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A l l a r i c e rc a
del SE’ Anno III
Dicembre
2016
N.12
A LLA RICERCA
DEL SE’
intuizione della conoscenza e conoscenza dell’intuizione
SOMMARIO
ACCENNI SULL’ANIMA E SUL NOSTRO METODO - S... G... H... S... G... M... - pag.3
Redazione
Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48121 Ravenna
2
ALLA RICERCA DEL SE’ - Dicembre 2016
A ccenni sull’anima e
vista, proverò a proseguire la disserta-
zione utilizzando come riferimento di
base, il termine generico di “anima”(tra-
lasciando per ora riferimenti ad indica-
sul nostro metodo zioni egizie come ad esempio: Ab, Ka, Ba, Akh,
Il S. . .G. . .H. . . ecc. o a quelle ebraiche come Nefesh, Ruach,
S. . .G. . .M. . . Neshamà, ecc.), quindi supponendone contem-
poraneamente (magari anche grossolanamente),
E ’ frequente trovare nei suggerimenti sim- sia una identificazione “carnale”, che una “divi-
na-santa”, comunque per lo più in una sorta di
bolici, tipici di un percorso Tradizionale, indica- conflitto tra loro.
zioni rispetto a qualche cosa che dovrebbe mori- Per entrambe, gli attributi, i “rivestimenti”
re, eclissarsi, rigenerarsi, per consentire ad sarebbero evidenziati e riconoscibili, in partico-
un’altra realtà di sorgere, di evolvere, di creare lare, attraverso pensieri, parole, azioni.
nuovi equilibri, finalizzati ad un mutamento In esclusivi ambienti tradizionali, si trova un
dello stesso stato dell’essere, proiettato ad un accenno molto interessante in merito alla stret-
divenire spiritualmente sempre più vicino alla tissima relazione tra l’anima carnale ed il san-
Luce del Creatore. Di solito tali affermazioni gue, ma anche con una parte del cuore a cui di
sembrerebbero essere riguardanti l’evolversi di solito vengono associate le emozioni, che così
una ipotetica personalità profana, in una spiri- diverrebbe il centro di quest’entità completa che
tuale, oppure l’identificarsi, in diversi momenti, si integrerebbe anche con componenti intellet-
in ciò che genericamente si descrive come il tuali ed astratte.
corpo, l’IO, il Sé, la pietra occulta, l’anima, la L’anima carnale si manifesterebbe in molte for-
santità, ecc. . Di qualsiasi cosa si possa trattare,
come ad esempio quell’esperienza descritta
dalle tre policrome sequenze alchemiche,
non credo che risulti essere facile per nes-
suno tentare di spiegarla, anche avendola
“intuita, percepita, sperimentata” in qual-
che modo; ovviamente questa della speri-
mentazione, percezione (almeno minimale)
è una condizione auspicabilmente indispen-
sabile, altrimenti si tratterebbe di disserta-
zioni conseguenti ad atti di fede tipici per
coloro che seguono una via mistica-religio-
sa oppure di semplici congetture, più o
meno fantastiche, spesso neanche persona-
li, ma derivate da elementi culturali presi
semplicemente a prestito.
Ad ogni modo, tutte le informazioni, le leg-
gende, le analogie simboliche sembrerebbe-
ro suggerire, sia un’esistenza temporanea,
materiale, carnale, che un’altra in differen-
ti ambiti, senza quei condizionamenti.
Al fine di evitare una contemporanea, com-
plicata, proiezione su molteplici e diverse
Essenza animica carnale - digital art
rebbe quindi di una sorta di energia vivi- gna il concetto di auto creazione e di rea-
ficante della vita fisica. lizzazione di sé stesso, tendendo a chiu-
Sarebbe prevalentemente istintuale. dersi completamente in quei gusci pro-
Come per il sangue, il suo asse e il suo tettivi, che contemporaneamente sono
motore sarebbero in una parte del cuore e si irra- anche fonte di grandi guai, che i kabbalisti defi-
dierebbe attraverso il corpo, andando fino al niscono Kelipot e che nella simbologia massoni-
cervello dove si svilupperebbe edificando una ca possono risultare ben rappresentati dalla
struttura logica al cui interno opererebbe e si benda che avvolge gli occhi del postulante
realizzerebbe. durante le cerimonie iniziatiche in diverse
Però, il cervello sarebbe anche l’ambito ove camere del nostro Rito.
