Il primo capitolo discute le avventure di Zeus, il dio dell'Olimpo. Quando non era nell'Olimpo, era nel letto
di una donna, mai sua moglie. Ha saputo conquistare tutte le donne che ha incontrato e non gli è mancata
nessuna. Dopo aver dato alla luce dei bambini con queste donne passava a un'altra fanciulla. Dalle sue
avventure nacquero i più grandi eroi dell'Olimpo, come Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Atena,
Dioniso, Perseo , Ercole, Elena, Minosse e Musa. Grazie alla sua relazione sono nate parole che si usano
ancora oggi, come il nome del nostro continente europeo. Pensando a questo, la sua vita potrebbe risultare
molto felice, ma per arrivare a questo punto gli ci sono voluti diversi spargimenti di sangue.Ha ucciso suo
padre Crono, il re dell'Olimpo, per prendere il suo posto. Crono era un cattivo padre, infatti, ogni volta che
lui e sua moglie Rea davano alla luce un bambino , Crono lo imprigionò. Così, dopo un po ', sua moglie si è
stufata della situazione, così si è nascosto con l'aiuto di capre e alcuni elfi e ha cresciuto suo figlio, che lo ha
nascosto da Crono. Quel bambino era Zeus e, quando è cresciuto, ha eliminato suo padre ed è diventato il
nuovo re dell'Olimpo. Da qui in avanti, Zeus dovrà affrontare innumerevoli battaglie come quella contro i
titani, contro i giganti, e il mostruoso Tifone. Una delle battaglie più difficili che ha dovuto affrontare è stata
quella contro Tifone per l’appunto, il quale era grande come una montagna. Zeus rimase prigioniero di
Tifone, ma riuscì a liberarsi, e grazie alla forza dei suoi fulmini, riuscì a bloccarlo sotto una montagna. Si
pensa tutt’oggi che quella montagna sia l’Etna e che quando erutta, sia Tifone che esprime la sua rabbia. In
queste battaglie incontrò anche molte creature, come ciclopi, elfi, giganti e riuscì persino a liberare alcuni
fratelli che lo aiutarono a sviluppare la sua carriera. non ha paura di nessun dei o dee, tranne che per la
rabbia delle donne, la dea è sua moglie
Capitolo 2
Ma era certamente una vergogna avere Zeus come marito. non poteva cambiare la sua natura e fargli
passare il desiderio di tutte le femmine che passavano. molte volte, tuttavia, è stato catturato con le mani
messe dove stava giurando che sarebbe stata l'ultima volta, per poi ricadere indietro. aveva ragione, ma
aveva tutte le ragioni per essere gelosa anche per il fatto di essere gli dei più scontrosi. Non era nemmeno
la prima moglie di Zeus, il signore dell'Olimpo aveva avuto molti matrimoni prima. tra questi conosciamo
Metus, divinità della saggezza da cui è nata la dea Atena, poi c'era themis la signora delle leggi, da kitchen
que dike, e poi Mnemosyne. Finalmente è stato questo tipo di amore, e non è stato tutto liscio. In effetti,
camminava da sola su una piccola strada, ma quando Zeus la vide fece piovere e si trasforma in un cuculo,
corse in braccio ad era Con le sue nuove sembianze e questi le fece pena , fino a prendersene cura. Ad un
certo punto il cuculo ritorno zeus. Perderà subito lo spostò via, non voleva davvero darsi a Zeus, e il dio di
tutti gli dei fu costretto a chiederglielo in matrimonio. I due poi sono scappati segretamente dai loro
genitori e si scopre che in realtà i loro genitori erano gli stessi e quell'epoca e Zeus erano in realtà fratello e
sorella. Questo non ha infastidito nessuno e hanno continuato il loro matrimonio. Il matrimonio è stato
fantastico, c'erano tutte le divinità più importanti e incredibili banchetti.
Le vendite di era e la nuovo terribili però ci fu un caso particolare che fu quello della donzella io.In effetti
zeus continuava a dire che non provava niente per io ma era non ci credeva, ed aveva ragione a non
crederci poiché zeus ebbe un'idea geniale per soddisfare le sue voglie.Toccò la damigella I che diventava
una vacca bianca ogni volta che Zeus voleva approfittarne, mi sarebbe bastato diventare un toro. Un attimo
lentamente, però, si scoprì Dera che aveva la mucca custodita da un mostro dai mille occhi.Questo non si
fermò per Zeus che decise di addormentare il mostro dai cento occhi grazie all'aiuto di Ernest che dopo
averlo fatto addormentato gli ho tagliato la testa. Zeus ne approfittò finché non fu scoperto di nuovo. la
ragazza mucca fu costretta a vagare per il mondo arrivando fino in egitto dove zeus la ritrovo e la fece
tornare una ragazza e festeggiando con una nuova nottata di piacere dopo nacque un figlio, epafo, che
diventò il re dell'egitto. Da quel giorno io rimase in egitto e Zeus non la rivide più. Era e Zeus continuarono a
litigare per sempre, ma zeus sapeva che era aveva ragione quindi non gli rimaneva che picchiarla per
metterlo a tacere, Ma a volte era mostrava anche un volto dolce, me l'ha proprio in quel momento che zeus
doveva avere paura.
Era deciso infatti di immischiarsi nelle questioni di guerra di Zeus che mandò sulla terra consideri che però
avevano l'ordine di non combattere contro gli esseri umani e a quel. era decise di mettersi in coppia con
poseidone E decise di farsi bella per al Zeus così da distrarlo durante la missione. prese la cintura di afrodite
che la rendeva incantevole e andò da Zeus che come non mai aveva voglia di stare con sua moglie. Era
cerco di convincerlo ad andare sull'olimpo per soddisfarsi a vicenda, ma zeus Non riuscì ad aspettare e lo
fecero lì. A quel. zeus era distratto e posidone aveva via libera.
