalello, città dell'antico du- suo zio, diede novelle prove di sua voca-
calo d'Urbino, a' 27 dicembre 1660, da zione, sostenendo nuovi combattimenti
Francesco Giuliani e Benedetta Manci- per rimanervi fedele. Finalmente, supe-
ni, ambedue di onorevoli ed agiate fami- ottenne la permis-
rali moltissimi ostacoli,
glie; le fu imposto nel battesimo il nome sione di entrare nella religionedelle cap-
di Orsola, e fu l'ultima di 7 figlie. I suoi puccine di s. Chiaradi Città diCastello,dO'
pii genitori posero somma cura ad alle- ve vestì l'abito il 28 ottobre 1677, assu-
varla, scorgendo in essa gì' indizi di sua mendo il nome di Veronica, il suo novizia-
futura santità. Era però assai giovane to penoso per gli sforzi che fece il demo-
fi.i
quando perdette sua madre, la quale pri- nio, afline di farla cadere d'animo e gettar-
ma di morire chiamò u se le 5 figlie che la nella disperazione; ma attingendo for-
divozione e fu come la sorgente delle ciale, e la ricolmò de' più preziosi favori.
grazie che in largacopia ricevette in tut- Nelle occupazioni de'di versi uffìzi della
,
52 VER VER
comunità , ne* quali fu successivamente acqua, che continuò per tre anni. Io que-
impiegala, come di cuoca, di dispensieia, sto tempo ricevette una ferita che Gesù
d'infermiera, e in mezzo alle brighe della Cristo le fece nel cuore. Il venerdì santo
sua carica di maestra delle novizie o di ba- del 1697, mentre era tutta immersa nel-
dessa, era cosi raccolta,come se non avesse la meditazione de' patimenti del Salva-
avuto da pensare che all'anima propria. tore, egli le apparve crocefisso , e dalle
Sempre intesa a ben occupare il posto che sue piaghe uscirono cinque raggi infiam-
erale affidato, si riguardava come la ser- mati, che le fecero altrettante ferite ai
va di tutte. Elia studiavasi di sopportar piedi, alle mani , al costalo. Ella senlì
con pazienza difetti delle sorelle, e ap-
i allora un acuto dolore e tormento, come
prezzando le tribolazioni e i patimenti se fosse appesa alla croce. Manifestato
protestava ch'essi erano la sua gioia ed questo straordinario favore al suo con-
il suo piacere. Fin dalla sua prima gio- fessore, questi ne informò il vescovo
vanezza avea avuto delle prove certe del- di Città di Castello. Il prelato credette
l'amore che le portava il Signore ; e in didover consultare su questo fatto il tri-
età di 33 anni vieppiù conobbe eh' egli bunale del s. Officio di Roma, il quale
voleva innalzarla ad un alto grado di per- gl'ingiunse dinon farne parola ma nello ;
sta. 1 medici che furono chiamati accreb- perle d'una leggera crosta. La piaga del
bero ancora i suoi patimenti co' rimedi 4^
costato, posta a sinistra, era lunga da
violenti di cui si servirono per guarirla. 5 dita, trasversale, larga mezzo dito, e
Le applicarono un bolone da cauterio sembrava fatta con una lancia: non era
alla lesta, e le forarono il collo con un mai chiusa, e pannilini che vi si appli-
i
grosso ago arroventato, per farle un se- cavano ne venivano insanguinati. Tulle
Ione. Questi ed altri mezzi però non pro- le precauzioni che l' utnana prudenza
dussero alcun effetto, laonde i medici la può suggerire, furono usale dal vesco-
abbandonarono dichiarando che non sa- vo di Città di Castello ,
per assicurarsi
pevano a qual motivo attribuire il ma- della realtà di questi prodigi ,
giusta le
lo smisurato desiderio che aveva di fare tà, la sua obbedienza, mezzo sicuro per
in tutto la divina volontà. Non si dee conoscere se fosse guidata dallo Spirito
quindi stupire che il Signore 1' abbia fa- di Dio. Le fu tolta la carica di maestra
vorita di doni ch'egli non accorda che ai delle novizie, fu privala di ogni voce at-
più perfetti de'suoi servi. Coli' assenso tiva e passiva nella casa, tiallata nspra-
de' suoi superiori ella avea incominciato mente,e perfino chiamala maliarda e sco-
nel 1695 un rigoroso digiuno in p^me ed municata; lesi proibì dì scrivere alcuna
,
VER VER 53
lettera, fuorché alle sue sorelle, religiose come lo aveva ella disegnato nel carto-
a Merca Ielle, di mostrarsi al parlatorio, ne, e portante ancora i segni delle feri-
di ascoltare la messa e T ufficio, trattone te.Le compagne di Veronica erano da
i giorni d' obbligo , e di accostarsi alla mollo tempo edificate delle sue virtù.
sagra mensa. Divisa dalle compagne, iXel marzo 17 16 fu eletta badessa trien-
sommessa alla vigilanza d'una sorella nale, e durò in tale officio fino alla sua
conversa, fu per ordine della badessa rin- morte. Ripiena dello spirito di Dio, fece
chiusa in una cella della infermeria. Il in tutto il tempo del suo governo regna-
vescovo cercò di far guarire le sue pia- re nel monastero esatta osservanza e per-
ghe, che venivano medicate ogni giorno, fetta concordia. Ad umili maniere ella
e per timore di qualche soperchieria per aggiungeva sentimenti di amore ed una
parte di lei, metlevausele dei guanti, che premura per le sue compagne che guada-
sichiudevano e suggellavano col sigillo gnavano loro cuori, sì che nelle loro pe-
i
vescovile. Veronica fu mollo afflitta per ne ricorrevano a lei come a tenera ma-
la privazione della comunione e deN dre, e vi trovavano le consolazioni di cui
l'assistenza ai divini uffizi : del resto con- avevano bisogno. Indotta dal suo zelo a
servò la pace dell' anima. Lo stesso ve- pigliarsi la cura del temporale della sua
scovo, il quale l'aveva sì severamente casa, fabbricò un gran dormitorio, edificò
trattata, rese testimonianza delle sue vir- una cappella interna, e procurò al mona-
tù in una lettera che scrisse al s. Officio stero altri vantaggi considerabili. Questa
a'26 settembre 1697. Il celebre missio- donna ammirabile, perfetto modello alle
nario p. Crivelli, gesuita, venuto a Città sue religiose, inoebbriata dell'amore di-
di Castello, fu dato dal vescovo per con- vino, cui consagrò la sua vita, sospirava
fessore a Veronica. Egli pure ne provò il momento che doveva essere il fine del
le virtù, usando le maniere più rozze suo esilio e il principio della sua eterna
verso di lei, e umiliandola nel modo più felicità. 11 Signore , che 1' avea favorita
sensibile; ma dopo essersi adoperato con del dono di profezia e di quello de* mi-
ogni ingegno per ben conoscere la di lei racoli , le fece conoscere il tempo della
condotta, restò pienamente convinto che sua morte, cui ella annunziò alle sue so-
la virtù di Veronica era cosi pura come 6 giugno 1727, dopo essersi co-
relle. 11
erano straordinari i favori spirituali che municata, fu colpita d' apoplesia. Nel
ella riceveva da Dio. Non si può passare tempo della sua malattia diede prove
sotto silenzio un fatto non meno sorpren* esemplari di ubbidienza e di umiltà.
dente degli altri. Veronica solfiiva de'do- Poiché ebbe ricevuto il s. Viatico con
lori che ricordavano tutti tormenti del- i grandissima consolazione, fece chiamar
la passione del Salvatore. La croce e gli le sue figlie, diede loro i più saggi con-
strumenti della santa passione furono sigli e le benedisse. Finalmente a' 9 del
impressi nel suo cuore sensibilmente. El- susseguente luglio la sua bell'anima volò
la stessa ne fece la descrizione al suo con- in seno allo Sposo divino. Ella avea 67 an-
consegnò un cartone in for-
fessore, e gli ni, e ne avea passato 5o in religione, ed 1 1
ma di cuore, sul quale avea disegnato la di badessato.Per la riputazione di sua san-
situazione di ciascuno strumento , non tità fu data mano nell'anno slesso al pro-
che della croce. Dopo mortela di lei cesso di sua canonizzazione, il quale fu poi
fatta la sezione del suo corpo, ed aper- continuato in quasi tutto il secolo scorso.
tone il cuore, alla presenza del vescovo, Parecchi miracoli furono autenticamen-
del governatore della città, di professori te provali ; Pio VI nel 1796 pubblicò il
con questo titolo: Vita di s. Veronica ma, dopo aver dimostrato insuperabile
Giuliani ec, Roma 1889. fermezza e deciso di lanciar la scomuni-
VEROSPI Fabrizio, Cardinale. Pa- ca, venendo poi il cardinale dichiarato in-
trizio romano, die'opera allo studio delle nocente. Gregorio XV prevenuto dalla
leggi nell'università di Bologna, dove ot- morte non potè premiare il prelato, e vi
tenne la laurea di dottore, acquistata da supplì il successore Urbano Vili, che do-
lui col merito d'avere per 3 giorni con- po avergli in rimunerazione de' servigi
tinui sostenuto in essa, sotto gli auspicii resi valorosamente alla s. Sede, alHdato
del cardinal Pietro Aldobrandini , con il governo dell'Umbria e di Perugia, a*
gran presenza di spirito, le conclusioni le- 19 gennaio 1626 lo creò cardinale pre-
gali. Assunto alla prelatura romana, a- te ed assente lo pubblicò a' 3o agosto
,
vendo presieduto con lode al governo del- i627,conrerendogli poi per titolo la chie-
la città di Fermo, fu fatto uditore delle sa di S.Lorenzo Paneperna.Inoltre lo fece
contraddette e poi venne ascritto nel no- prefetto della congregazione del concilio,
vero de'chierici di camera. A fine però di lo ascrisse a quelle del s.OIlìzio, di consul-
non gravare soverchiamente la propria ta e altre. Finalmente dopo tante illustri
casa in sostenere il dispendio, che esige- e gloriose azioni passò all'immortal vita
va il prezzo esorbitante di detto chieri- in Roma nel 1689, di &^ anni non com-
cato, allora venale, ne fece volontaria di- piti. Fu sepolto nella chiesa della ss. Tri-
missione, ed in vece fu annoverato tra gli nità al Monte Pincio, nella tomba de'suoi
uditori di Rota. Paolo V conosciutolo per maggiori, ma senz* alcuna funebre me-
uomo di spirito vivo e intraprendente, moria.
l'incaricò di comporre lecontroversiedel- VEROSPI Girolamo, Cardinale. Ni-
ie Chiane che recavano danni gravissimi potedel precedente,nacque nobilmente in
allo stato pontificio, a motivo delle gran- Roma da Ferdinando de'baroni del suo
di cataratte fattevi costruire da Ferdi- nome e da Giulia de'Massimi, ed educa-
nando granduca di Toscana, le quali io to nel seminario romano sotto la direzio-
tempo d'inverno inondavano le campa- ne de'gesuiti fece progressi negli studi, e
gne romane,e nell'estate seccavano il let- si hannodilui stampali: Oralio ad Pan.
finca quella spinosa controversia sulla fac- tà, ed un Carmen a lode di s. Luigi Gon-
1
VE R VER 55r
/aga. Dedicatosi poscia alla giuiispru- situo, ed in quella di s. Nicolò dì tal città;
denza, e nascilo con credilo nel!' avvo* promosse la fondazione del monastero
cazione delle cause, fu preposto come lo delle monache cistcrciensi di Monte Fa-
zio a giudicarle tra gli uditori di Rota. no; ricevè onoratamente Gio. Casimiro
Mortoli cardinal Fabrizio, Urbano Vili, poi re di Polonia; e sovvenuti a larga ma-
che mollo amava la famiglia Verospi, a' no i poveri, lasciò la vita in Osimouni«
10016 dicembre 1641 sostituì al de- versalmenle compianto, ne'priiicipii del
funto il nipote nella dignità cardinalizia, 1 652, di 53 anni, e rimase sepolto nella
dichiarandolo dell'ordine de' preti e coi cattedrale; e poi nel i ^^^ o nel 1 667 tra-
litolodi Agnese al foro Agonale, quan-
s. sferito in Roma fu deposto nella chiesa
tunque nel suo tribunale dellaPiota vi fos- della ss. Trinità al Monte Pincio, nella
sero parecchi prelati che lo avanzavano tomba gentilizia de'suoi antenatijSeuz'al-
in anzianità dell'uditorato e nell'età, ma cuna particolare memoria.
non però nella dottrina, nel merito e nel VERRÀ VERIO, Cardinale. Alessan-
valore. iMg/ Compagnoni nelle sue bel- dro 1 1 nel I 1
79 o nel 1 1 80 lo creò car-
le Memorie de'vescovi d' O situo ^ di luì dinale prete di s. Clemente, e sottoscris-
predecessori, nel t. 4» p. 261, copiose e in- se alle bolle spedite dal Papa ad Alfon-
teressanti notizie riferisce sul cardinale,ed so I re di Portogallo, che si conservano
in prima narra l'aneddoto tra lui e ilPapa. nell'archivio di Lisbona. Sembra che po-
Dopo l'elevazione alla porpora, il cardina- co sia vissuto, e morisse nel pontificato
le presentandosi riconoscente a Urbano del suo promotore.
Vili, questi di repente si accigliò, mo- VERSAILLES o VERSAGLIES
strandogli cattiva cera. Accortosi di que- (Fersalien). Città con residenza vesco-
sto il cardinale, ne restò assai turbato e vile e considerabile dell'Isola di Francia,
confuso, non sapendo immaginare la ca- capoluogo del dipartimento di Senna e
gione di sì Papa con-
grave contegno. Il Oise, di circondario e di 3 cantoni, a 4
tinuando a mostrarsi cruccioso, proruppe leghe e 3 quarti da Parigi. E pur sede
in lagnanze perchè non avea mostrato fi- della corte d'assise, di tribunali di i
.^ i-
ducia nell'animo suo, col non chiedergli stanza e di commercio, e di altre magi-
la surrogazione del nipote Leone Verospi strature, situata in amena e deliziosa pia-
nell'uditorato di Rota, che poi inconta- nura. Tre bei viali piantati d'alberi tra-
nentegli conferì. Quindi Urbano Vili versano questa città: il maggioreè quel-
sempre più benefico col cardinale, lo a- lo di Parigi, situato in mezzo; gli altri so^
Gettò la I .' pietra nella chiesa <lella s. Im- dell' antico castello di Versailles. Vi so-
macolata Coocezione de'cappucciui d'O- no a Versailles due quartieri, quello di
56 VER VER
«. Luigi al sud, e quello di Nostra Donna la macchia diMarly, posta a 1 leghe *\3i
al uord ; il viale di Parigi li divide. La colà, in riva alla Senna, e dall'acquedot-
città è grande e poco popolala, cluariim to di Bue. Il grande e il piccolo Mon-
leucarum ambì la duo fere millìa
circiler treuil, quelloal nord e questo al sud del
domorum conlinet. Dice V ultima pro- viale di Parigi, sono sobborghi di Ver-
posizione concistoriale p/tìf/20 in loco^opii- sailles. 11 magnifico Castello fatto edifi-
moglie sub din aedificaia ultra trig iu- care da Luigi XIV, e nel quale G. Har-
ta contine t incolaruni millia ^ qui fere douin Mansard e Carlo Lebrun spiega-
omnes catholicani relìgionem profiten- rono i loro mirabili talenti, sorge sopra
tur. in altre leggendo, nonnullis exceptis un'eminenza, né ha che poca apparenza
liehraeis ac protestanlibus. Il suo aspet- dalla parte della piazza d'Armi, da cui
to riesce inoponente, ma triste e mono- è separato mediante una vasta corte, di-
tono. Le vie tutte tirale a filo, larghe, visa in corti d'Onore, de' Ministri e di
fiancheggiale da case eleganti; il quar- Marmo presenta da questo lato l'anti-
;
tiere di JXostra Donna la vince sull'altra ca facciata del piccolo Castello in mat-
parte per la bellezza delle sue costruzio- toni che fece costruire Luigi XIV, ed il
ni e per la regolarità delia pianta. La li- quale contrasta con ale più moderne, ma
bera circolazione di un'aria viva e pura olFre all'ovest, sul terrazzo del giardino,
fa siche il fango non soggiorni mai nelle una facciata imponente della tratta di
vie; le più belle fra esse sono, nel quar- 3oo pertiche. Ammiransi in questo ca-
tiere di Nostra Donna, le vie Hoche, del- stello la gran galleria, la sontuosa cap-
la Tromba, delle Piscine, e nel quartie- pella così elegante e tanto ricca, la sala
re di s. Luigi, la via delTArauciera, quel- dell' opera teatrale, buon numero di pit-
hanno due grandi mercati quadrati ; e Nótre disegnò superbi giardini, per l'ab-
sono il Nuovo, e quello di Nostra Don- bellimento de' quali Luigi XIV vi spese
na ; il i.° al sud, e il 2." al nord. Tre bei 200 milioni di franchi, giace all'ovest del
passeggi detti baloardi tagliano la parte Castello, ed è ornato di viali e boschet-
uord della città. Versailles manca di ac- ti deliziosi, di colonnati e balaustrate, di
qua corrente numerose fontane recano
: una moltitudine di statue e vasi, di una
agli abitanti quella che ad esse porgono aranciera magnifica d' ogni specie d' a-
il castello d'acqua, le piscine della stra- grumi, di bacini guerniti di marmo, ed
da di questo nome, presso al Castello, abbelliti da getti d'acqua mirabilmente
quelle del monticello di Mout-bauron, svariati e da gruppi di bronzo ec. ; iti
tra gli stradoni di Parigi e s. Cioud, quel- seguito ed all'ovest del piccolo parco e-
le del monticello di Picardia, presso il slendesi a perdita di vista il Grande Ca-
viale omonimo, e le piscine Gobert, in nale, formante una croce Ialina per mez«
capo allo stradone di Sceaux. Tutte que- zo di due braccia ; ed è l'acquedotto di
ste piscine ritraggono le loro acque dal- Marly che somministra tutte queste ac-
VER VER 57
que. I dintorni sono pure deliziosi e ne donnB,erelta eziandio da Mansard; quel-
formano la continuazione. Il Castello del la di s. Sinforiano è la chiesa del Gran-
Grande Trianon, presso l'estremità del de Montreuil. Vi è una casa di religiosi,
braccio settentrionale del Canale, è tutto 3 monasteri di monache,due case de' fra-
rivestito di marmo ; fu edificato da Lui- telli delle scuole cristiane con iscuole, ed
norari, contribuendo alla divina ulììzia- serme per la fanteria e la cavalleria, li-
tura altri preti e chierici, ì piieri de cho- no de'due cimiteri, quello di Nostra Don-
rOf e nelle feste gli alunni del gran se- na, offre una divisione pegli ebrei. Di po-
minario (nel 1827 erano 240 circa), ol- ca industria, questa città non possedè che
tre il quale vi è pure il piccolo semina- alcuni filatoi di cotone, rinomata fab-
rio. Congiunto alla cattedrale è l'episco- brica di lime, e fabbriche di candele di
pio, vasto e comodo. Nella città sonovi cera, essendo cessata la nominata ma-
due altre chiese parrocchiali col proprio nifattura d'armi, distrutta da' prussiani
batlislerio. liella è la chiesa della Ma- nel 18 15: vi si trovano gran numero
58 VER V E R
di semenzai. Si tengono ogni anno 3 fie- site dell'imperatore di Russia Alessan-
re di 5 giorni, al i° maggio, a' 25 ago- dro I, che rese onorevole testimonianza
sto, ed a* 9 ollobre, e mercali ne'roarle- alle amabili qualità del suo spirito. Se-
dì e venerdì. VersagliesconlenevaBojOoo vres, antichissimo borgo, in cui credesi i
abitanti quando era residenza della cor- re della i.^ stirpe avervi posseduto un
te, e per antonomasia dicevasi gabinetto palazzo ; è celebre per la più accredita-
o corte di Fersaglies^ quello o quella di ta fra lemanifatture europee di porcel-
Francia; poiché tanto la città che il me- lana nobilissima. La città di Poissy (^.),
raviglioso Castello, mollo perderono del- famosa per esservi stato battezzato s. Lui-
l' antico loro splendore. Al presente ne gi IX, il quale piacevasi di esser chia-
conta più di 3o,ooo, come accennai, tra' mato Luigi di Poissy; e per la clamo-
quali un nunjero grande d'inglesi.
assai rosa conferenza tenuta nel 1 56 per con-
1
gna, e de* re di Francia Luigi (altri XV del cardinal ò* Este legato pontificio, e
dicono a Fontainebleau),di Luigi XV],di de' dottori cattolici e protestanti, i primi
Luigi XV III, e di Carlo X. E' inoltre convocati dal zelante delle verità catto-
patria di diversi illustri, come del pitto- liche (e non partigiano della riforma,
re Colin di Vermond , del matematico come altri scrissero erroneamente), car-
Montucla, de' poeti F. Nogaret, Guyot dinal Carlo Guisa-Lorena, e fra quelli
de JVlerville e Ducis, del compositore protestanti Teodoro Beza, deputato dal-
Kreutzer, del general Hoche. I dintorni l' eresiarca Calvino, vi primeggiò; che
della città offrono passeggi deliziosi. Ne' se le dispute non condussero per la ma-
suoi cantoni sono luoghi di rinoman-
vi lizia degli eretici ad alcun favorevole ri-
za, precipuamente seguenti. A/tìtr/)^, si-
i su Itamento, tuttavia i vescovi cattolici
tualo in luogo eminente, già celebre pel se ne giovarono a vantaggio della disci-
suo castello con giardini annessi, costrui- plina ecclesiastica. E per non dire d'al-
ti da Luigi XIV, e interamente distrut- triluoghi, la città d' Etanipes (^.), ri-
ti durante la rivoluzione. La città di s. nomata pe' suoi concili!; e la città di
Germano di Laye, posta sul pendio di Rambouillet^ con bel castello, ove mori
ima collina sovrastante la Senna, in aria Francesco I; acquistato dal virtuoso e
salubre il suo castello edificato da Car-
: infelice Luigi XVI, ne formò una di sue
lo V il SaggiOy siccome un tempo resi- villeggiature più frequentate, ed il suo
denza de' re di Francia, vide nascere En- fratello Carlo X vi si ritirò dopo la ri-
stato da Luigi XI V pel fratello. Malnini- chè Versaglies per quasi un secolo e
son, luogo di delizia, sommamente reso mezzo fu il Parigi domestico de' re di
piacevole da Napoleone I, che non ra- Francia, i quali di frequente soggiorna-
ramente vi dimorava. Rilirossi in esso, rono o onorarono di loro presen/.a i luo-
dopo la separazione da lui, l'imperatri- ghi che ho ricordato.
ce Giuseppina Beauharnais Tascher de Versailles o Versaglies, Versaliae, al
la Pagerie, madre del principe Eugenio principio del secolo XVII non era an-
viceré d' Italia e poi duca di Leuchlem- cora che un piccolo villaggio. Luigi XIII
Lerg ; e nel i8i4 vi ricevè parecchie vi- vi fece costruire una casa da caccia. Mor-
VER VER 59
tò nel 1643 e succedutogli il figlio Lui- colpi al trono, propose la convocazione
gi XIV, dipoi trovando amena la posi- degli stati generali, e contro il parere del
zione, distonie da Parigi due poste e un cotisiglio scelse Versailles per la loro se-
4.°,risoIvelledi farneil luogo ordinariodi duta, mentre i prudenti li avrebbero de-
sua diietta residenza. Perlanto, chiamò siderati lontatji di Parigi. Il clero france-
d'ogni parte gli artisti più famosi, ed in se, ad onta della defezione di qualche
breve tempo Io tramutò in una villa su- membro, lottava coraggioso contro l'in-
rito riformatore ossia distruttore, il ohe sa, e per questo esorbitante numero già
accrebbe il disprezzo fomentato dalla viziosa, da cui non potevasi aspettar cal-
fiacchezza e dall' impotenza della corte, ma, prudenza e maturità nelle delibera-
essendo già stata in altre precedenti as- zioni. Il S.^statoera il più numeroso, per-
semblee avvilita la dignità regia da un ciò si prevedeva l'autorità che vi avreb-
linguaggio fin allora inaudito. Lo slra- be avulo, contro quella del clero e de'no-
DieroNecker, ministro succeduto a Lonie- bili; e lo dimostrò subito, contro l'uso
nié de Brienne (che il re a consolarlo gli stabilendo la verifica de' poteri in comu-
ottenne il cardinalato, con grande ripu- ne, senza distinzione d'ordine, e che si
gì* ingressi da' soldati. Un subito entu- armi e coccarde, e s* impadronì della
siasmo infiamma a questa vista i mem- Bastiglia, massacrando il governatore e
bri del 3.° stato; con ispontaneo movi- il preposto de' mercanti ; e molte al-
mento recansi tutti sul luogo dove si giuo- tre persone perirono vittime del furo-
cava alla palla a corda, unico locale capa- re popolare. La capitale in preda ad
ce a contenere tanta moltitudine aduna- ogni disordine, fu imitata dalle provin-
ta; quivi di comune accordo s'impegna- cie, cogli stessi eccessi, crudeltà e sac-
no con giuramento a riunirsi ovunque le cheggi ; la sete dell'indipendenza, colle
circostanze l' esigessero, finché avessero sedizioni, divenne generale. Le leggi per-
dato una costituzione al regno ed avesse- derono il loro ascendente,
alTalto 1' au-
to dagli agitatori, prese a sassate la car- dolo di tirannia, quando appena conser-
rozza dell'illustre arcivescovo di Parigi vava un'ombra di potere, e pretesero far
De Juigné, che corse pericolo della vita, cader su di lui l'odiosità degli eccessi, de'
per credersi l'unica causa della disunio- quali essi medesimi oi loro complici erano
ne degli stati generali, opponendosi al autori. Famose furono le fatali giornate
clero d'effettuarla. La strepitosa vittoria ^Q^ e 6 ottobre dello slesso 1 789 di Ver-
de* faziosi, contro gli ordini regi, fu il sailles, nelle quali una moltitudine di bri-
presagio d' altri peggiori successi: qua» ganti aruìati venne a insultare il monar-
lilìcaruusi rappresentanti della nazione, ca nella reggia di Versailles, nel timore
VER V ER 61
cìie fosse rapito e condotto a Metz ; cru- mulgazione della repubblica francese, e
delmente uccise le sue guardie, forzò il dopo il supplizio del martire Luigi XVI,
palazzo e le porte degli appartamenti del- spezzate le sagre Immagini, demoliti gli
nasse; mentre 1* assemblea, sotto gli oc- costituzionale e loro apostasia. Tuttavol-
chi della quale commettevansi qnesteor- ta il clero costituzionale non potè sottrar-
ribili scene, continuava tranquillamente si interamente alla persecuzione, ch'era
le sue fredde deliberazioni. Essa parti da a que'dì generale, e molti suoi membri
Versailles, e seguì il re a Parigi. In Ver- perirono durante il terrore, non mai im-
sailles dnnque cominciò quell' iliade do- molali per causa di religione, ma sa-
lorosa, che portò 1' ottimo re e la re- grificati a vendette particolari, o avvilup*
gina sul patibolo, e pose a soqquadro pati in alcuna delle tante pretese cospi-
l'Europa; scossa da' cardini la società, razioni che servirono di prelesto a mietere
con una serie di tremende e sanguinarie vittime. 11 clero scismatico, ossia costitu-
guerre e rivoluzioni, le cui funestissime zionale, cominciò da par suo ad emanare
e luttuose conseguenze risentiamo tutto- encicliche, la 2.^ delle quali annunziò un
ra. Si cominciò dalla Francia a sopprime- t:oncilio nazionale pel i." maggio 1796,
re gli ordini religiosi, nel 1790 si com- ma fu rimesso al seguente anno. I così
pilò la costituzione civile del clero, ripro- detti 4 vescovi riuniti y investitisi da se
vata da Pio VI; e chi nel 1791 non la medesimi, riuniti in comitato, della mis-
giurò, venne ferocemente perseguitato; sione di mantenere lo scisma, erano quel-
ed in conseguenza del i.° articolo, che li che le dirigevano, per perpetuare la lo-
dell* assemblea, perciò ne ottenne facil- in carica, dicevano de' vescovi, e procu-
mente la presidenza. La convocazione ravano di fortificarsi al di dentro e al
scovo, la quale fu assegnala pe'aS del se- molle ch'egli avea messo in movimento
guente febbraio nella chiesa di s. Luigi, per giungere all'episcopato avevano ap-
di cui i costituzionali si erano impadroni- plicato a questo vecchio una vernice di
ti. Ma gli agenti del direttorio di Parigi ridicolo, osserva 1' Henrion, la sua leti-
ne concepirono timore. L'ab. Clemente zia fanciullesca per esser vescovo, la sua
il segretario del sinodo furono chiamati premura in metterne fuori le insegne, e
dal giudice di pace: il 18 gennaio essi l'elfìmero suo zelo, non fornirono mino-
comparvero dinanzi al tribunale di po- re argomento perchè si trastullassero al-
lizia correzionale, dove furono interro- le sue spalle ! Ora voleva in virlu, dice-
gati sopra tuttociò ch'era relativo alla lo- va egli, della stabilità dell'episcopato,
ro riunione. Il tribunale si dichiarò in- nominare alle sedi vacanti del suo vici-
competente ; ma ilio febbraio un decre- nalo; ora scriveva in favore del proget-
to del direttorio vietò la riunione indi- to di un sagramenlario francese, e met-
cala pel 25 e ordinò di procedere contro teva in pratica tale innovazione nella sua
il presidente e il segretario del sinodo, e cattedrale. Quasi studiasse d' esser più
contro i preti costituzionali della chiesa premuroso del Papa, egli annunziò uq
di s. Luigi, che avevano prestalo mano giorno che darebbe un giubileo alla sua
alla convocazione di questa assemblea. Per diocesi ; il qual pensiero fu trovalo così
conseguenza il 25 febbraio la chiesa di s. strano da' suoi medesimi colleghi, che
Luigi si trovò chiusa e non vi fu sinodo. non si ardì di metterlo ad effetto. Nel
Clement ed i suoi aderenti furono nuova- Passo di Calais, la cui sede vacava pel
niente interrogali dal direttore del giuri matrimonio di Poiion, Matteo Asseliu,
del tribunale criminale; nondimeno a^ curalo di s. Sepolcro a s. Omer, si fece
17 aprile il giurì speciale di accusa pro- dapprima nominare presidente del pre-
nunziò che non vi era motivo d' accusa sbiterio, indi vescovo, e fu consagrato du-
contro gli autori e (ìrmatarii degli scritti, rante il falso concilio il i.** ottobre 1 797.
delle circolari e degli atti del sinodo di Così seguivano altre elezioni d' intrusi.
Versailles. Mentre l'esemplare e virtuo- Intanto il generale Napoleone Bonapar-
so clero ortodosso pativa in Francia una le,reduce nel 1799 dall'Egitto, ov'erasi
proscrizione generale, languiva nelle pri- mostrato devolo a Maometto, ritornato
gioni, ne'ritiri sconosciuto, in esilio; men- a Parigi cospirò contro il governo del di-
tre i preti per
deludere la politica del- rettorio, e fatto comandante militare del-
l'empietà erano ridotti ed usare degli disperse colla forza a'9 novem-
la città lo
stratagemmi d'ogni maniera e delle a- bre; a'i3 dicembre divenne console del-
sluzie allrcllanlo nobili, come il senti- larepubblica francese, pubblicò la costi-
.**
mento che le ispirava, i soli coslituzio- tuzione consolare, ed a'26 fu nominato 1
VER V ER 63
console. Nel declinar del precedente ago- dovico Carrier e Munlault , ambedue i
ri vescovi avea voluto sceglierne p,ure tra' be dall'imperatore certa promessa, che
costituzionali, di non nominare che Lo- dovette elfeltUvi re per l'insistenza del Pa-
64 VER VER
pa, altrimenti noa avrebbe ammessi ad
li terna e la carità divina che risplendeva
intervenire alla solennità della corona- in tutte le sue azioni, fecero nascere iu
zione; però fallace fu la dichiarazione di tutti icuori tenerezza e rispetto. Il Pa-
Le Coz arcivescovo di Besancon, finche pa si trattenne nell'episcopio, pranzando
«'28 dicembre cogli altri innanzi al Pa- solo ad una tavola, com'è di costume.
pa firmò la ritrattazione. Anzi diversi Mg." vescovo servi di pranzo tutto il cor-
vescovi scismatici,benchè non promossi al- teggio pontificio, e le principali autorità
le nuove sedi, rimediarono pubblicamen- della città e del dipartimento. Pio Vii
te all'anteriore loro condotta, ed allret- parti da Versaglies alle ore 4 pomeridia-
lanlo fecero moltissimi preti costituziona- ne. maire che l'avea complimentato al
Il
li. Soggiornando a Parigi, Pio Vii vol- suo ingresso nella città, l' ossequiò pure
le consolare e onorare di sua presenza all'uscir dalle barriere,ove l'attendeva col
Versailles, visita che trovo descritta nei corpo municipale e la guardia naziona-
n. 9 e 1 1 del Diario di Roma del 1 8o5». le. Il Papa era in una carrozza a 8 ca-
Vi giunse la mattina de'3 gennaio i8o5, valli, seguito da due altre carrozze della
e recatosi direllamenle alla cattedrale, fu corte a 6 cavalli : uno scelto numeroso
ricevuto e coaiplimenlato dal vescovo corpo di corazzieri e di dragoni, l' ac-
mg/ Carrier, che dopo aver il Papa in- compagnò al di là di Sèvres; ed un pie-
censato il ss. Sagramenlo, prosegui le fun- Ghetto di guide della guardia imperiale
zioni della benedizione. La chiesa essen- lo scortò fino a Parigi. Il prefetto della
do troppo piccola per contenere la po- Senna e Oise complimentò il Papa a Sè-
polazione della città e degli accorsi da' vres, e lo accompagnò per tutto il resto
luoghi circostanti, che vi si era portala del dipartimento. Dipoi a'5 gennaio Pio
quasi interamente, il vescovo pregò il Pa- VII si recò a visitare la manifattura im-
pa di dare la sua benedizione apostolica periale delle porcellane di Sèvres, e per-
da uno de' balconi della galleria del pa- corse quello stabilimento in tutte le sue
lazzo. Pio Vii vi aderì , e il popolo av- parti, e vide con piacere e interesse i di-
vertitone vi concorse in folla. Niente fa versi lavori eseguiti alla sua presenza.
piùimponentedi tal ceremouici. 11 Som- Non mancò d'ammirare la collezione di
mo Pontefice comparve in abiti pontifi- porcellane forestiere e di materie prime
cali, colla mitra in testa, preceduto dal- servienti a farle; l'altra di tutte le porcel-
la Croce papale, e accotiìpagnato da'car- lane, maioliche, stoviglie di terra di Fran-
dinali e prelati. Allora ilpopolo s' ingi- cia, e delle argillech'entrano nella loro
nocchiò, e ricevendo la benedizione die' composizione; l'altra collezione finalmen-
lutti i contrassegni della fede e della pie- te, disposta per ordine cronologico, de'
tà cristiana, e poscia esternò la sua gioia modelli di vasi d'ornamento, vasi da ser-
colle replicate grida: /^/V^ // Sanlo Pa- vizio, figure, ec, che stati sono fabbrica-
dre. Pio VII passando per la galleria e ti dalla sua creazione in poi (inoltre a Sè-
per gli appartamenti, non potè osservare vres è una bella fabbrica di scualti, ed
alcuna cosa; poiché era circondato da tut- una bella vetraia in cui si fabbricano bot-
te le parti da'fedeli che si precipitavano tiglie: ne'dintorni si utilizzano banchi di
a'di lui piedi, che baciavano l'anello, e terra da porcellana, ed antiche cave for-
che gli offrivano, chi loro figli, chi de-i mano cantine di considerevoleestensione,
gli oggetti didivozione da benedire. Pio dividendosi quella detta del Re in 3o parti
Vii restò mollo sensibile a tali atti di e può contenere! 5,000 bolli di vino), li
venerazione, ed estremamente soddisfat- Papa trovò al suo arrivo le mogli de'
to delle testimonianze di religione degli lavoranti di sì celebre f^bblica, come pu-
abitanti di Versaglies. La sua bontà pa- re le dame della Carità, tutte in fila nel
VER VER 65
rrtagfizzino,che domandavano con reli dipartimento di Senna e Oise, per tri-
gioso ossequio la s. benedizione, per loro i^inla circiter protendilur Icitcas, el pia-
e pe' propri figli, consolandole Pio VII ra sub se continet loca. La DiblioLeca sa-
soavemente. JNel regno di Luigi XVllI cra enumera ^1 parrocchie, 5oo chiese
nuova circoscrizione di diocesi della sussidiarie e 3i vicariati, con 8 comuni-
Francia fece Pio VII, senza alterare que- tà religiose di donne, le une consagrate
sta di Versailles; però col breve Cuiii ex all'istruzione della gioventù , le altre ia
voto regis , de' 4 settembre 182 i, BulL servigio de'malati negli spedali.
Roni. cont., 1. 1
5, p. 435: Cassalio jiirìs- VERSCHORISTI. F. Hattemist[.
dicdonis episcopi Versalliensis super VERSETTO, Parole or-P'ersìculiLs.
provincia Eburae, et Lyderici in regno dinariamente tratte dalla Scrittura sa-
Galliarwn.^ col hveveNostrissub plum- gra e od Salmi, che si dicono e si can-
bo literiSj dello stesso giorno, BulL cit.^ tano neW Uffìzio divino della Chiesa, ge-
p. 4^7: Exemptio ecclesiae Carnoten- neralmente dopo Capitoli e ^V Inni,
i
storo de'25 giugno di tale anno, gli die' dividono i capitoli della s. Scrittura, e che
a successore Stefano Giovanni Francesco per lo più contengono un senso compiu-
Borderies di Moutauban, già parroco, vi- to. Dice la Biblioteca sacra. Il versetto
cario generale di Parigi, grave, pruden- è parte d* un capitolo, d'una sezione, o
te e dotto. Pel suo decesso, Gregorio XVI d'un paragrafo suddiviso in molti piccoli
nel concistoro de' dicembre 1882 pre- 1 7 articoli. M. Simon riferisce, che i greci
conizzò vescovo Lodovico Edmondo Ma- e i Ialini intendevano per versetto una li-
ria Blanquart de Bailleul, di Calais dio- nea che conteneva un certo numero di
cesi d'Arras ,
già vicario generale della parole. Così gli autori, aflinchè non fosse
stessa Versailles, lodatissimo non meno aggiunto nulla alle loro opere , marca-
per probità, dottrina e prudenza. Aven- vano in fine il numero de'veisetti ch'e-
do meritato d'esser Iraslato all'arcivesco- rano in quelle contenuti. Tutta la Bibbia
vato di Piouen, dal uìedesimo Papa, que- è divisa in capitoli, ed i capitoli in ver-
Gio. Pietro Mabile, di Rurey arcidiocesi osserva spesso, le parole della Scrittura,
di Besaiicon, stalo già rettore del semi- quali si leggono ne'capitoli,responsorii e
uario di Monlauban e vicario generale verselti(esimii(nentene'(^r<^r?art//, Trat'
delia diocesi, lodandolo per dottrina, gra- ti, Sequenze, Introiti della Messa)) non
vità, prudenza e qual degno vescovo. O- combinano a parola colla slessa Scrit-
gni nuovo vescovo di Versailles è tassa- tura, quale pone nelle lezioni^ neir/ì*-
si
lo ne'libri della camera apostolica in (io- pistole ec. Antifona è una voce greca,
lini 870. La diocesi compiendo tulio il che indica il icciprocor/i/e/vz^re del Cau-
VOL. xcv. 5
66 VER VER
to ecclesiastico. Con tal voce gli antichi pò Pasquale si aggiungerà sempre VJt-
espressero il rito di salmeggiare a due co- le.lujaj non peròa'verselli delle preci, né
li, coiue Iutiera si pratica. Ma nel rito a quelli de'responsorii del mattutino. 5.
ecclesiastico Tanlifona <la una parte del Nell'uffizio d*una festa di 3 lezioni, dopo
coro si ripeteva sempre la stessa, e per Io tutti i salmi feriali colle antifone, si dirà
più era un verso di quel Salino^ che l'al- il versetto del comune de'Santi con que-
tra parte del coro andava ordinatamen- st'ordine: nella feria 2.* e nella feria 5.'
te cantando. N'è serbato il rito nell* In- quello del i.° notturno; nella feria 3." e
vita torio j che si recita a Mallutino^ seb- nella feria 6.^ quello del 2.°; e nella fe-
bene quanto al modo del canto il nostro ria 4«'' quello del 3.° notturno. 6. 1 ver-
invitatorio si adatti pib alla forma del- setti posti nel salterio alle laudi e a'vespe-
l'antico responsorio. Sebbene l'antifone ri sidicono sempre quando non ne ven-
si dicano solo al principio e al fine de' gono assegnati altri di propri nel proprio
salmi (e il b.Tommasi dimostra, che an- de tempore*. Mg.*^ Alfieri, Saggio stori-
ticamente neir uffizio di qualunque rito co-teorico pratico del Canto Gregoria-
sempre dicevano tutte intere, comeora
si no o Romano, a p. 74^ seg., insegna. Sul-
ne'doppi), e si vede ancora osservalo, che le intuonazioni de' versetti :Termioato cia-
ordinariamente sono prese da uno o piti scun notturno, l* inno alle laudi e a ve-
versi di quel salmo, a cui sono premes- spero , e il responsorio breve alle ore,
se. E da questi versi de'saimì sono presi cantansi i versetti come segue, cioè offre
appunto enei nome ver-
nella sostanza i rinluonazioni con note musicali; nelle
si o versetti, che si dicono sparsamente feste di rito doppio e semidoppio; nelle
DelTuflìzio divino, tanto alle ore maggio- feste di rito semplice, e ne'giorni feriali.
ri, che alle minori. 1 versetti sono delti Avverte, che alle commemorazioni nelle
anche Responsorii i\t Salmi. I verselli laudi e ne'vespri, alle preci, all'antifone
sono indicali colla lettera ed respon- ^ i della B. Vergine Maria in fine dell'uffi-
soriì colla lettera I^; iniziali lettere che i zio,avanti rorazione del ss.Sagramenlo,
tipografi chiamano con tali denominazio- diconsi i versetti come sopra, ma senza
ni. Il Diclich nel Dizionario sacro- litur- la neuma. Nota ancora, che occorrendo
gico^ col Breviario Romano, lit. 24, De monosillabo, od accento acuto, dovrà il
P^ersihus^ riporta al vocabolo Fer setti la versetto finire al modo da lui indicato.
seguente rubrica. » i. Sempre si dicono Indi riporta quello per cantarsi il verset-
al mattutino dopo l'ultimo salmo e au* to nell'uflizio de'defunti, e in quelli della
tifona de'notturni; o si dicano 3 nottur- settimana santa. La maggior parte de'
ni, o un solo. Alle laudi ed a' vesperi si versetti de'salmi sono Preghiere (F.) Gia-
dice il versetto dopo l'inno. Alle ore si culatorie (/'.), ed abbiamo un libro in^
perchè è la pienezza del sacerdozio sor- rcstre,\e quali due Pentapoli spesso cam-
gerle della podestà ecclesiastica; o per biarono limite e nome. I greci eterodos-
V Episcopio \r.)o Arci-Episcopio o Pa- si chiamano Eparchia la diocesi, massi-
triarchìo (F.), o Palazzo (/^.),o casa del me nella Russia (F.), pare da eparca,
P^escovo, Arcivescovo e Patriarca {V.), prefettura. Le diocesi si formano co'ter-
nerabile corpo di tutti i Vescovi j Arci' Fra quelli de'dominii della s. Sede, pri- i
larmente nel § Vili. I greci dissero Tro- scovati. Diconsi vescovati residenziali,
no (V,) il vescovato, e Prototrono (V.) quelli che hanno la residenza del vesco-
il i." vescovo d'una Provincia ecclesia- vo. Sono vescovati o arcivescovati o pa-
stica, ovvero quel vescovo che occupava triarcati titolari, que'che ne sono privi
il i.° posto presso Patriarca o il Pri-
il perchè occupati dagr/«/6"<:/e//, perciò i lo-
ma sede, con precedenza sui patriarchi, vescovi e gli abbati non ponno dimorar-
Roma.W Morcelli scrisse latinamente, la vi.Tanto del Fescovo residenziale che ti-
Sede vescovile, Tlironi Pontificalisj ed tolare, e di tutto quanto li riguarda, ne
il Felici, la diocesi di Roma, Dioecesis tratto iu quell'articolo, il quale compe-
denominò ^'- netrandosi interamente con questo va
Urbana j da Urbs(F.). S'\
sarcato ecclesiastico (F.) tra' greci la sempre tenuto presente; e quello che forse
diocesi composta di diverseprovincie, pre- si troverà mancare in questo si troverà in
sieduta da un vescovo insignito della di- quello o negli altri articoli che vi hanno
gnità di Esarca (F.), come il Primate relazione, ancorché non citati. Vi furono
(F.) de' latini che soprasla agli arcive- vescovi d'incerti vescovati. Il concilio di
scovati e vescovati soggetti alla sua giu- Cartagine del 897 decretò col can. 4^ :
risdizione, ed equivalente al Cattolico de' >i I luoghi che non hanno mai avuto ve-
N'ebbe due anche lo slato pontificio, del- I, lett. 5.^, parlando de' Core/?z.9co/7i(/^.)
le quali meglio parlai negli articoli de' o Covescovi o Corevescovi o Coepiscopi,
vescovati che le formavano. Una si disse dice che anticamente erano di due sorte.
Etiusca e Nepesioa; 1' altra Tu divisa iu Gli uni erano semplici preti che pel ve-
68 VER VER
scovo esercitavano u&Tichie nelle f'ille UT secolo. Anzi (Ino al concilio Lalera-
alcuna o maggior parie delle funzioni
la nense si trovano falle di queste ordina-
proprie de' vicari del vescovo, venendo zioni di vescovi d' incerte sedi, e fu uso
assomigliati agli arcidiaconi o arcipreti in molte regioni d' ordinare come coa-
delle terre, a' parroclii, a* vicari foranei, diutori degli altri vescovi di amplissimi
a'visitatori delle diocesi. Gli altri corepi- vescovati. Trovo nel Galletti, Del Primi-
scopi erano veramente vescovi', ma di- cero, p. 55f che Papa Adriano I nel 786
moranti nell'altrui diocesi, e conseguen- confermò a Magenario abbate di s. Dio-
temente senza la giurisdizione vescovile; nigi di Parigi il privilegio che già avea
il che avvenne, o quando alcun vescovo ottenuto dal predecessore Stefano 111 det-
era cacciato dalla sua sede per empietà to IV, cioè di potere aver fisso nel suo
degl'infedeli o degli eretici, laonde rico- monastero un vescovo proprio per pre-
veravasi nell'altrui diocesi, ed il vescovo dicare a' popoli che concorrevano alla,
diocesano gli assegnava qualche terra o tomba di detto glorioso martire; il qua-
castello, ove, come suo vicario e parroco le vescovo doveva eleggersi dall'abbate e
mini apostolici, nel grado pontificale si sa diceria, trista, maligna e sciocca, ca-
ordinarono i vescovi non per una città de da per sé ,
perchè quando si voglia
determinata, ma per le nazioni, li quali parlare de' Concilii generali antichi, la
sono delti da Eusebio, Hist. eccL, lib. 3, maggior parte si celebrarono in Grecia
e. 37, e lib. 5, e. I o. Evangelisti. Di que- e altre parti orientali; soltanto nel i i23
sti disse Fozio, Bibl. 4^> ch'erano or- e. si celebrò il IX concilio generale ili La-
dinali vescovi delle nazioni: Etlinon Epi- terano 1, e fu il primo adunato nell'occi-
scopi. Di essi se ne trovano nel princi- dente; dopo la quale epoca si celebraro-
pio del secolo 11, e nel priucipioe fine del uo io Fraucia i due di Lione e quello di
VER VER 69
J'icnna^t se vogliamo considerare gene- de apostolica (/''.), da questa fu stima-
rale l'allro di Costanza^ aimeno in al- to prudente consiglio il farli continuare
cune sessioni, il luogoappailieneallaGer- per loro divozione e onore ad a vere il pro-
mania , alla quale spelta in cerio modo prio vescovo, convalidando così l'erezio-
quello pure di Trento, sebbene situato ne di tali vescovati. Di che, ed eziandio
nel Tirolo italiano. Da'calcoli falli a suo de'vescovati di Calabria e di Sicilia, me-
tempo dal jye'Lucdi&yjiW Italia sacra del- glio ragionai in quest' articolo o volume
l'Ughelli, i vescovati erano circa 290 e LXV, p. 1 25 e seg., e 1
59 e seg. La 3.'
gli arcivescovati 4o> de* quali vescovati ragione, dal De Luca reputata forse la
n'erano stali isliluiti da i5 e di questi 9 maggiore, particolarmente per quelle cat-
dopo il concilio di Trento, Diverse dun- contro tutte le regole si
tedrali, le quali
que sono slate le ragioni de'numerosi ve- trovavano erette in alcuni luoghi piccoli
scovati italiani, primieramente perchè il e ignobili, enon meritevoli di questa pre-
Principe degli apostoli s. Pietro, primo vi- rogativa, fu quella de'frequenli scismi in-
cario e immedialo successore di Gesù Cri- sorti prima e dopo il 1000, pe'quali i Pa-
sto, fondatore della Chiesa^ per divina pi cacciali da Roma dagli antipapi e lo-
provvidenza eletto per la sede o cattedra ro fazioni, ricovrandosi ue'dominii d'al-
pontificia, la città di Eomay allora capo cuni signori restali ubbidienti, per esser-
e metropoli di lutto il mondo e del gen- ne difesi, come fecero molle volte i nor*
tilesimo, segui che la città da madre e manni da essi signoreg-
nelle provincie
maestra dell'errore, lo divenisse della ve- giate, formanti ora il regno di Napoli, con-
ra Rcligionej laonde le persecuzioni es- venne a'Papi per compiacerli e onorare
sendo per la vicinanza più crudeli e po- il luogo d' asilo e dimora, d'erigervi la
lenti, avvenne che per istruire e mante- cattedrale e assegnargli il proprio vesco-
nere nella costanza della Fede i novelli vo(graloP/o /Aall'ospilaleG^zetó, l'eres-
Criòliaiiie insieme per convertire gli al- se in arcivescovato). Altra prova che que-
tri, s. Pietro ed i suoi successori molti- sti aumenti di vescovati non ebbero per fi-
smi che travagliavano la Chiesa roma- requisiti congrui e necessari, voluti da*
na , temerariamente s' intruse a creare sagri canoni e dalle pontifìcie costituzio-
molti vescovati quasi in ogni città o luo- ni, per r erezione delle caltedrali, le cui
go considerabile anche senza diocesi. , mense assegnarono popoli che li desi- i
bidienza della Chiesa romana e della Se- tà dell'asserzione ingiuriosa, che i vesco-
70 VER V ER
voli si moltiplicarono da' Papi in Italia vo riporto novero degli arcivescovi sen-
il
per influenzare ne'concilii generali, e di- za suffraganei. Diverse nozioni sul pre-
sporre a proprio arbitrio della raaggior sente argomento si ponno apprendere da*
parie de* voti. Anche il Sarnelli rese ra- seguenti. Jo. Caroli Antonelli, Tracta-
gione nelle Lettere ecclesiastiche , t. 2, tìis de Regimine Ecclesiae Episcopalis,
p. 70, lelt.37: Perche' il regno di Na- Ubi omnia, c/uae ad Forum Ecclesia-
poli sia numeroso di vescovadi^ e quale sticum praecipue spectant, exacte, ac
di essi sia stato il primo canonicamente dilucide pertractanlur. Opus sane uìi-
eretto in arcivescovado. Ricordato per- lissimum, atque omnibus Episcopìs, Ar^
tanto, come dopo la guerra di Troia a- chiepiscopi.'y, eorumque vicariis, inquisì-
vendo i greci edificato molte città nella toribus , regularium superioribus , ac
regione, poi reame napoletano, crebbe- caeteris personis ecclesiasticisjudicibus
ro in potenza quando Costantino 1 di Bi- quoque saecularibus^aliisque in utroque
sanzio fece la sede dell'impero, il cui ve- foro versantibus maxime necessarium,
scovo soggetto al metropolitano d'Era- Venetiisi6g2, 1705. Dell'Apostolato e
clea, si usurpò il titolo di patriarca di Co- dell'episcopato. Lettera d' un anonimo
stantinopoli, e la preminenza sull'anti- in difesa dell' ab. Cucca gni, agli estenso-
che chiese patriarcali d'Antiochia e d'A- ri de* così detti Annali ecclesiastici di
lessandria, estendendo sulle chiese di det- Firenze, Roma 1783. Luigi Cuccagni,
ta regione la sua giurisdizione, con isti- Dell'autorità e giurisdizione della Chie^
tuire metropoli e arcivescovati con facol- sa e del Romano Pontefice sull'erezione
tà di consagrar vescovi nelle provincie e distribuzione de' vescovadi e delle par-
loro assegnale. Quindi passa ad esamina- rocchie, sull'elezione e consagrazione de*
re i pareri degli scrittori quanto all'epo- vescovi, e sulla disciplina della Chiesa^
ca di tale incremento di grado e di diocesi, Roma 788. Giuseppe Poosi, Episcopus^
1
che pare circa il 700 abbia avuto princi- seu de munere Episcopalus , Fulginii
pio. Ed avendo poi nel 934 il patriarca 1784. Paride de Grassis, De Caeremo-
Xeofìlato estorto da Papa Giovanni XI niisCardi naliuni et Episcoporum in co-
il privilegio del Pallio (F.), senza ricor- runi Dioecesibus, singulis etiam Eccle-
rere alla s. Sede, lo concesse a tutti i suoi siarum Canonicis valde necessarii, Ro-
vescovi. Conclude, essere interamente fal- maei58o, i585: Veneliisi582. P. Carlo
sa l'opinione, che dal Papa sieno stati e- das. Paolo, GeographiaSacra, sive No-
relli tanti vescovati nella Puglia per a- tilia antiqua Episcopatuuni Ecclesiae
vere maggior numero de'voti ne'con-
il universae,ex Conciliis, Patribus, histo-
cilii; soltanto quando nel io5o circa i ria ecclesiastica, et geographis antiquis
normanni cacciati greci da essa, per la i excerpta,h\xiti\d% Parisiorum 1641; Ac-
quiete de' popoli approvarono Papi la i cedunt notae, et animadversiones Luca.e
moltitudine delle metropolitane e de've- Holstcnii, Amstelodami 1 7 1 i. Gio. Carlo
scovati eretti dal patriarca di Costantino- Stadel, Compendinni Geographiae Ec-
poli, però restringendone molli nelle so- clesiasticae universalis in quo Patriar-
le cillà^indi i loro successori estinsero mol- cìiaiuum,Archi-et Episcopaluuni,per lo-
ti vescovati, ed altri unirono insieme, per tum Orbeni d'/fusorum modernus status
cui a tempo del Sarnelli (che di Beneven- exponitur, cum rebus no tabilioribus prò-
to riparla nelle Memorie de* Fescovi e vinciarunt, Romae 1712.
Arcivescovi, a p. 58), erano 21 metro-
politane e I IO vescovati compresi gli u-
§ I. Erezione de' vescovati, promulga-
liili,!." metropolitana essendoBenevento zione in concistoro, aiwhc di quelli
e 2.^ Capua. Nel § I dell'articolo Vesco- in parlibus iufidelium. Delle diocesi
V EU VER 71
o vescOiKlli di tutto ilmondo, geogra- concessione o conferma de'princìpi, e di
fia ecclesiastica soggetta a variazio- altro che vi ha riferimento. Come suno
nif incremento de* K'escovati. concepite tali Bolle, il Bollarlo Romano
ne contiene un infinito numero, cos\ la
Al Papa solamente spelta erigere vesco- i Continualio. In questo poi» no essere e-
vati, dividere territorii, l'unione di due
i sempi due di Pio VII riportale nel 1. 12,
o più cattedrali, le dismembrazioni e le p. e 21 1. Super Universas terra-
204
soppressioni de' medesiuii vescovati; co- rum Orbis Ecclesias, de'9 agosto i8o4:
me Vicariodi Cristo e vescovo della Chie- Erectio Sedis Archiepiscopalis Agriea*
sa universale.È incontrastabile questa pri- */5. E quella perlasuasuftraganea, Quuni
vativa giurisdizione del Papa e della s. in supremo Apostolatus o^c/o,dello sles-
SeA^, e lo prova il De Luca nel cap. 4 : so giorno : Erectio Sedis Episcopalis
DeW erezione de' nuovi vescovaliy e delle Szalhmariensìs. Molti Papi conferirono
unioni, o divisioni, o soppressioni degli a Legati apostolici [F.) {a facoltà d'isti-
antichi. Le cause dell'erezione de'vesco- tuire vescovati, di unirli ad altri, di divi-
vali sono generali o particolari. Le gene- derli e di sopprimerli. Nella presente Eu-
rali sono la necessità pressante e l'utilità ropa civile non vi è quasi contrada che
evidente della Chiesa. Le particolari so- non sia slata una provincia politica di
no: i.° se il popolo estremamente molti- Koma imperiale e pagana, per divenir
plicato dall'accrescinìenlo della fede, do- poscia provincia ecclesiastica di vescova-
manda un vescovo particolare;
di avere ti di Roma pontificale e cristiana. Si leg-
2." quando è sì estesa, che un
la diocesi ge nella lettera pastorale del dotto mg."
solo vescovo non può fare le funzioni ve- Cullen arcivescovo d'Armagh, primate
scovili in tutti i luoghi del suo vescova- d'Irlanda (nel 1 852 traslalo all'arci vesco-
to, secondo che i bisogni degli abitanti vato di Dublino) ,
presso l' Osservatore
lo richiederebbero, e per la lontananza Romano del i85i, a p. 44^- « La pie-
pericolano d'essere trascurali. Per l'ere- nezza di podestà sopra tulle le Chiese dei
zione de'vescovati sono indispensabili re- mondo, Bernardo, è data alla Se-
dice s.
quisiti: le rendile della mensa, {^catte- de apostolica per una singol.ir prerogati-
drale, il capitolo, {'episcopio, il semina- va. Questa Sede può rizzare nuovi vesco-
rio, r ospedale, il monte di pietà ec. I vati, dove non v'erano prima, se giudi-
Sorami Pontefici per mezzo della Con- ca eh» torni a bene universale. Tra quel-
gregazione cardinalizia concistoriale li, che già sono, può abbassarne alcuni
(^.), di cui è segretario il prelato Segre- e sollevarne altri. Può chiamare vesco- i
e incontrastabile epoca della loro fonda- rettamente da' Papi. E manifesto, dice s.
zione, della istituzione de' vescovi^ della Innocenzo I [dti{ 402), nella sua leltera a
ra VER VER
Dcc.cm\OjChcinti(tt* Ifalfa, GalUcty Spa- 5r)0, e quasi nel principio della Chiesa
gna, africa Sicilia e f le Isole che giac- romana , univasi il clero col popolo iti
cion di i/ìezzo, ninno istituisce vescovato, Campo Marzo, net titolo di Lorenzo in
s.
se non s. Pietro ed i suoi successori. E Lucina, come ora nella Chiesa di s. Mar-
lo slesso Papa scrive a Vitricio vescovo, co, per le Piogazioni àeWe Litanie Mag-
che dalla Sede apostolica di Roma son giori (V.), portandosi inbuon numero al
derivati l'Episcopato e tutta la sua auto- Vaticano; e ciò in memoria del giorno in
rità: A quo ipso EpiscopatuSy et tota aii- cui s. Pietro sublimò al Primato della
cton'tas- hnjus nominis eniersit. Lo slesso Chiesa universale la sua sede vescovile,
\ien definito da s. Gelasio I del 49'2' A. dopo aver fondala, mediante s. Marco,
lutti è conto che le Chiese ne'tempi rae- di cui in tal giorno si celebra la festa, la iv
1)0 antichi siccome quelle d'Irlanda, Ger- chiesa patriarcale d'Alessandria (che es-
mania, Inghilterra, Danimarca, Svezia, e sendo ora il suo pastore Ira' Vescovi in
più recentemente quella d'America set- partibnSy in quell'articolo ne riparlo), ed
tentrionale e meridionale, ebbero il co- aver esso medesimo predicato nelle vici-
dall'autorità papale. Da ogni facciuola del- chiese e ordinarvi vescovi, per mezzo de*
s'addimostra, che i
la slorio ecclesiastica quali stabili una gerarchia subordinata al
Papi setnpre ebbero la slessa giurisdizio- I ."vescovato del mondo.—-Poc'anzi nomi-
ne, non pur sui vescovi occidentali, ma nai il Concistoro e la Diocesi: qui occor-
anche sopra grandi Patriarchi ^f\) o-
i re che in breve accenni quanto in tali due
spoiio per lutto il mondo, e governato scovi del mondo, e si soleva aggiungere
parzialmente da'vescovi parlicolar*, sen- qualche vescovo, le cause maggiori trat-
za distaccarlo o dividerlo. Scrisse il dolio tandosi ne'concilii di Roma {V.), finché
Bianchini, nelle notead AnastasioBlblio- la trattazione degli affari fu ristretta net
lecario, De Vilis Pionianoruni Ponli/l- Sagro Collegio de* Cardinali [V.), divi-
cum, avere s. Pietro fondalo il vescova- so iu tre ordini, il primo de'quali è quel-
non si avrebbe la precisa epoca del pon- ed abbati delle abbazie nullins diocesis
tificato di s. Pietro, che dice duralo anni (quando però queste non si danno in con»-
aS, mesi 2 e giorni 3. Infatti nel giorno n.enda, come l'abbazia di Snbiaco, l'ab-
slesso, tinche prima di s. Gregorio I del bazia delle Tre Fontane e altre, che si
VER VER 73
COI) feriscono «enza decreto concistoriale, e Persia si proponevano in concistoro a
non fiiceinlosene nìeiizionein concisloro), tenore del breve di Cenedelto XIV de*
analoganienlealle Proposizioni concìsto- 18 gennaio ij^j- nia col privilegio del-
rinii (/ .)slniì)pate,ed in precedenza dal- la bolla Inscrutabili , emanata da Gre-
l' £/W;7ore del Papa (/^.), a questo umi« gorioXV a' 22 giugno 1622, per cui i
liate e dispensale a'cardinaii, onde darsi promovendi non soggiacevano alle rela-
da essi l'individuale giusto parere, poiché tive spese. Talvolta i detti vescovati che si
Dell 565 decretò Pio IV, non potersi ac- preconizzavano in concisloro, si spediro-
cordare vescovato e abbazia nullius, sen- no per breve, a motivo di circostanze par-
za il consenso di due parli de'cardinali ticolari e per non potersi altendereil conci-
j)resenli in concisloro. I vescovati e le ab- storo, j)ef la mancanza de'lestimoni richie-
bazie nullius vacanti proponevano in si sti alla formazione del processo, non poten-
guila traslazione del proprio pastore; ov- le, grado però che non si comunica alla
vero che sono per vacare dopo l'annun- sua nuova chiesa. Quindi sono registrali
zio; le nomine, le qualità de' promoven- i cardinali nelle Notizie di Roma, per e-
di, chi fece il processo a loro e alle chie- sempio;Ct7rr/mdr/e Gaetano Balujfi Ar-
se per r idoneità (di cui appunto è un civescovo Vescovo d'Imola, perché pri-
trasunlo la proposizione), e chi ricevette ma era stato arcivescovo di Pirgi inpar-
ilgiuramento dagli slessi promovendi. tibus. Nelle traslazioni sì di chiese resi-
Premesse le proposizioni, in concistoro si denziali e sì di titolari, il Papa proscio-
preconizzano ancora i titoli in partilus glie il traslalo dal vincolo che avea col-
infide liiim,pav\meiil\ vacanti, de'patriar- la prima. ^Sc'concisforisemi-pubblici poi^
chi, arcivescovi e vescovi. Inoltre il Pa- per la Canonizzazione de* Santi {V.},
pa conferisce vescovati residenziali e ti- v'interviene tutto l'Episcopato che tro-
toli inpartibus, ^evBreve apostolico ^%&W' vasi in Roma, compreso quello in par-
za denunziarsi in concistoro, a
mezzo del- tibus, dovendovisi recare i vescovi distaa-
la Congregazione cardinalizia di Pro- ti nel raggio di 100 miglia da Roma, in-
paganda fide {V.)y cioè pe' vescovati e vitali da lettere della Congregazione car-
pe'vicari apostolici e loro coadiutori, sot- dinalizia del Concilio (^.), vestiti io a-
to la sua direzione, i vescovati d'Irlanda, bilo prelatizio e colla cappa, con fodere
America, Inghilterra, Indie orientali, Ci- di armellino se nell'inverno, per dare il
(F.). Alcune diocesi sono riunite ad altre, propagazione della fede rilevalo nel voi.
con concattedrali aeque principalilcr, su XLV, p, i^i, cioè eoo dare in compen-
di clie vanno tenute pi esenti le particolari- dio un Orbis Chrislianus, ossia EpiscO'
tà indicate nel voi. XX,
79; altri ve-
p. pologio universale. D'allora in poi assai
scovati si tengono in amministrazione per- maggiori furono i particolari miei studi
petua da alcun arcivescovo residenziale. sulla geografia sagra ed ecclesiastica, non
JNcH'articolo di cui parlo riportai una sta- disgiunti dalla geografia poiilica,ossia na-
tistica da me formata, del numero delle turale e civile, impresa grave e laboriosa,
diocesi esistenti in tutto il mondo, secon- che principalmente produsse il notabile
do l'anno 1843 in cui la pubblicai (per aumento de' volumi. Arduo ne fu lo svi>
quelle erette posteriormente, non mancai luppo, massimamente per l' incremento
a'ioro luoghi di ragionarne, e per le dio- progressi vo delle popolazioni, per la trion-
cesiche ciò non mi fu dato, supplirò fante Propagazione della Fede ( F.), de*
veWe Addizioni, nelle quali mi propongo vescovati e de'vicariati apostolici, per le
di ampliare le che
descrizioni di quelle fiequenli variazioni della topografia po-
ìie' primi volumi di questa mia opera litica degli stali a cagione degli avveni-
trattai con laconismo. S'intende , che se menti storici, pe'tanti Concordati {^f^.) a*
Dio mi concederà di pubblicare le addi- quali per amor della Pace (F.) conven-
zioni ^ ciascuno sarà in libertà di pren^ ne la s. SiiLÌe, particolarmente negli ul-
derle o ricusarle) , seguendo lacomune timi tempi, in ispecie del corrente secolo,
divisione del mondo in 5 parli. Quanto singolare per un complesso di rapidi e
Si' Ficariali apostolici, comprese le dele- inauditi mutamenti religiosi ecivili: laon-
gazioni apostoliche ecclesiastiche, ed alle de le diocesi andarono soggettea ripetute
PrefcUiire aposloliche, dipendenti dalla circoscrizioni pegli sparlimenti delle pro-
Congregazione cardinalizia di Propa- viiicie ecclesiastiche,non chea varie u*
ganda fide, in questi tre articoli li regi- nioni o disgiunzioni, ad ampliazioni, a
strai, e individualmente descrissi appropri restrizioni,a soppressioni, e di tutto quan-
luoghi, cioè degli stati in cui si trovano to dovetti renderne contezza. Bensì con
istituiti. Nel3.*'de'ricordali articoli com- queste ampliazioni, e col sussidio de'mol-
pilai il catalogo de'patriarcali, arcivesco- lissimi articoli che vi hanno stretta rela-
vati e vescovati, come pure de' vicariati zione, ebbi però la compiacenza di vede-
e prefetture, dipendenti dalla medesima re in sifTdtli studi promossi e agevolati
per la s. Seóe: ne'due primi poi potei da- quelli di altri, pel riferito iie'vol.LV, p.
re i loro cataloghi più ampii, per gli au- 1 33 , e
, p.
LXX
2o5. Anche l' ottimo
mentali vicariali e prefetture. Nell'arti- mg.' Giuseppe Rosati vescovo di s. Louis
colo Vescovi inpartibus iNfiDELixJW, ho o s. Luigi, di cui pure nel voi. XLV, p.
«crillo nozioni analoghe, e (ormato una 333, quando pubblicò la Notizia stati-
statistica de'litoli arcivescovili in parti- stica delle Missioni cattoliche in tutto il
bus, che si conferiscono dal Papa. Ripelo, mondo [liei donarmela graziosamente si
,
che procedei troppo brevemente in questo compiacque scrivermi, con poco comune
immenso e feracissium argomento, cioè a* equità, che si era grandemente giova-
vanti che pel primo vagheggiassi l'idea di to di mia opera. Con essaci diede anco-
sopperire possibilmente al vasto concet- ra a p. i36 e 275, La Gerarchia Cat-
to del gran cardinal Garampi, colle prò- tòlica, ossia l'enumerazione di tulle le
poizioui e forme volute dalla natura di diocesiesislcQliaeli843 iu tutte le 5 par-
VER VE R 75
mondo. Avendole calcolale, ho tro-
lì dt^l diedi lilolo,gli arcivescovati,! vescovati,
valo 5^5 diocesi residenziali, e sembra co* nomi de* rispettivi cardinali e prelati
corrispondere al numero di quelle regi- che ne sono insigniti, colle epoche di loro
strate nella suddetta mia statistica. Ag^ nascita e preconizzazione,oltre la patria di
giungerò per la storia (ed anco per esse- ciascuno; il catalogo de'vicari, delegati e
re troppo diflìcile che a lungo andare prefetti apostolici in ogni parte del mon-
la lingua non batta dove il dente diio^ do sotto la direzione della congregazio-
le, e la bocca non versi di quel che ab- ne cardinalizia di Propaganda fide, pa-
tonda nel cuore), che di tante mie studio- rimente col nome loro e l'epoca in che i
non da altri prima di me esposti e svi- ti, ovvero si usarono denominazioni lati-
lu[)pati sotto tal punto di vista, ovvero ne, che non sempre corrispondono all'i-
sur un campo che altri non spigolarono. taliane; per cui di parecchi titoli ne feci
lo spigolai, nella formazione degli arti- articoli di rinvio, acciò fossero salve le
coli, perchè inventar non si può il posi- diverse denominazioni, anzi fino a tre e
tivo, ma insieme doverosamente cele- quattro, e valga per tutti Acri, Acon, s,
brando i campi che mi fornuono la mes- Giovanni d'Acri, l^oleniaide, città ve-
se j
gli altri falciarono i miei spietata- scovile cui sono comuni tali nomi, e ne
mente, senza alfatto nominarmi, come scrissi due articoli: così praticai per A-
che avessero la scienza infusa. Ebbene che crida o Ocrida, Aleppo o Berrea, A-
si ha da dir di loro? Lo diranno a suo chamito o Hadr amilo, Caffa o Teodo-
tempo i critici, quando confronteranno sia, e via dicendo, oltreché di molte ne
la priorità delle epoche nelle produzioni. riparlai negli articoli delle provincie ec-
Due sole volte la Civiltà Cattolica si clesiastiche a cui appartennero. Ma in con-
compiacque nominarmi, con brevi frasi, fronto di tutti quanti i patriarcali, arci-r
pia però generose e incoraggianti, e per vescovati, esarcati e vescovati di tutto il
ultimo nel quaderno 226 del voi, 3 della mondo, pure eterodossi, esistenti o non
ser. 4-'j nella Rivista della stampa italia- più esistenti, di cui scrissi articoli , mi-
na. Ciò dichiaro per grato animo, Neil' al- nore è il numero di quelli de' titoli de*
manacco o annuali Notizie diRonia[F.) l escovi in par tibus (/^.) che conferisce
perordiiiealfubetico,e colle loro denomi- la s. Sede. Articoli tutti e innumerabili,
nazioni laliut^si riportano |)atriarcali,au- i che si rannodano ud altri multi, special-
76 VER VER
mente ali* immenso novero de* Conci- novembre 1791 fu agli Stali Uniti con-
la o Sinodi^ di cui eguelmenle in com- vocato il I
."*
sinodo diocesano dal vescovo
pendio feci la descrizione. Né tiasandai Carrol: vi sì trovarono presenti soltanto
ìa bibliografia della Geografìa (F.) an- 20 sacerdoti, probabilmente la più parte
tica e moderna, naturale ed ecclesiasti- del clero totale. Tra di essi viene ricor-
ca, generale e parziale, comesi può ri« dato il nome del R. Lorenzo Grestei del-
scontrare in tanta copia di molteplici ar- la compagnia di Gesù, che fu poi coadiu-
ticoli, in quello citato appena avendo ri- tore del vescovo Carrol: egli morì a Fi-
cordato alcuna delle tante opere di cui.al- ladelfia, e la sua morte viene ricordala in
trove diedi contezza e me ne giovai per una lettera del cardinal A monelli, in da-
tutta l'opera, onde corrispondere colleso- ta del settembre 791. Nel 1795 fu
I elet-
più manifesta del singolare progresso del- designati in Francia i dipartimenti, ne*
ia vera fede nelT opposta parte dell* A- quali è stato diviso quel regno, e ciò non
llantico. Lo ricavo dal Giornale di Ro- senza grande vantaggio". Ora la Civiltà
/7?izi85c) a p. 24*2. « Le provincie eccle- Cattolica Ae 5 febbraioi859, a p. 34o,
siastiche nel 1839 erano una, nel 1849 ci die ragguaglio dell'opera divisa in 3
Ire, nel 1 839 sette. Le diocesi nel i 889 se- parti e corredata di più di 1 5o carte geo-
dici, nel 1849 trenta, nel 1859 quaran- grafiche, cominciata a pubblicarsi e in-
totto. I vescovi nel 1889 dieciotlo nel , litolala: VOrhe Cattolico, ossia Atlan-
1849 ventotlo, nel 1859 quarantatre. I te gcografìcOyStoricOf ecclesiastico: Ope-
sacerdoti nel 1839 qualtrocentosettan- ra del Conini Girolamo Petri, . officia-
tolto, nel 1849 '"die, nel 1809 duemila le minutante della Segreteria di Stato.
cenl'otto. Le chiese nel 1889 quattrocen- Roma tipo grafia della rev. Camera apo-
todieciotto, nel 1849 novecenlosessanta- stolica iS5S. Parte prima, Italia e Sviz-
sei, nel 1859 duemila trecento t''^"^®' zera. Un voi. in foglio oblungo di 80
quattro. Nel 1771 vi erano agli Stati Uni- centimetri per 5j.
ti (quando colonie) 9 sacerdoti. Nel 790
1
i
§ 11. Dell' Episcopato, uni là e autorità.
v'era un vescovo cou 20 sacerdoti. A'7 Il suo stato esige perfezione. Origine
VER VER 77
dc\>cscovatì e della gerarchia ec- sione de'loro vescovi risalendo fin al prin-
clesiastica. Dii'isione delle diocesi e cipio, cosicché qualcuno abbia avuto per
loro gradi gerarchici. Inescavi primi- antecessore un Apostolo, o un uomo apo-
tivi. Delle Metropoli, delle Primazia- stolico a quelli conlemporaneoj poiché a
li e delle Patriarcali, e delle grandi tale indizio si conosce quali sieno le Chie-
Chiese d'Oriente e d* Occidente, colle se Apostoliche. Tale è la chiesa di Smir-
giurisdizioni de* prelati soggetti al ne, di cui ili.° vescovo fu Policarpo po-
Primato del Papa. stovi das. Giovanni. Tale è quella di Ro-
L'Episcopato è istituzione divina, e la ma, ove Clemente fu o«dinato da s. Pie-
1
sua origine risale fino alla Chiesa piirai- tro (oltre suoi immediati predecessori e
i
tiva. WoiJ è perciò un'istituzione cattoli- insieme successori di s. Pietro, ss. Lina i
che risalgonosino agli Apostoli, come rile- loro successoli sino a noi". Aggiunge che
vai in più articoli e precipuamente a In- nella fondazione della Chiesa di Roma
ghilterra, ed a Svezia, parlando della pre- gli Apostoli (o gli uomini apostolici e do-
tesa successione apostolica de'loro vesco- po s. Pietro) vi fecero vescovo Lino, poi
vi; a Presbiteriani eretici, principalmen- Anacleto (o Cleto: su di che va letta la
te di Scozia, che negano il vescovato d'i- Cronologia de Romani Pontefici,ne\ voi.
stituzione divina pretendendo che la
,
XVMIl, p. 3i I e 3 7), e dopo la morte
I
Chiesa sia governala da' soli preti; ed a di questo Clemente I. INovera poi i ve-
Thurles, ripetendo ciò anche nell'ortico- scovi di Roma fino al suo tempo, in cui
lo Vescovo, verso il fine del § IV, iu uno sedeva sulla cattedra di s. Pietro il Papa
alla massiina fuori della Chiesa non vi s.Eleulero eletto nel 79. Eusebio nella 1
e salute, soltanto nella romana conser- sua storia ci conservò nomi delle chie- i
no dal principe la loro Verga [F,) pa- trarietà sorgerebbe di leggi, di riti e fin
storale; e che se la Chiesa vuol esser la di fede tra'fedeli, credendo ogni popolo
prima a prestar uhbidienza al principe ciò che il suo vescovo, però soggetto ad
nell'ordine politico, questi dal canto suo errare, gli proponesse come senso della
deve ubbidire a* ministri di Gesù Cristo Scrittura? Infatti la Chiesa non merite*
nelle cose di Dio, e in luttociò che ha rebbe nome di Chiesa, cioè di congrega-
tratto alla coscienza". I vescovi sono suc- zione, ove fossedisgregata per tante mem-
cessori degli Apostoli senza interruzione, bra, senza ricever l* unità da un' anima,
per far le loro veci nella Chiesa, con Vi- che le informasse e le reggesse. In breve
caria ordinatione^ come si espresse s. Ci- simil governo poliarchico si arroghereb-
priano, gran difensore dell' Episcopato. bere i rettori privati in rispetto a'ioro ve-
Avendo alcuni scismatici tiralo al loro scovi, i preti semplici rispetto a*reltori,iu
partito alcuni de*(ormentati nella perse- fine formerebbe quella Babilonia che
si
cuzione, soiitenevano essi che chi non co- sacrilegamente fìnse Lutero in Roma. 11
municava con que* prelesi martiri, non dottissimo cardinal Wiseman, nella dis-
era membro della Chiesa. Ma s. Cipria- sertazione fatta leggere in Roma nell'ac-
no loro dimostrò, che il centro della co- cademia di Religione cattolica neh 855,
munione cattolica non sono martiri, i di cui pubblicò un sunto la Civiltà Cai-
bensì vescovi, da'quali non si può uno
i tolica^ serie 2.*, 1. 1
1, p. 36 r, suH' unità
separare, senza lasciar l'imita; ed mar- i della Chiesa,dopo aver esposto come og-
tiri slessi diverrebbero scismatici, se si se- gidì più che mai universalmente predo-
parassero dal vescovo. Gesù Cristo vo- mini nel mondo incivilito una gagliarda
lendo fare rispettare il vescovo, e prescri- tendenza verso l'unità, e come essa si pa-
vendo la disciplma della Chiesa, disse a lesi a mille segni negli ordini materiali e
Pietro: Tu sei Pietro y e sopra questa morali, scientifici e civili, ma soprattutto
pietra fonderò la mia Chiesa. Pasce a- in ciò che riguarda la religione e la fede,
ves meas. Di là viene I* ordinazione de' le cui funeste divisioni tengono in gran
vescovi, e la forma unitiva del governo pensiero ed angoscia i più retti e u»eglio
ecclesiastico, per modo che la Chiesa è e- veggenti tra gli eterodossi, entrò nel suo
dihcata sopra i vescovi, a'quali appartie- argomento. Pertanto espose la teoria no-
ne re^gerlci , iu unione al successore di vella di udìIù inveutala da' teologi pru-
VER VER ^9
teslanlì, qualificandola la più perniciosa Chiesa non é già un cadavere o un mero
che sia mai scaturita da cervelli etero- aggregato di parli simili e indipendenti,
dossi, colia quale essi pretendono di da- ma sibbene un corpo organizzalo e viven-
re se non a tutte almeno alle precipue tra te, le cui membra sono tulle unite ed a-
le varie sette ecomunioni cristiane, com- nimateda un medesimo spirito vitaleope-
presavi anclie la Chiesa romana, la sospi- rante all'interno e manifestantesi all'è*
rata unilà d'un sol corpo. DilFicile era il sterno con visibili elfetti. Ora l'unità dì
loro problema, giacché trattavasi di tro* un tutto vitale in ciò dislinguesi da ogni
vare una tal formoladi unità, che toglien- altra unità, che le sue parti non hanno
do del pari ed a'cattolici ed a'proteslan- solo qualche somiglianza di forme inter-
ti il vanto di essere esclusivamente la ve- ne od esterne, ma sono cos'i intimamen-
modo parve ad essi di risolverlo. »» La cattolica romana, della quale, diffusa co-
Chiesa di Cristo, essi dicono, comprende m'è per tutto il mondo, ottimamente si
tutte le Chiese che si reggono a vescovo dice qui grandeggia e fiorisce, là sta in
e professano la medesima credenza. Ogni sul crescere e dilatarsi, altrove geme sot-
sede ^ escovile è indipendente, e basta da to il giogo del regalismo, o spasima sotto
sé sola a lulti i bisogni spirituali de'suoi il ferro della persecuzione,o risorge a nuo-
(tdeii: l'unione gerarchica de' vari vesco- va vita e libertà, e tulle queste proposi-
vi è cosa accidentale, tutto umana, che apparenza contraddittorie si pro-
zioni in
può dipendere dal sovrano temporale; da nunziano con verità nell'unica Chiesa cat-
essa nascono quelle varie aggregazioni re- tolica, come s'ella fosse intiera in tutte le
cuiRoma è il centro ed il Pontefice ro- mezza non si appoggia alla terra, perchè
mano è capo visibile". Le Sctle non so- felicità e ricompensa non sa vederla che
no tra loro concordi nell'unità, non han- nel cielo.Così l'Episcopato cattolico è gua-
no la menoma conoscenza d' una Chiesa rentigia fortissima d'ogni nazione catto-
vera tra loro, e perfidiano nelle loro mu- lica.Eccone due moderni e mirabili e-
tue ostilità e condajine, per la loro natu- L'arcivescovo di Colonia, fermo
setr-pi.
non prirla che una stessa voce, sia ch'e- ministero di monarca protestante, e del
gli prosperi sotto la protezione d'un go- protestantesimo alemanno capo e soste-
verno ecclesiastico per eccellenza, sia che nitore.Da ultimo pelconfiittodi Baden,
si trovi tuttavia alle prese coli* errore e ilvenerando ottuagenario arcivescovo di
con lo scisma, e colla prepotenza de'do- Friburgo coll'un piede nel sepolcro, e sor-
ininanli. J\e' tempi che corrono il vene- reggendosi con la tremula mano il pa-
rando Episcopato subalpino io più incon- storale, imperturbabiledifese i diritti del-
tri fece vedere, che l'Episcopato cattoli- la Chiesa, ed erse la canizie della sua fron-
co non viene meno a'doveri del suo mi- te al cospcllo d'un governo dispotico che
nistero né per minacce, né j)er calunnie, lo minacciava e d'un mezzo popolo di e-
ne per persecuzioni, e in mezzo alla servi- terodossi, destando le simpatie degli stes-
piscopato cattolico, è il canale che perpe- possiamo non gridare pace, ed inculcan-
tua nella Chiesa infallibilmente la dot- doa tutti, colla massima contenzione del'
trina di Gesù Cristo, e ciò egualmente in l'animo nostro,le stesse parole del Divin
lutti i secoli. 11 Sommo Pontefice princi- Nostro Salvatore, non ripetere senza ia-
palmente !)arla all' Episcopato cattolico terjuissioue : Pace a voi, pace a voi. E
colle circolari Lettere apostoliche (nel con queste parole di pace amorevolissi-
quale articolo e altri relativi ragionai a^amente ci rivolgiamo a Voi, che siete
delle lettere cattoliche e canoniche del- chiamati a parte della nostra sollecitudi-
l'Episcopatoj, o Encicliche (/^.), per an- ne, affinchè, secondo la vostra esimia pie-
nunziargli la sua assunzione al Ponlijica- tà, eccitiate con ogni cura e studio i fe-
to (^''.), per la concessione di Ginhilei[F.) commessi alla vostra vigilanza a pre-
deli
universali e straordinari, per la parteci- gare Dio ottimo massimo che voglia con-
pazione delle persecuzioni ode'trionfi del- cedere a tutti la desìderatissima sua pa-
la Chiesa, e per altri gravi argomenti, co- ce. Per questa cagione j\oi, secondo il pa-
me di recente per la pace nel tristissimo storale nostro dovere non abbiamo la- ,
clamore dell'irrompente guerra, eccitata» sciato di ordinare che in tutti gli stati no-
si tra popoli cattolici, l'indirizzò a'27 a- stri pontifìcii si olTrano pubbliche pre-
prileiBSg Papa Pio IX, che comincia
il ghiere al clementissimo Padre delle mi-
colle parole Ciim Sancta Mater Eccle- sericordie. E seguendo gì* illustri esempi
sia^ dopo il consueto saluto: Fenerahiles de'nostri Predecessori, abbiamo stabilito
Fratres , salutem et apostolicaui bene- di rivolgerci alle preghiere vostre e di
dictionem (della qual formola parlai ne' tutta la Chiesa. Pertanto con queste no-
"voi. V, p. Qi5y XXVII, p. 23 e altrove). 1 stre lettere vi chiediamo,oVenerabiliFra-
La pubblicò il n. 102 del Giornale di che, secondo l'esimia vostra reli-
lelli,
Roma del 1859, premesso il solilo indi- gione , vogliate ordinare quanto prima
rizzo Lettera Enciclica della Santità
: pubbliche preghiere nelle vostre diocesi,
di Nostro Signore, per divinaprovviden- colle qualii fedeli a Voi commessi, im-
za Papa Pio IX , a tutti i Patriarchi, plorato il potentissimo patrocinio del-
Primati, Arcivescovi, P^escovi ed altri l'Immacolata e ss. Madre di Dio Vergine
Ordinarli aventigrazia e comunione col- Maria, caldamente preghino e supplichi-
la Sede Apostolica. Per saggio, come il no Iddio ricco in misericordia perchè, pe'
Papa parla all' Episcopato cattolico , io meriti dell'UnigeuitoFigliuol suo Signor
buona parie la riprodurrò. Prima note- Nostro Gesù Cristo, allontanando da noi
rò, che nell'altre suole premettere, come la sua indegnazione e togliendo le guerre
pure nelle Bolle e altri Z^/joZo^i pontifi- fiu dagli ultimi confini della terra, colla
formola: Salnteni et Apostolicani
cii, la sua Divina grazia illustri tutte le menti,
Benedictioneni (F.). La qual formola, col e tutti i cuori infiammi dell'amore della
Fenerabilis Frater, usa ne* Brevi apO' pace cristiana, e faccia colla sua onnipo-
stoliciche dirige ad alcun vescovo.» Vi- tente forza che tutti radicati e fondati nel-
cario in terra di Colui che, nascendo dal- la fede e nella carità osservino diligentis-
la Verginei mmacolala, annunziò per mez- simamente i suoi santi comandamenti,
zo degli Angeli suoi la pace agli uomini chiedano con cuore umile e contrito il
di buona volontà, e risorgendo dalla mor- perdono de'loro peccati, e dechinandodal
VOL. xcv. 6
82 VE S VES
male e facendo bene camminino per le
il perchè soggiunge. »» La Gerarchia divi-
-vie ilella giustizia, ed abbiano ed eserciti •
na composta del solo Episcopato col suo
no fra se i?icendevole e continua carità, Capo, e di lutti i preti e ministri; i ve-
e conseguiscano così con Dio, con se stes- scovi successori degli ^^09/o/iesoli che
asi e con tutti gli uomini la pace salutare. governano la Chiesa di Dio, e che com-
IN'ondubitiamo, Venerabili Fratelli, che mettono a'preti e diaconi quelle cose del-
Voi, secondo la provata osservanza ver- l'ordine presbiterale e diaconale che a*
so Noi e quest'Apostolica Sede, non siate medesimi vescovi sembrano opportune,
per compiere diligentissimamente questi e quando vogliono e come vogliono e a
nostri desiderii". Seguono l' indulgenze, chi vogliono; che delegano quella di giu-
anche plenaria, a'fedeli che eseguiranno risdizione esterna a qualunque Ecclesia-
le preghiere loro ordinale dall'Episcopa- stico, ancorché non prete o diacono". Tol-
to. « Finalmente nulla ci è più grato che to l'Episcopato è tolta la Chiesa; avvili-
di servirci anco di quest'occasione perdi to l'Episcopato, la Chiesa va sossopra. Il
L* Episcopato ossia della podestà di go- vescovato è lo slato più perfetto della
vernare la Chiesa di Gesìi Cristo, Ro- Chiesa di Dio, anzi slato di perfezione.
ma 1789, Orvieto 1887. Così quella di L'episcopato è un peso terribile. Tutti
Gio. Antonio Bianchi, Della podestà e questi gravi punti svolge eruditamente il
della polizia della Chiesa trattati due j Nardi. Quanto all'ultimo, neWfi Storia de*
contro le nuove opinioni di Pietro Gian- Pontefici del Novaes, trovo di Papa s. Or-
none ^ dedicati al Principe degli Jposto- misda del 5i4j che con sua lettera de-
lif Roma 1745». Pareri dell Episcopato cretale a tulio l'Episcopato della Spagna,
Cattolico^ sulla definizione dogmatica comandò che il vescovato non si ottenes-
dell'Immacolato Concepimento della B. secon doni o ricercasse con ossequi. Co-
Fergine Maria^ Roma i85i. Fontana, me ripetutamente i Papi condannarono
Difesa dell' Episcopato ^IXom^ i 78g.Leg- V Investiture ecclesiastiche ^ lo narrai in
j;o nella dotta opeia del parroco d. Luigi quell'articolo e io altri relativi. Nicolò III
Nardi. DeParrochi, dedicala a' vescovi del 1277 spediva con maggior brevità de*
della Chiesa Cattolica. 11 vescovato non predecessori i vescovati vacanti;e nel con-
è il colmo del paslorato, mail colmo del ferire il sacerdozio sceglieva più gli uo-
Sacerdozio (^.), e il pastorato islesso. E mini di santa vita, che i dotti. Leone X
il sacerdozio maggiore, e la sorgente del del i5i3 fu di tanta integrità nella col-
sacerdozio, perciò anticamente il solo ve- lazione de'beneficii ecclesiaslici,chesi rac-
scovo appellavasi Sacerdote (/^.), ed il comandava spesso a' ministri, onde non
vescovato appellasi sacerdozio , e sacer- gliene ridondasse pentimento. Diceva il
dozio fu eziandio chiamato l'Episcopato, successore Adriano VI: Non ^oler ornare
VES VES 83
I sacerdoti colle chiese , ma queste con giunte le ricche rendile, il desiderare tal
quelli. Notai altrove, che appeoa eletto carico difficilmente si può scusare d'am-
nel 1 566 s. V
pronunziò questa sen*
Pio bizione e d'avarizia. È poi presunzione e
lenza: Nel convento aver speralo salvar- temerità il persuadersi esser abile al ve-
si; eletto vescovo e cardinale, cominciò a scovato, per richiedere perfezione di vita
leiuerne, crealo Papa, quasi ne dispera- e dottrina; laonde ben disse il Tridentino,
va. Clemente XI del 1700, spesso ripe- che il vescovato, est onus' Angelici^ ha-
leva: Indegno è del vescovato chi se lo meris formidanduriiy perchè chi sotten-
procura. Clemente XII deli 780, a toglie- tra a questo carico, s'obbliga a dar conto
re l'abuso ch'eravi in Germania di dare a Dio, non solo dell'anima sua, ma anco
a un medesimo soggetto l'auiministrazio- di quelle che sono alla sua cura commes-
nedi parecchi vescovati, ordinò che al pos- se. Perciò tanti santi uomini a tutto lo-
sessore di uno non si concedessero le bol- ro potere procurarono di non esser pro-
le peraltro, se non per grave motivo; e mossi al vescovato, come i ss. Ambrogio
che all'amministratore due s'impones-
di e Sinesio (in onore della vu-tù de* quali
se la coudizione di lasciarne uno, doven- il Menochio nella centuria 5.* scrisse
p.
dosi negare assolutamente a chi ne pos- il Quanto sforzo fecero s. Ani-
cap. 26:
sedeva tre. Il p. Menochio, StuorCy cen* brogio e s. Sinesio filosofo, per non es-
luria 2.', cap. 87: Come sì debba inten^ sere promossi al vescovato)^ s. Agostino,
dere quel detto di s. Paolo: Si quis E- s. Fulgenzio e altri. Per non riportare al-
piscopatum desiderai bonwn opus desi- tro, che bello sarebbe il riferire, termina
deraij dice siccome Episcopus significa
: l'eruditissimo p. Menochio, con avverti-
soprinlendente^cìoè colui che ha cura d'ai- re doversi moderare il desiderio, e mol-
Iri, e al quale incombe per uftìzio il fa- to più le pratiche che talora si fanno da
ticare nell'i nsegnare e nel governare quel- alcuni, che non hanno le qualità richie-
h che sono commessi alla sua sollecitudi- ste da s. Paolo nella lettera a Timoteo,
ne e fede, da Eusebio chiamato, commu- di composto, grave, modesto, irriprensi-
nem Urbis Episcopum a Deo constitu- bile, prudente, sobrio, pudico, ospitale e
tum, anche s. Girolamo disse significare dotto, cioè atto e applicato ad insegnare
il nome di Vescovo un uffizio di fatica e istruire l'anime che ha in cura. Lodò
e di sollecitudine, non di comodità o de- s. Cipriano, Papa s. Cornelio, il quale non
lìzie. Molto poi più faticosa era la cura domandò, né s'insinuò per ottenere la
episcopale al tempo di s. Paolo, anzi era dignità episcopale, ma quieto e modesto
come un grado e scaglione prossimo al fu forzatoad accettarla, come sono quelli
martirio, il che pure rilevò Alvaro Pe- che a quel grado sono assunti per divina
Ingio. medesimo scrisse s. Gregorio I
Il elezione. Papa s. Gregorio I non costrin-
nel Pastorale^ s. Anselmo ealtri. In quel- se mai veruno ad accettare il vescovato.
l'epoca siccome il divin fondatore della L'annalista Rinaldi riferisce un copioso
Chiesa Gesù Cristo, eterno Pastorede'Pa- numero di vescovati virtuósamente ri-
stori, comunicava a molti il desiderio di cusati.
patire , e dare anche il sangue e la vita L'origine de* vescovati e della gerarchia
per la fede, così dava a non pochi animo ecclesiastica, ecco come la descrive il p.
grande di sostenere il carico episcopale, Bona n ni , La Gerarchia Ecclesiastica,
eh' era come mettersi nella prima fila cap, 18, ma v' intreccierò alcune diluci-
«iell'esercito della Chiesa militante, e ad dazioni. Nella dimora fatta da Gesù Cri-
evidentissimo pericolo di lasciarvi la vi- sto in questa terra, die'principio alla fab-
ta. Ma cessate le persecuzioni ed i perì- brica della Chiesa romana , fondandola
coli, airautoritù e dignità episcopale ag- sopra una solidissima pietra, nella perso-
i84 VES VES
«a del principe degli Apostoli s. Pietro e maggiori, ed il più stimato di tutti era
(/^.), contro la quale niuna forza potesse il flamine diale, il quale si s«?rviva della
prevalere e atterrarla. Gesù Cristo disse sedia curule e della veste prelesta, e del
a'suoì Apostoli e Discepoli: Come mio littore. Gli scrittori concordemente asse-
Padre spedi me, cosi io voi spedisco. Lo riscono, che l'antica disciplina della Chie-
Spirito Santo vi ha eletti per reggere la sa a ciascuna città assegnava ordinaria-
Chiesa di Dio. Neirascendere poi al cie- mente il come ordinò s.
proprio vescovo,
lo, lasciò alla cura di tale edifizio, in s. Paolo aTito suo discepolo, constituas per
Pietro un nuovo e sommo sacerdote, co- cìi'itates presbyteros, ma la parola pre-
me suo vicario in terra, il quale insieme sbyteros deve prendersi per vescovi, poi-
cogli altri Apostoli eletti a perfezionar la ché in principio nome il di P^ete era co-
fabbrica cominciata , breve tempo si
in mune tanto a'vescovi, che a'sacerdoli. An-
vedesse compila 1' opera e con sagra
, zi alcuni col Giorgi dimostrano che il co-
pompa dovuta maestà divina, si ve-
alla stume di que' secoli, tanto nell'oriente
desse continuamente sopra gli altari of- quanto neiroccidente, fu non solamente
frire l'Agnellodi vino. Gli Apostoli, col ca- di fissar cattedre vescovili nelle città, ma
po loro s. Pietro , fondata già da questi ancora ne'caslelli e Terre [F.) più insi-
la sede à* Antiochia metropoli della Si- gni. Avverte il Wardi,chela parola Op-
ria {V-)i per compiere la fabbrica pro- pidunie Castellum, che si spiega per pae-
digiosa , non essendo sicuri in Gerusa- se, negli antichi monumenti ecclesiastici
lemme (F.) , della quale s. Pietro avea spessissimo indica città vescovile, come il
detta, Urbs Apostoli eSede Apostolica. I le quando parlano delle terre, che furo-
s ac e r do li fìa mini da'romani venivano ri- no città, se non sono episcopali, le chia-
guardali ministri della religione , come mano soltanto paesi e terre, sebbene co-
i vescovi sono tenuti da'caltolici, onde i munemente denominate e riconosciute
primi ordinatori de'vescovati mettevano per città. I Papi nell'erigere le sedi ve-
il vescovo in quelle sole città ove trova- scovili, il luogo di residenza se nou è cit-
"veano cura speciale de' suoi sagrifizi, ed vide leggi l'abuso di stabilire le cattedre
erano così chiamali dal filo col quale si vescovili ne'caslelli e nelle terre,a taleef-
cingevano il capo, quasi si dicessero fila- avendo promulgalo decreti conci-
fello i
ìuineSf o dal flammeo velo col quale cuo- lii 347, di Laodicea del
di Sardica del
privauo la testa: vi erano flamini minori 364, e di Cartagine del 390 e del 397,
y
V ES VES 85
vietando l'erezione tlelle calledrali ne* pracjecinius. Libro Pontificale nella
Il
piccoli luoghi e ne' castelli, avendo scrit- vita di s. Sisto! Papa deli 32 dice: Con-
to s. Atanasio, /jr^e/er traditionem esse slituit utquicumqiie Episcopus evocatus
mo. Il Nardi però dice, che pfigo era un tere Formate). Gregorio prete di Cesa-
tratto di paese ossia campagna, che siid- rea nell'orazione sul concilio Niceno, men-
dividevasi in vari paeselli, o vichi e vìlle^ tova ex quanam Paroecia, cioè di qual
ed anche le città erano divise in 7 vichi diocesi fossero i vescovi intervenuti a ta-
o regioni; e che o ve ne'paesi di campa- le concilio. Il celebre concilio di Sardi-
gna erasi formalo un competente nume- ca del 34*2 circa, che devesi quasi con-
ro di fedeli, nel vico capoluogo del pago, siderare come generale, quale appendice
dopo la pace data alla Chiesa, i vescovi vi del IN iceno, nel can. 1 5 stabilì: Si quis E-
stabilirono de'preti, formandosi cosi una piscopus ex alia Parochia velit alienimi
parrocchia rurale, e già notai che talvol- ministrimi sine consensu proprii Episco-
ta col vocabolo parrocchia nell'antichi- pi in aliqiio grado constituerey irrita^ et
tà si chiamò la diocesi. Questa, ossia il infirma ejiismodi constitutio existime-
vescovato, si disse pure la provincia con- tiir. chiama Parrocchia la dio-
S. Cirillo
lenente più vescovati, significando c^^ra- cesi di Gerusalemme, culla di nostra s.
tor e recLor il vescovo. Aggiunge il Nar- Religione; e s. Girolamo quella di Bar-
di,Diocesi anticamente chiamavansi le cellona;comeEnsebio avea chiamale Par-
Provincie de'patriarchi, e sovente anche rocchie le diocesi di Roma, madre di tut-
le Provincie de'rnetropolitani ossia tutto te le Chiese e centro del Cristianesimo
il territorio coutenenle i vescovati sufTra- di Alessandria, di Antiochia, di Geru-
ganei (altretlanlo dissi nel ricordato ar- salemme {y.)' Tale fu il linguaggio ec-
ticolo, e in quelli di silFalle diocesi o e- clesiastico, osserva Nardi, prima che fos-
sarchie o esarcali); e che trovasi Con- sero dati i nomi di parrocchie e parrò-
diocesano per Vescovo Comprovinciale^ chi, a quelle e quelli d'oggidì, ed il ve-
e Dioecesaais Sacerdotibus per dire Coe- scovo non fu chiamato Parochus. Si dis-
piscopis Provinciae noslrae, nel 3.° con- se diocesi per luogo separalo, ed il Nar-
cilio di Soissons deir853j lo stesso vedesi di crede spiegare Dioecesim del can. 33
indocumenli del g^SjdelgSS e delio4i del concilio d'Orleans del 54 1, con rite-
circa. Lai.* volta che ne'monumenti ec- nere significare quegli oratorii ne' recinti
clesiastici incontrasi la parola Paroecia, de'Iatifondi, e ne'recinti de'castelli rurali
sempre però nel senso di Diocesi o Vc' de'signori, che a que'tcmpi vivevano al-
tfcoi'^fo , è neir epistola circolare della lacampagna, che per la loro separazio-
chiesa di Smirne sul martirio patito, do- ne dal resto delle terre del popolo for-
po la metà del 11 secolo, dal suo venera- mavano quasi un luogo separato; poi-
bilissimo vescovo s. Policarpo discepolo ché tale è l'etimologia greca della dioce-
degli Apostoli. Nella lettera 2.^ di s. Gle- si, che poi significò il territorio separalo
niente vedesi Parochia per diocesi. Il Ca- di ciascun vescovo. Dipoi alcuni signori
none I Episcopo non
3 apostolico dice : eressero que'Ioro oratorii io parrocchie,
licere alienare Parochianiy propria re- onde si moltiplicarono e ne derivarono i
lieta, pervadere. Il lib. 7 delle Costitu- padronati colla nomina del parroco, oltre
zioni apostoliche, parlando nel cap. 47» i diritti sulla chiesa e beni. Si ponno ve-
de'vescovi ordinati per varie città, sog- dere G. A. Cornaro, De' Parrochi, Pavia
giunge: /// sunt quos Paroeciis Domini 1 788. A. Gnudi, Del manlenimenlo de-
^
86 VES VES
gli Economi e de successori nelle par- nate provincie non fiorissero molti ve-
rocchie, Bologna 1789. SoQ\.\ev, Monita scovi, ma così chiama vansi, perchè o fos-
ad Parochos, aliosque Sacerdotes ani- sero primati di quelle provincie, ovvero
niariun ciirani habentes, Piomae 1826. sebbene fossero vescovi d'altre provincie,
Catechismus ad Ptìtroc/w^, Pala vii 1 688. esercitassero in queste per comandamen-
Guidi, Duplicato annuale di parrocchia- to aposlolico le funzioni vescovili. Altri
li discorsi^ Venezia 76 Agostino Bar-
1 1 . poi si sono chiamali tali, per ignoranza
bosa, De officio et pò testate Parochi, degli scrittori, i quali poco pratici delia
Lugduni 670. 1 11 Piazza, Gerarchia Car- topografia ecclesiastica, ne'cataloghi de'
c?/>2«//zzVr, ragionando della chiesa subur- vescovi ,
principalmente settentrionali,
bicaria di Sabina (a* nostri giorni dimi- trascuratamente non notarono le ciità,
nuita coll'erezione del vescovato di Pog- ma le nazioni; onde devesi intendere che
gio Mirteto^ e con quanto altro dissi ne' lo stesso sia appo loro il dire vescovo del-
due articoli), nota che quest'ampia dio- la Gallia e vescovo Gallo, dell' Anglia o
cesi si chiama col titolo della provincia, Anglo. In tal modo
Martino si chia-
s.
non con quello di veruna città o metro- mò vescovo della Francia, sebbene solo
poli, dicendosi vescovo di Sabina, non di di Tours, e s. Massimo della Sicilia, seb-
Magliano, sede del vescovo, ne di Cwr/, bene solo di Taormina. Non così della Sa-
i]è di Foro Nuovo, né di Noniento^ città bina, il di cui vescovo negli ultimi secoli
antiche e celebri, indi sedi vescovili. Im- non fu più sabinese, e distrutte le sue 3
perocché, egli pure dice, che si appren- antiche città vescovili, di stabile residen-
de dall'istorie ecclesiastiche, aver costu- za, giustamente s'intitolò dal nome della
mato gli Apostoli e loro successori, quan- provincia, per la celebrità di essa. Del re-
do andavasi propagando felicemente la slOj benché i suddetti concilii avessero
religione cristiana, di erigere i vescovati proibito l'erezione de'vescovati ne'castel-
e gli arcivescovati, ove risiedevano i fla- li, terre o borghi , da per lutto non fu
mini o protoflamini de' gentili, e quivi osservato,come nella Pentapoli della Li-
si ordinavano vescovi e gli arcivescovi,
i bia, in altre parti dell' Africa, ed anche
il che trovasi poi confermato da' Papi s. in Asia. Ripullulato l'abuso nell'occiden-
Clemente I dell'anno 80, dal successore te a' tempi di Carlo Magno, questi nel
s.Anacleto, e da s. Lucio I del 255; e 789 rinnovò ne'suoi capitolari il canone
perciò nel sinodo romano del 4^5, adu- di Sardica. Va avvertito, il notato a Rie-
nalo da Papa s. IIaro,si sottoscrisse Ti- ti, non doversi credere i primi vescovi
berio vescovo di Curi. E sebbene trova- conosciuti per fondatori de'loro vescova-
si in alcuni luoghi dell'istoria ecclesiasti- ti, tranne quelli che certi documenti lo
ca, essersi chiamati diversi© metropolita- provano. Altra cosa è fondazionedi Chie-
ni o vescovi dal nome delie provincie, co- sa, ossia di vescovato, col ripartimento
me wtW Epistole di s. Gregorio I: Ma- e confini della diocesi, colla destinazione
ximiano Arabiae^ et Felici Siciliae E- del tempio pe' sagri ministri; altra cosa
piscopis, Aiigusiinus jingliae Episcopo il principio e introduzione della vera re*
Georgio Episcopo Italiae, Felici Epi- ligione e del culto del vero Dio in una
scopo Sardiniae, Leandro Episcopo Hi- popolazione. Anche il Memorie
Santini,
spaniae. Così pure nel Menologìo greco, di Tolentino, p. 88, nota non doversi de-
chiamasi s. Martino vescovo della Fran- durre l'origine de'vescovati dal 1.° vesco-
cia, es. Massimo della Sicilia ; più mo- vo che si trova ricordato, quando non si
dernamente il gesuita Apollinare vesco- sappia esser egli stato veramente il primo,
vo Niceno, vescovo d'Etiopia. Nondime- citando autori che ciò sostengono a van-
no non devesi credere, che nelle noini- taggio delle chiese. La loro divisione si
VES VE S 8'
2,^p. 287, racconta col Noguier, che Pa- tro discepolo s. Ignazio era stato il 2."
pa s. Dionisio nel 260 fece l'uni versai di- successore nella Cattedra d'Antiochia) e
.*
visione delle diocesi assegnando a cia- , contemporaneo di s. Ignazio, nella sua i
scovo di Cordova, pregato il Papa di pre- i vescovi. Altrove egli fa espressa menzio-
ma, spiegando il modo da lui tenuto. Tut- posto loro assegnato , e i leviti ancora
tavolta non tace, che sulla divisione del- hanno il loro ministero; i laici devono a-
le diocesi de' vescovati non vi è altra me- dempiere i loro doveri. Ciascuno di voi,
moria che nel ììbvo DeRomanis Pontifici- fratelli, ringrazi Dio dello stato, in cui
bus, di parole brevi e oscure. Hic (Dio- fu posto, procurando di conservar la pro-
nisio) presbyteris divisisEcclesias^et eoe- pria coscienza senza rimorso, e non si sco-
meterias,parochiasque,et Dioeceses con- sti dalla regola, che seguir dee". Meglio
può vedere il vescovo Marini,
stiluit. Si non potevasi distinguere chiaramente i
scovo essendo nel i." rango tiene il posto nel Tempio '. Dunque Girolamo era
s.
di Dio, i sacerdoti rappresentano il se- persuaso, che gli Apostoli non senza di^i-
88 VES VÈS
Da ispirazione avessero nella Chiesa sta- da Eusebio, è che i sacerdoti passavano
bilito lo stesso ordine de'ministri, cui a- dal rango loro al vescovato, come supe-
\ea posto Dio nel Tabernacolo e nel Tem- riore. Anche s. Sisto 1 e s. Dionisio da
pio. E che non v* ha minor distinzione sacerdoti furono eletti Papi, nel i Zi e nel
tra'vescovi, i sacerdoti e diaconi, di quel-
i 261. Il p. Chardon nel cap. 1 continua
la che passava tra il Sommo Sacerdote, la materia stessa, e fa vedere che le Chie-
cui doveri, funzioni e prerogative erano nato di sacerdoti, il quale fosse eguale in
in molte cose tanto dilì'erenli. li p. Char- podestà al vescovo, esponendo pure leo-
don combalte quindi nemici della ge-i pinioni degli scolastici. JNel senato o Pre-
rarchia ecclesiastica, che si sforzano d'im- shiterìo de' sacerdoti, questi non furono
brogliare con sommo Secondo
artifizio. altro che cooperatori destinali ad aiuta-
il comando del divin Maestro, dopo la re i vescovi, con dipendenza e inferiori-
sua risurrezione, gli Apostoli andarono tà da essi. Gli Apostoli ninna cosa ebbero
predicando il regno di Dio, e fecero ve- tanto a cuore, quanto di conformarsi in
scovi, sacerdoti e diaconi quelli che ave- tutto alle intenzioni del loro divino Mae-
vano provato collo spirito di Dio. Non stro. Non può negarsi ch'Egli abbia a cia-
istabilirono lutto a un tratto e da per tul- scun di loro in particolare conferito il
io l'ordine gerarchico, ma a misura che potere necessario pel governo della Chie-
la conversione de'popoli lo permetteva, sa, e per conseguente non si può dubita-
guidati dallo Spinto Santo. Non istabi- re ch'essi non abbiano fatto lo stesso, tra-
lirono subito un vescovo e molti sacer- smettendo la loro podestà non ad un'as-
doti in qualunque città, come ora si fa, semblea, ma
capo e superiore d' una
al
cerdote o più secondo il bisogno. E' cre- ciascuna città v'era un vescovo, che pre-
dibile, che ne' luoghi da loro frequentati siedeva a tutti gli affari di religione, ed
collocassero sacerdoti semplici, mentre po- era incaricato di render conto a Dio del-
tevano supplire essi alle funzioni episco- Tanime de' fedeli. S. Giovanni txeW apo-
pali; ma ne'più rimoti stabilissero vesco- calisse scrive a' vescovi delle sette Chie-
vi, ov* essipersonalmente non arrivava- se, e li nomina Angeli, per indicare la
no. Così s. Paolo mandò Tito in Creta preminenza loro, alludendoagliAngeli cui
in qualità di vescovo per consagrar altri commise Dio la cura de'corpi sublunari.
