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The
University of Chicago
Library
-.
l^illiStA.!:
O.
STANO
DI
GRECO-ROMANI
m
SI
iP
^!
^^^^^^^^^^i^^sa^^^^^^&s^feiS,.-^'
'^*fc'.^i
^^ _^j.'T..^v t-^pnA>-Mrt'|-*^
GIOVANNI STANO
II
DIZIONARIO
DI
GRECO-ROMANI.
2" edizione
TORINO
*,
Maggio 1960.
^^^
Propriet riservata
SERENAKTCT lU-OMIHXNT
di Torino
1950
Farm. Pian
690227
PBEFAZIONE
Nel presentare ai colleglli e agli alunni questa seconda edizione del Dizionario di miti e leggende del mondo greco-romano
credo opportuno ribadire il criterio cie ho seguito nelV accentuazione dei vocaboli che, derivati dal greco, ci sono pervenuti a
traverso Vuso del latino, per
il
non
accrescere,
su la loro pronunzia,
La
per
siffatti
vocaboli,
ma
molti accettano
il criterio
di sees.
al-
latina; Edipo, Ifigenia, Edipo, Ifigenia, alla greca. Oltre a ci, parecchi vocaboli sono entrati nella lingua italiana con V accentuazione greca: Areo-
invece
ecc.,
pago, Dioniso, Dioscri, ecc., alla latina. Io ho seguito, nelV accentuazione italiana, quella che mi e sembrata prevalente nelVuso quem penes est arbitrinm et ins
norma loquendi (Hor. Bp. II, 3), giustificandola con la corrispondente accentuazione latina o greca. Opportuna mi sembrata la segnalazione dell'etimologia nei
et
vocaboli greci che, per la loro struttura, presentano particolare interesse. In .essi ho messo in rilievo gli elementi formativi, di
maniera
che,
glottolo-
Per
accanto a ciascun nome, il numero del libro e dei versi entro i quali esso svolto o illustrato, il che varr ad agevolarne nei
giovani
1*
lo
studio e V interpretazione.
IV
Voglio sperare che la conoscenza dei miti, nei quali i Greci, specialmente, con la loro fervida immaginazione naturalmente
disposta all'intuizione delle pure forme estetiche fissarono, circonfusi di luce ideale, gli svariati tipi di fine bellezza, riesca
pie operoso
lungi dal dover essere meno curati o del tutto abbandonati, come si vorrebbe da non pocM, dimentichi
dei valori spirituali della vita e
immemori
poicTi
delle nostre
grandi
tradizioni di cultura,
del
vanno riordinati
scolastico,
e irrobustiti
nel quadro
nuovo ordinamento
non
si
pu
disconolo
scere cJie
rito
spi-
Manduria (Taranto),
aprile 1949.
L'AITTGEE.
A
Abddir [nome
fenicio] la
pietra che Bliea fasci a guisa di fanciullo, facendo credere al marito Saturno
elle quello fosse
bea, e presero parte con 40 navi aUa guerra di Troia, insieme coi figli di Teseo.
Giove,
l'ul-
timo bambino cb'essa aveva partorito. L'oracolo aveva predetto cbe da Saturno sarebbe nato un fgUo, cbe avrebbe detronizzato il padre: perci egli aveva divorato i due figli (Plutone e Kettuno), e Ebea, con questo inganno, era riuscita a sottrarre Giove alla triste
Cerauno,
neU'Tlliria.
Son rappresentati come selvatici, con le chiome lunghe, discendenti fino aUa
nuca.
Abanzade
[Abantides]
come una
divinit; le si tri-
butava un culto simbolico, e si bagnava con vino, sangue e olio. Probabilmente era un aerolite, di forma
conica, il quale, perch caduto dal cielo, divenne oggetto di venerazione.
aveva ricevuta da Apollo, profetava, sanava le malattie con una sola parola,
e viveva senza alcun cibo.
prendere
giovinet-
Abdro [Abdrus]
to,
dell'Eu-
ABE
dia, e
2
marci contro
le
i
Bisto-
Absirto [Absyrtus]
figlio
di
ni, sudditi di
Diomede, che
loro
avevano preso
vendicare
il
vello
d'oro
Dopo
n presso il giovinetto; ma ebbe una triste sorpresa: le cavalle lo avevano divorato. In memoria di lui, edific la
citt di
Abdra,
sulle coste
Medea
fa-
mand
alcimi re-
gali
a seguire Giasone,
lo
preg
comune
determinato, donde
ella salui,
pietra.
in
nel
Abena [Abena]
Ma
la
notte,
= 2bn2bT
i
via].
posto assegnato, l'infelice giovine fu ucciso e fatto a pezzi dagli amici di Giasone; e
Aborgeni
xyQovsQ]
originari
[Aborignes,
si
a-
mentre
compagni
di
dicono
popoli
della
terra
che
[ori-
abitano, in contrapposizio-
ne a
go
quelli
immigrati
origine;
aTxOcav
Absirto attendevano a raccattare da terra le membra di lui, Giasone con Medea e coi Greci poterono imbarcarsi.
indigeno:
X0CV
aT;;
stesso,
Acamnfe [Acamas]
figlio di
terra].
In partico-
Teseo e fratello di Demofonte, prese parte aUa guerra Troiana, e fu tra quelli che si chiusero nel cavallo di legno. Tornato in patria,
nome
indica
un
ne posta fra il Tevere e il Liri. Fra i Greci si vantavano di essere autctoni gli
Ateniesi e gli ikxcadi.
Un
altro
Acamante,
figlio
3
di Antenore, fu Tino dei pi
lia,
AGO
re di lolco, prese parte alla caccia caledonia e alla spedizione degli Argonuti. La moglie di lui, Astida-
incanto
l'orlo
[acantlms]
pianta
mm
il
deUe aiuole: lia belle foglie, le quali sono imitate da pittori e scultori, per ornamento a opere d'arte.
Era una ninfa ch.e piacque molto ad Apollo, il quale la trasform nella pianta omonima. Secondo un'altra leggenda,
meia, innamoratasi di Pelo, poich questo non le corrispose, lo calunni presso il marito. Acasto, per vendicarsi, condusse Pelo
ad una
Pelian
caccia,
e,
sul
monte
spada
fisi
mentato,
e lo lasci fra
Centauri.
una bella fanciulla di Corinto: seppeUita dopo la sua morte, le fu posto acera
Ma
un
ce-
cbe conteneva gli oggetti a lei pi cari. Intorno al cesto, veget una foglia che, da lei, prese il nome di acanto. Si vuole cbe Calli-
Vulcano diede poi a Pelo un'altra spada, con cui egli vinse i Centauri e, tornato in Tessaglia, abbatt Acasto, uccise lui e
la moglie, e s'impadron di lolco.
maco, verso
colo
il
la
met
del se-
da
"fi-
Troia.
Aceacllide
[AccacaUis]
glia di acanto
come motivo
che
divenne
ornamentale,
Filachi e Fi-
da una capra.
figlio di
A.carnne [Acarnan]
Accadmia [Academia]
go presso
il
luo-
Alcmene
lroe.
il
Da
giovine perdette
Accadmo
[v.
divenne un ginnasio,
filari
tello
tra bei
di platani e di
Acsfo [Acastus]
P-
ulivi, che furono piantati da Cimone. Ivi insegn Platone e, dopo di lui, i suoi
ACC
_4_
tempio. Incontr infatti un
uomo
si
>>.
Accadmo [Acadmus]
eroe
potente e ricchissimo: Taruzio, il quale se ne innamor a tal punto, che volle sposarla e, alla sua morte, la lasci erede di
tutte le proprie ricchezze, ch'essa accrebbe poi con l'infame mestiere. Ma^ aven-
un
luo-
poco lungi da Atene, che da lui fu detto Accademia . [V. ivi]. Acca jLarenzia [Acca Larenfu moglie del pastore Fustolo e nutrice di Rotia]
do lasciato i suoi beni al popolo romano, merit la. riconoscenza pubblica, ed ebbe il nome iscritto nei
Fasti.
Acclamazione
zione,
molo e Eemo. Secondo la tradizione, aveva 12 fgH, coi quali, una volta all'anno, offriva
ci essi
tres
si
di
buon
un
sacrificio
la fertilit dei
Tlassio!
Io
Hymen! Io
nozze);
Belle
(nei trionfi);
chiamavano
[arva
arvles
fra-
Hymenaee!
(nelle
camil
Io triumphe!
pi],
quando uno
di essi
Bene
et
et
praeclare!
festive!
Non
lius!
(nei
potest mediscorsi di un
oratore).
e bellissima
corti-
giana di
Eoma,
ai
tempi
cui
Acste
[Acestes, XIV, 83] era re di Sicilia, dove fond la citt di Egesta, che chia-
cos dal
nome
della
ma-
nell'uscire
dal
tamorfosi
I due numeri rimandano rispettivaniento al libro e ai versi delle di Ovidio, nei quali accennato o trattato il mito,
_5
aveva generato col dio
flu-
AOH
ed il pi vecchio dei 3000 fiumi fratelli. Venuto in lotta con Ercole, per la
Teti,
ad AncMse,
sul
mon-
contesa di Deianra come sposa, battuto sotto la forma- di uomo, assunse prima
quella di serpe, poi quella di toro. Ma, nel combatti-
te rice.
Quando
suoi
sciuto
un
dio [Dioniso], lo
il
difese. Svegliatosi
ragazi
mento. Ercole gli svelse, con la mano, un corno; le IsTiadi lo riempirono di fiori e ne fecero un corno sacro alla dea dell'abbondanza [cornu copiae]. L'Achelo era un fiume sacro in
tutta la Grecia, tenuto in
li
da edera, abbarbicatasi ai fianchi, Dioniso apparve incoronato di edera e circondato da tigri e da pantere, e
i
Achemnide [Achaemendes,
XIV, 160-222]
era deH'isola
di taca, aveva preso parte alla guerra di Troia insieme
marinai, buttatisi in mare per lo spavento, furono mutati in delfni. Acete solo fu
salvato, e d'aUora divenne sacerdote di Dioniso, nel
con Ulisse, e dopo torn con lui per il rimpatrio. Ma quando Ulisse, coi pochi compagni superstiti, riusci
a sfuggire al ciclope Poli-
tempio di Kasso.
^chelidi [Aclielodes, V,
552] sono le Sirene [v.
ritenute
figlie
ivi],
bandonato nella
Sicilia,
do-
del dio
flu-
viale Acbelo.
Vchelo [Achelus, IX, 1-88] oggi Asproptamo, il pi grande fiume della Grecia: scaturisce dal Pindo.
detto fgHo di Oceano e di
go
Achmone [Achaemon]
era
ACH
6
Tirreno.
ch.e
mar
Erano
cos
insolenti,
assaltavano
cMunque
incontrassero.
Un
mentre dormiva;
attaccatili
i
ma
l'eroe,
al-
nascose nella
capo
all'ingi.
Avendo
essi
a discendere nell'Averno o, secondo altri, fu ivi precipitato da Giove, perch aveva offerto le sue
osservate nere e pelose le parti deretane dell'eroe, dissero ch'era melmpigo [[izuomo dalle naXfXTTUYo?
acque
per
estinguere
la
Achersia [Acherusia]
lude del pianto
xo[jiai,
la pa-
tiche nere:
Kuyri
[xsuo)
piango] lago
del-
che
li
nuovo attributo, e
vano
che
lago,
fossero
Acho Xuto
lasgi,
minavano
buoni,
pi in
la loro vita e
dall'Africa, assoggett
Pe-
il
Acheronte
504]
vicinanze del
vi rano
[Oocito e Lete] e
vasta palude, poi sparisce sotterra e sbocca nel mare Ionio, nel porto di Elaia [oggi Phnari]. Le sue acque sono melmose e amare. concezione mistica, Isella
l'Acheronte
dedicato a cate. Un'altra palude Acherusia era nella Tesprozia [oggi Epiro]; il fiume Acheronte passava a traverso di essa,
Achille
formava
l'in-
[AchiUes, XII, 73] era figlio di Pelo e della nereide Ttide. Pelo era re
ACH
dei
saglia, e
del padre, Ecide da quello del nonno. Achille fu dapprima allevato dalla
dal
nome
lo
tuff
nelle
il
acque
madre; pi tardi Fenice, che fuggendo dal padre Amintore si era rifugiato
nella casa di Pelo, lo istru nell'eloquenza e nell'arte
militare; il centauro durne lo ammaestr nella medicina. Il fato aveva la-
corpo di
dalla
sciato
fra
rebbe morto,
lo
tenne na-
riosa,
breve e
comde.
Ulisse,
il
Ma
fu scoperto da
quale, travestitosi
quando
UUsse
Nstore
da
namenti
femminili,
vi
uno
combattimento,
strepito le fan-
per
il
campo, legato
coi
ma
Achille
piedi al cocchio.
Ma
dopo,
le
mentre combattendo su
un dardo
Apollo
braccio.
di Pride, al quale
aveva
guidato
il
con Ansul
tiloco,
Pride, aiutato da Apollo, avrebbe colpito Achille appunto al calcagno. Achille fu venerato, ed ebbe templi, come eroe, a Elide, a
promontorio
punta
AGI
8
alle foci del fuine
un
altro, si
AcMlla]
Istro.
ammal
il
grave-
mente, e quando
padre
ci
XIII, 738-897] fumicello in Sicilia, che scaturisce dall'Etna e sbocca nello Ionio [l'odierno fnme Frdolo o Alcantara]. Secondo la mitologia, era un
[Acis,
figlio
giovine bellissimo,
di
che ci accadeva per punizione di Artemide, a causa del giuramento pronunziato nel tempio di lei, Gidippe rivel ogni cosa aUa madre, e fu data in isposa ad
Aconzio.
Funo
Acqurio [Aquarus]
l'unde-
cimo segno dello Zodiaco, Ganimede, il coppiere degli di, rapito da Giove, mutato in costellazione, dopo la sua morte. Secondo altri, Deucalione, che visse al
tempo
saglia.
di Oeo. Eecatosi
a Delo,
si
innamor di Gi-
dippe, figlia di
ateniese;
grandiose
si
di
acque-
un'astuzia.
Avendo veduto,
un
tempio di Artemide, poich ogni giuramento, pronunziato in queUo, doveva essere mantenuto, butt ai
piedi
della
eseguivano lavori, per provvedere la citt di acqua potabile abbondante. L'acqua, che sorgeva nei
che ivi
monti
canali
vicini,
traverso
fanciulla
una
muratura,
si
raccoglieva in
mela, su cui aveva scritto queste parole: Giuro nel santuario di Artemide che
sposer Aconzio . Gidippe Lesse ad alta voce queste
parole,
per
ma
gett subito la
tre
mela.
per la citt. Cosi Atene riceveva le acque che scaturivano daU'Imetto, dal Pentlico e dal Parnte, e a
di
ACE
questo
scopo
servivano
Eoma,
in ordine crono-
logico, erano:
Marcia,
Aerisi
IV,
Claudia, Traiana.
