Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Votre adresse IP
et votre user-agent, ainsi que des statistiques relatives aux performances et à la sécurité, sont transmis à Google
afin d'assurer un service de qualité, de générer des statistiques d'utilisation, et de détecter et de résoudre les
problèmes d'abus.
EN SAVOIR PLUS OK
HECATE GRECA
Secondo una tradizione più tarda sarebbe figlia di Zeus e Hera. ma la greca Ecate era comunque una divinità misteriosa, legata
alla luna ed al mondo dei morti, in alcuni casi confusa con Artemide o Selene o Persefone.
Ebbe comunque un culto indipendente, soprattutto in Asia Minore. La Dea possedeva la capacità di passare dal mondo dei vivi a
quello dei morti ed era psicopompa, cioè accompagnava uomini ancora in vita nel regno degli Inferi.
Protettrice delle strade, degli incroci e dei passaggi, le sue statue e altari si trovavano davanti alle case o lungo le vie, come
protezione per i viandanti.
Il corteo che l’accompagnava era composto da spettri e cani ululanti: per tale ragione si usava mettere agli incroci delle strade
offerte di cibo, per renderla benevola, in particolare l’ultimo giorno di ogni mese, a lei dedicato.
In Eschilo e Aristofane la Dea viene indicata come nume tutelare di porte e accessi, con l'epiteto di Propylaia: pare che le fosse
consacrato un culto sull'Acropoli di Atene e in particolare al suo ingresso, i Propilei appunto, dov'era collocata a protezione della
rocca una statua della Dea.
Ecate rappresentava l’aspetto più misterioso della luna, quello nella fase calante, in relazione con le streghe e i riti magici.
Il centro più importante del culto era ad Egina, dove le venivano sacrificati cani e vittime dal pelo nero, come a tutte le altre
divinità degli Inferi, ma era invocata anche per il buon raccolto.
Esiodo, nella sua Teogonia, dedica ad Ecate quest’inno, dove Zeus concede alla Dea gloria e potere supremo sulla terra, sugli
inferi e sul cielo concedendole anche i diritti originari come discendente delle divinità primordiali, fra cui quello di accordare o
negare ai mortali ciò che desiderano:
“che fra tutti Zeus Cronide onorò, e a lei diede illustri doni,
che potere avesse sulla terra e sul mare infecondo;
anche nel cielo stellato ha una sua parte d’onore
e dagli Dei immortali è sommamente onorata.”
ASPETTI ED ATTRIBUTI
In epoca più antica era raffigurata come una giovane donna vestita con chitone e recante fiaccole nelle mani, spesso vicina a
Cerbero: così la si ritrova sui vasi a figure rosse e sulle monete.
Nei riti orfici era venerata insieme a Demetra e a Cibele ed è raffigurata trimorfa, con tre corpi diversi,
o con tre teste: la giovane, la madre e l'anziana. Il numero tre è il suo numero sacro. Le sue figlie erano chiamate Empuse,
esseri mostruosi che potevano assumere diversi aspetti sia animali che umani.
Alcuni autori attribuiscono a Ecate terrestre un volto di leone, altri di serpente, altri di cane. Porfirio la descrive: "Con volto di
cane, tre teste, inesorabile, con dardi dorati".
Lo scultore Alkamenes, come racconta Pausania, fece la Dea trimorfa, con tre corpi molto vicini tra di loro.
Ancora triplice è l’Ecate Chiaramonti (Musei Vaticani) o le statuine di bronzo conservate una ai Musei Capitolini e l’altra a
Boston.
Altre immagini avevano un unico corpo, ma con tre teste e sei braccia. Nel rilievo della Gigantomachia dell’Altare di Pergamo
(Pergamon Museum di Berlino) Ecate ha tre teste e sei braccia e lotta con la fiaccola, la spada e la lancia, accompagnata dal
cane Molosso.
In altre immagini ha, oltre alle suddette una chiave o la cosiddetta
"trottola magica". Questa è una sfera dorata costruita attorno a uno zaffiro e fatta girare tramite una cinghia di cuoio, con sopra
dei caratteri incisi. Facendola girare si operavano le invocazioni. Questo strumento era chiamto "iugx", sia che fosse sferico,
triangolare, o di altra forma.
Girandolo, produceva dei suoni particolari, imitando il verso di una bestia, ridendo o facendo piangere l'aria. Il movimento della
trottola, con il suo potere magico, portava a termine il rito. È chiamata "Trottola di Ecate" poiché è consacrate a Ecate.
Questo strumento, altrimenti detto "cerchio magico" è in grado di ispirare visioni profetiche. In tal senso essa rimanda all'aspetto
lunare di Ecate, chiamata anche Antea, ossia "colei che invia le visioni".