\escovi e preti nelle vicine città, a misu- Anco gli scrittori ecclesiastici affermano,
ra che si estendeva la fede. De' vescovi che alla fine del I secolo e avanti la me-
spediti da s. Pietro da lloma, sì ne'luo- tà del II, le Chiese avevano ciascuna il
chi suburbani, che in molte parti, ne par- loro vescovo, e nessuno fa menzione di
lai a'ioro articoli. Quando poi la Chiesa veruna chiesa governata da un certo nu-
ebbe corpo, gli Apostoli fissarono tre clas- mero di sacerdoti indipendenti. In fine
si di gerarchia, acciocché i vescovi faces- ella è cosasi certa, che i più risoluti ne-
sero le loro veci in reggendola dopo la mici della gerarchia sono costretti a con-
loro morte coll'aiuto de'sacerdoli e dia- fessare, che un secolo e mezzo dopo il
coni. Il che avevano fatto prima nella f crho Incarna to,eva\\ un ordine distin-
chiesa di Gerusalemme, madre e model- to del sacerdozio, e che i vescovi avevano
lo di tutte le altre, ov'erano sacerdoti e autorità sopra i preti, come sopra il ri-
diaconi, ed ove crearono vescovo il sud- ma nenie del Clero e de Fedeli. Confor-
detto s. Giacomo. Altra prova della pre- me alla credenza della Chiesa, circa i- l'
novando e soltanto confermando ciò tuala nella reggenza di Tunisi {F.). 1 ve-
che osservavasi. Pviconobbe l'autorità di non aveva-
scovi delle altre città capitali
quella del Fescovo di Roma, sui vesco- no autorità su quelli delle altre, e perfi-
vi delle sue provincie; quella del vescovo no quando in processo di tempo la distan-
ò' Alessandria , sui vescovi dtìì' Egitto^ za de'luoghi, e la moltiplicazione de've-
della Libia e deWa Pcntapoli j cosi di scovati gli obbligò a coustituire in ciascu-
quello d'Jniiochiaj e che si conservasse- na provincia uu primate, che presiedes-
90 VE S VES
se all'adunanze de* vescovi comprovincia. vescovi, ne'luoghi troppo distanti do Car-
]i, (|uesta prennìnenza non fu data, come tagine fu ciò stabilito pel sollecito disbri-
altrove, alla sedia della città capitale del- go degl'interessi ecclesiastici, e perchè le
la provincia, ma al vescovo più anziano chiese non rimanessero vacanti lungo tem-
del paese, il quale usava della sua auto- po, se fosse stato d'uopo attendere gli or-
rità con subordinazione al vescovo di Car- dini o la presenza del vescovo di Carta-
tagine , eh* era perciò in alcun modo il gine per consagrare i vescovi. Perciò
solo metropolitano di tutta l'Africa. Es- questo vescovo, da metronolitano ch'egli
sendo insorto dubbio circa il luogo ove era, divenne quel che dicesi primate , e
dovessero custodirsi registri della pro-
i perlai modo forse le sedie d'Alessandria e
"vincia, venne con un canone decretato, d'Antiochia divennero patriarcali, essen-
di pieno consenso de* vescovi sottoscritti, dosi da queste chiese matrici sparsa la fede
che la Matricola (P^.) e gli Archivi del- nelle vicine provincie, ove furono manda-
la iVumidia si conservino nella chiesa del ti a principio semplici vescovi, a'quali poi
1° vescovato e nella metropoli, cioè Co- si dovette preporre capi o metropolita-
stantina. Questa prima sedia era quella ni, che restassero dipendenti da queste
di primate di Numidia, odel vescovo an- primarie sedi. Ma il particolare delle
ziano (il quale modestamente intitolava- chiese africane , è che i capi de* vescovi
si il primo j ed in Ilalia la preminenza comprovinciali erano i vescovi più anzia-
goduta da s. Eusebio vescovo di F'erceUif ni ; laddove nell'altre parti della cristia-
come rimarcai in quell'articolo, appunto nità, la dignità di primate o metropoli-
derivò specialmente dalla sua anzianità tano fu annessa alla città capitale della
tra gli altri vescovi della provincia), e la provincia giusta l'ordine del governo ci-
giudicasse spediente farlodepositario de- de' primi vescovi, e sembra che gli Apo-
gli archivi, perchè forse stavano colà più stoli abbiano avuto mira di adattare lo
sicuri, che non appresso il primate, la cui stato delle Chiese a quello dell' impero
residenza era talvolta un borgo aperto romano, ripartito in provincie sotto il go-
senza mura di cinta. Qui il p. Bernardo verno d'un magistrato, che dalla dignità
da Venezia, traduttore e annotatore del delle Provincie sortiva il nome, e risiede-
p. Chardon, dichiara non comprendere, va nella città capitale, che perciò chia-
come dal mentovato canone l'autore ri> ma vasi Città Madre o Metropoli. Que-
cavi, che il vescovo di Cartagine fosse il sta loro intenzione si scorge da ir£)9/5/o-
solo metropolitano di tutte le provincie /edis. Paolo, che sono dirette tuttea chie-
africiine. Forse, soggiunge, si fonda sulla se metropolitane, o a' vescovi che le reg-
distinzione, che fanno i vescovi tra lai." gevano , tranne forse quella a' filippesi.
sedia e la sedia della città metropoli. Que- Sebbene gli Apostoli nonabbiano con ap-
sti primati, o primi vescovi di ciascuna posite leggi stabilito per capo della pro-
provincia africana non furono istituiti vincia il vescovo della metropoli, ebbero
che dopo s. Cipriano, quando si divise tuttavia intenzione che così si facesse, di
l'Africa in 6 provincie ,
poiché innanzi che grandi ragioni avevano; poiché per
l'impero di Costantino I non se ne vede quanto confidassero in Dio, e da lui uni-
traccia nelle memorie ecclesiastiche,e tut» camente attendessero l'esito felice de' lo-
ti i vescovi erano immediatamente sog- ro travagli, non trascuravano tuttavia i
getti aquellodi Cartagine. Solamente do- mezzi umani loro somministrati dalla di-
nelle città capitali, donde la fede poteva giurisdizione erano stabiliti ; echi penso,
piùfacilmentepassarealle altre, e poteva- essersi bensì seguita la forma della repub-
no i vescovi di queAtesedi primarie più a- blica giudaica, ma colla considerazione
gevolmenle vegliare sul procedere de'lo- delle sinagoghe e de'Ioro capi. Non man- ^
ro colleghi nell'Episcopato, e correggere co chi sosteime derivate V ecclesiastiche
i nascenti abusi delle provincie, usando metropoli, posteriori a' tempi apostolici,
i popoli di portarsi in folla alle città capi- per opera de' concihi, de* Papi, degl'im-
tali, ove i governatori rendevano giusti- peratori. Opinioni tutte, secondo Maffei,
zia a' ricorrenti. Verso la metà del IV che in parte patiscono eccezione, rilevan-
secolo il concilio d'Antiochia represse al- do che in Africa col modesto nooìe di
cuni vescovi che affettavano indipenden- primo era metropolita nelle provincie il
za, sul pretesto che le loro chiese erano vescovo anziano d' ordinazione, per cui
state fondate dagli Apostoli, invitandoli sovente il più vecchio nella dignità risie-
a riconoscere per superiore il metropoli- deva in un borgo, luogo del suo vescova-
tano, giusta 1' antichissima regola, pro- to. A lui ripugna, che per metropoli ci-
Sinodi provinciali, costrinse a distribui- fosse eretta il Primato della Sede apo-
:
gì VES VES
s. Ambrogio vescovo
Milano trovasi la di Pretorio di Roma, e quella delle chiese
grande giurisdizione da lui esercitata, soggette al vescovo d' Alessandria, con-
pel sommo credito clie godeva, e pel suo viene al Sommo Pontefice nella sola par-
operare Milano fece la i.* figura nella ci ticolare sua qualità di patriarca d'Occi-
vii diocesi d'Italia, onde Verona ancora dente, senza verun pregiudizio a quello
lo riconobbe pel suo primate. Egregia- di capo della Chiesa universale, troppo
mente scrisse Domenico Giorgi, De an- bene stabilita in tutti secoli precedenti i
li, secondo la divisióne delle provincie ec- ziani. Circa alla chiesa di Gerusalemme
clesiastiche nel concilia di Nicea, regola- nomala ancor Elia, e poco considerabile
ta colla norma di quella delle provincie fuorché per rappresentare l'antica ch'e-
dell'impero, dichiarano. Dopo la giuris- ra stata onorata dalla presenza del Figlio
dizione universale del vescovo di Ro- di Dio, i Padri giudicarono opportuno
iiiGf nella sua qualifica di Succesiore di il decorarla del titolo di chiesa patriar-
s. Pietro e di Vicario di Gesù Cristo, si cale e il concedere al vescovo di essa una
vede venir quella ò.' Alessandria eà' An- presidenza d'onore, senza pregiudizio
tiochia su parecchie provincie; quella nondimeno duini del vescovo di Cesa-
ai
rie città dell'impero godevano eglino pu- scovati, aver la disciplina ecclesiastica se-
sia, propriamente detta, il vescovo di sede de' vescovati, le cui diocesi si sten-
Cesarea'm Cappadocia.e quello di Era- devano per quel tratto che dipendevano
cleam Tracia. Anche il vescovo di Car- dalla giurisdizione del magistrato laico;
tagine avea una grande autorità su tutte e come i magistrali subalterni soggiace-
la a qualcuna delle precedenti chiese, es- desime città erano subordinati al vesco-
sa lo è solamente sotto certi rispetti, va- vo della città capitale, residenza del pre-
le a dire nel riguardarne semplicemente side, del pro-pretore, del pretore, o del
il capo, come vescovo, sia come me-
sia proconsole; ilqual vescovo era dello me-
tropolitano, sia come primate o patriar- tropolitano, come la città capitale porta-
ca. Tutto paragone che viene qui isti-
il va la qualifica di metropoli civile. E seb-
tuito tra la dipendenza delle chiese d'I- bene la chiesa di Gerusalemme fu la pri-
talia dette suburbane, come di città sot- ma nel tempo dell' istituzione^ e per la
tomesse alla giarisdizioue dcPrefcUi del nobiltà de' a>isleri dell' umana redcnzio-
VES VES 93
ne ivi consumala pareva ragionevolmen- tana, e Niimidia. Furono soggette al
la
sa patriarcale; ma
non ostante che fosse geografi non sono d'accordo, laonde me-
istituita da s. Pietro prima ancora ch'e- glio è vedere i loro articoli quanto alla
gli mandasse s. Marco a fondar la chiesa parte che si attribuì all' Alessandrino.
d* Alessandria, conlullociò quest' ultima Dovrò riparlare de'patriarcati e loro Pro-
fu preferita nella dignità all'Antiochena, vincie ecclesiastiche. Il Zaccaria, Anti-
perchè la prefettura d' Alessatjdria capi- Febhronio o apologia del Primato del
tale dell' Egitto, fu sopra tutte nobilita- Papa, t. 2, p. 1 54, tratta nel cap. 7 Bre» :
tada Augusto, denominandola col suo ve istoria dell' autorità Pontificia nel-
nome Augustale o Augustamnica. Non V erezione de vescovadi e degli arcive-
ostante, non sempre il rango gerarchico scovadi. Prova che a' romani Pontefici
de' vescovati ha seguito l'ordine ci vile nel- si dee l'erezione di tutti i vescovadi e ar-
le città, ma
solamente quando conobbe civescovadi dell' Occidente ne' paesi, a'
concorrervi il bene comune della Chiesa. quali la cristiana fede fu primamente an-
A* tempi apostolici furono riconosciute nunzia ta. 11 diritto di tali erezioni è patriar-
per primarie sedi Roma, Alessandria, cale, e da'patriarchi fu esercitalo nell'O-
Anliochia^'m seguito qualificate patriar- riente, senza che il Papa turbasse mai su
cali, quando principiò ad usarsi il nome ciò la loro giurisdizione. Papa s. Innocen-
di patriarca perdenotare que'vescovi che zo 1 del 4o^ oeir epistola a Decenzio ve-
aveano giurisdizione non solo in una par- scovo di Gubbio, dichiarò che dal solo
ticolare diocesi o provincia ecclesiastica, apostolo Pietro o da'di lui successori, non
ma in una vasta regione composta di più che tutta l' Italia, ma le Gallie, la Spa-
Provincie. A* tre detti patriarcali, nell'e- gna, l'Africa, la Sicilia e l'interposte iso-
poche narrale a' loro articoli, più lardi le devono riconoscer le loro chiese e i
bisogno e le circostanze de' tempi, con- la d'Egitto,\a cui capitale era Alessandria.
gregar nuove Picvit Cioè far nuove sedi La 2.* era quella d'One/iie, propriamen-
ifescovili, istituir nuovi vescovadi o divi- te detta, che conteneva varie provincie
derli. Il cardinal De Luca, // Fescovo confinanti colla Persia, come la Siria, la
pratico^ ragiona nel cap. 4' Dell* ere- Mesopotamia, 1' Osroena ; e queste rico-
zione de' nuovi vescovati, e delle unio- noscevano per capo il vescovo d' Antio-
nìy o divisioni o soppressioni degli an- chia. La 3." era quella d'Asia, di cui E-
tichi. Al Papa spella d' erigere le cat- feso era la capitale e si stendeva in tulle
tedrali e le metropolitane, e dividere i le provincie meridionali, che dopo si dis-
lerritorii. Tornando al p. Cliardon, egli sero 1' Asia minore sino alla Cilicia, che
discorre nel cap. 6: De* principali Ve- faceva parte della diocesi d' Oriente (gli
scovi che ressero le chiese orientali, de* antichi presero il nome d'Asia in 3 sensi.
Patriarchi, Esarchi, Cattolici ec. Es- Alle volte significò la parte del mondo
sendosi la maggior parte delle chiese mol- omonima ; altre quella porzione che si e-
lo dilatate per la conversione de' gentili, stende dall'Arcipelago fino alla Siria, al-
che verso la fine del III secolo e al prin- l'Armenia, al monte Tauro; ed altre infi-
marie sedi, che per lungo tempo aveva- venti per principali città Efeso, Smirne,
no rette le chiese dipendenti in qualità Mileto ec, da* greci jonii fu detta Ionia
di metropolitani, si videro obbligali a indi Asia). La 4-°tIiocesi era quella di
crearne degli altri ne' paesi più remoti Ponto, composta delle rimanenti pro-
dalla loro residenza, acciocché vi si potes- vincie dell'Asia minore, cioè le setten-
sero tenere i concilii provinciali, e rego- trionali, con Cesarea di Cappadocia per
larvi l'amministrazione delle cose eccle- capitale.La S.'* finalmente era quella del-
siastiche, senza che si dovessero chiama- la Tracia, la cui principal sede era E-
re i vescovi troppo discosti, ed obbligati raclea, prima che Costantino I stabilisse
perciò a lunghi viaggi. Quindi si formaro- la capitale dell' impero in Bisanzio, per
no le dignità de* patriarchi, esarchi ec, lui della Costantinopoli (nell'articolo O-
essendosi alcuni di que' vescovi delle pri- RiENTE, parlando della Chiesa orientale e
marie sedi riservato il diritto di appella- dell'occidentale, dissi che ambe compren-
zione sopra i metropolitani, da loro o devano ciascuna sei diocesi, ma erronea-
da' predecessori creati nelle provincie, le mente quanto all' orientale che ne ha
quali prima erano soggette a loro imme- cinque, le riferite di sopra, e cinque pu-
diatamente insieme alle chiese stabilite* re nel ricordato articolo veramente enu-
"vi, ch'erano in piccol numero ne'primi merai, così non corrispondendo alle sei
Tutte le chiese cristiane orientali
secoli. con fallo altrui, ed allora da me non co-
erano governate in tal modo al comin- nosciuto, enunciale). Questi capi di dio-
ciar del IV secolo. Erano divise in 5 par- cesi ordinavano metropolitani, e giudi-
i
li, che si chiamavano diocesi, ciascuna cavano le cause delle provincie a loro ap-
conteneva più provincie; a-
delle quali pellate specialmente contro iloro metro-
\evano loro metropolitani, quali rico-
i i politi. Tale era lo stalo delle chiese orien-
noscevano per superiore un altro vesco- tali e la forma del loro governo, due Sfj-
VES VES 95?
li essendo Palrinrchi (f^.),\\ veicovoA- dato ad un vescovo che nvea autorità «^o-
lessaiidrino dell' Africa, e il vescovo An- pra lutti gli altri della Persia e dell'Ar-
tiocheno dell' Asia. Primo di (ulti era menia; egli poi era ordinato dal piìtriar-
ed è, qual Patriarca de Patriarchi^ il ca antiocheno, acui viveva soggetto. Pre-
Papa patriarca d' occidente ossia d'Eu- se il nomedi C/7/fo//co, forse per la vastità,
ropa. Ma per onorare la città di Coslan- della sua diocesi e giurisdizione, alla qua-
linopoli, eli' era divenuta capitale del- le soggiacevano i metropolitani e i vesco-
l' impero, il i." suo concilio generale del vi semplici di que'vasti paesi. Di quegli
38 1, non solo esentò il suo vescovo dalla Cattolici n'ebbero pure gli Armeni^ Ne» i
dipendenza di quello d' Eraclea in Tra- storiani/ì Giacobiti (F^.), ec, ed assun-
cia, di cui era sulfraganeo, ma gli die* sero il titolo e le prerogative de'patriarchi,
ancora una specie preminenza su tutti
di e si ponno considerare come un grado
gli altri vescovi d' Oriente. >» Abbia l'o- particolare della gerarchia ecclesiastica
nore del primato, dopo il vescovo di Ro- orientale. Tra loro si computò quello di
ma, perchè questa città è una novella Ro- Russia ( ^.),che egualmente prese il titolo
ma". Laonde il vescovo di Costantinopo- di patriarca e si sottrasse dall'ubbidien-
liprese il titolo di patriarca e la corri- za di quello di Costantinopoli, finché lo
spondente autorità, che giammai i Papi czar Pietro I glielo tolse. Gli altri Patriar-
riconobbero, fino a Innocenzo 111 e per chi d'Oriente e d'Occidente, istituiti ia
privilegio. I Gerusalemme, per
vescovi di progresso di tempo, di favore e di privi-
le prerogative di quella memorabile cit- legio, li enumerai in quell'articolo e de-
tà, aveano agognato il titolo di patriar- scrissi a' propri. Nola il Maffei, che per
ca e l'autorità a danno di Cesarea, e eoo lo scisma de' Tre Capitoli f/^.j,
insorto
disapprovazione pontifìcia Taveano otte- dopo il 544 circa, venendo rimprovera-
nuto in diversi concilii, finché fu ricono- to agli scismatici la loro separazione dalle
sciuto in quello generale di Costantino- chiese patriarcali d'Oriente, e da quella di
poli nel 553. Per tale nuovo patriarcato Pvoma, ch'era sola di tal dignità in Occi-
gerosolimitano, restò pure diminuita la dente, per non parer privi dell' autorità
giurisdizione di quello d' Antiochia, il d'un tal nome i vescovi della fazione.e per
quale altro pregiudizio ricevè per la pri- mostrare d' aver capo anch' essa di su-
mazia accordata al metropolitano di Ci- prema giurisdizione,chiaraarono/7^/r/<7r-
pro, la cui provincia fu sottratta dalla sua ca il vescovo d' Àquileia,iìlo\o cUe allo-
dipendenza, pel pretesto che le di lei chie- ra non aveano che il Papa in Occidente,
se erano state fondate da s. Barnaba a- e 4 nominali prelati nell'Oriente. Non
i
re altri patriarchi residenziali e con giu- talia, come scrisse il chiarissimo De Mar-
risdizioni, di rito orientale e nazionali. ca (anche l'ab. Cappelletti, Le Chiese
Dopo che ad Antiochia fu ristretta la po- d'Italiani. 8, p. 3g, narrando che Mace-
destà de'suoi vescovi, tuttavia dilatò al- donio| divenuto nel 539 Vescovo d'A-
trove la sua giurisdizione per mezzo de' qoileia, chiamò Massimiano arcivescovo
predicatori evangelici che mandò per l'O- (\\Kiì\'cmìa patriarcha. « Nelle quali pa-
riente, e di là da'confini dell'impero ro- role si noti il titolo di patriarca aver già
mano. Questi uomini fecero gran
santi cominciato ad usarsi e ad attribuirsi, se-
progressi, come nella Persia ove pian- condo l'uso de'goti, a quelle sedi eziandio,
tarono piìi chiese, il cui governo fu atfi- che mai non furono patriarcali; siccome
96 VES VES
lo si trova alhibuito, intorno a questi residenza de*patriarchi aquileiesi, finche
medesiwi tempi, ad uu Lorenzo vescovo visse gli furono conservati il titolo e le
di Milano, per lettera del re Childeber- prerogative di patriarca. Poi, oltre i pa-
loìi ad Laurentium patriarcìiam Me- triarchi di giurisdizione sì in Oriente che
diolanensem^ presso Du Cfiesne e il il in Occidente, cattolici, ed eterodossi o
Ruinart". Indi a p. 49 «ferisce che » scismatici, cominciarono i titolari in par-
nel SSj^ successo a Macedonio, al cui tibus, i cattolici essendo soggetti Papa,
al
tempo cominciò il detto scisma, il ve- che nomina o approva anche ì patriar-
scovo Paolo « fu il primo ad appro- chi orientali e conferisce loro il pallio ;
priarsi il titolo di patriarca, non già per- al suo articolo avendo notato, che alcu-
chè con esso credesse di accrescere la ni vescovi talvolta assunsero le qualità di
propria autorità, ma perchè l'uso de'go- patriarchi, che la s. Sede eresse il titolo
de* Patriarchi il Somuio Pontefice. Tra no, e degli altri superiori del f^escovo,
gli scrittori, il i." in cui si trovi dato a' e particolarmente delle sagre Congre-
vescovi d' Aquileia il nome di patriarca gazioni cardinalizie j' cominciando da'
è Paolo Diacono. 11 monaco di s. Gallo, patriarchi, primati, legati e metropoli-
che poco dopo scrisse la vita di Carlo tani, ed altri superiori de' vescovi, dichia-
Magno, dice che tal vocabolo era moder- ra.»» Ancorché sopra il vescovo, avanti
no. Terminato poi lo scisma, nell'accet- che si giunga al Papa, il quale è il vescovo
lare anche Aquileia il concilio V gene- sovrano e il Vescovo de Vescovi {zx^ò^Q
rale, e nel sotloporsi di nuovo alla Sede che l'autore colla parola sovrano non ab-
Apostolica, restò ap[)rovato e consolida- bia inteso alludere al suo principato tem-
to il titolo di patriarca metà del dopo la porale; poiché a suo tempo molli vesco-
VII secolo, e tanto più, che non pretese vi ed abbati nullius e altri prelati erano
per questo d'averne il gius, uè di sovra- potenti sovrani, ma in senso che il gover-
stare a metropolitano alcuno. Anzi tal no ecclesiastico è assolutamente monar-
nome si raddoppiò, venendo parimente chico, per tale riconosciuto da tutte le
conceduto al vescovo di Grado, già se- Chiese e dalla tradizione, onde il suo ca-
de di quelli d' Aquileia, il che appunto po il Papa è un vero monarca; ed il tem-
die* origine alla scissura con eleggersi peramento della monarchia coli* aristo-
due vescovi, ambi col nome di patriarca, crazia non può entrare nella forma es-
l'uno di Grado, col favore dell'esarca di senziale del governo ecclesiastico. Si può
llavenna e de' greci, l'altro in Aquileia vedere il p. Cappellari, // Trionfo della
con l'appoggio de' longobardi. Dipoi s. Sedej ed il vescovo di Dardania do-
quello di Grado si trasfuse nel vescovo di menicano Nicola Coeifettfui, ne'lre libri
Venezia, venne sop-
e l'altro d'Aquileia apologetici per la difesa della Monarchia
presso in tempo del cardinal Delfino, che della Chiesa Romana, controia Repub-
fatto arcivescovo d' Udine (/^.), ultima blica eccle&iaslica di Marc'Autonio De Do-
V ES VK S 97
minis arcivescovo di Spalatro, la quale immediatamente soggetti alla stessa Se-
opera fu biuciata in Pioma, ed èluUora de apostolica , e questi vescovati escuti
condannala. La memorala che l'impu- appartengono alla provincia del Papa e
gnò è intitolala: Pro sacra Monarchia di Roina^ nel fine del quale articolo li re-
Ecclesiae Calholicae^ achersus Renipu- gistrai. Qui noterò, che dopo la pubbli-
te, poiché sebbene l'arcivescovo di Pisa mente, per giudice e superiore dell'esen-
usa questo titolo di priniate della Corsi- te nel caso dtW appellazioni (P •) o de'
un metropolitano
sica, tullavia in fatti è ricorsi, acciò stante la lontananza delia
COSI chiamato per esser solo (
1' arcive- Curia romana si possa più prontamente
scovo di Cagliari s* intitola priaiate di riparare agli aggravi, e le parti non ri-
Pretij il perfettivo^ cioè de'/ (P5Cot'z, co- 4, Epist. 32 : Che a s. Pietro è commes-
me vedesi anche neir opera antichissi- sa la cura e il Principato di tutta la Chie-
ma, De Ecclesiastica Ilierarchia. W ve- sa. E Reda, neir Ilomil. sulla festa de'
scovo Sa nielli, Lettere ecclesiastiche, t. ss. Pietro e Paolo: Che Pietro ricevelle
IO, leti/ 56 : Della GerarcJiia Eccle- il Principato della podestà giudiziaria.
siasticaj spiega il vocabolo, secondo la Or tutte queste parole di Principato de-
greca etimologia, Sacer Principatiis, e notano la GerarcJua ecclesiastica, fntta
in questo nome di principato due cose per divina ordinazione; onde la podestà
s'intendono, il principe e la raollitudine dell'Episcopato deriva immediatamente
adunata sotto il principe. Questa gerar- da Dio, quella della giurisdizione deriva
chia è di due maniere, celeste e terrestre, dal Papa che assegna ad esso il vesco-
una angelica, espressa dal Coro degli vato in cui i suoi prelati esercitano il sa-
Angeli i^y.); l'altra ecclesiastica rappre- gro ministero. In ogni tempo il Pontefi-
sentata AoXPapa, f\A' Cardinali, òn' Pa- ce romano è slu'o riconosciuto per su-
triarchi, òdi* Primati, cWIÌJctropolitani, premo gerarca, principe e superiore di
dagli Arcivescovi, da' /^(p.«^cot'i, dagli Ab- tulli i gerarchi e capo di tutta la Crislia-
bati mitrali e altri Prelati e Dignità, da* iiilà. Della nosUa gerarchia disse Dioni-
Sacerdoti, Diaconi, Suddiaconi [E.) ec. sio, Eccl. llierarch. cap. G Nostra e- :
Imperocché Gesù Cristo istituì la sua nini Ilierarchia a Deo traditis Ordini'
Chiesa a modo della gerarchia celeste, e bus Sancte disposila Sanctis, et coele-
Gerarchi, da s. Gi-
fece tutti gli Apostoli stibus Hicrarchiis conformis est. Per iil-
rolamo chiamati Principi di Cristo,\iion- liroo il Sarnelli ossewa, dopo avere pro-
de da s, Ilario furono appellati vescovi i dotto diverse allegazioni in favore de' ve-
Principi del popolo, (\ua\\ successori de- scovi, che se tanto devesi a un vescovo
gli Apostoli. Neil' VI 11 concilio generale, di chiesa particolare, molto più si deve
celebrato neH'BGg, Melrofune arcivesco- al principe de'gerarchi, al le scovo del"
vo Smirne chiamò Nettario, Ambro-
di la Chiesa universale. Nel § Vili di que-
gio e Niceforo nieuwrabUi Gerarchi: sl'arlicolo ragiono: Diocesi dell' Abba-
nella IO." Sessione, il no me, l'onore e il ri- zie Nullius, e Prelati inferiori.
Io gerarchico degli Angeli del cielo fu
§ III. Delle Cattedrali, delle Collegia-
appropriato a* vescovi della Chiesa di
te, de loro Capitoli, Dignità e Cano-
Dio. Il concilio di Trento determinò nel-
nici, ed insegne corali. Dell'antica vi-
la sess. 23,can. 6 : ^9/ qiiis dixerit in Ec-
ta comune dt canonici col vescovo, un
clesia Calholica non esse Ilierarchiarn
tempo eletto da' capitoli alcuni da ,
divina ordinatione insti tutani,quae con-
quali tuttora l'eleggono. Prerogative
stat ex Episcopis, Presbylcris, et Mi-
de' capitoli e de' canonici. Mense ve-
nistris, analhemasit. Il Sommo Gerar-
pria •
scovili e capito lari de' vescovati e
ca è Gesti Cristo, istitutore di questa ge-
cipato temporale.
rarchia. Ma dovendo egli ascendere al
cielo e rendersi a noi invisibile, fece s. Istituiti i vescovati, nel luogo residen-
Pietro suo vicario e supremo Gerarca ziale del vescovo, la Chiesa (/^'.) priuci-
VES VES 99
pale Tempio (F.), per l' Uf-
fu destinata ledralì antiche esser assai vaste, e gli ad-
Jiziatura divina {V ) del vescovo e del detti alla cattedrale aver precedenza su-
suo Presbiterio, la essa si collocò il suo gli eguali. Come Plebs significò anche
Trono i^.) o Sedia o Cattedra vescovi- diocesi e vescovato, la cattedrale fu det-
le (P^.) per rinsegnamenlo e per giudica- ta anche Vescovado, e lo trovo nel Ga-
re, in sito eminente per vegliare sul po- ra m pi, 6'/«///o della G a rfa g nana. Molte
polo e perchè questi vedesse il proprio cattedrali sono decorate del nome e de*
pastore. Questa chiesa venne perciò de- privilegi di Basilica (E.). Dicesi metro-
nominata Cattedrale(V.),QàawcheDuo- politana quella deirarcivescovo,^j<rifrm/*-
Wio {/^.),voca bolo che ilNardi dice fors'ao- cale quella del patriarca. Erigendosi dal
co derivato da Dominicum, col quale ne* Papa un vescovato, nel luogo stabilito per
primi tempi dicevasi la casa del Signo- residenza del vescovo eleva al grado di
re, o meglio da Domus vescovile e cano- cattedrale la chiesa perciò assegnata. Uni-
nicale unitaalla cattedrale,nellaqualeve« ti dal Papa due vescovati, ciascuno con-
scovo e canonici abitavano; e facendosi ivi serva la cattedrale, con la sua intera
tanti atti ecclesiastici, ed abbisognando a giurisdizione, acque principaliter: suo-
tutti l'andarvi, fu facile dal dire di an- le il vescovo intitolarsi co' loro nomi
dare Doniiini^ si cominciasse per abitu- con precedenza alla più antica, ovvero
dine ad intendere anchelacattedralech'e- usando la precedenza secondo le qualità
ra congiunta di fabbricato. I concilii di degli affari, o di quella in cui fa residen-
Parigi del 5^^^ e di Toledo nel 53 i fu- za,e finalmente secondo le particolari con-
rono tenuti iìi D omoEcclesiae yCoWe qua- suetudini. Sopprimendosi il vescovato, la
li parole più volte chiamò la cattedrale sua cattedrale si riduce a Collegiata {E.),
Possidio vescovo di Calama in Africa, nel- Degli obblighi de' vescovi verso le Catte-
la vitache scrisse di s. Agostino di cui era drali ,
qualificate loro spose, parlai ia
discepolo e amico. Inoltre l'eruditissimo quell'articolo, e di tutte le sagre funzioni
Nardi spiega gli altri nomi co' quali fu che vi esercitano, dopo il Possesso, ne*
appellata la cattedrale anticamente, cioè propri. Alla morte de' vescovi, come ere-
Matrix^ 3Ialer, Plebs, Plebiiim Calhe- di necessarie di essi, e in loro luogo la ca-
Matricidaris, Matricialis. Vòporla i mìo- breve Nuper Nobis, de'23 giugno 807, 1
numenti dell'epoche incoi sono usati tali Bull. Rom. cont.,i. 1 3,p. i ^j:Reintegra%
vocaboli, parla del Cattedratico (F.), an- tio constitntionis Pii E, vi cujus para-
ticamente dovuto pagarsi da'preli rurali menta sacra adhihita ab Episcopis de-
(dice il De Luca, non esservi tenuti i volvuntur post eorum obitum adEccle-
chierici privi di beneficio, chiamarsi pu* sias Cathedralcs, qui praeferuntur. La.
re Siiiodatico, ed in generale doversi da* cattedrale ha la cura d'anime, ed il Fon*
parrochi: introdotto per fine onesto e ra- tesagroo Battisterio (E.), talvolta que-
gionevole, cessato non si può esigere); che sto trovasi nella propinqua chiesa. Bene*
tutti gli ecclesiastici derivano dalla cat- detto XI II colla costituzione Omnium sa^
tedrale,dalla quale mandavansi gli eccle- luti, de'20 luglio 1724, concesse un al-
siastici ad avviare l'ufliziature delle chie- tare privilegialo pe'fedeli defunti, in tut-
se \ìyxo\t\f\e\\' Immunità [F.) che gode- te le cattedrali del mondo cattolico da de-
vano 4o passi all'intorno, e gli altri luo- stinarsi da'vescovi. E Clemente Xlil ne
ghi sagri 3o passi; osservando pure lecat- concesse altro simile a tutte la chiese par*
loo VéS VES
roccliiali adseplennium,vo\endo che del- te di giurisdizione vescovile; ed ov'erano
lo stesso privilegio uè godessero tutte le queslecollc'giate,probabilmente noneran-
uiesse nell'anniversario e ottava de'cnor- vi corepiscopi, o altri rappresentanti te-
li. In essa cattedrale i vescovi sono la pri- scovili. Queste attribuzioni, la somiglian-
ma e principale dignità, e ciiiamasi di- za del presbiterio cattedrale, la vita co-
gnità pontifìcaleni. Scrisse Marc' Anto- mune ad norniani Apostoloruni, l'ufll-
e.arumque privilegiis et praerogativis^ coli della Chiesa, fuori de' tempi gianseni-
Lugduni i665, Venetiis 1698. Abbiamo stici (sic), fossero tenute in sommo pregio
ancora, Provinciale omnium Ecclesia- le collegiale,ed loro canonici venisse-
i
rum Calliedralium universi Orhis^ anni ro dalla Chiesa distinti con abiti diversi
practìca stilo et fornns Canee llariae a- dagli altri ecclesiastici, avessero ed abbia-
posto licaejujita moreniRomanae Curiae no precedenza sopra lutto il resto del cle-
per lileras alphnbeti descriptas^ Romae assioma e legge canonica Colle-
ro, e sia :
cuni chierici, i quali a nome del vescovo, Eusebio vescovo di Fercelli[f^.)^ fiorito
e interamente sotto di lui^ in comune, nel secolo iV, cominciò nel corpo de'ca-
reggevano quella porzione di popolazione, nouici cattedrali la Fita comune (F.)^ col
ch'era nel distretto della città. Ne'primi proprio vescovo, cioè d'abitazione, dor-
3 secoli questi casi furono più rari; fre- mitorio e mensa, onde collegi si chia- i
quentissimi dal IV secolo in poi. Lechie- marono monasteri. Cessata quella eoa»
6e aihdate a questi collegi, si dissero per- bitazione, in molle cattedrali, il collegio
ciò Collegiate (F.). Vi fungevano il Ser- canonicale già avea presoli nome di Ca-
vizio divino^ vi amministravano sagra- i pitolo (F.)y vocabolo che gli rimase quan-
menti, v'istruivano il popolo. Siccome poi do siripristinò la medesima convivenza
le collegiate fuori di città erano lontane nel medio evo, e quando nuovamente
dal vescovo, e non potevano in ogni co- ces^ò da per tutto. Tali abitazioni del cle-
sa ricorrere al medesimo come canonici i ro capitolare, annesse alle chiese, in for-
cattedrali, così ne avveniva che in certo ma con porticati e cortili, fu-
di chiostro,
modo avessero delle attribuzioni maggio- rono dette case canoniche o canonicali,
ri, e partccipaSbcro quiudi a maggior par- Claustrum Canonicorum^ e fiorirono
VES VES IDI
nell'esercizio delle virlh perle santissime me dell' elezione in Serie Facante^ del
regole che osservavano i canonici, come i Ficario capitolare (F.) per governare
monaci nel monastero. Queste regole pre- ilvescovato, senza dipendere da essi ; e
cipuamente furono prescritte nel concilio Nicola Rodriguez di Ferinosinos scrisse,
d' Aquisgrana dell' 8 i6 per opera del- De potestate Capilnli Sede vacante ci
J'impeiatoi'e Lodovico il Pio. Nederiva- I Sede piena. A' loro luoghi descrissi le
ronopure Canonici regolari (J^.)^ massi-
i dignità de'capitoli cattedrali, Arcidiaco-
me molte delle quali io
delle collegiate, no, Arciprete^ Primicerio, Cantore, De-
progresso di tempo furono erette in catte- cano,Tesorlere, Preposto, Priore, Scola-
drali, col vescovo e capitolo di canonici re- stico, ec. Così del Canonicato, delle pre-
golari, in seguito anche secolarizzati. In bende óeì Teologo edeìPenilenziere.Coù
Boma ancora fiorì la vita comune nel Pre- delle /^e^^; ed insegne corali d'ogni specie,
sbiterio del / chiesa del mon-
Papa, nella i anche vescovili e cardinalizie, concesse
do, la Lateranense, nella Vaticana e in da'Papi, con altri privilegi. Nella primi-
altre. Un tempo canonici coadiuvava-
i tiva Chiesa, essendosi dato il titolo dica'
no al vescovo nelT amministrazione del- nonico al chierico ed al vescovo, sicco-
la diocesi, e dacché cessarono 1' elezioni me ascritti nel Canone o Matricola e ne'
de' vescovi fatte dal clero e dal popolo, Dittici ecclesiastici (notai in tale artico-
rimase a'capitoli col consenso de'melro- lo, che ne' dittici della Chiesa romana si
sta è l'origine, secondo Fleury, de* cano- guci. De voce Canonicorum in Capita-
nici curati primitivi. Delle prerogative lo, officio, in choroj'et missa in Eccle-
de' Capitoli canonicali cattedrali, in quel- sia, Neapoli 1621. Gio. Pietro Moneta,
V articolo e ne* relaliv^ ne ragionai, co- De dislributionibus quotidiana, et de
101 VES VES
dccimìsy Romae 1621. V Ecclesiastico Renevenlo, Pisa, Siena, Vercelli, Capua,
in coro del conte Annio Giiisharchi. Ra- Salerno, Costanlinopoli in Oriente, Mi-
gionamenti tdle dignità^ canonici, he» lano, Lucca, Piacenza, Verona, Lodi,
nefìcialif ed altri obbligati al servizio Fermo, Compostella in Ispagna, Magde-
del clero, Eenevenloi834- H dolio Nar- burgo inGermania;Orange, Ni?ers,Sens,
di poi, copiosamente scrisse de' capitoli Orleans, Besancon, Soissons, Chalons sur
e de' canonici delle cattedrali e delle col- Mai ne in Francia, ove era comune \\ ti-
legiale, come si potrà rilevare, non es- tolo, secondo Lupi ; Londra iti Inghil-
sendo possibile compendiarlo in breve, terra ; Rimini, Vollurara, Ariano, Amal-
da un esliatto che riporlo del suo indi- fi, Alife, Spoleto ; anzi fu titolo generico
ce ; polendo compensarne il laconismo i d'onore, attribuito a tulli i canonici cat-
nomi che produrlo in corsivo, per aver- tedrali, che perciò non sempre canoni- i
ne scritto articoli in questo mio Dizio- ci r assumevano. Non da' titoli o chiese
nariOy giovandomi del medesimo. Altri titolari adunque i cardinali della s. Ro-
nomi si compenelrano in quelli di cui mana Chiesa ed i canonici cattedrali as-
non farò rilievi. I Canonici soao di ori- sunsero il nome di cardinale, ma dalla
gine apostolica, ossia i preti e diaconi loro aderenza aìcardine^ cioè i primi al
cattedrali, e. principiarono colla fonda- SommoPouteficeji secondi al vescovo e al-
zione della Chiesa, l'unico clero de'3 pri- la cattedrale. Immensa è quindi la distan-
mi secoli; nome di Canonico e sua au- za che passa tra il presbiterio della Chiesa
tichìtù; non furono monaci. Erano il universale, e quello d' una chiesa par-
Presbiterio o senato ecclesiastico antico ticolare. Il vescovo chiamava i canoni-
del vescovo, ossia T odierno Capitolo^ ci,Fiatres. I soli canonici preji e dia-
formato di 19 ecclesiastici, cioè 12 preti coni governavano il vescovato col ve-
e 7 diaconi: i canonici suddiaconi co- scovo, ed essi soli avevano tutte le inge-
minciarono soltanto nel IX e X secolo. renze. Molti atti vescovili erano nulli, sen •
Era il collegio de' preti e diaconi catte- za il consenso de' canonici. In altre cose
drali. Nel principio del IV secolo non e- il vescovo doveva sentire il loro consi-
ravi che un arciprete per ogni vescovato, glio. I canonici giudicavano le cause :
come si trae da' Capitolari di Carlo Ma- ne de' fedeli. Vegliavano sul costume del
gno, ed allora punivano e condannava- clero e popolo, e sul vescovato. Furono
no i membri del loro corpo. Non hanno i primi deputati a confessare; confessa-
voto in capitolo i canonici onorari ed i vansi tra loro; confessavano le monache,
canonici coadiutori, e non ponno inter- avevano cura delle medesime, predicava-
venirvi, benché assente il coadiulo. Spet- no ad esse e tal volta dicevano loro la mes-
ta aliai." dignità convocare il capitolo, sa. Assente il vescovo essi soli regolavano
in sua assenza alla 2.^ o ad altri, e in la penitenza pubblica : predicavano.! soli
quello di Pesaro al canonico ebdomada- canonici potevano celebrare nelle cappel-
rio. I canonici formarono sempre e for- le privale ; essi soli e i vescovi potevano
mano un sol corpo col vescovo. Erano celebrare nell'altar maggiore della catte-
chiamati e laterCy e cardine^ come Car- i drale, anzi essi soli potevano cantar la
dinall: lista di molti capitoli in cui i ca- messa, e celebrare negli oratorii e chiese
nonici aveano il titolo di cardinali, cioè della città. Davano la prima tonsura. Noa
Bergamo, Ravenna, Como, Asti, Firen- conferendo il vescovo benefizi in tem-
i
diritti che godevano pure sopra alcune la vita comune col vescovo nella canoni-
chiese di campagna. Presente un cano- ca; tali claustri godevano immunità. Ces-
nico o il capitolo, parrochi antichi, e i comune rimase che spesso il
sata la vita
preti foiensi non potevano celebrare e vescovo doveva dar loro da pranzo. Nel-
fare altre cose, anzi dovevano ubbiilien- l'ingresso i canonici giuravano le costitu-
za a'canonici. Era onore grande Tessei* zioni. In un concilio del 465 circa, fu de-
promosso un parroco o altro ecclesiasti- cretata la pena pel chiericodi città, chesen-
co a canonico il promosso dovea prefe-
: za necessità si assenta da' mattutini: dal-
rire il servizio della cattedrale a quello l'epistole di Gelasio Papa del 49'^, par-
s.
della parrocchia, ove poneva un cappella- lando de'reddili ecclesiastici, vedesi chia-
no. Un vescovo senza sede metlevasi fra i ramente l'antichissima distribuzione co-
canonici (ciò è in vigore anche nelle pa- rale, ancora Fran-
in uso: tulli iconcilii di
l'ano canonici ; lo furono i sovrani. I ca- puntatore e fanno partecipi delle distri-
nonici dovevano esser nobili (in molti buzioni no»! solo i canonici assenti per af-
capitoli di Germania e di altrove si osser- fari della chiesa o del capitolo, ma ezian-
va tale regolamento). 1 canonici erano dio gli assenti per affari della diocesi col
considerati persone pubbliche ed io rap- vescovo, il cui segretario è esente dalle
presentanza. Le cause criminali de'cano- puntatore. I canonici anticamente non a-
nici non si sbrigavano dal vescovo come vevano l'uffizialura quotidiana, ma la so-
quelle degli altri preti, ma dal concilio la festi va, salvo V Eh domacia r io y che per-
provinciale. I canonici delia cattedrale ciò chiama vasi Arclii-ebdomadario. Ne*
dove lenevasi il concilio vi si trovavano giorni di lavoro il clero minore solo fa-
presenti cogli abiti sagii. I deputati de* ceva VUfflziatiira^ presieduta dal cano-
vescovi assenti erano canonici, preti e dia- nico ebdomadario, uso ancora vigente ia
coni ; quelli de' canonici delle cattedrali alcuni capitoli. I canonici erano dislinli
trovavansi anticamente a'concilii ; anche tra loro coll'ordine di prùims, secandus
oggidì vi debbono essere, ed il loro con- ec. l canonici diaconi erano 7 in cia-
deve udirsi. Vi hanno volo decisi-
siglio scuna città erano eguali a* preti nelle
:
vo quando trattasi de' loro interessi. 11 cariche, nell* incombenze, nelle onorifi-
canonico deputalo d' una sede vacan- cenze, anzi li superavano ; predicavano,
te ha volo decisivo io concilio. Il ve- e talora d'ordine del vescovo assolveva-
scovo deve udire il consiglio nel foi- uo dalla peuileuzu pubblica. Avevano la
ió4 VES VES
VII Regioni^ corae In Ro-
cillà divisa in to nel safuto, incensazione, pace, posto
ma, ed ognuno cnslodiva la sua. Ebbero ec. Ponno portare l'anello cantando mes-
questioni co* canonici preti sull' ordine sa; oltre il diacono e suddiacono devo-
del sedere in coro: per la loro potenza no avere il prete assistente col piviale :
ricusavano d'esser fatti preti. I canonici soltanto i canonici non genuflettono alla
eleggevano nuovo vesco-
il vescovo, ed il benedizione del vescovo e simili atti, fan-
vo, per r ordinario, dovea esser un ca- no circolo col proprio vescovo nelle mes-
nonico. Il capitolo in sede vacante può se so\enn'\,a\ KyriejGlona,Sanctus e A-
fa altre cose come se fosse sede vacante. vo proprio ; ma non debbono farlo con
Governava e governa la diocesi in sede qualunque altro, ancorché superiore al
vacante.Morto il vescovo, o traslatato, proprio vescovo, il quale assistesse alla
prigioniero degl'infedeli, il capitolo su- messa cantata, fosse anche il metropoli-
bentra in tutta la giurisdizione ordinaria. tano o un cardinale o legato pontificio,
Usavaciòanche assente lungamente il ve- o anche vescovo amministratore, e vi-
pontificii e fare statuti. Hanno giurisdi- vo e capitolo. Le sedi distinte de' cano-
zione quanto alle cose loro, e servizio nici furono chiamate nell'antichità thro-
divino, e rispetto agl'mdividuijSui mem- nif suhsellia^ calhedrae^ tribunalia, stai'
bri capitolari, sui mansionari, beneficia* li a slare: si dava grande importanza,
stinti e considerali come persone di ran- pio della Chiesa stessa, Corona di essa,
go, ed anche oggidì devono esser distin- Preshyleriuniy Consessunt, Consilinnt, in
ti ; devono essere rice-
e preferiti a tutti progresso Collegium, Capilulum, Ca»
vuti con onore e distinzione in altre chie- uoììicid9\ principio del secolo IV, Prae-
se ; hanno la precedenza sui parrochi, posili, occhio del vescovo, Ilonorati, Se
anco quando questi sono nel loro uffizio. nforif Ordi/iariiy Primalisy Palres^ Ve-
1 canonici devono preferirsi al magislra* nerahiiis^ExcelkndfPastoraUsfdmilia^
^
fjocrisari ^ev\e legazioni, Arci-Cantore nimento del vescovo e de* ministri della
Jr cario o l^esorìere, A rei- Sacrista, Chiesa, ossia se ne facevano tre o quattro
Arci-Canonico ArcidiaconOy ArciprC'^ parti divisioni canoniche; la i," pel Ve-
fé, Arci-Suddiacono, Primicerio ^ Aw- scovo j la 2.* pel Clero j e le altre due
vocalOy Camerlengo, Cancelliere^ caput per la fabbrica del Tempio o Cldesa,\^ei'
Scholaris o magisler Scholarum ossia quella del Palazzo vescovile, pe' Pelle-
Scolastico, Decano, sub-Decani, Difen- grini e [)e Poveri (V.J. Si dissero Spor-
sore, Exocatacoeliy Eleniosinariy Eco- tale [F.) le porzioni distribuite tra il cle-
nomi, Giudici, O spi talari. Preposti, pre» ro, secondo l'antica disciplina, vegliando
fello de* Sincelli, Protoiwtari, Priori, all'amministrazione delle rendite eccle-
Precentore, Penitenziere, Teologo, Se- siastiche gli £'fO«o/7i/ e i Difensori (^F.)^
condice rio, Sacellario, Scrinarlo, Segre- massime in Sede vacante. Per l'abuso
tarlo, Succentor, Vicedomino, Visitato- enorme d'invadere beni del vescovo de-
i
re: non unti erano o sono dignità, come funto e di saccheggiarne il Palazzo, de-
ii teologo e il peuitenziere. I canonici delle rivò lo Spoglio (F.), e le rigorose proi-
basiliche e culicgiate di Roma precedo- bizioni e pene emanate contro i depreda-
no i canonici di tulle le cattedrali, anche tori, riparlate in tali articoli, io imo alla
nelle rispettive diocesi j e ciò non solo per tripla o quadrupla divisione de' beni e
l'antichità, ma per esser quel clero, do- rendite. Inoltre de' possedimenti de* ve-
po i cardinali e i canonici delle basili- scovati, e de' cleri secolare o regolare,
che, quello che più da vicino rappre- per donazione o per acquisti, ne ragio-
senta la Chiesa Romana. « Per un im- nai ancora all'articolo Regalia, dicen-
possibile, che morto il Fapa, non vi fosse- do dell'origine, potenza e decadenza del-
ro cardmali, i canonici delle basiliche pa- l' ampie signorie temporali da essi pos-
triarcali di Roma eleggerebbero ilSommo sedute, anche dagli Abbati e altri pre-
Pontefice, spettando loro come quelli che lati regolari e dalle Religiose, eziandio
più da vicino rappresenterebbero il presbi- con sovranità da loro e da' vescovi eser-
terio della Chiesa Romana". Però si tenga citata; egualmente dichiarando la loro
presente 1' articolo Elezione de' Sommi salutare influenza nel medio evo, senza
Pontefici R.GM ANI. In un monumenlodel tacerne gli abusi ; non meno le usurpa-
58o già si nomina la mensa capitolare de' zioni de'beni delle mense de' vescovati e
vescovati, Blensa Canonicoruni. Questa badie vacanti, eseguile da rapaci mani,
derivò dalla divisione delle rendile de' ve- anche di sovrani, non solamente dopo la
scovati;! beni assegnati a'vescovi si disse- morte de' vescovi, abbati e altri possesso-
ro mensa i'É'5cov'/7e_,'quelli stabiliti a'cano- ri; che pel decretato dell concilio di Galce-
nici per tutti i loro usi, e segnatamente donia nel ^5i, nel prescrivere al vescovo
alla loro tavola, dopo la i." cessazione di non maneggiar le facoltà della Chiesa se
della vita comune, ebbero nome di mensa non per mezzo dell'economo, spettano al
capitolare. Qui deve ricordarsi l'origine successore, quanto all' usufrutto; ma an-
della Mensa (f'^-jo Rendita ecclesiastica cora viventi essi, per malvagia cupidigia.
(/^.)e de Beni diChlesa(F ,)d<ti' ^escovalì e 1 vescovi benché spogliati delle signorie
loro cleri secolare e regolare. In tali ar- temporali, molti continuano a intitolar-
ticoli ragionai dell'origine e del progresso si principi, conti ec.,o della città residen-
dei Patrimonio delle Chiese ( F.), deriva- ziale o d'altri luoghi del vescovato o di
lo sia per le Oblazioni (E,) de'fedelij sia altrove, li vescovo però d'UrgGl(F,) tul-
io6 V E S V ES
loia è principe sovrano della fepnl)blica v'esser loro nascosto, in guisa che se il
le estendevasi a 117 terre che gli erano davanti a Dio e davanti agli uomini di
feudatarie. La 1/ venne ristretta per for- lasciar beni propri del vescovo a quelli,
i
rono gran tempo il diritto di nooiina del concilio di Chalons sur Saune dellSiS.
proprio vescovo e di quello di Mondovi,e >» I vescovi non devono cercar altro, che
godono tuttora fratellanza co' canonici di la salute dell'anime, e usar de'beni della
Mondovì, in modo che a vicenda sono Chiesa, non come se fossero di loro ra-
considerati presenti in coro intervenendo gione, ma come di un bene, ch'è lor af-
io Mondovì quelli d'Asti, e viceversa in fidato in aiuto de* poveri". H concilio di
Asti quelli di Mondovì. Altri similiesern- Vienna dispose nel 1060 col can. 3 :
la fedeltà possibile davanti a Dio, che ve- quant* altro prescrisse il mentovato si-
de e giudica tutto. Devono esser gover- nodo antiocheno. Il vescovo di Alessan-
nati col giudizio e coli' autorità del ve- dria s. Cirillo del 4*2 pel i." fu taccia-
scovo, a cui tutto il popolo e l'anime de* to d'aver dato tra'prelati l'esempio d'ar-
fedeli sono afildate. Ciò che appartiene ricchire i Parentii che amava. Gli eco-
alla Chiesa, dev' esser noto particolar- nomi ebbero autorità di contrariare le
meule a' preti e a' diaconi, e aienle de- indebite disposizioni de' vescovi uel di-
V ES VES 107
strìbuire ìe cose ecclesiastiche, «olio pe- generali dello sialo, e finalmente si ac-
na di dover essi risarcire le chiese di coglievano dall'imperatore le doglianze
quanto i vescovi l'avessero pregiudicale. de'privatijche solevano farlecolle Croci in
11 Sarnelli, Lettere ecclcfiìaslicìic, t.
4> mano. Sul potere spirituale e temporale o
tratta nella leti. 5i; Come il vesco^'O Sovranità ( / .),ossia de'due principati dei
di'hha disporre delle rendile della sua vescovi e de'l^api, ecco come si espresse
Chiesa^ in vita e in morte, l^rincipia dal l'8 luglio 1849 '^ cardinal Cadolini ar-
ricordare la coabitazione de' chierici ne' civescovo di Ferrara, nell'omelia per la
tempi apostolici e la loro vita comune, nuova festa di Maria ss. delle Grazie.
nulla possedendo del proprio ; la distri- >» Se bene slia che la slessa mano strin-
buzione successiva dell'offerte de'fedeli e ga ad un ten)po lo scettro e le chiavi,
de'prodotli delle possessioni fatta dal ve- ne abbian)o irrecusabili prove in un Noè,
scovo, per sé e sua faaìiglia, pel clero, pei in un Melchisedecco figura del sacerdo-
dovendo con
sagri edifìzi e pe* poveri, un Abramo,
zio della legge di grazia, in
moderazione usare del superfluo avan- in un Mosè, in un Samuele, e ne'tre Mac-
zato dalla sua porzione, e qui riporta i cabei, Giuda, Gionata, Simone. Quell'or-
vari pareri de'teologi, e delle loro sen- dine poi di provvidenza singolare, che
tenze dopo l'erezione delle prebende e miriamo splendere in appresso, e che es-
de'benefìzi ecclesiastici , notando che le sere non potrebbe ne più anlico,nè più
ricchezze cumulate colle rendite delle costante, né più maraviglioso ci mani- ,
Chiese, passate a'parenti, per l'ordinario festa assai meglio la compossibilità del-
non tardano a dissiparsi. All'arbitrio poi l'un principato coH'uUro nel sacerdozio
del vescovo spetta il disporre delle ren- cristiano. Una legge invisibile innalzava
dile del suo vescovato in u)orle,a bene- il seggio pontificio, e Papi dal patìbo-
ficio di sua Chiesa, secondo le costituzio- lo de'niartiri salivanoal trono addi-
ni apostoliche. I vescovi signori di prin- venendo sovrani quasi loro malgrado ,
cipato temporale, erano i più nobili tra' e senza che neppur se ne avvedessero
Fassalii (F) ^q Feudi che possedevano (Da Pape,\\h, 2, cap. 6). Su quel pati-
da'Papi,iroperalori, re e altri principi; bolo per tre intieri secoli si leggeva a
ed i propri vassalli cui subinfeudavano i chiare indelebili cifre il miracolo di un
castelli si chiamavano Fahassorii^f .). Dio, che maturava il trionfo per le vie
Ma tali privilegi e principato temporale del sagrificio; e su quel trono non ap-
dell'Episcopato, mosse in altri sovrani la parve raen grande la divina possanza ,
pretensione dell' Investiture ecclesiasti- la quale, sulle ceneri deli Apostolo er-
che (P^.) che produssero tante funeste
,
^eva un altare indipendente pel gran
turbolenze nella Chiesa e lagrimevoli ,
Sacerdote eletto a proferirvi libero e
discordie tra il Sacerdozio e f Impero : franco gli oracoli della ^'erz'/à (Du pan-
le deplorai in più articoli , ed in questo loop). 11 principato temporale de'Ponle-
lo farò nel § V. Vescovi e abbati erano fìciavea suo incominciamento colà nelle
principi dell' Impero^ ed iolervertivano stesse catacombe, con quella pacifica ma-
e tenda che dovevano quale omaggio cu- gli nelle viscere della terra, non che ri-
ilaliaue, i quali esponevano poi i negozi lib. V», cap. 20), saliva a tanto maggiore
io8 VE S VES
oltezza di gloria e di dovizia per opera mano, ed l soccorsi che andò ricevendo
dei gi'anGostantino,clie mosso da sovrau- dalla religione cristiana, senza la quale
lYìana forza trasferiva in sul Bosforo la r impero avrebbe affrettalo la sua cadu-
sede de'Cesari, percliè indi a poco il Vi- ta, e le sue provincie, preda de' barbari
cario di Cristo avesse a succeder loro sul e della corruzione pagana, avrebbero of-
Campidoglio. Così la Provvidenza co- ferto lo spettacolo d'una totale distruzio-
stituiva il Pontefice padre e re in Roma', ne, anziché il lento rinnovellarsi di nuove
Di quesl' ultimo punto ragionai in più e feconde fasi di vita. L'impero fu soste-
luoghi. Solo qui mi piace ricordare, ave- nuto contro i barbari e contro la corru-
re scritto Bossuet. » Gli storici, fra le ra- zione interna, dalle virtù de' cristiani, e
gioni della traslazione dell'impero, an- dalla salutare influenza dell'Episcopato,
noverano l'ombra che riceveva da un Sa- e Roma principahuente ed altre città
cerdozio sì eminente 1' imperatore il , doverono al Papa e agli altri vescovi la
quale lo sofiriva in Roma men pazien- loro salvezza. Da ciò derivò la polenta
temente che neir esercito un Cesare che temporale del clero, come con-^eguenza
gli disputasse V impero ". K De Maislre naturale di questi fatti istessi ; conseguen-
sentenziò:» In R.oma ancor pagana il za ammessa altresì da Dupuy e da Gui-
Pontefice romano dava già impaccio ai zot, sicùramentegiudici non sospetti. An-
Cesari ". In seguito, gì' imperatori rico- che prima però che la religione cristiana
noscendo la santità e la dottrina dell'Epi- s'innalzasse a potere, ed ottenesse onori
scopato,abbandonaronoinsua mano gran e privilegi, P autore dimostra l'influen-
parte dell'autorità legislativa; ed ve- i za e r ascendente benefico eh* erasi pro-
scovi per zelo della verità, talora ripro- cacciata^ anco mediante i privilegi e gli
varono le leggi imperiali, per cui gl'im- onori poi compartitile da Costantino I e
peratori invece di risentirsene ,
pubbli- da' suoi successori. Da quest' epoca co-
carono che certe leggi dovessero sot- minciò la dominazione avventurosa del-
tostare all'approvazione de' vescovi. Co- l'elemento tutto cristiano, e delle leggi
sì il Papato, specialmente in assenza laicali che inflissero pene temporali a'vio-
del capo supremo dell'impero, fin d'al- latori della religione. Quanto a* beni e
lora cominciò a governare in Boma, ricchezze del clero ne' primi secoli della
se non sovranamente di fatto, certo Chiesa, l'autore ne tratta a lungo, ne di-
moralmente e spiritualmente. La Cro- mostra vantaggi molteplici che ne trasse
i
die' contezza dell'opera intitolata : Sw^li sente si godono inforza appuntodelle sue
onori e le prerogative temporali accor- benefiche istituzioni, che per la più parte
dale alla Religione ed a! suoi Ministri, sopravvissero in mezzo a'cambiamenti u-
presso gli anticlii popoli^particolarmen- niversali. Discorre pure dell'immunità ec-
te sotto i primi imperatori cristiani; del clesiastica e del diritto d'asilo, come a que*
direttore del seminario di s. Sulpizìo in tempi specialmente utilissimo, e così an-
Parigi^ Milano i855. In tempi ne'quali cora del potere giudiziario de' vescovi in
nuovamente s'agitano le grandi questioni materia temporale; osservando, che seb-
de'beni tecnporali della Chiesa, che si pre- bene in appresso quest'ultimo potere re-
tenderebbe del tutto spogliarla di quanto casse non lievi imbarazzi, fu però utilis-
le è rimasto, dopo tanti enormi spoglia- simo in età ignoranti e avverse agli studi,
menti, fra gli altri argomenti, dice de* e lo sarebbe tuttora se in fatto di mora-
germi della dissoluzione che molto prima lità e di giustizia avesse l'Episcopato un
di Costantino [ minacciavano la totale volo precipuamente nelle leggi dello sta-
dissoluzioae del colossale impero roma- to: ne tace dell'i nlluen^^a del clero nella
VES VES 109
civile amministrazione con utili scbiari- ro protestante. Consiste l'asseguamento
nienti. Riepilogando 1' autore le cose e- precipuo di que'dignilari, iu 'vasti poderi
sposte intorno al potere ecclesiastico, ter- di cui hanno l'amministrazione e godono
mina concludendo. i.° Chele fondamen- parte de'frutti.Lepropinede'vescovali in-
ta di questo potere furono poste da Co- glesi, determinate fin da'lempi feudali, so-
stantino! e da'suoi successori, in un'epo- no così grasse che ove a'nostri dì ne go-
ca considerabile per lo stato fiorente della dessero tutte r entrate, parecchi di que*
civilizzazione dell' ai ti e delle scienze. 2.° \escovi avrebbero aria piuttosto di so-
Che accordando al clero si grande pote- prani che di semplici privati. 11 perchè
re, gl'imperatori cristiani non fecero che \olle il parlamento di Londra conoscer-
trasportare nella Chiesa gli onori e le pre- ne le rendile, e trovatele al di là del ne-
rogative in ogni tempo concedute a'mi- cessario ad unagialissimo vivere, ne tra-
nislri sagri presso romani, come presso
i smise per legge del i836 al pubblico e-
tutti gli antichi popoli. 3.° Che questa rario il superfluo, deterniinandoa'singoli
condotta degl'imperatori cristiani era al- un' annua pensione. Kè credasi che il par-
tresì conforme a'principii una saggiad* lamento mostrato poco generoso. A.
siasi
politica e all' uso e alle massime dell'an- vescovi di Worcester e di Salisbuiy fu-
tichità per la stretta unione che deve esi- rono destinati 1 25, 000 franchi all'anno,
stere tra la religione e lo slato. 4. °Da ulti- a que' di Londra 2 5o,ooo, ed
York e di
mo, che il clero, lungi d'aver ambito que- a quello di Cantorbery S^S^ooo. Anche
sto potere, non l'esercitava che con rincre- i vescovati di minor rilievo furono ab-
scimento, e fra' vescovi soprattutto, quelli bondantemente provveduti: come p. e.
che ne usarono con maggior splendore di loS.ooo venne dotato quello di sau-
sotto gì' imperatori cristiani, precisa- t' Asaph, e colla stessa liberalità tutti gli
mente i più in salvo dal rimprovero del- altri.Ridotto per tal guisa il salario del-
l'ambizione e della cupidigia. Ke' libri l'alto clero, non volle il governo inglese
dellaCamera apostolica e del Sagro Col- metterle ilia ni sopra i beni dell'episco-
legio (P\) sono registrate le Tasse de pato anglicano, che come cosa sagra noa
henejìciì ecclesiastici(F.), e quelle de've- pativano d'esser tocchi da veruu profa-
scovali le vado riferendo negli articoli de* no. Cercossi adunque di non islaccare da*
vescovati medesimi colle proposizioni con- vescovati, ma conservar loro scrupolosa-
cistoriali, colle quali pure riporlo la cifra mente per inlero le antiche dotazioni, la-
della rendila della mensa. Tranne quasi sciando a' vescovi il carico di ammini-
poche eccezioni, sono in generale medio- strarle, coir obbligo però di trasmettere
cri, e in buon numero scarse assai, la essi medesimi ad uu comitato ecclesiasti-
Tece narrai altrove le pingui mensedel- co perciò eletto, l'eccesso della tassa le-
l'episcopato anglicano ammogliato,e qui gale. Colla qùal provvidenza volle mo-
aggiungo quanto riferisce la Cirilla Cat- strare il parlamento che, mentre pone-
tolicay serie 2.% l. 2, p. 576, sulle ric- va un qualche argine al lusso di que'si-
chezze de* vescovi anglicani, per confu- gnori, rispettava pur la chiesa nazionale,
tare le calunnie contro le pretese ricchez- e altamente si confidava nella scrupolo-
ze dell'Episcopato cattolico e del clero, sa integrità de' suoi pastori. In vece l'E-
di quelli poi che si mostrano ammira- piscopato cattolico dell' Inghdterra, Ir-
tori de* protestanti inglesi e de' loro co- landa e Scozia, pel quale furono dota-
stumi. L' episcopato della chiesa angli- ti ivescovati, vede godersi le rendite dal-
cana è riccamente dotato; ne la legge l'episcopato eterodosso, menlreesso è po-
dell'abnegazione e della povertà religio- vero e per lo più vive delle pie oblazio-
sa riguarda punto gli alti baroni del cle- ni de* cattolici. Ognuno poi conosce qua-
no VER V E R
le de' due episcopati adempie il suo mi- tolif della sede vacante^ de* vescovi
si a cui é tenuto, resta a di lui comodo sempre riguardo all' utilità spirituale e
e beneQcio, ed a sua libera disposizione vantaggio de'rispetlivi vescovati medesi-
quanto ne avanza, mentre vive e sia in mi, principalmente a'diocesani per la lo-
islato di buona salute; ma essendo infer- ro vicinanza a* propri pastori. Se il ve-
mo molto più in istalo di moribondo,
e scovato a cui viene falla la dismem-
non ne ha disposizione alcuna, cosi del- brazione è pieno, conviene ricercare il
l'entrale di quell'anno già mature, e rac- consenso del proprio vescovo; se è vacan-
colte, e confuse col suo patrimonio, co- te, occorre l'assenso del vicario capitola-
m'anche «legli anni passali, e degli acqui- re e del capitolo. Non mancano però e-
sii,che colle robe ecclesiastiche abbia fat- serapi che le dismembrazioni ed unioni
to,mentre in quelledeve avere per erede sieno state effettuate da' Papi inauditis
necessario la sua Chiesa, ovvero in suo Episcopio , et yicariis capìtnlaribus ,
de'poveri, e che i vescovi come operai dice: Non può validamente oslare all' e-
mento nel § VIU dell'ai-licolo Vescovo. XXII smembrando Macerala, dalle due
diocesi diFermo e Camerino, a' i 7 no-
§. l V. Dismemh razioni de ve- e unione vembre 320. Urbano V a' 3
1 1 agosto
scovati j loro soppressioni. Governo 36f) separando Monte Fiascone
I da Ba-
e amministrazione eli piii vescovati j gnorea.LeoneXa'2 7giugnoi5i 5 smem-
conferiti a giovani. I^escovati ritenuti brando Lanciano da Chieli ed a' 7 set- ; 1
zione del vescovato di Città della Pieve, praticò quando da Camerino furono se-
palle della diocesi di Perugia; e per ta- parate Fabriano e Maidica. vJon fecero
cere di tanti altri. Pio VI nel 1786 di- così altri Papi, come Giovanni XXII, il
smembrò da Camerino , Matelica antico quale nel dividere in 5, o più diocesi,
vescovato, e Fabriano eh* era tale fino l'ampio vescovatodi Tolosa, tutte le prov-
da Benedetto XI 11, ma unito a quello di vide colla ripartizione delle rendite di
Camerino, aeque princìpalìlci\cov\ mol- quella di Tolosa. Il dotto can. Strocchi
li altri luoghi annessi, per cagione della nella Serie de' Fescnvì faentini ossevvat
lontananza da Camerino e della vastità che ne* 3 primi secoli della Chiesa non
del vescovato di quest'ultima ; e Pio VII polendosi rinvenire numero bastevole di
disgiungendo da Camerino nel 1816 sacerdoti a sostenere la dignità episcopa-
Treja ed assegnandone il vescovato in per- le, e non essendo per anco fissato i limiti
petua amministrazione all'arci vescovo ca- delle rispettive giurisdizioni, era bisogno
nierinese. Tutte le dismembrazioni ed di mettere sotto la dipendenza d'un solo
unioni di vescovati ponno effettuarsi in vescovo due o tre vescovati, conie si leg-
Ufodi diversi: i.°con bolla apostolica per ge di s. Anatolone, il quale resse a un
la via della dateria, 2". per camera, 3." tempo quello di Milano a lui assegnato
per via segreta, 4.° per breve come più dall'apostolo S.Barnaba, e quello di Bre-
\olte praticò Pio VI nel 1786 pe' vesco- scia ch'egli avea fondalo; la qual con-
"*'nli d' Ungheria, 5." per concistoro nel- suetudine e disciplina ecclesiastica fu poi
) alto stesso di provvedersi la chiesa , co- confermata nel 43 idal concilio generale
me fece Pio VI a' 28 settembre i
798 d'Efeso a richiesta de*vescovi d'Europa,
nelle provviste degli arcivescovati di O* poiché si statuì che Tanliche consuetudi-
risiano e di Cagliari in Sardegna. Ne'pri- ni avessero forza di legge. Per cui si tro-
mi secoli della Chiesa ,
quella d' Africa va, che a un tempo un vescovo governò
era egregiamente regolata con spesse se- più vescovati, senza che questi nulla per-
di vescovili, e nel giro non mollo vasto di dessero della loro integrità, e solamente
poche Provincie coniò sopra 5oo vesco- fu praticato per provvedere alla vacan-
vati. S.Agostino che n' era uno de' più za di loro sedi; così vengono conciliate le
Lelli ornamenti, mosso da quella carità discrepanti opinioni, di quelli che preten-
di cui ardeva per la salute delle anime
,
dono un vescovo esclusivamente pasto-
conoscendo d' avere troppo vasto il suo re delTuno o dell' altro vescovato,© che
vescovato d'Ippona, e di non poterlo go- i vescovati fossero stati uniti. Sempre
vernare con tutta la necessaria vigilanza, poi la Chiesa non tollerò che due vescovi
s'indussespontaneamente a smembrarlo, governassero un vescovato, a meno che
ed a privarsi d'una parte di sua giurisdi- con autorità delegata di ausiliare o suf-
zione, senza valutare la diminuzione del- fraganeo,altrimenti sarebbero stati unius
la propria autorità e la diminuzione rela- corporis duo capita, unius sponsis diiae
tiva delle rendite. Per cui dal vescovato sponsae j per cui quando il prepotente
d'Ippona fu smembrato il castello di Pos- Costanzo imperatore ordinò che insie-
sala o Fussala oFussulaje s. Agostino me Papa s. Liberio reggesse la Chiesa
a
medesimo dopo averne cousagralo colle romana s. Felice li, il popolo esclamò :
112 VES VES
Vnii'i Deiia^ uniis Clirislus^ iinus Epi- me ne'surriferili casi. Il cardinal De Lu-
scojms. Già era ciò stalo proibito dal ca ragiona nel cap. 87: Del governo e
concilio Niceno, e poi decretarono s. Da- dell' amministrazione da farsi per un ve-
maso e s. Leone I. E Paciano, scriven-
I scovo di due o pili vescovati j e dtllc di-
do a Semproniano disse: Jura cano- , verse specie delle unioni j e come si dti
inun, etfas sacerdotiì, non patiunlur^ ut un vescovo di piìi vescovati; ovvero al-
eoclem tempore duo si ut Episcopi ejus- l'incontro se in un solo vescovato si dia-
dem Ecclesiae. Per la soppressione dei no pili vescovi e piìi capitoli e più chiti'
vescovati, e per la unione con altri, per se materiali colla qualità di cattedrali.
cause canoniche, o ad istanza del sovrano Le regole generali portano, che in utja
territoriale, ci vuole il consenso o alme- chiesa cattedrale e metropolitana non
no l'inlerpellazione de' vescovi e de'capi- ponno essere più vescovi o arcivescovi^ ne
Ioli cattedrali de' medesimi , concorren- alcuno può esser vescovo o prelato di più
dovi rautorilà apostolica per bolla o per chiese cattedrali o metropolitane; e ciò
breve. Per ciascuna dellesoppressioni ed per la può un uomo es-
ragione, che rion
unioni, conviene fare uno slato preciso tempo marito di più don-
sere nell'istesso
de'vescovali da sopprimersi o unirsi, e ne, uè una donna può esser moglie di più
delle giuste cause clie le provino uti- uomini essendo questo un uìatrimonio
,
li. La qualilà delle cause può determina- spirituale, quale va regolato come il
il
chiese non vacanti, o de'capiloli per le sta regola, perchè due e anco più chiese
vacanti, o almeno la loro inlerpellazio- cattedrali o metropolitane si concedeva-
tà necessarie nella provvisla del vescovo, tende ad istanza de' sovrani, e li ricavo
né vi si ricercano i requisiti voluti nelle dalia Storia de Pontefici di Novaes. Pri-
persone le quali si devono eleggere per ma mi piace ricordare, che il Sarnelli nel
vescovi; onde le chiese giuridicamente si t. 2. ci die'la lett. i^: Qiial sia miglior
dicono tuttavia vacanti e vedovate sopra partilo eleggere i vecchi o ig'ovanial i'e-
be che que-
al capitolo; colla differenza, beni di es^aJ non dovendonegodere a lun-
sto può applicare a se stesso frutti che i go; non pensa a mettersi in guai, doven-
avanzano dopo sopportati pesi, ed ha la i do forse non lardi uscirne; e che la tena-
giurisdizione episcopale , unione che di- cita nella vecchiezza è morbo. Quindi pro-
cesi impropria e si ha come fosse mera- pende pe'giovani, se esemplari e virtuosi,
mente provvisionale. Dirò io: Pare che iNel t. 6/scrisse la lettera 5S: Della di'
ne sia eccezione, quando l'amministrato- g nità nell'età decrepita. Giovanni X nel
reè perpetuo; imperocché le amministra- 9^5 confermò l'elezione per l'arcivesco
zioni delle chiese cattedrali e abbaziali so- vato di Rf'inis^ ad Ugone figlio del cont(
no di due sorte, perpetue e temporanee, sovrano d'Aquitania e conte di Verman
per le quali si suole procedere per la da- doi<,il quale non avea compili cinquean
teria e pe'brevi; si propongono anche in ni di età, perciò scrisse il Baronio, che
f'ezionedel processo concistoriale. Se Tarn- Chiesa di Dio, non mai prima udito, né in
ministratore non è vescovo, si promove mente conceputo. Narrai nel voi. LXXll,
a chiesa titolare in partihus. Talora per p. 65, che dopo avere l'antipapa Felice
la giovanile £'tó(/'^.) dell'amministralo V rinunziato nel i449 l'anlipontifìcatOi
re, gli fu data l'amministrazione in teni- ed il vescovato di Ginevra, questo fu con»
poralibus tantum j e per la spirituale gli ferito al nipote Pietro di Savoia d'8 an-
fu dato un coamminislratore, promosso ni ed ebbe a vicario generale Tarcive*
,
a chiesa vescovile m/Mr//^«5, come pra- scovo di Tarantasia. Nel i466 Paolo II
licossi nel 1732 coll'infante di Spagna d. die'in commenda l'arcivescovato di Lio-
Luigi di Borbone^ d'8 anni, per l'arcive- ne a Carlo di Bourbon d'i i anni, per es-
scovato di Toledo^ e cardinale, a cui poi sere del regiosangue di Francia, e 4 an-
Benedetto XIV nel 1741 accordò pu- ni dopo legato d'Avignone, indi Cardi'
re l'altro di Siviglia, egli concesse quel- naie (nel quale articolo riportai un bel
la in spiriucalibusy allorché fosse perve- ntunerodi giovani elevati a sì sublime di-
nuto ad età legittima e si fosse con sagra- gnità; e nel voi. LIV, p. iii, registrai i
to: dignità tutte che rinunziò per ammo- Papi eletti in giovanile età. Scrisse Gio.
gliarsi, colla riserva di i5o,ooo scudi di Giorgio Estor, De Cardinali impiibere,
pensione sui due arcivescovati, conces- 743). Fu biasimato Si-
Z>z^z?rz7;fl6;,Jenaei
sagli XI V a ti-
dallo stesso Benedetto sto IV, perchè permise che Alfonso, ba-
tolo di commenda, non avendo riceva- stardodel re d'Aragona Giovanni ll,fan-
to i sagri ordini. Simile amministrazio- ciullo di meno di 6 anni, possedesse in
l^e lemporalibus tantum fu concessa an- commenda perpetua l'arcivescovato di
che per concistoro, particolarmente sotto Saragozza; ecreòcardinale neh 477 Gio-
Clemente XIII. Io credo cheegualmen- vanni ò' Aragona figlio di Ferdmando F
te abbiano avuta l'amministrazione in re di Napoli, di i4 a«n<) che pretendono
r\ ±. A. \^
-
ii4 VES VE S
alcuni già fallo arcivescovo eli Salerno di scovo Giovanni Moroni, successivamen-
9 anni, bensì nel 1478 lo dispensò come te cardinale; e di eguale età vescovo d'An-
impubere a conseguire l'arcivescovalodi goulcme Filiberto Naldì, eh* ebbe poi il
Taranlo. Di i4 anni, Sisto IV fece ve- cardinalato. Paolo III nel 1 544 f^ce il ni-
scovo di Monlauban Giorgio d' Amhoi' pote R.anuccio Farnese di 1 5 anni arci»
se il seniore, principe francese, e poscia vescovo diNapoli,e nel seguente l'ornò col-
cardinale. Nel 1487 Innocenzo Vili no- la porpora; e di 1 3 anni arcivescovo di
minò all'arcivescovato di Strigonia Ip- ReimsCarlode'duchidiLorcAzrt, poi cardi-
polito à* Este de' duchi di Ferrara, nel- nale: di 2 I promosse al vescovatodiTroyes
l'età di 9 ebbe la porpora
anni, e di i5 Luigi de'duchi di Lorena, anch'esso car-
cardinalizia. Alessandro VI neli5oi di- dinale. Di 16 anni. Paolo III dichiaròcoa-
chiarò vescovo di s. Pons fle Tomiers e diulore all'arcivescovato di Resancon del
nel seguente arcivescovo di Narbona ,
proprio zio, Claudio de la Baunie, in se-
Francesco Guglielmo di Cler moni d'i 22 guilo cardinale. Giulio III di 1 5 anni no-
anni, indi cardinale; e neli5o2 di 4 a"* minò vescovodi Ferrara Luigi d'^^/e de^
ni nominò coadiutore al vescovato di duchi di Ferrara, poscia cardinale. Car-
Metz, colla condizionedi nonaverneram- lo di Borbone il giuniore di 20 anni eb-
ministrazione prima di 20, Giovanni di be la condiutoria all'arcivescovato di
Lorena, figlio del duca Renato li, e poi Rouen, poi cardinale. Con sua dispensa,
cardinale e provvisto dii4 vescovati e 5 Gregorio XIII fece vescovo di Ratisbona J
badie. Di più Alessandro VI, diiB anni Filippo de'duchi di jSrti^zer^, ancor bani- a
Mantova Ercole Gonzaga de' duchi di e poi lo creò cardinale. Lessi in un mss.
Mantova, elevato quindi al cardinalato. importante su questo argomento. « ^'o^
Di più Leone X fece vescovo amministra si trova esempio che ad un vescovo resi-
loie di Monte Fiascone e Cornelo Ra- denziale sia slata conceduta la ritenzione
nuccio Farnese di 9 anni, che nel i534 di altra chiesa residenziale in titolo ad
dal parente Paolo IH fu abilitalo a ri- certuni tempus, ovvero sempre ad i^//^/;/,
il detto della Sapienza, e. 3; Spuria vi- un vescovo residenziale " anco di titolo
inlamìna non cìahunt radices alias. Nel patriarcale, come a suo luogo riportai di-
1529 Clemente VII di 20 anni creò ve- versi esempi, qui ricordando il vescova-
:SV̻f^VVi;^!'
VEK VES ii5
io (li Pnvin^ a cui fu unito il titolo arci- zione, t. 4> p. 168: Brevi tempore Medio-
^cos\\e<\' A niasia^ ed il vescovato di Mal- lanensis Ecclesiae Archiepiscopus fait^
tn , a cui fu unito l'arcivescovato di JÌO' cani deinceps Summus Ecclesiae Ponti-
di. Molti poi sono gli esempi de'Papi che fcx adletus per dìgnos^fidosque adnii'
ritennero almeno per un tempo il loro nistros ad mortem usqiie sanctissime re-
anteriore vescovato, come può riscontrar- xit. Il cardinal Conti vescovo suburbica-
Papa era già vescovo di vescovato deler* ne vescovati sino alla morte, e così li go-
i
minato^ non perciò è assolutamente co* vernò 32 anni. Dopoché Clemente V sta-
strettoa dimetterlo, cosi dell'abbazia /zfJ- bilì la residenza in Avignone, Giovanni
liiis. Conservò infatti il vescovato di Barn- XXII che gli successe nel 1 3 1 6 era stato
hcrga nel 1046 Clemente If, nella cui vescovo di tal città, e dipoi nel i3i8 ri-
cattedrale fu poi trasferito il suo corpo, servò per sé il vescovato d' Avignone, e
benché morto presso Pesaro, il che me- vi stabilì un vicario generale per gover-
f»lio dichiarai nel voi. LXXXVI, p.i 65. narlo in suo nome, né volle altro vesco-
Quello di Toni nel 1 049 s. Leone IXy de- vo finché visse. Eletto Clemente Vlaeì
stuiando bensì il futuro successore, e poi i3/\.2 in Avignone, vacato il vescovato
si recòa visitare il vescovato. Quello d' Ei- nel 1348, lo riservò per sé e lo fece go-
chstett nel io55 littore IL Quello di Fi- vernare da'suoi vicari sino alla sua mor-
renze nel I o58 Nicolò II^ e poi fu sepol- te. Gli successe neh 352 Innocenzo VI,
to nel duomo di tal città. Quello di F^uc- ed anch'esso ritenne il vescovato d' Avi-
ca 1061 Alessandro II ^ che visitò
nel gnone , e in tutto il pontificalo lo fece
nel suo pontificato e lasciò dopo o anni. i amministrare da'suoi vicari generali. Fe-
Dice il Novaes: Si vuole che Urbano II ce il simile Urbano F" eletto nel i362.
deh 088 fosse stato arcivescovo di Mila- Questi Papi avignonesi non erano prima
no^ per cui si crede che ritenesse quell'ar- del pontificato vescovi d' Avignone, ma
civescovato, perchè lasciò scritto l'Ughel- per dimorarvi, oltre il vescovato di Ro-
li: Ecclesiam Mediolanenseni eliani in ma assunsero quello d' Avignone, il che
Ponlificatii rexisse perhibetar, Tuttavol- però non fecero Clemente V, Benedetto
ta ne' due articoli non credei ciò ripete* XI le Gregorio XI. E l'antipapa Clemen-
re, e nulla trovo d'affermativo nel eh. ab. te VII fermando la sua dimora in Avi-
Cappelletti, Le Chiese d* Ilalia.T emo che gnone nel 1379 ^^ assunse il vescovato,
il Novaes, che ne parla nel t. 2, p. 56, che però cede ad altri nel 1 390. Per ana-
delle Dissertazioni d' introduzione alle logia aggiungerò che l'antipapa i^e //ce V
vite de' Sommi Pontefici, benché citi r/;<'Z- talvolta fece residenza in Ginevra, à\ cui
//<7.?^cr<7,t.55p.i65,dellai.* edizione prò- riparlai meglio nel voi. LXXII, p. 59, vi
l)fìl)ilmente,abbia equivocalo con Urbano avea la dateria, e nel 1 444 ritenne per sé
HI Crivelli milanese, che nella sua iSVo- il vescovato. Divenuto Papa nel 1 534 P^o*
/•/<? nondimeno l'avea dello arcivescovo di lo III, perqualche tempo ritenne i'am-
xMilanOjChiesache seguitò a ritenere quan- ministrazioned'Ostiae Velletri.Neh555
<lo nel I 1 85
fu creato Papa, non senza creato Papa Marcello II, ritenne il ve-
notare che Papebrochio dubitò che fos-
il scovato di Gubbio. Morto dopo 22 gior-
se stalo arcivescovo di sua patria; quin- ni di pontificato, Paolo //^ che gli suc-
di nelle Dissertazioni nulla ne disse, il cesse, ritenne V arcivescovato di Napoli
cardinal Crivelli fu realmente pastore di di cui era pastore, finché nel 1 55'j lo die'
Milano, e divenuto Papa ritenne l'arcive- in amministrazione al pronipote cardi-
scovato, leggendosi oell'Ughelli, 2.^ edi* nal Garafa. Ma quando fu eletto Papa,es-
ii6 VES VES
sendo slato piegalo dal clero e dalla cit- un podere della dominante, perdendo an-
tà dì sostituirgli altro arcivescovo , avea che il nome e l'essenza, ossia la qualità di
non iuicarej mi-
risposto: Ecclesiani illam cattedrale, onde quel territorio, il quale
sere adirne eorum Archìcpiscopum. Nos per l'innanzi costituita un vescovato o
qui adhuc singulari amore patriain, ac diocesi da se, diventa parte dell'altra dio-
Ecelesìam Sponsam^ nos UH in poster wn cesi, la quale però si dice una sola, così ac-
eodeni ajfecliim praeerinius. Nel 1724 cresciuta di confini e di popolo. E nel ca-
fatto Papa Benedetto JC/// ritenne 1* ar- so della 2.' specie, parimente si dislingue
civescovato di Benevento, di cui fece suo e si confonde la primiera natura d'ambe-
coadiutore il cardinal Coscia, e Io visitò due, e di esse se ne forma un nuovo com-
due volle nel pontificalo. Eletto ^e/^et7e^ posto, il quale costituisce \\x\ solo territo-
to XIV nel 1740 ritenne l'arcivescovalo rio, ovvero un solo vescovato, una sola
di sua patria Bologna^ e solamente /^o^f diocesi, ed una sola chiesa formale. Però
annos xiv dimisit, per farne arcivescovo si verifica solamente la limitazione nella
il cardinal Malvezzi, prima di lui aven- 3.' specie dell'unione acque principali-
dolo governato per il suosuffragaueoScar- ter, per la quale ciascun vescovato e chie-
selli arcivescovo di Menico in partibus o sa ritiene il suo stato antico, e tutte le sue
Menilo^ a cui successe nel 743 Lattanzio 1
[)rerogative, senza che una abbia sogge-
Filippo Sega bolognese, vescovo d'Ama- zione o rispettivamente superiorità all'al-
vali per un vescovo^ con indulto pontifi- effetti due diverse e totalmente separate.
cio. Oltre la discorsa limitazione, l'altra Molto rara però, e forse nell' Italia niuna
ènei caso della vera e giuridica unione è la pratica della i
."
e delia 1.^ specie d'u-
de' vescovati, mediante la quale si dà il nione perpetua delle chiese cattedrali o
caso che una persona sia vescovo e pre- metropolitane (cioè al tempo dell'autore
lato di più chiese cattedrali o metropoli- 1 675), essendo frequente nelle parrocchie
tane, e per conseguenza di più diocesi e e nell'altre chiese inferiori; cooje dall'uso
Provincie; e questa suole essere di 3 spe- è anche adlitto tolto il dare le cattedrali
zione, e la 3.^ che si dice aeqite principa- 3." specie d'unione aeque pruicipaliter,
liter. due prime specie non si ve-
Nelle e lasciando di discorrere dell'altre specie
rifica il sia un vescovo di due chie-
caso che suddette, e restringendosi a quest'ultima,
so, ovvero di due diocesi, mentre in ef- entra la distinzione fra il caso e il tempo
fetto è una chiesa sola, per la ragione che che la sede episcopale sia piena del vesco-
nella i
.'
specie dell'unione soggettiva, cioè vo, e l'altro che sia vacante per morte na-
che una chiesa accessoriamente si unisca turale e civile, o per altro impedimento,
e si faccia soggetta dell'altra, questa do- onde sia luogo alla giurisdizione e all'am-
minante è quella la quale resta 1' unica ministrazione del capitolo, ^el i.°caso,
cattedrale, e l'altra si sopprime ed eslin- benché tra esse chiese e diocesi continui
gue; sicché diventa un membro ovvero lultavia la diversità, come se veramente
VES VES 117
e di fatto fossero separale e ciascuna a- quanto ifìse^nbWGonzùleZiRegul.SCan-
vesse il suo proprio vescovo, senza che cell. Glos. 5, § 7, o. 29, sulla comune
una riconosca soggezione alcuna all'altra; pratica de' vescovi di vescovati uniti, i
a tal segno che si dia la pratica che siano quali in lutti gli atti s'intitolano dell'uno
di diversa natura, cioè che una sia sog- e dell'altro, anteponendo sempre il nome
getta al metropolitano, e l'altra sia esen- di quel vescovato, a cui appartiene l'af-
te e immediatamente soggetta alla s. Se- fare che tratta. Tertio moclofu unìo dua-
de; ovvero che una sia d'una provincia rum dioecesitnif vel ecclesiarum quoad
e soggetta ad un metropolitano, e 1' al- caputa et gubcrnalorem, ut utraque re-
tra ad un altro, con altre somiglianti dif- maneat in siiis propriis bonis^ ac juri-
ferenze. Nondimeno per quello che spet- bus dislinctisy et separatis, utprius^ sed
ta al vescovo e al suo rispetto, ambe si habeat unum dumtaxat episcopuni etre-
stimano per una sola circa le cose perso- clorentf et quaelibet retineat suaprivile-
nali e individue, come per esempio sono: giayjurajac statata glos. et scribentes
la residenza, il vicario generale, il tribu- in cap. et lemporis^ cap. praecipimus 16,
nale, il consagrare l'olio santo nel giove* q.ifUtacciditin Episcopatu Fiterbien-
d'i santo, e simili ,
poiché risiedendo io se et Tuscanense^ quia licei sint duae
una delle due diocesi e facendo in essa le dioeceses, unus tamen episcopus est, et
funzioni pontificali, come anche lenendo cum episcopus rescribit super concer-
un solo vicario e un solo tribunale appres- nentibusjurisdictionemetadnìinistratio-
so di sé, soddisfa all'obbligo suo. Va ec- neni Episcopatus Viterbien. se nominai
cettuato l'atto del possesso che si prende Episcopum Viterbiensem, et Tuscaneu-
dal nuovo vescovo, perchè deve prender- sem, si vero super concernentibus Episco-
lo in tutte edue le cattedralijovvero quan- patus Tuscanensis,se z«^c'r/Z>/f Episcopus
do la cattedrale sia diruta o impedita, ne' Tuscaoensis et Viterbiensis, seniper an-
luoghi soliti; onde alle volte si dà il caso, teponendo nomen illius dioecesisy inqua
che avendo il vescovo preso il possesso in consistit reSf de qua agitur. Mi piace pu-
una, continui nell'altra il vicario capito- re di rammentare, che si suole ancora pra-
lare, come se fosse ancora la sede vacan- ticare, nell'unione de' vescovati, di con-
te. Di gran vantaggio però ad una di es- cedere il 1° luogo nella nomenclatura a
se sopra l'altra riesce la residenza del ve- quello il quale è di più antica erezione.
scovo per molti rispetti; primieramente Così fece Pio VII nel 18 18 per la circo-
per la maggiore onoriQcenza; secondaria- scrizione delle diocesi del regno delle due
mente perchè sebbene il vescovo di due Sicilie, di concerto coire Ferdinando I).
mente s'intitoli, secondochè porti la con- la distribuzione annua dell'olio santo. Set-
suetudine alla quale in questa materia timo per l'altra comodità nella celebra-
molto si deferisce ; nondimeno di fatto e zione del sinodo, quando la consuetudi-
appresso il mondo, e per l'uso comune ne non porti che questi si facciano distia-
di parlare s'intitola con quella sola nella taraente in ciascuna diocesi. Ottavo per
quale per lo più risiede (arroge che, ol- l'altra comodità del seminario, attesoché
tre il già detto nel § I, io qui riproduca quando ciascuna diocesi potrà comoda*
n8 VES VES
mente avere Ìl seminario proprio, in tal cune chiese, che per la povertà non vi
caso non potrà il vescovo pretendere di siano canonici, non perciò potrà preten-
volerne erigere un solo nel luogo della dere il capitolo dall'altra di far questa
sua residenza ; ma quando ciò non sia figura, ma la giurisdizione si consolidane!