III, 559; stirpe di Dnao, era figlio di Abante e di Aglia. Egli scacci il
[Acrisus,
cura
608]
deUa
In Eoma si costruirono invece 'grandi acquedotti, clie portavano aUa citt acqua abbondante e salubre. L'acqua, derivata a grande distanza, per mezzo di scavi e di arcM che passavano
Ma
regno: Acrisio ebbe Argo, prese Tirinto. Essendogli stato predetto che
Preto
daUa
figlia
Danae sarebbe
che lo avrebegli
a traverso
monti e
nato UD
figlio,
dove
una
fos-
veniva raccolta in grandi serbatoi, e portata, per mezzo di tre grandi tubi di
sa o in
un
sotterraneo.
Ma
piombo o
serbatoi
il
Giove, di pioggia d'oro, lei Perseo. [V. ivi]. Allora egli, rinchiusa in una cassa
la
discesovi in
forma gener da
ai
vate, quello di
mezzo por-
pubbliche [lacus'] e le fontane a getto Isalientes}. La costruzione e la conservazione degli acquedotti era affidata ai censori, e la sorveglianza,
sto, agli
involontariamente
pote, col disco, in
lestra.
dal
ni-
una pa
la
prima
di
Augu-
Acrpoli
fortezza
[' A-apTzokK;']
edili;
ma
dopo, a
di
Atene
un impiegato
tor
speciale [cura-
alla
estremo, TcXt.? citt] collocata su una rupe, che si eleva a 100 metri, in
[xpoi;
numero
una
GU
ACT
ghezza, e cade a picco da tutte le parti, eccetto dal
lato
10
mondo
tra
i
fratelli,
dopo
il
la vittoria sid
Titni e
ove
governa
cf-Sriq,
con
la
[Ade
St)?
moglie
Persfone.
od-
invisibile;
==
Si narrava cbe,
lungi dalla madre, nella pia0, secondo una leggenda posteriore, a En-
nura di Kisa
Una
a
delle
due
quella
settentrione
aU, dei
quadri di
da
cavalli.
Egli famoso
per i cavalli, forse percb si credeva che prendesse sul coecliio le anime di questo mondo, per portarle all'lrebo. Pi tardi, quest'ufficio di traghettare le anime fu
da Brea. [V. ivi]. Adaxnanta [Adamanta] era la ninfa cbe allev Giove
bambino, nell'isola di Creta, e ne sospese la cuUa ai rami
di
Erano
il
tenendo
rivolto
alla
un
a Saturno che
cava,
non
terra,
con
Il
mani.
di Plutone,
il
nome
dio nei
Ade
delle
riccbezze,
usato
misteri,
fu dato ad Ade,
tuno;
nella
divisione
del
11
proviene all'uomo la
ricil
ADE
quale, uscito dalla corteccia dell'albero materno, fu
cliezza dei metalli [V. Fiuto]. Come dio del fuoco sotterra-
neo, era detto Dite [V. ivi]. Adena [Adena] divinit ro-
sparso delle
dalla
altri.
stille di
mirra,
madre
stessa.
Secondo
mana,
entrare].
['ASvaToi] cittadini
essendo inabili a
= non
Admeto [Admtus]
posso]. re di Fe-
per la sua bellezza, amato non solo da Venere, ma ancbe da Persfone, la quale, innamoratasi di lui, non voleva pi farlo ritornare nel mondo. Allora Give decise cbe per 4 mesi restasse nell'Ade, per 4 altri stesse nel mondo con Afrodite, e per gli altri 4 mesi,
scegliesse egli stesso il luogo della sua dimora: e Adone
anche in essi, stare con Afrodite. Appassionato per la caccia, un giorno fu ucciso da un cinghiale; Afrovolle,
rire
morte
re
dite pianse amaramente la di lui, e dal sangue del giovinetto fece sboccia-
EUa
un
fiore,
Vadonium
[l'a-
sulla terra
nemone].
Adrasta [Adrasta]
Adne
[Adnis, X, 503-739] nato da Oinira, re di Cipro, e da Mirra. Secondo il mito narrato da Ovidio, quando
lev Giove.
Adrasto [Adrastus] fu
re di
Mirra, scacciata dal padre per il turpe delitto, fu cambiata nell'albero di mirra,
gener
il
bambino Adone,
un
cinghiale e a
un
AED
12
premio, fu assegnata una schiava al vincitore. Politerno esegu una sedia, Aedone, con l'aiuto di Giunone, un tessuto, che fu
ritenuto
superiore. Allora Politerno; irritato, condusse
la
un cingMale, questo
di
un
della
di
pano, Ippomedonte, Amfaro, Partenopeo], e fu il solo che tornasse salvo dalla spedizione. Dieci anni
dopo, egli riprese la guerra contro Tebe, con i figli degli uccisi.
padre.
terna;
ma
com-
[Guerra degli Epgoni. V. Epigoni]. Avendo egli perduto, in questa gueril figlio
Aedone
ra,
Egialo, ne mor
Aedone in
alcione.
di dolore.
Adi
compo-
Allo ['AeXXo), XIII, 710] una delle Arpie: la rapida come la tempesta [sXAa = tempesta]. [V. Arpie],
can-
[V. Rapsdi].
di
Atone
Panil
[AlGwv
di"
scintil-
lante: al'06>
scintillo]
nome
uno
veva
con lui cosi felicemente, che superbamente si vant di superare Giove e Giunone nella felicit del-
l'amore.
Giunone
i
allora
mand
coniugi ris, che suscit fra loro la discordia, e li istig a sfidarsi nella gara di un'opera da
eseguirsi,
fra
13
intorno alla terra. Infatti
AFE
Come dea
siderata
dei
Uoo
= =
dell'amore, con-
anche protettrice
coniugali;
vincoli
infocato
Aetone
= = =
[Tcup
pi
sen-
fuoco],
lo
scintillante
tribuzione
dell'amore
[at6co
scintillo],
Flegone
Tjr-
[(pXyo
tone
infiammo],
cme dea
[Pandemia
dei
matrimoni
rosso
[puTatvoi
= =
= tutto,
pubblica:
^y]\Loc,
itoic,
popolo],
mi
slancio].
Lampo
risplendente
te
della
[X^xTroj
ri-
splendo], Filogo
terra,
amanquale
pvtoj;
celeste].
alla
yTJ
terr].
['AfppoSiTV)],
re],
Afrodite
fra
Beimos
[lo
spavento],
Eomani Vnere
spuma
del
mare
presso
[c^pc,
spuma],
l'isola
Phobos [il terrore]. Da Hermes ebbe Ermafrodito, con Dioniso gener Pripo, con Poseidone rice, con Anchse Enea. Secondo una leggenda [Ovidio, Metamorfosi, lY, 170-189], Efesto, avvertito da Apollo delle
l'amore, e supera in grazia tutte le altre dee dell'Olimpo: l'accompagnano le Ore, le Grazie e le altre deit
personifcatrici
relazioni
clandestine
della
dell'amore:
moglie con Ares, li avrebbe avvolti entrambi in una rete, e li avrebbe presentati
avviluppati in essa, destan-
PeitM
tJios
[la persuasione],
[il
desiderio],
PHmeros
do cos il riso fra gli di. Per i suoi amori con Ares, ella fu considerata anche
ma
anche
gli
di.
l'isola di Cipro,
suoi pi antichi
nomi
AGA
14
aprile,
cbe
tuari
della
principio
le
della
segnavano il primavera,
in
cui
A^famde [Agamdes]
del re di
Amatisia,
citt
PpMa,
mededella
Orcmeno, Egino.
Mo,
Aven-
sima
do,
isola,
re di Iria, in Beozia.
citt
sulle coste
do
Githera
cna
sacri
[dal
il
monte rice
rosa,
in
Sicilia].
Ad
Afrodite erano
il
Meo,
presso
mirto, la
il
lepre [simbolo
deUa fecondit]; il delfino, come dea del mare. A Eoma, Venere, cbe in
origine era la dea della primavera e della natura germogliante, fu identificata
capo al fratello, e lo port via con s. Secondo altri, Agamede e Trofonio edificarono il tempio di Apollo a Delfo e,
avendone
richiesta
al dio,
la
ri-
compensa
fu loro
ri-
era venerata
Concilidtrix
coi
nomi
di
sposto che aspettassero otto giorni; ma dopo questo termine, furono trovati morti. TJn'altra versione narra che Trofonio fu inghiottito dalla terra, nel bosco sacro di Lebadia. Quando la Beozia fu aMtta da una grande
siccit,
l'oracolo
di Delfo,
mini],
mirto],
Myrta
[la
dea del
Murca [forse colei che molce e lenisce], Cloaclna [la purificatrice] ecc. Nelle calende del mese di
fonio comunicato
mezzi,
per
15
cita, gli
AGA
figlia Ifigenia, per implorare da Artemide il vento favorevole percb le navi
fn dedicato
il
bosco
fonio riceveva,
sacrifici
salpassero per Troia. Pigli di Agamennone furono Oreste, Ifianassa [presso i tra-
dava
gli oracoli.
Agamennone [Agamenmon,
XIII, 184] figlio di Atro, re di Micene. Per egli e il fratello Menelao sono detti
gici
Ifigenia],
Crisotmide,
i
Laodce
Elettra]. di Troia,
[presso
tragici
Dopo
la
C9.duta
donde condusse
anche figli di PHstne, figlio di Atreo e di rope, la quale avrebbe sposato pri-
ma
Plistene
lui,
e,
dopo
la
morte di
Atreo. Atreo
la fece buttare in
mare, in amori
Secondo
stati
tragici,
sarebbero
uccisi
en-
Quando
Egino
Tieste
figlio
s
s'impadronirono
e
di
Me-
none spos Clitennestra, e Menelao Elenaj indi cacciarono dal trono paterno gli usurpatori. Agamennone divenne re di Micene [se-
fonte presso Tespia, nella Beozia, che aveva la virt di infondere l'estro poetico a chi bevesse delle sue acque: secondo Pausania rebbe scaturita sotto il
sacol-
condo
il
comandante
su-
premo
dell'esercito.
Con-
gave [Agave]
figlia di
Cad-
mo
di
AGB
teo.
16
Quando, insieme con
Baccanti, essa celebrava un giorno le Orgle in onore del dio, Penteo, re di Tebe, avverso al culto e ai misteri di Bacco, si rec sul
Oiterone, per punire le Baccanti;
altre
II,
711-
figlie di
gi le
il
Mentre Mercurio era presso Atene, vide Erse bellissima, fra le donzelle che recavano, nelle ceste, doni a Minerva. Seguendola, penetr neUa casa di Cecrope doe, avendogli Aglauro mandato chi fosse, Mercurio
figlio,
capo
del-
l'infelice re
fu fatto a pezzi.
Agle
pagnia [yo> raduno] neli quale giovani, comi 17 anni, piuti entravano, per manifestare le partila
di dirle
il
nevano
loro
trarvl,
suo essere e lo scopo della sua venuta, anzi chiese da lei la cooperazione al suo amore per Erse. Aglauro
acconsenti, chiesto in
matrimonio.,
Kell'en-
dovevano
prestare
di-
mano
dell'Invi-
sorella
Eapita la figlia da Giove [V. Europa], egli mand invano i figli a cercarla, percb nessuno di essi ritorn
in patria.
curio, ella,
non
ma
Fu
il
capostipite
porta con un colpo leggero della sua verghetta, entr nella camera e, volendo
17
tri,
AGO
Aglauro
muoversi
il
contro,
che
Fidia
aveva co-
nero sasso.
Agmne
507]
[Acmon, XIV, 484uno del seguito di Diomede. Quando questi, dopo molte peripezie, duil
'Iliade.
Presso
tempio,
nel
medesimo
rante
i
da Troia, perde quasi tutti compagni, Agmone os insultare Venere, dalla quale diceva di non dover nulla temere pi di quello che aveva sofferto. Venere allora lo
boschetto, era il sacro olivo selvatico, dal quale un ragazzo, che avesse entrambi
i
si
intessevano
si
le
il
corone,
onde
cingevano
capo
mut
in
un
uccello
simile al cigno.
Eoma
al-
ricorrevano
l'anno.
pi
volte
e questo spazio di tempo, che correva tra la celebrazione di due giuochi, si chia-
Le
mava
quale
Olimpiade
gennaio
erano
dedicate
La prima Olimpiade,
si
dalla
a Giano die, col titolo di Agonus presiedeva ai lavori e agli affari degli uo-
mini [ywv
giuoco].
Agni
blici
[ySivec,}
presso
Si
cominciarono a computare gli anni nel calendario greco, cade nell'anno 776 av. Cristo, nel quale Corbo vinse nello
stadio.
giuoco].
dividevano in
tare
il
l'uso
di
dur
293
Olimpiadi,
dopo
in
Olimpia,
il
citt
dell'Elide,
fiume
gnava
il
principio dell'anno
un bo-
NeUe prime
olimpiadi,
le
AGO
nella
18
cbe
le
gare ginnicbe e
ip-
ma
in
quelle
piche.
chi,
doppia,
stenza,
la
il
corsa
di
resi-
pntatlo o quinlancio
del
qurzio
[salto,
con
coccM a 4
i
cavalli, la
il
corsa con
cavalli,
Pan-
vano
ogni
cio nel 3
anno
con
gare.
anche in
mente
gli
uomini, proba-
pomi. Questi giuochi furono soppressi, quasi nel medesimo tempo che gli Olimpici, cio verso il 394
ramente proibito
Ptici.
alle
donne
dopo
Cristo.
maritate di intervenirvi.
Si celebravano in onore di Apollo, al quale la leggenda ne attribuiva l'i-
stmici. Si celebravano in onore di Poseidone, sull'Istmo di Corinto, in un bosco sacro, ove sorgeva un
tempio dedicato al dio, che quivi era venerato col nome di stmio. Si tenevano ogni due anni, verso la met dell'estate, cio due volte per
ogni
non poteva
in obbedienza a
Olimpiade:
del 2^ e
una
il
tra
la fine
princi-
l'altra
anno olimpiaco
la fine
del
4"
citardi
[suonatori
di
princpio
dell'anno
poi
si
aggiunsero
an-
di
19
pio, e si
AGE
10, 2, 4
un
carattere funebre,
anno olimpaco:
una volta
verno, 'j
e
consistevano
in
gare ginniche, ippiche, musicali. Il vincitore otteneva una corona intrecciata, se-
d'o-
neva per premio una corona di ipposelino [molto tempo dopo la distruzione
la
secondo
altri, di
appio.
fa-
La
valle !N"ema
anche
di Corinto, di pino]
si
palma.
Nemi, Erano
celebrati in
nel-
nemo.
Agor
trovava
il
Fecle
che intrapresero la spedizione contro Tebe, in onore di Ofelte, detto poi Arcb-
[cTTo TcotxiXy)],
portico di-
gnto.
