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EFESTO

Dio del fuoco, di tutte le arti che richiedono una lavorazione con il fuoco; della tecnologia; dell’ingegneria;
della scultura e della metallurgia. Fu il fabbro degli dei. È il dio artefice di opere mirabili, inventore e
maestro della lavorazione dei metalli, Il fuoco è visto come elemento di civiltà e quindi di ordine, tanto a
livello cosmico, quanto a livello umano. In Cosmogonia gli si attribuiva il perfezionamento dell’universo
ottenuto con la costruzione di solide dimore per gli dei quale garanzia dell’assetto cosmico. Sul piano umano,
aveva un’azione civilizzatrice con l’introduzione della lavorazione dei metalli e la protezione degli
artigiani, sulla cui opera si fondava parzialmente l’ideale antico della comunità civile. Era considerato il dio
protettore di tutte le attività artigianali ed era venerato in tutta la Grecia, in ogni città ellenica dove vi fossero
degli artigiani, ed in special modo nella sua capitale Atene (dove aveva sede il tempio omonimo)... il suo centro
nel mondo greco era l'isola di Lemno, dove sorgeva la città di Efestia, a lui consacrata, e un tempio nel punto
in cui, secondo il mito, era caduto e dove Prometeo aveva rubato il fuoco. Era uno degli dei più brutti
dell’Olimpo e aveva un pessimo carattere. Era grottesco, zoppo e deforme dalla nascita (sebbene alcune
leggende dicono che questo fosse il risultato della sua caduta dall’Olimpo) dunque riusciva a camminare solo
grazie all’aiuto di un bastone. Le opere d’arte che lo ritraggono lo presentano spesso mentre fatica a reggersi
e si appoggia alla sua incudine. é Raffigurato zoppo sudicio e goffo nei movimenti, ma dotato di una vigorosa
muscolatura delle braccia e delle spalle per cui tutto ciò che faceva era di un'impareggiabile perfezione.
La sua grande fucina si trova nelle viscere dell'Etna, lavora insieme ai suoi ciclopi, dove i colpi delle
loro incudini e il loro ansimare fa brontolare i vulcani della zona e il fuoco della loro fucina arrossa la cima
dell'Etna. I suoi simboli sono il martello da fabbro, l'incudine e le tenaglie. In qualche rappresentazione è
ritratto con una scure accanto. Nella mitologia romana, vi era una figura divina simile ad Efesto ed era il
dio Vulcano.
Il dio del fuoco non costruì solo monili ma anche dei robot. Venivano utilizzati nella sua officina come
inservienti, ed avevano aspetto umano. Costruì anche dei tavolini automatici che venivano utilizzati
durante i banchetti che si tenevano sull’Olimpo. La sua creazione più famosa fu Talo, un grande robot che
regalò a Minosse, re di Creta (e padre di Arianna), che messo a guardia della sua isola, venne utilizzato per
spaventare e uccidere i pirati sardi, che compivano continue incursioni sull’isola. inoltre fornito a Zeus lo
scettro per comandare i fulmini e per punire i trasgressori.
I SIMBOLI ED EPITETI DI EFESTO
Amphigýeis "lo zoppo" ( Ἀμφιγύεις )
Kyllopodíōn "l'arresto" ( Κυλλοποδίδν )
Khalkeús "ramaio" ( Χαλκεύς )
Klytotékhnēs "celebre artefice" ( Κλυτοτέχνης )
Polýmētis " astuto" o "di molti dispositivi" ( Πολύμητις )
L’arte antica lo ha raffigurato brutto, grosso e tozzo, tutto il contrario di altri dei. Barbato, vestito di una
corta tunica da lavoro, zoppo sudicio e goffo nei movimenti, ma dotato di una vigorosa muscolatura delle
braccia e delle spalle, con le tenaglie e il martello, accennando solo parcamente al difetto della gamba zoppa.
Egli però era straordinariamente forte, e bravissimo nell’arte di lavorare i metalli e di maneggiare il fuoco;
I suoi simboli sono il martello da fabbro, l’incudine e le tenaglie, in qualche rappresentazione è ritratto
con una scure accanto,
Secondo la leggenda la fucina di Efesto si trovava alle pendici dell’Etna, per questo motivo il vulcano
brontolava e lanciava dei lapilli. Efesto viene rappresentato con incudine, martello, tenaglie, a volte con in parte
una scure. 
LA NASCITA DI EFESTO
Efesto nacque da Era, che lo generò da sola, per dispetto al marito Zeus che la tradiva ripetutamente con altre
donne. Infatti la dea rimase incinta dopo aver mangiato un’alga donatale dalla ninfa oceanina Teti. Appena
nato, il piccolo Efesto colpì tutti per la sua bruttezza. Era gracile, debole e davvero di orribile aspetto, Era non,