praticabile, sicché per tutte e due con- solo vescovo, quando l'antica e la legit-
venga d'erigerne uno solo, per ordinario tima consuetudine non disponga diversa-
ciò suole seguire nel luogo della solita mente. Kell'altro tempo dellasede vacan-
residenza, con molti altri vantaggi simi- te, ovvero impedita, sicché subentri la giu-
li, che porti il caso, ovvero l'uso. JNel pro- risdizione e l'amministrazione del capi-
posito dell'intitolazione, dice lo stesso De tolo, ha luogo la totale separazione e di-
Luca, a suo tempo si dubitò circa T ac- versità, per cui ciascun capitolo deputa
cettazione dell'alternativa, se intitolan* il suo vicario e il suo economo, e gli al-
dosi il vescovo col solò nome d'un vesco» tri ufEziali per la propria chiesa e dioce-
vate quello s'intende accettato per am- si ,
perchè solamente si dà il caso della
bedue; però si tolse poi il dubbio per le loro unione quando si abbia da eleggere
regole moderne della cancelleria, che pre- il vescovo, perchè l' elezione egualmente
scrisse doversi esprimere ambedue, e che spetta all' uno e all' altro fuori d' Italia,
altrimenti s'intenda per quello solo, il cioè ove si conserva tale disciplina. Quan-
quale sia espresso. £ quanto al sinodo, fu do da'capitoli, o da uno di essi si trascu-
anche dubitato se celebrandosene uno so- ri l'elezione del vicario o che proceda ma-
lo per le due diocesi, ma distinguendosi lamente, alle volte il caso porla in que-
gli esaminatori sinodali, ponno quelli d'u- ste diocesi unite , che la devoluzione si
na diocesi intervenire nel concorso delle faccia a diversi superiori, cioè che una se-
della città dell'altra diocesi, siano tenuti fosse il capitolo attuale subentrerà subito
andare a quella cattedrale , nella quale la podestà del metropolitano, e non quel-
sia seguita la consagrazione, ovvero che la dell'altro capitolo, quando però l'an-
il sia tenuto mandarne una par»
vescovo tica e legittima consuetudine, in vigore
te competente all' altra, e indi debbano della quale si possa allegare il privilegio
prenderlo parrochi della propria dioce-
i aposlolico,non disponga allrimente.Quan-
si, e venne deciso che si debba attendere punto opposto, se in una
to poi all'altro
al solito conforme nell'opere del miscel- chiesa e inuna diocesi si ponno dare due
laneo ecclesiastico. La visita de'sagri Li' vescovi, ancorché la regola sia negativa,
mina si fa nel medesimo tempo per am- per l'accennata ragione della mostruosi-
bo i vescovati, colla relazione però dello tà di dare due capi in un corpo, ovvero
stalo distinto dell'uno e dell'altro; e tut- dell'inconveniente di dare due mariti ad
to quello che riguarda la partecipazione una donna; nondimeno ciò si limita, quan-
del capitolo cattedrale nella giurisdizio- do così richiedesse la ragione della diver-
ne e amministrazione della chiesa, si a- sità de' riti,perché ncli'istessa diocesi il
datta a'capitoli di ciascuna, come se fos- popolo vivesse parte col rito latino, e pai le
sero veramente due vescovi e due vesco- col greco (o altro, come in CostantinopO'
vati;onde quando il caso porli che in uno li, ed in Lcopoli, che vi è pure l'armeno :
di essinon vi sia il capitolo attuale, con- fra le cillà in cui sono cattolici di diverbi
forme la pratica alle volle insegna in al- rili, certamente va ricordata Ccrusalcm-
VES VES 119
wi<'jivioranuovameiile,coraedissì,iisiecle acciò la cattedra vescovile non restasse as-
il patriarca latino, vi soleva dimorare il sorbita tra le sue ceneri , fu unita alla
patriarca {\q* Melchìiiy e vi è un arci ve* chiesa di Napoli da s. Atanasio il senio-
SCOTO Siro del patriarcato antiocheno), re che n'era vescovo; ma poiché tal unio-
mentre in tal caso non implica che vi ne non fu aeque principalis, ma subj'e»
siano due vescovi di diversi riti, poiché cZiVrt,cosi la sede vescovile di Miseno per-
in questo caso inteileltuainiente si fingono de l'antico suo titolo, il suo pregio e la
due diverse spose di diverse qualità, cia- sua dignità, restando estinta e soppressa
scuna delle quali abbiali suo sposo spiri' interamente. Talvolta alcuni vescovati
tuale, ovvero che l'unica persona forma" soppressi, uniti ad altri, quindi furono di-
le e intellettuale del vescovo sia rappre- sgiunti, e nuovamente ripristinati, ven-
sentata da due persone materiali, che pe- nero al uiedesimo riuniti, ma aeque prin-
rò la diversità de'rispelti toglie l' impli- cìpaliter, come da ultimo nel i852 av-
canza, la quale propriamente cade quau* venne a P'^enafro (P^.) con Isernia.Tat'
do due fossero vescovi e capi. La plura- le altra si dismembrò da una diocesi uà
lità delle chiese cattedrali materiali non territorio, si eresse in vescovato, e quindi
porta contraddizione, poiché sebbene la venne unito, aeque principaliter^ a quel-
chiesa cattedrale è unica, rappresentan- lo medesimo da cui era stalo distaccato,
do una sola persona iutellelluale, deve il che di recente seguì nel 853 con r'a- 1
essere quindi uno il vescovo e uno il ca- slo (F.), già parte dell' arcivescovato di
pitolo. Ciò s'intende della chiesa forma- Chied, e da esso diviso. Neh 855 del ve-
le, che può essere rappresentata da due scovato di Troia {F,) formarono due
si
o tre o più chiese materiali, le quali con- vescovati separati, cioè di Troiae di Fog-
corrono egualmente a formarla. » Con- gia, e perchè quest' ultimo fosse conve-
forme un'opinione vuole, che le 4 l^asi- niente vi fu unita l' abbazia di s. Marco
rSGo, eoa uguagliarla al suolo, dice che ro e al popolo, il quale conosce le qualità
I20 ^ ^VES V E S
di quelliche devono preporsi a pastori, ì vescovati, come per Genova nel volume
uia dovea farsi con molti riguardi sicco- XXVlll,p. 337, insieme al {)raticato per
lue capace d'essere incoslaiile e corrotto V Intronizzazione e. Possesso) j senì^ie pe-
dall'ioteresse, onde poi gli fu tolta ogni rò colla conferma ecolTapprovazione del-
ingerenza sulle elezioni, e per gli abusi in- la vSede apostolica, con i' autorità della
sorti anche al clero, meno diversi privile- quale ne seguisse quindi la consagrazio-
giati capitoli. Il De Luca tratta nel cap. ne dell'eletto confermato. Anco quest'ul-
6 : A chi spetti provvedere i vescovati e timo modo andò in disuso, tranne alcu-
le altre prelature , ed in die modo ciò ni vescovati e arcivescovati di Germania
segue. Secondo i' opinione più ricevuta, e della Svizzera, spettando alla congrega-
ne'tempi della primitiva Chiesa, e finché zione concistoriale il riconoscere la vali-
soggiacque sotto le persecuzioni de' gen- dità di tali elezioni o postulazioni (voca-
tili (come inlese tale vocabolo il Maf- bolocomunementeusatoderivanle dal Ia-
fei, lo riportai nel voi. XCIV, p. 270), lino postulaiio, domandare, richiedere;
onde a' cristiani conveniva vivere e ce- come poitulator si dice colui che doman-
lebrare i divini ufficioccultamente; lì da, e principalmente si applica a quello
vescovi furono deputati da s. Pietro, ov- che avanti la s. Sede introduce la causa
vero secondo un'allra opinione, colla sua d'un Servo di Dio^ per la sua Beatifica-
autorità dagli Apostoli e da'primi disce- zione o Canonizzazione, e quindi ne po-
poli di Cristo; ovvero secondo divers'al- stula e supplica il progredimento e il com-
tra opinione, questi ultimi ne ottennero pimento, facendo per lui la postulazione
dalla bocca di Cristo la facoltà persona- solenne al Papa un avvocalo concistoria-
le; e così successivamente da'successori di le. Alcuni ordini religiosi hanno in Roma
s. Pietro nella Chiesa romana, e nel Vi- un qualificato idoneo religioso, postula-
carialo di Cristo; ossia con 1' autorità del to re delle cause de' Santi dell'ordine: si
Papa da' patriarchi. Ma avendo in pro- può vedere il Chiapponi, Acta Canoni-
gresso di tempo, dopo Costantino 1 il zationis Sanctorumj Postulatoris òau-
Maglio^ la Chiesa acquistalo la sua tran- sae Beatìficationis et Canonizationis, p.
quillila, ed essendosi peiciò resi i popoli 335; Postulatoruni Convenius, p. 8), in 1
credute le opere degli avversi alla s. Se* de, di che più sotto. Dell'operato da Gio-
de, che in pregiudizio de'suoi diritti adu- vanni XXII, ecco quanto nella sua Sto-
larono le sovranità, a queste prodigan- ria ne scrisse il iNovaes. Per molli secoli
done. Tra una èia seguente po-
le altre eravi l'uso, che i vescovi fossero eletti dal
sta aWIndice de'libri proibiti con decre- clero di ciascuna chiesa episcopale col suf-
to de'2 I aprileiGgS. Istoria dell'origi- fragio del popolo e consenso de'vescovi
ne e del progresso delle rendile ecclesia' provinciali, come si ha da s. Cipriano, E'
sfiche, nella quale si tratta secondo il ()ist. 3 e 4> lib. I, morto nel 208; acciò
gius antico e moderno di lutto quello il popolo non avesse assolutamente la fa-
che concerne materie beneficiarie del-
le colla d'eleggere, ed il testimonio del cle-
la Regalia delV investiture, delle nomine ro conoscitore delle virtù o vizi de' pro-
e degli altri diritti attribuiti a' principi, movendi, come nota il Tomassini, Defe-
di Girolamo Costa dottore in legge e tus et nova Eccles. disciplina circa Be-
protonotario apostolico^ traduzione dal neficia et Beneficiar os, t. 2, lib. 2, cap I,
Venezia I 768, pel Zerlelli che
^'rt/ice^e, De Elecl. Episcopor, ante tempora Con-
3 deputati aggiunti al collegio
l'intitolò a s tantini I. Perovviarequindi alle tumul-
de'DieciSavi, conoscendo in questo punto tuose fazioni de' laici, che nascevano ia
Io spirito e le pielensionldel governo del- (jueste elezioni, nelle quali seguivano an-
larepubblica di Venezia i^.)- Narra il cora le uccisioni, la provvista de'vescova-
Cernino, Hisloria diluite V eresie, che ti e l'elezione de'vescovi passò in diritto
uell'elezioni de' vescovi, onde provvedere a'capitoli delle cattedrali nel secolo XU,
i vescovati, essendo proibita l'elezionedel come sostiene il Van Espen, Jus Eccles.,
Successore (^.) al vescovato, cougrega- par. I, lit. i3, cap. 2 (posto a\V Indice nel
vansi li vescovi comprovinciali, il clero e 1704). Iodi Giovanni XXll fu poi ili."
il popolo: il clero proponeva il soggetto, Papa il quale (dopo aver colla bolla Im-
il popolo lo postulava, e col beneplacito minente nobis, de' i3 settembre i3i9,
de'vescovi, il clero sottoscriveva l'elezio- Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 177 : Reser-
ne. Ma tralignando il popolo in disordi- vallo Ecclesiarum, aliorumque Benefi'
ni, Innocenzo 11 a lui tolse lì j'us di po- ciorum, in Dominio romanae Ecclesiae
stulare (anzi imparo dal Novaes, che nel consistentiuni ad quae quis consueviù
,
I i4» insorta discordia tra il Papa Inno- per electionem assumi), nel 322 riserbò 1
cenzo li e Luigi VII re di Francia, a ca- a se ed a' suoi successori , alle vacanze,
gione del nuovo arcivescovo di Bourges, l'elezioni de'vescovati tutti nelle piovm-
nominato dal Papa econtraddetto dal re, cie ecclesiastiche d' Aquileia ,Mdano,
di
che un allio voleva promosso a quell'ar- di Ravenna, di Genova, di Pisa, di Na-
civescovato, Innocenzo 11 pubblicò Vln- poli, come attesta il Rinaldi, Annal.Eccl.
ierdclto in quel regno, che durò 3 anni), 1. 1 5 in Append.j e ciò appunto per prov-
l'Cilringeudolo prima al clei'o e poi a'suli vedere alle frequenti disseubiooi che tra
121 VE S VE S
gli elettori vi nascevano nell'elezioni, mas- suo pastore, facendola intimare al capi-
si me ailoia che i Papi risiedendo in Avi- tolo nella sagrestia del duomo. Tuttavol-
gnone, l' Italia era lacerata da intestine ta la repubblica fiorentina a supplire a
lozioni. Trovo nel p. VùcUay Notizie del- tale spoglio, e per avere un vescovo na-
le ChiesejLorenlìne^ t. 6, p. 269, narra- zionale, cominciò a mezzo de'suoi orato-
te le varie maniere, colle niiali nell' Ita- ri accomandarsi a' Papi. Quando il gon-
ai
tem[)odi Clemente Videi i342>
lia fino al faloniere Gherardini si recò da Pio li a
sicostumava di eleggere vescovi, e co- i pregarlo di dare a s. Antonino defunto
me vi subentrarono Papi. Imperocché i un successore fiorentino, fu esaudito nou
ora fucevasi l'elezione dal clero solo adu- senza facezie, riferite dall'Ughelli. Rispo-
nato nella cattedrale, talora dal clero in- se il Papa: » Illustri fiorentini non pon-
sieme col popolo, ed altre volle dal po- no essere della loro patria: s. Ambrogio
polo solo per acclamazione; ne mancano fu vescovo di Milano^ e non lu milane-
esempi che vescovi slessi vicini a morte
i se ; e s. Pietro fu vescovo di Roma, e non
nominassero il successore (era proibito, fu romano ". Ma Gherardini soggiunse
come già dissi; sarà meglio il dire, desi* con prontezza: » S. Zanobi fu fiorenti-
gnavano, proponevano, raccomandavano no e vescovo di Firenze; e s. Pietro ve-
alcun soggetto da loro creduto opportu- scovo di Roma, per non essere romano,
no e idoneo). Da* Papi finalmente restò fu da loro crocefisso ". Il Papa rise, e
escluso il popolo, poi anche chierici, ri- i disse occorrere sentire il parere de' car-
strettasi la podestà d'eleggersi il pastore dinali ; e Gherardini, avvicinatosi all'o-
a' canonici soli capitolarmente adunali. recchie del Papa, rispose: Papa suui c-
Altrettanto si praticò da quello di Fi* go, quasi volesse dire, tu solo puoi ogni
lenze, coirapprovaziooedeU'eletto dipen- cosa. In fatti Pio II pubblicò in concisto-
dente dal Papa, come avvenne per An- ro in nuovo arcivescovo di Firenze Or-
drea de Mozzi , nel quale concordando lando Bonarli fiorentino. Dal narrato si
unitamente il capitolo, subito lo confer- trae,che dopo la disposizione diGiovao-
mò Onorio IV, con breve in cui volle ri- ni XXII, non sùbito per tutti i vescova-
cordare, che dopo 12 annidi sede vacan- ti, ma a poco a poco i Papi riservaroasi la
te a motivo della discordia de' canonici provvisione. Altro esempio lo ricavo dal
divisi in due partiti, uno per Ubaldini e Martorelli, Memorie historiche d' Osimo,
l'altro per Lottieri della Tosa, per la ri- p. 242. Per morte del vescovo d' Osimo
nunzia d'ambedue, procedette all'elezio* Pietro Fraticello, avvenuta nel i^i^,
ne di fr. Jacopo da Castelbuono. Morto Martino V nel 4^2 non volle approvare
1
poi neh 341 il vescovo di Firenze Fran- l'elezione fatta dal capitolo del succes-
cesco Silvestri da Cingoli, adunatisi i ca- sore Nicolò Bianchi osimano, abbate be-
nonici nella sagrestia per la canonica e- nedettino, o perchè ^ey^c^o fosse stato
lezione del successore, a pieni voti fu scel- eletto, o perchè gli ostava certo decreto,
lo Filippo dell' Antella canonico fìoreii- forse ignoto al capitolo e all'abbate; non-
lino, ed il capitolo inviò in Avignone due dimeno proposto in concistoro, e consi-
canonici a Benedetto XII per l'approva- deratosi che alla chiesa Osimana sarebbe
2Ìone. Ma
morto il Papa, il successore riuscita pregiudizievole la sua lunga ve-
Clemente Vi pubblicò la bolla, che> il dovanza, ed avutasi relazione ottima del-
Hicha riporta coli' atto dell'elezione di l'abbate, fu approvalo con breve diretto
Antella, colla quale annullando tale ele- al capitolo. Però nel 14^6 cessò sotto il
devano air elezione del successore, cioè ne percepisse, sacram urgenlem maje-
uno riputalo il più degno e più atto, an- slatem supplicasse Sanclilali Domini
che alla convivenza, ed il Papa lo confer- Nostri prò Rev. U. J. D. Domino Sci'
mava. La formola della postulazione al pio Cicinello de civilate Neapolisy de ar-
Papa Paolo li del capitolo di Sorrento , chiepiscopalu civitatis Surrenli noviter
nel 1470 per Scipione Ciciuelli, è la se- vacanle , diclumque Capilulum corani
guente presso r Ughelli, Ilalia sacra^ t. nobis lune conte/nplationi dictae regiae
6, p. 61 5.E sarà un altro esempio che majestatis , tam conlemplatione dicti
ancora vigeva in detta chiesa il piivile- Domini Scipiiy quam nobilitalCy scien,'
gio del capitolo. Dopo le date dell' anno tia, el bonis moribus sic decorali postu-
dell'atto e quella del regnante Ferdi- lavi t eundeni Dominmn Scipi uni in ar-
nando I redi Napoli, segue. P^enerabilc chiepiscopum Surrenlinum, asserendo
Capiudum majoris ecclesiae Surrcnti- dicium Capiluluniy si opus crii, Sancli-
nae congregatum in loco Surrentì , ad tati Domini Nostri supplicalurum prò
sommi campanellae^ modo^ et loci soli- eodcm Domino Scipio, offerendo se di-
tiSf asseren. corani nobis, Rev. in Chri- cium Capilulum prò diclo Domino Sci-
stoPatrem et D, Donntiiim (Falango- pio ad omnia sibi grata paratissimum,
la) Dei et Jposlolicae Sedis grada ar- quibus omnibus sic peraclis, etc. prae-
chiepiscopum^proiit Domino placuit, ab senlibus praediclis etc. . . . Sic postula-
hoc sacculo deniigrasse, et dictani ma- tus Scipio in grada Ferdinandi regis ^
jorem ecclesiani in praescnti non ha- a Paulo li co nfir Hiatus est archiepi-
bere archiepiscopiiniy
et volens dicium scopusy munusque consecralionis acce-
Capilulum de aliquibus ricariis, Sede ^iV, della quale si fa la descrizione. An-
vacante f
diclani major em provider e y
cora qualche capitolo gode il privilegio
confisuni dictuni Capituluni de fide et di eleggere il vescovo, come ripelutamen-
caeleris , e te. Venerabilium viro rum te ho dello, in Germania e nella Svizzera,
presbyterorum Nardi curialis archidia- che trovato dal Papa idoneo a forma de'
coni surrenlini, presbiteri Hieronymi sagri canoni, per mezzo del consueto infor-
Guardali priniiccrii surrentini, etpre- mali vo processo viene dalla s. Sede confer-
sbyteri Chrislophori de Masso de dieta mato. Tanto godono icapitolicattolicidel-
civitale Surrenli sponle consliluit,ordi- laPrussia,PaesiBassiec.Notainelvol.LllI,
navity et fecit dictae majoris ecclesiae p. 1 66, che per la sistemazione degli alfari
vicariosy Sede vacanle, praesentes ad cattolici negli stali protestanti di Germa-
manutenendum, et rcgendum, el guber- nia, questi presentarono a Pio VII una
nandum diclam majorcm ecclesiam in Dichiarazioncya cui ripose il Papa coU'^"-
locunt archiepiscopalusy el omnia et sin^ sposizione y couleueute corrispondenti i
te di quelli che non gli riuscissero gradi- conoscesse aver dato alla bella regione
li; in conseguenza di che si formò la qualche specie di libertà, dispose l'istitu-
provincia ecclesiastica dell'aito Pieno, e zione d' un congresso, acciò ogni volta
rordinamento di 5 vescovati che registrai ch'egli o i suoi successori fossero venuti
nel voi. XXIX, p. 104. Nel i854, la Ci- in Italia, i vescovi, abbati e feudatari di
viltà Cattolicay serie 2/, t. 7,p. io4> cui lo compose, oltre i più ragguardevoli
riprodusse un corri-
quanto le scrisse del regno, proceri e magnati^ vi trattas-
spondente, sulle difficoltà mosse da'radi- sero insieme i più gravi aifari. Riempì
cali contro l'elezione del vescovo di Ba- poi di contento le città del regno Itali-
silea nella Svizzera. Sebbene in parte già co, colla restituzione a' cleri con chiese
l'ho riferito nel voi. LXXII, p. 79, im- episcopali, della facoltà d'eleggere i loro
porta qui riportare un brano del testo. Vescovi; alfare, che come quello il quale,
w Io vi manifestava nell* ultima corri- per le vicende de'tempi, ormai dipende-
spondenza alcuni miei timori sopra le va dall'arbitrio de' sovrani, sino allora
difficoltà che sarebbero slate mosse dal era con molta variazione e senza alcuna
nostro governo contro l'elezione del suc- sicurezza passato. Da quell'epoca in poi
cessore di mg.'^Salzmanu defunto vesco- cominciò a risplendere la condizione de'
vo della diocesi di Basilea. Pur troppo io canonici di Padova, il cui capitolo diven-
vedo ora che miei timori non erano vani.
i ne un seminario di vescovi illustri, poi-
Pure ciò che dee praticarsi in simili con- ché da esso per lo più si traevano i pasto-
tingenze fu già determinato fin dal 1828 ri della chiesa padovana. Ma la cagione
in un Concordato che non lascia luogo a di tali arbitraggi de'sovrani, nel provve-
dubbii sopra le parti che competono ai dere i vescovati^ la riferisce il dotto cav.
due poteri, all'ecclesiaìitico cioè ed al ci- Hurter, Delle islituzioni e dulie costu'
vile. Secondo il detto Concordato 1' ele- manze della Chiesa nel Medio Evo.E^W.
zione del vescovo appartiene al capitolo dice : L' Episcopato nel quale la pienez-
berg, di Assia, di Nassau, di s. Gallo e fi- sliUire ecclesiasliche, per le quali i segni
nalmente di Soletta medcaima ". M' i- della spirituale giurisdizione da' laici si
VES VES 125
conferivano, medianfe la Iraclizìone del principio della 1} de'Carlovingì, in In-
vestiture de'signoi i o giudici delegali da- mania principalmente sotto gli Ottoni e
gl'inìperatoriassenli, si legge: N.N. inve- gli Enrichi, moltissime nomine furono e-
stierunt per demanda do nevi Augustiy sclusivamentein balia del principato pro-
per colonnam de curie, ovvero per An- fano. Molti degli odierni scrittori prote-
nidiim. Era costume di servirsi in queste stanti peraltro, meglio illuminali de' lo-
ceremonie, che ponno chiamarsi col Co- ro predecessori, considerando gli animo-
sta /?/iz/o/zf di diritto^ talvolta del solo si sforzi de' Papi per la necessaria indi-
bastone, talvolta dell'anello, e più spesso pendenza delle sagre elezioni) sforzi che
d'ambedue insieme. Quando quest'inve- e dagU alti degli stessi Pontefici e da'de-
stiture facevansi da'principi, questo ba- creti pressoché innumerevoli de' concilia
stone chiamavasi bastone regio, nell* i- ci si noli; ammirati inoltre di
fanno ben
slessa guisa che i loroprivilegi erano chia- gran numero di véscovi che ricevute le
mali carta regia, comandamento regio^ pastorali insegne da'principi o le riman-
jussione regia, protezione regia j e fu fi- davano a'donalori, o le inviavano a Ro-
nalmente denominato scettro regio. Le ma per riportarle dalla s. Sede, e final-
investiture de' vescovati ordinariamente mente morte de'martiri la sagra li-
colla
conta Hume, 1. 1, p. 96), e nella Germa- vigio alla Chiesa che l'estirpazione della
nia, l'influenza de'principi, egli è incre- simonia, dovrebbe essere appellato glo-
dibile a dirsi quale e quanto detrimento rioso Pontefice e insigne benefattore del-
ne ridondasse non solo a* diritti del su- l'umanità. Convengono essi, che gli em-
premo pontificato, ma alla salute delle blemi della pastorale autorità non dove-
Chiese, e qual fomite si prestasse alla Si- vano da profana mano venir conferiti,
monia [V.) d'ogni più santa cosa corrom- pe'vescovati e l'abbazie, che l'ordinazio-
pitrice. Quali pastori poi del gregge fe- ne preceder dovea l'investitura, lo spiri-
dele non per la porta entrati nell'ovile di tuale al terreno, l'essenziale all'accesso-
Cristo, quale esempio da uomini che al- rio; e consentono che il più alto meri-
le male arti dell'adulazione, e alle pessi- to era la condizione indispensabile del-
me della simonia dovevano il loro innal- l'Episcopato piuttosto che l'attribuzione
zamento, quale libertà nell'esercizio del de'beni: questi ben ponno godersi da chi
loro ministero incominciato con un atto di sia elevato e consagrato all'episcopale uf-
soggezione illegittima ! L'ardire de'prin- ficio, ma le investiture non ponno dare
cipi era proceduto tanl'ol tre, che io Fran- capacità e dignità alcuna. Osservò giu-
cia sotto lai.' stirpe de'Merovingi e nel stamente poi il Keller, De origine^diver'
i?.6 VE.^ V E S
Sì Ut le ^ et nnliirnfeìidnrum Trex'ìrerifn'im?, » 11 principe sarà supplicato di lasciar al
che non devesi dare alla fendalità trop- clero e al popolo la libertà delle elezioni
po larga estensione, quasi lutti i beni del- del vescovo. Si eleggerà o nel clero del-
la Chiesa tenessero natura di feudo, poi- la cattedrale, o nella diocesi o almeno ,
che buona parte di essi le erano perve- ne'contorni. Che se assume un chieri-
si
bili e pressoché innumerevoli gli storici approvava quelli che doveano essere pro-
documenti. iVel sinodo romano del 1079 mossi a'vescovati e all'abbazie. Wel con-
s. Gregorio VII, narra Voigt riconfer , cilio di LateranolV nel 1 2 15, si dichia-
mali canoni del celibato ecclesiastico,
i rò col can. 2 3: « Noi proibiamo di la-
inasprite le pene per tanti anni commi- sciar vacare più di 3 mesi un vescovato,
nate a lutti, fossero laici o chierici, che o un'abbazia; altrimenti quelli, che ave-
dessero o ricevessero l'investitura, fu or- vano diritto d'eleggere, ne saranno pri-
dinato con un canone: « Sempre che, vati per questa volta, e sarà devoluta al
morto il pastore , devesi provvedere al superiore imurediato, che sarà tenuto di
governo d'una diocesi, il clero ed il po- riempire la sede vacante dentro 3 mesi;
polo, congregati a concilio da quel vesco- e s'è possibile d'un suddito tratto dalla
vo il quale vicario del metropolitano o stessa chiesa, prendendo per tale oggetto
delPapa presiede alla vedova chiesa, do- il consiglio del suo capitolo. La forma
vranno con cuor sincero, cioè senza am- dell'elezione è di due maniere, per iscru -
bizione, odio o favore, eleggere il piìi de- per compromesso. Nella i.", la
tinio, e
gno ecclesiastico e subordinar l'elezione compagnia deve eleggere 3 persone del
canonica al giudizio della s. Sede. Impe- suo corpo per raccogliere segretamente i
Avea già decretato il concilio generale di accorda la maggiore e la piìi sana parte
Mcea 11 del 787 col can. 4. « Tutte le e- del capitolo. L'elezione per compromes-
lezioni di vescovo, di prete, o di diacono so si fa rimettendo tutto il potere ad al-
fatte per autorità del magistrato, saran- quante persone capaci, ch'eleggano a no-
no nulle secondo i canoni". Il concilio di me di tutti. Ogni altra forma di elezione è
Valenza dell' 855 prescrisse col can. 7. dichiarato nulla se non fosse, che lutti si
;
VES VES 127
accorJnssero e nominassero lo stesso sog- di remote regioni, a creare nuovi vesco-
getto, per ispirazione. Nessuno pnò
come vi, dandone parte alla s. Sei\e. Del resto
dare suo volo per procuratore, purché
il nella provvisione de'vescovati e nell'ele-
non sia assente per impetlimento legitti- zione de' vescovi, secondo il bisogno e le
mo; e tosto che fatta sia l'elezione, bisoqna circostanze de'tempi senza variare la so-
pubblicarla solennemente. L'elezione fat- stanza. Qualunque siasi la forma, che
ta per l'abuso della podestà secolare sarà neir elezioni de' suoi ministri ha auto-
nulla di pien diritto. L'eletto che vi avrà rizzato in diverse epoche la Chiesa, il
genza, egli approva la elezione d'un uo- fjior del caso d* un concilio generale, da
mo, a cui manca la scienza, o sia di scan* lui approvalo e f^lto presiedere, dare al
dalosi costumi, o che non abbia 1' età le- vescovo eletto la mis'^ione canonica sul-
gittima, perderà il diritto di confermar la diocesi che gli è assegnala, poiché nitin
ì\i,° successore, e sarà privalo del godi- altro vescovo fuori di lui, avendo giuris-
mento del benefìzio: ma se per malizia, dizione sulla diocesi vacante, niun altro
sarà rigorosamente punito. Quanto a'pre- la può conferire al nuovo vescovo. Que-
lati, immediatamente soggetti al Papa, si sto è un principio inerente alla stessa co-
presenteranno a lui in persona, per far stituzione della Chiesa.
confermare la loro elezione; e se noi pos- Nomine regie si chiamano le nomine
sono comodamente, manderanno degli fatte dalle sovranità a'vescovali e allre
uomini capaci di dar al Papa le informa- prelature, in conseguenza delle quali si
zioni necessarie. Quelli però che sono devono presentare Sede pel ricono- alias.
molto lontani, vale a dire fuori d'Italia, scimento e approvazione, e quindi per ot-
potranno averperdispensaTamminisfra- tenere le bolle d'instituzionecanonica.Nel
zione delle loro chiese nello spirituale, e Dizionario delBergier, ilcamaldolesep.
nel temporale; ma riceveranno la consa- ab.Diagi che lo corresse e fece aggiunte,fra
grazione o la benedizione, come hanno quest'ultime pose l'articolo: Nomine re-
costumato". Il concilio generale di Lio- gie cie'i'escovacli , di cui vado a darne un
ne II del I 274,1'egolò le elezioni a'vesco- cenno. Ebbe l'autore per precipuo inten-
\ati nel modo riferito nel voi. XXXV III, dimento, di esaminare su questo rilevan-
p. 294* ' vescovi provinciali si adunava- te argomento la teoria e la pratica, os-
no nel luogo della città arcivescovile per servarne la vera idea, per separarla da
eleggere il metropolitano. I vescovi si e- quella, con cui «of^/on, e massimamen-
i
leggevano anche ne' concilii da' vescovi te moderni, hanno procurato di confon-
i
comprovinciali. Talvolta i Papi hanno derla, per gettare finalmente sotto de'lo-
autorizzalo i vescovi, o vicari apostolici ro piedi e l'altare e il trono. Sebbene le
128 VES VES
rivelale clollrine ci presentino la sublime fuorché per rimedio allo scisma della
idea del sacerdozio, pure di essa ce ne av- chiesa d'Alessandria. Ma più lardi Giu-
visa parimente la natura. Questa è la ra- stiniano II fu imitatore del suo perfido
gione di ciò che scrisse s. Anribrogio nel- antecessore Costante 1 1. Leone 1 1 1 Y Isau-
Y Epist, 24' J^olgarwente si di'ce^ che rico, e il suo figlio Costantino IV Copro-
gl'imperatori ambiscono pia il Sacerdo- nimOj giunsero in (|uesta materia all'ec-
zio, che i sacerdoti l'Impero; perchè la cesso; però vi si oppose il concilio. L'adu-
natura slessa ne dimostra la superiorità lazione d'alcuni vescovi greci versoi loro
di quello sopra di questo (ciò principal- imperatori in ciò ne accrebbe lo scanda-
mente sostennero gran Papi i s. Grego- un editto di Nice-
lo; sicché sottoscrissero
che essendo a lui portata la questione del usurpò il diritto di provvedere vesco- i
ta, in esso deposto da quel patriarcato, per vi fu anco un eunuco dì n'mn merito. L'e-
negare la divinità di Gesù Cristo, egli la ruditissimo p. CrislianoLupo nel t. 4 del-
rimiseas.Dionisioromano Pontefice. Co- le sue Dissertazioni, nella 3.* De regia
stantino I imperatore cristiano non no- jdnlistitum nominatione, prosegue la se-
minò giammai alcuno singolarmente per rie degl'imperatoii greci usurpatori del-
vescovo. Costanzo fu il ."imperatore, che
i l'ecclesiastico diritto di nominare vesco- i
circondatoda'perfidiarianijsi arrogò que- vi. Soggiunge poi, che Sede usò sem-
la s.
sta autorità, contro di cui vide scagliarsi pre indulgenza cogl'imperatori greci, con-
con tutto lo zelo s. Atanasio. !Vla Valen- cedendo loro qualche diritto nell'elezio-
tiniano I, sebbene pregato dal sinodo di ne de' vescovi della città imperiale; ma
Milano di nominare un successore al me- veramente monumenti che reca in pro-
i
fermato. Ninna legge o canone approvò Pio, ch'essi lasciarono a norma de'cano-
mai nell'antiche età, che si facesse dal cle- ni libera l' elezione de'vescovi. In fatti al«
sero alla scelta dei sovrano. Giustiniano rogarsene l'autorità, furono da'Papi pu-
I nelle sue Novelle^ probabilmente col niti colle censure. Altri re, a norma del-
consenso de'vescovi, comandò che sieno le diverse circostanze, ottennero dalla s.
eletti tre, ma la scella d'uno di essi non Sede la nomina de'vescovati per privile-
fu da lui conceduta al principe, ma ben- gio (come nella Spagna Urbano II nel
sì al patriarca cai metropolitano, come 1 088 ad Alfonso VI re di Castiglia e Leon,
ora è riservata al Papa. Che se gl'impe- e Io notai nel voi. LXVIII, p. 85, o co-
ratori si arrogarono un tal diritto, fu que- me altri vogliono a Sancio Ramiro re
sto sempre contraddetto da' canoni, e d'Aragona e di Navarra, pe' luoghi che
da' Papi come da (s. Gregorio VII), In- avesse ricuperato du'saraceni, ripristinan-
nocenzo III e Gregorio IX principal- dovi la religione cattolica, e fondandovi
mente. Molte furono le violenze de' re vescovati, come narrai nel vol.LXXXVf,
barbari nelle elezioni de' vescovi, nel- per ignoranza e prepotenza lo
p. 5); altri
l'Africa i vandali, in Italia gii eruli, i go- usurparono, e ne furono ripresi dalla s.
ti, i longobardi, nella Spagna i goti o vi- Sede, e particolarmente da s. Leone IX
sigoti, nelle Gallici Merovingi, in Inghil- e da'suoi successori fu repressa la violenza
terra parimente i re (si può vedere in pro- di que' sovrani, che vollero estendere a
posito l'articolo Vescovo, §lIl).Però negli questa materia la loro estranea autorità.
stessitempi barbari non mancano esempi Quando ne'tempi apostolici e posteriori
di sovrani saggi, che rispettarono le leggi si elessero i sagri ministri coli' interven-
e le persone ecclesiastiche, e che di buon to del popolo , ciò fu perchè si avesse
grado si assoggettarono all'autorità del- una pubblica testimonianza della loro vi-
la Chiesa romana, madree maestra di tut- ta irriprensibiie. L'autorità dell'elezione
te le altre; non meno di scrittori, vesco- de'sagri ministri è sagra , ed appartiene
vi e sinodi, che altamente reclamarono alla Chiesa la scelta delle persone che
contro le prepotenze e gli abusi, da'quali stima piò capaci pel sagro ministero. >»I
non andò esente la siesta Elezio ne de' Som- sovrani non portano seco alcun diritto di
mi Pontefici (/^.), e difesero con tutta e- nomine agli episcopati. Quella loro po-
nergia l'ecclesiastica libertà. II p. L-ipo tenza , cui non potè resistere la Chiesa,
ragiona ancora de'privilegi che la s. Se- fu la loro consigliatrice per prima arro-
de concesse a' re franchi per le nomine garsi quel diritto, e la loro religione di-
de'vescovati, fra'quali Pipino che ora no- poi li consigliò ad impetrarlo dalla Sede
minava de'vescovi, ed ora ne lasciava li- apostolica romana. Questa beo sapendo
bera la canonica elezione: a lui Papa s. quanto utile sia l'armonia fra le due pri-
Zaccaria, nella desolazione della Chiesa marie podestà, confidando nell'onoratez-
di Francia , concesse la temporanea fa- za de'sovrani laici, parte tollerò, e par-
coltà di nominare talvolta a'vescovatì al- te concesse loro l'autorità di nominare,
cuni de'suoi palatini di sperimentata vir- giusta le diverse circostanze de'regni, e
tù, e ciò unicamente fioche durasse la sempre maniera che la nomina re-
nella
misera condizione de'tempi. INon è senza sti ne'primi limiti di nomina^ e non passi
i suoi nunzi e legali per mezzo de'quali Enrico IV acerrimo sostenitore delle con-
ancora acquista la notizia de^norainali(fd dannale Investiture ecclesiastiche) impe-
accettati li sottomette al processo, alg^m- ratore, scrisse a Pasquale li, essere anti-
ramento e alla professione di fede) j e chissimo il jus dell'impero sulle nomine;
talvolta non ne accettò alcuni di essi (co- ed egli rispose, che la Chiesa d^ Cristo
me fece l'impeilurbabile Gregorio XVI, redenta è libera; e sarà fatta schiava, se
serie riflessioni sulle gravi conseguenze, ( nientemeno che fulminò l' Interdetto
il gran Papa rispose, che i cannoni non al regno, per essersi opposto il re all' e-
la ponno sulla coscienza del capo della lezione dell'arcivescovo di Bourges, e per
Chiesa ! Inoltre Gregorio XVI nella con- quanto altro dissi nel voi. XXV
I,p. 289).
arcivescovo di s. Salvatore o Bahia, roe- Cerca in secondo luogo, con quale occa-
Iropolilano del Brasile, colle opere di cui sione e prelesto abbiano i sovrani inva-
danno contezza con lode al senno ed e- sa l'autorità della Chiesa nella nomina a*
mincnle coraggio dell'illustre prelato, gli vescovati e altre prelature; e risponde, col
Annali delle scienze religiose ^ compila- pretesto che anco i vescovi sono cittadi-
li dall' ab. De Luca, ora nunzio di Vien- ni sudditi de'sovrani, e con quella forza
na, l.io, p. 4^9 e seg., 473 e seg). E a cui non può la Chiesa mansuetissima
cosa troppo noia che alcun sovrano non opporsi per mezzo delle armi, con cui
ha per se slesso certa e sincera notizia de' quelli difesero i prelesi diritti. I vescovi
nominandi; perlanlo può egli essere in- sono sudditi de'sovrani nelle cose civili,
gannatoin diverse maniere contro sua vo- a norma però de'canoni, e non più; e so-
glia. Sa, chi ignorare noi può, quanti di no ottimi cittadini soddisfacendo essi a*
codesti nominali e poscia eletti hanno do- doveri episcopali, lenendo in uilicio il suo
Tulo impetrare 1' assoluzione dalle cen- gregge,insinuandogli la dovuta ubbidien-
sure incorse per la loro nomina simonia- za alle leggi sovrane, e infervorandolo nel-
ca, o per altri molivi illegìttima. La Chie- la religione, i cui vantaggi non sono mai
sa amaramente ne piange; ma alla fine es- disgiunti da que' della repubblica. Con-
sa è fondata su quella slabile pietra, cui clude il p. Biagi, essere evidente, che sic-
per lagrimevole esperienza non è simile come la podestà d'eleggere,cosi pure quel-
quella sopra della quale sono innalzati i la dinominare è di proprio diritto della
regni". Il p. Lupo propone quindi varie Chiesa, la quale a fine di conservare la
questioni, e la i.^ si è, se la pretensione dei concordia col principato, o tollera con-
sovrani, che sia loro concessa l'autorità cede a'sovrani la nomina de'vescovali e
di nominare, sia opposta a' sagri canoni dell'abbazie) con quelle misure e condì-
VES VES i3i
rioni, che esige la natura del sagro mi- aulorilà nella provvisione de'vescovali e
nistero. L'eminente e ciotto autore della nella nomina comanda che
de' vescovi, e
Dissertazione della natura e carattere si lasci alla dovuta libertà; il
Chiesa la
essenziale de' Concordati^ da ultimo pro- qual canone fu poi ripetuto col can. 16
vò, che i Concordati (P^.)y conclusi per nel sinodo di Clermontne\ 10^5, proiben-
amor della Pace (^.), fra la suprema au- do di ricevere l' investitura de' benefizi
torità ecclesiastica e la civile podestà, so- ecclesia<«tici mani de' laici. Il Papa
dalle
no atti di una natura tutta lor propria, Pasquale II non appena fu libero dalle
e non devono esser confusi con quelli che sacrileghe mani d'Enrico V, atliuiò nel
la Diplomazia (della quale riparlai nel I I 12 un concilio in Laterano, e revocò
voi. XCIl, p. 6So e seg.), suol legare a la concessione per violenza da quelTim-
certe forme per semplici temporali inte- peralore ottenuta per l'investitura delle
ressi. Dopo avere ragionato, ne'due pri- prelature; ed in seguito fitta la pace fra
Dìi capi, dell'indipendenza della podestà lo stesso Enrico V e Papa Calisto II, me-
della Chiesa dalla podestà civile, delle ca- diante Concordato che fu detto Transa-
gioni per le quali si è attentato all'indi- zione Callistina^venae confermata nelg.°
pendenza della Chiesa, nel 3." tratta del- concilio generale di Laierano /, ivi ce-
l'origine de'concordati stipulati tra la s. lebrato nel 1128, in cui fu restituita al
Sede e le sovranità civili. Comincia con clero la libertà dell'elezioni. Indi il con-
dichiarare: « La sapienza della carne, cli'è cilio generale di Laterano II, nel i i
3g,
nemica di Dio, non è mai slata la guida col can. I o vietò a'Iaici di posseder le de-
de'Sommi Pastori, ne del cattolicoEpisco- cime della Chiesa; e quello di Laterano
pato, quando si è trattato di sostenere i IH, nelr 179, col can. 19 interdisse l'u-
diritti dell'ecclesiastica giurisdizione. E- surpazione della giurisdizione, e la dimi-
glino han profondamente conosciuto che nuzione di quella sotto qualsiasi prelesto,
non potrebbero abbandonare i diritti del non che detestò i pesi da'laici magistrati
sacerdozio, senza tradire gli alti interessi imposti alla Chiesa e gli attentati da lo-
della Chiesa, mettendosi nell'impossibili- ro commessi, fulminando anatemi a'coa-
là di adempire doverii della loro sopran- traweotori. >'el concilio generale di La-
naturale missione; han conosciuto che il terano IV, nel 12 i5, col can. 25 venne
libero esercizio di quelli forma il sommo infinta la sospensione e la privazione del-
interesse di tutti i fedeli;quindi è che, con la voce attiva a chi, per abuso della lai-
d'animo invitto de'successori di s. Pietro, niae. Al duca di Savoia (V.) poi, Nicolò
nel sostenere la loro podestà, nondimeno V concesse il celebre indulto di nomina-
fecero luminosamente risplendere la sag- re per privilegio personale a tutti Be- i
gia condiscendenza in cose che non si op- nefìcii ecclesiastici de'suoi stati, e che i
de' sudditi rispettivi. Mostrarono così i chi. Questo diritto fu poi loro contesta-
Papi quanto fosse loro a cuore, supremi to, ma Innocenzo XI l terminò la diffe-
ministri d'un Dio di pace, la concordia, renza, con dichiarare che l'indulto di Ni-
la reciproca armonia, e la stabilità de're- colò V comprendeva tutti gli slati di-
gni della terra. Quindi essi a tenore delle pendenti dalla loro sovranità. Benedetto
varie circostanze concessero privilegi, in- XIII, Benedetto XIV, e meglio Pio VII
dulti, grazie, esenzioni, provvedendo co- concessero la nomina degli arcivescova-
sì con leggi speciali di disciplina a' biso- ti, reame di Sar^
vescovati e abbazie del
gni spirituali di non pochi stati. Eccone degna dato alla casa di Savoia. Alessan-
un bel numero, di altri parlai a'Ioro luo* dro VI estese per tulli vescovati della i
ghi, cioè descrivendo gli stati , regni ed Spagna (^.), il privilegio già concesso
imperi. Eugenio IV accordò alla repub- da Sisto IV al re di presentare Yescovi i
mato ed esteso da Nicolò V e ria Bene- questo concesse o approvò Giulio li. Col
detto XIV; delle allre nomine a'vescova- Concordato Ira Leone e Francesco I X
ti del dominio veneto accordate da' Pa- re di Francia (/^.), restò del tutto abro-
pi, nell'indicato articolo uè ragionai. Wi- gata la Prammatica sanzione, derivala
colò V convenne al Concordato Germa- dal conciliabolo di Basilea ^ che abolite
nico( ^'.),confermando le provvisorie con- le riserve generali avea ristabilito le ele-
cessioni d'Eugenio IV a'principi di Ger- zioni; e venne accordata a're la nomina
mania, d'indulto e privilegio nella colla- di tutti gli arcivescovati, vescovati e ab-
zione de' Benejicii ecclesiastici y con al- bazie del regno ec. L' imperatore Carlo
ternativa, come neir elezioni , e tuttociò V, come re di Spagna , ottenne da A-
per accrescere pace e l'unione fra quel-
la driano VI, per se e suoi successori catto-
le chiese, aliai." cattedra e alla Chiesa u- lici, l'estensione della nomina a' vescova-
gheria ec. Quanto a'capitoli di Germania ti e privilegi; laonde Paolo III nell'isli-
elettori può vedersi la bolla Ad domini- tuire la sede vescovile di Goa, determi-
ci gregisf emanala da Leone XII l'i i a- uaudone i limili Uà lo slermiualo trailo
VES VES i33
(lì paese che si stende dal capo di Duona rituale è connessa. Le sedi vescovili re-
Speranza a'confini della Cina^ ne coa- starono lunghi anni vacanti, l'uno e l'al-
rebbe potuto derogaresenza espresso con- 4> 29: Lo Scisma Goano, ed il Pu'
p. 1
sentimento del patrono, è chiaro che con dronato Por^og/ie^e, deplorandolo pera-
ciò romani Pontefici non intesero e uou
i vere fatalmente meglio di 25o,ooo cri-
potevano intendere di vincolare in per- stiani aderito per inganno o per mala vo-
petuo il loro apostolico ministero, lascian- lontà a pretesi vescovi e illegittimi preti
dolo interamente alla discrezione d'un po- non riconosciuti dalla s. Sede. Ritornan-
tere estraneo e incompetente qual è il do al secolo XVI, Giulio HI, dice l'emi-
laicale. Gomene pure intesero ne pote- nente autore della sullodata Dissertazio-
vano intendere di sconvolgimento di di- ne, concesse a Maria regina d'Inghilter-
ritto canonico, il quale come stabilisce i ra la nomina de' vescovi del regno, per
diritti e i doveri del patrono, cosi assegna sé e pe'suoi successori cattolici; ma infe-
le cause per cui questi può talvolta deca- licemente succedendole la sorella Elisa-
dere non solo per sentenza, ma eziandio betta, il reame tornò allo scisma. Paolo
di per sé dal suo padronato in quanto IV avendo istituito 1
4 vescovati ae' Pae-
manca agli obblighi che assunse nel con- si Bassi, ad istanza di Filippo li re di
seguirlo. Il padronato non è che un gra- Spagna, per averli questi dotati, gli con-
tuito beneficio della s. Sede: la foodazio- cesse ildiritto di nomina. Avendola Fran-
De o dotazione é un mero dono che si fa cia, pel trattato di Weslfalia, acquistato
alla Ghiesa; il diritto di padronato è un i Toul e Verdun, nella
vescovati di Metz,
meroprivilegiochelaGhiesa gratuitamen- Lorena, Clemente IX concesse a Luigi
te concede, mossa da gratitudine versò XlV la nomina de'benefizi di tali vesco-
il donatore. Se fosse altrimenti s' incor- vati; così di quelli d'Arras e Tournay nel-
rerebbe simonia, essendo simonia il ba- la Fiandra. Alessandro Vili poi gli ac-
rattare o contiatlare non solo cosa spi- cordò nomina de'vescovati medesimi,
la
rituale, ma ancora ciò che colla cosa spi- e di quello di Perpìgnano. ^el 17 53 fu
i34 VES VES
concluso il Concordalo fra Benedetto ma ben dovuta soddisfazione, e non si
la
più col Concordato tra Pio File la re- ematica manca di centro comune, a cui
pubblica Italiana [F.)^ il Papa accordò convergano tutte le parti del reggimeu-
al suo presidente la nomina degli arcive- to geralico, manca d'un capo universa-
scovati e vescovati, e di dar loro la canoni* le, il successore di Fozio e di Cerulario
ca istituzione (parole om messe da* tipo- non è che primate d'ordine, non già di
grafi nel citalo articolo). JNarra il cardi- giurisdizione, né tiene alcuna podestà sul-
nal Pacca, Relazione del viaggio di Pio le altre diocesi patriarcali. Gli eccelsi di-
FU, p. 96: » Ho riferito nelle Oiie Die- gnitari della chiesa eterodossa sono eletti
morie e Storia de'due miei viaggi
nella per ogni dove da'suffragi del clero e del
in Francia (F.), che strappato violente* popolo locale, e senza che vi s'intromet-
mente dalla sua sede e condotto dctSavo- ta in modo alcuno il patriarca di Costan-
na. Pio VII fu assalito dà varie parli eoo tinopoli, domandano la conferma al go-
lettere ed istanze de'cardinali e di vesco- verno ottomano. Caduto Napoleone I dal-
vi, atììnchè confermasse, e desse l'istitu- la sua potenza, e ripristinato in Francia
luzione presa di non più ammettere le mile eseguì pe' vescovati delia Lombar-
nomine dell'imperatore per le chiese di dia. Anzi gli concesse pure la nomina del-
Francia ed'Italia, se uuu gli si dava pri- l'arcivescovo di Leopoli per averlo dola-
-
dinando I re delle due Sicilie (/^.), con- se corti o trascuravano, o facevano anco
cedendo al re e successori cattolici la no- succedere. Forse in tal guisa, soggiunge
mina di tutti i vescovati e arcivescovati, il p. Tamagna, nacque il sistema che at-
nel 8 8 fece una nuova circosccizione di
1 1 tualmente ha luogo in tutta quasi la cri-
essi. Pio VII emanò poi la bolla Sinceri- stiani là: sovrani rappresentano il popo-
i
tas fldei, nello slesso 8 i 8, Bull. Roni. 1 lo che anticamente proponeva: il Papa fa
cont., t.i5, p. i4-IndulUun nominandi le veci del clero cui si spellava di qual-
adplures Archiepiscopales et Episcopa- che proposto la scelta. Si conserva in tal
les Ecclesia^ favore Serenissimi Ferdi' guisa la sostanza almeno dell' aulico sta-
nandi I utriusque Siciliae regis, ejusque bilimento, e se ne evitano in gran parte
successoruni. Pel Concordato tra Leone gl'inconvenienti. Simili alle vicende del-
XII e il re d' Annover (/^.), il capitolo l'elezione de' vescovi furono quelle alle
d' Hildesheim elegge il proprio vescovo, quali andò soggetta la creazione del loro
e lo sottopone all' approvazioue della s. capo, il romano Pontefice, e si fini col
Sede. Ma con tutti questi e altri concor- tollerarsi in alcuni sovrani, prò bono pa-
dali, che riporlo altrove, il deplorabile e cìs^ il dichiarare l'avvertenza pacifica del
abusivo Regio Exequatur (/^.) in molli V Esclusiva[FX grave punto che discor-
stati è tuttora sventuratamente in vigore, si pure nel voi. LX, p. 2 i 3, non mai pri-
e ciò tornai a compiangere nel voi. LXI, vilegio. E' inoltreopportuno, che io ri-
p. 1 53, siccome mostruoso e incomporta- produca un altro brano della commenda-
bile, il Tamagna, Origini e prerogati' ta DissertaziouCi prima dicompiereque-
ve de Cardinali^ 2 5o, ragionan-
t* i> sto §. Dall'esame cioè del cap. 4-° Della
P»
do come la Chiesa variò modo e discipli- natura e carattere essenziale de' Concor-
na nelle sagre elezioni, osserva: Che pre- dali^ manifestamente apparisce, costitui-
scindendo dalle occasioni fortunale, nelle re tale alto solenne due categorie. Lui."
quali si degnava Iddio con segni sensibili concerie luttociò che spetta al libero e-
dimostrare la sua adorabile volontà, ne' sercizio della cattolica religìoue, la libera
primi Vili secoli della Chiesa il clfiio e il giurisdizione dell'Episcopato, la sua do-
popolo lutto, il grand'ailare compivano tazione e quella de'capiloli e de' parro-
dell'elezione de' vescovi: questo propone- chi, la libertà dell'erezione di nuovi be-
va, richiedeva i soggetti, e della lor fa- nefizi ecclesiastici, 1' esislt^uza e le dota-
ma faceva testimonianza; quello esami- zioni degli ordini religiosi, la restituzione
nava i proposti, e sceglieva tra essi chi de'beni ecclesiastici illegittimamente oc-
più credeva opportuno. I dissidii , le fa- cupati, il diritto della Chiesa d'acquista-
zioni, le male arti, che aveano facilmen- re e possedere, il rispetto alle cose sante
te luogo in una moltitudine, fecero final- e alle persone sagre, l'osservanza della di-
mente che la plebe venisse rappresentata sciplma ecclesiastica. La t.!" categoria ri-
in fine alcune regole eccezionali per la mandato. Il romano Pontefice poi ha una
cognizione delle cause ecclesiastiche ne' eminente facoltà di disporre di tutti be- i
rispettivi regni, non che l'appello alla s. nefizi ecclesiastici, come si ha dal cap.
Sede sia in ultimo gradone l'obbligo io* Licel^ de Praeb. et Dìgnitat. in 6.°, la
giunto all'Episcopato di prestare al pro- quale non può essergli né tolta ne ri- ,
prio sovrano il giuramento di fedeltà eoa stretta, non pure dalla podestà civile, ma
una convenula formola. Lai." categoria nemmeno da alcun concilio. dunque K
dunque de' concordali abbraccia dove- i in virtù di siffatto potere, che riserva as-
ri de'principi verso la Chiesa; la 2/inten-r solutamente a sé il conferirne alcuni. Il
de la liberalità de'Ponleflci. E quanto a che , mentre conferma l'esercizio della
quest' ultima, il compartire la Chiesa in sua podestà sopra tutti vescovati, e la
i
diocesi e vescovati^ 1' unione loro o con conservazione del suo diritto universale
eguale principalilà, ocon soggezione d'u- d'amministrazione, giova mirabilmente
no ovvero con perfetta incorpo-
all'altro, a mantener viva la comunicazione del-
razione^ come altresì l'erezione de'uuo- l'Episcopato e di tutti gli altri ecclesiasti^
di conoscere ed ordinare chi da Dio era co, come può accadere per giusto giudi-
chiamato a quel sublime ministero, riu- zio di Dio de' troni terreni, che ponno
nita dopo la loro morte la pienezza del- perire e venir meno. I sovrani cattolici
l'apostolica autorità nel successore di s. pongano senno, siano amanti della giu-
Pietro, in lui ancora si trasfuse il diritto stizia, ed abbiano zelo premuroso per la
totale delle elezioni. Il delegare dunque vera e s. Religione colla quale regolino i
ad uu laico la semplice facoltà di preseu- loro andamenti, e non colle massime deU
VES VES 137
(«1 moderna né si lascbo sor-
filosofia , ro e popolo; e ritiene che i vescovi pre-
prendere da chi forse proditoriamente li sentati da'principi e influenzati da loro,
circonda e avvicina". ÌNel n. 46del Gior' non ponno avere gran potere sui popoli.
fiale Bomano ilei 1848, fu riprodotta la « Se la giustizia é l'unico fondamento so-
lettera sulla libertà dell' elezione de' ve> lidissimo de' troni , comincino principi i
scovi, pubblicata neW Araldo dellaPrag- ad esser giusti con quella Chiesa, colla
malcgia catlolica di Lucca, Del molto quale dovrebbero anzi essere generosi ;
che dice sul gravissimo argomento, mi con quella Chiesa, che fu prima di loro
permetterò solo alcun generico cenno. e che sarà dopo di loro ... Tremenda è la
Dopo aver dichiaralo essere di diritto di- loro responsabilità che assumono in fac-
Tino, inalienabile, imperscrittibile, prò- cia a Gesù Cristo, C8n l'immischiarsi nel-
pone il modo onde l'importantissimo di- l'elezioni de'vescovi, giacchègli stessi au-
ritto della libera elezione venga restitui- tori benigni, come un s. Alfonso de Li-
to alla Chiesa, qualora il clero voglia, per- guori, dichiarano, cheil principe commet-
chè soggiunge l'autore, non v'ha libertà te un peccato mortale, qualora egli non
nella Chiesa che non possa essere a lei presenti a'vescovati i piti degni sacerdoti
rivendicata in breve tempo; imperocché di quanti ne può trovare... Non solo il
la forza bruta deve'cedere alla forza mo- principe, ma il potere laicale in generale
rale, e ciò ciré ragionevole e giusto tro- tion conosce e non può conoscere i veri
va sempre una via convenevole, nella bisogni della Chiesa".
quale può essere ridotto all'atto. A ren-
dere libere le nomine de' vescovati e le § VI. Residenza de' vescovi e di altri pre-
elezioni vescovili ,
propone dunque che lati ne* vescovati e nelle abbazie nul-
sia proclamato altauiente a tutti, che tali iius dioecesis. Della visita pastorale.
nomine ed elezioni sono di diritto divino,
e come la Chiesa dopo aver combattuto La Residenza (V.) ne'vescovali perso-
per secoli in sostenerne la libertà, ne ab- nale è un obbligo,come lo è altresì peraltri
bandonò una notabile parte, per evitare possessori de* benefizi ecclesiastici. Bene-
de'mali maggiori e per porre un argine detto XIV nella costituzione suìFescovi
ad usurpazioni maggiori che la prepoten- inpartibus (y.)^ rilevò che i vescovi ta-
za laicale minacciava a'tempi di France- lora rinunziarono il cardinalato per noa
sco I re di Francia, divenuto assolutis- privare di loro presenza vescovati; per i
Simo. Essere questa l'unica via per rifor* cui anticamente non eranvi che i soli
mare o migliorare il clero, e renderlo pa» cardinali FescoviSubiirbicarii. Dirò nel
ri a'grandi bisogni della società presente. citato articolo, che per la residenza che i
Quando i principi cristiani saranno per« cardinali debbono fare in Roma pel go-
suasi, eh' essi producono un gravissimo verno della Chiesa universale, fu ritenu-
male alla Chiesa, e tocca al clero 1' am- to incompatibile il vescovato che richie-
maestrameli, coU'inceppar la nomina de' de egualmente personale residenza. Con-
prelati a'vescovati, invece di lasciarla li- venne loro dispensa pontificia per rite-
berissima alla Chiesa, come dev'essere di nere le due dignità, finché cresciuto il
sua natura; allora si farà sentire in essi numero de'cardinali a settanta, si trovò
la coscienza, si glorieranno da figli amo» plausibile vescovato residenziale col
il
rosi delia Chiesa, di renderla libera, con cardinalato, per esservi cosi un numero
atto di magnanima giustizia. Descrive sudicìeute di cardinali in Roma ad aiu-
l'autore le conseguenze de'prelati impo- tare il Papa al governo della Chiesa u-
sti a'popoli senza conoscerli, e quelle se niversale. 11 Rinaldi riportai! canone del
i vescovi si toi'uassero a nominare dal cle- concilio di Sardica del 34/ contro i ve-
i38 VE S VES
scovi vaghi delle chiese maggiori, come formalmente definire, contentandosi di
furono ralheiiali i vescovi enanli, e per- "porre il decreto che emanò fra quelli de
ciò vietato loro di dilungarsi dalle pro- Reforni. sess, 23.', cap. i, nel quale an-
prie sedi più di 3 selliniane, senza gravi cora , sebbene dichiarò i vescovi essere
necessità; il concilio inoltre decretò che obbligati alla personale residenza ne'loro
ì vescovi non potessero andare alla cor- vescovati e chiese, tale dichiarazione nou
te imperiale, e recandosi a Roma doves- la collocò nella i.^ parte del decreto, io
sero mostrare al Papa la supplica che cui trattò del precetto divino, ne la de-
volevano porgere al principe, acciò 1* e- dusse immediatamente da principii del-
sa mi nasse e occorrendo correggesse. Di la divina legge, e ciò perchè lo stabilito
piùvielò a'vescovi di ricevere alla comu- sotto Paolo 111 intorno alla residenza,
nione quegli altri vescovi che recavansi non si tirasse in sensi alieni dalla mente
dalTimperatore non chiamati o s^nza , del concilio. Nel resto, se non dichiarò
lettere del primate, le quali solevano sot- formalmente la residenza essere di di-
toscrivere, ospitando i prelati. Nel VI se- ritto divino, lo dichiarò virtualmente j
colo i vescovi assenti dalle loro sedi a- onde Navarro ae Manuali, avendone
il
veano solamente la 4-^ parte de'beni ec- riferite le parole, ne deduce che non so-
clesiastici. Il vescovo Sa nielli , Lellere lo i vescovi, ma anco parrochi per di- i
ecclesiastiche^ tratta nel t. 3, colla let- vino precetto sono tenuti a risiedere ed
tera 4^ La residenza
J de' vescovi , e a predicare al popolo. La comune opi-
de"" curali inferiori essere di diritto divi- nione però de'teologi si è , la personale
no. hoda il trattato del veneto minore residenza de'vescovi e de* parrochi infe-
osservante p. Antonio Pagani De Or^ : riori essere di precetto divino, non già
dine^ Jurisdictione f
et Residenlia Epì- espresso in queste formali parole: Epi-
scoporuni , dedicato a s. Carlo Borro- scopi resideant, perchè ciò non si legge
meo, dopo essere intervenuto quale in- nel Vangelo, ma per parole equipollen-
signe teologo al concilio di Trento , il ti e che importano lo stesso, e questo an-
quale sagrosanto consesso l* ingiunse ca- cora si chiama legge divina; benché non
lorosamente ma non volle dichiarare
, neghino, esservi legittime cagioni, per le
essere di diritto divino 5 come sosteneva quali e vescovi e. curati ponno qualche
tra gli altri il p. Pagani, cioè di essere la volta stare assentì dalle loro chiese.llFa-
residenza di precetto divino affermati- gnano, nel trattare egregiamente la ma-
vo, che obbliga non ad semper ^ licet teria,aggiunge al precetlodivino, che ob-
semper. Presso gli antichi, dice ilSarneh blighi semper, et ad semper. Quanto al
li, non fu mai rivocato in dubbio la re- i.° punto, che la residenza de' vescovi e
sidenza tanto pe'vescovi, quanto pe* cu- de'curati sia de jure divino^sì cava dal-
rali inferiori, essere di diritto divino; on- le parole dello stesso concilio in ambe-
de scrisse il Sodo Hanc quaestioneni : due i 6.\ cap. i,
decreti, delle sess. 23.*
temporuni iniquitas celebreni fecit. II cap. Mentre nella sess, 6.*, cap.
I. i5,
i,° che avanti il Tridentino la pose io tacitamente dimostra la residenza non
questione e controversia, qual diritto po- essere de jure positivo huniano, che può
sitivo e umano, si tiene essere stato Am- essere abolito dalla contraria consuetu-
brogio Caterino arcivescovo di Conza ,
come notano i canonisti. £ certa-
dine,
coll'opuscolo De Residenlia , ma i suoi mente se i vescovi ed curati inferiori i
fondamenti sono deboli. Lunga e acerri- sono obbligali per divin precetto a cono-
ma fu la contesa in Trento, come accen- scere le sue pecore, e pascerle colla pre-
nai in quell'ai licolo,fra'seguaci delle di- dicazione della parola divina, coll'ammi-
verse opiuiouìi ma il coocilio uod volle nistraziooede'sagrameoti, e coiresempio
VES VES i39
di tulle la opere buone, ed attendere a Tlsila personale del pvehìOyde/ure divi^
certi udìzi pai licolaii, e queste cose non no; perché dice: Agnosce^ e non dice,
ponno adempiersi da quelli, die non Fac agnoscereMon si può affermare che
assistono ai loro gregge, ma a guisa di il vescovo possa essere osservalo irripren-
mercenari l'abbandonano; dunque di «ibile,sohrio,caslo,luceed esempio u'sud-
precello divino sono tenuti risiedere nei dili,e dimostrare qiialiter alios oporleat
vescovati e nelle parrocchie loro, e tutto- in domo Dei conversare; con tenere uu
ciò si ra'^'^oglie dalle parole slesse del vicario generale nella sua chiesa, ed egli
concilio. Inoltre il concilio di Trento starsene assente; e s. Paolo weWEpist. ad
sess. 24-*)Cap. 4,chiaaia l'ufficio del pre- Tini, 2, 4, fa vedere' apertauìente che
dicare, Episcoporum praecipuum. Se gli l'ufficio del vescovo é personalissimo. Che
deve parimente l'amministrazione de'sa- servirebbero tante diligenze, cautele, e-
gramenti, precisamente di quelli , che sanii intorno al promovendo, se bastasse
non ponno essere amministrati che dal poi il vicario deputalo dal vescovo? Mol-
solo vescovo, come sono la cresima e la to meno giova a sostenere l'opinione del
sagra ordinazione , oltre alla consagra- Caterino, il dire, che ricevendo i vescovi
zione delle vergini, delle chiese, degli al- la podestà immediatamente dal Papa,
tari, degli olii santi, che appartengono vengono in conseguenza ad esser obbli-
solamente al vescovo. Sono mezzi per gati alla residenza pel diritto pontificio,
la salute del gregge, la visita , la custo- non pel divino. Poiché giusta la dottri-
dia, la vigilanza : e queste cose debbono na Fagnano , vescovi ricevono dal
di i
vescovi sono pastori, giusta le parole di quale ha istituito il grado vescovile^ co-
Cristo; Pasce oves mcas; e non disse : me definì il Tridentino. Ed a questa i-
Fac pascere oves meas. Né giova qui stiluzione ha lo stesso Dio annesso il pe-
l'opposizione del Caterino, perchè que- so di pascereil gregge. « Non osta, che il
ste parole furono delle solamente a s. Papa possa dispensare sopsa la residen-
Pietro; percl>è dice s. Agostino, De Pa- za. Imperciocché la dispensa s'intende in
store, cap. 1 3, Cristo aver ingiunto sin- due maniere: una é rilassamento della
golarmente a s. Pietro, ciocché era co- legge; l'altra interpretazione della legge;
mune a tutti i pastori. E s. Ambrogio nel e secondo questa maniera diciamo , che
suo Pastorale^ COSÌ dice; Nobis in ver- il Papa dispensa sopra il diritto divino,
bis diviiiis credila est dispensatio, gre- cioè dichiarandolo ed interpretandolo.
gemqite Christi alendum suscepimus^et Cosi il Papa propriamente non dispensa
infra. Repetitum est a Domino tertio : col vescovo sopra la residenza, ma piut-
Pasce oves meas. Quas oves , et qiiem tosto interpreta, che il diritto divino iu
gregeni non solimi tane beatus suscepit tal caso non obbliga per qualche circo-
Petrus i sed nóbiscuni illas suscepit , et stanza". Conclude il Sarnelli questo pun-
<:um ilio nos suscepinius omnes, Jussit to colle gravissime parole di s. Damaso(
Donnnus Petro pascere oves^ per queni xìqW Epist. ^^Concil. t. I. Passa poi ad
ad reliquos omnes potestas, et auctori- esaminare raltro punto, che il precet-
tas pascendi nianat a Deo. E dicendosi to della personale residenza del vescovo
ne* Proverbi cap. 27 ; Diligenter agno- e de* parrochi inferiori obblighi non so-
sce vuliuni pecoris tuìs, tuosqiie greges lamente seniper, ma eziandio <3<^5ewyoer.
considera: tengono i dottori , essere la Oltre a ciò di tre maniere sono le opera-
-
sono finalmente operazioni di tempo in- vescovo gli domandò chi fosse e donde
determinalo e frequente, che non eccet- venisse. Risposegli il santo: Sono italia-
tuano tempo veruno, com'è il pascere il no, e fuggendo dalla moglie sono venuto
gregge di Cristo , operazione cosi assi- a ritirarmi iu questo luogo, per attende-
dua, che ne disse 1* Apostolo 2 ad Cor, re all'anima mia pel restante della vita.
1 1, iS: Instanlìa mea quotidiana^ sol- Quindi domandò al vescovo: Mi salverò?
Ucitudo omnium Ecclesiarum j qui Al che il vescovo rispose. Tu cerchi qui
praeest in solicitudine. Per ragione a- la salute con un proponimento di peccato
dunque delle operazioni, e degli atti di contro il vincolo matrimoniale. Dice il
questa 3." specie, il vescovo per diritto Signore : Quod Deus conjunxit, homo
divino è obbligato di risiedere assidua- non separet. Allora s. Magno gli disse :
mente nel suo vescovato , si per la fre- Perchè hai tu contro la tua propria sa-
quenza degli esercizi degli atti, sì anche lute, e contro la volontà divina , rifiutata
per la preparazione; perchè sebbene non temerariamente la chiesa a te sposata,
tutto il tempoconsuma nelT esercizio
si mediante l'intercessione mia? Or che
degli atti pastorali, lutto il tempo però hai compito il. voto di tua pellegrinazio-
si richiede t?ella preparazione, dovendo ne, torna senza indugio alla tua chiesa. E
il vescovo essere sempre preparalo ad e- ciò detto disparve; e s. Pietro subitamen-
sercitarli, massìaiamente di pascere che te vi si restituì. Arroge che io qui ricordi
sono i principali. E vero però, che la pic- il riferito nel voi. LXUl, p. 169, la ri-
cola assenza non interrompe la residen- sposta cioè fatta a Gregorio XI residente
za, onde il Tridentino ammise, che ve- i io Avignone,daunode'vescovi a cui avea
scovi possano essere assenti due o tre mesi; intimato ritornare al proprio vescovato ,
purché ciò si faccia per giusta cagione, e rivolgendo rimprovero contro il Papa
il
senza verun detrimento del gregge, di che preferiva Avignone alla sua sposa di
che ne incarica la coscienza di que' che si Roma! Il celebre e virtuoso domenicano
assentano. Circa poi alle legittime ca- Bartolomeo de* Martiri arcivescovo di
gioni, per le quali i vescovi ponno stare Braga, recatosi al concilio di Trento, so*
assenti dalle loro chiese, ciò può avvenire stenne virilmente, che la residenza de'pa-
per accidens^ poiché essendo questa ob- stori è di diritto divino, e per conseguen-
bligazione ad stmper^ dalla parie della za indispensabile. » A che siamo mai ri-
materia, ed essendo questa soggetta alle dotti, diceva egli, se coloro a cui Dio ha
mutabilità e variazioni , perciò avviene commesso cura della sua Chiesa met-
la
che senza violate il precetto, il vescovo tono iu questione l'obbligo che hanno di
non sempre risieda. Le cagioni sono ri- dimorare con lei?Sortrirebbesi un servo,
portate dal decreto del concilio: Chri- ol quale essendo aflldata la custodia dei
Uiaua charìtas, urgens necessitasi deli- figli del suo padroue, questionasse se fos-
,
V ES VES i4i
se no obbligalo a slar loro Ticino? Che effeiri pregiudiziali (|uando non si risie-
diiemoio noi d'una madre, che abl)an* da. Non volle interloquire sulla i." que-
donasse il figliuolo che allalIa,o d'un pa- stione o ispezione, ne sul dispensare il
store che hisciasse il suo gregge nei Cfim- Papa dalla residenza, ne s'è bene o male
pi, in balìa de' lupi? E chel dubita* l'impiegare i vescovi in cariche che porta-
remo noi di essere obbligali personal- no l'abbandono de'Ioro vescovati. Quan-
mente a vegliare sopra coloro pe' quali ta all'altra ispezione, essendo certo l' ob-
siamo lenuli a sagrifìcare le nostre vite, bligo della residenza del vescovo, quan-
quando lo esige la loro salvezza? Noi sia- do non ha licenza o dispensa dal Papa, la
mo loro più debitori delle nostre vite pei regola è che si soddisfa all'obbligo seb-
loro spirituali bisogni, che non a noi me- bene non risieda presso la cattedrale, in
desimi per qualunque vantaggio tempo- qualunque luogo del vescovato, ancorché
rale ". Era gran tempo ch'egli avea fallo nell'estremità, perchè tutto il suo territo-
conoscere i suoi sentimenti sopra i dove- rio viene slimalo d'una natura. Anzi se il
ma non volle allontanarsi, per timore che vescovo risiedere continuamente, almeno
il lupo o altre bestie non si giovassero di la maggior parte dell'anno, presso la cat-
sua assenza. L'arcivescovo zelante ne fu tedrale, ad elletto di farvi le funzioni pon-
singolarmente commosso ed esclamò. , tificali e tenervi il Tribunale; e ciò per
wQual lezione per un pastore dell'anime I la ragione che la s.Sede nell'erigere in
Con che premura non dev' egli vegliare quel luogo la cattedrale e non in altro
per guarentirle da'lacci del demonio " I 1 del vescovato, lo stimò il più opportuno
Papi ed concili! sempre zelarono la re-
i per la comodila de'diocesani e pel deco-
sidenza de'pastori ne'loro vescovati; ed il ro della dignità;dovendosi avere riguar-
concilio di Cartagine del 4oo proibì per- do, che la cattedrale essendo la sposa del
sino a' vescovi di risiedere nella diocesi vescovo, lo sposo dee coabitare colla spo-
allrove, all'infuori della chiesa catledra- sa, sebbene la cattedrale formale sia rap-
le. Il cardinal De Luca discorre nel cap. 8: presentata in tulio il vescovato per l'ob-
Della residenza de vescovi e altri pre^ bligo della residenza in generale. Nondi-
lati. Die e^\\'. Divenuto il vescovo pos- meno il concilio di Trento l'obbligo di
sessore del suo vescovato , il i.^e prin- risiedere presso la cattedrale lo dichiarò
cipale suo obbligo è quello di risiedervi, preciso e forzoso, almeno in alcuni tempi
acciò di presenza possa pascere e gover- dell'anno, cioè dalla i. "domenica dell'^^-
nare il gregge commessogli. Su quest'ob- vento a tutto il giorno òtW Epifania; e
bligo souovi due questioni o ispezioni dal giorno delle Ceneri a tutta l'S." di
cioè se sia di legge divina indispensabile, Pasquaj nelle solennità di Pentecoste^
o di legge ecclesiastica a cui si possa di- del Corpo del Signore, e del s. Titola-
spensare, maggiormente quando vi con* re; come ancora in quell'altre solennità
corra la giusta causa del servizio della che per uso del paese si celebrano eoa
Chiesa uni versale, in qualche carica pres- l'intervento del vescovo, sicché sarebbe
so il Papa o nelle nunziature a' principi , cosa biasimevole che trovandosi nella
e simili impieghi ;
1' altra sul modo di diocesi, senza giusto impedimento , non
soddisfare all'obbligo, e delle pene e altri v'intervenisse. Però in questi termini
i42 VES VES
ciò rigaarda un ol)l>ligoper farl)enernf- fidi ecclesia siici d'\ libera collazione, sen-
(ìcio suo, per cui si possa coslringere, za la qnal concessione ha il vescovo la
della Residenza de' T^escovi^ pe' ricorsi 8 mesi appai tenendo alla s. Se-
gli altri
die risultano dal non risiedere; farà ma- da giusta causa, norme dal De Lu-
colle
le se non ubbidirà, provocherà avverti- ca discorse nel cap. i6, Della collazio-
menti, ma ppgli altri effetti soddisfa alla ne ovvero provvista de benefidi eccle-
residenza, né potranno perciò i sudditi siastici, e particolarmente delle chiese
diocesani ricusargli ubbidienza, e di non parrocchiali. Si può vedere Gonza lez,
andare il vescovo, anche ne' tempi sud- Comment. adregulamoctav. Cancella-
detti, in quel luogo ove risieda e tenga il riae de reservat. mensìum et alternati^,
tribunale non potendo ne dovendo i
, Episcoporum, Romaei624Concede an-
sudditi fargli da giudice. Negli altri tem- cora il Papa a* vescovi frequentemente
pi dell'anno si tollera, salvo la consuetu- l'indulto e facoltà di testare ,
per lo più
dine, per la qualità dell' aria e la deca- sotto la condizione di risiedere ,
per cui
denza del luogo della cattedrale , onde morendo fuori della residenza non giove-
non più si stimi stanza opportuna del rà loro; oltre altri somiglianti effetti fa-
vescovo e de! suo tribunale, e per altra vorevoli o pregiudizievoli, i quali risulta-
giusta ragione, come di occupazione d'e- no dal risiedere o non risiedere. I Papi
o infedeli del luogo della cattedrale,
retici contro vescovi che colposamente non
i ri-
oche fosse impedito di andarvi per causa siedono emanarono molteplici costituzio-
del principe o della stessa città. Del resto è ni, e fecero quanto narrala Congrega-
facoltativo nel vescovo,di risiedere in altro zione cardinalizia della Residenza dei
luogo diverso dall'ordinario, ed i sudditi Fescoviy imponendo pene e censure se-
non ponno ricusarsi d' andare a\ luogo condo le circostanze, e talvolta furono an-
di sua residenza sotto pretesto che non che rilegati nelle case religiose di Roma.
è la solita, o di lontananza, per la quale la Sono stimate cause giuste d' assenza , il
discrezione de'vescovi provvede z<ò Vica- breve tempo che non sorpassi lo spazio
ri foranei. Altrettanto si deve osservare di 3 mesi continui o framezzati in tutto
co'vescovali uniti, anche aeque princi- r anno; il recarsi a Roma alla visita dei
palìter^ che se giuridicamente vengono Limina Aposloloriimj la cattiva aria; il
slimati due cattedrali indipendenti, ri- curarsi di alcune infermità; il disimpe-
spetto al vescovo ambedue si stimano gno di cariche in servizio della s. Sede, e
per uno, potendo risiedere in uno solo, Ciò potrà giovare per i-
altri casi simili.
tenervi un sol vicario generale e un tri- scusare dalle pene, non già pel godimen-
bunale per ambedue quando non osti ,
to de'favori concessi a' residenti, se l* in-
la consuetudine d' alternata
contraria dulto apostolico non disponga altrimen-
residenza e del proprio vicario genera- ti. Alla residenza soggiacciono ancora gli
le. Porta seco la residenza del vescovo altri prelati, i quali ancorché non abbia-
alcuni benefìzi e privilegi, e all' incontro no la dignità vescovile, nondimeno ne e-
il non risiedere porta alcune pene e pre- sercitano la giurisdizione quali ordinarli,
giudizi. Imperocché il Papa per alletta- come gli abbati nullius dioecesis,ed altri
re i vescovi alla residenza, concede loro prelati inferiori, de'quali parlerò in ulti-
l'alternativa nella provvisione de'i?e«e. mo^ come di già notai ; poiché vi concorre
^
l' incontro, termina il De Luca col nota- modo ecclesia N. in partibus infldcliumy
re, dover sapere il vescovo quali siano i di cui è ignoto l'ultimo vescovo o abba-
chierici obbligati alla residenza per co- te, come di quello di chiesa residenziale,
stringerli a farla osservare, e punirli colle ovvero che si fosse il vescovo o abbate
pene inflitte da'canoni e dal concilio di segregalo dalla Chiesa cattolica. Per con-
Trento. E quanto a^preti e chierici sem- tracium matrimoniiy cioè nel caso che un
plici privi di Beneficio ecclesiastico re- eletto vescovo non in sacris passasse al-
sidenziale , non ponno partire dalle ri- lo stato matrimoniale, il che sarebbe ca-
spettive diocesi senza licenza del proprio so mostruoso: rari ne furono gli esempì
ra: Fr. De Torrensi, De Eesidenlìa Pa- di abbati commendatari chierici che mai
sioruniy Florentiae i55i : De Comnien- eransi ordinati. Per promotionem, o pro-
dationc perpetuae adminislrationis Ec- mozione a cariche. Cominciamo dalla
clesiaruni vacantium et de Resìdeniia , vacanza del vescovato per Morte. Nel
pastorum extra ovilia suay Romae 1 554- 549 statuì il concilio d'Orleans col can.
H. Giganti, De Eesidentia Episcoporum g. » Durante la vacanza del vescovato,
Veneliis i548. — Inoltre voscovo è
il nessun vescovo potrà ordinare chierici,
obbligato fare la Visita pastorale (V.) né consagrare altari, né prendere de" be-
del vescovato, i cui atti si devono con- ni della chiesa vacante, sotto pena d'in-
servare nell'archivio. Si deve fare ogni an- terdetto per un anno ".Papa Bonifacio
no, e almeno fra due anni deve essere 111 nel sinodo romano del 607, ordinò
compita. sotto pena di scomunica, che non si con-
venisse per l'elezione del Papa, o di qua-
5 VII. Vacanza de* vescovati e delle lunque altro vescovo di qualsiasi vesco-
diocesi Nullius: Per mortele prero vato, se non passati 3 giorni dopo la mor-
i44 V E S VES
te del predecessore; decreto die non fu le chiese patriarcali, primaziali, nrcive^
sempre osservato^ massime nell'elezioni scovili, vescovili, e di tutti i monasteri di
per acclamazione, senza dire di quelle se* uomini destituiti di monaci, e soliti darsi
guite per violenza delle fazioni. Già ri> in commenda, eccedenti il valore di 200
cordai il canone del concilio
Laterano di fiorini d'oro. Tratta poi nella lez. 9.':
V, che proibisce lasciar vacare più di 3 f^acante la Sede nulla deve innovarsi^
mesi un vescovato o un'abbazia. Decretò e suidiritti episcopali prendere alcuna
quello di Trento nella sess. 24." " Subito determinazione; nondimeno può il capi-
che una chiesa verrà a vacare, si faranno tolo assolvere gli scomunicati dal vescovo
per ordine del capitolo delle processioni defunto; fino al nuovo può dare i bene-
e delle preghiere pubbliche e private per fizi in commenda temporale, ricevere
tutta la città e per tutta la diocesi, af- permute e rassegne, istituire i presentati
fìnchè il popolo possano otte-
clero e il da' patroni, unir benefizi, senza ledere
nere un buon pastore. Quelli che avran- l'episcopale, ma non conferirli; giudica,
no diritto, o parte in qualsivoglia altra condanna, assolve e fa le veci del vesco-
maniera nella promozione de' vescovi, so- vo come vivesse; per cui se l'elezione a*
no esortali dal concilio a risovvenirsi, che benefizi spelta al capitolo e la conferma
non ponno far niente di più utile per la ol vescovo, co* diritti capitolari elegge, e
gloria di Dio e per la salute de' popoli, cogli episcopali che in lui si riuniscono
quanto applicarsi a far promuovere de* nella vacanza, conferma. — Per^ Tra^
buoni pastori capaci di ben governare la slazione (F,) da un vescovato o abba-
Chiesa, e che peccano mortalmente e si zia ad altra, per le questioni che ripor-
rendono complici de' peccati allrui_, se ta il De Luca nel cap. 7.**: Della Trasla-
non hanno una cura particolarissima di zione de vescovi^ e se sia cosa degna di
far provvedere quelli eh* eglino stessi re- lode ovvero di biasimo il permettere il
puteranno piùdegni e più utili alla Chie- passaggio e le Ozioni (P^.) da una chie-
sa, non avendo puramente riguardo in sa air altra^ fa diverse distinzioni, se-
questo che al merito delle persone, senza condo il fine per la quale segue. Se per
lasciarsi condurre dalle istanze e dall'in- ambizione di dignità maggiore, come da
clinazioni umane, né da qualsivoglia uf- vescovo ad arcivescovo, o per avarizia on-
fizio o maneggio de' pretendenti, osser- de passare ad un vescovato più ricco, o
vando altresì che sieno nati di legìttimo per altro fine mondano; ne' quali casi è
matrimonio, di buona vita, di età com- biasimevole ripudiare e lasciare una spo-
petente, e che abbiano la scienza e tutte sa, per altra più nobile e ricca, mentre
le altre qualità che sono richieste, secon- quando prese l'altra ne conoscevate qua-
do sacri canoni". Il prof. Vermiglioli,
i lità.Se poi il fine fosse onesto e ragione-
Lezioni di diritto canonico^ l. 3* nella vole, e molto più se fosse utile ad una
Jez. 7.': Delle Istituzioni, ragiona della delle due chiese, e maggiormente se ad
collazione de'beneHzi in sede vacante de' ambedue, in tal caso sarà lodevole. Cau-
padronati, per l' istituzione canonica del se giustesono: l'aria nociva alla salute;
capitolo, riconosciuta l'idoneità; così pon- per pubblica inimicizia derivata da causa
no istituire anche gli abbati, i delegati e giusta senza colpa del vescovo, sia col po-
quelli che ne hannoii privilegio. Won pon- polo o sia col principe; per benemerenze,
no istituire gli scomunicali, interdetti, ir- dopo lungo tempo di vescovato, ovvero
regolari, i persecutori ec. Nella lez. 8.' : che per sue virtù fosse atto al governo
le
Del concedere prebende^e chiesa non va- di vescovato più vasto, e per altre plau-
cante^ vi discorre pure delle riserve fatte sibili ragioni. La traslazione la fa il Papa
da GiovaoDi XXII nella vacanza di tutte per alto concistoriale, dopo che la congre-
V ES V E8 145
gnKÌone omonima ne ha esnminato le cau- in tal modo concluso un tal coniugio,
se. Parlando tlella Trnslnzìoiie de Be- altro che il Papa può sciorre dal vinco-
nefizi e de Bcnejizinti ecclesiastici ( F.), lo, e Iraslatarlo ad altro vescovato^ seb-
dissi che nella primitiva Chiesa erano bene dissenziente il vescovo, per la discor-
proibite, riferendo alcuni canoni de'con- sa ragione che il Papa negli affari bene-
massime senza necessità. Si ponno
cilii, ficiali ha la piena libertà di disporne. Un
II. L'urgente necessità consiste nel ne- suo consenso, a meno che Papa avesse il
vescovi. La Iraslaxione annoverandosi pre dell' episcopale ufficio colui, che nel-
Ira le cause maggiori, non può decretar- l'abbandono della propria sede abbia ri-
siche dal Papa, anche perchè tra il ve- guardo a Cesare piuttosto che a Pietro.
scovo e la Chiesa colla elezione ha prin- Né l'abbandono veniva scusalo dalle tra-
cipio il suo sposalizio ecclesiastico, il slazioni, molivi delle quali doveano pon-
i
quale mediante la conferma si ratifica, derarsi dal supremo Gerarca. Non è per-
e per la consagrazione si consuma ; ed ciò meraviglia, se tanto forte si dolse Pa-
VOL xcv. 10
,,
i46 VES V ES
squale II co* principi polacchi di toro in- titoloappartenne ne' IX primi secoli re-
Ironiissione nelleli asiazioni, se Eugenio golaraìenteal l\T[)a. Peic»ò Innocenzo HI
III non ne riconobbe una fatta dall' im- non fu ili.'' a riservare tali cause al Papa,
peratore sul vescovato di Magdebui go, e né insoslenere questa rifornja si fijndò nel-
se Alessandro Ili rinnovò pe' re d'Un- la decretale di s.Anlei o del 287, non rico-
gheria le antiche leggi, che ogni trasla- nosciuta legìttima, difendendo Innocenzo
zione al pastore universale della Chiesa ili dall'ingiurie dei protestante Darclaio e
sottomettevano; anzi tale inconveniente di Febbronio. Ci diede il Sarnelli nel l.
essendo mollo in uso in Francia, Ales- 3, la lettera 2.*: Come niun vescovo de-
sandro 111 se ne lagnò vivamente. Di- gnamenle è tra ''ferito danna chiesa ad
chiarò Innocenzo 111 al duca di Svevia, un' altra j se non per forza j come non e
che piuttosto avrebbe egli lascialo la vi- giusto motivo la povertà della chiesa.
ta, che consentire a qualsivoglia princi- Osserva fra le altre cose, che fra' tanti
pe ogni briga di traslazioni. Egli inoltre privilegi de'patriarchi, non vi è quello di
si mostrò fortissimo nel riprovare l'arbi- Iraslalare i vescovi, ch'é riservato alla
Iraiia traslazione del vescovo d* Hildes- 6. Seóe. II p. Tamagna, Origini e pre-
Leim al vescovato di Wurtzburg, intìig- rotative de Cardinali^ t. 2, p. 252, dice
{^endo le pene canoniche. Imperocché che Stefano 111 nel sinodo romano del
narra lo slesso Hurler, nella Storia d'In- 769 fu ili." che nell'elezione de' Papi li-
nocenzo ///, che nel primo anno del suo mitò la libertà al clero, con imporgli di
pontificato stinto conveniente porre un eleggere uu cardinale prete o diacono, e
termine al fi e(|uenle abuso delia trasla- perciò alcuni crederono poi che ne avesse
zione de' vescovi dall'una ali' altra chie- escluso i vescovi e i suddiaconi, facendosi
sa senza 1' Sede;
auluiizzazioue della s. essi forti dell'avvenuto poi a Papa For-
ond' è ch*egli dichiarò nulle e conie non moso (^^.), che neirSgi fu il i.** vescovo
avvenute sill'atle elezioni, e stabilì che i cardinale che dalla chiesa determinata di
vescovi alle medesime consenzienti per- Porto ( mentre dalla dignità vescovile
dessero ambo i vescovati; e senza avere prima di lui diversi furono innalzati al
rispello al favore de' principi e alla loro pontincato,come s. Lino immedialo suc-
particolare benevolenza verso gli eletti cessore di s. Pietro, s. Cleto, s. Cleeneute I,
tenne fermo per T os>ervanza di questi s. Anacleto, che furono i primi Pontefici
antichi diritti della s. Sede, ben cono- romani circa io anni innanzi di Pupa
:
scendo egli di non esser altrimenti padro- Formoso, neir882 fu eletto Papa Mari-
ne, ma solo depositario e difensore di tali no I o Martino II, il quale insignito della
diritli. Il Zaccaria, Jnti Fchhronio, t. 2 i dignità vescovile , era stalo invialo dal
Jib. i,cap. 5, tratta: Aulorìlà del Ro- predecessore Giovanni Vili, ad Anasta-
mano Pontefice nelle traslazioni e ri- sio vescovo di Napoli per assolverlo dalla
nunzie de\'escovi dimostrata colla sto- scomunica. Negli ultimi secoli di rado i
ria ecclesiastica. In esso ragiona delle Papi non erano già vescovi consagrali :
traslazioni dell' antica Chiesa rigorosa- dal 1592 al 1775, cioè per lo spazio di
mente vietate, poiché Innocenzo III fa- 183 anni, tre soli non lo erano, cioè Cle-
vellando delle traslazioni, rinunzie e de- mente XI, Clemente XIV e Pio VI nel :
posizioni de' vescovi, non alFerraa che secolo corrente il solo GregorioXVI, che
tanto per canonica costituzione quanto ^
però era stalo elevato alla dignità car-
per istituzione divina sono al solo ro- dinalizia da quella abbaziale, che ha l'uso
mano Pontefice riservale. Permesse solo di molle insegne e prerogative episcopa-
nel caso di necessità, e di aperta utilità li), pel i.° fu assunto al sommo ponti-
della Chiesa ; ed il giudicare di questo ficalo, il che fu poi deplorabilmeule n-
VER VER i47
provalo tla Stefano Fn(T^.)i condan- bisogno della grazia speciale di Dio, n
iiiiiidolo (|iiale invasore della s. Sede, o- potere con gloria ed onor suo e pel be-
peialu che suo successore Romano a-
il ne della cristianità sostenere l'altissimo
brogò, e restituì agli onori riunocenle ministero, i cui doveri gli sembravano di
Formoso. Pertanto dichiara il p. Tama- tanto superiori alle sue forze; i quali do-
gna, molto pi'in)a del decreto di Stefa- veri tanto più gli apparivano grandi
no Ili erano state vietate le traslazioni e solenni, quanto più era persuaso di do-
de* vescovi da una chiesa ad un'altra, co- vere al dì del giudizio finale render ra-
me da'concilii di Nicea I e di Sardica, op- gione delle anime alla sua cura affidate.
ponendosi idl'abuso; ma questo esisteva Sperava nondimeno che Dio non 1' a-
sol cjuundo invece d'aver in mira il van- vrebbe trattato secondo suoi peccati , i
taggio della chiesa , tali traslazioni non ma sì secondo l'infinita sua misericordia.
favorivano che l'ambizione e l'avarizia Ogni sua fiducia riponeva in quel D\o
de'vescovi.Il perchè egli non seppe per- che affidò la custodia dei suo gregge a
suadersi, che il disposto da Stefano III Pietro benché lo avesse per 3 volte nega-
volesse assolutamente esclusi dal pontiQ* to. 11 Sarnelli nel t. 4> '^t*- ^4> n. io ,
calo romano quegli stessi vescovi subur- racconta di chi ricusando il vescovato si
bicarii, ch'egli avea incorporato ai colle- salvò. Un canonico regolare di s. Vittore
gio de'caidinali romani, tanto più che di Parigi, nobile, virtuoso e letterato, e-
ben presto divennero essi quasi gli arbi- lelto vescovo ricusò il vescovato con osti-
tri della non ve-
creazione dei Papa. « li nata costanza contro il consiglio de'mag-
der giammai osservato questo canone , giori. Dopo morlocomparvead un ama-
la benigna interpretazione chele sue pa- to compagno, secondo la promessa fat-
role possono ricevere, mi fa credere che tagli; e facendo nella parete un segno di
Stefano I i 1 non abbia voluto eleggibile nel croce, gli disse: Non dubitar della visione
nostro caso che un cardinale romano ". e dimandami ciò che vuoi, acciocché io
in fatti nel sinodo romano del oSg, Ni- i me ne passi a cose migliori. Il compa-
colò 11 statuì: Morendo il Papa, prmiie- gno giubilando gli rispose: Io ho dubi-
ramente i cardinali vescovi trattando in- tato molto, che tu soffrissi per io meno
sieme con somma diligenza circa 1' ele- gravissima pena nel purgatorio^ perchè
zione, vi chiamino dipoi chierici cardina- i contro il consiglio de' snaggiori ricusasti
li, ed in tal guisa acceda ii restante del così pertinacemente il vescovato , nel
clero e il popolo a prestare il consenso. quale avresti potuto fare bene assai e
Numerosissimi furono quindi gli esempi, grande per la salute deiraoime. Ed allo-
die da'vescovati i cardinali furono tra- ra l'altro gli replicò: In me hoc ordina'
slati alla cattedra apostolica e al vesco- vit clemenùssima honitas Salvatoris, et
vato di Pioma, come può vedere nelle
si quia ex tuìic timui^ et nane scioy quod si
loro biografie. — Per Dimissione o Ri- Episcopalus Cathedram ascendisseni ,
nunzia[F.),óoè perdi missione spontanea perpetuae damnationis periculnniincì-
o involontaria (della quale dirò più sotto dissem. E ciò detto , come scintillando
parlando della deposizione o privazio- splendori, disparve. 11 De Luca discorre
ne) g per rinunzia che da essa differi-
, nelcap. 38: Della rinunzia dd vesco-
sce. Innocenzo 111 teneva per fermo, non vato^quando si possa o si debba fare ,
esser lecito a chiunque sia chiamato ad e rcopetlivamente ammettere. Ed anche
esercitare l'episcopale ministero il sotlrar- della privazione del vescovOyOvvero del-
sene, per quanto penoso egli però che
sia, la sospensione o traslazione penale a
il ricusarlo è in cerio modo negar Cri- vescovato inferiore , e delle altre cose
sto; Dia nel medesimo tempo sentiva il penali e pregiudiziali. Tre ispezioni ca-
i48 VE S V ES
dono in questa materia. Una cioè quan- per riguardo alla dignità gli si riserva u-
do il Papa l'ammetta con la riserva dei na pensione sullo stesso vescovato, ovve-
fruttilo con altre riserve assegnando la ro con trasferirlo a vescovato minore, co-
congrua al nuovo vescovo, ovvero colla me praticasi talvolta per castigo. Nel 2."
riserva della Pensione ecclesiastica. La caso si provvede con altro vescovato e-
2.' quando il vescovo desideri di rinun- guale, ovvero con competente pensione
ziare liberamente, ma si dubiti se la ri- imposta su quello che lascia. Nel prin-
nunzia si debbaammettere. La 3.' quan- cipio del secolo corrente, in conseguen-
do il vescovo non voglia rinunziare, ma za degli avvenimenti di Francia (/^.),
cbe si tratti di forzar velo per qualche cominciati nel declinar del precedente a
causa. Quanto alla i^, se il Papa si con- Versailles (/^.), concluso il concordato
tenta d'ammettere Ja rinunzia colla ri- tra Pio VII e il i.° console, molli ve-
serva de* frutti e di altre ragioni, in tal scovi di Francia rassegnarono pronta-
caso non cade dubbio sulla validità dei- mente i loro vescovati, per invito del Pa-
ratto, ma cade su quali ragioni restino al pa, molli de'qualisi distinsero rinunzian-
ri serva tarlo de'frutti, ovvero al pensio- doli con divoti indirizzi al l-*apa,che per
nario. E certo cbe al riservalario non re- edificazione si ponno leggere nel Bello-
sta ragione alcuna nella giurisdizione o mo. Continuazione della storia del cri-
amministrazione della chiesa, mentre la stianesimo, t. I
, p. 99 , riconoscendo il
mente si desideri dal vescovo , il quale ti riferisce lo stesso scrittore. Nel t. 18,
ne faccia l'istanze, si procede con molta p. io5 del Bull. Rom. cont. è il breve
circospezione e maturità, per le ragio- diVìo^XW fAccepimus aullienticiim mo-
ni accennate più sopra parlando delle numentum^àe 20 maggio i83o: Acce-
traslazioni, poiché essendo questo matri- ptatio renuncialionis eniissae ab Epi-
monio del vescovato di sua natura per- scopo Elvensi. A' vescovi che hanno ri-
petuo e indissolubile, non deve facilmen- nunziato il vescovato si suole conferire
te ammettersene il divorzio o il ripu- dalPapa un titolo vescovile inpartibusj
dio; perciò si suole esaminarne le cause però non l'ebbe mg.' Traversi già ve-
dalla congregazione concistoriale. Circa scovo di Se^ni y che avendo rinunziato
la 3.* ispezione sulla rinunzia domanda- nel 1845, morì nel i853 canonico del-
la dal Papa al vescovo, ciò avviene per la basilica Lateranense ; e senza dire
qualche colpa per la quale si potrebbe d* altri, non 1' ha mg.*^ Zannini, che nel
a rigore procedere alla privazione , ma 1857 rinunziò il vescovato di Feroli.
a salvare la sua reputazionegli s'ingiun- Monsignor Tizzani nell'anno 1848 aven-
ge che rinunzi ovvero la prudenza lo
; do rinunziato il vescovato di Temij sol-
esige per inimicizia o malcontento del tanto nel 1 855 fu nominalo arcivescovo
popolo o del principe , il che alle volle di Nisibi in partihus. Siifalli vescovi si
suole anco provenire da soverchio zelo o dicono titolati, perchè se non hanno quel-
altra cagione, che la s. Sede slimi oppor- lo d* una chiesa in parlihns , ritengono
tuna la rinunzia per impedire scandali e tuttavia quello della chiesa rinunziata ,
\escovo è provvisto del suo non gli si Cremo/2^, benché questa abbia il vesco-
dà provvisione alcuna, e non essendolo vo residenziale. Per Privalionem o —
1 ,
Laonde chiaro apparisce, quanto antico tutto dalle circostanze del fatto ,
per le
sia l'uso di ricorrere nelle cause de'vesco- quali alle volte si procede al castigo più
vi al Pontefice romano, cornei. "vescovo rigoroso della privazione o deposizione
della Chiesa universale. Si può vedere Ba- formale, ed alle volte si usa la Sospen-
luzio, in s. Cfpriani Epist. 68i DeMarca, sione (F.) dalla giurisdizione e dal-
De Concord. Sacerd. et Iniper. lib. i ,cap. l'amministrazione del vescovato, depu-
io; ed ilBaronio, Annal. Eccl.ao. 2 58, tandosi un Sicario apostolico (F.) ,
D. 3. Questo,quantoairOccidenlej dicia- col permettere al vescovo la residenza
mo quanto all'Oriente. Non solaoaente con l'esercizio de'pontiflcali; ed alle vol-
's. Atanasio, vescovo d' Alessandria, ma te si sospende anche da questo pure,e gli
gli altri vescovi e patriarchi eziandio^in si proibisce eziandio di risiedere nel ve-
causa di deposizione da' vescovati , ante- scovato, secondo la qualità de' casi, asse-
posero il giudizio del Papa al giudizio gnandogli per carcere qualche monastero
degli stessi conciiii particolari, e da questo o convento di Roma, ovvero in altro luo-
a quello ricorsero dal più lontano Orien- go con altre somiglianti provvisioni.
,
te ,
qiial giudice legittimo. Il Zaccaria, Bensì a tali e altri castighi non si può
And-FebbroniOyVa^ìona nel t.2,al cap. procedere se non pel Papa immediata-
6: Riserva delle Deposizioni vescovili mente, ovvero per quelli quali abbiano i
civescovo di Colonia. La riserva di tali per altro vescovo di Gerace e pel vesco-
deposizioni spettanti alta SedeKomauu è vo di Lavello, seppure uou fecero la di-
.
15^0 V E S VES
missione nelle mani del Papa per ri- non dopo che l'accusatore si sarà sotto-
sparmiarsi un tal disonore provocato messo pena in caso
in iscritto alla stessa
dalla loro condotta. Pio VI nel 1791 in di calunnia. Quegli che in onta di que-
concistoro formalmente depose dalla Por- sto decreto ardirà importunare 1' impe-
pora (^.) cardinalizia e dall' arcivesco- ratore o tribunali secolari, o turbare \.\ì\
vato di Sens, Stefano Carlo Lomenié de concilio ecumenico , nou sarà ammesso
Brienne (F.), per cui nelle Notizie di nella sua accusa ". Determinò il concilio
Boma òe\ 1792 non fu più pubblicato di Troyes deir878. « Non si accuseran-
uè come cardinale, ne quale arcivescovo. no ivescovi io segreto, ma pubblicamen-
Seguono le deposizioni anche per Intru- te e secondo canoni ". Altri canoni li
i
sione (P^-); e talvolta alla deposizione si riportai nel vol.LXXX, p. r 16. Che pe-
aggiunge la Degradazione [F.)e la Scon- rò, i vescovi chiamali a Pioma, tornati
sagrazione (F.).S\ pub consultare il Sav- al vescovato, dovessero presentare al cle-
nelli, t.
9 ^ lett. 38 : Che il vescovo , il ro e popolo le Lettere apostoliche, che
prete, diacono ingiustamente deposti,
il attestavano la loro cattolicità, lo rile-
se si tornano ad ammettere alla Ghie- vaianche nel voi. LUI, p. i63. Per —
sa, non debbono essere riordinati. del- E Bisegnationem e per Regresso {P^.). Per
la imposizione delle mani. Non che ve- rassegnare a favore di altro individuo,
dere nell'articolo Vescovo § W, Della il non però ritenendosi in amministrazio-
Consagrazione de* Vescovi. Intanto ar* ne o in commenda il vescovato, tale ras-
roge riportare due canoni contro la ca- segna non ha luogo per concistoro , ma
lunnia, che talvolta determinò severe di- per la Dataria apostolica {V.),c\oè per
sposizioni sui vescovi. Decretò il concilio le abbazie, giacché per le cattedrali non
generale di Costantinopoli nel 38 i.» Per si ammettono riserve, e solo si ricevono
mettere freno alla facilità di calunniare per libera dimissione e rassegna. 11 Re-
i vescovi cattolici, non sarà permesso a gresso, vietato dal concilio di Trento ,
chiunque indifferentemente d'accusarli. consisteva nella cessione o rinunzia d'un
Se trattasi d'un interesse privato,e d'un beneficio ecclesiastico o vescovato , colla
lamento personale contro il vescovo, non riserva di riprenderlo quando piacesse al
si avrà riguardo ne alla persona dell'ac- rinunziante , ovvero alla promozione o
cusatore, ne alla sua religione, perchè si morte di quello a cui era stato ceduto per
dee far giustizia a tutto il mondo ; se regresso. Nella descrizione de'vescovati ho
d'un affare ecclesiastico, il vescovo non riportato numerosissimi esempi di vesco-
potrà essere accusalo, né da un eretico ,
vi che ceduti per regresso i vescovati poi
o da uno scismatico, né da un laico sco- vi ritornarono, anche ripetutamente. Ri-
municato, né da \\x\ chierico deposto (già feriscono il Cardella e il Novaes, che il
s. Caio Papa del 283 avea proil3Ìlo a'pa- celebre cardinal Dessarione fatto vesco-
gani e agli eretici di poter accusare i cat- vo suburbicario di àSabina nel i449 ®*^
tolici; ed a' secolari di chiamare in giu- marzo, quindi a*23 aprile trasferito al-
dizio i costituiti negli ordini sagri). Que- l'altro vescovato suburbicario di Fra-
gli eh 'è accusato non potrà accusare un scati, poi ritornò al Sabinese; ma lo Spe-
vescovo, o un chierico, se non dopo d'a- randio nella Sribina sacra, ne rUghel-
ver purgato se stesso: quelli che sono hneW Italia sacra non parlano di tale
senza rimprovero, intenteranno la loro regresso, per cui il Cardella avea notalo
accusa davanti a lutti i vescovi della pro- l'ommissione dell' Ughelli. Avea ragio-
vincia. Se il concilio provinciale non ba- ne, poiché leggo nel Conimentarius de
sta , s'indirizzeranno a un concilio più vita et rebus ii^cstis Bessarionis Cardi-
grande. L'accusa non sarà ricevuta , se nalis Nicacnif di Luigi Caudini, a p. 8 1
V ES VES i5t
TTunisque Cnrdinalìs Ecclesiale Tn- na ad diclamEcclesiam Sabinensem an-
sctt latine reginicn ad qiiam e dioecesi cloritate apostolica sub datum Romae a-
Salinensi filerai (ninxlalus, rctìnuit.f^e' pud s. Marcum pridie id. octob. annoV
rum his femporilius, hoc est anno 468, 1 florenos auri de Camera . . . = Ex quo
e Tiiscnlano iterimi Sahinoruni Episco- testimonio satis super q uè liquel Ciac-
pus evasit. Quae fuerit caiisafOb quani coni uni ^ UghelliurUf Boerncruni, cuti-
nova haec accidit translatìo, seu polìiis ctosque alios esse corrigendos scripto-
regressio ad velerei infida s^omnino la- reSf qui Nicaenuni putarunt ad exiluiii
tei. flitui solunimodo notata estdignumy usque vilae Ecclesiam Tusculaiiatn rc-
qiiod rnidlac hic ambages, ac lapsus e- xisse. Gli altri molivi pe'(|aali vacano i
riidi tortini manarunt, diim neniini pror- vescovati, gli accennai nel principio di
sus haec altera dioecesum earunideni questo §. Altre nozioni sopra i diversi
per muta tio venit in. mentem. Prinius modi pe'quali vacano i vescovati e le
hanc reni praelaudatus Jo. Baptìsta abbazie nullius^ le diedi nel principio di
Schìoppalalha(Dissert. in perantiqiiant questo stesso §.
sacrani tahulain graecani eie. Venetiis
1767) suspicari coepit,ttint qui Bessa- § VIH. Diocesi delle abbazie e de* ma-
rion Episcopuni Sabinensem sevocatin nasleri Nullius. De' Prelati inferiori
epigraphe, qtiani sacro donario appo- e Nullius e loro giurisdizioni. Abba-
suit Venetias (cioè il ritratto del cardi- zie ritenute da' Papi. Della giurisdi-
nale coir iscrizione scolpita in marmo, zione delle monache e delle abba-
fatto eseguire da'confrali della Carità di dessCy quasi vescovile^ con territorio
Venezia, per aver il cardinale donalo ad Nullius Dioecesis.
essi una Croce d'oro col ss. Legno, ed un
ostensorio bizantino, con entro della ss. Le Abbazie (F.), ed i Monasteri (F.)