Era e considerala quindi la dea del matrimonio ma non si sa se lei come il marito non sia mai stata coinvolta
in un tradimento. Però nulla e certo sulle sue scappatelle se ci siano state o meno l'unica cosa certa i che
tutti avevano paura delle vendette di era
Capitolo n 3
Il desiderio è una legge implacabile, ci sarà capitato a tutti di testarlo in qualche occasione. A volte capita
quando vediamo per la prima volta la persona che amiamo. Ma nessuno sa spiegare cosa succede quando
si è innamorati, non siamo più padroni di noi stessi e finiamo nel compiere le azioni più sciocche e
insensate. Ecco questo desiderio i greci lo chiamavano Eros. Contro Eros non si può combattere Eros è
invincibile in battaglia come viene detto nell’Antigone. Uno che ha capito per bene quello che dicevano i
greci su Eros era Napoleone Bonaparte per colpa di sua moglie infedele Giuseppina Beauharnais. CI viene
descritto eros come un bambino capriccioso. Come ogni bibmo è indisciplinato e giocherellone , il
problema che i sui giocattoli siamo noi. La legge del desiderio non vale solo per noi umani ma anche per gli
dei. Nessuno sfugge ad essa neppure il signore dell’olimpo, non facendo mai innamorare una donna di lui.
In effetti eros scaglia le sue frecce dimenticandosi di colpire allo stesso modo l’amante, cos’ ci si innamora
di chi non ricambia. Una soluzione però c’è per fermare Eros, rivolgersi a sua madre Afrodite. Afrodite è più
grande di Eros perché non solo instilla nel nostro cuore il desiderio ma perché è anche l’unica che può
salvarci dalle sofferenze connesse al desiderio. Far si che la persona che amiamo ricambi bisogna rivolgersi
ad Afrodite. Come faceva la poetessa Saffo in una sua splendida poesia, rifiutata dalla persona amata. Non
sappiamo se Afrodite abbia esaudito il desiderio di Saffo. Sappiamo che la poetessa le era molto cara. Saffo
era piccola e brutta e no non era lesbica. Saffo era al centro di una comunità di donne che si riunivano per
celebrare la dea, nell’isola di Lesbo. Saffo amava gli uomini soprattutto Faone un giovane e vecchio
barcaiolo possiamo capire che c’entra il miracolo di Afrodite. Una volta mentre era sulla riva a Faone
apparve una donna bellissima. Faone non sapeva chi fosse ma fu lieto di accoglierla nella sua barca
facendogli fare una giro senza farla pagare. La donna gli regalò un vasetto di unguento e poi scomparve dal
nulla. Faone se lo spalmò sulla palle e subito si trasformò in un uomo bellissimo. Così Saffo si innamorò di
Faone. Che per un po’ di tempo ricambiò. Ma il barcaiolo si stancò e andò a darsi nelle braccia di altre
donne. Per uscire dagli amori infelici gli antichi greci avevano un rimedio buttarsi dalla rupe di Leucade.
Pare che Saffo abbia preso coraggio e si sia buttata se sia morta o meno nessuno lo sa, sappiamo solo che
Faone pagò le conseguenze delle sue azioni infatti un marito cornuto lo avrebbe ucciso dopo averlo sopreso
nel letto della moglie. Un'altra prova della bontà di Afrodite la possiamo trovare nella storia di Pigmalione .
Pigmalione non riusciva ad amare e si creò una donna perfetta , la chiamò Galatea e visse con lui come una
vera e propria moglie. Quando venne il giorno della festa di Afrodite Pigmalione pregò la dea e chiese si far
diventare Galatea reale. Quando tornò a casa per andare a dormire abbracciò la statua e vide che il petto
era morbido, Galatea era diventata umana. Afrodite è sia una divinità benevole che maligna, non ha mai
goduto di una ottima reputazione. Ce lo dice Omero che ci mostra i suoi lati meno lusinghieri,petulante
menzognera piagnucolosa. Seguendo il racconto di Omero abbiamo detto che Afrodite era figlia di Zeus e
della Dea Dione. Ma c’è un'altra storia sulla nascita di Afrodite. SI dice che lei sia nata dopo il taglio degli
organi genitali di Urano da parte di Crono padre di Zeus. Gli organi genitali caduti in mare si sarebbero
mescolati con la schiuma delle onde dando vita ad Afrodite. La divinità neonata nuotò verso l’isola di Citera.
Poi lasciata Citera Afrodite andò verso l’isola di Cipro casa sua. E la conchiglia di Botticelli? Li troviamo
un’altra versione della nascita di Afrodite, che dice sarebbe apparsa in una conchiglia. Per questo le
conchiglie erano care alla dea e anche per questo era dea anche del mare e della navigazione. Ma oggi cosa
resta del potere della dea e del figlio? Eros è stato consumato dall’amore cristiano. L’amore è cambiato
Eros è un grazioso puttino da mettere in qualche marca. Però un dubbio rimane. Sarà pur vero che l’eros ha
ormai perso tutto ciò che aveva di sacro e terribile ma è meglio essere prudenti e non offendere Afrodite
sottovalutandone il potere oppure soffriremo dell’ira di ella.
Capitolo n 4
Il capitolo 4 parla del dio Efesto, il marito della dea più bella dell'universo, Afrodite. Efesto era brutto e
zoppo, quindi si può immaginare che il matrimonio non fosse da meraviglia. Era una persona seria e un
lavoratore onesto, ma proprio per questo sua moglie lo prendeva in giro, preferiva tizi come Ares, il dio
della guerra. Non era certo colpa di Efesto se era brutto e zoppo, infatti si dice che sia così per
maltrattamenti familiari. Esistono diverse versioni, una che racconta che Efesto fu buttato giù dall'Olimpo
da suo padre dopo aver interferito in una lite tra lui e sua moglie, mentre un'altra racconta che era stata
Era, stupida per la bruttezza del bambino. Si dice anche che Efesto sia nato da solo da Era, infatti la dea lei
avrebbe partorito da sola a lui, e forse proprio per questo è nato deforme. Efesto pensava che il suo mondo
fosse altrove, fuori dall'Olimpo, e questo pensava viste le molestie domestiche che riceveva da bambino.
Efesto, dopo essere stato gettato dall'Olimpo, sarebbe vissuto per 9 anni nel regno delle ninfe sottomarine
dove si sarebbe specializzato nell'arte del fabbro. Mentre per la versione alternativa, Efesto si trova
sull'isola di Lemno, dove lavora anche come fabbro. Il dio, grazie anche ai suoi aiutanti, iniziò a lavorare i
metalli. Un giorno organizzò una vendetta, costruendo un trono per la dea Era, e quando lei, quest'ultima,
sarebbe andata a sedersi sopra di lei, le sue braccia avrebbero preso vita, l'avrebbero bloccata e portata a
mezz'aria. . L'unico che riuscì a salvarla fu Efesto, che riportato nell'Olimpo da Dioniso, ne liberò Era
chiedendo in cambio di sposare Afrodite, sotto gli occhi gelosi di tutti.