lo accettò con amore, infatti, quando lo vide restò terrorizzata dalla bruttezza di quell'essere che lei la regina
degli dei aveva generato, così, vergognandosi di lui, non lo ritenne degno della sua importanza di regina degli
dei e decise di scaraventarlo giù dall'Olimpo Secondo alcune leggende, proprio per questo motivo egli rimase
zoppo; secondo altre, egli era già deforme e zoppo di nascita.. Efesto sopravvisse al pauroso volo poiché cadde
nel mare, dove le ninfe oceanine Teti ed Eurinome lo accolsero e tennero il bimbo con loro per nove anni
in una grotta sottomarina. Qui. Efesto rimase con loro fino all'età di nove anni e, pur crescendo brutto e
storpio, dimostrò fin da subito di avere capacità eccezionali nel lavorare i metalli. Scaldandoli e fondendoli
con il fuoco, sapeva produrre oggetti e gioielli che lasciavano tutti a bocca aperta. Era un dono che compensava
in qualche modo la sgradevolezza del suo aspetto. Efesto installò la sua prima fucina nella caverna e
ricompensò le sue ospiti delle cortesie usategli, fabbricando per loro gioielli d’inestimabile bellezza. Un
giorno Teti adorna dei gioielli che le aveva donato Efesto, partecipò a un banchetto sull’Olimpo. I suoi
gioielli la resero il centro dell’attenzione di tutte le dee, ma soprattutto di Era che, essendo la regina
dell’Olimpo, non poteva essere seconda a nessuna. Alla fine del banchetto, Era chiese a Teti chi fosse stato
l’artefice dei tanto ammirati gioielli. Teti, temendo per il suo protetto, cercò di esimersi dalle domande, ma
Era facendosi più insistente la costrinse a confessare. Saputo che il figlio sapeva fare queste cose, Era si recò
da Efesto e gli chiese di farle un trono tutto d’oro, ma non gli rivelò che era sua madre. Efesto intuì che lei
era sua madre e decise di vendicarsi per essere stato abbandonato. Costruì un trono veramente magnifico, ma
lo dotò di lacci trasparenti, invisibili a chi si sedeva. A Era piacque moltissimo e subito si sedette sul suo
nuovo trono. Appena lo fece però rimase imprigionata dai lacci, che non le permettevano più di alzarsi.
Alle sue grida disperate , tutti gli dei andarono a consolarla, ma nessuno avrebbe potuto liberarla, tranne Efesto.
Zeus mandò Ermes a cercare Efesto, affinché liberasse la madre dal misterioso ordigno, ma egli si rifiutò più
volte di farlo e, al contrario, provava gioia per la burla riuscita. Dopo il fallimento di Ermes, fu il turno di Ares,
ma fu inutile. Solo Dioniso, che godeva della fiducia di Efesto, , fece in modo di ubriacarlo con il suo vino
e lo riportò indietro legato sul dorso di un  mulo. Efesto acconsentì a liberare Era, solo a condizione di
avere in sposa Afrodite. Zeus acconsentì, anche perché tra tutti era quello che aveva un carattere fermo e
costante, in questo modo si sarebbe prevenuta l’ovvia disputa tra i vari dei per avere la mano di Afrodite. Tra
Efesto ed Afrodite, quindi, fu un matrimonio combinato e alla dea della bellezza, l'idea di essere sposata con il
bruttissimo Efesto non piaceva affatto. Efesto sull’Olimpo fu bene accettato perché Costruì splendide sale e
palazzi, consentendo agli dei di vivere in mezzo al lusso. A Delfi si dice che Efesto costruì il quarto santuario in
bronzo, con canori uccelli d'oro appollaiati sul tetto. Fabbrico anche oggetti utili agli dei come il tridente di
Poseidone, il carro del sole, spade, elmi ed altro. Col tempo Efesto dimenticò il torto subito dalla madre e si
affezionò a lei, tanto che osò rimproverare Zeus per averla appesa al cielo perché essa aveva tentato di
detronizzarlo con l’aiuto di Poseidone e Apollo. Ma gli sarebbe convenuto tacere, poiché Zeus infuriato lo
scagliò giù dall'Olimpo una seconda volta. Precipitò per nove giorni e nove notti e infine toccò terra
sull'isola di Lemno fratturandosi ambedue le gambe. Ritornato sull'Olimpo col perdono di Zeus, potè
camminare soltanto con l'aiuto di grucce d'oro. Efesto In seguito stanco di essere deriso per la sua
goffaggine e per i continui tradimenti di Afrodite, decise di lasciare per sempre l’Olimpo e di  rifugiarsi
nelle viscere del monte Etna. Qui aiutato dai Ciclopi continuò la sua abilità di lavorare qualsiasi oggetto. si
rivelò molto utile a tutti gli dei dell'Olimpo.
IL TRADIMENTO DI AFRODITE