Agornoxni
di polizia,
[yopvo[j(.oi] era-
comincio,
[i.otpa
no in Atene 10 magistrati
5 per la
citt
sor-
de-
da un serpente, menIpsipUe,
.
tre
di
una schiava
ai
Ma
cati [yop
= piazza,
.
v(jio<;
legge].
Agro pubblico
[Ager
pu-
iSTemo. Si
tenevano
volte
cio
per
nel
ogni
Olimpiade,
AIA
te propriet dello Stato. In parte era poi venduto ai cittadini romani o concesso a templi o a comunit reli-
20
si
chia-
mava
pi eccellenti lanciatori
giavellotti e,
il
di
dopo
pi
valente
Achille^ corridore.
la guerra, sorpreso
uno
AcMlle,
eroi
il
pi forte degli
greci.
Morto
Achille
per
mano
le
destin
che
mare.
colui che
malvage
ma
tre
Aiace,
pretendeva
le
armi anche
dato a
la
un
facolt
di
decidere in
punisce dimentico]. il ge[xat. nio della vendetta che si tramanda, in una famiglia,
un
da padre in figlio; perci egli anche il demone del male e della rovina. anche il nome di uno dei quattro cavalli che tiravano
il
la notte fece
campo
to.
21
ciottoli.
ALO
non esistevano
si
al-
ove
potesse allog-
giare,
ma
nell'et
un
storica,
con
Evchme
in isposa e
stato provvedeva
eresse
di
una
delle
cittadelle
Megara
[Alctoe],
con
vitto
da
un
Anche a Eoma,
l'ospitalit
Admeto],
in case private [hosptium] era molto diffusa, ma vi sorsero ben presto luoghi per dare alloggio e provvedere il vitto ai forestieri
[diversora,
Alcide
[Alcides,
XI, 213]
caupnae,
po-
pmae]. Albine
fratello
['AX(lov]
ove and
giungere
in Itaca.
correva
rischio
di
essere
mente
alla
gi-
ganti.
campo ove
cad-
alcione,
uccello
che
pr-
ALO
lifica
22
nel mare: Xc
Alcmna
[Alcmena, IX, 23] Elettrine, fu modi Amftrine. Essa gegUe ner a un medesimo parto fcle, procreato da Amftrine, ed Ercole, generato da Giove. Morto Amftrine, si spos a Radamanto in
figlia di
ma-
re,
xco
concepisco].
Secondo Ovidio, invece, Cice mor in un viggio, per mare, da Trachine [della Ftitide, in Tessaglia] a Claro, ove si recava per
consultarvi l'oracolo. Il suo cadavere fu trasportato dalle onde su la spiaggia, ove lo vide Alcione, alla quale
gi, per
Oicala di Beozia.
Mori
vec-
opera di Giunone,
Oeice era apparso in sogno e aveva narrato la fine misera della sua vita. Ella
discinse le vesti,
le
si si
Alcmene [Alcmaeon]
fighe
strapp
pitarsi sul
mato
Ma,
per piet degli di, fu mutata in alcione e, lanciatasi sul corpo amato, lo avvolse con le ali e lo baci col rostro: anclie Oeice fu
allora
fuggi presso Eego [a Psof in Arcadia], il quale lo accolse e gli diede in mola figlia Aliesiba o Arsinoe. Ma, preso di nuovo
glie
da pazzia, abbandon
Al-
mutato
in
alcione
maschio.
D'inverno, l'alcione cova le uova per sette giorni sul mare, che in questo tempo
ci
ucciso
dai
fratelli
di
Alfesibea.
Alessiroe
763]
il
figlia
Alcione
buoi di Gerine, e con un masso gli fracass 12 carri e 25 uomini; Ercole lo uccise con la sua clava.
JErinni}.
Un
23
nella,
AliL
mentre
il
dio s'intrat-
mandarono presso
il
loro
teneva con Venere, si addorment, s elle Vulcano, marito di Venere, sorprese i due amanti. Marte, per punirlo della sna negligenza, lo trasform in gallo e, in pena della sua antica pigrizia, lo costrinse
Alfesiba uccise
fra-
ad avvi-
AUiade
di genitori poveri, che ricevevano un sussidio mensile di 10 sesterzi [i maschi], 12 sesterzi [le fanciulle].
Eo-
ponneso.
e di Teti:
mani,
vano in: 1 Sodi aequo foedere, uniti in una lega molto stretta e
in un'alleanza offensiva
difensiva
coi
ma
Siracusa,
esso e, giunto
si
ad
Ortigia,
di Fega, moglie di Alcmene. Quando seppe che i fratelli suoi le avevano ucciso il marito [v. Alcmene],
mont
loro.
in furia contro
di
Allora
chiusero in
una
questi la cassa, e la
un
ALL
24
al-
mana. La
un
anno, crescevano un braccio in larghezza e una tesa in altezza, s che in nove anni furono alti 9 tese e larghi 9 braccia. Tentarono di dare la scalata al cielo, rotolando su l'Olimpo l'Ossa e
il
Pho;
ma
Apollo
li
mano,
mentre
provvedeva
al ve-
Eoma
giolot-
riteneva la loro
brama
sociorum
toglievano, da
tutti gli alleati presenti, l quinta parte della fanteria e la terza della cavalleria, e fra questi
quelli
che
la
di possedere Hera e Artemide. Legarono res e lo tennero chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, finch fu liberato da Hermes. Un'altra favola narra che, a Kasso, Artemide pass in mezzo a loro, in forma di
mare
per
leati
il
cerva;
essi
la
presero
di
console
mira con
ma
verno,
erano
attorcigliati
formava
Allec
[alleo o allex]
una
spe-
un
cie di salsa
preparata con
rappresentazione,
ostriche, con altri testacei e con le interiora di piccoli pesci, specialmente di trila parola indicava le parti carglie.
altri,
sono
campestri,
reali:
che presiedono
Secondo
domano
avrebbero
il
la
natura".
Essi
istituito
per
sale].
Aloidi
[il
[Aloidae,
'AXwstSai]:
di Aloo
culto delle
Muse
su
Oto ed
Eflte, figli
lope [Alpe]
di Cer-
25
Poseidone
AMA
ninfa, che lo adorn di erbe e di fiori, lo riemp di frutta e lo
ebbe un
j&glio
che, rivestito di un brandello della sua veste, ella lasci esposto segretamente
lo
nei campi, per celare al padre la sua colpa. Una giumenta lo allatt, e un
pastore del paese, stupito del prodigio, lo port a Cercione, il quale, riconosciuto
il
deside-
piae].
r.
ordin
cbe
il
fanciullo
stelle.
fosse
lasciato
esposto
di
lo
in
Amata
vinia.
figlia
[Amata] mogHe
del
Ma
nuovo nutr, ed
re Latino e
crebbe col
nome
ptoo [tTCTTOf; regn in Eleusi, dopo che Cercionefu ucciso da Teseo. Alta [Altbaea, Vili, 446]
figlia di
di Ipcavallo], e
Meleagr].
Amadradi [Hamadrydes,
I,
alberi
=
si
[S.jj.<x.
quercia]:
ma quando seppe che Turno era caduto per mano di Enea, si uccise. Amzzoni [Amaznes, XV, 552] popolo favoloso di donne guerriere, che aveva la sua sede principale nella citt di Temiscra, su le
canita,
accenna
arcadi-
Amadriadi nonacrine
cio
[Nonacnnae]
Axnalta
della capra
rono nella Scizia, lungo le sponde della palude Metica e, per perpetuare la razza, conservavano l'amicizia dei loro vicini, i Gargari, abitanti ai piedi del Caucaso: i fanciulli veni-
vano
AMB
le ragazze, allevate
26
con cu-
bondanza
della raccolta.
La
ter
maneggiare
le armi, esse
col fuoco la
alle ragazze,
il
e da ci sarebbe derivato
nome
za poppa
[-(xa^?
di contadini: di qui
il
suo
il
sen-
cibo del-
senza seno].
la
percorrendo
T?
mortale, oL-ii-^poToc, immortale]. Essa scaturiva da fonti che si trovavano nel lontano occidente, ove erano i giardini delle
quale le vinse sul fiume e port via in la loro regina Anisposa tiope o Ippolita. Erano rappresentate a cavallo, ar0.
Ametista [amethystus]
tra preziosa
zurro-violetto,
pie-
Termodonte
di colore az-
detta
cos,
perch
si
dell'arco,
del tur-
se la propriet di attirare 1 vapori del vino e di liberare dall'ebbrezza [-yLeQuc non sono ubbriaco]. Le si attribuivano anche virt contro le malie, contro i
pendeva
Ambarvle
spada. [sacrum]
cbe, al
digiose.
ma e sacrifcio
del
tempo
Amfiaro
glio di
stra,
mese
prete
suo
podere. Di
solito,
il
di sogni, uno degli eroi della caccia caledonia, della spedizione degli Ar-
a Crere, a Marte
divinit
ad
altre
caml'ab-
pestri,
per
ottenere
27
tito
AMF
si
dalla
terra,
presso
il
occuparono
Lieo
era
fiume Ismno [nella Beozia], insieme col carro e col suo arciere Btone. Egli fu poi reso immortale.
dopo
si
la
morte
Mtteo e
le quali
la cinsero di
mura,
Axnfidrme
fJKpi
[' A[i^n^p6[Li(x.:
sua
mossero e si collocarono a posto da se stesse, all'incanto del suono della lira di Amfione. Amflone prese in moglie Mobe, Zeto spos Tebe: entrambi furono sepolti nella medesima tomba. Essi sono chiamati i di Discuri Tebani [^lc,
Giove, xoupoi
\i(^i
figli].
mfitetro [amphith,etrum;
intorno, Osarpov
Qe.oiio(.i
teatro, da
osser-
se
femmina, di co-
rone di lana.
combattimenti
dei gladiai
Giove e di Antiope,
di
gemello
dilettava
Zeto.
del
si
soltanto
Ro-
Greci. Quest'e-
formato da una
tiope fu tenuta prigioniera dallo zio Lieo e dalla moglie di lui, Dirce [Lieo era fratello di Mtto, re di Te-
un
partivano
quali varie
si file
le
scale,
per le
le
be e padre di Antiope].
Ma
raggiungevano
dei
sedili.
essa riusci a fuggire presso i figli, i quali uccisero Lieo e legata Dirce alle corna di un toro, la precipitarono
Kel
in
lei
della
davano
spettacoli
AMF
combattimenti, cosparsa di sabbia, era chiamata area o arna. Intorno all'arena correva un muro massiccio con camere a volta \cavae}, destinate alla custodia delle fiere o ad altri
uffici,
28
Amfitrine [AmpMtryon]
fi-
e terminava in
una
volpe del la volpe e il cane furono da Giove mutati in pietre. Combatt contro Pterelo, re di Tafo, la cui immortalit dipen-.
prese
fiera
la
monte Teumesso:
un
assalto
delle fiere.
Lo
spazio dietro a questa balaustrata si chiamava podum, nel quale era il seggio pi elevato dell'imperatore e delle persone pi
eccelse della sua corte. So-
divenne re di Tafo. Spos poi Alcmna, sua cugina, cbe gli diede ficle; con Giove, Alcmena aveva partorito
pra
il
podium s'innalzava-
Ercole.
I,
no, a scaglione e in circoli concentrici intorno all'arena, i sedili degli spettatori in 3 o in 4 piani, che fini-
Amftrte [Amphitrite,
colei che
[i[i<pi
14]
rumoreggia intorno
intorno, Tpi^w
del
vano in una
galleria aperta.
Un
che
il
dificio,
o dalla pioggia.
U pi grande
co
amfiteatro
romano fu
che era stato mandato da Poseidone a rintracciarla, divenne sposa del dio.
(X9i
Amfizione
da Tito, neU'80 dopo Cristo. Esso conteneva 87.000 spettatori, nelle file dei sedili, e altri 20.000 nelle gallerie
= =
[' A[jL(pixr\}ovi(x.i:
intorno, xt^co
aperte.
abitanti presso
qualche
29
santuario,
i
AMM
riguardo
origiiie,
alla
si
univano per
santuario,
difesa
del
per
certe
celebrare in
comune
fendere con tutte le forze il santuario del dio di DeKo . La sua costituzione veniva ascritta ad Acrisio, il mitico re di Larissa [in Tessaglia]; essa si riuniva di
in primavera
bievolmente i propri diritti; pur essendo indipendenti le une dalle altre, discutevano
intorno agU affari comuni,
in assemblee plenarie. L'amfzionia pi celebre
nel
quella
dlfica-pilea
quel-
la cio di
Delfo e delle Terdetta per eccellenza mpili, la lega degli Amfzini. Esisteva gi nei tempi preistorici e abbracciava 12 popoli, che anticamente abi-
Ammone [Amymone,
II,
Locrsi,
Oeti,
Acbi,
240] fonte in Argo. Era una delle 50 Danidi, figlia di Dnao: essendo stata amata da Poseidone, questi fece scaturire per lei una fonte
dello stesso
nome.
per affinit del suo oracolo con quello di Dodna, fu pi tardi identificata
Olimpia, ecc. Ammone era venerato sotto forma di un ariete o di un uomo avente
capo di un ariete, e si narrava che, quando Ercole insisteva nel voler mirare
il
AMO
Giove,
ariete,
il
30
dio,
per non
scortic
la-
sciarsi vedere,
un
teggio
si
portavano a casa
degli sposi.
Anpo [Anpus
Secondo Ovidio [V, 327328] Giove si converse in capro quando, inseguito con gli altri di dal gigante Tifo, essi si buttarono nel Kilo, sotto mentite spoglie.
Allora gli Egiziani rappresentarono il dio con la
testa di ariete. Il suo tem-
o Anpis, V, 417] fiume deUa SiciHa, cbe sbocca presso Siracusa. Ovidio lo ricorda come a-
mante
Anassarte
[A.naxarte,
nobile fan,
XIV, 698-758]
sede
il
visitato
via
il
ma
Ammnia,
da Venere fu mutata in
pietra.
una
Anchse
figlio figlia
al
di Ilo, fu re di Bar-
un gran bacino
di
dano, sul monte Ida, nella Trade. Eu amato da Afrodite, che gli partor Enea,
sul
il
fi.ume
Ma
poi-
Amore
Cupido.
Anacaliptrie
segui
cilia,
Enea
mor in
sepolto
Si-
ove fu
rice.
sul
monte
for-
nozze, in cui la
sposa
si
ma
mostrava per
ta
la
prima
vol-
31
to.
AND
Andrgeo [Androgua]
di Minosse. [V.
figlio
Si
diceva
e
caduto
dal
cielo,
Minosse
Minotauro].
Andromaca [Andromcha]
figlia
di Ezine,
mogUe
di
era
stato
riferito
clie
dipendeva
quella
di
di Achille a Ftia, in
Eoma. La
[V. Salii].
di
Ettore,
il
Andrmone [Andraemon,
la quale era
quale aveva avuto una parte del regno di Epiro. Mori poi in Asia, ove aveva seguito Pergamo,
figli,
uno
dei tre
IsTeottolemo.
