chiesa, oggi conservate nei locali del Convento, tra le quali alcune
in legno, come il Cristo morto e un’Addolorata. E’ ipotizzabile che
entrambe le statue, l’una pendant dell’altra, fossero utilizzate
durante i riti della Settimana Santa e quindi commissionate a tale
scopo allo stesso artista.
Completano la dotazione alcune opere in cartapesta databili tra la
metà dell’Ottocento e il secondo quarto del nostro secolo: un
Crocifisso di più antica fattura, e quattro angioletti, quest’ultimi
provenienti dalla bottega di Cesare Gallucci (1899-1980), una testa
d i Gesù, e due statuine raffiguranti i Santi Cosma e Damiano,
realizzate in cartapesta e argilla, di buona mano ma, come le
precedenti, molto deteriorate. Su queste ultime, e per alcune altre
delle opere citate, si rinvia alla catalogazione che segue.
Salvatore P. Polito
7
1NOTE:
1 Cfr. B.F. Perrone, I conventi della Serafica Riforma di S.Nicolò in Puglia (1590-1835), vol.II, Galatina, 1981, p. 73.
2
Cfr. A.M. Panzera, La pittura francescana in Terra d’Otranto, in Il Barocco a Lecce e nel Salento, Roma, 1995, p. 41.
Sull’argomento si sofferma a lungo B.F. Perrone, Storia della Serafica Riforma di S.Nicolò in Puglia, Bari, 1981, v. II,
cap. V.
3
Cfr. B.F. Perrone, I conventi... cit., vol. II, p. 194.
4
Di fra’ Giacomo da S.Vito si ammirano ancora, nella chiesa di S.Francesco d’Assisi in Castellaneta (Ta), le tele
raffiguranti S.Pietro d’Alcantara e Pasquale Baylon, S.Bonaventura e l’Immacolata. Quest’ultima appare replicata a
Taurano (Avellino), Matera, Mesagne e Francavilla Fontana. (Br) (Perrone, I conventi... cit., vol. II, pagg. 209, 210).
5
A fra’ Giuseppe da Soleto sono attribuiti nella chiesa di S.Francesco d’Assisi in Castellaneta, i retablos degli altari di
S.Antonio di Padova e di S.Antonio di Padova tra i SS. Vito e Leonardo, quest’ultimo in omaggio al maestro fra’
Francesco da Martina. (Perrone, I conventi... cit., vol. II, pag. 210).
6
Di fra’ Angelo da Pietrafitta sono le statue lignee del Calvario francescano, mentre gli sono attribuite la Vergine, la
S.Caterina da Bologna, e il Crocifisso (1696 ca.), sempre nella chiesa di S.Francesco d’Assisi in Castellaneta. Un altro
Calvario francescano dello stesso artista è presente a Ostuni, nella chiesa della SS.Annunziata, realizzato però poco
dopo il 1693. (Perrone, I conventi... cit., vol. II, pagg. 85, 86 e 211, 212).
7
Cfr. A.M. Panzera, La pittura... cit., p. 41.
8
Cfr. P. Adiuto Putignani, Necrologio dell’Alma Provincia Minoritica della Assunzione della B.V. Maria di Lecce,
Lecce, 1962, pag. 154. Il nome di fra’ Diego da Francavilla Fontana compare per l’ultima volta negli atti ufficiali l’8
maggio 1667.
9
Archivio Parrocchiale Maria SS.Annunziata. La fotografia del coro è riprodotta nel presente volume da Luigi Greco.
10
Archivio di Stato di Brindisi (ASB), Fondo notarile di Ostuni, notaio Donato Antonio Paladino, anno 1718, inv. 6086,
c.95. Pubblicato integralmente nel presente volume da L. Greco.
11
Archivio Storico Comunale di Ostuni (ASCO), Archivio post-unitario, cat.7, cl.V, b.89, fasc.14. Si tratta di un Verbale
di consegna di tutti gli oggetti mobili ed arredi sacri esistenti nella chiesa degli ex Riformati di Ostuni.
12
Ibidem.
13
Ibidem, Cfr. inoltre in ASCO, fasc.23, documento datato 15 gennaio 1907. Quest’ultimo documento riporta con
piccole variazioni quanto viene descritto nel Verbale del 1904. Così sappiamo che la S. Filomena oltre ai dati
iconografici in argento, possedeva una collana e un paio d’orecchini d’oro; che le due statue dell’Addolorata avevano
gli spadini in argento e che sulla testa del Gesù bambino del S.Antonio di Padova era posta una corona in argento,
mentre nella mano sinistra reggeva una palla con crocetta, sempre in argento. Di questi oggetti, tranne la corona in
argento della statua dell’Immacolata, non vi è più traccia.