Tunica o porpora di Gesù Cristo, esisten- nullius dioecesis, sono considerali come
te ora nella chiesa di s. Tommaso di Ve- altrettante Diocesi^ e perciò i sudditi di-
nezia, pel notato nel voi. XCI, p. 119), consi diocesani, come quelli de' vescova-
misso sub initluni anni \^^ lettini quia ti. E qui noterò, che 1' ubbidienza che i
idem titidus legitur in plurìbus manu- diocesani devono a' loro ordinari, siano
scripiis codicibus, ac etiam libris impres- vescovi (o abbati), tuttochà sia di diritta
sis ab anno 1 469 ad annum i^'ji. Quam- divino, è però subordinala alla Chiesa,
obrem sedula perquisitione facta^ no- mediante Papa; non però subordinata
il
dum denique hunc soh'itycaligineniqiie al consenso del clero, per quanto dice il
omnem discussit ope clariss. Praesidis dotto p. Cappellari, poi Giegorio XVf,
Josephi Garampi qui mine apostolici // trionfo della s. Sede e della Chiesa^
nunlii munus apud atdam Caesareani cap. 6, n. 6. Si deve poi pel presente §
magna cwn laude virtulis, ac doctri- rammentare quanto ho riferito ne'prece-
nae sìngularìs exercetj is vnini in lib. dentiin argomento, anzi a questo si cora-
8r Obligat. Cameral. p. 5o ad annum penetrano molle delle nozioni riportale a
1468 haec notata adinvenit: i=:Die 29 Religioso, massi me pegli abbati, aPiEXDi-
octob. ven. vir. D. Johannes de Hee- TA ECCLESIASTICA, a Regalia, quali arti- ì
lit Camerae apostolicae prò communi ser- vi, usarono intitolarsi, e forse alcuno an-
vitio dictae Ecclesiae ratione translatio- cora s* intitolerà: Dei et Apostolicae Se-
tiis de persona sua de Ecclesia Tuscula- dis gratta Abbas N. N. Così s' intitola-
i52 VES VES
va r abbate di s. Palerniano di Fano, e non ne fecero gran conto; onde la ele-
lo apprendoda uu monumento del 1 38o, zione restò a'monaci colla sola soprinten-
presso l'Amiani, Memorie di Fano^ 1. 1, denza del vescovo. Ma i vescovi talvolta,
p. 3o3. Nell'articolo Umile registrai que- intenti ad aggrandirsi, ei ano troppo mo-
sta foimola Joannes Dei grada humilis
: lesti a' monasteri, per cui gli abbati e i
ahbas ven. mon. s. Paiili extra miiros monaci, desiderosi di liberarsi da quella
Urbis... Salute in et sinceravi in Do- soggezione, trovarono il modo, ricorren-
mino caritalem. Oltre il detto della bene- do al Papa, che li pigliasse sotto la sua
dizione i\e,\V Abbate io quell'articolo, nel immediata prolezione e della s. Sede,e gli
§ iV di quello iìtFescovi^ parlando del- esentasse dall' autorità de* vescovi, il che
la consagrazione di questi, riporto l'an- fu finalmente consentilo da'Papi, e quin-
tico rito. Devesi premettere alcuna paro- di a poco a poco andaroiisi formando le
la dell* origine de' Benejizi ecclesiastici abbazie, ed monasteri niillins dioeca-^
i
(parlando della quale, nel voi. XIX, p. sisj che più tardi divennero quasi altret-
1 13, col. I.*, si deve sopprimere a XV, tanti vescovati. Dopo la pace Callislina,
il numero X, aggiunto dal tipografo, o ricordato concordalo del i 122 fra Ca-
poiché dal secolo V si fa derivare). Dot listo Il ed Enrico V, cessate le vertenze
re, che fu poi chiamato il Cattedratico e se era esente fosse confermala dal Pa-
(V.)y perchè era dato per riverenza alla pa. Nel concordato poi concluso fra Leo-
cattedra episcopale. Divisero anche i fon- ne X e Francesco re di Francia, fu sta-
l
di e assegnarono a ciascuno la sua por- tuito che a' capitoli delle chiese cattedra-
zione. Queste mutazioni però non furo- li e conventuali fosse affatto levata la
no fatte in lutti luoghi insieme, ne con
i podestà di eleggere il vescovo e l'abbate;
un pubblico decreto, e si praticò quanto ma vacando vescovati e le badie il re
i
in più articoli narrai. Le abbazie di là da' nominasse persona idonea, alla quale fos-
monti erano ormai fatte molto ampie e se dalPapa conferito il benefìcio. 11 p.
ricche, per cui i maestri di palazzo assun- Chardon tratta nel lib. 2, cap. 4= De^
sero a se l'autorità di fare V Abbate (/^.), vescovi de' monasteri. Oltre i vescovi
colla ragione apparente, perchè allora in ed icorepiscopi, anticamente v'era un'al-
generale i Monaci (F.) erano laici, sen- tra specie di vescovi, cioè quelli de'mona-
z'alcun ordine ecclesiastico (però si ten- sleri esenti dalla giurisdizioVie degli ordi-
ga presente il riferito nel voi. XIV, p. 98, nari. Tali erano que' di s. INIartino di
quando cioè essi furono ammessi al sa- Tours e di s. Dionigi in Francia, di Lau-
cerdozio e all' esenzione). Vero è che be uelTHainaut, e d'un monastero d'Al-
non sempre lo davano essi, ma alle volte sazia presso Strasburgo. Siccome questi
concedevano per grazia a'monaci che se monasteri avevano dipendenti molle chie-
lo eleggessero. Però in Italia non essendo- se, che comunemente si chiamavano cel-
Tri ancora monasteri molto ragguardevo- le, ed era diflìcile di trovar vescovi che
li iu ricchezze, fino al jSo circa i re lon- vi facessero le funzioni episcopali, così per
gobardi, dopo i re goti, poi gl'imperatori falle si ordiuuva vescovo uno de' mona^
VES VES i53
ci. Per questa ragione iPapi Slefiino MI ch'è situalo nel borgo orientale di detta
del 752 e Atlfiano 1del 772, ne' privi- città sino all'arcivescovato di Lanfran-
legi concessi per tal motivo alle delle ba- co, nel declinar del secolo il XI,
quale
die di s. Martino e di s. Dionisio, accor- giusta il I\Iona<iticnni Anglica mini nou
darono pure l'avere un vescovo, da eleg- sostituì veruno a Goduino che morì al
gersi Ira'raonaci da questi e dall'abbate, suo tecìipo, dicendo non convenire che vi
e quindi doversi cons;igrare da' vescovi fos<ero due vescovi in una città, non con-
del paese. Dovendo allidarglisi pure la cu- siderando che il vescovo di s. Martino
ra de' uionasleri e reggerli nel pontificio non risiedeva nella città. Anche nella cro-
nome, non che di predicare la divina pa- naca di s. Benigno di Dijoti si leggono
rola, acciocché i popoli che da'vari paesi inomi di molti abbati, ch'erano corepi-
si recavano a visitar la tomba del santo, scopi del vescovo di Langres, ma non pro-
risanassero dalla malattia di loro anime. priamente simili agli antichi corepiscopi.
L'abbazia di s. M;ulino ebbe i propri ve- Tali furono Erberto sotto il vescovo Al-
scovi pili lungo lempo di quella di s. Dio- berigo dell' 825 circa, e Bertiloue sotto
nigi, e fino a Urbano II, il cjuale recatosi a ilvescovo Isacco dell' 874, che gli die'
Tours nel 1096 e portatosi a s. Martino per coadiutore nel governo del monaste-
sottopose il monasleroa sé slesso, e ne levò ro Sarano, trovandosi scritto Berillo Coe-
il vescovo pe'Iamenti de'vescovi di Fran- piscopus et Abbas. Secondo il p. Mabil-
cia e de'Iegati della s.vSede,a'quali icanoni- lon, anche molti abbati del monastero
ci regolari di s. Martino non facevano i presso Argeulina erano onorati del titolo
convenevoli onori nel ricevimento. In di vescovi, o perchè fossero vescovi regio-
quanto a s. Dionigi, pare che suoi vescovi i nari senza fìssa sedia, o perchè fossero vica-
non abbiano durato oltre il regno di Lo- ri e corepiscopi della diocesi d'Argentina,
dovico I il Pio, morto nell' 840. Alcu- la quale un tempo era divisa in due, una
ne volle questi vescovi erano anche ab- parte governala dal vescovo residente in
bati, altre no; cos'i Erberlo era vesco- Argentina, e l' altra da quello che risie-
vo di s. Dionigi, mentre il celebre Ful- deva nel monastero. A tempo del p. Char-
rado n' era abbate; viceversa, nel 797 don in Occidente ve n'erano pochi, come
Victerbo era nel medesimo tempo vesco- a Fulda, e nell' Oriente nel solo mona-
vo e abbate di s. Martino di Tours. I stero del monte Sinai, che fosse propria-
primi abbati di Laube, Ursmar, Ermi- menle tale, poiché sebbene gli altri pre-
none e Teodolfo erano anche vescovi. II lati orientali risiedevano per la più parte
cronista di tale monastero rende per ra- ne'monasleri, la loro giurisdizione tulta-
gione, che COSI fu fatto onde quegli abba- via sopra vaste diocesi si estendeva. Il Sar-
ti potessero predicare a' popoli novella- nelli. Lettere ecclesiastiche^ t. 5, leti. 34'-
mente convertiti, e abbattere il culto ido- Degli abbati vescovi de^ loro monaste-
latrico, che alcuni di que' barbari an- ri, riferisce di trovarsi ordinali vescovi
cora mautenevano. Altri credono, per- alcuni monaci, nou a titolo di alcun ve-
chè i aveano donato il fondo del mo-
re scovato, ma de' loro monasteri, scriven^-
nastero, il quale era prossimo al palazzo do Sozomeno nel lib. 6,cap. 4« " Qui fu-
reale di Leptina, di cui non si commet- rono ancora Barse ed Eulogio, li quali
teva il govern'o se non ad un vescovo, e oltre ciò ambedue appresso vescovi fu-
questa dignità si conservò in molti loro rono, non d'alcuna città, ma per onore,
successori. Talvolta anche i monasteri e- quasi in guiderdone delle loro già fatte
rano la residenza de' Corcpiscopi (f^.), imprese, ordinali ne* propri monasteri.
come pare fosse quello di s. Martino di Della qual maniera vescovo fu ancora il
scovi e arcivescovi, non di città, ma de- piscopale, colla figura del o Tati (/^^'.), T
gli stessi monasteri, come racconta il p. con coi si dipinge s. Antonio abbate, e
Girolamo Dandini nella sua missione a- nel piecedeule articolo lo dissi piuttosto
postolica al patriarca e maroniti del proptio degli abbati greci. Indi a p. 182
Monte Libano nell'anno i5^6. Vi so- spiega il vocabolo Croccia (ioi'se per noa
no, die* egli, due sorte di vescovi, alcuni confonderla colla veste usata da' cardi*
sono semplici abbati di monasteri, ne nali in conclave), CrossiaSy per pasto-
fuori di essi hanno la minima giurisdi- rale degli abbati. Narrai nel voi. XX,
zione, né anime commesse alla loro cura p. 84, che la chiesa abbaziale della ba-
e vigilanza pastorale. Non portavano essi dia secolare nullius di s. Lucia di Me*
segno, né abito alcuno da vescovo, ma lazzo in Sicilia, è decorata del titolo di
vestivanoda semplici monaci,esolamente cattedrale, abbate godendo l' uso de-
l*
cantando messa usavano la Mitra e il Pa- gli abiti e che più volte fu
vescovili,
stonale (P'.). Ad altri poi sono commesse insignito della dignità vescovile con ti-
chiese più grandi, e popolo più numero- tolo in partihus infidelium ; e nel voi.
£o,e vestivano con giubbaad uso del pae- LXXII, p. 5i , che Gregorio XVI nel
se, sopra di quella portando spaino di 1840 dichiarò l'abbate e primicerio del
panno paonazzo lungo sino a terra, ed capitolo della badia nullius di s. Mau-
un turbante grande e pesante di color ce- riziod'Agauno nella Svizzera, in perpe-
leste sul cappuccio. Ne'monasteri poi di tuo vescovo di Belllemme inpartibus.Gìì
Cbjaya e di s. Antonio, situati in uno abbati generali delle due congregazioni
stesso luogo, stavano in uno due nipoti de'monaci Mechi lanisti sono sempre arci-
del patriarca, l'uno de' quali arcivesco- vescovi in parlibus, cioè quello residente
vo e abbate del luogo, e suffraganeo nell'isola di s. Lazzaro di Venezia diSiu-
del medesimo patriarca, abitando nell'al- nia, e quello residente in Vienna di Ce-
tro tre fratelli arci vescovi. Quindi,conclu sarea , ed ambedue dimorano ne' loro
de il Sarnelli,si può credere venuto l'uso monasteri. Molte abbazie nullius diven-
de'pontificali negli abbati Religiosi^ed al- nero vescovati, e uno degli ultimi esem-
ili colla sola benedizione abbazìale, non pi è quello di Guastalla. Inoltre molte
colla consagrazione episcopale. Aggiunge abbazie nullius furono riunite a diversi
ritenersi che la mitra fu concessa prima vescovati, come di Nonantola nel 1820
del I ooo daSilvestro II all'abbate di s. Sa- al vescovo ora arcivescovo di Modena,
vinodi Piacenza,da s. Leone IXall'abbate dovendone portare il titolo d'abbate della
di S.Giustina di Padova, e da Urbano III medesima. Così fece Gregorio XVI colle
1091 a s.
nel Pietro abbate della Cava. bhhdine nullius della Sabina^óok di Farfa
Ma il medesimo Sarnelli, nelle Mewor/e che uni al cardinal vescovo suburbicario
de* vescovi e arcivescovi di Benevento di Sabina, e di s. Salvatore Maggiore ,
ce porre sul capo una mitra, e che fu la S.Lorenzo in Campo nella diocesi di Per-
I.' mitra concessa agli abbati, citando gola, l'uni a quel vescovo, con parte del-
\ari scrittori. Quindi tale prerogativa fu le rendite per esso e pel seminario, colla
pur concessa ad altri 1 2 abbati de* mo- riserva del titolo d' abbazia semplice e
nasteri delia diocesi soggetta ali* arcive- conferita in amministrazione a'mouaci ci-
,
V BS VES i^j
slerclensi. 1 vescovi non ione pnnto Im- bolla di Gregorio XII f , cioè che siano
pediti nell'aulorità per l'esenzione de' re- applicati al continuo servizio di quel con-
golari.Quanlo al vescovo abbate perpe- vento o monastero, che abitino dentro
tuo o commendatario d'alcuna abbazia quel chiostro o ricinto,e che vivino sot-
dice il Sarnelli, t. 8, lett. i6, rappresenta to l'ubbidienza di quel superiore o pre-
due persone.Un vescovo che a vea in com- lato. La 2." specie é di quelli, li quali es-
menda un monastero esente, domandò al- sendo prelati come sopra di qualche chie-
la congregazione del concilio, se poteva sa o monastero esente , abbiano ancora
ordinare suoi sudditi per ragione del
i per privilegio apostolico, ovvero per an-
monastero, non ostante il cap. io della tica prescrizione la giurisdizione ecclesia-
sess. 2 3 del Tridentino, e n'ebbe in ri- stica e vescovile nel popolo e nel clero se-
sposta: Non posse, quìa ordinarci eos colare di qualche terra o castello, o altro
suhdltos tanquam Ahhas^non tanquam luogo abitato e situato dentro i confini
J'^piscopus. Il cardinal De Luca ragiona della diocesi del vescovo. La 3."" specie é
nel ca\i. 35: De' Prelati inferiori, li qua- di que'prelati, i quali abbiano la medesi-
li non siano vescovi, ma abbiano la giu- ma giurisdizione nel clero e nel popolo
risdizione ecclesiastica vescovile, o qua- secolare di qualche terra o castello, o luo-
si. Olive i vescovi vi sono degli altri Pre- go abitato, uno o più, li quali non siano
lati (^.), i quali non sono costituiti nel- situati in alcuna diocesi, sicché si dicano
l'ordine e nella dignità vescovile, ma a di niun territorio , che però se gli dà il
Tenlo,ed anche con que'regolari serventi la ragione che non ponno essere due pre-
ne'quali si verifichino i 3 requisiti della lati d' un medesimo territorio; nondi-
i56 VES VES
meno si dà una specie di territorio im- ni che lo riguardano). Quest'ultima spe-
proprio o subalterno, in quel modo che a cie però di prelati non par degna di mol-
rispetto delia curasagramentale si dà nel ta lode, perchè forse contro il sentimen-
parroco, sicché abbia i suoi confini. An- to del concilio fu loro concessa quest'am-
ticamente, avanti il concilio di Trento, pia giurisdizione, anco con qualche van-
quando per questi preiati si giustificava taggio più che a'vescovi, cioè che per la
il loro titolo, secondo la forma della co- comune e più frequente pratica non sia-
stituzione di Bonifacio Vili aveano la
, no sottoposti al metropolitano, ma siano
cognizione di tutte le cause sì civdi, co- immediatamente soggetti alla s. Sede.
me criminali e miste, e cosi spirituali, co- Poiché slima cosa impropria che nella
si
me profane, appunto come l'ha vescovo, il creazione d'un vescovosi desiderino tanti
ogni volta chele circostanze del fatto non requisiti, soggiaccia al processo, a'giura-
persuadessero il contrario, cioè che il ti- menti,ealla triennale visita de' Liniina
tolo ovvero il possesso fosse in un genere Aposlolorum debba dar conto del suo
di cause, e che nell* altro la giurisdizione governo mediante la relazione dello sta-
spettasse al vescovo. Ma il detto concilio to del vescovato (ma trovo che gli abbati
tolse la parte più nobile e la più sostan- nuUius regolari, nelle proposizioni con-
ziale di questa giurisdizione, cioè la co- cistoriali, debbono avere diversi requisi-
gnizione delle cause criminali e delle ma- ti, sottostare al processo , fare la profes-
trimoniali, e anche tutto quello che ri- sione di fede nelle mani del nunzio o al-
guarda la collazione degli ordini, e la cu- tro prelato processante,essere dottore ec).
ra dell'anime circa l'approvazione de'con- All'incontroun semplice chierico o prete
fessori e quella de'predicatori , ed altre un semplice religioso dell* or-
secolare, o
cose, per cui questa giurisdizione si è ri- dine monastico, ovvero mendicante,
dotta di poca considerazione. E final- oppure un cavaliere di Malta o d'altra re-
mente circa la 3.' specie di que'prelali,i ligione militare, e professore deirarmi,aQ-
quali abbiano materialmente e di fatto zi un uomo di spada e cappa, senza tan-
il territorio separato da ogni diocesi, che te solennità, e senza sapersi quali abilità
^evò Sì dica Nili lìiis j in poche parole abbia, e di che vita sia, debba per ap-
basta il dire, che eccettuatane la flicollk punto avere l'istessa autorità e giurisdi-
di esercitarci pontificali per sé stesso per zione, senza riconoscere verun superiore.
difetto dell'ordine vescovile, colla facoltà Aggiunge il De Luca, in siffatti luoghi si
però di farli esercitare per altri vescovi stimala disciplina rilassata e perciò in ItJ-
zione, e nella podestà non solamente or- do anche altrove le prelature inferiori
dinaria, ma anche delegata dal concilio moltiplicate con territorio separato, det-
e dalle costituzioni apostoliche co' sud- te nulliuSy osserva che la s. Sede, quando
detti prelati inferiori della i.** e della 2/ nel luogo concorrono i requisiti congrui
specie, li quali fossero dentro il loro terri- e necessari per la cattedralità, ve la eri-
torio, fuori di que' casi li quali non fos- ge, dando a quel popolo vescovo come il
messi al vescovo più vicino ; come per e- per tultociò, che molte abbazie e mona-
sempio è quello dell'immunità ecclesia- steri nullius dioecesis finirono col con-
stica locale, anche in alcuni luoghi se- , vertirsi in vescovati. Ma di tale specie di
condo la diversa osservanza e la materia prelati, per gli avvenimenti clamorosi del
della collazione degli Ordini sagri(ìA\\.vQ declinar del secolo passato e de'principii
articolo a questo connesso, per le uoziu- del corrente, assai se u'è ristretto il nu-
VES VES i57
mero. Vi è ancora un*allra specie di pre- di detto Papa, e dell'uso 'òe'Pontificalif
lati, li quali hanno ia giurisdizione in riparlerò nel § VII di Vescovo. Intanto
alcune persone, e in qualur^iue parie di dirò, che degli abbati mitrati, o abbati
popolo in diocesi aliena, con la pienezza secolari o arcipreti ec. mitrati e loro pre-
della giurisdizione anche ne' pontificali, rogative, dillusj» mente ne tratta il Gar-
e nella cura spirituale e parrocchiale, per- dellini nella collezione, continuata, de*
chè sono costituiti neir ordine vescovile; Decreta authentica congregationis s. Ri-
come per esentjpio era l'arcivescovo di iiium, nella quale si scioglie pure ogni
Nazareth^ il quale risiedeva in Darlelta dubbio. I decreti poi generali che riguar-
diocesi di Traili^ il vescovo di Fiesole in dano i prelati vescovo, per
inferiori al
una chiesa con un certo recinto dentro furono emanati dal
l'uso de' pontificali,
)a città di Firenze, e il protettore della memorato Alessandro VII 3*27 setteoi-
s. Casa di Loreto (in questo e ne'due al- bre 1659, e quindi confermati da Bene-
tri indicali articoli narrai le variazioni dettoXIV, colla costituzione In throno
avvenute), e forse altri simili, casi però justidae, de' 27 febbraio 1752. Nella
singolari da non formare regola. Anche stessa collezione de' Decreta authenti-
in R o m a V so n o Titoli Cardin alizi(f^.)j
i i ca, t. 7, p. 123, è riportata ancora la co-
li quali per un modo di parlare si dico- stituzione di Pio VII, Decet Ronianos
no tante diocesi, ed cardinali in essi so- i Po// ^/"/zce^, sull'oggetto medesimo. Però a
no come tanti vescovi ; però secondo la rispetto di quelli particolarmente della i
.*
dichiarazione di Gregorio XllI, questi so- specie, che per lo piti sono abbati delle
no prelati della 2." ovvero della i.\ più congregazioni benedettine, ed altri simi-
che della 3.' specie, sicché vi entri la giu- li, la prerogativa già a tempo del De Lu-
risdizione delegata del vescovo, il quale ca era stata molto ristretta , laonde non
in Roma viene rappresentato dal cardi- ponno celebrare i pontificali se non in
nal F icario di Roma [l^.).k molti di que- certe solennità dell'anno, ed anche in que-
sti prelati, ossiano della i/, o della 2/, o ste, purché non vi sia presente il vescovo
della 3/ specie, pe' privilegi apostolici si diocesano. Di altro riguardante le mate-
concede l'uso de' pontificali, cioè Mitra e rie in discorso, il De Luca tiene proposi-
Bacolo (o Pastorale^ nel quale orticolo to nel decorso dell'opera di cui mi giovo,
dissi gli AbbaliusiBxAo però con velo pen- // F escovo pratico sopra le cose spet-^
sinodali, e che quali veri ordinari fac- tervengono pure al sinodo provinciale
ciano il concorso alle parrocchie, che so- triennale della loro provincia ,
tranne
no esercizi di podestà maggiore, mollo quando i privilegi e la consuetudine noa
più dovranno aver l' altra eh' è minore, dispongono diversamente; benché ordi-
sepure la congregazione del concilio non nariamente non riconoscono il metropo-
voglia moderarla, con ingiungere l'ordi- litano. Gli abbati ««///a? ancora s'intito-
nazione doversi fare dal vescovo più vi- ìano'.JY.N, Dei et /ipostolicaeSedis gra-
cino. Quanto alla podestà de* prelati in- tta Jbhas etc. Le abbazie e i monasteri
feriori di conferir loro i sagri ordini, ben- concistoriali sono i descritti ne'libri del-
ché mdii'us non l'hanno, perché ial col- la Camera apostolica, colla Tassa&ào'
lazione é un effetto principalmente del- gni nuovo prelato, oltre i vescovati e gli
l'ordine pontifìcalee della consagiazione. arcivescovati. Dissi nel voi. XX, p. 83 e
Prima del concilio di Trento, per dispo- 84, essere di 3 sorte le abbazie ed imo-
sizione de'canorjiji prelati abbati, sacer- nasteri, cioè abbazie o monasteri nnUius
doti e benedetti (la benedizione essendo concistoriali, che si propongono in con-
conferuia non pare necessaria; bastare il cistoro'; abbazia concistoriale ; ed abba-
sacerdozio, e la giurisdizione e anunini- zia titolare semplice senza giurisdizione
slrazioiie legittima), l'avevano per la i
.*''
straordinaria : quanto le riguarda l* ac-
tonsura e pe* 4 ordini nunori co' propri cennai nel luogo citato. Nel voi. XY,p.
sudditi, e con quelli degli altri per com- p.222, 224, 246 e 247, notai comesi
missione e licenza de'Ioro vescovi, o al- propongono in concistoro previo l'ante-
tro prelato che in ciò ne avesse autorità. riore processo, con interrogatorii agli e-
E' per alcuni questione se ponno altret- lettiminori di quelli de'vescovi, la con-
tanto i prelati nidlius di giurisdizione or- gregazione concistoriale riconoscendo la
dinaria, con diverso litolodenominati ^r- canonica elezione del capitolo, e talvolta
cipreti, arcidiaconi^ priori, preposti e si- le annullò, tale altra elesse il Papa, che
mili, che concedono le lettere dunissoria- deve confermare gli eletti o i nominati,
li; ma il De Luca considerando che la come fa di quelle di libera collazione del-
podestà é un effetto della giurisdizione e la s. Sede. L'abbazie inpartibus non più
non non vi trova dillerenza
dell'ordine, si conferiscono, e ne farò parola a Ve-
cogli altri prelati, massime per la ." ton- i scovi m PARTiBUs. Con proposizioni con-
sura in cui non si usa rito ecclesiastico cistoriali stampate, si preconizzano in
solenne: non è funzione pontificale, piut- concistoro l'abbazie e monasteii nullius:
tosto giurisdizionale. Ma il Tridentino ne riportai un esempio a p. 224. Riferii
tolse agli abbati ed a tulli gli altri pre- iuollre nelle citate pagine, che aulica luea •
-
LXXl 1, p. 5 1 , nel cantone del Basso Val- aveva la cattedrale abbaziale sotto l' in-
lese: della Madonna dell'Eremo d'Einsi- vocazione di s. Andrea apostolo posta nel-
dlen, nel cantone di Svitlo, della quale nel la città, l'abbazia avendo il titolo della
voi. LXXII, p. 77 e 8 B. Vergine Ma-
I : B. Vergine Assunta e di s. Pietro apo-
ria di Maristella, in Wetlingen nel can- stolo, conio parrocchie. Il Papa ne con-
tone d' Argovia, di cui nel voi. LXXII, cesse il titolo al vescovo d' Adria, lasciò
p. 85. Nella Spagna, i cui abbati sono di alla città la parrocchia dis. Andrea, eie
nomina o presentazione regia: s. Maria altre
9 parrocchie le unì, 7 al vescova-
i6o VHS V ES
to di Mnntova e 2 a quello di Brescia. loro aulorìlà.Tali fra gli altri furono 1 «e-
Fu Innocenzo XII I che con moto-pro- guenti.iS'/f'/Ì7/2o/A detto.V,elelto nel i oSy
prio cle'3 agosto 1722 concesse all'arci- era cardinale abbate di Monte Cassino,\'A
piele e abbate della secolare e insigne qual dignità non solamente 1' avea rite-
collegiata d'Asolo nuìLius^ la giurisdizio- nuta nel cardinalato, ma divenuto Papa
ne quasi vescovile nel paese e in altri luo- a'2 agosto, passando nell'abbazia a'3o no-
ghi e terre soggette alla sua giurisdizio- vembre vi approvò l'elezione fatta di De-
ne, con l'indulto di potere usare la mitra siderio in abbate della medesima, ma tut-
e il pastorale per sé e suoi successori in tavia volle egli ritenere la carica, essen-
perpetuo, di radunare il sinodo, ed in es- do ad un tempo Papa e abbate cassine-
so deputare esaminatori, di conferire be- 8€, e che soltanto dopo la sua morte De-
nefizi e parrocchie, di concedere lettere siderio l'amministrasse, la qualeavvenne
dimissoriali anche per lutti gli ordini sa- a'29 marzo io58. Desiderio ch'era stato
gri a'suoi sudditi, di dare esecuzione alle promosso al cardinalato dal defunto, di-
lettere apostoliche, tanto sopra le prov- venuto abbate di Monte Cassino, quan-
viste di benefizi, chesopra le dispense ma- do nel 1086 fu costretto ad accellare il
l'articolo Vesti, § IV, periodo 2.° L'arci- sino, fu sepolto nel capitolo del monaste-
prete di Bassano tu distinto dal Papa Pio ro e poi trasferito nella basilica. Clemen-
IX, in uno a'suoi successori, del titolo te XÌ, assunto al pontificato nel i 700, ri-
di Abbate Mitrato, con ut in functioni- tenne per alcuni anni la commenda del-
bus ejusdeni archipresbyleralis Eoe le' l'abbazie di Casaraari nella diocesi di /^e*
siae, et succursalium omnia et singnla s. Domenico di Sora, lascian-
/o//, e di
ornamenta, sive insignia gestare possiti dovimemorie di sua munificenza. Pio
quibus Abhates vulgo Mithrali utuntur. /^/quando nel 1770 fu eletto Papa, si
Ma però non è esente, essendo Bassano conservò la badia che prima avea di Su-
la prima chiesa della diocesi di Vicen- biacOy ne rifabbricò e consagrò la catte-
za, che abbia così decorato il suo ar- drale, e la ritenne sino 311799 epoca di
ciprete. Del processo che si fa agli ab- sua morte, governandola co' suoi vicari
bati nullius dall' Uditore del Papa generali, usando il sigillo colle parole:
(^.), di loro preconizzazione in conci- Plus VI OrdinariusSublacensis.W re-
storo, della Profissione di fede (F.) gnante Papa Pio IX A 5 maggio 1847 **
e giuramento di ubbidienza e fedeltà al- riservò la vacata badia di Subiaco, ne as-
ia Sede e al Papa, della visita a' Limi'
s. sunse il particolare governo e se ne di-
Ita Apostolorum, e della relazione di lo- chiarò ordinario; ne prese indi il perso-
ro chiese da sollomettersi al Papa, ripàr- nale possesso, deputando a vicario gene-
io nel § 111, massime verso il fine dell'ar- rale dell'abbazia un arcivescovo in par»
ticolo Vescovo. Comede* vescovati, anche tibus. Dopo averla beneficata, nel i853
dell'abbazie talvolta Papi,che prima del- i sidimise dal governo della badia, e ne
l'assunzione al pontificato n'erano abba- conferì la commenda in perpetuo a un
ti, ad esso sublimati , le ritennero noQ , cardinale, com'è solilo. Va notato, che
essendo propriamente coslretti a spogliar- alcuni cardinali Protettori (F.) di mona-
sene, ovvero ciò fecero nella pienezza di steri e altri luoghi pii, sono pure ordina-
V ES VES iCw
ri (le* racdesiml, come Io sono ì cardinali gè n^\V\5 ^^t\\'\, Italia sacra, {. 7,p. 700:
arcipreti delle patriarcali basiliche di Ro- Conversa ni seu Cupersanì Episcopi. San-
ma, con Tuso de'pontificali: del loro Tri- rtimonialiuni nwnasteria tria, quorum
bunale di Roma ho già parlato in quel- unum vetusti ssinium sub divi Benedicti
l'articolo, insieme a quelli di altri pre- titulo a s. Mauro ejusdem Benedicti di-
lati e cardinali di giurisdizione locale. Si scipulo in monachorum usum constru-
ponno vedere del vallombrosano Ascanio clunifìiuncmonialium ordinis cistercien-
Tamburini, De jure Ahbatum,et Prae- siSf apostolicae Scdis immediate subje-
laloruni, Abhatissarnm, et Monialìiimj ctum, multis opibus^ ac magnis privile-
nec non Praelaloruni Epìscopis inferìo' giis celeberrimnm, cuifere in tota Italia
riim^ Lugduni 1 656: De jure Abbatissa- aliud simile non reperiatur, adeoque a
rum et Momaliwn , siue praxìs guber- jurisdictione Episcopi Cupersani ordi-
nandi Aloniales, Lugduni 1668. L. Da narli exempluni,ut Abbatissa^quae usuni
Ponte, Specchio del vescovo e del pre- b acuii abbatialis habet in eode.m mona-
lato, Pioma 69 r. Vitali, Idea del Supe-
1 sterio, ac in oppido Castellanae suae
riore, Roma
846. Quanto nWeÀhbades-
1 dìoecesisjurisdictionem quasi episcopa-
sCy Priore e Superiore, à& Monasteri del- lem per suos Vicarios in clericis et lai-
le Canonichesse e deWe Religiose, ed al- cis, tani in spiritualibus, quam in teni-
tre Vergini^ non che delle Regalie da lo- poralibus exerceat, ac beneficia omnia
ro godute, in tali articoli ne ragionai. Al- conferai: est enim hoc coe.nobium regni
cune goderono singolari privilegi e giu- Ncapolitani maximum ornamenlum^re-
risdizioni, come dell'ordine del ss. Salva- gularis disciplinae nobiliumque sacra-
tore e di Font-Evraull (P^.), le cui abba- rum virginum seminarium, cuj'us memi-
desse sovrastavano a'monaci; l'abbadessa nit Lambertìnus , tract. De JurepairO'
di Praga coronava la Regfna{F.) di Boe- natus in 5, art. 5, de quo infra laiiits a-
mia; le Certosine (/^.) hanno l'uso della genius. Adunque dirò di questa abbazia
stola e del manipolo^ cantano l'Epistola millius,c[ie sino al declinar del secolo pas-
e V Evangelo, e con indumentitali sagri sato e principio del corrente, l'abbadessa
sono sepolte. Diverse badesse usano V A- di s. Benedetto di Conversano, nel regno
nello dell' abbadesse e il Pastorale^ fu- di Napoli, dall'annalista Baronio chiama-
rono chiamate Pastore e Prelate, sono in ta Monstruni Apulìae^ per antico privi-
dignità e alcune hanno giurisdizione, co- legio, pel suo vicario, conferiva gli ordi-
sì alcune preposile e priore. Il Nardi, De' ni minori, e riceveva al baciamano ve-
Parrochi, dice che usano il pastorale in stita diguanto preti di Castellana, feu-
i
Segno di comando, e che non vi è diiTi- do del suo monastero, di cui chiamavasi
collà che le monache, monasteri e l'ab- i regina, mentre in una mensa accanto te-
badessa, possano avere giurisdizione spiri- neva la mitra e il pastorale. L'ultima ad
tuale, che non abbisogni d'ordine; altri- esercitarla fu Aurora Accolti-Gil della no-
menti si servono di vicari e persone ido- bile famiglia di tal città, deiivata dal ra-
nee citando il Pichler, Jus Canonicus,
, mo d'Arezzo non più esistente. Non riu-
decis. ex. Certamente poi molli monaste- scirà quindi superfluo darne un cenno,
monache hanno cura abituale, e no-
ri di sul molto che potrei dire, poiché oltre altri
minano de'parrochì, o vicari amovibili, i documenti, ho le seguenti stampe, gli uni
quali pel monastero esercitano la cura at- e le altre standomi davanti. RmJ" P, D.
tuale. Tutlociò provenne loro da' vesco- De Vais decano (degli Uditorìdì Rota).
vi, da'concilii, da'Papi. Della ceremonia Nullius provinciae Baren jurisdictionis
dello Sposalizio del nuovo vescovo col- super territorio separato. Pro ven. mo-
le badesse, parlai in quell'arlicolo. Si leg- na sterio s. Benedicti ordinis cistcrcicn-
VOI. xcv. i I
iG2 VES VES
Conversani. Conlra III. et
sis in civitate bate Pietro il Vico Castellano, oggi terra |
silio Palmieri, intorno al regio padro- monaci. Avendo questi seguitole parti del
nato che si appartiene al Re nostro si- suo bastardo Manfredi, poi monaci ab- i
a p. 710, Gregorio XIII, ec. Da Dame- ilche canonicamente confermò poi Pio
ta in poi viilesi 1* abbadessa, subentrata VII nel 18 18, colla bolla De utiliori. DeX-
nelle prerogative nullius de' monaci be- la fondazione e privilegi del monastero
nedetlii»!, per concessione di Cleraente IV, scrissero diversi, e Paolo Antonio Tarsia
ricevere con vescovili insegne , dopo la neW Hi storine Cupersancn, presso Mu-
sua elezione, l'ubbidienza del clero di Ca- ratori Rerum Italicaruni Scriplores.
,
stellana, tenere il suo vicario in Conver- Quando man nel 1809 la suddetta Au-
sano in Aedibus clivi Benedicti, e il vi- rora, ultima badessa che esercitò la giu-
cario foraneo in Castellana, fare le visite risdizione, siccome la soppressione di essa
in quella terra, tenere le carceri sotto del era stata falla dalla podestà laica, come
suo monastero, conferire benefizi eccle- illegittima, le furono celebrate esequie
siastici, ed esercitare in somma la pode- prelatizie. Composto il cadavere in una
stà di giurisdizione in quel luogo per mez- ricca bara, avendo la mitra, il pastorale,
zo del suo vicario. Questo era forestiere, la cocolla, i guanti, l'anello e i sandali, fu
ed approvava i parrocbi ed i confessori trasportato dalle sue camere alla porta
a mezzo de"li
o esaminatori sinodali della del chiostro^ da 4 converse anziane, al-
badessa. Si vide pure indipendente dal- trettante monache seniori sostenendo i
l'ordinario vescovo di Conversano, per es- fiocchi della coltre. Ivi tutte le monache
sere il monastero immediatamente sog- circondarono la bara , e resero 1' ultima
getto alla s. Sede. Varie e ripetute furo- ubbidienza alla defunta con baciarle la
no l'intraprese de'vescovi contro di esso, mano; le educande baciarono il ginoc-
ed ancbe del capitolo di Castellana; ma chio, le converse il piede. Indi consegna-
alla fine cessarono quando dopo il lySi to il cadavere al capitolo della collegiata
\enne dimostrato padronato, ed
di regio diCastellana,che lo attendeva fuori della
era perciò governato da un vescovo re- clausura, tutte le monache si ritirarono.
gio delegato, in que* punti soltanto che Allora il clero di Castellana rese anch'es-
riguardano la podestà dell'ordine, di cui so l'ubbidienza alla defunta badessa, ba-
era incapace la badessa per difetto del ses- ciandole la mano, e solennemente la tra-
so. Questa insigne prelatura era unica sportò nella chiesa del monastero, ove
nell'Europa, ed il concilio di Trento non fu collocata sopra magnifico catafalco, la
fece disposizioni in contrario, ne il vesco- cui parte culminante toccava la volta del-
vo di Conversano Romolo de Valentibus la cupola. Celebrata dall'arcidiacono la
che v'intervenne, vi fece alcun reclamo. messa funebre, i 4 vescovi assistenti par-
11 monastero fu abitato da varie princi- titi da'Ioro seggi (inclusivamente a Gen-
pesse del reame, tra le quali Maria d'An- naro Carelli vescovo di Conversano), si re-
giò figlia di Filippo principe di Taranto, carono a'4 angoli del catafalco, e coll'ar-
da Costanza figlia d'Ugone di Brenna, da cidiacono fecero le solenni assoluzioni.
Francesca d'Angiò pronipote diCarloDu- Questi funerali rinnovarono ne' giorni
si
al X secolo. Il governo di Napoli del 1806 Conversano, menò vita esemplare, era di
con decreto spogliò la badessa de'suoipri- naturale gravità, che bene armonizzava
i64 VES VES
colle episcopali insegne che indossava. 11 $adis.Prassede,diceavere un anlicomnr-
monastero di Benedetto sempre fìon per
s. mo l'iscrizione: Ponine Theodorae Kpi-
monache costumi e di no-
di edificanti scopne corpus quiescit. E la crede forse
bile condizione. Fiorisce ancora, ed è tra' badessa di qualche monastero di mona-
più ricchi del regno per possedere vasti che, e madre di s. Pasquale I che da'fon-
tenìmenti, onde con isplendore principe- danienli restaurò la chiesa. Nel concilio
sco rende il culto divino, e si fanno le
si di Tours si fa menzione che
della moglie
monacazioni. Anche altre abbadesse eb- fu del vescovo, e si ordina che debbala
bero giurisdizione sul clero e vescovile, trattare come sorella ; Episcopani Epi-
con terrilorii nulUus. Ne ricorderò alcu- scopam non hahenteni, nulla seqnalur
ne. La badessa benedettina di liuelgas di mulierunt ;«rZ>^. Riferisce pure chiamar-
Burgos , alla quale Innocenzo III inter- si Preshitere o Pre.shiteresse le mogli
disse e vietò d'ascoltare le confessioni del- de'sacerdoti greci. Essendo gli ecclesiasti-
lo più Vedove {P.), poi appellale Dia- rio d.Carlo Bedoni, e n'è decano mg.'
conesse (^.), e se separatesi da'mariti, di Gaetano Giunta arcivescovo d'Atnida no-
reciproco consenso, divenuti preti e ve- minalo da Pio VII nel 1822, anzi l'uni-
scovi, Preshitere e Vescove (F.) si de- co superstite deTalti da quel Papa (però
nominarono; e che s. Epifanio reputò ap- leggo nel n. 49 del Diario di Roma de'
partenere all'ordine chiesastico, benché 19 giugno 1822, che allora il prelato era
non ammesse a'sagri ordini, e mollo me- vescovo di Crisopoli in parlibiis, e con-
no a sagrifìcare. Il Piazza Gerarchia , fessore del duca di Calabria poi re Fran-
Cardinalizia, p. 5o6,def cri vendo la chle- cesco I). I patriarchi Io sono sempre. Gli
VES VES i65
arcivescovi, ed i vescovi a piacere de* Pa- eia, il prefetto de' ceremónieri accoui-
pi, i c{uali dichiarauo assistenti del loro piìgna il dichiarato assistente al soglio al
Trono o Soglio (^.), quegli arcivescovi banco più distinto di essi, previe le ge-
o vescovi a cui per dislincione, beuevo- nuflessioni all'altare e al Papa. In tal mo-
Icnza ed estimazione vogliono comparti- do, il possesso precede il breve, col qua-
re questa ragguardevole e cospicua ono- le si sogliono nominare, massime gli as-
rificenza. Vi nominano sempre i loro fa- senti da Roma (in fine ne riprodurrò uno,
migliari Elemosiniere e Sagrisfa {P^.), appunto per essersi spedito ad esso il bre-
gr«do vescovile in partibus,
insigniti del ve apostolico a mezzo del nunzio ponti-
onde non manchi mai la loro assistenza ficio).Questo modo non solamente tante
nelle cappelle ponlificie,ed altre sagre fun- volte lo vidi praticare,ma il trovo enun-
zioni, che celebra oassisle il Papa. Nelle an- ciato x\Q Diari di Roma^ e solo mi limi-
nuali Notizie di Roma se ne riporta il ca- terò a ricordare alcuni esempi. Clemen-
talogo secondo 1' epoca di loro nomina, te XI nel pontificale di l^asqua[7i7, a
preceduti dal nome del Papa che li fece mezzo dell." maestro di ceremonie, fece
assistenti al soglio papale, cioè in quelle passare, dopo il canto dell'Epistola in la-
del 1859 se ne registra uno di Pio VII, lino e in greco, fra' vescovi assistenti al
Ire di Leone XII, uno di Pio Vili, ses- soglio, l'arcivescovo di Calcedonia Stam-
santa di Gregorio XVI, e cen tot land ne pa, e nel 1718 Guicciardi vescovo di Ce-
del regnante Pio IX, sebbene poi al- sena. Neil 7 19 dopo il canto dell'Episto-
tri ne dichiarò, e pubblicati dal Gior- la dì Pasqua fece altrettanto con Ser-
,
nale ili Roma. JXon si comprendono in maltei vescovo di Viteibo, indi lo dichia-
talealmanacco romano patriarchi, pel i rò prelato domestico: dopo l'Epistola del-
notato, bensì nomi de* prelati elemo-
i la Pentecoste distinse in egual modo il ve-
siniere e sagrisla. Dissi nel voi. XLI, scovo di Mantova Bandi e Zandemaria
p. iy4> ^^'^ '^ prefetto de' maestri del- vescovo di Borgo s. Donnino; nel ponti-
go nel D. 3 1 àcì Diario di Roma del 1 844'' Evaristo deli 12 dispose, che al vescovo,
il Papa Gregorio XVI eoo bigliello di mentre predicasse, assistessero 7 diaconi,
mg/ Palla vicino prefello de*ss. Palazzi a- aflinchè gli emuli non gl'imputàssero er-
postolici e maggiordomo, si degnò anno- rorij e che due preti e Ire diaconi accotu-
verare fra'vescovi assistenti al soglio mg/ pagnassero il Papa e vescovi, per servi-i
Giuseppe Antonio Borghi cappuccino ve- re di leslimoni alla loro vita. Tutto con-
scovo di Betsaida e vicario apostolico del fermò Papa s. Lucio I del 255, per evi-
Thibet. Nel o. 2 1 5 del Giornale di Ro- tare le maligne calunnie. Nell'elezione dei
ma del 852: il Papa Pio IX con aposto-
1 predecessore s. Cornelio, v'intervennero
lico breve si degnò annoverare fra'vesco- 16 vescovi, malgrado le persecuzioni con-
vi assistenti al soglio mg/ Gio. France- tro la Chiesa. Prima de'suddelli, Papa s.
sco Cornetti Rossi arcivescovo di Nico- Zeferino del 202 avea decretalo,che men-
media e canonico Liberiano, il quale in- tre celebrava il vescovo,vi assistessero lut-
ter Missariwi solemnia era slato dallo ti i sacerdoti, comei vescovi e i sacerdoti
stesso Sommo Pontefice chiamalo a far assistevano in Roma il Papa, allorché ce-
parte di sì illustre collegio. Nel n.56 del lebrava i sagrosanti misteri, anche nelle
Giornale di Roma del 1 853: il Papa Pio catacombe; nelle quali e mentre sedeva
IX si tlegnò con biglietto di segreteria di sulla cattedra pontificale fu decapitalo s.
slato, di benignamente annoverare fra' Stefano I nel 260. All' antico Presbite^
vescovi assistenti al soglio pontificio mg/ rio [V.) romano Papa erano quasi
del ,
Amiens. Inoltre il Papa Pio IX dichiarò (/^.), e qualche altro vescovo che fosse
assistenti al soglio neh 854 "^8-' Stefano stato chiamato in Roma a consulto, e gli
Missir arcivescovo d'Irenopoli di rito gre- prestavano assistenza nelle sagre funzio-
co, e mg/ Edoardo Hurmuz arcivescovo ni per accrescerne la maestà e il decoro.
di Sirace di rito armeno, ambo residenti Ne'sinodi adunati ìaRoma [F.) da'Papi,
in Roma pe'pontifìcali e per le sagre or- frequente era l'accorrervi i vescovi d'o-
dinazioni de' loro riti. Essi furono insi- gni parte, i quali poi nella celebrazione
gniti di tanto onore a'29 novembre 854, 1 delle feste rendevano assistenzaal Papa.
insieme a lutti gli arcivescovi e vescovi I vescovi suburbicarii intervenivano pure
che trovarousi in Roma alla promulga- nW Elezione de Somnn Pontefici [F.), e
zione del pontifìcio decreto sulla defini- poi anche altri vescovi, principalmente i
zione dogmatica dell'Immacolato Conce- vicini a Roma, che perciò erano i primi
pimento di Mana sempre Vergi ne, ch'eb- a rendergli Y Ubbidienza (^^.), assistendo
be luogo nel Ftì//c^/zo(/^.)r8 del seguen- a tutte le funzioni che aveano luogo se-
te dicembre, benché nella solennissima condo gli antichi riti, come della Con-
funzione soltanto 12 di essi prestarono im- sagr azione e Intronizzazione ^ della Co-
mediata assistenzaal Popa,allrimenli sa- ronazionee Possesso (F.). A'diaconi del-
rebbe mancato lo spazio a (ionie dell'am- le Regioni di Roma, s. Gregorio III del
pio presbiterio della patriarcale basilica 73 ne aggiunse 4 col nome di Palati-
r,
Vaticana. L'enumerai nel celebrare l'av- ni(^F.), per assistere sempre il Papa men-
venturosissimo utlo nel voi. LXXIIl, p. tre celebrava nel Luterano, Altaris Mi-
42 e seg.; de'quali assistenti al soglio ne nistri ^ e cantavano il Vangelo alla sua
leggo i nomi di 88 nelle Notizie di Roma presenza. L'origine remola delle Cappel-
del 1859. — L' assistenza de* vescovi al le pontificie (/^.) risale alle ecclesiashche
Sommo Pontefice originò colla Chiesa, funzioni che vado accennando. Papa Ste-
dellu quale egli n*è il capo supremo, ed fano iV^ nel '/Oc^, ordinò che ogni dome-
VES VES 167
nica alternali vamenle i cardinali vescovi pa, ^imperatrice co' vescovi, cu'cardinali
subiubicarii celebrassero negli alr.ori pon- e co'baroni. Nel possesso preso da Cele-
tificii delle patriarcali basiliche di Roma stino li nel 1 143 eranvi de'vescovi, aven-
pel Papa, il quale vi prestava assistenza, dolo consagrato Episcopo Ostiensi spe-
massime nelle solennità, allora già cir- cìalìleryCtaliisEpiscopis de Curia. I ve-
condato dal Primicerio [V.) della s. Se- scovi ancora ricevevano dal Papa il Pre-
de, equivalente al Segretario di Slato, sbiterio (/^.), e già li leggo nel secolo XI
ed a cui i vescovi rimettevano gli alti apertamente denominati, Episcoporuni
delle loro cause, non che dagli altri ufii- Assistentiuni papali Solio j il che pro-
zìalimaggiori del sagro palazzo Lalera- va ch'essi prestavano ordinaria assisten-
«ense, ch'erano il SecondiceriOy V Arca- za nelle sagre funzioni al Papa, poiché
no o Tesoriere, il Saccellarìo,\\ Proto- partecipavano soltanto del presbiterio
scrinarlo f il Primicerio ùq Difensoriy ed quelli che vi erano ammessi. Uiporta il
ti, sìdell'abbazie privilegiate di Pvoina che cio Camerario. Omnibus autem Episco-
delle suburbane; prendendo parte alie pis, et aliis marabolinos et
Curiae 11 ,
solennità de* nuovi Papi, calle celebra- li solidi papiensem singulis similiter.
Si
zioni de' loro pontificali e altre sagre li- forte Archiepiscopus aliquis extraneus
turgie.Trovo che ne'secoli X e XI era di- tane praesens fuerity prò voluntate D.
venuta cosa comune, intervenendo ve- i N. Papae datar ei Presbyterium, scd de
scovi anche alla Coronazione dell' Im- portione tantum debet habere, quantani
peratore {F.), che face vasi dal Papa; ed supradictus prior Episcoporum (della
al convito rimptratore mangiava col Pa- Chiesa romana, chea veaJ(//j//ct2a</7i Pre-
s , ,,
Nel II 98 eletto Innocenzo III si trasfeiì vescovi che dovevano prestare immedia-
con solenne processione alla basilica Late- ta assistenza al Papa, alla sua sinistra ,
ranense, a compiere la solennità, e dove fuori de'gradini del trono ed agli altri ,
xiii Ahbates Urbis, xiv Palriarchae^et ro dato, e gli arcivescovi e vescovi non
Episcopi Car dinaie , xv Presbiteri assistenti, e questi secondo l'epoca di lo-
nelle quali i prelati riceverono il presbite- precedenza a seconda del grado, e non
sederono a mensa.
rio, e cogli stessi abili per l'epoca di loro consagrazione, ma
Le sagre pontificie funzioni e le Stazioni dalla nomina all'assistentato; però a ca-
(F.) da* Papi si celebravano in Roma po de'primi siedono i patriarchi , ordine
nelle basiliche e altre chiese, precipua* gerarchico che tengono nelle processio-
mente nella Laleraneose ove d'ordinario ni. Gli arcivescovi e vescovi assistenti iit
^Vescovo dcllaCldesa Universale^ y.)^^ benché non cousagrati. 1 vescovi non as-
,
sistenti al soglio non intervengono. L'In- tuato innanzi al i.", che vuoisi avanzo
censazione^ e la Pace della Messa, è d'antico rito monastico, e cessata l'azione
loro data al modo detto in tali articoli, ogni volta la smorza. Osservai nell'anni-
cioè i vescovi assistenti dopo i cardinali, versario de' Pontefici defunti del i843,
ma i vescovi non assistenti però dopo i che non essendovi all'assistenza che il so-
prelati di fiocchetti, e prima di essi quan- lo vescovo sagrista, supplì a sostenere
do vestono gli abiti sagri. Notai nell'ar- la candela il maestro di camera e proto-
ticolo Famiglia de' Cardinali e Prela- Dolario partecipante mg.' Medici ,
poi
ti, o voi. XXIII, p. 146, che nel 17 18 cai dinaie.Tale sgabello, avente sopra un
f»i vietato a* vescovi assistenti al soglio cuscino, serve ancora per posare sul cu-
farsi accompagnare nelle processioni pon- scino (foderato di drappo del colore cor-
tificie dalla cappa nera o cappellauo, do- rente, bianco,rosso, rosaceo, paonazzo ec,
vendo essi portare le torcie ma poi ; come pure lo è la copertura del libro, ma
quanto a tale accompagno, non si osservò più ricca) il detto libro pontificale o mes-
pale (F.) a MaltiUini (F.) del 2'riduo stenti , e siedono quando sono seduti i
delia sellimana santa, dell' anniverscirio delti cardinali, e nel tempo dell'incensa-
de'defunti,e della notte di Natale; soste- zione si trattengono in piedi finché non
nevano i lembi anteriori della falda i ca- ècojnpita quella del loro corpo. Allorché
inerieri segreti partecipanti del Papa^ il Papa scende dal Irono per genuflelle-
e le posteriori collo strascico della cap- re nel faldistorio per V Elevazione, i ve-
pa i due seniori vescovi o arcivescovi pa- scovi assistenti pongono dietro come
si
triarchi assistenti al soglio; nella quale sopra, ed il simile fanno quando termi-
occasione i due cardinali Diaconi assi- nala la funzione il Papa torna a pregare
stenti, non seilevano a'Iali del Papa, ma al faldistorio. Per la dispensa delle Can-
a' propri stalli. Ne riparlai nel voi. dcL'f delle Cc/^e^/, delle Prt//?ze, degli A-
LXXXlI, p. IO e 1 1, e descrivendo le gnus Dei benedetti, vescovi assistenti e i
Fesli del Papa. Nelle processioni e in non assistenti dopo cardinali si recano i
quelle de' pontificali, i vescovi non as- a ricerverli dalle mani del Papa in pa-
sistenti e gli assistenti precedono il Papa, ramenti sagri del colore corrente, ingi-
incedendo innfmzi al sagro collegio, ve- nocchioni e previo il bacio del pontificio
stili de'sagri paramenti; nelle altre sagre ginocchio; gli Agnus Dei , il Papa li
Funzionidue a due in cappa seguono il pone nella loro mitra. In queste sagre
Papa. Neir Ubbidienza di adorazione funzioni anche i vescovi non assistenti
,
(F), che si rende al nuovo Papa, ve- i precedono prelati di fiocchetti, anzi a
i
scovi non assistenti e gli assistenti ge- questi precedono anche gli abbati mitra-
nuflessi gli baciano il ginocchio destro, li, ed penitenzieri
i perchè anch'essi in ,
cioè la i." volta incappa, la 2/ in para- vesti sagre; inoltre per\' Adorazione dtì-
menti sagri; cosi nelT ubbidienza che gli la Croce /^er/2(/^.) nel venerdì santo, e
rendono ne* pontificali, in questi sempre gualmente vescovi assistenti e non assi-
i
vestili degli abiti sagri, ed ogni volta pre- stenti, deposte prima le scarpe, vi si re-
messe 3 Genuflessioni {F.). Notai nel cano due a due, immediatamente dopo il
che Gregorio XVI e
citato voi. a p. i4, sagro collegio, e precedendo delti pre- i
Pio IX, pieni di venerazione per l'Epi- lati. Quando il Papa dalla cappella Si-
scopato, posero sul ginocchio la loro ma- stina nel giovedì santo pone il s. Sepol-
no coperta coli' estremila destra della cro e poi lo leva nel d'i seguente, cioè nel-
stola, acciò nel baciarlo, baciassero pro- la cappella Paolina; e quando in essa e-
priamente la croce che vi è ricamata. spone il ss. Sagraraenlo per la divozione
Nelle funzioni ordinarie e ne'pontificali, delle quaranCore, vescovi sostengono le
i
recatosi il Papa ad orare sui faldistorio, aste del baldacchino, sotto il quale pro-
dietro ad esso e alquanto distanti si pon- cede il Papa; ma soltanto nel giovedì
gono i vescovi assistenti a coppia in gi- santo per la reposizione del s. Sepolcro as-
nocchio per fare altrettanto; alzatosi il sumono iparamenti sagri. In supplemen-
Papa e intuonato col celebrante o cogli to tiel numero, occorrendo, spella a'pro-
assistenti l'Introito della messa, i vescovi tonotari apostolici, cU'èW primario e più
assistenti lo recitano anch'essi bini bini ki antico collegio prelatizio della s. Salti.
piedi.Delreslo,quandosono in piedi i sud- Appartiene a'[)ati iarchi, arcivescovi e ve-
delti Ire cardinali assistenti al soglio (cioè scovi assistenti al soglio, il celebrare pou-
VES VES 171
lìficalmente la mes^aneWe Cappelle pon- prima di dare la benedizione fa un in-
tìjlae ( articolo che contenendo tulio chino a' cardinali vescovi e preti, e poi
quanto ciò che riguarda l'Episco^jalo in a' cardinali diaconi. La funzione del-
quest'argomento, pel resto ad esso mi ri- la imposizione delle Ceneri, assente il
che , e per gli emolumenti che devono gre; perciò i prelati di fiocchetti li prece-
essi pagare, nella i.* messa che cantano dono neir andare all' aliare a ricever-
nella cappella papale, agli addetti della le genuflessi , sedendo il celebrante co-
medesima, e nuovamente se non essendo perto di mitra; ma a' vescovi le impo-
patriarchi vi sono promossi , conviene ne essendo essi in piedi. Se la processione
leggere voi. Vili, p. 234, ^' P* *9^i
i del Corpus Domini s'\
fa senza l'intervento
ove pur dissi che ogni volta celebranti i del Papa, tuttavia ha luogo quello de' ve-
devono pagaie baj. 5o per l* ostia e pel scovi assistenti al soglia in sagri paramen-
vino, in vece della fiasca che prima da- ti, in tutto come la facesse il Papa; però se
vano, a' chierici della cappella pontificia, é sede vacante non assumono le vesti sa-
benché quasi ciascuno suole portare l'u- gre, e con lorcie accese seguono collegial-
iia e r altro. Tutti i nominati prelati Qienle i prelati di fiocchetti uditore gene-
nella cappella in discorso adoperano la rale della camera e tesoriere generale, i
miti a di tela bianca, e il servizio d'argen- quali procedono immediatamente dopo il
to.Portano seco il caudatario ed un pre- ss.Sagramenlo.l vescovi assistenti al soglio
te: presente o asseftte il Papa non usano hanno luogo nelle solenni Cavalcate ( f^\)
Dtai la bugia. Non si deve lasciare inos- del Possesso de' Papi, e v' intervennero
servalo, che allorquando pontificano nel- a quello del regnante, nella forma de-
la cappella pontificia cardinali ed pa- i i scritta da d. Giovanni Avcìeiìf Esatta re-
triarchi, sopra la cancellata ardono 6 can- lazione della Cavalcata, a p. 9, cioè ve-
dele , mentre soltanto 4 si accendono stili di cappa e rocchetto con cappello
nelle celebrazioni degli arcivescovi e ve- pontificale nero foderalo di seta verde,
scovi assistenti; anzi i cardinali e i pa- con cordoni e fiocchi simili ; cavalcava-
triarchi sono ancora distinti con un pic- no sopra cavalli con gualdrappa di pan-
colo tappetto o strato , sottoposto al fai* no paonazzo guarnito di seta di simile
distorio in cui siedono. Inoltre nelle cap- colore, con guarnizioni di metallo dora-
pelle pontificie, parimente assente il Pa- to: furono 7, ed seniori arcivescovi Di
i
pa, tulli i vescovi assistenti al soglio, non Pietro e D'Andrea, ora cardinali, presero
solamente , come già notai , siedono al in mezzo il Maggiordomo. Tra di essi
chi somministra loro l'acqua per \ix La' camera, i due camerieri segreti parteci-
Vanda delle mani (F.), deve eseguirlo ia panti, il caudatario, l'aiutanledi camera,
piedi: in breve, non si devono usargli di- lo scopatore segreto e la portantina pa-
stinzioni, e praticarsi nel rimanente io pale. Di ciò già parlai nell'indioato arti-
tulio come fosse presente il Papa. As- colo, e nel voi. LV, p. 1 48- Sino e inclu-
sente il Papa, il vescovo assistente cele- sive a Leone X del i5i3 i vescovi assi-
brante fa tulle le funzioni, benedice il stenti incederouo nelle cavalcate dei pos-
concessa dal Papa. lu fine della messa, e milra. Nel qual possesso interveouero
172 VES VES
pure, omnes elecli in Episcopos et Ah* cui incedevano, er;mo quelle pe* Fune-
hates, non consecrali, aut htntdiclìy in rali de' caidinali Decano, Camerlengo,
plm'ialihiis et mitra, curn dispensationc Vice-Cancelliere e Penitenziere maggio-
opportuna, praecesscrunt ante Papani. re [E.), e di sovrane e principi reali de-
Imperocché quando il Papa anch'egli ca- funti in Roma. Ne' funerali Novendiali
valcava in paramenti ponlificali, 1' Epi- (/^.) de* Papi, i vescovi assistenti al so-
scopato lo precedeva. In fatti nella bella glio, ed i vescovi non assistenti, v'inter-
descrizione del possesso preso da Inno- vengono ma con abi-
colle solite cappe,
cenzo Vili nel 1484 si legge. Cavalca- ti Calze nere, con Rocchetto li-
di saia e
vano dopo gii uditori di rota: Ahbates scio senza merletti, e neppure con sem-
forenseff, Episcopi, Archiepiscopi^ Epi- plice frangielta e senza mostre, che sono
scopi Papae assislenles^ AbbatcsUrhis, je vesti da usarsi nella Sede apostolica
tri cardinali, indi ilPapa.iSV^ Abbates, denti in Roma per le sagre ordinazioni del
Epìscopi, Cardinales^equis albo i'estitis loro rito, che avendo luogo in cappella
insìdeiil. Il suo successore Giulio li nel tra* non assistenti, conservano il proprio
i5o3 a'prelali vescovi, vestiti cani pia- costume.Bensii vescovi assistenti al soglio,
viali et mitra, dedit unum carlenuni et come gli altri, proseguono a tenere il fioc-
ìinum ducatum pel solilo presbiterio, ol- co di seta verde al cappello, e se è inverno
tre il solenne convito, in cui quuni Pa- continuano ad usare il Terraiuolo paonaz-
pa bibit, consueverunt omnes astantes , zo. Aia sulle F es ti de* vescovi '\n%Qi\e vacan-
practer Episcopos, et Superioris digni- te, meglio è leggere quell'articolo. Duran-
tatis Plros genujlectere. Nelle cavalcate te WConclave {^V.)'{ vescovi assistenti al so-
nazze e foi nimenli di metallo doralo. Ma aduna il conclave, e allora sono trattali
i vescovi e gli arcivescovi non assistenti ve- di mensa alternativamente dal Magglor-
stiti di rocchetto, mantelletta e cappello donio (/^.) governatore del conclave, e
semiponlifìcale, sopra mule con orna- dal Maresciallo del Conclave[F.). Nelle
menti e valdrappe ordinariamente neiì, Cappelle Cardinalizic(^ P.)soq^\\oqo pon-
cavalcarono dopo i prelati di fiocchetti tificarevescovi assistenti al soglio, ed al-
i
ed i prolonolari, secondo l' antica con- lora usano la mitra preziosa aurifiegia-
suetudine. Altre Cavalcate \n CUI ìnlev- ta, purché non sia messa feriale o di re-
"venivano i vescovi assistenti al soglio, e quie. In una cappella cardinalizia per la
gli arcivescovi e vescovi non assistenti e- festa di s. Tommaso d'Aquino del 7 i i r
lano quelle delle 4 annuali Cappelle mancò il vescovo assistente al soglio che
della ss. Annunziata, di s. Filippo, della dovea cantare la messa, e supplì un can-
IS'alività e di s. Cailo, incedendo ne'luo- tore della cappella pontificia, colle seguen-
ghi come sopra. Se il maggiordomo era ticeremonie, che ricavo da' Diari mss.
de'vescovi assistenti, cavalcava fra questi, Candido Cassina maestro delle
di mg."^
l'iceversa fra' protonotari o i prelati di ceremonie pontificie. « Die 7 «abbaio bo-
fiocchetti. I medesimi vescovi interveniva- ra iShabita fuit cappella cardinalilia ia
no eziandio alle cavalcale negl' Ingressi Ecclesia s. JVlariae sopra Minervam prae-
solenni in Roma (E,) d'imperatori, so- senlibus XX Eni. Cardinalibus.lll.mus
vrani e principi reali. Altre cavalcale in Vicesgerens archiepiscopus Tbeodosiae
VES VES 173
missam cantare tlebebnt ; sed quia ad pi defunti fanno altrettanto, spettando
Hudienliam SS. mi secontubeiat, et pul- gl'inviti al cardinale più antico di e<^\.\\
satati! jam lìora xvi Eqìì. PP. amplius , celebrante suole essere un vescovo assi-
cxpeclaie nolueruiit mihique jussemus, , stente appartenente al capitolo Valica-
ut nisi alius adessel unus ex religiosis no , assistilo da' ministri della cappella
niissam cantarci. A dfuil d.Francisciis Vi- pontificia, e vi è la distribuzione della ce-
\iauus de Pescaglia unus ex tenoribus ra a' cardinali , a' ministri, compreso il
bus, et aiiis dedit diaconus. Cantato //e cardinal Camerlengo del Sagro Colle-
missa esigei Deo gr alias, CG\e\n'diX\% facla gio V invitare il vescovo assistente per
DD. Cardinalibus reveientia , dedit be- pontificare la messa nella cappella del-
iiedictionem sine cantu moie sacerdota- 18.' de'ss. Pietro e Paolo nelTarcibasili-
li, et canlatae fuerunl Litaniae B. iM. V. caLateranense, ed al cardinal decano del
Poslea unus ex religiosis coliegiaUbusdo- medesimo invitare i cardinali, questi pu-
ctam habuit panegerytu in laudem divi 1844 •^^6**'"^
re nel '' celebrante (ciò av-
Thomae. Anno 648 in i praefata cappella venne nel i.° anno del decanato del car-
idem casuinaccidil,eldon)inusPhaebeus dinal Micara che ignorata la particolare
praefectuscaeremoniarum inagister mis- consuetudine), laonde a un tempo si pre-
sam cantavil'Mo bo veduto diverse volte, sentarono due celebranti ed annuente ,
in mancanza d' uno de'minislii assistenti il camerlengo, senza pregiudizio del suo
della cappella pontificia, supplire il i
.°
o diritto, fu preferito il vescovo invilalodal
il 1° ÒQ Maestri delle cerenionie ponti- decano, al quale si die' la solila mezza
Jìcìe[P^.y Finche vive il cardinal Nipote colta o 18 libbre di buona cioccolata. I
d'un Papa defunto, neiranniversaiio del- patriarchi, gli arcivescovi ed i vescovi as-
la morte fa celebrare a sue spese nella ba- sistenti al soglio celebrano anche delle
silica Vaticana un funerale, o in altra Cappelle Prelatizie {F.). BenedettoXl V
chiesa se ivi fu trasportato il cadavere per accrescere in Roma il culto dePrin-
(gli ultimi esempi accaddero perBenedet- cipi degli Apostoli protettori di essa, nel
lo XIll e Clemente Xll) , con invitarvi 1743 prescrisse che la loro festa si cele-
od assistere il sagro collegio (talvolta vi brasse anche per tutta VS.' con pontifi-
interviene il Papa vivente, in mozzelta e cali e l'intervento particolare d' uno dei
stola ), ed il patriarca, arcivescovo o ve- collegi prelatizi , nelle chiese ove si ve-
scovo assistente al soglio per pontificale nerano le loro memorie. A solennizzare
la messa e fare l'assoluzione al tumulo, la festività, istituita da s. Gregorio I nel
a cui poi offre una cotta di cioccolata. la i.**giorno o 3o giugno nella patriarcale
sua niaucanza i cardinali creature de'Pa- basilica e Chiesa di s. Paolo (la cui de*
i7-i VES V M S
scrizione compii nel vol.LXXV, p. ^r/J), gio slesso; e quinto all'assistenza, talora
slabilì che il collegio de* vescovi assi- il maggiordomo siede sopra di loro, pel
slenti al soglio celebrassero cappella ,
dello nelle p. Sy e Sq. Nèomraisidi ri-
ponlifìcando un di loio nell'altare pon- ferire r ordinalo da Benedetto III nel-
lificio,siiii;olare privilegio aulorizzato col rSSy, cherinnovò l'antica disciplina del-
decreto «ifeiito nel voi. IX, p. i5i, nel la Chiesa, cioè di dovere i vescovi com-
descrivere la funzione, di cui riparlai nel provinciali celebrare l' esequie a' vescovi
voi. LV, p. i5i,clieGiegorioXVI aven- defunti; e se un vescovo moriva in Ho-
dola nobilitala colla sua annua assisten- ma, doversi farle anche coli' intervento
za e con tjuovi riti e solennità , in ono- del Papa e quanto ora ivi si pratica l'ac-
;
bate cussi nese della medesima nel conce la basilica Vaticana, la quale descrissi
dergli per distinzione, sedesse in rocchet- ne' voi. XXIIl, p. 74 ^ 7^> LXXX, p.
to e cappa nell' ultimo posto de' vescovi 327, avvertendo però, che fino dal 1754
assistenti al soglio, che pure in cappa e si celebrano nella chiesa di s. Maria in
rocchetto vi accedono, in vece di stare al- Vallicella (Se Filippini (F^.), coU'assisten-
la testa della monastica comunità. Final- za (hi ministri delle Cappelle prelatizie,
mente i patriarchi, arcivescovi e vescovi de' cantori pontificii e d' un ceremoniere
assistenti al soglio Con-
intervengono a' pontifìcio. — I patriarchi, gli arcivescovi,
cistori (f^.) setni- pubblici, massime per i vescovi al soglio pontificio assistenti, so-
la Canonizzazione de^ Santi (V.) in uno no Prelati Domestici (f^.) del Papa, col
agli arcivescovi e vescovi non assistenti, quale titolo, e con quello di Assistente al
per darvi il loro voto, invitali con ische- soglio pontificio, s'intitolano ne'loro atti
dula da' cursori pontificii. Inoltre e collo pubblici. Eccone due esempi. Frane. iMa-
stesso mezzo sono invitali ai Concistori ria Barzellotti Dei et s. Aposiolicae Se-
medesima canonizzazione,
fjnl/blicipev la dis gra tia Episcopus Snane nsis,Pracla-
assistenliuni et non assisientium, nella tus Domesticusj ss. Domini Nostri Gre-
persona del decani seu antiquoris de* gorii XFI,el Pontificio Solio Assistens.
primi. Per gli altri concistori pubblici so- Aloysius Scalabrini mcrae Karmelitn-
no soltanto invitati gli assistenti al soglio, rnni faniiliac vicarius jani gencralls.
ed anco in essi sorreggono al Papa il li- Dei et Aposiolicae sedis gratta Episco-
bro e la candela accesa. De' funerali de' pus Nazarensi, Praesul Domesticus, et
patriarchi, arcivescovi e vescovi assistenti Pontificio solio Adstans. Essi godono di-
al soglio, coir intervento del collegio, ra- versi privilegi, e sino al 181 4 "^ gode-
gionai nel voi. XXVllI, p. 5(j, Sq, 66 vano assai di più, abrogali dopo quell'e-
e 67, pontificando imo di loro, il che poca da Pio VII. Trovo che Giulio lU
fanno pure in altri Funerali, cioè per col breve Ronianns PonlifeXt de'6 aprile
que' personaggi dichiarati in tale artico- i55i, Bull. Roni. l. 4, pa^*- »i P- ^-79 -
lo, e qualche volta con invilo del colle- Indulta et Privilegia Pairiarcharum,
,
tum vìsitandi Ecclesia s flit Monasteria, riporta le formule Ialine per conferire il
et alia qiiaecumque Beneficia ecclesia- titolo di conte palatino e di cavaliere del-
slica, suarum civitatum, et dioecesum. la milizia aurata, e quello di profonola-
Dipoi rivocalo dal concilio di Trento. rio,da concedersi da* cardinali legali,
Locandiqiie ad hiennium frucliis lene- sempre con data fuori di Roma, extra
Jlciorum^ redditns et fjroventus mensa- Por taniElaminiam, perchè quella porta
rum suarum, etiam anticipata solutio' alle Legazioni. Indi dice, che a suo tem-
ne, Jndultum disponendi de corum ho- po (pubblicò la i.'^ edizione di sua opera
nis, immohilihus ne semove ntis jquanwis nel 1781, la 2.* nel I784)i vescovi assi-
acquisi tis ex fructihus beneficiorum prò stenti al soglio, per indulto della s. Se-
duobus mille etiam, adjavorem in-
scutis de, concedevano 4 protonotariati e 4 ca-
capacium (hoc ullimuro revocavit Pius valierati dello Speron d'oro, ed i cardi-
V ). Indultiim remissionis fructuum nali legati 8 protonolariati e 12 cavalie-
male percepforum, et oninis infamìae rati. Si ritorni al breve di Giulio 111. £.e-
et censurae. Inhibitio con tra gabella- gilimandique bastardns: n»a pochi anni
rios, cantra praesentium tenorem, quo- tlopo rivocò quesl'indidlo Pio IV. Docto-
que modo molestare praesumant. Ar- resque c/t^rtA^rZ/; egualmente abrogalo da
renationes prò dìcto biennio praejudi- s. Pio V pochi anni appresso. Sacros or-
idonee, con indulto di godere i privilegi persino alla somma di scudi 5oo. Il Caa-
e di usare torqueni a(irenm,ac enseni^ et cellieri nelle sue opere ricorda le costitu-
aurata calcarla gestare. Collegiifacul- zioni di Giul ioli l, GregorioX Ve Benedet-
tas condendi, et immiilandi Sialutas to XIV, colle quali accordarono privilegi
ipsiiis Collegii. InduUum
celebrandi et a* vescovi assistenti al soglio, e di quelli
audìendi Dlissani in Oraloriis domesii- accordali daDenedetloX 111 a' Prz/nV//x7ii,
cis vel destiaandis cani declarationefa- oltre l'uso a questi della MozzcUa. lìene-
tis facieudis praeceplo andiendìMissani delloXlV poi vi aggiunse a'palriarchi la
dal Papa, sempre coli' assistenza de' ve- essi come gli arcivescovi e vescovi sopra il
scovi assistenti al soglio e non assistenti. rocchetto portano cappa di saia paonaz-
la
Bilevo da un ms. » I vescovi assistenti al za, e stanno tutti in un banco alla sinistra
soglio erano esenti dalla gabella di 12 ba- dei trono. Se poi il Papa solennemente ce-
rili di vino ad arbitrio (questa restrizio- lebra e fa pontificale, sono parimente tut-
ne pare degli ultimi tempi). Aveano la ti sul ripiano del soglio dall'uno all'al-
facoltà di creare 3 protonotari, e 8 cava- tro lato con piviale e mitra di tela bian-
lieri dello Speron d'oro ; d'erigere l'ora- ca. Nelle funzioni ordinarie, uno di essi
torio privato nelle loro abitazioni, an- gli sostiene il libro, e un altro la candela.
corché abitassero in Roma ; l' indulto Godono poi sì i patriarchi, come gli arci-
875; e r indulto di poter disporre e te- avessero la loro origine. Possono cele-
stare per la somma di 1000 ducati d'o-. brare la messa ne' privati oratorii, senza
ro di camera, ossia scudi 1750 ". L'ab. pregiudizio di quella degli indultatarii, e
Falaschi pubblicò nel 1828, La Gerar- farvela celebrare per loro comodo da al-
chia ecclesiastica, con figure colorate e tro sacerdote in qualunque giorno, casa
illustrazioni. A p. 29 riporta quella d'un e diocesi, da valere per lutti gli abitanti
patriarca in mozzelta e mantelletta, col- e pe'Ioro famigliari. Hanno facoltà di tra-
la berretta in mano, e parla de'patriar- sferire ad allri le loro pensioni annue sui
clii, arcivescovi e vescovi assistenti al so- frutti, redditi, proventi e distribuzioni
glio. Premette che il 1.° grado della ge- quotidiane di ciascun benefizio, compreso
rarchia lo forma il Papa, il 2.°il Sagro ancora di s. Giovanni Gerosolimitano,
Collegio de* Cardinali, il 3.° i Patriar- eccettuate solo le pensioni su benefizi ri-
chi, Arcivescovi e Vescovi assistenti al tenuti da' cardinali secondo la bolla di
soglio. « I patriarchi, che sono in nume- Urbano Vili, di osservare nel trasferirle
nunziature, per quanto rilevai nel voi. XC, vendo o presso a morire, possono dispor-
p. e altrove ;di più noterò, che nun-
143 i re del loro asse qualunque, eccettuateso-
zi siccome insigniti del titolo arcivesco- lo quelle cose che diconsi dell'altare e
vile sono sempre assistenti al soglio) e il che servono al diviu culto, sino alla som-
rocchetto scoperto, e in ogni luogo pre- ma di ducati 1000 d'oro di camera, an-
cedono qualunque altro deh' ordine ve- che a favore de'propri parenti ".Ora ri-
scovile, benché questi sia nella propria porterò il breve di Gregorio XVI, col
giurisdizione. Clemente IX concesse loro quale dichiarò vescovo assistente al so-
di poter far uso de' fiocchi a' cavalli, ed glio mg.' Paolo d' Astros arcivescovo di
il regnante Sommo Pontefice Leone XII Tolosa (V.), poi cardinale, che ricavo
di poter intrecciare il fiocco verde dei da A. Mana vii (autore eziandio delie No-
VOL. cxv. li.
,78 VES VES
lice sur la Vie Pontifieni de Gre-
et le sit,nddamiis, fncullalera libi ctiam faci-
goire XVI)) Histoire des Chapelles Pa- mus celebrandi Missam io Oratoriis pri-
-pnles par M, le chevalier Moroni pre- vatis ad calholicorum domus vel luae ,
mier aide de chambre de S. S. Grcgoi- vel alienae dioecesis, tametsi ibi non ho-
re XVT, parlando de' privilegi di que- spitaveris, sine ulla dierum exceplione ,
sto cospicuo collegio a p. 437, da cui si ve- dummodo tamen oratoria ipsa ex apo-
dranno gli attuali privilegi che godono i stolico indulto erecta fuerint
, nec vero
gratia absolvem, et absolutum fore cen- ipsi intersint. Ad haec singolari benigni-
sentes, Nobilem te dicimus atque crea- tale nostra veniam libi damus transfe-
iDus, et in illorura nobilium numero re- rendi in alios pensiones annuas super fru-
ponimus, qui utroque parente de Comi- clibus, reddilibus, provenlibus, et obven-
tum genere orlisunt; acproìndenon mo- tionibus , atque dislributionibus eliam
do eorum titulis et insignibus honesta- quolidianis cujuscumque beneficii tum
mus te, verum ut frui eliam possis sin- majoris, tum minoris, vel saecularis, vel
gulisquibusque privilegiis et juribus, regularis, etiam hospitalis s. Joanni Hie-
quibus uli iidem ipsi possunt, ac pole- rosolymilani, libi jam assignatas, aul in
lunt in futurum, libi pienissime con- pONlerum assignandas. Exceplas tamen
ccdimus. Ut autem aliquid praelerea volumus pensiones impositas super bene-
,
quod libi spirituali gaudio, et vohiplati ficiis, quae per S. R. E. Cardinales obli-
,
lud etiani libi si<;nifìcacDUS in istis tran- cedei. Unus aulem, aut plures ilii bomi-
sNnionibos baud posse te summaca bis nes in quos tali solemni modo Iransla^ae
centumquinquaginta ducatorunr» auri de pensiones illae fuerint, quamvisalia jam
Camera excedere, prò bac enioi somma fuissent ecclesiastica beneficia , et alias
tantum facultalem libi impertiri Iransfe- pensiones adepti, utique, quoad vixerint
rendi pensiones nieus Nostra atque vo- tara per se, quam per legitimos suos pro-
luntasest; quae quidem summa non ad curatores speciali mandalo hac super re
pensiones integras , sed ad dimidias ea- praedilos, easdem pensiones hujusoiodi,
rumdem pensionem parles referenda sii. in qua tu, Venerabilis Fraler,sub Iran-
Celerum iueos solum pensiones transfer- slationis tempore fueris iidem ipsi cuoi
re libi permittilur ,
qui clericali saltem iisdem privilegiis et conditionibus omni-
tonsura insigniti, ac hujuscemodi pensio- no subrogali esse censeantur: hi vero ,
num capaces. Imo circa pensione? impo- qui beneficia obtinent, super quae pen-
sitas super benefìciis, quae constituta re* siones illae jam fuerant imposilae, quem-
periuntur in locis temporali IVostraejet admodum libi anlea, sic aliis postea a
liujtis s. Sedis polestati subjectis graviter le, ut supra praescriplura est» nominan-
praecimus, ut in eos solos transfeiantur, di hujusmodi pensiones solvere omnino
qui ex eadem ecclesiastica dilione , vel sub iisdem censuris et poenis leneanlur;
ex illis regionibus originem ducunt in quia possint exceplionem opponere, vel
quibus horaines dominio Nostro subditi quod prius non fuerit eorum consensus
admitti indiscriminatim cum bominibus petitus, vel quod in ipsa pensionum tran-
earumdem regionura luna ad beneficia slalione litleraeaposlolicae, minime fue-
ecclesiastica tum ad similes pen Mones jam rint confectae. Demura gratiis aliis prio-
consuescunt: secus Iranslatio ipsa nulla res gratias aeraulare ciipienles , illara
omnino sii. Erit aulem in tua potestate quoque polestalera libi facimus, ut vel
omnes prorsus, vel aliquas tantium pen- testamento, vel alios quovis legitimo mo-
siones, ac in unum solum, vel in plures do tam causa mortis, quam inler vivos,
liomines, semel, aut diversis viribus at- possit usque ad summam mille ducato-
que in morlis etiam articulo Iransferre. rum auri de Camera slatuere de bonis,
Porro Iranslationes islas non quomodo- acjuribus, ubicumqueea,elcujuscumque
cumque, sed solemni ilio modo fieri ju- generis sint, quae ex Archiepiscopata
bemus, quetn bisce in rebus servari ha- Tolosan., queo» obtines, vel ex aliis Epi-
, ,
qulsilis, ye\ postea acquirendis , vel ex. IV, etiam Praedecessoris Nostri, quarum
penslonibus ecclesiaslicis libi assignalls, inilium, Tn suprema^ sub plumbo dalis
alque asslgnandis parla fuerinl; ut nem- septimo kalendasdecembris anni i564i
pe de iisdem bonis, et juribus slaluere decerni mus , facultatem teslandi , sive
usque ad eam summam possisnon solus statuendi legilimo quoque modo de bo-
ad causas pias, alque in lui decentis ho- nis ac juribus supradictis, quam libi per
nestique funeris sumplus , "veruro etiam Nostras hasce litleras tribuitnns ,
omni
in favorem consanguineorura,elaflinium, carere efleclu, si tu, violatis de residen-
nec non et familiarium luorum, caetero- ab Ecclesia, ubi debeas reside-
tia legibus,
rumque. Atlamen solvendimi prius eril re, absens decesseris. Confidimus porro
orane aes alienum, quo eadera forte bo- per Dei misericordiam virlutemque
,
na, ac jura obligala inveniantur, et dedu- tuam minime futurum,ut facultalis liu-
cenda prius omnia impendia, quae prò jusmodi causa obliviscaris praeceplio-
restauratione aedificiorum , et aliarum num, monilionuroque , quae in concilio
reruna recuperalione ad Ecclesias et be- Tridentino, sess. 26,cap. i, de Reforma-
neficia a te adepla spectantinm,facienda tìone^ continentur. IMemoratis ergo pii-
sunt; scilicel si tua , aut piocuratorum vilegiis te, Venerabilis Fralcr, liberaliler
tuorum culpa sive negligenlia aedificiis afiìcimus, decerneules has lilteras firmas
ipsis , caeterisque rebus aliquod fuerit semper fore, ac libi perpetuo sulTiagari,
damnum illatum. lìs autem detractis, de sicque in praemissis per quoscumqne ju-
dalis sub die 26 junii anni i55o vel , bus , nec non Canierae aposlolicae et ,
Urbani Vili, dalis sub die 5apriiis an- praefatae Ecclesiae Archiepiscopalis To-
ni 1628, super frucUbus non exactisrac losan., aliarum Ecclesiarum, et ordinem
proinde Kcslrarum praesenlium lillera- regulariura ac mililariura, alque institu-
rum vigore de bis fruclibus non erit libi torum, et congregalionum, et quorum-
inlegrura cavere. llemque eliamsi de bo- libet locorum legibus, consuetudinibus
nis, ac juribus, ubicumque ea, et cujus* ac privilegiis juramenlo eliani, vel con-
cumque generis sint, menlionem feci- fìrmatione apostolica roboralis quam- ,
sum et cullum divinum declaramus ju- que praecipimus, ut anlequam tu, Vene-
xta formam litterarum apostolicarum s. rabilis Frater, bujusmodi lilulo et pri-
audeat concessionem, in acta Collegii E- turchi tollerino in molli luoghi de* pa-
piscoporum Assislentium ^olio Pontificio triarchi , arcivescovi e vescovi ortodossi
Datum Romae apud s. Pe-
leferantui*. ed eterodossi, e quindi la parte esclusa
Irum, sub annulo Piscatoris, xxvii no- abbia prelati de* medesimi vescovati di
vembiis mdcccxl, Poiilificatus Nostri an- semplice titolo, per conservare la ricor-
no decimo. —
A. Card. Lambruschini. danza dell' antica gerarchia e nella spe-
Pi'aesentes Litterae apostolicae reiata ranza di futura restaurazione. Fra' vesco-
suut in Ada Collegii Episcoporuna As- vati in partibus che conferisce la s. Sede
sistentium Sulio Pontificio, lib. 3, p, g6. a vescovi d'altri riti, ricorderò seguen- i
In quorum fidem. Hac diei6decembris ti. Pio VII con attribuire all'abbate ge-
1840. Caiolus Bedoni, praedicli collegii nerale prò tempore de' monaci armeni
a secretis ". Dice
il Manavit il titolo di : mechitaristi di Venezia, il titolo arcive-
assistente al trono pontificio è onorifi- scovile di Siunia (/^.), fu il i.° esempio
centissimo in Francia, e per grande e- la che il Papa concedesse un i\\.o\o in par-
stiraazione che Gregorio XVI avea per tibus per apostolico breve, aver dopo d*
la s. Chiesa di Francia , allora ne avea fatto il consueto processo e stampata la
fregiato 6 arcivescovi e 6 vescovi, a quel- solita proposizione concistoriale ,
previa
r epoca componendosi il collegio di 164 emissione del abbate della professione p.
prelati, cioè nel 1846. di fede, secondo la particolare formola
VESCOVI IN PARTIBUS INFIDE- da Urbano Vili prescritta agli orienta-
LIUM o TITOLARI, Episcopi Titilla- li. Gregorio XVI con suo breve nel 1837
res seu Episcopi in pariibiiSy seu Aniiu- dichiarò arcivescovo d'Irenopoli in par-
lares y seu Nullatenscs. Titolo d'onore libus mg. Stefano Missir greco di Smirne
"^
rimi Clini primiim ad liluliun Episcopa- patriarcali furono negali, perchè la s. Se-
lem N, in partibus infideliuni^ etposlea de suole d'ordinario fregiarne personàg-
ad caihedralem ecclesiani N. evecius gi residenti in Roma, per rendere più de-
/a//. Rivolto il Papa a'cardinali, gl'inter- corose le sagre funzioni, onde sono sem-
loga: Quidvohis videlurF Èi^]ìvo\aLiì{\o i pre E^escovi assistenti al soglio ponti fi'
cardinali con alzarsi e scuoprirsi il capo, aio [P".) , absque vocaiionej distinta o-
il Papa pronuncia il decreto. Auclorila- norifìcenza compartita eziandio agli arci-
teomnipotentis Dei, ss. Apostolorimi Pe- vescovi ed a' vescovi si di giurisdizione,
ac Nos tra, providenms prue-
tri et Pauliy che in partibus. Ecco altri esempi. Nel
falae Ecclesiaede persona dicùN.^prae- 1494 ^'^^'"^^"o 6''^^ un tempo arcivesco-
ficientes eum in Archiepiscopuni et pa- vo diCapua e patriarca d'Antiochia irt/^^r-
storeni, cimi indulto quod quamdiu di- Nel secolo passato vescovi Carolis
tibiis. i
Laonde col titolo s'impone dal Papa l'ob- vi in partibus. A'soli vescovi residenzia-
bligo, qualora il vescovato venisse sgom- li è dato ritenere allfo Vescovato m ti-
bralo dagl' infedeli, di dovere recarsi a tolo, poiché come avvertii in tale artico-
risiedervi per governarlo. L' allegato e- lo due vescovati di giurisdizione non si
tolo \esco\'ì\e in partibus, prò mosso quin- principaliler,e di quelli aggiunti in am-
di a^dun vescovato resideiiziale,per averlo ministrazione temporanea o perpetua. Be-
poi rinunziato, venne elevato ad un arcive- nedetto XIV concesse in perpetuo a' ve-
scovato 7>iy3^r//Z»w5. Lo ricavo dall'avve- scovi di Pavia (V.) il titolo arcivescovde
nulo di fatto nell'illustre odierno arcive- di Amasia in partibus j e Pio VI dichia-
scovo titolare d' Eliopoli, nel concistoro rò vescovi di Malia (E.) arcivescovi //*
i
de' 17 dicembre 1840, secondo la ripro- partibus di Rodi; ambedue hanno l'uso
dotta proposizione nel voi. XV, p. 2 2 3, del pallio. Que' prelati o cardinali, che
ove ancora ne offro tre per le loro par- sono provveduti d' una chiesa vescovile
ticolarilà non senza interesse. Di frequen- residenziale, se già arcivescovi in parti'
te avviene che vescovi in partibus sia-
i bus, per indulto apostolico s'intitolano
no traslati a'vescovati residenziali, mas- arcivescovi vescovi, senza portare l'ante-
sime se n'erano Coadiutori [P^.) con fu- riore titolo, e senza che la nuova chiesa
tura successione,© amministratori. Tal- acquisti grado arcivescovile. Per le re-
il
Tolta però furono coadiutori senza titolo plicate istanze fatte dal re di Sardegna a
in partibus: tale fu l'arciduca Rodolfo Benedetto XIV, perché dasse il titolo dì
/?^«/t'ri d'Austria dato da Pio VII alla vescovo in partibus al cardinal delle Lan-
chiesa i^Olniiilz, di cui divenne arcive- ze suo elemosiniere e cappellano maggio-
scovo e cardinale. Nel voi. LI, p. 299, nel re nella regia cappella di Torino, il Pa-
1 icordare vari prelati patriarchi in parti- pa considerando che un cardinale per \i\
VE S VES i83
sua promozione alla porpora, resta sciol- dignità episcopalecol cardinalato, ciò che
to se vescovo dalla chiesa sua sposa , se tuttavia col tempo s'introdusse, ed anche
non vi dispensa Tautoiilà pontificia; 2." con titoli m/?^/'^iZ»«5.Esami nò questo pun-
che anticauiente non vi erano vescovi al- to BenedettoXIV colla costituzione Cani
tri cardinali fuori de Adescavi suburbica- a con profonda erudizione, della
nobiSf
rii (e il cardinal l^Filelkspach deli i63, quale mi occorrerà riparlare, duetta al
dice Del PrimicerOy p. 820, fu
il Galletti, cardinal delle Lanze. Appoggiato dunque
il I
.**
due vescovati, cioè l'ar-
a possedere alla ragione, che mentre cardinali si fan- i
dinale fu ih.°, che con nuovo, uè fin al- sercitare la loro giurisdizione, quando i
lora più veduto esempio, al detto di tut- popoli delle loro diocesi tornassero alla
ti gli scrittori, tenesse nel tempo stesso fede; e coH'esempio del cardinal Gueva-
più vescovati; laonde per la novità cagio- ra, da Clemente VIII fatto vescovo tito-
nò grande ammirazione, il che poi passò lare di Filippi, ad istanza del re di Spa-
in costume, qualche volta abusivo, e tal- gna (perchè avendolo nominato ." inqui- i
volta coonestato da ragioni conformi allo sitore generale della Spagna, de'quali dà
spirito della Chiesa, e col consenso dePa- l'elenco il Salleles, e approvato dal Papa,
pi. Avverte poi, che in seguilo altro car- come i predecessori bramò che fosse or-
dinale avendo in Germania posseduto due nato della dignità vescovile) e da lui cou-
arcivescovati io un tempo, si disse essere sagrato in s. Maria degli Angeli, col bre-
stato ili.** ad ottenerli; ma devesi nota- ycRoniaiii Pontificls^dtìV 1 1 agosto 747»
1
re, che la distinzione cade, non sopra il suo BullariOy t. 2 , const. 36, conferì al
possesso di più vescovati ritenuti dallo medesimo cardinal delle Lanze l'arcive-
stesso soggetto , ma sibbene sopra due scovato di Nicosia in partibuSy allora va-
arcivescovati, il che fu cosa nuova e sen- cante, che fino alla morte conservò pei'
za anteriore esempio, come rimarcò altre- molti anni, consagrandoio nella cappella
sì il Ciaccouio. Il Pagi disse di ìut: fuìC Paolina del Quirinale alla presenza del
primus,qui s'meconlroversia exEpiscopOy sagro collegio; dopo averlo trasferito dal-
Presbyteruni Cardiiialeni dicturn inve* l'ordine de'diacoiii a quello de'preti, e dal-
n'taniur.?\.'ì\e\ò'SQ\aeSyue\\aStorìadlLeO' la diaconia de'ss. Cosma e Damiano al ti-
ne X, aver quel Papa nel 1 5 1 8 fatto cardi- tolo di s. Sisto. Clemente XIII nel 1758
MagoQza, poscia fu fatto cardinale e in- ma neirS.' della festa de'ss. Pietro e Pao-
di vescovo di Sabina colla ritenzione del- lo, e ordinare il clero della sua basilica
l'arcivescovato; ebbe poi quello di Sali- secondo il privilegio di questa, pel quale
sburgo, e nel lasciarlo gli fu conferito il tuttociò può farsi da un vescovo deputa-
vescovato di Ratisbona), sembrando al- to dall'arciprete. Indi Clemente XIII, al
lora^ che uoo potesse stare congiunta la modo descritto a Vescovo § IV, lo con-
1
inorala Tenerife insula continuo leside- di circa 200, frutto di lascila d'un arci-
le, ac in ea, in quae sex aliis circuiiajacen- vescovo in parlibus d' Alene a vantaggio
tibus minoribus insuiis, una videiicet La- de' suoi successori.Il vescovato in parli'
guna, altera s. Crucis, alia Gariico, alia bus di Faniagosta (r.), la cui rendila
s. Ciislophari et Rialcio (lo slesso Pio VII fondata nello stalo veneto si esprime nel-
nel 8 8 eresse poi in vescovato s. Cristo-
1 I la proposizione concistoriale, ed io ripe-
foro de Laguna, dismembrandola da Ca- tei nel citato articolo (sembrerebbe che
narie), alia montis de Pico, acreliqua de il vescovo vi risieda, perchè si trova re-
Teyda nuncupalis, ea quae ordiniscba- gistralo nelle Notizie di Roma^ anche tra'
raclerera postulant, ac omnia, et singola vescovati residenziali, e dal 3 agosto 85/ i
duodecim cum tribus quarlis monetae ro- micerato, ;7em fww2 indulto ad memora-
manae respondentem ducalis quinque tam Ecclesiani Famaugustan. minime
millibus de Vellon nuncupalis monetae acctdendi, quousque ab infidelibus dtli-
bispaniae libere, et integre persolvendacu nebitur. Per tulio questo non si doveva
super omnibus,etsingulisantediclaemen- collocare nel catalogo de' vescovati resi-
sae Episcopalis Canariensis fructibus, ac denziali). Arroge poi che io ricordi un re-
reddilibus perpetuo atlribuinaus et assi- centissimo libro : Delle prerogative ed
gnamus". E qui dirò, che sem-
gli altri insegne del capitolo maggiore metropo-
plici vescovi in partibiis non hanno ren- litano di Milano^ Documenti raccolti
dile, ma benefìzi ecclesiastici e uflìzi del- ed illustrati dal sacerdote Carlo Bevi-
la s. Sede, come i Nunzi apostolici (/^'.), lacqua, con Appendice intorno a diritti
i quali poi per tale dignità hanno speciali d'un vescovo canonico, Milano i85g.
facoltà come Legati apostolici j dappoi-
i Quello di Por/z'no(/^.)che suole conferir-
ché i patriarcati, gli arcivescovati, i ve» si al Sagrisladd Papa[f\), la cui rendila
scovati in parlibus non hanno mensa e- per le vicende ile'tempiè ridotta ad annui
piscopale, essendo stale distratte le ren- scudi 64 e bai. 60: deriva da un fondo di
Tut-
dile ecclesiastiche dagli occupatori. scudi 6000 a Urbano Vili oderti dal tea-
tavolla qualche tenue rendita annua han- tino p. d. Clemente del Pezzo , per as-
no alcuni vescovati in parlibus^ pe'fondi segno ad un vescovato in parlibus, ed il
altrove collocali, quali dotazioni a favo* Papa l'attribuì a questo (ora essendone
re di chi prò tempore ne fosse investi- titolare il sagrista rag." Francesco Mari-
to. Tali sono Tarcivescovalo titolare d'/^- nelli da Tolentino, sin da'i5 dicembre
lene (ora aveudolo daliSSy m^.' d. Ma- 1 856). li greco caidiual Bessarione ebbe
i8G VES VE S
in l itolo patriarcale Cosfantiiiopoli^ do- re, ne clero da dirigere; ma sono sotto-
po essere sUita occupala da'lurchi, cjuiu- posti al processo (\e\\' Uditore del Papd
cii accpiisiò alcune possessioni nell'isola di {y.)y di cui anche nel voi. XV, p. 23o,
Candia, chiamale Casali, le cui tendile 1Z1 e a33, alla Professione di fede^ ed
furono da lui a^segnale a'suoi successori al Giuramento di fedellà al Papa e alla
titolari nel patriarcato, a condizione che s. Sede. Conviene notare, che spettando
dovessero alimentare 1 6 sacerdoti catto- al detto prelato uditore la cuaipilazione
hci romani di rito greco, ed a questi im- de* processi de* promovendi alla dignità
pose Tobbligo d'istruire ne'inisleri e ve- vescovile pe' vescovati d'Italia, i titoli in
rità della fede ortodossa que'di loro na- parlibus^ essendo extra Italiani, talvol-
zione, sia per confermarli se cattolici nel- ta fa il processo a'nominati anche la Con-
la credenza, sia per illuminarli e convertir- gregazione concistoriale, perchè pure in
li se prevaricando erano divenuti etero- essa si compenetrano le attribuzioni del-
ili cui dev'tsser fornito ogni pastore, per siaruiii Albaniae, Macedoniae, Serviae,
essere la sua chiesa nella parie degl'uife- Bulgariac, Persidis,et A rmeniae: Inter-
deli^quindi non u vere diocesani da islrui- rogatoria super stata Ecclesiaruin Ma-
-
V ES V E S 87
risAe^e'r. Interrogatoria super qualità- Afrk^a sacra j col Terzi, Siria sa-
celli,
lis insignìtis nullus processus conflciatur secondo detti registri concistoriali. Laon-
i
super stata Ecclesiae; attanien siiti Ur- de non è a meravigliare, se diversi titoli
bCy vel in Italia conintorentur^ sin auteni in partibus ne'Ioro articoli non li qualifi-
extra Urbent et italiani existerint, ac cai per tali, sebbene di molti di quelli die
duo testes in Ut^be reperiantur, qui testi ne furono fregiati ne parlai al loro luo-
moniuni fcrre possint, tuncjiatfroces- go, massime se conferiti a'vicari aposto-
ve apostolico. Prima tali titoli erano sta- mente coi registri concistoriali registrai
biliti òdW Uditore del Papa (f^.), come fa ne' patriarcati e arcivescovati i titoli ve-
di tutti gli altri, ritenendone il registro il scovili che ne dipendono, o per dir me-
Sostituto del Concistoro. Non partecipan- glio, non esistendo su di essi giurisdi-
dosi a tale prelato i titoli assegnati dalla zione de' titolari patriarchi e arcivesco-
congregazione di propaganda, talvolta av- vi, ad essi patriarcati e arcivescovati
venne lo sconcio che si trovarono due ve- semplicemente appartengono. E sicco-
icovi in partibus, ed una volta anche tre, me, ripeto, talvolta i geografi sagri noa
portare lo slesso titolo, il che lamentai nel furono sempre d' accordo nello stabili-
citato articolo. Ad ovviare a tale incon- re i vescovati antichi, sotto un metro-
veniente, si è conaincialo saggiamente dal politano o patriarcato, non deve sor-
1859 a pubblicare dalle Notizie di Roma prendere se talvolta ne'registri concisto-
l'elenco delle Chiese arcivescovili e vesco- riali trovansi titoli vescovili, che vera-
vili in partibus injideliuni che soglionsi mente appartennero ad altre provincié
conferire dalla s. Sede. A tale effetto mi ecclesiastiche, delle qualipure scrissi ar-
si richiesero gli elenchi, che avea ricava- ticoli. Ciò probabilmente avvenne da'geo-
sta mia voluminosa opera. Conviene te- agli uomini. Sia comunque, consuetudo
nere presente quanto in proposito ho già fitlege^ed io procurai per rispetto adat-
notato nell'articolo Vescovato. Io col p. tarmi, non senza fare all'opportunità qual-
Le Quieo^ Orìens chrislianusj col JMoi- che discreto rilievo. Così ue'regisU'i conci-
iBB VE S VE S
storiali trovai un bel numero di titoli arci- ta, come intermedio punto fra l'Europa
vescovili senza titoli vescovili dipendenti e l'Asia, come lo è Nicosia nell'isola di
dalTarcivescovato, benché le loro antiche Cipro. Corone situato nella Morea nella
chiese ebbero quelle sufìraganee, che co- parte più meridionale dell'Europa conti-
me tali non mancai di notare, siccome pur Durazzo. Eraclea. Fi-
nentale. Corinto.
feci in tutte le altre antiche metropolitane. lippi.Lacedemonia. Larissa. Lepanto.
Ora nel catalogo pubblicato à^* P'esco^a- Negroponte o Calcide. Patrasso. Sala^
ti in partibus, dalle ricordale Notìzie di ma o Salamina. Sardica. Tebe dì Beozia.