Andromeda [Andromeda,
IV, 663-739] figha di Cfeo, re di Etiopia, e di Cassiope.
tormentato da una spina, che si era ftta in una zampa. ndroclo ne lo liber e visse nella caverna insieme col leone, che gli
leone,
Avendo
Keridi,.
la
madre, superba
Nettuno
mand,
procacciava il cibo. Dopo qualche tempo, egli voUe tornare fra gli uomini ma, caduto in potere del padrone, fu condannato alla lotta
a devastare quelle terre, un mostro marino, a cui, per un oracolo, fu esposta An-
dromeda. La fanciulla, attaccata a una rupe, era per essere divorata dalla fiera,
sci
con
le belve.
La
bestia con
liberare
Andromeda. Oefeo
punto
leone ch'egli aveva guarito. Il leone lo riconobbe e gli fece festa, senza
il
liberatore,
ma
poich prima
liberato ed ebbe in
leone.
ANG
32
Anna Perenna [Anna
la
grande strage, in cui morirono molti del seguito di Fineo, Perseo pietrific con
la testa di
era celebrata
Medusa
[v.
Mein-
a Eoma, verso il 15 marzo [al cominciare cio della primavera] con giuochi e
allegri banchetti, nel
dusa]
superstiti e lo stesso
il
Cam-
Fineo,
quale implor
[V, 1-235].
vano da
la vita.
po Marzio e con preghiere alla dea, con cui si impetrava vita lunga e felice e
abbondante
raccolta.
Anguigeni [Anguignae,
guis
III,
La
yiyvojxai
=
i
serpente,
ysv
in
Tebani,
nerati
dai
monte Sacro,
Cadmo].
Inio
un
san-
di Bidne.
Si
diceva che
un
fi-
glie, le
Bacco
pane,
per gelosia di Lavinia, si fosse buttata nel fiume IsTumico, nel quale si gett poi anche Enea. Indi fu venerata come ninfa di quel
fiume, col
seco,
nome
di Perenna.
Anno
[annus, II, 25]. In Grel'anno attico cominciacia, va col primo novilunio, doil
po
solstizio di estate, lo
Ardo ricev, nell'isola, Enea, elle nel viaggio, dopo la distruzione di Troia, approd
ivi.
spartano
cominciava
con
verno.
A Eoma
invece, se-
33
condo
l'antica
ANT
Ercole lo strozz, tenendolo sollevato.
terra.
Eomolo
10 mesi, cominciando da marzo, che cMam cos dal nome di Marte, suo padre; IsTuma Pompilio aggiunse i due mesi di gennaio e di febbraio, e il calendario fu poi corretto nel 46 av. Cristo,
mata per
la pazzia
l'ellboro,
un
cibo
Antfate
234] era
matematico alessanfu
in
divenne sinonimo di
bestiale.
uomo
Antigone [Antigone]
figlia di
Edipo e di Giocsta,
sorella
di Etocle e Polinice.
Se-
di
cuba.
si
Fu amico
diceva cbe
si
era
dei Greci e
cb
delle
egli
Eumnidi a Colno,
Edipo]. i suoi
uccisi
presso Atene.
Caduta Troia, parti su la nave di Menelao, si ferm a Cirene, emigr neUa Tracia e di l in Italia, dove fond PaPalladio.
dova.
ter-
signore
di
Tebe,
il
quale
di
Kettuno e
seppell
il
fratello.
Perci
passavano per U suo paese e li uccideva. Poich non poteva essere vinto, fncb toccava la madre
cbe.
3
Emne,
figlio
di
Creonte,
Stano,
ANT
34
sentinella ai templi di side e di Osiride. I Eomani gli
eressero
un tempio.
Apatrie
ste
cercava
di
salvare
il
dini
loro
nelle fratrie.
ne
deposte
troclo.
nella
tomba
di
il
Antiope [Antipe] fgHa del dio fluviale Aspo della Beozia, fu da Giove resa madre dei due gemelli: Amfne e Zeto. [V. Amfonel.
anche quelli nati prima, ma non ancora iscritti, e giurava su la legittimit di essi. I fanciulli venivano allora
iscritti
tri, si
nell'elenco
Un'altra Antiope fu regina delle Amzzoni, e si trova indicata anche col nome di
Ippolita.
[V. Ippolita],
tagliavano loro
pelli
che erano
offerti agli
Anbi
[Anbis],
antico
dio
una pecora o
e
si
di
il
una capra
banchetto
teneva
del sacrifizio.
II
la testa
nome
paludamento
fino
al
con
sti-
giuramento
la loro
del
padre su
egiziano,
nella
sinistra
un
ri-
cadco.
Egli
l'Hermes
TcaT7)p
segu
pis
che
[Apis] era
gli
il
toro sacro,
come
nel quale
riteneva che
36
risiedesse
de,
ro,
APO
e
gli
ramina
di Osiri-
facevano
esequie.
Al tempo
spesero
splendide di Tolo-
quadrato
nodo
gura
co,
di
un'aquila
sul
fncb
fianco destro
un segno
luna
biancre-
simile
alla
scente.
lo
La giovenca
che
concepito col
Apis,
ricevessero
il
dono
della divinazione.
donne
sero
si
(le
sole
vederlo) le
perch
[aTc
li
presentavano
da, (ppw
porto].
indecentissimo;
Kilo,
con
il
Apoird
[7C09pSs<; Y](xspai]
portato in una
poi, si a tutti
Quando, in qualche
non
si te-
grande occasione, lo si faceva girare per la citt, era preceduto da fanciulli cantanti inni sacri, e scortato
nevano n assemblee, n
sedute nei tribunali, e evitava di accingersi a
affare di
dico]. da, 9p^co latino dies nefasti.
si
un
In
il
da
uficiali,
cbe
gli
facevano
certo pe-
importanza
[aTc
strada.
Dopo un
di
riodo
bri
tempo,
degli
lo
generali li-
Apollo [Apollo,
'AttXXcov]
Egizi,
sacerdoti
conducevano
anne-
minaccio],
della
oppure
il
dio
A^O
nel
36
medesimo parto con Ara pie del monte
ma
spesso
suoi
vaticini
temide,
il
gida personificazione della giovinezza luminosa, identificato perci col sole dai puri raggi e, da Euripide in poi, ritenuto lo stesso che
il sole.
obliquo]. Appena nato, uccise coi suoi dardi, presso Delfo, lo smisurato
serpente
Pitne
[v.
m],
Perci fu detto anche Febo [OoL^of; il raggiante]. Inventore della divinazione e della medicina, deUa musica e della poesia,
condottiero
per lungo tempo insidiato Latona, mentre era amata da Giove. Per placare Ga
dell'uccisione del fgHo
Pi-
anche
il
tone, Apollo dov servire per otto anni [pascol allora gli armenti di e di Laomedonte],
Admeto
e,
com-
piuta la purificazione,
fo.
s'im-
Pascola
anche onore
'.
[V.
Ago
ni].
Ma Pizio va
con
mit,
legge
quali
trasgressori
della
i
di
Giove, lancia, a
i
contro
immensa
consultasse.
i
Per appa
lui,
distanza, funesti, col suo arco d'argento. Come dio della profezia, ha
la sede principale dei suoi oracoli a Delfo. Vi erano
dardi
gare
assunse, anche
ora for
ma
fgUa di
nerato
37
sfuggiva,
alloro.
l'alloro,
JS.A
la
trasform in
gli era
Perci
sacro
e
oltre la
palma
lupo.
bito; cfr. p7)T?, agg. verb. dalla radice ps in sItcov] erano in Atene le merci di
l'ulivo. Gli
tre
il
cigno e
Un
come
grani, legnami
ecc.
il
che ebbe Apollo fu Sminto , nome questo cbe derivava dalla citt
altro epiteto
da costruzione,
Aquilne [Aqulo]
assalitore [aqulus
bruno
= bruno]
Smintbe, nella Trade, ove era venerato, oppure da GyLivQoQ == topo, poich il topo era ritenuto come simbolo deUa vaticinazione. Infatti, nel suo tempio in Chf yse, trovavasi una statua di Apollo con
di
il
identificato col
1-145]
in
Colofone:
era
valentis-
un
sorcio tra
piedi.
Una
sima nella tessitura e nell'arte del ricamo e, presa da orgoglio, os sfidare Minerva. La dea accett la
sfida e intess
perch avrebbe
di
topi.
li-
una
tela, in
vasione
un'altra
Secondo
il
prannome
tradizione, di Sminto
sosa-
Aracne
sua tela
rappresent
gli
nella
rebbe stato dato al dio dai Tucri i quali, movendo da Creta, avevano appreso
di Apollo che sarebbero fermati ad abitare il luogo, dove i nati
dall'oracolo
si
amori
di Giove,
Kettuno, Bacco, Apollo, Saturno, ecc. Sdegnata Minerva per la bellezza irreprensibile del lavoro della sua rivale,
ne lacer
la tela e la
dalla terra
lestati e,
de, si accorsero, la
mattina
vinse
il
coUo a un
laccio,
loro archi
stati rosic-
dai
topi
credet-
Aprreta
proibite
[aTTppyjTa]
le
cose
[mp^yfoQ
= proi-
ma la dea la trasform in ragno, e la condann cosi a star sempre intenta a intesser tela
[p^vY)
ragno].
ARO
38
[Arcas, II, 496-530] Giove e deUa ninfa
all'et
rcade
Areopago
IO? Tryo?
[AreopSigus: "Aps-
figlio di
collina di Mar-
Callisto.
di
era
zioni
anch,e
una
specie
di
Era
detto
permise il quale
in
stelle,
ad occidente
delitti
Esso giudicava
li
di sangue,
del
cri-
mine
di
di incendio doloso e
fu mutata Callisto.
ree [Arce] figlia di Paumante e sorella di Iside, munita, come questa, di ali. KeUa guerra dei Titni, in
favore dei quali combatteva. Giove la precipit
nel-
tempo dei Eomani, questo tribunale godette molta autorit, perch dal suo consiglio
l'Averno.
Arcnti
[pxovT(;:
ap/o)
res [Marte]
guerra,
il
dio deUa
di
gli
figlio di
Giove e
fra
Il
primo
di
al-
titolo
dava
il
nome
il il
l'anno e presiedeva
siglio
Conse-
dei
Pritni;
condo,
culto;
^.(yikzc,:
aveva
ufiS,ci
la
direzione
il
degli
del
discordia]
dai
figli
aveva
Bimos
bos
[il
terrore].
39
dea
dell'ordine
nelle
molo da Eea
tenuto
nerale
il
AEB
Silvia, era ri-
bat-
sua pi fiera avversaria, e riesce ad aver sempre la vittoria contro di lui. Ma nell'et pi antaglie,
la
Eomano. Quando un
si
tica,
anteriore
divinit
all'omerica,
una
sotterranea,
capace di apportare prosperovina e, a poco a rit prevalse poi la sua poco, natura malefica. A questo concetto si riferisce la leggenda, secondo cui fu incatenato e tenuto chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, fncb la matrigna Eriba svel il fatto a Hermes, il quale lo
liber.
tempio di Marte ove, scuotendo i sacri scudi e movendo la lancia del Kume,
Egli
che
si
lancia
nella
Ma
-in
considerato ancbe
come
di-
am
lei
ebbe:
Armonia,
ros
allontanava
nella festa
lupi.
Perci,
[l'amore], Antros
[l'amo-
della
dea Dia,
Ambare
non
dagU
agricoltori,
come
pro-
come invece fu
presso
difensore
il
deUe
identificato
il
guerra Marte
Eoma. Marte
pagnato
rine
[la
[le
era
formava
la triade
dalla moglie
accomKe-
Moles
battaglie
onorati
erano sacri
chio.
lupo e
il
AEE
Aretsa [Arethsa, V, 577641] fonte di
Sicilia, nell'i-
40
figura
di uomini, fatti
di
l'ar-
degli
diceva che avesse una comunicazione sotterranea col fiume Alfo, del Peloponneso. Axetusa era prima una
ninfa che, stanca della caccia, essendosi bagnata nel
ce-
rimonia, per perpetuare il ricordo del suo odio contro gli Argivi. I fantocci sim-
fiume Alfeo, suscit gli amori del dio marino, il quale insegui la ninfa che, data
di Artemide, non voleva saperne di amore. Stanca alfine dal lungo peal culto
Probabilmente
regrinare col dio alle spalle, ella giunse all'isola di Ortigia [Siracusa] e,
questa cerimonia si collegava, nei tempi primitivi, coi sacrifizi detti Saera Argeorum che, secondo la tradizione, ogni due giorni del mese di marzo, si or-
neUa fonte
Pompilio
avrebbe
Arga
[Argea]
ninfa
che,
Argo
[Argus, I, 625-723]
fi-
neU'inseguire
resse
vant che, con la velocit del Sole, essa lo avrebbe raggiunto. Il sole la puni, mutandola in biscia [p-^c,
un
nore, era
un uomo
robustis-
simo, che aveva nel capo cento occhi, dei quali solo due, a vicenda, si chiude-
vano
al sonno,
e gli altri
veloce].
Arge
[r pysta] feste
alle
che
le Vestali
celebravano ogni Idi di marzo, anno, nelle quali esse, dal ponte Sublicio, gettavano nel Tevere 24 o
30 fantocci, in
ma quando Merper incarico di Giove, curio, scese dal cielo, sotto sem[v. Io];
41
AEt
no,
con
pini
del
monte
ad Argo
allettato
la fanciulla,
dal canto e
un pezzo
Dodna.
la
della
quercia di
tronc
l'enorme
capo
adorn
a
lei
la
caro.
i i
50 remi
quali:
che port i Greci, sotto la condotta di Giasone, aUa conquista del vello d'oro, in Clchide [V. Argonuti]:
pilota Tifi o
cMamata
del
figlio
cos
dal
e
di
nome
Cal-
verso
il
Arianna [Ariadne]
figlia
di
una quercia
della
foresta sacra di
Dodna.
Argonuti [Argonautae] sono i marinai della nave Argo, insieme con i quaU Giasone [v. ivi] parti da lolco, in Tessaglia, verso la ClcMde, su la costa orientale
del
Minosse e di Pasfae. Dopo aver aiutato con un filo Teseo [v. m] a uscire dal Labirinto, fuggi con lui; ma, abbandonata nell'isola di IsTasso, fu amata da Bacco, con cui gener i figli Enpio
te
mar Kero
[Fontus EuxiU.
vello
go dal
nome
del costruttore
Arite
[ares]
abbattere le
AEI
42
di
munita in cima
pezzo
della
un grosso
in forma
ariete.
di
ferro,
pose sul dorso e lo port salvo sul capo Tnaro [punta meridionale della Laconia] donde poi egU a Corinto.
si
testa
di
un
rec
di
Ariste [Aristaeus]
figlio
Urano e
di
Ga
o,
secondo
uomini
alle
elle
neggiarlo,
si
dovevano maavvicinava
mura
la
indietro
tale, si
altri, di Apollo e di Cirene, venerato come dio della fecondit dai pi antichi abi-
tatori
deUa
delle
Grecia.
cidto
Eiceprodelle
spingeva fortemente
vevaancbe
tettore
come
innanzi, in
modo
clie pic-
greggi,
cMasse contro il muro. Arite [Ares] il primo dei 12 segni dello Zodiaco. M
l'ariete
sul quale Kefle port i suoi figli, Frisso ed Elle, per recarsi in Clcliide, dal re Ete. Ivi esso fu sacrificato a Giove, il quale
lo
Armi.
