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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIAL MEjVTE INTORNO


AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDlNAII
E riu" CELEBRI SCRITTORI AI VARlI GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI COKCIMI, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, AtLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, N0«
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC.EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONl ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XCV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIX.
La presente edizione è posta scilo la salvaguardia delie leggi
vigenli, per quanlo riguarda la proprietà letteraria, di cui
TAulore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

VER VER
Compimento dell* articolo Verona. Liicco. A png. 237, col. 2.', lin.4^,>ove«
cedi Reno: Remo. /V pag. 284, col. !.*,
XjLnzilullo deijbo avverliie.cheperle lin. 4>>" liJogo tli Romaro: Romano. A
inlerrotle comunicazioni, cogiooate dal- pag. 307, col. I.', lin. 25, in vece di
le politiche vicende del giugno e luglio 1800: 1801. Perciò nella successiva li-

i85g (le quali, volgendo il Dizionario al nea 34, dopo marzOj manca 1800. A
suo mine, mi njanca lo spazio per nar-
lei pag. 309, col. 2.^, lin, i/, in luogo di
rarle), non avendo polulo rivedere e li- oro : onore.
mare la priiìJa parte di quesl' articolo, L'epoca dell'origioedella religione cri-

ne collocarvi le preparale giunlarelle, ad stiana in Verona è contrastata. Essa, co-


onta dello zelo e inlelligenza postavi da' me le altre pagana, rendeva culto e ado-
tipografi, sfuggiroììo alcune lievi mende, rava molti Numi, a diversi de'quali eres-
che l'indulgenza del benigno lettore sa- se templi, i quali poi nell'epoca cristiana
prà condonare, a motivo del caso. Però furono convertili in onore del vero Dio,
le poche, che non posso fare a meno della B.Verginee de'Sanli. I veronesi a-
di correggere, ed alcune forse mie o del dorarono Saturno, Giove, Diana o la Lu-
veneto copista nella copia del mio origi- na, Marte, Minerva, Venere, Apollo o il
nale mss. (perchè desso ritorna in mia Sole. Dice il MafFei, che delle chiese di
proprietà, e nella tipografia resta tal co- Verona, la prima che si trovi anticamente
pia, dopo aver servilo alla composizio- mentovata, è s. Stefano, esistente già a
ne), sono queste, cioè contenute nel pre- tempi di Teodorico, ove furono sepolti
cedente voi. XCIV. A pag. 102, col. 2.", laoli vescovi, e il conservarvisi cattedra
lin* 27, dopo mentovato, manca:, in antica di pietra, fa indizio che fosse ma-
questo mio Dizionario. A pag. 99, col. 1
trice; alcuni la dissero cattedrale, altri o-
i.'jlin. 28, in vece di 1 623: 1263. A pag. ratorio. La 2.* di cui si trovi menzione,
220, col. I .", lio. 40| io luogo di Ziicro

da s. Gregorio 1 Magno, è l'aulica di s.
4 VER VER
Zenone, però disfalla quando sì fubbricù to a Verona, seguaido il rifciilo dal Ba-
'
lu gran basilica per collocar più nubil- ronio all'anno 4G. Anzi l'Ughelli, halùt
lìieule il corpo del santo. Nel secolo VII sacra, t. 5, p. 6>55: Veronenses Ejjiscopi^
o nel principio dell' Vili più chiese sono aggiunge essere stalo unode'72 discepoli
nominale, come s. Stefano, s. Pietro in di Cristo, affermazioni e tradizioni ripe-
Castello, S.Giovanni in Valle, s. JXazario, tute anche da altri scrittori. Però ilMalFei
ss. Apostoli, s. Lorenzo, s. Mai lino, poi sinceramente confessa, non aver fonda-
compreso nel Castel Vecchio, e la Ma- mento la tradizione che il vescovato vero-
dredel Signoreo il duomo dello p#i chie- nese abbia avuto principio ne'tempi apo-
sa madre e s. Maiia Matricolare, ch'eia stolici, sapendosi che il 4.° vescovo sedeva
prima piccola chiesa. E notabile, come nel principio del IV
ed il 6.° ve-
secolo,
tutte le altre sono fuori della città antica, scovo nella mela del IV slesso; ed ili ."noa
perchè forse gran popolazione, e il con-
la potè sedere prima delUl secolo; egli noa
trasto de'gentili non permise da princi- ammettendo secoli d'intervalli , essendo
pio il fabbricarle denlVo l'auliche mura. fieramente perseguitalo il cristianesimo
Quindi parla il Maffei de' primitivi mo- ne' primi secoli di nostra era, nelle città
nasteri e loro chiese, di s. Tommaso Pi- popoloseprecipuamenle.Ad onta che pre-
neolo, della metà del secolo VII o de' vide le querele che sarebbero insorte, il
primordii del secolo Vili circa. De'mo- Maffei ritarda al IH secolo ili. °vescovoEù-
naci di s. Zenone non trovasi memoria prepio, ad onta puredi conoscere la comu-
anteriore airSoo. Si trova nominalo nel- ne credenza che ne'tempi apostolici fos-
VSo6 quello di s. Benedetto de Leonis. se eretta la s. Chiesa di Verona; e sebbe-
Di quello Maria in Organo si ha, a-
di s. ne questa opinione sarebbe presa per i-
verlo edificatoil duca Lupoue o Erme- strana , disse essere ormai te(npo nella
linda sua moglie, e già esisteva neir845, chiara luce de'tempi iucui vivea,di sgom •

con ospedale pe'pellegnni, i quali ospizi barare dalla sloi ia le popolari credenze, e
crigevaosi presso le porte delle città e ac- di mettere finalmente in evidenza la ve-
canto d'alcun monastero. L'antico mona- rità, teitlamenle essendoci propagala in
stero fu alquanto più basso e fuor della queste parli la fede, per cui fu s. Zeno-
porta, poi rinnovalo di qua dal 2.° recin- ne che ridusse quasi lutla Verona colla
to, benché consideralo sempre in borgo, sua predicazione ballesimu. Di re-
al
come f«ior della città antica. Il nome di cente anche il sullodalo d. Schiòr ri-
porla deirOigauo, e di s. Maria in Or- petè la tradizione autorevolissima, che
gano a ten)po de'goti e de'longobardi, for- là risalire l'introduzione del criatianesi-
se fa conoscere, che in Verona preslissi- mo Verona al cader del I secolo, per
in
Uio s' iutrodu!>»e il musicale strumento opera d' un discepolo del principe de-
dell'organo, propagalo poi da Papa s. P^i- gli Apostoli, cioè s. Euprepio, dal qua-
taliano(F.). La predicazione del Vange- le trae principio la serie de'suoi vescovi,
lo in Verona si fa risalire al i." vescovo e l'estinzione d'ogni avanzo d' idolatria
s. Euprepio, ma il tempo in cur fiori è in- doversi a s. Zenone. Il dotto e critico ab.
certo, così l'epoca de' suoi primi 4 suc- Cappelletti, Le Chiese d'Italia: l'erona,
1

cessori. Avverte Mairei,che Euprepoè no- l. 10, p. 727, ripete che s. Euprepio fu
Die greco, latinizzato in Euprepio. I mo- vescovo e insieme il
il i.** i.° u seminarvi
derni scrittori veronesi, egli dice, non vo- la religione di Gesù Cristo ma , incerto
lendo che la lor patria paresse da meno dice pur egli è il lempo in cui fiorì; e
dell'altre città, che spedilo da s. Pietro mancano prove , poiché 1' oscurità di
le
\ollero il i.°lor vescovo, allermano che que'secoli remoti e le vicende a cui sog-
s. Euprepio pai imcule fu da lui manda- giacque la cillà hanno involalo per ia
V E R VER 5
hiasMma parte delle memorie de' «agri vescovo veronese". Il diligentissimo sto-
pastori di questa chiesa sinoall'VlIl se- rico riporta eziandio la descrizione del ve-
colo. Di essi però >» fu manifestato il no- lo dittico ridotto a pianeta, e ne offre in
me e la successione progressiva da un parte la figura. Lo dice attribuito a s. An-
prezioso drappo del linouìatissimo mo- none, e perciò intorno alla mela del se-
nastero ravennaledi s. Apollinare in Clas- colo Vili, trovato nel monastero di Clas-
se, su cui, secondo gli usi degli antichi se- se a Ravenna, ma riconosciuto apparte-
coli, erano eOigiali i sagri pastori della nere a Verona soltanto circa la metà del
chiesa di Verona, ognuno altresì quali- secolo decorso. Tra gl'illustratori il più
ficato col proprio nome. Questo drappo, giudizioso fu il Cenci, che s'ingegnò di
appartenente in origine alla chiesa di Ve- supplire alla mancanza de' vescovi, per
rona, ove copriva l'arca de' ss. martiri aver il drappo sofferto per la riduzione a
Fermo e Rustico, fu ridotto a forma di pianeta e per la sua antichità, sì nell'im-
pianeta, di cuidiedero erudite illustrazio- magini e sì nell'epigrafi. Egualmenle il

ni il Sarti, il MafFei, il Cenci ed altri ; cosic- monumento in versi ritmici lo pubblicò


ché la seriede' vescovi veronesi diventòpiù lo stesso Cappelletti, qualificandolo il più
piena ed esalta, senon quanto alle rispetti- antico che si conosca, da cui raccogliere
ve epoche, le quali tuttora rimasero incer- i primi vescovi di Verona : opportuna-
te, quanto a'nomi almeno ed alla succes- mente olfre notizie altresì delle varie di-
siva disposizione di loro. I vecchi scrittori vinità pagane, che vi erano adorate, e de*
della storia di Verona introdussero la falsa molti templi cristiani, che a'4 venti della
notizia, che il summentovato vescovo Eu- città esistevano, a protezione e tutela sua,
prepio ne fondasse la chiesa attempi degli nel secolo in cui regnava Pipino, cioè nel
Apostoli; io dissero discepolo di s. Pietro e lX.Laseriede''vescovi dell'U^helli, la di-

come tale f'i anche elligialo dipoi neli'o- chiara il Cappelletti difettosissima, egli in-
dierna sala dell'episcopio. Da questa con- vece avendo seguito le tracce segnale dal
siderevole inesattezza derivarono in se- Biancolinie dal Cenci, e nell'esporla Tac-
guito molte altre insussistenti congellure coropagna colle più interessanti notizie,
circa l'età in cui vissero, e circa l'ordine giovandosi del velo e del componimento
e il ninnerò di alcuni de' primi successori ritmico. Già ilMalfei,nel t.2,p. B^g.avea
di lui. L'Uyhelli in fatti, dopo il Panvinio riportato il medesimo documento, di a-
ed altri, credè che questo Euprepio fosse nonimo poeta scrittore, rilevando che in
uno de'72 discepoli del Redentore, e che esso conservò l'ordine de'primi 8 vescovi
da s. Pietro sia stato consagralo vesco- in questomodo, dovendo meritar fede.
vo di Verona nell'anno 69; vi sia venu- Pel primo predicò in Verona Euprepio
to due anni dopo, in compagnia di s. Cri- vescovo; 2." Dimidriano; 3." Simplicio;
cino, ed allora vi ahhia fondata la r/chie- 4.° Procolo confessore e pastore egregio;
sa. E su questa sua supposizione rigetta 5° Saturnino; 6.** Lucio, Lucilio o Lu-
8.**
egli ed esclude adatto le narrazioni del cilio; 7.° Gricino o Cricino e dottore;
Tinto e di Giovanni Diacono, storici ve- Zenone confessore e inclito martire, cele-
ronesi, quali ben altrimenle da lui ne
i brandolo più de'predecessori. Co'raede-
hanno tessuto la serie. IMa il dotto rac- simì l'ab. Cappelletti cominciòla serie de*
coglitore delle menjoriedeir./'/<7/iVz sacra pastori veronesi, ed il Coleli riordinò la
ignorò a quale bea più credibile monu- serie Ughelliana collo stesso ordine. Pas-
mento appoggiassero quelli le loro asser- sando poi il MalFei a considerare la con-
zioni;monumento che risale a'iernpi di dizione del vescovo di Verona a suo tem-
Pipino (re d'Italia), in lode di Verona; po , lo dice allora essere sulfraganeo del

riprodotto dipoi nel secolo X da Ralerio patriarca à' Aquila a (^.), insieme eoa
6 VER V E R
quelli dimolte altre città illusili; ma la ri arcivescovili, accordati talvolta once a*

Chiesa veronese fu sempre per ogni con- non metropolitani. Taluno crederebbe
io mollo distinta. Avverte però, che nel sottoscritto, in virtù di essi, il vescovo di
IV secolo i vescovi di Verona riconosce- Verona dopo gli arcivescovi e avanti tut-
vano per metropolitano l'arcivescovo di ti vescovi, in un concilio di Ravenna
i del-
Milano. Per tale il riconobbe il vescovo 1*877. Essendo ne'tempi bassi la dignità
Siagrio nella persona di s. Ambiogio,
,
ecclesiastica pervenuta per lo più dalla
che chiamò veronesi suoi carissimi. Co-
i preminenza civile, è credibile che al ve-
me poi passò questa chiesa solto Aqui- scovo veronese si attribuisse, per esser
leia, non l'insegna alcun monumento o slata nel IX e X secolo Verona capo di
scrillore; ma che poco dopo avvenisse, Marca, cioè capitale di tutta la provin-
chiaramente s'impara dall'epistola di s. cia, li titolo di principe fu anche dato al
Leone I Papa (morto nel 460> ^ Setti- vescovo Teohaldo o Tebaldo li, in un
mio vescovo d'Aitino, in cui chiama l'a- diploma di Federico l del i i 54- A rende*
quileiese, metropolitano della provincia re per altro illustre e veneranda questa
di Venezia. E nel sinodo milanese tenuto sede, osserva Muffei, basterebbe la me-
\erso la mela del V secolo, ove si vedo- moria di s. Zenone. iXon pochi famosi
no le soscriziooi di tutti i vescovi Buffi aga- soggetti la riempirono, anche ne' prossi-
nei di Milano, non si trovano quelle de' mi secoli, e singolarmente gl'insigni let-

vescovi della Venezia e del Trentino, e terati, Bernardo Navagero e Agostino Va-
ueppur quella del vescovo di Verona. De- liero cardinali, Luigi Lippomano, Mal-
rivandodal patriarcato d'Aquileia quello teoGibertiacui da Clemente VII fu con-
dì Grado (de'quali meglio riparlai a Udì- ferito, per fin che fosse vescovo di Vero-

jfE e Veivezia), dopo la loro separazione, na, il grado, l'indipendenza e la podestà


dell' aquileiese resto la sede vescovile di di legalo a Intere e di legato nato. A due
Verona suffi aganea. Nel secolo XI il ve- nipoti di Papa, Eugenio IV e Paolo li,
scovo Brunone Fece istanza a l*apa s. Gre- fu altresì data questa mitra, cioè a' car-
gorio VII, perché gli rinnovasse 1' onore dinaliCondulmer e Micheli; all'accettar
del pallio arcivescovile, conceduto già a' i come ancora il cardinal Marco
quali,
«uoi antecessori. Si legge nel registro del- Cornaro dopo essi, ripugnò la città acre-
l'epistole di tal Papa, com^egli veramen- mente, per più anni, temendo che per es-
te acconsentì. Corrispondente all'onor del ser cardinali non vi facessero residenza.
pallio, soggiunge, fu \\ decreto già fatto Godeva il vescovo di Verona feudo am-
anteriormente nel 046 iu un concilio di
1 plissimo, con piena esenzione, e con me-
Pavia, nel quale intervenne l'imperato- ro e misto impero, giurisdizione in Mon-
re Enrico HI col [)atriarca d'A(p>iIeiae teforle, Bovolone e Poi. Allorché Bene-
l'arci ve.'covo di Milano, in cui fu decre- detto XIV
neh 75 j soppresse il patriar-
tato, inconseguenza degli antichi Ioli e l cato d'Aquileia, e ne formò gli arcivesco-
dell'esame sopra ciò futlo, che nella dio- vati d'Udine e di Gorizia V^erona fu as- ^

cesi Aquileiese, prima sede dopo la pa- segnata provincia ecclesiastica e me-
alla

triarcale si dovesse chiamare quella di tropolitica giurisdizione del prelato di Li-


Verona; in eflelto di che al vescovo ve- dine. Fino a tale epoca il capitolo della
ronese fu posta una sedia alla dritta del cattedrale di Verona non era soggetto al
patriarca. Tanto vide allermato in Roma suo vescovo, ma dipendeva dall'ordina-
il cardinal Cornaro camerlengo in un co- ria giurisdizione del patriarca d'Aquileie,
dice, e feceautenlicumente trascrivere. Si per concessione del vescovo di Verona
conferuìa dti ciò ampiamente il possesso Rotaldo deiry i 4, come dirò alla sua vol-
goduto giàda'vckcovi veronesi degli ono- ta, e CIÒ secondo gli antichi esempi, pe'
VER VER 7
quali diversi capitoli di canonici, per con- ganee lodiventarono della chiesa patriar-
cessioni apostoliche erano sciolti dall'or- cale di Venezia^ inclusivamente a que-
dinaria giurisdizione del vescovo dioce- sta di Verona e lo è tuttora. Alla mia
sano, e tuttora ve ne sono alcuni. Bene- brevità nel riferne la .-erie de'vescovi di
detto XIV nella bolla Supreina disposi- Verona, potranno supplire sunnomina- i

tionCf de' 19 gennaio 17 53, decretò che il ti ed seguenti. Benedetto Bonel-


storici, i

capitolo della cattedrale di Verona ri- Wy Notìzie della Chiesa di Verona. Gio.
tnanesse nella giurisdizione, come pure al» Battista Biancolini, Serie dt vescovi e
tre chiese di pari ragione, del già patriar- governatori di Ferona, dissertazione,
ca d'Aquileia cardinal Daniele DelfinOy Verona 1757. Mense povere del Fero-
dichiarato i.** arcivescovo d'Udine, col ti- nese, Trevisano^ Padovano, Bergama-
tolo, insegue e prerogative de* patriarchi jro, Verona pe'figli d'Antonio Pinelli.V.
a vita; e tale giurisdizione continuasse a Venturi, Compendio della storia sacra
risiedere in lai finché vivesse, e lui mor- e profana di Ferona, edizione 2.* Verona
to, ne capituluni veronensem e le altre 1825, tipografia Bisesti. — 11 1." vescovo
parrocchie appartenenti da prima all'a- dunque di Verona fu s.Euprepio,di tempo
quileiese pastore, ullo unquain tempore ignoto, il quale, come si ha dagli alti de'
sint sine capite j il vescovo di Verona, itti ss. Fermo e liusUcOj propter nietiwt pa-

apostolicus delegatus,ahh'\a ad assumer- ganoriwi cuni paucis christianis non


_,

ne la giurisdizione, uscite dumfuerit e* longe a muris civitatis in monasterio suo


xaminalum a s. Sede toiiini id, quodo- habilabat. Pare che quest^abitazione fos-
pus est examinari, ut rectum judicinm se presso la chiesa dipoi intitolata a s.

dari possit superpraetensionìbus,ne dum Procolo, poiché in essa fu sepolto. Di que-


epìscopi veruni etiam capituli et cano-
f sto luogo sotterraneo la stessa semplici-
nicoruni Ecclesiae Feronensis praedi- tà e strettezza manifestavano il divoto
ctoruni. Alle quali controversie pose fine asilo d'una chiesa nascente; e per essersi
lo stesso Benedetto XIV colla bolla Re- trovati ivi nascosti i corpi di 4 ss. Vescovi
gis pacifici^ de' 17 maggio 1706, Bull. veronesi, assicura ch'essa loro serviva di
Bened. XI F^ t.4, P'i99, annullando in- chiesa cattedrale in que'primi secoli, cioè
teramente qualunque privilegio del capi- de'ss. Euprepio, Procolo, Criclno e Aga-
tolo, ed assoggettandolo in tutto e per tut- pi©. Però a tale uso, come già dissi, di-
to alla ordinaria giurisdizione del vesco- versi loro successori fecero pur servire
vo, appena morto d cardinal Delfino pa- la chiesa di s. Stefano, giacché in essa fu-
triarca-arcivescovo. Ed egualmente de- rono deposti i ss. Dimidriano, Simplicio,
cretò,anche sul proposito delle altrechie* Saturnino, Petronio, Vindemiale, Lupo,
se e monasteri, che sin'allora aveauo go- Probo, ed in seguito gli altri in tutto il

duto d' una simile esenzione. Venuto a progresso de'secoli VI, VII e Vili. Egli
morte il cardinale neli762, ebbe esecu- é questa una certa prova, che alla pri-
zione la bolla pontificia, che trasferiva il mitiva residenza era poi stala surroga-
capilolode'canonici della cattedrale di Ve- la, sino dal 4oo circa, l'altra di s. Stefa-
rona nella soggezione del vescovo dioce- no 2.'' cattedrale, un'epigrafe olfrendone
sano, ed essendolo in quel tempo jNicolò inomi. Anche nel sotterraneo di s. Pro-
Antonio Giustiniani, con suo decreto de* colo, con epitaliisi attestava l'esistenza
i3 aprile ne fece pubblico l'avvenimen- de'4 nominali ss. Vescovi. Nel particola-
to, e si legge nel Cappelletti. Finalmen- re sepolcro di s. Procolo, benché l'iscri-

te Fio VII nel 1819 soppresse la provin- zione dica seppelliti con esso anche i ss.

cia ecclesiastica e arcivescovato d'Udine, Cosimo e Damiano nondimeno


martiri,
« le cUies« vescovili che ù' erano suifra- nel 149^ Qon si trovarono, quaudo cioè
8 V i: R ^ VER
furono rinvenuti gli nitri. La chiesa di s. 23t» al 238, che attestano gli atti de'
il

^Slelano contenendo nitri ss. tesori, si disse 88. Fermo e Rustico, secondo il Capj)eli

per antonomasia s. Stephanus ad Mar- letti, il quale dichiarando non convenire

lyres, per altri ss/Corpi de' vescovi collo- il rilardarsi il loro martirio più d'un mezt
cativi nel progresso de'secoli, parlicolar- zo secolo sotto Massimiano, invita a con<»
lìiente nella lunga serie d'anni, in cui go- sullaie su questo punto controverso Maf-
dè enumerando-
la dignità di cattedrale, fei, Panvinio, Ballerini, Cenci, Biancolini
sene 2 1. Inoltre vi sono memorati esi- e altri, che se ne occuparono di propo-?
stenti corpi de'ss. Quaranta martirizza-
i sito. Tuttavolta riporta quanto lasciò

li in Verona sotto Diocleziano, de' quali scritto r antico salmista della pieve ile*
più sotto, e 4 de'ss. Innocenti. Si vuole ss. Apostoli, presso il Cenci. Anno Do»,
dagli scrittori veronesi clie vi fosse anco- mini 2 36 vivebat s. Proculus qiiartus^

ra deposto onorevolmenteil corpo di Gal- episcopus ìeronae^ frater s. Fuscae.


la Flacidia, figlia di Teodosio I il Gran- (seiiTuscaejvirginis magislrae s. Tlicu-
de e madre di Valentioiano. Ili, ma es- teriae virginia et luna lemporis pas<
:

savenne collocata nella sua magnifica si fiierunt Firnius et Riislicus in


ss.

tomba in ss. Nazario e Celso di Ravenna civitale Veronae. Narra il Mafl'ei, il


(A.) dalla sua pietà edificala, col figlio e primo illustre fatto cristiano avvenuto
il fratello Onorio, essendo morta in quel- in Verona, e di cui memoria ci sia rima-
la illustre città, non mai in Verona. For- sta, fu il glorioso loro martirio, colla no-
se la confusero con Placidia figlia di Va- tizia del quale si accoppia quella ancora
lentiniano III, che dimorò e mori vergi- della santità e del valore di s. Procolo,
ne in Verona santamente. La chiesa di eh 'è ili.** di cui è tempo preciso.
noto il

s. Stefano cessò d'essere cattedrale verso JN'ella persecuzione dunque di Dioclezia-ì

la iTjelà del secolo Vili , il che si com- no e di Massimiano fu accusalo Ferma


prova che circa il y6o il vescovo s. An- nobile di Bergamo a qucst'ullimo che di-
none non vi fu sepolto, ma nella chiesa morava allora in Milano; il che può cre-r
di s. Maria Matricolare, la quale diven- dersi nel 3o4Fu arrestato da un questo-
ne la cattedrale. Bensì i vescovi per al- re, e volontariamente si fece prendere an-r
cuni anni risiederono a Zeno, però nel- s. che Rustico, ambedue fatti consegnare
r8o6 già era no torna ti a s. Maria, la qua- dall' imperatore ad Anolino suo consi-
le rifabbricala più ampia e abbellita con- gliere, perchè fossero custoditi. Se li fcr
tinua ad esserlo. Mori s, Euprepioa'ai ce poi Massimiano condurre innanzi qel
agosto, ma ne ignora l'anno. Scrisse il
se circo, e tenlalili invano con tormenti e
Cenci : Dissertazioni critico-cronologi- con lusinghe, furono rimessi in prigione.
che intorno all'epoca de ss. Eitprepio^ Gli die' poi in balia d'Anolino, perchè q
Procolo e Zenone. Immediato successore gl'inducesse a idolatria o uccidesse, ovve-
di s. Euprepio fu s. Dimidriano, di cui ro, non ostante ledidìcoltà del Tillemonl,
pure è ignota l'epoca in cui fiori; così egli slesso li domandò e ottenne dall'im-
quello che lo segue s. Simplicio, che al- peratore. Dovea costui allora per alcuna
cuni dicono vissuto nel 5oo, reputato con- particolare commissione portarsi con co-
temporaneo di s. Placidia, perché si tro- mando nella Venezia , per cui subilo li
varono le ossa con quelle della veneran- fece condurre a Verona e quivi tenuti ,

da vergine, il cui collocamento sarà av- sino al suo arrivo. Il famoso Atifilealro
venuto in tempo posteriore. Dappoiché ch'è in questa città, fece concepir l'idea
5. Procolo che il successe precede l'epo- ad Anolino di far con poca spesa un pub-
ca di 8. Placidia , come contemporaneo blico spettacolo, com'era uso allora ne'
fiirimperaloi'8 Massituino I, che regnò dal supplizi, Giunsero Fermo e Rustico a Ve-.
VER VER 9
rona in 3 giorni, e furono congegnali a loreanonimocìe'tempidi Pipino. A ggìnn-
CancaiiooCaio Ancario milite cli'era vi- gesi negli alti, f(ualicre(lonsi inpartede-
i

cario delia cillà, cioè luogolenenle e co- rivati dal criminale processo o atti pro-
ii»aii(J.u)le del presidio. Arrivò dopo 6 cousolari, cl»e stando i corpi de' ss. Fer-
giorni Anolino, e fece subito invitar dal mo e Piustico insepolti ,
perchè fossero
banditore il popolo veronese a spettaco- dalle bestie consumati, e facendovi nella
lo. Ma in quella slessa notte il vescovo s. notte Ancario convertilo veglia e custo-
Procolo, il quale nel suo monastero, cioè dia, insieme con due lor parenti venuti

in luogo appartato e solitario, non lungi di Bergntno, alcuni cristiani, che si dice-
dalle mura della città, con pochi cristia- vano mercanti, veimero a prenderli, e in-
ni stava nascosto, infervorato di spirilo volti nobilmente, li posero in una barca
maggiore nell'orazione, si porlo in cillà, econdussero via. Riferisce inoltre Malici,

Q visitò i martiri; nel qual tempo essen- che nella storia mss. di questi corpi, si leg-

do venuti i ministri, il s. vescovo profes- ge come fossero poi riportali in Verona;


•Sandosi cristiano, fece istanza per esser ed il IMarlirnlonio del Fiorentini pone
condotto con essi, e l'oltenne. Giunti da- questi santi in Oriente, perchè in quelle
\anli ad Anolino, che slava nel tribuna- parti saranno stati allor portati e venera-
le in presenza di lutto popolo concor-
il ti i loro corpi. Si ha dalla leggenda dal
so, osservando il venerabile vecchio con RIalfei pubblicala in fine de'Ioro alti, che
le mani legale addietro, chiese chi fosse; si trasferirono in Africa.edopogran tem-
e udito ch'era un cristiano spontaneamen- po ne fece acquisto il mercante Terenzio,
te oifertosi,non volendo far altro sangue, che li trasporlo nella sua patria Capri,
e mosso forse anche dall'età, ordinò che poi Giustinopoli in Capo d'Istria. Di là
Cosse rilascialo, alfermando che delirava per timore d'incursioni barbariche furo-
per la vecchiezza. 1 ministri però percuo- no trasferiti a Trieste, dove portatosi s.
tendolo co"li schialìi, lo cacciarono dalla Annone vescovo di Verona con accom-
ciltàj ritornando il vescovo a'suoi tutto pagnamento di molli ecclesiastici, a forza
alflitto del non aver conseguito il brama- di denaro gli ottenne, e resliliù alla sua
lo martirio. Ma Fermo e Rustico ec-titati chiesa, insiemea'corpide'ss. Primo, Mar-
invano n sagrifìcare, furono rotolali so- co, Apollinare e Lazzaro. Le ss. Reliquie
pra acuii rottami, indi minacciati col fuo- fiuono poste con balsami e altri odori in
co; il che riuscito per divina grazia sen- arca di pietra, col coperchio ornato d'o-
za loro danno, e gridando il popolo con- ro, argento e pietre preziose, collocando-
tro di loro, quasi fossero maliardi e in- si nel sotterraneo della basilica in onore
cantatori , ordinò Anolino fossero traili de'ss. Fermo e Rustico già eretta mollo
fuor delle mura, e percossi a morie con tempo innanzi fuori delle prime antiche
bastoni, si tagliasse loro la testa. Così fu mura. Quivi ancora, afferma Maifei, «i-
eseguilo sulla riva dell'Adige a'9 agosto. posano le ss. Ossa, da quando per s. An-
Fecesi poi Anolino portare lescnlluie de' none vi furono riposte essendo favola ,

cristiani, e tulli gli atti, cioè i processi de* senz'alcun fondamento,che fossero poi ru-
martiri anteriori, che potè a vere, e gli fece bate e portate altrove. Nel Moscardo è
abbruciare, dicendo che da quelli veniva prezioso il monumento o testamento di
il cader degli altri nell' istesso errore, e Radone prete, rogalo nei 774. '" cui tro-
l'esser venerali i loro .sepolcri pia de vasi nominata la porla di s. Fermo, isti-
iempli degli Pei. Forse perirono allora tuito un ospedale, e falli esecutori (sic)
gli atti dess. Quaranta martiri, de'quali per sempre coloro cUe prò tempore aves-
5Ì è fatta un tempo memoria dal clero sero la custodia de'ss. Martiri. Uu' ora-»
VPVQnese, e menzione se qe vede iu au- zione d'aulico Sagrameutario, che fu deb
IO VER VER
la chiesa di 8. Bovo, nomina i «s. Corpi «imo e Damiano, colla credenza che fos-
i»i venerati. Neh 189 fu trovata iscrizio- sero qne* de* ss. Fermo e Rustico loro
ne in cui sono notate le loro reliquie e concittadini, insieme alla testa di s. Pro-

quelle degli altri 4 ^^i^^i registrati nella contemporaneo, e tutto por-


colo, a quelli
leggenda, oltre altre. Nel i 1 97 il vescovo tarono a Bergamo, supponendo che a-
Adelurdo II eccitò con esortazioni e in- vessero avuto comune con esso la tom-
dulgenze veronesi, a riparar la fabbrica
i ba. L'Ughelli riporta gli atti de' ss. Fer-
della chiesa de'ss. Fermo e l^ustico, in cui mo e Rustico, e parla delle due epoche
dice riposano i loro corpi.Ad onta di cui fu attribuito il loro martirio, nel ri-
tante testimonianze che trovo nel MaF- ferire le notizie di Procolo. Tra pri-
s. i

fci,non debbo tacere di leggere nel Cap- mi avvenimenti cristiani poi occorsi in
pelletti, muoversi da' bergamaschi gra- Verona nel 111 secolo, mg.'^Dionisi (che
ve questione sull'esistenza delle reliquie scrisse intorno ai Santi veronesi), oltre il

de* ss. Fermo e Rustico nella loro catte- suddetto de' ss. Fermo e Rustico, ricor-
drale (e parlandosi di questa nelle pro- da anche il martirio di s. Arcadio, e
posizioni concistoriali^ s' intende per con tanto più fondamento, che s. Zeno
i' asserzioni de' bergamaschi medesimi, lo descrive con più vivi colori. Il Maf-
i

si Corpora ss. Firmi et Ru-


dice esistervi fei non conviene co* Bollandisli che ,

stici coni patronorum magna veneratione sulla fede de' moderni fecero viaggiare il
recondita) jiitìzìchè in Verona, nella chie- s. vescovo Procolo in Oriente, ne' Luo-
sa che neporla il titolo,cioè s.FermoMag- ghi Santi, e in Pannonia, incompatibile
giore, ove i veronesi, e con piti ragione, alla sua età e uffizio di pastore dottissi-
sostengono esistere tuttavia, in favore mo. Gli successe s. Saturnino, auch*egli

della quale scrissero Maffei, Biancolini e cospicuo per dottrina ;


quindi s. Lucilio
altri, e in difesa di Bergamo il can. Gue- o Lucio o Lucilio, mirabile per virtuosa
liui e altri. Dappoiché raccontano ber- i e santa vita, ma non pare che interve-
gamaschi, che s. Annone nel ySi acqui- nisse al concilio di Sardica, nel 345, co-
siate le sagre reliquie, alcuni mercanti me vuole anche Maffei, essendosi confu-
bergau)aschi le comprassero a prezzo so con s. Lucio, di cui appresso. Settimo
d'oro da' custodi dell'ospedale di s. Fer- vescovo fu s. Cricino, non bene detto da

mo, unitamente alla testa del vescovo altri Gricinoe Brichino, cognominalo il
8. Procolo, e trasferirono a Bergamo in dottore e facondo predicatore. Ottavo il
luogo campestre e sotterraneo, ove poi glorioso s. Zeno o Zenone, primario pro-
3 secoli dopo si trovarono, e con solen- tettore di Verona, che sopra lutti ne il-
ne pompa recale alla cattedrale, ove tut- lustrò la Chiesa, poche essendo tra le
tora riposano. Ma il critico Cappelletti latine, rileva Malfei, quelle che vantar
conclude l'esistenza a favore di Verona possono un s. Padre e dottore, qual vien
e non di Bergamo; perchè il vescovo s. egli riconosciuto eveneralo, e nella qual
Annone trasterile a più decorosa stazio- classe vien collocalo pe*suoi molli, dot-
ne le ossa de' ss. Martiri, ne adornò l'ar- li, fruttuosi ed eleganti sermoni, celebrali

ca col discorso velo o drappo dittico, e do non pochi dotti anco stranieri i e Maf-
perchè nella chiesa di s. Procolo colle fei ragiona pure del merito loro e delle di-

sagre sue ossa riposavano i corpi de'ss. verse edizioni, noli essendo altrove sin
Cosimo Damiano, e nella ricognizione
e dal IX secolo, li Barzio lo chiamò VApu-
ricoidala del i49^ non si trovarono né lejo Cristiano. La chiesa di Milano fin
questi corpi, né la testa di s. Procolo ; dall'antiche età nel prefazio Ambrogia-
concludendo, che i mercanti bergama- no lo chiama dottore, essendo egli fio-
schi piulloslo tolsero i corpi de' ss. Co- rilo versola fine del IV secolo, ignoraci-
VER VER II
dosi la benché il nome l'indichi
pallia, e ivi educalo, lo dimostra l'elegante e
greco e l'anonimo sembri nccennaie che colta elocuzione latina, che materna in
r{ua venisse dalie parti di Siria, ove e in lui si può dire. Fu conoscitore profondo
Italia, egli dice, operò grandi e mirabili ancora della lingna greca, delle lettere
cose. Non conviene MalFei che Gallieni e de' libri sagri, con un cuore veramen-
tempore niartyrio coronalus est, dicen- te inclinato alla pietà e a tutte le virtù
dolo vissuto alquanto più laidi, e po- cristiane. Dotato dalla natura d'un' in-
tersi credere che rendesse l'anima a Dio dole mansueta, di modi alfabili, e dalla
al Sgo non mollo lontano, il successore divina grazia di ardente amore per la
essendo stato contemporaneo di s. Am- fede e di carità per dilfonderla, pose in
brogio, il che non pare, come dirò a suo opera a questo sublime e santo scopo
luogo. L' tJghelli pure lo vuole vissuto ogni sua possa. Predicò eilìcacemenle la
neir impero di Gallieno, pubblicando parola di Dio, e pascendo il popolo del
l'elogio del Panvinio, e quanto ne scris- cibo evangelico, mostrò ad esso la via
sero il notaro Coronato e altri. L' ano- della salute e del cielo. Esaltalo alla di-
nimo lo chiama confessore e inclito mar- gnità vescovile, non lasciò per questo di
tire, e martire replicalamenle lo dice s. a (iati carsi, ma proseguì anzi con sempre
Gregorio 1 ne' suoi Dialoghi, che fa
il eguale zelantissima perseveranza, nella
ripetuto da altri e da' Martirologi enei predicazione delle celesti verità, e con
romano a' 12 aprile. Altri con Coro- tal mezzo tornò oltremodo giovevole alla
nalo dissero essersi, riposato in pace. religione e al bene de'fedeli. Accortamen-
La s. Chiesa veronese però sempre ne te e con vivezza combattè il vizio, senza
ha celebrata la memoria qual confesso- dispiacere a'viziosi, e si studiò di ammo-
re e non di martire; ma forse il non a- nire e piegare i fedeli senz'atti lusinghe-
ver conseguito in tempo di pubblica per- voli. Era benigno e caritatevole co' mi-
secuzione il martirio ne fu cagione. Egli seri, soccorrendo e confortando i pove-
rese bellissimo e replicalo testimonio agli ri. La face della carità ardeva nella sua
antichi veronesi, di singoiar pietà, e di bell'anima. Con se stesso però era sem-
cristiana liberalità celebrandoli, non già pre severo, rifiutando lullociò che non
con semplice attributo d'onore che po- gli veniva dalla necessità assolutamente
tesse credersi usato per civiltà e per con- richiesto pervivere, impiegando il ri-
ciliar benevolenza, ma chiaraujente e manente delle proprie facoltà in mante-
con lutti questi sentimenti ne' due ser- nere e ammaestrare chierici nel servi- i

moni sopra V Avarìzia. Nel Compendio zio divino, nel soccorrere i sacerdoti che
della vita di s. Zenone vescovo e mar- pativano disagio d'alcuna cosa, concor-
tire, protettore di f''e/ona,i\t\ d.' Ben- rendo pure a sostenere le spese per le

nassuli, inseiilo nella già ragionata No- sagre funzioni, e nel recare larghi aiuti
tizia sul rinvenimento della sagra sua agl'infermi e a'bisognosi,che il principul
spoglia, in uno alia sua i.* invenzione e oggetto formavano delle sue cou)passio-
basilica omonima ove si venera, si leg- nevoli cure. Chiamava la pazienza regi-
ge, che vogliono alcuni scrittori che traes- na di tutte le cose, la connolazioue di tut-

se i suoi natali dalia Grecia, ed accintosi ti : la celebrava piùcoll'escrcizio che col-


a propagar la religione cristiana, io Asia le parole. Angelica fu in lui la viriti del-
si trasferisse, e di là in Italia passasse; la pudicizia, dalla dilfusione della (juale,
altri poi riferiscono che i'Alemagna fos- deve certo Verona, come si ha dalle let-
se la patria sua ; ma la chiesa Triestina tere di s. Ambrogio, quella scelta mol-

e la Veronese lo dicono nato e allevalo titudine delle sagre vergini congregale


in Verona; e che sia cresciuto in Italia gran parte uè' monaileri, e dimoranli
12 VER VER
alile nel proprio domestico soggiorno. profitto il Vangelo, si avvicinò a quel
J*er lui si rese Verona degna d' anuni- tempo doveva coglici' la palma de'
in cui
lazione anclia agli occhi de'genlili stes- suoi trionfi nelle sempiterne allegrezze
^i, che sorpresi dall' edifìcanli pratiche del cielo; chiamato il popolo a lui, |)rese
delle virtù cristiane, e illuminali dal rag- cou)miato con discorso coramovenie |>ie-
£>io della verità, non lardavano ad ab- no di salutari consigli, e tutti poi bene-
bracciarla, accrescendo cosi meraviglio- detti, l'anima sua dalla prigione corpo-
samente i fedeli al cristianesimo. 11 san- rea uscì soavemente e festosa, ed al suo
to da' suoi sacerdoti e ministri faceva Signore volò. Il Inllo cagionato da que-
istruire catecumeni, che ogni anno ve-
i sta perdita fu universale in Verona, grati-
nivano da lui rigenerati col sagranìeuto de il pianto del popolo fedele. Dopo di-
del battesimo, gran quantità di popolo vole esequie ebbe onorala tomba lungi
d'ogni nazione, d'ogni età, d'ogni sesso dalla città, nel tempio medesimo da lui

e d'ogni condizione. Perciò resosi angu- eretto e consagralo, nel quale soleva e-
sto il vecchio oratorio, dove esercitava i sercitar il suo ministero, e presso cui la

divini uffizi, un nuovo più ampio n'e- propria abitazione teneva. Questa glo-
resse. Degna di grande encomio fu ezian- riosa morte avvenuta a' 12 aprile verso
dio la sua vigilanza nel mantenere la di- la fine del I V secolo, non troncò il corso
sciplina, e tultociò che riguaidava il cul- a'prodigi, poiché molti se ne operarono al
to sorgendo contro
; disordini e srego- i sagro avello, celebrati nel 4 ^ in un ser-
'

latezze introclolli ne'convili di carila che mone da s. Petronio. Nel Sgo il fiume
si celebravano nelle feste de' Martiri, ol- Adige, per ripetute dirottissime pioggie,
ire l'aver tolto altri abusi introdottosi traboccò dal suo letto, recando danni e
neireccleMastiche giurisdizioni ; combat- rovine a Verona. Accorsa la moltitudine
tè e sconfisse 1' arianesimo, e vari scismi, nella chiesa di s. Zenone per invocarne
il cui veleno erasi propagato per l'Italia. il patrocinio, le acque impetuosaraente
Non pochi furono i portenti tielìa divina crescendogiunseroa tanl'altezza da chiu-
provvidenza a intercessione del santo, derla a un tratto nel tempio, onde te-
da' quali ricevè la fede gloriosi e molte- neva certo di perire ; ma per divina on-
plici trionfi, e per cui contrassegnate ri- nipotenza, investendo l'acqua da ogni la-

masero di chiara, autorevole ed eterna to la chiesa, crebbe fino alla sommità


prova le verità evangeliche da lui pre- delle finestre senza che una sola goc-
dicale a istruzione del suo popolo, ed a cia vi entrasse. Il popolo stupefatto dal
conversione degl' idolatri. Meravigliosa prodigio, se ne servì ad estinguere la
poi fu la sua possanza nel cacciar da'cor- propria sete, e dopo 24 ore l'acqua rien-
pi ossessi gli spiriti maligni; prodigioso trò mirabilmente nel suo letto. Questo
l'ardore della sua mediazione con cui a fatto fu narrato 4 anni dopo da s. Gre-
^ran raollitudine d' infermi ottenne da gorio I, sull'autorità di Giovanni tribu-
Dio la sanità. Fra' diversi miracoli in- no e di PronuKo vescovo di Verona. Pe-
terceduti dalla divina misericordia, de- rò il miracolo più memorabile e più sa-
vesi ricordare l'aver risuscitalo un an- lutare a* veronesi, fu l'aver ridotta Ve-
negalo nell'Adige, il che produsse mera* rona a ricevere il battesimo, compiendo
vigliosu conversione a Cristo di quanti- l'opera cominciala da s. Euprepio e con-
tà d'idolatri, non meno nella diocesi ve- tinuata da' successori, distruggendo il

ronese, che fuori e nelle più lontane par- culto de' falsi numi. Laonde que'barba-
ti d' Italia. Continuando il s. vescovo a ri, che per 1' opera portentosa del santo
iregliare con amore paterno sulla greg- videro crollar il genlilesimo, si scnglia-
gia, e a seminare eoo sempre maggior lOQO furenti sopra di lui e sì crudelinen-
VER VER i3
te il morie il ri-
(rallarono, che presso a atti propriamente è sottoscritto Lucio «
«lusserò e sarebbe morto, se un prodi-
; non Lucdlo. Il Coleti nell'emendare l U-
gio non gli avesse restituito la sanità. Per ghelli attribiù a Lucilio T intervento al
tale patito strazio, l'anouimo lo chiamò sinodo Sardicense nel ^^j. Segue poi
martire, e dopo di lui s. Gregorio 1 e Siagrio, imparandosi da uit'episloia di s.
Paolo Diacono lipelerono, oltre diversi Ambrogio un notabilecaso. Era in Vero-
INlarlirologi. Quindi ben a ragione è an- na una vergine consagrata aDiopernome
che venei alo martire, poiché molti quan- Indicia, ed ancora un monastero di don-
tun(]ue non soiìVirono il martirio, sono ne, di che sarà dillicile trovare piìi antico
tuttavia dalla Chiesa così chiamati pe' esempio, come opina IMalfei, che, ripelo,
gravi all'anni e patimenti che sostenne- di Siagrio volle fare il successore imme-
ro per dilFondere e far germogliare Tin- diato di s.Zenone. Delle sagre vergini
fallibili ed eterne verità evangeliche; e allora in Verona, altre vivevano congre-
per aver logorata lino all'ultimo avanzo gate, altre nella propria casa, tra le (jua-

la vita loro. Del resto quanto all'inven- li una sua sorella ma-
Indicia. Essendosi
zione e traslazione del venerando corpo ritata con Massimo, tristo uomo, non vo-
di Zenone, ripeto, descrivendone in
s. lendo Indicia star con esso in villa, adi-
principio la sua basilica, anche col d.*^ ratosi il cognato divise con muro in cit-

Dennassuti ne ragionai, e sono notissi- tà la casa, togliendo alle sorelle di po-


me le solennità che nell'agosto 1889 fu- tersi veliere, e tentò di muover lite. Cre-
rono celebrate in Verona per la ricogni- scendo poi l'odio, forse per altro occul-
zione del sagro corpo, su di cui e 1' ab. to motivo, ordì calunnia atroce, accusan-
d. Cesare Cavalloni, ed il tu conte Orti dola al vescovo come caduta in delitto
Manara, e molti sagri oratori diedero a contrario alla sua professione, e come a-
stampa fruiti pregevoli di eloquenza e di vesse occultato e ucciso il parto. Addusse
erudizione. Con s. Zenone l'anonimo Pi- altri scellerati per testimoni, che non
pìniano termina suo breve catalogo
il potevano aver accesso in ca>a sua. Il ve-
de' primi vescovi di Verona. scovo Siagrio die' orecchio all'accusa, e
Nono vescovo Verona,
del la s.Chiesa di ordinò che si visitasse Indicia dalle leva-
e successore di s. Zenone, secondo il drap- trici, per constatare la verginità, il che era
po classense, fu s. Agapio o Agabio o A- un'ingiuria,e tal disposizione fu di sommo
gapilo, che alcuni dissero già vescovo di dolore alla vergine. Perciò questa appellò
Cesarea e forse successore di Teotemo as. A(nbrogiometropol(tanodi Milano, di
vescovo di tal città, ma ancora la discipli- cui allora era sulh-aganea la chiesa di Vero-
na della Chiesa non permetteva i pas- na. Dovendosi adunque far questa cau-
saggi da una sede ad altra. Il Maffei die* sa in Milano, Massimo cercò di sottrarsi
per successore as. Zenone il vescovo Sia- dalla figura di accusatore, e fece che il

grio, cos\ il Biancolini, il quale registra vescovo scrivesse, non da Ini essersi di-
poi Lupicino e Massimo, e dopo questi vulgato il fatto, uìa da femmine riferito
s.Agabio, nella qual progressione disco- al uìonastero, ond'era poi giunto a no-
standosi troppo dalla serie moslralaci dal tiziaanche di lui suo congiunto. Si por-
prezioso velo dittico, a questo si attiene tarono a Milano due testimoni. Renato
ilCappelletti. S. Agapio, l'Ughelli l'avea e Leonzio, dove interrogali parlarono
segnato 3.° vescovo, e io." il Coleti: fu dilFerentemente e si contraddissero : tre
pari in pietà e ardore al predecessore. vilissime donne, jMerciuia, Lea e Tcodo-
Jndi s. Lucio, cliB il Cenci credè Lucil- la, che doveano far teslicnonio, si trafu-
io, ricordato da s. Atanasio e intervenu- garono, onde innanzi al consesso de' ve-
to ai couciiiodi Saidica nei 345, ue'cut scovi radunato perciò dal s. arcìvescovO|
i4 VER VER
nessun comparve. Questi, nluno presen- futle malignità esporre all'orribile ludi-*

tandosi al giudizio, esaminò due sante brio dell'ispezione una sagra vergine, la

donne, e ne riportò ampia teslimonian* cui modestia venerabile esser dovea, e


za degi' irreprensibili costumi della ver- sicura. Asserirsi inoltre da'priraari me-
gine Indicia j onde pronunziò sentenza, dici, tal esame e tal giudizio riuscire fal-
assolvendola del lutto da ogni sospetto, lacissimo, per cui dopo di esso si era tal-

e condannando scomunicali Massimo.R*'" volta continualo a disputare. Indis. Am-


nato e Leonzio; con questo, che al i.^non brogio scrisse altra lettera a Siagrio, a-
fosse tolta la speranza d' esser rimesso, michevolmente e con un fatto della «.
quando emendasse il suo errore; ma gli Scrittura mostrandogli, quanto rispetto
aluidueche rimanessero scomunicati per si dovea alla sagra verginità. A Siagrio
sempre, finché con pubblica penitenza e successe s. Lupicino. Al Cappelletti, per
lungo piangere il lor peccalo, non si fos- fissare la successione de' vescovi, lo per-
sero mostrati degni di misericordia. suasero gli sludi diligenti del Sarti e del
Giunta la sentenza in Verona, scrisse Sia- Cenci, e riassumendo la serie nella fa-
grio a Ambrogio, aver timore che di
s. scia, che sta a fianco di s. Fermo, quel-
essa non mormorassero veronesi ; re-
i la mostra il vescovo s. Petronio. Anche
star dubbiosa la castità d'Indicia se non sul tempo di lui sono discrepanti gli scrii»

seguiva l'ispezione per venire in chiaro tori,ed all'ab. Cappelletti sembra opi-
della verginità; trovarsi chi lo minac- nione più ragionevole che sia vissuto sul
ciava di non comunicar più con lui, se principio del V secolo, per le ragioni che
raromeltesse senza esser prima osserva- adduce, cioè intorno al 4io.E qui per
ta dalle levatrici ne potersi dir Massi-
; dar saggio della serie riferita dall' Ughel-
mo accusatore, per aver mostrato dolo- li, dopo s. Procolo registra per io."
egli
re della fama sparsa contro la cognata. vescovo 8. Mauro, pel Coleli li." e pel
Rispose s.Ambrogio, non credere che i Cappelletti 39.''; S.Giovanni i i.^pelCole-
suoi carissimi veronesi fossero per parlar ti 1 3.° e pel Cappelletti 4o.° Senza rimar-
male, contro il loro uso, della sua sen- care come questi ultimi riportano gli al-

tenza, e lanlo più che col parere e ap- tri, tanto più che seguendo la serie del
provazione d'alili suoi confratelli era u- Cappelletti col suo ordine progressivo li

scita, dov'egli all'incontro senza consi- riferirò, essi neli' Ughelli hanno il se-
glio d'alcuno erasi arrogalo di giudicar guente: I2.°s. Probo, I 3." s. Teodoro,
solo: riprese Siagrio, perché a suggestio- 14.° s. Innocenzo, 1
5.° s. Lupicino, 16.°
ne e a richiesta di persone Irìsle e cat- s. Lucido, 17.° s. Zeno huius nominis
tive, senza accusatore manifesto, avesse IFj cuiiis inentio facll s. Anihrosias in
credulo doversi dubitare dell'onestà di Epìst. 46, lìb. 6. Huius creduiiUir esse
fanciulla, approvata già molli anni avan- scrmones, qui sub nomine Zenonis Mar*
ti dalia cognizion di Zenone di santa me- fyris aspexerc lucem^ ut egregie notai
moria e dalla sua benedizione santifica- Baronius inNot. ad Martyrol Rom.ad
ta (sulle quali parole ancora, Ma (Tei scris- dieni \i aprilis. Ibi oplinie colligil duos
se Siagrio immedialo successore di s. Ze- Zcnones f^ernnenses Episcopos fuisse,
none: noterò che s. Ambrogio governò non unum, i8.° Siagiio, ig." s. Massi-
la chiesa di Milano dal374al397) Rap- mo, 20.° s. Alessandro, 21.° s. Biagio,
preienlòpoijconieconlro le leggi civili ed 22.** s. Lupo, 23.° s. Felice, 24." s. Mo-

ecclesiasticlie avea proceduto senza ma- derato, 25.° s. Salvino, 26.° Androni-
nifesta accusa, ammettendo malevoli e co, 27." s. Vindemiale, 28.° s. Silvino,

nemici per testimoni: vero accusatore 29.°s.Luperio, So.^s. Manio, 3i.°8. Pe-
esser Massioio, e non doversi per cosif- tronio, 32.° 8. Gerbone, 33.° s. Simpli-
VER VER i5
«io, 34' s. Senatore, 35." «. Servolo, ghelli. Esso ignorò il vescovo s. Conces-
36.° s. Verecondo, 37/ s. Valente, 38.° so I, il quale o ebbe più nomi e si disse
Solazio. E basti coli* Ughel'i, per dare anche Servidio e Servolo, ovvero fu un
un' idea della diilerente cronologia sui vescovo da questo distinto in tal caso il ;

primi vescovi col Cappelletti, pel quale drappo dittico dovrebbesi reputar man-
Solazio è il 32." e scismatico, e pel Co- cante di esso. Bensì conobbe il vescovo
leti il 38.° Riprendendo il filo con s. Pe- s. Servolo, l'encomia e lo dice chiamalo

tronio 1 3,° del Cappelletti, a lui venne pure Servus Dei: se ne celebra la festa
dietro s. Innocenzo d'anno incerto, loda- a* 26 febbraio nel calendario veronese.
to dairUghelli per giustizia, innocenza, Questo s. Servolo, a' due concilii roma-
esimie virtù e scienza. Montano solo ef- ni del 5o4 e del 5 1 2, si sottoscrisse Ser-
figiato nel drappo dittico, forse perchè VHS Dei, Il MafFei io disse iiUervenuto
breve fu il suo vescovato e perchè non 5o e del 5o4, e che ve-
a quelli del i i

fu annoverato fra' scinli. Circa il 4'3^ S- • ronesichiamano s. Servolo. Dunque fa


Vindemiale, iodatissimodairUghelli per un medesimo personaggio, dello ancora
dottrina, indefesso zelo, virtù e amautis- Servidio. Il vescovo s. Verecondo, pio,
simo della religione cristiana. Nel 44* dotto e ornalo di gravi virtù, morì nel
s. Lupo, detto dall' Ughelli mirabile per 5^3 e fu sepolto nella chiesa ora noa
santità di vita e dottrina, diligentissimo più esistente di s. Pietro di Castello, con
custode dell'ovile di Cristo, che edificò epigrafe riportata dall'Ughelli, come fe-

coir esempio e colle parole. S. Gauden- ce di quelle di diversi suoi predecessori.


zio nel 465 sottoscrisse ni concilio roma* Così di s. Valente, riferita pure e me-
lio, non conosciuto dalTUghelli che per glio dal Maffei, che la chiamò insigne
4.° vescovo, la cui carità e santità splen- monumento di detta chiesa, insieme a
deva di fervore, efilcace nel sermone. Co- quella del predecessore. Da quella di s.

leli lo registrò per i i.°, e MafFei avver- Valente s'impara, che diventò vescovo
ti che nel detto concilio, presso Labbé, nel 523 e morì nel 53 i di circa 85 an-
essendo sottoscritto G audentìus Vecco- ni. Io anno ignoto gli successe s. Salvi-
;?en5/.9, Cristiano Lupo trovò leggersi Ve- no, che non devesi confondere con s. Sil-
Tonensis ne' mss, cassinesi. Di Germano vino sunnominato, e d'ambedue parla
non si conosce che il nome, soltanto e anche l'Ughelli, che fa elogi di s. Calvi-
pel i.° nominandolo ed esprimendolo il no per dottrina e grandi opere, conver-
drappo. In anno incerto s. Felice, che tendo col suo zelo a Dio quella parte del-
r Ughelli dice studiosissimo della pro- la città che non lo era; limosiniero co*
pagazione della pietà cristiana, probo e poveri, assiduo ne' digiuni e nelle ora-
illustre per altre virtù : a lui fu edifica- zioni. E' nominalo anco nel Martirolo-
ta una chiesa non lungi dal monastero gioromano a' 2 ottobre, e la chiesa di
1

di s. Gabriele, il cui nome fu imposto ad Verona ne celebra l'ullizio. Nel 792 ca- 1

rmo de' castelli, colla sua immagine sulla pricciosamente ne' calendari fa cambia-
porta e iscrizione che riferisce. Indi s. lo il suo nome in quello di Fiorente, fin-
Silvino eccellente in dottrina, soave nel ché fu reintegralo il vero nel 1837. In
sermone, fregiato d'ogni virtù, umiltà, questo cominciarono ad aver culto an-
assiduo ne' digiuni e nell'orazione, colle che ss. Agabio e Gerbone, del quale più
i

quali sedò le inimicizie tra gli uomini, sotto, benché già erano registrati nel
come leggo nell'Ughelii. Quindi s. Teo- Martirologio romano. Il vescovo Mas-
s.

doro, pio, virtuoso e per dottrina insigne, simo ebbe sepoltura nella chiesa del suo
d' esimia eloquenza ^ di sua traslazione nome, demolita nel i5i8 in occasione
da s. Stefano nella cattedrale ragiona U- della generale spianata intorno alla cit-
i6 VER VER
là, per rnilitoi'ì operazioni. Di 8. Cel!>o« lo alla contemplazione, per cui riniiirziò
ne, l'Ughelli fece elogio, quale indum- il vescovato per menare vita eremitica,
inolo per propagazione delle velila e-
la ove poi fu dedicalo un tempio a suo ono-
vaugeliclie, ed eziandio inirabilinenle re dopo 7 anni avvisato dall' Angelo, si
:

dedito all'estirpazione delTeresie. Segue recò verso Verona,e caduto infermo mo-
8. Luperio, grato a Dio e agli uomini, ri nella chiesa di s. Felice. Miracolosa-

fregialo di molteplici cognizioni, propen- mente lo strepito delle campane, ne av-


so per natura qual padre a sollevare gli visarono la città ed il successore Giovan-
iiiftriiii, i pupilli, le vedove, e come il ni I, il quale vi accorse col clero e {)opo-

predecessore fu deposto in s. l'rocolo. lo, trovando che nelle mani teneva una
Lodato per dottrina e mirabile santità carta, che a niuno fu dato togliere. Allo-
fu il vescovo s. Senatore. Ad esso nel ra Giovanni I prostratosi a pregare Dio,

579 era già succeduto Solazio, vescovo ottenne che dal santo si lasciasse pren-
scismatico, che sottoscrisse al sinodo di derla. Conteneva le sue preclare gesta,
Grado, insieme cogli altri vescovi difen- che il vescovo ad alta voce divulgò al
sori de' Tre Cnpiloli (P\)f del rpiale popolo. Questo festante ne condusse ils.
scisma ragiona Miifl'ei nel t. 2, p. ^SS e corpo nella chiesa di s. Stefano, ove poi
seg. llColeli e il Malfei dicliiararono fal- si venerò la mitra, il bacolo pastorale ed

so il diploma attribuito a l^apa Pelagio i guanti da A Giovanni 1 suc-


lui usati.
Il e riferito daU'Uoljelli, colla sottoscri- cesse Arborio, poi Clemente, indi s. Mo-
2Ìone del l^apa e dello stesso Solazio, derato, la cui severità fu moderala dalla
mentre era diviso per lo scisma dalla sua clemenza, amato e venerato da lutti, li-
comunione. In anno incerto segue Giù- berale co* poveri. Circa il 7 [2 Domeni-
lìiore ortodosso perciocché inserito venne co, il cui vero nome fu ignorale per lun-
il suo nome nel drap[)0 dittico, mentre go tempo, dicendosi Paterno, per non
noi fu quello del predecessore. I\Ia nel- essersi ben letta la lapide che lo nomina
l'Ughelli e nelMaffei si dice, che dopo e lo ujostra conleaiporaneo al re Luit-
il590 circa intervenne al sinodo di Illa- prando, ricordando l'erezione di elegaii-
rano [F.) o Mariano, nella maremma le tabernacolo marmoreo nella chiesa di
del Friuli, luogo f)rtissimo per le palu- s. Giorgio di Valpolicella, il cui tenore
di che lo circondano, non già vicino al riferisce Ughelli, e meglio il Cappellet-
fiume Celina, che molto distante, n' è ti. III." lo disse Paterno, così il Malici e
come da inolti si è A suo tempo, scritto. il Diancolini. Eruditissimo delle divine
cioè in detto anno, ovvero nel 58g, rac- scritture, visse lungo tempo, ma non fu
conta il Mulfei, avvenne la furiosa piena però sotto di luiche Carlo Magno in-
dell'Adige, narrata ne'cenni di s. Zeno- signì di privilegi la basilica e il mona-
De. S' ignora Tanno del vescovo ». Pro- stero di Zenone, e l'Ughelli riprodus-
s.

ho e de'seguenli 9 successori, di cui par- se il diploma, emanato piìi tardi. In an-


la rUghelli. Indi s. Andronico, che quel- no incerto s. Alessandro, che dì e notte
lo storico qualifica illustre per dottrina era dedito alla meditazione del le cose ce-
e miracoli, liproduceudo l'iscrizione esi- lesti, zelantissimo pastore, splendente di
stente in s. Stefano. S. Manio, pur ivi ogni bella virlìi. Il vescovo Sigiberto del
sepolto, lo dice ornato di singoiar dottri- 744, vede soltoscrillo in una carta
si

na e preclara eloquenza, consolando il appartenente alla chiesa di s. Maria in


suopopolocolla predicazionee l'esempio. Solaro. Non molto dopo ebbe a succes-
Dopo di lui è registrato s. Pietro I, indi sore s. Biagio, che rifulse di episcopali
Concesso II, ignorali dall' Ughelli. 11 ve- virili, mirabile nel soccorrere i bisogno-
scoTos. Mauro, quello lo loda tulio deUi- si, di somma iulegrilà, esimia dollriua e
VER VER 17
SRtìla vita, come scrive l'Uglielll, morto latrlce, piccolo tempio già denominato s.
a' 22 giugno 'j5o. Egli Cu 1' uUinio ve- ùlaria Coi»forlatrice, e poi s. Maria Con-
scovo sepolto nel sotterraneo di s. Stefa solalrice da s. Consolata o Maria sorella
no, ed è altresì rultimo del drappo dit ilei vescovo, per avervi esso deposto il di
tico, guida all'ab. Cappelletti nel tesser- lei corpo, e poi cambiato in quello di s<

ne la serie. Pare anche cessala a questo Maria Consolatrice, della cui chiesa ri-

tempo la residenza cattedrale de'vescovi ferisce le notizie coi Biancolini, Notizie


in s. Stefano, e sembra che abbia comin- sloriche delle chiese eli /'erona. Narra
ciato ad esserlo la chiesa di s. MaiiaMa- come la leggenda riferisce aver s. Anno-
liicolare, giacché si principia a trovare ne mantlaloa ricuperare a Trieste i cor-
sepolti in essa i vescovi successori, come pi de' ss. Martiri e altri suddetti, la pro-
notai di sopra. Primo in fatti fti s. Hanno pria sorella, la quale venne denominata
o Annone, che credesi autore del drap- Consolatrice, per la consolazione che nel
pò dittico. Egli era nobile veronese, il tli lei ritorno co* ss. Corpi recò a' vero-
cui clero e popolo l'elesse nel ySì, se- nesi oppressi <la grandissima carestia cau*
condo l'Ughelii, essendo fratello di Ma- sala dalla lunga siccità, i quali tosto ne
ria piissima, della cui santità e venera- furono liberati ; leggenda che patiscedif-
zione riporta i documenti. Verso il ySS ficollà, perchè lo scrittore della Tiasla-
ricuperò da Trieste, come di già ho nar- zione racconta essersi recato a Trieste
rato, i corpi de' ss. Fermo e Rustico; ed lo stesso». Annone con n)olti ecclesiastici

insieme con essi acquistò quelli de'ss. Pri- per l'acquisto de'ss. Corpi, per la cui ope-
tno prete. Marco e Lazzaro diaconi, ed ra soltanto dice invece il ritmo Pipiniono
Apollinare suddiacono, martiri, nel ySS essersi ottenuti. Comunque andò il fat-

solennemente tulli deposti in s. Fermo lo, certo è che né l'autore dei ritmo, né
Maggiore; la quale traslazione è ricor- lo scrittore della traslazione fanno oien-
data nell'iscrizione e anche nel ritmo Pi- zione della santa, il cui corpo pe»ò nel
piuiano;il vescovo poi i^enemereolissimo i320 dal vescovo Teobaldo fu esposto
per pie opere, dopo aver collocato nella alia pubblica venerazioni' nella rhiesetta
cliiesa da lui eretta non lungi da'ss. Apo- in discorso, la quale non fu edificala per
stoli i Tosca (non
corpi delle deve con-
s. *«i esservi deposto, per esser morta in l)uon
fondere con s.Toscana nobile cittadina ve- odore di santità, ma solo per questo poi
ronese, viittiosa e illustre fra le sorelle spe- prese il nome di s. IMaria Consolatrice,
daliiighe dell'ordine Gerosolimitano) e mentre nell'anteriore erezione fu dedi-
Teuteiia sua discepola, vergini, riposò nel cala alla D. Vergile, la cui ioìmag:nenei
Signore, dicendosi morto a* i3 marzo celebrarla il p. Gumppenberg forse con-

760, neir epigrafe che esibisce Ughelli, fuse Consolatrice con Conforta Ir ice.
posta alla sua tomba nella cattedrale di Dopo s. Annone nei 760 fiorì ii ve-
s.Maria Matricolare. S. Annone è il 4 '•" scovo Loterio che rinnovò la cattedra-
vescovo per l'Ughelii e pel Coleli, il 48.° le; quindi nel 780 già eragli succeduto
pel Cappelletti, ed il 43.° pei veronese l'arcidiacono della medesima A Lione oAl-
d. Agostino Zanella, il quale nella tra- do, in uogo del quale Coleti poneLoterio,
I

duzione con apri-iunte (\e\V Atlante Ma^ colpevole d'aver scialacquato benidisua i

rianoy parlando della immagine della ciiiesa. In anno incerto Egino o Egino-

Madonna Confortafrice di Verona, dice ne, bensì nel 799 rinunziò ii vescovato
che ii miracolo operalo dalla ss. Imma- per monastero di Reichenau,
ritirarsi nel

gine contro l'eretico a s. Pietro Martire dove eresse e consagrò una chiesa a s.
di Verona, avvenne nell'antichissima e l'ielro Apostolo, ivi morto santamente

ora soppressa chiesa di s. Maria Cooso- uell'802 e sepolto. la detto anno 799

C\ CL/
i8 VER VER
circa Rotaldo o Rataldo eragli successo: ma di Lodovico II in favore
Lotario I e
ingraodì la chiesa di s. Maria Matr/cO' del monastero di Zenone) ; mentre in s.

lare, e verso 1'


806 la fissò stabilmente veccia progressiva continuazione de*mo-
per calledrale, e lo è tuttora, benché in numenti di quest' illustre chiesa ci mo-
seguito rifabbricala in altra foima. Pel stra al governo di essa dal 799 all' 840
i.° divise la mensa Ira il vescovo e il cle- il solo e unico Rotaldo. Nel quale anno
ro della cattedrale, ed assegnò a questo 840 egli rinunziò l'episcopato e si ritirò
abitazioni per condujcie vita in comune, a finire in pace i suoi giorni nel mona-
come Garampi,
rilevai in principio col stero stesso di Reichenau, ov'erasi por-
e si trae dal documento dell'SiS, pub- tato il suo predecessore, ed ivi neir874
blicato dair Ughelli e più corretto dal mori. Intanto neir84o gli era stato sur-
Cappelletti. Però l'Ughelli ci die* pure i rogalo Notingo o Nottingo, detto anche
seguenti diplomi. Di Carlo Magno del- Novergo, cui per altro l'Ughelli attribuì
r8o4, di privilegio sulla libera naviga- assolutamente alla chiesa bresciana; ma
zione all'abbate di s. Maria in Organo; oltre a' documenti della chiesa verone-
di Lodovico I il Pio per la basilica di s. se, che lo mostrano sino air844 vesco-
Zenone, descrivendo l'operato per essa vo di questa, il Paslrengo annovera tra
dal padre Carlo Magno, dal fratello Pi- le opere di Rabano Mauro il libro, De
pino re d'Italia, e dal vescovo Rotaldo; praedestinalìone et praescieniia Dei ad
di quest'ultimo e dell'S i4,col quale con- Novergum Veronensem Episcopuni. Ne
cede al celebre arcidiacono Pacifico di tratta il Maffei dicendolo uomo di lette-
fabbricare nella sua casa la chiesa di s. re, che fu il i.° motore delle gran dispu-
Giorgio, poi consagrata dal patriarca di le risvegliate allora sulla predestinazio-
Aquileia Massenzio, coli' intervento suo ne. Nel ricordato libro è detto, come Nol-
e di altri vescovi, quo etiani Rolaldus lingo nel passaggio delTimperatore Lo-
Episcopus Pncificus arcliidiaconunij dovico II, era venuto a fargli riverenza
caeterosque f^eronensis Ecclesiae Ca- in Lugana; ch'essendo di diocesi vero-
nonìcos a sua suornmque succcssoriini nese, e allora anche di territorio, più
ordinaria jurisdiclione immu/ies fecit^ probabile si rende che ne' suoi confini
et in perpcliLiiin sub Patriarchae Jqni- venisse quivi a incontrarlo il paslor ve-
lejensis polestate esse constituil, qitcni ronese, che nell'altrui giurisdizione il

K'elul ordiiiariimi siiuni vencrarentur et bresciano. Avverte pure, che lo scriversi


colerent. L' Ughelli riporta ancora il di- Novergo nel Paslrengo non dee recar
scorso epitaflio del benemeienlissimo ar- meraviglia, trovandosi spesso variainen-
cidiacono Pacifico, ed i documenti del- te enunziali questi nomi, come Nolerio
Pampliazione di Verona, a'tempi di Car- o Nolkerio, di cui in seguito. Dair844
lo Magno e di Pipino suo figlio, e delle in poi Notingo devesi allrdjuire alla chie-
beneficenze di Rotaldo colla chiesa di s. sa di Rrescia, poiché a quella fu trasfe-
Zenone. L' ultima memoria dell'ottimo rito. In tale anno gli successe Agino o
e munifico vescovo è dell' 826, pel suo Agnino o Algorio, che intervenne alla
intervento al concilio di Mantova, secon- coronazione fatta in R.oma da Sergio II,
do rUghelli. Il eh. Cappelletti qui esclu- di Lodovico II in re de' longobardi ossia
de vescovi UtifTredoo Witidredo, che
i d'Italia: visse brevissimo tempo, poiché
ueirSao introdusse il Canobio; Mover- a*6 agosto un vescovo nominalo Vil-
gio e Audone, che nel seguente decennio prando consagrò la chiesa di s, Alessan-
inserì l'Ughelli ; e finalmente Rotaldo li dro martire, più lardi intitolata a s. Roc-
da lui notato nell* 840 (avendolo pure co, nel borgo sotto la parrocchia di Quia-
avvertito il Colali, riportando il diplo- zano, invitatovi e pregatovi da Pacifico
VER V ER 19
arcidiacono di Verona, perchè n'era va nanlola, e col Papa che nell'epistola in
canle la sede per la morte del vescovo. cui l'invitò a un concilio, io disse, tan-
Gli successe il bresciano Bdlongo, e TU- tae sapientiae vir. Forse per quello di
ghelli pubblicò il suo testamento segna- Pont-Yon in Francia, a cui si recò. Le
to neir847 o forse 849. Neil' 853 era sue azioni essendo poi degne di lode, e
vescovo Landerico o Landarico, pio ed soggetto di onore per la sua chiesa, nel-
erudito, di cui si fa menzione nel diplo- 1*898 si portò al concilio romano. A suo
ma, presso l'Ughelli, di Lotario 1 e Lo- consiglio Giovanni prete di grande esti-
dovico Il suo figlio in favore del mona- mazione, ornò e migliorò la chiesa de*
stero e basilica di Zenone, ma porta
s. ss. Fermo e Rustico, in favore de' beni
la data deir847 il Panvinio disse ch'e-
> della quale abbiamo nelTUghelli un di-
ra già vescovo neir848. Gli successe Au- ploma di li il C«A'odeir883. E*
Carlo
done, nel testamento di Bilongo ricor- inoltre nominato Adelardo I nel diplo-
dato quale arcidiacono della cattedrale, ma di Berengario I deir895, da lui im-
che fece edificare la chiesa di s. Loren- petralo per la conservazione del teatro
zo di Cesano nella Valpaltena. Quell'Au- rovinato dal terremoto ; e nell* altro di
do o Audone, che l'Ughelli die'per suc- Carlo II imperatore per s. Maria in Or-
cessore a Rotaldo, dicendo aver fatto te- gano, deir895 dice Coleti, correggendo
stamento neir 83o, il Coleli disse me- l' Ugheili che lo produsse col preceden-
glio nell'86o, ed essere nominato in due te; ed il Cappelletti dice invece di Be-
diplomi riguardanti s. Maria in Organo, rengario I, ed emanato nel 914,0 forse
che riprodusse. iVel 1*865 Ardecario o A- sarà altro, perla qual data, egli soggiun-
scario o Ardichino, di cui pubblicò l'U- ge, restano esclusi que' vescovi da talu-
ghelli sentenza pronunziata a'5 febbraio ni attribuiti a questa chiesa nel fratlem'
di detto anno, per decider la controver- pò suindicato, cioè Pietro posto dal Bian-
sia insorta sino dall'SiS, tra'monaci di colioi nel 906, e Giovanni memorato in
s. Zenone, e i canonici della cattedrale, questo torno dall' Ugheili (nell'edizio-
circa le offerte che da* fedeli venivano ne di Venezia del 1720 non \o trovo,
fatte alla chiesa di quelli ; documento soltanto leggo a p. 729, del vescovo No-
non di tutta fede, al diredi Cappelletti. terio é memoria nel testamento di Joaa-
Visse poco Ardecario, poiché nell* 866 nis Ticinensis episcopi patria veronen-
trovasi sostituito Aislulfo o Astolfo, no- sis,quo condìdit anno 922)^ nato bensì a
minato due una carta di tale an-
volte in Verona, ma vescovo di Pavia; non che
no. Neir876 sedeva Adelardo I, poiché in- Adelberlo, dato dal Panvinio in un di-
tervenne al sinodo provinciale tenuto in ploma di Ugo imperatore(omegliored'I-
Pavia da Ausperlo arcivescovo di Mila- lalia), a favore del monastero di s. Zeno
no ; ed alla coronazione fatta in Pvoma nel 927, nel qual diploma avverte tro-
da Papa Giovanni Vili (altri dicono a' varsi anche il nome del vescovo Noterò,
25 dicembre 875), dell'imperatore Car- per cui a un tempo sarebbero due vesco-
lo II il Calvo. jNel seguente anno, non vi di Verona. Fatto è, egli dice,che Adel-

si sa come, Adelardo I invase la nobi- berto fu vescovo di Bergamo, bensì vero-


lissima badia di Nonantola, onde fu sco- nese di nascila (errò dunque pure 1' U-
municato da Papa Giovanni Vili nel- ghelli, che lo registra 54.''vescovo di Ve-

1*877, '^ qi^ole ne die' avviso con appo- rona, consigliere di re Ugo, ed a sua istan-
site lettere al detto imperatore, al clero za Berengario 1 neir89i elargì un privi-
di Verona, agli arcivescovi di Milano e legio alla s. Chiesa di Verona; e con al-
Ravenna, e al patriarca d'Aquileia. Ma tro di tal principe nel 900 convalidò be- i

riconciliossi ben presto co' monaci di No- ni donali a s. Maria Organo da Ode!-
in
ao VER VER
berto prele, prodollo dairUghelli. Que- none arcivescovo di Colonia; la 3.' avven-
sti inoltre nana la calala degli unghe- ne nel C)68, in cui rinunziò il vescovato,
ri, che manomisero Verona nel mo- e si stabilì a Natnur, ove nel 974 mori
do il più deplorando, come raccontai e fu sepolto nel suo monastero di Lo-
nel voi. XCIV, p. i53 e i56, parlando bia. Nel tempo del suo i.° esilio fu intru-
della basilica di s. Zenone e altrove. Di so nel governo di questa sede Manasse
più riporta un diploma del 9*26 di re arcivescovo d' Arles, il quale nel 933 ot-
Ugo, che dev' essere il discorso coli* ab. tenne il vescovato veronese dal re Ugo,
Cappelletti, rogata Adalherti^ et Nothe- unitamente a que'di Trento e di Manto-
ni Episcoporuin lune i>iven.tium)^ e che va, e lo tenne fino al 946, in cui Raterio
Noterò già sedeva sulla cattedra di Ve- fu ristabilito nella sua sede. Nel tempo
rona fin dal 915, come si ha da* docu- del 1° esilio, il quale fu conseguenza del
menti anno (in fatti li ricorda pu-
di tale pastorale suo zelo in rimproverare pub-
re rUghelli, lo chiama Noterò li, quali- blicamente i rotti costumi di Berengario
fica di grande santità, amato da Berenga- II re d'Italia, fu intruso un Milone gio-
rio I, pel quale pervenne a questa sede, vane di 18 anni, e vi rimase sino al 962.
riferendo il suo benefico testamento del E finalmente 6 anni dopo, allorché Rate-
921). Noterò era veronese, figlio d'Ade- rio rinunziò il vescovato, questo medesi-
maro, ricco di molte terre nella Valpal- mo Milone ripigliò il governo della chie-

lena : eresse uno spedale in sua casa, che sa veronese, e da quest' anno cominciò a
fu poi intitolato a s. Apollonia, e lo dotò figurarvi come vescovo legittimo. Così
di molte rendite; oltre a molte altre sue l'ab. Cappelletti. L'Ughelli molto scrisse
beneficenze, lasciò tulli i suoi beni (co- di sua storia, producendo inoltre i diplo-
m' è detto nel ricordato testamento) a' mi seguenti: dell'imperatore Ottone I
canonici della cattedrale, coll'annuo ob- in favore della chiesa diZenone, pel §.

bligo d'una libbra d'argento alla chiesa cui compimento somministrò ragguar-
di s. Zeno. Morì a* io agosto 928, e fu devole somma; altro di lui conferma-
sepolto io cattedrale coU'epilallio che of torio de' privilegi della s. Giiesa di Ve-
fre rUghelli, con altri documenti che lo rona; del conte o marchese Milo o suo
riguardano. Ebbe a successore nell'anno testamento; e di Rodolfo li re di Bor-
stesso lUluino del Belgio, già monaco di gogna e d'Italia, pel monastero Zeno-
Corbeja, e stretto parente d'Ugo re d'I- niano. Di Milone ancora ragiona 1' U-
talia: i'Ughelli scrive ch'era stato vesco- ghelli, riferendo altri diplomi, come di
1^0 di Liegi, per le cui fazioni sturbatosi Ottone pel detto cenobio del 967, ed
I

rifugiò in Italia presso detto re, alle cui altro sul medesimo. Il Malfei narra, che
islauze fu fatto vescovo di Verona; in- llduino abbate di Lobbia e poi vescovo
di due anni dopo fu innalzalo alla sede di Liegi, caccialo da quel vescovato, si
di Milano. Nel 981 il celebre Ralerioo recò a cercare ricovero presso Lgo re d'I-
Hacheriolorenese, figlio del conte di Vien- talia, e da lui fu fatto vescovo Vero-di

na, monaco benedettino di Lobia, uo- na : lasciò de'sermoni, e Gesti Abbatiwi


mo religioso e ingenuo, dottisimo dell'u- Lobiensium. Ma trasferito all' arcivesco-
mane e divine cose. SoiY\\ dure vicende vato di Milano, nel 93 successe nella se- i

per le persecuzioui degl' invidiosi, la cui de di Verona Raterio monaco della stes-
deplorabile origine cominciò col primo si) badia, ch'era venuto col medesimo li-
nato da' nostri proto- genitori; laonde fu duino. Qoestijdue anni dopo, unito al con-
costretto a fuggire per ben 3 volte dalla te di Verona Mione (sic), eccitò a passare
.'
sua sede : fu la i nel 982, e andò a Pa- in Italia contro re Ugo, Arnoldo duca di
V ia ; la 2." nel 9 55, e si ricov; ò presso Bru* Baviera. Rimasto però vittorioso Ugo, ri-
VER VER tìi

kgò e imprigionò Raterio in Pavia. Fu quale nel 988 confermò alcuni beni a'
poi ritnesso in sede, e quindi nuovamen- canonici di Verona. Nel 990 fu vescovo
te espulso. Ripassate peròAlpi, dopo le OlbertOjdairUghelli detto Oteleberto,ed
essersi trattenuto insegnando presso un anche AudberloeAdelberto,pubblicando
grande in Provenza, da Ottone I impe> vari monumenti e diplomi che lo ricor-
latore venne eletto per maestro di Bruno- dano. Adelberlo, crede Panviuio e riferi-
nesuo fratello, il quale fu poi arcivescovo sce Ughelli, che gli succedesse nel 1000,
di Colonia. Col favore di questo nel gSS benché non lo registri nella serie, e dica
passò al vescovato di Liegi, ma 3 anni volerlo altri succeduto da altro Olberto
dopo anche di là fu cacciato. Tornò in \- ricordato nel ioo8,egIi ritenendo però che
lalia, e per opera delio stesso Brunone fu siensi confusi col soloOlberto, che pare
rimesso nel vescovato di Verona ; ma do- realmente vivesse nel 1008. Indi nel io 1 1
po qualche leni pò, non già costretto, uè Witprando o ilpraudo o Utprandoo lld-
perseguitato, nju per proprio capriccio si prando, sino al 1014. L' Ughelli lo fa pre-
parli e ritornò a'suoi paesi carico d'oro cedere da Milone 11 nel loio, che loda
e d' argento. Con questo si procurò dal per singoiare santità, riferendo 1' episto-
re Lotario una badia, cui parimente ab- la a lui diretta da Papa Benedetto VII
bandonò subito. Morì nel 974 io Wamur, (meglio Vili, se si deve ammettere). D'II-

e portato a Lobia fu nobilmente sepolto deprando virtuosissimo ci die'il diploma


nella chiesa di s. Ursmaro, coll'epitalfio del ioi4 dell'imperatore s. Enrico li,
in versi che produce. Passa Ma (lei a dire a cui confermò beni, avendo inoltre
i

degli scrittori che parlarono di lui, Pan concesso un privilegio al monastero Ze-
>»inio avendolo fatto molto bene,e Mabil- noniano. Nel 1027 Giovanni 11 figlio di
lon a lungo. Di sue opere tratta TAchery Tadone signore di Garda. insigne per san-
ne' SpicilegUy ed altri autori, ed anch'e- tità e dottrina, memorato nel diploma di
gli ne rende rrjgione, dichiarando che di Corrado II imperatore: fu benefico co*
tutte le sue opere si pensava fare un'edi- monaci de' ss. Nazario e Celso, donando
zione, contenendo i suoi scritti cose per loro la chiesa di s. Tommaso di Corlia-
la storia, pel dogma e la disciplina, anzi no, fece rinnovar la chiesa e il monastero
pure per la storia veronese del X secolo. di s. Zenone di Malcesine, e mori a' 12
Scrisse Raterio, che gran Verona era
la ottobre 1037. lo questo VValterio ger-
una volta statii reputata non meno della mano, eloquente, dotto e santo, più di-
villa di Platone presso Alene (intende TAg- plomi leggendosi nell' Ughelli che lo ri-
cademia), e di qualunque altra per mol- guardano. Nel 046 fu al concilio provin-
I

titudine di sapienti famosa. Intanto suc- ciale di Pavia, e nel io5o accolse in Ve-
cesse al vescovo Milone 988 llderico,
nel rona Papa s. Leone IX reduce dalla Ger-
escludendo r ab. Cappelletti Wolfango mania, celebrandovi il Natale, avendo
perchè fu vescovo di Rati sbona, mentre già emanato un diploma diretto all'arci-
il Coleti Tavea aggiunto sulla fede del prete, all' arcidiacono, al preposito ed a
MalTei, in base d'una membrana dell'ar- tutti i canonici di Verona, confermalorio
chivio della cattedrale. D' llderico 1' U- de' loro privilegi. Nel io56 eragli suc-
ghelli riporta il diploma dell'imperatore ceduto Ezzelone o Ezelo. Nel io58 Te-
Olloiie in del 988, in favore del mona- baldo o Teupaldo o Dielboldoo Dorlo-
stero di s. Zenone, in cui si fj speciale boldo o Diabaith, per favore di Enrico
menzione di questo vescovo, in uno alle J II : Et fare quideìiiynani eo anno Hen-
discrepanti opinioni sull'epoca del suo e- riciis Verona reperìehatiir, (fuamobrern
^iscopato, il che si trae dal diploma di praesidem sili bene visiuiiy vacante se-
Ottone 11, che egualmenle esibisce, col de eligere poluit. Quell' imperatore Irò-
1

aa VER VER
andosi novembre io55,
a Verona, Ti i glielmo sunnominato, seppure non l'eles»

con diploma confermò privilegi Zeno- i «e Enrico IV, e s. Gregorio VII rigettò.
niani, presso l'Ughelli. Questi registrò pri- A suo tempo e nel 1090 fu concessa la ba-
ma Dielboldo, dicendolo eletto nel io55, dia della ss. Trinità a* vallombrosani. L'U-
e poi Ezelo del io56, memoralo in un ghelli, che ne loda le virtù, proditce due
documento della chiesa de'ss. Nazorio e diplomi, uno del 1084 dell'antipapa Cle-
Celso. Poi riporta Theupaldo, ricordato mente III per la protezione accordata aU
in un monumento del io58 della chiesa l'arcidiacono, preposto e canonici di Vero-
di 8. Stefano, e in altro per quella di s. na ; ed altro di tale anno, in favore pure
Zenone del 1061. Ritiene il Cappelletti del capitolo, di Enrico IV acerrimo ne-
che di Teupaldo o Dielboldo si fecero mico delia s. Sede. Dunque il capitola
due vescovi, ma con falsa supposizione. era partigiano d'ambedue. Notai nel
Lo stesso dice del successore Adilperio, voi. LXXXVI, p. 5, che Enrico IV im-
che fu detto anco Adalberone, e ne'do- prigionò in Verona l' imperatrice sua
cumenli del suo tempo dal io63al 1068 moglie. A tempo
Sigimboldo 1' Adi- di
lo si vede talvolta nominato pure Àdel- ge inondò Verona e rovinò il ponte ^ro-
berio e Aldigerio, morendo nel 1070. pe aedem s. Slephani^ episcopiiwi fre-
L' Ughelli chiama Aldegerio o Aldigi-
lo gerii, et aedem s. Ztiionis oratorii ir-
no del 1060, corretto da Coleticol 1061, ruperit. Nel 1094 Valbruoone-Walfre-
ricavandosi dal pubblicato diploma be- i do, nominato or con uno e or coli' al-
ni donati nel 1062 al monastero di «.Gior- tro nome, perciò non fu nome di due
gio, fonóalo prò su ae ani ni ae ^la da Ca- vescovi. Fece esente la chiesa di s. Maria
daloo, prima vicedomino di Verona, in- de Marelìsio fabbricata da Aldegerio vice«
di vescovo di Parma, poi antipapa Ono- domino, permettendo che la consagrasse
rio li, per disposizione di Milo tìglio del il vescovo di Mantova. Cancelliere impe-
defunto Ugone conledi Verona. Conget- riale, perciò fu poco accetto alla s. StAe,
tura Maff'ei che il vescovo sia slato deno- Hezeloo del 1 1 o r forse eletto durante lo
,

minato eziandio Altìcherio, autore d'un scisma di Clemente III, è riputato scisma^
trattalo spirituale per utile delle mona lieo. Del legittimo Berloldosi hanno mo-

che volgarizzato e nel i 552 stampato dal numenti del 1 o4 e 1 07 consagrò l'al-
1 :

ìrescovo Lippomano. Nel loyoUsuardo iai e grande della ss. Trinità. Nel i 108

oHuswart tedesco, morto nel loyS. L'U- Arnolfo-Zuffelto, dall' Ughelli e altri fu-
ghelli produce un documento Zenoniano rono creduti nomi di due vescovi, anzi
del 1071, in cui è nominato con Erman confuso anco con Uberto del imi, det-
no vicedomino di Verona. Il Coleti lo fa to pur Beinone, mentre questo è il nome
precedere dall' altro tedesco Guglielmo del successore.Due documenti pubblicò
canonico di Goslar, seguendo Maffei. En- r Ughelli, che lo riguardano, e celebrò il
rico IV nominò nel 107 3 l'alemanno Dru- sinodo in Verona. Fu vescovo immagina-
none valoroso interprete delle s. Scrittu- rio Sigefredo, inserito nel i 1 1 3 dal Cano-
re, accettissimo a Papa s. Gregorio VII, bio, poiché nel 16 ancor vi vea Uberto,
i i

che lo decorò del pallio arcivescovile, con Nel II 17 Bernone, detto Biimoe Bri-
lettera riferita dairUghelli, insieme al di- mone, decoralo del pallio arcivescovile da
ploma a fa VOI e del monastero Zenonia- Pasquale II, perciò non mai partigiano
no della contessa Beatrice e di sua figlia d' Enrico V, come il padre nemico della
Matilde: il vescovo fu ucciso da un suo Chiesa; lodalo per vigilanza pastorale, vi-
cappellano nel loBSonel io841nque sitava le parrocchie urbane e suburbane.
sto il clero veronese elesse Sigimboldo o Nel 1 122, con diploma presso l' Ughel-
Sigebodo, rigettando il Cappelletti Gu* li, Papa Calisto II confermò i beni de'ca-
1

VER V E R 23
nonici. Morto in detto anno Bernone, nel guardanti la chiesa veronese, anche di A-
I i 23 gli suGcesseBernardo degnissi me no- lessandro IH, non però del tempo di Te-
bile bresciano; operoso pastore promos- baldo, e quello dell'imperatore Federico
se il restauro della cbiesa e monastero di I del 1 54, di nobile privilegio a favore
s. Giorgio in Braida, che nel 1 127 asse- del vescovo e de'suoi successori. Mori Te-
gnò a' canonici regolari di s. Agostino; baldo in odore di santità nel 1 157 e fu
nel I 128 consagrò la chiesa di s. Maria sepolto nella chiesa di s. Croce di Citta-
di Monlorio, e nel i i3o un altare in s. della, oggi de'cappuccini. Nello stesso gli
Maria Novella di tutto porge documenti
: successe Ognibene de'conti Nogaroli: l'U-
1' Ughelli, insieme al diploma in favore ghelli lo chiama pure Fraler Bonasie il
de' vallooìbrosani d'Innocenzo II ; di più Coìei'ì Homobonus. Familiarissimodi Fe-
narra la beata morte avvenuta in Vero- derico I, giiem Gennaniam in haliant
na nel I 127 di s. Gualfardo d'Augusta, venientem (nel 1 158), magna veronen-
dopo aver menato vita penitente nel su- sìumfrequentìa^ et honoriflcentia siisce-
burbano Saltuello per 20 anni, e santa* pit,a quoPrincìpis imperii titillo nobilita'
niente per io nella cella costruitasi pro- tus est, interfuitque Roncalia conventui^
pinqua alla chiesa di s. Salvatore in Cor- ut narrai Otto Frisingensìs^ ab eodeni
te o in Curia, ivi sepolto con epitaflio, imperatore celebrato in anno ii58. Il

chiaro per miracoli, celebrandosene la vescovo nel 1 1 60 fabbricòla sagrestia deb


festa a' 20 aprile. Morto Bernardo nel la cattedrale; e nel i 172 rifabbricò l'e-
1135, subito il clero veronese gli surro- piscopio, ad honorem Dei et s. Zenonis

gò Tebaldo o Teobaldo arciprete della eteodem anno vii die intrante julio com-
cattedrale. Nel seguente l'imperatore Lo- busta est civilas Feron., fu scolpito nella
tario li confermò privilegi del capitolo i lapide. Nel i 174 trasferì corpi de' ss. i

cattedrale e lo prese sotto la sua protezio- Biagio e Giuliana nella chiesa de' ss. Na-
ne, ed a sua istanza g^i concesse S.Giorgio zarioeCelso,alqual monastero nel i58 1

maggiore con diploma riferito da Ughel- ottenne da Papa Adriano IV diploma dì


li, Questo dite pure, che nel 1 138 pri- privilegi, riportalo con molti altri do-
die kal. ocloh. cium Lolharius inip. ex cumenti dall' "Ughelli; tali sono pure il

Ilalia in Gernianiani reverteretur, in privilegio largito da Federico 1 al mo-


agro P^eron.morluusest. Veramente mo- nastero Zenoniano, ed a' canonici della
rì a* 4 dicembre iZj in Bretten presso i cattedrale; la conferma de' privilegi de'

a Trento. Nel i i4o il vescovo inlerveu,- canonici di Alessandro III, il quale come
ue alla consagrazionedella rinnovata chie- notai a suo luogo onorò nel i 1 77 Verona
sa di s. Giorgio in Canonica detta di s. di sua presenza, e vi celebrò sagre fun-
Elena, fatta dal patriarca d' Aquileia so- zioni; e quelli di Lucio III che vado a ri-

lennemente, come apprendeda più mo- si cordare. Questo Papa, come già dissi, ven-
numenti interessanti nell'Ughelli, in uno ne in Verona nel i i84 per adunarvi un
al diploma d'Innocenzo 11 iufavoredel- concilio, che descriverò in fine, e con suoi
l'arciprete e canonici della cattedrale, da diplomi, Datum Feronae^ dell' set- 1 1

lui e da 12 cardinali sottoscritto. Tebal- tembre, commendò r arciprete e canoni-


do ottenne nel i i4^ ^^ Eugenio 111 la ci; del I. "dicembre, prese sotto la prole-
bolla pubblicata dall' Ughelli e corretta- zione di s. Pietro beni e le persone con-
i

mente dal Cappelletti, in favore di tutti i gregationem ut vocant Cleri intrinseci


copiosi possedimenti di sua chiesa, ricevuti Feronensis, da lui e da 1 1 cardinali sot-
sotto la protezione della s.Sede,sottoscrit- toscritto (vi è pure il diploma del 177 1

ta dal l'apaeda 17 cardinali. Inoltre nel- di Federico I, che ricevè nella sua impe-

r Ughelli sono riferiti molli diplomi ri- riai grazia Congregalionis Feronensium,
^4 VER V E R
datimi yenctiìsapiids. Marcum^^kal. dinalUberto Crivelli, il quale assunse il
septtmb. E qui l'Uglìelli dice Caeterwn : nome di Urbano lll.IIMalfei nel lodare lo
s. Ferontnsein Cougregalionern vetu- storico vero»ieseCanobio,avverte the «re-
stissima tn fui s se rcperimusin testamen- golò gli archivi più antichi e più cospicui
to Joannis Episcopi Ticinensis anno di Verona, ma secondo l'uso per luoghi e
922 condito. Uhi Sacerdotunis. Vero- non per tempi, e non senza molti equivoci
nensis Ecclcsinr Scholn K>ocatai\cujns presi da lui nel conlenulo delle carie e del-
antiquitalem^ praemincntiam, caelera- la lettura". Anche l'ab.Cappelletli è anda-

que scitu digna non tacucrunt ejusdeni to rilevando gli errori suoi nella serie de'
monumenta in hunc modum. Dopo aver- vescovi, come io ho ripetuto; ma quanto
lo riportato, soggiunge: Extant alia all'epoca della sede vacante ed elezione di
Summorunx Pontificum privilegia eidem Urbano III 1' ha senza critica seguito, ri-

s. Congrega tionis praecipue Urbani HI producendo ancora il suo brano, c!ie vado
concessa) j-\\ diploma de' 1 3 giugno i i85, riferendo eziandio più avanti, nelraccou-
col quale ad esenjpio d'Alessandio III, lare le solenni relative cereujonie. Mi é
prese sotto la prolezione della s. Sede il indispensabile, pel già più volte notato,
monastero de' ss. Pietro e Vito di Cala- r osservare di passaggio, che il Platina,
"wena, sottoscritto dal Papa e da i4 car- Le Pite de Pontefici^ dice Urbano 111
dinali. Mentre il Papa Lucio Illcolla cor- crealo a'i5 novembre i 85. Il Panvinio, 1

te e curia dinnorava in Verona, a'22 ot- Epitome PontificumRonianorum^\o vuo-


tobre i85 morì Ognibene, e per la cir«
I le eletto in vigiliis doniinicae Natività-
costanza eziandio del concilio, i suoi fu- tis hoc Coronai
est IX kalend. januarii.
nerali furono decorati della presenza di tio anno Doniinicae i85 die Natalis i

lutti i cardinali, vescovi e altri prelati, Domini l'eronae in calhedrali Ecclesia,


che si trovavano allora nella città, pon- Trovo nel Ciacconio, Historia Ponlifi-
tificando il cardinal Uberto Crivelli arci- cum. Urbano Ili siiffectits est a ij car-
vescovo di sua patria Mdano. Itnmedia- dinolibus^ viikal. deceinbris[7.5 novem-
tamenle fu eletto dal capitolo per succes- bre), qui
fui t festuss. Calcrinae v, et ni.^
sore il loro arciprete Riprando. Indi et dìes obitus Ludi Tertii. Coronati»
Goffredo patriarca d* Aquileia consagrò Vili kaL januarii (25 dicembre) i i85,
con solenne pompa la chiesa di s. Maria Veronae in cathedrali ecclesia. ì^eWAd-
Antica il g novecnbrei 18 5, al modo ri- ditio del Viltorelli, e nella Nova Addi-
ferito dalla lapide presso CJghelli. tio deli'Oldoini, nihilin contrarium. Sen-
Già narrai, che a* id dello slesso no- za osservare altri, scrisse il Sandini, f^i-
vembre I 85 morì in Verona Papa Lucio
1 tae Pontificum:Urbanus III anno Chri-
I II, e gli furono celebrale ^olennissime ese- sti i85j eodemdie^qno Lucius Illesi
I

quie. Il cadavere fudeposto avanti l'altare scpultus VII kal. decembr.{i5 tìovem-
maggiore della cattedrale. Senza vacar bie), essendo morto, vili kal. decembr.
laSede apostolica, subito fu eletto Papa (24 novembre). Si vede dunque, che Ca-
il suddetto cardinal Crivelli, che prese il uobio o copiò il concittadino Pauviiiio,
nome di Urbano III. Avendone di sopra o dallo stesso fonte apprese le notizie,
abbastanza ragionalo, anche sull'epoca che non sembrano esatte. Quantoalla co^
dell' elezione, opina l'ab. Cappelletti che ronazione, di sopra la dissi col MalFei se-
seguì nel no della Sede apostoli-
i
2.** gioì guita nella chiesa di s. Pietro in Castel-
ca vacatile; imperocché, soggiunge, i car- hi, e Novaes Storia de' Pontefici^ e
Col
dinali che qui si trovavano, tennero il lo- col Ferlone, De' viaggi de' Pontefici^
ro conclave nel palazzo vescovile, ed eles- dissi ch'ebbe luogo il i." dicembre. Rir

sero Papa a' 7 dicembre il milanese car- porta adunque l'abbate Cappelletti, col
VER VER 25;

Canobio, Annali^ \\h. 6 : » Si>bilo fot- i5 sellembre in domenica, ma prima


ta r elezione, i cardinali accoinpagna- fece un sermone sopra al pulpito a tulio
l'ono il Papa nella chiesa del duomo, il popolo,persuadendoloa continuare nel-
e quivi concorse tulio il popolo, il quale r unione e nella pace, nella quale allora
niosliò grandissima allegrezza, perchè per grazia di N. S. Dio si ritrovava, es-
mollo amava il dello Pontefice, sì per- sendo che con sua autorità era segui-
la

chè era lombardo e di città così amica e ta parentela Ira'Sanbonifaci ed Monti- i

confederala a Verona, come ancora per- coli (i conti di Bonifazio ed Montecchi), i

chè vi era stato molti giorni prima del e che in (juel giorno concesse indulgenza
concilio legato del Papa Lucio 111. Fu po- ogni anno alla detta chiesa, che in perpe-
sto nella sedia, e cantato il Te Deiim ri- tuo dura, come si contiene nella bolla.
tornarono al palazzo, e per tutta la città Pochi giorni dopo partì di Verona eoa
con diversi segni d'allegrezza ciascuno dispiacere universale di tutta mas-
la città,

mostrava il contento che di così fatta ele- simamente che s' intese che in Ferrara
zione sentiva. 11 giorno seguente princi- i a' 22 d' ottobre era pissato a miglior vi-
pali della città gli andarono a baciare i ta, avendo quivi sentita la sconfitta de*

piedi, e a rallegrarsi della sua esaltazione: cristiani in Soria,ela presa di Gerusalem-


a quelli, olire 1' essere stati umanissima- me per lo Saladino sultano d' Egitto'*.
mente accolti, parlò (com'egli disse) co- In tutto il tempo che Urbano III rima-
mese fosse un cittadino veronese, dicendo se in Verona, soggioinò nel palazzo ve-
che essendo lon) bardo e milanese era an- scovile, mentre il vescovodi/norava nella
cor veronese, e ujolto obbligalo insieme casa della chiesa di s. Giorgio, intitolata
co' suoi milanesi a* veronesi, per gli aiu- poi a s. Eiena, come ripelei : ciò è prova,
tiche ne'maggiori loro bisogni avean ri- che r episcopio non era per anco ridotto
cevuto, massime nella Confederazione di all'ampiezza nella quale si ridusse due se-
Lombardia. Ringraziò tutta la città del coli dopo, come di presente si vede. Nella
molto onore e delle molte cortesie ch'e- dimora d' Urbano 111 in V^erona, emanò
gliavea ricevuto jcome legato e come car- i seguenti pontificii diplomi, che abbia-
dinale, e poi come Pontefice, alla quale mo neir Ughelli, colla Datwn Feronae,
con parole eflìcacissime fet e molte offer- Primamente con due lettere de'23 marzo
te, di che restarono tutti soddisfattissioìi. e <le' 22 sellembre i i 86, confermò a'ca-
Visse nel pontificato il mesi e »5 gior- nonici della cattedrale di Verona tutti t

ni (dice Novaes un anno, io mesi, e


il privilegi eh' erano stali loro concessi, e
aS giorni: il Papebrochio,z« Propylaeo^ decise un litigio di confine tra le contra-
pospone un giornoall'elezione e alia mor- de di s. Vitale e di s. Paolo, la i.' delle
te, dicendo che fu eletto a'-aò novembre quali chiese era de' cavalieri templari.
I 1 85 e morto a'20 ottobre 187; la co- 1 \u ampio documento si legge la descrizio-
ronazione assegnandola agli 8 dicembie), ne della coosagrazione fatta dal Papa del-
e stette in Verona quasi lutto questo tem- la chiesa di s. Giuliano de Lepida o Le*

po. Cantò due volte messa nella chiesa pia nel distretto di Verona, alla presen-
di s. Pietro in Castello, il 2.° giorno di za di 12 cardinali, de'palriarchi
d'Aqui-
Pasqua di Risurrezione 186, e il gior- i Grado, degli arcivescovi di Ra-
leia e di

no de' ss. Pietro e Paolo, e concesse gian- venna, di Magdeburgo, d' Arles, di Bari
dissima indulgenza a quelli che si tro- e di Magonza ;di molli vescovi e di mol-
varono presenti, oltre molte altre in- ti personaggi laici inclusi vamente al mar-
dulgenze a della chiesa (!' Ughelli ne of- chese di tutta la Marca di Verona Er-
fre i documenti).... L'anno segiienle manno tedesco; concedendole quindi il

il Papa consagrò la chiesa cattedrale a' Pap^ un privilegio. Segue il documento


26 VER VER
della consagrazìone della cattedrale di sore, o nel 11 89 come vogliono Maffei e
Verona, fatta da Uibano III, coli' inter- Cardella, il cardinal AdelardoII Catta-
vento di ragguardevoli personaggi e la neo di Lendinara, allora nel Veronese. E-
concessione di privilegi. E giunto a Fer- gli era stato canonico e maggiore precen-
rara, il Papa emanò un diploma a' 1 5 ot- tore della cattedrale, creato cardinale in
tobre 1 187 abbate e mo-
a favore dell' Verona da Lucio IH, e quindi mandato
nastero di Zenone, ricevendoli sotto la
s. da Clemente III (eletto in Pisa a' 19 di-
protezione della s. Sede. Da altro docu- cembre I 187) legato in Oriente, trovan-
mento dell' archivio delle monache d'A- dosi a quell'epoca all'espugnazione d'Ac-
"vesa, si ricava che nel i 187 Urbano 111 cona o s. Giovanni d' Acri, con Filippo
permise a Verdiliaalbergalrice dell'ospe- II re di Francia, Riccardo I re d' Inghil-
dale di capo di Borgo Lecco d'erigervi terra, ed una brava schiera di veronesi,
una chiesa a s. Barnaba, per la cui fon- ac selce ta multorum nobillum veronen-
dazione le mandò una pietra di marmo slum cruce signatorum ala, dice Ughel-
triangolare. li, ed il Papa 1' approvò. Terminata la le-

Tornando vescovo di Verona Ri-


al gazione si recò in Verona, e santamente
prando, confermato dall'impe-
egli fu ne amministrò la diocesi siccome ottimo ,

ratore Federico I, si trovò alla morte e sapientissimo. L'Ughelli presenta molti


di Lucio Ili e all'elezione di Urbano diplomi e monumenti del suo operalo.
111, in un tempo dunque assai memora- Nel II 94 consagrò la chiesa de' ss. Apo-
bile, poiché Verona quasi fu converti- stoli, antichissima e restaurata, esistente
ta inRoma papale, per la residenza del già a' tempi di Pipino re d' Italia, e nel
Papa, della curia e corte pontificia, colla I 107 appellavasi basilica, con canonici e
celebrazione delle più auguste sagre fun- arciprete, avente soggette le chiese di s.

zioni. Per le sue virtù, assiduo zelo pel Agnese e di s. Teuleria. Contribuì alla ri-

divin culto, amore pe* poveri, si rese ben fabbrica della chiesa de'ss. Rustico e Fer-
accetto al popolo. Da un documento U- mo, avendo nel i 197 concesso indulgen-
ghelliano rilevo, che nella canonica di Mi- ze a chi vi avesse cooperato con oblazio-
lano, alla presenza di cardinali e vescovi, ni. Nel 1209 confermò le giurisdizioni e
ede'principali capitolari di Verona, Fe- i privilegi de' canonici di sua cattedrale,
derico I investì Riprando de loto hono- ad istanza del tesoriere della medesima.
rem et dislricUi, qiiod imperìum habet in Nel 207 permutò colla comunità di Ve-
1

Episcopatu, et Comitatii Feronae seciin- rona il castello di Legnano, e tutti di- i

duin antiquum consuetuni usum.Quofa' ritti e le proprietà che vi aveano vesco- ì

do praenoniinatus Episcopus statini fé- vi, col castello di Monteforle e altrettan-


cit eifididitalein sicut principi suo Ini- te giurisdizioni, che ne portarono perciò
peratori^ et ejusfilius Regi Henrico VI, al vescovato il mero e misto impero; per-
tamquam suo Regi, et quod adìuvahit muta approvata da' legati d'Innocenzo
cuni manutenere regnuni, et imperìunt^ llljdi cui si hanno 4 lettere dirette al
etcoronam, etpraecipue civitatis Vero- cardinale. Egli s'intitolava: Adelardus
nae cuni tota suo Comi tatù, et Districlu sola divina grati a S. R. E. Cardìnalis,
cantra onuies honiines, et supradictus Veronae humilis Episcopus. Nel 2 4 i [

archiepiscopus Maguntinus, qui dedit rinunziò la dignità episcopale e morì nel-


fidelilatem, statini fidelitatifacta dicit l'agosto 1225, secondo il Cappelletti. II

d. episcopo Riprando corani d. Impera- MalFei invece crede intorno al liio, ed


lorcj et corani omnibus suprascriptis. io col Cardella nella sua biografìa dissi
Morì Riprando a' 25 giugno 1 188, e to- nel 121 2. L' Ughelli nel 1 2 / o al prin- r

sto dal clero e popolo ne fu eletto succes- cipio del 12 12, aggiungendo la sentenza:
VER VER 17
Veritas fllìa lemporuni ; e siccome fu tadella suburbnno di Verona, nel 1 2 3o co-
tumulato io s. Zenone, lipoila Tistro- struì un convento, poi segno alle crudeltà
mento dell' invenzione del suo cadavere di Ezzelino III da Romano gran fautore
eseguila nel ió4^. Indi gli dà per succes- crudelissimo della fazioneghibellina ed e-
sore Abundonio, biasimato per ignoranza retico.Nel 1 235 il vescovo confermò le de-
e pravità di vita ; ma durò per pochi me- cime sulle navi all' abbate di s. Zenone,
si: gli si attribuisce aver nobilitato la chie- Morì Jacopo I nel 2 54 ci»'ca inBrescia,ove
1

sa de'ss. Giorgio ed Elena, e fu dipinta la l'avea esiliato Ezzelino III empio tiranno.
sua efiìgie nell'aula episcopale, come af Nel qual tempo il clero elesse nel i25a
ferma Canobio. Il Cappelletti esclude af- Manfredo della Scala, figlio di Gioacchi-
fallo Abudone, come lo chiama Pan- no o Jacopino, canonico della cattedrale,
\inio, che pure l'ammette, e dà per suc- illegittimo per esser vivente Jacopo;anzi
cessore al cardinale, Norandino già ca- il Panvinio anticipa la sua nomina al
nonico maggiore della cattedrale, eletto 1 24 t . Non avea, dice 1* Ughelli, le qua-
con tutti i voli nel 12 12 (epoca corri- lità richieste nel vescovo, facendolo mor-
spondente alla morte del cardinal pre- to 1256. Considerandolo l'abbate
nel
decessore). Si fa memoria di lui nel Cuppelletli intruso, osserva che morto
1220 nella lapide esibita dall' Ughelli, Jacopo, Alessandro IV nel I2 55 gli sosti'
del monastero suburbano di s. Maria luìGerardo Cossadocea; Ughelli scrive
Malris Domini. A suo tempo furono in- che il Papa soltanto lo confermò nel
trodotti in Verona i domenicani, in cui 1256. Il moslro Ezzelino III fece anche
tosto fiori il veronese s. Pietro Martire, a lui soffrire gravissime angustie, e persi-
la cui festa si celebra in Roma dalla con- no un anno d'esilio dalla sua sede, e il

gregazione della s. Inquisizione^ nel mo- carcere in Brescia, ove nel 1259 morì.
do che descrissi nel voi. 187 e al- IX, p. L' Ughelli però lo disse liberato dalla
trove. Documenti Norandinospellanti a prigionia dopo motte del tiranno, e
la

81 leggono nell'Ughelli, che confermò tut- tornato co* canonici a Verona morì nel
ti i privilegi del capitolo veronese. Morto 1261 circa. A suo tempo Alessandro IV
nel 1224, Panvinioe rCghelli glidie-
il trasferì i fiancescani da Cittadella in Ve-
rono per successore Adelardo 111, ed a rona, nel monastero de'ss. Fermo e Ru-
questi Witfredo. Ambi rigetta Cappellet- ed assolvette que' canonici che a-
stico,

ti, quali immaginarii, e invece nel dello veano parteggiato per Ezzelino III. Nel
anno surroga Alberto l arciprete della 1260 o 1261 divenne vescovo Man-
cattedrale, deposto nel marzo I225 da fredo Roberti reggiano e canonico di
Onorio HI, il quale gli sostituì Jacopo I da Padova, sommo oratore e chiaro per vir-

Braganza o della fau»iglia Dreganlia vi- tù egregie, ed ammise in Verona gli a-


centina, canonico della cattedrale. Di que- gostiniani in s. Eufemia, da Urbano IV

sta deposizione e sostituzione offre la la- presi nella protezione di s. Pietro. An-
pide,esislente tra la porta del campanile e ch'egli fu travagliato da' ghibellini, nel-
la cappella del Sagramento. Jacopo I loda le cui mani cadde nel 1264; io<li fu li-

Ughelli, per innocenza di costumi e altre berato dal carcere a istanza di Papa Cle-
insiani virtù. Sotto di lui nel 122 5 da mente IV e di Giacomo I re d'Arago-
Onorio III furono istituiti 4 mansionari na, dopo due anni. L'Ughelli lo dice ret-
o beneficiali, con una prebenda canoni- tore del Piceno pel Papa Urbano IV con-
cale vacata, sottoponendoli all'arciprele. troManfredi usurpatore del regno di Si-
Quel Papa e iMmperatore Federico H capoparte de' ghibellini, e fu allo-
cilia,

confermarono i privilegi Zenoniani. Nel ra che cadde prigione. Tornò alla sua

suo vescovato s. Francesco d'Asisi, in Cit^ cbiesa, e nel 1 268 passato in Reggio ivi
-

28 VER VER
inr»n e fu sepolto. La sua morte Jie'oc- successe fr. Pietro II della Scala dorae-

casiooe a grave scissura nella chiesa ve- nicauo, nobilissimo veronese di rispetta-
ronese, perchè due vescovi nello slesso bile integrità e dottrina, annoverato tra

tempo furono eletti, Alemdino che por- gli scrittori veronesi dal Maffei. Nel 1
292
lo sempre la qualifica d* eletto, e il ve- Raimondo pati iarca d' Aquileia confer-
ronese Guido della Scala figlio natura- mò tutti i privilegi dell'arciprete e ca-

le di Mastino I signor di Verona, e ar- nonici veronesi, con diploma pubblicato


ciprete della congregazione del clero pa- dall'Ughelli. Per morie di fr. Pietro il,

trio,che figurò sempre come legittimo pianto da tutti, nel i 295 coll'alto pro-
pastore. Forse A learJino fu nominato dal dotto dall'Ughelli, il clero elesse fr. Teo-
Papa, e Guido dal clero veronese, ovve- baldo agostiniano e abbate di s. Fermo,
ro ambi da questo dissidente, ma la po- dotto e di santa vita e nell'estimazione
tenza nascente degli Scaligeri prevalse, generale, che ricusò la dignità, perciò a*
e l'altro fu costretto dimorare a Manto- 1 3 dicembre restò eletto Bonincoutro ve-
va. 11 Cenci chiatnò legittimo Aleardino, ronese, arciprete maggiore della chiesa
illegiltimo Guido. Neil 272 rese lo spi- cattedrale, dotto, esimio e piissimo, mor-
rito a Dio in Cremona, ove per le fazio- to nel 1298 in odore di santità e sepol-

ni erasi ritirato, il b. B^acio orefice ve- to nella cattedrale, lasciando il suo in te-

ronese, chiaro per miracoli edeposto nel- stamento a favore de' suoi successori, e
Se ne legge la vita lìeìCotu-
la cattedrale. di varie chiese, ospedali e luoghi pii. Nel
pendio delle vite de' Santi orerei e ar- 1628 apertasi la sua tomba, per trasfe-
gentieri. Nel 1275 il clero d' unanime rirne altrove il corpo, fu trovalo intat-
consenso elesse vescovo fr. Teraidio fran- to in ogni sua parte, con istupore di tut-
cescano, pio, eloquente e nelle sagre let- ti. Gli successeTeobaldo lodato, che
fr.

tere esercitato. Nel 1276 il vescovo col non avea voluto accettare prima del de-
l'inquisitore fr. Bonaconsi e il pretore di funto, cedendo questa volta alle preghie-
Verona, procederono ali* estirpazione re del clero e del popolo lutto. Nel suo
dell' eresia in Sarmione, col ferro e col pastorale governo, senza lasciar le sue
fuoco, e molti abiurarono pravi erro- i contemplazioni e studi monastici, atten-
ri. Morì il vescovo ne' primi di febbraio deva ad ascoltar litigi, a visitar la città
1278, e poco dopo onorevolmente dal e diocesi, e ad esercitar con prontezza le
clero e popolo gli tu sostituito d. Bar- (unzioni tutte del suo ministero, compi-
tolomeo monaco benedettino, consa-
I lando costituzioni per la riforma di tut-
grato nella cattedrale. Hic electus Bo- to il clero veronese. Nel 1809 interven-
nìncontruin archipreshyleruniy et cano- ne alla pace d'Italia conclusa dal cardi-
nicos veronenses una ciiin ecclesiis^tnO' nal Pelagrue legato di Bologna, e nel
nastcriiscjue adeos pertinentibits a ja- i3i I alla coronazione d'Enrico VII. A
risdìctione sua exeniptos^ nec non A- suo tempo insorse questione fra il capi-
(judtiensi patriarchae suhjectos esse tolo di Verona e il vescovo d'Adria per
hoc sequcnti monumento declaravit. Lo giurisdizioni di chiese, giudicata dal det-
riporta l'Ughelli, insieme alla conferma to cardinal legato in favore del i.°, e con-
de'beni fatta da Manfredo predece»!»ore fermando r esenzione pure del proprio
a' domenicani, poi da Paolo V ratifica- pastore: l'Ughelli offre i documenti, in
ta con bolla che produce. Nel 1284 fu uno ad altri di plorai degli Scaligeri e di
benedetto dal vescovo e da quello di Cit- altri principi in favore del capitolo, con
tà Nova il cimiterio, ante facieni ec- diverse notizie degli Scaligeri e del ve-
ciesiae s. Eupheiniac. Morto d. Barto- scovo, il (piale mori dopo 84 ^^u»' di e-

lomeo uel 1290 1*8 uovembre, tosto gli gregiu episcopato Qeli33i a'iSuoveui-
VER VER 29
hre, sepollo in s. Stefano. Tn questo gli Avignone volle detestare, riprovare e
venne tlietro Nicola n>ilanese, abbate be- punire tanta enorme empietà coi diplo-
nedettino tli Villanova, modesto, di gra- mi presso rUghelli che vado ad accen-
ve pietà e solerle vigilanza, cessando di nare, dovendosi tener qui presentequan-
vivere nel i336. Nello stesso gli succes- to ho riferito ragionando del fiero Sca-
se Bartolomeo li della Scala de' signori ligero omicida per espiare sì gravissimo

di Verona, abbate benedettino di s. Ze- delitto, oltre il molto eh' egli spese, cu-
none, eletto dal capitolo e confermalo jasquideni tain nefarii sceleris expia-
da Bertrando patriarca d' Aquileia, per iioneni grandi peciiniae suinma paci-
la postulazione che leggesi nell'Ughelli; sci cani Ecclesia Romana. Frimamen-
il quale prelato, per la di lui parentela le Benedetto XII in pena dell' orrendo
cogli Scaligeri, senza dinicollà V appro- misfatto richiauìò a se il diritto dell'e-
vò e coosagrò. Nel i338 i suoi nipoti lezione de' vescovi di A^erona, privan-
Mastino li e Alberto II signori di Vero- done in perpetuo il capitolo e il clero;
na^con diploma esibito dall'Ughelli, con- con annullare la nomina fatta ili. "set-
fermarono tutti privilegi concessi a've-
i tembre nella cattedrale dal clero nella
scovi di Verona. Ma nelT istesso anno, persona di fr. Pietro Spella pavese del-
perla malignità di Azzone da Correggio, I ordine degli umiliati; mediante brevi
il vescovo fu calunniato di tradimento de' 28 settembre, inviati all' arciprete,
presso il di lui nipote Mastino li, per ti al- canonici e capitolo della maggior chiesa
tare co'veneziaoi ed i fiorentini suoi ne- di Verona, ed Bertrando patriarca di
a
mici onde togliergli lo slato. Dappoiché Aquileia, riservandosi ancora la elezio-
per la guerra mossa a Mastino 11 da've- ne del vescovo, dovendo intanto il pa-
iieziani, fiorentini e loro collegati, onde triarca amministrare il vescovato, col
reprimere la sua cupidigia nei dilatare la detto arciprete Martino. Nel dì seguenle
signoria, dopo aver preso il grande e for- il Papa indirizzò altra lettera al patriar-
te castello di Ve-
Montecchio, chiave tra ca, ingiungendogli di esplorare con tutta
rona e Vicenza, e di quest'ultima occu- diligenza i rei del tragico delitto parri-
pato buona parte e 3 boighi,coo inten- cida, onde procedere alla pene decre-
dimento d'assediar Verona; fece credere tale da* sagri canoni e da concilii, mas-
Azzone a Mastino II, che lo zio fosse loro sime dal generale di Vienna, tanto con-
unito e meditare la sua uccisione. Già tro Mastino II, quanto contro chiun-
deplorai di sopra, come Mastino II acce- que altro complice e colpevole, e ciò
calo dall'ira, di propria mano barbala- senza dilazione e appellazione. Il pa-
mente uccise il prelato zio presso la por- triarca coadiuvato da altri procedette al
ta dell'episcopio a'27 agosto, ad ora di processo, dal quale risultarono rei Ma-
compieta, e fu sepolto subito senz'affai- stino II, e Alboino dellaScala naturale di
to alcuna poujpa funebre. Afflitto il capi- Can Grande 1,umilmente a mezzo
i quali
tolo dall'acerbo caso, due giorni dopo fe- del loro nunzio Guglielmo da Pastren-
ce economo e amministratore del vesco- go, pentiti del misiatlo, supplicarono il

vato Martino arciprete di s. Stefano, e Papa misericordia e per l'assoluzione.


di
Guglielmo Zolfino vicario generale nel- Benedetto XII con lettera de'27 setlem-
la sede vacante : gli Scaligeri si dichia- bie 1339 iujpose le pene per l'espia-
rarono difensori de' beni del vescovato, zione, commellendo al vescovo di Man-
fino all'elezione del nuovo pastore. Que- tova Gottifredo di esigerle, mediante giu-
sto atroce assassinio desiò l'universale ramento per l'esecuzione, e poi assolve-
iudegnazione, dolore e mestizia al padre re i rei dall'incorsa scomunica che ripor-
comune de'fedeli Benedelto XII, che da tai nel luogo citalo. Fr. PleUo Spella ri-
3o VER VER
nunzio la nomina capitolare, giaccliè an- i353 rinvenutesi nella cattedrale al-
nullala dal Papa, e più tardi Clemente VI quante ossa di s. Agata vergine e mar-
io promosse al vescovato di Pavia. Da que- tire, a suo onore in essa fabbricò un aU

sta sede poi il Papa ri mosse il vescovo Mat- tare e solennemente ivi le collocò. Be-
teo Ribaldi, 8*27 giugno i343 trasferen- nemerito di sua chiesa, procurò la rifor-
dolo alla sede veronese, non dovendosi ma del clero colle costituzioni, rinno-
credere che Benedetto XII dopo l'ucci- vando quelle di Teobaldo e aggiungen-
sione di Bartolomeo il gli avesse dato a done altre tratte da'concilii aquileiesi te-
successore Teobaldo, dicendolo il Pao- nuti dal patriarca Bertrando. Neli36o
vinio virtuoso e benemerito, morto nel ottenne il vescovo da'fratelli Can Signo-
1 34 '.Matteo, almeno per un tempo, non re e Paolo Alboino Scaligeri signori di
fece residenza in Verona, tenendovi per Verona il diploma, riferito dall'Ugiiel-
l'icario fr. Tiberio degli umiliati. L' U- li, di conferma a* privilegi del vescovato

gbelli riporta la sentenza del vicario del e della tutela de' suoi beni assunta da
patriarca d* Aquileia del i344) contro essi , dal vescovo aumentati j
gli Scsdi-
Matteo e in favore del capitolo verone- geri altrettanto facendo col capitolo ca-
se, di sue esenzioni e prerogative, alle nonicale. Non ostante che Pietro iV a-
quali sembra avesse attentato il vesco- vesse ratificato l'esenzioni de* canonici,
vo, onde il capitolo avea appellato al pa- sulla giurisdizione insorsero gravi dis-
triarca Bertrando. Morì Matteo di con- sensioni e scàndali, e il vescovo volle ri-

tagio maggio 1348, ed a* 27 giu-


il i." vendicarla, si adoperò incessantemente
gno da Viterbo il Papa io questa sede per ridurli alla propria soggezione e de*
traslatò il nobilissimo beneventano
yf'i suoi successori, ma indarno. Lunga, di-
Pietro Ili Pino, del quale si hanno le spendiosa e deplorabile fu la lite, finché
costituzioni per la riforma di tutto ii nel 1376 si venne a concordia, confer-
compose an-
clero della città e diocesi, e mala dall'autorità di Randek patriarca
che sermoni. A'27 luglio 349 Clemen- 1 d' Aquileia, soggetti al (|uale rimasero i

te VI trasferì Pietro ili al vescovato di canonici, e l'atto leggesi nel!' Ughelli. Es-
Perigueux, e da quello di Melfi a que- sendosi nel i 387 impadronito del domi-
sto fr. Giovanni Ili di Naso, domenica- nio Scaligero, Gio. Galeazzo Visconti si-

no, comasco o milanese, cospicuo per gnore di Milano, fu tolto da Verona Pie-
dottrina e santità di vita: dimorò bre- tro IV per sospetto d'infedeltà, per ade-
Tissimo tempo in Verona, governando la renza agli Scaligeri, benché innocente,
diocesi pel vicario, per cui venne trasla- venendo in quell'anno trasferito a Lodi,
tato a Bologna a* 1 3 ottobre i 35o da Cle- donde poi fu pure cacciato, e andò a fi-

mente VI, quale nello stesso giorno no-


il nire i suoi giorni a Mantova 393.
nel i

minò vescovo di Verona ii veronese l-*ie- Si mostrò benevolo co' domenicani, ma


Iro IV della Scala figlio naturale di Ma- non appartenne a quell'ordine. Allonta-
stino il, canonico della cattedrale. Nei nato egli appena da Verona, nel 1387
i35i, ad esempio del predecessore Bar- sotlentrò governo della chiesa Adelar-
al

tolomeo i, Canonicos calhedralis Ec- do ili, dal Panvinio chiamalo Aleardo,


desine exeniplos a jiirisdictione Epi- e visse pochissimo, forse morto nel mar-
scopali suo diplomate declaravil^ o-
^ zo i388. A' 20 del seguente gli succes-
mniaque eoruin privilegia solenmi sti- se Jacopo II Rossi de' conti di s. Secon-
piilatione rata habuit: il documento è do, generoso e bello della persona, inli-
neir Ughelli. A suo tempo il marchese mo consigliere favorito di Gio. Galeazzo
Spinetta Malaspina fondò la chiesa di s. Visconti dominaloredi Verona; nel 1389
Gio. Battista nel suburbano Sacco. Nel ottenne la conferma de' privilegi Scali-
V ER VER 3i
geri pel vescovato, con documento pro- vescovi. Sotto di lui furono introdot*
dotto dairUghelli; insieme al dipiuma ti in Verona nell'anno 14^9 ' gesuali,
del 1892, col quale quel principe ratifi- a* quali assegnò la chiesa di s. Bartolo-
ca ancora la giurisdizione civile del ve- meo io Monte; nel i435 i religiosi gi-
scovo su Monte Forli^ Bodoliniy et Pul- rolamini della congregazione di Fiesole,
ii villarum^ et terra rum Episcopatus che ottennero la chiesa di s. Michele a
Veronen. Ci die' pure il documento sul- Porta Borsari, e poi anche quella di s.
r invenzione del iSqS, de' corpi (meglio Zeno in Monte, lultociò confermando
parte) de' ss. Simone e Giuda apostoli, in Eugenio IV con bolla presso 1' Ughelli.
S.Giovanni in Valle; e delle ossa di s. Gia- Guido inoltre riedificò la chiesa di s. Mar-
como Maggiore apostolo, nel Monte Gri- tino di Legnago. Scrive l'Ughelli: Ipse
giano. Jacopo II dettò sagge regole per vero ut canonicorum collegìuni suae or-
la clausura delle monache nel ( 4o i ,ed a' dinariae juris die tieni subjectum effice-
25 giugno i4o5 vide l'ingresso de' ve- ret, nullum non movit lapidem, siida^
neziani in Verona, e il principio del loro vity et alsity ac in casswn lahoravitj

benefico dominio,con Jacopo Soriano per nunquani majus ah Episcopis, aiit ma-
pretore e Pietro A rimondo per prefetto. gistraiibiis, vel apiid Summum Ponti-
Ma caduto il vescovo in grave sospetto a* ficem^ vel principe oppugnattun capi'
veneziani, siccome aderente a* Visconti, taluni veronense, minusve expugnatuni
Innocenzo VII lo fece passare alla sede extitf quani sub Guidone Episcopo, ut
di Luni-Sarzana a'2 setlembrei4o6,che ex litteris^ quas liic fideliter
apostolicis
il can. Dima 1412 (dice il Maf-
ritarda al danius, è canonicorum tabulario, in
fei, che ne' monumenti di Verona tro- quibusjura, liberaque eorumdein cano-
va nsi memorie di Nicodemo Scaligero nìcorum Juris dictio ab Episcopis immu-
suo vescovo nel principiodel i4oo,di cui nis recensetur. Quindi ne riporta 3 di
parla il Gobelino ne Comentari di Pio IT. Giovanni XXI 11, contenenti altri docu-
Forse confonderà con Nicodemo della
si menti. Morì Guido
Venezia nel 1 45^8,
in
Scala vescovo diFrisinga contemporaneo, e portato il suo cadavere a Verona, fu
e discorso più sopra). L'istanza fatta dal deposto nella suddetta cappella da lui e»
doge al Papa per la sua remozione, riferi- dificata nella cattedrale, e dotata col te-
sce Ughellì. Immediatamenlenello stesso stamento di 2000 ducatid'oro perla fon-
giorno gli fu sostituito Angelo Barbari- dazione d' una mansioneria quotidiana.
co (V.) patrizio veneto, il cui zio il i. "di- Nel 1439 fu eletto il cardinal Francesco
cembre divenneGregorioXII,e nel i4o8 lo 1 Condulnier(F.) patrizio veneto e nipo-
creò cardinale. L'Ughelli descrive la pom- te di Eugenio IV, già ambedue canonici
pa del suo possesso,e o loda qual religioso,
1 della cattedrale, de'quali e delle loro be-
giusto e zelantissimo delia disciplina ec- neficenze, per l'amore cheaveano a Ve-
clesiastica. Sotto di lui fu dato il monaste- rona ed al capitolo canonicale, molti do-
ro di s. Leonardo a' canonici regolari di cumenti riferisce l'Ughelli; poiché il car-
s. Frediano di Lucca. Assunto al cardi- dinale neIi44o
istituì nella cattedrale, e
nalato, rinunziò la sede vescovile, alla il Papa confermò con bolla, il collegio
quale Alessandro V vi trasferì da Pola degli accoliti, per decenza e maggior de-
a' 26 dicembre i4^9 '^ patrizio vene- coro delle sagre ufFiziature, con vesti di
to Guido Memo, il quale pure vi fece color ceruleo. Accolse nella città nel 1 44^
solennissimo ingresso. Lodatissimo pa^ i benedettini di s. Giustina di Padova,
slore, eresse e ornò la cappella de' san- e die' loro il monastero de'ss. Nazario e
ti Zeno e Nicola nella cattedrale, e que- Celso; nel i444 s''
Olivetani, a cui at-
sta arricchì di sagri utensili per uso de' tribuì quello di s. Maria in Organo; ed
32 VER VER
i minori osservanti, ponendo nel i^'yi sima 2.* dignità dell'arcidiaconato, rista-

)a i." pietra della chiesa di s. Bernardi- bilita nel 1475 da Sisto IV.l'Ughelli die'
no. Morì il cardinal Condulmer in Pio- un catalogo di 25 di essi dall' 8o5 al
ina a' 5 settembre \/\.53j poca residen* 1697, perchè lo continuò il Coleti, co-
za avendo Verona. A* 6 novem-
fatto in i me avea fatto co' tesorieri. Il cardinal
bre vi fu trasferito da Treviso Ermo- vescovo ottenne al capitolo la bolla d'In-
lao Barbaro patrizio veneto, di esimia nocenzo Vili, riferita dalTUghelli, sulle
pietà,rendendosi assai benemeritodi que- distribuzioni quotidiane e le decime. Mu-
sta chiesa, speciahnente in ciò favorito nifico anche in morte, che seg<ù in Ro-
dal doge Moro, il quale con diploma, ma nel 5o2, lasciò alla cattedrale »4iOOO
I

presso rUghelli, confermò i beni e i di- scudi d* oro per la sua riedificazione. X'
ritti del vescovato. Ornò con eleganza la i4 novembre i5o3 gli successe il car-
cattedrale, e l'arricchì di vasi d'argento dinal Marco I Cornaro (F.) patrizio ve-
e vesti sagre; restaurò l'episcopio, co- neto e abbate commendatario di s. Ze-
struì un palazzo nel colie di Nazareth no, e solennissimo r.e fu l'ingresso. Nella
con amcnissimo orto, e ville formò in cattedrale, col diploma e la bolla di con-
Monte Forte e in Budoloni. Fu benefico ferma di Leone X, presso Ughelii, isti-
cogli ospedali, co' religiosi, colle mona- tuì una commissione, appellata mensa
che ; istituì nuovamente 1' antichissimo Cornelia^ per procurare incremento di
tesoriere della cattedrale, concedendone decoro alle sagre funzioni. Morto io Ve-
Ja nomina al capitolo, del cui ulììzio of- nezia a' 24 luglio i524 e sepolto in s.

fre Ughelii il documento, unitamente a' Giorgio Maggiore, i veronesi fecero cal-
privilegi concessi a tale uffizio, ed alla de istanze alla repubblica di Venezia,
serie di 19 i454^' '679-
tesorieri dal onde rimuoverei disordini introdotti nel-
Paolo ad Ermolao il governo di
li allìdò la disciplina ecclesiastica, principalmen-
Perugia, e poi l'inviò nunzio in Francia. te per la trascuranza de' vescovi cardi-
Morì in Venezia a' 12 marzo i47'> e nali che non vi facevano la dovuta resi-
trasferito a Verona fu sepolto nella cap- denza. Laonde Clemente VII stimò op-
pella della B. Vergine della cattedrale. portuno il troncarla serie de' vescovi ve-
Tosto gli successe il cardinal Giovanni ronesi tratti dalla nobiltà veneta, e vol-
JV Micheli i^V.) nobile veneto e nipote le che questa volta vi fosse promosso un
di Paolo 11. Ad Episcopatus possessio- celebre genovese, ma nato in Palermo,
netn adniiUendo, acritcr a cìvibus vc- rS agosto, cioè Gio. Matteo Giberti fi-

roncnsibitf per septcnnium diniicaluni glio di Francesco generale delle galere


esty asserentibiis se oli ni a venetoriirn pontificie, di dolci costumi, rara pruden-
senalu decretuni obtinnisse, quo cave- ze e sano giudizio, dottissimo e di mollo
batur^ ne Pontificis dignitas cuiquani inerito, segretario del Papa nel cardina-
deinceps daretiir, qui apud ipsos in ci- lato, e allora datario pontificio, ed ab-
vitale non Fcruui
esset per/nansurus. bate commendatario di t\osazzo nel Friu-
post diuùnam concertationeni tandem li. Nondimeno, appunto pel suo ingegno,

ille voli compos facluSfUt ad placandani anch' egli dovette essere lungamente as-
populi invidiani magnificenùae suae sente da Verona, occupato in molteplici
insigne aliquod specimen darei. Decorò e gravi affari ecclesiastici, per la sua spec-
Ja porta dell'episcopio con ampliarla, e chiata integrità, ed intanto resse per lui
con colonne e statue. In esso alloggiò no- la diocesi il domenicano fr. Antonio Bec-
bilmente nel 1488 l'imperatore Federi- caria vescovo (li Scolari. Inoltre Clemen-
co III, r Ughelii narrandone la pompa te VII aftldò pure l'amministrazione del-
dell' ingresso e del soggiorno. L'aotichis- la chiesa veronese ul celcbic Gio. Pie-
VER VER 33
tre Carafa. "là arcivescovo di Cliieli, noi ressi gravi e del pontificato, sempre lo
cuidinale e Papa Paolo IV, come dal do- consultò. Il Zini lo celebrò nel libro, Bo-
cumenlo dell' Ughelli,il quale parecchi ne ni Pastoris cxemplum^ Venetiis i573.
riporta riguardanti il Giberti ; testimo- Il Maffei esalta il libro stampato delle
nianze certe degl' innumerevoli vantag- sue costituzioni, colle parole del cardi-
gi che procurò alla sua chiesa anche da nal Valerio, che Io tenne a modello nel-
lungi, e colle sagge costituzioni da Ini e- l'amminislrazione della slessa diocesi. A.

manale. Egli neli527 trovavasi in Ro- suo tempo si fecero più libri spellanti al-
ma nel famoso sacco, e corse pericolo la buona regola e all' uHizialura ecclc"
della vita, come rilevai nel voi. VII, p. siaslica : fece ancora le costituzioni per
I g3 e altrove. Per la sua perizia e pru- le monache. Il prelato essendo ricchissimo
denza fu occupato in varie nunziature, e pieno di spiriti grandi e generosi in fa-
come di Francia, sebbene fosse come il vor de'buoni studi, ed avendo trovato in
confidente e l'anima ne' consigli del l^a- Verona fiorire singolarmente le lettere

pa, anzi da' suoi consigli pendevano le greche, volle che a pubblico benefizio
cose tutte del principato. Osserva il ba- s' intraprendessero nobili e dispendiose
rone Reumont, Della diplomazia ita- edizioni, facendo gettare i greci caratteri
liana, che Giberti, uomo di stalo de'più poco familiari in quel tempo alle slampe-
sagaci ed esperti del suo tempo, però al rie. Teneva ancora in casa copisti e-
egli

pari di tanti altri s* illuse nel concetto sperli per trascrivere correttamente co- i

che avea delle forze e della persevera n- dici greci, con grandissimo stipendio. La

Ea de' francesi, che pure avrebbe dovu- corte di lui era illustrata da persone no-
to meglio conoscere, avendo sulla fine bili e di scienziati, non meno del territo-
dell'ottobre ìSi^ accettata la nunzia- rio che forastieri; eranvi pure Marc'Au-
tura di Parigi. Allorché nel i528 Cle- tonio Flaminio, e il poeta Derni che molte
mente VII, comprimendo neir animo il delle sue facete e graziose poesie ivi com-
dolore degli orribili fatti e l'umiliazione pose. Nel principio del suo pastorale go-
dell'anno precedente, nell'espugnazione verno insorse ostinata dispula col capi-
di Roma, ravvici nossi a Carlo V, perchè tolo canonicale, sopra i di lui privilegi e
solamente mediante l'imperatore crede- per l'erezione della prepositura 2.^ digni-
va di poter giungere a'suoi fini, in ispe* tà della cattedrale, ma riuscì alla singo-
cial modo a quelli che vagheggiava per iar prudenza dell'arcivescovo Caraffa di
l'ingrandimento de' nipoti Medici, il Gi- quietare le parti nel i53o con transazio-
berti si ritrasse e fu allontanato dagli af- ne delta Giberlina, che Clemente VII a
fari, e tutto quind' innanzi si dedicò alla istanza del doge veneto confermò con
sua chiesa. Nel 1^29 Clemente VII a- bolla, la qualecolla transazione parimen-
vendo stabilito d'abboccarsi con Carlo V te si leggono neirUghelli, insieme al di-

in Bologna e coronarlo imperatore, in- ploma relativo di Paolo HI, ed a quello


\iò ad incontrarlo a Genova il cardi- col quale nel i536 rinnovò nell'illustre
nal Gonzaga e il Giberti, olire 3 cardi- prelato la memorata autorità di legato
nali legati ; vero è però che non si tro- a laiere nati in civitate ac dioecesi T'aero-
vò alla coronazione seguita nel 53o, i es- nensi, con ogni giurisdizione e facollàj
sendosi già ritiralo in Verona. Il Maifei omnia capitala, conventus, monasteria
crede che sia slato pure nunzio nella Spa- tani virorum quam mulieriini^ et alias
gna, Residente in Verona, Paolo HI ad personas ecclesiasticascivilati^, etdioe-
esempio di Clemente VII, nuovamente cesis praedictae^ prac.seriini Archipre-
gli aggiunse la dignità di legato aposto- shytcruni, Capitalum et Canonicos,tiiac
lico, e sebbene lontano, io tulli gì* inte- Ecclesiae FeronensiSj quamquam olini
VOL. XCV. 3
34 VER VER
ob Episcopo Vcroncnsì exemptos ah qual nunzio o presidente al concilio di
nuctoritalc apostolica regcndi^ visitati- Trento, e passalo nel i558 al vescovado
ili, corrigendi^ punieiidi in co etc. Esi- di Bergamo, rinunziò qtiesto di Verona
bisce puie la letlern da Paolo 111 con- al nipote Ago-»lino Lippomano professo
teniporanearaenle inviala al capitolo ca- dell* ordine Gerosolimitano, suo coadiu-
nonicale di Verona, per la dignità legali- tore fin dall'S gennaio i 557, e divenne

zia confermala al Gibeili. Descrivendola cifellivo a'6 giugnoi559, morto in Pa-


cattedrale già dissi quanto il generoso pre- dova a' 16 luglio I 56o, ma trasferito il

lato vi fece per nobilitarla nella forma, e cadavere Verona fu deposto nella cat-
in

per testamento le donò lutti i suoi in- tedrale. Quanto a Luigi, di sue diverse
dumenti pontificali preziosi per uso de' opere ragiona Maffei. Avvenne la sede
successori, adldnndone la custodia al ca- vacante, alquanto protratta, perchè Mar-
pitolo, n* poveri lasciando 6,000 ducati c' Antonio Anudio o da Mula ricusò il

d'oro. Il Giberli contribuì all'approva- vescovado conferitogli da Pio IV, giacché


zione dell' ordine de' chierici regolari vietatogli dalle leggi della repubblica, ia
Teatini (f^.)^ fondato dal gloriosoGae- s. onta alle quali il Papa lo creò cardinale.

tano e dall'arcivescovo Carafa, il qua- Delle conseguenze parlai nel voi. XCII,
le fu dal santo mandato a Verona ad p. 366. A'28 gennaio i56i fu elelto ve-
istanza del vescovo per riformare il cle- scovo fra Girolamo Trevisan domenica-
ro, die poi volle stabilita una casa di no e patrizio veneto, insigne teologo e di
teatini presso la chiesa di santa Ma- cospicua probità. Fabbricò il palazzo ve-
ria di Nazareth. In Verona si recò pure scovile di Monleforte. Recatosi al con-
s. Gaetano per contribuire alla riforma, cilio di Trento, ivi morì a* 10 settembre
riuscendovi felicemente, anzi per le pre- di dello anno: trasportato il corpo a Ve*
mure del vescovo vi ritornò, ma raffre- nezia^ebbe tomba nella sagrestia di s.Do*
nando le sue beneficenze verso l'ordine, menico di Castello. Di sua dottrina fa te-
altrimenti veniva esso a sottrarsi alla cura stimonianza Madei.L' settembre I 562i I

immediata delladivina Provvidenza. Mo- fu dichiarato amministratore perpetuo


rìGiberti a'3o dicembre 1 543 santamen- il celebre cardinal Bernardo Navagero
te, commovendosi al pianto tutta quan- (y.) patrizio veneto: assunse l'uflìzio a'
ta la città pe'grandi benefizi che n'avea 12 aprile 1 563, e reduce dal compito
ricevuti, e per l'opinione universale del- concilio di Trento morì a' 25 maggio
la sua santità. Ne recitò l'orazione fune- i565 e fu tumulato nella cattedrale.
bre il canonico Adamo Funiani, che fece Di sua dottrina, opere e virtù, ragio-
dirollamentelagrìuiaregli ascoltanti, e fu nano tJghelli e Mafiei. 11 nipote celebre
impressa dal p. jNovarrini, f^arioriim a- Agostino 11 Falcrio (F.) patrizio ve-
pusculorum. Fu sepolto nella cattedra- neto, già fatto suo coadiutore a' 18 di
le con l'iscrizione riferita da Ughelli,col- dello mese degnamente gli successe, poi
l'epitaffio composto dal Fhuninio. Nel nel i583 creato cardinale. Sedò le di-
1 544 o'' *'"^^^^*'^^^'^''^ V Lippomano pa- scordie tra' veronesi, eresse il semina-
trizio venelOj già vescovo di Bergamo, e rio, celebrò più sinodi, istituì ospeda-
ottenne a coadiutore con futura successio- li e pii luoghi per custodia delle vergini
ne il nipote Luigi vescovo di Modone, co- e vedove. Ridusse gli ebrei, sparsi per
me l'avea ottenuto per Bergamo. Poco Verona e frammisti a'cristani, m//Y-{ fer-
dopo inviato da Paolo III nunzio nellaSco- zo .9 cancello.';. V introdusse i gesuiti e i

zia, morì in Edimburgo a'9 agosto 1 548. paolotli, ed a'ieatini die' la chiesa di s.

Ne occupò il luogo il dello Luigi Lippo- Maria già degli umiliali. Insorte discordie
inano patrizio veneto, che poi intervenne giurisdizionali col capitolo, le tranquillò
VER VER 3^
soavemente con transazione, convalidata visitò 4 volle il suo gregge, promulgò sag-
con bolla di Gregorio XIII, proilotta dal- ge costituzioni per la disciplina ecclesia-

rCJghelli co'diversi monumenti e iscrizio- stica, profuse ogni cura pel decoro mate-
ni riguardanti il cardinale, celebrandolo riale e spirituale pel divin culto. Intro-
per le sue doltissioie opere, che enume- dusse in Verona carmelitane scalze, po-
le

ra. Di queste e di «ne interessanti notizie nendo la f.* pietra per la loro chiesa; e*
dà pur contezza stimando forse il iM;iirei, resseun oratorio presso 3. Gregorio iti

ja principale, De utililate capienda ex Braida, ove fu martirizzato il veronese s.

rehusa Fenetis geslìs.Com^oinpwxe^ Ri- Pietro Martire; concesse la chiesa di s.

tuale Ecclesiae P^eronensìs, ed il Mar- Sebastiano a'gesuiti, consagrò lachìe^iadi


tirologio l'erone<!e o lezioni pe'Sanli ve- s. Antonio di Padova in Verona. Nell'e-
ronesi. Belle notizie di lui e sue opere si piscopio eresse un'accademia ecclesiasti-
le"£;ono
ro ancora nel Cancellieri,' Disser- ca per l'istruzione scientifica de'chierici,
tazìoni epistolari^ p. 24ieseg. Per le sue proteggendo la Filarmonica, ad esemplo
beneficenze popolo veronese gli decre-
il d'altri suoi predecessori.Zelò l'istruzio-
tò una statua di bronzo, imperocché fu ne religiosa del popolo, e delia dottrina
illustrata da lai la s. Chiesa veronese, co- cristiana pe'fanciulli.R.inunziò il vescova-
me si trae anche dall'epigrafi onorevoli to al nipote, fu fatto arcivescovo di Tes-
seolpite egualmente per pubblico decre- salonica, e dopo aver disposto in favo-
to e sparse per la città : mori in Roma a* re della cattedrale le suppellettdi sagre,
23 maggio 1606, donde il cadavere tra- morì circa nel 1670 e vi fu sepolto. Gli
sferito in Verona, fu deposto nella catte- era succeduto il nipote Sebastiano II Pi-
drale. Il suo coadiutore e nipote Alber- sani patrizio veneto l'i i dicembre 1668,
to Il Valier patrizio veneto, tosto gli suc- dopo aver esercitato distinte magistratu-
cesse, essendo vescovo di Famagosta. E- re. Consagrò la chiesa delle benedettine

gli era ornato d' ogtji virtù, di pietà pe* di s. Antonio abbate; die'il convento di s.

poveri, di amore pel clero e di pastorale Bartolomeo in Monte, già de'gesuiti, a*


vigilanza, degnissimo di tutte le lodi. Ot- francescani del 3." ordine ;ed a'somaschi
tenne diploma dal doge veneto di confer- il monastero di s. Zenone in Monte. Con
ma delie giurisdizioni del mero e misto im- accordo,riportatodairab. Cappelletti, nel
pero del vescovato nelle terre di Bogolon, 1675 terminò un litigioconVincenzoMo-
Monteforfe e Poi, pubblicato dall' CJ- abbate commendatariodi s.Zeno Mag-
lin

ghelli. Mori in tempo di peste nel Pado- giore, per causa di benefizi e altri diritti
vano settembre i63o, e fa sepolto
ili." rispettivamente prelesi. Piicoraposte le co-
nella cattedrale. In tempo di sede vacan- se perlai convenzione, durò alquanti an-
."
te fu posta la » pietra alla cappella del ss. ni la pace tra il vescovatoe l'abbazia; rin-
Redentore, nella chiesa di s. Nicola de* novossi poi il dissidio con più calore, e fu
teatini. A.'4 aprile i63i fu vescovo Mar- deciso a favore del vescovato.Celebrò due
co II Giustiniani patrizio veneto, già di sinodi diocesani nel 1670 e nel 168 5, in
Ceneda, integerrimo e perito nelle sagre cui promulgò utilissimi decreti, morendo
lettere. Nel principio ebbe controversie a'5 agosto 1690. Gli successe nel 1691
giurisdizionali col capitolo, introdusse in o i6g^ Pietro VI Leoni patrizio veneto,
Verona i minori osservanti riformali ed traslato da Ceneda, dottissimo, giusto, e-

! somaschi, morendo nel 1649 con bene- loquente e di santa vita. Fu amante del-
fico testamento. Nel i65o da Ceneda vi la decorosa celebrazione delle feste, ze-
fu trasferito Sebastiano I Pisani patrizio lante nel visitar la diocesi, trasferì il se-
veneto, zelantissimo e lodatissimo pasto- minario da s. Angelo del duomo, presso
re. Celebrò il sinodo diocesano nel i653, s. Vitale, aumentandone lo studio. Solen-
36 VER VER
iieinenle nel 1697 consagrò la chiesa di Nicolò Antonio Giustiniani benedettino
5. Nicola de*lealini, e morì a' 17 dicem- di 8. Giustina di Padofa e patrizio vene-
bre. \'i5 di questo gli fu sostituito Gio. to, il quale pel i.° nel 1762 riassunse l'e-
Francesco Barbarigo patrizio veneto e sercizio della giurisdizione episcopale sul
primicerio di s. Marco, egregio pastore. cftpitolo. Trasferito a Padova a' i4 di-
Zelò il disimpegno del suo ministero, ri- cembre 1772, nello stesso giorno gli suc-
misein vigore lesinodalicostilu'/,ioni,aai- cesse Giovanni VI Morosini, altro mona-
pliò il seminario, visitò la diocesi, curò co cassinese e patrizio veneto, venendo
l'insegnamento della dottrina cristiana, traslato da Chioggia, e poi morendo nel
restaurò la cappella di s. Carlo nell'epi- I 789 assai compianto. Nel descrivere l'ac-
scopio, e quella di s. Gaetano nel palaz- cesso a Verona di Pio VI nel 1782 non
zo di Nazareth, fu misericordioso co'po- potei nominarvi il vescovo: il motivo Io
"veri, ammise nel1699 in Lonato le cap- ricavo dal barone Henrion: Storia della
puccine, nel 1712 in ss. Fermo ePiusti- Chiesa universale^ 1. 12, lib. 96. « Il ve-
00 i filippini, e fece quant'altro con difiu- scovo di Verona dovea essere assai infa-
sione narra Colati. Trasferito a Brescia stidito della presenza del Papa, perchè
nel 17 i4j§h successe Marco IlIGradeni- di recente avea diretta a' suoi diocesani
go patrizio veneto, già coadiutore del pa- tirolesi una pa-
lettera più filosofica che
triarca d'Aquileia e vescovo in pariìbiis storale, tuttasecondo la massime nova-
Phìlopolien, lodato per pietà e vigilan- trici di Giuseppe II; avea soppresso pie

za pastorale ; fu il i.° a registrarsi nelle confraternite, e proibita l'ammissione


Notizie di Roma, e nel 1725 fu pro- dell' indulgenze papali se non aveano il

mosso al patriarcato di Venezia. A'2 3 lu- Placet dell'imperatore (che il pio e vir-
glio di tale anno vi fu traslato da Cene- tuoso imperatore Francesco Giuseppe I
da Francesco II Trevisan patrizio vene- abob di moto-proprio nell'ultimo concor-
Io, celebrò il sinodo diocesano, scrisse con- dato di Vienna)*', A' 29 n)arzo 1790
tro gli ebrei, Conferenze pastorali, e Gio. Andrea Avogadro patrizio veneto già
stampatele in Pvoma ov'erasi recato, ri- gesuita, poscia rinunziò nel i8o5 perla
tornalo a Verona vi mori nel dicembre speranza di rientrare nella società di Ge-
1782 : sepolto nella cattedrale, lasciò il sù, e morì in Padova nelr8i5, tumulato
cuore alla chiesa di s. Tommaso de'Bor- in quellacalledrale.Dopo circa un biennio
gognoni, di cui era stato abbate. A* 2 di sede vacante, a' 18 settembre 1807 In-
marzo i733Giovanni V Bragadino patri- nocenzo Maria Liruti cassinese di Vale-
zio veneto, segnalò il suo governo col pro- freda diocesi d'Udine, dotto e zelante pa-
muovere incessantemente la spirituale store. Di poi a' 1 4 luglio 1817 scrisse la
prosperità del suo gregge. Nel suo vesco- seguente lettera a Pio VII, riportala nel-
vato fu soppresso da Benedetto XIV il la collezione delle Dichiarazioni e Ri-
patriarcato d'Aquileia, onde la chiesa ve- trattazioni degV indirizzi umiliale a
ronese divenne suiìraganea della metro- Pio VII. « Beatissimo Padre. Un dovere
politana d'Udine, indi nel 1756 il Papa mi chiama a presentarmi con questa u-
interamente annullò l'esenzione del ca* milissima a Vostra Santità, il quale do-
pitolo canonicale, già soltanto dipendente vere riguardal'indi rizzo che nel 181 I pre-
dal patriarca, e del lutto l'assoggettò al- sentai al governo, che allora regnava. Dal-
l'ordinaria giurisdizione del proprio ve« la benignità di Lei, Santissimo Padre, io
scovo : il tulio al modo di sopra descritto. mi compromettei compatimento sopra
11 vescovo Bragadino divenuto nel i758 un alto estorlo da tempi di oscurila e di
patriarca di Venezia, a*r2 febbraio 1759 confusione. Ed in questa mia fiducia mi
da Xorcello fu Iraslalo in questa chiesa confermò la risposta piena di clemenza,
VER VER 37
di cui Ella degnò onorarmi per occa-
si ria di Cinto, e fu aggregala a quella
sione d'averle io presentate le mie con- di Padova. Nel 1827 morì il vescovo Li-
gratulazioni e quelle de' miei verone- roti, eLeone Xll nel concistoro de* i5
si sopra il suo glorioso ritorno a' suoi dicembre vi trasferì da Treviso il tirole-
Stali ed alla sua Sede. E scorgendo in se Giuseppe Grasser, al cui tempo Grego-
seguito dalla paterna benevolenza di Vo- rio XVI a' 17 novembre 1837 dichiarò il
stra Santità secondati altri miei alti di culto immemorabile del b. Evangelista
filiale ossequio e dipendenza, io tenea- veronese, sacerdote agostiniano j asse-
mi tranquillo sopra l'affare di quell'in- gnandone la festa Non grave
a'20 mar^o.
dirizzo. Giuntami però notizia, ma da d'anni, ma pieno di <nerili e di viriti, mo-
due mesi in qua soltanto, che altri prelati ri mg." Grasser a'22 novembre 1 889 con

d'Italia aveauo quasi a gara rassegnata a universale cordoglio. Verona a gran vo-
Vostra Santità scrittura in disapprova- ce pianse sull'onorata tomba dell'amato
zione del loro rispettivo indirizzo, non la- padre, con le lagrime reudendogli quel
scio io ora di fare medesimo. Ed alla
il solenne tributo di uffici, che pietà, religio-
Santità Vostra dichiaro, che vorrei non ne, amor filiale ed indelebile riconoscet?-
aver fatto quell'indirizzo^ essendo io sem- za a lei richiedevano. La memoriasua vi-
pre slato premuroso nell'animo di non vrà certo perenne ne'cuori veronesi, non
riportare in alcuna cosa mia la disappro- meno che ne' fasti illustri di loro chiesa.
vazione di Vostra Santità. Considero an- Gregorio XVI a' 1 4 dicembre 1840 pre-
che quell'atto come contrario alla filiale conizzò vescovo Gio. Pietro Aurelio Mul-
pietà, siccome dato io tempo che il San- ti abbate cassinese "di Praglia, della dio-
tissimo Padre era tenuto io afflizione ed cesi di Bergamo ; dotto, zelante e lodalo
angustie da un duro e violento domina- pastore, meritò d'esser promosso a* i5
tore. Qui però mi permetta Vostra San- marzo i852 Venezia,
al patriarcato di
tità di esporle come nell'indirizzo, che nel quale articolo l'encomiai. Nel mede-
stamparono mi furono ommes-
a Milano, simo concistoro il Papa Pio IX promul-
se le seguenti parole di s. Cipriano de U- gò vescovo di Verona mg.' Giuseppe Tre-
nit. Eccles. z=zz Che il Primato e dato a visanalo di Venezia, canonico teologo dì
Pietro^ affinchè siavi una Chiesa sola quella patriarcale, pel cui processo io a-
di CrisiO) e sia\.n ne* Successori di Pie- vea giurato legalmente con dovuto allo
tro il centro dell'Unità di questa Chie- elogio, essere egli degnissimo eidoneo
sa. n= Tutte queste parole mi sorpassa- pastore della s. Chiesa di Verona; però a
rono nella stampa ; parole che da me si questa non fu dato goderlo, perchè a'
erano aggiunte per professare in faccia a 26 del susseguente maggio l'imperatore
quel governo il Primato di Pietro e suoi Francesco Giuseppe I lo nominò all'arci-

Successori. Ora mi rimane di supplicare vescovato à' Udine (^.), e tale fu preco-
umilmente Vostra Santità dell'apostoUca nizzato in concistoro a'27 settembre di
benedizione in segno di perdono, con tut- detto anno. In questo stesso concistoro il

to il mio capitolo che concorre a que- Papa Pio IX dichiarò vescovo di Verona
st'atto con me, le baciò santissimi piedi.
i Luigi Guglielmi di Lissa, diocesi di Lesi-

Di Vostra Santità. Verona i4 luglio 8 7. 1 i na Dalmazia, già vescovo di Sculari ;


in
Uin!* Dni° Servidore, Ubbnì° figlio ma neppur questo vide la sua chiesa. Men-
Innocenzo Vescovo di P^erona^\ Nel se- tre il degno prelato si disponeva a recar-
guente 18 18 questa chiesa divenne suf- visi a prenderne il possesso, infermatosi

fiaganea della patriarcale metropolitana gravemente a Zara, spirò nel bacio del Si-
di Venezia, nella quale occasione fu tol- gnore a'29 gennaio i853, per la violen-
ta alla diocesi la parrocchia di s. Ma- za del male. A' 3 il suo cadavere con
1
38 VER VER
pompa decorosa e fuuebre, onorala dal- nalzasl uno zoccolo col suo basamenlo,
l' arcivescovo mg/ Godeassi, fu portato col suo tronco scolpito nelle 4 facce del

alla inelropolilana, magni ficameute pa- dado di 4 iscrizioni e colla sua cimasa in
rala a luUoedoviziosameii'e illuaiiuala, bella armonia di proporzioni. Questo
ponlincaudo la solenne messa mortuaria zoccolo sorregge una colonna scanalala
lo stesso metropolitano, in mezzo alla ge- d' ordine dorico, sopra al capitello della

nerale commozione e compianto. Finiti quale posa la Maria Vergine


statua di
i funerali, la spoglia mortale dell' egre- Immacolata. Gentil pensiero fu questo,
gio estinto fa accompagnala alia marina, perchè, legando col mezzo di questo sen-
ove la una barca e trasportolla
raccolse sibde segno nella divozione della Vergi-
allo Scoglietlo di Zara, per temporanea ne SS. colla vivente generazione le gene-
tomba, poiché Lissa inconsolabile di lauta razioni future, assicura a questa terra la
perdita la volle nel suo seno. Quindi nel protezione di Maria Immacolata. La fe-

concistoro de'7 aphlei854ilPapa Pio IX sta poi fattasi per la benedizione del pio
promulgò l'odierno vescovo mg.' Benedet- monumento fu tenera e solenne, e deco-
looiccabona diCavalese diocesi diTrento, rala dalla presenza di dufi vescovi, che
già lodevolmente appartenuto alle nun- colle loro parole incitarono popolo alla il

ziature apostoliche di Baviera e del Bel- pietà verso Dio, e al culto verso la sua
gio, parroco zelante di Roveredo, prepo- ss. Madre". Dipoi fu pubblicalo: Lettera

sto mitrato di Bolzano, canonico decano di mg/ Stefano Crosatti lllm.° e aW


onorario della cattedrale di Trento, e di Rni.'' mgJ Benedetto de Riccabona^ we-

essa esaminatore pro-sinodale, lodando- ^coi^o di f^erona ec, relativa al Dlonu^


lo con queste parole. Fir tandem gravi- mento in pietra che fa eretto sopra la
tate^ prudentia^cìoclriiia, moriim probi- piazza di CìiiesanuovaV anno 18 55, in
talty rcrwnque experieiitia praadiliis, memoria della dogmatica definizione
et inecclesiasticis functionibus rite ver- sali' Immacolato Concepimento di Ma-

satus, digniis ta propter censendus, qui ria. SS., ornato ed abbellito con nuove

ad mcnioralain Icronen. Ecclesiani in decorazioni nel 1807, Verona tipografia


JEpisvopus promoveatur. Nello stesso an- Vicentini e Franchini 1857. » M^/ Ric-
no si recò in Roma ad assistere alla pro- cabona regge con saggezza e carità l'alli-
mulgazione del decreto dogmatico del- datogli gregge, e sempre più se ne conci-
l'I mutacolata Concezione di Maria Ver- lia con le sue virtù la slima e l'affetto".

gine, in onore della quale fu eretto nella Omaggio storico dell' ab. Cappelletti.
diocesi un pubbli«^o monumento. E qui Altri memorabili avvenimenti succeduti
di esso dirò colla Civiltà Cattolica^ serie nel suo vescovato sono i seguenti. Narrai
2.^, t.i2, p. 108.M 11 monumento in pie- superiormente, ossia nel voi. XGIV, p.
Ira fu innalzato sulla piazza di Chiesanuo- 186, r istituzione della congregazione di
va nel Veronese dalla pietà di que' par- sacerdoti del benen»eritod. Gaspare Ber-
rocchiani, eccitala dallo zelo instancabile toni veronese, nell'oratorio delle Stim-
del suo venerabile parroco, afiine di per- mate e contigua casa da lui fabbricata,

petuare la ricordanza della tenera soleu- per la cristiana e letteraria educazione


uità fallasi per la pubblicazione del dom- della gioventù, della (juale qui
trovo op-
ina, e tramandare a'ioro posteri la memo- portuno darne miglior contezza, col la Ci-
ria della gran definizione, imitando così, viltà Cattolica, &tvìe i.'f t. 12, p. 702.
sola forse tra le città e le terre d' Italia, Il pio sacerdote Bertoni, esimio cultore
l'esempio dato in Roma (ne compii la d'ogni genere di virtù e dottrina, fin dal
descrizione ne' voi. LXXXVII, p. 281, 18 IO Iddio gì* inspirò fondare un nuo-
LXXXVlll, p.234). Sopra 3 gradini io- vo istituto, ed egli 1' attuò eoo (orma di
VER V E R 39
vita regolare in comuoe a' suoi compa" timo, chiuse dietro di se le porte della
gni, e propose loro delle regole da os- casa in seguo della posta clausura. Ed
servare. Indi nel i853 volò in cielo a go- entrali quindi nuovamenle in chiesa, col

dere il premio delle sue lunghe fatiche. canto del Te Dcii/n, fu dato (lue alla sa-
Dopo la sua moi le la congregazione do- gra e commovente funzione ". Lo spiri-
mandò e olteune dalla s. Sede la facol- to di quesl* istituto è di sanlamenle eser-
tà di procedere alla sua pubblica erezio- citarsi in ogni sorte di ministero spirilua»
ne, mediante decreto de' 1 6 aprile i855, le o letterario che giovi al piofillo spiri-

confermato dal Papa Pio IX, avendovi tuale del prossimo, e precipuameule nel
appostala sua sanzione liuiperatoreFran- sopperire a qualsiasi bisogno, anche im-
cesco Giuseppe I, com'era costume in- provviso, del vescovo e de' parrochi, sen-
nanzi mentovalo concordato. Pertanto
il z* alcuna ricompensa umana, chiuden-
fu stabilito a' 3o settetubre di farne con done perfino ogni adito a cure perpetue,
solenne rito la pubblica istituzione. Nel- non che a dignità e preminenze ecclesia-
la matlitia di tal giorno il podei>tà, ed i stiche. Consentaneo a questo fine è il no-

superiori delle religiose Ve- comunità di me assunto da (|uesto nuovo islituto: i

rona, invitativi da* pp. della congrega- suoi membri chiamausi jMissionari A-
zione, convennero nella chiesa delle Stiui- postolici in aiuto e servizio de\'escovi ".
luale, già piena di popolo. Mg."^ vescovo Fu stampato in Verona: Cenni intorno
lliccabona fu ricevuto alla porta dal Rev.° alla Congregazione de' sacerdoti ec. In-

p. Marani superiore dell' islituto. Indi, oltre il vescovo attuale ebbe la consola-
preceduti dal Crocefisso con torce acce- zione dì veder eretto l'ospedale de'pp.Beu-
se,entrarono nella chiesa a due a due i fralelli,pelqualeslabilimeotonon perdo-
membri della nuova congregazione, e do- nò cure e faticlie il presente, degnissimo e
po il cauto del Peni Creator Spirilus, ottimo priore Rev.°p.Gio.M.' Alfìeri,beQ-
il vescovo celebrò la me^ìsa e comunicò che sacerdote, e ciò mediante dispensa a-
i 3 fratelli dell'istituto medesimo. Finita ppstolica, assai benemerito e vero orna-
la messa e apertosi il s. Ciborio, il p. Su- mento del suo illustre ordine. Egli di re-
periore, genuflesso sulla predella dell'al- cente ha pure fondato un altro convento-
tare dinanzi al ss. Sagrameuto, fecei 3 voti ospedale in Mantova, meritamente aven-
di castità, povertà, ubbidienza secondo la dolo decorato cou insegne equestri l'en-
regola. Chiuso dipoi il tabernacoloe posto- comiato monarca Francesco Giuseppe I.
si il superiore a sedere, ricevette i voti di Non posso dar contezza, per mancanza
4 padri e di 3 fratelli laici. Falli i voti, di tempo, della Breve notizia sull'ordi-
il vescovo tenne loro breve ed eloquente ne ospitaliere di s. Giovanni di Dio
sermone, in cui animò i novelli religiosi detto Fate bene fratelli^ dalla sua ori-
a battere generosamente la via additata gine fino a* nostri tempi pubblicata al-
^

loro dal fondatore Bertoni, di cui ricor- l' occasione dell'erezione del nuovo con-

dò le virtù e la scienza; ed esortolli a ss. Zenone


vento-spedale de* e Carlo in
continuar cogli esempi delle loro virtuo- Ferona, dedicata al Rev.'* p. Pietro
se azioni e colle loro fatiche ad essere non Paolo Deldda superiore generale del-
pure di ornamento, ma di utilità alla l'ordine suddetto. Verona slabilimento
sua diocesi. Finito il ragionamento pa- i tipografico vescovile Viceulmi e Fran-
dri della congregazione, seguili da tulli chini 855. Egualmente nulla posso di-
1

i membri deli' altre comunità religiose, re della stampa riguardante L'inaugu- :

eh' erano presenti, entrarono processio- razione del convento-spedale de' Fate
naloienle nella casa per una porta, e ne bene fratelli in Mantova il giorno 1 1
uacirauodairallra.il vescovo, ch'era i'ui- novembre i858. Vi si trovò preaeutcil
4o VER V E R
Itìtialo p. generale, olire rarcìduca Fer- sima del vescovato di Padova; ma da
dinaiitlo Massimiliano governatore ge- qualche tempo per deterioramento ne'be-
nerale colla serenissima Consorte. Seb- ni é non poco scemala. Leggo nell' ulti-

bene poi dichiarai non poter narrare ma proposizione concistoriale, i frutti ad


gli strepitosi avvenimenti succedutisi ra- ogni nuovo vescovo sono tassati ne* libri
pidamente in Italia nel corrente anno della camera apostolica a fiorini 1 200, le

1859, qui dirò solamente, che dopo san- rendite ascendendo a circa 5, eoo scudi ro-
guinosa guerra tra T Austria, e gli allea- mani, non gravati di pensioni. La diocesi
ti Francia e Sardegna, Napoleone III of- si estende per quasi 100 miglia e com-
frì la pace a Francesco Giuseppe I,che prende 2 56 parrocchie, di cui 1 5 in città,
r I I luglio in Vilìafranca ne stipularo- una nella provincia di Rovigo, 4 in quella
no preliminari, fra'quali la cessione del-
i di Mantova, 16 in quella di Brescia, 220

la Lombardia all' imperatore de* france- nel Veronese. Tutte poi sono suddivise iu
si, il quale la rimetteva al re di Sarr 46 vicarie.
degna, eccetto le fortezze di Mantova e
Peschiera, oltre Borgoforle, che col ^e- Concila di Verona.
gno Fendo, fino alla linea del Mincio,
restano all' Austria in pieno diritto di Il i.° fu celebrato nel 967 da Raterio
proprietà. Laonde le fortezze di Legna- vescovo di Verona, per fare eseguire i de-
go e \erona continuano a formare, col- creti del concilio di Ravenna, tenuto nel-
le altre due nominale, il formidabile e lo slesso anno. Il 2.° e provinciale aduna-
strategico quadrilatero. In verun caso poi, to nella cattedrale nel novembre 994 o
i'imperalored'Austria non accorderà mai meglio nel 995 da Giovanni IV patriar-
ad alcuna potenza il diritto di fare entra- ca d' Aquileia, coli' intervento de'vesco-
re un solo soldato nelle quattro fortez- vi di Verojia, Vicenza, Treviso, Trento,
ze rimaste in suo possesso esclusivo. Tan- e due altri. Ne fu la causa perchè alcuni
to riferiscono i giornali più accreditati. chierici che abitavano presso le chiese
Prima per altro di abbandonare quanto collegiate unite all'abbazia di s. Maria in
scrissi finora intorno la serie dei vescovi Organo, come Maria Antica e di 8.
di s.

Veronesi per seguire le tracce dell'Ughel- Margherita, per la tradizione non vole-
li, del Malici e del Cappelletti, mi fo de- vano più intervenire al sinodo, né alle
bito di ricordare quella che secolo per se* processioni dal vescovo Giberto intima-
celo n'ha tessuto e stampato l'eruditissi* te, né osservar quanto 1' allre chiese di

DOG ab. d. Giuseppe Venturi nel più voi- Verona osservavano, come il non cele-
te Compendio della Sto-
ricordalo t-uo brar messa pubblica ne'giorni solenni in-

profana di Verona, alla cui


ria sacra e terdetti dal medesitno vescovo, cioéquan-
somma autorità, massime pei primi se- do il vescovo proibiva il dire la messa nel-
coli, rimetto pienamente il lettore. — le parrocchie affinché riconoscessero il

Scrisse il Mall'ei. La diocesi di Verona proprio pastore portandosi a celebrarla


per ampiezza ha poche eguali, poiché ol- nella cattedrale. Di ciò querelandosi nel
tre al Veronese, ch'è grandissimo territo- sinodo Giberto, si alzò Lamberto vesco-
rio, ha non poca parte, e gros-
sotto di sé vo di Vicenza, già arciprete della chiesa
se e nobili terre comprende del Trentino, veronese, e testificò che a tempo suo i det-
del Mantovano, della riviera di Salò e ti chierici prestavano al vescovo di Vero-
del Bresciano, procedendo fin a quasi io na in tutte le nominate cose ptmtuale
miglia da Brescia. La rendita era tale, ubbidienza ; e lo stesso accertarono tulli
che ne' libri della camera apostolica fu gli alti i preti e diaconi di Verona, presene
coubiderata in eguaglianza colla pinguis- ti nel concilio. Allora il patriarca aquileie^
V E II V E R 4t
se, ricordaiulo esser giii«la e secondo i nire severamente l'inaudile' crudeltà che
canoni la domanda di Olberlo^ ordinò quelli commettevano precipua mente con-
di consenso di tulli i vescovi e sacerdoli, la mede-
tro gli ecclesiastici, esigendosi
che i cliieiici delle ricordatechiesein liit- sima severità usala già dagl'imperatori
le le tuenlovate cose dovessero ubbidire romani contro i Circonctllioni (f^-), che
ai vescovo di Verona, benché le chiese ripullularono nel seguentesecolo. Veime-
fossero soggette alla giurisdizione del pa- ro dal concilio scomunicali anche gli ere-
triarcato aquileiese, e perciò esenti dalla tici AnialcUsti eque' romani loro
('^.),
giurisdizione dell'ordinario. II 3.°concilio finitori e seguaci, peiciò disubbidienti o
fu tenuto forse nel ioi4 in presenza di ribelli air autorità temporale del l^ipa.
Papa Benedetto Vili e dell' imperatore Arnoldo di Lubecca dice che nello stesso
s, Enrico II, per terminare le differenze concilio furono dibattuti diversi punti
fra* patriarchi Grado.
d' Aquileia e di contestati fra il Papa e Federico I, e prin-
Ciò può essere avvenuto quando il Papa cipalmente il patrimonio della gran con-
fuggendo da PLoma nel io 12, a ciò co- tessa Matilde, come beni da essa donali e
stretto dagli scismatici fazionari dell'an- confermati al principato della Chiesa ro-
tipapa Gregorio, ed insieme per invocar mana: furono prodotti diversi atti, ma al-
s. Eurico 11, si condusse in Ger-
l'aiuto di la pei fine le cose restarono nel medesimo
mania, da dove poi il l^apa e l'imperatore statojddppoichè l'imperatore n'era in pos-
partirono nel 1RomaBene-
o i 3, e giunti io sesso, e il Papa ne reclamava la restituzio-
delto Vili coronò l'imperatore a' 4 ft:b- 1
ne. Lucio III e Federico non furono d'ac- I

braio i o 4> con s. Cunegonda sua sposa.


i cordo nepf)ure relativamente a' diversi
Il 4-° concilio fu celebralo secondo alcu- prelati e altri ordinati scismatici, eletti
ni nel 1184,0 veramente nel i i85, da durante lo scisma di Vittore V, Pasqua-
Papa Lucio IH, intorno agli affari della le III, Calisto III e Innocenzo III antipa-
Chiesa, nella cattedrale di s. Maria, e du- pi, sostenuti coH'armi dallo stesso impe-
rò dal I.'' agosto al 4 novembre almeno. ratore, durante la funesta rottura tra il

Non manca chi pretende si celebrasse Sacerdozio e rimpero,brasnandone l'im-


nella chiesa di s. Fermo Maggore; di ta- peratore l'assoluzione e il riconoscimento.
le opinione essendo pure alcuni storici Federico I pretendeva inoltre, che il Pa-
veronesi. Vi presero parte numerosi ve- pa coronasse imperatore il figlio Enrico
scovi e altri ragguardevoli ecclesiastici, VI, al che si ricusò Lucio III, dicendo
non che ambasciatori, anche per tratta- non un te«npo due im-
esser l'uso d'aver a
re coU'imperatore Federico 1, eh' eravi peratori, non polendo coronare il figlio
presente, molle questioni tra lui e la s.vSe- se prima il padre non vi rinunziava. Laon-
de, e per concordare il concorso delle due de si separarono malcontenti 1' uno del-
potenze spirituale etemporale, per l'estir- l' altro. La sola cosa eh' ebbe felice riu-

paziope delle propagate eresie. Il Papa of- scita, fu la discorsa costituzione che Lucio
in per frenarle le pene spirituali, l'un pera- 111 fjrmò e promulgò nel concilio con-
lore, i signori ed i magistrati le civili ; alle tro gli eretici, e dalla quale derivò la s.

prime non essendopiusensibiligli eretici, Inquisizione, inquanto che ordinò a' ve-
occorse il braccio secolare. Volevasi prin- scovi d'informarsi da per loro, oa mez-
cipalmente reprimere il ^lìvove da' Cata- zo di deputali commissari delle persone
ri, de' Palariìiìy àv- Falciasi (f'.)^ ed al- sospette d' eresia, secondo la comune fa-
tri eretici fanatici di quel tempo, molti ma e le denunzie particolari. Nella bolla
de' quali erano stati condannali nel 1179 si distinguono i gradi di sospetto, di con-
da Alessandro Ili nel concilio generale vinto, di penitente e di relapso. Labbé, t.

di Lalcruuo IH. Volevasi eziandio pu- 10. Arduino, t. 6. Mansi, Siippl,^ l. i.