Afrodite, non contenta di suo marito, mentre lui non era a casa, andò a letto con Ares, senza che Efesto lo
scoprisse , che in seguito lo scoprì dopo che il Sole glielo avrebbe detto. Quindi escogitò una trappola,
costruendo e posizionando sottilissimi fili di ferro sul suo letto matrimoniale, dove di solito andavano a letto
Afrodite e Ares. Non appena i due si sono sdraiati sul letto e hanno iniziato, sono rimasti intrappolati ed
Efesto è stato avvertito dal Sole. Efesto ha chiamato tutti gli dei dell'Olimpo per mostrargli lo spettacolo, e
dopo anche incitato da Posidone, Efesto libererà i due assicurandosi poi di ricevere un compenso da Ares.
Altrettanto bella ma meno infedele di Afrodite era un'altra moglie di Efesto, Charis, sua compagna sull'isola
di Lemno. Siamo in un momento delicato della guerra di Troia, l'amico di Achille, Patroclo, sfida Ercole,
sperando di farlo fuggire indossando le armi di Achille, quindi non è così, e Patroclo muore. Achille soffre
molto e cerca vendetta, ma non dispone delle sue armi, così Teti, sua madre, si rivolge ad Efesto il quale la
accoglie e le serve tutto il necessario. Tutte le meraviglie che costruiva Efesto ci meravigliano, infatti la
tecnologia degli antichi era molto più avanzata di quel che si immagina. Lavorare, produrre e guadagnare
per gli antichi non era tutto, poteva essere una necessità, ma mai una virtù, come ci insegna Efesto.
Capitolo 5
Capitolo n 5
Distruggere:questa era la sua missione. Il nome di Ares racchiude tutta la violenza del mondo. Dietro ogni
discordia c’è lui che non prova pietà per nessuno. Ares era lo spirito della guerra intesa non come coraggio
ma come strage e delitto. Rappresenta la battaglia no la sua gloria. La gloria spettava ad Atena che nella
sua mano portava la Nike la splendida divinità della vittoria. Nessuno tra gli dei lo amava. Tutti lo
detestavano.Zeus glielo disse pure in faccia. È Omero nell’Iliade a raccontarci tutti i disastri che combinò
Ares sotto le mura di Troia scendendo in campo affianco ai troiani. Ancora una volta la mischia infuriava
sotto le mura di Troia. Afrodite, Ares e Apollo stavano coi troiani Era e Atena difendevano i greci. Era e
Atena videro Ares scendere in campo e decisero di intervenire. Indossati l’elmo e l’armatura e due dee
salirono sui loro carri e mossero verso la piana di Troia . Era prese l’aspetto di Stentore. Gridamdp cpm òa
forza di cinquanta ugole la dea esortò i greci in battaglia. Atena intanto andò a cercare Diomede che si era
appoggiato al suo carro. Atena convinse Diomede a colpire Ares e Diomede lo fece lol. Quando Ares vide
Diomede gli lanciò una lancia contro ma Atena con l’elmo di Ade che la rese invisibile la fermò. Allora
Diomede lanciò la lancia contro Ares con l’aiuto di Atena e lo colpì. Ares era molto offeso visto che Zeus
amava particolarmente Atena come detestava lui. Insomma nessuno voleva bene ad Ares.
Solo una cosa interessava ad Ares quanto la vittoria:l’amore. La sua storia con Afrodite fu infatti causa di
molte disgrazie. Se lo sposo di Afrodite Efesto era geloso di lui anche lui era geloso di Afrodite. Lo possiao
bedere nella vicenda di Adone, nella quale Mirra dopo aver dopo aver fatto l’amore per 13 volte con suo
padre a sua insaputa decise di farsi trasformare in qualcosa di estraneo così diventò un albero. Però
durante le notti col padre ebbe un figlio Adone, e non appena Afrodite lo vide si innamorò. Il ragazzo era
così bello che anche un'altra dea se ne innamorò Persefone la regina degl’inferi. Le due dee per dividersi
Adone chiesero a Zeus che disse che Adone avrebbe passato due parti dell’anno con Persefone e l’altra con
Afrodite. IL cupo Ares era molto geloso nessuno poteva rubargli la sua Afrodite così un giorno mentre
Adone vagava nei campi, Ares fece comparire un cinghiale che uccise il ragazzo. Afrodite non restò che
piangere sul corpo del ragazzo.
Dagli amori con Ares e Afrodite nacque una figlia. SI chiamava Armonia e il suo matrimonio con Cadmo è
uno dei più celebri della mitologia greca. Una cerimonia una che riunì tutte le divinità, basta pensare che
Cadmo bevve con Zeus stesso. In questa storia Ares sembra inserito perfettamente nella società
dell’Olimpo, normalmente però rimaneva un dio violento e odioso. Ben oltre dignità aveva il suo
corrispondente Marte il progenitore dei romani infatti in una storia con Rea Silva ì nacquero i due creatori
di Roma Romolo e Remo. Si diceva che Marte in persona comparisse nel campo di battaglia, come nel
282d.C quando un ragazzo di enorme altezza mosse all’assalto l’esercito del console Caio. Anche Marte
aveva delle debolezze, lo possiamo vedere nella buffa storia con la divinità plebea Anna Perrenna, nella
quale Marte chiese alla dea di far innamorare Minerva di lui, ma la dea non riuscendoci fece finta di essere
Atena stando per passare una notte di amore con lui.
Capitolo 6
Nel capitolo 6 si parla di Posidone, che si dice viva sotto le discoteche. Inizialmente si parla della storia di
Santorino, quando l'isola si spaccò a metà a causa di un'eruzione vulcanica, e una parte giace ancora oggi
sul fondo del mare. La teoria di alcuni studiosi è che la storia di Santorino sarebbe la fonte della leggenda di
Atlantide, il continente sommerso. Parlando di Posidon, lo conosciamo nelle vesti di un gentiluomo barbuto
armato di tridente, ma era soprattutto una divinità terribile, si diceva che ogni terremoto fosse causato da
lui. Ci insegna anche che il mondo non è solo la sua superficie visibile, infatti ci sono profondità e abissi che
accompagnano il nostro passato anche se non sono visibili. L'animale sacro a Posidone è il cavallo, e il dio
stesso potrebbe trasformarsi in esso, come accadde nel caso dello stupro della divinità Demetra, anch'essa
trasformata in puledra. Tra tutti gli dei dell'Olimpo, Posidone era particolarmente irascibile e vendicativo,
non prendeva nulla per sollevare una tempesta o seppellire i mortali sotto una marea d'acqua. Questo
capitolo racconta anche uno strano e oscuro mito, che vede come protagonisti gli dei dell'Olimpo che
cercarono di uccidere Zeus (compreso Posidon). Come puoi immaginare, non ci sono riusciti e quindi tutti
sono stati puniti. Posidone fu mandato a lavorare per il re di Troia a Laomedonte che gli fece costruire le
mura della città. Quando il lavoro fu finito, il re non voleva pagarlo bene, quindi Posidon lo uccise.