Difensive: elmo, galea, di
cuoio; cassis, di metallo; xdi metallo, poi p\Q, prima anche di cuoio, con un ci-
mut
nella costellazione
miero detto
omonima. Arine [Arion] celebre musicista e poeta di Metmna di Lesbo, vissuto fra il VII e
il
VI
ocrae,
sottiU.
xviQfxiSs?,
di
piastre- di
bronzo, che coprivano la parte anteriore deUa gamba, dai ginocchi ai moUeoli.
vano precipitarlo in mare. Egli impetr da lol^o cbe lo lasciassero, con la veste e
col serto del cantore,
unite
e rivestito,
di pelle; cly-
mo-
all'estremit,
dulare
un canto
si
al
suono
peus,
lico,
gett nel
43
clypuSf adoperato
Utes.
ABP
uccise Alstore, alla quale essa si era sposata. Arpliee,
dai ve-
Offensive: tela, pXvj. Spada, gladus, ^t9o<;. Lancia, Jiasta, Spu. Giavellotto,
disperata, uccise
il
fra-
pilum, xcov, xvTLov, formato da un fusto di legno infsso in una lunga testa di ferro; in media misurava, in tutta la lunghezza, m.
1,88, di cui m. 0,94 per la testa ferrata, m. 0,94 pel fusto.
CMmeneo
si
uccise.
Quando Keottlemo,
figlio
fionda,
funda,
i
CT^evSvT].
Secondo
in
le
vano, generale in soldati di grave armatura [in Grecia si dicevano TtXiTai dal grande scudo otcXov] e soldati armati alla leggiera .
Questi ultimi
Xoi,
yujxvTJTs?,
[veltes,
YU(jt,vot]j
soldati
dividevano
me
predatrice
[p-Trc^w
rapisco].
Avendo rubato
del
t^u-
suno poteva' raggiungerla, furono tese le reti come a un cervo. Cos fu presa
e uccisa.
si
dividevano in frecciatori
xovTLcrTat], arcieri [iaculatres, To^xat,],
[sagittarii,
Magno. Durante
nell'India, si
la
spedi-
frombolieri
[funditdres,
zione di Alessandro
Magno
scia-
(T9svSov^Tai]-
Di armatura
in
abbandon a
ingenti,
leggiera
erano
Grecia
una
che
vita
dissipata,
anche
cTat],
lacquando somme
si
colo scudo
che ave-
trovavano depositate nel tesoro di Babilonia, da lui amministrato. Dopo il ritiro di Alessandro daU'India, egli fugg con molto denaro e con 6000 merce-
AEP
gli Atenari, in Atene. niesi lo respinsero ed egli,
44
Ma
==
rifugiatosi nel
con
la corruzione,
delle
portavano
in
personaggi pi importanti
e gli oratori ateniesi. Venne quindi in Atene, ma quivi
contenenti cose sacre, e ne li riportavano chiusi, senza sapere cbe cosa contenessero; le altre
due apparec-
Arpe [Harpyae,
p7r(^co
le rapit'ici:
cMavano
Taumnte
fu
mogHe
il
di Lisimaco e
spos poi
proprio fratello
Tolomeo
Filadlfo.
Morta
dovino Fineo, re di Salmydesso nella Tracia, al quale rubavano e insozzavano il cibo. Gli Argonuti Zete e
Clais, alati figli di Brea, le scacciale uccisero o
nel
promontorio
di
Zefirio, in Egitto.
Artemide [Artmis]
figlia di
isole
rono, inseguendole sino alle Strfadi, dove poi le trov Enea, tornando da
Troia.
Arrefrie o
Erreirie
[r
miin
na],
protettrice
ai
delle
ver-
gini fanciulle,
ma
presiede
[Lucina].
mese
di Sciroforione.
anche
parti
fan-
anni
[Arrefrie
trici di
delle foreste,
con
le
indicibile,
^pco
selve,
seguita
dalle
ninfe
45
boscM: perci anche dea della caccia.
dei
A]aV
i
vano
Ma
pu
anclie
lei,
come
Apollo,
colpire con le sue frecoltre gli animali, anche ce, gli uomini e specialmente
le
donne; per questo anche dea della morte simile a cate. E come Beate
detta
che sacrificavano. 'Ne esaminavano specialmente il fegato, il cuore, la milza e i polmoni. Si diceva che, nel giorno in cui fu ucciso Cesare, non si fosse trovato il cuore in due vittime immolate.
delle vittime
Trivia
perch di
i
notte
e
cammina per
le
trivi
su
tombe, accompa-
chi
osserva
le
vi-
gnata dai cani stigi, cosi Trivia chiamata Artemide, perch di notte passeggia anche lei per i trivi.
scere
delle
vittime [izgc,
= = =
sacro,
si
oxsTCTOfxat
conspialtri
cio, osservo];
secondo
riconduce ad Jiaruga
In tempi antichissimi, le si ofErirono sacrifci umani, come in Turide [oggi penisola di Crimea], anche pi
tardi
ciulli
si
Arvli [Arvles] fratelli aratori [arva = campi] era un collegio di 12 sacerdoti a Eoma, istituito da Eomolo,
in memoria della sua nutrice
glie
rappresentata come una con veste succinta, armata di arco e di fartra. Pi tardi, fu
cacciatrice agUe,
identificata
le si attribuirono
del terreno.
Come
insegna
una
costella-
Mag-
formato
Callisto.
di spighe con le infule [fasce di lana bianca] e ogni anno, nel mese di maggio,
offrivano
un
sacrifcio
aUa
dea Dia [dea dei campi che sotto altro aspetto era
va],
intro-
ASC
lit dei
46 ~
campi. Fra le altre
i fratelli
cerimonie,
cro
alla
Arvali,
nell'interno
otre].
dea,
eseguivano
della
Asclafo [Ascalplius, V,
538-550] fgHo di
che
la
lo
ninfa infernale
Opime,
spos Metpe, da cui ebbe due figli, Pelasgo e Ismno, e 20 figlie, delle quali alcune furono rapite da di [Coreira e
Per-
Aspasia [Aspasia]
Assioco di
IVIileto,
di
rec
neva
sapeva accattivarsi con l'ingegno ricco di cultura, con acutezza politica e con la grazia femminile [aul^o[lon
un
Socrate frequentava la casa di lei. Pericle ripudi la moglie e spos Aspasia e, morto Pericle, ella spos Lisiche demagogo di bassa origine.
l'Ascanio
detto
lulus
sa-
Astria
rato
perci
il
capostipite
detta Asteria,
la
stella del
stella],
mare
[cTY)p
==
poi Ortigia
l'isola
= qua-
quindi Delo.
47
Astiage [Astyages]
figlio
ATA
predetto
di
stato
Ciassre, fu l'ultimo re dei Medi. Mandane sua figliuola, maritata a Cambise, nel
giorno
il
avrebbe
ch'egli un ristabilito
regno di Troia.
I,
Astra [Astraea,
vergine
stella]
stellare
150] la
periodo della gravidanza, vide in sogno una vite che usciva dal suo grembo e si
[atYjp
il
nome
ve
l'Asia.
sogno fu interpretato nel senso ch,e il fanciullo, che Mandane era per dare aUa luce, avrebbe riunito sotto il suo dominio molti imperi,
Astiage pens
il
di
in cieloj ove
costellazione
fare morire
nipote.
^N'ac-
splende nella
Vergine.
que Ciro, che fu poi il grande fondatore della monarchia persiana, e la madre lo sottrasse alle insidie
dell'avo.
di
Gisio
[del
maca. Cosi
popolo, ma dal padre
lo
il
chiamava
il
borgo rcade di Scheno] e di Chmne o, secondo altri, figlia di Scheno, re della Beozia. Appena nata, fu esposta da suo padre, nutrita da un'orsa e allevata da cacciatori: prese parte
alla caccia del cinghiale ca-
nome
datogli
signifi-
Scamndrio .
mndro,
lati
correva
per
tre
rupe di Pergamo, l'acrpoli a sudest di Troia che difendeva la citt. Ancora fanciullo,
intorno alla
nella presa di Troia, fu scaraventato gi dalle mura,
ed essendo stata prima a ferire la fiera, n'ebbe in premio da Melegro la peUe e la testa. Allorch il padre voUe maritarla, eUa promise di spoKdonio,
la
ma
chi le fosse
rimasto
da
lei
ma Hippmene
[se-
atI
condo
to poi
dere,
altri
48
Meilanine detMelicerte. Strappato Learco dalle braccia della madre,
lo
un dopo
aurei,
l'altro,
tre
roccia:
pomi
donatigli
da
scaravent contro una Ino con l'altro figliuolo si gett nel mare.
[V. Ino].
r'-A-TT)]
Venere: Atalanta s'indugi per raccoglierli e Hippomene raggiunse prima la mta. Egli la prese cosi per moglie: da loro nacque Partenopeo. Ma avendo essi trascurato di offrire sacrifci
Ate
la
Seduzione
t, [ccTT], inganno, seduzione] cbe conduce alla colpa e alla rovina. Essa
figlia di
da
gile passo,
li
mut
che si aggira sul capo degli uomini, con piedi che non toccano la terra, dotata di un fascino potnte, trarsi
cui
acque avevano la
il
virt di acccDdere
legno
Atamnte
[Atlimas, HI, 564; IV, 512-519] fgUo di Eolo, re di Tessaglia. Spos iN'efle, dea delle nubi [vs== nube], da cui ebbe due fgU Frisso ed EUe, ma avendo voluto anche
cpXT)
Athna
['A07]va]
figlia di
una sposa
per
terrena,
prese
moglie Ino, figlia di Cadmo. Nefele spari e la maledizione discese nella casa di Atamnte, Pervaso da furore, infuso a lui e a Ino dalla Brinne Tesifone,
per comando
di Hera, egli
leoi due Learco e
Giove, nata senza madre, dopo che Giove, per consiglio di Ga, ebbe inghiottito Mtis [la prudenza ], sua prima moglie. Secondo una favola posteriore, Hef sto spacc con la scure il capo di Giove, e ne salt
fuori Athena, armata e vigorosa di giovinezza. Ella
perci la dea della sapienza e della forza guerresca, .dotata d'austera verginit.
Quando Athena
avuti da
lei:
49
fu preposta alla prodi essa, Athena, elle aveva fatto germogliare l'olivo, mentre Poseidone
cittf,
ritorio
Aa?L
tezione
rato
la
come propriet
si
della
dea, perch vi
conservava
Fidia.
Come
Partbnos} fatta da
[V. Palldio].
si
commercio; aveva
carro, la navigazione, l'uso del fuoco, e insegn ogni arte femminile. Vigilava su
Si rap-
l'amministrazione
della
la
testa
della
Gorgone nel mezzo. Suoi attributi erano anche lo scudo rotondo con la testa di Medusa nel centro, la
lancia,
civetta,
il
ramo
di ulivo, la
il
il
serpente,
lancio].
Aveva
gallo. cor-
tromba e
si
il flauto.
La pi
lei
trovava in Atene, in Tessaglia, nella Beozia e, specialmente, presso il lago Copide, nel quale
sia e della
onore
peo,
celebravano le
[V".
il
Quinguatrus.
imi.
Pom-
Ma
ia,
il
culto di lei
si
diffuse
suo grande trionfo, le innalz un tempio nel campo Marzio, un altro ne innalz Augusto
dopo
a Delfo, a
i
Corinto
il
forte
portatore
l'aor.
stXy)v
[rXa del-
aver forza]
un
A.TL
50
e di
no Giapto
Asia, fratello di
Climne o Prometeo e
Atlantade
[Atlantides,
I,
cos,
perch discendente
da Maia, ch'era
Atlantide [tlantis]
figlia
da
di
con
cielo.
le
braccia stanche
dice-
EgU
trovavasi nel-
detti
deUe Esp-
custodivano, sotto la guardia del drago Ladne, i pomi aurei [v. Esperidi],
Era popolatissima,
i
ricca di tutti
la terra,
che Gea aveva dato a Hera per le sue nozze con Giove. Atlante era ivi possessore di grandi armenti e degli
Orti Espridi. Oltre le Esperidi, erano sue figlie le Pliadi e le adi.
seo, troncato
ma
furono sconftti
liTel
solo
dagli
Ateniesi.
periodo di
un
breve giorno e di
Quando
Per-
una
il
capo di Me-
egU
gliela neg,
mequa-
more
le gli
di
un
oracolo,
il
aveva predetto che un figlio di Giove [rcole] avrebbe rapito i pomi Esperidi.
mare, il quale divenne non pi navigabile, a causa dei banchi di materia informe, prodotti dall'isola immersa [Azzorre, Canarie e Isole
del
Capo Verde].
[Athlta]
il
Atlta
lottatore
divenne cosi l'immensa giogaia di monti, che si spiega lungo la costa nord-ovest
dell'Africa, e la sua barba e i suoi capelli si mutarono
[eXsw lotto] era il campione di forza e di destrezza che si presentava nei giuochi, specialmente nel pugilato e nel pancrzio. [V. Agoni]. Eoma, la prima
di atleti si
ebbe
nel
GU atleti atfin
in selve.
tendevano
51
da giovinetti, e nella lotta
Tingevano le membra di olio per renderle pi flessisi
AUG
condo
altri,
erano
figli
di
furono chiamati Atrdi, perch, ucciso Plistne [v. ivi], essi, ancora fanciulli, furo-
per togliersi questo vantaggio si avvicinavano l'un l'altro e si gettavano a vicenda della sabbia addosso. Per prepararsi a questa lotta, osservavano una
bili,
ma
di Aristo e di
figlia
Autnoe,
cia
di
Cadmo,
Atro
glio
fratellastro
da OMrne. Un giorno, mentre cacciava sul Citerne, s'avvicin a una fonte, neUa quale Diana, circondata dalle ninfe, faceva
il
bagno.
La dea
gli
allora,
indignata,
spruzz del-
entrambi fug-
de neUa guerra contro gli ErcUdi, Atreo divenne re di Micene. Atreo aveva prele
t,
103-105] pastore frigio, giovane bellissimo, che fu amato da Gible e fatto suo sacerdote, a condizione che conservasse la castit; ma. essen-
membra
dei
figli
di lui:
Tntalo e Plistne. Ma in seguito, Tieste e suo figlio Egisto uccidono Atreo, scacciano
none
il
di lui, e Menelao, e
i figli
Agamenprendono
do
XIII, 230]
e
fu
uno
degli
Argonuti.
erano
nelao,
Agamennone
figli
MeSe-
di
Atro.
