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(restituire contenuti remotissimi da noi con strumenti moderni), prova a far riemergere il VI e V sec a.c. periodo culminante della Grecia, mediante un approccio non specialistico evocativo dei secoli alle spalle di quei secoli, del periodo culminante della Grecia. Cos la filosofica Greca non ricacciata in un passato lontano, ma un prodotto mediato che si lega al nome di Platone. Prima c let dei sapienti, quando nasce la filosofia, dunque, la parabola delleccellenza greca ha gi iniziato il suo declino. La crisi anteriore anche a Euripide e a Socrate, una frattura, un indebolimento, che sono interni al mondo dei sapienti, che solo attraverso questo si decifrano.
La nascita della Filosofia
il re del tempio, Apollo lobliquo coglie la visione attraverso il pi diritto dei confidenti, locchiata che conosce ogni cosa. Le menzogne lui non afferra, n dio n uomo lo inganna con opere o con disegni.
I. LA FOLLIA E LA FONTE DELLA SAPIENZA Le origini della filosofia secondo la tradizione erudita risalgono a Talete e Anassimandro. Nonostante il tentativo non perseguibile in favolosi contatti con il pensiero egiziano e quello indiano, il tempo delle origini molto vicino a noi, Platone chiama filosofia => amore della sapienza, la propria ricerca, e attivit educativa, legata ad un espressione scritta, sotto forma letteraria di dialogo. In realt Platone venera un passato in cui erano esistiti i veri sapienti, quindi la nostra filosofia non altro che una continuazione, uno sviluppo della forma letteraria da lui introdotta, che a sua volta gi una forma di decadenza Lamore della sapienza sta pi in basso della sapienza. Non tensione verso qualcosa mai raggiunto, ma tentativo di recupero di quello che era gi stato realizzato. Si tratta quindi di una riforma espressiva, una nuova forma letteraria che filtra la conoscenza precedente, oscura per lontananza e tradizione orale, dunque gi una sapienza falsificata dallinserimento della letteratura filosofica. Lorigine ci sfugge e risulta ancora pi lontana dellet presocratica (V VI secolo a.c.). Anche per la nascita della filosofia allora, si deve seguire in via ipotetica la via suggerita di Nietzsche per lorigine della tragedia, egli parte dalle immagini degli Dei Greci Dioniso e Apollo, e attraverso lapprofondimento estetico e metafisico dei concetti di Dionisiaco e apollineo, delinea una dottrina sul sorgere, e la decadenza della tragedia greca. Per la filosofia per dobbiamo diversamente da quanto suggerito da N. per la tragedia, la preminenza va concessa ad Apollo e non a Dioniso, quindi al Dio di Delfi, luogo dove si manifesta la vocazione dei greci per la conoscenza sapiente non il ricco di esperienza, ma chi getta luce sulloscurit, chi scioglie i nodi, chi manifesta lignoto, chi precisa lincerto. La conoscenza per i Greci fu il massimo valore della vita, il grado pi alto della potenza. Laspetto teoretico della divinazione caratteristico dei Greci, divinazione che implica la conoscenza del futuro e manifestazione, comunicazione di tale conoscenza. Ci avviene attraverso la parola del dio, la parola manifesta alluomo la sapienza del dio, lordine e la forma dimostrano che non sono umane, ma divine, carattere esteriore di ambiguit, allusivit ardua da decifrare. La volont di questo dio Apollo, che conosce lavvenire, lo manifesta alluomo, ma sembra non volere che luomo lo comprenda. (Eraclito dir: un dio che non dice n nasconde, ma accenna). Contrariamente a quanto sosteneva N. Dioniso si collega alla conoscenza non come intuizione di un angoscia radicale, ma conoscenza in quanto divinit eleusina (liniziazione dei misteri di Eleusi culminava in una epopteia -> visione mistica di purificazione e beatitudine che in qualche modo si pu chiamare conoscenza. Tuttavia lestasi misterica, si deve considerare pi il presupposto della conoscenza che non la conoscenza stessa il soggetto conoscente si deve spogliare dalle sue condizioni per confondersi con loggetto conosciuto.
Lorigine del culto di Dioniso da ricercare, in tempi ancora precedenti rispetto alla follia, origini ancora pi remote, cinque secoli prima del culto di Apollo, VII sec. a.c. in quel mondo minoico miceneo proteso verso Creta. Pausania ci parla di un Dioniso cretese che diede sepoltura ad Arianna, che secondo la scritta primordiale la signora del Labirinto aveva una duplice natura umana e divina, legata al mito di Minosse, Parsifae, Minotauo, Dedalo, Teseo. Arianna sposa di Dioniso, unica cui si leg in modo particolare. Cos nella tradizione eleusina, Dioniso si presenta accanto a Kore. Arianna nella tradizione pi antica abbandona la sua natura divina per more di Teseo passando ad una natura umana, quindi Dioniso prevarr guidando la punizione di Artemis, Arianna muore come donna, non goduta da Teseo e vive come Dea. Altrettanto antico il mito del labirinto, il cui archetipo pu essere egizio, ma la cui rilevanza simbolica nella leggenda cretese tipicamente greca. Il labirinto opera di Dedalo, un ateniese personaggio apollineo, congiunzione delle capacit inventive dellartigiano e della sapienza tecnica, prima formulazione di un logos ancora immerso nellintuizione, nellimmagine. Il labirinto oscilla tra il gioco artistico, estraneo allutilit, e lartificio della mente, della ragione nascente per sbrogliare una concretissima situazione vitale (filo di Arianna), qualcosa che manifesta assieme gioco e violenza. Il Labirinto allora si presenta come una creazione umana, ma al servizio di Dioniso, dellanimale-dio. (Dioniso veniva spesso raffigurato con la testa taurina minotauro). Minosse che rinchiude il Minotauro, rappresenta il braccio secolare di questa divinit bestiale. La forma geometrica del labirinto con la sua insondabile complessit, inventata da un gioco bizzarro dellintelletto, allude a una predizione, a un pericolo che insidia luomo ad affrontare il dio-animale. Dioniso fa costruire una trappola nella quale luomo si illude di attaccare e vincere il dio invece perir.
Nel V sec. a.C. si assiste alla nascita della retorica => volgarizzazione del primitivo linguaggio dialettico. Mondanizzazzione.
Retorica Fenomeno orale, recitazione agonistica indirettamente (confronto tra oratori, lotta per soggiogare la massa di ascoltatori), si lotta per una sapienza rivolta alla potenza, si rientra nelle sfera individuale delle passioni, degli interessi politici si accompagna alla scrittura, gli oratori infatti dovevano scrivere i discorsi per poi impararli a memoria per essere il pi possibile efficaci nelleccitare lemozione del pubblico. Dialettica Fenomeno orale, agonistica direttamente (confronto avvincente tra interrogante e rispondente), si lotta per la sapienza, puntava a dominare le passioni degli uomini, che devono essere eccita o placate viene tradita nella sua originalit dalla scrittura La retorica anchessa un fenomeno essenzialmente orale, ma priva di una collettivit che discute, uno solo parla e gli altri ascoltano. Non un caso dunque che Gorgia, campione della dialettica sia stato il fondatore dellarte retorica. La dimostrazione per assurdo, che Gorgia predilige, ha una forza di persuasione assai pi potente di quella diretta. Latteggiamento
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