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Atlantis.
L'isola sommersa.
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Atlantide: uno dei miti piu' affascinanti che l'antichita' ci abbia saputo
lasciare.
Il racconto va avanti con la storia del viaggio di Solone a Sais avutasi nel
590 a.C. dove tramite un sacerdote di Iside viene a conoscenza di una
splendida isola che si trovava al di la' delle Colonne d'Ercole e della sua
evolutissima civilta', che secondo il sacerdote governò per secoli il mondo.
"Dal mare, verso il mezzo dell'intera isola, c'era una pianura; la piu'
bella e la piu' fertile di tutte le pianure, e rispetto al centro sorgeva
una montagna non molto alta.....". Questa pianura era molto fertile: infatti
dava agli uomini oltre ai legumi anche le piante di cui si servivano per
produrre le bevande. La descrizione continua a lungo, Platone si sofferma
anche a spiegare la genealogia degli abitanti e dei re di Atlantide che sono
diretti discendenti del dio Poseidone; si sofferma a elencare le ricchezze
dell'isola Atlantide e qui che fa la sua entrare il famoso metallo l'
"oricalco", il metallo piu' prezioso dell'epoca che veniva estratto da molti
punti dell'isola.
Platone, poi, fa uno strano accenno agli elefanti che erano presenti in
tutta l'isola:"Esisteva un gran numero di elefanti sull'isola: perche' v'era
pascolo abbondante per tutti i generi di animali, sia per quelli che vivono
nei laghi, nelle paludi e nei fiumi, sia per quelli che vivono in montagna,
e cosi' anche per l'animale piu' e piu' vorace". Dall'ampia descrizione ne
emerge un identikit di un territorio molto vasto, circondato su tre lati da
montagne che la proteggono da venti freddi, e aperto a sud sul mare. La
pianura e il bosco di Poseidone sono irrigati con un complesso e
efficientissimo sistema di irrigazioni che assieme a una specie di
acquedotto fornivano acqua alla popolazione.
Gli Egizi erano un popolo molto progredito per il tempo in cui vissero,
quindi ci sono numerose teorie circa le loro grandi conoscenze d'ingegneria,
ma specialmente astronomiche. Tra le teorie piu' stravaganti e' quella che
dei navigatori spaziali in un remoto passato abbiano conquistato il nostro
pianeta. Secondo la mia teoria gli Atlantidei, un popolo molto evoluto
conquistarono l'Egitto e instaurarono una parte della loro civilta'
costruendo un nuovo popolo con le loro conoscenza. Dopo la famosa catastrofe
che distrusse la loro isola non ci fu nemmeno un piccolo ricordo della loro
splendida civilta', ma essi lasciarono dei segni della loro civiltà : le tre
piramidi di Giza e la Sfinge.
La piramide piu' grande, quindi piu' famosa e anche piu' affascinante e'
quella di Cheope(Khufu) ; infatti Erodoto quando compi' il suo lungo viaggio
in Egitto si chiese come un popolo che era anche antecedente al suo sia
riuscito a costruire una tale opera architettonica . Nella sua opera
"Storie" lo storico greco spiega al lettore che gli Egizi usarono delle
macchine che erano in grado di trasportare i blocchi con cui e' stata
costruita la piramide di Cheope.
Era quindi possibile, anzi decisamente probabile, che gli antichi Egizi
possedessero conoscenze molto avanzate di quanto si potesse credere. Richard
Anthony Proctor, un astronomo, nel 1833 scoprì che una delle principali
esigenze per una civilta' agricola era quella di disporre di un calendario
preciso, il che implica un'attenta osservazione della luna e delle stelle.
Una rampa di pietre e' spostata da 14° gradi rispetto alle piramidi e più a
destra la Sfinge. Secondo alcuni studiosi ,gli Egizi spostarono la rampa e
la Sfinge dalla linea delle piramidi in modo che il sole sorgesse sulla
rampa, mentre la Sfinge si rifletteva all'orizzonte con la testa e le
spalle. Le tombe circostanti risalgono all'Antico Regno, ma sono state
scolpite in misura decisamente minore. Inoltre era chiaro che il
deterioramento delle tombe era da attribuirsi alle tempeste di sabbia. Era
ovvio che la Sfinge doveva essere piu' antica.