14
ASCO, fasc. 23, 2 giugno 1908.
15
Ibidem. La statua è citata anche nel Verbale del 1904 insieme a quella del Cristo risorto in legno, quest’ultima
erroneamente definita dal redattore del verbale “di cartapesta”, entrambe in sacrestia. Cfr. ASCO, Archivio post-
unitario, cat.7, cl.V, b.89, fs.14.
16
ASCO, Archivio post-unitario, cat.7, cl.V, b.89, fs.14.
17
Cfr. Bibliotheca Sanctorum, vol. VII, pp. 1208-1220.
18 Cfr
Enciclopedia Italiana Treccani, s.v. “Ceroplastica”, vol. IX, p. 817
19
Riporto solo alcuni esempi noti: Il conte d’Artois nel 1290, inviò alla chiesa di Notre-Dame di Boulogne il proprio
simulacro fatto realizzare in cera; CarloVI nel 1389, commissionò il proprio ritratto a grandezza naturale da collocarsi
di fronte alla tomba di S.Pietro di Lussemburgo in Avignone; Luigi XI nel 1466, donò alla statua di Notre-Dame di
Clery, la figura in cera della figlia Anna di Francia, tanto per citare alcuni tra i più autorevoli committenti d’oltralpe.
20
Cfr. G.Vasari, Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, Roma, 1991, (rist. anast.), pagg. 506-507.
21
Idem, pag. 1301
22
Idem, pag. 1302. Cfr. inoltre R.W. Lightbown, Le cere artistiche del Cinquecento, in “Arte Illustrata”, giugno-
settembre, 1970 e ottobre-dicembre, 1970: “Alla Deposizione del Sansovino va il merito di esssere stata la prima
scultura in cera nota, considerata dai conoscitori coevi un’opera d’arte di carattere permanente, della stessa valenza di
una scultura eseguita con altri materiali.”.
23
Cfr. F. Dworschak, Antonio Abondio, medaglista e ceroplasta 1538-1591... con uno studio di G.Gerola, Trento, 1958.
24
G.G. Zummo, artista autodidatta, è anche l’autore delle celebri raffigurazioni della Corruzione dei corpi e della
Pestilenza esposte nel Museo Nazionale di Firenze.
25
Cfr. R.W.Lightbown, Gaetano Giulio Zumbo, in “Burlington Magazine”, CVI, 1964.
26
Cfr. A.Gonzales-Palacios, Giovanni Francesco Pieri, in “Antologia di Belle Arti”, n.2, 1977.
27
Val la pena di segnalare la parentela di Abramo Flora con il pittore-decoratore latianese Agesilao Flora (1863-1952),
suo procugino.
2
28
Cfr. P.Coco, I Francescani nel Salento, vol.II, Taranto, 1928, pagg. 558-559. Al francavillese p. Pietro Antonio Flora
sono inoltre attribuite le statue in cera di S.Francesco per il convento generalizio; di S.Giacomo della Marca per
Monteprandone (Ascoli Piceno); del Beato Giacomo da Cerqueto per gli Agostiniani di Perugia; della S.Petronia per
l’Arcivescovado di Napoli; del S.Giustino martire per l’allora Vescovo di Foggia; del S.Bonaventura per il convento
della Sacra Famiglia di Francavilla Fontana (Brindisi) ed altre numerose opere per conto di altrettanto insigni
committenti.
29
Anche il “versatile” Mauro Manieri (fine ‘600-1744) si interessò di ceroplastica e, successivamente, Salvatore
Sacquegna (1877-1955), cartapestaio, allievo del De Lucrezi. Cfr. M.Cazzato, La cartapesta. Origini e sviluppi, in
C.Ragusa, Guida alla cartapesta leccese, a cura di M.Cazzato, Galatina, 1993, p. 13, inoltre C.De Santis, Ricordo di
S.Saquegna modellatore di figurazioni sacre, in “Corriere del giorno”, XIX, 246, Taranto 16 agosto, 1969, p. 9;
S.P.Polito, Circa la presenza di alcune opere sacre in cartapesta nella chiesa Collegiata di Mesagne, in La chiesa Matrice
di Mesagne fra storia e restauri, catalogo della mostra (Chiesa Matrice di Mesagne, Mesagne 1996-97), a cura
dell’Archivio di Stato di Brindisi, Mesagne, 1996, p. 190.
30
ASCO, fasc. 23, Verbale del 2 giugno 1908.