Posidone, se Zeus era il padre irritabile dell'Olimpo, il dio del mare era suo zio. Ciò è dovuto alla sua infanzia
difficile, anche lui è sfuggito al padre cannibale Crono da bambino ed è stato allevato da una strana razza di
elfi magici. Da loro Posidone ha poi ricevuto in dono il tridente. Posidone possedeva anche un'altra casa, in
fondo al mare dove viveva con la moglie Anfitrite. Omero poi racconta durante l'Illiade che Posidone,
seduto per osservare la guerra tra Troiani e Greci, decise di unirsi anche ai Greci. Entrò con un carro dorato,
trainato a turno da due cavalli con uno stemma dorato. Un giorno il coraggioso eroe Teseo, che si dice fosse
suo figlio, venne al palazzo di Poseidone per una sfida proposta dal re Minosse , che accusò Teseo di
mentire sulla sua origine divina. Ma Teseo vinse la sfida. Minosse in realtà aveva già sperimentato quello
che è successo per sfidare una divinità, infatti il minotauro che si è trovato a casa è stato opera della
vendetta di Posidone. Così come odiava Minosse, il dio del mare amava Teseo, tanto da permettergli di
esprimere tre desideri che avrebbe esaudito a tutti i costi, e uno di questi era uccidere Ippolito,
ingiustamente accusato di aver violentato la sua matrigna Fedra . E così fu, Posidone scatenò un’onda
immane alta fino al cielo, da cui uscì un toro gigantesco che fece uccidere Ippolito, schiantato contro delle
pietre. Ecco di cosa era capace, lo zio dell’Olimpo
Capitolo n 7
Nel capitolo 7 si parla del dio Apollo, era il più bello ma anche il più crudele. La bellezza e la crudeltà, sai,
spesso vanno insieme. Con le sue frecce ha ucciso senza pietà. Anche Apollo era armonioso, pieno di grazia.
Ma sicuramente non erano queste le parole che sarebbero venute in mente al povero Marsia, che aveva
avuto la pessima idea di sfidare Apollo, Marsia era un satiro, uno di quegli strani abitanti dei boschi, metà
uomo e metà animale. Un giorno, durante il suo viaggio, Marsia incontrò un oggetto bizzarro e misterioso.
Una canna, sulla quale apparvero una serie di buchi, Marsia appoggiò le labbra su un'estremità e,
soffiandoci dentro, emise una melodia, aveva appena inventato il flauto. Marsia sfidò Apollo a una corsa e
la vittoria andò ad Apollo, che legò Marsia a un tronco d'albero e, come un esperto macellaio, iniziò
lentamente a scuoiarlo. Come capiamo qui da questa storia Apollo è un dio implacabile e crudele, che ha
maneggiato il coltello oltre che l'arco. La parola Liceo, in greco antico, significa "signore dei lupi", non a caso
i greci conoscevano anche un liceo Zeus, si diceva che si facessero sacrifici umani in onore di questo Zeus, si
parlava di cannibalismo e, soprattutto, di lupi mannari. Apollo, prima ancora di essere il signore della luce,
al punto da essere successivamente identificato con il Sole, era dunque una divinità micidiale che sapeva
uccidere in tanti e crudeli modi. L'arco d'argento, che era la sua arma principale, non lasciava scampo. Il
poema più grandioso e antico della civiltà occidentale, l'Iliade, si apre su una terribile furia di Apollo,
durante l'assalto dei Greci a Troia, che avevano rapito la bella Chrysid, suo padre poi pregò il dio Apollo. Il
dio ascoltò le sue preghiere e scatenò una pioggia di morte, e solo quando i Greci restituirono Chrysid a suo
padre lo fermò. Proprio come dispensava la morte, Apollo poteva garantire la salvezza. Era un dio che
uccideva ma anche assolto dall'omicidio: se un uomo era colpevole di omicidio poteva rivolgersi a lui per
essere purificato, come fece Oreste dopo aver ucciso sua madre Clitennestra. Era il dio che ha causato le
piaghe ma che poteva anche farle fermare. Una divinità guaritrice. Non è un caso che avesse tra i suoi figli
lo stesso dio della medicina, Asclepio. In una storia, vediamo come Coronide, moglie di Apollo, tradisce
quest'ultimo e si unisce a un altro uomo, rimanendo incinta di Asclepio. Apollo dopo averlo appreso, uccide
la moglie e strappa il bambino dal grembo materno, che crescendo e imparando l'arte medica iniziò a
resuscitare le persone, e per questo fu ucciso da Zeus. Anche Apollo aveva i suoi santuari. Tra tutti spiccava
quello di Delfi, dove c'era l'oracolo più famoso della Grecia che rispondeva a qualsiasi domanda. Apollo era
anche per questo considerato un dio ambiguo, si diceva che non nega né afferma ma allude, e c'è una storia
che ci fa pensare che le risposte dell'oracolo servissero a prendere in giro i mortali. La storia di Creso che fu
convinto dall'oracolo ad attaccare il regno dei Persiani, ma il suo esercito fu sterminato e dovette essere
bruciato vivo, ma qualche divinità lo salvò. Creso, deluso dall'oracolo, fece una denuncia e la sacerdotessa
che riferì le risposte dell'oracolo gli disse che gli era stato detto che un esercito sarebbe stato distrutto, in
questo caso il suo. In breve, Apollo era davvero una divinità multiuso: signore del canto e della musica,
medico e guaritore, profeta e arciere infallibile, una specie di prima classe tra gli dei. Apollo non era molto
gentile con Era, poiché era il risultato di una scappatella di Zeus. E come suo padre, anche Apollo si
trasformò in creature per conquistare le fanciulle, tra cui la ninfa Chione, "divisa" con Hermes. Ma non tutte
le storie d'amore di Apollo finirono bene, come nel caso della principessa Marpesa, che preferì Ida, essendo
una mortale. . Il primo amore di Apollo fu Dafne. Apollo era stato colpito da una freccia di Eros, stessa cosa
per Dafne che però fu colpita da una freccia che faceva odiare la persona da cui si era amati. Ella, cercò di
scappare da Apollo, fino a che arrivò in un vicolo cieco, dove invocò delle divinità che la fecero trasformare
in un albero. Da allora Apollo portò una collana di alloro sul capo, l’unico ricordo di quell’amore mai vissuto.