Ad Afrodite, l'idea di essere sposata con il bruttissimo Efesto non piaceva affatto, quindi la dea della bellezza,
segretamente innamorata di Ares dio della guerra, più volte tradva il marito.
Si narra che il dio del sole Helios una volta vide Ares e Afrodite che si incontravano di nascosto nella camera
di Efesto e che andò subito a riferirglielo.
Efesto furibondo studiò un sistema per sorprendere in flagrante la coppia e fabbricò una rete dorata e invisibile
con la quale legare i due amanti clandestini. Dopo aver steso la trappola sul letto, fece finta di andare via. I due
amanti non persero tempo e si recarono sul letto dove c’era la trappola invisibile. I due rimasero intrappolati
nella rete e finirono così bloccati in una posizione assai intima e compromettente. Efesto, non ancora
soddisfatto, chiamò gli altri dei dell'Olimpo per mostrare loro i due sfortunati amanti. Le dee per modestia si
rifiutarono di andare, ma gli dei andarono senza indugio. Alcuni si abbandonarono a commenti sulla bellezza di
Afrodite, altri osservarono che avrebbero volentieri preso il posto di Ares e, in buona sostanza, nessuno perse
l'occasione di farsi beffe di loro.
Efesto arrabbiato chiedeva a Zeus di restituirgli la dote che aveva pagato per avere in moglie Afrodite, in caso
contrario avrebbe lasciato la trappola in funzione per sempre. Posidone garantì a Efesto che avrebbe avuto un
risarcimento, garantendo che Ares lo avrebbe risarcito per l’adulterio. Una volta liberati Ares, imbarazzato e
pieno di vergogna, se ne andò via tornando in Tracia, la sua terra natia.
Una versione della leggenda di epoca più tarda dice che Ares aveva messo di guardia alla porta il
giovane Alectrione perché lo avvisasse dell'arrivo di Helios, dato che sapeva che se li avesse scoperti lo avrebbe
rivelato ad Efesto, ma il giovane finì per addormentarsi. Ares, visto che Alectrione non aveva rispettato le
consegne, si infuriò e per punirlo lo trasformò in un gallo, animale che da allora non dimentica mai al mattino
di avvisare dell'arrivo del sole.