risiede l’intelletto con le sue facoltà, le sue fun- Ovviamente, il pensiero collegato al Sé dell’ani-
zioni percettive, e soprattutto con le predisposi- ma-santa non si limita a rinunciare alla superba
zioni alla consapevolezza. enunciazione di una presunta auto creazione, ma
Da ciò, si potrebbe pensare che l’anima-divina anche al riconoscimento che nulla di tutta la
anziché risiedere nel sangue come l’altra mate- creazione gli appartiene.
riale, specifica per il contatto con il corpo e con Ne deriverebbe che un elemento di saggezza, di
il pulsare della vita nella materia, sia allocata sapienza, potrebbe sorgere dalla reale capacità
nel cervello con facoltà di “coscienza”. di porsi in modo ricettivo empatico, rispetto a
Si potrebbe conseguentemente intuire che l’IO ciò che si trova fuori e dentro di sé. Qualcuno,
collegato al sangue e ad una parte dell’elemento attraverso un’ipotesi interpretativa, avrebbe
cardiaco concepirebbe esclusivamente sé stesso associato la stessa sephirah identificata col
come meta ultima di ogni desiderio. nome di Chokhmah (la più elevata dopo Keter)
Differentemente, il Sé cerebrale dell’anima- al potere di essere completamente ed umilmente
divina avrebbe la facoltà di per-
cepire, assorbire empaticamente
anche ciò che fosse fuori di sé
stesso.
Si arriverebbe così a dedurre che
la base di ogni percezione sareb-
be progressivamente realizzabile
a seguito del superamento dell’e-
gocentrismo derivato dall’IO del
cuore che, tutto preso dai suoi
bisogni, non è in grado di perce-
pire e soprattutto accogliere alcu-
na verità oggettiva che sia oltre al
suo stretto punto di vista.
Per questo motivo, negli ambiti
di cui ho accennato sopra, si ipo-
tizza la dimora dell’anima-divina
in connessione con il cervello,
dove si può concepire il sacrifi-
cio di sé per dirigersi verso un’al-
tra realtà più elevata. Il tutto tra-
mite una sorta di auto negazione
dell’individualità, inconcepibile
per l’IO che al contrario propu- Belisario chiede l'elemosina - Jacques-Louis David, 1781
ricettivi della Luce Divina, divenendone persona, quindi anche dalla kelipah, o
i semplici servitori. sempre simbolicamente dal velo, benda
Si potrebbe quindi supporre, in sintesi, di cui sopra.
che l’anima-divina risieda e venga preva- A seguito di questa ipotetica non unicità
lentemente manifestata nella mente da cui, del centro cardiaco, si potrebbe iniziare ad intui-
allorchè sia rivestita dalla consapevolezza e dal re la motivazione degli impulsi contradditori
pensiero, avrebbe la possibilità di diffondersi che caratterizzano l’uomo il quale conseguente-
progressivamente negli altri organi attraverso il mente, ha difficoltà a comprendere quale possa
sentimento e l’azione. essere la sua vera personalità o identità.
A tal proposito, sempre secondo i kabbalisti, vi Infatti, pur supponendo l’anima carnale associa-
sarebbe una sua residenza anche in una parte del ta essenzialmente all’istinto, alle esigenze mate-
centro cardiaco (però diversa da quella dell’ani- riali, e l’anima Divina primariamente percettiva,
ma carnale), ove sarebbero allocate le sue tramite la facoltà della coscienza cerebrale,
facoltà emotive che però rimarrebbero latenti rivolta ai livelli luminosi superiori, l’emotività
fino a quando le possibilità di riequilibrio con- non apparterrebbe esclusivamente alla kelipah,
seguenti alla prevalenza del Sé sull’IO non guscio, velo, dal momento che la contemporanea
diverrebbe stabile e si realizzasse la corretta sti- presenza, seppur dicotomica, nel centro cardia-
molazione cerebrale. co, consente il manifestarsi anche delle emozio-
Rispetto a quanto sino a qui esposto, si potrebbe ni collegate all’anima-divina come, ad esempio,
dedurre che il centro cardiaco non si presente- l’amore per Dio che però, come già precisato, si
rebbe come unico ed omogeneo, ma bensì dico- risveglia non certo autonomamente, ma solo a
tomico. seguito di una consapevolezza intellettuale, per-
In una parte (alcuni suggeriscono quella destra) sonale, che non va in alcun modo confusa con
sarebbero situati i sentimenti luminosi dell’ani- ciò che si potrebbe mutuare dalla pedissequa
ma-divina che però si manifesterebbero solo a acquisizione culturale di ciò che si troverebbe
seguito di un particolare stimolo cerebrale con- indicato nei libri.