Roma del i859,vene sono un numero Tessalonìca. Trajanopoli. Asia. — —
che non esistono ne' registri concistoriali Adana. Adrianopoli. A leppo o Ber rea.
summenlovali, ovvero quali secoplici ti- Amasia. Amido. Anazarbo. Anchiala.
toli vescovili, per cui debbonsi conside- Andra (sul quale è a vedersi il voi. LI,
processo di tempo , come de* precedenti li. Colossi. Damasco. Edessa. Efeso. E'
poche eccezioni, come di que'prelati a cui mato opportuno, perché videsi che nella
furono in perpeluoslabiliti de'litolim/?tì(r- Chiesa era necessario qualche numero
iibust come i vescovi di Pavia e di 3Ial' moderato di vescovi litolari, i quali sen-
ta co'suddelli titoli arcivescovili d'Ama- za detrimento della loro gregge, potesse-
sia e di Rodi; il sagrisla del Papa pel di- ro servire alle altre d'altrui nell'ulììcio di
scorso titolo vescovile di Porfirio; l'ab- sufFraganei, ed essere deputali da' Papi
bate generale de'mechitaristi di Venezia nelle nunziature apostoliche, ein altre o-
col memoralo titolo arcivescovile di Sin- pere episcopali. Scrisse il Lainez, richie-
iiia; l'abbate nullius dioecesis di s. Mau- dersi questi vescovi litolari per le vaste
rizio d'Agauno nella diocesi di Sion^ col diocesi, come in Germania, alle quali non
titolo vescovile di Beilemmej l'arcivesco- può soddisfare un solo vescovo, per l'e-
vo di Trani, col titolo arcivescovile di sercizio delle funzioni proprie del mini-
Nazareth. Tali vacanze sono più rare ne* stero; imperocché in quella regione non
titoli patriarcali in partibus, poiché i pre- si slimava opportuno smembrare e divi-
lati che ne vengono insigniti risiedono in dere i vescovati, perchè
la potenza degli
Roma per crescere decoro alle pontificie ecclesiastici slimava in essa necessaria
si
funzioni, e per contribuire alla rappre- per freno degli eretici. Aggiunge il Sar-
sentanza della Chiesa d' Oriente culla di nelli,che dall'esame de'nuovi vescovi in-
nostra s. Religione. Tultavolta dal 1857 trodotto a tempo di s. Agostino, nel con-
è vacante il titolo di Costantinopoli per cilio 4*' di Cartagine, prima dell'ordina-
morte mg.' Alberto Barbolani d' A-
di zione, ristabilito in parte da Clemente
rezzo; ed a'25 giugno 1 858 venne preco- Vili, e confermato da Urbano Vili, ne
nizzato patriarca d' Antiochia nella Si- sono ec( eltuati i cardinali che si promuo-
ria mg.' Giuseppe Melchiade Ferlisi di vono alle cattedrali, ed i vescovi titolari;
Castel Termini diocesi di Girgenti, cano- quelli perla loro eminente dignità, que-
nico Vaticano, già decano de'votanti di sti perchè le loro chiese essendo nelle par-
ir)0 VE S V E S
li degl'Infedeli, non hanno a chi insegna- scopos incognilos otiinino fui&se in pri-
re, come privi di clero e di popolo; ma misEcclesiae temporibus. Refert Fagna-
se avviene che i vescovi titolari siano pro- nus: Hinc, si qtios reperias auctores, qui
mossi a chiese particolari, o per suilra- nnliquitus titulares Episcopos fuisse do-
gnnei d'alcun cardinal vescovo, allora so- ceant, eossciasnon locp^ide Episcopis hi<!
no esaminati a tenore <lel concilio gene- litularibus, vel de E-
quos descripsi, sed
rale di Laterano V; ed esatninati una piscopisordinallssine ullotitulo, vel deE-
volta, non si tornano ad esaminare in oc- piscopisexpulsis a sua cathedrali sede, vel
casione di traslazione di vescovato. Deve de Episcopis qui renunciarunt Episcopa-
constare poi nel processo, d'aver ricevu- tui, vel de Episcopis ordinatis ad coadju-
in possesso delle loro chiese, perchè era- rexit usurpare, et sicubi vel Chorppisco-
no queste sotto la dominazione e la si- pò opus erat, velEpiscopo apostolico ad
gnoria degl'infedeli: fu ad essi conserva- infidelijim conversionem ordinando, ei-
to il loro posto colla facoltà di ordinare dem conferre Titulum alicujus Ecclesiae
de'chiericijè questo primo esempio che
il in partibus infidelium constitutae, donec
trovisi di ciò che si chiama vescovo in hi sibi ipsis Sedem oertam constituerent
partihus (canone 18). Eranvi molli altri in iis ad qaas railtuntur nationibus". Sog-
ecclesiastici, costretti dalle scorrerie de' giiuige quiìuli il p. Audreucci. " Occasio,
cessores in eas Sedes Episcopales, de qui- lini, i quali ancora rimasero poi soltan-
bus spes erat, ut eae brevi asserentur, et to titolari (dovrò ragionarne ripetuta-
quae adhuc non carebant omnino clero, mente in progresso dell'articolo). Sicco-
et populo christiuno; factum est, ut con- me i crociati che conquistarono parte
sequenlibus temporibus constiluti sintE- dell'impero greco, erano invece diretti
piscopi ad Titulum ipsarum Sedium, seu alla ricupera di Terra Santa, racconta il
"vati, con pastori eziandio latini, in uno dello schiavo, cancellato i peccati, pati-
a'patriarchi d'Antiochia e di Gerusaletn- to ogni maniera di tormenti, ogni manie-
nie di tal rito, e se ne eressero anche di ra d'obbrobrii, ecco come si espresse nel-
nuovij provveduti di pastori residenziali, V EpisL VI, 1^9» che gl'indirizzo.»» Egli
da'quali poi derivarono i titolari. Dappoi- ha eletto te, in certo qual modo a sua
ché in seguito i saraceni con perseverauli successore, né tu dei negar di sottoporti
192 VES VES
ad un carico clic la divina provvidenza tificale, d'onore e d'autorità, non sì suo-
l'impone. Ne tampoco hai da temer le le concedere agli arcivescovi in partihus,
pene, le ansietà, le ingiurie, la povertà, inclusivamente a'patriarchi titolari, per-
Je tribolazioni, il bisogno, ma di rasse- chè non hanno la propria chiesa di resi-
gnarti a tutti questi mali per amor di co- denza: per privilegio si concesse agli ar-
lui che per te li sostenne. E se tu sei chia- civescovi in partibus d'Amasia e Piodi,
mato una chiesa di cui ora non ti è da-
a rispettivamente vescovi di Pavia e Mal-
to prender possesso, rammenta l'esem- ta. Qualche volta per privilegio persona-
pio di Jacopo (il minore, apostolo e i.° le fu eziandio accordato ad alcuni pa-
vescovo di Gerusalemme) fratello del Si- triarchi e arcivescovi, e ne registrai i ca-
gnore che fu proposto a codesta chiesa
,
si nel voi. LI, p. 6i; insieme avverten-
medesima in tempo ch'ella era tuttavia do, che un arcivescovo residenziale, tra-
in man di coloro che posero Cristo in slato ad un titolo in partibus^ non può
croce. Se parecchi de'membri di codesta più usare il pallio. — A vendo fattocenno
chiesa son prigioni e parecchi furono mor- dell'origine de* patriarchi latini diCostan-
ti dal ferro nemico, que'che camparono tinopoli, Antiochia eGerusalemme inpar-
ti chieggono e li attendono per loro pa- opportuno direalcune parole
^/Z^f/s-jreputo
store : non istar a sofisticare intorno al del simile patriarca d' Alessandria (f^'^.) di
luogo, che non già il luogo, ma si la cu- Egitto[F.)y che nell'ordine gerarchico se-
ra dell'anime fa la chiesa; che se ad o- gue Costantinopoli e precede Antiochia,
gni modo il sito ti spaventa, e tu fa ogni dopo la quale è Gerusalemme, di cui ri-
poter tuo perchè Terra Santa sia pre- parlerò più avanti. La s. Chiesa d'Ales-
stamente riconquistata. Tutti ci hanno sandria d'ordine di s. Pietro fondata dal
rappresentato il male di cui tu saresti ca- suo discepolo s. Marco Evangelista, do-
gione alla Chiesa d'Oriente rifiutando la po la Romana ne'primi secoli fu riputata
dignità patriarcale. Ah non paventarne
! la più maggiore d' Antiochia
illustre, e
cuorarlo a portare il peso della croce.« Se il rango gerarchico de'vescovati non sem-
t'accuora il vedere in man de'saraceni la pre seguì l'ordine civile delle città. Ma il
gnore {pagani y si sono impadroniti del- illustre de'giudei, e perciò la sua chiesa,
l'eredità tua e hanno insozzato il tuo dopo quella di Roma fondata da s. Pie-
tempio e fatto di Gerusalemme un muc- tro, fu alle altre preferita, perchè le pri-
gusto), e sinedrii (gran consigli o senati tiri,da dotti ss. Padriy e da' primitivi
de'giudei, loro principali tribunali, men- Solitari e Anacoreti^ massime nella Te-
tre nelle sinagoghe si spiegava la legge di baide, modelli di santità, d' ogni virtù e
Dio e la s. onde dovunque nel-
Scrittura); di penitenza. L'ampiezza del patriarcato
le provijicie dell' impero romano potes- Alessandrino si descrive weW OriensCliri-
sero gli abitanti giudei fondar nuove chie- stianns del p. Le Quien , l. 2 , p. 829:
se senza impedimento, perchè riputavan- D(^ Patriarchatii Alcxandrino. Delle
si foggiate sulla giudaica disciplina. S\ chiese suburbicarie ad esso soggette, farò
ha dalla tradizione, il singolare onore col parola dicendo de' P^escovi SuLurbicarii,
quale rispiendetfe la chiesa Alessatidri- 11 cristianesimo nella sua purezza vi fio-
fia , fra quante furono chiese chiamate rì sino alla metà del V secolo, quindi la
giudaico-genlili. Era facil cosa il passag- Chiesa egiziana fu lacerata da eresie e
gio de' giudei dalla Palestina in Egitto ^
da scismi; e prima della tiictà del VII
quindi fu immensa la moltitudine dei veime turbala dal crudele fanatismo de-
giudei abitanti nell'Egitto; e siccome fu gl' infedeli saraceni, seguaci di Maomet-
sommala loro religione verso il tempio di to , al giogo de' quali miseramente sog-
Gerusalemme, alle feste vi concorrevano giacque. Più tardi, fra le scismatiche di-
cogli egiziani, che perciò a suo tempo fu- visioni surse il patriarcato Ialino d* Ales-
rono tra'primi a ricevere la cognizione sandria, di cui tratta il p. Le Quien, t. 3,
del Vangelo, sia da Gerusalemme madre p. m4i: Patri archa Las Alexatidrinus
in origine di tutte le chiese, sia dalla ritus Latini. Registra i i patriarchi e pel
chiesa d'Antiochia madre di quelle chie- 1." s. Atanasio di Clermont
del 12 [9,
se,che ammessi gentili alla felicità pro-
i mentre vi sedeva Greci- Meldiiti (K.)
^<à
punto dal Sala, non che aggiunsi no- i arcivescovo d'Otranto, patriarca di Gra-
mi di altri patriarchi in parlihiis , di do, e poi amministralore d'A<qs i^a
cia, con»e narrai altrove); nel seguente gerarchiche, trovo bene il notare. I pa-
anno fatto perpetuo amministratore di triarchi, gli arcivescovi ed i vescovi in
Reims, morto in Clermont nel i 355 e se- partibus ne'concilii e nelle assendjlee, se-
gistralo nella mia piccola serie. Gregorio sto ne'luoghi ove intervengono, secondo
XI nel 1372 conferì il titolo a Giovau- l'epoca della loro promozione, o dell'assi-
,
V ES V E S xcy*
quior ordo praecedenliam in eadeni li- tulares ubiq uè ferre ^ secl solimi in Ro-
nea archiepiscopi, vel episcopi conterai: mana Curia, cum in divinis. Pontifici
'SL unde archiepiscopus lilularis anliquior Afaximo, vel Sacro Cardinalium Col-
^' praecedit omnibus archiepiscopis,el epi- legio praesente^assistunt. Il vescovo in
scopis eliam aclualibus recenlioribus. I- partihus può erigere 1* altare ovunque
lem episcopus lilularis anliquior praece- onde celebrare la messa e farvela anche
dit aliis episcopis eliam aclualibus re- celebrare, eziandio ne'giorni solili eccet-
cenlioribus. Excipe nisi episcopus aliquis mes-
tuarsi negli apostolici indulti, e tali
recenlior silEpiscopus Assisteussoliopon- se valgono per l'adempiuiento del pre-
titicìo; nam iu tali casa hic in Cappella cetto a'suoi famigliari necessari. Meglio
pontificia praecederel aliis omnibus ar- però, in proposito, è il vedere il relalivo
chiepiscopis, et episcopis eiiara anliquio- decreto confermalo da Pio VII , che eoa
libus, qui non essent Assislenles. Quod analoghe
a nozioni riferisco nell' articolo
non serve a fomentar l'anìbizione di chi dovuto riparo: bastando leggere idecreti
vuole r onorificenza vescovile senza il fatti da s. Pio V,dopo il concilio di Tren-
peso dell' attuale cura delle anime , e to sopra questi vescovi in par tibus, elet-
quando l'ordinato vescovo in questa ma- ti suUraganei, e sopra la congrua, che ad
niera non deve essere inutile nella Chie- essi sideve assegnare, come può vedersi
sa di Dio, ma
deve fare quelle cose, che appresso il Fagnano nel cap. Episcopa-
vagalionis ^et mendicilatis opprobrio sa- pareri di que'savi padri che nel concilio
nila leni Pontlficalis niibilant dìgnilalis. di Trento, quando si trattò
il punto d4
JVoi vediamo Trento
nel sagro concilio di questi vescovi titolati , non dissero che
alla sess. i4, e. 2, proibito severamente a più non si fa»:essero, ma bensì che si levas-
questi vescovi titolari il fermarsi in qual- sero gli abusi, come poscia fu fatto, e che
che luogo Nidlius Dioecesis^eà ivi con- non si creassero, se non per giusta causa
ferire gli ordini senza lettere diniissorie o per necessità, come può vedersi nella
dei vescovo (o altro ordinario), a cui so- Storia del concilio di Trento scritta dal
no soggetti che ad essi ricorrono per
quelli cardinal Pallavicino al lib. 21 , cap. 6,
essere ordinali. Noi abbiamo ancora let- n. 12, ed al e. 8, n. 2 ". Passando poi il
to le opere di chi con zelo troppo avan- Papa a ragionare sul titolo inpartibus,
zato si è preso l'assunto di voler rifor- domandato dal re pel cardinal delle Lan-
mare la Chiesa, e frii . q,Uje§ijl Jl^^^iP ^^ ze, dice che se lo fosse stato prima del
j
V ES VES 197
c«rc1ina!ato,nel conferirglielo non l'avreb- bitetcum ovibus, utpaslorcum grege.Ma
be assolto dal legame spirituale contralto questa loro idea non ebbe il suo elletlo,
colla sua chiesa, benché costituì la in parli- avendo preponderato al loro consiglio la
bus ì tifi del inni, coineavea decretalo l'r i pratica già radicala d'assiunere i vesco-
marzo i745,doversi praticare in simili ca- vi al cardinalato colla ritenzione del ve-
si, per la causa legittima di dover essere scovato, e di dare a'cardinali i vescovati ,
grande elemosiniere del re. « E noto a benché non siano de'sei cardinalizi, astrin-
ciascunOjcheha qualche tintura della sto- gendoli però alla residenza; come si ve-
ria ecclesiastica, che ne'secoli da noi non de in vari decreti del s. concilio di Tren-
molto remoli, chi era vescovo ricusava Romani Pontefi-
to, nelle costituzioni de*
bene spesso d'esser cardinale ; imperoc- ci, e specialmente in unad'Urbano VIIT,
ché portando il cardinalato il peso di ed anche in una Nostra. Né l'accennata
dover risiedere in Roma per assistere ai pratica é priva del suo fondamento, im-
negozi della Chiesa universale, era lo perocché essendo cresciuto il numero dei
slesso accettando il cardinalato, che restar cardinali sino a settanta, non può man-
privo del vescovato. Può vedersi il Tomas- care ossidi uu numero sudìciente di
OD
sino, De vettriacno^'a Ecclesiae discìpli- quelli che risiedono in Roma per assi-
na, par. 2, lib. 3, cap. 5 a 12, ed ale. 35, stere Papa nel governo della Chiesa
il
§ Primogenia, ove porta gli esempi di universale; ed é ben ftitlo, che altri di
cjuelli che ricusarono il cardinalato, per loro, stando fuori di Roma, risiedano nel-
non perdere il vescovato; e inoltre l'uso le loro diocesi, governino le chiese a loro
delle dispense che s'incominciarono a da- commesse, o pure rivestili d'altre dignità
di residenza; per che sono valide le lo strada per l'arcipretato, con molta mag»
collazioni degli ordini e le cresime (che giore ragione dovrà dirsi, potersi con giu-
in Roma stessa amministrano i vescovi in stacausa conferirsi ad un cardinale un
partibns , contribuendo altresì alle con- vescovato in partibns, senza che ciò pre-
sagrazioni di vescovi che fanno il Papa e giudichi al suo decoro ed alle sue premi-
i cardinali, oltreprender parte ad al-
il nenze, e senza che si possa valutare il car-
tre consagrazioni e sagre funzioni, ed oU dinalato come uno scalino per ascendere
Ire la celebrazione de'ponlifìcali), purché al vescovato; essendo fra gli arcipreti del-
il tulio da esso si faccia servendosi della le patriarcali, solo quello della basilica di
dovuta intenzione, ancorché non vi sia s. Pietro, che per indulti particolari con-
licenza dell'ordinario, nella cui diocesi f^ cede le diraissorie a'sudditi e dipendenti
ledette funzioni (abbiamo la costituzione della sua basilica, ed anche conferisce la
di Pio IV, Clini sicutaccepimus, de* 2 i cresima; non avendo però né esso, né gli
maggio 562, Bull. Rom. t. 4> pa'*« 2, p.
1 altri arcipreti veruna giurisdizione con-
119: Episcopos TituLares nuncupatos tenziosa sopra canonici egli altri, che
i
Pontijicalia exercere in aliena Dioece- servono alle basiliche, per essere stala
si, Itisi de Ordinarli licentia , minime soppressa dalla sa. me. d'Innocenzo XTf,
posse sancii. E' seguita dalla Declara- nella riforma àe Tribunali diRoma[V.)^
//ode'aS giugno 563, Alias emanarunl1 inuna sua costituzione confermata da Noi
a Nobìs, colla quale il Papa die' facoltà con un'altra costituzione, che incomin-
agli ordinari di procedere, contra ino- eia: Quantum ad procurandam, spedi-
bedientes et coutiunaces , pene ec-
colle ta sotto giorno 5 febbraio 1742, e che
il 1
clesiastiche e civili ivi espresse), e»! an- è la 44' "fil t. I del nostro Bollario, e
corché non vi siano le diinissorie del su- non essendo a* detti arcipreti riservata
periore dell'ordinando; come osservano ultra autorità , che una paternale ed e-
200 V E S V E S
torjoniicn; in ciò che appartiene ai servi- menicani a'9 maggio il cardinal Spino-
zio tiellu cliiesa, all' ecclesiastica discipli- la legato della città, e nella stessa fu con-
no, etl alia collezione de'coslumi, come sagralo a' ig maggio patriarca di Costan-
si vede nel decreto 65 del particolare Bol- tinopoli (io col Cardella e col Novaes dis-
lano d'innocenze XII. Quando per lo si nella biografia, di Gerusalemme. Ora
contrario, oltre la podestà dell'ordine ve- osservo nelle Notizie di Roma^tX 1728
scovile, che è intera ne' vescovi titolari ch'erano patriarchi, di Costantinopoli Ca-
consagrali, giusta ciò, che poc'anzi si è millo Cibo, creato cardinale a'23 marzo
dello , verun modo ne*
e che non è in 1729, Gerusalemme Muzio Gaeta
e di
cardinali arciprett,corae tali non solo pos- arcivescovo di Bari, probabilmente mor-
sono lecitamente ordinare, amministrar to in detto anno. In quelle del 729 tro- 1
Ifi coniinissoj come ben osserva il cardi- il cap. 9 del concilio di Trento alla sess.
lib. 5, dub. j5, n. 2". Quindi IJenedet- sess. 23, ove alla sles>a legge sottopone
tuli i/i parlibus, che hanno qualche cìole sempio de' patriarchi di Gerusalemme.
assegnata, com'è quello dell'arcivescova.. Bacconta pertanto che dall'insigne capi-
lo di Teodosia. che a Noi fVi conferito dal- tano Golhedo quella città nel 1099 fu
ne de'frulli; sì perchè, o siano, o non sia- linuarono ciò non ostante i cristiani a
no dotati questi vescovati, sono sempre i vivere in quelle vicinanze; ma presa To-
provvisti capaci della pena della privaz.io- lemaide nel 1290, furono i cristiani cac-
iiedella dignità, senon ««iconsagranoden- ciati ed esterminali dalla Terra Santa,
Iro i sei mesi; come
assai bene considera morendone di dolore Nicolò IV. Gli suc-
un moderno sacerdote delia compagnia cesse s. Celestino V,il quale nel suo bre-
di Gesù nel suo trattato stampalo inlvoma ve pontitìcalo non abbandonò il pensie-
l'anno \fjZi^ De Episcopo Titulan\ aWa ro di ricuperare Terra Santa, ed eles-
la
chè dopo r espugnazione di Costantino- domenicano, il quale cou licenza del Pa-
poli, Papa Nicolò V, ed successori Ca- i pa portò la figlia del conledi Chiaromou-
listo IH, Pio II, Paolo 11 e Sisto IV non le o Clermonl al figlio del re di Cipro,
trascurarono il riacquisto, unendo alle lo- con cui avea contralto gli sponsali, spe-
ro le armi de'priucipi cristiani, onde spe- rando col divino aiuto di passare da Ci-
ravasi probabile che delti patriarchi lo i pro in Gerusalemme per governarne la
divenissero di governo attuale; u)entre i chiesa commessa alla sua cura, e adorare
veri vescovi inpariibus sono quelli che il Redentore nel luogo ubi stelerunt pe-
hanno in titolo una chiesa oppressa da- desejus. La serie de'patriarchi si ricava
gl'iufedieli, della quale non vi è prossima dagli Annali del Rinaldi, e dalla Storia
speranza che possa liberarsi dalla lirau- cronologica de Patriarchi di Gcrusa'
uia, e della quale dà il titolo acciò se
si lemme, composta dalconlinualoredi Bol-
ne conservi la memoria. Benedello XIV lando, lìJaggio, t. 3, p. 69, n. 272. Al n.
a dimostrare che ì delli 3 patriarchi non 274 saviaujeote si avverte, non potersi
pouno annoverarsi tra' vescovi in parli' annoverare i delli patriarchi tra' vescovi
bus y ma bensì fra quelli che cou molta in parti bus y ma potersi piuttosto dire,
probabilità poteva sperarsi , che fossero che da tali patriarchi uomiuali quando
•
202 V E S VES
eravi la speranza di potere ricuperare il come sì usa negli attuali o residenziali , ne
perduto, derivò lu pratica di conferire i si usano tutte le solennità praticate per
titoli delle chiese che geQìono soUo gi'iu- questi ullinn ; essendo creali per conci-
fedeli, senza speranza di poterle ricupera- sloro, e anche per breve, sicché sono pre-
le; non avendo voluto la s. Seóa perde- cipuamente segnalati per la consagrazio-
re il possesso di provvedere le dette chie- ne. La 3/ specie é di que'vescovi, qua- i
se, e non avendo potuto permettere che li sono parimenti provvisti di questechie-
nistrazione pacifica e piena d'alcuna chie- dono in Italia (si dicono Italo-Greci: ne
sa cattedrale e diocesi cattolica. Una è di ragionai a Grecfa, dicendo pure della
que'vescovi, i quali hanno avuto il vesco- Magna Grecia, e meglio nelle diocesi ove
vato attuale e poi lo rinunziarono per di- furono o sono), ed in altri paesi de' cat-
versi molivi (dichiarali nel § Vii dell'arti- tolici, perché riconoscendo il primato del
colo Vescovato), o pure che sieno stati Papa e la soggezione alla Chiesa roma-
privati di esso, per cui ritengano la digni- na, con professargli ubbidienza, non sia-
tà e 1* ordine vescovile, con potere eser- no tollerati nel proprio vescovato, o da-
citare i pontificali colla licenza del dioce- gl'infedeli o dagli scismatici>e l'opera de'
sano, quando non gli sia proibito da pri- quali si stima opportuna ancora per le
vazione; mentre ritengono tuttavia il ti- sagre ordinazioni nel proprio rito pe*sa-
tolo, denominandosi vescovi di quella gri ministri d' alcuni popoli orientali,
chiesa rinunziata, benché vi sia l'altro ve- quando al vescovo locale non riesca ri-
scovo atiuale, il quale parimente usa lo durli al rito latino , come avvenne con
slesso titolo o denominazione, che però molti, e notai a' loro luoghi, non senza
questi si dicono vescovi titolari solamen- però rilevare l'incessante cura de' Papi
te, e gli altri di residenza. L'altra specie pel mantenimento de' diversi riti. Tutte
tli vescovi titolari, è di quelli che o per queste specie di vescovi hanno l* istesso
occasione delle nunziature apostoliche, o ordine, come gli attuali di governo resi-
per allre cariche, o pure per onorificen- denziale, per cui secondo l'osservanza del-
za, e per vivere in quello stato prelati- la cappella pontificia, colla qualer proce-
zio vescovile, essendo altronde ben prov- de la s. congregazione de* riti, le prece-
visti di suilìcienti rendite, ottengono dal denze e i trattamenti siano eguali , con
Papa qualche vescovato o arcivescovato l'ordine delle gerarchie, ed in esse si re-
o patriarcato di quelle diocesi le quali gola con l'oidine dell'anzianità, la quale
siano occupate dagl'infedeli, che però si deriva dall'epoca della consagrazioiie, an-
dicono vescovi in parlibus, nella creazio- corché ciò sembrasse duro a'vescovi e ar-
ne de' quali non si ricerca altro esame, civescovi di Germania (fra'quali all'epo-
V E S VES 2o3
ca che scriveva De Luca, nella maggior da quella servile e manuale, quali ina- I
tane, nelle quali vi sia l'uso che gli arci- rare volle, e queste per la sola necessità
vescovi o vescovi attuali ritengano a loro dell* infermità o per la molto grave età
servizio, come vicari nello spirituale, per del vescovo, e lo stesso segue nella Spa-
luso de'ponlifjCcJi, que>li vescovi o ar- gna e in alcuni altri paesi. Però in altre
civescovi col nome di sulhaganei. Dille- parli, come in Germania, erano più fre-
riscono questi titolari dagli attuali, olire quenti, non sola quando vi concorreva-
le cose accennale, in diverse al Ire occor- no le dette ordinarie e naturali cause, ma
renze. Pi imieraraenle non si concede loro Htico quando si stimava espediente, beii-
hi Facoltà, che hanno gli attuali, di confe- cl)é il vescovo fosse sano e abile al gover-
rire gli ordini a'ioro famigliari, benché no, airefìfelto di ovviare agrinconvenieii-
non siano sudditi. Secondariamente, che ti quan-
e scandali terribdi nell'elezioni,
specie di soggezione per reffello degli or- sovranità de'vescovati; o veramente per-
dini sull'incompatibilità del vescovato con ché io tal modo la chiesa acquistava il fa-
altre dignità o benefizi, anzi anco colle vore di qualche principe, o altra persona
pensioni ecclesiastiche, quando non vi sia polente,© per altre simili cause. Ed ia
la dispensa apostolica, mentre ciò non lia questo caso non si diceva una vera elezio-
luogo in que'vescovi titolari, ma solo ne- ne, la quale si facesse dal capitolo, ma iti
gli attuali. E finalmente, oltre diverse al- forma d'elezione si dava un certo consen-
tre dilFerenze, che si potrebbero conside- so, il quale benché non era precisamen-
rare, vi è (|uella della maggior libertà nel te necessario, tuttavia per alcuni buoni
servire a'cardinali, o altri vescovi e arci- fini si desiderava dal Papa airelFetto di
vescovi, per uditori o per vicari generali, concedere questi coadiutori a'vescovi, che
col peso della residenza, o per vicari nel- li domandavano, onde di ciò si soleva di-
l'uso de* pontificali, e che si dicono suf- sputare nella congregazione concistoria-
fraganei. Imperocché luUociòsi permet- le. Ora anche in Germania le coadiuto-
te a que'vescovi titolari, come non obbli- rie sono meno frequenti. DilFusamente
gati alla residenza, eall'allualecuraeain- Si risse in questo argomento ilgesuila An-
uiinistiazione di qualche chiesa , il che drea Girolamo Andreucci, De Episcopo
non si permette agli attuali. Però, gene- Ti talari senili parlibiisiafideliuin^ tra-
ralmente, anche i titolari, ma molto più ctalns canonico iheologicits jKomae lySS.
gli attuali, pel concilio di Trento e per Lo riprodusse nel trattalo della Hierar-
altri apostolici decreti , sono proibiti di cìna Ecclesiaslica, Piomae 1766. Divide
servire io qualsivoglia carica a'principi e il trattalo in 5 libri, i!^ Exponiiur cs-
dei tre di cui si forma il Sagro Collegio scolo ova Frascati riconosce il salutifero
de i Ca rdin <7 // ( ^'^. ), a 'q u a so u o e o n fé r t
l i i i i lume probabilmente dagli stessi ss. Pie-
sei vescovati cardinalizi suburbani a ilo- tro e Paolo, massime e anzi certamente
tua, ch'é sinonimo di snhurbicarii dal ^ da s. Pietro. Palestrina ripete la dot-
\ocabo\oVrbicaria,sub Urbe, luoghi vi- trina di Gesù Cristo da s. Pietro, e se-
cini a Roma e gratissimi agli antichi e condo il suo storico Petrini, recatosi a
agli odierni romani per un complesso di Roma il s. Apostolo nell'anno /^i di no-
Lucidi, Memorie storiche dtflV Ariccia o città per dignità de' pastori
cospicue
Riccia (/^.) ne riporta il certo fonda-
, massime nelle vicine città, e con questo
mento che ne istituì ii vescovato, oltre la stabilì una gerarcliia decorosa alla pri-
predicazione del Vangelo. Quanto a Sel- ma sede del monda. Laonde il Cecconi,
va Candida delia j già Selva Nera, ne coir autorità del Bianchini, afferma po-
derivò l'origine più tardi, per avervi so- sitivamente, aver fondato tutte le chie-
stenuto glorioso martirio nel 2070 nel se suburbicarie. Il gesuita p. Andreucci
260 le due sorelle ss. Rnffina e Seconda, dà a'vescQvali suburbicarii la precedenza
nobilissime vergini romane, e per vene- di fondazione a lutti o«li altri vescovati
razione del luogo innadlato dal loro fe- dell'Occidente, perchè furono fondati sul
condo sangue, precipuamente altresì pel principio della nascente Chiesa, e da s.
martirio patitovi dopo il 3oi da s. Mar- Pietro stesso. Dice il Magri, nella Notizia
cellino prete e da s. Pietro esorcista ro- de vocaboli ecclesiastici , in quello di
mani, Papa s. Giulio 1 vi fabbricò una ma- Cardinalis, che i detti vescovi vicini a
gnifica basilica, che compì s. Damaso I B.oma, pritna che propriamente lo fosse-
del 367, indi meritò il luogo l'erezione del ro, erano denominali Cardinali per es-
vescovato, che divenne il più illustre do- sere uniti alla Chiesa romana assistendo
po il I ."d'Ostia, il quale è il maggiore del- al Sommo Pontefice. Ed il Nardi, De*
Ja cristianità dopo Ror.ia , ove \\ suo ve- Parrochiy osserva che i vescovi suburbi-
scovo eslese la sua giurisdizione, ripar- carii fino da'primi secoli del cristianesinio
lata nel voi. LXXV, p. 120: il i.**vesco- erano tanto immedesimali col la Chiesa ro-
vo che si conosca è Adeodato del 5or ,
mana, che veuivano chiama li/'e5C0i'i Ro-
finche il vescovato nel i 1 20 fu riunito a inani, ed tz\ùv^ò\o f'cscovi di Roma jcome
quello di Porto colle sue prerogative e s. Ippolito vescovosuburbicario di Porto
il nome di s. Ilutiìna, al quale a' nostri del 221,0 più tardi d'alcun anno, venne
giorni fu pure congiunta e quindi di- qualificato f escovo di Romane Leonzio
sgiunta la diocesi di Civitavecchia, il the de Sectis lo nomina /^e^coi^o Romano,ì!Ìeì
notai nel voi. LXXll, p. 27 5 e altrove. secolo 11 o principio del III, e forse nel
Il vescovo Cecconi, Storia di Palcslri- 2 i4, Caio prete della Chiesa romana era
na, celebra s. Pietro quale istitutore dei anche vescovo delle genti, ad genteSy nei
vescovi suburbicarii, con dire. Egli con- dintorni di Roma , assisteva al Papa co-
sagrò vescovo di Palestrioa un suo disce- me menjbro del Presbiterio (^.), e co-
polo, dopo avere convertiti i preneslini al me consigliere della s. Sede, di cui era
cristianesimo. Inoltre s. Pietro consagrò pur legato, pare per la conversione de'po-
vescovi non solo nell'Italia, ma nelle prò- poli vicino a Roma, eguale a' vescovi sub-
vincie più remote. Se il Pontificale Ro- urbicarii (un cardinal Gregorio nel 743
mano ne numera soltanto sei, non è da s'intitolava presbyter Alniae Sedis Apo*
meravigliare, poiché nelle
vite de'Papi , stolicae, ed avea 1' ispezione sul titolo di
qualora non aggiunga la clausola per
si s. Clemente: è nolo che talora furono
diversi luoghi deve sempre intendersi, chiamati presbiteri anche vescovi , e i
jetlo, vescovi legati della s. Sede, non vi denominate suburbicarieo urbicarieo an-
posero il nome c'el proprio vescovato. nonarie, le quali dovevano pagare un tri-
Erano, a parere del Nardi, suburbicarii buto di frumento al fisco dell'impero per
ossia vescovi della chiesa romana »> poi- la vettovaglia de'soldali.Ed il Piceno [E.)
ché i vescovati suburbicarii sono una spe- fu una di quelle regioni che si divise in
cie di frazioni del vescovato romano, af- Annonario e Siibnrbicario. Tratta il Co-
fidate a vescovi addetti al servizio della s. luce», Antichità Picene^ l. i,p. 167: Dei
Sede, e che formavano e formano parte vari nomi dati al Piceno,^ Il : Si spiega
del clero della chiesa romana; chiama- perche Piceno si dicesse Annonario e
il
tefici, che s. Pietro fece suo coadiutore sotto il qual nome comprendevasi ol-
per le funzioni della chiesa di Roma, co- ire il grano e ogni specie di frumento, il
mente 1, battezzato da s. Pietro, suo fedel urbicarie si dissero le x Provincie ( F.) di-
vescovo, nel qual tempo seguì s. Paolo divisione fatta dell' Italia (f^.) da Dio-
nelle sue fatiche apostoliche, fra le quali cleziano e confermata da Costantino I il
cura del gregge veliterno; certo è cheVel- visione, come nel riparlarne dissi nei voi.
leiri lo venera per suo principale patrono. LV, p. 1 52), e governato da uno de*due
Questi vescovi poi de'dmlorni suburbani vicari del Prefetto d'Italia, dimorante
a Kon>a si L\\s?,^voSubnrbicarii^\)eYc\\ii co- in Roma col titolo di Vicario Urbis. Il
cioè di quelle per appellarsi al piefello poi insorse Launojo per suscitar nuova-
del Pretorio , e di quelle dalle quali si mente il sistema del Gotofredo e del Sal-
appellava al Preftllo dì Roma, donde masio, fu valorosamente impugnato da
derivò die le regroui intilolandosi ezian- Cristiano Lupo, da Natale Alessandro e
dio Urhii arie Cui dal SSg, contai nome da altri critici. Il Castellano, Pali-
si conobbero le 4 regioni messe a dispo- gnesia ovi'cro origini e vicende dellrt,
sizione del prefello di Pioma. Laonde al- Ecclesiastica Gerarchia^ par. p. 6 e 1 ,
i 1
cuni riferirono, che il Vescovo di IxO'ua 183, Rufino prete della chiesa
riferisce.
bicariej altri njeglio con più ampio si- per cui fu rinipioverato da'callolici scrit-
de. Quindi dal tipo civile, in parte prese se subuibicarie, che lungamente si que-
nonna recclesiaslico, ed i vescovati più stionò se fossero nel raggio delle 100 mi-
vicini a Boma si cognominarono Subur- glia, o si chiudessero nella giurisdizione
hicarii. Questo vocabolo fu ancora usalo del vicario, o fossero estese a tutto l'Oc-
dopo il canone del concilio di Nicea l,clie cidente. Ed acciò si osservi appo Alessan-
dichiarò i vescovi di Iioma, Alessandria e dria, e nella città di Roma l'antico uso,
Antiochia, avere giurisdizione sulle prò- cheo quegli dell'Egitto o questi delle chie-
vincie vicine, qualificate Suburbicarie. Il se suburbicarie prende cura. « Ma perchè
Borgia Difesa del dominio temporale
, con tanta conlesa si ricercò cosa intende-
della Scde^ /apostolica, dice in proposito va Rufino per chiese suburbicarie? Ciò
a p. 220. E nota la questione discussa non è investigare il canone JNiceno, ma
suir intelligenza del canone VI del con- l'opinione di Piufino. Mutata poi Teccle-
cilioNiceno del 325, tra Gotofredo e Sal- siaslica polizia, nemmen Rufino può in-
inasio da un lato per restringere confini i tendersi, se non avvenga che deposti gli
torno a Roma, e non olire si estendeva- ciche eterodossi, ed avendo voluto da Ru-
no, ed al prefelto di Roma ubbidivano, fino vanamente apprendere non solo la
come il Piceno, la Toscana, il Lazio e la disciplina del tempo, ma anche il senso
Valeria ; ed il Sirmondo dall'altro pei' del canone Niceno, impiesero opera va-
dimostrare che il patriarcato Romano na. Veduta dunque la gerarchica disci-
anche ne'iempi di Rufino eslendevasi nel- plina d'Occidente, Rufino non potè con-
l'Occidente intero, annoverando così non frontare i diritti patriarcali, constando al-
solo le 4 Provincie indicate, ma le altre 6 tronde da indubitati monumenti, che isti-
vincie soggette al vicario di iloma, reg- cesso si serve il lodalo autore dell'arabi-
gesse le italiche n»etropoli rimanenti, che co interprete delloslesso canone, che por-
il vicario d'Italia reggeva? Rimane peiò, ta che il vescovo di Pioma, cioè il succes-
che coll'ambigua voce di chiese suburbi- sore dell'apostolo Pietro, abbia il potere
carie egli intendesse le chiese di più prò- di tutte le città e luoghi, che sono a Ro*
quali in qualche h'ogo, o fuori
"vincie, le ma d'intorno. Essendosi dello lo stesso
o dentro del ràggio, o in Italia, o altro- del vescovo Alessandrino, che cioè il ve-
ve, ubbidivano al Romano l*ontefjce co- scovo d'Egitto, cioè il patriarca d'Ales-
me a metropolita, come dell'egiziane prò- sandria presieda , ed abbia il potere di
vincie o diocesi le chiese conoscevano il tutto l'Egitto, e di tulle le città e castel-
vescovo d'Alessandria quale metropolita. la, che le sono d'intorno. Siccome non
]n quel senso poi io stimo, che Rufino le conseguita, che non fossero al vescovo A-
chiese suburbicarie nominasse, nel <juale lessandrino soggette le chiese delle città
così le chiamarono i raccoglitori gieci de' e castella nelle diocesi, che non sono al-
confessa lo stesso scrittore, che presso i de'diritti delle singole chiese, ed essendo
greci inlendono non solo quelle regioni, la cosa piena di pericoli , dimostrata la
che sono a Koma nel raggio circostanti, legittima intelligenza del canone Niceno,
ma quelle che ad ogni modo sono al do- far constare quanto gli orientali, e forse
minio di Roma soggette. Non v'era dun- gli slessi interpreti delle singole chiese a-
que ragione per portare al suo parere si- vessero usurpato degli altrui diritti, vol-
miglianti luoghi, che intendesse nel sen- lero piuttosto con quello stile di scrivere,
so strettissimo le chiese suburbicarie di avvolgere la interpretazione in ambagi,
Rufino, e le coartasse a quelle poste nel che dipoi avessero di nuovo potuto coni-
raggio delle i oo miglia. Certamente nera- meulare a proprio agio. Lungo sarebbe
V ES V E S 209
ed alieno cìnlla dovuta moderazione ag- vescovo di Milano; e per l'istessa ragione
giungere altri argomenti, co'quali sareb- molli sinodi si dissero di Roma^ altri d'I-
be facile il provare, che il canone Niceno talia, da'quali provennero diversi riti, che
si violò in ogni tempo, e gli si attribuirono tuttavia la chiesa di Milano, colnome di
sensi affatto diversi, co'quali Io slesso ca- Ufjìziatura Ambrosiana (F.) ritiene dif-
none potesse divenire patrono de* diritti ferenti dalla Romana, alla di cui Sede s.
usurpali ". I dotti non furono d'accordo Ambrogio medesimo si mostrò ubbidien-
sulle provinciesuburbicarie viciueaRoma tissirno , ma altrettanto tenacissimo in
e sulle Provincie annonarie che le som- conservarli; e perciò egli si oppose a chi
ministravano l'annona, tanto sul nume- voleva introdurre nella sua chiesa le ce-
ro e quanto sulla loro estensione. Goto- remonie romane circa al battesimo, on-
fredo e Salmasio limitarono le provincie de da questa varietà di riti, que'chierici
suburbicarie ai co miglie intorno a Ro- anche pretendevano d'essere esenti dal
ma, cioè alle provincie di Tuscia Sub- predetto sinodo Romano". Da*discorsi vo-
urhicariay Picenuni Siihurhicariiim, La- caboli, a'vescovati de'dintorni di Roma
tinnì vetus et noviim^ Falena. Gli altri, fu aggiunto quello di suburbicariifCOsial'
come il Sirmondi e Blondel, diedero una le loro chiese cattedrali, Ecclesiae Subiir-
maggior estensione alle provincie subur- bicariae. Si deve però distinguere gli Ur-
bicarie, e credettero chetutte quelle ch'e- bicarii da' Regionarii: i primi presero il
ma le leggi imperiali che hanno dislinlo Giovanni! l'Evangelista vide seduto mae-
le provincie suburbicarie dell'Africa, del stosamente il Figlio dell'Uomo; cosi que-
vicarialo d'Italia e delle Gallie, fanno a sti sette vescovi cardinali devono assiste-
sufficienza vedereche quella opinione non re continuamente il Romano Pontefice
si può sostenere. Le chiese suburbicarie, ne'negozi più gravi della Chiesa univer-
di cuiRufino fa menzione nella traduzio* sale. Anticamente tali cardinali dal pro->
ne del vi canone del concilio Niceno, cor- prio vescovato prendevano il nome, co-
rispondevano alle provincie suburbicarie, me altri vescovi, e come i cardinali del-
ossia alle Provincie della prefettura di Ro- l'ordine de'Pre^i (F.)óa Titoli Cardina-
ma. Non voglio tacere quanto leggo nel lizi (F.), ed i cardinali Diaconi (F.) dal-
Bernino, Istoria di tulle V eresie. Papa s. le /)/^coA2zeC^r^i>z^//2ie(/^.).Egualmen-
Leone IX nel sinodo di Pavia rinnovò i te ne'secoli antichi furono talvolta anno-
suoi decreti contro i chierici concubina- verali tra* vescovi cardinali assistenti al
ri e simoniaci « giacché molti ecclesiasti- Papa, que'di Tivoli^ di Satri , di ISepi,
ci della Lombardia erano incontinenti e di Labico,L\\ Orte^dì Rieti (F.)yluUi pa-
simouiaci,emillantavano,/io«c?e6ere/^/7i« rimente vicini a Roma. Il La urenti, ($"^0-
nensìs quarlus; Episcopus Tusculanen- trovo assai dubbiosi, anzi il r.° quando fu
sis quùUusj Episcopus Sahinensis sextusj deposto era vescovo di Sabina e divenne
Episcopus Praenesù'nensis seplinius. vescovo d' Ostia e Velletri soltaiuo nel
In seguito furono accresciuti e diminui- 1 52 1 ; ed il 2." era vescovo di Palestri-
ti, secondo le circostanze (Velletri van- na quando confutando più
fu deposto,
tandosi fra 'vescovati suburbicarii prima scrittori, presso il Caidelia, quelli che lo
prelati e altri ecclesiastici intimò a' ve- , letri, Doria per Porto e s. Rufllna, So-
scovide'due dipaitimenti di /lom^t e del maglia per Frascati, Caracciolo per Pa-
Trasimeno, del quale era capo Spoleto^ lestrina, e Lilla per Sabina, il quale nu-
in cui avea soppresso le corporazioni re- mero in un medesimo concistoro fu caso
ligiose, di GiurnmenlOf stabi-
prestare il singolare.
lito nel Concordato colla repubblica L'origine de'vescovi suburbicarii risaie
francese; ma il Papa dichiarò non po- dal principio della s. Chiesa romana, e
tersi esso estendere agli stati romani, per dal trasferimento da Antiochia a Roma
cuiiy vescovi ricusarono di farlo. Laonde (K) della Cattedra di s. Pietro (V.), e
Napoleone a' 8 giugno ne soppresse i ve*
1 più tardi furono ornati della dignità car-
covati, fra' quali suburbicarii, sebbene
i dinalizia. DiceilCecconi.s. Pietro i." Som-
a' cardinali provvisti de* medesimi non mo Pontefice e fondatore della romana
fosse slato chiesto il giuramento^ siccome Chiesa, stabilita la sua sede nella città
da lui dispersi in rilegazione o carcerati, dominante mondo, vi bandi l'Evan-
del
sciogliendo eziandio i capitoli cattedra- gelo, e quindi lo promulgò e fece annun-
li, oltre tutte le abbazie de'due diparti- ciare primamente ne'Iuoghi aR.oma sub
menti che riunì a'vescovati territoriali^ed urbani, erigendovi le chiese e cosliluen-
i beni delle abolite sedi vescovili e del- dovi i vescovi. Prese pure a cuore s. Pie-
l'abbazie riunì al demanio imperiale. In- tro, non meno la conversione delle pro-
di soppressi altri 3 vescovati,
perchè ve- i vincie circostanti, che di quelle più remo-
scoviaveano ritrattato il giuramento e- te. Narra s. Dionisio vescovo di Corinto,
messo, onde furono puniti colla confisca presso Eusebio, che i ss. Pietro e Paolo
de'benie la rilegazione in Francia, insie- predicarono per onineni Italiamj volen-
me a circa 5oo ecclesiastici che parimen- dosi per altro intendere, non già di cia-
te rifiutarono giurare. Racconta il Bel- scun luogo ù' Italia in particolare, ma
\omo, Continuazione della storia delCri- bensì di buona parte di essa penisola, o
s liane si niOyCooìG dopo la di-
Napoleone 1 delle città più illustri e ragguardevoli. Il
sastrosa guerra colla Russia del 1 8 1 2, cer- Valesio interpretò tale testo: la Italiani
cò di riconciliarsi col Papa , e nel i8i3 simulproficli, Romanos inslituerunt. Pe-
l'indusse a convenire ad articoli prelimi- ròa lui sì opposero Pearson, De Success,
nari d'un nuovo concordato, che riprc prìnwruni Roman. Episcoporuntf p. 36;
dossi a suo luogo. Diceva il 6." articolo. Foggini, De Rom. D. Petri itinere, et E-
M I sei vescovati suburbicarii saranno ri- piscopatu, Exercit. 3, p. 68 ; ed il Ma-
stabiliti: si nomineranno dal Papa. I be- machi , Origini e antichità cristiane, t,
ni tuttora esistenti
saranno restituiti, e si 5, lib. 4, cap. 4> § 2, il quale difende a
prenderanno delle misure per quelli ven- lutto potere, doversi leggere: In Italiani
duti. Alla morte de'vescovi d'Anagni e di audacter docentes. Di vero, che s. Paolo
Rieti, le loro diocesi saranno riunite a' trovasse de'crisliaoi in Pozzuoli, ne sia-
suddetti sei vescovati, in conformità del- mo assicurati dagli Atti Apostolici; tà i
l'accordo che avrà luogo fra sua Maestà monumenti di TVyz/jo/z attestano a ver qui-
eil Santo Padre". Però Pio VII virilmeo- vi s. Pietro annunxiato il Vangelo fino
312 VES V ES
dall'anno 44 circa o prima nel 2." anno di li, in cui alle occorrenze consultato da' Pa-
Claudio. Non è fuori dì proposilo l'opina- pi, si discutevano e risolvevano gli affa-
re, che i Principi degli Apostoli nelle loro ri della Chiesa universale. Il presbiterio
frequenti scorse si volgessero, uno verso romano, fino da'primi secoli della Chie-
Napoli, l'altro verso l' Umbria^ la Tosca- sa, formava il concilio e consiglio perma-
na^ il Piceno^ ec, cioè s. Pietro nell'anno nente del Papa, ed era composto da'pre-
6f. Può inoltre pensarsi che lo slesso Prin- ti e diaconi, o siano i cardinali: a questi
cipe degli Apostoli eseguisse lesue missio* erano quasi di continuo uniti vescovi sub- i
ni per l'Italia anche in quel tempo, che urbicarii, ed anco alcun altro vescovoche
corse tra il di lui 2.° arrivo a Roma, ed fosse stato per accidente in Roma, e dal
il glorioso martirio. In quanto a Paolo
s. Papa chiamato a consulto, co-
fosse slato
potè egli predicare in Italia dopoché fu me si trae dagli antichi monumenti. E-
liberalo dalla sua i.^ prigionia in Pioma, gualmente nell' antichità spesso vedesi
poiché i codici greci affermano scritta de contraili Preshyteriiim della Chiesa ro-
Italia l'epistola agli ebrei, ed in essa anzi mana per qualche affare, e vi si vedono
si legge: Salutane vos de Italia fratres. due, tre o quattro vescovi, anche cinque,
Inoltre s. Pietro in Roma formò la ge- come nella 5.^ lettera genuina dell'anno
rarchia ecclesiastica della s. Sede, coll'or- 192 di s. Vittore I Papa. Questi non e-
dine de'preti e de'diaconi, e a distinzione rano che i suburbicarii; giacché quando
delle altre chiese la volle condecorata al- è concilio di altri vescovi chiamati, l'an-
tresì con un numero conveniente di ve- tichità ce lo dice. Lo stesso dicasi di ve-
scovi, che subentrarono alle veci degli A- scovi spessissimo inviati con qualche pre-
postoli nel coadiuvare il supremo Gerar- te e diacono legati a Costantinopoli , o
ca, Vescovo d^ Vescovi^ sia col loro con- altrove, per affari, non vedendovisi il no-
sìglio nel governo della Chiesa universa- me della loro sede, contro l'uso di tutti gli
le, sia colla loro autorevole presenza alle altri vescovi del mondo. Questi pure non
sagre funzioni, e sia con supplire ezian- ponno essere che i vescovi suburbicarii, o
dio, occorrendo, alle gravissime di lui in- romani, com'erano appellati; e sarà anzi
combenze, sostenendo colla maggiore ef- un caso raro assai, se si troverà che i ve-
ficacia la subordinazione alia i." sede del scovi suburbicarii, nell'alta antichità, pon-
."
mondo cristiano. « Ed il vi canone del i gano il nome della loro sede, salvo che
generale concilio di Nicea, celebrato nel ne'sinodi romani, ove intervenivano altri
325 e tanto illustrato da'dolti, fuor d'o- vescovi (dalla costituzione iVb« mediocri^
gni dubbio ci ammaestra del notabile ri- di Eugenio IV, vedesi che un cardinale
salto, che alla dignità di questa romana deve mettere prima il titolo di cardina-
patriarcale contribuisce quell'antico co- le, poi di vescovo di sua chiesa. Il cardi-
stume di assistere al Romano Pontefice nal d^AylIj diceva: Apostoli prius Car^
parecchi vescovi^ non solo nel mentre que- dinales^ quam Episcopi fuer uni ... prius
sti offerisce i divini misteri, ma anche nel fuerunt cardinales Urbis. Lo stesso di-
rappresentare ogni altra azione, con cui ceva nel secolo XVI, in cui fiori quel dot-
ci viene additata la stretta unione , che to, l'accademia di Praga. Dichiara il Nar-
ha tutto il corpo della Chiesa sotto un di, la vera ragione che cardinali for-
si è, i
solo capo". Molte notizie trovo sui ve- mano un solo corpo col Papa, e con lui
scovi suburbicarii nelNardi,Z)e'P<2rroc7i/, reggono tutta la Chiesa cattolica; laddo-
opera deducala d
Vescovi della Chiesa ve un vescovo ne regge una frazione. Que-
cattolica. Il Papa ebbe sempre il Presbi» sta preminenza si desume non dall'ordi-
terio ( F.), l'antico senato del vescovo, cor- ne sagro, ma dalla giurisdizione. Quan-
rispondente al sagro collegio de'cardina- do un vescovo è fatto cardinale, la s. Se-
V ES VES 2i3
de Io chiama con questo 2.** tilolodi Car' 3, che prima di Clemente V
deli3o5, si
dinaie, come quello ch'è maggiore, o al- pose in disputa, se i vescovi diminuiva-
meno lo prepone, come lo prepongono i no di grado, con passare a cardinale pre-
cardinali preli o diaconi, vescovi di qual- te o diacono, e due volte fu risoluto nel
che luogo come sempre fecero, ed usò
, palazzo apostolico e nell* auditorio del-
anche s. Carlo Borromeo, che s'intitola- la Rota Non notari in tali promotion^
:
Onde nel concilio d'Efeso del 43f,de'3 vano i preti cardinali, come si vede nel-
legati del Papa sempre precedeva il prete le sottoscrizioni della bolla d'Alessandro
della Chiesa romana a'due vescovi; anzi li del loyi, per la consagrazione da lui
esso si sottoscrisse primo di lutti. Nelle vi- fatta della chiesa di Monte Cassino, ma
tede'Papi antichi dicendosi delle loro or- che dipoi Clemente V antepose i preti car-
dinazioni di dicembre^ in esse erano sem- dinali, per la connessioneche hanno col
pre preferiti i preti e diaconi della Chie- Papa, a'vescovi, come spiegò il Papa con
sa romana, come cardinali, a'vescovi,ciuè: lettera riportata dal Rinaldi negli Anna-
Creavii Presbyleros, Diaconos^e^ox E- li ecclesiastici^ all'annoi 3 12. In diverse
piscopos per diversa loca. Quando dun- bolle prodotte dall'Ughelli , osservai che
que i sagri canoni insegnano esser mag- gli antichi cardinali vescovi suburbicarii
giore il grado vescovile del cardinalizio, si sottoscrivevano tra gli altri, e senza il
rono a ritenere il titolo ancora. £' intrin- dizio che dava la sanzione canonica alta
seco leggersi il voi. XXXllI, p. 809, sul presentazione postulazione del clero mi-
yenerabiles Fratres^ che Papa dà a*
il nore (cioè quello delle collegiate e la pre-
cardinali vescovi suburbicarii, come al- latura) e del popolo; per cui la somma
l'intero sagro collegio, e sul Dilecte fili delle cose era presso i cardinali vescovi
nostri^ colle quali parole chiama i cardi- suburbicarii, e de'cardinali preti e diaco-
nali dell'ordine de'pretie de'diaconi.Co- ni, scegliendo fra* vari proposti pel ponti-
me pure devono tenere presenti le for-
si ficato. S. Cipriano nell' Episl. 2, lib. 2,
inole usale dal Papa con un Vescovo e con dice che s. Cornelio eletto Papa nel 254:
l'Episcopato, di cui in quell' articolo ri- de\ Clerlcoruni pene omnium testimonio^
parlo. INota il Saroelli, t. 4» iett» ^2, o. deplebis sujfragio^elde Sacerdotum (ve-
ai4 VES VES
scovi) antiquoriun^ et bonorum vìroriim stitum fura episcopalia et domtcilkim
collegio. Nella lettera V genuina di tal antìquilus intra Urbis moenia eliam
Papa, questi si espresse: omni igkur aclu cstabant. Tut tavolta è incerto a quali di
ad me perlatOj placiiitcontrahi Presby- essi appartenesse ne'primi secoli, come è
teriuin.Àdfuernnl etiam Episcopi quia- incerta l'epoca dell'aggregazione al Sa-
que, che il Nardi crede subui bicarii. Era groColirgìo (T'^.) de' vescovi suburbicarii,
il collegio de'pieli e diaconi, ossia il se- Cardinale [f^.),
fregiali della dignità di
nato della Chiesa romana, e s. Girolamo benché furono detti, come gli altri vesco-
lo chiama Senatum Romani Cleri. Pri- vi, Pontefici, però con l' aggiunta del
IVel concilio romano del 702 vi sono sot- bicarii, per cui ho riunito le riferite an-
toscritti, oltre i vescovi,! preti e diaconi teriori nozioni, fu nel concilio celebrato
cardinali, col l'espressione haic constiti in Roma da Papa Stefano III detto IV
io a nobis promulgato j e sebbene vi fos- nel 769, in cui prescrisse il loro ufficio,
sero altri preti e diaconi, i soli cardinali espresso con queste parole da Anastasio
sono sotloscrilti, poiché il solo presbite- Libliotecurio. Ut omni Dominico die a
rio romano aveva il singoiar privilegio di septem Episcopis Cardinalibus Hebdo-
sottoscriversi ne'concilii. Nel concilio ro- madariis qui in Ecclesia Salvaloris
,
mano del 745 si vedono sottoscritti i ve- observant, Missarum soleninia super al-
scovi suburbicarii, poscia i cardinali pri- tari Beati Pelici (del quale riparlai nel
ma degli altri vescovi; cioè forse per uso voi. LXXV, p. 36) celcbrenlur. Sog-
antico, alle volle però essendo le sotto- giunge il Magri : » celebravano dunque
scrizioni miste alla rinfusa, di cardinali nella basilica V^alicaua (è inesatta l'e-
e di vescovi. Osserva lo Sperandio nella spressione, perchè la proto-basilica del
Sabina sagra, che i vescovi suburbicarii Sai valore è la Laleranense, e appunto nel-
principali e primari ministri del Papa, l'altare papale è racchiuso l'altare ligneo
chiamati anche dal Lucenti, ahsoluLe E- di s. Pietro, o almeno conveniva distin-
piscopi Romani^ appunto per l'antico di- guere le epoche ed i casi), a vicenila in
ritto della romana cittadinanza a tutto il tulle le domeniche dell'anno, e nella La-
paese accordato che dintorno a Roma re- leranense ogni giorno in giro per tutta la
stava, dovevano esercitare iiobilein Epi- settimana, e perciò erano chiamati Epi-
scoporuni faniulatuni in sacro Latera- scopiLaleranenses, Collalerales, Uebdo-
neusi Episcopio^ e quindi Iloruin AiUi- madurii. Nella domenica celebrava l'U-
VES
slicnse, lunedì quello di Scl\>a Candidila della chiesa e la salmodia. Inoltre Nar-
martedì il Portucnsc^ mercoledì il Sabl- di, con l'autorità del Bianchini e del Can-
nOf giovedì il Prenestino^ venerdì il Tu- cellieri, ritiene che sino nel IV secolo vi
siulaiw, sabato \* Albanense. I cardina- fosse la divisione nota a tulli gli eruditi
li preti solevano nelle feste più solenni de' VII vescovi ebdomadarii nel Lalera-
concelebrare col Pontefice dal quale ri- no, ossiano i vescovi suburbicarii, e de*
cevevano anco l'Eucaristia, per rappre- quali mollo scrissero il Ciacconio e l'OI-
fcentare Cristo nell'ultima cena A-
co'ss. doino. Facevano il loro turno, e termina-
postoli. Così l'Amalario, De ojf. Missac, ta la settimana, spesso, se il Papa non ne
lib.i, ed Innocenzo III, De sacrif. Mis- abbisognava, tornavano al vescovato lo-
sae, lib. 45 e. 2 1. Per questo, celebran- ro, come scrivono Cenni e Zaccaria, ed
do il Papa pontificalmente, cardinali i erano computali della Chiesa romana.
preti vestono le pianete, dove che car- i Celebravano anche avanti il Papa, ©ce-
dinali vescovi portano i piviali, li quali lebrando il Papa assistevanlo con gli al-
assistono enon concelebrano". Ma su que- tri cardinali. Poi dice lo slesso Nardi, Ste-
st'ultimo punto, ragionando il Nardi de- fano III Papa nel 767 (non lo era, lo fu
gli Ebdomadarii ( P^.), dice die fuori de* nel 768; si legga nel 769) volle che ve- i
c.udinali preti ebdomadarii nelle 4 basi- scovi ebdomadarii del Laterano celebras-
liche maggiori (cioè nelle patriarcali C/t/e- sero nella domenica sull'altare di s. Pie-
se di Roma di s. Pietro^ di s. Paolo, di tro, nella quale basilica celebrando il Pa-
pa. Ne'tempi posteriori, si vede negli Or- soli, dopo il Papa, potevano celebrare sul-
dini Romani, che comuuicavansi cardi- i l'altare di essa, omnium Urbis et Orbis
nali co' vescovi dalle mani del Papa nel- Ecclesiaruni Dlaler et Caputjn omni gen-
la di lui messa, onde conservare l'antico te Priniatum habuil. Ne aveano l'ammi-
rito, tipo dell'unità nelTunico Sacrifizio nistrazione, come vedesi iu Anastasio IV
col vescovo. Poscia i vescovi distribuiva- dell i53,neir£'^z.?/.8,nella quale li chia-
no il sagro Pane eucaristico a'fedeli, e i ma Cooperatores et Ficarii nostri: si
diaconi il sagro Calice, Della Comunio- legge nel Rasponi. E' certo che in tut-
ne de' vescovi, preti e diaconi cardinali ta l'antichità dal Papa erano consulta-
allamessa del Papa, si fa pure menzio- ti, co'cardinali preti e diaconi, niu^ia co-
ne nel II antichissimo Ordine Romano, e sa d'importanza facendo i Papi senza ra-
in tutti gli altri successivi : celebrava il dunare a consiglio il Sagro Collegio. Nel-
Papaordmariamenteal Laterano, ove an- la mentovala lettera il Papa dice, che
cora predicava, anzi talvolta per stazio- quando detti vescovi cardinali cantano
i
ni o feste di qualche chiesa colà si porta- messa nel Laterano , vi debbano essere
va e predicava al popolo. cardinali ebdo- I presenti i canonici regolari, in allora ivi
madarii non solamentecelebravanoin det- dimoranti, i quali debbono assistere iti
loro cleri nel servigio del popolo e ani- diacono, il suddiacono, l'accolito; alle qua-
minislrazioue de'sjgrameuti, il servigio li cose nell'altre basiliche, ove andavano
ii6 VES VES
i cardinali ebdomadarii, pensava il clero rite obirent, atque inde polissimum fi-
o capitolo di quella tal basilica. «> Questi ctum est, VII Episcopi Cardinales
ut ii
vescovi suburbicaiii, al servizio del Papa sint appellati. Inter hos aulem VII Epi-
e della Cbiesa romana , da' primi secoli scopos per vices huiusmodi officium ila
della Chiesa sino a'noslri, ci mostrano co- partitura erat, ut Osliensis dies Domini-
me si pensasse, e quanto si credesse giu- cus, sequentis feriaeEpiscopoSilvaeCan-
sto che il Vicario di Gcsk Cristo fosse didae, qui Urbi Leouinae tamquara pio-
onorato e servito anche da' vescovi. La priaedioecesi praesidebat,mox Portuen-
santa antichità non faceva la schizzigno- si, qui Translyberinam Urbis regionem
sa, come fanno moderni , che non
certi Episcopali auctoritate adminislrabat, ac
sanno intendere quanto sia giusto il de- caeleri deinceps Sabinus videlicet, Prae-
coro alla Chiesa romana, e l'ossequio al- nestinusque, ac Tusculanus, ac denique
la medesima, e perciò avevano pensato Albanus, qui omnes ètiam extant hodie-
negli ultimi nostri miserandi tempi di que praeter Episcopatum Silvae Candi-
togliere i vescovi suburbicarii, e ne ave- dae, qui ob eius oppidi infrequeuliara
vano fatta imperiosa domanda (anzi co- cum Ecclesia Portuensi auctoritnte Cal-
me dissi. Napoleone I pretese abolirli) al lixti II coaluit , eademque de causa O-
Sommo Pontefice Pio VII, mentre poi stiensi deinde Ecclesiae subventum est
eguagliano i parrochi a' vescovi ". Sin qui unitis eidem ab Eugenio IH Velitris ".
il Nardi. Abbiamo dalla Storia di Ste- Ne riparla nel lib. 2, cap. 8: Defimctio-
fano indetto IV del Novaes, che il Pa-
^ nihus Ronianorum Ponti ficum in Eccle-
pa neiraprile 769 ordinò nel sinodo ro- sia Laieraneiisi^deque Minislris eie. « A d
mano, che ogni domenica si cantasse da' minores anni celebritates, et ad fei ias or-
VII cardinali vescovi suburbani nella ba- diuarias Cardinales Episcopi per vices, ut
silica Lateranense l'inno Gloria in ex- iam dixi, singulis diebus loco Romani
celsis Deo (V.). » Questa è la prima voi* Pontifìcis in ara maxima sacra perage-
ta, che si fa menzione de' VII Cardinali bant. Ab huiusmodi autem Cardinalibus
Vescovi , ciascuno de' quali faceva per oblaliones omnes cuiuscumque generis,
settimana le veci del Papa nella basilica aut pretii, quae ipsis celebranlibus. Or-
Lateranense, come riporta il Baronio al- dinationes suae^aut consecraliones haben-
l'anno 769, n. io". Riferisce la stessa isti- tibus (cioè del Papa), aliaque roysteria
tuzione di Stefano lII,o IV, il cardinal Pia* divina peragentibus obveniebant , cum
sponi. De Basilica et Patriarchio Late- basilicae canonicis ex aequo divideban-
ra«e««,lib. i,cap. 3: De dignitate liuius tur, quos tamen, vel functiouibus huius-
Basilicaej con dichiarare. «Ad haec cura modi ministrare , vel alias praesenles a-
Basilicae Lateranensis tam sit dìgnitas, desse conligeret. Pane dumtaxat et vi-
etmaiestas VII Episcopi finitimarura Ur- no excepto, cuiusoblatio ad solos huius-
bi Civitatum fuerunt constituti, ut singu* modi canonicos integra pertinebal. At
lishebdomadae diebus cum praesente, dura ipse Ponlifex sacrum in ara eius
tumetiam absente Pontifice, super arara maxima celebrabat, aderant, ei obseque-
eius maximara divina mysleria per vi- banturque omnes, qui in romana Curia
ces singuli celebrarent, a ut certe Pontifi- quocumque honore, vel munere funge-
ci celebranti ad constitutos^solemniores bantur. Erant vero Inter primos VII E-
anni dies assisterent. Utautem VII sunt piscopi Cardinales, nempeOstiensis, Por-
ebdomadae dies, qui ea evoluta denuo luensis, s.Rufinae, Praeneslinus, Tuscu»
recurrunt; ita VII Episcopi electi fuerant, lanus, Sabinus et Albanus; atque Li tam-
qui hebdomadam celebrando explerent, quam Romani Pontificis Collaterales vo-
et miuisterium de integro ea circumacta cabantur primae Sedis Episcopi, et pri-
,
gie, ut solet, prolata, sum mutatus, Da- scrisse eruditamente la posizione geogra-
masus I id unum praecepisse ut per omnes fica e le diocesi de'cardinali vescovi sub-
lur. Haque haud ante Gregoriuoi IMa- cap. 2 de'/ie; Domini sunt Cardines
gnura quotidiana sacrorum celebratio su- TcrraCy super eos Orbent.K\(Q'
et posuil
per altare s. Petri commissa fuisse vide- avere Giuseppe
risce poi lo stesso Piazza,
lur , quam Lucas Holstenius perperam M.^ Suarez, Praenestes antiquae^ lib. 2,
usque ad Stephanum IV relrahenduia cap. IO, osservato sui vescovi suburbica-
esse duxit. Nam haud satis reale iuter- ri i, che essi successero a que' vescovi i qua -
pretatus est verba incerti auctoris de li anticamente assistevano alIlomanoPon-
"vitis PP. quae sub Luitprandi nomine lefice, pastori delle città vicine e perciò
circumferuntur, ubi legitur. := Hic con- di facile accesso a Roma, ed eziandio co-
fililuil VII Caidinales Epiiscopos qui al- me immediatameote soggetti alla s. Se-
2i8 VES VES
t!e. Ma essi fuiono d'un numero inag. sì bell'ordine e armonia di virtù celesti
f;iore, perchè Iìel4i8 per l'elezione di s. la Cliiesa militante ne'suoi ministri". Pri-
lìonifacio I , vi sollosccissero oltre molli ma di descrivere le prerogative, l'eccel-
prelijIX vescovi di diverse provincie. Do- lenza e la dignità d'ogni chiesa suburbi-
po avere il Piazza erudilauieule ragio- caria, il ragiona colla digressione
l^iazza
nalo dell'origine, etimologia, numero e I.": De* selle Vescovi Cardinali^ oggidì
prerogative de'gradi de'Cardinali della s. sei, loro origine e prerogative. Dopoché
lion)anaCIiiesa,e del loro gerarchico pi in- il magnanimo imperatore Costantino [
cipalo, immediati e non inlerrolli succes- fece trionfare il salutifero vessillo della
sori degli Apostoli, come assistenti a Cri- Croce, nel 3ii donando la pace alla
sto, mentre i vescovi successero a' sacer- Chiesa e accordando a' cristiani il libe-
doti levitici, col cardinal Paleolli, De sa- ro esercizio di loro religione, con ispleo-
ero Coiisis Iorio y succeduto al romano dida magnificenza edificò nel Lateraoo
Presbiterio j ne dicliiara enfaticamente la basilica patriarcale del Salvatore, poi
l'ordine della loro gerarchia. « A somi- detta s. Giovanni in Laterano, nel Va-
glianza della Chiesa celeste e trionfante, licano quella di s. Pietro, nella via O-
(u istituito l'ordine gerarchico della Chie- stieose quella di s. Paolo, nella via Ti-
sa militante nel Collegio Apostolico, di- burlina quella di s. Lorenzo, dotandole
stinto in Ire ordini e gradi, di Vescovi, di copiose rendile; poscia con celeste pro-
di Pretij e di Diaconi j de' quali, e loro digio, sull'Esquilioo Papa s. Liberio e-
mistero, scrive con erudita eloquenza il resse la 5." basilica patriarcale di s. Ma-
medesimo cardinal Paleolli; il primo de* ria Maggiore. Cosluuìarono indi roma- i
quali è de'Serafini nell'ordine de' cardi- ni Ponlefici di onorarle con frequenti uf-
nali Vescovi^ li quali sono sopra gli altri fìzialure e pontificie funzioni; ed accioc-
ardeolissimi nell'amore del loro Creato- ché queste si celebrassero con gran mae-
re, e ad esso specialmente intimi. Il se- stà e decoro vollero che vi assistessero
,
condo ordine è de' cardinali Preti^ rap- VII vescovi, tolti dalle vicine e suburba-
presentanti quello de'Cherubini, colmi di ne città, quali avessero altresì, dopo pre-
sapienza ed erudizione. Il terzo è de'car- slata al Papa 1' assistenza, l' obbligo un
dinali Diaconi, allusivi a'Troni, li quali giorno della settimana di celebrare cia-
con l'autorità della dottrina mantengo- scuno sopra l'altare della basilica Lale-
no ferma eslabile la rettitudine della giu- ranense il divino sagrifizio, dove cele-
stizia. Questi tulli assistonoal Sommo Sa- brava il solo Papa e non era permesso
cerdolee Gerarca della Chiesa, con l'ono- ad altrij cattedrale del i." vescovato del
re, maestà e autorità del loro apostolico cristianesimo; per cui dice il Panvinio,
magistrato, per il governo e amoìinistra* De seplein Ecclesias Urbis Romae, fu-
zione della Chiesa universale; -esercitan- rono Vescovi Cardinali, cioè prin-
detti
do in essa molte azioni gerarchiche, col- cipali, de' quali si comincia a far men-
le quali tulio lo stato del mondo cristia- zione del pontificato di Stefano IV, qua-
no si mantenga, con amore infuocalo di li ebdomadari i della basilica Laleraneu-
Serafini purgalo;con sapienza ed erudizio- se. Si elessero da' vescovati più vicini a
ne di Cherubini illuminato; e coll'auto- Roma, perchè ivi potessero risiedere, ac-
rità della dottrina e fermezza della giu- ciò non mancassero mai, ancorché vi (os-
a guisa di Troni, si renda perfet-
stizia, se presente il Papa. Questi VII cardina-
to;essendo proprio dell' atto gerarchico li vescovi conlinuameule assisterono e as-
purgare, illuuimare e perfezionare, cou»e sistono il Papa, anche ne'negozi più gra-
asserì s. Dionigi Areop.igila, De Coclest. vi della s. Chiesa. Lai." delle VII chiese
Ilierarch. cap. 3; perchè risplenda con suburbicariedc'cardinali asaisleuli al Pa-
V E S V K S 219
pa, è r Ostiense, il cui vescovo per pri- vi di giurisdizione e in partibus^ di con-
vilegio concesso nel 336 da Papa s. Mar- tinuare a porvi la Croce astata greca
co, usa il/;rt//<oinenlreconsagia il Sommo con due traverse o sbarre, che deplorai
l'ontefice; e per ordine di esso nella Coro- anco nell'articolo Vescovo, § IV, nel
nazione iltW imperatore (/".) l'unge col descrivere la consagrazione eseguita di 4
sagro cristna (alili cardinali suburbicarii cardinali vescovi da Gregorio XVI, ilqua-
ancora, come specialmente quello di Sa' le nella sua virtù si astenne di adoperar-
lina/ìl quale anzi talvolta eseguì la coro- la, benché colla croce greca gli aveano
nazione, assente Papa, non senza con-
il fallo consagrare l'altare e la crocerà del-
troversia coirOstiense: per Federico III la basilica di s. Paolo. Voglio rilevare al-
supplì al vescovo d'Ostia dimorante nel- tro errore, per le conseguenze che ponoo
la Spagna quello di Porlo); gli fu ag- derivarne, benché mi pare averlo nota-
giunto il vescovato suburbicario di Vel- to altrove. Il cardinal Gamheriiii vesco-
]elri,ed è ordinariamente Decano dt^l Sa- vod'Orvielo, promosso al vescovato sub-
gro Collegio (^^.). La concessione del urbicario di Sabina , in fronte alla Pa^
pallio prova che sino da'primitivi secoli storale pose lo stemma colla Croce gre-
della Chiesa la consagrazione del Papa ca con due traverse, forse per un noa
kì sempre falla dal vescovo d'Ostia, ed raro capriccio di artista che la disegnò
in suo luogo dagli altri vescovi suburbi- mentre egli, ammesso l' inval-
e incise;
carii,che pure l'assistevano s'egli l'ese- so non era stato arcivescovo
errore,
guiva, il che riconosce Ciacconiocon mol- nemmeno titolare. Degna poi è di av-
ti esempi, P^itae et resgeslae Pontificum vertirsi ulteriormente la cagione della
Romanorum, et S. R. E. Cardinaliuniah maggioranza del grado cardinaliziosopra
initio nascentis Ecclesiae. Anzi antica- quella del Vescovo {V.); imperocché,
mente spellava al vescovo cardinale d'O- sebbene la dignità del vescovo è molto
stia il cousagrare inRomai /^^escoi'ìff'.}, sublime e venerabile, avendo nella con-
invece del Papa. E come narra Cencio sagrazione e nell'ordine tanta eHìcacia di
Camerario fiorilo nel secolo XII e poi podestà quanta ne ha il Papa, come sem-
Onorio III, che il Papa era consagiato plice vescovo, come osserva la Glossa, jE'-
dal vescovo d' Ostia speciali ter et aliis piscoporuni Sede vac, ^ nondimeno pei*
Epìscopis de curia^ hoc addito, qiiod si ragione del governo universale dellaChie-
forte Èpiscopus Ostiensis pracsens non sa, unitamente col Papa, devono i cardi-
fucrity Archipresbytcr Ostiensis seii Ve- nali essere visitali da lutti vescovi, co- i
urbicarii. Furono nel lagrimevole pe- conti Alberti o Albertini di Prato (anco
riodo di sette pontifìcalì, quanti ne risie- cognominato Martini, per sua, madre),
derono in Avignone ( f^. ), creati cardi- vescovo suburbicario, fin dali3o3, d'O-
nali quasi lutti francesi, a* quali furono stia e Velletri.
conferite le principali chiese d* Italia e Dissi già,che ne'primi secoli se un car-
le suburbicarie, poco importando loro il dinale prete era creato vescovo, rinunzia-
dimorarvi, preferendo la dimora d'Avi- va la I .a dignità, e che poi gli fu concesso
gnone, le affezioni pàtrie e le delizie di ritenerla. In proposilo riferisce il Luna-
Provenza, le quali cose produssero poi il doro. Relazione della Corte di Roma, e-
perniciosissimo scisma, il più lungo e il dizione del 1 646,nel conferirsi anlicameu-
più disastroso che registrò la storia, oltre te il vescovato ad un cardinale vacava l'an-
quello precedente dell'antipapa Nicolò V teriore dignità, come incompatibile ; ia
nel 1328. Gl'intrusi pastori non manca- seguito i vescovi ottennero ritenerla, ma
rono a'vescovati suburbicarii, le usurpa- senza il titolo della chiesa presbiterale e
zioni, gli scandalista desolazione, lo scisma della vescovile. Nel ponlificato d' Ales-
con lutle le sue rovinose conseguenze sandro III del II 59, i cardinali dopo
nella lotta de* partili sostenitori del le- creali vescovi vedendo che gli escludeva
gittimo e del falso pastore; quindi ad e- dal concorrere all'elezione del Papa, co-
liminare lanle divisioni si ricorse alle O- minciarono a ritenere i titoli sì del ve-
zioniy come dirò più sotto, che recarono scovato e sì della chiesa presbiterale j ov-
altri mali e gravi pregiudizi. Ma siccome vero dicevansi vescovo della rispettiva
finora, anche pel trasferimeulo della le- diocesi, e caidiuale di Roma ; con questo
e
f'atlo vescovo, riteneva le due dignità. per distinctos grados ascendens Dia-
Osserva il Nardi, che se era considerala conus, aiit Presbyter Card, fuerit ad
deeradazione
o il fare vescovo un cardina- sacrimi Pontijìcalus honorem posse pro-
Je; però vi sono esempi ne' sinodi romani moveriAxx progresso di tempo comincia-
di precedenza de'vescovi a'cardinali, for- rono vescovi a desiderare il cardina-
i
se suburbicarii: nondimeno trova nel pon- lato, e fu trovato il modo di non crearli
tificalo diDaraaso I del 867, e ne'secoli
s. cardinali preti, ma cardinali vescovi, il
precedenti,sempre e costantemente no- che durò sino aBonifacio Vili del 1294,
minali prima i preti e diaconi romani, secondo il Lunadoro. Aggiunge, che sta-
poscia i vescovi: era la gerarchia di giuris- bilita la corte e curia romana in Avi-
dizione che dava loro la precedenza. Gli gnone, ivi si cominciò a confondere ogni
Esocatacelì (F.), ch'erano dignità del cosa, cioè a far vescovi cardinali, a far car-
capitolo patriarcale diCostantinopoli, se- dinali preti e diaconi vescovi, dare a'car-
devano sopra vescovi. Per provvedere
i dinali vescovati e abbazie in commenda ,
bene le chiese s. Gregorio I talora non e più d'una; nella quale occasione i car-
perdonava alla sua, conferendo qualche dinali cominciarono a precedere i vesco-
vescovato a'suoi cardinali, raa col con- vi. Ma dice Nardi, che ad onta del ritener-
senso loro: mostra ciò inferiorità digra- si anticamente far cardinale un vescovo,
do non d'ordine. Un cardinale prete eb- inferiorità di grado, presto cominciarono
bero per vescovo da s. Gregorio I, Reg- i vescovi ad ambire il cardinalato, per cui
gio, Perugia e Messina ; anzi ad Ostia a , nel concilio romano del 769 bisognò met-
Capua, a Rimini mandò per vescovi dei tere un anatema contro quei
terribile
suddiaconi della Chiesa romana. Nardi vescovi che ambivano
d' introdursi da
trova nella serie de' vescovi di R.imiui per loro nel cardiuaIato,che dovevano sti-
nel V secolo un Gennaro, e nel 710 un mare più del vescovato. Parlando poi il
Narciso, arabi cardinali romani. Il Lau- Lunadoro: De Vescovi Cardinali pre- ,
renli ritiene che lo stabilimento de'cardi- mette che si hanno da notare 3 cose. La
iiali vescovi si debba aStefanoIV, dicen- I .% che venne anticamente la traslazione
Lateranense, e fu allora che furono detti al 900 o poco più, non fu mai eletto Pa-
cardinali, collaterali e ebdomadarii,e più pa della Chiesa di Roma chi era vescovo
tardi suburbicarii, il Baronio opinando d'altra sede, ma un prete o diacono della
altrettanto sulla loro origine. Stefano IV romana chiesa : il i.° eletto contro tal
dunque, continua il Laurenti, l'incorpo- costume fu Formoso {V !) neir89r, ve-
rò al collegio de' cardinali, e volle che o scovo di Porto, onde nacquero dopo la
"vivente o defunto il Papa , fossero am- sua morte deplorabili sciagure, siccome
messi all'amministrazione degli affari del- incolpato d'aver trasgredito l'antica con-
ia Chiesa romana, unitamente a'cardinali suetudine. La 2.', che una volta occupa-
preti e diaconi dovendosi affaticare allo ta o rovinata una città da'nemici, e cac-
spiritualegoverno di tutto il gregge catto- ciatone o uscitone il vescovo, a questo da-
lico. £ che l'antica esclusione al pontifi- vasi altro vescovato vacante, a condizio-
cato de'cardinali vescovi pretendono al- ne che ricuperata la chiesa dovea tornar-
cuni attribuirla allo stesso Stefano IV, vi questo vescovo si chiamava sempre
:
nello stabilire a cagione dei recente laico pastore della i.^ chiesa, intitolandosi in-
,
i>22 V E S V 1^:8
sieme cacerdole, ovvero pontefice corfìi* cause furono fiiHì Vescovi in parlihus
naie dell'alila commessagli, come per e- (^ .),con titolo di chiese patriarcali e ar-
sempio N. Kpiscopus N. et sacerdos , che ad un tempo
civescovili, ed a quelli
cardinalìs N. Wel pontificato di s. Gre- furono o sono arcivescovi residenziali o
gorio I si leggono circa 5 di tali casi. La patriarchi. Ma l'anteriore titolo arcive-
3.^, che ne'primi secoli per la consagra- scovile non più r usano i cardinali di-
zione del Papa fiirono deputati VII ve- venuti vescovi suburbicarii. Però vie l'e-
scovi, cioè Jlhauus^ Osliensis^ Poriuen- serapio,che il cardinal Orsini essendo ar-
siSy s. Ihifìnae, Tuscitlnnus^ Praenesti- civescovo di Benevento, ritenuta questa
nus^ Sabinensi^, i quali da principio non chiesa, divenne vescovo di Porto e s. Kuf-
intervenivano alla pontificia elezione, ma fina, non però decano per la sua assenza
solo alla consagrazione. Nel pontificato da Roma, e per avervi rinunziato; e ciò
d'Alessandro III furono ammessi all'e- per l'amato suo arcivescovato che riten-
lezione, ed allora cominciarono a chia- ne pure nel 1724^ q^'^indo fu assunto al
marsi Fescovi Cardinali , a similitu- papato col nome di Benedetto Xlll. Ne-
dine dei preti e diaconi cardinali che in- gli articoli de' vescovati suburbicarii si
tervenivano air elezione del Papa, pri- ponno vedere molti cardinali che in
i
più vescovati, di che il i.**esem[)io tra' mente decano del sagro collegio, nel ve-
cardinali è avvenuto in Corrado Wi- scovo di Porto e s. RufTina eh' è il 2.°,
tellespach , con dispensa apostolica, il comunemente sotto-decano del sagro col-
quale, come dissi ne' precedenti articoli, legio: gli altri 4 vescovi suburbicarii non
elevato al i63 da Ales-
cardinalato nel i hanno gradazione , bensì quelli che ne
sandro 111 (e secondo alcuni anche il i.° sono in possesso per anzianità dal loro
vescovo che fu promosso al cardinalato) ingresso nell'ordine de' vescovi suburbi-
fu vescovo di Sabina e insieme arcive- , carii. —
Lungo e complicalo argomento
scovo di Magonza e di Salisburgo. E qui sarebbe quello dell'Oz/o/je, da un vesco-
devo notare, che vescovi, ancorché car-
i vato suburbicario all'altro, massime
dinali, con indulto apostolico ritengono quanto alla dignità di Decano e di sot-
il titolo arcivescovile, o per e>serne stali to- Z^fC/7«o, di vescovi d'Ostia e Felielri,
in parlihuSjO d'altra chiesa residenziale, e di Porto e ^.Ruffina; non più esisten-
oltre a qua' cardinali che per singolari do l'ozipne tra gli altri 4 vescovati sub-
VES VES 223
inbicarii; come il dire dell'ozione rìal- si troverà che nel breve periodo d'un an«
i'oidine óe' Preti e dall'orcline de' Dia- no, più cardinali ne furot»o vescovi. Paolo
co/Zi-", all'ordine de'Ve^covi, ossia da' 77- 111 Farnese era stato vescovo di cinque
toli cardhinlizi e òitWe Diaconit cardi- vescovati suburbicarii, tranne Albano; e
nalizie ^ a' vescovati snburbicarii. Credo di altrettanti, eccettuato quello di Pale-
d'averlo esaurito con suflìcienle diffusio- strina, Paolo IV Carafj, già ambi decani
ne e parlicolarilà in tutti gli articoli che del Sagro Collegio. Il Borgia nella Sto-
ho rammenterò,
ricordali e in queUi che ria di yelletri a p. SgG asserì , che il
."
Del limitarmi qui ad un cenno pe'soli ve- cardinal Ilaftaele Riario fu il i che per
scovati suburbicarii. Neli4og, durante il ozione ottenne tutti i sei vescovati subur-
grande e lagrimevole Scisma d' Occi- bicarii: ciò ripetei nel voi. L., p. 83 ; ma
dente, sostenuto dall'antipapa Cenedet- ora avendo esaminato tulle le serie de've-
toXllI, contro il legittimo Gregorio XI J, scovi suburbicarii, trovo che noi fu né di
i cardinali dell' £/^/^/V//e/i3<3 di questi egli Paleslrina e né di Frascati. Il cardinal
anticardinali di quello, si unirono nel Gio. AntonioSerbelloni, meno Albano, fu
Sinodo deposero ambedue,
di Pisa , lì vescovo degli altri cinque vescovati. Ma
ed elessero Alessandro V; il quale rico- la gloria di averli governati tulli e sei ,
trovò che ad un tempo essi e gli antichi nal Giovanni Moroui. LoSperandio,iS/Z-
cardinaliavevano un medesimo vescova- bina sagra p. 244> »^o" solamente de-
,
silà de* duplici titolari di ciascuno. La cui caddero dotti scrittori, appunto per le
novità della concessa ozione o mutazione troppo frequenti lamentate ozioni; rimar-
negli ordini cardinalizi vescovale, presbi- cando, che la Sabina nel periodo di circa
terale e diaconale, di cui in avanti erano i8 mesi ebbe tre vescovi Anche altri l
stati rari i casi, riuscì perniciosa e pre- scrittori deplorano la lunga umiliazione
scovi suburbicarii, per la cognizione e per poi o per Regresso o in altro modo ri-
224 V E S V ES
al cardinal Giovanni CarvajaI, ch'era non qualunque vescovato, ne passare ad altro
diacono di s. Angelo in Pescheria , come se già vescovi. Il cardinal De Luca nella
scrivono Novaes e Cardella, ma già pas- Relazione della Romana Curia^ esatta-
salo al titolo di s. Croce in Gerusalem- mente descrisse il metodo del beneficio
me, il che leggo in Ciacconio e Besozzi. dell'ozione, secondo quello in vigore a
Nel i555 decretò Paolo IV: Decaniini suo tempo. Egli dice: I cardinali subur-
Collega Cardinalium ad antiquiorem bicarii alle vacanze, per rango d'anziani-
spedare ; concedendo l'ozione al deca- tà, ponno oliare al vescovato suburhicario
nato a'soli cardinali dimoranti in Roma, vacante. Il i." cardinal prete può oliare
cai più dentro ildue diete ,
distretto di alTultirao vescovato suburhicario vacan-
ossia 4o miglia o due giorni di cammi- te. Essendo ammesse le ozioni dall'ordi-
no. Avendo Sisto V nel i585 stabilito ,
ne diaconale al presbiterale colla prero-
doversi comporre il sagro collegio di gativa del salto, cioè occupando il luo-
LXX cardinali, de* quali VI fossero ve- go sugli altri cardinali dell'ordine dei
scovi suburbicarii, L dell'ordine de* pre- preti, secondo l'epoca della loro creazio-
ti, eXI V di quello de*diaconi;dispo8e che ne in cardinaIì;così il cardinal diacono,
il i.** tra'diaconi ovvero il i.° dopo di divenuto cardinal prete, poteva alla sua
lui, quando avesse legittima età e an- volta oliare al vescovato suburhicario
zianità di cardinalato, nella 4-^ vacanza vacato. Tulli poi dovendo, come al pre-
de'vescovati suburbicarii,nefosse promos- sente, far l'ozione personale in concisto-
so, il che non si effettuò mai. Avverte il ro ,
qualora non dispensi il Papa. Nel
cardinal De Luca,
Cardinale pratico // voi. L,
82, riportai la formola delle
p.
p. 42i> che secondo la bolla di Sisto V, ozioni pronunziate da* cardinali in con-
il transito dall'ordine diaconale al pre- cistoro, e quella letta dal cardinal Vin-
sbiterale non potevasi fare se non quan- cenzo Macchi (ora decano del sagro col-
do fosse 1* ordine diaconale compito e legio e vescovo d'Ostia e Felletri) qual
pieno di XIV cardinali diaconi, e do- deputato dell' infermo cardinal Micara ,
vere occupare 1* ultimo posto dell'ordine per l'ozione dal vescovato di Frascati alle
de'preti, per non averlo spiegalo Sisto V, chiese d' Ostia e Velletri, siccome dive-
essendo indispensabile il passaggio gra- nulo decano del sagro collegio , e pel
dualorio all'ordine presbiterale. Quindi quale postulò in concistoro anche il pal-
Clemente Vili sul privilegio accordato lio, colla formola riprodotta nel voi. LI,
all'ordine de'diaconi, lo dichiarò cessato p. 63. Dopo le opere pubblicate dal car-
per non usumj bensì quel Papa decretò, dinal De Luca, rinnovatasi la questione
tessero essere proposti in concistoro per loro la residenza in altri vescovati e ar-
,
V E S VES a^*)
civescovati non subtirbicarit; perei?) e- de* Maestri delle rcrenwnie ponti fìcir^
scltuleiido (lalTozione i cardinali assetili e lo notai anche nel voi. L, p. 8 i Tulli .
cani, sen/.'essere vescovi d* Ostia e Fel- delle mense delle rispettive chiese, e lo di-
tetri, per non aver voluto dimettersi e la- ce il Lunadoro; che inoltre aggiunge, se
sciare la chiesa suburbicaria che posse- proponeva il Papa, l'emolumento si de-
devano. Così Clemente XII finalmente volveva al collegio de' yacahili de' Se*
tolser inconveniente delie frequenti o- gretari apostolici j e quando proponeva
EÌoni a'vescovali suburbicarii, lasciandola chiese per cardinali non mai venuti a
soltanto per quelli di Porlo e s. Rufijna ,
Roma, essi pagavano parimente il i5 per
di Ostia e Velletri. Molti cardinali pri- 100, ma se essi erano presenti in Rotna
mi preti, non volendo sobbarcarsi ai pe- venivano esentati dalla lassa. Equi note-
so del vescovato, o per restare capi e rò, che lenuissime sona le mense de' ve-
Priore del proprio ordine, non vollero scovati suburbicarii, tranne quella pmgue
passare a'vescovali suburbicarii. Altret- d' Ostia e Velletri, e quella di Porlo e
tanto fecero i cardinali primi diaconi s. Ruffina; per gli altri sono passive a*
rale, colla prerogativa del salto, avvenne time, e per altre mie ricerche, pare che
nel 1854 col cardinal Adriano Fieschi, eccettuali i vescovati di Sabina e Pale-
che però vacato nello stesso anno il ve- slrina, gli altri sieno registrali per le las-
scovato di Frascati, il Papa Pio IX non se ne' registri della camera apostolica e
permise che vi oliasse, e in vece conces- del sagrocollegio).lndidalfebbraioi646
se l'ozione pel vescovato di Frascati al- sino al 1794» propose i vescovati sidiur-
J'aituale vescovo cardinal Anton Maria bicarii vacanti in concistoro il cardinal
Cagiano de Azevedo. E da notarsi, che F icario di Roma, è poscia propose il
il cardinal Fieschi era stalo creato cardi- Papa, come d'allora in poi propone per
nale a'24 giugno i834j e il cardinal Ca- tulli vescovati. Meglio è vedere, oltre
i
giano a'22 gennaio i844>'' quale com- il voi. LV, p. 33i e 332, il voi. XV, p.
preso il Fieschi avea avanti di sè2[ car- 221, ove ne riportai la formola, ed ivi a
dinali preti, de'quali oltre il Fieschi, 9 ri- p. 229 e 2 3o rilevai, che priuìa riceve-
siedevano in Pioma e ricusarono l'ozione, vano i fogli concistoriali i cardinali prio-
gli altri essendo arcivescovi e vescovi resi- ri e capi degli ordini de'vescovi, de'pre-
denziali. Nelle vacanze de' ves(;ovati sub- li, de' diaconi: ora si dispensano a lutti
urbicarii, anticamente spellava al Sosti- i cardinali le proposizioni concistoriali.
tuto del Concistoro, in nome del Papa, Nel concistoro si propongono prima ve- i
ne gerarchico de' vescovati. Si può vede- tenuti alla slabile residenza nel loro Fé-
re il voi. XV, p. 227 e 228. Notai nel scovato (nel quale articolo di essa ripar-
voi. LXXV, p. 222, che i cardinali sub- lai nel § VI),i quali erano e sono com-
dierno cardinal LuigiAmai vescovo di soluto per la negativa, cioè che non ob-
Palestrina, è sempre commendatario del- bligano alla residenza, e che siano com-
la basilica di Lorenzo in Damaso: que-
s. patibili con un altro vescovato, onde fa
sta è chiesa che non soggiace a ozione, e stabilito per le ragioni con molta dottri-
cambia specie e natura secondo l'ordine na ed erudizione prodotte dal cardinal
cui appartiene l' insignito del cancellie- Brancacci in una sua scrittura, la quale
ralo, al quale è congiunta; quindi se il conalcun'altrefu pubblicata in Roma nel
cardinale è vescovo suburbicario, divie- 1671, ed 6^2." Dìssertazione.^cxòinm
ne commenda, se dell' ordine de'preti,è solamente per la consuetudine, ma an-
titolo presbiterale, se dell'ordine de'dia- cora per la ragione, che conviene cheli 6
coni, è diaconia. I cardinali suburbicarii più anziani cardinali per Io più risieda-
ponno altres'i ritenere in commenda le no appresso il Papa ; ed inoltre per esse-
abbazie nullius, come 1' attuale vescovo re vescovati molto piccoli (devesi eccet-
di Siibina cardinal Gabriele Ferretti, ab- tuare Sabina, che per la sua ampiezza
la
bate delle TieFontanee commendatario Gregorio XVI ne dismembrò una parte
del priorato Gerosolimitano di Roma. per formarvi il vescovato di Poggio Min-
Ponno pure essere arcipreti delle patriar- teto,e alcuni luoghi die* al vescovo di Tì-
cali basiliche di Roma (de' quali riparlai ifoli jheiìù unì al vescovo di Sabina l'ab-
nel voi. LXXV, p. 2 3 e 249, e altrove),
1 bazia nullins di Farfa, ed a quello di
come lo sono al presente di s.Pietro io f^a- Poggio Mirteto V altra di s. Salvatore
ticano il cardinal Mario Matteì vescovo Maggiore), così nel popolo, come nella
di Porto e s. Rullina, e sotto-decano del rendita, nella quale, eccettuali i primi
sagro collegio; e di s. Maria Maggiore il due, si può dire che appena basti per
cardinal Costantino Patrizi vescovo d'Al- le spese de' ministri. Essendo poi il di-
bano e vicario di Roma. Cosi ho nominalo stretto di Roma sua Comarca {V.), la
VES VES 57.7
diocesi ovvero il terriloriopailicolare del vali a Roma, fa s'i che i vescovi cardina-
Papa (quiìiche luogo della Siibinn, se- li residenti in Roma, ponno pure vigila-
condogli ultimi liparli territoriali, Inlto- re alle loro chiese, e almeno in qualche
ra npparlieiie Jilla Couiarca nel distretto tempo dell' antìo comodamente trasfe-
spetta alla delegazione di Rieti), (piesfi quali ragioni non vogliono poi a riguar-
Tescovati suburhani, i quali sono dentro do di que' cardinali, che legati ad altre
il distretto medesirao, si poniio dire tanti chiese, vivono perpetuamente fuori di
coadiutori, 1* assenza de* quali non pre- Roma, e talvolta in parti molto lontane
giudica «mentre il cardinal Ficario del da'vescovati suburbicarii". Il Borgia pub-
Papa in Roma, lo rappresenta nella per- blicò l'opera nel ly^S; roa ormai è più
sona di particolare vescovo di Roma, vi che secolare la consuetudine, che i car-
lia la cumulativa e vi esercita la giuris- dinali vescovi suburbicarii non più han-
dizione vescovale". Su quest'ultima pro- no in governo altri vescovati. Del resto,
posizione del De Luca va tenuto pre- se i vescovi suburbicarii cor. risiedere in
sente l'indicato articolo, e quanto venne Roma, impiegati ne'Ioro ulììzi, non adem-
stabilito nelle ultime riforme de' Tribu- piono la residenza materiale nelle proprie
nali <i//?om<7(^F.jecclesiaslici.Nondime- diocesi, adempiono però in esse la resi-
no, tuttora il cardinal vicario s'intitola, denza formale, non meno per mezzo de*
del Papa f^icario generale, della Roma- loro ministri, che delle proprie persone,
na Curia suo distretto giudice ordi-
e clie di quando in quando vi si recanoa
nario. Il vescovo di Nocera velilerno Bor- visitarle, come dichiarò Benedetto XIV.
gia, nella Storia di P^elletri, a p. 5o8 Il cardinal Pisani vescovo d'Ostia e Vel-
riferisce un brano di qtianto ho riporta- letri pel [."ollennedas. Pio V, nel r568,
to dal De Luca, ed osserva circa alla la facoltà di tenere in Velletri un vesco-
compatibilità con altre chiese, de' vesco- vo in partibus per Siiffraganeo^ che sup-
vati suburbicarii, non essere agevole il plisse alla continua assenza de'propri ve-
comprendere i molivi di tale risoluzione, scovi (per lo più assai provetti di età, la
siccome contraria a quanto nel concilio (luale comunemente non è disgiunta da
di Trento, sess. 6 de Reform., cap. fu
i i , sofferenze e da malferma sanità, oltreché
decretalo quanto all'obbligo delta Resi- per r ordinario carichi di altre dignità e
denza de' vescovi nelle proprie chiese, e di gravi affari), alle funzioni de' pontifi-
ripugnante all' uso di tutta l* antichità, e per 1' amministrazione de' sagra-
cali,
che mai non conobbe questa nuova spe- menti, Vicarium in Ponti fio ali bus. Ur*
cie di vescovato, la quale non obbligasse bano VIII con decreto del 1 625, ovvero
a risiedere, e conseguentemente a pasce- 1628 o del 1(329, stabilì, che cardinali i
re il gregge colla predicazione della pa- vescovi d' Ostia e Velletri, e di Sabina,
rola di Dio, coll'amministrazionede' sa- dovessero mettere ne' loro vescovati de'
gramenti, e coll'esempio delle opere buo- vescovi in partibus per suffraganei ; e che
ne, le quali cose giudicarono i padri triden- per gli altri 4 cardinali vescovi si rimet-
1 3 de Ref., e.
tini nella sess. non potersi i , teva alla loro coscienza. Per dotazione di
adempiere da que* vescovi che non risie- quello d'Ostia e Velletri venne stabilita
dono. Il Borgia quindi ritiene, essere di- V annua pensione di scudi 5oo, e per
spensati dalla continua residenza i vesco- quello di Sabina scudi 3oo. Pegli altri
vi suburbicarii nelle loro chiese per due cardinali nulla fu stabilito, essendo in ar-
motivi. Il i.° pel servigio che prestano al bitrio de' cardinali slessi il tenerli, e lai-
Papa nella cura della Chiesa universale: volta il fecero come rilevai a'ioro luoghi.
il 2.° perchè la vicinanza di questi vesco- I suffraganei sono perpetui, meno trasla-
•
il Piazza, nel proemio della sua Cerar cheda'cardinali vescovi suburbicarii non
cliia cardinalizia, ch'egli per ordine si dassero le Dimissorie a* loro sudditi
d' Innocenzo XI e d* Innocenzo XII ese- per ricevere gii ordini o minori, o mag-
guì la visita apostolica in tulli i vescova- giori, se non dirette al cardinal vicario di
ti suburbicarii, e poi ne fece l'importan- Roma volendo,
; che siano orduiali in
te descrizione. Leggo nella Relazione del- Roma dopo aver fatto gli Esercizi spi»
ia Corte di Roma, accresciuta dal Zac- rituali, nella casa a ciò destinala, per Io
caria, avere ordinato Clemente XII, con spazio di IO giorni, per ciascun ordine
costituzione de' io gennaio 1732, dover maggiore. E rispetto a* vescovi suburbi-
essere visitati i VI vescovati suburbicarii carii, che hanno i sufFraganei, lo slesso
da' cardinali vescovi o da'Ioro vicari. So- Alessandro VII nella detta costituzione
stenendo r Andreucci, potere i vescovi impose alcune pene canoniche a'trasgres-
suburbicarii nelle Cappelle de'loro Pa- sori, di chi contravvenisse al da lui stabi^
lazzi di Ronia^ conferire a' loro sudditi lilojcioè che nominali suflìaganei non
i
la I.* Tonsura (avanti tali parole, nel potessero ordinare verun altro suddito
voi. XC, p.92, col. I.' linea 25, manca, ad alcun ordine maggiore, se prima non
r/ic) e gli Ordini minori (V.)y senza chie- avesse falli in Roma nell' indicala casa
derne e oltenerue licenza e assenso dal IO giorni di spirituali esercizi per ogni
VES VES a29
ordine majjsiore. E siccome era iusotto te^ per fa ragione, che la costituzione A-
il ilubljjo, se il cardinal vescovo subur- lessandrina parla degli ordini minori e
bictuiojche non ha sulìVagineo, recando- maggiori ; »» ed è anche vigente la contro*
si al suo vescovato possa ivi fare l'oi di- versia, se la prima tonsura sia o non sia
nazione de' propri sudditi, o prevalersi ordine ". — Ne' primi secoli della Chie-
d' mi vescovo che colla sua licenza la fa- sa, {'Elezione del Papa (/^.) si fece dal
cesse, la risoluzione fu alFermativa. Se Presbiterio e dal clero romano, alla pre-
poi il sulFraganeo non tiene l'ordinazio- senza del popolo di Roma, il quale sol*
ne, deve dirigere ledimissorie al cardinal tanto, dopo aver fatto istanza che si pro-
vicario di Roma. L' Andreucci dotto e cedesse all'elezione, vi preslava il consen-
accurato, avea proposto il quesito e riso- so, senza sutFragio, il che si praticò sino al
luto a favore de'suburbicarii, nel consi- secolo XI. Nel presbiterio eranvi i sacer-
derare loro palazzi di i Roma, benché non doti, ossiaVII vescovi suburbicarii, a cui
i
episcopii, doversi avere per aderenti al erano quasi di continuo uniti, e talvolta
vescovato, e la cappella in essi esistente insieme ad altri vescovi vicini a Roma. |
rivafjola i.^ tonsura e gli ordini minori, Primicerio della s. Sede, riconoscendo
e degli abbati regolari sacerdoti, che fan- egli per arciprete il capo del corpo della
no lo slesso co' loro sudditi regolari. iMa Chiesa romana, il più antico de' preti,
Benedetto XIV incontrò dillìcoltà negli che oggi chiamasi il cardinal decano
allegati esetnpi, perchè tutti derivano da (ma dell'ordine de'vescovi suburbicarii).
apostolici privilegi, che riporta, i quali Qui aggiungerò col medesimo Cenni: Sa-
autorizzano la collazione della tonsura e gro corpo che presso l'Anastasio viene di-
degli ordini minori, prefigi^endo altresì stinto col nome di Sacerdoti, corpo invi-
il luogo e le persone; come pure dell'ar- diato siuoda'vescovi, onde Stefano li nel
ciprete Vaticano, che avendo il caratte- concilio Lateranense pose freno con di-
re episcopale conferisce gli ordini minori chiarare: Si quis ex EpiscopiSy vel Pre-
e maggiori nella sua basilica, a tutti gli shyteriSy vel monachisi aut ex laicis con-
addetti alla medesima, e se non ha tal tra canonum, et ss. Patruni statata pro-
carattere, li fa conferire da un vescovo; rumpens in gradum majorem S. R. Ec'
mentre non si conosce avere tali privile- clesiacy idest Presbyteroruni Cardina*
gi i cardinali vescovi suburbicarii,che an- lium,et Diaconoruni irepraesumserit,. .
vicario di Ruma, coli' assenso però del stinti col nome di Cardinali ;
perchè a-
quale i cardinali suburbicarM li confe- vendo ciascun d'essi la chiesa suburbica-
rirono. Conclude Benedetto XIV, poie- ria, terminata la settimana a s. Giovanni
re i cardinali suburbicarii nelle cappelle in Lateraoo, ciascuno tornava al suo greg-
de' propri palazzi in Roma dare a'pro- ge, enon solo non entrava nel corpo della
pri sudditi la prima tonsura solameli' Chiesa romauu, ma nemmeno era prefe-
23o VES ve:s
non dairanllchi-
rito agli altri vescovi, se Nicolò anatematizzò e depose co' suoi
II
!à deirordine. E ciò anche nel IX secolo, complici, chiun(|ue sarà eletto e ordinato,
come si vede chiaro ne' due conciliì di Papa in disprezzo di questo suo decreto.
