Motivi di accesso problematico alla sua opera per:
- lontananza storica di questo pensatore e del suo milieu culturale - la frammentarietà di quanto rimane della sua opera - inaccessibilità oracolare di molti dei frammenti sopravvissuti I frammenti e le testimonianze vengono comunque a formare un corpus considerevole Il libro di Eraclito non toglierebbe difficoltà ma ne creerebbe di nuove L'elemento singolare e ancora da valutare è che le intenzioni del pensatore con cui dovremmo collaborare non appaiono benevole o sono addirittura definibili come malevole, perché veniamo portati fuori strada dai doppi sensi o molteplici da lui escogitati Illuminazione conoscitiva che ha a che fare con il fuoco,fuoco con la folgore di Zeus che tutto governa I lettori moderni hanno preferito non sentirsi presi in giro da un autore non riconducibile alle loro categorie letterarie e sono ricorsi in maniera limitata al controllo incrociato dei dati Schiere coinvolte di Eraclito: • filologi • filosofi Costringendo noi moderni insipienti a interrogarci sulla vera natura dell'oggetto delle due discipline anche sulla nostra idea di disciplinarietà Il riconoscimento del polemos esploso e mai ricomposto tra filologia e filosofia vuole renderli riconoscibili e conoscibili in una reciproca conoscenza che renda concepibile e praticabile la ri- conoscenza Delle figure che incontriamo sono Nietzsche ed Heidegger Attualmente non viene più riconosciuto il conflittoDovremmo tutti recuperare il problema in tutta la sua profondità ed estensione per riformularlo nei termini propri alla conoscenza e alle competenze di ognuno Tra le due schiere vi era necessità di un riconoscimento di polemos ovvero un dialogo Si richiederebbe un giudizio sintetico a priori che nessuno sembra voler perseguire Il lavoro di Serge Mouravivev potrebbe segnare l'inversione di tendenza, ricordando che filosofia e filologia appartengono a un medesimo fiume Principi: •Principio di precauzione: tutti i testi attribuiti dalla tradizione ad Eraclito devono essere considerati autentici finché non ci sono chiare prove di alterazione o falsificazione •La presunzione di innocenza:una testimonianza deve essere ritenuta affidabile e storicamente significativa finché non si dimostra il contrario •Il principio di non identità:se ci sono testi simili ma dal contenuto differente essi devono essere mantenuti sempre fino a prova contraria Il principio di saggezza specifica è ripreso da Rodolfo Mondolfo " io credo che incomba al critico l'onore della prova della supposta falsità anziché esigere dalle testimonianze la prova della loro veridicità" Bisognerebbe avere la capacità di smuovere acque fattesi nel frattempo sempre più ferme per non dire insalubri Considerazione Fornari concerne un principio di natura più ermeneutica che chiamerebbe densità semantico storica Riferimento non tanto e non solo all'evidente presenza di frammenti di Eraclito di più livelli di discorso quanto alla compresenza nel linguaggio di Eraclito di potenzialità e risonanze che in più casi rimandano a sviluppi concettuali successivi le cui premesse sono però ravvisabili in questa fase incoativa e aurorale del pensiero filosofico Secondo Macchioro tra la sapienza eraclitea e quella orfica vi sarebbe una secca identità Una considerazione più approfondita e verosimile delle condizioni di formazione e di nascita della razionalità filosofica greca conduce a un secondo e ultimo principio:la contestualità religiosa: è impossibile raggiungere una comprensione adeguata del pensiero greco arcaico prescindendo dalla componente religiosa sacrale che permaneva in sé l'intera società ellenica Il punto davvero arduo,la sfida vera sta nel cercare di capire come funzionava effettivamente ed efficacemente questa visione religiosa del mondo che è innanzitutto un'esperienza collettiva prima che individuale L'aspetto operazionale che ha consentito il passaggio dalle visioni religiose e sacrali alla nuova visione della sapienza filosofica è quello che può definirsi magico,intendendo l'insieme di pratiche e di conoscenze che trasformava le rappresentazioni e credenze religiose in procedure di intervento sul mondo e in strumenti di comunicazione con una realtà superiore Eraclito risente di una componente magica da lui desunta dalla religiosità del suo tempo La magia non è una dimensione irrazionale ma è intrinsicamente dotata di una sua razionalità, quella dimensione mediatrice intermedia che consentiva il passaggio dalla realtà quotidiana al mondo del sacro e degli dei Il logos filosofico greco si presenta e ha successo come strumento magico operazionale carico di un nuovo potere dimostrativo e conoscitivo,la forza del logos promana dalla sfera sacrale e realizza i suoi traguardi più alti allorché svolge interamente la sua funzione di potente tramite col mondo divino Tra le imprese più ambiziose del logos greco ci sono le prove dell'immortalità dell'anima sviluppati da Platone e la prova dell'esistenza del motore immobile che è il culmine della filosofia aristotelica La funzione intermediatrice del Logos eracliteo si riverbera su tutti gli aspetti del reale e ne determina l'unità sul piano che è insieme sacrale, ontologico e gnoseologico,di mediazione La filologia eraclitea