ATTG
trent'anni
52
non
era
stato
era
favorevole
quando
possibile nettarle, s
die ne
pe-
emanavano
stifere,
esalazioni
che ammorbayano
faticbe,
derivazione
Augrio [augurum]
era
una
aspettava,
al nord, e alla destra
stando
rivolto
avendo
il
perci
divinavano
l'oriente,
che
era sempre
punto donde
di imprese osservando e spiefuture, gando il volo degli uccelli [avis uccello]. Per prendere tali auspicii, si divideva in due parti eguali
na e l'avversit
movevano
ci in Grecia
daUa Grecia
tale significato,
uno
lo,
in
fausto, fe-
propizio.
[Aiilis]
nus\
e ciascuna di queste
Aulde tima
citt
marit-
cbe
famosa si radun la perch quivi flotta greca, per muovere contro Troia, e avvenne il
della Beozia,
sacrifi,cio
di Ifigenia, figlia
di
Agamennone.
[V.
Aga-
mennone}.
Aurra
in
modo da
dita,
53
dal suo letto nell'Oceano
e,
AXA
su lin carro tirato da cavalli iDiancM e rossicci, precede il carro del fratello
Automednte [Automdon]
guidatore del cocchio e compagno d'armi di Achille.
di
Laome-
Autonio
[Autonoius. Ili, 198] Attene, nato dalla madre Autnoe. [V. ivi],
lago presfor-
Avrno [Avernus]
so
Cuma
di
Campania,
mato dal
cratere di
un
vul-
meftiche.
Secondo
carro
della
luce,
gui-
una
uccelli
non
vi poteva-
no vivere per
le esalazioni.
cate, la caverna della SibiQa e l'entrata all'Inferno. Perci, con questo nome, fu
significato poi
anche
il
luo-
spedo;
spicere
cfr.
inspiere,
eon-
osservare].
[V. Aborgeni}.
Axamenta
Autctoni
313]
Hermes, ebbe
una
figlia
Anticla,
madre
di Ulisse.
vette
il
invocavano e
Marte,
nerva,
Ercole.
[V.
^alii}.
BAC
54
B
Baccanali [Bacclianala] feste rumorose e tumultuanti,
in onore di Bacco, alle quali
cinto
di edera
e di
pamfeste
pini di vite], e
nee
nome
di Baccanti,
Bistnidi,
le
rap-
fragoroso
il
presentavano
to, ^axxsiJco
Bacco [px/o?
= strepi= rumoreggio].
compagne
grido di
evo!
Bacco
Xin,
in
Eoma
mu,
in
mangiava
la
carne an-
che si faceva nelle feste in onore di lui [px^o? = strepito]; nei misteri di Dmetra era invocato col no-
me
di lacchus.
[balnae].
i
Bagni
fin dai
in uso
mente
utilit
oscenit, furono proibite con un decreto del Senato, nel 186 av. Cristo. [V. Dioniso'].
Baccanti [Baccbae]
pitose
steri
le
stre-
[^dcx^o?
strepito]
i
mi-
di Bacco: portavano
il
entro cui
mano
tirso
[un bastone
55
condotti. Vi erao inoltre
i
BAN
Dopo
Dapprima, i locali per i bagni deUe donne erano separati da quelli degli uomini; ma in seguito, col rapido decadere del senso morale, divenne generale il mal costume che uomini e
nel
le
l'acqua fresca. Annessa aUa camera da bagno, era un'altra camera, in cui piva la toeletta
si
comil
dopo
bagno. Quivi
strofinavano
raschiatoi,
lo
il
poi con
gli altri
olio,
spalmavano le donne
Terme pubbliche divennero teatro di dissolutezze, alle quaU invano cercarono opporsi i diviti degli imperatori.
[V.
Terme].
pXXo)
Ballista
scaglio]
[ballista:
A
si
Eoma,
bagni furono
grande macchina da guerra in forma di arco, tesa con funi e nervi, che
Le
bai-
pu vedere
essi.
Terme,
per
bagno poteva
retta
e
i
solo
giavel-
Presso
Greci,
macsi
tts-
cevano
il
bagno caldo,
in
si
chiamavano
TpopXoi.
Xt,6opXoi,
spogliavano
un appodonde pas-
Le
balliste si
di-
sito spogliatoio,
savano
re],
locale destinato
e
[il
di
nel
calidail
rum bagno
do
si
caldo]. Il
bagno
nel
fred-
faceva
[il
frigida-
num
ciavano, i quali potevano raggiungere m. 1,40 di lunghezza, m. 0,039 di spessore e un peso di kg. 1,870. Ballo [V. Danza]. Banchetto [convivium]. Nuziale: era il banchetto che si dava, nel giorno delle
nozze, nella casa deUa spo-
BE
sa, tra
56
numerosi convitati,
Funebre:
compiuta
si
celebrava dopo
che Scipione Africano fu il primo che si facesse ogni giorno radere la barba col
rasoio,
la sepoltura, nella
casa del defunto, da coloro che avevano preso parte al' convoglio funebre. [V. Funerale].
tare
rasa
ma
ratore
al
si
Bratro [Barthrum] burrone presso Atene, vicino coUe deUe ninfe, dove
precipitavano
delitti
i
poco a poco. Dopo l'impeAdriano, torn in uso la barba intera. Anche a Eoma, neUe botteghe dei
barbieri
tre
i si
adoperavano,
ol-
colpevoli di
eb-
comuni.
[barba]. I Greci
Barba
ba.
Anticamente per vigeva il costume di portare barba e capeUi interi, e questo costume fu conser-
in Grecia, esse erano il ritrovo degli oziosi e il luogo di discussione cosi di politica,
come
di tutti
pet-
vato
al
Bassaro
[Bassarus,
^acTcra-
neUe quali si acconciavano i capelli, si radeva la barba, si pulivano le unghie, si levavano i calli,
barbieri,
di
strappavano i peli superflui. Per il portare la barba intera e folta era sesi
= volpe].
gno di
di
nerale l'uso
di radersi la
Batto [Battus,
II, 685-707] vecchio pastore che custo.diva gli armenti di Kelo, re di PUo, nella Messenia.
barba fino al 300 av. Cristo, anno in cui a Eoma vennero i primi
Quando Mercurio rub parte degli armenti, temendo che Batto rivelasse il furto,
57
gli
BEL
del re, Anta, innamoratasi di Bellerofonte, non aven-
regal
promettere che egli non avrebbe detto nulla. Il veccMo giur cbe il furto sarebbe scoperto da una pietra, cbe gli indic, prima che da lui. Merca,
facendogli
marito,
al
mand
re
suocero
lobate,
della
curio
si
allontan,
ma
un
tor-
mand ad
mra
uccidere la
C5hi-
toro
gli aves-
se rivelato chi
aveva comdegli
ar-
messo
il
furto
[v. ivi], ohe Bellerofonte uccise difatti con l'aiuto del cavallo alato Pgaso datogli da Nettuno. Vinse inoltre, per incarico
menti. Batto
caverna vicina, dove essi erano tenuti nascosti. Allora Mercurio lo trasform
in pietra nera,
come
quella
Bucide
al-
bero. [V. Filemone}. Blidi [Belides, IV, 463] jfiglie di Dnao, U quale era figlio di Belo: erano chiamate cosi dal nome dell'avo Belo. [V. Banidi].
Isndro,
Ipploco
Lao-
dama.
Si diceva che pi tardi fosse incorso nell'odio di Giove U
Bellerofonte,
il
perch
Boller
po e
cieco.
fratello
BeUna
bellum
uccido].
Per
= guerra]
[BeUna,
guerra
ma
la moglie
armata
presso i di frusta
Eomni,
sangtu-
BEL
58
giura riusc ed ella, essendo stato ucciso Demetrio, spesoli re d'Egitto
della
tempo
guerra mitri-
Tolomeo III
dea asiatica, clie poi fu confusa con la dea romana; alla quale si offriva un eulto di sangue. I suoi sacerdoti della Cappadocia, Bellonari,
perch aveva una chioma beUissima, l'astronomo Conne chiam Berenice una
costellazione.
nei
giorni
della
festa
Bergine
Nettuno.
[Bergio]
[V.
gigante,
Albione].
e le
gambe, ed
gue umano, mentre facevano i vaticinii. Belo [Belus, IV, 213] antichissimo
re
asiatico,
caduta
si
dal
aUa quale
cielo ed tributava un
si
fon-
simbolico, perch
datore di Babilonia e dell'impero Babilonese: fu padre di Dnao, re di Egitto. Berecinti [Berecyntes] popolazione Frigia, cbe abit ai confini della Caria e della Lidia; perci Berecinto adoperato come sinonimo
di Frigio.
bagnava con vino, sangue ed olio. A Delfo, presso il tempio di Apollo, ve n'era uno, che si diceva essere la pietra che Bhea aveva data a Crono, perch la inghiottisse invece di Giove. Si un-
Berenice [Berenice] figlia di Magante di Cirene, cospir contro la signoria della madre Arsinoe, perch questa
geva ogni giorno di olio e, nelle feste, si avvolgeva in un rosso drappo di lana. BbUde [BybUs, IX, 450-665] figlia di Mnto e di Cyana, accesa d'amore per il fragemello Cacno, e fugda lui, che s'era inorgita ridito a tale rivelazione, lo
tello
dove
alfine
cadde
spossata al suolo.
Le K-
59
iadi, pietose, sottoposero alle
BIT
essa con^
don a Cleopatra,
teneya
lumi.
oltre.
pupille
di
lei
perenne
200.000
vo-
Bidental
era
il
omonima.
Biblioteca [Bibliothca:
pXiov
libro,
Qrix.yi
^iscri-
mine
di
dal pontefice,
coglieva
la
quale rac-
terra
smossa
bliotecbe pubbUcbe.
Eo-
la prima fu istituita da Asinio Polline, nell'anticortne del tempio della Pace; due altre, F Ottavia na e la Palatina , furono fondate da Augusto, altre
ma,
sacrifcio
di
una
sorsero sotto gli altri imperatori; iitiportantissima era la Ulpia fondata da Tra-
iano.
blioteche.
periodo Alessandrino, grandi centri di cultura greca, oltre Atene, divennero Alessandria e Pergamo. In Alessandria sorsero
le
Bilancia [Trutna] il settimo segno dello Zodaco, la bilancia della Vergine Astra, dea della giustizia, che nell'et del ferro si era ritirata in cielo, dove
era stata mutata in costellazione.
due grandiose
bibliote
L'Astrea
splende
che del
Muso
e del
Te-
sotto
il
nome
di Vergine
rapo
e
fondate da Tolomeo
Cristo],
Pergamo, il re ttalo I ne fond un'altra, che pot emulare con quella di Alessandria, e raggiunse il massimo splendore sotto Eu-
Secondo
di
altri,
la bilancia
Mchos, misura e i
che
pesi.
trov la
Bitne
mne
sto].
Quando Antonio
BOE
60
Eomane
cembre. In essa le matrone celebravano una
festa notturna, in casa del primo magistrato della cit-
Boedrme
[-r
po7)Sp[xia:
[il
console o
il
pretore]:
mine [settembre-ottobre],
per commemorare la vittoria che Teseo aveva riportata sulle Amzzoni. Bolla [bulla] ciondolo simile
mente vietato
di intervenirvi.
agli
uomini
costeldel-
Boote [Bootes]
lazione
una
in
vicinanza
fanciulli ap-
per lo pi rotonda,
lora
ma
ta-
forma di un cuore o di una mezza luna, che i ragazzi romani portavano appeso al collo. I giovanetti la deponevano poi insieme con la toga praetexta a 15 o a 16
della
anche
fu trasformato rcade, figlio di Callisto. detta anche Arturo. Brea [Boras] dio del vento che spira da settentrione.
DaUe giumente
egli
di
Bardano
di
prodigiosa velocit e di tale agilit, che potevano correre su le spighe delle messi
senza
curvarle,
su
le
laide].
Boresxn
dea] deit fece equi-
[popsa<y[xo(]
che
si
celebrava
in
Ate-
romana, che si valere a Ops, Fauna e ad altre, il cui culto pare sia stato una degenerazione di quello che i Greci tributavano a Dmetra, Il tempio della dea s'ergeva alle falde
dell'Aventino, e la solennit principale, ogni anno, ricorreva ai primi di di-
ne, in onore di Brea, nel tempio sacro al dio, posto sulla riva dell'Ilisso.
venca,
Trpo?
passaggio]
61
detto dai Greci
BE
uno
stret-
to di
mare.
Il
nome
deri-
Briganti [Brigantes] il pi potente ed esteso popolo deUa Britannia meridionale, cbe molestava con continui
assalti
la
Britannia
settentrionale.
TJiraeus,
la,
vergine Euro-
mati
il
al
pa.
cius
Pio.
Briside
di
Costanti-
Lirnesso,
si
chiamava Ip-
podama ed
mar d'Azow
il
mar
Kero].
era divenuta schiava di Achille, il quale dov poi cederla ad Agamennone, quando questi fu costretto a :restituire la sua schiava Astinome [Oriside]
al
padre
Crise, sacerdote di
Apollo.
Brtomrte [Britomartis]
dea cretese, protettrice dei cacciatori e dei pescatori di
Creta, poi confusa con Artemide. Si diceva anche che
fosse
lito
aveva
dono
della pro-
una
ninfa,
figlia
di
Urano e
cinquanta
Ga: aveva
Giove e prediletta compagna di Artemide. Perseguitata dall'amore di Minosse, ella salt in mare, ma fu salvata dalla rete di
scatore.
ma
poi aiut Giove nella cospirazione che Kettuno, Giunone e Minerva ave-
un
Perci
fu
pedetta
Dictynna [Sixtuov
=
di
rete].
lui. Il
yento agli di ribelli, che rinunziarono alla loro impresa. Era ancbe cbiamato
Egene.
Delo, venerata specialmente dalle donne, le quali, in piccoli banchetti, le presentavano varie vivande, perch ogni cosa riuscisse loro prosperamente.