Da Ares, Afrodite ebbe Deimos, Foibos e Armonia. Poi riebbe Eros (ma secondo Esiodo fu uno dei primi dei
a emergere) . I poeti greci raccontano che quando Afrodite ebbe Eros, si lamentò con la dea Temi perchè il
figlio non crescesse; Temi le rispose che il bambino non sarebbe cresciuto finchè non avesse avuto un
fratello. Allora Afrodite diede vita ad Anteros che significa "colui che ricambia l'amore"; così i poeti con
questa graziosa leggenda hanno voluto dire che l'amore, per poter crescere, deve essere ricambiato.

EFESTO ED ATENA
NASCITA DI ATENA

Efesto ebbe un ruolo importante nella nascita di Atena- Zeus si coricò con la titanessa  Meti Dea della
prudenza, della saggezza e della sapienza, ma subito dopo ebbe paura delle conseguenze che ne sarebbero
derivate. Quando Meti rimase incinta, Gea e Urano fecero sapere a Zeus che, dopo avergli dato una figlia,
Meti avrebbe dato al mondo un figlio più forte del padre destinato a spodestarlo. Per impedire che questo si
verificasse, subito dopo aver giaciuto con lei, Zeus indusse Meti a trasformarsi in una goccia d'acqua oppure,
a seconda della tradizione, in una mosca o in una cicala e la inghiottì. Meti, che divenne tutt’uno col dio,
prese dimora nel suo capo, e aveva già concepito un bambino. Meti cominciò immediatamente a realizzare
un elmo e una veste per la figlia che portava in grembo, e i colpi di martello sferrati mentre costruiva l'elmo
provocarono a Zeus un dolore terribile e al momento del parto Zeus avvertì un forte mal di testa e chiese ad
Efesto, il fabbro divino di spaccargli la fronte. Così Efesto aprì la testa di Zeus con un'ascia bipenne e Atena
ne balzò fuori già adulta e armata, iniziando a fare una danza guerresca. Così Zeus uscì, malconcio ma vivo,
dalla brutta disavventura.

ERITTONIO
Durante la guerra di Troia, Atena aveva bisogno di un'armatura per non dover chiedere in prestito quella di
Zeus che era neutrale. Poseidone ancora rancoroso con lei per avergli sottratto l’egemonia dell’Attica, le
consigliò di andare dal fabbro degli dei Efesto per farsela fabbricare. Nel frattempo Poseidone aveva detto ad
Efesto che Atena stava venendo alla fucina, col consenso di Zeus, per fare l'amore con lui, con la scusa di
cercare un’armatura nuova. Atena si recò effettivamente da Efesto desiderosa di farsi fabbricare delle armi, ma
questi, da poco abbandonato da Afrodite e preso dal desiderio di possederla, iniziò a inseguirla. Atena fuggì e,
quando Efesto riuscì a raggiungerla, Atena rifiutò di congiungersi carnalmente con Efesto e, quando egli tentò
di prenderla con la forza, si smaterializzò all’improvviso dal letto. ma lui eiaculò sulla sua coscia, sopra il
ginocchio. La Dea, con ribrezzo, si ripulì con della lana che buttò a terra. A causa di questo gesto Gea (la
Terra) divenne gravida e da questa gravidanza nacque Erittonio che rispecchiando l'aspetto deforme del padre
nacque con due serpenti al posto delle gambe. Madre Terra si rifiutò di avere un figlio ottenuto così da Efesto e
non volle accudirlo. Gaia diede il bambino ad Atena perché lo allevasse mentre un serpente vegliava su di lui.

PANDORA

Zeus, per punire gli uomini, che avevano ricevuto il fuoco da Prometeo ordinò a Efesto di fabbricare una
donna, ai quattro Venti di soffiare in essa la vita, e a tutte le dee dell'Olimpo di adornarla. Efesto fece anche un
vaso dove furono rinchiusi tutti i mali del mondo. Pandora, fu la più bella del mondo e Zeus la inviò a
Epimeteo, il quale, dimenticando il consiglio del fratello, Prometeo, ne fece la propria moglie, sedotto dalla sua
bellezza. Pandora era stupida, malvagia e pigra quanto bella: la prima di una lunga serie di donne come lei.
Subito essa aprì il vaso che Prometeo aveva raccomandato a Epimeteo di tenere chiuso, e tutti i mali si
riversarono sull'umanità. Rimase sul fondo solo la Speranza, che non potè scappare poiché Pandora aveva
richiuso prima il coperchio.
OPERE DI EFESTO