L'effetto del vento sulle altre tombe forni' un utile termine di paragone.
Le rocce calcaree sono rocce sedimentarie, composte da particelle incollate
insieme. E' risaputo che si tratta di una formazione a strati simili a
quelli di una torta. Quando la sabbia sollevata colpisce il lato di questa
"torta a strati", gli strati piu' cedevoli si consumano formando delle
rientranze; il risultato e' una serie di strati paralleli, dal profilo
irregolare.
Aztlan, inoltre, pare fosse un paese con alte montagne e con un giardino
abitato dagli dei. Simbolo di questa terra era la "Montagna Bianca". Secondo
i codici aztechi la migrazione ebbe inizio con l'abbandono in massa del
territorio di Aztlan, terra degli aironi, patria ancestrale.
Antiche fondazioni dei Toltechi su cui sorsero piu' tardi città azteche
furono : Tula, Teotihuacan, Cuicuilco, Cholula e Xochicalco.
Nell'andare alla ricerca delle basi reali di questo mito si sono trovati dei
punti comuni fra la civilta' atlantidea ed altre civilta', che hanno
lasciato tracce del loro passaggio in determinate zone del nostro pianeta,
tali da richiamare alla mente la forma di civilta' descrittaci da Platone.
Come mai una popolazione che non aveva tanti anni di civilizzazione era
riuscita a raggiungere un cosi' alto grado di evoluzione? Quindi dobbiamo
chiederci: chi erano i Maya? E' possibile, anzi sicuramente probabile che
essi erano dei diretti discendenti degli abitanti di una civilta' molto
evoluta: la popolazione del "paradiso terrestre"?
Questi sono solo una parte dei tanti interrogativi che ci propone
l'archeologia, circa questo misterioso popolo.
Un altro popolo che raggiunse un alto grado di civilta' furono gli Inca.
Essi vivevano sulle Ande, dove costruirono le loro meravigliose citta', le
loro efficientissime strade e il loro grande sistema di irrigazione, che
ricorda molto quello descritto da Platone nel "Crizia". Puo' rendere l'idea
di come erano molto evoluti gli Inca, la città di Macchu Picchu, scoperta da
Hiram Bingham. Questa si trova su di una montagna molto ripida e molto
difficile da scalare; la quale era l'unica strada che portava a questa
splendida città.
Gli edifici sono costruiti con dei blocchi molto pesanti e si dice che
fossero stati presi a valle e da regioni lontane. Come fecero gli Inca, una
popolazione che, come anche tutti i popoli precolombiani, non era riuscita a
scoprire il principio della ruota, a portare su questa montagna blocchi
pesanti tonnellate?
In più dobbiamo ricordare che questi blocchi venivano messi cosi' bene uno
vicino all'altro, in modo che e' quasi impossibile infilarci una punta di
coltello. L'archeologia attribuisce tutto questo alla buona volonta' degli
operai e alla severita' del re, ma sembra poco probabile. Cio', ci porta a
credere che una civilta' molto evoluta in un remoto passato abbia insegnato
agliInca tutte le loro conoscenze nel campo dell'ingegneria. Cosi', ritorna
il solito quesito: quale era questa civiltà? Il popolo di cui parlo' Platone
nei suoi due dialoghi?
Penso che tutti possiamo immaginare cosa disse Giove al consiglio degli
dei. La leggenda di un diluvio che distrusse il Paradiso Terrestre e'
presente in quasi tutte le civilta' del mondo, dai testi della Bibbia al
diluivo di Deucalione, dal testo di Gilgamesh alla leggenda di Manu; queste
sono solo poche leggende che parlano di questa grande catastrofe. Quindi,
dobbiamo dedurre che realmente un diluvio colpi' la terra in un remoto
passato, facendo sprofondare un'isola meravigliosa, e i suoi abitanti molto
evoluti.