Capitolo 8
Artemide è una dea amante della natura che ha trascorso la sua vita nella natura rimanendo vergine per
sempre. È la sorella gemella di Apollo e questo capitolo si concentra su come i gemelli sono riusciti a
nascere nonostante la rabbia di Era nei loro confronti e le avventure che coinvolgono Artemide e le sue
ninfe. La storia di come sono nati i gemelli è davvero interessante. I loro genitori sono Zeus e Latona. I
gemelli, infatti, sono nati da una delle ennesime scappatelle del padre dell'Olimpo. Era non poteva
sopportare Latona a causa della sua gelosia per Zeus e quando ha saputo che doveva partorire, Era ha detto
al mondo intero di chiudere le porte su Latona e quindi non avrebbe trovato un posto dove partorire. Era
fece incarcerare anche Ilizia, dea del parto per far sì che Latona non avesse nessuno al suo fianco al
momento del parto. Tuttavia, c'era una piccola isola chiamata Asteria che vagava tra le onde. In cerca di
aiuto, Latona decide di rivolgersi ad Asteria proponendo un accordo per la piccola isola: se lei le avesse dato
il consenso di partorire lì, Apollo. suo figlio, avrebbe costruito su di lei il suo primo tempio e tutti
accorreranno a visitarlo. Così, Asteria decise di ospitare Latona sulla sua isola che, dopo quel periodo,
sarebbe diventata una delle isole più conosciute. Latona, inoltre, ha deciso di regalare a Ilizia una ghirlanda
per tutte le ore poiché sapeva che le donne non avrebbero mai rifiutato i gioielli d'oro. La dea del parto,
infatti, riuscì a sfuggire a Era e ad aiutare Latona a partorire Artemide e Apollo. Artemide era una divinità
molto diversa dalle altre. Proprio come Apollo, il suo potere stava nell'arco e nelle frecce, ma voleva un
destino diverso rispetto alle altre divinità. Infatti, già da bambina, chiese a suo padre Zeus di farla rimanere
sempre vergine, di concederle arco e frecce, di darle un vestito che si fermasse sopra il ginocchio e di
regalarle una sola città e tutte le montagne. e foreste da cacciare. Hai 60 ninfe dell'oceano al tuo servizio.
Suo padre non poteva fare a meno di dare quello che voleva a una ragazzina capricciosa e così, lei Artemis
ha ottenuto ciò che voleva. . Si aggirava tra i boschi con le sue ninfe cacciando gli animali. Un avventura
racconta che, mentre Artemide si aggirava tra i boschi nuda con le ninfe, Atteone la vide e si nascose dietro
l’albero continuando ad ammirarla. Le ninfe notarono la sua presenza e gridando si misero attorno ad
Artemide per coprirla. Il giovane era terrorizzato. Artemide trasformò Atteone in un cervo e, i cani della dea
sentono l’odore dell’animale e lo assalgono. Mentre lui vorrebbe gridare ma, purtroppo dalla sua bocca
escono solo bramiti. Questa è solo una delle tante avventure di Artemide. Nelle guerre però, Artemide non
era solita a vincere. Ricordiamo ad esempio quella tra troiani e greci. La giovane cacciatrice andava in difesa
dei troiani e, Era che proteggeva i greci picchiò la ragazza sulle orecchie. Cosi 'Artemis si mise in braccio a
suo padre a piangere come fanno di solito le ragazze. Se in battaglia, invece, la ragazza non vinceva spesso,
nel campo della caccia è sempre stata al primo posto. Un'altra avventura che riguarda la giovane cacciatrice
è quella legata alla sua ninfa Callistò. Callistò era la ninfa più bella, il suo nome infatti significa "La Bella".
Artemide sosteneva che tutte le sue ninfe dovevano essere vergini e, una cosa che la infastidiva molto, fu
quando una delle sue ninfe tradì questo patto e ebbe persino rapporti con suo padre. Ma Zeus, pur
conoscendo il voto di castità della bella Callisto, non si arrese e, trasformandosi nella sua stessa figlia, fece
in modo che Artemide gli si avvicinasse per violentarla. La ninfa purtroppo rimase incinta di Zeus e decise di
non parlarne a nessuno. La gravidanza era quasi al termine quando, un giorno, la dea Artemide decise di
fare il bagno con le sue ninfe nude e Callisto, pur opponendosi a lei, fu costretta a spogliarsi anche lei. Si
sono accorti tutti della sua gravidanza e così Artemis ha ucciso Callisto pugnalandola. Altre storie invece
raccontano che fu Era a punire Callisto rendendola brutta. Artemide era infatti piuttosto permalosa come
quasi tutti gli dei dell'Olimpo. Tuttavia, Artemide era anche brava con i suoi protetti come Ifigenia. Ifigenia
era la figlia di Agamennone e fu condannata a morire per un sacrificio umano ma, proprio nell'istante in cui
fu uccisa la dea, suo padre chiuse gli occhi per non vedere quel terribile momento. Ma tutti dicono che ciò
che Agamennone non ha visto è stato solo un miracolo. Artemide amava la vergine Ifigenia perché le
ricordava una delle sue ninfe e così, corse in suo aiuto sostituendo la fanciulla con un cervo e che quindi ad
essere ammazzato fu un cervo mentre, la ragazza vergine venne mandata dalla dea in Tauride dove fungeva
da sacerdotessa di Artemide.