4a V B R VER
Compilò questo articolo pregando il sistenza. — Pag. i3f» col. 2.' Non ha
benigno lettore a voler condonare, per le molto gli austriaci scoperchiarono il Da-

ragioni indicate al principio di questo vo- slione delle Boccare, e distrussero cosi la
lume, anche le seguenti rettificazioni ed più bella cavallerizza coperta del mondo,
aggiunte, che di sopra eranji astenuto di senza riguardo all' incomparabile mae-
riportare, temendo di non far in tempo. 6tria,eleganzaesolidilà,cheaveano presie-
duto alla sua erezione. — Pag. i4o,col.
Correzioni. 2.* Merita un cenno la bella raccolta di
quadri posseduta dal Cesare Berna- d.*^

Pag. 12 I, col. 2.^, la torre, attribuita sconi, delle cui principali opere fu stam-
al Ponte Nuovo appartiene in vece al pato un catalogo, corredato da disegni.
ponte della Pietra. — Pag. i5o, col.i.*, Pag. i4i| col. 2.^ Verona non ha più le
leggasi S. Giacomo alla Pigna in luogo due prime accademie. Gli /énfioni-Fi'
di S. Giovanni. — Pag. 52, col. i 2.*, la locorei mutaronsi nella società del C(t-
prima(chiesa)di s. Tommaso Canlaurieii- sinOy ed i Terpandri fecero luogo alla
se era, come ora, parrocchia, ed in questo società Pio- Filarmonica. — Pag. i4'»
convento, ec. — P^g" *^4i col. 2.*, la 001.2."Verso ili 832 ilnob. cittadino, che
Coppa di s. Zenone non è ora in angu- fujGiangirolamoOrti Manara,un\ in sua
sta stanza ma in chieda, subito a manca casa non soli studenti^ ma anche prò-
i i

di chi entra. —
Pag. 77, col. 2.*, la Bi- i fessorifC le loro produzioni, giudicatene
lancia, era foglio di Milano, non di Ve- degne, vedevan poi la luce nel periodico
rona. — Pag. 240, col. 2.*, la Fede, la verone8e,che porta va il titolo diPo%/v//ò.
Speranza e la Carità del Cimitero furono — Pag. i4*i>col. 2. "Oltre i sudde-
teatri
scolpite da Gratioso «5y^<izz?, e non Paz- scrilti, altri n* Verona. Uno,
esistono in
zi. — Pag. 3 o, I col. I .*, il cholera com- detto \[ Nuovo, ultimamente fabbrica-
fu
parve la prima volta in Verona nel 1 836 to sulla Piatza Navona: l'altro, dello pri-
e non nel i835. ma Falle, poi Ristori (\ù\ nome della ce-
lebre attrice italiana, s'innalza in vicinan-
addizioni. za del civico ospedale. —
Pag. 1 56, col. i .*
Ilnob.,chefu,GiangirolaraoOrti-Manara
Pag. 128, col. i.^La statua rappresen- descrisse ed illustrò il tempio di s. Zeno-

tante Verona è nel centro d'una fontana ne, e si benemerito della patria per
rese
sulla piazza delle Erbe, ed ha ora sul ca- i molti e dotti lavori archeologici con cui
po una corona di ferro, in cui si volle raf- le accrebbe rinomanza. Pag. 60, col. —

1

figurare l'Arena. Pag. 124? col. 2.' > I.* Il collegio di s. Zeno in Monte fj tra-
L'Arco de' Cavi ora più non esiste. Fu- mutato ni caserma. Paj
.^. 197, col.
)1. 1.

ron bensì raccolte le pietre, che lo con]- Il cav. Andrea Monga imprese molli sca-

ponevano per riedificarlo altrove, ma vi sul sito dell'antico teatro romano di


nulla finora ne fu fatto. — Pag. i 2 5, col., Verona, e ne disotlerrò buona parte a
^.^ha mura detta Viscontea sussiste an- proprie spese, essendosi a tal uopo reso
cora in gran parte. E da ammirarsi in proprietario di vari fabbricati colà so-
essa la torre pentagona contigua ai gran- pra esistenti. Questi scavi furono illustra-
di archi chiamati Portoni della Ora: più, ti dalla dotta penna del fu consigliere
un'altra torre sopportata da grossi mo- Gaetano Pin.di, che fece e scrisse pur
diglioni di pielia, forse unico esempio di tanto per s;dvar l'Arco de' Gavi. —
tal falla di costruzioni, e che fu fatalmen- Pag. 200, col. i.'^ Il nob., che fu, Giau-
te atterrala dagli austi iaci, restando solo girolamo Orti-Manara, essendo pode-
i delti modiglioni a far fede della sua e- stà di Verona, iniziò e compi uuo bca-
VER VER 43
vo tutto air ingiro dell' Anfiteatro, cin- fezionai'sì ne'suoi sludi. Il vescoTo cardi*
gendolo in parie con niuio i iparalo da nal Cornaro nel i 708 lo fece canonico del-
spranghe di ferro, onde ione icoperta la calletlrale patria. Pel suo profondo sa-
anche la base d' un si prezioso edificio, pere, purità di costumi, prudenza e altre
che prin)a di Ini slava sepolto nel lerre* virtìi si meritò la sticna di diversi cardi-
no per l'allezza d'un uomo. In questa o- nali, indi divenne canonico tesoriere, ed
peruzione non si rinvenne alcuna iscri-: il vescovo cardinal Rezzonico, a cui fu ac-
zione diiuostrànle 1' epoca in cui tanta cettissimo, per l'estimazione grande che
mole fu creila. — Cosi pure il «nedesi- ne faceva lo scelse a suo vicario genera-
mo podeslà die' principio al magnifico le delia diocesi di Padova , e nelle rela-
slrudone di Porla Nuova, che poscia sot- zioni di sua chiesa alla s. Sede, del 747

i

to altri compissi. Pag. 240, col. 1/ e del 1750, gli rese splendidi elogi per la
Per venire sino ai nostri giorni, ai nove- vigilanza, zelo, virtù e distinti meriti, e sic-
ro degli illustri veronesi sono da aggiun- come lutto fervoroso per l'incremento del-
gere i nomi dei chiarissimi poeti Cesa- ladisciplinaecclesiaslica. Giunta la fama di
re Betteloni,Catenna Bon Crenzoni ed sue eseujplari qualità a Benedetto XlV,lo
Aleardo Aleardi da poco tempo defun-
: voleva fare vescovo di Famagosla in par-
ti i primi due, l'allro tuttora vivente, ma la sua
tibus^ e poi vescovo di Treviso,
per lacere d' altri chiari e fertili ingegni mirabile umilia a tutto rinunziò, suppli-
che colle loro opere onorarono U pa- cando d'essere dispensato. Aumentatasi
tria. —
Pag. 249, col. 1.^ ÌNelle monta- perciò l'ammirazionedel cardinal Rezzo-
gne di Bolca si trovano nou solo pesci nico, divenuto a'6 loglio 1758 Papa Cle-
interissimi, ma piante e palme pietrefat- mente XIII, poco dopo con onori ficen-
te di rara bellezza e perfezione. Tra tissima letteragli aOidò l'amministrazio-

le altre le Raccolte dei marchesi di Ca- ne della sua chiesa di Padova, nella qua-
nossa e del prof. A. Massalongo, delle le per i5 anni l'avea egregiamente assi-

cose naturali dottissimo investigatore ed stito per vicario generale; quindi nello
interprete, ne fanno amplissima fede. stesso anno, i.el concistoro degli 1 1 set-

VERONESE Sante, Cardinale. Pa- tembre lo dichiarò vescovo della mede-


nacque a' 1 2 luglio 1 684 '"
trizio veneto, sima. 11 nuovo pastore rallegròil suo cle-
Venezia, da una famiglia che per le sue ro e popolo con un'enciclica piena di un-
benemerenze verso la repubblica , nella zione, di prudenza e di sentenze gravis-
qualediversisuoi individui copersero im- sime. Non contento Clemente XIll di a-
portanti cariche e uHlzi, fu aggregata al- verlo fallo immedialosuccessore nella sua
la nobiltà. Suo padre Giulio e sua ma- diletta chiesa vescovile, nel concistoro de'
dre Daria Colomba, scoigendo io lui vi- 24 settembre 1759, a dimostrazione di
vo e acuto ingegno e tenace memoria, po- amore e di somma estimazione, lo creò
sero particolare cura nelT istituirlo nel- cardinale dell'ordine de'pieti, e gl'invio
l'umane leltere,ÌQ cui fece rapidi progres- la berretta cardinalizia pel suo camerie-
si. Nella sua adolescenza dichiarandosi re segreto partecipante, mg."^ Francesco
per lo stato ecclesiastico, applicò l'animo Fantini padovano, a tale ertetlo dichia-
od istruirsi nelle sagre discipline,e diven- rato ablegato apostolico. Con solenne ri-

ne peritissimo nel diritto canonico e ci- to glieia impose il cardinal Marino Priu-
vile, e nella teologia, ricevendone la lau- li veneto e vescovo di Vicenza;, ma per
rea dottorale nell'università di Padova. la sua inoltrata età e incomodi disilute,
Indi fece progressi nelle scienze, e riuscì non potè mai recarsi in Roma a ricevere
facile ed elegante nell* idioma latino, e il cappello, l'anello e il lilolocardinalizio.
ueirepiàlolare, recaadosi in Roma a per- 1! Papa nel i 763 con un breve gli man-
44 VER VER
ilo cjuello croci per insegna de' canonici, in un oratorio o nicchia situata nell' in-
tli cui parlai a Padova, commeUendogli terno d* uno de* 4 grandiosi piloni o ot-
tli porle loro al collo formalmente, come tagoni che sostengono l'eccelsa cupola
eseguì. Meglio delle geste di questo co- (cioè in quello denominato della Veroni-
spicuo cardinale se ne tratta nella 2Y^- ca, ne' fonda menti del quale Giulio li pose
raelPurpuraP'enelafdeì cardinal Quiri- la i.^ pietra per la gigantesca mole, a' 18
iii, a p. 322 e 4^8, ove pur si dice: »> Huic aprile i5o6), a comu Epistolae deWaU
tuaximis sunt in deliciis observantia re- tare papale, con loggia per l* ostensione
rum ecclesiasticarum, ardor divini cui- di detti sagri tesori. Paolo V nel 1G06
tus, animi detnissio, pax conjunctioque vi collocò il Volto Santo, ed Urbano
cum bonis omnibus. Quamobrem ejas Vili nel 1629 la s. Lancia e del legno
vita, quam ad
mullos anuus superstitem dellas. Croce. E' l'edifizio nell' esterno
precamur, clero populoque suo splendi- ornato con bassorilievo esprimente il

dum in esemplar proposila est". Ma il Volto Santo, mentre a'suoi piedi, nel cor-
n. 7743 del Diario di Ro/nadeì 1767 rispondente nicchione sottoposto ester-
nolillcò la sua tanto deplorata morte, av- no, sopra basamento è la statua marmo-
venuta tra l'universale dispiacere in Pa- rea colossale di s. Veronica, che il Mo-
dova, d'anni 83 non finiti, il i.° febbra- chi espresse in atto di mostrare colle ma-
io. Il Papa ne restò sensibilmente addo- ni il medesimo Volto Santo, di cui ripar-
lorato, e con lui tutti quelli che ne am- lai nel voi. LXXXVIII, p. 23 i, e altro-
miravano le rare virtù, la scienza e la sol- ve della censura del Dernini e della ri-
lecitudine pastora le.Celebi ale con pompa sposta arguta di Mochi. Inoltre nel ricor-
funebre l'esequie nella cattedrale, ti re- dato articolo dissi pure, e qui meglio di-
stò tumulato con elogio scolpito sul mar- chiarerò, della cappella della Veronica, e-
mo, ed il suo nome resta in perenne be- sistente nelle sagre Grotte Vaticane del-
nedizione nell'insigne chiesa di Padova e la mentovata basilica.Les'jro nella Descri^
ije*suoi fasti ecclesiastici. Ne recitò l'ora- zione della sacrosanta basìlica Fatica-
zione lunebre il dotto d. Gaetano Cogno- ;ìùc, edizione romana4•^ del 1828. Il luo-

lato prefetto degli studi nel seniinario, nel- go sotterraneo che resta prossimo all'an-
lo stesso 1767 stampata con in fine un tico cimiterio o^veiMinò Faticano {^F.),
breve compendio di sua vita. Lasciò il fra il pavimento della nuova basilica e una
cardinale uìolte lettere pastorali che me- parte non piccola del piano della vecchia,
riterebbero la pubblicazione.Neli783 per e che per conseguenza fa una di lei por-
opera di m^/ Nani vescovo di Brescia fu zione, degnissima di sagro culto, prese a-
ivi impiessa con qualche mutazione nel busivamente il nome di Sagre Grotte,
titolo un* o|)era postuma di lui: De ne- colla suddivisione di vecchie e nuove. La
cessarla Jìdclitini conuntiiiioiie cum A- discesa comune è sotto la detta statua di
pò sto lica Sede. s. Veronica, sebbene vi siano altri 3 in-
VERONICA, Feronicae. Vocabolo gressi sotto le 3 altre colossali statue a
formato dalle parole Vera Icon, veraim- pie' degli altri piloni, e dalle due porte
magine.E la rappresentazione della vene- al ripiano della Confessione Faticami
Gesù Cristo, detta comu-
rabile faccia di (/^'.). Internandosi per quello detto della
nemente P^olto Santo (^.), improntata Veronica vedesi sulla sinistra una porta
sopra un pannolino fazzoletto o velo, di metallo, per cui mediante una scala a
che gelosamente si custodice con somma chiocciola si sale alla suddetta nicchia e
venerazione, fra le tre insigni ss. Reliquie loggia delle ss. Reliquie maggiori. Per
maggiori della patriarcale basilica Chie- ordine d'Urbano Vili il Bernmi ornò le

sa di s, Pietro in. Faticano di Roma, 4 grandi nicchie da lui scavate oe'pilooi,


VER VER 45
e formò la cappella sotterranea della
vi Simo commentatore del Butler chiama
Veronica e le altre 3 cappelle di figura egualmente Feronica il Sudario che fu
emicicla, e le decorò di due colonne di posto sopra il volto adorabile del Salva-
"^breccia d' ordine jonico, ricevendo il lu- tore, quando andava al Calvario ca-
egli
me da due feritoie nel piedistallo delle so- rico della onde noi nella 6.' sta-
Croce ;

vrapposte statue di s. Veronica e altre. zione della Via Crucis(F.), meditiamo e


I quadri degli altari sono opera a musai- veneriamo quando Gesù fu asciugato eoa
co di Fabio Cristofari sul disegno d'An- dello panno dalla pia donna denominata
drea Sacchi. Le pitture delle cappelle e Veronica, espressa in figura di donna pres-
de* corridori die da esse portano a quel- so il Redentore col Volto Santo pendente
lo della Confessione furono fatte a'tempi dalle mani ne' quadri delle stazioni, ac-
di Paolo V e Urbano Vili, poi restau- ciò egli imprima nell'anima nostra la me-
rale da Benedetto XIV: l'autore fu Gio. moria continua di sue acerbissime pene,
Battista Ricci da Novara, il ristoratore patite dolorosamente nella sua Passione,
Gioacchino Borti romano; altro restauro siccome impresse il s. Volto suo nel pan-
ebbero nel 1824. II quadro dell'aliare no presentatogli da Veronica. Ma l'enco-
in discorso, rappresenta s. Veronica ehe miato annotatore, quanto al vocabolo, se
porge il velo al Redentore. Nelle pareli pur fu nome d'una donna, e di che tanto
y'ì sono espresse, due per parte, Maria si è scritto e parlato, si limila a dire : Che
Vergine, e le tre Marie (delle quali ri- che Veronica \uo\ dire vera
sia di ciò,
parlai nel voi. XCIV, p. 4^ e seg.). Nel immagine, essendo questa parola compo-
i.° ovato della volta vedesi Urbano Vili sta di vera e di iconica. In s. Gregorio di
che riceve dal Bernini il disegno delle 4 Tourf, soggiunge, si trova iconica, in ve-
cappelle (alle quali il Papa istituì altret- ce di ìcon. Si fa menzione della reliquia
tanti cappellani, addetti alla Biblioteca del Volto Santo, in un antico ceremonìale,
Barheriìiijj nel a.*' Bonifacio Vili che o meglio Ordine Romano, che fu dedi-
mostra il Volto Santo a Carlo II redi Si- cato al Papa Celestino II nel i i43, e che
cilia, ed a Giacomo II re d'Aragona nel ilp. Mabillon pubblicò nel suo Museum
1296; nel 3.° quando d'ordine di Nico- Italicwn ; nel Flores historiarwn^ di
lò V fu mostrato all'imperatore Federi- Matleo di Westminster, checita le parole
co III. Nelle pareti del corridore dalla d' Innocenzo 111 morto nel 12 16; e in
parte del Vangelo vi è espressa la Vero- una bolla di Nicolò IV del 1290. Frale
nica che dà il velo al Salvatore, ne* lati messe votive del messale di Magonza del
le sorelleMarta e Maddalena. Incontro 1493, vi è quella di ». Veronica, seu
quando Veronica dispone di recare a
la vultu Domini. Dice inoltre.» Non fa me-
Ronia il s. Sudario (V.)-. da' lati Maria stieri avvertire che i cristiani onorando
di Giacomo e Maria Salome, Maria Ver- la Veronica, ossia T immagine del Sal-
gine e Maria di Cleofa. Nella volta sono vatore, onorano il Salvatore medesi-
espressi 3 fatti, la
Veronica che mostra il mo, di cui questa immagine richiama
s. Sudario popolo; Giovanni VII del
al ad essi la memoria. Si faceva altra fiata
7o5 col tabernacolo da luierettopercusto- Veronica, e da esso s'è trat-
l'uffizio della
dirlo nella cappellada lui fabbricata nella ta l'antifona che si dice ancora in alcu-
onore della Madonna del-
stessa basilica in ne chiese particolari. Quello che abbia-
le Partorienti ; ed il s. Sudario mostrato mo detto del culto che si rende alla Ve-
a Lodovico I re d'Ungheria per ordine di ronica, dee intendersi di quello che si

Clemente VII (meglio VI). Tultavolta rende al s. Volto di Lucca (f.)i il quale
s'impugna l'esistenza della virtuosa fem- non è altro che un Crocefisso miracoloso,
niiua chiamata s. Feronica. L' eiudilis- che si conserva da gran tempo addielio
4^ V E n VER
nelln cappella ilella s. Croce del In catte elle sìa il fazzoletto con cui una santa doli-
diale di quella cillà. Avvi una copia del- na Gerusalemme asciugò il vollo del
di
la Veronica alla badia di Montreuil-les- Salvatore, quandoandavaal Calvario ca-
Dnmes in Tlneroche, dell' ordine cisler- rico della sua croce. Anch'egli ri|)ete, che
ciense. Ella vi fumandala da Pantaleo- questa opinione popolare potè nascere
ne cappellano d' Innocenzo IV e arcidia- perchè i pittori di frequente rnppresen-
cono di Laon, poi Urbano IV, che via- tarcmo la Veronica, ola vera immagine,
Tea una sorella. Egli nel 1^49 scrisse a sostenuta dalle mani d'un Ange'o, ed al-
qneslo soggetto una lettera alle religiose, tri dalle mani d'una donna. Crede anche
che si troifa nel trattalo De TJnleis se- il Bergier che il i.*' monumento che ne
pulrhralihìis di Chifllet. Il parere di parlò risalga soltanto al detto annoi i43,
quelli chechiamano santa Veronica quel- e ignorarsi il principio del suo culto.
la femmina pia, ch'essi suppongono aver Con questo onorarsi il Salvatore, ed es-
presentato un fazzoletto a Gesti Cristo, sere simile a quello di Lucca, ed a'ss. Su-
quand* egli montava al Calvario, non darii di Torino, Besancon, Colot)ia, ed
sembra appoggialo che sopra certi qua- altre simili rappresentazioni. « Le messe,
dri, ov'è dipinta una donna tenente nel- le preghiere che a tal oggetto
gli uffizi,

le mani la Veronica. Lo sbaglio di alcu- furono composte, hanno per soggetto


ni non può ricadere sulla Chiesa che non Gesù Cristo e ci rammentano di lui pa- i

ha mai riconosciuto tale santa. La festa timenti; esse non hanno alcuna relazio-
della Veronica non è stata istituita in al ne alla pretesa santa donna di Gerusa-
cune chiese, che per onorare Nostro Si- lemme chiamata Veronica, che la Chie-
gnore, forse nell'occasione di qualche im- sa non ha mai riconosciuto". Tulio let-

magine o vera o celebre della s. Faccia. teralmente trovo ripetuto nella Biblio-
Per questa cagione si fece a Roma a*23 teca sacra di Richard e Giraud. Ma del-
novembre loii la dedica di un aliare l'anteriorità di secoli che Roma si gloria
del s. Sudario^ sotto la cupola (sic) del possedere il Vollo Santo, e che abbia
quale si custodiva il velo (dovrebbe dirsi esistito la s. Veronica di Gerusalemme,
della basilica Vaticana, come ho già rife- lo sostengono quegli scrittori che pro-
rito) in cui Volto era impresso. Noi
il s. durrò in queli' articolo, oltre seguen- i

soppiamo questo da un breve di PapaSer- ti. Narra l'annalista Baronie, all'anno 34,

gio IV. Questa s. Faccia era portata in n. I 38, stimarsi diverso il ss. Sudario, in
processione, e si diceva una messa votiva cui fu involto il capo del Signore nel se-
della s. Veronica, ossia della sagra rap- polcro, da quello accoslatoda Berenice al-
presentazione di Gesù Cristo. A. Parigi e la divina faccia di sangue e di suiiore a-

in qualche luogo della Francia si fijceva spersa,incui rimase impressa l'imuìngi-


una festa in nome della s. Faccia di No- ne di quella, come si ha per traditione
stro Signore il marledì della Qitinqua- e si riferisce in un mss. della biblioteca
gesitna (aggiungerò col /IJanuel des da- Vaticana, che traila della traslazione del-
ies^ anclie nel dì delle Ceneri)". Cila Bnil- Tistesso sudario fatta a Roma. Di Bere-
lei, Feste Mohili\ Papebrochio, 3Jaiiy e nice, nomala anche Veronica, e di tale
le note di Chastelain sul Martirologio immagine si fa altresì menzione da Melo-
Jìoinano. Presso a poco allrellanto avea dio vescovo, antico cronografo. Etl in To-
già j)ubblicato il Bergier, nel Dizionario rino si conserva e venera la ss. Sindone
enciclopedico, riferendo le diverse opi- (/ .), ove fu ravvolto nel sepolcro il cor-
nioni che rilengnno il Volto Santo esse- po del Signore, che vi lasciò improntata
re il sudario posto sul vollo del Iledento- la propria figura, secondochè sino al pre-

le, che altri senza prove si sono persuasi sente 8i vede. 11 dotto vescovo Saruelli
e

VER VER 47
neWe Leltere ecclesiastiche^ ci die* nel Cristo ricetulcx, e asciugatosi la faccia eoa
l. 6, la leti. 7.': Se Feronica sia nome esso, impresse nel velo l'efTjgie del suo sa-
di una santa donna, oppure del Fol- gralissimo volto, e a Veronica in caparra
to Santo del Salvatore. Premelle le ra- di eterno amore
lo restituì. Di questa ve-

gioni eli quelliche affermano Feronica : rità autenticatada una perpetua e non
è il nome del Vello Santo, non già di al- mai interrotta tradizione, ne fanno fede
cuna donna santa di tal nome, le quali gran numero di scrittori appresso il Mal-
sono, r.*' Che nel Martirologio romano lonio> ne' Commentari della sagra Siri'
non è registrala alcuna santa donna, che done, eie i4- H Berdini, nell' /.?/or/^
sichiami Veronica. 2.°Cheal tempo d'In- delUantica e moderna Palestina, ed al-
nocenzo 111 si lavoravano alcune meda- tri, oltre il cardinal Baronio negli An-

glie di slagno colla figura del Volto San- nali ecclesiastici, ùs?>er'ìscono altrettanto.
to e le chiavi di s. Pietro, le quali si ven- Giacomo Pamelio, nelle sue Annotazio-
devano a'pellegrini da certi artefici chia- ni sul cap. 1 dell* Apologetico di Ter-
mali vendentes Feronìcas j sicché Ve- tulliano, dice ancor egli: Effìgies Chri'
roniche eratio
le medaglie col Vollo San- sti, quam Feronicae in Sudario dedisse
to. 3.° Negli antichi messali d'alcune dio- traditio est, etiam mine extat tanta in,
cesi d' Alemagna, e precisamente della venera tione, ut de illa dubitare post han
chiesa di Augusta, stampati nel555, vi 1 non modo miracula non permittant,sed
é la rubrica Missa de Fidia Sancto,
: nec aspectns ipse. Il come narra
quale,
seu Feronica. E Giacomo Gretsero, nel Gio. Gregorio, lib. 17, Del Pretorio di
suo trattato De iniaginibns non manii- Pilato, n. io: « Si vede in esso il capo
faclìs^ al cap. 7, dice: che in Germania tutto spinato, la fronte insanguinata, gon-
si usa di dipingere nella parte deretana fi gli occhi_, e di sangue ripieni, livida e
dell'altaremaggiore delle chiese l'imma» annerita la faccia, e nella guancia destra,
gine della Veronica, e che il popolo ha oltre le lividure, vi si scorge quasi stam-
la divozione d'accoslarvisi, far sopra di pata la ferrata mano di Malco, che in
essa segno della croce, e poi nella pro-
il casa di Anna lo percosse, e nell'altra più
pina fronte ; e che questa divozione è tan- macchie di sputi ; il naso schiacciato e in-
to frequente, ch'è necessario fare rinno- sanguinato, aperta la bocca e pur di san-
vare e rinfrescare le dette pitture, che gue ricolma, con gli denti smossi, barba
per essere da tante mani toccate perdono pelata e gran capelli svelli". In quanto
il colore e siconsumano. 4.*'Che la parola al segno della guanciata, Giovanni Lan-
/'ero/i/'c^, mutate alcune lettere dice P'e spergio, Hom. 19, De Passione, lasciò
ra /con. A queste riflessioni rispondeSar- scritto: Quod Cliristifacies in eodem im-
nelli. Tutti gli scrittori di Terra Santa, pressa Sudario digitorum vestigia im-
precisamente Adricomio,nella Descrizio- pressa relineat, et aspicientibus mon-
ne di Gerusalemme, n. 44? costantemen- strat, quod armata mann Chrislo Do-
te alFermano, che la casa della Veronica mino injlixere. Tuttociò premesso, il Sar-
era situata sopra la strada medesima, per nelli passa ad una ad una a rispondere
cui Cristo colla Croce sulle spalle passa- alle 4 «iflessioni. Quanto alla i.^, egli
va ; onde al trapassar che di là fece il Re- dice, non essere meraviglia, che s. Vero-
dentore tormentalo, uscita di casa, e vi- nica non sia registrala nel Martirologio
sta la di lui faccia da sputi e sangue de- romano, imperocché lo slesso Martirolo-
formata. prese un panno(si stima di bom- gio termina og«ji lezione con queste pa-
bagia) che sul capo portava, lo porse a role Et alibi alionun plurimorum San-
:

Gesù per rasciugare il sangue e il sudo- ctorum Martyrum, et Confessorum, ai-


re, che dal viso gli gocciava; il quale da que Sanctarum Firginum. Infatti nel
4B VER VER
Martirologio non si fa menzione tìi i. Ni- passò in Francia, e quivi felicemente a*

colò Pellegrino patrono di Trani, e il 4 febbraio terminò i suoi giorni nel ter-
cardinal Baronio ne tratta all'anno 1094, ritorio di Bordeaux, come attestano Pie-
n. 38, come di s. Veronica all'anno 34, tro S Uberto, De cultn Vineae Domini,
11. 1 38. Alla 2.^dichiara, poter essere av- s. Antonino e altri Bollandisli scrissero
: i

venuto, che dipingendosi il Volto Santo, r istoria di s. Veronica nel mese di 3Jar-
disleso e pendente dalle mani della Ve- zo. Quanto poi al nome, chiamasi la san-
ronica, questo nome siasi dato al Volto greco Berenice. \ latini, che voltano
ta in
Santo. Così appare nella statua colossale in /^consonante la B greca, la dicono
della Veronica, che sta in unode*4 ^''<^* Veronice e Veronica. 1 macedoni dico-
chi de'pilaslri della cupola di s. Pietro no Plieronice, quasi ferens vicloriam.
di Roma. Soggiunge alla 3.', che nel mes- Usarono anche Ialini fa Z^, in vece del
i

sale d' Augusta è questa orazione. DeuSf V consonante a tempo di Claudio impe-
qui nohis signatis lumineP^ultas fui mc' ratore, il quale per distinguere il ^con-
ìJioriale Uuun^ad instanliarìi Beafac Fe- sonante dall' U vocale, introdusse il di-

ronicae, Sudario impressam imagineni gamma eolico, ch'era una figura la qua'
tuam relinquere coluistij praesta, quae- le constava di due gamma greci posti l'u-
sumus, pers. Crucent, et gloriosani Pas- no «opra che formano il nostro
l'altro, F
sioìient tuam ita nunc per specuhim in maiuscolo, onde per dire servus siscrive-
aenìgmate venerari, et adorare, et ho' yaSerFus, e CiFis, per Civis. Plinio nel
norare te ipsum in terris, quatenus te lib. 7,e. 4', chiama Pherenice quella

in novissimo diefacie ad faciem venien- che Valerio Massimo nel lib. 8 nomina
lem super nos judicem saecuri^ et laeti Berenice: cui soli ex mulieribus, quod
videre niereamur^ qui cuni €tc. Matteo filia, ma ter et sor or essici Olympionica-
parigino, nella sua Storia^ dove comin- rum^ concessum est, ut Gymnicos ludos
cia a parlare d'Enrico HI re d'inghiltcp- pnsset spectare,foeminis omnibus inter-
ra, dice che Innocenzo HI componesse dictosi Quanto maggiore e piìi sublime
lina divota orazione, di cui fa menzione gloria riportò la nostra Berenice dall'ef-
Giacomo Filippo, del seguente tenore. figie delss. Volto, che il Signore impres-

UeuSy qui nohis signatis luniine Fultus se nel suo velo? Degli Olimpionici era
tui memoriale tuuni ad insiantiani D. premio una cotona d' ulivo. Di Berenice
P^eronicae imagiueni tuam Sudario im- fu somma gloria una fronte incoronata di
pressam relinquere voluisli^ praesla spine, onde nel!' inno del Volto Sanlo si
quaesumus per s. Crucem^ei Passioncin canta: Salve Sancta facies Nostri Re-
tuam, ut qui cani hodie in speculo^ el dcmptoris - In qua nilet species divini
aenigmaie veneramur in terris, deside- splcndoris - Impressa panniculo nivei
rabileni^ac veranifacieni laeti^acsaecu- candoris - Dalaque Veronicae signiirn
ri videre mereamur in Coelis. Qui vivis, ob amoris. Quindi il mede-.imo Sarnelli,
etregnas eie. Finalmente replicando alla l. g, leti. 8.*: Della donna Emorroissa,

4." obbiezione, dice che Veronica, Vera dice che si vuole fosse s. INIarla, sorella di

Icon, è anagramma, e su anagrammi gli s. Maria Maddalena, secondo s. Ambro-


non si fa fondamento isloriro. Quando gio. Però la comune opinione la ritiene
adunque s. Veronica venne a Roma, toc- di Cesarea di Filippi, città detta prima
cò r isola del Zanle, nella quale seminò Dan, poi Panca, indi Cesarea. Nell'istoria
la fede del Crocefisso; onde (jnegl'isola- mss. greca, tradotta in latino dal p. Coui-

ni da questa santa riconoscono i principii befis e impressa in Parigi nel 1664, si leg-
della religione cristiana, econ ispecialcul- ge: Che l'Emorroissa avesse nomeliereui-
lo uè conservano la memoria. Da Roma cc.IaUiilSaruelIiuclu.i2iephcaeag3Ìuu-
j

VER V E R 49
gei'iln qunotoal nomedìBerenice^chenoì in reg. fu, Bargi Eccl. xvn) gli ani-
diciamo Feronlca^ cli'è lo stesso, io molli bascialori di Tiberio, per aver da Pila
Iuo£*Iìi della Francia e Paesi Bassi è cou lo inteso, die Gesti Cristo faceva tanti
paiticolar cullo venerata e implorata in miracoli, per esser egli pure liberalo da
tulle le infeiinità di flusso di sangue; ben- una infermità; ma ritrovatolo già croce-
ché con nome corrotto in vece di Bereni- narrando loro giudei la favola
fisso, e i

ce o Veronìcay si dice in alcuni luoghi del corpo tolto da* suoi discepoli [Me-
Venisa e in altri Feniziaj ma dalle pit- thod. Episc.f inHist. tenip.)^ s. Veroni-

ture si ricava essere l'islessa. dipingendo- ca li disingannò, mostrando loro quella


si col s. Sudario a lato, eh' è particolare ss. Immagine, offrendosi di portarsi se-
contrassegno di questa santa, come nota coloro a Roma, perchè sarebbe alla di lei
ilBollandone' Commentari istorici àA- vista risanalo. Posto dunque in una cas~
la medesima. Vedi il p. Calvi, nel Propi- sa il sagro pegno, con essi navigando, la
nomio Evang.^Resol. 11*' L'eruditissimo
, santa se ne venne a Roma, e presenta-
Piazza, Emerologio di Roma, ove pub- tasi colla medesima all'imperatore, tosto
blicò l* opera nel lyiS, a' 4 febbraio ri- lo risanò; onde Tiberio volle fare ono-
porta per festa di tal giorno; S. P^eroni- rare tra gli altri Dei nel Larario, anco
ca matrona gerosolimitana (fio-
iio'oìle Gesù Cristo. Ma noi comportò il senato
rita nell'anno 38 di Cristo, sotto Tibe- romano, dicendo il Baronio, col prelesto,
rio imperatore), si crede sia la donna sa- eh* egli non voleva nelcultOy che ad un
nata da Cristo dal flusso di sangue, chia- solo Dio si deve {sic: forse deve mancare,
mata dal Baronie col nome proprio di dopo voleva, una parola, come un mor-
Berenice, essendo questo di Veronica tale, credendolo tale, o Cristo, Pare che
tolto nuncupativo dal Volto Santo; la lo sdegno del senato derivasse dall'aver
quale mentre Gesù uscito dalla casa di Pilato mandato la relazione della passio-
Pilato s'incamminava tutto insanguina- ne e risurrezione di Cristo, a Tiberio, e
to per le asprissirae battiture e crudeli non ad esso senato, com'era costume ; seb-
trafitture della corona di spine, verso il bene è certo, che ne' grandi avvenimenti
Calvario, dopo /\5o passi (come osserva- i presidi delle provincia scrivevano diret-
no Andrea cristiatjo, Metafraste e il Su- tamente all'imperatore). Morì in Roma
rio indetto giorno) avvicinandosi ad una la santa donni, e rimase il sagro tesoro

casa, che faceva cantone ( altri dissero in mano di s. Clemente I successore di


dalla sua casa, ch'era sulla strada del Cal- s. Pietro (cioè nell'anno 98 qiial 4'" Pa-
vario), scoprendolo da lontano, venne per pa), indi de'Sommi Pontefici. E sebbene,
compassione ad incontrarlo, e trattosi il continua il nulla abbia-
Piazza, di essa
velo dal capo glielo presentò, acciò si ra- mo, nondimeno che morendo
si tiene,
sciugasse il viso lutto bagnato di sudore e in Pioma, fosse qui seppellita, e nel Bre-
di sangue, ed Egli benignamente ricevuto- viario Ambrosiano se ne fa menzione.
lo, glielo rese poi con ricompensa cortese Così Pietro Galesino annoverandola nel
dell'impressa figura del sagro suo Volto suo Martirologio con queste parole: Ro-
{^Brev.Amhr.: Petr. iaCatal.), ma con un mae s.J^eronicae, qnae Vullum Do-
sembiante così nalurale,che vi si vede per- mini ad cani Urbem Hierosolyma at-
sino il segno delle dita di colui, che em- tulit. Il Signorile col Panciroli voglio-
piamente gli avea datala guanciata. Lie- no che suo corpo sia sepolto nella ba-
il

ta di COSI prezioso tesoro, l'illustre ma- silica Vaticana, dove con tanta celebri-
trona lo custodì con afFetluosissima gelo- tà e culto si venera il Volto Santo, det-
sia nella sua casa, finche recatisi in Ge- to perciò Sudario di Feronica, ben-
il

rusalemme da lloma (Octav. Panar. ché altri chiamano lo stesso Sudario Fé-
VOL xcv.
So VER VER
ronicdy degno della venerazione di lut- cizio dell'orazione, in cui trovava le sue

to il mondo ; benemerita perciò somma- più care delizie. I lumi interni', che la

mente di Koma fu s. Veronica, alla qua- grazia comunicava, la posero in istatu


le

le recò COSI inestimabile tesoro. Del sud- di meditare incessantemente misteri e i

detto racconto, disse Pietro Diacono (pa- le principali verità di nostra santa reli-
re il fiorilo nel 5i5): Sudarium cum gione.Quantoera assidua agli esercizi di

quo Chrisius facìem siiam extersit^ pietà, altrettanto era allenta ai doveri
quod ab aliis Feronica dìcitur tempo- del suo slato; si metteva al lavoro con
re Tiherii Cesaris romanis delaium est, una lena mai stanca, e obbediva a'suoi
eie. 11 Cancellieri, De Secrelariis vele- genitori e a' suoi padroni financo nelle
ris Basilicae Faticanae, in più luoghi più piccole cose. Di mezzo alle occupazio-
ragiona della Veronica. 54B e 549*. A p. ni esteriori, la sua conversazione era sem-
Veronica niim appellaretiir Haemor- pre in cielo. Se si trovava al campo, riti-

rlioissa? Plerique erìgendam curavit^ ravasi a lavorare in disparte, per soffe-


qitanique nonmilli Agalham, aiUMav- rirvi meno distrazioni e intertenersi più
tham, ala Veronicara, Venicam seu Ve- liberamente con Dio. Questo amore della
nisam, non nemo edam Bevenìceca. aiU solitudine nulla però avea di tetro , uè
Beronicem nunciipatani fuìsse diéunt. di austero, e tosto che raggiungeva le sue
In supplemento graeci Synaxarii apud compagne, un'amabile serenità spande-
Sirmonduni die xii julii occurrit, Mc' vasi sopra il suo volto. Frattanto Vero-
moria s, Veronicae profluvio sanguinis nica sentiva un vivo desiderio per la vi-
laborantisy quae a Christo sanata est. ta religiosa; e persuasa che Dio chiama-
A p. 855: Veronica in sacristia maJo- vaia a questo stalo, prese la risoluzione
ri adservaia^ tabula chrystalloy et ar- di entrare nelle agostiniane di s. Marta di
gento elaborata^ ubi custodilur, et a Milano, in cui tenevasi una regola mollo
quibus donata? k. p. 1792 : An sit no- austera. Per la povertà del suo sialo non
men mulieriSf an polius Vultus San- avea potuto imparare nemmeno a leg-
cii? A p. 1273, 1470: Sine pennicillo gere, ma non si scoraggiò punto per
depìcta^ in altare s. Jnnae, et in con- questo; e siccome tutto il giorno era oc-
clave clericorum beneflciariorum. A p. cupala nel lavoro, impiegava la notte a
1268: Veronica^ et Martyrìbus Peri- leggere e scrivere. Si può immaginare le
stromatist seu Culcitra, oslensio, festa ch'ebbe a superare per venirne
diilicollà

die Ascensìonis. Nella Rivista archeo- a capo senza l'aiuto di alcun maestro.
logica di Parigi, nel fascicolo d'ottobre Ricevuta Veronica, dopo una prova di
i85o, si legge una lettera di Maury a tre anni, nel monastero di s. Marta, vi
Raoul-Rochetle, sulla etimologia del no- si distinse ben tosto col suo fervore iu

me Feronica, dato a quella donna che tutti i punti della regola, e colla più per-
porla il Volto Santo, e sull' origine di fetta ubbidienza alle sue superiore. Id-
tale culto. dio permise che fosse messa alla prova
VEROINICA (s.) di Gerusalemme. F. con una malaltia di languore, che durò
Veronica. tre anni, senza eh' ella rallentasse per
VERONICA (s.). Nacque in un vii- questo r osservanza delle austerità delia
laggiù poco discosto da Milano,da geni- regola. Non trovava maggior diletto del
tori dibassa condizione, che sostenevano render servigio alle altre ed eserciiaie i

la loro famiglia col solo lavoro delle ma- più dimessi ullìzi. Per tutto suo nudri-
ni , ma probi e timorati di Dio. Gli e* mento non voleva che pane ed acqua.
sempli domestici scolpironle in cuore l'a- Sempre raccolta in silenzio, il suo cuore
rnor delia virtù, che accrebbe coli' eser- era di coutiuuo unit^^ cou Dio per ixìti-
VER VER 5i
zo dell'orazione, e la sua compunzione ta lasua vita. Orsola provò un profon-
era va, che non rifiniva mai di pian-
sì vi do dolore per la perdila dell'amata ge-
gere. Questo dono delle lagrime, questo nitrice e non se ne consolò che per
,

spirito di orazione era da lei sostenuto mezzo de'sentimenti di religione, ch'era-


con frequenti meditazioni sulle proprie no già in lei assai vivi. La carità verso i
miserie, sull'amor di Dio, sulla passione poveri , il desiderio di patire per Gesù
del Salvatore e sopra le inellabili delizie Cristo, lo spirito di mortificazione furo-
del paradiso. Ad onta di una vita sì pura no virtù della sua fanciullezza. Avendo
i e sì innocente, ella si risguardava come suo padre ottenuta la carica di soprin-
carica di colpe, e ne parlava con senti- tendente delle finanze a Piacenza, ivi si

menti di dolore : i suoi discorsi avevano Or-


trasferì colla famiglia. In questa città
una tale unzione, che commovevano i sola in età di io anni fu ammessa perla
cuori più duri. Dopo aver predelta la prima volta alla s. Comunione, il giorno
sua morte, volò a ricevere in cielo il pre- della Purificazione , cui si apparecchiò
mio delle sue virtù correndo l'anno1497. con sommo fervore, e il suo cuore restò
Tosto la sua santità fu comprovata da acceso del fuoco dell'amor divino, che le

molli miracoli ; e Papa Leone X,dopo le inspirò sempre più il gusto dell' orazio-
Decessane informazioni, con bolla del ne ; laonde prese la ferma risoluzione di
i5i7 permise alle religiose di s. Marta consagrarsi intieramente a Dio nello sta-
di onorare Veronica col titolo di beata. to religioso. Suo padre, che assai l'ama-

Il suo nome fu poi posto fra santi, sot- i va, avea su di lei delle intenzioni diffe-
to il giorno i3 di gennaio, nel martiro- renti, e voleva farle contrarre un orre-
logio romano pubblicato da Benedetto vole matrimonio, giacche per la sua av-
XIV nel 1749J mala sua festa è segna- venenza era ricercata da parecchi nobili.
la a*28 dello stesso mese nel martirolo- Ella però tenne fermo nel suo proposito,
gio degli agostiniani, che fu approvato e invano si procurò di far nascere in lei
dal medesimo Papa. l'amore de'piaceri mondani. Rimandata
VERONICA Giuliani, vergine.
(s.) dal padre a Mercatello , in casa di un
JVacque a Mercalello, città dell'antico du- suo zio, diede novelle prove di sua voca-
calo d'Urbino, a' 27 dicembre 1660, da zione, sostenendo nuovi combattimenti
Francesco Giuliani e Benedetta Manci- per rimanervi fedele. Finalmente, supe-
ni, ambedue di onorevoli ed agiate fami- ottenne la permis-
rali moltissimi ostacoli,

glie; le fu imposto nel battesimo il nome sione di entrare nella religionedelle cap-
di Orsola, e fu l'ultima di 7 figlie. I suoi puccine di s. Chiaradi Città diCastello,dO'
pii genitori posero somma cura ad alle- ve vestì l'abito il 28 ottobre 1677, assu-
varla, scorgendo in essa gì' indizi di sua mendo il nome di Veronica, il suo novizia-
futura santità. Era però assai giovane to penoso per gli sforzi che fece il demo-
fi.i

quando perdette sua madre, la quale pri- nio, afline di farla cadere d'animo e gettar-
ma di morire chiamò u se le 5 figlie che la nella disperazione; ma attingendo for-

lerimanevano, poiché ne avea perduto za e consolazione dalla meditazione della


due; e dato loro salutari consigli, le pose passione di Gesù Cristo, vinse il nemico,
sotto il patrocinio delle 5 piaghe del no- e con ammirabile fervore fece la profes-
stro Redenlore,assegnandone una a cia- sione solenne il i.° novembre 1678, in
scuna. La piaga del sagro Costato fu quel- eia di 17 anni. In ricompensa del suo
la ch'ella scelse ad Orsola ; e questa pia- generoso sagrifizio, Iddio si comunicò a
ga divenne 1' oggetto particolare di sua quest'anima pura in maniera affatto spe-

divozione e fu come la sorgente delle ciale, e la ricolmò de' più preziosi favori.
grazie che in largacopia ricevette in tut- Nelle occupazioni de'di versi uffìzi della
,

52 VER VER
comunità , ne* quali fu successivamente acqua, che continuò per tre anni. Io que-
impiegala, come di cuoca, di dispensieia, sto tempo ricevette una ferita che Gesù
d'infermiera, e in mezzo alle brighe della Cristo le fece nel cuore. Il venerdì santo
sua carica di maestra delle novizie o di ba- del 1697, mentre era tutta immersa nel-

dessa, era cosi raccolta,come se non avesse la meditazione de' patimenti del Salva-
avuto da pensare che all'anima propria. tore, egli le apparve crocefisso , e dalle
Sempre intesa a ben occupare il posto che sue piaghe uscirono cinque raggi infiam-
erale affidato, si riguardava come la ser- mati, che le fecero altrettante ferite ai

va di tutte. Elia studiavasi di sopportar piedi, alle mani , al costalo. Ella senlì
con pazienza difetti delle sorelle, e ap-
i allora un acuto dolore e tormento, come
prezzando le tribolazioni e i patimenti se fosse appesa alla croce. Manifestato
protestava ch'essi erano la sua gioia ed questo straordinario favore al suo con-
il suo piacere. Fin dalla sua prima gio- fessore, questi ne informò il vescovo
vanezza avea avuto delle prove certe del- di Città di Castello. Il prelato credette
l'amore che le portava il Signore ; e in didover consultare su questo fatto il tri-
età di 33 anni vieppiù conobbe eh' egli bunale del s. Officio di Roma, il quale
voleva innalzarla ad un alto grado di per- gl'ingiunse dinon farne parola ma nello ;

fezione, facendola partecipare de' pati- stessoanno essendosi rinnovato il mira-


menti di Gesù Crislo.Neli693 ebbe più colo più volte, ed essendo le stimmate
volte la misteriosa visione di un calice vedute da tutte le religiose della casa, il
ripieno d'un liquore, la cui vista cagio- vescovo volle accertarsene da se slesso ,
uavale gran ripugnanza, e che tuttavia e accompagnato da quattro rispettabili
avea un ardente desiderio di bere. Senti religiosi scelli per testimoni , chiamò
allo stesso tempo i dolori dell'incorona- Veronica alla grata delia chiesa e la e-
zione di spine, e subilo si videro sulla sua saminò accuratamente. Egli fu piena-
testa le tracce di una somigliante coro- mente convinto della verità delle piaghe,
na, come se realmente le fosse stata po- le quali ora erano sanguinose ora co-» ,

sta. 1 medici che furono chiamati accreb- perle d'una leggera crosta. La piaga del
bero ancora i suoi patimenti co' rimedi 4^
costato, posta a sinistra, era lunga da
violenti di cui si servirono per guarirla. 5 dita, trasversale, larga mezzo dito, e
Le applicarono un bolone da cauterio sembrava fatta con una lancia: non era
alla lesta, e le forarono il collo con un mai chiusa, e pannilini che vi si appli-
i

grosso ago arroventato, per farle un se- cavano ne venivano insanguinati. Tulle
Ione. Questi ed altri mezzi però non pro- le precauzioni che l' utnana prudenza
dussero alcun effetto, laonde i medici la può suggerire, furono usale dal vesco-
abbandonarono dichiarando che non sa- vo di Città di Castello ,
per assicurarsi
pevano a qual motivo attribuire il ma- della realtà di questi prodigi ,
giusta le

le ch'ella soffriva. Frattanto la di lei istruzioni del tribunale del s. Ollicio.Nel


unione con Gesù Cristo cresceva sem- timore ch'ella fosse sedotta dallo spiri-
pre più, e colla sua mirabile pazienza uel to delle tenebre, o che fosse ipocrita, si
soffrire le pene che provava, dimostrava pose a prova la sua pazienza, la sua umil-

lo smisurato desiderio che aveva di fare tà, la sua obbedienza, mezzo sicuro per
in tutto la divina volontà. Non si dee conoscere se fosse guidata dallo Spirito
quindi stupire che il Signore 1' abbia fa- di Dio. Le fu tolta la carica di maestra
vorita di doni ch'egli non accorda che ai delle novizie, fu privala di ogni voce at-
più perfetti de'suoi servi. Coli' assenso tiva e passiva nella casa, tiallata nspra-
de' suoi superiori ella avea incominciato mente,e perfino chiamala maliarda e sco-
nel 1695 un rigoroso digiuno in p^me ed municata; lesi proibì dì scrivere alcuna
,

VER VER 53
lettera, fuorché alle sue sorelle, religiose come lo aveva ella disegnato nel carto-
a Merca Ielle, di mostrarsi al parlatorio, ne, e portante ancora i segni delle feri-
di ascoltare la messa e T ufficio, trattone te.Le compagne di Veronica erano da
i giorni d' obbligo , e di accostarsi alla mollo tempo edificate delle sue virtù.
sagra mensa. Divisa dalle compagne, iXel marzo 17 16 fu eletta badessa trien-
sommessa alla vigilanza d'una sorella nale, e durò in tale officio fino alla sua
conversa, fu per ordine della badessa rin- morte. Ripiena dello spirito di Dio, fece
chiusa in una cella della infermeria. Il in tutto il tempo del suo governo regna-
vescovo cercò di far guarire le sue pia- re nel monastero esatta osservanza e per-
ghe, che venivano medicate ogni giorno, fetta concordia. Ad umili maniere ella
e per timore di qualche soperchieria per aggiungeva sentimenti di amore ed una
parte di lei, metlevausele dei guanti, che premura per le sue compagne che guada-
sichiudevano e suggellavano col sigillo gnavano loro cuori, sì che nelle loro pe-
i

vescovile. Veronica fu mollo afflitta per ne ricorrevano a lei come a tenera ma-
la privazione della comunione e deN dre, e vi trovavano le consolazioni di cui
l'assistenza ai divini uffizi : del resto con- avevano bisogno. Indotta dal suo zelo a
servò la pace dell' anima. Lo stesso ve- pigliarsi la cura del temporale della sua
scovo, il quale l'aveva sì severamente casa, fabbricò un gran dormitorio, edificò
trattata, rese testimonianza delle sue vir- una cappella interna, e procurò al mona-
tù in una lettera che scrisse al s. Officio stero altri vantaggi considerabili. Questa
a'26 settembre 1697. Il celebre missio- donna ammirabile, perfetto modello alle
nario p. Crivelli, gesuita, venuto a Città sue religiose, inoebbriata dell'amore di-
di Castello, fu dato dal vescovo per con- vino, cui consagrò la sua vita, sospirava
fessore a Veronica. Egli pure ne provò il momento che doveva essere il fine del
le virtù, usando le maniere più rozze suo esilio e il principio della sua eterna
verso di lei, e umiliandola nel modo più felicità. 11 Signore , che 1' avea favorita
sensibile; ma dopo essersi adoperato con del dono di profezia e di quello de* mi-
ogni ingegno per ben conoscere la di lei racoli , le fece conoscere il tempo della
condotta, restò pienamente convinto che sua morte, cui ella annunziò alle sue so-
la virtù di Veronica era cosi pura come 6 giugno 1727, dopo essersi co-
relle. 11

erano straordinari i favori spirituali che municata, fu colpita d' apoplesia. Nel
ella riceveva da Dio. Non si può passare tempo della sua malattia diede prove
sotto silenzio un fatto non meno sorpren* esemplari di ubbidienza e di umiltà.
dente degli altri. Veronica solfiiva de'do- Poiché ebbe ricevuto il s. Viatico con
lori che ricordavano tutti tormenti del- i grandissima consolazione, fece chiamar
la passione del Salvatore. La croce e gli le sue figlie, diede loro i più saggi con-
strumenti della santa passione furono sigli e le benedisse. Finalmente a' 9 del
impressi nel suo cuore sensibilmente. El- susseguente luglio la sua bell'anima volò
la stessa ne fece la descrizione al suo con- in seno allo Sposo divino. Ella avea 67 an-
consegnò un cartone in for-
fessore, e gli ni, e ne avea passato 5o in religione, ed 1 1
ma di cuore, sul quale avea disegnato la di badessato.Per la riputazione di sua san-
situazione di ciascuno strumento , non tità fu data mano nell'anno slesso al pro-
che della croce. Dopo mortela di lei cesso di sua canonizzazione, il quale fu poi
fatta la sezione del suo corpo, ed aper- continuato in quasi tutto il secolo scorso.
tone il cuore, alla presenza del vescovo, Parecchi miracoli furono autenticamen-
del governatore della città, di professori te provali ; Pio VI nel 1796 pubblicò il

di medicina e di chirurgia, e di sette al- decreto, che dichiarava l'eroismo di sue


tri testiinooi degni di fede , fu trovalo virtù; e Pio VII nel 1802 quello che
54 VER VER
provava i suoi tniracoii.QuesloPonleflce eia stessa del luogo, ma nulla erasi potu-
poi [' S giugno i8o4 la dichiarò beata, to giammai concludere. Però il prelato
eoo un decreto che conferma le partico- fornito di straordinario coraggio, decise
larità narrate di sopra Leone XII ap-; sul momento la differenza: inìperocchè di
provò due miracoli per la sua canonizza- forza fatte demolire le cataratte, che non
zione 3 dipoi fu solennemente canonizzata furono poi mai ristabilite, die'fine agl'un-
da Gregorio XVI a'26 maggio 1839. La raensi danni che reca vano le acque. Un'al-
sua festa fu assegnata al giorno 9 di luglio. tra non meno gelosa e malagevole incom-
11 sagro suo corpo si veneia nella chie- benzagli fu attribuita, per la grave ver-
sa di s. Chiara di Città di Castello (F.). tenza insorta tra Paolo V e l'imperatore
Nella sua casa di Mercatello fu piantato Ferdinando 11, per l'arresto del cardinal
un monastero di cappuccine. Abbiamo: Klessclio (V.)y per cui fu spedito a Vien-
Vita della B. Veronica Giuliani bades- na il prelato. Tornalo a Roma senza a-
sa delle cappuccine in s. Chiara di Cit- ver potuto nulla concludere, nel i62£
tà di Castello, scritta dal sacerdote F. Gregorio XV lo rinviò in Germania, e
M. iSVz/t^tì!for/,Roma 1 8o3. Fu riprodotta gli riuscì di condurre il cardinale in Ro-

con questo titolo: Vita di s. Veronica ma, dopo aver dimostrato insuperabile
Giuliani ec, Roma 1889. fermezza e deciso di lanciar la scomuni-
VEROSPI Fabrizio, Cardinale. Pa- ca, venendo poi il cardinale dichiarato in-
trizio romano, die'opera allo studio delle nocente. Gregorio XV prevenuto dalla
leggi nell'università di Bologna, dove ot- morte non potè premiare il prelato, e vi
tenne la laurea di dottore, acquistata da supplì il successore Urbano Vili, che do-
lui col merito d'avere per 3 giorni con- po avergli in rimunerazione de' servigi
tinui sostenuto in essa, sotto gli auspicii resi valorosamente alla s. Sede, alHdato
del cardinal Pietro Aldobrandini , con il governo dell'Umbria e di Perugia, a*

gran presenza di spirito, le conclusioni le- 19 gennaio 1626 lo creò cardinale pre-
gali. Assunto alla prelatura romana, a- te ed assente lo pubblicò a' 3o agosto
,

vendo presieduto con lode al governo del- i627,conrerendogli poi per titolo la chie-
la città di Fermo, fu fatto uditore delle sa di S.Lorenzo Paneperna.Inoltre lo fece
contraddette e poi venne ascritto nel no- prefetto della congregazione del concilio,
vero de'chierici di camera. A fine però di lo ascrisse a quelle del s.OIlìzio, di consul-
non gravare soverchiamente la propria ta e altre. Finalmente dopo tante illustri

casa in sostenere il dispendio, che esige- e gloriose azioni passò all'immortal vita
va il prezzo esorbitante di detto chieri- in Roma nel 1689, di &^ anni non com-
cato, allora venale, ne fece volontaria di- piti. Fu sepolto nella chiesa della ss. Tri-
missione, ed in vece fu annoverato tra gli nità al Monte Pincio, nella tomba de'suoi
uditori di Rota. Paolo V conosciutolo per maggiori, ma senz* alcuna funebre me-
uomo di spirito vivo e intraprendente, moria.
l'incaricò di comporre lecontroversiedel- VEROSPI Girolamo, Cardinale. Ni-
ie Chiane che recavano danni gravissimi potedel precedente,nacque nobilmente in
allo stato pontificio, a motivo delle gran- Roma da Ferdinando de'baroni del suo
di cataratte fattevi costruire da Ferdi- nome e da Giulia de'Massimi, ed educa-
nando granduca di Toscana, le quali io to nel seminario romano sotto la direzio-
tempo d'inverno inondavano le campa- ne de'gesuiti fece progressi negli studi, e
gne romane,e nell'estate seccavano il let- si hannodilui stampali: Oralio ad Pan.

to del Tevere. Fransi indarno adopera- luf/i V de Ascensione Domini, recitata


li e interposti altri personaggi per dar nella basilica Lateranese in tale solenni-
,

finca quella spinosa controversia sulla fac- tà, ed un Carmen a lode di s. Luigi Gon-
1

VE R VER 55r

/aga. Dedicatosi poscia alla giuiispru- situo, ed in quella di s. Nicolò dì tal città;

denza, e nascilo con credilo nel!' avvo* promosse la fondazione del monastero
cazione delle cause, fu preposto come lo delle monache cistcrciensi di Monte Fa-
zio a giudicarle tra gli uditori di Rota. no; ricevè onoratamente Gio. Casimiro
Mortoli cardinal Fabrizio, Urbano Vili, poi re di Polonia; e sovvenuti a larga ma-
che mollo amava la famiglia Verospi, a' no i poveri, lasciò la vita in Osimouni«
10016 dicembre 1641 sostituì al de- versalmenle compianto, ne'priiicipii del
funto il nipote nella dignità cardinalizia, 1 652, di 53 anni, e rimase sepolto nella

dichiarandolo dell'ordine de' preti e coi cattedrale; e poi nel i ^^^ o nel 1 667 tra-
litolodi Agnese al foro Agonale, quan-
s. sferito in Roma fu deposto nella chiesa
tunque nel suo tribunale dellaPiota vi fos- della ss. Trinità al Monte Pincio, nella
sero parecchi prelati che lo avanzavano tomba gentilizia de'suoi antenatijSeuz'al-
in anzianità dell'uditorato e nell'età, ma cuna particolare memoria.
non però nella dottrina, nel merito e nel VERRÀ VERIO, Cardinale. Alessan-
valore. iMg/ Compagnoni nelle sue bel- dro 1 1 nel I 1
79 o nel 1 1 80 lo creò car-
le Memorie de'vescovi d' O situo ^ di luì dinale prete di s. Clemente, e sottoscris-
predecessori, nel t. 4» p. 261, copiose e in- se alle bolle spedite dal Papa ad Alfon-
teressanti notizie riferisce sul cardinale,ed so I re di Portogallo, che si conservano
in prima narra l'aneddoto tra lui e ilPapa. nell'archivio di Lisbona. Sembra che po-
Dopo l'elevazione alla porpora, il cardina- co sia vissuto, e morisse nel pontificato
le presentandosi riconoscente a Urbano del suo promotore.
Vili, questi di repente si accigliò, mo- VERSAILLES o VERSAGLIES
strandogli cattiva cera. Accortosi di que- (Fersalien). Città con residenza vesco-
sto il cardinale, ne restò assai turbato e vile e considerabile dell'Isola di Francia,
confuso, non sapendo immaginare la ca- capoluogo del dipartimento di Senna e
gione di sì Papa con-
grave contegno. Il Oise, di circondario e di 3 cantoni, a 4
tinuando a mostrarsi cruccioso, proruppe leghe e 3 quarti da Parigi. E pur sede
in lagnanze perchè non avea mostrato fi- della corte d'assise, di tribunali di i
.^ i-

ducia nell'animo suo, col non chiedergli stanza e di commercio, e di altre magi-
la surrogazione del nipote Leone Verospi strature, situata in amena e deliziosa pia-
nell'uditorato di Rota, che poi inconta- nura. Tre bei viali piantati d'alberi tra-

nentegli conferì. Quindi Urbano Vili versano questa città: il maggioreè quel-
sempre più benefico col cardinale, lo a- lo di Parigi, situato in mezzo; gli altri so^

scrisse alle congregazioni del s. offizio,del no lo stradone di s. Cloud, situato al nord


concilio e altre, e nel1642 lo promosse e fuor della porla continuato dallo stia-
al vescovato d'Osimo.dove per mezzo di dona di Picardia, e quello di Sceaux, che
frequenti visite e del sinodo diocesano ce- termina in v.\v\f\ bella piscina rotonda.
lebrato nel i65r, estirpati gli abusi, ri- Tutti e 3 mettono capo alla gran piaz-
formato il clero, fatti doni alla cattedra- za d'Armi, che spiegasi davanti ed all'est
leed alle monache di s. Nicolò e di s. Ben- del castello; la parte della città che tro-
venuto d'Osimo, non che a' canonici di vasi immediatamente al sud di questa
Cingoli del corpo di s. Candido martire,'si piazza chiamasiVecchio- Versailles; quel-
rese benemerito pastore. Inoltre altri be- la che la tocca al nord vien delta la Cit-
nefizi compartì alla cattedrale d'Osimo e tà-Nuova: la i.^ non è più vecchia del-
vi fondò alcune prebende, introducendovi l'altra, ad onta della denominazione che
la pia divozionedella novena del s. Natale. le proviene dall' occupare che fa il silo

Gettò la I .' pietra nella chiesa <lella s. Im- dell' antico castello di Versailles. Vi so-
macolata Coocezione de'cappucciui d'O- no a Versailles due quartieri, quello di
56 VER VER
«. Luigi al sud, e quello di Nostra Donna la macchia diMarly, posta a 1 leghe *\3i
al uord ; il viale di Parigi li divide. La colà, in riva alla Senna, e dall'acquedot-
città è grande e poco popolala, cluariim to di Bue. Il grande e il piccolo Mon-
leucarum ambì la duo fere millìa
circiler treuil, quelloal nord e questo al sud del
domorum conlinet. Dice V ultima pro- viale di Parigi, sono sobborghi di Ver-
posizione concistoriale p/tìf/20 in loco^opii- sailles. 11 magnifico Castello fatto edifi-
moglie sub din aedificaia ultra trig iu- care da Luigi XIV, e nel quale G. Har-
ta contine t incolaruni millia ^ qui fere douin Mansard e Carlo Lebrun spiega-
omnes catholicani relìgionem profiten- rono i loro mirabili talenti, sorge sopra
tur. in altre leggendo, nonnullis exceptis un'eminenza, né ha che poca apparenza
liehraeis ac protestanlibus. Il suo aspet- dalla parte della piazza d'Armi, da cui
to riesce inoponente, ma triste e mono- è separato mediante una vasta corte, di-
tono. Le vie tutte tirale a filo, larghe, visa in corti d'Onore, de' Ministri e di
fiancheggiale da case eleganti; il quar- Marmo presenta da questo lato l'anti-
;

tiere di JXostra Donna la vince sull'altra ca facciata del piccolo Castello in mat-
parte per la bellezza delle sue costruzio- toni che fece costruire Luigi XIV, ed il
ni e per la regolarità delia pianta. La li- quale contrasta con ale più moderne, ma
bera circolazione di un'aria viva e pura olFre all'ovest, sul terrazzo del giardino,
fa siche il fango non soggiorni mai nelle una facciata imponente della tratta di
vie; le più belle fra esse sono, nel quar- 3oo pertiche. Ammiransi in questo ca-
tiere di Nostra Donna, le vie Hoche, del- stello la gran galleria, la sontuosa cap-
la Tromba, delle Piscine, e nel quartie- pella così elegante e tanto ricca, la sala
re di s. Luigi, la via delTArauciera, quel- dell' opera teatrale, buon numero di pit-

la della Soprintendenza, la via Regia e ture ossia una ragguardevole collezione


la via Salory ; quest' ultima prolungasi di quadri. Apprendo dal Diario di Roma,
fino negli ameni boschi diSatoryche do- de' 28 novembre 1846, che il re Luigi
minano Versailles al sud. La piazza più Filippo ordinò di collocarsi nella sala del-
vagamente fabbricata è nella Città-Nuo- la grande galleria, destinata a* ritratti
va, la piazza Hoche (un tempo Delfina), de* sovrani attualmente regnanti, quello
ornata della statua in piedi del general di Papa Pio IX. 11 parco che accompa-
Hoche, e che forma un ottagono dal gna il Castello dividesi in grande e pic-
quale partono 4 ampie vie ; la piazza s. colo : ili.°distendesi tre o quattro leghe
Luigi giace nel quartiere di tal nome. Vi per versi ; il piccolo nel quale Le
tutti
i

hanno due grandi mercati quadrati ; e Nótre disegnò superbi giardini, per l'ab-
sono il Nuovo, e quello di Nostra Don- bellimento de' quali Luigi XIV vi spese

na ; il i.° al sud, e il 2." al nord. Tre bei 200 milioni di franchi, giace all'ovest del
passeggi detti baloardi tagliano la parte Castello, ed è ornato di viali e boschet-
uord della città. Versailles manca di ac- ti deliziosi, di colonnati e balaustrate, di
qua corrente numerose fontane recano
: una moltitudine di statue e vasi, di una
agli abitanti quella che ad esse porgono aranciera magnifica d' ogni specie d' a-
il castello d'acqua, le piscine della stra- grumi, di bacini guerniti di marmo, ed
da di questo nome, presso al Castello, abbelliti da getti d'acqua mirabilmente
quelle del monticello di Mout-bauron, svariati e da gruppi di bronzo ec. ; iti
tra gli stradoni di Parigi e s. Cioud, quel- seguito ed all'ovest del piccolo parco e-
le del monticello di Picardia, presso il slendesi a perdita di vista il Grande Ca-
viale omonimo, e le piscine Gobert, in nale, formante una croce Ialina per mez«
capo allo stradone di Sceaux. Tutte que- zo di due braccia ; ed è l'acquedotto di
ste piscine ritraggono le loro acque dal- Marly che somministra tutte queste ac-
VER VER 57
que. I dintorni sono pure deliziosi e ne donnB,erelta eziandio da Mansard; quel-
formano la continuazione. Il Castello del la di s. Sinforiano è la chiesa del Gran-
Grande Trianon, presso l'estremità del de Montreuil. Vi è una casa di religiosi,
braccio settentrionale del Canale, è tutto 3 monasteri di monache,due case de' fra-
rivestito di marmo ; fu edificato da Lui- telli delle scuole cristiane con iscuole, ed

gi XIV, e vi abitò Napoleone I; i suoi hanno in cura pure l'orfanotrofio; 3 eoa-


giardini sono magnifici, e come quelli fralernite, il monte di pietà, due speda-

del Castello di Versaglies piantali alla li e militare, un bel collegio regio


civile
francese. 11 Castello del Piccolo Trianon, con rimarcabile cappella, la sala pegli
che fu fabbricato da Luigi XV, ed ab- spettacoli, la biblioteca pubblica, la scuo-
bellito da Maria Antonietta, sta presso la normale d'istitutori primarii, la so-
ed al nord-est del Grande; suoi giar- i cietà delle scienze, lettere ed arti, la so-
dini sono in gran parte all' inglese. Il cietà di storia naturale di Senna ed Oi-
Castello di Versailles e quelli di Tria- se,la società d'assicurazione contro gl'in-
non, guastali Conseguenza della rivo-
in cendii, ed altri slabilimenti.il magnifico
luzione, di cui colla città furono deplo- museo istoricoilluslrativodi tutta laFrau-
rabile teatro, sono stati restaurali di- i837dal re Luigi Filip-
ciajfu istituito nel
poi, ma soli i Trianon sono rimobigliati po, dalla qual epoca Versailles è quasi
interamente. AI sud-ovest del Castello quotidianamente visitata da una folla di
estendesi dal nord al sud la bella pe- forestieri amatori di tali monumenti. L'i-
schiera detta degli svizzeri della guardia stituto agronomico, o società regia d'a-
di Luigi XIV. A lato ed all'est di que- gricoltura e delle arti, fu soppresso nel
sta è il giardino od orto e bruolo del I 802 da Luigi Bonaparte presidente del-
Castello di 3o ingerì. Versaglies ha bel- la repubblica francese, ora Napoleone IH
le chiese. La cattedrale, eretta dall' ar- imperatore. Presso e al sud-est del Ca-
chitetto Mansard, di moderna strutta* un enorme fabbricato, chia-
stello vedesi
ra, è sagra a Dio, sotto il titolo di s. Lui- mato Gran Comune, che serviva alla
gi IX re di Francia, ampia, ornata e manifattura d'armi stabilita durante la
nobile edifìcio. Fra le ss. Reliquie, è in rivoluzione, e che prima dipendendo dal-
gran venerazione un braccio di s. An- la corte, conteneva 1,000 stanze da let-
drea apostolo. Vi è il s. fonte e la cura to. notano come belli fabbricati le
Si
d'anime, amministrata dal parroco e da grandi e le piccole scuderie, che sono il
4 vicari (in altre proposizioni concisto- principale ornamento della piazza d' Ar-
riali trovo il curato chiamato canonico mi, la prefettura, la podesteria, il tribu-
e anco arciprete). 11 capitolo si compo- nale; gli antichi palazzi della Cancelle-
ne di 8 canonici titolari (altre proposi- ria, della Guerra, della Soprintendenza,
zioni concistoriali dicono i o), comprese le della Marineria, e l'antico albergo delle
prebende del teologo e del penitenziere, guardie del corpo. Evvi un bello stabi-
non essendovi dignità, e di 2 3 canonici o- limento di bagni, e numerosi corpi di ca-

norari, contribuendo alla divina ulììzia- serme per la fanteria e la cavalleria, li-
tura altri preti e chierici, ì piieri de cho- no de'due cimiteri, quello di Nostra Don-
rOf e nelle feste gli alunni del gran se- na, offre una divisione pegli ebrei. Di po-
minario (nel 1827 erano 240 circa), ol- ca industria, questa città non possedè che
tre il quale vi è pure il piccolo semina- alcuni filatoi di cotone, rinomata fab-
rio. Congiunto alla cattedrale è l'episco- brica di lime, e fabbriche di candele di
pio, vasto e comodo. Nella città sonovi cera, essendo cessata la nominata ma-
due altre chiese parrocchiali col proprio nifattura d'armi, distrutta da' prussiani
batlislerio. liella è la chiesa della Ma- nel 18 15: vi si trovano gran numero
58 VER V E R
di semenzai. Si tengono ogni anno 3 fie- site dell'imperatore di Russia Alessan-
re di 5 giorni, al i° maggio, a' 25 ago- dro I, che rese onorevole testimonianza
sto, ed a* 9 ollobre, e mercali ne'roarle- alle amabili qualità del suo spirito. Se-
dì e venerdì. VersagliesconlenevaBojOoo vres, antichissimo borgo, in cui credesi i

abitanti quando era residenza della cor- re della i.^ stirpe avervi posseduto un
te, e per antonomasia dicevasi gabinetto palazzo ; è celebre per la più accredita-
o corte di Fersaglies^ quello o quella di ta fra lemanifatture europee di porcel-
Francia; poiché tanto la città che il me- lana nobilissima. La città di Poissy (^.),
raviglioso Castello, mollo perderono del- famosa per esservi stato battezzato s. Lui-
l' antico loro splendore. Al presente ne gi IX, il quale piacevasi di esser chia-

conta più di 3o,ooo, come accennai, tra' mato Luigi di Poissy; e per la clamo-
quali un nunjero grande d'inglesi.
assai rosa conferenza tenuta nel 1 56 per con-
1

li' il luogo di nascita di Filippo VrediSpa- ciliare i religiosi dissidii, coll'intervento

gna, e de* re di Francia Luigi (altri XV del cardinal ò* Este legato pontificio, e
dicono a Fontainebleau),di Luigi XV],di de' dottori cattolici e protestanti, i primi
Luigi XV III, e di Carlo X. E' inoltre convocati dal zelante delle verità catto-
patria di diversi illustri, come del pitto- liche (e non partigiano della riforma,
re Colin di Vermond , del matematico come altri scrissero erroneamente), car-
Montucla, de' poeti F. Nogaret, Guyot dinal Carlo Guisa-Lorena, e fra quelli
de JVlerville e Ducis, del compositore protestanti Teodoro Beza, deputato dal-
Kreutzer, del general Hoche. I dintorni l' eresiarca Calvino, vi primeggiò; che
della città offrono passeggi deliziosi. Ne' se le dispute non condussero per la ma-
suoi cantoni sono luoghi di rinoman-
vi lizia degli eretici ad alcun favorevole ri-
za, precipuamente seguenti. A/tìtr/)^, si-
i su Itamento, tuttavia i vescovi cattolici
tualo in luogo eminente, già celebre pel se ne giovarono a vantaggio della disci-
suo castello con giardini annessi, costrui- plina ecclesiastica. E per non dire d'al-
ti da Luigi XIV, e interamente distrut- triluoghi, la città d' Etanipes (^.), ri-
ti durante la rivoluzione. La città di s. nomata pe' suoi concili!; e la città di
Germano di Laye, posta sul pendio di Rambouillet^ con bel castello, ove mori
ima collina sovrastante la Senna, in aria Francesco I; acquistato dal virtuoso e
salubre il suo castello edificato da Car-
: infelice Luigi XVI, ne formò una di sue
lo V il SaggiOy siccome un tempo resi- villeggiature più frequentate, ed il suo
denza de' re di Francia, vide nascere En- fratello Carlo X vi si ritirò dopo la ri-

rico Carlo IX e Luigi XIV il


II, Gran- voluzione di Parigi, ove a*2 agostoi83o
de, servendo d'asilo a Giacomo II cac- abdicò, col proprio figlio duca d'Angou-
ciato dal suo regno d'Inghilterra. La cit- Icme delfino, alla corona in favore di suo
tà vescovile di Cloiid (^.), famosa per
s. nipote Enrico V conte di Chambord,
residenze sovrane, tuttora frequentata, nato dal defunto figlio duca di Bordeaux.
e per la vaghezza del suo castello acqui- Questi fuggevoli cenni li ho riferiti, per-

stato da Luigi XI V pel fratello. Malnini- chè Versaglies per quasi un secolo e
son, luogo di delizia, sommamente reso mezzo fu il Parigi domestico de' re di
piacevole da Napoleone I, che non ra- Francia, i quali di frequente soggiorna-
ramente vi dimorava. Rilirossi in esso, rono o onorarono di loro presen/.a i luo-
dopo la separazione da lui, l'imperatri- ghi che ho ricordato.
ce Giuseppina Beauharnais Tascher de Versailles o Versaglies, Versaliae, al
la Pagerie, madre del principe Eugenio principio del secolo XVII non era an-
viceré d' Italia e poi duca di Leuchlem- cora che un piccolo villaggio. Luigi XIII
Lerg ; e nel i8i4 vi ricevè parecchie vi- vi fece costruire una casa da caccia. Mor-
VER VER 59
tò nel 1643 e succedutogli il figlio Lui- colpi al trono, propose la convocazione
gi XIV, dipoi trovando amena la posi- degli stati generali, e contro il parere del
zione, distonie da Parigi due poste e un cotisiglio scelse Versailles per la loro se-
4.°,risoIvelledi farneil luogo ordinariodi duta, mentre i prudenti li avrebbero de-
sua diietta residenza. Perlanto, chiamò siderati lontatji di Parigi. Il clero france-
d'ogni parte gli artisti più famosi, ed in se, ad onta della defezione di qualche
breve tempo Io tramutò in una villa su- membro, lottava coraggioso contro l'in-

I)erba,ed il piccolocaslelloin immenso pa- credulilà, opponendo alle fallaci produ-


lazzo. Il parco e gli edifizi cominciali nel zioni filosofiche, molte apologie della re-
1661, furono terminati nel 1680 e perfe- ligione. Luigi XVI era stato costretto a
zionati nel 1687, colla spesa di più d'un prendere una misura che doveva perde-
miliardo o mille milioni. Solo nel lyiSLui- re la monarchia. Le assemblee che si ten-
gi XIV diede a Versailles il litolodi città, nero nelle provincie per la nomina de'de-
e fu volgarmente delta la città di Luigi putati,annunziarono gravemente l'elfer-
XIr. In questa fu conclusoun trattato vescenza, sotto 1' impero della quale agi-
d'alleanza, a'2 maggioi ySGJra Luigi XV rebberogli stati generali. A'4maggioi789

e Maria Teresa imperatrice e regina di il re, seguito da tutti i deputati, andò ad


Boemia eUnglieria. Poscia il re Luigi XIV ascollare la messa solenne dello Spirito
coir Inghilterra, da una parte, e dall'al- Santo nella chiesa di s. Luigi di Versail-
tra la Spagna e gli Slati Uniti, vi segnaro- De la Fare, vescovo di Nancy, pro-
les.

no un trattato di pacea*3 settembre 1783. nunciò un discorso misto a proteste d' a-


Quel re vi fece il suo abituale soggiorno more per la religione, di fedeltà al re, e
sino al 1789. Imperocché narra il baron di prudenti rifiessioni sui vantaggi della
di Henrion nella Storia universale del- libertà. Alla parola libertà un'esplosione
la Chiesa, lo spirito d'indipendenza in di gridi e di applausi coprila voce dell'o-
politica, come in religione, fortificatosi in ratore, senza alcun rispetto perla maestà
Francia, si rivelavano da qualche anno del luogo;glispiriti saggi ne restarono spa-
gravi sintomi di non lontana rivoluzio- ventati. Luigi XVI fece l' apertura degli
ne. Attesa la generale disposizione degli stati con un discorso che mostrava la pu-
animi, vennero assunti alcuni imbarazzi rezza delle sue viste: die' salutari consi-
finanziari come argomento di querela gli, e sforzossi di premunire gli spiriti
contro il governo. Fu convocatane! 1789 contro la dominante febbre violenta, di
un'assemblea di notabili in Parigi per generale inquietezza, di ardore di cam-
provvedere a' disordini esagerati, e in es- biamento. La saviezza de'suoi consigli fa
sa svilupparonsi germi di rivoluzione, di soppressa dalla tumultuosa voce delle
morte; nulla si operò, molto fu ragiona- erano compo-
passioni. Gli stati generali
to e filosofato a diritto e a torto, dallo spi- sti di148 individui; riunione immen-
I

rito riformatore ossia distruttore, il ohe sa, e per questo esorbitante numero già
accrebbe il disprezzo fomentato dalla viziosa, da cui non potevasi aspettar cal-
fiacchezza e dall' impotenza della corte, ma, prudenza e maturità nelle delibera-
essendo già stata in altre precedenti as- zioni. Il S.^statoera il più numeroso, per-
semblee avvilita la dignità regia da un ciò si prevedeva l'autorità che vi avreb-
linguaggio fin allora inaudito. Lo slra- be avulo, contro quella del clero e de'no-
DieroNecker, ministro succeduto a Lonie- bili; e lo dimostrò subito, contro l'uso
nié de Brienne (che il re a consolarlo gli stabilendo la verifica de' poteri in comu-
ottenne il cardinalato, con grande ripu- ne, senza distinzione d'ordine, e che si

gnanza di Pio VI, ilqua le poi fu indotto opinasse individualmente.Guadagnati di-


a privarlo della Porpora)^ die'gli ulliuii versi parrochi, a' 17 giugno i comuni a-
6o VER VER
bolìrono qualunque distinzione d'ordini, investiti di tutti i poteri, depositarli di
e sicosliluirono in Assemblea naziona- di tutta la sua autorità. Si annunziò a
le. Si rifiutarono la nobiltà e il clero, e Luigi XVI eh' egli non era più che un
furono segno a' pubblici insulti della p!e< mandatario del popolo, incaricato di far
be ammutinata, intanto incominciava la eseguire le sue leggi, che un pubblico
corte a insospettirsi di questo procedere funzionario^ un commesso. Si avvertì il
del 3.° stato. 11 20 giugno Luigi XVI an- popolo che in esso risiedeva la sovranità,
nunziava una seduta di giustizia, ordi- incoraggiandolo a farne uso. A forza di
nando che tutti membri degli stali ge-
i parlar de' suoi diritti, e non mai de' suoi
nerali si riunissero nel locale destinato doveri, di ripetergli ch'era libero e che
fin allora al 3.° stato. Si cercava di pren- poteva tutto, lo si eccitò alla più sfrena-
dere le necessarie disposizioni, quando ta licenza, e si provocò alla ribellione.
ì deputati del 3.° stalo, dispregiando la L'i I luglio, il re avendo congedato Ne-
proibizione di continuare le loro assem- cker dal ministero,si ammutinò il po-

blee durante la seduta reale, si presenta- polo a Parigi, scagliando imprecazioni


rono alle porte del luogo ordinario delle contro la corte, saccheggiando alcuni
loro sedute. Ne trovarono custoditi tutti stabilimenti suonò a stormo, prese le
;

gì* ingressi da' soldati. Un subito entu- armi e coccarde, e s* impadronì della
siasmo infiamma a questa vista i mem- Bastiglia, massacrando il governatore e
bri del 3.° stato; con ispontaneo movi- il preposto de' mercanti ; e molte al-
mento recansi tutti sul luogo dove si giuo- tre persone perirono vittime del furo-
cava alla palla a corda, unico locale capa- re popolare. La capitale in preda ad
ce a contenere tanta moltitudine aduna- ogni disordine, fu imitata dalle provin-
ta; quivi di comune accordo s'impegna- cie, cogli stessi eccessi, crudeltà e sac-
no con giuramento a riunirsi ovunque le cheggi ; la sete dell'indipendenza, colle
circostanze l' esigessero, finché avessero sedizioni, divenne generale. Le leggi per-
dato una costituzione al regno ed avesse- derono il loro ascendente,
alTalto 1' au-

ro operato la pretesa rigenerazione. La torità la sua forza ; le molle dello stato


seduta reale si tenne a' 23 giugno. Ad interamente si spezzarono. Tutte quan-
onta degli ordini del principe, V assem- te le passioni scatenate, gli spiriti in de-
blea rimase adunata, e la corte intimidita lirio non conobbero più freno. L'assem-
die' una gran prova della sua debolezza, blea in Vece di reprimere il male, lo fa-
ordinando questa stessa riunione ch'es- voriva co' suoi decreti e co' suoi emissa-
sa avea vietala. Il re scrisse a quella par- ri!. Luigi XVI, spogliato della sua auto-
te del clero e della nobiltà che non si rità, non poteva in Versailles che geme-
era ancora unita a' comuni, di farlo, ed re sui disordini, e vedeva ogni giorno por-
il 27 giugno tutti deputati si assisero
i tare micidiali colpi al suo ormai vacillan-
promiscuamente negli stessi banchi. Frat- te trono. I sediziosi eccitarono contro di
tanto sulla pubblica via il popolo aizza- lui il popolo credulo e fanatico, accusan-

to dagli agitatori, prese a sassate la car- dolo di tirannia, quando appena conser-
rozza dell'illustre arcivescovo di Parigi vava un'ombra di potere, e pretesero far
De Juigné, che corse pericolo della vita, cader su di lui l'odiosità degli eccessi, de'
per credersi l'unica causa della disunio- quali essi medesimi oi loro complici erano
ne degli stati generali, opponendosi al autori. Famose furono le fatali giornate
clero d'effettuarla. La strepitosa vittoria ^Q^ e 6 ottobre dello slesso 1 789 di Ver-
de* faziosi, contro gli ordini regi, fu il sailles, nelle quali una moltitudine di bri-
presagio d' altri peggiori successi: qua» ganti aruìati venne a insultare il monar-
lilìcaruusi rappresentanti della nazione, ca nella reggia di Versailles, nel timore
VER V ER 61
cìie fosse rapito e condotto a Metz ; cru- mulgazione della repubblica francese, e
delmente uccise le sue guardie, forzò il dopo il supplizio del martire Luigi XVI,
palazzo e le porte degli appartamenti del- spezzate le sagre Immagini, demoliti gli

la regina, l'infelice Maria Antonietta; e altari, profanate le ss. Reliquie e le chie-

nello slesso dì 6 ottobre la folla immensa se , oltre lo spoglio, si proscrisse empia-


de* ribelli condusse il re stesso e la fami- mente il culto divino in Parigi e ne'di-
glia reale prigionieri a Parigi, col prele- partimenti della Francia oltraggiata, an-
sto dibramare cbe nella capitale soggior- che pel pretesto della diserzione del clero

nasse; mentre 1* assemblea, sotto gli oc- costituzionale e loro apostasia. Tuttavol-
chi della quale commettevansi qnesteor- ta il clero costituzionale non potè sottrar-
ribili scene, continuava tranquillamente si interamente alla persecuzione, ch'era
le sue fredde deliberazioni. Essa parti da a que'dì generale, e molti suoi membri
Versailles, e seguì il re a Parigi. In Ver- perirono durante il terrore, non mai im-
sailles dnnque cominciò quell' iliade do- molali per causa di religione, ma sa-
lorosa, che portò 1' ottimo re e la re- grificati a vendette particolari, o avvilup*
gina sul patibolo, e pose a soqquadro pati in alcuna delle tante pretese cospi-
l'Europa; scossa da' cardini la società, razioni che servirono di prelesto a mietere
con una serie di tremende e sanguinarie vittime. 11 clero scismatico, ossia costitu-
guerre e rivoluzioni, le cui funestissime zionale, cominciò da par suo ad emanare
e luttuose conseguenze risentiamo tutto- encicliche, la 2.^ delle quali annunziò un
ra. Si cominciò dalla Francia a sopprime- t:oncilio nazionale pel i." maggio 1796,
re gli ordini religiosi, nel 1790 si com- ma fu rimesso al seguente anno. I così
pilò la costituzione civile del clero, ripro- detti 4 vescovi riuniti y investitisi da se
vata da Pio VI; e chi nel 1791 non la medesimi, riuniti in comitato, della mis-
giurò, venne ferocemente perseguitato; sione di mantenere lo scisma, erano quel-
ed in conseguenza del i.° articolo, che li che le dirigevano, per perpetuare la lo-

ogni dipartimento formerà una diocesi ro fazione, ne' dipartimenti, sollecitando


sola, e col nome d'esso e non della città o consigli di pre-
l'istituzione de'presbiterii
(l'unica sede cui si lasciò il nome della ti governo della diocesi in vece de' ve-
pel
città fu Parigi: negli altri luoghi il vesco- scovi e governarle in sede vacante, dove
vo avea il nome del dipartimento) che non erano più vescovi costituzionali, e la
avrà gli stessi confini e la stessa estensio- tenuta de'sinodi. Una delle prime assem-
ne del dipartimento, tutta la Francia fu blee di questo genere fu il sinodo tenu-
divisa in io metropoli, in quella della to a Versailles a' 18 gennaio 1796 sotto
Senna fu Versailleserella in sede vescovile lapresidenza dell'abbate Clement già ca-
col nome però di Scine et Oise^ e fattone nonico d'iiuxerre, giansenista famoso pel
vescovo costituzionale primaGianGjaco- ridicolo che rimase annesso al suo nome,
rao A voine parroco di Goroecourt, poi eb- mentre all'età de' malori e del riposo,
be Lodo vicoCharrier de
tosto a successore vecchio ottuagenario aspirò al vescovato.
laR-Oche diLione,consagrato aRoueu a' I o Essendo morto a'3 dicembre 1793 il sud-
aprile i 79 ; ma non concorse alla tiran-
1 detto Avoiue vescovo costituzionale di
nica condanna a morte di Luigi XVI. An- Versailles, egli si pose in capo di succe-
zi riconosciuto ben presto il suo errore, dergli, formò un presbiterio, indicò un
fece la sua ritrattazione nel bollore e tra sinodo e preparò le sue reti alllne d' es-
gli orrori della rivoluzione, per cui più sere eletto, li sinodo si tenne in questa
sotto dovrò registrarlo i
.**
vescovo di Ver- città, aperto a' 18 gennaio 1796 e pro-
sailles, quando canouicameute dal Papa seguito ne'seguenti giorni; ma gl'inter-
ne fu istituito il vescovato. Dopo la pro- venuti non furono molti per una dioce-
62 VER VER
si che conlava più di 600 parrocchie. nali, sopra i quali non cadevano le per-
L'ab. Clement come ricco e il principale secuzioni del direttorio, si maDlenevano

dell* assemblea, perciò ne ottenne facil- in carica, dicevano de' vescovi, e procu-
mente la presidenza. La convocazione ravano di fortificarsi al di dentro e al

erasi fatta con precipitazione , e presen- che avevano com-


di fuori. Gli ostacoli
tava qualche difetto riguardo alla forma. promesso l'ambizione dell' ab. Clement,
Del resto vi furono fatti de'regolamenti, non l'avevano punto ritenuto. I preti e
e si fecero lagnanze di molli preti che da i fedeli attaccati alla fazione dello scisma,
alcuni anni aveano dismesso di recitare essendo slati di nuovo convocati, il can-
il breviario. Questo sinodo non doveva didato ottuagenario la vinse in confron-
essere che una preparazione per un'al- to de'suoi concorrenti nel febbraio 1797,
tra riunione, in cui si eleggerebbe un ve- e fu consagrato il 12 marzo. Se tulle le

scovo, la quale fu assegnala pe'aS del se- molle ch'egli avea messo in movimento
guente febbraio nella chiesa di s. Luigi, per giungere all'episcopato avevano ap-
di cui i costituzionali si erano impadroni- plicato a questo vecchio una vernice di
ti. Ma gli agenti del direttorio di Parigi ridicolo, osserva 1' Henrion, la sua leti-

ne concepirono timore. L'ab. Clemente zia fanciullesca per esser vescovo, la sua
il segretario del sinodo furono chiamati premura in metterne fuori le insegne, e
dal giudice di pace: il 18 gennaio essi l'elfìmero suo zelo, non fornirono mino-
comparvero dinanzi al tribunale di po- re argomento perchè si trastullassero al-
lizia correzionale, dove furono interro- le sue spalle ! Ora voleva in virlu, dice-
gati sopra tuttociò ch'era relativo alla lo- va egli, della stabilità dell'episcopato,
ro riunione. Il tribunale si dichiarò in- nominare alle sedi vacanti del suo vici-

competente ; ma ilio febbraio un decre- nalo; ora scriveva in favore del proget-
to del direttorio vietò la riunione indi- to di un sagramenlario francese, e met-
cala pel 25 e ordinò di procedere contro teva in pratica tale innovazione nella sua
il presidente e il segretario del sinodo, e cattedrale. Quasi studiasse d' esser più
contro i preti costituzionali della chiesa premuroso del Papa, egli annunziò uq
di s. Luigi, che avevano prestalo mano giorno che darebbe un giubileo alla sua
alla convocazione di questa assemblea. Per diocesi ; il qual pensiero fu trovalo così
conseguenza il 25 febbraio la chiesa di s. strano da' suoi medesimi colleghi, che
Luigi si trovò chiusa e non vi fu sinodo. non si ardì di metterlo ad effetto. Nel
Clement ed i suoi aderenti furono nuova- Passo di Calais, la cui sede vacava pel

niente interrogali dal direttore del giuri matrimonio di Poiion, Matteo Asseliu,
del tribunale criminale; nondimeno a^ curalo di s. Sepolcro a s. Omer, si fece

17 aprile il giurì speciale di accusa pro- dapprima nominare presidente del pre-
nunziò che non vi era motivo d' accusa sbiterio, indi vescovo, e fu consagrato du-
contro gli autori e (ìrmatarii degli scritti, rante il falso concilio il i.** ottobre 1 797.
delle circolari e degli atti del sinodo di Così seguivano altre elezioni d' intrusi.
Versailles. Mentre l'esemplare e virtuo- Intanto il generale Napoleone Bonapar-
so clero ortodosso pativa in Francia una le,reduce nel 1799 dall'Egitto, ov'erasi
proscrizione generale, languiva nelle pri- mostrato devolo a Maometto, ritornato
gioni, ne'ritiri sconosciuto, in esilio; men- a Parigi cospirò contro il governo del di-
tre i preti per
deludere la politica del- rettorio, e fatto comandante militare del-
l'empietà erano ridotti ed usare degli disperse colla forza a'9 novem-
la città lo
stratagemmi d'ogni maniera e delle a- bre; a'i3 dicembre divenne console del-
sluzie allrcllanlo nobili, come il senti- larepubblica francese, pubblicò la costi-
.**
mento che le ispirava, i soli coslituzio- tuzione consolare, ed a'26 fu nominato 1
VER V ER 63
console. Nel declinar del precedente ago- dovico Carrier e Munlault , ambedue i

stoeramorloiri/'^fl/e/zzrt ilgloriosoPioVl quali si erano già riconciliati col Papa;


in prigione, deironizzalo da'repubblicani ma Fouché ministrodella polizia, sosten-
francesi, e nel marzo 1800 fu eletto Pa- ne che il miglior mezzo di estinguere la
pa Pio VII in /^e/zezzV/. Quindi Bonapar- divisione, era quello di combinar insieme
te fatta cessare la persecuzione contro i i due parliti. Ed oltre i 2 vescovi ricor-
preti, fece celebrare funerali a Pio VI, e dati, egli lece ammettere gli altri IO. Que-
dichiarò volere riconciliare la Francia stiperò vedendosi sosleimti da Fouché,
colla s. Sede, e di ristabilirvi il cullo del- abusandosi della debolezza del cardinal
la religione cattolica mediante conven- Caprara legato apostolico, rifiutarono di
zione. Qualunque fossero motivi che i sottomettersi a'decreti del Papa con ar-
inducevano ili ." console della repubbli- roganza. Gli scismatici ostinati , solo si

ca francese a proporre un accordo, con- contentarono di sottoscrivere certa formo-


ifeniva a Pio VII, cui principali pen- i la, pel loro ritorno airunilàcattolica, van-
sieri erano rivolti alla Francia, di accon- tandosi poi di non aver fatta alcuna ritrat-
sentirvi. A'i5 luglio 1801 fu sottoscritto tazione, il che eccitò i preti costituziona-
il Concordato fi a Pio Vile la repub- li a resistere a'Ioro vescovi, se avessero
blica Franctse (/'.). Si convenne pure loro imposto alcun atto di sommissione.
ad una nuova circoscrizione delle diocesi A Versailles, Carrier, che costituziona- i

di Francia, e la rinunzia degli antichi li riguardavano come un disertore dalla


legittimi titolari alle loro sedi, onde ri- loro causa , si espresse nel!' adesione al
muoverne i cosliluzionali intrusi. I su- concordato e nella sommissione ni Papa,
perstiti legittimi vescovi erano 8f, ed i nella guisa più luminosa, nel quale atto
costituzionali che si dimisero Sg. Laon- prese il titolo dii." vesco\'o di Fersail-
de Pio VII colla bolla Qui Chrisli Do- les, e chiese a'preti scismatici una formo-
mini, de'29 novembre 80 i pubblicò la 1
, la di ritrattazione. un uffizio di-
Dipoi in
nuova circoscrizione delle diocesi di Fran- vino, celebrato a' 12 settembre i8o4 nel-
cia, di soppressione di diverse antiche e la sua cattedrale di s. Luigi, pel cardinal
d' isliluzione di nuove : fra quesl' ulti- di Boisgelin arcivescovo di Tours defun-
me vi fu Versailles, canonicamente eret- to, nell'orazione funebre celebrò il corag-
ta in sede vescovile, suliraganea della me- gio di quel porporato nell'oppugnare l'in-
tropolitana di Parigi, e lo è tuttora, la novazioni dell'assemblea costituente. Al-
chiesa di s. Luigi iX venendo elevata cuni de' suoi colleghi si separarono suc-
a cattedrale col suo capitolo. Avendo il cessivamente dal n)edesimo partilo. Sic-
i.°console, secondo il concordato, nomi- come VS maggio 8o4 Bonaparte I col no-
nato vescovo di Versailles il summenlo- me di Napoleone I fu proclamato impe-
'valoLodovico Carrier de la Roche, Pio ratore de' francesi, egli bramò che Pio VII
VII nel concistoro de'9 maggio 1802 lo si conducesse a Parigi per consagrarlo e
preconizzò in 1 vescovo di Versailles. An-
.**
coronarlo, colle più lusinghiere promesse
che altri I I costituzionali erano slati no- e vantaggi per la religione. Non senza
minali a'vescovati, e degli antichi legit- difficoltà il Papa l'esaudì, e quando a'25
timi vescovi I 8. Ma i costituzionali rifiu- novembre fu incontrato da Napoleone I
tarono di sottomettersi a' giudizi della s. nelle vicinanze di Fonlainebleau, gli di-
Sede. 11 ministro de' culti Portalis avea chiarò esigere da'vescovi costituzionali in-
proposto al i.° console, che per funesto dividuale assicurazione di essere ritorna-
compenso della nomina degli antichi ve- ti nel seno della Chiesa ortodossa, e n'eb-

ri vescovi avea voluto sceglierne p,ure tra' be dall'imperatore certa promessa, che
costituzionali, di non nominare che Lo- dovette elfeltUvi re per l'insistenza del Pa-
64 VER VER
pa, altrimenti noa avrebbe ammessi ad
li terna e la carità divina che risplendeva
intervenire alla solennità della corona- in tutte le sue azioni, fecero nascere iu
zione; però fallace fu la dichiarazione di tutti icuori tenerezza e rispetto. Il Pa-
Le Coz arcivescovo di Besancon, finche pa si trattenne nell'episcopio, pranzando
«'28 dicembre cogli altri innanzi al Pa- solo ad una tavola, com'è di costume.
pa firmò la ritrattazione. Anzi diversi Mg." vescovo servi di pranzo tutto il cor-
vescovi scismatici,benchè non promossi al- teggio pontificio, e le principali autorità
le nuove sedi, rimediarono pubblicamen- della città e del dipartimento. Pio Vii
te all'anteriore loro condotta, ed allret- parti da Versaglies alle ore 4 pomeridia-
lanlo fecero moltissimi preti costituziona- ne. maire che l'avea complimentato al
Il

li. Soggiornando a Parigi, Pio Vii vol- suo ingresso nella città, l' ossequiò pure
le consolare e onorare di sua presenza all'uscir dalle barriere,ove l'attendeva col
Versailles, visita che trovo descritta nei corpo municipale e la guardia naziona-
n. 9 e 1 1 del Diario di Roma del 1 8o5». le. Il Papa era in una carrozza a 8 ca-
Vi giunse la mattina de'3 gennaio i8o5, valli, seguito da due altre carrozze della
e recatosi direllamenle alla cattedrale, fu corte a 6 cavalli : uno scelto numeroso
ricevuto e coaiplimenlato dal vescovo corpo di corazzieri e di dragoni, l' ac-
mg/ Carrier, che dopo aver il Papa in- compagnò al di là di Sèvres; ed un pie-

censato il ss. Sagramenlo, prosegui le fun- Ghetto di guide della guardia imperiale
zioni della benedizione. La chiesa essen- lo scortò fino a Parigi. Il prefetto della
do troppo piccola per contenere la po- Senna e Oise complimentò il Papa a Sè-
polazione della città e degli accorsi da' vres, e lo accompagnò per tutto il resto
luoghi circostanti, che vi si era portala del dipartimento. Dipoi a'5 gennaio Pio
quasi interamente, il vescovo pregò il Pa- VII si recò a visitare la manifattura im-
pa di dare la sua benedizione apostolica periale delle porcellane di Sèvres, e per-
da uno de' balconi della galleria del pa- corse quello stabilimento in tutte le sue
lazzo. Pio Vii vi aderì , e il popolo av- parti, e vide con piacere e interesse i di-
vertitone vi concorse in folla. Niente fa versi lavori eseguiti alla sua presenza.
piùimponentedi tal ceremouici. 11 Som- Non mancò d'ammirare la collezione di
mo Pontefice comparve in abiti pontifi- porcellane forestiere e di materie prime
cali, colla mitra in testa, preceduto dal- servienti a farle; l'altra di tutte le porcel-
la Croce papale, e accotiìpagnato da'car- lane, maioliche, stoviglie di terra di Fran-
dinali e prelati. Allora ilpopolo s' ingi- cia, e delle argillech'entrano nella loro
nocchiò, e ricevendo la benedizione die' composizione; l'altra collezione finalmen-
lutti i contrassegni della fede e della pie- te, disposta per ordine cronologico, de'
tà cristiana, e poscia esternò la sua gioia modelli di vasi d'ornamento, vasi da ser-
colle replicate grida: /^/V^ // Sanlo Pa- vizio, figure, ec, che stati sono fabbrica-
dre. Pio VII passando per la galleria e ti dalla sua creazione in poi (inoltre a Sè-
per gli appartamenti, non potè osservare vres è una bella fabbrica di scualti, ed
alcuna cosa; poiché era circondato da tut- una bella vetraia in cui si fabbricano bot-
te le parti da'fedeli che si precipitavano tiglie: ne'dintorni si utilizzano banchi di
a'di lui piedi, che baciavano l'anello, e terra da porcellana, ed antiche cave for-
che gli offrivano, chi loro figli, chi de-i mano cantine di considerevoleestensione,
gli oggetti didivozione da benedire. Pio dividendosi quella detta del Re in 3o parti
Vii restò mollo sensibile a tali atti di e può contenere! 5,000 bolli di vino), li
venerazione, ed estremamente soddisfat- Papa trovò al suo arrivo le mogli de'
to delle testimonianze di religione degli lavoranti di sì celebre f^bblica, come pu-
abitanti di Versaglies. La sua bontà pa- re le dame della Carità, tutte in fila nel
VER VER 65
rrtagfizzino,che domandavano con reli dipartimento di Senna e Oise, per tri-

gioso ossequio la s. benedizione, per loro i^inla circiter protendilur Icitcas, el pia-
e pe' propri figli, consolandole Pio VII ra sub se continet loca. La DiblioLeca sa-
soavemente. JNel regno di Luigi XVllI cra enumera ^1 parrocchie, 5oo chiese
nuova circoscrizione di diocesi della sussidiarie e 3i vicariati, con 8 comuni-
Francia fece Pio VII, senza alterare que- tà religiose di donne, le une consagrate

sta di Versailles; però col breve Cuiii ex all'istruzione della gioventù , le altre ia
voto regis , de' 4 settembre 182 i, BulL servigio de'malati negli spedali.
Roni. cont., 1. 1
5, p. 435: Cassalio jiirìs- VERSCHORISTI. F. Hattemist[.
dicdonis episcopi Versalliensis super VERSETTO, Parole or-P'ersìculiLs.
provincia Eburae, et Lyderici in regno dinariamente tratte dalla Scrittura sa-
Galliarwn.^ col hveveNostrissub plum- gra e od Salmi, che si dicono e si can-
bo literiSj dello stesso giorno, BulL cit.^ tano neW Uffìzio divino della Chiesa, ge-
p. 4^7: Exemptio ecclesiae Carnoten- neralmente dopo Capitoli e ^V Inni,
i

SIS a j'urisdiclione episcopi Versallien- prima del hiesponsorio e dopo il respon-


sis in regno GalUarum. Mor\ il vescovo sorio in fine delle Lezioni. Dicesi anche
Carrier nel 1827, e Leone Xll nel conci- a que'piccoli periodi, o membri ne'quali si

storo de'25 giugno di tale anno, gli die' dividono i capitoli della s. Scrittura, e che
a successore Stefano Giovanni Francesco per lo più contengono un senso compiu-
Borderies di Moutauban, già parroco, vi- to. Dice la Biblioteca sacra. Il versetto
cario generale di Parigi, grave, pruden- è parte d* un capitolo, d'una sezione, o
te e dotto. Pel suo decesso, Gregorio XVI d'un paragrafo suddiviso in molti piccoli
nel concistoro de' dicembre 1882 pre- 1 7 articoli. M. Simon riferisce, che i greci
conizzò vescovo Lodovico Edmondo Ma- e i Ialini intendevano per versetto una li-

ria Blanquart de Bailleul, di Calais dio- nea che conteneva un certo numero di
cesi d'Arras ,
già vicario generale della parole. Così gli autori, aflinchè non fosse
stessa Versailles, lodatissimo non meno aggiunto nulla alle loro opere , marca-
per probità, dottrina e prudenza. Aven- vano in fine il numero de'veisetti ch'e-
do meritato d'esser Iraslato all'arcivesco- rano in quelle contenuti. Tutta la Bibbia
vato di Piouen, dal uìedesimo Papa, que- è divisa in capitoli, ed i capitoli in ver-

17 giugno 1844 g^' sostituì Giovan-


sti a' setti. La distinzione de' versetti del nuovo
ni Nicasio Gros di Pieims , che da vica- Testamento^ fu fatta da R.oberlo Stefa-
rio generale di tale arcidiocesi e poi di no. Leggo nell'opera del dotto mg/ Mar-
quella di Parigi, nel '843 avea fatto ve- Q,hQ{{\^\ui\\o\iiia-/lslruzionipralic1ie sulla
scovo di s. Diez, encomiandolo quale di- recita privata e corale del divino ufficio
ligente, caritatevole, dotto eprudente pa- proposte dal cardinal Bussi: De'Capi-
store. Essendo morto nel diceujbre 1837, ioliy de' Responsorii^ dell' Antifone, de
il Papa Pio IX nel concistoro de' 5 n»ar- 1 Versetti. I capitoli si leggono alle Laudi
zoi858 vi Irasfetì da s. Claude, che go- e alle Ore minori, e son presi dalla pa-
vernava dal 85 l'odierno vescovo mg.'
I i , rola di Dio scritta. Va avvertito, che si

Gio. Pietro Mabile, di Rurey arcidiocesi osserva spesso, le parole della Scrittura,
di Besaiicon, stalo già rettore del semi- quali si leggono ne'capitoli,responsorii e
uario di Monlauban e vicario generale verselti(esimii(nentene'(^r<^r?art//, Trat'
delia diocesi, lodandolo per dottrina, gra- ti, Sequenze, Introiti della Messa)) non
vità, prudenza e qual degno vescovo. O- combinano a parola colla slessa Scrit-
gni nuovo vescovo di Versailles è tassa- tura, quale pone nelle lezioni^ neir/ì*-
si

lo ne'libri della camera apostolica in (io- pistole ec. Antifona è una voce greca,
lini 870. La diocesi compiendo tulio il che indica il icciprocor/i/e/vz^re del Cau-
VOL. xcv. 5
66 VER VER
to ecclesiastico. Con tal voce gli antichi pò Pasquale si aggiungerà sempre VJt-
espressero il rito di salmeggiare a due co- le.lujaj non peròa'verselli delle preci, né
li, coiue Iutiera si pratica. Ma nel rito a quelli de'responsorii del mattutino. 5.
ecclesiastico Tanlifona <la una parte del Nell'uffizio d*una festa di 3 lezioni, dopo
coro si ripeteva sempre la stessa, e per Io tutti i salmi feriali colle antifone, si dirà
più era un verso di quel Salino^ che l'al- il versetto del comune de'Santi con que-
tra parte del coro andava ordinatamen- st'ordine: nella feria 2.* e nella feria 5.'
te cantando. N'è serbato il rito nell* In- quello del i.° notturno; nella feria 3." e
vita torio j che si recita a Mallutino^ seb- nella feria 6.^ quello del 2.°; e nella fe-
bene quanto al modo del canto il nostro ria 4«'' quello del 3.° notturno. 6. 1 ver-
invitatorio si adatti pib alla forma del- setti posti nel salterio alle laudi e a'vespe-
l'antico responsorio. Sebbene l'antifone ri sidicono sempre quando non ne ven-
si dicano solo al principio e al fine de' gono assegnati altri di propri nel proprio
salmi (e il b.Tommasi dimostra, che an- de tempore*. Mg.*^ Alfieri, Saggio stori-
ticamente neir uffizio di qualunque rito co-teorico pratico del Canto Gregoria-
sempre dicevano tutte intere, comeora
si no o Romano, a p. 74^ seg., insegna. Sul-
ne'doppi), e si vede ancora osservalo, che le intuonazioni de' versetti :Termioato cia-

ordinariamente sono prese da uno o piti scun notturno, l* inno alle laudi e a ve-
versi di quel salmo, a cui sono premes- spero , e il responsorio breve alle ore,
se. E da questi versi de'saimì sono presi cantansi i versetti come segue, cioè offre
appunto enei nome ver-
nella sostanza i rinluonazioni con note musicali; nelle
si o versetti, che si dicono sparsamente feste di rito doppio e semidoppio; nelle
DelTuflìzio divino, tanto alle ore maggio- feste di rito semplice, e ne'giorni feriali.

ri, che alle minori. 1 versetti sono delti Avverte, che alle commemorazioni nelle
anche Responsorii i\t Salmi. I verselli laudi e ne'vespri, alle preci, all'antifone
sono indicali colla lettera ed respon- ^ i della B. Vergine Maria in fine dell'uffi-
soriì colla lettera I^; iniziali lettere che i zio,avanti rorazione del ss.Sagramenlo,
tipografi chiamano con tali denominazio- diconsi i versetti come sopra, ma senza
ni. Il Diclich nel Dizionario sacro- litur- la neuma. Nota ancora, che occorrendo
gico^ col Breviario Romano, lit. 24, De monosillabo, od accento acuto, dovrà il

P^ersihus^ riporta al vocabolo Fer setti la versetto finire al modo da lui indicato.
seguente rubrica. » i. Sempre si dicono Indi riporta quello per cantarsi il verset-
al mattutino dopo l'ultimo salmo e au* to nell'uflizio de'defunti, e in quelli della
tifona de'notturni; o si dicano 3 nottur- settimana santa. La maggior parte de'
ni, o un solo. Alle laudi ed a' vesperi si versetti de'salmi sono Preghiere (F.) Gia-
dice il versetto dopo l'inno. Alle ore si culatorie (/'.), ed abbiamo un libro in^

dice nel responsorio breve, dopo la ripe- titolalo:Orazioni Giaculatorie di molti


tizione della parte del responsorio, detto Santi e Servi di DiOy Koma 1706. Ve-
il Gloria Patri. 2. Nella Pasqua di Ui- dasi, Compendio delle cerimonie eccle-
surrezione, e per tùlta la sua ottava sino siastiche del p, Gavanto con Vaddizio-
a'vesperi del sabato in Albis esclusiva- ni del p. Merati, sezione 4> cap. 10: De
mente, nel notturno soltanto si dice il Versihus, rubrica.
versetto, nelle altre ore non si dice. 3. VESCOVATI SUBURBICAIUI. F,
Quando si fa qualche commemorazione, Vescovi suburbicarii.
sempre dopo l'antifona si dice il verset- VESCOVATO o VESCOVADO, £:-
to che si pone iiell'unìzio dopo l'inno de* ^r9CO/7rt^u5. Vocabolo che prendesi, o per
vesperi e delle laudi, purché non si noti la dignità slessa del Fescovo (F.), Pon-
altri meati. 4- ^i predelti versetti nel lem- lì/icaluss o per il suo Betiejizio ecclesia-
VER VER 6»;

stiro (f^.)i Saccrdotium amplissimus, due, cioè la Pentapoli marittima e la ter-

perchè è la pienezza del sacerdozio sor- rcstre,\e quali due Pentapoli spesso cam-
gerle della podestà ecclesiastica; o per biarono limite e nome. I greci eterodos-
V Episcopio \r.)o Arci-Episcopio o Pa- si chiamano Eparchia la diocesi, massi-
triarchìo (F.), o Palazzo (/^.),o casa del me nella Russia (F.), pare da eparca,
P^escovo, Arcivescovo e Patriarca {V.), prefettura. Le diocesi si formano co'ter-

Aedes Pontijicales j o finalmente per ritorii e giurisdizioni eccle^iasllche de'


la sua Diocesi (^.), Arcidiocesi e Pa- Vescovati {^^e. vasti, hanno suiFraganei ve-

triarcato ( y.) Dioecesis. Di quest' ul-


, scovi in prtrtibiis, così gli allri che vado
lirna piincipal mente, come sinonimo di a nominare), degli Arcivescovati (jàìcuiù
Vescovato intendo ragionare, prima
^
insigniti della dignità primaziale , altri

notando che col vocabolo italianizzato senza sulfraganei), de Patriarcati, e del-


Episcopato s' intende accennare al ve- Abbazie o Monasteri nullìus diocesis.
l'

nerabile corpo di tutti i Vescovi j Arci' Fra quelli de'dominii della s. Sede, pri- i

vescovi, Primati e Patriarchi. E sicco- mi sei circostanti a Roma si appellano


me le Abbazie niillitis dioecesis sono con- Fescovati Subitrbicarii (F.), governati
siderate diocesi, anche di esse ragionerò da altrettanti cardinali seniori. 1 Fica-
nel progresso dell'articolo, e più partico- riati Apostolici (V.) equivalgono a' ve-

larmente nel § Vili. I greci dissero Tro- scovati. Diconsi vescovati residenziali,

no (V,) il vescovato, e Prototrono (V.) quelli che hanno la residenza del vesco-
il i." vescovo d'una Provincia ecclesia- vo. Sono vescovati o arcivescovati o pa-
stica, ovvero quel vescovo che occupava triarcati titolari, que'che ne sono privi
il i.° posto presso Patriarca o il Pri-
il perchè occupati dagr/«/6"<:/e//, perciò i lo-

mate o il Metropolitano (F.), ossia ili." 10 vescovi si nominano Vescovi inpar-


de' vescovi Suffraganci (F.). Con voca- tibus infideliuni (F.), così gli abbati del-
bolo greco Procatedria^ la pri-
si disse le abbazie situate in dette parli , onde i

ma sede, con precedenza sui patriarchi, vescovi e gli abbati non ponno dimorar-
Roma.W Morcelli scrisse latinamente, la vi.Tanto del Fescovo residenziale che ti-
Sede vescovile, Tlironi Pontificalisj ed tolare, e di tutto quanto li riguarda, ne
il Felici, la diocesi di Roma, Dioecesis tratto iu quell'articolo, il quale compe-
denominò ^'- netrandosi interamente con questo va
Urbana j da Urbs(F.). S'\

sarcato ecclesiastico (F.) tra' greci la sempre tenuto presente; e quello che forse
diocesi composta di diverseprovincie, pre- si troverà mancare in questo si troverà in

sieduta da un vescovo insignito della di- quello o negli altri articoli che vi hanno
gnità di Esarca (F.), come il Primate relazione, ancorché non citati. Vi furono
(F.) de' latini che soprasla agli arcive- vescovi d'incerti vescovati. Il concilio di
scovati e vescovati soggetti alla sua giu- Cartagine del 897 decretò col can. 4^ :

risdizione, ed equivalente al Cattolico de' >i I luoghi che non hanno mai avuto ve-

Nestoriani (F.)q al Mafriano de Già- scovo, non devono riceverne di nuovi


cobiti (F) i
e di altre nazioni orienlali. senza il consenso dell'antico vescovo del-
Chiamossi Tetrapoli (F.), la regione del- la diocesi, e il nuovo vescovo non deve

la Siria che comprendeva 4 vescovati; e intraprendere nessuna cosa sopra la dio-


Pentapoli (F), le regioni composte di 5 cesi,che resta alla chiesa matrice". Il ve-
vescovati nell'Oriente e nell' Occidente. scovo Sa r ne Ili, Lettere ecclesiastiche, t.

N'ebbe due anche lo slato pontificio, del- I, lett. 5.^, parlando de' Core/?z.9co/7i(/^.)
le quali meglio parlai negli articoli de' o Covescovi o Corevescovi o Coepiscopi,
vescovati che le formavano. Una si disse dice che anticamente erano di due sorte.
Etiusca e Nepesioa; 1' altra Tu divisa iu Gli uni erano semplici preti che pel ve-
68 VER VER
scovo esercitavano u&Tichie nelle f'ille UT secolo. Anzi (Ino al concilio Lalera-
alcuna o maggior parie delle funzioni
la nense si trovano falle di queste ordina-
proprie de' vicari del vescovo, venendo zioni di vescovi d' incerte sedi, e fu uso
assomigliati agli arcidiaconi o arcipreti in molte regioni d' ordinare come coa-
delle terre, a' parroclii, a* vicari foranei, diutori degli altri vescovi di amplissimi
a'visitatori delle diocesi. Gli altri corepi- vescovati. Trovo nel Galletti, Del Primi-
scopi erano veramente vescovi', ma di- cero, p. 55f che Papa Adriano I nel 786
moranti nell'altrui diocesi, e conseguen- confermò a Magenario abbate di s. Dio-
temente senza la giurisdizione vescovile; nigi di Parigi il privilegio che già avea
il che avvenne, o quando alcun vescovo ottenuto dal predecessore Stefano 111 det-
era cacciato dalla sua sede per empietà to IV, cioè di potere aver fisso nel suo
degl'infedeli o degli eretici, laonde rico- monastero un vescovo proprio per pre-
veravasi nell'altrui diocesi, ed il vescovo dicare a' popoli che concorrevano alla,

diocesano gli assegnava qualche terra o tomba di detto glorioso martire; il qua-
castello, ove, come suo vicario e parroco le vescovo doveva eleggersi dall'abbate e

insieme, esercitava quella giurisdizione, monaci dello stesso monastero, e ciò ia


conferiva quegli ordini, e faceva quel- perpetuo, quando veniva a mancare. la
le funzioni che al vescovo diocesano pia- parecchi altri monasteri si trovano nel se-
ceva delegare, come si legge nel can. 8 colo Vili risiedere vescovi, e in quello di
del concilio di Nicea ovvero erano que' I; s. Martino di Tours si crede esservene
\escovi, che come uso fu , in molte re- stali fino ai2, i quali non aveauo vesco-
gioni si ordinavano, come coadiutori de- vato particolare, ed erano ordinati col
gli altri vescovi, precisamente quando i solo titolo di Vescovi, per servire ove bi-
vescovi erano pochi e vastissime le dio- sognava all'apostolico ministero. Il car-
cesi, e così erano vescovi d'incerti vesco- dinal De Luca, // Vescovo pratico, c^^,
vati, quasi avventizii e conduttizii, come 2: Della ragione, per la quale nelVIta^
fu s. Bonifacio finche Papa s. Zaccaria Ha pili che altrove sia così frequente Vu'
gli die'la chiesa di JVIagonza. Molti vesco- so de vescovati e degli arcivescovatij co-
vi somiglianti si sottoscrissero al concilio mincia dal confutare la calunniosa e ol-
diMacon del 585. Tali vescovi si chia- Iraggiante tradizione del volgo ignoran-
mavano scoli, perchè molti di essi esiste- te, che i numerosi vescovati d'Italia de-
vano nella Scozia; e nel concilio di Ca- rivarono da un artificio de' Papi e del-
vaillon, can. 43 , sono chiamali vescovi la Corte di Roma (vocabolo per islra-
vaganti, senza titolo e senza sede di ve- zio inventato da' nemici della Sede A-
scovato. Inoltre il Sarnelli nel t. 5, lett. postolica, nel quale articolo tornai a
34: Delle ordinazioni de' vescovi d* in- parlarne), per bilanciare ne' concilii ge-
certe sedi, de' vescovi titolari, e degli ab- nerali il numero de' vescovi oltramon-
bati vescovi de'loro monasteri, osserva. tani, anch'essi tacciati di massimee con-
Che io tempo degli Apostoli e degli uo- cetti maggiori della loro podestà. La fal-

mini apostolici, nel grado pontificale si sa diceria, trista, maligna e sciocca, ca-
ordinarono i vescovi non per una città de da per sé ,
perchè quando si voglia
determinata, ma per le nazioni, li quali parlare de' Concilii generali antichi, la
sono delti da Eusebio, Hist. eccL, lib. 3, maggior parte si celebrarono in Grecia
e. 37, e lib. 5, e. I o. Evangelisti. Di que- e altre parti orientali; soltanto nel i i23
sti disse Fozio, Bibl. 4^> ch'erano or- e. si celebrò il IX concilio generale ili La-
dinali vescovi delle nazioni: Etlinon Epi- terano 1, e fu il primo adunato nell'occi-
scopi. Di essi se ne trovano nel princi- dente; dopo la quale epoca si celebraro-
pio del secolo 11, e nel priucipioe fine del uo io Fraucia i due di Lione e quello di
VER VER 69
J'icnna^t se vogliamo considerare gene- de apostolica (/''.), da questa fu stima-
rale l'allro di Costanza^ aimeno in al- to prudente consiglio il farli continuare
cune sessioni, il luogoappailieneallaGer- per loro divozione e onore ad a vere il pro-
mania , alla quale spelta in cerio modo prio vescovo, convalidando così l'erezio-
quello pure di Trento, sebbene situato ne di tali vescovati. Di che, ed eziandio
nel Tirolo italiano. Da'calcoli falli a suo de'vescovati di Calabria e di Sicilia, me-
tempo dal jye'Lucdi&yjiW Italia sacra del- glio ragionai in quest' articolo o volume
l'Ughelli, i vescovati erano circa 290 e LXV, p. 1 25 e seg., e 1
59 e seg. La 3.'

gli arcivescovati 4o> de* quali vescovati ragione, dal De Luca reputata forse la
n'erano stali isliluiti da i5 e di questi 9 maggiore, particolarmente per quelle cat-
dopo il concilio di Trento, Diverse dun- contro tutte le regole si
tedrali, le quali
que sono slate le ragioni de'numerosi ve- trovavano erette in alcuni luoghi piccoli
scovati italiani, primieramente perchè il e ignobili, enon meritevoli di questa pre-
Principe degli apostoli s. Pietro, primo vi- rogativa, fu quella de'frequenli scismi in-
cario e immedialo successore di Gesù Cri- sorti prima e dopo il 1000, pe'quali i Pa-
sto, fondatore della Chiesa^ per divina pi cacciali da Roma dagli antipapi e lo-
provvidenza eletto per la sede o cattedra ro fazioni, ricovrandosi ue'dominii d'al-
pontificia, la città di Eomay allora capo cuni signori restali ubbidienti, per esser-
e metropoli di lutto il mondo e del gen- ne difesi, come fecero molle volte i nor*
tilesimo, segui che la città da madre e manni da essi signoreg-
nelle provincie
maestra dell'errore, lo divenisse della ve- giate, formanti ora il regno di Napoli, con-
ra Rcligionej laonde le persecuzioni es- venne a'Papi per compiacerli e onorare
sendo per la vicinanza più crudeli e po- il luogo d' asilo e dimora, d'erigervi la

lenti, avvenne che per istruire e mante- cattedrale e assegnargli il proprio vesco-
nere nella costanza della Fede i novelli vo(graloP/o /Aall'ospilaleG^zetó, l'eres-
Criòliaiiie insieme per convertire gli al- se in arcivescovato). Altra prova che que-
tri, s. Pietro ed i suoi successori molti- sti aumenti di vescovati non ebbero per fi-

plicarono gli operai evangelici, e quasi ad ne di dominare ne'concilii. Finalmente 4»*


ogni città e luogo d'Italia assegnarono il e ultima ragione si fu, che seguendo per lo

suo vescovo. Secondariamente,perchè do- più l'elezione de'Papi in persone italiane,


po esser stata l'Italia in gran parte oc- diverse di queste vollero fregiare la loro
cupala da' barbari, massime goti e lon- patria e provincia col vescovato, più tar-
gobardi, r imperatore di Costantinopoli di imitati da'successori,comePio li, Gre-
tuttavia ritenesse o ricuperasse alcune gorio XI li massime Sisto V. Oltre a
e
parli della penisola verso le riviere del- ciò per l'esenzione domandata e conces-
l'Adriatico e deIJonio; per cui il patriar- sa alle prelature inferiori, che con terri-

ca di Costantinopoli pretendendo che torio separalo sidicono lYulliiis Dioece-


quanto si possedeva dall'imperatore fos- 5Z.y,di queste si aumentò il numero, e per
se soggetto alla sua podestà e giurisdi- ultimo si accrebbe in Italia il numero de*
zione, e profittando dell'eresie e degli sci- vescovati, ne'Iuoghi che vi concorsero i

smi che travagliavano la Chiesa roma- requisiti congrui e necessari, voluti da*
na , temerariamente s' intruse a creare sagri canoni e dalle pontifìcie costituzio-
molti vescovati quasi in ogni città o luo- ni, per r erezione delle caltedrali, le cui
go considerabile anche senza diocesi. , mense assegnarono popoli che li desi- i

Qjiando poi normanni e s. Enrico


i im- 1 1 deravano, non mai Papi che non pote- i

peratore cacciarono i greci dulia Puglia vano d'altronde ricusarsi di appagarli.


o Teira di Bari, tornati i popoli all'ub- Da tulio il narrato è manifesta la falsi-

bidienza della Chiesa romana e della Se- tà dell'asserzione ingiuriosa, che i vesco-
70 VER V ER
voli si moltiplicarono da' Papi in Italia vo riporto novero degli arcivescovi sen-
il

per influenzare ne'concilii generali, e di- za suffraganei. Diverse nozioni sul pre-
sporre a proprio arbitrio della raaggior sente argomento si ponno apprendere da*
parie de* voti. Anche il Sarnelli rese ra- seguenti. Jo. Caroli Antonelli, Tracta-
gione nelle Lettere ecclesiastiche , t. 2, tìis de Regimine Ecclesiae Episcopalis,

p. 70, lelt.37: Perche' il regno di Na- Ubi omnia, c/uae ad Forum Ecclesia-
poli sia numeroso di vescovadi^ e quale sticum praecipue spectant, exacte, ac
di essi sia stato il primo canonicamente dilucide pertractanlur. Opus sane uìi-
eretto in arcivescovado. Ricordato per- lissimum, atque omnibus Episcopìs, Ar^
tanto, come dopo la guerra di Troia a- chiepiscopi.'y, eorumque vicariis, inquisì-
vendo i greci edificato molte città nella toribus , regularium superioribus , ac
regione, poi reame napoletano, crebbe- caeteris personis ecclesiasticisjudicibus
ro in potenza quando Costantino 1 di Bi- quoque saecularibus^aliisque in utroque
sanzio fece la sede dell'impero, il cui ve- foro versantibus maxime necessarium,
scovo soggetto al metropolitano d'Era- Venetiisi6g2, 1705. Dell'Apostolato e
clea, si usurpò il titolo di patriarca di Co- dell'episcopato. Lettera d' un anonimo
stantinopoli, e la preminenza sull'anti- in difesa dell' ab. Cucca gni, agli estenso-
che chiese patriarcali d'Antiochia e d'A- ri de* così detti Annali ecclesiastici di
lessandria, estendendo sulle chiese di det- Firenze, Roma 1783. Luigi Cuccagni,
ta regione la sua giurisdizione, con isti- Dell'autorità e giurisdizione della Chie^
tuire metropoli e arcivescovati con facol- sa e del Romano Pontefice sull'erezione
tà di consagrar vescovi nelle provincie e distribuzione de' vescovadi e delle par-
loro assegnale. Quindi passa ad esamina- rocchie, sull'elezione e consagrazione de*
re i pareri degli scrittori quanto all'epo- vescovi, e sulla disciplina della Chiesa^
ca di tale incremento di grado e di diocesi, Roma 788. Giuseppe Poosi, Episcopus^
1

che pare circa il 700 abbia avuto princi- seu de munere Episcopalus , Fulginii
pio. Ed avendo poi nel 934 il patriarca 1784. Paride de Grassis, De Caeremo-
Xeofìlato estorto da Papa Giovanni XI niisCardi naliuni et Episcoporum in co-
il privilegio del Pallio (F.), senza ricor- runi Dioecesibus, singulis etiam Eccle-
rere alla s. Sede, lo concesse a tutti i suoi siarum Canonicis valde necessarii, Ro-
vescovi. Conclude, essere interamente fal- maei58o, i585: Veneliisi582. P. Carlo
sa l'opinione, che dal Papa sieno stati e- das. Paolo, GeographiaSacra, sive No-

relli tanti vescovati nella Puglia per a- tilia antiqua Episcopatuuni Ecclesiae
vere maggior numero de'voti ne'con-
il universae,ex Conciliis, Patribus, histo-
cilii; soltanto quando nel io5o circa i ria ecclesiastica, et geographis antiquis
normanni cacciati greci da essa, per la i excerpta,h\xiti\d% Parisiorum 1641; Ac-
quiete de' popoli approvarono Papi la i cedunt notae, et animadversiones Luca.e
moltitudine delle metropolitane e de've- Holstcnii, Amstelodami 1 7 1 i. Gio. Carlo
scovati eretti dal patriarca di Costantino- Stadel, Compendinni Geographiae Ec-
poli, però restringendone molli nelle so- clesiasticae universalis in quo Patriar-
le cillà^indi i loro successori estinsero mol- cìiaiuum,Archi-et Episcopaluuni,per lo-
ti vescovati, ed altri unirono insieme, per tum Orbeni d'/fusorum modernus status
cui a tempo del Sarnelli (che di Beneven- exponitur, cum rebus no tabilioribus prò-
to riparla nelle Memorie de* Fescovi e vinciarunt, Romae 1712.
Arcivescovi, a p. 58), erano 21 metro-
politane e I IO vescovati compresi gli u-
§ I. Erezione de' vescovati, promulga-
liili,!." metropolitana essendoBenevento zione in concistoro, aiwhc di quelli
e 2.^ Capua. Nel § I dell'articolo Vesco- in parlibus iufidelium. Delle diocesi
V EU VER 71
o vescOiKlli di tutto ilmondo, geogra- concessione o conferma de'princìpi, e di
fia ecclesiastica soggetta a variazio- altro che vi ha riferimento. Come suno
nif incremento de* K'escovati. concepite tali Bolle, il Bollarlo Romano
ne contiene un infinito numero, cos\ la
Al Papa solamente spelta erigere vesco- i Continualio. In questo poi» no essere e-
vati, dividere territorii, l'unione di due
i sempi due di Pio VII riportale nel 1. 12,
o più cattedrali, le dismembrazioni e le p. e 21 1. Super Universas terra-
204
soppressioni de' medesiuii vescovati; co- rum Orbis Ecclesias, de'9 agosto i8o4:
me Vicariodi Cristo e vescovo della Chie- Erectio Sedis Archiepiscopalis Agriea*
sa universale.È incontrastabile questa pri- */5. E quella perlasuasuftraganea, Quuni
vativa giurisdizione del Papa e della s. in supremo Apostolatus o^c/o,dello sles-
SeA^, e lo prova il De Luca nel cap. 4 : so giorno : Erectio Sedis Episcopalis
DeW erezione de' nuovi vescovaliy e delle Szalhmariensìs. Molti Papi conferirono
unioni, o divisioni, o soppressioni degli a Legati apostolici [F.) {a facoltà d'isti-
antichi. Le cause dell'erezione de'vesco- tuire vescovati, di unirli ad altri, di divi-

vali sono generali o particolari. Le gene- derli e di sopprimerli. Nella presente Eu-
rali sono la necessità pressante e l'utilità ropa civile non vi è quasi contrada che
evidente della Chiesa. Le particolari so- non sia slata una provincia politica di
no: i.° se il popolo estremamente molti- Koma imperiale e pagana, per divenir
plicato dall'accrescinìenlo della fede, do- poscia provincia ecclesiastica di vescova-
manda un vescovo particolare;
di avere ti di Roma pontificale e cristiana. Si leg-
2." quando è sì estesa, che un
la diocesi ge nella lettera pastorale del dotto mg."
solo vescovo non può fare le funzioni ve- Cullen arcivescovo d'Armagh, primate
scovili in tutti i luoghi del suo vescova- d'Irlanda (nel 1 852 traslalo all'arci vesco-
to, secondo che i bisogni degli abitanti vato di Dublino) ,
presso l' Osservatore
lo richiederebbero, e per la lontananza Romano del i85i, a p. 44^- « La pie-
pericolano d'essere trascurali. Per l'ere- nezza di podestà sopra tulle le Chiese dei
zione de'vescovati sono indispensabili re- mondo, Bernardo, è data alla Se-
dice s.

quisiti: le rendile della mensa, {^catte- de apostolica per una singol.ir prerogati-
drale, il capitolo, {'episcopio, il semina- va. Questa Sede può rizzare nuovi vesco-
rio, r ospedale, il monte di pietà ec. I vati, dove non v'erano prima, se giudi-
Sorami Pontefici per mezzo della Con- ca eh» torni a bene universale. Tra quel-
gregazione cardinalizia concistoriale li, che già sono, può abbassarne alcuni
(^.), di cui è segretario il prelato Segre- e sollevarne altri. Può chiamare vesco- i

tario del (^•), emanano


Sagro Collegio vi ad arcivescovi, e fare il contrario, se
le bolle per l'erezione de'vescovati resi- crede esserle mesliero di farlo. Da'gior-
denziali, unioni, dismembrazioni, e altre ni di s. Pietro non è il Pontefice roma-
provvisioni concistoriali, che poi promul- no mai rimasto d'usare questo diritto.
gano nel Concistoro (^.), ove parimen- Tra le persecuzioni degli antichi giorni,
ti provvedono di pastori {q Diocesi, per- allorché erano astretti ad appiattarsi nel-
chè esci usi vamenle ad essi ne spetta l'i- le catacombe, e spesso sentenziali ad im-
stituzione. Avverte mg/ Marini, già pre- porporare il palco col sangue loro, essi
fello degli archivi segreti della s. SQi\e, l'usavano in ogni parte del romano im-
nella Diplomatica Pontificia, che nel- pero, per fermo senaa consigliarsi cogli
VArcìàvio Faticano ^\ hanno le bolle de' statuali. È senza dubbio, che la fonda-
vescovati, le quali assegnano una precisa zione de'vescovati d'occidente fu fatta di-

e incontrastabile epoca della loro fonda- rettamente da' Papi. E manifesto, dice s.

zione, della istituzione de' vescovi^ della Innocenzo I [dti{ 402), nella sua leltera a
ra VER VER
Dcc.cm\OjChcinti(tt* Ifalfa, GalUcty Spa- 5r)0, e quasi nel principio della Chiesa
gna, africa Sicilia e f le Isole che giac- romana , univasi il clero col popolo iti

cion di i/ìezzo, ninno istituisce vescovato, Campo Marzo, net titolo di Lorenzo in
s.

se non s. Pietro ed i suoi successori. E Lucina, come ora nella Chiesa di s. Mar-
lo slesso Papa scrive a Vitricio vescovo, co, per le Piogazioni àeWe Litanie Mag-
che dalla Sede apostolica di Roma son giori (V.), portandosi inbuon numero al
derivati l'Episcopato e tutta la sua auto- Vaticano; e ciò in memoria del giorno in
rità: A quo ipso EpiscopatuSy et tota aii- cui s. Pietro sublimò al Primato della
cton'tas- hnjus nominis eniersit. Lo slesso Chiesa universale la sua sede vescovile,
\ien definito da s. Gelasio I del 49'2' A. dopo aver fondala, mediante s. Marco,
lutti è conto che le Chiese ne'tempi rae- di cui in tal giorno si celebra la festa, la iv

1)0 antichi siccome quelle d'Irlanda, Ger- chiesa patriarcale d'Alessandria (che es-
mania, Inghilterra, Danimarca, Svezia, e sendo ora il suo pastore Ira' Vescovi in
più recentemente quella d'America set- partibnSy in quell'articolo ne riparlo), ed
tentrionale e meridionale, ebbero il co- aver esso medesimo predicato nelle vici-

minciamento da Missionari (/^'.), inviati ne città il Vangelo


con erigervi delle ,

dall'autorità papale. Da ogni facciuola del- chiese e ordinarvi vescovi, per mezzo de*
s'addimostra, che i
la slorio ecclesiastica quali stabili una gerarchia subordinata al
Papi setnpre ebbero la slessa giurisdizio- I ."vescovato del mondo.—-Poc'anzi nomi-
ne, non pur sui vescovi occidentali, ma nai il Concistoro e la Diocesi: qui occor-
anche sopra grandi Patriarchi ^f\) o-
i re che in breve accenni quanto in tali due

rientali, cui spesso deposero, o dipailiro- articoli e ne'relativi ragionai in argomen-


i)o dalla comunione della Chiesa ". Nel to, siccome a questo intrinseco, per evi-
libro, De Unitale Ecclesiae di s. Cipria- tare ripetizioni del molto che altrimenti
no, si dimostra il Papa, ì^escovo di tutta dovrei diie. il concistoro successe all'an-
la Chiesa (^'.), Pastore [i^"'.) universale tico Diaconismo de
Presbiterio (V.) e
edi lutti pastori (come lo chiamòs. Ber-
i I*api,composto de* preti e diaconi della
nardo) in terra, Vescovo Universale ( F.), Chiesa romana, eziandio per le cose spet-
con cui chi non comunica è fuor della tanti alla Chiesa universale, per avere il
Chiesa, il di cui Vescovado e un solo suo vescovo il Primato (V.) su tulli ve- i

spoiio per lutto il mondo, e governato scovi del mondo, e si soleva aggiungere
parzialmente da'vescovi parlicolar*, sen- qualche vescovo, le cause maggiori trat-
za distaccarlo o dividerlo. Scrisse il dolio tandosi ne'concilii di Roma {V.), finché
Bianchini, nelle notead AnastasioBlblio- la trattazione degli affari fu ristretta net
lecario, De Vilis Pionianoruni Ponli/l- Sagro Collegio de* Cardinali [V.), divi-
cum, avere s. Pietro fondalo il vescova- so iu tre ordini, il primo de'quali è quel-

to di Roma, i vescovati ad essa suburba- lo de' cardinali Vescovi suhurhicarii, di


ni, ed una fjuantità d'altri vescovati in al- cui il primole il Decano. Giovanni XXU
tre parli. Essere incontrastabile, che fi- nel 1822 slabilì, che nel concistoro se-
no dal VII secolo celebra vasi la festa del- greto il Papa promulgarebbe tutj^f^e
la Cattedra di Itoma a' i8 gennaio, in provviste de' vescovati e de'nuovi vesco-
memoria dell'istituzione della medesima. vi; il che dal 557, d'ordine
1 di Paolo IV,
11 primato poi sopra tutte le altre chiese si eseguisce col Preconio (V.), col quale
l'assegna a' i5 aprile, poiché altrimenti si preconizzano e si pubblicano i vescovi

non si avrebbe la precisa epoca del pon- ed abbati delle abbazie nullins diocesis
tificato di s. Pietro, che dice duralo anni (quando però queste non si danno in con»-
aS, mesi 2 e giorni 3. Infatti nel giorno n.enda, come l'abbazia di Snbiaco, l'ab-
slesso, tinche prima di s. Gregorio I del bazia delle Tre Fontane e altre, che si
VER VER 73
COI) feriscono «enza decreto concistoriale, e Persia si proponevano in concistoro a
non fiiceinlosene nìeiizionein concisloro), tenore del breve di Cenedelto XIV de*
analoganienlealle Proposizioni concìsto- 18 gennaio ij^j- nia col privilegio del-
rinii (/ .)slniì)pate,ed in precedenza dal- la bolla Inscrutabili , emanata da Gre-

l' £/W;7ore del Papa (/^.), a questo umi« gorioXV a' 22 giugno 1622, per cui i
liate e dispensale a'cardinaii, onde darsi promovendi non soggiacevano alle rela-
da essi l'individuale giusto parere, poiché tive spese. Talvolta i detti vescovati che si

Dell 565 decretò Pio IV, non potersi ac- preconizzavano in concisloro, si spediro-
cordare vescovato e abbazia nullius, sen- no per breve, a motivo di circostanze par-
za il consenso di due parli de'cardinali ticolari e per non potersi altendereil conci-
j)resenli in concisloro. I vescovati e le ab- storo, j)ef la mancanza de'lestimoni richie-
bazie nullius vacanti proponevano in si sti alla formazione del processo, non poten-

concisloro, oltre il Papa, da alcuni car- do promovendi sostenere le spese della


i

dinali, massime ddProtetlori(F.) degli spedizione; e finalmetite per la ragione


stali della cristianità , finché i Papi ne che milita per le chiese in paesi acattoli-
hanno assunto la proposta di tutti. Le ci, si spedivano eziandio per breve,
che
provviste che si eseguiscono in concislo- milita egualmente per l'altre situale fra
ro de'palriarcali, arcivescovati, vescova- gl'infedeli. CoUediscorse proposizioni con-
ti, ed abbazie nullius, residenziali, si di- cisloriali e co'ponlifìcii decreti di provvi-
cono Benefica ecclesiastici (F.) concisto- sta, si formano leBolle apostoliche per
riali. Contiene la proposizione concisto- autorizzare i promossi al possesso delle
riale le condizioni alluali de* vescovati e chiese residenziali loro destinale. L'arci-
dell'abbazie nullius (ormai ridotte a po- vescovo, benché insignito della dignità
che, perciò di rado si preconizzano) va- cardinalizia, ed ancorché inpartibus, Ira-
canti, da provvedersi con decreto del Pa- slalo ad un vescovato, domanda al Papa
pa, per morie, o per rinunzia, o per se- l'indulto di ritenere il titolo arcivescovi-

guila traslazione del proprio pastore; ov- le, grado però che non si comunica alla
vero che sono per vacare dopo l'annun- sua nuova chiesa. Quindi sono registrali
zio; le nomine, le qualità de' promoven- i cardinali nelle Notizie di Roma, per e-
di, chi fece il processo a loro e alle chie- sempio;Ct7rr/mdr/e Gaetano Balujfi Ar-
se per r idoneità (di cui appunto è un civescovo Vescovo d'Imola, perché pri-
trasunlo la proposizione), e chi ricevette ma era stato arcivescovo di Pirgi inpar-
ilgiuramento dagli slessi promovendi. tibus. Nelle traslazioni sì di chiese resi-
Premesse le proposizioni, in concistoro si denziali e sì di titolari, il Papa proscio-
preconizzano ancora i titoli in partilus glie il traslalo dal vincolo che avea col-
infide liiim,pav\meiil\ vacanti, de'patriar- la prima. ^Sc'concisforisemi-pubblici poi^
chi, arcivescovi e vescovi. Inoltre il Pa- per la Canonizzazione de* Santi {V.},
pa conferisce vescovati residenziali e ti- v'interviene tutto l'Episcopato che tro-
toli inpartibus, ^evBreve apostolico ^%&W' vasi in Roma, compreso quello in par-
za denunziarsi in concistoro, a
mezzo del- tibus, dovendovisi recare i vescovi distaa-
la Congregazione cardinalizia di Pro- ti nel raggio di 100 miglia da Roma, in-
paganda fide {V.)y cioè pe' vescovati e vitali da lettere della Congregazione car-
pe'vicari apostolici e loro coadiutori, sot- dinalizia del Concilio (^.), vestiti io a-
to la sua direzione, i vescovati d'Irlanda, bilo prelatizio e colla cappa, con fodere
America, Inghilterra, Indie orientali, Ci- di armellino se nell'inverno, per dare il

na ed altri solevano tutti spedirsi per


, loro volo. —
La Diocesi è l'estensione e il

breve; que'però dell'Arcipelago, MareE- territorio della spirituale giurisdizione ec-


geo, Albania, Servia, Bulgaria, Armenia clesiastica d' uu vescovato^ d' un arci ve*
74 VER VER
scovato e delta arcidiocesi, d'una diocesi questo mio Dizionario, però supplite e
pali'iarcale, d'un'aijbazia nullìus, antica- compensate con una moltitudiae di ar-
mente denonf)inata anche Parrocchia ticoli analoghi, oltre quanto riguarda la

(F.). Alcune diocesi sono riunite ad altre, propagazione della fede rilevalo nel voi.
con concattedrali aeque principalilcr, su XLV, p, i^i, cioè eoo dare in compen-
di clie vanno tenute pi esenti le particolari- dio un Orbis Chrislianus, ossia EpiscO'
tà indicate nel voi. XX,
79; altri ve-
p. pologio universale. D'allora in poi assai
scovati si tengono in amministrazione per- maggiori furono i particolari miei studi
petua da alcun arcivescovo residenziale. sulla geografia sagra ed ecclesiastica, non
JNcH'articolo di cui parlo riportai una sta- disgiunti dalla geografia poiilica,ossia na-
tistica da me formata, del numero delle turale e civile, impresa grave e laboriosa,
diocesi esistenti in tutto il mondo, secon- che principalmente produsse il notabile
do l'anno 1843 in cui la pubblicai (per aumento de' volumi. Arduo ne fu lo svi>
quelle erette posteriormente, non mancai luppo, massimamente per l' incremento
a'ioro luoghi di ragionarne, e per le dio- progressi vo delle popolazioni, per la trion-
cesiche ciò non mi fu dato, supplirò fante Propagazione della Fede ( F.), de*
veWe Addizioni, nelle quali mi propongo vescovati e de'vicariati apostolici, per le
di ampliare le che
descrizioni di quelle fiequenli variazioni della topografia po-
ìie' primi volumi di questa mia opera litica degli stali a cagione degli avveni-
trattai con laconismo. S'intende , che se menti storici, pe'tanti Concordati {^f^.) a*
Dio mi concederà di pubblicare le addi- quali per amor della Pace (F.) conven-
zioni ^ ciascuno sarà in libertà di pren^ ne la s. SiiLÌe, particolarmente negli ul-
derle o ricusarle) , seguendo lacomune timi tempi, in ispecie del corrente secolo,
divisione del mondo in 5 parli. Quanto singolare per un complesso di rapidi e
Si' Ficariali apostolici, comprese le dele- inauditi mutamenti religiosi ecivili: laon-
gazioni apostoliche ecclesiastiche, ed alle de le diocesi andarono soggettea ripetute
PrefcUiire aposloliche, dipendenti dalla circoscrizioni pegli sparlimenti delle pro-
Congregazione cardinalizia di Propa- viiicie ecclesiastiche,non chea varie u*
ganda fide, in questi tre articoli li regi- nioni o disgiunzioni, ad ampliazioni, a
strai, e individualmente descrissi appropri restrizioni,a soppressioni, e di tutto quan-
luoghi, cioè degli stati in cui si trovano to dovetti renderne contezza. Bensì con
istituiti. Nel3.*'de'ricordali articoli com- queste ampliazioni, e col sussidio de'mol-
pilai il catalogo de'patriarcali, arcivesco- lissimi articoli che vi hanno stretta rela-
vati e vescovati, come pure de' vicariati zione, ebbi però la compiacenza di vede-
e prefetture, dipendenti dalla medesima re in sifTdtli studi promossi e agevolati
per la s. Seóe: ne'due primi poi potei da- quelli di altri, pel riferito iie'vol.LV, p.
re i loro cataloghi più ampii, per gli au- 1 33 , e
, p.
LXX
2o5. Anche l' ottimo
mentali vicariali e prefetture. Nell'arti- mg.' Giuseppe Rosati vescovo di s. Louis
colo Vescovi inpartibus iNfiDELixJW, ho o s. Luigi, di cui pure nel voi. XLV, p.
«crillo nozioni analoghe, e (ormato una 333, quando pubblicò la Notizia stati-
statistica de'litoli arcivescovili in parti- stica delle Missioni cattoliche in tutto il
bus, che si conferiscono dal Papa. Ripelo, mondo [liei donarmela graziosamente si
,

che procedei troppo brevemente in questo compiacque scrivermi, con poco comune
immenso e feracissium argomento, cioè a* equità, che si era grandemente giova-
vanti che pel primo vagheggiassi l'idea di to di mia opera. Con essaci diede anco-
sopperire possibilmente al vasto concet- ra a p. i36 e 275, La Gerarchia Cat-
to del gran cardinal Garampi, colle prò- tòlica, ossia l'enumerazione di tulle le
poizioui e forme volute dalla natura di diocesiesislcQliaeli843 iu tutte le 5 par-
VER VE R 75
mondo. Avendole calcolale, ho tro-
lì dt^l diedi lilolo,gli arcivescovati,! vescovati,
valo 5^5 diocesi residenziali, e sembra co* nomi de* rispettivi cardinali e prelati
corrispondere al numero di quelle regi- che ne sono insigniti, colle epoche di loro
strate nella suddetta mia statistica. Ag^ nascita e preconizzazione,oltre la patria di
giungerò per la storia (ed anco per esse- ciascuno; il catalogo de'vicari, delegati e
re troppo diflìcile che a lungo andare prefetti apostolici in ogni parte del mon-
la lingua non batta dove il dente diio^ do sotto la direzione della congregazio-
le, e la bocca non versi di quel che ab- ne cardinalizia di Propaganda fide, pa-
tonda nel cuore), che di tante mie studio- rimente col nome loro e l'epoca in che i

6e,pazienti e laboriose faliche,il tuttopassò vicari e delegati ebbero il titolo arcive*


senza il rumore delle manifestazioni di scovile o vescovile; e dal 1 BSg anche i ti-

pubblici periodici, tranne rare eccezioni, lolidegli arcivescovati e vejicovati inpar-


per non averle io provocate, ofors*aoco tibus che sogliono conferirsi dalla s. Se-
pel rimarcatospontaneameute dalla Cro^ de, lo ho proceduto co' due primi cata-
naca di Milano, de'i5 iSSy^ p. aprile loghi, e quanto all'ultimo con quello de*
20I, perchè il leggere opere voluminose registri concistoriali, perciò ad esso in so-!
costa soverchia fatica. Se gentili e sa- i stanza concorde, soltanto alcuna deno-^
gaci lettori faranno attenzione a diverse niinazione co'geografi sagri l'avea riferi-
opere contemporanee, e analoghe per gli ta con diversa lettera iniziale, con di-
argomenti a' moltissimi della mia, mi versa lettera ihe segue, sia vocale o con-
vedranno prettamente copiato, masche- sonante (su di che va letto l'articolo Ve-
randosi i compilatori con intrecciamen- scovo, § VI: De' Vescovi DI riti diversi,
li d'altri autori, oltre alcun'altra infra- perchè ivi gli enumerai), o nomenclatura
scatura, senza neanche far parola del pre- sinonima, ovvero perchè differenti sono
cipuo fonte j e ciò eh' è piìi curioso, per i nomi co'quali sono appellati, anco per-
non dir peggio, in argomenti vergini, e chè titoli furono dal greco italianizza-r
i

non da altri prima di me esposti e svi- ti, ovvero si usarono denominazioni lati-

lu[)pati sotto tal punto di vista, ovvero ne, che non sempre corrispondono all'i-
sur un campo che altri non spigolarono. taliane; per cui di parecchi titoli ne feci
lo spigolai, nella formazione degli arti- articoli di rinvio, acciò fossero salve le
coli, perchè inventar non si può il posi- diverse denominazioni, anzi fino a tre e
tivo, ma insieme doverosamente cele- quattro, e valga per tutti Acri, Acon, s,

brando i campi che mi fornuono la mes- Giovanni d'Acri, l^oleniaide, città ve-
se j
gli altri falciarono i miei spietata- scovile cui sono comuni tali nomi, e ne
mente, senza alfatto nominarmi, come scrissi due articoli: così praticai per A-

che avessero la scienza infusa. Ebbene che crida o Ocrida, Aleppo o Berrea, A-
si ha da dir di loro? Lo diranno a suo chamito o Hadr amilo, Caffa o Teodo-
tempo i critici, quando confronteranno sia, e via dicendo, oltreché di molte ne
la priorità delle epoche nelle produzioni. riparlai negli articoli delle provincie ec-
Due sole volte la Civiltà Cattolica si clesiastiche a cui appartennero. Ma in con-
compiacque nominarmi, con brevi frasi, fronto di tutti quanti i patriarcali, arci-r
pia però generose e incoraggianti, e per vescovati, esarcati e vescovati di tutto il

ultimo nel quaderno 226 del voi, 3 della mondo, pure eterodossi, esistenti o non
ser. 4-'j nella Rivista della stampa italia- più esistenti, di cui scrissi articoli , mi-
na. Ciò dichiaro per grato animo, Neil' al- nore è il numero di quelli de' titoli de*
manacco o annuali Notizie diRonia[F.) l escovi in par tibus (/^.) che conferisce
perordiiiealfubetico,e colle loro denomi- la s. Sede. Articoli tutti e innumerabili,
nazioni laliut^si riportano |)atriarcali,au- i che si rannodano ud altri multi, special-
76 VER VER
mente ali* immenso novero de* Conci- novembre 1791 fu agli Stali Uniti con-
la o Sinodi^ di cui eguelmenle in com- vocato il I
."*
sinodo diocesano dal vescovo
pendio feci la descrizione. Né tiasandai Carrol: vi sì trovarono presenti soltanto
ìa bibliografia della Geografìa (F.) an- 20 sacerdoti, probabilmente la più parte
tica e moderna, naturale ed ecclesiasti- del clero totale. Tra di essi viene ricor-
ca, generale e parziale, comesi può ri« dato il nome del R. Lorenzo Grestei del-
scontrare in tanta copia di molteplici ar- la compagnia di Gesù, che fu poi coadiu-
ticoli, in quello citato appena avendo ri- tore del vescovo Carrol: egli morì a Fi-
cordato alcuna delle tante opere di cui.al- ladelfia, e la sua morte viene ricordala in
trove diedi contezza e me ne giovai per una lettera del cardinal A monelli, in da-
tutta l'opera, onde corrispondere colleso- ta del settembre 791. Nel 1795 fu
I elet-

le deboli mie forze, al mio proponimen- to vescovo di Gortyna inparùhus mg."


to, già in grande concepito dal Garampi Leonardo Waae, consagrato nel dicembre
sullodato,quand'era archivista della s. Se- 1800. Allora vi erano negli Stali Uniti
de, e nella nostra epoca in cui mirabil- due vescovi e circa 4o preti. Nel 1808 la
mente persino nelle piti remote regioni si sede di Baltimora fu innalzata a metro-
sono fondati un gran numero di nuovi politana, con 4 vescovati su(fiaganei,cioè
vescovati e di vicariali apostolici, oltre il Biirdstown, Boston, Nuova York e Fi-

ristabilimento delle provincie ecclesiasti- ladelfia. V* erano in quell'anno soltanto


che di TVeslniinster [F.) e di Utrecht due vescovi, 68 preti e 80 chiese. 11 pro-
(/^\), ossia le gerarchie ecclesiastiche d'In- gresso del catlolicismo negli Stati Uniti
ghilterra e di Olanda, per cui trovai l'im- è un soggetto di vera consolazione e del
iiiensoargomento gigantescamente accre- maggiore interesse per la futura umani-
sciuto, ed è in via di glorioso incremento. tà". 11 eh. d. Olimpiade Corsi, Notizie
]jasti il seguente breve quadro della si- statistiche delle Missioni di tallo il moti'
tuazione attuate della religione cattolica do, dichiara a 526. « Nella creazione
p.
America, per
negli Slati Uniti (F.) d' di nuove diocesi, che si anderanno a for-
darne un'idea. Compilato sul Metropo- mare, sarebbe desideral)ile che si stabi-
litan Catholic Alnianackt\e,\ correntean- lissero per confini, quelli che ha fissato
noiSSg, mostra lo stato della Chiesa in la natura, come sono le montagne, il cor-

intervalli di io in io anni,ed è la prova so de'fiumi, lidi del mare. Cosi sono


i

più manifesta del singolare progresso del- designati in Francia i dipartimenti, ne*
ia vera fede nelT opposta parte dell* A- quali è stato diviso quel regno, e ciò non
llantico. Lo ricavo dal Giornale di Ro- senza grande vantaggio". Ora la Civiltà
/7?izi85c) a p. 24*2. « Le provincie eccle- Cattolica Ae 5 febbraioi859, a p. 34o,
siastiche nel 1839 erano una, nel 1849 ci die ragguaglio dell'opera divisa in 3
Ire, nel 1 839 sette. Le diocesi nel i 889 se- parti e corredata di più di 1 5o carte geo-
dici, nel 1849 trenta, nel 1859 quaran- grafiche, cominciata a pubblicarsi e in-
totto. I vescovi nel 1889 dieciotlo nel , litolala: VOrhe Cattolico, ossia Atlan-
1849 ventotlo, nel 1859 quarantatre. I te gcografìcOyStoricOf ecclesiastico: Ope-
sacerdoti nel 1839 qualtrocentosettan- ra del Conini Girolamo Petri, . officia-
tolto, nel 1849 '"die, nel 1809 duemila le minutante della Segreteria di Stato.
cenl'otto. Le chiese nel 1889 quattrocen- Roma tipo grafia della rev. Camera apo-
todieciotto, nel 1849 novecenlosessanta- stolica iS5S. Parte prima, Italia e Sviz-
sei, nel 1859 duemila trecento t''^"^®' zera. Un voi. in foglio oblungo di 80
quattro. Nel 1771 vi erano agli Stati Uni- centimetri per 5j.
ti (quando colonie) 9 sacerdoti. Nel 790
1
i
§ 11. Dell' Episcopato, uni là e autorità.

v'era un vescovo cou 20 sacerdoti. A'7 Il suo stato esige perfezione. Origine
VER VER 77
dc\>cscovatì e della gerarchia ec- sione de'loro vescovi risalendo fin al prin-
clesiastica. Dii'isione delle diocesi e cipio, cosicché qualcuno abbia avuto per
loro gradi gerarchici. Inescavi primi- antecessore un Apostolo, o un uomo apo-
tivi. Delle Metropoli, delle Primazia- stolico a quelli conlemporaneoj poiché a
li e delle Patriarcali, e delle grandi tale indizio si conosce quali sieno le Chie-
Chiese d'Oriente e d* Occidente, colle se Apostoliche. Tale è la chiesa di Smir-
giurisdizioni de* prelati soggetti al ne, di cui ili.° vescovo fu Policarpo po-
Primato del Papa. stovi das. Giovanni. Tale è quella di Ro-
L'Episcopato è istituzione divina, e la ma, ove Clemente fu o«dinato da s. Pie-
1

sua origine risale fino alla Chiesa piirai- tro (oltre suoi immediati predecessori e
i

tiva. WoiJ è perciò un'istituzione cattoli- insieme successori di s. Pietro, ss. Lina i

ca romana, ma cristiana universale. L'E- e Cleto). E così le altre mostrar pomio


piscopato è il corpo organico de* vescovi egualmente quelli, che le ressero primi,
congiunto indissolubilmente col suo ca- e furono dagli Apostoli istituiti". Prima
po il supremo Gerarca da Dio stabilito, di Tertulliano, s. Ireneo avea inculcata la
che possiede il primato d'onore e di giu- medésima cosa per provare, che la tradi-
risdizione nella Chiesa. La stabilità della zione della Chiesa cattolica è la sola che
Chiesa cattolica deriva dall'intima unione sia vera, con dire contro Marcion. e. 5,

colsuofondamento,cheè Pietro. La Chie- 1. 3: " Tutto il mondo può vedere da


sa cattolica non può trovarsi chedov' è la sé la tradizione degli Apostoli, che s'è
Gerarchia ecclesiastica de \e^cov'ì,picU e da per lutto nella Chiesa,
fatta conoscere
diaconi, del C/i/enc/7to('/^.j,islitui la daGe- e possiamo noverare quelli, che furono
sii Cristo, con non interrotte ordinazioni fatti vescovi dagli stessi Apostoli, come i

che risalgonosino agli Apostoli, come rile- loro successoli sino a noi". Aggiunge che
vai in più articoli e precipuamente a In- nella fondazione della Chiesa di Roma
ghilterra, ed a Svezia, parlando della pre- gli Apostoli (o gli uomini apostolici e do-
tesa successione apostolica de'loro vesco- po s. Pietro) vi fecero vescovo Lino, poi
vi; a Presbiteriani eretici, principalmen- Anacleto (o Cleto: su di che va letta la
te di Scozia, che negano il vescovato d'i- Cronologia de Romani Pontefici,ne\ voi.
stituzione divina pretendendo che la
,
XVMIl, p. 3i I e 3 7), e dopo la morte
I

Chiesa sia governala da' soli preti; ed a di questo Clemente I. INovera poi i ve-
Thurles, ripetendo ciò anche nell'ortico- scovi di Roma fino al suo tempo, in cui
lo Vescovo, verso il fine del § IV, iu uno sedeva sulla cattedra di s. Pietro il Papa
alla massiina fuori della Chiesa non vi s.Eleulero eletto nel 79. Eusebio nella 1

e salute, soltanto nella romana conser- sua storia ci conservò nomi delle chie- i

vandosi la successione apostolica. Il corpo se principali, e de'loro successori fino al


de' vescovi, separato dal Pontefice roma- suo tempo, cioè d' Alessandria, d' Antio-
no, non è la vera Chiesa a cui Cristo pro- chia e di Gerusalemme, tulli creati da-
mise l'infallibililà; e la Chiesa la desume gli Apostoli. È dell'interesse degli siali cat-
dall'infallibilità del Pontefice.Gli Aposto- tolici l'avere un numeroso Episcopato;
li stabilirono i ministri e successori della quesla è la migliore guarentigia della lo-
loro podestà, di che Tertulliano fiorito ro libertà religiosa. E mestieri che il cor-
nel li secolo ne cavò argomento invinci- po venerabile de' vescovi aggiunga T a-
bile contro gli eretici , quali non pote-
i scendenle dei numero a quello della dui-
vano far risalire fino agli Apostoli la suc- trina e della pietà. Sono essi che, armali
cessione del loro vescovato, dicendo, Adv. dell'autorità inerente al loro carallere, re-
haer.^c. Zi: » Mostrino V origine delle spingono le intraprese contrarie a'dirilti
loro Chiese^ e ci facciano vedere la succes- e alle massime della Chiesa. In ogni tem-
^8 V E ti

pò l'Episcopato hn mostrato di non esse- t'ietro, ed a lui subordinati. Il vesùovo


re punto inferiore all'ultezza del suo mi- Sarnelli, ragionando della Gerarchia ec-
nistero. Nella coronazione di Carlo X a clesiastica^ ripete lo scritto dal Pallavi-
Reims, mg/ di Doulogne, con sovrauma- cino contro Lutero. Depressa la maggio-
naeloquenza e intrepida franchezza, svol- ranza del Papa, come governerassi laChie-
gendo neirorazione che pronunziò i do- sa? Ciascun vescovo sarebbe sovrano nel
veri de'principi verso la Chiesa, disse fra proprio vescovato? Diremo, con Lutero,
le altre cose. » Se il principe è il vesco- d'aver estinto una tirannia, e ne avremo
vo del dì fuori cìl protettore de canoni^ generato innumerabili. Direte: vescovi i

avendo il dilitlo d'interporre la sua au- soggiaceranno al concilio. Ma ha da star


torità per farli eseguire, non è però il ve- sempre questo concilio adunato, cioè a
scovo al di dentro, che possa rendersene dire i sempre lontani dalle loro
vescovi
giudice ed arhilro : egli dev' essere con- chiese? E dato che no, a che si dovrà ri-
vinto, che la Chiesa e lo Stato sono indi- correre per gli aggravi nel tempo, che
pendenti l'un dall'altro^ che se i re non non v*è il concilio. Questo concilio a pa-
tengono il loro scettro dalla mano de* rer di chi si dovrà congregare? quando?
Pontefici, questi per converso non tengo- come? chi vi sarà presidente? Qua con- I

no dal principe la loro Verga [F,) pa- trarietà sorgerebbe di leggi, di riti e fin
storale; e che se la Chiesa vuol esser la di fede tra'fedeli, credendo ogni popolo
prima a prestar uhbidienza al principe ciò che il suo vescovo, però soggetto ad
nell'ordine politico, questi dal canto suo errare, gli proponesse come senso della
deve ubbidire a* ministri di Gesù Cristo Scrittura? Infatti la Chiesa non merite*
nelle cose di Dio, e in luttociò che ha rebbe nome di Chiesa, cioè di congrega-
tratto alla coscienza". I vescovi sono suc- zione, ove fossedisgregata per tante mem-
cessori degli Apostoli senza interruzione, bra, senza ricever l* unità da un' anima,
per far le loro veci nella Chiesa, con Vi- che le informasse e le reggesse. In breve
caria ordinatione^ come si espresse s. Ci- simil governo poliarchico si arroghereb-
priano, gran difensore dell' Episcopato. bere i rettori privati in rispetto a'ioro ve-
Avendo alcuni scismatici tiralo al loro scovi, i preti semplici rispetto a*reltori,iu
partito alcuni de*(ormentati nella perse- fine formerebbe quella Babilonia che
si

cuzione, soiitenevano essi che chi non co- sacrilegamente fìnse Lutero in Roma. 11
municava con que* prelesi martiri, non dottissimo cardinal Wiseman, nella dis-
era membro della Chiesa. Ma s. Cipria- sertazione fatta leggere in Roma nell'ac-
no loro dimostrò, che il centro della co- cademia di Religione cattolica neh 855,
munione cattolica non sono martiri, i di cui pubblicò un sunto la Civiltà Cai-
bensì vescovi, da'quali non si può uno
i tolica^ serie 2.*, 1. 1
1, p. 36 r, suH' unità
separare, senza lasciar l'imita; ed mar- i della Chiesa,dopo aver esposto come og-
tiri slessi diverrebbero scismatici, se si se- gidì più che mai universalmente predo-
parassero dal vescovo. Gesù Cristo vo- mini nel mondo incivilito una gagliarda
lendo fare rispettare il vescovo, e prescri- tendenza verso l'unità, e come essa si pa-
vendo la disciplma della Chiesa, disse a lesi a mille segni negli ordini materiali e
Pietro: Tu sei Pietro y e sopra questa morali, scientifici e civili, ma soprattutto
pietra fonderò la mia Chiesa. Pasce a- in ciò che riguarda la religione e la fede,
ves meas. Di là viene I* ordinazione de' le cui funeste divisioni tengono in gran
vescovi, e la forma unitiva del governo pensiero ed angoscia i più retti e u»eglio
ecclesiastico, per modo che la Chiesa è e- veggenti tra gli eterodossi, entrò nel suo
dihcata sopra i vescovi, a'quali appartie- argomento. Pertanto espose la teoria no-
ne re^gerlci , iu unione al successore di vella di udìIù inveutala da' teologi pru-
VER VER ^9
teslanlì, qualificandola la più perniciosa Chiesa non é già un cadavere o un mero
che sia mai scaturita da cervelli etero- aggregato di parli simili e indipendenti,
dossi, colia quale essi pretendono di da- ma sibbene un corpo organizzalo e viven-
re se non a tutte almeno alle precipue tra te, le cui membra sono tulle unite ed a-
le varie sette ecomunioni cristiane, com- nimateda un medesimo spirito vitaleope-
presavi anclie la Chiesa romana, la sospi- rante all'interno e manifestantesi all'è*
rata unilà d'un sol corpo. DilFicile era il sterno con visibili elfetti. Ora l'unità dì
loro problema, giacché trattavasi di tro* un tutto vitale in ciò dislinguesi da ogni
vare una tal formoladi unità, che toglien- altra unità, che le sue parti non hanno
do del pari ed a'cattolici ed a'proteslan- solo qualche somiglianza di forme inter-
ti il vanto di essere esclusivamente la ve- ne od esterne, ma sono cos'i intimamen-

ra Chiesa di Dio, assicurasse a lutti la sa- te connesse e quasi immedesimale, che


lute eterna anche a condizioni contraddit- delie parti singole si può parlare come
torie, abbracciasse dogmi più opposti, ei del tutto e viceversa : e ciò apparisce fa-
non solo dispensasse membri di quel i cilmente discorrendo per vari esempi e
corpo da ogni vincolo di comunione e- non viventi nel-
riscontri di corpi viventi e
sterna, ma loro permettesse eziandio le l'ordine fisico.Questo carattere di vita-
più gravi discrepanze. Ora ecco in che lità a meraviglia si avvera nella Chiesa

modo parve ad essi di risolverlo. »» La cattolica romana, della quale, diffusa co-
Chiesa di Cristo, essi dicono, comprende m'è per tutto il mondo, ottimamente si
tutte le Chiese che si reggono a vescovo dice qui grandeggia e fiorisce, là sta in
e professano la medesima credenza. Ogni sul crescere e dilatarsi, altrove geme sot-
sede ^ escovile è indipendente, e basta da to il giogo del regalismo, o spasima sotto
sé sola a lulti i bisogni spirituali de'suoi il ferro della persecuzione,o risorge a nuo-
(tdeii: l'unione gerarchica de' vari vesco- va vita e libertà, e tulle queste proposi-
vi è cosa accidentale, tutto umana, che apparenza contraddittorie si pro-
zioni in
può dipendere dal sovrano temporale; da nunziano con verità nell'unica Chiesa cat-
essa nascono quelle varie aggregazioni re- tolica, come s'ella fosse intiera in tutte le

ligiose, che chiamano Chiesa romana o


si sue parti, appunto perchè queste hanno
cattolica, Chiesa anglicana, greca, mono- in lei una somma unità e medesimezza
Csila, nesloriana, episcopaliana negli Sta- vitale. Ma chi direbbe altrettanto di quel-
ti d'America, ed altre, le quali tut-
Uàiili le svariate selle, le quali, secondo la no-
te, benché non abbiano comunione ester- vella teoria protestanlica, compongono la
na tra di loro, sono però veri membri d'u- Chiesa universale? o chi dicendo non sa-
na sola Chiesa universale perchè hanno rebbe o franleso o deriso? Tanto è vero
il medesiojo governo episcopale e credo- che il senso comune e per cos'i dire l'istin-
no nel medesimo Cristo". Tal è il concet- to medesimo de'crisliaoi ripugna ad una
to d'unità ecclesiastica, ch'è in voga al teoria cotanto assurda e la di 5»trugge. Ac-
presente presso molti protestanti, e mer- cettala questa teoria in Inghilterra e for-
cé del quale confidano di essere in
essi s'anche in America, sarebbe poi ricono-
comunione, almeno interna, colla Chie- sciuta ed ammessa dall' altre selle a cui
sa cattolica e di possederne doni più pre- i benefizio fu inventala ? Questo sistema
ziosi, come i sagramenli, le dottrine, gli d'unità inoltre contraddice troppo mani-
esercizi di pietà e perfino le indulgenze. festamente alle Scritture, le quali ci rap-
Ma quanto uu tal concello sia fallace ed presentano la vera Chiesa di Dio sotto la
assurdo ben lo dimostrò la splendida e- figura di Regno (imperocché il governo
loquenza dei carduiale al semplice lume ecclesiastico éassolulamenle monarchico,
del senso comune. Imperocché la vera per tale riconosciuto da tulle le Chiese,
8o VER VER
tale Io riconobbe In tradizione, ed i fat- dia dell'Episcopato, a'vescovi si raggru p-
ti confermano); e siccome sarebbe as-
lo pa il ed a questi seconda il popo-
clero,
surdo il chiamare un sol regno la colle» lo , e ne esulta la Chiesa pe' trionfi che
zione materiale di più stali indipendenti produce. Il vescovo cattolico che contri
perchè hanno qualche somiglianza poli- l'usurpatore difende il diritto, la Chiesa,
tica o qualche relazioned'amislà, così non i canoni, l'ovile, vieu posto alle strette fu
è meno assurdo il fare una soia Chiesa l'adempimento del dovere e la sanzione
universale di molte sette o chiese parziali, d'un'eternità indubitata, ed invigorito da
solo perchè reggono con somigliante
si una grazia della quale egli conosce e cre-
forma di governo, e convengono in qual- de l'onnipotenza^ quindi in lui succede
che principio di loro credenza. Conclude l'irremovibile fermezza, e pugna inerme
l'illustre porporato. « Resta adunque, che le battaglie della Chiesa, e si fu spettacolo
la nuova teoria di ecclesiastica unità mes- e segno all' universale ammirazione col
sa in campo da'protestanti altro non sia pronunziare coraggiosamente: Ubbidisco
che una vanissimachimera,eche la Chie- a Dio piuttosLo die nonagli nomini. Ed
sa di Cristo non possa avere altra unità a quelli che lo guardano attoniti, dice: Ab-
fuor di quella della Chiesa cattolica, di biamo compiuto un dovere. La sua fer-

cuiRoma è il centro ed il Pontefice ro- mezza non si appoggia alla terra, perchè
mano è capo visibile". Le Sctle non so- felicità e ricompensa non sa vederla che

no tra loro concordi nell'unità, non han- nel cielo.Così l'Episcopato cattolico è gua-
no la menoma conoscenza d' una Chiesa rentigia fortissima d'ogni nazione catto-
vera tra loro, e perfidiano nelle loro mu- lica.Eccone due moderni e mirabili e-
tue ostilità e condajine, per la loro natu- L'arcivescovo di Colonia, fermo
setr-pi.

ra proteiforme d'infinite variazioni e con- nel dogma e nella disciplina immutabile


traddizioni. Invece l'Episcopato cattolico del matrimonio cattolico, piantò un ar*
è eminentemente mirabile per la sua uni- gine insuperabile a cui dovette infranger-
tà,forma un sol corpo e una sola anima^ e sila prepotenza e l'orgoglio di tutto un

non prirla che una stessa voce, sia ch'e- ministero di monarca protestante, e del
gli prosperi sotto la protezione d'un go- protestantesimo alemanno capo e soste-
verno ecclesiastico per eccellenza, sia che nitore.Da ultimo pelconfiittodi Baden,
si trovi tuttavia alle prese coli* errore e ilvenerando ottuagenario arcivescovo di
con lo scisma, e colla prepotenza de'do- Friburgo coll'un piede nel sepolcro, e sor-
ininanli. J\e' tempi che corrono il vene- reggendosi con la tremula mano il pa-
rando Episcopato subalpino io più incon- storale, imperturbabiledifese i diritti del-

tri fece vedere, che l'Episcopato cattoli- la Chiesa, ed erse la canizie della sua fron-
co non viene meno a'doveri del suo mi- te al cospcllo d'un governo dispotico che
nistero né per minacce, né j)er calunnie, lo minacciava e d'un mezzo popolo di e-
ne per persecuzioni, e in mezzo alla servi- terodossi, destando le simpatie degli stes-

tù e alla paura fa sventolare la bandiera si Fero l'Episcopato cattolico


protestanti.
della verità e dell'indipendenza. L'Epi- anche nell'atto che resiste, che minaccia,
scopato cattolico sfida continuamente in che scomunica da un lato, ripele dal la-
ogni punto della terra, in qualsivoglia in- to opposto: lieddilc quae sani Caesans
dividuo ed isolalo membro dell'Episco- Cacsaril Si cerca inutilmente un vesco-
pato medesimo, qualunque possanza osi vo, un pastore generoso nello scisma gie-
ergere un trono contro il trono dell'Eter- co o russo, nel luteranismo di Svezia o
no.La violenza che trionfa sui corpi soc- di Danimarca, nel presbiterianismo scoz-
combe sotto peso dell'universale appro-
il zese o nella chiesa stabilita anglicana; il
vazione toslochè in tanta unità e cuucui' quale abbia supulo al cospcllu di iniuisiri
VES VES 81
e monaichi polenti e risoluti, dettare ri- le ed ascendendo al oielo per sedere al-
mostranze, sostenere dirilli, abbantlonar la destra del Padre, lasciò la pace a'suoi
l'episcopio e la mensa, affrontar le carce- discepoli; per la singolare e affatto pater-
ri e l'esilio, tranne qualche timida vellei- na carità e sollecitudine che nutriamo
tà. 11 concorde insegnameolo poi dell'E- verso popoli specialmente cattolici, non
i

piscopato cattolico, è il canale che perpe- possiamo non gridare pace, ed inculcan-
tua nella Chiesa infallibilmente la dot- doa tutti, colla massima contenzione del'
trina di Gesù Cristo, e ciò egualmente in l'animo nostro,le stesse parole del Divin

lutti i secoli. 11 Sommo Pontefice princi- Nostro Salvatore, non ripetere senza ia-
palmente !)arla all' Episcopato cattolico terjuissioue : Pace a voi, pace a voi. E
colle circolari Lettere apostoliche (nel con queste parole di pace amorevolissi-
quale articolo e altri relativi ragionai a^amente ci rivolgiamo a Voi, che siete
delle lettere cattoliche e canoniche del- chiamati a parte della nostra sollecitudi-
l'Episcopatoj, o Encicliche (/^.), per an- ne, affinchè, secondo la vostra esimia pie-
nunziargli la sua assunzione al Ponlijica- tà, eccitiate con ogni cura e studio i fe-
to (^''.), per la concessione di Ginhilei[F.) commessi alla vostra vigilanza a pre-
deli
universali e straordinari, per la parteci- gare Dio ottimo massimo che voglia con-
pazione delle persecuzioni ode'trionfi del- cedere a tutti la desìderatissima sua pa-
la Chiesa, e per altri gravi argomenti, co- ce. Per questa cagione j\oi, secondo il pa-
me di recente per la pace nel tristissimo storale nostro dovere non abbiamo la- ,

clamore dell'irrompente guerra, eccitata» sciato di ordinare che in tutti gli stati no-
si tra popoli cattolici, l'indirizzò a'27 a- stri pontifìcii si olTrano pubbliche pre-
prileiBSg Papa Pio IX, che comincia
il ghiere al clementissimo Padre delle mi-
colle parole Ciim Sancta Mater Eccle- sericordie. E seguendo gì* illustri esempi
sia^ dopo il consueto saluto: Fenerahiles de'nostri Predecessori, abbiamo stabilito
Fratres , salutem et apostolicaui bene- di rivolgerci alle preghiere vostre e di
dictionem (della qual formola parlai ne' tutta la Chiesa. Pertanto con queste no-
"voi. V, p. Qi5y XXVII, p. 23 e altrove). 1 stre lettere vi chiediamo,oVenerabiliFra-
La pubblicò il n. 102 del Giornale di che, secondo l'esimia vostra reli-
lelli,

Roma del 1859, premesso il solilo indi- gione , vogliate ordinare quanto prima
rizzo Lettera Enciclica della Santità
: pubbliche preghiere nelle vostre diocesi,
di Nostro Signore, per divinaprovviden- colle qualii fedeli a Voi commessi, im-
za Papa Pio IX , a tutti i Patriarchi, plorato il potentissimo patrocinio del-
Primati, Arcivescovi, P^escovi ed altri l'Immacolata e ss. Madre di Dio Vergine
Ordinarli aventigrazia e comunione col- Maria, caldamente preghino e supplichi-
la Sede Apostolica. Per saggio, come il no Iddio ricco in misericordia perchè, pe'
Papa parla all' Episcopato cattolico , io meriti dell'UnigeuitoFigliuol suo Signor
buona parie la riprodurrò. Prima note- Nostro Gesù Cristo, allontanando da noi
rò, che nell'altre suole premettere, come la sua indegnazione e togliendo le guerre
pure nelle Bolle e altri Z^/joZo^i pontifi- fiu dagli ultimi confini della terra, colla
formola: Salnteni et Apostolicani
cii, la sua Divina grazia illustri tutte le menti,
Benedictioneni (F.). La qual formola, col e tutti i cuori infiammi dell'amore della
Fenerabilis Frater, usa ne* Brevi apO' pace cristiana, e faccia colla sua onnipo-
stoliciche dirige ad alcun vescovo.» Vi- tente forza che tutti radicati e fondati nel-
cario in terra di Colui che, nascendo dal- la fede e nella carità osservino diligentis-
la Verginei mmacolala, annunziò per mez- simamente i suoi santi comandamenti,
zo degli Angeli suoi la pace agli uomini chiedano con cuore umile e contrito il
di buona volontà, e risorgendo dalla mor- perdono de'loro peccati, e dechinandodal
VOL. xcv. 6
82 VE S VES
male e facendo bene camminino per le
il perchè soggiunge. »» La Gerarchia divi-
-vie ilella giustizia, ed abbiano ed eserciti •
na composta del solo Episcopato col suo
no fra se i?icendevole e continua carità, Capo, e di lutti i preti e ministri; i ve-
e conseguiscano così con Dio, con se stes- scovi successori degli ^^09/o/iesoli che
asi e con tutti gli uomini la pace salutare. governano la Chiesa di Dio, e che com-
IN'ondubitiamo, Venerabili Fratelli, che mettono a'preti e diaconi quelle cose del-
Voi, secondo la provata osservanza ver- l'ordine presbiterale e diaconale che a*
so Noi e quest'Apostolica Sede, non siate medesimi vescovi sembrano opportune,
per compiere diligentissimamente questi e quando vogliono e come vogliono e a
nostri desiderii". Seguono l' indulgenze, chi vogliono; che delegano quella di giu-
anche plenaria, a'fedeli che eseguiranno risdizione esterna a qualunque Ecclesia-
le preghiere loro ordinale dall'Episcopa- stico, ancorché non prete o diacono". Tol-
to. « Finalmente nulla ci è più grato che to l'Episcopato è tolta la Chiesa; avvili-
di servirci anco di quest'occasione perdi to l'Episcopato, la Chiesa va sossopra. Il

nuovo assicurarvi di quella speciale be- solo Episcopato ha giurisdizione propria,


nevolenza che portiamo a Voi tutti, o Ve- cioè il solo Papa l'ha nella Chiesa uni-
nerabili Fratelli. Della quale anche vi sia versale, ed i soli vescovi ne'rispettivi ve-
pegno l'apostolica benedizione, che dal- scovati. Il soloEpiscopato5'com«/2ic« (/^.)
l' intimo del cuore amantissimamente d'autorità o sia giurisdizione propria, e
compartiamo a Voi, Venerabili Fratelli, delega questa facoltà (della diffcreuza tra
e a tutti i chierici e laici alla vostra cura le scomuniche date da'vescovi, e quelle
commessi.". — Da ultimo scrisse Tottimo date dal Papa, ne tratta il p. Cappellari,
arcivescovo diBarìdefunto,MicheleClari, poi Gregorio XVI, Il trionfo della s. Se-
Lo Episcopato Cristiano e
spìrito dell' de e della Chiesa). Del presente Episco-
suoi principali doveri, Napoli 847. Ce- 1 pato cattolico orientale di diversi riti, di-
lebre è l'opera di G. Vincenzo Bolgeni, scorro nel § VI dell'articolo Vescovo. Il

L* Episcopato ossia della podestà di go- vescovato è lo slato più perfetto della
vernare la Chiesa di Gesìi Cristo, Ro- Chiesa di Dio, anzi slato di perfezione.
ma 1789, Orvieto 1887. Così quella di L'episcopato è un peso terribile. Tutti
Gio. Antonio Bianchi, Della podestà e questi gravi punti svolge eruditamente il

della polizia della Chiesa trattati due j Nardi. Quanto all'ultimo, neWfi Storia de*
contro le nuove opinioni di Pietro Gian- Pontefici del Novaes, trovo di Papa s. Or-
none ^ dedicati al Principe degli Jposto- misda del 5i4j che con sua lettera de-
lif Roma 1745». Pareri dell Episcopato cretale a tulio l'Episcopato della Spagna,
Cattolico^ sulla definizione dogmatica comandò che il vescovato non si ottenes-
dell'Immacolato Concepimento della B. secon doni o ricercasse con ossequi. Co-
Fergine Maria^ Roma i85i. Fontana, me ripetutamente i Papi condannarono
Difesa dell' Episcopato ^IXom^ i 78g.Leg- V Investiture ecclesiastiche ^ lo narrai in
j;o nella dotta opeia del parroco d. Luigi quell'articolo e io altri relativi. Nicolò III
Nardi. DeParrochi, dedicala a' vescovi del 1277 spediva con maggior brevità de*
della Chiesa Cattolica. 11 vescovato non predecessori i vescovati vacanti;e nel con-
è il colmo del paslorato, mail colmo del ferire il sacerdozio sceglieva più gli uo-
Sacerdozio (^.), e il pastorato islesso. E mini di santa vita, che i dotti. Leone X
il sacerdozio maggiore, e la sorgente del del i5i3 fu di tanta integrità nella col-
sacerdozio, perciò anticamente il solo ve- lazione de'beneficii ecclesiaslici,chesi rac-
scovo appellavasi Sacerdote (/^.), ed il comandava spesso a' ministri, onde non
vescovato appellasi sacerdozio , e sacer- gliene ridondasse pentimento. Diceva il

dozio fu eziandio chiamato l'Episcopato, successore Adriano VI: Non ^oler ornare
VES VES 83
I sacerdoti colle chiese , ma queste con giunte le ricche rendile, il desiderare tal
quelli. Notai altrove, che appeoa eletto carico difficilmente si può scusare d'am-
nel 1 566 s. V
pronunziò questa sen*
Pio bizione e d'avarizia. È poi presunzione e
lenza: Nel convento aver speralo salvar- temerità il persuadersi esser abile al ve-

si; eletto vescovo e cardinale, cominciò a scovato, per richiedere perfezione di vita
leiuerne, crealo Papa, quasi ne dispera- e dottrina; laonde ben disse il Tridentino,
va. Clemente XI del 1700, spesso ripe- che il vescovato, est onus' Angelici^ ha-
leva: Indegno è del vescovato chi se lo meris formidanduriiy perchè chi sotten-
procura. Clemente XII deli 780, a toglie- tra a questo carico, s'obbliga a dar conto
re l'abuso ch'eravi in Germania di dare a Dio, non solo dell'anima sua, ma anco
a un medesimo soggetto l'auiministrazio- di quelle che sono alla sua cura commes-
nedi parecchi vescovati, ordinò che al pos- se. Perciò tanti santi uomini a tutto lo-
sessore di uno non si concedessero le bol- ro potere procurarono di non esser pro-
le peraltro, se non per grave motivo; e mossi al vescovato, come i ss. Ambrogio
che all'amministratore due s'impones-
di e Sinesio (in onore della vu-tù de* quali
se la coudizione di lasciarne uno, doven- il Menochio nella centuria 5.* scrisse
p.
dosi negare assolutamente a chi ne pos- il Quanto sforzo fecero s. Ani-
cap. 26:
sedeva tre. Il p. Menochio, StuorCy cen* brogio e s. Sinesio filosofo, per non es-
luria 2.', cap. 87: Come sì debba inten^ sere promossi al vescovato)^ s. Agostino,
dere quel detto di s. Paolo: Si quis E- s. Fulgenzio e altri. Per non riportare al-

piscopatum desiderai bonwn opus desi- tro, che bello sarebbe il riferire, termina
deraij dice siccome Episcopus significa
: l'eruditissimo p. Menochio, con avverti-
soprinlendente^cìoè colui che ha cura d'ai- re doversi moderare il desiderio, e mol-
Iri, e al quale incombe per uftìzio il fa- to più le pratiche che talora si fanno da

ticare nell'i nsegnare e nel governare quel- alcuni, che non hanno le qualità richie-
h che sono commessi alla sua sollecitudi- ste da s. Paolo nella lettera a Timoteo,
ne e fede, da Eusebio chiamato, commu- di composto, grave, modesto, irriprensi-
nem Urbis Episcopum a Deo constitu- bile, prudente, sobrio, pudico, ospitale e
tum, anche s. Girolamo disse significare dotto, cioè atto e applicato ad insegnare
il nome di Vescovo un uffizio di fatica e istruire l'anime che ha in cura. Lodò
e di sollecitudine, non di comodità o de- s. Cipriano, Papa s. Cornelio, il quale non
lìzie. Molto poi più faticosa era la cura domandò, né s'insinuò per ottenere la
episcopale al tempo di s. Paolo, anzi era dignità episcopale, ma quieto e modesto
come un grado e scaglione prossimo al fu forzatoad accettarla, come sono quelli
martirio, il che pure rilevò Alvaro Pe- che a quel grado sono assunti per divina
Ingio. medesimo scrisse s. Gregorio I
Il elezione. Papa s. Gregorio I non costrin-
nel Pastorale^ s. Anselmo ealtri. In quel- se mai veruno ad accettare il vescovato.
l'epoca siccome il divin fondatore della L'annalista Rinaldi riferisce un copioso
Chiesa Gesù Cristo, eterno Pastorede'Pa- numero di vescovati virtuósamente ri-
stori, comunicava a molti il desiderio di cusati.
patire , e dare anche il sangue e la vita L'origine de* vescovati e della gerarchia
per la fede, così dava a non pochi animo ecclesiastica, ecco come la descrive il p.
grande di sostenere il carico episcopale, Bona n ni , La Gerarchia Ecclesiastica,
eh' era come mettersi nella prima fila cap, 18, ma v' intreccierò alcune diluci-
«iell'esercito della Chiesa militante, e ad dazioni. Nella dimora fatta da Gesù Cri-
evidentissimo pericolo di lasciarvi la vi- sto in questa terra, die'principio alla fab-
ta. Ma cessate le persecuzioni ed i perì- brica della Chiesa romana , fondandola
coli, airautoritù e dignità episcopale ag- sopra una solidissima pietra, nella perso-
i84 VES VES
«a del principe degli Apostoli s. Pietro e maggiori, ed il più stimato di tutti era
(/^.), contro la quale niuna forza potesse il flamine diale, il quale si s«?rviva della
prevalere e atterrarla. Gesù Cristo disse sedia curule e della veste prelesta, e del
a'suoì Apostoli e Discepoli: Come mio littore. Gli scrittori concordemente asse-
Padre spedi me, cosi io voi spedisco. Lo riscono, che l'antica disciplina della Chie-
Spirito Santo vi ha eletti per reggere la sa a ciascuna città assegnava ordinaria-
Chiesa di Dio. Neirascendere poi al cie- mente il come ordinò s.
proprio vescovo,
lo, lasciò alla cura di tale edifizio, in s. Paolo aTito suo discepolo, constituas per
Pietro un nuovo e sommo sacerdote, co- cìi'itates presbyteros, ma la parola pre-
me suo vicario in terra, il quale insieme sbyteros deve prendersi per vescovi, poi-
cogli altri Apostoli eletti a perfezionar la ché in principio nome il di P^ete era co-
fabbrica cominciata , breve tempo si
in mune tanto a'vescovi, che a'sacerdoli. An-
vedesse compila 1' opera e con sagra
, zi alcuni col Giorgi dimostrano che il co-
pompa dovuta maestà divina, si ve-
alla stume di que' secoli, tanto nell'oriente
desse continuamente sopra gli altari of- quanto neiroccidente, fu non solamente
frire l'Agnellodi vino. Gli Apostoli, col ca- di fissar cattedre vescovili nelle città, ma
po loro s. Pietro , fondata già da questi ancora ne'caslelli e Terre [F.) più insi-
la sede à* Antiochia metropoli della Si- gni. Avverte il Wardi,chela parola Op-
ria {V-)i per compiere la fabbrica pro- pidunie Castellum, che si spiega per pae-
digiosa , non essendo sicuri in Gerusa- se, negli antichi monumenti ecclesiastici

lemme (F.) , della quale s. Pietro avea spessissimo indica città vescovile, come il

eletto a i.° vescovo s. Giacomo Minore, Castellimi Lamellense^ ed il Castellum


ne partirono e si divisero nelle varie parti Synicense^ aveano i propri vescovi. Ora
del mondo, che dichiarai a'Ioro luoghi, si fa distinzione da città, Civitas, a città
inviativi dallo slesso s. Pietro, a promul- vescovile, Civitas Episcopalis. Sotto la
gare VEvangelo [F.) e fondare ciascuno I.* denominazione s'intendono que' luo-
quale T^escov'o^y.) le chiese apostoliche, ghi che sono decorati del titolo di Cillà
come dissi a Chiesa, sì Oriente (/^.),mW (F.) dal sovrano territoriale, sebbene pri-
che neir Occidente (^^.). Indi s. Pietro va di sede vescovile. Sotto la 2.' denomi-
trasferia Roma la suaCattedra (^.), ch^ nazione s'intendono quelle terre e città
da s. Dionisio, De Angeloriim Hierar- che dalla s. Sede vengono elevale al gra-
rhiay fu detto Pater Principatiis^ e dal do di città vescovili allorquando ha luo-
I ."concilio generale di Nicea riconosciuto go l'erezione in esse d'una sede vescovi-
Princeps omnium Patriarcharum, Ro- le suo vescovato o ar-
o arcivescovile, col
Ola, Orbis Compendium, fu perciò anche civescovato. In Papi nelle loro bol-
falli i

detta, Urbs Apostoli eSede Apostolica. I le quando parlano delle terre, che furo-

s ac e r do li fìa mini da'romani venivano ri- no città, se non sono episcopali, le chia-
guardali ministri della religione , come mano soltanto paesi e terre, sebbene co-
i vescovi sono tenuti da'caltolici, onde i munemente denominate e riconosciute
primi ordinatori de'vescovati mettevano per città. I Papi nell'erigere le sedi ve-
il vescovo in quelle sole città ove trova- scovili, il luogo di residenza se nou è cit-

vano flamine. 1 flamini erano i sacer-


il tà a tal grado l'elevano. Ne'primi secoli
doti diqualche nume particolare, che a- fu costretta la Chiesa a impedire con prov-

"veano cura speciale de' suoi sagrifizi, ed vide leggi l'abuso di stabilire le cattedre
erano così chiamali dal filo col quale si vescovili ne'caslelli e nelle terre,a taleef-
cingevano il capo, quasi si dicessero fila- avendo promulgalo decreti conci-
fello i

ìuineSf o dal flammeo velo col quale cuo- lii 347, di Laodicea del
di Sardica del
privauo la testa: vi erano flamini minori 364, e di Cartagine del 390 e del 397,
y

V ES VES 85
vietando l'erezione tlelle calledrali ne* pracjecinius. Libro Pontificale nella
Il

piccoli luoghi e ne' castelli, avendo scrit- vita di s. Sisto! Papa deli 32 dice: Con-
to s. Atanasio, /jr^e/er traditionem esse slituit utquicumqiie Episcopus evocatus

in Pagis Episcopos ordinare. I gentili si fueritadSedemRomanamJpostolicam,


dissero Pagani^ da pago, castello, ove e- rediens ad Parochiani suani non susci'
ransi ritirati nel trionfo del cristianesi- peretnr, nisi cuni formalis (cioè colle let-

mo. Il Nardi però dice, che pfigo era un tere Formate). Gregorio prete di Cesa-
tratto di paese ossia campagna, che siid- rea nell'orazione sul concilio Niceno, men-
dividevasi in vari paeselli, o vichi e vìlle^ tova ex quanam Paroecia, cioè di qual
ed anche le città erano divise in 7 vichi diocesi fossero i vescovi intervenuti a ta-
o regioni; e che o ve ne'paesi di campa- le concilio. Il celebre concilio di Sardi-
gna erasi formalo un competente nume- ca del 34*2 circa, che devesi quasi con-
ro di fedeli, nel vico capoluogo del pago, siderare come generale, quale appendice
dopo la pace data alla Chiesa, i vescovi vi del IN iceno, nel can. 1 5 stabilì: Si quis E-
stabilirono de'preti, formandosi cosi una piscopus ex alia Parochia velit alienimi
parrocchia rurale, e già notai che talvol- ministrimi sine consensu proprii Episco-
ta col vocabolo parrocchia nell'antichi- pi in aliqiio grado constituerey irrita^ et
tà si chiamò la diocesi. Questa, ossia il infirma ejiismodi constitutio existime-
vescovato, si disse pure la provincia con- tiir. chiama Parrocchia la dio-
S. Cirillo
lenente più vescovati, significando c^^ra- cesi di Gerusalemme, culla di nostra s.
tor e recLor il vescovo. Aggiunge il Nar- Religione; e s. Girolamo quella di Bar-
di,Diocesi anticamente chiamavansi le cellona;comeEnsebio avea chiamale Par-
Provincie de'patriarchi, e sovente anche rocchie le diocesi di Roma, madre di tut-
le Provincie de'rnetropolitani ossia tutto te le Chiese e centro del Cristianesimo
il territorio coutenenle i vescovati sufTra- di Alessandria, di Antiochia, di Geru-
ganei (altretlanlo dissi nel ricordato ar- salemme {y.)' Tale fu il linguaggio ec-
ticolo, e in quelli di silFalle diocesi o e- clesiastico, osserva Nardi, prima che fos-
sarchie o esarcali); e che trovasi Con- sero dati i nomi di parrocchie e parrò-
diocesano per Vescovo Comprovinciale^ chi, a quelle e quelli d'oggidì, ed il ve-
e Dioecesaais Sacerdotibus per dire Coe- scovo non fu chiamato Parochus. Si dis-
piscopis Provinciae noslrae, nel 3.° con- se diocesi per luogo separalo, ed il Nar-
cilio di Soissons deir853j lo stesso vedesi di crede spiegare Dioecesim del can. 33
indocumenli del g^SjdelgSS e delio4i del concilio d'Orleans del 54 1, con rite-

circa. Lai.* volta che ne'monumenti ec- nere significare quegli oratorii ne' recinti
clesiastici incontrasi la parola Paroecia, de'Iatifondi, e ne'recinti de'castelli rurali
sempre però nel senso di Diocesi o Vc' de'signori, che a que'tcmpi vivevano al-
tfcoi'^fo , è neir epistola circolare della lacampagna, che per la loro separazio-
chiesa di Smirne sul martirio patito, do- ne dal resto delle terre del popolo for-
po la metà del 11 secolo, dal suo venera- mavano quasi un luogo separato; poi-
bilissimo vescovo s. Policarpo discepolo ché tale è l'etimologia greca della dioce-
degli Apostoli. Nella lettera 2.^ di s. Gle- si, che poi significò il territorio separalo

niente vedesi Parochia per diocesi. Il Ca- di ciascun vescovo. Dipoi alcuni signori
none I Episcopo non
3 apostolico dice : eressero que'Ioro oratorii io parrocchie,
licere alienare Parochianiy propria re- onde si moltiplicarono e ne derivarono i

lieta, pervadere. Il lib. 7 delle Costitu- padronati colla nomina del parroco, oltre
zioni apostoliche, parlando nel cap. 47» i diritti sulla chiesa e beni. Si ponno ve-
de'vescovi ordinati per varie città, sog- dere G. A. Cornaro, De' Parrochi, Pavia
giunge: /// sunt quos Paroeciis Domini 1 788. A. Gnudi, Del manlenimenlo de-
^

86 VES VES
gli Economi e de successori nelle par- nate provincie non fiorissero molti ve-
rocchie, Bologna 1789. SoQ\.\ev, Monita scovi, ma così chiama vansi, perchè o fos-
ad Parochos, aliosque Sacerdotes ani- sero primati di quelle provincie, ovvero
niariun ciirani habentes, Piomae 1826. sebbene fossero vescovi d'altre provincie,
Catechismus ad Ptìtroc/w^, Pala vii 1 688. esercitassero in queste per comandamen-
Guidi, Duplicato annuale di parrocchia- to aposlolico le funzioni vescovili. Altri
li discorsi^ Venezia 76 Agostino Bar-
1 1 . poi si sono chiamali tali, per ignoranza
bosa, De officio et pò testate Parochi, degli scrittori, i quali poco pratici delia
Lugduni 670. 1 11 Piazza, Gerarchia Car- topografia ecclesiastica, ne'cataloghi de'
c?/>2«//zzVr, ragionando della chiesa subur- vescovi ,
principalmente settentrionali,
bicaria di Sabina (a* nostri giorni dimi- trascuratamente non notarono le ciità,
nuita coll'erezione del vescovato di Pog- ma le nazioni; onde devesi intendere che
gio Mirteto^ e con quanto altro dissi ne' lo stesso sia appo loro il dire vescovo del-
due articoli), nota che quest'ampia dio- la Gallia e vescovo Gallo, dell' Anglia o
cesi si chiama col titolo della provincia, Anglo. In tal modo
Martino si chia-
s.

non con quello di veruna città o metro- mò vescovo della Francia, sebbene solo
poli, dicendosi vescovo di Sabina, non di di Tours, e s. Massimo della Sicilia, seb-
Magliano, sede del vescovo, ne di Cwr/, bene solo di Taormina. Non così della Sa-
i]è di Foro Nuovo, né di Noniento^ città bina, il di cui vescovo negli ultimi secoli
antiche e celebri, indi sedi vescovili. Im- non fu più sabinese, e distrutte le sue 3
perocché, egli pure dice, che si appren- antiche città vescovili, di stabile residen-
de dall'istorie ecclesiastiche, aver costu- za, giustamente s'intitolò dal nome della
mato gli Apostoli e loro successori, quan- provincia, per la celebrità di essa. Del re-
do andavasi propagando felicemente la slOj benché i suddetti concilii avessero
religione cristiana, di erigere i vescovati proibito l'erezione de'vescovati ne'castel-
e gli arcivescovati, ove risiedevano i fla- li, terre o borghi , da per lutto non fu
mini o protoflamini de' gentili, e quivi osservato,come nella Pentapoli della Li-
si ordinavano vescovi e gli arcivescovi,
i bia, in altre parti dell' Africa, ed anche
il che trovasi poi confermato da' Papi s. in Asia. Ripullulato l'abuso nell'occiden-
Clemente I dell'anno 80, dal successore te a' tempi di Carlo Magno, questi nel
s.Anacleto, e da s. Lucio I del 255; e 789 rinnovò ne'suoi capitolari il canone
perciò nel sinodo romano del 4^5, adu- di Sardica. Va avvertito, il notato a Rie-
nalo da Papa s. IIaro,si sottoscrisse Ti- ti, non doversi credere i primi vescovi
berio vescovo di Curi. E sebbene trova- conosciuti per fondatori de'loro vescova-
si in alcuni luoghi dell'istoria ecclesiasti- ti, tranne quelli che certi documenti lo

ca, essersi chiamati diversi© metropolita- provano. Altra cosa è fondazionedi Chie-
ni o vescovi dal nome delie provincie, co- sa, ossia di vescovato, col ripartimento
me wtW Epistole di s. Gregorio I: Ma- e confini della diocesi, colla destinazione
ximiano Arabiae^ et Felici Siciliae E- del tempio pe' sagri ministri; altra cosa
piscopis, Aiigusiinus jingliae Episcopo il principio e introduzione della vera re*
Georgio Episcopo Italiae, Felici Epi- ligione e del culto del vero Dio in una
scopo Sardiniae, Leandro Episcopo Hi- popolazione. Anche il Memorie
Santini,
spaniae. Così pure nel Menologìo greco, di Tolentino, p. 88, nota non doversi de-
chiamasi s. Martino vescovo della Fran- durre l'origine de'vescovati dal 1.° vesco-
cia, es. Massimo della Sicilia ; più mo- vo che si trova ricordato, quando non si
dernamente il gesuita Apollinare vesco- sappia esser egli stato veramente il primo,
vo Niceno, vescovo d'Etiopia. Nondime- citando autori che ciò sostengono a van-
no non devesi credere, che nelle noini- taggio delle chiese. La loro divisione si
VES VE S 8'

attribuisce a Papa s. Dionisio del 26 r. nato apostolico, e il ministero di Gesù


Verainenle trovo nel Novaes, Storia d& Cristo è commesso a'diacutii che mi sono
PonU'fici^ qX\ egli distribuì di nuovo le carissimi". Nell'epistola a que'di Filadel-
parrocciiie di Rooia. Ma il vescovo Q^ok- fia, raccomanda loro che ubbidiscano al
signani,/?^^'^/^ Marsicana, t. 2,p. SSy, vescovo, a'sacerdoli, a'diaconi.In moltis-
dice che le diocesi furono per la prima simi altri luoghi esprime lo stesso, e di-
volta assegnate a ciascun vescovo , nel stingue i sagri Ordini {F.) e la loro su-
266 da Papa s. Dionisio, appoggiando la bordinazione. S. Clemente I discepolo del
sua a-sserziune agli scrittori che ricorda. principe degli Apostoli (e 3.° suo succes-
Ed il p. Fantoni, Istoria (V Avignone^ l. sore nella Cattedra di Roina,menUe l'al-

2,^p. 287, racconta col Noguier, che Pa- tro discepolo s. Ignazio era stato il 2."

pa s. Dionisio nel 260 fece l'uni versai di- successore nella Cattedra d'Antiochia) e
.*
visione delle diocesi assegnando a cia- , contemporaneo di s. Ignazio, nella sua i

scuno de' vescovati suoi lioìili, e che al-


i lettera a'corinlii parla sovente de' preti,
lora parimente li ricevè il vescovado d'A- ma prepone loro quelli che governano la
vignone, e fu sottoposto alla chiesa d'Ar- Chiesa, ed insegna che i cristiani devono
les. 11 IN'oguier giustifica il suo dire, col- vivere soggetti a'ioro superiori, e onora-
i' epistola di s. Dionisio a Severo; ma il re i sacerdoti come si conviene; ove si ve-
p. Fantoni narra, che avendo Severo ve* de che era tra' sacerdoti ed
la dilfereoza

scovo di Cordova, pregato il Papa di pre- i vescovi. Altrove egli fa espressa menzio-

scrivergli il modo d'ordinar le parroc- ne di 3 ordini della gerarchia ecclesiasti-


chie di sua chiesa, s. Dionisio gli rispose, ca, dicendo: « Il supremo sacerdote ha le
che facesse quant'esso avea fatto io Pio- proprie incombenze, i sacerdoti hanno il

ma, spiegando il modo da lui tenuto. Tut- posto loro assegnato , e i leviti ancora
tavolta non tace, che sulla divisione del- hanno il loro ministero; i laici devono a-
le diocesi de' vescovati non vi è altra me- dempiere i loro doveri. Ciascuno di voi,
moria che nel ììbvo DeRomanis Pontifici- fratelli, ringrazi Dio dello stato, in cui
bus, di parole brevi e oscure. Hic (Dio- fu posto, procurando di conservar la pro-
nisio) presbyteris divisisEcclesias^et eoe- pria coscienza senza rimorso, e non si sco-
meterias,parochiasque,et Dioeceses con- sti dalla regola, che seguir dee". Meglio
può vedere il vescovo Marini,
stiluit. Si non potevasi distinguere chiaramente i

Memorie s. Barbara^ p. 216.


dì 11 p. — 3 ranghi dell'ecclesiastica gerarchia, fra
Chardon, Storia de Sagramenti, tratta di loro subordinali, e dal comune de'fe-
nel l. 3, lib. 2, cap. i : La distinzione del deli. Anche Tertulliano nel 11 secolo chia-
Vescovato dal Sacerdozio, e la sape- ma il vescovo sommo sacerdote, ed ezian-
riorità di quello a questo viene da isti- dio i preti dal principio della Chiesa si

tuzione divina e apostolica. Si risponde appellavano sacerdoti, e in molli concilii


ad alcune difficoltà. La superiorità de' si trovano i diaconi indicati col nome di
P'escovi (F.) sopra i sacerdoti apparisce leviti. S. Girolamo adottò la disciplina
chiaramente nell'opere de'Padri contem- della Sinagoga (F.), circa il rango de*
poranei agli Apostoli, specialmente di s. suoi ministri, nell' epistola ad Evagrio :

Ignazio vescovo d'Antiochia e martire, e « E affinchè


sappiamo, che le tradizioni
di s. Clemente I Papa. 111." scrivendo a* apostoliche vengono dall'antico Testa-
magnesiani, fa l'elogio di Damas loro ve- mento, che vescovi, i sacerdoti e i dia-
i

scovo, di Bassa e Apollonio sacerdoti, e coni si attribuiscono nella Chiesa, cioc-


di Sozione diacono, poi aggiunge: » 11 ve- ché Aronne , i suoi leviti erano
figli e i

scovo essendo nel i." rango tiene il posto nel Tempio '. Dunque Girolamo era
s.

