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AUREE PROPORZIONI
sono anche evidenziate, con grande accuratezza, le varie coordinate che ind
duano in modo preciso la posizione astronomica di un luogo: i cerchi dei co
equinoziali e solstiziali, i piccoli cerchi dei tropici, quello del circolo polare a
e l'eclittica, una fascia immaginaria ideata dagli antichi astronomi per descr
l'orbita apparente del Sole, della Luna e di tutti i pianeti intorno alla Terra
do la visione tolemaica del sistema solare.
1. Mi sono occupata di questo affresco nell'ambito della mia tesi di laurea in Storia del
l'Arte Medievale e Moderna presso la Facolt di Magistero dell'Universit di Firenze. Per
approfondimenti in merito vedi quindi: I. Gramigna, Problemi di autografia e di iconografia
nell'affresco della Cupolina della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze (AA 1998-99).
2. Per la precisione intorno al quarto decennio del secolo da un artista appartenente alla
scuola di Paolo Uccello.
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avere perizia de' fatti d'astrologia, della terra, ancora del cielo avere notizia d'es
so, i quali i Greci dicono Climata pel sitio della terra. Ancora intendere i moti
celesti. Per astrologia si conosce oriente, occidente, mezzod, settentrione, tutte le
sue ragioni, equinozio, solstizio, il corso del sole e della luna, il moto de' pianeti e
delle stelle e della celtica e de' dodici segni: delle quali cose chi non ar notizia
d'esse le ragioni non potr al postutto sapere6.
te in onore di Federico fer, Milano 1984, I, p. 134 ss., dove sono pubblicati i due disegni
sopra menzionati.
5. Il passo tratto da G. Vasari, Le Vite de'pi eccellenti pittori scultori ed architettori scrtte da
Giorgio Vasari pittore aretino, con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi, Firen
ze 1906: Avvenne che torno da studio M<esser> Paulo dal Pozzo Toscanelli et una sera
trovandosi in uno orto a cena con certi suoi amici, per farli onore invitarono Filippo, il
quale, uditolo ragionare de l'arti matematiche, prese tal familiarit con seco, che egli im
par la geometria da lui. E se bene Filippo non aveva lettere, gli rendeva si ragione delle
cose, con il naturale della pratica e sperienza, che molte volte lo confondeva.
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Sphara
Il
591
materiale
doc
scarso.
N
mente,
7. Il passo fedelmente recita cos: Merita pure d'esser ponderata attentamente la vaga
Cupoletta, che la sovrasta, nella quale vedonsi ghiribizzosamente espressi i segni dello
Zodiaco (D. Moreni, Delle tre sontuose Cappelle Medicee situate nell'Imp. Basilica di San Lorenzo
Descrizione istorico-critica del canonico Domenico Moreni, Firenze 1813, p. 269).
8. A. Warburg, Die astronomische Himmelsdarstellung im Gewoelbe der alten Sakristei von San Lo
Sakristei von San Lorenzo in Florenz (1911), in Gesammelte Schriften, I, Leipzig 1932, pp. 160-172
e pp. 366-367.
9. G. Bing, in A. Warburg, Gesammelte Schriften, I, cit., pp. 366-367 (Anhang).
10. P. Fortini Brown, Laetentur Caeli: the Council of Florence and the astronomicalfresco in the Old
Sacristy, Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, XLIV (1981), p. 176 ss.
11. Il mutuo rapporto tra i 2 luminari si ripete, secondo il ciclo metonico, solo ogni 19
13. Per notizie intorno al restauro cfr. I. Lapi Ballerini, L'Emisfero celeste della Sagrestia
Vecchia: rendiconti da un giornale di restauro, in Donatello e la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo. Temi,
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Pianeti:
Sole
Luna
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Affresco
111,8
56,8
100,5
122,0
167,5
42,5
75,1
111,0
55,2*
91,5
114,1
166,9
41,4
71,9
ore 10,05
4/7/1442
ore 0,00
*La luna, in 10 ore, percorre circa 5 gradi. quindi evidente che alle 10 di mattina si trovava
intorno ai 60 di longitudine eclittica.