Eugenio li e Leone IV, negli anni 826 Che se per guerra, o altro impedimento
e 853 ". Vivente Papa, tutta 1' auto-
il proveniente da umana malizia, non potrà
rità l'esercitava l'arcidiacono suo vicai io. aver luogo V Intronizzazione delTeletto,
Dice il Novaes, nella Sloria di Stefano non lascerà egli per questo di governare
A, che nelio58, pri<na di morire, otten- la Chiesa romana e di disporre di lutti i
ne da'vescovi, clero e popolo, la promessa suoi beni, prima della sua consagrazione.
di non procedere dopo il suo decesso alla Doversi eleggere il Papa dal grembo della
ftilura elezione, senzachè dalla sua lega- Chiesa romana, cioè dal Sagro Collegio.
zione fosse ritornalo in Iloma il cardinal de' cardinali. Poscia Celestino li fu eletto
Ildebrando, economo della Chiesa roma- senza l'intervento del popolo nel i i43,
na, poi Gregorio VII (V.). Per le fa-
s. ma avendo esso prese le armi fu restituir
zioni, ciò non si attese, e s' intruse nel to nel diritto. Nel i i5c) per l'elezioned'A-
pontificalo Giovanni vescovo cardinale di lessandro III, fu escluso l'intervento del
Fclltlri^ che piese il nome di Benedetto cleroedelpopolo,ed i soli cardinali la fece-
X, e fu antipapa. Ma giunto Ildebrando ro, onde insorse l'antipapa Vittore V. M^
in Toscana, postosi di concerto col clero poi Alessandro IH nel concilio generale
e primati del popolo romano, che non di Lalerano III, adunato nel i 179, de-
aderivano a Benedetto X, trattò l'elezio- cretò con legge ferma e invariabile, l'e-
ne di Gerardo, il quale col nome di Ni- lezione de' Papi appartenere solamente
colo II, fu creato Papa nel concilio di a'cardinali, rimossi affatto da essa il clero
Siena, a'28 dicembre io58. Nel recarsi e il popolo romano. A provvedere quin-
a Roma, nel concilio di Sutri, depose l'in- di per d tempo della Sede Vacante (V.)^
truso. Indi Nicolò li nel concilio di Roma e la brevità di questa, non meno la sol-
del 1009, coll'intervento di ii3 vescovi, lecita e regolare elezione de' Papi, Gre-
decretò: » Spettare il diritto dell'elezio- gorio X nel 1274 decretò santissime leg-
vescovi, chegodono le prerogative de'me- nerale di Lione II, alle quali altre utilis-
tropolitanijpoi a'cardinalipreli e diaconi; sime aggiunsero Papi successori, tutte
i
indi il clero e il popolo ne daranno il coti- riportate in tale articolo. Di quanto si ap-
senso". Dicono altri testi. "Noi ordiniamo, partiene a'cardinali vescovi subuibicarii
secondo l'autorità de'Padri,che il Papa ve- nella Sede Pacante e nel Concla\'Cj eoa
nendo a morte, vescovi cardinali tratti-
i dìdusione ne ragionai ne' due articoli e
d' Ubbidienza (f^.). Se egli è già vescovo, tempi nella basilica Lateranense
in altri
nel I.** pontificale che celebra, avanti la celebrava nella feria V,e che talvolta an-
Coronazione del Papa (F.), viene sol- cora si trova enumeralo in primo luogo.
tanto benedetto colla solila Benedizione Il ceremoniale della benedizione, ordi-
(f^.) da'cardmali vescovi d'Ostia e Vel- nazione e consagrazione del novello Pa-
letri, di Porlo e s. Rudina, e dal piti anti- pa , Sacraruni Cerimonia-
trovasi nel
co degli altri 4) con proprie orazioni (aa- rum rituum ecclesiasticoruni s.Ro-
sive
ticaoiente appai teneva al cardinal vesco- manaeEcclesiaCf libro composto dal Pa-
vo suburbicario d'Albano: si ponuo ve- trizi e nondimeno attribuito al Marcel-
dere le analoghe osservazioni che feci nel lo. Titulus II. De Ordinalione et con-
voi. XG, p. 6i, ove notai, che in man- secralione novi Pontijicis , et primo de
canza del vescovo d'Ostia dovea trovarsi promotione electi ad sacros Ordines si
presente alla coosag razione l* arciprete iliis carerei, et primo adSuddiacona tuni.
di quella chiesa, le cui prerogative essen- De promotione ad Diaconatum. De e-
dosi compenelrate all' unita chiesa di ledi in ordinatione in Presbyterum. Si
Vellelri, all'arciprete di questa passò il electus nullum haberel OrcUnem. Con-
privilegio). Se non è insignito negli or- secratio electi in Episcopum sine Bene^
dini sagri, viene ordmato io Suddiaco- dictione et Coronatione. Quomodo con-
no (f^Ji in Diacono (f^.), e consagrato secrelur in Episcopum. De Benedictione
nel Sacerdozio (F^'J, dal cardinal vescovo Annuii. ConsecratiOy Benedictio^ et Co-
d* Ostia e Vellelri, e finalmente riceve ronalio sinud Romani Pontijicis. Quae
la Consagrazione e V ordinazione del servanturin Coronatione etiam sine Con*
Sommo Pontefice (^'.), col grado episco- secratione Episcopali.Ubi Ponti/ex e-
pale, dal detto cardinale ornato del pal- leclus recipit ad osculum pedis canoni-
lio, da quello di Porto e s. RulBoa, e dal cos et capiiuluni basilicae s. Pctri,
2Ì2 VES VES
Quniuìo et qui accìpiiiiu pgrarnenta et Vili, p.234, che vescovi «uburl)icarii
I
de colore. Ad quos special Consecraùo la I. ''volta che cantano messa nella cap-
liones super euni dicebanl). Orcio prò- piviale, de* colori ecclesiastici propri del
ccdendi ex Cappella s. Gregorii ad rito. Assistendo, vestono come accennai
altare^ et quaejìunt anlequani inlret ad nel voi. VI II, p. 261, con piviale e mi-
aliare. Hoc totuni caput piaetermiui- tra di damasco bianco. È distinzione spe-
titr^ si Papa eratprius Episcopiis cori- ciale de'cardinali suburbicarii l'uso uni-
secralus in eo namqiie ConsecralioEpi- forme del Formale (V.) prezioso . per
scopalis conlinetiir. De Benedictione e- fermaglio del Piviale (F.), misterioso
he ti Ponlificìs iani consterà li Episco- ornamento e figura deli' antico Fuizio-
pi. De laudibiis faciendis Pontificis an- naie {E.) del sommo sacerdote degli e»
te Epistola in. De Corona lione Papae bi ei. Consiste in 3 piccole pigne coperte
siipra gradiis Ecclesiae. Quanto poi ai di perle orientali ordinate in forma e
,
sagri riti nominali , ed a tutte le sagre linea perpendicolare. Anche il Papa tal-
(unzioni ordinarie e straordinarie che si volta usa il Formale (cioè nelle funzioni
celebrano nelle Cappelle pontificie^ ne* dette in quell'articolo), con 3 pigne coper-
gli articoli relativi , e in quello diilusa- te di perle, però disposte in forma trian-
tnenle raccontai pure tutto ciò che lì- golare. ^olai nel voi. LI V, p.i44> ^^^e se-
guarda i cardinali vescovi suburbicarii e condo il Tamagna, 1' uso della berretta
il loro ordine, la precedenza e il posto in e berrettino rosso già accordalo a' car-
cui siedono, le funzioni speciali che cele- dinali vescovi suburbicarii, ancora eoa
brano, o assistono, gli uQizi d'ognuno, le l'antico frasario tlelti V escavi lloniani.
sagre vesti che indossano. Tanto è vasto Paolo II nel 1464 l'estese a' cardinali
e varialo l'argomento, che non può rie- preti e diaco!»i,e Gregorio XlVnel 1591
pilogarsi con poche parole. Mi limiterò a* cardinali religiosi. Laonde l'uso di tali
seraplicernenle a ricordare, che siedono coperture del capo ne' cardinali, non co-
a deslra del Papa e propinquo al suo minciò propriamente con Paolo II, co-
^ro/70, sul quale ne' pontificali pontificii me comunemente si crede; egli non fece
siede sul faldistorio il cardinal deca no, o che estenderne l'uso a tutti caidina- i
sostenere il libro al Papa. JNelle cappelle 1.° prete, il i.** diacono, si chiamano sla-
bicarii. Lepgesi nel Magli, alla voce Car- in nome del sagro collegio che rappre-
diunlis: Trovandosi presente nella cap- sentano, sottoscrivendo pure il processo
pella pontificia l'imperatore, sederà so- de' vescovati e allri atti concistoriali. Ca-
pra tulli i cardinali; n»a il re sederà do- pi d'ordine poi temporanei e variabili
po il caidinal decano, come prescrive il sono c|uelli del conclave durante il tempo
ceremoiiiule pontificale. JNolui nel voi. della Sede apostolica vacante. Aggiunge;
,
a34 V E S VES
piangereamnrnmpnlela perdita, dopo es- porti che siano amati, ubbiditi e rispet-
sere inlervenulo a'comizi (l'Onoiio III, tali i suoi yl/m/V^r/, allorché lo s. Luci,
Gregorio IX, Celestino IV e Iiiitoceiìzo X, 16, disse a f|uelli che aveva eletti pel
JV. Composeu^'ope^aiutiloI^|{l,5'^/m//^£^ governo della Chiesa da lui fondiìta: Chi
Die laminisi in cui traila della maniera ascolla voi, ascolla me; e chi vi disprez-
(che usava la curia romana in iscrivetele za, disprezza me. Ijisegna s. Paolo, nel-
sue lettere, opera che non vide ujai la VEpist.ix, 7, II, i3 a'corinli, essere co-
pubblica luce; olire un'// /////ò/z<:2 in ono- sa giusta che il pastore mangi del latte
re della B. Vergine, di cui fu divotissirno. delle sue pecore (su (piesla sentenza am-
Confermò col proprio nomealcune bolle pliata e male interpretala dis<i gravi pa-
d'Onorio III e di Gregorio IX, e per In- role nel voi. XCII, p.477), che quelli che
riocenzo 111 scrisse alcune epistole all'ab- seminano beni spirituali, raccolgano beni
baie del monastero di Chiusi. temporali, e quelli che servono all'altare
VESCOVO, Àntìstes ^ Ephcopus , abbiano ancora parte alle Oblazioni [f^.)
Praesuly Po/2///ejr. Prelato di vari gradi dell'altare. Così il vescovo Bronzuoli, /-
q di diversa giurisdizione, P^5tore(/^'.) di slitnzioni cattoliche,^. i34, che inoltre a
chiesa e P^escovato[y.) residenziale, f^e- p. 3o dichiara. Gesù Cristo fondatore
scovo, Arcivescovo o Metropolitano, Pri- della Chiesa è sempre incielo il suoca-
lliate , Patriarca (F.),ovvevo f escovo in po invisibile. Egli costituì capo visibile
partibiis (/^.) semplicemente titolare, ma della medesitna e vicario in terra il Prin-
egualequantoall'ordinesagroagli altri ve- cipe degli apostoli s. Pietro, e (pjegli che
scovi. Il Papaé vescovo di /lomrtj ed insie- fino al terminare de' secoli sarebbe ad
me/^CACoro della Chiesa Universale ( ^.). esso legittimamente succeduto, cioè il
co' sagramenti. Essi invigilano* sulle a- Pastori.Vev assoluta volontà di Gesù Cri-
liime loro sottoposte, come quelle delle sto j la congregazione di tulli i fedeli
quali debbono rendere islrelto conto a componenti la Chiesa cattolica, si distin-
Pio, comesi legge ueW Ejjist. a' tessalo- gue in fedeli semplicemente credenti, ed
picensijXii, I 3, ed agli ebrei 17. Quindi in fedeli destinati ad insegnare, i quali si
giostreanimej il gran pastore delle pe- scopurn delle nostre anime. Il vescovo è
corellcy al principe de'pastori Gesù Cri- il i.° cittadino della sua città vescovile,
sto Signor nostro j al Pastore de^pasto- ove risiede nell'episcopio, A e de s pontifi'
fi in terra il Romano PonteJlce\ a ^e- cales. Lo attestano. Degli Elfelti, /I/<?r
scovi cattolici soli pastori del gregge morìe di s. Nonnoso, p. 77: ogni vesco-
di Cristo j V ultimo de' preti Luigi Nar- vo èprimns civis. E Parisi, Istruzioni per
di. Copiosamente e dottamente il Nardi la Segreteriat t. 2, p. 286: il vescovo,
liigionò con profondità soli* E{)iscopato Sebbene nato altrove, si reputa il i.** cit-
(cattolico, co'precipui argomenti : l'unico tadino della città, di cui è pastore. Scris-
pastore, secondo la tradizione, è il vesco- se Maffei nella Verona illustrata^ l. 3, p.
vo j il vescovoè tutto, e lo conferma con 22, vescovi divenire figli d'adozione di
i
prove di fallo sui Sagramenti (/^.) del quella patria di cui sono dati a pastori;
Battesimo^ Confermazione^ Olio santo ^
altri divennero cittadini de' luo-;hi che
Matrimonio^ Eucaristia ^ Penitenza^ Or- abitarono, onde poi nac{jue questione
dine e Sacerdozioj sullu Predica e Ca- colia vera patria. li Papa è sen)pre inti-
techismo. Egli dice le leggi canoniche
, mamente unito all'E[)iscopalo, ossia col
sono le leggi dell'Episcopalo : o la legge Fescovato (F.) cattolico, e poco dopo is|
^ pontifìcia, ed ecco l'apice dell' Episco- sua assunzione al pontificato, o nel gior-
pato che pronunzia per l'aulorilà di l^ie- no del Possesso della sua cattedrale
tro; o è conciliare, ed ecco la volontà del- proto-basilica Lateranense, o/7j/2m//i Ur-
l'Episcopato; o è sinodale, ed ecco Tor- bis et Orbis Ecclesìaruni matcr gliela ^
dine del vescovo legislatore. Con molte- partecipa con alFetluosa e grave Ietterai
plice erudizione spiega i vocaboli Pasto- enciclica. Clemente XllI, che prima per
gna e simbolo il Dacolo Pastorale. Poe- d'un vescovo, e quale condotta ciascuno
menes, pastori , furono chiamati primi i di essi dovea tenere col suo gregge; per-
re, e il nome di Faraone dato a're d'Egit- ciòuna delle sue prime cure fu quella di
lo, significa parimente pastore. L'istitu- esortarliad eseguirli compiutamente,
zione di Cristo dell' Episcopato, rappre- mediante l'enciclica, A quo die de' 14 ^
agnos meoSj pasce oves meas. La Chie- sorto a non essere contumaci , non avidi
sa appellò sempre il vescovo P^iZor, che di dominare (poiché allora esistevano le
regge cioè con impero; e P^Z5^or per dir sovranità di moltissimi vescovi e ìeRega-
vescovo usò il grau martire s. Ignazio liCf in quest'articolo descritte), non siano
,
§ II)^cl»e li debbano aiutare, dotti e pru- ^6'//o, diffondendosi con religiosa gioia
denti; e però non siano fucili ad ammet- nella compartecipazione degli a vvenimea-
tere lutti agli ordini sagri. Se per se stes- li gloriosi per la Chiesa, come da ultimo
si non ponno predicare, e se non credon- il regnante Sommo Pontefice Pio IX,
si atti ud alcune incombenze, facciano nella seguila definizione dell'Immacola-
almeno quel che possono: amministrino ta Concezione, al modo accenalo nel ce-
i sagramenti, frequentino il coro co' ca- lebrarla divolameute nel voi. LXXIII,
nonici, e le conferenze di teologia luora- p. 74 (il che feci ancora in altri poste-
Je, e sopra lutto non lascino senza gravis- comprese pure alcuni
riori articoli), e vi
sima causa le loro chiese". Tanto neces- degli argomenti suindicati. Il Papa nelle
saria credeva questa residenza il zelan- lettere a'vescovi e arcivescovi ancorché ,
benerizio o titolo, che obblighi alla sta- pubblicalo dal p. Calogerà nella Rac-
bile personale residenza. A quest'ogget- colla d' Opuscolif t. 4^, p. I, ed a p.
to,rivocando qualunque licetiza conce- i5 e seg. ragiona del titolo di Figlio
duta per l'innanzi, rigorosamente impo- dato da' Papi a* vescovi e arcivescovi, e
se a' detti ecclesiastici permanenti in Ro- da'vescovi ancora. IPapi non solacnenle
ma, di partire nel termine di 12 giorni, chiamarono i vescovi co'titoli dì Fraicr-
e rendersi direttamente alle loro chiese, iiilày di Santitày di Beadtudine, ma anco
sotto le pene decretate dal concilio di col titolo di Figlio, varietà che s' incon-
Trento, dalle costituzioni apostoliche, ed tra nelle lettere di s. Gregorio I delSgo.
altre nello stesso editto «ninacciate ; se- Inoltre col titolo di figlio, nel 997 Gre-
V ES VES 237
cìììcpiscopo venerando j cos^i nel ì^'ji ce, fondamenta di tutta la Chiesa. Nar-
Sislo IV all'arcivescovo Roverella, e co- ra il Zaccaria, Anti-Febbronio^ì, 2,lib.,
sì pure nel i5i7 Leone X all'arcivesco» 5, cap. 2, che Gregorio 1 V deir827, scri-
irò Fiesclii rinnovò Io stesso titolo di fi- vendo a'vescovi franchi, si dolse perchè
glio: due ultimi pastori ravennati era-
i col titolo cW fratello e non con quello di
no anche cardinali. Urbano li del 1088, padre l'avessero chiamato, come l'appel-
colla bolla Vniversis Ecclesìae Filiis ^
lavano Gregorio
tutti gli altri vescovi.
chiamò figlio Amalo arcivescovo di lior- IV non procede per ambizione, ma per-
deaux. Prima poi S.Gregorio I,s. Da- di chè vedeva introdotta una nuova con-
niaso 867 non solamente scrivendo
I del suetudine, ben sapendo che suoi ante- i
a Paolino antiocheno chiamò due volte cessori s. Damaso I e s. Leone I come fi-
padri del i
.°
concilio generale di Costan- ti s. Damaso 1 del 867, scrivendo agli o-
tinopoli, ecco come si espresse. Quod ve- rientali contro Apollinare e Timoteo , li
lo stile di s. Gregorio I e dell;» Chiesa ro- riconoscevano padri rispetto a' vescovi
mana il dare il titolo di figli a'vescovi. eziandio de'maggiori vescovati.il supre-
Parla ndo de' yescovi Snhurbicarii (
F.)y mo Gerarca benché sia il solo destina*
ho detto come il Papa chiama essi e gli io, assistilo dal divino lume, a governare
altri vescovi. Che tra loro di sovente u- e reggere l'innumerabile gregge cattoli-
sarono il titolo di figli i vescovi minori, co de' fedeli, ed abbia la piena podestà
apparisce da s. Ambrogio che lo die' a non meno di sciogliere e di legare , che
Costantino vescovo di Vigovenza, e pri- di decidere ex cathedra inftillibilujente
ma di lui s. Dionigi 1' Areopngila , nel- su tutti i Dogmi della fede, ed emani le
r opera De Divinis Nominihus , spesso leggi della Disciplina ecclesiastica per
chiama suo figlio Timoteo vescovo d'E- la Chiesa universale, luttavolta e intui-
feso e discepolo di s. Paolo a cagione , to egli ha sempre consultato e adopera-
dell'aver maggior età di lui e di sua più to il consiglio del Sagro Collegio de'Car-
vasta dottrina. I vescovi poi sono figli r/mrt//, onde fino dall'antichità adessi i
nino vescovo chiamalo a Roma e ritorna- 1732. Michele Maurice Ferro, De prae-
lo nel suo vescovato , vi fosse ricevuto cedentiis et praelationihus Ecclesiasti-
senza presentare al popolo le lettere a- cis,Lu"duni i635. Marc'Aotonio Gè-
posloliche formate (/^.), colle quali si- novese, Praxis Archiepiscopalis Curiae
gnificavansi e l'unità della fede, e il mu- Neapolitanac, Manuale Pastoruni, Ro-
tuo amore capo e le membra della
fra il mae i6o4- Bartolomeo Gavauli, Della
Chiesa. Riconosco sproporzionata affat- Fisita Episcopale , Venezia 1626: Ew
to alla mia tenuità 1' ampiezza, gravità chiridìon sea Manuale Episcoporum,
e delicatezza del presente argomento, a Venetiis i632, 1769: Della maniera di
cui interamente si compenetrano, non ceUbrare il Sinodo diocesano, Venezia
solameoleì citali o ricordali articoli, ma iG32, Parigi 1639; Episcopus inslilulus,
,
VES VES 1^
Venellis 1760. A. C\ìùv\a%,De vocandis oftlmo ricordo l'altro zelantissimo pre-
ad Episcopatum, Romae 1
697. Iato di Milano, s. Au)biogio, De Saccr,
dign. cap. 6: Quid alind interpretatili*
§ I. Del nome e de' tìtoli^ della ualiira Episcopus, nisi super in-^peclor, maxi-
e della dignità del k'cscovo d' ogni me cuni solio in Ecclesia edìtiore resi'
rito. deat, et ita cunctos respiciat,ut cunctO'
rum oculi in ipsum respiciant. In qua*
Il nome
Vescovo deriva dal greco
di sto senso, Eusebio nella vita di Costan-
Epìscopos, e dai Ialino Episccpus^ che tino I Magno, lib. r, cap. 37 , nominò
significa un uomo clie invigila che ha , quel zelantissimo e benemerito imperato-
l'ispezione e l'intendenza su qualche co- re, comwiMwem tr/^z5 Episcopum y cioè
sa: la sua dignità si disse Vescoi'ato, co- soprintendente universale del mondo. II
si il leriitorio in cui esercita la sua giuris- nome di vescovo indica pure 1* udicio di
dizione vescovale, che venne anche adot- visitatore, e di vegliare più luoghi. In pe-
talo percognome, ed anche 1' abitazione cidiarmodo fu sempredettoPrt.5/orc, l'o-
del vescovo Episeopium. Osserva il
, rigine del cui vocabolo trovasi nel Van-
marchese MalFei Verona illustrata, l. , gelo, neWEpist. di s. Pietro, ed in quelle
2, p. 353, la necessità dell' istruzione e scritte da s. Paolo aTimoteo. Viene an-
delle ordinazioni sottopose ogni cristiano che detto Summus Sacerdos, a dilleren-
a un pastore ( mi pare inesatta l'espres- la degli altri sacerdoti semplici; e nel-
sione, non det ivarono i vescovi dalla ne- l'ingresso delle chiese di sua giurisdizio-
cessità, ma bensì dalla divina istituzio- ne gli si canta l'antifona: Ecce
Sacer-
ne ). A questi , siccome la fede nacque dos Magnus. chiama Ponti/ex, nome
Si
prima in Oriente (anzi Gerusalemme ne derivalo da* gentili quali lo davano al i
fu la culla), il greco nome fu dato di Ve- principale ministro delle cose sagre. E
scoi'i. E già, come notai, s. Pietro chia- detto Praesul, perchè ne'concilii sedeva
mò Pastore e Vescovo delle anime il sopra degli altri, anzi vi presiedeva an-
Salvatore slesso; e Paolo ripetutamen- s. cora. Si denomina Antistes, perchè sta
te disse Vescovi quelli che governavano ovanti agli Finalmente ///er«rc/m,
altri.
i Fedeli, e li pascevano colla dottrina. La dalla parola greca esprimente principe
voce viene a significare ispettore e cura- sagro. Avverte inoltre il Magri, che alcu-
tore diligente, e se ne valsero gli antichi ne volte il nome di vescovo significa uà
greci per alcuni uHìzi civili: ne' digesti semplice sacerdote soprastante alla cura
COSI son chiamali coloro, che nelle città del popolo, com e si raccoglie dalle parole
avevano l'ispezione del pane e delle gra- di s. Paolo, i\t\V Epist, I a' filippensi :
sce ( tale magistrato tra' gentili era det- Omnibus Sanctis^ qui Pìiilippi snntcnni
to Irenarcìia in significato di
Episcopus: Episcopis^et Diaconibus. Sicché in tale
ottima etimologia per animare vescovi i senso era nome dufìizio e non di digiti-
ad esser larghi dispensatori delle facoltà la, come più chiaramente si espresse nel-
loro a'poveri di Cristo, il cui palrin)onio VEpist. a Tito: Re li qui te in Creta, ut
posseggono come dispensatori del vitto ). constitiias Praesbyteros per civitafes,si
Il Magri, Notizia de' vocaboli ecclesia- qiiis est sine crimine. E poi assegnando
stici, in quello di Episcopus^ la definisce le condizioni necessarie in tali sacerdoti
parola greca, che significa osservatore o soggiunge: Oportet enim Episcopum si-
ispettore , che s. Agostino, De Civitale ne crimine esse. Nel vocabolo Protomf-
Dei^ììh. 9, cap. F9, spiegò con parole de- stes, il Magri lo spiega: primo sacerdote,
gne d'esser scritte ne'cuori de'pastori ec- essendo stato cos'i chiamato il vescovocapo
clesiastici. A questi non lascia dare uà de'sacerdoti eoo voce greca, che significa
-
a4o VE S
capo (Jelle cose sagre. Il Magri pure di- il Mflgri, che snticnrnente i ve'«covi «01*-
cliiara, che ne* primi secoli Vescovessa gelti immediataiuenle alla Sede aposio-
(F.jojE/j/^co^^ si disse quella cli'era stala lica erano LXXIl, ad esempio del nume-
moglie divenuto vescovo. Nel
di cìii era ro de'Discepoli del Signore), come costu-
•vocabolo ArcJùepiscopus^ il Magri dice mano i greci , chiamando arcivescovo
essere r/^rciVe5coi'o(^.) capo de'vescovi, quello che non è soggetto al metropoli-
che avea cura della provincia ecclesiasti- tano, ma solamei»te al Patriarca. Non
ca, e perciò chiamalo anche Uletropolì- tulli gli arcivescovi si ponno dire me-
tano (/^.) dall'abitare la citlà tnalrice
, tropolitani, come quelli che ho riferito
della medesima come notai ne! § II di , fia parentesi, e gli arcivescovi in parti
Vescovato questa voce significa anche
: bus, poiché i vescovi titolari che pollano
il Primate (^.), che sovrasta tuelro- i il nomede'vescovati di loro antiche pro-
polilani e diverse provincie ecclesiasti- vincie ecclesiastiche , non si ponno dire
che. Il vescovato, secondo Nardi, non è loro sufTragnnei. Il vescovo Sarnelli, Lfi^
già il colmo del Paslorato, come il col- lere ecclesiastiche, \. 2, Iclt. 3.*, fa osser-
mo del Sacerdozio, ma è il Prtstorato vare, che fino circa alloco propriamen-
stesso, il cui colmo risiede nel Papa, e ìjì te non vi fu la distinzione di vescovi e
un cerio senso Pastorale cnlmcn è Vav- arcivescovi, ma comprendevansi sot-
tulli
alcuni vescovi, non perchè avessero Stif- metodo nel registrare il numero de' ve-
fraganei sotto di loro, ma perchè nel se* scovi intervenuti a*concilii generali, rac-
dere precedevano i vescovi, e ciò era pri- chiudendo sotto il titolo di vescovo,! pa-
vilegio d'alcune chiese (anticamente i ve- triarchi e gii arcivescovi, i quali non pon-
scovi di chiese insigni furono chiamali no né debbono sdegnare tal titolo quan-
arcivescovi. Di chiese arcivescovili senza do il Papa medesimo si stima onorato
suffraga nei ora pure ve ne sono, come con chiamarsi vescovo (nelle bolle s'in-
Amalfi^ Cosenza^ Ferrara^ Gaeta, Leo- titola -N. Episcopiisj e si sottoscrive •>Jf
sti ec. Catania fu di recente dal Papa Pio e 5ooin quello di Lione //nel 1274.,
IX elevala ad arcivescovato, ignoro se presieduto da (Gregorio X; che furono
con sulFraganei ; certo al suo i.° arcive- i due sinodi ecumenici più numerosi di
scovo mg.' Felice l\egnaDod'Andria, fat- vescovi. Quanto al Lionese, nota Novaes,
to vescovo nel i83q, concesse il pal- ed io descrissi a suo luogo, v' interven-
lio nel concistoro de' cìG settembre 1859. nero! 5 cardinali, 2 patriarchi, 5oo vesco-
I vescovati esenti siccome immediata- vi, yo arcivescovi, e più di 1000 altri pre-
roenle soggetti alias. Sede, li registiai nel lati, onde è tenuto questo il più numero-
fine dell'articolo Roma, ma poi cessarono so di tutti gli alili concilii generali. Nel
Leon ed Cinedo, pel notato nel
d'esserlo t. 5, leti. 20: Della insita Pastorale, il
\ol.LXVIII, p. 200, per cui ora sem- Sarnelli parlando dell' obbligo che ne
brano 00, comprese le sedi unite e dice
1 \ ha il vescovo, dice che lo slesso no-
1
gette per osservare il costume de'cittadi- zia di Dio e della Sede apostolica. Ma
ni di quelle. Di questa voce si servi Ci- non mancano antichi e precedenti esem-
cerone, lib. 7, Epist. ad AcL : Fiilt enini pi dell' uso di tale intitolazione. Amalo
PompejUS me esse, quem tota haec Cam- del 1093 vescovo di Nosco, nel suo te-
pania Maritima ora haheat Episco-
et stamento s'intitolò: Ego Anialus Apo-
pum, ad quem deleclus^ et negotii sum- stolicae Sedis grntia Episcopus. Ansel-
marejeratur. Ed egli stesso chiama Pha- mo vescovo di Foligno e di Nocera nel
selum Episcopium, la nave esploratoria. I 174, si chiamò in una carta di dona-
ProtO' Vescovo o Proto-Episcopo si suo- zione: Dei gratia, non meis mentis Fui"
le dire il ." vescovo d'una Diocesi, quel-
I ginatis et Nucerinae Ecclesiae ex con-
lo cioè che fu ih.*' a governarla; altret- cessione D. Papaeet tolius Romanae Ec-
tanto si usa dìveProio- Arcivescovo ePro- clesiae consensu ibidem toto tempore,
to-Patrìarca^ ili.° arcivescovo e i.* pa- vitae meae ordinatus. ÌNellai.' metà del
triarca rispettivamente d' un Arcivesco- secolo XIV tale forraola era divenuta
vato e d'un Patriarcato. Quando alcuni quasi comune. Il Sarnelli, Lett. eccl., t.
metropoliti si appropriarono nome di il g, lett. 4' ' L>a che tempo^ e perchè ì ve-
patriarca in Italia, e della gerarchia di scovi aggiungono a' loro nomi: Per gra-
essi nella regione, riparlai nel volume zia di Dio e della s. Sede apostolica Ve-
LXXXII, p. 1 5, e nel § II di Vescova- scovo di N. Egli crede avere ciò usalo
to. — Passando a dire de' titoli che assu- alcuni vescovi del secolo XI, e poi esser-
mono i vescovi, e di quelli loro dati nel- si costumato da tutti universalmente nel
l'antichità, cioè dalla Chiesa e da' fedeli XIV , e ne adduce per prova che negli
d'ogni tempo, con significazioni dichia- statuti dell'ordine cistcrciense istituitone!
rate nell'opere de' ss. Padri, il Zaccaria, 1098 è il decreto: Illis autem , qaibus
Anti-Febhronio, l. 2, cap. 4> o-^Q» Del- per Apostolicae Sedis gratiam, seu per
V autorità del Romano Pontefice sui ve- electionem concordeni canonicorum ali-
scovi intorno alla loro conferma, dice cuj'us vacantìs Ecclesiae fuerit provi-
quanto a'primi. I fiequenti gravissimi sci- sum, velprovìdcbiturinfuturum, de E'
smi, che dal secolo XI sino a buona par- piscopatus officio est. Sicché quelli qua- i
mi de'predecessori suoi nel vescovato di di Lucca del i234, in cui è scritto: Lu-
Bisceglia , prima dell' accennata riserva cani Dei gratia majores consules. Inol-
s'intitolavano solamente, iV^. Dei gratia tre la fornuila Dei gratia o Per la gra- ^
licae Sedis gratia Episcopusj come nel e altri Sovrani {V-), e se ne intitolarono
ì3S2, Er. Johannes Dciet Ajiostolicae ancora i dogi di l^enezia {V.). L'usaro-
Sedis gratia Episcopus f igilien. e coCi y no eziandio altri principi, il che notai a
lutti i successori. ceremonia- Dopo che il suo luogo. Il Tafuri scrisse, Dell' origi'
lede'vescovi fa riconosciuto da Clemen- ne, sito e antichità della città di Nardc),
te Vili deli5()2, e da Innocenzo X nel ed ilp. Calogeri lo pubblicò nel 1. i del- 1
lesta e sceltio in mano, vestilo di manto soggetti alla s. Sede; altri vi aggiungono
alia reale, con (paeste parole in giro: Gof- ramministrazione di altro vescovato, al-
fridus Dei gratta inclytus Comes. Ma- tri se sono abbati perpetui d'abbazie, al-
rino Frezza, De Subfeudi ^\\b.i ^{lyi. De tri il dottorato, se legati nati della s. Se-
antiquo stata Regni n. 69, parlando del
^ de, se hanno cariche regie e decorazioni
titolo Dei gratia, del quale si servirono equestri).Eranci^cus S. R. E. Presby-
ue'loi'o diplomi normanni, scrive: Coni-
i ter Cardinalis Tiberj, Dei et Apostoli-
plures de gente Nortmannica ideo Dei cae Sedis gratia Episcopus Aesinus^ no-
gratia Duces, aut Comi les alia uj'us op- Reatinus etc. NN. Dei et
bilis palritius
melie f/^'.j, editti, diplomi e altri atti. Al- dappoiché sebbene la prelatura domesti-
trettanto praticano i Vescovi in partibus ca e l'assistentato sono a vita, nondimeno
ne' loro atti. De* vescovi di giurisdizione i vescovi che nesono insigniti si dichiarano
eccone alcuni recenti esempi, che ricavo tali Papa prò tempore). NeliySS per
del
dalla mia collezione di Pastorali^ con ag- le vertenze fra Papa Pio Vi e Ferdinan-
giunte di titoli d'onore e dì già esercitata do IV re delle due Sicilie, il cappellano
signoria temporale , e di Vescovi assi' maggiore di questi d. Stefano Ortiz Cor-
s Lenii al soglio pontificio (E,). iViT. Dei tes cassiue^ìe napoletano e veìrcovo di Ma-
244 V E s VES
tuia acerbamente limproverato dal
, fu sente il surriferito asserto di Sarnelli), sed
Papa, non solariìente per agire in favore non constauler,siquidem consequenlibus
della podestà laica contro i diritti della temporibus reperiuntur apud Labbè E-
Chiesa, ma per avere tralasciato 1' ordi- piscopi Cypriis, qui non eàm sed alluni
naria formola colla quale i vescovi co- inlitulationeni adhibuerint, nempe, Di-
minciano i loro atti, di Vescovi per la vina Miseraùone Episcopus. Ab Episco-
grazia di Dio e
Sede, ed invece
della s. pis Cypriis derivatus est talis usus in Ita»
adottato quella di Inescavo per la grazia liam ad archiepiscopum Ravennalem,
del Re, degna veramente d'un vescovo in- deinde ad episcopos aliquot Galliae, et
glese scismatico; come vergognandosi del- tandem ad archiepiscopum Saliburgen-
l'antica formola, poco dopo vescovi del- i Sem in Germania. Hodie passim usurpa-
la Francia rivoluzionaria, aveano preso tur ob omnibus fere episcopis, ita ut ea
il titolo di Feseovi costituzionali, per a- intitulationeutantur,ex testimonio end.
ver giurato la Costiiuzione civile del cle- Petra, etiam Eleclores Coloniensis, Mo-
ro decretata dalla turbolenta assem- guntinus , Trevirensis. Dixi fere ornnes
blea nazionale, del lutto opposta all' u- nam aiìfìrmat laudatus card. Petra non
nità cattolica e alia nostra s. Religione. teneri ea uti aliquos episcopos, quorum
J discorsi titoli ponno usarli anche i ve- an'ecessores ea numquam usi sunt scien-
scovi eletti. Il Sarnelli nel
2,p. g5, ci l. te actolerante Sede Apostolica, quale sunt
offre la sua lettera pastoralis, pacifica, archiepiscopi Consenlinus, Capuanus, et
con questo titolo: Pompeius Sarnellius, episcopus Surrentinus (è veramente ar-
Dei et ylpostolicae Sedis gratia, electus civescovo; in fatti nella Hierarchia cecie'
Vigilìensis Episcopus, I vescovi usano e siastica, avendo l'Andreucci riprodotto
praticano ancorala formola, Vescovo per nel 1. 1 il trattato. De Episcopis Cardi'
la Divina Misericordia ^osy evo Misera' nalibus Suburbicariis f
Uovo a p. 214
tione Divina Episcopus. L'origine di es- soppresso Vepiscopus^ chiamandolo ar-
sa,secondo il Zaccaria nella Lettera al chiepiscopus). Raliones talis usus conje-
cardinal Qtarini ^ presso il p. Caloge- ctat Thomasinus fuisse a principio, ut e-
rà, risale a'secoli X e XI da'vescovi gre- piscopi ostenderent se speciali modo par-
ci e latini, da'quali questa lodevole for- liciparede potestate Sedis Aposlolicae,
mola passò in uso, al dire del Papebro- atque idcirco talem usum invaluisse sub
chio nella sua risposta afr. Sebastiano initium praecipue apud archiepiscopos.
da s. 283. Siccome V u-
Paolo, art. i5, Continualio vero hodierna idcirco tit, ut
sano VI cardinali Feseovi Suhurhica-
i osteodatur depeudentia episcopi a R.o-
rii[F.)y Marius Mi seratione Divina E- mano Pontifice, quare nolenles ea inti-
seralìoiie Divina^ l'usano pure i cardi* Divina et Apostolicae Sedis gratia epi-
naii dell'ordine de'diaconi, oltre i cardi- scopus Oleastren-Tortoliensis. Antoine
nali vescovi suburbicarii, e per privilegio Adolphe Du Puchj par la Misericorde
singolare l'arcivescovo di Cosenza, il che de Dieu et la grdce du Saint-Siége A-
assolutamente non pare pel riferito e pel postoliquc, évéque d'Alger. Louis Fran-
da riferirsi, cioè che non è propriamente cois Auguste de Rohan Chabot^ Cardi-
I il solo. Anche i vescovi orientali usarono nal prétre de la Sainte Eglise Romai-
la formola, 31isericordia Dei Episcopu^f ne, par la Misericorde Divine, archévé-
come rilevai con diversi esempi a'Iuoghi que de Besancon, duca de Rohan, prin-
loro, con essa sottoscrivendosi ne' conci- ce de Leon e te. lYos Franciscus Xa-
hi. Fesco^d Suburbicarii talvolta usa-
I vcrius. Divina Miseratione ac Sedis A-
rono l'intitolazione Dei cL Apostolicae postolicae gratia episcopus Ratisbonen-
Sedis gratia, come notai in quell'artico- sis. Noi Jacopo Monico per Divina Mi-
suddetta mia collezionedi lettere pastorali, cesse, riprovando ancora l'alterezza del
omelie, mandement ec, de iìosU'ì giorni. patriarca d'Alessandria, che s' intitolava
Laurentius Ponti Ilo Miseratione Divi- patriarca universale, iVaWova in poi co-
na archiepiscopo Consentinus. Fincen- minciò a intitolarsi Servus Servorum
tius Andreas Grande, Miseratione Di Dei (F.), e fu imitato da'successori tut-
vina et Apostolicae Sedis gratia ardue- ti. In tale articolo dissi venir chiamato
piscopus Hydruntiniis, prima s Salenti- il Papa, Principe de' Fescovi, oUre altre
norum. Nicolaus Navonius Miseratione denominazioni, ed usar pure il titolo di
I
,
a46 VE S VE S
Vescovo della Chiesa UnivergalejenQ\ che nell'antichità furono dagli nitri di-
precedente, con altri li»oli, narrai che i stinti con titoli assai onorifici, d'elogio e
Papi talvolta si sono inlitoiali Gratin , di rispetto. Il Zaccaria nella Storia let-
Dei Ecclesine Praesul et Episcopus, U- teraria d'Italia, t. 6, p. 499» "^ riporta
Sarono i Papi la seguente forinola, rife- diversi, parlando della Gerarchia Ec-
rita dal libro Diurno, cfip. 9, nella loro clesiastica, di cui tornai a ragionare nel
consagrazione, prestando il giuramento § II di Vescovato, dicendola composta
sul corpo di s. Pietro, di amnìinistrar be- non solo di vescovi, ma de'ministri delle
ne il pontificalo: Ego^ ille, Misericordia chiese, e di tutti coloro che da essi ven-
Dei elecluSjfutiirusqiie per Dei gratiam gono colla dottrina e co'sagramenli pur-
InijUS Apostolicae Sedis Jnlistes^ libi gati, illuminati, perfezionali. L'anglicano
profileor B. Petre Jpostolorum prin- Giuseppe Bingamo, \\e\V Origini e anti-
ceps etc. Di più nel medesimo articolo chità ecclesiastiche, raccolse i titoli d'o-
Servus^ liportai che Papi si dissero an-
i nore tribolati a'vescovi, ma è piena di er-
cora Dei famuliis j die diversi vescovi rori, onde fu posta all' indice de' libri
•con aggiunte di Episcopus^ Divina gra- proibiti. Egregiamente ne scrisse il p.
tia^Vltimus^Servusontiiiuni, presero an- JVIaraachi, Originwn et antiquitatuni ,
di Cristo, di cui riparlai all'articolo Ves- parlai de* vocaboli Vescovo e Pontefice
sillo. Trovo che la setta Episcopale An- (F.)^e^em'^\\cemei\\e Sace.rdoti[V.).V^ev
glicana d'America, ne*pretesi suoi vesco- la dignità del Sacerdozio furono appun-
vi ostenta imitare quelli della vera suc- to delti Pontefici y e Sommi Pontefici,
cessione cattolica, intitolandosi Vescovi Papi. Pare che ilromano Pontefice s. Si-
per permissione divina, — 1 vescovi an- ricio, Papa del 385pel ."così fosse i cbia-
V E S VES 247
malo, dicendosi aYaiili di lui i prede- doli. Anche il Nardi riporta le qualifiche
cessori Pontefici; ma poi nel!' Italia , oncrevoli date a' vescovi, fra le quali Do-
per lo meno, si die' al solo successore di minuset Imperator Christianorum,prO'
8. Pietro; e perchè Arnolfo II arcivesco- cedit cimi bacalo, quasi Imperator cani
vo di Milano l'avea assunto nel fine del sceptroj anche Rex; principe del clero e
X secolo, se ne lagnò Gregorio V, e tosto popolo; Throni, Throni Dei, e Chrisli
nel 997 nel concilio di Pavia gli fa vieta- Thro.'ii. Tra loro chiaraavansi Coepi-
to usculo, finche S.Gregorio VI I nel sinodo scopi, Benedictos, Beatos, Beatissimos.
romano del 1076 rigorosamente lo proi- Leggo Atti sinceri de Martiri di
negli
bì a lutti i vescovi, dichiarando il no- Ruinart che nel V secolo nella lettera
,
nome di Papa durò nella Chiesa comu- dava loro anche il titolo di Beatitudine.
ne a luHi i vescovi sino a s. Eulogio ve- Questo e altri titoli che vado ricordando,
scovo di Cordova dell' 85o; per cui fa divennero soltanto propri del Papa, come
tacciato d' errore Niceforo ,
per avere può vedersi negli articoli de'iVb//ziede'Zi-
scritto che Papa s. Celestino del /xi'i ,
tolic.nn cui viene onorato. Il Papa poi, co-
j^aa s. Cirillo suo legato, mentre in quel Fralres,ed un vescovo f'^enerabiiis Fra-
tempo era comune a tutti i vescovi. In ter, ed a questo ed a quello soggiunge,
ni i^f^ .). Alcuna volta i vescovi furono 52.' del 4j in cui fa vedere che il ti-
t.
delti Patriarchi^ però in altro senso da tolo d^Erninentissimo l'ebbero anche ve- i
quello che nel V secolo fu dato a questo scovi nell'antichità. II concilio Arverne-
vocal)olo; e più spesso P icari di Cristo, se del 54 f) nel can. 2, parlando de' ve-
Angeli della Chiesa e Praesulcs (del , scovi, determina: Eminentissimae digni-
quale erudiiamente scrisse il can. Mi?.* tatis apicem, omnium conscendat eie-
zoi:dV\, Della Chiesa cattedrale di Napo- ctione, non paucarnni favore. Die* (pie-
li). j\^a il nome più ordinario, e confer- sto titolo s. Gregorio I a Jobino vescovo
niato dall'usOjè quello di P^escovi, esami- dell'llliria nell' Epist.ij del lib. 2; ed a
nato singolarmente dal Petavio edal Wi- lutti i vescovi d'Italia neWEpist. 28 del
lasse. Il p. Chardon, Storia de Sagra^ medesimo libro. Il concilio di Toledo del
menti, t. 3, lib.i, cap. 6, riporta i nomi 783 dice nel can. 4 e 7: Eininentissinio
co' quali furono chiauìali i vescovi, più nobis, et Deo amabili EUpando Toleta-
sovente P^^^ore(F.), perchè dee veglia- nae Sedis Archiepiscopo. La leti. 4 1
•* del
re il g'egge, e gli antichi spesso Prepo- t. 9: Da che tempo si dà a vescovi i titoli
Pallavicino ,
queste osseivazioni riferi- toloin un rango, l'alterazione del titolario
bili al i65i circa. Vari Titoli d' onore per gli altri subalterni e inferiori. Il Pa-
(^.)disuguali furono dati dalle slesse per- risi neìV Istruzioni per la Segreteria, nel
sone. Spesso il titolo di Signoria Illu- l. 3, p. 85, riporta // titolarlo pel Eesco-
strissima ^ e quello à* Eccellenza^ allora vo, e dice usare il vescovo lo stesso cere-
sì pigliavano come pari; né quello di Sc' rooniale che gli altri prelati, il quale offre
venissimo non era attribuito, se non a a p. 'j5, notandone però le differenze, noti
persone regie, come neppur quello ^*Al' che invitando di leggersi a p. 87 il cap.
tezza^ in \aùì\o Celsitudine j appellando- 4: Titolario per i Signori d'Eccellenza.
sicon tultociò que* personaggi Celsitu- Nel voi. XX, p. 79, col Parisi riportai no-
dine Illustrissima, non Serenissima. In zioni analoghe e d'istruzione pel Segre^
Germania era lo stesso Illuslrisiimo e tario, di cui il Parisi nel t. 2, p. 2 38 trat-
Magnifico ( V.). Eppure questo 2." splen- ta óeW Istruzioni speciali per segretario
dido titolo, esprimente operatore di co- dì F'escovo. Ras^wnando del Sigillo, lo feci
se grandi ed eroiche, si die' all' oste, al pure per quello de'vescovi, e di quelli che
sarto, allo scarpiuellol Conclude Sarnel- usarono bollare in piombo loro diplomi e i
li: il titolo proprio de'vescovi è quello di Lettere ecclesiastiche (F.Jf e ne dovrò ri-
Santissimo, conie nelle acclamazioni del parlare a suo luogo,dicendo degli slemmi.
Trento furono delti Sanctis-
concilio di I sigilli de'vescovi sono vari: quello del tor-
simis Episcopis vita, et fidi x ad Ecele- chio per diplomi e alti, con ostia o cera
sias suas rediius. Con tultociò, se ad o- di Spagna (la quale per sigillare le lette-
gni vescovo sta bene V Illustrissimo per re si reputa di maggiore rispetto); il mez-
l'eminente dignità, a s. Basilio Magno pa- zano, il piccolo. Dal cappello che sovra-
store di Cesarea 1' attribuì s. Gregorio sta lo Stemma (P.) pendono lateralmen-
JNazianzeno per reccellenle sua virtù. Se te da'cordoni 4 ordini di fiocchi a'palriar-
fosse vivo il Sarnelli, che direbbe sulla a- chi e arcivescovi, e 3 a'vescovi. Il Sarnel-
busiva comunanza in cui ècaduto VII- li nel t. 6 59: Perclù la
ci die* la lelt.
V ES VE S 249
tra carica, ciò si aggiunge. Al Papa si fini- vota mente mi rassegno; Umilissimo Di'
sce col bacio de'pietli e con implorare l'a* votissimo Obbligatissimo Servitore. Al-
posloIicaie/if'r//s/o«e; agl'imperatori cal- tri nobili e titolati: Ill.mo SigJ Prone
ili sovrani, con fare profondissimo inchi- Col.mo; con distinta stima; Dev.mo Ser-
no o riverenza. A'cardinali la sottoscri- vitore. A quelli di condizione civile: MoU
zione è come sopra, e si termina: inchi- io Ill.re Signore^ o Illustre Signore; con
nato al bacio delia s. Porpora mi rasse- piena sliaìa, o con dovuta stima resto; Ser-
gno coll'ossecjuio più profondo. Altret- Suo Aff.mo. Nelle altre
vitore di cuore o
tanto si pratica scrivendo alle sagre con- sottoscrizioni, inome fanno
vescovi al loro
giegazioni cardinalizie. A'prelati dì fioc- precedere l'augusto segno della -^ per
clielti si {Sh.\'Eccellen-aRtverendiss'unaj quanto dissi di sopra, ne* voi. XVllI, p.
si termina, con distinto rispetto mi ras- 245, LXlll, p. i5 e altrove; e tutti car- i
nome, e si hanno esempi di vescovi e car- tere, sottoscrizioni di contratti!). Del rè-
dinali del I122, prima scrivendo intero sto il iion)e di Vescovo conviene parti-
i) nome. Quest'uso forse derivò dalla Ger- colarmente a'prelati che sono i capi ed i
mania, per la stravaganza de' nomi. I primi pastori d'un vescovato, avendo sot-
cardinali però continuarono a scrivere to di sé altri pastori inferiori e subordi-
il nome con 1* aggit»nta della -»*f nelle nali, come i parrochi, benché secondo s.
sottoscrizioni alle bolle, le quali non usa- Gio. Crisostomo, //o//?e/. i in Epìst. ad
rono sotto Nicolò I V del 288. La i .' bol- I PliiL, i nomi di vescovi e di sacerdoti, an-
la in cui i cardinali si sottoscrissero colla che di preti, siano stali indilferenleraen-
sola iniziale delnome, è quella del i/p9 le dati a'prelati del(.° e del 2.° ordine,
d'Eugenio IV per l'unione delle chiese ne'primi tempi della Chiesa. — Della na-
latina e greca. Ciò forse cominciò dopo- tura e della dignità del vescovo. Viso-
ché s. Raimondo nel i234 pubblicò la nò Ire sentimenti sulla natura dell'Epi-
raccolta delie Decrclali, in cui per bre* scopato, o della dignità de' vescovi. Gli
tilà pose la sola iniziale de' nomi. Con- u«ji sostengono essere un Sagra/nento
clude il Sarnelli, che i prelati dovendo (f^.)y ed un Ordine particolare distinto
far Diolle sottoscrizioni ,
per brevità ri- dal Sacerdozio^ e che lo suppone neces-
presero l'antico costume romano, segnan» sariamente. Così pensano Medina, Desa-
do nome. Il che si
lai.' sola lettera del croriini honiinuni coutinentié?, lib. i; Bel-
deve intendere in generale, e non in par- larmino, De Ordine, lib. i , cap. 5; Eslio,
ticolare. Sì può vedere anche il t. 2, letL in Quarluni,
dist. 24» ec. Il Sarnelli, t.
37.*, in cui riparla delle sottoscrizioni. 3, 46, dopo avere enumerato come
lelt.
Dice poi neWe 3Jemorie degli arck'esco- procedono le ordinazioni che fanno ve- i
vi di BenevenlOy che ne*pri(ni secoli 1 ve- scovi, osserva che per quella del vesco-
scovi nelle sottoscrizioni nominavano la vato è triplicata la materia parziale. Il
degli ordini piendesi da'diversi rapporti portai nel voi. LXII, p. 218.
che hanno all'Eticaristia; ora il vescova-
to non ha altro rapporto all' Eucaristia 5 li. Della necessità rIe\'esco^>i, loro siic^
che quello del sacerdozio, giacché ve- i cessione^ e della loro superiorità sui
scovi non consagrano diversamente da' preti,
preti: 3.° se il vescovato fosse un ordine
distinto dal sacerdozio, sarebbe più gran- I vescovi sono assolutamente necessa-
de del sacerdozio; ora non vi ha nulla di ri alla Chiesa, ed essi furono stabiliti dal-
più glande del sacerdozio, giacché non l'autorità divina per essere vicari di Ge-
vi ha nulla di più grande quanto di con- sù Cristo nelle loro diocesi o vescovati,
sagrare l'adorabile Corpo di Gesù Cri- subordinati a' Successori (\'\ s. Pietro, pel
sto: 4-" se il vescovato fosse distinto dal Primato che hanno su tu!ti d'onore e di
sacerdozio, potrebbesi conferire ad un uo- giurisdizione, corae dissi in principio di
IDO che non fosse prete. Coloro i quali quest'articolo. Gesù Cristo fondatore del-
ritengono che il vescovato sia un ordine la Chiesa, dichiarò Pietro principe degli
e un sagramento distinto dal sacerdozio, Apostoli e suo Ficario in terra , e fu il
rispondono così alle ragioni de'Ioro dis- i.° vescovo e insimeil[.° Romano Pon-
senzienti. Rispondono priniamenle, che tefice, esercitando subito dopo l' Ascen-
secondo loro avviso, vi sono più di VII
il sione del Redentore la sua autorità su-
Ordini e più di VII Sagramenti (\iìì\]ì\Ko gli Apostoli e sulla Chiesa; fondò la sua
alla specie, ma non già quanto al gene- Cattedra d'Antiochia^ ove ifedeli pre-
re. E così che nell'opinione di quelli che sero il nome di Cristiani, e da dove tra-
credono che VII ordini sienoalirellanli
i sferì la sua Cattedra in Roma e la sta-
sagramenli, vi sono VII specie di sagra- bilì perpetua. Bartolomeo Gavanli scrisse
menti dell'ordine, i quali tutti insieme Episcopus institutus, sive opera ejusdem
non fanno che un sagramento dell'ordi- theologico canonica. Fi Vah. La iMennais,
ne preso genericamente. Secondamente inn.anzi la sua deplorabile aberrazione,
dicono che il vescovato si riferisce al- Tradilion sur Ulnstitution des E\éques^
l'Eucari-itia in una maniera differente dal Liege i8j4> Pa«Ì!» 1818. Avendo detto
sacerdozio, giacché ivescovi ordinano i Gesù Cristo agli Apostoli. Act. 20 e 28:
ministri che hanno soli il diritto di con- Attendi te vobis et universo gregi, in quo
sagrare. Rispondono in terzo luogo, che vos Spirilus Sanctus posuit Episcopos
il vescovato non è più grande del sacer- regere ecclesiani Z>e7, perciò gli Aposto-
dozio quanto a'poteri di consagrare, ma li stabilirono F
escovati e vescovi da per
che in effetto è più grande per altri ri- tutto per ubbidire al divino comanda-
guardi, come per rapporto al potere ili mento, onde i vescovi sono Successori
ordinare, di confermare ec. ; ciò che non (F.) degli Apostoli, per essersi l'uso per-
contiene alcuna contraddizione. R.ispoft- petuato in tutta la Chiesa, per la canoni-
dono per ultimo, che non si può confe- ca istituzione de'Romani Pontefici, a'quali
rire il vescovato ad un uomo il quale s. Pietro ha trasmesso la giurisdizione e
iiou sia prete, perché sebbene il vescova- l'autorità da lui ricevuta da Gesù Cristo
nSi VE S VES
sulla Chiesa universale. Dice il Cronzuo- srovi, per cui si è conservata e mante-
li, sopra tulli i VII ordini s'iuitalza eiui* nuta sempre, quasi di padre in figlio, la
rienlemente l'Episcopato, essendo ivesco* tradizione apostolica , è per la religione
^i legiltimi successoi i degli A postoli, quel- cattolica romana un argomento così cer-
li ne'quali è la pienezza del sacerdozio, su- to di verità, ed una prova tanto indubi-
periori in carattere , in autorità e pode- tata della sua discendenza da Cristo, che
stà a'sacerdoti. Si dicono anche i Cardi- bastar potrebbe da se per far conoscere
nali (/^.) successori degli Apostoli , ciò a chi le professa, l'errore e la novità del-
però non deve intendersi qtianto alla le varie sette da noi separate. Però di
successione dell'ordirìe sagro, ma circa la quelle del tempo suo, nel il secolo dice-
successione della giurisdizione, come am- va Tertulliano, De Pracscript., e. 32 :
piamente dichiarò Eugenio IV nella bol- M Mostrino le origini delle loro chiese,
la De CardinaUum dignitate^ ove nel § spieghino l'ordine de' loro vescovi, tal-
5 che Cardinaliufii coelus re-
asserisce , mente dal suo principio per successione
praefentat Jpatoliciim, il die osserva» condotto, che primo vescovo alcun de-
il
nologio chiamano /^postoli pure i lxxii passi oscuri che si hanno scritti, debbou-
discepoli. Diversi antichi vescovi furono si dichiarar per la tradizione ,
passata e
qualilìcati discepoli di s. Pietro, come s. custodita nelle chiese successi vameute;
Materno che converti que' di Tongre.f viene a dire , che troppo lungo essendo
{F.)e morì nel 347, o ^' ^*'^'' Apostoli, il registrare le successioni delle chiese
per conformar con essi la loro dottrina; tutte, basta osservare quella della massi-
e tali furono chiamati i primi vescovi ma tra le altre, fondata in Roma da s.
delle città (ino al principio del IV se- Pietro e da Paolo, potendosi con 1' a-
s.
colo, massime nelle Gallie e nella Spa- poslolica dottrina, quivi nella sua pu-
gna. La successione continuata de' ve- rezza mantenuta e tramandata, confon-
V ES V E S ^53
deie abbastanza ognuno che travia; men- ceno, scrisse Facondo: » Viene nominato
tre i fedeli tulli d'ogni parte del mondo solennemente ne'sagrifìzi insieme cogli
a quella chiesa debbono far capo perla antecessori e successori suoi". Nel sinodo
sua principalità, e perla tradizione de- di Mopsuesla del S'io, dissero i vescovi
gli Apostoli sicuranienle conservata in es- al tesoriere di quella cbiesa. « Si reciti-
sa. Tutte queste precise parole di s. Ire- no sagri dittici che dichiarano 1' enu-
i ,
parte di queste in profonde tenebre si guivano semplici nomi. Durò gran tem-
i
nasconde lai/ età, né del preciso tempo po in molte chiese questo costume, e A-
in cui vennero erette e formate, né da dalberone arcivescovo di Reims interpel-
qual dell'altre prime il fondatore si spic- lato nella fine del secolo intoino a' X
casse, è d'ordinario possibile di render primi vescovi di sua chiesa, e alla serie
conto. E non solo questo, ma non aven- di essi da Falcuino, gli disse: Esser ivi ia
done parlato Eusebio , che della storia uso da immemorabil tempo, che nella so-
ecclesiastica lino a Costantino 1 è l'uni- lennità della messa, alla consagrazione del
co scrìllore, e non avendo esse per gran Corpo del Signore, in quella Comniemo-'
tempo avuto storico alcuno né mento- , razione de Defunti^ che si chiamava so-
vate essendo dagli altri, quasi tutti i ve- pra i dittici, il suddiacono legge-se con
scovi de'secoli anteriori a'documenti con- sommessa voce all'orecchio del prete tut-
servati negli archivi, fuor di que'non ti nomi ad uno ad uno de' vescovi che
i
molti che troviamo ne'concilii sottoscrit- avean tenuto quella sede. Da' dittici sa-
ti, e altri mentovati in alcuni monumen- gri mokissimi scrittori trassero la serie
ti, pare che dovessero rimanerci oscuri e de'rispeltivi vescovi e la loro successione,
ignoti. Ma volle la divina provvidenza essendo una specie di catalogo di vesco-
che da un antichissimo uso ecclesiastico vi. — I vescovi sono superiori a Predai
fosse tramandato alla posterità le notizie diritto divino, e Dio ci avea marcata sif-
de'primi vescovi della maggior parte del- fatta superiorità nell'antico Testamento
le chiese, cioè quello de' Fasti ecclesia- anche dove avea stabilito tre ordini di
stici, chiamati sagri Diuici (^'.). In essi ministri; cioè del Sommo Sacerdote^òe
memoria de'suoi pasto-
ogni chiesa fece Sacerdoti inferiori, e de* Levili^ i quali
ri,onde pregar per essi e in segno di , secondo i ss. Padri erano la figura de'
comunione e di mantener la stessa ^me vescovi, de'sacerdoti, de'diaconi della nuo-
si scriveano i non>i de'precedenti vesco- va legge. Nel nuovo Testamento, Gesù.
vi, e nel canone della messa si recitava- Cristo stabilì l'ordine degli Apostoli su-
no. Quindi è che disse s. x\gostino nella periori a'ixxii Discepoli, e quello di questi
conferenza diCartagine, Cognit.'òyn.iZo: discepoli inferiori agli Apostoli; ed è uà
M Siamo nella chiesa, dove Ceciliano am- sentimento unanime fra'Padri, che i ve-
ministrò il vescovato, e morì; recitiamo scovi sono succeduti agli Apostoli, ed i
il suo nome all'altare; comunichiamo col* preti a'discepoli istituiti da Gesù Cristo;
la sua memoria". Però Cirillo Alessan- e per conseguenza che i vescovi sono su-
drino ingannato, voleva escluso da'sagri periori a'semplici preti per V istituzione
dittici s. Gio. Crisostomo, finché sinislra- di Gesù Cristo medesimo. Inoltre i Pa-
inenle opinò di lui. Di Eustazio vescovo dri riconoscono distintamente la supe-
d'Àuliochia iuteiveouto nei coacilio Ni- riorità de'vescovi sopra i semplici preti,
254 V E S VES
fondala sulla isliliiziorie diiìna. Va te- eosdem prarpositos gubernelur. Cam hoc
nuto presenle quanloscrissi analogameù- itaque divina lege fundntuni sit eie. Sì
le nel § Il Vescovato. Dice poi s. 1-
«.li ponno consultare s. Oliato, lib. i; s. Gi-
f5imzio martire wcW Epist. agli elèsini, n. rolauH), Epist. 2 ad Ncpoùan. Epist, ,
Già dissi che fa chia(i»aloiVo/;i/«o. nel qua- murn licg., cap. 6. Ragiona assai il Nar-
leorlicolosono nozioni analoghe; mentre di deprt'ti, dicendo che prete vuol dire
della preminenza del Fesco\>alo^\\\ \)\e- Senior, ed anche non preti furono det- i
sbiterato ne ragionai pure nel ricordalo § ti Presby ter. TiAova furono chiamali co-
lidi quell'articolo. Sacerdosè eminenle- si anche vescovi, ma non uiai preti de-
i i
menl-e il vescovo, di cui canta la Chiesa nominali P' escovi. Da Dio vengono pre- i
con antifona propria de' vescovi: Sacer- ti per l'ordinazione del vescovo, secondo-
dos et Pontifex,ct virtiiteni opifex Pa- che piace al medesimo. Egli non crede
stor Ione in popido. Dice il Sarnelli, la che preti succedano a' LX.XII discepoli,
i
proprio; e i sacerdoti semplici, che non preshytere Consacerdos, il prete non po-
sono vescovi, passano co'santi laici sotto il trebbe dirlo al vescovo, preti non han- l
sacerdozio loro. La dilferenza ch'è tra'sa- do non poimo governare la Chiesa. Di più
cerdoli vescovi e tra 'sacerdoti inferiori, è traila il Nardi i seguenti argomenti. Può
spiegata da Epifanio, //^e/e.v. 76, do-
s. concepirsi la Chiesa senza preti, ma non
vedice: Episcoporuni orcio est adgìi^nen- senza vescovi; tutto quello che fatino, lo
dos PatreSj nani Ecclesiae Paires, idest fanno pel vescovo, e tulli sono suoi di-
Sacerdotes progìgnit. AtSacerdotwn or- scepoli, COSI i canonici, e inclusivamenle
do cimi neqiicat Patres progignere, gè- n'preli più dotti e più abili de* vescovi.
nerat tamen per lavacraruni rcgciiera- Tutti i preti sono pecorelle del vescovo,
tìonis fdios Ecclesiae. Nel lih. 6 degli nulla ponno fare senza la sua espressa o
noreni et Ecclesiae siiae notioneni dispo- municavano ogni festa alla messa del ve-
nens in Evangelio loquiiur et dicit Pc» scovo; altrettanto doveano farei preti ru-
tro... Tu es Petrus, et super islam peirani rali, meno 3 solennità, e almeno due vol-
aedificabo Ecclesiani meam ... inde per te l'anno doveausi recare in citlà a osse-
temporuni et successionum vìces Epìsco- quiare il vescovo, e talora olh'irgli qual-
porum ordinatio et Ecclesiae ratio de- che dono: due volle settimana erano la
stilualur^ et omnis aclus Ecclesiae per spirituale del vescovo. 1 preti Missaleso
Y ES VE S 255
Epì.'^copahs^ o Missi o M'issatici, riceve- pria de' vescovi che non può ad altro
,
se per dispensa papale), per abusare del sagro capo; metter loro ne' templi cat-
loro potere, in parte gli furono delegale tedre da quelle de' preli distinte, e più
da' vescovi le loro attribuzioni. Furono altre. Tocca pure il Zaccaria delle pre-
pur detti talvolta Crediti Episcoporuni. rogative de' vescovi, per le quali gli
\\ Zaccaria nella ricordala Storia lette- uni agli altri sono superiori, con ordine
raria, discorre degli uflizi de' vescovi, su- gerarchico, come del primate di tolta la
[)eriori a quelli de'preti, rilevando cogli Chiesa (ossia il Papa, come lochiamoli
antichi monumenti, che vescovi eserci- i VI sinodo), de'patriarchi, de'primali o e-
tavano l'impiego loro senza dipendenza sarchi, ossia degli arcivescovi delle dio-
da'preti; dove questi, e molto più Chie- i cesi o provincia ecclesiastiche, degli arci-
rici d'inferior grado, senza l' assenno de' vescovi metropolitani, degli autocefali o
vescovi niente facevano, ancora nelle co- arcivescovi o vescovi a niun patriarca o
se eh' erano proprie dell'ordme loro, co- arcivescovo subordinali, di quelli in fine
me il battezzare, il consagrare,e dare l'Eu- che nelle chiese d'Africa si dicevano in-
caristia. Così ancora, se non per volere terccssores e interventores. Dirò io: an-
del vescovo, niun prete arrogavasi di pre- chiamavansi
ticaiiienle intercessori, e se
dicare e d'insegnare al popolo. Ma eran- mandati dal Papa o dal re, visitatori, ra-
vi alcune funzioni, che i vescovi voleva- re volte Commendator^ i vescovi che in
no a sé soli riservate. Tali erano la con- tempo d'alcuna sede vacante, destinati
sagrazione delle Ferginiy delle Chiese, la dal metropolitano, amministravano il ve-
benedizione delle Ctzw/;tì'/;e, il ricevimen- scovato fino all'elezione del successore al
to alla chiesa degli Eretici convertiti, la morto; ordinariamente era uno de' ve-
riconciliazionede'caduli che facessero Pe- scovi viciniori, e come dovrò riferire più
tti /f'/ictìf , e la concessione delle Lettere sotto, disponeva il clero e il popolo ad
Formate ocomnnicatorie. Inoltre i pre- un'ottima elezione. Altri dicono, ch'e-
tinon aveatio facoltà d'amministrare la rano una specie di corepiscopi, e cosi chia-
Confermazione, comechè poteva esser lo- ma ti perchè intercedebanl, erano cioè tra
ro C'jncedula. La podestà d'ordinare, os- il vescovo defunto e il suo successore, cor-
sia conferire gii Ordini sa^vi, ècosìpro- rispoodeali agli odieroi acumioistratori
256 VE S VES
temporanei, distinguendosi pnre col no- la del Padre; lo Spirito Santo non e?snr
me d'interventori. Ma non doveuno mi> che semplice creatura forcnata prima del-
schiarai nelle rendite della chiesa, e per le altre dal Padre e dal Figliuolo. Abu-
rispetto ad essa non potevano sedere sulla sando de'passi della s. Scrittura, dove si
cattedra vacante,nè fare sagre ordinazioni dice che la vita eterna sta nella cogni-
per la chiesa vedova. Ne* primi secoli essi zione di Dio e di Gesù Cristo suo Figlio,
non l'usavano, quando eravi il pro-
cioè riduceva egli tutta la religione a questa
prio PresZ>z7er/o. Il vescovo nuovo doven- cognizione speculativa, dispregiando la
dosi eleggere dopo 3 mesi, dopo un anno pratica de'coujandameoti di Dio e della
era cambialo il vescovo inlervenlore, al Chiesa, pretendendo eziandio esser per-
quale il concilio di Cartagine del 4oo vie- messa l'impudicizia, siccome naturale ne-
tò di procurarsi i suffragi, ond'essere so- Quest'empio dogmatiz-
cessità del corpo.
stituito in quella chiesa vacante. Finiva «ava verso la metà del IV secolo, e fu
la sua incombenza coli' elezione del ve- caposetta di molli discepoli che formaro-
scovo, a cuidovea trovarsi presente. Ces- no altrettante selle di eretici chiamale
sarono verso la fine dell' XI secolo. Per co' loro nomi, oltre quello d' Anomci,
incidenza mi sono alquanto allontanato Eunotnianii Trogloditi, esaconiti, eso-
dall'argomento, cui fo ritorno. I teologi menziani, eterousiani condanna-, tutti
la loro eminente superioritàsui preti, fon- tissimi del Papa, e così lacerano quai ser-
dala su quella medesima isliluzione, co- pi occulti il seno della Chiesa. Non vo-
me si prova che i preti sono superiori a' glio per ultimo tacere di certe obbiezio-
Diaconi di diritto divino, perchè hanno ni. La s. Scrittura dà il nome di sacer-
essi in forza di quel diritto il potere di dote a' vescovi ed a' preti ,
per la somi-
consagrare e di assolvere; potere che non glianza di molti de'loro uffìzi e funzioni,
appartiene punto a'diaconi. Finalmente, il che non pregiudica alla dignità essen-
oltre i latini, anche i greci hanno sempre ziale de'vescovi. Nel dividergli antichi il
nel loro accordo acondannare l'eresiar- della Chiesa, non è contraddizione. Ciò
ca antiocheno Ezio o Aezio soprannonn- in rapporto all' Eucaristia , che gli uni
nato VEmpio, prima fabbro od orefice, consagrano e gli altri servono, i primi co-
quindi sofista e poi medico, il quale ab- stituendo due gradi di cui gli uni sono
bracciato l'arianesimo, a questo aggiun- superiori agli altri inferiori; perchè i pri-
guaglianza fra il Sacerdozio e l'Episco* no. Si divise il clero in un sol ordine, per
pato, quanto ne'loro rituali, i quali non distinguerlo dal popolo. Si osserva, che
ìstabiliscono solamente la superiorità de' avanti lo scisma de'corintii non eravi di-
vescovi sui preti, ma l* attribuiscono al- stinzione fra'preti ed i vescovi, governan-
tresì all'istituzione di Gesù Cristo. Inol- do egualmente la Chiesa. Ma se non e-
Figlio avere una natura inferiore a quel- sleva quella quanto al rango e alla di-
VES VES 257
gnità: il governo poi, communi Consilio, dico inferiori ì vescovi Cardinali io a*
non era con eguale autorità. I vescovi quanto alla dignità, non inquanto all'or-
d'Alessandria, anche prima di s. Dionigi, dine sagro; la dignità e la precedenza che
cioè fino alla metà del III secolo, erano i cardinali hanno sopra i vescovi d' ogni
ordinati da altri vescovi; però in prece- grado, è per formare essi parte del cor-
denza deir ordinazione pare die i preti po del Papa governo della Chiesa u-
nel
avessero su di loro imposto le mani, per niversale, per quanto inoltre ripetei con
esercitare intanto la giurisdizione, come Benedetto XIV, ragionando àt Fé scovi
narra Girolamo, il quale d' altronde,
s. in partibus {F.), e con altri, dicendo de*
nelle sue opere , riconosce formalmente cardinali Vescovi suburbicarii(F.)j ed
la superiorità di diritto divino che han- è relativo il riferito col iN'ardi , nel voi.
no i vescovi sui preti: paragona i vesco- LX, p. 213 , notando nel voi. LV , p.
vi a Moiè, ed i preti a'suoi ixx anziani; 188, che tutti cardinali ne'concilii sot-
i
e che i vescovi sono nella Chiesa ciò che toscrivevano prima de' vescovi. Né tac-
Aronne era nella Sinagoga, ed i preti a' qui ne'precedenti articoli, che anticamen-
di lui figli. Se il concilio di Siviglia fon- te far vescovo un cardinale, era conside-
dò il diritto de' vescovi d'ordinare i pre- rala una degradazione, e che i cardinali
ti, nuove leggi della Chiesa, inlese
sulle debbono mettere nell'intitolazioni e sot-
quelle fatte da Gesù Cristo e fondate nel toscrizioni prima il titolo di cardinale, poi
Vangelo, ossia il nuovo Testamento. quello di vescovo, se sono anche insigni-
ti di tale dignità, il concilio di Trento
§ III. De differenti gradi e specie de' ve- però vuole, che i cardinali abbiano le
scovi. Dell'elezione e dell' esame del qualità che si ricercano per fare un ve-
vescovo, sulle qualità che in lui si ri- il che
scovo, ed eletti dalle varie nazioni,
chiedono , e sua preconizzazione in raccomandò al Papa; e ciò per la subli-
Concistoro. mità della dignità cardinalizia, superio-
re pel grado a qualunque altra, essendo
I vescovi in tutto il mondo hanno la il vescovato lo stato più perfetto della
stessa dignità, sono la primaria prelatu- Chiesa. Con ragione quindi s. Bernardo
ra, dopo la quale viene quella dell'anti- li considera in uno sialo di perfezione ac-
chissimo e primario collegio prelatiziode' quisita, come quello de' vescovi. I cardi-
tifìcio (V.)> Molti di essi li creano cardina- li. I corepiscopi erano diversi da'Pcr/o-
te esempio è quello del Papa Vio //Velie § II di Vescovato, in uno a' vescovi pri-
regna. Non mancano esempi di Papi e an^ mitivi. Altri vescovi quanto all'ordine ,
tipapi,che per rinunzia o deposizione di- sagro, senza giurisdizione, ma di solo ti-
vennero Vescovi Suhurhìcarii (V.): e di tolo, sono i Patriarchi, gli Arcivescovi,
antipapi fatti vescovi, come pel i ."Lorenzo ì T^escovi in partibus {V.).Ta\vo\ia\'\ìan'
nuovamente deposto pel ritor-
di iVbrertìr, no se sono amministratori, de' quali ri-
no allo scisma; e Clemente Y III fallo ve- parlai nel citato articolo, visitatori o vi-
scovo di Majorica. Un bel numero di cari apostolicide Vescovati (V.). Eserci-
vescovi non sono suffraganei de' metro- tano almeno pontificali, gli ausiliari e
i
mente soggetti alla s. Sede. Vi furono diiitori [V.) semplici o con futura suc-
nell'antichi là de'prelatì Cor epi scopi (V.) cessione, de'quali egualmente tornai a ra-
creati da'propri vescovi, e se col caratte- gionare nel rammentato articolo: talvol-
re vescovile ordinali da un solo vescovo, ta gli ausiliari o suHraganei sono digni-
i
altrimenti benedetti se preti, come pure tari della cattedrale, e perciò abilitali dal-
ricordai nel § precedente a questo; ordi- la s. Sede a ritenere la dignità se la pos-
nazioni per altro ritenute illecite. Erano sedevano nella promozione alla dignità
vicari foranei de'vescovi con grandi fa- vescovile, ovvero a riceverla poi. Avver-
coltà, onde chiamavansi ministri de've- te però il Magri, nel vocabolo Episcopus,
scovi. Di più erano tenuti in onore, e se che i coadiutori non ponno usare la moz-
col carattere vescovile , conferivano gli zetta, per essere questa insegna d'auto-
ordini sagri e facevano molte altre cose, rità, né indossare la cappa alla presen-
sempre col consenso de'vescovi, senza il za del vescovo, oè sedere sulla cattedra
quale nulla potevano, anzi lui morto nul- vescovile : i canonici non devono unirsi
la potevano fare di cose appartenenti al a loro in circolo nelle messe, perchè que-
carattere episcopale. Intervenivano a'con* sta ceremonia significa 1' unione delle
cilii Governava-
provinciali e diocesani. membra col capo (come perciò pratica-
no preti e chiese rurali, ed aveano cu-
i no cardinali col Papa), ed il vescovo
i
ra de'loro beni; nulla potevano sul clero coadiutore non è capo; quando egli però
della città, ove però talvolta vi fu qual- celebra pontificalmente, canonici devo- i
anco sui laici. Avevano de'vicari minori, licenza del vescovo; ne possono concedere
che per loro sovrastavano a* preti , alle l'indulgenze, se non da parte dell'ordina-
chiese, accostumi de'fedeli. Ve n'erano da rio. Dice il Zaccavìa, A nti'FebbroniOypav,
per tutto, tranne nella Mareotide, paese 1, lib.i, cap. 4, parlando delle coadiulo-
dell'Ahica, all'estremità della Libia e del- rie con futura successione, se nel gius ca-
TEgillo, presso Alessandria. Talora per nonico sono riservale alla s. Sede, e non
V E S VES 2^9
essendolo per qiial diritto Papa np-
al la futura successione. Le coadiutorie so-
partengn la loro riserva: Prima di Doni- no riservate a'Papi,non per loro dispo-
facio Vili del 1294, le semplici coadiu- sizione, ma pel contenuto nel diritto ca-
torie si concedevano da*melropolitani a* nonico, onde per sola ecclesiastica costi-
loro suffraganei, e da'sinodi a* metropoli- tuzione appartiene al Papa l'assegnar-
tani, massimamente quand'erano da quel- le, quando giusta e necessaria causa Io
li e da questi richieste. Ma Bonifacio Vili richieda, cioè per diritto del suo prima-
qolla decretale inserita nel VI, le dichia- to, poiché egli solamente può dispensare
rò appartenere alle cause maggiori ri- da'concilii generali e da'decreti della s.
servate alla s. Secìe^ non ostante qualun- Sede. Della diversità de'vescovi e insie-
que consuetudine in contrario; ed inol- me de Vescovati, oltre il ragionatone in
tre stabili, che nelle chiese rimote, onde questo articolo, ne feci parole nel voi. XV,
non fossero gravate da di«pendi nel ri- p. 247, avendo rilevato, parlando de' ^e-
correre alla s. Sede, si osservassero le se- scoviinpart{huSjC\\e fra questi vescovi ti-
guenti cose. i.° Che i vescovi, o per ca- tolari sono pure compresi xNunzi apostoli-
gione della vecchiaia, o d'altra indisposi- ci presso le sovrane corti cattoliche, e tal-
zione, che li rendesse perpetuamente im- volta anco acatfoliche,edaItriprimari mi-
pediti dall'esercizio del pastorale uffizio, nistri della s. Sede^ specialmente residen-
potessero con autorità apostolica, loro in ti in Roma. — L'elezione de' vescovi sem-
questa parte concessa, eleggersi col con- pre è stata della massima importanza per
siglio e col consenso de' loro capitoli cat- la Chiesa e pe' popoli, onde la s. Sede
tedrali , o della maggior parte di essi, costantemente vi ha impiegato le sue ze-
uno o due coadiutori. 1° Che dove il ve- lanti e provvide sollecitudini. Il cardinal
scovo fosse uscito affatto di mente, né sa- De Luca, secondo l'opinione più ricevu-
pesse o non potesse esprimere, cièche vo- ta, e particolarmente della curia roma-
glia o non voglia, il capitolo, o due parti na, dice che anticamente ne'tempi della
di esso, colia medesima facoltà apostoli- primitiva Chiesa, e finche questa visse
ca in questo caso accordata, possa elegge- sotto le persecuzioni de'gentili, per cui a'
re uno o due coadiutori, che adempioo cristiani conveniva di vivere e di cele-
l'ufììzio del vescovo impedito. 3.° Che se brare gli Uffìzi fJìvini[y,) occultamen-
il vescovo, dalla vecchiaia o da incura- te, vescovi furono deputati da s. Pietro,
i
bile morbo gravato, e perpetuamente im- ovvero secondo un'altra opinione, eoa
pedito, non voglia eleggere o voler coa- l'autorità di questo, dagli Apostoli e da'
diutori , ancorché dal suo capitolo am- primi discepoli di Cristo; ovvero secondo
monito, allora deve l'istesso capitolo rap- altra diversa opinione, questi ultimi ne
presentare alla s. Sede lo stato della chie- ottennero dalla bocca di Cristo la facol-
dalle rendite della chiesa, vietando loro di giurisdizione e autorità che avea ricevu-
alienare e distrarre i beni di essa, e volen- to dal medesimo sulla Chiesa universale
do che della loro amministrazione debba (a Sorte parlai di quella che si usò nel
render conto non solo al capitolo £ al pre- principio della Chiesa per eleggere i suc-
lato, se torna in niente sana, ovvero allo cessori, poi abolita dal diritto canonico);
stesso capitolo, ed ancora al prelato suc- ovvero con l'autorità del Papa da* pa-
cessore. Da tuttociò apparisce, che Boni- triarchi. Ma avendo, in progresso di lem-
facio Vili parlò solamente delle coadiu- po,laChiesa dopo circa il 3 1 2 perCostaoli-
torie semplici, e non delle coadiutorie col- Do I, divenuto cristiano, acquistato la sua
26o V E S VES
tranquillità e il libero esercizio della re* nome di suo padre s. Gregorio vescovo
jigione, ed essendosi perciò resi i popoli di Nazianzo, a que'di Cesarea in favore
fedeli, e insieme molliplicalisi i chierici, di s. Basilio, che restò eletto in pastore
colla distribuzione de'benefizi e delle di- di quella chiesa. Di questo costume par-
gnità ecclesiastiche, si formarono due cor* lò Tertulliano, fiorilo nel II secolo, in
Quin-
pi universali del clero e del popolo. Apocalis: Praesunt probati quippe se-
di seguì, con l'autorità e concessione, o niores honorem ju slum non pretio, secl
permissione del Papa, in molte parti, e testimonio probati. Soggiunge il Magri,
forse più generalmente fu introdotto, che veramente i popoli non davano il suft'ra-
provazione nelle postulazioni; altri ve- lo della chiesa vacante proponeva i suoi
scovati essendo a nomina e presentazio- desideri! intorno alle persone che doveano
ne della maggior parte de'sovrani, in vir- esser elette, e rendeva testimonianza del-
tù di privilegio pontificio, egualmente da la vita e de'coslumi di ciascuno, e final-
doversi approvare dal Papa per l'istitu- mente acconsentiva all'elezione, di che
zione canonica. Fin qui il De Luca. Di rende testimonianza s. Cipriano, vissuto
questo argomento, sulla provvisione de' nel III secolo, coW Epist.^i ad Carne-
Vescovati^ sulle elezioni de'capitoli, sul- liiimy che esibisce. Bensì , aggiunge, al-
lenomine de'sovrani, per privilegio e per cuna volta il clero e il popolo avea nel-
Concordali , nel detto articolo e preci- l'elezioni maggiore o minor parte per- ,
Magli, nell'articolo Episcopns. J\e' pas- rendeva le testimonianze, tale allra pro-
sati secoli il vescovo era eletto, e chiesto cedeva all'elezione per acclamazione, co-
dal popolo, non già con tumultuose gri- me nel 238 per s. Fabiano Papa, di co-
da , ma davano quietamente il voto le mun consenso eletto a viva voce del po-
famiglie nobili, e le compagnie degli ar- polo. Inoltre nell'elezione de'vescovi, il
tefici, che poi si dissero Università arti- popolo costumava alzar le mani, in se-
la protezione delle persone potenti, senza successore, tosto pentitosi, bruciò il decre-
usare artifizio, né obbligar persone o col to, il Papa può elegger-
per cui neppure
timore o con regali, a scrivere un decre- si il Le acclamazioni furono
successore).
to di elezione; altrimenti l'aspirante sarà in questa forma. Deo gratias: Chrislo lau-
privato della comunione della Chiesa, cui desy ripetute 23 volte. Angustino vita,
vuol governare". Già \& sagre elezioni e- replicatosi 16 volte. Te Patrem^te Epi-
rano ammorbate dalla Simonia (^F.)^ per scopuni^ si disse 8 volte. E avendo s. A-
coi Papa s. Giovanni II del 532, avea gostino ingiunto a'notari della chiesa di
ottenuto da Atalarico re d'Italia, che pu- scrivere le acclamazioni, il popolo alzan-
nisse colla regia autorità simoniaci, che i do la voce, ripetè 33 volte: Deo gratias;
le pene ecclesiastiche non bastassero a Chris to laudesj Exaudi Chris te. E i3
correggere onde il re fece scolpire in
; volte: Angustino vita. Cessati questi fa-
marmo il suo decreto, e collocare nel por- vorevoli clamori, s. Agostino richiese di
tico della basilica Vaticana. Quanto al- nuovo al popolo, che desse segno della
l'acclamazione, è interessante il narrato volontà sua circa l'elezione di Eradio, e
dal Ì5arnelli nel t. 3, lett. ^o : Delle ac- di nuovo il popolo gridò: Fiat, Fiat, iS
clamazioni usale afarsi ne U elezioni de* volte; Dignum et justum est^ 28 volte;
Pontefici e ne' concilii; nell'elezioni de- Fiat, Fiat, altre 4 volte: Olim dignus,
gV imperatori e de' re, ed anche a* let- clini meritus, 2 5 volte: Jndicio tuo gra-
terali. Quando non solo i vescovi, ma i tias agimuSf i3 volte. Finalmente : E~
sacerdoti e diaconi si eleggevano col con- xaudi Chris te, Eradiuni conserva, fa
senso del popoloj'questo colle acclamazio- replicato 18 volte. Che (vescovi antica-
ni l'elezione approvava: ne offre l'esempio mente si eleggevano cori il consenso del
di se stesso s.Agostino ncW Epist. iio. popolo, come anco i sacerdoti e diaco-
Nel 4^6 giunto egli all'età di 72 anni, ni, è l'argomento del cap. 70 della cent.
de'quali 32 ne avea passati nel vescova- 9.' delle Sluoredel p. Menochio. Anch'e-
to, e ne sopravvisse altri 4 (ed inoltre ciò gli, navvauòo coi cap. 6 degW Alti A posto-
fece per essere la sua Ippona assediata da' liei, le parole dette dal collegio apostoli-
barbari, e se egli non provvedeva così, for- co per eleggere VII Diaconi, che atten-
se non sarebbesi fatto il vescovo per mol- dessero alla cura delle cose temporali, col-
to tempo), si prese in esso a coadiutore la convocazione del popolo, fa notare
Eradio prete, e si fece l'elezione coll'assi- che questa elezione, la quale facevasi dal
stenza di due altri vescovi; acconsentendo popolo , e per molto tempo si praticò
il clero e il popolo a condizione, che Era- nella Chiesa , non era tanto per voto e
dio rimanesse semplice prete fino alla suiFragio, quanto per testimonio della vi-
morte di lui, per non disubbidire al con- ta e de'costumi, perchè comunicandosi
cilio Niceoo, che nel 325 avea vietato che questo oegozio dal clero al popolo, veni-
265 V E S VES
vaoo lì proposti per ie dignità ecclesiasti- ne , e più comunemente con alzarsi in
che, ad esser più coDosciuti, ed a riuscire piedi), e questo modo da' greci fu detto
più grati e più volontieri ricevuti per ,
manuwn extensioy che vale quanto suf-
aver il popolo in gran paite contribuito fraga tio e dare il voto per qualsivoglia
all'elezione. Nelle Costi lazi ora apostoli- elezione di ministero sagro o laicale. Ter-
chCy attribuite a s. Clemente I, si legge mina il p. Menochio col notare, aver mo-
nel lib. 8, cap. 4» che dagli Apostoli fu strato l'esperienza, che s'introdussero ia
stabilito, che dovendosi ordinare alcun queste maniere d'elezioni corruttele e a-
vescovo, quelli che dovevano fare le ordi- busi, procurando l'ambizione di uomini
nazioni, prima interrogassero i sacerdoti indegni di farsi largo e aprirsi l'ingresso
e il popolo, se il proposto era quello che agli onori con donativi al popolo e talo-
essi bramavano aver per vescovo; e che ra con manifeste violenze (precisamente o
quando avessero risposloaflermativamen- peggiojcomedeplorabilmenteora si prati?
la, s'interrogassero di nuovo se lo sti- , ca in alcuni stali nell'elezioni per le assem-
mavano degno di sì sublime uffizio, se blee o camerecostituzionali), onde si cessò
nelle cose spettanti al culto divino e alla da queste radtfnanze,ormai di veiiule stru-
religione avesse dato buon saggio, s'era menti di passioni, confusione, disordine.
osservante delia giustizia, se avea gover- Scrisse perciò Goffredo Viudociense, E-
nato bene la sua casa, e se in tutte l'a- pist.ii, In illa quitte ni aclione^
lib. 3;
zioni erasi periato lodevolmente; e che, rationej quani prò electione reputa tis,
quando il popolo, dopo una 3/ interro- lex,velut interarma sehit, vox divina
gazione, avesse ratificato e costantemen- locwn non hahuit. Totani ibi levitas vin-
te testificato il candidalo avere le riferi- dicavit, et vanitas^ ubi minima quaedam,
te qualità e perciò esser degno, si pro- et niulier publica, quae vos garruliter
movesse alla dignità episcopale. Il modo acclaniabat, plus poiuit ,
quani plebis
col quale il popolo die' il suo consenso, maturitasy et clericalis honestas potue-
non fu sempre eguale: alcuno seguiva con ril. Per questi abusi il concilio di Laodi-
\ocee acclamazioni, approvava o doman- cea fin dal 366 o 367 proibì che non si
dava la persona proposta, e qui il p. Me- facessero a questo modo l'elezioni, col
nocino riporta 1' avvenuto per Eradio. can. Non est pennittenduni^ dist. 63; cioè
Quanto praticavasi nell'elezioni de' ve- ordinò, che I elezione de'vescovi si faccia
scovi, facevasi pure nelle promozioni al di concerto col metropolitano ed i ve-
sacerdozio, il rito delle acclamazioni o scovi circonvicini, i quali devono avere
Laudi (f^.) era conforme ad altre accla- per lungo tempo provala la ieiXoi e co- i
mazioni popolari, come per qV Impera- slumi di quelli che voglionsi eleggere.
tori. Altre volte il popolo dava segno di Rimosse l'arbitrio de' secolari, inconve-
consenso e appiovazione con far plauso niente gravissimo, colle parole: turbis
colle mani; dicendo Sidonio in Concilio non esse perniittenduni eoruni, qui sunt
post Epist. g, lib. 7, che dovendo al po- in sacerdolio constituendi,eleclioneniJa-
polo il concilio© jPre-iZ>//mo (/^.) nomi- cere. Proibizione pia volte rinnovata, co-
nar un vescovo, diceva: Dignaminiy ha- me neirVIlI concilio generale dell' 86g
militateni nostrani oraiionibus potius in e nel X del 1 1 39. Lo stesso patriarca sci-
coeluniferre^ qiiani plausibiis. Espres- smatico de'greci, non da'secolari magna-
sione quindi di consenso era i' alzar la ti, ma da un sinodo viene eietto; e qui ri-
Mano (V.) in alto, il che fu dagli antichi cordo, che nel descrivere i concilii, notai
assai usato in varie occasioni (talvolta si i vescovi in essi eletti. E che Papa s. Caio
usa ancora in alcune circostanze, per e- del 283 confermò l'uso aulico dellaChie-
slei'uare approvazione o disappruvazio- sa, che niuoo potesse giungere alla digni-
V ES VES 263
là vescovile, senza a ver esercitalo per tem- mo senso scrìsse, clero, nohilibus y ordì-
po convenevole VII gradi degli ordini
i jiiyCt plebi consistentibusNeapoli. Come
sagri; mentre Urbano II dipoi nel logi ancora, clero, ordiniy et plebi consistenti
proibì che niun Laico (/^.) fosse eletto Crotonae, Panornd, Nepae, Aesi, Ter-
vescovo. Sono da vedersi Lorino, Aui racinae etc. Quest'era la formola usua-
Apostolici^ cap. 6, n. 3, e l'Hallier, De Sa- le dellacancelleria apostolica. Pare che
cris ELcctionibus et Ordinaùoìiibus. Or- inomi ordinis et plebis costituissero due
dinarono i sagri canoni espressamente,clìe come corpi e collegi della cittadinanza,
i vescovi si scegliessero tra'citladioi, vie- l'uno de'nobili, appellati poscia milites,
tando assumere alla dignità vescovile e l'altro del popolo inferiore. Colla voce
persone straniere, e che non avessero in or<^o sembra intendersi il magistrato pub-
quella chiesa lungamente servito, come blico che presso romani significava de-
i
si ha dall' Eplst. di s. Celestino I Papa curioni e senatoj per altro, col nome di
del 4^3, diretta a'vescovi della Gallia, ri- populusy sovente troiano compresi tan-
^'ì
di frequente un diocesano, ovvero uno sta- scovo di Ravenna non consagrasse Epi-
lisla,e talvolta anco uno allatto straniero, scopos per Aeiniliam, nisi post electio-
Qual era il popolo e gli altri elettori, che neni ducis, clero etpopuli. Giovanni Vili
concorrevano all'elezione de* vescovi, al- Papa deirSyi scrisse, clero, ordini,^e^
meno in Italia^ lo apprendo dal Muratori, plebi Falvensis Ecclesiaej e ad Ansper-
Dissertazione i8.' Della repubblica, e to arcivescovo di Milano, d'ordinare ve-
parte pubblica^ e de'snoi ininistrij e se scovo d'Asti post electioneni cleri, et ex-
le città iV Italia avessero aiiticatnetile petionenipopuli. Si legge nell'antico Pon-
CoMJ«/2i7^.Ne'secoli barbari non pare che tificale Romano mss.. Epistola popuh\
le città d'Italia godessero il privilegio, co- et cleri ad Doninunt Apostolicuni, quae
me sotto Ptooiadominante, cioè di far petunt consce ratio ne ni electi. Si ha da
corpo, comunità o comune, ed eleggere un istrumenlo del 1020, avere Alfanus
magistrati propri. Non mancano esempi archlepiscopus scritta una lettera , c7e-
però affermativi, come nell' elezione de' ro, ordini, et plebi consistenti in Alijìs,
giudici detti scabini, che eleggevansi col Qiieste notizie ponno
insinuare, che an-
consenso di tutto il popolo, al quale ap- co ne'secoli avantieoo, eziandio il po-
il i
parteneva il rifacimento delle strade, de' polo formasse un corpo, non privo di
porti e de'ponti ec. Da'primi tempi della qualche regolamento e magistrato. Gio-
Chiesa, fino al secolo XIII (mi sembra vanni vescovo di Modena nel 998 fece
troppo protratto: in alcuni vescovati du- una donazione al monastero di s. Pietro
rava il costume nel XII secolo), anche da lui donato, cuni consensu et notìtia
il popolo concorreva col clero all'elezio- omnium ejusdem s.Mutinensis Ecclesiae
ni de'vescoyi, ed abbondano le memorie canonicorum, ejusdemque civitatis mi-
comprovanti quella essere stata l'elezio- lituni ac populorum. Quest'intervento e
ne canonica del vescovo, che eoa voti consenso non solo del clero, ma anche
concordi si faceva dal clero e dalla plebe, de'militi o nobili, e del popolo a'gravi af-
cioè dal popolo. Scrisse Gregorio I del
s. fari della città, non è lieve indizio, che
590 , ad Arsicino duci (o governatore anco allora il popolo godesse qualche au-
della città), clero^ ordini j et plebi civita- torità e ritenesse alcuna forma di Co»
iis Ariininensisy afliuché eleggessero per munita (^.). Per comun consenso deaeri»
loro vescovo il più degno. ìNel medesi- liei, appoggiali all'aulonlà dell'8.° goq-
t
264 VE S VES
cillo generale fatto celebrare in Costan- mollo stare si turberà gravemente la pa-
tinopoli da Papa Adriano II nell'BGg, il ce della mentovata chiesa, se (juelli non
popolo ossia laici già erano stali esclusi
ì potranno impetrare l'assenso della vo-
da qualsiasi volo nell'elezione de' vesco- stra pietà all'elezione dell'illustre mae-
vi. Dichiara un capo del testo canonico, stro Alberico, nel quale sono convenuti
nulla l'elezione de' vescovi fatta da'cano- con voli comuni, tutto il clero e tutto il
nicì insieme coMaici, non ostante la con- popolo. Sopra il qual negozio, se si cer-
suetudine in contrario, che piuttosto dir ca e cura il nostro parere, noi sappiamo
dovrebbesi corruttela, col cap. Massana ch'egli è stato finora di santa fede e dot-
56 de Elect. In appresso, oltre i laici se- trina , ed è nelle cose divine ed umane
parati, intervennero anche i monaci, a' prudente, e speriamo, che sarà vasinho-
quali si die' il diritto di creare i loro ab- norein nella casa di Dio (se la M. S. l'ha
bati, lasciando la scelta de'vescovi a'soli eletto) e che giovevole fìa non pure a
canonici delle cattedrali, come vado a di- quella, ma a tutta la chiesa francese
**.
re. Qualora non si procedeva dal clero e E conclude, Ves trae jaindiscretionis est
popolo all' elezione, il Papa provvedeva judicare^ an merito fla ^itcliir a vohis
colla sua autorità e incessante sollecitu- facienda dispensalio^ unde talis possi
dine per tutte le chiese. Trovo negli An- sperare recompensalio. Dalle quali cose
Baronio più esempi, come del già
/zrt/idel si comprende, che la nomina e l'elezione
ricordato s. Gregorio I, anche per altri de' vescovi non si considerava d'alcun mo-
vescovati non rammenta li di sopra. Anzi mento, dove il Pontefice Romano non da-
i sagri canoni proibivano di lasciar vaca- va l'assenso suo. Infatti nel descrivere a'
re più di 3 mesi un vescovato o un'ab- rispettivi vescovati le serie de' vescovi, non
bazia, il che confermò il concilio genera- solamentedico delle poslulcizioni falle da'
le di Laterano IV. E viceversa. Papa Bo« capitoli al Papa per la confertna dell'e-
nifacio III del 607 in un concilio di Ro- letto, ma anco le ricusate per difetto di
ma, con Tiutervento di 72 vescovi, or- elezione concorde, o perchè l'eletto noQ
dinò che non si convenisse per l'elezione veramente idoneo; quindi sostituzione
del vescovo, se non passati 3 giorni do- d'altro vescovo nominato dal Papa. Pri-
po la morte del predecessore. Più volle ma del Cancelliere di s. Chiesa il Sa- ^
negli antichi secoli furono pregati i Papi cellario della s. Sede[P^.)ave3 parte nel-
ad eleggere vescovi, e ad approvare gli
i l'ordinazione de'vescovi, e nel medesimo
eletti canonicamente come si trae dal , articolo rilevai la diligenza usata da' Pa-
citalo Baronio, che all'anno 1 29 riporta i pi per esaminare le qualità degli eletti.
la lettera di Bernardo scritta ad Ai-
s. Ilp.Chardou, Storia de' SagramentiyCon
merico cancelliere di Papa Onorio II, per qualche diffusione tratta nel t. 3, lib. i,
avere Enrico vescovo di Verdun, caccia- cap. 6: Della promozione edelezione de*
to dal suo vescovato, invaso quello di Cha • vescovi^ primieramente ne' Fa FI primi
lons. » Dicono che appo voi più vale la secoli poi fino alfinir dell'XI,eappreS'
j
preghiera del povero, che il volto del pò- so fino a questi ultimi tempi. Essendo uà
lente.La qual santa opinione dell'ampiez- trattato quasi completo, lo spigole» ò, sen-
za vostra fa ch'io sia ardito di parlarvi, za ripetere il già detto, tranne cose in-
e aiassimamente di ciò che la carità ri- trinseche per chiarire l'argomeolo. Il ve-
chiede e rammenta , dico intorno alla scovato è la pienezza del sacerdozio, la
chiesa Catalaunense, ilcui pericolo, quan- sorgente dell'ecclesiastica podeslàjsi man-
to iu me ne posso, né debbo dissimu-
è, tenne meglio questa dignità , da quella
lare. Noi che vicini siamo, veggiamo il del sacerdozio, perchè s'ebbe più di ri-
sopraslaale male, e senliaiuo, che senza guardo di Dou ordinar vescovi , se doq
VES VE S 265
per chiese Tacanti. Detto dell'origine da veano la maggior parte nell'elezioni, an-
Gesù Cristo, la tradizione riferire, che i zi eglino propriamente dovevano dirsi gli
vescovi furono scelli da altri vescovi pro- elettori; il richiedersi l'assenso del clero
vinciali , recatisi sul luogo della chiesa e i desiderii del popolo, facevasi per uoii
vacata, concorrendovi il clero e il popolo dar loro un vescovo mal veduto, come
della chiesa vacante, per non dar loro un dice s. Celestino 1 Papa. Per altro la scel-
pastore sconosciuto o disaggradevole; a- la a' vescovi apparteneva, di maniera che
o qualche illustre Confessore nel tempo di ricusarlo. In tali occasioni, dice s. Ce-
deHe persecuzioni. Subilo dopo l'elezione lestino I, scrivendo a' vescovi di Puglia e
ì vescovi I' ordinavano coli' imposizione Calabria, bisogna istruire il popolo, non
delle roani, coll'orazìone, il digiuno. Via- seguirlo, e renderlo avvertito di ciò ch'è
Ironizzavano nella sua Sedia, ed egli co- lecito, e di ciò che non lo è, né dobbiamo
minciava subito le suefunzioni. Dopo Co- noi consentire a quello che non è con-
stantino I, aumentato il popolo cristia- veniente. Morto il vescovo, era costume
no, s'ebbe riguardo a'sulfragi de' nobili, che il clero scriveva a' vescovi della pro-
de'magistrati, de'monaci, nja sopra tut- vincia per procedere all'elezione. L' im-
to fu considerato il giudizio del clero. potente a recarvisi, scrìveva al clero, ai
il clero e popolo del territorio e città vi- il popolo, come fece il summentovato s.
cine delia diocesi. Anche nell' Oriente si Gregorio vescovo di Nazianzoa favore dì
osservava la stessa disciplina: Stefano ve- s. Basilio. M Se questo mio suffragio vi
scovo d'Efeso, nel 4^^ disse nel concilio piace, come giusto e derivato da Dio, io
di Calcedonia, per provare la sua elezio- sono presente spiritualmente in Cesarea,
necanonicatM Quaranta vescovi dell'Asia ed ho già imposte le mani. Ma se pensa-
mi ordinarono col suffragio de'clarissimi te diversamente, se giudicate per cabale
(cos'i chiamavansi da Tdjerio in poi i ed interessi di Simiglia, se il tumulto pre-
magnati, le famiglie senatorie,! consoli, vale alle regole, fate quel che vi piace, io
delle Provincie, tiaune quel di Dalmazia mori Gesù Cristo. L'occhio è la lucerna
detto perfecdssinius, i conti di 2." ordi- del corpo: il vescovo è la lucerna della
ni, i consolari), de* principali (o nobili e Chiesa. Sia dunque permesso anche a-
magistrali), del venerabile clero, e di tut- gl'infìmi liberamente parlare." Per gli
ta la città". Papa s. Leone I, per la cui attentati degli eretici, la chiesa di Cesa-
autorità fu adunato quel IV concilio gene- rea si trovò in pericolo ,
pe'loro brogli.
tropolilaai co' vescovi coinproviaciali a- Neil* Africa usa vasi, al fluir del IV se-
26G V E S
colo, per impedir le dissensioni e procu- esaminar Telelto con diligenza sui co*
lar un'elezione canonica, mandar nelle stumi e la dottrina, li [^° concilio di Car-
chiese vacanti un vescovo de* più vicini tagine, composto di 2 14 vescovi di som-
per disporre popolo e il clero a eleg-
il mo merito, ci lasciò il seguente modello
gere persona degna, e per raffrenar gli di quest'esame.'» Si cercherà primamen-
ambiziosi. Questo vescovo reggeva la te se colui, che dev'esser ordinalo vesco-
chiesa in ten)po di sede vacante, e cliia- vo, sia prudente, moderalo, casto, sobrio ;
luavasi Intcvcessor^ non già perchè do- s'è attento alle sue incombenze, s'è mi-
vesse impetrar alcuna grazia, ma perchè sericordioso, istruito nella divina legge ,
servalo le formule de'decreli di elezione. sciavano correre con intera libertà l' os-
Assicurali i vescovi di sua canonicità e servanza de'canonijcsolo per Roma s'in-
dei buon fine dell'eiezione, rimaneva ad trusero di prepotenza uell' Elcziout dti
3 ,
chiese, e alcun'allie cui essi provvedeva- ver perciò risoluto col consiglio de' vesco-
no da per lutlo serbavasi la de-
di rado, vi e de'grandi di dargli il tale per suc-
scrilla forma d' elezione. La chiesa di cessore, ordinandogli di consagrarlo, co-
Lione^ la più illustre delle Gallie, aveva gli altri vescovi a'quali avea manifestato
in ciò un costume suo proprio , oh' era egual volere. è una lettera, che
Il 2.**
si alle ricerche, onde il popolo e il clero qualche modo la scelta e l'assenso del
dopo un triduano digiuno vi mandò l'ar- popolo, onde concordare col disposto dai
cidiacono della chiesa con altre persone conciliidi E^arigi del 55^ e del 61 5, cioè
per trarlo di là e condurlo a Lione, ove che non si che ai
ordini alcun vescovo
unanimemente fu ricevuto per vescovo. cittadini non piaccia, ma quello che il
Anche Ravenna avea anticamente pro- il clero e il popolo avrà domandato con pie-
digioso favore, che i suoi vescovi fossero nissima volontà; né alcuno se ne ordini
dal cielo indicati a mezzo d'una colom- per comando del principe, contro la vo-
ba , onde un suo sinodo prescrisse nel lontà del metropolitano e de' vescovi
1 1 1 che di tali ss. Vescovi se ne faces- comprovinciali. Pare che lo statuitoda'si-
se parlJcolar festa in tutta 1' arcidiocesi. nodi parigini venisse mal osservato, poi-
Quando i barbari dal settentrione si spcir- ché i detti re franchi disposero a piacere
sero nell'impero d'Occidente e vi forma- de' vescovati de' loro regni seguendo la ,
rono sullesue rovine diverse monarchie, maggior parte di tali elezioni con regia
i principi che le dominarono, in seguito autorità giusta le formole di Marcolfo. Il
raddolciti ne' costumi e illuminati dalle p. Chardon ne produce le testimonian-
verità cattoliche , abbandonata l' idola- ze, JNon erano isoli re franchi ch'erausi
per gelosia crebbe talmente la loro in- cilii 1 2.° e 1 4''' di Toledo. Il re esponeva
trusione, che se ne resero dispotici, quan- la sua nomina al concilio, e questo esa-
tunque facessero continuare l' esteriori njinava l'idoneità del soggetto ne'costu-
precedenti forme , mentre in fatti si fa- mi e nella dottrina, e se tale la confer-
cevano a lor talento iu persone che sti- mava. L'imperatore Lodovico 1 il Pio ri-
mavano fedeli ad essi, o per lo meno vo- nunziò a tal preteso privilegio nell' 816,
levano darvi il loro consenso. Così pure nel parlamento o concilio d' Altigny, re-
praticarono i re hauchi della i.^ stirpe e stituendo r intera libertà dovuta alla
que' del principio della 2.* Si hanno da Chiesa, di cui era stata spogliata dalla
Marcolfo le formole colle quali i re pro- potenza secolare de'barbari, acciò il clero
curavano il vescovato a chi loro piaceva, e il popolo scegliessero il proprio pasto-
e si compongono di 3 atti. Il i." è l'or- re, lo virtù di tal pia e giusta reintegra-
dine o prtcelio , come chiamavasi , col zione, ritornarono le cose all'antica for-
sostanza nulla facevasi tl'im porta n le sen- della sua promozione agli ordmi e de'suoi
za informarne il re (dunque all' autore impieghi, per iscoprire se v'era taccia di
francese sembra restituita la libertà del- irregolarità. Esaminavalo inoltre della
l'elezione, ina per quanto pure mi resta sua dottrina, e gli faceva fare la ProfeS'
con lui a riferire, non pare, se non in par- sione difede, anche in iscritto. Se 1* ele-
te, non essendosi osservato il decreto). Ciò zione si trovava canonica e l'eletto capa-
ricavasi puredall'antica seguente formo- ce, si stabiliva il giorno della sua consa-
la della promozione de'vescovi,ch*è nel- grazione. In caso diverso, il concilio l'an-
la collezione de' concilii delle Gallie. Su- nullava, ed eleggeva un altro vescovo.
bilo dopo la morte d'un vescovo, il cle- Seguiva poi la coiisagrazione, la quale
ro ed il popolo mandava deputali al se SI faceva altrove, che nella chiesa va-
metropolitano per avvisarlo. Il metropo- cante, il metropolitano spediva sue let-
litano lo portava a cognizione del re, e le^e^perchè fosse ricevuto il novello ve-
d'ordine suo nominava un vescovo del- scovo. Si avvisava il re di tutti gli atti
la provincia per visitatore, come l'antico più importanti, principalmente dell' ele-
Jntercessor di sopra accennalo. Scriveva zione e conferma, poiché egli avea sem-
a questo vescovo, e lo mandava nella pre il jus di escludere quelli che non gli
chiesa vacante per accelerare la elezione piacevano. Tali erano l'elezioni de* ve-
e presiedervi, acciò i canoni fossero osser- scovi nel IX secolo sino alla finedell'XF,
vali. Nello slesso tempo il metropolitano Francia cli'è di qua
in quella parte della
mandava popolo un' ampia
al clero e al dal Reno, e dove dopo Lodovico I re- ,
istruzione della maniera di far T elezio- gnarono Carlo il Calvo e suoi discen- i
ne, perchè fosse canonica. Arrivato il vi- denti. Ma sembra che non durasse molto
sitatore, radunava il clero e il popolo; fa- tal modo d'elezione nell'altre parti del-
ceva leggere i passi di s. Paolo, e i cano- l'impero de' franchi dopo la mentovata
ni, che indicano le qualità d' un vescovo ,
concessione di Lodovico I, perchè Lota-
e il modo d'eleggerlo ; indi esortava cia- rio 1 suo figlio e successore clisposede've-
scun ordine di persone alla loro osser- scovati d' Italia con assoluta autorità e
vanza, cioè i sacerdoti, i chierici, le vergi- prepotenza, come apparisce deplorabil-
ni, le vedove, i monaci e i laici. Non i soli mente da quanto scrisse a lui ed a Lo-
canonici e chierici della città, ma i chie- dovico li suo figlio , Papa s. Leone IV
rici eziandio di campagna venivano in- deir847, acciò non si opponesse all' ele-
vitati. Si digiunava, e si facevano pubbli- zioni de'vescovi fatte dalla s. Sede. Il di-
che orazioni ed elemosine per 3 giorni, ploma di Lodovico I il Pio , circa la li-
tutti i vescovi della provincia per esa- religiosissimi, non lasciarono alla Chiesa
minar l'elezione in certo giorno e in cer- tanta libertà nell'elezioni, poiché da mol-
to luogo, ch'era d'ordinario la chiesa va- ti fatti apparisce che si attribuivano una
cante. Tutti i vescovi dovevano con- somma autorità, e disponevano quasi a
corrervi , e se legittimamente impediti lor talento de' vescovati vacanti. Anche i
clesiastica, inceppata anche neW Elezio- menle, ambi persecutori della Chiesa ,
ne e Consag razione del Papa^ da diversi perciò deposti e scomunicali da più Pa-
di quegli stessi imperatori che il p. Char- pi. Alquanto imbevuto il p. Chardon da
don, come ho poc* anzi ripetuto con lui, priucipii gallicani e di storici ligi alleu-
loda per aver dato le investiture con surpazioni laicali, si fa pure adire:» Le
molla religione, mentre esse furono sem- passioni v'ebbero la loro parte, e si con-
pre aperte usurpazioni de' diritti della trastò lungo tempo senza sapersi il giu-
Chiesa, la quale per le deploiabili circo- sto motivo della dissensione { !! ). Tutto
stanze de' tempi le tollerò, e poi ripetu- era equivoci, e questi combattimenti fu-
tamente riprovò e anatematizzò,massime nesti erano simili a colpi vibrali nel buio
cominciando da Papa Nicolò II e Ales- di notte Oi>cura (altri scrittori imparziali
sandro II, il cui successore magnanimo e non videro buio ma chiaro, ci manife-
intrepido s. Gregorio FU
(F.), corag- starono e riprovarono i motivi della dis-
giosamente e con petto di bronzo perven- sensione e chiarirono la pretesa oscurità,
uè a restituire alla Chiesa la libertà tol- e da ultimo due dottissimi eterodossi,
270 VE S VE S
Volgili e Uui'ter, quesl'uUimo premialo il santo nel riceverlo pose la mano sopra
da Dio col renderlo fervente caltolico)". quella del re, dicendogli che non da lui,
V'ebbero nondimeno de'Sanli, che sep- ma da Dio riceveva l'abbaziale dignità;
pero mantenersi imparziali fra tante di- ma il re avea circa 9 anni. In Inghilterra
sero alla prepotenza imperiale con eter- I, e ricusò consagrare i vescovi a cui Tavea
na gloria del loro nome ) e tra gli altri , conferite; e tanto fu fermo nel condan*
s. Ottone vescovo di Bamberga. Egli pri- narle^ che il re infine rinunciò al prete-
ma d'esser vescovo, era stato custode dei so diritto. Lodovico Agnello Anastasio ,
pastorali e degli anelli delle chiese va- nella Storia degli Antipapi, cap.i i, die*
canti, che dopo la morte del prelato, ve- il seguente saggio dell'investiture eccle-
scovo o abbate, si consegnavano all' im- siastiche. Per queste intendevansi i beni
peratore. Egli accettò bensì 1* investitura temporali donati da'fedeli alle Chiese sin
ecclesiastica dall'imperatore Enrico IV, da'primi tempi , e di essi investivansi i
no messo il bavaglio alla Chiesa erano , che i vescovi egli abbati della Germania
variamente illuminati circa il punto del- orientale e occidentale ricevessero dagli
l'investiture ecclesiastiche, poiché s. A- imperatori, prima d'essere consagrati, il
colo e al principio del XII. Ma al comin- talvolta minor equità di quella de'sinodi,
ciar del seguente era talmente stabilito così furono frequenti le appellazioni alla
tal jus ne' capitoli delle cattedrali, che i s. Sede; anzi più volte vescovi eletti sii
Tolla divisi in partiti ciascuno elesse il Papa del 9 3, si vede che il Presbiterio
vescovo. II Papa o rigettava gli eletti e eleggeva il vescovo, ch'esser doveva uno
provvedeva egli, ovvero tra essi ne sceglie- di quella chiesa, e non eranvi che pre- i
va uno; provvedeva ancora, se nella po- ti e diaconi cattedrali; e che laici non i
sco nelle serie de'vescovi, ossia nelle de- monianza che col clero dava a quella
scrizioni de' vescovati. Imperocché, era chiesa di colui che bramavano per ve-
manifesto che molte elezioni de' capitoli scovo, avuta la quale i vescovi compro-
si facevano per impegno e simonia, spe- vinciali procedevano all'elezione e consa-
cialmente ove i vescovi aveono giurisdi- grazione, la quale volevano fosse accetta
zione temporale e sovrane /?^'g<7 //e (/^.). all' universalità; e nella 2.^ Epist. attri-
Inoltre sovente i pri ncipi, anche signorot- buita a s. Anacleto Papa del io3, si po-
vo, ma solo per diritto ricevuto dalla s. sempre dipenduto e dipende il dare ve- i
Sede, ne viene, che quella parte somma e scovi a tutte le sedi, in quel modo che i
quasi totale che aveva metropolitano il Papi crederanno opportuno Avverte '*.
