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NATALE ROMANO: SATURNALIA, SOL INDIGES E SOL INVICTUS, LE

ORIGINI DEL CULTO DEL SOLE

DI MAX BERGER

La Festivitadel Natale, per i Romani, si articolava in 2 fasi, legate al


culto dei divinitaimportanti di provenienza italica.

Possiamo sintetizzarle in 3 punti:

1) Saturnalia

Erano le feste legate alla figura del dio Saturno, tra il 17 ed il 23-24
di Dicembre, dove riti sacri, banchetti, e culti agresti si
mescolavano, giungendo a volte fino a diventare orgiastici.
Danze, invocazioni, offerte alle divinitactonie (del sottosuolo od
infere), che si credeva fossero libere di vagare sulla terra, e creando
cosilinverno arido.
Per placarle, si offrivano doni, si facevano libagioni, si cantava e
danzava, in modo quasi sfrenato, per inneggiare alla forza della
vitalita. Chiaro esempio di culti e credenze di tipo contadino, e
pastorali, agresti, che vedono nella stagione invernale un momento
di buia transizione, una fase temporale e climatica, nella ciclicita
della vita.
Ci si scambiava doni augurali, che potevano essere monete come
oggetti o alimenti, definiti "strenae", parola di probabile origine
sabina, che M. Terenzio Varrone correlava alla figura del re sabino
Tito tazio, ed alla sua offerta alla dea Strenia, rappresentazione del
nuovo anno, della salute e del benessere naturale(M.T.Varrone, De
lingua latina 5.47), il cui "sacellum" (tempietto sacro) e bosco sacro
("lucus") erano posti sulla Via Sacra di Roma (Sesto Pompeo Festo,
290).

2) Sol Indiges

A Saturno, seguiva il culto ad una figura patrona della vita, Sol, con
riferimento al chiaro momento in cui il solstizio si manifesta in modo
piuevidente.
Veniva appellato "Indiges" del cui vero significato, forse di origine
sabellica, non vi eancora certezza. le cittalatine appellavano
Juppiter (Giove) col titolo di Indiges, come i Romani facevano con
Enea, a cui legavano la loro discendenza.
Ecerta perolaffinita al culto di Usil etrusco*, Ausil sabino, e
persino Sol dei popoli Germani, mostrando una matrice comune di
tipo indoeuropeo.

Varrone menziona Sol Indiges come una delle 12 principali divinit


agricole /M.T.Varrone, De re rustica I, I, 5)

A Roma, Sol aveva un tempio sul Quirinale vicino al tempio di


Quirino. Quintiliano lo descrive come un pulvinar (Quintiliano,
Institutiones, I.7.12. ), un luogo dove una divinit intrattenuta
mediante un banchetto (ad lectisternium). (vedi anche Paulo, 23;
Varrone, Ling. Latine, 5.52).
S.Agostino lega la comparsa del suo culto alla figura di Tito Tazio, e
dunque alla fusione di elementi sabini il neo-nato popolo latino-
romano (Agost., de Civ. Dei, iv. 23)
Che Varrone riprende, descrivendo:
" I Sabini si stanziarono sul colle Quirinale, e li Tito Tazio pose tra
gli altari sacri, lara dedicata a Sol" (Varro, Ling. Latine 5.74.).

A Sol era dedicato un bosco sacro a Lavinio, probabilmente la sua


sede originale. C'erano anche santuari locali a Sol Indiges nelle
zone rurali di Sabinium, Sannio e l'Etruria.**

Giaprima della Repubblica, il culto del Sol Indiges era un gentilicum


sacro legato alla gens Aurelia (originariamente Sabina --> gens
Auselii--> sabino Ausil, con il significato di oro, dorato), che
sosteneva la propria discendenza dal dio Sol. e sovrintendeva al suo
culto (S. Pompeius Festus, Lib. I; M.T.Varrone, De lingua latina I).

Come veniva adorato Sol, cosiera la sua controparte femminile,


Lunia, la Luna. Anticamente, Sol sembra essere stato il dio dell'anno
agricolo. Ai tempi della Repubblica, il culto del Sol Indiges si un con
quella di Luna/Lunia, la luna. I sacerdoti sono in genere attestate sia
come Solis et Luniae.

Sol e Luna condividevano il Templum Solis et Lunae, un santuario


(Aedes) nel Circo Massimo. I due erano patroni delle corse (cnfr.
con la coppia germanica di Sol e Mani, che si alternano, riconcorsi
dai 2 lupi, in un ciclo continuo;e confronta con la placca raffigurante
il dio Usil, della famosa biga di epoca regia, da Roma, citata al I
asterisco nel seguente articolo ). Augusto istitui un importante
monumento solare, l'obelisco di Ramses II portato da Eliopoli, sulla
spina del Circo Massimo, probabilmente sull'asse del templum.
(Plinio il Vecchio, Hist.Nauralis, 36.71; Ammiano Marcellino, 17.4.12.).
Un epigramma citato da Cicerone dimostra che il sole che sorge
veniva salutato ogni mattina.
Epigramma di Q. Lutatius Catulus, citato da Cicerone, De natura
deorum, I, 28, 79: Constiterum exorientem Auroram forte salutans
cum subito a laeva Roscius exoritur . . . ) La preghiera doveva
essere pronunciata, mentre si pregava, posti di fronte ad est.
" Ortus, ad orientum .."
(Servius, Ad Aen. XII, 172)

La figura di Sol venne spesso associata, sin dagli albori, a quella di


Giano, (Janus --> Januarius--> Gennaio) altra divinita italica, ed alla
sua controparte femminile Giana (Janua), spesso visti come sole e
luna, in coppia. come ci fanno sapere Macrobio (Macrobius
Saturnalia i. 9) e Cicerone (Cicero De Natura Deorum ii. 27).