Capitolo 9
una parola era sufficiente per descrivere Hermes, ladro. Hermes era il messaggero degli dei, è la divinità che
collega il mondo dei vivi a quello dei morti ed è anche il demone della velocità. Nacque da una delle
avventure di Zeus, sua madre si chiamava Maia. Divenne subito il dio dei ladri e del commercio, con una
delle sue bizzarre avventure con il fratello Apollo. Due giorni dopo la sua nascita, uscì dalla grotta dove
viveva e vide per la prima volta una tartaruga. Il dio in questo video di tartaruga qualcosa che nessuno
aveva visto, un vero strumento musicale. Così, grazie al suo guscio e alle corde nervose delle pecore, è nata
la lira. Hermes ha usato questo strumento per cantare all'amore, agli strumenti e alla gioia e così questo
strumento è diventato parte delle canzoni del banchetto. Mentre il dio lo suonava, stava già pensando a
cos'altro avrebbe potuto inventare in seguito. Dopo aver lasciato la grotta, quando di notte raggiunse i
monti Pieria, dove pascolavano le mandrie dell'Olimpo e subito pensò di rubarli. Ha fatto delle scarpe
enormi, così chiunque passasse non avrebbe pensato che fosse lui a rubare il bestiame. Riuscì a rubare
cinquanta mucche e le nascose in un luogo sicuro, dove iniziò a macellarle, accese un fuoco e iniziò a
cuocere il cibo. Si dice che la scoperta del fuoco e della cucina, infatti, sia dovuta a lui. Dopo la cena,
nascose le mucche e tornò alla grotta, andò a letto e sua madre lo rimproverò dicendo che quando suo
fratello Apollo lo avesse scoperto sarebbe andato su tutte le furie. Allo stesso tempo, Apollo scoprì che
mancavano molti bovini, ma guardando la pista, non riuscì a capire chi fosse. Quindi, ha chiesto a un
contadino che è andato lì, e lui ha risposto che ha visto una cosa molto strana, un bambino stava portando
via tutte queste bestie, e Apollo si rese subito conto che il bambino era Hermes. Apollo andò alla grotta,
dove era arrabbiato con Hermes e gli disse di restituirlo.
Capitolo n 10
Il capitolo 10 parla della dea Atena, che tra tutti gli dei dell'Olimpo era l'unica con la testa sulle spalle. Una
che non ha paura di nulla, il cui braccio è forte come la sua mente, e la sua intelligenza era molto acuta,
infatti era la preferita di suo padre Zeus. Atena, che i romani chiamavano Minerva, è sempre stata
considerata la dea della saggezza. La madre di Atena si chiamava Metis. Hanno detto che era la prima
moglie di Zeus. Certo, non era la più fortunata di lei, dal momento che il Signore dell'Olimpo ha risolto i
problemi che aveva con la moglie in modo piuttosto drastico: mangiandola. Dalla testa di Zeus nacque
infatti la dea Atena, precedentemente divisa in due da Efesto su richiesta del dio del tuono. Ne emerse una
bella e imponente ragazza, con il corpo avvolto in una scintillante armatura e una lancia in mano. Ha
ereditato da lei un'intelligenza e un'astuzia che non hanno nulla a che fare con la conoscenza astratta e
filosofica. Perché metis non è solo il nome di una dea: è anche un nome comune, Metis è la capacità di
trovare soluzioni concrete a problemi immediati. Da Metis poi andiamo al kairos, ovvero il momento della
recitazione. Quando riusciamo a uscire da una situazione dalla quale non conoscevamo l'uscita, è grazie ad
Atena. E non era solo la divinità dell'intelligenza. Quando nasce dalla testa di Zeus, arriva già armata, con
elmo, corazza e lancia. Il suo aspetto sconvolge il mondo. Atena in battaglia era terribile. Il suo grido di
guerra seminò terrore tra i ranghi armati. Sull'armatura indossava una pelle di animale, che era il suo
simbolo e la sua bandiera. Quella pelle, si dice, era la pelle di un gigante che aveva sconfitto e poi spellato.
Nella guerra tra Troiani e Greci, ricordiamo un episodio in particolare. 7 eroi guidarono l'assalto al forte di
Tebe, e uno di questi, il figlio di Diomede, Tiberio, dopo aver ucciso un nemico, gli tagliò la testa e gli
mangiò il cervello. Di fronte a tutto questo Atena lo ha abbandonato. Nel frattempo, Achille litigò con
Agamennone, per una questione di schiavi e bottino. Achille stava per pugnalare Agamennone, ma Atena
riuscì a convincere Achille a non farlo. Inoltre, l'intelligenza di Atena aiutò anche Ulisse a raggiungere Itaca.
Non appena Ulisse è arrivato sull'isola ha parlato con un ragazzo, cercando di nascondere la sua identità,
ma poi si scopre che quel ragazzo era in realtà Atena. Il potere di Atena viene dai tempi antichi. Ha le sue
radici nella storia più oscura della Grecia. Già i signori di Micene, che regnarono sulla Grecia un millennio e
mezzo prima di Cristo, veneravano Atena come loro dea protettrice. Forse già allora, tre millenni e mezzo
fa, Atena era una divinità della guerra. E forse solo più tardi, invece, la dea è diventata anche la protettrice
degli artigiani. più di ogni altro mestiere le apparteneva quello della tessitura. Il telaio e la spola erano
simboli del suo dominio quanto l’elmo e la lancia. Accadde, purtroppo, una volta che una donna volesse
contestare il primato di Atena come suprema tessitrice. La dea, venendo a sapere di ciò che si diceva su di
lei, si presentò a casa della donna, Aracne, e si sfidarono. Aracne sembrava vincere, ma Atena le strappò il
disegno, dato che la donna stava raffigurando gli dei dell’Olimpo come degli esseri vergognosi. A quel punto
Aracne cerchò di suicidarsi ma non ci riuscì, e Atena la trasformò in un ragno. Atena, inoltre, era l’unica
creatura esistente a cui l’amore non importava, infatti Eros non faceva effetto su di lei, perché la dea le
faceva paura. Atena infatti, era la dea vergine per eccellenza, infatti solamente Efesto, pensava di poterla
possedere. Appena nata Atena, Efesto chiese a Zeus di poterla avere, ma Atena aveva da ridire, lo scacciò
ma Efesto non riuscì a trattenersi, e quindi eiaculò sulla gamba di Atena. Dopo essersi pulito la gamba, ha
gettato lo sperma, che ha fecondato Gea, o la Terra, e da lì è nato Eretteo, il futuro re di Atene. Il viaggio
intorno alla dea Atena termina ad Atene. Il cuore pulsante, il centro religioso della città: l'Acropoli. Tutto
sull'Acropoli si riferisce alla presenza mistica di Atena, signora della città. "Partenone" è il nome del tempio
a lei dedicato, capolavoro assoluto dell'architettura di tutti i tempi. Dopo la nascita di Eretteo, Gea lo diede
ad Atena, e Atena lo diede alle figlie del re di Atene, in una cesta, dicendogli di prendersi cura di lui ma
senza mai aprire la cesta. I tre lo fecero e un serpente uscì da lì. Alcuni dicono che dopo averlo visto, le tre
ragazze si sono suicidate per paura, altri dicono che il serpente era lì per proteggere il bambino, e altri
ancora che il serpente era lo stesso Eretteo. Ma non tutto era bellezza e poesia nell'Atene di quel tempo. In
effetti, la costruzione del Partenone divenne il fulcro di uno scandalo senza precedenti. L'antico tempio
della dea Atena sull'Acropoli era stato distrutto nel 480 aC, quando i Persiani guidati dal re Serse avevano
invaso la Grecia. L'antico tempio della dea Atena sull'Acropoli era stato distrutto nel 480 aC, quando i
Persiani guidati dal re Serse avevano invaso la Grecia. Pericle, il grande statista dell'Atene democratica,
aveva deciso che sulle ceneri dell'antico santuario sarebbe stato costruito un edificio che non aveva eguali
in tutto il mondo greco. Da qui nacque il Partenone, affidato allo scultore Fidia. Le miserie della lotta
politica aleggiavano anche intorno allo splendido tempio di Atena. Il Partenone divenne poi una chiesa ma
sopravvisse, fino a quando subì le cannonate del veneziano Francesco Morosini. Quel che rimane lo
possiamo vedere in Inghilterra. Atena deve aver seguito con dolore lo scempio della sua antica casa. Ma,
votata com’è all’autocontrollo, siamo sicuri che i suoi occhi azzurri non hanno versato neppure una lacrima.