seguente alla dominanza del Sé; in un’altra Quando però si riuscisse a riflettere, a meditare
(quella sinistra, collegata maggiormente al san- con sempre maggiore cosapevolezza su argo-
gue e quindi all’anima carnale) sarebbero allo- menti che possano suscitare progressivamente
cati i sentimenti ed i desideri che derivano dalla amore per ciò che è Luce divina o per Dio stes-
componente animale, fisica, egocentrica, della so, si risveglierebbe ciò che è in attesa di farlo
nel centro cardiaco e che
diffondendosi come un’emo-
zione santa, attraverso tutti gli
organi, non rimarrebbe una
semplice esperienza teorica,
intellettuale. Tutto quanto de-
scritto sino ad ora, sembrereb-
be convergere pienamente con
il metodo suggerito dal nostro
Rito.
Alcuni punti formativi, inizia-
li, potrebbero essere schemati-
camente riassunti in particolari
riferimenti principali, per altro
simbolicamente contenuti nel-
La materia, il drago mentre viene fecondata dallo spirito santo - allegoria alchemica, , 1652 la sintetisi riassunta nei tre
passaggi alchemici fondamentali (nigre- nostra via, anche su altri argomenti pos-
do, albedo, rubedo, relativamente sem- sibilmente strutturati, inerenti agli ele-
plici da descrivere, ma come tutti sanno menti passionali, (il tutto, magari coa-
o dovrebbero sapere, molto difficili da diuvato da opportune indagini astrologi-
riuscire a realizzare, soprattutto nella terza che tese a svela le predisposizioni istintuali, nel
parte). In particolare: caso si fosse coltivata intelligentemente questa
• Necessità di utilizzare la mente in modo diver- straordinaria, preziosa disciplina); tali medita-
so da quello abituale, in quanto per lo più sem- zioni sono finalizzate, soprattutto nella prima
plicemente reattiva verso gli stimoli prevalente- fase, a riconoscere i livelli egocentrici, passio-
mente esterni e scarsamente capace di mantene- nali collegati all’IO e le predisposizioni carnali
re la concentrazione in assenza di supporti emo- ereditate nella forma fisica, nel sangue.
tivi. • Presa di coscienza sempre più approfondita,
• Esigenza di silenzio, per lo meno esteriore delle caratteristiche dicotomiche della persona-
nella prima fase (vedasi imposizione del silen- lità e delle esigenze di cambiamento degli equi-
zio all’Apprendista), al fine di consentire di libri interiori caratterizzati da pensieri, parole,
rivolgere l’attività cerebrale verso l’indispensa- azioni (rettificare).
bile indagine interiore di sé (Visita Interiora • Scelte consapevolmente coscienti e messa in
Terrae) per comprendere la vera natura dei veli; pratica con successo delle stesse.
quindi, successivamente, alla conquista di quel-
lo interiore e cardiaco. Credo che tutto quanto sopra esposto possa rive-
• Meditazioni oltre che sui simboli posti in stire un certo interesse per chi stia cercando di
sequeza ben definita nei rituali che rappresenta- conoscersi.
no l’indispensabile supporto di base per la Ad ogni modo, al fine di consentire a tutti, com-
preso a me stesso, di
continuare a ragionar-
ci, per il momento mi
fermo.
Probabilmente, avre-
mo occasione e neces-
sità di ritornare su
l’argomento, riuscen-
do forse ad approfon-
dire qualche elemento
particolare.
Il S. . .G. . .H. . .
S. . .G. . .M. . .
L a conquista del
visto come una condizione operativa
necessaria, invece di una imposizione,
per conquistare progressivamente quello
interiore, per raccoglierci in meditazione e poi
Silenzio ed il V.I.T.R.I.O.L. attraverso essa, riuscire a contemplare quello
che si vede o si percepisce dentro ed oltre noi
Alberto stessi.