di Dio, i sacerdoti rappresentano il se- persuaso, che gli Apostoli non senza di^i-
88 VES VÈS
Da ispirazione avessero nella Chiesa sta- da Eusebio, è che i sacerdoti passavano
bilito lo stesso ordine de'ministri, cui a- dal rango loro al vescovato, come supe-
\ea posto Dio nel Tabernacolo e nel Tem- riore. Anche s. Sisto 1 e s. Dionisio da
pio. E che non v* ha minor distinzione sacerdoti furono eletti Papi, nel i Zi e nel
tra'vescovi, i sacerdoti e diaconi, di quel-
i 261. Il p. Chardon nel cap. 1 continua
la che passava tra il Sommo Sacerdote, la materia stessa, e fa vedere che le Chie-

i Sacerdoti ordinari e Leviti (/''.), i i se non furono mai governale da un se-

cui doveri, funzioni e prerogative erano nato di sacerdoti, il quale fosse eguale in
in molte cose tanto dilì'erenli. li p. Char- podestà al vescovo, esponendo pure leo-
don combalte quindi nemici della ge-i pinioni degli scolastici. JNel senato o Pre-
rarchia ecclesiastica, che si sforzano d'im- shiterìo de' sacerdoti, questi non furono
brogliare con sommo Secondo
artifizio. altro che cooperatori destinali ad aiuta-
il comando del divin Maestro, dopo la re i vescovi, con dipendenza e inferiori-
sua risurrezione, gli Apostoli andarono tà da essi. Gli Apostoli ninna cosa ebbero
predicando il regno di Dio, e fecero ve- tanto a cuore, quanto di conformarsi in
scovi, sacerdoti e diaconi quelli che ave- tutto alle intenzioni del loro divino Mae-
vano provato collo spirito di Dio. Non stro. Non può negarsi ch'Egli abbia a cia-
istabilirono lutto a un tratto e da per tul- scun di loro in particolare conferito il

io l'ordine gerarchico, ma a misura che potere necessario pel governo della Chie-
la conversione de'popoli lo permetteva, sa, e per conseguente non si può dubita-

guidati dallo Spinto Santo. Non istabi- re ch'essi non abbiano fatto lo stesso, tra-

lirono subito un vescovo e molti sacer- smettendo la loro podestà non ad un'as-
doti in qualunque città, come ora si fa, semblea, ma
capo e superiore d' una
al

ma in alcuna un vescovo, in altra un sa- Chiesa. Innanzi morte degli Apostoli in


la

cerdote o più secondo il bisogno. E' cre- ciascuna città v'era un vescovo, che pre-
dibile, che ne' luoghi da loro frequentati siedeva a tutti gli affari di religione, ed
collocassero sacerdoti semplici, mentre po- era incaricato di render conto a Dio del-
tevano supplire essi alle funzioni episco- Tanime de' fedeli. S. Giovanni txeW apo-
pali; ma ne'più rimoti stabilissero vesco- calisse scrive a' vescovi delle sette Chie-
vi, ov* essipersonalmente non arrivava- se, e li nomina Angeli, per indicare la
no. Così s. Paolo mandò Tito in Creta preminenza loro, alludendoagliAngeli cui
in qualità di vescovo per consagrar altri commise Dio la cura de'corpi sublunari.
\escovi e preti nelle vicine città, a misu- Anco gli scrittori ecclesiastici affermano,
ra che si estendeva la fede. De' vescovi che alla fine del I secolo e avanti la me-
spediti da s. Pietro da lloma, sì ne'luo- tà del II, le Chiese avevano ciascuna il

chi suburbani, che in molte parti, ne par- loro vescovo, e nessuno fa menzione di
lai a'ioro articoli. Quando poi la Chiesa veruna chiesa governata da un certo nu-
ebbe corpo, gli Apostoli fissarono tre clas- mero di sacerdoti indipendenti. In fine
si di gerarchia, acciocché i vescovi faces- ella è cosasi certa, che i più risoluti ne-
sero le loro veci in reggendola dopo la mici della gerarchia sono costretti a con-
loro morte coll'aiuto de'sacerdoli e dia- fessare, che un secolo e mezzo dopo il
coni. Il che avevano fatto prima nella f crho Incarna to,eva\\ un ordine distin-
chiesa di Gerusalemme, madre e model- to del sacerdozio, e che i vescovi avevano
lo di tutte le altre, ov'erano sacerdoti e autorità sopra i preti, come sopra il ri-

diaconi, ed ove crearono vescovo il sud- ma nenie del Clero e de Fedeli. Confor-
detto s. Giacomo. Altra prova della pre- me alla credenza della Chiesa, circa i- l'

minenza de'vescovi sopra i sacerdoti, trat- stituzione divina dell'Episcopato, e la sua


ta da'monuwenti delia primitiva Chiesa superiorità ai Sacerdozio , i vescovi fu-
VES VES %
fono sempre consagrali con riti, orazioni ro alle Chiese i loro priv'Iegi, o le loro
e ceremouie dilleienti da quelle de' sa- preminenze nell'altre provincie, cioè sal-
cerdoti. vi i privilegi de' Metropolitani (f^.), di-
Il p. Chardon ragiona nel cap. 5: Del- chiarando che se alcuno veniva promos-
la siihor dinazione gerarchica de' vesco- so al vescovato senza il consenso del me-
vi.Si ricerca V origine delle metropoli tropolilano , non dovesse esser vescovo.
ecclesiastiche, e delle principali dignità Dappoiché ad essi spettava concorrere al-
della primitiva Chiesa. Gli Apostoli, a' l'elezione e consagrazione de' vescovi del-
quali successero i vescovi, erano tulli e- le loro rispettive Provincie, e quanto al-
guali fra di loro, a riserva di s. Pietro, tro dissi in queir articolo, anche col p.
cui Gesù Cristo avea conceduto il pii- Chardon, ad Arcivescovo la cui istitu-
e
tnato. I loro successori hanno la medesi- zione vuoisi apostolica, provandolo le pa-
ma dignità, e in virtù dell'ordine episco- role di s. Paolo a Tito suo discepolo. Seb-
palegodono delle medesime prerogative. bene Metropolitano e Arcivescovo siano
Sono tulli assisi sulla stessa sedia , tulli sinonimi, non tulli gli arcivescovi sono
egualmente principi della Chiesa, e capi metropolitani , qualora non abbiano la
della greggia redenta dalsovrano Pastore propria provincia ecclesiastica e sieno sen-
a prezzo del suo Sangue. Per evitare
ss. za vescovi sulfraganei, e di sopra indicai
tuttavia la confusione, che poteva nasce- quelli che al presente ne sono privi. So-
re nel governo ecclesiastico dell' Episco- vrastano a'metropolitajii i Primati (P^.)j
pato, se tutti i prelati fossero indipendeo" a'quali, pure arcivescovi , sono soggette
ti, fu necessario metter fra loro una spe- più provincie ecclesiastiche, colla giuris-
cie di subordinazione; e siccome doveva- dizione riferita a tale articolo e altri a-
no spesso radunarsi perprovvedereal be- naloghi. 1 metropolitani ed i primati han-
ne generale delle Chiese, ed al particola- no la propria chiesa denominata /Metro-
re delle loro provincie, cosi era d'uopo, poli, ed a quelle de' secondi si aggiunge
che riconoscessero un superiore , a cui il nome di Primaziale. Quanto all' ^//-i-
spettasse convocare e presiedere a tali as- ca, di cui non poco riparlai nell'articolo
semblee, denominale ConcUii o Sinodi Vandali, al tempo di s. Cipriano vesco-
(^')> P^*'
buon ordine. Co-
niantenervi il vo di Cartagine, fiorilo circa la metà del
sì fu, e sebbene innanzi il IV secolo que- III secolo, già riconosceva Cartagine per
sta subordinazione non fosse decretata da sua metropoli, anzi da lungo tempo, sic-
leggi, o concilii, salvo il canone 34 degli come già esercitata dal predecessore A-
Apostoli, la cui autorità è dubbiosa, ella gtippino, il quale convocali i vescovi afri-
si vede tuttavia stabilita da un tacilo con- cani fu presidente del concilio. La p.irti-

senso universale, e da una consuetudine colare prerogativa della chiesa di Carta-


generale che tien luogo di legge. Coa- gine era, che quantunque le altre pro-
fòrmea quest'antiche consuetudini il con- vincie della regione avessero ciascuna la
cilio di Nicea I del 325 regolò i diritti loro metropoli, ove risiedevano i gover-
eia estensione della giurisdizione de'prin- natori, nondimeno tutte riconoscevano
cipali vescovi della cristianità, nulla rin- per comune metropoli Cartagine, ora si-

novando e soltanto confermando ciò tuala nella reggenza di Tunisi {F.). 1 ve-
che osservavasi. Pviconobbe l'autorità di non aveva-
scovi delle altre città capitali
quella del Fescovo di Roma, sui vesco- no autorità su quelli delle altre, e perfi-
vi delle sue provincie; quella del vescovo no quando in processo di tempo la distan-
ò' Alessandria , sui vescovi dtìì' Egitto^ za de'luoghi, e la moltiplicazione de've-
della Libia e deWa Pcntapoli j cosi di scovati gli obbligò a coustituire in ciascu-
quello d'Jniiochiaj e che si conservasse- na provincia uu primate, che presiedes-
90 VE S VES
se all'adunanze de* vescovi comprovincia. vescovi, ne'luoghi troppo distanti do Car-
]i, (|uesta prennìnenza non fu data, come tagine fu ciò stabilito pel sollecito disbri-
altrove, alla sedia della città capitale del- go degl'interessi ecclesiastici, e perchè le

la provincia, ma al vescovo più anziano chiese non rimanessero vacanti lungo tem-
del paese, il quale usava della sua auto- po, se fosse stato d'uopo attendere gli or-
rità con subordinazione al vescovo di Car- dini o la presenza del vescovo di Carta-
tagine , eh* era perciò in alcun modo il gine per consagrare i vescovi. Perciò
solo metropolitano di tutta l'Africa. Es- questo vescovo, da metronolitano ch'egli
sendo insorto dubbio circa il luogo ove era, divenne quel che dicesi primate , e
dovessero custodirsi registri della pro-
i perlai modo forse le sedie d'Alessandria e
"vincia, venne con un canone decretato, d'Antiochia divennero patriarcali, essen-
di pieno consenso de* vescovi sottoscritti, dosi da queste chiese matrici sparsa la fede
che la Matricola (P^.) e gli Archivi del- nelle vicine provincie, ove furono manda-
la iVumidia si conservino nella chiesa del ti a principio semplici vescovi, a'quali poi
1° vescovato e nella metropoli, cioè Co- si dovette preporre capi o metropolita-
stantina. Questa prima sedia era quella ni, che restassero dipendenti da queste
di primate di Numidia, odel vescovo an- primarie sedi. Ma il particolare delle
ziano (il quale modestamente intitolava- chiese africane , è che i capi de* vescovi
si il primo j ed in Ilalia la preminenza comprovinciali erano i vescovi più anzia-
goduta da s. Eusebio vescovo di F'erceUif ni ; laddove nell'altre parti della cristia-
come rimarcai in quell'articolo, appunto nità, la dignità di primate o metropoli-
derivò specialmente dalla sua anzianità tano fu annessa alla città capitale della
tra gli altri vescovi della provincia), e la provincia giusta l'ordine del governo ci-

metropoli era la capitale residenza de'go- vile. Fu


questo dunque singolare l'uso
in
vernatori civili, il cui vescovo non avea delle chiese africane, perchè da per tut-
distinzione sopra gli altri, quantunque si to altrove le città capitali erano le sedi

giudicasse spediente farlodepositario de- de' primi vescovi, e sembra che gli Apo-
gli archivi, perchè forse stavano colà più stoli abbiano avuto mira di adattare lo
sicuri, che non appresso il primate, la cui stato delle Chiese a quello dell' impero
residenza era talvolta un borgo aperto romano, ripartito in provincie sotto il go-
senza mura di cinta. Qui il p. Bernardo verno d'un magistrato, che dalla dignità
da Venezia, traduttore e annotatore del delle Provincie sortiva il nome, e risiede-
p. Chardon, dichiara non comprendere, va nella città capitale, che perciò chia-
come dal mentovato canone l'autore ri> ma vasi Città Madre o Metropoli. Que-
cavi, che il vescovo di Cartagine fosse il sta loro intenzione si scorge da ir£)9/5/o-
solo metropolitano di tutte le provincie /edis. Paolo, che sono dirette tuttea chie-
africiine. Forse, soggiunge, si fonda sulla se metropolitane, o a' vescovi che le reg-
distinzione, che fanno i vescovi tra lai." gevano , tranne forse quella a' filippesi.
sedia e la sedia della città metropoli. Que- Sebbene gli Apostoli nonabbiano con ap-
sti primati, o primi vescovi di ciascuna posite leggi stabilito per capo della pro-
provincia africana non furono istituiti vincia il vescovo della metropoli, ebbero
che dopo s. Cipriano, quando si divise tuttavia intenzione che così si facesse, di
l'Africa in 6 provincie ,
poiché innanzi che grandi ragioni avevano; poiché per
l'impero di Costantino I non se ne vede quanto confidassero in Dio, e da lui uni-
traccia nelle memorie ecclesiastiche,e tut» camente attendessero l'esito felice de' lo-
ti i vescovi erano immediatamente sog- ro travagli, non trascuravano tuttavia i
getti aquellodi Cartagine. Solamente do- mezzi umani loro somministrati dalla di-

po la moltiplicazione de' vescovati e de* vina Provvidenza per dislcodere il Vaa-


V ES V ES 91
gdo, e perlascrare alleChie«e dopo la lo- di melropoH goduta dalle cillà nel civile.
ro morte la miglior forma di governo e Si credè scelte quelle dagli Apostoli, ove
di disciplina. Ora niuna era migliore che dimorava nìaggior quantità di giudei, e
il fissare le principali sedi de' vescovati dove \oi'o Sine dr a {^f^ .) provinciali con
i

nelle città capitali, donde la fede poteva giurisdizione erano stabiliti ; echi penso,
piùfacilmentepassarealle altre, e poteva- essersi bensì seguita la forma della repub-
no i vescovi di queAtesedi primarie più a- blica giudaica, ma colla considerazione
gevolmenle vegliare sul procedere de'lo- delle sinagoghe e de'Ioro capi. Non man- ^
ro colleghi nell'Episcopato, e correggere co chi sosteime derivate V ecclesiastiche
i nascenti abusi delle provincie, usando metropoli, posteriori a' tempi apostolici,
i popoli di portarsi in folla alle città capi- per opera de' concihi, de* Papi, degl'im-
tali, ove i governatori rendevano giusti- peratori. Opinioni tutte, secondo Maffei,
zia a' ricorrenti. Verso la metà del IV che in parte patiscono eccezione, rilevan-
secolo il concilio d'Antiochia represse al- do che in Africa col modesto nooìe di
cuni vescovi che affettavano indipenden- primo era metropolita nelle provincie il
za, sul pretesto che le loro chiese erano vescovo anziano d' ordinazione, per cui
state fondate dagli Apostoli, invitandoli sovente il più vecchio nella dignità risie-
a riconoscere per superiore il metropoli- deva in un borgo, luogo del suo vescova-
tano, giusta 1' antichissima regola, pro- to. A lui ripugna, che per metropoli ci-

babilmente accennando al canone apo- vili sieno state riguardate l'ecclesiasti-


stolico che lo prescrive ; e nel declinar di che, mentre in vece con esso dissi a Ve-
detto secolo, il concilio di Torino giu- BONA, 1* instabile residenza de'presidi ro-
dicò lo stesso nelle dispute sul primato mani nelle metropoli geografiche. Vuole
tra' vescovi d' Arles e di Vienna. Sulla stabilire origine più sublime al primato
origine delle metropolitane, seguendo al- delle Chiese, che nacque dall'averle fon-
tro sistema, dottamente ragionò anQ»)ra date alcuno degli Apostoli, e dall'averle
il Maffei, Verona illustrata, t. 2» p. colla sua voce, co'suoi scritti, e col suo
478 e seg. Egli dice: La necessità che martirio autorizzate e consagrale. Perciò
negli antichi tempi si avesse in ogni par- sopra tutte primeggiò sempre la Roma-
te chi ordinasse i vescovi, o la loro ordi- na, quale dal capo degli Apostoli e dal
nazione approvasse, e chi radunasse i collega suo dispose Provvidenza che la

Sinodi provinciali, costrinse a distribui- fosse eretta il Primato della Sede apo-
:

re i paesi cristiani in ecclesiastiche pro- stolica derivò dal merito di s. Pietro


vincie, ead istituire io esse metropoliti; principe della corona episcopale. Di se-
quindi diramò la sagra gerarchia, san-
si condario primato o di metropolitana di-
tamente fondala e promossa, tanto neces- gnità non si parlò per lungo tempo, ed
saria al buon ordine; ma troppo acerba- il p. Bacchini, quanto all'Italia, sostiene
mente talvolta si dispulò di preminenze. che in tutti i tre primi secoli in essa non
Diffuso il cristianesimo, il nome di Me- furono metropoliti, bensì nel IV trion-
tropoli poco si usò più in altro senso, che fando la fede, si cominciò l' uso, unifor-
neir ecclesiastico, V indagar la cui origi- mandosi in parte ne' gradi supremi l'ec-
ne però divise in varie sentenze, sul tem- clesiastico governo al civile, taluno ne ap-
po del principio di ciascuna poiché al- ; parve. Non fu per tal motivo che s. Ata-
tri volle, a norma del civil governo ro- nasio, nominando tra* legali del sinodo
mano, esser dagli Apostoli state fondate di Sardica il vescovo di Capua, questa
le principali chiese; altri che si ebbe ri- chiamò metropoli della Campania, per-
guardo piuttosto alla grandezza e fre- chè l'intese per geografica e regionaria,
quenza delle città; altri, che alla dignità non ecclesiastica, ne romana. A'tempi di
^

gì VES VES
s. Ambrogio vescovo
Milano trovasi la di Pretorio di Roma, e quella delle chiese
grande giurisdizione da lui esercitata, soggette al vescovo d' Alessandria, con-
pel sommo credito clie godeva, e pel suo viene al Sommo Pontefice nella sola par-
operare Milano fece la i.* figura nella ci ticolare sua qualità di patriarca d'Occi-
vii diocesi d'Italia, onde Verona ancora dente, senza verun pregiudizio a quello
lo riconobbe pel suo primate. Egregia- di capo della Chiesa universale, troppo
mente scrisse Domenico Giorgi, De an- bene stabilita in tutti secoli precedenti i

tiqidtate Ilaliae Metropolibus^exercila- perchè i Padri di Nicea trovassero che


tio historica, Romae 1722. Il Bercaslel fosse necessario il parlarne; tanto più che
nella Storia del Cristianesimo ^ e THen- non entravano in questo argomento se
lioQ nella Storia universale della Chie- non per sostenere l'autorità del vescovo
sa^ parlando delle grandi sedi episcopa- d'Alessandria contro i tentativi de'mele-

li, secondo la divisióne delle provincie ec- ziani. Circa alla chiesa di Gerusalemme
clesiastiche nel concilia di Nicea, regola- nomala ancor Elia, e poco considerabile

ta colla norma di quella delle provincie fuorché per rappresentare l'antica ch'e-
dell'impero, dichiarano. Dopo la giuris- ra stata onorata dalla presenza del Figlio
dizione universale del vescovo di Ro- di Dio, i Padri giudicarono opportuno
iiiGf nella sua qualifica di Succesiore di il decorarla del titolo di chiesa patriar-
s. Pietro e di Vicario di Gesù Cristo, si cale e il concedere al vescovo di essa una
vede venir quella ò.' Alessandria eà' An- presidenza d'onore, senza pregiudizio
tiochia su parecchie provincie; quella nondimeno duini del vescovo di Cesa-
ai

d* Alessandria, come conferita a questa rea che n'era il ujelropolitano. Conviene


chiesa da s. Pietro, che la fondò nella per- ancor qui ripetere alcune parole sull'ap-
sona di s. Marco; e quella d' Antiochia parente inferiorità di Gerusalemme e di
derivata dalla slessa sorgente, vale a di- Antiochia, a confronto di Cesarea e di A-
re dalla cattedra di Pietro, ch'era stata lessandria, sebbene ad esse maggiori per
stabilita in quella città prima eh' egli la memorie e avvenimenti ecclesiastici. Tut-
trasferisse a Roma
supremazia del-
colla ti quelli che comunemente sostengono,
l' apostolato. Altri prelati delle prima- nello stabilimento e preminenza de' ve-

rie città dell'impero godevano eglino pu- scovati, aver la disciplina ecclesiastica se-

re di straordinari privilegi. Ve n'ebbero guito in ciò il governo temporale dell'im-


3 che furono dopo nominati esarcbi, cioè pero romano, onde nelle città ove risie-

il vescovo d'Efeso^ città capitale


dell'^- deva alcun magistrato politico costituì la

sia, propriamente detta, il vescovo di sede de' vescovati, le cui diocesi si sten-
Cesarea'm Cappadocia.e quello di Era- devano per quel tratto che dipendevano
cleam Tracia. Anche il vescovo di Car- dalla giurisdizione del magistrato laico;

tagine avea una grande autorità su tutte e come i magistrali subalterni soggiace-

le provincie dell' Africa. Quanto alla vano al magistrato superiore di tutta


chiesa di Roma, se la vediamo paragona- una provincia, così vescovi di quelle me-
i

la a qualcuna delle precedenti chiese, es- desime città erano subordinati al vesco-
sa lo è solamente sotto certi rispetti, va- vo della città capitale, residenza del pre-
le a dire nel riguardarne semplicemente side, del pro-pretore, del pretore, o del
il capo, come vescovo, sia come me-
sia proconsole; ilqual vescovo era dello me-
tropolitano, sia come primate o patriar- tropolitano, come la città capitale porta-
ca. Tutto paragone che viene qui isti-
il va la qualifica di metropoli civile. E seb-
tuito tra la dipendenza delle chiese d'I- bene la chiesa di Gerusalemme fu la pri-

talia dette suburbane, come di città sot- ma nel tempo dell' istituzione^ e per la
tomesse alla giarisdizioue dcPrefcUi del nobiltà de' a>isleri dell' umana redcnzio-
VES VES 93
ne ivi consumala pareva ragionevolmen- tana, e Niimidia. Furono soggette al
la

te preferibile a tutte l'altre d'oriente, lut- patriarcato Alessandrino V Egitto, la Li-


lavolta perchè la città ili Cesarea era sta* bia e la Pentapoli. Appartennero all'An-
ta da' romani costituita metropoli della tiocheno la Siria, la Cilicia, VOsroena,
provincia di Palestina^óa essa dipende- la Mesopotamia, la Fenicia^ V Arabia,
va la chiesa di Gerusalemme, perchè nel* la Palestina e Cipro, il quale fu poi
la città di Cesarea era stata stabilita la fatto indipendente, e smembrata pure la
sede metropolitica della Palestina. Ciò Palestina. Il patriarcato Costantinopoli'
non fu ordinato nel concilio Niceno, ma tano estese la sua giurisdizione sino alle
statuito e osservalo fin dal principio del- rive delDanubio, nella Tracia, nell*^-
la Chiesa cristiana, come osserva \\ Ba- sia Minore e nel Ponto. Quello Gero-
ronio. Quanto poi alla discorsa Antio- solimitano ebbe l'intera Palestina, cioè
chia,capo della Siria, il cui proconsole a- la Palesiinai.'e la Palestina 2.^, già ap-
vanzava in isplendore l'altre magistratu- partenente all'Antiocheno, e la Palesti'
re dell' oriente, di questo fu la sua chie- na 3. "già dell'Alessandrino, su di che i

sa patriarcale; ma
non ostante che fosse geografi non sono d'accordo, laonde me-
istituita da s. Pietro prima ancora ch'e- glio è vedere i loro articoli quanto alla
gli mandasse s. Marco a fondar la chiesa parte che si attribuì all' Alessandrino.
d* Alessandria, conlullociò quest' ultima Dovrò riparlare de'patriarcati e loro Pro-
fu preferita nella dignità all'Antiochena, vincie ecclesiastiche. Il Zaccaria, Anti-

perchè la prefettura d' Alessatjdria capi- Febhronio o apologia del Primato del
tale dell' Egitto, fu sopra tutte nobilita- Papa, t. 2, p. 1 54, tratta nel cap. 7 Bre» :

tada Augusto, denominandola col suo ve istoria dell' autorità Pontificia nel-
nome Augustale o Augustamnica. Non V erezione de vescovadi e degli arcive-
ostante, non sempre il rango gerarchico scovadi. Prova che a' romani Pontefici
de' vescovati ha seguito l'ordine ci vile nel- si dee l'erezione di tutti i vescovadi e ar-
le città, ma
solamente quando conobbe civescovadi dell' Occidente ne' paesi, a'
concorrervi il bene comune della Chiesa. quali la cristiana fede fu primamente an-
A* tempi apostolici furono riconosciute nunzia ta. 11 diritto di tali erezioni è patriar-
per primarie sedi Roma, Alessandria, cale, e da'patriarchi fu esercitalo nell'O-
Anliochia^'m seguito qualificate patriar- riente, senza che il Papa turbasse mai su
cali, quando principiò ad usarsi il nome ciò la loro giurisdizione. Papa s. Innocen-
di patriarca perdenotare que'vescovi che zo 1 del 4o^ oeir epistola a Decenzio ve-
aveano giurisdizione non solo in una par- scovo di Gubbio, dichiarò che dal solo
ticolare diocesi o provincia ecclesiastica, apostolo Pietro o da'di lui successori, non
ma in una vasta regione composta di più che tutta l' Italia, ma le Gallie, la Spa-
Provincie. A* tre detti patriarcali, nell'e- gna, l'Africa, la Sicilia e l'interposte iso-
poche narrale a' loro articoli, più lardi le devono riconoscer le loro chiese e i

furono aggiunti quelli di Costantinopoli primi loro vescovi. Le metropoli ancora,


e di Gerusalenime^ la s. Seàt però pro- quasi tutte, fuori d'alcune di Spagna, so-
priamente non li riconobbe solennemen- no state anchedi poi istituite da'Papi nel-
te che nel concilio generale di Laterano le già cristiane regioni; nou così i vesco-
IV nel 12 1 5. Al patriarcato Romano fu* vadi. Questi da' primi tempi del cristia-,
rono soggette r/f«/z,2, la Gallia,\a Spa- nesimo fino a s. Bonifacio legato nella
gna, la Sardegna, la Sicilia^ la Corsi- Germania, dipendevano nell'erezione da*
ca, Vllliria orientale e occidentale, la vescovi, o da' sinodi, benché non da per,
Bretagna, V Africa, la Mauritiana Tin- tutto fu tolta di mezzo 1' autorità della
gitana, Cesar iense, Sitifense, Tripoli' s. Sede; ma da s. Bonifacio fino a Papa
94 VES VES
s. Gregorio VH, ed a* nostri giorni Iro- vo, cioè quello che occupava la i.* sedia
^ansi devoluti al Papa, secondo lo stabili- e chiaraavasi o Arcivescovo, o Patriar-
luento di quel gran propugnatore dell'au- cato Esarca, o il Vescovo soprintenden-
torità ponlificia, ordinando e decretan- te alla diocesi. Nell'impero d'Oriente tro-
do, che al solo Papa è lecito, secondo il va vansi le seguenti diocesi. La i ."era quel-

bisogno e le circostanze de' tempi, con- la d'Egitto,\a cui capitale era Alessandria.
gregar nuove Picvit Cioè far nuove sedi La 2.* era quella d'One/iie, propriamen-
ifescovili, istituir nuovi vescovadi o divi- te detta, che conteneva varie provincie
derli. Il cardinal De Luca, // Fescovo confinanti colla Persia, come la Siria, la

pratico^ ragiona nel cap. 4' Dell* ere- Mesopotamia, 1' Osroena ; e queste rico-
zione de' nuovi vescovati, e delle unio- noscevano per capo il vescovo d' Antio-
nìy o divisioni o soppressioni degli an- chia. La 3." era quella d'Asia, di cui E-
tichi. Al Papa spella d' erigere le cat- feso era la capitale e si stendeva in tulle
tedrali e le metropolitane, e dividere i le provincie meridionali, che dopo si dis-

lerritorii. Tornando al p. Cliardon, egli sero 1' Asia minore sino alla Cilicia, che
discorre nel cap. 6: De* principali Ve- faceva parte della diocesi d' Oriente (gli
scovi che ressero le chiese orientali, de* antichi presero il nome d'Asia in 3 sensi.
Patriarchi, Esarchi, Cattolici ec. Es- Alle volte significò la parte del mondo
sendosi la maggior parte delle chiese mol- omonima ; altre quella porzione che si e-

lo dilatate per la conversione de' gentili, stende dall'Arcipelago fino alla Siria, al-

che verso la fine del III secolo e al prin- l'Armenia, al monte Tauro; ed altre infi-

cipio del IV accorsero in folla ad abbrac- ne denotava una provincia particolare,


ciare il cristianesimo, i vescovi delle pri- in cui greci aveano fondato colonie, a-
i

marie sedi, che per lungo tempo aveva- venti per principali città Efeso, Smirne,
no rette le chiese dipendenti in qualità Mileto ec, da* greci jonii fu detta Ionia
di metropolitani, si videro obbligali a indi Asia). La 4-°tIiocesi era quella di
crearne degli altri ne' paesi più remoti Ponto, composta delle rimanenti pro-
dalla loro residenza, acciocché vi si potes- vincie dell'Asia minore, cioè le setten-
sero tenere i concilii provinciali, e rego- trionali, con Cesarea di Cappadocia per
larvi l'amministrazione delle cose eccle- capitale.La S.'* finalmente era quella del-
siastiche, senza che si dovessero chiama- la Tracia, la cui principal sede era E-
re i vescovi troppo discosti, ed obbligati raclea, prima che Costantino I stabilisse
perciò a lunghi viaggi. Quindi si formaro- la capitale dell' impero in Bisanzio, per
no le dignità de* patriarchi, esarchi ec, lui della Costantinopoli (nell'articolo O-

essendosi alcuni di que' vescovi delle pri- RiENTE, parlando della Chiesa orientale e
marie sedi riservato il diritto di appella- dell'occidentale, dissi che ambe compren-
zione sopra i metropolitani, da loro o devano ciascuna sei diocesi, ma erronea-
da' predecessori creati nelle provincie, le mente quanto all' orientale che ne ha
quali prima erano soggette a loro imme- cinque, le riferite di sopra, e cinque pu-
diatamente insieme alle chiese stabilite* re nel ricordato articolo veramente enu-
"vi, ch'erano in piccol numero ne'primi merai, così non corrispondendo alle sei
Tutte le chiese cristiane orientali
secoli. con fallo altrui, ed allora da me non co-
erano governate in tal modo al comin- nosciuto, enunciale). Questi capi di dio-
ciar del IV secolo. Erano divise in 5 par- cesi ordinavano metropolitani, e giudi-
i

li, che si chiamavano diocesi, ciascuna cavano le cause delle provincie a loro ap-
conteneva più provincie; a-
delle quali pellate specialmente contro iloro metro-
\evano loro metropolitani, quali rico-
i i politi. Tale era lo stalo delle chiese orien-

noscevano per superiore un altro vesco- tali e la forma del loro governo, due Sfj-
VES VES 95?

li essendo Palrinrchi (f^.),\\ veicovoA- dato ad un vescovo che nvea autorità «^o-

lessaiidrino dell' Africa, e il vescovo An- pra lutti gli altri della Persia e dell'Ar-
tiocheno dell' Asia. Primo di (ulti era menia; egli poi era ordinato dal piìtriar-
ed è, qual Patriarca de Patriarchi^ il ca antiocheno, acui viveva soggetto. Pre-
Papa patriarca d' occidente ossia d'Eu- se il nomedi C/7/fo//co, forse per la vastità,
ropa. Ma per onorare la città di Coslan- della sua diocesi e giurisdizione, alla qua-
linopoli, eli' era divenuta capitale del- le soggiacevano i metropolitani e i vesco-
l' impero, il i." suo concilio generale del vi semplici di que'vasti paesi. Di quegli
38 1, non solo esentò il suo vescovo dalla Cattolici n'ebbero pure gli Armeni^ Ne» i

dipendenza di quello d' Eraclea in Tra- storiani/ì Giacobiti (F^.), ec, ed assun-
cia, di cui era sulfraganeo, ma gli die* sero il titolo e le prerogative de'patriarchi,
ancora una specie preminenza su tutti
di e si ponno considerare come un grado
gli altri vescovi d' Oriente. >» Abbia l'o- particolare della gerarchia ecclesiastica
nore del primato, dopo il vescovo di Ro- orientale. Tra loro si computò quello di
ma, perchè questa città è una novella Ro- Russia ( ^.),che egualmente prese il titolo
ma". Laonde il vescovo di Costantinopo- di patriarca e si sottrasse dall'ubbidien-
liprese il titolo di patriarca e la corri- za di quello di Costantinopoli, finché lo
spondente autorità, che giammai i Papi czar Pietro I glielo tolse. Gli altri Patriar-
riconobbero, fino a Innocenzo 111 e per chi d'Oriente e d'Occidente, istituiti ia
privilegio. I Gerusalemme, per
vescovi di progresso di tempo, di favore e di privi-
le prerogative di quella memorabile cit- legio, li enumerai in quell'articolo e de-
tà, aveano agognato il titolo di patriar- scrissi a' propri. Nola il Maffei, che per
ca e l'autorità a danno di Cesarea, e eoo lo scisma de' Tre Capitoli f/^.j,
insorto
disapprovazione pontifìcia Taveano otte- dopo il 544 circa, venendo rimprovera-
nuto in diversi concilii, finché fu ricono- to agli scismatici la loro separazione dalle
sciuto in quello generale di Costantino- chiese patriarcali d'Oriente, e da quella di
poli nel 553. Per tale nuovo patriarcato Pvoma, ch'era sola di tal dignità in Occi-
gerosolimitano, restò pure diminuita la dente, per non parer privi dell' autorità
giurisdizione di quello d' Antiochia, il d'un tal nome i vescovi della fazione.e per
quale altro pregiudizio ricevè per la pri- mostrare d' aver capo anch' essa di su-
mazia accordata al metropolitano di Ci- prema giurisdizione,chiaraarono/7^/r/<7r-
pro, la cui provincia fu sottratta dalla sua ca il vescovo d' Àquileia,iìlo\o cUe allo-
dipendenza, pel pretesto che le di lei chie- ra non aveano che il Papa in Occidente,
se erano state fondate da s. Barnaba a- e 4 nominali prelati nell'Oriente. Non
i

postolo. La giurisdizione e la residenza fa caso, soggiunge, che Cassiodoro attri-


del patriarca latino di Gerusalemme fu buì tal nome a'semplici vescovi, essendo
ripristinata nel 847, sebbene trovasi nel-
i ciò nato, non già dall'uso che avessero i
r impero di Turchìa (^.), ove sono pu- goti di chiamar patriarchi vescovi d'I- i

re altri patriarchi residenziali e con giu- talia, come scrisse il chiarissimo De Mar-
risdizioni, di rito orientale e nazionali. ca (anche l'ab. Cappelletti, Le Chiese
Dopo che ad Antiochia fu ristretta la po- d'Italiani. 8, p. 3g, narrando che Mace-
destà de'suoi vescovi, tuttavia dilatò al- donio| divenuto nel 539 Vescovo d'A-
trove la sua giurisdizione per mezzo de' qoileia, chiamò Massimiano arcivescovo
predicatori evangelici che mandò per l'O- (\\Kiì\'cmìa patriarcha. « Nelle quali pa-
riente, e di là da'confini dell'impero ro- role si noti il titolo di patriarca aver già
mano. Questi uomini fecero gran
santi cominciato ad usarsi e ad attribuirsi, se-
progressi, come nella Persia ove pian- condo l'uso de'goti, a quelle sedi eziandio,
tarono piìi chiese, il cui governo fu atfi- che mai non furono patriarcali; siccome
96 VES VES
lo si trova alhibuito, intorno a questi residenza de*patriarchi aquileiesi, finche
medesiwi tempi, ad uu Lorenzo vescovo visse gli furono conservati il titolo e le

di Milano, per lettera del re Childeber- prerogative di patriarca. Poi, oltre i pa-
loìi ad Laurentium patriarcìiam Me- triarchi di giurisdizione sì in Oriente che
diolanensem^ presso Du Cfiesne e il il in Occidente, cattolici, ed eterodossi o
Ruinart". Indi a p. 49 «ferisce che » scismatici, cominciarono i titolari in par-
nel SSj^ successo a Macedonio, al cui tibus, i cattolici essendo soggetti Papa,
al

tempo cominciò il detto scisma, il ve- che nomina o approva anche ì patriar-
scovo Paolo « fu il primo ad appro- chi orientali e conferisce loro il pallio ;

priarsi il titolo di patriarca, non già per- al suo articolo avendo notato, che alcu-
chè con esso credesse di accrescere la ni vescovi talvolta assunsero le qualità di
propria autorità, ma perchè l'uso de'go- patriarchi, che la s. Sede eresse il titolo

ti portava, che così metropolitani si no-


i di patriarca dell' Indie occidentali (es-
minassero. Ed è soltanto per questo, che sendolo da'27 settembre 852 uig.*^ Tom 1

anco il nostro antico cronista Andrea Dan- maso Iglesias-y-Barcones, di Viilafranca


dolo i^om'moWo patriarca j si ponno ve- e. diVierzo, promosso dal vescovato di Mon-
dere su ciò altri esempi presso gli scrit- donedo), quello di Lisbona per V Indie
tori che ne parlarono. A torto dunque portoghesi, e riportai diversi esempi de'
ad'ermano taluni, essere stato il primo ad titoli di patriarchi inpartibus conserva-
assumere questo titolo Elia del Sy ), ma i li conferiti a' vescovi residenziali e di
bensì da enfasi retlorica di quello scrit- giurisdizione, ed anche negalo. Il cardi-
tore, per cui chiamò parimente P^escovo nal De Luca,cap. 36 Del MelropoUla'
:

de* Patriarchi il Somuio Pontefice. Tra no, e degli altri superiori del f^escovo,
gli scrittori, il i." in cui si trovi dato a' e particolarmente delle sagre Congre-
vescovi d' Aquileia il nome di patriarca gazioni cardinalizie j' cominciando da'
è Paolo Diacono. 11 monaco di s. Gallo, patriarchi, primati, legati e metropoli-
che poco dopo scrisse la vita di Carlo tani, ed altri superiori de' vescovi, dichia-
Magno, dice che tal vocabolo era moder- ra.»» Ancorché sopra il vescovo, avanti
no. Terminato poi lo scisma, nell'accet- che si giunga al Papa, il quale è il vescovo
lare anche Aquileia il concilio V gene- sovrano e il Vescovo de Vescovi {zx^ò^Q
rale, e nel sotloporsi di nuovo alla Sede che l'autore colla parola sovrano non ab-
Apostolica, restò ap[)rovato e consolida- bia inteso alludere al suo principato tem-
to il titolo di patriarca metà del dopo la porale; poiché a suo tempo molli vesco-
VII secolo, e tanto più, che non pretese vi ed abbati nullius e altri prelati erano
per questo d'averne il gius, uè di sovra- potenti sovrani, ma in senso che il gover-
stare a metropolitano alcuno. Anzi tal no ecclesiastico è assolutamente monar-
nome si raddoppiò, venendo parimente chico, per tale riconosciuto da tutte le

conceduto al vescovo di Grado, già se- Chiese e dalla tradizione, onde il suo ca-
de di quelli d' Aquileia, il che appunto po il Papa è un vero monarca; ed il tem-
die* origine alla scissura con eleggersi peramento della monarchia coli* aristo-
due vescovi, ambi col nome di patriarca, crazia non può entrare nella forma es-
l'uno di Grado, col favore dell'esarca di senziale del governo ecclesiastico. Si può
llavenna e de' greci, l'altro in Aquileia vedere il p. Cappellari, // Trionfo della
con l'appoggio de' longobardi. Dipoi s. Sedej ed il vescovo di Dardania do-
quello di Grado si trasfuse nel vescovo di menicano Nicola Coeifettfui, ne'lre libri
Venezia, venne sop-
e l'altro d'Aquileia apologetici per la difesa della Monarchia
presso in tempo del cardinal Delfino, che della Chiesa Romana, controia Repub-
fatto arcivescovo d' Udine (/^.), ultima blica eccle&iaslica di Marc'Autonio De Do-
V ES VK S 97
minis arcivescovo di Spalatro, la quale immediatamente soggetti alla stessa Se-
opera fu biuciata in Pioma, ed èluUora de apostolica , e questi vescovati escuti
condannala. La memorala che l'impu- appartengono alla provincia del Papa e
gnò è intitolala: Pro sacra Monarchia di Roina^ nel fine del quale articolo li re-
Ecclesiae Calholicae^ achersus Renipu- gistrai. Qui noterò, che dopo la pubbli-

blicain RI. A. De Z)o//imù,Parisiisi62 3), cazione di quell'articolo, il Papa regnan-


olire il melropolitano, vi siano il prima- te pel concordato colla Spagna tolse
te e il patriarca; nondimeno per quel che l'esefizione a' vescovati di Leon e di O-
spella all'Italia, della quale si parla, non viedo, il che pur notai nel voi. LXVII,
vi è alcun patriarca, mentre questa di- p. 269. Benché la s. Sede talvolta depu-
gnità del paltiarcalo d'occidente va uni- ti il melropolitano della provincia, a cui

ta col soaimo pontificato, ne vi è pricua- il vescovo esente appartiene geografica-

te, poiché sebbene l'arcivescovo di Pisa mente, per giudice e superiore dell'esen-
usa questo titolo di priniate della Corsi- te nel caso dtW appellazioni (P •) o de'
un metropolitano
sica, tullavia in fatti è ricorsi, acciò stante la lontananza delia
COSI chiamato per esser solo (
1' arcive- Curia romana si possa più prontamente
scovo di Cagliari s* intitola priaiate di riparare agli aggravi, e le parti non ri-

Sardegna e Corsica j ed il patriarca cevano maggior incomodo e dispendio.


di Venezia % intitola primate della In tali casi non si considera dall' esente
Dalmazia ). E T islesso cammina iu come proprio melropolitano, ma qual de-
alcuni metropolitani, li quali abbiano legato apostolico particolare e accidenta-
il titolo di patriarchi, imperocché ec- le ad arbitrio del Papa; il quale inoltre
cetto i 4> cioè il Costanlinopolilauo, l'A- alle volle depula il suo Nunzio aposto-
lessandrino, 1' Antiocheno, ed il Gero- lico (V.), ovvero un altro vescovo o ar-
solimitano, li quali sono i veri ed i pro- civescovo. Che però ordinariamente que-
pri patriaichi, negli altri è un titolo o- sti vescovi per ordine gerarchico vanno
iioiifìco, piofittevoie però a certi effet- colla rigade'medesimi arcivescovi nella
ti ". Che però i superiori de' vescovi nel- soggezione al Papa ed a' suoi tribunali,
l'Italia metropolitano; il Le-
sono: il oppure al legalo apostolico. Segue il De
gato aposloUcOy iu que'paesi ne'quali si Luca a ragionare della podestà de* me-
trovi; ed il Papa, in vece del quale eser- tropolitani co'sulfraganeì, delle cause di
citano la sua giurisdizione nella Corte I.' istanza da conoscersi dall'ordinario,
e Curia Rotuaua VJJditore della canic- delle controversie tra il metropolitano e
rrt^qual giudice ordinario dell'appellazio- i suffragauei, e delle provvisioni genera-
ni da'vescovi e arci vescovi,ed ancoda'nun- li nell'appellazioni , iu che possa il me-
zi o legati apostolici, non che le sagre Co/z- tropolitano procedere nel castigo contro i
gr eg azioni cardinalizie, quandoal Pa- sufiraganei e loro ufBziali.I legali ed i nun-
pa non piaccia con ispecial Coniniissio^ zi apostolici hanno giurisdizione anco so-
ìie(F.) deputare altro giudice o tribu- pra gli arcivescovi e sui vescovi esenti, co-
nale. 11 raelropolilauofa due figure e rap- me rappresentanti del Papa. Ma della Ge-
presenta due persone, cioè di vescovo nel rarchia ecclesiasticayO\\.VQ^ì scrittori ri-
suo vescovato, e di metropolitano ossia portali a quell'articolo, aggiungerò: Ce-
di superiore e giudice de'vescovi compre- nedetloBacchini, Deecclesiastìcae Hie-
si nella sua provincia, e per questo egli rarchiae originibuSy Mutinae lyoS. E-
chiamasi arcivescovo, ed i vescovi si di- manuele Domodossola,^/)^//^ Chieda in
cono suffragauei. Sono eccettuali que' ve- generale f e della Gerarchia ecclesia'
scovi che per privilegio della s. Sede so- stica, Roma 1788. Pietro Castellano, Po-
no esenti da tale giuiisdìzioiie; siccome lignesia ovvero origini e vicende della
VOL. xcv. 7
^8 V E S V ES
Ecclciìastica Gerarchia, Roma i853. visibile, e con esso i suoi successori. On-
Alessandro Tuirecremala, De fulgenti de Cirillo Alessandrino osserva, che Pie-
radhio Hierarchiac Ecclesiae imlilari' tro pel I .° rispose a Cristo, come il prin-
tis, Ron)aei588. 11 INarcli, che mollo ne cipe e capo degli altri. Dis^^e s. Agostino
ragiona, dice che Ire sono gli ordini del- weW'Epist. 1 62: Nella sedia Romana sem-
l' ecclesiastica gerarchia: il purgativo, pre si mantenne il Principato della sede
cioè de' Diaconij VilluminnlivOy cioè de' Aposlolico. Scrisse s. Gregorio I nel lib.

Pretij il perfettivo^ cioè de'/ (P5Cot'z, co- 4, Epist. 32 : Che a s. Pietro è commes-
me vedesi anche neir opera antichissi- sa la cura e il Principato di tutta la Chie-
ma, De Ecclesiastica Ilierarchia. W ve- sa. E Reda, neir Ilomil. sulla festa de'
scovo Sa nielli, Lettere ecclesiastiche, t. ss. Pietro e Paolo: Che Pietro ricevelle
IO, leti/ 56 : Della GerarcJiia Eccle- il Principato della podestà giudiziaria.
siasticaj spiega il vocabolo, secondo la Or tutte queste parole di Principato de-
greca etimologia, Sacer Principatiis, e notano la GerarcJua ecclesiastica, fntta
in questo nome di principato due cose per divina ordinazione; onde la podestà
s'intendono, il principe e la raollitudine dell'Episcopato deriva immediatamente
adunata sotto il principe. Questa gerar- da Dio, quella della giurisdizione deriva
chia è di due maniere, celeste e terrestre, dal Papa che assegna ad esso il vesco-
una angelica, espressa dal Coro degli vato in cui i suoi prelati esercitano il sa-
Angeli i^y.); l'altra ecclesiastica rappre- gro ministero. In ogni tempo il Pontefi-
sentata AoXPapa, f\A' Cardinali, òn' Pa- ce romano è slu'o riconosciuto per su-
triarchi, òdi* Primati, cWIÌJctropolitani, premo gerarca, principe e superiore di
dagli Arcivescovi, da' /^(p.«^cot'i, dagli Ab- tulli i gerarchi e capo di tutta la Crislia-

bati mitrali e altri Prelati e Dignità, da* iiilà. Della nosUa gerarchia disse Dioni-
Sacerdoti, Diaconi, Suddiaconi [E.) ec. sio, Eccl. llierarch. cap. G Nostra e- :

Imperocché Gesù Cristo istituì la sua nini Ilierarchia a Deo traditis Ordini'
Chiesa a modo della gerarchia celeste, e bus Sancte disposila Sanctis, et coele-
Gerarchi, da s. Gi-
fece tutti gli Apostoli stibus Hicrarchiis conformis est. Per iil-
rolamo chiamati Principi di Cristo,\iion- liroo il Sarnelli ossewa, dopo avere pro-
de da s, Ilario furono appellati vescovi i dotto diverse allegazioni in favore de' ve-
Principi del popolo, (\ua\\ successori de- scovi, che se tanto devesi a un vescovo
gli Apostoli. Neil' VI 11 concilio generale, di chiesa particolare, molto più si deve
celebrato neH'BGg, Melrofune arcivesco- al principe de'gerarchi, al le scovo del"
vo Smirne chiamò Nettario, Ambro-
di la Chiesa universale. Nel § Vili di que-
gio e Niceforo nieuwrabUi Gerarchi: sl'arlicolo ragiono: Diocesi dell' Abba-
nella IO." Sessione, il no me, l'onore e il ri- zie Nullius, e Prelati inferiori.
Io gerarchico degli Angeli del cielo fu
§ III. Delle Cattedrali, delle Collegia-
appropriato a* vescovi della Chiesa di
te, de loro Capitoli, Dignità e Cano-
Dio. Il concilio di Trento determinò nel-
nici, ed insegne corali. Dell'antica vi-
la sess. 23,can. 6 : ^9/ qiiis dixerit in Ec-
ta comune dt canonici col vescovo, un
clesia Calholica non esse Ilierarchiarn
tempo eletto da' capitoli alcuni da ,
divina ordinatione insti tutani,quae con-
quali tuttora l'eleggono. Prerogative
stat ex Episcopis, Presbylcris, et Mi-
de' capitoli e de' canonici. Mense ve-
nistris, analhemasit. Il Sommo Gerar-
pria •
scovili e capito lari de' vescovati e
ca è Gesti Cristo, istitutore di questa ge-
cipato temporale.
rarchia. Ma dovendo egli ascendere al
cielo e rendersi a noi invisibile, fece s. Istituiti i vescovati, nel luogo residen-
Pietro suo vicario e supremo Gerarca ziale del vescovo, la Chiesa (/^'.) priuci-
VES VES 99
pale Tempio (F.), per l' Uf-
fu destinata ledralì antiche esser assai vaste, e gli ad-
Jiziatura divina {V ) del vescovo e del detti alla cattedrale aver precedenza su-
suo Presbiterio, la essa si collocò il suo gli eguali. Come Plebs significò anche
Trono i^.) o Sedia o Cattedra vescovi- diocesi e vescovato, la cattedrale fu det-
le (P^.) per rinsegnamenlo e per giudica- ta anche Vescovado, e lo trovo nel Ga-
re, in sito eminente per vegliare sul po- ra m pi, 6'/«///o della G a rfa g nana. Molte
polo e perchè questi vedesse il proprio cattedrali sono decorate del nome e de*

pastore. Questa chiesa venne perciò de- privilegi di Basilica (E.). Dicesi metro-
nominata Cattedrale(V.),QàawcheDuo- politana quella deirarcivescovo,^j<rifrm/*-
Wio {/^.),voca bolo che ilNardi dice fors'ao- cale quella del patriarca. Erigendosi dal
co derivato da Dominicum, col quale ne* Papa un vescovato, nel luogo stabilito per
primi tempi dicevasi la casa del Signo- residenza del vescovo eleva al grado di
re, o meglio da Domus vescovile e cano- cattedrale la chiesa perciò assegnata. Uni-
nicale unitaalla cattedrale,nellaqualeve« ti dal Papa due vescovati, ciascuno con-
scovo e canonici abitavano; e facendosi ivi serva la cattedrale, con la sua intera
tanti atti ecclesiastici, ed abbisognando a giurisdizione, acque principaliter: suo-
tutti l'andarvi, fu facile dal dire di an- le il vescovo intitolarsi co' loro nomi
dare Doniiini^ si cominciasse per abitu- con precedenza alla più antica, ovvero
dine ad intendere anchelacattedralech'e- usando la precedenza secondo le qualità
ra congiunta di fabbricato. I concilii di degli affari, o di quella in cui fa residen-
Parigi del 5^^^ e di Toledo nel 53 i fu- za,e finalmente secondo le particolari con-
rono tenuti iìi D omoEcclesiae yCoWe qua- suetudini. Sopprimendosi il vescovato, la
li parole più volte chiamò la cattedrale sua cattedrale si riduce a Collegiata {E.),
Possidio vescovo di Calama in Africa, nel- Degli obblighi de' vescovi verso le Catte-
la vitache scrisse di s. Agostino di cui era drali ,
qualificate loro spose, parlai ia
discepolo e amico. Inoltre l'eruditissimo quell'articolo, e di tutte le sagre funzioni
Nardi spiega gli altri nomi co' quali fu che vi esercitano, dopo il Possesso, ne*
appellata la cattedrale anticamente, cioè propri. Alla morte de' vescovi, come ere-
Matrix^ 3Ialer, Plebs, Plebiiim Calhe- di necessarie di essi, e in loro luogo la ca-

drae, Cathedra Domina, Sedes, Sedes


^ mera apostolica degli Spogli ecclesiasti-
Cathedralis, Major, Magna, Grandis, ci (E.), sono devoluti gli Utensili sagri
Priiicipalis Eeclesia, ed Ecclesia asso- (E.), di sua proprietà, colle norme e re-
lutamente, Ecclesia Senior^ Teniplam, gole Imperocché Pio VII col
ivi descritte.

Matricidaris, Matricialis. Vòporla i mìo- breve Nuper Nobis, de'23 giugno 807, 1

numenti dell'epoche incoi sono usati tali Bull. Rom. cont.,i. 1 3,p. i ^j:Reintegra%
vocaboli, parla del Cattedratico (F.), an- tio constitntionis Pii E, vi cujus para-
ticamente dovuto pagarsi da'preli rurali menta sacra adhihita ab Episcopis de-
(dice il De Luca, non esservi tenuti i volvuntur post eorum obitum adEccle-
chierici privi di beneficio, chiamarsi pu* sias Cathedralcs, qui praeferuntur. La.
re Siiiodatico, ed in generale doversi da* cattedrale ha la cura d'anime, ed il Fon*
parrochi: introdotto per fine onesto e ra- tesagroo Battisterio (E.), talvolta que-
gionevole, cessato non si può esigere); che sto trovasi nella propinqua chiesa. Bene*
tutti gli ecclesiastici derivano dalla cat- detto XI II colla costituzione Omnium sa^
tedrale,dalla quale mandavansi gli eccle- luti, de'20 luglio 1724, concesse un al-

siastici ad avviare l'ufliziature delle chie- tare privilegialo pe'fedeli defunti, in tut-
se \ìyxo\t\f\e\\' Immunità [F.) che gode- te le cattedrali del mondo cattolico da de-
vano 4o passi all'intorno, e gli altri luo- stinarsi da'vescovi. E Clemente Xlil ne
ghi sagri 3o passi; osservando pure lecat- concesse altro simile a tutte la chiese par*
loo VéS VES
roccliiali adseplennium,vo\endo che del- te di giurisdizione vescovile; ed ov'erano
lo stesso privilegio uè godessero tutte le queslecollc'giate,probabilmente noneran-
uiesse nell'anniversario e ottava de'cnor- vi corepiscopi, o altri rappresentanti te-
li. In essa cattedrale i vescovi sono la pri- scovili. Queste attribuzioni, la somiglian-
ma e principale dignità, e ciiiamasi di- za del presbiterio cattedrale, la vita co-
gnità pontifìcaleni. Scrisse Marc' Anto- mune ad norniani Apostoloruni, l'ufll-

nio Frances, De EcclesiisCathedralibus ziatura e altro, fecero che in tutti se-


sì i

e.arumque privilegiis et praerogativis^ coli della Chiesa, fuori de' tempi gianseni-
Lugduni i665, Venetiis 1698. Abbiamo stici (sic), fossero tenute in sommo pregio
ancora, Provinciale omnium Ecclesia- le collegiale,ed loro canonici venisse-
i

rum Calliedralium universi Orhis^ anni ro dalla Chiesa distinti con abiti diversi
practìca stilo et fornns Canee llariae a- dagli altri ecclesiastici, avessero ed abbia-
posto licaejujita moreniRomanae Curiae no precedenza sopra lutto il resto del cle-
per lileras alphnbeti descriptas^ Romae assioma e legge canonica Colle-
ro, e sia :

1 5 14. Sostiene il Nardi essere Canonici i gialae insignes aequiparantur Cathedra-


(^/^.Jdelle cattedrali di origineapostolica e libusj ed il concilio di Colonia del i536
cominciati colla fondazione della Cliiesa^ dichiarò, Collegialae Ecclesiae secun-
e che i parrochi non furono introdotti nel- dariae sunt post calhedrales, et instar
le città prima del mi Ile; dipendendo dal- illarum, quod ad ordines ministran-
l' Itpiscopato che loro assegnò le attribu- tium, divinutnque cultum aitinet, consli-
zioni, poche cose anticamente facendosen- tutae. Moltissime collegiate furono eret-
za di loro e del loro consulto. Essi furo- te in cattedrali di nuovi vescovati, ed
no sempre il [."corpo e senato della Chie- uno degli ultimi esempi è quello di Modi-
sa, il Presbiterio, come lo è tuttora. Nelle gliana in Toscana, che descrissi nel voi.
città episcopali poi, assai popolose, fiiro- LXXVlll,p. 5^. 11 presbiterio delle cat-
uo istituite delle chiese collegiate per aiu- tedrali fino da' tempi apostolici fu sem-
massime neirOrienle.
to della cattedrale, pre il i.° corpo e il fiore del clero ne' ve-
Devesi premettere che sino da'tempi de- scovati, il senato ecclesiastico, superiore
gli Apostoli, nelle città minori, ove noti a tutti gli altri. Si chiamò presto Capitolo
6Ì collocava un vescovo, vi si metteva una (F.)i ebbe la cura di uiHziare nelle cat-
specie di presbiterio, o sia un collegio di tedrali, nel luogo che si disse Coro [f^.)
certo numero di preti e diaconi, con al- e ne*sedili denominati Stalli (^.)- Da s.

cuni chierici, i quali a nome del vescovo, Eusebio vescovo di Fercelli[f^.)^ fiorito
e interamente sotto di lui^ in comune, nel secolo iV, cominciò nel corpo de'ca-
reggevano quella porzione di popolazione, nouici cattedrali la Fita comune (F.)^ col
ch'era nel distretto della città. Ne'primi proprio vescovo, cioè d'abitazione, dor-
3 secoli questi casi furono più rari; fre- mitorio e mensa, onde collegi si chia- i

quentissimi dal IV secolo in poi. Lechie- marono monasteri. Cessata quella eoa»
6e aihdate a questi collegi, si dissero per- bitazione, in molle cattedrali, il collegio
ciò Collegiate (F.). Vi fungevano il Ser- canonicale già avea presoli nome di Ca-
vizio divino^ vi amministravano sagra- i pitolo (F.)y vocabolo che gli rimase quan-
menti, v'istruivano il popolo. Siccome poi do siripristinò la medesima convivenza
le collegiate fuori di città erano lontane nel medio evo, e quando nuovamente
dal vescovo, e non potevano in ogni co- ces^ò da per tutto. Tali abitazioni del cle-
sa ricorrere al medesimo come canonici i ro capitolare, annesse alle chiese, in for-
cattedrali, così ne avveniva che in certo ma con porticati e cortili, fu-
di chiostro,
modo avessero delle attribuzioni maggio- rono dette case canoniche o canonicali,
ri, e partccipaSbcro quiudi a maggior par- Claustrum Canonicorum^ e fiorirono
VES VES IDI
nell'esercizio delle virlh perle santissime me dell' elezione in Serie Facante^ del
regole che osservavano i canonici, come i Ficario capitolare (F.) per governare
monaci nel monastero. Queste regole pre- ilvescovato, senza dipendere da essi ; e
cipuamente furono prescritte nel concilio Nicola Rodriguez di Ferinosinos scrisse,
d' Aquisgrana dell' 8 i6 per opera del- De potestate Capilnli Sede vacante ci

J'impeiatoi'e Lodovico il Pio. Nederiva- I Sede piena. A' loro luoghi descrissi le
ronopure Canonici regolari (J^.)^ massi-
i dignità de'capitoli cattedrali, Arcidiaco-
me molte delle quali io
delle collegiate, no, Arciprete^ Primicerio, Cantore, De-
progresso di tempo furono erette in catte- cano,Tesorlere, Preposto, Priore, Scola-
drali, col vescovo e capitolo di canonici re- stico, ec. Così del Canonicato, delle pre-
golari, in seguito anche secolarizzati. In bende óeì Teologo edeìPenilenziere.Coù
Boma ancora fiorì la vita comune nel Pre- delle /^e^^; ed insegne corali d'ogni specie,
sbiterio del / chiesa del mon-
Papa, nella i anche vescovili e cardinalizie, concesse
do, la Lateranense, nella Vaticana e in da'Papi, con altri privilegi. Nella primi-
altre. Un tempo canonici coadiuvava-
i tiva Chiesa, essendosi dato il titolo dica'
no al vescovo nelT amministrazione del- nonico al chierico ed al vescovo, sicco-
la diocesi, e dacché cessarono 1' elezioni me ascritti nel Canone o Matricola e ne'
de' vescovi fatte dal clero e dal popolo, Dittici ecclesiastici (notai in tale artico-
rimase a'capitoli col consenso de'melro- lo, che ne' dittici della Chiesa romana si

polilani e de' vescovi comprovinciali, e scrivevano i nomi di tutte le chiese e dì


poscia i Papi confermarono o annullaro- tutti i vescovati), in seguito in alcuni ca-
no l'elezione postulata da' capitoli, so- pitoli cattedrali portarono loro cano- i

stituendo altri vescovi; finche Giovanni nici anche il nome


di cardinali, col qua-
XXII cominciò a riserbarsi la provvisio- le si sottosc4*ivevano, ed a somiglianza
ne de' vescovati italiani, ed i successori de* Cardinali di s. Romana Chiesa, an-
l'estesero a quasi tutto rOccidente,tranne co con proprie chiese Cardi- di Titoli
eccezioni, massiuie nella Germania e nella nalizii e di Diaconie cardinalizie (F.),
Svizzera, tuttora sussistenti in diversi ve- fra' quali il capitolo di Torino (F.), nel
scovati, sebbene in minor numero degli cui articolo pure feci altresì parola del-
antichi, ma l'eletto vescovo deve appro- le differenze che insorgono tra* vescovi e
varlo il Papa, riconosciuta l'idoneità. Fin i capitoli, sempre deplorabili. Non man-
dal Qt^6 decretò il concilio di Merida col cano ne' vescovati capitoli esenti dall'or-
can.8.»>Ogni vescovo deve avere nella sua dinaria giurisdiziojje del vescovo dioce-
cattedrale un arciprete, un arcidiacono sano, singolarmente fuori d'Italia, nella
e un primicerio. Il vescovo potrà trarre quale però furono rari, e tra di essi un
dalle parrocchie que' preti eque'diaconi, tempo lo fu quello di P^erona (F.J, men-
ch'egli giudicherà opportuni in suo aiu- tre in Bologna è tuttora esente dall'ar-
to, e metterà nella sua cattedrale. Mai
li civescovo il capitolo della perinsigne ba-
non lasceranno quelli di aver ispezione silica collegiata di s. Petronio : eguale
sopra le chiese, dalle quali sono tratti, prerogativa gode il collegio delle IX Con-
e di riceverne la rendita. Stabiliranno, gregazioni del clero di Venezia, forman-
colla scelta del vescovo, de'preli che ser- do un corpo distinto dal clero di quella
viranno in lor vece, e contribuiranno a diocesi patriarcale. Quanto a* canonici
quelli i\e\\Q pensioni ecclesias lidie' \ Qae- cattedrali, ponno vedere: Antonio Ra-

sta è l'origine, secondo Fleury, de* cano- guci. De voce Canonicorum in Capita-
nici curati primitivi. Delle prerogative lo, officio, in choroj'et missa in Eccle-
de' Capitoli canonicali cattedrali, in quel- sia, Neapoli 1621. Gio. Pietro Moneta,
V articolo e ne* relaliv^ ne ragionai, co- De dislributionibus quotidiana, et de
101 VES VES
dccimìsy Romae 1621. V Ecclesiastico Renevenlo, Pisa, Siena, Vercelli, Capua,
in coro del conte Annio Giiisharchi. Ra- Salerno, Costanlinopoli in Oriente, Mi-
gionamenti tdle dignità^ canonici, he» lano, Lucca, Piacenza, Verona, Lodi,
nefìcialif ed altri obbligati al servizio Fermo, Compostella in Ispagna, Magde-
del clero, Eenevenloi834- H dolio Nar- burgo inGermania;Orange, Ni?ers,Sens,
di poi, copiosamente scrisse de' capitoli Orleans, Besancon, Soissons, Chalons sur
e de' canonici delle cattedrali e delle col- Mai ne in Francia, ove era comune \\ ti-
legiale, come si potrà rilevare, non es- tolo, secondo Lupi ; Londra iti Inghil-
sendo possibile compendiarlo in breve, terra ; Rimini, Vollurara, Ariano, Amal-

da un esliatto che riporlo del suo indi- fi, Alife, Spoleto ; anzi fu titolo generico
ce ; polendo compensarne il laconismo i d'onore, attribuito a tulli i canonici cat-
nomi che produrlo in corsivo, per aver- tedrali, che perciò non sempre canoni- i

ne scritto articoli in questo mio Dizio- ci r assumevano. Non da' titoli o chiese
nariOy giovandomi del medesimo. Altri titolari adunque i cardinali della s. Ro-
nomi si compenelrano in quelli di cui mana Chiesa ed i canonici cattedrali as-
non farò rilievi. I Canonici soao di ori- sunsero il nome di cardinale, ma dalla
gine apostolica, ossia i preti e diaconi loro aderenza aìcardine^ cioè i primi al
cattedrali, e. principiarono colla fonda- SommoPouteficeji secondi al vescovo e al-
zione della Chiesa, l'unico clero de'3 pri- la cattedrale. Immensa è quindi la distan-
mi secoli; nome di Canonico e sua au- za che passa tra il presbiterio della Chiesa
tichìtù; non furono monaci. Erano il universale, e quello d' una chiesa par-
Presbiterio o senato ecclesiastico antico ticolare. Il vescovo chiamava i canoni-
del vescovo, ossia T odierno Capitolo^ ci,Fiatres. I soli canonici preji e dia-
formato di 19 ecclesiastici, cioè 12 preti coni governavano il vescovato col ve-
e 7 diaconi: i canonici suddiaconi co- scovo, ed essi soli avevano tutte le inge-
minciarono soltanto nel IX e X secolo. renze. Molti atti vescovili erano nulli, sen •

Era il collegio de' preti e diaconi catte- za il consenso de' canonici. In altre cose
drali. Nel principio del IV secolo non e- il vescovo doveva sentire il loro consi-
ravi che un arciprete per ogni vescovato, glio. I canonici giudicavano le cause :

e questo era il ."de'preti cattedrali; men-


i scomunicavano e scomunicano. Soli am-
tre il i.** de'diaconi era l'arcidiacono. Fu- ministravano sagrcinienli in città e sob-
i

rono delti Capitoli anche anlicamenle, borghi presiedevano all'estrema unzio-


:

come si trae da' Capitolari di Carlo Ma- ne de' fedeli. Vegliavano sul costume del
gno, ed allora punivano e condannava- clero e popolo, e sul vescovato. Furono
no i membri del loro corpo. Non hanno i primi deputati a confessare; confessa-
voto in capitolo i canonici onorari ed i vansi tra loro; confessavano le monache,
canonici coadiutori, e non ponno inter- avevano cura delle medesime, predicava-
venirvi, benché assente il coadiulo. Spet- no ad esse e tal volta dicevano loro la mes-
ta aliai." dignità convocare il capitolo, sa. Assente il vescovo essi soli regolavano
in sua assenza alla 2.^ o ad altri, e in la penitenza pubblica : predicavano.! soli
quello di Pesaro al canonico ebdomada- canonici potevano celebrare nelle cappel-
rio. I canonici formarono sempre e for- le privale ; essi soli e i vescovi potevano
mano un sol corpo col vescovo. Erano celebrare nell'altar maggiore della catte-
chiamati e laterCy e cardine^ come Car- i drale, anzi essi soli potevano cantar la
dinall: lista di molti capitoli in cui i ca- messa, e celebrare negli oratorii e chiese
nonici aveano il titolo di cardinali, cioè della città. Davano la prima tonsura. Noa
Bergamo, Ravenna, Como, Asti, Firen- conferendo il vescovo benefizi in tem-
i

ze, Troia di Puglia, Napoli, Aquileia, po opportuno, conferivali il capitolo. A*


VES V ES •
io3
veano cura del seminario e tle'luoglii pi». mare le leggi sinodali. Il capitolo non è
Elej^gevano gli altri canonici : aveano obbligato intervenire al sinodo diocesa-
tèndi e dirilli signorili. Tulli gli oralo- no però
: in sede vacante tiene il sinodo se

ni di città dipendevano da loro, come vuole, in tale vacanza conferivano le lau-


pure avevano un' infinità di chiese che ree nell'università, l canonici anticamen-
parimente dipendevano da loro: vi era- te esaminavano parrochi i e gli ordinandi,
no ricevuti con onore, e mettevano pre- i che senza il non polevansi
loro consenso
ti ne' detti oratorii e chiese, per la piena ordinare.^ In presenza loro si manomet-
"iinisdiziooe che vi avevano. Elesiieva- tevano gli schiavi. Aulicamente avevano
no i vicari foranei pe' distretti e parroc- de' chierici e de'cappellani corali al loro
chie da loro dipendenti. I preti di città servigio: dovevano accompagnarli; do-
dipendevano da' canonici. soli canoni- I vevano svegliarli all'ora del coro. Il cle-
ci avevano diritti sui funeri, funzioni e
i ro minore alzava le portiere al passar d'un
qualunque alto sagro di città. In essa, canonico. Questo ingiuriato, vi erano del-
essi soli avevano la decima e la (piarla, le pene gravissime. Era libero il seguire

diritti che godevano pure sopra alcune la vita comune col vescovo nella canoni-
chiese di campagna. Presente un cano- ca; tali claustri godevano immunità. Ces-
nico o il capitolo, parrochi antichi, e i comune rimase che spesso il
sata la vita
preti foiensi non potevano celebrare e vescovo doveva dar loro da pranzo. Nel-
fare altre cose, anzi dovevano ubbiilien- l'ingresso i canonici giuravano le costitu-
za a'canonici. Era onore grande Tessei* zioni. In un concilio del 465 circa, fu de-
promosso un parroco o altro ecclesiasti- cretata la pena pel chiericodi città, chesen-
co a canonico il promosso dovea prefe-
: za necessità si assenta da' mattutini: dal-
rire il servizio della cattedrale a quello l'epistole di Gelasio Papa del 49'^, par-
s.

della parrocchia, ove poneva un cappella- lando de'reddili ecclesiastici, vedesi chia-
no. Un vescovo senza sede metlevasi fra i ramente l'antichissima distribuzione co-
canonici (ciò è in vigore anche nelle pa- rale, ancora Fran-
in uso: tulli iconcilii di

triarcali di Roma), ed i vescovi spesso e- cia, dopo


Tridentino, esimono dalle
il

l'ano canonici ; lo furono i sovrani. I ca- puntatore e fanno partecipi delle distri-
nonici dovevano esser nobili (in molti buzioni no»! solo i canonici assenti per af-
capitoli di Germania e di altrove si osser- fari della chiesa o del capitolo, ma ezian-
va tale regolamento). 1 canonici erano dio gli assenti per affari della diocesi col
considerati persone pubbliche ed io rap- vescovo, il cui segretario è esente dalle
presentanza. Le cause criminali de'cano- puntatore. I canonici anticamente non a-
nici non si sbrigavano dal vescovo come vevano l'uffizialura quotidiana, ma la so-
quelle degli altri preti, ma dal concilio la festi va, salvo V Eh domacia r io y che per-
provinciale. I canonici delia cattedrale ciò chiama vasi Arclii-ebdomadario. Ne*
dove lenevasi il concilio vi si trovavano giorni di lavoro il clero minore solo fa-

presenti cogli abiti sagii. I deputati de* ceva VUfflziatiira^ presieduta dal cano-
vescovi assenti erano canonici, preti e dia- nico ebdomadario, uso ancora vigente ia
coni ; quelli de' canonici delle cattedrali alcuni capitoli. I canonici erano dislinli
trovavansi anticamente a'concilii ; anche tra loro coll'ordine di prùims, secandus
oggidì vi debbono essere, ed il loro con- ec. l canonici diaconi erano 7 in cia-
deve udirsi. Vi hanno volo decisi-
siglio scuna città erano eguali a* preti nelle
:

vo quando trattasi de' loro interessi. 11 cariche, nell* incombenze, nelle onorifi-
canonico deputalo d' una sede vacan- cenze, anzi li superavano ; predicavano,
te ha volo decisivo io concilio. Il ve- e talora d'ordine del vescovo assolveva-
scovo deve udire il consiglio nel foi- uo dalla peuileuzu pubblica. Avevano la
ió4 VES VES
VII Regioni^ corae In Ro-
cillà divisa in to nel safuto, incensazione, pace, posto
ma, ed ognuno cnslodiva la sua. Ebbero ec. Ponno portare l'anello cantando mes-
questioni co* canonici preti sull' ordine sa; oltre il diacono e suddiacono devo-
del sedere in coro: per la loro potenza no avere il prete assistente col piviale :

ricusavano d'esser fatti preti. I canonici soltanto i canonici non genuflettono alla
eleggevano nuovo vesco-
il vescovo, ed il benedizione del vescovo e simili atti, fan-

vo, per r ordinario, dovea esser un ca- no circolo col proprio vescovo nelle mes-
nonico. Il capitolo in sede vacante può se so\enn'\,a\ KyriejGlona,Sanctus e A-

accordare indulgenze. Essendo il vesco- gnus Deì^ e tale è il significalo di for-


vo eretico, il capitolo dà le dimissorie, e mare canonici un corpo solo col vesco-
i

fa altre cose come se fosse sede vacante. vo proprio ; ma non debbono farlo con
Governava e governa la diocesi in sede qualunque altro, ancorché superiore al
vacante.Morto il vescovo, o traslatato, proprio vescovo, il quale assistesse alla
prigioniero degl'infedeli, il capitolo su- messa cantata, fosse anche il metropoli-
bentra in tutta la giurisdizione ordinaria. tano o un cardinale o legato pontificio,
Usavaciòanche assente lungamente il ve- o anche vescovo amministratore, e vi-

scovo. Anticamente canonici reggevano i cario apostolico dello stesso vescovato.


da se senza far vicario capitolare: prima Essi soli sono ammessi al bacio di pace
di Benedetto XIV il capitolo non era dal nuovo vescovo che giunge alla cat-
obbligato f.ire il vicario capitolare ina- tedrale e in altri incontri. Le dignità e
movibile, e delegargli tutte le facoltà. Ciò la maggior parte de' canonici devono es-
ancora si usa in molti luoghi. I canoni- ser laureati. I canonici onorari già si

ci danno gli ultimi sagraraenti e racco- trovano nel 1 1 1 o Costan •


nella chiesa di
mandano l'anima al vescovo moriente,ne iinopoli, anche i soprannumerari o qua-
fanno funeri, e ne percepiscono
i gli emo- si coadiutori senza stipendio, colla sola
lumenti. I canonici devono ricevere gli ul- speranza di divenir canonici ordinari,
timi sagramenli dalla caltedrale,ed in essa spe progrcssìonis. Gli ordinari erano l'an-
(o nel loro cimiterio,come il capitolo FtìS- tico presbiterio; i soprannumerari sede-
ticano) devono esser sepolti anticamen- ; vano negli stalli canonicali dopo gli or-
te eravi una chiesa a parte per la loro se- dinari preti e diaconi, sopra il clero m'u
poltura. I canonici ponno esser delegati nore gli onorari sono creati dal vesco-
;

pontificii e fare statuti. Hanno giurisdi- vo e capitolo. Le sedi distinte de' cano-
zione quanto alle cose loro, e servizio nici furono chiamate nell'antichità thro-
divino, e rispetto agl'mdividuijSui mem- nif suhsellia^ calhedrae^ tribunalia, stai'
bri capitolari, sui mansionari, beneficia* li a slare: si dava grande importanza,

li, cappellani corali, e ne puniscono le pure nell'antichità, all'ordine di sedere


mancanze ;
perfino scomunicavano i lo- de' canonici ; le sedie più basse pel eie-»
ro individui. Hanno 1' ozione alle pre- ro inferiore chiamavansi pleheja, ed era-
bende canonicali. I canonici sono in gra- no in plano. Molti furono titoli distinti i

do e dignità; perciò! Fapi commettono e sommamente onorifici de'canonicijSena-


loro le cause. JNelT antichità erano di- to vescovile e della Chiesa sino dal princi •

stinti e considerali come persone di ran- pio della Chiesa stessa, Corona di essa,
go, ed anche oggidì devono esser distin- Preshyleriuniy Consessunt, Consilinnt, in
ti ; devono essere rice-
e preferiti a tutti progresso Collegium, Capilulum, Ca»
vuti con onore e distinzione in altre chie- uoììicid9\ principio del secolo IV, Prae-
se ; hanno la precedenza sui parrochi, posili, occhio del vescovo, Ilonorati, Se
anco quando questi sono nel loro uffizio. nforif Ordi/iariiy Primalisy Palres^ Ve-
1 canonici devono preferirsi al magislra* nerahiiis^ExcelkndfPastoraUsfdmilia^
^

VES VES io5


Beverendiss{mi^Praelaliyay\G furono le dalle /)^ciV/7c(/'^.)ecclesiasliche,siada'be-
vesti tlislinlede'canonici aoliclil, io chie- ni de'vescovatijsia da' Benefizi ecclesiasti-

sa e fuori; varie le <^//g^/i/zàcnpilolari, tìt- Prebende (/ \); [ìe\ necessario mante-


ci e

fjocrisari ^ev\e legazioni, Arci-Cantore nimento del vescovo e de* ministri della
Jr cario o l^esorìere, A rei- Sacrista, Chiesa, ossia se ne facevano tre o quattro
Arci-Canonico ArcidiaconOy ArciprC'^ parti divisioni canoniche; la i," pel Ve-
fé, Arci-Suddiacono, Primicerio ^ Aw- scovo j la 2.* pel Clero j e le altre due
vocalOy Camerlengo, Cancelliere^ caput per la fabbrica del Tempio o Cldesa,\^ei'
Scholaris o magisler Scholarum ossia quella del Palazzo vescovile, pe' Pelle-
Scolastico, Decano, sub-Decani, Difen- grini e [)e Poveri (V.J. Si dissero Spor-
sore, Exocatacoeliy Eleniosinariy Eco- tale [F.) le porzioni distribuite tra il cle-
nomi, Giudici, O spi talari. Preposti, pre» ro, secondo l'antica disciplina, vegliando
fello de* Sincelli, Protoiwtari, Priori, all'amministrazione delle rendite eccle-
Precentore, Penitenziere, Teologo, Se- siastiche gli £'fO«o/7i/ e i Difensori (^F.)^

condice rio, Sacellario, Scrinarlo, Segre- massime in Sede vacante. Per l'abuso
tarlo, Succentor, Vicedomino, Visitato- enorme d'invadere beni del vescovo de-
i

re: non unti erano o sono dignità, come funto e di saccheggiarne il Palazzo, de-
ii teologo e il peuitenziere. I canonici delle rivò lo Spoglio (F.), e le rigorose proi-
basiliche e culicgiate di Roma precedo- bizioni e pene emanate contro i depreda-
no i canonici di tulle le cattedrali, anche tori, riparlate in tali articoli, io imo alla
nelle rispettive diocesi j e ciò non solo per tripla o quadrupla divisione de' beni e
l'antichità, ma per esser quel clero, do- rendite. Inoltre de' possedimenti de* ve-
po i cardinali e i canonici delle basili- scovati, e de' cleri secolare o regolare,
che, quello che più da vicino rappre- per donazione o per acquisti, ne ragio-
senta la Chiesa Romana. « Per un im- nai ancora all'articolo Regalia, dicen-
possibile, che morto il Fapa, non vi fosse- do dell'origine, potenza e decadenza del-
ro cardmali, i canonici delle basiliche pa- l' ampie signorie temporali da essi pos-
triarcali di Roma eleggerebbero ilSommo sedute, anche dagli Abbati e altri pre-
Pontefice, spettando loro come quelli che lati regolari e dalle Religiose, eziandio
più da vicino rappresenterebbero il presbi- con sovranità da loro e da' vescovi eser-
terio della Chiesa Romana". Però si tenga citata; egualmente dichiarando la loro
presente 1' articolo Elezione de' Sommi salutare influenza nel medio evo, senza
Pontefici R.GM ANI. In un monumenlodel tacerne gli abusi ; non meno le usurpa-
58o già si nomina la mensa capitolare de' zioni de'beni delle mense de' vescovati e
vescovati, Blensa Canonicoruni. Questa badie vacanti, eseguile da rapaci mani,
derivò dalla divisione delle rendile de' ve- anche di sovrani, non solamente dopo la
scovati;! beni assegnati a'vescovi si disse- morte de' vescovi, abbati e altri possesso-
ro mensa i'É'5cov'/7e_,'quelli stabiliti a'cano- ri; che pel decretato dell concilio di Galce-
nici per tutti i loro usi, e segnatamente donia nel ^5i, nel prescrivere al vescovo
alla loro tavola, dopo la i." cessazione di non maneggiar le facoltà della Chiesa se
della vita comune, ebbero nome di mensa non per mezzo dell'economo, spettano al
capitolare. Qui deve ricordarsi l'origine successore, quanto all' usufrutto; ma an-
della Mensa (f'^-jo Rendita ecclesiastica cora viventi essi, per malvagia cupidigia.
(/^.)e de Beni diChlesa(F ,)d<ti' ^escovalì e 1 vescovi benché spogliati delle signorie
loro cleri secolare e regolare. In tali ar- temporali, molti continuano a intitolar-
ticoli ragionai dell'origine e del progresso si principi, conti ec.,o della città residen-
dei Patrimonio delle Chiese ( F.), deriva- ziale o d'altri luoghi del vescovato o di
lo sia per le Oblazioni (E,) de'fedelij sia altrove, li vescovo però d'UrgGl(F,) tul-
io6 V E S V ES
loia è principe sovrano della fepnl)blica v'esser loro nascosto, in guisa che se il

deirAiiclorre iiellaSpfigna.Nana il can.Bi- vescovo viene a morire, si sappia chiara-


ina,Serie cronolog. de vescovi d^J.^ti\cUe mente ciò che appartiene alla Chiesa, af-
in lai città celebre per la sua anlichilà, per finchè niente vada perduto o dissipato,
te sue gesle e potere sovrano che conser- e beni particolari del vescovo non sia-
i

^ò più secoli, la giurisdizione spirituale no imbarazzati, sotto pretesto degli affa-


del vescovo era vastissima, e la tempora- ri della Chiesa; imperciocché è giusto

le estendevasi a 117 terre che gli erano davanti a Dio e davanti agli uomini di
feudatarie. La 1/ venne ristretta per for- lasciar beni propri del vescovo a quelli,
i

mare le diocesi di Casale e Mondovìj e a favor de' quali ne avrà disposto, e di


la 2/ fu con pubblico allo estinta e cedu- conservare alla Chiesa ciò ch'è suo". Or-
ta a favor del sovrano, da cui ne ricevet- dinò il concilio di Cartagine del 400 co*
te in compenso oltre al titolo di principe, can. /\.e 5; » Proibizione a'vescovi di a-
gran parte ancora de' redditi costituenti lienare i beni della Chiesa, senza l'auto-
la vescovile mensa. I canonici conserva- rità del primate della provincia ". E il

rono gran tempo il diritto di nooiina del concilio di Chalons sur Saune dellSiS.
proprio vescovo e di quello di Mondovi,e >» I vescovi non devono cercar altro, che
godono tuttora fratellanza co' canonici di la salute dell'anime, e usar de'beni della
Mondovì, in modo che a vicenda sono Chiesa, non come se fossero di loro ra-
considerati presenti in coro intervenendo gione, ma come di un bene, ch'è lor af-
io Mondovì quelli d'Asti, e viceversa in fidato in aiuto de* poveri". H concilio di
Asti quelli di Mondovì. Altri similiesern- Vienna dispose nel 1060 col can. 3 :

pi li riportai in altri vescovati. Narra il >* Proibizione a* vescovi di alienare i be-


IVinaldi,che i vescovi fabbricarono castelli ni delle Chiese a titolo di benefizio, va*
a difesa del proprio gregge dalle corre- le a dire di feudo". Il Berlendi, Dell' oh-
rie de' barbari; tenevano soldati per di- hlazio ni aie altare ^va^xona come i ve-
fendere i diritti delle chiese ; e colla 4." scovi soprastano a tutte 1' ecclesiastiche
parte che tocca va loro dell'oblazioni e del- sostanze, di cui erano custodi gli econo-
le rendite ecclesiastiche, erano tenuti so-
mi preti e diaconi, con giuramento di
stenere i Pellegrini ancora e gli Schiavi. fedele maneggio, facendone la distribu-
1 vescovi hanno il divieto, così gli abba- zione col consiglio e consenso del vesco-
ti, e altri possessori di beni ecclesiastici, vo. La presidenza del vescovo è antichis-
di alienarli, essendo semplici amministra- sima, ragionevole, e determinata da* ca-
non
tori, dispotici proprietari, inclusi- noni apostolici, onde preposito si chia-
vamente al Papa pe'dominii temporali, mò ne*primi secoli il vescovo. Non era
^ino dal principio del cristianesimo i però la loro autorità dispotica ne as-
,

concilii ed Papi ripetutamente lo proi-


i
soluta, giacché anco prima del concilio di
birono, con gravi pene a' trasgressori. Calcedonia, che istituì gli economi, avea-
Decretò il concilio d'Antiochia del 34 1, no debito di manifestare a* preti e dia-
can. 24 '»
"
beni della Chiesa devono
J coni tutti i beni, i proventi e ciò che di
essere conservali con tutta l'attenzione e prezioso apparteneva alla Chiesa ed a
,

la fedeltà possibile davanti a Dio, che ve- quant* altro prescrisse il mentovato si-
de e giudica tutto. Devono esser gover- nodo antiocheno. Il vescovo di Alessan-
nati col giudizio e coli' autorità del ve- dria s. Cirillo del 4*2 pel i." fu taccia-
scovo, a cui tutto il popolo e l'anime de* to d'aver dato tra'prelati l'esempio d'ar-
fedeli sono afildate. Ciò che appartiene ricchire i Parentii che amava. Gli eco-
alla Chiesa, dev' esser noto particolar- nomi ebbero autorità di contrariare le
meule a' preti e a' diaconi, e aienle de- indebite disposizioni de' vescovi uel di-
V ES VES 107
strìbuire ìe cose ecclesiastiche, «olio pe- generali dello sialo, e finalmente si ac-
na di dover essi risarcire le chiese di coglievano dall'imperatore le doglianze
quanto i vescovi l'avessero pregiudicale. de'privatijche solevano farlecolle Croci in
11 Sarnelli, Lettere ecclcfiìaslicìic, t.
4> mano. Sul potere spirituale e temporale o
tratta nella leti. 5i; Come il vesco^'O Sovranità ( / .),ossia de'due principati dei
di'hha disporre delle rendile della sua vescovi e de'l^api, ecco come si espresse
Chiesa^ in vita e in morte, l^rincipia dal l'8 luglio 1849 '^ cardinal Cadolini ar-
ricordare la coabitazione de' chierici ne' civescovo di Ferrara, nell'omelia per la
tempi apostolici e la loro vita comune, nuova festa di Maria ss. delle Grazie.
nulla possedendo del proprio ; la distri- >» Se bene slia che la slessa mano strin-
buzione successiva dell'offerte de'fedeli e ga ad un ten)po lo scettro e le chiavi,
de'prodotli delle possessioni fatta dal ve- ne abbian)o irrecusabili prove in un Noè,
scovo, per sé e sua faaìiglia, pel clero, pei in un Melchisedecco figura del sacerdo-
dovendo con
sagri edifìzi e pe* poveri, un Abramo,
zio della legge di grazia, in
moderazione usare del superfluo avan- in un Mosè, in un Samuele, e ne'tre Mac-
zato dalla sua porzione, e qui riporta i cabei, Giuda, Gionata, Simone. Quell'or-
vari pareri de'teologi, e delle loro sen- dine poi di provvidenza singolare, che
tenze dopo l'erezione delle prebende e miriamo splendere in appresso, e che es-
de'benefìzi ecclesiastici , notando che le sere non potrebbe ne più anlico,nè più
ricchezze cumulate colle rendite delle costante, né più maraviglioso ci mani- ,

Chiese, passate a'parenti, per l'ordinario festa assai meglio la compossibilità del-
non tardano a dissiparsi. All'arbitrio poi l'un principato coH'uUro nel sacerdozio
del vescovo spetta il disporre delle ren- cristiano. Una legge invisibile innalzava
dile del suo vescovato in u)orle,a bene- il seggio pontificio, e Papi dal patìbo-
ficio di sua Chiesa, secondo le costituzio- lo de'niartiri salivanoal trono addi-
ni apostoliche. I vescovi signori di prin- venendo sovrani quasi loro malgrado ,
cipato temporale, erano i più nobili tra' e senza che neppur se ne avvedessero
Fassalii (F) ^q Feudi che possedevano (Da Pape,\\h, 2, cap. 6). Su quel pati-
da'Papi,iroperalori, re e altri principi; bolo per tre intieri secoli si leggeva a
ed i propri vassalli cui subinfeudavano i chiare indelebili cifre il miracolo di un
castelli si chiamavano Fahassorii^f .). Dio, che maturava il trionfo per le vie
Ma tali privilegi e principato temporale del sagrificio; e su quel trono non ap-
dell'Episcopato, mosse in altri sovrani la parve raen grande la divina possanza ,

pretensione dell' Investiture ecclesiasti- la quale, sulle ceneri deli Apostolo er-
che (P^.) che produssero tante funeste
,
^eva un altare indipendente pel gran
turbolenze nella Chiesa e lagrimevoli ,
Sacerdote eletto a proferirvi libero e
discordie tra il Sacerdozio e f Impero : franco gli oracoli della ^'erz'/à (Du pan-
le deplorai in più articoli , ed in questo loop). 11 principato temporale de'Ponle-

lo farò nel § V. Vescovi e abbati erano fìciavea suo incominciamento colà nelle
principi dell' Impero^ ed iolervertivano stesse catacombe, con quella pacifica ma-

alleZ^^e/f, che in Italia tenevansi ne'pra- gistratura voluta pe'fedeli dall'Apostolo


ti di Roncaglia ^v&^^o Piacenza. Io mezzo (i. Corint. 6); e la Chiesa romana, ricca
all'esercito sielevava il padiglioneimperiaT di lenimenti sin d'allora ch'erale d'uopo
le, sovrastato da scudo e bandiera, nsegna i d'occultare tratto tratto i viventi suoi fi-

e tenda che dovevano quale omaggio cu- gli nelle viscere della terra, non che ri-

i vassalli maggiori. Aprivano


stodire tutti cuperare i beni le più volte rapitile dai
l'assemblea gli ambasciatori delle città suoi persecutori (Euseb.,Z?ei'f7. Constan,

ilaliaue, i quali esponevano poi i negozi lib. V», cap. 20), saliva a tanto maggiore
io8 VE S VES
oltezza di gloria e di dovizia per opera mano, ed l soccorsi che andò ricevendo
dei gi'anGostantino,clie mosso da sovrau- dalla religione cristiana, senza la quale

lYìana forza trasferiva in sul Bosforo la r impero avrebbe affrettalo la sua cadu-
sede de'Cesari, percliè indi a poco il Vi- ta, e le sue provincie, preda de' barbari

cario di Cristo avesse a succeder loro sul e della corruzione pagana, avrebbero of-
Campidoglio. Così la Provvidenza co- ferto lo spettacolo d'una totale distruzio-
stituiva il Pontefice padre e re in Roma', ne, anziché il lento rinnovellarsi di nuove
Di quesl' ultimo punto ragionai in più e feconde fasi di vita. L'impero fu soste-
luoghi. Solo qui mi piace ricordare, ave- nuto contro i barbari e contro la corru-
re scritto Bossuet. » Gli storici, fra le ra- zione interna, dalle virtù de' cristiani, e
gioni della traslazione dell'impero, an- dalla salutare influenza dell'Episcopato,
noverano l'ombra che riceveva da un Sa- e Roma principahuente ed altre città
cerdozio sì eminente 1' imperatore il , doverono al Papa e agli altri vescovi la
quale lo sofiriva in Roma men pazien- loro salvezza. Da ciò derivò la polenta
temente che neir esercito un Cesare che temporale del clero, come con-^eguenza
gli disputasse V impero ". K De Maislre naturale di questi fatti istessi ; conseguen-
sentenziò:» In R.oma ancor pagana il za ammessa altresì da Dupuy e da Gui-
Pontefice romano dava già impaccio ai zot, sicùramentegiudici non sospetti. An-

Cesari ". In seguito, gì' imperatori rico- che prima però che la religione cristiana
noscendo la santità e la dottrina dell'Epi- s'innalzasse a potere, ed ottenesse onori
scopato,abbandonaronoinsua mano gran e privilegi, P autore dimostra l'influen-
parte dell'autorità legislativa; ed ve- i za e r ascendente benefico eh* erasi pro-
scovi per zelo della verità, talora ripro- cacciata^ anco mediante i privilegi e gli
varono le leggi imperiali, per cui gl'im- onori poi compartitile da Costantino I e
peratori invece di risentirsene ,
pubbli- da' suoi successori. Da quest' epoca co-
carono che certe leggi dovessero sot- minciò la dominazione avventurosa del-

tostare all'approvazione de' vescovi. Co- l'elemento tutto cristiano, e delle leggi
sì il Papato, specialmente in assenza laicali che inflissero pene temporali a'vio-

del capo supremo dell'impero, fin d'al- latori della religione. Quanto a* beni e
lora cominciò a governare in Boma, ricchezze del clero ne' primi secoli della
se non sovranamente di fatto, certo Chiesa, l'autore ne tratta a lungo, ne di-
moralmente e spiritualmente. La Cro- mostra vantaggi molteplici che ne trasse
i

naca di Milano de' 3o marzo i855,


^
quali anche al pre-
la civiltà e la società,

die' contezza dell'opera intitolata : Sw^li sente si godono inforza appuntodelle sue
onori e le prerogative temporali accor- benefiche istituzioni, che per la più parte
dale alla Religione ed a! suoi Ministri, sopravvissero in mezzo a'cambiamenti u-
presso gli anticlii popoli^particolarmen- niversali. Discorre pure dell'immunità ec-
te sotto i primi imperatori cristiani; del clesiastica e del diritto d'asilo, come a que*
direttore del seminario di s. Sulpizìo in tempi specialmente utilissimo, e così an-
Parigi^ Milano i855. In tempi ne'quali cora del potere giudiziario de' vescovi in
nuovamente s'agitano le grandi questioni materia temporale; osservando, che seb-
de'beni tecnporali della Chiesa, che si pre- bene in appresso quest'ultimo potere re-
tenderebbe del tutto spogliarla di quanto casse non lievi imbarazzi, fu però utilis-

le è rimasto, dopo tanti enormi spoglia- simo in età ignoranti e avverse agli studi,

menti, fra gli altri argomenti, dice de* e lo sarebbe tuttora se in fatto di mora-
germi della dissoluzione che molto prima lità e di giustizia avesse l'Episcopato un
di Costantino [ minacciavano la totale volo precipuamente nelle leggi dello sta-
dissoluzioae del colossale impero roma- to: ne tace dell'i nlluen^^a del clero nella
VES VES 109
civile amministrazione con utili scbiari- ro protestante. Consiste l'asseguamento
nienti. Riepilogando 1' autore le cose e- precipuo di que'dignilari, iu 'vasti poderi
sposte intorno al potere ecclesiastico, ter- di cui hanno l'amministrazione e godono
mina concludendo. i.° Chele fondamen- parte de'frutti.Lepropinede'vescovali in-
ta di questo potere furono poste da Co- glesi, determinate fin da'lempi feudali, so-
stantino! e da'suoi successori, in un'epo- no così grasse che ove a'nostri dì ne go-
ca considerabile per lo stato fiorente della dessero tutte r entrate, parecchi di que*
civilizzazione dell' ai ti e delle scienze. 2.° \escovi avrebbero aria piuttosto di so-
Che accordando al clero si grande pote- prani che di semplici privati. 11 perchè
re, gl'imperatori cristiani non fecero che \olle il parlamento di Londra conoscer-
trasportare nella Chiesa gli onori e le pre- ne le rendile, e trovatele al di là del ne-
rogative in ogni tempo concedute a'mi- cessario ad unagialissimo vivere, ne tra-
nislri sagri presso romani, come presso
i smise per legge del i836 al pubblico e-
tutti gli antichi popoli. 3.° Che questa rario il superfluo, deterniinandoa'singoli
condotta degl'imperatori cristiani era al- un' annua pensione. Kè credasi che il par-
tresì conforme a'principii una saggiad* lamento mostrato poco generoso. A.
siasi

politica e all' uso e alle massime dell'an- vescovi di Worcester e di Salisbuiy fu-
tichità per la stretta unione che deve esi- rono destinati 1 25, 000 franchi all'anno,
stere tra la religione e lo slato. 4. °Da ulti- a que' di Londra 2 5o,ooo, ed
York e di
mo, che il clero, lungi d'aver ambito que- a quello di Cantorbery S^S^ooo. Anche
sto potere, non l'esercitava che con rincre- i vescovati di minor rilievo furono ab-
scimento, e fra' vescovi soprattutto, quelli bondantemente provveduti: come p. e.
che ne usarono con maggior splendore di loS.ooo venne dotato quello di sau-
sotto gì' imperatori cristiani, precisa- t' Asaph, e colla stessa liberalità tutti gli
mente i più in salvo dal rimprovero del- altri.Ridotto per tal guisa il salario del-
l'ambizione e della cupidigia. Ke' libri l'alto clero, non volle il governo inglese
dellaCamera apostolica e del Sagro Col- metterle ilia ni sopra i beni dell'episco-
legio (P\) sono registrate le Tasse de pato anglicano, che come cosa sagra noa
henejìciì ecclesiastici(F.), e quelle de've- pativano d'esser tocchi da veruu profa-
scovali le vado riferendo negli articoli de* no. Cercossi adunque di non islaccare da*
vescovati medesimi colle proposizioni con- vescovati, ma conservar loro scrupolosa-
cistoriali, colle quali pure riporlo la cifra mente per inlero le antiche dotazioni, la-
della rendila della mensa. Tranne quasi sciando a' vescovi il carico di ammini-
poche eccezioni, sono in generale medio- strarle, coir obbligo però di trasmettere
cri, e in buon numero scarse assai, la essi medesimi ad uu comitato ecclesiasti-
Tece narrai altrove le pingui mensedel- co perciò eletto, l'eccesso della tassa le-

l'episcopato anglicano ammogliato,e qui gale. Colla qùal provvidenza volle mo-
aggiungo quanto riferisce la Cirilla Cat- strare il parlamento che, mentre pone-
tolicay serie 2.% l. 2, p. 576, sulle ric- va un qualche argine al lusso di que'si-
chezze de* vescovi anglicani, per confu- gnori, rispettava pur la chiesa nazionale,
tare le calunnie contro le pretese ricchez- e altamente si confidava nella scrupolo-
ze dell'Episcopato cattolico e del clero, sa integrità de' suoi pastori. In vece l'E-
di quelli poi che si mostrano ammira- piscopato cattolico dell' Inghdterra, Ir-
tori de* protestanti inglesi e de' loro co- landa e Scozia, pel quale furono dota-
stumi. L' episcopato della chiesa angli- ti ivescovati, vede godersi le rendite dal-
cana è riccamente dotato; ne la legge l'episcopato eterodosso, menlreesso è po-
dell'abnegazione e della povertà religio- vero e per lo più vive delle pie oblazio-
sa riguarda punto gli alti baroni del cle- ni de* cattolici. Ognuno poi conosce qua-
no VER V E R
le de' due episcopati adempie il suo mi- tolif della sede vacante^ de* vescovi

nisfero, come n sno luogo descrissi. Il di rito diverso in un vescovato. Ul'


cardinal De Luca,// Fcscovo pratico ^iXoX' tinti esempi di disnienibrazioni.
taniente ragiona della mensa episcopale
e sua amoiinishazione. Dice che l'entra- La circoscrizione, dismembrazione e
le della mensa sono sue, e adempiti i pe- unione de' vescovati che fa la s. Sede, ha

si a cui é tenuto, resta a di lui comodo sempre riguardo all' utilità spirituale e
e beneQcio, ed a sua libera disposizione vantaggio de'rispetlivi vescovati medesi-
quanto ne avanza, mentre vive e sia in mi, principalmente a'diocesani per la lo-
islato di buona salute; ma essendo infer- ro vicinanza a* propri pastori. Se il ve-
mo molto più in istalo di moribondo,
e scovato a cui viene falla la dismem-
non ne ha disposizione alcuna, cosi del- brazione è pieno, conviene ricercare il
l'entrale di quell'anno già mature, e rac- consenso del proprio vescovo; se è vacan-
colte, e confuse col suo patrimonio, co- te, occorre l'assenso del vicario capitola-
m'anche «legli anni passali, e degli acqui- re e del capitolo. Non mancano però e-
sii,che colle robe ecclesiastiche abbia fat- serapi che le dismembrazioni ed unioni
to,mentre in quelledeve avere per erede sieno state effettuate da' Papi inauditis
necessario la sua Chiesa, ovvero in suo Episcopio , et yicariis capìtnlaribus ,

luogo,ov'è in vigore Spoglio ecclesia-


lo eorumque capilulisowei'O che udite
y

stico^ la camera apostolica, qualora non prima le contrarie rimostranze e la rela-


sia munito dell'indulto apostolico di te- zione dello slato civile ecclesiastico de've-
slare, secondo le regole generali di tutti scovati, procedettero agli smembramenti
i chierici beneficiati, essendo di partico- pel bene spirituale de' popoli. Ne trovo
lare ragione delia medesima Chiesa le i seguenti nel Stimmarium, Trcjcn.,
Suppellettili sagre. Dichiara 1* entrale scn Camerinen., CatìwdraUtatispro Ca-
«Ielle Chiese patrimonio di (^esii Cristo e pi tulo Clero et Ci vitate Trejae. Ivi si
,

de'poveri, e che i vescovi come operai dice: Non può validamente oslare all' e-

ne sono amministratori e distributori ,


rezione della cattedra di Trcja, la man-
dovendone solamente prendere per se canza del consenso del vescovo, giacché
sfesso l'ouesto sostentamento, acciò viva sono pieni Bollarii di esempi ne* qtiali
i

dell'aliare al quale serve. Prelevalo il la s.Sede ha dismembrato le diocesi e-


mantenimenlo proprio, il resto lo deve tiani Sede piena per erigere nuovi ve-
dare alla Chiesa e a* poveri, colle distin- scovati senza attendere tali consensi, a
zioni che svolge per sì delicato e grave motivo di migliorare il governo de' po-
argomenlojollrelealtre parti che vi han- [)oli, e per lustro maggiore della s. Sede

no relazione. Pviparlerò di questo argo- medesima. Lo fecero l^api: Giovanni i

mento nel § VIU dell'ai-licolo Vescovo. XXII smembrando Macerala, dalle due
diocesi diFermo e Camerino, a' i 7 no-
§. l V. Dismemh razioni de ve- e unione vembre 320. Urbano V a' 3
1 1 agosto
scovati j loro soppressioni. Governo 36f) separando Monte Fiascone
I da Ba-
e amministrazione eli piii vescovati j gnorea.LeoneXa'2 7giugnoi5i 5 smem-
conferiti a giovani. I^escovati ritenuti brando Lanciano da Chieli ed a' 7 set- ; 1

da Papi. Un vescovato non puh a- tembre i520 erigendo il vescovato di


vere pili vescovi. Unioni diverse. lìorgo s. Sepolcro, colla dismembrazione
Possesso separato. Del titolo de loro della diocesi di Città di Castello. S. Pio V
vescovi. Vantaggi della residenza e- ili.*' agosto 57 I I smembrando dalla dio-
piscopale. Del sinodo, dell'olio san- Fermo, Ripatransone che eresse
cesi di
to, della visita de' s. Liniiiia, dt'capi- invescovalo.SistoVa'i4"ovcDibrei5b6
VER VER III
cJisfaccando Monlalto dalla della diocesi proprie roani il nuovo ve*scovo, volle a-
di Fermo, cjtiiiKli a'26 dello stesso mese ver la gloria di riporlo anco sulla sede.
Sanseverino<lalla diocesi di Camerino, e Avvenne talora, che nelle divisioni del
a'i o tliceinbre togliendo Tolentino dalla territorio del vescovato, l'anlico nulla di»
medesima diocesi cameiinese. Clemente minuisse nelle rendite delia mensa , ob-
\III nel 1601, die dismembrò nell'ere- bligandosi nuovo a fornirla coute si
il ,

zione del vescovato di Città della Pieve, praticò quando da Camerino furono se-
palle della diocesi di Perugia; e per ta- parate Fabriano e Maidica. vJon fecero
cere di tanti altri. Pio VI nel 1786 di- così altri Papi, come Giovanni XXII, il
smembrò da Camerino , Matelica antico quale nel dividere in 5, o più diocesi,
vescovato, e Fabriano eh* era tale fino l'ampio vescovatodi Tolosa, tutte le prov-
da Benedetto XI 11, ma unito a quello di vide colla ripartizione delle rendite di
Camerino, aeque princìpalìlci\cov\ mol- quella di Tolosa. Il dotto can. Strocchi
li altri luoghi annessi, per cagione della nella Serie de' Fescnvì faentini ossevvat
lontananza da Camerino e della vastità che ne* 3 primi secoli della Chiesa non
del vescovato di quest'ultima ; e Pio VII polendosi rinvenire numero bastevole di
disgiungendo da Camerino nel 1816 sacerdoti a sostenere la dignità episcopa-
Treja ed assegnandone il vescovato in per- le, e non essendo per anco fissato i limiti
petua amministrazione all'arci vescovo ca- delle rispettive giurisdizioni, era bisogno
nierinese. Tutte le dismembrazioni ed di mettere sotto la dipendenza d'un solo
unioni di vescovati ponno effettuarsi in vescovo due o tre vescovati, conie si leg-
Ufodi diversi: i.°con bolla apostolica per ge di s. Anatolone, il quale resse a un
la via della dateria, 2". per camera, 3." tempo quello di Milano a lui assegnato
per via segreta, 4.° per breve come più dall'apostolo S.Barnaba, e quello di Bre-
\olte praticò Pio VI nel 1786 pe' vesco- scia ch'egli avea fondalo; la qual con-
"*'nli d' Ungheria, 5." per concistoro nel- suetudine e disciplina ecclesiastica fu poi
) alto stesso di provvedersi la chiesa , co- confermata nel 43 idal concilio generale
me fece Pio VI a' 28 settembre i
798 d'Efeso a richiesta de*vescovi d'Europa,
nelle provviste degli arcivescovati di O* poiché si statuì che Tanliche consuetudi-
risiano e di Cagliari in Sardegna. Ne'pri- ni avessero forza di legge. Per cui si tro-
mi secoli della Chiesa ,
quella d' Africa va, che a un tempo un vescovo governò
era egregiamente regolata con spesse se- più vescovati, senza che questi nulla per-
di vescovili, e nel giro non mollo vasto di dessero della loro integrità, e solamente
poche Provincie coniò sopra 5oo vesco- fu praticato per provvedere alla vacan-
vati. S.Agostino che n' era uno de' più za di loro sedi; così vengono conciliate le
Lelli ornamenti, mosso da quella carità discrepanti opinioni, di quelli che preten-
di cui ardeva per la salute delle anime
,
dono un vescovo esclusivamente pasto-
conoscendo d' avere troppo vasto il suo re delTuno o dell' altro vescovato,© che
vescovato d'Ippona, e di non poterlo go- i vescovati fossero stati uniti. Sempre
vernare con tutta la necessaria vigilanza, poi la Chiesa non tollerò che due vescovi
s'indussespontaneamente a smembrarlo, governassero un vescovato, a meno che
ed a privarsi d'una parte di sua giurisdi- con autorità delegata di ausiliare o suf-
zione, senza valutare la diminuzione del- fraganeo,altrimenti sarebbero stati unius
la propria autorità e la diminuzione rela- corporis duo capita, unius sponsis diiae
tiva delle rendite. Per cui dal vescovato sponsae j per cui quando il prepotente
d'Ippona fu smembrato il castello di Pos- Costanzo imperatore ordinò che insie-
sala o Fussala oFussulaje s. Agostino me Papa s. Liberio reggesse la Chiesa
a
medesimo dopo averne cousagralo colle romana s. Felice li, il popolo esclamò :
112 VES VES
Vnii'i Deiia^ uniis Clirislus^ iinus Epi- me ne'surriferili casi. Il cardinal De Lu-
scojms. Già era ciò stalo proibito dal ca ragiona nel cap. 87: Del governo e
concilio Niceno, e poi decretarono s. Da- dell' amministrazione da farsi per un ve-
maso e s. Leone I. E Paciano, scriven-
I scovo di due o pili vescovati j e dtllc di-
do a Semproniano disse: Jura cano- , verse specie delle unioni j e come si dti
inun, etfas sacerdotiì, non patiunlur^ ut un vescovo di piìi vescovati; ovvero al-
eoclem tempore duo si ut Episcopi ejus- l'incontro se in un solo vescovato si dia-
dem Ecclesiae. Per la soppressione dei no pili vescovi e piìi capitoli e più chiti'
vescovati, e per la unione con altri, per se materiali colla qualità di cattedrali.
cause canoniche, o ad istanza del sovrano Le regole generali portano, che in utja
territoriale, ci vuole il consenso o alme- chiesa cattedrale e metropolitana non
no l'inlerpellazione de' vescovi e de'capi- ponno essere più vescovi o arcivescovi^ ne
Ioli cattedrali de' medesimi , concorren- alcuno può esser vescovo o prelato di più
dovi rautorilà apostolica per bolla o per chiese cattedrali o metropolitane; e ciò
breve. Per ciascuna dellesoppressioni ed per la può un uomo es-
ragione, che rion
unioni, conviene fare uno slato preciso tempo marito di più don-
sere nell'istesso
de'vescovali da sopprimersi o unirsi, e ne, uè una donna può esser moglie di più
delle giuste cause clie le provino uti- uomini essendo questo un uìatrimonio
,

li. La qualilà delle cause può determina- spirituale, quale va regolato come il
il

re o alla semplice unione, facendo rimane- matrimonio carnale. Sarebbe mostruosa


re ambedue le chiese concattedrali, o alla cosa, che un corpo solo avesse due o più
soppressione di una, quando non sia più. capi, o che due o più corpi avessero uà
compatibile una città vescovile la resi-
in sol capo. Co>i implica, che uno sia vesco-
denza del vescovo. Rapporto al la chiesa che vo di due o più chiese, e airincoutro che
si unisce ad altra, o che si soppriuje acca- una chiesa abbia due o più vescovi. Que-
dono sempre variazioni sostanziali nel ve- ste sono le massitne e le regole generali
scovato, nella chiesa , nel capitolo, e nel- in questa materia. Si danno però molli
l'esercizio delia giurisdizione. La chiesa casi ne'quali ciò si limila, poiché nascen-
colla soppressione perde la cattedralità,si do questa contraddizione dalla legge po-
riduce a collegiata, come già notai, e ri- sitiva ecclesiastica, e non dalla divina;
mane senza vicario generale. Cose tulle quindi segue che l'autorità pontificia vi
allequali, a misura delle circostanze, con- può dispensare e vi può indurre le limi-
viene dare una certa fornia. E necessa- tazioni, le quali sono diverse. Primiera-
rio pertanto il consenso de' vescovi per le mente anche nell'Italiasi limitava que-

chiese non vacanti, o de'capiloli per le sta regola, perchè due e anco più chiese
vacanti, o almeno la loro inlerpellazio- cattedrali o metropolitane si concedeva-

ne. Dopo I* esame, e lo stabilimento di no ad una persona in Commenda, ovve-


tutte le cose, il Sommo Pontefice inter- ro in A mmliastrazione. Però dal conci-
pone la sua apostolica autorità per bolla lio di Trento in poi cessò tale pratica, la
o per breve, previo decreto della congre- quale può vedersi in altre parti ad arbi-
gazione cardinalizia concistoriale, a cui trio del Papa (siffdttecommeode non sem-
spelta l'esame, come dell'erezione de'fe- brano più in uso). Questa non è limita-
scovatijCosìde'lorosmembramenti, unio- zione della regola, non imporla unione
ni e soppressioni. Senza le quali canoni- alcuna di chiese, ne laconunenda impor-
che solennità non può aversi per auto- la il vero matriuìonio spirituale; per la
rizzata ed eseguila la soppressione ed u- ragione, che quello al quale si concedo-
nione de'vescovati, a meno the non av- no in commenda o in amministrazione,
venga per assoluto volere del Papa, co- nou è propriaiueule vescovo sposo del-
V ES VES ii3
le chiese, mn è un semplice nmministra- fempornlibiis la maggior parte de*segiien-
tore, per cui non si osservano le solenni- t', promossi a'vescovati in tenera età, s'in-

tà necessarie nella provvisla del vescovo, tende ad istanza de' sovrani, e li ricavo
né vi si ricercano i requisiti voluti nelle dalia Storia de Pontefici di Novaes. Pri-
persone le quali si devono eleggere per ma mi piace ricordare, che il Sarnelli nel
vescovi; onde le chiese giuridicamente si t. 2. ci die'la lett. i^: Qiial sia miglior
dicono tuttavia vacanti e vedovate sopra partilo eleggere i vecchi o ig'ovanial i'e-

un amministratore deputatovi dal Papa scovndo. Riporta osservazioni prò etcon-


in luogo di queirauiministrazione, la qua- tra. In favore de'vecchi, dice che non pen-
le per altro durante la vacanza spettereb- sa a beneficar la sua casa, la chiesa ed i

be che que-
al capitolo; colla differenza, beni di es^aJ non dovendonegodere a lun-
sto può applicare a se stesso frutti che i go; non pensa a mettersi in guai, doven-
avanzano dopo sopportati pesi, ed ha la i do forse non lardi uscirne; e che la tena-
giurisdizione episcopale , unione che di- cita nella vecchiezza è morbo. Quindi pro-
cesi impropria e si ha come fosse mera- pende pe'giovani, se esemplari e virtuosi,
mente provvisionale. Dirò io: Pare che iNel t. 6/scrisse la lettera 5S: Della di'
ne sia eccezione, quando l'amministrato- g nità nell'età decrepita. Giovanni X nel
reè perpetuo; imperocché le amministra- 9^5 confermò l'elezione per l'arcivesco
zioni delle chiese cattedrali e abbaziali so- vato di Rf'inis^ ad Ugone figlio del cont(
no di due sorte, perpetue e temporanee, sovrano d'Aquitania e conte di Verman
per le quali si suole procedere per la da- doi<,il quale non avea compili cinquean
teria e pe'brevi; si propongono anche in ni di età, perciò scrisse il Baronio, che

concistoro,n>assimeleperpetue, colla con- questo fu il mostro che si vide nella


i.**

f'ezionedel processo concistoriale. Se Tarn- Chiesa di Dio, non mai prima udito, né in
ministratore non è vescovo, si promove mente conceputo. Narrai nel voi. LXXll,
a chiesa titolare in partihus. Talora per p. 65, che dopo avere l'antipapa Felice
la giovanile £'tó(/'^.) dell'amministralo V rinunziato nel i449 l'anlipontifìcatOi
re, gli fu data l'amministrazione in teni- ed il vescovato di Ginevra, questo fu con»
poralibus tantum j e per la spirituale gli ferito al nipote Pietro di Savoia d'8 an-
fu dato un coamminislratore, promosso ni ed ebbe a vicario generale Tarcive*
,

a chiesa vescovile m/Mr//^«5, come pra- scovo di Tarantasia. Nel i466 Paolo II
licossi nel 1732 coll'infante di Spagna d. die'in commenda l'arcivescovato di Lio-
Luigi di Borbone^ d'8 anni, per l'arcive- ne a Carlo di Bourbon d'i i anni, per es-
scovato di Toledo^ e cardinale, a cui poi sere del regiosangue di Francia, e 4 an-
Benedetto XIV nel 1741 accordò pu- ni dopo legato d'Avignone, indi Cardi'
re l'altro di Siviglia, egli concesse quel- naie (nel quale articolo riportai un bel
la in spiriucalibusy allorché fosse perve- ntunerodi giovani elevati a sì sublime di-
nuto ad età legittima e si fosse con sagra- gnità; e nel voi. LIV, p. iii, registrai i

to: dignità tutte che rinunziò per ammo- Papi eletti in giovanile età. Scrisse Gio.
gliarsi, colla riserva di i5o,ooo scudi di Giorgio Estor, De Cardinali impiibere,
pensione sui due arcivescovati, conces- 743). Fu biasimato Si-
Z>z^z?rz7;fl6;,Jenaei
sagli XI V a ti-
dallo stesso Benedetto sto IV, perchè permise che Alfonso, ba-
tolo di commenda, non avendo riceva- stardodel re d'Aragona Giovanni ll,fan-
to i sagri ordini. Simile amministrazio- ciullo di meno di 6 anni, possedesse in
l^e lemporalibus tantum fu concessa an- commenda perpetua l'arcivescovato di
che per concistoro, particolarmente sotto Saragozza; ecreòcardinale neh 477 Gio-
Clemente XIII. Io credo cheegualmen- vanni ò' Aragona figlio di Ferdmando F
te abbiano avuta l'amministrazione in re di Napoli, di i4 a«n<) che pretendono

r\ ±. A. \^
-

ii4 VES VE S
alcuni già fallo arcivescovo eli Salerno di scovo Giovanni Moroni, successivamen-
9 anni, bensì nel 1478 lo dispensò come te cardinale; e di eguale età vescovo d'An-
impubere a conseguire l'arcivescovalodi goulcme Filiberto Naldì, eh* ebbe poi il

Taranlo. Di i4 anni, Sisto IV fece ve- cardinalato. Paolo III nel 1 544 f^ce il ni-
scovo di Monlauban Giorgio d' Amhoi' pote R.anuccio Farnese di 1 5 anni arci»
se il seniore, principe francese, e poscia vescovo diNapoli,e nel seguente l'ornò col-
cardinale. Nel 1487 Innocenzo Vili no- la porpora; e di 1 3 anni arcivescovo di
minò all'arcivescovato di Strigonia Ip- ReimsCarlode'duchidiLorcAzrt, poi cardi-
polito à* Este de' duchi di Ferrara, nel- nale: di 2 I promosse al vescovatodiTroyes
l'età di 9 ebbe la porpora
anni, e di i5 Luigi de'duchi di Lorena, anch'esso car-
cardinalizia. Alessandro VI neli5oi di- dinale. Di 16 anni. Paolo III dichiaròcoa-
chiarò vescovo di s. Pons fle Tomiers e diulore all'arcivescovato di Resancon del
nel seguente arcivescovo di Narbona ,
proprio zio, Claudio de la Baunie, in se-
Francesco Guglielmo di Cler moni d'i 22 guilo cardinale. Giulio III di 1 5 anni no-
anni, indi cardinale; e neli5o2 di 4 a"* minò vescovodi Ferrara Luigi d'^^/e de^
ni nominò coadiutore al vescovato di duchi di Ferrara, poscia cardinale. Car-
Metz, colla condizionedi nonaverneram- lo di Borbone il giuniore di 20 anni eb-
ministrazione prima di 20, Giovanni di be la condiutoria all'arcivescovato di
Lorena, figlio del duca Renato li, e poi Rouen, poi cardinale. Con sua dispensa,
cardinale e provvisto dii4 vescovati e 5 Gregorio XIII fece vescovo di Ratisbona J
badie. Di più Alessandro VI, diiB anni Filippo de'duchi di jSrti^zer^, ancor bani- a

fece arcivescovo di TolosaGiovannid'Or- bino, e di 20 anni divenne cardinale. Nel


leans, poscia cardinale; non che nominò 16 14 Paolo V creò arcivescovo di Tolo-
arcivescovo d'Alby Lodovico cVJmboise sa Lodovico Nogaret di 20 anni, e più
di 18 anni dipoi cardinale. Di tale età
, lardi anche cardinale, dignità che poi ri-
Giulio 11 fece vescovo di Laon Lodovi- ntinziò per la milizia, non essendo m .s^tìt-

co di Borbone de'reali di Francia, in se- gm. Benedetto XIV fece amministrato-


guito cardinale ; e prima che avesse 20 re di Frisinga Giovanui Teodoro di Ba-
anni conferì il vescovato di Barcellona viera, the Clemente XI di 16 anni avea
ad Enrico Cardona^ annoverato più
di fatto vescovo di Ratisbona; poscia colla
Avente l'età di 18
lardi al sagro collegio. ritenzione de' due vescovati, gli conferì
anni, nel i5i6 innalzò Leone X all'ar- quello di Liegi e il cardinalato. Pio VII
civescovato di Cambray Guglielmo de neliBoS dichiarò coadiutore dell'arcive-
Crofy e nel seguente cardinale; e di i5 scovo d'Olmiltz, Rodolfo Ranieri di 18
anni fece vescovo della propria patria anni, fratello dell'imperalore Francesco I,

Mantova Ercole Gonzaga de' duchi di e poi lo creò cardinale. Lessi in un mss.
Mantova, elevato quindi al cardinalato. importante su questo argomento. « ^'o^
Di più Leone X fece vescovo amministra si trova esempio che ad un vescovo resi-
loie di Monte Fiascone e Cornelo Ra- denziale sia slata conceduta la ritenzione
nuccio Farnese di 9 anni, che nel i534 di altra chiesa residenziale in titolo ad
dal parente Paolo IH fu abilitalo a ri- certuni tempus, ovvero sempre ad i^//^/;/,

nunziare e prender moglie, non essendo bensì in adininisLralionein. Che un ve-


stalo consagrato. Questo bastardo sposò scovo abbia rilenuto due chiese in tilolo,
Virginia Gambara e non ebbe figli, ve- accadde nelle sole chiese occupale dagl'iu-
rificandosi in lui, come in altri suoi pari, fedeli, le quali si conferiscono talvolta ad

il detto della Sapienza, e. 3; Spuria vi- un vescovo residenziale " anco di titolo
inlamìna non cìahunt radices alias. Nel patriarcale, come a suo luogo riportai di-

1529 Clemente VII di 20 anni creò ve- versi esempi, qui ricordando il vescova-

:SV̻f^VVi;^!'
VEK VES ii5
io (li Pnvin^ a cui fu unito il titolo arci- zione, t. 4> p. 168: Brevi tempore Medio-
^cos\\e<\' A niasia^ ed il vescovato di Mal- lanensis Ecclesiae Archiepiscopus fait^
tn , a cui fu unito l'arcivescovato di JÌO' cani deinceps Summus Ecclesiae Ponti-
di. Molti poi sono gli esempi de'Papi che fcx adletus per dìgnos^fidosque adnii'
ritennero almeno per un tempo il loro nistros ad mortem usqiie sanctissime re-
anteriore vescovato, come può riscontrar- xit. Il cardinal Conti vescovo suburbica-

si nella descrizione di essi, ed


anche nel- rio d'Ostia e /^e/Zc^^r/, divenuto Papa nel
le loro biografie. Imperocché se il nuovo 1 254 col nome d' Alessandro IV, riten-

Papa era già vescovo di vescovato deler* ne vescovati sino alla morte, e così li go-
i

minato^ non perciò è assolutamente co* vernò 32 anni. Dopoché Clemente V sta-
strettoa dimetterlo, cosi dell'abbazia /zfJ- bilì la residenza in Avignone, Giovanni
liiis. Conservò infatti il vescovato di Barn- XXII che gli successe nel 1 3 1 6 era stato
hcrga nel 1046 Clemente If, nella cui vescovo di tal città, e dipoi nel i3i8 ri-
cattedrale fu poi trasferito il suo corpo, servò per sé il vescovato d' Avignone, e
benché morto presso Pesaro, il che me- vi stabilì un vicario generale per gover-
f»lio dichiarai nel voi. LXXXVI, p.i 65. narlo in suo nome, né volle altro vesco-
Quello di Toni nel 1 049 s. Leone IXy de- vo finché visse. Eletto Clemente Vlaeì
stuiando bensì il futuro successore, e poi i3/\.2 in Avignone, vacato il vescovato
si recòa visitare il vescovato. Quello d' Ei- nel 1348, lo riservò per sé e lo fece go-
chstett nel io55 littore IL Quello di Fi- vernare da'suoi vicari sino alla sua mor-
renze nel I o58 Nicolò II^ e poi fu sepol- te. Gli successe neh 352 Innocenzo VI,
to nel duomo di tal città. Quello di F^uc- ed anch'esso ritenne il vescovato d' Avi-
ca 1061 Alessandro II ^ che visitò
nel gnone , e in tutto il pontificalo lo fece
nel suo pontificato e lasciò dopo o anni. i amministrare da'suoi vicari generali. Fe-
Dice il Novaes: Si vuole che Urbano II ce il simile Urbano F" eletto nel i362.
deh 088 fosse stato arcivescovo di Mila- Questi Papi avignonesi non erano prima
no^ per cui si crede che ritenesse quell'ar- del pontificato vescovi d' Avignone, ma
civescovato, perchè lasciò scritto l'Ughel- per dimorarvi, oltre il vescovato di Ro-
li: Ecclesiam Mediolanenseni eliani in ma assunsero quello d' Avignone, il che
Ponlificatii rexisse perhibetar, Tuttavol- però non fecero Clemente V, Benedetto
ta ne' due articoli non credei ciò ripete* XI le Gregorio XI. E l'antipapa Clemen-
re, e nulla trovo d'affermativo nel eh. ab. te VII fermando la sua dimora in Avi-
Cappelletti, Le Chiese d* Ilalia.T emo che gnone nel 1379 ^^ assunse il vescovato,
il Novaes, che ne parla nel t. 2, p. 56, che però cede ad altri nel 1 390. Per ana-
delle Dissertazioni d' introduzione alle logia aggiungerò che l'antipapa i^e //ce V
vite de' Sommi Pontefici, benché citi r/;<'Z- talvolta fece residenza in Ginevra, à\ cui
//<7.?^cr<7,t.55p.i65,dellai.* edizione prò- riparlai meglio nel voi. LXXII, p. 59, vi
l)fìl)ilmente,abbia equivocalo con Urbano avea la dateria, e nel 1 444 ritenne per sé
HI Crivelli milanese, che nella sua iSVo- il vescovato. Divenuto Papa nel 1 534 P^o*
/•/<? nondimeno l'avea dello arcivescovo di lo III, perqualche tempo ritenne i'am-
xMilanOjChiesache seguitò a ritenere quan- ministrazioned'Ostiae Velletri.Neh555
<lo nel I 1 85
fu creato Papa, non senza creato Papa Marcello II, ritenne il ve-
notare che Papebrochio dubitò che fos-
il scovato di Gubbio. Morto dopo 22 gior-
se stalo arcivescovo di sua patria; quin- ni di pontificato, Paolo //^ che gli suc-
di nelle Dissertazioni nulla ne disse, il cesse, ritenne V arcivescovato di Napoli
cardinal Crivelli fu realmente pastore di di cui era pastore, finché nel 1 55'j lo die'
Milano, e divenuto Papa ritenne l'arcive- in amministrazione al pronipote cardi-
scovato, leggendosi oell'Ughelli, 2.^ edi* nal Garafa. Ma quando fu eletto Papa,es-
ii6 VES VES
sendo slato piegalo dal clero e dalla cit- un podere della dominante, perdendo an-
tà dì sostituirgli altro arcivescovo , avea che il nome e l'essenza, ossia la qualità di
non iuicarej mi-
risposto: Ecclesiani illam cattedrale, onde quel territorio, il quale
sere adirne eorum Archìcpiscopum. Nos per l'innanzi costituita un vescovato o
qui adhuc singulari amore patriain, ac diocesi da se, diventa parte dell'altra dio-
Ecelesìam Sponsam^ nos UH in poster wn cesi, la quale però si dice una sola, così ac-

eodeni ajfecliim praeerinius. Nel 1724 cresciuta di confini e di popolo. E nel ca-
fatto Papa Benedetto JC/// ritenne 1* ar- so della 2.' specie, parimente si dislingue
civescovato di Benevento, di cui fece suo e si confonde la primiera natura d'ambe-
coadiutore il cardinal Coscia, e Io visitò due, e di esse se ne forma un nuovo com-
due volle nel pontificalo. Eletto ^e/^et7e^ posto, il quale costituisce \\x\ solo territo-
to XIV nel 1740 ritenne l'arcivescovalo rio, ovvero un solo vescovato, una sola
di sua patria Bologna^ e solamente /^o^f diocesi, ed una sola chiesa formale. Però
annos xiv dimisit, per farne arcivescovo si verifica solamente la limitazione nella
il cardinal Malvezzi, prima di lui aven- 3.' specie dell'unione acque principali-
dolo governato per il suosuffragaueoScar- ter, per la quale ciascun vescovato e chie-
selli arcivescovo di Menico in partibus o sa ritiene il suo stato antico, e tutte le sue
Menilo^ a cui successe nel 743 Lattanzio 1
[)rerogative, senza che una abbia sogge-
Filippo Sega bolognese, vescovo d'Ama- zione o rispettivamente superiorità all'al-

iuniain parlibuSf per esercitarvi le sagre tra, ma come veramente due


se fossero
funzioni. Finalmente Pio /^/ritenne il separale, appoggiale al governo ealTam-
vescovato d* Imola sino al 1816: come ministrazione d'un solo, il quale col ma-
sebbene Papa fece un dono col nome di trimonio spirituale sia il vero vescovo e
vescovo d'Imola, e come poi con esso sposo d'ambedue, benché a rispetto di
viaggiò, lodissi ne'vol.XCIII, p. i i, LUI, esso vescovo si stimino per una, sicché
p. 154. Ma si ritorni al De Luca, ed al abbia un solo vicario generale e un solo
governo e amministrazione di più vesco» tribunale, restando tuttavia per gli altri

vali per un vescovo^ con indulto pontifi- effetti due diverse e totalmente separate.
cio. Oltre la discorsa limitazione, l'altra Molto rara però, e forse nell' Italia niuna
ènei caso della vera e giuridica unione è la pratica della i
."
e delia 1.^ specie d'u-
de' vescovati, mediante la quale si dà il nione perpetua delle chiese cattedrali o
caso che una persona sia vescovo e pre- metropolitane (cioè al tempo dell'autore
lato di più chiese cattedrali o metropoli- 1 675), essendo frequente nelle parrocchie
tane, e per conseguenza di più diocesi e e nell'altre chiese inferiori; cooje dall'uso
Provincie; e questa suole essere di 3 spe- è anche adlitto tolto il dare le cattedrali

cie,una cioè soggettiva, l'altra sociativa in commenda, e solo in amministrazione


ovvero unitiva, come per un' incorpora- per pochi casi. Per altro frequente è la

zione, e la 3.^ che si dice aeqite principa- 3." specie d'unione aeque pruicipaliter,
liter. due prime specie non si ve-
Nelle e lasciando di discorrere dell'altre specie
rifica il sia un vescovo di due chie-
caso che suddette, e restringendosi a quest'ultima,
so, ovvero di due diocesi, mentre in ef- entra la distinzione fra il caso e il tempo
fetto è una chiesa sola, per la ragione che che la sede episcopale sia piena del vesco-
nella i
.'
specie dell'unione soggettiva, cioè vo, e l'altro che sia vacante per morte na-
che una chiesa accessoriamente si unisca turale e civile, o per altro impedimento,
e si faccia soggetta dell'altra, questa do- onde sia luogo alla giurisdizione e all'am-
minante è quella la quale resta 1' unica ministrazione del capitolo, ^el i.°caso,
cattedrale, e l'altra si sopprime ed eslin- benché tra esse chiese e diocesi continui
gue; sicché diventa un membro ovvero lultavia la diversità, come se veramente
VES VES 117
e di fatto fossero separale e ciascuna a- quanto ifìse^nbWGonzùleZiRegul.SCan-
vesse il suo proprio vescovo, senza che cell. Glos. 5, § 7, o. 29, sulla comune
una riconosca soggezione alcuna all'altra; pratica de' vescovi di vescovati uniti, i
a tal segno che si dia la pratica che siano quali in lutti gli atti s'intitolano dell'uno
di diversa natura, cioè che una sia sog- e dell'altro, anteponendo sempre il nome
getta al metropolitano, e l'altra sia esen- di quel vescovato, a cui appartiene l'af-
te e immediatamente soggetta alla s. Se- fare che tratta. Tertio moclofu unìo dua-
de; ovvero che una sia d'una provincia rum dioecesitnif vel ecclesiarum quoad
e soggetta ad un metropolitano, e 1' al- caputa et gubcrnalorem, ut utraque re-
tra ad un altro, con altre somiglianti dif- maneat in siiis propriis bonis^ ac juri-
ferenze. Nondimeno per quello che spet- bus dislinctisy et separatis, utprius^ sed
ta al vescovo e al suo rispetto, ambe si habeat unum dumtaxat episcopuni etre-
stimano per una sola circa le cose perso- clorentf et quaelibet retineat suaprivile-
nali e individue, come per esempio sono: giayjurajac statata glos. et scribentes
la residenza, il vicario generale, il tribu- in cap. et lemporis^ cap. praecipimus 16,
nale, il consagrare l'olio santo nel giove* q.ifUtacciditin Episcopatu Fiterbien-
d'i santo, e simili ,
poiché risiedendo io se et Tuscanense^ quia licei sint duae
una delle due diocesi e facendo in essa le dioeceses, unus tamen episcopus est, et
funzioni pontificali, come anche lenendo cum episcopus rescribit super concer-
un solo vicario e un solo tribunale appres- nentibusjurisdictionemetadnìinistratio-
so di sé, soddisfa all'obbligo suo. Va ec- neni Episcopatus Viterbien. se nominai
cettuato l'atto del possesso che si prende Episcopum Viterbiensem, et Tuscaneu-
dal nuovo vescovo, perchè deve prender- sem, si vero super concernentibus Episco-
lo in tutte edue le cattedralijovvero quan- patus Tuscanensis,se z«^c'r/Z>/f Episcopus
do la cattedrale sia diruta o impedita, ne' Tuscaoensis et Viterbiensis, seniper an-
luoghi soliti; onde alle volte si dà il caso, teponendo nomen illius dioecesisy inqua
che avendo il vescovo preso il possesso in consistit reSf de qua agitur. Mi piace pu-
una, continui nell'altra il vicario capito- re di rammentare, che si suole ancora pra-
lare, come se fosse ancora la sede vacan- ticare, nell'unione de' vescovati, di con-
te. Di gran vantaggio però ad una di es- cedere il 1° luogo nella nomenclatura a
se sopra l'altra riesce la residenza del ve- quello il quale è di più antica erezione.
scovo per molti rispetti; primieramente Così fece Pio VII nel 18 18 per la circo-

per la maggiore onoriQcenza; secondaria- scrizione delle diocesi del regno delle due
mente perchè sebbene il vescovo di due Sicilie, di concerto coire Ferdinando I).

chiese cos'i unite deve intitolare col no-


si Terzo per la maggior comodità de'dioce-
me o titolo d'ambedue colla precedenza sani in occasione de'negozi giudiziali e
della più antica; ovvero usando la pre- slragiudiziali. Quarto perla maggior con-
cedenza secondo la qualità de'negozi, cioè solazione del popolo nelle funzioni epi-
che quando si fucciano le spedizioni spet- scopali. Quinto pe'vantaggi moltichepor-
tanti ad una chiesa o vescovato, dia a ta la continua presenza del vescovo e del
quella la precedenze!, o che con essa sola- suo tribunale. Sesto per la comodità del-

mente s'intitoli, secondochè porti la con- la distribuzione annua dell'olio santo. Set-
suetudine alla quale in questa materia timo per l'altra comodità nella celebra-
molto si deferisce ; nondimeno di fatto e zione del sinodo, quando la consuetudi-
appresso il mondo, e per l'uso comune ne non porti che questi si facciano distia-
di parlare s'intitola con quella sola nella taraente in ciascuna diocesi. Ottavo per
quale per lo più risiede (arroge che, ol- l'altra comodità del seminario, attesoché
tre il già detto nel § I, io qui riproduca quando ciascuna diocesi potrà comoda*
n8 VES VES
mente avere Ìl seminario proprio, in tal cune chiese, che per la povertà non vi
caso non potrà il vescovo pretendere di siano canonici, non perciò potrà preten-
volerne erigere un solo nel luogo della dere il capitolo dall'altra di far questa
sua residenza ; ma quando ciò non sia figura, ma la giurisdizione si consolidane!
praticabile, sicché per tutte e due con- solo vescovo, quando l'antica e la legit-
venga d'erigerne uno solo, per ordinario tima consuetudine non disponga diversa-
ciò suole seguire nel luogo della solita mente. Kell'altro tempo dellasede vacan-
residenza, con molti altri vantaggi simi- te, ovvero impedita, sicché subentri la giu-
li, che porti il caso, ovvero l'uso. JNel pro- risdizione e l'amministrazione del capi-
posito dell'intitolazione, dice lo stesso De tolo, ha luogo la totale separazione e di-
Luca, a suo tempo si dubitò circa T ac- versità, per cui ciascun capitolo deputa
cettazione dell'alternativa, se intitolan* il suo vicario e il suo economo, e gli al-

dosi il vescovo col solò nome d'un vesco» tri ufEziali per la propria chiesa e dioce-
vate quello s'intende accettato per am- si ,
perchè solamente si dà il caso della
bedue; però si tolse poi il dubbio per le loro unione quando si abbia da eleggere
regole moderne della cancelleria, che pre- il vescovo, perchè l' elezione egualmente
scrisse doversi esprimere ambedue, e che spetta all' uno e all' altro fuori d' Italia,
altrimenti s'intenda per quello solo, il cioè ove si conserva tale disciplina. Quan-
quale sia espresso. £ quanto al sinodo, fu do da'capitoli, o da uno di essi si trascu-
anche dubitato se celebrandosene uno so- ri l'elezione del vicario o che proceda ma-
lo per le due diocesi, ma distinguendosi lamente, alle volte il caso porla in que-
gli esaminatori sinodali, ponno quelli d'u- ste diocesi unite , che la devoluzione si

na diocesi intervenire nel concorso delle faccia a diversi superiori, cioè che una se-

parrocchie dell'altra, e venne deciso di gua al metropolitano, e l'altra al vesco-


«o, conforme si ha nell'opere legali, nelle vo vicino perchè sia chiesa esente, oppu-
annotazionial concilio e nel titolo de'par- re a due diversi metropolitani se sono
rechi. Circa la distribuzione dell'olio san- in diverse proviacie. E se si dasse l'ac-
to, si dubitò, se i parrochi, anche quelli cennalo caso che in una di esse non vi

della città dell'altra diocesi, siano tenuti fosse il capitolo attuale subentrerà subito
andare a quella cattedrale , nella quale la podestà del metropolitano, e non quel-
sia seguita la consagrazione, ovvero che la dell'altro capitolo, quando però l'an-
il sia tenuto mandarne una par»
vescovo tica e legittima consuetudine, in vigore
te competente all' altra, e indi debbano della quale si possa allegare il privilegio
prenderlo parrochi della propria dioce-
i aposlolico,non disponga allrimente.Quan-
si, e venne deciso che si debba attendere punto opposto, se in una
to poi all'altro
al solito conforme nell'opere del miscel- chiesa e inuna diocesi si ponno dare due
laneo ecclesiastico. La visita de'sagri Li' vescovi, ancorché la regola sia negativa,
mina si fa nel medesimo tempo per am- per l'accennata ragione della mostruosi-
bo i vescovati, colla relazione però dello tà di dare due capi in un corpo, ovvero
stalo distinto dell'uno e dell'altro; e tut- dell'inconveniente di dare due mariti ad
to quello che riguarda la partecipazione una donna; nondimeno ciò si limita, quan-
del capitolo cattedrale nella giurisdizio- do così richiedesse la ragione della diver-
ne e amministrazione della chiesa, si a- sità de' riti,perché ncli'istessa diocesi il
datta a'capitoli di ciascuna, come se fos- popolo vivesse parte col rito latino, e pai le
sero veramente due vescovi e due vesco- col greco (o altro, come in CostantinopO'
vati;onde quando il caso porli che in uno li, ed in Lcopoli, che vi è pure l'armeno :

di essinon vi sia il capitolo attuale, con- fra le cillà in cui sono cattolici di diverbi
forme la pratica alle volle insegna in al- rili, certamente va ricordata Ccrusalcm-
VES VES 119
wi<'jivioranuovameiile,coraedissì,iisiecle acciò la cattedra vescovile non restasse as-
il patriarca latino, vi soleva dimorare il sorbita tra le sue ceneri , fu unita alla
patriarca {\q* Melchìiiy e vi è un arci ve* chiesa di Napoli da s. Atanasio il senio-
SCOTO Siro del patriarcato antiocheno), re che n'era vescovo; ma poiché tal unio-
mentre in tal caso non implica che vi ne non fu aeque principalis, ma subj'e»
siano due vescovi di diversi riti, poiché cZiVrt,cosi la sede vescovile di Miseno per-
in questo caso inteileltuainiente si fingono de l'antico suo titolo, il suo pregio e la
due diverse spose di diverse qualità, cia- sua dignità, restando estinta e soppressa
scuna delle quali abbiali suo sposo spiri' interamente. Talvolta alcuni vescovati
tuale, ovvero che l'unica persona forma" soppressi, uniti ad altri, quindi furono di-
le e intellettuale del vescovo sia rappre- sgiunti, e nuovamente ripristinati, ven-
sentata da due persone materiali, che pe- nero al uiedesimo riuniti, ma aeque prin-
rò la diversità de'rispelti toglie l' impli- cìpaliter, come da ultimo nel i852 av-
canza, la quale propriamente cade quau* venne a P'^enafro (P^.) con Isernia.Tat'
do due fossero vescovi e capi. La plura- le altra si dismembrò da una diocesi uà
lità delle chiese cattedrali materiali non territorio, si eresse in vescovato, e quindi
porta contraddizione, poiché sebbene la venne unito, aeque principaliter^ a quel-
chiesa cattedrale è unica, rappresentan- lo medesimo da cui era stalo distaccato,
do una sola persona iutellelluale, deve il che di recente seguì nel 853 con r'a- 1

essere quindi uno il vescovo e uno il ca- slo (F.), già parte dell' arcivescovato di
pitolo. Ciò s'intende della chiesa forma- Chied, e da esso diviso. Neh 855 del ve-
le, che può essere rappresentata da due scovato di Troia {F,) formarono due
si

o tre o più chiese materiali, le quali con- vescovati separati, cioè di Troiae di Fog-
corrono egualmente a formarla. » Con- gia, e perchè quest' ultimo fosse conve-
forme un'opinione vuole, che le 4 l^asi- niente vi fu unita l' abbazia di s. Marco

liche patriarcali (propriamente sono cin- di Larais, già nullius dismembrandola


^

que, con comprenderci la suburbana di dalla metropoli di Manfredonia.


s. Lorenzo), egualmente concorranoa for-
mare la chiesa cattedrale o patriarcale § V. Della provvista de'vescovati. Ele-
di Roma (tale é veramente la protobasi- zione e nomine de'vescovi. Privilegio
lica Lateranense, madre e capo di tutte di nominare ad alcuni capitoli. lave-
le Chiese), contraddistinta dalla Chiesa stiture ecclesiastiche. Canoni sulf e-
universale, dandosi tra esse la preceden- lezione de' vescovi. Nomine regie a ve-
za, secondo l'ordine dell'antichità, onde scovati e abbazie ^ concesse a' sovrani
quantunque in ciascuna sia il 6uo capi- dà'Papii in virtù di Concordati.
tolo colla diversità dell' entrale e delia
mensa, ed anche degli statuti e del modo Gli Apostoli dietro l'autorità data loro
di servire; nondimeno formalmente si di- da Gesù Cristo elessero i vescovi, ma qué-
ce un capitolo solo così distribuito per sti cessati di vivere, tutta l'autorità si riu-
l'attualità del servizio senza la divisione nì nel Sommo Pontefice, come successo-
del suo corpo intellettuale, conforme nel- re di s. Pietro e vicario immediato di Cri-
l'una e nell'altra opera (dello stesso De sto, a cui fu data la podestà sulla Chiesa
Luca) più distintamente si discorre". Il universale. In seguito i Papi pel bene e
Rodotà, Dell'origine del rito greco inlta' aumento della cattolica religione, secon-
/iV7, parlando della rovina della città ve- do le circostanze, accordarono o permise-
scovile di Miseno, non molto distante da ro tacitamente l'autorità di eleggere i ve-
Napoli,operata dalfurorede'saraceni nel- scovi ad alcune persone, ed anche al cle-

rSGo, eoa uguagliarla al suolo, dice che ro e al popolo, il quale conosce le qualità
I20 ^ ^VES V E S
di quelliche devono preporsi a pastori, ì vescovati, come per Genova nel volume
uia dovea farsi con molti riguardi sicco- XXVlll,p. 337, insieme al {)raticato per
lue capace d'essere incoslaiile e corrotto V Intronizzazione e. Possesso) j senì^ie pe-
dall'ioteresse, onde poi gli fu tolta ogni rò colla conferma ecolTapprovazione del-
ingerenza sulle elezioni, e per gli abusi in- la vSede apostolica, con i' autorità della

sorti anche al clero, meno diversi privile- quale ne seguisse quindi la consagrazio-
giati capitoli. Il De Luca tratta nel cap. ne dell'eletto confermato. Anco quest'ul-
6 : A chi spetti provvedere i vescovati e timo modo andò in disuso, tranne alcu-
le altre prelature , ed in die modo ciò ni vescovati e arcivescovati di Germania
segue. Secondo i' opinione più ricevuta, e della Svizzera, spettando alla congrega-
ne'tempi della primitiva Chiesa, e finché zione concistoriale il riconoscere la vali-

soggiacque sotto le persecuzioni de' gen- dità di tali elezioni o postulazioni (voca-
tili (come inlese tale vocabolo il Maf- bolocomunementeusatoderivanle dal Ia-
fei, lo riportai nel voi. XCIV, p. 270), lino postulaiio, domandare, richiedere;
onde a' cristiani conveniva vivere e ce- come poitulator si dice colui che doman-
lebrare i divini ufficioccultamente; lì da, e principalmente si applica a quello
vescovi furono deputati da s. Pietro, ov- che avanti la s. Sede introduce la causa
vero secondo un'allra opinione, colla sua d'un Servo di Dio^ per la sua Beatifica-
autorità dagli Apostoli e da'primi disce- zione o Canonizzazione, e quindi ne po-
poli di Cristo; ovvero secondo divers'al- stula e supplica il progredimento e il com-
tra opinione, questi ultimi ne ottennero pimento, facendo per lui la postulazione
dalla bocca di Cristo la facoltà persona- solenne al Papa un avvocalo concistoria-
le; e così successivamente da'successori di le. Alcuni ordini religiosi hanno in Roma
s. Pietro nella Chiesa romana, e nel Vi- un qualificato idoneo religioso, postula-
carialo di Cristo; ossia con 1' autorità del to re delle cause de' Santi dell'ordine: si

Papa da' patriarchi. Ma avendo in pro- può vedere il Chiapponi, Acta Canoni-
gresso di tempo, dopo Costantino 1 il zationis Sanctorumj Postulatoris òau-
Maglio^ la Chiesa acquistalo la sua tran- sae Beatìficationis et Canonizationis, p.
quillila, ed essendosi peiciò resi i popoli 335; Postulatoruni Convenius, p. 8), in 1

lutti fedeli, e moltiplicatisi anche i chie- occasione di chiedersene la conferma e


rici, colla distribuzione de'benefizi e delle l'approvazione aposlolica,come totalmen-
dignità, si formarono due corpi univer- i te necessaria. Nell'altre provincie per lo
sali del clero e del popolo. Quindi seguì più i vescovati, gli arcivescovati, e le ab-
che con l'autorità e concessione, o per- bazie nullius dioeccsis, oltre altre consi-
missione del romano Pontefice medesimo, derabili prelature, sono a nomina^ o sup-
in molte parti, e forse più generahnente plica o postulazione de'sovrani: altri ve-
fu introdotto, che l'elezione dei Vescovo scovati, e altre abbazie e monasteri /^u/-
(nel quale articolo ne riferirò la discipli- lius sono provveduti per elezione de'ri-
na, parlando delle loro elezioni, nel §111), spettivi capitoli. In Italia e sue isole i ve-
sìfacesse unitamenle dal clero e dal po- scovati e arcivescovati, ingenerale, sono
polo. Ma in progresso di teu) pò, sperimen- di libera elezione e provvisione del Papa,
tandosi che ciò cagionava confusione, fu eccettuati quelli di nomina o presentazio-
ristretta la provvista de'vescovati e l* e- ne delle sovranità. Privilegio sempre con-
lezione del vescovo al solo clero; ed an- cesso da'Papi alle sovranità o perchè ne
che io questo per la slessa ragione seguì furono i fondatori e dotatori de' vescova-
dipoi l'altra restrizione al solo capitolo ti e arcivescovati, perciò di Padronato
della cattedrale (e talvolta con l'interven- ovvero per benigna e indulgente
(f'.)j
U> pur€ di altri, che notai nel descrivere concessione della s. Sede, connivenza o
VES VES 121
altro rispelto. Alcune sovranità nomina- canonici delle cattedrali; indi subentran-
no o raccomandano più soggelli, tra'qua- do l'interesse anco fra'canonici, Giovan-
li il Papa ne sceglie ed elegge uno, che ri- ni XXII ritirò a se quell'autorità. Alcu-
conosciulane l'idoneità, approva, preco- ni capitoli però della Germania., della
nizza in concistoro e poi dà l'istituzione Svizzera e di altri stati, come dirò nel §
canonica. Delle formole usate dalie so- III dell'articolo Vescovo, per apostolico
vranità nelle nomine, a seconda delle con* indulto e con privilegio furono esenti dai-r

cessionidellas. Sede, riparlai nel voi. XV, la riforma; e se i re e principi interpon-


p. 219 e 2 2 5. Per la provvisione de' ve- gono al Papa la postulazione de'prelati,
scovati e arcivescovati non vanno lette e ciò succede per Concordati colla s. Sq»

credute le opere degli avversi alla s. Se* de, di che più sotto. Dell'operato da Gio-
de, che in pregiudizio de'suoi diritti adu- vanni XXII, ecco quanto nella sua Sto-
larono le sovranità, a queste prodigan- ria ne scrisse il iNovaes. Per molli secoli
done. Tra una èia seguente po-
le altre eravi l'uso, che i vescovi fossero eletti dal
sta aWIndice de'libri proibiti con decre- clero di ciascuna chiesa episcopale col suf-
to de'2 I aprileiGgS. Istoria dell'origi- fragio del popolo e consenso de'vescovi
ne e del progresso delle rendile ecclesia' provinciali, come si ha da s. Cipriano, E'
sfiche, nella quale si tratta secondo il ()ist. 3 e 4> lib. I, morto nel 208; acciò
gius antico e moderno di lutto quello il popolo non avesse assolutamente la fa-
che concerne materie beneficiarie del-
le colla d'eleggere, ed il testimonio del cle-
la Regalia delV investiture, delle nomine ro conoscitore delle virtù o vizi de' pro-
e degli altri diritti attribuiti a' principi, movendi, come nota il Tomassini, Defe-
di Girolamo Costa dottore in legge e tus et nova Eccles. disciplina circa Be-
protonotario apostolico^ traduzione dal neficia et Beneficiar os, t. 2, lib. 2, cap I,
Venezia I 768, pel Zerlelli che
^'rt/ice^e, De Elecl. Episcopor, ante tempora Con-
3 deputati aggiunti al collegio
l'intitolò a s tantini I. Perovviarequindi alle tumul-
de'DieciSavi, conoscendo in questo punto tuose fazioni de' laici, che nascevano ia
Io spirito e le pielensionldel governo del- (jueste elezioni, nelle quali seguivano an-
larepubblica di Venezia i^.)- Narra il cora le uccisioni, la provvista de'vescova-
Cernino, Hisloria diluite V eresie, che ti e l'elezione de'vescovi passò in diritto
uell'elezioni de' vescovi, onde provvedere a'capitoli delle cattedrali nel secolo XU,
i vescovati, essendo proibita l'elezionedel come sostiene il Van Espen, Jus Eccles.,
Successore (^.) al vescovato, cougrega- par. I, lit. i3, cap. 2 (posto a\V Indice nel
vansi li vescovi comprovinciali, il clero e 1704). Iodi Giovanni XXll fu poi ili."

il popolo: il clero proponeva il soggetto, Papa il quale (dopo aver colla bolla Im-
il popolo lo postulava, e col beneplacito minente nobis, de' i3 settembre i3i9,
de'vescovi, il clero sottoscriveva l'elezio- Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 177 : Reser-
ne. Ma tralignando il popolo in disordi- vallo Ecclesiarum, aliorumque Benefi'
ni, Innocenzo 11 a lui tolse lì j'us di po- ciorum, in Dominio romanae Ecclesiae
stulare (anzi imparo dal Novaes, che nel consistentiuni ad quae quis consueviù
,

I i4» insorta discordia tra il Papa Inno- per electionem assumi), nel 322 riserbò 1

cenzo li e Luigi VII re di Francia, a ca- a se ed a' suoi successori , alle vacanze,
gione del nuovo arcivescovo di Bourges, l'elezioni de'vescovati tutti nelle piovm-
nominato dal Papa econtraddetto dal re, cie ecclesiastiche d' Aquileia ,Mdano,
di
che un allio voleva promosso a quell'ar- di Ravenna, di Genova, di Pisa, di Na-
civescovato, Innocenzo 11 pubblicò Vln- poli, come attesta il Rinaldi, Annal.Eccl.
ierdclto in quel regno, che durò 3 anni), 1. 1 5 in Append.j e ciò appunto per prov-
l'Cilringeudolo prima al clei'o e poi a'suli vedere alle frequenti disseubiooi che tra
121 VE S VE S
gli elettori vi nascevano nell'elezioni, mas- suo pastore, facendola intimare al capi-

si me ailoia che i Papi risiedendo in Avi- tolo nella sagrestia del duomo. Tuttavol-
gnone, l' Italia era lacerata da intestine ta la repubblica fiorentina a supplire a
lozioni. Trovo nel p. VùcUay Notizie del- tale spoglio, e per avere un vescovo na-
le ChiesejLorenlìne^ t. 6, p. 269, narra- zionale, cominciò a mezzo de'suoi orato-
te le varie maniere, colle niiali nell' Ita- ri accomandarsi a' Papi. Quando il gon-
ai
tem[)odi Clemente Videi i342>
lia fino al faloniere Gherardini si recò da Pio li a
sicostumava di eleggere vescovi, e co- i pregarlo di dare a s. Antonino defunto
me vi subentrarono Papi. Imperocché i un successore fiorentino, fu esaudito nou
ora fucevasi l'elezione dal clero solo adu- senza facezie, riferite dall'Ughelli. Rispo-
nato nella cattedrale, talora dal clero in- se il Papa: » Illustri fiorentini non pon-
sieme col popolo, ed altre volle dal po- no essere della loro patria: s. Ambrogio
polo solo per acclamazione; ne mancano fu vescovo di Milano^ e non lu milane-
esempi che vescovi slessi vicini a morte
i se ; e s. Pietro fu vescovo di Roma, e non
nominassero il successore (era proibito, fu romano ". Ma Gherardini soggiunse
come già dissi; sarà meglio il dire, desi* con prontezza: » S. Zanobi fu fiorenti-
gnavano, proponevano, raccomandavano no e vescovo di Firenze; e s. Pietro ve-
alcun soggetto da loro creduto opportu- scovo di Roma, per non essere romano,
no e idoneo). Da* Papi finalmente restò fu da loro crocefisso ". Il Papa rise, e
escluso il popolo, poi anche chierici, ri- i disse occorrere sentire il parere de' car-
strettasi la podestà d'eleggersi il pastore dinali ; e Gherardini, avvicinatosi all'o-
a' canonici soli capitolarmente adunali. recchie del Papa, rispose: Papa suui c-
Altrettanto si praticò da quello di Fi* go, quasi volesse dire, tu solo puoi ogni
lenze, coirapprovaziooedeU'eletto dipen- cosa. In fatti Pio II pubblicò in concisto-
dente dal Papa, come avvenne per An- ro in nuovo arcivescovo di Firenze Or-
drea de Mozzi , nel quale concordando lando Bonarli fiorentino. Dal narrato si
unitamente il capitolo, subito lo confer- trae,che dopo la disposizione diGiovao-
mò Onorio IV, con breve in cui volle ri- ni XXII, non sùbito per tutti i vescova-
cordare, che dopo 12 annidi sede vacan- ti, ma a poco a poco i Papi riservaroasi la

te a motivo della discordia de' canonici provvisione. Altro esempio lo ricavo dal
divisi in due partiti, uno per Ubaldini e Martorelli, Memorie historiche d' Osimo,
l'altro per Lottieri della Tosa, per la ri- p. 242. Per morte del vescovo d' Osimo
nunzia d'ambedue, procedette all'elezio* Pietro Fraticello, avvenuta nel i^i^,
ne di fr. Jacopo da Castelbuono. Morto Martino V nel 4^2 non volle approvare
1

poi neh 341 il vescovo di Firenze Fran- l'elezione fatta dal capitolo del succes-
cesco Silvestri da Cingoli, adunatisi i ca- sore Nicolò Bianchi osimano, abbate be-
nonici nella sagrestia per la canonica e- nedettino, o perchè ^ey^c^o fosse stato
lezione del successore, a pieni voti fu scel- eletto, o perchè gli ostava certo decreto,
lo Filippo dell' Antella canonico fìoreii- forse ignoto al capitolo e all'abbate; non-
lino, ed il capitolo inviò in Avignone due dimeno proposto in concistoro, e consi-

canonici a Benedetto XII per l'approva- deratosi che alla chiesa Osimana sarebbe
2Ìone. Ma
morto il Papa, il successore riuscita pregiudizievole la sua lunga ve-
Clemente Vi pubblicò la bolla, che> il dovanza, ed avutasi relazione ottima del-
Hicha riporta coli' atto dell'elezione di l'abbate, fu approvalo con breve diretto
Antella, colla quale annullando tale ele- al capitolo. Però nel 14^6 cessò sotto il

zione, dichiarò vescovo di Firenze Ange- medesimo Martino V l'antica consuetu-


lo Acciainoli, e tolse per sempre al capi- dine al colpitolo e clero d' Osimo d'eleg-
tolo fioreuliuo il privilegio d'eleggere il gere il vescovo, e l'islesso accadde ad al-
VES VES ii3
tri capitoli di città anticlie. Moltissimi e- tens eie. obligavit, ut auteniy etc. quibus
Sem pi, di quando fu tolto a' l'ispettivi ca- Judlce Pclrillo Cariu'
sic peraclis etc.
pitoli l'elezione del proprio pastore, si lOymagislro Antonio de Aulixio,Man'
ponuo vedere nella descrizione de'vesco- ciò TrapanOy Toniasio in Caponanln^
non che come procedevano le auti*
"vati, presbitero Antonio de Scoppa, et Ri-
che eie2Ìoni, e di queste io debbo ripor- chardo Mar esca y Antonio de Angelo^
tare altre nozioni. Quando era couìune il el Nicolao de Paslana tcslibus. Eodetn
claustro, la ìuensa, il dormitorio, il coro die apud chorum praedictum. Fenera^
diurno e notturno, al vescovo ed a'cano- bile Capilulum congregatum ut supra
iiici, questi mancando il vescovo proce- asservii corani nobis ex, informalio- . .

devano air elezione del successore, cioè ne percepisse, sacram urgenlem maje-
uno riputalo il più degno e più atto, an- slatem supplicasse Sanclilali Domini
che alla convivenza, ed il Papa lo confer- Nostri prò Rev. U. J. D. Domino Sci'
mava. La formola della postulazione al pio Cicinello de civilate Neapolisy de ar-
Papa Paolo li del capitolo di Sorrento , chiepiscopalu civitatis Surrenli noviter
nel 1470 per Scipione Ciciuelli, è la se- vacanle , diclumque Capilulum corani
guente presso r Ughelli, Ilalia sacra^ t. nobis lune conte/nplationi dictae regiae
6, p. 61 5.E sarà un altro esempio che majestatis , tam conlemplatione dicti
ancora vigeva in detta chiesa il piivile- Domini Scipiiy quam nobilitalCy scien,'
gio del capitolo. Dopo le date dell' anno tia, el bonis moribus sic decorali postu-
dell'atto e quella del regnante Ferdi- lavi t eundeni Dominmn Scipi uni in ar-
nando I redi Napoli, segue. P^enerabilc chiepiscopum Surrenlinum, asserendo
Capiudum majoris ecclesiae Surrcnti- dicium Capiluluniy si opus crii, Sancli-
nae congregatum in loco Surrentì , ad tati Domini Nostri supplicalurum prò
sommi campanellae^ modo^ et loci soli- eodcm Domino Scipio, offerendo se di-
tiSf asseren. corani nobis, Rev. in Chri- cium Capilulum prò diclo Domino Sci-
stoPatrem et D, Donntiiim (Falango- pio ad omnia sibi grata paratissimum,
la) Dei et Jposlolicae Sedis grada ar- quibus omnibus sic peraclis, etc. prae-
chiepiscopum^proiit Domino placuit, ab senlibus praediclis etc. . . . Sic postula-
hoc sacculo deniigrasse, et dictani ma- tus Scipio in grada Ferdinandi regis ^

jorem ecclesiani in praescnti non ha- a Paulo li co nfir Hiatus est archiepi-
bere archiepiscopiiniy
et volens dicium scopusy munusque consecralionis acce-
Capilulum de aliquibus ricariis, Sede ^iV, della quale si fa la descrizione. An-
vacante f
diclani major em provider e y
cora qualche capitolo gode il privilegio
confisuni dictuni Capituluni de fide et di eleggere il vescovo, come ripelutamen-
caeleris , e te. Venerabilium viro rum te ho dello, in Germania e nella Svizzera,
presbyterorum Nardi curialis archidia- che trovato dal Papa idoneo a forma de'
coni surrenlini, presbiteri Hieronymi sagri canoni, per mezzo del consueto infor-
Guardali priniiccrii surrentini, etpre- mali vo processo viene dalla s. Sede confer-
sbyteri Chrislophori de Masso de dieta mato. Tanto godono icapitolicattolicidel-
civitale Surrenli sponle consliluit,ordi- laPrussia,PaesiBassiec.Notainelvol.LllI,
navity et fecit dictae majoris ecclesiae p. 1 66, che per la sistemazione degli alfari
vicariosy Sede vacanle, praesentes ad cattolici negli stali protestanti di Germa-
manutenendum, et rcgendum, el guber- nia, questi presentarono a Pio VII una
nandum diclam majorcm ecclesiam in Dichiarazioncya cui ripose il Papa coU'^"-
locunt archiepiscopalusy el omnia et sin^ sposizione y couleueute corrispondenti i

gula faciendum quae fuerint opportu-


y
suoi sentimenti ; e quanto alta provvista
na, clgencraiUcrj eie. dans etc. promit- de'vescuvali, per l'amore della Pace, cou-
124 VES VES
venne che ì capitoli prima di procedere slruisce V Orsato, Historia di Padova,
all'elezione de'vescovi trasmeltessero al- p. 170, che Carlo Magno nel 775, dopo
la s. Sede la nota de'candidati ai gover- aver vinto longobardi e fattosi padro-
i

no locale, il quale escluderebbe una par- ne d'Italia, se ne intitolò re e perchè si ;

te di quelli che non gli riuscissero gradi- conoscesse aver dato alla bella regione
li; in conseguenza di che si formò la qualche specie di libertà, dispose l'istitu-
provincia ecclesiastica dell'aito Pieno, e zione d' un congresso, acciò ogni volta
rordinamento di 5 vescovati che registrai ch'egli o i suoi successori fossero venuti
nel voi. XXIX, p. 104. Nel i854, la Ci- in Italia, i vescovi, abbati e feudatari di
viltà Cattolicay serie 2/, t. 7,p. io4> cui lo compose, oltre i più ragguardevoli
riprodusse un corri-
quanto le scrisse del regno, proceri e magnati^ vi trattas-
spondente, sulle difficoltà mosse da'radi- sero insieme i più gravi aifari. Riempì
cali contro l'elezione del vescovo di Ba- poi di contento le città del regno Itali-
silea nella Svizzera. Sebbene in parte già co, colla restituzione a' cleri con chiese
l'ho riferito nel voi. LXXII, p. 79, im- episcopali, della facoltà d'eleggere i loro
porta qui riportare un brano del testo. Vescovi; alfare, che come quello il quale,
w Io vi manifestava nell* ultima corri- per le vicende de'tempi, ormai dipende-
spondenza alcuni miei timori sopra le va dall'arbitrio de' sovrani, sino allora
difficoltà che sarebbero slate mosse dal era con molta variazione e senza alcuna
nostro governo contro l'elezione del suc- sicurezza passato. Da quell'epoca in poi
cessore di mg.'^Salzmanu defunto vesco- cominciò a risplendere la condizione de'
vo della diocesi di Basilea. Pur troppo io canonici di Padova, il cui capitolo diven-
vedo ora che miei timori non erano vani.
i ne un seminario di vescovi illustri, poi-
Pure ciò che dee praticarsi in simili con- ché da esso per lo più si traevano i pasto-
tingenze fu già determinato fin dal 1828 ri della chiesa padovana. Ma la cagione
in un Concordato che non lascia luogo a di tali arbitraggi de'sovrani, nel provve-
dubbii sopra le parti che competono ai dere i vescovati^ la riferisce il dotto cav.
due poteri, all'ecclesiaìitico cioè ed al ci- Hurter, Delle islituzioni e dulie costu'
vile. Secondo il detto Concordato 1' ele- manze della Chiesa nel Medio Evo.E^W.
zione del vescovo appartiene al capitolo dice : L' Episcopato nel quale la pienez-

di Soletta, il quale però dee assicurarsi za e l'apice del Sacerdozio comprendonsi,


prima che la persona non è ingrata al pel prospetto delle virtù richieste ne' /^e-
governo de'Cantoni che formano la dio- che si dee
scovi, appalesa l'alto concetto
cesi. Il che non può farsi altrimenti che avere dell'Episcopato medesimo; concet-
colla presentazione d'una lista di candi- to che sempre preoccupò tutti i romani
dati, dalla quale i governi ponuo cancel- Pontefici ueir ordinare i vescovi. Posti
lare quelli che loro sono poco graditi, questida Gesù Cristo al regime della sua
senza più oltre restringere la hbertà Chiesa, da lui hanno la loro missione, e
della scella. L' elezione e la qualità del- non da coloro presso cui sono mandati,
l' eletto sono poi esaminale secondo le essendo contrario, come dichiarò Inno-
prescrizioni canoniche da un delegalo cenzo HI, ad ogni ordine naturale, che
della s. St(\e^ il quale, secondo le infor- il capo riceva la sua dignità da'suoi sud-

mazioni prese e ricevute, ralifica od an- dili. Quindi il sì profondamente radicato


nulla l'elezione capitolare. \L così, se nou male, la vera piaga dell' Episcopato de'
erro, si praticò finora negli slati di Prus- secoli di mezzo, fu la parte presa da'priu-
sia, di Olanda , di Baden , di VVurlem- cipi e signori nell'elezioni, cioè all'/zi^tf-

berg, di Assia, di Nassau, di s. Gallo e fi- sliUire ecclesiasliche, per le quali i segni
nalmente di Soletta medcaima ". M' i- della spirituale giurisdizione da' laici si
VES VES 125
conferivano, medianfe la Iraclizìone del principio della 1} de'Carlovingì, in In-

Bacalo e òeWJiiello (nelle formolecrin- ghilterra sotto re normanni, e in Ger-


i

vestiture de'signoi i o giudici delegali da- mania principalmente sotto gli Ottoni e
gl'inìperatoriassenli, si legge: N.N. inve- gli Enrichi, moltissime nomine furono e-

stierunt per demanda do nevi Augustiy sclusivamentein balia del principato pro-
per colonnam de curie, ovvero per An- fano. Molti degli odierni scrittori prote-
nidiim. Era costume di servirsi in queste stanti peraltro, meglio illuminali de' lo-

ceremonie, che ponno chiamarsi col Co- ro predecessori, considerando gli animo-
sta /?/iz/o/zf di diritto^ talvolta del solo si sforzi de' Papi per la necessaria indi-
bastone, talvolta dell'anello, e più spesso pendenza delle sagre elezioni) sforzi che
d'ambedue insieme. Quando quest'inve- e dagU alti degli stessi Pontefici e da'de-
stiture facevansi da'principi, questo ba- creti pressoché innumerevoli de' concilia
stone chiamavasi bastone regio, nell* i- ci si noli; ammirati inoltre di
fanno ben
slessa guisa che i loroprivilegi erano chia- gran numero di véscovi che ricevute le
mali carta regia, comandamento regio^ pastorali insegne da'principi o le riman-
jussione regia, protezione regia j e fu fi- davano a'donalori, o le inviavano a Ro-
nalmente denominato scettro regio. Le ma per riportarle dalla s. Sede, e final-
investiture de' vescovati ordinariamente mente morte de'martiri la sagra li-
colla

si facevano per sceptruni regale. Il ter- bertà propugnarono. Questi scrittori, e


mine d' investire significava dar terre o fra essi precipuamente Hiu'ter, non vedo-

metterne in possesso); quasi al provvede- no nelle vessate elezioni e provvisioni de*


re a'temporali beni della Chiesa desse al- vescovati, senon un arbitrio sacrilego e
cun diritto sull'elezione e sull'esercizio una dolorosa. eccezione. Il magnanimo s.
de'ministri di lei, quasi la pietà che dona Gregorio VII, e gli altri Papi che lo imi-
dovesse colle usurpazioni riaversi del do- tarono, non sono più pe' discreti storici
no. Coll'attribuzione pertanto de'feudi e protestanti, mf>ssime V eccellente Voigt,
delle pastorali insegne smisuratamente lo storico di quel gran Papa, se non i
cresciuta, massime nell'Inghilterra (ove giusti difensori dell'ecclesiastica libertà e
Goffredo di Bretagna fece mutilare cano- i gli amici beneaieriti dell' uman genere
nici di Salz che aveano cooperato ad una coir estirpazione della simonia. Quando
elezione contraria a'suoi voleri, e lo rac- s. Gregorio VII non avesse reso altro ser-

conta Hume, 1. 1, p. 96), e nella Germa- vigio alla Chiesa che l'estirpazione della
nia, l'influenza de'principi, egli è incre- simonia, dovrebbe essere appellato glo-
dibile a dirsi quale e quanto detrimento rioso Pontefice e insigne benefattore del-
ne ridondasse non solo a* diritti del su- l'umanità. Convengono essi, che gli em-
premo pontificato, ma alla salute delle blemi della pastorale autorità non dove-
Chiese, e qual fomite si prestasse alla Si- vano da profana mano venir conferiti,
monia [V.) d'ogni più santa cosa corrom- pe'vescovati e l'abbazie, che l'ordinazio-
pitrice. Quali pastori poi del gregge fe- ne preceder dovea l'investitura, lo spiri-

dele non per la porta entrati nell'ovile di tuale al terreno, l'essenziale all'accesso-
Cristo, quale esempio da uomini che al- rio; e consentono che il più alto meri-
le male arti dell'adulazione, e alle pessi- to era la condizione indispensabile del-
me della simonia dovevano il loro innal- l'Episcopato piuttosto che l'attribuzione
zamento, quale libertà nell'esercizio del de'beni: questi ben ponno godersi da chi
loro ministero incominciato con un atto di sia elevato e consagrato all'episcopale uf-
soggezione illegittima ! L'ardire de'prin- ficio, ma le investiture non ponno dare
cipi era proceduto tanl'ol tre, che io Fran- capacità e dignità alcuna. Osservò giu-
cia sotto lai.' stirpe de'Merovingi e nel stamente poi il Keller, De origine^diver'
i?.6 VE.^ V E S
Sì Ut le ^ et nnliirnfeìidnrum Trex'ìrerifn'im?, » 11 principe sarà supplicato di lasciar al
che non devesi dare alla fendalità trop- clero e al popolo la libertà delle elezioni
po larga estensione, quasi lutti i beni del- del vescovo. Si eleggerà o nel clero del-
la Chiesa tenessero natura di feudo, poi- la cattedrale, o nella diocesi o almeno ,

che buona parte di essi le erano perve- ne'contorni. Che se assume un chieri-
si

nuti prima della feudalità e doveanoper- co al servigio del principe, si esaminerà


ciòsotlo ogni rapporto considerarsi come altentamente la sua condotta e i suoi co-
proprietà allodiali. La libertà de'beni ec- stumi; del che s'incarica la coscienza del
clesiastici doveva render tranquilla quel- metropolitano, e si gli commette di fare
la delle elezioni e di lutto l'esercizio del- presso il principe, il clero e il popolo lut-
Tepiscopal ministero,efu grande cura del- tociòche sarà necessario per non ordina-
la Chiesa che i vescovi non contraessero re un vescovo indegno". E il concilio ge-
co* signori gravose obbligazioni feudali o nerale di Costantinopoli 11 dell' 870 col
ricevessero stipendio da essi. Imperocché can. 12 staluì:»5E proibito d'ordinar ve-
chi non vede quanto il possesso delle pro- scovi per autorità e comando del princi-
prietà ed intero e libero assicuri a cia- pe, sotto pena di deposizione; e a'iaici po-
scuna pienezza ed indipendenza di deli- tenti d'intervenire alla elezione de* vesco-
berazioni? La libertà delle elezioni e de* vi, se non ci sono invitati dalla Chiesa, o
beni tanto caldamente promossa da'Soni- d'opporsi all'elezione canonica sotto pena
mi medio evo, lasciò loro
Pontefici nel d'anatema". Noterò, che in Costantino-
pieno suprema autorità
l'esercizio della poli, il cartofilaceo vicario del patriarca,
nell'Episcopato, e ne abbiamo irrefraga- di cui riparlai nel voi. LXXIX, p. 1 1 i,

bili e pressoché innumerevoli gli storici approvava quelli che doveano essere pro-
documenti. iVel sinodo romano del 1079 mossi a'vescovati e all'abbazie. Wel con-
s. Gregorio VII, narra Voigt riconfer , cilio di LateranolV nel 1 2 15, si dichia-
mali canoni del celibato ecclesiastico,
i rò col can. 2 3: « Noi proibiamo di la-
inasprite le pene per tanti anni commi- sciar vacare più di 3 mesi un vescovato,
nate a lutti, fossero laici o chierici, che o un'abbazia; altrimenti quelli, che ave-
dessero o ricevessero l'investitura, fu or- vano diritto d'eleggere, ne saranno pri-
dinato con un canone: « Sempre che, vati per questa volta, e sarà devoluta al
morto il pastore , devesi provvedere al superiore imurediato, che sarà tenuto di
governo d'una diocesi, il clero ed il po- riempire la sede vacante dentro 3 mesi;
polo, congregati a concilio da quel vesco- e s'è possibile d'un suddito tratto dalla
vo il quale vicario del metropolitano o stessa chiesa, prendendo per tale oggetto
delPapa presiede alla vedova chiesa, do- il consiglio del suo capitolo. La forma
vranno con cuor sincero, cioè senza am- dell'elezione è di due maniere, per iscru -

bizione, odio o favore, eleggere il piìi de- per compromesso. Nella i.", la
tinio, e
gno ecclesiastico e subordinar l'elezione compagnia deve eleggere 3 persone del
canonica al giudizio della s. Sede. Impe- suo corpo per raccogliere segretamente i

rocché la verità della missione episcopa- suffragi d'ognuno in particolare, metterli


le sta nell'approvazione del Papa, e ogni in iscritto, e pubblicarli subito in comu-
altra elezione é eretica, fnlsa, dannata ". ne, allinchè quegli sia eletto nel quale si

Avea già decretato il concilio generale di accorda la maggiore e la piìi sana parte
Mcea 11 del 787 col can. 4. « Tutte le e- del capitolo. L'elezione per compromes-
lezioni di vescovo, di prete, o di diacono so si fa rimettendo tutto il potere ad al-
fatte per autorità del magistrato, saran- quante persone capaci, ch'eleggano a no-
no nulle secondo i canoni". Il concilio di me di tutti. Ogni altra forma di elezione è
Valenza dell' 855 prescrisse col can. 7. dichiarato nulla se non fosse, che lutti si
;
VES VES 127
accorJnssero e nominassero lo stesso sog- di remote regioni, a creare nuovi vesco-
getto, per ispirazione. Nessuno pnò
come vi, dandone parte alla s. Sei\e. Del resto
dare suo volo per procuratore, purché
il nella provvisione de'vescovati e nell'ele-
non sia assente per impetlimento legitti- zione de' vescovi, secondo il bisogno e le

mo; e tosto che fatta sia l'elezione, bisoqna circostanze de'tempi senza variare la so-
pubblicarla solennemente. L'elezione fat- stanza. Qualunque siasi la forma, che
ta per l'abuso della podestà secolare sarà neir elezioni de' suoi ministri ha auto-
nulla di pien diritto. L'eletto che vi avrà rizzato in diverse epoche la Chiesa, il

ncconsentito, non ne trarrà nessun van- fatto costante e il principio invariabile


taggio, e diferià incapace d'esser eletto. si è che sempre ne ha disposto la Chiesa
Gli elettori saran sospesi per 3 anni da stessa, e che a lei tocca essenzialmente a
ogni uftìzio e benefìzio, e privati per que- disporne. I bisogni e le circostanze varia-
sta volta della facoltà d'eleggere. Sicco- rono, e la Chiesa variò modo e discìpli'
me non v' è nulla di piti nocevole alla uà ecclesiastica nelle sagre elezioni. la
Chiesa, quanto la scelta de'suddili inde* Oriente, nell'antico diritto, come nel nuo-
gni pel governo dell'anime, noi ordinia- vo, qualunque forma si tenesse in eleg-
mo che quegli a cui appartiene di con- gere, sempre si tiene una pratica appro-
fermar l'elezione, ne esamini studiosa- vata espressamente dalla Chiesa, e dal
mente la forma e la persona dell'eletto, suo capo visibile, il quale essendo rive-
affinchè se lutto è secondo le regole, gli stito dell'autorità necessaria per gover-
accordi la conferma. Che se, per negli- nare la Chiesa universale, può egli solo

genza, egli approva la elezione d'un uo- fjior del caso d* un concilio generale, da
mo, a cui manca la scienza, o sia di scan* lui approvalo e f^lto presiedere, dare al
dalosi costumi, o che non abbia 1' età le- vescovo eletto la mis'^ione canonica sul-
gittima, perderà il diritto di confermar la diocesi che gli è assegnala, poiché nitin
ì\i,° successore, e sarà privalo del godi- altro vescovo fuori di lui, avendo giuris-
mento del benefìzio: ma se per malizia, dizione sulla diocesi vacante, niun altro
sarà rigorosamente punito. Quanto a'pre- la può conferire al nuovo vescovo. Que-
lati, immediatamente soggetti al Papa, si sto è un principio inerente alla stessa co-
presenteranno a lui in persona, per far stituzione della Chiesa.
confermare la loro elezione; e se noi pos- Nomine regie si chiamano le nomine
sono comodamente, manderanno degli fatte dalle sovranità a'vescovali e allre
uomini capaci di dar al Papa le informa- prelature, in conseguenza delle quali si

zioni necessarie. Quelli però che sono devono presentare Sede pel ricono- alias.
molto lontani, vale a dire fuori d'Italia, scimento e approvazione, e quindi per ot-
potranno averperdispensaTamminisfra- tenere le bolle d'instituzionecanonica.Nel
zione delle loro chiese nello spirituale, e Dizionario delBergier, ilcamaldolesep.
nel temporale; ma riceveranno la consa- ab.Diagi che lo corresse e fece aggiunte,fra
grazione o la benedizione, come hanno quest'ultime pose l'articolo: Nomine re-
costumato". Il concilio generale di Lio- gie cie'i'escovacli , di cui vado a darne un
ne II del I 274,1'egolò le elezioni a'vesco- cenno. Ebbe l'autore per precipuo inten-
\ati nel modo riferito nel voi. XXXV III, dimento, di esaminare su questo rilevan-
p. 294* ' vescovi provinciali si adunava- te argomento la teoria e la pratica, os-
no nel luogo della città arcivescovile per servarne la vera idea, per separarla da
eleggere il metropolitano. I vescovi si e- quella, con cui «of^/on, e massimamen-
i

leggevano anche ne' concilii da' vescovi te moderni, hanno procurato di confon-
i

comprovinciali. Talvolta i Papi hanno derla, per gettare finalmente sotto de'lo-
autorizzalo i vescovi, o vicari apostolici ro piedi e l'altare e il trono. Sebbene le
128 VES VES
rivelale clollrine ci presentino la sublime fuorché per rimedio allo scisma della
idea del sacerdozio, pure di essa ce ne av- chiesa d'Alessandria. Ma più lardi Giu-
visa parimente la natura. Questa è la ra- stiniano II fu imitatore del suo perfido
gione di ciò che scrisse s. Anribrogio nel- antecessore Costante 1 1. Leone 1 1 1 Y Isau-
Y Epist, 24' J^olgarwente si di'ce^ che rico, e il suo figlio Costantino IV Copro-
gl'imperatori ambiscono pia il Sacerdo- nimOj giunsero in (|uesta materia all'ec-
zio, che i sacerdoti l'Impero; perchè la cesso; però vi si oppose il concilio. L'adu-
natura slessa ne dimostra la superiorità lazione d'alcuni vescovi greci versoi loro
di quello sopra di questo (ciò principal- imperatori in ciò ne accrebbe lo scanda-
mente sostennero gran Papi i s. Grego- un editto di Nice-
lo; sicché sottoscrissero

rio FU, ed Innocenzo ///, pel narra- foroFoca, il qualeordinòchenon si creas-


to nelle loro biografie). Quindi fu an- se alcun vescovo senza il consentimento
tica la presunzione de'sovrani di arrogar- dell'imperatore; u)enlre i di lui predeces-
si il sacerdozio, o di porre le mani nella sori si erano mischiali talvolta nella no-
scelta di questi, e nell'autorità ch'è pro- mina de'patriarchi e de'metropolili mag-
pria soltanto di esso. Ne abbiamo gli e- V'ebbe però anche in quell'età il
giori.
sempi nel Testamento vecchio e nelle sto- patriarca Polieuto, che pieno di zelo per
rie. Sono però da encomiarsi gentili im- i la religione, non volle nel 969 né coro-
peratori romani, iranneDecio del 249, che nare, né ammettere nella chiesa il succes-
non usurparono aVòmani Pontefici que- sore di Niceforo, Giovanni Zimisce, se fra
sta autorità; e particolarmente è degno l'alti'e cose, non rescindesse quell'editto,
di lode l'imperatore Aureliano del 270, e di fatti lo lacerò; ma poi di nuovo si

che essendo a lui portata la questione del usurpò il diritto di provvedere vesco- i

sinodo antiocheno e di Paolo di Samosa- vati, con nominarne vescovi, fra'quali i

ta, in esso deposto da quel patriarcato, per vi fu anco un eunuco dì n'mn merito. L'e-
negare la divinità di Gesù Cristo, egli la ruditissimo p. CrislianoLupo nel t. 4 del-
rimiseas.Dionisioromano Pontefice. Co- le sue Dissertazioni, nella 3.* De regia
stantino I imperatore cristiano non no- jdnlistitum nominatione, prosegue la se-
minò giammai alcuno singolarmente per rie degl'imperatoii greci usurpatori del-
vescovo. Costanzo fu il ."imperatore, che
i l'ecclesiastico diritto di nominare vesco- i

circondatoda'perfidiarianijsi arrogò que- vi. Soggiunge poi, che Sede usò sem-
la s.

sta autorità, contro di cui vide scagliarsi pre indulgenza cogl'imperatori greci, con-
con tutto lo zelo s. Atanasio. !Vla Valen- cedendo loro qualche diritto nell'elezio-
tiniano I, sebbene pregato dal sinodo di ne de' vescovi della città imperiale; ma
Milano di nominare un successore al me- veramente monumenti che reca in pro-
i

tropolita intruso Aussenzio, saggiamen- va, parlano solamente d'ima consuetudi-


te rispose: Essere un affare superiore al- ne, che potè essere un oggetto di quella
le sue forze, e doversi quello eleggere tolleranza, onde non esprimono un vero
da vescovi illuminati dalla divina gra- diritto concesso dal Papa, da cui solo-può
zia. 1 vescovi del patriarcato di Costan- avere origine, o da' concilii dal medesi-
tinopoli avendone nommati molti per mo approvati; giacché qualunque sovra-
quella sede, indi presentati e raccoman- no non può avere se non che l' obbliga-
dali a Teodosio I, egli elesse fra quelli zione di rendere testimonianza al meri-
Nettario. La Chiesa talvolta, attese le cir- to delle persone da assegnarsi al gover-
costanze, dissimulò una tale usurpazione no de' vescovati. Il p. Lupo sostiene, che
degl'imperatori. Giustiniano I, sebbenea- la Chiesa romana fu sempre immune da
doperasse della violenza contro le chiese, tale servitù sin da'tempi degli eruli e de*
pure non si legge che nominasse vescovi, goti; poiché i canoni non permettono se
V ES VES 19.9

non che si sovrano un solo


proponga al to della Chiesa, da Adriano loda s. Leo-
vescovo o patriarca, dello però dal cle- ne III; è certo poi, come si trae da' Ca-
ro, perchè sìa dal medesimo principe con* pitolari di Carlo Magno e Lodovico il 1

fermato. Ninna legge o canone approvò Pio, ch'essi lasciarono a norma de'cano-
mai nell'antiche età, che si facesse dal cle- ni libera l' elezione de'vescovi. In fatti al«

ro l'elezione di Ire, e che presentati fos- cuni che vollero ar-


tra' loro successori,

sero alla scelta dei sovrano. Giustiniano rogarsene l'autorità, furono da'Papi pu-
I nelle sue Novelle^ probabilmente col niti colle censure. Altri re, a norma del-
consenso de'vescovi, comandò che sieno le diverse circostanze, ottennero dalla s.

eletti tre, ma la scella d'uno di essi non Sede la nomina de'vescovati per privile-
fu da lui conceduta al principe, ma ben- gio (come nella Spagna Urbano II nel
sì al patriarca cai metropolitano, come 1 088 ad Alfonso VI re di Castiglia e Leon,

ora è riservata al Papa. Che se gl'impe- e Io notai nel voi. LXVIII, p. 85, o co-
ratori si arrogarono un tal diritto, fu que- me altri vogliono a Sancio Ramiro re
sto sempre contraddetto da' canoni, e d'Aragona e di Navarra, pe' luoghi che
da' Papi come da (s. Gregorio VII), In- avesse ricuperato du'saraceni, ripristinan-
nocenzo III e Gregorio IX principal- dovi la religione cattolica, e fondandovi
mente. Molte furono le violenze de' re vescovati, come narrai nel vol.LXXXVf,
barbari nelle elezioni de' vescovi, nel- per ignoranza e prepotenza lo
p. 5); altri
l'Africa i vandali, in Italia gii eruli, i go- usurparono, e ne furono ripresi dalla s.
ti, i longobardi, nella Spagna i goti o vi- Sede, e particolarmente da s. Leone IX
sigoti, nelle Gallici Merovingi, in Inghil- e da'suoi successori fu repressa la violenza
terra parimente i re (si può vedere in pro- di que' sovrani, che vollero estendere a
posito l'articolo Vescovo, §lIl).Però negli questa materia la loro estranea autorità.
stessitempi barbari non mancano esempi Quando ne'tempi apostolici e posteriori
di sovrani saggi, che rispettarono le leggi si elessero i sagri ministri coli' interven-
e le persone ecclesiastiche, e che di buon to del popolo , ciò fu perchè si avesse
grado si assoggettarono all'autorità del- una pubblica testimonianza della loro vi-
la Chiesa romana, madree maestra di tut- ta irriprensibiie. L'autorità dell'elezione
te le altre; non meno di scrittori, vesco- de'sagri ministri è sagra , ed appartiene
vi e sinodi, che altamente reclamarono alla Chiesa la scelta delle persone che
contro le prepotenze e gli abusi, da'quali stima piò capaci pel sagro ministero. >»I
non andò esente la siesta Elezio ne de' Som- sovrani non portano seco alcun diritto di
mi Pontefici (/^.), e difesero con tutta e- nomine agli episcopati. Quella loro po-
nergia l'ecclesiastica libertà. II p. L-ipo tenza , cui non potè resistere la Chiesa,
ragiona ancora de'privilegi che la s. Se- fu la loro consigliatrice per prima arro-
de concesse a' re franchi per le nomine garsi quel diritto, e la loro religione di-
de'vescovati, fra'quali Pipino che ora no- poi li consigliò ad impetrarlo dalla Sede
minava de'vescovi, ed ora ne lasciava li- apostolica romana. Questa beo sapendo
bera la canonica elezione: a lui Papa s. quanto utile sia l'armonia fra le due pri-
Zaccaria, nella desolazione della Chiesa marie podestà, confidando nell'onoratez-
di Francia , concesse la temporanea fa- za de'sovrani laici, parte tollerò, e par-
coltà di nominare talvolta a'vescovatì al- te concesse loro l'autorità di nominare,
cuni de'suoi palatini di sperimentata vir- giusta le diverse circostanze de'regni, e
tù, e ciò unicamente fioche durasse la sempre maniera che la nomina re-
nella
misera condizione de'tempi. INon è senza sti ne'primi limiti di nomina^ e non passi

questione se fu esteso il privilegio al di alla vera elezione de'nominati. Quindi chi


lui figlio Carlo Magno, lauto benemcri- ha un tale diritto , oomina sempre tre
YOL. xcv.
9
j3o VES VES
persone per un vescovafo; il romano Pon- ed alla liberlh della Chiesa. Risponde e
lefìce una ne elegge, ma non già neces- prova: CheseBrunone arcivescovo diTre-
sariamente una delle Ire. Ila la s. Seóe veri, legato d'Enrico V (come suo padre

i suoi nunzi e legali per mezzo de'quali Enrico IV acerrimo sostenitore delle con-
ancora acquista la notizia de^norainali(fd dannale Investiture ecclesiastiche) impe-
accettati li sottomette al processo, alg^m- ratore, scrisse a Pasquale li, essere anti-
ramento e alla professione di fede) j e chissimo il jus dell'impero sulle nomine;
talvolta non ne accettò alcuni di essi (co- ed egli rispose, che la Chiesa d^ Cristo
me fece l'impeilurbabile Gregorio XVI, redenta è libera; e sarà fatta schiava, se

con Luigi Filippo benché


re de'hancesi, si pretenda il diritto delle nomine stes-
le sue truppe occupata all'improvviso An- se. Tali pretensioni affacciò poi il sun-
cona, minacciassero d'inoltrarsi a Roma; nominato Luigi VII re di Francia, cui
e siccome d'ordine del re gli furono falle fece magnanima resistenza Innocenzo II

serie riflessioni sulle gravi conseguenze, ( nientemeno che fulminò l' Interdetto
il gran Papa rispose, che i cannoni non al regno, per essersi opposto il re all' e-

la ponno sulla coscienza del capo della lezione dell'arcivescovo di Bourges, e per
Chiesa ! Inoltre Gregorio XVI nella con- quanto altro dissi nel voi. XXV
I,p. 289).

lesa coU'imperiale governo del Brasile, in E il sinodo di Francforl, in faccia a Car-


occasione della ricusa delle bolle nell'e- lo Magno stabilì, che gli abbati non do-
lezione del vescovo di Rio Janeiro, fu di. vevano esser eletti per solo comando del
feso nella condotta da lui tenuta per pro- re, ma ancora de' vescovi. Ilp. Lupo of-
pugnare le prerogative della s. Sede nel- fre molti altri monumenti, che dimostra-
l'istituzione de' vescovi, dal zelo e dottri- no doversi affrancare la Chiesa e render-
na di mg/ Romualdo Anlonio de Seixas si libera dalla catena delle nomine regie.

arcivescovo di s. Salvatore o Bahia, roe- Cerca in secondo luogo, con quale occa-
Iropolilano del Brasile, colle opere di cui sione e prelesto abbiano i sovrani inva-
danno contezza con lode al senno ed e- sa l'autorità della Chiesa nella nomina a*
mincnle coraggio dell'illustre prelato, gli vescovati e altre prelature; e risponde, col
Annali delle scienze religiose ^ compila- pretesto che anco i vescovi sono cittadi-
li dall' ab. De Luca, ora nunzio di Vien- ni sudditi de'sovrani, e con quella forza
na, l.io, p. 4^9 e seg., 473 e seg). E a cui non può la Chiesa mansuetissima
cosa troppo noia che alcun sovrano non opporsi per mezzo delle armi, con cui
ha per se slesso certa e sincera notizia de' quelli difesero i prelesi diritti. I vescovi
nominandi; perlanlo può egli essere in- sono sudditi de'sovrani nelle cose civili,
gannatoin diverse maniere contro sua vo- a norma però de'canoni, e non più; e so-
glia. Sa, chi ignorare noi può, quanti di no ottimi cittadini soddisfacendo essi a*
codesti nominali e poscia eletti hanno do- doveri episcopali, lenendo in uilicio il suo
Tulo impetrare 1' assoluzione dalle cen- gregge,insinuandogli la dovuta ubbidien-
sure incorse per la loro nomina simonia- za alle leggi sovrane, e infervorandolo nel-
ca, o per altri molivi illegìttima. La Chie- la religione, i cui vantaggi non sono mai
sa amaramente ne piange; ma alla fine es- disgiunti da que' della repubblica. Con-
sa è fondata su quella slabile pietra, cui clude il p. Biagi, essere evidente, che sic-

per lagrimevole esperienza non è simile come la podestà d'eleggere,cosi pure quel-
quella sopra della quale sono innalzati i la dinominare è di proprio diritto della
regni". Il p. Lupo propone quindi varie Chiesa, la quale a fine di conservare la
questioni, e la i.^ si è, se la pretensione dei concordia col principato, o tollera con-
sovrani, che sia loro concessa l'autorità cede a'sovrani la nomina de'vescovali e
di nominare, sia opposta a' sagri canoni dell'abbazie) con quelle misure e condì-
VES VES i3i
rioni, che esige la natura del sagro mi- aulorilà nella provvisione de'vescovali e
nistero. L'eminente e ciotto autore della nella nomina comanda che
de' vescovi, e
Dissertazione della natura e carattere si lasci alla dovuta libertà; il
Chiesa la

essenziale de' Concordati^ da ultimo pro- qual canone fu poi ripetuto col can. 16
vò, che i Concordati (P^.)y conclusi per nel sinodo di Clermontne\ 10^5, proiben-
amor della Pace (^.), fra la suprema au- do di ricevere l' investitura de' benefizi
torità ecclesiastica e la civile podestà, so- ecclesia<«tici mani de' laici. Il Papa
dalle
no atti di una natura tutta lor propria, Pasquale II non appena fu libero dalle
e non devono esser confusi con quelli che sacrileghe mani d'Enrico V, atliuiò nel
la Diplomazia (della quale riparlai nel I I 12 un concilio in Laterano, e revocò

voi. XCIl, p. 6So e seg.), suol legare a la concessione per violenza da quelTim-

certe forme per semplici temporali inte- peralore ottenuta per l'investitura delle
ressi. Dopo avere ragionato, ne'due pri- prelature; ed in seguito fitta la pace fra
Dìi capi, dell'indipendenza della podestà lo stesso Enrico V e Papa Calisto II, me-

della Chiesa dalla podestà civile, delle ca- diante Concordato che fu detto Transa-
gioni per le quali si è attentato all'indi- zione Callistina^venae confermata nelg.°
pendenza della Chiesa, nel 3." tratta del- concilio generale di Laierano /, ivi ce-
l'origine de'concordati stipulati tra la s. lebrato nel 1128, in cui fu restituita al
Sede e le sovranità civili. Comincia con clero la libertà dell'elezioni. Indi il con-
dichiarare: « La sapienza della carne, cli'è cilio generale di Laterano II, nel i i
3g,
nemica di Dio, non è mai slata la guida col can. I o vietò a'Iaici di posseder le de-
de'Sommi Pastori, ne del cattolicoEpisco- cime della Chiesa; e quello di Laterano
pato, quando si è trattato di sostenere i IH, nelr 179, col can. 19 interdisse l'u-
diritti dell'ecclesiastica giurisdizione. E- surpazione della giurisdizione, e la dimi-
glino han profondamente conosciuto che nuzione di quella sotto qualsiasi prelesto,
non potrebbero abbandonare i diritti del non che detestò i pesi da'laici magistrati
sacerdozio, senza tradire gli alti interessi imposti alla Chiesa e gli attentati da lo-
della Chiesa, mettendosi nell'impossibili- ro commessi, fulminando anatemi a'coa-
là di adempire doverii della loro sopran- traweotori. >'el concilio generale di La-
naturale missione; han conosciuto che il terano IV, nel 12 i5, col can. 25 venne
libero esercizio di quelli forma il sommo infinta la sospensione e la privazione del-
interesse di tutti i fedeli;quindi è che, con la voce attiva a chi, per abuso della lai-

lodevole zelo e costantemente gli han ca podestà, s'inducesse all'elezioni. Ed il

propugnati. E quando le particolari cir- concilio generale di Laterano V, comin-


costanze de'tempi altro non permetteva- ciato nel i5i 2, riprovò solennemente il

no che gemere sulle arbitrarie invasioni, conciliabolo di Basilea nella Svizzera,


non si ristettero dall'ammaestrare alme- che foggiò la famosa Prammatica San-
no credenti a distinguere gli oggetti so-
i 2zoAie(^'.)suirecclesiastica disciplina, con-
pra quali magistrati o vescovi avevan
i i i tro la quale già aveano esercitato il loro
facoltà di comandare, onde perlai mo- zelo Pio II, Sisto IV, Innocenzo Vili, A-
do sapessero cui e quando dovevano ub- lessandro VI e Giulio II. Diedero poi
bidire". Rendono di questa verità solen- saggio d'apostolica fermezza anche Inno-
ne testimonianza innumerevoli canoni, cenzo III, nel cassare tutte le leggi civili
costituzioni e decreti pontificii, i piìi ira- promulgate contro sagri canoni; Paolo i

portanti essendo i seguenti. L'8." conci- V, con proibire il giuramento a'caltolici


lio generale tenutolo Costantinopolineì- ò' Inghilterra; Innocenzo X, con annul-
r 869 , col can. 22, proibì a* principali lar la pace di TVesifaliaj^^QXìeiUnoXW,
laici e a'potenlali del secolo l'arrogarsi nel domandare a Luigi XV redi Francia
i32 VES VES
la lelnlegrazionede'dirilli deirEpiscopa- prilei827, Bull, /lo/7z.^o/?^, t.i7,p. 54^
to; e pernon dire d'altri l'operalo da Pio Regulae sefvandae in electione Antisli- «
VI e Pio VII. In mezzo però a tanli alti ttint Sedinm vacantium regni Germa-

d'animo invitto de'successori di s. Pietro, niae. Al duca di Savoia (V.) poi, Nicolò
nel sostenere la loro podestà, nondimeno V concesse il celebre indulto di nomina-
fecero luminosamente risplendere la sag- re per privilegio personale a tutti Be- i

gia condiscendenza in cose che non si op- nefìcii ecclesiastici de'suoi stati, e che i

ponessero al giusdivino, e che giovassero Papi non avrebbero nominato a'vescova-


alla quiete de' regni e al bene spirituale ti e all'abbazie senza il consenso de' du-

de' sudditi rispettivi. Mostrarono così i chi. Questo diritto fu poi loro contesta-

Papi quanto fosse loro a cuore, supremi to, ma Innocenzo XI l terminò la diffe-

ministri d'un Dio di pace, la concordia, renza, con dichiarare che l'indulto di Ni-
la reciproca armonia, e la stabilità de're- colò V comprendeva tutti gli slati di-
gni della terra. Quindi essi a tenore delle pendenti dalla loro sovranità. Benedetto
varie circostanze concessero privilegi, in- XIII, Benedetto XIV, e meglio Pio VII
dulti, grazie, esenzioni, provvedendo co- concessero la nomina degli arcivescova-
sì con leggi speciali di disciplina a' biso- ti, reame di Sar^
vescovati e abbazie del
gni spirituali di non pochi stati. Eccone degna dato alla casa di Savoia. Alessan-
un bel numero, di altri parlai a'Ioro luo* dro VI estese per tulli vescovati della i

ghi, cioè descrivendo gli stati , regni ed Spagna (^.), il privilegio già concesso
imperi. Eugenio IV accordò alla repub- da Sisto IV al re di presentare Yescovi i

blica di Venezia il privilegio di presen- pel regno di Casliglia, oltre il padronato


tare alla canonica istituzione il pastore sui vescovati delle colonie d'America, per
di quell'illustre città, privilegio confer- la loro fondazione e dotazione, o meglio

mato ed esteso da Nicolò V e ria Bene- questo concesse o approvò Giulio li. Col
detto XIV; delle allre nomine a'vescova- Concordato Ira Leone e Francesco I X
ti del dominio veneto accordate da' Pa- re di Francia (/^.), restò del tutto abro-
pi, nell'indicato articolo uè ragionai. Wi- gata la Prammatica sanzione, derivala
colò V convenne al Concordato Germa- dal conciliabolo di Basilea ^ che abolite
nico( ^'.),confermando le provvisorie con- le riserve generali avea ristabilito le ele-
cessioni d'Eugenio IV a'principi di Ger- zioni; e venne accordata a're la nomina
mania, d'indulto e privilegio nella colla- di tutti gli arcivescovati, vescovati e ab-
zione de' Benejicii ecclesiastici y con al- bazie del regno ec. L' imperatore Carlo
ternativa, come neir elezioni , e tuttociò V, come re di Spagna , ottenne da A-
per accrescere pace e l'unione fra quel-
la driano VI, per se e suoi successori catto-
le chiese, aliai." cattedra e alla Chiesa u- lici, l'estensione della nomina a' vescova-

niversale; di piti accordò all'imperatore ti, in seguito ampliata da Clemente VII


Federico 111 l'indulto delle Preci prima* e Paolo 111, anche in considerazione, di-
rie ( V.), ossia collazione de'benefizi eccle- cono gli scrittori spagnuoli, del padrona-
siastici di dignità, vacali la \
.a volta dopo to de're sulle cattedralida loro erette e
l'assunzione all^impero. Per tale concor- dotale. E
Clemente VII accordò altret-
dato fu conservato a'capitoli l'elezione de' tanto al duca di Milano, pel vescovato di
vescovi; ma dipoi in forza de'privilegi ac- Vigevano. A're di Portogallo (f"'.), per
cordati dalla 8. Sede, l'imperatore A' Au- le loro conquiste néV Africa e neW Indie
stria nomina a' vescovati di Boemia, Uq- orientali, aveano Papi concesso indul-
i

gheria ec. Quanto a'capitoli di Germania ti e privilegi; laonde Paolo III nell'isli-

elettori può vedersi la bolla Ad domini- tuire la sede vescovile di Goa, determi-
ci gregisf emanala da Leone XII l'i i a- uaudone i limili Uà lo slermiualo trailo
VES VES i33
(lì paese che si stende dal capo di Duona rituale è connessa. Le sedi vescovili re-
Speranza a'confini della Cina^ ne coa- starono lunghi anni vacanti, l'uno e l'al-

feiì padronato a're portogliesi calloli-


il tro clero abbandonato a se stesso, in som-
ci a motivo di fondazione e dotazione. ma il padronato già tanto benemerito
Dipoi Paolo IV divise il vescovato di della propagazione della religione in
Goa, ch'eresse in Daetiopoljtana,e ^\ for- quelle remote regioni, ad essa era dive-
mò i suffraganei vescovati di Coccino e nuto un ostacolo a'nostri giorni, e le do-
di Malacca. Poscia Gregorio XIII isti- tazioni di diversi vescovati non essendo
tuì ii vescovato di 3/acao, che abbrac- mai state adempite, perciò decadde dal
ciava i due imperi della Cina e del Giap- diritto. Laonde la s. Sede in essi vi eres-
pone. Di questo ede'due primi, que'Pa- se ventidue Ficariaù apostolici^ con po-
pi egualmente ne conferirono il padro* teri episcopali ricevuti immediatameute
nato a're di Portogallo, pei medesimo ti- dalla medesima, per provvedere alla spi-
tolo ex nieris fundationibiis et doLationi^ rituale amcninistrazione delle cristianità
bus, accettando i re altresì 1' obbligo di cisgangeliche, provvisoriamente sottraen-
fondar altre chiese e monasteri, di man- do i vescovati io cui furono stabiliti dal-
tenere e riparare i sagri edilìzi, di stipen- la giurisdizione metropolitica dell'arcive-
diare i rettori, i vicari, i cappellani ec. Né scovo Goa, primate dell' /«<^/e orien-
di
8Ì praticò diversamente pe* vescovati nel tali, il quale prelato avversandoli cagio-
tempo seguente istituiti, come di Gran- nò io scisma Goano, di cui parlai nel ri-
^anor, Mcliapor, Nankìno, Pekino ec. cordato articolo e nel voi. LI, p. 74. Di
Quantunque nella bolladi Gregorio XIII questo grave argomento scrisse egregia-
SI dicesse che a quella regalia non si sa- mente la Civiltà Cattolica, serie 2.', t.

rebbe potuto derogaresenza espresso con- 4> 29: Lo Scisma Goano, ed il Pu'
p. 1

sentimento del patrono, è chiaro che con dronato Por^og/ie^e, deplorandolo pera-
ciò romani Pontefici non intesero e uou
i vere fatalmente meglio di 25o,ooo cri-
potevano intendere di vincolare in per- stiani aderito per inganno o per mala vo-
petuo il loro apostolico ministero, lascian- lontà a pretesi vescovi e illegittimi preti
dolo interamente alla discrezione d'un po- non riconosciuti dalla s. Sede. Ritornan-
tere estraneo e incompetente qual è il do al secolo XVI, Giulio HI, dice l'emi-
laicale. Gomene pure intesero ne pote- nente autore della sullodata Dissertazio-
vano intendere di sconvolgimento di di- ne, concesse a Maria regina d'Inghilter-
ritto canonico, il quale come stabilisce i ra la nomina de' vescovi del regno, per
diritti e i doveri del patrono, cosi assegna sé e pe'suoi successori cattolici; ma infe-
le cause per cui questi può talvolta deca- licemente succedendole la sorella Elisa-
dere non solo per sentenza, ma eziandio betta, il reame tornò allo scisma. Paolo
di per sé dal suo padronato in quanto IV avendo istituito 1
4 vescovati ae' Pae-
manca agli obblighi che assunse nel con- si Bassi, ad istanza di Filippo li re di
seguirlo. Il padronato non è che un gra- Spagna, per averli questi dotati, gli con-
tuito beneficio della s. Sede: la foodazio- cesse ildiritto di nomina. Avendola Fran-
De o dotazione é un mero dono che si fa cia, pel trattato di Weslfalia, acquistato
alla Ghiesa; il diritto di padronato è un i Toul e Verdun, nella
vescovati di Metz,
meroprivilegiochelaGhiesa gratuitamen- Lorena, Clemente IX concesse a Luigi
te concede, mossa da gratitudine versò XlV la nomina de'benefizi di tali vesco-
il donatore. Se fosse altrimenti s' incor- vati; così di quelli d'Arras e Tournay nel-
rerebbe simonia, essendo simonia il ba- la Fiandra. Alessandro Vili poi gli ac-
rattare o contiatlare non solo cosa spi- cordò nomina de'vescovati medesimi,
la
rituale, ma ancora ciò che colla cosa spi- e di quello di Perpìgnano. ^el 17 53 fu
i34 VES VES
concluso il Concordalo fra Benedetto ma ben dovuta soddisfazione, e non si
la

Xiy e Ferdinando FI re di Spagna riparava iu qualche modo lo scandalo


(F.)t sulla nomina de' vescovati di Spa- dato a lutto l'Orbe cattolico". Fu allo-
gna. Nel 1783 rimperalore Giuseppe 11 ra che Wapoleone 1 fece eleggere da' ca-
con editto si appropriò la nomina de've- pitoli delle cattedrali vacanti, per Fica-
scovati della Lombardia, che da tempo ri Capitolari (
F.) soggetti da esso
i nomi-
immemorabile spettava al Papa, e Pio nati a que'vescovali, il che venne ripro-
VI per benignità vi condiscese. Poscia eb- valo dal Papa. Fa a proposito che io no-
be luogo il Concordatofra Pio VleFer" tiun grave coufiouto. ^ ella Chiesa cat-
dinando IF re delle due Sicilie ( F,) e- tolica l'aulorilà religiosa deriva dal Som-
gualmente per la nomina de' vescovati. mo Pontefice, che imparle la istituzione
iSeguì quindi il Concordatofra Pio FU a tutti i vescovi, arcivescovi e patriarchi
e la repubblica Francese (F.)^ per lacii- del mondo cattolico, sieno essi presentali
coscrizionede'vescovatijilPapaconcedeQ'- o proposti da'principi, a forma delle spe-
do al i.** console della medesima
nomi- il ciali discorse convenzioni, sieno eletti dal
Ilare agli arcivescovati ed a'vescovali. Di concistoro ca[)ilolare. La Chiesa greca sci*

più col Concordato tra Pio File la re- ematica manca di centro comune, a cui
pubblica Italiana [F.)^ il Papa accordò convergano tutte le parti del reggimeu-
al suo presidente la nomina degli arcive- to geralico, manca d'un capo universa-
scovati e vescovati, e di dar loro la canoni* le, il successore di Fozio e di Cerulario
ca istituzione (parole om messe da* tipo- non è che primate d'ordine, non già di
grafi nel citalo articolo). JNarra il cardi- giurisdizione, né tiene alcuna podestà sul-
nal Pacca, Relazione del viaggio di Pio le altre diocesi patriarcali. Gli eccelsi di-

FU, p. 96: » Ho riferito nelle Oiie Die- gnitari della chiesa eterodossa sono eletti
morie e Storia de'due miei viaggi
nella per ogni dove da'suffragi del clero e del
in Francia (F.), che strappato violente* popolo locale, e senza che vi s'intromet-
mente dalla sua sede e condotto dctSavo- ta in modo alcuno il patriarca di Costan-

na. Pio VII fu assalito dà varie parli eoo tinopoli, domandano la conferma al go-
lettere ed istanze de'cardinali e di vesco- verno ottomano. Caduto Napoleone I dal-
vi, atììnchè confermasse, e desse l'istitu- la sua potenza, e ripristinato in Francia

zione canonica agli ecclesiastici nominati il trono de'Borboni, si concluse il Concor-


dall' imperatore iNapoleone 1 (che dai." dato tra Pio FU e Luigi XFIIIre di
console della repubblica francese e pre- Francia {F.)j col quale veime ristabilito
sidente dell'italiana, era divenuto impe- ilconcordato di Leone X e Francesco J,

ratore de'francesi e re d'Italia), a varie con nuovacircoscrizione di vescovati. In-

chiese vescovili vacanti in Francia e in di si con venne al Concordato tra Pio FU


Italia. L'ottimo Pontefice credendo inde* e Massimiliano Giuseppe re di Baviera
gno dì più godere d'una grazia singolare {F.\ ed il Papa concesse al re e successo-
della s. Sede, qual è l'indulto della no- ri cattolici l'indulto di nominare agli ar-
mina alle chiese vescovili vacanti, colui civescovati ed a'vebCovali.Allrettai»to Pio
che avea sacrilegamente usurpati i beui VII accordò a Francesco 1 imperatore
e domiuii della Chiesa romani), e cac-
i d'Austria pe'vescovati della già repubbli-
ciato eoa inaudito attentato dalla sua se- ca dìFenezia, uniti airimpero,e per quel-
de il successore di s. Pietro e vicario di lo di Ragusij dopo aver fatta una nuova
Cristo, restò fermo e costante nella riso- circoscrizione di vescovati; e poscia il si-

luzione presa di non più ammettere le mile eseguì pe' vescovati delia Lombar-
nomine dell'imperatore per le chiese di dia. Anzi gli concesse pure la nomina del-
Francia ed'Italia, se uuu gli si dava pri- l'arcivescovo di Leopoli per averlo dola-
-

VES VES i35


lo. Pel Concordato tra Pio VII e Fer- correre a'disordini, che non isciupolo*
le

dinando I re delle due Sicilie (/^.), con- se corti o trascuravano, o facevano anco
cedendo al re e successori cattolici la no- succedere. Forse in tal guisa, soggiunge
mina di tutti i vescovati e arcivescovati, il p. Tamagna, nacque il sistema che at-
nel 8 8 fece una nuova circosccizione di
1 1 tualmente ha luogo in tutta quasi la cri-
essi. Pio VII emanò poi la bolla Sinceri- stiani là: sovrani rappresentano il popo-
i

tas fldei, nello slesso 8 i 8, Bull. Roni. 1 lo che anticamente proponeva: il Papa fa
cont., t.i5, p. i4-IndulUun nominandi le veci del clero cui si spellava di qual-
adplures Archiepiscopales et Episcopa- che proposto la scelta. Si conserva in tal
les Ecclesia^ favore Serenissimi Ferdi' guisa la sostanza almeno dell' aulico sta-
nandi I utriusque Siciliae regis, ejusque bilimento, e se ne evitano in gran parte
successoruni. Pel Concordato tra Leone gl'inconvenienti. Simili alle vicende del-
XII e il re d' Annover (/^.), il capitolo l'elezione de' vescovi furono quelle alle
d' Hildesheim elegge il proprio vescovo, quali andò soggetta la creazione del loro
e lo sottopone all' approvazioue della s. capo, il romano Pontefice, e si fini col
Sede. Ma con tutti questi e altri concor- tollerarsi in alcuni sovrani, prò bono pa-
dali, che riporlo altrove, il deplorabile e cìs^ il dichiarare l'avvertenza pacifica del
abusivo Regio Exequatur (/^.) in molli V Esclusiva[FX grave punto che discor-
stati è tuttora sventuratamente in vigore, si pure nel voi. LX, p. 2 i 3, non mai pri-
e ciò tornai a compiangere nel voi. LXI, vilegio. E' inoltreopportuno, che io ri-
p. 1 53, siccome mostruoso e incomporta- produca un altro brano della commenda-
bile, il Tamagna, Origini e prerogati' ta DissertaziouCi prima dicompiereque-
ve de Cardinali^ 2 5o, ragionan-
t* i> sto §. Dall'esame cioè del cap. 4-° Della

do come la Chiesa variò modo e discipli- natura e carattere essenziale de' Concor-
na nelle sagre elezioni, osserva: Che pre- dali^ manifestamente apparisce, costitui-
scindendo dalle occasioni fortunale, nelle re tale alto solenne due categorie. Lui."
quali si degnava Iddio con segni sensibili concerie luttociò che spetta al libero e-

dimostrare la sua adorabile volontà, ne' sercizio della cattolica religìoue, la libera
primi Vili secoli della Chiesa il clfiio e il giurisdizione dell'Episcopato, la sua do-
popolo lutto, il grand'ailare compivano tazione e quella de'capiloli e de' parro-
dell'elezione de' vescovi: questo propone- chi, la libertà dell'erezione di nuovi be-
va, richiedeva i soggetti, e della lor fa- nefizi ecclesiastici, 1' esislt^uza e le dota-
ma faceva testimonianza; quello esami- zioni degli ordini religiosi, la restituzione
nava i proposti, e sceglieva tra essi chi de'beni ecclesiastici illegittimamente oc-
più credeva opportuno. I dissidii , le fa- cupati, il diritto della Chiesa d'acquista-
zioni, le male arti, che aveano facilmen- re e possedere, il rispetto alle cose sante
te luogo in una moltitudine, fecero final- e alle persone sagre, l'osservanza della di-
mente che la plebe venisse rappresentata sciplma ecclesiastica. La t.!" categoria ri-

da'magistrati e dagli ottimali del secolo ; guarda la circoscrizione delle diocesi o la


ed ecco insensibilmente la via aperta a po- erezione delle nuove, le nomine de' ve-
steriori diritti regi sulla proposizioue e scovi attribuite per ispecial privilegio a'
sulla nomina de' vescovi, il Papa come principi o capitoli, non che la presentazio-
primate interveniva bene spesso a tali pro- ne di soggetti idonei per alcune altre di-
mozioni, che per inveterato costume la gnità: riguarda ancora le alternative per
conferma e la consagrazione esigevano la collazione de' benefizi, le riserve a sé
dal sinodo provinciale de'vescovi: il Pa- fatte dal Papa, ovvero la modificazione
pa per ragione della sua dignità e ullìcio di di queste, la diminuzione o condonazione
ca^ju dcllii Chiesa dovette molte volte au- dell'aauate; riguarda la ratifica de' laici
i3G VES VES
padronati, la sanazione delle vendite o tare alla canonica istituzione un sogget-
distrazione de'beui ecclesiastici,il permes- to degno e idoneo , non può essere che
so che non siano scelte ad alcuni uHìzi effetto di apostolico privilegio , in forza
ecclesiastici persone che alla podestà ci* del quale resta abilitalo e fatto capace
"vile non siano di gradimento; riguarda d' una tale elezione, come per speciale

in fine alcune regole eccezionali per la mandato. Il romano Pontefice poi ha una
cognizione delle cause ecclesiastiche ne' eminente facoltà di disporre di tutti be- i

rispettivi regni, non che l'appello alla s. nefizi ecclesiastici, come si ha dal cap.