del XIX secolo si è da subito scontrata con la difficoltà di capire quale fosse l'insieme e l'organizzazione interna del libro eracliteo, compito arduo che si è potuto affrontare facendo leva su le uniche due risorse disponibili, le indicazioni esterne provenienti dalle fonti e quelle interne provenienti dall’impugnabile sviluppo del pensiero di Eraclito ed alle scarne indicazioni auto descrittive ravvisabili nei suoi frammenti I tentativi si possono grosso modo raccontare in due tendenze: quella ambiziosa di una ricostruzione testuale e quella della divisione per argomenti Il risultato dell' egemonia esercitata dalla soluzione Diels-Kranz è stato di trasformare l'insieme dell'opera eraclitea in un enorme crux desperatinios ed indurre per forza di cose l'interprete filosofico a una lettura atomistica o addirittura impressionistica dei singoli frammenti Un altro effetto è stato quello di creare un eccessivo distacco rispetto alla parte dossografica in assenza di criteri più contestuali che ne facilitasse una valutazione sia complessiva sia analitica La conseguenza di quello che chiamerei effetto Diels-Kranz è che si è venuta a creare una sorta di blocco filologico,oggi movimento di sottrazione che da una parte e dall'altra ha fatto ricadere un peso eccessivo sulle spalle degli interpreti filosofici poi facilmente rimproverati per le loro soluzioni magari avventuristiche che sembravano confermare e quasi santificare il rigorismo scientifico della filologia e le sue scelte astensionistiche Miroslav ha risposto ricorrendo a due scelte intelligenti e relativamente semplici: la prima è stata di rifarsi al criterio ottocentesco di disporre i frammenti per temi,la seconda è consistita nel restituire i testi eraclitei almeno una parte del loro metà testo dossografico analogamente a quanto potrebbe fare un abile restauratore Ciononostante nemmeno questa fatica piena di dottrina superava lo scoglio dell’effetto Diels- Kranz In primo luogo,la crux desperationis dell'opera eraclitea nel suo insieme era sottilmente confermata e quasi sancita una volta per tutte In secondo luogo l apparato con-testuale opportunamente restituito a Marcovich risultava quasi perdere e affogare i testi eraclitei,in mancanza i un criterio più organico che aiutasse a riconoscere la presenza di motivi o termini del pensatore all’interno di questa eterogenea ganca. Secondo Moraviev Eraclito non segue lo stile poetico della tradizione omerica e lirica basata sulla quantità vocalica bensì una prosodica poetica basata sul numero di sillabe e la distribuzione degli accenti in modo analogo a quanto avviene nella poesia nella maggior parte delle attuali lingue europee La conseguenza di queste interpretazioni è che una versione italiana dei suoi frammenti deve preoccuparsi di restituire in qualche modo le qualità artistiche ed espressive Il pensiero eracliteo non voleva essere l'esatto corrispondente di un tempio e tuttavia il suo posizionamento simbolico non se ne discosta di molto e va riletto con attenzione estrema verso questa dislocazione e si comprende solo intendendone il rapporto col sacro che l'ha resa possibile Il punto di originalità di tale principio sta nel ruolo centrale che nella religione e nella cultura celtica svolge il sacrificio Il richiamo al sacrificio come esperienza storica e religiosa La validità della scelta mi pare venir mostrata prima che dimostrata dall'approccio innovativo che essa consente verso l'oggetto eracliteo più inaccessibile Al rotolo,che dobbiamo concepire come dotato di una sua efficacia intrinseca,s'insinua il sacrificio in quanto forza capace di dare significato a un simile oggetto Il principio da me già enunciato in un certo che va innanzitutto applicato in quanto principio euristico di osservazione e raccolta dei dati: la pervasività,nel mondo antico ,dell'istruzione del sacrificio,al punto che non vi si può propriamente parlare di istituzioni anche politiche sociali e culturali che non abbiano uno stretto rapporto con esso La metafora del tempio ci conduce inaspettatamente l'oggetto misterioso e sfuggente del rotolo che conteneva i detti,i pensieri di Eraclito Eraclito dedica il suo rotolo come offerta nel Grande Tempio Efesio di Artemide Per Kirk vi è l'inesistenza di un libro vero e proprio,a suo parere l'opera di Eraclito è una raccolta di detti trascritti da qualche discepolo sulla base di un insegnamento orale Ma l'interpretazione che fa é forzata e la supposizione di una sua scomparsa così precoce è in netta contraddizione con l'evidenza storica e testuale successiva L'istituzione sacrificale acquista il suo pieno il significato nei luoghi di culto, osservazione apparentemente banale, e invece essenziale, su cui si tende a una certa evasività perfino in testi di storia della religione antica Il tempio di Artemide a Efeso ospitava un culto analogo a quello di altre divinità femminili mediterranee ed asiatiche tutti caratterizzati da elementi orgiastici e violentemente sacrificali Non si può dubitare che Eraclito si riferisca a rituali di questo tipo a lui noti dalla massima istituzione religiosa della sua città Gli edifici Templari, i santuari, non erano esteriormente collegati al sacrificio, ne erano in sostanza l'espressione e l'emanazione