Papa,che poteva ora lasciare che istituis- l'elezione de'vescovi, e chi erano gli elet-
sero i vescovi, ed ora assumerne da sé o tori, che i protestanti hanno attribuita
l'elezione, o la conoscenza dell* elezione. l'antica elezione al solo popolo, con erro-
3° Che di fatto lutti i vescovati d' Occi- re manifesto (anco pel fin qui riferito) ;
dente sono istituiti dalla Sede Romana. ed i giansenisti al solo clero e popolo del-
Ora chi ha messi i vescovati, può anche la chiesa vacante,ed anche alla gente e
fissar delle leggi per la successione dei clero di campagna, non escludendone i
vescovi, poiché é dogma semper apostoli- vescovi comprovinciali con parole mani-
cae Catlieclrae vignit Princìpatus, come feste, ma in modo equivalente. Alcuni
dice s. Agostino. 4-° Che s. Pietro fondò cattolici hanno attribuito lutto a'vesco-
i patriarcali di Antiochia e di Alessan- vi comprovinciali e al metropolitano. Egli
dria (a suo luogo dissi, che Gerusalem- dice quindi: nel senso di nomina e pre-
me lo fu poi per onore della santa cit- sentazione hanno torto ; come hanno ra-
tà), e poscia il successore di s. Pietro per- gione nel senso d' istituzione canonica,
mise il patriarcato di Costantinopoli, per che é quella sola che forma l* eletto ve-
cui come dice s. Leone \fniincjitani nisi ro, e alto alla cousagrazione. Tutto passa
jKr ipsum Petriim dedit quidquid aliis a provare con una bella esposizione stori-
fiori negavit. 5° Che ognuno sa la depo- ca di monumenti, che recano grandissi-
sizione de'vescovi riservata al Papa; e mo lume suli' argomento , e variazioni
oltre i giudizi canonici de' concilii pro- della disciplina ecclesiastica. We' primi
vinciali su di ciò, ne'quali davasi l'ùppel- secoli dunque della Chiesa , ad onta
lazione alla s. Sede, abbiamo cento esem- che popolo chiedesse, volesse, schia-
il
scrive Pelagio I Papa del 555 al patrizio chi voleva. Ma anche vescovi e il metro- i
ue de'vescovi, non vieue che non avesse del popolo, ed voli del clero,quaudo non
i
VOL. xcv. 18
274 ^^ E S V ES
avessero aTUla cosa in contrario. »* Quel- scovi eleggevano presente il popolo, ed in
la del clero e del popolo della chiesa ca- seguito la plebe ardita cominciò a mi-
cante, cliianjatela postulazione o presen- schiarsi nella nomina : ì Papi sempre so-
tazione^ è sempre vero che se vescovi ì stennero l'antica maniera d'eleggere i ve-
]a rifiutavano, non vi era elezione^ molto scovi. Propriamente la presenlazione, egli
meno istituzione canonica. Se in certi ca- soggiunge, non apparteneva alla plebe,
si vescovi si fossero trovali divisi, il mag-
i sibbene a' nobili o consiglio municipale,
gior numero de'Ioro voti decideva. Sup- ossia alla magistratura, come rilevasi da*
poniamo il caso del rifiuto, il popolo e monumenti che offre, eziandio della chie-
clero avrebbe ricorso, se si fosse creduto sa d'Oriente: il sufhagio del popolo non
gravato, al primate, al concilio; ma l'isti- era uà giudicato, e l' elezione era de' ve-
tuzione sarebbe anche così sempre venu- scovi, che giudicavano con ammettere o ri-
loro vescovo; talora fu loro concesso per vescovi tanti voti quanti essi erano, perchè
privilegio, ma in seguito si giudicò che ciò essi approvavano o rigettavano il presen-
apparteneva al solo capitolo cattedrale. tato. Anzi talvolta ne' concilii furono de-
Qualche anomalia non fa legge, sia del posti vescovi e arcivescovi, quindi eletti
compromesso, sia la prescrizione che i i successori, senza sentire alcuno del cle-
"Vescovi della provincia nominassero 3 sog- ro e popolo della chiesa cui appartene-
getti per un vescovato vacante, acciò i vano. Keplica e con prove dimostra War-
chierici e 1 citladini ne scegliessero uno; di: la moltitudine non eleggeva, ma la
imperocché tali anomalie dianietralmen- somma della cosa, o sia la decisione vera
te opposte,confern»ano che l'elezione vera e definitiva era de* vescovi ; come pure
o istituzione canonica apparteneva a' ve- si vede ne'canoni dati da Papa Adriano
scovi, non al clero e popolo. Tali anoma- 1 a Carlo Magno, ne'quali espressamente
lie per certi casi furono parziali^ ne ra- si dice, che i vescovi si facciano col solo
dicarono; così l'altra irregolarità, che il giudizio del metropolitano esulfraganei,
clero è popolo scegliesse due o tre, li pre- noiijudiciGmulliludinis. E natura della
sentasse al metropolitano e comprovin- cosa ,che ninno può da re quello che non ha:
ciali, onde se ne cavasse uno^fci sorte. E isoli vescovi sonò al regime dellaChiesa, ed
siccome anche in Oi ienle il clero e il pò- essi soli quindi regolavano una cosa tanto
sola autorità apostolica e vescovile. Nel- pi non si mischiavano affatto nell' ele-
r elezione, per clero, dichiara Nardi, in- zioni de'vescovi; in progresso raccoman-
tendevasi il cattedrale, o sia il presbiterio davano e talora non volevano frustranea
antico e poi il capitolo; e ciberà la par- la raccomandazione, ed in ciò influiva il
te passiva de'canonici, cioè che uno sol- clero palatino che importunava i sovra-
tanto di loro eleggevasi comunemente ia ni, come in Francia cappellani regi del* i
vescovo; indi passa a svolgere la parte ti arcicappellani, il capo de' quali per lo
attiva, cioè la loro influenza nell'elezio- più era vescovo o arcivescovo, i quali
ne, non già per uso, ma per prescrizione cercavano di avere delle dignità ne' ca-
de' canoni. Se adunque voli altrui per i pitoli e de'vescovati furono : in principio
la presentazione non erano concordi, ba- nominati a quelli di cui erano nativi,
stava l'unanime volere del capitolo. I ca- e poi anche ad altri. Cosi cominciò uà
nonici erano quelli che avevano diritto abuso che presto divenne funesto. Osser-
di opporsi, e rifiutare chi si fosse nomi- va però il Nardi, che s. Zaccaria Papa
nato ed eletto vescovo, che non fosse sta- del 74' > e<^ "" concilio di Francia, col-
lo uno di loro, quando vi fosse stato ido- r intervento di s. Bonifacio legato apo-
neo ;
poiché s. Celestino I ordinò » che si stolico della s. Sede, diedero a Pipino re
eleggesse uno de' chierici della maggior de' franchi la podestà di nominare a* ve-
chiesa della città (che Nardi spiega per scovati i cappellani palatini (anzi pare
canonici), perchè debbono essi ricevere la che al suo fjglio Carlo Magno altret-
mercede della loro milizia in quella chie- tanto concedessero Adriano I o s. Leo-
sa, ove passati per tulli i gradi, hanno ne III : si tenga presente su questo pun-
consumalo la loro vita. Non è giusto, che to il § V di Vescovato) ; quindi a tale pri-
uno straniero gli rapisca la mercede". Per vilegio si aggiunse che
popo- il clero e
accelerare l'elezione del vescovo di Mda- lo di qualche chiesa domandò al re al-
no, s. Gregorio I scrisse soltanto a' Pre- cun suo cappellano per vescovo, per cui
sbyteris^ Diaconis et Cleroj e Giovanni fecedirea Incmaro,aFloroe ad altri scrit-
Vili invitò medesimi ad eleggere il più
i tori, che re de' franchi usarono nominare,
i
senso alla presentazione del clero e popo- dalla Chiesa ; ma ben pretendono di ave-
lo ; e siccome nella Spagna si faceva al- re il medesimo diritto come concesso lo-
trettanto da' re visigoti, si opposero vari ro dalla s. Sede. In tal modo i re fran-
coucilii, il simile fecero diversi di Fraa- chi sempre più s' iotromisero nell' eie-
5
fosse rifiutato. 1 metropolitani pure Iro- mezzo de' suoi magistrati, altrimenti sa-
vavansi alle strette. S. Gregorio Vii tuo- rebbe stata una vera confusione, per cui
nava, minacciava, puniva, (piando si al- i Papi scrivevano al clero e al magistra-
teravano i canoni, che il vescovo sia elet- to; ed al presente nell'istituzione canoni-
to da* canonici; e tutta la Chiesa sareb- ca d* un vescovo, il Papa scrive al clero,
J)e stala capovolta, senza questo intrepi- cioè al capitolo, ed al popolo, cioè al ma-
do Papa; ed i sovrani avrebbero con- gistrato, dandone loro parte. Proceden-
vertilo in tirannia la loro podestà anche dosi poi dal capitolo all' elezione, questa
sul popolo. Eppure non vi è staio Papa facevasi in chiesa, e talvolta nella sala ca-
tanto mallrallato quanto s. Gregorio pitolare. In chiesa il magistrato, che già
'*.
"VII Verso il I I 20, durante la verten- avea esplorato i voleri del popolo, e il
za dell' investiture, gravi disturbi susci- capitolo, ciascuno occupava il suo posto,
tò r elezione d* Alessandro in vescovo di nel resto del tempio intervenendovi il po-
Liegi, perchè eletto dall' imperatore En- polo : terminate le preci, il magistrato e
rico V invito capì lido Leodiensi. Nel il capitolo si ritiravano nelle stanze ca-
II 27 il Gerardo legato aposto-
cardinal pitolari per trattarvi con libertà la nomi-
Wurlzburg, onde
lico scrisse al capitolodi na del vescovo, e ciò seguiva con decoro
procedesise all'elezione del nuovo suo ve- per la presenza del vescovo inlerventore o
scovo. Nel I i36 anche in Oriente e pre* intercessore o visitatore, e talvolta i capi-
cisamenle in Palestina, allora occupata toli vi a mmisero gli abbati per onore e con-
da' Ialini crocesignali, i canonici elegge- siglio. Eseguita l'elezione, il capitolo ac-
vano il vescovo. Ormai numerosi sono i compagnava l'eletto alla città metropoli-
documenti, comprovanti che canonici i tana per Iaconsagrazione,previoresa!nee
eleggevano vescovi nei secoli XII e XI li,
i il digiuno. L'arcivescovo consultava i suf-
rende la ragione, cioè perchè il canone 4 pure intrusi, queste tumultuarie scene fu-
dell'altro concilio generale di Nicea I del rono la causa, che privatasi talora la cit-
ZiS, vuole che sia fatta da'vescovi e con- tà del diritto di presentazione per casti-
fermata dal metropolitano. Wel n. 56 de' go, finalmente s' introdusse la disciplina
decreti di Gregorio IX del 1227, vedesi che i capitoli eleggessero i vescovi senza
che laici non potevano intromettersi co*
i più consultare il popolo, i quali eletti e po-
canonici nell' elezione del vescovo. Se vi stulati alla s. Sed^y non potevano consa-
fosse anche consuetudine, egli la chiama grarsi senza la conferma pontificia, e tal-
abuso e corruttela, e la vieta. In conclu- volta il Papa li rifiutava, ed altri eleg-
sione, anticamente il popolo mostrava il geva come dissi di sopra. Ne ragionai
suo desiderio, ed anche chiedeva per niez- pure, come delle pontificie riserve di cui
VES VES 277
vado a parlare, con quanto altro riguar- lo d'eleggersi il vescovo, riservando a sé ed
da le discorse elezioni, ne' §§ II! e V di a' suoi successori laloro nomina, cioè
Vescovato, riportando nel 3.° ditali §§ prima di quelli di buona parie delle prò-
una forinola di postulazione de' capitoli. vincie ecclesiastiche d'Italia, poscia estese
Se vi sarà tfualche lieve ripetizione, esse anche alle altre; altre riserve fece il suc-
sono ifulispensabili nel trattare argomen- cessore Benedetto XII, e Clemente VI si
ti die liJinno tra loro tanta analogia, e riservò i vescovati delle due Sicilie, la
per la relativa intelligenza dovendosi rife- proposito delle conferme e delle nomine
ri re diverse testimonianze e particolari- de* vescovi, il Zaccaria, nell' Aiili-Feb'
tà. — Passala T elezione de' vescovi di broniOi ripete col p. Bianchi, Dell'este-
diritto a' capitoli delle cattedrali nel se- riore polizia della Chiesa. >* Quando i
colo XII (in principio essendosi attribui- Papi riservarono alla loro autorità la di-
vollero couferuiure 1' eiezioni, senza il servedoviilegli come a capo della Chiesa,
concorso de' suffraganei), come sostiene o ecclesiastico se di quelle s'intende, che
Wan-Espen, Jus eccL, pari. i, tit.i3,c. gli potesse competere come a patriarca
rono i Papi a fare delle Riserve n pò sto- che pensassero al bene della Chiesa, ma
lidie parziali e anche generali tempora- col loro spirito di partito ne aggravavano
nee e locali, come de'vescovi defunti pres- le divisioni funeste? Ma la cosa è oggi-
so la curia romana, ossia ove risiedeva il mai posta lume, che di maggior
in colai
Papa. Finalmente, dopo il trasferimento illustrazione non abbisogna ". Sulle ri-
della residenza poulificia inAvignone,ope- serve pontificie nella collazione de' vesco-
rato da Clemente V, che ad esempio del vati e altri benefizi ecclesiastici, ecco, di-
predecessore DenedettoXI fece riserve de* ce il Zaccaria, quanto insegnò rAlliacea-
vescovati, il successore iramediatoGiovan- se, uno degli autori favoriti di Febbro-
niXXIl, vedendo l'Italia lacerata e divisa nio, in un opuscolo letto e pubblicato nel
da guerreefazioni^privò i capitoli deldirit- famoso coQciliu di Costanza ael i4i^«
278 VES VES
» li Papa a ragione ha potuto a se e all'A- fluenza del laico potere. Ma il restringe-
postolica Sede riservare le ordinazioni re questo diritto è tutto effetto della di
delle maggiori ed elellivedignilà, e le col- lui condiscendenza e liberalità. Tale è
lazioni degli altri benefìzi, poiché per anti- pure la modificazione e condonazione del-
chissimo diritto a lui appaitene vano. Que- VAnnate^ quali egli esige col più giusto
ste hanno potuto competere al Papa non titolo, e che non servono soltanto alle
solo per uuiversal diritto della pontifìcia spese dell'universal governo della crislia-
amministrazione, ma ancora per ispecial uità, ma per conservar la memoria del-
cagione, cioè per ragione della materia l'origine delle chiese minori, per rimu-
soggetta, abusandosi gl'inferiori nelle lo- nerare i n»eritevoli, per sollevare pove-i
ro elezioni, ei collatori ordinari nelle col- ri, per sovvenire ancora i medesimi prin-
lazioni de* benefìzi, e spesso avvenendo, cipi ne' loro bisogni". Il p. Cliardon an-
che a questi dalla laicale potenza non fos- cora parla delle riserve di tutte le chiese
se permesso di liberamente usare del lo- cattedrali, allorché fossero vacate, fatta
ro gius, o per altra ragione". Due dun- da Giovanni XXII in Avìgnone^eìe chia-
que sono le ragioni, secondo il cardinal ma abolizione dell* elezioni, alle quali si
d'AylIj o Alliacense, onde il Papa può ri- volle supplire col parere de' cardinali ra-
servarsi le collazioni de'benefìzi. La i/è dunati ioconcistoroeben informati. Quin-
l'univer.sal sua primazia sulla Chiesa, pri- di icapiloli, rileva il Nardi, elessero sino
mazìa per la quale le Chiese tutte del al XIV vescovi, ed alcuni sino al
secolo i
mondo sono di lui,comescrive S.Tomma- secolo XV, come in Riniini nel i45o
so, non come padrone e possessore, ma benché nello stato pontificio, lasciandosi
come principal dispensalore ; l'altra l'au- da' Papi l'elezione a molti capitoli de've-
torità di rimediare agli abusi e a' disor- Germania (pel concordaioGer-
scovali di
dini, che dagT inferiori o per malìzia o manico con Nicolò V, per altri vescovati
per impotenza di resistere alia forza de* nominando i sovrani per indulti della s.
de, e la dipendenza da lei delle chiese fi- anche in quell'articolo. Per l'autorità de*
liali, come altre volte ha giovato a ri- Concordali^ conclusi da'Papi co'sovrani
muovere gì' invalsi abusi, ed a liberare e repubbliche, furouo concesse a questi
gli ordiuarii collatori dalla perniciosa iu« le nomine regie^ discorse nel citalo § V
VES VES 279
dì Vescovato, cominciantlo dalle più ari» ed ì sovrani nominano; la Chiesa elegge.
tiche concessioni per la Spagna; e nel Le proibizioni adunque degli antichi ca-
voi. XV, p. 220 6 23 I, dicendo del-
2 ig, noni, e delle autorità che vedonsi nella
le formoiedi tali nomine sovrane, di no- dist. 63 Oninis electio, che il principe si
mino, preseti tOy supplico, raccomando, mescoli , è solo quando non gli è accor-
secondo gì' indulti e privilegi pontificii, dalo l'indulto o privilegio dalla Chiesa,
a' vescovati ed abbazie nullius,(\e[\<i quali Qualunque siasi la forma e la disciplina,
nel § Vili di dello articolo tenni propo- che neir elezione de' suoi ministri ha au-
sito, essendo gli Abbati una specie di ve- torizzata ne' vari tempi la Chiesa; il fat-
scovi, quanto alla giurisdizione ordinaria, to costante e il principio invariabile si è,
non quanto all'ordine e al caialtere, e al- che sempre ne ha disposto laChiesa stessa,
l'aulorilà di fare tutte quelle cose che ne e che a lei tocca essenzialmente a dispor-
deri va no. A vvertii ancora, che nelle provvi- ne. I bisogni e le circostanze variarono,
ste alle //o//jf«erfo /e, il Papa nel preconiz- e la Chiesa variò modo nelle sagre elezio-
2arle in concistoro non fa menzione delle ni.Per gl'indulti e pe'concordali nomi-
formole nominatione, et praesentatione, nano capitoli e sovrani, ma sempre è il
benché vi sieno nelle precedenli Proposi- Papa che solamente conferisce fresco- i
zioni concistoriali, e poi la si faccia nelle vati, alla presentazione di tali privilegia-
cedole concistoriali e nelle bolle. Non fa ti. Ceilamenle, eccettuati i vescovi nomi-
neppur menzione poi deir elezioni e po- nali in vigore de'concordati, e l'antichis-
stulazioni de' capitoli, sì per vescovi e sì sima consuetudine della Germania e di
per abbati ; però nelle Proposizioni e ne- altrove, il solo Uomano Ponlifice al pre-
gli atti mentovati la si fa. Su queste no- sente provvede lechiese vescovili vacanti o
mine osserva Nardi I sovrani presenta- : da vacare, in curia o fuor di curia, come
no al Papa candidati, per privilegio e
i appare dalla 2.^ e 3." delle Regole della
indulto loro accordato dalla s. Sede, e Cancelleria Apostolica [f'.), alle cui rin-
quindi non vi è nulla da ridire. Il princi- novazioni interviene pureil Reggente [f.)
pe presenta in luogo del clero e popolo : della medesima. In Oriente, nelT antico
il Papa elegge in luogo de' vescovi e me- diritto e nel nuovo, qualunque forma si te-
l'essere nella fatta elezione confermati. scirono inutili, come il concilio nazionale
Arrogecheioricordi avere nel voi.LKVI, da lui adunato in Pari*^i (f^.), e la desti-
p. 264 riparlato delle lettere sinodiche nazione de' vescovi nominati a Ficari
e sinodali de' vescovi e de' Papi. Que- Capitolari (F.) delle chiese loro desti-
st'ultimi, dopo la loro elezione ne scri- nate, in onta alla pontificia proibizione.
vevano, oltreché agi' imperatori, a' pa- Tutto descrissi ne' citati articoli, e negli
triarchi e a'metropolitani, anche orienta- nitriche vi hanno relazione; ed il Del-
li, per parteciparla ad essi,ed insieme ren- lorao lo fece nella Continuazione della
devano testimonianza della loro ortodos- Storia del Cristianesimo, t. 2, p. 58 e
sia e della comunione con cui erano uni- seg., c)8 e seg. — Ed eccomi a parlare
li con essi. Di sifliille epistole se ne de- sull'odierno sistema della nomina e del-
duce il principio dalla risposta di s. Ge- l' esame de' vescovi, sulle qualità che si
la scienza; delerminando pure, che ninno niti. Ed è notabile, che nell' altre dignità
fosseelelto vescovo senza essere in età ma- basta aver toccato l'anno legittimo; ma
tura, ed avere 3o anni, e nato di legilli- nel vescovo non basta aver toccato l'an-
mo matrimonio; e che nessun ecclesiastico no So.", come dichiarò Gregorio XIV
possedesse due Benefica ecclesiastici^ ar- colla bolla Oiius Apostolìcae servitutis,
gomento svolto anche nel § IV di Ve- E se vuol sapersene la ragione , rispon-
scovato, parlando del governo e ammi- de Sarnelli, col testo della legge : Non o-
uislrazioue di più vescovati. Altrettanto nuiiuni quae a PrincipihuSy ratio reddi
ordinarono Leone X nel concilio di La- potest. L'Ostiense però ^ce per con-
terano V, e così quello di Trento nella gruenza, essersi ciò fatto perchè Cristo ,
sess, y, cap. i, De Reforni. Questo stesso di cui il vescovo è vicario, nell'anno So."
concilio nella sess. ii^De Re/orni. ^ ripe- fu battezzato e predicò, ed è l'età perfet-
te, che chiunque dovrà essere ammesso ta. Ed essendo speciale ulTizio del vesco-
alle chiese cattedrali, questi non sola- vo il predicare, dev'essere in età di 3o an-
mente sia adorno di natali , di età , dì ni compiti. Tuttavolta il difetto dell' età
costumi e di vita, e di altre cose le quali non sì può opporre alla validità dell'ele-
8i ricercali© da'sagri canoni, ma costitui- zione del Papa; però si ricerca per ragio-
to anche in ordine sagro, almeno per lo ne naturale e divina, un'età tale che ab-
spazio di 6 mesi. Oltre di che sia fornito bia l'uso della ragione, perchè Cristo dis-
di tale scienza che possa soddisfare alla se a Pietro, /?rt5ce Oi'es ineas^ e l'infante
necessità dell'uflìzio , e perciò per lo in* che non ha 1' uso della ragione non può
nanzi nell'università degli studi sia slato ricevere il peso di pascere le pecorelle;
meritaujenle promosso maestro, o dot- laonde tale elezione sarebbe nulla, non-
tore, o licenziato, in sagra teologia o nel ostante la decretale Lice t de Elee t., cÌìq
diritto canonico ; che se sarà regolare ab- non toglie quest'eccezioni provenienti dal
bia un simile corredo di qualità, attesta- diritto naturale e divino ; anzi , dove si
lo da' superiori del suo ordine. Aggiun- riceve la podestà nel corpo mistico, si ri-
gerò alquante parole sull' Età {f^-) e cerca di necessità l'atto del suscipiente
sulla dottrina. In quell' articolo riportai tal cura, e così parimente l'uso della ra-
l'età competente prescritta dalTridenlino gione, come dice s. Tommaso in 4 senC.
per le dignità ecclesiastiche,e pel vescova- disi.25, q. 2, art. 2, q. 2. Trovo nel Bì-
3o anni, e non almeno 27 co-
to quella di ma, De' T^escovi d'Ivrea, che Federico
come vogliono alcuni. Si può ve-
minciati, de'conti di Front es. Martino, già canoni-
dere carduial De Luca, // FescoK'o pra-
il co della cattedrale, eletto dal capitolo a*4
tico a p. 674, dell'età richiesta per ogni luglio1264, per difetto d'età venne no-
sagro ordine dovendo esser provetta
, minato amministratore, indi a'22 settem-
quella del vescovo, almeno di 3o anni bre 1 284 (^ ordinalo vescovo, e nel 1 288
compili, e non prima: l'ordinato prima fu traslato a Ferrara. Mei § IV dell'articolo
dell'età legittima, ed anche il vescovo , Vescovato riportai un notabile numero
soggiace alla pena ecclesiastica della So- di personaggi principeschi nominati ve-
spensione {f^.y 11 Sarnelli, Lelt. eccl. t. scovi, o meglio amministratori acoadiu-
5, 5o: QuaV età deve ai'ere l'elet-
leti. lori di vescovati, in tenera età, fin di cin-
to Pnpa.^oiì è prescritta; è conveniente que anni! e ciò che si praticò pel gover-
però ch'essendo vescovo della Chiesa u- no ùclla diocesi. Ed ivi accennai dove ho
aiversdle e Vicario di Cristo, ubbia al- parlalo de'cardinalì e de' Papi, parimeati
282 VE S VES
creati In giovanile eia. Quanto a' vescovi, wicz Lysiek del circolo di Slanislau,
di
pare che l'ultimo esempio l'abbia datoPio ordinato sacerdote nel 1778, fatto arci-
Vii nel 8o5, quando propose iu concisto-
1 vescovo armeno di Leopoli neWa Gallizia
ro la coadiutoiia con futura successione nel i832, morì nel i858 d'anni io3,
dell'arcivescovato d'Olnmtz,per l'arcidu- perciò il decano di eia di tutto l'Episco-
ca Rodolfo fratello delTimperalore d'Au- pato cattolico, come leggo nel n.287 del
stria. Nell'allocuzione, presso il Ball. Giornale di Roma del i858, che a p.
Hom.cont. 870, il Papa espose
t. li, p. I 182 ne riferisce la biografia e fonerà* i
i motivi, che a ciò lo determinavano, ri- li, che gli celebrarono l'odierno arcivesco-
levò i meriti dell' imperiai prosapia, e vo Gregorio Szymonowicz, già suo coa-
que' del depiilato coadiutore, però senza diutore e vescovo di Marcopoli in parli-
titolo in partìb US ^i\Qx\ ostante la sua fre- buSy col clero di molti riti. Sebbene op-
sca eimmatura età, allegando che un s. presso dall'età, adempì quasi fino alla
Carlo Borromeo (ed eziandio alcuni Pa- morte tutti i suoi gravi doveri, e due
pi), oltre altri, erano pervenuti a tale di- giorni prima di morire assistette alla mes-
gnità in età assai giovanile, cotne il cele- sa nella cappella arcivescovile. Noterò,
bre cardinal Andrea d'Austria vescovo di che Urbano Vili decretò, che i vescovi
Costanza e Bressannone; ricordando pu- da eleggersi fossero di buona salute, on-
re quanto s. Paolo scrisse a Timoteo: iVe- de poter attendere alle necessità della
Vìo adolescentiain mani contemnat^sed chiesa, dichiarando perciò incapaci della
exeniplitm esto fidcJinni. De'vescovi che dignità vescovile que' che per comples-
governarono lungamente e vissero assai, sione guasta, o per abitudine di male, fos-
lo rilevai nelle serie che riporto negli ar- sero impotenti ad eseguire il loro mini-
licoli de'vescovati: qui solo ricorderò Si- stero; nel qual divieto vi comprese pure
moncelli vescovo di Soana^ che governò i cardinali, non dovendosi, se infermicci,
quella chiesa 60 anni (quanti ne visse nel- deputar al governo de' vescovati. Menta
la porpora il cardinal ly/mo/zce/Zi: , forse registrarsi un caso alquanto relative.
,
suo parente, certo concittadino), e mori Trovo nel Ballar. Roni. coni. t. 20, p.
nel 1596 decano de'vescovi di tutta la 34, il Gregorio X VI, iiJC^o-yi7M//i
breve di
cristianità. Lo sarà prima stato egual- JVobis tuo nomine, de' 20 febbraio 1 835,
mente Giovanni Mileti vescovo di Sois- e diretto J^ener ab ili fratri CaiAo Fontani-
sons per 72 anni, morto neh 5 14. Fran- ni di Latisana, della congregazione delia
cesco M.' de'conli Fenzi di Zara, di ^0 Missione, nato nel 1766 e fatto vescovo
anni fatto arcivescoro di Corfìi neh 779, di Concordia nel 1827, SaUueni^et A'
Iraslato nel 18 «Galla dignità à\ Patriar- postolicani Benediclioneni. Faculias e-
ca Gerusalemme in partibus, morì nel
di xercendi ninnerà episcopalia non ob-
1829 d'anni 9ie5o di vescovato, decano slante coecitate tributa Episcopo Con-
de'vescovi tutti del monilocattolico. Fran- cordiensi. Indi viene esposta la prece
cesco M.^ de'conti Gazzoli di Terni, fatto del vescovo, e la concessione del Papa.
vescovo di Città della Pieve, poi traslato « Te quam cito luminibus omnino orba-
ad Amelia , morì vescovo di Todi nel tum, ab hac Apostolica Sede veniam im-
1848 decano de'vescovi di tulio l' Epi- plorasse clericos tuae dioecesis si opus ,
scopato d'anni 89 e 54 di dignità vesco- fuerit, etiam extra tempora a jure sta-
vile. Il cardmal Ugonedela Tour d' Au* tata ad ordines promovendi, quas qui-
vergnt Lauraguais^ morì nel i85id'an- dem preces abnuere visum est, eaque
ni 84 e quasi 5o di vescovato d'Arras, che ratione, ut dubitare sis coactus lum hu-
juai virtuosamente volle permutare, de- jiisiDodi miuisterium, tum alia episcopa-
cano de'vescovi. Samuele CiiilioSlefauo- lia o(Ucia posse peragere, lamelsi bona
V ES VES 283
eorum aliquoJ luorum
fitìe presbylero- la bolla Cuni sie ut del i5?2, riferisce
luai ope obieiis. Nunc veio a Nobis po- l'abuso de'suoi tempi, cioè che molti i-
slulanclum curasti, ut poslhabilo privile- gnoranli del Diritto canonico e civile,
gio sa^cros ordiues extra praescripta tem- aspirando al grado di Dottore indebita-
pora couferendi, praevia absolulioiie prae- mente, sotlo pretesto che attendendo in
lerilo super tempore, ad lui conscientiae qualche Università di studio generale,
traiiquillilalenì, tuique giegis couimo- avessero fallo profitto e fossero iilonei ,
dum procurandum, ex Nostra indulgen- estorcevano dalla s. Seile licenza che po-
lia facollalem libi concedere velitnus, cu- tessero ricevere la laurea del dottoralo
jus vinon obslante tua caecilate ouiuia , nella romana Curia, da qualche prelato
episcopalia muoia in posleruui obeas, lun- o persona costituita in dignità ecclesia-
go usu, et assidua pioborura^fidoruujque stica; e col pretesto di tale licenza, senza
ministrantiurn opera adjufus. Nos igitur il richiesto esame, e senza le altre cose
cjuuin haec per dilectum filium >oslruin necessarie, si facevano promuovere al
Jacobus S. R. E. presbyter cardinaleui dottorato in obbrobrio della dignità, e
IMonico palriarcbaoi Venetiartim Nobii conilo lo statuito da'sagri canoni e dalle
innotuerint(era il metropolitano), tuuni leggi. Quindi provenivano molli incon-
glatum, et conditionem valde miserati ,
venienti, e il clero pieno d'ignoranti, coti
lemcjue gialara libi non modo , veruin avvilimento de'veri dotti laureali. Laon-
eliam ipsi palriarchae iN'obis carissimo, de il Papa ordinò, che in Roma potesse
ac tot nominibus de re Christiana, el ci- solo dottorare nel jus canonico e civile il
vdi opliuie merito facere cupientes, ala- collegio degli Avvocati concistoriali. Po-
cri libentique animo volis luis , cui ab scia s. Pio V colia bolla Quam visa iSe-
amplissimi cardmalis oHlcio maximum de Apostolica, óe\ i568, ri vocò tutti i
vamen referas, libi aucloritale Nostra a- ti da quelli, non godessero del privilegio
libere, et licite possis exercere ". Quanto tonotari apostolici partecipanti , conce-
alla dottrina richiesta ne' promovendi al dendo loro di poter dottorare in jus ca-
vescovato, il Sarnelli nel t. 5 scrisse nel- nonico e civile, nella Teologia e lìfedi-
la lett.g.^ Che per ottenere le dignità cina, purché assisliti da due o tre dot-
ecclesiastichCfle quali richiedano il gra- tori in ogni facoltà, per esaminare dot* i
do del dottorato , questo dee riceversi torandi, ed equivalesse il grado come ri-
in pubblica Università. Dice che in ogni cevuto dalle primarie università, ma col-
conto deve ottenersi, per la ragione, che l'eccezione praeterquam, qiioad habili»
non presume che abbia tale scienza
si
,
tatem ad Catliedrales Ecclesias, per la
chi non è pubblicamente esaminalo. Agli ragione dichiarata dal Papa , di conce-
abusi intorno a materia tanto importan- dere, Concila Tridentini decretis mini'
te alla Chiesa calla società, iPapi haimo me contrarie. E le congregazioni del
datogli opportuni rimedi. Giulio III nel- concilio e de' vescovi e regolari decreta-
284 VE S V E S
rono poi, che ad ellello tli attenere be- come si legge nel cap. FenerahlUs^ § de
nefizi e dignità ecclesiastiche nelle cat- Praehendis, E
Chiosa verbo Eininen-
la
tedrali, che per disposizione di detto con- tisy dice: Sufficit enini Praelalo^ qitod
cilio e de' sagri canoni licercasi il dot- sit sufficientis non sit e-
scientiae^ licet
torato in jus canonico o in teologia, s' in- pauci ad dii^nitatis prò-
ììiincntis, alias
tenda solamente di quello ricevuto nel- moverentur j et ita multo far tius tolera-
r università approvate, e non de'gradua- tur mediocris scienlia.W concilio di Tren-
ti da'conti palatini e altri che aveano il to comprende tutto in poche parole, ^«"«.y.
privilegio di dottorare. Nel t. 7 ci die' il 22, cap. 2. Scientia \>ero ej asma di poi-
^jarnelli la lelt. 5g': Quale scienza si leaty ut niuneris sihi injungendi necessi-
richiede per le dignità e ordita ecclesia- tati possit satisfacere. Gli abbati, che
stici; e che cosa siala sapienzaMgW dice: hanno cura d* anime , debbono sapere
Ha eminentescienza chi sa discutere le dif- quello che loro appartiene. In generale:
fìcili e sottili questioni, massime apparte- chi è ascritto al clero, bisogna che atten-
nenti alla fede, prontamente senza ricor- da di proposito allo studio, massime del-
rere a'Iibri: ha mediocre scienza chi è ob- le scienze proprie degli ecciesiastici ; e
bligalo cercare in essi la verità : l'ha stilTi- s. Girolamo stimò non doversi chiamar
ciente quello che da per se basta a ponde- sacerdote , chi della scienza sagra è pri-
rar leco>e elicgli occorrono.La scienza dee vo. La sapienza poi è diversa dalla scien-
ricercarsi e stimare secondo le dignità, il za, poiché disse s. Tommaso: Sapientìa,
luogo e l'ordine, e ciò deve esaminare il qua fornialiter sapientes sunius , est
gmdice discreto, il quale occorre che con- quaedain participatio Sapien- dis^inae
sideri la qualità della chiesa alla quale ti ae j quae est Deus. Il p. Menochio,
taluno è assunto. Ora per la dignità ve- Stuorcy cent.'' 9.% volle esaminare nel
«covile, secondo tulli, si richiede la scien- cap. '] i Se per esser eletti a^ vescova-
:
za eminente, poiché il vescovo dee aver ti siano più idonei li Teologi^ o li CanO'
profonda cognizione del Testamento vec- nisti. Ne diedi contezza airarticolo Teo-
chio e nuovo, come giudice e pastore del- logo, e conclusi con l'autore, la necessità
l'anime, e rendere ragione a ciascuno in- della teologia ne' vescovi, e tanto meglio
tornoa'misteri della fede, della «.Scrittura, sarà se vi è unita la cognizione de'cano-
dell' Evangelo, de's. Canoni, della legge ni. Del resto, l'eccellenza della dottrina
secondo la quale debbono giudicare. Ma e d' ogni maniera d'erudizione è assai
quantunque nel vescovo si desideri la scien- pregevole ne* vescovi, ed è stata anche nei
za eminente, perchè i superiori devono e- primi tempi della Chiesa a questa utiliS'
rudiie gli inferiori, soggiunge il Sarnelli, sima; né mai fu loro discjetla la lettura
nondimeno competente, come
basta la discreta de'iibri profani. E vero che più
dichiarò \\ Latera-
concilio generale di volte fu condannata ne' vescovi la lettu-
no V: Curialitatis antìquae ciun coni- ra profana, de'poeti massimamente; ma
petenti litteratura. Conipelens illa est in qne' vescovi, e in (luelle circostanze, ia
qiiae est necessaria ad cxecutioneiii cu- che impedivano la lettura delle s. Scrit-
jnscumque ordinis. Dice Sdvio, verbo ture. L'eccellenza in tutta quella manie-
Scientia: Quia iniperfcctuin scientiae pò- ra lì' Er udizione y che si chiama L^ettere
testsupplere perfectio charitatis. Altri- Belle (F.)i è stata sempre lodevolissima
menti, se fosse necessaria assolutamente ne'vescovi, e in loro è stata alla Chiesa u-
nel prelato la scienza eminente, pochi tile e gloriosa sommamente, perché e-
benefizi concistoriali, ossia i vescovati, le sagri ordini, parlai nel voi. XLIX, p. 71);
abbazie nnllius ec, non si potessero ac- e Clemente Vili, onde meglio conoscersi
cordare senza il voto e consenso di due le loro cognizioni in teologia e sagri ca-
parti de'cardinali , nelle proposte in con- noni, istituì la Congregazione delC esame
cistoro, a seconda del preconio stabi- de^ Fé scovi (yUsWdL e isole adiacenti, e dei
lito dal predecessore Paolo IV. Indi Gre- dominii che Sede avea in Francia,
la s.
gorio XIII stabili la dispensa a' cardi- cioè Avignone e il contado Fenaissino ^
nali delle Proposizioni Concistoriali ^\q eccettuandone pure ye&co^'x in par tib ut i
lo de'titoli in parlihus e delle abbazie, da vescovati residenziali d' Italia o de* detti
conferirsi dal Papa; se sono per nomina dominii, secondo la disposizione di Cle-
del Papa o di chi ne ha l'indulto, il no- mente XII. Non soggiacciono all'iE'.yflfwie
Gregorio XIV stabilì le norate de' pro- di Venezia per 1' esame del patriarca
,
cessida farsi pe' promovendi d' Italia e Vendramini, si può vedere quell'artico-
pe'vescovati da conferirsi, nella curia ro- lo, precipuamente il voi. XCIII, p. i35.
mana per il notaro del Concistoro, o Della congregazione un prelato è il se-
de' promovendi alle chiese vescovili ed gretario, ma nel declinar del pontificalo
alle diocesi nullius, nel quale artico- di Pio VI, lo era il p. ab. d. Enrico San-
lo ho riferito tutte le disposizioni e la clemenle camaldolese. Utilissime disposi-
praxi, e di quanto riguarda 1' Uditore zioni emanarono sulle cose discorse Gre-
del Papa^ del qual prelato sono uditori gorio XV, Urbano Vili, Innocenzo XI,
i detti notaro de'p recessi e sostituto del che Congregazione sopra l'ele-
istituì la
concistoro, il quale è revisore de'processi; zione de* Vescovi (per la promozione d'i-
e nelle altre parti del mondo, l' inquisi- donei soggetti per l'ottimo governo del-
zione e il processo vennero aflidati a' ri- le chiese, dichiarandone segretario l'udi-
spettivi DUDzi apostolici, o ad altri vesco- lore del Papa, al quale prelato , cessata
,
dovi vestili al modo riferito nel voi. XV I, De Luca, che prima, dopo l'esame si fa-
p. 197. Il consesso è imponente, e dà ap- ceva il processo, tanto sulla vita, coslu-
prensione noninenoagli esaminatori, che mi e requisiti necessari del nominalo o
agli esaminandi. I cardinali esaminatori destinato, quanto sopra lo stalo della chie-
tralasciano quando vogliono. Gli esami- sa a cui era slato designato vescovo, il
varono que'promovendi, che non sosten- chiesa vacante in concistoro, senza com-
nero bene l'esame. Per infermità e con- metterlo a un cardinale, in questo caso
valescenza de'Papi, l'esame si tenne nel il processo facevasi avanti il suo uditore;
palazzo da loro abitato, non però alla pre- e quindi in un medesimo concistoro Io
senza di Ciò avvenne per Benedetto
essi. proponeva, ed emanava il decreto. Dopo-
XIV nehySy, come si ha da'n.i GiSg, ché ognr T^escovato come ho descritto ,
Brasile; quindi le chiese vescovili di Fun- chè nell'estate -l'usano anco di seta), cioè
cai, di Pekino, di Olinda, di $. Sebastia- soltana, fascia e mantelletta senza la ,
no di Rio Janeiro, U-
di Meliapor, e di mozzetta^dtWa quale gì iarci vescovi e ve-
ranopoli in partibus. Il cardinal Ollobo- scovi in Roma non ponno far uso (tranne
ni vescovo di Sabina propose la chiesa i patriarchi a cui la concesse Benedetto
vescovile in partibus ù\ Samaria pel suo Xllhda pochi anni luoridi R.oma l'hanno
sufTraganeo, e le commende de* mona- incominciala ad adottarci nunzi apostoli-
steri di Obazine e di s. Leodegario* Il cijCome notai nel voi. XCIl,p.53ojfuori poi
cardinal Albani propose la chiesa vesco- della piopria diocesi i vescovi non ponno
vile di Pella in parlibus pel suffiaganeo usare la mozzella, ed anche m'istruisce il
eli Leopoii. Apprendo dal n. 2122 del De Luca, che in altra diocesi non ponno
Diario di Roma del i 78 i, che Clemen- usarla senza licenza dell'ordinario terri-
te XII nel concistoro tenuto in marzo^ toriale, ne incedere col rocchetto scoper-
propesela chiesa arcivescovile di Nazian» to, eccettuali i religiosi che portano la
20 in parlibus^ e la chiesa vescovile di mozzella da per tutto in luogo del roc-
IVIarsi.Il cardinal Olloboni preconizzò la chetto. Principaloienle i vescovi fuori d'I-
chiesa arcivescovile di Sens in Francia talia, segnatamente gli spagnuoli, fanno
(come Proiettore di quella corona), e le uso della mozzella, e con essa si fecero
commende di s. Giacomo diocesi di Sens, sempre vedere nel concilio di Trento; ma
e di s. Pietro diocesi di Chartres. Il car- nel resto vestendo con semplicità eccle-
dinal Pico preconizzò la chiesa vescovile siastica e senza seta , come iinparo dal
di Dova. Il cardinal Zondadari propose la Pallavicino. Afferma il cardinal De Lu-
chiesa di Gravina. 11 cardinal Cienfuegos ca, chevescovo nella propria diocesi
il
propose la chiesa vescovile di Sarepla in può usare la mozzella col rocchetto sco-
parlibus pel suffraganeo di Wormazia, e perto. La mozzella si ritiene il compi-
l'abbazia di s. Trudone di Liegi, non che mento dell'abito vescovile, e la mantel-
la chiesa arcivescovile di Lanciano, qual lelta l'adoperano i vescovi per coprire il
seguente: Istruzione per un nuovo arci- tuati quelli che sono regolari, a motivo
vesco\'0 o vescovo per la mattina del con- che non hanno l'uso del Rocchetto {f" -)'
pò, terminato l'atto concistoriale, gli sa- to (del quale poi dirò alcune parole). An-
rà imposto da Sua Santità (nel modo che derà, o anderanno in seguito al palazzo
descrissi nel voi. XV, p. i/^i e articoli del cardinal i.** (o priore) diacono, ove
baciando piedi al Papa e rin-
ricordali, i similmente presteranno il medesimo giu-
graziandolo il rocchetto o la mezzetta
: ramento. Prestato il giuramento, i sem-
ricevendosi genuflessi). I prelati regolari, plici vescovi anderanno alle loro case; ri-
io vece del rocchetto, faranno portare co- manendo ivi gli arcivescovi (e quel ve-
me sopra la Mazzetta [F.) del colore scovo che per privilegio ha l'uso del pal-
(dell'ordine) della sua religione, che pa- lio), i quali dopo aver assistilo alla cele-
rimente gli sarà posta dal Santo Padre. brazione privala della Messa, riceve- s.
Il prelato tanto secolare , che regolare, ranno colle prescritte ceremoniedalle ma-
da promuoversi a chiesa arcivescovile ni di detto E.mo cardinale diacono il sa-
(di giurisdizione, e non titolare), con il gro pallio. Nel dopo pranzo (ossia nelle
permesso di Sua Santità, nello stesso con- ore pomeridiane), dovrà fare il novello
cistoro dovrà fare per mezzo dell'avvo- vescovo la visita della basilica Fatica"
cato concistoriale la istanza per la tra- na, ed immediatamente dopo quest'at-
dizione del sagio Pallio (F.)i e trovan- to, dovrà andare a far la visita all'E.mo
dosi presente in curia, tieve personal- cardinal decano, o al più anziano presen-
mente comparire nello stesso concistoro te in Roma. Accadendo che siano in mag-
insieme con il detto avvocalo concisto- gior numero nuo.vi arcivescovi o vesco-
i
riale (altrettanto dicasi del vescovo che vi preconizzati nel concistoro, di comua
perispeciale pi ivilegiogode l'uso del pal- consenso sceglieranno una qualche casa
lio). Farà portare ancora la Cappa (A'.) religiosa, ove congregarsi ad ora stabili-
di saia pavonazza prelatizia con pelle d'ar- ta. Quando saranno tutti adunali, si por-
niellino, se sarà inverno, e senza questa, teranno collegialmente , tanto alla i.*,
nell'estate; perli regolari però, una tal quanto alla 2.* mentovala visita, col se-
cappa o con pelle analoga, o senza, sarà guente metodo. 111." de'preconizzati ve-
conforme all'abito religioso. Della qual scovi avrà nella sua carrozza gli altri 3,
cappa a suo tempo dovrà essere vestito che immediatamente gli succedono. Il 5."
il prelato per essere ammesso in lai guisa preconizzato avrà egualmente seco gli
nella sala concistoriale per la detta istan- altri ec, e così in appresso^ se fossero ia
za, la quule si fa interamente dall' avvo- maggior numero. Le carrozze vuote che
cato concistoriale, prestando esso la sola succedono, verranno occupate da'rispel-
presenza passiva senza parlare. Farà inol- tivi cappellani. Giunti alla basilica, scen-
tre portare il cappello neio usuale, che deranno dalle carrozze icappellani,equia-
sarà ornato con il fiocco di seta color ver- di vescovi,
i quali preceduti da due ser-
i
plimentare gli E. mi cardinali, nipote^se seguirà. Collo stesso metodo, dalla basi-
VCL. xcv. '9
290 V F. S
lieo anderanno a fnr la vìslla al cai (linai Si ha di Joa. Fontana, Tyronnium TT-
decano. In seguilo con suo comodo cia- pjsroponini seu methodns tencnda Epi*
scun vescovo o solo o in compagnia di
, .fcopis recens inaugura tisyV eneius 1 7 7. 1
qualche altro, dovrà fare le visite di lut- Quanto alle erndizioni promesse sul giu-
to il sagio collegio de'cardinali, andan- ramento, c.om'wicevo con dire col p. Char-
dovi coll'inlero abito prelatizio, con roc- don che presso gli antichi non si trova
,
questo deve trovarsi nell'anticamera pon- una matura scelta del soggetto, che s'in»
tificia, come di sopra si è detto degli altri nalzava al vescovato, si presumeva ch'e-
novelli vescovi, ma vestilo coWintiero a- gli adempir volesse puntualmente a'pro-
bito prelatizio, colla pur sopra accenna- pri doveri. Ma poi si stimò meglio im-
ta distinzione, e dovrà fare come gli al- pegnarlo con giuramento, eh' egli fa al
tri vescovi, tutto quello che già si è de- Papa, e al suo sovrano temporale (a se-
scritto". Tulle le riferite cose, già le de- conda iW Concordati ^ìi\\\.v\ non emetten-
scrissi in diversi lunghi, e quanto alla r.' dolo: del Giuramento preleso da Napo-
formale visita nLimina /tposfolorunìjn' leone !, dagli antichi vescovi, clero e al-
giuramenti e altre visite, se ne legge la de- tri, nel pontificato di Pio A^//^, massime
scrizione nel n. 32 del Diario di Roma in Roma e nel resto dello slato ponlificio
deliSiy. Fanno fede delTe^eguita visita da lui invaso, in quegli articoli ne ragio-
de'sngri Limina, per la basilica Vatica- nai). Quj^IIo che vescovi facevano al prin-
i
na il canonico JUarìsta, di cui riporlai cipe, di cui erano sudditi o feudatari, pa-
a Mansionapio, e per la basilica Ostien- re il più antico; sembra che si usasse mol-
se il monaco benedettino vicario del mo- to prima della metà del secolo XI (ma
nastero della patriarcale Chiesa dì f. Pao- trovo nel concilio d' Aquisgrana o Aix
lo , con forujole che ho sotto gli occhi, la Chapelledeir836, che fu nunacciato
ove si attesta che il cardinale o vescovo di deposizione il ve«covo, che si scosterà
(^.), restando abolita qualunque nuova Quando poi Alinardo andòa prender l'in-
V ES VES 1&91
riori ecclesiastici. E ben vero che sin dal arcivescovi di Cantorbery ne trovavano
IX secolo promettevano ubbidienza al lo- alcuno di quelli di York disposto a ren-
ro metropolitano, come i diaconi e i sa- dere dovuta ubbidienza il facessero
la ,
cerdoti al loro vescovo, i quali gli promet- giurare per rendere più stimabile il loro
tevano stabilità, ubbidienza e fedeltà nel- diritto, e togliere preveduti litigi. Anzi
i
l'osservanza degli statuti; ed i vescovi pro- si conosce, che nel 1072 Lanfranco aven-
che in copia mandava a' principi e pa- culuni Sacramenti ego ille Episcopus
triarchi. E riconoscendo il sa^ro luogo manu propria subscripsi, atque posituni
come il principio della podestà spirituale supra sacratissimum Corpus tuuniDeo
e della giurisdizione ecclesiastica, che nel- teste et judice praestitì Sacramentum,
la persona del Papa come successore di quod et fervore promitto. La basilica Va-
«. Pietro, primo et principaliter risiede, ticana fu sempre riconosciuta dal mondo
egli stesso levava il sagro pallio dal corpo cristiano come la radice e matrice della
di s. Pietro e se lo poneva sulle spalle, e fede ed unione cattolica, e perciò quelli
tuttora da esso toglie manda i pallii che che da'Sommi Pontefici furono mandati
•'patriarchi e metropolitani, come segno nelle Missioni (F.) apostoliche per pre-
della comunicata giurisdizione. E per di- dicar l'Evangelo a'gentili, a condurli sot-
mostrar chiaramente questa ricognizione to il giogo di Cristo, ed all'ubbidienza
del principio di loro grandezza, sino da' della Stde Apostolica, prestavano pri-
primi secoli, celebravano V Anniversario ma anch' corpo di s. Pietro
essi sopra il
294 VE S V ES
seg. o(fie quelle pel segretario di chi è scovi fossero consagrati da tre allii, e che
promosso al Tescovalo, pel da farsi. gli ordini sagri fossero conferiti pubblica-
mente. Intorno alla consagrazioue episco-
§ IV. Della ccnsag razione de' vesco^'L pale, si vuole clie s. Aniceto Papa dei 167
rinnovasse il dello decreto, con aggiui»-
La sagra Ordinazione (T^.) de* vesco- gere, che se fossero metropolitani, vi do-
vi , deriva dal sagramenlo dell' Ordine vessero assistere tulli i vescovi provincia-
(/^'.), anche questo da Gesù Gri-
isUluito li,o sarà meglio dire viciniori, perchèan-
t>to, ad iniprìmere un carattere indelebi* cora non aveano preso forma le provin-
ìe, che costituisce l'ordinato aiimslro di eie ecclesiastiche. Ordinò Papa s. llarodel
Dio e dispensatole delle sue grazie; e 465, the uiuno fosse consagralo vescovo
quanto al vescovo lo abilita a conferire senza il consenso del suo metropolitano,
tutti i Sagramenti(I^^.)ymex\ii'Q\ sacer- e senza essere fornito di lettere. Ogni e^
doti pel vescovo ammimslrano quelli lo- letto vescovo doveva essere consagralo dal
ro propri. Nell'ordine Gesù Cristo con* metropoli la no, o col di lui assenso, entro
sagra e dà alla Chiesa i pastori e i mini- Ire mesi dall'elezione, allricnenti era pri-
stri pel giegge suo, e stabilisce i deposi- vo della comunione ecclesiastica, fìncliè o
tari di sua celeste dottrina, gh ambascia- rinunziusse o si facesse cousagrare: tutto
lori dello sue divine volontà; conferisce prova il Nardi, ed aggiimge, la consagra-
loro il potere spirituale di fare lutto quel- zioue del metropolitano doversi fare nel-
lo che ha rapporto coirordine di cui so- la metropoli, quella del suffraganeo do-
no insigniti. Il sagramento inoltre concede ve voleva l'arcivescovo; tutti però in do-
ad essila grazia santilìcaute, per esercita- menica, o nelle fesle dt^gli Apostoli, come
re la podestà e la pienezza del sacei do- loro successori, ed all'ora di Tcrza^ per-
zio. Il vescovo chiamasi pure ordinante chè in essa lo Spirilo Santo discese sugli
per conferire gli ordini, dicendosi ordi- Apostoli. nuovo metropolitano ne'det-
Il
nando chi li riceve. Delle disposizioni e li tre mesi dovea esporre la sua fede alla
condizioni per ricevere il sagramento del s.Sede, chiederle il pallio allriinenli ,
ministri, di podestà ineguale forniti, de- don, che anticamente si eseguiva in quel-
stinati acompiere quanto appartiene al- la chiesa che assumevano a reggere, co-
l'esercizio del cultodivino e alla saUez me prescrisse il 3." sinodo romano cele-
za delle anime; e io un senso più stretto brato da Papas. Honifacio II,e il 4. d'Or-
e comune, ad esprimere il sagro rito, col leans. Qualche volta eziandio nelle chie-
quale si dà al cristiano la podestà di e- se metropolitane rispettive; costume che
sercitare le sagre funzioni, e la grazia di perla provincia di Tours ancor vigeva nel
fungerle santamente, ht tale senso, egli è XV secolo. Avverte, ciò doversi intende-
un vero e proprio sagramento, chedistiu- re per l'ordinario uso, poiché vi sono e-
lo in VII ordini, sopra tutti emim;nte e- sempi in contrario, e specialmente de'so»
levasi l'Episcopato. A Papa s. Anacleto litari, i quali bisognava andare a cerca-
delioS &i alliibuisce il decreto che ve- i re ne' loro deserti per innalzarli all' epi-
V ES VE S 395
scopalo o sacerilozio. Trovo nel cau.id nel id5i. Divenuti Papi, tanto Pio III,
del concilio d' Orleaas del 549. »» Non è che Marcello II, furono con»agrali ve-
{jeriuesso di comprare il Vescovato^ ciia scovi. Che il vescovo d'Otranto nel me-
il vescovo dev'essere consagralo dal me- dio evo avea autorità di consagrare pei*
Iropolilaoo e da'suoi coui provinciali, se- privilegio diversi vescovi, si appren-
condo l'eiezione del clero e del popolo, col de dall' Epistola del Castelli, presso il
consenso del re". E nel caii. 11." Non p. Calogerà, Raccolta ci Opuscoli, I.12,
Sarà dato a un popolo un vescovo, cli'e- p. 52 1. iSella consagiazione episcopale
gii ricusa; e non si obbligherà il popolo, è sempre necessario un titolo di fé-
o il clero, a sollomellervisi colla oppres- scovo in pariibiiSf o quello della prov-
sione di persone polenlijallrimenli il ve- vista di un vescovato residenziale. iNe'
scovo così ordì nato per simonia o per vio- primi tempi della Chiesa furonvi vesco*
lenza sarà deposto". Decretò il concilio di vi ordinali senza Fcscovato^ come ri-
Trento nella sess. 23, De Re/orni.^ can. levai in principio di quell'articolo. Por-
3. « Quelli che saranno siali proposti al tavano qua e là la luce evangelica, fon-
governo delle chiese calledrali,o superio- dando nuove chiese, talvolta denomina-
ri sotto qualsivoglia titolo, se dentro tre ti rescovi delle Nazioni. Vi furono pu-
mesi non si fanno consagrare, saranno te- re ne'primi secoli de* vescovi ausiliari sen-
nuti alla restituzione de'frulli percetti, e za propria giurisdizione e determinalo
se trascurano di farlo per tre altri mesi, gregge da governare, e senza slabile se-
saranno per diritto privati delle loro chie- de: agivano come delegati ì\ìì\\' Oidina-
se". Già nella sess. 7, De Reforni., avea or- rio. Non mancarono in quell'epoche ve-
dinalo ilTrideulino.w I vescovi, quand'an- scovi consagrali o coadiutori o adìiono-
che fossero cardinali, si faranno consa- re/n,che quantunque tali per carattere,
grare dentro a tre mesi, sotto pena di do- non governavano però con podestà ordi-
ver restituire ciò che avranno conseguito naria; così nel 4-^ ' ^''l concilio generale
dalie rendite; e se trascurano di farlo per d Illeso fu concesso ad un vescovo senza
altri tre mesi, saranno ipso facto privati giurisdizione la facoltà di tenere il nome
delle loro Chiese". Anteriori a tali decreti, e la dignità episcopale. Il Sarnelli nel t.
trovo due de'molli esempi di vescovi non 2, leti. 5, parla del JYonie de' Papi (f^.)
consagrati, in virtìi di pontifìcia dispensa, e loro mutazione, uso derivato dall'anti-
oltre molli degli eletti in giovanile età, co Testamento, a persone cui Dio confe-
riferiti nel § l V
Vescovato. Il ." è del
di i rì insigni benefizi, e dall'operato da Cri-
cardinal Francesco Todeschini Piccolo- sto con s. Pietro j quindi non solo i Papi
Diini, che divenne Pio 111 nel i5o3: era nelle loro elezioni, ma i vescovi ancora
stalo 43 anni vescovo di Siena sua pa- nelle loro ordinazioni usarono mutarsi i
tria, senza essersi mai ordinato neppure nomi. Così s. W^iilibrordo eletto vescovo
prele, per cui lo zio Pio li gli avea dato d'Utrecht nel 696 fu chiamato nella con-
in sulftagaueo il b. Antonio Fatati, che sagrazione Clemente; e s. W^inofrido a-
ne supplì le funzioni episcopali, il 2." fu postolo della Germania nella sua cou-
Marcello Cervini, che fatto vescovo di Mi- sjgrazione fu appellato Bonifacio. Tale
Reggio di Mode-
taslro, indi trasferito a giorno è pe'vescovi dello natalizio, ^ev^-
na, e poi a Gubbio, non volle mai consa- che nascono a nuova vita tutta religiosa,
grarsi, anche per essere occupalo in ser- tutta santa, allatto irreprensibile, mutan-
vigio della s. Sede, contentandosi dell'e- do pure le vesti, lì p. Chardon nella Sto-
sercizio della giurisdizione vescovile, sen- ria de'Sagranienti, descrive nel t. 3, lib.
za quello dell'ordine e della dignità: crea- 1 , cap. 8 : Riti della consacrazione de*
lo ouidiuule, divenne Papa Marcello il v'CòC0\'i nella Chiesa Ialina, Dell'origine
295 V E S VES
delle ceremonic clic si praticano al pre- lo dimostra nel cau. i il 4-° concilio di
sente. Dell' ordinazione de vescovi m- Cartagine, e lo prescrivono i più anlichi
g'/cA7. Ne'rili, nelle forinole, neliecereoio- rituali, almeno che oltre la
lutti quelli,
r imposizione delle mani e 1' orazione, altri gli toccano la lesta". E il 2.° dice,
ne. Quindi è superfluo addur testiu»o- l'Evangelo sul dilui capo, il che né l'an-
nianze di cosa notissima. Dopo questa, tica aulorilà comanda, ne canoni ". Di i
[3er materia essenziale di tale ordinazio- storale e altre ceremonie meno impor-
ne, sebbene altri abbiano creduto il con- tanti, nulla dice del libro degli Evangeli
trario, sul fondamento, che la materia sulla testa dell'eletto, quantunque sareb-
dev'essere applicata da quello slesso, che be stato mollo a proposilo pe* sensi mo-
pronunzia la formai eppure secondo il rali, ch'egli cava da tal funzione. Pur-
Pontificale Ronianiim noni vescovi con- purio capo de' donatisti, parlando di Ce-
sagranti, ma un cappellano tiene il libro ciliano suo nipote, il quale si olfriva alla
va nel IV secolo, come le delle Costitu- bro, dicendo : « Se gli rompa la testa nel-
zioni lo dimostrano per l'Oriente; e Pal- l'imporgli le mani perla penitenza". Dal
ladio vi allude, nella l^ila di s. Gio. Cri- che crede il Morino potersi inferire, che
sostomo) parlando dell' eunuco Vittore, allora non si usasse nell' Africa porre il
che partigiani di Teofilo aveano ordi-
i libro sulla testa de' vescovi, che si ordi-
nato vescovo d'Efeso; dicendo che non navano, poiché osserva, se ciò si fosse u-
pia testa il s. Evangelo. Per l'Occideule sta a Ceciliauo, avrebbe fatta allusione a
V ES VES 297
quesfa imposizione del libro, piuttoilo- se, d' ungere Aronne j per cui lospeita
che a quella delle mani, ch'erano meno non trovarsi tal rito prima d'allora, cer-
capaci di produrre tale effetto. Ma la di to però era di s. Gre-
in vigore a tempo
lui congettura, al Chardon pare po-
p. gorio 590, che parla dell'unzione
I del
co sussistente. Dappoiché in primo luo- del Sacerdozio, nel quale articolo col p.
go quel furioso sclsm.tlico parlava del ri- Chardon ragionai ilell'unzione de'vesco-
to essenziale dell' ordinazione, ed in se- vi e de' sacervloti. Dopo l'uiizione, met-
condo luogo è certo, che i libri erano al- tcvasi V Anello (nel quale articolo ripor-
lora di rotoli molto dilVcreiili da' nostri, tai diverse formole, allorché dopo bene-
e perciò nulla più capaci di romper la detto si pone in dito al novello vescovo,
lesta di quello ch'era l'imposizione del- qual segno dello Sposalizio cov\ìv&\\.q col-
le mani. Quanto alle varie posizioni, con la sua Chiesa) in dito dell'eletto vescovo,
cui si metteva il libro, varie furono le e il vescovo ordinante lo esortava a ri-
che doveva fare il vescovo eletto, di fe- delia tradizione, aggiungerò qui quanto
lici e di sinistri presagi. Dopo l'in» posi- insegna l'VlU concdio generale e Inno-
zione delle mani e l'invocazione dolio Sj)i- cenzo III presso il p. Bona noi, Catalogo
rito Santo, veniva V U/izione (f\). Nella degli ordini religiosi , 1. p. 2^.» Il Pa-
1 ,
chiesa d'Occidente è antica l'unzione de' storale significa la correzione del Pasto-
sacerdoti, e piìi quella de' vescovi. iXelle re, che perciò quando si consagra un ve-
Gallie furono ambedue praticate da'pii- scovo, gli si dice da <]uello che lo consa-
mi tempi. La chiesa Ahicana verosimil- gra ; Prendi il bastone dell'ufficio o cU'
ntente non l'usava, non facendone motto rica pastorale. L'essere poi acuto nella
il ricordato IV concilio di Cartagine, il sua estremità inferiore, significa, che il
nel 600, fa sospettare, che a suo tempo siccome sostentare 1 deboli, e tirare a sé
non si usasse neppure nelle Spigne; tnen- gli sviati, che perciò nella sommità è in-
tre l'unzione gli avrebbe aperto un bel curvato e ritorto". Dissi altrove la cur- :
campo assensi morali ed anagogici di cui va del pastorale del vescovo è segno di
tanto dileltavasi, nelTaccurata descrizio- limitala giurisdizione ; ed il Papa che
ne dell'ordinazione de' vescovi. Nella l'ha illimitata, invece del pastorale usa
Chiesa romana però mollo prima era in la Croce pontificia, ed anlicnuiente an-
uso l'unzione de* vescovi, anzi pare an- che la Ferga delta Ferula. Non usa il
teriore a s. Leone I del 44o> '^ q^ale con Papa il bacolo pastorale, perché la sua
Gesù Cristo parlando, dice: « Ora è più giurisdizione e podestà é superiore a quel-
illustre l'ordine de' levili, più sublime la la di lutti gli alili ; laonde Durando os-
dignità de* sacerdoti, più scinta l'unzio- servò nel Raùonalej che la curvità del
ne de'sagrificatori, perchè la vostra Cro- pastorale significando la podcslà ricevu-
ce è la sorgente di tutte le benedizioni". ta dall'uomo, non può convenire al Pa-
L* annotatore del Chardon propende
p. pa, perché non si può dire che riceve da
a credere, che s. Leone I, facesse piuttosto altriuomini la sua podestà e giurisdizio-
allusione al precello dalo da Dio u iMo- ne partecipata immedialaoieule du Dio
29^5 V E S V ES
Soggiungo con
di cui è Vicario io terra. li : Accipe Spirilum Sane limi etc. (Il ve-
Innocenzo III, Dt sacra Unctìonc, cap. scovo Sarnelli, Lelt. eccl.f t. 3, leti. 4^,
3 Essendo il Papa pastore universale e
: parlando della materia e della forma de-
presente a lutto il giegge della Cliiesa gliordini nella Chiesa latina, dice eh' è
militante, non ha bisogno di tirare a sé doppia nel suddiacono, nel diacono e nel
e alia sua cura le pecorelle soggette ; del prete, e triplice la materia del vescovato.
che è ejubleina la parte superiore ricur- La i.^ parziale essere l'imposizione delle
va del pastorale. Siccome il bacolo è se- mani fatta da 3 vescovi sul capo dell'or-
gno di giurisdizione, ed avendone l'uso dinando, e le corrisponde la foroM^par-
per privilegio anche gli abbati e altri ziale Accipe Spirilum Sanctum. La 2.'
:
prelati inferiori, a questi cessa alla pre- materia parziale é l* unzione del capo e
senza dell'ordinario della diocesi). Que- delle mani fatta dal vescovo consagrato-
lle sante cercuìonie erano già in uso da re, e le corrisponde la forma parziale :
809 secoli, ad oggi, come api)arisce da Ungalur^ et consecretar caput tiium etc.
un Pontificale della chiesa di Cahors scrit- Ungantur manus istac eie. La 3." ma-
to circa quel tempo, e [)ubblicato dal teria parziale é il porgimento dol baco-
Marlene, l.i, p. 387. Tali atluìique era- Io pastorale, dell'anello, e del libro degli
le, fondati su quel principio, che le for- ordinandi li aveaiio toccali fisicamente).
me delle ordinazioni devono essere ìm- Ciò che condusse i teologi a tal senli-
petrative. Altri l'impugnarono, né man- ineuto, fu l'osservare, che l* imposizione
cano quelli che sostengono non consiste- delle mani el' orazione furono soli riti i
re la materia e forma dell' ordine nella adoperati in ogni tempo, e in tutte lechie-
imposizione delle mani de' vescovi, e nel- se per l'ordinazione de'ministri ecclesia-
la invocazione delio Spirito Santo, ben- stici, ed il p. Morino fu quello che più
ché tutti convengano col concilio Tren- di conlribu"j a fargli rigettare le opinioni sco-
to, non dirsi iuvauo da' vescovi urdinau- lastiche. Essendosi egli portalo iu Roma
V ES VES 299
ne\ 1639, il cardinal Francesco Barbe- ralisi nemici della gerarchia ecclesiastica,
ve lo avea invitato, volle ch'egli
rini, cl»e interruppero in quasi lutti i paesi da lo-
sicuri principii in un aliare di tanta im- ta nel tempo della regina Elisabetta tut-
portanza. Il i.°fu dunque di esaminare ta in uomo solo, del quale anche poteva
qual condotta avesse tenuta la Chiesa la- dubitarsi se fosse valiilamente ordinato.
lina colla greca in proposito dell'ordina- L'ardito Le Courayer, nolo pel suo deplo-
zioni, e il 2.° di confi ontare i riti e le for- rabile modo di pensare in materia di reli-
inole praticate allora da'greci ed ailri o- gione e pel suo sregolalo procedere, si stu-
rienlali, con quelle che praticavano in- diò di mostrare la validità delle ordinazio-
nanzi lo scisuja. Per questa via egli per- lìi inglesi, ma è noto come vi riuscì. Sia
venne felicemente a scoprire quaii fosse- comunque, sarebbe da desiderarsi ch'egli
ro i riti essenziali delle ordinazioni, e dis- avesse tolto in tal punto ogni dubbio,
sipò i pregiudizi degli scolastici, mostran- poiché vi sarebbe così un ostacolo di me-
do che l'in^posizione delle mani e la in- no alla riunione, di cui non si dee mai
vocazione dello Spirito Santo furono in disperare, e ciò riunirebbe tanto più al-
ogni tempo e in ogni luogo considerale la Chiesa cattolica quell' illustre nazione,
conìe riti essenziali nelT ordinazione de' donde tanti personaggi celebri sortirono
vescovi, sacerdoti e diaconi, non avendo per dottrina e santità, e la quale anche
mai cessato di adoperarle la Chiesa, ch*è a tempo del Chardon vantava virtuosi e
illuminata dallo Spirito Santo, ad onta letterali, che si distinguevano da tutti gli
de'pregiudizinati nel secolo XIII in quel- altri Calvinisti per il loro affetto alla ge-
li, i quali credevano che i riti essenziali rarchia e[)*scopale, di cui gli anglicani
dell'oidinazioneconsislessero in altre for- sostengono con zelo preroga-
ì diritti e le
TOole e cereraonie.Tutte le sedicenti chie- tive, che conoscono meglio degli altri se-
se di rito laico potevano vantarsi, innan- guaci di Calvino, come piùdegli altri ver-
zi il funesto scisma, che nel secolo XVI sati nelle opere de' Padri. Tutti i buo-
separò dall'unità cattolica tante nazioni, ni cattolicinon cessano di domandare a
d'aver pastori in tal guisa ordinali, e di Dio una sì felice riunione. La Chiesa ma-
aver perciò conservata senza alterazione dre amorosa soffre con estremo cordo-
la successione del sacerdozio cristiano, glio, che i suoi figli sieno usciti dal suo
ch'era stato di mano in mano trasmesso seno, fuor del quale non è da sperarsi
dagli Apostoli fino a quelli, che allora salute ! (terribile sentenza di cui parlai
reggevano le delle chiese. Ma i seguaci anche nel voi. XCI, p. 241. E qui mi
degli eresiarchi Lutero e Calvino, dichia- piace aggiungere. Fuori della Chiesa cat"
3oo V E S V ES
tolica sono che rami aridi, sterili,
non vi unione, quantunque avessero eglino rice-
infruttuosi, appunto perchè tagliati e di- vute tali dignità da'Iaici anche scismatici,
velti dalla vite vera che feconda e germi- specialmente da're Enrico Ville Odoar-
na i frutti di vita eterna. Non mancano do VI suo figlio, benché si fossero ingeri-
pure negli eretici, negli scismatici e negli ti nell'anitninistrazìone di tali chiese, e ne
infedeli talvolta le virtù, morali della lem- avessero godute per lungo tempo le ren-
peianza, dell'equità, della compassione, dite, e benché fossero caduti nell'eresia,
anzi talora eziandio forse in grado mag- come si dice^e fossero slati elfellivamente
giore che in noi cattolici ; ma non essen- eretici". Quanto a'nostri giorni, oltre tut-
do quelle virtù animate dalla grazia dello lociò che su questo argomento ho riporta-
Spirito Santo, non si sollevano oltre i con- to ne'citati e altri articoli, abbiamo: Sullo
fini del naturale , né più né meno come stato odierno della chiesa Anglicana ,
le virtù che esercitavano pagani privi i dissertazione di mg." Kaggs, presso gli
della conoscenza del vero Dio; mentre Annali delle scienze religiose^t. ly, p.
noi cattolici operando per Gesù Cristo , 94- Egli chiama le c^cf/e eterodosse mu-
santifichiamo in lui le nostre azioni, con- tabili come la luna, ed avere la chiesa
naturandole colla carità che lelrasnatu- anglicana un carattere misto nell' opi-
ra in celesti. Anzi ci ha di recente avver- nioni, nelle formole, ne'rapporli esterni ,
sizione: » Che Iddio fece l'uomo libero dovrà cadere come le già potenti sette de-
delle proprie opinioni siano politiche ,
gli ariani e degl' iconoclasti. La sua
siano religiose. Dimenticando così le au- pretesa unità somiglia al caos, alla Babe-
torità stabilite da Dìo sulla terra cui si le: non sa indicare la via del paradiso, e
nipotente inesorabile '). Anche il Papa cui fede l'anglicana insegna dottrine dia»
Giulio 111, animato da questo spirito di metralmente opposte, mentre la vera ed
carità, scrisse al cardinal Polo, il quale si una Chiesa non ammette diversità di fede.
era restituito neW Inghilterra{F.),cnian' Mentre nella chiesa anglicana si osserva-
do ne prese il governo la regina Maria ,
no due evidenti note caratteristiche del-
e vi faceva le funzioni di legalo aposto-, l' errore , cioè la mutabilità ne' diversi
lieo, che nulla risparmiasse per ridurre tempi, e la punto di
varietà nello stesso
gl'inglesi all'unità. Nel breve scritto a tempo, queste medesime prove di falsità
lai fine gli dice. » Di riabilitare que' ve- si trovano anche nel vantalo sistema del
scovi e metropolitani, che gli parranno Puseisnioj benché, come dissi in quel-
degni e capaci di tal ministero e loro l'articolo, notasi in esso un progresso
peroieltere governo delle chiese, dopo
il verso il caltolicismo. Imperocché ne' Trat'
che le avranno ricoudolle alla cattolica tatelli pubblicali da' puseisli d' Oxfurd
V ES VES 3oi
nel i833, non si temetle di asserire che la setta degli episcopali d' da Inghilterra,
i vescovi anglicani sono i successori degli cui derivarono. N' è prova quanto pub-
Apostoli^e si parta della >) nostra discen- blicò, e qui riproduco, prima la Civiltà
denza apostolica " ed » apostolica suc- Cattolica, serie 2.", 1. ^ p. SSy, poi il n.
1
cessione " » Esaltale, si dice al clero 29 del Giornale di Roma del 853. » Il i
anglicano, esaltate i nostri ss. Padrini ve- dottor Levi Yves, già vescovo protestante
scovi, come i rappresentanti degli Apo- della Carolina del ìNord,uomo riguardalo
stoli egli Angeli delle chiese; e parlate con venerazione da'suoi per rispetto alla
degnamente del vostro ulficio, ordinati sua dottrina ed alla sua costumatezza, ap-
come siete da essi a prender parte nel parteneva alla porzione óePuseisli (V.)
loro ministero". Quindi si sostiene la dell'episcopato anglo-americano; e piut-
necessita di una seconda riforma. Di tosto che un membro erane l'anima ed il
più negli j4uiiali delle scienze religio- capo. Dappoiché egli credeva nella Con-
se si pouno leggere i seguenti argomen- fezione, ed ogni mese la frequentò per
ti , sulla chiesa anglicana, ^'el t. 17, lungo tempo: credeva nel Celibato (P'.)
p. 299 : Assoluta mancanza di un go- de' chierici, e lo commendava a'suoi sud-
verno ecclesiastico in essa; p. 453: Sue diti : credeva ne* consigli evangelici, ed
corruzioni descritte dal prof. Pus-ey. avea fondato un certo suochiostrocol no-
ISel t. 18, p. 296: Sua servile dipenden- me di Pialle della Croce: credeva nella
za dalla civile podestà; p. ^^1: Suo stato maestà del Culto esterno, ed suoi/i/7/e- i
lamentevole descritto dal d."^ JNewman. semplava dal le Ce remoAzze cattoliche (que-
Chiamansi episcopali Protestanti (f^.) i ste e quelli sono considerati quasi Profes-
d'Inghilterra (f^.)i per pretender d'aver sioni ^/^z:/ecaltolica).D*indifu che il cle-
conservata la gerarchia ecclesiastica della ro anglicano a lui soggetto ebbestupore di
Chiesa romana, dopo che da essa infelice- colali novità, ma con diversoelFetto, secon-
mente si divisero. E^si hanno de* vescovi, do la varietà delledisposizioni. Ne'piìi do-
de'preli, de*canonici,de'curali e altri he- cili a'suggerimenti del loro prelato, e più
nefìciati. Hanno pure un uflìzio che chia- capaci d' intendere le ragioni, allo stupo-
mano la liturgia anglicana (ed io posseg- re seguitò 1* aderenza e la soggezione; e
go la magnifica edizione della Liturgia Iddio benedisse la loro flessibilità col chia-
Anglicana Poliglotta oclaglotta^ Lon- marne molti alla verità cattolica. I più
don 1821), ed eziandio quasi lutto T e- reslii adombrarono, e dallo stupore pas-
steriore della religione romana; ma pei* sarono alle mormorazioni, dalle mormo-
il dogma non diileriscono guari dagli e« razioni alle trame occulte, dalle trame al-
retici Calvinisti^ se non in quanto eh' essi l'aperta nimistà, e alla fine del i85i in-
sono così attaccati all' Episcopato, che timarono al vescovo di presentarsi a dare
credono, com'è di fatti, che non vi possa ragione di se innanzi ad un* assemblea,
essere vera religione cristiana, apostolica, nella quale due terzi erano laici, e de-
i
scovi. E Londra uno de'punti del trian- non ehbe a durar gran fatica ad uscirne
golo strategico òe Protestanti, per quan- assoluto; ma quel che più importa, non
to cbssi in quell'articolo; ma ormai in no- ebbe poca ventura all'uscirne che fece,
tahile discioglimento pel numero infini- disingannato appieno d' una Comunione
to di sette che lacerano la sedicente chie- senza gerarchia,senza costanza, senza prin-
sa anglicana. Ed il movimento religioso cipii, Laonde lungo il cor-
senza autorità.
"Verso la Chiesa Cattolica (P^.), si scoige so del i852 tenue segretamente alcune
anche ne' protestanti delle Hcpubhliche conferenze coli' arcivescovo cattolico di
(F.) d'America^ i quali appartengono al- Kuova York (mg.*^ Giovanni Hugues ir-
3o2 V E S VES
landese, Iraslatovi da Basilopolì in par- tolicismo, l' ignoranza e la scostumalez-
tibus nel 18^0), e col d.' Forbes allora za". Dopo tali pubblicazioni, la Cii'iltà
parroco callolico nella stessa ciltà e non Cattolica, sene 2/, t.71, di nuovo
2, p.
guari tempo innanzi puseista come lui, ragionò del d."^ Ives, nel seguente modo.
anzi suo confessore, tutlochè entrambi « Nel raccontare in uno de'passali fasci-
fossero a que' dì anglicani. Le conferen- coli la conversione alla Chiesa cattolica
ze, e più delle conferenze le preghiere che del rev.sig. L. Silliman Ives vescovo pro-
per 6 mesi si fecero nelle chiese catloli testante di Northe Carolina, riferimmo
che diAmerica per la conversione di chia- a fede di racconti, per noi giudicati pro-
rissimo personaggio, furono coronate dal babili, alcune particolarità, le quali ab-
pieno ravvedimento del d/ Yves. Nel me- biamo ora occasione di rettificare coll'au-
se d'ottobre ei fece la sua abiura nelle ma- torità irrefragabile del medesimo conver-
ni dell' arcivescovo di Nuova York, au- tito. Egli stesso, il quale ora si sta occii'
tenticata cogli argomenti più certi che pando a dettare un libro intorno a'raoti-
possano adoperarsi a far fede d'un allo vi avuti per divenir cattolico, ha scritto
sì solenne, benché tenuto da lui e da'suoi al giornale americano The Guardif/n^
cooperatori in altissimo segreto. Indi par- dichiarando esser f^ilso: i.°Che avanti di
tissi di presente per Roma, ove riserba vasi far la sua sottomissione alla Chiesa roma-
'
di dar personalmente Santo Padre la al na avesse mai avuto conferenze o col d
nuova della sua conversione, e di rinnovar P^orbes o coli' arcivescovo di New-York
nelle mani di lui l'abiura. Il dì 26 dicem- o con verun altro callolico intorno a que-
bre del caduto anno i852 nella privata sta sua determinazione; 2. "Che avesse mai
cappella di Sua Santità Pio lX,ild/Yves fatto in America, prima di allontanarse-
adeujpiva al suo desiderio, e poi che eb- ne, alcuna segreta o pubblica abiura, »
be fatta da capo la professione della fede che vi avesse colà ricevuti iss. Sagramen-
cattolica, ricevè dsHe mani del Sommo ti; 3.*' Che avesse mai sofferto di mentale
Pontefice il crisma della santa conferma- alienazione, salvo ne' delirii dell'accesso
zione. Dopo di che presentò al Sunto Pa- più violento di febbre tifoidea; 4'** Che
dre la Croce, l'anello e i sigilli, insegne prima di lasciar la sua diocesi avesse tol-
del grado tenuto da lui per lo innanzi fra to anticipatamente 1' annuale salario; a-
gli anglicani, esclamando con lagrime: verne, è vero, ricevuta porzione soltanto,
Santo Padre, eccovi i segni della mia ma questa medesima rinunziata dal dì
ribellione. Alla quale inaspettata offerta della sua conversione. Delle prime due
il cuore del Pontefice fu commosso, e ri- circostanze noi avevamo detto quel tanto
spose: Questi segni della vo'itrasoniniis- che avea somiglianza di verità dell'altre :
sioncjvogliamo sia fio appesi alla tomba due siam contenti d'aver taciuto allo-
dis. Pietro. Il d/ Yves è il primo vesco- ra perchè avean tutta l'apparenza di ca-
vo anglicano, il quale nel pieno e legale lunniose. Dobbiamo in fine far noto, che
esercizio della sua dignità, rinunzia al nella chiesa protestante d' America nou
protestantesimo per farsi cattolico; ed è v'ha legge canonica che imponga; a'vesco-
per questo il suggello più cospicuo di vi le insegne dellaCroce, dell'anello e del
questa verità antica sì, ma troppo di- suggello; ma non ve ne ha pure alcuna
menticata da moderni propagatori di
certi che le divieti. Intorno all'uso è da sape-
luce: che cioè laampia e profon-
scienza re che generahnente s' adoprano l' anel-
da ed il costume immacolato se si accop- lo ed il suggello; e che alcuni vescovi di
pino in una medesima persona, questa o forti tendenze al caltolicismo v'hanno e-
è già cattolica, o il diverrà infallibilmen- ziandio aggiunto la Croce, ed uno di essi
olFie la strana senten7a della sella Epi- protestanti e altri dissenzienti, il cui scadi-
scopale contro il (1/ Ives, cassandolo dal mento in generale è progrediente, veden-
suo sedicente Episcopato. La Religione dosi più che mai separati e divisi, torne-
(f^.) cattolica è la sola vera: tutto in lei ranno più facilmente all'ovile, donde
concorre eminenteroentea diujostrarne la fatalmente partirono. Inoltre, che le fre-
veritàjln perfezione, la sublimità. Nel tene- quenti rivoluzioni, promosse da' liberti-
ralo autografo del Papa Pio IX, di cui so- ni, minaccianti l'ordine sociale, sia per
pra, dopo aver biasimatole faUe proposi- dissensione de'popoli e sia per disaccor-
zioni, invita i romani a pregareiddio per- do de* governi, alla fin fine non potran-
chè si degni ristabilire la rettitudine della no trovare sicuro e stabile riparo fuorché
mente e del cuore in lutti quelli chefurono nella sempre benefica azione materna
trascinati a fuorviare dal cammino della della Chiesa, e nella paterua autorità del
verità, in occasione della guerra formida- Sommo Pontefice, ad onta che sistemati-
bile e sanguinosa, coni battuta in Italia camente gli empi si sforzino l'una e l'al-
Del maggio e giugno i85g. acciò deplo- tro d' incessantemente avversare e com^
rino le loro colpe, il l«)ro arcecamenlo. battere, ma però con armi umane, che Dio
La Preghiera^ egli soggitmge, è più po- alla sua volta renderà frollili e in)poteuli.
tente lìtWI/iffrno, ciò che verrà doman- — Facendo p.Chardon, ragiona
ritorno al
dato alDio delle misericordie, da quelli nel cap. 9: D'alcune ceremonic , che si
che si congregano nel suo nome, sarà in- usavano in alcune Chiese ^ innanzi e
fallibilmente «'iienuto. » E che cosa do- dopo la consagrazione del nuovo ve-
niandereoio? Che tutti i nemici di Gesù scovo. Sode istruzioni che gli si dava-
Cristo, delb» sua Chiesa, di questa s. Se- no. Avverte l'autore, le cereujonie di cui
de si convertano e v'ìmìuo, convcrtantur discorre non erano nella Chiesa Ialina si
et vivant". Così parlò il capo augusto del- universali , come le riferite nel capitolo
la ss. Religione cattolica, per riguardo an- precedente. In alcuni paesi si usavano, in
cora a* neuiici dell'altare e del trono, a' altri no. Una di queste usanze era che il
ribelli suoi figli nelle provincie del suo vescovo eletto si ritirasse in un mona-
principatoten»poraIe.Eegliquestout)ode' stero il giorno precedente alla sua con-
caratteri essenziali della ss. Religione cat- sagrazione, per attendere più tranquilla-
tolica, nel cui fortunato grend)o ci gloria- mente all'orazione, e prepararsi alla fun-
mo esser natie irppartenere,pergran ven- zione del dì seguente , e in molte città
tura e qua supremo beneche non am met-
I vescovili, o all' intorno di esse, v' erano
te paragoni di qualunque specie, ^'ou ba- monasteri a ciò destinali. Guglielmo Le-
sta esser cristiano per salvarsi, bisogna maire parlando di se nello Spicil. t. io,
professare la religione catlolica e prati- dice che il sabbatodopo l'Ascensione, vi-
carne i doveri. La religione cattolica, per gilia della consagrazione, si ritirò giusta
co'siuji cappellani , e poi si ritirò in ca- leggono nella vostra Cliì e sa.^ E Veìeìto:
mera per riposare fino a giorno. In quel Il Peììtatcuco , / Profeti, /' Evangelo ,
vano la domenica mattina per fen»po; ma altri. Il metropolitano: Sapete voi i Ctìf-
prima si fc»cevano la notte del sabato ve- «o/i/? L'eletto: Insegnatemeli. Allora l'ar-
nendo la domenica essendo digiuni il ,• civescovo lo istruiva sommariamente ,
Ionia, fu consagrato la notte dilatale in quale attestava eh' egli era degno, e si
tempo della messa. In qnal parte della faceva in seguito l'esame e la consagra-
messa si facessero Pontificali non con- i zione. Finita questa, si dava in mano al
vengono gran cosa, ma per lo piìi innan- novello vescovo il libro de'Vangeli, che
zi l'Evangelo, come dice il p. Marlene. in tempo della consagrazione avea por-
Nel fine del Ponlificale Rotuanuni si leg- lato sulla lesta o sulle spalle, e metro- il
gono varie cose notabili circa le cere- politano dicevagli: Ricevete l' Evangelo^
iTionie precedenti la con-^agrazione , al e andate a predicare alpnpolo commes-
teinpo che vigevano ancora le elezioni in sovi; che Dio è possente per aumentarvi
alcuni paesi, e forse in Italia. Nel sabato la grazia, egli che vive e regna in tutti
a sera il metropolitano, assistilo (la'sùoi i secoli. La pace
sia con voi (nella Chie-
suffroganei, stava assiso nel portico della sa Bacio di pace come dissi in
\gi{\ì\i\,'\\ ^
lezione , in cui era dichiaralo il merito Dice Mabillon, che in alcuni luoghi
il p.
dell'eletto. I canonici che accompagnava- si porgeva al vescovo consagrato, insie-
no l'arcidiacono, altestavano di averlo me col libro de'Vangeli, anche il Pasto-
sottoscritto, e il metropolitano quindi sog- rale di s. Gregorio I, ossia il libro scrit-
giungeva: Guardate bene, eh' ci non v ab- to da lui sui doveri de'pastori, per rispon-
bia fatta qualche promessa poiché ciò ^
dere rimprovero che Giovanni di Ra-
al
sarebbe simonia ^ e contra i canoni. Poi venna gli avea fatto di avere ricusato il
ordinava che comparisse l'eletto (per l'e- vescovato. Ne'Pontificali mss. della chie-
same) il quale essendo digiuno veniva
, sa d'Apamea in Siria, e di quella di Co-
condotto in processione ha l'arcidiacono stantinopoli, scritti dopo il XII secolo, si
e l'arciprete. 11 prelato gli domandava ,
legge un editto contenente regole cavate
quanto tempo fòsse eh' egli era prete da'canoni per istruire vescovi del mo- i
,
qual posto avesse nella chiesa, se avesse do da diportarsi il quale edillo, giusta ,
assestato la sua casa. Alle quali interro- il l^ulifica'e di Uesanoon, doveva esser
,
VE S V E S 3o5
Ietto tlal cancelliere della chiesa alla ta- s. Cirillo d'Alessandria, scrivendoall'im-
vola de' vescovi nel di della loro consa- peralore Teodosio li nel 4^8; ^ parlan-
crazione. Il che corrisponde al decreto del do dell'ordinazione di INestorio in vesco-
3." concilio di Cartagine, il quale vuole, vo di Costantinopoli, gli disse, che aven-
che chi ordina un vescovo o un chieri- dola intesa da' vescovi che lo consagra-
co gli esponga e inculchi le sentenze
,
rono, se n'era congratulalo e tosto gli
de'concilii. Finite tutte le ceremonie del- avea scritto come a suo collega e fratello,
la consagrazione, si metteva in Trono il desiderandogli ogni bene ( ma divenuto
novello vescovo, il che in Francia nel VII eresiarca, ne combattè gli errori con di-
e Vili secolo facevasi con gran pompa, verse opere). Cosìi primari vescovi rati-
poiché era portalo fino al soglio pontifi- ficavano in qualche guisa l'ordinazione
cale una seggiola dorata per mano
in de'Ioro confratelli; e quando erano in-
degli altri vescovi soltanto, e cantando formati del cattolico sentimento degli e-
inni e cantici nel coro. A questa ceremo- letti, e della loro canonica promozione
nia sembra essersi sostituita quella di inserivano i nomi loro ne* dittici della
portar solennemente i vescovi novelli , chiesa, per far di loro memoria nel sa-
al i.° ingresso nella loro cattedrale, sulle grifizio della messa. Won solo in tali let-
spalle da'piìi nobili del paese, con pom- tere si conteneva la professione di fede ,
pa nella loro sedia. Nella maggior parte ma eziandio la condanna dell'eresie, che
delle chiese di Francia così costumava- ne'loro paesi laceravano la Chiesa. Alfer-
si; ed il vescovo d'Orleans nel suo primo ma Gregorio I, che al suo tempo ve-
s. i
ingresso nella cattedrale, avea il privile- scovi delle 4 prime sedie costumavano
gio d'aprir le carceri della città, liberan- di notare in tali lettere sinodali, che ri-
done i prigioni j ma di questo, che meglio cevevano i 4 concilii generali (altri di-
riguarda il possesso de'vescovi, nel § se- cono primi 5, che tanti allora eransi
i
guente. Era pure antichissimo costume, celebrali). Più, Tarasio patriarca di Co-
che i vescovi delle principali chiese si stantiuopolr, scrivendo a quelli d'Alessan-
dassero reciproco avviso della loro pro- dria e d'Antiochia, dice essere tale costu-
mozione con lettere, che d'ordinario con- me derivato da tradizione apostolica, il
teneva la propria professione di fede. La cheé probabile, perché praticavasi a'tem-
storia ecclesiastica n'è piena, e dalle qua- pi di s. Cipriano, come apparisce da mol-
li sovente si ricavano le particolarità del- te sue lettere. In quanto a* vescovi infe-
l' elezione o consagrazione de* vescovi. riori, bastava che avessero lettere testi-
Tale uso giovava per mantenere la buo- moniali della loro ordinazione, le quali
na corrispondenza de'principali reggitori si davano loro da* metropolitani o con-
leggevano anche simili lettere nelle pub- giorno e il console**. Fran- La chiesa di
bliche radunanze. Papa s. Leone I scri- cia si conformò a quest'uso, che durava
vendo a Basilio vescovo d* Antiochia, gli ancora nel IX secolo, come dimostrano
disse: « Ci doveva esser notificata la vo- queste parole dette neir852 da Incma-
stra ordinazione, o da voi slesso, o dai ro nel concilio di Soissons. »» Chiunque è
fratello, che voi adesso siete caricato d'un si dasse Chiesa. Col nome di vescovi non
gran peso, d'un gran travaglio, e del go- intendono già essi, come i Luterani (F.)^
verno dell'anime. Voi dovete assoggettar- certi soprintendenti, o certe persone
vi agli altrui bisogni, ed essere il servo ordinate da' sacerdoti, e laici; ma veri
di tutti, e nel di del giudizio voi rende sacerdoti, che secondo i canoni abbiano
rete conto del talento affidatovi. Abbia- ricevuta l' imposizione delle mani da 3
te gran cura di mantenere la purità del- altri vescovi^ o più, i quali l'abbiano pu-
la fede. Osservale esattamente le regole re ricevuta da'loro antecessori risalendo
della Chiesa nell'ordinazioni, o sia per il fino agli Apostoli. Questa successione é
tempo, o per la qualità delle persone. la base delle Ordinazioni ^ che sussiste
Schivate soprattutto l'avarizia e la simo- anche oggidì nelle chiese orientali. Impe-
nia. Mantenetevi casto. Non entrino fem- rocché i patriarchi Giacobiti {^F.) di A»
mine in casa vostra, e se voi dovete an- lessandria furono ordinati da Dioscoro,
dare dalle religiose, andatevi accompa- e da'suoi successori senza interruzione fi-
gnato da gente, che non sia sospetta. no a'noslri giorni. I Greci (/'^.) dopo la
Evitate ogni scandalo. Applicatevi alla conquista dell' Egitto stettero 97 anni
predicazione, pascete il popolo con la pa- senza proprio patriarca, nel qual tempo
rola di Dio abbondantemente, dolcemen- mandavano i loro chierici a farsi ordina-
te, distintamente e continuamente. Leg- dopo un se-
re nelle chiese vicine, finché
gete di continuo la s. Scrittura, e la let- coloavendo ottenuta la stessa libertà, che
tura non sia interrotta che dall'orazione. aveano giacobiti, cominciarono ad ave-
i
State fermo nella Tradizione de' nostri re il proprio patriarca ei propri vescovi.