Sede sia in ultimo gradone l'obbligo io* Licel^ de Praeb. et Dìgnitat. in 6.°, la
giunto all'Episcopato di prestare al pro- quale non può essergli né tolta ne ri- ,

prio sovrano il giuramento di fedeltà eoa stretta, non pure dalla podestà civile, ma
una convenula formola. Lai." categoria nemmeno da alcun concilio. dunque K
dunque de' concordali abbraccia dove- i in virtù di siffatto potere, che riserva as-
ri de'principi verso la Chiesa; la 2/inten-r solutamente a sé il conferirne alcuni. Il
de la liberalità de'Ponleflci. E quanto a che , mentre conferma l'esercizio della
quest' ultima, il compartire la Chiesa in sua podestà sopra tutti vescovati, e la
i

diocesi e vescovati^ 1' unione loro o con conservazione del suo diritto universale
eguale principalilà, ocon soggezione d'u- d'amministrazione, giova mirabilmente
no ovvero con perfetta incorpo-
all'altro, a mantener viva la comunicazione del-
razione^ come altresì l'erezione de'uuo- l'Episcopato e di tutti gli altri ecclesiasti^

'vi,esseudocosa strettamente connessa col ci colla prima Sede, e la dipendenza da


culto divino e col bene spirituale de'Ie- lei delle chiese filiali. Il restringere poi
deli, é diritto e podestà del solo romano questo diritto è tutto effetto della di lui
Pontefice, e loconfessa e riconosce lo stes- condiscendenza e liberalità. Il prof. Ver-
so Van-Espen, dotto giureconsulto e ce- miglio! i, Lezioni di diritto canonico^ 1. 1,
lebre canonista, par. 2, tit. 29, cap. i, u. lez. 6.^ Della Elezione e della Podestà

18. Può sovrano territoriale esi^orre i


il delteletiOy dopo aver parlato de* repres-
motivi pe'quali desidera alcuna delle spe- si nomine laicali, soggiunge,
abusi sulle
cificate misure; ma il giudizio dell'utili- non ostante pe'concordati colla s. Sede,aU
là, della convenienza è riservato al Pa- cuni prìncipi cattolici hanno il diritto di
store supremo, cui anche spetta deroga- nomina, riservata però sempre al Papa
re al gius comune che assegna ad ogni l'istituzione canonica. » Ciò per altro de-
chiesa il suo rettore. Ed in vero la cir- ve dare animo e coraggio a que'sovrani
coscrizione,divisione ed erezione de'vesco- che hanno tali facoltà, di usarne a dife-
^ati sempre richiede una bolla pontifi- sa e profitto della Chiesa cattolica, né pre-
cia, ossia un atto libero e solenne della valersene secondo le false e malnate opi-
suprema dignità ecclesiastica che induca nioni degli eretici e de'settarii, e segna-
obbligazione. Inoltre, se furono gli Apo- tamente de'nostri infelici tempi, e stiano
stoli che elessero i loro successori, perché ben avveduti sovrani perchè tutto ten-
i

ad da Cristo fu dato il potere di per-


essi de alla distruzione de' loro troni e del-
petuare il sacerdozio nella sua Chiesa, e l'aitare. Questo mai perirà e verrà man-

di conoscere ed ordinare chi da Dio era co, come può accadere per giusto giudi-
chiamato a quel sublime ministero, riu- zio di Dio de' troni terreni, che ponno
nita dopo la loro morte la pienezza del- perire e venir meno. I sovrani cattolici
l'apostolica autorità nel successore di s. pongano senno, siano amanti della giu-
Pietro, in lui ancora si trasfuse il diritto stizia, ed abbiano zelo premuroso per la

totale delle elezioni. Il delegare dunque vera e s. Religione colla quale regolino i

ad uu laico la semplice facoltà di preseu- loro andamenti, e non colle massime deU
VES VES 137
(«1 moderna né si lascbo sor-
filosofia , ro e popolo; e ritiene che i vescovi pre-
prendere da chi forse proditoriamente li sentati da'principi e influenzati da loro,
circonda e avvicina". ÌNel n. 46del Gior' non ponno avere gran potere sui popoli.
fiale Bomano ilei 1848, fu riprodotta la « Se la giustizia é l'unico fondamento so-
lettera sulla libertà dell' elezione de' ve> lidissimo de' troni , comincino principi i

scovi, pubblicata neW Araldo dellaPrag- ad esser giusti con quella Chiesa, colla
malcgia catlolica di Lucca, Del molto quale dovrebbero anzi essere generosi ;
che dice sul gravissimo argomento, mi con quella Chiesa, che fu prima di loro
permetterò solo alcun generico cenno. e che sarà dopo di loro ... Tremenda è la
Dopo aver dichiaralo essere di diritto di- loro responsabilità che assumono in fac-
Tino, inalienabile, imperscrittibile, prò- cia a Gesù Cristo, C8n l'immischiarsi nel-
pone il modo onde l'importantissimo di- l'elezioni de'vescovi, giacchègli stessi au-
ritto della libera elezione venga restitui- tori benigni, come un s. Alfonso de Li-
to alla Chiesa, qualora il clero voglia, per- guori, dichiarano, cheil principe commet-
chè soggiunge l'autore, non v'ha libertà te un peccato mortale, qualora egli non
nella Chiesa che non possa essere a lei presenti a'vescovati i piti degni sacerdoti
rivendicata in breve tempo; imperocché di quanti ne può trovare... Non solo il

la forza bruta deve'cedere alla forza mo- principe, ma il potere laicale in generale
rale, e ciò ciré ragionevole e giusto tro- tion conosce e non può conoscere i veri
va sempre una via convenevole, nella bisogni della Chiesa".
quale può essere ridotto all'atto. A ren-
dere libere le nomine de' vescovati e le § VI. Residenza de' vescovi e di altri pre-
elezioni vescovili ,
propone dunque che lati ne* vescovati e nelle abbazie nul-
sia proclamato altauiente a tutti, che tali iius dioecesis. Della visita pastorale.
nomine ed elezioni sono di diritto divino,
e come la Chiesa dopo aver combattuto La Residenza (V.) ne'vescovali perso-
per secoli in sostenerne la libertà, ne ab- nale è un obbligo,come lo è altresì peraltri

bandonò una notabile parte, per evitare possessori de* benefizi ecclesiastici. Bene-
de'mali maggiori e per porre un argine detto XIV nella costituzione suìFescovi
ad usurpazioni maggiori che la prepoten- inpartibus (y.)^ rilevò che i vescovi ta-
za laicale minacciava a'tempi di France- lora rinunziarono il cardinalato per noa
sco I re di Francia, divenuto assolutis- privare di loro presenza vescovati; per i

Simo. Essere questa l'unica via per rifor* cui anticamente non eranvi che i soli
mare o migliorare il clero, e renderlo pa» cardinali FescoviSubiirbicarii. Dirò nel
ri a'grandi bisogni della società presente. citato articolo, che per la residenza che i

Quando i principi cristiani saranno per« cardinali debbono fare in Roma pel go-
suasi, eh' essi producono un gravissimo verno della Chiesa universale, fu ritenu-
male alla Chiesa, e tocca al clero 1' am- to incompatibile il vescovato che richie-
maestrameli, coU'inceppar la nomina de' de egualmente personale residenza. Con-
prelati a'vescovati, invece di lasciarla li- venne loro dispensa pontificia per rite-
berissima alla Chiesa, come dev'essere di nere le due dignità, finché cresciuto il
sua natura; allora si farà sentire in essi numero de'cardinali a settanta, si trovò
la coscienza, si glorieranno da figli amo» plausibile vescovato residenziale col
il

rosi delia Chiesa, di renderla libera, con cardinalato, per esservi cosi un numero
atto di magnanima giustizia. Descrive sudicìeute di cardinali in Roma ad aiu-
l'autore le conseguenze de'prelati impo- tare il Papa al governo della Chiesa u-
sti a'popoli senza conoscerli, e quelle se niversale. 11 Rinaldi riportai! canone del
i vescovi si toi'uassero a nominare dal cle- concilio di Sardica del 34/ contro i ve-
i38 VE S VES
scovi vaghi delle chiese maggiori, come formalmente definire, contentandosi di
furono ralheiiali i vescovi enanli, e per- "porre il decreto che emanò fra quelli de
ciò vietato loro di dilungarsi dalle pro- Reforni. sess, 23.', cap. i, nel quale an-
prie sedi più di 3 selliniane, senza gravi cora , sebbene dichiarò i vescovi essere
necessità; il concilio inoltre decretò che obbligati alla personale residenza ne'loro
ì vescovi non potessero andare alla cor- vescovati e chiese, tale dichiarazione nou
te imperiale, e recandosi a Roma doves- la collocò nella i.^ parte del decreto, io
sero mostrare al Papa la supplica che cui trattò del precetto divino, ne la de-
volevano porgere al principe, acciò 1* e- dusse immediatamente da principii del-
sa mi nasse e occorrendo correggesse. Di la divina legge, e ciò perchè lo stabilito
piùvielò a'vescovi di ricevere alla comu- sotto Paolo 111 intorno alla residenza,
nione quegli altri vescovi che recavansi non si tirasse in sensi alieni dalla mente
dalTimperatore non chiamati o s^nza , del concilio. Nel resto, se non dichiarò
lettere del primate, le quali solevano sot- formalmente la residenza essere di di-
toscrivere, ospitando i prelati. Nel VI se- ritto divino, lo dichiarò virtualmente j

colo i vescovi assenti dalle loro sedi a- onde Navarro ae Manuali, avendone
il

veano solamente la 4-^ parte de'beni ec- riferite le parole, ne deduce che non so-
clesiastici. Il vescovo Sa nielli , Lellere lo i vescovi, ma anco parrochi per di- i

ecclesiastiche^ tratta nel t. 3, colla let- vino precetto sono tenuti a risiedere ed
tera 4^ La residenza
J de' vescovi , e a predicare al popolo. La comune opi-
de"" curali inferiori essere di diritto divi- nione però de'teologi si è , la personale
no. hoda il trattato del veneto minore residenza de'vescovi e de* parrochi infe-
osservante p. Antonio Pagani De Or^ : riori essere di precetto divino, non già
dine^ Jurisdictione f
et Residenlia Epì- espresso in queste formali parole: Epi-
scoporuni , dedicato a s. Carlo Borro- scopi resideant, perchè ciò non si legge
meo, dopo essere intervenuto quale in- nel Vangelo, ma per parole equipollen-
signe teologo al concilio di Trento , il ti e che importano lo stesso, e questo an-
quale sagrosanto consesso l* ingiunse ca- cora si chiama legge divina; benché non
lorosamente ma non volle dichiarare
, neghino, esservi legittime cagioni, per le
essere di diritto divino 5 come sosteneva quali e vescovi e. curati ponno qualche
tra gli altri il p. Pagani, cioè di essere la volta stare assentì dalle loro chiese.llFa-
residenza di precetto divino affermati- gnano, nel trattare egregiamente la ma-
vo, che obbliga non ad semper ^ licet teria,aggiunge al precetlodivino, che ob-
semper. Presso gli antichi, dice ilSarneh blighi semper, et ad semper. Quanto al
li, non fu mai rivocato in dubbio la re- i.° punto, che la residenza de' vescovi e
sidenza tanto pe'vescovi, quanto pe* cu- de'curati sia de jure divino^sì cava dal-
rali inferiori, essere di diritto divino; on- le parole dello stesso concilio in ambe-
de scrisse il Sodo Hanc quaestioneni : due i 6.\ cap. i,
decreti, delle sess. 23.*
temporuni iniquitas celebreni fecit. II cap. Mentre nella sess, 6.*, cap.
I. i5,
i,° che avanti il Tridentino la pose io tacitamente dimostra la residenza non
questione e controversia, qual diritto po- essere de jure positivo huniano, che può
sitivo e umano, si tiene essere stato Am- essere abolito dalla contraria consuetu-
brogio Caterino arcivescovo di Conza ,
come notano i canonisti. £ certa-
dine,
coll'opuscolo De Residenlia , ma i suoi mente se i vescovi ed curati inferiori i

fondamenti sono deboli. Lunga e acerri- sono obbligali per divin precetto a cono-
ma fu la contesa in Trento, come accen- scere le sue pecore, e pascerle colla pre-
nai in quell'ai licolo,fra'seguaci delle di- dicazione della parola divina, coll'ammi-
verse opiuiouìi ma il coocilio uod volle nistraziooede'sagrameoti, e coiresempio
VES VES i39
di tulle la opere buone, ed attendere a Tlsila personale del pvehìOyde/ure divi^
certi udìzi pai licolaii, e queste cose non no; perché dice: Agnosce^ e non dice,
ponno adempiersi da quelli, die non Fac agnoscereMon si può affermare che
assistono ai loro gregge, ma a guisa di il vescovo possa essere osservalo irripren-
mercenari l'abbandonano; dunque di «ibile,sohrio,caslo,luceed esempio u'sud-
precello divino sono tenuti risiedere nei dili,e dimostrare qiialiter alios oporleat
vescovati e nelle parrocchie loro, e tutto- in domo Dei conversare; con tenere uu
ciò si ra'^'^oglie dalle parole slesse del vicario generale nella sua chiesa, ed egli
concilio. Inoltre il concilio di Trento starsene assente; e s. Paolo weWEpist. ad
sess. 24-*)Cap. 4,chiaaia l'ufficio del pre- Tini, 2, 4, fa vedere' apertauìente che
dicare, Episcoporum praecipuum. Se gli l'ufficio del vescovo é personalissimo. Che
deve parimente l'amministrazione de'sa- servirebbero tante diligenze, cautele, e-
gramenti, precisamente di quelli , che sanii intorno al promovendo, se bastasse
non ponno essere amministrati che dal poi il vicario deputalo dal vescovo? Mol-
solo vescovo, come sono la cresima e la to meno giova a sostenere l'opinione del
sagra ordinazione , oltre alla consagra- Caterino, il dire, che ricevendo i vescovi
zione delle vergini, delle chiese, degli al- la podestà immediatamente dal Papa,
tari, degli olii santi, che appartengono vengono in conseguenza ad esser obbli-
solamente al vescovo. Sono mezzi per gati alla residenza pel diritto pontificio,
la salute del gregge, la visita , la custo- non pel divino. Poiché giusta la dottri-
dia, la vigilanza : e queste cose debbono na Fagnano , vescovi ricevono dal
di i

esercitarsi dal pastore personalmente ; Papa immediatamente la podestà della


perchè se le commettesse ad altri , non giurisdizione solamente, non già la pode-
sarebbe egli il pastore, ma il padrone stà dell'ordine, che per la consagrazione
del gregge: ma per diritto evangelico i si immediatamente da Cristo
riceve , il

vescovi sono pastori, giusta le parole di quale ha istituito il grado vescovile^ co-
Cristo; Pasce oves mcas; e non disse : me definì il Tridentino. Ed a questa i-

Fac pascere oves meas. Né giova qui stiluzione ha lo stesso Dio annesso il pe-
l'opposizione del Caterino, perchè que- so di pascereil gregge. « Non osta, che il

ste parole furono delle solamente a s. Papa possa dispensare sopsa la residen-
Pietro; percl>è dice s. Agostino, De Pa- za. Imperciocché la dispensa s'intende in
store, cap. 1 3, Cristo aver ingiunto sin- due maniere: una é rilassamento della
golarmente a s. Pietro, ciocché era co- legge; l'altra interpretazione della legge;
mune a tutti i pastori. E s. Ambrogio nel e secondo questa maniera diciamo , che
suo Pastorale^ COSÌ dice; Nobis in ver- il Papa dispensa sopra il diritto divino,
bis diviiiis credila est dispensatio, gre- cioè dichiarandolo ed interpretandolo.
gemqite Christi alendum suscepimus^et Cosi il Papa propriamente non dispensa
infra. Repetitum est a Domino tertio : col vescovo sopra la residenza, ma piut-
Pasce oves meas. Quas oves , et qiiem tosto interpreta, che il diritto divino iu
gregeni non solimi tane beatus suscepit tal caso non obbliga per qualche circo-
Petrus i sed nóbiscuni illas suscepit , et stanza". Conclude il Sarnelli questo pun-

<:um ilio nos suscepinius omnes, Jussit to colle gravissime parole di s. Damaso(
Donnnus Petro pascere oves^ per queni xìqW Epist. ^^Concil. t. I. Passa poi ad
ad reliquos omnes potestas, et auctori- esaminare raltro punto, che il precet-
tas pascendi nianat a Deo. E dicendosi to della personale residenza del vescovo
ne* Proverbi cap. 27 ; Diligenter agno- e de* parrochi inferiori obblighi non so-
sce vuliuni pecoris tuìs, tuosqiie greges lamente seniper, ma eziandio <3<^5ewyoer.
considera: tengono i dottori , essere la Oltre a ciò di tre maniere sono le opera-
-

,4o VES VES


zioni vescovili; alcune hanno tempo cer- ta ohedientia: ac cvidens Ecclesiae^ reZ
to e tleterrainalo, com'è la collazione de- reipublicae ulilitas. Le quali cose sono
gli ordini, e la confezione del crisma; ed magistralmente spiegate dal Fagnano.
ili quanto a ciò basteiebbe che il vesco- Termina il Sarnelli col narrare V avve-
vo risiedesse tempi prescritti dalla
ne' nuto nel 1099 a s. Pietro vescovo d* A
Chiesa. Alcune sono di tempo indeter- nagnì , che uìallrattato dal suo popolo ,
minato, e che non occorrono spesso,come se n'andò co'crociati di Doemondo all' e-
le cousagrazioni e le benedizioni; ed in spugnazione di Gerusalemme, seguita ta
quanto a quelle basterebbe che il vesco- quale si propose di rimanervi fino alla
vo risiedesse per maniera, che la Chiesa morte. Ma apparsogli s. Magno protet-
Don patisse per tal difetto. Alcune altre tore d'Anagni, in forma di pellegrino, il

sono finalmente operazioni di tempo in- vescovo gli domandò chi fosse e donde
determinalo e frequente, che non eccet- venisse. Risposegli il santo: Sono italia-

tuano tempo veruno, com'è il pascere il no, e fuggendo dalla moglie sono venuto
gregge di Cristo , operazione cosi assi- a ritirarmi iu questo luogo, per attende-
dua, che ne disse 1* Apostolo 2 ad Cor, re all'anima mia pel restante della vita.
1 1, iS: Instanlìa mea quotidiana^ sol- Quindi domandò al vescovo: Mi salverò?
Ucitudo omnium Ecclesiarum j qui Al che il vescovo rispose. Tu cerchi qui
praeest in solicitudine. Per ragione a- la salute con un proponimento di peccato
dunque delle operazioni, e degli atti di contro il vincolo matrimoniale. Dice il

questa 3." specie, il vescovo per diritto Signore : Quod Deus conjunxit, homo
divino è obbligato di risiedere assidua- non separet. Allora s. Magno gli disse :

mente nel suo vescovato , si per la fre- Perchè hai tu contro la tua propria sa-
quenza degli esercizi degli atti, sì anche lute, e contro la volontà divina , rifiutata
per la preparazione; perchè sebbene non temerariamente la chiesa a te sposata,
tutto il tempoconsuma nelT esercizio
si mediante l'intercessione mia? Or che
degli atti pastorali, lutto il tempo però hai compito il. voto di tua pellegrinazio-
si richiede t?ella preparazione, dovendo ne, torna senza indugio alla tua chiesa. E
il vescovo essere sempre preparalo ad e- ciò detto disparve; e s. Pietro subitamen-
sercitarli, massìaiamente di pascere che te vi si restituì. Arroge che io qui ricordi
sono i principali. E vero però, che la pic- il riferito nel voi. LXUl, p. 169, la ri-

cola assenza non interrompe la residen- sposta cioè fatta a Gregorio XI residente
za, onde il Tridentino ammise, che ve- i io Avignone,daunode'vescovi a cui avea
scovi possano essere assenti due o tre mesi; intimato ritornare al proprio vescovato ,

purché ciò si faccia per giusta cagione, e rivolgendo rimprovero contro il Papa
il

senza verun detrimento del gregge, di che preferiva Avignone alla sua sposa di
che ne incarica la coscienza di que' che si Roma! Il celebre e virtuoso domenicano
assentano. Circa poi alle legittime ca- Bartolomeo de* Martiri arcivescovo di
gioni, per le quali i vescovi ponno stare Braga, recatosi al concilio di Trento, so*
assenti dalle loro chiese, ciò può avvenire stenne virilmente, che la residenza de'pa-
per accidens^ poiché essendo questa ob- stori è di diritto divino, e per conseguen-
bligazione ad stmper^ dalla parie della za indispensabile. » A che siamo mai ri-
materia, ed essendo questa soggetta alle dotti, diceva egli, se coloro a cui Dio ha
mutabilità e variazioni , perciò avviene commesso cura della sua Chiesa met-
la
che senza violate il precetto, il vescovo tono iu questione l'obbligo che hanno di
non sempre risieda. Le cagioni sono ri- dimorare con lei?Sortrirebbesi un servo,
portate dal decreto del concilio: Chri- ol quale essendo aflldata la custodia dei
Uiaua charìtas, urgens necessitasi deli- figli del suo padroue, questionasse se fos-
,

V ES VES i4i
se no obbligalo a slar loro Ticino? Che effeiri pregiudiziali (|uando non si risie-

diiemoio noi d'una madre, che abl)an* da. Non volle interloquire sulla i." que-
donasse il figliuolo che allalIa,o d'un pa- stione o ispezione, ne sul dispensare il
store che hisciasse il suo gregge nei Cfim- Papa dalla residenza, ne s'è bene o male
pi, in balìa de' lupi? E chel dubita* l'impiegare i vescovi in cariche che porta-
remo noi di essere obbligali personal- no l'abbandono de'Ioro vescovati. Quan-
mente a vegliare sopra coloro pe' quali ta all'altra ispezione, essendo certo l' ob-
siamo lenuli a sagrifìcare le nostre vite, bligo della residenza del vescovo, quan-
quando lo esige la loro salvezza? Noi sia- do non ha licenza o dispensa dal Papa, la
mo loro più debitori delle nostre vite pei regola è che si soddisfa all'obbligo seb-
loro spirituali bisogni, che non a noi me- bene non risieda presso la cattedrale, in
desimi per qualunque vantaggio tempo- qualunque luogo del vescovato, ancorché
rale ". Era gran tempo ch'egli avea fallo nell'estremità, perchè tutto il suo territo-
conoscere i suoi sentimenti sopra i dove- rio viene slimalo d'una natura. Anzi se il

ri Facendo la visita del suo


de'pastori. vescovo avesse sotto la sua amministra-
arcivescovato vide un giorno ne* campi zione due cattedrali e due vescovati uniti
un giovane pecoraio, il quale non si di- insieme principalmente, basta risiedere
partiva dal suo gregge in mezzo ad una in unode'due in qualsivoglia luogo di es-
violenta tempesta , ed avrebbe potuto si. E sebbene in senso piùcomune de'ca-
mettersi al sicuro in una caverna vicina; nonisti e anco d'alcuni moralisti, deve il

ma non volle allontanarsi, per timore che vescovo risiedere continuamente, almeno
il lupo o altre bestie non si giovassero di la maggior parte dell'anno, presso la cat-
sua assenza. L'arcivescovo zelante ne fu tedrale, ad elletto di farvi le funzioni pon-
singolarmente commosso ed esclamò. , tificali e tenervi il Tribunale; e ciò per
wQual lezione per un pastore dell'anime I la ragione che la s.Sede nell'erigere in
Con che premura non dev' egli vegliare quel luogo la cattedrale e non in altro
per guarentirle da'lacci del demonio " I 1 del vescovato, lo stimò il più opportuno
Papi ed concili! sempre zelarono la re-
i per la comodila de'diocesani e pel deco-
sidenza de'pastori ne'loro vescovati; ed il ro della dignità;dovendosi avere riguar-
concilio di Cartagine del 4oo proibì per- do, che la cattedrale essendo la sposa del
sino a' vescovi di risiedere nella diocesi vescovo, lo sposo dee coabitare colla spo-
allrove, all'infuori della chiesa catledra- sa, sebbene la cattedrale formale sia rap-
le. Il cardinal De Luca discorre nel cap. 8: presentata in tulio il vescovato per l'ob-
Della residenza de vescovi e altri pre^ bligo della residenza in generale. Nondi-
lati. Die e^\\'. Divenuto il vescovo pos- meno il concilio di Trento l'obbligo di
sessore del suo vescovato , il i.^e prin- risiedere presso la cattedrale lo dichiarò
cipale suo obbligo è quello di risiedervi, preciso e forzoso, almeno in alcuni tempi
acciò di presenza possa pascere e gover- dell'anno, cioè dalla i. "domenica dell'^^-
nare il gregge commessogli. Su quest'ob- vento a tutto il giorno òtW Epifania; e
bligo souovi due questioni o ispezioni dal giorno delle Ceneri a tutta l'S." di
cioè se sia di legge divina indispensabile, Pasquaj nelle solennità di Pentecoste^
o di legge ecclesiastica a cui si possa di- del Corpo del Signore, e del s. Titola-
spensare, maggiormente quando vi con* re; come ancora in quell'altre solennità
corra la giusta causa del servizio della che per uso del paese si celebrano eoa
Chiesa uni versale, in qualche carica pres- l'intervento del vescovo, sicché sarebbe
so il Papa o nelle nunziature a' principi , cosa biasimevole che trovandosi nella
e simili impieghi ;
1' altra sul modo di diocesi, senza giusto impedimento , non
soddisfare all'obbligo, e delle pene e altri v'intervenisse. Però in questi termini
i42 VES VES
ciò rigaarda un ol)l>ligoper farl)enernf- fidi ecclesia siici d'\ libera collazione, sen-
(ìcio suo, per cui si possa coslringere, za la qnal concessione ha il vescovo la

come talvolta 1' ingiungono le Congre- facoltà di nominare soltanto ne'inesi di


gazioni o dei fescoviy o del Concìlio, o Diarzo, giugno, settembre e dicembre ,

della Residenza de' T^escovi^ pe' ricorsi 8 mesi appai tenendo alla s. Se-
gli altri

de' diocesani ma non all'effetto di con-


; de. In pena poi delia non residenza, il
travvenire al precetto della residenza in vescovo perde la nomina nel marzo e nel
generale, per le pene o altri pregiudizi, giugno, ancorché non risiedere derivi
il

die risultano dal non risiedere; farà ma- da giusta causa, norme dal De Lu-
colle
le se non ubbidirà, provocherà avverti- ca discorse nel cap. i6, Della collazio-
menti, ma ppgli altri effetti soddisfa alla ne ovvero provvista de benefidi eccle-
residenza, né potranno perciò i sudditi siastici, e particolarmente delle chiese
diocesani ricusargli ubbidienza, e di non parrocchiali. Si può vedere Gonza lez,
andare il vescovo, anche ne' tempi sud- Comment. adregulamoctav. Cancella-
detti, in quel luogo ove risieda e tenga il riae de reservat. mensìum et alternati^,
tribunale non potendo ne dovendo i
, Episcoporum, Romaei624Concede an-
sudditi fargli da giudice. Negli altri tem- cora il Papa a* vescovi frequentemente
pi dell'anno si tollera, salvo la consuetu- l'indulto e facoltà di testare ,
per lo più
dine, per la qualità dell' aria e la deca- sotto la condizione di risiedere ,
per cui
denza del luogo della cattedrale , onde morendo fuori della residenza non giove-
non più si stimi stanza opportuna del rà loro; oltre altri somiglianti effetti fa-
vescovo e de! suo tribunale, e per altra vorevoli o pregiudizievoli, i quali risulta-
giusta ragione, come di occupazione d'e- no dal risiedere o non risiedere. I Papi
o infedeli del luogo della cattedrale,
retici contro vescovi che colposamente non
i ri-

oche fosse impedito di andarvi per causa siedono emanarono molteplici costituzio-
del principe o della stessa città. Del resto è ni, e fecero quanto narrala Congrega-
facoltativo nel vescovo,di risiedere in altro zione cardinalizia della Residenza dei
luogo diverso dall'ordinario, ed i sudditi Fescoviy imponendo pene e censure se-
non ponno ricusarsi d' andare a\ luogo condo le circostanze, e talvolta furono an-
di sua residenza sotto pretesto che non che rilegati nelle case religiose di Roma.
è la solita, o di lontananza, per la quale la Sono stimate cause giuste d' assenza , il
discrezione de'vescovi provvede z<ò Vica- breve tempo che non sorpassi lo spazio
ri foranei. Altrettanto si deve osservare di 3 mesi continui o framezzati in tutto
co'vescovali uniti, anche aeque princi- r anno; il recarsi a Roma alla visita dei
palìter^ che se giuridicamente vengono Limina Aposloloriimj la cattiva aria; il
slimati due cattedrali indipendenti, ri- curarsi di alcune infermità; il disimpe-
spetto al vescovo ambedue si stimano gno di cariche in servizio della s. Sede, e
per uno, potendo risiedere in uno solo, Ciò potrà giovare per i-
altri casi simili.
tenervi un sol vicario generale e un tri- scusare dalle pene, non già pel godimen-
bunale per ambedue quando non osti ,
to de'favori concessi a' residenti, se l* in-
la consuetudine d' alternata
contraria dulto apostolico non disponga altrimen-
residenza e del proprio vicario genera- ti. Alla residenza soggiacciono ancora gli

le. Porta seco la residenza del vescovo altri prelati, i quali ancorché non abbia-
alcuni benefìzi e privilegi, e all' incontro no la dignità vescovile, nondimeno ne e-
il non risiedere porta alcune pene e pre- sercitano la giurisdizione quali ordinarli,
giudizi. Imperocché il Papa per alletta- come gli abbati nullius dioecesis,ed altri
re i vescovi alla residenza, concede loro prelati inferiori, de'quali parlerò in ulti-
l'alternativa nella provvisione de'i?e«e. mo^ come di già notai ; poiché vi concorre
^

VES VES i43


]a slessa ragione cì»e ne*ve8covl,ogni volta gative del capitolo j per traslazio-
che la consueliicline non portasse il con- ne; per dimissione o rinunzia ; per
trario, o per rincliillo apostolico, confor- privazione o deposizione, e sospen-
me la pratica insegna ne'monasleri ovve- sione; per rassegnazione e per re-
ro abbazie, che abbiano siffatta giurisdi- gresso; non che per altre cause.
zione, e che si sogliono dare in comnien-
da a'cardinali, a'prelati e ad altri, i quali Le chiese cattedrali e le abbazìe nul-
senza risiedere l'esercitano per mezzo dei lius vacano in diverse maniere. Peroni-
loro vicari. Oltre di questi, alcuni cardi- tum, o morte del vescovo, o dell'abbate
nali /'escovi Siihiirhicarii [F.) tengono litolare o commendatario. Per translatio-
neMoro vescovati un \esco\oSiiff'ragan€0 nenij o trasferimento da una chiesa resi-
(F.), e sogliono recarvisi di quando in denziale o titolare ad altra. Per dimissio-
quando, venendo dispensali dalla stabile nenty o dimissione spontanea o involon-
residenza ,
per farla nella vicina Roraa taria. Per re/2WA?c/«f/o/?c/72, o rinunzia, che
presso Papa. Nelle chiese o Vescovati
il talvolta differisce dalla dimissione. Per
in partibus occupali dagl' infedeli o da- privationentf o deposizione. Per resigna-
gli scismatici, da'quali non si permetta la tioneniy o rassegna a favore di altro indi-
residenza e l'esercizio della podestà a've- viduo, ritenendosi in amministrazione o
scovi cattolici, non \\ è 1' obbligo della commenda la chiesa. Per vacanzeyjuxfa
residenza, poiché sì conferiscono come decretunijO vacanza avvenuta per decreto
vescovati titolari, tranne que'che prov- pronunziato in concistoro dal Papa, il
vede la congregazione di propagandaci- che avviene particolarmente colle chiese
r/<?, a'quali s'impone quesl' obbligo. Al- titolari. Per certo modo, o vacat certo

l' incontro, termina il De Luca col nota- modo ecclesia N. in partibus infldcliumy
re, dover sapere il vescovo quali siano i di cui è ignoto l'ultimo vescovo o abba-
chierici obbligati alla residenza per co- te, come di quello di chiesa residenziale,
stringerli a farla osservare, e punirli colle ovvero che si fosse il vescovo o abbate
pene inflitte da'canoni e dal concilio di segregalo dalla Chiesa cattolica. Per con-
Trento. E quanto a^preti e chierici sem- tracium matrimoniiy cioè nel caso che un
plici privi di Beneficio ecclesiastico re- eletto vescovo non in sacris passasse al-
sidenziale , non ponno partire dalle ri- lo stato matrimoniale, il che sarebbe ca-
spettive diocesi senza licenza del proprio so mostruoso: rari ne furono gli esempì

vescovo. Della residenza scrissero anco- SI degli eletti vescovi o amminislratori, %i

ra: Fr. De Torrensi, De Eesidenlìa Pa- di abbati commendatari chierici che mai
sioruniy Florentiae i55i : De Comnien- eransi ordinati. Per promotionem, o pro-
dationc perpetuae adminislrationis Ec- mozione a cariche. Cominciamo dalla
clesiaruni vacantium et de Resìdeniia , vacanza del vescovato per Morte. Nel
pastorum extra ovilia suay Romae 1 554- 549 statuì il concilio d'Orleans col can.
H. Giganti, De Eesidentia Episcoporum g. » Durante la vacanza del vescovato,
Veneliis i548. — Inoltre voscovo è
il nessun vescovo potrà ordinare chierici,
obbligato fare la Visita pastorale (V.) né consagrare altari, né prendere de" be-
del vescovato, i cui atti si devono con- ni della chiesa vacante, sotto pena d'in-
servare nell'archivio. Si deve fare ogni an- terdetto per un anno ".Papa Bonifacio
no, e almeno fra due anni deve essere 111 nel sinodo romano del 607, ordinò
compita. sotto pena di scomunica, che non si con-
venisse per l'elezione del Papa, o di qua-
5 VII. Vacanza de* vescovati e delle lunque altro vescovo di qualsiasi vesco-
diocesi Nullius: Per mortele prero vato, se non passati 3 giorni dopo la mor-
i44 V E S VES
te del predecessore; decreto die non fu le chiese patriarcali, primaziali, nrcive^
sempre osservato^ massime nell'elezioni scovili, vescovili, e di tutti i monasteri di
per acclamazione, senza dire di quelle se* uomini destituiti di monaci, e soliti darsi
guite per violenza delle fazioni. Già ri> in commenda, eccedenti il valore di 200
cordai il canone del concilio
Laterano di fiorini d'oro. Tratta poi nella lez. 9.':

V, che proibisce lasciar vacare più di 3 f^acante la Sede nulla deve innovarsi^
mesi un vescovato o un'abbazia. Decretò e suidiritti episcopali prendere alcuna

quello di Trento nella sess. 24." " Subito determinazione; nondimeno può il capi-
che una chiesa verrà a vacare, si faranno tolo assolvere gli scomunicati dal vescovo
per ordine del capitolo delle processioni defunto; fino al nuovo può dare i bene-
e delle preghiere pubbliche e private per fizi in commenda temporale, ricevere
tutta la città e per tutta la diocesi, af- permute e rassegne, istituire i presentati
fìnchè il popolo possano otte-
clero e il da' patroni, unir benefizi, senza ledere
nere un buon pastore. Quelli che avran- l'episcopale, ma non conferirli; giudica,
no diritto, o parte in qualsivoglia altra condanna, assolve e fa le veci del vesco-
maniera nella promozione de' vescovi, so- vo come vivesse; per cui se l'elezione a*
no esortali dal concilio a risovvenirsi, che benefizi spelta al capitolo e la conferma
non ponno far niente di più utile per la ol vescovo, co* diritti capitolari elegge, e
gloria di Dio e per la salute de' popoli, cogli episcopali che in lui si riuniscono
quanto applicarsi a far promuovere de* nella vacanza, conferma. — Per^ Tra^
buoni pastori capaci di ben governare la slazione (F,) da un vescovato o abba-
Chiesa, e che peccano mortalmente e si zia ad altra, per le questioni che ripor-
rendono complici de' peccati allrui_, se ta il De Luca nel cap. 7.**: Della Trasla-
non hanno una cura particolarissima di zione de vescovi^ e se sia cosa degna di
far provvedere quelli eh* eglino stessi re- lode ovvero di biasimo il permettere il
puteranno piùdegni e più utili alla Chie- passaggio e le Ozioni (P^.) da una chie-
sa, non avendo puramente riguardo in sa air altra^ fa diverse distinzioni, se-
questo che al merito delle persone, senza condo il fine per la quale segue. Se per
lasciarsi condurre dalle istanze e dall'in- ambizione di dignità maggiore, come da
clinazioni umane, né da qualsivoglia uf- vescovo ad arcivescovo, o per avarizia on-
fizio o maneggio de' pretendenti, osser- de passare ad un vescovato più ricco, o
vando altresì che sieno nati di legìttimo per altro fine mondano; ne' quali casi è
matrimonio, di buona vita, di età com- biasimevole ripudiare e lasciare una spo-
petente, e che abbiano la scienza e tutte sa, per altra più nobile e ricca, mentre
le altre qualità che sono richieste, secon- quando prese l'altra ne conoscevate qua-
do sacri canoni". Il prof. Vermiglioli,
i lità.Se poi il fine fosse onesto e ragione-
Lezioni di diritto canonico^ l. 3* nella vole, e molto più se fosse utile ad una
Jez. 7.': Delle Istituzioni, ragiona della delle due chiese, e maggiormente se ad
collazione de'beneHzi in sede vacante de' ambedue, in tal caso sarà lodevole. Cau-
padronati, per l' istituzione canonica del se giustesono: l'aria nociva alla salute;
capitolo, riconosciuta l'idoneità; così pon- per pubblica inimicizia derivata da causa
no istituire anche gli abbati, i delegati e giusta senza colpa del vescovo, sia col po-
quelli che ne hannoii privilegio. Won pon- polo o sia col principe; per benemerenze,
no istituire gli scomunicali, interdetti, ir- dopo lungo tempo di vescovato, ovvero
regolari, i persecutori ec. Nella lez. 8.' : che per sue virtù fosse atto al governo
le
Del concedere prebende^e chiesa non va- di vescovato più vasto, e per altre plau-
cante^ vi discorre pure delle riserve fatte sibili ragioni. La traslazione la fa il Papa
da GiovaoDi XXII nella vacanza di tutte per alto concistoriale, dopo che la congre-
V ES V E8 145
gnKÌone omonima ne ha esnminato le cau- in tal modo concluso un tal coniugio,
se. Parlando tlella Trnslnzìoiie de Be- altro che il Papa può sciorre dal vinco-
nefizi e de Bcnejizinti ecclesiastici ( F.), lo, e Iraslatarlo ad altro vescovato^ seb-
dissi che nella primitiva Chiesa erano bene dissenziente il vescovo, per la discor-
proibite, riferendo alcuni canoni de'con- sa ragione che il Papa negli affari bene-
massime senza necessità. Si ponno
cilii, ficiali ha la piena libertà di disporne. Un

anche vedere voi. LXXII, p. 2-79, e


i vescovo legittimamente traslatato, noo
LXXXI, p. i44 6 14^^» pcg'i antichi di- ha piti alcun diritto sulla chiesa che ha
vieti. Il Vermiglioh nel t. i, lez. 7.': Del- lasciato. La vacanza del vescovato comin-
la traslazione del vescovo. La qualifica cia subilo dopo che l'ha decretata il Pa-
passaggio di una persona da un vescovato pa in concistoro colla traslazione del ve-
o da un' abbazia ad un* altra, per la ne- scovo, secondo il prescritto dal Triden-
cessità e ulililà di quella chiesa ove si tino. Se però si traslata un vescovo o as-
passa, tanto da una minore ad una mag- sente o ignaro della traslazione, il primo
giore, che viceversa, sempre però coll'au- vescovato non resta vac^mte, se non quan-
torità pontificia, come decretò Innocenzo do il vescovo traslatato abbia prestato il

II. L'urgente necessità consiste nel ne- suo consenso, a meno che Papa avesse il

cessario sostentamento, e nel pericolo del- diversamente dichiaralo, come d'ordina-


la vita, come se il vescovo fosse divenuto rio vi appone la condizione: se il Irasla-
odioso al popolo, Quando si tratta di Iras- to consentirà. Il vescovo traslato può se-

latare un vescovo non consenziente, le co portare i fruiti già percepiti, ma deve


prove debbono essere concludenti e ri- lasciare i pendenti ;
può anche portarsi
gorose : così se l'aria gli fosse pernicio- seco i beni immobili già acquistati. Dice
sa, se la cattedrale fosse rovesciata e di- inoltre il Vermiglioli : Si reputano biga-
strutta da* nemici. Un vescovo eletto può mi que'che da una chiesa passano ad al-
liberamente rinunziare, ne può esser co- tra, come dichiarò il concilio di Calcedo-
stretto ad accettare il vescovato. Confer- nia. Di questa bigamia riparlai nel voi.
mato e consagrato, non può abbandonar- LXXXVIII, p. 282 e seg. Agli antichi
lo e passar ad altro di sua autorità e ar- Papi dispiaceva la mutazione de' vesco-
l)ilrio,eciòfacendo resterebbe privo d'am- vati, e diversi di essi ritennero nel ponti-
bedue (noterò, che il solo Papa, pel suo ficato il proprio, anche le abbazie, il che
Primato, può fare la Rinunzia della su- rilevai nelle loro biografie e descrivendo
prema dignità, senza autorità e permesso gli uni e le altre: per lo più, in seguilo
d'alcuno). Il passaggio da un vescovato ad li rinunziarono. L'Hurter, Z>eZ/tì5 Chiesa
altro, senza giusta causa, rende il vesco- del medio evo, dice che lo spirituale con-
vo adultero; e disse s. Ivo di ChartreSj nubio del vescovo colla sua chiesa, que-
neWEpist. 54) che J si ha per adultero st'identità della vita del vescovo colla sua
chi passa da un vescovato ad altro. Se chiesa, non può sciogliersi che da colui
un patriarca o metropolita traslatasse un che lega e scioglie, ed una sentenza d'In-
vescovo senza 1' autorità del Papa, reste- nocenzo HI, contro il vescovo di Tripo-
rebbe sospeso dal diritto di confermare i li, dichiara altamente indegno per sem-

vescovi. La Iraslaxione annoverandosi pre dell' episcopale ufficio colui, che nel-
Ira le cause maggiori, non può decretar- l'abbandono della propria sede abbia ri-
siche dal Papa, anche perchè tra il ve- guardo a Cesare piuttosto che a Pietro.
scovo e la Chiesa colla elezione ha prin- Né l'abbandono veniva scusalo dalle tra-
cipio il suo sposalizio ecclesiastico, il slazioni, molivi delle quali doveano pon-
i

quale mediante la conferma si ratifica, derarsi dal supremo Gerarca. Non è per-
e per la consagrazione si consuma ; ed ciò meraviglia, se tanto forte si dolse Pa-
VOL xcv. 10
,,

i46 VES V ES
squale II co* principi polacchi di toro in- titoloappartenne ne' IX primi secoli re-
Ironiissione nelleli asiazioni, se Eugenio golaraìenteal l\T[)a. Peic»ò Innocenzo HI
III non ne riconobbe una fatta dall' im- non fu ili.'' a riservare tali cause al Papa,
peratore sul vescovato di Magdebui go, e né insoslenere questa rifornja si fijndò nel-
se Alessandro Ili rinnovò pe' re d'Un- la decretale di s.Anlei o del 287, non rico-
gheria le antiche leggi, che ogni trasla- nosciuta legìttima, difendendo Innocenzo
zione al pastore universale della Chiesa ili dall'ingiurie dei protestante Darclaio e
sottomettevano; anzi tale inconveniente di Febbronio. Ci diede il Sarnelli nel l.

essendo mollo in uso in Francia, Ales- 3, la lettera 2.*: Come niun vescovo de-
sandro 111 se ne lagnò vivamente. Di- gnamenle è tra ''ferito danna chiesa ad
chiarò Innocenzo 111 al duca di Svevia, un' altra j se non per forza j come non e
che piuttosto avrebbe egli lascialo la vi- giusto motivo la povertà della chiesa.
ta, che consentire a qualsivoglia princi- Osserva fra le altre cose, che fra' tanti
pe ogni briga di traslazioni. Egli inoltre privilegi de'patriarchi, non vi è quello di
si mostrò fortissimo nel riprovare l'arbi- Iraslalare i vescovi, ch'é riservato alla
Iraiia traslazione del vescovo d* Hildes- 6. Seóe. II p. Tamagna, Origini e pre-
Leim al vescovato di Wurtzburg, intìig- rotative de Cardinali^ t. 2, p. 252, dice
{^endo le pene canoniche. Imperocché che Stefano 111 nel sinodo romano del
narra lo slesso Hurler, nella Storia d'In- 769 fu ili." che nell'elezione de' Papi li-

nocenzo ///, che nel primo anno del suo mitò la libertà al clero, con imporgli di
pontificato stinto conveniente porre un eleggere uu cardinale prete o diacono, e
termine al fi e(|uenle abuso delia trasla- perciò alcuni crederono poi che ne avesse
zione de' vescovi dall'una ali' altra chie- escluso i vescovi e i suddiaconi, facendosi
sa senza 1' Sede;
auluiizzazioue della s. essi forti dell'avvenuto poi a Papa For-
ond' è ch*egli dichiarò nulle e conie non moso (^^.), che neirSgi fu il i.** vescovo
avvenute sill'atle elezioni, e stabilì che i cardinale che dalla chiesa determinata di
vescovi alle medesime consenzienti per- Porto ( mentre dalla dignità vescovile
dessero ambo i vescovati; e senza avere prima di lui diversi furono innalzati al
rispello al favore de' principi e alla loro pontincato,come s. Lino immedialo suc-
particolare benevolenza verso gli eletti cessore di s. Pietro, s. Cleto, s. Cleeneute I,

tenne fermo per T os>ervanza di questi s. Anacleto, che furono i primi Pontefici
antichi diritti della s. Sede, ben cono- romani circa io anni innanzi di Pupa
:

scendo egli di non esser altrimenti padro- Formoso, neir882 fu eletto Papa Mari-
ne, ma solo depositario e difensore di tali no I o Martino II, il quale insignito della
diritli. Il Zaccaria, Jnti Fchhronio, t. 2 i dignità vescovile , era stalo invialo dal
Jib. i,cap. 5, tratta: Aulorìlà del Ro- predecessore Giovanni Vili, ad Anasta-
mano Pontefice nelle traslazioni e ri- sio vescovo di Napoli per assolverlo dalla
nunzie de\'escovi dimostrata colla sto- scomunica. Negli ultimi secoli di rado i

ria ecclesiastica. In esso ragiona delle Papi non erano già vescovi consagrali :

traslazioni dell' antica Chiesa rigorosa- dal 1592 al 1775, cioè per lo spazio di
mente vietate, poiché Innocenzo III fa- 183 anni, tre soli non lo erano, cioè Cle-
vellando delle traslazioni, rinunzie e de- mente XI, Clemente XIV e Pio VI nel :

posizioni de' vescovi, non alFerraa che secolo corrente il solo GregorioXVI, che
tanto per canonica costituzione quanto ^
però era stalo elevato alla dignità car-
per istituzione divina sono al solo ro- dinalizia da quella abbaziale, che ha l'uso
mano Pontefice riservale. Permesse solo di molle insegne e prerogative episcopa-
nel caso di necessità, e di aperta utilità li), pel i.° fu assunto al sommo ponti-
della Chiesa ; ed il giudicare di questo ficalo, il che fu poi deplorabilmeule n-
VER VER i47
provalo tla Stefano Fn(T^.)i condan- bisogno della grazia speciale di Dio, n
iiiiiidolo (|iiale invasore della s. Sede, o- potere con gloria ed onor suo e pel be-
peialu che suo successore Romano a-
il ne della cristianità sostenere l'altissimo
brogò, e restituì agli onori riunocenle ministero, i cui doveri gli sembravano di

Formoso. Pertanto dichiara il p. Tama- tanto superiori alle sue forze; i quali do-
gna, molto pi'in)a del decreto di Stefa- veri tanto più gli apparivano grandi
no Ili erano state vietate le traslazioni e solenni, quanto più era persuaso di do-
de* vescovi da una chiesa ad un'altra, co- vere al dì del giudizio finale render ra-
me da'concilii di Nicea I e di Sardica, op- gione delle anime alla sua cura affidate.
ponendosi idl'abuso; ma questo esisteva Sperava nondimeno che Dio non 1' a-
sol cjuundo invece d'aver in mira il van- vrebbe trattato secondo suoi peccati , i

taggio della chiesa , tali traslazioni non ma sì secondo l'infinita sua misericordia.
favorivano che l'ambizione e l'avarizia Ogni sua fiducia riponeva in quel D\o
de'vescovi.Il perchè egli non seppe per- che affidò la custodia dei suo gregge a
suadersi, che il disposto da Stefano III Pietro benché lo avesse per 3 volte nega-
volesse assolutamente esclusi dal pontiQ* to. 11 Sarnelli nel t. 4> '^t*- ^4> n. io ,
calo romano quegli stessi vescovi subur- racconta di chi ricusando il vescovato si
bicarii, ch'egli avea incorporato ai colle- salvò. Un canonico regolare di s. Vittore
gio de'caidinali romani, tanto più che di Parigi, nobile, virtuoso e letterato, e-
ben presto divennero essi quasi gli arbi- lelto vescovo ricusò il vescovato con osti-
tri della non ve-
creazione dei Papa. « li nata costanza contro il consiglio de'mag-
der giammai osservato questo canone , giori. Dopo morlocomparvead un ama-
la benigna interpretazione chele sue pa- to compagno, secondo la promessa fat-

role possono ricevere, mi fa credere che tagli; e facendo nella parete un segno di
Stefano I i 1 non abbia voluto eleggibile nel croce, gli disse: Non dubitar della visione
nostro caso che un cardinale romano ". e dimandami ciò che vuoi, acciocché io

in fatti nel sinodo romano del oSg, Ni- i me ne passi a cose migliori. Il compa-
colò 11 statuì: Morendo il Papa, prmiie- gno giubilando gli rispose: Io ho dubi-
ramente i cardinali vescovi trattando in- tato molto, che tu soffrissi per io meno
sieme con somma diligenza circa 1' ele- gravissima pena nel purgatorio^ perchè
zione, vi chiamino dipoi chierici cardina- i contro il consiglio de' snaggiori ricusasti
li, ed in tal guisa acceda ii restante del così pertinacemente il vescovato , nel
clero e il popolo a prestare il consenso. quale avresti potuto fare bene assai e
Numerosissimi furono quindi gli esempi, grande per la salute deiraoime. Ed allo-
die da'vescovati i cardinali furono tra- ra l'altro gli replicò: In me hoc ordina'
slati alla cattedra apostolica e al vesco- vit clemenùssima honitas Salvatoris, et
vato di Pioma, come può vedere nelle
si quia ex tuìic timui^ et nane scioy quod si
loro biografie. — Per Dimissione o Ri- Episcopalus Cathedram ascendisseni ,
nunzia[F.),óoè perdi missione spontanea perpetuae damnationis periculnniincì-
o involontaria (della quale dirò più sotto dissem. E ciò detto , come scintillando
parlando della deposizione o privazio- splendori, disparve. 11 De Luca discorre
ne) g per rinunzia che da essa differi-
, nelcap. 38: Della rinunzia dd vesco-
sce. Innocenzo 111 teneva per fermo, non vato^quando si possa o si debba fare ,
esser lecito a chiunque sia chiamato ad e rcopetlivamente ammettere. Ed anche
esercitare l'episcopale ministero il sotlrar- della privazione del vescovOyOvvero del-
sene, per quanto penoso egli però che
sia, la sospensione o traslazione penale a
il ricusarlo è in cerio modo negar Cri- vescovato inferiore , e delle altre cose
sto; Dia nel medesimo tempo sentiva il penali e pregiudiziali. Tre ispezioni ca-
i48 VE S V ES
dono in questa materia. Una cioè quan- per riguardo alla dignità gli si riserva u-

do il Papa l'ammetta con la riserva dei na pensione sullo stesso vescovato, ovve-
fruttilo con altre riserve assegnando la ro con trasferirlo a vescovato minore, co-
congrua al nuovo vescovo, ovvero colla me praticasi talvolta per castigo. Nel 2."
riserva della Pensione ecclesiastica. La caso si provvede con altro vescovato e-
2.' quando il vescovo desideri di rinun- guale, ovvero con competente pensione
ziare liberamente, ma si dubiti se la ri- imposta su quello che lascia. Nel prin-
nunzia si debbaammettere. La 3.' quan- cipio del secolo corrente, in conseguen-
do il vescovo non voglia rinunziare, ma za degli avvenimenti di Francia (/^.),
cbe si tratti di forzar velo per qualche cominciati nel declinar del precedente a
causa. Quanto alla i^, se il Papa si con- Versailles (/^.), concluso il concordato

tenta d'ammettere Ja rinunzia colla ri- tra Pio VII e il i.° console, molli ve-
serva de* frutti e di altre ragioni, in tal scovi di Francia rassegnarono pronta-
caso non cade dubbio sulla validità dei- mente i loro vescovati, per invito del Pa-
ratto, ma cade su quali ragioni restino al pa, molli de'qualisi distinsero rinunzian-
ri serva tarlo de'frutti, ovvero al pensio- doli con divoti indirizzi al l-*apa,che per
nario. E certo cbe al riservalario non re- edificazione si ponno leggere nel Bello-
sta ragione alcuna nella giurisdizione o mo. Continuazione della storia del cri-
amministrazione della chiesa, mentre la stianesimo, t. I
, p. 99 , riconoscendo il

partecipazione de'frutti e la pensione è doloroso sagrifìzio necessario alia pace


cosa temporale. Con indulto poi si ponno della patria e al trionfo della religione.
conferire i benefizi anche dopo la rinun- Premiò Pio VII l'esemplare con docilità
zia del vescovato per alcuni mesi. Quan- breve de* io gennaio 1802, che loro in-
to alla rassegna libera che volontaria* dirizzò, cui nobili e afTettuosi sentimen-
i

mente si desideri dal vescovo , il quale ti riferisce lo stesso scrittore. Nel t. 18,

ne faccia l'istanze, si procede con molta p. io5 del Bull. Rom. cont. è il breve
circospezione e maturità, per le ragio- diVìo^XW fAccepimus aullienticiim mo-
ni accennate più sopra parlando delle numentum^àe 20 maggio i83o: Acce-
traslazioni, poiché essendo questo matri- ptatio renuncialionis eniissae ab Epi-
monio del vescovato di sua natura per- scopo Elvensi. A' vescovi che hanno ri-
petuo e indissolubile, non deve facilmen- nunziato il vescovato si suole conferire
te ammettersene il divorzio o il ripu- dalPapa un titolo vescovile inpartibusj
dio; perciò si suole esaminarne le cause però non l'ebbe mg.' Traversi già ve-
dalla congregazione concistoriale. Circa scovo di Se^ni y che avendo rinunziato
la 3.* ispezione sulla rinunzia domanda- nel 1845, morì nel i853 canonico del-
la dal Papa al vescovo, ciò avviene per la basilica Lateranense ; e senza dire
qualche colpa per la quale si potrebbe d* altri, non 1' ha mg.*^ Zannini, che nel
a rigore procedere alla privazione , ma 1857 rinunziò il vescovato di Feroli.
a salvare la sua reputazionegli s'ingiun- Monsignor Tizzani nell'anno 1848 aven-
ge che rinunzi ovvero la prudenza lo
; do rinunziato il vescovato di Temij sol-
esige per inimicizia o malcontento del tanto nel 1 855 fu nominalo arcivescovo
popolo o del principe , il che alle volle di Nisibi in partihus. Siifalli vescovi si
suole anco provenire da soverchio zelo o dicono titolati, perchè se non hanno quel-
altra cagione, che la s. Sede slimi oppor- lo d* una chiesa in parlihns , ritengono
tuna la rinunzia per impedire scandali e tuttavia quello della chiesa rinunziata ,

disordini maggiori. Nel i.°caso, se il dicendosi per esempio già vescovo di ,

\escovo è provvisto del suo non gli si Cremo/2^, benché questa abbia il vesco-
dà provvisione alcuna, e non essendolo vo residenziale. Per Privalionem o —
1 ,

VES VES i49


Deposizione [F,). Per le istanze di Fau- pili antica d'Innocenzo 1 1,che la fece, anzi
stino vescovo di Lione , s. Cipriano ve- i'VIII sinodo ecumenico di Costantino-
s«vo di Cartagine pregò s. Stefano I polideir869 ne fu il i." autore, e vi fu
Papa del 2 5'/ a deporre dal vescovato deposto Fozio, fatto celebrare da Papa A-
d*Ar!es Marciano, eh' erasi unito al i.° driauo II, che già lo avea scomunicato 3

Antipapa Novaziano, separandosi così volte.Dice il cardinal De Luca , che la


dall'unità della Chiesa cattolica, e in ve- materia delle deposizioni non è capace
ce di lui ne sostituisse altro vescovo. di regole certe e generali, dipendendo il

Laonde chiaro apparisce, quanto antico tutto dalle circostanze del fatto ,
per le
sia l'uso di ricorrere nelle cause de'vesco- quali alle volte si procede al castigo più
vi al Pontefice romano, cornei. "vescovo rigoroso della privazione o deposizione
della Chiesa universale. Si può vedere Ba- formale, ed alle volte si usa la Sospen-
luzio, in s. Cfpriani Epist. 68i DeMarca, sione (F.) dalla giurisdizione e dal-
De Concord. Sacerd. et Iniper. lib. i ,cap. l'amministrazione del vescovato, depu-
io; ed ilBaronio, Annal. Eccl.ao. 2 58, tandosi un Sicario apostolico (F.) ,
D. 3. Questo,quantoairOccidenlej dicia- col permettere al vescovo la residenza
mo quanto all'Oriente. Non solaoaente con l'esercizio de'pontiflcali; ed alle vol-
's. Atanasio, vescovo d' Alessandria, ma te si sospende anche da questo pure,e gli
gli altri vescovi e patriarchi eziandio^in si proibisce eziandio di risiedere nel ve-
causa di deposizione da' vescovati , ante- scovato, secondo la qualità de' casi, asse-
posero il giudizio del Papa al giudizio gnandogli per carcere qualche monastero
degli stessi conciiii particolari, e da questo o convento di Roma, ovvero in altro luo-
a quello ricorsero dal più lontano Orien- go con altre somiglianti provvisioni.
,

te ,
qiial giudice legittimo. Il Zaccaria, Bensì a tali e altri castighi non si può
And-FebbroniOyVa^ìona nel t.2,al cap. procedere se non pel Papa immediata-
6: Riserva delle Deposizioni vescovili mente, ovvero per quelli quali abbiano i

al Romano Pontefice^coniprovata e il- in ciò la Commissione speciale segnata


lustrata colla storia ecclesiastica. I Pa- di mano del Papa che per l' ordinario
,

pi hanno sempre avuto il diritto di esi- si suole indirizzare aW Uditore generale

gere dall'Oriente le relazioni de'patriar- della Camera apostolica (F.)^ quando


chi ivi deposti, e di confermare le senten- si tratta di formare il processo giudizia-
ze de'sinodi , che gli aveano degradati. le per la privazione per sentenza, poiché
Altrettanto esercitarono riguardo a' me- quando si tratta di altre provvisioni, co-
tropolitani d'Occidente. Quanto a'vesco- me della sospensione dalla giurisdizione,
v'\ dell'Occidente, oltre il riferito di Mar- e della deputazione del vicario apostoli-
ciano d'Arles nel III secolo, sino a s. Ni- co, e simili, si procede nella forma eslra-
colò! deir858 non mai segui alcuna re- giudiziale dalla congregazione de' vescovi,
golare deposizione, che non ci fosse il con- non praticandosi più quel che dalla ra-
senso della s. Sede, il che è mostrato spe- gione canonica in ciò si dispone sopra
cialmente per r lllirio, per l'Africa e per l'autorità del metropolitano, o del con-
le Gallie. Quindi è che s. Nicolò [ non cilio provinciale , ovvero del primate o
fece alcuna innovazione su questo artico- del patriarca. Vacarono i vescovati per
lo, e molto meno sulle false decretali fon- privazione o deposizione nel pontificato
dò il diritto della sua Sede intorno a que- d'Innocenzo XI pel vescovo di Gerace
ste deposizioni, con deporre Teutgaudo in quello di Clemente XI pel vescovo di
arcivescovo di Treveri , e Guntario ar- di Oviedo, in quello di Benedetto XIV

civescovo di Colonia. La riserva di tali per altro vescovo di Gerace e pel vesco-
deposizioni spettanti alta SedeKomauu è vo di Lavello, seppure uou fecero la di-
.

15^0 V E S VES
missione nelle mani del Papa per ri- non dopo che l'accusatore si sarà sotto-
sparmiarsi un tal disonore provocato messo pena in caso
in iscritto alla stessa
dalla loro condotta. Pio VI nel 1791 in di calunnia. Quegli che in onta di que-
concistoro formalmente depose dalla Por- sto decreto ardirà importunare 1' impe-
pora (^.) cardinalizia e dall' arcivesco- ratore o tribunali secolari, o turbare \.\ì\
vato di Sens, Stefano Carlo Lomenié de concilio ecumenico , nou sarà ammesso
Brienne (F.), per cui nelle Notizie di nella sua accusa ". Determinò il concilio
Boma òe\ 1792 non fu più pubblicato di Troyes deir878. « Non si accuseran-
uè come cardinale, ne quale arcivescovo. no ivescovi io segreto, ma pubblicamen-
Seguono le deposizioni anche per Intru- te e secondo canoni ". Altri canoni li
i

sione (P^-); e talvolta alla deposizione si riportai nel vol.LXXX, p. r 16. Che pe-
aggiunge la Degradazione [F.)e la Scon- rò, i vescovi chiamali a Pioma, tornati
sagrazione (F.).S\ pub consultare il Sav- al vescovato, dovessero presentare al cle-
nelli, t.
9 ^ lett. 38 : Che il vescovo , il ro e popolo le Lettere apostoliche, che
prete, diacono ingiustamente deposti,
il attestavano la loro cattolicità, lo rile-
se si tornano ad ammettere alla Ghie- vaianche nel voi. LUI, p. i63. Per —
sa, non debbono essere riordinati. del- E Bisegnationem e per Regresso {P^.). Per
la imposizione delle mani. Non che ve- rassegnare a favore di altro individuo,
dere nell'articolo Vescovo § W, Della il non però ritenendosi in amministrazio-
Consagrazione de* Vescovi. Intanto ar* ne o in commenda il vescovato, tale ras-
roge riportare due canoni contro la ca- segna non ha luogo per concistoro , ma
lunnia, che talvolta determinò severe di- per la Dataria apostolica {V.),c\oè per
sposizioni sui vescovi. Decretò il concilio le abbazie, giacché per le cattedrali non
generale di Costantinopoli nel 38 i.» Per si ammettono riserve, e solo si ricevono
mettere freno alla facilità di calunniare per libera dimissione e rassegna. 11 Re-

i vescovi cattolici, non sarà permesso a gresso, vietato dal concilio di Trento ,
chiunque indifferentemente d'accusarli. consisteva nella cessione o rinunzia d'un
Se trattasi d'un interesse privato,e d'un beneficio ecclesiastico o vescovato , colla
lamento personale contro il vescovo, non riserva di riprenderlo quando piacesse al
si avrà riguardo ne alla persona dell'ac- rinunziante , ovvero alla promozione o
cusatore, ne alla sua religione, perchè si morte di quello a cui era stato ceduto per
dee far giustizia a tutto il mondo ; se regresso. Nella descrizione de'vescovati ho
d'un affare ecclesiastico, il vescovo non riportato numerosissimi esempi di vesco-
potrà essere accusalo, né da un eretico ,
vi che ceduti per regresso i vescovati poi
o da uno scismatico, né da un laico sco- vi ritornarono, anche ripetutamente. Ri-
municato, né da \\x\ chierico deposto (già feriscono il Cardella e il Novaes, che il

s. Caio Papa del 283 avea proil3Ìlo a'pa- celebre cardinal Dessarione fatto vesco-
gani e agli eretici di poter accusare i cat- vo suburbicario di àSabina nel i449 ®*^
tolici; ed a' secolari di chiamare in giu- marzo, quindi a*23 aprile trasferito al-
dizio i costituiti negli ordini sagri). Que- l'altro vescovato suburbicario di Fra-
gli eh 'è accusato non potrà accusare un scati, poi ritornò al Sabinese; ma lo Spe-
vescovo, o un chierico, se non dopo d'a- randio nella Sribina sacra, ne rUghel-
ver purgato se stesso: quelli che sono hneW Italia sacra non parlano di tale
senza rimprovero, intenteranno la loro regresso, per cui il Cardella avea notalo
accusa davanti a lutti i vescovi della pro- l'ommissione dell' Ughelli. Avea ragio-
vincia. Se il concilio provinciale non ba- ne, poiché leggo nel Conimentarius de
sta , s'indirizzeranno a un concilio più vita et rebus ii^cstis Bessarionis Cardi-
grande. L'accusa non sarà ricevuta , se nalis Nicacnif di Luigi Caudini, a p. 8 1
V ES VES i5t
TTunisque Cnrdinalìs Ecclesiale Tn- na ad diclamEcclesiam Sabinensem an-
sctt latine reginicn ad qiiam e dioecesi cloritate apostolica sub datum Romae a-
Salinensi filerai (ninxlalus, rctìnuit.f^e' pud s. Marcum pridie id. octob. annoV
rum his femporilius, hoc est anno 468, 1 florenos auri de Camera . . . = Ex quo
e Tiiscnlano iterimi Sahinoruni Episco- testimonio satis super q uè liquel Ciac-
pus evasit. Quae fuerit caiisafOb quani coni uni ^ UghelliurUf Boerncruni, cuti-
nova haec accidit translatìo, seu polìiis ctosque alios esse corrigendos scripto-
regressio ad velerei infida s^omnino la- reSf qui Nicaenuni putarunt ad exiluiii
tei. flitui solunimodo notata estdignumy usque vilae Ecclesiam Tusculaiiatn rc-
qiiod rnidlac hic ambages, ac lapsus e- xisse. Gli altri molivi pe'(|aali vacano i

riidi tortini manarunt, diim neniini pror- vescovati, gli accennai nel principio di
sus haec altera dioecesum earunideni questo §. Altre nozioni sopra i diversi
per muta tio venit in. mentem. Prinius modi pe'quali vacano i vescovati e le
hanc reni praelaudatus Jo. Baptìsta abbazie nullius^ le diedi nel principio di
Schìoppalalha(Dissert. in perantiqiiant questo stesso §.
sacrani tahulain graecani eie. Venetiis
1767) suspicari coepit,ttint qui Bessa- § VIH. Diocesi delle abbazie e de* ma-
rion Episcopuni Sabinensem sevocatin nasleri Nullius. De' Prelati inferiori
epigraphe, qtiani sacro donario appo- e Nullius e loro giurisdizioni. Abba-
suit Venetias (cioè il ritratto del cardi- zie ritenute da' Papi. Della giurisdi-
nale coir iscrizione scolpita in marmo, zione delle monache e delle abba-
fatto eseguire da'confrali della Carità di dessCy quasi vescovile^ con territorio
Venezia, per aver il cardinale donalo ad Nullius Dioecesis.
essi una Croce d'oro col ss. Legno, ed un
ostensorio bizantino, con entro della ss. Le Abbazie (F.), ed i Monasteri (F.)
Tunica o porpora di Gesù Cristo, esisten- nullius dioecesis, sono considerali come
te ora nella chiesa di s. Tommaso di Ve- altrettante Diocesi^ e perciò i sudditi di-
nezia, pel notato nel voi. XCI, p. 119), consi diocesani, come quelli de' vescova-
misso sub initluni anni \^^ lettini quia ti. E qui noterò, che 1' ubbidienza che i

idem titidus legitur in plurìbus manu- diocesani devono a' loro ordinari, siano
scripiis codicibus, ac etiam libris impres- vescovi (o abbati), tuttochà sia di diritta
sis ab anno 1 469 ad annum i^'ji. Quam- divino, è però subordinala alla Chiesa,
obrem sedula perquisitione facta^ no- mediante Papa; non però subordinata
il

dum denique hunc soh'itycaligineniqiie al consenso del clero, per quanto dice il

omnem discussit ope clariss. Praesidis dotto p. Cappellari, poi Giegorio XVf,
Josephi Garampi qui mine apostolici // trionfo della s. Sede e della Chiesa^
nunlii munus apud atdam Caesareani cap. 6, n. 6. Si deve poi pel presente §
magna cwn laude virtulis, ac doctri- rammentare quanto ho riferito ne'prece-
nae sìngularìs exercetj is vnini in lib. dentiin argomento, anzi a questo si cora-
8r Obligat. Cameral. p. 5o ad annum penetrano molle delle nozioni riportale a
1468 haec notata adinvenit: i=:Die 29 Religioso, massi me pegli abbati, aPiEXDi-
octob. ven. vir. D. Johannes de Hee- TA ECCLESIASTICA, a Regalia, quali arti- ì

sboem canonicum s. Severini Colonien- coli mi dispensano riprodurle,essendo per-


sis reveiendiss. D. Bessarionis Episcopi ciò intrinseco il tenerli presenti. Noterò
Sabinensis secretarius, et fanìiliarì obtu- che anco gli abbati regolari, come vesco- i

lit Camerae apostolicae prò communi ser- vi, usarono intitolarsi, e forse alcuno an-

vitio dictae Ecclesiae ratione translatio- cora s* intitolerà: Dei et Apostolicae Se-
tiis de persona sua de Ecclesia Tuscula- dis gratta Abbas N. N. Così s' intitola-
i52 VES VES
va r abbate di s. Palerniano di Fano, e non ne fecero gran conto; onde la ele-
lo apprendoda uu monumento del 1 38o, zione restò a'monaci colla sola soprinten-
presso l'Amiani, Memorie di Fano^ 1. 1, denza del vescovo. Ma i vescovi talvolta,
p. 3o3. Nell'articolo Umile registrai que- intenti ad aggrandirsi, ei ano troppo mo-
sta foimola Joannes Dei grada humilis
: lesti a' monasteri, per cui gli abbati e i

ahbas ven. mon. s. Paiili extra miiros monaci, desiderosi di liberarsi da quella
Urbis... Salute in et sinceravi in Do- soggezione, trovarono il modo, ricorren-
mino caritalem. Oltre il detto della bene- do al Papa, che li pigliasse sotto la sua
dizione i\e,\V Abbate io quell'articolo, nel immediata prolezione e della s. Sede,e gli
§ iV di quello iìtFescovi^ parlando del- esentasse dall' autorità de* vescovi, il che
la consagrazione di questi, riporto l'an- fu finalmente consentilo da'Papi, e quin-
tico rito. Devesi premettere alcuna paro- di a poco a poco andaroiisi formando le
la dell* origine de' Benejizi ecclesiastici abbazie, ed monasteri niillins dioeca-^
i

(parlando della quale, nel voi. XIX, p. sisj che più tardi divennero quasi altret-
1 13, col. I.*, si deve sopprimere a XV, tanti vescovati. Dopo la pace Callislina,

il numero X, aggiunto dal tipografo, o ricordato concordalo del i 122 fra Ca-
poiché dal secolo V si fa derivare). Dot listo Il ed Enrico V, cessate le vertenze

pò i primi secoli della Chiesa, ciascun dell' investiture ecclesiastiche, fu quasi


ministrocominciòa ritener per se le Obla- per tutto stabilito che, morto il vesco-
zioni de* fedeli, ch'erano fatte nel suo vo, l'elezione del successore si facesse dal
tempio, le quali già solevansi portare al capitolo de' canonici, e fosse confermala
vescovo, acciò ne facesse la discorsa divi- dal metropolilano o dal Papa; e morto
sione; ma per ricognizione della superio- r abbate 1"
elezione fosse fatta da'monaci
rità episcopale, ciascuno dava la 3.^ parte e coiifermata chd vescovo, se il monaste-
al vescovo e qualche cosa di più per ono- ro non era esente dalla sua t^iurisdizione j

re, che fu poi chiamato il Cattedratico e se era esente fosse confermala dal Pa-
(V.)y perchè era dato per riverenza alla pa. Nel concordato poi concluso fra Leo-
cattedra episcopale. Divisero anche i fon- ne X e Francesco re di Francia, fu sta-
l

di e assegnarono a ciascuno la sua por- tuito che a' capitoli delle chiese cattedra-
zione. Queste mutazioni però non furo- li e conventuali fosse affatto levata la
no fatte in lutti luoghi insieme, ne con
i podestà di eleggere il vescovo e l'abbate;
un pubblico decreto, e si praticò quanto ma vacando vescovati e le badie il re
i

in più articoli narrai. Le abbazie di là da' nominasse persona idonea, alla quale fos-
monti erano ormai fatte molto ampie e se dalPapa conferito il benefìcio. 11 p.
ricche, per cui i maestri di palazzo assun- Chardon tratta nel lib. 2, cap. 4= De^
sero a se l'autorità di fare V Abbate (/^.), vescovi de' monasteri. Oltre i vescovi
colla ragione apparente, perchè allora in ed icorepiscopi, anticamente v'era un'al-
generale i Monaci (F.) erano laici, sen- tra specie di vescovi, cioè quelli de'mona-
z'alcun ordine ecclesiastico (però si ten- sleri esenti dalla giurisdizioVie degli ordi-

ga presente il riferito nel voi. XIV, p. 98, nari. Tali erano que' di s. INIartino di
quando cioè essi furono ammessi al sa- Tours e di s. Dionigi in Francia, di Lau-
cerdozio e all' esenzione). Vero è che be uelTHainaut, e d'un monastero d'Al-
non sempre lo davano essi, ma alle volte sazia presso Strasburgo. Siccome questi
concedevano per grazia a'monaci che se monasteri avevano dipendenti molle chie-
lo eleggessero. Però in Italia non essendo- se, che comunemente si chiamavano cel-

Tri ancora monasteri molto ragguardevo- le, ed era diflìcile di trovar vescovi che
li iu ricchezze, fino al jSo circa i re lon- vi facessero le funzioni episcopali, così per
gobardi, dopo i re goti, poi gl'imperatori falle si ordiuuva vescovo uno de' mona^
VES VES i53
ci. Per questa ragione iPapi Slefiino MI ch'è situalo nel borgo orientale di detta
del 752 e Atlfiano 1del 772, ne' privi- città sino all'arcivescovato di Lanfran-
legi concessi per tal motivo alle delle ba- co, nel declinar del secolo il XI,
quale
die di s. Martino e di s. Dionisio, accor- giusta il I\Iona<iticnni Anglica mini nou
darono pure l'avere un vescovo, da eleg- sostituì veruno a Goduino che morì al
gersi Ira'raonaci da questi e dall'abbate, suo tecìipo, dicendo non convenire che vi
e quindi doversi cons;igrare da' vescovi fos<ero due vescovi in una città, non con-
del paese. Dovendo allidarglisi pure la cu- siderando che il vescovo di s. Martino
ra de' uionasleri e reggerli nel pontificio non risiedeva nella città. Anche nella cro-
nome, non che di predicare la divina pa- naca di s. Benigno di Dijoti si leggono
rola, acciocché i popoli che da'vari paesi inomi di molti abbati, ch'erano corepi-
si recavano a visitar la tomba del santo, scopi del vescovo di Langres, ma non pro-
risanassero dalla malattia di loro anime. priamente simili agli antichi corepiscopi.
L'abbazia di s. M;ulino ebbe i propri ve- Tali furono Erberto sotto il vescovo Al-
scovi pili lungo lempo di quella di s. Dio- berigo dell' 825 circa, e Bertiloue sotto
nigi, e fino a Urbano II, il cjuale recatosi a ilvescovo Isacco dell' 874, che gli die'
Tours nel 1096 e portatosi a s. Martino per coadiutore nel governo del monaste-
sottopose il monasleroa sé slesso, e ne levò ro Sarano, trovandosi scritto Berillo Coe-
il vescovo pe'Iamenti de'vescovi di Fran- piscopus et Abbas. Secondo il p. Mabil-
cia e de'Iegati della s.vSede,a'quali icanoni- lon, anche molti abbati del monastero
ci regolari di s. Martino non facevano i presso Argeulina erano onorati del titolo
convenevoli onori nel ricevimento. In di vescovi, o perchè fossero vescovi regio-
quanto a s. Dionigi, pare che suoi vescovi i nari senza fìssa sedia, o perchè fossero vica-
non abbiano durato oltre il regno di Lo- ri e corepiscopi della diocesi d'Argentina,
dovico I il Pio, morto nell' 840. Alcu- la quale un tempo era divisa in due, una
ne volle questi vescovi erano anche ab- parte governala dal vescovo residente in
bati, altre no; cos'i Erberlo era vesco- Argentina, e l' altra da quello che risie-
vo di s. Dionigi, mentre il celebre Ful- deva nel monastero. A tempo del p. Char-
rado n' era abbate; viceversa, nel 797 don in Occidente ve n'erano pochi, come
Victerbo era nel medesimo tempo vesco- a Fulda, e nell' Oriente nel solo mona-
vo e abbate di s. Martino di Tours. I stero del monte Sinai, che fosse propria-
primi abbati di Laube, Ursmar, Ermi- menle tale, poiché sebbene gli altri pre-
none e Teodolfo erano anche vescovi. II lati orientali risiedevano per la più parte
cronista di tale monastero rende per ra- ne'monasleri, la loro giurisdizione tulta-
gione, che COSI fu fatto onde quegli abba- via sopra vaste diocesi si estendeva. Il Sar-
ti potessero predicare a' popoli novella- nelli. Lettere ecclesiastiche^ t. 5, leti. 34'-

mente convertiti, e abbattere il culto ido- Degli abbati vescovi de^ loro monaste-
latrico, che alcuni di que' barbari an- ri, riferisce di trovarsi ordinali vescovi
cora mautenevano. Altri credono, per- alcuni monaci, nou a titolo di alcun ve-
chè i aveano donato il fondo del mo-
re scovato, ma de' loro monasteri, scriven^-
nastero, il quale era prossimo al palazzo do Sozomeno nel lib. 6,cap. 4« " Qui fu-
reale di Leptina, di cui non si commet- rono ancora Barse ed Eulogio, li quali
teva il govern'o se non ad un vescovo, e oltre ciò ambedue appresso vescovi fu-
questa dignità si conservò in molti loro rono, non d'alcuna città, ma per onore,
successori. Talvolta anche i monasteri e- quasi in guiderdone delle loro già fatte
rano la residenza de' Corcpiscopi (f^.), imprese, ordinali ne* propri monasteri.
come pare fosse quello di s. Martino di Della qual maniera vescovo fu ancora il

Cauloibery. Ve u ebbe in quel luogo poc'anzi nomiualo Lazzaro". Quindi ere-


i

i54 VES VES


de, essere pervenuto l'uso da* Maroniti^ scovo di Benevento, oltre la rrocciV/, os-
duve gli abbati de' monasteri sono ve- sia un bocolo Pastorale diverso dall'e-

scovi e arcivescovi, non di città, ma de- piscopale, colla figura del o Tati (/^^'.), T
gli stessi monasteri, come racconta il p. con coi si dipinge s. Antonio abbate, e
Girolamo Dandini nella sua missione a- nel piecedeule articolo lo dissi piuttosto
postolica al patriarca e maroniti del proptio degli abbati greci. Indi a p. 182
Monte Libano nell'anno i5^6. Vi so- spiega il vocabolo Croccia (ioi'se per noa
no, die* egli, due sorte di vescovi, alcuni confonderla colla veste usata da' cardi*
sono semplici abbati di monasteri, ne nali in conclave), CrossiaSy per pasto-
fuori di essi hanno la minima giurisdi- rale degli abbati. Narrai nel voi. XX,
zione, né anime commesse alla loro cura p. 84, che la chiesa abbaziale della ba-
e vigilanza pastorale. Non portavano essi dia secolare nullius di s. Lucia di Me*
segno, né abito alcuno da vescovo, ma lazzo in Sicilia, è decorata del titolo di
vestivanoda semplici monaci,esolamente cattedrale, abbate godendo l' uso de-
l*

cantando messa usavano la Mitra e il Pa- gli abiti e che più volte fu
vescovili,
stonale (P'.). Ad altri poi sono commesse insignito della dignità vescovile con ti-
chiese più grandi, e popolo più numero- tolo in partihus infidelium ; e nel voi.
£o,e vestivano con giubbaad uso del pae- LXXII, p. 5i , che Gregorio XVI nel
se, sopra di quella portando spaino di 1840 dichiarò l'abbate e primicerio del
panno paonazzo lungo sino a terra, ed capitolo della badia nullius di s. Mau-
un turbante grande e pesante di color ce- riziod'Agauno nella Svizzera, in perpe-
leste sul cappuccio. Ne'monasteri poi di tuo vescovo di Belllemme inpartibus.Gìì
Cbjaya e di s. Antonio, situati in uno abbati generali delle due congregazioni
stesso luogo, stavano in uno due nipoti de'monaci Mechi lanisti sono sempre arci-
del patriarca, l'uno de' quali arcivesco- vescovi in parlibus, cioè quello residente
vo e abbate del luogo, e suffraganeo nell'isola di s. Lazzaro di Venezia diSiu-
del medesimo patriarca, abitando nell'al- nia, e quello residente in Vienna di Ce-
tro tre fratelli arci vescovi. Quindi,conclu sarea , ed ambedue dimorano ne' loro
de il Sarnelli,si può credere venuto l'uso monasteri. Molte abbazie nullius diven-
de'pontificali negli abbati Religiosi^ed al- nero vescovati, e uno degli ultimi esem-
ili colla sola benedizione abbazìale, non pi è quello di Guastalla. Inoltre molte
colla consagrazione episcopale. Aggiunge abbazie nullius furono riunite a diversi
ritenersi che la mitra fu concessa prima vescovati, come di Nonantola nel 1820
del I ooo daSilvestro II all'abbate di s. Sa- al vescovo ora arcivescovo di Modena,
vinodi Piacenza,da s. Leone IXall'abbate dovendone portare il titolo d'abbate della
di S.Giustina di Padova, e da Urbano III medesima. Così fece Gregorio XVI colle

1091 a s.
nel Pietro abbate della Cava. bhhdine nullius della Sabina^óok di Farfa
Ma il medesimo Sarnelli, nelle Mewor/e che uni al cardinal vescovo suburbicario
de* vescovi e arcivescovi di Benevento di Sabina, e di s. Salvatore Maggiore ,

p. che nel concilio celebra-


86, riferisce : che unì al nuovo vescovato Poggio
di
to in quella città da Urbano 11, veden- Mirteto da lui istituito. Di più Grego-
do s. Pietro abbate della Cava col capo rio XVI, come dissi nel voi. LXXXVJ,
scoperto, secondo il suo costume, gli fe- p. i5o soppresse l'abbazia nullius
,
{\'\

ce porre sul capo una mitra, e che fu la S.Lorenzo in Campo nella diocesi di Per-
I.' mitra concessa agli abbati, citando gola, l'uni a quel vescovo, con parte del-
\ari scrittori. Quindi tale prerogativa fu le rendite per esso e pel seminario, colla
pur concessa ad altri 1 2 abbati de* mo- riserva del titolo d' abbazia semplice e
nasteri delia diocesi soggetta ali* arcive- conferita in amministrazione a'mouaci ci-
,

V BS VES i^j
slerclensi. 1 vescovi non ione pnnto Im- bolla di Gregorio XII f , cioè che siano
pediti nell'aulorità per l'esenzione de' re- applicati al continuo servizio di quel con-
golari.Quanlo al vescovo abbate perpe- vento o monastero, che abitino dentro
tuo o commendatario d'alcuna abbazia quel chiostro o ricinto,e che vivino sot-
dice il Sarnelli, t. 8, lett. i6, rappresenta to l'ubbidienza di quel superiore o pre-
due persone.Un vescovo che a vea in com- lato. La 2." specie é di quelli, li quali es-
menda un monastero esente, domandò al- sendo prelati come sopra di qualche chie-
la congregazione del concilio, se poteva sa o monastero esente , abbiano ancora
ordinare suoi sudditi per ragione del
i per privilegio apostolico, ovvero per an-
monastero, non ostante il cap. io della tica prescrizione la giurisdizione ecclesia-
sess. 2 3 del Tridentino, e n'ebbe in ri- stica e vescovile nel popolo e nel clero se-
sposta: Non posse, quìa ordinarci eos colare di qualche terra o castello, o altro
suhdltos tanquam Ahhas^non tanquam luogo abitato e situato dentro i confini
J'^piscopus. Il cardinal De Luca ragiona della diocesi del vescovo. La 3."" specie é
nel ca\i. 35: De' Prelati inferiori, li qua- di que'prelati, i quali abbiano la medesi-
li non siano vescovi, ma abbiano la giu- ma giurisdizione nel clero e nel popolo
risdizione ecclesiastica vescovile, o qua- secolare di qualche terra o castello, o luo-
si. Olive i vescovi vi sono degli altri Pre- go abitato, uno o più, li quali non siano
lati (^.), i quali non sono costituiti nel- situati in alcuna diocesi, sicché si dicano
l'ordine e nella dignità vescovile, ma a di niun territorio , che però se gli dà il

somiglianza cJe'vescovi hanno la giurisdi- nome di Nullius, come separato da ogni


zione e la podestà ecclesiastica e spiritua- vescovato. Quelli della i.^ specie hanno
le, maggiore o minore secondo la diversa la giurisdizione limitala alle persone, che
loro qualità. Sono questi prelati di 3 spe- però se pel bene della chiesa o monaste-
cie. Una è quella che ha la giurisdizione ri- ro, per quanto importa il suo recinto,
stretta a certe persone esenti e privilegiate, si dice il territorio di quel prelato. Non-
servono a qualche chiesa, ovvero
le quali dimeno ciò si dice per un certo modo di
che vivono in qualche luogo, ma senza il parlare improprio; che però se altre per-
territorio e senza la giurisdizionesul popo- sone del clero e del popolo secolare , o
lo e sul clero secolare. E questi sonoi pre- regolare di diverso ordine religioso, den-
lati o le prime dignità d'alcune chiese col- tro quel luogo commettessero de'delitti,
legiate esenti, la giurisdizione de'quali è non perciò questo prelato ne sarà giudice
ristretta a'canonici e cherici, e altri ser- competente, nemmeno con questi potrà
venti di quella chiesa, benché vivano al- esercitare la cura, o la giurisdizione par-
l'uso del popolo secolare sparsi per le rocchiale, eccettuato quando si tratti di
città e pe'luoghi abitati delle diocesi, sic- qualche spedale pegl'infermi in quel che
ché la giurisdizione sia nelle persone per riguarda le funzioni per essi infermi, o
causa della chiesa, al servizio della quale pe'nìorti i quali ivi e non fuori si seppel-
siano ascritti, come sono alcuni priori o liscono quando vi assiste il privilegio ov-
decani o prime dignità d'alcune chiese vero l'antica consuetudine. Però anche a
collegiate secolari nelle città e ler?e. Ed rispetto delle persone, in molti casi la
ancora questa specie sono gli abbati o
di loro giurisdizione é limitala, e subentra
priori, e guardiani o preposti de* mona- quella del vescovo. Di maggior ampiezza
steri e de'conventi regolari , li quali han- è la giurisdizione di quelli della 2.^ spe-
no la piena giurisdizione ecclesiastica coi cie, attesoché sebbene propriamente in
religiosi professi di (juel monastero o con- questi non dà il vero territorio, per
si

Tenlo,ed anche con que'regolari serventi la ragione che non ponno essere due pre-
ne'quali si verifichino i 3 requisiti della lati d' un medesimo territorio; nondi-
i56 VES VES
meno si dà una specie di territorio im- ni che lo riguardano). Quest'ultima spe-
proprio o subalterno, in quel modo che a cie però di prelati non par degna di mol-
rispetto delia curasagramentale si dà nel ta lode, perchè forse contro il sentimen-
parroco, sicché abbia i suoi confini. An- to del concilio fu loro concessa quest'am-
ticamente, avanti il concilio di Trento, pia giurisdizione, anco con qualche van-
quando per questi preiati si giustificava taggio più che a'vescovi, cioè che per la
il loro titolo, secondo la forma della co- comune e più frequente pratica non sia-
stituzione di Bonifacio Vili aveano la
, no sottoposti al metropolitano, ma siano
cognizione di tutte le cause sì civdi, co- immediatamente soggetti alla s. Sede.

me criminali e miste, e cosi spirituali, co- Poiché slima cosa impropria che nella
si

me profane, appunto come l'ha vescovo, il creazione d'un vescovosi desiderino tanti
ogni volta chele circostanze del fatto non requisiti, soggiaccia al processo, a'giura-
persuadessero il contrario, cioè che il ti- menti,ealla triennale visita de' Liniina
tolo ovvero il possesso fosse in un genere Aposlolorum debba dar conto del suo
di cause, e che nell* altro la giurisdizione governo mediante la relazione dello sta-
spettasse al vescovo. Ma il detto concilio to del vescovato (ma trovo che gli abbati
tolse la parte più nobile e la più sostan- nuUius regolari, nelle proposizioni con-
ziale di questa giurisdizione, cioè la co- cistoriali, debbono avere diversi requisi-
gnizione delle cause criminali e delle ma- ti, sottostare al processo , fare la profes-
trimoniali, e anche tutto quello che ri- sione di fede nelle mani del nunzio o al-
guarda la collazione degli ordini, e la cu- tro prelato processante,essere dottore ec).
ra dell'anime circa l'approvazione de'con- All'incontroun semplice chierico o prete
fessori e quella de'predicatori , ed altre un semplice religioso dell* or-
secolare, o
cose, per cui questa giurisdizione si è ri- dine monastico, ovvero mendicante,
dotta di poca considerazione. E final- oppure un cavaliere di Malta o d'altra re-
mente circa la 3.' specie di que'prelali,i ligione militare, e professore deirarmi,aQ-
quali abbiano materialmente e di fatto zi un uomo di spada e cappa, senza tan-
il territorio separato da ogni diocesi, che te solennità, e senza sapersi quali abilità
^evò Sì dica Nili lìiis j in poche parole abbia, e di che vita sia, debba per ap-
basta il dire, che eccettuatane la flicollk punto avere l'istessa autorità e giurisdi-
di esercitarci pontificali per sé stesso per zione, senza riconoscere verun superiore.
difetto dell'ordine vescovile, colla facoltà Aggiunge il De Luca, in siffatti luoghi si

però di farli esercitare per altri vescovi stimala disciplina rilassata e perciò in ItJ-

a loro arbitrio; per niente differiscono liain qualcheluogosi diceva, TerracVA'


da'vescovi nell'universalità della giurisdi- bate. Per cui il dotto scrittore lamentan-

zione, e nella podestà non solamente or- do anche altrove le prelature inferiori
dinaria, ma anche delegata dal concilio moltiplicate con territorio separato, det-
e dalle costituzioni apostoliche co' sud- te nulliuSy osserva che la s. Sede, quando
detti prelati inferiori della i.** e della 2/ nel luogo concorrono i requisiti congrui
specie, li quali fossero dentro il loro terri- e necessari per la cattedralità, ve la eri-
torio, fuori di que' casi li quali non fos- ge, dando a quel popolo vescovo come il

sero particolarmente eccettuati e com- più canonico pastore anime. Egli é


dell'

messi al vescovo più vicino ; come per e- per tultociò, che molte abbazie e mona-
sempio è quello dell'immunità ecclesia- steri nullius dioecesis finirono col con-
stica locale, anche in alcuni luoghi se- , vertirsi in vescovati. Ma di tale specie di
condo la diversa osservanza e la materia prelati, per gli avvenimenti clamorosi del
della collazione degli Ordini sagri(ìA\\.vQ declinar del secolo passato e de'principii
articolo a questo connesso, per le uoziu- del corrente, assai se u'è ristretto il nu-
VES VES i57
mero. Vi è ancora un*allra specie di pre- di detto Papa, e dell'uso 'òe'Pontificalif
lati, li quali hanno ia giurisdizione in riparlerò nel § VII di Vescovo. Intanto
alcune persone, e in qualur^iue parie di dirò, che degli abbati mitrati, o abbati
popolo in diocesi aliena, con la pienezza secolari o arcipreti ec. mitrati e loro pre-
della giurisdizione anche ne' pontificali, rogative, dillusj» mente ne tratta il Gar-
e nella cura spirituale e parrocchiale, per- dellini nella collezione, continuata, de*
chè sono costituiti neir ordine vescovile; Decreta authentica congregationis s. Ri-
come per esentjpio era l'arcivescovo di iiium, nella quale si scioglie pure ogni
Nazareth^ il quale risiedeva in Darlelta dubbio. I decreti poi generali che riguar-
diocesi di Traili^ il vescovo di Fiesole in dano i prelati vescovo, per
inferiori al
una chiesa con un certo recinto dentro furono emanati dal
l'uso de' pontificali,
)a città di Firenze, e il protettore della memorato Alessandro VII 3*27 setteoi-
s. Casa di Loreto (in questo e ne'due al- bre 1659, e quindi confermati da Bene-
tri indicali articoli narrai le variazioni dettoXIV, colla costituzione In throno
avvenute), e forse altri simili, casi però justidae, de' 27 febbraio 1752. Nella
singolari da non formare regola. Anche stessa collezione de' Decreta authenti-
in R o m a V so n o Titoli Cardin alizi(f^.)j
i i ca, t. 7, p. 123, è riportata ancora la co-
li quali per un modo di parlare si dico- stituzione di Pio VII, Decet Ronianos
no tante diocesi, ed cardinali in essi so- i Po// ^/"/zce^, sull'oggetto medesimo. Però a
no come tanti vescovi ; però secondo la rispetto di quelli particolarmente della i
.*

dichiarazione di Gregorio XllI, questi so- specie, che per lo piti sono abbati delle
no prelati della 2." ovvero della i.\ più congregazioni benedettine, ed altri simi-

che della 3.' specie, sicché vi entri la giu- li, la prerogativa già a tempo del De Lu-
risdizione delegata del vescovo, il quale ca era stata molto ristretta , laonde non
in Roma viene rappresentato dal cardi- ponno celebrare i pontificali se non in
nal F icario di Roma [l^.).k molti di que- certe solennità dell'anno, ed anche in que-
sti prelati, ossiano della i/, o della 2/, o ste, purché non vi sia presente il vescovo
della 3/ specie, pe' privilegi apostolici si diocesano. Di altro riguardante le mate-
concede l'uso de' pontificali, cioè Mitra e rie in discorso, il De Luca tiene proposi-
Bacolo (o Pastorale^ nel quale orticolo to nel decorso dell'opera di cui mi giovo,
dissi gli AbbaliusiBxAo però con velo pen- // F escovo pratico sopra le cose spet-^

dente, a distinzione di quello de'vescovi),e tanti al buon governo delle chiese , ed


del 2"ro/2o(^'.)elevalo, volgormentechia- alV ufficio de' vescovi e degli altri prelati
malo semplicemente ancheBaldacchino^ ecclesiastici. Trovo opportuno far paro-
si nomina il tut-
perchè talvolta dalla parte la delle principali. I prelati inferiori ia
preminenze vescovili, ripetu-
to, e altre causa di violata immunità non s'ingeri-
tamente nominate e illustrale a'ioro luo- scono, poiché per la bolla diGregorioXI V,
ghi, come ne' citati, massime nel penul- il vescovo come delegato apostolico noa
timo, per avervi riparlato del decreto di solamente è giudice competente e supe-
Alessandro VII, che prescrisse agli abba- riore degli esenti, che vivono dentro la
ti il modo di celebrare pontificalmente. sua diocesi, ma anco di quelli che stanno
1 silvestrini hanno il privilegio di tenere io territorio separato , colla qualità di
nella loro chiesa di Monte Fano sempre nullius sotto il proprio prelato, il quale
eretto il trono abbaziale con baldacchi- abbia la giurisdizione vescovile, eziandio
no, ad uso delle cattedrali. Vedasi Seba- delegata in ragione di vero ordinario del
stiano Fabrini,Cronaca della congrega- luogo , essendo questa materia special-
zione de" monaci silvestrini dell' ordine mente propria de' vescovi, laonde non vi
dis. Benedetto^ R.omai7o6. Del decreto s'ingeriscono i prelati inferiori. iSel cap.
i5B VES VES
j 5, n. 19 discorre: De preiati inferiori lati inferiori lale podestà, solo conservan-
non crvrov'/, seponno dare la Tonsura e dola agli abbati regolari co' propri sud-
f^li Ordini viinori (F.). Pe'ptelali nul' diti professi, e non co'novizi o oblati, ri-

secolari o regolari, rammelte; il con-


////i-, chiedendosi il vero slato regolare. Dipoi
cilio di Trento però, avendo diminuito alcuni Papi concessero a diversi abbati re-
gli amplissimi privilegi degli altri. Tut- golari di conferire gli ordini minori a'Ioro
lavolta in pratica non tutti esercitano ta- diocesani. I prelati inferiori ponno visitare
le facoltà, giacché altri concedono Je Di- le loro chiesCjbenchè già visitate dal vesco-
rnissorit [V.) a' loro sudditi acciò siano vo diocesano. I prelati inferiori esenti, se
ordinati dal vescovo viciniore, il quale è hanno 1* amministrazione parrocchiale,
una specie di vescovo proprio a questo devono intervenire al sinodo diocesano,
effetto.Se però tali prelati ponno aduna- se non hanno potere di celebrare il sino-
re il Sinodo e deputare gli esaminatori do e non lo adunano. prelati nidlius in-
I

sinodali, e che quali veri ordinari fac- tervengono pure al sinodo provinciale
ciano il concorso alle parrocchie, che so- triennale della loro provincia ,
tranne
no esercizi di podestà maggiore, mollo quando i privilegi e la consuetudine noa
più dovranno aver l' altra eh' è minore, dispongono diversamente; benché ordi-
sepure la congregazione del concilio non nariamente non riconoscono il metropo-
voglia moderarla, con ingiungere l'ordi- litano. Gli abbati ««///a? ancora s'intito-
nazione doversi fare dal vescovo più vi- ìano'.JY.N, Dei et /ipostolicaeSedis gra-
cino. Quanto alla podestà de* prelati in- tta Jbhas etc. Le abbazie e i monasteri
feriori di conferir loro i sagri ordini, ben- concistoriali sono i descritti ne'libri del-
ché mdii'us non l'hanno, perché ial col- la Camera apostolica, colla Tassa&ào'
lazione é un effetto principalmente del- gni nuovo prelato, oltre i vescovati e gli
l'ordine pontifìcalee della consagiazione. arcivescovati. Dissi nel voi. XX, p. 83 e
Prima del concilio di Trento, per dispo- 84, essere di 3 sorte le abbazie ed imo-
sizione de'canorjiji prelati abbati, sacer- nasteri, cioè abbazie o monasteri nnUius
doti e benedetti (la benedizione essendo concistoriali, che si propongono in con-
conferuia non pare necessaria; bastare il cistoro'; abbazia concistoriale ; ed abba-
sacerdozio, e la giurisdizione e anunini- zia titolare semplice senza giurisdizione
slrazioiie legittima), l'avevano per la i
.*''
straordinaria : quanto le riguarda l* ac-
tonsura e pe* 4 ordini nunori co' propri cennai nel luogo citato. Nel voi. XY,p.
sudditi, e con quelli degli altri per com- p.222, 224, 246 e 247, notai comesi
missione e licenza de'Ioro vescovi, o al- propongono in concistoro previo l'ante-
tro prelato che in ciò ne avesse autorità. riore processo, con interrogatorii agli e-
E' per alcuni questione se ponno altret- lettiminori di quelli de'vescovi, la con-
tanto i prelati nidlius di giurisdizione or- gregazione concistoriale riconoscendo la
dinaria, con diverso litolodenominati ^r- canonica elezione del capitolo, e talvolta
cipreti, arcidiaconi^ priori, preposti e si- le annullò, tale altra elesse il Papa, che
mili, che concedono le lettere dunissoria- deve confermare gli eletti o i nominati,
li; ma il De Luca considerando che la come fa di quelle di libera collazione del-
podestà é un effetto della giurisdizione e la s. Sede. L'abbazie inpartibus non più
non non vi trova dillerenza
dell'ordine, si conferiscono, e ne farò parola a Ve-
cogli altri prelati, massime per la ." ton- i scovi m PARTiBUs. Con proposizioni con-
sura in cui non si usa rito ecclesiastico cistoriali stampate, si preconizzano in
solenne: non è funzione pontificale, piut- concistoro l'abbazie e monasteii nullius:
tosto giurisdizionale. Ma il Tridentino ne riportai un esempio a p. 224. Riferii
tolse agli abbati ed a tulli gli altri pre- iuollre nelle citate pagine, che aulica luea •
-

VES VHS i5g


te i cardinali proponevano in un conci- di Ri vi poi Io di Tarragona (J".): s. Cu-
storo anche le abbazie e monasteri //«/- cufato di Barcellona j s. Vittoriano di
li preconizzavano. Ora
//«v, e nel seguente Barhaslro^F.y De'regni di Napoli, Si-
in un solo cuncisturo li preconizza il Pa- cilia^Gerniania^Sardegna e Torino ( ^.),
pa, quando non li conferisce in commen- alcuni sono di elezione de'capitoli, altri
da, come quelle di Sitbiaco e delle Tre di nomina sovrana. Tutti gli accennati
Fontane [r.). ^'ella provincia di Filerbo monasteri e abbazie nullius furono gii
( padronato de' P^w/)/»7y, è l'ab-
V.), e di ullimi preconizzati in concistoro, e quel-
bazia millius di s. Martino secolare, con lo di Einsidien lo fu in quello de* 26 lu-
collegiata dedicata a Dio sotto l' invoca glio 1846. Altre abbazie o monasteri
rione di s. Martino, ornala di privilegi nullius^ olire a'iuoghi loro, come quella
dall'istitutore Innocenzo X, anche per le di s. Martino d.' Ungheria (^.), li ripor-
provviste de'benefìzi e le dispense ma- tai, insieme a quelli che furono soppressi,
trimoniali. Nella Gomarca di Roma l^ab- nel voi. XLVI, p. 78 e seg., cioè di Fran-
bale benedettino della patriarcale Cliie- cia, Spagna, Germania, Belgio, Svizzera,
.sa di s. Paolo fuori delle mura (^.), ha Polonia, Sicilia, Napoli (per l'abbazia di
la sua diocesi nidlius con vicario genera- s. Lucia di Melazzo, il cui abbate Paolo
le, formata de'paesi di JNazzano, Givilel* Mondin di Messina, colla ritenzione del-
la e Leprignano, descritti nel voi. L Vili, la badia, nel 1 852 fufallo vacovoinpar'
p. 12 1, 122 e 124- Benedetto Xlll gli tibus di Miriofid», e di essa parlai anche
concesse l'uso della mitra e del pastora- ne'vol. IV, p. io5, XV, p. 245, XX, p.
le, e gli ollri vestimenti pontificali; e di 84 : quella della ss. Trinila della Cava
potere esercitare in detti luoghi la giu- divennevescovalo; equella di Monte Gas-
risdizione vescovile, non che di raduna- sino nel 1834 venne unita al vescovato di
re in essi il sinodo e di deputare in questo s.^i^rcoy celebre è quella di Monte Fer-
esaminatori, e in concorso conferire chie- gine), Sardegna (eziandio ne'vol. XX, p.
se parrocchiali e altri benefìzi; di conce- 84, XLVI,
84), Venezia, in cui esiste
p.
dere le lettere dimissoriali a'suoi suddi- quella nullius di s. Maria della Miseri-
ti, e di potere ricevere, in uno al vicario cordia, descritta nel vol.XCIl,p. 77. Pio
generale da lui deputalo, le lettere apo- VII neli8i7Concesseall'imperaloreFran-
stoliche, anche per le dispense matrimo- cesco I ed a* suoi successori la nomina
niali. Tanto l'abbazia dis. Martino, quan- de'monasleri e abbazie degli stati vene-
to quella di s. Paolo, non si preconizza- ti. L'abbazia nullius d'Asolo, nella Marca

no nel concistoro. Le abbazie e mona- Trevigiana e nella diocesi di Treviso, resa


steri nidlius che si preconizzano in con- di maggiore rinomanza pel soggiorno ma-
cistoro essendosi ridotti a pochi, ciò ha gnifico di Caterina Cornaro regina di Ci-
luogo di rado. Quelli superstiti ed esi- pro, di cui parlai nel vol.XGll,p. 2 5o,fu
stenti sono i seguenti. Nella Svìzzera, ì soppressa con bolla deli.** maggio 1818
cui abbati sono eletti da'capitoli:s. Mau- da Pio VII, De salute dominici gregis,
d'JgaiinOf e ne riparlai nel volume
rizio presso il Bull. Rom. cont.y t. i5, p. 36;

LXXl 1, p. 5 1 , nel cantone del Basso Val- aveva la cattedrale abbaziale sotto l' in-
lese: della Madonna dell'Eremo d'Einsi- vocazione di s. Andrea apostolo posta nel-
dlen, nel cantone di Svitlo, della quale nel la città, l'abbazia avendo il titolo della
voi. LXXII, p. 77 e 8 B. Vergine Ma-
I : B. Vergine Assunta e di s. Pietro apo-
ria di Maristella, in Wetlingen nel can- stolo, conio parrocchie. Il Papa ne con-
tone d' Argovia, di cui nel voi. LXXII, cesse il titolo al vescovo d' Adria, lasciò

p. 85. Nella Spagna, i cui abbati sono di alla città la parrocchia dis. Andrea, eie
nomina o presentazione regia: s. Maria altre
9 parrocchie le unì, 7 al vescova-
i6o VHS V ES
to di Mnntova e 2 a quello di Brescia. loro aulorìlà.Tali fra gli altri furono 1 «e-
Fu Innocenzo XII I che con moto-pro- guenti.iS'/f'/Ì7/2o/A detto.V,elelto nel i oSy
prio cle'3 agosto 1722 concesse all'arci- era cardinale abbate di Monte Cassino,\'A
piele e abbate della secolare e insigne qual dignità non solamente 1' avea rite-
collegiata d'Asolo nuìLius^ la giurisdizio- nuta nel cardinalato, ma divenuto Papa
ne quasi vescovile nel paese e in altri luo- a'2 agosto, passando nell'abbazia a'3o no-
ghi e terre soggette alla sua giurisdizio- vembre vi approvò l'elezione fatta di De-
ne, con l'indulto di potere usare la mitra siderio in abbate della medesima, ma tut-
e il pastorale per sé e suoi successori in tavia volle egli ritenere la carica, essen-
perpetuo, di radunare il sinodo, ed in es- do ad un tempo Papa e abbate cassine-
so deputare esaminatori, di conferire be- 8€, e che soltanto dopo la sua morte De-
nefizi e parrocchie, di concedere lettere siderio l'amministrasse, la qualeavvenne
dimissoriali anche per lutti gli ordini sa- a'29 marzo io58. Desiderio ch'era stato
gri a'suoi sudditi, di dare esecuzione alle promosso al cardinalato dal defunto, di-
lettere apostoliche, tanto sopra le prov- venuto abbate di Monte Cassino, quan-
viste di benefizi, chesopra le dispense ma- do nel 1086 fu costretto ad accellare il

trimoniali. U Archimandrita di Messi- pontificalo, col nome di Fittore III, ri-

na, prelato nulliiis , dopo protonotari


i tenne l'abbazia, ne volle che si creasse
apostolici ha luogo nella Cappella Pon- nuovo abbate finché onde OJo-
vivesse,
tificia (f^.J: ve l'hanno pure gli abbati rico de Sangro, poi cardinale, ebbe solo
generali degli ordini monastici descritti la carica di priore della badia. IMorlo Vit-
nelle Notizie di Roma ^ cioè riportali nel- tore 16 settembre 1087 inìNlonleCas-
III a'

l'articolo Vesti, § IV, periodo 2.° L'arci- sino, fu sepolto nel capitolo del monaste-
prete di Bassano tu distinto dal Papa Pio ro e poi trasferito nella basilica. Clemen-
IX, in uno a'suoi successori, del titolo te XÌ, assunto al pontificato nel i 700, ri-

di Abbate Mitrato, con ut in functioni- tenne per alcuni anni la commenda del-
bus ejusdeni archipresbyleralis Eoe le' l'abbazie di Casaraari nella diocesi di /^e*
siae, et succursalium omnia et singnla s. Domenico di Sora, lascian-
/o//, e di
ornamenta, sive insignia gestare possiti dovimemorie di sua munificenza. Pio
quibus Abhates vulgo Mithrali utuntur. /^/quando nel 1770 fu eletto Papa, si
Ma però non è esente, essendo Bassano conservò la badia che prima avea di Su-
la prima chiesa della diocesi di Vicen- biacOy ne rifabbricò e consagrò la catte-
za, che abbia così decorato il suo ar- drale, e la ritenne sino 311799 epoca di
ciprete. Del processo che si fa agli ab- sua morte, governandola co' suoi vicari
bati nullius dall' Uditore del Papa generali, usando il sigillo colle parole:
(^.), di loro preconizzazione in conci- Plus VI OrdinariusSublacensis.W re-
storo, della Profissione di fede (F.) gnante Papa Pio IX A 5 maggio 1847 **
e giuramento di ubbidienza e fedeltà al- riservò la vacata badia di Subiaco, ne as-
ia Sede e al Papa, della visita a' Limi'
s. sunse il particolare governo e se ne di-
Ita Apostolorum, e della relazione di lo- chiarò ordinario; ne prese indi il perso-
ro chiese da sollomettersi al Papa, ripàr- nale possesso, deputando a vicario gene-
io nel § 111, massime verso il fine dell'ar- rale dell'abbazia un arcivescovo in par»
ticolo Vescovo. Comede* vescovati, anche tibus. Dopo averla beneficata, nel i853
dell'abbazie talvolta Papi,che prima del- i sidimise dal governo della badia, e ne
l'assunzione al pontificato n'erano abba- conferì la commenda in perpetuo a un
ti, ad esso sublimati , le ritennero noQ , cardinale, com'è solilo. Va notato, che
essendo propriamente coslretti a spogliar- alcuni cardinali Protettori (F.) di mona-
sene, ovvero ciò fecero nella pienezza di steri e altri luoghi pii, sono pure ordina-
V ES VES iCw
ri (le* racdesiml, come Io sono ì cardinali gè n^\V\5 ^^t\\'\, Italia sacra, {. 7,p. 700:
arcipreti delle patriarcali basiliche di Ro- Conversa ni seu Cupersanì Episcopi. San-
ma, con Tuso de'pontificali: del loro Tri- rtimonialiuni nwnasteria tria, quorum
bunale di Roma ho già parlato in quel- unum vetusti ssinium sub divi Benedicti
l'articolo, insieme a quelli di altri pre- titulo a s. Mauro ejusdem Benedicti di-
lati e cardinali di giurisdizione locale. Si scipulo in monachorum usum constru-
ponno vedere del vallombrosano Ascanio clunifìiuncmonialium ordinis cistercien-
Tamburini, De jure Ahbatum,et Prae- siSf apostolicae Scdis immediate subje-
laloruni, Abhatissarnm, et Monialìiimj ctum, multis opibus^ ac magnis privile-
nec non Praelaloruni Epìscopis inferìo' giis celeberrimnm, cuifere in tota Italia
riim^ Lugduni 1 656: De jure Abbatissa- aliud simile non reperiatur, adeoque a
rum et Momaliwn , siue praxìs guber- jurisdictione Episcopi Cupersani ordi-
nandi Aloniales, Lugduni 1668. L. Da narli exempluni,ut Abbatissa^quae usuni
Ponte, Specchio del vescovo e del pre- b acuii abbatialis habet in eode.m mona-
lato, Pioma 69 r. Vitali, Idea del Supe-
1 sterio, ac in oppido Castellanae suae
riore, Roma
846. Quanto nWeÀhbades-
1 dìoecesisjurisdictionem quasi episcopa-
sCy Priore e Superiore, à& Monasteri del- lem per suos Vicarios in clericis et lai-
le Canonichesse e deWe Religiose, ed al- cis, tani in spiritualibus, quam in teni-
tre Vergini^ non che delle Regalie da lo- poralibus exerceat, ac beneficia omnia
ro godute, in tali articoli ne ragionai. Al- conferai: est enim hoc coe.nobium regni
cune goderono singolari privilegi e giu- Ncapolitani maximum ornamenlum^re-
risdizioni, come dell'ordine del ss. Salva- gularis disciplinae nobiliumque sacra-
tore e di Font-Evraull (P^.), le cui abba- rum virginum seminarium, cuj'us memi-
desse sovrastavano a'monaci; l'abbadessa nit Lambertìnus , tract. De JurepairO'
di Praga coronava la Regfna{F.) di Boe- natus in 5, art. 5, de quo infra laiiits a-
mia; le Certosine (/^.) hanno l'uso della genius. Adunque dirò di questa abbazia
stola e del manipolo^ cantano l'Epistola millius,c[ie sino al declinar del secolo pas-
e V Evangelo, e con indumentitali sagri sato e principio del corrente, l'abbadessa
sono sepolte. Diverse badesse usano V A- di s. Benedetto di Conversano, nel regno
nello dell' abbadesse e il Pastorale^ fu- di Napoli, dall'annalista Baronio chiama-
rono chiamate Pastore e Prelate, sono in ta Monstruni Apulìae^ per antico privi-
dignità e alcune hanno giurisdizione, co- legio, pel suo vicario, conferiva gli ordi-
sì alcune preposile e priore. Il Nardi, De' ni minori, e riceveva al baciamano ve-
Parrochi, dice che usano il pastorale in stita diguanto preti di Castellana, feu-
i

Segno di comando, e che non vi è diiTi- do del suo monastero, di cui chiamavasi
collà che le monache, monasteri e l'ab- i regina, mentre in una mensa accanto te-
badessa, possano avere giurisdizione spiri- neva la mitra e il pastorale. L'ultima ad
tuale, che non abbisogni d'ordine; altri- esercitarla fu Aurora Accolti-Gil della no-
menti si servono di vicari e persone ido- bile famiglia di tal città, deiivata dal ra-
nee citando il Pichler, Jus Canonicus,
, mo d'Arezzo non più esistente. Non riu-
decis. ex. Certamente poi molli monaste- scirà quindi superfluo darne un cenno,
monache hanno cura abituale, e no-
ri di sul molto che potrei dire, poiché oltre altri
minano de'parrochì, o vicari amovibili, i documenti, ho le seguenti stampe, gli uni
quali pel monastero esercitano la cura at- e le altre standomi davanti. RmJ" P, D.
tuale. Tutlociò provenne loro da' vesco- De Vais decano (degli Uditorìdì Rota).
vi, da'concilii, da'Papi. Della ceremonia Nullius provinciae Baren jurisdictionis
dello Sposalizio del nuovo vescovo col- super territorio separato. Pro ven. mo-
le badesse, parlai in quell'arlicolo. Si leg- na sterio s. Benedicti ordinis cistcrcicn-
VOI. xcv. i I
iG2 VES VES
Conversani. Conlra III. et
sis in civitate bate Pietro il Vico Castellano, oggi terra |

Rev. Episcopum Conversanum^ ejusque di Castellana,con tutte le perlinen?e,cbie-


Jxev. D. promotorem Jìscalem. Reslri- se e territorii contigui nelle vicinanze di
ctus Bespomionis facti et juris^ Komae s. Procopio; e nel 1096 donò inoltre al mo-
ex lypogiaphia Rev. Cam. Aposlolicae nastero 6 fosse del Canale delle Pile. Po-
I ySo. lìistrello della scrittura intitola- scia, colla conferma de' privilegi, venne
tdyDifesa della regia prelatura NulUus commendato nel seguente secolo dal re
del real monastero di s. Benedetto di Tancredi a Nicola vescovo di Dulcigno,
Conversano, sul capitolo e clero della sotto il quale si fini di dilapidarlo, onde
terra di Castellana, nella real camera ne fuggì. Federico II imperatore e re di
di s. Chiara. Disseriazione storico-di- Sicilia, nel 1222 ricevè sotto la sua pro-
plomaticadeW avvocato napoletano Ba- lezione il monastero co'beni, l'abbate e i

silio Palmieri, intorno al regio padro- monaci. Avendo questi seguitole parti del
nato che si appartiene al Re nostro si- suo bastardo Manfredi, poi monaci ab- i

gnore sul monastero di s. Benedetto di bandonarono il monaslero. Prima l'abba-


Conversano e su di altre chiese del re- te s'intitolava rfg/o sotto normanni, edo- i

gno. Conira la Scrittura di un Anoni- po Federico 11 avea preso il Ì\lo\od'abba'


mo intitolata: Difesa della natia liber- te imperiale^ cioè: N. DeietRegia gratia
tà del ven. monastero di s. Benedetto di Ahhas: N. Dei et Iinperialis gratia Ah-
Conversano, Napoli 1 761. Difesa di di' Las. Intanto Damela Paleoioga del san-
rittidella regia prelatura NulUus del gue imperiale di Costantinopoli, fuggen-
real monastero di s. Benedetto di Con- do le vessazioni de' greci scismatici, con
versano sul capitolo e clero della terra alcune monache sue compagne, benedet-
di Castellana, nella real camera di s. tine cistcrciensi cacciale dal monastero
,

Chiara Napoli 1 777,


, uel la stamperia Si- di Maria di Verge della città di Mo-
s.

ujoniona. Raccolta di consulte, reali di- done e di Romania, approdò in Brindisi


spacci ^ ed altri documenti relativi al e ricercò asilo al cardinal Ridolfo Capra-
real monastero dis. Benedetto di Con- rio Chevriers, vescovo d'Albano, che ivi
versano. IE4' perlantodasapeisijclie il real dimorava quale legato apostolico di Cle-
monastero di s. Benedello di Conversa- mente IV nel 1265. Per volere del Papa,
no sì vuole fondato fino dal V secolo da nel 1266 fucila mandala colle sue com-
s. Mauro discepolo di s. Benedello. Fu pagne a Bartolomeo vescovo di Poligna-
abitalo pel corso de'secoli barbari fino al- no, ordinando che fosse slata posta in pos-
la metà del secolo XllI da'nionaci bene- sesso di questo monaslero (pare che ne f 1-
dettini: s. Leone 111 neil'BiSe Pasquale cesse premure anco l'imperatore greco).
li neh
IO a favore del monastero ema-
I Tutti i beni dunque del medesimo e tut-
narono diplomi prodotti dall'Ughelli a
i te le prerogative abbaziali, colla giurisdi-
p. 702 e 708. A cagione delle molle ca- zione sul clero della terra di Caslelfena,
lamità avvenute in detti secoli infelici, e passarono alla badessa Damela. Il diploma
specialmente per lelerribili incursioni de' del cardinal legato tulio confermò con al-
saraceni, e pe'guasli recali da* greci sci- tro Gregorio X, ambedue riferiti duH'U-
smalici alla Puglia, fu ridotto in tale mi- ghelli a p. 706, con altri, come del ge-
serabile condizione,clienon eravi più quel nerale de'cislerciensi e dell'arcivescovo di
numero de'monaci voluto da'canoni per Taranto. Di tempo in tempo il monaste-
eleggersi V abbale. Nel io85
da Gof- fu ro ottenne regi privilegi da Carlo I, Ro-
fredo normanno, dinasta o conte di Cen- berto, Giovanna 1, Lodovico I d'Angiò,
ter sano,fai se riedificalojquindi certamen- dalla reginaMaria lulrice di Lodovico li,
te egli nel 1 087 offri in libero dono all'ab- e da Ladislao, ed anche dall'imperatore
VES V ES iG3
greco. Altri Papi ne confermarono l'esen- vilegì, reintegrando il vescovo di Conver-
zione e gli allri privilegi, come Sislo IV, sano della giurisdizione spiritual e sul cle-
Innocenzo Vili, Giulio II, Paolo IV, s. ro e popolo di Castellana, colla podestà
Pio V con bolla pubblicala ilall'Ughelli ordinaria cui in origine gli apparteneva;

a p. 710, Gregorio XIII, ec. Da Dame- ilche canonicamente confermò poi Pio
ta in poi viilesi 1* abbadessa, subentrata VII nel 18 18, colla bolla De utiliori. DeX-
nelle prerogative nullius de' monaci be- la fondazione e privilegi del monastero
nedetlii»!, per concessione di Cleraente IV, scrissero diversi, e Paolo Antonio Tarsia
ricevere con vescovili insegne , dopo la neW Hi storine Cupersancn, presso Mu-
sua elezione, l'ubbidienza del clero di Ca- ratori Rerum Italicaruni Scriplores.
,

stellana, tenere il suo vicario in Conver- Quando man nel 1809 la suddetta Au-
sano in Aedibus clivi Benedicti, e il vi- rora, ultima badessa che esercitò la giu-
cario foraneo in Castellana, fare le visite risdizione, siccome la soppressione di essa
in quella terra, tenere le carceri sotto del era stata falla dalla podestà laica, come
suo monastero, conferire benefizi eccle- illegittima, le furono celebrate esequie
siastici, ed esercitare in somma la pode- prelatizie. Composto il cadavere in una
stà di giurisdizione in quel luogo per mez- ricca bara, avendo la mitra, il pastorale,
zo del suo vicario. Questo era forestiere, la cocolla, i guanti, l'anello e i sandali, fu
ed approvava i parrocbi ed i confessori trasportato dalle sue camere alla porta
a mezzo de"li
o esaminatori sinodali della del chiostro^ da 4 converse anziane, al-
badessa. Si vide pure indipendente dal- trettante monache seniori sostenendo i
l'ordinario vescovo di Conversano, per es- fiocchi della coltre. Ivi tutte le monache
sere il monastero immediatamente sog- circondarono la bara , e resero 1' ultima
getto alla s. Sede. Varie e ripetute furo- ubbidienza alla defunta con baciarle la
no l'intraprese de'vescovi contro di esso, mano; le educande baciarono il ginoc-
ed ancbe del capitolo di Castellana; ma chio, le converse il piede. Indi consegna-
alla fine cessarono quando dopo il lySi to il cadavere al capitolo della collegiata
\enne dimostrato padronato, ed
di regio diCastellana,che lo attendeva fuori della
era perciò governato da un vescovo re- clausura, tutte le monache si ritirarono.
gio delegato, in que* punti soltanto che Allora il clero di Castellana rese anch'es-
riguardano la podestà dell'ordine, di cui so l'ubbidienza alla defunta badessa, ba-
era incapace la badessa per difetto del ses- ciandole la mano, e solennemente la tra-

so. Questa insigne prelatura era unica sportò nella chiesa del monastero, ove
nell'Europa, ed il concilio di Trento non fu collocata sopra magnifico catafalco, la
fece disposizioni in contrario, ne il vesco- cui parte culminante toccava la volta del-
vo di Conversano Romolo de Valentibus la cupola. Celebrata dall'arcidiacono la
che v'intervenne, vi fece alcun reclamo. messa funebre, i 4 vescovi assistenti par-
11 monastero fu abitato da varie princi- titi da'Ioro seggi (inclusivamente a Gen-
pesse del reame, tra le quali Maria d'An- naro Carelli vescovo di Conversano), si re-
giò figlia di Filippo principe di Taranto, carono a'4 angoli del catafalco, e coll'ar-
da Costanza figlia d'Ugone di Brenna, da cidiacono fecero le solenni assoluzioni.
Francesca d'Angiò pronipote diCarloDu- Questi funerali rinnovarono ne' giorni
si

razzo,da Francesca figlia di GiovanniBor- 7." e 13." Le campane suonarono, come


bone, e da altra Francesca d'Angiò. Pos« praticasi nella morte de'vescovi; e perciò
siede il monastero prezioso archivio con così pure all'afe Maria suonarono 9 vol-
antichissime pergamene anche anteriori te. La badessa Aurora Accolti nobile di

al X secolo. Il governo di Napoli del 1806 Conversano, menò vita esemplare, era di
con decreto spogliò la badessa de'suoipri- naturale gravità, che bene armonizzava
i64 VES VES
colle episcopali insegne che indossava. 11 $adis.Prassede,diceavere un anlicomnr-
monastero di Benedetto sempre fìon per
s. mo l'iscrizione: Ponine Theodorae Kpi-
monache costumi e di no-
di edificanti scopne corpus quiescit. E la crede forse
bile condizione. Fiorisce ancora, ed è tra' badessa di qualche monastero di mona-
più ricchi del regno per possedere vasti che, e madre di s. Pasquale I che da'fon-
tenìmenti, onde con isplendore principe- danienli restaurò la chiesa. Nel concilio
sco rende il culto divino, e si fanno le
si di Tours si fa menzione che
della moglie
monacazioni. Anche altre abbadesse eb- fu del vescovo, e si ordina che debbala

bero giurisdizione sul clero e vescovile, trattare come sorella ; Episcopani Epi-
con terrilorii nulUus. Ne ricorderò alcu- scopam non hahenteni, nulla seqnalur
ne. La badessa benedettina di liuelgas di mulierunt ;«rZ>^. Riferisce pure chiamar-
Burgos , alla quale Innocenzo III inter- si Preshitere o Pre.shiteresse le mogli

disse e vietò d'ascoltare le confessioni del- de'sacerdoti greci. Essendo gli ecclesiasti-

le monache, quale grave abuso erasi


il ci obbligali al Celibato (V.), non è im-
introdotto e assai propagato; conservan- pedimento al vescovato l'aver prima d'es-
dole la giurisdizione vescovile e le corri- sere inizialo agli ordini sagri avuto mo-
spondenti prerogative. Condannò soltan- glie, come anche l'ebbero i Papi s. P/e-
to Innocenzo III la badessa di Burgos, ed iro e s. Ormisda (su di che può vedersi
anco quella di Valenza, le quali: Monia- il Vermiglioli, Lezioni di di ri Ito canoni-
lesproprias benedicunt,ipsarum quoque co, \ìb. 4, Osservazione cdla lez. xxi). E'
confessiones in crimìnihus audiunt^el le- bensì impedimento la bigamia, della qtia-

genles Evangeliuni^ praesumunt publìce le,come dissi, riparlai nel vol.LXXXVIlf,


pr<7e<i/c^rey perchè giustamente stimò es- p. 272 e seg.; come lo è pel presbitera-
sere questo ahsonum ,
pnritcr et absur- to, pel diaconato e suddiaconato.
(luni. Le badesse della città di Quedlim- VESCOVESSAoVESCOVA.f^. Ve-
burgo, e Jotrense nella diocesi di Meaux, scovo, Vedova, Diaconessa, e il precedeQ-
esercitavano giurisdizione e autorità qua- le periodo.
si vescovile, come quella di Conversano, VESCOVI, r. Vescovo.
sul clero e popolo loro soggetti, per pri- VESCOVI ASSISTENTI AL SO-
vilegi, usando il proprio sigillo; come ri- GLIO POiN'TIFIClO. Patriarcharuui,
cavasi dalle decretali d* Innocenzo III e Archìepiscoporwn et Episcoporuni in
d'Onorio III, che li confermai ono. Di ciò Cappella Sanimi Romani Ponti/iris As-
tratta il sunnominato Paloìieri, nella Dis- sistentium. Il Morcelli li chiama, Sacruni
sertazione storico-politica. Egli inoltre sollemne Adstantibus Ponlijf. Minorr. Il
descrive il ministero delle Donne ( f\) nel- collegio insigne e venerando formalo de*
la Chiesa fin da* primi suoi tempi e per Prelati (F.) Patriarchi, e di moltissimi
più secoli, s. Paolo avendole chiamale /li/- Arcivescovi e Vescovi (V.) di vescovati
nistrae, cioè le scelte al ministero di qual- residenziali o in partibus, d'ogni nazione
che chiesa, custodi de'sagri vestiboli, per e d'ognirito. Il collegio ha per segreta-

lo più Vedove {P.), poi appellale Dia- rio d.Carlo Bedoni, e n'è decano mg.'
conesse (^.), e se separatesi da'mariti, di Gaetano Giunta arcivescovo d'Atnida no-
reciproco consenso, divenuti preti e ve- minalo da Pio VII nel 1822, anzi l'uni-
scovi, Preshitere e Vescove (F.) si de- co superstite deTalti da quel Papa (però
nominarono; e che s. Epifanio reputò ap- leggo nel n. 49 del Diario di Roma de'

partenere all'ordine chiesastico, benché 19 giugno 1822, che allora il prelato era
non ammesse a'sagri ordini, e mollo me- vescovo di Crisopoli in parlibiis, e con-
no a sagrifìcare. Il Piazza Gerarchia , fessore del duca di Calabria poi re Fran-
Cardinalizia, p. 5o6,def cri vendo la chle- cesco I). I patriarchi Io sono sempre. Gli
VES VES i65
arcivescovi, ed i vescovi a piacere de* Pa- eia, il prefetto de' ceremónieri accoui-
pi, i c{uali dichiarauo assistenti del loro piìgna il dichiarato assistente al soglio al
Trono o Soglio (^.), quegli arcivescovi banco più distinto di essi, previe le ge-
o vescovi a cui per dislincione, beuevo- nuflessioni all'altare e al Papa. In tal mo-
Icnza ed estimazione vogliono comparti- do, il possesso precede il breve, col qua-
re questa ragguardevole e cospicua ono- le si sogliono nominare, massime gli as-

rificenza. Vi nominano sempre i loro fa- senti da Roma (in fine ne riprodurrò uno,
migliari Elemosiniere e Sagrisfa {P^.), appunto per essersi spedito ad esso il bre-
gr«do vescovile in partibus,
insigniti del ve apostolico a mezzo del nunzio ponti-
onde non manchi mai la loro assistenza ficio).Questo modo non solamente tante
nelle cappelle ponlificie,ed altre sagre fun- volte lo vidi praticare,ma il trovo enun-
zioni, che celebra oassisle il Papa. Nelle an- ciato x\Q Diari di Roma^ e solo mi limi-
nuali Notizie di Roma se ne riporta il ca- terò a ricordare alcuni esempi. Clemen-
talogo secondo 1' epoca di loro nomina, te XI nel pontificale di l^asqua[7i7, a

preceduti dal nome del Papa che li fece mezzo dell." maestro di ceremonie, fece
assistenti al soglio papale, cioè in quelle passare, dopo il canto dell'Epistola in la-
del 1859 se ne registra uno di Pio VII, lino e in greco, fra' vescovi assistenti al
Ire di Leone XII, uno di Pio Vili, ses- soglio, l'arcivescovo di Calcedonia Stam-
santa di Gregorio XVI, e cen tot land ne pa, e nel 1718 Guicciardi vescovo di Ce-
del regnante Pio IX, sebbene poi al- sena. Neil 7 19 dopo il canto dell'Episto-
tri ne dichiarò, e pubblicati dal Gior- la dì Pasqua fece altrettanto con Ser-
,

nale ili Roma. JXon si comprendono in maltei vescovo di Viteibo, indi lo dichia-
talealmanacco romano patriarchi, pel i rò prelato domestico: dopo l'Epistola del-
notato, bensì nomi de* prelati elemo-
i la Pentecoste distinse in egual modo il ve-

siniere e sagrisla. Dissi nel voi. XLI, scovo di Mantova Bandi e Zandemaria
p. iy4> ^^'^ '^ prefetto de' maestri del- vescovo di Borgo s. Donnino; nel ponti-

le ceremonie pontificie fa l'attestato di ficale di s. Pietro, parimente dopo l'Epi-


quegli arcivescovi o vescovi, che il Pa- stola, l'arcivescovo di Leopoli. Nel 1722
pa inter Missaruni solemnia, nella cap- Innocenzo Xllldopo l'Epistola della cap-
pella pontificia, lo incaricò, ordinaria- pella dell'Epifania, il vescovo d'Aogloua
mente dopo l'Epistola, o l'Evangelio, o il Quarti; nel 1723 per la festa della ss. An-
Credo, di invitare dal banco de' vescovi nunziata vescovi ìMuzzo di s. Agata de'
i

e arcivescovi semplici, a portarsi a sede- goti, e Lomellino di Ajaccio;dichiarando


re nell'altro de' vescovi e arcivescovi as- assistente al soglio nel pontificale di Pa-
sistenti al soglio, colla data del giorno in squa, Herrera vescovo di Siguenza, ben-
cui ciò avvenne, per quindi farsi la spe- ché non v'intervenisse. BenedettoXlII fa
dizione del breve apostolico, per la par- facilissimo a dichiarare i vescovi assistenti
tecipazione de'privilegi; ovvero se il Pa- al soglio, sino a sei e otto per ogni cap-
pa fuori di tali funzioni li dichiarò assi- pella, onde trovo nella Storia de' posses-
stenti, i'iifae vocis oraculo (frase spiega- si di Cancellieri (il quale notò, che prima
ta ne'vol. LXXIV,
i^5, LXXXII, p. p. i566 s. Pio V nella
di tal funzione, nel
4o. Leggo nel n. 7284 del Diario di camera ÒQ^òi'mntnùyCreavitAssisttatcnt
Roma del 764: " Clemente XIII ha di-
1 R. D. Episcopiiin Cauierinensem) ^ che
chiarato K'U'ae vocis oracido, vescovo as- nel1780 per quello del successore Cle-
sistente al suo pontifìcio soglio monsi- mente XII: « Venne ordine dal Papa, di
gnor Landini agostiniano, vescovo di Por- non intimare que'tanti vescovi assistenti,
firioj e sagrista del palazzo apostolico). fatti in sì gran numero dal predecessore,
Se ciò avviene nella cappella ponlifi- i quali non hanno spedilo il breve". Di
iG6 VES VES
più, quanto a'nosUi giorni, lia'lanti, leg- essi le principali mend3ra. Poscia Papa s.

go nel D. 3 1 àcì Diario di Roma del 1 844'' Evaristo deli 12 dispose, che al vescovo,
il Papa Gregorio XVI eoo bigliello di mentre predicasse, assistessero 7 diaconi,
mg/ Palla vicino prefello de*ss. Palazzi a- aflinchè gli emuli non gl'imputàssero er-
postolici e maggiordomo, si degnò anno- rorij e che due preti e Ire diaconi accotu-
verare fra'vescovi assistenti al soglio mg/ pagnassero il Papa e vescovi, per servi-i

Giuseppe Antonio Borghi cappuccino ve- re di leslimoni alla loro vita. Tutto con-
scovo di Betsaida e vicario apostolico del fermò Papa s. Lucio I del 255, per evi-
Thibet. Nel o. 2 1 5 del Giornale di Ro- tare le maligne calunnie. Nell'elezione dei
ma del 852: il Papa Pio IX con aposto-
1 predecessore s. Cornelio, v'intervennero
lico breve si degnò annoverare fra'vesco- 16 vescovi, malgrado le persecuzioni con-
vi assistenti al soglio mg/ Gio. France- tro la Chiesa. Prima de'suddelli, Papa s.
sco Cornetti Rossi arcivescovo di Nico- Zeferino del 202 avea decretalo,che men-
media e canonico Liberiano, il quale in- tre celebrava il vescovo,vi assistessero lut-

ter Missariwi solemnia era slato dallo ti i sacerdoti, comei vescovi e i sacerdoti
stesso Sommo Pontefice chiamalo a far assistevano in Roma il Papa, allorché ce-
parte di sì illustre collegio. Nel n.56 del lebrava i sagrosanti misteri, anche nelle
Giornale di Roma del 1 853: il Papa Pio catacombe; nelle quali e mentre sedeva
IX si tlegnò con biglietto di segreteria di sulla cattedra pontificale fu decapitalo s.

slato, di benignamente annoverare fra' Stefano I nel 260. All' antico Presbite^
vescovi assistenti al soglio pontificio mg/ rio [V.) romano Papa erano quasi
del ,

Lodovico Antonio de Salinis vescovo di di Vescovi siihurbìcarii


continuo uniti i

Amiens. Inoltre il Papa Pio IX dichiarò (/^.), e qualche altro vescovo che fosse
assistenti al soglio neh 854 "^8-' Stefano stato chiamato in Roma a consulto, e gli
Missir arcivescovo d'Irenopoli di rito gre- prestavano assistenza nelle sagre funzio-
co, e mg/ Edoardo Hurmuz arcivescovo ni per accrescerne la maestà e il decoro.
di Sirace di rito armeno, ambo residenti Ne'sinodi adunati ìaRoma [F.) da'Papi,
in Roma pe'pontifìcali e per le sagre or- frequente era l'accorrervi i vescovi d'o-
dinazioni de' loro riti. Essi furono insi- gni parte, i quali poi nella celebrazione
gniti di tanto onore a'29 novembre 854, 1 delle feste rendevano assistenzaal Papa.
insieme a lutti gli arcivescovi e vescovi I vescovi suburbicarii intervenivano pure
che trovarousi in Roma alla promulga- nW Elezione de Somnn Pontefici [F.), e
zione del pontifìcio decreto sulla defini- poi anche altri vescovi, principalmente i

zione dogmatica dell'Immacolato Conce- vicini a Roma, che perciò erano i primi
pimento di Mana sempre Vergi ne, ch'eb- a rendergli Y Ubbidienza (^^.), assistendo
be luogo nel Ftì//c^/zo(/^.)r8 del seguen- a tutte le funzioni che aveano luogo se-

te dicembre, benché nella solennissima condo gli antichi riti, come della Con-
funzione soltanto 12 di essi prestarono im- sagr azione e Intronizzazione ^ della Co-
mediata assistenzaal Popa,allrimenli sa- ronazionee Possesso (F.). A'diaconi del-
rebbe mancato lo spazio a (ionie dell'am- le Regioni di Roma, s. Gregorio III del
pio presbiterio della patriarcale basilica 73 ne aggiunse 4 col nome di Palati-
r,

Vaticana. L'enumerai nel celebrare l'av- ni(^F.), per assistere sempre il Papa men-
venturosissimo utlo nel voi. LXXIIl, p. tre celebrava nel Luterano, Altaris Mi-
42 e seg.; de'quali assistenti al soglio ne nistri ^ e cantavano il Vangelo alla sua
leggo i nomi di 88 nelle Notizie di Roma presenza. L'origine remola delle Cappel-
del 1859. — L' assistenza de* vescovi al le pontificie (/^.) risale alle ecclesiashche
Sommo Pontefice originò colla Chiesa, funzioni che vado accennando. Papa Ste-
dellu quale egli n*è il capo supremo, ed fano iV^ nel '/Oc^, ordinò che ogni dome-
VES VES 167
nica alternali vamenle i cardinali vescovi pa, ^imperatrice co' vescovi, cu'cardinali
subiubicarii celebrassero negli alr.ori pon- e co'baroni. Nel possesso preso da Cele-
tificii delle patriarcali basiliche di Roma stino li nel 1 143 eranvi de'vescovi, aven-
pel Papa, il quale vi prestava assistenza, dolo consagrato Episcopo Ostiensi spe-
massime nelle solennità, allora già cir- cìalìleryCtaliisEpiscopis de Curia. I ve-
condato dal Primicerio [V.) della s. Se- scovi ancora ricevevano dal Papa il Pre-
de, equivalente al Segretario di Slato, sbiterio (/^.), e già li leggo nel secolo XI
ed a cui i vescovi rimettevano gli alti apertamente denominati, Episcoporuni
delle loro cause, non che dagli altri ufii- Assistentiuni papali Solio j il che pro-
zìalimaggiori del sagro palazzo Lalera- va ch'essi prestavano ordinaria assisten-
«ense, ch'erano il SecondiceriOy V Arca- za nelle sagre funzioni al Papa, poiché
no o Tesoriere, il Saccellarìo,\\ Proto- partecipavano soltanto del presbiterio
scrinarlo f il Primicerio ùq Difensoriy ed quelli che vi erano ammessi. Uiporta il

il Nomenclatore (/'".). L' assistevano in Moretti, Ritus clandi Presbyteriuniy a p.


tuite le sagre funzioni e processioni, ed 75. Episcopus extraneuSypostFicariuni
intervenivano pure alle solenni Cai'alca- et Cardinalem aliqueniindicatus a Ceji-
te del Papa (K), colle quali recavasi a ciò (Camerario e cardinale nel secolo XI,
celebrarle; ed anche al Trono o Sedia ePapa Onorio III nel 12 16) lamquam
pontificale j&Wa quale assistenza più tar- Vaticanorwn oblalorum parliceps^ lo-
di furono ammessi i Maggiorenti [F,)/\ cum oblinerepotuisset interpartecipan-
domicelli dell'alma città col baronaggio teSyde cjuibns sectione sexla. Fortassis
romano, il Prefetto di Roma [F.), pro- enini erat ex illis iiniis, quos aetas no-
babilmente anche il Vestarario ed il Sa- stra vocat Assistcntes papali Solio^ ce-
verista (^.), e finalmente Principi as-
i lebrantes qiiandoque rìtii solemni co-
sistenti al Soglio ( K), W Senatore di /\o- rani Apostolico, et Cardinalibus , ac a
ma cor' Conservatori [f'' .)y^\\ Ambascia- Pontijicis mensa non alie no s j prople-
tori [F.) de'sovrani , che disimpegnaro- rcaque suo modo palatinos. Potuisset,
no diversi degli uflìzi che fungevano que- ajo; nisi Ccncius ipse suggereret, por-
Chiesa romana;
gli antichi dignitari della tioneni a ad Pa^
se notatani spectasse
non che duchi e marchesi
altri principi, pam j'ure Quod aliud nobis obser^
suo.
chiamati minoris potentiae. Ne' solenni vanduni monet; nimirum, summos Aa^
Conviti papali sedevano dalla banda de- tistitesparteni quoque hahuisse dedonis
stra i vescovi e i cardinali. I Mappula- praedecessori Petro collatis, que etiarn
ri{F.) portavano il baldacchino o trono moreni innuit tradita Pontifici, Cancel-
dove il Papa andava a celebrare. In se- lano non residente etc. Relè gè duo data
guilo maggiore fu la frequenza de'palriar- duobus extrenùs §§ loca Cencii. A dir
chi nel recarsi in Uoma, ciascuno de'quali solo de' Denari (F.) del presbiterio dì-
abitavano il [ìvo[)v\oPatriarchio{ F.); cos\ siiihu'ìlo propria manu
pel Na« dal Papa
degli arcivescovi, de'vescovi, degli abba- tale a' vescovi, il con Cen-
Moretti riferisce

ti, sìdell'abbazie privilegiate di Pvoina che cio Camerario. Omnibus autem Episco-
delle suburbane; prendendo parte alie pis, et aliis marabolinos et
Curiae 11 ,

solennità de* nuovi Papi, calle celebra- li solidi papiensem singulis similiter.
Si
zioni de' loro pontificali e altre sagre li- forte Archiepiscopus aliquis extraneus
turgie.Trovo che ne'secoli X e XI era di- tane praesens fuerity prò voluntate D.
venuta cosa comune, intervenendo ve- i N. Papae datar ei Presbyterium, scd de
scovi anche alla Coronazione dell' Im- portione tantum debet habere, quantani
peratore {F.), che face vasi dal Papa; ed supradictus prior Episcoporum (della
al convito rimptratore mangiava col Pa- Chiesa romana, chea veaJ(//j//ct2a</7i Pre-
s , ,,

i68 VES VES


shyleriuìn), iv scilìcct meleqiiinos^ et lo- per trattare affari. Fu loro stabilito in tut-
tidtm solidos. Si vero alir/uis Episcopus te le funzioni pontificie,ordinarie e straor-
ejclraneusfuerilj unum melecpdnuni de- dinarie, il luogo per sedere nel presbite-
htt liahere , et xii dcnariòs papietiscs. rio, cioè i patriarchi, gli arcivescovi ed i

Nel II 98 eletto Innocenzo III si trasfeiì vescovi che dovevano prestare immedia-
con solenne processione alla basilica Late- ta assistenza al Papa, alla sua sinistra ,

ranense, a compiere la solennità, e dove fuori de'gradini del trono ed agli altri ,

poi dislribuVil presbiterio e imbandì ma- arcivescovi e vescovi, quasi dirimpetto


goiflco convito. Eranvi quatuor Archie- ad essi,o in altro luogo, secondo dove si

piacopiy et vigind odo Episcopi decetn y celebrano le pontificie funzioni ed i pon-


Abhates. Nella cavalcata pel possesso di tificali, in elevati sedili coperti d'arazzi
Gregorio X nel 1272, cavalcarono con descritti a Cappelle pontificie, ove dissi
questo numero d'ordine : x Ahhates fo- lutto quanto riguarda Uescovi assisten- i

Episcopi , xii Archiepiscopi


re/ises, xi ti al soglio pontificio, che fu il nome lo-

xiii Ahbates Urbis, xiv Palriarchae^et ro dato, e gli arcivescovi e vescovi non
Episcopi Car dinaie , xv Presbiteri assistenti, e questi secondo l'epoca di lo-

Cardinales, xvi Diaconi Cardiaales^ ro consagrazione siedono dopo Prelati i

XFii D.Pripa,lutl\ in vesti sagre e mitre, di fiocchetti. Gli assistenti conservano la

nelle quali i prelati riceverono il presbite- precedenza a seconda del grado, e non
sederono a mensa.
rio, e cogli stessi abili per l'epoca di loro consagrazione, ma
Le sagre pontificie funzioni e le Stazioni dalla nomina all'assistentato; però a ca-
(F.) da* Papi si celebravano in Roma po de'primi siedono i patriarchi , ordine
nelle basiliche e altre chiese, precipua* gerarchico che tengono nelle processio-
mente nella Laleraneose ove d'ordinario ni. Gli arcivescovi e vescovi assistenti iit

abitavano nel propinquo patriarchio, e partibus hanno la precedenza su quelli


nella Vaticana ove pure ebbero presto l'a- residenziali, secondo l'ordine di promo-
Ma nel i3o5 Clemente
bitazione. V a- zione non all'episcopato ma all'assisteu-
vendo con deplorabile risoluzione stabi- lalo, al modo detto a Vescovi m parti-
lita in Francia e poi in Ai'ignone(F.)ìa bus. In breve, il vescovo precede 1* ar-
residenza pontificia, le sagre funzioni si civescovo nel catalogo delle Notizie di
celebrarono nel Palazzo apostolico d'A- Roma, secondo la data di nomina , an-
vignone {J^.), e fu allora che propria- corché titolare, e sebbene l'arcivescovo
mente ebbero origine le palatine Cap- sia di giurisdizione; però nella cappella
pelle pontificie, quali si celebrano tut- pontificia, ed in altre funzioni papali
tora ne' Palazzi Apostolici di Pioma, l'arcivescovo precede il vescovo. Gli uni
tranne alcune più solenni. Recatosi tem- e gli altri vescovi, invitati dà Cursori A-
poraneamente in R.oma Urbano V nei postolicì, v'intervengono con abili pre-
1367 ve r introdusse , e le continuò il latizi, e indossano la Cappa (^.), con
successore Gregorio XI quando neliSyy berretta in mano, ed i vescovi d'allri ri-

stabilmente vi restituì la papale residen- li le proprie vesti. Allorquando indos-


za, in porta civitatis affuerunt innumera- sano gli abiti sagri, i vescovi latini as-
bilesPradati inducti pontificalibiis; e sumono il Piviale [F.) del colore corren-
così proseguirono gli altri Papi, quali i te, e la Mitra [F.) di tela bianca, gli al-
slabili rono che v'intervenissero patriar- i tri le sagre vesti secondo i riti, parimen-
chi, gli arcivescovi ed vescovi dimoran-
i te descritte nel detto articolo e ue'propri
ti in Roma, e quelli che vi si recassero ad a tenore delle nazioni cui appartengo-
Limina Aj)Ostoloruni,od a fare omaggio no essendovi ammessi anche gli eletti
,

^Vescovo dcllaCldesa Universale^ y.)^^ benché non cousagrati. 1 vescovi non as-
,

VES VES 169


sistenli qtiondo incedono cogli abiti sa- prescoperli di zucchetto o berrelllno (me-
gri occupano il luogo de' prelati di (ìoc- no il patriarca Siro^ cui secondo il suo
chelti, i quali passano nel banco de'pro- rito capo coperto è segno di rispetto),
il

lonotnri apostolici. Se nelle processioni sostengono il Lihro[V.)e\aCandela{F.)


o altre funzioni ove si usano i paramen- quando il Papa deve leggere, la candela
ti sagri, i vescovi non gli hanno, il loro essendo nell'estremità torta ripiegata,
posto è dopo i prelati di fiocchetti e pri- perchèsi adopera senza lo strumento det-
n)a de'protonolari partecipanti; e se vi to Bugia o Palmatoria (/^.), che gli re-
è un solo vescovo, piglia la destra deli.° sta. R.Ì inarcai in tale articolo, non usare
partecipante, l vescovi assistenti ne'pon- il PapasilFalto arnese, per non abbisogna-
lificali siedono sul ripiano del Trono ,
re egli, nella cattedra pontificale, nel lu-
a destra ed a sinistra, ed in esso stan- me della cognizione, di verun aiuto ter-
no ritti, e ne'successivi scalini e lateral- reno. Censi nelle messe private il Papa
rnenle, se grande è il loro numero. Ben adopera la bugia, come gli altri vescovi.
a ragione ii Vescovo dt* Vescovi dovea III. "vescovo assistente col libro sta sem-
essere circondalo dall'lìpiscopato, seden- pre in ginocchio, quando il Papa legge
te nella sua sublime cattedra, il mag- sedendo. Sostiene il libro in piedi quan-
giore e il più sagro trono della terra, e do il Papa legge in piedi. Ne'pontificali,
celebrando i piìi augusti riti di nostra ss. quesl'ufìizio l'eseguisce il cardinal vesco-
Pieligione, il che t'orma un imponente vo suburbicario assistente, cioè il decano
complesso di maestà sovraumana, e sim- o altro, ma in piedi, e siede poi sul ri-
boleggia la gerarchia celeste. Di questa piano del trono sopra faldistorio, in luogo
assistenza al pontificio soglio dell'Epi- del i.° cardinale Prete assistente, il quale
scopato di tulio il mondo , ne rende la però neir assistenza alle cappelle ordi-
ragione mistica il liturgico Mucanzio, De narie col capo scoperto (e così scoper-
ss. Petri et Palili imnginìbus^ presso i ti stanno i due cardinali diaconi assi-
Bollandisti, Ada
Sanlorum Juniiy t. 7 ,
stenti) siede su sgabello. 11 1° vesco-
p. 166 e 438. Se il Papa non intervie- vo assistente accende la candela quando
ne, 1 vescovi assistenti siedono nel banco deve occorrere col Lume [V.) ch'è nella
e sopra i non assistenti, ma dopo i pre- lanterna collocata dentro il vano d* un
lati di fiocchetti; ed allora i principi as- piccolo sgabello o credenziuo di legno si-

sistenti al soglio non intervengono. L'In- tuato innanzi al i.", che vuoisi avanzo
censazione^ e la Pace della Messa, è d'antico rito monastico, e cessata l'azione
loro data al modo detto in tali articoli, ogni volta la smorza. Osservai nell'anni-
cioè i vescovi assistenti dopo i cardinali, versario de' Pontefici defunti del i843,
ma i vescovi non assistenti però dopo i che non essendovi all'assistenza che il so-
prelati di fiocchetti, e prima di essi quan- lo vescovo sagrista, supplì a sostenere
do vestono gli abiti sagri. Notai nell'ar- la candela il maestro di camera e proto-
ticolo Famiglia de' Cardinali e Prela- Dolario partecipante mg.' Medici ,
poi
ti, o voi. XXIII, p. 146, che nel 17 18 cai dinaie.Tale sgabello, avente sopra un
f»i vietato a* vescovi assistenti al soglio cuscino, serve ancora per posare sul cu-
farsi accompagnare nelle processioni pon- scino (foderato di drappo del colore cor-
tificie dalla cappa nera o cappellauo, do- rente, bianco,rosso, rosaceo, paonazzo ec,
vendo essi portare le torcie ma poi ; come pure lo è la copertura del libro, ma
quanto a tale accompagno, non si osservò più ricca) il detto libro pontificale o mes-

con rigore. I patriarchi o arcivescovi o , sale; quale libro talvolta lo sorressero


il

vescovi assistenti al soglio ,


piti anziani a' Papi Sovrani, imperatori ere, quan-
uell'ammissione a questo collegio, sem- do intervenuti alle pontificie funzioni, vi
-

170 VES VES


esercitnrono diversi ufTizi, in ossequio e non solamente quando il Papa non è se-
omaggio del supremo Gerarca, Pater Re- duto, ma ancora quando il Papa leggeTZ/z-
gum,R('clororiinìuniflclclium, Ficariuni troito, V Epistola, il G r aduale ^V Evange-
Jesu Christì. Aulioimenle il Papa reca- lo e VOJ/ertoriOf e quando pure benedi-
Tasi collaFalda (F,) e colla Cappa pa- ce Vfncenso\ lo sono pure vescovi assi- i

pale (F.) a MaltiUini (F.) del 2'riduo stenti , e siedono quando sono seduti i
delia sellimana santa, dell' anniverscirio delti cardinali, e nel tempo dell'incensa-
de'defunti,e della notte di Natale; soste- zione si trattengono in piedi finché non
nevano i lembi anteriori della falda i ca- ècojnpita quella del loro corpo. Allorché
inerieri segreti partecipanti del Papa^ il Papa scende dal Irono per genuflelle-
e le posteriori collo strascico della cap- re nel faldistorio per V Elevazione, i ve-
pa i due seniori vescovi o arcivescovi pa- scovi assistenti pongono dietro come
si

triarchi assistenti al soglio; nella quale sopra, ed il simile fanno quando termi-
occasione i due cardinali Diaconi assi- nala la funzione il Papa torna a pregare
stenti, non seilevano a'Iali del Papa, ma al faldistorio. Per la dispensa delle Can-
a' propri stalli. Ne riparlai nel voi. dcL'f delle Cc/^e^/, delle Prt//?ze, degli A-
LXXXlI, p. IO e 1 1, e descrivendo le gnus Dei benedetti, vescovi assistenti e i

Fesli del Papa. Nelle processioni e in non assistenti dopo cardinali si recano i

quelle de' pontificali, i vescovi non as- a ricerverli dalle mani del Papa in pa-
sistenti e gli assistenti precedono il Papa, ramenti sagri del colore corrente, ingi-
incedendo innfmzi al sagro collegio, ve- nocchioni e previo il bacio del pontificio
stili de'sagri paramenti; nelle altre sagre ginocchio; gli Agnus Dei , il Papa li

Funzionidue a due in cappa seguono il pone nella loro mitra. In queste sagre
Papa. Neir Ubbidienza di adorazione funzioni anche i vescovi non assistenti
,

(F), che si rende al nuovo Papa, ve- i precedono prelati di fiocchetti, anzi a
i

scovi non assistenti e gli assistenti ge- questi precedono anche gli abbati mitra-
nuflessi gli baciano il ginocchio destro, li, ed penitenzieri
i perchè anch'essi in ,

cioè la i." volta incappa, la 2/ in para- vesti sagre; inoltre per\' Adorazione dtì-

menti sagri; cosi nelT ubbidienza che gli la Croce /^er/2(/^.) nel venerdì santo, e
rendono ne* pontificali, in questi sempre gualmente vescovi assistenti e non assi-
i

vestili degli abiti sagri, ed ogni volta pre- stenti, deposte prima le scarpe, vi si re-
messe 3 Genuflessioni {F.). Notai nel cano due a due, immediatamente dopo il
che Gregorio XVI e
citato voi. a p. i4, sagro collegio, e precedendo delti pre- i

Pio IX, pieni di venerazione per l'Epi- lati. Quando il Papa dalla cappella Si-
scopato, posero sul ginocchio la loro ma- stina nel giovedì santo pone il s. Sepol-
no coperta coli' estremila destra della cro e poi lo leva nel d'i seguente, cioè nel-
stola, acciò nel baciarlo, baciassero pro- la cappella Paolina; e quando in essa e-
priamente la croce che vi è ricamata. spone il ss. Sagraraenlo per la divozione
Nelle funzioni ordinarie e ne'pontificali, delle quaranCore, vescovi sostengono le
i

recatosi il Papa ad orare sui faldistorio, aste del baldacchino, sotto il quale pro-
dietro ad esso e alquanto distanti si pon- cede il Papa; ma soltanto nel giovedì
gono i vescovi assistenti a coppia in gi- santo per la reposizione del s. Sepolcro as-
nocchio per fare altrettanto; alzatosi il sumono iparamenti sagri. In supplemen-
Papa e intuonato col celebrante o cogli to tiel numero, occorrendo, spella a'pro-
assistenti l'Introito della messa, i vescovi tonotari apostolici, cU'èW primario e più
assistenti lo recitano anch'essi bini bini ki antico collegio prelatizio della s. Salti.
piedi.Delreslo,quandosono in piedi i sud- Appartiene a'[)ati iarchi, arcivescovi e ve-
delti Ire cardinali assistenti al soglio (cioè scovi assistenti al soglio, il celebrare pou-
VES VES 171
lìficalmente la mes^aneWe Cappelle pon- prima di dare la benedizione fa un in-
tìjlae ( articolo che contenendo tulio chino a' cardinali vescovi e preti, e poi
quanto ciò che riguarda l'Episco^jalo in a' cardinali diaconi. La funzione del-
quest'argomento, pel resto ad esso mi ri- la imposizione delle Ceneri, assente il

porto), in tutte le domeniche dell'Avven- Papa, la fa un cardinale, ed allora il

to, tranne la 3/, e di Quaresima, eccet- sagro collegio, ed i vescovi assistenti e


tuate la 4-" e quella delle Palme. Su di non assistenti non assumono le vesti sa-

che , e per gli emolumenti che devono gre; perciò i prelati di fiocchetti li prece-
essi pagare, nella i.* messa che cantano dono neir andare all' aliare a ricever-
nella cappella papale, agli addetti della le genuflessi , sedendo il celebrante co-
medesima, e nuovamente se non essendo perto di mitra; ma a' vescovi le impo-
patriarchi vi sono promossi , conviene ne essendo essi in piedi. Se la processione
leggere voi. Vili, p. 234, ^' P* *9^i
i del Corpus Domini s'\
fa senza l'intervento
ove pur dissi che ogni volta celebranti i del Papa, tuttavia ha luogo quello de' ve-
devono pagaie baj. 5o per l* ostia e pel scovi assistenti al soglia in sagri paramen-
vino, in vece della fiasca che prima da- ti, in tutto come la facesse il Papa; però se

vano, a' chierici della cappella pontificia, é sede vacante non assumono le vesti sa-
benché quasi ciascuno suole portare l'u- gre, e con lorcie accese seguono collegial-
iia e r altro. Tutti i nominati prelati Qienle i prelati di fiocchetti uditore gene-
nella cappella in discorso adoperano la rale della camera e tesoriere generale, i
miti a di tela bianca, e il servizio d'argen- quali procedono immediatamente dopo il
to.Portano seco il caudatario ed un pre- ss.Sagramenlo.l vescovi assistenti al soglio

te: presente o asseftte il Papa non usano hanno luogo nelle solenni Cavalcate ( f^\)
Dtai la bugia. Non si deve lasciare inos- del Possesso de' Papi, e v' intervennero
servalo, che allorquando pontificano nel- a quello del regnante, nella forma de-
la cappella pontificia cardinali ed pa- i i scritta da d. Giovanni Avcìeiìf Esatta re-
triarchi, sopra la cancellata ardono 6 can- lazione della Cavalcata, a p. 9, cioè ve-
dele , mentre soltanto 4 si accendono stili di cappa e rocchetto con cappello
nelle celebrazioni degli arcivescovi e ve- pontificale nero foderalo di seta verde,
scovi assistenti; anzi i cardinali e i pa- con cordoni e fiocchi simili ; cavalcava-
triarchi sono ancora distinti con un pic- no sopra cavalli con gualdrappa di pan-
colo tappetto o strato , sottoposto al fai* no paonazzo guarnito di seta di simile
distorio in cui siedono. Inoltre nelle cap- colore, con guarnizioni di metallo dora-
pelle pontificie, parimente assente il Pa- to: furono 7, ed seniori arcivescovi Di
i

pa, tulli i vescovi assistenti al soglio, non Pietro e D'Andrea, ora cardinali, presero
solamente , come già notai , siedono al in mezzo il Maggiordomo. Tra di essi

banco de'non assistenti, ma se uno di lo- eranvi un servita, un agostiniano, uu


ro è il celebrante, ancorché vi sia un solo chierico regolare scolopo. Cavalcarono
cardinale non può usare la delta bugia, e dopo la carrozza del Papa, il maestro di

chi somministra loro l'acqua per \ix La' camera, i due camerieri segreti parteci-

Vanda delle mani (F.), deve eseguirlo ia panti, il caudatario, l'aiutanledi camera,
piedi: in breve, non si devono usargli di- lo scopatore segreto e la portantina pa-
stinzioni, e praticarsi nel rimanente io pale. Di ciò già parlai nell'indioato arti-
tulio come fosse presente il Papa. As- colo, e nel voi. LV, p. 1 48- Sino e inclu-
sente il Papa, il vescovo assistente cele- sive a Leone X del i5i3 i vescovi assi-
brante fa tulle le funzioni, benedice il stenti incederouo nelle cavalcate dei pos-

predicatore e gli annunzia l'indulgenza sessi vestiti co'sagri paramenti in piviale

concessa dal Papa. lu fine della messa, e milra. Nel qual possesso interveouero
172 VES VES
pure, omnes elecli in Episcopos et Ah* cui incedevano, er;mo quelle pe* Fune-
hates, non consecrali, aut htntdiclìy in rali de' caidinali Decano, Camerlengo,
plm'ialihiis et mitra, curn dispensationc Vice-Cancelliere e Penitenziere maggio-
opportuna, praecesscrunt ante Papani. re [E.), e di sovrane e principi reali de-
Imperocché quando il Papa anch'egli ca- funti in Roma. Ne' funerali Novendiali
valcava in paramenti ponlificali, 1' Epi- (/^.) de* Papi, i vescovi assistenti al so-
scopato lo precedeva. In fatti nella bella glio, ed i vescovi non assistenti, v'inter-
descrizione del possesso preso da Inno- vengono ma con abi-
colle solite cappe,
cenzo Vili nel 1484 si legge. Cavalca- ti Calze nere, con Rocchetto li-
di saia e

vano dopo gii uditori di rota: Ahbates scio senza merletti, e neppure con sem-

forenseff, Episcopi, Archiepiscopi^ Epi- plice frangielta e senza mostre, che sono
scopi Papae assislenles^ AbbatcsUrhis, je vesti da usarsi nella Sede apostolica

Patriarchae, Diaconi Cardinales,^\i al- vacante, tranne i vescovi orientali resi-

tri cardinali, indi ilPapa.iSV^ Abbates, denti in Roma per le sagre ordinazioni del
Epìscopi, Cardinales^equis albo i'estitis loro rito, che avendo luogo in cappella
insìdeiil. Il suo successore Giulio li nel tra* non assistenti, conservano il proprio
i5o3 a'prelali vescovi, vestiti cani pia- costume.Bensii vescovi assistenti al soglio,
viali et mitra, dedit unum carlenuni et come gli altri, proseguono a tenere il fioc-
ìinum ducatum pel solilo presbiterio, ol- co di seta verde al cappello, e se è inverno
tre il solenne convito, in cui quuni Pa- continuano ad usare il Terraiuolo paonaz-
pa bibit, consueverunt omnes astantes , zo. Aia sulle F es ti de* vescovi '\n%Qi\e vacan-
practer Episcopos, et Superioris digni- te, meglio è leggere quell'articolo. Duran-
tatis Plros genujlectere. Nelle cavalcate te WConclave {^V.)'{ vescovi assistenti al so-

tle'possessi, dopo i vescovi assistenti, ca- fanno quotidiana-


glio in abito prelatizio
valcavano ancora i non assistenti, talvol- mente mattina e giorno la guardia e ve-
ta seguili da' protonotari apostolici, con gliano alla custodia delle sue ruote sotto il

mantellonl, rocchetti e cappelli pontifi- palazzetlo dello della Cifra, contiguo al


cali, cavalcando mule con valdrappe pao- palazzo apostolico Quirinale, ove ora si

nazze e foi nimenli di metallo doralo. Ma aduna il conclave, e allora sono trattali
i vescovi e gli arcivescovi non assistenti ve- di mensa alternativamente dal Magglor-
stiti di rocchetto, mantelletta e cappello donio (/^.) governatore del conclave, e
semiponlifìcale, sopra mule con orna- dal Maresciallo del Conclave[F.). Nelle
menti e valdrappe ordinariamente neiì, Cappelle Cardinalizic(^ P.)soq^\\oqo pon-
cavalcarono dopo i prelati di fiocchetti tificarevescovi assistenti al soglio, ed al-
i

ed i prolonolari, secondo l' antica con- lora usano la mitra preziosa aurifiegia-
suetudine. Altre Cavalcate \n CUI ìnlev- ta, purché non sia messa feriale o di re-
"venivano i vescovi assistenti al soglio, e quie. In una cappella cardinalizia per la
gli arcivescovi e vescovi non assistenti e- festa di s. Tommaso d'Aquino del 7 i i r

lano quelle delle 4 annuali Cappelle mancò il vescovo assistente al soglio che
della ss. Annunziata, di s. Filippo, della dovea cantare la messa, e supplì un can-
IS'alività e di s. Cailo, incedendo ne'luo- tore della cappella pontificia, colle seguen-
ghi come sopra. Se il maggiordomo era ticeremonie, che ricavo da' Diari mss.
de'vescovi assistenti, cavalcava fra questi, Candido Cassina maestro delle
di mg."^
l'iceversa fra' protonotari o i prelati di ceremonie pontificie. « Die 7 «abbaio bo-
fiocchetti. I medesimi vescovi interveniva- ra iShabita fuit cappella cardinalilia ia
no eziandio alle cavalcale negl' Ingressi Ecclesia s. JVlariae sopra Minervam prae-
solenni in Roma (E,) d'imperatori, so- senlibus XX Eni. Cardinalibus.lll.mus
vrani e principi reali. Altre cavalcale in Vicesgerens archiepiscopus Tbeodosiae
VES VES 173
missam cantare tlebebnt ; sed quia ad pi defunti fanno altrettanto, spettando
Hudienliam SS. mi secontubeiat, et pul- gl'inviti al cardinale più antico di e<^\.\\

satati! jam lìora xvi Eqìì. PP. amplius , celebrante suole essere un vescovo assi-
cxpeclaie nolueruiit mihique jussemus, , stente appartenente al capitolo Valica-
ut nisi alius adessel unus ex religiosis no , assistilo da' ministri della cappella
niissam cantarci. A dfuil d.Francisciis Vi- pontificia, e vi è la distribuzione della ce-
\iauus de Pescaglia unus ex tenoribus ra a' cardinali , a' ministri, compreso il

inusicis cappellae poutificiae, qui ad- celebrante , ed ai ceieraonieri pontifìcii.