Tipico sacrificio animale offerto alle divinità olimpiche a cui i principali edifici cittadini di culto erano dedicati Non è sbagliato riconoscere nella tipica struttura periptera del tempio greco una reinterpretazione architettonica dei sacrificatori disposti intorno alla vittima con una schematizzazione geometrica che testimonia un processo di purificazione trasformatosi infine in coreografia liturgica e in razionalizzazione matematica e progettuale L’interno del Tempio è puro perché davanti a esso scorreva il sangue delle vittime che consentiva alla purità separata e sacrale di stabilirsi e di mantenersi Accanto alla chiglia olimpica dobbiamo però pensare anche rituali meno ufficiali e composti come sacrifici dedicati alle divinità infere e più ancora i sacrifici collettivi ed orgiastici, contro i quali si appunta lo sdegno di Eraclito I Templi potevano avere una funzione anche di biblioteca e di luogo di conservazione e trasmissione culturale La scrittura in quest'epoca non è un mero strumento e resta strettamente interrelata all'oralità dalla quale proviene con l'integrazione e l'intermediazione mimetico evocativa della componente gestuale. La carica magica della scrittura appare come uno sviluppo e una condensazione del potere evocatore e riproduttore della parola parlata così vivo nel termine greco logos In diverse lingue dell'antico Oriente non vi è distinzione tra parola e fatto Il nome, la parola sono essi stessi fatti, eventi carichi di risonanza e potenza,e tale risonanza e potenza è collegata ai riti di cui le parole erano parte essenziale Tra il VI e V sec a.C non esiste testo poetico che sia interamente disgiunto da quest'aura magico sacrale e una considerazione analoga può essere fatta anche per la prosodia poetica che secondo Moraviev caratterizza lo stile eracliteo Il Logos dell’Efesio oltre che come suoi singoli detti e parole,viene in rilevante misura equivocato se non se ne afferra la connotazione di parola evento dotata di efficacia performativa ossia magico sacrale d capace per questo di attuare la convergenza di legomena e dromena in un unico oggetto che veniva detto e mostrato trovando la sua origine e la sua destinazione in ciò che veniva fatto Con il suo logos evento Eraclito atto una sintesi originale tra il vecchio paradigma sacrale e la comunicazione più personale La lettura individuale presupposto da Eraclito va immaginata innanzitutto secondo le modalità allora seguite ossia proferendo il testo oralmente Un'opera complessa innovativa come quella di Efeso andava accostata ricorrendo a un'autentica ruminatio rafforzata anche dalla facilità con cui si poteva imprimere nella memoria formule solenni ed enigmatiche espressioni,antitetiche e disorientanti Per Eraclito noi diventiamo intelligenti aspirando questo logos divino tramite la respirazione Tale processo respiratorio corrisponde alla sostanza e alla forza dell'anima stessa,definita da Eraclito esalazione L'esalazione psicogonica è maggiore o minore a seconda del grado di consapevolezza del singolo, a seconda cioè della sua capacità di connettere nel duplice senso del verbo italiano, in qualche misura omologo al gioco di parole tra "ciò che è comune connesso" e "con l'intelligenza"; l'essere capaci di collegarsi con la ragione del tutto e con la propria ragione al tutto Dal punto di vista di Eraclito la trasmissione del significato del suo rotolo si svolge sotto forma di esalazione intelligente procedente dall'anima dell'autore all'anima del lettore entrambi connesse al fuoco universale da cui tutte le anime e tutte le cose provengono Il logos greco sottolinea il valore di forza d'origine divina dove divino nel mondo antico significa in primo luogo rituale La cura straordinaria che Eraclito pone nell’elaborare i suoi detti sviluppa le tecniche dell'enigma oracolare evocato nei suoi frammenti dalla bocca delirante della Sibilla delfica e intende realizzarne al nuovo livello del Logos sapienzale la potenza performativa,in virtù della quale l'oracolo del dio realmente conteneva l'evento futuro In Grecia si associava all'evento cruento del sacrificio presente a Delfi sotto forma di smembramento di vittime sacrificali posti in appositi contenitori rituali L'oracolo ambiguo del dio incombe sulla vicenda dell'eroe tragico e ciò equivale al sacrificio del tragos della vittima dionisiaca a cui l'eroe tragico è assimilato La scrittura racchiude in sé un rapporto genetico col rito e con la violenza che il rito doveva veicolare e contenere Frammento: “Immortali mortali, Mortali immortali: Viventi nella morte di quelli, ma, nella vita di quelli,morti” In questo frammento vi é un estrema cura formale Si tratta di un asintoto e vi è la possibilità di voltarlo in un polisindeto Da il verbo essere a il verbo divenire È una tecnica tipica dell'enigma disorientare con una serie di possibilità forvianti chi ha l'onere di risolverlo, si tratta di individuare la pista significante che ne rende leggibile il principio interno Con ogni evidenza,egli vuole che noi contempliamo la massiccia e contrastiva unità del chiasmo sempre partendo dall'esperienza visuale e sonora del testo,e che ne teniamo insieme le risonanze e le suggestioni La pista giusta da seguire è la pista semantica Il