Padri. Sostenete le vostre istruzioni col- Anche i greci d'Antiochia (di cui meglio
la santità della vostra vita, e serva que- «Siria), ossia i Greci-I\lelchiti[T'.)yeb'
sta di regola e di modello al vostro greg- bero i h)ro ordinati da'vescovi ortodossi,
ge. Attendete alle vostre pecorelle. Cor- e i giacobiti aveano ricevuto l'ordinazio-
reggetele con dolcezza e con discrezione, ne da Severo, ed altri patriarchi antio-
dimodoché si diano aiuto a vicenda lo z«-> cheni, eretici in vero, ma ordinati da al-
lo colla bontà, e voi schivate egualmente tri legittimamente (gli altri patriarchi
il rigore e la mollezza. Ne' vostri giudizi d'Antiochia sono quelli de' /Ma-
cattolici,
non siate parziale. Impiegate i beni del- roniti e deSirij' e per dire di tutti pa- i
all'antica tradizione della Chiesa univer- gnifica scrittore delle memorie). L' Ar-
sale. Seguirono gli antichi riti, non ne in- cudio corfìoto, ma allevato in Roma, do-
trodussero di nuovi contrari, e manten- ve scrisse e insegnò, volendo conciliare la
nero esaltamenie ciò ch'è essenziale nelle Chiesa greca colla latina (con opera stam-
ordinazioni. Ahramo Echellense maroni- pata in Parigi nel 1619 e 1625, intitola-
ta solennemente monumenti ad-
rifiutò i ta: Concordia della Chiesa Occidenta'
dotti dal Seldeno e altri protestanti, per le e della Chiesa Orientale sulV animi-
provare, che ne! la chiesa d'Alessandria il nistrazione de sagr amenti. Suo scopo è
patriarca veniva ordinato da'semplici sa- di provare, che le due chiese erano in an-
cerdoti. Nel «libro suo intitolato, Euty- tico perfettamente d'accordo non solo sul-
cliiiis patrit^^qha Àlexandrinus vindi- la dottrina, ma anche su detta ammini-
catiiSj dimostrò apertamente che il passo strazione; che i greci moderni nulla cam-
della storiad'Eutichio, su cui si faceva for- biarono sulla loro natura, numero e vir-
te il Seldeno, intender doveasi dell'elezio- tù; che i cambiamenti cui si permisero
ne e non dell'ordinazione di questo pa- nell'amministrazione de'sagramenti sono
triarca. Per le Sette orientali nulla vi è di poco rilievo, e che nulla v'ha in essi
orazioni, tra le quali una con altra im* vernò la Chiesa universale e fondò i pa-^
ca e latina ,
per riguardo così alia fede, sta Cedreno, diceva: « La grazia divi-
il
come alla disciplina e a'coslumi), e cre- na, che guarisce ciocch'è infermo, e sup-
dendo, giusta la scolastica opinione, da plisce a ciocch'è mancante, trasferisce col
cui era prevenuto, che la forma di que- suffragio e approvazione de'vescovi dilet-
sto sagramenlo dovesse essere impetra* ti di Dio, il santissimo Germano metro-
Uva, né trovandola nelle ordinazioni de* politano diCizico all'arcivescovato di que-
greci, pensò che la discorsa formola; Di- sta città imperiale". Altre prove di ciò
vina gralia eie, fosse la forma essenzia- ponno leggersi presso Morino; e que-
il p.
le della consagrazione de' vescovi, de* sa- sto basti, dice il Chardon, per dimostra-
cerdoti e de'diaconi, in che s'ingannò pal- re lo sbaglio preso dall' Arcudio, ed ag-
pabilmente; poiché basta dare un'occhia- giunge; che se al presente il prelato ordi-
ta agli Eucologi de'greci per conoscere, nante leggendo la delta formola tiene le
che detta formola, la quale il vescovo re- mani sopra l'elelto, quest'oso è recente,
citava e recita avanti l'ordinazione, con- come Io dimostrò ad evidenza il Morino.
teneva il puro decreto d'elezione, il qua- li Neslorìano (V.) delle ordinazio-
rito
le pubblicavasi prima di cominciare l'or- ni, giusta lo stesso autore, comincia da
dinazione. L'antico eucologio del mona- molle orazioni per chiedere da Dio la
stero di Grolla Ferrata, citato dal p. Mo- grazia, e il dono dello Spirilo Santo so-
rino, ne toglie ogni dubbio, per esser con- pra il novello vescovo. Vi si leggono le-
cepito cosi. M Dopo il Trisagio il patriar- zioni vangeliche alludent^jsalla podestà
ca sale al Santuario dinanzi l'altare. Se data da Cristo agli Apostoli, poi si met-
gli presenta una carta, in cui sta scritto; te il libro sulle spalle dell'eletto, e nello
La divina grazia, la quale sana cioc- tempo tutti
stesso i vescovi astanti gl'ini-
eh* è infermo, e supplisce ciò che man- pongono le mani. 11 vescovo principale
ca, promuove il religiosissimo sacerdo- pronunzia la formola: Divina gratia; poi
te N. all' Episcopato della tal città, col con un'orazione chiede a Dio, che con-
suffragio e approvazione de'vescovi di- fermi l'elezione. Fa sopra l'eletto il se-
letti di Dio, de santi sacerdoti e diaco- gno della Croce, e mettendogli la destra
ni. Preghiamo dunque per lui , accioc- sul capo, alza ia sinistra verso il cielo, di-
ché riceva la grazia dello Spirito San- cendo una molto lunga orazione, che eoa-
to. Il patriarca, ricevuta questa carta, do- tienequestenotabili espressioni. « Secon-
po aver l'arcidiacono detto Ascoltiamo, do la tradizione Apostolica fino a noi per-
la legge in tuono intelligìbile a tulli, e venuta per r ordinazione e imposizione
finita ia lezione tulli dicono Kyrie elei- delle mani nella istituzione de'sagri mi-
son. Poi condotto da 3 vescovi l'ordinan- nistri, per la grazia della ss. Trinità, e
do, il patriarca apre il libro dell' Evan- per la concessione de'noslri ss. Padri, che
gelo, glielo mette sul capoec". Il resto furono in Occidente, in questa chiesa di
contiene i riti già esposti dell'ordinazio- Ruki (nome dell'antica chiesa di Seleu-
ne. Un esemplare antichissimo del Vati- cia, ch'essi pretendono edificata da s. Ma-
cano contiene quasi lo slesso; e quel che ris loro apostolo), madre comune di tut-
cidiacono inlima che si preghi per l'elet- altra comunicandosi, e colla 3/ comuni-
to. Allora il popolo ad alla voce grida: cando il consagrato: quesl*uUima, se so-
Merito, Dìgnuni eslj cioè merilameiile no più vescovi i consagrati, si divide in al-
è cosa degna, che si preghi per quello il trettante particelle) mette le mani sul
,
quale si consagra vescovo, lalvolla dicen- velo che copre la patena e il calice, per
dosi in greco e taleallra in siriaco. L'uf- santificarle in certa guisa col mediato toc-
fìzianle dice un'orazione, con cui chiede camento de'sagri misteri, e poi imponen-
a Dio sopra l'ordinalo la potenza dall'al- dole all'eletto le alza e abbassa per 3 vol-
to per legare e sciogliere in cielo e in ter- te, per figurare così la discesa dello Spi-
ra; che colla imposizione delle sue mani, rito Santo, e allo stesso tempo gli altri
egli possa guarire gl'inferni i, ed operare vescovi tengono il libro degli Evangeli
altre meraviglie a gloria del di lui Wome, sopra la lesta dell'eletto, ma sollevato so-
e che colla potenza del suo Nome egli pia le mani dell'ordinante principale, il
possa creare sacerdoti, diaconi, suddiaconi quale dopo alcune altre orazioni dice: N.
e lettori pel minislero della sua s. Chiesa. èordinato vescovo nella Chiesa santa dì
Gli fa poi nuovamente ilsegno della Cro- Dio. Il che gli altri vescovi ripetendo, no-
ce sulla fronte, e gli dà gli ornamenti Diinano la città del nuovo vescovo, il
vescovili sull'altare. Benedice il pastora- quale poi viene dall' uffiziante condotto
le, e glielo porge, e segnandolo di nuovo per mano e intronizzato nella Sedia e-
conclude: N. e separato] santificato ^ e piscopale. Indi è portato intorno alla chie-
consagrato per V opera grande ed altis- sa con acclamazione degli astanti, che la
sima del vescovato della città di N. in gridano, e finalmente riceveil bastone pa-
nome del Padre ec. 11 restante non con- storale. Il Renaudot (autore delia Litur'
tiene se non cose cereraoniali. Si può ve- giarum Orientalium Co//eci/oj, dal qua-
dere, Giuseppe Luigi Assemanì, De Ca- le il p.Chardon trascrisse quasi tutto il
dì, ed altre orazioni, uno de' vescovi ad agli ufljzi della chiesa di Siria (V.) si-
alta voce fa la proclamazione del vesco* riaci, la quale sembra indicare, che i gia-
To novello giusta la formola: Divina gra- cobili versino sopra la mano del nuovo
tia. Diflerisce dal rito nestoriano in que- vescovo qualche particella dell* Eucari-
sto, che il novello vescovo presentalo stia; ma egli dice, che nulla di ciò vi ha
dagli altri vescovi al patriarca, tiene in nel lesto, e giusta l'esplicazione del rass.
mano una confessione della fede scritta di Firenze, deve intendersi spiritualmen-
esigillata, la quale dopo aver letta la con- te: cioè, che r uffiziante quando accosta
segna alTuffiziante. In vari mss. si trova- le mani alle specie consagrate , fa come
no Confessioni di fede che sembrano fat- se prendesse qualche cosa colle mani. E-
te in tali occasioni, e leformoledi ciò che gli osserva altresì, che la sua narrazione
doveauo contenere. Il vescovo celebran- dell'ordinazione nestoriana non si accor-
te dopo aver posta una particella del
, da io tutto colla versione del p. Morino,
Pane consagrato nel calice, e fatto quel e che quelli quali leggono tali riti solo
i
3io VES VES
in latino, non ponno bene rilevameli sen- zione. i nestoriani rinversarono la disci-
so, non essendo il testo medesimo ben plina fino all'ultimo eccesso. Ne'mss. vi é
conetto in ogni sua parte. Quando si con- un compendio della storia de' loro Cat-
sagra un patriarca, lutti i vescovi presen- tolici o%i\i\ patriarchi fino al principio del
ti gl'impoiigono mani dicendo: Noi im-
le secolo XIV, che
porta nomi di 78, de*
i
poniamo le mani sopra questo servo di quali primi 18 pare che non siano siali
i
DiOy eletto dallo Spirilo Santo ec. Si to- trasferiti; ma degli altri die seguono, ve
glie poi il libro de*Vangeli, e dopo varie n'ha 49» ch'erano vescovi o metropoli-
benedizioni il celebrante dice: N. e ordi- tani prima d'esser fatti patriarchi, e alcu-
nato nella s. Chiesa di Dio^ e uno de' ve- ni eziandio erano stati trasferiti più d'u-
scovi soggiunge, Vescovo della città di na volta (col p. Le Quien, Oriens diri-
N.y il che viene ripetuto dal celebrante. stianus, ed altri, riportai la successione
Se gli danno ornamenti vescovili, e
poi gli cronologica de'cattolici o patriarchi diCal-
s'intronizza. Queste sono le precipue ce- dea, ch'ebbero sede in Bagdad o Scleif
remonie dell' ordinazione del patriarca day cioè in quest'articolo, co' patriarchi
giucobita nella Siria, e quasi le medesi- ortodossi). All'incontro i giacobiti d'A-
me quelle de' Cojli (V.). Bisogna nota- lessandria furono zelanti osservatori de'
re, che secondo il rito gìacobita, in cui si canoni, poiché da s. Marco fino agli ulti-
comprende quello che il p. Morino chia- mi tempi, non si trova alcuno de'suoi pa-
ma de Maroniti (F.)^ e giusta quello d*A- triarchi trasferiti da altra chiesa, ed era
lessandria ù* Egitto (descritto dal ricor- un motivo d' esclusione dal patriarcato
dato Pienaudol: //. De
Alexan- Liturgiis l'esser vescovo, come provano i canoni-
drinis: iv. De Patriarcha Alexandri- sti, che scrissero delle ordinazio-
e quelli
no, cuni Officio ordinationis ejusdeni), ni.!! R.enaudot finisce il suo trattato, Z^/-
non si dislingue l'ordinazione de' metro- fesa della perpetuità della fede contro
politani ede'patriarchi da quella degli al- i monumenti autentici della Religione
che è conforme alle regole della Chiesa. leordinazioni degli orientali, dicendo." Si
] soli nestoriani con abuso loro partico- farà forse qualche difilcoltà sopra queste
lare fanno imposizioni di mani, orazio- ordinazioni, perché qualche volta furono
ni, ed altre ceremonie particolari in tal condannate come invalide. Questa con-
modo, che sembrano credere che il pa- danna però non fu fatta mai dalla Chie-
triarcato sia un ordine distinto; il quale sa, né da'Sommi Pontefici, e quello che
abuso è ignoto in tutte le altre comunio- ponno aver fatto senza loro saputa alcu-
ni sì ortodosse che eterodosse. I nesto- ni piuttosto zelanti, chedotli, non
ha l'ap-
rianiprobabilmentelo introdussero mol- poggio della loro sovrana autorità. Al-
to tempo dopo la separazione, poiché cer- meno é certo, che nel pontificato d'Ur-
to non potevano averlo tratto dalla Chie- bano Vili, dopo la consulta di gravi teo-
sa cattolica,ove un tal abuso non fu mai. logi, si giudicò, che le ordinazioni orien-
] greci furonoi primi, che intaccassero tali molto prima Leone
fossero valide, e
l'antica disciplina colle Traslazioni de* X e Clemente VII avevano pubblicato
vescovi, ch'erano da' canoni proibite se- un breve in forma di costituzione , con
veramente. I giacchiti siriani l'imitaro- cui confermavano a'greci,per quanto era
no, benché di rado, almen ne'tempi an- d'uopo, l'uso delle loro cereujonie ne'sa-
teriori. Ma un vescovo trasferito ad una gramentì, le quali conservano ancora ia
metropoli non riceveva l'imposizionedeb lloma e in ogni altro paese. L' Allacci
1< mani, né altri riti essenziali, e solo se pubblicò questo breve in gì eco e iu la-
gli faceva la ceremooia dell' intronizza- lino, e M. Ilabert lo fece imprimere nel
VES V^S 3ri
suo Pontificale ch'greci". 11 p. Gio. Gia- si a provarlo. Il 3.° concilio di Cartagine
ciuto Sbaraglia nel suo libro, Dispulano nel 111 secolo vieta reiterare le ordinazio-
de sacris pravoriun Ordinaiionihusqua ni.Come il Battesimo; e così quello di
vera vctusque Ecclesiae doc trina eie, Capua del 389 ovvero del 391, chiama-
Floieuliaei 75o,priucipalmenle volle mo- lo plenario da'vescovi africani. Il fonda-
slraie nulle la orJiuazioui degli Eretici^ mento di tal dottrina scuo- s. Agostino lo
degli Scismatici^ óegVIntrusi, de'Dc gra- pre parlando di essa contro òq Donatisti
dati, de^Vi usurpatori delle dignità eccle- (de'quali anche nel voi. LXXXVIII, p.
siastiche, ec. Distingue cou disceruimeu- 96eio3), i quali dicevano che chi esce
to i casi in cui quelle ordinazioni sono nul- dalla Chiesa non perde il proprio balte-
le osolauìente illecite, uè manca d' esa- simo, ma perde il diritto di conferirlo ad
minare alcune questioni che lianno rela- altrui. Egli li siringe dicendo loro, che
zione colla sua opera. La i.^ riguarda i non v'ha maggiore ragione per uu sa-
corepiscopi, ch'egli crede siano stali non gramento, che per l'altro, essendo ambe-
solamente sacerdoti, ma anche vescovi; la due amministrati all'uomo per una spe-
2/ è se 1 diaconi hanno il potere di of- cie di cousagrazione. Poi lo prova dalla
frirei sagri ujisleri. L'autore sostiene con praticr» comune della Chiesa, la quale ri-
ragione la negativa; ed aggiunge, che se cevendo gli eretici convertiti gli ammet-
furouvi alcuni abbastanza temerari per teva agli esercizi de' loro ordini senza
farlo,vennero severamente castigali. La riordinarli. Rende poi ragione di lai con-
il suddiaconato è un or-
3.' è di sapere, se dotta, dicendo: » Quando la Chiesa rice-
dine sagro ec. Il p. Giovanni Morin, nel ve gli Eretici co'loro ordì ni, non riceve
Trattato delle ordinazioni sagre della con loro il proprio male e l'eresia, naa il
Chiesa, Parigli 653, anch'egli volle teo- bene, che riconosce in loro , e non è di
lare lo svolgimento dell' argomento con loro ma del Signore, ma della Chiesa, ma
3 parti 5 ma con poca felicità, dicono i di Cristo. Quando si ordinano, s'invoca
critici, per difetto di monumenti. Volle sopra il loro capo il nome di Dio; e que-
dimostrare nella i.' parte, che i greci sci- st' invocazione che fa il vescovo è invo-
smalici non hanno cambiato nulla d'es- cazione di Dio, non di Donato ... Il sol-
senziale nell'ordinazioni: la 2." è una rac- dato disertore è reo, ma il caraltere ch'e-
colta de'rituali o ceremouie dell'ordina- gli porta, è del generale, e non del diser-
zioni de'greci: la 3." è un trattato distri- tore ... poiché non il soldato se lo ha im-
buito in I 6 esercitazioni, nelle quali risol- presso, ma Gesù che non iscan- Cristo ,
ve tutte le questioni dell'ordinazioni. Che cella il suo carattere". Eccovi sodi fon- i
la reiterazione dell' 0/'^///ze è proibita, nel damenti della dottrina della Chiesa, e la
§ 11 di quell'articolo, ed in altri relativi di lei condotta ne' secoli piti illuminati.
ne ragionai.Tuttavia aggiungerò altre no- Poiché, aggiunge s. Agostino, questo ca-
zioni col p. Chardon, massime pel vesco- rattere è cotanto inviolabile, che ricevu-
vato, e col cap. i3: Che nella Chiesa non to anche fuor della Chiesa impedisce la
fu mai creduto doversi reiterare le or- reiterazione, e parla del battesimo e del-
dinazioni canoniche. Condotta varia in. l'ordine.Dice inoltre, parlando degli A-
tal punto, e difficoltà nate in certi leni' postati.« Siccome nel battesimo hanno
pi a motii>o di quelle che non erano le- che poter dare agli altri, così nell'ordi-
gittime, fatte da intrusi, scomunicati nazione ; benché 1' uno e l* altro sia pei*
ed eretici. Non essersi mai credute nella loro dannazione, finché non li
la carità
e gli ordini da lui conferilii benché egli ziale. Ma nell'VlII secolo si sparse di te-
pel suo attaccamento alla fede Nicena, la duca di Nepi essendo laico, si fece or-
^
fazione ariana avendo procuralo che gli dinare diacono, ed ommesso il grado di J
fosse sostituito s. Felice //(/^.), questi a prete, si fece consagrare Papa nella ba- 1
primo aspetto fu consideralo come intru- silica Vaticana da 3 vescovi suburbica-
so. Ma dopo che s. Liberio si rallentò ne- rii. Indi i romani scossone il giogo, lo cac-
gli sforzi(come pretendono alcuni, mentre ciarono dopo i3 mesi, avendo ordinalo
da alhì viene difeso), con cuiavea fin allo- 8 vescovi, 8 preti e 4 diaconi; ed elesse-
ra soslcuuta la purità della fede, il popolo ro nel 768 Stefano III detto IV. X^kx^.
e il clero romano si attaccò a s. Felice li. sto Papa nel seguenleanno tenne un con»
Questi esercitò pacificamente tulle le fun- cilio in Lalcrano, nel quale vi fu giudica-
zioni del pontificato, fino al ritorno di s. lo Costantino, che comparsovi edifesosi
V E S VES 3i3
alla meglio, fu sferzalo alla presenza de' la disciplina. Posciaché, die' egli, toltone
vescovi e caccialo dalla chiesa. Essendo* Stefano e i suoi aderenti, tutti gli altri
si egli intruso senza ordine alcuno, fu de- tenevano per valide le ordinazioni di For-
cretato: Che niuno fosse promosso al Pon- moso, anche in supposizione eh' ei fosse
tificato romano, se prima non era ordi- stato reo de'delitti imputatigli". Ciò af-
nato cardinale diacono o prete. Sopra le ferma Sigeberto all'anno 900, massime
di lui ordinazioni poi si fece questo de- essendo stalo Formoso assolto dello sper-
creto, w Primieramente vogliamo, che i giuro da Papa Martino II. Anche Liut-
vescovi da lui consagrali, s'erano prima prando biasima Stefano VII d'aver rei-
sacerdoti o diaconi, ritornino al loro po- terate quelle ordinazioni; e Ausilio ne fe-
sto , e che poi sieno di nuovo eletti ed ce apposita e bella Apologia^ presso il
ordinati, come non lo fossero stati mai. Morino, anche supposta l'irregolare pro-
In quanto a'sacerdoli e diaconi da lui or- mozione di Formoso (cioè il i.° vescovo
dinali nella Chiesa romana, ritorneran- di chiesa determinata che salisse al pa-
no al suddiaconato, o ad altri ordini, in pato neir89i , dopo riconosciuta la sua
cui erano prima, e sarà in vostro arhilrio innocenza, e fu ottimo Pontefice). Ivi e-
(ì vescovi parlano al Papa) di ordinarli, gli prolesta di voler ritenere l'ordine da
o no, come vi piacerà. 1 laici poscia da lui ricevuto, e narra che Leone vescovo
lui tonsurati e ordinali saranno rinchiu- di Nola sollecitalo da alcuni a farsi con-
si in un monastero, o viveranno peniten- sagrare novellamente, perchè lo era sta-
ti nelle case loro". Questo decreto ven- to da Formoso, consultò vescovi di Fran-
i
del cardinal Bolleno, da cui non si dipar- l'uomo, non già la podestà di conferirei
tì poi verun accreditato teologo. Così la sagramenti , che non si dà se non per
verità ricuperò il suo splendore dopo le mezzo della consagrazione. Quanto al ilet-
tenebre sparsevi dalla prevenzione, dalle to da Innocenzo IV, che pare confermi
passioni e da' fervidi dibattimenti. Tut- l'opinione, il Sarnelli lo spiega così: Se
tavia sono scusabili coloro che pensaro- la Chiesa ialina non avesse determinato
no diversamente, se come s. Leone IX o- in particolare la forma islituila da Cri-
perarono di buona fede, il quale non cer- sto genericamente, snrebbe bastante che
cava che la verità e il bene della Chiesa, l'ordina! ore dicesse: Sis Sacerdos. Si de-
e la riforma degli abusi al suo tempo in- ve notare la parola ordinatore , nella
trodotti. Finisce il p. Chardon , con ri- quale s'inchiude anche la materia e le al-
Tiideolino nella sess. 2 3, De Sacrani. mi secoli della Chiesa non erasi riputato
Ordiiiis^ can. 6. necessario requisito T ascenso per gradi
Le Ordinazioni de* Pontefici (^''.), di al vescovato. Però avverte il Borgia, che
vescovi, preti e diaconi comìuciarono da l'unico argomento tfelle indicate ordina-
s. che ivi riportai, finche
Pietro, ne'terapi zioni per salto, è il silenzio degli scrittori ;
nella Sicilia, Epafrodito in Terracina, al- cuni facendo questione che nel vescova-
tri avendoli ricordati ne' loro articoli, va- to eniinenter si contenga il presbiterato,
rie però essendo le opinioni. Nelle biografie derivante Vescovato sia
dall' altra se il
degli antichi Papi ho riferito il numero un ordine distinto dal Presbiterato. Tut-
de' vescovi, preti e diaconi da loro ordi- tavia non si deve dimenticare, che s. Am-
nati, e per quelli che noi feci ho supplito brogio da laico calecumeno,e perciò noQ
in dello articolo, cioè fino e inclusive a s. battezzalo, fu proclamalo e ordinato ve-
^'icolò I deir858, perchè riferite dal No- scovo di Milano, come rileva il Graveson,
vaes. Ne' secoli susseguenti i Papi fecero Historia ecclesiastica, l.ì. Ma Benedetto
eseguire l'ordinazioni dal \ escovo Sicario XIV, contro il p. Mabillon, rettamente
di Roma (^ .), e questi talvolta da alcun confutandolo, dimostrò che il consagran-
deputatOjfinchè fu stabilito il vescovo ì'^i- do in vescovo ha da essere di già costi-
cegerente(P^.)a farne talvolta le veci. Alle tuito nell'ordine sacerdotale, colla costi-
papali ordinazioni successero le Prowio- tuzione 64, In postremo, de'20 ottobre
zionì pontificie di Cardinali ( P^.),ueWan- I 756, suo Bullariuni l. 4> diretta a Car-
niesso il grado di prete, e così furono pere, che il Camuzio era stato ordinato
consagrati i PapiSabiniano nel 6o4, Va- diaconoe preteda Benedetto Xlll,e per-
lentino neir 827, s. INicolò I nell' 858 e ciò era riservato al Papa il consagrarlo
altri. E ciò Dorgia nel-
praticossi, dice il vescovo, o deputare altri a firne le veci;
scovi devesi eseguire in giorno di dome- vescovi il Papa; più tardi li consagrava
nica, o in una festa de'ss. Apostoli (nuche il vescovo suburbicario d'0>lia, ed in se-
in altre feste, 5/ Summits Ponti/ex spe- guito fu permesso anche agii altri cardi-
ciali ter i/idulserit, leggo nel Pontificale nali decorati del carattere vescovile. Leg-
Romanum. Molti esempi di che vado a go nel Nardi, che gli arcivescovi d' Occi-
riferire), Benedetto XI V la stabili in quel- dente scrivevano al Papa dopo la loro
Papa, in Roma per lo più da un cardi- mato. Si apprende dal Galletti, che nel
Dale insignito della dignità vescovile, ben- 601 Bonifacio Primicerio de' Difensori
ché dell* ordine dt preti, odi un cardi- della s. Sede, era in Corsica suo mini-
nale suburbicario, edue vescovi, ovvero stro, e gli scrisse s. Gregorio I di procu-
da 3 semplici vescovi. Fuori di Roma il rare d'unire il clero e il popolo d'Aleria
sagrato extra JJrbemj il che non riesce avrebbe ordinato il piti utile alle loro
tanto facile per la loro riunione, mentre chiese, dopo attento esame. Nel voi. LI,
in Roma sono numerosi vescovi sì in i p. 3oo riportai il decreto di Benedello
partibus che cardinali. Pe'vescovi che si XIV, col quale stabili le regole per le
consagrano extra Urheni è prescritto consagrazioni de* vescovi in Roma, ove
il giuramento di fedeltà e ubbidienza al- sono frequenti. Conservò a'vescovi eletti
la s. Sede, la professione di fede, prima la scelta del cardinale consagratore,ilqua-
ambo fatti nella sera precedente alla con- lenomina i vescovi che devono assisterlo,
sagrazionein mano del vescovoconsagran- dovendone dare parie al Papa con istan-
te, alla presenza de'due vescovi assistenti, za per r approvazione a mezzo di rag."^
i quali atti sì mandano a Roma, come fe- uditore. Non trovandosi cardinali che vo-
ce l'arcivescovo di Sida Bernardino Ho- gliano o possano far la funzione, permise
norali, e lo leggo nella sua Relazione del- che l'eseguisse uno de* patriarchi m/?«r-
3i8 VES V ES
tihiix lesidenlì in Roma, qualora in essa sa cosa a t. Agostino, Taposlolo dell'In-
non "vi fosse il melropolilano del consa- ghilterra, come apparisce dalle lettere
grando, a cui allora spelta la consagra» che Quando nel S^5 fu eletto
gli scrisse.
zione; ed in mancanza de'nominati, sup- Papa Pelagio I (V.) per avere col prede-
plisse un arcivescovo o vescovo de' pre- cessore Vigilio conilannalo i Tre Capitoli
senti in Roma, sempre coH'assistenza di (^'.), dice Novaes, che non si trovò in
il
due vescovi. Appartiene al prefetto de' Italia il 3." vescovo che lo volesse consa-
maestri delle ceiemonie il domandare il grare, e però con nuovo esempio fu con-
inaudalo o indulto apostolico per la con- sagralo da'vescovi di Perugiaedi Feren-
sagrazionein Roma de' vescovi. Una vol- tino, e da Andrea arciprete d' Ostia. Ur-
ta gli eletti vescovi ricevevano la con- bano Vili nel i635 nominò vescovo di
sagrazione dal metropolitano, ma ora Nardo F^abio Chigi, mentre passò inqui-
spetta solo al Papa (come la deposizione, sitore a Malta, ove fu consagrato dal ve-
di cui riparlai a Vescovato nel § VII), scovo coir assistenza di duepersooe in ec-
che per lo più suole delegarla a quel ve- clesiastica dignità costituite, per difetto di
scovo che si è sceho il consagrando. A se- altri vescovi: dipoi divenne cardinale e
conda del cap. 7,dÌ8t. 23: Episcopila ciim Papa Alessandro VII. Si legge nella f^ita
ordinatur^ alla consagrazione assistono delven. mg.'fr. Giuseppe di s. Maria de*
sempre due altri vescovi; sebbene per Sebastiani delegato e visitatore aposto-
pontifìcia dispensa vi ponno supplire due lico dell* Indie Orientali, e vescovo dì
persone costituite in dignità ecclesiasti- Gerapoli, Bisignano e Città di Castel-
ca, come dichiarò Benedetto XIV, De lo^ di fr. Eustachio di s. Maria Sebastia-
Synodo Dioecesana^ lib. 3, cap. i3, § r, ni, anch' esso carmelitano scalzo. Ales-
ed anchedue semplici sacerdoti, come vo- sandro VII lochiamo nel palazzo aposto-
gliono Alsazio, Barbosa ed altri. L' anti- lico, ed ingiuntogli rigorosissimo segreto,
ca disciplina esigeva che l'ordinato do- a' i5 dicembre lóSg, mentre avea 37
vesse esser consagrato da 3 vescovi, ed i anni, fu condotto occultamente in cappel-
vescovi ordinanti dovessero essere della la pontificia e consagrato vescovo di Ge-
provincia ; anzi si dubitava che avesse ri- rapoli, Landucci vescovo di Por-
da mg.*^
cevuto il carattere vescovile chi era con- Papa, colla sola appli-
firio e sagrisla del
sagrato da un solo, o anche da due vesco- cazione della materia e della forma. Il Pa-
vi, come narra il Nardi. Nel pontificato pa inoltre dispensò a' riti del Pontificale
di s. Gregorio VII decaduta la già sì fio- Romano, in quella parte in cui si prescri-
rente chiesa Africana, e ridottasi con ve la presenza di 3 vescovi, permettendo
due soU vescovi, il Papa scrisse a que- che in vece di questi supplissero due sem-
sti, che eleggessero uno e lo mandas- furono Luca Olslenio e
plici sacerdoti, e
sero a R.oma per esservi consagrato ve- Francesco M." Febei, entrambi canonici
scovo, aflinchè essendo tre, potessero poi Vaticani, e da vescovo padrino fece il p.
ordinare altri vescovi. Tullavolta opina- sotto-sagrista della cappella pontificia.
no alcuni, non essere essenziale per l'or- Con dispensa di Pio VII nel 1819 il Va-
dinazione episcopale che vi siano 3 vesco- sco vodiChioggiaGiuseppeManfrin- Prov-
vi, e nemmeno i. E cosa assai probabile vedi veneziano, fu consagrato in s. Gio. e
che ciascun Apostolo ordinasse solo ve- i Paolo di Venezia da Emanuele Lodi ve-
scovi delle Chiese ch'egli fondava e leg- ; scovo d'Udme, con l'assistenza del p. d. Pla-
gesi inTeodoreto, Hist.^ lib. 5, e. 4, aver cido Zurla abbate camaldolese e poi car-
s. Eusebio da Samosata ordinato solo de' dinale, e del p. d. Benedetto Castori ab-
vescovi cattolici, per occupare molle se- bate benedettino; e nel 1821 il vescovo
di tacanli ; s. Gregorio I permise la sles- d' Adria d. Carlo Uavasi di Crema fu
VES VES 3-19
consagrato nella calledrole di Vicenza da di quella città Giovanni, fratello del prin-
Giuseppe M.' Peruzzi vescovo della me- cipe di essa. Papa s. Leone IX portatosi
desima, assistito da'raentovati dueabba* in Germania, Ecclesias^ cappellas et al'
ti. Talvolta nelle proposizioni concisto- tarin in diversis locis ahsqiie numero
riali si Papa dispensa alcuni
legge che il consecravitj vi consagrò pure de'vescovi.
vescovi deir America e di altre parti, che Nel I o53 recatosi a Benevento, vi consa-
possano farsi consagrare da un vescovo,as- grò in arcivescovo Uldarico, e gli confer-
sistito da due preti costituiti in dignità mò i privilegi di sua chiesa. Scrisse il Sar-
ecclesiastica. Fiequertti poi sono le di- nelli, che eletto abbate di Monte Cassi-
spense pontificie per la consagrazione epi- no Desiderio, poi Vittore III, il Papa l'or-
scopale de* ricari apostolici ne' paesi in dinò cardinale prete e consagro abbate:
cui donjinano gì' infedeli, gl'idolatri, gli sarà meglio Wcìiie benedì.DeWiì benedizio-
eretici, gli ^ismotici, in remote regioni, da ne deir^Z>Z'<2/e parlai nel gIV di quell'arti-
un vescovo assistito da due preti. Dun- colo, e la dissi necessaria, e doversi riceve-
que tali consagrazioni sono valide, e non re o dal vescovo diocesano o dal metropo-
si vede con quali ragioni Tournely abbia tano.Non imprimere alcun carattere, ma
li
sostenuto ilcontrario. III. "vescovo orien- non però doversi reiterare, partecipan-
laleconsagrato dal Papa, si vuole che fos- do in qualche modo di una specie di con-
se Menna, che s. Agapito 1 nel 536 con- sagrazione. In fatti nella bella Storia clelld
sagrò vescovo di Costantinopoli, nella ba- Badia di Monte Cassino del p. ab. Tosti,
silica di s. Maria di quella città. Noterò, trovo la seguente descrizione di tal fun-
che per concessione pontificia patriarchi i zione, praticata pure da Nicolò II con De-
d'Oriente ebbero il diritto di concedere si portava in Ro-
siderio. Eletto l'abbate,
il Pallio (F.) a' loro metropolitani, pre- ma con alcuni monaci. Presentatosi al
vio il giuramento di fedeltà e ubbidienza Papa sedente in cattedra, questi esami-
alla s. Sede. Il ricevimento ne'metropoli- nava i monaci elettori e se l'elezione era
tani del pallio importa quindi la confer- seguita canonicamente. Poi interrogava
ma del Papa nella loro dignità, giacche 1' eletto se voleva esercitare le virtù che
prima non ponno esercitare
di riceverlo in prelato si desiderano. L'abbate ad o-
le funzioni arcivescovili; eGiovanni Vili gni domanda rispondeva ://wo«//o. Con-
dell' 878 condannò V abuso di quelli che cludeva Papa con lunga esortazione.
il
vennero suffraganei della Chiesa di Roma, vano innanzi l'altare, mentre il cantore
e perciò obbligati a recarvisi per essere cantava le litanie. Levatisi, il Papa diceva
consagrati da' Papi, quali propri metro- alcune preghiere, e l'eletto giurava in-
politani. In cappella pontificia sono am- nanzi a Dio e a' Santi, essere mantenitore
messi i vescovi eletti, ma debbono se- della regola, giusto e prudenteco*mona-
dere e incedere dopo i vescovi consagrati. mantenere il patrimonio della badia e
ci,
ào l'epoca delTammissione nel cospicuo Papa le mani sul capo, dicendo preghie-
collegio,ben inle«oche gli arcivescovi pre* re, poi il libro della regola, il pastorale e
cedonoi v escovi, De'vescovi consagratida' r anello gli dava con formole adatte di
Papi parlai in più luoghi qui farò men- : parole, e Io faceva sedere in preparata
zione d'alcuni. Ritiratosi nel g65 Giovan- sedia con in mano la regola e il pastora-
ni Xlll a Capua, coDsagrò io arcivescovo le, e 6 monaci preti e 6 diaconi gli face-
1
non si legge che ne avessero i suoi prede- intronizzati nella Cattedra di s. Pietro,
cessori, e nelle tempora di settembre in dove perciò non fu mai lecito celebrare
quel sagro palazzo nella cappella dedica- altra consagrazione vescovile, che quella
ta al Salvatore conferì l'ordine del pre- sola del Sommo Pontefice, poiché alle
sbiterato a RofFredo eletto arcivescovo altre anticamente erano destinale le vi-
della città, che poi nella seguente dome- cine basiliche di s. Andrea, di s. Marti-
Irollo, e quello rispondere da cliierico. stalli nella chiesa di s. Maria degli An-
Inolile il consagralore dà rolfeiiorio al geli, alla presenza di i q cardinali. Nel 1718
Papa, invece di riceverlo, ossia V Obla- Clemente XI consagrò in patriarca, non
zione (^.)- Dice ancora l'acclamazione: di Gerusalemme (come col Novaes dissi
u^d multos onnos^ Beatissime Pater. nel voi. LXXXI I, p. 1 57, senza rammen-
Piesta il Papa a sedere allorquando il tare che espressamente lo avea corretto
consagrante dice Accipe Spirilum Saii-: nel voi. XLI, p. 270), ma di Costantino-
ctuni. Il Papa recita le litanie genufles- poli, come dichiarai nella biografìa, mg.'
so, e dà la benedizione dall'altare, e non Camilla Cibo uditore generale della ca-
il consagrante. Terminata la funzione, mera. Nel seguente anno, nella chiesa di
nella sala del concistoro era apparecchia- s. Maria degli Angeli, per l'ampiezza di
lano segreto dice l'orazione, ed il Papa trovarono presenti alla funzione altri 9
benedice la tavola. La funzione della Co- cardinali, oltre il governatore di Roma,
ronazione si celebrò in altro giorno. Nel molli arcivescovi, vescovi e altri prelati.
dolo cardinale ; dandogli per successore prelati che lo aveano assistito, inclusiva-
nel 1719, anche col titolo patriarcale di mente al prefetto de'maestii delle cere-
Alessandria, Carlo Ambrogio Mezzabar- monie. Nella biografia f\\ Benedetto XIll^
ba milanese. Il diarista Cecconi nel Dia- col Novaes, e altrove co Diari di Ronia^
rio islorico dal 1700 al 1724, racconta lo celebrai perchè continuamente feceva
che Clemente XI nel 1714 consagrò in l'uffizio di vescovo, conferendo e ammi-
vescovo di Sabina il cardinal Fulvio A- nistrando tutti i sagramenli, consagian-
VOL. xcv.
322 V E S V ES
ilo chiese e altari, predicando la divina lama Papa, ritenne V arci-
d'oio. Eletto
parola; e col medesimo Novaes riportai vescovato di Benevenlo, e nel mese se-
il numero delle cliiese e altari da lui con- guente ossia a' 8 giugno consagrò in ar-
1
tatili ; benedizioni di abbati e di campa- sua tavola, e nel seguente anno 1725 lo
ne ; battesimi, cresime, ordinazioni. Le consagrò vescovo di Sabina in s. Maria
ridi Roma e negli estratti che feci de'me- miglia, corte e ciM'ia pontificia fu popola-
desimi, registrai un numero ragguarde- la d'arcivescovi e vescovi in parlibus, in
vole di consagrazioni vescovili da tatte numero che mai il più grande. Nel 1725
Papa Benedetto XIII, ma qui appena ne essendosi Benedetto XllI ritirato nel car-
ricorderò alcune per qualche notabile nevale in s. Maria del Rosario a Monte
particolarità, poiché l'eseguiva dopo ogni Mario, vi consagrò Sommier in arcive-
concistoro, e costumando donare a tutti scovo di Cesarea, e poi nel refettorio de'
i vescovi da lui consagrali uoa mitra di suoi doraeoicaoi con questi Io tenue a
,
V E S VEÌ5 323
pranzo, inclusivamenle a*due arciresco- nendo rarcivescovato di Bologna, subito
vi assistenti, maestri di ceiemonie e fj- consagrò per farne le sue veci Scarselli in
migliari pontificii. Nel 1727 cousagrò in vescovo di Menilo, per la qual funzione
vescovo di Costanza Pizzella suo came- il cardinal Cibo donò un nobilissimo fal-
riere segreto, e fu il 15° vescovo usci- distorio. Nel 1743 martedì 19 marzo >
to da' suoi famigliari del cardinalato e festa di s. Giuseppe, consagrò in vescovo
del pontificato. Inoltre nel martedì 3.* diPadova il cardinal Rezzonico, poi Cle-
festa di Pentecoste, all'altare della Cat- mente XIII, nella basilica de'ss. XII Apo-
tedra di s. Pietro, consagrò in vescovo stoli; e nella cappella Paolina del Quiri-
in partibus di Tasso monsignor Gua- nale nel 1747» d cardinal Lanze in arci-
scon, descrivendo la funzione il n. i534 vescovo di Nicosia in partihiis. Le descri-
del Diario di Roma^ col quale potrei zioni d'ambedue si leggono ne*num.4oo2
indicare le altre descrizioni, ma per bre- e 4710 de Diari di Roma. Anche Cle-
vità me ne astengo. Nello stesso '727, mente XIII, eletto nel luglio del 1758,
Clemente di Baviera, arcivescovo eletto- si prestò volentieri a consagrare i vesco-
re di Colonia, vescovo e principe di Mun- vi, per cui nel dì settembre nella
i.° di
ster e Paderbona, bramando d'essere con- cappella Paolina del Quirinale consagrò
sagralo da Benedetto XIII, e temendo Chompion in vescovo di Troyes, coll'as-
pel trattamento e ceremoniale di recarsi sistenza de'patriarchi Rossi di Costanti-
in Roma, ottenne che il condisoendenlis- nopoli e Malici d'Alessandria. Dipoi neU
simo Papa si recasse a fare la funzione ladomenica de* in novembre consagrò
nella chiesa di s. Maria della Quercia, XII Apostoli, sontuo-
nella uasilica de'ss.
presso Viterbo^ ov*erasi recato, facendosi samente apparata, il cardinal York in ar-
quindi scambievoli doni. 11 Papa gli die* civescovo di Corinto in parLibu<:^ la cui
la mitra, ed i 3 preziosi spilloni per fer- descrizione riferisce ilDia-
n. 6456 del
mare il pallio, usali nella consagrazione; rio di Ronia^ quella chiesa essendo suo
e 1' arcivescovo gli offri 6 candellieri d'o- titolo. Il Papa donò in precedenza al real
ro guarniti di pietre preziose, una croce porporato un nobilissimo Pontificale in
di diamanti di gran valore, e 24}000 3 tomi, ed un Canone di stampa bellissi-
scudi, oltre gli splendidi regali alla chie- ma, ambo legati in cordovano cremisi ,
sa, alla cattedrale di Viterbo ed alla fa- lutti arabescati d'oro co'pontificii steoi-
miglia pontificia. Nella notte di Natale mi,onde conoscere il rito della consagra-
dello stesso 1727, l' infaticabile e zelan- zione. A questa intervenne il suo padre ,
tissimo Benedetto XIII, dopo il mattuti- Giacomo III re cattolico d'Inghilterra. Il
no e la messa, nella suddetta cappella di Papa vi si recò con treno di forma pub-
s. Pio V, consagrò io vescovo di Samo blica, avendo in carrozza il cardinal de-
Dosquet. Nella notte di Natale 1728, il cano Delci,e il cardinal York, a cui dal*
Papa assistè nella cappella Sistina al mat- l'altro fu ceduto il i.° posto come candi-
tutino e cantò la messa, e dopo le laudi dato. Nell'ingresso della chiesa il cardi-»
nella cappella di s. Pio V , consagrò io naie come litolare presentò 1' aspersorio
vescovo di Loreto e Recanati Muscelto- al Papa , mentre i cantori ìntuonavano
il cardinal Albani
la: nella stessa Sistina l'antifona: Ecce Sacerdos Magnus, Si
camerlengo cantò l'altra messale la 3." tenne il ceremoniale osservato da Bene-
nella mattina fu pontificala in s. Pietro detto XIV, nella consagrazione dello
dal Papa. Nella stessa sagra notte del stesso Clemente XIII, ed eccone alcuni
seguente anno, celebrate le solite funzioni, cenni degli alti principali, che ricavo da
ebbe a cardinali diaconi assistenti, Ales- laudamus^ coli' antifona Firmelur ma'
sandro Albani e Corsini, parati in dalma< nus tua. L* altare maggiore era prepa-
ticbe; a cardinal vescovo assistente il de- rato col 7.° candelliere, ed 8 statue d'ar-
cano Delci, in piviale; a cardinal diaco- gento; e ne'cancelli le solite 8 torcie do-
no ministrante Francesco
all'altare Gio. rale, poste sopra altrettante colonnette ,
l'ultimo uditore di Rota Daldeschi in tu- solemnist licet sine cantu celebrata? in-
nicella sostenne la Croce pontifìcia. Il ter Responsiones ad duina Jo. Bona S.
Papa giunto al trono depose la stola , e R. E. Cardinal, infer ejusdent Episto-
fu cinto della falda. Lesse i salmi eie o- lae selectae, cura Roberto Sala^ Augu-
razioni per la preparazione , ed intanto sta Tauriuorura 1755). Dopo V Offer-
dal suddiacono apostolico sì portarono i torio della messa, il Papa ricevè dal no-
sandali ed calzari ossia scarpe, che gli
i vello cardinal arcivescovo la solita o-
furono posti dall'aiutante di camera in blazione, consistente in due torcie di ce-
cappa. Toltagli la mozzelta dal cardi- ra dorale, due gran pani, 1' uno dorato e
nal diacono ministrante, la lavanda alle l'altro inargentalo, e due bariletti pari-
mani fu somministrala dal principe assi- menti l'uno dorato e l'altro inargentalo,
stenle al soglio, ed il mantile dal cardi- con vino e acqua, e sopra V arme papale.
nal decano come vescovo assistente. Il La sedia gestatoria^ a guisa di trono por-
Papa fu poi paralo de' sagri indumenti tatile, nelle prescritte occorrenze, fu sem-
dal cardinal diacono ministrante, i quali pre trasportata da 4 palafrenieri ponti-
si portarono al trono da' volanti di se- ficii in soprane rosse; ma il cardinale fu
gnatura in cotta e rocchetto, avendoli ri- intronizzato dal Papa nel faldistorio.Ter-
cevuti all'altare dal sagiista vestito di minata la funzione, il cardinale portalo-
piviale. Il Papa dopo essere stato para- si al trono del Papa, pronunziò un pub-
to, si portò all'altare e principiò la sagra blico ringraziamento , con discorso ac-
funzione, assiso nella sedia gestatoria col- concio all'onore ricevuto ; a cui il Papa
locata sulla pradella nel mezzo. Assistero- rispose benignamente, e benedetti tutti i
tor Spìfflus, r antifona Unguenliun in alla sua presenza imbandito, tanto il uo-
VES VES 325
vello cardinal arcivescovo, quanto i car- pie della piccola quadratura, ch'erano
dinali cheaveano ministrato nella fuo' tutte dipinte e lavorate. Le credenze era-
zione, oltre) cardinali palatini, in tutti 9, no fornite de' vasi e altri arredi sas:ri ne-
e gl'intervenuti alla funzione furono 25. cessari alla funzione, cioè dorati pel Pa-
Nel 1759 recatosi Clemente XIII nella pa, d'argento pe'cardinali, oltre le loro o-
pontificia villeggiatura di Castel Gan- blazioni, cioè due gran pani per cadau-
c?o//ò, domenica io giugno nella chiesa no, l'uno dorato e l'altro inargentato, e
principale vi consagiò in vescovo di Tor- due simili bariletti intagliali co' pontifì-
cello Cornaro, coH'assistenza de* patriar- cii slemmi, olire le torcie lavorate e po-
chi Matlei e Calini summentovati: il coa- ste a oro. Nell'ingresso in chiesa il car-
sagrato in fine fece un nobilissimo com- dinale Cavalchini ordinario del luogo,
plimento per r onore compartitogli. Vi qual vescovo d'Albano, presentò al Pon-
intervennero i cardinali Paolucci Ca- , tefice J' aspersorio, e dopo avere ora-
valchini e Rezzonico, con molta prelatu- to, in sagrestia prese la falda. Da un
ra e nobiltà. La relazione si legge nel n. Iato dell' altare collocatasi la sedia ge-
6543 dal Diario di Roma. Il Papa, nello statoria^ su di essa il Papa ricevè i pa-
stesso 1759 tornato in Castel Gandol- ramenti pontificali di colore rosso, per-
foj nel modo in breve narrato in quell'ar- chè la messa era di s. Calisto I, e del
ticolo, consagrò in quella chiesa parroc- medesimo colore erano quelli degli al-
chiale i Erba Odescalchi in
cardinali ar- tri, come de'cardinali Paolucci e Ca-
civescovo di Nicea in partibus, come vi- valchini vescovi suburbicarii e assistenti
cario di Roma, e Valenti in vescovo di de'novelli consagrandi, i quali però sol-
Rimini, che poi insieme a' io cardinali tanto indossarono paramenti bianchi se-
i
assistenti tenne seco a lauto pranzo nel condo le rubriche. I cardinali e prelati
palazzo apostolico, osservandosi le mede- che v'intervennero, senza assistere, era-
sime ceremonie del ricordato tenuto nel no in abito cardinalizio e prelatizio. Il
Quirinale per la consagrazione del car- Papa donò a'due consagrati, dentro una
dinal York. Descrissero la consagrazione zaina guarnita con copertone di merlet-
e il convito, Diario diRo^
il n. 6597 del to d'oro, le due superbe e ricche piane-
ma, e la stampata lettera scritta da Ca- te usale da loro nella funzione, dopo la
stel Gandolfo a* 1 5 ottobre da Giovanni quale, deposti dal Papa gli abiti sagri, il
Reffini che col Diario mi sta davanti.
, cardinal Erba Odescalchi, a nome pure
Laonde eccone un cenno, di particolari- del cardinal Valenti, gli fece un rispetto-
tà non riferite nel citato luogo. Dome- so complimento, a cui graziosamente ri-
nica i4 ottobre, festa di s. Calisto I Pa- spose Clemente XIII. Nel palazzo aposto-
pa e martire. Clemente Xlll coU'accom- licocon grande apparalo s* imbandì la
pagnamento de'cardinali in abito , della mensa, nella maggior sala, come la chie-
sua corte e di molta prelatura, recossi in sa addobbata. Il Papa si assise su mae-
detta chiesa maestosamente addobbata stosa sedia collocata nella pradella sot-
didamaschi e velluti cremisi, con ricchi to magnifico baldachino, ì 12 cardinali
ornamenti di galloni e frangie d'oro. L'al- sedendo in altra tavola a deslra del tro-
tare era decorato di candellieri e statuet- no, serviti da' loro maestri di camera,
te degli Apostoli dorati. Nel piano del tutti senza mozzetta, per cui il solo Papa
presbiteiio a cornu Evangelii era eret- avea il rocchetto scoperto. Il i." luogo fu
to l'altare pe'novelli consagrandi, ornato concesso a'due cardinali consagrali. Nel-
di arredi d' argento e candele di cera la I.' anticamera, presso la sala, erano
bianca, a distinzione delle altre che ar- le grandi credenze e bottiglierie, essendo
devano nel maggiore e dell' 8 torcie a d'oro o doralo il servizio del Papa , e
326 VE S VES
tl'argenlo quello pe' calcinali. Il cauJa- Alene, eseguita nell'ottobre 17G0 nella
fario, dopo il Benedicite e l'orazione, fa- chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo,
cendo il Papa ilsegno della Croce, sul e furono assistenti Calini patriarca d'An-
principio lesse alcune epistole di s. Ber- tiochia, e Bufalini mfiggiordomo e arci-
lìaido, finche il Papa beve la i/ volta ,
vescovo di Calcedonia. Il Papa donò al
ed allora si alzarono in piedi i cardinali, consograto un nobilissimo piviale bian-
e genuflesselo i prelati e lutti i ragguar- co, colla stola, il Canone e il Pontificale
devoli personaggi astanti. Tosto i li can- Romano, legali magnificamente e co'pon-
tori pontifìcii , che avevano assistito al- lificii slemmi. 11 n. 6998 riporta la con-
la funzione, nel loro coretto, in altro es- sagrazione fatta nel 176:^ da Clemente
sendovi le dame, e ambo con grate, XI II nella cappella Paolina del Quirina-
cominciarono coli* accompagno dell' or- le, del cardinal Colonna in arcivescovo di
gano a cantare sagre laudi , mottetti e Corinto ili partibtts , che avendolo di-
cantici , alcuni de' quali appositamen- chiaralo vicario di Roma, poc'anzi avea
te composti dal maestro di cappella Ri- trasferito dall'ordine de'diaconi a quello
naldo di Capua. Il Papa mandò dal- de'preli. Il Papa Pio VI neirullima do-
la sua tavola, a quella de* cardinali ,
menica settembre 1775, come si ha
di
due bacili, uno con uno sturione, l'altro dal n. 78 del Diario di lìoma^ nella cap-
di pavoni arrosto. Terminato lo splendi- pella del coro della basilica Vaticana, no-
do convito, e fattosi dal caudatario il rin- bihnenie apparata, con 1' assistenza dei
graziamento a Dio, il Papa e cardinali i prelati della sua camera segreta consa- ,
//per Firenze, come vuole il Novaes , e un suo cappellano segreto. Poscia mg."^
nella biografia dissi chi lo consagrò nella maggiordomo trattò di lauta ntensa il
s. Casa) ; Lucini per Colonia, in arcive- consagralo e tutti gli assistenti. Il n. 3c)4
scovo di Nicea; Colonna Pamphilj per del Diario di Roma del 1778 riferisce ,
sitato l'altare del ss. Crocefisso, su quel- vescovo di Sabaria, colla messa letta, e
lo della tribuna fece celebrare la loes- dell' omelia che vi pronunziò. Cou essa
Sd (la un cappellano segreto , clie ascol- volle premunire il nuovo pastore contro
lò. Iodi il maggiordomo trattò di splen- la falsa filosofia del secolo colle seguenti
dido pranzo i due cons;«grali, 5 carduia- gravi osservazioni.»» In questo teuqjo noi
li, i due arcivescovi assistenti e altri per- dobbiamo impiegare maggior premura
sonaggi. L'omelia fu stampata e ne fa ri- e sforzi maggiori; mentre una certa falsa
cordo il Cancellieri a p. 86 òeWa Storia ed en)pia filosofìa con incredibile stoltez-
de' possessi. W n. 782 dei Diario di Ro- za, e velenosi scritti, ed armi fatali tutta
zella. Nel voi. XGIII , p. 20, feci puiole cali, come nelle mes:»esuleuiit, sedente sul
328 VES VES
faltlisforio ricevè nelle sue mani la prò 1824, nella cappella Sistina consagrò A»
(essione eli fede del cardinale, vestilo de- bramo Cliasciour Meni-
in arcivescovo di
gli abili sagri e genuflesso. Indi il cardi- fi o Ahnfl, poi formalmente degradato
nale sedè sul suo sgabello cardinalizio ,
e condannato a perpetua rilegazione nella
in mezzo a'due assislenli Bei lazzoli arci- casa del s. Uflizio di Roma, dalla quale
vescovo d'Edessa ed elemosiniere, e Me- tuttavia in processo di tempo (u liberato,
nochio vescovo di Porfirio e sagrista; si dovendo risiedere in Roma. Dissi pure co-
die' principio all'esame, e poi si prosegui- me Maria degli Angeli
nella eliiesa di s.
rono i riti della consagrazione. Dopo la nel 1826 Leone XII, col corteggio dei
funzione il Papa vulle ascoltare altra cardmali palatini, e l'assistenza dell' ele-
messa, avente a sinistra il cardinale ge- mosiniere Eilonardi arcivescovo di Efeso,
nuflesso al suo sgabello, il quale gli die' a e del sagrista Perugini vescovo di Por-
baciare il testo del Vangelo e l'islromen- firio, nella solennità dell'Assunzione di
to della pace, e terminala la messa gli fe- Maria Vergine (mentre il sagro collegio
ce i più riveieiili ringraziamenti. JNella contemporaneamente celebrò la solita
stessa cappella Pio VII, domenica 21 a- cappella nella basilica Liberiana), consa-
prile 1816, consagrò cardinali Rusco- i grò in arcivescovo di Ravenna mg."^ Fal-
ni in vescovo d'Imola, e Riganti in vesco- conieri, ed in vescovo di Vileibo e To*
vo d'Ancona e Umana, quali per vari i scanella mg."^ Pianetti, poi ambo cardi-
giorni eransi ritirati nella casa della con- nali, vestilo di lutti gli abili pontificali ,
giegazione della Missione (^.), pe'solili non esclusi il fanone ed il pallio. In {ina
esercizi di pietà preparalorii. Dopo la sa- della funzione nig.*^ Falconieri fece 1' i-
gra cerea»onia recaronsi alla visita della stanza pel sugro pallio, il quale mg.' I-
basilica Vaticana. Si apprende dal n. 63 soard decano della Rota, esercente le ve-
del Diario di Roma del 18 16. Domeni- ci di camerlengo del suo collegio, in abi-
ca 4 agosto Pio VII nella cappella Pao- to suddiaconale, presentatoal Papa, fu
lina del Quirinale consagrò in vescovo dalla Santità Sua consegnalo al poslulan-
diEvara in partihus mg.' Gio. Battista te. Il maggiordomo nel palazzo apostoli-
Giuda Taddeo de Keller, commendato- co trattò a lauto pranzo i prelati sì con-
re dell'ordine del Merito, ed incaricato di sagrati, conie assislenli, e la famiglia no-
.°
una missione straoidinaria presso la i. bile pontificia, sedendo i fra tulli il car-
Sede, del re Federico I di Wurtemberg: dinal Albani segretario de'brevi. Pon- 11
l'elemosiniere Certazzoli arcivescovo d'E- tefice Gregorio XFI nel i836 avendo
dessa, e il bagrisla Menochio vescovo di proojosso ad arcivescovo d'Efeso in par-
di Porfirio, assistenti alla funzione. Vari tiùus e nunzio di Vienna mg.*^ Altieri , ,
rappresentanti di corti estere, e molti di- suo coppiere e cameriere segreto, ora
stinti personaggi furono presenti alla ce- cardinal camerlengo ; ad arcivescovo di
remonia, alti ettanlo commovente, quan- JVazianzo in parliùusm^." Antonio Tra-
to decorosa e divota. Il nuovo vescovo versi veneziano suo antico amico, clie ce-
venne trattalo di lauto pranzo dal mag- lebrai anche nel voi. XCIII, p. i5o (con
giordomo, a cui intervennero caidinali i aggiunta fatta sulle prove di stampa ,
palatini Gallefll segietario de'menioriali, questa apparisce mancante d' alcune po-
e Consalvi segretario di slato. Il prelato clie parole, che la verità storica mi f.» qui
nel n)nrtedì seguente si recò a ringrazia- reintegrare. Pertanto ivi si deve leggere,
re il Pjipa, il quale a' 5 agosto lo dicliia-
1 non solo che dal Papa si chiama vf. il piìi
lò vescovo assistente al soglio pontificio. grande amico che io abbia al mondo, ma
Leone XII, come narrai nella biografia, si deve aggiungere: parole^che poi ipelè 1
tuose e sagaci prestazioni, in all'ari delica- poi fece invitare a pranzo nel palazzo
lissimijdidiciii ed importanti, come dichia- Quirinale, dal cardinal prò- maggiordo-
rò poi nel suo testamento, ad esso affida- mo, consagrati
i co'loro vescovi assisten-
li, lo presentò al cardinal Ostini con dir- ti, ed i parenti del romano mg/ Altieri.
gli: Questi e il mio pili grande amico. Riporta 5i del D/^r/o diRomai\e\
il n.
Inchinandosi il commendatore al porpo* 1 843,che domenica ^5 giugno nella chie-
sliniani, Gamberini, Lambruschini Pa- , dell' istanza di mg." Gava al Papa, per
co, ubi SuaeSanclitali placueril. Adeiuol gretario di Papa s.DamasoI del 367, era
prae$entes duos Diacoui Pontifici assi- in lai venerazione l'altare della Confcs-
stentes, et unus Diaconus niinistrans in sione di s. Pielro nella basilica Vatica-
Missa, si erit solen^nis, et unus presby- na , che senza speciale privilegio niuno
ler Cardinalis parali, qui Pontifici oiini- fuori del Romano
Pontefice costumò ce-
strabuiit. Et servabunlur omnia, quae in lebrarvi. Sindone chierico beneficialo
Il
ptid Aliare s, Petri soliis Papa con- consagrazioni de* vescovi nel vicino tem-
sccratiir. Et nota, quandum secundum pio rotondo di s. Andrea (dice il Cancel-
institulionem Gregorii primi , huius- lieri s. Gre-
per disposizione parimente di
niodi consecraliones non debent fieri gorio tempio eretto da s. Simmaco Pa-
I;
apud altare s. Petri, quia ibi solus Ro- pa del 49^> •" onore del fratello di s.
luanus Pontifex consecralur. Quando Pietro, poi dedicalo alla Madonna della
l^apa aliquos vult ordinare publice in s. Febbre, e per ultimo ridotto a Sagrestìa
Pelro consuevit actus ordioalioniset con- Vaticana. Sorgeva presso rO//c//5CO Fa'
secrationis facere in cappellas. Andreae, ticanOy cioè nel sito ove in origine fu in-
vel alia, et reliquum missae finire ad al- nalzato). Soltanto avanti tale altare i
za \n:\\' Effemeride Ealicana, p. 5'j 3, che ci receditj el alter simUiler. Accedit tcr^
V ES VES 33i
t'uff et consecrat Archidiaconus
illuni. di terza fu collocalo al solito luogo (3cor-
autem imponit ei pallium. Aggiunge la nu EpistolaCy di drappo paonazzo^ per-
teslimouianza di Cencio Camerario, che chè era domenica di sessagesima, e die-
il MUOVO Papa recatosi nella chiesa di s. tro ad esso si formò un camerino. A de-
Pietro, uhi ad altare maiiis^ prout in or' stra di questo trono eranvi Ire o quattro
dineconùnetiir^ah Episcopo Ostiensi spe- banchi perla camera segreta di settimana
cialiter, et aliisEpiscopis de curia con- ia servizio, cioè i camerieri segreti parte-
secratury hoc addito^ quod si forte Epi- cipanti, due segreti soprannumerari, due
scopus Ostieiisis praesens nonfuerit^ ar- d'onore, caudatario, crocifero e aiutanti
diipresby ter Ostiensis seu Veliternus in- di camera. Tutti erano vestiti in cappe
teresse debet consecrationi. Ma più di rosse foderale di armellini, senza le quali
tutti eruditamente ragionò sulle ponlifi- pelli , cappe indossarono
eguali bus- i
descritto praticalo da Benedetto XIV e si quadralo, sino agli stalli de' cardi-
al
Clemente XIII, che perciò si deve lene- nali. Le guardie svizzere erano colle so-
la Cattedra o in quelli d'alcuna delle sue Presti sagre paonazze compresi i sandali e
cappelle, avendo d' uffizio assistito alla scarpe, ed guanti. Così vescovi anche
i i
332 V E S V ES
erano ìd abito cardÌDalizio paonazzo, con ndaestro'dels. palazzo, i chierici di camera,
iscarpe nere questi, con sandali e scarpe i votanti di segnatura, i prelati lutti in col-
bianche quelli (l'avevano naessi per uni- ta e rocchetto, pressotrono di terza: co- il
senza sandali e colle scarpe nere, e solo stro di camera, il maggiordomo, il go-
cogli altri abiti sagri dovevano prendere vernatore di Roma, ed altri prelati di fìoc-
i sandali eie scarpe di drappo). Mg/ A- chelli, tutti in rocchetto e cappa, a'soliti
squini patriarca di Costantinopoli e mg/ luoghi loro spettanti. Giunto il Papa nel
Cardelli arcivescovo d'Acrida, destinati presbiterio, fece orazione avanti l'altare
al libro e alla candela pel Papa, erano in papale, nel genuflessorio coperto di drap-
rocchetto, cotta e croce pettorale: il sa- po paonazzo, com'erano cuscini: altret- i
pontificii, i collegi prelatizi, meno gli av- vestiti (li pianeta paonazze piegale nel da-
vocati concistoriali, il prìncipe assistente vanti (veramente doveano vestire le dal-
al soglio, il magistrato romano, ed il mae- matiche), con iscarpe nere. Il maggior-
stro del sagro ospizio. Intervennero alla domo versò l'acqua per la lavanda del-
maestosa e insieme edificante funzione, le mani ì\q\ Papaj a cui presentò il pan-
ilcorpo diplomatico, la nobiltà sì roma- nolino, per asciugarle, il cardinal Mica-
na che estera, e molto popolo. Gregorio ra, più anziano tra'vescovi suburbicarii,
XVI dal contiguo palazzo Vaticano si avendolo ricevuto da mg.*^ maestro di ca-
recò nella basilica con mozzetta rossa di mera. Il cardinal Riario i.° diacono già
pannoela stola, con iscarpe e sandali pan- avea levato al Papa la stola e la mozzet-
nazzi (così consigliato per minor inco- ta, che gli aiutanti di camera presero e
modo, ma
doveva incedere senza sandali portarono alla credenza; indi il Papa fu
e con iscarpe di panno rosso), e per la vestito degli abiti pontificali paonazzi, por-
scala segreta entrò nella cappella del ss. tati more solilo^ come nel Pontificale,
Sagramento. Alla porla fu ricevuto da* compreso il fanone e il pallio, i guanti e
due cardinali assistenti e da* consagran- l'anello pontificale, e la mitra d'oro. I
di, tutti in vesti cardinalizie: il cardinal due cardinali vescovi assistenti vestiro-
Patrizi gli presentò l'aspersorio, ed egli no l'amitto, sul rocchetto (se il cardina-
segnatosi, lo presentò a'6 cardinali, e poi le è religioso sopra una piccola cotta), la
asperse gli astanti. Passò ad adorare il ss. stola e il piviale paonazzi, e mitre di da-
Sagramento chiuso nel ciborio, e da un masco bianco, 1 4cai'dinali eletti vesco-
lato con banco e cuscini paonazzi fecero vi assunsero l'amitto, il camice^ che fer-
altrettanto i Scardinali; il restante del sa- marono col cingolo, la stola e il piviale
ero collegio trovandosi già a'propri stalli, bianchi , con berretta rossa in testa. 11
cioè i cardinali sedevano disposti in que- caudatario del Papa era in cappa rossa;
sto modo. 1 vescovi suburbicarii ed i pre- quelli de'cardinali vescovi assistenti, de'
li banco a corna Evaugclli dell'al-
nel due cardinali diaconi assistenti, e de'
iare, diaconi in quello incontro; mentre
i vescovi novelli, sulla croccia aveano as-
quando il Papa pontifica nella stessa ba- sunto la cotta e la vippa: i caudatari de*
silica e siede sul trono grande, V ordine gli altri cardinali non funzionanti, vesti-
dei sedere regelandosi da tal soglio, è vi- vano la sola croccia (Qui seguirebbe la
ceversa. Kel medesimo presbiterio già vi postulazione de'4 vescovi eletti per essere
si erano portatigli uditori di Rota, col p. consagrali , che si farebbe in loro uo-
V E S VES 333
me dal vescovo assistente più anziano cìel glio tardi chemai il correggersi. Se si
collega iieir assistenza; ina facendosi la pondererà tutto quanto ne scrissi a de-
funzione dal Papa si onumise la postu- coro della Chiesa Latina , ho speranza
lazione).Quindi segtù la professione del- che si Iroveriinuo ragionevoli quesli miei
la fede e il giuramento de* 4 novelli ve- rilievi , che in apparenza destano ripu-
scovi (professione e giuramento emessi, gnanza), ascese all'altare (non l'incensò,
percliè quando il Papa consagra vesco- i perchè la messa fu Iella e non cantata,
dopo
vi, la loro preconizzazione si asten- per cui non cantò il prefazio, non fece
gono dal farli per non ripeterli), median- l'ostensione solenne dell'Ostia e del cali-
te lettura della formula, e il loro tatto del ce, come ne'ponlificali, e perciò neppure
testo degli Evangeli. Il Papa fece [)oi ad ri fu all'elevazione medesima il concerto
essi, scliierati innanzi al trono di terza, le delle trombe delle guardie nobili), men-
solite interrogazioni ed esame, a ciascu- tre al proprio altare i cardinali vescovi
na delle quali gli eletti risposero. Ter- assistenti condussero gli eletti, i quali ivi
minale, i caidinali vescovi assistenti con- deposti i piviali, indossarono(essendosi già
dussero i 4 novelli vescovi al bacio del calzati i sandali e le analoghe scarpe) la
piede e della mano del Papa , il quale croce pettorale, la sloia pendente, la tu-
ad ognuno duplice amplesso. Sceso il
die' nicella, la dalmatica, la pianeta, il mani-
Papa dal trono, andò a pie' dell' aliare, polo, tutto di color bianco; e poi l'ac-
ed avente a'Iati i 4 vescovi eletti die'piin- compagnarono all'altare pontificio, cioè
cipio alla messa, recitando l'introito e la dopo l'Epistola, per l'atto della consagra-
confessione, a cui essi rispondevano: i ve- zione. 11 Papa dettele orazioni e la col-
scovi assistenti ciò fecero co'loro cappella- letta pergli eletti, oltre l'Epistola, venen-
ni. Dopo la confessione il Papa stringendo do coperto di aiitra si pose a sedere sul
colla manosinistralaCr06'Cjt70/2/f7zV/<7(del- faldistorio avanti il mezzo dell'altare; ed
la quale assai riparlai ne' voi. XVllI, p. i cardinali vescovi assistenti, anch'essi co-
253, 254 e seg.jLI, p. 298, LXV, p. 160, perti di mitra, gli condussero ad uno ad
LXXIII, p. 370 e 374, LXXX, p. 216, uno gli eletti scoperti, a'quali disse il Pa-
non solamente per dichiarare cU' è sem- pa: Episcopumoporlet judicarcy inier-
plice senza l'immagine del Crocefisso, ma pretari j consecrare^ ordinare^ offerre,
eziandio per aver io contribuito, che in bapiizare et confinuarc. Indi invitò cir- i
questa consagrazione Gregorio XVI non costanti a pregare Diodi concedere la sua
adoperasse quella colla quale avea consa- grazia agli eletti, per l'utilità della Chie-
grato l'altare papale e la crocerà della sa. Allora il Papa si prostrò avanti il suo
basilica di s. Paolo, perchè falla alla gre- faldistorio, e lateralmente i consagrandì,
ca con 3 traverse, e perciò inservibile. sui gradini dell'altare nel lato del Van-
Pe'molivi che escludono ne'vescovi latini gelo, ossia a sinistra del Papa , indietro
l'uso della Croce con due sbarre, dichia- a'ioro sgabelli stando gli assistenti, e s'in-
si dovrebbe pure
rali ne'citati luoghi, lo cominciarono a cantare le Litanie. Que-
alfatto rimuovereper ornamento di Stein- ste nel terminarsi, il Papa si alzò, e te-
ini vescovili, arcivescovili ,
patriarcali e nendo colla mano sinistra la detta Croce
cardinalizi Ialini; dissi pure vescovili, per- pontificia, rivolto a'4 vescovi eletti pro-
chè alcun arcivescovo in partibus pro- strati disse loro: Ut hos praesctiU'S Eie--
mosso ad un vescovato o al cardinalato clos bene -^ dicere dignerh, !{;. Te roga-
conserva tal segno d'orgoglio orientale, mas a lidi tios. Vthospraesentes Elee lo s
inventato da' prelati orientali per depri- bene +tf dice re ^ et sancii^ flcare digne-
mere l'Episcopato Latino! Quindi tul- rìs. li». Te roganius audi Ul hos nos.
l'altro che imitarsi, dovrebbe abban-
lo si praesenles Elee Ics bene ^ san- dìcere, et
doQiire. Ma consuetudoj se erroneo, me- cii ^l^-
ficare, et conse -^ crare digneris.
334 V E S
R. Te roganius nudi nos. Xhveìtanio ri- nus istae de oleo sancti/lcalo, et chr\-
peterono, co'segni della berietlizione,i ilue smate sanctifLcationis^ sicut iinxit Sa-
caidinali vescovi assistenti. Dopo compi- muel David regeni et proplictani ita ,
SaiLCtum. Depostasi la mitra dal Papa, dolla del pane (qualora il bacolo non sia
disse l'orazione P/o/7//mre, poscia ilprefa- benedetto, il cotisagrante, deposta la mi-
zio proprio della consagrazione, lenendo tra, si alza e Io benedice con orazione e
)e inani stese avanti il petto. Indi l'ulti- acquasanta, indi riprende la mitra), se-
nòrinno: f^eni Creator Spiri tus etc. pro- mula: Accipe Daculum
pastoralis affi-
seguito da'cantori, essendosi alzalo dopo di. Il simile eseguì (qualora non sieno be-
ili." verso e coperto di mitra tornò ad nedetti, qui segue con orazione la bene-
assidersi sul faldistorio; depose l'anello e dizione degli anelli) cogli anelli vescovi-
i guanti, ri[)re5e l'anello, gli fu imposto li, che sedente a ciascuno pose nel dito
il grembiale, ed intinto il pollice destro anulare della destra, ogni volta recitan-
nell'olio del sagro crisma, unse a ciascu- do la farn)ola : Accipe Annuluni. Preso
no degli eletti genuflessi il capo, forman- poi il Parpa il libro degli Evangeli, coa-
do il segno della Croce per tutta ia chie- diuvalo da'vescovi assistenti, Io mise sul-
rica e dicendo: Ungatiu\ et consecrctur le proprie ginocchia, e lo consegnò a'con-
caput tuum, cocleiti benediclioiie^ i/ior- sagrali, quali vi posero le mani sopra
i
dine Pontificali j benedicendo poi sepa- non disgiunte, il Papa ogni volta ripeten-
ratamente ognuno tre volte con dire: la do la formola Accipe E\^angeliwn. Iodi
:
nomine Pa ^
tris, et Fi Hi, et Spiritas ^ il Papa, disse: Paxtibi. p^. Etcuni spirita
4tf Sancii. Amen. W Papa quindi si nettò f//o. Poscia ricevè al bacio i consagrati, gli
il pollice colla midolla del pane, e compi- assistenti pratii^ando altrettanto, ed essi
lo il canto dell' inno , deposta la mitra, risposero nuovamente col f^. Et cani spi-
si alzò e proseguì il prefazio: //oc. Do- ritu tuo. 1 consagrali quindi, accom[>d-
mine ^ caput cor uni in-
copiose in gnati da'due vescovi assistenti, recatisi al
fluat^iQ. Dopo intuonò l'antifona Un- : proprio altare, furono con midolla di pa-
gucntuni in capite etc, che fu prosegui- ne e pannilini nettati dall'olio santo (an-
ta da'cantori. Nel ripetersi , fu posta al ticamente si soleva spianare capelli coti i
collo de' consagrandi una benda di lino, pettine) nel capo, e si lavarono le ma-
e genuflessi, utio per volta, avanti il Pa- ni; que^tte pure lavandosi il Papa nel suo
pa sedente nel faldistorio e coperto di mi- faldistorio, dopo che un chierico di ca-
tra, riceverono da lui in ambe le inani mera gli pose il zinale di lino. L'acqua
r unzione col Sdgro crisioa in forma di ad esso sooiuiinislrò il maestro di cuuae-
Croce coU'mdice destro, facendo due li- la e il pannolino il maggiordooio, amba
nee dal pollice all' indice e nella palma incappo; a'quali cappellani comuni con-
i
delle mani, meatie diceva: [Jngantur ma- segnarono il bacile col boccale e il piallo
e-
to vino, quanto fosse suflicienle per tulli. Et illi sibi respoodenl: Et ciini spirila
Dello rolferlorio, il P<ipa con mitra se- tuo. Deinde postquam consecrator Cor-
dè nel faldistorio avanti il mezzo deil'al- pus Domini sumpseril; non lotum San-
tare, ed allora si portarono a lui, accom- guinem sumil, sed solum partem ejus
pagnali da'vescovi assistenti, i consagrati, cum particola Hostiae in Calicem missa
e genuflessi ciascuno gli offri le oblazio- (L'ostia si suol fare più grande delle con-
ni, previo il bacio della n)ano, consisten- suete, secondo il numero de' vescovi con-
ti in due lorcie di cera, iu (ine pani, e in sagrandi. 11 consagratore comunica col-
si
due bariletti pieni divino. Queste presen- la metà dell'Ostia, in cui manca la parti-
tazioni i cardinali consagrali l'e^eguiro- cella messa nel calice, l'altra metà la di-
no per ordine d'anzianità di cardinalato vide in tante parti quanti sono i vescovi
(the ne'senjplici vescovi è determinala consagrati, e cor» esse li comunica). Et
dall'ordine della preconizzazione in con- priusquamse puriPicetj corainunicalcou-
cistoro), prendendo tali offerte dalle ma- secratum ante se in eodem cornn, capi*'
ni de' rispettivi maestri di camera o gen- le inclinato stantem, et non gennfleclen-
tiluomini ecclesiastici, vestili in abito tala- tem, prius de Corpore, tum de Sangui-
re. Indi il Papa si lavò di nuovo le mani, ne, ileinde purificai se, poslea consecra-
proseguì la messa colle orazioni prescriu tum. Tum abluil digitos super caliceuj,
le dal Pontificale Ronianu/::, a\cune es- et sumil eliam ablutionem, etassumptu
sendo proprie de' consagrali. Questi al- mitra, lavai manus ... Deinde dicto, Ile
l'elevazione slavano <2 connt£)a/\s7o/^edel- Missa est , vel Benedicamus Domino,
l'aliare papale, e dietro ad essi due car- i proul lempus requiril, consecrator diclo
dinali vescovi assistenti; mentre dall'al- iu medio allaris, Placcai, etc, accepta
tro lato erano il patriarca e arcivescovo ibidem mitra, si non sii archiepiscopus,
assistenti al Papa pel libro e la candela, et in sua provincia, slans versus ad al-
e dietro ad essi i due cardinali diaconi as- tare, popolo solemniter benedicit". La
sistenti. Il 2."mdestro di ceremoniefece ba- triplice benedizionesull'altar papale, nel-
ciare al Papa la tavoletta della pace, che la funzione che descrivo nel più imporr
portò quindi a baciare al cardinal i.° ve- tante, il Papa la die* tenendo la croce
scovo suburbicario, che passando la pace pontificia nella sinistra mano. Iodi si po-
con l'abbraccio al cardinale seguente, la se a sedere sul faldistorio avanti il mezzo
nal I
.° diacono, che la passò a quelli del- grali; ed alzatosi senza mitra con ora-^ ,
l'ordine suo,e indi posò l'istromenlo nel- zione benedì le loro mitre d'oro (se que-
la credenza. Papa, dicendo a ciascuno
11 ste, gli anelli, bacoli,iguanti sono sta- i
Pax teciint, die'la pace a'4 cardinali con ti in precedenza benedetti, non si ribe-
sagrali, i quali la passarono a'due cardi- nedicouo), aspergendole con acqua bene-
nali vescovi assistenti, e lo slesso Papa la detta. Piipresala mitra e postosi a sedere,
die' a'due cardinali diaconi assisleuli. Di- coadiuvato da'cardinali vescovi assistenti,
336 VE S VE S
il Papa impose la milra sul capo di eia* rio, rivolto verso il corna Epìslolae. Al-
scuuo de'consagrali, recitando la formo- lora ogni cardinal vescovo consagrato, co-
la analoga prescritta. Deposta nuoramea* perto di mitra e reggendo colla sinistra
te la mitra, in piedi (se non sono bene- il pastorale , stando a
Epistolae^ coma
detti, qui il consagrante con orazione be- alla loi o volta genuflessicantarono in 3
nedice e asperge i guanti) pose nelle mani diverse distanze, cioè in detto luogo, a-
de'consagrali i guanti, levatisi prima gli vànti il mezzo dell'altare, ed a'piedi del
anelli pontificali, parimente coU'aiuto de' Papa, sempre in tuono più alto, l'accla-
cardinali vescovi assistenti rimettendo
, mazione: Ad niullos annos. Gli baciaro-
poi gli anelli ne' diti anulari. Alzatosi il no il piede e la mano, e riceverono il du-
Papa e presi per la destra i consagrati, plice amplesso (cogli altri consagratori ha
ad uno ad uno gl'iiilronizzò ne' faldistori luogo soltanto il reci[)roco bacio di pa-
loro, collocali sul ripiano dell'altare a ri« ce); e quindi ciascuno die' il bacio di pa-
dosso del paliotto, consegnauda ad essi ce a' due cardinali vescovi assistenti , e
nella mano sinistra il bacolo: nell'intro- passando al proprio altare dissero 1' fi-
nizzazione di ciascuno de'consiigrati, il i." vangelo di 8. Giovanni altrettanto di- ,
e poi il 2.° de'cardinali vescovi assisten- cendo Papa al suo luogo. Finito d qua-
il
ti, li presero per la mano sinistra, con- le, il Papa si lenò al trono di terza, ove
cio era stato trasferito a corna Ex^ange- lavanda delle mani, il cardinal i.° diaco-
Hi, eda questo lato il Papa, levatosi la no gli rimise la mozzetta e la stola, pre-
milra, inluonò il Te Deuni laudainus^^ sentale dagli aiutanti di camera. I cardi-
proseguito da'cantori. Mentre cautavasi nali consagrati, ed i cardinali vescovi as-
l'inno, ilPapa restando in piedi nel det- sistenti, anch'essi si spogliarono a'propri
to luogo senza mitra, i due cardioali ve- luoghi delle sagre vesti. E fattosi da essi
scovi assistenti accompagnarono 4 car- i e dal Papa preghiere a Dio di ringrazia-
dinali consagrati in giro intorno la con- mento, colla recita dell'antifona: Triuni
fessione Vaticana, tutti coperti di mitra, pueroranij e col caotico Benedìcite, e col-
i novelli vescovi colla mano sinistra reg- le altre preci prescritte, si compiva la
gendo il pastorale, e colla destra compar- magnifica e commovente funzione. Do»
tendo la benedizione agli astanti, e po- pò di questo, i cardinali consagrati, in a-
scia tornarono a'Ioro faldistori. Termi- bito cardinalizio paonazzo, con Croce pel'
natosi il canto dell'inno, seguì quello del- forale scoperta sulla mozzetta (e scoper-
l'antifona: Firmetiir niaiius luas, in- ta da qualunque vescovo e in qualunque
tuonata dal Papa, il quale premessi con- i luogo devesi portare, non ostante l'erro-
sueti versetti, recitò 1' orazione; Deus o- nea e radicfita costumanza di tenerla na-
mniuni Jidelinni, Continuando il Papa a scosta in petto, onde Leone XII per ri-
stare in piedi senza mitra, tutti i cardi- muoverla non contento d'aver fat-
affatto,
diclnm^ deponendo il pastorale per l'at- rarla fuori; soggiungendo essere , come
to di congiungere le mani e impartire al l'anello, precisamente il distintivo preci-
popolo la benedizione, premesso l'inchi- puo della dignità vescovile, e non letlere
no al Papa. Terminate le benedizioni, il affitto la giurisdizione d'alcuno. La Cro-
Papa riprese la mitra e sedè sul faldi:>to- ce pettorale, nella fuuzioue che descrivoj
1
altri che fecero parledella funzione, oltre cesaiea in partibus^ e mg.*^ Charbonnel
gl'invitati; ma il Papa li dispensò, ed in- in vescovo di Toronto, assistito da mg."
i?ece nel palazzo Quirinale dal maggior- Luccìardi arcivescovo di Damiata, e da
domo fece convitare a decorosa meusa i4 mg.' Castellani vescovo di Porfirio e sa-
cardinali consagrati, i due cardinali vesco- grista, pel libro e la candela, icoosagran-
vi e due cardinali diaconi assistenti,
i i di avendo per mg.' Malthieu
assistenti
cardinali Macchi, Ostini, Dai berini eMat- arcivescovo di Desancon e mg." Morichi-
leì; mg."^ Asquini e mg.' Cardelli altri ,
ni arcivescovo di INisibi, coll'imposizione
assistenti, mg.*^ maestro di camera, mg/ del pallio al i.° dopo la funzione, alla
sagrista, due prinii maestri delle cere-
i quale intervennero i cardinali palatini.
monie, due comandanti le guardie no-
i Poscia il cardinal Anlonelli prefetto de*
bili , il foriere maggiore il cavallerizzo , ss. Palazzi apostolici, invitò a mensa lut-
maggiore, il capitano degli svizzeri, i
4 ti i nominati e altri personaggi. 11 Gior-
camerieri segreti partecipanti, il caudata- nale di Roma descrive le altre consagra-
rio, il crocifero, lo scalco segreto; ed in- zioni eseguite dal Papa Pio IX. Il n. 27
oltre il ministro del re delle due Sicilie, quella fatta nella domenica de' 2 i no-
i fratelli de'cardinali Cftgiano e Clarelli, vembre 852 1 nella cappella privala ossia
il Zuppani camaldolese, ed il ba-
p. ab. segreta del Vaticano, di mg." Vincenzo
rone Henrion distinto lellerato francese. Spaccapietia napoletano, della congre-
Le particolarità che ho riferite sulla con- gazione della Missione, eletto con breve
sagrazione de'vescovi, massime per quella pontificio vescovo d'Arcadiopoli in par^
ripiodotta dell'eseguite daGregorioXVI, tihiis e vicario apostolico nell'Antille, col-
mi dispensano da apposita descrizione;im- r assistenza di mg." Macioti arcivescovo
perocchè il ceremoniale de'vescovi fu to- di Colossi elemosiniere coadiutore e il sud-
talmente preso dagli usi e dallo stile del- detto mg." Castellani, e l'intervento del-
la cappella pontificia, ommettendosi i ri- la camera segreta: compita la consagra-
ti propri de'Papi e della curia romana. zione, il Papa ascoltò la messa ietta da
La cappella papale poi in lutto e per tul- un suo cappellano. Il n.i io deli 855 de-
io si attiene alle rubriche de' libri litur- scrive la consagrazione eseguita a'i 3 mag-
gici, meno ne'rili specialmente prescritti gio nella chiesa parrocchiale diCastelGan-
al Sommo Pontefice. 3JiUalis nnitandis, dolfo, di mg." Francesco Paolo Lettieri
\e ceremonie de'Papi nella consagrazio- di Foggia in vescovo di s. Agata de'Go-
ne de'vescovi, nella sostanza sono egua- li, assistendovi il nominato mg." Macioti,
li a quelle del Pontificale tlomamini: De e mg." Palermo vescovo di Porfirio e sa-
Co/isecralioue Eltcliin J^piscopum. — Il grista. V'intervennero il cardinal Patrizi
-
338 V E S V E S
TescoTo d'Albano, il cardinal Antonelli Firenze , mg.' Giuseppe Tar^oni pure
segretario di slato, la corte pontificia, e di Prato vescovo di Volterra, mg.' Lui-
)a magistratura municipale del luogo. gi M." Paoletti di Volterra vescovo di
Poi maggiordomo convitò
il perso* i Monte Pulciano, e monsignor Gioacchi-
«aggi mentovati. Il n. 53 del i856 ri- i no Anionielli di Faella vescovo di Fie-
porta consagrazione fatta nella cappel-
la sole. Il granduca Leopoldo II e tutta
la Paolina de! Quirinale a* 6 luglio, di l'imperiale famiglia granducale, l'arcidu-
mg." Alberto Barbolani elemosiniere in ca Carlo d'Austria, i reali conte e con-
patriarca d'Antiochia, di
mg.' Salvato- tessa di Trapani, v'intervennero in pri-
re Nobili Vitelleschi (commendatore di s. vato, così il corpo diplomatico e la no-
Spirito e destinato nunzio a Napoli, il che biltà. Il Papa fu assistilo dal sunnomi-
non si effeltuò) in arcivescovo di Seleu- nato mg.' Franchi, e da mg.' fr. Giulio
cia, di mg.*^ Vincenzo Massoni nunzio al Arrigoni de'minori osservanti di Derga
Jjrnsile in arcivescovo d'Edessa, di mg."^ mo arcivescovo di Lucca. Finalmente si'
Alessandro Franchi interounzio aposto- apprende dal n. 166 del Giornale di lìn-
lico di Firenze in arcivescovo di Tessa- ;;?/7, che a'22 novembre iSSy, Pio IX
lonica, di mg.*^ Flavio Chigi destinato qua- nella cappella Sistina consagrò in arcive-
le ambasciatore straordinario ad assiste- scovo d'Edessa mg.' Gustavo de'principi
re alla coronazione d'Alessandro li im- Hohenloheelemosiniere, assistito da mg.'
peratore delle Russie, in arcivescovo di Cardoni vescovo di Carisio e presidente
Mira, e di mg.' Antonio Alberani in ve- dell'accademia ecclesiastica, e da mg.' Ma-
scovo con giurisdizione di Monte Feltro. rinelli vescovo di l^orfìrio e sagrista, alla
Assisterono il Papa i detti prelati Macio- presenza di cospicui personaggi. — Di so-
li e l'alermo, e v'intervennero, oltre i car- pra parlai delle consagrazioni di vescovi,
dinali palatini, il cardinal Brunelli, e al- che si fanno in Roma da'cardinali vesco-
tri distinti personaggi e membri del corpo vi suburbicarii, o dell'ordine de'preti ma
diplomatico. Narra 37 del i SSy, che il il n. insigniti della dignità vescovile, coli' in-
Papa Fio IXjdopoaveiea'aG gennaio con- tervento della guardia svizzera e d' un
sograto vescovo di Cibistra o Cibystri mg.' mazziere del Papa, e la direzione de'mae-
Guille.'nin, prefetto apostolico di Quang- stri delle ceremonie pontifìcie: pel nume-
long, zelanlissimo e intrepido missiona- ro de'consagrati a un tempo ricorderò al-
rio, fra'mollissimi che tanto onorano l'il- cuni esempi. M'istruisce il o. 1794 del
lustre clero di Francia; indi a'5 febbraio i Diario di Rornaùeìiji^'ì, che il cardinal
nella cappella Sistina del Vaticano con- Zelada de! titolo di s. Martino e segreta-
sagrò in vescovo di Cliflon mg.' Gugliel- rio di stato, all'altare della Cattedra di
mo Clifford, assistito da mg.' Giorgio Er- s. Pietro nella basilica Vaticana consa-
ringlon arcivescovo di Trebisonda e coa- grò nella I." domenica di marzo quindici
diutore di Westminster, e da mg.' Gia- vescovi, preconizzati nel concistoro de'27
como Cailles "ià vescovo di Locon. In- febbraio da Pio VI. E che contempora-
tervennero alla funzione lord Clilford pa- neamente il cardinal Valenti del titolo
dre del consagralo, il fratello di questo de'ss. Nereo ed Achilleo, nella chiesa di 9.
distinto ufliziale inglese, e grandissimo Carlo al Corso consagrò dieci vescovi, pro-
iiuroerodi personaggi. 11 n. 192 dellostes- posti nel detto concistoro; mentre il car-
S01857 ^'acconta come il Papa trovando- dinal Corsini vescovodiSabina, nella chie-
si in Firenze, nella raelropolitana di s. sa dis. Ignazio consagrò cinque vescovi
Maria del Fiore, vagamente addobbata, promulgati nello slesso concistoro. Tro-
a'23 agosto vi consagrò solennemente 4 vo nel o. )8o4 del Diario di Roma del
pastori recenti toscani, cioè mg.' Gioac- menlovato 1792, che il cardinal Zelada
chino Limberti di Piato arcivescovo di ael medesimo altare della Cattedra di ».
,
V E S VES 339
Pietro consagrò nel mese d'aprile alili dia /Innù'er.faria. Il vescovo Pompeo
qiiimlici vescovi promossi nel concistoro Sariielli, jCr//erp Kcclesìafilichej t. 2, ver-
di s. Carlo consagrò Di piùsei vescovi. sceglia, cioè la i." nel giorno dell'elezio-
apprendo dal n.1826 del Diario di Ro ne, la 2." in quello di sua consagrazionej
\*x\ suo titolo de'ss. XII Apostoli sei ve- messa propria ch'è nel messale romano;
scovi; il cardinal Somaglia del titolo di e s. Carlo Borromeo desiderava che an-
s. Sabina e vicario di Roma, in s. Igna- co lutti i preti facessero l'anniversario
BÌo ne consagiò otto; il cardinal Valenti di loro Ordinazione, come rilevai pu-
vescovo d'Albano, in s. Maria in Valli- re nel voi. XLIX, p. 71. Dice il IMa-
cella consagrò il vescovo di Sora; il car- gri , Notizia de vocaboli ecclesiastici^
dinal Doria del titolo di s. Pietro in Vin- in quello di Episcopus, che solevano tulli
tro vescovi; ed il cardinal York nella sua V Anniversario della creazione^ consa-
cattedrale di Frascati, per ispeciale in- grazione e coronazione (^^.), celebrare
dulto apostolico, consagrò l'arcivescovo di con grandissiuìa solennità il giorno della
Cliieli. Narrn
il u. 71 del Giornale dì loro ordinazione, chiamala da' greci i'^e-
Berna i852. che a'28 marzo il car-
del sla^ da' latini Natalis Ponti fi cuni, da
dinal Patrizi vescovo d'Albano e vicario s. Leone I, Nalalitius dies, ovvero A/i-
di Roma, nella basilica de'ss. XI Apo- 1 ima festa Pasloris, il qual Pontefice per
stoli consagrò cinque vescovi: il n. 278 un allo di profondissima umiltà chia-
del 1854, che nella 1.' domenica dell'Av- mò il dello giorno, Servilutis noslrae
vento il cardinal Corsi arcivescovo di Pi- natalitiuni dieni. Da s. Ambrogio, Na-
sa, nella della basilica consngrò quattro talis Sacerdotii; da s. Agostino, Dies
vescovi: ed il n. 5o del 1859, che nel-
/ soleninis Episcopalns^ e Dies Anniver-
l'ultima domenica di giugno il cardinal sariìis ordinationis j da s. Ennodio,Z?/e5
Ferretti vescovo di Sabina, eguahiìente dedicalionis j da s. Gregorio di Touis,
nella basilica de'ss. Xli Apostoli consa- Solemnitas natal'.tiij da s. Pier Criso-
grò quattro vescovi. Nella stamperia ca- logo Festa natalitia. Era tanto ce-
,
merale vi è la Nola delle propine e ri- lebre quest'anniversario, che veniva pa-
cognizioni dovute da ogni vescovo nel ragonato alle prime feste della Chie-
giorno della consagrazioue,che ascendojio laonde dice Anastasio Bibliotecario,
sa,
a circa scudi cinquanta. Parlando d^lle parlando della basilica Vaticana, nella
Lettere pastorali e della Paslomlr^óh- vita di Adriano I: Consliluit, ut qua-
si in que' due articoli, quanto riguarda fuor vicibiis in anno ipsum phariini ac-
quella che il nuovo vescovo dopo la sua cenderent, idest in Nalivitalis Domini
consagrazione indirizza al clero e al po- in Paschae, in Natali Apostoloruni, et.
polo del gregge affidalo al suo governo, in Natali Pontifìcis. Inoltre s* invitava-
d'istruzione ed esortazione, ed in cui ma- no in Roma tutti gli altri vescovi cir-
nifesta il suo animo. Può vedersi il citalo convicini, con altri personaggi dotti e di
Cao celi ieri, Ordinationis ss. AntisUtum giao uomiuauzaj e eoa tale occasione si
bb^UòJ
340 V E S VE S
tialtavano i negozi delle Chiese. Tratta ripetè Gregorio IX nella decretale I. i
il Satnelli nel t. 2, lell. 1 1 : Quanto sia de Tranci, Episcopi^ til. 7. Questo spos
forle legame delle Ordinazioni ^ech\si-
il lizio si contrae nell'elezione, si ratific
ma Papa Ordinarìus Ordinariorwn.
il nella confermazione, si consuma nella con
Ragiona il Nardi, De ParrochiytìeXwW' sagrazione. Il 4.''concdio milanese cel
jSoio che ha il vescovo col vescovato, da bralo da s. Carlo nel 1576, comatìda eh
non poterne Rinunzia {^f\),^o\c\\è
fare il vescovo porti sempre l'anello in cai
Io stalo di perfezione, oltre requisiti che i e in pubblico, in diocesi e Ìkxov\^uI perpi
vuole, richiede per principale il voto di tuo se Ecclesiae suae Sponsuni meniint
perpetuila; ed un vescovo deposto, se si ril. Altrettanto prescrisse il concilio (
dine. Lo Sposalizio spirituale e vescovi- lui anello, siccome dsuo principale orna
le del vescovo colla sua Chiesa, lo dice mento, e poi riceve la sagra particola, i
vincolo più forte di quello del matrimo- ciò in segno di soggezione, e di conoscer-
nio; e com'esso perpetuo e indissolubile, lo per legittimo padre e pastore (il Ba^
e perciò dal Papa non se ne ammette fa- ciò dell' anello , come dissi in quell* ar-
cilmente il divorzio o ripudio, se non do- licolo, vuoisi anche surrogato all' antico
pò maturo esame delle cause determinan- bacio della sagra particola, ed a'tempi di
ti alla rinunzia; al Papa pure spettando s. Gio. Crisostomo, come leggo nella sua
assolvere da tale vincolo nelle IVaslazio- liturgia, si baciava la mano del vescovo
ni ad altri Fescovati^ o per deposizione, che comunicava : l' anello vescovile inol
Papa Clemente II, eletto nel I 04.6, chia- tre si bacia nel riceversi la cresima e
mò sua dolcissima sposa la chiesa di Dam- Abbiamo di Francesco Scipione Don
berga, per non averla mai abbandonata, vescovo di l*adova. De more osculan
benché elevato alla Sede apostolica, pel Annulum Episcopalem, Palavii 1809))
matrimonio spirituale contralto con essa Per tutto questo, fin dal i.° secolo dell
nella consagrazione. Molti hanno tratta- Chiesasi è semprechiamata vedova la dio
to dello sposalizio del vescovo colla chie- ce«i mancante del pastore, perchè l'unico
sa sua, massime s. Cipriano, i Padri del sposo legittimo di sua chiesa è il vescovo
concilio d' Alessandria del 829 o 339, i (l'anello io portano gli abbati regolari
Papi s. Siricio, s. Innocenzo l,e s. Gre- per privilegio, per una certa somiglianza
gorioIjS. Girolamo, Graziano ec. Il mairi- che hanno co' pastori: lo portano anche
monio del vescovo colla sua chiesa è un molli canonici, ma senza gemme, come
voto perpetuo, solenne e proprio del solo partecipanti alla cura pastorale, all'ester-
vescovo, e come sposo riceve l'anello, m si- na giurisdizione, al deposito dell' aulori-
gnuni nupliarum foederis,e lo porla non là vescovile in sede vacante). Vedasi Sta-
nel ditoanularedella sinistra come lespo- Socolovio, n/7;^s
ni.slao Soco\o\'ìOt de
Rilus r/e Consecralione —
se eìallri secolari, ma nel ditoanularedella Episcopi, Ixomae i6o4- Cristiano Lup«|
desitra colla quale benedice, e Hi tanti al- Dissertatio de Consecratione Episcopo-
ti sublimi (li religione (riparlerò di que- rum per Romamun Pontificem. L' llal-
stoornamento vescovile nel § VII); ma- lier. De sacris Elcclionibus et Ordina-
trimonio che non si scioglie per umana tionibus ex antiquo et uoko Ecclesiae
podestà, ma solo per divina, come dice usuj ei\ il Uoccaberti, BibLiotheca Ponti-
Innocenzo ni, nel Jus canonico, cap. //i- ficia. Quanto alle oblazioni de' novelli
lercorporalia,de Translat.; tììaU-ìOìomo^ vescovi, Troilo Malvezzi, De Oblalwni*
come soggiunge il medesimo, che ha un bus^ Bononiae 1487.
vincuium forlius quam carnale^ ciò che (Continua nel volume seguente
^uente). J
FINE DEL VOLUME NOVANTESIMOQUINTO.
BX 841 .M67 1840
sncR
fioroni
, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)