huc missam non celebraveral, et stalinn Ora avvenne neli84o,pel funerale an-
sacris indulus missatu cantavit,assi$ten- niversario di Pio VII, che essendosi di-
tibus sibi diacono, et subdiacono cappel- menticalo d'invilare il vescovo celebran-
lae, non autem piesbytero assistente. Thu- te, supplì il decano degli accoliti della
lificalusfuil triplici duclu (et melius fuis- basilica Vaticana, per non aver ancora ce-

sei duplici) ante inlroitum ,


post oscula- lebralo, ed ebbe la dispensa della cera e
lumEvangelium,eladOblata.Celebrans, mezza cotta di cioccolata. Ciò saputosi da
et ministri sederant ad bymnum Ange- Gregorio XVI dichiarò il dello cele-
,

licum et ad Symbolum supra gruduin


, brante chierico della cappella pontifìcia,
mai ujoreum ad parietem ex parteEpisto- e gli assegnò annua pensione. Tutto re-
lae, et nudalis capilibus, quia nulius bi- gistrai nel voi. XXV 111 p. 4^ e nel , ;

return habebat. Pacem E«n. Cardinali- voi. LX, p. 220


che appartenendo al
,

bus, et aiiis dedit diaconus. Cantato //e cardinal Camerlengo del Sagro Colle-
missa esigei Deo gr alias, CG\e\n'diX\% facla gio V invitare il vescovo assistente per
DD. Cardinalibus reveientia , dedit be- pontificare la messa nella cappella del-
iiedictionem sine cantu moie sacerdota- 18.' de'ss. Pietro e Paolo nelTarcibasili-
li, et canlatae fuerunl Litaniae B. iM. V. caLateranense, ed al cardinal decano del
Poslea unus ex religiosis coliegiaUbusdo- medesimo invitare i cardinali, questi pu-
ctam habuit panegerytu in laudem divi 1844 •^^6**'"^
re nel '' celebrante (ciò av-
Thomae. Anno 648 in i praefata cappella venne nel i.° anno del decanato del car-
idem casuinaccidil,eldon)inusPhaebeus dinal Micara che ignorata la particolare
praefectuscaeremoniarum inagister mis- consuetudine), laonde a un tempo si pre-
sam cantavil'Mo bo veduto diverse volte, sentarono due celebranti ed annuente ,

in mancanza d' uno de'minislii assistenti il camerlengo, senza pregiudizio del suo
della cappella pontificia, supplire il i

o diritto, fu preferito il vescovo invilalodal
il 1° ÒQ Maestri delle cerenionie ponti- decano, al quale si die' la solila mezza
Jìcìe[P^.y Finche vive il cardinal Nipote colta o 18 libbre di buona cioccolata. I
d'un Papa defunto, neiranniversaiio del- patriarchi, gli arcivescovi ed i vescovi as-
la morte fa celebrare a sue spese nella ba- sistenti al soglio celebrano anche delle
silica Vaticana un funerale, o in altra Cappelle Prelatizie {F.). BenedettoXl V
chiesa se ivi fu trasportato il cadavere per accrescere in Roma il culto dePrin-
(gli ultimi esempi accaddero perBenedet- cipi degli Apostoli protettori di essa, nel
lo XIll e Clemente Xll) , con invitarvi 1743 prescrisse che la loro festa si cele-
od assistere il sagro collegio (talvolta vi brasse anche per tutta VS.' con pontifi-
interviene il Papa vivente, in mozzelta e cali e l'intervento particolare d' uno dei
stola ), ed il patriarca, arcivescovo o ve- collegi prelatizi , nelle chiese ove si ve-
scovo assistente al soglio per pontificale nerano le loro memorie. A solennizzare
la messa e fare l'assoluzione al tumulo, la festività, istituita da s. Gregorio I nel
a cui poi offre una cotta di cioccolata. la i.**giorno o 3o giugno nella patriarcale
sua niaucanza i cardinali creature de'Pa- basilica e Chiesa di s. Paolo (la cui de*
i7-i VES V M S
scrizione compii nel vol.LXXV, p. ^r/J), gio slesso; e quinto all'assistenza, talora
slabilì che il collegio de* vescovi assi- il maggiordomo siede sopra di loro, pel
slenti al soglio celebrassero cappella ,
dello nelle p. Sy e Sq. Nèomraisidi ri-
ponlifìcando un di loio nell'altare pon- ferire r ordinalo da Benedetto III nel-
lificio,siiii;olare privilegio aulorizzato col rSSy, cherinnovò l'antica disciplina del-
decreto «ifeiito nel voi. IX, p. i5i, nel la Chiesa, cioè di dovere i vescovi com-
descrivere la funzione, di cui riparlai nel provinciali celebrare l' esequie a' vescovi
voi. LV, p. i5i,clieGiegorioXVI aven- defunti; e se un vescovo moriva in Ho-
dola nobilitala colla sua annua assisten- ma, doversi farle anche coli' intervento
za e con tjuovi riti e solennità , in ono- del Papa e quanto ora ivi si pratica l'ac-
;

re dell' Apostolo delle genti s. Paolo, cennai a p. 66, ma non coll'inlervenlodel


ju quesl' articolo e nel voi. LXXIII, p. collegio degli assistenti al soglio, i quali
35y, 36 1 e seg., nuovamente descritti, bensì assistono a'funerali de'cardinali de-
in uno alla continuazione dell'inteivento funti, se v'inlerviene il Papa, e ne feci av-
del Papa successore; notando, che lostes- vertenza a p. 49. A p. 5^ poi notai dove
so Gregorio XVI vi aggiunse l'assistenza ho descritto gli Anniversari che celebra
de' cardinali, prelati e addetti alla com- il collegio a' loro patriarchi, arcivescovi
missione e Congregazione cardinalizia e vescovi defunti, pontificando uno di es-
per la riedificazione della basilica di s. si. Anticamente seguivano queste annua-
Paolo (F.)y e graziosamente onorò l'ab- li esequie nella chiesa di s. Marta, dietro

bate cussi nese della medesima nel conce la basilica Vaticana, la quale descrissi

dergli per distinzione, sedesse in rocchet- ne' voi. XXIIl, p. 74 ^ 7^> LXXX, p.
to e cappa nell' ultimo posto de' vescovi 327, avvertendo però, che fino dal 1754
assistenti al soglio, che pure in cappa e si celebrano nella chiesa di s. Maria in
rocchetto vi accedono, in vece di stare al- Vallicella (Se Filippini (F^.), coU'assisten-
la testa della monastica comunità. Final- za (hi ministri delle Cappelle prelatizie,
mente i patriarchi, arcivescovi e vescovi de' cantori pontificii e d' un ceremoniere
assistenti al soglio Con-
intervengono a' pontifìcio. — I patriarchi, gli arcivescovi,
cistori (f^.) setni- pubblici, massime per i vescovi al soglio pontificio assistenti, so-
la Canonizzazione de^ Santi (V.) in uno no Prelati Domestici (f^.) del Papa, col
agli arcivescovi e vescovi non assistenti, quale titolo, e con quello di Assistente al
per darvi il loro voto, invitali con ische- soglio pontificio, s'intitolano ne'loro atti

dula da' cursori pontificii. Inoltre e collo pubblici. Eccone due esempi. Frane. iMa-
stesso mezzo sono invitali ai Concistori ria Barzellotti Dei et s. Aposiolicae Se-
medesima canonizzazione,
fjnl/blicipev la dis gra tia Episcopus Snane nsis,Pracla-
assistenliuni et non assisientium, nella tus Domesticusj ss. Domini Nostri Gre-
persona del decani seu antiquoris de* gorii XFI,el Pontificio Solio Assistens.
primi. Per gli altri concistori pubblici so- Aloysius Scalabrini mcrae Karmelitn-
no soltanto invitati gli assistenti al soglio, rnni faniiliac vicarius jani gencralls.
ed anco in essi sorreggono al Papa il li- Dei et Aposiolicae sedis gratta Episco-
bro e la candela accesa. De' funerali de' pus Nazarensi, Praesul Domesticus, et
patriarchi, arcivescovi e vescovi assistenti Pontificio solio Adstans. Essi godono di-
al soglio, coir intervento del collegio, ra- versi privilegi, e sino al 181 4 "^ gode-
gionai nel voi. XXVllI, p. 5(j, Sq, 66 vano assai di più, abrogali dopo quell'e-
e 67, pontificando imo di loro, il che poca da Pio VII. Trovo che Giulio lU
fanno pure in altri Funerali, cioè per col breve Ronianns PonlifeXt de'6 aprile
que' personaggi dichiarati in tale artico- i55i, Bull. Roni. l. 4, pa^*- »i P- ^-79 -

lo, e qualche volta con invilo del colle- Indulta et Privilegia Pairiarcharum,
,

VES VES 175


Archlcpiscopornm^ et Eplscopornm in ^ dìccs ordinarios extra Romanam Cu-
Captila Summì Romani Pontificis Assi- riam, creandi, et ìnstituendì, ac eisdem
slenliuni. D' una parte de' privilegi ne miiìtlbus solita equitum dcnuratoriim in-
diedi un cenno nel voi. LXVIII, p. '249' signia concedi, ipsosque Notarios, et fa-
Nondimeno pel meglio, di tulli ne rifeii- belliones de notarintiis, et labelliona-
rò gli argomenti. vSulJa falcoità della li> tiis, et j'udicatus ofjiciis ìiiijusmodi per
bera Collactioneni hencfLciorimi, a e in- pennam, etcalamare, ut moris est, inve-
diiltorum de fruclihiis in absentia per- stiendi. Noterò, che parlando del Nota-
cipienclisynecnon exemplìonwn a supe- ro, dello Scriniario, e della Penna, dissi
riori tate et jiirisclictione eoritni Ordi-
^ di siffatta investitura. Di più nofer?), che
nario timi sili a Sede Apostolica, ante ragionando de' Proionotari, de* Notari,
tamen concila Tridentini celehrationevi de' Cavalieri della milizia aurata o Spe-
concessoriim. Nohililatisque drcus, ciini rone d* oro, non menade Conti dei Pa-
iisuinsigm'orum A/y^f'jdicliiarandoli no- lazzo apostolico di La ter ano, ovvero
bili del genere di Co/ili, e d' inqnarlare conti Palatini, in tulli questi articoli di
ne' loro slemmi il proprio pontifìcio geo- tultociò feci parola; anzi nel 5° di essi o
liliiio in perpetuo. Exemptioneque a de- voi. XVII, 59, riprodussi la formola
p.
cimisi ancoicliè imposte dalla s. Seàe, e del diploma di conte palatino e cavaliere
sotto qualunque denominazione, di ga- dello Sperone d' oro, sp<edito da un ve-
bella o pedaggio, ordinarie e straordina- scovo assistente al soglio, datalo nel i8o4
rie.Fectigalaeque vini prò sex vegelibus, fuori della porta Flaminia di Roma, qua-
esenti da dazio, come godevano i prelati lora dimorasse in tal città. Il Parisi, A^rw-
Ixeferendari di Segnatura (y.). Indul- zioni per la Segreteria, 4. P- ^ e seg.
t.

tum vìsitandi Ecclesia s flit Monasteria, riporta le formule Ialine per conferire il
et alia qiiaecumque Beneficia ecclesia- titolo di conte palatino e di cavaliere del-
slica, suarum civitatum, et dioecesum. la milizia aurata, e quello di profonola-
Dipoi rivocalo dal concilio di Trento. rio,da concedersi da* cardinali legali,
Locandiqiie ad hiennium frucliis lene- sempre con data fuori di Roma, extra
Jlciorum^ redditns et fjroventus mensa- Por taniElaminiam, perchè quella porta
rum suarum, etiam anticipata solutio' alle Legazioni. Indi dice, che a suo tem-
ne, Jndultum disponendi de corum ho- po (pubblicò la i.'^ edizione di sua opera
nis, immohilihus ne semove ntis jquanwis nel 1781, la 2.* nel I784)i vescovi assi-

acquisi tis ex fructihus beneficiorum prò stenti al soglio, per indulto della s. Se-
duobus mille etiam, adjavorem in-
scutis de, concedevano 4 protonotariati e 4 ca-
capacium (hoc ullimuro revocavit Pius valierati dello Speron d'oro, ed i cardi-
V ). Indultiim remissionis fructuum nali legati 8 protonolariati e 12 cavalie-
male percepforum, et oninis infamìae rati. Si ritorni al breve di Giulio 111. £.e-

et censurae. Inhibitio con tra gabella- gilimandique bastardns: n»a pochi anni
rios, cantra praesentium tenorem, quo- tlopo rivocò quesl'indidlo Pio IV. Docto-
que modo molestare praesumant. Ar- resque c/t^rtA^rZ/; egualmente abrogalo da
renationes prò dìcto biennio praejudi- s. Pio V pochi anni appresso. Sacros or-

•cani successoribus, Eorum testanienla dines extra tempora conferendi: però si


valeant. Pr aeterea quod palriarchis doveva attendere al disposto dal concilio
arcìiiepiscopis, et episcopis, ac eorum di Trento. Contea quoscumque criminO'
cuilibet Milites, et Equites de auratos SOS etjam exemptosinsua dioecesi pro-
octo, ac ad instar sacri Palatii, et Au- cedendi. Eeclesias suarum dioecesum
lac Lateranensis Comitum, quoscumqiie etiam exemptas visitandi. Causas quas-
Nolarios^ el lahelliones pub licos, ac Ju- cumque^eliam criniinalcs, citra irregu-
76 VE S V ES
laritatem cognoscendt. Indullum cir^ cuniqne bonìs, usque ad swnmant mil-
Cam resìgnaiiones et pcnimtationes be- le ducatoriun auri de Camera ad fa-
nefìciorwìì. Anzi godevanola gratuita spe- voren\ liìc descriptoram^ sia per le spese
per quia-
dizione de' benefizi. Iiidultuiìi pe'decenli funerali, sia per rimunerare i
quenniuni a visitandis Liminibus Jpo- loro famigliari, i parenti, i luoghi pii. De-
stolonim. Declaralio circa confessiona- feclus super eisdeni disposilionibus, quos-
le. Termina il breve colia '.Forma aiiteni citmque suppleL InhibUio cantra niole^
juranìeniìj quod TabeWones^
Notarli, slantes. Esecutori di questa costituzio-
et Jfidices per diclos Patriarchas, Ar- ne, Gregorio XV deputò i cardinali ve-
chiepiscopos, et Episcopos^ ci eoruni scovi d' Ostia e di Porto, ed il prelato u*
quenilibet creandi praestabunl. Grego- dilore generale della camera apostolica.
rio XV col bi'eve Circumspecta Romani Il Dicci, Notizia della fi miglia Bocca-
Pontiflcis^i\it 7 agosto i622^BiilL Rem.
I p^<^«//,p. 293, parlando di mg.' Francesco
t. 5, par. 5: Privilegia et Indidla Pa- Boccapaduli nunzio della Svizzera, fiorito
trìarcliaruniy Archìepiscoporum, et E- in quell'epoca, diceche Urbano Vili con
piscoporuni in Cappella Sa nctitaiis Suae suo breve l'ornò del titolo di Vescovo as-
Assislentiiim. Praelatos domesticos Cap- sistente al soglio pontificio e di Conte,
peline Papae Jssislenliiun, nohileseliunt concedendogli tra le altre Hicollà, quella
de nobili Comilum genere creat eosqiie di poter dare ad alcune persone il carat-
indultis, privilegiis eie. Exempiio a so- tere di pubblico notare, e di annoverare
liiiione i'ectigalis vini prò sex vegetihus. dell' altre all' ordine de' cavalieri dello
Panisque portlonem diclini a Pala ilo A- Sperou d'oro, il quale era tenuto in molto
poslolico habendani assignat. Questa pregio, massime tra gli svizzeri ed oltre ;

parte di palazzo, deiia pane di onore, ó\ altre prerogative, l'esentò, dimorando in


cui riparlai nel voi. L, p. !2o5, però la go- Roma, dalla solita gabella per 6 botti di
devano se presenti in curiale se aveano vino, e come prelato domestico apparte-
registralo il breve di notnina nella Came- nente alla P^aniìgli a pontificia, gli accor-
ra apostolica. Notarios creandi faculta- dò porzione del pane palatino; permet-
teni tribnilytresviros,e^oàen[ì\ privilegi tendogli di poter disporre liberamente
eiìam absqne delatione habitus indulgete nel testamento, de' frutti de' benefizi di
cioè il rocchetto. L' autorità di creare cui godeva, e insieme di rassegnare delle
8 cavalieri della milizia aurata, persone sue pensioni a favore di chi più gli piacesse,

idonee, con indulto di godere i privilegi persino alla somma di scudi 5oo. Il Caa-
e di usare torqueni a(irenm,ac enseni^ et cellieri nelle sue opere ricorda le costitu-
aurata calcarla gestare. Collegiifacul- zioni di Giul ioli l, GregorioX Ve Benedet-
tas condendi, et immiilandi Sialutas to XIV, colle quali accordarono privilegi
ipsiiis Collegii. InduUum
celebrandi et a* vescovi assistenti al soglio, e di quelli
audìendi Dlissani in Oraloriis domesii- accordali daDenedetloX 111 a' Prz/nV//x7ii,
cis vel destiaandis cani declarationefa- oltre l'uso a questi della MozzcUa. lìene-
tis facieudis praeceplo andiendìMissani delloXlV poi vi aggiunse a'palriarchi la

in Ecclesiis, eccettuate le principali so- facoltà di poter consagrare in Roma, (jua-


lennità. Indultum circa resìgnaiiones, et lora un cardinal vescovo ancorché non su-
pcrmutationesbeneficioruni adsumniani burbicario non voglia possa far la funzio-
quingentorum diicatoriini aiirì de Ca- ne della consagrazione, gli arcivescovi ed i
mera excedentium. Deforma resignan- vescovi; e per mancanza o impotenza an-
di beneficia, resignationesque publican- cora de'patriarchi, abilitò gli arcivescovi e
di habesconsl. clv Greg. XIII: Iluraa- vescovi assistenti al soglio ad eseguirla, as-

no vix. Faculias disponendl de quibus- sistili da due alili veàUovi.Frequeuli soao


VES VES 177
in Koma le consagrazioni {\ei* Vescovi che cappello con fili d* oro. Allorché il Pa-
si fauno da'carclinali, e talvolta eziandio p;» celebra assiste alle sagVe funzioni, sì

dal Papa, sempre coli' assistenza de' ve- essi come gli arcivescovi e vescovi sopra il

scovi assistenti al soglio e non assistenti. rocchetto portano cappa di saia paonaz-
la

Bilevo da un ms. » I vescovi assistenti al za, e stanno tutti in un banco alla sinistra

soglio erano esenti dalla gabella di 12 ba- dei trono. Se poi il Papa solennemente ce-
rili di vino ad arbitrio (questa restrizio- lebra e fa pontificale, sono parimente tut-
ne pare degli ultimi tempi). Aveano la ti sul ripiano del soglio dall'uno all'al-
facoltà di creare 3 protonotari, e 8 cava- tro lato con piviale e mitra di tela bian-
lieri dello Speron d'oro ; d'erigere l'ora- ca. Nelle funzioni ordinarie, uno di essi

torio privato nelle loro abitazioni, an- gli sostiene il libro, e un altro la candela.
corché abitassero in Roma ; l' indulto Godono poi sì i patriarchi, come gli arci-

di trasferire le pensioni per la somma di vescovi e vescovi assistenti al soglio una


5oo ducali d' oro di camera, ossia scudi nobiltà come da genitori conti tratto
se

875; e r indulto di poter disporre e te- avessero la loro origine. Possono cele-
stare per la somma di 1000 ducati d'o-. brare la messa ne' privati oratorii, senza
ro di camera, ossia scudi 1750 ". L'ab. pregiudizio di quella degli indultatarii, e
Falaschi pubblicò nel 1828, La Gerar- farvela celebrare per loro comodo da al-
chia ecclesiastica, con figure colorate e tro sacerdote in qualunque giorno, casa
illustrazioni. A p. 29 riporta quella d'un e diocesi, da valere per lutti gli abitanti
patriarca in mozzelta e mantelletta, col- e pe'Ioro famigliari. Hanno facoltà di tra-
la berretta in mano, e parla de'patriar- sferire ad allri le loro pensioni annue sui
clii, arcivescovi e vescovi assistenti al so- frutti, redditi, proventi e distribuzioni
glio. Premette che il 1.° grado della ge- quotidiane di ciascun benefizio, compreso
rarchia lo forma il Papa, il 2.°il Sagro ancora di s. Giovanni Gerosolimitano,
Collegio de* Cardinali, il 3.° i Patriar- eccettuate solo le pensioni su benefizi ri-
chi, Arcivescovi e Vescovi assistenti al tenuti da' cardinali secondo la bolla di
soglio. « I patriarchi, che sono in nume- Urbano Vili, di osservare nel trasferirle

io di 4> detti maggiori, cioè Costantino- la prassi stabilita da Innocenzo XI, e di


politano, Antiocheno, Alessandrino e Ge- non eccedere in dette assegno la somma
rosolimitano, rappresentano i 4 capi del- di25o ducati d'oro di camera; non for*
l' Ordine Vescovile e del Soglio. Essi, ol- mando però questi l'intero, ma la metà
tre i seguenti privilegi comuni a'suddetti delle pensioni, le quali possono trasferire
arcivescovi e vescovi, possono in ogni città o tutte insieme ad una persona, o sepa-
e diocesi portare la mozzetta (questa, co- ratamente a più, purché si trovino in chi
me compimento delle Vesti de' vescovi, le riceve i requisiti prescritti nel breve
l'hanno ormai assunta anche i nunzi nelle del sullodato Leone XII. Finalmente vi-

nunziature, per quanto rilevai nel voi. XC, vendo o presso a morire, possono dispor-
p. e altrove ;di più noterò, che nun-
143 i re del loro asse qualunque, eccettuateso-
zi siccome insigniti del titolo arcivesco- lo quelle cose che diconsi dell'altare e
vile sono sempre assistenti al soglio) e il che servono al diviu culto, sino alla som-
rocchetto scoperto, e in ogni luogo pre- ma di ducati 1000 d'oro di camera, an-
cedono qualunque altro deh' ordine ve- che a favore de'propri parenti ".Ora ri-
scovile, benché questi sia nella propria porterò il breve di Gregorio XVI, col
giurisdizione. Clemente IX concesse loro quale dichiarò vescovo assistente al so-
di poter far uso de' fiocchi a' cavalli, ed glio mg.' Paolo d' Astros arcivescovo di

il regnante Sommo Pontefice Leone XII Tolosa (V.), poi cardinale, che ricavo
di poter intrecciare il fiocco verde dei da A. Mana vii (autore eziandio delie No-
VOL. cxv. li.
,78 VES VES
lice sur la Vie Pontifieni de Gre-
et le sit,nddamiis, fncullalera libi ctiam faci-
goire XVI)) Histoire des Chapelles Pa- mus celebrandi Missam io Oratoriis pri-
-pnles par M, le chevalier Moroni pre- vatis ad calholicorum domus vel luae ,

mier aide de chambre de S. S. Grcgoi- vel alienae dioecesis, tametsi ibi non ho-
re XVT, parlando de' privilegi di que- spitaveris, sine ulla dierum exceplione ,

sto cospicuo collegio a p. 437, da cui si ve- dummodo tamen oratoria ipsa ex apo-
dranno gli attuali privilegi che godono i stolico indulto erecta fuerint
, nec vero

patriarchi, gli arcivescovi e vescovi assi- tempus indultum concessum expira-


in
« Venerabili FratriPaulo-
stenti al soglio. veril. Quod si iisdem in Oratoriis Mis-
Theresiae-Davidi d'Astros, Archiepisco- sam audire potius quam celebrare ma-
po Tolosan. Gregorius PP. XVI. Ve- luerisjcelebrare inibi facìendi unam mis-
lìerabilis Frater, Saluteoa et apostolicam sam per alium Sacerdolera in tua prae-
benedictionem. Piomanorum Pontificum sentia jus libi damus. Quam unam mis-
imo$, atque institntum, utii,quas in hanc sam tura etiam, quando,seu posteaquam
Apostolicam Sedem, Romanara scilicet tu ibidem sacrificium obtuleris, celebra-
s. Petri Cathedram, fides et observantia re per alium sacerdotem ferciendi (quo-
vel maximecommendat, peculiaribus be- niam maxime decet ut Episcopi post s^-
neficiis et graliis augeantur, decorentur- crum ab ipsis operalum, alteri assistant,
que. Quocìrca propensuro illud sludi um, et hoc jam fere apud omnes positum in
quod tu, Venerabilis Frater, in eamdem more est ) libi licentiam permittimus.
iìedeai ostendis, Nobis, qui ad praesens Tom vero per sacrificium, quod in iisdem
meritis licet imparibusCathedramipsam Oratoriis tu vel ofTeres, vel ofTerre facies,
tenemus, jamexploraturo, atque perspe- nullum praejudicium alios, qui ex apo-
ctum, simul cum ceteris illuslribus tuis, slolicis indulti ibi celebrare missam, aut
eximiisque virtutibus, quodammodo Nos celebrare facere possunt, pali volumus ,

impellit, ut te perinde ac si semper in ne versa vice indulta apostolica , aliis


hac alma Urbe Nostra adesses praesens, concessa tibi io liane re praejudicium
nedum inter Praelatos Noslros Domesti- faciant. In lui autem ipsius, tuaeqtie di-
cos annumereoius honoribus quoque E* gnitalisgratiam indulgemus pariler, fum
piscoporum Pontificio Solio Nostro Assi- illos omnes, qui simul, famulatus eliam
stentium lubenti animo afficiamus. Ideo- causa, in illa domo inhabitant in quam
que te a qùibusvis excoramunicalionis, tu prò hujiisce privilegii usu te conferes,
et interdicti, aliisque ecclesiastici» censu- tum familiares luos, quos tecum duces,
ris, sententiis, et poenis qnocumque mo- in diebus festis salisfacere praecepto au-
do, vel quacumquede causa latis, si quas diendi missam utique posse, si sacrifìcio,
forte incurreris, harum dumtaxat rerum quod inibi tu ofFeres, aut ofFerre facies ,

gratia absolvem, et absolutum fore cen- ipsi intersint. Ad haec singolari benigni-
sentes, Nobilem te dicimus atque crea- tale nostra veniam libi damus transfe-
iDus, et in illorura nobilium numero re- rendi in alios pensiones annuas super fru-
ponimus, qui utroque parente de Comi- clibus, reddilibus, provenlibus, et obven-
tum genere orlisunt; acproìndenon mo- tionibus , atque dislributionibus eliam
do eorum titulis et insignibus honesta- quolidianis cujuscumque beneficii tum
mus te, verum ut frui eliam possis sin- majoris, tum minoris, vel saecularis, vel
gulisquibusque privilegiis et juribus, regularis, etiam hospitalis s. Joanni Hie-
quibus uli iidem ipsi possunt, ac pole- rosolymilani, libi jam assignatas, aul in
lunt in futurum, libi pienissime con- pONlerum assignandas. Exceplas tamen
ccdimus. Ut autem aliquid praelerea volumus pensiones impositas super bene-
,

quod libi spirituali gaudio, et vohiplati ficiis, quae per S. R. E. Cardinales obli-
,

VES VES 179


neri conllgeriJ, eo modo, quo eas voliilt cleniH Roraani Pontifices praescripse-
exceplas Praedecessor noslcr fel. vec. Uv- runt. Ilaque ordinarios loci, ubi tu eos-
b.inos Vili in suis lilteris aposlolicìs sub dem perficere Iranslationes volueris, vel
pUimbo i63i
dulìs kalendas nprilis anni aliquis unus cathedralis Ecclesiae cano-
quarum inilium, Cani S. R. E. Cardia nicus, vel quilibet alius vir ecclesiastica
nales, et quod ad ceteras pensiones alli- dignilate praedilus lam in Romana Cu-
nei, servali volumus oposlolicas iilteras ria, quara extram ad id per te eligendus
ree. me. Innocenlii XI , eliam nostris corani notarios publicos, ac testibus ido
Praedecessoris super translalione pensio- neis pensiones annuas, seu partem ìllam
ne, data sub annulo Piscatoris die 7 fe- earumdem pensionum, quam Iransferre
bruarii anni 1677, '" quibus non inte- libitum, ac licilura libi fuerit, vi pras-
gras pensiones, sed dimidias earumdem sentis indulti cassabit atque estinguei
parles solummodo in alios posse traii- deinde vero prò una parte , io qua cas-
sfeni ab bis, qui hanc ab apostolica Sq- satae jani fuerint, et extinctae , alias si*
de veniam acceperint, constitutum est. miles pensiones annuas uni aut pluribus
Alque utliac in re moderalio servetur, il- a te nominandis assignabit atque con- ,

lud etiani libi si<;nifìcacDUS in istis tran- cedei. Unus aulem, aut plures ilii bomi-
sNnionibos baud posse te summaca bis nes in quos tali solemni modo Iransla^ae
centumquinquaginta ducatorunr» auri de pensiones illae fuerint, quamvisalia jam
Camera excedere, prò bac enioi somma fuissent ecclesiastica beneficia , et alias
tantum facultalem libi impertiri Iransfe- pensiones adepti, utique, quoad vixerint
rendi pensiones nieus Nostra atque vo- tara per se, quam per legitimos suos pro-
luntasest; quae quidem summa non ad curatores speciali mandalo hac super re
pensiones integras , sed ad dimidias ea- praedilos, easdem pensiones hujusoiodi,
rumdem pensionem parles referenda sii. in qua tu, Venerabilis Fraler,sub Iran-
Celerum iueos solum pensiones transfer- slationis tempore fueris iidem ipsi cuoi
re libi permittilur ,
qui clericali saltem iisdem privilegiis et conditionibus omni-
tonsura insigniti, ac hujuscemodi pensio- no subrogali esse censeantur: hi vero ,

num capaces. Imo circa pensione? impo- qui beneficia obtinent, super quae pen-
sitas super benefìciis, quae constituta re* siones illae jam fuerant imposilae, quem-
periuntur in locis temporali IVostraejet admodum libi anlea, sic aliis postea a
liujtis s. Sedis polestati subjectis graviter le, ut supra praescriplura est» nominan-
praecimus, ut in eos solos transfeiantur, di hujusmodi pensiones solvere omnino
qui ex eadem ecclesiastica dilione , vel sub iisdem censuris et poenis leneanlur;
ex illis regionibus originem ducunt in quia possint exceplionem opponere, vel
quibus horaines dominio Nostro subditi quod prius non fuerit eorum consensus
admitti indiscriminatim cum bominibus petitus, vel quod in ipsa pensionum tran-
earumdem regionura luna ad beneficia slalione litleraeaposlolicae, minime fue-
ecclesiastica tum ad similes pen Mones jam rint confectae. Demura gratiis aliis prio-
consuescunt: secus Iranslatio ipsa nulla res gratias aeraulare ciipienles , illara

omnino sii. Erit aulem in tua potestate quoque polestalera libi facimus, ut vel
omnes prorsus, vel aliquas tantium pen- testamento, vel alios quovis legitimo mo-
siones, ac in unum solum, vel in plures do tam causa mortis, quam inler vivos,
liomines, semel, aut diversis viribus at- possit usque ad summam mille ducato-
que in morlis etiam articulo Iransferre. rum auri de Camera slatuere de bonis,
Porro Iranslationes islas non quomodo- acjuribus, ubicumqueea,elcujuscumque
cumque, sed solemni ilio modo fieri ju- generis sint, quae ex Archiepiscopata
bemus, quetn bisce in rebus servari ha- Tolosan., queo» obtines, vel ex aliis Epi-
, ,

i8o VES VES


scopalibus, aiilsque heneficiis ecclesiasli- quae sub plumbo datae sunt lerlio kn-
cis , quibuscumque turn saectilaribus , lendas septembris anni 1567 ,
quaeque
lumregularibusa le in lilulum,aul com- incipiunt, Romani Pontifices. Inhaeren-
mendam, aul administralionem juia ac- tes autem apostolicis lilleris fel. ree. Pii

qulsilis, ye\ postea acquirendis , vel ex. IV, etiam Praedecessoris Nostri, quarum
penslonibus ecclesiaslicis libi assignalls, inilium, Tn suprema^ sub plumbo dalis
alque asslgnandis parla fuerinl; ut nem- septimo kalendasdecembris anni i564i
pe de iisdem bonis, et juribus slaluere decerni mus , facultatem teslandi , sive
usque ad eam summam possisnon solus statuendi legilimo quoque modo de bo-
ad causas pias, alque in lui decentis ho- nis ac juribus supradictis, quam libi per
nestique funeris sumplus , "veruro etiam Nostras hasce litleras tribuitnns ,
omni
in favorem consanguineorura,elaflinium, carere efleclu, si tu, violatis de residen-
nec non et familiarium luorum, caetero- ab Ecclesia, ubi debeas reside-
tia legibus,

rumque. Atlamen solvendimi prius eril re, absens decesseris. Confidimus porro

orane aes alienum, quo eadera forte bo- per Dei misericordiam virlutemque
,

na, ac jura obligala inveniantur, et dedu- tuam minime futurum,ut facultalis liu-
cenda prius omnia impendia, quae prò jusmodi causa obliviscaris praeceplio-
restauratione aedificiorum , et aliarum num, monilionuroque , quae in concilio
reruna recuperalione ad Ecclesias et be- Tridentino, sess. 26,cap. i, de Reforma-
neficia a te adepla spectantinm,facienda tìone^ continentur. IMemoratis ergo pii-
sunt; scilicel si tua , aut piocuratorum vilegiis te, Venerabilis Fralcr, liberaliler
tuorum culpa sive negligenlia aedificiis afiìcimus, decerneules has lilteras firmas
ipsis , caeterisque rebus aliquod fuerit semper fore, ac libi perpetuo sulTiagari,
damnum illatum. lìs autem detractis, de sicque in praemissis per quoscumqne ju-

eo quod reliqui est, nec id totum qui- dices etiam S. R. E. Car(linales,liorum-


dem,sed ad praediclam usque summam que congregaliones, et legatos a lalere ,

mille ducatorum auri de Camera, arbi- ac nuncius judicari debere, irrilumque


trium tibipermissum edicimus. Dum ve- esse si quid secus super bis a quoquam
ro de iisdem bonis ac juribus vel lesta- quavis auctoritale scienler, vel ignorau-
mento , vel alios quovis legilimo modo ter conligeril allentari. Non obslanlibus
posse te slatuere indulgeraus, ne uliquam Nostris, et Cancelleriae aposlolicae regu-
derogare intendimus apostolicis litteris lis, aliisque apostolicis, et in conciliis e-
PraedecessìorumNoslrorum, vel JuliillI, liam oecumenicis edilis conslitutioni-
,

dalis sub die 26 junii anni i55o vel , bus , nec non Canierae aposlolicae et ,

Urbani Vili, dalis sub die 5apriiis an- praefatae Ecclesiae Archiepiscopalis To-
ni 1628, super frucUbus non exactisrac losan., aliarum Ecclesiarum, et ordinem
proinde Kcslrarum praesenlium lillera- regulariura ac mililariura, alque institu-
rum vigore de bis fruclibus non erit libi torum, et congregalionum, et quorum-
inlegrura cavere. llemque eliamsi de bo- libet locorum legibus, consuetudinibus
nis, ac juribus, ubicumque ea, et cujus* ac privilegiis juramenlo eliani, vel con-
cumque generis sint, menlionem feci- fìrmatione apostolica roboralis quam- ,

mus inter ea tamen non compcehendi


, quam prò illorum derogatione specialis
res,quae dicuntur altaris, nimirum vasa, mentio facienda,aut alia exquisita for-
etornamenta, et aliara quamlibet sacrura mula servanda esset, celerisque conlra-
suppelieclilem per te destinatam ad u- riis quibuscuDique.Volumusaulem al- ,

sum et cullum divinum declaramus ju- que praecipimus, ut anlequam tu, Vene-
xta formam litterarum apostolicarum s. rabilis Frater, bujusmodi lilulo et pri-

Vìi V, Nostri quoque Praedecessoris vilegiis perfruaris, praeseoles aposlolicae^



VES VES 181
litteiac; si ne quibus nemo sibi arrogare di diversi riti. Suole pure accadere, che i

audeat concessionem, in acta Collegii E- turchi tollerino in molli luoghi de* pa-
piscoporum Assislentium ^olio Pontificio triarchi , arcivescovi e vescovi ortodossi
Datum Romae apud s. Pe-
leferantui*. ed eterodossi, e quindi la parte esclusa
Irum, sub annulo Piscatoris, xxvii no- abbia prelati de* medesimi vescovati di
vembiis mdcccxl, Poiilificatus Nostri an- semplice titolo, per conservare la ricor-
no decimo. —
A. Card. Lambruschini. danza dell' antica gerarchia e nella spe-
Pi'aesentes Litterae apostolicae reiata ranza di futura restaurazione. Fra' vesco-
suut in Ada Collegii Episcoporuna As- vati in partibus che conferisce la s. Sede
sistentium Sulio Pontificio, lib. 3, p, g6. a vescovi d'altri riti, ricorderò seguen- i

In quorum fidem. Hac diei6decembris ti. Pio VII con attribuire all'abbate ge-
1840. Caiolus Bedoni, praedicli collegii nerale prò tempore de' monaci armeni
a secretis ". Dice
il Manavit il titolo di : mechitaristi di Venezia, il titolo arcive-
assistente al trono pontificio è onorifi- scovile di Siunia (/^.), fu il i.° esempio
centissimo in Francia, e per grande e- la che il Papa concedesse un i\\.o\o in par-
stiraazione che Gregorio XVI avea per tibus per apostolico breve, aver dopo d*
la s. Chiesa di Francia , allora ne avea fatto il consueto processo e stampata la
fregiato 6 arcivescovi e 6 vescovi, a quel- solita proposizione concistoriale ,
previa
r epoca componendosi il collegio di 164 emissione del abbate della professione p.
prelati, cioè nel 1846. di fede, secondo la particolare formola
VESCOVI IN PARTIBUS INFIDE- da Urbano Vili prescritta agli orienta-
LIUM o TITOLARI, Episcopi Titilla- li. Gregorio XVI con suo breve nel 1837
res seu Episcopi in pariibiiSy seu Aniiu- dichiarò arcivescovo d'Irenopoli in par-
lares y seu Nullatenscs. Titolo d'onore libus mg. Stefano Missir greco di Smirne
"^

^q' Patriarchi^ Arcivescovi e Vescovi[V.) per le sagre ordinazioni e pe'pontificali in


di rito latino, ed anco di alcuni d'altri ri- rito greco in Ptoaia;e Pio IX con suo bre-
ti, loro conferito da'Sorami Pontefici in ve nel 1847 nominò arcivescovo di Sirace
concistoro o per breve apostolico, di Pa- in partibus m^J Y^{\QdLvàoWyii\x\{\i mechi-
triarcatiy arcivescovati e Fescovali^f^j^ tarista armeno di Costantinopoli, egual-
le cui diocesi e chiese sono miseramente mente pe'pontificali e sagre ordinazioni iu
occupate dagl' infedeli e precipuamente rito armeno in Roma. Veramente i titoli

da Turchi (^^.), perciò s'intitolano Epi- di vescovati, il cui territorio è occupato


scopi in parlibus infide liunij ed eziandio da scismatici o eretici, non si dicono giu-
occupate da eretici o scismatici, median- stamente in par tibus infideliuni^ ma sem-
te i loro patriarchi, arcivescovi, vescovi, plicemente i/^o/czr/, come notai parlando
o Esarchiy Mafriani e sedicenti Catto- d'AteuCj dopoché tolta a'tuichi, 1' occu-
lici (F.), nomi lutti di dignità nelle lo- parono greci scismatici. Inoltre dicesi
i

ro pseudo-gerarchie. I patriarchi orien- Vescovo e Titolare (F.) quello che ha


tali con giurisdizione, anch'essi nomina- rinuuziata la sua chiesa, se non ha rice-
no arcivescovi ed i vescovi in parli-
gli vuto un titolo in partibus^ intitolandosi
buSy senza darne parte alla s. Sede. Li no- per esempio JY.già vescovo di Terni^bea-
minano pure mentovati patriarchi ed
i chèquesta città abbia poi avuto il proprio
altri prelati eterodossi, o perchè realmen- vescovo residenziale. A'vescovi senza chie-
te luoghi sono occupati dagl'infedeli, ov-
i sa determinala, sia per titolo d'onore, sia
«ero per esservi al governo ecclesiastico per tener viva la memoria delle illustri
prelati ortodossi. Così avviene che a un chiese, occupate come dissi da infedeli e
tempo portano il medesimotitolo inpar- altri, il Papa gliene conferisce il titolo,
tibus de'prelali cultolici e degli acattolici faccudo esprimere uella Proposizione
i82 VE S V ES
concisloriale (^'.), per preconizzarli tali bus, rilevai che ne ritennero il titolo pro-
in concistoro; dopo le parole dichiaraDti mossi a chiese con giurisdizione, ancor-
la vacanza del Fcscovalo ( /^.): Ad diclani ché cardinali, senza ledere i diritti me-
Ecclcsìani proniOK>e:re. intendinnis vene- tropolitici delle loro chiese soggette ,
es-
rabìlein fralrem N.N. jam Episcopiini sendo soltanto personali titoli di digni- i

N.yCujus quulitates jani adprohalaefue- tà maggiore; né tacendo quando titoli i

rimi Clini primiim ad liluliun Episcopa- patriarcali furono negali, perchè la s. Se-
lem N, in partibus infideliuni^ etposlea de suole d'ordinario fregiarne personàg-
ad caihedralem ecclesiani N. evecius gi residenti in Roma, per rendere più de-
/a//. Rivolto il Papa a'cardinali, gl'inter- corose le sagre funzioni, onde sono sem-
loga: Quidvohis videlurF Èi^]ìvo\aLiì{\o i pre E^escovi assistenti al soglio ponti fi'
cardinali con alzarsi e scuoprirsi il capo, aio [P".) , absque vocaiionej distinta o-
il Papa pronuncia il decreto. Auclorila- norifìcenza compartita eziandio agli arci-
teomnipotentis Dei, ss. Apostolorimi Pe- vescovi ed a' vescovi si di giurisdizione,
ac Nos tra, providenms prue-
tri et Pauliy che in partibus. Ecco altri esempi. Nel
falae Ecclesiaede persona dicùN.^prae- 1494 ^'^^'"^^"o 6''^^ un tempo arcivesco-
ficientes eum in Archiepiscopuni et pa- vo diCapua e patriarca d'Antiochia irt/^^r-

storeni, cimi indulto quod quamdiu di- Nel secolo passato vescovi Carolis
tibiis. i

eta Ecclesia ab injidelibus delinebitur, di Sora, Anastasio di Sorrento, Micheli


ad Ulani accedere, et apud eani reside- di Mileto, Leone di Melfi, xMassa di Ri-
re minime teneatur, proni in decreto, et mini, Bussan di Malta, Galletti di Lipa-
schedala consistorialibus exprinietur. ri erano contemporaneamente arcivesco-

Laonde col titolo s'impone dal Papa l'ob- vi in partibus. A'soli vescovi residenzia-
bligo, qualora il vescovato venisse sgom- li è dato ritenere allfo Vescovato m ti-

bralo dagl' infedeli, di dovere recarsi a tolo, poiché come avvertii in tale artico-
risiedervi per governarlo. L' allegato e- lo due vescovati di giurisdizione non si

sempio di 3 traslazioni, si oianifesla per accordano od un medesimo prelato, tian-


un prelato, che prima insignito d'un ti- ne casi di quelli che sono uniti aeque
i

tolo \esco\'ì\e in partibus, prò mosso quin- principaliler,e di quelli aggiunti in am-
di a^dun vescovato resideiiziale,per averlo ministrazione temporanea o perpetua. Be-
poi rinunziato, venne elevato ad un arcive- nedetto XIV concesse in perpetuo a' ve-
scovato 7>iy3^r//Z»w5. Lo ricavo dall'avve- scovi di Pavia (V.) il titolo arcivescovde
nulo di fatto nell'illustre odierno arcive- di Amasia in partibus j e Pio VI dichia-
scovo titolare d' Eliopoli, nel concistoro rò vescovi di Malia (E.) arcivescovi //*
i

de' 17 dicembre 1840, secondo la ripro- partibus di Rodi; ambedue hanno l'uso
dotta proposizione nel voi. XV, p. 2 2 3, del pallio. Que' prelati o cardinali, che
ove ancora ne offro tre per le loro par- sono provveduti d' una chiesa vescovile
ticolarilà non senza interesse. Di frequen- residenziale, se già arcivescovi in parti'
te avviene che vescovi in partibus sia-
i bus, per indulto apostolico s'intitolano
no traslati a'vescovati residenziali, mas- arcivescovi vescovi, senza portare l'ante-
sime se n'erano Coadiutori [P^.) con fu- riore titolo, e senza che la nuova chiesa
tura successione,© amministratori. Tal- acquisti grado arcivescovile. Per le re-
il

Tolta però furono coadiutori senza titolo plicate istanze fatte dal re di Sardegna a
in partibus: tale fu l'arciduca Rodolfo Benedetto XIV, perché dasse il titolo dì
/?^«/t'ri d'Austria dato da Pio VII alla vescovo in partibus al cardinal delle Lan-
chiesa i^Olniiilz, di cui divenne arcive- ze suo elemosiniere e cappellano maggio-
scovo e cardinale. Nel voi. LI, p. 299, nel re nella regia cappella di Torino, il Pa-
1 icordare vari prelati patriarchi in parti- pa considerando che un cardinale per \i\
VE S VES i83
sua promozione alla porpora, resta sciol- dignità episcopalecol cardinalato, ciò che
to se vescovo dalla chiesa sua sposa , se tuttavia col tempo s'introdusse, ed anche
non vi dispensa Tautoiilà pontificia; 2." con titoli m/?^/'^iZ»«5.Esami nò questo pun-
che anticauiente non vi erano vescovi al- to BenedettoXIV colla costituzione Cani
tri cardinali fuori de Adescavi suburbica- a con profonda erudizione, della
nobiSf
rii (e il cardinal l^Filelkspach deli i63, quale mi occorrerà riparlare, duetta al
dice Del PrimicerOy p. 820, fu
il Galletti, cardinal delle Lanze. Appoggiato dunque
il I
.**
due vescovati, cioè l'ar-
a possedere alla ragione, che mentre cardinali si fan- i

ci vescovato diMagonza e il vescovato diSa- no Arcipreti dtWe basiliche di Roma (de*


biua,anzi si crede che per dispensa aposto- quali riparlai a Titoli CARDINALIZI, anco
lica avesse quello pure di Salisburgo. Il pel loro possesso), molto più conviene far-
Cardella ancora sostiene, che questo car- li vescovi in partìbus, potendo questi e-

dinale fu ih.°, che con nuovo, uè fin al- sercitare la loro giurisdizione, quando i

lora più veduto esempio, al detto di tut- popoli delle loro diocesi tornassero alla
ti gli scrittori, tenesse nel tempo stesso fede; e coH'esempio del cardinal Gueva-
più vescovati; laonde per la novità cagio- ra, da Clemente VIII fatto vescovo tito-
nò grande ammirazione, il che poi passò lare di Filippi, ad istanza del re di Spa-
in costume, qualche volta abusivo, e tal- gna (perchè avendolo nominato ." inqui- i

volta coonestato da ragioni conformi allo sitore generale della Spagna, de'quali dà
spirito della Chiesa, e col consenso dePa- l'elenco il Salleles, e approvato dal Papa,
pi. Avverte poi, che in seguilo altro car- come i predecessori bramò che fosse or-

dinale avendo in Germania posseduto due nato della dignità vescovile) e da lui cou-
arcivescovati io un tempo, si disse essere sagrato in s. Maria degli Angeli, col bre-
stato ili.** ad ottenerli; ma devesi nota- ycRoniaiii Pontificls^dtìV 1 1 agosto 747»
1

re, che la distinzione cade, non sopra il suo BullariOy t. 2 , const. 36, conferì al
possesso di più vescovati ritenuti dallo medesimo cardinal delle Lanze l'arcive-

stesso soggetto , ma sibbene sopra due scovato di Nicosia in partibuSy allora va-
arcivescovati, il che fu cosa nuova e sen- cante, che fino alla morte conservò pei'

za anteriore esempio, come rimarcò altre- molti anni, consagrandoio nella cappella
sì il Ciaccouio. Il Pagi disse di ìut: fuìC Paolina del Quirinale alla presenza del
primus,qui s'meconlroversia exEpiscopOy sagro collegio; dopo averlo trasferito dal-
Presbyteruni Cardiiialeni dicturn inve* l'ordine de'diacoiii a quello de'preti, e dal-
n'taniur.?\.'ì\e\ò'SQ\aeSyue\\aStorìadlLeO' la diaconia de'ss. Cosma e Damiano al ti-
ne X, aver quel Papa nel 1 5 1 8 fatto cardi- tolo di s. Sisto. Clemente XIII nel 1758

naleAlberto d'i Brandeburgofi^Wo di quel- preconizzò in concistoro arci vesco vo diCo-


l'elellore, arcivescovo di Magdeburgo e rinto inpartibus il cardinalYork, ad istan-
di Magonza, per cui fu ili." tra'principi za di suo padre Giacomo III re cattoli-
tedeschi ad avere per indulto pontificio co d'Inghilterra, con l'allocuzione Posta-
due arcivescovati insieme nella Germa- lavit a NobiSy de' 2 ottobre, Bull. Boni,
nia. Imperocché il cardinal Wilellespach cont. 1. 1, p. 45» , acciò quale arciprete Va-
vuoisi propriamente, che essendo stalo da ticano potesse fare l'olio santo in feria r
Federico 1 spogliato dell'arcivescovato di majoris hebdoniadae, conferire la cresi-

MagoQza, poscia fu fatto cardinale e in- ma neirS.' della festa de'ss. Pietro e Pao-
di vescovo di Sabina colla ritenzione del- lo, e ordinare il clero della sua basilica
l'arcivescovato; ebbe poi quello di Sali- secondo il privilegio di questa, pel quale
sburgo, e nel lasciarlo gli fu conferito il tuttociò può farsi da un vescovo deputa-
vescovato di Ratisbona), sembrando al- to dall'arciprete. Indi Clemente XIII, al
lora^ che uoo potesse stare congiunta la modo descritto a Vescovo § IV, lo con-
1

i84 VES VES


sagrò nella basìlica de'ss. XII À posloii. In- gl'infedeli, colla coadiutoria della chiesa
oltie il Papa Del i ySg nella chiesa di Ca- vescoviledi Macao nella Cina, pel p. fr. Eu-
stel Gaudolfo coQsagrò in arcivescovo di genio Frigueiros agostiniano diLisbona. 1

Kicea in parlìbus ì\ cardinal Erba Ode- p. Plettemberg, i\^of/^/tìt Congrega tioniini


scalchi ,
perchè lo fece suo Sicario di etTribiinaliuni Curiae Romanae, scrive
Roma^ il quale per l'esercizio dell* emi- parlando del concistoro e del Papa, e degli
inente carica dev' essere insignito del ca- Episcopi in pariibus solo nutu promo'
rattere vescovile.Anche Leone XII nel ventar.» Ad haec proponuntur, aut eli-
1823 dichiarò arcivescovo d'Edessa in guntur in Consistoriis secretis Episcopi et
^fl!///Z>M5 il cardinal Zurla, per averlo pro- Archi-Episcopi, fiuntque provisione» Ec-
mosso a vicario di Roma, e lo fece con- clesiarum Palriarchaliura , Melropolila-
sagrare dal cardinal decano. Gregorio narum et Cathedralium vacantium de
XVI neli842 fece abbate coramendata- praelatis,seu pastoribus idoneis.Hac pro-
rio di Subiaco nullius dioecesis, il car- visiones vel sunlEcclesiarumTitulariumi
dinal Polidori, indi nel 1 844 '0 consagrò tantum absque residentia et adminislra-
in s. Pietro arcivescovo di Tarso in par- tione, ut sunt earum,quae occupanturab
iibus Vìi febbraio, dal qual vincolo lo infidelibus , haerelicis , vel schismalicis;
sciolse poi nel concistoro de'aS luglio: gli vel est Ecclesiarum habentium actualem
attribuì la dignità vescovile per l'eserci- jurisdictionem et administralioneai in
EÌo delle sagre ordinazioni e pontificali diocesi calholica". PioVII colla bolla As-
nella sua diocesi, e nella consagrazione è sidua, qaain Ecclesiae universae ex di-
sempre necessario o un titolo inpardbus vina institiitione dependimus, de'3i mag-
o la provvisione d'un vescovato residen- gio 18 16, Bull. Rorn. cont. t.i4» p- 32:
ziale. Promovendosi al cardinalato il pa- Consti tutio novae dioecesis Canariensis
triarca titolare dell'Indie occidentali, ne in insula Tenerife prò Episcopo in parti-
conserva il titolo. Il Papa, premessa la di- bus inftdeliuni a sunimis prò tempore
spensa delle proposizioni concistoriali, Pontijicibus nominando, dice fra l'altre
preconizza in Concistoro i patriarcali, gli cose. « Dignam profecto tanto Rege (fii-
arcivescovati, i vescovati in parlibas, per spaniarum), qiiem supra rerum tenipora-
quelliche vuole insignire delia dignità epi- lium curam religiosaeprovidentiae famu-
scopale,acuiperrordinarioècongiuntala latum divinis, et aeternis dispositionibus
condizione o di Sujfraganeo o aus'\Uave,o perseveranlerirapendere graluiamur, pò-
di Coadiutore,o di Sicario apostolico, stulatione nacti sumus, eamque aposlo-
ovvero amministratore d' a-lcuua chiesa licis constitulionibus, ac praeserlim cou-
residenziale; e anticamente anche tali cilii Lateranensis quinti statutis, aliisque
proposizioni facevano i cardinali in con- de Tilularibus Episcopis, per Romanos
cistoro,massime per la coadiutoria di Pontificespraedecessores Nostros lalisde-
qualche vescovato residenziale, quindi il cretisapprime consentaueam deprehen-
Papa faceva il decreto, ora egli facendo dimus. Obsequentes itaque, ut Leonis I
J'una e l'altro. A darne un esempio, tro- Magni verbis u^amur, ac libenter assen-
vo nel n. 1 179 del Diario di Roma del tienlessanctis regiae pietalis supplicalio-
1725, che il cardinal Albani propose la nibus ex certa scientia, et matura deiibe-
chiesa vescovile di Peila inpnrtibus, col ralione Nostris, deque apostolicae pote-
sufFraganeato della chiesa vescovile di statis plenitudmesulFcaganeatum dioece-
Leopoli nella Russia polacca pel cao, Giro- sis Canariensis in insula Tenerife ab ejus
lamo Talowichi polacco. Già il Papa Be- nomine nuncupandum harum tenore e-
nedetto XIII pel [."avea proposto la chie- rigimus et constituimus, ita ut qui ad ca-
sa vescovile d'Urauopoli nelle parti de- iholici regis uomiualione Xitulu alicujus
VES VES i85
Episcopalìs Ecclesiae in parlibus infide- riano Falcinelli Antoniacci cassinese d'A-
lium a Nobis et Romanis Pontificibus suc- sisi, già vescovo di Forlì, inlernunzio a-
cessoribus Nostris fuerit insignitus,acsuf- poslolico e invialo straordinario nel Bra-
ftaganeus utsupradepulalus,slaliraalque sile), di cui meglio riparlai nel voi. XXXI f,
consecralionis munus suscepent in noe* p. I 9, che gode annui scudi yS, residuo
1

inorala Tenerife insula continuo leside- di circa 200, frutto di lascila d'un arci-
le, ac in ea, in quae sex aliis circuiiajacen- vescovo in parlibus d' Alene a vantaggio
tibus minoribus insuiis, una videiicet La- de' suoi successori.Il vescovato in parli'

guna, altera s. Crucis, alia Gariico, alia bus di Faniagosta (r.), la cui rendila
s. Ciislophari et Rialcio (lo slesso Pio VII fondata nello stalo veneto si esprime nel-
nel 8 8 eresse poi in vescovato s. Cristo-
1 I la proposizione concistoriale, ed io ripe-

foro de Laguna, dismembrandola da Ca- tei nel citato articolo (sembrerebbe che
narie), alia montis de Pico, acreliqua de il vescovo vi risieda, perchè si trova re-
Teyda nuncupalis, ea quae ordiniscba- gistralo nelle Notizie di Roma^ anche tra'
raclerera postulant, ac omnia, et singola vescovati residenziali, e dal 3 agosto 85/ i

ponlificalia munia vice, ac nomine, et in vi fu trasferito da Dana he in parlibus


auxiliuni pro-tempore existentis Episco- l'attuale vescovo mg." Carlo de'conti Cac-
pi Canariensis exercere teueatur, serva- cia Dorainioni di Milano. Ma nella pro-
tis tamen apostolicisconstitulionibus, sta- posizione concistoriale leggo : Episcopa-
tulis, et decretis circa jura, privilegia et lis Ecclesiae Farnaugastan in parlibus
pertinentias in Episcopos Titulares suf- infideliuni. E' ripetuta la rendita che pos-
fraganeos collata. Pro congruo vero hu- siede,che fu deputato ausiliare di mg.'
jusmodi sufFraganeatus annuam suni- Bartolomeo Rouiilli arcivescovo di Mi-
iiiam ducalorum auri de Camera mille lano, da ultimo defunto, con indulto di
seplingentoruni octodecim, et juliorum ritenere in quella metropolitana il \)\'\~

duodecim cum tribus quarlis monetae ro- micerato, ;7em fww2 indulto ad memora-
manae respondentem ducalis quinque tam Ecclesiani Famaugustan. minime
millibus de Vellon nuncupalis monetae acctdendi, quousque ab infidelibus dtli-
bispaniae libere, et integre persolvendacu nebitur. Per tulio questo non si doveva
super omnibus,etsingulisantediclaemen- collocare nel catalogo de' vescovati resi-
sae Episcopalis Canariensis fructibus, ac denziali). Arroge poi che io ricordi un re-
reddilibus perpetuo atlribuinaus et assi- centissimo libro : Delle prerogative ed
gnamus". E qui dirò, che sem-
gli altri insegne del capitolo maggiore metropo-
plici vescovi in partibiis non hanno ren- litano di Milano^ Documenti raccolti
dile, ma benefìzi ecclesiastici e uflìzi del- ed illustrati dal sacerdote Carlo Bevi-
la s. Sede, come i Nunzi apostolici (/^'.), lacqua, con Appendice intorno a diritti
i quali poi per tale dignità hanno speciali d'un vescovo canonico, Milano i85g.
facoltà come Legati apostolici j dappoi-
i Quello di Por/z'no(/^.)che suole conferir-
ché i patriarcati, gli arcivescovati, i ve» si al Sagrisladd Papa[f\), la cui rendila
scovati in parlibus non hanno mensa e- per le vicende ile'tempiè ridotta ad annui
piscopale, essendo stale distratte le ren- scudi 64 e bai. 60: deriva da un fondo di
Tut-
dile ecclesiastiche dagli occupatori. scudi 6000 a Urbano Vili oderti dal tea-
tavolla qualche tenue rendita annua han- tino p. d. Clemente del Pezzo , per as-
no alcuni vescovati in parlibus^ pe'fondi segno ad un vescovato in parlibus, ed il
altrove collocali, quali dotazioni a favo* Papa l'attribuì a questo (ora essendone
re di chi prò tempore ne fosse investi- titolare il sagrista rag." Francesco Mari-

to. Tali sono Tarcivescovalo titolare d'/^- nelli da Tolentino, sin da'i5 dicembre
lene (ora aveudolo daliSSy m^.' d. Ma- 1 856). li greco caidiual Bessarione ebbe
i8G VES VE S
in l itolo patriarcale Cosfantiiiopoli^ do- re, ne clero da dirigere; ma sono sotto-
po essere sUita occupala da'lurchi, cjuiu- posti al processo (\e\\' Uditore del Papd
cii accpiisiò alcune possessioni nell'isola di {y.)y di cui anche nel voi. XV, p. 23o,
Candia, chiamale Casali, le cui tendile 1Z1 e a33, alla Professione di fede^ ed
furono da lui a^segnale a'suoi successori al Giuramento di fedellà al Papa e alla
titolari nel patriarcato, a condizione che s. Sede. Conviene notare, che spettando
dovessero alimentare 1 6 sacerdoti catto- al detto prelato uditore la cuaipilazione
hci romani di rito greco, ed a questi im- de* processi de* promovendi alla dignità
pose Tobbligo d'istruire ne'inisleri e ve- vescovile pe' vescovati d'Italia, i titoli in
rità della fede ortodossa que'di loro na- parlibus^ essendo extra Italiani, talvol-
zione, sia per confermarli se cattolici nel- ta fa il processo a'nominati anche la Con-
la credenza, sia per illuminarli e convertir- gregazione concistoriale, perchè pure in
li se prevaricando erano divenuti etero- essa si compenetrano le attribuzioni del-

dossi. Piobabilmenle da tali rendite i la Congregazione per l'esame devescO'


palriarchi latini di Costantinopoli riti- vi. Ma il prelato uditore sostiene di fare
I alisi in Venezia, nel 1 63 rorn)arono Taa-
i i processi a' vescovi Ulo\aiv'i,jure proprio.
imo assegno pel loro sufFraganeo e vica- Sono pure soggetti al processo que' no-
rio patriarcale, stabilito neh 63 i io Co- minati a' titoli inpartibus d' oltremouli,

stantinopoli, con titolo vescovile inpar- e sicompila da'rispellivi nunzi apostoli-


iihus conferito-dalia s. Sede, come ho ri- ci, o da altra persona delegata dal Papa,
ferito nel voi. LXXXl, p. 307. Appena la quale ne riceve la professione di fede.
Gregorio XVI nel concistoro de'27 apri- Nondimeno, benché essi siano extra Ita*
le j84o fece vescovo di Corico in parli- liani , di molti trovo nelle proposizioni
bus fr. Lorenzo Serafini di Camerata, concistoriali il processo fatto dal prela-
cappuccìtìo e Predicatore apostolico [F.)j to uditore. Parlando del Vescovo, e nel
ricordevole il virtuoso e dotto vescovo del § III ragionando de'processi, professione
pontificio decreto: Supplicatur prò ex- di fede e giuramento de'promovendi, ad
peditionecuin indulto quodqnanidiu di- esso mi riporto. Devono però subire l'e-
eta Ecclesia Corycen ab infidelibusdeti- same i vescovi in partibus coadiutori e
ìiebilur ad Ulani accedere, et apiid eani suffragane!, e quelli che da'titoli inpar-
personali ter residere minime teneaturj tibus sono promossi a'vescovati residen-
nec noti ciini claiisuUs necessariis et op- ziali. Quanto però pe' vescovati in partii
portunis; de"ò 00 scudi annui di pensione bus, ove è permessa la residenza a'pasto-
assegnatigli dal Papa, annualmente ne ri che per la s. Sede sono sotto la dire-

consegnò 5o alla congregazione di pro- zione della Congregazione Cardinalizia


paganda fide, per le missioni della sua di Propaganda fide [F.), Benedetto XIV
diocesi in parlibus. I vescovati in parti- col breve Gravissiniuni Aposlolicae, de*
bus non sono tassati ne' libri della came- 18 gennaio lySy, suo Bull., t. 4> costi-

ra apostolica, nondimeno lessi ne'registri tuzione 66: Praescribitur ratio construen-


concistoriali quello di Lanipsaco tassalo di processus tura super statuEcclesiaruui
per 80 Forseanticamente era tor-
fiorini. in partibus infide lium exislentiuni,etpO'
nato a risiedervi il vescovo, ed il registro pulunijideleni habentìumt c/uarum prò-
alluderà a quel!' epoca. Per un semplice visiones in congregatione de propaganda
titolo in partibus, l'eletto vescovo non de- fide. Nella stessa costituzione sono ripor-
ve soggiacere 'a\V Esame [f .) de'requisiti tati: Interrogatoria super slalu Eccle-

ili cui dev'tsser fornito ogni pastore, per siaruiii Albaniae, Macedoniae, Serviae,
essere la sua chiesa nella parie degl'uife- Bulgariac, Persidis,et A rmeniae: Inter-
deli^quindi non u vere diocesani da islrui- rogatoria super stata Ecclesiaruin Ma-
-

V ES V E S 87
risAe^e'r. Interrogatoria super qualità- Afrk^a sacra j col Terzi, Siria sa-
celli,

tibiis proinoi'endi: Interrogatoria super graj col Gommanville, Histoire de tous


quali La teEpiscopi ad alter ani Ecclesiani les Archeveschez et Eveschez de l' Uni-
transfercndi E quanto a P'icari aposlo- vers, e con altri scrittori della Geogra-
liciiF.)^ costituiti net carattere vescovile fia 5r/crrt, co Qì pi lai articoli di tutti i pa-
e insigniti di titoli m^tì5/7//;M5, dispose Be- triarcali, arcivescovati e vescovati in par-
nedetto XIV: Denique cunipro Ficariis tibus in/idelium^ oltre quelli di cui la s. Se-
^postolicis titulo etcharactere Episcopa- de non suole conferirne titoli almeno i ,

lis insignìtis nullus processus conflciatur secondo detti registri concistoriali. Laon-
i

super stata Ecclesiae; attanien siiti Ur- de non è a meravigliare, se diversi titoli
bCy vel in Italia conintorentur^ sin auteni in partibus ne'Ioro articoli non li qualifi-
extra Urbent et italiani existerint, ac cai per tali, sebbene di molti di quelli die
duo testes in Ut^be reperiantur, qui testi ne furono fregiati ne parlai al loro luo-
moniuni fcrre possint, tuncjiatfroces- go, massime se conferiti a'vicari aposto-

sus super qualitate personae, processus lici ,


pel memoralo disaccordo; oltreché
vero in hac alma Urbe Noslraconflcien- in quasi lutti gli articoli de'vescovati in
di oninini conficiantur corani Nostro^ et partibus riportai il nome e 1' epoca di
prò tempore existentis Romani Pontificis molti di quelli a cui si conferirono, spe-
Auditore. Quod si etiani tesles deficiant, cialmente agli ultimi. Anche qui avver-
sufficiens habeatur judiciuni ejusdeni to, che siccome i vescovati, massime gli
congregationis quae illuni a Suninio
,
antichi, per le loro diverse denominazio-
Pontifìce eligenduni consulet. I vicari a- ni e nomenclature latine derivate dalle
postolici non si preconizzano in concisto- greche, sono chiamati con più sinonimi,
io, poiché il titolo in partibus, ad istan- non sempre gli scrittori furono uniformi;
za della congregazione di propaganda^- per cui esisterà l'articolo, ma con altro
dcj loro l'assegna il Papa mediante bre- vocabolo: io adottai più comuni. Egual- i

ve apostolico. Prima tali titoli erano sta- mente coi registri concistoriali registrai
biliti òdW Uditore del Papa (f^.), come fa ne' patriarcati e arcivescovati i titoli ve-
di tutti gli altri, ritenendone il registro il scovili che ne dipendono, o per dir me-
Sostituto del Concistoro. Non partecipan- glio, non esistendo su di essi giurisdi-
dosi a tale prelato i titoli assegnati dalla zione de' titolari patriarchi e arcivesco-
congregazione di propaganda, talvolta av- vi, ad essi patriarcati e arcivescovati
venne lo sconcio che si trovarono due ve- semplicemente appartengono. E sicco-
icovi in partibus, ed una volta anche tre, me, ripeto, talvolta i geografi sagri noa
portare lo slesso titolo, il che lamentai nel furono sempre d' accordo nello stabili-
citato articolo. Ad ovviare a tale incon- re i vescovati antichi, sotto un metro-
veniente, si è conaincialo saggiamente dal politano o patriarcato, non deve sor-
1859 a pubblicare dalle Notizie di Roma prendere se talvolta ne'registri concisto-
l'elenco delle Chiese arcivescovili e vesco- riali trovansi titoli vescovili, che vera-
vili in partibus injideliuni che soglionsi mente appartennero ad altre provincié
conferire dalla s. Sede. A tale effetto mi ecclesiastiche, delle qualipure scrissi ar-
si richiesero gli elenchi, che avea ricava- ticoli. Ciò probabilmente avvenne da'geo-

to da'registri concistoriali, co'quali proce- grafi studiali dal compilatore, e fors'anco


dei da per me solo, come in tutto, in que- da qualche licenza, o abbagli, sì comuni

sta mia voluminosa opera. Conviene te- agli uomini. Sia comunque, consuetudo
nere presente quanto in proposito ho già fitlege^ed io procurai per rispetto adat-
notato nell'articolo Vescovato. Io col p. tarmi, non senza fare all'opportunità qual-
Le Quieo^ Orìens chrislianusj col JMoi- che discreto rilievo. Così ue'regisU'i conci-
iBB VE S VE S
storiali trovai un bel numero di titoli arci- ta, come intermedio punto fra l'Europa
vescovili senza titoli vescovili dipendenti e l'Asia, come lo è Nicosia nell'isola di
dalTarcivescovato, benché le loro antiche Cipro. Corone situato nella Morea nella
chiese ebbero quelle sufìraganee, che co- parte più meridionale dell'Europa conti-
me tali non mancai di notare, siccome pur Durazzo. Eraclea. Fi-
nentale. Corinto.
feci in tutte le altre antiche metropolitane. lippi.Lacedemonia. Larissa. Lepanto.
Ora nel catalogo pubblicato à^* P'esco^a- Negroponte o Calcide. Patrasso. Sala^
ti in partibus, dalle ricordale Notìzie di ma o Salamina. Sardica. Tebe dì Beozia.
Roma del i859,vene sono un numero Tessalonìca. Trajanopoli. Asia. — —
che non esistono ne' registri concistoriali Adana. Adrianopoli. A leppo o Ber rea.
summenlovali, ovvero quali secoplici ti- Amasia. Amido. Anazarbo. Anchiala.
toli vescovili, per cui debbonsi conside- Andra (sul quale è a vedersi il voi. LI,

rare aggiunti perampliazione, voluta dal- p. 32 4). Antiochia. Apamea o Apatnia,


la mirabile propagazione del cristianesi- Borito. Bostra. Calcedonia.Camaco. Ce-
mo, e dai notabilissimo e consolante in- sarea di Cappadocia. Cesarea di Pale-
cremento de' vicariati apo^stolici , che in stina. Ciro o Cirra. Cizico. Clandiopo-

processo di tempo , come de* precedenti li. Colossi. Damasco. Edessa. Efeso. E'

altri molti, diverranno J^escoifali elfeltì- Emessa o Emesa.FaV'


lenopoli. Eliopoli.
\i con propria denominazione. Utinaml Gangra o
saglia. Filadelfia. Filippopoli.

Perchè si conoscano almeno i titoli arci- Gangres. Gerapoli dell'Eufratena. Ge-


vescovdi aggiunti, ommetlendo i patriar- rapoli della Frigia Pacaziana. Giusti nia-
cali, come fu praticato dalle Notizie (per nopoli o Mocesa. Jconio.\veiìO]}o\'\.Laodi-
registrarsi da esse, come in antico, prr- cea. Marcianopoli o Marzianopoli. Me-
ma delle diocesi residenziali, e fra i pa- litene. Mira. Mitilene. Nazareth. Neo-
triarcati con giurisdizione, cioè in Eu- cesarea. Nicea. Nicomedia. Nisibi. Pai-
ropa, Costantinopoli; in Asia, Antio- mira. Pessino o Pessinunte. Petra. Pir»
chia soltanto, perchè Gerusalemme ora gi. Rodi. Sardia o Sardi. Salala o Sala-

ha il patriarca residenziale, il che me- lia. Sebaste. Seleucia. Scitopoli. Scini-


glio narrai nelT articolo Turchia; in A* bria o Selivrea. Sergiopoli. Sida. Sino-
frica , Alessandria; mentre per l' Indie poli. Siniiadao Aniorio. Sirace.Staiiro-
Occidentali o America , il patriarca è poli. Taron o Daron. Tarso. Teodosia o
puramente titolare), qui appresso forme- Gaffa. Teodosiopoli. Tiana. Tijlis o Te-
rò una statistica de' soli arcivescovati in, flis. Tiro. Tolemaide, o Acon, o Acri, o
partibus, con ordine alfabetico, distin- s. Giovanni d* Acri. Trebisonda. A- —
guendo gli antichi in carattere corsivo, FRICA. —
Adrumeto o Fladramito. Aa-
cioè que'che trassi da'regislri concistoria- tinoe nella Tebaide. Cabasa o Thebase.
li, ed i nuovi pochi aggiunti li riferirò in Cartagine (dx cui anche a Tunisi ed a
carattere tondo , e come tali io fin qui Vandali). Cirene. Cirta Giulia. Damia-
non poteva procedere. Per tutto questo ta. Dardanide o Dardano. Leoulopoli.
era indispensabile il dichiarare le discor- Pelusio. Sitifi, Tebe o Diospolis. Tinge.
se avvertenze. Dividerò poi i titoli arcive- Tolemaide nella Tebaide.
scovili pubblicati dalle Notizie, nelle par- L'origine dunque de'titoli vescovili in
ti mondo a cui appartengono, come
del partibuSf oltre quanto dirò fra poco, de-
praticai nel 843 in compilare la statìsti-
1 rivò da quelli de'vescovati, che occupati
ca delle Diocesi (f^-) con residenza ve- dagl'infedeli, dagli scismatici, dagli ere-
scavile di tutto il mondo. — Europa. — tici, i Papi non tralasciarono di nomi-
Acrida o Derida. Adrianopoli. Arca- narvi i vescovi, ed in seguilo ne conferi-
diopoli di Candia. Atene, Candia o Cre» rono i titoli, coogiuuli alla dignità ve-
VES VES 189
scovile, a'coadiulori, sufTinganeì e ausi- segnatura. Quello poi di Gerusaleninia
liari de'vescovi residenziali, n'vicari e de- di sopra notai che risiede nella sua chie'
legali apostolici, a'iiuuzi della s. Sede, per sa; e nella Spagna dimora sempre il pa-
ornamento rappresentanza e per
alia loro triarca titolare dell' Indie occidentali,
ovviare alle preminenze dell* Episcopa- qual cappellano maggiore della regia cap-
le locale; li conferirono altresì a'priniari pella, elemosiniere regio e vicario gene-
ministri e ufiìziali della medesima e del rale de' regi eserciti, essendo talvolta de-
palazzo apostolico, non che a quelli che corato della dignità cardinalizia. 1 vesco-
pe'Ioro meriti e "virtù volleio decorare del- vi in partibus sono una specie degli anti-
j* episcopato. Non mancano esempi che chi Corepiscopi (^.), cioè vescovi senza
ne'primi secoli della Chiesa furono con- diocesana giurisdizione, ovvero senza sla-
sagrali Vescovi ^ come
dico nel § IV di bile vescovato, se suffiaganei e ammini-
qiiell' articolo, senza proprio TescovatOj stratori, o vicari apostolici, gli altri es-
predicanti rEvangelo,ed esercitando an- sendo semplicemente di solo titolo, IlSar-
cora alti di giurisdizione. Nel 43 i il con- nelli nel t. 5, lett. 34'. De' Fe.<covi Tito-
cilio d'Efeso ci die' l'esempio d'un vesco- lari^ dice che in luogo de'corepiscopi fu-
vo ordinato ad honorem^ e si ricava dal rono poi istituiti i vescovi titolari, cioè
Boi geni, Dell' EpìscopaiOf cap. 4. "• 54 ordinati a titolo di chiesa, ch'essendo oc-
e 59 Nomen retineat Episcopi et hono-
: ^ cupata dagl'infedeli non sono tenuti alla
rem et communionem.X titoli inpartibusóì
, Residenza de* P^escovati, di cui portano
quando in quando sono vacanti, non sem- il titolo. E benché nel concilio di Trento
pre si conferiscono appena vacati, tranne si fosse studialo di levarli, non fu poi sti-

poche eccezioni, come di que'prelati a cui mato opportuno, perché videsi che nella
furono in perpeluoslabiliti de'litolim/?tì(r- Chiesa era necessario qualche numero
iibust come i vescovi di Pavia e di 3Ial' moderato di vescovi litolari, i quali sen-
ta co'suddelli titoli arcivescovili d'Ama- za detrimento della loro gregge, potesse-
sia e di Rodi; il sagrisla del Papa pel di- ro servire alle altre d'altrui nell'ulììcio di
scorso titolo vescovile di Porfirio; l'ab- sufFraganei, ed essere deputali da' Papi
bate generale de'mechitaristi di Venezia nelle nunziature apostoliche, ein altre o-
col memoralo titolo arcivescovile di Sin- pere episcopali. Scrisse il Lainez, richie-
iiia; l'abbate nullius dioecesis di s. Mau- dersi questi vescovi litolari per le vaste
rizio d'Agauno nella diocesi di Sion^ col diocesi, come in Germania, alle quali non
titolo vescovile di Beilemmej l'arcivesco- può soddisfare un solo vescovo, per l'e-
vo di Trani, col titolo arcivescovile di sercizio delle funzioni proprie del mini-
Nazareth. Tali vacanze sono più rare ne* stero; imperocché in quella regione non
titoli patriarcali in partibus, poiché i pre- si slimava opportuno smembrare e divi-
lati che ne vengono insigniti risiedono in dere i vescovati, perchè
la potenza degli

Roma per crescere decoro alle pontificie ecclesiastici slimava in essa necessaria
si

funzioni, e per contribuire alla rappre- per freno degli eretici. Aggiunge il Sar-
sentanza della Chiesa d' Oriente culla di nelli,che dall'esame de'nuovi vescovi in-
nostra s. Religione. Tultavolta dal 1857 trodotto a tempo di s. Agostino, nel con-
è vacante il titolo di Costantinopoli per cilio 4*' di Cartagine, prima dell'ordina-
morte mg.' Alberto Barbolani d' A-
di zione, ristabilito in parte da Clemente
rezzo; ed a'25 giugno 1 858 venne preco- Vili, e confermato da Urbano Vili, ne
nizzato patriarca d' Antiochia nella Si- sono ec( eltuati i cardinali che si promuo-
ria mg.' Giuseppe Melchiade Ferlisi di vono alle cattedrali, ed i vescovi titolari;
Castel Termini diocesi di Girgenti, cano- quelli perla loro eminente dignità, que-
nico Vaticano, già decano de'votanti di sti perchè le loro chiese essendo nelle par-
ir)0 VE S V E S
li degl'Infedeli, non hanno a chi insegna- scopos incognilos otiinino fui&se in pri-
re, come privi di clero e di popolo; ma misEcclesiae temporibus. Refert Fagna-
se avviene che i vescovi titolari siano pro- nus: Hinc, si qtios reperias auctores, qui
mossi a chiese particolari, o per suilra- nnliquitus titulares Episcopos fuisse do-
gnnei d'alcun cardinal vescovo, allora so- ceant, eossciasnon locp^ide Episcopis hi<!
no esaminati a tenore <lel concilio gene- litularibus, vel de E-
quos descripsi, sed
rale di Laterano V; ed esatninati una piscopisordinallssine ullotitulo, vel deE-
volta, non si tornano ad esaminare in oc- piscopisexpulsis a sua cathedrali sede, vel
casione di traslazione di vescovato. Deve de Episcopis qui renunciarunt Episcopa-
constare poi nel processo, d'aver ricevu- tui, vel de Episcopis ordinatis ad coadju-

to in cpialche pubblica università il gra- vandum primario unius ejusdeni urbis;


do dottorale di teologia o di canoni, o es- Episcopo etc. Quos fuissein primitiva Ec-
sere in quelle facoltà licenziati, ovvero do- probabile, autcertumrespective
clesia, aut
ver esibire testimonianza di qualche uni- est".Piagionando poi di quando, ed in qua-
versità di sludi, d'essere idonei ad inse- le occasione ebbero corainciamenlo i ve-
gnar altrui. Pav\ani\o (\(ì\V /f rcwescovo in scovi titolari, dice: «Videntur inilium ha-
partihus (^.) dissi che nel concilio di Co- subtempusquo orienlales regiones
buisse
stani inopoli detto Trullo del 680, tro- magna ex parte in infidelium venerunt
vasi l'origine de' vescovi in partibiis. Il poteslatera, idesl sub finem saeculi deci-
liercastel, Storia del Cristianesinio, t.
9, mitertii ". Dappoiché osserva il Pape-
n. 27 , narra che nel concilio generale brochio, Hist. Cìironolog. Patriarch.
Quini Sesto, celebrato in Costantinopoli Hierosolfm.: « A. tempore amissiOrien-
nel 6c)2 , apparirono i prinu i;sempi di tis Apostolica Sedes jus, quoJ semel as-
vescovi in partibus^ nella storia ecclesia- sumpserat, providendi Ecclesiis ibidem
stica. >i Eranvi nel concilio parecchi ve- consti tutistamPatriarchalibus,quam A r-
scovi, che non avevano potuto mettersi chiepiscopalibus et Episcopalibus per- ,

in possesso delle loro chiese, perchè era- rexit usurpare, et sicubi vel Chorppisco-
no queste sotto la dominazione e la si- pò opus erat, velEpiscopo apostolico ad
gnoria degl'infedeli: fu ad essi conserva- infidelijim conversionem ordinando, ei-
to il loro posto colla facoltà di ordinare dem conferre Titulum alicujus Ecclesiae
de'chiericijè questo primo esempio che
il in partibus infidelium constitutae, donec
trovisi di ciò che si chiama vescovo in hi sibi ipsis Sedem oertam constituerent
partihus (canone 18). Eranvi molli altri in iis ad qaas railtuntur nationibus". Sog-
ecclesiastici, costretti dalle scorrerie de' giiuige quiìuli il p. Audreucci. " Occasio,

barbari ad abbandonare le loro chiese; ex qua emanavit usus ordinandi Episco-


ma vuole il medesimi vi
concilio che i pos Titulares, furiasse est illa, quam in-
facciano ritorno, tostochè cesiate saranno sinuai Thomassinus, part.i, lib. i, cap.
Je ostilità. La loro dignità meno lumino- 28, videlicet quod Episcopi, qui Eccle-
sa di quella de' vescovi, era meno espo- siassuas cum aliquandiu rexissenl, et
sta alle ingiurie h-a'fiemici del cristiane- iisdem ab infidelium invasione fuerant
simo ". Il p. Andreucci stima più tardi deinde expoliatijincardinabantur aliisEc-
l'introduzione de' vescovi in partihus^ e clesiis; idest leste Gonzalez, relinentes
,

derivati dalla Chiesa orientale, riferendo Tilulura priorum Ecclesiarum, praefìcie-


col Papebrochio. « Primis decem aut , banlur gubernalioni alleriusEcclesiae.do-
duodetim saeculisEcclesiae id inusu fuis- nec, hoslililate cessante, possent redire ad
se haudcpiaquam reperi. In concilio Tri- prislinam respective Sedem : postquain
dentino publice teslatus est archiepisco- vero ipsi e vivis decessissent, cum spes a-
pus Granatensis, dicens; Titulares Epi- liqua alFulgeret recuperan<larum earum
VES VES IQI
urhiuro, consuetiido intaluit successores e sangiimose j^uerre invisero successiva-
semper in eas vacuas Sedes subrogandi, mente le anteriori domina7.ioni, e I.ì sles-

praeserlim ctini nonnulla adhucearuin- saGerusalemme nel 87; laonde i 1 caccia»


dem dioeccsnm oppida exlaienl inìmu- ti i patriarchi, gli arcivescovi ed i vesco-
nia ab infidelium servitute, nec paucì e- vi,o fuggiti, nella speranza del ricupero
tiam chiisliani, imo et cierus aliqiiando del perduto, per le susseguenti crociale,
inler infideles occupalores degereut; si- si continuò a nominare i patriarchi d'An-
cuti post caplarn Uierosolymam evenis- tiochia e di Gerusdemme, gli arcivesco-
se, ac factum esse testatur loc. cit. Pape* vi ed vescovi titolari. Una di tali cro-
i

bi'ochius. Processa deinde lemporis , e- ciate, principalmente colle forze di Fran-


liarasi spes recupera ndartim taliuno ur- cia e Venezia (^^.), s'itnpadrom di Co-
biata pene evanuerit, ac Religio Chri- slantinopolineì 1 2o3, e tu allora che ven-
stiana iis in locis desieril; adluic tamen ne istituito il patriarca latino residenzia-
liomana Ecclesia persistit suutn jus re- le di Costantinopoli, da cui derivò l'o-
linere, et ad earucn Ecclesiarum Titu- dierno titolare, dopo la perdita di quel-
lum Episcopos prò temporuii», ac nego- la metropoli e la dissoluzione del fonda-
tiorum opportunitate ordinare. Ex occa- to impero latino, nel quale pure erano
sione igilur subsliluendi Episcopos suc- stati istituiti arcivescovati e vescovati la-

cessores in eas Sedes Episcopales, de qui- lini, i quali ancora rimasero poi soltan-
bus spes erat, ut eae brevi asserentur, et to titolari (dovrò ragionarne ripetuta-
quae adhuc non carebant omnino clero, mente in progresso dell'articolo). Sicco-
et populo christiuno; factum est, ut con- me i crociati che conquistarono parte
sequenlibus temporibus constiluti sintE- dell'impero greco, erano invece diretti
piscopi ad Titulum ipsarum Sedium, seu alla ricupera di Terra Santa, racconta il

wrbium etiamsi nulla sit spes proxima


, cav. Hurter nella Storia di Papa In-
eas recuperandi, et etiamsi clero careant nocenzo ///, a detto anno. Comechè
et populo christiano". Avendo gl'infede- l'inaspettato conquisto rendeva inadem-
li Saraceni (^.) occupalo ancora la Si- piute le speranze del Papa circa Terra
ria {F.) e quindi la Palestina, Gerusa- Santa, onde liberarla dal giogo degl'in-
lemme, ed memorabili luoghi santi fica-
i fedeli maomettani, non lasciava egli pe-
ti da Gesù Cristo, dalla B. Verdine e da* rò di attendere alle faccende ecclesiastiche
ss. Apostoli, i vescovati della regione re- di quella veneranda contrada, con quel-
starono anuientati ; finché destatosi nel la stessa diligenza che rivolgeva inces-
cristianesimo il fervore della ricupera e sante alle altre de'paesi soggetti alla Chie-
bberazionede'Luoshi
o S&xì\^\ oTerraSan' sa romana. In fatti , avendo proposto al
la, massime del s. Sepolcro, promulgata cardinal Soffredo o Goffredo Gaetani, le-
la Crociata^ nello spirare del secolo XI gato apostolico de' crociati, che avea ri-

i Crocesignati riconquistarono Gerusa- fiutatola dignità patriarcale di Gerusa-


lemme col resto di Terra Santa, ed altri lemme, l'esempio del Figlio di Dio fatto
luoghi. Si formò quindi il regno latino UomOj che elesse Gerusalemme per sua
dì Gerusalemme, e vari principati cri- dimora, e, sommo Signor nostro com'e-
stiani; si ristabilirono gli antichi vesco- gli era, vi avea immolato la vita a prò

"vati, con pastori eziandio latini, in uno dello schiavo, cancellato i peccati, pati-
a'patriarchi d'Antiochia e di Gerusaletn- to ogni maniera di tormenti, ogni manie-
nie di tal rito, e se ne eressero anche di ra d'obbrobrii, ecco come si espresse nel-
nuovij provveduti di pastori residenziali, V EpisL VI, 1^9» che gl'indirizzo.»» Egli
da'quali poi derivarono i titolari. Dappoi- ha eletto te, in certo qual modo a sua
ché in seguito i saraceni con perseverauli successore, né tu dei negar di sottoporti
192 VES VES
ad un carico clic la divina provvidenza tificale, d'onore e d'autorità, non sì suo-
l'impone. Ne tampoco hai da temer le le concedere agli arcivescovi in partihus,
pene, le ansietà, le ingiurie, la povertà, inclusivamente a'patriarchi titolari, per-
Je tribolazioni, il bisogno, ma di rasse- chè non hanno la propria chiesa di resi-
gnarti a tutti questi mali per amor di co- denza: per privilegio si concesse agli ar-
lui che per te li sostenne. E se tu sei chia- civescovi in partibus d'Amasia e Piodi,
mato una chiesa di cui ora non ti è da-
a rispettivamente vescovi di Pavia e Mal-
to prender possesso, rammenta l'esem- ta. Qualche volta per privilegio persona-
pio di Jacopo (il minore, apostolo e i.° le fu eziandio accordato ad alcuni pa-
vescovo di Gerusalemme) fratello del Si- triarchi e arcivescovi, e ne registrai i ca-
gnore che fu proposto a codesta chiesa
,
si nel voi. LI, p. 6i; insieme avverten-
medesima in tempo ch'ella era tuttavia do, che un arcivescovo residenziale, tra-
in man di coloro che posero Cristo in slato ad un titolo in partibus^ non può
croce. Se parecchi de'membri di codesta più usare il pallio. — A vendo fattocenno
chiesa son prigioni e parecchi furono mor- dell'origine de* patriarchi latini diCostan-
ti dal ferro nemico, que'che camparono tinopoli, Antiochia eGerusalemme inpar-
ti chieggono e li attendono per loro pa- opportuno direalcune parole
^/Z^f/s-jreputo

store : non istar a sofisticare intorno al del simile patriarca d' Alessandria (f^'^.) di
luogo, che non già il luogo, ma si la cu- Egitto[F.)y che nell'ordine gerarchico se-
ra dell'anime fa la chiesa; che se ad o- gue Costantinopoli e precede Antiochia,
gni modo il sito ti spaventa, e tu fa ogni dopo la quale è Gerusalemme, di cui ri-
poter tuo perchè Terra Santa sia pre- parlerò più avanti. La s. Chiesa d'Ales-
stamente riconquistata. Tutti ci hanno sandria d'ordine di s. Pietro fondata dal
rappresentato il male di cui tu saresti ca- suo discepolo s. Marco Evangelista, do-
gione alla Chiesa d'Oriente rifiutando la po la Romana ne'primi secoli fu riputata
dignità patriarcale. Ah non paventarne
! la più maggiore d' Antiochia
illustre, e

le angustie , che sarebbe per te un


no , sebbene prima di essa fondata da s. Pie-
opporli al Signore! Noi mandiamo quin- tro medesimo, secondo alcuni, per la sua
di il pallio per le a Pietro (di Capua car- dignità civile; poiché, come ho detto a
dinale) legalo, e ti diamo facoltà di farli Vescovato, la prefettura d'Alessandria
consagrare da quel vescovo cattolico che capitale dell'Egitto fu sopra tutte nobi-
meglio ti piace". Non meno toccante ed litatada Augusto col suonome, e celebra-
eloquente è la lettera i3o che Innocenzo ta dopo Roma, quindi Antiochia, nell'im-
Ili scrisse al medesimo cardinale, per in- pero romano non senza avvertire, che
;

cuorarlo a portare il peso della croce.« Se il rango gerarchico de'vescovati non sem-

t'accuora il vedere in man de'saraceni la pre seguì l'ordine civile delle città. Ma il

terra della passione e risurrezione di No- dotto p. Bacchini,Z)(2 ecclesiasticae Hie-


stro Signore, e profanato il suo tempio, rarchiae originibuSy l'attribuisce all'es-
ricordati le lamentazioni del salmista: Si- sere Alessandria il luogo di residenza più

gnore {pagani y si sono impadroniti del- illustre de'giudei, e perciò la sua chiesa,
l'eredità tua e hanno insozzato il tuo dopo quella di Roma fondata da s. Pie-
tempio e fatto di Gerusalemme un muc- tro, fu alle altre preferita, perchè le pri-

chio di pietre da quell'indegno suo


... E me chiese io oriente furono istituite ad
rappresentante e disutil servo che siamo, SynanogarnmexemplaryBeìiio^\ì\de\\e
leco accomuniamo il dolore tuo e faremo Sinagoghe e Sinedrii degli stessi giudei.
quanto sta in noi per alleviarlo". Quan- Fu mirabile disegno della divina provvi-
to al Pallio di cui riparlai nel volume
y denza, cliequando i gentili cominciavano
LXXXI, p. 38, insigne ornaraeoto poo- a confessare Gesù Cristo, è però nuove
V E S VE S .93
chiese si fondarono, ove gimlei e gentili della trasferita sede imperiale, incomin-
convenissero, l'imperalore Claudio con ciò a sopralfiulo, non ostante i privilegi
empiissi mi editti, in Alessandria e altro- che godeva, qiiali più degli altri l'avvi-
i

ve comandò che si conservassero illesi i cinavano alle prerogative della Chiesa di


privilegi de'giudei, e concedesse facoUà Roma, per goderne superiori alle altre
di ripristinare einarchi (etnarca si disse d' Oriente. L' Egitto già illustrato dalla
il [)rincipe d'una nazione, dipendente da presenza del Inerbo Incarnalo ,
per le

un re superiore: Archelao, figlio d'Ero- sue feconde benedizioni, fu anche nobi-


de^fu chiamalo etnarca di Giudea da Au- da gloriosi Mar-
litato nelle persecuzioni

gusto), e sinedrii (gran consigli o senati tiri,da dotti ss. Padriy e da' primitivi
de'giudei, loro principali tribunali, men- Solitari e Anacoreti^ massime nella Te-
tre nelle sinagoghe si spiegava la legge di baide, modelli di santità, d' ogni virtù e
Dio e la s. onde dovunque nel-
Scrittura); di penitenza. L'ampiezza del patriarcato
le provijicie dell' impero romano potes- Alessandrino si descrive weW OriensCliri-
sero gli abitanti giudei fondar nuove chie- stianns del p. Le Quien , l. 2 , p. 829:
se senza impedimento, perchè riputavan- D(^ Patriarchatii Alcxandrino. Delle
si foggiate sulla giudaica disciplina. S\ chiese suburbicarie ad esso soggette, farò
ha dalla tradizione, il singolare onore col parola dicendo de' P^escovi SuLurbicarii,
quale rispiendetfe la chiesa Alessatidri- 11 cristianesimo nella sua purezza vi fio-

fia , fra quante furono chiese chiamate rì sino alla metà del V secolo, quindi la
giudaico-genlili. Era facil cosa il passag- Chiesa egiziana fu lacerata da eresie e
gio de' giudei dalla Palestina in Egitto ^
da scismi; e prima della tiictà del VII
quindi fu immensa la moltitudine dei veime turbala dal crudele fanatismo de-
giudei abitanti nell'Egitto; e siccome fu gl' infedeli saraceni, seguaci di Maomet-
sommala loro religione verso il tempio di to , al giogo de' quali miseramente sog-
Gerusalemme, alle feste vi concorrevano giacque. Più tardi, fra le scismatiche di-
cogli egiziani, che perciò a suo tempo fu- visioni surse il patriarcato Ialino d* Ales-
rono tra'primi a ricevere la cognizione sandria, di cui tratta il p. Le Quien, t. 3,
del Vangelo, sia da Gerusalemme madre p. m4i: Patri archa Las Alexatidrinus
in origine di tutte le chiese, sia dalla ritus Latini. Registra i i patriarchi e pel
chiesa d'Antiochia madre di quelle chie- 1." s. Atanasio di Clermont
del 12 [9,
se,che ammessi gentili alla felicità pro-
i mentre vi sedeva Greci- Meldiiti (K.)
^<à

messa a'giudei vennero fondate , perchè JNicola; altri aggiungono un Daniele a


s. Pietro l'avea preferita alle altre città V. M. carmelitano nominato dal Papa^
della regione per sua primitiva sede, per- che fioriva nel i2 5o. L' Ugbelli vuole
chè meglio colle proprie leggi e pri-
ivi che Egidio
sia stato [."patriarca Ialino fr.
vilegi vivevano giudei , dopo Alessan-
i ferrarese, insigne domenicano, da Cle-
dria, dove s. Marco dopo scritto l'Evan- mente V nel i3io traslato alla sede A-
gelo in Roma, per mandalo di s. Pietro lessandrina. Gli successe l'altro domeni-
che ivi avea trasferita la sua cattedra a- cano fr. Oddone Sala pisano, già vesco-
poslolica, ne fondò la chiesa verso Tanno vo successivamente di Terralba, d'Ori-
47 o 49 di nostra era, e vi sedette ve- stano, di Pola, ed arcivescovo di Pisa. E-
scovo 11 anni, formandosi più di giudei ra amnjinislratore di Monte Gassino j
che di egiziani,! quali come altri gentili quando Giovanni XXll nel i322 lo di-
erano tenacissimi delle loro superstizio- chiarò palriarca d' Alessandria morto ,

ni idolatriche. 11 vescovo alessandrino prima di compiere un anno a' 9 novem-


primeggiò dopo il romano, finché quello bre i32 3. Il p. ab. Tosti, Storia della
di Bisanzio o Costautiuopoli , superbo badia di Monte Cassino^ lo thce morto
VOL. xcv. i3
194 VES VES
nel sembra che De continuasse
i326, e ni IT, e Io oppose colle milizie in Italia a
rammiiiìstrazione: dunque era patriarca Bernabò Visconti. Urbano VI iiel 1389
inpartìhiis. Nel voi. LI,p. ^.cjS e 299 for- nominò patriarca Alessandrino fr. Pietro
mai una pav-
serie de'paliiarchi ialini in 1 Amelio agostiniano, sagrisla pontificio,

tibus d' Alessandria, cominciandola ap- già vescovo di Sinigaglia e di Taratilo ,

punto dal Sala, non che aggiunsi no- i arcivescovo d'Otranto, patriarca di Gra-
mi di altri patriarchi in parlihiis , di do, e poi amministralore d'A<qs i^a

Costantinopoli^ Jnliochiat Gerusalem- Guascogna. Mei i^oo Bonifacio IX tia-


me, in aumento alle serie che descrissi in sfeiì dal patriarcato di Grado all'Ales-
tali articoli. Quanlo a' patriarchi latini sandrino Pietro 11 Alessandri, sostituen-
d'Antiochia residenziali e poi inparlibus, dogli in quella chiesa fr. Giovanni Bene-
meglio nel voi. LXVIl, p. 16 e seg. E detti domenicano, e per sua rinunzia Pie-
siccome 4 patriarchi in discorso, oltre un
i tro Canche oCocco veneziano. Nel i4o :
grandissimo numero di arcivescovati in lo stesso Papa a'27 agosto nominò Leo-
parfilniSj ed anche residenziali, Irovansi nardo Delfino patrizio veneto, già arci-
iieir ini pei o di Turchia , va tenuto pre- vescovo di Creta e vescovo di Castello o

sente queir articolo. Il p. Le Quien al Venezia. Di più nel i4o2 Bonifacio IX


Sala dà per succtssore Giovanni figlio di elesse pati iarca Ugo de Roberti di Tri-
Giacomo d'Aragona, d'anni 17 fat-
II re poli da Reggio, stalo vescovo prima di
to arcivescovo di Toledo, dotto e facon- Padova e poi d'Adria. Termina il p. Le
do nella predicazione. Nell'età di 28 an- Quien, con (pieste parole. Caeteros qui
ni fu fatto patriarca titolare da Giovan- deinceps palriarcharuni Alexandrino-
ni XXII nel i328, avendo lasciata la rum titulo potili sunt, mitto, ut ad pan-
chiesa di Toledo, ed essendo allora am- cas illas deveniam hiijiis patriarchatus
ministratore di Tarragona, ove a' cei to- ecclesias, cjiiibus pratfuernnt antistite^!

sini eresse monastero della Scala di Dio,


il alicjuot latini. Altri patriarchi in parti-
nella qual diocesi piamente morì nel bus di Alessandria li riportai nel luogo
i334) illustrato da uìiracoU operati pei* citatOjSino ad oggi, e sul patriarcato altre
divina intercessione. Clemente VI nel nozioni le ho riferite nel voi. LXXX Vili,
1342 creò patriarca Guglielmo de Cha- p. 120. Il Renaudot poi, oltre altre ope-
nac di Limoges vescovo di Purigi, morto re riguaidanti il /^^e^^fov'O d'Alessandria,
nel 348. Lo stesso Papa nel 1 35 ne con-
I 1 di cui falò cenno nel § IV di quell'ar-
ferì il titolo al domenicano fr. Umberto Histona Fatriarcharuni
ticolo, ci tVieóe:
già Delfino di Vienna di Francia, prin- Alexandrinorum Jacobitarum a D. Mar-
cipato da lui rinunziato in uno al ducato co, iisque adjineni saeculi XIII, Pari-
di Normandia (per istanza del redi Fran- siis 1713. Avendo parlato di preminenze

cia, con»e narrai altrove); nel seguente gerarchiche, trovo bene il notare. I pa-
anno fatto perpetuo amministratore di triarchi, gli arcivescovi ed i vescovi in
Reims, morto in Clermont nel i 355 e se- partibus ne'concilii e nelle assendjlee, se-

pollo in Parigi. Urbano V fece patriarca condo l'ordine d'anzianità di grado,


Arnaldo Bernal di o Bertrandi francese, prendono il posto sopra quelli di chiese
amministratore di Montauban, indi in residenziali con giurisdizione. Però i pa-
Monte Fiascone a' 22 settembre 368 lo 1 triarchi di residenza 'precedono quelli
creò cardinale e can»erlengo di s. Chiesa, di titolo. Ingenerale i patriarchi, gli ar-
morto Viterbo nel 369, dopo
di peste in 1 civescovi, i vescovi, sì della Chiesa latina
12 mesi di cardinalato. Anch'io l'avea re- chedella Chiesa orientale, prendono il po-

gistralo nella mia piccola serie. Gregorio sto ne'luoghi ove intervengono, secondo
XI nel 1372 conferì il titolo a Giovau- l'epoca della loro promozione, o dell'assi-
,

V ES V E S xcy*

stentato al soglio pontificio, i patriaiclii Negative. 7." L'ammissione nel collegio


precedendo tulli, sì nella Cappella poti- determina la precedenza , salva quella
tificia, the nelle sue processioni e ne* dell'arcivescovo sul vescovo? Affenna-
concisloi i.Vev la solennità della pubblica- iive. 3f II semplice arcivescovo o vesco-

zione del decreto doguìalico dell'Imma- vo titolare o in partilus precede l'arci-


colata Concezione,! vescovi di Orvieto, vescovo o vescovo di giurisdizione o re-
e di Ancona e Umana fuiono registrali, sidenziale? Anzi in genere l'arcivescovo il

nella nota che si stampò degli intervenuti vescovo?^/7e/77i<7//we.4*'L'epoca dell'am-


al grande atto, tra gli arcivescovi, perchè missione nel collegio stabilisce la prece-
lo erano siali inparlihiis: tulli poi gli ar- denza, sia coli'atlo possessorio, sia colla
civescovi e vescovi che v' inlervennero, data del breve apostolico, salva la pre-
residenziali e litolari, ialini e orientali, cedenza dell'arcivescovo sul vescovo, ben-
come dissi, furono dal Papa Pio IX di- ché questo precedenlemenle ascritto al
chiarati f^escoi'i assistenti alSoglio{^V.). collegiomedesimo? Affermative, Crede
Dice l'Andreucci, parlando della premi- r Andreucci che vescovi in partihus
i

nenza competente a* vescovi in partlhus debbano occultare la Croce pettorale


in Curia:'» Hinc litulares Episcopi quoad [r.y, ma Benedetto XIV dichiarò lutti i
veslero, quoad praeeminentia, quoad li- vescovi e ovunque poterla poi tare sco-
tulos conveniunt ibi cum Episcopi? a- perta. Ed inoltre dichiara: Cappani ve-
ctualibus; ita ut solos promotionis anli- ro ponlificalem non possimi episcopi ti-

quior ordo praecedenliam in eadeni li- tulares ubiq uè ferre ^ secl solimi in Ro-
nea archiepiscopi, vel episcopi conterai: mana Curia, cum in divinis. Pontifici
'SL unde archiepiscopus lilularis anliquior Afaximo, vel Sacro Cardinalium Col-
^' praecedit omnibus archiepiscopis,el epi- legio praesente^assistunt. Il vescovo in
scopis eliam aclualibus recenlioribus. I- partihus può erigere 1* altare ovunque
lem episcopus lilularis anliquior praece- onde celebrare la messa e farvela anche
dit aliis episcopis eliam aclualibus re- celebrare, eziandio ne'giorni solili eccet-
cenlioribus. Excipe nisi episcopus aliquis mes-
tuarsi negli apostolici indulti, e tali
recenlior silEpiscopus Assisteussoliopon- se valgono per l'adempiuiento del pre-
titicìo; nam iu tali casa hic in Cappella cetto a'suoi famigliari necessari. Meglio
pontificia praecederel aliis omnibus ar- però, in proposito, è il vedere il relalivo
chiepiscopis, et episcopis eiiara anliquio- decreto confermalo da Pio VII , che eoa
libus, qui non essent Assislenles. Quod analoghe
a nozioni riferisco nell' articolo

si concurrant duoepiscopi quorum uler- Vescovo § VII. I vescovi residenziali, se


que sii Assislens, ratio hubebitur auti- già stati arcivescovi in partihus o di giu-
quioris promotionis quoad praecedenliam risdizione, con autorizzazione pontificia
iu eadem Cappella inter ipsos ". Nondi- s'intitolano arcivescovi vescovi delle loro
meno sulla precedenza de'vescovi e arci* chiese, ebenché promossi al cardinalato
ìfescovi assistenti al pontificio trono, co- proseguono a fregiare lo stemma colla
me si regola nella cappella papale , sue Croce astala eoa due sbarre, inveteralo
processioni, altre funzioni e concistori se- errore che ho tentato replicalameule di
mi-pubblici o pubblici, per maggior si- chiarire, e per ultimo nel § IV dell'artico-

curezza mi permisi i seguenti quesiti al lo Vescovo. I vescovi in partihus, come


segretario del collegio degli arcivescovi e usana ne' loro alti la foruiola
gli altri, :

vescovi assistenti al soglio pontificio, il N. per la grazia di Dio e della s. Sede


quale si compiacque fare le risposte che apostolica^ patriarca, arcivescovo, vesco-
distinguerò iu corsivo. i.° La consagra- vo di N. De' titoli di Vescovo, tratto ia
zioue vescovile deterai ina la precedenza? qneirarticolo nel § I. — Imporla assai il
,

ìL)G VES VES


li feri tempere!) è egregiamenleeaulorevol» Alliaco (cardinale d'Ayllj, che inlcrvcr»-
mente supplisce a molte delle cose che ne a'concilii di Pisa e Costanza, e mori
mi restano a tìiie, un ampio eslralto del- nel \J\i^)i de necessitate reformationis
la ricordata costituzione di Benedetto in Concilio unìversalis al cap. 12 , ove
XIV, Clini a JVobiSj de'4 agosto
1747? dopo aver detto, che questi vescovi tito-
eli' è la 36/ del t.adel suo Bullarium, lari, facendo i vescovi suffragane! nelle
diretta al cardinal delle Lanze dell* or- diocesi d'altri, esigevano denaro per con-
dine de'diaconi, nell'assegnargliad istan- ferire gli ordini, cos'i conclude: Expedi-
za di Carlo Emanuele 111 re di Sarde- rctf ut eis in ipso Concilio regala da-
gna il titolo arcivescovile di Nicosia in relur super hoc linnlationis providae
partìbus, cioè di una città e diocesi che qiiam excedere non deberent j ipsi e-
geme dominio degl'infedeli. «Ab-
sotto il nini emunt exercitium illud spirituale
biamo sempre creduto e crediamo esse- ut plurimuniyet postea rodunt aliospro
re ben fatlOj che alle volte si diano si- libito voluntatis. A quesl' inconvenienti
liiili titoli in pai tibus, quando vi è una non hanno mancalo i nostri degni pre-
giusta causa di farlo; quando il darlo decessori llomani Pontefici di porre il

non serve a fomentar l'anìbizione di chi dovuto riparo: bastando leggere idecreti
vuole r onorificenza vescovile senza il fatti da s. Pio V,dopo il concilio di Tren-

peso dell' attuale cura delle anime , e to sopra questi vescovi in par tibus, elet-
quando l'ordinato vescovo in questa ma- ti suUraganei, e sopra la congrua, che ad
niera non deve essere inutile nella Chie- essi sideve assegnare, come può vedersi
sa di Dio, ma
deve fare quelle cose, che appresso il Fagnano nel cap. Episcopa-

senza il carattere vescovile non si possono lia^ n. 4^ e seg. de Privilegiis. Eleggen-


fare, e che sono profittevoli al regime ec- dosi inoltre vescovi titolari quelli che ne
clesiastico. Ne' canoni della Chiesa Noi sono meritevoli, e che hanno qualche in-
ritroviamo la Clementina (decretale di combenza nel servigio della Chiesa, che
Papa Clemente V eletto nel i3o5), In o non si può fare, o non è decente che si
plerisquCf de Electione: Noi in essa leg- faccia senza il carattere vescovile, resta
giamo riprovati que'vescovi in partibus, tolto di mezzo qualsivoglia disordine , e
per lo più regolari, che ricevevano il ti- si apre la strada a molte opere buone, e
tolo di alcuno di que' vescovati, e di poi resta vigente la memoria di quelle pove-
la consagrazione, ed andavano girando re diocesi, che abbandonate, sono io po-
di qua
e di là, ed erano mendici e mise- tere degl'infedeli. Concorda con queste
qui nec utexpedirel,prodesse^ nec
rabili, massime il sistema sempre rispettabile di
processe ^utdeceret^valenles^instabililate questa s. Sede ; e concordano ancora i

vagalionis ^et mendicilatis opprobrio sa- pareri di que'savi padri che nel concilio
nila leni Pontlficalis niibilant dìgnilalis. di Trento, quando si trattò
il punto d4
JVoi vediamo Trento
nel sagro concilio di questi vescovi titolati , non dissero che
alla sess. i4, e. 2, proibito severamente a più non si fa»:essero, ma bensì che si levas-
questi vescovi titolari il fermarsi in qual- sero gli abusi, come poscia fu fatto, e che
che luogo Nidlius Dioecesis^eà ivi con- non si creassero, se non per giusta causa
ferire gli ordini senza lettere diniissorie o per necessità, come può vedersi nella
dei vescovo (o altro ordinario), a cui so- Storia del concilio di Trento scritta dal
no soggetti che ad essi ricorrono per
quelli cardinal Pallavicino al lib. 21 , cap. 6,
essere ordinali. Noi abbiamo ancora let- n. 12, ed al e. 8, n. 2 ". Passando poi il

to le opere di chi con zelo troppo avan- Papa a ragionare sul titolo inpartibus,
zato si è preso l'assunto di voler rifor- domandato dal re pel cardinal delle Lan-
mare la Chiesa, e frii . q,Uje§ijl Jl^^^iP ^^ ze, dice che se lo fosse stato prima del

j
V ES VES 197
c«rc1ina!ato,nel conferirglielo non l'avreb- bitetcum ovibus, utpaslorcum grege.Ma
be assolto dal legame spirituale contralto questa loro idea non ebbe il suo elletlo,
colla sua chiesa, benché costituì la in parli- avendo preponderato al loro consiglio la
bus ì tifi del inni, coineavea decretalo l'r i pratica già radicala d'assiunere i vesco-
marzo i745,doversi praticare in simili ca- vi al cardinalato colla ritenzione del ve-
si, per la causa legittima di dover essere scovato, e di dare a'cardinali i vescovati ,

grande elemosiniere del re. « E noto a benché non siano de'sei cardinalizi, astrin-
ciascunOjcheha qualche tintura della sto- gendoli però alla residenza; come si ve-
ria ecclesiastica, che ne'secoli da noi non de in vari decreti del s. concilio di Tren-
molto remoli, chi era vescovo ricusava Romani Pontefi-
to, nelle costituzioni de*
bene spesso d'esser cardinale ; imperoc- ci, e specialmente in unad'Urbano VIIT,
ché portando il cardinalato il peso di ed anche in una Nostra. Né l'accennata
dover risiedere in Roma per assistere ai pratica é priva del suo fondamento, im-
negozi della Chiesa universale, era lo perocché essendo cresciuto il numero dei
slesso accettando il cardinalato, che restar cardinali sino a settanta, non può man-
privo del vescovato. Può vedersi il Tomas- care ossidi uu numero sudìciente di
OD
sino, De vettriacno^'a Ecclesiae discìpli- quelli che risiedono in Roma per assi-
na, par. 2, lib. 3, cap. 5 a 12, ed ale. 35, stere Papa nel governo della Chiesa
il

§ Primogenia, ove porta gli esempi di universale; ed é ben ftitlo, che altri di
cjuelli che ricusarono il cardinalato, per loro, stando fuori di Roma, risiedano nel-
non perdere il vescovato; e inoltre l'uso le loro diocesi, governino le chiese a loro
delle dispense che s'incominciarono a da- commesse, o pure rivestili d'altre dignità

K. re da* Papi per la ritenzione de'vescovati proprie al loro grado, ed amministran-


T" unitamente col cardinalato; per lo che dole, contribuiscano sempre più al lustro
Girolamo Plato nel suo trattato, De Car- del loro collegio; e somministrino un tal
dinalis dignitaie,el q/^cz'o, cap. 4, § ^ al quale indiretto aiuto al buon governo
lasciò scritto: moreni olini fuisse in Ec- dellaChiesa universale, ed agli adari del-
clesia, euniqite diutìssime servatimi^ ut la Sede Apostolica. Premessa questa iste-
non aia essent Cardinales Episcopi, rica narrazione, e ritornando al nostro
quani illi septem prius, posfea vero sex; proposilo. Noi la discorriamo così. Se ia
parla de'vescovati suburbicarii cardinali- que' tempi, ne'quali i vescovi non si fa-
zi, de'quali il cardinal Brancacci compo- cevano cardinali, né a'cardinali si dava-
se la sua famosa Dìssertatiof qw\ ob lo- no altri vescovati , che i suburbicarii,
coruni propinquitateni,simul e£ Pontijici fosse stala vigente la disciplina d'oggi-
• adesse^et suo lamen gregi non deesse pò- dì, di conferire, concorrendo le debile
teranlj alii vero aliaruni civitatuni E- circostanze, i vescovati in partibus ^ e vi
piscopi nunquani adCardinalatani prò- fosse stato qualche vescovo in partibus^
moverenlur. Tentarono que' venerabili che si facesse cardinale, o pure qualche
cardinali eletti da Paolo 111 per riforma- già cardinale, a cui fosse stato d' uopo
re la Chiesa, nel loro consiglio che die- conferire un simile vescovato; sarebbe
dero l'anno i538 di rimettere in piedi stato mollo dilFicile il sostenere l'incom-
questa disciplina.* Officiuni Cardina- palibililà del vescovato col cardinalato;
Unni , Episcopi incompali-
el officiuni essendo essa, come già si è veduto, uni-
bìlia sunt.Nani Cardinaliumest assistere camente fondata nella legge delia resi-
Sanctitati Tue prò gubemanda univer- denza nel y^escovato [F.) , alla quale i
sali Ecclesia; offìciuni auleni Episcopi vescovi inpartibus non sono tenuti; e però
est pascere gregem saum, quod praes ta- se ne'tempi, ne'quali il vescovato di re-
re benCf et ut debet^haud palesi, nisi ha- sidenza era incompatibile col cardiuala-
,

198 VES . VES


to, «è chi era vescovo face vasi cardi aale, Ecclesìaslica, lib. 3, class. 2,cap. 3;Gia-
nèchieracardioaie facevasi vescovo, non comoAndreaCrusio nel trattato De Prae-
vi sarebbe stala ripugnanza, o cbe un ve- De Sanctac Roma-
eniinentiafSil cap. 2,
scovo in parlibus si facesse cardinale, o nae Ecclesiae Cardinali um sessione
che un cardinale si facesse vescovo 7/?^/2r- tam qiioad EcclesiasticoSy quam Saccw
tihuxj con qual ragione potrà oggi pre- lares^ Rcges et Prìncipes. Ma sappiamo
tendersi, che nujtata la disciplina, fissa- altresì essere il vescovo, nell'ordine, su-
to il sistema, che il vescovo di residenza periore alcardinale diacono e al cardi-
si fa cardinale, ed al cardinale si dà l'am- nale prete: Si considcramus Ordinis po-
luinislrazioue d'una chiesa di residenza, testà teni, major est Episcopus Presby-
lìon possa un vescovo in parlibus esser teroy vel Diacono Cardinali; nani Epi-
fallo cardinale con ritenzione del vesco- scopus ordinai Presbyteros ^ conflrmal
vato in parlib'/s, quando vi concorra utja baptizaloSy aliaqite ìd geniisfaeit, qiiae
giusta causa di ritenerlo, o non possa un Cardinàles Presbyleriy vel Diaconi fa-
cardinale esser fatto vescovo in partibus cere non possunl qua edam ratìone :

«Quando vi sia un giusto motivo di farlo? Summus Ponlifex Episcopum se vocat^


Che se poi il punto si riducesse alla de- non Cardinalcm,el Episcopos onnies ap-
cenza, e si dicesse non esser conveniente pellai Fenerabiles Fratres^ Cardinàles
che un cardinale si faccia vescovo in par- auteni dilectos Filios ^
quonwdo vocal
tibus, e che il cardinalato serva come di etiani laicos : sono parole del cardinale
strada per arrivare ad un vescovato, che Bellarmino nel t. 2 delle Controversie,
non lia attuale giurisdizione; le diremo al lib. 1 de Clericis^ e. «6,
§ Quantum
con ogni ingenuità, che questa riflessio- ad ter tium.'E sebbene questa maggioran-
ne non sarebbe certamente di veiun pe- za circa alla podestà dell'ordine non ba-
so appo Noi. Siamo ben informali del- sta, acciò il Vescovo {F.) debba prece-
l'eminente dignità cardinalizia: sappia- dere al Cardinale (V.)^ desumendosi la

mo dover preceder i cardinali a'patriar- precedenza non dalla podestà, ma dalla


chi, agli arcivescovi ed a' vescovi: abbia- dignità; perlocchè veggiamc che VArci-
mo letta la costituzione Non mediocri diacono^ che non è prete, in quella della

d'Eugenio IV ch'è la xv fra le sue bolle sua f'jiurisdizione precede aW Arciprete^


nel Biillario Romano al 1. 1; ci è nota la che è Sacerdote; e il Diacono o Suddia-
decisione del Pontefice Nicolò V nella cono o il semplice Chierico, che è fica-
controversia fra l'arcivescovo di Gnesna l'io o luogotenente del metropolitano, nel
primate del regno di Polonia, ed il car- Sinodo provinciale precede a' vescovi SuJ^-
dinal Sbigneo Olenisti vescovo di Craco- fragaiiei, per rautorilàche ha, e per la
.° persona che lappresenla (conviene che
via, in cui decjelò^ che il \ luogo nelle io
diete si dovesse al cardinale, come può aggiunga, che nella Famiglia o Corte
vedersi appresso al Rinaldi all' anno di pontificia^ il Maggiordomo e il Maestro
Crisloi4'9, «• 9) alla quale definizione di camera delP,ipn,bewd\è talvolta nem-
volle il re sì desse pronta esecuzione, co- meno sono chierici, precedono \' Elemo-
me attesta il Cromerò Cioè nel lib. 22. siniere e il Sagrista^ i (piali sono seuìpi e
loro dovuto per esser pa rie Coryyor/.? Pon- vescovi inparlibusy anzi ili." arcivesco-
ti/icisy come parlano i dottori, per essere vo e talvolta patriarca, e cosi anche al-
impiegati nel governo della Chiesa uni- tri patriarchi, arcivescovi e vescovi; non
versale, come anche al nostro proposilo però nelle funzioni in cui questi ultimi
vanno discorrendo gli sci ittori, benché e- assumono gli abiti sagri, che se il mag
terodossi, fra'quali Teodoro Rinkingk nel giordomo e il maestro di camera fossero
suo trattalo. De Regimine Sacculari et patriarchi, arcivescovi vescovi in par-
V ES VES «99
tihiiSy allora anch'essi assumono gli alji li gli autori riferiti eseguitali dal Vasquei
sagli e prendono posto tra i pnlriarchi, in 3 par. Disputai. 343, n. 2 r, l. 2. Ma
arcivescovi e vescovi in partibuSy secon- sono illecite, venendogli vietato di far le

do l'ordine promozione al grado epi-


di funzioni vescovili senza l' aunuenza del
scopale. Nella Cappella pontificia, iXwGV' prelato locale, e conferire gli ordini sen-
si laici precedono nel posto e nelle pro- za le diraissorie del superiore dell* ordi-
cessioni i vescovi, i preti e altri ecclesia- nando, come si vede nel luogo sopraccita-
stici, per ragione dell'uirizio: se gli Aiu- to del s. concilio di Trento alla sess. f4,
tanti di camera del Papa, che sono laici, cap. 2. E per vero dire, ciò che siasi de-
incedono con ecclesiastici e preti appar- gli arcidiaconati, decanati, canonicali esi-
tenenti a carditiali e prelati, siano mae- mili benefizi, che obbligano all'interessen-
stri di camera o gentiluomini f
li prece- za del coro, la ritenzione de'quali unica-
dono per l'abito di mantcllone paonaz- mente col cardinalato vien proibita dal
zo che indossano e per l'uOizio di cubica- decreto del nostro predecessore Sisto V,
/rt/// pontificii); come bene al nostro pro- ch'é il 79." nel Bollano Romano al l. 2,
posilo riflotte il Pontefice Eugenio IV nel- per la ragione, che non conviene alla di-
la sua citala costituzione Non mediocri, gnità di cardinale 1' avere in coro il se-
al § I 3. Basta però , ed è più che sufH- condo luogo dopo il vescovo, come si leg-
cienle, per escludere l'opposta indecen- ge nel detto decreto; se ogni giorno la
za, che un cardinale sia assunto ad un mezzo a K.oma vediamo darsi a'cardinali
vescovato in partibns; essendo nel vesco- gli A rcipretati delie patriarcali, senza che
vo titolato consagrato la stessa podestà ciò si reputi disdicevole alla loro dignità,
dell'ordine, che è in tutti gli altri vescovi e senza che si dica essere il cardinalato

di residenza; per che sono valide le lo strada per l'arcipretato, con molta mag»
collazioni degli ordini e le cresime (che giore ragione dovrà dirsi, potersi con giu-
in Roma stessa amministrano i vescovi in stacausa conferirsi ad un cardinale un
partibns , contribuendo altresì alle con- vescovato in partibns, senza che ciò pre-
sagrazioni di vescovi che fanno il Papa e giudichi al suo decoro ed alle sue premi-
i cardinali, oltreprender parte ad al-
il nenze, e senza che si possa valutare il car-
tre consagrazioni e sagre funzioni, ed oU dinalato come uno scalino per ascendere
Ire la celebrazione de'ponlifìcali), purché al vescovato; essendo fra gli arcipreti del-
il tulio da esso si faccia servendosi della le patriarcali, solo quello della basilica di
dovuta intenzione, ancorché non vi sia s. Pietro, che per indulti particolari con-
licenza dell'ordinario, nella cui diocesi f^ cede le diraissorie a'sudditi e dipendenti
ledette funzioni (abbiamo la costituzione della sua basilica, ed anche conferisce la
di Pio IV, Clini sicutaccepimus, de* 2 i cresima; non avendo però né esso, né gli
maggio 562, Bull. Rom. t. 4> pa'*« 2, p.
1 altri arcipreti veruna giurisdizione con-
119: Episcopos TituLares nuncupatos tenziosa sopra canonici egli altri, che
i

Pontijicalia exercere in aliena Dioece- servono alle basiliche, per essere stala
si, Itisi de Ordinarli licentia , minime soppressa dalla sa. me. d'Innocenzo XTf,
posse sancii. E' seguita dalla Declara- nella riforma àe Tribunali diRoma[V.)^
//ode'aS giugno 563, Alias emanarunl1 inuna sua costituzione confermata da Noi
a Nobìs, colla quale il Papa die' facoltà con un'altra costituzione, che incomin-
agli ordinari di procedere, contra ino- eia: Quantum ad procurandam, spedi-
bedientes et coutiunaces , pene ec-
colle ta sotto giorno 5 febbraio 1742, e che
il 1

clesiastiche e civili ivi espresse), e»! an- è la 44' "fil t. I del nostro Bollario, e
corché non vi siano le diinissorie del su- non essendo a* detti arcipreti riservata
periore dell'ordinando; come osservano ultra autorità , che una paternale ed e-
200 V E S V E S
torjoniicn; in ciò che appartiene ai servi- menicani a'9 maggio il cardinal Spino-
zio tiellu cliiesa, all' ecclesiastica discipli- la legato della città, e nella stessa fu con-
no, etl alia collezione de'coslumi, come sagralo a' ig maggio patriarca di Costan-
si vede nel decreto 65 del particolare Bol- tinopoli (io col Cardella e col Novaes dis-
lano d'innocenze XII. Quando per lo si nella biografia, di Gerusalemme. Ora
contrario, oltre la podestà dell'ordine ve- osservo nelle Notizie di Roma^tX 1728
scovile, che è intera ne' vescovi titolari ch'erano patriarchi, di Costantinopoli Ca-
consagrali, giusta ciò, che poc'anzi si è millo Cibo, creato cardinale a'23 marzo
dello , verun modo ne*
e che non è in 1729, Gerusalemme Muzio Gaeta
e di
cardinali arciprett,corae tali non solo pos- arcivescovo di Bari, probabilmente mor-
sono lecitamente ordinare, amministrar to in detto anno. In quelle del 729 tro- 1

la cresima, quando vi sia il consenso del- vo per patriarchi, di Costaulinopoli d.


l'ordinario del luogo, e siano a loro di- Mondillo Orsini arcivescovo di Capua
lette ledimissorie dal vescovo superiore fattoa'23 marzo,edi GerusalemmePom-
dell'ordinando, come di sopra si è detto; peo Aldovrandi decano della Rota, crea»
ma alUesi è proposizione almeno proba- to nello stesso giorno) dal cardinal Bon-
bile, avvegnaché sostenuta da gravi au- compogni arcivescovo di Bologna. Ma
tori, e specialmente dall'Hallier nel suo poi, lo stesso Benedetto XIV riflettendo
trattalo De sacvis Ordinalionibiis, po- che il suddetto concistoro de' 3o aprile
tersi dal vescovo titolare, che dal vesco- I 728 cominciò dal conferimento del pa-
vo locale ha avuta la licenza di esercita- triarcato di Coslantifiopoli al Gotti, e fi-
le i pontificali, conferire gli ordini a chi nì nel medesimo col crearlo cardinale,
partito dalla città, di cui ha il titolo ve- riconosce non essere il caso d* un cardi-
scovile, viene ne'nostri paesi, ed in que- nale fallo vescovo in partibiis (Benedet-
sti abbraccia la cattolica religione.E quan- to XIV dice vacalo il patriarcato per la
do, benché il vescovo titolare non abbia creazione antecedente del Cibo a cardi-
sudditi attuali (supponendosi che nella le; ma le Notizie di Roma e il Cardella
sua diocesi non vi siano che infedeli), ha registrarono tal promozione a' 23 marzo
però il jus d'esercitare la giurisdizione so- 1729, come ho già detto), bensì dopo il

pra i predelti, se abbracciano la s. Reli- cardinalato averne ricevuto la consagra-


gione, o sopra i fedeli, che in essa venis- zione. » Il che doveva far^i, mentre aven-
sero ad abitare; per lo che nella bolla del- do la provvista concistoriale la forza di
la provvista si ammonisce, che, quando elezione confermazione, come ben os-
possa, vada alla diocesi, per esercitare in serva il Fagnano nel cap. Nihil, n. 29,
essa il suo uffizio pastorale; e nella con- De clectione et confirmalionej enivavii
sagrazione si dice a lui, come a tulli gli la disposizione canonica di dovere rice-
allri vescovi, dal consagrante: Jccipe E- vere dentro 3 mesi la consagrazione se-
vangeliiim, et vaclej pratdica populo li- condo canone Quoninm, ditti. 100, ed
il

Ifi coniinissoj come ben osserva il cardi- il cap. 9 del concilio di Trento alla sess.

nal de Lugo ne'suoi lìesponsi Morali A 7 de Rcforiìiatione , ed il cap. 2 della


,

lib. 5, dub. j5, n. 2". Quindi IJenedet- sess. 23, ove alla sles>a legge sottopone

lo XIV riproducegli esempi seguenti, de' i cardinal ij condannando alla restituzio-


vescovati //z^fl//i/;«^ conferiti a persone ne de'frulti percetli chiunque non si con-
già insignite del cardinalato. Benedetto sagra dentro 3 mesi, ed alla perdita del
i

XI II a'3ooprile 17 28 creò cardinale U\ vescovato, se dentro allri 3 mesi non si


Vincenzo 6 o^</ domenicano, e gli mandò fa consagrare: nulla giova il replicare,
a Bologna sua patria la berretta cardi- che non si tratta di vescovo titolare, che
nalizia, che grimpose nelU chiesa dc'do- non riceve veruna ^julrata dulia sua chic-!
VES VES aoi
sa, s^i perchè sono alcuni di questi li-
v\ per essere vescovi di governo, produce l'e-

tuli i/i parlibus, che hanno qualche cìole sempio de' patriarchi di Gerusalemme.
assegnata, com'è quello dell'arcivescova.. Bacconta pertanto che dall'insigne capi-
lo di Teodosia. che a Noi fVi conferito dal- tano Golhedo quella città nel 1099 fu

la sa. Benedetto XIII, ed in que-


me. di tolta dalle mani de'saraceni, e tornò sot-
sti vescovati può aver luogo la privazio- to il dominio maomettano nel 87. Con- i 1

ne de'frulli; sì perchè, o siano, o non sia- linuarono ciò non ostante i cristiani a
no dotati questi vescovati, sono sempre i vivere in quelle vicinanze; ma presa To-
provvisti capaci della pena della privaz.io- lemaide nel 1290, furono i cristiani cac-
iiedella dignità, senon ««iconsagranoden- ciati ed esterminali dalla Terra Santa,
Iro i sei mesi; come
assai bene considera morendone di dolore Nicolò IV. Gli suc-
un moderno sacerdote delia compagnia cesse s. Celestino V,il quale nel suo bre-
di Gesù nel suo trattato stampalo inlvoma ve pontitìcalo non abbandonò il pensie-
l'anno \fjZi^ De Episcopo Titulan\ aWa ro di ricuperare Terra Santa, ed eles-
la

par. 4. n. i86(delqualegid n)i giovai e ri- se patriarca di Gerusalemme Radulfo de


parlerò in line)." UenedettoXl V ragiona Grandeville domenicano. Indi Clemente
th 3 cardinali patriarchi diCoslanlinopoli, V del i3o5, nella spedizione de'crocesi«
falli patriarchi dopo ch'erano già cardi- guati, non trascurò di provvedere di pa-
nali , e dopo che Costantinopoli era in triarca la chiesa di Gerusalemme, aven-
mano de'lurchi (onde Gregorio IV pa- done eletto Antonio vescovo Dulraense,
triarca greco rifugiatosi in Uoma vi mo- lodando mollo il di lui zelo (sarà bene te-
rì sanlaujenlenel i4^9) ^" dal i 453, cioè nere presente la serie che ne compilai in
Isidoro e Bessarione greci, e liiario la- quell'articolo: in questo io riproduco il
linojfalti il (.° mor-neli45i9, il i° per la riferito da Benedetto XIV), e per sua
ie del precedente avvenuta iu Pvoma a' morte nel 3 4 gli sostituì Pietro vescovo
i
1

27 aprilei4C)3, o agli 8 maggioi464> «l di Rhodez. Giovanni XXll vedendo non


3." nel 1472 eguahnenle pel decesso del- tanto vicina la ricupera di Gerusalem-
l'antecessore. Osserva quindi Benedello me, gli conferì in amministrazione la chìe*
XIV, che propriamente i riferiti 3 cardi- sa Nimosiense, e poi in suo luogo nomi-
uali patriarchi non seudjra che si possa- nò fr. Raimondo domenicano. Nel 1329
noannoverare tra quelli inpariibus, per- gli successe Pietro de Palude, parimente

chè dopo r espugnazione di Costantino- domenicano, il quale cou licenza del Pa-
poli, Papa Nicolò V, ed successori Ca- i pa portò la figlia del conledi Chiaromou-
listo IH, Pio II, Paolo 11 e Sisto IV non le o Clermonl al figlio del re di Cipro,
trascurarono il riacquisto, unendo alle lo- con cui avea contralto gli sponsali, spe-
ro le armi de'priucipi cristiani, onde spe- rando col divino aiuto di passare da Ci-
ravasi probabile che delti patriarchi lo i pro in Gerusalemme per governarne la
divenissero di governo attuale; u)entre i chiesa commessa alla sua cura, e adorare
veri vescovi inpariibus sono quelli che il Redentore nel luogo ubi stelerunt pe-
hanno in titolo una chiesa oppressa da- desejus. La serie de'patriarchi si ricava
gl'iufedieli, della quale non vi è prossima dagli Annali del Rinaldi, e dalla Storia
speranza che possa liberarsi dalla lirau- cronologica de Patriarchi di Gcrusa'
uia, e della quale dà il titolo acciò se
si lemme, composta dalconlinualoredi Bol-
ne conservi la memoria. Benedello XIV lando, lìJaggio, t. 3, p. 69, n. 272. Al n.
a dimostrare che ì delli 3 patriarchi non 274 saviaujeote si avverte, non potersi
pouno annoverarsi tra' vescovi in parli' annoverare i delli patriarchi tra' vescovi
bus y ma bensì fra quelli che cou molta in parti bus y ma potersi piuttosto dire,
probabilità poteva sperarsi , che fossero che da tali patriarchi uomiuali quando

202 V E S VES
eravi la speranza di potere ricuperare il come sì usa negli attuali o residenziali , ne
perduto, derivò lu pratica di conferire i si usano tutte le solennità praticate per
titoli delle chiese che geQìono soUo gi'iu- questi ullinn ; essendo creali per conci-
fedeli, senza speranza di poterle ricupera- sloro, e anche per breve, sicché sono pre-
le; non avendo voluto la s. Seóa perde- cipuamente segnalati per la consagrazio-
re il possesso di provvedere le dette chie- ne. La 3/ specie é di que'vescovi, qua- i

se, e non avendo potuto permettere che li sono parimenti provvisti di questechie-

si perda la memoria delle luedesicne. — se occupate dagl'infedeli o scismatici, ma


Tratta il cardinal De Luca, Il Fescovo couie uussiooari a mezzo della concrega-
pr alleo ^ cap. 3 9: Delti vescovi litolari de' zinne di propagandayZJe. Questa specie
vescovati occupati clagl' infedeli, ovvero é diversa dalla precedente per l'obbligo
penile abLiano riniinzialo il vescovato d'andaie a risiedere nelle stesse diocesi,
atiuale. Dell./ precedenza tra vescovi. Di ovvero in altri paesi per l'islesso fine del-
molte differenze tra vescovi attuali ed i le missioni , secondo gli ordini di delta
titolari. E
de" vescovi coadiutori^ o mi- congregazione, al quale obbligo non sog-

jiisiri siijfraga/iei degli altri vescovi. E- giacciono que\lella specie antccedente.La


.gli dice: Di più specie sono que'vescovi, 4." specie è di que* vescovi delle chiese
i quali dimorano \\t\\?K Corte di Roma ( P\)y parimente occupate dagl' infedeli o da
osNÌa presso la Sede Apostolica (^ ,), ov- scismatici, i quali siano ordinati econsa-
vero in allre parli senza Talluale ammi- grati secondo il rito greco, ma che risie-

nistrazione pacifica e piena d'alcuna chie- dono in Italia (si dicono Italo-Greci: ne
sa cattedrale e diocesi cattolica. Una è di ragionai a Grecfa, dicendo pure della
que'vescovi, i quali hanno avuto il vesco- Magna Grecia, e meglio nelle diocesi ove
vato attuale e poi lo rinunziarono per di- furono o sono), ed in altri paesi de' cat-
versi molivi (dichiarali nel § Vii dell'arti- tolici, perché riconoscendo il primato del

colo Vescovato), o pure che sieno stati Papa e la soggezione alla Chiesa roma-
privati di esso, per cui ritengano la digni- na, con professargli ubbidienza, non sia-

tà e 1* ordine vescovile, con potere eser- no tollerati nel proprio vescovato, o da-
citare i pontificali colla licenza del dioce- gl'infedeli o dagli scismatici>e l'opera de'
sano, quando non gli sia proibito da pri- quali si stima opportuna ancora per le
vazione; mentre ritengono tuttavia il ti- sagre ordinazioni nel proprio rito pe*sa-
tolo, denominandosi vescovi di quella gri ministri d' alcuni popoli orientali,
chiesa rinunziata, benché vi sia l'altro ve- quando al vescovo locale non riesca ri-

scovo atiuale, il quale parimente usa lo durli al rito latino , come avvenne con
slesso titolo o denominazione, che però molti, e notai a' loro luoghi, non senza
questi si dicono vescovi titolari solamen- però rilevare l'incessante cura de' Papi
te, e gli altri di residenza. L'altra specie pel mantenimento de' diversi riti. Tutte
tli vescovi titolari, è di quelli che o per queste specie di vescovi hanno l* istesso

occasione delle nunziature apostoliche, o ordine, come gli attuali di governo resi-

per allre cariche, o pure per onorificen- denziale, per cui secondo l'osservanza del-
za, e per vivere in quello stato prelati- la cappella pontificia, colla qualer proce-
zio vescovile, essendo altronde ben prov- de la s. congregazione de* riti, le prece-
visti di suilìcienti rendite, ottengono dal denze e i trattamenti siano eguali , con
Papa qualche vescovato o arcivescovato l'ordine delle gerarchie, ed in esse si re-
o patriarcato di quelle diocesi le quali gola con l'oidine dell'anzianità, la quale
siano occupate dagl'infedeli, che però si deriva dall'epoca della consagrazioiie, an-
dicono vescovi in parlibus, nella creazio- corché ciò sembrasse duro a'vescovi e ar-
ne de' quali non si ricerca altro esame, civescovi di Germania (fra'quali all'epo-
V E S VES 2o3
ca che scriveva De Luca, nella maggior da quella servile e manuale, quali ina- I

piirle erano auclie piincipi temporali e propriamenle si dicono sulhaganei. L'uso


oltramon-
tlell'iaipero), e dell'allre parli di queste coadiulorie nell'Italia si pratica

tane, nelle quali vi sia l'uso che gli arci- rare volle, e queste per la sola necessità
vescovi o vescovi attuali ritengano a loro dell* infermità o per la molto grave età
servizio, come vicari nello spirituale, per del vescovo, e lo stesso segue nella Spa-

luso de'ponlifjCcJi, que>li vescovi o ar- gna e in alcuni altri paesi. Però in altre

civescovi col nome di sulhaganei. Dille- parli, come in Germania, erano più fre-

riscono questi titolari dagli attuali, olire quenti, non sola quando vi concorreva-
le cose accennale, in diverse al Ire occor- no le dette ordinarie e naturali cause, ma
renze. Pi imieraraenle non si concede loro Htico quando si stimava espediente, beii-

hi Facoltà, che hanno gli attuali, di confe- cl)é il vescovo fosse sano e abile al gover-
rire gli ordini a'ioro famigliari, benché no, airefìfelto di ovviare agrinconvenieii-
non siano sudditi. Secondariamente, che ti quan-
e scandali terribdi nell'elezioni,

in essi non si ponno verificare le altre do seguiva la motivo delle


vacanza , a

specie di soggezione per reffello degli or- sovranità de'vescovati; o veramente per-
dini sull'incompatibilità del vescovato con ché io tal modo la chiesa acquistava il fa-
altre dignità o benefizi, anzi anco colle vore di qualche principe, o altra persona
pensioni ecclesiastiche, quando non vi sia polente,© per altre simili cause. Ed ia

la dispensa apostolica, mentre ciò non lia questo caso non si diceva una vera elezio-
luogo in que'vescovi titolari, ma solo ne- ne, la quale si facesse dal capitolo, ma iti

gli attuali. E finalmente, oltre diverse al- forma d'elezione si dava un certo consen-
tre dilFerenze, che si potrebbero conside- so, il quale benché non era precisamen-

rare, vi è (|uella della maggior libertà nel te necessario, tuttavia per alcuni buoni

servire a'cardinali, o altri vescovi e arci- fini si desiderava dal Papa airelFetto di

vescovi, per uditori o per vicari generali, concedere questi coadiutori a'vescovi, che
col peso della residenza, o per vicari nel- li domandavano, onde di ciò si soleva di-
l'uso de* pontificali, e che si dicono suf- sputare nella congregazione concistoria-
fraganei. Imperocché luUociòsi permet- le. Ora anche in Germania le coadiuto-
te a que'vescovi titolari, come non obbli- rie sono meno frequenti. DilFusamente
gati alla residenza, eall'allualecuraeain- Si risse in questo argomento ilgesuila An-
uiinistiazione di qualche chiesa , il che drea Girolamo Andreucci, De Episcopo
non si permette agli attuali. Però, gene- Ti talari senili parlibiisiafideliuin^ tra-
ralmente, anche i titolari, ma molto più ctalns canonico iheologicits jKomae lySS.
gli attuali, pel concilio di Trento e per Lo riprodusse nel trattalo della Hierar-
altri apostolici decreti , sono proibiti di cìna Ecclesiaslica, Piomae 1766. Divide
servire io qualsivoglia carica a'principi e il trattalo in 5 libri, i!^ Exponiiur cs-

signori secolari, senza dispensa pontificia. sentia,origOf nonien, catisis et proprie-


\ì sono ancora quelli i quali sono cosLi< tatihus Episcopi Titularis. if De Po-
tuiti nell'ordine episcopale e consagrati, testate. Z^ De Praeeinitientialibus. ^°De
d'una 3.'' specie, cioè che non sono sem- Obligationibus. 5." De Privilegiis Eoi-
plicemente titolati, né meno attuali, ma scoporuiìi Titulariiun. — Le Abbazie
preparati e disposti all' attualità d' una derivarono da' Monasteri ^ e le abbazie
chiesa o diocesi certa. E questi sono i iT////m5 ebbero origine circa il 681, le

coadiutori, quali si danno a qualche ve-


i cui diocesi sono riguardate quali piccoli
scovo o arcivescovo attuale in titolo, col- ì'escovati^ e ne parlai nel § Vili di quel-
la futura successione nel vescovato attua- l'articolo. Gli Abbati furono di diverse
le, sicché questa coadiuloria sia diversa specie, fra* quali di solo nome e titolo
2o4 V E S V E S
senza siultllti, onde si dissero al)])all in cae Sed's gratia. Anche i cardinali dia-
partiùiiSfC le ìoio abbazie parimente si coni usano nell'intitolazione, Miseratio-
cliiamarono abbazie in partihus. In con- nedivina. Il primo dell'ordine de' vesco-
cistoiosi conferirono dal l-*apa mona- i vi s'intitolava: Prior Episcoporuui Car-
sieri e le abbazie nullins dioecesis. Con- dinaliuni. Nel voi. LV, p. 188 riportai,
feriva ancora le abbazie in partihus^ cioè che il i.°de'cardina!i vescovi s' intitola-
i li Ioli di diverse abbazie. In seguito se va eziandio: Episcopio Osliensis Prior^
il Papa voleva conferire alcun titolo ab- sue Decanus Episcoporuni^ notando
Laziale in partihus , noii si soleva farne col Nardi, De'Parrochi, t. 2, p. lyg, che
Ja proposizione in concistoro, ma scelto poi ritenne il solo titolo di Decano del
il titolo dal sostituto del concistoro, se Sagro Collegio. Quanto alla formo-
ne faceva l'istanza al Papa per mezzo la Miseratione Divina^ ne ragiono nel
del cardinal pro datario, ed accordata la g I di Vescovo. I vescovati suburbicarii
graziarsi faceva quindi la spedizione per immediatamente soggetti alla s. Sede a-
la via ordinaria delia Dateria e Cancel- postolica, cioè d' Ostia e Fellelri uniti,
leria apostolica^ a somiglianza dell'al- Porlo e s, lluffìna^ Frascati o Tuscolo,
tre provviste apostoliche. Vi furono an- Palestrina, Sabina. Albano (F.)'y anzi
cora dell'abbazie in partihus infidelinm^ furono già sette con quello di Selva Can-
Je quali pure non piì^i si conferiscono. dida o delle Raffina e Seconda (^^.),
ss.

INel conferirsi a qucdcbe soggetto il tito- riunito al vescovato di Porto. Narrai in


lo di alcuna abbazia, situata in paesi oc- tali articoli, co'propri scrittori, che la vi-

cupati dagl'infedeli, non si soleva farne cinanza a Roma fece ragionevolmente


proposizione in concistoro; ma scelto il presumere che la voce di s. Pietro prin-
titolo eziandio dal detto sostituto del cipe degli Apostoli annunziasse la nostra
concistoro, cui apparteneva tenere il re- s. Religione di grazia, e recasse 1' Evan-
gistro anche di queste abbazie in parti- gelo e la ove si vuole
pace ad Ostia ,

bus infideliuni^ se ne faceva l'istanza e la che anco l'apostolo s. Paolo vi predicas-


spedizione come sopra. se la fede cristiana. A Velletri pure si
VESCOVI SUBURBlCARn,iE/?zVco- venera s. Pietro per disseminatore del
porwn Cardinaliutn Suhurbicariorurn. I Vangelo, e fors' anche s. Paolo. Porto
sei cardinali dell'ordine de' vescovi, il i° van||,a s. Pietro per suo apostolo. Il Ta-

dei tre di cui si forma il Sagro Collegio scolo ova Frascati riconosce il salutifero
de i Ca rdin <7 // ( ^'^. ), a 'q u a so u o e o n fé r t
l i i i i lume probabilmente dagli stessi ss. Pie-
sei vescovati cardinalizi suburbani a ilo- tro e Paolo, massime e anzi certamente
tua, ch'é sinonimo di snhurbicarii dal ^ da s. Pietro. Palestrina ripete la dot-
\ocabo\oVrbicaria,sub Urbe, luoghi vi- trina di Gesù Cristo da s. Pietro, e se-
cini a Roma e gratissimi agli antichi e condo il suo storico Petrini, recatosi a
agli odierni romani per un complesso di Roma il s. Apostolo nell'anno /^i di no-

pregi storici monumentali e natura-


, stra era, senza indugio si recò a Prenesle
li. Quindi si dissero ciascuna delle loro a spargervi la benefica hice evangelica,
cattedrali chiese, Ecclesia Suhurbica' ed a fondarvi colla novella cristianità il

ria^ ed il loro vescovo, Epìscopns Sub- vescovato: l'altro storicoCecconi,col Sua-


urbicarius , ognuno de' quali intitolan- rez, inclina a credere che vi contribuisse
dosi: NN. miseratione divina Episco' s. Paolo. La Sabina si gloria d* essere

pus N. Sanctae Ronianae Ecclesiae stala convertita dall' idolatria al cristia-


CardinalisN. Pùlevo dall'Andreucci, che nesimo da 8. Pietro, da'suoi discepoli, e
talvolta alcunis'intitolarono; Episco- pur anco da s. Paolo. Albano tiene pro-
pus Suburbicarius IV. Dei, et depostoli- babile la tradizione d'essere stata dal pa-
,

VES VES 2o5


ganesimo rigenerala a Cristo da s. Pie- di stabilire la nascente Chiesa, con fonda-
tro e da taluno de'suoi ed il discepoli ; re una quantità di sedi vescovili, tutte ia

Lucidi, Memorie storiche dtflV Ariccia o città per dignità de' pastori
cospicue
Riccia (/^.) ne riporta il certo fonda-
, massime nelle vicine città, e con questo
mento che ne istituì ii vescovato, oltre la stabilì una gerarcliia decorosa alla pri-
predicazione del Vangelo. Quanto a Sel- ma sede del monda. Laonde il Cecconi,
va Candida delia j già Selva Nera, ne coir autorità del Bianchini, afferma po-
derivò l'origine più tardi, per avervi so- sitivamente, aver fondato tutte le chie-
stenuto glorioso martirio nel 2070 nel se suburbicarie. Il gesuita p. Andreucci
260 le due sorelle ss. Rnffina e Seconda, dà a'vescQvali suburbicarii la precedenza
nobilissime vergini romane, e per vene- di fondazione a lutti o«li altri vescovati

razione del luogo innadlato dal loro fe- dell'Occidente, perchè furono fondati sul
condo sangue, precipuamente altresì pel principio della nascente Chiesa, e da s.

martirio patitovi dopo il 3oi da s. Mar- Pietro stesso. Dice il Magri, nella Notizia
cellino prete e da s. Pietro esorcista ro- de vocaboli ecclesiastici , in quello di
mani, Papa s. Giulio 1 vi fabbricò una ma- Cardinalis, che i detti vescovi vicini a
gnifica basilica, che compì s. Damaso I B.oma, pritna che propriamente lo fosse-
del 367, indi meritò il luogo l'erezione del ro, erano denominali Cardinali per es-

vescovato, che divenne il più illustre do- sere uniti alla Chiesa romana assistendo
po il I ."d'Ostia, il quale è il maggiore del- al Sommo Pontefice. Ed il Nardi, De*
Ja cristianità dopo Ror.ia , ove \\ suo ve- Parrochiy osserva che i vescovi suburbi-
scovo eslese la sua giurisdizione, ripar- carii fino da'primi secoli del cristianesinio
lata nel voi. LXXV, p. 120: il i.**vesco- erano tanto immedesimali col la Chiesa ro-
vo che si conosca è Adeodato del 5or ,
mana, che veuivano chiama li/'e5C0i'i Ro-
finche il vescovato nel i 1 20 fu riunito a inani, ed tz\ùv^ò\o f'cscovi di Roma jcome
quello di Porto colle sue prerogative e s. Ippolito vescovosuburbicario di Porto
il nome di s. Ilutiìna, al quale a' nostri del 221,0 più tardi d'alcun anno, venne
giorni fu pure congiunta e quindi di- qualificato f escovo di Romane Leonzio
sgiunta la diocesi di Civitavecchia, il the de Sectis lo nomina /^e^coi^o Romano,ì!Ìeì
notai nel voi. LXXll, p. 27 5 e altrove. secolo 11 o principio del III, e forse nel
Il vescovo Cecconi, Storia di Palcslri- 2 i4, Caio prete della Chiesa romana era
na, celebra s. Pietro quale istitutore dei anche vescovo delle genti, ad genteSy nei
vescovi suburbicarii, con dire. Egli con- dintorni di Roma , assisteva al Papa co-
sagrò vescovo di Palestrioa un suo disce- me menjbro del Presbiterio (^.), e co-
polo, dopo avere convertiti i preneslini al me consigliere della s. Sede, di cui era
cristianesimo. Inoltre s. Pietro consagrò pur legato, pare per la conversione de'po-
vescovi non solo nell'Italia, ma nelle prò- poli vicino a Roma, eguale a' vescovi sub-
vincie più remote. Se il Pontificale Ro- urbicarii (un cardinal Gregorio nel 743
mano ne numera soltanto sei, non è da s'intitolava presbyter Alniae Sedis Apo*
meravigliare, poiché nelle
vite de'Papi , stolicae, ed avea 1' ispezione sul titolo di
qualora non aggiunga la clausola per
si s. Clemente: è nolo che talora furono
diversi luoghi deve sempre intendersi, chiamati presbiteri anche vescovi , e i

dell'ordinazione del clero romano, ovve- questi dissero a* preti Compresbyteri o


ro delle chiese al medesimo unite, quali Consacerdotes , poiché anticamente i
SODO le sei suburbicarie. Riporta la testi- preti non erano appellali Sacerdos^ que-
monianza del Bianchini, Pita s. Petri sto vocabolo significando Vescovo , ed i
apud Anastasiimi Bihliol.^ che una del- preti furono e sono discepoli del vesco-
le cnaggiori sollecitudini di s. Pietro fu vo). Nella collazione o conferenza Cai*-
2o6 V E S V ES
l.iginese , Ira* cattolici e ì donatislì del Jlnìlimi. Ma
perchè questi vescovati e
4» r, trovasi un Felice Urbis Romac. E- chiese suburbicarie non si confondino col-
pi.scopusj non era Papa, ma un vescovo lechiese suburbicarie del patriarcato Ro-
suhurbicario venutoin Africa, e forse fug- mano o d'Occidente, e quelle attribui-
gilo e addelto a'donatisli. 1 vescovi del te al patriarcatoAlessandrino, filò una
concilio generale di Efeso nel 43 i si sot- breve digressione per distinguerle , pre-
toscrissero, giusta il costume, col nome mettendo un cenno sulle provincie e re-
del loro vescovato : Arcadie però e Pro- gioni civili dell'impero romano eziandio ,

jetlo, vescovi legati della s. Sede, non vi denominate suburbicarieo urbicarieo an-
posero il nome c'el proprio vescovato. nonarie, le quali dovevano pagare un tri-
Erano, a parere del Nardi, suburbicarii buto di frumento al fisco dell'impero per
ossia vescovi della chiesa romana »> poi- la vettovaglia de'soldali.Ed il Piceno [E.)

ché i vescovati suburbicarii sono una spe- fu una di quelle regioni che si divise in
cie di frazioni del vescovato romano, af- Annonario e Siibnrbicario. Tratta il Co-
fidate a vescovi addetti al servizio della s. luce», Antichità Picene^ l. i,p. 167: Dei

Sede, e che formavano e formano parte vari nomi dati al Piceno,^ Il : Si spiega
del clero della chiesa romana; chiama- perche Piceno si dicesse Annonario e
il

ya\\s\Sacerdoleit,w{}n\Q usato da'vescovi, Suhurbicario. Dopo la fatale divisione


hiijiis sanclae Romanae Ecclesìae^ e gii d'Italia in provincie, furono lassate nei
altri cardinali Proc^r^»^. Il dirsi adunque, soldi e nelle robe, ed alcune degli uni e
Sacerdoles sanctae Romanae Ecclesiae, delle altre. Il Piceno ft-race di frumento,
era sinonimo ò\ Episcopi Romani. Que- vino, olio e fruita, specialmente la par-
sto titolo si conveniva massioje al vesco- ie di Ih dall'Esi, fu anche lassato somnji-
vo di Selva Candida^ che estendeva la nistrare l'annona o per l'imperatore o pel
sua diocesi e giurisdizione sulla Cilià mantenimento nelle provirjcie degli eser-
Leonina (F.), ed a quello di Porto che Da questo avvenne che si aggiunse ai
citi.

godeva altretlantonel Rione diTrasteve- Piceno il óhiinùxo l\\ Annonario ab An-


re (E.). Abbiamo dalla Storia de* Pon- nona eh' erasi obbligato somuìinistrare :

tefici, che s. Pietro fece suo coadiutore sotto il qual nome comprendevasi ol-
per le funzioni della chiesa di Roma, co- ire il grano e ogni specie di frumento, il

mesi esprime Beda, in Histor. Abballini vino, l'olio, come avver-


la carne, il sale,
TVerniulensiiun , ossia suo vicario nei te il Cujacio, Comment. ad lib. x Cod.
viaggi intrapresi fuori di Roma, s. Lino Just. t. 2, tit. 16. L'altra parte del I^ice-
da lui ordinato vescovo, che alla sua mor- uo, restata sotto la dipendenza di Roma
ie il successe nel pontificato. Al quale poi e del suo vicario, si disse Urbicaria^ per-
fu sostituito s. Cleto, ch'era stato vesco- chè sub f.VZ'e', quindi Suburbicaria^i^ev-
vo coadiutore di s. Pietro ne'sobborghi di che il vicario ne comandava le provin-
Roma, inoltre di lui successore fu s. Cle- cie. Conviene dunque ricordare, che Sub-

mente 1, battezzato da s. Pietro, suo fedel urbicarie si dissero le x Provincie ( F.) di-

diacono, e ordinato pure da lui prete e pendenti dal vicariato di Pioma ,


per la

vescovo, nel qual tempo seguì s. Paolo divisione fatta dell' Italia (f^.) da Dio-
nelle sue fatiche apostoliche, fra le quali cleziano e confermata da Costantino I il

dicesi la predicazione del Vangelo e la Grande (altri a questi attribuirono la di-

cura del gregge veliterno; certo è cheVel- visione, come nel riparlarne dissi nei voi.
leiri lo venera per suo principale patrono. LV, p. 1 52), e governato da uno de*due
Questi vescovi poi de'dmlorni suburbani vicari del Prefetto d'Italia, dimorante
a Kon>a si L\\s?,^voSubnrbicarii^\)eYc\\ii co- in Roma col titolo di Vicario Urbis. Il

me scrissei'Aiidreucci,^7//^M0i Urbi{f) di lui figlio Coslauzo nel 357 ^*^^® ""*


V E S V E S 207
nnovn flivisione (Ielle regioni d' Ilalia ,
letteraria fece plauso al Sirmondo ; e se

cioè di quelle per appellarsi al piefello poi insorse Launojo per suscitar nuova-
del Pretorio , e di quelle dalle quali si mente il sistema del Gotofredo e del Sal-
appellava al Preftllo dì Roma, donde masio, fu valorosamente impugnato da
derivò die le regroui intilolandosi ezian- Cristiano Lupo, da Natale Alessandro e
dio Urhii arie Cui dal SSg, contai nome da altri critici. Il Castellano, Pali-
si conobbero le 4 regioni messe a dispo- gnesia ovi'cro origini e vicende dellrt,
sizione del prefello di Pioma. Laonde al- Ecclesiastica Gerarchia^ par. p. 6 e 1 ,
i 1

cuni riferirono, che il Vescovo di IxO'ua 183, Rufino prete della chiesa
riferisce.

più parlirolarmente presiedette a'vesco- metropolitica d'Aqnileia, pensò erronea-


^i urbìcor'ìi posti nel raggio di loo mi- mente a separare dalla metropoli Ro-
glia da KoQia, tbe die'Uu'go alla contro- mana l'Italia, presa nel suo più stretto
versia delle regioni Vrbicnrie e Subiir- significalo. Con un implicito modo di dire,

bicariej altri njeglio con più ampio si- per cui fu rinipioverato da'callolici scrit-

gnificato intesero compresi i vescovi ed i tori, paragonò l'Egitto ossia il patriarca-


vescovati, non solo ne* confini del vicario to Alessandrino (ch'ebbe pienezza simile
d'Italia, ma intuita l'Italia, di cui il P.ipa al Romano, lianne il Frimaio d'onore e
è primate, la quale dall'isole di Sicilia e di giurisdizione), col cui uocne deve in-
diSardegna si distingue; ma le compren- tendersi la provincia e la diocesi, e le chie-

de. Quindi dal tipo civile, in parte prese se subuibicarie, che lungamente si que-
nonna recclesiaslico, ed i vescovati più stionò se fossero nel raggio delle 100 mi-
vicini a Boma si cognominarono Subur- glia, o si chiudessero nella giurisdizione
hicarii. Questo vocabolo fu ancora usalo del vicario, o fossero estese a tutto l'Oc-
dopo il canone del concilio di Nicea l,clie cidente. Ed acciò si osservi appo Alessan-
dichiarò i vescovi di Iioma, Alessandria e dria, e nella città di Roma l'antico uso,

Antiochia, avere giurisdizione sulle prò- cheo quegli dell'Egitto o questi delle chie-
vincie vicine, qualificate Suburbicarie. Il se suburbicarie prende cura. « Ma perchè
Borgia Difesa del dominio temporale
, con tanta conlesa si ricercò cosa intende-
della Scde^ /apostolica, dice in proposito va Rufino per chiese suburbicarie? Ciò
a p. 220. E nota la questione discussa non è investigare il canone JNiceno, ma
suir intelligenza del canone VI del con- l'opinione di Piufino. Mutata poi Teccle-
cilioNiceno del 325, tra Gotofredo e Sal- siaslica polizia, nemmen Rufino può in-

inasio da un lato per restringere confini i tendersi, se non avvenga che deposti gli

delle chièse subuibicarie, pretendendo sludi di parie, altrove si conosca qual


che secondo l'esposizione falla di quel ca- fosse l'ecclesiastica gerarchia, e da quali
none da Rufino, Hist. Eccl. lib. i^cap. 6, studi eia Rufino preoccupalo. Avendo ciò
quelle stale fossero che per i co miglia in- trascuralo dottissimi scrittori si cattoli-

torno a Roma, e non olire si estendeva- ciche eterodossi, ed avendo voluto da Ru-
no, ed al prefelto di Roma ubbidivano, fino vanamente apprendere non solo la
come il Piceno, la Toscana, il Lazio e la disciplina del tempo, ma anche il senso
Valeria ; ed il Sirmondo dall'altro pei' del canone Niceno, impiesero opera va-
dimostrare che il patriarcato Romano na. Veduta dunque la gerarchica disci-
anche ne'iempi di Rufino eslendevasi nel- plina d'Occidente, Rufino non potè con-
l'Occidente intero, annoverando così non frontare i diritti patriarcali, constando al-
solo le 4 Provincie indicate, ma le altre 6 tronde da indubitati monumenti, che isti-

che al vicario d' Italia ubbidivano, le 4 tuiti i Sede apostolica, nate


vicari delia

Provincie Consolari , le i Corretloriali e le metropoli entro limiti d'Italia, con-


i

le 4 Provincie Presidiali. La repubblica cesse a'naelropohli occidentali per libera-


268 V ES V ES
lìtà de'Ponlefici più ampie facoltà, e con- meno il catione ix del concilio Antioche*,
fermate molte cose alla civile polizia, alla no che allega, comandando, che i vesco-
foggia degli orientali, in molle cose esser- vi provvedano, significa Id regioner/g'»/^-
si allontanato il patriarcato Occidentale cenle a Roma, ma indica quella univer-
dall'Alessandrino. Ma potè forse Uutìno sa,che aUoma è soggetta. Nello stesso sen-
sotto nome di chiese suburbicarie inten- so pertanto quelle chie^^e intese Rufino
dere le chiese in quelle regioni, che urbi- col nome di suburbicarie, che soggiace-
carie specialmente nel codice Teodosiano vano alla metropoli lioma, e forse seguì
si dissero, e distinte dall'annonarie nel un tale interprete greco dello stesso ca-
raggio delle 100 miglia dipendevano dal none, che precedette il compendio di A-
prefello di Roma? In niun modo. Per- ristino, eche in greco parlo di (pielle cine-
cliècomeavrebb'egli ignorato ciò che noi se, che a Rufino piacque di volgere in la-
sappiamo, che in quel tempo tutte le pro- lino, suburbicarie. Né con più felice suc-

vincie soggette al vicario di iloma, reg- cesso si serve il lodalo autore dell'arabi-
gesse le italiche n»etropoli rimanenti, che co interprete delloslesso canone, che por-
il vicario d'Italia reggeva? Rimane peiò, ta che il vescovo di Pioma, cioè il succes-
che coll'ambigua voce di chiese suburbi- sore dell'apostolo Pietro, abbia il potere
carie egli intendesse le chiese di più prò- di tutte le città e luoghi, che sono a Ro*
quali in qualche h'ogo, o fuori
"vincie, le ma d'intorno. Essendosi dello lo stesso
o dentro del ràggio, o in Italia, o altro- del vescovo Alessandrino, che cioè il ve-
ve, ubbidivano al Romano l*ontefjce co- scovo d'Egitto, cioè il patriarca d'Ales-
me a metropolita, come dell'egiziane prò- sandria presieda , ed abbia il potere di
vincie o diocesi le chiese conoscevano il tutto l'Egitto, e di tulle le città e castel-
vescovo d'Alessandria quale metropolita. la, che le sono d'intorno. Siccome non
]n quel senso poi io stimo, che Rufino le conseguita, che non fossero al vescovo A-

chiese suburbicarie nominasse, nel <juale lessandrino soggette le chiese delle città
così le chiamarono i raccoglitori gieci de' e castella nelle diocesi, che non sono al-

canoni. Giacché invano quel dottissimo la provincia d'Egitto aggiacenti, soggia-


uomo sostiene, che ciò sia scritto nel sen- cendo ancora tutte le lontanissime della
so degl'interpreti delle basiliche, definen- Libia, Tebaide, ed altre, così trattandosi
do la giurisdizione del prefelto di Uoina del diritto del vescovo di Roma, è cer-
col raggio delle ICO miglia, e dicendo che tissimo, che non solo debbonsi intendere
il medesimo estendeva a quella soltanto le chiese nel raggio delle loo miglia, o
il potere. Imperocché più raccoglitori gre- urbicarie, ma quelle ancor più lontane,
ci scrissero nel tempo, in cui era notissi- l'otevano R-ufino ed i greci interpreti a-
ina la giurisdizione del vescovo di Ro- doperare voci più chiare a svolgere le o-
ma, oscura poi la notizia del prefetto di piuioni, ma io stimo, che adottassero que-
Koma e delle suburbicarie regioni. Ma gli ambigui vocaboli, perchè trattandosi

confessa lo stesso scrittore, che presso i de'diritti delle singole chiese, ed essendo
greci inlendono non solo quelle regioni, la cosa piena di pericoli , dimostrata la

che sono a Koma nel raggio circostanti, legittima intelligenza del canone Niceno,
ma quelle che ad ogni modo sono al do- far constare quanto gli orientali, e forse

minio di Roma soggette. Non v'era dun- gli slessi interpreti delle singole chiese a-
que ragione per portare al suo parere si- vessero usurpato degli altrui diritti, vol-

miglianti luoghi, che intendesse nel sen- lero piuttosto con quello stile di scrivere,
so strettissimo le chiese suburbicarie di avvolgere la interpretazione in ambagi,
Rufino, e le coartasse a quelle poste nel che dipoi avessero di nuovo potuto coni-
raggio delle i oo miglia. Certamente nera- meulare a proprio agio. Lungo sarebbe
V ES V E S 209
ed alieno cìnlla dovuta moderazione ag- vescovo di Milano; e per l'istessa ragione
giungere altri argomenti, co'quali sareb- molli sinodi si dissero di Roma^ altri d'I-

be facile il provare, che il canone Niceno talia, da'quali provennero diversi riti, che
si violò in ogni tempo, e gli si attribuirono tuttavia la chiesa di Milano, colnome di
sensi affatto diversi, co'quali Io slesso ca- Ufjìziatura Ambrosiana (F.) ritiene dif-
none potesse divenire patrono de* diritti ferenti dalla Romana, alla di cui Sede s.
usurpali ". I dotti non furono d'accordo Ambrogio medesimo si mostrò ubbidien-
sulle provinciesuburbicarie viciueaRoma tissirno , ma altrettanto tenacissimo in
e sulle Provincie annonarie che le som- conservarli; e perciò egli si oppose a chi
ministravano l'annona, tanto sul nume- voleva introdurre nella sua chiesa le ce-
ro e quanto sulla loro estensione. Goto- remonie romane circa al battesimo, on-
fredo e Salmasio limitarono le provincie de da questa varietà di riti, que'chierici
suburbicarie ai co miglie intorno a Ro- anche pretendevano d'essere esenti dal
ma, cioè alle provincie di Tuscia Sub- predetto sinodo Romano". Da*discorsi vo-
urhicariay Picenuni Siihurhicariiim, La- caboli, a'vescovati de'dintorni di Roma
tinnì vetus et noviim^ Falena. Gli altri, fu aggiunto quello di suburbicariifCOsial'
come il Sirmondi e Blondel, diedero una le loro chiese cattedrali, Ecclesiae Subiir-
maggior estensione alle provincie subur- bicariae. Si deve però distinguere gli Ur-
bicarie, e credettero chetutte quelle ch'e- bicarii da' Regionarii: i primi presero il

rano sotto dipendenza del vicario di


la nome dalleciltàresidenziali,i secondi dal-
Roma, fossero chiamatesuburbicarie, an- la provincia, come quelli de' Fescovatt
noverandovi non solamente la Toscana e (pel rilevato in tale articolo) di Sabina^
il Piceno Suburbicario, ma anche l'Um- Teramo , Alarsi Monte Feltro F.) e
^ (
bria, la Campania, il Sannio, la Puglia, la Quando erano sette, dice
simili. il Ma-
Calabria, l'Abruzzo, la Lucania, oltre l'i- gri, secondo l'Apocalisse, misteriosamen-
sole di Sicilia, di Sardegna e di Corsica. te rappresentavano li sette spiriti angeli-
Alcuni vollero estendere il nome delle pro- ci che assistono al trono di Dio, ovvero i
vincie suburbicarie a tutto l'Occidente; sette candellieri d'oro, io mezzo a'quali s.

ma le leggi imperiali che hanno dislinlo Giovanni! l'Evangelista vide seduto mae-
le provincie suburbicarie dell'Africa, del stosamente il Figlio dell'Uomo; cosi que-
vicarialo d'Italia e delle Gallie, fanno a sti sette vescovi cardinali devono assiste-
sufficienza vedereche quella opinione non re continuamente il Romano Pontefice
si può sostenere. Le chiese suburbicarie, ne'negozi più gravi della Chiesa univer-
di cuiRufino fa menzione nella traduzio* sale. Anticamente tali cardinali dal pro->
ne del vi canone del concilio Niceno, cor- prio vescovato prendevano il nome, co-
rispondevano alle provincie suburbicarie, me altri vescovi, e come i cardinali del-
ossia alle Provincie della prefettura di Ro- l'ordine de'Pre^i (F.)óa Titoli Cardina-
ma. Non voglio tacere quanto leggo nel lizi (F.), ed i cardinali Diaconi (F.) dal-
Bernino, Istoria di tulle V eresie. Papa s. le /)/^coA2zeC^r^i>z^//2ie(/^.).Egualmen-
Leone IX nel sinodo di Pavia rinnovò i te ne'secoli antichi furono talvolta anno-
suoi decreti contro i chierici concubina- verali tra* vescovi cardinali assistenti al
ri e simoniaci « giacché molti ecclesiasti- Papa, que'di Tivoli^ di Satri , di ISepi,
ci della Lombardia erano incontinenti e di Labico,L\\ Orte^dì Rieti (F.)yluUi pa-
simouiaci,emillantavano,/io«c?e6ere/^/7i« rimente vicini a Roma. Il La urenti, ($"^0-

brosianani Ecclesiam Romanis legibus ria della diaconia cardinalizia di s. A-


subjacere. E ebbe principio dall'an-
ciò gata^ a p. 3o, osserva, che i cardinali ve-
tica divisione dell'Italia in due diocesi, Ur- scovi suburbicarii sotto Papa Stefano IV
bìcaria soggetìa al Papa, ed Italica al erano nel 769 sette, cioè: Episcopits
VOL xcv. 14
- -

2IO VES VES


Oslìcnsis^qui chhet cousecrare et bcnedi- allora erano vescovi, d' Ostia e Velletri
erre Jpostoliciim prae cnmihus aliis: il cardinal Puario, e di Palestrina il car-
Epìscopus s. Ritfìnae secunduxj Episco- dinal Vigerio; e quanto a'vescovati con-
pus Poriunish tertiiisj Episcopus Alba- feriti a'cardinali Carvajal e Brissonnet li

nensìs quarlus; Episcopus Tusculanen- trovo assai dubbiosi, anzi il r.° quando fu
sis quùUusj Episcopus Sahinensis sextusj deposto era vescovo di Sabina e divenne
Episcopus Praenesù'nensis seplinius. vescovo d' Ostia e Velletri soltaiuo nel
In seguito furono accresciuti e diminui- 1 52 1 ; ed il 2." era vescovo di Palestri-
ti, secondo le circostanze (Velletri van- na quando confutando più
fu deposto,
tandosi fra 'vescovati suburbicarii prima scrittori, presso il Caidelia, quelli che lo

ancora dell'unione con Ostia), ed anche aveano preteso amministralore di Ilieli;


l'antipapa Clemente III del 1080 vi an- e Carvajal non fu mai vescovo di Tivoli,
noverò il vescovato di Parma sua patria o almeno non fu conosciuto dauli altri
(nel concilio romano del 998 lo era il scrittori. Anche l'Andreucci, parlando, se
cardinal vescovo di Labico,(ì\ cui ripar- altri vescovi cardinali per peculiari cau-
lai nel voi. LXXXIX, p. 124 e seg., e se ebbero il nome di Vescovi suhuibi-
continuò ad esserlo per alcun tempo). Ctìtr/z diversi da'soliti, dichiara a allerma-
Sotto Urbano II del 1088 vi fu compre- live; iique fuerunt Episcopus Ileatinus,
so il vescovo di Ncpi, vescovato poi uni- Tiburlinns,lNepesinus,et Veliternus nunc
to a Suirij e nel pontificato di Pasqua- unilusOstiensi,aliiquepropeUrbem,Non
le II, che gli successe nel 1
099 i vescova- desunt qui doceant, inter EpiscoposCar-
ti suburbicarii si accrebbero aio. Calisto dinales adscilos etiam olim fuisse archie-
li nel 1 120 unì al vescovato di Porto quel- piscopum Pisanum, Episcopurn Papien-
lo di s. Kuffina. Sotto Innocenzo II del seni, IMutinensem, Pariiiensem etc. Ve-
ii3o si aumentarono con l'arcivescova- runi, ut optime no»at card. Brancacci in
to ó'iPisa^ e co' vescovati di Modena, Or- suo erudito opusculo. De Optione, biUc'ì-
te e Z/yo/z. Eugenio III neli 149 »inì sta- ti quidem ii fuerunt ad minisferum Pou-

]>ilmente i vescovati d'Ostia e di Velie lificis ut hodie adsciscunlur Episcopi, qui


tri, prima essendolo slati a beneplacito Assistentes nuncupantur , nunqiiani la-

de'predecessori. Sotto Leone X divenne nien ut S. Pi. E. Cardinales Episcopi; si-

suburbicario il vescovato di Rieli ^ e di quidem ii, teste Panvinio apud eumdem


muovo quello di Tivoli. Imperocché es- Brancacci, semper fuere ex iis, qui pio-
sendosi ribellali a Giulio II, e adunato il ximioribus Urbi Episcoj)alibus praeeranl.
conciliabolo di Pisa, cardinali Carvojal i Caeterum.etsi peculiaribuscausis ita eri-
vescovo d'Ostia e Velletri, e Brissonnet genti busa lii oli mEpiscopi,praelersepteni
vescovo di Palestrina, vennero ambedue illos quos meminimus, inter Episcopos
scomunicati, e deposti da*vescovati e dal- Carduiales fuerint cooptati , cessanlibus
la porpora. Dipoi nel pontificato del suc- tamen iisdem causis ad pristinum Cardi
Leone X essendosi pentiti e do-
cessore naiium Episcoporum numerura et qua-
mandato perdono, il Papa nel concilio di litatem reditum est: unde post Leonem
Lalerano V, li assolse e reintegrò nelle X qui ut Bernardinum Cnrvajalem et
,

dignità, e secondo il Zaccaria, forse se- Guilehuum Brisonettam Episcopos Car-


guendo il suo correligiosoAndreucci, nel- dinales a Julio li deposilos, in pristinum
le note al Lunadoro, Lo stalo presente reslitueret, duas Episcopales Ecclesias a-
della Corte di Roma^X.i, cap. i De* Car- : djunxit, Iieatinam videlicet, ^t Tiburti-
dinali Vescoviy Preti e Diaconi, quanto nam, perduravi! usque ad nostra tempo-
«'vescovati dichiarò per loro suburbicarii ra, septem, vel sex tantum Episcoporum,
quelli di Rieti e di Tivoli. Noterò, che quos supra retulimus, ounserus, ac di-
V E S VES 211
gnitas Cardinalilia". Nel 1 8 i o, come nar- fé si rifiutò d'f ratificarlo, anzi lo rivocò.

rili suo Inogo, e riferiscono ii Pistoiesi


a Nel i8i4 crollata la potenza di Napaleo-
nella Jlta dì Pio ni, ed il Coppi negli ne I, Pio VII ricuperò i suoi stati, ritor-
Annali cVIlalia^ Napoleone 1 imperato- nò gloriosamente in Roma a'24 maggio,
re de' francesi , dopo avere occupalo Io e nel i
.° concistoro de'vescovi tenuto a'aG
stalo pontificio, deironizzato e imprigio- settembre preconizzò a vescovi suburbi-^
nato Pio VII, olire moltissimi cardinali, carii cardinali Malfei per Ostia e Vel'
i

prelati e altri ecclesiastici intimò a' ve- , letri, Doria per Porto e s. Rufllna, So-
scovide'due dipaitimenti di /lom^t e del maglia per Frascati, Caracciolo per Pa-
Trasimeno, del quale era capo Spoleto^ lestrina, e Lilla per Sabina, il quale nu-
in cui avea soppresso le corporazioni re- mero in un medesimo concistoro fu caso
ligiose, di GiurnmenlOf stabi-
prestare il singolare.
lito nel Concordato colla repubblica L'origine de'vescovi suburbicarii risaie
francese; ma il Papa dichiarò non po- dal principio della s. Chiesa romana, e
tersi esso estendere agli stati romani, per dal trasferimento da Antiochia a Roma
cuiiy vescovi ricusarono di farlo. Laonde (K) della Cattedra di s. Pietro (V.), e
Napoleone a' 8 giugno ne soppresse i ve*
1 più tardi furono ornati della dignità car-
covati, fra' quali suburbicarii, sebbene
i dinalizia. DiceilCecconi.s. Pietro i." Som-
a' cardinali provvisti de* medesimi non mo Pontefice e fondatore della romana
fosse slato chiesto il giuramento^ siccome Chiesa, stabilita la sua sede nella città
da lui dispersi in rilegazione o carcerati, dominante mondo, vi bandi l'Evan-
del
sciogliendo eziandio i capitoli cattedra- gelo, e quindi lo promulgò e fece annun-
li, oltre tutte le abbazie de'due diparti- ciare primamente ne'Iuoghi aR.oma sub
menti che riunì a'vescovati territoriali^ed urbani, erigendovi le chiese e cosliluen-
i beni delle abolite sedi vescovili e del- dovi i vescovi. Prese pure a cuore s. Pie-
l'abbazie riunì al demanio imperiale. In- tro, non meno la conversione delle pro-
di soppressi altri 3 vescovati,
perchè ve- i vincie circostanti, che di quelle più remo-
scoviaveano ritrattato il giuramento e- te. Narra s. Dionisio vescovo di Corinto,
messo, onde furono puniti colla confisca presso Eusebio, che i ss. Pietro e Paolo
de'benie la rilegazione in Francia, insie- predicarono per onineni Italiamj volen-
me a circa 5oo ecclesiastici che parimen- dosi per altro intendere, non già di cia-
te rifiutarono giurare. Racconta il Bel- scun luogo ù' Italia in particolare, ma
\omo, Continuazione della storia delCri- bensì di buona parte di essa penisola, o
s liane si niOyCooìG dopo la di-
Napoleone 1 delle città più illustri e ragguardevoli. Il

sastrosa guerra colla Russia del 1 8 1 2, cer- Valesio interpretò tale testo: la Italiani
cò di riconciliarsi col Papa , e nel i8i3 simulproficli, Romanos inslituerunt. Pe-
l'indusse a convenire ad articoli prelimi- ròa lui sì opposero Pearson, De Success,
nari d'un nuovo concordato, che riprc prìnwruni Roman. Episcoporuntf p. 36;
dossi a suo luogo. Diceva il 6." articolo. Foggini, De Rom. D. Petri itinere, et E-
M I sei vescovati suburbicarii saranno ri- piscopatu, Exercit. 3, p. 68 ; ed il Ma-
stabiliti: si nomineranno dal Papa. I be- machi , Origini e antichità cristiane, t,
ni tuttora esistenti
saranno restituiti, e si 5, lib. 4, cap. 4> § 2, il quale difende a

prenderanno delle misure per quelli ven- lutto potere, doversi leggere: In Italiani
duti. Alla morte de'vescovi d'Anagni e di audacter docentes. Di vero, che s. Paolo
Rieti, le loro diocesi saranno riunite a' trovasse de'crisliaoi in Pozzuoli, ne sia-
suddetti sei vescovati, in conformità del- mo assicurati dagli Atti Apostolici; tà i

l'accordo che avrà luogo fra sua Maestà monumenti di TVyz/jo/z attestano a ver qui-
eil Santo Padre". Però Pio VII virilmeo- vi s. Pietro annunxiato il Vangelo fino
312 VES V ES
dall'anno 44 circa o prima nel 2." anno di li, in cui alle occorrenze consultato da' Pa-
Claudio. Non è fuori dì proposilo l'opina- pi, si discutevano e risolvevano gli affa-
re, che i Principi degli Apostoli nelle loro ri della Chiesa universale. Il presbiterio
frequenti scorse si volgessero, uno verso romano, fino da'primi secoli della Chie-
Napoli, l'altro verso l' Umbria^ la Tosca- sa, formava il concilio e consiglio perma-
na^ il Piceno^ ec, cioè s. Pietro nell'anno nente del Papa, ed era composto da'pre-
6f. Può inoltre pensarsi che lo slesso Prin- ti e diaconi, o siano i cardinali: a questi
cipe degli Apostoli eseguisse lesue missio* erano quasi di continuo uniti vescovi sub- i

ni per l'Italia anche in quel tempo, che urbicarii, ed anco alcun altro vescovoche
corse tra il di lui 2.° arrivo a Roma, ed fosse stato per accidente in Roma, e dal
il glorioso martirio. In quanto a Paolo
s. Papa chiamato a consulto, co-
fosse slato
potè egli predicare in Italia dopoché fu me si trae dagli antichi monumenti. E-
liberalo dalla sua i.^ prigionia in Pioma, gualmente nell' antichità spesso vedesi
poiché i codici greci affermano scritta de contraili Preshyteriiim della Chiesa ro-
Italia l'epistola agli ebrei, ed in essa anzi mana per qualche affare, e vi si vedono
si legge: Salutane vos de Italia fratres. due, tre o quattro vescovi, anche cinque,
Inoltre s. Pietro in Roma formò la ge- come nella 5.^ lettera genuina dell'anno
rarchia ecclesiastica della s. Sede, coll'or- 192 di s. Vittore I Papa. Questi non e-
dine de'preti e de'diaconi, e a distinzione rano che i suburbicarii; giacché quando
delle altre chiese la volle condecorata al- è concilio di altri vescovi chiamati, l'an-
tresì con un numero conveniente di ve- tichità ce lo dice. Lo stesso dicasi di ve-
scovi, che subentrarono alle veci degli A- scovi spessissimo inviati con qualche pre-
postoli nel coadiuvare il supremo Gerar- te e diacono legati a Costantinopoli , o
ca, Vescovo d^ Vescovi^ sia col loro con- altrove, per affari, non vedendovisi il no-
sìglio nel governo della Chiesa universa- me della loro sede, contro l'uso di tutti gli
le, sia colla loro autorevole presenza alle altri vescovi del mondo. Questi pure non
sagre funzioni, e sia con supplire ezian- ponno essere che i vescovi suburbicarii, o
dio, occorrendo, alle gravissime di lui in- romani, com'erano appellati; e sarà anzi
combenze, sostenendo colla maggiore ef- un caso raro assai, se si troverà che i ve-
ficacia la subordinazione alia i." sede del scovi suburbicarii, nell'alta antichità, pon-
."
mondo cristiano. « Ed il vi canone del i gano il nome della loro sede, salvo che
generale concilio di Nicea, celebrato nel ne'sinodi romani, ove intervenivano altri
325 e tanto illustrato da'dolti, fuor d'o- vescovi (dalla costituzione iVb« mediocri^
gni dubbio ci ammaestra del notabile ri- di Eugenio IV, vedesi che un cardinale
salto, che alla dignità di questa romana deve mettere prima il titolo di cardina-
patriarcale contribuisce quell'antico co- le, poi di vescovo di sua chiesa. Il cardi-
stume di assistere al Romano Pontefice nal d^AylIj diceva: Apostoli prius Car^
parecchi vescovi^ non solo nel mentre que- dinales^ quam Episcopi fuer uni ... prius
sti offerisce i divini misteri, ma anche nel fuerunt cardinales Urbis. Lo stesso di-

rappresentare ogni altra azione, con cui ceva nel secolo XVI, in cui fiori quel dot-
ci viene additata la stretta unione , che to, l'accademia di Praga. Dichiara il Nar-
ha tutto il corpo della Chiesa sotto un di, la vera ragione che cardinali for-
si è, i

solo capo". Molte notizie trovo sui ve- mano un solo corpo col Papa, e con lui
scovi suburbicarii nelNardi,Z)e'P<2rroc7i/, reggono tutta la Chiesa cattolica; laddo-
opera deducala d
Vescovi della Chiesa ve un vescovo ne regge una frazione. Que-
cattolica. Il Papa ebbe sempre il Presbi» sta preminenza si desume non dall'ordi-
terio ( F.), l'antico senato del vescovo, cor- ne sagro, ma dalla giurisdizione. Quan-
rispondente al sagro collegio de'cardina- do un vescovo è fatto cardinale, la s. Se-
V ES VES 2i3
de Io chiama con questo 2.** tilolodi Car' 3, che prima di Clemente V
deli3o5, si
dinaie, come quello ch'è maggiore, o al- pose in disputa, se i vescovi diminuiva-
meno lo prepone, come lo prepongono i no di grado, con passare a cardinale pre-
cardinali preli o diaconi, vescovi di qual- te o diacono, e due volte fu risoluto nel
che luogo come sempre fecero, ed usò
, palazzo apostolico e nell* auditorio del-
anche s. Carlo Borromeo, che s'intitola- la Rota Non notari in tali promotion^
:

va cardinal prete del titolo di s. Prasse- descensum. Lo riferiscono Gomez nel


de, arcivescovo di Milano. Leggo nel Ma- proemio, Reg. Cancell. qu. i, rubr. De
gri, vocabolo Cardinalis: \ cardinali del- Episcopi dignitatCf n. i; ed il Panvinio
la Chiesa romana ancorché inferiori in neW Opuscolo deCardinalis.Dì più il Sar-
dignità a'vescovi, nondimeno sempre han- nelli nel t. 9, lett. 9." Della Mazza d'ar-
no preceduto a quelli come membri di gento de' Cardinali^ riferisce che antica-
detta Chiesa, capo sono uniti.
col cui mente vescovi non cardinali precede-
i

Onde nel concilio d'Efeso del 43f,de'3 vano i preti cardinali, come si vede nel-
legati del Papa sempre precedeva il prete le sottoscrizioni della bolla d'Alessandro
della Chiesa romana a'due vescovi; anzi li del loyi, per la consagrazione da lui
esso si sottoscrisse primo di lutti. Nelle vi- fatta della chiesa di Monte Cassino, ma
tede'Papi antichi dicendosi delle loro or- che dipoi Clemente V antepose i preti car-
dinazioni di dicembre^ in esse erano sem- dinali, per la connessioneche hanno col
pre preferiti i preti e diaconi della Chie- Papa, a'vescovi, come spiegò il Papa con
sa romana, come cardinali, a'vescovi,ciuè: lettera riportata dal Rinaldi negli Anna-
Creavii Presbyleros, Diaconos^e^ox E- li ecclesiastici^ all'annoi 3 12. In diverse
piscopos per diversa loca. Quando dun- bolle prodotte dall'Ughelli , osservai che
que i sagri canoni insegnano esser mag- gli antichi cardinali vescovi suburbicarii
giore il grado vescovile del cardinalizio, si sottoscrivevano tra gli altri, e senza il

parlano dell'ordine, e non della dignità. titolo di cardinali, e prima dell'Ostiense


Dichiara inoltre il Magri, anticamente talvolta altri cardinali suburbicarii, per-
quando un cardinale prete era fatto ve- sino a'iempi d'Onorio IH del 12 16). Nel
scovo, lasciava di essere cardinale; ma poi V Ordine Romano, ben antico come dice
in processo di tempo domandava in gra- Mabillon, cardinali vescovi sono chia-
i

zia di potersi chiamar Cardinale^ lascian- maixEpiscopiRomanì.-DQirei riferire mol-


do però il titolo della chiesa o vescova- ti esempi del secolo Vili e seguenti, co-

to, e solamente si sottoscriveva: N. Car- me di Ecclesiae Romanae Episcoporant.


dinalis in Ecclesia Dei. Ma nel pontifi- Nel concilio romano del 499 si dice Ec-
cato d'Alessandro IH deli iSg, conside- clesiaslicis Ordinis electio del Papa, la
rando la sublimità della dignità cardina- quale elezione era esaminata da'cardina-
lizia, per la elezione del Papa, comincia- ii e vescovi suburbicarii, ed era ilsolo giu-

rono a ritenere il titolo ancora. £' intrin- dizio che dava la sanzione canonica alta
seco leggersi il voi. XXXllI, p. 809, sul presentazione postulazione del clero mi-
yenerabiles Fratres^ che Papa dà a*
il nore (cioè quello delle collegiate e la pre-

cardinali vescovi suburbicarii, come al- latura) e del popolo; per cui la somma
l'intero sagro collegio, e sul Dilecte fili delle cose era presso i cardinali vescovi
nostri^ colle quali parole chiama i cardi- suburbicarii, e de'cardinali preti e diaco-
nali dell'ordine de'pretie de'diaconi.Co- ni, scegliendo fra* vari proposti pel ponti-
me pure devono tenere presenti le for-
si ficato. S. Cipriano nell' Episl. 2, lib. 2,
inole usale dal Papa con un Vescovo e con dice che s. Cornelio eletto Papa nel 254:
l'Episcopato, di cui in quell' articolo ri- de\ Clerlcoruni pene omnium testimonio^
parlo. INota il Saroelli, t. 4» iett» ^2, o. deplebis sujfragio^elde Sacerdotum (ve-
ai4 VES VES
scovi) antiquoriun^ et bonorum vìroriim stitum fura episcopalia et domtcilkim
collegio. Nella lettera V genuina di tal antìquilus intra Urbis moenia eliam
Papa, questi si espresse: omni igkur aclu cstabant. Tut tavolta è incerto a quali di
ad me perlatOj placiiitcontrahi Presby- essi appartenesse ne'primi secoli, come è
teriuin.Àdfuernnl etiam Episcopi quia- incerta l'epoca dell'aggregazione al Sa-
que, che il Nardi crede subui bicarii. Era groColirgìo (T'^.) de' vescovi suburbicarii,
il collegio de'pieli e diaconi, ossia il se- Cardinale [f^.),
fregiali della dignità di
nato della Chiesa romana, e s. Girolamo benché furono detti, come gli altri vesco-
lo chiama Senatum Romani Cleri. Pri- vi, Pontefici, però con l' aggiunta del

ma di lui s. Cipriano chiamò cardina- i Laterano (dalla cui cattedra il Ficario


li, Collegium Jlorentissiniiim, et cuni di Cristo, co' suoi oracoli con supre-
Cornelium{yapa del 274) pracsiclcntent. ma autorità ammaestra Urbeni et Or-
Dipoi nel secolo XII il dotto Arnulfo beni), ed anche di Papi Romani, giac-
vescovo di Lisieux appellò i cardinali, che il nome di Papa (P^.) da vasi prima
Palres et Domini mei, ed il loro cor- del secoloXI a'semplici vescovi, oltre tan-
po Collegium Sanctum, come appunto tialtri Titoli d'onore in processo di tem-

diciamo oggidì Sacro Collegio. Ne'coa- po riservati al solo Sommo Pontefice. Di


cilii romani del 4^3 e del 499» come che tratta pure Costanti no Pvuggeri De ,

sempre, v'intervennero cardinali preti i Portucnsi s. Hippolyti Episcopi et Mar-


e diaconi; neh/ sederono anche cardi- i tyris Sede, Disseriatio postlmma ab A-
nali preti e diaconi, non già a tergo de* chille RuschìO portuensi dioecesis abso-
vescovi, come facevasi in altri concilii, ne* luta, adnotalioìùbus aucta, Romae
et
quali i preti slavano dietro a' vescovi, e I 771. Il comune consenso degli scrittori
ì diaconi slavano in piedi avanti a'mede- è che la i.^ volta in cui esplicitamente si
simi, ma tulli assolutamente sedevano. fci menzione di cardinali vescovi subur-

IVel concilio romano del 702 vi sono sot- bicarii, per cui ho riunito le riferite an-
toscritti, oltre i vescovi,! preti e diaconi teriori nozioni, fu nel concilio celebrato
cardinali, col l'espressione haic constiti in Roma da Papa Stefano III detto IV
io a nobis promulgato j e sebbene vi fos- nel 769, in cui prescrisse il loro ufficio,
sero altri preti e diaconi, i soli cardinali espresso con queste parole da Anastasio
sono sotloscrilti, poiché il solo presbite- Libliotecurio. Ut omni Dominico die a
rio romano aveva il singoiar privilegio di septem Episcopis Cardinalibus Hebdo-
sottoscriversi ne'concilii. Nel concilio ro- madariis qui in Ecclesia Salvaloris
,

mano del 745 si vedono sottoscritti i ve- observant, Missarum soleninia super al-
scovi suburbicarii, poscia i cardinali pri- tari Beati Pelici (del quale riparlai nel
ma degli altri vescovi; cioè forse per uso voi. LXXV, p. 36) celcbrenlur. Sog-
antico, alle volle però essendo le sotto- giunge il Magri : » celebravano dunque
scrizioni miste alla rinfusa, di cardinali nella basilica V^alicaua (è inesatta l'e-
e di vescovi. Osserva lo Sperandio nella spressione, perchè la proto-basilica del