testo pone problemi di traduzione più sottili di quanto non avvenga per molti altri frammenti Fra le molte versioni esistenti pertinenti quella di Vittorio Macchioro che esprime col participio la portata trasformativa del rapporto di inversione continua fra vivere e morire La resa letterale dei verbi al transitivo rimanda alla sua tesi centrale di un Eraclito al 100% orfico e addirittura sganciato da ogni preoccupazione di tipo dottrinario ed intellettuale La traduzione all’intransitivo ha il vantaggio di evidenziare la connotazione esplicativo causale e non eliminabile Ci deve essere un rimando di una struttura così serrata alla natura paradossale del sacrificio in cui l'immortalità degli dei e la morte violenta delle vittime immolate si combinano inestricabilmente e per rafforzare l'associazione possiamo immaginare un ipotetico lettore del rotolo eracliteo in uno dei più importanti siti sacrificali dell'intera Grecia Il nesso sacrificale rimanda all'associazione più immediata,quella secondo il cui il testo ci parlerebbe del rapporto tra dei e uomini Fink parla degli dei greci come un poeta neoclassico e in tal modo gli sfugge il formidabile nesso transitivo che regge il rapporto immortali-mortali in Eraclito Non tiene conto dello sfondo mitico rituale Resta vero che nel testo di Eraclito ogni forma grossolana viene respinta ma non secondo gli intendimenti intellettualistici di un filosofo del XX secolo,bensì secondo quelli di un sapiente greco ancora imbevuto di ritualità e di magismo Heidegger dichiara di condividere l'interpretazione di Fink e la sua esclusione dei sacrifici animali, da Finck ricondotti alla religione popolare Sia Heidegger sia Fink non mostrano di notare che Eraclito potrebbe condannare non la religione popolare ma le sue degenerazioni cruente ed orgiastiche da lui giudicate non conformi alla propria sapienza Seconda linea interpretativa: il testo si inserisce nella spiegazione della dottrina eraclitea delle anime, immortali eppure strettamente connesse coi corpi che sono mortali La seconda linea interpretativa della storia esegetica del frammento è sicuramente più sorretta dal contesto In realtà è vero esattamente il contrario:le due linee interpretative non solo per nulla incompatibili Ci sono valide prove del rapporto dell’Efesio sia coi culti di Demetra sia con culti di tipo orfico dionisiaco Vicenda sacrificale di Dioniso fanciullo divorato dai Titani e poi fatto rinascere dal padre Zeus_essendo plasmato dalle ceneri dei Titani fulminati da Zeus gli uomini ereditano la ferocia ma alberga la scintilla divina derivanti dal corpo divorato di Dioniso che l'iniziazione orfica ha il compito di liberare Alla scintilla orfica corrisponde la scintilla stellare dell'anima sapiente secondo Eraclito, il filosofo non si limiti affatto a riproporre le credenze orfiche bensì ne dia una profonda rielaborazione in chiave conoscitiva È codesta scintilla il Dio che risiede in seno agli iniziati e che si rivela immortale ma a prezzo di rinnovare il mistero per cui gli immortali sono mortali e i mortali immortali. Il significato mitico geologico della coppia immortali mortali era dunque implicito quanto persuasivo ed era la risonanza che un lettore del tempo necessariamente sentiva La legge del rapporto fra gli immortali mortali ci spiega le leggi che concernono l'anima ma codeste leggi sono le stesse che presiedono al rapporto tra uomini e dei, tra le singole parti del tutto e il principio dinamico che le regge. Il mito rito orfico presuppone nel testo eracliteo un qualche riferimento al sacrificio nella sua accezione più forte, quella delle immolazione e divinizzazione di esseri umani I sacrifici animali ivi compiuti sembrerebbero aver poco a che fare col selvaggio evento del mito orfico e con riti ancestrali di sacrificio umano Tuttavia nel mondo antico il sacrificio animale è un'azione sacra che si avvale degli animali come di una funzione idonea cioè magicamente adeguata, a stabilire o mantenere un rapporto benefico con le divinità Nell'antica Grecia allorché la situazione diventava più critica e si determinava una grande emergenza gli stessi animali potevano non essere più sufficienti rivelandosi come funzioni di una scala di misurazione più grande, che aveva nelle vittime umane la sua prima unità di misura Passo di brano dove il sacerdote Temistocle comanda di preparare dei giovani per immortalarli a Dioniso invocando la protezione per gli Elleni. Passaggio dal sacrificio animale a quello umano con l'intermediazione dell'esperto di rituale che però è abile a cogliere il desiderio della folla, circostanza che meglio spiega l'immediata adesione della massa Se non avesse aderito alla richiesta di Eufrantide avrebbe rischiato di perdere il suo ascendente sui soldati Non dimentichiamoci che Platone definisce l'atto di sacrificare come logos più bello e più vero fra tutti Il nucleo storico potrebbe essere l'immolazione di alcuni prigionieri persiani forse semplicemente dotati di quella bellezza fisica a cui i Greci anche e specialmente in guerra erano tutt'altro che insensibili, attributo poi amplificato in status aristocratico e manipolato come motivo antitemistocleo La prima caratterizzazione data del test e la straordinaria bellezza dei