BE
62
[Bromus]
il
Brmio
Ppfzoi;
rumo
.
roso [ppofjLsw
= rmnofeggio;
so-
rumore]
di
contro
i]
prannome
detto dal
Bacco,
si
cos
fa-
rumore che
re Poro, Alessandro gli tribut particolare onore e, dal nome di esso, chiame
dei Ci-
Bte [Butes]
trace, figlio
di
Osiride e di Iside,
del
una
benefci
fuoco.
la
I2
Bbona [Bubona] era presso i Eomani la dea che presiedeva al bestiame bovino
[^ou? era
Bute,
dive
nuto delirante,
in
si precipite
una
fonte.
bue],
come
B'p-
Un altro
do
na
dea protettrice del bestiame equino, e prela cavalli, degli asini e dei muli
gli
Argonuti passarono
[epus,
equus
presso le Sirne,
identificato
Bute
solo
cavallo].
testa
con un But(
Bucfalo [Bucephlus]
di bue [Pou(;
= testa]
= bue,
Ke(pa.'kri
il
famoso cavallo
Afrodite lo
salv,
condii
essi
63
CAD
Oanto [Gaantlius]
figlio del-
sere
scoperto,
li
trascin
l'Oceano e di Teti; per ordine del padre, si die a inseguire Apollo, elle aveva rapita sua sorella Melia, ma
ove egli viveva. Ma Ercole, avvertito dai loro muggiti, entr nella caverna, afferr Caco e lo strozz.
fuoco al bosco
Cadmo
Ismnio, sacro al dio, il quale perci l'uccise con una freccia. Melia partor
[Cadmus, HI, 1-130] Agenore, re fenicio, fratello di Europa. Avendogli il padre iniposto di andare ramingo in cerca della sorella Europa, cbe era stata rapita da Giove, e
figlio di
cui
culto
sorse in
condit della terra e, pi tardi, furono confusi con Dlnetra e ritenuti demoni
benefci, apportatori di pro-
sperit e di vita, che aiutavano Efesto, il dio del fuoco, col quale
gM
furono anche
confusi
[xcfstv
il
immune
bruciare].
Caco [Oacus]
malvagio [xax? = cattivo] figlio di Vulcano, era di smisurata grandezza, fiero e crudele, cbe
fosse fermata.
spirava fiamme dalla bocca. Quando Ercole, ucciso Gerine, condusse le sue mandre su le sponde del Te-
Plago e la segu fin dove essa si ferm. Allora, volendo offrire un sacrificio
in ringraziamento, mand alcuni suoi compagni alla
vicina fonte di Marte, per
rub quattro
e,
paia di buoi
per non
es-
CAD
attingeryi acqua.
essi
64
Ma
nel-
furono uccisi l'antro, da un mostruoso drago, 13.glio di Marte e di Dmetra, elle ivi era appiattato. Cadmo, recatosi ivi, l'uccise e,
Quivi,
attribuendo
all'uc-
per volere di Athna, ne semin i denti nel terreno. Dalle zolle spuntarono uomini armati detti Sparti , disseminati [cTTcapT? da
cTTrstpfo^ dissemino], clie si
implor che divenisse anche lui serpente. E fu appagato. Divenuto serpente, si avvinse al collo e al cor-
uccisero
fra
loro,
eccetto
Cadco
[Cadcus]
verga
gigante
],
Iper-
nore [ il vincitore]. Aiutato da essi, clie furono i capostipiti deUa nobilt tebana,
con due serpenti attorcigliati, che portava Mercurio come messaggero degli di. Si narrava che i due
serpenti fossero queUi che Mercurio aveva trovati un
Cadmo
costru la citt di
Tebe, nel punto in cui si era fermata la giovenca, e dal nome di lui la rocca deUa citt fu detta Cadma. Egli spos poi Her-
Caducifero
curio,
[Oaducfer,
II,
Da
essi
nac-
verga con due serpenti attorcigliati, che Mercurio portava come mescus, la
quero Autnoe [madre di Attene], Ino [madre di MeUcerte], Semole [madre di Dioniso], gave [madre
di Pnteo], Polidoro.
saggero.
serie
di
Cadmo,
destino
temendo
delle
che
il
sue
65 -:ialide
GAL
con s la fanda essa nacque Tsche die il nome alla
fratello
di
cise e trasse
ciulla:
Brea e di
salo,
And
che precedono
la
il
levare delle
Canicola.
e
capelli di colore az-
odio
dell'avo,
li
fece im-
zurro.
Calcante [Oalclxas] figlio di Tstore, da Micene. Era il celebre indovino che accompagn i Greci a Troia; e in ulide, dal numero dei
barcare per la Grecia, ma naufragati rimasero in un'isola fino all'arrivo di Giasone, che li ricondusse in ColcMde.
Calendario Romano. I Eomani, nello stabilire le date, avevano, in ogni mese, 3 giorni fssi, da cui parti-
nove passeri divorati dal drago, preannunzi clie la guerra sarebbe durata nove anni e cbe al decimo Troia
sarebbe caduta. Un oracolo aveva predetto cbe egli sarebbe morto,
quando
in
lui e,
si
fosse abbattuto
Colende [Kalendae], il 1 giorno di ogni mese; quindi si diceva: Kalendae Januarae, ecc.
un indovino
lo
Ed
Mopso, cbe
super nelle bosco di divinazioni, a Olaro o a ColoApollo, fne, Calcante mori di cordoglio o si uccise.
Caleope [Calciope] figlia di Euripile re di Co. Ercole s'innamor di lei, ma perch il padre non voUe dargliela in isposa, egli lo uc5
annunziare].
None
GAL
ottobre
66
mologia,
parola
meno comune,
Idus
la
la
Erano
perch
quindi
venivano
delle Idi,
me
plenilunio.
Le indicazioni temporali.
Il 1 gennaio, febbraio,
ecc., si
mani, cosi
tenza,
rivo.
come
marzo
latino
Idi
[Idus],
il
ogni mese, meno clie nei mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre, nei quali ca-
5 di ogni mese, eccetto marzo, maggio, luglio, otto bre, si diceva Nonis Ja
nuaris, Februanis, Afri lbus ecc. [Non. Jan. Febr.
plenilunio, cio
Apr.
ecc.}.
giorno
Il 7 di
marzo, maggio,
si
lu
lunare,
gho, ottobre
diceva
No
ma
poich
i
Eosu-
marzo, maggio,
tobre,
si
luglio,
ot-
numeri
giorno
lu-
cherebbe
vido;
il
la radice
di-
glio, ottobre si diceva Idibus Martis, Mais, Julns, Octobrbus [Id. Mart. Mai.
Jul.
Il
Oct.'].
risplendere,
infanmiare [aiOc
cio].
brueti-
Secondo questa
67
4
CAL
gennaio,
pride
Januanas
[jpr.
a Diana, perch
si
12 gennaio, pride Idus Januaras [pr. Id. Jan.]. L'avverbio postride per indicar
il
il re Oeno una volta dimenticato di sacrificare aUa dea. Perci questa mand un
era
fiero cinghiale,
Calende,
Idi,
aUe
None,
alle
non dell'uso classico. Quando si doveva indicare un giorno diverso da quelli notati, si computava quanti
giorni
esso
poich esso fu ucciso da Melegro, fgHo del re, insieme coi pi valorosi eroi del tempo, la dea eccit
distasse
dalla
fisse
una guerra
i
fra gli
il
EtU
prima
delle tre
IJ^Tone
date
[Calende o
o Idi] che
Ma
Cureti furono
quello di arsi
Cosi
2 gennaio
dice-
va die quarto [ante] Nonas Januaras [IV Non. Jan.], oppure ante diem quartum Nonas Januaras \a. d. IV Non. Jan.].
7 gennaio
si
diceva die
[VII
Id. Jan.],
nuaras
ma
16 gennaio
diceva die
Callintrie [T
festa
di
ante
diem-
XVII
n tempio
di
GAL
68
e gener due
figli:
AcarnII,
nio e A mf Otero.
[zaXiivsiv
abbellire
con
Callisto
[Callisto,
409-
scopatura].
[xa,
=
le
bello, 64
=
alla
voce]
fra
che
presiede
una ninfa cacciatrice, compagna di Artemide. Quando Giove, dopo l'incendio universale suscitato da Fetnte, visit l'Arcadia per ridare ad ogni cosa la vita e l'aspetto primitivo,
incontr
meriggio,
ftto
CaUisto
si
di
una boscaglia
sotto
il
stessa
il
figlio
Pisidro
tenendo
capo
la
ma
[maestro di ginna-
stica], e
il
vedendo vittorioso
figliuolo, per l'allegrezza, spezz lo steccato e abbracci il figlio. Scoperto ch'era donna, fu assolta dal giudice, in premio della nobilt del suo casato, ma fu ordinato d'allora che an-
avvicin e Giove, svelatosi, la costrinse, contro voglia, a cedere al suo amore. Artemide, scendendo dal monte Menalo, in
gli si
Arcadia, col coro delle ninfe cacciatrici, ebbe un certo sospetto della ninfa e, sco-
che
si
mand
giuochi.
CaUroe
[Callirhe, IX, 414] la fanciulla dalla bella corrente [yiccXQ bello, po-^
contaminasse
Giunone,
il
sacro fonte.
contro
irritata
mene,
figlio
di Amfaro,
ma
69
costellazione dell'orsa
giore.
CAN
tonus: era rosso o bianco
nero], con di cor-
mag-
Da
Callisto e
da Gio-
[secondo
regge.
altri
ve era nato rcade. [V. ivi]. Calzatura. In Grecia, si andava spesso in casa, e anche per le vie, a piedi nudi e, quando il Greco aveva la
calzatura, la deponeva, nell'entrare nella casa propria
altrui.
rico, la
un doppio ordine
I
magistrati
il
ado-
peravano
dei
Una
speciale
da una semplice suola, attaccata con correggiuole, pi tardi si ebbe il sandalo, con corregge cucite, indi una forma di scarpa che copriva tutto
si
il
piede.
[V.
Yesti].
Ca mbte [Cambes ]
principe
piede, e dopo
gli
la divor,
il
adoperarono
fino
stivali
uccise per
dolore.
alti
al polpaccio,
ma
Camne [Camnae
434]
Camoe-
XIV,
le
sono
le
cantanti,
medesime
calzature.
Muse
riprendevano dopo
zo.
il
pranscarpa
Camilla [Camilla]
di
La forma
di
Diana.
tro
dei
KeUa guerra
ella
con-
vano
il
calceus patricius di
Enea,
combatt
cadde poi
come
per
alleata di Turno, re
EtuU,
ma
mano
di Arunte.
Canato fontana
neUa
di
KupHa,
CAI?
70
guardia a Europa sform poi nella
zione omonima.
e
tra-
le
costella-
cavano
con
la
medesima
dei 12
speranza.
Cos
zio
[Chaos,
I,
5-88]
lo spa-
segni Zodiaco, granchio che, per comando di Giunne, morse il piede a rcole, mentre recideva la testa all'Idra di Lerna. Ercole l'uccise, e Giunone lo trasform in questa costellazione.
il
mi apro]
spalancato era
[xoctvo)
una massa
elementi
dell'immensa
Canfore [Canephorae]
tatrici
por-
giaceva nel suo peso inerte; ma poi un qualche dio benigno compose la discordia degli elementi cozzanti fra loro e
li
natura.
Esso
di
canestri
= canestro,
vergini
[xavouv
feste Panatene,
accompa-
gnavano
bass per la sua gravit e trasse seco i corpi pi pesanti, intorno le flu l'Oceano, cingendola in
plesso.
cielo,
gli
al
La
terra,
un amcome U
340] la cantatrice [cano canto] ninfa bellissima, nata sul Palatino, dal dio Giano e da Yenilia. Col fascino
della sua voce,
tra-
fu divisa in cinque ogni parte, dischiusa zone, e sviluppata in tutta la sua bellezza, fu popolata da esseri viventi: i numi ebbero
la loro vita negli astri
[I,
Divenne
Cancola
moglie
di
Pico,
uno
dei
sette
al quale gener
Funo.
[Oaniciila] costella-
-- 71
tello
GAP
che, pi o meno direttamente, non abbia U suo modello nell'antichit.
l'assalto
moderna
mont
mura
e,
con
audacia temeraria, grid che neppure i fulmini di Giove lo avrebbero respinto. Allora la folgore di Gio-
ve
lo precipit dalle
mura,
e tutto
tatosi,
l'esercito,
si
spaven-
Capelli
I capelli neri erano comuni, si ritenevano pi pregiati i biondi e, per renderli tali, si adoperavano spesso mezzi artif,ciali. Per reggere i capelli, si usavano nastri, bende di stoffa o di cuoio,
cuffie,
reticelle,
cerchietti
tempi
Omero,
la
ricca
capigliatura fu
un
bell'or-
tragici. al
In Atene dur
fino
tempo
siane il costume cbe gli uomini portassero la capigliatura intera, che si rannodava sul capo in un nodo, tenuto fsso con uno spiUo.
capelli dapprima portavano lunghi come la barba; si cominciarono a tagliare verso il 300 av. Cristo, quando a Eoma vennero i primi barbieri dalla Sicilia. Pi tardi, l'acconsi
di metallo, ecc.
Eoma, i
ciatura dei capeUi divenne, a poco a poco, costume generale. Il portare il capo
del tutto raso era riservato
agli schiavi.
guerre persiane, fanciullo, quando entrava nella giovinezza e diveniva efbo, si faceva tosare i capelli, che offriva a qualche divinit del luogo. L'acconciatura dei capelli divenne, a poco a poco, costume
generale,
Dopo
le
il
rucche e
i
il
riccioli
come
dersi la barba.
tadini
non portavano
ca-
che era
costume imposto
vi,
agli schia-
ma
v'
gusto personale.
Cappelli [V.
Vesti].
CAB
Cariddi [Oarybdis, YIl, Xm, 730-731] mostro
viveva sotto una rupe,
la
72
63;
clie
sul-
punta
est
della
Sicilia,
pagnavano Afrodite,
Pito
Ermete. Si rappresentavano
Capricrno [Capricornus]
il
decimo segno dello Zodiaco, composto di 28 stelle, disposte in modo da raffila capra allatt Giove
un gruppo di tre vaghissime fanciulle, dall'aspetto fiorente, virgineo.e amabUe; loro attributi erano strumenti di musica, mirti e rose. A Eoma erano chiamate le Grazie [Gratiae],
in
Carmenta [Carmenta
mentis]
la
o Carera
men
le
canto profetico]
di
madre
Lazio.