Sabina sagra, che i vescovi suburbicarii Sai valore è la Laleranense, e appunto nel-
principali e primari ministri del Papa, l'altare papale è racchiuso l'altare ligneo
chiamati anche dal Lucenti, ahsoluLe E- di s. Pietro, o almeno conveniva distin-
piscopi Romani^ appunto per l'antico di- guere le epoche ed i casi), a vicenila in
ritto della romana cittadinanza a tutto il tulle le domeniche dell'anno, e nella La-
paese accordato che dintorno a Roma re- leranense ogni giorno in giro per tutta la
stava, dovevano esercitare iiobilein Epi- settimana, e perciò erano chiamati Epi-
scoporuni faniulatuni in sacro Latera- scopiLaleranenses, Collalerales, Uebdo-
neusi Episcopio^ e quindi Iloruin AiUi- madurii. Nella domenica celebrava l'U-
VES
slicnse, lunedì quello di Scl\>a Candidila della chiesa e la salmodia. Inoltre Nar-
martedì il Portucnsc^ mercoledì il Sabl- di, con l'autorità del Bianchini e del Can-
nOf giovedì il Prenestino^ venerdì il Tu- cellieri, ritiene che sino nel IV secolo vi
siulaiw, sabato \* Albanense. I cardina- fosse la divisione nota a tulli gli eruditi
li preti solevano nelle feste più solenni de' VII vescovi ebdomadarii nel Lalera-
concelebrare col Pontefice dal quale ri- no, ossiano i vescovi suburbicarii, e de*
cevevano anco l'Eucaristia, per rappre- quali mollo scrissero il Ciacconio e l'OI-
fcentare Cristo nell'ultima cena A-
co'ss. doino. Facevano il loro turno, e termina-
postoli. Così l'Amalario, De ojf. Missac, ta la settimana, spesso, se il Papa non ne
lib.i, ed Innocenzo III, De sacrif. Mis- abbisognava, tornavano al vescovato lo-
sae, lib. 45 e. 2 1. Per questo, celebran- ro, come scrivono Cenni e Zaccaria, ed
do il Papa pontificalmente, cardinali i erano computali della Chiesa romana.
preti vestono le pianete, dove che car- i Celebravano anche avanti il Papa, ©ce-
dinali vescovi portano i piviali, li quali lebrando il Papa assistevanlo con gli al-
assistono enon concelebrano". Ma su que- tri cardinali. Poi dice lo slesso Nardi, Ste-
st'ultimo punto, ragionando il Nardi de- fano III Papa nel 767 (non lo era, lo fu
gli Ebdomadarii ( P^.), dice die fuori de* nel 768; si legga nel 769) volle che ve- i

c.udinali preti ebdomadarii nelle 4 basi- scovi ebdomadarii del Laterano celebras-
liche maggiori (cioè nelle patriarcali C/t/e- sero nella domenica sull'altare di s. Pie-
se di Roma di s. Pietro^ di s. Paolo, di tro, nella quale basilica celebrando il Pa-

s. Maria Maggiore^ eòi s, Lorenzo fuo- pa nelle solennità, se impotente suppli-


ri le muraj come narrai ne* loro artico- va un cardinal vescovo, e lo conferma
li, specificando i selle cardinali di quali VOrdo Offlcior. Z^^^er<3;ze/7. presso un co-
titoli assegnati a ciascuna, e per l'ultima dice della Gambalunga in Rimini, percui
meglio nel voi. LXXV, p. 225), gli al- s. Damiani nella lettera che loro
Pier
tri non celebravano ne Titoli cardinali- scrisse nelio58 li chiama, T'^escovi della
zi, ma si trovavano alla messa del Pa- Chiesa Laleranense Cardinali quali , i

pa. Ne'tempi posteriori, si vede negli Or- soli, dopo il Papa, potevano celebrare sul-

dini Romani, che comuuicavansi cardi- i l'altare di essa, omnium Urbis et Orbis
nali co' vescovi dalle mani del Papa nel- Ecclesiaruni Dlaler et Caputjn omni gen-
la di lui messa, onde conservare l'antico te Priniatum habuil. Ne aveano l'ammi-
rito, tipo dell'unità nelTunico Sacrifizio nistrazione, come vedesi iu Anastasio IV
col vescovo. Poscia i vescovi distribuiva- dell i53,neir£'^z.?/.8,nella quale li chia-
no il sagro Pane eucaristico a'fedeli, e i ma Cooperatores et Ficarii nostri: si

diaconi il sagro Calice, Della Comunio- legge nel Rasponi. E' certo che in tut-
ne de' vescovi, preti e diaconi cardinali ta l'antichità dal Papa erano consulta-
allamessa del Papa, si fa pure menzio- ti, co'cardinali preti e diaconi, niu^ia co-
ne nel II antichissimo Ordine Romano, e sa d'importanza facendo i Papi senza ra-
in tutti gli altri successivi : celebrava il dunare a consiglio il Sagro Collegio. Nel-
Papaordmariamenteal Laterano, ove an- la mentovala lettera il Papa dice, che
cora predicava, anzi talvolta per stazio- quando detti vescovi cardinali cantano
i

ni o feste di qualche chiesa colà si porta- messa nel Laterano , vi debbano essere
va e predicava al popolo. cardinali ebdo- I presenti i canonici regolari, in allora ivi
madarii non solamentecelebravanoin det- dimoranti, i quali debbono assistere iti

te 4 basiliche e vi distribuivano il pane clericulibus iunicis, e cantare; di più pen-


eucaristico nella messa, nja vigilavano sui sare a provvedere il prete assistente , il

loro cleri nel servigio del popolo e ani- diacono, il suddiacono, l'accolito; alle qua-
minislrazioue de'sjgrameuti, il servigio li cose nell'altre basiliche, ove andavano
ii6 VES VES
i cardinali ebdomadarii, pensava il clero rite obirent, atque inde polissimum fi-
o capitolo di quella tal basilica. «> Questi ctum est, VII Episcopi Cardinales
ut ii

vescovi suburbicaiii, al servizio del Papa sint appellati. Inter hos aulem VII Epi-
e della Cbiesa romana , da' primi secoli scopos per vices huiusmodi officium ila
della Chiesa sino a'noslri, ci mostrano co- partitura erat, ut Osliensis dies Domini-
me si pensasse, e quanto si credesse giu- cus, sequentis feriaeEpiscopoSilvaeCan-
sto che il Vicario di Gcsk Cristo fosse didae, qui Urbi Leouinae tamquara pio-
onorato e servito anche da' vescovi. La priaedioecesi praesidebat,mox Portuen-
santa antichità non faceva la schizzigno- si, qui Translyberinam Urbis regionem
sa, come fanno moderni , che non
certi Episcopali auctoritate adminislrabat, ac
sanno intendere quanto sia giusto il de- caeleri deinceps Sabinus videlicet, Prae-
coro alla Chiesa romana, e l'ossequio al- nestinusque, ac Tusculanus, ac denique
la medesima, e perciò avevano pensato Albanus, qui omnes ètiam extant hodie-
negli ultimi nostri miserandi tempi di que praeter Episcopatum Silvae Candi-
togliere i vescovi suburbicarii, e ne ave- dae, qui ob eius oppidi infrequeuliara
vano fatta imperiosa domanda (anzi co- cum Ecclesia Portuensi auctoritnte Cal-
me dissi. Napoleone I pretese abolirli) al lixti II coaluit , eademque de causa O-
Sommo Pontefice Pio VII, mentre poi stiensi deinde Ecclesiae subventum est

eguagliano i parrochi a' vescovi ". Sin qui unitis eidem ab Eugenio IH Velitris ".
il Nardi. Abbiamo dalla Storia di Ste- Ne riparla nel lib. 2, cap. 8: Defimctio-
fano indetto IV del Novaes, che il Pa-
^ nihus Ronianorum Ponti ficum in Eccle-
pa neiraprile 769 ordinò nel sinodo ro- sia Laieraneiisi^deque Minislris eie. « A d
mano, che ogni domenica si cantasse da' minores anni celebritates, et ad fei ias or-
VII cardinali vescovi suburbani nella ba- diuarias Cardinales Episcopi per vices, ut
silica Lateranense l'inno Gloria in ex- iam dixi, singulis diebus loco Romani
celsis Deo (V.). » Questa è la prima voi* Pontifìcis in ara maxima sacra perage-
ta, che si fa menzione de' VII Cardinali bant. Ab huiusmodi autem Cardinalibus
Vescovi , ciascuno de' quali faceva per oblaliones omnes cuiuscumque generis,
settimana le veci del Papa nella basilica aut pretii, quae ipsis celebranlibus. Or-
Lateranense, come riporta il Baronio al- dinationes suae^aut consecraliones haben-
l'anno 769, n. io". Riferisce la stessa isti- tibus (cioè del Papa), aliaque roysteria
tuzione di Stefano lII,o IV, il cardinal Pia* divina peragentibus obveniebant , cum
sponi. De Basilica et Patriarchio Late- basilicae canonicis ex aequo divideban-
ra«e««,lib. i,cap. 3: De dignitate liuius tur, quos tamen, vel functiouibus huius-
Basilicaej con dichiarare. «Ad haec cura modi ministrare , vel alias praesenles a-
Basilicae Lateranensis tam sit dìgnitas, desse conligeret. Pane dumtaxat et vi-
etmaiestas VII Episcopi finitimarura Ur- no excepto, cuiusoblatio ad solos huius-
bi Civitatum fuerunt constituti, ut singu* modi canonicos integra pertinebal. At
lishebdomadae diebus cum praesente, dura ipse Ponlifex sacrum in ara eius
tumetiam absente Pontifice, super arara maxima celebrabat, aderant, ei obseque-
eius maximara divina mysleria per vi- banturque omnes, qui in romana Curia
ces singuli celebrarent, a ut certe Pontifi- quocumque honore, vel munere funge-
ci celebranti ad constitutos^solemniores bantur. Erant vero Inter primos VII E-
anni dies assisterent. Utautem VII sunt piscopi Cardinales, nempeOstiensis, Por-
ebdomadae dies, qui ea evoluta denuo luensis, s.Rufinae, Praeneslinus, Tuscu»
recurrunt; ita VII Episcopi electi fuerant, lanus, Sabinus et Albanus; atque Li tam-
qui hebdomadam celebrando explerent, quam Romani Pontificis Collaterales vo-
et miuisterium de integro ea circumacta cabantur primae Sedis Episcopi, et pri-
,

VES VES ai7


mus Inter illos appellabalur Prior Epì- ternatim in Eccl. B. Petri Ap. hebdoma-
scoporuiD, quelli nunc Sacri Collegii De- das celebrarent, et bymnum Angelicuin
canuQ) appellamus". INeiroperadi Can- inmissarum soiemniis decantarent. =:
cellieri, De Secrclariis novae Basilicae Quae quidem excerpta videntur ex Sle-
Paticanae^ t. 3, p. iSgo, si legge.» Ce- pbai»ibiographo,qui haechabet.z::rzCon-
dodissimus F. Blancbiniushebdo-
leriini stituit, ut omni Domìnico die a VII E-
niadariam assignationern Episcoporum piscopisCardinalibus hebdomadariis,qui
VII ili Laleraoensi, loiidemque Presby- iu Ecclesia Salvatoris observant , raissa-
terorum Colialeralium in reliquis basi- rum solemnia super ailarem B. Petri ce-
licis patriarcbalibus s. Petri, s. PauUi, s. lebrarenlur, et Gloria in excelsis Deo di-
Mariae Majoris, et s. Laurenli extra mu- cerelur. :=i= " Il Piazza, La Gerarchia
ICS r=r pria» iim rudin)enlum accepissepu- Cardinalizia^ dice che il 1." de'suoi tre
latsubDarnaso l(dei 367),elcomplemen- gradi viene rappresentato nel misterioso
lum obtinuisse a Simplicio (del 467)' ^^^ numero delle VII Chiese dell'Asia, a cia-
JNam Damasus uainium piimum fiiisse
I scuna delle quali presiedeva un Angelo,
videlur , qui conlinentem psalraodiarn come li vide s. Giovanni in visione nel-
praesciipsit, jubens =::;ut psaimi din no- l'Apocalisse, rafllgurati appunto ne' VII
cinque canerenlur per omnes Ecclesias, vescovi assistenti al romano Pontefice,
et lioc praecepil Episcopis, Presbyteris et paragonati inoltre al Coro degli Angeli
Monasteiiis.^ii: Deinde vero Si mpliciusr^: nell'ordine gerarchico de' Serafini; che
conslituìt ad s.Peliuni et ad s. Paul- sebbene cessò il loro simbolico significa-
lum App. et ad s. Lauientium l\l. ut lo nel numero, forse non è senza mistero
hebdomadibus singuHsPiesbytei'i mane- che il preseute numero sessenario rappre-
rent ibi proptei baplismuuì et poenileu» senti le seiali de'Cherubiui,
che incessan-
liani peteules, de regione I ad s. Paul- temente nella loro assistenza al trono di
lum, de regione III ad s. Laurenliuai,de Dio, cosi questi al Trono pontificio, di-
legione VI ve! VII ad s. Pelrum. = Ve- battono alter ad alterimi le loro sei ali,
ro una cuui aitare eruditissimo praesule come pure nella medesima visione osser-
Sleph. Borgiae, a quo baec omnia egre- vò nominato Evangelista. Il Piazza de-
il

gie, ut solet, prolata, sum mutatus, Da- scrisse eruditamente la posizione geogra-
masus I id unum praecepisse ut per omnes fica e le diocesi de'cardinali vescovi sub-

Ecclesias Episcopi, Presbyleri et mona- urbicarii, essendovisi recato autorevol-


cbi psalmodiae vacarent, nihiltamende mente di persona, studiandone i monu-
sacrorum celebratione pronunciasse, ne- menti, le memorie, gli archivi, le tradi-
ino non videt. Item in vita Simplicii nul- zioni, per illustrare con diligenza i ve-
la de sacrifìcii oblatione fit meutio, seJ scovati e le loro insigni prerogative, di
unice munusPresbyterorum de baplisma- cui sono decorati quelli, di cui formano il

te et poenitenlia adoainislranda indica- I .° e più nobile ordine, espressi nel lib. 1

lur. Haque haud ante Gregoriuoi IMa- cap. 2 de'/ie; Domini sunt Cardines
gnura quotidiana sacrorum celebratio su- TcrraCy super eos Orbent.K\(Q'
et posuil
per altare s. Petri commissa fuisse vide- avere Giuseppe
risce poi lo stesso Piazza,
lur , quam Lucas Holstenius perperam M.^ Suarez, Praenestes antiquae^ lib. 2,
usque ad Stephanum IV relrahenduia cap. IO, osservato sui vescovi suburbica-
esse duxit. Nam haud satis reale iuter- ri i, che essi successero a que' vescovi i qua -
pretatus est verba incerti auctoris de li anticamente assistevano alIlomanoPon-
"vitis PP. quae sub Luitprandi nomine lefice, pastori delle città vicine e perciò
circumferuntur, ubi legitur. := Hic con- di facile accesso a Roma, ed eziandio co-
fililuil VII Caidinales Epiiscopos qui al- me immediatameote soggetti alla s. Se-
2i8 VES VES
t!e. Ma essi fuiono d'un numero inag. sì bell'ordine e armonia di virtù celesti
f;iore, perchè Iìel4i8 per l'elezione di s. la Cliiesa militante ne'suoi ministri". Pri-
lìonifacio I , vi sollosccissero oltre molli ma di descrivere le prerogative, l'eccel-
prelijIX vescovi di diverse provincie. Do- lenza e la dignità d'ogni chiesa suburbi-
po avere il Piazza erudilauieule ragio- caria, il ragiona colla digressione
l^iazza
nalo dell'origine, etimologia, numero e I.": De* selle Vescovi Cardinali^ oggidì
prerogative de'gradi de'Cardinali della s. sei, loro origine e prerogative. Dopoché
lion)anaCIiiesa,e del loro gerarchico pi in- il magnanimo imperatore Costantino [
cipalo, immediati e non inlerrolli succes- fece trionfare il salutifero vessillo della
sori degli Apostoli, come assistenti a Cri- Croce, nel 3ii donando la pace alla
sto, mentre i vescovi successero a' sacer- Chiesa e accordando a' cristiani il libe-
doti levitici, col cardinal Paleolli, De sa- ro esercizio di loro religione, con ispleo-
ero Coiisis Iorio y succeduto al romano dida magnificenza edificò nel Lateraoo
Presbiterio j ne dicliiara enfaticamente la basilica patriarcale del Salvatore, poi
l'ordine della loro gerarchia. « A somi- detta s. Giovanni in Laterano, nel Va-
glianza della Chiesa celeste e trionfante, licano quella di s. Pietro, nella via O-
(u istituito l'ordine gerarchico della Chie- stieose quella di s. Paolo, nella via Ti-
sa militante nel Collegio Apostolico, di- burlina quella di s. Lorenzo, dotandole
stinto in Ire ordini e gradi, di Vescovi, di copiose rendile; poscia con celeste pro-
di Pretij e di Diaconi j de' quali, e loro digio, sull'Esquilioo Papa s. Liberio e-
mistero, scrive con erudita eloquenza il resse la 5." basilica patriarcale di s. Ma-
medesimo cardinal Paleolli; il primo de* ria Maggiore. Cosluuìarono indi roma- i

quali è de'Serafini nell'ordine de' cardi- ni Ponlefici di onorarle con frequenti uf-
nali Vescovi^ li quali sono sopra gli altri fìzialure e pontificie funzioni; ed accioc-
ardeolissimi nell'amore del loro Creato- ché queste si celebrassero con gran mae-
re, e ad esso specialmente intimi. Il se- stà e decoro vollero che vi assistessero
,

condo ordine è de' cardinali Preti^ rap- VII vescovi, tolti dalle vicine e suburba-
presentanti quello de'Cherubini, colmi di ne città, quali avessero altresì, dopo pre-
sapienza ed erudizione. Il terzo è de'car- slata al Papa 1' assistenza, l' obbligo un
dinali Diaconi, allusivi a'Troni, li quali giorno della settimana di celebrare cia-
con l'autorità della dottrina mantengo- scuno sopra l'altare della basilica Lale-
no ferma eslabile la rettitudine della giu- ranense il divino sagrifizio, dove cele-
stizia. Questi tulli assistonoal Sommo Sa- brava il solo Papa e non era permesso
cerdolee Gerarca della Chiesa, con l'ono- ad altrij cattedrale del i." vescovato del
re, maestà e autorità del loro apostolico cristianesimo; per cui dice il Panvinio,
magistrato, per il governo e amoìinistra* De seplein Ecclesias Urbis Romae, fu-
zione della Chiesa universale; -esercitan- rono Vescovi Cardinali, cioè prin-
detti
do in essa molte azioni gerarchiche, col- cipali, de' quali si comincia a far men-
le quali tulio lo stato del mondo cristia- zione del pontificato di Stefano IV, qua-
no si mantenga, con amore infuocalo di li ebdomadari i della basilica Laleraneu-
Serafini purgalo;con sapienza ed erudizio- se. Si elessero da' vescovati più vicini a
ne di Cherubini illuminato; e coll'auto- Roma, perchè ivi potessero risiedere, ac-
rità della dottrina e fermezza della giu- ciò non mancassero mai, ancorché vi (os-
a guisa di Troni, si renda perfet-
stizia, se presente il Papa. Questi VII cardina-
to;essendo proprio dell' atto gerarchico li vescovi conlinuameule assisterono e as-

purgare, illuuimare e perfezionare, cou»e sistono il Papa, anche ne'negozi più gra-
asserì s. Dionigi Areop.igila, De Coclest. vi della s. Chiesa. Lai." delle VII chiese
Ilierarch. cap. 3; perchè risplenda con suburbicariedc'cardinali asaisleuli al Pa-
V E S V K S 219
pa, è r Ostiense, il cui vescovo per pri- vi di giurisdizione e in partibus^ di con-
vilegio concesso nel 336 da Papa s. Mar- tinuare a porvi la Croce astata greca
co, usa il/;rt//<oinenlreconsagia il Sommo con due traverse o sbarre, che deplorai
l'ontefice; e per ordine di esso nella Coro- anco nell'articolo Vescovo, § IV, nel
nazione iltW imperatore (/".) l'unge col descrivere la consagrazione eseguita di 4
sagro cristna (alili cardinali suburbicarii cardinali vescovi da Gregorio XVI, ilqua-
ancora, come specialmente quello di Sa' le nella sua virtù si astenne di adoperar-
lina/ìl quale anzi talvolta eseguì la coro- la, benché colla croce greca gli aveano
nazione, assente Papa, non senza con-
il fallo consagrare l'altare e la crocerà del-
troversia coirOstiense: per Federico III la basilica di s. Paolo. Voglio rilevare al-
supplì al vescovo d'Ostia dimorante nel- tro errore, per le conseguenze che ponoo
la Spagna quello di Porlo); gli fu ag- derivarne, benché mi pare averlo nota-
giunto il vescovato suburbicario di Vel- to altrove. Il cardinal Gamheriiii vesco-
]elri,ed è ordinariamente Decano dt^l Sa- vod'Orvielo, promosso al vescovato sub-
gro Collegio (^^.). La concessione del urbicario di Sabina , in fronte alla Pa^
pallio prova che sino da'primitivi secoli storale pose lo stemma colla Croce gre-
della Chiesa la consagrazione del Papa ca con due traverse, forse per un noa
kì sempre falla dal vescovo d'Ostia, ed raro capriccio di artista che la disegnò
in suo luogo dagli altri vescovi suburbi- mentre egli, ammesso l' inval-
e incise;
carii,che pure l'assistevano s'egli l'ese- so non era stato arcivescovo
errore,
guiva, il che riconosce Ciacconiocon mol- nemmeno titolare. Degna poi è di av-
ti esempi, P^itae et resgeslae Pontificum vertirsi ulteriormente la cagione della
Romanorum, et S. R. E. Cardinaliuniah maggioranza del grado cardinaliziosopra
initio nascentis Ecclesiae. Anzi antica- quella del Vescovo {V.); imperocché,
mente spellava al vescovo cardinale d'O- sebbene la dignità del vescovo è molto
stia il cousagrare inRomai /^^escoi'ìff'.}, sublime e venerabile, avendo nella con-
invece del Papa. E come narra Cencio sagrazione e nell'ordine tanta eHìcacia di
Camerario fiorilo nel secolo XII e poi podestà quanta ne ha il Papa, come sem-
Onorio III, che il Papa era consagiato plice vescovo, come osserva la Glossa, jE'-

dal vescovo d' Ostia speciali ter et aliis piscoporuni Sede vac, ^ nondimeno pei*
Epìscopis de curia^ hoc addito, qiiod si ragione del governo universale dellaChie-
forte Èpiscopus Ostiensis pracsens non sa, unitamente col Papa, devono i cardi-

fucrity Archipresbytcr Ostiensis seii Ve- nali essere visitali da lutti vescovi, co- i

liternus interesse dehet consecralìoni. Ve- me stabiPi il concilio generale di La-


dasi il Ritiis servandus in consecratione terano V. E
di più, nella formola pre-
Romani Pontificis in Episcopum, Itomae da s. Gregorio I del Sgo ,
scritta sino
i83i. Ed il Catalano, Sacraruni Cete- del giuramento di fedeltà che prestano i
renioniarum^ 1. 1, lil. 2: De Ordinatio- vescovi, si comprendono altresì i cardi-
ne et Consecratione novi Pontificis^ per nali, perchè essi insieme col Papa costi-
ogni ordine. Quindi il cardinal vescovo tuiscono la Chiesa romana , colle parole
d'Ostia e Velletri adorna il proprio stem- cioè : Ego
Njy. ah hac ora in anteafi^
ma colla figura del pallio. Inoltre egli, e delis ero s. Petro, Sanclaeqne Roma»
tutti gli altri cardinali suburbicarii, se già nae Ecclesiae. E più distintamente si
fregiati del titolo o della giurisdizione ar- rileva questa prerogativa ed eccellenza,
civescovile, invece di far sovrastare, co- dall'ordine delle scritture del Provine
me tutti i vescovi, lo stemn)a dalla Cro- cialcf libro approvato dalla s. Sede, ia
ce latina, seguono l'inveteralo errore, co- cui vengono prima descritti .lutti i car-
mune a lutli i patriarchi ed arcivesco- dinali, poi i vescovi e altri prelati i alla
220 VES VES
cui conclusione conferisce gran peso d'au* sidenza pontifìcia, furono incolpati e a-
torità la lettera da s. Agostino scritta a cremente rampognati, oltre il Sagro Col-
s. Girolamo , riferita da Graziano cap. , legio óe\i3o5, il Papa Clemente e il F
Quamquam i^(\\i. 7, le cui parole meri- cardinal di Prato (F.)^ come tenuti ca-
tano attenta ponderazione. Quamquam gione di tanti mali, derivati appunto
secundum honorum vocabula, quae j'ani dalla traslazione in discorso, in Francia,
Ecclesiae usus obtinuit Episcopatus , cioè nel contado Fenaissino e in Avi'
ìhajor Presbitero sitj tamen Augusti- gnone (F.)^ perchè Clemente V ordinò al
nus rebus Hieronymo minor
in multis sagro collegio di partire da Perugia e far
est. Dalle quali
il Zabarella, in Clement. Fiaggio (F.) per la Francia ; cosi nel-
ne Romani o. 4 d^ Elect.^ ne trae ga- l'ultimo citato articolo, mi gode vera-
gliardo argomento, che s. Girolamo fos- mente l'animo, per debito di giustizia
se cardinale, e perciò maggiore di s. Ago- slorica, di aver potuto ora chiarire il gra-
stino vescovo, li Piazza crede che cessasse vissimo e delicato argomento, dopo che
r assistenza ebdomadaria nella basilica di recente mi ha illuminato la Civiltà
Lateranense, de'cardinali vescovi subur- Cattolica^ nell'i mpreziosi re le sue pagi-
bicarii,o nell'unione del vescovato di s. ne, col darci piena contezza dell'opera
Ruffina a quello di Porto, ovvero al più pregiatissima del eh. e benemerito Ra-
lardi quando Bonifacio Vili istituì il ca- bauis, e intitolata: Clement F et Phi-
pitolo Lateranense con arciprete cardina- lippe le Bel. In tal modo, anche in que-
le stabile, o poco dopo quando nel i 3o5 sto mio Dizionario, viene vendicata la
Clemente V stabilì infelicemente la resi- vera storia, e sono interamente reinte-
denza pontifìcia in Francia. Cominciò grali e giuslifìcati dalle tante accuse, di
allora per V Italia una serie di funeste cui gli storici ricolmarono Clemente V,
sciagure per 1' assenza del Papa, massi- il sagro collegio, ed un suo illustre mem-
mamente per Roma e pe' vescovati sub- bro, domenicano cardinal Nicolò de'
il

urbicarii. Furono nel lagrimevole pe- conti Alberti o Albertini di Prato (anco
riodo di sette pontifìcalì, quanti ne risie- cognominato Martini, per sua, madre),
derono in Avignone ( f^. ), creati cardi- vescovo suburbicario, fin dali3o3, d'O-
nali quasi lutti francesi, a* quali furono stia e Velletri.
conferite le principali chiese d* Italia e Dissi già,che ne'primi secoli se un car-
le suburbicarie, poco importando loro il dinale prete era creato vescovo, rinunzia-
dimorarvi, preferendo la dimora d'Avi- va la I .a dignità, e che poi gli fu concesso
gnone, le affezioni pàtrie e le delizie di ritenerla. In proposilo riferisce il Luna-
Provenza, le quali cose produssero poi il doro. Relazione della Corte di Roma, e-
perniciosissimo scisma, il più lungo e il dizione del 1 646,nel conferirsi anlicameu-
più disastroso che registrò la storia, oltre te il vescovato ad un cardinale vacava l'an-
quello precedente dell'antipapa Nicolò V teriore dignità, come incompatibile ; ia
nel 1328. Gl'intrusi pastori non manca- seguito i vescovi ottennero ritenerla, ma
rono a'vescovati suburbicarii, le usurpa- senza il titolo della chiesa presbiterale e
zioni, gli scandalista desolazione, lo scisma della vescovile. Nel ponlificato d' Ales-
con lutle le sue rovinose conseguenze sandro III del II 59, i cardinali dopo
nella lotta de* partili sostenitori del le- creali vescovi vedendo che gli escludeva
gittimo e del falso pastore; quindi ad e- dal concorrere all'elezione del Papa, co-
liminare lanle divisioni si ricorse alle O- minciarono a ritenere i titoli sì del ve-
zioniy come dirò più sotto, che recarono scovato e sì della chiesa presbiterale j ov-
altri mali e gravi pregiudizi. Ma siccome vero dicevansi vescovo della rispettiva
finora, anche pel trasferimeulo della le- diocesi, e caidiuale di Roma ; con questo
e

VES VES 221


perb, che nìun vescovo era fatto cai-dina- intruso quale antipapa col nomeCo- di
Je,essendo riputato discender di grado stantino; Ne iillus imqiiam praesumat
quanto all'ordine; ma se il cardinale era Laìcorum ncque ex alio ordine^ nìst
,

f'atlo vescovo, riteneva le due dignità. per distinctos grados ascendens Dia-
Osserva il Nardi, che se era considerala conus, aiit Presbyter Card, fuerit ad
deeradazione
o il fare vescovo un cardina- sacrimi Pontijìcalus honorem posse pro-
Je; però vi sono esempi ne' sinodi romani moveriAxx progresso di tempo comincia-
di precedenza de'vescovi a'cardinali, for- rono vescovi a desiderare il cardina-
i

se suburbicarii: nondimeno trova nel pon- lato, e fu trovato il modo di non crearli
tificalo diDaraaso I del 867, e ne'secoli
s. cardinali preti, ma cardinali vescovi, il

precedenti,sempre e costantemente no- che durò sino aBonifacio Vili del 1294,
minali prima i preti e diaconi romani, secondo il Lunadoro. Aggiunge, che sta-
poscia i vescovi: era la gerarchia di giuris- bilita la corte e curia romana in Avi-
dizione che dava loro la precedenza. Gli gnone, ivi si cominciò a confondere ogni
Esocatacelì (F.), ch'erano dignità del cosa, cioè a far vescovi cardinali, a far car-
capitolo patriarcale diCostantinopoli, se- dinali preti e diaconi vescovi, dare a'car-
devano sopra vescovi. Per provvedere
i dinali vescovati e abbazie in commenda ,

bene le chiese s. Gregorio I talora non e più d'una; nella quale occasione i car-
perdonava alla sua, conferendo qualche dinali cominciarono a precedere i vesco-
vescovato a'suoi cardinali, raa col con- vi. Ma dice Nardi, che ad onta del ritener-
senso loro: mostra ciò inferiorità digra- si anticamente far cardinale un vescovo,
do non d'ordine. Un cardinale prete eb- inferiorità di grado, presto cominciarono
bero per vescovo da s. Gregorio I, Reg- i vescovi ad ambire il cardinalato, per cui
gio, Perugia e Messina ; anzi ad Ostia a , nel concilio romano del 769 bisognò met-
Capua, a Rimini mandò per vescovi dei tere un anatema contro quei
terribile
suddiaconi della Chiesa romana. Nardi vescovi che ambivano
d' introdursi da
trova nella serie de' vescovi di R.imiui per loro nel cardiuaIato,che dovevano sti-
nel V secolo un Gennaro, e nel 710 un mare più del vescovato. Parlando poi il
Narciso, arabi cardinali romani. Il Lau- Lunadoro: De Vescovi Cardinali pre- ,

renli ritiene che lo stabilimento de'cardi- mette che si hanno da notare 3 cose. La
iiali vescovi si debba aStefanoIV, dicen- I .% che venne anticamente la traslazione

do il Pagi che scelse VII più vicini a


i da un Vescovato all'altro reputata cosa
Boma perchè l'assistessero nella basilica inconveniente e per 3oo anni, cioè fino
,

Lateranense, e fu allora che furono detti al 900 o poco più, non fu mai eletto Pa-
cardinali, collaterali e ebdomadarii,e più pa della Chiesa di Roma chi era vescovo
tardi suburbicarii, il Baronio opinando d'altra sede, ma un prete o diacono della
altrettanto sulla loro origine. Stefano IV romana chiesa : il i.° eletto contro tal
dunque, continua il Laurenti, l'incorpo- costume fu Formoso {V !) neir89r, ve-
rò al collegio de' cardinali, e volle che o scovo di Porto, onde nacquero dopo la
"vivente o defunto il Papa , fossero am- sua morte deplorabili sciagure, siccome
messi all'amministrazione degli affari del- incolpato d'aver trasgredito l'antica con-
ia Chiesa romana, unitamente a'cardinali suetudine. La 2.', che una volta occupa-
preti e diaconi dovendosi affaticare allo ta o rovinata una città da'nemici, e cac-
spiritualegoverno di tutto il gregge catto- ciatone o uscitone il vescovo, a questo da-
lico. £ che l'antica esclusione al pontifi- vasi altro vescovato vacante, a condizio-
cato de'cardinali vescovi pretendono al- ne che ricuperata la chiesa dovea tornar-
cuni attribuirla allo stesso Stefano IV, vi questo vescovo si chiamava sempre
:

nello stabilire a cagione dei recente laico pastore della i.^ chiesa, intitolandosi in-
,

i>22 V E S V 1^:8

sieme cacerdole, ovvero pontefice corfìi* cause furono fiiHì Vescovi in parlihus
naie dell'alila commessagli, come per e- (^ .),con titolo di chiese patriarcali e ar-
sempio N. Kpiscopus N. et sacerdos , che ad un tempo
civescovili, ed a quelli
cardinalìs N. Wel pontificato di s. Gre- furono o sono arcivescovi residenziali o
gorio I si leggono circa 5 di tali casi. La patriarchi. Ma l'anteriore titolo arcive-
3.^, che ne'primi secoli per la consagra- scovile non più r usano i cardinali di-
zione del Papa fiirono deputati VII ve- venuti vescovi suburbicarii. Però vie l'e-
scovi, cioè Jlhauus^ Osliensis^ Poriuen- serapio,che il cardinal Orsini essendo ar-
siSy s. Ihifìnae, Tuscitlnnus^ Praenesti- civescovo di Benevento, ritenuta questa
nus^ Sabinensi^, i quali da principio non chiesa, divenne vescovo di Porto e s. Kuf-
intervenivano alla pontificia elezione, ma fina, non però decano per la sua assenza
solo alla consagrazione. Nel pontificato da Roma, e per avervi rinunziato; e ciò
d'Alessandro III furono ammessi all'e- per l'amato suo arcivescovato che riten-
lezione, ed allora cominciarono a chia- ne pure nel 1724^ q^'^indo fu assunto al
marsi Fescovi Cardinali , a similitu- papato col nome di Benedetto Xlll. Ne-
dine dei preti e diaconi cardinali che in- gli articoli de' vescovati suburbicarii si
tervenivano air elezione del Papa, pri- ponno vedere molti cardinali che in
i

ma non trovandosi mai la denomina* processo di tempo furono da essi subli-


iXoweiW Fescovo Cardinale, ^on credo mali al pontificato, e l'ultimo fu Pio Vili
in tutto esalto il riferito dal Lunado- nel 1829, Anzi abbiamo esempi di Papi,
ro , massime dell'ammissione de'vesco- che per rinunzia o deposizione furono
y'ì suburbicarii all' elezione pontificia quindi fatti vescovi suburbicarii. Tali fu*
COSI lardi, la cpiale in vece è assai anterio- rono Gregorio XII (F.), che rinunzian-
re, codi e indicai e dovrò ripeteie. Bensì do il pontificato nel concilio di Costanza,
anticamente non poteva esser Papa, che venne dichiarato vescovo di Porto, o me-
un pi eie o diacono cardinale, e ciò era in glio di Frascati , come vuole l'Ughelli; e
tanto rigore osservato, che neppure po- Giovanni XXIII (F.)^ che deposto dal
teva esserlo un cardinal vescovo subiu- ponlificato,gli fu conferito da Martino V
bicario, rome si praticò sino a Formoso, ilvescovato di Frascati. Di più l'antipa-
che però dopo morto fu iniquamente ol- pa Felice V
di Savoia (F.),rinonziata la
traggiato e tenuto invasore della romana falsa dignità, Nicolò V lo fece vescovo di
cattedra; non ammettendo la disciplina Sabina. L'ordine gerarchico de'cardinali
d'allora il passaggio di un /V^corfl/o al- vescovi suburbicarii, consiste nel vescovo
l'altro, e neppure l'amministrazione di d'Odia e Velletri,ch'èil i e ordinaria- .*'

più vescovati, di che il i.**esem[)io tra' mente decano del sagro collegio, nel ve-
cardinali è avvenuto in Corrado Wi- scovo di Porto e s. RufTina eh' è il 2.°,
tellespach , con dispensa apostolica, il comunemente sotto-decano del sagro col-
quale, come dissi ne' precedenti articoli, legio: gli altri 4 vescovi suburbicarii non
elevato al i63 da Ales-
cardinalato nel i hanno gradazione , bensì quelli che ne
sandro 111 (e secondo alcuni anche il i.° sono in possesso per anzianità dal loro
vescovo che fu promosso al cardinalato) ingresso nell'ordine de' vescovi suburbi-
fu vescovo di Sabina e insieme arcive- , carii. —
Lungo e complicalo argomento
scovo di Magonza e di Salisburgo. E qui sarebbe quello dell'Oz/o/je, da un vesco-
devo notare, che vescovi, ancorché car-
i vato suburbicario all'altro, massime
dinali, con indulto apostolico ritengono quanto alla dignità di Decano e di sot-
il titolo arcivescovile, o per e>serne stali to- Z^fC/7«o, di vescovi d'Ostia e Felielri,
in parlihuSjO d'altra chiesa residenziale, e di Porto e ^.Ruffina; non più esisten-
oltre a qua' cardinali che per singolari do l'ozipne tra gli altri 4 vescovati sub-
VES VES 223
inbicarii; come il dire dell'ozione rìal- si troverà che nel breve periodo d'un an«
i'oidine óe' Preti e dall'orcline de' Dia- no, più cardinali ne furot»o vescovi. Paolo

co/Zi-", all'ordine de'Ve^covi, ossia da' 77- 111 Farnese era stato vescovo di cinque
toli cardhinlizi e òitWe Diaconit cardi- vescovati suburbicarii, tranne Albano; e
nalizie ^ a' vescovati snburbicarii. Credo di altrettanti, eccettuato quello di Pale-

d'averlo esaurito con suflìcienle diffusio- strina, Paolo IV Carafj, già ambi decani
ne e parlicolarilà in tutti gli articoli che del Sagro Collegio. Il Borgia nella Sto-
ho rammenterò,
ricordali e in queUi che ria di yelletri a p. SgG asserì , che il

."
Del limitarmi qui ad un cenno pe'soli ve- cardinal Ilaftaele Riario fu il i che per
scovati suburbicarii. Neli4og, durante il ozione ottenne tutti i sei vescovati subur-
grande e lagrimevole Scisma d' Occi- bicarii: ciò ripetei nel voi. L., p. 83 ; ma
dente, sostenuto dall'antipapa Cenedet- ora avendo esaminato tulle le serie de've-
toXllI, contro il legittimo Gregorio XI J, scovi suburbicarii, trovo che noi fu né di
i cardinali dell' £/^/^/V//e/i3<3 di questi egli Paleslrina e né di Frascati. Il cardinal
anticardinali di quello, si unirono nel Gio. AntonioSerbelloni, meno Albano, fu
Sinodo deposero ambedue,
di Pisa , lì vescovo degli altri cinque vescovati. Ma
ed elessero Alessandro V; il quale rico- la gloria di averli governati tulli e sei ,

nosciuti per veri pseudo-cardinali sì ì ,


con raro esempio deve al celebre cardi-
si

trovò che ad un tempo essi e gli antichi nal Giovanni Moroui. LoSperandio,iS/Z-
cardinaliavevano un medesimo vescova- bina sagra p. 244> »^o" solamente de-
,

to suburbicario , un medesimo titolo e plora i luttuosi e gravissimi danni deriva-


una stessa diaconia, per lo meno in tito- ti a'vescovati subtiibicarii per le frequenti
lo senza possederlo; laonde stabilì VO- variazioni de'paslori; ma Ira le pregiu-

Zìone, ossia il passaggio da un vescovato dizievoli conseguenze, fa pure notare l'al-


suburbicario all'altro, e così de' titoli e terazioni e oramissioni recate alle serie
delle diaconie, per rimuovere la mostruo- de'rispettivi vescovi, ed i relativi errori in

silà de* duplici titolari di ciascuno. La cui caddero dotti scrittori, appunto per le

novità della concessa ozione o mutazione troppo frequenti lamentate ozioni; rimar-
negli ordini cardinalizi vescovale, presbi- cando, che la Sabina nel periodo di circa

terale e diaconale, di cui in avanti erano i8 mesi ebbe tre vescovi Anche altri l

stati rari i casi, riuscì perniciosa e pre- scrittori deplorano la lunga umiliazione

giudizievole a'vescovali suburbicarii, a'ti- delle illustri sedisuburbicarie, per la cou-


toli e alle diaconie. Imperocché essendo dizione di averci propri pastori senza qua-
gli uni e le altre a vita de'cardinali in- simai possederli presenti; laonde di molli
vestili, perseverando eglino nella propria appena se ne conosce il nome,e sterili ne
chiesa, ne prendevano amore, la benefi- sono le notizie. Si ha un esempio del car-
cavano, l'ornavano, zelavano il decoro dinal Bessarione, che fatto vescovo di Sa-
del divin culto. E quanto a'cardinali ve- bina e passato al vescovato di Frascati ,

scovi suburbicarii, per la cognizione e per poi o per Regresso o in altro modo ri-

l'esperienza del governo del gregge , ai tornò al vescovato di Sabina , e ntiova-


suoi bisogni applicavano opportuni soc- mente divenne vescovo di Frascati. Su di
corsi, beneficando la cattedrale e l'intero che va letto il § VII dell'articolo Vesco-
vescovato. Quest'aHezione alle loro spo- vato, ove riparlo del pregiudizievole e
se spirituali notabihnente diminuì dopo abolito regresso. Dopo introdotta l'ozio-
le ozioni , pe' facili e frequenti passaggi ne, nondimeno i Papi, come facevano an-
senza bisogno e plausibile causa , le piti ticamente, crearono alcuni cardinali ve-
nocevoli essendo quelle de' vescovati sub- scovi suburbicarii; e Pio II nel i46o
urbicarii. Se si leggono i loro articoli, conferì il vescovato di Porto e s. Rulìina
^

224 V E S V ES
al cardinal Giovanni CarvajaI, ch'era non qualunque vescovato, ne passare ad altro
diacono di s. Angelo in Pescheria , come se già vescovi. Il cardinal De Luca nella
scrivono Novaes e Cardella, ma già pas- Relazione della Romana Curia^ esatta-
salo al titolo di s. Croce in Gerusalem- mente descrisse il metodo del beneficio
me, il che leggo in Ciacconio e Besozzi. dell'ozione, secondo quello in vigore a
Nel i555 decretò Paolo IV: Decaniini suo tempo. Egli dice: I cardinali subur-
Collega Cardinalium ad antiquiorem bicarii alle vacanze, per rango d'anziani-
spedare ; concedendo l'ozione al deca- tà, ponno oliare al vescovato suburhicario
nato a'soli cardinali dimoranti in Roma, vacante. Il i." cardinal prete può oliare
cai più dentro ildue diete ,
distretto di alTultirao vescovato suburhicario vacan-
ossia 4o miglia o due giorni di cammi- te. Essendo ammesse le ozioni dall'ordi-
no. Avendo Sisto V nel i585 stabilito ,
ne diaconale al presbiterale colla prero-
doversi comporre il sagro collegio di gativa del salto, cioè occupando il luo-
LXX cardinali, de* quali VI fossero ve- go sugli altri cardinali dell'ordine dei
scovi suburbicarii, L dell'ordine de* pre- preti, secondo l'epoca della loro creazio-
ti, eXI V di quello de*diaconi;dispo8e che ne in cardinaIì;così il cardinal diacono,
il i.** tra'diaconi ovvero il i.° dopo di divenuto cardinal prete, poteva alla sua
lui, quando avesse legittima età e an- volta oliare al vescovato suburhicario
zianità di cardinalato, nella 4-^ vacanza vacato. Tulli poi dovendo, come al pre-
de'vescovati suburbicarii,nefosse promos- sente, far l'ozione personale in concisto-
so, il che non si effettuò mai. Avverte il ro ,
qualora non dispensi il Papa. Nel
cardinal De Luca,
Cardinale pratico // voi. L,
82, riportai la formola delle
p.
p. 42i> che secondo la bolla di Sisto V, ozioni pronunziate da* cardinali in con-
il transito dall'ordine diaconale al pre- cistoro, e quella letta dal cardinal Vin-
sbiterale non potevasi fare se non quan- cenzo Macchi (ora decano del sagro col-
do fosse 1* ordine diaconale compito e legio e vescovo d'Ostia e Felletri) qual
pieno di XIV cardinali diaconi, e do- deputato dell' infermo cardinal Micara ,

vere occupare 1* ultimo posto dell'ordine per l'ozione dal vescovato di Frascati alle
de'preti, per non averlo spiegalo Sisto V, chiese d' Ostia e Velletri, siccome dive-
essendo indispensabile il passaggio gra- nulo decano del sagro collegio , e pel
dualorio all'ordine presbiterale. Quindi quale postulò in concistoro anche il pal-
Clemente Vili sul privilegio accordato lio, colla formola riprodotta nel voi. LI,
all'ordine de'diaconi, lo dichiarò cessato p. 63. Dopo le opere pubblicate dal car-
per non usumj bensì quel Papa decretò, dinal De Luca, rinnovatasi la questione

che i cardinali dell'ordine de'diaconi, dell'ozione de'cardinali diaconi a' vesco-


dopo IO anni potessero passare all'ordi- vati suburbicarii, decretò Clemente XI,
ne de'preti, e prendervi luogo sopra gli non competere ad essi tale ozione , ma
altri, secondo l'epoca dell'elevazione al a'soli cardinali dell'ordine de'preti; e che
cardinalato, col benefìcio dell'anzianità se il cardinal suburhicario seniore non
di tale promozione, ben inteso che nel- volesse passare al decanato, potrebbe a-
l'ordine diaconale vi rimanessero o car- i scendervi il cardinale più antico del suo
dinali diaconi. Urbano Vili non solo di- ordine, cioè quello dopo di lui. Statuì
chiarò, che il cardinal vescovo d'Ostia e poi Clemente XII, dovere occupare il
Velletri non potesse stare senza suffra- decanato il più anziano dell' ordine dei
ganeo ; ma che i cardinali e altri impe- cardinali vescovi suburbicarii residente
diti per malattia e altre fisiche indispo- in curia, ed anche se n'è lontano in ser-
sizioni a fare le funzioni vescovili, non po- vigio della s. Sede, non dovendo giovar

tessero essere proposti in concistoro per loro la residenza in altri vescovati e ar-
,

V E S VES a^*)

civescovati non subtirbicarit; perei?) e- de* Maestri delle rcrenwnie ponti fìcir^
scltuleiido (lalTozione i cardinali assetili e lo notai anche nel voi. L, p. 8 i Tulli .

e lontani da Roma , i quali erano stati i cardinali promossi a qualunqtie vesco-


abilitati a tale ozione dal predecessore vato sono esenti lìaW Esame de J^escovi»
Benedetto XIII aggiungendo non do-
: Anticamente, per le chiese suburbicarie
versi attendere l'epoca della promozione cardinalizie, dopo essersi formato il pro-
al cardinalato, per l'otione ai decanato o cesso sul promovendo, venivano in Con'
sotto-decanato, ma l'anzianità dell'orili- doloro proposte dal cardinal ponente i.°

ne de'vescovi suburbicarii. Ne'menlovali dell'ordine de' preti presente in curia, e


articoli e in quelli de' vescovati suburbi- perciò spettava a lui la propina (ordina-
carii riportai gli esempi di cardinali de- riamente i5 ducati per 100 sulla Tassa

cani, sen/.'essere vescovi d* Ostia e Fel- delle mense delle rispettive chiese, e lo di-
tetri, per non aver voluto dimettersi e la- ce il Lunadoro; che inoltre aggiunge, se
sciare la chiesa suburbicaria che posse- proponeva il Papa, l'emolumento si de-
devano. Così Clemente XII finalmente volveva al collegio de' yacahili de' Se*
tolser inconveniente delie frequenti o- gretari apostolici j e quando proponeva
EÌoni a'vescovali suburbicarii, lasciandola chiese per cardinali non mai venuti a
soltanto per quelli di Porlo e s. Rufijna ,
Roma, essi pagavano parimente il i5 per
di Ostia e Velletri. Molti cardinali pri- 100, ma se essi erano presenti in Rotna
mi preti, non volendo sobbarcarsi ai pe- venivano esentati dalla lassa. Equi note-
so del vescovato, o per restare capi e rò, che lenuissime sona le mense de' ve-
Priore del proprio ordine, non vollero scovati suburbicarii, tranne quella pmgue
passare a'vescovali suburbicarii. Altret- d' Ostia e Velletri, e quella di Porlo e
tanto fecero i cardinali primi diaconi s. Ruffina; per gli altri sono passive a*

preferendo rimanere capi e Priore del- cardinali vescovi. Da osservazioni che ho


l'ordine loro. L'ultimo esempio del pas- fallo sulle Proposizioni concistoriali dei'
saggio dall'ordine diaconale al presbite- le chiese suburbicarie, massime sull' ul-

rale, colla prerogativa del salto, avvenne time, e per altre mie ricerche, pare che
nel 1854 col cardinal Adriano Fieschi, eccettuali i vescovati di Sabina e Pale-
che però vacato nello stesso anno il ve- slrina, gli altri sieno registrali per le las-
scovato di Frascati, il Papa Pio IX non se ne' registri della camera apostolica e
permise che vi oliasse, e in vece conces- del sagrocollegio).lndidalfebbraioi646
se l'ozione pel vescovato di Frascati al- sino al 1794» propose i vescovati sidiur-
J'aituale vescovo cardinal Anton Maria bicarii vacanti in concistoro il cardinal
Cagiano de Azevedo. E da notarsi, che F icario di Roma, è poscia propose il

il cardinal Fieschi era stalo creato cardi- Papa, come d'allora in poi propone per
nale a'24 giugno i834j e il cardinal Ca- tulli vescovati. Meglio è vedere, oltre
i

giano a'22 gennaio i844>'' quale com- il voi. LV, p. 33i e 332, il voi. XV, p.

preso il Fieschi avea avanti di sè2[ car- 221, ove ne riportai la formola, ed ivi a
dinali preti, de'quali oltre il Fieschi, 9 ri- p. 229 e 2 3o rilevai, che priuìa riceve-
siedevano in Pioma e ricusarono l'ozione, vano i fogli concistoriali i cardinali prio-
gli altri essendo arcivescovi e vescovi resi- ri e capi degli ordini de'vescovi, de'pre-
denziali. Nelle vacanze de' ves(;ovati sub- li, de' diaconi: ora si dispensano a lutti
urbicarii, anticamente spellava al Sosti- i cardinali le proposizioni concistoriali.
tuto del Concistoro, in nome del Papa, Nel concistoro si propongono prima ve- i

l'interpellare i cardinali anziani dell'or- scovati suburbicarii, anche avanti le chie-


dine de' preti presenti in curia, se bra- se patriarcali e metropolitane, perchè
mavano oliarvi. Ora ciòsi fa dal prelelto precedendo i cardinali nel!' onore a' ve-
YOL. xcv. i5
29,6 VE S VES
scovi, arcivescovi, primati e polriaichi, tulli i cardinali vescovi suburbicarii vi-
così le chiese vescovili suburbicarie^ co- venti. Del possesso come l^cscovo^ oltre
n)e cardinalizie slabili, si propongono quanto riferisco in quest'articolo nel § V,
prima di tulle; non però ciò si pratica parlando de' possessi de' vescovi, speciali
cogli alili vescovati che si conferiscono nozioni le riportai ne'vescovati medesimi.
a* cardinali, poiché essi seguono l'ordi- 1 cardinali vescovi suburbicarii non sono

ne gerarchico de' vescovati. Si può vede- tenuti alla slabile residenza nel loro Fé-
re il voi. XV, p. 227 e 228. Notai nel scovato (nel quale articolo di essa ripar-
voi. LXXV, p. 222, che i cardinali sub- lai nel § VI),i quali erano e sono com-

urbicarii talora ritengono in commenda patibili coiramministrazione d'altre cliie*


il loro anteriore titolo cardinalizio, e ne se, come di sopra dissi del cardinal Or-
riportai alcuni esempi. Altri sono questi : sini, che risiedeva nel suo arcivescovato
nel secolo decorso, del cardinal France- di Benevento. Riferisce il cardinalDe Lu-
scoAcquaviva,che passato al vescovato di ca,// Vescovo pratico, p. 90, ne' secoli
Sabina ritenne in commenda il tìtolo di XVI e XVI 1 fu mollo dispulato, spe-
s. Cecilia; e nel corrente, il cardinal E- cialmente nel pontificato di Alessandro
inanuele De Gregorio che conservò in Vii, se li sei vescovati cardinalizi d'O-
commenda il titolo de' ss. Bonifacio ed Porto e s. Ruffina, di
stia e Vellelri, di

Alessio ne' vescovati di Frascati, Porlo e Palestrina, d' Albano, di Frascati e di


s. Ruflìna a cui era allora unito quello di Sabina obblighino alla residenza, da cui
Civitavecchia. 11 Vice- Cancelliere di s. dipende ancora il punto della compati-
Chiesa, per disposizione di Sisto V, an- bilità o incompatibilità con un altro ve-
corché vescovo suburbicario, come 1* o- scovato attuale di residenza. Però fu ri-

dierno cardinal LuigiAmai vescovo di soluto per la negativa, cioè che non ob-
Palestrina, è sempre commendatario del- bligano alla residenza, e che siano com-
la basilica di Lorenzo in Damaso: que-
s. patibili con un altro vescovato, onde fa
sta è chiesa che non soggiace a ozione, e stabilito per le ragioni con molta dottri-
cambia specie e natura secondo l'ordine na ed erudizione prodotte dal cardinal
cui appartiene l' insignito del cancellie- Brancacci in una sua scrittura, la quale
ralo, al quale è congiunta; quindi se il conalcun'altrefu pubblicata in Roma nel
cardinale è vescovo suburbicario, divie- 1671, ed 6^2." Dìssertazione.^cxòinm
ne commenda, se dell' ordine de'preti,è solamente per la consuetudine, ma an-
titolo presbiterale, se dell'ordine de'dia- cora per la ragione, che conviene cheli 6

coni, è diaconia. I cardinali suburbicarii più anziani cardinali per Io più risieda-
ponno altres'i ritenere in commenda le no appresso il Papa ; ed inoltre per esse-
abbazie nullius, come 1' attuale vescovo re vescovati molto piccoli (devesi eccet-
di Siibina cardinal Gabriele Ferretti, ab- tuare Sabina, che per la sua ampiezza
la
bate delle TieFontanee commendatario Gregorio XVI ne dismembrò una parte
del priorato Gerosolimitano di Roma. per formarvi il vescovato di Poggio Min-
Ponno pure essere arcipreti delle patriar- teto,e alcuni luoghi die* al vescovo di Tì-
cali basiliche di Roma (de' quali riparlai ifoli jheiìù unì al vescovo di Sabina l'ab-
nel voi. LXXV, p. 2 3 e 249, e altrove),
1 bazia nullins di Farfa, ed a quello di
come lo sono al presente di s.Pietro io f^a- Poggio Mirteto V altra di s. Salvatore
ticano il cardinal Mario Matteì vescovo Maggiore), così nel popolo, come nella
di Porto e s. Rullina, e sotto-decano del rendita, nella quale, eccettuali i primi
sagro collegio; e di s. Maria Maggiore il due, si può dire che appena basti per
cardinal Costantino Patrizi vescovo d'Al- le spese de' ministri. Essendo poi il di-
bano e vicario di Roma. Cosi ho nominalo stretto di Roma sua Comarca {V.), la
VES VES 57.7

diocesi ovvero il terriloriopailicolare del vali a Roma, fa s'i che i vescovi cardina-
Papa (quiìiche luogo della Siibinn, se- li residenti in Roma, ponno pure vigila-

condogli ultimi liparli territoriali, Inlto- re alle loro chiese, e almeno in qualche
ra npparlieiie Jilla Couiarca nel distretto tempo dell' antìo comodamente trasfe-

di Tivoli, mn lutto il resto della Sabina rirsi che sogliono fare);»» le


a visitarle (il

spetta alla delegazione di Rieti), (piesfi quali ragioni non vogliono poi a riguar-
Tescovati suburhani, i quali sono dentro do di que' cardinali, che legati ad altre
il distretto medesirao, si poniio dire tanti chiese, vivono perpetuamente fuori di
coadiutori, 1* assenza de* quali non pre- Roma, e talvolta in parti molto lontane
giudica «mentre il cardinal Ficario del da'vescovati suburbicarii". Il Borgia pub-
Papa in Roma, lo rappresenta nella per- blicò l'opera nel ly^S; roa ormai è più
sona di particolare vescovo di Roma, vi che secolare la consuetudine, che i car-
lia la cumulativa e vi esercita la giuris- dinali vescovi suburbicarii non più han-
dizione vescovale". Su quest'ultima pro- no in governo altri vescovati. Del resto,
posizione del De Luca va tenuto pre- se i vescovi suburbicarii cor. risiedere in
sente l'indicato articolo, e quanto venne Roma, impiegati ne'Ioro ulììzi, non adem-
stabilito nelle ultime riforme de' Tribu- piono la residenza materiale nelle proprie
nali <i//?om<7(^F.jecclesiaslici.Nondime- diocesi, adempiono però in esse la resi-

no, tuttora il cardinal vicario s'intitola, denza formale, non meno per mezzo de*
del Papa f^icario generale, della Roma- loro ministri, che delle proprie persone,
na Curia suo distretto giudice ordi-
e clie di quando in quando vi si recanoa
nario. Il vescovo di Nocera velilerno Bor- visitarle, come dichiarò Benedetto XIV.
gia, nella Storia di P^elletri, a p. 5o8 Il cardinal Pisani vescovo d'Ostia e Vel-
riferisce un brano di qtianto ho riporta- letri pel [."ollennedas. Pio V, nel r568,
to dal De Luca, ed osserva circa alla la facoltà di tenere in Velletri un vesco-
compatibilità con altre chiese, de' vesco- vo in partibus per Siiffraganeo^ che sup-
vati suburbicarii, non essere agevole il plisse alla continua assenza de'propri ve-

comprendere i molivi di tale risoluzione, scovi (per lo più assai provetti di età, la
siccome contraria a quanto nel concilio (luale comunemente non è disgiunta da
di Trento, sess. 6 de Reform., cap. fu
i i , sofferenze e da malferma sanità, oltreché
decretalo quanto all'obbligo delta Resi- per r ordinario carichi di altre dignità e
denza de' vescovi nelle proprie chiese, e di gravi affari), alle funzioni de' pontifi-

ripugnante all' uso di tutta l* antichità, e per 1' amministrazione de' sagra-
cali,

che mai non conobbe questa nuova spe- menti, Vicarium in Ponti fio ali bus. Ur*
cie di vescovato, la quale non obbligasse bano VIII con decreto del 1 625, ovvero
a risiedere, e conseguentemente a pasce- 1628 o del 1(329, stabilì, che cardinali i

re il gregge colla predicazione della pa- vescovi d' Ostia e Velletri, e di Sabina,
rola di Dio, coll'amministrazionede' sa- dovessero mettere ne' loro vescovati de'
gramenti, e coll'esempio delle opere buo- vescovi in partibus per suffraganei ; e che
ne, le quali cose giudicarono i padri triden- per gli altri 4 cardinali vescovi si rimet-
1 3 de Ref., e.
tini nella sess. non potersi i , teva alla loro coscienza. Per dotazione di
adempiere da que* vescovi che non risie- quello d'Ostia e Velletri venne stabilita
dono. Il Borgia quindi ritiene, essere di- V annua pensione di scudi 5oo, e per
spensati dalla continua residenza i vesco- quello di Sabina scudi 3oo. Pegli altri
vi suburbicarii nelle loro chiese per due cardinali nulla fu stabilito, essendo in ar-
motivi. Il i.° pel servigio che prestano al bitrio de' cardinali slessi il tenerli, e lai-

Papa nella cura della Chiesa universale: volta il fecero come rilevai a'ioro luoghi.

il 2.° perchè la vicinanza di questi vesco- I suffraganei sono perpetui, meno trasla-

2?.8 VES VES


zione a cliiesa residenziale, o ad allra suf cardinal vicnrio di Pioma e vcfscovo d}
fiQgnnea, o rimozione per alcuna cau- Frascati, ed essendolo allora il cardinal
sa canonica. Il sulfraganeo si elegge dal Guadagni, rilenendo questi ciò pregiu-
cardinale, e s'implora dal Pupa che lo di- dicare a' propri diritti, rappresentò l'as-

chiari vescovo e gli conferisca un titolo serzione a Benedetto XIV, il quale fu


in parlihiis. Talvolta è anche vicario del suo parere, avendo ietto l'opera del-
generale, Vicari um genera lem. Di pre- l' Andreucci, cap. 3: De
officio, et po"
sente lo è d' Ostia e Velletri mg/ Ge- testateEpiscoporum Cardinaliuni Sub-
sualdo Vitali di Mondolfo, fatto vesco- iirbicarioriini.Quìnùì il Papa, dopo esa-
vo d' Agatopoli ìnparlihus ^'l'j seltem- minala e considerata la materia, emanò
|jre i852; e di Sabina mg.' Francesco r eruditissimo breve Ad Aud'ieniiani
Gandolfi di s. Remo, fallo vescovo d'An* nostrani, de' 20 febbraio ly^S, eh' é la
tipatro in parLibus a* i4 aprile 1848.I costituzione XI del suo Bidlarinm, t. 4»
cardinali vescovi suhui bicarii sono tenuti indirizzandolo al dello cardinale. Che a'
a far la relazione dello stalo delle loro Cardinali Vescovi Suburbicarii non sia
chiese alia Congregazione cardinalizia lecito il conferire, oltre la Tonsura,
del Conci lioy non che a fare la visita de* anche gli Ordini minori o sagri, a' lo-
Limina Jpostolorum {V '}y eziandio del- ro sudditi diocesani nella cappella del
l' altre chiese che avessero in ammini- proprio palazzo dì Ronia^ senza aver
strazione e governassero. Sono pure ob- chiesta ed ottenuta licenza dal cardinal
bligali a celebrare il Sinodo diocesano e ^ Vicario di Roma. Tale licenza sempre
ne abbiamo degli utilissimi e celebri,come i cardinali l'aveano domandata, coeren-
quello che per ultimo celebrò il cardinal temente al disposto dal concilio di Tren-
Lambruschini,nel suo vescovato di Sabi- to, che vieta l'esercitare giurisdizione nel-
na; come pure a fare la Visita pastorale 1' altrui diocesi, inclusivamente all'eser-
della diocesi. Urbano Vili nel 1624 fece cizio de' pontificali, ed al conferimento
vescovo di Camerino e visitatore de' VI della i.' tonsura e degli ordini minorr,
vescovati suburbicarii, Giambattista Al- che implica l'esercizio de'pontificali. An-
tieri vicegerente di Roma, e poi divenne zi Alessandro VII avea determinalo, col-

cardinale e Papa Clemenle X. Dichiara la costituzione Apostolica solUcitudo,

il Piazza, nel proemio della sua Cerar cheda'cardinali vescovi suburbicarii non
cliia cardinalizia, ch'egli per ordine si dassero le Dimissorie a* loro sudditi

d' Innocenzo XI e d* Innocenzo XII ese- per ricevere gii ordini o minori, o mag-
guì la visita apostolica in tulli i vescova- giori, se non dirette al cardinal vicario di
ti suburbicarii, e poi ne fece l'importan- Roma volendo,
; che siano orduiali in
te descrizione. Leggo nella Relazione del- Roma dopo aver fatto gli Esercizi spi»
ia Corte di Roma, accresciuta dal Zac- rituali, nella casa a ciò destinala, per Io
caria, avere ordinato Clemente XII, con spazio di IO giorni, per ciascun ordine
costituzione de' io gennaio 1732, dover maggiore. E rispetto a* vescovi suburbi-
essere visitati i VI vescovati suburbicarii carii, che hanno i sufFraganei, lo slesso
da' cardinali vescovi o da'Ioro vicari. So- Alessandro VII nella detta costituzione
stenendo r Andreucci, potere i vescovi impose alcune pene canoniche a'trasgres-
suburbicarii nelle Cappelle de'loro Pa- sori, di chi contravvenisse al da lui stabi^
lazzi di Ronia^ conferire a' loro sudditi lilojcioè che nominali suflìaganei non
i

la I.* Tonsura (avanti tali parole, nel potessero ordinare verun altro suddito
voi. XC, p.92, col. I.' linea 25, manca, ad alcun ordine maggiore, se prima non
r/ic) e gli Ordini minori (V.)y senza chie- avesse falli in Roma nell' indicala casa
derne e oltenerue licenza e assenso dal IO giorni di spirituali esercizi per ogni
VES VES a29
ordine majjsiore. E siccome era iusotto te^ per fa ragione, che la costituzione A-
il ilubljjo, se il cardinal vescovo subur- lessandrina parla degli ordini minori e
bictuiojche non ha sulìVagineo, recando- maggiori ; »» ed è anche vigente la contro*
si al suo vescovato possa ivi fare l'oi di- versia, se la prima tonsura sia o non sia
nazione de' propri sudditi, o prevalersi ordine ". — Ne' primi secoli della Chie-
d' mi vescovo che colla sua licenza la fa- sa, {'Elezione del Papa (/^.) si fece dal
cesse, la risoluzione fu alFermativa. Se Presbiterio e dal clero romano, alla pre-
poi il sulFraganeo non tiene l'ordinazio- senza del popolo di Roma, il quale sol*
ne, deve dirigere ledimissorie al cardinal tanto, dopo aver fatto istanza che si pro-
vicario di Roma. L' Andreucci dotto e cedesse all'elezione, vi preslava il consen-
accurato, avea proposto il quesito e riso- so, senza sutFragio, il che si praticò sino al
luto a favore de'suburbicarii, nel consi- secolo XI. Nel presbiterio eranvi i sacer-
derare loro palazzi di i Roma, benché non doti, ossiaVII vescovi suburbicarii, a cui
i

episcopii, doversi avere per aderenti al erano quasi di continuo uniti, e talvolta
vescovato, e la cappella in essi esistente insieme ad altri vescovi vicini a Roma. |

tenersicomechiesa soggetta al titolo loro, Narrai, che presto i vescovi suburbicarii


e godere privilegi di quelle degli
i altri furono cotnpresi fra* cardinali, e certa-
cardinali con prerogative simili alle go- mente senza contrasto degli scrittori, già
dute dalle cappelle de' vescovi, come di- lo erano nel 769. Non debbo tacere però,
tnostrò il cardinal Drancacci, De Cappel- che nel voi. LXIll, p. 18 1, col Cenni, dis-
lis CardinalUlis j riportando ancora gli si che sino al 684 nella Sede Placante,
esempi de' sacerdoti cardinali, the per o nella assenza del Papa, governavano la
privilegio in Roma ne' titoli loro coufe- Chiesa l' Arciprete, V Arcidiacono , e il

rivafjola i.^ tonsura e gli ordini minori, Primicerio della s. Sede, riconoscendo
e degli abbati regolari sacerdoti, che fan- egli per arciprete il capo del corpo della
no lo slesso co' loro sudditi regolari. iMa Chiesa romana, il più antico de' preti,
Benedetto XIV incontrò dillìcoltà negli che oggi chiamasi il cardinal decano
allegati esetnpi, perchè tutti derivano da (ma dell'ordine de'vescovi suburbicarii).
apostolici privilegi, che riporta, i quali Qui aggiungerò col medesimo Cenni: Sa-
autorizzano la collazione della tonsura e gro corpo che presso l'Anastasio viene di-
degli ordini minori, prefigi^endo altresì stinto col nome di Sacerdoti, corpo invi-
il luogo e le persone; come pure dell'ar- diato siuoda'vescovi, onde Stefano li nel
ciprete Vaticano, che avendo il caratte- concilio Lateranense pose freno con di-
re episcopale conferisce gli ordini minori chiarare: Si quis ex EpiscopiSy vel Pre-
e maggiori nella sua basilica, a tutti gli shyteriSy vel monachisi aut ex laicis con-
addetti alla medesima, e se non ha tal tra canonum, et ss. Patruni statata pro-
carattere, li fa conferire da un vescovo; rumpens in gradum majorem S. R. Ec'
mentre non si conosce avere tali privile- clesiacy idest Presbyteroruni Cardina*
gi i cardinali vescovi suburbicarii,che an- lium,et Diaconoruni irepraesumserit,. .

zi la costituzione d' Alessandro VII ri- ipsiel sibifaventibus fiatperpeluum and'


serva la collazione degli ordini n)inori e thema. « Né si opponga che allora i VII
maggiori pe' loro diocesani, al cardinal vescovi ebdomadarii anch' essi fossero di-

vicario di Ruma, coli' assenso però del stinti col nome di Cardinali ;
perchè a-
quale i cardinali suburbicarM li confe- vendo ciascun d'essi la chiesa suburbica-
rirono. Conclude Benedetto XIV, poie- ria, terminata la settimana a s. Giovanni
re i cardinali suburbicarii nelle cappelle in Lateraoo, ciascuno tornava al suo greg-
de' propri palazzi in Roma dare a'pro- ge, enon solo non entrava nel corpo della
pri sudditi la prima tonsura solameli' Chiesa romauu, ma nemmeno era prefe-
23o VES ve:s
non dairanllchi-
rito agli altri vescovi, se Nicolò anatematizzò e depose co' suoi
II

!à deirordine. E ciò anche nel IX secolo, complici, chiun(|ue sarà eletto e ordinato,
come si vede chiaro ne' due conciliì di Papa in disprezzo di questo suo decreto.
Eugenio li e Leone IV, negli anni 826 Che se per guerra, o altro impedimento
e 853 ". Vivente Papa, tutta 1' auto-
il proveniente da umana malizia, non potrà
rità l'esercitava l'arcidiacono suo vicai io. aver luogo V Intronizzazione delTeletto,
Dice il Novaes, nella Sloria di Stefano non lascerà egli per questo di governare
A, che nelio58, pri<na di morire, otten- la Chiesa romana e di disporre di lutti i
ne da'vescovi, clero e popolo, la promessa suoi beni, prima della sua consagrazione.
di non procedere dopo il suo decesso alla Doversi eleggere il Papa dal grembo della
ftilura elezione, senzachè dalla sua lega- Chiesa romana, cioè dal Sagro Collegio.
zione fosse ritornalo in Iloma il cardinal de' cardinali. Poscia Celestino li fu eletto
Ildebrando, economo della Chiesa roma- senza l'intervento del popolo nel i i43,
na, poi Gregorio VII (V.). Per le fa-
s. ma avendo esso prese le armi fu restituir
zioni, ciò non si attese, e s' intruse nel to nel diritto. Nel i i5c) per l'elezioned'A-
pontificalo Giovanni vescovo cardinale di lessandro III, fu escluso l'intervento del
Fclltlri^ che piese il nome di Benedetto cleroedelpopolo,ed i soli cardinali la fece-
X, e fu antipapa. Ma giunto Ildebrando ro, onde insorse l'antipapa Vittore V. M^
in Toscana, postosi di concerto col clero poi Alessandro IH nel concilio generale
e primati del popolo romano, che non di Lalerano III, adunato nel i 179, de-
aderivano a Benedetto X, trattò l'elezio- cretò con legge ferma e invariabile, l'e-

ne di Gerardo, il quale col nome di Ni- lezione de' Papi appartenere solamente
colo II, fu creato Papa nel concilio di a'cardinali, rimossi affatto da essa il clero
Siena, a'28 dicembre io58. Nel recarsi e il popolo romano. A provvedere quin-
a Roma, nel concilio di Sutri, depose l'in- di per d tempo della Sede Vacante (V.)^
truso. Indi Nicolò li nel concilio di Roma e la brevità di questa, non meno la sol-
del 1009, coll'intervento di ii3 vescovi, lecita e regolare elezione de' Papi, Gre-
decretò: » Spettare il diritto dell'elezio- gorio X nel 1274 decretò santissime leg-

ne del Papa, primo luogo a'cardinali


in gi perConclave (V.J, nel concilio ge-
il

vescovi, chegodono le prerogative de'me- nerale di Lione II, alle quali altre utilis-
tropolitanijpoi a'cardinalipreli e diaconi; sime aggiunsero Papi successori, tutte
i

indi il clero e il popolo ne daranno il coti- riportate in tale articolo. Di quanto si ap-
senso". Dicono altri testi. "Noi ordiniamo, partiene a'cardinali vescovi subuibicarii
secondo l'autorità de'Padri,che il Papa ve- nella Sede Pacante e nel Concla\'Cj eoa
nendo a morte, vescovi cardinali tratti-
i dìdusione ne ragionai ne' due articoli e

no primi insieme dell* elezione, che si


i in quelli lungo sarebbe
in essi citati, e

chiamino poi cardinali chierici, e final-


i qui il ripeterlo. Appena ap[)ena accen-
niente che il restante del clero e del po- nerò, che divenuto il Papa nìoribondo,
polo vi dia il suo consenso. Noi dobbia- il cardinal decano invita il sagro colle-
mo soprattutto rammentarci, dice Nico- gio a recarsi seco nel palazzo apostolico,^
lò 11, di quella sentenza del bealo Leone a disposizione del Pontefice. Resada que-
nostro predecessore; non vie ragione di sti 1' anima a Dio, il governo di Roma e
contare tia'vescovi quelli che non sono ne dello stalo pontificio si devolve al sagro
eletti dal clero, ne richiesti dai popolo, collegio, <fon limitata autorità, e lo eser-
né consagrati da' vescovi della provincia cita per 3 cardinali capi d' ordine, ed il
col giudizio del metropolitano. E siccome Segretario del sagro collegio funge la
il Papa non ha metropolitano, i vescovi carica di Segretario di Stato (/ .). Nella
cardinali ne tengono il luogo ". In ultimo slessa sera della ujorte del Papa, s'inco-
VES VES 23i
tninciano le serali Congregazioni cardi- seniore Ira gli altri cardinali suburbi-
nalizie della Sede Placante (K)^ cioè carii, ambo consagranti. L'imposizione
prijua dell' ingresso de' cardinali in con- del Pallio e del Triregno (A^.), spetta
clave, in casa del cardinal decano, da'ca- al cardinal i.*' diacono, ma prima del-
pi d' ordine e dal camerlengo, col dello l' imposizione della tiara, il cardinal ve-
prelato segretario; ed in conclave con scovo d'Ostia e Vellelri recita sul Papa
turno di Ire giorni percadaun cardinale, un'orazione. Per tutto questo, Giovanni
ma a seconda dell'ordine a cui apparten- Diacono chiamò i cardinali suburbicarii
gono, e siccome quello de'vescovi subur- Episcopi prìniae Sedis^ nel lib. De Ec'
bicarii si compone di VI cardinali, gos\ desia Lateranensi cap. 8, ove pure ne
più degli altri esercita il potere, incom- descrisse l'ordine gerarchico pel servizio
bendo sempre al cardinal vescovo il ri- ebdomadario della basilica di Laterano.
spondere in Conclave, in nome del sagro Episcopus Hostiensis, qui debet conse-
collegio, al discorso degli Ambasciatori orare et benedicere Apostolicuni, prae
straordinari inviati ad es»o da' sovrani, o/nnis aliiSfEpiscopus s. Ruffìnae secim-
al modo riferito nel voi. XV, p. 3 i i. In dusy Episcopus Portuensis tertius^ Epi-
breve, nella Sede facante e nel Con- scopus Alhanensis qnartus^ Episcopus
clave, pili di frequente figura ed eserci- Tusculanusquintus,EpiscopusSabinen-
f ta il potere l'ordine de'vescovi, precipua- sis sex tus, Episcopus Praenestinensis se-
mente il cardinal Decano. Con questi, ptimus. Ma lo storico preueslino Cecconi
che interpella l'eletto, se accetta il Pon- per tali parole non mancònotare,cheseda
tificato, pe'primi prestano i cardinali sub- esse apparisce il vescovo di Palestrina a-
urbicarii al nuovo Papa l' adorazione vere l'ultimo luogo, osservail Suarez,che

d' Ubbidienza (f^.). Se egli è già vescovo, tempi nella basilica Lateranense
in altri
nel I.** pontificale che celebra, avanti la celebrava nella feria V,e che talvolta an-
Coronazione del Papa (F.), viene sol- cora si trova enumeralo in primo luogo.
tanto benedetto colla solila Benedizione Il ceremoniale della benedizione, ordi-
(f^.) da'cardmali vescovi d'Ostia e Vel- nazione e consagrazione del novello Pa-
letri, di Porlo e s. Rudina, e dal piti anti- pa , Sacraruni Cerimonia-
trovasi nel
co degli altri 4) con proprie orazioni (aa- rum rituum ecclesiasticoruni s.Ro-
sive
ticaoiente appai teneva al cardinal vesco- manaeEcclesiaCf libro composto dal Pa-
vo suburbicario d'Albano: si ponuo ve- trizi e nondimeno attribuito al Marcel-
dere le analoghe osservazioni che feci nel lo. Titulus II. De Ordinalione et con-
voi. XG, p. 6i, ove notai, che in man- secralione novi Pontijicis , et primo de
canza del vescovo d'Ostia dovea trovarsi promotione electi ad sacros Ordines si
presente alla coosag razione l* arciprete iliis carerei, et primo adSuddiacona tuni.
di quella chiesa, le cui prerogative essen- De promotione ad Diaconatum. De e-
dosi compenelrate all' unita chiesa di ledi in ordinatione in Presbyterum. Si
Vellelri, all'arciprete di questa passò il electus nullum haberel OrcUnem. Con-
privilegio). Se non è insignito negli or- secratio electi in Episcopum sine Bene^
dini sagri, viene ordmato io Suddiaco- dictione et Coronatione. Quomodo con-
no (f^Ji in Diacono (f^.), e consagrato secrelur in Episcopum. De Benedictione
nel Sacerdozio (F^'J, dal cardinal vescovo Annuii. ConsecratiOy Benedictio^ et Co-
d* Ostia e Vellelri, e finalmente riceve ronalio sinud Romani Pontijicis. Quae
la Consagrazione e V ordinazione del servanturin Coronatione etiam sine Con*
Sommo Pontefice (^'.), col grado episco- secratione Episcopali.Ubi Ponti/ex e-
pale, dal detto cardinale ornato del pal- leclus recipit ad osculum pedis canoni-
lio, da quello di Porto e s. RulBoa, e dal cos et capiiuluni basilicae s. Pctri,
2Ì2 VES VES
Quniuìo et qui accìpiiiiu pgrarnenta et Vili, p.234, che vescovi «uburl)icarii
I

de colore. Ad quos special Consecraùo la I. ''volta che cantano messa nella cap-

Romani Ponlificìs (spedare solebat ad pella pontificia, tornano e pagare a'mi-


Episcopum Hostiensem,c|ui etiani pallio nistri della medesima quegli emolumen-
in ea cousecralione ulebalur, assistebout tiche già avevano pagato allorché la can-
ei Forlueusis, et Albanensis Episcopi, et tarono la I.' volta (juali cardinali preti.
lii Ires in benediclione Ponlilicis quando Funzionando da celebrante, assumono i

alias essetcoDSecratus, tres speciales ora- paramenti pontificali e la pianeta, od il

liones super euni dicebanl). Orcio prò- piviale, de* colori ecclesiastici propri del
ccdendi ex Cappella s. Gregorii ad rito. Assistendo, vestono come accennai
altare^ et quaejìunt anlequani inlret ad nel voi. VI II, p. 261, con piviale e mi-
aliare. Hoc totuni caput piaetermiui- tra di damasco bianco. È distinzione spe-
titr^ si Papa eratprius Episcopiis cori- ciale de'cardinali suburbicarii l'uso uni-
secralus in eo namqiie ConsecralioEpi- forme del Formale (V.) prezioso . per
scopalis conlinetiir. De Benedictione e- fermaglio del Piviale (F.), misterioso
he ti Ponlificìs iani consterà li Episco- ornamento e figura deli' antico Fuizio-
pi. De laudibiis faciendis Pontificis an- naie {E.) del sommo sacerdote degli e»
te Epistola in. De Corona lione Papae bi ei. Consiste in 3 piccole pigne coperte
siipra gradiis Ecclesiae. Quanto poi ai di perle orientali ordinate in forma e
,

sagri riti nominali , ed a tutte le sagre linea perpendicolare. Anche il Papa tal-

(unzioni ordinarie e straordinarie che si volta usa il Formale (cioè nelle funzioni
celebrano nelle Cappelle pontificie^ ne* dette in quell'articolo), con 3 pigne coper-
gli articoli relativi , e in quello diilusa- te di perle, però disposte in forma trian-
tnenle raccontai pure tutto ciò che lì- golare. ^olai nel voi. LI V, p.i44> ^^^e se-
guarda i cardinali vescovi suburbicarii e condo il Tamagna, 1' uso della berretta
il loro ordine, la precedenza e il posto in e berrettino rosso già accordalo a' car-
cui siedono, le funzioni speciali che cele- dinali vescovi suburbicarii, ancora eoa
brano, o assistono, gli uQizi d'ognuno, le l'antico frasario tlelti V escavi lloniani.
sagre vesti che indossano. Tanto è vasto Paolo II nel 1464 l'estese a' cardinali
e varialo l'argomento, che non può rie- preti e diaco!»i,e Gregorio XlVnel 1591
pilogarsi con poche parole. Mi limiterò a* cardinali religiosi. Laonde l'uso di tali
seraplicernenle a ricordare, che siedono coperture del capo ne' cardinali, non co-
a deslra del Papa e propinquo al suo minciò propriamente con Paolo II, co-
^ro/70, sul quale ne' pontificali pontificii me comunemente si crede; egli non fece
siede sul faldistorio il cardinal deca no, o che estenderne l'uso a tutti caidina- i

altro vescovo suburbicario , che esercita li per uniformità. Dice il cardinal De



in essi l'uttizio di Prete assistente e di i Luca, i cardinali più anziani de'3 ordini
Vescovo assistente al Soglio (V.) , nel del sagro collegio, cioè il i.** vescovo , il

sostenere il libro al Papa. JNelle cappelle 1.° prete, il i.** diacono, si chiamano sla-

e ne' Concistori, s^'Lnperatori ed i He bili cupi d'ordine e priore ciascuno del


sederono dopo il cardinal decano, e tal- proprio; godono varie prerogalive, ed
volta i re dopo gli altri vescovi subur- eseguiscono o sottoscrivono alcuni atti

bicarii. Lepgesi nel Magli, alla voce Car- in nome del sagro collegio che rappre-
diunlis: Trovandosi presente nella cap- sentano, sottoscrivendo pure il processo
pella pontificia l'imperatore, sederà so- de' vescovati e allri atti concistoriali. Ca-
pra tulli i cardinali; n»a il re sederà do- pi d'ordine poi temporanei e variabili
po il caidinal decano, come prescrive il sono c|uelli del conclave durante il tempo
ceremoiiiule pontificale. JNolui nel voi. della Sede apostolica vacante. Aggiunge;
,

VES VES aS3


M Dovrel>I)e ogni carili naie registrare in VESCOVIO o VESCOVATO. K
una tabella la forma del giuramento che Foro Nuovo e Sabina.
lia datole quella tenere contiuuaniente VESCOVO(del) Tommaso, C^rr/ma-
esposta io camera, e avanti agli ocelli, e le. Uomo insignemente dotto e letterato,
replicare ogni giorno la lettura, come per venuto alla luce inCapua, Innocenzo III
una specie ovvero d' o-
d'uillzio divino, nei 12120 nel 12 i3 lo creò cardinale
razione giaculatoria; riflettendo ancora, prete di s. Sabina. Si acquistò gran nome
che cardinali sono giudici, ovvero asses-
i nella legazione di Viterbo,avendo insie-
sori e consiglieri del giudice, cU'è il Papa, me col cardinal Rainaldo vescovo d'Ostia
"Vicario di Cristo, Vescovo e Pastore del- indotto viterbesi e pacificarsi co'roma-
i

la Chiesa universale, sovrano temporale ni, tra'quali ardeva ostinata e pericolo-


del principato della s. Sede ". Scrissero sa guerra. Non incontrò però la slessa sor-
di questo argomento. P. Andrea Girola- te nelle città di Lombardia, alle quali col
fijo Andreucci gesuita, De Episcopis Car- carattere di legato erasi portato,per ricoa»
dinalibus Subiirhicariis quaestiones sele- cibarle coll'imperalore Federico li. Im-
elaepropositae ad usuni congregalìonis perocché esacerbali que'popoli dalla li-

e,isuuni,Ron\iìe lySs: liitrarchia Ec- cenza e avarizia degli ulllziali cesarei


clesia s tic a: \\\. De Episcopis Cardinali- chiusero le orecchie a qualunque propo-
LusSaburbicariiSjlìOfUiìe i yGG.Girolamo sizione di concordia. Finalmente Grego»
Aleandri giuniore, Refiiiatio conjecturae rio IXjche molto pregiava il cardinale per
anonymi script. De Suburbicariis regio- la sua dottrina, integrità e prudenza, gli
nibus^ et Dioecesi Episcopi Romani, Lu- die' commisione di assistere insieme col
tetiae Parisiorum 1619. Jacopo Sirnton- cardinal Giovanni vescovo di Sabina al
di, De Suburbicariis regio ni bus et Ec- congresso intimato a s. Germano, in cui
clcsiisy Luletiae Parisiorum 1622. Ono- Federico II si obbligò con solenne giura-
frio PiH)VÌnio, De Episcopatibus^ l'ita- mento, prestalo nelle mani di due car-
lis, et Diaconiis Cardinaliunij Veneliis dinali, di sottoporsi senza restrizione a*
1557. Cardinal Francesco M/Brancac- comandi del Papa, relativamenteallecau-
ci.De Optione FI Episcopatum S. R. se per le quali era slato da lui scomuni-
E. Cardinalìunty Vilerbii i666. Dome- calo. Ciò aseguito, l'imperatore ottenne
nico Giorgi j Disserlatio de Hierarchia dal cardinal vescovo di Sabina l'assolu-
S. R. Ecclesiae, t. 2 Liturgia Ronia-
: zione dalle censure nella cappella di s.
noriun Pontijìcuni. Cancellieri, De VII Giusta di Ceprano, alla presenza di gran
Cardinalibus Hebdoniadariis Basilica- numero di vescovi e signori. Ristabilita
rum Lateranensis^ et VaticanaCy ini, 3 cosi la pace, l'imperatore si obbligò anco-
De Secretariis, p.58g. Riferisce il n.
1 ra di non fare alcun risentimento o ven-
5 164 del Diario di Roma del 1730, che detta di que'popoli, che restali ubbidien-
il cistcrciense p. ab.d. Lorenzo Farinac- ti a s. Chiesa si erano mostrali suoi nemi-
ci, recitò nell* accademia di storia eccle- ci, promettendo pure di non più invade-
siastica, avanti Benedetto XIV, la Dis- re le terre pontificie.Vacato patriar- il

sertazione sopra i VII Vescovi Cardi- cato Gerusalemme, fu il cardinal


di
nali Ebdomadarii, oggidì i VI Cardi- Tommaso eletto ad esso; ma il Papa per
nali suburbicarii. non privare la chiesa romana di un tan-
VESCOVI VICARI E DELEGA- to uomo non consentì alla già falla ele-
TI APOSXOLICL V. Vicari Aposto- zione. Mori in Anagni nel I243 dopo3o
lici. anni di cardinalato, ed ivi rimase sepolto.
VESCOVIO o EPISCOPIO. V. Ve- Le generose limosine che nel corso di sua
SCOVATO, Episcopio, Palazzo. vita uvea distribuito a' poveri, ne fecero
,

a34 V E S VES
piangereamnrnmpnlela perdita, dopo es- porti che siano amati, ubbiditi e rispet-
sere inlervenulo a'comizi (l'Onoiio III, tali i suoi yl/m/V^r/, allorché lo s. Luci,
Gregorio IX, Celestino IV e Iiiitoceiìzo X, 16, disse a f|uelli che aveva eletti pel
JV. Composeu^'ope^aiutiloI^|{l,5'^/m//^£^ governo della Chiesa da lui fondiìta: Chi
Die laminisi in cui traila della maniera ascolla voi, ascolla me; e chi vi disprez-
(che usava la curia romana in iscrivetele za, disprezza me. Ijisegna s. Paolo, nel-
sue lettere, opera che non vide ujai la VEpist.ix, 7, II, i3 a'corinli, essere co-
pubblica luce; olire un'// /////ò/z<:2 in ono- sa giusta che il pastore mangi del latte
re della B. Vergine, di cui fu divotissirno. delle sue pecore (su (piesla sentenza am-
Confermò col proprio nomealcune bolle pliata e male interpretala dis<i gravi pa-
d'Onorio III e di Gregorio IX, e per In- role nel voi. XCII, p.477), che quelli che
riocenzo 111 scrisse alcune epistole all'ab- seminano beni spirituali, raccolgano beni
baie del monastero di Chiusi. temporali, e quelli che servono all'altare
VESCOVO, Àntìstes ^ Ephcopus , abbiano ancora parte alle Oblazioni [f^.)
Praesuly Po/2///ejr. Prelato di vari gradi dell'altare. Così il vescovo Bronzuoli, /-
q di diversa giurisdizione, P^5tore(/^'.) di slitnzioni cattoliche,^. i34, che inoltre a
chiesa e P^escovato[y.) residenziale, f^e- p. 3o dichiara. Gesù Cristo fondatore
scovo, Arcivescovo o Metropolitano, Pri- della Chiesa è sempre incielo il suoca-
lliate , Patriarca (F.),ovvevo f escovo in po invisibile. Egli costituì capo visibile
partibiis (/^.) semplicemente titolare, ma della medesitna e vicario in terra il Prin-
egualequantoall'ordinesagroagli altri ve- cipe degli apostoli s. Pietro, e (pjegli che
scovi. Il Papaé vescovo di /lomrtj ed insie- fino al terminare de' secoli sarebbe ad
me/^CACoro della Chiesa Universale ( ^.). esso legittimamente succeduto, cioè il

Cessa d'esser vescovo il depostOjdegradato Romano Poijtefìce; e a s. Pietro, e al


U scomunicato, Spoliatns pontificaia at-^ Uomano Pontefice come Successore ( V.)
que a sacris retnotus. Ed è falso vescovo di lui conferì i;nsupremo potere, ed uà
y iaUuso, pseudo episcopus : si disse anche Primato (A^).(li giurisdizione e di onore,
{inli-vescovo, come il pseudo-Papa si non solo su tulla la società deTedeli, di
chiama Antipapale il pseudo-cardinale legare e sciolgere, ma ancora su tutti gli
crealo dall'antipapa, /^/if/frt/T/vVjfl/e, Il ve- altri Apostoli e successori di loro che so-
scovo è un Prelato ( ^.) insignito della pie- no i «escovLCli disse: Pascije niiepeco-
nezza del Sacerdozio(F.).\ enne stabilito re,e lo attesta s. Giovanni, xxi, 17. Ho
da Dio per reggere gli uomini ip tutto pregato 2^er te (Pietro) affinchè la tua
quello che spetta al bene spirituale e alla fede non venga meno j e la una volta
loro eterna felicità. I vescovi si occupano ravveduto conferma i tuoi fratelli, e lo
come ministri di Dio a conferire, a man- testifica s. Luca, xi^, 32. Laonde s. Bernar-
tenere e far crescere la vita della grazia do, De consideratione, I. 2, cap. b, chia-
con la predicazione, con la esortazione mò Papa: Tu sola Pastore di tutti ì
il

co' sagramenti. Essi invigilano* sulle a- Pastori.Vev assoluta volontà di Gesù Cri-
liime loro sottoposte, come quelle delle sto j la congregazione di tulli i fedeli
quali debbono rendere islrelto conto a componenti la Chiesa cattolica, si distin-
Pio, comesi legge ueW Ejjist. a' tessalo- gue in fedeli semplicemente credenti, ed
picensijXii, I 3, ed agli ebrei 17. Quindi in fedeli destinati ad insegnare, i quali si

i cristiani Cattolici debbono a' Pastori dicono la Chiesa maestra, o rappresenta-


della Chiesa, amore, rispetto, ubbidien- tiva, composta del Romano Pontefice, a
za^ sovvenimento per la loro temporale cui sono uniti i Cardinali (^^.), e de'pa-
sussistenza. Gesù Cristo principe de' pa- stori che sono i vescovi. Quindi si legge
stori, mostrò chiaramente quanto gl'im- negli Atti tlegli Apostolif^x, 1^: Bada-
VES VES 335
te a a tutto
voi slessi e il gregge , di cui discepolo degli Apostoli e vescovo d'An-
/o Spirito Santo vi ha costituito kcsco- tiochia. Questa è la ragione per cui il di-
vi per pascere la Chiesa di Dio. Il cano- vin Salvatore appellò sé slesso, Pastor
nico e parroco Partiici diede: De' Par- bonus ^e s. Paolo lo chiamò Pastoreni
rochi opera dedicala a* \'esrovi della
, inagnuni oviuni , cioè Arcipemcne e ,

Chiesa cattolica^ con questa inlitolazio- Princeps Pastoruin da s. Pie- fu detto


ne: Al Pastor buono, al pastore delle tro, che lo disse pme Pastoreni et Epi-

giostreanimej il gran pastore delle pe- scopurn delle nostre anime. Il vescovo è
corellcy al principe de'pastori Gesù Cri- il i.° cittadino della sua città vescovile,
sto Signor nostro j al Pastore de^pasto- ove risiede nell'episcopio, A e de s pontifi'
fi in terra il Romano PonteJlce\ a ^e- cales. Lo attestano. Degli Elfelti, /I/<?r

scovi cattolici soli pastori del gregge morìe di s. Nonnoso, p. 77: ogni vesco-
di Cristo j V ultimo de' preti Luigi Nar- vo èprimns civis. E Parisi, Istruzioni per
di. Copiosamente e dottamente il Nardi la Segreteriat t. 2, p. 286: il vescovo,
liigionò con profondità soli* E{)iscopato Sebbene nato altrove, si reputa il i.** cit-

(cattolico, co'precipui argomenti : l'unico tadino della città, di cui è pastore. Scris-
pastore, secondo la tradizione, è il vesco- se Maffei nella Verona illustrata^ l. 3, p.
vo j il vescovoè tutto, e lo conferma con 22, vescovi divenire figli d'adozione di
i

prove di fallo sui Sagramenti (/^.) del quella patria di cui sono dati a pastori;
Battesimo^ Confermazione^ Olio santo ^
altri divennero cittadini de' luo-;hi che
Matrimonio^ Eucaristia ^ Penitenza^ Or- abitarono, onde poi nac{jue questione
dine e Sacerdozioj sullu Predica e Ca- colia vera patria. li Papa è sen)pre inti-
techismo. Egli dice le leggi canoniche
, mamente unito all'E[)iscopalo, ossia col
sono le leggi dell'Episcopalo : o la legge Fescovato (F.) cattolico, e poco dopo is|

^ pontifìcia, ed ecco l'apice dell' Episco- sua assunzione al pontificato, o nel gior-
pato che pronunzia per l'aulorilà di l^ie- no del Possesso della sua cattedrale
tro; o è conciliare, ed ecco la volontà del- proto-basilica Lateranense, o/7j/2m//i Ur-
l'Episcopato; o è sinodale, ed ecco Tor- bis et Orbis Ecclesìaruni matcr gliela ^

dine del vescovo legislatore. Con molte- partecipa con alFetluosa e grave Ietterai
plice erudizione spiega i vocaboli Pasto- enciclica. Clemente XllI, che prima per

re Q pascere y cjuello derivante da que- 16 anni avea santaoiente governato il


sto, e significare reggere, governare con vescovato di Padova, e insieme perfett.»-
giurisdizione e autorità, essendone inse- mente conosciuto quali fossero doveri i

gna e simbolo il Dacolo Pastorale. Poe- d'un vescovo, e quale condotta ciascuno
menes, pastori , furono chiamati primi i di essi dovea tenere col suo gregge; per-

re, e il nome di Faraone dato a're d'Egit- ciòuna delle sue prime cure fu quella di
lo, significa parimente pastore. L'istitu- esortarliad eseguirli compiutamente,
zione di Cristo dell' Episcopato, rappre- mediante l'enciclica, A quo die de' 14 ^

sentato da s. Pietro, che ne ha il prima- settembre 1758, psesso il Guerra, Epit.


Io di onore e di giurisdizione sul popo- Const. A post. ^ t. 3, p. 24. t\. tutti per-
lo, clero e vescovi; e l'avere soli vesco- i tanto inculcò la mutua pace fra loro,
\i giurisdizione sul gregge, sotto l'ub- considerando che Cristo nuli' altro rac-
bidienza del Papa; la prova sta nelle comandò agli Apostoli e a'Discepoli nel-
parole di s. Giovanni, xxi, i5: Pasce la sua Ascensione, se non la pace. Gli e- '^

agnos meoSj pasce oves meas. La Chie- sorto a non essere contumaci , non avidi
sa appellò sempre il vescovo P^iZor, che di dominare (poiché allora esistevano le

regge cioè con impero; e P^Z5^or per dir sovranità di moltissimi vescovi e ìeRega-
vescovo usò il grau martire s. Ignazio liCf in quest'articolo descritte), non siano
,

236 \nS VES


éupeibi, ma generosi e pietosi co'poveri» Vllf. Il Papa dirige all'Episcopato an-
pei"aver questi un certo diritto a' Beni che altre encicliche, nelle quali alza la
(liChiesa^QUa sono piuttosto tle'poveri, sua franca voce apostolica, per notificar-
essendone il vescovo l' amministratore. gli le sue tribolazioni e pene, o le sue
w Siano assidui nell'orazione la quale , consolazioni e allegrezze: sia per avver-
sarà efficace, quando dalla fede, dall' u- tire le sentinelle d'Israele dell'insidie di
manità e dalla perseveranza sarà accom- qualche nuovo insorto errore, o per rir
pagnata. Non tralascino facilmente di of- provarlo e combatterlo; pe'bisognidella
frire il donde caveranno
divin sagrifizio, Chiesa, sulta quale incessantemente tie-
laprudenza per tratiare gli affari. Islrui» ne rivolte le sue vigdi cure, precipua-
scano il popolo ne' doveri cristiani. Ma mente per deplorare se è perseguitata ,

come vescovi non tutto da loro slessi


i eziandio in alcuni de'suoi membri, di cui
ponno eseguire , sieno cauti nella scelta è mai sempre imperturbabile propugna-
de'pastori (pare che alluda a' Parrochi^ tore: parla a' vescovi da maestro e da
sebbene Naidi neghi loro la (lUoiiOca di dottore della Chiesa , colla dilezione di
paslori, e de* quali riparlai a Vescovato Padre comune e l'amorevolezza di jPn^-

§ II)^cl»e li debbano aiutare, dotti e pru- ^6'//o, diffondendosi con religiosa gioia
denti; e però non siano fucili ad ammet- nella compartecipazione degli a vvenimea-
tere lutti agli ordini sagri. Se per se stes- li gloriosi per la Chiesa, come da ultimo
si non ponno predicare, e se non credon- il regnante Sommo Pontefice Pio IX,
si atti ud alcune incombenze, facciano nella seguila definizione dell'Immacola-
almeno quel che possono: amministrino ta Concezione, al modo accenalo nel ce-
i sagramenti, frequentino il coro co' ca- lebrarla divolameute nel voi. LXXIII,
nonici, e le conferenze di teologia luora- p. 74 (il che feci ancora in altri poste-
Je, e sopra lutto non lascino senza gravis- comprese pure alcuni
riori articoli), e vi
sima causa le loro chiese". Tanto neces- degli argomenti suindicati. Il Papa nelle
saria credeva questa residenza il zelan- lettere a'vescovi e arcivescovi ancorché ,

te Clemente XI 11, al vantaggio spiritua- cardinali, usa il titolo F^encrabiles Fra-


le de' popoli, che non conlento di tale a- treSf così usò cogli Elftlori dell' Impero
luorevole esortazione , con editto de' 3 ecclesiastici. L'ab. Luigi Amadesi, contro
marzo lySg, stretlaraenle 1* ordinò
agli il Muratori , scrisse l'opuscolo: Difesa
arcivescovi, a' vescovi ed agli ecclesiasti- del diploma di s. Gregorio I Magno ,

ci di qualunque grado, i quali avessero a Mariiiinno arciv^escoi'O di Ravenna ,

benerizio o titolo, che obblighi alla sta- pubblicalo dal p. Calogerà nella Rac-
bile personale residenza. A quest'ogget- colla d' Opuscolif t. 4^, p. I, ed a p.
to,rivocando qualunque licetiza conce- i5 e seg. ragiona del titolo di Figlio
duta per l'innanzi, rigorosamente impo- dato da' Papi a* vescovi e arcivescovi, e
se a' detti ecclesiastici permanenti in Ro- da'vescovi ancora. IPapi non solacnenle
ma, di partire nel termine di 12 giorni, chiamarono i vescovi co'titoli dì Fraicr-
e rendersi direttamente alle loro chiese, iiilày di Santitày di Beadtudine, ma anco
sotto le pene decretate dal concilio di col titolo di Figlio, varietà che s' incon-
Trento, dalle costituzioni apostoliche, ed tra nelle lettere di s. Gregorio I delSgo.
altre nello stesso editto «ninacciate ; se- Inoltre col titolo di figlio, nel 997 Gre-

gnatamentre contro [neìaiìnuUìus clloe- i gorio V chiamò Giovanni arcivescovo di


cesis, per la cui giurisdizione vescovile ter- liavenna, come S.Gregorio I avea chia-

ritoriale, corrispondono le loro diocesi a malo il predecessore IMarinia no (ro/z/z'^z-


piccoli FescovaU\e perciò di loro trattai tri, filioque carissimo), Dileclo filio Jo'
in quell'articolo, massime uè' §§ VII e hanni sacrac Ravennaùs Ecclcsiae ar-
,

V ES VES 237
cìììcpiscopo venerando j cos^i nel ì^'ji ce, fondamenta di tutta la Chiesa. Nar-
Sislo IV all'arcivescovo Roverella, e co- ra il Zaccaria, Anti-Febbronio^ì, 2,lib.,
sì pure nel i5i7 Leone X all'arcivesco» 5, cap. 2, che Gregorio 1 V deir827, scri-
irò Fiesclii rinnovò Io stesso titolo di fi- vendo a'vescovi franchi, si dolse perchè
glio: due ultimi pastori ravennati era-
i col titolo cW fratello e non con quello di
no anche cardinali. Urbano li del 1088, padre l'avessero chiamato, come l'appel-
colla bolla Vniversis Ecclesìae Filiis ^
lavano Gregorio
tutti gli altri vescovi.
chiamò figlio Amalo arcivescovo di lior- IV non procede per ambizione, ma per-
deaux. Prima poi S.Gregorio I,s. Da- di chè vedeva introdotta una nuova con-
niaso 867 non solamente scrivendo
I del suetudine, ben sapendo che suoi ante- i

a Paolino antiocheno chiamò due volte cessori s. Damaso I e s. Leone I come fi-

figlio il vescovo Vitale, ma scrivendo ai gli avevano riguardrto i vescovi. In frit-

padri del i

concilio generale di Costan- ti s. Damaso 1 del 867, scrivendo agli o-

tinopoli, ecco come si espresse. Quod ve- rientali contro Apollinare e Timoteo , li

slra caritas dcbitam Sedi Jpostolìcae chiama figli carissimij e in s. Leone 1

rcvertntìani tribiiit. Filli honoratissimi y


una lettera aDioscoro vescovo d'Alessan-
vohis ipsis quoque maximo sane JwnO' dria, chiama p/7^erW(3 e yr/'^/erw/j la con-
ri est. In tal modo 1' Amadesi confutò ferenza eh' egli a far seco lui prendeva.
Muratori, che avea dichiarato alieno dal- Dunque i Va^\ più dotti e più saggi si

lo stile di s. Gregorio I e dell;» Chiesa ro- riconoscevano padri rispetto a' vescovi
mana il dare il titolo di figli a'vescovi. eziandio de'maggiori vescovati.il supre-
Parla ndo de' yescovi Snhurbicarii (
F.)y mo Gerarca benché sia il solo destina*
ho detto come il Papa chiama essi e gli io, assistilo dal divino lume, a governare
altri vescovi. Che tra loro di sovente u- e reggere l'innumerabile gregge cattoli-
sarono il titolo di figli i vescovi minori, co de' fedeli, ed abbia la piena podestà
apparisce da s. Ambrogio che lo die' a non meno di sciogliere e di legare , che
Costantino vescovo di Vigovenza, e pri- di decidere ex cathedra inftillibilujente
ma di lui s. Dionigi 1' Areopngila , nel- su tutti i Dogmi della fede, ed emani le
r opera De Divinis Nominihus , spesso leggi della Disciplina ecclesiastica per
chiama suo figlio Timoteo vescovo d'E- la Chiesa universale, luttavolta e intui-
feso e discepolo di s. Paolo a cagione , to egli ha sempre consultato e adopera-
dell'aver maggior età di lui e di sua più to il consiglio del Sagro Collegio de'Car-
vasta dottrina. I vescovi poi sono figli r/mrt//, onde fino dall'antichità adessi i

della Chiesa, come dichiarò s. Agostino, vescovi raccomandavano i loro affari io


e col nome di Padre concilii generali e i Roma, qual concilio permanente di essa,

nazionali, patriarchi e altri vescovi deno-


i prima ne\ Presbiterio e poi nel Concistoro,
minarono Papi. In molte lelteie sino-
i icui capi d'ordine furono e sono chiamati
Papa venne dato il titolo di Pater
dali al Prior Episcoporum, Presbyterorum (fa
Patruniy ed in quella da'vescovi dell'Epi- detto il i.^ prete del mondo). Diacono-
ro scritta a s. Ormisda Papa del5i4 si rum (e neirantichilà Jniistes , Myste-
\eo ne Patri Patr uni. Il p. Tamagna, O- riarcha, Eplscopus Levitarum, era ['Ar-
rigine e prerogative de* Cardinali della cidiacono deWa s. Sede con alle ingeren-
S. R. Chiesa, i.i^ p. ì^3, De\'escovi,\[ ze al pari de'cardinali preti e vescovi; ed
chiama unti del Signore, successori degli i cardinali diaconi nelle loro Diaconie
Apostoli, giudici della fede, primi pastori Cardinalizie, come i cardinali preti ne'
dell'anime, istituiti dallo Spirito Santo loro l'itoli Cardinalizi, hanno giurisdi-
alta custodia del gregge, ecclesiastici del zione vescovile e l'uso de* pontificali. Ma
i.° oiàimej fratelli del Romano Ponlefl' quanto al i.° cardinal vescovo suburbica-
a58 V E S V ES
lio,premise il titolo di Dcrmw del Sn^ro prmcipalmenle precedenti, e quelli pu-
i

CoÙfgìo). Aumenlati inmiensaiDente gli re che dovrò rammentare; e per possi-


jilFariji Papi ne trasferirono la trallazione bilmente supplirvi, ben inteso nelle pro-
dal concisloro nelle sagre Con^rcf^nzioni porzioni del Olio metodo, andrò pure of-
CnrdinaUz'u\e negli ecclesiastici Tribuna' frendo i nomi degli scrittori e delle opere
//V//io//;^(A^.),cheinessasuccessivamcn- che lo svolsero, oltre i già riferiti ne' del-
le andarono istituendo, in uno alle Se- ti articoli che precedono questo, ed in-
fretcrie della s. Sede (F.), da ultimo tanto eccone alcuni. Gio. T3altista De
decorosamente collocate nel palazzo del Luca, // Fesco^'O pratico sopra le cose
Fire-Cancelliere.Sono questi precipua- spettanti al buon go\'erno delle Chiese ,
mente gli orgfini che procedono tra il ed all' ufficio de* Fé scovi e degli altri
Papa e l'Episcopato, e più specialinen'e prelati ecclesia siici, Woma
i6j5, Giam-
leCongregazio/iìCardinalizieócWa Cere battistaVoghera, Risposta alla propo-
Jìwninlc, del Concilio, della Concistorìa' sta di Eihel: Cosa e il Papa? con altra
le^dtW Esame dc^ Fescovi,ÒQ\V Inimimilà appendice al soggetto relativa^ Cassano
ce de sia Stic a, i\e\ a Residenza de Vesco^'i^
1 783
I : nuova proposta di Eihel'.
Alla,
de'sagri Zi/7/, de\S"/«or//(nel quale articolo Cosa un Fescovo ? nuova rispetta,
e
ne parlai siccomedi recenleislituzioneper Bassano 1784- Andrea de Saussay,P/^z-
la revisione de'concilii provinciali),de'A'e- noplia Episcopalis, sea de sacro Episco-
scovi e lìegolari, (\e\\A Fisita apostoli- poruni ornala, libri P* IT rum analectì^^
ca (r\). Fra le Congregazioni Cardi- Lutetiae Parisiorum 1646. Lettere al-
nalizie non più esistenti, debbo ricorda- l' ah. Fincenzo Besozzi, autore del li-
re la Congregazione sopra l'elezione de* bro: Del diritto de' Sovrani t de Fesco*'
l'escovi^ nel cui articolo notai, che le sue vi cattolici, per opporsi alle massime giu-
ntlribuzioni si compenelraiojiocon quel- risdizionali della Corte di Roma; e del-
le dell' Uditore del Papa (F.) e della le sopra V autorità de' Fé-
Riflessioni
Congregazione Concistoriale(F.yQaan' scovi e de* Principi nella Chiesa Roma ^

to a'iribuiiali, essi più specialmente sono 1783. Giuseppe de Sebastiani, De cori'


quelli óaWii Pe/titenziera apostolica^ della solatione ad Episcopos, Piomae i68ji.
Cancelleria apostolica , della Dateria Tommaso Zerola, Praxi Episcopali'?,
apostolica (F.). Sono questi dunque, ol- Vencliisi6o2.Gio. Ballista Pittoni,Co/-
tre altri descritti a'Ioro articoli, gli or- Icctio prò Épiscopos et Ahbates, Vene-
gani pe* quali i vescovi trattano i loro liis 1712: Co usti tulio ne s et Decisiones
invocano le grazie della iS'e<^e a-
artari e ad Épiscopos, Venetiis 1 744- ^t-' ^'*"
poslolica[F,y sempre benignamente in- tiquis et majoribus Épiscoporuni cau-
dulgenlissi«na, e disposta a diffonderle. sis, Leodii 1678. Piai mondo Corio, Proni-
Determinò s. Sisto 1 Papa dal i32, che ptuariwn Episcoporutn,^ìài\\o\im\ 668, i

nino vescovo chiamalo a Roma e ritorna- 1732. Michele Maurice Ferro, De prae-
lo nel suo vescovato , vi fosse ricevuto cedentiis et praelationihus Ecclesiasti-
senza presentare al popolo le lettere a- cis,Lu"duni i635. Marc'Aotonio Gè-
posloliche formate (/^.), colle quali si- novese, Praxis Archiepiscopalis Curiae
gnificavansi e l'unità della fede, e il mu- Neapolitanac, Manuale Pastoruni, Ro-
tuo amore capo e le membra della
fra il mae i6o4- Bartolomeo Gavauli, Della
Chiesa. Riconosco sproporzionata affat- Fisita Episcopale , Venezia 1626: Ew
to alla mia tenuità 1' ampiezza, gravità chiridìon sea Manuale Episcoporum,
e delicatezza del presente argomento, a Venetiis i632, 1769: Della maniera di
cui interamente si compenetrano, non ceUbrare il Sinodo diocesano, Venezia
solameoleì citali o ricordali articoli, ma iG32, Parigi 1639; Episcopus inslilulus,
,

VES VES 1^
Venellis 1760. A. C\ìùv\a%,De vocandis oftlmo ricordo l'altro zelantissimo pre-
ad Episcopatum, Romae 1
697. Iato di Milano, s. Au)biogio, De Saccr,
dign. cap. 6: Quid alind interpretatili*
§ I. Del nome e de' tìtoli^ della ualiira Episcopus, nisi super in-^peclor, maxi-
e della dignità del k'cscovo d' ogni me cuni solio in Ecclesia edìtiore resi'
rito. deat, et ita cunctos respiciat,ut cunctO'
rum oculi in ipsum respiciant. In qua*
Il nome
Vescovo deriva dal greco
di sto senso, Eusebio nella vita di Costan-
Epìscopos, e dai Ialino Episccpus^ che tino I Magno, lib. r, cap. 37 , nominò
significa un uomo clie invigila che ha , quel zelantissimo e benemerito imperato-
l'ispezione e l'intendenza su qualche co- re, comwiMwem tr/^z5 Episcopum y cioè
sa: la sua dignità si disse Vescoi'ato, co- soprintendente universale del mondo. II

si il leriitorio in cui esercita la sua giuris- nome di vescovo indica pure 1* udicio di
dizione vescovale, che venne anche adot- visitatore, e di vegliare più luoghi. In pe-
talo percognome, ed anche 1' abitazione cidiarmodo fu sempredettoPrt.5/orc, l'o-
del vescovo Episeopium. Osserva il
, rigine del cui vocabolo trovasi nel Van-
marchese MalFei Verona illustrata, l. , gelo, neWEpist. di s. Pietro, ed in quelle
2, p. 353, la necessità dell' istruzione e scritte da s. Paolo aTimoteo. Viene an-
delle ordinazioni sottopose ogni cristiano che detto Summus Sacerdos, a dilleren-
a un pastore ( mi pare inesatta l'espres- la degli altri sacerdoti semplici; e nel-
sione, non det ivarono i vescovi dalla ne- l'ingresso delle chiese di sua giurisdizio-
cessità, ma bensì dalla divina istituzio- ne gli si canta l'antifona: Ecce
Sacer-
ne ). A questi , siccome la fede nacque dos Magnus. chiama Ponti/ex, nome
Si
prima in Oriente (anzi Gerusalemme ne derivalo da* gentili quali lo davano al i

fu la culla), il greco nome fu dato di Ve- principale ministro delle cose sagre. E
scoi'i. E già, come notai, s. Pietro chia- detto Praesul, perchè ne'concilii sedeva
mò Pastore e Vescovo delle anime il sopra degli altri, anzi vi presiedeva an-
Salvatore slesso; e Paolo ripetutamen- s. cora. Si denomina Antistes, perchè sta
te disse Vescovi quelli che governavano ovanti agli Finalmente ///er«rc/m,
altri.
i Fedeli, e li pascevano colla dottrina. La dalla parola greca esprimente principe
voce viene a significare ispettore e cura- sagro. Avverte inoltre il Magri, che alcu-
tore diligente, e se ne valsero gli antichi ne volte il nome di vescovo significa uà
greci per alcuni uHìzi civili: ne' digesti semplice sacerdote soprastante alla cura
COSI son chiamali coloro, che nelle città del popolo, com e si raccoglie dalle parole
avevano l'ispezione del pane e delle gra- di s. Paolo, i\t\V Epist, I a' filippensi :

sce ( tale magistrato tra' gentili era det- Omnibus Sanctis^ qui Pìiilippi snntcnni
to Irenarcìia in significato di
Episcopus: Episcopis^et Diaconibus. Sicché in tale
ottima etimologia per animare vescovi i senso era nome dufìizio e non di digiti-
ad esser larghi dispensatori delle facoltà la, come più chiaramente si espresse nel-
loro a'poveri di Cristo, il cui palrin)onio VEpist. a Tito: Re li qui te in Creta, ut
posseggono come dispensatori del vitto ). constitiias Praesbyteros per civitafes,si
Il Magri, Notizia de' vocaboli ecclesia- qiiis est sine crimine. E poi assegnando
stici, in quello di Episcopus^ la definisce le condizioni necessarie in tali sacerdoti
parola greca, che significa osservatore o soggiunge: Oportet enim Episcopum si-
ispettore , che s. Agostino, De Civitale ne crimine esse. Nel vocabolo Protomf-
Dei^ììh. 9, cap. F9, spiegò con parole de- stes, il Magri lo spiega: primo sacerdote,
gne d'esser scritte ne'cuori de'pastori ec- essendo stato cos'i chiamato il vescovocapo
clesiastici. A questi non lascia dare uà de'sacerdoti eoo voce greca, che significa
-

a4o VE S
capo (Jelle cose sagre. Il Magri pure di- il Mflgri, che snticnrnente i ve'«covi «01*-

cliiara, che ne* primi secoli Vescovessa gelti immediataiuenle alla Sede aposio-
(F.jojE/j/^co^^ si disse quella cli'era stala lica erano LXXIl, ad esempio del nume-
moglie divenuto vescovo. Nel
di cìii era ro de'Discepoli del Signore), come costu-
•vocabolo ArcJùepiscopus^ il Magri dice mano i greci , chiamando arcivescovo
essere r/^rciVe5coi'o(^.) capo de'vescovi, quello che non è soggetto al metropoli-
che avea cura della provincia ecclesiasti- tano, ma solamei»te al Patriarca. Non
ca, e perciò chiamalo anche Uletropolì- tulli gli arcivescovi si ponno dire me-
tano (/^.) dall'abitare la citlà tnalrice
, tropolitani, come quelli che ho riferito
della medesima come notai ne! § II di , fia parentesi, e gli arcivescovi in parti
Vescovato questa voce significa anche
: bus, poiché i vescovi titolari che pollano
il Primate (^.), che sovrasta tuelro- i il nomede'vescovati di loro antiche pro-
polilani e diverse provincie ecclesiasti- vincie ecclesiastiche , non si ponno dire
che. Il vescovato, secondo Nardi, non è loro sufTragnnei. Il vescovo Sarnelli, Lfi^
già il colmo del Paslorato, come il col- lere ecclesiastiche, \. 2, Iclt. 3.*, fa osser-
mo del Sacerdozio, ma è il Prtstorato vare, che fino circa alloco propriamen-
stesso, il cui colmo risiede nel Papa, e ìjì te non vi fu la distinzione di vescovi e
un cerio senso Pastorale cnlmcn è Vav- arcivescovi, ma comprendevansi sot-
tulli

civescovalo nella sua provincia , ma è to il nome di Vescovi, ancorché vi fosse-


sempre il Pastoralo indivisibile nell'Epi- ro allora i metropolitani e primati; così
scopato. Si dieM titolo d* arcivescovo ad ne'lempi susseguenti egli tenne lo slesso

alcuni vescovi, non perchè avessero Stif- metodo nel registrare il numero de' ve-
fraganei sotto di loro, ma perchè nel se* scovi intervenuti a*concilii generali, rac-
dere precedevano i vescovi, e ciò era pri- chiudendo sotto il titolo di vescovo,! pa-
vilegio d'alcune chiese (anticamente i ve- triarchi e gii arcivescovi, i quali non pon-
scovi di chiese insigni furono chiamali no né debbono sdegnare tal titolo quan-
arcivescovi. Di chiese arcivescovili senza do il Papa medesimo si stima onorato
suffraga nei ora pure ve ne sono, come con chiamarsi vescovo (nelle bolle s'in-

Amalfi^ Cosenza^ Ferrara^ Gaeta, Leo- titola -N. Episcopiisj e si sottoscrive •>Jf

poli di rito armeno, Lucca , Rossano , Ego N.CalholicacEcclesiae Episcopus),


Scopia Spoleto, Udine, ec: vi sono al-
y e s. Pietro pensò di far onore a Cristo,
tri arcivescovati che parimenti non hnn- Pontefice eterno, quando l'appellò, come
no sufTraganei, ma sono a loro uniti dei ho già Ae{{o, Pastorelli et Episcopuni a-
"vescovati,come a Brìndisi O'itunij a ,
niniarum,\\Si\\'ì\e\\'\ registrò i 000 vescovi
Camerino Treja; a Cliieti Fasto; a
, , intervenuti al concilio di Laterano Jl
Lanciano ,0 rton a j Manfredonia, Vie- in nel 39 presieduto da Innocenzo II ;
f •
,

sti ec. Catania fu di recente dal Papa Pio e 5ooin quello di Lione //nel 1274.,
IX elevala ad arcivescovato, ignoro se presieduto da (Gregorio X; che furono
con sulFraganei ; certo al suo i.° arcive- i due sinodi ecumenici più numerosi di
scovo mg.' Felice l\egnaDod'Andria, fat- vescovi. Quanto al Lionese, nota Novaes,
to vescovo nel i83q, concesse il pal- ed io descrissi a suo luogo, v' interven-
lio nel concistoro de' cìG settembre 1859. nero! 5 cardinali, 2 patriarchi, 5oo vesco-
I vescovati esenti siccome immediata- vi, yo arcivescovi, e più di 1000 altri pre-

roenle soggetti alias. Sede, li registiai nel lati, onde è tenuto questo il più numero-
fine dell'articolo Roma, ma poi cessarono so di tutti gli alili concilii generali. Nel
Leon ed Cinedo, pel notato nel
d'esserlo t. 5, leti. 20: Della insita Pastorale, il

\ol.LXVIII, p. 200, per cui ora sem- Sarnelli parlando dell' obbligo che ne
brano 00, comprese le sedi unite e dice
1 \ ha il vescovo, dice che lo slesso no-
1

VES VES (i\i

me Vescovo^ significa speculatore,


di za, la quale almeno sino dall' VI II seco-
visitatore ; e che il vescovo de' Leviti lo preslavasi già alla Chiesa romana da*
era colui, che dal sommo sacerdote era vescovi, varie clausole, che a lei dichia-
posto per indagatore degli altrui anda- ravanli più stretti e uniti. Quindi ancora
menti. Gli ateniesi cliiamavano Vescovi a poco a poco s'introdusse l'uso che i ve-
coloro, che inviavano nelle città sog- scovi chiamassero Vescovi per la gra-
si

gette per osservare il costume de'cittadi- zia di Dio e della Sede apostolica. Ma
ni di quelle. Di questa voce si servi Ci- non mancano antichi e precedenti esem-
cerone, lib. 7, Epist. ad AcL : Fiilt enini pi dell' uso di tale intitolazione. Amalo
PompejUS me esse, quem tota haec Cam- del 1093 vescovo di Nosco, nel suo te-
pania Maritima ora haheat Episco-
et stamento s'intitolò: Ego Anialus Apo-
pum, ad quem deleclus^ et negotii sum- stolicae Sedis grntia Episcopus. Ansel-
marejeratur. Ed egli stesso chiama Pha- mo vescovo di Foligno e di Nocera nel
selum Episcopium, la nave esploratoria. I 174, si chiamò in una carta di dona-
ProtO' Vescovo o Proto-Episcopo si suo- zione: Dei gratia, non meis mentis Fui"
le dire il ." vescovo d'una Diocesi, quel-
I ginatis et Nucerinae Ecclesiae ex con-
lo cioè che fu ih.*' a governarla; altret- cessione D. Papaeet tolius Romanae Ec-
tanto si usa dìveProio- Arcivescovo ePro- clesiae consensu ibidem toto tempore,
to-Patrìarca^ ili.° arcivescovo e i.* pa- vitae meae ordinatus. ÌNellai.' metà del
triarca rispettivamente d' un Arcivesco- secolo XIV tale forraola era divenuta
vato e d'un Patriarcato. Quando alcuni quasi comune. Il Sarnelli, Lett. eccl., t.

metropoliti si appropriarono nome di il g, lett. 4' ' L>a che tempo^ e perchè ì ve-
patriarca in Italia, e della gerarchia di scovi aggiungono a' loro nomi: Per gra-
essi nella regione, riparlai nel volume zia di Dio e della s. Sede apostolica Ve-
LXXXII, p. 1 5, e nel § II di Vescova- scovo di N. Egli crede avere ciò usalo
to. — Passando a dire de' titoli che assu- alcuni vescovi del secolo XI, e poi esser-
mono i vescovi, e di quelli loro dati nel- si costumato da tutti universalmente nel
l'antichità, cioè dalla Chiesa e da' fedeli XIV , e ne adduce per prova che negli
d'ogni tempo, con significazioni dichia- statuti dell'ordine cistcrciense istituitone!
rate nell'opere de' ss. Padri, il Zaccaria, 1098 è il decreto: Illis autem , qaibus
Anti-Febhronio, l. 2, cap. 4> o-^Q» Del- per Apostolicae Sedis gratiam, seu per
V autorità del Romano Pontefice sui ve- electionem concordeni canonicorum ali-
scovi intorno alla loro conferma, dice cuj'us vacantìs Ecclesiae fuerit provi-
quanto a'primi. I fiequenti gravissimi sci- sum, velprovìdcbiturinfuturum, de E'
smi, che dal secolo XI sino a buona par- piscopatus officio est. Sicché quelli qua- i

te del XV travagliarono la Chiesa, e le li erano eletti per unanime consenso de*

fìerissime dissensioni tra il Sacerdozio e canonici, non s'intitolavano Dei et Apo-


l'Impero, onde nacquero e sifomentare- stolicae Sedis gratia, ma solo i vescovi
no questi scismi ne'tempi d'Enrico IV e la cui elezione controversa, e dedotta al-
disuo figlio Enrico V, e di Federico I e l'esame della s. Sede, pel suo giudizio o
di suo nipote Federico II, pel bene della dispensa fossero stati confermati nel ve-
Chiesa determinò i Papi a procurare di scovato. Infatti lo stesso Roberto Guiscar-
positivamente assicurarsi che i vescovi do, s'intitolava nel 1080: Ego Robertus
fossero eletti nell'unità della Chiesa, e che Dei gratia, et s. Petri, Apuliae, Cala-
le loro elezioni andassero esenti dalla tan- brine et Sicilìae Dux, perchè egli ne a-
to universale infezione del la i5'/wo/2i/3(/^.). vea ricevuto l'investitura dalla s.vSede su-
Questa ragione obbligò i Papi anche ad prema signora di que'dominii (trovo ;iel
aggiungere all'aulica forinola d'ubbidieo* t. 2, leti. 33, che visono diplomi dell 177
VOL. xcv. 16
242 VE S V l' S
e dell 187 deirarcivescovodi Napoli Ser- bllcale (}à vescovi, fu aggiunto al nome
gio, colle parole Dei gratta Ncapoliia- del vescovo concedente, Dei et Apostoli-
lìus ArchiepiscopuSf impronlate nei si- eoe Sedis gratia ^hu/as s. EccUsiae Epi-
i^illo piombo, e nel rovescio coirefTigie
di scopus. Lo stesso Sarnelli, Memorie de-
del prelato sedeole con io roano il pasto- gli Arcivescovi di Benevento y riporta la

rale. Il Verona, poi cardinal


vescovo di formola di quell'aicirliacono quando era
Adelardo Cattaneo del 1188 s' intitola- eletto dfil capitolo, ed è del 1288 Ego :

va Adtlardus sola Divina gratia S. R.


: Petrus de Dolio Divina provi denlia De-
^

E. Cardinalis, Veronae humilis Episco' ìievcnlanus A rclddiaconus consensi et


pus). Dice il Tomassini, cosi neh 25 1 si Tìie subscripsi. Nelle forraole dell' indul-
appellò r arcivescovo latino di ^icosia genze, che si pubblicano innanzi o dopo
nell'isola di Cipro; e l'arcivescovo di Ra- leDcuedizioiiidelSommo Pontefice {F.)y
venna nel I 3 i o, I 3 1 4 e I 3 I 7; forse per- che riportai nel voi. Vili, p. 237, sono
chè ciano vescovi o per sentenza o
essi le parole JY. divina providentia Papa,
per dispensa del Papa. 11 dire, che ciò Ijioltie in diversi alti pontifìcii, come di
Icicevasi per delegazione pontificia che nllocuzioni al sagro collegio de* cardina-
accresceva le loro facoltà, non pare, per» li, e di encicliche a' patriarchi, primati,
thè non sarebbe stato ubbidito dagli e- arcivescovi e vescovi, aliosque locorunt,
senti, senza l'aggiunta, Delegata'! apo- Ordinarios ^
gratiani et communìoncm
stolivas. Quando poi Giovanni XX 11 nel cani Apostolica Sede hahentes^ si suole
i322 si riservò la collazione de' vescova- premettere il Domini
titolo: Sanctissiini
ti nelie Provincie d' A qui leia, Milano, Ua- Nostri Pii divina Providentia Papae IX^
venna, Genova , Pisa (altri aggiungono, Epistola enciclica^ ec; Allocutio hahi'
^apoli) ec, per grinnutnerabdi inconve- ta in Consislorìo secreto^ vel puhlicumy
nienti, dissensioni e tunìulli che nasce- die 10 juniiiS5g. Usavano l'intitolazio-
vano nell'eiezioni; e Clemente VI si ri- ne, Dei providentia^ il Primicerio (/^.),
servò nel 1342 anche quelli della Sicilia il Secondicerio (P\), l'Arcario o Tesorie-
di qua e di là dal comin- Faro, allora re (E.) della s. Sede; ed Giudici (V.)(}a- i

ciarono lutti perchè promossi dal Pa-


,
tivi medesima s' intitolavano, Do-
della
pa, ad intitolarsi: Dei et Jpostolicae Se- mini gratia e Gratia Dei. Anzi il pri-
j

disgrada Epìscopi gloriandosi essere ^


micerio lo trovo nel qoo intitolarsi: Pri-
come tutti raggi provenienti dal sole, niicerii Sedis Apostolicae.
s. li Prefetto
benché che prima facevansi da*
l'elezioni di Eo.'na(P.), anch'egli usava il Dei gra-
capitoli erano anche o per tacita opere- fia. Ed il Senatore di Roma(r.) poneva
spressa autorità della Sede Romana, la nelle sue monete: Deipìetate. Lesgo nella
quale pure le annullava. Dichiara qnindi Dissert. 46 del Muratori: De* Magistra-
il Sarnelli, che avendo osservalo diplo- i ti una cai la
delle città libere d* Italia j

mi de'predecessori suoi nel vescovato di di Lucca del i234, in cui è scritto: Lu-
Bisceglia , prima dell' accennata riserva cani Dei gratia majores consules. Inol-
s'intitolavano solamente, iV^. Dei gratia tre la fornuila Dei gratia o Per la gra- ^

EpiscopuSj- e poscia, N. Dei et /Sposto- zia di DiOf l'usarono e l'usano Re (V.) i

licae Sedis gratia Episcopusj come nel e altri Sovrani {V-), e se ne intitolarono
ì3S2, Er. Johannes Dciet Ajiostolicae ancora i dogi di l^enezia {V.). L'usaro-
Sedis gratia Episcopus f igilien. e coCi y no eziandio altri principi, il che notai a
lutti i successori. ceremonia- Dopo che il suo luogo. Il Tafuri scrisse, Dell' origi'
lede'vescovi fa riconosciuto da Clemen- ne, sito e antichità della città di Nardc),
te Vili deli5()2, e da Innocenzo X nel ed ilp. Calogeri lo pubblicò nel 1. i del- 1

1 65 1 ) uella formola dell'ìadulgcnz^ pub- la sua Raccolta. Leggo a p. 102 lo spe-


V E S ^
V E S 243
cioso titolo (li Dei gratin usalo anche da* et AposloUcae Sedis gratia Episcopus
conti sovrani indipen(Jenti,cioè da GolTre- Bcrgomensis. NN. per la grazia di Dio
do nel o63 divenuto conte di INardò, con
I e della s. Sede apostolica arcivescovo di
dominio assoluto e indipendente, adope- Firenze , dt-lla Santità di N. S. Papa
randolo ne'snoi diplomi: £i,'0 Goffridus Gregorio XVI prelato domestico ^ ve-
Dei gratia iiiclfiics Comes Dominalorcì- scovo assistente al soglio pontificio^ e
vilatis Neritoni: Ego Goffridus Oninipo- principe del s. Romano Impero (ad on-
tentisD fi fervente (sic) rlementia inclytus ta che questo restò sciolto nel 1806)*
Comes Doniitialor civicalis Neritoni: Ego NN. per la grazia di Dio e della s. Se-
Goffridus Dei gratin inclytiiò- Comes et de Apostolicti-f della s. Metropolitana
Donùnalor civitalis Neritoni^ una cum di Ravenna arcivescovo e principe, ed
Siclielgaila Comitissa uxore mea. Co- assistente al soglio pontificio. NN. Dei
inunen.ente appese con Ilio di seta a'suoi et Apostolicae Sedis gratia Episcopus
diplomi per Sigillo^ vi sono teche o sca- Assisiensisy eidemques. Sedis immediate
tole di l'ante piene di cera rossa, in cui è subjeclus (quesl' ultime paiole 1' usano
scolpila rcfiìgie del conte con corona in lutti vescovi esenti e immediatamente
i

lesta e sceltio in mano, vestilo di manto soggetti alla s. Sede; altri vi aggiungono
alia reale, con (paeste parole in giro: Gof- ramministrazione di altro vescovato, al-

fridus Dei gratta inclytus Comes. Ma- tri se sono abbati perpetui d'abbazie, al-

rino Frezza, De Subfeudi ^\\b.i ^{lyi. De tri il dottorato, se legati nati della s. Se-
antiquo stata Regni n. 69, parlando del
^ de, se hanno cariche regie e decorazioni
titolo Dei gratia, del quale si servirono equestri).Eranci^cus S. R. E. Presby-
ue'loi'o diplomi normanni, scrive: Coni-
i ter Cardinalis Tiberj, Dei et Apostoli-
plures de gente Nortmannica ideo Dei cae Sedis gratia Episcopus Aesinus^ no-
gratia Duces, aut Comi les alia uj'us op- Reatinus etc. NN. Dei et
bilis palritius

pidi appellabanlur, quia neminent in Apostolicae Sedis gratia, Lunen^Sar-


Dominum,autsuperiorem tenebant. Pai- zanensis et Brugnatensis Episcopus et
sis ah co graecis in Calabria et Apulia Comes^eideninue s. Sedis immediate sub-
exislentibus,Dei adjutorio ìpsi Eictores jectus. Nos Don Bernardo Erances Ca-
extiterunt. Ed in fatti il Reinkingk nel ballerò, por la grada de Dios y de la
suo Uatlalo De Regimine saeculari rac- Santa Sede Apostolica, Arzobispo de
conta come un conte francese avendo Zaragosa etc. Saverio Santo Raffaele
fallo pone il titolo Dei gratia '\xìd\cixm Casanelli d'Istria, per la divina mise-
diplomi, tu dal re Carlo VII fallo puni- ricordia e per l'autorità della s. Sede
re qual reo di lesa maestà. Gli abbati re- Apostolica vescovo d'A/accio^ protono-
golari esenti e quelli nullius dioecesis u- tario apostolico , prelato domestico del-
sarono ed useranno la formola: Dei et A- la Santità diN. S. Papa Gregorio XEI
postolicae Sedis gratia Abbas NN. , co- (il quale poi lo fece assistente al soglio,oa-
me pur notai Vescovato. I
nel § Vili di de d'ambedue e con quest'ulti rao uè porta
vescovi l'usano nelle Pastorali (V.)^ O- i titoli ; ma ora lo è del regnante Pio IX,

melie f/^'.j, editti, diplomi e altri atti. Al- dappoiché sebbene la prelatura domesti-
trettanto praticano i Vescovi in partibus ca e l'assistentato sono a vita, nondimeno
ne' loro atti. De* vescovi di giurisdizione i vescovi che nesono insigniti si dichiarano
eccone alcuni recenti esempi, che ricavo tali Papa prò tempore). NeliySS per
del
dalla mia collezione di Pastorali^ con ag- le vertenze fra Papa Pio Vi e Ferdinan-
giunte di titoli d'onore e dì già esercitata do IV re delle due Sicilie, il cappellano
signoria temporale , e di Vescovi assi' maggiore di questi d. Stefano Ortiz Cor-
s Lenii al soglio pontificio (E,). iViT. Dei tes cassiue^ìe napoletano e veìrcovo di Ma-
244 V E s VES
tuia acerbamente limproverato dal
, fu sente il surriferito asserto di Sarnelli), sed
Papa, non solariìente per agire in favore non constauler,siquidem consequenlibus
della podestà laica contro i diritti della temporibus reperiuntur apud Labbè E-
Chiesa, ma per avere tralasciato 1' ordi- piscopi Cypriis, qui non eàm sed alluni
naria formola colla quale i vescovi co- inlitulationeni adhibuerint, nempe, Di-
minciano i loro atti, di Vescovi per la vina Miseraùone Episcopus. Ab Episco-
grazia di Dio e
Sede, ed invece
della s. pis Cypriis derivatus est talis usus in Ita»
adottato quella di Inescavo per la grazia liam ad archiepiscopum Ravennalem,
del Re, degna veramente d'un vescovo in- deinde ad episcopos aliquot Galliae, et
glese scismatico; come vergognandosi del- tandem ad archiepiscopum Saliburgen-
l'antica formola, poco dopo vescovi del- i Sem in Germania. Hodie passim usurpa-
la Francia rivoluzionaria, aveano preso tur ob omnibus fere episcopis, ita ut ea
il titolo di Feseovi costituzionali, per a- intitulationeutantur,ex testimonio end.
ver giurato la Costiiuzione civile del cle- Petra, etiam Eleclores Coloniensis, Mo-
ro decretata dalla turbolenta assem- guntinus , Trevirensis. Dixi fere ornnes
blea nazionale, del lutto opposta all' u- nam aiìfìrmat laudatus card. Petra non
nità cattolica e alia nostra s. Religione. teneri ea uti aliquos episcopos, quorum
J discorsi titoli ponno usarli anche i ve- an'ecessores ea numquam usi sunt scien-
scovi eletti. Il Sarnelli nel
2,p. g5, ci l. te actolerante Sede Apostolica, quale sunt
offre la sua lettera pastoralis, pacifica, archiepiscopi Consenlinus, Capuanus, et
con questo titolo: Pompeius Sarnellius, episcopus Surrentinus (è veramente ar-
Dei et ylpostolicae Sedis gratia, electus civescovo; in fatti nella Hierarchia cecie'
Vigilìensis Episcopus, I vescovi usano e siastica, avendo l'Andreucci riprodotto
praticano ancorala formola, Vescovo per nel 1. 1 il trattato. De Episcopis Cardi'
la Divina Misericordia ^osy evo Misera' nalibus Suburbicariis f
Uovo a p. 214
tione Divina Episcopus. L'origine di es- soppresso Vepiscopus^ chiamandolo ar-
sa,secondo il Zaccaria nella Lettera al chiepiscopus). Raliones talis usus conje-
cardinal Qtarini ^ presso il p. Caloge- ctat Thomasinus fuisse a principio, ut e-
rà, risale a'secoli X e XI da'vescovi gre- piscopi ostenderent se speciali modo par-
ci e latini, da'quali questa lodevole for- liciparede potestate Sedis Aposlolicae,
mola passò in uso, al dire del Papebro- atque idcirco talem usum invaluisse sub
chio nella sua risposta afr. Sebastiano initium praecipue apud archiepiscopos.
da s. 283. Siccome V u-
Paolo, art. i5, Continualio vero hodierna idcirco tit, ut
sano VI cardinali Feseovi Suhurhica-
i osteodatur depeudentia episcopi a R.o-
rii[F.)y Marius Mi seratione Divina E- mano Pontifice, quare nolenles ea inti-

piscopns TusculanuSy S. R. E. Cardi- lulalione uti insuspicionom aliquam sebi-


nalis Mattei; così l'Andreucci, De Epi- smalis veniunt apud R.omanau) Curiam,
scopis CardinalibusSuhiirhicariis quae- ac de facto, teste eodem card. Petra, fuit
stiones selectae, cap. 4, qnaeres io, scri- olim in crimen vocatus ipsius palruus e-
ve « An ejusmodi Episcopi Cardinales
: piscopus(archiepiscopus)Surrenliuus,qui
debeant uti ea intitolalione; Dei et Jpo- ejusmodi intilulationem in quodam a se
stolicae Sedis gratia. R. De hac re agit edito libro omiseral. Proplerea de stylo
cardinalis Petra ad Conslitutìoneni 3 Curiae quaedam hodie est obligalio, ut
Jnn. Ili sub fìnem , Piebuffus in Praxi episcopi hac inlitulatione ulantur; cae-
beneficiali, n. 4> Thomasinus, lib.r, cap. terumhaec obligalio est prò foro dumta-
6o, n. 9. Ex quibus habeas primosfuis- xat exteruo,ne, videlicet, lacerentur, ne-
se Episcopos Cyprios qui hac inlilulatio- dum non admittantur in Dataria lille-
ue usi fuerint de annoi 2 52 (si tenga pre- rae Ichlimooiales eorum episcoporum,qui
,

VES VES 245


eam ìnlituìalionem non praesefertint. Divina et Apostolicae Sedis gratia,
Controversia esse polest utrum episco* archiepiscopus Calaritanns. Hiacinthe
pi Cardinales, ac praesertiin Subuibica- Louis de Quelen , par la Miscricorde
liihac qualicumqiie obligalione adlii* Divine, et la grdce du Saint-Siége A-
bendi eaan intilulationem teneanlur? In postolìque, archévéque de Paris. Nos
quo communi responslum apud citalum Jean Francois Marie le Pappe de Tre-
Petra m, est zruNon teneri. z=: Pialio for- vern, par la grdce de Dieu et l'autori-
casse ea est ,
quia cum Cardinales sint té dit Saint-Siége Apostoliqne, évéque
pars potissima Sedis Apostolicae, et pars de Strasbourg. Jean Baptìste Bouvier,
corporis ipsius Papae , non est opus ut par la Misericorde Divine et la grdce
per ejusmodi intilulationem, suam a Se- du Saint-Siége Apostolique, évéque du
de Apostolica et a Pontifice dependen- Mans. Jacques Marie Antoine Celesti-
tiam testificentur. Accedit praxis ,
quae ne Du Pont, par la Misericorde Divine
ut optima legum inlerpres ostendit Car- et la grdce da Saint-Siége Apostolique
dinales Episcopos ad id nonobligari.Non archévéque d'Avignon. Ignatius Denie-
ausira Inmen improbare, si quis ex Card. ter Miseratione Divina el Apostolicae
Episcopis ea intilulalione uli volueril". Sedis gratia archiepiscopus Friburgen-
11 Magri, verbo Cardinalis^ dice che Mi' sis, Georgìus Manurrilta Miseratione

seralìoiie Divina^ l'usano pure i cardi* Divina et Apostolicae Sedis gratia epi-
naii dell'ordine de'diaconi, oltre i cardi- scopus Oleastren-Tortoliensis. Antoine
nali vescovi suburbicarii, e per privilegio Adolphe Du Puchj par la Misericorde
singolare l'arcivescovo di Cosenza, il che de Dieu et la grdce du Saint-Siége A-
assolutamente non pare pel riferito e pel postoliquc, évéque d'Alger. Louis Fran-
da riferirsi, cioè che non è propriamente cois Auguste de Rohan Chabot^ Cardi-
I il solo. Anche i vescovi orientali usarono nal prétre de la Sainte Eglise Romai-
la formola, 31isericordia Dei Episcopu^f ne, par la Misericorde Divine, archévé-
come rilevai con diversi esempi a'Iuoghi que de Besancon, duca de Rohan, prin-
loro, con essa sottoscrivendosi ne' conci- ce de Leon e te. lYos Franciscus Xa-
hi. Fesco^d Suburbicarii talvolta usa-
I vcrius. Divina Miseratione ac Sedis A-
rono l'intitolazione Dei cL Apostolicae postolicae gratia episcopus Ratisbonen-
Sedis gratia, come notai in quell'artico- sis. Noi Jacopo Monico per Divina Mi-

lo. Tuttora s'intitolano, con l'aggiunta di sericordia patriarca di Fenezia, metro-


loro cariche: Costantino per la Miseri- polita delle Provincie Fenete e dell' 1-
cordia di Dio vescovo d'Albano della S. stria,abbate commendatario ec. Aven-
/?. C. Card. Patrizi, arciprete della pa- do l'orgoglioso patriarca di Costantino-
triarcale basilica Liberiana, della San- poli assunto il titolo di vescovo Univer»
tità di N. S. Vicario generale, della Ro- sale (^^), Papa Pelagio II del 578 io
mana Curia e suo Distretto giudice or- proibì a lutti i patriarchi e arcivescovi
dinario ec. I seguenti esempi, con varian- siccome soltanto proprio del Romano
ti, di arcivescovi e vescovi li estrnggo dalla Pontefice; indi s. Gregorio I che gli suc-

suddetta mia collezionedi lettere pastorali, cesse, riprovando ancora l'alterezza del
omelie, mandement ec, de iìosU'ì giorni. patriarca d'Alessandria, che s' intitolava
Laurentius Ponti Ilo Miseratione Divi- patriarca universale, iVaWova in poi co-
na archiepiscopo Consentinus. Fincen- minciò a intitolarsi Servus Servorum
tius Andreas Grande, Miseratione Di Dei (F.), e fu imitato da'successori tut-
vina et Apostolicae Sedis gratia ardue- ti. In tale articolo dissi venir chiamato
piscopus Hydruntiniis, prima s Salenti- il Papa, Principe de' Fescovi, oUre altre
norum. Nicolaus Navonius Miseratione denominazioni, ed usar pure il titolo di
I
,

a46 VE S VE S
Vescovo della Chiesa UnivergalejenQ\ che nell'antichità furono dagli nitri di-
precedente, con altri li»oli, narrai che i stinti con titoli assai onorifici, d'elogio e
Papi talvolta si sono inlitoiali Gratin , di rispetto. Il Zaccaria nella Storia let-
Dei Ecclesine Praesul et Episcopus, U- teraria d'Italia, t. 6, p. 499» "^ riporta
Sarono i Papi la seguente forinola, rife- diversi, parlando della Gerarchia Ec-
rita dal libro Diurno, cfip. 9, nella loro clesiastica, di cui tornai a ragionare nel
consagrazione, prestando il giuramento § II di Vescovato, dicendola composta
sul corpo di s. Pietro, di amnìinistrar be- non solo di vescovi, ma de'ministri delle
ne il pontificalo: Ego^ ille, Misericordia chiese, e di tutti coloro che da essi ven-
Dei elecluSjfutiirusqiie per Dei gratiam gono colla dottrina e co'sagramenli pur-
InijUS Apostolicae Sedis Jnlistes^ libi gati, illuminati, perfezionali. L'anglicano
profileor B. Petre Jpostolorum prin- Giuseppe Bingamo, \\e\V Origini e anti-
ceps etc. Di più nel medesimo articolo chità ecclesiastiche, raccolse i titoli d'o-
Servus^ liportai che Papi si dissero an-
i nore tribolati a'vescovi, ma è piena di er-
cora Dei famuliis j die diversi vescovi rori, onde fu posta all' indice de' libri
•con aggiunte di Episcopus^ Divina gra- proibiti. Egregiamente ne scrisse il p.
tia^Vltimus^Servusontiiiuni, presero an- JVIaraachi, Originwn et antiquitatuni ,

cb'essi il titolo Servus Servorwn Dei, ed Christianarum. Furono dunque vesco- i

esempi produssi nell'articolo Vesco-


altri vi chiamati ancora Apostoli {V.) ^ fìgH
vo DELLA Chiesa universale. E Servus degli Apostoli, onde alle sedi vescovili
Z>'f'/s* intitolarono i consiglieri della Se- venne pure il nome di Cliiese e Sedi a-
de Apostolica. W nome poi di St^rvo di postoliche, di cui fece un lungo catalogo
Dio fu usato da parecchi vescovi. Ag- Giannalberlo Fabrizio nel libro, Sala-
giungo che Rotaldo dell' 8i5 s'intito- taris lux Evangeli!, oltre le fondate da-
lava, ultimus Servus Servoruni Dei s, gli Apostoli, da'qoali ebbero il titolo, che
Keronensis Ecclesìae Episcopus. In pa- rimasse a pocoa poco alla Romana come
recchi diplomi e monumenti antichi tro- suoproprio, e cos\ viene chiamata in una
vai, die molti vescovi usavano 1' Umile iscrizione di Adeodato posta già nella
{V.)i e s'intitolavano, N. huniilis Episco- basilica Ostiense nel 474- Furono pure
pus sanctae N. Ecelesiae, e col Deigra- i vescovi appellati uomini apostolici, co-
tia. Di più tali parole o l'epiteto di umi- me lo erano stati i vissuti a' tempi degli
le lo ponevano nelle loro sottoscrizioni, Apostoli. Notai altrove, che i vescovi de*
e nel ricordalo articolo ho esibito altre primi secoli venendo chiamati così,o di-
analoghe formole edificanti, indignus scepoli degli Apostoli, ciò indusse alcuno
miserabilesy pecca tores. Questa denomi- a crederli realmente stati tali, anticipan-
nazione unita a quella di umile l'ho pu- do perciò l'epoca dell'istituzioue de'loro
re riferita nel voi. LXXXVII, p. 106 vescovati. Altri titoli sonoGerarchi, Prin-
e 107. Nel Ecslarario del Galletti a p. cipi, principi del popolo, principi della
IDI, è questa sottoscrizione: -^ Theo- Chiesa f prefetti, proposti y presidenti,
dorus humilis Episcopus. Dunque in ve- guardalori, egumenìy cioè capi condottie-
ce della •»!•, le sottoscrizioni de'vescovi fu- ri. y^/i//^f/Ve>y,jormf/)o/ de'sacerdotiy Som-
rono anche precedute dal monogramma mi {F.) Sacerdoti^ nel quale articolo ri-

di Cristo, di cui riparlai all'articolo Ves- parlai de* vocaboli Vescovo e Pontefice
sillo. Trovo che la setta Episcopale An- (F.)^e^em'^\\cemei\\e Sace.rdoti[V.).V^ev
glicana d'America, ne*pretesi suoi vesco- la dignità del Sacerdozio furono appun-
vi ostenta imitare quelli della vera suc- to delti Pontefici y e Sommi Pontefici,
cessione cattolica, intitolandosi Vescovi Papi. Pare che ilromano Pontefice s. Si-
per permissione divina, — 1 vescovi an- ricio, Papa del 385pel ."così fosse i cbia-
V E S VES 247
malo, dicendosi aYaiili di lui i prede- doli. Anche il Nardi riporta le qualifiche
cessori Pontefici; ma poi nel!' Italia , oncrevoli date a' vescovi, fra le quali Do-
per lo meno, si die' al solo successore di minuset Imperator Christianorum,prO'
8. Pietro; e perchè Arnolfo II arcivesco- cedit cimi bacalo, quasi Imperator cani
vo di Milano l'avea assunto nel fine del sceptroj anche Rex; principe del clero e
X secolo, se ne lagnò Gregorio V, e tosto popolo; Throni, Throni Dei, e Chrisli
nel 997 nel concilio di Pavia gli fa vieta- Thro.'ii. Tra loro chiaraavansi Coepi-
to usculo, finche S.Gregorio VI I nel sinodo scopi, Benedictos, Beatos, Beatissimos.
romano del 1076 rigorosamente lo proi- Leggo Atti sinceri de Martiri di
negli
bì a lutti i vescovi, dichiarando il no- Ruinart che nel V secolo nella lettera
,

me di Pnpa soltanto proprio del supre- di s. Eucherio vescovo di Lione, chiama


mo Gerarca. Il Sornelli afferma, che il Domino Beatissimo Salvìo Episcopo: si

nome di Papa durò nella Chiesa comu- dava loro anche il titolo di Beatitudine.
ne a luHi i vescovi sino a s. Eulogio ve- Questo e altri titoli che vado ricordando,
scovo di Cordova dell' 85o; per cui fa divennero soltanto propri del Papa, come
tacciato d' errore Niceforo ,
per avere può vedersi negli articoli de'iVb//ziede'Zi-
scritto che Papa s. Celestino del /xi'i ,
tolic.nn cui viene onorato. Il Papa poi, co-

concedesse per privilegio il titolo di Pa- me chiama \' E[)'\icopaio P^enerabiles


«lis.si,

j^aa s. Cirillo suo legato, mentre in quel Fralres,ed un vescovo f'^enerabiiis Fra-
tempo era comune a tutti i vescovi. In ter, ed a questo ed a quello soggiunge,

fatti s. Girolamo lo die' a s. Agostino, e Salutem et Apostolicani Benedictioneni


questi lodava agli altri vescovi suoi colle- (F.). Ma se eletto e confermato, lo chia»
ghi, molti essendo gli scrittori di que'lera- ma Dilecle Fili, cooie avverte Bene-
pi che riferiscono altrettanto. Si disse- detto XIV nella sua 64.' costituzione,
ro ancora i vescovi, Padri, Padri de^ Pa- presso il t. 4 del suo Bullarium. Il Sar-
dri e giudici. Seguono i titoli di Santi, nelli in diverse lettere illustra i titoli da-
Santissimi , Beatissimi {V.), gloriosis- ti a' vescovi. Tali sono iu 6.' del t. i, Del-
simi, onorabili, amabilissinii a Dio, di- la dignità vescoK>ì'e e de suoi titoli; la
vo ti s sì mi, religiosissimi, piissimi, Dom- i.^ del t. 1 sul titolo P^enerabile (P^.); la

ni i^f^ .). Alcuna volta i vescovi furono 52.' del 4j in cui fa vedere che il ti-
t.

delti Patriarchi^ però in altro senso da tolo d^Erninentissimo l'ebbero anche ve- i

quello che nel V secolo fu dato a questo scovi nell'antichità. II concilio Arverne-
vocal)olo; e più spesso P icari di Cristo, se del 54 f) nel can. 2, parlando de' ve-
Angeli della Chiesa e Praesulcs (del , scovi, determina: Eminentissimae digni-
quale erudiiamente scrisse il can. Mi?.* tatis apicem, omnium conscendat eie-
zoi:dV\, Della Chiesa cattedrale di Napo- ctione, non paucarnni favore. Die* (pie-
li). j\^a il nome più ordinario, e confer- sto titolo s. Gregorio I a Jobino vescovo
niato dall'usOjè quello di P^escovi, esami- dell'llliria nell' Epist.ij del lib. 2; ed a
nato singolarmente dal Petavio edal Wi- lutti i vescovi d'Italia neWEpist. 28 del
lasse. Il p. Chardon, Storia de Sagra^ medesimo libro. Il concilio di Toledo del
menti, t. 3, lib.i, cap. 6, riporta i nomi 783 dice nel can. 4 e 7: Eininentissinio
co' quali furono chiauìali i vescovi, più nobis, et Deo amabili EUpando Toleta-
sovente P^^^ore(F.), perchè dee veglia- nae Sedis Archiepiscopo. La leti. 4 1
•* del
re il g'egge, e gli antichi spesso Prepo- t. 9: Da che tempo si dà a vescovi i titoli

sto (Z^-), sinonimo di Praesul e di An- cV Illustrissimo e Reverendissitno.Dà tlue


Sagrificatorc e Sacerdos,
listes, eziaridio documenli che riporta, risulta che il Re-
nome confusonegli ultimi tempi con quel- verendo (/'.) Domino, che si dava a' ve-
lo di Preòb^ler e dato a'seoiplici sucer» scovi nel 1 4^4} 0^* ^^^ ^^ * ' *^*'^ *^^**^ *^^'"*
243 VE S V E S
J)ialo nel Reverendi s sìnio (T), cioè do- Cancellieri, Lettera sopra Vorìgine delle
po che neli63o Urbano Vili die' a* car- paroLDominus e Domnus, e del titolo di
ilinali il i\io\où* Eminenza {f^-), che per- Don, p. 32, che nel 634 allorché il tito- 1

ciò lasciarouo il Reverendissimo. Quan- lo d* Illustrissimo e Reverendissimo noo


to aWIlìusirissìmo (^'.), egualmente in era più privativo pe'cardinali, fu comu-
tal circostanza passò a'vescovi. Meglio è nemenle dato a'vescovi, ed a qualunque
leggere i citati articoli. Il Sarnelli trae altro Prelato, non meno che a'canonici,
dalla Storia del concilio di Trento del introducendosi per la mutazione d'un ti-

Pallavicino ,
queste osseivazioni riferi- toloin un rango, l'alterazione del titolario
bili al i65i circa. Vari Titoli d' onore per gli altri subalterni e inferiori. Il Pa-
(^.)disuguali furono dati dalle slesse per- risi neìV Istruzioni per la Segreteria, nel
sone. Spesso il titolo di Signoria Illu- l. 3, p. 85, riporta // titolarlo pel Eesco-
strissima ^ e quello à* Eccellenza^ allora vo, e dice usare il vescovo lo stesso cere-

sì pigliavano come pari; né quello di Sc' rooniale che gli altri prelati, il quale offre
venissimo non era attribuito, se non a a p. 'j5, notandone però le differenze, noti
persone regie, come neppur quello ^*Al' che invitando di leggersi a p. 87 il cap.
tezza^ in \aùì\o Celsitudine j appellando- 4: Titolario per i Signori d'Eccellenza.
sicon tultociò que* personaggi Celsitu- Nel voi. XX, p. 79, col Parisi riportai no-
dine Illustrissima, non Serenissima. In zioni analoghe e d'istruzione pel Segre^
Germania era lo stesso Illuslrisiimo e tario, di cui il Parisi nel t. 2, p. 2 38 trat-
Magnifico ( V.). Eppure questo 2." splen- ta óeW Istruzioni speciali per segretario
dido titolo, esprimente operatore di co- dì F'escovo. Ras^wnando del Sigillo, lo feci

se grandi ed eroiche, si die' all' oste, al pure per quello de'vescovi, e di quelli che
sarto, allo scarpiuellol Conclude Sarnel- usarono bollare in piombo loro diplomi e i

li: il titolo proprio de'vescovi è quello di Lettere ecclesiastiche (F.Jf e ne dovrò ri-
Santissimo, conie nelle acclamazioni del parlare a suo luogo,dicendo degli slemmi.
Trento furono delti Sanctis-
concilio di I sigilli de'vescovi sono vari: quello del tor-
simis Episcopis vita, et fidi x ad Ecele- chio per diplomi e alti, con ostia o cera
sias suas rediius. Con tultociò, se ad o- di Spagna (la quale per sigillare le lette-

gni vescovo sta bene V Illustrissimo per re si reputa di maggiore rispetto); il mez-

l'eminente dignità, a s. Basilio Magno pa- zano, il piccolo. Dal cappello che sovra-
store di Cesarea 1' attribuì s. Gregorio sta lo Stemma (P.) pendono lateralmen-
JNazianzeno per reccellenle sua virtù. Se te da'cordoni 4 ordini di fiocchi a'palriar-
fosse vivo il Sarnelli, che direbbe sulla a- chi e arcivescovi, e 3 a'vescovi. Il Sarnel-
busiva comunanza in cui ècaduto VII- li nel t. 6 59: Perclù la
ci die* la lelt.

lustrissimo e Y Eccellenza (P^.)^ il qua- prelatura nelle lettere missive usa un


parimente degradalo, unito a
le titolo, piccolo sigillo. Lo dice ripristinamento
Reverendissima, si dà ora anche a'vesco- dell'antico costume. Ho il litolario mss.
vi? E opportuno il leggersi nel voi. LV, la per il vescovo, di cui eccone un generico
p.147. Meriterebbero titoli d'onore una i cenno: sebbene esso sia legale, pegli studi
salutare riforma di prammatica, l'ecces- e pratica fatti io argomento, in diverse
so essendo divenuto nauseante, come di- particolarità non posso essere del tulto
versi gradi, già illustri e distinti, ad onta soddisfatto. Il trattamento pel Papa, im-
dello spirito democratico che si aft'elta e peratore, e altri sovrani è nolo; dirò so-
quasidominante. Inoltrei vescovi hanno il lo che si fa la sottoscrizione: Umilissimo
lilolo di7)/o/?.y;^«or<?, nel quale articolo lo Divotissùno Ohbligatissimo Servitore
dissi comincialo dopo il i63o, per il surri- NIV. vescovo o arcivescovo o patriarca.
ferito operato da Urbano Vili. Osserva il Se è nunzio apostolico, delegato, o al-»
j

V ES VE S 249
tra carica, ciò si aggiunge. Al Papa si fini- vota mente mi rassegno; Umilissimo Di'
sce col bacio de'pietli e con implorare l'a* votissimo Obbligatissimo Servitore. Al-
posloIicaie/if'r//s/o«e; agl'imperatori cal- tri nobili e titolati: Ill.mo SigJ Prone
ili sovrani, con fare profondissimo inchi- Col.mo; con distinta stima; Dev.mo Ser-
no o riverenza. A'cardinali la sottoscri- vitore. A quelli di condizione civile: MoU
zione è come sopra, e si termina: inchi- io Ill.re Signore^ o Illustre Signore; con
nato al bacio delia s. Porpora mi rasse- piena sliaìa, o con dovuta stima resto; Ser-
gno coll'ossecjuio più profondo. Altret- Suo Aff.mo. Nelle altre
vitore di cuore o
tanto si pratica scrivendo alle sagre con- sottoscrizioni, inome fanno
vescovi al loro
giegazioni cardinalizie. A'prelati dì fioc- precedere l'augusto segno della -^ per
clielti si {Sh.\'Eccellen-aRtverendiss'unaj quanto dissi di sopra, ne* voi. XVllI, p.
si termina, con distinto rispetto mi ras- 245, LXlll, p. i5 e altrove; e tutti car- i

segno ; e si sottoscrive, D.nio ed Ohb.mo dinali la fanno egualmente precedere nel-


Servitore. Agli altri vescovi ed altri pre- la sottoscrizione delle bolle, come per la
lati: Ill.mo e R.mo Signore j con rispet- Canonizzazione , e cosi il Papa. Scrisse
toso ossequio mi rassegno; Umilissimo ed il Sarnelli nel t. 9, lett. 42: Delle sotto-

Obbligatissimo Servitore. Monsignori di scrizioni in genere, e poi di quelle de' ve-


luanlelloiie: ///.mo Signorejsouo con di- .ycot'/. Dopo aver ammonito di doversi fa-
stinta stima; Devotissimo Servitore. A* re intelligibile, dice che i vescovi debbo-
vicari generali, dignitari e canonici cat- no sottoscrivere col nome della propria
tedrali:/?. «20Signore Prone Col.mo;co\- chiesa, 4ion col cognome della famiglia,
la massima stima; Devotissimo Servito- come più volte avverti alcuni vani la
re. Alle dignità e canonici di collegiate: congregazione de' vescovi. Anticamente,
lì lotto III. re e Rev.° Signore j con vera quando nella chiesa non eravi altra emi-
stima; Devotissimo Servitore, o AJf.nio nente dignità che la patriarcale, ne'coo-
per servirla^o JJjf.mo di cuore. A'par- cilii si sottoscrivevano secondo l'anziaui-
Molto Ill.re e
rochi e rettori di chiese : là dell' ordinazione. Ne' prioai secoli la
Rev,'* Signore o Molto Rev.° Signore
, solto>crizioni ne' sinodi de' vescovi, de*
con la dovuta stima o il Signore la fe« , cardmali preti e diaconi, e de' T"^escovi
Jicili; Aff.mo come fratello. A' sempli- suburbicarii {!.), furono fatte alla rin-
ci pretiMolto Rev.°, o Rev."* Signore;
: fusa. Inoltre Sarnelli ci die' nel t. 5 la
il

il Signore la prosperi, o la benedica, o le lettera 53." : Per qual ragione i prelati


diamo la pastorale benedizione (frase da sottoscrivono colla sola prima lettera del
preferirsi con lutti i sudditi, cioè diocesa- loro nome. Risponde essere stile e uso
ni). A'generali, procuratori generali reli- probabilmente derivato dagli antichi ro-
giosi,ed inquisitori R.mo Padre SigJ : mani che usarono il prenome, colla sola
Prone CoLmojnù segno con tutto l'os- I.* lettera e poi interamente il ]Yome e
sequio; U.mo Dev.mo Servitore. kWQ^h- Cognome (^.), come il/, rullio Cicero,
badesse e superiore di religiose Molto : L. Annaeus Seneca. Usarono pure ab-
Rcv: Madre SigJ" Prona Col.maj Ella breviature nella Scrittura (F.) e nell'/-
oLei; ho il piacere di segnarmi; Aff.mo scrizioni (^.), come Cn. per Gneo, Sp.
nel Signore; Dev^ Servitore. Alle reli- per Spurio, come noi facciamo Gio. per
giose: Revj" Madre; Ella o Lei; prego il Giovanni; ed abbreviature usano i iVo-
Signore di benedirla; /^^'mo nelSignore. /«r/, succeduti agli antichi Scriniari[F.),
Alle coavevse: Figlia in Cristo; Voi; Dio Scrissero di ciò: iVI. Valerio Probo , De
vibenedica; Aff.mo nel Signore; Alla Notis Romanorum; e Pietro Diacono,
Religiosa suor N. Ai principi: Eccellen- De Notis Litteratoriun more Romano. I
za; disposto a* rispettabili comandi, di- prelati uou usano prenome, né cognome
25o V E S VES )

nelle .soltoscrizìoni, ma il solo nome,€ co- Queineville. Già in America si conosce-


M i vescovi: e siccome al nome aggiungo- va e adoperava, appellalo con più di ra-
no il titolo tleli' ufllzio o della dignità, gione Jncliiostro de quattro ladri, per le
basta che niellino la i
."
lettera del loro trofie a cui serv"i, facendo sparire alti, let-

nome, e si hanno esempi di vescovi e car- tere, sottoscrizioni di contratti!). Del rè-
dinali del I122, prima scrivendo intero sto il iion)e di Vescovo conviene parti-
i) nome. Quest'uso forse derivò dalla Ger- colarmente a'prelati che sono i capi ed i

mania, per la stravaganza de' nomi. I primi pastori d'un vescovato, avendo sot-
cardinali però continuarono a scrivere to di sé altri pastori inferiori e subordi-
il nome con 1* aggit»nta della -»*f nelle nali, come i parrochi, benché secondo s.

sottoscrizioni alle bolle, le quali non usa- Gio. Crisostomo, //o//?e/. i in Epìst. ad
rono sotto Nicolò I V del 288. La i .' bol- I PliiL, i nomi di vescovi e di sacerdoti, an-
la in cui i cardinali si sottoscrissero colla che di preti, siano stali indilferenleraen-
sola iniziale delnome, è quella del i/p9 le dati a'prelati del(.° e del 2.° ordine,
d'Eugenio IV per l'unione delle chiese ne'primi tempi della Chiesa. — Della na-
latina e greca. Ciò forse cominciò dopo- tura e della dignità del vescovo. Viso-
ché s. Raimondo nel i234 pubblicò la nò Ire sentimenti sulla natura dell'Epi-
raccolta delie Decrclali, in cui per bre* scopato, o della dignità de' vescovi. Gli
tilà pose la sola iniziale de' nomi. Con- u«ji sostengono essere un Sagra/nento
clude il Sarnelli, che i prelati dovendo (f^.)y ed un Ordine particolare distinto
far Diolle sottoscrizioni ,
per brevità ri- dal Sacerdozio^ e che lo suppone neces-
presero l'antico costume romano, segnan» sariamente. Così pensano Medina, Desa-
do nome. Il che si
lai.' sola lettera del croriini honiinuni coutinentié?, lib. i; Bel-
deve intendere in generale, e non in par- larmino, De Ordine, lib. i , cap. 5; Eslio,
ticolare. Sì può vedere anche il t. 2, letL in Quarluni,
dist. 24» ec. Il Sarnelli, t.
37.*, in cui riparla delle sottoscrizioni. 3, 46, dopo avere enumerato come
lelt.