Di conseguenza, il silenzio non deve essere inte-
Q uesti argomenti sono da sempre tra i nostri so solo come un semplice “non parlare”, ma
soprattutto deve evolversi come risultato di un
principali nell’affrontare possibili studi, e risul- progressivo “mettere sotto controllo gli istinti e
tano estremamente collegati tra di loro. le passioni veicolate attraverso i pensieri, le
Prendiamo in esame il silenzio. Sappiamo che parole e le azioni”; se la pratica dovesse avere
questo è visto esteriormente come una preroga- successo, forse sarà possibile poter percepire
tiva degli apprendisti; ovvero, è la modulazione quella “voce” che risuona nel cuore come una
comportamentale che viene imposta al soggetto vibrazione.
che ha subito l’iniziazione e che per
tutto il primo grado, salvo momenti
particolari, dovrà essere rispettata. In
una prima fase, per la maggior parte
degli interessati, questa sorta d’impo-
sizione è difficile da comprendere,
forse perché in qualche modo si è
ancora legati alle scorie profane, ai
metalli.
I rumori esterni, ma soprattutto quelli
interni che si scoprirà essere di gran
lunga più importanti, fanno resistenza
a possibili tentativi di attenuazione
(infatti, di metterli a tacere non c’è
proprio alcuna possibilità senza la
messa in pratica del metodo collegato
al Rito). Ad ogni modo, raramente, si
riesce a comprendere che, in determi-
nate condizioni psicofisiche, il silen-
zio imposto potrebbe rappresentare
soprattutto un dono che viene elargito
da chi ha le responsabilità della forma-
zione.
Nello specifico, potrebbe rappresenta-
re una fondamentale possibilità per
tentare di stabilire attraverso la voce
della coscienza (da riscoprire) quei
contatti con gli stati superiori di cui si
può solo ipotizzare l’esistenza, senza
una concreta verifica esperienziale. Tacere - Dino Valls, 1992
Impegniamoci quindi a trovare dentro di che “Niente del creato è simile a Dio più
noi quello spazio sacro, quel “tempio del silenzio” come diceva il teologo M.
nella musica del silenzio” dove regna la Eckhart.
pace e l’armonia. Questo regno potrem- Concludendo, vorrei evidenziare che
mo paragonarlo anche alla prima lettera ebraica: come conseguenza di quel silenzio conquistato
l’Aleph. Questa lettera è legata indissolubilmen- (magari solo poco) seguendo le istruzioni insite
te al silenzio, sappiamo infatti che è l’unica del- nelle modalità formative del Rito, probabilmen-
l’alfabeto ebraico a non avere un suono proprio te è possibile percepire anche i fratelli
ma solo in funzione alla lettera a cui è affianca- dell’Egregora.
ta. Forse è per questo motivo che l’Aleph è A volte si potrebbe avere l’impressione che loro
paragonata al respiro divino, alla forza primige- ci guidino, ci accompagnino per mano aiutando-
nia della creazione; è colei che precede ogni ci e talvolta proteggendoci.
atto. Anche se non riusciamo a “sentirli”, forse per-
Potremmo inoltre attivarci affinchè gli appren- ché non ascoltiamo o perché non siamo ancora
disti non considerino il silenzio come una mera in grado di farlo consapevolmente, loro sono
passività inerte, esclusivamente fisica, ma bensì sempre presenti tra di noi e ci ricordano che nel
e soprattutto come una modalità interiore da momento dell’iniziazione abbiamo fatto un
conquistare per riuscire a recuperare progressi- patto anche con loro. Cerchiamo quindi di ono-
vamente una percezione della propria anima; rare questo patto, utilizzando le nostre energie,
quindi una via da seguire verso la scoperta di glorificando Dio ed impegnandoci in questo
quella pietra occulta, attraverso il canale del cammino di salita che ci viene suggerito dal
cuore. nostro Rito.
Forse è questa la “via cardiaca” che i maestri da
sempre cercano di tramandarci... e magari nel
cercare di riuscire a percorrerla, ricordiamoci Alberto
I l Grembiule massonico
durante il battesimo.
Con un grembiule bianco sono ricoperte
le sculture di divinità greche ed egizie.
Per i Persiani era una bandiera nazionale. Maya,
in grado di Apprendista Incas, Aztechi, Hopi, Vichinghi: tutti indossava-
no un grembiule.
