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La danza circolare greca della gru o della pernice

il choros, la danza che Dedalo insegn� ad Arianna.


I due saltimbanchi che cita Omero ci attirano irresistibilmente a vedere in essi
l'eco degli affreschi della Creta minoica, con le acrobazie sul toro. E il legame
toro\Minotauro\Labirinto (creato da Dedalo) � troppo noto per doverlo ricordare
qui.

Per� c'� un altro elemento: nel mito di Teseo a Creta si parla della "Danza delle
Gru" rappresentata dai giovani ateniesi dopo la loro fuga, a imitazione delle
svolte del Labirinto.
Ora: Dedalo era un ateniese. Che legame si pu� trovare tra le due danze?

Innanzitutto dobbiamo dire che la parola greca "choros" significa s� "danza", ma


pu� essere anche "il LUOGO della danza".
Dedalo, tra le varie abilit�, � un costruttore: a lui si attribuisce l'edificazione
del Labirinto, e la danza degli ateniesi vuole riprodurre proprio il luogo da cui
sono fuggiti...
Forse Dedalo si era limitato a creare lo spazio in cui danzare, con qualcosa che
segnasse il percorso dei danzatori stessi. La "danza insegnata da Dedalo" non
sarebbe quindi nulla di diverso dalla successiva "Danza delle Gru"

Robert Graves [Graves, I miti Greci, 92.2] ricorda (senza citare la fonte) che a
primavera si svolgeva una danza erotica della pernice in onore della dea-Luna;
durante essa i danzatori maschi saltellavano quasi zoppicando e portavano delle ali
posticce; tale tradizione era ancora viva in Palestina all'epoca di San Gerolamo.
Le ali dei danzatori riconducono a Dedalo (e Icaro), la zopp�a ad Efesto; Arianna
sembra uno dei tanti nomi dietro il quale si nasconde la dea della Luna [Graves,
op. cit., 98.5].

Se l'artefice Dedalo insegna il ballo dello zoppo Efesto alla dea, quest'ultima
scena non ci deve stupire: Dedalo � l'artefice per eccellenza, non solo
l'architetto o il geniale inventore della tecnica del volo.
Dedalo, per lo meno in alcuni aspetti sembra una proiezione di Efesto stesso
[ Graves, op. cit. 92.7], dio del fuoco, ma anche fabbro in grado di creare automi
che lo sostengono e lo aiutano nel suo lavoro.
Infatti anche il genio ateniese costruisce meccanismi: su richiesta di Minosse che
voleva un guardiano per l'isola, egli realizza Talo, gigante di bronzo dalla testa
di toro che ha le caratteristiche di Efesto (il fuoco con cui si arroventa il corpo
per stringere in un abbraccio mortale i nemici; l'automatismo; secondo Graves la
zoppia) e che ha come punto debole la vena che dal tallone (!) arriva fino alla sua
testa...[Graves, op cit. 97.1]

Torniamo al ballo della gru di Teseo e dei suoi compagni: come ci ricorda la
novella di Chichibio e Currado Gianfigliazzi, la caratteristica della gru � quella
di riposare su una gamba sola. Possiamo spingerci a semplificare e dire che si
tratta di un ballo "quasi" saltellante di danzatori con le ali?
Forse no.

Gru o Pernice?

Non dimentichiamo che la sorella di Dedalo, secondo alcune versioni, si chiamava


Perdix, "Pernice"; era madre del primo Talo, a sua volta inventore, ucciso
dall'invidia dello zio Dedalo che per questo omicidio fu cacciato in esilio. Suida
e Fozio riferiscono che alla sua morte, l'anima di Talo vol� in cielo sotto forma
di pernice.

il movimento che viene descritto, di venirsi incontro ed allontanarsi, sembra


riprodurre una sorta di "ballu tundu" sardo (ma anche alcune danze tradizionali
greche).
Poi l'enciclopedico Plinio il Vecchio [Plinio, Naturalis Historia, X, 30, 59] ci
dice che le gru in cattivit� si danno a comportamenti sfrenati e "anche da sole
fanno giri correndo in modo indecoroso".

K�roly Kerenyi, nel suo saggio "Nel Labirinto", collega l�origine del labirinto con
le pi� antiche danze a spirale.
Esse si riscontrano in molte culture anche distanti geograficamente tra loro: ad
esempio la polinesiana "Danza Maro". Sembra che nella �Danza delle Gru� venissero
utilizzate delle funi, che conducevano i danzatori prima verso l'interno e poi di
nuovo verso l�esterno. La direzione resta la medesima: arrivato al centro della
spirale, il ballerino si volge indietro proseguendo un movimento che fin
dall�inizio girava intorno ad un centro invisibile. Da quando per� il danzatore
inverte il movimento, la direzione non � pi� verso la �morte� bens� verso la
�nascita�.
In sintesi: l'ingresso nel Labirinto riprodotto dalla danza sarebbe una classica
"discesa negli Inferi"; l'uscita la celebrazione della vita (l�uscita dal
labirinto, il salvataggio).
Kerenyi associa l�idea del volo delle gru all�idea di �continuazione infinita�, di
�ritorno� (le gru sono uccelli migratori), come indicherebbero i movimenti della
spirale e le danze labirintiche (ed anche il gomitolo di Arianna e le funi usate
nelle danze).

Ecco, il "ruotare", il cerchio perfetto, il ritorno eterno simboleggiato dal


percorso degli astri... ecco, forse, l'elemento dominante: ruota l'Orsa attorno al
Polo, ruota la danza come il tornio del vasaio, ruota l'Oceano attorno alla Terra,
lo scudo � rotondo, e quindi rotante... Perfino Talo, secondo Graves [ Graves, op.
cit., 92.9] era detto "Circino" ovvero "circolare".
La danza � forse quella con cui Eurinome gener� il mondo [Plinio, Naturalis
Historia IV 35 e VIII, 67.] o quella con cui Eros Primigenio comp� lo stesso atto.
Luciano di Samosata, De Saltatione:

"Fammi dire che i migliori studiosi di antichit� rintracciano nella danza la


creazione dell�universo; la danza � nata con Eros Primigenio, che fu il principio
di ogni cosa. Nella danza dei corpi celesti, nelle complesse evoluzioni che si
accordano tra loro, i pianeti si muovono in armoniosa relazione con le stelle
fisse."

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