prigionieri, la folla dei marinai in preda all'ansia per lo scontro incombente dapprima divora con gli occhi bellissimi prigionieri e subito dopo decide di ucciderli, in un contesto meno civilizzato li avrebbero divorati fisicamente Episodio di Temistocle dal sacrificio di una vergine richiesto da un sogno profetico al sacrificio sostitutivo di una bellissima puledra Il culto di Dioniso menzionato in tutte queste vite è quello di Dioniso Omestes o Omasdios al quale in alcune isole dell'Egeo si facevano sacrifici umani mediante il rito primordiale dell'omofagia consistente nel divorare la vittima ancora viva esattamente come nel mito orfico Convincimento dell'utilità del sacrificio umano per propiziarsi l'esito della guerra La cultura greca non ha mai rifiutato in blocco la logica purificatoria e esorcizzante a cui rispondevano questi atti collettivi Il rapporto di Ifigenia con la divinità, che è la stessa dia del tempio di Efeso, Artemide Non si tratta di un rapporto di donazione in senso astratto o morale,ne di una vaga dedicazione:la trasfigurazione in cui la ragazza sparisce segno residuo della sua uccisione coincide con la luce che investe e definisce la divinità stessa,la medesima luce che nell'episodio di Salamina si sprigiona come una fiamma dalle vittime animali indicando la necessità della retroversione arricchito più primitiva. Questa fiamma in Eraclito diviene la forza logoz da cui tutto nasce e in cui tutto muore La divinità viene a coincidere con la vittima sacrificata in suo onore, come risulta anche dalle indicazioni arcaiche del Dio con un suo animale sacrificale Il fuoco è un principio extra cosmico ma anche questa definizione resta rigida è parziale, dobbiamo pensare al fuoco come alla forza originaria e dinamica,intrinsicamente divina, di cui la dimensione magico sacrale rappresenta il medium comunicante, a livello innanzitutto di logos sapienziale e, insieme, liturgia ad esso conforme Dietro Eraclito e attraverso di lui è ricostruibile un intero processo evolutivo che va da antiche identificazioni del Dio con la vittima umana che lo consacrava, anzi lo istituiva, all' identificazione con l'animale che la sostituiva fino a giungere alle razionalizzazioni più teologiche che concepiscono la divinità come un'entità separata a cui rendere offerte dal significato culturalmente più diversificato Parlare di un'unica categoria di sacrificio non avrebbe senso perché dietro tale denominazione si troverebbero comportamenti molto differenti Gli indizi finora raccolti autorizzano l'ipotesi che la vittima sacrificale fosse originariamente umana. Questa vittima aveva una valenza espiatoria e purificatrice perché liberava la comunità dai mali che la minacciavano oppure pericoli interni Assistiamo al formarsi di tipologie sostitutive di vittime che rimpiazzano quelle più antiche ma vi ritornano non appena le circostanze lo richiedano Il detto di Eraclito.. -in prima battuta illustra la teoria delle anime -a un secondo livello di lettura esso allude ai processi di trasfigurazione dionisiaca da cui l'orfismo aveva sviluppato la sua concezione mitico magico rituale delle anime che dovevano liberarsi dalla loro prigione titanica Il logos magico performativo dell’Efesio rimanda a un implicazione potentemente reciproca che non esclude affatto le distinzioni ma le fa scaturire da una legge complessiva di produzione L'immagine eraclitea alla quale ricorre è piuttosto quella del cerchio in cui il principio e la fine coincidono Eraclito non poteva assolutamente riferirsi a una teoria antropologica di tipo moderno Manca la categorizzazione di un concetto unico di sacrificio e manca altresì la percezione di una realtà specificamente storica e umana da cui dipendeva la vita collettiva;troviamo quindi il riferimento a un unico tipo concreto di azione che va concepito e compiuto nel modo corretto e non ricondotto a un piano descrittivo ed esplicativo autonomo e astratto,valido come principio storico e antropologico universale La realtà per Eraclito è un insieme vivo formato da coppie di opposti che il sapiente ricompone nella sua visione tensionale,esistono quindi di conseguenza azioni rituali buone e azioni rituali cattive a seconda che promuovino od ostacolino questa unità tensionale Eraclito ha una consapevolezza per così dire proto evemeristica che si adatta perfettamente allo sfondo orfico del frammento degli immortali-mortali e che trova altre conferme in altri frammenti Secondo Macovich il detto si riferirebbe alla trasformazione in eroi divini o semi divini dei guerrieri di un altro celebre ma quanto denso frammento:gWli uccisi da Ares gli Dei li onorano e gli uomini” Eraclito esprimerebbe in forma enigmatica la sua visione politica ed eretica di stampo aristocratico,in polemica contro la democrazia cittadina che stava compromettendo l'ordine e la stabilità della polis Questa decifrazione ha un limite infatti oltre a ignorare la specifica cornice della dottrina dell'anima non tiene conto che ogni riferimento politico in Eraclito rimanda all'insieme della sua visione sapienziale e cosmica La corrispondenza fra micro e macrocosmo Il rapporto tra uomini e dei, per il tramite sacrale degli uccisi da Ares e per Ares, rimanda la forza cogente dell'ordine