Per un certo periodo, su influenza ellenistica, la figura del Sole


venne associata idealisticamente allimmagine del greco Apollo,
simbolo della luminositae della salute, come delle arti.
Ma fu SEMPRE PRESENTE TRA LE DIVINITADEL PANTHEON
ROMANO SIN DALLE ORIGINI DI ROMA, COME APPUNTO lorigine
della GENS AURELIA-AUSELIA, di origine sabina, ci illustra .

3) Sol Invictus

Verso gli inizi dellimpero, la figura dellimperatore venne idealmente


associata a quella dello splendente Sol, e dunque cosiavvenne per
virtutitolari dellimperatore (Pius, Felix, Invictus)
Forse su esempio egizio, un primo tentativo venne fatto da Caligola
(37-41 d.C), come monete fatte da lui coniare dimostrano, dove l
imperatore eritratto con la testa adornata di corona radiata.
Ma si dovraaspettare limperatore Eliogabalo (218-222 d.C),
discendente, da parte di madre (Julia Soemia), delle imperiali
sacerdotesse di Emesa, legate al culto del Sole, per un secondo
tentativo di rimaneggiamento e sincretismo, a cui appunto si
aggiungono aspetti di chiara tradizione orientale.

Nel mentre, importato dalle legioni di istanza in territori orientali, il


culto del solare Mithra, si mescoloal precedente culto del Sole,
divenendo peropiua carattare esoterico e privato, settario,
secondo le abitudini orientali.

E infine giunge limperatore Aureliano (270-275 d.C), che istitui in


modo chiaro il culto del Sol invictus, come ben conosciamo, e cosi
facendo, appare come.. "chiudere il cerchio" attraverso il nome
della gens Aurelia..

* Usil citato da uno specchio proveniente da Vulci, figurato come


un giovane stante tra Aurora e Nettuno; citato anche tra le divinita
graffite sul fegato cerimoniale da Piacenza; raffigurato sulla
cosiddetta "biga di Roma", da Roma vecchia, su di una placca di
bardatura equestre, come un giovane alato con testa raggiata,
ricostruito da Pazzaglia Ida Visconti, 1796, tavola b (vedi Carri da
guerra e principi etruschi: catalogo della Mostra : Viterbo, Palazzo
dei Papi, 24 maggio 1997-31 gennaio 1998,
Adriana Emiliozzi, pp 192-193)

**Lavinium. Scoperta del santuario di Sol Indiges


La ripresa delle attivit di scavo della missione archeologica a
Lavinium (attuale Pratica di Mare, Comune di Pomezia), diretta da M.
Fenelli e coordinata sul campo da A.M. Jaia (Facolt di Scienze
Umanistiche), ha interessato larea del Santuario di Sol Indiges,
localizzato nella zona dellattuale Torvaianica, ed indicato dagli
antichi come il luogo dello sbarco di Enea. In questa prima
campagna di scavo si sono individuati i limiti dellarea sacra, una
grande piattaforma porticata su tre lati, e sono state rimesse in luce
le strutture di un grande tempio in opera quadrata (m. 20x30 circa)
databile al IV-III sec. a.C., con attestazioni di fasi edilizie a partire
dallafine del VI sec. a.C.
Lindividuazione del santuario, posto a controllo dellaccesso dal
mare alla laguna costiera di fronte a Lavinium, dove sorgeva lo scalo
portuale della citt, permetter di approfondire le tematiche relative
ai diversi aspetti del mito di Enea nel Lazio. Il santuario, insieme
allHeroon di Enea, costituisce il secondo luogo troiano riportato in
luce dagli scavi condotti dallUniversit degli Studi di Roma La
Sapienza a Lavinium.

fonti:

A.M. JAJA, Il_santuario di Sol_Indiges e il sistema di_controllo della


costa laziale nel III secolo a.C

JAJA, MOLINARI, TWO DEPOSITS OF AES GRAVE. FROM THE


SANCTUARY OF SOL INDIGES AT TORVAIANICA.
Carri da guerra e principi etruschi: catalogo della Mostra : Viterbo,
Palazzo dei Papi, 24 maggio 1997-31 gennaio 1998,
Adriana Emiliozzi, pp 192-193
Gaston H. Halsberghe, The Cult of Sol Invictus (1972)

Robert L. Porter, "The Republican Aurelii" (Princeton Univ., diss.


1968)

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