Capitolo n 11
Dionisio conosceva il potere della metamorfosi. Era il mago supremo il dio delle illusioni. Dionisio è il dio
che per eccellenza sfugge a una definizione univoca. Il grande illusionista mostrava sempre un volto
diverso. Dionisio sapeva essere dolce e crudele, sereno e folle, gioioso e furente, affettuoso e invasivo.
Impossibile per gli uomini comprendere tale creatura. Dionisio è l’ignoro è la vertigine del Nulla, Dionisio è
l’abisso che si apre all’improvviso sotto i nostri piedi, il delirio che ci fa perdere la cognizione di noi stessi.
Quando siamo ubriachi quando un lampo di improvvisa follia acceca, è Dionisio che si sta impadronendo di
noi. “Estasi” così i greci chiamavano l’effetto che Dionisio produceva nelle anime degli uomini. E non per
caso extacy è una droga tra le più potenti. Un dio così particolare non poteva che avere una nascita
prodigiosa, una nascita persino più strana di quella di Atena. Una doppia nascita. Sua madre si chiamava
Semele, una fanciulla rapita da Zeus. Era, moglie di Zeus, gelosissima come al solito non esitò a pianificare
un modo per eliminare la sua rivale. Assunse l’aspetto di Beroe la vecchia nutrice di Semele. Gli disse che
Zeus in realtà la disprezzasse, perché non fece mai vedere il suo vero aspetto e che veniva sempre da lei
frettolosamente. Così prima di una notte di amore con Zeus Semole chiese a lui di manifestarsi nella sua
vera forma. IL dio la accontentò ma rimase morta sul colpo. E Dionisio? Nacque in quell’istante ma fu
soltanto la prima nascita. Semele era incinta di Zeus ma da pochi mesi, era ancora un feto. Il signore
dell’Olimpo lo trasse fuori dal ventre della madre morta, e offrì la sua coscia come utero. Quando Dionisio
nacque, Zeus lo nascose in un luogo remoto e oscuro, ma una leggenda narra che Era scatenò sul bambino i
Titani. Per distrare Dionisio gli fecero dei regali come una palla e una trottola, e mentre ammirava i suoi
regali, i titani gli pomparono addosso. Si dice che abbia usato la metamorfosi per fuggire dalla morti ma
fallendo. Zeus quando vide l’assassinio del figlio fulminò i Titani e ricompose il corpo di Dionisio, così
risorse
Dionisio era un dio vagabondo che faceva sempre sentire la sua presenza, dopo la sua visita nessun uomo
nessuna terra fu più com’era prima. Dionisio è come un epidemia, nessuno sa da dove sia partito e nessuno
sa dove finirà. Dopo aver passato l’Asia e l’Europa Dionisio si presentò a Tebe, la città di sua madre. Ma
proprio Tebe la città che doveva amarlo lo rifiutò. Gli abitanti erano increduli di uno straniero che si
spacciava per il figlio di Zeus. Dionisio non poteva tollerare tale mancanza di rispetto, e usò la sua arma più
forte come arma, la follia. Fece impazzire tutte le donne tebane, e le costringe a lasciare casa abbandonare
la propria famiglia e ribellarsi ai maschi. Arrivò la notizia al re di Tebe Perseo cugino di Dionisio stessi e non
poté crederci. Dionisio si era travestito per compiere la sua vendetta. La sua pelle era diafana e pallida si
vestì da orientale e diceva di venire dall’Asia e di essere un profeta di Dionisio. Il re di Tebe lo fece andare
da lui e lo imprigionò, ma il vagabondo asiatico ( Dionisio) disse che Dionisio l’avrebbe salvato. Con le sue
magie obnubilò la mente dei carcerieri, scatenò un terremoto e creò un fantasma di se stesso fatto d’aria
che venne sgozzato da Penteo. Poi all’esterno del palazzo il re vide il ragazzo che aveva appena ucciso, lui
disse che Dionisio lo aveva salvato sorridendo. Dionisio aveva vinto ma a lui non bastava. Corruppe il re
nell’andare nel monte dove si trovavano tutte le donne di Tebe, dicendo di soddisfare le loro voglie.
Arrivato al monte, Dionisio chiamò le donne dicendo che c’era un uomo che faceva gioco dei loro riti. Allora
le donne andarono e uccisero il re. La madre di Perseo prese la sua testa e la mise su un bastone come
trofeo, dicendo che suo figlio sarebbe stato fiero di lei. Ma Dionisio proprio in quell’istante fece scomparire
la follia dentro le donne di Tebe, e la madre di Perseo, urlò dal dolore per il figlio morto. La pazzia spesso
prendeva una forma di danza , dove i contagiati ballavano per ore finché non crollavano.