Giovanna L’hanno portato i membri della comunità degli
Esseni; scrive H. Seruya, nel suo volume sulla
A l termine della Cerimonia di Iniziazione di Kabbalah: “Gli Esseni, questi israelitici che
assomigliano molto ai profeti per il loro modo di
un nuovo membro, si passa alla sua vestizione; vivere, avevano una profonda propensione per il
ora avrà una nuova “veste” esteriore, simbolo misticismo.
del mutamento della sua personalità in un nuovo Nessuno poteva essere ammesso nella loro
essere interiore, che sarà protetta da un grem- comunità, se non dopo aver affrontato un anno
biule, tutto di colore bianco portato con una di noviziato alla scadenza del quale gli si conse-
“bavetta”, un triangolo appoggiato alla base ma gnava una veste bianca e un grembiule che
tenuto alzato, con il vertice che “guarda” il doveva indossare in ogni circostanza”.
cuore. Nei cantieri operativi delle Confraternite
Fonti storiche hanno evidenziato che un grem- Medioevali dei Muratori, gli Apprendisti erano
biule bianco l’avevano indossato anche gli detti anche Pesatori, perché il loro compito prin-
appartenenti del culto di Mitra. Era l’orma delle cipale era quello di pesare le pietre; questo com-
società segrete cinesi 10.000 anni fa. prendeva anche il primo lavoro di sbozzatura,
L’hanno portata con orgoglio i sacerdoti Ebrei e alquanto pericoloso, perché il rischio di ferirsi
con le schegge era piuttosto alto; questa è la
ragione (storica) per cui il grembiule di
Apprendista, porta la bavetta rialzata, in modo
di proteggere almeno parzialmente anche il
petto.
L’Iniziazione Massonica, essendo legata ai
segreti delle Corporazioni di Mestiere, richiama
la necessità del lavoro architettonico e murato-
rio per il quale si deve indossare il Grembiule
che simboleggia il duro lavoro sulla pietra grez-
za: l'uomo - profano.
Il Grembiule Massonico copre le parte inferiore
del corpo, sede delle pulsioni istintive, per dare
risalto alla parte superiore del busto, sede delle
facoltà razionali e spirituali.
L’Apprendista è agli inizi del suo lavoro e cam-
mina ancora tra la terra e l’acqua, è il momento
delle scelte, libere ma inconsapevoli, in cui il
pensiero, di per sé sottile, è prigioniero della
materia fisica.
Soltanto la Testa - simbolo di Razionalità - ed il
Cuore - simbolo della Spiritualità - conducono
lungo il percorso Iniziatico; spirito e saggezza
Samurai. Sette sono le antiche chiese in no nobili azioni, alti pensieri e grandi
Asia Minore che divulgano l’amore Dio- realizzazioni”.
Uomo. Il “cordone”, che può essere accostato a
La Menorah, il candelabro ebraico ha quello dei monaci e dei cavalieri come
sette braccia; i musulmani hanno sette templi segno di purezza e di ricerca interiore, richiama
sacri. Il Re Salomone per sette anni ha costruito l’intelligenza intuitiva che penetrando nella
il Tempio e l’ha dedicato a Dio nel settimo ragione fisica, guida all’unione dello spirito con
mese; il festeggiamento durò per sette giorni. la materia.
La Loggia per operare correttamente, ha la giu- Il Grembiule è bianco, perché bianco è il pella-
sta necessità della presenza di almeno sette fra- me d’agnello che in origine lo costituiva, perché
telli Maestri; sette sono i gradini dell’Oriente - bianco è il colore che contiene tutti gli altri e li
centro magnetico del Tempio -, che rappresenta- può tutti esprimere nel processo dì trasformazio-
no gli originali sette anni di preparazione cui era ne, cosi come il nero è il non colore, quel vuoto
sottoposto l’Apprendista prima di poter essere naturale che si può solo riempire.
considerato Compagno. Sotto l’aspetto del colore quindi il grembiule è
Tra le tante interpretazioni simboliche, in ognu- la rappresentazione fisica dell’Athanor, stru-
no dei gradini si potrebbero ravvisare anche le mento senza il quale non è possibile operare
Arti Liberali che l’Iniziato deve curare per il nell’Arte Reale.
suo approfondimento e per la sua compiutezza; Il Grembiule del Libero Muratore è un “simbolo
il Trivio propedeutico: Grammatica, che insegna di simboli”, e i simboli massonici sono i modi
le parole e la scrittura; Retorica, che insegna a più sicuri in cui le verità morali ed etiche pos-
ben esprimersi; Logica, che insegna a ragionare sono insegnare comunicando al cuore delle per-
di qualunque argomento; Il Quadrivio di cono- sone, in modo diverso, secondo le tendenze
scenza: Aritmetica, che insegna la forza dei della loro individualità.
numeri; Geometria, che studia le forme e leggi Giovanna
dell’Universo; Musica, che insegna l’armonia e
la virtù dei suoni; Astronomia, che istruisce alla
conoscenza della Volta Celeste.