universale, che realizza in maniera perfetta quell'uso controllato della coercizione che Eraclito chiaramente approva in campo umano e sociale Il frammento racchiude un intero universo di rapporti sacrali, cosmici e sociali, e questo microcosmo logico testuale anticipante il rapporto che il microcosmo della polis dovrebbe instaurare col macro cosmo, trova una piena congruenza con la mia lettura sacrificale La guerra e lo sviluppo istituzionale del sacrificio, che proietta all'esterno ogni pericolo di violenza interna Nesso diretto tra uccisioni in guerra, in una dimensione di gloria e una purificazione di natura palesemente divina e rituale Rapporto strettissimo, reciprocamente distruttore e generatore, fra i 3 membri della apoftegma sui "trucidati da Ares": uccisi in battaglia/ dei/ uomini È la presenza dei caduti in battaglia a determinare una differenzazione armonica fra uomini e dei, in cui ciascuno dei due ordini si definisce in rapporto all'azione efficace degli eroi caduti sul campo, e uccisi da Ares, ossia dal dio della guerra con cui vengono a identificarsi, purificandosi e purificando Il polemos è la guerra o conflitto corrispondente al principio del fuoco o della Folgore, la forza ordinatrice e dotata di una componente inevitabilmente violenta che consente di esistere all'ordinamento universale, cioè all'ordinamento da cui il nostro universo nasce e in cui è destinato a perire, riproducendo al suo interno il medesimo andamento di tensione feconda, generatrice e distruttrice La guerra è un uso ordinato e controllato della forza che consente al tutto di sussistere Il conflitto eracliteo è l'esplicarsi concreto del principio universale e popolare del fuoco in eventi memorabili e carichi di potenza come morire impavidamente in battaglia,di cui logos del sapiente celebra grandezza e la purità Dall'azione,che è anche accettazione, della potenza ordinante di polemos deriva l'ordinamento del Cosmos in cui troviamo popolarmente organizzati e distinti uomini e dei, liberi e schiavi, con una gerarchizzazione che, nella sua molteplice valenza sacrale, speculativa e sociale, ricorda le caste indiane Prima parte del detto immortali mortali,mortali immortali è un chiasmo che condensa in quattro parole l'intera visione del mondo in questo strano sapiente Non mancano prove degli stretti rapporti di Eraclito con la sfera religiosa e magico sacrale che aggiungono altri indizi sui suoi legami con il sacrificio Eraclito conosceva benissimo il sacrificio La competenza culturale del sapiente di Efeso e il suo utilizzo tematico sono ricavabili, oltre che dai nessi del suo pensiero coi culti orfico dionisiaci, dai suoi frammenti di critica religiosa e dal nuovo significato che egli conferisce alle figure della religione tradizionale Tre tessere: “Via morte vita-verità-Dio(niso) Orfico Pace guerra-verità falsità-Dioniso Dio(niso)-verità-psyche” Le tavolette costituiscono una smentita alla tesi di chi contrappone dionisismo e orfismo e altresì confermano lo stretto rapporto tra orfismo e dottrina dell'anima Precisa e consapevole convergenza terminologica attuata dal sapiente di Efeso I culti dionisiaci sono in Grecia per eccellenza i culti orgiastici che sfociano nel sacrificio La ripulsa di questi rischi da parte di Eraclito è netta, e risulta da vari frammenti, di cui il più memorabile è quello in cui biasima gli inni dionisiaci alle cose indecenti e le correlative azioni rituali privi di qualunque decenza, concludendo che il Dioniso di tali risultati orgiastici è lo stesso che Ade Due punti da rilevare: - indubbia allusione a rituali di sacrifici umani collegati con Dioniso, dato che nell' identificazione finale Dioniso/Ade il dio del vitalismo inebriante si rileva dio dei morti, e non di morti qualsiasi ma si tratta di vittime della violenza cruenta che costituiva il culmine dei culti orgiastici del dionisismo - valutazione della posizione d'insieme attribuibile a Eraclito, che non può essere appiattita su una posizione tipicamente moderna di rifiuto totale, non solo nei confronti del dio Dioniso, di cui Eraclito ripudia i culti menadici, non la divinità, ma anche nei confronti della dimensione sacrale e culturale più ampia di cui la divinità era parte Eraclito si opponeva ai sacrifici più violenti e in particolare ai sacrifici umani, continuando sulla nuova strada l'opera di purificazione iniziatica e magica dalla violenza che aveva intrapreso l'orfismo Egli va collegato a Senofane ma le analogie con Senofane da cui Eraclito consapevolmente si differenzia si affievoliscono davanti a sistemazioni speculative estremamente diverse Le analogie si fanno invece più sistematiche se guardiamo alla riforma del mazdeismo attuata da Zarathustra nella vicinissima Persia Nel mazdeismo zarathustriano troviamo: opposizione sacrifici cruenti di tipo orgiastico, una concezione accentuamente polare della realtà, un forte legame col fuoco, una visione escatologica, destinata a compiersi tramite il fuoco alla fine di un grande ciclo cosmico, implicante la resurrezione dei corpi, oltre che un particolare trattamento dei cadaveri per abbandono Sono elementi che troviamo in tutto in parte in Eraclito L'opposizione dell'Efesio ai sacrifici non è da ritenersi totale,e non diversamente