(Cfr. Apud Eusebio, Praeparatio Evangelica, IV, 23, 175, c-d.) In questo passo, Porfirio descrive gli attributi lunari di una
statuetta che effigia la figura di Ecate:
- vesti bianche,
- sandali dorati - o bronzei, a seconda che si tratti di luna crescente o luna piena
- e delle torce accese tra le mani.
- Nelle braccia, un canestro pieno di frumento,
- un ramo d'olivo
- e dei fiori di papavero.
Nel mito fu Ecate a sentire la richiesta di aiuto di Persefone, rapita da Ade, così da avvertire Demetra e riportarle la figlia dal
regno dei morti.
Tutte le maghe, come Medea e Circe, la invocavano nella preparazione di filtri ed incantesimi. A lei era consacrata la Sibilla
Cumana, che traeva da Ecate la capacità di dare responsi, provenienti anche dagli spiriti dei morti.
Apollodoro (III sec. d.c.) ci informa che ad Ecate venivano offerti dei banchetti rituali, denominati hekataia, tradizione confermata
anche da Plutarco. Nei banchetti avveniva il sacrificio rituale del pesce, sacro alla Dea. A volte il solo simbolo del pesce
diventava simbolo della Dea. Simbolo che poi passerà ai cristiani.
I TEMPLI
Ad Eleusi, Poseidone ed Ecate condividevano uno stesso tempio dove Ecate era custode del mondo marino. Ad Egina, nel
tempio a lei dedicato si svolgevano i Sacri Misteri, e ogni anno vi erano festeggiamenti intorno alla statua lignea della Dea. Il tutto
anche in epoca di dominazione romana.
Oltre ai templi, c'erano i luoghi a lei sacri, come l'isola nei pressi di Delo chiamata in suo nome Hekatez Nisoz. Inoltre, come Dea
dei limes, era presente sulle soglie e nei crocicchi con edicole ed immagini e a lei erano dedicati gli Hekataion, edicole votive
all'entrata delle case che proteggevano la dimora. A riprova dell'usanza scrive Aristofane "proprio come un hekataion è da
trovarsi accanto ad ogni porta". I limes erano anche quelli tra i mondi, per cui presiedeva a nascita e morte, oltre che nel
plenilunio, la massima espansione in quanto Dea Luna.
ECATE ITALICA
"Salve, o madre degli dei, dai molti nomi, dalla bella prole;
Il lago Averno, in Campania, aveva un boschetto sulla sua riva sacro ad Ecate, lì si svolgevano i riti e il lago era ritenuto una
delle entrate per l'oltretomba. Ne parla Cicerone come Nuokomanteion, in cui la gente un tempo si recava per conoscere il futuro
dagli spiriti dei morti.
In Sicilia, a Selinunte c'era un piccolo recinto con sacello, adiacente al propileo monumentale dell’area sacra, dedicato ad Ecate,
inviata da Zeus alla ricerca di Persefone nell’Ade come Dadouchos, portatrice di fiaccola e Phosphòros, portatrice di luce, come
ricorda Callimaco.
Nelle raffigurazioni in cui è trina, o Trivia, reca sul capo una fiamma, una luna, un berretto frigio con raggi. Nelle mani reca una
torcia, una corda, un serpente e un rastrello. Come tutte le Dee trine, tre Dee in una, fu una Grande Madre, da lì la chiesa
cattolica ha tratto la Santissima Trinità. Ed ha tratto inoltre molte delle Madonne Nere.
ECATE ROMANA
In ambito romano prevalse l’aspetto misterioso e magico: Ecate era la strega e la dea della notte. In età imperiale ad Antiochia le
venne dedicato un tempio sotto il quale si apriva una grande cripta per la celebrazione dei riti.
Nel Bellum Civile di Lucano, in una grotta, Ericto tenta di rianimare un cadavere con l’invocazione di Ecate, che le permette di
entrare in contatto col morto. La seguono i cani ctonii, divoratori di anime e malvagi, il lato più oscuro della Dea.
Orazio nell'ottava Satira, descrive l'evocazione negromantica delle due streghe Sagana e Canidia, col sacrificio di un’agnella
nera, e i cani infernali che ululano in lontananza.
Anche Virgilio nomina i cani ululanti che accompagnano la Dea, e Apollonio di Rodi li descrive raucamente abbaianti, quando
Ecate, con la chioma di orribili serpenti, emerge dalla terra.
La loro funzione era esaudire invocazioni e maledizioni pronunciate durante le cerimonie negromantiche, dedicate ad Ecate.
Per i neoplatonici Ecate è una divinità oracolare, che si attiva attraverso simboli, emblemi o strumenti, come lo iugx, la “Trottola
di Ecate”, descritta da Psello come “sfera dorata costruita attorno a uno zaffiro e fatta girare tramite una cinghia di cuoio, con
sopra dei caratteri incisi."