Dionisio si innamorava e mostrava fedeltà, come quella volta successa con Erigone figlia di Ikarios un
vecchio uomo che accolse il dio nella sua abitazione. IL dio benevolo all’uomo donò un otre di vino per lui e
per tutti gli abitanti del suo paese. Ma gli uomini del paese essendo per la prima volta brilli pensarono che
Ikarios li volette avvelenare così lo uccisero. Il cane di Erigone Maira trovò il corpo del padre, e Erigone
straziata dal dolore di impiccò ma prima urlò il nome di Dionisio chiedendo vendetta per il padre. Dioniso
ascoltò punì gli uomini e concesse la costellazione della Vergine a Erigone mentre quella del Cane maggiore
a Maira.
Nei suoi viaggio Dionisio usciva spesso dai conflitti del mondo civile e abbandonava la Grecia per andare in
terre come L’Arabia la Persie e l’India. Molte persone reincarnarono Dionisio possiamo ricordare persone
come Alessandro Magno, o Marco Antonio con la sua Cleopatra.
Un'altra donzella che conquistò l’amore di Dionisio , è Arianna la figlia di Minosse abbandonata nella
spiaggia di Naxos da Teseo. La donna seguì Dionisio, ma durante la battaglia contro gli argivi, ma diventò
pietra per mano di Perseo con la testa di Medusa, che oggi è la costellazione della Corona Boreale.
La tentazione o la minaccia del dionisiaco è sempre presente anche nella nostra vita di oggi. Un esempio è
Nietzsche che dedicò la sua vita su Dionisio, e morì per via della follia del dio. IL suo potere non consce
confini, se un giorno Dionisio busserà alla nostra casa sprangare tutte le porte non basterà a salvarci
Capitolo n 12
Fu il sole a rivelare la verità a Demetra che sua figlia era stata rapita dal dio dei morti. In tutta questa
sofferenza rivive l'immenso dolore della dea Demetra. Si chiamava Persefone, la figlia neonata di Demetra.
Un giorno stava giocando in un prato fiorito. La volontà di Zeus aveva stabilito che quella ragazza sarebbe
scomparsa dalla luce del sole. Persefone collezionava rose, giacinti e violette, ma fu un altro dei suoi fiori ad
attirarla nel suo incantesimo. Centinaia di narcisi germogliarono dal terreno e circondarono Persefone e fu
allora che apparve il dio dei morti. Ade, fratello di Zeus, signore degli inferi. Ade tiene prigioniere le anime
del suo regno sotterraneo. Quello che sappiamo che l'accesso al mondo sotterraneo era segnato dai fiumi
Piriflegetonte e Cocito che sfociavano nell'Acheronte Oltre la riva oscura dell’Acheronte, Il regno di Ade si
staglia come un paesaggio spettrale un territorio grigio e brumoso. Qui abitano i “Senza nome”, i “senza
volto”, i “senza cervello” ovvero i morti. Di ciò che erano in vita rimane solo un simulacro che gli antichi la
chiamavano psyche. E’ l’ultimo respiro che esce dalle labbra dei morti. L’Ade, dunque, non è né Paradiso né
Inferno. Nell’Aldilà gli uomini vengono accolti nel grembo di un grande nulla. E torniamo dunque a
Persefone. Nessuno può sapere esattamente dove avvengono i fatti del mito. Persefone cadde tra le braccia
del signore dei morti. Ade si annunciò con un rumore improvviso. Persino le stelle mutarono il loro corso. I
cavalli neri del signore dei morti erano terrorizzati dalla luce del sole. Ma il loro signore li fece saltare in aria
con la sua frusta e loro corsero. Lo sguardo freddo dell'Ade già corpo della vergine. E Ade, seduto sul suo
trono di dolore nell'oscuro regno dei morti, rifletteva sulla tua solitudine. Ade era furioso pensando alle
risate di quella festa spensierata e credo di liberare i Titani e di scatenarli di nuovo contro Zeus. Quindi
Lachesi si fece avanti e toccando le ginocchia del Sire gli chiese di parlare con Zeus e chiedergli una sposa e
gliela concesse. Zeus e Ade credevano di aver concluso la loro disputa con quell'accordo privato, ma non
avevano considerato la rabbia e il dolore della dea Demetra. Per nove giorni cercò sua figlia Persefone ma il
decimo giorno le venne incontro la dea lunare che la portò dal sole che gli raccontò tutto. Demetra era la
madre per eccellenza, la vera genitrice di tutto. Prese una decisione orribile, di abbandonare l’Olimpo. Zeus
comprese che doveva fare qualcosa e inviò Iride, la messaggera degli dei a cercarla. Ma Demetra aveva già
vagato a lungo ma la trovarono quattro ragazze che erano le figlie del re di Eleusi. Demetra non volle farsi
riconoscere e disse che veniva da Creta ed era riuscita a scappare durante un approdo e che non voleva
essere venduta come schiava in un mercato. Le figlie del re erano commosse e la invitarono alla reggia. Era
molto grata alla famiglia e un giorno decise di concedere al piccolo l’immortalità ma dopo un po' era furiosa
perché venne interrotta da Metanira che la spiò e si presentò a lei. Intanto la dea Iride continuò a cercare
Demetra, la vide e Demetra chiedeva solo una cosa, di rivedere Persefone. Zeus capì di non avere altra
scelta. Chiamò Ermes e lo mandò da Ade chiedendogli di consegnare Persefone a sua madre. Ade si rivolse
con dolcezza a Persefone e gli permise di tornare da sua madre. Quando Demetra vide la fliglia le corse
incontro. Ma Demetra si accorse che c’era qualcosa di strano e Persefone gli disse di aver mangiato il seme
del melograno. Demetra a quel punto sussurò che avrebbe per sempre fatto parte del regno di Ade e dovrà
passare per ogni anno un lungo e gelido inverno negli inferi. Questo è anche il momento per Demetra di
mantenere la promessa di Zeus, la dea che ha cambiato il mondo con un semplice gesto. Persefone governa
ancora per sempre i morti accanto all'Ade. Si è anche innamorato di un'altra persona, Adonis, ma il suo
destino è stato determinato. Persefone, quindi, non è solo un mito. È un modello per tutte le ragazze, una
ragazza eccezionale. La sua storia rappresenta il percorso intrapreso dai giovani greci, preservando le
condizioni di una vergine per la sposa.