Dice poi neWe 3Jemorie degli arck'esco- procedono le ordinazioni che fanno ve- i

vi di BenevenlOy che ne*pri(ni secoli 1 ve- scovi, osserva che per quella del vesco-
scovi nelle sottoscrizioni nominavano la vato è triplicata la materia parziale. Il

città e la provincia , e ne riporta esem- vescovo conferisce tutti i sagramenti, e


pi. Della sottoscrizione ragiona il Parisi indossa tutti gli abiti sagri degli ordini
wtVClslruzioniy t. 3, cap. 4» § ^ (quanto inferiori, perchè riunisce in sé il potere
alle sottoscrizioni, spaventa il progresso di tutti : '/ordinazione del vescovo chia-
al male annunziato dalla Civiltà Catto- masi consagrazìone f quella del prete
lica, serie 3.'^t. 6, p. ro4. Ora da qual- semplicemente ordinazione. Così il Nar-
che tempo si é iAveutato l'inchiostro ne- di. Gli altri pretendono, che il P'escova-
rissimo, che può chiamarsi antipatico, to non sia un ordine, né un sagramento,
pel contrario di quello sirupalico^ che es- sebbene confessino essere una dignità su-
sendo invisibile dopo scino, diviene vi- periore a quella de'preti perla istituzio-
sibile col calore del fuoco o all'azione chi- ne divina. E questo \\ sentimento di Ugo
mica d'un reagente. La pioprietà oppo- da s. Vittore, De Sacranient., lib. 2; di
stadunque air^/i^/y^tìtY/co consiste nel ri- s. Bonaventura, in Quartum, dist. 24,
manere per qualche tempo, ma poi sva- par. 2, art. I, quest. 3. Secondo s. Tom-
nisce tutto da sé, senza lasciare sulla car- maso , in Quartum senteut. , dist. 24,
ta la menoma traccia e senza poter esse- quaest. 3, art. 2, il vescovato non é già
re in niunamaniera ravvivato ; e ciò do- un ordine distinto dal sacerdozio , è la
po un anno, sei mesi o anche meno, se- semplice estensione del carattere sacer-
coQclo la dose Se uè la autore il d/
1 dotale ad un nuovo ullìzioj ad uu nuovo
V ES VES aoi
.potere, atì una più ampia dignità. Colo- to sia distinto dal sacerdozio, egli è non*
ro i quali sostengonoil sentimento eli s. dimeno legato necessariamente con Ini

Tommaso, fondano sulle ragioni se-


si per l'istituzione divina, come si ha dalla
guenti: I.** se il vescovato fosse un ordi- tradizione. Il vescovato è la pienezza del
ne ed un sagrnmento dislinlo dal sacer- sacerdozio, la sorgente dell'ecclesiastica
dozio, vi sarebbero più di VII ordini e podestà. Quanto dis<e s. Gregorio VII
più di VII sagramenti: 2." la diversità soll'eminente dignità del vescovo, lo ri-

degli ordini piendesi da'diversi rapporti portai nel voi. LXII, p. 218.
che hanno all'Eticaristia; ora il vescova-
to non ha altro rapporto all' Eucaristia 5 li. Della necessità rIe\'esco^>i, loro siic^
che quello del sacerdozio, giacché ve- i cessione^ e della loro superiorità sui
scovi non consagrano diversamente da' preti,
preti: 3.° se il vescovato fosse un ordine
distinto dal sacerdozio, sarebbe più gran- I vescovi sono assolutamente necessa-
de del sacerdozio; ora non vi ha nulla di ri alla Chiesa, ed essi furono stabiliti dal-

più glande del sacerdozio, giacché non l'autorità divina per essere vicari di Ge-
vi ha nulla di più grande quanto di con- sù Cristo nelle loro diocesi o vescovati,
sagrare l'adorabile Corpo di Gesù Cri- subordinati a' Successori (\'\ s. Pietro, pel
sto: 4-" se il vescovato fosse distinto dal Primato che hanno su tu!ti d'onore e di
sacerdozio, potrebbesi conferire ad un uo- giurisdizione, corae dissi in principio di
IDO che non fosse prete. Coloro i quali quest'articolo. Gesù Cristo fondatore del-
ritengono che il vescovato sia un ordine la Chiesa, dichiarò Pietro principe degli
e un sagramento distinto dal sacerdozio, Apostoli e suo Ficario in terra , e fu il

rispondono così alle ragioni de'Ioro dis- i.° vescovo e insimeil[.° Romano Pon-
senzienti. Rispondono priniamenle, che tefice, esercitando subito dopo l' Ascen-
secondo loro avviso, vi sono più di VII
il sione del Redentore la sua autorità su-
Ordini e più di VII Sagramenti (\iìì\]ì\Ko gli Apostoli e sulla Chiesa; fondò la sua
alla specie, ma non già quanto al gene- Cattedra d'Antiochia^ ove ifedeli pre-

re. E così che nell'opinione di quelli che sero il nome di Cristiani, e da dove tra-
credono che VII ordini sienoalirellanli
i sferì la sua Cattedra in Roma e la sta-

sagramenli, vi sono VII specie di sagra- bilì perpetua. Bartolomeo Gavanli scrisse
menti dell'ordine, i quali tutti insieme Episcopus institutus, sive opera ejusdem
non fanno che un sagramento dell'ordi- theologico canonica. Fi Vah. La iMennais,
ne preso genericamente. Secondamente inn.anzi la sua deplorabile aberrazione,
dicono che il vescovato si riferisce al- Tradilion sur Ulnstitution des E\éques^
l'Eucari-itia in una maniera differente dal Liege i8j4> Pa«Ì!» 1818. Avendo detto
sacerdozio, giacché ivescovi ordinano i Gesù Cristo agli Apostoli. Act. 20 e 28:
ministri che hanno soli il diritto di con- Attendi te vobis et universo gregi, in quo
sagrare. Rispondono in terzo luogo, che vos Spirilus Sanctus posuit Episcopos
il vescovato non è più grande del sacer- regere ecclesiani Z>e7, perciò gli Aposto-
dozio quanto a'poteri di consagrare, ma li stabilirono F
escovati e vescovi da per
che in effetto è più grande per altri ri- tutto per ubbidire al divino comanda-
guardi, come per rapporto al potere ili mento, onde i vescovi sono Successori
ordinare, di confermare ec. ; ciò che non (F.) degli Apostoli, per essersi l'uso per-
contiene alcuna contraddizione. R.ispoft- petuato in tutta la Chiesa, per la canoni-
dono per ultimo, che non si può confe- ca istituzione de'Romani Pontefici, a'quali
rire il vescovato ad un uomo il quale s. Pietro ha trasmesso la giurisdizione e
iiou sia prete, perché sebbene il vescova- l'autorità da lui ricevuta da Gesù Cristo
nSi VE S VES
sulla Chiesa universale. Dice il Cronzuo- srovi, per cui si è conservata e mante-
li, sopra tulli i VII ordini s'iuitalza eiui* nuta sempre, quasi di padre in figlio, la
rienlemente l'Episcopato, essendo ivesco* tradizione apostolica , è per la religione
^i legiltimi successoi i degli A postoli, quel- cattolica romana un argomento così cer-
li ne'quali è la pienezza del sacerdozio, su- to di verità, ed una prova tanto indubi-
periori in carattere , in autorità e pode- tata della sua discendenza da Cristo, che
stà a'sacerdoti. Si dicono anche i Cardi- bastar potrebbe da se per far conoscere
nali (/^.) successori degli Apostoli , ciò a chi le professa, l'errore e la novità del-
però non deve intendersi qtianto alla le varie sette da noi separate. Però di
successione dell'ordirìe sagro, ma circa la quelle del tempo suo, nel il secolo dice-
successione della giurisdizione, come am- va Tertulliano, De Pracscript., e. 32 :

piamente dichiarò Eugenio IV nella bol- M Mostrino le origini delle loro chiese,
la De CardinaUum dignitate^ ove nel § spieghino l'ordine de' loro vescovi, tal-
5 che Cardinaliufii coelus re-
asserisce , mente dal suo principio per successione
praefentat Jpatoliciim, il die osserva» condotto, che primo vescovo alcun de-
il

no gravi scrittori, e meglio ripetei altro- gli Apostoli o uomini Apostolici,


degli
ve, massime ne' due citali articoli Suc- che con essi usarono, per predecessore, o
CESSOBE e Cardinali, perchè quesli pre- per autore avesse; " come alcune ebbe-
cedono vescovi d' ogni grado. Con do-
i ro tra le chiese nostre, e la Romana sin-
cumenti sostiene il Nardi: « Come gli A- golarmente, dalle quali poi procedendo
posloli furono assistenti e ministri del di- i tempi, il lume della fede in tutte l'altre
vin Redentore nella sua vita mortale, e diffusero. Che s. Pietro venisse a Roma,
a s. Pietro assistenti e consiglieri in Ge- vi fondasse quella Chiesa, e successori suoi
rusalemme prima della loro dispersione continuali senza interruzione fosserc Pa-
pel mondo; cosi i cardinali assistono ed pi, come può vedersi nella loro Cronolo-
aiutano il Papa, successore di s. Pietro, gin (^.), è tanto manifesto, che non ci
nel regime della Chiesa universale, ed in fu mai prima degli ullimi tempi chi ne
questo senso succedono agli Apostoli. Ol- dubitasse, e per contenderlo bisogna im-
tre a ciò gli Apostoli furono vescovi e stabi- pugnare quanto nelTantiche età si ha di
lirono (dopo la loro dispersione) i loro suc- che tal verità con im-
scritto. Gli eretici
cessori per tulio l'Orbe, e così in questa prontitudine hanno preteso di voler ri-

parte, nell'Episcopato, succedono i vesco- vocare in dubbio, sono stati convinti e


vi. Meritamente dunque cardinali pre- i confusi pienamente da s. Ireneo , lib. 3,
cedono vescovi". Già notai che vescovi
i i e. 2 e 3. Dopo d'essersi fatto forle nella
furono detti Apostoli, e s. Pietro ader- Tradizione apostolica, venula per la
iiiò che Episcopatìim è lo stesso che A- successione de'vescovi, e insegnato, come
poslolatumjes. Paolo appellò Cristo, //- per non aver gli Apostoli scritto tutto,
poslolnm et Ponlijicem: greci nel Dle- i ma molto insegnato colla viva voce , i

nologio chiamano /^postoli pure i lxxii passi oscuri che si hanno scritti, debbou-
discepoli. Diversi antichi vescovi furono si dichiarar per la tradizione ,
passata e
qualilìcati discepoli di s. Pietro, come s. custodita nelle chiese successi vameute;
Materno che converti que' di Tongre.f viene a dire , che troppo lungo essendo
{F.)e morì nel 347, o ^' ^*'^'' Apostoli, il registrare le successioni delle chiese
per conformar con essi la loro dottrina; tutte, basta osservare quella della massi-
e tali furono chiamati i primi vescovi ma tra le altre, fondata in Roma da s.

delle città (ino al principio del IV se- Pietro e da Paolo, potendosi con 1' a-
s.

colo, massime nelle Gallie e nella Spa- poslolica dottrina, quivi nella sua pu-
gna. La successione continuata de' ve- rezza mantenuta e tramandata, confon-
V ES V E S ^53
deie abbastanza ognuno che travia; men- ceno, scrisse Facondo: » Viene nominato
tre i fedeli tulli d'ogni parte del mondo solennemente ne'sagrifìzi insieme cogli
a quella chiesa debbono far capo perla antecessori e successori suoi". Nel sinodo
sua principalità, e perla tradizione de- di Mopsuesla del S'io, dissero i vescovi
gli Apostoli sicuranienle conservata in es- al tesoriere di quella cbiesa. « Si reciti-
sa. Tutte queste precise parole di s. Ire- no sagri dittici che dichiarano 1' enu-
i ,

neo ho riferite, perchè si riconosca me- merazione de'Sacerdoti di santa memo-


raviglia non essere che dellaRomana Sede ria di questa città di iVlopsueste, da che
intera notizia e quasi perfetta storia sia la pura e ortodossa fede ci si predica".
rimasta; ma non avvenuto dell'al-
così è Ne'quali dillici era scritto così: Per li ve-
tre d'Italia e d'Occidente. Della maggior scovi che riposano Protogene ec, e se- ,

parte di queste in profonde tenebre si guivano semplici nomi. Durò gran tem-
i

nasconde lai/ età, né del preciso tempo po in molte chiese questo costume, e A-
in cui vennero erette e formate, né da dalberone arcivescovo di Reims interpel-
qual dell'altre prime il fondatore si spic- lato nella fine del secolo intoino a' X
casse, è d'ordinario possibile di render primi vescovi di sua chiesa, e alla serie
conto. E non solo questo, ma non aven- di essi da Falcuino, gli disse: Esser ivi ia
done parlato Eusebio , che della storia uso da immemorabil tempo, che nella so-
ecclesiastica lino a Costantino 1 è l'uni- lennità della messa, alla consagrazione del
co scrìllore, e non avendo esse per gran Corpo del Signore, in quella Comniemo-'
tempo avuto storico alcuno né mento- , razione de Defunti^ che si chiamava so-
vate essendo dagli altri, quasi tutti i ve- pra i dittici, il suddiacono legge-se con
scovi de'secoli anteriori a'documenti con- sommessa voce all'orecchio del prete tut-
servati negli archivi, fuor di que'non ti nomi ad uno ad uno de' vescovi che
i

molti che troviamo ne'concilii sottoscrit- avean tenuto quella sede. Da' dittici sa-
ti, e altri mentovati in alcuni monumen- gri mokissimi scrittori trassero la serie
ti, pare che dovessero rimanerci oscuri e de'rispeltivi vescovi e la loro successione,
ignoti. Ma volle la divina provvidenza essendo una specie di catalogo di vesco-
che da un antichissimo uso ecclesiastico vi. — I vescovi sono superiori a Predai
fosse tramandato alla posterità le notizie diritto divino, e Dio ci avea marcata sif-

de'primi vescovi della maggior parte del- fatta superiorità nell'antico Testamento
le chiese, cioè quello de' Fasti ecclesia- anche dove avea stabilito tre ordini di
stici, chiamati sagri Diuici (^'.). In essi ministri; cioè del Sommo Sacerdote^òe
memoria de'suoi pasto-
ogni chiesa fece Sacerdoti inferiori, e de* Levili^ i quali
ri,onde pregar per essi e in segno di , secondo i ss. Padri erano la figura de'
comunione e di mantener la stessa ^me vescovi, de'sacerdoti, de'diaconi della nuo-
si scriveano i non>i de'precedenti vesco- va legge. Nel nuovo Testamento, Gesù.
vi, e nel canone della messa si recitava- Cristo stabilì l'ordine degli Apostoli su-
no. Quindi è che disse s. x\gostino nella periori a'ixxii Discepoli, e quello di questi
conferenza diCartagine, Cognit.'òyn.iZo: discepoli inferiori agli Apostoli; ed è uà
M Siamo nella chiesa, dove Ceciliano am- sentimento unanime fra'Padri, che i ve-
ministrò il vescovato, e morì; recitiamo scovi sono succeduti agli Apostoli, ed i

il suo nome all'altare; comunichiamo col* preti a'discepoli istituiti da Gesù Cristo;
la sua memoria". Però Cirillo Alessan- e per conseguenza che i vescovi sono su-
drino ingannato, voleva escluso da'sagri periori a'semplici preti per V istituzione
dittici s. Gio. Crisostomo, finché sinislra- di Gesù Cristo medesimo. Inoltre i Pa-
inenle opinò di lui. Di Eustazio vescovo dri riconoscono distintamente la supe-
d'Àuliochia iuteiveouto nei coacilio Ni- riorità de'vescovi sopra i semplici preti,
254 V E S VES
fondala sulla isliliiziorie diiìna. Va te- eosdem prarpositos gubernelur. Cam hoc
nuto presenle quanloscrissi analogameù- itaque divina lege fundntuni sit eie. Sì
le nel § Il Vescovato. Dice poi s. 1-
«.li ponno consultare s. Oliato, lib. i; s. Gi-
f5imzio martire wcW Epist. agli elèsini, n. rolauH), Epist. 2 ad Ncpoùan. Epist, ,

3: In Dei stìileiLlìani concurralis^ Patris 27 ad Eustochiuni in dialogo adversus


est senfentia ut et Episcopi per terrae
^ Luciferianos ; s. Gio. Crisoslotno, Ilo'
tenni no s definiti ex Jesu Chris li siint sen • inil. i in Epist. ad Philip., Ilomd.i^ in
lentia. Di più ì\t\\' Epist.i agii smirnesi, I Timoth.; s. Agostino, De Ilaeres., cap.
appellò il vescovo Principe de sacerdoti. 53; s. Gregorio I Papa lib. 4» ^'^ P^l' ,

Già dissi che fa chia(i»aloiVo/;i/«o. nel qua- murn licg., cap. 6. Ragiona assai il Nar-
leorlicolosono nozioni analoghe; mentre di deprt'ti, dicendo che prete vuol dire

della preminenza del Fesco\>alo^\\\ \)\e- Senior, ed anche non preti furono det- i

sbiterato ne ragionai pure nel ricordalo § ti Presby ter. TiAova furono chiamali co-

lidi quell'articolo. Sacerdosè eminenle- si anche vescovi, ma non uiai preti de-
i i

menl-e il vescovo, di cui canta la Chiesa nominali P' escovi. Da Dio vengono pre- i

con antifona propria de' vescovi: Sacer- ti per l'ordinazione del vescovo, secondo-

dos et Pontifex,ct virtiiteni opifex Pa- che piace al medesimo. Egli non crede
stor Ione in popido. Dice il Sarnelli, la che preti succedano a' LX.XII discepoli,
i

Chiesa chiama s. Apollinare, Sacerdote ma che sieno solo ad norniani de'mede*


e Martire^ nell'orazione del suo ufllzio; simi, edi second'ordine edi gradoinferio-
e serba questo titolo a'vescovi, couìe lor re. Se talora il vescovo disse al prete Con-

proprio; e i sacerdoti semplici, che non preshytere Consacerdos, il prete non po-
sono vescovi, passano co'santi laici sotto il trebbe dirlo al vescovo, preti non han- l

titolo di Confessori^ ne si fa menzione del no giurisdizione, e tutti preti del mon- i

sacerdozio loro. La dilferenza ch'è tra'sa- do non poimo governare la Chiesa. Di più
cerdoli vescovi e tra 'sacerdoti inferiori, è traila il Nardi i seguenti argomenti. Può
spiegata da Epifanio, //^e/e.v. 76, do-
s. concepirsi la Chiesa senza preti, ma non
vedice: Episcoporuni orcio est adgìi^nen- senza vescovi; tutto quello che fatino, lo
dos PatreSj nani Ecclesiae Paires, idest fanno pel vescovo, e tulli sono suoi di-
Sacerdotes progìgnit. AtSacerdotwn or- scepoli, COSI i canonici, e inclusivamenle
do cimi neqiicat Patres progignere, gè- n'preli più dotti e più abili de* vescovi.
nerat tamen per lavacraruni rcgciiera- Tutti i preti sono pecorelle del vescovo,
tìonis fdios Ecclesiae. Nel lih. 6 degli nulla ponno fare senza la sua espressa o

Stremati così parla s. Cletnenle Ales-


,
molto Q^enoalla di lui pre-
tacita licenza,

sandrino: In Ecclesia gradus Episcopo- senza. Anticamente neppure potevano


runij preshyterurn et diaconoruin imita- viaggiare, o andare da'sovrani senza li-
tiones sani angelicae gloriae. Si esprime cenza del vescovo; e nemmeno fare Sa- i

s. Cipriano ne' seguenti termini, Epist. gramentali (F'Jj dovevano confessarsi


27: Doniinus nostcr, ciijus praccepla nie- dal vescovo, cui giurano ossequio e ub-
ohservare dehcnius, Episcopi ho-
tiiere et bidienza. Tutti preti anticamente si co-i

noreni et Ecclesiae siiae notioneni dispo- municavano ogni festa alla messa del ve-
nens in Evangelio loquiiur et dicit Pc» scovo; altrettanto doveano farei preti ru-
tro... Tu es Petrus, et super islam peirani rali, meno 3 solennità, e almeno due vol-

aedificabo Ecclesiani meam ... inde per te l'anno doveausi recare in citlà a osse-
temporuni et successionum vìces Epìsco- quiare il vescovo, e talora olh'irgli qual-
porum ordinatio et Ecclesiae ratio de- che dono: due volle settimana erano la

currit ut Ecclesia super Episcopos con- obbligali celebrare messa a vantaggio la

stilualur^ et omnis aclus Ecclesiae per spirituale del vescovo. 1 preti Missaleso
Y ES VE S 255
Epì.'^copahs^ o Missi o M'issatici, riceve- pria de' vescovi che non può ad altro
,

vano dal vescovo rordine e la f.icollà di giammai trasferirsi. Dovevano ancora i


predicare ne'vichi e nelle ed erano
ville, preli a'vescovi,ove questi il volessero, ren-
per lo più canonici , ed eziandio abbati der conto de'loro impieghi e delle azio-
regolali; autorizzali anche di visitare la ni loro, non così a'preli i vescovi. Di questi
diocesi, e scomunicavano ; facevano da era pure l'intiuìa^eiZ7/gm/^/, il dispensare
vicari dfi vescovo alla campagna, aveano le Rendile delle chiese, o provvedere che
\arieallribuzioni, facevano fuori della cit- fussero direltauienle amministrale e di-
tà da vicari vescovili, rome e più degli spensate.Ledimostrazioni d'onoranza che
odierni Ficari foranei (/^'.), vegHavano a'vesGovi solevano tiare i cristiani, sog-
sui preti e chiese rurali, non che sul po- giunge il Zaccaria, erano principalmen-
polo di campagna, a cui insegnavano e te cinque: cioè chinare il capo a ricever-
confessavano. Sostituiti a''prelali Corepi- ne la benedizione; baciar loro le mani;
scopi (^ .), dopo la loro soppressione (ve- acclamarli, e nella loro venula alle pro-
scovi iniperfetti, quando aveano il carat- prie città andar loro incontro festosa-
tere vescovile, e [)erciò non d'istiluzion« mente cantando salmi, e ancora gridan-
divina, ordinali vescovi da un sol vesco- do Ilosanna; nel parlare a' vescovi, o
vo, cioè dal proprio, il che la Chiesa ha in pregandoli d'alcuna cosa solevano in-
stìaialo frale illegali oniinazioni, tranne vocare la loro corona o chierica, e il

se per dispensa papale), per abusare del sagro capo; metter loro ne' templi cat-
loro potere, in parte gli furono delegale tedre da quelle de' preli distinte, e più
da' vescovi le loro attribuzioni. Furono altre. Tocca pure il Zaccaria delle pre-
pur detti talvolta Crediti Episcoporuni. rogative de' vescovi, per le quali gli
\\ Zaccaria nella ricordala Storia lette- uni agli altri sono superiori, con ordine
raria, discorre degli uflizi de' vescovi, su- gerarchico, come del primate di tolta la
[)eriori a quelli de'preti, rilevando cogli Chiesa (ossia il Papa, come lochiamoli
antichi monumenti, che vescovi eserci- i VI sinodo), de'patriarchi, de'primali o e-
tavano l'impiego loro senza dipendenza sarchi, ossia degli arcivescovi delle dio-
da'preti; dove questi, e molto più Chie- i cesi o provincia ecclesiastiche, degli arci-
rici d'inferior grado, senza l' assenno de' vescovi metropolitani, degli autocefali o
vescovi niente facevano, ancora nelle co- arcivescovi o vescovi a niun patriarca o
se eh' erano proprie dell'ordme loro, co- arcivescovo subordinali, di quelli in fine

me il battezzare, il consagrare,e dare l'Eu- che nelle chiese d'Africa si dicevano in-
caristia. Così ancora, se non per volere terccssores e interventores. Dirò io: an-
del vescovo, niun prete arrogavasi di pre- chiamavansi
ticaiiienle intercessori, e se
dicare e d'insegnare al popolo. Ma eran- mandati dal Papa o dal re, visitatori, ra-
vi alcune funzioni, che i vescovi voleva- re volte Commendator^ i vescovi che in
no a sé soli riservate. Tali erano la con- tempo d'alcuna sede vacante, destinati
sagrazione delle Ferginiy delle Chiese, la dal metropolitano, amministravano il ve-
benedizione delle Ctzw/;tì'/;e, il ricevimen- scovato fino all'elezione del successore al
to alla chiesa degli Eretici convertiti, la morto; ordinariamente era uno de' ve-
riconciliazionede'caduli che facessero Pe- scovi viciniori, e come dovrò riferire più
tti /f'/ictìf , e la concessione delle Lettere sotto, disponeva il clero e il popolo ad
Formate ocomnnicatorie. Inoltre i pre- un'ottima elezione. Altri dicono, ch'e-
tinon aveatio facoltà d'amministrare la rano una specie di corepiscopi, e cosi chia-
Confermazione, comechè poteva esser lo- ma ti perchè intercedebanl, erano cioè tra
ro C'jncedula. La podestà d'ordinare, os- il vescovo defunto e il suo successore, cor-

sia conferire gii Ordini sa^vi, ècosìpro- rispoodeali agli odieroi acumioistratori
256 VE S VES
temporanei, distinguendosi pnre col no- la del Padre; lo Spirito Santo non e?snr
me d'interventori. Ma non doveuno mi> che semplice creatura forcnata prima del-
schiarai nelle rendite della chiesa, e per le altre dal Padre e dal Figliuolo. Abu-

rispetto ad essa non potevano sedere sulla sando de'passi della s. Scrittura, dove si
cattedra vacante,nè fare sagre ordinazioni dice che la vita eterna sta nella cogni-
per la chiesa vedova. Ne* primi secoli essi zione di Dio e di Gesù Cristo suo Figlio,
non l'usavano, quando eravi il pro-
cioè riduceva egli tutta la religione a questa
prio PresZ>z7er/o. Il vescovo nuovo doven- cognizione speculativa, dispregiando la

dosi eleggere dopo 3 mesi, dopo un anno pratica de'coujandameoti di Dio e della
era cambialo il vescovo inlervenlore, al Chiesa, pretendendo eziandio esser per-
quale il concilio di Cartagine del 4oo vie- messa l'impudicizia, siccome naturale ne-
tò di procurarsi i suffragi, ond'essere so- Quest'empio dogmatiz-
cessità del corpo.
stituito in quella chiesa vacante. Finiva «ava verso la metà del IV secolo, e fu
la sua incombenza coli' elezione del ve- caposetta di molli discepoli che formaro-
scovo, a cuidovea trovarsi presente. Ces- no altrettante selle di eretici chiamale
sarono verso la fine dell' XI secolo. Per co' loro nomi, oltre quello d' Anomci,
incidenza mi sono alquanto allontanato Eunotnianii Trogloditi, esaconiti, eso-
dall'argomento, cui fo ritorno. I teologi menziani, eterousiani condanna-, tutti

hanno pensalo comunemente , come i ti col loro di Se-


maestro nel concilio
Padri in tulli i tempi , sulla superioiilà leucia nel Sag. In seguito non manca-
de'vescovi sui preti, e la ragione c'inse- rono allri eretici che pretesero eguaglia»
gna, che tale superiorità è necessaria pel re i preti a'vescovi, e modernamente da*
buon governo della Chiesa. Il potere di notissiu)i novatori, massime Giansenisti
ordinare, il quale non conviene che a've- (^.)i che al dire di Nardi , si mostrano
scovi per istituzione divina, prova pure zelanti difensori dell'antica morale e divo-

la loro eminente superioritàsui preti, fon- tissimi del Papa, e così lacerano quai ser-
dala su quella medesima isliluzione, co- pi occulti il seno della Chiesa. Non vo-
me si prova che i preti sono superiori a' glio per ultimo tacere di certe obbiezio-
Diaconi di diritto divino, perchè hanno ni. La s. Scrittura dà il nome di sacer-
essi in forza di quel diritto il potere di dote a' vescovi ed a' preti ,
per la somi-
consagrare e di assolvere; potere che non glianza di molti de'loro uffìzi e funzioni,
appartiene punto a'diaconi. Finalmente, il che non pregiudica alla dignità essen-

oltre i latini, anche i greci hanno sempre ziale de'vescovi. Nel dividergli antichi il

riconosciuto la superiorità de'vescovi sui Clero ne'soli ordini di preti e diaconi, o


preti, come chiaramente apparisce tanto d'un solo comprendente tutti ministri i

nel loro accordo acondannare l'eresiar- della Chiesa, non è contraddizione. Ciò
ca antiocheno Ezio o Aezio soprannonn- in rapporto all' Eucaristia , che gli uni

nato VEmpio, prima fabbro od orefice, consagrano e gli altri servono, i primi co-
quindi sofista e poi medico, il quale ab- stituendo due gradi di cui gli uni sono
bracciato l'arianesimo, a questo aggiun- superiori agli altri inferiori; perchè i pri-

se molti errori: ammetteva un'intera e- mi hanno poteri, non han-


che gli altri

guaglianza fra il Sacerdozio e l'Episco* no. Si divise il clero in un sol ordine, per
pato, quanto ne'loro rituali, i quali non distinguerlo dal popolo. Si osserva, che
ìstabiliscono solamente la superiorità de' avanti lo scisma de'corintii non eravi di-
vescovi sui preti, ma l* attribuiscono al- stinzione fra'preti ed i vescovi, governan-
tresì all'istituzione di Gesù Cristo. Inol- do egualmente la Chiesa. Ma se non e-

tre Ezio o Aezlo erroneamente diceva il ravi distinzione,quanto al nome sussi- ,

Figlio avere una natura inferiore a quel- sleva quella quanto al rango e alla di-
VES VES 257
gnità: il governo poi, communi Consilio, dico inferiori ì vescovi Cardinali io a*

non era con eguale autorità. I vescovi quanto alla dignità, non inquanto all'or-
d'Alessandria, anche prima di s. Dionigi, dine sagro; la dignità e la precedenza che
cioè fino alla metà del III secolo, erano i cardinali hanno sopra i vescovi d' ogni
ordinati da altri vescovi; però in prece- grado, è per formare essi parte del cor-
denza deir ordinazione pare die i preti po del Papa governo della Chiesa u-
nel
avessero su di loro imposto le mani, per niversale, per quanto inoltre ripetei con
esercitare intanto la giurisdizione, come Benedetto XIV, ragionando àt Fé scovi
narra Girolamo, il quale d' altronde,
s. in partibus {F.), e con altri, dicendo de*
nelle sue opere , riconosce formalmente cardinali Vescovi suburbicarii(F.)j ed
la superiorità di diritto divino che han- è relativo il riferito col iN'ardi , nel voi.

no i vescovi sui preti: paragona i vesco- LX, p. 213 , notando nel voi. LV , p.
vi a Moiè, ed i preti a'suoi ixx anziani; 188, che tutti cardinali ne'concilii sot-
i

e che i vescovi sono nella Chiesa ciò che toscrivevano prima de' vescovi. Né tac-
Aronne era nella Sinagoga, ed i preti a' qui ne'precedenti articoli, che anticamen-
di lui figli. Se il concilio di Siviglia fon- te far vescovo un cardinale, era conside-
dò il diritto de' vescovi d'ordinare i pre- rala una degradazione, e che i cardinali
ti, nuove leggi della Chiesa, inlese
sulle debbono mettere nell'intitolazioni e sot-
quelle fatte da Gesù Cristo e fondate nel toscrizioni prima il titolo di cardinale, poi
Vangelo, ossia il nuovo Testamento. quello di vescovo, se sono anche insigni-
ti di tale dignità, il concilio di Trento

§ III. De differenti gradi e specie de' ve- però vuole, che i cardinali abbiano le

scovi. Dell'elezione e dell' esame del qualità che si ricercano per fare un ve-
vescovo, sulle qualità che in lui si ri- il che
scovo, ed eletti dalle varie nazioni,
chiedono , e sua preconizzazione in raccomandò al Papa; e ciò per la subli-
Concistoro. mità della dignità cardinalizia, superio-
re pel grado a qualunque altra, essendo
I vescovi in tutto il mondo hanno la il vescovato lo stato più perfetto della
stessa dignità, sono la primaria prelatu- Chiesa. Con ragione quindi s. Bernardo
ra, dopo la quale viene quella dell'anti- li considera in uno sialo di perfezione ac-
chissimo e primario collegio prelatiziode' quisita, come quello de' vescovi. I cardi-

Prolonotari Jpostolici[F.) partecipanti nali giudicarono e giudicano le cause


della s. Sede, originati in Roma per di- de'vescovi di tutto il mondo, ed antica-
sposizione di s. Clemente I Papa del gS, mente chiamavano /rtì!/e//j i vescovi. Si
che io processo di tempo avuta preceden- ponno distinguere 5 gradi di vescovi. Il
za sui vescovi, Pio II nel 1409 loro la tol- i." è quello del Sommo Pontefice^ capo
se, e riparlai di essi nel voi. LXXI, p. 8. supremo della Chiesa, e Vicario di Ge-
Altre volte gli areica pellani nella corte di sìc Cristo j il 1.° (\wt\\o(\e PatriarchijW
Francia erano un grado cospicuo: riferi va- 3." quello de' Primati o Esarchi; il 4-"'
no al re le cause degli ecclesiastici, e pre- quello de' Metropolitani o ArcivescO'
cedevano i vescovi ed arcivescovi, e Io vi; il 5.° quello de'semplici Vescovi. Nel
attesta Muratori, Dissertazione vii. Nel- voi. LV, p. 202, feci un novero di ve-
la corte pontificia, non però Cap-
nella scovi da'Papi fatti per diverse regioni lo-
pella pontificia (f^.) , il Maggiordomo ro Vicariy commettendo ad essi le loro ve-
ed W Maestro di Camera del Papa (f^.)^ ci, e meglio ne ragionai descrivendo i ve-
che incedono a'suoi fianchi, precedono i scovati di quelli che ne furono insigniti,
patriarchi e gli altri vescovi. Oltre il det« anche col titolo e facoltà di Legato apO'
to nell'antecedente § II, in questo pure stolico {V.)^ temporaneo e personale, o
VOL. cxv. 17
258 V E S V ES
stabile ne' vescovi successori, in tal caso ischerzo erano detti vescovi villani. Ma
dicendosi legato natoj ed a molti conces- cominciarono ad invanirsi, e ad abusare
sero le Vesti de' Cardinali^ non mai le delle loro attribuzioni, e non ostante la

insegne cardinalizie. I Papi sogliono o- molteplicità di quelle furono aboliti, ad


norare i vescovi con dichiararli loro PrC' onta pure della loro potenza, numero e
lati domestici, eò Assistenti al soglio pon- qualità; laonde durò fatica ad abolir*
si

tifìcio (V.)> Molti di essi li creano cardina- li. I corepiscopi erano diversi da'Pcr/o-

li, un gran numero furono innal-


de'qaali cleutio Visitatori (V .) óeWe diocesi. Del-
zali al supremo ponlificalo,ed il più recen- la Gerarchia ecclesiastica, riparlai nel

te esempio è quello del Papa Vio //Velie § II di Vescovato, in uno a' vescovi pri-
regna. Non mancano esempi di Papi e an^ mitivi. Altri vescovi quanto all'ordine ,

tipapi,che per rinunzia o deposizione di- sagro, senza giurisdizione, ma di solo ti-
vennero Vescovi Suhurhìcarii (V.): e di tolo, sono i Patriarchi, gli Arcivescovi,
antipapi fatti vescovi, come pel i ."Lorenzo ì T^escovi in partibus {V.).Ta\vo\ia\'\ìan'
nuovamente deposto pel ritor-
di iVbrertìr, no se sono amministratori, de' quali ri-

no allo scisma; e Clemente Y III fallo ve- parlai nel citato articolo, visitatori o vi-
scovo di Majorica. Un bel numero di cari apostolicide Vescovati (V.). Eserci-
vescovi non sono suffraganei de' metro- tano almeno pontificali, gli ausiliari e
i

politani, e quali esenti sono immediata- Suffraganei (^•), specialmente Coa- i

mente soggetti alla s. Sede. Vi furono diiitori [V.) semplici o con futura suc-
nell'antichi là de'prelatì Cor epi scopi (V.) cessione, de'quali egualmente tornai a ra-
creati da'propri vescovi, e se col caratte- gionare nel rammentato articolo: talvol-
re vescovile ordinali da un solo vescovo, ta gli ausiliari o suHraganei sono digni-
i

altrimenti benedetti se preti, come pure tari della cattedrale, e perciò abilitali dal-
ricordai nel § precedente a questo; ordi- la s. Sede a ritenere la dignità se la pos-
nazioni per altro ritenute illecite. Erano sedevano nella promozione alla dignità
vicari foranei de'vescovi con grandi fa- vescovile, ovvero a riceverla poi. Avver-
coltà, onde chiamavansi ministri de've- te però il Magri, nel vocabolo Episcopus,
scovi. Di più erano tenuti in onore, e se che i coadiutori non ponno usare la moz-
col carattere vescovile , conferivano gli zetta, per essere questa insegna d'auto-
ordini sagri e facevano molte altre cose, rità, né indossare la cappa alla presen-
sempre col consenso de'vescovi, senza il za del vescovo, oè sedere sulla cattedra
quale nulla potevano, anzi lui morto nul- vescovile : i canonici non devono unirsi
la potevano fare di cose appartenenti al a loro in circolo nelle messe, perchè que-
carattere episcopale. Intervenivano a'con* sta ceremonia significa 1' unione delle
cilii Governava-
provinciali e diocesani. membra col capo (come perciò pratica-
no preti e chiese rurali, ed aveano cu-
i no cardinali col Papa), ed il vescovo
i

ra de'loro beni; nulla potevano sul clero coadiutore non è capo; quando egli però
della città, ove però talvolta vi fu qual- celebra pontificalmente, canonici devo- i

che corepiscopo.Visitavano il loro distret- no prestargli assistenza come al vescovo.


to, e nel medesimo presiedevano a' mo- 1 coadiutori nelle pubbliche strade non
nasteri d'ambì sessi, con giurisdizione
i ponno dare benedizione, se non con
la

anco sui laici. Avevano de'vicari minori, licenza del vescovo; ne possono concedere
che per loro sovrastavano a* preti , alle l'indulgenze, se non da parte dell'ordina-
chiese, accostumi de'fedeli. Ve n'erano da rio. Dice il Zaccavìa, A nti'FebbroniOypav,
per tutto, tranne nella Mareotide, paese 1, lib.i, cap. 4, parlando delle coadiulo-
dell'Ahica, all'estremità della Libia e del- rie con futura successione, se nel gius ca-
TEgillo, presso Alessandria. Talora per nonico sono riservale alla s. Sede, e non
V E S VES 2^9
essendolo per qiial diritto Papa np-
al la futura successione. Le coadiutorie so-
partengn la loro riserva: Prima di Doni- no riservate a'Papi,non per loro dispo-
facio Vili del 1294, le semplici coadiu- sizione, ma pel contenuto nel diritto ca-
torie si concedevano da*melropolitani a* nonico, onde per sola ecclesiastica costi-
loro suffraganei, e da'sinodi a* metropoli- tuzione appartiene al Papa l'assegnar-
tani, massimamente quand'erano da quel- le, quando giusta e necessaria causa Io
li e da questi richieste. Ma Bonifacio Vili richieda, cioè per diritto del suo prima-
qolla decretale inserita nel VI, le dichia- to, poiché egli solamente può dispensare
rò appartenere alle cause maggiori ri- da'concilii generali e da'decreti della s.

servate alla s. Secìe^ non ostante qualun- Sede. Della diversità de'vescovi e insie-
que consuetudine in contrario; ed inol- me de Vescovati, oltre il ragionatone in
tre stabili, che nelle chiese rimote, onde questo articolo, ne feci parole nel voi. XV,
non fossero gravate da di«pendi nel ri- p. 247, avendo rilevato, parlando de' ^e-
correre alla s. Sede, si osservassero le se- scoviinpart{huSjC\\e fra questi vescovi ti-

guenti cose. i.° Che i vescovi, o per ca- tolari sono pure compresi xNunzi apostoli-
gione della vecchiaia, o d'altra indisposi- ci presso le sovrane corti cattoliche, e tal-
zione, che li rendesse perpetuamente im- volta anco acatfoliche,edaItriprimari mi-
pediti dall'esercizio del pastorale uffizio, nistri della s. Sede^ specialmente residen-
potessero con autorità apostolica, loro in ti in Roma. — L'elezione de' vescovi sem-
questa parte concessa, eleggersi col con- pre è stata della massima importanza per
siglio e col consenso de' loro capitoli cat- la Chiesa e pe' popoli, onde la s. Sede
tedrali , o della maggior parte di essi, costantemente vi ha impiegato le sue ze-
uno o due coadiutori. 1° Che dove il ve- lanti e provvide sollecitudini. Il cardinal
scovo fosse uscito affatto di mente, né sa- De Luca, secondo l'opinione più ricevu-
pesse o non potesse esprimere, cièche vo- ta, e particolarmente della curia roma-

glia o non voglia, il capitolo, o due parti na, dice che anticamente ne'tempi della
di esso, colia medesima facoltà apostoli- primitiva Chiesa, e finche questa visse
ca in questo caso accordata, possa elegge- sotto le persecuzioni de'gentili, per cui a'
re uno o due coadiutori, che adempioo cristiani conveniva di vivere e di cele-
l'ufììzio del vescovo impedito. 3.° Che se brare gli Uffìzi fJìvini[y,) occultamen-
il vescovo, dalla vecchiaia o da incura- te, vescovi furono deputati da s. Pietro,
i

bile morbo gravato, e perpetuamente im- ovvero secondo un'altra opinione, eoa
pedito, non voglia eleggere o voler coa- l'autorità di questo, dagli Apostoli e da'
diutori , ancorché dal suo capitolo am- primi discepoli di Cristo; ovvero secondo
monito, allora deve l'istesso capitolo rap- altra diversa opinione, questi ultimi ne
presentare alla s. Sede lo stato della chie- ottennero dalla bocca di Cristo la facol-

sa e del vescovo , ed aspettare la di lei tà personale, e così successivamente da*


deliberazione. 4*° Che i detti coadiutori successori di s. Pietro nella Chiesa ro-
sieno provveduti di moderato stipendio mana e nel vicariato di Cristo ,
per la

dalle rendite della chiesa, vietando loro di giurisdizione e autorità che avea ricevu-
alienare e distrarre i beni di essa, e volen- to dal medesimo sulla Chiesa universale
do che della loro amministrazione debba (a Sorte parlai di quella che si usò nel
render conto non solo al capitolo £ al pre- principio della Chiesa per eleggere i suc-
lato, se torna in niente sana, ovvero allo cessori, poi abolita dal diritto canonico);
stesso capitolo, ed ancora al prelato suc- ovvero con l'autorità del Papa da* pa-
cessore. Da tuttociò apparisce, che Boni- triarchi. Ma avendo, in progresso di lem-
facio Vili parlò solamente delle coadiu- po,laChiesa dopo circa il 3 1 2 perCostaoli-
torie semplici, e non delle coadiutorie col- Do I, divenuto cristiano, acquistato la sua
26o V E S VES
tranquillità e il libero esercizio della re* nome di suo padre s. Gregorio vescovo
jigione, ed essendosi perciò resi i popoli di Nazianzo, a que'di Cesarea in favore
fedeli, e insieme molliplicalisi i chierici, di s. Basilio, che restò eletto in pastore
colla distribuzione de'benefizi e delle di- di quella chiesa. Di questo costume par-
gnità ecclesiastiche, si formarono due cor* lò Tertulliano, fiorilo nel II secolo, in
Quin-
pi universali del clero e del popolo. Apocalis: Praesunt probati quippe se-
di seguì, con l'autorità e concessione, o niores honorem ju slum non pretio, secl
permissione del Papa, in molte parti, e testimonio probati. Soggiunge il Magri,
forse più generalmente fu introdotto, che veramente i popoli non davano il suft'ra-

V elezione del vescovo si facesse unita- gio, ma solamente testimoniavano le vir-


niente dal clero e dal popolo (cioè Io sce« ili del candidalo, applaudivano e accla-
glieva il clero, ed il popolo vi concorre- mavano a'meriti dell'eletto, come dotta-
va col consenso), conforme le sagre sto- mente prova il cardinal Bellarmino (egli
rie insegnano nell'elezione di s. Ambro- die'pieziosi avvertimenti a Clemente Vili
gio per vescovo di Milano, di s. Nicolò circa la provvisionede' vescovati, chiaman-
per vescovo di Mira, e simili. Ma in se- dola il più importante e delicato negozio
guito, sperimentandosi che ciò cagionava della s. Sede; e l'opuscolo da lui compo-

confusione, fu ristretta l'elezione al cle- sto e intitolato {'Ammonizione ad un


ro, e anche in questo per l'istessa ragio- Vescovo^ suo nipote, dovrebbesi attenta-
ne segui dipoi l'altra restrizione al solo mente studiare e impararsi a mente da
capitolo della cattedrale, sempre però ogni nuovo vescovo), il quale dice, che
colla conferma e l'approvazione della s. quella parola vota ^ spesso replicata da-
Sede, con l* autorità della quale ne se- gli scrittori, non significa sulFragio, ma
gui l'ordinazione e la consagrazione. An- desiderio; laonde conclude , essere stata
che quest'ultimo modo, quasi da per tut- solo nel clero la podestà di eleggere il

to andò in disuso, tranne in alcune cat- vescovo, così permettendo il Vicario di


tedrali di Germania, di Svizzera, e forse Cristo, per utile maggiore delle chiese.
d'altre parli, per privilegio della s. Se- Il vescovo Sarnelli, t. 9, leti. 26, riferi-
de, a cui ne chiedono la conferma e l'ap- sce che nell'elezione de'vescovi, il popo-

provazione nelle postulazioni; altri ve- lo della chiesa vacante proponeva i suoi
scovati essendo a nomina e presentazio- desideri! intorno alle persone che doveano
ne della maggior parte de'sovrani, in vir- esser elette, e rendeva testimonianza del-
tù di privilegio pontificio, egualmente da la vita e de'coslumi di ciascuno, e final-
doversi approvare dal Papa per l'istitu- mente acconsentiva all'elezione, di che
zione canonica. Fin qui il De Luca. Di rende testimonianza s. Cipriano, vissuto
questo argomento, sulla provvisione de' nel III secolo, coW Epist.^i ad Carne-
Vescovati^ sulle elezioni de'capitoli, sul- liiimy che esibisce. Bensì , aggiunge, al-
lenomine de'sovrani, per privilegio e per cuna volta il clero e il popolo avea nel-
Concordali , nel detto articolo e preci- l'elezioni maggiore o minor parte per- ,

puamente nel § VI ne trattai. Dice il chè talvolta solo esponeva desiderii e i

Magli, nell'articolo Episcopns. J\e' pas- rendeva le testimonianze, tale allra pro-
sati secoli il vescovo era eletto, e chiesto cedeva all'elezione per acclamazione, co-
dal popolo, non già con tumultuose gri- me nel 238 per s. Fabiano Papa, di co-
da , ma davano quietamente il voto le mun consenso eletto a viva voce del po-
famiglie nobili, e le compagnie degli ar- polo. Inoltre nell'elezione de'vescovi, il

tefici, che poi si dissero Università arti- popolo costumava alzar le mani, in se-

sliche f/^.Jycorne si raccoglie óaW'Bpist. gno d'approvazione, come i vescovi con-


22 scritta da s. Gregorio INazianzeno, a sagralori impongono le mani suU' ordì-
,

VES VES 261


Danilo. Però nel IV secolo furono stabi- due vescovi fossero in una chiesa, di che
liti i diritti de' metropolitani nelle ordi- ragionai nel § IV di Vescovato. Nondi-
nazioni vescovili. Trovo che nel VI seco- meno, di ciò eravi il recente esempio di
lo decretò il concilio di Clermont del Severo vescovo di Milevi, ch'erasi eletto
535. * Quegli che desidera il vescovato, il successore (cioè avrà proceduto come
sarà ordinato per elezione de' chierici e s. Agostino, poiché lo stesso concilio avea
de'cittadini, e col consenso del metropo- anche proibito a'vescovi d'eleggersi WSiic-
litano (in diversi luoghi fu statuito dover- cessare^ e appunto perché alcuni vescovi
si T elezione col consenso de' vescovi
fare ciò facevano, Papa s. laro nel sinodo ro- I

come si ha da s. Cipriano nel-


provinciali, mano del 46^ tornò a vietarlo; e quan-
VEpist. 3 e 4 del lib. i), senza impiegare do Bonifacio II Papa nel 53 1 si elesse il

la protezione delle persone potenti, senza successore, tosto pentitosi, bruciò il decre-
usare artifizio, né obbligar persone o col to, il Papa può elegger-
per cui neppure
timore o con regali, a scrivere un decre- si il Le acclamazioni furono
successore).
to di elezione; altrimenti l'aspirante sarà in questa forma. Deo gratias: Chrislo lau-
privato della comunione della Chiesa, cui desy ripetute 23 volte. Angustino vita,
vuol governare". Già \& sagre elezioni e- replicatosi 16 volte. Te Patrem^te Epi-
rano ammorbate dalla Simonia (^F.)^ per scopuni^ si disse 8 volte. E avendo s. A-
coi Papa s. Giovanni II del 532, avea gostino ingiunto a'notari della chiesa di
ottenuto da Atalarico re d'Italia, che pu- scrivere le acclamazioni, il popolo alzan-
nisse colla regia autorità simoniaci, che i do la voce, ripetè 33 volte: Deo gratias;
le pene ecclesiastiche non bastassero a Chris to laudesj Exaudi Chris te. E i3
correggere onde il re fece scolpire in
; volte: Angustino vita. Cessati questi fa-
marmo il suo decreto, e collocare nel por- vorevoli clamori, s. Agostino richiese di
tico della basilica Vaticana. Quanto al- nuovo al popolo, che desse segno della
l'acclamazione, è interessante il narrato volontà sua circa l'elezione di Eradio, e
dal Ì5arnelli nel t. 3, lett. ^o : Delle ac- di nuovo il popolo gridò: Fiat, Fiat, iS
clamazioni usale afarsi ne U elezioni de* volte; Dignum et justum est^ 28 volte;

Pontefici e ne' concilii; nell'elezioni de- Fiat, Fiat, altre 4 volte: Olim dignus,
gV imperatori e de' re, ed anche a* let- clini meritus, 2 5 volte: Jndicio tuo gra-
terali. Quando non solo i vescovi, ma i tias agimuSf i3 volte. Finalmente : E~
sacerdoti e diaconi si eleggevano col con- xaudi Chris te, Eradiuni conserva, fa
senso del popoloj'questo colle acclamazio- replicato 18 volte. Che (vescovi antica-
ni l'elezione approvava: ne offre l'esempio mente si eleggevano cori il consenso del
di se stesso s.Agostino ncW Epist. iio. popolo, come anco i sacerdoti e diaco-
Nel 4^6 giunto egli all'età di 72 anni, ni, è l'argomento del cap. 70 della cent.
de'quali 32 ne avea passati nel vescova- 9.' delle Sluoredel p. Menochio. Anch'e-
to, e ne sopravvisse altri 4 (ed inoltre ciò gli, navvauòo coi cap. 6 degW Alti A posto-
fece per essere la sua Ippona assediata da' liei, le parole dette dal collegio apostoli-
barbari, e se egli non provvedeva così, for- co per eleggere VII Diaconi, che atten-
se non sarebbesi fatto il vescovo per mol- dessero alla cura delle cose temporali, col-
to tempo), si prese in esso a coadiutore la convocazione del popolo, fa notare
Eradio prete, e si fece l'elezione coll'assi- che questa elezione, la quale facevasi dal
stenza di due altri vescovi; acconsentendo popolo , e per molto tempo si praticò
il clero e il popolo a condizione, che Era- nella Chiesa , non era tanto per voto e
dio rimanesse semplice prete fino alla suiFragio, quanto per testimonio della vi-
morte di lui, per non disubbidire al con- ta e de'costumi, perchè comunicandosi
cilio Niceoo, che nel 325 avea vietato che questo oegozio dal clero al popolo, veni-
265 V E S VES
vaoo lì proposti per ie dignità ecclesiasti- ne , e più comunemente con alzarsi in
che, ad esser più coDosciuti, ed a riuscire piedi), e questo modo da' greci fu detto
più grati e più volontieri ricevuti per ,
manuwn extensioy che vale quanto suf-
aver il popolo in gran paite contribuito fraga tio e dare il voto per qualsivoglia
all'elezione. Nelle Costi lazi ora apostoli- elezione di ministero sagro o laicale. Ter-
chCy attribuite a s. Clemente I, si legge mina il p. Menochio col notare, aver mo-
nel lib. 8, cap. 4» che dagli Apostoli fu strato l'esperienza, che s'introdussero ia
stabilito, che dovendosi ordinare alcun queste maniere d'elezioni corruttele e a-
vescovo, quelli che dovevano fare le ordi- busi, procurando l'ambizione di uomini
nazioni, prima interrogassero i sacerdoti indegni di farsi largo e aprirsi l'ingresso
e il popolo, se il proposto era quello che agli onori con donativi al popolo e talo-
essi bramavano aver per vescovo; e che ra con manifeste violenze (precisamente o
quando avessero risposloaflermativamen- peggiojcomedeplorabilmenteora si prati?
la, s'interrogassero di nuovo se lo sti- , ca in alcuni stali nell'elezioni per le assem-
mavano degno di sì sublime uffizio, se blee o camerecostituzionali), onde si cessò
nelle cose spettanti al culto divino e alla da queste radtfnanze,ormai di veiiule stru-

religione avesse dato buon saggio, s'era menti di passioni, confusione, disordine.
osservante delia giustizia, se avea gover- Scrisse perciò Goffredo Viudociense, E-
nato bene la sua casa, e se in tutte l'a- pist.ii, In illa quitte ni aclione^
lib. 3;

zioni erasi periato lodevolmente; e che, rationej quani prò electione reputa tis,
quando il popolo, dopo una 3/ interro- lex,velut interarma sehit, vox divina
gazione, avesse ratificato e costantemen- locwn non hahuit. Totani ibi levitas vin-
te testificato il candidalo avere le riferi- dicavit, et vanitas^ ubi minima quaedam,
te qualità e perciò esser degno, si pro- et niulier publica, quae vos garruliter
movesse alla dignità episcopale. Il modo acclaniabat, plus poiuit ,
quani plebis
col quale il popolo die' il suo consenso, maturitasy et clericalis honestas potue-
non fu sempre eguale: alcuno seguiva con ril. Per questi abusi il concilio di Laodi-
\ocee acclamazioni, approvava o doman- cea fin dal 366 o 367 proibì che non si

dava la persona proposta, e qui il p. Me- facessero a questo modo l'elezioni, col
nocino riporta 1' avvenuto per Eradio. can. Non est pennittenduni^ dist. 63; cioè
Quanto praticavasi nell'elezioni de' ve- ordinò, che I elezione de'vescovi si faccia
scovi, facevasi pure nelle promozioni al di concerto col metropolitano ed i ve-
sacerdozio, il rito delle acclamazioni o scovi circonvicini, i quali devono avere
Laudi (f^.) era conforme ad altre accla- per lungo tempo provala la ieiXoi e co- i

mazioni popolari, come per qV Impera- slumi di quelli che voglionsi eleggere.
tori. Altre volte il popolo dava segno di Rimosse l'arbitrio de' secolari, inconve-
consenso e appiovazione con far plauso niente gravissimo, colle parole: turbis
colle mani; dicendo Sidonio in Concilio non esse perniittenduni eoruni, qui sunt
post Epist. g, lib. 7, che dovendo al po- in sacerdolio constituendi,eleclioneniJa-
polo il concilio© jPre-iZ>//mo (/^.) nomi- cere. Proibizione pia volte rinnovata, co-
nar un vescovo, diceva: Dignaminiy ha- me neirVIlI concilio generale dell' 86g
militateni nostrani oraiionibus potius in e nel X del 1 1 39. Lo stesso patriarca sci-
coeluniferre^ qiiani plausibiis. Espres- smatico de'greci, non da'secolari magna-
sione quindi di consenso era i' alzar la ti, ma da un sinodo viene eietto; e qui ri-
Mano (V.) in alto, il che fu dagli antichi cordo, che nel descrivere i concilii, notai

assai usato in varie occasioni (talvolta si i vescovi in essi eletti. E che Papa s. Caio
usa ancora in alcune circostanze, per e- del 283 confermò l'uso aulico dellaChie-
slei'uare approvazione o disappruvazio- sa, che niuoo potesse giungere alla digni-
V ES VES 263
là vescovile, senza a ver esercitalo per tem- mo senso scrìsse, clero, nohilibus y ordì-
po convenevole VII gradi degli ordini
i jiiyCt plebi consistentibusNeapoli. Come
sagri; mentre Urbano II dipoi nel logi ancora, clero, ordiniy et plebi consistenti
proibì che niun Laico (/^.) fosse eletto Crotonae, Panornd, Nepae, Aesi, Ter-
vescovo. Sono da vedersi Lorino, Aui racinae etc. Quest'era la formola usua-
Apostolici^ cap. 6, n. 3, e l'Hallier, De Sa- le dellacancelleria apostolica. Pare che
cris ELcctionibus et Ordinaùoìiibus. Or- inomi ordinis et plebis costituissero due
dinarono i sagri canoni espressamente,clìe come corpi e collegi della cittadinanza,
i vescovi si scegliessero tra'citladioi, vie- l'uno de'nobili, appellati poscia milites,
tando assumere alla dignità vescovile e l'altro del popolo inferiore. Colla voce
persone straniere, e che non avessero in or<^o sembra intendersi il magistrato pub-
quella chiesa lungamente servito, come blico che presso romani significava de-
i

si ha dall' Eplst. di s. Celestino I Papa curioni e senatoj per altro, col nome di
del 4^3, diretta a'vescovi della Gallia, ri- populusy sovente troiano compresi tan-
^'ì

ferita da Graziano nel suo decreto. Ma to i che la plebe. In una lettera


nobili,
anco in questo variò la disciplina, e fini di s. Gregorio I, e il concilio romano sot-
con poche volle eleggersi un cittadino, più to Nicolò I, decretarono che l'arcive-
s.

di frequente un diocesano, ovvero uno sta- scovo di Ravenna non consagrasse Epi-
lisla,e talvolta anco uno allatto straniero, scopos per Aeiniliam, nisi post electio-
Qual era il popolo e gli altri elettori, che neni ducis, clero etpopuli. Giovanni Vili
concorrevano all'elezione de* vescovi, al- Papa deirSyi scrisse, clero, ordini,^e^
meno in Italia^ lo apprendo dal Muratori, plebi Falvensis Ecclesiaej e ad Ansper-
Dissertazione i8.' Della repubblica, e to arcivescovo di Milano, d'ordinare ve-
parte pubblica^ e de'snoi ininistrij e se scovo d'Asti post electioneni cleri, et ex-
le città iV Italia avessero aiiticatnetile petionenipopuli. Si legge nell'antico Pon-
CoMJ«/2i7^.Ne'secoli barbari non pare che tificale Romano mss.. Epistola popuh\
le città d'Italia godessero il privilegio, co- et cleri ad Doninunt Apostolicuni, quae
me sotto Ptooiadominante, cioè di far petunt consce ratio ne ni electi. Si ha da
corpo, comunità o comune, ed eleggere un istrumenlo del 1020, avere Alfanus
magistrati propri. Non mancano esempi archlepiscopus scritta una lettera , c7e-
però affermativi, come nell' elezione de' ro, ordini, et plebi consistenti in Alijìs,
giudici detti scabini, che eleggevansi col Qiieste notizie ponno
insinuare, che an-
consenso di tutto il popolo, al quale ap- co ne'secoli avantieoo, eziandio il po-
il i

parteneva il rifacimento delle strade, de' polo formasse un corpo, non privo di
porti e de'ponti ec. Da'primi tempi della qualche regolamento e magistrato. Gio-
Chiesa, fino al secolo XIII (mi sembra vanni vescovo di Modena nel 998 fece
troppo protratto: in alcuni vescovati du- una donazione al monastero di s. Pietro
rava il costume nel XII secolo), anche da lui donato, cuni consensu et notìtia
il popolo concorreva col clero all'elezio- omnium ejusdem s.Mutinensis Ecclesiae
ni de'vescoyi, ed abbondano le memorie canonicorum, ejusdemque civitatis mi-
comprovanti quella essere stata l'elezio- lituni ac populorum. Quest'intervento e
ne canonica del vescovo, che eoa voti consenso non solo del clero, ma anche
concordi si faceva dal clero e dalla plebe, de'militi o nobili, e del popolo a'gravi af-
cioè dal popolo. Scrisse Gregorio I del
s. fari della città, non è lieve indizio, che
590 , ad Arsicino duci (o governatore anco allora il popolo godesse qualche au-
della città), clero^ ordini j et plebi civita- torità e ritenesse alcuna forma di Co»
iis Ariininensisy afliuché eleggessero per munita (^.). Per comun consenso deaeri»
loro vescovo il più degno. ìNel medesi- liei, appoggiali all'aulonlà dell'8.° goq-
t

264 VE S VES
cillo generale fatto celebrare in Costan- mollo stare si turberà gravemente la pa-
tinopoli da Papa Adriano II nell'BGg, il ce della mentovata chiesa, se (juelli non
popolo ossia laici già erano stali esclusi
ì potranno impetrare l'assenso della vo-
da qualsiasi volo nell'elezione de' vesco- stra pietà all'elezione dell'illustre mae-
vi. Dichiara un capo del testo canonico, stro Alberico, nel quale sono convenuti
nulla l'elezione de' vescovi fatta da'cano- con voli comuni, tutto il clero e tutto il
nicì insieme coMaici, non ostante la con- popolo. Sopra il qual negozio, se si cer-
suetudine in contrario, che piuttosto dir ca e cura il nostro parere, noi sappiamo
dovrebbesi corruttela, col cap. Massana ch'egli è stato finora di santa fede e dot-
56 de Elect. In appresso, oltre i laici se- trina , ed è nelle cose divine ed umane
parati, intervennero anche i monaci, a' prudente, e speriamo, che sarà vasinho-
quali si die' il diritto di creare i loro ab- norein nella casa di Dio (se la M. S. l'ha
bati, lasciando la scelta de'vescovi a'soli eletto) e che giovevole fìa non pure a
canonici delle cattedrali, come vado a di- quella, ma a tutta la chiesa francese
**.

re. Qualora non si procedeva dal clero e E conclude, Ves trae jaindiscretionis est
popolo all' elezione, il Papa provvedeva judicare^ an merito fla ^itcliir a vohis
colla sua autorità e incessante sollecitu- facienda dispensalio^ unde talis possi
dine per tutte le chiese. Trovo negli An- sperare recompensalio. Dalle quali cose
Baronio più esempi, come del già
/zrt/idel si comprende, che la nomina e l'elezione

ricordato s. Gregorio I, anche per altri de' vescovi non si considerava d'alcun mo-
vescovati non rammenta li di sopra. Anzi mento, dove il Pontefice Romano non da-
i sagri canoni proibivano di lasciar vaca- va l'assenso suo. Infatti nel descrivere a'
re più di 3 mesi un vescovato o un'ab- rispettivi vescovati le serie de' vescovi, non
bazia, il che confermò il concilio genera- solamentedico delle poslulcizioni falle da'
le di Laterano IV. E viceversa. Papa Bo« capitoli al Papa per la confertna dell'e-
nifacio III del 607 in un concilio di Ro- letto, ma anco le ricusate per difetto di
ma, con Tiutervento di 72 vescovi, or- elezione concorde, o perchè l'eletto noQ
dinò che non si convenisse per l'elezione veramente idoneo; quindi sostituzione
del vescovo, se non passati 3 giorni do- d'altro vescovo nominato dal Papa. Pri-
po la morte del predecessore. Più volle ma del Cancelliere di s. Chiesa il Sa- ^

negli antichi secoli furono pregati i Papi cellario della s. Sede[P^.)ave3 parte nel-
ad eleggere vescovi, e ad approvare gli
i l'ordinazione de'vescovi, e nel medesimo
eletti canonicamente come si trae dal , articolo rilevai la diligenza usata da' Pa-
citalo Baronio, che all'anno 1 29 riporta i pi per esaminare le qualità degli eletti.
la lettera di Bernardo scritta ad Ai-
s. Ilp.Chardou, Storia de' SagramentiyCon
merico cancelliere di Papa Onorio II, per qualche diffusione tratta nel t. 3, lib. i,
avere Enrico vescovo di Verdun, caccia- cap. 6: Della promozione edelezione de*
to dal suo vescovato, invaso quello di Cha • vescovi^ primieramente ne' Fa FI primi
lons. » Dicono che appo voi più vale la secoli poi fino alfinir dell'XI,eappreS'
j

preghiera del povero, che il volto del pò- so fino a questi ultimi tempi. Essendo uà
lente.La qual santa opinione dell'ampiez- trattato quasi completo, lo spigole» ò, sen-
za vostra fa ch'io sia ardito di parlarvi, za ripetere il già detto, tranne cose in-
e aiassimamente di ciò che la carità ri- trinseche per chiarire l'argomeolo. Il ve-
chiede e rammenta , dico intorno alla scovato è la pienezza del sacerdozio, la
chiesa Catalaunense, ilcui pericolo, quan- sorgente dell'ecclesiastica podeslàjsi man-
to iu me ne posso, né debbo dissimu-
è, tenne meglio questa dignità , da quella
lare. Noi che vicini siamo, veggiamo il del sacerdozio, perchè s'ebbe più di ri-
sopraslaale male, e senliaiuo, che senza guardo di Dou ordinar vescovi , se doq
VES VE S 265
per chiese Tacanti. Detto dell'origine da veano la maggior parte nell'elezioni, an-
Gesù Cristo, la tradizione riferire, che i zi eglino propriamente dovevano dirsi gli
vescovi furono scelli da altri vescovi pro- elettori; il richiedersi l'assenso del clero

vinciali , recatisi sul luogo della chiesa e i desiderii del popolo, facevasi per uoii

vacata, concorrendovi il clero e il popolo dar loro un vescovo mal veduto, come
della chiesa vacante, per non dar loro un dice s. Celestino 1 Papa. Per altro la scel-
pastore sconosciuto o disaggradevole; a- la a' vescovi apparteneva, di maniera che

scollavano il loro desiderio, e d' ordina- se il popolo mosso da passione, o acceca-

rio lo soddisfacevatio nella scelta di qual- to dall'ignoranza chiedeva tumultuaria-


che sacerdote o diacono di sperimenta- mente un soggetto indegno, o incapace
ta virtù, di scienza e carità conosciuta, del ministero, vescovi aveano il diritto
i

o qualche illustre Confessore nel tempo di ricusarlo. In tali occasioni, dice s. Ce-
deHe persecuzioni. Subilo dopo l'elezione lestino I, scrivendo a' vescovi di Puglia e
ì vescovi I' ordinavano coli' imposizione Calabria, bisogna istruire il popolo, non
delle roani, coll'orazìone, il digiuno. Via- seguirlo, e renderlo avvertito di ciò ch'è
Ironizzavano nella sua Sedia, ed egli co- lecito, e di ciò che non lo è, né dobbiamo
minciava subito le suefunzioni. Dopo Co- noi consentire a quello che non è con-
stantino I, aumentato il popolo cristia- veniente. Morto il vescovo, era costume
no, s'ebbe riguardo a'sulfragi de' nobili, che il clero scriveva a' vescovi della pro-
de'magistrati, de'monaci, nja sopra tut- vincia per procedere all'elezione. L' im-
to fu considerato il giudizio del clero. potente a recarvisi, scrìveva al clero, ai

Talvolta concorreva all'elezione eziandio monaci, alle dignità, al senato e a lutto

il clero e popolo del territorio e città vi- il popolo, come fece il summentovato s.

cine delia diocesi. Anche nell' Oriente si Gregorio vescovo di Nazianzoa favore dì
osservava la stessa disciplina: Stefano ve- s. Basilio. M Se questo mio suffragio vi

scovo d'Efeso, nel 4^^ disse nel concilio piace, come giusto e derivato da Dio, io
di Calcedonia, per provare la sua elezio- sono presente spiritualmente in Cesarea,
necanonicatM Quaranta vescovi dell'Asia ed ho già imposte le mani. Ma se pensa-
mi ordinarono col suffragio de'clarissimi te diversamente, se giudicate per cabale
(cos'i chiamavansi da Tdjerio in poi i ed interessi di Simiglia, se il tumulto pre-
magnati, le famiglie senatorie,! consoli, vale alle regole, fate quel che vi piace, io

i proconsoli, i governatori, i presidenti mi ritiro. Si tratta della Chiesa per cui ,

delle Provincie, tiaune quel di Dalmazia mori Gesù Cristo. L'occhio è la lucerna
detto perfecdssinius, i conti di 2." ordi- del corpo: il vescovo è la lucerna della
ni, i consolari), de* principali (o nobili e Chiesa. Sia dunque permesso anche a-
magistrali), del venerabile clero, e di tut- gl'infìmi liberamente parlare." Per gli

ta la città". Papa s. Leone I, per la cui attentati degli eretici, la chiesa di Cesa-
autorità fu adunato quel IV concilio gene- rea si trovò in pericolo ,
pe'loro brogli.

rale, scrivendo a' vescovi della provincia Lo seppe s. Gregorio ,


protestò contro
ecclesiastica di Vienna, vuole che a far una ogni altra irregolare elezione, e sapendo
legitlima elezione il clero e i vari ordinivi che a Basilio mancava un voto per la ca-
concorrano; con pace e senza tumulto sì nonica sua elezione, adonta di sua decre-
chiedano gli ordinandi. « Vi sia la sotto- pitezza e grave infermità, si recò a Cesa-
scrizione del clero , il testimonio delle rea, e ottenne il suo inlento. Eragli stato

persone ragguardevoli, il consenso de'ma- opposto il pretesto della sanità cagio-


gistrati e del popolo. Da tutti si elegga nevole di Basilio, ma egli rispose: « Voi
colui, che dee a tutti presiedere ". 1 me- non cercate un ma un dottore'*.
atleta,

tropolilaai co' vescovi coinproviaciali a- Neil* Africa usa vasi, al fluir del IV se-
26G V E S
colo, per impedir le dissensioni e procu- esaminar Telelto con diligenza sui co*
lar un'elezione canonica, mandar nelle stumi e la dottrina, li [^° concilio di Car-
chiese vacanti un vescovo de* più vicini tagine, composto di 2 14 vescovi di som-
per disporre popolo e il clero a eleg-
il mo merito, ci lasciò il seguente modello
gere persona degna, e per raffrenar gli di quest'esame.'» Si cercherà primamen-
ambiziosi. Questo vescovo reggeva la te se colui, che dev'esser ordinalo vesco-
chiesa in ten)po di sede vacante, e cliia- vo, sia prudente, moderalo, casto, sobrio ;

luavasi Intcvcessor^ non già perchè do- s'è attento alle sue incombenze, s'è mi-
vesse impetrar alcuna grazia, ma perchè sericordioso, istruito nella divina legge ,

reggendo il vescovato vacante, governa- versalo ne'sensi della s. Scrittura, eserci-


va ha il defunto e il successore. Ne resi talo negli ecclesiastici dogmi ". Esami-
ragione nel precedente §, e dovrò anche navasi poi circa la sua fede, ne solamente
riparlarne più avanti. Fu poi chiamalo interrogavasi sopra i punti più impor-
vescovo visitatore dal 5." concilio di Car- tanti di nostra s. Religione, né bastava
tagine (ed anche se inviato dal Papa o ch'egli dasse in iscritto la sua Confissio-
dai re ), il quale gl'impose di nulla o- ne di fede (f^-); ma si cercava di assicu-
bliure perchè l'elezione si effettui prima rarsi, che non fosse infetto di quegli er-

che un anno di vacanza, e allora si


spiri rori, che ne'suoi tempi e luoghi domina-
ritiri , un altro a compiere tale
e vada vano. In conseguenza di tale uso, l'impe-
incombenza. Tale è l'uso supposto, non ratore Giustiniano 1, cui molto premeva

decretalo da quel concilio secondo il , la condanna degli errori di Origene^ vol-


Chardon, poiché il concilio di Calcedonia le che chiunque fosse fatto vescovo, o ab-
non soffre tanta dilazione, ma vuole non bate , anatematizzasse preventivamente
si lasci la chiesa vacante più di 3 mesi, coll'allre eresie e loro autori, anche O-
eccettuata una necessità inevitabile ; e il rigene e gli errori suoi. Finito l'esame e
decreto caicedonese fu rinnovato sovente trovato abile il soggetto presentato dal
ne'secoli posteriori. Quando all' esorta- clero e dal popolo, veniva subilo ordina-
zioni del vescovo intercessore o visitato- to dal metropolitano, assislilo almeno da
re, o altrimenti, gli animisi trovavano di- due de'suoi suffraganei. In tal modo iu

sposti a procedere all'elezione canonica, tutta la Chiesa si faceva l'elezione de've-


senza tumulto, concorrevano que'vescovi scovi ne' primi V secoli, e in una gran
della provincia che potevano andarvi, parte di essa nel VI ; ma d'allora io poi
S' inlimava un digiuno di 3 giorni per questa disciplina, che avea dati eccellen-
iiuplorare la luce dallo Spirito Santo. ti vescovi alla cristianità, cominciò ad al-

Adunali i «escovi, si rassegnava loro il terarsi in più luoghi, conlinuandosi però


decreto di elezione, ovvero i volanti lo ad osservare parte dell'accennale regole,
facevano alla loro presenza. Poi il me- come l'antica ceremonia della pubblica-
tropolitano co'suihaganei esaminava tal zione solenne dal pulpito della seguila
decreto e la persona eletta, la quale pei elezione, appena convalidala, ed accom-
voli del clero e del popolo non aveva pagnata dalle descritte popolari acclama-
acquistalo alcun diritto, finché da' vesco- zioni. Gì' imperatori romani, anco dopo
vi non veniva approvala, sebbene per divenuti cristiani, non si frammischiaro-
altro questi condiscendevano, quando no nell'elezioni vescovili, eccettuale quel-
non vi fossero furti motivi in contrario; le della città di loro residenza, come ia
e gli scrittori ecclesiastici ci hanno con- Costantinopoli. \q (\wiìi\ìo agli altri la-

servalo le formule de'decreli di elezione. sciavano correre con intera libertà l' os-
Assicurali i vescovi di sua canonicità e servanza de'canonijcsolo per Roma s'in-
dei buon fine dell'eiezione, rimaneva ad trusero di prepotenza uell' Elcziout dti
3 ,

VES VES 167


Sommi Pontefici (K). Tranne tali due ver inteso la morte di tal vescovo, e d'a-

chiese, e alcun'allie cui essi provvedeva- ver perciò risoluto col consiglio de' vesco-
no da per lutlo serbavasi la de-
di rado, vi e de'grandi di dargli il tale per suc-
scrilla forma d' elezione. La chiesa di cessore, ordinandogli di consagrarlo, co-
Lione^ la più illustre delle Gallie, aveva gli altri vescovi a'quali avea manifestato
in ciò un costume suo proprio , oh' era egual volere. è una lettera, che
Il 2.**

d'attendere una speciale rivelazione da sembra diretta ad un vescovo provin-


Dio per riempire la sede vacante. Per ciale. Il 3." è un memoriale de' cittadini
l'elezione di s. Eucherio, ch'erasi nasco- della città vescovile, con cui chiedevano
sto in una grolla sul fiume Duranza, nel al re di dar loro per vescovo il tale, di
434. dopo l'apparizione d'un Angelo,uo cui il merito era ad essi conosciuto. Que-
fanciullo indicò il luogo dove occulta va- st'ultimo fa vedere che si conservava iii

si alle ricerche, onde il popolo e il clero qualche modo la scelta e l'assenso del
dopo un triduano digiuno vi mandò l'ar- popolo, onde concordare col disposto dai
cidiacono della chiesa con altre persone conciliidi E^arigi del 55^ e del 61 5, cioè
per trarlo di là e condurlo a Lione, ove che non si che ai
ordini alcun vescovo
unanimemente fu ricevuto per vescovo. cittadini non piaccia, ma quello che il

Anche Ravenna avea anticamente pro- il clero e il popolo avrà domandato con pie-
digioso favore, che i suoi vescovi fossero nissima volontà; né alcuno se ne ordini
dal cielo indicati a mezzo d'una colom- per comando del principe, contro la vo-
ba , onde un suo sinodo prescrisse nel lontà del metropolitano e de' vescovi
1 1 1 che di tali ss. Vescovi se ne faces- comprovinciali. Pare che lo statuitoda'si-
se parlJcolar festa in tutta 1' arcidiocesi. nodi parigini venisse mal osservato, poi-
Quando i barbari dal settentrione si spcir- ché i detti re franchi disposero a piacere
sero nell'impero d'Occidente e vi forma- de' vescovati de' loro regni seguendo la ,

rono sullesue rovine diverse monarchie, maggior parte di tali elezioni con regia
i principi che le dominarono, in seguito autorità giusta le formole di Marcolfo. Il
raddolciti ne' costumi e illuminati dalle p. Chardon ne produce le testimonian-

verità cattoliche , abbandonata l' idola- ze, JNon erano isoli re franchi ch'erausi

tria o r arianesimo di cui erano infetti ,


arrogati tal potere, poivhè nel VII seco-
cominciarono a ingerirsi nell'elezione dei lo se lo attribuirono i re visigoti nella
vescovi, e qualche tempo dopo vedendo Spagna, ed il loro consenso e approvazio-

il gran credito e autorità che prelati i ne nell'elezione e per la consagrazione era


vieppiii s'acquistavano fra'loro sudditi necessario, siccome riconosciuto da'cou-

per gelosia crebbe talmente la loro in- cilii 1 2.° e 1 4''' di Toledo. Il re esponeva
trusione, che se ne resero dispotici, quan- la sua nomina al concilio, e questo esa-
tunque facessero continuare l' esteriori njinava l'idoneità del soggetto ne'costu-
precedenti forme , mentre in fatti si fa- mi e nella dottrina, e se tale la confer-
cevano a lor talento iu persone che sti- mava. L'imperatore Lodovico 1 il Pio ri-

mavano fedeli ad essi, o per lo meno vo- nunziò a tal preteso privilegio nell' 816,
levano darvi il loro consenso. Così pure nel parlamento o concilio d' Altigny, re-
praticarono i re hauchi della i.^ stirpe e stituendo r intera libertà dovuta alla

que' del principio della 2.* Si hanno da Chiesa, di cui era stata spogliata dalla
Marcolfo le formole colle quali i re pro- potenza secolare de'barbari, acciò il clero
curavano il vescovato a chi loro piaceva, e il popolo scegliessero il proprio pasto-
e si compongono di 3 atti. Il i." è l'or- re, lo virtù di tal pia e giusta reintegra-
dine o prtcelio , come chiamavasi , col zione, ritornarono le cose all'antica for-

eguale il re dichiara al metropolitano d a- ma, salvo che i melropolilaai ebbero do*


268 VE S VES
pò maggior parte, die pri-
nell'elezioni blea , e il metropolitano l' interrogava
ma non avevano, e die in tali affari in della sua nascila, della sua vita passata ,

sostanza nulla facevasi tl'im porta n le sen- della sua promozione agli ordmi e de'suoi
za informarne il re (dunque all' autore impieghi, per iscoprire se v'era taccia di
francese sembra restituita la libertà del- irregolarità. Esaminavalo inoltre della
l'elezione, ina per quanto pure mi resta sua dottrina, e gli faceva fare la ProfeS'
con lui a riferire, non pare, se non in par- sione difede, anche in iscritto. Se 1* ele-
te, non essendosi osservato il decreto). Ciò zione si trovava canonica e l'eletto capa-
ricavasi puredall'antica seguente formo- ce, si stabiliva il giorno della sua consa-
la della promozione de'vescovi,ch*è nel- grazione. In caso diverso, il concilio l'an-
la collezione de' concilii delle Gallie. Su- nullava, ed eleggeva un altro vescovo.
bilo dopo la morte d'un vescovo, il cle- Seguiva poi la coiisagrazione, la quale
ro ed il popolo mandava deputali al se SI faceva altrove, che nella chiesa va-
metropolitano per avvisarlo. Il metropo- cante, il metropolitano spediva sue let-
litano lo portava a cognizione del re, e le^e^perchè fosse ricevuto il novello ve-
d'ordine suo nominava un vescovo del- scovo. Si avvisava il re di tutti gli atti
la provincia per visitatore, come l'antico più importanti, principalmente dell' ele-
Jntercessor di sopra accennalo. Scriveva zione e conferma, poiché egli avea sem-
a questo vescovo, e lo mandava nella pre il jus di escludere quelli che non gli

chiesa vacante per accelerare la elezione piacevano. Tali erano l'elezioni de* ve-
e presiedervi, acciò i canoni fossero osser- scovi nel IX secolo sino alla finedell'XF,
vali. Nello slesso tempo il metropolitano Francia cli'è di qua
in quella parte della
mandava popolo un' ampia
al clero e al dal Reno, e dove dopo Lodovico I re- ,

istruzione della maniera di far T elezio- gnarono Carlo il Calvo e suoi discen- i

ne, perchè fosse canonica. Arrivato il vi- denti. Ma sembra che non durasse molto
sitatore, radunava il clero e il popolo; fa- tal modo d'elezione nell'altre parti del-
ceva leggere i passi di s. Paolo, e i cano- l'impero de' franchi dopo la mentovata
ni, che indicano le qualità d' un vescovo ,
concessione di Lodovico I, perchè Lota-
e il modo d'eleggerlo ; indi esortava cia- rio 1 suo figlio e successore clisposede've-
scun ordine di persone alla loro osser- scovati d' Italia con assoluta autorità e
vanza, cioè i sacerdoti, i chierici, le vergi- prepotenza, come apparisce deplorabil-
ni, le vedove, i monaci e i laici. Non i soli mente da quanto scrisse a lui ed a Lo-
canonici e chierici della città, ma i chie- dovico li suo figlio , Papa s. Leone IV
rici eziandio di campagna venivano in- deir847, acciò non si opponesse all' ele-
vitati. Si digiunava, e si facevano pubbli- zioni de'vescovi fatte dalla s. Sede. Il di-
che orazioni ed elemosine per 3 giorni, ploma di Lodovico I il Pio , circa la li-

prima di procedere all'elezione. Falla la bertà dell'elezioni vescovili, in principio


quale, il decreto sotloscrillo da'principali fu osservato in quella parte di là dal Re-
del clero, de'monaci e del popolo, manda- no da'principi che gli successero, la stir-

vasi al metropolitano. Egli convocava pe de'quali si sebbene


eslinse nel 912 :

tutti i vescovi della provincia per esa- religiosissimi, non lasciarono alla Chiesa

minar l'elezione in certo giorno e in cer- tanta libertà nell'elezioni, poiché da mol-
to luogo, ch'era d'ordinario la chiesa va- ti fatti apparisce che si attribuivano una
cante. Tutti i vescovi dovevano con- somma autorità, e disponevano quasi a
corrervi , e se legittimamente impediti lor talento de' vescovati vacanti. Anche i

mandavano un de'Ioro chierici munito di re della Germania disposero assoluta-


credenziale per approvar l'elezione. L'e- mente de'vescovali, investendo i vescuvi
letto poi si preseulava a quest' assem- da loro nominali, o eletti dal clero e dal
VES VES 269
popolo, col dar loro Vinello e il Pasto- te dalla sedicente pietà de' princìpi. la
rale che fu origine di gravissimi
(/^.), il questo il p. Chardon francese, seguace
tumulti nella crislianilà, specialmente in d'un Fleuiy e simili noti scrittori, tutto
Germania, e la terribile lotta fra il Sacer- tenerezza per siffatti principi, non senza
dozio e l'Impero, per siffatte Investiture contraddizione, dopo avere riconosciuto
Ecclesiastiche (F.) ^q Vescovati (/^.), l'investiture ecclesiastiche, pianti abusi
dell* Abbazie nullius e di altri bene- sì pregiudizievoli alle anime^ e il jus d'e-
fìzi ecclesiastici. Io principio la mag- leggere che si attribuivano i principi se-
gior parte degl' inoperatori o re di Ger- colari, nienleroeno si fa lecito dire , lo-
mania avevano usato tali investiture dando Gregorio VII distrut-
l'invitto s.

con molla religione^ avendo cura di tore di tante enormezze: a Ognun sa


provvedere la Chiesa di buoni mini- quanto ei dovette sodar e combattere
stri, né mai la Chiesa Germanica, se- per toglier loro un diritlo di sì lungo e
condo il p. Chardon, fiori tanto di san- pacifico possesso, e di tanto avvantag-
ti vescovi quanto sotto Corrado I, il
,
gio alle loro corone, specialmente io A-
1.° che regnò in Germania dopo estinta lemagna, ove i vescovi erano potenti, e
la linea di Carlo Magno, Enrico I \Lc- de'più grandi signori dello stato (ed ap-
cellatore^Ollone 1 il GrancIe,Ol[oue\lj punto io questa Regalia slava il tarlo
Ottone III, s. Enrico li, Corrado II il funesto, che per conseguire col vesco-
SalicOy ed Enrico III il Nero suo figlio. vato il principato ecclesiastico, la simo-
Ma il peifido Enrico IV nato da lui, che nia pi evalse e altre turpitudini, ingiu-
gli successe nel i o56, principalmente abu- riose alla santità dell' Episcopato)".Sog-
sò immensamente di sua autorità, inve- giunge il p. Chardon, la storia narra le
stendo de'vescovali , delle badie e altri funeste conseguenze della dissensione fra
pingui benefizi chi più gli piaceva, sen- ilSacerdozio e 1' Impero che a , lui
za esserne idonei, meno alcune rare ec- non spella descrivere, le guerre, le ri-
cezioni, e facendo un vergognoso e simo- bellioni; ed io aggiungerò, gli scismi
niaco traflico di tali dignità, conferendo- sostenuti dagl'imperatori e laceranti la
le a persone indegne a prezzo di adula- Chiesa, e tante altre lagrimevoli cata-
zioni e servigi di parte, o anche di de- strofi , the produssero pure le tremen-
nari contanti. Molti zelanti Papi avevano de e sanguinose fazioni ò^' Guelfi e Ghi'
pianti sì enormi abusi miseramente pre- bellini (F.), cioè di papalini e d'imperia-
giudizievoli alle anime e alla libertà ec- li, da Enrico IV a Federico lì, inclusiva-

clesiastica, inceppata anche neW Elezio- menle, ambi persecutori della Chiesa ,
ne e Consag razione del Papa^ da diversi perciò deposti e scomunicali da più Pa-
di quegli stessi imperatori che il p. Char- pi. Alquanto imbevuto il p. Chardon da

don, come ho poc* anzi ripetuto con lui, priucipii gallicani e di storici ligi alleu-
loda per aver dato le investiture con surpazioni laicali, si fa pure adire:» Le
molla religione, mentre esse furono sem- passioni v'ebbero la loro parte, e si con-
pre aperte usurpazioni de' diritti della trastò lungo tempo senza sapersi il giu-
Chiesa, la quale per le deploiabili circo- sto motivo della dissensione { !! ). Tutto
stanze de' tempi le tollerò, e poi ripetu- era equivoci, e questi combattimenti fu-
tamente riprovò e anatematizzò,massime nesti erano simili a colpi vibrali nel buio
cominciando da Papa Nicolò II e Ales- di notte Oi>cura (altri scrittori imparziali
sandro II, il cui successore magnanimo e non videro buio ma chiaro, ci manife-
intrepido s. Gregorio FU
(F.), corag- starono e riprovarono i motivi della dis-
giosamente e con petto di bronzo perven- sensione e chiarirono la pretesa oscurità,
uè a restituire alla Chiesa la libertà tol- e da ultimo due dottissimi eterodossi,
270 VE S VE S
Volgili e Uui'ter, quesl'uUimo premialo il santo nel riceverlo pose la mano sopra
da Dio col renderlo fervente caltolico)". quella del re, dicendogli che non da lui,
V'ebbero nondimeno de'Sanli, che sep- ma da Dio riceveva l'abbaziale dignità;
pero mantenersi imparziali fra tante di- ma il re avea circa 9 anni. In Inghilterra

scordie (e ve n'ebbero pure e molti, che s./^Aive/modiCantorberyebbe dei contra-


altamente con petto sacerdotale si oppo- sti a cagione dell'investiture col re Enrico

sero alla prepotenza imperiale con eter- I, e ricusò consagrare i vescovi a cui Tavea
na gloria del loro nome ) e tra gli altri , conferite; e tanto fu fermo nel condan*
s. Ottone vescovo di Bamberga. Egli pri- narle^ che il re infine rinunciò al prete-
ma d'esser vescovo, era stato custode dei so diritto. Lodovico Agnello Anastasio ,

pastorali e degli anelli delle chiese va- nella Storia degli Antipapi, cap.i i, die*

canti, che dopo la morte del prelato, ve- il seguente saggio dell'investiture eccle-
scovo o abbate, si consegnavano all' im- siastiche. Per queste intendevansi i beni
peratore. Egli accettò bensì 1* investitura temporali donati da'fedeli alle Chiese sin
ecclesiastica dall'imperatore Enrico IV, da'primi tempi , e di essi investivansi i

perchè gliela die' gratuitamente, ma an- Giaziano, distinct. 63,


prelati. Asserisce
dò poi a farsi consagrare a Roma e rice- cap. Jladrianus, che Papa Adriano I ce-
vè da Pasquale li l'onore del pallio ben- desse l'investiture a Carlo Magno.. L'au-
ché non metropolitano. In Italia s. An- tore della vita d' Adriano o Aidrico ve-
selmo vescovo di Lucca, dopo aver ricu- scovo di Le Mans, racconta che Lodovi-
salo di ricevere l'insegne vescovili del pa- co I in virtù di tal donazione, preso il ba-
storale e dell' anello , fatti strumenti di stone pastorale dalle mani del suo me-
prepotenza sacrilega , dalle mani d' un tropolitano Lamdramne arcivescovo di
laico, pure si determinò a ricever 1' in- Tours, lo die' ad Aidrico. Glaber riferi-
vestitura da Enrico IV; ma ammonito sce nella vita di Pioberto l re di Francia,
dal Papa , a questi mandò l'anello e il che avendogli un abbate fatto dono d'uà
pastorale ricevuti dall'imperatore, per bel cavallo, gli chiese il re per gratificar-
dimostrare la sua ubbidienza alla s. Se- lo la sua croce, ed avendola posta in una
de. Alcuni Santi di que' tempi, abituati statua del Salvatore, indi gliela fece da
allungo abusode'dominanti, che aveva- essa riprendere; onde nacque 1' usanza ,

no messo il bavaglio alla Chiesa erano , che i vescovi egli abbati della Germania
variamente illuminati circa il punto del- orientale e occidentale ricevessero dagli
l'investiture ecclesiastiche, poiché s. A- imperatori, prima d'essere consagrati, il

dalberto di Praga, s. Wolfaugo diRa- bacolo e l'anello. Mlesia limone di Citar'


tisbona , s. Annone di Colonia, ed alcuni ?rf.y, ch'egli pure prima della consagra-
altri santi alemanni non ebbero diflìcoltà zione ricevè il bastone dal re (ma lo con-
d'essere investiti dagl'imperatori col pa- sagrò il Papa, come dissi nella sua bio-
storale e l'anello. Anche in Francia pa- grafia ). Enrico III diede il vescovato di
recchi san ti vescovi furono di diversi sen- Paderbona a Meniverco, non già col pa-
timenti circa l'investiture, o elezioni ai storale, ma per mezzo d' un sruo guanto.
vescovati e badie. L'abbate di Cluny s. Papa s. Gregorio VII riprovando T abu-
Ugone, fu sovente mediatore fra s. Gre- so col quale si vendevano in Germania
gorio V 11, ed Enrico IV , di cui era pa- i vescovati, severamente proibì l'investi-
drino; e s. Gualtieri fallo i.° abbate di ture in vari concilii, come simoniache, e
8. Martino di Ponloise, fu subito bene- fu imitato da'successori. Ma Pasquale li
detto da'vescovi, e poi ricevè il pastora- convenne con Enrico V, che gli abbati
le da Filippo I re di Francia, il quale alemanni cedessero loro feudi e beni i

teDeodo il pastorale pel nodo superiore, temporali, e l'imperatore la tradizioue


,

VES VES 571


del brisfoneeiìell'anello. FinalraenleCa- avendo chiesto al Papa per metropolita-
listo II concluse in TVorms il concorda- no l'arcivescovo di Colocza, vescovi suf- i

to Callislino con Enrico V, terminando frnganei di Strigonia pretesero non po-


la controversia, con questo: che vescovi i tersi fare tale postulazicjne senza il loro
e gli abbati alemanni fossero eletti alla consenso. Perciò il Papa scrisse al capi-
presenza degl'imperatori, e col consenso tolo e suo preposto:'* Noi vi abbiamo or-
loro ; che gli eletti fossero investiti delle dinato di procedere con elezione canoni-
regalie e beni, eccettuati gli appartenenti ca, o con unanime postulazione alla pro-
alla Chiesa romana, collo scettro, avanti mozione d'un pastore, che vi convenga
la loro consagrazione e benedizione ; e (ricercato prima il consenso de'suffraga-
che dovessero pe' loro feudi temporali nei, se per costume antico e approvato
rendere dovuti ossequi e servigi agl'im-
i hanno tal diritto), altrimenti vi prov-
peratori. Tutto fu ratificato nel concìlio vederemo Noi ". Il re di Francia s. Lui-
Lateranense. Ma si ritorni al p. Chardon. gi IX trovando quest'uso stabilito al suo
Abolite le investiture ecclesiastiche nel tempo, con sua prammatica del marzo
I 123, da Calisto il nel concilio generale 1268, ordinò che le chiese cattedrali
di Lateraoo I, il clero e il popolo ripre- e altre avessero la libertà dell'elezio-
sero parte all'elezione de'vescovi, ma nel ni e sortissero pieno edetto. Però questa
decimar del secolo non osando più il po- libertà accordata a'capiloli dal santo re,
polo d'ingerirsene, per non far dispiace- non impediva che domandassero la per-
re a'signori, cb'eransi appropriato il di- missione d'eleggere al re, Ucentiam eli-
ritto di eleggere (già Papa Celestino U gendi, come fece il capitolo di Teronan-
nel I 143 era stalo eletto senza 1* inter- ne nell'anno stesso al medesimo s. Lui-
vento e l'assistenza del popolo romano gi IX, e nel seguente quello di Le Mans,
peravernelo definitivamente spogliato il oltre altri. Rimasta così a'capitoli l'au-
predecessore Innocenzo li, e del tutto ad esclusione del cle-
torità dell'elezioni,
nuovamente l'escluse, in uno al clero, A.- ro e de'monaci per tutto il XI i secolo, nel
lessandro III nel 1 179, dichiarando ap- qualel'anarchiaje guerre,lo scisma lun-
partenere l'elezione pontificia a'soli Car- gamente sostenuto dall'imperatore Fede*
dinali di s. Romana Chiesa ), fu quin- rico 1, persecutore della Chiesa e de'Pa-
di devoluto il diritto d' eleggere il pro- pi, resero dillicile nell' Occidente la con-
prio vescovo B^' Capitoli delle chiese cat- vocazione de'concilii, per ciò metropo-
i

tedrali, rappresentanti il clero. Dalle let- litani si misero in possesso di confermar


tere di S.Gregorio Vile di s. Bernardo si gli eletti vescovi, senza chiamarvi a com-
•vede qual parte il popolo avesse nell' e- parteciparne i Siccome però
sulfraganei.
lezioni de'vescovi nel declinar dell'XI se- tali conferme aveano minor autorità e ,

colo e al principio del XII. Ma al comin- talvolta minor equità di quella de'sinodi,
ciar del seguente era talmente stabilito così furono frequenti le appellazioni alla
tal jus ne' capitoli delle cattedrali, che i s. Sede; anzi più volte vescovi eletti sii

canonici o monaci che li componevano , recarono a Roma per chiedere al Papa


non soffrirono d' aver neppur a colieghi la conferma e la coosagrazione; laonde i
nell'elezione del metropolitano, i vescovi Papi fecero vari decreti per prescrivere
della propria provìncia. monaci inser-
1 la maniera di tali elezioni, e decidere le
vienti alla cattedrale di Cautorbery eb- quasi quotidiane dillerenze che insorge-
bero perciò contrasti co* vescovi sullra- vano. Per tutto questo avvenne ne' secoli
gauei della medesima. I Papi in questo XIleXIll, che la provvisione della mag-
favorirono i capitoli, come fece Innocen- gior parte de' vescovati deferivasi al Pa-
zo 111 con quello di Slrigonia, il quale pato perchè l'elezioni non si facevano nel
,

272 VES VES


tempo prescri Ilo, o perchè erano difet- procurai temperarle colla storia. Nel Nar-
tose, tumultuarie, discrepanti i canonici di vi sono nozioni , che non trovai nel
nel convenire in un soggetto, per cui tal- Chardon. Neir/:)^iv^ i di s. Clemente I

Tolla divisi in partiti ciascuno elesse il Papa del 9 3, si vede che il Presbiterio
vescovo. II Papa o rigettava gli eletti e eleggeva il vescovo, ch'esser doveva uno
provvedeva egli, ovvero tra essi ne sceglie- di quella chiesa, e non eranvi che pre- i

va uno; provvedeva ancora, se nella po- ti e diaconi cattedrali; e che laici non i

stulazione del capitolo di conferma all'e- avevano parte sostanziale all'elezione; e


letto, la rigettava e nominava altro a suo nelle Costituzioni apostoliche si parla
beneplacito. Di tutto molti esempi riferi- dell'elezione del popolo, come una testi-

sco nelle serie de'vescovi, ossia nelle de- monianza che col clero dava a quella
scrizioni de' vescovati. Imperocché, era chiesa di colui che bramavano per ve-
manifesto che molte elezioni de' capitoli scovo, avuta la quale i vescovi compro-
si facevano per impegno e simonia, spe- vinciali procedevano all'elezione e consa-
cialmente ove i vescovi aveono giurisdi- grazione, la quale volevano fosse accetta

zione temporale e sovrane /?^'g<7 //e (/^.). all' universalità; e nella 2.^ Epist. attri-
Inoltre sovente i pri ncipi, anche signorot- buita a s. Anacleto Papa del io3, si po-

ti feudatari, con intrusioni, sedizioni e ne per coudizione principale il consenso


violenze dominavano l'elezioni. Le guer- de'vescovi comprovinciali. Dovevano fa-

re intestine che cagionavano, gran con- i re Io Scrutinio (f^.),osi\a sentire il de-


trasti, i deplorabili disordini, mossero i siderio e testimonio del popolo ; ma la

Papi a valersi della suprema autorità ,


sanzione, conferma, o sia istituzione, spet-
talvolta a fure Riserve apostoliche [F.) tava a'medesirai.M Questa fu la discipli-
di quelle chiese ov'era maggiore il peri- na mai variala della Chiesa, qualunque
colo, come Pastori universali ;
poi passa- forma ella prendesse; cioè a dire, quan-
rono a fare riserve generali, come quan- tunque presentassero , chiedessero,
do i vescovi o altri beneficiati morivano nominassero altri , la sola Chiesa rap-
in curia, o quando li creavano cardinali , presentata da'vescovi col Papa, o dal Pa-
o quando acquistavano altri benefìzi in- pa, dava e dà la sanzione, la conferma, o
compatibili. Il Wardi, De' Parroclii, ra- il o l'istituzione canonica, senza
rifiuto,
giona nel t. Sulla parte at-
2, cap. 3i : la quale non si passò mai alToidiua-
tiva e passiva, che avevano gli antichi zione (legittima ). Dalla presentazione ,
canonici nell'elezione del proprio vesco- che prova altra non essere stata la nomi-
vo. V'impiega 47 pagine con abbondan- na del clero e popolo di ciascuna chie-
ti note. Eccone un opportuno isfuggevo- sa, fatta a'vescovi della provincia, i quali
le e breve cenno, come in aggiunta al ri- davano l'istituzione canonica, dalla pre-
ferito dal Chardon, tralasciando le mol- sentazione che sembra fatta senza 1' in-
teplici eruditissime e critiche prove, non tervento della s. Sede, malamente si de-
senza notare, che il laconismo de' canoni durrebbe, che questa non avesse parte al-
de'primi secoli è spiegato da quelli del l'elezioni, o da lei non emanassero, o ta-
medio evo, in cui sommo rispetto aveasi citamente o esplicitamente; giacché non
8.**
pe'medesimi. Per quanto riuscirò laconi- è ristretto a luogo o tìt tempo il can.
co e generico , manifesta riuscirà la di- della sess. 25 del Tridentino, che fulmi-
versità che passa tra lo scrittore roma- na l'anatema a chi dice: Episcopos,qai
no , appoggiato a innumerevoli prove auctoritate Romani Ponlificisassiumui'
dalle asserzioni del francese, che in con- tur, non esse legitimos, et veros Episco-
fionto poche ne esibisce, e queste piut- pos. Riconosce adunque il concilio nel
tosto favorevoli alla podestà laica, onde l^apa Taulorilà di creare i vescovi. Scrii-
V ES VES 273
tori non parziali a Roma, ammettono con potuto egli da sedarla se credeva oppor-
tiitiH l'anlichilà: i.° Che la parlizione tuno, come spesso la dava, w Da tuttociò
de' vescovati, e la designazione de'sudditi è manifesto, che o il Papa abbia incari-
a'vescovi dipende dal Fapa.2.*'Che i pa- cato i metropolitani e suffraganei ad i-

triarchi , i metropolitani furono creati stituire i vescovi, o che da sé talora gli


dalla Sede apostolica, o col suo consenso, istituisse; ovvero che abbia concessa la
salvo qualcuno de' tempi apostolici; ma presentazione a'capiloli, o a* sovrani , è
è altresì vero, che quelle facoltà slraor- sempre vero che ciò si fece e continua-
clìnariCfche aveano gli Apostoli erano or- mente o col di lui espresso, o col di lui
dinarie nel solo s. Pietro e successori, e tacito consenso; e che s. Pietro avendo
che in questi soli rimasero ora metro- : i avuto da Gesù Cristo l'autorità di pU'
non avendo per diritto divino al-
politani scere gregge e pastori, ed il mondo in-
cuna maggioranza sopra un altro vesco- tcro da lui solo e suoi successori è
,

vo, ma solo per diritto ricevuto dalla s. sempre dipenduto e dipende il dare ve- i

Sede, ne viene, che quella parte somma e scovi a tutte le sedi, in quel modo che i

quasi totale che aveva metropolitano il Papi crederanno opportuno Avverte '*.

nell'istituzione de'vescovi, proveniva dal jN'ardi nel descrivere come procedeva


,

Papa,che poteva ora lasciare che istituis- l'elezione de'vescovi, e chi erano gli elet-
sero i vescovi, ed ora assumerne da sé o tori, che i protestanti hanno attribuita
l'elezione, o la conoscenza dell* elezione. l'antica elezione al solo popolo, con erro-
3° Che di fatto lutti i vescovati d' Occi- re manifesto (anco pel fin qui riferito) ;

dente sono istituiti dalla Sede Romana. ed i giansenisti al solo clero e popolo del-
Ora chi ha messi i vescovati, può anche la chiesa vacante,ed anche alla gente e
fissar delle leggi per la successione dei clero di campagna, non escludendone i
vescovi, poiché é dogma semper apostoli- vescovi comprovinciali con parole mani-
cae Catlieclrae vignit Princìpatus, come feste, ma in modo equivalente. Alcuni
dice s. Agostino. 4-° Che s. Pietro fondò cattolici hanno attribuito lutto a'vesco-
i patriarcali di Antiochia e di Alessan- vi comprovinciali e al metropolitano. Egli
dria (a suo luogo dissi, che Gerusalem- dice quindi: nel senso di nomina e pre-
me lo fu poi per onore della santa cit- sentazione hanno torto ; come hanno ra-
tà), e poscia il successore di s. Pietro per- gione nel senso d' istituzione canonica,
mise il patriarcato di Costantinopoli, per che é quella sola che forma l* eletto ve-
cui come dice s. Leone \fniincjitani nisi ro, e alto alla cousagrazione. Tutto passa
jKr ipsum Petriim dedit quidquid aliis a provare con una bella esposizione stori-
fiori negavit. 5° Che ognuno sa la depo- ca di monumenti, che recano grandissi-
sizione de'vescovi riservata al Papa; e mo lume suli' argomento , e variazioni
oltre i giudizi canonici de' concilii pro- della disciplina ecclesiastica. We' primi
vinciali su di ciò, ne'quali davasi l'ùppel- secoli dunque della Chiesa , ad onta
lazione alla s. Sede, abbiamo cento esem- che popolo chiedesse, volesse, schia-
il

pi nell'antichità di vescovi destituiti dal mazzasse , senza i vescovi comprovin-


Papa, e sino di patriarchi, come di Anti- ciali , oltre i voti de' comprovinciali as-
mo e altri di Costantinopoli , o di altri senti, nulla si poteva fare; e dopo tutto-
messi dalla s. vSede ne* vescovati vacanti ciò, senza la conferma del metropolita-
per visitatori o amministratori. Quindi no tutto era nullo; perciò ne'detti primi
se per la lontananza de' luoglii , come secoli il popolo non istabiliva in vescovo

scrive Pelagio I Papa del 555 al patrizio chi voleva. Ma anche vescovi e il metro- i

Giovanni, Papa permetteva l'islituzio-


il politano dovevano secondare desideri! i

ue de'vescovi, non vieue che non avesse del popolo, ed voli del clero,quaudo non
i

VOL. xcv. 18
274 ^^ E S V ES
avessero aTUla cosa in contrario. »* Quel- scovi eleggevano presente il popolo, ed in
la del clero e del popolo della chiesa ca- seguito la plebe ardita cominciò a mi-
cante, cliianjatela postulazione o presen- schiarsi nella nomina : ì Papi sempre so-
tazione^ è sempre vero che se vescovi ì stennero l'antica maniera d'eleggere i ve-
]a rifiutavano, non vi era elezione^ molto scovi. Propriamente la presenlazione, egli
meno istituzione canonica. Se in certi ca- soggiunge, non apparteneva alla plebe,
si vescovi si fossero trovali divisi, il mag-
i sibbene a' nobili o consiglio municipale,
gior numero de'Ioro voti decideva. Sup- ossia alla magistratura, come rilevasi da*
poniamo il caso del rifiuto, il popolo e monumenti che offre, eziandio della chie-
clero avrebbe ricorso, se si fosse creduto sa d'Oriente: il sufhagio del popolo non
gravato, al primate, al concilio; ma l'isti- era uà giudicato, e l' elezione era de' ve-
tuzione sarebbe anche così sempre venu- scovi, che giudicavano con ammettere o ri-

ta dall'Episcopato'''. Come per VEle- fiutare l'istanza o presentazione.La postu-


zionedel Papa^ anche per quella de've- lazione della magistratura poca influen-
scovi fu usato il compromesso, quando za avea nell'elezione vescovile; la parte
gli animi erano divisi sul soggetto da pre- primaria consisteva nella presentazione
sentare. Talora capitoli ammisero a
i del capitolo. Se non eravi soggetto abile
concorrere all' elezione un abbate rego- nella propria chiesa, prendevasi altrove,
lare di merito, massime se canonici dis- i pel giudizio de' vescovi, con licenza del suo
senzienti, ovvero per privilegio accorda- proprio ordinario. [^'incombenza del clero
to a qualche abbate da'capitolì medesiuìi, e popolo era di nominare e presentare;spet-
non però con voto deliberativo, ma con- tava a'vescovi l'esaminareeapprovarejed
sultivo. Vari ecclesiastici, o capitoli col- al metropolitano di dare il consenso : il cle-
legiali, pretesero votare nell'elezione del ro e popolo quindi formavano un voto, i

loro vescovo; talora fu loro concesso per vescovi tanti voti quanti essi erano, perchè
privilegio, ma in seguito si giudicò che ciò essi approvavano o rigettavano il presen-
apparteneva al solo capitolo cattedrale. tato. Anzi talvolta ne' concilii furono de-
Qualche anomalia non fa legge, sia del posti vescovi e arcivescovi, quindi eletti
compromesso, sia la prescrizione che i i successori, senza sentire alcuno del cle-
"Vescovi della provincia nominassero 3 sog- ro e popolo della chiesa cui appartene-
getti per un vescovato vacante, acciò i vano. Keplica e con prove dimostra War-
chierici e 1 citladini ne scegliessero uno; di: la moltitudine non eleggeva, ma la

imperocché tali anomalie dianietralmen- somma della cosa, o sia la decisione vera
te opposte,confern»ano che l'elezione vera e definitiva era de* vescovi ; come pure

o istituzione canonica apparteneva a' ve- si vede ne'canoni dati da Papa Adriano
scovi, non al clero e popolo. Tali anoma- 1 a Carlo Magno, ne'quali espressamente
lie per certi casi furono parziali^ ne ra- si dice, che i vescovi si facciano col solo
dicarono; così l'altra irregolarità, che il giudizio del metropolitano esulfraganei,
clero è popolo scegliesse due o tre, li pre- noiijudiciGmulliludinis. E natura della
sentasse al metropolitano e comprovin- cosa ,che ninno può da re quello che non ha:
ciali, onde se ne cavasse uno^fci sorte. E isoli vescovi sonò al regime dellaChiesa, ed
siccome anche in Oi ienle il clero e il pò- essi soli quindi regolavano una cosa tanto

polo davano loro suffragi ad uno, col


i importante, o il Romano Pontefice, che
consenso de'comprovinciali, e specialmen- tante volte inviava de'vescovi senza pre-
te del metropolitano, era dunque unifor- sentazione del clero e popolo (ciò confer-
me la disciplina a quella dell* Occidente. masi dal Pontificale di s. Damaso 1 del
11 Nardi iu base de' prodotti numerosi 367, dall' Epistole di s. Gregorio I eoa
monumenti sostiene, che in origine ì ve- molli esempi, da s. Gregorio U, da Eu-
VE S VES 175
genio III, (la Alessandro IH, ec.) ; e nìu- eia,abuso introdotto dal troppo ossequio
iio cerio che non fosse vescovo avrebbe de'vescovi franchi, l loro re che in prin-
potuto consagrare un nuovo vescovo. Tut- cipio s'interposero colle raccomandaziò"
to adunque proviene dall' Episcopato, ni,dopo vi s'introdussero col con^enso^
cli'è tenuto dal successore di s. Pietro io Anche nell'Oriente accadde altrettanto,
lutto il mondo, e da' vescovi nelle pro- ed ivi pure 1* adulazione de* vescovi fece
vincie sotto i\ medesimo successore di s. intromettere i principi nell' elezioni ve-
Pietro.Chi operava le Traslazioni e \e scovili, il che vietarono i concilii generali
Deposizioni^ ed anche le reintegrazioni di Nicea linel 787 e di Costantinopoli
dopo un giudizio? Chi poteva farle? La IV neirSGg. Ne' primi V secoli princi- i

sola autorità apostolica e vescovile. Nel- pi non si mischiavano affatto nell' ele-
r elezione, per clero, dichiara Nardi, in- zioni de'vescovi; in progresso raccoman-
tendevasi il cattedrale, o sia il presbiterio davano e talora non volevano frustranea
antico e poi il capitolo; e ciberà la par- la raccomandazione, ed in ciò influiva il
te passiva de'canonici, cioè che uno sol- clero palatino che importunava i sovra-
tanto di loro eleggevasi comunemente ia ni, come in Francia cappellani regi del* i

vescovo; indi passa a svolgere la parte ti arcicappellani, il capo de' quali per lo

attiva, cioè la loro influenza nell'elezio- più era vescovo o arcivescovo, i quali
ne, non già per uso, ma per prescrizione cercavano di avere delle dignità ne' ca-
de' canoni. Se adunque voli altrui per i pitoli e de'vescovati furono : in principio
la presentazione non erano concordi, ba- nominati a quelli di cui erano nativi,
stava l'unanime volere del capitolo. I ca- e poi anche ad altri. Cosi cominciò uà
nonici erano quelli che avevano diritto abuso che presto divenne funesto. Osser-
di opporsi, e rifiutare chi si fosse nomi- va però il Nardi, che s. Zaccaria Papa
nato ed eletto vescovo, che non fosse sta- del 74' > e<^ "" concilio di Francia, col-
lo uno di loro, quando vi fosse stato ido- r intervento di s. Bonifacio legato apo-
neo ;
poiché s. Celestino I ordinò » che si stolico della s. Sede, diedero a Pipino re
eleggesse uno de' chierici della maggior de' franchi la podestà di nominare a* ve-
chiesa della città (che Nardi spiega per scovati i cappellani palatini (anzi pare
canonici), perchè debbono essi ricevere la che al suo fjglio Carlo Magno altret-
mercede della loro milizia in quella chie- tanto concedessero Adriano I o s. Leo-
sa, ove passati per tulli i gradi, hanno ne III : si tenga presente su questo pun-
consumalo la loro vita. Non è giusto, che to il § V di Vescovato) ; quindi a tale pri-
uno straniero gli rapisca la mercede". Per vilegio si aggiunse che
popo- il clero e
accelerare l'elezione del vescovo di Mda- lo di qualche chiesa domandò al re al-
no, s. Gregorio I scrisse soltanto a' Pre- cun suo cappellano per vescovo, per cui
sbyteris^ Diaconis et Cleroj e Giovanni fecedirea Incmaro,aFloroe ad altri scrit-
Vili invitò medesimi ad eleggere il più
i tori, che re de' franchi usarono nominare,
i

degno per arcivescovo, ed il Tomassini o almeno raccomandare qualcuno pe' ve-


scrisseche Clotario II re de' franchi, che scovati, e vietare ancora al clero e popo-
regnò dal 584 ^1 628, fu quello che si lo di adunarsi senza il beneplacito regio,
arrogò il diritto di mischiarsi nella no- onde procedere alle elezioni. ^on vi è so-
mina de' vescovi, contro la volontà de* vrano che reputi avere questo diritto du
canoni, volendo in qualche guisa dar l'as- Dio, non potendosi creare vescovi che i

senso alla presentazione del clero e popo- dalla Chiesa ; ma ben pretendono di ave-
lo ; e siccome nella Spagna si faceva al- re il medesimo diritto come concesso lo-
trettanto da' re visigoti, si opposero vari ro dalla s. Sede. In tal modo i re fran-
coucilii, il simile fecero diversi di Fraa- chi sempre più s' iotromisero nell' eie-
5

27^' VES VES


zioiìi vescovili, per favorire i loro protet- 70 della civica magistratura il vescovo
ti. Nel secolo X, dice inoitreil Nardi, già ma la vera presentazione non facevasiohe
gl'imperatori nominavano i vescovi. « A- da' canonici, dopo udito il desiderio co-
vici stimato quel clero e popolo che si mune del popolo, che si manifestava pei*

fosse rifiutato. 1 metropolitani pure Iro- mezzo de' suoi magistrati, altrimenti sa-
vavansi alle strette. S. Gregorio Vii tuo- rebbe stata una vera confusione, per cui
nava, minacciava, puniva, (piando si al- i Papi scrivevano al clero e al magistra-
teravano i canoni, che il vescovo sia elet- to; ed al presente nell'istituzione canoni-
to da* canonici; e tutta la Chiesa sareb- ca d* un vescovo, il Papa scrive al clero,
J)e stala capovolta, senza questo intrepi- cioè al capitolo, ed al popolo, cioè al ma-
do Papa; ed i sovrani avrebbero con- gistrato, dandone loro parte. Proceden-
vertilo in tirannia la loro podestà anche dosi poi dal capitolo all' elezione, questa
sul popolo. Eppure non vi è staio Papa facevasi in chiesa, e talvolta nella sala ca-
tanto mallrallato quanto s. Gregorio pitolare. In chiesa il magistrato, che già
'*.
"VII Verso il I I 20, durante la verten- avea esplorato i voleri del popolo, e il

za dell' investiture, gravi disturbi susci- capitolo, ciascuno occupava il suo posto,
tò r elezione d* Alessandro in vescovo di nel resto del tempio intervenendovi il po-
Liegi, perchè eletto dall' imperatore En- polo : terminate le preci, il magistrato e
rico V invito capì lido Leodiensi. Nel il capitolo si ritiravano nelle stanze ca-
II 27 il Gerardo legato aposto-
cardinal pitolari per trattarvi con libertà la nomi-
Wurlzburg, onde
lico scrisse al capitolodi na del vescovo, e ciò seguiva con decoro
procedesise all'elezione del nuovo suo ve- per la presenza del vescovo inlerventore o
scovo. Nel I i36 anche in Oriente e pre* intercessore o visitatore, e talvolta i capi-
cisamenle in Palestina, allora occupata toli vi a mmisero gli abbati per onore e con-
da' Ialini crocesignali, i canonici elegge- siglio. Eseguita l'elezione, il capitolo ac-
vano il vescovo. Ormai numerosi sono i compagnava l'eletto alla città metropoli-
documenti, comprovanti che canonici i tana per Iaconsagrazione,previoresa!nee
eleggevano vescovi nei secoli XII e XI li,
i il digiuno. L'arcivescovo consultava i suf-

ne' quali concilii generali di Laterano


i fraganei, per esaminare la canonicità del-
ili e IV ne regolarono la disciplina, il l'elezionee l'idoneilàdel candidato, etrova-
canone 3 del 2.° dichiarando nulla l'ele- tosi tutto in regola, i vescovi davano all'e-

zione fatta per saeculareni poteslatern. letto la canonica istituzione, dicendo : in


Ciò è uniforme al canone 29 Apostolico Fralreni, et Coepiscopiint, et Coadj'ii-
della più remota antichità, ed al canone toreni nostri ordinis eligimufj e questa
3 del concilio ecumenico di Nicea II del era la vera elezione. Ma in processo di
787, che sentenziò, irritani omnem eie- tempo, il popolo con clamori sediziosi
ctionem^ quae fit a magìstratibiisj e ne avendo domandato vescovi, e talvolta i

rende la ragione, cioè perchè il canone 4 pure intrusi, queste tumultuarie scene fu-
dell'altro concilio generale di Nicea I del rono la causa, che privatasi talora la cit-
ZiS, vuole che sia fatta da'vescovi e con- tà del diritto di presentazione per casti-
fermata dal metropolitano. Wel n. 56 de' go, finalmente s' introdusse la disciplina
decreti di Gregorio IX del 1227, vedesi che i capitoli eleggessero i vescovi senza
che laici non potevano intromettersi co*
i più consultare il popolo, i quali eletti e po-
canonici nell' elezione del vescovo. Se vi stulati alla s. Sed^y non potevano consa-
fosse anche consuetudine, egli la chiama grarsi senza la conferma pontificia, e tal-
abuso e corruttela, e la vieta. In conclu- volta il Papa li rifiutava, ed altri eleg-
sione, anticamente il popolo mostrava il geva come dissi di sopra. Ne ragionai
suo desiderio, ed anche chiedeva per niez- pure, come delle pontificie riserve di cui
VES VES 277
vado a parlare, con quanto altro riguar- lo d'eleggersi il vescovo, riservando a sé ed
da le discorse elezioni, ne' §§ II! e V di a' suoi successori laloro nomina, cioè
Vescovato, riportando nel 3.° ditali §§ prima di quelli di buona parie delle prò-
una forinola di postulazione de' capitoli. vincie ecclesiastiche d'Italia, poscia estese
Se vi sarà tfualche lieve ripetizione, esse anche alle altre; altre riserve fece il suc-
sono ifulispensabili nel trattare argomen- cessore Benedetto XII, e Clemente VI si

ti die liJinno tra loro tanta analogia, e riservò i vescovati delle due Sicilie, la
per la relativa intelligenza dovendosi rife- proposito delle conferme e delle nomine
ri re diverse testimonianze e particolari- de* vescovi, il Zaccaria, nell' Aiili-Feb'
tà. — Passala T elezione de' vescovi di broniOi ripete col p. Bianchi, Dell'este-
diritto a' capitoli delle cattedrali nel se- riore polizia della Chiesa. >* Quando i

colo XII (in principio essendosi attribui- Papi riservarono alla loro autorità la di-

to i capitoli l'esclusivo diritto d'eleggere scussione, 1* esame, e la confermazione


essi, ne represse i tentativi il concilio di delle elezioni di tutti i vescovi, non s* at-
Lalerano il nel ii3q; ma in princìpio tribuironoun nuovodiritlo, ma posero in
del seguente secolo, i capitoli già elegge- uso il diritto antico, spettante alla loro
vano soli, senza l' intervento del clero e podestà patriarcale . . .11 diritto delle pa-
del popolo; come pure i metropolitani pali riserve è o divino, se parlasi delle ri-

vollero couferuiure 1' eiezioni, senza il servedoviilegli come a capo della Chiesa,
concorso de' suffraganei), come sostiene o ecclesiastico se di quelle s'intende, che
Wan-Espen, Jus eccL, pari. i, tit.i3,c. gli potesse competere come a patriarca

2, percagiooe dell'accennate popolari dis- dell' OiCidente; ma l'uso di questo dirit-

sensioni, in cui talvolta erasi pure sparso to ordinariamente è fondato nell'esigen-


sangue e con uccisioni non meno per ; ea del bene comune della Chiesa per la
la trascuratezza e abuso ile'vescovi com- trascuranza, per gli abusi, per la corru-
provinciali e de'melropolitani, ne'«nise- zione generale dell' ecclesiastica podestà
li tempi degli scismi, talvolta impegnali ne' metropolitani o ne'vescovi. Qual me-
a sostenere gli antipapi; nel seguire il par- raviglia adunque che in que's'i miseri tem-
lilo de' principi che gli ubbidivano; ma pi, e tempi veramente d'universale deso-
le gare, le umane passioni, lo spirito di lazione per la Chiesa, abbiano i Papi u-
parte in seguito non mancò di peoelrare sato il diritto, del quale per molte pro-
anche in seno dé'capiloli, discrepanti nel- vincie eransi sino allora serviti, a se ri-

le votazioni e postulazioni al Papa, che chiamando le conferme de' vescovati ? Noi


confermava o rigettava gli eletti, ed an- domandava l'unità della Chiesa? Il pe-
che altri vi sostituiva, il che fecero qual- ricolo di crescer gli scismi lasciando i ve-
che volta anco cardinali legali. Quindi,
i scoyati in mani di persone sospette? L'a-
come già accennai di sopra, comincia- buso di pili metropolitani, quali noa i

rono i Papi a fare delle Riserve n pò sto- che pensassero al bene della Chiesa, ma
lidie parziali e anche generali tempora- col loro spirito di partito ne aggravavano
nee e locali, come de'vescovi defunti pres- le divisioni funeste? Ma la cosa è oggi-
so la curia romana, ossia ove risiedeva il mai posta lume, che di maggior
in colai
Papa. Finalmente, dopo il trasferimento illustrazione non abbisogna ". Sulle ri-
della residenza poulificia inAvignone,ope- serve pontificie nella collazione de' vesco-
rato da Clemente V, che ad esempio del vati e altri benefizi ecclesiastici, ecco, di-
predecessore DenedettoXI fece riserve de* ce il Zaccaria, quanto insegnò rAlliacea-
vescovati, il successore iramediatoGiovan- se, uno degli autori favoriti di Febbro-
niXXIl, vedendo l'Italia lacerata e divisa nio, in un opuscolo letto e pubblicato nel
da guerreefazioni^privò i capitoli deldirit- famoso coQciliu di Costanza ael i4i^«
278 VES VES
» li Papa a ragione ha potuto a se e all'A- fluenza del laico potere. Ma il restringe-
postolica Sede riservare le ordinazioni re questo diritto è tutto effetto della di
delle maggiori ed elellivedignilà, e le col- lui condiscendenza e liberalità. Tale è
lazioni degli altri benefìzi, poiché per anti- pure la modificazione e condonazione del-

chissimo diritto a lui appaitene vano. Que- VAnnate^ quali egli esige col più giusto
ste hanno potuto competere al Papa non titolo, e che non servono soltanto alle
solo per uuiversal diritto della pontifìcia spese dell'universal governo della crislia-
amministrazione, ma ancora per ispecial uità, ma per conservar la memoria del-
cagione, cioè per ragione della materia l'origine delle chiese minori, per rimu-
soggetta, abusandosi gl'inferiori nelle lo- nerare i n»eritevoli, per sollevare pove-i

ro elezioni, ei collatori ordinari nelle col- ri, per sovvenire ancora i medesimi prin-
lazioni de* benefìzi, e spesso avvenendo, cipi ne' loro bisogni". Il p. Cliardon an-
che a questi dalla laicale potenza non fos- cora parla delle riserve di tutte le chiese
se permesso di liberamente usare del lo- cattedrali, allorché fossero vacate, fatta
ro gius, o per altra ragione". Due dun- da Giovanni XXII in Avìgnone^eìe chia-
que sono le ragioni, secondo il cardinal ma abolizione dell* elezioni, alle quali si

d'AylIj o Alliacense, onde il Papa può ri- volle supplire col parere de' cardinali ra-
servarsi le collazioni de'benefìzi. La i/è dunati ioconcistoroeben informati. Quin-
l'univer.sal sua primazia sulla Chiesa, pri- di icapiloli, rileva il Nardi, elessero sino
mazìa per la quale le Chiese tutte del al XIV vescovi, ed alcuni sino al
secolo i

mondo sono di lui,comescrive S.Tomma- secolo XV, come in Riniini nel i45o
so, non come padrone e possessore, ma benché nello stato pontificio, lasciandosi
come principal dispensalore ; l'altra l'au- da' Papi l'elezione a molti capitoli de've-
torità di rimediare agli abusi e a' disor- Germania (pel concordaioGer-
scovali di
dini, che dagT inferiori o per malìzia o manico con Nicolò V, per altri vescovati
per impotenza di resistere alia forza de* nominando i sovrani per indulti della s.

laici commettevano". L'eminente auto-


si Sede), e di altrove, come d'alcuni capi-
re della Dissert. della natura dt Con* toli nella S\nzzera^ ne' Paesi-Bassi^ nel-
cordati^ lodalo con essa neirarlicolo Ve- la Prussia, in Irlanda, ed America set-
scovato, dice in propositoap. 53.»* Rav- tentrionale neWeRepubb licheni primi colla
vi di più. 11 Romano Pontefice ha un'e- presentazione al Papa dell'eletto, e quan-
minente facoltà di disporre di tutti i Be- to ali* Irlanda e all' America colla pre-
nefica eccle.ùostici (cap. Licei de Prceb. sentazione d' una terna formata dagli ar-
et dignifat. in 6."), la quale non può es- civescovi, da' vescovi, da' capitoli ec. La
sergli ne lolla, né ristretta, non pure dal- sanzione canonica però viene dalla s. Se-
la podestà civile, ma nemmeno da alcun de, giacché o in un lernpo da'suliraganei,
concilio. E dunque in virtù di siffatto col tacilo consenso della slessa s. Stuìef
potere che riserva assolutamente a sé il o in un altro dal Papa, l'istituzione ed
conferirne alcuni. Lo che, mentre con- elezione vera procedette sempre dall'E-
ferma l'esercizio delia sua potestà sopra piscopato. Delle riserve pontificie, fatte

tulle le diocesi, e la conservazione del suo in Avignone dal predecessore e successo-


dirìttouniversale d'amministrazione, gio- re iA\ Giovanni XXII, e della privazione
va mirabilmente a mantener viva la co- all' Arcivescovo d' eleggere, esaminare e

municazione de'chierici colla prima Se- confermare vescovi suifraganei, parlai


i

de, e la dipendenza da lei delle chiese fi- anche in quell'articolo. Per l'autorità de*
liali, come altre volte ha giovato a ri- Concordali^ conclusi da'Papi co'sovrani
muovere gì' invalsi abusi, ed a liberare e repubbliche, furouo concesse a questi
gli ordiuarii collatori dalla perniciosa iu« le nomine regie^ discorse nel citalo § V
VES VES 279
dì Vescovato, cominciantlo dalle più ari» ed ì sovrani nominano; la Chiesa elegge.
tiche concessioni per la Spagna; e nel Le proibizioni adunque degli antichi ca-
voi. XV, p. 220 6 23 I, dicendo del-
2 ig, noni, e delle autorità che vedonsi nella
le formoiedi tali nomine sovrane, di no- dist. 63 Oninis electio, che il principe si

mino, preseti tOy supplico, raccomando, mescoli , è solo quando non gli è accor-
secondo gì' indulti e privilegi pontificii, dalo l'indulto o privilegio dalla Chiesa,
a' vescovati ed abbazie nullius,(\e[\<i quali Qualunque siasi la forma e la disciplina,
nel § Vili di dello articolo tenni propo- che neir elezione de' suoi ministri ha au-
sito, essendo gli Abbati una specie di ve- torizzata ne' vari tempi la Chiesa; il fat-
scovi, quanto alla giurisdizione ordinaria, to costante e il principio invariabile si è,
non quanto all'ordine e al caialtere, e al- che sempre ne ha disposto laChiesa stessa,
l'aulorilà di fare tutte quelle cose che ne e che a lei tocca essenzialmente a dispor-
deri va no. A vvertii ancora, che nelle provvi- ne. I bisogni e le circostanze variarono,
ste alle //o//jf«erfo /e, il Papa nel preconiz- e la Chiesa variò modo nelle sagre elezio-
2arle in concistoro non fa menzione delle ni.Per gl'indulti e pe'concordali nomi-
formole nominatione, et praesentatione, nano capitoli e sovrani, ma sempre è il
benché vi sieno nelle precedenli Proposi- Papa che solamente conferisce fresco- i

zioni concistoriali, e poi la si faccia nelle vati, alla presentazione di tali privilegia-
cedole concistoriali e nelle bolle. Non fa ti. Ceilamenle, eccettuati i vescovi nomi-
neppur menzione poi deir elezioni e po- nali in vigore de'concordati, e l'antichis-
stulazioni de' capitoli, sì per vescovi e sì sima consuetudine della Germania e di
per abbati ; però nelle Proposizioni e ne- altrove, il solo Uomano Ponlifice al pre-
gli atti mentovati la si fa. Su queste no- sente provvede lechiese vescovili vacanti o
mine osserva Nardi I sovrani presenta- : da vacare, in curia o fuor di curia, come
no al Papa candidati, per privilegio e
i appare dalla 2.^ e 3." delle Regole della
indulto loro accordato dalla s. Sede, e Cancelleria Apostolica [f'.), alle cui rin-

quindi non vi è nulla da ridire. Il princi- novazioni interviene pureil Reggente [f.)
pe presenta in luogo del clero e popolo : della medesima. In Oriente, nelT antico
il Papa elegge in luogo de' vescovi e me- diritto e nel nuovo, qualunque forma si te-

tropolitani; la cosa è la medesima. I nesse in eleggere, tale pratica era appro-


vescovi potevano rifiutare un candida- vata espressamente o tacitamente dalla
to nominato con male arti, o avente de' Chiesa e dal suo Capo, il quale essendo
difetti canonici: il Papa può rifiutare, rivestito della qualità necessaria per go-
e rifiuta per le slesse ragioni; dunque le vernare la Chiesa universale pel suo Pri-
cose procedono come nella più alta anti- mato, può egli solo, fuor del caso d'uà
chità. Ma però vi è il vantaggio, che nel- concilio Ecumenico da lui approvato,
l'antichità mettevansiin molo le passioni, dare al vescovo eletto la missione cano-
e spesso ne nascevano degli sconcerti, de* Dicd sulla diocesi, che gli è assegnata, poi-
quali oggidì non vi è neppure V ombra. ché niuo altro vescovo fuori di lui, avea-
In breve: si tolsero tutti i torbidi dell'e- dogiurisdizionesulla diocesi vacanle,niua
lezioni del clero e del popolo, ed Papi i altro la può conferire al nuovo vescovo;
accordarono a' capitoli, che nell'elezioni poiché nemo dat, quod non habet. Que-
i aveano la parte principale, ed a'sovra- sto è un principio inerente alla stessa co-
ni, per indulti, privilegi e concordati, di stituzione della Chiesa. Parlando il Zac-
eleggere a* primi, di nominare a'secondi, caria dell' autorità pontificia intorno al-
essendo seu^pre libera la s. Sede di rifiu- la conferma di tatti i vescovi, dice che i
tare chi de' nominati non abbia i re(|ui- Papi antichi d'ordinario non s'irapaccia-
sili voluti da' C9U0QÌ. Laonde i capitoli vauo uell'elezioni vescovili degli orientali,
:j8o VES V ES
ma lasciaionoche i vescovi provinciali da* 5, noto essendo che tutta l'antichità ne!
loro metropolitani, i mclropolitani cìa'pa- romano Pontefice riconosce l'autorità di
triarchi, si confermassero, e solamente fulminare la Scomunica^ ancora contro
alla loro autorità riservarono la confer- gli altrui diocesani, come fecero s. Zosi-
mazione de' palriarclii, disciplina lutto- mo del 4' 7 contro Celestio, e s. Celesti-
la in vigore. 11 Tomassini afferma, che se no I del 4^3 contro iVestorio. A' giorni
le lettere, che i patriarchi d'Oriente scri- nostri, sebbene l' imperatore Napoleone
vevano Sede tosto ch'erano assun-
alias. I, nel Concordato Adi lui fatto come i.**
ti al non fossero un indizio
patriarcato, console della repubblica di Francia (V.)
della conferma che domandavano, certo e- con Pio ni (l"^.) avesse riconosciuto so-
rano una semplice notizia,e segno di tener lennemente nel Papa il diritto dell' isti-
la loro comunione. E poi indubitato, che tuzione canonica de'vescovi, dopo averlo
quando Papi rispondendo ad essi gli am-
i detronizzato e confinato prigione a Sa-
mettevano alla loro comunione, s'inten- vona (/^.j, ivi fece eseguire con arte ener-
devano conferaiati; e per l'opposto se gici tentativi per togliergli tale diritto,

rigettavano la loro coo)uoione, s'inten- oeir istituzione canonica de'vescovi nuo-


deva pure riprovata la loro elezione; che vamente da lui nominali, e co.«.ì carpirgli
però era per que* patriarchi una cosa una delle più eminenti prerogative del
stessa ricevere la comunione de' Papi e supremo pontificato; ma tentativi riu- i

l'essere nella fatta elezione confermati. scirono inutili, come il concilio nazionale
Arrogecheioricordi avere nel voi.LKVI, da lui adunato in Pari*^i (f^.), e la desti-

p. 264 riparlato delle lettere sinodiche nazione de' vescovi nominati a Ficari
e sinodali de' vescovi e de' Papi. Que- Capitolari (F.) delle chiese loro desti-
st'ultimi, dopo la loro elezione ne scri- nate, in onta alla pontificia proibizione.
vevano, oltreché agi' imperatori, a' pa- Tutto descrissi ne' citati articoli, e negli
triarchi e a'metropolitani, anche orienta- nitriche vi hanno relazione; ed il Del-
li, per parteciparla ad essi,ed insieme ren- lorao lo fece nella Continuazione della
devano testimonianza della loro ortodos- Storia del Cristianesimo, t. 2, p. 58 e

sia e della comunione con cui erano uni- seg., c)8 e seg. — Ed eccomi a parlare
li con essi. Di sifliille epistole se ne de- sull'odierno sistema della nomina e del-
duce il principio dalla risposta di s. Ge- l' esame de' vescovi, sulle qualità che si

lasio Papa del 49'^) ^^ Eufemio vesco-


I richiedono per la loro idoneità, e quindi
vo di Costantinopoli ; sebbene poi gli ne- della preconizzazione in concistoro de'me-
gò la comunione apostolica e le lettere desimi. Oltre quanto ho descritto nell'ar-
pacifiche, finché non avesse cancellato ticolo Vescovato, massime nel § li delle
da' sagri dittici il nome del di lui prede- qualità necessarie per essere degno pasto-
cessore Acacie, autore del i.° scisma fra re, e della preconizzazione in concistoro,
la Chiesa greca e che il pro- la latina, specialmente nel g V ; ed oltre tutto quel-
prio antecessore s. Felice III avea con- lo che nel presente sono andato riferen-
dannato, reciso dalla Chiesa cattolica e do sulle njedesime doti e requisiti, già nar-
dal vescovato (il siuìile avendo fatto con rai neir articolo Concistoro, e negli al-
Pietro Mongo vescovo d' Alessandria, e tri che andrò nominando, con diffusione
Pietro Follone o Gnafleo vescovo d' An- e particolarità, quanto appena qui ora ri-
tiochia : ecco dunque un esempio dell'aU' corderò. A seconda dell'antica disciplina
torilà pontifìcia sopra 3 patriarchi orien- ecclesiastica, Alessandro 111 nel 1 1
79 or-?
tali). Sulla storia della pontificia giurisdi- dinò nel concilio generale di Laterana
zione sopra de' vescovi si può vedere il 111, colla costituzione Cani cunctis, che
Zaccaria, Anti-Ftbbrotiio^ l. 2, lib. j, cap. nell'clezioue de'vescovi e degli abbati eoa
VES VES . 281
Jiooesi nulUiis^ anzi prima di effelliiarsi meno quell'eia nella quale Cristo comin-
la nomina de' promovendi, si esaminino ciò a predicare, e nella quale sono prò-
sidla bontà e già vita de'costncni, come per mossi gli altri vescovi, cli'è di So anni fi-

la scienza; delerminando pure, che ninno niti. Ed è notabile, che nell' altre dignità
fosseelelto vescovo senza essere in età ma- basta aver toccato l'anno legittimo; ma
tura, ed avere 3o anni, e nato di legilli- nel vescovo non basta aver toccato l'an-
mo matrimonio; e che nessun ecclesiastico no So.", come dichiarò Gregorio XIV
possedesse due Benefica ecclesiastici^ ar- colla bolla Oiius Apostolìcae servitutis,
gomento svolto anche nel § IV di Ve- E se vuol sapersene la ragione , rispon-
scovato, parlando del governo e ammi- de Sarnelli, col testo della legge : Non o-
uislrazioue di più vescovati. Altrettanto nuiiuni quae a PrincipihuSy ratio reddi
ordinarono Leone X nel concilio di La- potest. L'Ostiense però ^ce per con-
terano V, e così quello di Trento nella gruenza, essersi ciò fatto perchè Cristo ,

sess, y, cap. i, De Reforni. Questo stesso di cui il vescovo è vicario, nell'anno So."
concilio nella sess. ii^De Re/orni. ^ ripe- fu battezzato e predicò, ed è l'età perfet-
te, che chiunque dovrà essere ammesso ta. Ed essendo speciale ulTizio del vesco-
alle chiese cattedrali, questi non sola- vo il predicare, dev'essere in età di 3o an-
mente sia adorno di natali , di età , dì ni compiti. Tuttavolta il difetto dell' età
costumi e di vita, e di altre cose le quali non sì può opporre alla validità dell'ele-
8i ricercali© da'sagri canoni, ma costitui- zione del Papa; però si ricerca per ragio-
to anche in ordine sagro, almeno per lo ne naturale e divina, un'età tale che ab-
spazio di 6 mesi. Oltre di che sia fornito bia l'uso della ragione, perchè Cristo dis-
di tale scienza che possa soddisfare alla se a Pietro, /?rt5ce Oi'es ineas^ e l'infante
necessità dell'uflìzio , e perciò per lo in* che non ha 1' uso della ragione non può
nanzi nell'università degli studi sia slato ricevere il peso di pascere le pecorelle;
meritaujenle promosso maestro, o dot- laonde tale elezione sarebbe nulla, non-
tore, o licenziato, in sagra teologia o nel ostante la decretale Lice t de Elee t., cÌìq
diritto canonico ; che se sarà regolare ab- non toglie quest'eccezioni provenienti dal
bia un simile corredo di qualità, attesta- diritto naturale e divino ; anzi , dove si

lo da' superiori del suo ordine. Aggiun- riceve la podestà nel corpo mistico, si ri-

gerò alquante parole sull' Età {f^-) e cerca di necessità l'atto del suscipiente
sulla dottrina. In quell' articolo riportai tal cura, e così parimente l'uso della ra-
l'età competente prescritta dalTridenlino gione, come dice s. Tommaso in 4 senC.
per le dignità ecclesiastiche,e pel vescova- disi.25, q. 2, art. 2, q. 2. Trovo nel Bì-
3o anni, e non almeno 27 co-
to quella di ma, De' T^escovi d'Ivrea, che Federico
come vogliono alcuni. Si può ve-
minciati, de'conti di Front es. Martino, già canoni-
dere carduial De Luca, // FescoK'o pra-
il co della cattedrale, eletto dal capitolo a*4
tico a p. 674, dell'età richiesta per ogni luglio1264, per difetto d'età venne no-
sagro ordine dovendo esser provetta
, minato amministratore, indi a'22 settem-
quella del vescovo, almeno di 3o anni bre 1 284 (^ ordinalo vescovo, e nel 1 288
compili, e non prima: l'ordinato prima fu traslato a Ferrara. Mei § IV dell'articolo
dell'età legittima, ed anche il vescovo , Vescovato riportai un notabile numero
soggiace alla pena ecclesiastica della So- di personaggi principeschi nominati ve-
spensione {f^.y 11 Sarnelli, Lelt. eccl. t. scovi, o meglio amministratori acoadiu-
5, 5o: QuaV età deve ai'ere l'elet-
leti. lori di vescovati, in tenera età, fin di cin-

to Pnpa.^oiì è prescritta; è conveniente que anni! e ciò che si praticò pel gover-
però ch'essendo vescovo della Chiesa u- no ùclla diocesi. Ed ivi accennai dove ho
aiversdle e Vicario di Cristo, ubbia al- parlalo de'cardinalì e de' Papi, parimeati
282 VE S VES
creati In giovanile eia. Quanto a' vescovi, wicz Lysiek del circolo di Slanislau,
di

pare che l'ultimo esempio l'abbia datoPio ordinato sacerdote nel 1778, fatto arci-
Vii nel 8o5, quando propose iu concisto-
1 vescovo armeno di Leopoli neWa Gallizia
ro la coadiutoiia con futura successione nel i832, morì nel i858 d'anni io3,
dell'arcivescovato d'Olnmtz,per l'arcidu- perciò il decano di eia di tutto l'Episco-

ca Rodolfo fratello delTimperalore d'Au- pato cattolico, come leggo nel n.287 del
stria. Nell'allocuzione, presso il Ball. Giornale di Roma del i858, che a p.
Hom.cont. 870, il Papa espose
t. li, p. I 182 ne riferisce la biografia e fonerà* i

i motivi, che a ciò lo determinavano, ri- li, che gli celebrarono l'odierno arcivesco-
levò i meriti dell' imperiai prosapia, e vo Gregorio Szymonowicz, già suo coa-
que' del depiilato coadiutore, però senza diutore e vescovo di Marcopoli in parli-
titolo in partìb US ^i\Qx\ ostante la sua fre- buSy col clero di molti riti. Sebbene op-

sca eimmatura età, allegando che un s. presso dall'età, adempì quasi fino alla
Carlo Borromeo (ed eziandio alcuni Pa- morte tutti i suoi gravi doveri, e due
pi), oltre altri, erano pervenuti a tale di- giorni prima di morire assistette alla mes-
gnità in età assai giovanile, cotne il cele- sa nella cappella arcivescovile. Noterò,
bre cardinal Andrea d'Austria vescovo di che Urbano Vili decretò, che i vescovi
Costanza e Bressannone; ricordando pu- da eleggersi fossero di buona salute, on-
re quanto s. Paolo scrisse a Timoteo: iVe- de poter attendere alle necessità della
Vìo adolescentiain mani contemnat^sed chiesa, dichiarando perciò incapaci della
exeniplitm esto fidcJinni. De'vescovi che dignità vescovile que' che per comples-
governarono lungamente e vissero assai, sione guasta, o per abitudine di male, fos-
lo rilevai nelle serie che riporto negli ar- sero impotenti ad eseguire il loro mini-
licoli de'vescovati: qui solo ricorderò Si- stero; nel qual divieto vi comprese pure
moncelli vescovo di Soana^ che governò i cardinali, non dovendosi, se infermicci,
quella chiesa 60 anni (quanti ne visse nel- deputar al governo de' vescovati. Menta
la porpora il cardinal ly/mo/zce/Zi: , forse registrarsi un caso alquanto relative.
,

suo parente, certo concittadino), e mori Trovo nel Ballar. Roni. coni. t. 20, p.
nel 1596 decano de'vescovi di tutta la 34, il Gregorio X VI, iiJC^o-yi7M//i
breve di
cristianità. Lo sarà prima stato egual- JVobis tuo nomine, de' 20 febbraio 1 835,
mente Giovanni Mileti vescovo di Sois- e diretto J^ener ab ili fratri CaiAo Fontani-
sons per 72 anni, morto neh 5 14. Fran- ni di Latisana, della congregazione delia
cesco M.' de'conli Fenzi di Zara, di ^0 Missione, nato nel 1766 e fatto vescovo
anni fatto arcivescoro di Corfìi neh 779, di Concordia nel 1827, SaUueni^et A'
Iraslato nel 18 «Galla dignità à\ Patriar- postolicani Benediclioneni. Faculias e-
ca Gerusalemme in partibus, morì nel
di xercendi ninnerà episcopalia non ob-
1829 d'anni 9ie5o di vescovato, decano slante coecitate tributa Episcopo Con-
de'vescovi tutti del monilocattolico. Fran- cordiensi. Indi viene esposta la prece
cesco M.^ de'conti Gazzoli di Terni, fatto del vescovo, e la concessione del Papa.
vescovo di Città della Pieve, poi traslato « Te quam cito luminibus omnino orba-
ad Amelia , morì vescovo di Todi nel tum, ab hac Apostolica Sede veniam im-
1848 decano de'vescovi di tulio l' Epi- plorasse clericos tuae dioecesis si opus ,

scopato d'anni 89 e 54 di dignità vesco- fuerit, etiam extra tempora a jure sta-
vile. Il cardmal Ugonedela Tour d' Au* tata ad ordines promovendi, quas qui-
vergnt Lauraguais^ morì nel i85id'an- dem preces abnuere visum est, eaque
ni 84 e quasi 5o di vescovato d'Arras, che ratione, ut dubitare sis coactus lum hu-
juai virtuosamente volle permutare, de- jiisiDodi miuisterium, tum alia episcopa-
cano de'vescovi. Samuele CiiilioSlefauo- lia o(Ucia posse peragere, lamelsi bona
V ES VES 283
eorum aliquoJ luorum
fitìe presbylero- la bolla Cuni sie ut del i5?2, riferisce
luai ope obieiis. Nunc veio a Nobis po- l'abuso de'suoi tempi, cioè che molti i-
slulanclum curasti, ut poslhabilo privile- gnoranli del Diritto canonico e civile,
gio sa^cros ordiues extra praescripta tem- aspirando al grado di Dottore indebita-

pora couferendi, praevia absolulioiie prae- mente, sotlo pretesto che attendendo in
lerilo super tempore, ad lui conscientiae qualche Università di studio generale,
traiiquillilalenì, tuique giegis couimo- avessero fallo profitto e fossero iilonei ,

dum procurandum, ex Nostra indulgen- estorcevano dalla s. Seile licenza che po-
lia facollalem libi concedere velitnus, cu- tessero ricevere la laurea del dottoralo
jus vinon obslante tua caecilate ouiuia , nella romana Curia, da qualche prelato
episcopalia muoia in posleruui obeas, lun- o persona costituita in dignità ecclesia-
go usu, et assidua pioborura^fidoruujque stica; e col pretesto di tale licenza, senza
ministrantiurn opera adjufus. Nos igitur il richiesto esame, e senza le altre cose
cjuuin haec per dilectum filium >oslruin necessarie, si facevano promuovere al
Jacobus S. R. E. presbyter cardinaleui dottorato in obbrobrio della dignità, e
IMonico palriarcbaoi Venetiartim Nobii conilo lo statuito da'sagri canoni e dalle
innotuerint(era il metropolitano), tuuni leggi. Quindi provenivano molli incon-
glatum, et conditionem valde miserati ,
venienti, e il clero pieno d'ignoranti, coti
lemcjue gialara libi non modo , veruin avvilimento de'veri dotti laureali. Laon-
eliam ipsi palriarchae iN'obis carissimo, de il Papa ordinò, che in Roma potesse
ac tot nominibus de re Christiana, el ci- solo dottorare nel jus canonico e civile il

vdi opliuie merito facere cupientes, ala- collegio degli Avvocati concistoriali. Po-
cri libentique animo volis luis , cui ab scia s. Pio V colia bolla Quam visa iSe-
amplissimi cardmalis oHlcio maximum de Apostolica, óe\ i568, ri vocò tutti i

po?^dus accedil, obsecundatnus. Quapro- privilegi concessi dalla s. Sede di crear


pler le a quncumque culpa nQla,inquam dottori, licenziati, maestri, a'conli pala-
obea, quae IVobis eX[)osita sunt,incidisli, tini e a diversi altri, perchè tralasciava-
absolvenles, el absolutum fore censenles, no il esame nel concedere i
necessario
ut aliquod in acerba tua infìrmìtate le- gradi; ordinando che dottori e gradua- i

vamen referas, libi aucloritale Nostra a- ti da quelli, non godessero del privilegio

poslolica coricedimuset indulgeraus , ut in quanlo alle dignità e altri benefizi ec-


post hac lametsi luminibus careas, dum- clesiastici, perchè ingannavano la Chiesa
inodo ecclesiastici viri de sacris rebus ap- e la repubblica in cosa tanto importan-
primeedocli, tibiqueprobati, libi praesto te. Nel i586 Sisto V colla bolla Sedis
sint, singula quaeque episcopalia munia Apostolicae^ conferujò privilegi de' Pro- i

libere, et licite possis exercere ". Quanto tonotari apostolici partecipanti , conce-
alla dottrina richiesta ne' promovendi al dendo loro di poter dottorare in jus ca-
vescovato, il Sarnelli nel t. 5 scrisse nel- nonico e civile, nella Teologia e lìfedi-
la lett.g.^ Che per ottenere le dignità cina, purché assisliti da due o tre dot-
ecclesiastichCfle quali richiedano il gra- tori in ogni facoltà, per esaminare dot* i

do del dottorato , questo dee riceversi torandi, ed equivalesse il grado come ri-

in pubblica Università. Dice che in ogni cevuto dalle primarie università, ma col-
conto deve ottenersi, per la ragione, che l'eccezione praeterquam, qiioad habili»
non presume che abbia tale scienza
si
,
tatem ad Catliedrales Ecclesias, per la
chi non è pubblicamente esaminalo. Agli ragione dichiarata dal Papa , di conce-
abusi intorno a materia tanto importan- dere, Concila Tridentini decretis mini'
te alla Chiesa calla società, iPapi haimo me contrarie. E le congregazioni del
datogli opportuni rimedi. Giulio III nel- concilio e de' vescovi e regolari decreta-
284 VE S V E S
rono poi, che ad ellello tli attenere be- come si legge nel cap. FenerahlUs^ § de
nefizi e dignità ecclesiastiche nelle cat- Praehendis, E
Chiosa verbo Eininen-
la
tedrali, che per disposizione di detto con- tisy dice: Sufficit enini Praelalo^ qitod
cilio e de' sagri canoni licercasi il dot- sit sufficientis non sit e-
scientiae^ licet
torato in jus canonico o in teologia, s' in- pauci ad dii^nitatis prò-
ììiincntis, alias
tenda solamente di quello ricevuto nel- moverentur j et ita multo far tius tolera-
r università approvate, e non de'gradua- tur mediocris scienlia.W concilio di Tren-
ti da'conti palatini e altri che aveano il to comprende tutto in poche parole, ^«"«.y.
privilegio di dottorare. Nel t. 7 ci die' il 22, cap. 2. Scientia \>ero ej asma di poi-
^jarnelli la lelt. 5g': Quale scienza si leaty ut niuneris sihi injungendi necessi-
richiede per le dignità e ordita ecclesia- tati possit satisfacere. Gli abbati, che
stici; e che cosa siala sapienzaMgW dice: hanno cura d* anime , debbono sapere
Ha eminentescienza chi sa discutere le dif- quello che loro appartiene. In generale:
fìcili e sottili questioni, massime apparte- chi è ascritto al clero, bisogna che atten-
nenti alla fede, prontamente senza ricor- da di proposito allo studio, massime del-
rere a'Iibri: ha mediocre scienza chi è ob- le scienze proprie degli ecciesiastici ; e
bligalo cercare in essi la verità : l'ha stilTi- s. Girolamo stimò non doversi chiamar
ciente quello che da per se basta a ponde- sacerdote , chi della scienza sagra è pri-
rar leco>e elicgli occorrono.La scienza dee vo. La sapienza poi è diversa dalla scien-
ricercarsi e stimare secondo le dignità, il za, poiché disse s. Tommaso: Sapientìa,
luogo e l'ordine, e ciò deve esaminare il qua fornialiter sapientes sunius , est
gmdice discreto, il quale occorre che con- quaedain participatio Sapien- dis^inae
sideri la qualità della chiesa alla quale ti ae j quae est Deus. Il p. Menochio,
taluno è assunto. Ora per la dignità ve- Stuorcy cent.'' 9.% volle esaminare nel
«covile, secondo tulli, si richiede la scien- cap. '] i Se per esser eletti a^ vescova-
:

za eminente, poiché il vescovo dee aver ti siano più idonei li Teologi^ o li CanO'

profonda cognizione del Testamento vec- nisti. Ne diedi contezza airarticolo Teo-
chio e nuovo, come giudice e pastore del- logo, e conclusi con l'autore, la necessità
l'anime, e rendere ragione a ciascuno in- della teologia ne' vescovi, e tanto meglio
tornoa'misteri della fede, della «.Scrittura, sarà se vi è unita la cognizione de'cano-
dell' Evangelo, de's. Canoni, della legge ni. Del resto, l'eccellenza della dottrina
secondo la quale debbono giudicare. Ma e d' ogni maniera d'erudizione è assai
quantunque nel vescovo si desideri la scien- pregevole ne* vescovi, ed è stata anche nei
za eminente, perchè i superiori devono e- primi tempi della Chiesa a questa utiliS'
rudiie gli inferiori, soggiunge il Sarnelli, sima; né mai fu loro discjetla la lettura
nondimeno competente, come
basta la discreta de'iibri profani. E vero che più
dichiarò \\ Latera-
concilio generale di volte fu condannata ne' vescovi la lettu-
no V: Curialitatis antìquae ciun coni- ra profana, de'poeti massimamente; ma
petenti litteratura. Conipelens illa est in qne' vescovi, e in (luelle circostanze, ia
qiiae est necessaria ad cxecutioneiii cu- che impedivano la lettura delle s. Scrit-
jnscumque ordinis. Dice Sdvio, verbo ture. L'eccellenza in tutta quella manie-
Scientia: Quia iniperfcctuin scientiae pò- ra lì' Er udizione y che si chiama L^ettere
testsupplere perfectio charitatis. Altri- Belle (F.)i è stata sempre lodevolissima
menti, se fosse necessaria assolutamente ne'vescovi, e in loro è stata alla Chiesa u-
nel prelato la scienza eminente, pochi tile e gloriosa sommamente, perché e-

se ne promuoverebbero al vescovato, ziandio giovò a combattere gli eretici e


raentre appena si ponno trovare nomini i libertini, che per esser letti fanno pom-
di emiueute scienza alle sublimi dignità, pa di inolteplicó crudiziouu e di elegaole
VES VES 285
eloquenza, che seduce gl'incauti. Il Papa vi o persone costituite in dignità eccle-
poi talvolta ne* promovendi dispensa dal siastiche, quali delegati della s. An-
SeAe.
dottorato , ed in alcuno e raramente, ticamente, dice il Lunailoro ,
quando il
secondogli speciali moli vi, dall'eia richie- Papa proponeva a* vescovati cardinali o
sta pel vescovato , facendosene espressa prelati, erano essi esenti dal processo, e
menzione nella proposizione concistoria- dalla preconizzazione de'cardinali, allora
le. Tali dispense facilmente il Papa le ac- in uso, bastando l'attestato che il Papa
corda a'vescovi J^icari apostolici, ed ai faceva dell'idoneità della persona. Di più.

loro coadiutori. Ormai fa d'uopo tornare Gregorio XIV prescrisse la diliger»za da


a rammentare, quanto descrissi nelT ar- usarsi nell'esame de'vescnvi ( del quale
ticolo Concistoro. Pio IV decretò che i antichissimo costume, anche per gli altri

benefizi concistoriali, ossia i vescovati, le sagri ordini, parlai nel voi. XLIX, p. 71);
abbazie nnllius ec, non si potessero ac- e Clemente Vili, onde meglio conoscersi
cordare senza il voto e consenso di due le loro cognizioni in teologia e sagri ca-
parti de'cardinali , nelle proposte in con- noni, istituì la Congregazione delC esame
cistoro, a seconda del preconio stabi- de^ Fé scovi (yUsWdL e isole adiacenti, e dei
lito dal predecessore Paolo IV. Indi Gre- dominii che Sede avea in Francia,
la s.

gorio XIII stabili la dispensa a' cardi- cioè Avignone e il contado Fenaissino ^
nali delle Proposizioni Concistoriali ^\q eccettuandone pure ye&co^'x in par tib ut i

quali compilano dal lyo^^zV/z/o del Con-


si per essere le loro chiese titolari extra /-
m/oro e contengono lo stalo presente dei taliani; ma lo dovessero fare se coadiuto-
vescovati di giurisdizione, ed anche quel- ri con futura successione, e se traslati ai

lo de'titoli in parlihus e delle abbazie, da vescovati residenziali d' Italia o de* detti
conferirsi dal Papa; se sono per nomina dominii, secondo la disposizione di Cle-
del Papa o di chi ne ha l'indulto, il no- mente XII. Non soggiacciono all'iE'.yflfwie

me de'promovendi e le loro qualità, chi i notati in quest'articolo^ e precipuamen-


fece loroil processo, ed a chi essi presta- te i cardinali, gli esaminatori, e chi a mez-
rono il giuramento di fedeltà e ubbi- zo del prelato uditore viene dispensato dal
dienza alla s. Sede. Sisto V istituì la Con- Papa interamente ovvero dal pubblico ,

gregazione Concistoriale per le provvi- ammettendosi l'esame particolare. Tal-


ste concistoriali, e per lutto quanto le è volta Papi fanno da esaminatori. Scris-
i

inerente. Altre provvidenze ed inquisi- se GirolnuJO Veniero, Examen Episco*


zioni per l'idoneità de'promovendi, i se- poriiniy Veneliis i645. Della controver-
guenti Papi principalmente emanarono. sia insorta fra la s. Sede e la repubblica

Gregorio XIV stabilì le norate de' pro- di Venezia per 1' esame del patriarca
,

cessida farsi pe' promovendi d' Italia e Vendramini, si può vedere quell'artico-
pe'vescovati da conferirsi, nella curia ro- lo, precipuamente il voi. XCIII, p. i35.
mana per il notaro del Concistoro, o Della congregazione un prelato è il se-
de' promovendi alle chiese vescovili ed gretario, ma nel declinar del pontificalo
alle diocesi nullius, nel quale artico- di Pio VI, lo era il p. ab. d. Enrico San-
lo ho riferito tutte le disposizioni e la clemenle camaldolese. Utilissime disposi-
praxi, e di quanto riguarda 1' Uditore zioni emanarono sulle cose discorse Gre-
del Papa^ del qual prelato sono uditori gorio XV, Urbano Vili, Innocenzo XI,
i detti notaro de'p recessi e sostituto del che Congregazione sopra l'ele-
istituì la
concistoro, il quale è revisore de'processi; zione de* Vescovi (per la promozione d'i-
e nelle altre parti del mondo, l' inquisi- donei soggetti per l'ottimo governo del-
zione e il processo vennero aflidati a' ri- le chiese, dichiarandone segretario l'udi-
spettivi DUDzi apostolici, o ad altri vesco- lore del Papa, al quale prelato , cessata
,

286 VES VES


la congregazione, leslò In gran parie la gl'inlerrogalorii diversi prescritti da Be-
grave e delicata inquisizione sui soggelli nedetto XIV, da farsi ad essi dalla con-
degni del vescovato, onde proporli alle gregazione di propaga ndayjr^e. I promo-
vacanze delle chiese), Alessandro Vili ,
vendi italiani debbono recarsi in Pioma
Cleniente XI, Benedetto XIV, Clemente sì pel processo e sì per l'esame, qualora
XIII ec. il prelalo uditore del Papa, in non ne siano dispensati dal Papa, co' ri-
nome di questo avvisa con biglietti o chiesti requisiti, cioè del processo forma-
lettere i promossi a' vescovati d* Italia e lo tanto sulla persona che pel vescovato
dello stato pontificio, e de'deslinati alla dall'uditore del Papa, o sia dal suo udi-
me-
dignità di vescovi in partihus delle tore notaro de'processi, colle clausole ac'
desime regioni o di altrove, massime i cedendi intra sex tnenses in Urbeni (Ro-
presenti in curia. Le nomine de'sovraui ma) ulfidei professionein emiltat^ atque
e quelle de'capitoli, da questi o da' nunzi consecralionis munus sitscipiat
(
pari-
sono inviate pel mezzo del cardinal se- mente in Pioma, se non dispensa il Pa-
gretario di stalo al Papa, il quale già ha pa, però coir ingiunzione di doversi poi
fatto il tutto esaminare da'raedesimi ri- recare in Pioma), nec non cimi clausulis
spellivi nunzi o altre persone deputate e necessariis et opportunis. Altrettanto si

costituite in dignità ecclesiastica , oltre pratica nelle traslazioni, ed eccone un re-


la redazione del processo a'nominati, ed centissimo esempio. Leggo nella propo-
allo slato de'vescovati e loro chiese, come sizione concistoriale, pel trasferimento
di sopra dissi, e promovendi essi ne
da' , di njg." Pietro Maria Ferrè vescovo di
ricevono la professione di fede, anche dei Crema, al vescovato di Pavia, nel conci-
nominati a'titoli in parlibiisj s* intende sloro de'20 giugno 1859. Haec omnia
sempre, d' oltremonte, extra Italiani, Constant (cioè lo stalo della chiesa di Pa-
Quindi il Papa dati ad esaminare al se- via, e le qualità del prelalo) ex proces-
gretario e al soslitultr della congregazio- su confecto corani R, p. d. Jeanne Janni
ne concistoriale le nomine, gli atti d'ele- Sanctitatis Siiae Auditore. Supplicatur
zione se canonica, i processi, questi ven- prò expedilione cimi absolutione a vin'
gono pure riveduti dall'uditore del Pa- culoy quo tenetur Ecclesiae Cremensi
pa e dal sostituto del concistoro (sicco- alque translalione ad recensitani Ca^
me diverse incombenze sono cumuLuive iìiedr aleni Scdeni Papienseni (in re-
coir Uditore del Papa, colla Congre- gno Longobardo- f^'eneto ), cuni df.cre-
gazione Coneistorìalcy e col Segretario to eniittendi professioiieni /idei, ac jura-
della Concistoriale, mi riporlo a tali nientuin fideliiatis praeslandi (benché
orticoli, precipuamenle quanto a'proces- la 1." r avea falla e il 2.° 1' avea presta-
si pe' vescovi myj^r/f/jwy, che considerati lo pel conferimento della sede di Cre-
i loro titoli esistenti <"xfr<:2/f<7/iVz^7i, talvol- ma) , illanique sic eniissani illndque ,

ta anche in detta congregazione si fanno rite praeslituni ad Urbeni


prae- intra
i loro processi ); e trovatosi lutto rego- Jixuni tempus mittendi, nec non ciun
lare, approva nominati, istituita la car-
i clausulis necessariis et opportunis. Tal-
dinalizia Congregazione degli affari eC' volta gli eletti emisero Rinunzia alla
clesiaslici da Pio VII, dessa si occupa an- dignità a cui erano stati nominali. Al-
cora di ricevere i processi pe'vescovi d'A- le volte il Papa accoglie le loro ragioni
merica, non dipendenti per la s. Sede da e li dispensa dal l'accettare il vescovato e
quella di propaganda y/t/c , e quindi li la dignità episcopale; tale altra fa corag-
passa al prelato uditore del Papa perla gio, e ingiunge ubbidienza, proraellendo
disamina. Quanto ix P^ escovi in partibn<! l'aiuto del fondatore divino della Chiesa,
infidelium esisteulijiaqueU'arlicolo notai di cui è vicario iu terra. Quindi ha luogo
V ES VES 287
VEsame de'novelli vescovi avarili al Pa* gius divino sono soggetti e tenuti ad ub-
pa, in teologia o in sagrì canoni, a loro bidire. Tulli i vescovi sono istituiti da
arbitrio, nelle due discipline essendo e- s. Pietro , e la loro giurisdizione è infe-
saniinatori speciali cardinali ,
prelati e riore alla pontificia, ed a questa sono ri-

ragguardevoli religiosi, tutti intervenen- servate le loro cause. Inoltre avverte il

dovi vestili al modo riferito nel voi. XV I, De Luca, che prima, dopo l'esame si fa-

p. 197. Il consesso è imponente, e dà ap- ceva il processo, tanto sulla vita, coslu-
prensione noninenoagli esaminatori, che mi e requisiti necessari del nominalo o
agli esaminandi. I cardinali esaminatori destinato, quanto sopra lo stalo della chie-

tralasciano quando vogliono. Gli esami- sa a cui era slato designato vescovo, il

natori prelati o regolari cessano di esa- Papa deputando un cardinale a compi-


minare quando cenno che ba-
il Papa fa larlo, al quale faceva la professione del-
sta. JNotai che i
nel ricordalo articolo , la fede cattolica, ed il medesimo cardi-
Papi talvolta approvarono per la promo- nale lo preconizzava nel i.° concistoro, e
zione al vescovato , alcun esaminando nel seguente il Papa faceva il decreto.
che si smarrì; come pure che non appro- Quando poi Papa voleva proporre la
il

varono que'promovendi, che non sosten- chiesa vacante in concistoro, senza com-
nero bene l'esame. Per infermità e con- metterlo a un cardinale, in questo caso
valescenza de'Papi, l'esame si tenne nel il processo facevasi avanti il suo uditore;
palazzo da loro abitato, non però alla pre- e quindi in un medesimo concistoro Io
senza di Ciò avvenne per Benedetto
essi. proponeva, ed emanava il decreto. Dopo-
XIV nehySy, come si ha da'n.i GiSg, ché ognr T^escovato come ho descritto ,

6 g5 e 6219 de' Diari di Romaj e per


1 nel § V di quell'articolo, si propone dal
Pio VI nel I 779, con»'è detto nel n. 464- Papa in concistoro (tranne quelli nel me-
Tratta il cardinal De Luca, // Fescovo desimo articolo riferiti, sia degli appar-
pratico^ cap. 5: De' requisì li e delle qua- tenenti a propaganda fide, che altri fatti
lità necessarie nelle persone le quali si j vescovi per breve per qualche causa, co-
devono eleggere pt vescovati. E nel n. 5 me il Papa Pio IX fece con mg."^ Giovan-
del cap. 6: Dell'esame de^vescovi d'Ita- ni Brunelli in arcivescovo di Tessalonica,
liay ed osserva che 1' esaminato, se ap- destinato dal predecessore delegato nella
provalo idoneo, si ó'ice vescovo e letto ^fìeb Spagna e ora cardinale), il processo si fa
bene non si debba qualificarlo tale, fin- dal prelato suo uditore, ed avanti a que-
che non segua la proposizione e il decre- sto pure, dopo l'esaurimento dell'esame,
to di sua promozione nel concistoro, men- ipromovendi fanno la Professione dife-
tre vero e perfetto vescovo non è che do^ de ( ^.), ancorché semplici vescovi titola-
pò la consagrazione, nella quale acquisla ri, coll'intervento de' notari de'processi,
immediatamente daDio la podestà dell'or- il quale rimette una delle due copie sot-
dine vescovile, ossia la podestà d' eserci- toscritte da chi l*emise, alla segreteria del-
tare i pontificali. Dopo il concistoro sol- la congregazione concistoriale. Ma se in-
tanto avendo acquistato la podestà giuris- vece del prelato Uditore del Papa^ vi è
dizionale e l'amminislraloria, conferita- il pro-uditore coniugalo, questi non può
gli dal Papa; poiché quantunque succes- riceverla, ed allora i promovendi fanno la
sori degli Apostoli nella podestà ordina- professione di fede nelle mani del cardi-
ria, i vescovi non l'hanno immediata- nal decano o del cardinal pro-datario, o
mente da Dio se non nel Papa quando d'un cardinal vescovo suburbicario. Già
li assume, anzi la loro consagrazionespet- dissi, che gli assenti da Roma la fanno
(a all'arbitrio «lei medesimo Papa, sicco- mani di chi fece loro il processo. A-
nelle
me aflferma il Pallavicino, ed a cui per vendo riparlato delle preconizzazioui che
ft88 VE S
sino a tulio il secolo passato fecero in legno (quello del Patriarca, ih quell'ar*
concistoro ilPapa e cardinali, mi pia*
i licolo lo descrissi). Una mezz'ora pricna
ce esibirne due esempi per memoria. Ri' di quella stabilita per il concistoro, prò*
cavo dal 179 n. Diario di Peonia
1 del curerà trovarsi nell'anticamera pontifi-
del lyaSjChe nel febbraio Benedetto XIII cia. Si porterà al palazzo apostolico nella
tenne concistoro e propose la chiesa ar- sua carrozza vestito con 1' abito prelati-
civescovile di Monreale, e le chiese vesco- zio di saia pavonazza (compreso il colla-
vili di s. Severino e di INicotera, non che re e le calze di seta di tal colore), come
la chiesa arcivescovile di s. Salvatore nel dispone Ceremoniale de' vescovi ([Joi-
il

Brasile; quindi le chiese vescovili di Fun- chè nell'estate -l'usano anco di seta), cioè
cai, di Pekino, di Olinda, di $. Sebastia- soltana, fascia e mantelletta senza la ,

no di Rio Janeiro, U-
di Meliapor, e di mozzetta^dtWa quale gì iarci vescovi e ve-
ranopoli in partibus. Il cardinal Ollobo- scovi in Roma non ponno far uso (tranne
ni vescovo di Sabina propose la chiesa i patriarchi a cui la concesse Benedetto
vescovile in partibus ù\ Samaria pel suo Xllhda pochi anni luoridi R.oma l'hanno
sufTraganeo, e le commende de* mona- incominciala ad adottarci nunzi apostoli-
steri di Obazine e di s. Leodegario* Il cijCome notai nel voi. XCIl,p.53ojfuori poi
cardinal Albani propose la chiesa vesco- della piopria diocesi i vescovi non ponno
vile di Pella in parlibus pel suffiaganeo usare la mozzella, ed anche m'istruisce il

eli Leopoii. Apprendo dal n. 2122 del De Luca, che in altra diocesi non ponno
Diario di Roma del i 78 i, che Clemen- usarla senza licenza dell'ordinario terri-
te XII nel concistoro tenuto in marzo^ toriale, ne incedere col rocchetto scoper-
propesela chiesa arcivescovile di Nazian» to, eccettuali i religiosi che portano la
20 in parlibus^ e la chiesa vescovile di mozzella da per tutto in luogo del roc-
IVIarsi.Il cardinal Olloboni preconizzò la chetto. Principaloienle i vescovi fuori d'I-
chiesa arcivescovile di Sens in Francia talia, segnatamente gli spagnuoli, fanno
(come Proiettore di quella corona), e le uso della mozzella, e con essa si fecero
commende di s. Giacomo diocesi di Sens, sempre vedere nel concilio di Trento; ma
e di s. Pietro diocesi di Chartres. Il car- nel resto vestendo con semplicità eccle-
dinal Pico preconizzò la chiesa vescovile siastica e senza seta , come iinparo dal
di Dova. Il cardinal Zondadari propose la Pallavicino. Afferma il cardinal De Lu-
chiesa di Gravina. 11 cardinal Cienfuegos ca, chevescovo nella propria diocesi
il

propose la chiesa vescovile di Sarepla in può usare la mozzella col rocchetto sco-
parlibus pel suffraganeo di Wormazia, e perto. La mozzella si ritiene il compi-
l'abbazia di s. Trudone di Liegi, non che mento dell'abito vescovile, e la mantel-
la chiesa arcivescovile di Lanciano, qual lelta l'adoperano i vescovi per coprire il

proiettore de'dominii e regni di casa d' A u- rocchetto avarili al Papa^ ed i cardinali^


stria,alioraanche regnante nelle dueSici- se si recassero nella diocesi del vescovo,
lie. Vi è slan}pata,esi dispensa dal prefetto ritenendo però la mozzetta, viceversa nou
ut' Maestri delle cerenion'e pontificie ^ la usa nella diocesi la niarìlellelta), eccet-

seguente: Istruzione per un nuovo arci- tuati quelli che sono regolari, a motivo
vesco\'0 o vescovo per la mattina del con- che non hanno l'uso del Rocchetto {f" -)'

cistoro segreto^ in cui e proposto ^ e per Se il prelato promovendo non è addet-


gli alti successivi. « 11 prelato, il quale to al clero secolare, ma appartiene al
Della mattina del concistoro sarà propo- clero regolare, (juesli si recherà al palaz-
sto dalla Santità di Nostro Signore per zo pontificio, vestilo come sopra, con seti
occupale la sede d'una chiesa arcivesco- tana, fascia e uìanlelletla di lana del co^
vile vescovile, osserverai] seguente con- Iure dell'abile (deirordine) della sua r*-
VES VES aSg
Ilgione (così il collare e le calze). Avrà ti è, ed il Segretario di Stato. Se sono
la sua berretta nera per prenderla in più d'uno i nuovi vescovi, il dello allo
luogo del cappello, quando scende dal- ed seguenti si eseguiranno uniti insie-
i

la carrozza. Il prelato secolare f-irà por- me quasi collegialmente. Si porterà, o


tare In un fazzoletto di nobiltà (seta) pao- porteranno indi dal cardinal vice-cancel'
nazza il suo rocchcttOy quale a suo lem* liere^ per prestare il consueto giuramen-

pò, terminato l'atto concistoriale, gli sa- to (del quale poi dirò alcune parole). An-
rà imposto da Sua Santità (nel modo che derà, o anderanno in seguito al palazzo
descrissi nel voi. XV, p. i/^i e articoli del cardinal i.** (o priore) diacono, ove
baciando piedi al Papa e rin-
ricordali, i similmente presteranno il medesimo giu-
graziandolo il rocchetto o la mezzetta
: ramento. Prestato il giuramento, i sem-

ricevendosi genuflessi). I prelati regolari, plici vescovi anderanno alle loro case; ri-
io vece del rocchetto, faranno portare co- manendo ivi gli arcivescovi (e quel ve-
me sopra la Mazzetta [F.) del colore scovo che per privilegio ha l'uso del pal-
(dell'ordine) della sua religione, che pa- lio), i quali dopo aver assistilo alla cele-
rimente gli sarà posta dal Santo Padre. brazione privala della Messa, riceve- s.

Il prelato tanto secolare , che regolare, ranno colle prescritte ceremoniedalle ma-
da promuoversi a chiesa arcivescovile ni di detto E.mo cardinale diacono il sa-
(di giurisdizione, e non titolare), con il gro pallio. Nel dopo pranzo (ossia nelle
permesso di Sua Santità, nello stesso con- ore pomeridiane), dovrà fare il novello
cistoro dovrà fare per mezzo dell'avvo- vescovo la visita della basilica Fatica"
cato concistoriale la istanza per la tra- na, ed immediatamente dopo quest'at-
dizione del sagio Pallio (F.)i e trovan- to, dovrà andare a far la visita all'E.mo
dosi presente in curia, tieve personal- cardinal decano, o al più anziano presen-
mente comparire nello stesso concistoro te in Roma. Accadendo che siano in mag-
insieme con il detto avvocalo concisto- gior numero nuo.vi arcivescovi o vesco-
i

riale (altrettanto dicasi del vescovo che vi preconizzati nel concistoro, di comua
perispeciale pi ivilegiogode l'uso del pal- consenso sceglieranno una qualche casa
lio). Farà portare ancora la Cappa (A'.) religiosa, ove congregarsi ad ora stabili-
di saia pavonazza prelatizia con pelle d'ar- ta. Quando saranno tutti adunali, si por-
niellino, se sarà inverno, e senza questa, teranno collegialmente , tanto alla i.*,
nell'estate; perli regolari però, una tal quanto alla 2.* mentovala visita, col se-
cappa o con pelle analoga, o senza, sarà guente metodo. 111." de'preconizzati ve-
conforme all'abito religioso. Della qual scovi avrà nella sua carrozza gli altri 3,
cappa a suo tempo dovrà essere vestito che immediatamente gli succedono. Il 5."
il prelato per essere ammesso in lai guisa preconizzato avrà egualmente seco gli
nella sala concistoriale per la detta istan- altri ec, e così in appresso^ se fossero ia
za, la quule si fa interamente dall' avvo- maggior numero. Le carrozze vuote che
cato concistoriale, prestando esso la sola succedono, verranno occupate da'rispel-
presenza passiva senza parlare. Farà inol- tivi cappellani. Giunti alla basilica, scen-
tre portare il cappello neio usuale, che deranno dalle carrozze icappellani,equia-
sarà ornato con il fiocco di seta color ver- di vescovi,
i quali preceduti da due ser-
i

de, di cui il nuovo vescovo comincerà a vitori collegialmente entreranno a visita-


far uso neir uscire dalla sala pontificia, re la basilica,avendo a'ioro lati i rispet-
compito l'atto della imposizione del roc- tivi cappellani, uno de'quali avrà 1' av-
chetto o della mozzetla. Nel discendere vertenza di somministrare l'acqua bene-
dalle pontificie camere passerà a com- detta a' monsignori vescovi; la servitù li

plimentare gli E. mi cardinali, nipote^se seguirà. Collo stesso metodo, dalla basi-
VCL. xcv. '9
290 V F. S
lieo anderanno a fnr la vìslla al cai (linai Si ha di Joa. Fontana, Tyronnium TT-

decano. In seguilo con suo comodo cia- pjsroponini seu methodns tencnda Epi*
scun vescovo o solo o in compagnia di
, .fcopis recens inaugura tisyV eneius 1 7 7. 1

qualche altro, dovrà fare le visite di lut- Quanto alle erndizioni promesse sul giu-

to il sagio collegio de'cardinali, andan- ramento, c.om'wicevo con dire col p. Char-
dovi coll'inlero abito prelatizio, con roc- don che presso gli antichi non si trova
,

clietto, se sarà secolare, e colla moz7elta verun vestigio di tal giuramento, ma a*


fic regolare. Si aggiunge, che se nel con- giorni nostri non si consagra alcun ve-
cistoro viene da una chiesa ad un' altra scovo, che non lo abbia fatto, compresi i
trasferitoun vescovo presente in curia, titolari in partihus. Anticamente dopo

questo deve trovarsi nell'anticamera pon- una matura scelta del soggetto, che s'in»
tificia, come di sopra si è detto degli altri nalzava al vescovato, si presumeva ch'e-
novelli vescovi, ma vestilo coWintiero a- gli adempir volesse puntualmente a'pro-

bito prelatizio, colla pur sopra accenna- pri doveri. Ma poi si stimò meglio im-
ta distinzione, e dovrà fare come gli al- pegnarlo con giuramento, eh' egli fa al
tri vescovi, tutto quello che già si è de- Papa, e al suo sovrano temporale (a se-
scritto". Tulle le riferite cose, già le de- conda iW Concordati ^ìi\\\.v\ non emetten-
scrissi in diversi lunghi, e quanto alla r.' dolo: del Giuramento preleso da Napo-
formale visita nLimina /tposfolorunìjn' leone !, dagli antichi vescovi, clero e al-
giuramenti e altre visite, se ne legge la de- tri, nel pontificato di Pio A^//^, massime
scrizione nel n. 32 del Diario di Roma in Roma e nel resto dello slato ponlificio
deliSiy. Fanno fede delTe^eguita visita da lui invaso, in quegli articoli ne ragio-
de'sngri Limina, per la basilica Vatica- nai). Quj^IIo che vescovi facevano al prin-
i

na il canonico JUarìsta, di cui riporlai cipe, di cui erano sudditi o feudatari, pa-
a Mansionapio, e per la basilica Ostien- re il più antico; sembra che si usasse mol-
se il monaco benedettino vicario del mo- to prima della metà del secolo XI (ma
nastero della patriarcale Chiesa dì f. Pao- trovo nel concilio d' Aquisgrana o Aix
lo , con forujole che ho sotto gli occhi, la Chapelledeir836, che fu nunacciato
ove si attesta che il cardinale o vescovo di deposizione il ve«covo, che si scosterà

]MN., o i loro deputali, visitavit Limina dall'ubbidienza dell'imperatore Lodovi-


SacrosanctaePrincipis/fpostoloruf/i hn- co I, violando il giuramento prestatogli
silicac^ etpraesentem fìdem a nohis ohti- di fedeltà), però A linai do, già abbate be-
nuit ac die ... ruensis ... anno. Ovvero, nedettino di s. Benigno di Dijon,ci die-
visìtavit Limina Sacrosanctae Doctoris de un e<lifìcanle esem[)io di sua disap[)ro-
gentium basilicae^ et praesentem Jìdeni vazione contro le pretensioni della pode-
a me infrasvripto monacho ordiniss. Be~ stà laicale sul giuramento d' un vesco-
nedicti cong. cassia, ohtinuit... Hac die vo, sebbene a que*tem[)i, in certo modo,
eie. E pure stampala la Nota delle rico- polevasi giustificare ne' vescovi investili
gnizioni da darsi da* novelli vescovi nel di fendi temporali. Il clero e popolo di
giorno dell'e^iaroe, edella loro proposizio- Lione avendolo eletto per arcivescovo
,

ne in concistoro, secondo gli antichi usi, a (approvandolo Papa Gregorio VI nel


forma de' quali dovranno sempre rego- io4^), ninndò al re (Enrico 1) deputali
larsi i rispettivi agenti e Spedizionieri per chiedere la ratifica, e gli fu accordata.

(^.), restando abolita qualunque nuova Quando poi Alinardo andòa prender l'in-

propina, e qualunque aumento arbitra- vestitura, il re voleva farlo giurare secon-


rio inlrodotlosi. Sommano le ricognizio- do il co8tun)e, ma egli rispose: » L'Evan-
dì a scudi 49 e bai. 82 , non conqiresa gelo e la regola di s. Benedetto mi vie-
quella per la famiglia dell'esaminatore. tano il giurare: se io non ubbidisco a la-
^

V ES VES 1&91

li precetti, come polià il re assicurarci il per ignoranza o per difetto


violarli
ch'io osservi fetleltneote li giiiramenlo? E d' intendimento. Così pure non essendo
meglio adunque che io non sia vescovo". certa regola d'ubbidire al vescovo in lut-
I vescovi di Germania e specialmente , to, quantunque se gli debba ubbidienza,
quello di Spira, ove dimorava la corte, i deboli potrebbero ingannarsi nel deci-
volevano che ?i costringesse a giurare co- dere in qual caso debbano ubbidirlo e in
me loro. Ma Thierri di Metz, Brunone quale no.E finalmente non poteva V or-
di Thoul, <;he neh o49 divenne s. Leone dinando senza pericolo giurare d'essere
IX, e Riccardo abbate di s. Vannesdi Ver- degno, ninno essendo tanto sicuro del
dun, amici di AlinardOji quali conosceva- proprio merito, che possa giurare di a-
no la di lui costanza, consigliarono al re verlo, benché non debba lasciarsi ordi-
di non farglielo prestare. Il re rispose, ch'e- nare, quando sa di non averlo. Tuttavia
gli si presentasse almeno, acciò comparis- coll'andar del tempo si lasciarono gli scru-
se che si fosse conservato il costume; ma poli, e nel secolo XI si cominciò in alcuni
Alinardo replicò: « Il fingere è come se paesi ad esigere il giuramento d' ubbi-
io lo facessi: Dio me ne guardi". Conven- dienza canonica. Quest* uso forse ebbe
ne dunque contentarsi d' una semplice principio in Inghilterra io occasione de'
promessa, ed il re assistè alla sua consa< frequenti contrasti fra gli arcivescovi di
grazione, e die* tutto l'occorrente per tal York e di Cantorbery, ricusando quelli
ceremonia. Non tanto antico sembra il di riconoscere la primazia e la preminen-
giuramento prestato da* vescovi a* supe- za di questi. E' credibile, che quando gli

riori ecclesiastici. E ben vero che sin dal arcivescovi di Cantorbery ne trovavano
IX secolo promettevano ubbidienza al lo- alcuno di quelli di York disposto a ren-
ro metropolitano, come i diaconi e i sa- dere dovuta ubbidienza il facessero
la ,

cerdoti al loro vescovo, i quali gli promet- giurare per rendere più stimabile il loro
tevano stabilità, ubbidienza e fedeltà nel- diritto, e togliere preveduti litigi. Anzi
i

l'osservanza degli statuti; ed i vescovi pro- si conosce, che nel 1072 Lanfranco aven-

mettevano al metropolitano d' ubbidirlo do obbligato Tommaso arcivescovo di


secondo i canoni. Ma tanto era lungi che York a promettergli ubbidienza secondo
si esigesse giuramento, che anzi il conci- i canoni, lo dispensò dal solito giuramen-
lio di Chalons. sur Saóne delI'SiS (di to, che aveano prestato i di lui anteces-
tutta laGallia Lionese, tranne Tours), lo sori. Allora non si trattava, se non d'ub-
proibì assolutamente. Così pure l'assem- bidienza canonica, ed i Papi stessi innan-
blea d'Aquisgrana, composta di vescovi, zi al pontificato di s. Gregorio VII non
abbati, conti e signori di Francia , vietò esigevano di più, né per l'ordinazione de*
a'vescovidi Lombardia farsi prestar giu- vescovi, ne per la concessione del pallio.
ramento, e ricever doni dagli ordinandi^ Fu il i.° s. Gregorio Vii, che esigesse da
dichiarando ciò esser contrario all'auto- quelli a'quali accordava il pallio, un giù*
rità divina e canonica, e intimando a'tra- ramento di fedeltà, nulla diverso da quel-
sgressori ed a'goraplici la pena di deposi- lo che prestavano a'sigoori i loro Fassal*
zione. Nel giuramento proibito clal detto lì,come fece col patriarca d'Aquileia nel
concilio di Chalons, che alcuni usavano, sinodo romano del 1079, prescrivendogli
si facevano giurare 3 cose .° Che l'ordi- . i la formola d'uso: Non ero in concilio^
nando era degno. i° Che nulla sarebbe neqite in facto , ut vitaniy aut membra
fatto contro canoni. 3.° Che ubbidireb-
i aut Papatiim ,
perdanl aut capti sint
,

be al vescovo. Lo proibì adunque, perchè inala caplione etc. (conviene rammenta-


giudicò esser cosa pericolosa il giurare di re il riferito col Zaccaria, nel § I di que-
nulla fare contro i canoni, essendo facile st'articolo, per qual giusta ragione furo-
29^ V E S VES
no costretti Papi ad aggiungere all'anti-
i pa primate di Bulgaria V arcivescovo
al
ca formola Ubbidienza che almeno si-
ìÌl ^ di Tarnova. Ne'vol. XV, p. 226, e LV,
no dairV III secolo, come vuole tale scrit- p. 283, riparlai con interessanti nozioni,
tore, prestavasi già alla Chiesa romana oltre della; professione di fede, del giu-
da'vescovi, varie clausole, che a lei di- ramento che devono prestare i vescovi,
chiaravanli più stretti e uniti; laonde in di fedeltà e ubbidienza alla s. Sede ed al
seguito i vescovi s'intitolarono, Trescavi Papa (anzi a p. 28 1 e 282 del 2.°, ezian-
per la grazia di Dio e della Sede apo- dio de'giuramenti che fanno i nuovi Pa-
stolica). Questa consuetudine, il p. Char* pi e Scardinali); e qui aggiungerò, che
don la dice nuova sul fine deirXI secolo Leone Xnel i5 16 col moto proprio /«-
o al principio del XII, di che è prova la ter alia laudabilia^ presso il Bidl. Ront.
lettera di Pasquale II all'arcivescovo di t. 44^- De fidelitatis jura-
3, par. 3, p.
Palermo in cui gli dice che re ed i
, , i mentoper promolos adquascunique Ec-
grandi non debbano restar sorpresi ch'e- clesias et dignitates praestando^ poenìs-
gli abbia voluto da lui un tal giuramen- quecontra non praestanles infiigendisj
to; ed in tutto il restante della lettera e- cioè tanto alle chiese patriarcali, metro*
gli giustifica la sua pretensione, il che non politanee vescovili, quanto alle abbazia-
avrebbe fatto se la consuetudine fosse sta- li. Poscia Sisto V colla bolla Ronianus
ta comunemente ricevuta. NelsecoloXIII Ponti/ex, de* 20 dicembre i585, Bull.
i Papi continuarono ad esigere tale giu- Rom, t. 4? pa»'. 4' P- ^73, stabili, pre-
ramento in occasione di dare il pallio, da scrisse e decretò la formola del giura-
certi metropolitani, benché non fossero mento da farsi da'patriarchi, primati, ar-
loro immediatamente soggetti, e da quel- civescovi e vescovi delle chiese; iodi ap-
li immediatamente soggetti alla s. Sede, provata e confermala da Benedetto XIV
comeafferma Gregorio IX, il quale esten- colla bollaQiiodsancta Sardicensis Sy-
de tale jus a* melropolitani verso i loro nodusy de'23 novembre 1740, Bull. Be-
sufFraganei. Quindi nacque, che dopo di nedicti XIV, 1. 1, const. vii. In essa vi è
essersi devoluta a'Papi la provvisione di la formola del giuramento da prestarsi
tutti i vescovati, e fattasi di loro autori- ab Abbatibus, alìisqiie Monasleria, scit
tà la conferma econsagrazionede'vesco- Ecclesias habentibus cum jurisdiclione
\i, lutti i vescovi prestarono al Papa tal quasi Episcopali et Territorio separa»
giuramento; e Io fanno giusta la forma to. Con queste due ultime bolle fu e-
prescritta da Clemente VIII, e inserita ziandio loro imposta, in uno a tutto l'E-
nel Pontificale /Jowfl/zi//?!, differente da piscopato,la visita a' LiminaApostoloruni
quella prescritta da s. Gregorio VII a (/^.), lai." volta avendola fatta, o per al-
quelli che ricevevano il pallio. Il Fedo- tri , nel suddetto giorno di loro promo-
ne, De'i'iaggi de Pontefici, parlando di zione, nel quale articolo parlai ancora
Pasqualell, dicechei gravi disordini par- di quelli che debbono farla e in quali
ticolarmente di simonia e di scisma, re- tempi, secondochè sono intra montes et
si in que'tempi famigliari nell'Episcopa- extra mo/ite^,benchè cardinali e card ina-
to, trassero quel Papa ad esigere da've- li vescovi suburbicariì, e della relazione
scovi il giuramento all'Apostolica Sfde che ciascuno deve fare dello stato delle
prima della loro consagrazione, roalgra- loro chiese, recandola o per dispensa in-
do la ripugnanza de'vescovi e de'princi- viandola al Papa, il quale la dà ad esa-
pi dell'Ungheria. Inoltre trovo nella Sto- minare alla Congregazione del concilio;
ria d'Innocenzo III del cav. Hurter, la e perchè la relazione sia compilata bene,
formola del giuramento, che riportai nel la congregazione fa consegnare a ciascun
voi. LXXXVII,p.i98, imposta dal Pa- ordinario un'istruzione che ne insegna \\
VES VES 393
Ynelodo. L'Olstenio nell'opuscolo, Se al quale comincia col le parola? Promitto ego
Romano Pontefice pili com'cnga di abi- illeEpìscopus vobis B. Petro^ f^icario-
tare a s. Pietro che in qualsivoglia al-
^ que tuoBeatissimoPapae illi successori-
tro luogo della città, rileva fra 1' altre biLsque ejusper Patrem, Filiuni et Spi-
cose. Il Sommo Pontefice nella sua coq- rituni Sanctuniy Trinitaieni ìnseparabi-
sagrazione o benedizione giurava sul cor- lem,et hoc sacratissiinani Corpus tuuni^
po di s. Pietro, de bene administrando me omnem Fidem, et puritaleni etc. E
PonlificatUy faceva la professione di fede, finisce nel meuesimo modo hnnc indi' :

che in copia mandava a' principi e pa- culuni Sacramenti ego ille Episcopus
triarchi. E riconoscendo il sa^ro luogo manu propria subscripsi, atque posituni
come il principio della podestà spirituale supra sacratissimum Corpus tuuniDeo
e della giurisdizione ecclesiastica, che nel- teste et judice praestitì Sacramentum,
la persona del Papa come successore di quod et fervore promitto. La basilica Va-
«. Pietro, primo et principaliter risiede, ticana fu sempre riconosciuta dal mondo
egli stesso levava il sagro pallio dal corpo cristiano come la radice e matrice della
di s. Pietro e se lo poneva sulle spalle, e fede ed unione cattolica, e perciò quelli
tuttora da esso toglie manda i pallii che che da'Sommi Pontefici furono mandati
•'patriarchi e metropolitani, come segno nelle Missioni (F.) apostoliche per pre-
della comunicata giurisdizione. E per di- dicar l'Evangelo a'gentili, a condurli sot-
mostrar chiaramente questa ricognizione to il giogo di Cristo, ed all'ubbidienza
del principio di loro grandezza, sino da' della Stde Apostolica, prestavano pri-
primi secoli, celebravano V Anniversario ma anch' corpo di s. Pietro
essi sopra il

solennemente di loro elezione, o natale giurauìeiito solenne, la cui formola si


del Pontificato, obbligando con promes- trova tra le lettere di s. Bonifjcio mar-
sa solenne tutti i vescovi delie provincia tire, apostolo della Germania, e nella vi-
più vicine a trovarsi ogni anno a questa ta di s. Anscario apostolo di tutte le pro-
solennità. Aflinchè poi i vescovi ricono- vi ncie ^settentrionali, presso il Bollando
scessero la loro dignità da questa sorgen- a'3 febbraio. Ivi tutti i vescovi forastieri
te (la basilica Vaticana, Sepolcro di s. arrivati in B.oma facevano la professione
Pietro, anche per l'avvertito nel volume della fede per mostrarsi uniti alla s. Se-
LXXXVIII, p. 23i),i Pontefici gh ob- de, e perciò come luogo sagrosanto non
bligarono con promessa solenne a venir vi fu permesso l'ingresso agli eretici e sci-
ogni anno a celebrar seco la festa de* smatici, come si ha da Ottato Mdevila-
Principi degli Apostoli s. Pietro (F.) e s. no nel lib. 1 contro i donatisti , e dagli
Paolo (F.); in luogo di che tutti i pre- atti del concilio generale dell' 869. Ivi i
lati della cristianità s'obbligano ad visi- vescovi, e altre persone ecclesiaslicheque-
tanda Limina, che non è altro, se non relate e sospette di qualche delitto occul-
il rinnovare continuamente l'omaggio e to erano costrette a comparire come al
l'ubbidienza al supremo Pastore, e rico- supremo e più sagrosanto tribunale del-
noscere l'autorità sovrana della Sede a- la Chiesa di Dio, per purgarsi solenne-
postoiica foudala in quelle sagre ceneri mente con giuramento avanti il corpo di
di s. Pietro nel T^aticano (^.). E perciò s. Pietro, come mostrano le lettere di s.

i aiedesimi vescovi, soggiunge l'OUlenio, Gregorio 1 e d'Onorio I, e gli esempi di


nella loro consagrazioue con giurameu- Pelagio le di s. Leone III, che in tal ma-
to s'obbligavano al Priucipedegli Aposto- niera provarono la loro innocenza, con
li a questa fedeltà e divozione verso di tal prova di Purgazione (V.). Finalmen-
lui e de' suoi successori, colla forraola te il Parisi, Istruzioni per la Segreteria,
che si legge uel libro Diurno, cap. 2 1
, la di cui già pallai nel § l, ael t. 2, p. 238 e
-

294 VE S V ES
seg. o(fie quelle pel segretario di chi è scovi fossero consagrati da tre allii, e che
promosso al Tescovalo, pel da farsi. gli ordini sagri fossero conferiti pubblica-
mente. Intorno alla consagrazioue episco-
§ IV. Della ccnsag razione de' vesco^'L pale, si vuole clie s. Aniceto Papa dei 167
rinnovasse il dello decreto, con aggiui»-
La sagra Ordinazione (T^.) de* vesco- gere, che se fossero metropolitani, vi do-
vi , deriva dal sagramenlo dell' Ordine vessero assistere tulli i vescovi provincia-
(/^'.), anche questo da Gesù Gri-
isUluito li,o sarà meglio dire viciniori, perchèan-
t>to, ad iniprìmere un carattere indelebi* cora non aveano preso forma le provin-
ìe, che costituisce l'ordinato aiimslro di eie ecclesiastiche. Ordinò Papa s. llarodel
Dio e dispensatole delle sue grazie; e 465, the uiuno fosse consagralo vescovo
quanto al vescovo lo abilita a conferire senza il consenso del suo metropolitano,
tutti i Sagramenti(I^^.)ymex\ii'Q\ sacer- e senza essere fornito di lettere. Ogni e^
doti pel vescovo ammimslrano quelli lo- letto vescovo doveva essere consagralo dal
ro propri. Nell'ordine Gesù Cristo con* metropoli la no, o col di lui assenso, entro
sagra e dà alla Chiesa i pastori e i mini- Ire mesi dall'elezione, allricnenti era pri-
stri pel giegge suo, e stabilisce i deposi- vo della comunione ecclesiastica, fìncliè o
tari di sua celeste dottrina, gh ambascia- rinunziusse o si facesse cousagrare: tutto
lori dello sue divine volontà; conferisce prova il Nardi, ed aggiimge, la consagra-
loro il potere spirituale di fare lutto quel- zioue del metropolitano doversi fare nel-
lo che ha rapporto coirordine di cui so- la metropoli, quella del suffraganeo do-
no insigniti. Il sagramento inoltre concede ve voleva l'arcivescovo; tutti però in do-
ad essila grazia santilìcaute, per esercita- menica, o nelle fesle dt^gli Apostoli, come
re la podestà e la pienezza del sacei do- loro successori, ed all'ora di Tcrza^ per-
zio. Il vescovo chiamasi pure ordinante chè in essa lo Spirilo Santo discese sugli
per conferire gli ordini, dicendosi ordi- Apostoli. nuovo metropolitano ne'det-
Il

nando chi li riceve. Delle disposizioni e li tre mesi dovea esporre la sua fede alla
condizioni per ricevere il sagramento del s.Sede, chiederle il pallio allriinenli ,

rO/Y/f/je, ne ragionai in quell'articolo nel coinmissa sibi careal dignilalt. Temo


5 III, e quindi nel § V dissi degli Eser- fallo tipografico, o almeno mancare alcu-
tizi spirituali (F.), da farsi dagli ordi na parola,quanto trovasi wtWASloriad'A^
»andi prima di ricevere la consagrazio- lessandro i/'del Novues, cioè l'aver or-
ne. La parola Ordine si usa in lato mo- dinalo, che i vescovi dopo la loro elezio-
do a significare lo stato della gerarchia ne fossero consagrali dentro il termine
ecclesiastica, ossia il sagro principato del- di sei mesi. Quanto alla chiesa ove face-
la Chiesa, composto di diversi pastori e vasi la consagrazioue, riporta il p. Char-

ministri, di podestà ineguale forniti, de- don, che anticamente si eseguiva in quel-
stinati acompiere quanto appartiene al- la chiesa che assumevano a reggere, co-

l'esercizio del cultodivino e alla saUez me prescrisse il 3." sinodo romano cele-
za delle anime; e io un senso più stretto brato da Papas. Honifacio II,e il 4. d'Or-
e comune, ad esprimere il sagro rito, col leans. Qualche volta eziandio nelle chie-
quale si dà al cristiano la podestà di e- se metropolitane rispettive; costume che
sercitare le sagre funzioni, e la grazia di perla provincia di Tours ancor vigeva nel
fungerle santamente, ht tale senso, egli è XV secolo. Avverte, ciò doversi intende-
un vero e proprio sagramento, chedistiu- re per l'ordinario uso, poiché vi sono e-
lo in VII ordini, sopra tutti emim;nte e- sempi in contrario, e specialmente de'so»
levasi l'Episcopato. A Papa s. Anacleto litari, i quali bisognava andare a cerca-
delioS &i alliibuisce il decreto che ve- i re ne' loro deserti per innalzarli all' epi-
V ES VE S 395
scopalo o sacerilozio. Trovo nel cau.id nel id5i. Divenuti Papi, tanto Pio III,
del concilio d' Orleaas del 549. »» Non è che Marcello II, furono con»agrali ve-
{jeriuesso di comprare il Vescovato^ ciia scovi. Che il vescovo d'Otranto nel me-

il vescovo dev'essere consagralo dal me- dio evo avea autorità di consagrare pei*
Iropolilaoo e da'suoi coui provinciali, se- privilegio diversi vescovi, si appren-
condo l'eiezione del clero e del popolo, col de dall' Epistola del Castelli, presso il
consenso del re". E nel caii. 11." Non p. Calogerà, Raccolta ci Opuscoli, I.12,
Sarà dato a un popolo un vescovo, cli'e- p. 52 1. iSella consagiazione episcopale
gii ricusa; e non si obbligherà il popolo, è sempre necessario un titolo di fé-
o il clero, a sollomellervisi colla oppres- scovo in pariibiiSf o quello della prov-
sione di persone polenlijallrimenli il ve- vista di un vescovato residenziale. iNe'
scovo così ordì nato per simonia o per vio- primi tempi della Chiesa furonvi vesco*
lenza sarà deposto". Decretò il concilio di vi ordinali senza Fcscovato^ come ri-
Trento nella sess. 23, De Re/orni.^ can. levai in principio di quell'articolo. Por-
3. « Quelli che saranno siali proposti al tavano qua e là la luce evangelica, fon-

governo delle chiese calledrali,o superio- dando nuove chiese, talvolta denomina-
ri sotto qualsivoglia titolo, se dentro tre ti rescovi delle Nazioni. Vi furono pu-
mesi non si fanno consagrare, saranno te- re ne'primi secoli de* vescovi ausiliari sen-
nuti alla restituzione de'frulli percetti, e za propria giurisdizione e determinalo
se trascurano di farlo per tre altri mesi, gregge da governare, e senza slabile se-
saranno per diritto privati delle loro chie- de: agivano come delegati ì\ìì\\' Oidina-
se". Già nella sess. 7, De Reforni., avea or- rio. Non mancarono in quell'epoche ve-
dinalo ilTrideulino.w I vescovi, quand'an- scovi consagrali o coadiutori o adìiono-
che fossero cardinali, si faranno consa- re/n,che quantunque tali per carattere,
grare dentro a tre mesi, sotto pena di do- non governavano però con podestà ordi-
ver restituire ciò che avranno conseguito naria; così nel 4-^ ' ^''l concilio generale
dalie rendite; e se trascurano di farlo per d Illeso fu concesso ad un vescovo senza
altri tre mesi, saranno ipso facto privati giurisdizione la facoltà di tenere il nome
delle loro Chiese". Anteriori a tali decreti, e la dignità episcopale. Il Sarnelli nel t.

trovo due de'molli esempi di vescovi non 2, leti. 5, parla del JYonie de' Papi (f^.)
consagrati, in virtìi di pontifìcia dispensa, e loro mutazione, uso derivato dall'anti-
oltre molli degli eletti in giovanile età, co Testamento, a persone cui Dio confe-
riferiti nel § l V
Vescovato. Il ." è del
di i rì insigni benefizi, e dall'operato da Cri-
cardinal Francesco Todeschini Piccolo- sto con s. Pietro j quindi non solo i Papi
Diini, che divenne Pio 111 nel i5o3: era nelle loro elezioni, ma i vescovi ancora
stalo 43 anni vescovo di Siena sua pa- nelle loro ordinazioni usarono mutarsi i

tria, senza essersi mai ordinato neppure nomi. Così s. W^iilibrordo eletto vescovo
prele, per cui lo zio Pio li gli avea dato d'Utrecht nel 696 fu chiamato nella con-
in sulftagaueo il b. Antonio Fatati, che sagrazione Clemente; e s. W^inofrido a-
ne supplì le funzioni episcopali, il 2." fu postolo della Germania nella sua cou-
Marcello Cervini, che fatto vescovo di Mi- sjgrazione fu appellato Bonifacio. Tale
Reggio di Mode-
taslro, indi trasferito a giorno è pe'vescovi dello natalizio, ^ev^-

na, e poi a Gubbio, non volle mai consa- che nascono a nuova vita tutta religiosa,

grarsi, anche per essere occupalo in ser- tutta santa, allatto irreprensibile, mutan-
vigio della s. Sede, contentandosi dell'e- do pure le vesti, lì p. Chardon nella Sto-
sercizio della giurisdizione vescovile, sen- ria de'Sagranienti, descrive nel t. 3, lib.
za quello dell'ordine e della dignità: crea- 1 , cap. 8 : Riti della consacrazione de*
lo ouidiuule, divenne Papa Marcello il v'CòC0\'i nella Chiesa Ialina, Dell'origine
295 V E S VES
delle ceremonic clic si praticano al pre- lo dimostra nel cau. i il 4-° concilio di
sente. Dell' ordinazione de vescovi m- Cartagine, e lo prescrivono i più anlichi
g'/cA7. Ne'rili, nelle forinole, neliecereoio- rituali, almeno che oltre la
lutti quelli,

nie consìste il sagramenlo dell'ordine, a* formola delle orazioni contengoito anche


vendovi Dio annesse le grazie sagranìey- i riti della consagrazione de'vescovi, co-
tali necessarie a ben adempierne i mini- me attestano Morino e Marlene mento-
steri. La consagrazione de'vescovi si fece vati , che esaminarono a fondo tulle le
mai sempre colla imposizione delle Ma- scritture di tal genere. IlMorino però
ni (/^.), e colla invocazione dello Spiri- crede, che tale ceremonia non fosse co-
lo Santo, giusta gli Attiapostolici^ * 3, i, mune a tutte le chiese, specialmente del-
e VEpist. 5 di s. l^aolo a Timoteo. Que- le Gallie e della Germania, e ciò perchè
sl'uso èconfermalo da infinite testimo- il preleso Alenino e Amalano ne par-
nianze de'Padri, e da tulli gli antichi li- lano come di cosa non ricevuta da per
bri Pontificali Q /?////«// pubblicati dal p. lutto. III." dice, De Eccl. Ofj^c.^ par. 3,
Morino,, De sacr. Ordin.f par. i, e dal p. c.i:» Non si trova ueirautorità antica e
Marlene, Ant. Eccl. rit.^ 1. 1, e. 8. Questi moderna, nemmeno nella tradizione ro-
stessi, ch'ebbero contrasto circa la male- mana, che due vescovi tengano il libro
ria e forma di questo sagramenlo, non degli Evangeli sulla testa dell'eletto^ ia
negarono mai essere sempre stata usata tempo che un di loro dice l'orazione, e gli

r imposizione delle mani e 1' orazione, altri gli toccano la lesta". E il 2.° dice,

benché molti pretendessero, che in essa De OJfic.y lib. 2, e. 1


4". « L'Ordme Roma-
non consistesse l'essenza della ordinazio- no prescrive che due vescovi tengano
,

ne. Quindi è superfluo addur testiu»o- l'Evangelo sul dilui capo, il che né l'an-

nianze di cosa notissima. Dopo questa, tica aulorilà comanda, ne canoni ". Di i

un'altra rispettabile ceremonia usavasi^ questa opinione se«nbra essere anche s.


e si usa oggidì, ch'è di mettere il libro Isidoro vescovo di Si viglia, Z^e 0//7c-.,ljb,
degli Evangeli sul capoo sugli ouìeri di 2, e. 5. Imperocchèdescrivendo minuta-
quello che si ordina vescovo. Questo ri- mente la consagrazione de'vescovi, e ram-
to è antichissimo sì nell'Oriente, che nel- memorando l'imposizione delle mani, il
l'Occidente, e alcuni scolastici il diedero numero degli ordinanti, l'anello, pa- il

[3er materia essenziale di tale ordinazio- storale e altre ceremonie meno impor-
ne, sebbene altri abbiano creduto il con- tanti, nulla dice del libro degli Evangeli
trario, sul fondamento, che la materia sulla testa dell'eletto, quantunque sareb-
dev'essere applicata da quello slesso, che be stato mollo a proposilo pe* sensi mo-
pronunzia la formai eppure secondo il rali, ch'egli cava da tal funzione. Pur-
Pontificale Ronianiim noni vescovi con- purio capo de' donatisti, parlando di Ce-
sagranti, ma un cappellano tiene il libro ciliano suo nipote, il quale si olfriva alla

sulle spalle dell'ordinando, e secondo le riordinazione, se dubbio della va-


vi fosse

Costituzioni apostoliche incombe a'dia- lidità di sua consagrazione, avrebbe fat-


coni. Certo è, che questo rito si osserva- to allusione a questa imposizione del li-

va nel IV secolo, come le delle Costitu- bro, dicendo : « Se gli rompa la testa nel-

zioni lo dimostrano per l'Oriente; e Pal- l'imporgli le mani perla penitenza". Dal
ladio vi allude, nella l^ila di s. Gio. Cri- che crede il Morino potersi inferire, che
sostomo) parlando dell' eunuco Vittore, allora non si usasse nell' Africa porre il
che partigiani di Teofilo aveano ordi-
i libro sulla testa de' vescovi, che si ordi-
nato vescovo d'Efeso; dicendo che non navano, poiché osserva, se ciò si fosse u-

ebbero orrore di mettere sopra quell'em- salo,Purpurio dicendo di romperla le-

pia testa il s. Evangelo. Per l'Occideule sta a Ceciliauo, avrebbe fatta allusione a
V ES VES 297
quesfa imposizione del libro, piuttoilo- se, d' ungere Aronne j per cui lospeita
che a quella delle mani, ch'erano meno non trovarsi tal rito prima d'allora, cer-
capaci di produrre tale effetto. Ma la di to però era di s. Gre-
in vigore a tempo
lui congettura, al Chardon pare po-
p. gorio 590, che parla dell'unzione
I del
co sussistente. Dappoiché in primo luo- del Sacerdozio, nel quale articolo col p.
go quel furioso sclsm.tlico parlava del ri- Chardon ragionai ilell'unzione de'vesco-
to essenziale dell' ordinazione, ed in se- vi e de' sacervloti. Dopo l'uiizione, met-
condo luogo è certo, che i libri erano al- tcvasi V Anello (nel quale articolo ripor-

lora di rotoli molto dilVcreiili da' nostri, tai diverse formole, allorché dopo bene-
e perciò nulla più capaci di romper la detto si pone in dito al novello vescovo,

lesta di quello ch'era l'imposizione del- qual segno dello Sposalizio cov\ìv&\\.q col-

le mani. Quanto alle varie posizioni, con la sua Chiesa) in dito dell'eletto vescovo,
cui si metteva il libro, varie furono le e il vescovo ordinante lo esortava a ri-

consuetudini delle chiese. In alcune si ap- guardare la Chiesa immacolata, come la


poggiava sulle spalle dell'ordinando, in Sposa di Dio; finalmente gli si dava il
altre sul capo. Quivi meltevasi aperto, là B acolo Pastorale (f^,)^ avvertendolo di
chiuso. Fu costume nella mezzana età, esser giudice senza passione, e di mesco-
che dalle priuìe parole, che si presenta- Ure la dolcezza colla sevei ila (del Pasto-
vano all'aprire del libro, si cavava pro- rale.y oltre 'x\ riferito in questo e nell'al-
gnostico del buono o malvagio governo, tro citato articolo, in uno
alla formola

che doveva fare il vescovo eletto, di fe- delia tradizione, aggiungerò qui quanto
lici e di sinistri presagi. Dopo l'in» posi- insegna l'VlU concdio generale e Inno-
zione delle mani e l'invocazione dolio Sj)i- cenzo III presso il p. Bona noi, Catalogo
rito Santo, veniva V U/izione (f\). Nella degli ordini religiosi , 1. p. 2^.» Il Pa-
1 ,

chiesa d'Occidente è antica l'unzione de' storale significa la correzione del Pasto-
sacerdoti, e piìi quella de' vescovi. iXelle re, che perciò quando si consagra un ve-
Gallie furono ambedue praticate da'pii- scovo, gli si dice da <]uello che lo consa-
mi tempi. La chiesa Ahicana verosimil- gra ; Prendi il bastone dell'ufficio o cU'
ntente non l'usava, non facendone motto rica pastorale. L'essere poi acuto nella
il ricordato IV concilio di Cartagine, il sua estremità inferiore, significa, che il

silenzio di s. Isidoro di Siviglia, fiorilo pastore deve pungere e sli;nolare i pigri,

nel 600, fa sospettare, che a suo tempo siccome sostentare 1 deboli, e tirare a sé
non si usasse neppure nelle Spigne; tnen- gli sviati, che perciò nella sommità è in-

tre l'unzione gli avrebbe aperto un bel curvato e ritorto". Dissi altrove la cur- :

campo assensi morali ed anagogici di cui va del pastorale del vescovo è segno di
tanto dileltavasi, nelTaccurata descrizio- limitala giurisdizione ; ed il Papa che
ne dell'ordinazione de' vescovi. Nella l'ha illimitata, invece del pastorale usa
Chiesa romana però mollo prima era in la Croce pontificia, ed anlicnuiente an-
uso l'unzione de* vescovi, anzi pare an- che la Ferga delta Ferula. Non usa il
teriore a s. Leone I del 44o> '^ q^ale con Papa il bacolo pastorale, perché la sua
Gesù Cristo parlando, dice: « Ora è più giurisdizione e podestà é superiore a quel-
illustre l'ordine de' levili, più sublime la la di lutti gli alili ; laonde Durando os-
dignità de* sacerdoti, più scinta l'unzio- servò nel Raùonalej che la curvità del
ne de'sagrificatori, perchè la vostra Cro- pastorale significando la podcslà ricevu-
ce è la sorgente di tutte le benedizioni". ta dall'uomo, non può convenire al Pa-
L* annotatore del Chardon propende
p. pa, perché non si può dire che riceve da
a credere, che s. Leone I, facesse piuttosto altriuomini la sua podestà e giurisdizio-
allusione al precello dalo da Dio u iMo- ne partecipata immedialaoieule du Dio
29^5 V E S V ES
Soggiungo con
di cui è Vicario io terra. li : Accipe Spirilum Sane limi etc. (Il ve-
Innocenzo III, Dt sacra Unctìonc, cap. scovo Sarnelli, Lelt. eccl.f t. 3, leti. 4^,
3 Essendo il Papa pastore universale e
: parlando della materia e della forma de-
presente a lutto il giegge della Cliiesa gliordini nella Chiesa latina, dice eh' è
militante, non ha bisogno di tirare a sé doppia nel suddiacono, nel diacono e nel
e alia sua cura le pecorelle soggette ; del prete, e triplice la materia del vescovato.

che è ejubleina la parte superiore ricur- La i.^ parziale essere l'imposizione delle
va del pastorale. Siccome il bacolo è se- mani fatta da 3 vescovi sul capo dell'or-
gno di giurisdizione, ed avendone l'uso dinando, e le corrisponde la foroM^par-

per privilegio anche gli abbati e altri ziale Accipe Spirilum Sanctum. La 2.'
:

prelati inferiori, a questi cessa alla pre- materia parziale é l* unzione del capo e
senza dell'ordinario della diocesi). Que- delle mani fatta dal vescovo consagrato-
lle sante cercuìonie erano già in uso da re, e le corrisponde la forma parziale :

809 secoli, ad oggi, come api)arisce da Ungalur^ et consecretar caput tiium etc.

un Pontificale della chiesa di Cahors scrit- Ungantur manus istac eie. La 3." ma-
to circa quel tempo, e [)ubblicato dal teria parziale é il porgimento dol baco-
Marlene, l.i, p. 387. Tali atluìique era- Io pastorale, dell'anello, e del libro degli

uo i riti principali della coosagrazione Evangelij la forma corrispoiKlenle sono


de' vescovi, e non si trovano negli Buli- le parole, che dice il vescovo consagra-
chi tempi altre formole, fuorché varie lore in porgendo tali islrumenti: Acci-
preghiere e invocazioni dello Spirilo San- pe Bavuhim eie. Accipe Annulum etc.
to sopra l'eletto, con cui s'implorava la Accipt Es^angeltumy et vaile praedica
fjrazia di conipiere fedelmente i propri popitlo libi commisso y potcìis est eiiim
doveri. Quelle parole che si leggono Deus, ut angeat libi gratiam suam, qui
adesso nel Ponii/ìcale Romaiium: Accìpe vivit, et regnai in saecula saeculorum.
Spirilum Saiicliujitic.f nelle quali molli Amen. E sebbene altri teologi dicano

scolastici creileltero trovare la forma es- altrimenti, soggiunge, questa dottrina è


senziale dell'ordine, non sono antiche ; la più pratica, e deve tenersi : perchè
poiché i primi tra gli scolastici, quali so- circa a quelle cose, che spettano alla va-
no Ugo di s. Vettore, Alessandro di Ha- lidità de'sagramenli, si deve tenere sem-
les, Guglielmo d'Oxerra, s. Bonaventu- pre la parte più sicura. Avverte poi que-
ra e s. Tommaso non ne fanno menzio- gli i quali ricevono gli ordini, di dover
ne, sebbene trattino a lungo de'iili del- toccare fisicamente le materie, che loro
]*oidin(izioi»i. Neppure si trovano ne'Pd- porge il vescovo, poiché Glemeule Vili
ttiuli latini anteriori di 5oo anni, nean- determinò che »i dovessero riordinare,
che in molli moderni, come dice p. Mo- il almeno sotto condizione, quelli ch'erano
l'ino. Ed i greci, e i sin a^solutacneute stati ordinati allora dal vescovo Sagien-
tuttora ignorano questa formola. Molli se, perché né il vescovo avea dato di sua
scolastici tuttavia la credettero essenzia- manogl'istrumenli agli ordinandi, né gli

le, fondati su quel principio, che le for- ordinandi li aveaiio toccali fisicamente).
me delle ordinazioni devono essere ìm- Ciò che condusse i teologi a tal senli-
petrative. Altri l'impugnarono, né man- ineuto, fu l'osservare, che l* imposizione
cano quelli che sostengono non consiste- delle mani el' orazione furono soli riti i

re la materia e forma dell' ordine nella adoperati in ogni tempo, e in tutte lechie-
imposizione delle mani de' vescovi, e nel- se per l'ordinazione de'ministri ecclesia-
la invocazione delio Spirito Santo, ben- stici, ed il p. Morino fu quello che più
ché tutti convengano col concilio Tren- di conlribu"j a fargli rigettare le opinioni sco-
to, non dirsi iuvauo da' vescovi urdinau- lastiche. Essendosi egli portalo iu Roma
V ES VES 299
ne\ 1639, il cardinal Francesco Barbe- ralisi nemici della gerarchia ecclesiastica,
ve lo avea invitato, volle ch'egli
rini, cl»e interruppero in quasi lutti i paesi da lo-

fossed'una congregazione di teologi de- ro pervertiti questa successione del sa-


putala da Uibauo Vili suo zio, per esa- cerdozio, senza il quale, giusta la costan-
minare VEiiCologio de' greci, la dottrina le dottrina deiranlichità, anzi giusta le

ed riti degli altri orientati. Egli veden-


i
regole del buon senso, non si può dare
do, che i teologi suoi colleghi prendeva- né Chiesa, ne Religione. I soli inglesi si
no regola per quest'esame dagli assiomi vantano d'aver conservato fra loro il P^e-
ricevuti nelle scuole, e dalle sentenze de- scovalo (/'.) o Episcopato. Ma dice il p.
gli scolastici, che non aveano alcuna tin- Chardon, essere un problema, se abbia-
tura della disciplina delle chiese greche, no veramente questo i.° grado gerarchi-
ne della lingua di que' popoli, e che per- co, e se ne disputa prò e contra, sino in

ciò le ordinazioni de'vescovi, sacerdoti e quanto al fatto, come in quauto al gius.