Efesto realizzò la maggior parte dei magnifici oggetti di cui si servivano gli dei, nonché quasi tutte le splendide
armi dotate di poteri magici che nei miti greci compaiono in mano agli eroi. Egli creò anche degli automi che lo
aiutavano nei suoi lavori Tra le sue realizzazioni ci sono:

 La sua intera fucina
 I suoi automi (robot) di metallo, suoi aiutanti
 Il suo bastone a forma di martello dal manico allungato
 I magnifici gioielli di Teti ed Eurinome
 Il trono dorato in cui restò imprigionata Era
 Gli edifici (le abitazioni) di tutti gli olimpi (costruiti sull'Olimpo)
 L'arco e le frecce d'oro di Apollo e l'arco e le frecce d'argento della sua gemella Artemide
 Le opere artistiche a Lemno
 Le catene per incatenare Prometeo
 La catena o rete, con cui immobilizzò Ares e Afrodite a letto
 L'elmo e i sandali alati di Ermes
 Lo scettro e l'Egida, il fenomenale scudo di Zeus
 La cintura di Afrodite
 Il bastone di Agamennone
 L'armatura, le armi e lo scudo di Achille
 L'urna d'oro dove vennero riposte le ceneri di Achille, mescolate a quelle di Patroclo,
 I batacchi di bronzo di Eracle
 La corona, che Dioniso regalò ad Arianna come dono di nozze, fu fabbricata da Efesto con oro e rubini
indiani disposti in forma di rose
 Il carro dorato di Apollo
 La corazza e l'elmo di Enea
 La spalla di Pelope
 L'arco e le frecce di Eros
 L'intera armatura di Memnone
 Pandora, la prima donna, e il suo vaso
 Talo, il gigante di bronzo guardiano di Creta
 La delimitazione in due parti del suo martello per volere di Zeus per non fare avere ad Ares la
stessaPotenza delle sue armi (quindi c’era una parte del martello di Efesto che faceva le armi migliori e
un’altra che le faceva più scadenti)

Nella sua immensa fucina, Efesto era aiutato da nai, giganti, automi, ciclopi. Venti soffiavano giorno e notte sul
fuoco per rendere malleabili e duttili i più pregiati metalli. Efesto dominava la terra, non la terra madre, bensì
le profondità vulcaniche, infuocate, le colate laviche; ogni fiamma gli obbediva, ogni scintilla era una sua
emanazione, suo era il regno del fuoco sotterraneo, un regno immenso e terrificante, che ogni tanto riversava
sulla terra, dai crateri vulcanici, fiumi di lava infuocata e piogge di lapilli.

MOGLI E FIGLI DI EFESTO

Oltre ad Afrodite ad efesto sono attribuite altre tre mogli:


 Nell’Iliade, gli viene attribuita come moglie Carite, la Grazia per eccellenza, ma tale tradizione non
trova riscontro in altri miti.
 Sull’isola di Lemno la Nereide Cabiro, dalla quale ebbe due figli chiamati i Cabiri.
 In Sicilia la Ninfa Etna e i suoi due figli, divinità dei geyser siciliani (lago di naftia presso Palagonia),
presero il nome di Palici.
Tra i suoi figli, quasi tutti zoppi come lui, vi fu l'argonauta Palemone; Perifete, un brigante di Epidauro; e
Ardalo, scultore leggendario.
EFESTO E ATENA EFESTO COSTRUISCE LE CASE DEGLI DEI

VULCANO NELLE 50 LIRE


TRADIMENTO DI AFRODITE EFESTO FORGIA ARMI DI ACHILLE

ETNA
FUCINA DI EFESTO

SIMBOLI DI EFESTO EFESTO E AFRODITE

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