dallo zoroastrismo Eraclito probabilmente rifiutando l'orfismo matematizzante dei pitagorici vuole riformare il dionisismo e lo stesso orfismo con ricorso la propria sapienza potentemente antitetica e qualificativa,capace di includere in se le ragioni profonde del sacrificio Egli riconosce le leggi di purificazione di cui il sacrificio è il veicolo tradizionale e che la sapienza eraclitea intende realizzare in maniera più compiuta e perfetta Eraclito sta alludendo a un sacrificio compiuto assai più facilmente da un singolo individuo connesso che non dalla massa Ritorna la figura luminosa di chi è ucciso e purificato da Ares, accompagnata da azioni più regolarmente e formalmente rituali, senza dubbio collegati col fuoco che era già una componente normale del sacrificio greco Il filosofo avverte la necessità di quelle che potremmo chiamare leggi sacrificali per il mantenimento dell'ordine cosmico e sociale I sacrifici popolari, volgari esprimono, a livello culturale più basso perché non ho ancora puro, una verità cosmica, quella di polemos, obbedendo alla quale dulce et dignum est pro patria mori(è dolce e dignitoso morire per la patria ),e grazie a cui uomini e dei,liberi e schiavi si dispongono nel loro inaffondabile ordine e chiasmo L'interprete moderno effettua il movimento opposto della visione corpo unico sacrale e tensionale di Eraclito al piano antropologico e storico della spiegazione sacrificale La cosiddetta demistificazione moderna non è del tutto estranea al pensiero eracliteo, visto che ne riprende delle componenti modificandone e rovesciandone l'intenzione, anche se al prezzo di un impoverimento di cui non si dovrebbe scordare Punto di partenza in entrambi i casi è la superficie testuale, che dobbiamo interrogare intensivamente per strapparle la risposta accuratamente nascosta, eppure visibile una volta che abbiamo raggiunto l'intuizione corretta 'Non lo srotolare in fretta intorno al perno il libro di Eraclito di Efeso:é cammino difficile a percorrere É tenebra e buio fittissimo ma se un iniziato ti guida risulterà più chiaro della luce del sole' Il passo rimanda al disorientamento e all'alternanza di tenebre e luce che caratterizzano il labirinto, il cui centro, rappresentato dal Minotauro,è il luogo ove viene il sacrificio, originariamente umano. L'immagine sta a significare che l'illuminazione giunge allorché si coglie l'analogia strutturale fra il procedimento culturale delle iniziazioni misteriche, di cui il labirinto cretese è un lontano antecedente, è il procedimento conoscitivo ed esistenziale della nuova iniziazione sapienziale di Eraclito L’iniziato ai misteri capisce Eraclito e vede la luce dove prima c'era oscurità, se riconosce l'ispirazione sacrale dei suoi detti sapienziali e la conoscenza che il sapiente ne ha ricavato É questa, io credo, la vera luce dell'oscuro, una luce non dimentica dagli antichi fuochi sacrificali ma capaci di aprire prospettive conoscitive e spirituali fino a quel momento mai viste Se ci concentriamo sul passaggio teogonico e antropogonico sotteso alla dottrina eraclitea delle anime possiamo osservare come il maschile plurale “quelli” riferito alla coppia immortali- mortali restituisca al testo tutta la sua risonanza Ekeinon va a rigorosamente mantenuta giacché trasforma la frase in un meraviglioso palindromo,quasi una sorta di meta-chiasmo in verticale, a seconda del riferimento di quelli a mortali o immortali Se quelli è riferito a mortali allora il senso e che gli dei vivono se i mortali muoiono, mentre muoiono se i mortali restano in vita Se invece quelli è riferito a immortali il significato è che i mortali vivono se gli immortali muoiono, mentre se gli immortali vivono, allora i mortali sono consegnati ai loro destini di morte Il palindromo si rivela ancora più diabolico se oltre al senso grammaticale normale sviluppiamo la pista delle espressioni verbali che vi potrebbero essere sottintese, in modo analogo a quanto già considerato per la prima parte del tutto Il significato immediato del genitivo plurale ékeívwv e che si tratti della morte subita o della vita goduta da quelli, ma la mia proposta è di riconoscere dietro il genitivo anche un'allusione ala morte infilitta da quelli o alla vita da quelli procurata Queste letture introduce fra anime corpi un dinamismo di lotte e contesa del tutto congeniale alla visione tensionale di Eraclito e richiama più da presso lo strato orfico-dionisiaco del testo, con la feroce azione titanica che lo innerva e da cui, secondo il mito orfico, sono derivati gli umani Se quelli sta per mortali il significato in tal caso è che gli Dei vivono precisamente nella morte voluta dagli uomini, mentre sono morti quando costoro attribuiscono loro la vita, in quanto vittime uccise e trasfigurate Se quelli sta invece per immortali il significato viene ad essere che i mortali risultano vivi nella morte inflitta loro in nome o per conto degli immortali, mentre nella vita procurata da loro sono necessariamente morti I due principali versanti del testo che possiamo così distinguere, quello psicologico cosmologico e quello teologico sacrale, vengono a chiarirsi in un mondo che è reciprocamente e inversamente implicativo, cioè olistico e circolare, risulta sostanzialmente