La longitudine della Luna sfalsata di 5 gradi rispetto ai valori rilevati sul dipinto
rando che questi pianeti si spostano di pi meno un grado al giorno e che tale
distanza costituirebbe, in termini temporali, una variazione di almeno una setti
mana dalla data indicata. L'ideatore di questo planetario avrebbe davvero com
messo imprecisioni simili? I committenti dell'affresco erano illustri ed il luogo
troppo prestigioso perch il lavoro potesse essere affidato ad un astronomo dilet
Gli oroscopi dell'epoca a noi pervenuti si distinguono invece per esser compi
lati con una correttezza notevole, tenendo conto anche che sin dal '200 erano in
uso le Tavole Alfonsine, un compendio di effemeridi commissionato dal re Alfonso
X di Spagna che riportava le longitudini di tutti i corpi celesti allora noti con una
precisione davvero sorprendente. Si trattava di uno strumento largamente diffuso
tra gli astronomi/astrologi del tempo; sembra quindi altamente improbabile che
chi ha disegnato questo planetario-oroscopo non ne fosse al corrente non vi
abbia ricorso. Le Tavole Alfonsine, consultate per il 4 luglio 1442, riportano infatti
dati molto attendibili! Tutto ci facilmente appurabile dallo schema qui riporta
to, che mette a confronto le longitudini calcolate dall'elaboratore di Arcetri per il
4 luglio 1442 e quelle estratte dalle Tabulae per la medesima data:
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Sphaera
593
Pianeti
Sole
Luna
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Arcetri
111,0
55,2
91,5
114,1
166,9
41,4
71,9
109,8
55,6
91,8
114,6
166,2
42,1
74,1
h. 0,00
T.A.
h 0,00
Anche l'evento correlato con questa data non mi convince. L'arrivo a Firenze di
Renato d'Angi avvenne quasi 10 giorni dopo e nonostante lo studio della Lapi
Ballerini tenda ad evidenziare l'importanza per i Fiorentini di tale episodio, con
tinuo a ritenere che l'avvenimento non fosse invece cos rilevante da indurre i
Medici prima, i Pazzi poi, a suggellarlo con un affresco nella propria cappella di
famiglia.
lungo tempo, devo ammettere, che mi affatico dietro alla questione. Eppure, in
tanto vano ricercare tra testi ermetici e 'scritti magici', mi colpisce una constata
zione. La porzione di eclittica corrispondente all'emisfero dipinto nella Sagrestia
Vecchia di facilmente desumibili 180. Il Sole, occupando su di essa una longi
tudine di poco pi di 111, ubicato nel punto della cosiddetta 'sezione aurea' del
segmento totale di 180. Una seconda considerazione: la longitudine del primo
dischetto dorato evidente sull'eclittica, collocato a poco pi di 42, risulta essere
la sezione aurea di 69, il segmento di eclittica che separa la longitudine del Sole
dai 180 del segmento totale.
15. Il numero d'oro un rapporto che armonizza, innanzitutto, il corpo umano: molti
plicando infatti la distanza che in un individuo adulto e proporzionato va dall'ombelico
sino a terra per 1,618, otteniamo la sua statura. Moltiplicando la distanza dal gomito alla
mano con le dita tese per 1,618, otteniamo la lunghezza del braccio. Se moltiplichiamo la
distanza che va dall'anca al ginocchio per il numero d'oro, si ottiene la lunghezza della
gamba dall'anca al malleolo. Anche nella mano la falange, la falangina e la falangetta del
medio e dell'anulare sono in rapporto aureo tra loro. Perfino il volto umano scomponibi
le in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo, ossia moltiplicando il lato
minore dei rettangoli per 1,618 si ricava la lunghezza del lato maggiore. I Pitagorici studia
rono il fenomeno in termini numerici e lo tramandarono nel teorema della sezione aurea
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