Questo strumento sferico, triangolare, o di altra forma, girando, produceva suoni particolari, come il verso di una bestia, ridendo
o facendo piangere l’aria, ed era in grado di ispirare visioni profetiche. Ecate era Dea lunare, oracolare e soprattutto maga.
Nell'unica basilica neopitagorica ritrovata a Roma, nella fossa dei sacrifici sono stati rinvenute ossa di cani e maiali, i doni che si
facevano alla Dea Terra in veste ctonia.
Ecco come, nel I secolo d.c., Plinio spiega la magia nella sua Naturalis Historia:
"Nessuno deve meravigliarsi della sua autorità perché, unica fra le scienze ha abbracciato e incontrato altre tre discipline che
hanno forte ascendenza sulla mente umana. Nessuno dubiterà che si è sviluppata dalla medicina, aggiungendo alle più dolci e
desiderabili promesse la forza della religione; inoltre, ha incorporato l’astrologia, non essendoci alcuno che non sia ansioso di
conoscere il proprio futuro. "
A Roma fin da tempi antichissimi si celebravano dei rituali in onore degli eroi caduti in guerra per Roma, in memoria dei quali il
re Servio Tullio decretò che venissero eretti dei tempietti sui crocicchi.
Su questi altari venivano offerti dei sacrifici ai Lares Compitales, divinità dei crocicchi come suggerisce l'etimo latino compita
(crocicchio).
Successivamente edicole erette ai crocicchi si trasformarono in piccoli templi in cui si venerava la memoria dei defunti.
Le cerimonie rituali che accompagnavano il culto di queste edicole avevano luogo ogni anno, in gennaio, in coincidenza del
solstizio invernale - che segnava l'ingresso nel nuovo anno e rappresentava un momento liminale caricato di una forte valenza
simbolica.
Le cerimonie prevedevano un'inversione rituale delle regole sociali, venendo presiedute da un collegio sacerdotale composto da
schiavi e liberti. Questo momento rituale si consumava nella più libera sfrenatezza, tra offerte e libagioni, tanto da far coniare il
termine triviale da trivium, nel trivium si trovavano infatti i santuari di "Ecate Trivia", ove si officiava la prostituzione sacra.
ATTRIBUTI
è una e trina ma talvolta appare con un solo corpo e quattro braccia con cui porta: torcia accesa, due torce accese, serpente,
coltello, chiave, specchio, accompagnata da un cane, o da due cani.
I NOMI
Ecate, come altre Dee, era preposta alla prostituzione sacra, la ierodulia, i cui monasteri erano posti negli incroci di tre strade, in
onore della Dea Trivia.
Quando la ierodulia fu proibita dal patriarcato, spesso i postriboli profani vennero ancora posti nei trivii, da cui il termine triviale,
cioè volgare.
LE SACERDOTESSE
Pur disponendo anche di sacerdoti, il culto era seguito soprattutto da sacerdotesse, che con 'emarginazione della Dea
cominciarono a operare in segreto, in associazioni o da sole, cosa temuta ed esecrata.
Nelle Argonautiche Apollonio Rodio racconta un incantesimo di Medea per salvare gli argonauti dal mostro Telos, un gigante di
bronzo che scaglia rocce contro di loro:
"Qui invocò e propiziò con incantesimi
le Chere mortali, le cagne veloci dell’Ade,
che s’aggirano per tutto l’etere dando la caccia ai viventi.
Tre volte le supplicò, tre volte le evocò con incantesimi,
tre volte con preghiere, e creandosi un cuore malvagio,
ammaliò con occhi nemici gli occhi dell’uomo di bronzo;
e digrignando gli mandò contro bile malefica
e orribili immagini, nel suo tremendo furore."
La magia femminile ha permeato tutto il matriarcato, le antiche Dee erano maghe, ai tempi dei Romani ancora lo erano Diana ed
iside, ma tutto nel segreto, perchè al patrircato faceva paura.
La chiesa fece il resto. Basti pensare che le sacerdotesse di Diana Caria, che danzavano attorno al noce sacro, e che avevano
un santuario presso il fiume Sabato, divennero streghe che svolgevano il sabba diabolico sotto in noce di Benevento.
Ecate rimase l'ultima Dea legata alla magia e i suoi attributi la rivelano ctonia per i cai, maga per i serpenti, portatrice di luce per
la fiaccola (porto la luce=lucem fero, da cui Lucifero), il coltello, per la podestà di tagliare il filo della vita, e la chiave per aprire la
porta dei misteri e dell'oltretomba.
Ecate
1 commento:
Aggiungi commento
‹ Home page ›
Visualizza versione web
Powered by Blogger.