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DI VEGLIA E DI SOGNO

Eraclito affermava che i desti hanno un mondo unico e comune a tutti, mentre ciascuno dei dormienti si
ritira in un mondo tutto suo. E aggiungeva che morte è quanto vediamo stando svegli.

Che sarà mai questo mondo unico e comune in cui tutti noi ci ritroviamo al risveglio? È il mondo della
materia e le sue leggi dominanti.  Al mattino ci immergiamo nel corpo, diveniamo ricettivi alla gravità.
Attraversiamo una profonda metamorfosi, passando dall’esperienza sognante alla coscienza che
emana dal trovarci nuovamente nella gravità. Naturalmente,  non siamo bilance né ci accorgiamo della
gravità perché pesiamo i nostri corpi. Ne diveniamo ricettivi ed attenti nell’anima e per mezzo
dell’anima,  interiormente. L’anima “sa” di trovarsi nella gravità. È vero che i sensi dell’equilibrio e del
movimento ce ne danno notizia, ma la vera percezione è interiore, sta nelle rappresentazioni che
istintivamente faccio al riassumere le regole dello spazio in cui mi trovo e dei comportamenti della
materia. Devo farlo spinto dalla necessità che rappresenta il mondo materiale Gli oggetti quotidiani e la
materia che mi circonda mi riappaiono nella loro tirannia, costringendomi alle inflessibili regole e i
concetti ordinari che reggono il mondo qui fuori. Devo badare affinché il coperchio della teiera non
scivoli via in avanti quando la inclino, devo mantenermi in equilibrio, riprendere i movimenti,  e così via.

L’anima nella veglia vive nella gravità. E allo stesso tempo succede il fatto straordinario che la
mia volontà si attiva nuovamente. La convivenza dell’anima con la gravità e la materia fa sì che sorga
d’immediato la volontà. Durante il sonno e i sogni la volontà è inattiva, spenta, e con essa sono inattive
le percezioni sensoriali che si servono della volontà. All”addormentarci ci troviamo con l’anima  fuori dal
campo di gravità,  mentre il corpo ne rimane sempre soggetto, coricato e premendo sul materasso.
Nel sonno e nei sogni ci immergiamo in una esperienza completamente differente e polare rispetto alla
vita da svegli. Ci ritiriamo in un altro mondo lontano dalla tirannia della materia, pur conservandone
immagini e vaghi ricordi i. Il sogno in un certo senso indica una liberazione da quelle regole fisse e
necessarie che reggono la legalità del mondo materiale. Ci si rivela allora nei sogni la capacità di
accostare cose e fatti contrari, di contemplare aspetti assurdi che pur hanno una loro coerenza, di
subire il fascino del paradossale che strizza l’occhio. Il principio organizzativo abituale ne è stravolto,
eppure alla sveglia ne sentiamo una sensazione di allegria e di stupore che dura pochi istanti. Per un
poco ci siamo lasciati dietro calcoli e concetti, misure e modelli mentali.

A questo punto possiamo dire di aver ritrovato due nostre vecchie conoscenze:  Mefistofele che domina
nella nostra vita da svegli con l’illusione della materia che Eraclito avverte come cosa morta, Lucifero
che regna nella nostra vita di dormienti e che per contrasto ce ne vuole allontanare. La nostra vita è un
continuo oscillare tra le due sponde opposte.

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