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emigrò dalla foce del Danubio, nelle fasce dei Balcani e dei Carpazi, verso
ovest alla ricerca di nuove terre da colonizzare.
Fonti sia classiche sia locali hanno tramandato magistrali descrizioni dei
Celti, i quali spiccavano sia per la peculiarità dell'aspetto sia del
comportamento.
In generale sono unanimi nel descriverli alti (come dice Cesare anche più
alti di una testa), robusti, con occhi grigio-azzurri e capelli biondo-rossicci
con spesso presenza di efelidi sulla pelle chiarissima (da qui il nome
Galatoi - chiari come il latte).
Polibio, Storie
“Direi che non solitamente ma piuttosto sempre, in tutto ciò che
intraprendono, sono spinti a testa bassa dalle passioni e non si
sottomettono mai alle leggi della ragione”
Arriano, L’Anabasi, I, 4
"I Celti sono di taglia grande e hanno di se stessi una grande opinione…
[Alessandro] domandò ai Celti che cosa temessero di più, nella speranza
che la sua fama si fosse estesa fino nel paese dei Celti o più lontano
ancora e che gli dicessero che era lui che temevano di più al mondo.
Invece la risposta dei Celti fu tutt’altra di quanto sperava. Lontani da
Alessandro, giacché abitavano delle regioni di difficile accesso e vedevano
che Alessandro si indirizzava verso altre mete, essi gli dissero, non
avevano nessun altro timore se non che il cielo cadesse loro sulla testa.
Allora egli li chiamò suoi amici e se li fece alleati, poi li congedò
aggiungendo soltanto che i Celti erano dei gran fanfaroni."
Polibio, Storie, Polibio , Storie, II, 28, 7-8 "Gli Insubri ed i Boi
indossavano dei pantaloni e dei lucenti mantelli, mentre i Gesati avevano
evitato di indossare questi indumenti per orgoglio e fiducia in se stessi,
tanto da rimanere nudi di fronte all'esercito [romano], con indosso
nient'altro che le armi, pensando che così sarebbero risultati più efficienti,
visto che il terreno era coperto di rovi che potevano impigliarsi nei loro
vestiti e impedire l'uso delle loro armi.
Molto terrificanti erano anche l'aspetto e i gesti dei guerrieri celti, nudi
davanti ai Romani, tutti nel vigore fisico della vita, dove i loro capi
apparivano riccamente ornati con torques e bracciali d'oro.
La loro vista lasciò davvero sgomenti i Romani, ma al tempo stesso la
prospettiva di ottenere questi oggetti come bottino, li rese due volte più
forti nella lotta. E quando gli hastati avanzarono, come è consuetudine, e
dai ranghi delle legioni romane cominciarono a lanciare i loro giavellotti in
modo adeguato, i Celti delle retroguardie risultavano ben protetti dai loro
pantaloni e mantelli, ma il fatto che cadessero lontano non era stato
previsto dalle loro prime file, dove erano presenti i guerrieri nudi, i quali si
trovavano così in una situazione molto difficile e indifesa. E poiché gli
scudi dei Galli non proteggevano l'intero corpo, ciò si trasformò in uno
svantaggio, e più erano grossi e più rischiavano di essere colpiti."
Strabone – da "Geografia"
"I Galli indossano il sagus (mantello), si fanno crescere i capelli, e portano
pantaloni stretti; invece del chitone usano tuniche con le maniche,
spaccate ai lati e lunghe fino al pube e al sedere. La lana
con cui intessono i loro pelosi mantelli è ruvida e bioccolosa."