conforme ai caratteri del Logos antico e ai criteri di analisi logico linguistica moderna, disposti entrambi nella nostra organizzazione verticale e metalinguistica I due aspetti, quello moderno più demistificatore e concettuale e quello teofanico antico, si escludono a vicenda, in quanto la demistificazione di per se contesta la validità della Teofania sacrificale e la teofania non contempla l'elevamento concettuale di tipo antropologico La questione ci costringe a un confronto con la nozione post antica dell'emancipazione degli uomini antichi culti sacrificali che indubbiamente a noi viene dalla tradizione ebraica e segnatamente cristiano Eraclito si muove su un piano collegato col nostro eppure dal nostro profondamente diverso infatti per lui la teoria delle anime rivela il vero senso del rapporto tra uomini e dei, con un disvelamento che non intende rimpiazzare superare tale rapporto bensì riformarlo in chiave conoscitiva Dobbiamo riconoscere una terza posizione , quella di Eraclito in cui dobbiamo riconoscere alcune premesse della nostra e insiemi i prodromi di un'alternativa rimasta ai nostri tempi minoritaria o. esoterica , quella di una strada sapienziale del sacrificio Risulta opportuno collegare anche il graduale modificarsi e svuotarsi del paradigma magico performativo, così essenzialmente dipendente dalle dinamiche sacrificali, svuotamento che negli ultimi secoli si è tradotto in una cancellazione inconsulta Codeste leggi sono lo sviluppo speculativo dei Principi interno di funzionamento del rito, che nel mondo antico vuol dire innanzitutto rito sacrificale Il culto dionisiaco e in particolare quell' approfondimento iniziatico dei culti dionisiaci che era l'orfismo hanno fornito ai primi pensatori ellenici il modello più chiaro di sapienza ancora mitico-culturale con una connotazione eziologica che sarà sviluppata in senso cosmico e ontologico e con una connotazione eziologica che resterà palese nel pensiero greco anche dell'epoca classica ed ellenistica Vi é infatti in Eraclito un'aporia di fondo che non manca di coinvolgere anche la concezione degli altri presocratici La presenza nel pensiero eracliteo di un sapere penetrante sui riti sacrificali e potenzialmente destabilizzanti, giacché denuncia un ruolo dell'uomo e della sua società che la ricomposizione collettiva del Cosmos non è in grado di spiegare né di sostenere Detto in altre parole il cerchio ermeneutico, il sacrificio in Eraclito, ovvero la realtà antropologica e rituale di cui egli è partecipe non può limitarsi a ruolo performativo di exemplum da penetrare e da riformare, poiché esso lascia trasparire nelle sue versioni degeneri e nel suo mancato funzionamento, la possibilità estremamente concreta che gli uomini detengano in se l’inspiegabile forza di mettere in crisi lo stesso ordine universale, di sovvertirlo all'interno di quella sua fedele immagine che dovrebbe essere la polis Non c'è requie nell'universo spirituale del sapiente di Efeso Questo ci impedisce sia di liquidarlo in qualche comoda sistemazione manualistica, sia di assumere la presenza del sapere sacrificale come un' aggiunta che lasci il resto immutato L'autentico seguito del pensiero di Eraclito dobbiamo cercarlo nel teatro tragico che avrebbe toccato pochi anni dopo la sua piena fioritura ad Atene Hermann Frankel osserva che il vero continuatore di Eraclito è Sofocle Il quadro di un Eraclito in conflitto con la sua epoca e politicamente sconfitto, anzi divenuto filosofo in seguito la sua sconfitta politica come ipotizza Moraviev,rende ancor più penetrante il raffronto con l'arte tragica più audace, quella di Euripide Il magismo secondo l' interpretazione che ne ha dato De Martino non veicola affatto una visione del mondo luminosamente compatta e irrazionalmente indeterminata ma esprime il suo sforzo grandioso di codificare e conquistare una realtà stabile e differenziata in cui all' essere del mondo venga a corrispondere l'essere culturalmente determinato dell'uomo Eraclito mostra così di riprendere l'intento di quello che De Martino chiama dramma magico, trasponendolo in forme innovative destinate a codificare il pensiero occidentale Il sapiente di Efeso affronto la fase storica, quella fattura ed i fermenti della polis preclassica, in cui la tradizionale visione magico sacrale non è più sufficiente allo scopo e si affaccia unaa nuova sapienza che potremmo definire magico concettuale,non meno feconda che instabile Eraclito contava di assicurare un nuovo ordinamento del mondo di cui i suoi stessi logoi dovevano diventare lo strumento cooperante efficace In questo autentico dramma culturale trova un'originale continuazione l'esperienza che più di ogni altra traduceva l'attenzione da cui è sorto l'ordinamento del pensiero che noi superficialmente tendiamo a dare per scontato, ossia il sacrificio, l'azione sacra per eccellenza, vero punto focale delle antiche visioni magico sacrali e piattaforma di lancio per un sapere che gradualmente si porrà come suo sostituto cognitivo e performativo
Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei
Mouraviev, Serge N. - Ipotesi Di Ricostruzione Dell'Opera Di Eraclito (Traduzione Italiana Di Giuseppe Fornari) - Avvertenze Sulla Traduzione - 2012 - (5-16)