altri njinislii della chiesa greca correva- 11 vero è, che questa precipua dignità del-
liO rischio d'esser dichiarale da que'teo- la Chiesa presso di loro è ridotta ad uno
logi invalide, stimò doversi servire di più slato compassionevole, essendosi ristret-

sicuri principii in un aliare di tanta im- ta nel tempo della regina Elisabetta tut-
portanza. Il i.°fu dunque di esaminare ta in uomo solo, del quale anche poteva
qual condotta avesse tenuta la Chiesa la- dubitarsi se fosse valiilamente ordinato.
lina colla greca in proposito dell'ordina- L'ardito Le Courayer, nolo pel suo deplo-
zioni, e il 2.° di confi ontare i riti e le for- rabile modo di pensare in materia di reli-

inole praticate allora da'greci ed ailri o- gione e pel suo sregolalo procedere, si stu-

rienlali, con quelle che praticavano in- diò di mostrare la validità delle ordinazio-
nanzi lo scisuja. Per questa via egli per- lìi inglesi, ma è noto come vi riuscì. Sia
venne felicemente a scoprire quaii fosse- comunque, sarebbe da desiderarsi ch'egli

ro i riti essenziali delle ordinazioni, e dis- avesse tolto in tal punto ogni dubbio,
sipò i pregiudizi degli scolastici, mostran- poiché vi sarebbe così un ostacolo di me-
do che l'in^posizione delle mani e la in- no alla riunione, di cui non si dee mai
vocazione dello Spirito Santo furono in disperare, e ciò riunirebbe tanto più al-
ogni tempo e in ogni luogo considerale la Chiesa cattolica quell' illustre nazione,
conìe riti essenziali nelT ordinazione de' donde tanti personaggi celebri sortirono

vescovi, sacerdoti e diaconi, non avendo per dottrina e santità, e la quale anche
mai cessato di adoperarle la Chiesa, ch*è a tempo del Chardon vantava virtuosi e
illuminata dallo Spirito Santo, ad onta letterali, che si distinguevano da tutti gli

de'pregiudizinati nel secolo XIII in quel- altri Calvinisti per il loro affetto alla ge-
li, i quali credevano che i riti essenziali rarchia e[)*scopale, di cui gli anglicani
dell'oidinazioneconsislessero in altre for- sostengono con zelo preroga-
ì diritti e le

TOole e cereraonie.Tutte le sedicenti chie- tive, che conoscono meglio degli altri se-
se di rito laico potevano vantarsi, innan- guaci di Calvino, come piùdegli altri ver-
zi il funesto scisma, che nel secolo XVI sati nelle opere de' Padri. Tutti i buo-
separò dall'unità cattolica tante nazioni, ni cattolicinon cessano di domandare a
d'aver pastori in tal guisa ordinali, e di Dio una sì felice riunione. La Chiesa ma-
aver perciò conservata senza alterazione dre amorosa soffre con estremo cordo-
la successione del sacerdozio cristiano, glio, che i suoi figli sieno usciti dal suo
ch'era stato di mano in mano trasmesso seno, fuor del quale non è da sperarsi
dagli Apostoli fino a quelli, che allora salute ! (terribile sentenza di cui parlai
reggevano le delle chiese. Ma i seguaci anche nel voi. XCI, p. 241. E qui mi
degli eresiarchi Lutero e Calvino, dichia- piace aggiungere. Fuori della Chiesa cat"
3oo V E S V ES
tolica sono che rami aridi, sterili,
non vi unione, quantunque avessero eglino rice-
infruttuosi, appunto perchè tagliati e di- vute tali dignità da'Iaici anche scismatici,
velti dalla vite vera che feconda e germi- specialmente da're Enrico Ville Odoar-
na i frutti di vita eterna. Non mancano do VI suo figlio, benché si fossero ingeri-
pure negli eretici, negli scismatici e negli ti nell'anitninistrazìone di tali chiese, e ne
infedeli talvolta le virtù, morali della lem- avessero godute per lungo tempo le ren-
peianza, dell'equità, della compassione, dite, e benché fossero caduti nell'eresia,
anzi talora eziandio forse in grado mag- come si dice^e fossero slati elfellivamente
giore che in noi cattolici ; ma non essen- eretici". Quanto a'nostri giorni, oltre tut-
do quelle virtù animate dalla grazia dello lociò che su questo argomento ho riporta-
Spirito Santo, non si sollevano oltre i con- to ne'citati e altri articoli, abbiamo: Sullo
fini del naturale , né più né meno come stato odierno della chiesa Anglicana ,

le virtù che esercitavano pagani privi i dissertazione di mg." Kaggs, presso gli
della conoscenza del vero Dio; mentre Annali delle scienze religiose^t. ly, p.
noi cattolici operando per Gesù Cristo , 94- Egli chiama le c^cf/e eterodosse mu-

santifichiamo in lui le nostre azioni, con- tabili come la luna, ed avere la chiesa
naturandole colla carità che lelrasnatu- anglicana un carattere misto nell' opi-
ra in celesti. Anzi ci ha di recente avver- nioni, nelle formole, ne'rapporli esterni ,

titi il Sommo Pontefice che or siede e nelle simpatie straniere; un composto


sulla cattedra apostolica, col molo-pro- di elementi eterogenei , modificati con-
prio autografo diretto al cardinal Co- tinuamente per Tinfiuenze, alcune di ca-
stantino Patrizi suo vicario di Roma a' rattere cattolico , altre di carattere pro-
i5 luglio i85q. » Uno è Dio, uno è la fe- testante. Essere sem{)re in istalo di cam-
de, e chiunque esce dulTArca deW Unità biamento e d' incertezza , diversa dalla
sarà sommerso nel diluvio delle pene e- lasciata da'pretesi riformatori, per 1' al-
terne". Ciò disse nel riprovare la propo- terazioni fondamentali ch« subì; in fii>e

sizione: » Che Iddio fece l'uomo libero dovrà cadere come le già potenti sette de-
delle proprie opinioni siano politiche ,
gli ariani e degl' iconoclasti. La sua
siano religiose. Dimenticando così le au- pretesa unità somiglia al caos, alla Babe-
torità stabilite da Dìo sulla terra cui si le: non sa indicare la via del paradiso, e

deve ubbidienza e rispetto; dimentican- si contraddice nel volerla insegnare. Noa


do del pari l'immortalità dell'anima, la è la vera Chiesa , mancando assoluta-
quale quando passa dal transitorio all'e- mente delTunità di fede, necessaria quan-
terno dovrà rendere conto speciale anche Dio e
to l'unità di l'unità del battesimo,
delle sue opinioni religiose al giudice on- che trovasi nella sola Chiesa cattolica, alla

nipotente inesorabile '). Anche il Papa cui fede l'anglicana insegna dottrine dia»
Giulio 111, animato da questo spirito di metralmente opposte, mentre la vera ed
carità, scrisse al cardinal Polo, il quale si una Chiesa non ammette diversità di fede.
era restituito neW Inghilterra{F.),cnian' Mentre nella chiesa anglicana si osserva-
do ne prese il governo la regina Maria ,
no due evidenti note caratteristiche del-
e vi faceva le funzioni di legalo aposto-, l' errore , cioè la mutabilità ne' diversi
lieo, che nulla risparmiasse per ridurre tempi, e la punto di
varietà nello stesso
gl'inglesi all'unità. Nel breve scritto a tempo, queste medesime prove di falsità
lai fine gli dice. » Di riabilitare que' ve- si trovano anche nel vantalo sistema del

scovi e metropolitani, che gli parranno Puseisnioj benché, come dissi in quel-
degni e capaci di tal ministero e loro l'articolo, notasi in esso un progresso
peroieltere governo delle chiese, dopo
il verso il caltolicismo. Imperocché ne' Trat'
che le avranno ricoudolle alla cattolica tatelli pubblicali da' puseisli d' Oxfurd
V ES VES 3oi
nel i833, non si temetle di asserire che la setta degli episcopali d' da Inghilterra,
i vescovi anglicani sono i successori degli cui derivarono. N' è prova quanto pub-
Apostoli^e si parta della >) nostra discen- blicò, e qui riproduco, prima la Civiltà
denza apostolica " ed » apostolica suc- Cattolica, serie 2.", 1. ^ p. SSy, poi il n.
1

cessione " » Esaltale, si dice al clero 29 del Giornale di Roma del 853. » Il i

anglicano, esaltate i nostri ss. Padrini ve- dottor Levi Yves, già vescovo protestante
scovi, come i rappresentanti degli Apo- della Carolina del ìNord,uomo riguardalo
stoli egli Angeli delle chiese; e parlate con venerazione da'suoi per rispetto alla
degnamente del vostro ulficio, ordinati sua dottrina ed alla sua costumatezza, ap-
come siete da essi a prender parte nel parteneva alla porzione óePuseisli (V.)
loro ministero". Quindi si sostiene la dell'episcopato anglo-americano; e piut-
necessita di una seconda riforma. Di tosto che un membro erane l'anima ed il

più negli j4uiiali delle scienze religio- capo. Dappoiché egli credeva nella Con-
se si pouno leggere i seguenti argomen- fezione, ed ogni mese la frequentò per
ti , sulla chiesa anglicana, ^'el t. 17, lungo tempo: credeva nel Celibato (P'.)
p. 299 : Assoluta mancanza di un go- de' chierici, e lo commendava a'suoi sud-
verno ecclesiastico in essa; p. 453: Sue diti : credeva ne* consigli evangelici, ed
corruzioni descritte dal prof. Pus-ey. avea fondato un certo suochiostrocol no-
ISel t. 18, p. 296: Sua servile dipenden- me di Pialle della Croce: credeva nella
za dalla civile podestà; p. ^^1: Suo stato maestà del Culto esterno, ed suoi/i/7/e- i

lamentevole descritto dal d."^ JNewman. semplava dal le Ce remoAzze cattoliche (que-
Chiamansi episcopali Protestanti (f^.) i ste e quelli sono considerati quasi Profes-
d'Inghilterra (f^.)i per pretender d'aver sioni ^/^z:/ecaltolica).D*indifu che il cle-
conservata la gerarchia ecclesiastica della ro anglicano a lui soggetto ebbestupore di
Chiesa romana, dopo che da essa infelice- colali novità, ma con diversoelFetto, secon-
mente si divisero. E^si hanno de* vescovi, do la varietà delledisposizioni. Ne'piìi do-
de'preli, de*canonici,de'curali e altri he- cili a'suggerimenti del loro prelato, e più
nefìciati. Hanno pure un uflìzio che chia- capaci d' intendere le ragioni, allo stupo-
mano la liturgia anglicana (ed io posseg- re seguitò 1* aderenza e la soggezione; e
go la magnifica edizione della Liturgia Iddio benedisse la loro flessibilità col chia-
Anglicana Poliglotta oclaglotta^ Lon- marne molti alla verità cattolica. I più
don 1821), ed eziandio quasi lutto T e- reslii adombrarono, e dallo stupore pas-
steriore della religione romana; ma pei* sarono alle mormorazioni, dalle mormo-
il dogma non diileriscono guari dagli e« razioni alle trame occulte, dalle trame al-
retici Calvinisti^ se non in quanto eh' essi l'aperta nimistà, e alla fine del i85i in-
sono così attaccati all' Episcopato, che timarono al vescovo di presentarsi a dare
credono, com'è di fatti, che non vi possa ragione di se innanzi ad un* assemblea,
essere vera religione cristiana, apostolica, nella quale due terzi erano laici, e de-
i

che dove trovasi la successione de' ve-


là gli altri più erano suoi sudditi. 11 d.*^ Yves
i

scovi. E Londra uno de'punti del trian- non ehbe a durar gran fatica ad uscirne
golo strategico òe Protestanti, per quan- assoluto; ma quel che più importa, non
to cbssi in quell'articolo; ma ormai in no- ebbe poca ventura all'uscirne che fece,
tahile discioglimento pel numero infini- disingannato appieno d' una Comunione
to di sette che lacerano la sedicente chie- senza gerarchia,senza costanza, senza prin-
sa anglicana. Ed il movimento religioso cipii, Laonde lungo il cor-
senza autorità.
"Verso la Chiesa Cattolica (P^.), si scoige so del i852 tenue segretamente alcune
anche ne' protestanti delle Hcpubhliche conferenze coli' arcivescovo cattolico di
(F.) d'America^ i quali appartengono al- Kuova York (mg.*^ Giovanni Hugues ir-
3o2 V E S VES
landese, Iraslatovi da Basilopolì in par- tolicismo, l' ignoranza e la scostumalez-
tibus nel 18^0), e col d.' Forbes allora za". Dopo tali pubblicazioni, la Cii'iltà
parroco callolico nella stessa ciltà e non Cattolica, sene 2/, t.71, di nuovo
2, p.
guari tempo innanzi puseista come lui, ragionò del d."^ Ives, nel seguente modo.
anzi suo confessore, tutlochè entrambi « Nel raccontare in uno de'passali fasci-
fossero a que' dì anglicani. Le conferen- coli la conversione alla Chiesa cattolica
ze, e più delle conferenze le preghiere che del rev.sig. L. Silliman Ives vescovo pro-
per 6 mesi si fecero nelle chiese catloli testante di Northe Carolina, riferimmo
che diAmerica per la conversione di chia- a fede di racconti, per noi giudicati pro-
rissimo personaggio, furono coronate dal babili, alcune particolarità, le quali ab-
pieno ravvedimento del d/ Yves. Nel me- biamo ora occasione di rettificare coll'au-
se d'ottobre ei fece la sua abiura nelle ma- torità irrefragabile del medesimo conver-
ni dell' arcivescovo di Nuova York, au- tito. Egli stesso, il quale ora si sta occii'

tenticata cogli argomenti più certi che pando a dettare un libro intorno a'raoti-
possano adoperarsi a far fede d'un allo vi avuti per divenir cattolico, ha scritto
sì solenne, benché tenuto da lui e da'suoi al giornale americano The Guardif/n^
cooperatori in altissimo segreto. Indi par- dichiarando esser f^ilso: i.°Che avanti di
tissi di presente per Roma, ove riserba vasi far la sua sottomissione alla Chiesa roma-
'
di dar personalmente Santo Padre la al na avesse mai avuto conferenze o col d
nuova della sua conversione, e di rinnovar P^orbes o coli' arcivescovo di New-York
nelle mani di lui l'abiura. Il dì 26 dicem- o con verun altro callolico intorno a que-
bre del caduto anno i852 nella privata sta sua determinazione; 2. "Che avesse mai
cappella di Sua Santità Pio lX,ild/Yves fatto in America, prima di allontanarse-
adeujpiva al suo desiderio, e poi che eb- ne, alcuna segreta o pubblica abiura, »
be fatta da capo la professione della fede che vi avesse colà ricevuti iss. Sagramen-
cattolica, ricevè dsHe mani del Sommo ti; 3.*' Che avesse mai sofferto di mentale

Pontefice il crisma della santa conferma- alienazione, salvo ne' delirii dell'accesso
zione. Dopo di che presentò al Sunto Pa- più violento di febbre tifoidea; 4'** Che
dre la Croce, l'anello e i sigilli, insegne prima di lasciar la sua diocesi avesse tol-
del grado tenuto da lui per lo innanzi fra to anticipatamente 1' annuale salario; a-
gli anglicani, esclamando con lagrime: verne, è vero, ricevuta porzione soltanto,
Santo Padre, eccovi i segni della mia ma questa medesima rinunziata dal dì
ribellione. Alla quale inaspettata offerta della sua conversione. Delle prime due
il cuore del Pontefice fu commosso, e ri- circostanze noi avevamo detto quel tanto
spose: Questi segni della vo'itrasoniniis- che avea somiglianza di verità dell'altre :

sioncjvogliamo sia fio appesi alla tomba due siam contenti d'aver taciuto allo-
dis. Pietro. Il d/ Yves è il primo vesco- ra perchè avean tutta l'apparenza di ca-
vo anglicano, il quale nel pieno e legale lunniose. Dobbiamo in fine far noto, che
esercizio della sua dignità, rinunzia al nella chiesa protestante d' America nou
protestantesimo per farsi cattolico; ed è v'ha legge canonica che imponga; a'vesco-
per questo il suggello più cospicuo di vi le insegne dellaCroce, dell'anello e del
questa verità antica sì, ma troppo di- suggello; ma non ve ne ha pure alcuna
menticata da moderni propagatori di
certi che le divieti. Intorno all'uso è da sape-
luce: che cioè laampia e profon-
scienza re che generahnente s' adoprano l' anel-
da ed il costume immacolato se si accop- lo ed il suggello; e che alcuni vescovi di
pino in una medesima persona, questa o forti tendenze al caltolicismo v'hanno e-
è già cattolica, o il diverrà infallibilmen- ziandio aggiunto la Croce, ed uno di essi

te astiando solo ad occhi veggenti il cat*


: che la portava era il nostro convertilo
VE .<? V E S 3o3
Ciò nbhinm fatto noto perchè nlciini gìor de'nostri giorni, che fondatamente vati-
Dali avean mossi lor clu!>hii sopra la ve- cinarono, per bene del genere umano,
racilà di quella circoslanza d» noi reca- non lontana V epoca, che T Oriente inte»
ta, che cioè il d/ Ives ave<?8e qnelle sue ro noa formerà più che una sola Chiesa
insegneposle nelle ninni del Pontefice co- coirOccidente, sotto l'autorità del supre-
me testimonianze della sua soggezione". mo Vescovo de'Vescovi. E che allo spet-
Finalmente la stes-jy Civilfà,
06, l. 6, p. i tacolo di questa meravigliosa unione, i

olFie la strana senten7a della sella Epi- protestanti e altri dissenzienti, il cui scadi-
scopale contro il (1/ Ives, cassandolo dal mento in generale è progrediente, veden-
suo sedicente Episcopato. La Religione dosi più che mai separati e divisi, torne-
(f^.) cattolica è la sola vera: tutto in lei ranno più facilmente all'ovile, donde
concorre eminenteroentea diujostrarne la fatalmente partirono. Inoltre, che le fre-
veritàjln perfezione, la sublimità. Nel tene- quenti rivoluzioni, promosse da' liberti-
ralo autografo del Papa Pio IX, di cui so- ni, minaccianti l'ordine sociale, sia per
pra, dopo aver biasimatole faUe proposi- dissensione de'popoli e sia per disaccor-
zioni, invita i romani a pregareiddio per- do de* governi, alla fin fine non potran-
chè si degni ristabilire la rettitudine della no trovare sicuro e stabile riparo fuorché
mente e del cuore in lutti quelli chefurono nella sempre benefica azione materna
trascinati a fuorviare dal cammino della della Chiesa, e nella paterua autorità del
verità, in occasione della guerra formida- Sommo Pontefice, ad onta che sistemati-
bile e sanguinosa, coni battuta in Italia camente gli empi si sforzino l'una e l'al-

Del maggio e giugno i85g. acciò deplo- tro d' incessantemente avversare e com^
rino le loro colpe, il l«)ro arcecamenlo. battere, ma però con armi umane, che Dio
La Preghiera^ egli soggitmge, è più po- alla sua volta renderà frollili e in)poteuli.
tente lìtWI/iffrno, ciò che verrà doman- — Facendo p.Chardon, ragiona
ritorno al

dato alDio delle misericordie, da quelli nel cap. 9: D'alcune ceremonic , che si
che si congregano nel suo nome, sarà in- usavano in alcune Chiese ^ innanzi e
fallibilmente «'iienuto. » E che cosa do- dopo la consagrazione del nuovo ve-
niandereoio? Che tutti i nemici di Gesù scovo. Sode istruzioni che gli si dava-
Cristo, delb» sua Chiesa, di questa s. Se- no. Avverte l'autore, le cereujonie di cui
de si convertano e v'ìmìuo, convcrtantur discorre non erano nella Chiesa Ialina si
et vivant". Così parlò il capo augusto del- universali , come le riferite nel capitolo
la ss. Religione cattolica, per riguardo an- precedente. In alcuni paesi si usavano, in
cora a* neuiici dell'altare e del trono, a' altri no. Una di queste usanze era che il

ribelli suoi figli nelle provincie del suo vescovo eletto si ritirasse in un mona-
principatoten»poraIe.Eegliquestout)ode' stero il giorno precedente alla sua con-
caratteri essenziali della ss. Religione cat- sagrazione, per attendere più tranquilla-
tolica, nel cui fortunato grend)o ci gloria- mente all'orazione, e prepararsi alla fun-
mo esser natie irppartenere,pergran ven- zione del dì seguente , e in molte città
tura e qua supremo beneche non am met-
I vescovili, o all' intorno di esse, v' erano
te paragoni di qualunque specie, ^'ou ba- monasteri a ciò destinali. Guglielmo Le-
sta esser cristiano per salvarsi, bisogna maire parlando di se nello Spicil. t. io,
professare la religione catlolica e prati- dice che il sabbatodopo l'Ascensione, vi-

carne i doveri. La religione cattolica, per gilia della consagrazione, si ritirò giusta

la sua incomparabile eccellenza, è il feli- il costume de'suoi antecessori nel mona-


ce e sicuro fondamento d'ogni società, stero di s. Sergio, che verso la sera entrò
d' ogni governo, d' ogni verace incivili- nella chiesa grande del medesimo , ove
mento. Abbiamo gravi scrittori, anche recitò il sallerto solo, a bassa voce, inuau-
3o4 VE S VES
zi l'aliare della Madonoo, finito 11 quale gazioni aTendo 1* eletto risposto, il me-
cominciò a recitare il lunttutino insieme tropolitano soggiungeva: Quali libri si

co'siuji cappellani , e poi si ritirò in ca- leggono nella vostra Cliì e sa.^ E Veìeìto:
mera per riposare fino a giorno. In quel Il Peììtatcuco , / Profeti, /' Evangelo ,

-tempo leconsngrazioni de'vescovi si face- l'Epistole di Paolo, l^ apocalisse e gli


s.

vano la domenica mattina per fen»po; ma altri. Il metropolitano: Sapete voi i Ctìf-
prima si fc»cevano la notte del sabato ve- «o/i/? L'eletto: Insegnatemeli. Allora l'ar-
nendo la domenica essendo digiuni il ,• civescovo lo istruiva sommariamente ,

consagrante e l'eiello, e cominciandosi la promettendogli per iscritto una più am-


funzione dopo il 2." notturno de' mattu- pia istruzione. La mattina l'eletto veni-
tini. Così s. Eriberto arcivescovo di Co- va presentato dal vescovo più antico, il

Ionia, fu consagrato la notte dilatale in quale attestava eh' egli era degno, e si

tempo della messa. In qnal parte della faceva in seguito l'esame e la consagra-
messa si facessero Pontificali non con- i zione. Finita questa, si dava in mano al
vengono gran cosa, ma per lo piìi innan- novello vescovo il libro de'Vangeli, che
zi l'Evangelo, come dice il p. Marlene. in tempo della consagrazione avea por-
Nel fine del Ponlificale Rotuanuni si leg- lato sulla lesta o sulle spalle, e metro- il

gono varie cose notabili circa le cere- politano dicevagli: Ricevete l' Evangelo^
iTionie precedenti la con-^agrazione , al e andate a predicare alpnpolo commes-
teinpo che vigevano ancora le elezioni in sovi; che Dio è possente per aumentarvi
alcuni paesi, e forse in Italia. Nel sabato la grazia, egli che vive e regna in tutti
a sera il metropolitano, assistilo (la'sùoi i secoli. La pace
sia con voi (nella Chie-
suffroganei, stava assiso nel portico della sa Bacio di pace come dissi in
\gi{\ì\i\,'\\ ^

cliiesa; l'arcidiacono o l'aiciprete della quell'articolo, si dà al consagrato due


cattedrale vacantes'inginocchiava dinun- volte, dal consagratore e da* vescovi as-
zi a lui, e il prelato dopo datagli la be- sistenti, cioè dopo l'immissione nel suo
nedizione, lo interrogava: Che chiedete 71'onOf e l* investimento dell'episcopale
voì,Jigliiiolo? L'arcidiacono rispondeva: autorità, e al termine della funzionedo-
Che Dio ci conceda un pastore. Diceva po il triplice augurio: Ad multos an-
il prelato: E egli della vostra Chiesa ? no s ; antico rito già proprio anche dei
Che cosa vi piace in ini? L' arcidiacono greci, e ne riportai la formola e le ragio-
replicava: La modestia, l'umiltà^ la pa- ni). Questa ceremonia non è molto anti-
zienza^ e le sue altre virtìs, . Allora il ca ,
poiché non trovasi ne'più vecchi li-
prelato faceva leggere il decreto dell* e- bri, che contengono riti de'sagra menti. i

lezione , in cui era dichiaralo il merito Dice Mabillon, che in alcuni luoghi
il p.
dell'eletto. I canonici che accompagnava- si porgeva al vescovo consagrato, insie-
no l'arcidiacono, altestavano di averlo me col libro de'Vangeli, anche il Pasto-
sottoscritto, e il metropolitano quindi sog- rale di s. Gregorio I, ossia il libro scrit-
giungeva: Guardate bene, eh' ci non v ab- to da lui sui doveri de'pastori, per rispon-
bia fatta qualche promessa poiché ciò ^
dere rimprovero che Giovanni di Ra-
al
sarebbe simonia ^ e contra i canoni. Poi venna gli avea fatto di avere ricusato il
ordinava che comparisse l'eletto (per l'e- vescovato. Ne'Pontificali mss. della chie-
same) il quale essendo digiuno veniva
, sa d'Apamea in Siria, e di quella di Co-
condotto in processione ha l'arcidiacono stantinopoli, scritti dopo il XII secolo, si
e l'arciprete. 11 prelato gli domandava ,
legge un editto contenente regole cavate
quanto tempo fòsse eh' egli era prete da'canoni per istruire vescovi del mo- i
,

qual posto avesse nella chiesa, se avesse do da diportarsi il quale edillo, giusta ,

assestato la sua casa. Alle quali interro- il l^ulifica'e di Uesanoon, doveva esser
,

VE S V E S 3o5
Ietto tlal cancelliere della chiesa alla ta- s. Cirillo d'Alessandria, scrivendoall'im-
vola de' vescovi nel di della loro consa- peralore Teodosio li nel 4^8; ^ parlan-
crazione. Il che corrisponde al decreto del do dell'ordinazione di INestorio in vesco-
3." concilio di Cartagine, il quale vuole, vo di Costantinopoli, gli disse, che aven-
che chi ordina un vescovo o un chieri- dola intesa da' vescovi che lo consagra-
co gli esponga e inculchi le sentenze
,
rono, se n'era congratulalo e tosto gli
de'concilii. Finite tutte le ceremonie del- avea scritto come a suo collega e fratello,
la consagrazione, si metteva in Trono il desiderandogli ogni bene ( ma divenuto
novello vescovo, il che in Francia nel VII eresiarca, ne combattè gli errori con di-

e Vili secolo facevasi con gran pompa, verse opere). Cosìi primari vescovi rati-
poiché era portalo fino al soglio pontifi- ficavano in qualche guisa l'ordinazione
cale una seggiola dorata per mano
in de'Ioro confratelli; e quando erano in-

degli altri vescovi soltanto, e cantando formati del cattolico sentimento degli e-
inni e cantici nel coro. A questa ceremo- letti, e della loro canonica promozione
nia sembra essersi sostituita quella di inserivano i nomi loro ne* dittici della
portar solennemente i vescovi novelli , chiesa, per far di loro memoria nel sa-
al i.° ingresso nella loro cattedrale, sulle grifizio della messa. Won solo in tali let-
spalle da'piìi nobili del paese, con pom- tere si conteneva la professione di fede ,

pa nella loro sedia. Nella maggior parte ma eziandio la condanna dell'eresie, che
delle chiese di Francia così costumava- ne'loro paesi laceravano la Chiesa. Alfer-
si; ed il vescovo d'Orleans nel suo primo ma Gregorio I, che al suo tempo ve-
s. i

ingresso nella cattedrale, avea il privile- scovi delle 4 prime sedie costumavano
gio d'aprir le carceri della città, liberan- di notare in tali lettere sinodali, che ri-
done i prigioni j ma di questo, che meglio cevevano i 4 concilii generali (altri di-
riguarda il possesso de'vescovi, nel § se- cono primi 5, che tanti allora eransi
i

guente. Era pure antichissimo costume, celebrali). Più, Tarasio patriarca di Co-
che i vescovi delle principali chiese si stantiuopolr, scrivendo a quelli d'Alessan-
dassero reciproco avviso della loro pro- dria e d'Antiochia, dice essere tale costu-
mozione con lettere, che d'ordinario con- me derivato da tradizione apostolica, il
teneva la propria professione di fede. La cheé probabile, perché praticavasi a'tem-
storia ecclesiastica n'è piena, e dalle qua- pi di s. Cipriano, come apparisce da mol-
li sovente si ricavano le particolarità del- te sue lettere. In quanto a* vescovi infe-
l' elezione o consagrazione de* vescovi. riori, bastava che avessero lettere testi-

Tale uso giovava per mantenere la buo- moniali della loro ordinazione, le quali
na corrispondenza de'principali reggitori si davano loro da* metropolitani o con-

delle chiese, e contribuiva a conservare sagratori assistenti , come prescrisse nel


le promozioni canoniche, e la comuni- 4i6il concilio di Milevì. « Tutti quelli,
cazione de* membri ecclesiastici ; poiché che d*ora in poi saranno ordinati da've-
per tal commercio de' maggiori vescovi scovi nelle provincie dell' Africa, riceve-
si fomentava quello co* loro subordinati, ranno lettere sottoscritte di mano de'Io-
e con tutto il popolo cristiano, a cui si ro consagratori, nelle quali sia notato il

leggevano anche simili lettere nelle pub- giorno e il console**. Fran- La chiesa di
bliche radunanze. Papa s. Leone I scri- cia si conformò a quest'uso, che durava
vendo a Basilio vescovo d* Antiochia, gli ancora nel IX secolo, come dimostrano
disse: « Ci doveva esser notificata la vo- queste parole dette neir852 da Incma-
stra ordinazione, o da voi slesso, o dai ro nel concilio di Soissons. »» Chiunque è

nostri fratelli vescovi della provincia ,


innalzato al supremo sacerdozio ... deve
giusta il costume eccleiiaslico ". Anche riceverne lettere testimoniali da' suoi or-
voL. lev. 20
3o6 V E S V ES
'*.
dinalori (Si dissero Lettere rogatorie considerando che vcjì disponete de' beni
e 5z/^g^e^;/V7f, quelle tle'popoli alPapa pel- altrui. Usate ospitalità e carila co'poveri,
le conferma e consagrazione de' loro \g- sollevale le vedove, gli orfanelli e gli op-
scov'ì'ye Leti ere vocatorie quelle colle qua- pressi, né vi lasciate trasportare nella
li il Papa, come metropolitano delle prosperità, o abbaltere dalie traversie ".
chiese a lui soggette, intimava al clero e Questo é un compendio della formola
popolo di condurre a Roma il nuovo e- che la Chiesa conserva ne' suoi libri più
lelto vescovo per essere consagrato. Tali santi per istruzione di tulli i vescovi. In-
lettere usarono metropolitani co'cleri e
i oltre il p. Chardon dà contezza col cap.
popoli de'vescovali loro sufFraganei). Fi- io: De/l'ordinazione dt vescovi tra^gre-
nalmente il melropolilario dava un'istru- ci e orientali. Abusi intollerabili dene-
zione in iscritto al vescovo ch'egli avea storiani nella ordinazione del loro Pa-
consagrato. Di tali istruzioni se ne ha il triarca, li vescovato é in si gran venera-
modello nel Pontificale Rouianiim ^quaVi zione presso tutte le comunioni orienta-

erano al tempo che vigevano l'elezioni ,


li,che ninna mai fu finora senza vescovi,
ed eccone punti principali. » Sappiale,
i e ninna credè mai che senza vescovi ,

fratello, che voi adesso siete caricato d'un si dasse Chiesa. Col nome di vescovi non

gran peso, d'un gran travaglio, e del go- intendono già essi, come i Luterani (F.)^
verno dell'anime. Voi dovete assoggettar- certi soprintendenti, o certe persone
vi agli altrui bisogni, ed essere il servo ordinate da' sacerdoti, e laici; ma veri
di tutti, e nel di del giudizio voi rende sacerdoti, che secondo i canoni abbiano
rete conto del talento affidatovi. Abbia- ricevuta l' imposizione delle mani da 3
te gran cura di mantenere la purità del- altri vescovi^ o più, i quali l'abbiano pu-
la fede. Osservale esattamente le regole re ricevuta da'loro antecessori risalendo
della Chiesa nell'ordinazioni, o sia per il fino agli Apostoli. Questa successione é
tempo, o per la qualità delle persone. la base delle Ordinazioni ^ che sussiste
Schivate soprattutto l'avarizia e la simo- anche oggidì nelle chiese orientali. Impe-
nia. Mantenetevi casto. Non entrino fem- rocché i patriarchi Giacobiti {^F.) di A»
mine in casa vostra, e se voi dovete an- lessandria furono ordinati da Dioscoro,
dare dalle religiose, andatevi accompa- e da'suoi successori senza interruzione fi-

gnato da gente, che non sia sospetta. no a'noslri giorni. I Greci (/'^.) dopo la
Evitate ogni scandalo. Applicatevi alla conquista dell' Egitto stettero 97 anni
predicazione, pascete il popolo con la pa- senza proprio patriarca, nel qual tempo
rola di Dio abbondantemente, dolcemen- mandavano i loro chierici a farsi ordina-
te, distintamente e continuamente. Leg- dopo un se-
re nelle chiese vicine, finché
gete di continuo la s. Scrittura, e la let- coloavendo ottenuta la stessa libertà, che
tura non sia interrotta che dall'orazione. aveano giacobiti, cominciarono ad ave-
i

State fermo nella Tradizione de' nostri re il proprio patriarca ei propri vescovi.
Padri. Sostenete le vostre istruzioni col- Anche i greci d'Antiochia (di cui meglio
la santità della vostra vita, e serva que- «Siria), ossia i Greci-I\lelchiti[T'.)yeb'
sta di regola e di modello al vostro greg- bero i h)ro ordinati da'vescovi ortodossi,
ge. Attendete alle vostre pecorelle. Cor- e i giacobiti aveano ricevuto l'ordinazio-
reggetele con dolcezza e con discrezione, ne da Severo, ed altri patriarchi antio-
dimodoché si diano aiuto a vicenda lo z«-> cheni, eretici in vero, ma ordinati da al-
lo colla bontà, e voi schivate egualmente tri legittimamente (gli altri patriarchi
il rigore e la mollezza. Ne' vostri giudizi d'Antiochia sono quelli de' /Ma-
cattolici,
non siate parziale. Impiegate i beni del- roniti e deSirij' e per dire di tutti pa- i

la Chiesa con fedeltà e disceinimeolo, triarchi orientali di giurisdizione, qui ri-


VK s VE S 3o7
corderò quelli Babilonia ossia de' CaZ-
di scopale, chiamata dal f)drlarsi sulle
cos'i

dei in Mesopotamìa^ e il Patriarcato Ar- spalle, ed è voce composta dalle parole


meno e (\\ Cilicia). \ Nestoriani{P'.)&uc- omero e porto; direbbesi in latino Su-
cessero nelle sedi di Seleitcia e di Ctesi- perhumeraley e si può vedere quesl' ar-
/òrt/e a' vescovi cattolici, de'quali falsamen- ticolo, ed il voi. LI, p. 58, ove lo dissi
te si vantano aver conservata la dottrina, Pallio. Delle vesti sagre del vescovo me-
e fiinuo risalire la loro successione epi* tropolita e patriarca greco, principalmen-
sco[)aIe sino a s. Taddeo^ il che dimo- te parlai nel voi. XXXII, p. i47, ed in
stra ad evidenza, còme credessero non po- altri articoli. Dice il Magri che Hy ponine-
tervi essere Chiesa senza questa legit- lììoiographusyè'ìì nome del ministro del-
tima successione. Inoltre si sa di certo, la chiesa di Costantinopoli, il quale, come
che maniera di ordinarci vescovi tra
la cancelliere, notava in un libro le consa-
loro dopo la separazione era conformata grazioni de' vescovi, e tal vocabolo si-

all'antica tradizione della Chiesa univer- gnifica scrittore delle memorie). L' Ar-
sale. Seguirono gli antichi riti, non ne in- cudio corfìoto, ma allevato in Roma, do-
trodussero di nuovi contrari, e manten- ve scrisse e insegnò, volendo conciliare la

nero esaltamenie ciò ch'è essenziale nelle Chiesa greca colla latina (con opera stam-
ordinazioni. Ahramo Echellense maroni- pata in Parigi nel 1619 e 1625, intitola-
ta solennemente monumenti ad-
rifiutò i ta: Concordia della Chiesa Occidenta'
dotti dal Seldeno e altri protestanti, per le e della Chiesa Orientale sulV animi-
provare, che ne! la chiesa d'Alessandria il nistrazione de sagr amenti. Suo scopo è
patriarca veniva ordinato da'semplici sa- di provare, che le due chiese erano in an-
cerdoti. Nel «libro suo intitolato, Euty- tico perfettamente d'accordo non solo sul-
cliiiis patrit^^qha Àlexandrinus vindi- la dottrina, ma anche su detta ammini-
catiiSj dimostrò apertamente che il passo strazione; che i greci moderni nulla cam-
della storiad'Eutichio, su cui si faceva for- biarono sulla loro natura, numero e vir-
te il Seldeno, intender doveasi dell'elezio- tù; che i cambiamenti cui si permisero
ne e non dell'ordinazione di questo pa- nell'amministrazione de'sagramenti sono
triarca. Per le Sette orientali nulla vi è di poco rilievo, e che nulla v'ha in essi

di più decisivo, che la forma di ordina- d'incompatibile colla disciplina dellaChie-


re praticata in tutto l'Oriente, ed è co- sa latina su tale riguardo. I sentimenti
me segue. dopo il Trisagìo^ e al-
I greci tra' latini e i greci si divisero dallo sci-
tre orazioni, conducono l'ordinando a pie sma de'secondi, eh* egli combatte, senza
dell'altare, ove il prelato uHìziante dice trovare da riprovarsi che ciascuna chie-
laformola: Divina gratia etc. Poi mette sa osservi la sua disciplina, il contempo-
il libro degli Evangeli sopra la testa e raneo Al lacci greco di Scio, anch'egli pub-
ilcollo di quello che ordina, sopra il qua- blicò nel i655 in Roma : De perpetua.
le gli altri vescovi mettono la mano. In- Consensione utriusque Ecclesiae Occi'
di imponendogli esso la mano dice un'o- dentalis atqiie Orientalis. Vi è dimo-
razione, con cui chiede a Dio, che il sog- stralo che la Chiesa latina e la Chiesa gre-
getto riceva per l'imposizione delle sue ca sono sempre state unite nella mede-
mani e di quelle degli altri vescovi la di- sima fede, e che lo sono ancora, poiché
gnità pontificale per la discesa dello Spi- riconoscono un medesimo capo visibile,
rito Santo sopra di lui. Si recitano altre il Papa, successore di s. Pietro che go-

orazioni, tra le quali una con altra im* vernò la Chiesa universale e fondò i pa-^

posizione delle raanij poi lo veste dell'ilo- Inarcati d'Alessandria, d'Antiochia e di


mopliorion^ ch'è il principale de'vescovi- Roma; il che prova colle testimonianze
li ornatueoli (è una veste o manto epi- stesse de'greci. Fa vedere che se torbidi
3o8 . VE S VES
agitarono le due chiese, che produssero una sede ad altra; di che esempio abbia-
gii scismi, esservi ancora molli greci uni- mo del passaggio di s. Germano dalla se-
ti alia Chiesa romana. Insomma egli trat- de di Cizico a quella di Costantinopoli nel
tò sull'accordo perpetuo della Chiesa gre- 7 1 decreto della qual traslazione, giu-
5, il

ca e latina ,
per riguardo così alia fede, sta Cedreno, diceva: « La grazia divi-
il

come alla disciplina e a'coslumi), e cre- na, che guarisce ciocch'è infermo, e sup-
dendo, giusta la scolastica opinione, da plisce a ciocch'è mancante, trasferisce col
cui era prevenuto, che la forma di que- suffragio e approvazione de'vescovi dilet-
sto sagramenlo dovesse essere impetra* ti di Dio, il santissimo Germano metro-
Uva, né trovandola nelle ordinazioni de* politano diCizico all'arcivescovato di que-
greci, pensò che la discorsa formola; Di- sta città imperiale". Altre prove di ciò
vina gralia eie, fosse la forma essenzia- ponno leggersi presso Morino; e que-
il p.
le della consagrazione de' vescovi, de* sa- sto basti, dice il Chardon, per dimostra-
cerdoti e de'diaconi, in che s'ingannò pal- re lo sbaglio preso dall' Arcudio, ed ag-
pabilmente; poiché basta dare un'occhia- giunge; che se al presente il prelato ordi-
ta agli Eucologi de'greci per conoscere, nante leggendo la delta formola tiene le
che detta formola, la quale il vescovo re- mani sopra l'elelto, quest'oso è recente,
citava e recita avanti l'ordinazione, con- come Io dimostrò ad evidenza il Morino.
teneva il puro decreto d'elezione, il qua- li Neslorìano (V.) delle ordinazio-
rito
le pubblicavasi prima di cominciare l'or- ni, giusta lo stesso autore, comincia da
dinazione. L'antico eucologio del mona- molle orazioni per chiedere da Dio la
stero di Grolla Ferrata, citato dal p. Mo- grazia, e il dono dello Spirilo Santo so-
rino, ne toglie ogni dubbio, per esser con- pra il novello vescovo. Vi si leggono le-
cepito cosi. M Dopo il Trisagio il patriar- zioni vangeliche alludent^jsalla podestà
ca sale al Santuario dinanzi l'altare. Se data da Cristo agli Apostoli, poi si met-
gli presenta una carta, in cui sta scritto; te il libro sulle spalle dell'eletto, e nello
La divina grazia, la quale sana cioc- tempo tutti
stesso i vescovi astanti gl'ini-
eh* è infermo, e supplisce ciò che man- pongono le mani. 11 vescovo principale
ca, promuove il religiosissimo sacerdo- pronunzia la formola: Divina gratia; poi
te N. all' Episcopato della tal città, col con un'orazione chiede a Dio, che con-
suffragio e approvazione de'vescovi di- fermi l'elezione. Fa sopra l'eletto il se-
letti di Dio, de santi sacerdoti e diaco- gno della Croce, e mettendogli la destra
ni. Preghiamo dunque per lui , accioc- sul capo, alza ia sinistra verso il cielo, di-

ché riceva la grazia dello Spirito San- cendo una molto lunga orazione, che eoa-
to. Il patriarca, ricevuta questa carta, do- tienequestenotabili espressioni. « Secon-
po aver l'arcidiacono detto Ascoltiamo, do la tradizione Apostolica fino a noi per-
la legge in tuono intelligìbile a tulli, e venuta per r ordinazione e imposizione
finita ia lezione tulli dicono Kyrie elei- delle mani nella istituzione de'sagri mi-
son. Poi condotto da 3 vescovi l'ordinan- nistri, per la grazia della ss. Trinità, e
do, il patriarca apre il libro dell' Evan- per la concessione de'noslri ss. Padri, che
gelo, glielo mette sul capoec". Il resto furono in Occidente, in questa chiesa di
contiene i riti già esposti dell'ordinazio- Ruki (nome dell'antica chiesa di Seleu-
ne. Un esemplare antichissimo del Vati- cia, ch'essi pretendono edificata da s. Ma-
cano contiene quasi lo slesso; e quel che ris loro apostolo), madre comune di tut-

sopra tutto convince, che questa formo- te le chieseortodosse (com'essi parimen-


la non fosse altro, che la pubblicazione te pretendono ), vi presentiamo questo
del decreto di elezione, è che recilavasi vostro servo da voi scelto per vescovo del-
ancora quando un vescovo trasferivasi da la vostra chiesa. Vi preghiamo, che fac-
V ES VE S 309
ciafe scendere la grazia dello Spirilo San- die i chiamano connmtazione o
rituali
to sopra di lui, che in lui abili e riposi, unione delle due specie (notai nel voi. L,
e lo santifichi, e gli dia la perfezione ne- p. 4j> che tra'latini quando si consagra
cessaria per sì allo minislero, a cui è pre* un vescovo, il consagrante divide V Ostia
senlalo". Poi fa il segno della Croce. L'ar- in 3 parti, una ponendola nel calice, eoo

cidiacono inlima che si preghi per l'elet- altra comunicandosi, e colla 3/ comuni-
to. Allora il popolo ad alla voce grida: cando il consagrato: quesl*uUima, se so-
Merito, Dìgnuni eslj cioè merilameiile no più vescovi i consagrati, si divide in al-
è cosa degna, che si preghi per quello il trettante particelle) mette le mani sul
,

quale si consagra vescovo, lalvolla dicen- velo che copre la patena e il calice, per
dosi in greco e taleallra in siriaco. L'uf- santificarle in certa guisa col mediato toc-
fìzianle dice un'orazione, con cui chiede camento de'sagri misteri, e poi imponen-
a Dio sopra l'ordinalo la potenza dall'al- dole all'eletto le alza e abbassa per 3 vol-
to per legare e sciogliere in cielo e in ter- te, per figurare così la discesa dello Spi-
ra; che colla imposizione delle sue mani, rito Santo, e allo stesso tempo gli altri
egli possa guarire gl'inferni i, ed operare vescovi tengono il libro degli Evangeli
altre meraviglie a gloria del di lui Wome, sopra la lesta dell'eletto, ma sollevato so-
e che colla potenza del suo Nome egli pia le mani dell'ordinante principale, il
possa creare sacerdoti, diaconi, suddiaconi quale dopo alcune altre orazioni dice: N.
e lettori pel minislero della sua s. Chiesa. èordinato vescovo nella Chiesa santa dì
Gli fa poi nuovamente ilsegno della Cro- Dio. Il che gli altri vescovi ripetendo, no-

ce sulla fronte, e gli dà gli ornamenti Diinano la città del nuovo vescovo, il
vescovili sull'altare. Benedice il pastora- quale poi viene dall' uffiziante condotto
le, e glielo porge, e segnandolo di nuovo per mano e intronizzato nella Sedia e-
conclude: N. e separato] santificato ^ e piscopale. Indi è portato intorno alla chie-
consagrato per V opera grande ed altis- sa con acclamazione degli astanti, che la
sima del vescovato della città di N. in gridano, e finalmente riceveil bastone pa-

nome del Padre ec. 11 restante non con- storale. Il Renaudot (autore delia Litur'
tiene se non cose cereraoniali. Si può ve- giarum Orientalium Co//eci/oj, dal qua-
dere, Giuseppe Luigi Assemanì, De Ca- le il p.Chardon trascrisse quasi tutto il

tholicis seit Fairiarchis Chaldaeorum et riferito, osserva chenella traduzione e no-


Nestorianorum Commentarius^ Romae te del p. Morino sopra questi uffizi o-
1775. L'ordinazione secondo il rito Già- rientali, varie cose desiderano più di lu»
cohita è quasi simile. Dopo 1' uffizio del me, e specialmente nella nota 1 14 latta

dì, ed altre orazioni, uno de' vescovi ad agli ufljzi della chiesa di Siria (V.) si-

alta voce fa la proclamazione del vesco* riaci, la quale sembra indicare, che i gia-
To novello giusta la formola: Divina gra- cobili versino sopra la mano del nuovo
tia. Diflerisce dal rito nestoriano in que- vescovo qualche particella dell* Eucari-
sto, che il novello vescovo presentalo stia; ma egli dice, che nulla di ciò vi ha
dagli altri vescovi al patriarca, tiene in nel lesto, e giusta l'esplicazione del rass.
mano una confessione della fede scritta di Firenze, deve intendersi spiritualmen-
esigillata, la quale dopo aver letta la con- te: cioè, che r uffiziante quando accosta
segna alTuffiziante. In vari mss. si trova- le mani alle specie consagrate , fa come
no Confessioni di fede che sembrano fat- se prendesse qualche cosa colle mani. E-
te in tali occasioni, e leformoledi ciò che gli osserva altresì, che la sua narrazione
doveauo contenere. Il vescovo celebran- dell'ordinazione nestoriana non si accor-
te dopo aver posta una particella del
, da io tutto colla versione del p. Morino,
Pane consagrato nel calice, e fatto quel e che quelli quali leggono tali riti solo
i
3io VES VES
in latino, non ponno bene rilevameli sen- zione. i nestoriani rinversarono la disci-
so, non essendo il testo medesimo ben plina fino all'ultimo eccesso. Ne'mss. vi é
conetto in ogni sua parte. Quando si con- un compendio della storia de' loro Cat-
sagra un patriarca, lutti i vescovi presen- tolici o%i\i\ patriarchi fino al principio del
ti gl'impoiigono mani dicendo: Noi im-
le secolo XIV, che
porta nomi di 78, de*
i

poniamo le mani sopra questo servo di quali primi 18 pare che non siano siali
i

DiOy eletto dallo Spirilo Santo ec. Si to- trasferiti; ma degli altri die seguono, ve
glie poi il libro de*Vangeli, e dopo varie n'ha 49» ch'erano vescovi o metropoli-
benedizioni il celebrante dice: N. e ordi- tani prima d'esser fatti patriarchi, e alcu-
nato nella s. Chiesa di Dio^ e uno de' ve- ni eziandio erano stati trasferiti più d'u-
scovi soggiunge, Vescovo della città di na volta (col p. Le Quien, Oriens diri-
N.y il che viene ripetuto dal celebrante. stianus, ed altri, riportai la successione
Se gli danno ornamenti vescovili, e
poi gli cronologica de'cattolici o patriarchi diCal-
s'intronizza. Queste sono le precipue ce- dea, ch'ebbero sede in Bagdad o Scleif
remonie dell' ordinazione del patriarca day cioè in quest'articolo, co' patriarchi
giucobita nella Siria, e quasi le medesi- ortodossi). All'incontro i giacobiti d'A-
me quelle de' Cojli (V.). Bisogna nota- lessandria furono zelanti osservatori de'
re, che secondo il rito gìacobita, in cui si canoni, poiché da s. Marco fino agli ulti-
comprende quello che il p. Morino chia- mi tempi, non si trova alcuno de'suoi pa-
ma de Maroniti (F.)^ e giusta quello d*A- triarchi trasferiti da altra chiesa, ed era
lessandria ù* Egitto (descritto dal ricor- un motivo d' esclusione dal patriarcato
dato Pienaudol: //. De
Alexan- Liturgiis l'esser vescovo, come provano i canoni-
drinis: iv. De Patriarcha Alexandri- sti, che scrissero delle ordinazio-
e quelli
no, cuni Officio ordinationis ejusdeni), ni.!! R.enaudot finisce il suo trattato, Z^/-
non si dislingue l'ordinazione de' metro- fesa della perpetuità della fede contro
politani ede'patriarchi da quella degli al- i monumenti autentici della Religione

tri non in alcune orazioni, il


vescovi, se de greci, di Giovanni Jymon, ossia del- -j

che è conforme alle regole della Chiesa. leordinazioni degli orientali, dicendo." Si
] soli nestoriani con abuso loro partico- farà forse qualche difilcoltà sopra queste
lare fanno imposizioni di mani, orazio- ordinazioni, perché qualche volta furono
ni, ed altre ceremonie particolari in tal condannate come invalide. Questa con-
modo, che sembrano credere che il pa- danna però non fu fatta mai dalla Chie-
triarcato sia un ordine distinto; il quale sa, né da'Sommi Pontefici, e quello che
abuso è ignoto in tutte le altre comunio- ponno aver fatto senza loro saputa alcu-
ni sì ortodosse che eterodosse. I nesto- ni piuttosto zelanti, chedotli, non
ha l'ap-
rianiprobabilmentelo introdussero mol- poggio della loro sovrana autorità. Al-
to tempo dopo la separazione, poiché cer- meno é certo, che nel pontificato d'Ur-
to non potevano averlo tratto dalla Chie- bano Vili, dopo la consulta di gravi teo-
sa cattolica,ove un tal abuso non fu mai. logi, si giudicò, che le ordinazioni orien-
] greci furonoi primi, che intaccassero tali molto prima Leone
fossero valide, e
l'antica disciplina colle Traslazioni de* X e Clemente VII avevano pubblicato
vescovi, ch'erano da' canoni proibite se- un breve in forma di costituzione , con
veramente. I giacchiti siriani l'imitaro- cui confermavano a'greci,per quanto era
no, benché di rado, almen ne'tempi an- d'uopo, l'uso delle loro cereujonie ne'sa-
teriori. Ma un vescovo trasferito ad una gramentì, le quali conservano ancora ia
metropoli non riceveva l'imposizionedeb lloma e in ogni altro paese. L' Allacci
1< mani, né altri riti essenziali, e solo se pubblicò questo breve in gì eco e iu la-
gli faceva la ceremooia dell' intronizza- lino, e M. Ilabert lo fece imprimere nel
VES V^S 3ri
suo Pontificale ch'greci". 11 p. Gio. Gia- si a provarlo. Il 3.° concilio di Cartagine
ciuto Sbaraglia nel suo libro, Dispulano nel 111 secolo vieta reiterare le ordinazio-
de sacris pravoriun Ordinaiionihusqua ni.Come il Battesimo; e così quello di
vera vctusque Ecclesiae doc trina eie, Capua del 389 ovvero del 391, chiama-
Floieuliaei 75o,priucipalmenle volle mo- lo plenario da'vescovi africani. Il fonda-
slraie nulle la orJiuazioui degli Eretici^ mento di tal dottrina scuo- s. Agostino lo
degli Scismatici^ óegVIntrusi, de'Dc gra- pre parlando di essa contro òq Donatisti
dati, de^Vi usurpatori delle dignità eccle- (de'quali anche nel voi. LXXXVIII, p.
siastiche, ec. Distingue cou disceruimeu- 96eio3), i quali dicevano che chi esce
to i casi in cui quelle ordinazioni sono nul- dalla Chiesa non perde il proprio balte-
le osolauìente illecite, uè manca d' esa- simo, ma perde il diritto di conferirlo ad
minare alcune questioni che lianno rela- altrui. Egli li siringe dicendo loro, che
zione colla sua opera. La i.^ riguarda i non v'ha maggiore ragione per uu sa-
corepiscopi, ch'egli crede siano stali non gramento, che per l'altro, essendo ambe-
solamente sacerdoti, ma anche vescovi; la due amministrati all'uomo per una spe-
2/ è se 1 diaconi hanno il potere di of- cie di cousagrazione. Poi lo prova dalla
frirei sagri ujisleri. L'autore sostiene con praticr» comune della Chiesa, la quale ri-
ragione la negativa; ed aggiunge, che se cevendo gli eretici convertiti gli ammet-
furouvi alcuni abbastanza temerari per teva agli esercizi de' loro ordini senza
farlo,vennero severamente castigali. La riordinarli. Rende poi ragione di lai con-
il suddiaconato è un or-
3.' è di sapere, se dotta, dicendo: » Quando la Chiesa rice-
dine sagro ec. Il p. Giovanni Morin, nel ve gli Eretici co'loro ordì ni, non riceve
Trattato delle ordinazioni sagre della con loro il proprio male e l'eresia, naa il

Chiesa, Parigli 653, anch'egli volle teo- bene, che riconosce in loro , e non è di
lare lo svolgimento dell' argomento con loro ma del Signore, ma della Chiesa, ma
3 parti 5 ma con poca felicità, dicono i di Cristo. Quando si ordinano, s'invoca
critici, per difetto di monumenti. Volle sopra il loro capo il nome di Dio; e que-
dimostrare nella i.' parte, che i greci sci- st' invocazione che fa il vescovo è invo-
smalici non hanno cambiato nulla d'es- cazione di Dio, non di Donato ... Il sol-
senziale nell'ordinazioni: la 2." è una rac- dato disertore è reo, ma il caraltere ch'e-
colta de'rituali o ceremouie dell'ordina- gli porta, è del generale, e non del diser-
zioni de'greci: la 3." è un trattato distri- tore ... poiché non il soldato se lo ha im-
buito in I 6 esercitazioni, nelle quali risol- presso, ma Gesù che non iscan- Cristo ,

ve tutte le questioni dell'ordinazioni. Che cella il suo carattere". Eccovi sodi fon- i

la reiterazione dell' 0/'^///ze è proibita, nel damenti della dottrina della Chiesa, e la
§ 11 di quell'articolo, ed in altri relativi di lei condotta ne' secoli piti illuminati.
ne ragionai.Tuttavia aggiungerò altre no- Poiché, aggiunge s. Agostino, questo ca-
zioni col p. Chardon, massime pel vesco- rattere è cotanto inviolabile, che ricevu-
vato, e col cap. i3: Che nella Chiesa non to anche fuor della Chiesa impedisce la
fu mai creduto doversi reiterare le or- reiterazione, e parla del battesimo e del-
dinazioni canoniche. Condotta varia in. l'ordine.Dice inoltre, parlando degli A-
tal punto, e difficoltà nate in certi leni' postati.« Siccome nel battesimo hanno
pi a motii>o di quelle che non erano le- che poter dare agli altri, così nell'ordi-
gittime, fatte da intrusi, scomunicati nazione ; benché 1' uno e l* altro sia pei*
ed eretici. Non essersi mai credute nella loro dannazione, finché non li
la carità

Chiesa reiterabili le ordinazioni canoni- riunisca all'unità. Ma non avere


altro é
che egli è fatto sì certo, e assicurato da' tal podestà, ed altro è averla in suo dan-
Padri e coucilii, ch'é inutile il trattener- no, ed altro é averla per la propria sa-
Zx7. VES VES
Questa cliiaiezza del dogma sta-
lule ". Liberio, ed in conseguenza fece ordina-
da s. Agostino aveva servilo di fon-
bilito zioni, del cui valore tuttavia non fu mai
damento a* Padri Niceni per fare loro i dubitato. Nella I.' mela del VI secolo per
decreti circa la recezione di coloro, ch'e- deplorabili vie s'intruse nel pontificato
rano stali ordinali dagli eretici. E' un fal- Vigilio diacono cardinale, contro s. Sil-
lo incontrastabile, che dal IH secolo fino veriOy che santamente occupava la Sede
oltre il VII, ninno o pochi dubitaronodel- apostolica, il quale, toltogli con violenza
la validità delle ordinazioni fatte dngli il pallio dal collo, fu caccialo e rilegalo da
eretici, purché avessero osservata la for- Belisario. Con tuttociò non si dubitò mai
ma prescritta dalla Chiesa, come ì\qNo' della validità delle ordinazioni falle da
vaziani (^.), eretici e scismatici origina- luij e poi morto s. Silverio, nel 54o fu
ti 254) ^^ ordinali nella loro sella.
nel legittimamente eletto o confermato. Tao*
In tale senso, di essi debbonsi intendere lo erano unanimi gli antichi in questa
le parole di s. Innocenzo I, spiegando il dottrina stabilita e chiarita ne'secoli pre-
canone Niceno del 325.« Piacque al gran - cedenti. Finalmente s. Atanasio, s. Gio.
de e santo concilio, che ricevuta l'impo- Crisostomo, s. Cirillo, Teodoreto , Gio-
sizione delle mani (nella loro sella), co- vanni Antiocheno furono deposti da' ve-
sì restino nel clero". A cagion d'esempio, scovi fazionari, o prevenuti contro di lo-
sul fine del V secolo alcuni dubitarono ro. Dessi però non cessarono d'ordinare,
del valore de'sagramenli conferiti dallo e fare altre pastorali funzioni , né mai
scismalico Acazio patriarca di Costanli- nacque dubbio della loro validità, nep-
r»opoIi, contro cui Papa s. Felice li del- pure in quegli slessi che li perseguitaro-
lo III avea proferita sentenza di recisio- no e discacciarono. Tuttociò moslra ia-
ne dalla comunione cattolica e di depo- xctUibilmente, che le ordinazioni falle da'
sizione dal vescovato. Ma Papa s, Ana- vescovi legiltimamenle ordinati, si repu-
stasio 11 del 496 levò il dubbio, rispon- tavano sempre valide quando non fosse
dendo ch'erano stati validi il battesimo in esse slato ommesso alcun rito essen-

e gli ordini da lui conferilii benché egli ziale. Ma nell'VlII secolo si sparse di te-

si indegno di partecipare della


fosse reso nebre questa dottrina, o fosse ignoranza
loro grazia. Se cosi pensavano gli antichi o passione, si cominciòa dubitare delle or-
delle ordinazioni conferite dagli eretici, dinazioni falle dagl'intrusi, dagli scomu-
egli é fuor di dul)bio che lo stesso giu- nicali, e da quelli che non erano canoni-

dicassero di quelle conferite dagl'intrusi camente consagrali, sebbene con tulli i


per naalvagie vie nel ministero ecclesia- riti essenziali. Nella sede vacantèdel 767,
stico, o dagli scomunicati. Quando Papa anzi nel giorno delia morte di s. Paolo
s. Liberio (F.) fu rilegato nel 356 dal- I, o prima, insorse l'antipapa Costanti'
rimperaloreCostanzo fautore degli ariani, iiOy il quale colla prepotenza del fratello

pel suo attaccamento alla fede Nicena, la duca di Nepi essendo laico, si fece or-
^

fazione ariana avendo procuralo che gli dinare diacono, ed ommesso il grado di J
fosse sostituito s. Felice //(/^.), questi a prete, si fece consagrare Papa nella ba- 1
primo aspetto fu consideralo come intru- silica Vaticana da 3 vescovi suburbica-
so. Ma dopo che s. Liberio si rallentò ne- rii. Indi i romani scossone il giogo, lo cac-

gli sforzi(come pretendono alcuni, mentre ciarono dopo i3 mesi, avendo ordinalo
da alhì viene difeso), con cuiavea fin allo- 8 vescovi, 8 preti e 4 diaconi; ed elesse-
ra soslcuuta la purità della fede, il popolo ro nel 768 Stefano III detto IV. X^kx^.
e il clero romano si attaccò a s. Felice li. sto Papa nel seguenleanno tenne un con»
Questi esercitò pacificamente tulle le fun- cilio in Lalcrano, nel quale vi fu giudica-
zioni del pontificato, fino al ritorno di s. lo Costantino, che comparsovi edifesosi
V E S VES 3i3
alla meglio, fu sferzalo alla presenza de' la disciplina. Posciaché, die' egli, toltone
vescovi e caccialo dalla chiesa. Essendo* Stefano e i suoi aderenti, tutti gli altri
si egli intruso senza ordine alcuno, fu de- tenevano per valide le ordinazioni di For-
cretato: Che niuno fosse promosso al Pon- moso, anche in supposizione eh' ei fosse
tificato romano, se prima non era ordi- stato reo de'delitti imputatigli". Ciò af-
nato cardinale diacono o prete. Sopra le ferma Sigeberto all'anno 900, massime
di lui ordinazioni poi si fece questo de- essendo stalo Formoso assolto dello sper-
creto, w Primieramente vogliamo, che i giuro da Papa Martino II. Anche Liut-
vescovi da lui consagrali, s'erano prima prando biasima Stefano VII d'aver rei-
sacerdoti o diaconi, ritornino al loro po- terate quelle ordinazioni; e Ausilio ne fe-
sto , e che poi sieno di nuovo eletti ed ce apposita e bella Apologia^ presso il

ordinati, come non lo fossero stati mai. Morino, anche supposta l'irregolare pro-
In quanto a'sacerdoli e diaconi da lui or- mozione di Formoso (cioè il i.° vescovo
dinali nella Chiesa romana, ritorneran- di chiesa determinata che salisse al pa-
no al suddiaconato, o ad altri ordini, in pato neir89i , dopo riconosciuta la sua
cui erano prima, e sarà in vostro arhilrio innocenza, e fu ottimo Pontefice). Ivi e-
(ì vescovi parlano al Papa) di ordinarli, gli prolesta di voler ritenere l'ordine da
o no, come vi piacerà. 1 laici poscia da lui ricevuto, e narra che Leone vescovo
lui tonsurati e ordinali saranno rinchiu- di Nola sollecitalo da alcuni a farsi con-
si in un monastero, o viveranno peniten- sagrare novellamente, perchè lo era sta-
ti nelle case loro". Questo decreto ven- to da Formoso, consultò vescovi di Fran-
i

ne eseguilo: il Papa riordinò i vescovi, cia e altri molti, i quali lo consigliarono


non i sacerdoti o diaconi, che restarono dinon farlo. Papa Giovanni IX^nQWòi^^)
per tutta la vita nel primiero loro ordi- inun concilio di Ravenna, e in altro di
ne. Dice il Fleury nell* Hist. eccL, che Roma composto di 74 vescovi, annullò e
alcuni teologi pretendono, che la nuova condantìò lultociò che Stefano VII avea
consagrazione di non sia sta-
tali vescovi fatto nel sinodo romano contro Formo-
ta una vera ordinazione, ma una sem- so e le sue ordinazioni (altrettanto già
pliceceremonia di riabilitarli all'esercizio avea no fallo Romano e Teodoro 11^ im-
del loro ministero. Il p. Chardon non vol- mediali successori di Stefano VII). Fece
le discutere tali sentimenti, ma riconosce bruciare gli atti di quel sinodo, e confer-
che tali modi d' opinare imbrogliano mò le ordinazioni diFormoso (bensì de-
mollo la dottrina; e quando anche, egli cretò: Che nessun vescovo potesse passa-
dice, quel concilio avesse giudicato do- re dalla sua alla Chiesa Piomana, lesse
versi reiterare tali ordinazioni, non se- che si annullò nel 914 nell'elezione di
guirebbe ciò imputare alla Chiesa. Poi- GiOi'^rt/ii^Y, già arcivescovo di Ravenna).
ché a chi volesse di là trarre conseguen- E' vero che Papa Sergio ///(intruso nel
ze contrarie alla dottrina della Chiesa, pontificato e conservatovi dalle fazioni)
non si potrebbe forse dare la stessa ri- nel 904 rivocò l'operato di Giovanni IX
sposta, che dà il Tourneiy, De Ordin.^ (e de'suoi predecessori), e sostenne 1'
o-
p. 297, a quelli che inferivano lo slesso perato di Stefano VII contro Formoso.
dalla procedura barbara e crudele di Ste- ]Ma che provano mai queste metamorfo-
fano FI detto FII [F.) contro Papa si ? esclama il Chardon. Se non che er-
Formoso {F.Jl» Cioè che le persone sag- rori rimarcabili nascono sovente dal tra-
ge e perite nelle regole ecclesiastiche di- sporto delle passioni (e (|ui pure ripeterò
sapprovarono ch'egli riordinasse gli or- col Baronio: errarono Stefano VII e Ser-
dinati da questo, e considerarono tale ri- gio 111, ma in questione di fallo, non di
soluzione come un allenlulocoulrario al- dinllu; per pessimo esempio, non per fai-
3i4 VES
sa doUrina). In lai modo ii Tournely di- annullale tulle le ordinazioni de' sìnao-
fende la dottrina della Chiesa contro la niaci; ma che poi scorgendo gl'inconve-
reiterazione delle ordinazioni, e lutto si nienti che poteva far nascere tal decre-
riduce a dite, che non si debbono tirare to, lo avea moderato conforme a quello
conseguenze contro il dogma da'fatti par- di Clemente II (il quale avea decretato,
ticolari, che non sono col consenso della che questi tali, falla la peni lenza, a//'e^er-
Chiesa, e che sono originali o da cieche cizlo del loro ordine sieno restituiti), di-
passioni, o da ignoranza di ecclesiastica chiarando invalide quelle sole ordinazio-
disciplina. L'apologia d'Ausilio si può ni, che fossero state falle per denaro, e

considerare come una preziosa memoria imponendo una penitenza di 4o giorni a


di fjue'tempi deplorabili, e come una pro- coloro, che non avessero fallo alcun pat-
va autentica che i disordini d'allora non to simoniaco, benché il vescovo ordinan-
intaccarono in nulla ladollrinadellaChie- te ne fosse stalo il reo. Tutte queste va-
sa in proposito delle ordinazioni. Il p. riazioni di s. Leone IX, unite a quanto
Chardon riporta quindi la briga di Eb- scrisse s. Pier Damiani, fanno vedere che
bone di Reinis, e di Fozio di Costantino- non si trattava di sola deposizione o io-
poli', che ammettono più favorevole espo- terdetto contro i simoniaci, né di riabili-
sizione ; in uno al saggio operato de' Pa- tazione per ammetterli, ma di replicare
pi s. Nicolò 1 e Formoso, intanto la dot* l'ordinazione, e il cercare in quel dotto-
trina rendevasi vieppiù oscura, per cui re di s. Chiesa al Irò senso sarebbe un so-
verso il fine del secolo XI, e nel principio fisticare. Poiché se alcuni in quel tempo
del XII si videro gli spiriti fluttuanti in riordinavano, se si disputava su tal pun-
tal[)unlo,alcuni dubitando del valore del- to, se il Papa per incertezza voleva che
l'ordinazioni falle da'siuioiiiaci, laonde vi si chiedesse a Dio la rivelazione, non è
furono vescovi che le reiterarono, e s. Pier egli evidente che favorisse l'opinione de*
Damiani per impedirlo scrisse il libro det- riordinanti? Indi Urbano II, per l'ordi-
to GrotissiniLiSy pel modo come fu ben nazione in diacono di Daiberto, falla da
accollo, colle seguenti parole descriven- Nezelone o Guezelone vescovo intruso di
do l'allerazioneallora vigente.'» In quan- Magonza e simoniaco, il quale essendo
to a quelli ordinali da'simoniaci, voi sa- stalo ordinato dagli eretici, secondo la di-
pete quanto si sia disputalo per 3 anni in chiarazione di s. Innocenzo I, nulla aven-
3 romani concilii. Quai perplessità! Quai do, nulla poteva dare a lui imponendo-
dubbii! E tuttavia colà la questione si di- gli le mani (cioè la grazia del sagrameu-
batte, essendo stata tale la incertezza, che lo);ed appoggiato pure all'autorità di s.
alcuni vescovi vennero in deliberazione Damaso I, il quale disse doversi reiterare
di consagrar di nuovo chierici, che a- i ciò ch'è mal fatto; ristabih Daiberto nel
vevano ordinati". Aggiunge, che s. Leo- diritto delle funzioni diaconali, che per
ne IX nell'ullimo concilio romano avea la illegittima ordinazione avea perduto.
pregalo in nome di Dio tulli vescovi i Questa varietà di espressioni produsse
d'implorarla divina misericordia, accioc- altrettanta varietà d'opuiioni ne' dottori
ché si degnasse rivelare agli spirili vacil- scolastici, che cominciarono a comparire
lanti ciocche far si dovesse in tanto ne- nel XII secolo, rendendo la questione dif-
gozio. Poi in un' altra operetta il santo ficile a sciogliersi. Finalmente il celebre
ci disse. M Ho trascurato di dire che a* teologo inglese Roberto Bolleno o Pol-
tempi nostri Leone IX Pontefice, molti len o Pollo, crealo cardinale nel i i3o o
simoniaci, o male ordinati, quasi di nuo* nel 1 133, spiegò nettamente la questio-
vo riordinò". Riferì ancora, che lo stesso ne, stabilì la sentenza ortodossa, che proi-
Papa coirautorità del suo sinodo, avea bisce la reileiuzioue degli ordini, che ora
V ES VES 3i5
è seguita da tuUa la Chiesa, e d'allora in che penne creare colla sola esterna de-
si

poi la coDtraria opinione andò scemando putazione. E' un paradosso insostenibi-


di credito, benché non tutto ad un trat- le, il dire lo stesso d'un vescovo, d'un sa-
to, giacché Papa Lucio III, a preghiera cerdote, d'un diacono, a'quali Dio dà la
dell'imperatore Federico!, nell'abbocca- grazia e la podestà per via de'mezzi da
mento di Verona , fece riordinare quelli lui stabiliti e dalla Chiesa usati. Il Sar-
ch'erano stali ordinati da' vescovi nello nelli svolse lo slesso argomenlo nel t. 3,
scisma seguaci degli antipapi, per avere lett. 46- Come s'intenda quella propO'
il predecessore Alessandro III nel conci- sìzione, che con dire il Papa: Sis Sacer-
lio di Laleraiio III annullato le ordina- àos, i'el S\s^p\scopus, possa fare un pre-
zioni fatte da que'faisi Papi. Guglielmo te un vescovo. Dice che quest'opinione
di Parigi, dottore per altro celebre, ha una di Angelo da Perugia, riportata da Feli-
opinione singolare, ed è che il carallerc no, non é sostenibile intorno all'ordina*
dell'ordine possa essere scancellato dalla zione del sacerdote o del vescovo, doven-
l^egradaziotiey Scensa gr azione o Depo- do l'ordinazione constare di materia e di
sizione (/^.), donde inferisce doversi rior- forma, per esser sagramento. Si può so-
dinare i degradati per riabilitarli. Ma gli lamente salvare la proposizione, intorno
altri eretici, apostati e scomunicati, dice all'elezione del vescovo,poichèpuò il Pa-
che si riconciliano colla semplice assolu- pa con una sola parola fare un vescovo,
zione. Questa opinione non ebbe buon cioè conferirgli un vescovato; ma chi è
incontro nelle scuole cattoliche, poiché ve- così provveduto, prima della cjnsagra-
diamo fin d'allora che Alessandro d'H«- zione non si chiama vescovo y ma eleilOy
leSjS. Bonaventura, s. Tommaso, Giovan- avendo con ciò la podestà giurisdiziona-
ni Duns detto Scoto, seguirono l'opinione le, che si conferisce col solo mandato del-

del cardinal Bolleno, da cui non si dipar- l'uomo, non già la podestà di conferirei
tì poi verun accreditato teologo. Così la sagramenti , che non si dà se non per
verità ricuperò il suo splendore dopo le mezzo della consagrazione. Quanto al ilet-

tenebre sparsevi dalla prevenzione, dalle to da Innocenzo IV, che pare confermi
passioni e da' fervidi dibattimenti. Tut- l'opinione, il Sarnelli lo spiega così: Se
tavia sono scusabili coloro che pensaro- la Chiesa ialina non avesse determinato
no diversamente, se come s. Leone IX o- in particolare la forma islituila da Cri-
perarono di buona fede, il quale non cer- sto genericamente, snrebbe bastante che
cava che la verità e il bene della Chiesa, l'ordina! ore dicesse: Sis Sacerdos. Si de-
e la riforma degli abusi al suo tempo in- ve notare la parola ordinatore , nella
trodotti. Finisce il p. Chardon , con ri- quale s'inchiude anche la materia e le al-

prendere que'canonisli che pretendono ,


tre ceremonie a ciò spettanti; onde il ca-
esser gli ordini sagri esterne deputazio- so d'Innocenzo IVé diversissimo da quel-
ni per cui il Papa può ordinar un sa-
,
lo di Angelo, Descrive poi tutte l'ordina-
cerdote o diacono, col solo dirgli Esto : zioni, dallequali appare, non potersi con-
SacerdoSj Està Diaconus. Opinione, di ferire il sagramento dell* Ordine, senza
XLIX, p. Sq, dia-
cui feci parola nel voi. la materia e la forma, delle quali parlai

metralmente opposta a tutta laTradizio- nel § II di quell'articolo. Nella preceden-


ne della Chiesa, la quale dagli Apostoli te lett. 45, il Sarnelli aggiunge col Fa-
fino al presente consagrò sempre i suoi goano: 1 vescovi ricevono dal Papa im-
ministri con determinati riti e benedizio- n)ediataraente la podestà della giurisdi-
ni credute proprie ad attirar sopra loro zione solamente, non già la podestà del-
li» grazia dello Spìrito Santo. Non sono Tordine, che per la consagrazione riceve-
gU ordini sagri come le umane dignità, si immediatamente da Cristo, che ha isti-
3i6 VES VES
luilo grado vescovile, come defiiù il
il 1. Laonde ognuno vede, che ne* pri-
I.

Tiideolino nella sess. 2 3, De Sacrani. mi secoli della Chiesa non erasi riputato
Ordiiiis^ can. 6. necessario requisito T ascenso per gradi
Le Ordinazioni de* Pontefici (^''.), di al vescovato. Però avverte il Borgia, che
vescovi, preti e diaconi comìuciarono da l'unico argomento tfelle indicate ordina-
s. che ivi riportai, finche
Pietro, ne'terapi zioni per salto, è il silenzio degli scrittori ;

8i assegnarono Quattro Tempora (F.);


le il che se sia suflìciente argomento, alto
e indicai alcuni vescovi ordinali da lui, a fissare una cosa di si grave momento,
altri essendo Prisco in Gapua, Pancrazio lo lascia giudicare augni savio lettore ; al-

nella Sicilia, Epafrodito in Terracina, al- cuni facendo questione che nel vescova-
tri avendoli ricordati ne' loro articoli, va- to eniinenter si contenga il presbiterato,
rie però essendo le opinioni. Nelle biografie derivante Vescovato sia
dall' altra se il

degli antichi Papi ho riferito il numero un ordine distinto dal Presbiterato. Tut-
de' vescovi, preti e diaconi da loro ordi- tavia non si deve dimenticare, che s. Am-
nati, e per quelli che noi feci ho supplito brogio da laico calecumeno,e perciò noQ
in dello articolo, cioè fino e inclusive a s. battezzalo, fu proclamalo e ordinato ve-
^'icolò I deir858, perchè riferite dal No- scovo di Milano, come rileva il Graveson,
vaes. Ne' secoli susseguenti i Papi fecero Historia ecclesiastica, l.ì. Ma Benedetto
eseguire l'ordinazioni dal \ escovo Sicario XIV, contro il p. Mabillon, rettamente
di Roma (^ .), e questi talvolta da alcun confutandolo, dimostrò che il consagran-
deputatOjfinchè fu stabilito il vescovo ì'^i- do in vescovo ha da essere di già costi-
cegerente(P^.)a farne talvolta le veci. Alle tuito nell'ordine sacerdotale, colla costi-
papali ordinazioni successero le Prowio- tuzione 64, In postremo, de'20 ottobre
zionì pontificie di Cardinali ( P^.),ueWan- I 756, suo Bullariuni l. 4> diretta a Car-

tichità chiamate anch'esse ordinazioni. lo Camuzio eletto vescovo diCapod'Istria,


Quanto riguarda la Consacrazione e in cui abbraccia la sentenza del Morino
t Ordinazione del Sommo Pontefic^f e del Juvenin, i quali sostengono non es-
anche in Suddiacono, Diacono eSaccr- serviesempio d' un vescovato conferito a
dote^ ovvero la Benedizione se già vesco- chi non fosse già prete. La confutazione
vo, funzioni tutte che spellano al cardi- però si comprende in questo argomento,
nal vescovo d'Ostia e Velletri, con altri trattato con singolare erudizione: D'uno
cardinali Fescovi Si,thurhicarii^ in que- eletto vescovo, ilquale era stalo prima
st'articolo ricordai dove ne ragiono; nel ordinalo sacerdote dal Papa, seclebbasi
i.°de*qui mentovali avendo discorso del- fare dal Papa medesimo, o da altri per
la consagrazione fatta di alcuni Papi, om- i speciale sua commissione. Conviene sa-

niesso il grado di prete, e così furono pere, che il Camuzio era stato ordinato
consagrati i PapiSabiniano nel 6o4, Va- diaconoe preteda Benedetto Xlll,e per-
lentino neir 827, s. INicolò I nell' 858 e ciò era riservato al Papa il consagrarlo
altri. E ciò Dorgia nel-
praticossi, dice il vescovo, o deputare altri a firne le veci;

r Apologia del pontificato di Benedetto COSI spettare al Papa la sospensione e de-


X, par. 2, non solo co' diaconi eletti pel posizione de' da lui ordinati. Pertanto
vescovato di Roma e pel sommo pontifi- Benedetto XIV riconoscendo laici diritto
cato, ma eziandioper altri vescovati. Im- essere riservato al Papa, ed anco per da-
perocché Ceciliano vescovo di Cartagine, re al prelato un attestato d'alfetlo, dichia-
da diacono fu ordinato vescovo, comesi rò che r avrebbe volentieri consagrato
ha da Oltuto di Milevi lib. ; e s. Atanasio 1 vescovo, se non glielo impedisse la poda-
da diacono venne consagralo vescovo di gra; nel qual caso avrebbe deputato espres-
Alessandria, e lo racconta Teodorelo ucl samente altri a fare io suo nome lu fua-
VES VES 3i7
zione, alla quale si sarebbe trovalo pre- la Nunziatura di Firenze. Ne'primi se-
sente. E siccome la consagrazione de've- coli della Chiesa in Roma consagrava i

scovi devesi eseguire in giorno di dome- vescovi il Papa; più tardi li consagrava
nica, o in una festa de'ss. Apostoli (nuche il vescovo suburbicario d'0>lia, ed in se-

in altre feste, 5/ Summits Ponti/ex spe- guito fu permesso anche agii altri cardi-
ciali ter i/idulserit, leggo nel Pontificale nali decorati del carattere vescovile. Leg-
Romanum. Molti esempi di che vado a go nel Nardi, che gli arcivescovi d' Occi-
riferire), Benedetto XI V la stabili in quel- dente scrivevano al Papa dopo la loro

la de'ss. Simeone e Giuda apostoli, che elezione, ed i cleri facevano altrettanto


si celebra a* 28 ottobre. Legsjo poi nel n. dopo r elezione de* vescovi. L'eletto era
6182 Diario di Roma ySG, che real-
del i consagrato a Roma, e dopo la consagra-
mente Benedetto XIV in tal giorno, nel- zione, andando al palazzo del Papa, be-
la cappella Paolina del palazzo apostoli- nediceva per le vie pubbliche il popolo,
co Quirinale, consagrò vescovo il Camu- se non veniva nel seguito del Papa, per-
zio, ed ebbe a vescovi assistenti Giovanni chè allora ahslinere dcbet. Anche oggi-
Bortoli vescovo diFeltre eCarloPeruzzini dì appena finita la consagrazione, il nuo-
vescovo di Macerata e Tolentino. L'am- vo eletto, benché in diocesi altrui, bene-
basciatore veneto godè la funzione da un dice girando per la chiesa. Siccome il ri-
finestrino chiuso con graia corrisponden- ferito dal Nardiè ricavato dal Sagra-
te alla cappella, destinato per simili con- mentario Gregoriano,probabilmenle par-
giunture agli ambasciatori, a'ministri re- lerà de' vescovi della provincia Romana,
gi e ad altri ragguardevoli personaggi. Di- dal Rubicone alla Sicilia, com'egli dice ; e
ce il cardinal De Luca, il vescovo eletto perciò non veniva ne eletto né consagra-
diviene perfetto vescovo colla solenne con - lo da'sutFraganei, ma venir dovea a Ro-
sagrazione, colla quale acquista 1' ordine ma dal Papa, ch'era anco cosi arcivesco-
vescovalee la podestà pontiOcale, la con- vo, dicendosi postidationem V atto per
sagrazione seguendo per commissione del la domanda dell'eletto onde fosse confer-

Papa, in Roma per lo più da un cardi- mato. Si apprende dal Galletti, che nel
Dale insignito della dignità vescovile, ben- 601 Bonifacio Primicerio de' Difensori
ché dell* ordine dt preti, odi un cardi- della s. Sede, era in Corsica suo mini-
nale suburbicario, edue vescovi, ovvero stro, e gli scrisse s. Gregorio I di procu-
da 3 semplici vescovi. Fuori di Roma il rare d'unire il clero e il popolo d'Aleria

Papa commette la consagrazione a 3 vesco- e di Corsica privi di vescovi, perché eleg-


vi inpartihus o di giurisdizione, con bre- gessero i soggetti da consagrarsi in Roma
ve apostolico facoltativo, per essere con- da che se due fossero gli eletti, egli
lui,

sagrato extra JJrbemj il che non riesce avrebbe ordinato il piti utile alle loro
tanto facile per la loro riunione, mentre chiese, dopo attento esame. Nel voi. LI,
in Roma sono numerosi vescovi sì in i p. 3oo riportai il decreto di Benedello
partibus che cardinali. Pe'vescovi che si XIV, col quale stabili le regole per le
consagrano extra Urheni è prescritto consagrazioni de* vescovi in Roma, ove
il giuramento di fedeltà e ubbidienza al- sono frequenti. Conservò a'vescovi eletti
la s. Sede, la professione di fede, prima la scelta del cardinale consagratore,ilqua-
ambo fatti nella sera precedente alla con- lenomina i vescovi che devono assisterlo,
sagrazionein mano del vescovoconsagran- dovendone dare parie al Papa con istan-
te, alla presenza de'due vescovi assistenti, za per r approvazione a mezzo di rag."^
i quali atti sì mandano a Roma, come fe- uditore. Non trovandosi cardinali che vo-
ce l'arcivescovo di Sida Bernardino Ho- gliano o possano far la funzione, permise

norali, e lo leggo nella sua Relazione del- che l'eseguisse uno de* patriarchi m/?«r-
3i8 VES V ES
tihiix lesidenlì in Roma, qualora in essa sa cosa a t. Agostino, Taposlolo dell'In-
non "vi fosse il melropolilano del consa- ghilterra, come apparisce dalle lettere
grando, a cui allora spelta la consagra» che Quando nel S^5 fu eletto
gli scrisse.

zione; ed in mancanza de'nominati, sup- Papa Pelagio I (V.) per avere col prede-
plisse un arcivescovo o vescovo de' pre- cessore Vigilio conilannalo i Tre Capitoli
senti in Roma, sempre coH'assistenza di (^'.), dice Novaes, che non si trovò in
il

due vescovi. Appartiene al prefetto de' Italia il 3." vescovo che lo volesse consa-
maestri delle ceiemonie il domandare il grare, e però con nuovo esempio fu con-
inaudalo o indulto apostolico per la con- sagralo da'vescovi di Perugiaedi Feren-
sagrazionein Roma de' vescovi. Una vol- tino, e da Andrea arciprete d' Ostia. Ur-
ta gli eletti vescovi ricevevano la con- bano Vili nel i635 nominò vescovo di
sagrazione dal metropolitano, ma ora Nardo F^abio Chigi, mentre passò inqui-
spetta solo al Papa (come la deposizione, sitore a Malta, ove fu consagrato dal ve-
di cui riparlai a Vescovato nel § VII), scovo coir assistenza di duepersooe in ec-
che per lo più suole delegarla a quel ve- clesiastica dignità costituite, per difetto di
scovo che si è sceho il consagrando. A se- altri vescovi: dipoi divenne cardinale e
conda del cap. 7,dÌ8t. 23: Episcopila ciim Papa Alessandro VII. Si legge nella f^ita
ordinatur^ alla consagrazione assistono delven. mg.'fr. Giuseppe di s. Maria de*
sempre due altri vescovi; sebbene per Sebastiani delegato e visitatore aposto-
pontifìcia dispensa vi ponno supplire due lico dell* Indie Orientali, e vescovo dì
persone costituite in dignità ecclesiasti- Gerapoli, Bisignano e Città di Castel-
ca, come dichiarò Benedetto XIV, De lo^ di fr. Eustachio di s. Maria Sebastia-
Synodo Dioecesana^ lib. 3, cap. i3, § r, ni, anch' esso carmelitano scalzo. Ales-
ed anchedue semplici sacerdoti, come vo- sandro VII lochiamo nel palazzo aposto-
gliono Alsazio, Barbosa ed altri. L' anti- lico, ed ingiuntogli rigorosissimo segreto,
ca disciplina esigeva che l'ordinato do- a' i5 dicembre lóSg, mentre avea 37
vesse esser consagrato da 3 vescovi, ed i anni, fu condotto occultamente in cappel-
vescovi ordinanti dovessero essere della la pontificia e consagrato vescovo di Ge-
provincia ; anzi si dubitava che avesse ri- rapoli, Landucci vescovo di Por-
da mg.*^
cevuto il carattere vescovile chi era con- Papa, colla sola appli-
firio e sagrisla del
sagrato da un solo, o anche da due vesco- cazione della materia e della forma. Il Pa-
vi, come narra il Nardi. Nel pontificato pa inoltre dispensò a' riti del Pontificale
di s. Gregorio VII decaduta la già sì fio- Romano, in quella parte in cui si prescri-
rente chiesa Africana, e ridottasi con ve la presenza di 3 vescovi, permettendo
due soU vescovi, il Papa scrisse a que- che in vece di questi supplissero due sem-
sti, che eleggessero uno e lo mandas- furono Luca Olslenio e
plici sacerdoti, e
sero a R.oma per esservi consagrato ve- Francesco M." Febei, entrambi canonici
scovo, aflinchè essendo tre, potessero poi Vaticani, e da vescovo padrino fece il p.
ordinare altri vescovi. Tullavolta opina- sotto-sagrista della cappella pontificia.
no alcuni, non essere essenziale per l'or- Con dispensa di Pio VII nel 1819 il Va-
dinazione episcopale che vi siano 3 vesco- sco vodiChioggiaGiuseppeManfrin- Prov-
vi, e nemmeno i. E cosa assai probabile vedi veneziano, fu consagrato in s. Gio. e
che ciascun Apostolo ordinasse solo ve- i Paolo di Venezia da Emanuele Lodi ve-
scovi delle Chiese ch'egli fondava e leg- ; scovo d'Udme, con l'assistenza del p. d. Pla-
gesi inTeodoreto, Hist.^ lib. 5, e. 4, aver cido Zurla abbate camaldolese e poi car-
s. Eusebio da Samosata ordinato solo de' dinale, e del p. d. Benedetto Castori ab-
vescovi cattolici, per occupare molle se- bate benedettino; e nel 1821 il vescovo
di tacanli ; s. Gregorio I permise la sles- d' Adria d. Carlo Uavasi di Crema fu
VES VES 3-19

consagrato nella calledrole di Vicenza da di quella città Giovanni, fratello del prin-
Giuseppe M.' Peruzzi vescovo della me- cipe di essa. Papa s. Leone IX portatosi
desima, assistito da'raentovati dueabba* in Germania, Ecclesias^ cappellas et al'
ti. Talvolta nelle proposizioni concisto- tarin in diversis locis ahsqiie numero
riali si Papa dispensa alcuni
legge che il consecravitj vi consagrò pure de'vescovi.
vescovi deir America e di altre parti, che Nel I o53 recatosi a Benevento, vi consa-
possano farsi consagrare da un vescovo,as- grò in arcivescovo Uldarico, e gli confer-
sistito da due preti costituiti in dignità mò i privilegi di sua chiesa. Scrisse il Sar-
ecclesiastica. Fiequertti poi sono le di- nelli, che eletto abbate di Monte Cassi-
spense pontificie per la consagrazione epi- no Desiderio, poi Vittore III, il Papa l'or-
scopale de* ricari apostolici ne' paesi in dinò cardinale prete e consagro abbate:
cui donjinano gì' infedeli, gl'idolatri, gli sarà meglio Wcìiie benedì.DeWiì benedizio-
eretici, gli ^ismotici, in remote regioni, da ne deir^Z>Z'<2/e parlai nel gIV di quell'arti-
un vescovo assistito da due preti. Dun- colo, e la dissi necessaria, e doversi riceve-
que tali consagrazioni sono valide, e non re o dal vescovo diocesano o dal metropo-
si vede con quali ragioni Tournely abbia tano.Non imprimere alcun carattere, ma
li

sostenuto ilcontrario. III. "vescovo orien- non però doversi reiterare, partecipan-
laleconsagrato dal Papa, si vuole che fos- do in qualche modo di una specie di con-
se Menna, che s. Agapito 1 nel 536 con- sagrazione. In fatti nella bella Storia clelld
sagrò vescovo di Costantinopoli, nella ba- Badia di Monte Cassino del p. ab. Tosti,
silica di s. Maria di quella città. Noterò, trovo la seguente descrizione di tal fun-
che per concessione pontificia patriarchi i zione, praticata pure da Nicolò II con De-
d'Oriente ebbero il diritto di concedere si portava in Ro-
siderio. Eletto l'abbate,
il Pallio (F.) a' loro metropolitani, pre- ma con alcuni monaci. Presentatosi al
vio il giuramento di fedeltà e ubbidienza Papa sedente in cattedra, questi esami-
alla s. Sede. Il ricevimento ne'metropoli- nava i monaci elettori e se l'elezione era
tani del pallio importa quindi la confer- seguita canonicamente. Poi interrogava
ma del Papa nella loro dignità, giacche 1' eletto se voleva esercitare le virtù che
prima non ponno esercitare
di riceverlo in prelato si desiderano. L'abbate ad o-
le funzioni arcivescovili; eGiovanni Vili gni domanda rispondeva ://wo«//o. Con-
dell' 878 condannò V abuso di quelli che cludeva Papa con lunga esortazione.
il

prima di riceverlo oiavano consagrare i Indi l'eletto e il Papa procedevano all'al-


loro suffraganei. Se Papi lo concessero
i tarCj e questo cominciava la messa pon-
a semplici vescovi per privilegio, essi di- tificale Ietta l'Epistola, ambi si prostra-
:

vennero suffraganei della Chiesa di Roma, vano innanzi l'altare, mentre il cantore
e perciò obbligati a recarvisi per essere cantava le litanie. Levatisi, il Papa diceva
consagrati da' Papi, quali propri metro- alcune preghiere, e l'eletto giurava in-
politani. In cappella pontificia sono am- nanzi a Dio e a' Santi, essere mantenitore
messi i vescovi eletti, ma debbono se- della regola, giusto e prudenteco*mona-
dere e incedere dopo i vescovi consagrati. mantenere il patrimonio della badia e
ci,

I F escovi Assistenti al Soglio (/^^.),lali non abusarne, e di non preporre a'mona-


precedenze god ono nella medesima,secon- ci uomo laicale. Ciò fatto, imponevagli il

ào l'epoca delTammissione nel cospicuo Papa le mani sul capo, dicendo preghie-
collegio,ben inle«oche gli arcivescovi pre* re, poi il libro della regola, il pastorale e
cedonoi v escovi, De'vescovi consagratida' r anello gli dava con formole adatte di
Papi parlai in più luoghi qui farò men- : parole, e Io faceva sedere in preparata
zione d'alcuni. Ritiratosi nel g65 Giovan- sedia con in mano la regola e il pastora-
ni Xlll a Capua, coDsagrò io arcivescovo le, e 6 monaci preti e 6 diaconi gli face-
1

320 VES VES


va collocare a fianco,! quali (erano dell'i Diario di Roma, successo dal periodi-
decani, e formavano la parte arislocrati- co Giornale di Roma, sono in grado di
ca della badia) sempre doveano essere registrare non poche consagrazioni ve-
compagni dell'elello, consultori e delibe- scovili fatte in della città da' Papi. E l'A-
ralori con lui delle badiali faccende. Pi- dami, che neh 71 pubblicò le Osserva-I

celebrazione de' misteri, il nuo-


llila la zioni per ben regolare il coro de' can-
vo abbate faceva presente al Papa di due tori della Cappella pontificia, avverte
corone e di due torchi accesi. Così confer- che la consagrazione che fa il Papa di
mavasi dal Papa l'elettOjbenedicevasi poi, qualche vescovo, pei- quanto riguarda a*
durante la pontificale messa, senza veru- cantori, in tutto è simile a quella del car-
na ceremonia, con apposite orazioni. Ni- dinal decano quando cunsagra il nuovo
colò Il confermò a Desiderio i possessi Papa, funzione da luì descritta e da me
della badia; concesse a lui e successori riferita nel voi. Vili, p. I70<^e soltanto
V uso della dalmatica e de sandali co- vi è diparticolare che il Te Denm s in-
me a vescovo nelle sagre ceremonie j tona dal Papa. Notizie sulla consagrazio-
confermò V indipendenza del monastero ne di ClemenleX I le leggo nel mss.: fstrit-
da' vescovi, quali non potevano scomu-
i zione per i monsignori Maestri di Ca-
nicare i preti soggetti all'abbate, e questo mera, raccolte da mgj Tommaso R'if-
chiamare al giudizio del sinodo, e neppu- fo, cap. 3, Funzione che si pratica nel
re monaci ec. Papa s. Gregorio VII
i doversi consagrare il Papa. Essendo
consagrò vescovo di Grenoble s. Ugo; e funzione solennissima e non comune, lulla
nel 1 080 Desiderio vescovo di Cavaillon. la città si recò alla basilica Vaticana. No-
Nel r 120 1*8 agostosi portò inBenevento tai ne'vol. XXXVIII,
p. 224, L, p. 256,
Calisto II, ricevuto con tanti onori, quanti che i Papifurono sempre consagrati e
vi

non si legge che ne avessero i suoi prede- intronizzati nella Cattedra di s. Pietro,
cessori, e nelle tempora di settembre in dove perciò non fu mai lecito celebrare
quel sagro palazzo nella cappella dedica- altra consagrazione vescovile, che quella
ta al Salvatore conferì l'ordine del pre- sola del Sommo Pontefice, poiché alle
sbiterato a RofFredo eletto arcivescovo altre anticamente erano destinale le vi-
della città, che poi nella seguente dome- cine basiliche di s. Andrea, di s. Marti-

nica 19 settembre consagrò alla presen- no, di s. Stefano e altre. Imperocché la


za di IO vescovi sudraganei, che coo- Consagrazione del Papa si fa sull'altare
perarono alla sagra funzione; coU'inter- di s. Pietro per istituzione di s. Gregorio
vento pure di Giovanni Grammatico ab- I. In processo di tempo i Papi, non piìi
bate di s. Sofia, che avea benedetto abba- esistendo le nominate basiliche, consa-
te di questo monastero fin da' 19 agosto. grarono vescovi in alcune delle cappelle
Tanto ricavo dal Borgia, Memorie istO' della Vaticana, e Io permisero pure a di-
riche di Benevento^ t. 2, p. 1 24. Va per- versi cardinali arcipreti, anzi Gregorio
ciò corretto Sarnelli nelle Memorie, che XVI feceuna consagrazione avanti losles-
anticipa la venuta e consagrazione nel so altare di s.Tutto l'accennato
Pietro.
I 1 9 alla presenza di 20 suffraganei. Nel vado a dichiararlo più avanti. Ora è da
1236 Gregorio IX consagrò arcivescovo tornare al mss. Ruffo. Il cardinal decano
di Rouen Pietro di Collemezzo, poi car- fu il consagralore, assistenti due altri car-
dinale. Clemente Vili nel 160 I consagiò dinali più il car-
vescovi subuibicarii,
in Roma patriarca di Venezia Matteo dinal i.** prete, edprimi cardinali i tre
Zane; e nel 1602 arcivescovo di Bari il diaconi. Si tralasciarono alcune orazio-
cardinal Buonviso Buonvisi. Essendosi co- ni, e sebbene al consbgranle spetti di ce-
miuciata nel 1716 la pubblicazione del lebrare la messa, deve il X^apa dire l' iu-
VES VES 32 1

Irollo, e quello rispondere da cliierico. stalli nella chiesa di s. Maria degli An-
Inolile il consagralore dà rolfeiiorio al geli, alla presenza di i q cardinali. Nel 1718
Papa, invece di riceverlo, ossia V Obla- Clemente XI consagrò in patriarca, non
zione (^.)- Dice ancora l'acclamazione: di Gerusalemme (come col Novaes dissi
u^d multos onnos^ Beatissime Pater. nel voi. LXXXI I, p. 1 57, senza rammen-
Piesta il Papa a sedere allorquando il tare che espressamente lo avea corretto
consagrante dice Accipe Spirilum Saii-: nel voi. XLI, p. 270), ma di Costantino-
ctuni. Il Papa recita le litanie genufles- poli, come dichiarai nella biografìa, mg.'
so, e dà la benedizione dall'altare, e non Camilla Cibo uditore generale della ca-
il consagrante. Terminata la funzione, mera. Nel seguente anno, nella chiesa di
nella sala del concistoro era apparecchia- s. Maria degli Angeli, per l'ampiezza di

ta sotto il baldacchino una gran tavola quel tetnpio. Clemente XI consagrò in


con trionfi, pel Prtìf«zo(F.) del Papa, che arcivescovo e duca di Cambray il cardi-
sedeva in sedia camerale sopra pradella, nal Giuseppe Emanuele de la Trejnoille,
e vi ammise i detti 7 cardinali assistenti nella 3." festa di Pentecoste, recandovisi
(non ebbe luogo nella consagrazione di in carrozza collo stesso consagrando e col
Gregorio XVI). Fu nobilmente imban- cardinal Paolucci, ricevuto dal cardinal
dita : i cardinali sedevano in linea sui so- Vallemani litolare della chiesa. Dopo a-
liti sgabelli, coperti con berretta, e al- vere orato e fatta la preparazione, fu ve-
zandosi tutte le volte che il Papa beveva. stito il Papa degli abiti pontificali, col fa-
]1 Papa era servito dal maggiordomo e none e pallio, come quando celebra pon-
dal maestro di camera, che stavano die- tificalmente. Tutti colle sagre vesti fece-
tro la sedia, dalla camera segreta, che ro d'assistenti, cioè un cardinal diacono
portava le vivande in tavola, dallo scal- per ministro della messa, ed un uditore
co e dal coppiere. In questa funzione pre- di Rota per suddiacono ; un cardinale
cede il maggiordomo, tuttoché sia men suburbicario per vescovo assistente; due
graduato del maestro di camera (sic), poi- cardinali diaconi per assistenti ; due car-
ché egli ordina tutto l' apparecchio, ed dinali suburbicarii per assistenti al con-
al medesimo spetta dar la tovagliola, e sagrato; due vescovi assistenti al soglio,

mettere la bavarola al Papa. Un cappel- pel libro e la candela. In cappa rossa si

lano segreto dice l'orazione, ed il Papa trovarono presenti alla funzione altri 9
benedice la tavola. La funzione della Co- cardinali, oltre il governatore di Roma,
ronazione si celebrò in altro giorno. Nel molli arcivescovi, vescovi e altri prelati.

vol.XC, p. 90,ricordai la /?e/(32;/o«c stam- Versarono l'acqua per la lavanda delle


pata dell'accennata funzione neh 701 (e mani i conservatori di Pioma, che a ca-
non che in esso avvenne, ma nel 700). Nel i vallo accompagnarono la carrozza pon-
1701 Clemente XI consagrò in s. Pietro, tifìcia. Dopo la funzione, il Papa mandò
nella festa di s. Tommaso apostolo, Carlo in dono al cardinal consagrato una bel-
TommasoTournon-Maillard in patriarca lissima pianeta bianca ricamata con l'im-
d'Alessandria, inviandolo legato a latere presa papale, oltre molti bacili di com-
nella Cina e Indie Orientali, poscia crean- mestibili, che elargì purea'cardinali e
il

dolo cardinale ; dandogli per successore prelati che lo aveano assistito, inclusiva-
nel 1719, anche col titolo patriarcale di mente al prefetto de'maestii delle cere-
Alessandria, Carlo Ambrogio Mezzabar- monie. Nella biografia f\\ Benedetto XIll^
ba milanese. Il diarista Cecconi nel Dia- col Novaes, e altrove co Diari di Ronia^
rio islorico dal 1700 al 1724, racconta lo celebrai perchè continuamente feceva
che Clemente XI nel 1714 consagrò in l'uffizio di vescovo, conferendo e ammi-
vescovo di Sabina il cardinal Fulvio A- nistrando tutti i sagramenli, consagian-
VOL. xcv.
322 V E S V ES
ilo chiese e altari, predicando la divina lama Papa, ritenne V arci-
d'oio. Eletto
parola; e col medesimo Novaes riportai vescovato di Benevenlo, e nel mese se-
il numero delle cliiese e altari da lui con- guente ossia a' 8 giugno consagrò in ar-
1

sagrali, e quello di sue prediche, tanto da civescovo di Nazianzo il suo maestro di


vescovo, che da arcivescovo e da Papa. camera Lercari, poi cardinale, ed in ve-
Egli a* 17 gennaio 1675 fu elevato alla scovo di Rieti Camarda, nella cappella
dignità episcopale con l'arcivescovato di segieta di s. Pio V nel Vaticano, assisti»
Manfredonia, donde passò al vescovato to da Cibo patriarca di Costantinopoli e
di Cesena a'22 gennaio 1680, «Ila me- da Marefoschi arcivescovo di Cesarea. A*
tropolitana di Benevento a' 18 gennaio 2 luglio, celebrata la messa nell' altare
1686, ed essendo pure vescovo suburbi- maggiore di s. Maria in Vallicella, consa-
cario fu sublimatoal pontificato a'2gmag- grò in arcivescovo d'Ambrun, Guerin de
gio 1724. Quindi osservò il Bernino nel- Tencin poi cardinale, assistilo da Vali-
V Istoria di futfe Vcresie^ che Benedetto gnani arcivescovo di Chieti e da Lucini
XllI rinnovò l'esempio di s. Leone IX, vescovo di Gravina, ambo domenicani,
e non ostante le cure del pontificato fu come lo era il Papa. Egli poi ebbe a ve-
sempre indefesso nel celebrare le sagre scovo assistente il cardinal Ba:berini, a
funzioni, come lo era stalo da arcivesco- diacono del Vangelo il cardinal Polignac,
vo. Laonde per esortazione a que'vesco- a suddiacono apostolico Ratloy-Oltonel-
vi che alTalto ciò tralasciafio di fare, o lo li uditore di Rota. Intervennero alla fun-

commeltooo ad altri, mentre il foglio sta zione 16 cardinali incappa e rocchetto,


va sotto i torchi, volle notare fino a' 2 oltre la prelatura. Nella metà di dettome-
setlen)brei 727(6 poi visse sino a'2 i feb- se conferì in due giorni il diaconato e il

braio 1730), tutte le consagrazioni di ve- presbiterato al cardinal OttoboT)i, che


scovi, chiese, aitali, pietre per essi por- trattenne colle consuete formalità al la

tatili ; benedizioni di abbati e di campa- sua tavola, e nel seguente anno 1725 lo
ne ; battesimi, cresime, ordinazioni. Le consagrò vescovo di Sabina in s. Maria

cifreche qui ri producOjlai. ^appartiene al- Maggiore, il quale co'cardinali assistenti


mentre era arcivescovo
le funzioni fatte pranzarono alla presenza del Papa in
di Benevento, la 2.'
a quelle celebrate da Vaticano. Poco dopo fra "vescovi checon-
Papa. Consacrazioni : di Vescovi 1673: sagrò nella cappella Paolina del Quiri-
di Chiese 356-12 : di Altari 1 463 96: nale, vi fu mg." Lambertini, in arcive-
di Pietre 620-1. Benedizioni: di Abbati scovo di Teodosia, poi Benedetto XIV.
199: Campane 646 5. Battesimi:
di Non che il proprio nipote p. Mondillo Or-
349-44- Cresime: 93 o55-476. Ordi- sini filippino, in arcivescovo di Corinto;
nazioni: di Preti 1768-335: di Diaconi Coscia segretario de*n)emoriali, in arci?
1625-297: di Suddiaconi 1668-291. vescovo di Traianopoli ; Accoramboni
INumerose pure furono le sue pastorali sotto-datario, in arcivescovo di Filippi;
per istruzione del gregge, e Tomelie. Ne* Majella segretario de'brevi a'principi, ia
miei studi sull* intera collezione de Dia- arcivescovo di Edessa. Presto da lui la fa-

ridi Roma e negli estratti che feci de'me- miglia, corte e ciM'ia pontificia fu popola-
desimi, registrai un numero ragguarde- la d'arcivescovi e vescovi in parlibus, in
vole di consagrazioni vescovili da tatte numero che mai il più grande. Nel 1725
Papa Benedetto XIII, ma qui appena ne essendosi Benedetto XllI ritirato nel car-
ricorderò alcune per qualche notabile nevale in s. Maria del Rosario a Monte
particolarità, poiché l'eseguiva dopo ogni Mario, vi consagrò Sommier in arcive-
concistoro, e costumando donare a tutti scovo di Cesarea, e poi nel refettorio de'
i vescovi da lui consagrali uoa mitra di suoi doraeoicaoi con questi Io tenue a
,

V E S VEÌ5 323
pranzo, inclusivamenle a*due arciresco- nendo rarcivescovato di Bologna, subito
vi assistenti, maestri di ceiemonie e fj- consagrò per farne le sue veci Scarselli in
migliari pontificii. Nel 1727 cousagrò in vescovo di Menilo, per la qual funzione
vescovo di Costanza Pizzella suo came- il cardinal Cibo donò un nobilissimo fal-
riere segreto, e fu il 15° vescovo usci- distorio. Nel 1743 martedì 19 marzo >
to da' suoi famigliari del cardinalato e festa di s. Giuseppe, consagrò in vescovo
del pontificato. Inoltre nel martedì 3.* diPadova il cardinal Rezzonico, poi Cle-
festa di Pentecoste, all'altare della Cat- mente XIII, nella basilica de'ss. XII Apo-
tedra di s. Pietro, consagrò in vescovo stoli; e nella cappella Paolina del Quiri-
in partibus di Tasso monsignor Gua- nale nel 1747» d cardinal Lanze in arci-
scon, descrivendo la funzione il n. i534 vescovo di Nicosia in partihiis. Le descri-
del Diario di Roma^ col quale potrei zioni d'ambedue si leggono ne*num.4oo2
indicare le altre descrizioni, ma per bre- e 4710 de Diari di Roma. Anche Cle-
vità me ne astengo. Nello stesso '727, mente XIII, eletto nel luglio del 1758,
Clemente di Baviera, arcivescovo eletto- si prestò volentieri a consagrare i vesco-
re di Colonia, vescovo e principe di Mun- vi, per cui nel dì settembre nella
i.° di
ster e Paderbona, bramando d'essere con- cappella Paolina del Quirinale consagrò
sagralo da Benedetto XIII, e temendo Chompion in vescovo di Troyes, coll'as-
pel trattamento e ceremoniale di recarsi sistenza de'patriarchi Rossi di Costanti-
in Roma, ottenne che il condisoendenlis- nopoli e Malici d'Alessandria. Dipoi neU
simo Papa si recasse a fare la funzione ladomenica de* in novembre consagrò
nella chiesa di s. Maria della Quercia, XII Apostoli, sontuo-
nella uasilica de'ss.
presso Viterbo^ ov*erasi recato, facendosi samente apparata, il cardinal York in ar-
quindi scambievoli doni. 11 Papa gli die* civescovo di Corinto in parLibu<:^ la cui
la mitra, ed i 3 preziosi spilloni per fer- descrizione riferisce ilDia-
n. 6456 del
mare il pallio, usali nella consagrazione; rio di Ronia^ quella chiesa essendo suo
e 1' arcivescovo gli offri 6 candellieri d'o- titolo. Il Papa donò in precedenza al real
ro guarniti di pietre preziose, una croce porporato un nobilissimo Pontificale in
di diamanti di gran valore, e 24}000 3 tomi, ed un Canone di stampa bellissi-
scudi, oltre gli splendidi regali alla chie- ma, ambo legati in cordovano cremisi ,
sa, alla cattedrale di Viterbo ed alla fa- lutti arabescati d'oro co'pontificii steoi-
miglia pontificia. Nella notte di Natale mi,onde conoscere il rito della consagra-
dello stesso 1727, l' infaticabile e zelan- zione. A questa intervenne il suo padre ,
tissimo Benedetto XIII, dopo il mattuti- Giacomo III re cattolico d'Inghilterra. Il
no e la messa, nella suddetta cappella di Papa vi si recò con treno di forma pub-
s. Pio V, consagrò io vescovo di Samo blica, avendo in carrozza il cardinal de-
Dosquet. Nella notte di Natale 1728, il cano Delci,e il cardinal York, a cui dal*
Papa assistè nella cappella Sistina al mat- l'altro fu ceduto il i.° posto come candi-
tutino e cantò la messa, e dopo le laudi dato. Nell'ingresso della chiesa il cardi-»
nella cappella di s. Pio V , consagrò io naie come litolare presentò 1' aspersorio
vescovo di Loreto e Recanati Muscelto- al Papa , mentre i cantori ìntuonavano
il cardinal Albani
la: nella stessa Sistina l'antifona: Ecce Sacerdos Magnus, Si
camerlengo cantò l'altra messale la 3." tenne il ceremoniale osservato da Bene-
nella mattina fu pontificala in s. Pietro detto XIV, nella consagrazione dello
dal Papa. Nella stessa sagra notte del stesso Clemente XIII, ed eccone alcuni
seguente anno, celebrate le solite funzioni, cenni degli alti principali, che ricavo da

consagrò Baroni in vescovo di Bova. Dive- un mss. corrispondente alla descrizione


nuto Papa Benedello XIV nel 1740, file- del Diario.FiÀ io vitato tulio il sagro col*
324 V E S VES
legio, che vi assistè in cappa. Il Papa capite^eW salmo consueto, edil Te Deum

ebbe a cardinali diaconi assistenti, Ales- laudamus^ coli' antifona Firmelur ma'
sandro Albani e Corsini, parati in dalma< nus tua. L* altare maggiore era prepa-
ticbe; a cardinal vescovo assistente il de- rato col 7.° candelliere, ed 8 statue d'ar-
cano Delci, in piviale; a cardinal diaco- gento; e ne'cancelli le solite 8 torcie do-
no ministrante Francesco
all'altare Gio. rale, poste sopra altrettante colonnette ,

Albani, in dalraatica;a suddiacono apo- essendosi osservato nella messa il rito


stolico Fanluzzi uditore di Piota, in dal- quasi d'una messa pontificia cantata. (Si
matica; due patriarchi in piviale sosten- può vedere: Responsio ad qiiaesitum:\e'
nero il libro e la candela, cioè Rossi di rum Missam, in qua consecratur Episco-
Costantinopoli, e Calini d' Antiochia ; e pus, vel conferunlur Ordines dicenda sit

l'ultimo uditore di Rota Daldeschi in tu- solemnist licet sine cantu celebrata? in-
nicella sostenne la Croce pontifìcia. Il ter Responsiones ad duina Jo. Bona S.
Papa giunto al trono depose la stola , e R. E. Cardinal, infer ejusdent Episto-
fu cinto della falda. Lesse i salmi eie o- lae selectae, cura Roberto Sala^ Augu-
razioni per la preparazione , ed intanto sta Tauriuorura 1755). Dopo V Offer-
dal suddiacono apostolico sì portarono i torio della messa, il Papa ricevè dal no-
sandali ed calzari ossia scarpe, che gli
i vello cardinal arcivescovo la solita o-
furono posti dall'aiutante di camera in blazione, consistente in due torcie di ce-
cappa. Toltagli la mozzelta dal cardi- ra dorale, due gran pani, 1' uno dorato e
nal diacono ministrante, la lavanda alle l'altro inargentalo, e due bariletti pari-
mani fu somministrala dal principe assi- menti l'uno dorato e l'altro inargentalo,
stenle al soglio, ed il mantile dal cardi- con vino e acqua, e sopra V arme papale.
nal decano come vescovo assistente. Il La sedia gestatoria^ a guisa di trono por-
Papa fu poi paralo de' sagri indumenti tatile, nelle prescritte occorrenze, fu sem-
dal cardinal diacono ministrante, i quali pre trasportata da 4 palafrenieri ponti-
si portarono al trono da' volanti di se- ficii in soprane rosse; ma il cardinale fu
gnatura in cotta e rocchetto, avendoli ri- intronizzato dal Papa nel faldistorio.Ter-
cevuti all'altare dal sagiista vestito di minata la funzione, il cardinale portalo-
piviale. Il Papa dopo essere stato para- si al trono del Papa, pronunziò un pub-
to, si portò all'altare e principiò la sagra blico ringraziamento , con discorso ac-
funzione, assiso nella sedia gestatoria col- concio all'onore ricevuto ; a cui il Papa
locata sulla pradella nel mezzo. Assistero- rispose benignamente, e benedetti tutti i

no all'eletto, i cardinali Guadagni vesco- cardinali partì. Dipoi Clemente XI 11 man-


vo di Porto e s. Ruffina, e Borghese ve- dò al palazzo regio del cardinal York in
scovo d'Albano: il i.^come religioso dono la nobilissima pianeta di lama d'ar-
carmelitano in cotta, e non col rocchet- gento ricamata d'oro, colla stola e mani-
to, l'altro avendo l'uno e l'altra; arabo polo, e con tulio il restante de' sagri ar-
vestiti d'amilto, croce pettorale, stola e redi per celebrare la messa, eh' egli avea
piviale con formale, oltre la mitra. La adoperato nella funzione. IN'el ritorno al
messa celebrata dal Papa, colla colletta palazzo apostolico, il Papa ammise nel-
pel consagrando, 5//^» unica concliisionry la sua carrozza -il proprio nipote cardi-
fu di s. lilisabelta vedova d' Ungheria ,
nal Rezzonico segretario de' usemoriali ,

correndone la festa; cantando a suo tem- e il cardinalTorrigiani segretario di slato.


po i pontificii cantori vari sagri mottet- Sull'esempio di altri Papi, Clemente XIII
ti, mentre il Papa
parava degli abiti si nello slesso giorno trailo di pubblico
sagrile Litanie, oltre \' timo f'eni Crea- Pranzo , che descrissi in quell'articolo ,

tor Spìfflus, r antifona Unguenliun in alla sua presenza imbandito, tanto il uo-
VES VES 325
vello cardinal arcivescovo, quanto i car- pie della piccola quadratura, ch'erano
dinali cheaveano ministrato nella fuo' tutte dipinte e lavorate. Le credenze era-
zione, oltre) cardinali palatini, in tutti 9, no fornite de' vasi e altri arredi sas:ri ne-
e gl'intervenuti alla funzione furono 25. cessari alla funzione, cioè dorati pel Pa-
Nel 1759 recatosi Clemente XIII nella pa, d'argento pe'cardinali, oltre le loro o-
pontificia villeggiatura di Castel Gan- blazioni, cioè due gran pani per cadau-
c?o//ò, domenica io giugno nella chiesa no, l'uno dorato e l'altro inargentato, e
principale vi consagiò in vescovo di Tor- due simili bariletti intagliali co' pontifì-
cello Cornaro, coH'assistenza de* patriar- cii slemmi, olire le torcie lavorate e po-
chi Matlei e Calini summentovati: il coa- ste a oro. Nell'ingresso in chiesa il car-
sagrato in fine fece un nobilissimo com- dinale Cavalchini ordinario del luogo,
plimento per r onore compartitogli. Vi qual vescovo d'Albano, presentò al Pon-
intervennero i cardinali Paolucci Ca- , tefice J' aspersorio, e dopo avere ora-
valchini e Rezzonico, con molta prelatu- to, in sagrestia prese la falda. Da un
ra e nobiltà. La relazione si legge nel n. Iato dell' altare collocatasi la sedia ge-
6543 dal Diario di Roma. Il Papa, nello statoria^ su di essa il Papa ricevè i pa-
stesso 1759 tornato in Castel Gandol- ramenti pontificali di colore rosso, per-
foj nel modo in breve narrato in quell'ar- chè la messa era di s. Calisto I, e del
ticolo, consagrò in quella chiesa parroc- medesimo colore erano quelli degli al-
chiale i Erba Odescalchi in
cardinali ar- tri, come de'cardinali Paolucci e Ca-
civescovo di Nicea in partibus, come vi- valchini vescovi suburbicarii e assistenti
cario di Roma, e Valenti in vescovo di de'novelli consagrandi, i quali però sol-
Rimini, che poi insieme a' io cardinali tanto indossarono paramenti bianchi se-
i

assistenti tenne seco a lauto pranzo nel condo le rubriche. I cardinali e prelati
palazzo apostolico, osservandosi le mede- che v'intervennero, senza assistere, era-
sime ceremonie del ricordato tenuto nel no in abito cardinalizio e prelatizio. Il
Quirinale per la consagrazione del car- Papa donò a'due consagrati, dentro una
dinal York. Descrissero la consagrazione zaina guarnita con copertone di merlet-
e il convito, Diario diRo^
il n. 6597 del to d'oro, le due superbe e ricche piane-

ma, e la stampata lettera scritta da Ca- te usale da loro nella funzione, dopo la
stel Gandolfo a* 1 5 ottobre da Giovanni quale, deposti dal Papa gli abiti sagri, il
Reffini che col Diario mi sta davanti.
, cardinal Erba Odescalchi, a nome pure
Laonde eccone un cenno, di particolari- del cardinal Valenti, gli fece un rispetto-
tà non riferite nel citato luogo. Dome- so complimento, a cui graziosamente ri-

nica i4 ottobre, festa di s. Calisto I Pa- spose Clemente XIII. Nel palazzo aposto-
pa e martire. Clemente Xlll coU'accom- licocon grande apparalo s* imbandì la
pagnamento de'cardinali in abito , della mensa, nella maggior sala, come la chie-
sua corte e di molta prelatura, recossi in sa addobbata. Il Papa si assise su mae-
detta chiesa maestosamente addobbata stosa sedia collocata nella pradella sot-
didamaschi e velluti cremisi, con ricchi to magnifico baldachino, ì 12 cardinali
ornamenti di galloni e frangie d'oro. L'al- sedendo in altra tavola a deslra del tro-
tare era decorato di candellieri e statuet- no, serviti da' loro maestri di camera,
te degli Apostoli dorati. Nel piano del tutti senza mozzetta, per cui il solo Papa
presbiteiio a cornu Evangelii era eret- avea il rocchetto scoperto. Il i." luogo fu
to l'altare pe'novelli consagrandi, ornato concesso a'due cardinali consagrali. Nel-
di arredi d' argento e candele di cera la I.' anticamera, presso la sala, erano
bianca, a distinzione delle altre che ar- le grandi credenze e bottiglierie, essendo
devano nel maggiore e dell' 8 torcie a d'oro o doralo il servizio del Papa , e
326 VE S VES
tl'argenlo quello pe' calcinali. Il cauJa- Alene, eseguita nell'ottobre 17G0 nella
fario, dopo il Benedicite e l'orazione, fa- chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo,
cendo il Papa ilsegno della Croce, sul e furono assistenti Calini patriarca d'An-
principio lesse alcune epistole di s. Ber- tiochia, e Bufalini mfiggiordomo e arci-
lìaido, finche il Papa beve la i/ volta ,
vescovo di Calcedonia. Il Papa donò al
ed allora si alzarono in piedi i cardinali, consograto un nobilissimo piviale bian-
e genuflesselo i prelati e lutti i ragguar- co, colla stola, il Canone e il Pontificale
devoli personaggi astanti. Tosto i li can- Romano, legali magnificamente e co'pon-
tori pontifìcii , che avevano assistito al- lificii slemmi. 11 n. 6998 riporta la con-
la funzione, nel loro coretto, in altro es- sagrazione fatta nel 176:^ da Clemente
sendovi le dame, e ambo con grate, XI II nella cappella Paolina del Quirina-
cominciarono coli* accompagno dell' or- le, del cardinal Colonna in arcivescovo di
gano a cantare sagre laudi , mottetti e Corinto ili partibtts , che avendolo di-
cantici , alcuni de' quali appositamen- chiaralo vicario di Roma, poc'anzi avea
te composti dal maestro di cappella Ri- trasferito dall'ordine de'diaconi a quello
naldo di Capua. Il Papa mandò dal- de'preli. Il Papa Pio VI neirullima do-
la sua tavola, a quella de* cardinali ,
menica settembre 1775, come si ha
di

due bacili, uno con uno sturione, l'altro dal n. 78 del Diario di lìoma^ nella cap-
di pavoni arrosto. Terminato lo splendi- pella del coro della basilica Vaticana, no-
do convito, e fattosi dal caudatario il rin- bihnenie apparata, con 1' assistenza dei
graziamento a Dio, il Papa e cardinali i prelati della sua camera segreta consa- ,

ripresero le mozzelle , e dopo piacevole grò inarcivescovo di Tiana Bellisomi nun-


trattenimento, colla benedizione il Papa zio di Colonia, essendo stati due vesco- i

li Furono poi iuibandite decoro-


lasciò. vi assistenti Crivelli arcivescovo di Pa-

samente allre 5 tavole per la prelatura, trasso e Archetti arcivescovo di Calcedo-


famiglia pontificia e altri personaggi. I nia. Terminata la consagrazione, il Papa
Diari di lìonia descrivono le allre con- postosi a sedere, sull'esempio dt;'si>oi an-
sagraziani di vescovi eseguile da Cle- tecessori, recitò una dotta e zelante ome-
mente XIII: cioè il u. 665 1 quella fatta lia, colla quale dimostrò principahnenle
nelladomenica di si:ssagesima del 1760 i gravi obblighi della dignità vescovile, e
nella cappella Paolina del Quirinale, dei la podestà conferita alla medesima. In
nunzi Visconti per Polonia, in arcivesco- appresso si trasferì all' altare papale , a
vo d'Efeso; Carafa per Venezia, iu arci- piedi del quale fu eretto un altare por-
vescovo di Patrasso (non però Ilonora- tatile, ed ivi ascollò la messa celebrata da

//per Firenze, come vuole il Novaes , e un suo cappellano segreto. Poscia mg."^
nella biografia dissi chi lo consagrò nella maggiordomo trattò di lauta ntensa il
s. Casa) ; Lucini per Colonia, in arcive- consagralo e tutti gli assistenti. Il n. 3c)4
scovo di Nicea; Colonna Pamphilj per del Diario di Roma del 1778 riferisce ,

Parigi, in arcivescovo di Colosso. Ad es- che domenica 4 ottobre all'altare di s.


si il Papa in diverse funzioni già avea Benedetto, la cui cappella fu riccamente
conferito altri ordini sugri ; ed in questi apparata, della basilica di s. Paolo, Pio
ebbe a vescovi assislenti, Caucci patriar- VI consagrò vescovo di Sulri e Nepi
in
ca di Costantinopoli, e Localelli nunzio Girolamo Luigi Crivelli, ed in vescovo di
di Napoli e arcivescovo di Cartagine, i Cirene in parùbus Pier Luigi Galletti
(|uati erano stali pure da lui consagrati abbate cassinese, i quali furono assistiti

nell'antecedente domenica di settuagesi- dall'arcivescovo di Atene Conlessiui ele-


nu. Il n. 6750 la consagrazione del mae- mosiniere e dall'arcivescovo di Tarso Ca-
stro di camera Boschi, iu arcivescovo di niuzio. Indi il Papa pronunciò un' ome-
VE S VES 827
lin, colla c|U{.le ditiioslrò il pregio di del* sulla consagrazioue fatta da Pio VII nel
la basilica, il uierilo ile' nuovi candidali, 1800, nella chiesa di s. Giorgio Maggio-
i gravi obblighi inerenti all'episcopalo, e re di Venezia, assistito da* cardinali Aa-
la podestà conferita a tal dignità. Poi vi- lonelli e Doria, del cardinal Hertzau in

sitato l'altare del ss. Crocefisso, su quel- vescovo di Sabaria, colla messa letta, e
lo della tribuna fece celebrare la loes- dell' omelia che vi pronunziò. Cou essa

Sd (la un cappellano segreto , clie ascol- volle premunire il nuovo pastore contro

lò. Iodi il maggiordomo trattò di splen- la falsa filosofia del secolo colle seguenti
dido pranzo i due cons;«grali, 5 carduia- gravi osservazioni.»» In questo teuqjo noi
li, i due arcivescovi assistenti e altri per- dobbiamo impiegare maggior premura
sonaggi. L'omelia fu stampata e ne fa ri- e sforzi maggiori; mentre una certa falsa
cordo il Cancellieri a p. 86 òeWa Storia ed en)pia filosofìa con incredibile stoltez-

de' possessi. W n. 782 dei Diario di Ro- za, e velenosi scritti, ed armi fatali tutta

ma del 1782 dà contezza della consagra- si adopra a svellere, se pur lo potesse,


zio ne fatta in s. Luigi de'Francesi da Fio dalle tadici la Chiesa di Dio e la nostra
VI, Fiancesco de Pierre de Dernis, ni-
di s. StiXcy per poi, abbattuta questa, atter-
pote del cardinal ministro di Francia, ia rare alfalto i troni de* re e de* principi.
vescovo d'Apollonia/// partibus^ coH'assi- Bestia terribile e fiera e crudele, cui vide
stenza di Contessini arcivescovo d'Alene Giovanni, ed a cui (come scrive lo stesso

e di Beni vescovo di Carpenlrasso ; tolti Vangelista ntW apocalisse) fu data una


poi trattati di pranzo dal maggiordomo, bocca parlante cose grandiose e bestetu-
inoltrel'io VI, come raccontano n. i mie, e il poter di muover guerra a'Santi,
i356, i358, i364 del D/Vz//o di Roma, e di vincerli ". In Roma poi a* 3 aprile
nella festa di s. Tominaso apostolo del ]8o4,neIla 3." festa di
Pasqua, Pio VII
J787, nella cappella Sistina del Valicano consagrò in vescovo d'Anagni Gioacchi-
consagrò in arcivescovo d' Edessa il pa- no Tosi, nella cappella del coro di s. Pie-
rente e concittadino Gregorio Bandi suo maestro di camera Ode-
tro, assistito dal

elecnosiniere, assistito da Buschi arcive- scalchi arcivescovo d'Iconio, e dal segre-


scovo d'Efeso, e Passeri arcivescovo di tario di propaganda Coppola arcivesco-
Larissa e vicegerente. Poi il candidato vo di Mira; e vi lesse l'omelia, A Pasto-
fu trattato di magnifico pranzo dal duca rulli Principe, quiclivcs est in misericor-
Braschi nipote del Papa, e questi gli do- dia sua^ che fu la 60/ da lui fatta, e fa
nò una mitra ricamata con superbo di- stampata. Poscia il Papa passò nella Si-
segno, ed una croce d'oro cou ismeraldo slina ad assistere alla consueta cappella.
in mezzo avente incisi da' due lati l'effì- Descrivendo il seminario di s. Sulpizio
gie del Salvatore e della B. Vergine, alili di Parigi, ricordai che quando Pio VII
smeraldi essendo all' estremità. Narrai nel i8o5 trovavasi in quella metropoli,
nella biografia del cardinal 6)o//2rt, che a- nella sua chiesa vi consagrò Domenico
vendo ottenuto da Pio VI per rescritto de Pradt in vescovo di Poitiers, e Ga-
il titolo arcivescovile in parùbus di Co- briele Paillou in vescovo di Rochelle.Ri-
rinto, e di potersi far consagrare da un porta il n. i4del Diario di Roma del
vescovo cattolico, essendo poi nella de- 1808, che Pio VII recatosi nella domeni-
portazione del Papa entrato al suo ser- ca di setluagesima nella cappella segreta
vizio, facente le veci del maggiordomo , del palazzo Quirinale, da lui abitato, gli
nella Cortosa di Firenze fu consagrato presentò alia porta l'aspersorio il cardi-
a'3o settembre! 798, alla presenza di Pio nal Gabrielli eletto vescovo di Sinigaglia;
VI, che v'intervenne in rocchetto e moz- quindi vestitosi di tutti gli abiti pontifi-

zella. Nel voi. XGIII , p. 20, feci puiole cali, come nelle mes:»esuleuiit, sedente sul
328 VES VES
faltlisforio ricevè nelle sue mani la prò 1824, nella cappella Sistina consagrò A»
(essione eli fede del cardinale, vestilo de- bramo Cliasciour Meni-
in arcivescovo di
gli abili sagri e genuflesso. Indi il cardi- fi o Ahnfl, poi formalmente degradato
nale sedè sul suo sgabello cardinalizio ,
e condannato a perpetua rilegazione nella
in mezzo a'due assislenli Bei lazzoli arci- casa del s. Uflizio di Roma, dalla quale
vescovo d'Edessa ed elemosiniere, e Me- tuttavia in processo di tempo (u liberato,
nochio vescovo di Porfirio e sagrista; si dovendo risiedere in Roma. Dissi pure co-
die' principio all'esame, e poi si prosegui- me Maria degli Angeli
nella eliiesa di s.

rono i riti della consagrazione. Dopo la nel 1826 Leone XII, col corteggio dei
funzione il Papa vulle ascoltare altra cardmali palatini, e l'assistenza dell' ele-
messa, avente a sinistra il cardinale ge- mosiniere Eilonardi arcivescovo di Efeso,
nuflesso al suo sgabello, il quale gli die' a e del sagrista Perugini vescovo di Por-
baciare il testo del Vangelo e l'islromen- firio, nella solennità dell'Assunzione di
to della pace, e terminala la messa gli fe- Maria Vergine (mentre il sagro collegio
ce i più riveieiili ringraziamenti. JNella contemporaneamente celebrò la solita
stessa cappella Pio VII, domenica 21 a- cappella nella basilica Liberiana), consa-
prile 1816, consagrò cardinali Rusco- i grò in arcivescovo di Ravenna mg."^ Fal-
ni in vescovo d'Imola, e Riganti in vesco- conieri, ed in vescovo di Vileibo e To*
vo d'Ancona e Umana, quali per vari i scanella mg."^ Pianetti, poi ambo cardi-
giorni eransi ritirati nella casa della con- nali, vestilo di lutti gli abili pontificali ,

giegazione della Missione (^.), pe'solili non esclusi il fanone ed il pallio. In {ina
esercizi di pietà preparalorii. Dopo la sa- della funzione nig.*^ Falconieri fece 1' i-

gra cerea»onia recaronsi alla visita della stanza pel sugro pallio, il quale mg.' I-
basilica Vaticana. Si apprende dal n. 63 soard decano della Rota, esercente le ve-
del Diario di Roma del 18 16. Domeni- ci di camerlengo del suo collegio, in abi-
ca 4 agosto Pio VII nella cappella Pao- to suddiaconale, presentatoal Papa, fu

lina del Quirinale consagrò in vescovo dalla Santità Sua consegnalo al poslulan-
diEvara in partihus mg.' Gio. Battista te. Il maggiordomo nel palazzo apostoli-
Giuda Taddeo de Keller, commendato- co trattò a lauto pranzo i prelati sì con-
re dell'ordine del Merito, ed incaricato di sagrati, conie assislenli, e la famiglia no-

una missione straoidinaria presso la i. bile pontificia, sedendo i fra tulli il car-
Sede, del re Federico I di Wurtemberg: dinal Albani segretario de'brevi. Pon- 11

l'elemosiniere Certazzoli arcivescovo d'E- tefice Gregorio XFI nel i836 avendo
dessa, e il bagrisla Menochio vescovo di proojosso ad arcivescovo d'Efeso in par-
di Porfirio, assistenti alla funzione. Vari tiùus e nunzio di Vienna mg.*^ Altieri , ,

rappresentanti di corti estere, e molti di- suo coppiere e cameriere segreto, ora
stinti personaggi furono presenti alla ce- cardinal camerlengo ; ad arcivescovo di
remonia, alti ettanlo commovente, quan- JVazianzo in parliùusm^." Antonio Tra-
to decorosa e divota. Il nuovo vescovo versi veneziano suo antico amico, clie ce-
venne trattalo di lauto pranzo dal mag- lebrai anche nel voi. XCIII, p. i5o (con
giordomo, a cui intervennero caidinali i aggiunta fatta sulle prove di stampa ,
palatini Gallefll segietario de'menioriali, questa apparisce mancante d' alcune po-
e Consalvi segretario di slato. Il prelato clie parole, che la verità storica mi f.» qui
nel n)nrtedì seguente si recò a ringrazia- reintegrare. Pertanto ivi si deve leggere,
re il Pjipa, il quale a' 5 agosto lo dicliia-
1 non solo che dal Papa si chiama vf. il piìi
lò vescovo assistente al soglio pontificio. grande amico che io abbia al mondo, ma
Leone XII, come narrai nella biografia, si deve aggiungere: parole^che poi ipelè 1

e dc«crive il n. 62 dtìDiano di Honuióti pure io presenza del cardinal Ostini, a


VES VES 329
favore dell'illustre veneto commendato- pò in un bacile coperti da Telo, Tennero
re Taddeo Scarella. Imperocché quest' e- portatida un cappellano segreto in cot-
gregio signore nel suo 5° viaggio a Ro- ta.La stola e la mozzetta, gli aiutanti di
ma, trovandosi la sera dell'8 luglio 1 845 camera la riceverono dal cardinal arci-
nelle pontificie stanze, soddisfattissimo prete, ed a lui finita la funzione la pre-
Gregorio XVI delle sue incessanti, alfet- sentarono per imporsi al Papa, il quale

tuose e sagaci prestazioni, in all'ari delica- poi fece invitare a pranzo nel palazzo
lissimijdidiciii ed importanti, come dichia- Quirinale, dal cardinal prò- maggiordo-
rò poi nel suo testamento, ad esso affida- mo, consagrati
i co'loro vescovi assisten-
li, lo presentò al cardinal Ostini con dir- ti, ed i parenti del romano mg/ Altieri.
gli: Questi e il mio pili grande amico. Riporta 5i del D/^r/o diRomai\e\
il n.
Inchinandosi il commendatore al porpo* 1 843,che domenica ^5 giugno nella chie-

rato, soggiunse: Ho la somma felicità Monte Celio de'camal-


sa di S.Gregorio al
d' essere il pili divoto ed attaccalo de dolesi, fuconsagrato vescovo di Belluno
suoi servitori* Ed il cardinale gli rispose: e Feltre mg." Antonio Gava, dal cardi-
So aitai idea mi devo formare di uno nal Ostini, il quale con ispeciale mandalo
che per tale mi viene presentato dal ca- apostolico di Gregorio XVI fu delegato
po della Chiesa); ed in vescovo d' Eich* a fare le sue veci, per l'amore verso Bel-
stett mg/ Reisach, già rettore del collegio luno di lui patria (per cui nell' indicato
Urbano diR.oma, poi arcivescovo di Mo- articolo ricordai questa funzione e i doni
naco e Frisinga, e di presente cardinale; pontificii a mg. r Gava); avendo il Papa
nella domenica de'i 7 luglio ti consagrò scelloper assistenti mg/ Altieri e mg."
all'altare pontiflciodella basilica di ». Ma- Asquini arcivescovo di Tarso, anch' egli
ria Maggiore, della quale erano canonici, ora cardinale. Tutti poi d' ordine del Pa-
mg/ Traversi, ed i prelati Soglia patriar- pa furono trattali a mensa da mg/ mag-
ca di Costantinopoli e Siuibnidi arcive- giordomo nel palazzo apostolico. Ho sot-
scovo di Damiate, che furono gli assisten- to gli occhi la copia autentica del docu-
ti. A corna Evangelii sederono in abito mento, sottoscritto dal prefetto delle ce-
rosso palatini cardinalideGregorio,Giu-
i remonie ponlifice mg." de Ligne cioè ,

sliniani, Gamberini, Lambruschini Pa- , dell' istanza di mg." Gava al Papa, per

trizi pro-maggiordomo, col cardinal O- esser da lui consagrato, nianus dignarc'


descalchi arciprete della basilica medesi- tur imponere, o almeno benignamente
ma. A corna Epislolae sedeva ilR.mo delegare un cardmale sibi benevisnni ^

capitolo in tre divisioni, ed a capo mg/ consecrationis impendat col rescritto: ,

Fieschi maestro di camera e designalo Delegamas Ven. Fratrem NostrumCar-


naaggiordomo, in luogo più elevato, sepa- dinalem Ostini Episcopum Albanenseni
rato e distinto:! beneficiati e i chierici be- ut ipse vice Nostra impendat oratori ma-
neficiati,non avevano né scalino» né tap- nus consecrationis die et in Ecclesia
peto, la semplice banco vicino al prelato, prout in precibas. Gregorius PP.XFI.
e da una parte sederono il foriere mag- Si legge nel Sacrarum Cerimoniarutn
giore, il cavallerizzo ed il fioriere. Avanti sive rituam Ecclesiasticorum S. R. E.
a'cardinali, inbanco coperto di tappeto del Patrizi e pubblicato dal Marcello,
verde con iscalino, sederono in abito di lib. I, til. 8: De ordinatione Cardi-
niantelione paonazzo due camerieri se- naliumad sacros Ordines. « Assumpti
greti partecipantijdue camerieri d'onore, ad dignitatem Cardioalatus minores or-
e due aiutanti di camera. Questi ultimi dines, et subdiaconatus accipiunt ab ali-
posero e poi levarono al Papa i sandali quo Episcopo Cardinali de commissione
eie scarpe, i quali indumenti prima e do- Ponlificis. Diaconatus vero, et praesbile-
VOL. XCV. ' 21 *
33-0 VES VES
ralus de manu Siimiuì Pontifìcìs, in io- sino da'tempi di s. Girolamo, che fu se-

co, ubi SuaeSanclitali placueril. Adeiuol gretario di Papa s.DamasoI del 367, era
prae$entes duos Diacoui Pontifici assi- in lai venerazione l'altare della Confcs-
stentes, et unus Diaconus niinistrans in sione di s. Pielro nella basilica Vatica-

Missa, si erit solen^nis, et unus presby- na , che senza speciale privilegio niuno
ler Cardinalis parali, qui Pontifici oiini- fuori del Romano
Pontefice costumò ce-
strabuiit. Et servabunlur omnia, quae in lebrarvi. Sindone chierico beneficialo
Il

ordinalioiie alioruoi servant. Senior Dia- della medesima, Allariitm S. Basilicae


conoruni dicet: Pustulats. Mater Ecclc^ Eoticanae^ p. 129, ragionando del me-
sia eie. et respondet eie. Ordinali post
,
desimo, riporta le testimonianzedegli an-
ordinationem oscuiant pedein SS. Do- tichi scrittori, in conferma del precipuo

mini Nostri , et manum genuflexi , et privilegio dell'altare papale di s. Pietro,


lecipiuntnr ad osculum oris. Ad Offer- avanti e sul quale soltanto viene consa-
torium olTerent cereos, panes, vinum, el gralo il Papa in vescovo, pel decretato da
ut faciunl Episcopi. El in fine cuoi mi- 8. Gregorio 1 del Sgo, escludendovi ezian-
tra simplici in capile dicenl; Ad mul- dio gli arcivescovi e i patriarchi; e che gli
ios annos : ut in Episcopis. Quod a- antichi Papi facevano le ordinazioni e le

ptid Aliare s, Petri soliis Papa con- consagrazioni de* vescovi nel vicino tem-
sccratiir. Et nota, quandum secundum pio rotondo di s. Andrea (dice il Cancel-
institulionem Gregorii primi , huius- lieri s. Gre-
per disposizione parimente di
niodi consecraliones non debent fieri gorio tempio eretto da s. Simmaco Pa-
I;

apud altare s. Petri, quia ibi solus Ro- pa del 49^> •" onore del fratello di s.
luanus Pontifex consecralur. Quando Pietro, poi dedicalo alla Madonna della
l^apa aliquos vult ordinare publice in s. Febbre, e per ultimo ridotto a Sagrestìa
Pelro consuevit actus ordioalioniset con- Vaticana. Sorgeva presso rO//c//5CO Fa'
secrationis facere in cappellas. Andreae, ticanOy cioè nel sito ove in origine fu in-
vel alia, et reliquum missae finire ad al- nalzato). Soltanto avanti tale altare i

tare s. Petri. Eladverle, quod Cardina- Papi facevano la benedizione e Corona-


leSjSi Papa anlequam
celebrarci publice, zione deir imperalore, ch'era stalo da*
illi non es-
essent ordinati, in suo ordine cardinali vescovi suburbicarii benedetto
senl cum paramenlis, sedcumsuis cap- e unto innanzi quello di s. Maurizio; quin-
pis laneis; et sederent ultimi post para- di dall'altare di Papi piende- s. Pietro, i

tos in suo ordine". Narra il i\#3gri, Noli- vano la Spada,


consegnavano all' im-e
zia de vocaboli eccltsiaslici, in quello pera lore^ addrfindendamEcclesiani. E-
di Aliare^ che l'altare maggiore di s. gualmenle lultociò narrando il Borgia,
Pietro era anticameule tenuto in tanta E^alicana Confessio D. Pelri^p. 227, so-
i?enerazione,che celebrandovi nel sabba- coirOrdine Romano IX; ad idem
stiene,

Io delle lempora di dicembre il Papa nemo ordinari consecrarive polest, nisi


medesimo per conferire gli ordini sagri, Pontifex RomanuSf dopo che la scuola
quando veniva il tempo di coqsagrare i de*canlori canenle in inlroiluin : Eliget
sacerdoti e diaconi, si partiva dal detto te Doni in US. Surgens vero ascendit ad
aliare, e andava a fare questa funzione aliare, et proslernit se in oralioneni, et
all'altare vicino di s. Andrea, perchè non omni clerits cum co. Postea erigilur ab
era conveniente fossero consagrati nel me Episcopis, el slaluitur inler sedem el al-
decimo altare, nel quale era stalo consa- tare j et tenenl Evangeliuni super caput
grato il Papa. Tanto scrisse nel i 1 4o Bene vel cerviccm ipsins. Et accedit unus E-
detto canonico Vaticano. Afferma il Piaz» piscopus dal orationeni super eum,
, el

za \n:\\' Effemeride Ealicana, p. 5'j 3, che ci receditj el alter simUiler. Accedit tcr^
V ES VES 33i
t'uff et consecrat Archidiaconus
illuni. di terza fu collocalo al solito luogo (3cor-
autem imponit ei pallium. Aggiunge la nu EpistolaCy di drappo paonazzo^ per-
teslimouianza di Cencio Camerario, che chè era domenica di sessagesima, e die-
il MUOVO Papa recatosi nella chiesa di s. tro ad esso si formò un camerino. A de-
Pietro, uhi ad altare maiiis^ prout in or' stra di questo trono eranvi Ire o quattro
dineconùnetiir^ah Episcopo Ostiensi spe- banchi perla camera segreta di settimana
cialiter, et aliisEpiscopis de curia con- ia servizio, cioè i camerieri segreti parte-
secratury hoc addito^ quod si forte Epi- cipanti, due segreti soprannumerari, due
scopus Ostieiisis praesens nonfuerit^ ar- d'onore, caudatario, crocifero e aiutanti
diipresby ter Ostiensis seu Veliternus in- di camera. Tutti erano vestiti in cappe
teresse debet consecrationi. Ma più di rosse foderale di armellini, senza le quali
tutti eruditamente ragionò sulle ponlifi- pelli , cappe indossarono
eguali bus- i

eie ordinazioni e cousagrazioui de'vesco» solanti,che presero posto presso il Irono


vi nell'anticotempio rotondo di s. An- grande. Vi fu la solita quadratura for-
drea, e che solo Papa può essere con-
il niaute il presbiterio, col trono grande in
sagratoavanti l'aliare di s. Pietro, il Can- fondo e rimpallo all'altare con drappo
cellieri nella dotta opera, De Secretariis rosso, ma non visedè mai il Papa. L»due
Basilicae Vaticanaej polendosi vedere credenze si formarono a'Iati delle colon-
ueir indice Ordinatio Episcoporuni in ne sorreggenti il baldacchino del ponti-
tempio rotando Andrcac^ ac denimn
s. ficio altare, e guardanti quello della Cat-
in Cella eidem sacra a Pio IT erecta, tedra. Sull'altare ardevano ne'sette cau-
Ordinationes Sacerdotum in secreta- dellieri delle candele ornate di carte colo-
no minori. Nondimeno, lifeiendo que- rite, simili essendo le due de*candellieri
st'uso nel voi. XXX V 1 1 1,p. 2 24> notai che degli accoliti, e le 4 lorcie per l'elevazio-
a' nostri giorni Gregorio XVI (a cui da chi ne portale da' volanti di segnatura e lo-
spelta non gli furono notificate l'esposlre ro uditore. Le guardie nobili, con mon-
nozioni) r i 1 febbraio 1 844 consagrò (colle ture di mezza gala , fecero ala dalle co-
norme del Pontificale lìoinanuin^eW sud- lonne, presso le quali erano i due ingres-

descritto praticalo da Benedetto XIV e si quadralo, sino agli stalli de' cardi-
al

Clemente XIII, che perciò si deve lene- nali. Le guardie svizzere erano colle so-

re presente), sull* altare di s. Pietro, in lile monture. I vescovi novelli vestirono

vescovi i cardinali Caslracane pel vesco- i consueti paramenti bianchi, qualunque


vato di Palestrina, Polidori per l'arcive- sia il tempo, al quale però nel colore de-
scovalo inpartibus di Tarso, Cagiano pel gli abili sagri deve uniformarsi il consa-

vescovato di Sinigaglia,e Clarelli-Parac- grante. Benché il Papa non usi , il colore


ciani per quelli allora uniti di iMonteFia- paonazzo nel 3IantOyne\ consagrare i ve-
scone e Corneto. Per la specialità del ca- scovi, se il tempo corrente lo richiede, si
so, imperocché^ se i Papi consagrano ve- uniforma all'uflìziatura e rito della Chie-
scovi in s. Pietro lo fanno all'altare del sa ne Colori ecclesiasticij e perciò usò le

la Cattedra o in quelli d'alcuna delle sue Presti sagre paonazze compresi i sandali e
cappelle, avendo d' uffizio assistito alla scarpe, ed guanti. Così vescovi anche
i i

funzione, scrissi le seguenti annotazioni, nel faldistorio usarono copertina bianca,


che credo non senza interesse. L* altare e paonazza il consagrante. I cardinali che
piccolo pe' vescovi novelli fu eretto a cor- decorarono colla loro presenza la funzio-
na Evangelii con paliolto bianco (impe- ne, vestirono cappe paonazze simili al co-
rocchèprescrive W Pontificale lìomanum, lore degli abiti. I 4 cardinali novelli ve-
ornetur duae capellac, major prò con- scovi, ed i cardinali Patrizi e Ferretti lo-
secranle, et minor prò eleclo). Il Irono ro assistenti e consagranti , egualmente
4

332 V E S V ES
erano ìd abito cardÌDalizio paonazzo, con ndaestro'dels. palazzo, i chierici di camera,
iscarpe nere questi, con sandali e scarpe i votanti di segnatura, i prelati lutti in col-
bianche quelli (l'avevano naessi per uni- ta e rocchetto, pressotrono di terza: co- il

formarsi al Papa, ma dovevano incedere me pure protonotari apostolici, il mae-


i

senza sandali e colle scarpe nere, e solo stro di camera, il maggiordomo, il go-
cogli altri abiti sagri dovevano prendere vernatore di Roma, ed altri prelati di fìoc-
i sandali eie scarpe di drappo). Mg/ A- chelli, tutti in rocchetto e cappa, a'soliti
squini patriarca di Costantinopoli e mg/ luoghi loro spettanti. Giunto il Papa nel
Cardelli arcivescovo d'Acrida, destinati presbiterio, fece orazione avanti l'altare
al libro e alla candela pel Papa, erano in papale, nel genuflessorio coperto di drap-
rocchetto, cotta e croce pettorale: il sa- po paonazzo, com'erano cuscini: altret- i

grisla vescovo di Porfirio, come religio- tanto fecero summentovati 6 cardinali,


i

soagostiniano, vestì la semplice cotta e la chel'aveano seguito. Indi il Papa passò


croce pettorale, ed eseguì alcune funzio- al trono di terza, ove trovaronsi i cardi-
ni. Vi assisterono ancora, oltre i cantori nali Riario e Gazzoli diaconi assistenti,

pontificii, i collegi prelatizi, meno gli av- vestiti (li pianeta paonazze piegale nel da-
vocati concistoriali, il prìncipe assistente vanti (veramente doveano vestire le dal-
al soglio, il magistrato romano, ed il mae- matiche), con iscarpe nere. Il maggior-
stro del sagro ospizio. Intervennero alla domo versò l'acqua per la lavanda del-
maestosa e insieme edificante funzione, le mani ì\q\ Papaj a cui presentò il pan-
ilcorpo diplomatico, la nobiltà sì roma- nolino, per asciugarle, il cardinal Mica-
na che estera, e molto popolo. Gregorio ra, più anziano tra'vescovi suburbicarii,
XVI dal contiguo palazzo Vaticano si avendolo ricevuto da mg.*^ maestro di ca-
recò nella basilica con mozzetta rossa di mera. Il cardinal Riario i.° diacono già
pannoela stola, con iscarpe e sandali pan- avea levato al Papa la stola e la mozzet-
nazzi (così consigliato per minor inco- ta, che gli aiutanti di camera presero e
modo, ma
doveva incedere senza sandali portarono alla credenza; indi il Papa fu
e con iscarpe di panno rosso), e per la vestito degli abiti pontificali paonazzi, por-
scala segreta entrò nella cappella del ss. tati more solilo^ come nel Pontificale,
Sagramento. Alla porla fu ricevuto da* compreso il fanone e il pallio, i guanti e
due cardinali assistenti e da* consagran- l'anello pontificale, e la mitra d'oro. I

di, tutti in vesti cardinalizie: il cardinal due cardinali vescovi assistenti vestiro-
Patrizi gli presentò l'aspersorio, ed egli no l'amitto, sul rocchetto (se il cardina-
segnatosi, lo presentò a'6 cardinali, e poi le è religioso sopra una piccola cotta), la

asperse gli astanti. Passò ad adorare il ss. stola e il piviale paonazzi, e mitre di da-
Sagramento chiuso nel ciborio, e da un masco bianco, 1 4cai'dinali eletti vesco-
lato con banco e cuscini paonazzi fecero vi assunsero l'amitto, il camice^ che fer-

altrettanto i Scardinali; il restante del sa- marono col cingolo, la stola e il piviale
ero collegio trovandosi già a'propri stalli, bianchi , con berretta rossa in testa. 11

cioè i cardinali sedevano disposti in que- caudatario del Papa era in cappa rossa;
sto modo. 1 vescovi suburbicarii ed i pre- quelli de'cardinali vescovi assistenti, de'
li banco a corna Evaugclli dell'al-
nel due cardinali diaconi assistenti, e de'
iare, diaconi in quello incontro; mentre
i vescovi novelli, sulla croccia aveano as-
quando il Papa pontifica nella stessa ba- sunto la cotta e la vippa: i caudatari de*
silica e siede sul trono grande, V ordine gli altri cardinali non funzionanti, vesti-
dei sedere regelandosi da tal soglio, è vi- vano la sola croccia (Qui seguirebbe la
ceversa. Kel medesimo presbiterio già vi postulazione de'4 vescovi eletti per essere
si erano portatigli uditori di Rota, col p. consagrali , che si farebbe in loro uo-
V E S VES 333
me dal vescovo assistente più anziano cìel glio tardi chemai il correggersi. Se si
collega iieir assistenza; ina facendosi la pondererà tutto quanto ne scrissi a de-
funzione dal Papa si onumise la postu- coro della Chiesa Latina , ho speranza
lazione).Quindi segtù la professione del- che si Iroveriinuo ragionevoli quesli miei
la fede e il giuramento de* 4 novelli ve- rilievi , che in apparenza destano ripu-
scovi (professione e giuramento emessi, gnanza), ascese all'altare (non l'incensò,
percliè quando il Papa consagra vesco- i perchè la messa fu Iella e non cantata,
dopo
vi, la loro preconizzazione si asten- per cui non cantò il prefazio, non fece
gono dal farli per non ripeterli), median- l'ostensione solenne dell'Ostia e del cali-
te lettura della formula, e il loro tatto del ce, come ne'ponlificali, e perciò neppure
testo degli Evangeli. Il Papa fece [)oi ad ri fu all'elevazione medesima il concerto
essi, scliierati innanzi al trono di terza, le delle trombe delle guardie nobili), men-
solite interrogazioni ed esame, a ciascu- tre al proprio altare i cardinali vescovi
na delle quali gli eletti risposero. Ter- assistenti condussero gli eletti, i quali ivi
minale, i caidinali vescovi assistenti con- deposti i piviali, indossarono(essendosi già
dussero i 4 novelli vescovi al bacio del calzati i sandali e le analoghe scarpe) la
piede e della mano del Papa , il quale croce pettorale, la sloia pendente, la tu-
ad ognuno duplice amplesso. Sceso il
die' nicella, la dalmatica, la pianeta, il mani-
Papa dal trono, andò a pie' dell' aliare, polo, tutto di color bianco; e poi l'ac-
ed avente a'Iati i 4 vescovi eletti die'piin- compagnarono all'altare pontificio, cioè
cipio alla messa, recitando l'introito e la dopo l'Epistola, per l'atto della consagra-
confessione, a cui essi rispondevano: i ve- zione. 11 Papa dettele orazioni e la col-
scovi assistenti ciò fecero co'loro cappella- letta pergli eletti, oltre l'Epistola, venen-
ni. Dopo la confessione il Papa stringendo do coperto di aiitra si pose a sedere sul
colla manosinistralaCr06'Cjt70/2/f7zV/<7(del- faldistorio avanti il mezzo dell'altare; ed
la quale assai riparlai ne' voi. XVllI, p. i cardinali vescovi assistenti, anch'essi co-
253, 254 e seg.jLI, p. 298, LXV, p. 160, perti di mitra, gli condussero ad uno ad
LXXIII, p. 370 e 374, LXXX, p. 216, uno gli eletti scoperti, a'quali disse il Pa-
non solamente per dichiarare cU' è sem- pa: Episcopumoporlet judicarcy inier-
plice senza l'immagine del Crocefisso, ma pretari j consecrare^ ordinare^ offerre,
eziandio per aver io contribuito, che in bapiizare et confinuarc. Indi invitò cir- i

questa consagrazione Gregorio XVI non costanti a pregare Diodi concedere la sua
adoperasse quella colla quale avea consa- grazia agli eletti, per l'utilità della Chie-
grato l'altare papale e la crocerà della sa. Allora il Papa si prostrò avanti il suo
basilica di s. Paolo, perchè falla alla gre- faldistorio, e lateralmente i consagrandì,
ca con 3 traverse, e perciò inservibile. sui gradini dell'altare nel lato del Van-
Pe'molivi che escludono ne'vescovi latini gelo, ossia a sinistra del Papa , indietro
l'uso della Croce con due sbarre, dichia- a'ioro sgabelli stando gli assistenti, e s'in-
si dovrebbe pure
rali ne'citati luoghi, lo cominciarono a cantare le Litanie. Que-
alfatto rimuovereper ornamento di Stein- ste nel terminarsi, il Papa si alzò, e te-
ini vescovili, arcivescovili ,
patriarcali e nendo colla mano sinistra la detta Croce
cardinalizi Ialini; dissi pure vescovili, per- pontificia, rivolto a'4 vescovi eletti pro-
chè alcun arcivescovo in partibus pro- strati disse loro: Ut hos praesctiU'S Eie--
mosso ad un vescovato o al cardinalato clos bene -^ dicere dignerh, !{;. Te roga-
conserva tal segno d'orgoglio orientale, mas a lidi tios. Vthospraesentes Elee lo s
inventato da' prelati orientali per depri- bene +tf dice re ^ et sancii^ flcare digne-
mere l'Episcopato Latino! Quindi tul- rìs. li». Te roganius audi Ul hos nos.
l'altro che imitarsi, dovrebbe abban-
lo si praesenles Elee Ics bene ^ san- dìcere, et
doQiire. Ma consuetudoj se erroneo, me- cii ^l^-
ficare, et conse -^ crare digneris.
334 V E S
R. Te roganius nudi nos. Xhveìtanio ri- nus istae de oleo sancti/lcalo, et chr\-
peterono, co'segni della berietlizione,i ilue smate sanctifLcationis^ sicut iinxit Sa-
caidinali vescovi assistenti. Dopo compi- muel David regeni et proplictani ita ,

te le litanie, parimenli dal Fapae da'con- unganlur et consecrentur. Quindi fece 3


cor)sagranli, gli eletti si alzarono e reca- volte colla destra il segno di Croce sopra
ronsi g«:n»f]t;ssi avanti il Pupa sedente sul ogni consagrando, dicendo: In nomine
faldistorio, il quale coll'aiuto de've«.covi Pa -^ Zm eie. Deus, et PaterDo/nini gìc.
nssislenti, pose sul capo di loro il libio Ogni consagrato congiunse le inani, le-
degli Evangeli, e poi co'niedesimi impo- nendo la destra sulla sinistra, e le pose
se ambo le inani sul capo de'consagian- sopra la benda di lino pendente dal col-
di , dicendo ciascuno: Accip e Spritiirn lo. Il Papa nettatosi il pollice colla mi-

SaiLCtum. Depostasi la mitra dal Papa, dolla del pane (qualora il bacolo non sia
disse l'orazione P/o/7//mre, poscia ilprefa- benedetto, il cotisagrante, deposta la mi-
zio proprio della consagrazione, lenendo tra, si alza e Io benedice con orazione e
)e inani stese avanti il petto. Indi l'ulti- acquasanta, indi riprende la mitra), se-

mo uditore di Rota, qual suddiacono a- dendo consegnò il bacolo pastorale a cia-


postolico, portò le bende agli eletti e le scuno de'consagrati genuflessi, che lo ri-
Jtgò a'Ioro capi. Inginocchiatosi il [*apa ceverono senza disgiuiigeie le mani fra'
senza mitra, e così tutti gii altri, intuo- diti indice e medio, pronunziando la for-

nòrinno: f^eni Creator Spiri tus etc. pro- mula: Accipe Daculum
pastoralis affi-
seguito da'cantori, essendosi alzalo dopo di. Il simile eseguì (qualora non sieno be-
ili." verso e coperto di mitra tornò ad nedetti, qui segue con orazione la bene-
assidersi sul faldistorio; depose l'anello e dizione degli anelli) cogli anelli vescovi-
i guanti, ri[)re5e l'anello, gli fu imposto li, che sedente a ciascuno pose nel dito
il grembiale, ed intinto il pollice destro anulare della destra, ogni volta recitan-
nell'olio del sagro crisma, unse a ciascu- do la farn)ola : Accipe Annuluni. Preso
no degli eletti genuflessi il capo, forman- poi il Parpa il libro degli Evangeli, coa-
do il segno della Croce per tutta ia chie- diuvalo da'vescovi assistenti, Io mise sul-
rica e dicendo: Ungatiu\ et consecrctur le proprie ginocchia, e lo consegnò a'con-
caput tuum, cocleiti benediclioiie^ i/ior- sagrali, quali vi posero le mani sopra
i

dine Pontificali j benedicendo poi sepa- non disgiunte, il Papa ogni volta ripeten-
ratamente ognuno tre volte con dire: la do la formola Accipe E\^angeliwn. Iodi
:

nomine Pa ^
tris, et Fi Hi, et Spiritas ^ il Papa, disse: Paxtibi. p^. Etcuni spirita

4tf Sancii. Amen. W Papa quindi si nettò f//o. Poscia ricevè al bacio i consagrati, gli
il pollice colla midolla del pane, e compi- assistenti pratii^ando altrettanto, ed essi

lo il canto dell' inno , deposta la mitra, risposero nuovamente col f^. Et cani spi-
si alzò e proseguì il prefazio: //oc. Do- ritu tuo. 1 consagrali quindi, accom[>d-
mine ^ caput cor uni in-
copiose in gnati da'due vescovi assistenti, recatisi al
fluat^iQ. Dopo intuonò l'antifona Un- : proprio altare, furono con midolla di pa-
gucntuni in capite etc, che fu prosegui- ne e pannilini nettati dall'olio santo (an-
ta da'cantori. Nel ripetersi , fu posta al ticamente si soleva spianare capelli coti i

collo de' consagrandi una benda di lino, pettine) nel capo, e si lavarono le ma-
e genuflessi, utio per volta, avanti il Pa- ni; que^tte pure lavandosi il Papa nel suo

pa sedente nel faldistorio e coperto di mi- faldistorio, dopo che un chierico di ca-
tra, riceverono da lui in ambe le inani mera gli pose il zinale di lino. L'acqua
r unzione col Sdgro crisioa in forma di ad esso sooiuiinislrò il maestro di cuuae-
Croce coU'mdice destro, facendo due li- la e il pannolino il maggiordooio, amba
nee dal pollice all' indice e nella palma incappo; a'quali cappellani comuni con-
i

delle mani, meatie diceva: [Jngantur ma- segnarono il bacile col boccale e il piallo
e-

VES VES 335


seguendo la ceremonia col -
cnì pannolino, ce il Pontificale Eonianum, delta V ora-
l'acconìpagno di due niazzieii ponlifjcii. zione: • Domine Jesu Cìirisle, per conse-
Il Papa proseguì la celebrazione della cralorem,eUonsecralum,cousecralus.'ic-
Diessa, intralasciala dopo il trailo o la se- cedilad dexleram consecratoris, et ambo
quenza, e la coni inno lino al l'offerì ori o, osculantur altare, tum consecratord.il pa-
allreltanto avendo fallo al proprio alta- cem consecralo, dicens: Pax iccuni. Cui
ici consagrali. Nell'olfeitoiio Papa po-
il respoudet consecratus : Et cuni spirilu
se nella patena l'Ostia grande, anche per tuo. Et dal eam assistenlibus, seniori pri-
comunicare consagrali, e nel calice lau-
i mo, tum alteri, siugulis dicens Pax libi. :

to vino, quanto fosse suflicienle per tulli. Et illi sibi respoodenl: Et ciini spirila
Dello rolferlorio, il P<ipa con mitra se- tuo. Deinde postquam consecrator Cor-
dè nel faldistorio avanti il mezzo deil'al- pus Domini sumpseril; non lotum San-
tare, ed allora si portarono a lui, accom- guinem sumil, sed solum partem ejus
pagnali da'vescovi assistenti, i consagrati, cum particola Hostiae in Calicem missa
e genuflessi ciascuno gli offri le oblazio- (L'ostia si suol fare più grande delle con-
ni, previo il bacio della n)ano, consisten- suete, secondo il numero de' vescovi con-
ti in due lorcie di cera, iu (ine pani, e in sagrandi. 11 consagratore comunica col-
si

due bariletti pieni divino. Queste presen- la metà dell'Ostia, in cui manca la parti-
tazioni i cardinali consagrali l'e^eguiro- cella messa nel calice, l'altra metà la di-

no per ordine d'anzianità di cardinalato vide in tante parti quanti sono i vescovi
(the ne'senjplici vescovi è determinala consagrati, e cor» esse li comunica). Et
dall'ordine della preconizzazione in con- priusquamse puriPicetj corainunicalcou-
cistoro), prendendo tali offerte dalle ma- secratum ante se in eodem cornn, capi*'
ni de' rispettivi maestri di camera o gen- le inclinato stantem, et non gennfleclen-
tiluomini ecclesiastici, vestili in abito tala- tem, prius de Corpore, tum de Sangui-
re. Indi il Papa si lavò di nuovo le mani, ne, ileinde purificai se, poslea consecra-
proseguì la messa colle orazioni prescriu tum. Tum abluil digitos super caliceuj,
le dal Pontificale Ronianu/::, a\cune es- et sumil eliam ablutionem, etassumptu
sendo proprie de' consagrali. Questi al- mitra, lavai manus ... Deinde dicto, Ile
l'elevazione slavano <2 connt£)a/\s7o/^edel- Missa est , vel Benedicamus Domino,
l'aliare papale, e dietro ad essi due car- i proul lempus requiril, consecrator diclo
dinali vescovi assistenti; mentre dall'al- iu medio allaris, Placcai, etc, accepta
tro lato erano il patriarca e arcivescovo ibidem mitra, si non sii archiepiscopus,
assistenti al Papa pel libro e la candela, et in sua provincia, slans versus ad al-

e dietro ad essi i due cardinali diaconi as- tare, popolo solemniter benedicit". La
sistenti. Il 2."mdestro di ceremoniefece ba- triplice benedizionesull'altar papale, nel-
ciare al Papa la tavoletta della pace, che la funzione che descrivo nel più imporr
portò quindi a baciare al cardinal i.° ve- tante, il Papa la die* tenendo la croce

scovo suburbicario, che passando la pace pontificia nella sinistra mano. Iodi si po-
con l'abbraccio al cardinale seguente, la se a sedere sul faldistorio avanti il mezzo

riceverono tulli i cardinali preti. Indi il con mitra, e se gli prostraro-


dell'altare
ceremoniere la portò a baciare al cardi- no innanzi genuflessi 4 cardinali consa- i

nal I
.° diacono, che la passò a quelli del- grali; ed alzatosi senza mitra con ora-^ ,

l'ordine suo,e indi posò l'istromenlo nel- zione benedì le loro mitre d'oro (se que-
la credenza. Papa, dicendo a ciascuno
11 ste, gli anelli, bacoli,iguanti sono sta- i

Pax teciint, die'la pace a'4 cardinali con ti in precedenza benedetti, non si ribe-
sagrali, i quali la passarono a'due cardi- nedicouo), aspergendole con acqua bene-
nali vescovi assistenti, e lo slesso Papa la detta. Piipresala mitra e postosi a sedere,
die' a'due cardinali diaconi assisleuli. Di- coadiuvato da'cardinali vescovi assistenti,
336 VE S VE S
il Papa impose la milra sul capo di eia* rio, rivolto verso il corna Epìslolae. Al-
scuuo de'consagrali, recitando la formo- lora ogni cardinal vescovo consagrato, co-
la analoga prescritta. Deposta nuoramea* perto di mitra e reggendo colla sinistra
te la mitra, in piedi (se non sono bene- il pastorale , stando a
Epistolae^ coma
detti, qui il consagrante con orazione be- alla loi o volta genuflessicantarono in 3
nedice e asperge i guanti) pose nelle mani diverse distanze, cioè in detto luogo, a-
de'consagrali i guanti, levatisi prima gli vànti il mezzo dell'altare, ed a'piedi del
anelli pontificali, parimente coU'aiuto de' Papa, sempre in tuono più alto, l'accla-
cardinali vescovi assistenti rimettendo
, mazione: Ad niullos annos. Gli baciaro-
poi gli anelli ne' diti anulari. Alzatosi il no il piede e la mano, e riceverono il du-
Papa e presi per la destra i consagrati, plice amplesso (cogli altri consagratori ha
ad uno ad uno gl'iiilronizzò ne' faldistori luogo soltanto il reci[)roco bacio di pa-
loro, collocali sul ripiano dell'altare a ri« ce); e quindi ciascuno die' il bacio di pa-
dosso del paliotto, consegnauda ad essi ce a' due cardinali vescovi assistenti , e
nella mano sinistra il bacolo: nell'intro- passando al proprio altare dissero 1' fi-
nizzazione di ciascuno de'consiigrati, il i." vangelo di 8. Giovanni altrettanto di- ,

e poi il 2.° de'cardinali vescovi assisten- cendo Papa al suo luogo. Finito d qua-
il

ti, li presero per la mano sinistra, con- le, il Papa si lenò al trono di terza, ove

tribuendo all'atto. Il faldistorio pontifi- deposti paramenti pontificali, e dopo la


i

cio era stato trasferito a corna Ex^ange- lavanda delle mani, il cardinal i.° diaco-
Hi, eda questo lato il Papa, levatosi la no gli rimise la mozzetta e la stola, pre-
milra, inluonò il Te Deuni laudainus^^ sentale dagli aiutanti di camera. I cardi-
proseguito da'cantori. Mentre cautavasi nali consagrati, ed i cardinali vescovi as-
l'inno, ilPapa restando in piedi nel det- sistenti, anch'essi si spogliarono a'propri
to luogo senza mitra, i due cardioali ve- luoghi delle sagre vesti. E fattosi da essi
scovi assistenti accompagnarono 4 car- i e dal Papa preghiere a Dio di ringrazia-
dinali consagrati in giro intorno la con- mento, colla recita dell'antifona: Triuni
fessione Vaticana, tutti coperti di mitra, pueroranij e col caotico Benedìcite, e col-
i novelli vescovi colla mano sinistra reg- le altre preci prescritte, si compiva la
gendo il pastorale, e colla destra compar- magnifica e commovente funzione. Do»
tendo la benedizione agli astanti, e po- pò di questo, i cardinali consagrati, in a-
scia tornarono a'Ioro faldistori. Termi- bito cardinalizio paonazzo, con Croce pel'
natosi il canto dell'inno, seguì quello del- forale scoperta sulla mozzetta (e scoper-
l'antifona: Firmetiir niaiius luas, in- ta da qualunque vescovo e in qualunque
tuonata dal Papa, il quale premessi con- i luogo devesi portare, non ostante l'erro-
sueti versetti, recitò 1' orazione; Deus o- nea e radicfita costumanza di tenerla na-
mniuni Jidelinni, Continuando il Papa a scosta in petto, onde Leone XII per ri-
stare in piedi senza mitra, tutti i cardi- muoverla non contento d'aver fat-
affatto,

nali consagrati, un dopo l'altro, fatto un to ristampare e diramare l'analoga let-


incliino al Papa', e tenendo colla mano tera o breve di Henedetto XIV , che lo
sinistra il pastorale , colla sinistra com- prescrive, ed io collo stesso Cine ripro-
partirono la triplice episcopale benedi- dussi nell'indicato articolo, a que'vesco-
zione in mezzo all'altare, cantandone le vi che a lui si presentavano colla croce
parole, dopo il Sit/ioiiieii Domini bene' pettorale nascosta, gliela scopriva con ti-

diclnm^ deponendo il pastorale per l'at- rarla fuori; soggiungendo essere , come
to di congiungere le mani e impartire al l'anello, precisamente il distintivo preci-
popolo la benedizione, premesso l'inchi- puo della dignità vescovile, e non letlere
no al Papa. Terminate le benedizioni, il affitto la giurisdizione d'alcuno. La Cro-
Papa riprese la mitra e sedè sul faldi:>to- ce pettorale, nella fuuzioue che descrivoj
1

VES VES 337


non sMmpone a'consagi andi dal consagra* regnante Pontefice Pio //Y ha fallo di-
tore,ma da un maestro di cereinonie. Della verse consagrazioni di vescovi, riferite al
Croce pellorale loineiò a ragionare nel suo articolo, fino all'epoca in cui fustam-
§ VII. Fra le benedizioni, nel Pontifica- pato;cioè nella cappella Paolinadel Qui-
le Eomaiuinìf vi è quella: De henecliclio- rinale, in ottobre 1847, "^S**^
Valerga in
ne Crucis pecloralis), si presentarono al Patriarca (F.) di Gerusalemme, e mg."
Papa e gli rassegnarono le più divolea- Ferrieri in arcivescovo di Sicla in par-
zioni di grazie. Gregorio XVl si restituì iibiiSj coll'imposizione ali. "del pallio do-
al contiguo palazzo a[>ostolico Vaticano, po la funzione, coU'intervento de'cardi-
ed i cardinali a'propri. Questa sagra fun- Fransoni pre-
nali palatini e del cardinal
zione durò due ore e un quarto. con- I fetto di propaganda fide; e nella cappel-
sagrali, dopo la consagrazione, presso il la Sistina, in maggio j85o, il cardinal

luogo ove la riceverono, danno un nobile Vaunicelli-Casoni in arcivescovo di Fer-


rinfresco al consagrafoie,agli assistenti e rara, mg. Gonnella in arcivescovo di iVeo-
"^

altri che fecero parledella funzione, oltre cesaiea in partibus^ e mg.*^ Charbonnel
gl'invitati; ma il Papa li dispensò, ed in- in vescovo di Toronto, assistito da mg."
i?ece nel palazzo Quirinale dal maggior- Luccìardi arcivescovo di Damiata, e da
domo fece convitare a decorosa meusa i4 mg.' Castellani vescovo di Porfirio e sa-

cardinali consagrati, i due cardinali vesco- grista, pel libro e la candela, icoosagran-
vi e due cardinali diaconi assistenti,
i i di avendo per mg.' Malthieu
assistenti
cardinali Macchi, Ostini, Dai berini eMat- arcivescovo di Desancon e mg." Morichi-
leì; mg."^ Asquini e mg.' Cardelli altri ,
ni arcivescovo di INisibi, coll'imposizione
assistenti, mg.*^ maestro di camera, mg/ del pallio al i.° dopo la funzione, alla
sagrista, due prinii maestri delle cere-
i quale intervennero i cardinali palatini.
monie, due comandanti le guardie no-
i Poscia il cardinal Anlonelli prefetto de*
bili , il foriere maggiore il cavallerizzo , ss. Palazzi apostolici, invitò a mensa lut-
maggiore, il capitano degli svizzeri, i
4 ti i nominati e altri personaggi. 11 Gior-
camerieri segreti partecipanti, il caudata- nale di Roma descrive le altre consagra-
rio, il crocifero, lo scalco segreto; ed in- zioni eseguite dal Papa Pio IX. Il n. 27
oltre il ministro del re delle due Sicilie, quella fatta nella domenica de' 2 i no-
i fratelli de'cardinali Cftgiano e Clarelli, vembre 852 1 nella cappella privala ossia
il Zuppani camaldolese, ed il ba-
p. ab. segreta del Vaticano, di mg." Vincenzo
rone Henrion distinto lellerato francese. Spaccapietia napoletano, della congre-
Le particolarità che ho riferite sulla con- gazione della Missione, eletto con breve
sagrazione de'vescovi, massime per quella pontificio vescovo d'Arcadiopoli in par^
ripiodotta dell'eseguite daGregorioXVI, tihiis e vicario apostolico nell'Antille, col-
mi dispensano da apposita descrizione;im- r assistenza di mg." Macioti arcivescovo
perocchè il ceremoniale de'vescovi fu to- di Colossi elemosiniere coadiutore e il sud-
talmente preso dagli usi e dallo stile del- detto mg." Castellani, e l'intervento del-
la cappella pontificia, ommettendosi i ri- la camera segreta: compita la consagra-
ti propri de'Papi e della curia romana. zione, il Papa ascoltò la messa ietta da
La cappella papale poi in lutto e per tul- un suo cappellano. Il n.i io deli 855 de-
io si attiene alle rubriche de' libri litur- scrive la consagrazione eseguita a'i 3 mag-
gici, meno ne'rili specialmente prescritti gio nella chiesa parrocchiale diCastelGan-
al Sommo Pontefice. 3JiUalis nnitandis, dolfo, di mg." Francesco Paolo Lettieri
\e ceremonie de'Papi nella consagrazio- di Foggia in vescovo di s. Agata de'Go-
ne de'vescovi, nella sostanza sono egua- li, assistendovi il nominato mg." Macioti,
li a quelle del Pontificale tlomamini: De e mg." Palermo vescovo di Porfirio e sa-
Co/isecralioue Eltcliin J^piscopum. — Il grista. V'intervennero il cardinal Patrizi
-

338 V E S V E S
TescoTo d'Albano, il cardinal Antonelli Firenze , mg.' Giuseppe Tar^oni pure
segretario di slato, la corte pontificia, e di Prato vescovo di Volterra, mg.' Lui-
)a magistratura municipale del luogo. gi M." Paoletti di Volterra vescovo di
Poi maggiordomo convitò
il perso* i Monte Pulciano, e monsignor Gioacchi-
«aggi mentovati. Il n. 53 del i856 ri- i no Anionielli di Faella vescovo di Fie-
porta consagrazione fatta nella cappel-
la sole. Il granduca Leopoldo II e tutta
la Paolina de! Quirinale a* 6 luglio, di l'imperiale famiglia granducale, l'arcidu-
mg." Alberto Barbolani elemosiniere in ca Carlo d'Austria, i reali conte e con-
patriarca d'Antiochia, di
mg.' Salvato- tessa di Trapani, v'intervennero in pri-
re Nobili Vitelleschi (commendatore di s. vato, così il corpo diplomatico e la no-
Spirito e destinato nunzio a Napoli, il che biltà. Il Papa fu assistilo dal sunnomi-
non si effeltuò) in arcivescovo di Seleu- nato mg.' Franchi, e da mg.' fr. Giulio
cia, di mg.*^ Vincenzo Massoni nunzio al Arrigoni de'minori osservanti di Derga
Jjrnsile in arcivescovo d'Edessa, di mg."^ mo arcivescovo di Lucca. Finalmente si'
Alessandro Franchi interounzio aposto- apprende dal n. 166 del Giornale di lìn-
lico di Firenze in arcivescovo di Tessa- ;;?/7, che a'22 novembre iSSy, Pio IX
lonica, di mg.*^ Flavio Chigi destinato qua- nella cappella Sistina consagrò in arcive-
le ambasciatore straordinario ad assiste- scovo d'Edessa mg.' Gustavo de'principi
re alla coronazione d'Alessandro li im- Hohenloheelemosiniere, assistito da mg.'
peratore delle Russie, in arcivescovo di Cardoni vescovo di Carisio e presidente
Mira, e di mg.' Antonio Alberani in ve- dell'accademia ecclesiastica, e da mg.' Ma-
scovo con giurisdizione di Monte Feltro. rinelli vescovo di l^orfìrio e sagrista, alla
Assisterono il Papa i detti prelati Macio- presenza di cospicui personaggi. — Di so-
li e l'alermo, e v'intervennero, oltre i car- pra parlai delle consagrazioni di vescovi,

dinali palatini, il cardinal Brunelli, e al- che si fanno in Roma da'cardinali vesco-
tri distinti personaggi e membri del corpo vi suburbicarii, o dell'ordine de'preti ma
diplomatico. Narra 37 del i SSy, che il il n. insigniti della dignità vescovile, coli' in-
Papa Fio IXjdopoaveiea'aG gennaio con- tervento della guardia svizzera e d' un
sograto vescovo di Cibistra o Cibystri mg.' mazziere del Papa, e la direzione de'mae-
Guille.'nin, prefetto apostolico di Quang- stri delle ceremonie pontifìcie: pel nume-
long, zelanlissimo e intrepido missiona- ro de'consagrati a un tempo ricorderò al-
rio, fra'mollissimi che tanto onorano l'il- cuni esempi. M'istruisce il o. 1794 del
lustre clero di Francia; indi a'5 febbraio i Diario di Rornaùeìiji^'ì, che il cardinal
nella cappella Sistina del Vaticano con- Zelada de! titolo di s. Martino e segreta-
sagrò in vescovo di Cliflon mg.' Gugliel- rio di stato, all'altare della Cattedra di
mo Clifford, assistito da mg.' Giorgio Er- s. Pietro nella basilica Vaticana consa-
ringlon arcivescovo di Trebisonda e coa- grò nella I." domenica di marzo quindici
diutore di Westminster, e da mg.' Gia- vescovi, preconizzati nel concistoro de'27
como Cailles "ià vescovo di Locon. In- febbraio da Pio VI. E che contempora-
tervennero alla funzione lord Clilford pa- neamente il cardinal Valenti del titolo
dre del consagralo, il fratello di questo de'ss. Nereo ed Achilleo, nella chiesa di 9.
distinto ufliziale inglese, e grandissimo Carlo al Corso consagrò dieci vescovi, pro-
iiuroerodi personaggi. 11 n. 192 dellostes- posti nel detto concistoro; mentre il car-
S01857 ^'acconta come il Papa trovando- dinal Corsini vescovodiSabina, nella chie-
si in Firenze, nella raelropolitana di s. sa dis. Ignazio consagrò cinque vescovi

Maria del Fiore, vagamente addobbata, promulgati nello slesso concistoro. Tro-
a'23 agosto vi consagrò solennemente 4 vo nel o. )8o4 del Diario di Roma del
pastori recenti toscani, cioè mg.' Gioac- menlovato 1792, che il cardinal Zelada
chino Limberti di Piato arcivescovo di ael medesimo altare della Cattedra di ».
,

V E S VES 339
Pietro consagrò nel mese d'aprile alili dia /Innù'er.faria. Il vescovo Pompeo
qiiimlici vescovi promossi nel concistoro Sariielli, jCr//erp Kcclesìafilichej t. 2, ver-

de'26 marzo; ed in paritempo il dello so il fi ne, le i\o9 Epistola Pastorali s Pa-


cardinal Valenti nella memorala chiesa cifica, dirette al suo clero e popolo di Bi-

di s. Carlo consagrò Di piùsei vescovi. sceglia, cioè la i." nel giorno dell'elezio-

apprendo dal n.1826 del Diario di Ro ne, la 2." in quello di sua consagrazionej

ma del ridetto 7C)2,cheil cardinal Zelada


i Dtlectisaimis in Chris lo Fratribus, et
nell'altare della Cattedra di s. Pietro, in Filìis^ Clero et PopidoFigiliensibus, Sa-
lina domenica di giugno consagrò otto luteni et Benedirtionrni in Domino seni-
vescovi proposti nel concistoro de'i8. Ri- piiernnni. Antichissima è poi la lodevo-
cavo dal n.i4oo del Diariodi Roma del le pratica ne'fedeli in celebrare l' Anni-
1797, che nella festa di s. Tommaso a- versario dtdla consagrazione del Fé-
poslolo il cardinal Loren7ana consagrò srovo (^^.), in cui dissi come regolare la

\*x\ suo titolo de'ss. XII Apostoli sei ve- messa propria ch'è nel messale romano;
scovi; il cardinal Somaglia del titolo di e s. Carlo Borromeo desiderava che an-
s. Sabina e vicario di Roma, in s. Igna- co lutti i preti facessero l'anniversario
BÌo ne consagiò otto; il cardinal Valenti di loro Ordinazione, come rilevai pu-
vescovo d'Albano, in s. Maria in Valli- re nel voi. XLIX, p. 71. Dice il IMa-
cella consagrò il vescovo di Sora; il car- gri , Notizia de vocaboli ecclesiastici^
dinal Doria del titolo di s. Pietro in Vin- in quello di Episcopus, che solevano tulli

coli, nel la basilicaVaticana consagrò quat- i vescovi, come


Papa col-
oggi costuma il

tro vescovi; ed il cardinal York nella sua V Anniversario della creazione^ consa-
cattedrale di Frascati, per ispeciale in- grazione e coronazione (^^.), celebrare
dulto apostolico, consagrò l'arcivescovo di con grandissiuìa solennità il giorno della
Cliieli. Narrn
il u. 71 del Giornale dì loro ordinazione, chiamala da' greci i'^e-
Berna i852. che a'28 marzo il car-
del sla^ da' latini Natalis Ponti fi cuni, da
dinal Patrizi vescovo d'Albano e vicario s. Leone I, Nalalitius dies, ovvero A/i-

di Roma, nella basilica de'ss. XI Apo- 1 ima festa Pasloris, il qual Pontefice per
stoli consagrò cinque vescovi: il n. 278 un allo di profondissima umiltà chia-
del 1854, che nella 1.' domenica dell'Av- mò il dello giorno, Servilutis noslrae
vento il cardinal Corsi arcivescovo di Pi- natalitiuni dieni. Da s. Ambrogio, Na-
sa, nella della basilica consngrò quattro talis Sacerdotii; da s. Agostino, Dies
vescovi: ed il n. 5o del 1859, che nel-
/ soleninis Episcopalns^ e Dies Anniver-
l'ultima domenica di giugno il cardinal sariìis ordinationis j da s. Ennodio,Z?/e5
Ferretti vescovo di Sabina, eguahiìente dedicalionis j da s. Gregorio di Touis,

nella basilica de'ss. Xli Apostoli consa- Solemnitas natal'.tiij da s. Pier Criso-
grò quattro vescovi. Nella stamperia ca- logo Festa natalitia. Era tanto ce-
,

merale vi è la Nola delle propine e ri- lebre quest'anniversario, che veniva pa-
cognizioni dovute da ogni vescovo nel ragonato alle prime feste della Chie-
giorno della consagrazioue,che ascendojio laonde dice Anastasio Bibliotecario,
sa,
a circa scudi cinquanta. Parlando d^lle parlando della basilica Vaticana, nella
Lettere pastorali e della Paslomlr^óh- vita di Adriano I: Consliluit, ut qua-
si in que' due articoli, quanto riguarda fuor vicibiis in anno ipsum phariini ac-
quella che il nuovo vescovo dopo la sua cenderent, idest in Nalivitalis Domini
consagrazione indirizza al clero e al po- in Paschae, in Natali Apostoloruni, et.
polo del gregge affidalo al suo governo, in Natali Pontifìcis. Inoltre s* invitava-
d'istruzione ed esortazione, ed in cui ma- no in Roma tutti gli altri vescovi cir-
nifesta il suo animo. Può vedersi il citalo convicini, con altri personaggi dotti e di
Cao celi ieri, Ordinationis ss. AntisUtum giao uomiuauzaj e eoa tale occasione si
bb^UòJ
340 V E S VE S
tialtavano i negozi delle Chiese. Tratta ripetè Gregorio IX nella decretale I. i

il Satnelli nel t. 2, lell. 1 1 : Quanto sia de Tranci, Episcopi^ til. 7. Questo spos
forle legame delle Ordinazioni ^ech\si-
il lizio si contrae nell'elezione, si ratific
ma Papa Ordinarìus Ordinariorwn.
il nella confermazione, si consuma nella con
Ragiona il Nardi, De ParrochiytìeXwW' sagrazione. Il 4.''concdio milanese cel
jSoio che ha il vescovo col vescovato, da bralo da s. Carlo nel 1576, comatìda eh
non poterne Rinunzia {^f\),^o\c\\è
fare il vescovo porti sempre l'anello in cai
Io stalo di perfezione, oltre requisiti che i e in pubblico, in diocesi e Ìkxov\^uI perpi
vuole, richiede per principale il voto di tuo se Ecclesiae suae Sponsuni meniint
perpetuila; ed un vescovo deposto, se si ril. Altrettanto prescrisse il concilio (

1 imette nel vescovato, non si consagra di Tolosa nel i 59 i . Chiunque si comuni


nuovo, rimanendogli la podestà dell' or- dalle mani del vescovo, prima bacia il

dine. Lo Sposalizio spirituale e vescovi- lui anello, siccome dsuo principale orna
le del vescovo colla sua Chiesa, lo dice mento, e poi riceve la sagra particola, i

vincolo più forte di quello del matrimo- ciò in segno di soggezione, e di conoscer-
nio; e com'esso perpetuo e indissolubile, lo per legittimo padre e pastore (il Ba^
e perciò dal Papa non se ne ammette fa- ciò dell' anello , come dissi in quell* ar-
cilmente il divorzio o ripudio, se non do- licolo, vuoisi anche surrogato all' antico
pò maturo esame delle cause determinan- bacio della sagra particola, ed a'tempi di
ti alla rinunzia; al Papa pure spettando s. Gio. Crisostomo, come leggo nella sua
assolvere da tale vincolo nelle IVaslazio- liturgia, si baciava la mano del vescovo
ni ad altri Fescovati^ o per deposizione, che comunicava : l' anello vescovile inol
Papa Clemente II, eletto nel I 04.6, chia- tre si bacia nel riceversi la cresima e
mò sua dolcissima sposa la chiesa di Dam- Abbiamo di Francesco Scipione Don
berga, per non averla mai abbandonata, vescovo di l*adova. De more osculan
benché elevato alla Sede apostolica, pel Annulum Episcopalem, Palavii 1809))
matrimonio spirituale contralto con essa Per tutto questo, fin dal i.° secolo dell
nella consagrazione. Molti hanno tratta- Chiesasi è semprechiamata vedova la dio
to dello sposalizio del vescovo colla chie- ce«i mancante del pastore, perchè l'unico
sa sua, massime s. Cipriano, i Padri del sposo legittimo di sua chiesa è il vescovo
concilio d' Alessandria del 829 o 339, i (l'anello io portano gli abbati regolari
Papi s. Siricio, s. Innocenzo l,e s. Gre- per privilegio, per una certa somiglianza
gorioIjS. Girolamo, Graziano ec. Il mairi- che hanno co' pastori: lo portano anche
monio del vescovo colla sua chiesa è un molli canonici, ma senza gemme, come
voto perpetuo, solenne e proprio del solo partecipanti alla cura pastorale, all'ester-
vescovo, e come sposo riceve l'anello, m si- na giurisdizione, al deposito dell' aulori-
gnuni nupliarum foederis,e lo porla non là vescovile in sede vacante). Vedasi Sta-
nel ditoanularedella sinistra come lespo- Socolovio, n/7;^s
ni.slao Soco\o\'ìOt de
Rilus r/e Consecralione —
se eìallri secolari, ma nel ditoanularedella Episcopi, Ixomae i6o4- Cristiano Lup«|
desitra colla quale benedice, e Hi tanti al- Dissertatio de Consecratione Episcopo-
ti sublimi (li religione (riparlerò di que- rum per Romamun Pontificem. L' llal-
stoornamento vescovile nel § VII); ma- lier. De sacris Elcclionibus et Ordina-

trimonio che non si scioglie per umana tionibus ex antiquo et uoko Ecclesiae
podestà, ma solo per divina, come dice usuj ei\ il Uoccaberti, BibLiotheca Ponti-
Innocenzo ni, nel Jus canonico, cap. //i- ficia. Quanto alle oblazioni de' novelli
lercorporalia,de Translat.; tììaU-ìOìomo^ vescovi, Troilo Malvezzi, De Oblalwni*
come soggiunge il medesimo, che ha un bus^ Bononiae 1487.
vincuium forlius quam carnale^ ciò che (Continua nel volume seguente
^uente). J
FINE DEL VOLUME NOVANTESIMOQUINTO.
BX 841 .M67 1840
sncR
fioroni
, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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