Fra i due piani geometrici del Grembiule è posta
una linea - la cintura- (il cordone aggregante)
che, funzionalmente e simbolicamente, li unisce
e li differenzia richiamando il concetto numeri-
co dell’Uno, numero dell’Assoluto, del Dio, del
S∴ A∴ D∴ M∴ oppure il G∴ A∴ D∴ U∴
La Cintura si può considerare come la parte più
importante del Grembiule, una linea marcata-
mente indirizzata a separare la parte superiore * Il termine samurai deriva dal verbo saburau
del corpo dall’inferiore, affinché le energie, che che significa servire, ma in realtà il termine più
il cerimoniale massonico sollecita, non si appropriato è bushi che letteralmente è compo-
disperdano nella regione inferiore del corpo. sto da:
In un antico Rituale Massonico si legge: “bu”, che significa militare, un kanji (ideo-
“Userete il grembiule per tutta la vita e, alla gramma) utilizzato spesso come prefisso in
vostra morte, esso sarà deposto sulla bara desti- parole marziali;
nata a conservare i vostri resti e con essi rimarrà “shi”, che rappresenta l’unione tra l’ideogram-
sotto le immote zolle della terra. Fate che il suo ma numerico dell’uno e quello del dieci, i cui
candore vi esorti sempre a quella purezza di segni simboleggiano la conoscenza (di colui che
costumi e a quella rettitudine morale che ispira- discerne tutto, che è illuminato).
D esiderio interiore
adoperarsi a sostenere e difendere la pic-
cola (si fa per dire) Luce.
Casa - wallpaper
I l male
abbia costantemente ribadito l’esistenza
del Male, tali posizioni hanno quasi uni-
camente generato commenti rispettosa-
mente divertiti, su queste posizioni deliziosa-
questo sconosciuto mente medievali che i vari Papi, quasi per dove-
re d’ufficio, si sentivano in dovere di perpetua-
Menkaura re nell’evo moderno.
In altre parole, la corrente totale delegittimazio-
C hiedo preventivamente scusa in tutta umiltà, ne della sfera spirituale, dell’intangibile, del-
l’invisibile, ha da lungo tempo raggiunto anche
poiché questo scritto rappresenta più uno stream il tema dell’esistenza del Male.
of consciousness, che un insieme organizzato e Nell’ottica di questo scritto non siamo interessa-
coerente, più un grido di allarme, che un discor- ti alla fondamentale diversità tra Cristianesimo
so razionale e coerente. Ma così lo sento e così, ed Ebraismo sulla natura del male. Essa è con-
a costo di mettere a dura prova la vostra pazien- seguente alla differenza tra le due rivelazioni,
za, a voi lo offro. antropomorfica la prima, cosmogonica la secon-
Il 06 giugno 2008, nella trasmissione televisiva da. Ove la Cristianità, che utilizza il veicolo
"Enigma", il giornalista Corrado Augias intervi- soteriologico del D-o-uomo tende ad antropo-
stò il grande Sacerdote Esorcista Gabriele morfizzare anche il Male, l’Ebraismo ritiene che
Amorth sul tema dell’esistenza, o meno, del nella Creazione D-o abbia formato due realtà:
Male, o, più propriamente del Male quale entità quella della santità, che conduce alla unione con
spirituale effettivamente esistente ed operante l’Ein Sof e quella dell’altro lato, il Sitra Achra,
nel mondo.
Era presente anche un
azzimato, giovane e chia-
ramente potente, monsi-
gnore di Curia, il quale
beffeggiò per tutta la tra-
smissione l’anziano esor-
cista, affermando apertis
verbis che, nella chiesa
moderna, il Male, il Dia-
volo, Satana, dovessero
essere considerati quali
ipostasi del male, che
ognuno di noi compie e
vede compiere ogni gior-
no. Insomma il monsi-
gnore pretendeva che
fosse tutta “roba” psico-
logica, priva di autonoma
sostanza e che l’Inferno
esistesse solo come luogo
della coscienza e non
quale effettiva parte del
creato. Gabriele Amorth