Eu
onorata come
e,
Secondo
altri,
un capro
il
vina veggente
sacrario, presso
ai
piedi
discendente da Egipane,
del Campidoglio,
aveva un
quale era stato allevato con Giove sul monte Ida e aveva combattuto per lui contro i Titni; o il capro in
cui lo trasform il dio Pane nella guerra dei Titani.
una
porta
Carmentle , ove il giorno 11 e 15 di gennaio, si celebravano feste in suo onore dette perci Carmentli .
lei
detta da
Cariti
[Xpi.Ts<;]
erano
tre
della
Carnte [Charon]
figlio
del-
venust, dee, grazia e della vita gioconda, figlie di Giove e della ninfa
della
l'rebo e della 3>rotte, il canuto nocchiero dell'Inferno, ch.e trasporta al di l del fiume infernale le anime
= bene, =
9piQv
ch,e i
parenti ponevano
del
in
bocca
morto,
il
perch
tragitto.
potesse pagare
73
CAS
Veniva poi
la terza parte
furono capanne, di forme diverse, secondo la varia natura del paese. Al tempo omerico, il palazzo del Ee, e cosi le grandi case signorili, si
chi locali. Vi
componevano
di tre
famiglia e le ancelle. Ai
le
lati,
comune
gli
[auXv)],
camere da
letto
delle
cortile
accedeva
la
daUa strada, per una porta a due battenti, e aveva nel mezzo l'altare a Giove e,
intorno,
pia reale, il OXafxo? nel senso stretto della parola, era forse al fondo deUa gran
sala
delle
magazzini,
stalle
donne;
mentre,
per i cavalli, camere da letto per i servi. Seguiva poi la seconda parte, la vera casa
della famiglia; ivi si apri-
in
la
un piano
famiglia
va un porticato a colonne,
l'atrio
merici, ci
dei
del principe. nelle linee geQuesta era, nerali, la forma di un palazzo reale nei tempi omerici.
consi
prncipi;
si
poi
entrava in
un secondo
atrio
Kei tempi storici, in una grande casa completa, passata la porta, si entrava in
preparavano i letti per gli ospiti che pernottavano a casa. Si accedeva quindi alla vera abitazione del principe, cbe constava della sala per gli uonaini [{xs^apov], cbe era ancbe sala da pranzo, deUe camere delle donne, deUa camera nuziale e della stanza deUe armi e del tesoro.
chiuso, ove
un androne,
trovavano dei
domestico:
in
si
ai cui lati si
locali per uso accedeva indi
un
cortile
aperto,
cir-
condato
[il
da un colonnato
peristlio
TrspKTTXiov].
camera da
tori,
letto
dei geni-
CAS
pi grandi per le ancelle e altre stanze, adibite a vari
li
74
usi della famiglia, delle quaalcune, collocate nell'interno, con l'ingresso su la strada, servivano conie bot-
il
peristylum: rappresen-
teghe. Il recinto della casa era poi chiuso, nella parte posteriore, da un giardino.
tava il locale pi importante della casa, e spesso aveva il pavimento a mosaico finemente lavorato.
AUa
si
apriva un
A Roma,
dei
andito,
La
casa
romana
com.
fauces,
si
tempi
storici era
in
tahlmum
parte
apriva
qua,
un
serbatoio di acnel
portico
piscina;
interamente aperto],
condato da colonne].
L'atrio era
drilatero, tetto che
di di
cui
alcuni
[nella
casa
Pausa a Pompei
la
fumo,
anche
la
sala
servavano
gli
utensili
e,
chia-
mava impluvum.
all'atrio si
si riui
mimi
dopo
il
pranzo, dove-
un androne
stretto, vesti-
pote-
bulum; in fondo aU'afnwm vi era il tablinum, la sede del padrone, ove egli trattava i suoi affari, studiava, scriveva, custodiva libri, do-
va uscire su
rale.
la strada lateil
Dietro
peristlio, in
75
clie aveva, a sinistra, la cucina con locali annessi e,
non mantenne
il
GAS
la
promessa,
stanze adigiar-
Avendo predetto
ai Troiani
che la guerra sarebbe andata male per essi, fu derisa e trattata da pazza. Presa Troia, Cassandra, che si
era rifugiata nel tempio di Atena, fu strappata e ol-
mento
strati;
Agamennone,
um seetl]] poi si ebbe il pavimento formato di grandi pietre, tain forma quadrata e gliate collocate in linea parallela,
di tavolette
Cfeo re di Etipia e
modo
di scaccMera [pa-
vimentum
tempi
dusse dall'oriente a
l'uso del
Eoma
saico
vuml a
Castlia [CastaHa, in, 14] fonte sacra ad Apollo e alle Muse, le cui acque servivano per le purificazioni ed espiazioni, che i pellegrini
facevano, prima di entrare nel tempio di Delfo, a consultarvi l'oracolo
zia.
Cassandra [Cassandra]
ta
la
ancbe Alessandra,
pi bella delle figlie
il
era
di
deUa Pi-
Castore [Castor] uno dei Discuri, figlio di Giove e di Leda, fratello di Polluce.
dono
della
pro-
fezia, lo amasse,
a condizione ch'ella
ma
poich essa
[V. Biscuri].
CAT
76
Pandine,
il
quale era
il
fi.
glio di Eretto:
fanciullo
fu
serpente, che da
affidato
alle
Athna
di
figlie
C-
Presso
simili si
"Kzic,,
Greci,
macelline
chiamavano ^u^s-
di
Hermes
681] e di Erse
Xo),
xaTaTTsXTai [xaTa-7rXlancio].
Cebrne
[Cebren,
XI, 769]
lo rap e,
per staccarlo da
Procri,
re autctono
dell'At-
ma quando
riconoscerlo, accoiiCefalo si
figurato
met uomo
met
da
disputarono
della
citt.
Artemide, ed ebbe da lei una lancia, che non falliva mai, e un cane veloce come il vento. Tornata poi nell'Attica, fu alla caccia con Cefalo, senza essere riconosciuta da costui.
Egli le chiese la lancia e il cane e, in cambio, le profece riconoscere,
il
Cecrpia
[Cecropia, VI, 70] detta Pllade, protettrice di Atene; altrove chiacosi la rocca di Atene,
mata
fondata
da Ccrope.
Ma un
giorno in
cui
77
segu
sui
CN
Un'altra invece narra cbe
dola
una
fiera, la
uccise con
la lancia infallibile.
Ceo
avvenne nei campi di Enna, in Sicilia. IS'ei dintorni del Cefso, Teseo avrebbe ucciso il famoso
ci
aveva promessa
Fineo,
a suo fratello
ma
Luc-
dette poi a Perseo, il quale l'aveva liberata dal mostro marino, a cui era
stata esposta, onde deriv una lotta terribile tra Perseo
e Fineo [V, 1-235]. Ofeo fu trasformato poi in una costellazione. [V. Andromeda]. altro Cefeo era re di
e fratello
di Ddalo.
Spos Alcine [v. m], e con lei fu mutato in uc[astore o gabbiano o, secondo Ovidio, alcione mascMo]. Clmi [Celmis, IV, 282-283] fu custode di Giove, quando questi era bambino, e fu poi trasformato in diamante.
cello
Un
Tega, nell'Arcadia, argonuta, padre di venti figli. Mor in una spedizione con
rcole, contro Lacedmone. Una sua figlia fu Strope.
[V. SUro'pe]. Cefisio [CepMsus,
Cneo [Oaenus, XII, 189209; XII, 459-535] figHo di lato e di Ippa; era stata
HI, 351]
prima una vergine di nome Cnide, la quale, amata da I^ettuno, gli cbiese in compenso cbe fosse mutata in
Cefso
[Oephisus,
elle
III,
19]
un uomo
cinghiale
invulnerabile.
fiume
nasce nella Fcide, entra nella Beozia e, passando al nord di Atene, sbocca nel porto di Falere:
come dio
fluviale, di Karcso.
padre
conoscendolo invulnerabile,
lo
Prosrpina.
GEN
Altri raccontano clie fu
78
mue 50 teste. Essendosi mostrati ostili al padre, furono
tato in uccello.
Centauri [Centauri,
di cavalli
[xsvtsiv
da
bili
lui
caverne,
di
pun-
della terra.
Ma,
dagli
OUmpii,
rono costoro nella guerra contro i Titani e, quando questi furono abbattuti, gli
di
li
affidarono ai Centili
Secondo la leggenda, erano nati da Issine e da una nube [IsTefle], clie Giove aveva formata con le fattezze di Hra, di cui quegli era innamorato. Vivevano
mani, perch
nel Trtaro.
custodissero
Ceo
[Coeus, VI, 185] uno dei Titni, padre di Latna, cb'egli gener con la Ti-
tnia Tebe.
Cermbo
353]
sul
[Cerambus,
VII,
nozze
di
di
Issine,
i
di
in
uno
237;
pro,
scarabeo.
[Cerasta,
Cerasti
X,
220-
i cornuti']
erano popoli
Ci-
ferocissimi, dell'isola di
i
suonavano il corno e la lira, guidati da ros, insieme coi Satiri, con le Mnfe e Con
le Baccanti. Il principale dei Centauri
quali sgozzavano a
gli
ospiti.
tradimento
Chirne. [V.
stri dalle
ivi].
i
Centiiuani [Oentimni]
mo-
bandonare quelle
terre,
ma
abi-
tori.
Crbero
clopi.
dotato di voce terriche stava a guardia della porta dell' Averno. Era stato generato da Tifne e da Echidna. Pi tardi, fu rappresentato con tre teste e fornito di coda e di creteste,
bile,
TOdanno
biade.
ch'essi
GHE
Si
Dmetra
[v.
Crere},
la
sta di serpente.
pane.
le feste
In Eoma,
duravano
memoria
Cercine
\Y.
costumi della dea: non si mangiava che la sera,, perch la dea, nel ricercare la
Prosrpina, ch'era stata rapita da Plutone, non aveva preso cibo, se non
figlia
fraudolento
[xpxcot];
giuro
sper-
dopo
il
tramonto del
sole.
astuto]
Le matrone
fiaccole
v'interveniva-
dare
le
tede
ApoUdoro ce
li
presenta
aveva accese
al cratere del-
come
tri
che, presso
Efeso, fu-
rono incatenati da Ercole, il quale poi, dilettato della loro arguzia, li avrebbe lasciati liberi [xpxoij;
Crere
[Ceres,
V, 341]
divi-
= scim-
Dmetra,
delle
xp-
coda].
[Oereala] feste che
Chelna
gine,
di
quali
si
il
immolavano
porci,
per
per orgoglio, non volle intervenire aUe nozze di Giove con Giunone, a cui erano
CHE
stati invitati tutti gli di,
gli gli animali, anzi os motteggiare ardi-
80
uomini e
Chioma
Chone
tamente questo
nio.
matrimo-
Costellazioni}.
Mercurio la precipit in un fiume, insieme con la casa e, mutatala in testuggine, la condann a portarsi su la schiena la casa, che non aveva voluto
lasciare, per intervenire
aUe
suoi
DedaUne, fu amata da Mercurio, da cui ebbe U figlio Autlico, e da Apollo, che la rese madre del musico Filmmone. Superba della
sua bellezza, os vantarsene,
disprezzando Diana, la quale la uccise
nozze,
essere
sempre
muta,
in
pena
dei
motteggi.
con una
freccia.
Chre
Chirne
[Chron,
II,
630;
di
la
Sono vestite di
chiati di sangue
abiti
mac-
forma di un cavallo, lo gener con EiUira. Era anche lui, come i centauri, met uomo e met cavallo: resa mite l'indole sua, divenne
educatore
store,
di
Achille,
Ca-
Polluce,
Amfiaro,
Thnatos
e di
Tpnos
[i
sogni].
Chimra
[Clumaera, IX, 647648] mostro favoloso della Licia, nato, secondo Esiodo, da Tifne e da Echidna.
Quando Ercole
centauri e
li
scacci
insegu fino a
si tro-
Aveva
fuoco.
vava
Fu
uccisa da Belle-
un dardo,
rofnte.
di Lerna.
Ghimerfera
Secondo Ovidio, fu posto da Giove fra le costellazioni, ove egli forma quella del
nacque e fu allevata
la Chi-
Sagitt^o.
GIO
Galli; nella Frigia
mavano
il
Siracusa.
l
suo sguito era formato dai Coribnti [v. imi; nella Tracia aveva un gran cul-
monte
cui
aveva rapita Persfone, ella si oppose al transito del dio. Plutone, con un
colpo
dello
erano
Bctyli.
scettro
bifor-
KeUa Grecia, sede del culto di Ebea fu Creta: il suo srti, confusi
fonte
un varco aU'Averno;
Ciane per dolore della rapita Persfone, s mut nell'acqua della fonte.
Eoma,
Cibele cominci a
essere onorata, al
essa
Annibale, ed ebbe
tempo di un tem-
manda un suo ruscello. Cible [Cyble, Ku^Xy)] dea frigia, identificata dai Greci con Eba, moglie di Crnos, e dai Eomani con Ops, moglie di Saturno. Ebea
di
montoni e di
era
un occMo
fronte [xxXoc;
= occliio];
giro,
&^
Pronte, Strope,
magna
mater.
A Creta,
monte Ida
pare
Arge, figli di Urano e di Ga, fratelli dei Titni e dei Centimani. Diedero il trono a Giove, e fabbrica-
vano
le saette;
ma, essendo
avversi al padre, furono ancb'essi riposti da lui nelle profonde caverne della terra e tenuti poi con catene da Crono, fincb Giove li liber e li tenne al suo servizio.
In
riti asiatici,
con Cibele
suoi sacersi
Cconi
cbia-
XV,
e leggende.
CID
82
fiume Hebrus [oggi Malaorime, e form lago che- prese il
lei.
un
altro
nome
da
ti
Un
vevano di
esse.
di Clice, fu re di Coine,
and
un
cigno. Insieme
figli,
suoi
due
Tenete
in
Cigno [Cycnus,
ed Emita,
aiuto
dei
egli
venne
Troiani,
nella
Mentre piangeva morte di lui, colpito dal fulmine di Giove [v. Fetonte], fu mutato da Apollo in cigno e, non osando fiFetnte.
la
guerra di Troia: i due figli furono uccisi da Achille ed egli, dopo aver ucciso mille
coreggia
dell'elmo.
Da
in
Poseidone
cigno.
fu
mutato
mine
CUaro
Apollo
fu
trasformato
in
costellazione.
altro Cigno [VII, 371382], figlio di ApoUo e di
428] centauro giovanissimo, che prese parte con gli altri centauri aUa lotta contro i
Lpiti,
Un
neUe nozze di
Pirle
amore. Quando
Cillaro, in
voUe consegnargli un toro che aveva preso per suo ordine, si gett con la madre nel lago di Conpe, che. da lui fu detto Oicnio ; la
madre BQria
si
strusse in
da un dardo, Ilonome si trafisse con lo stesso ferro e mor con lui. CUeno [CiUenius] Hermes identificato con Mercurio,
83
detto
cos,
CIP
peroli nato
allevato sul
nella
monte OiUne,
nord-est
del-
parte
sul quale Latna diede alla luce ApoUo e Diana. Cinzia [Cyntha, II, 465]
l'Arcadia.
Artemide,
detta
cos
dal
monte
giaccio].
Cip
[V. Sepoleri].
era
[Oipus, XV, 565-621] un Bomano che, uscendo dalla citt come preto-
struoso,
dezza,
di
di
un
giorno, in dell'abbon-
avrebbe regnato su Eoma; ma egU, opponendosi a questa predizione, copertesi le corna con fronde di alloro,
aveva offerto un sacrifcio a tutti gh di, dimenticando Diana, la quale sola vedeva
negletti
radun
polo, ciassero e
il
po-
scac-
uno fra loro che aveva in fronte le corna, perch costui avrebbe imposte a
ciso
da un gruppo di
eroi,
Eoma
leggi servili.
me
di
colui che
doveva
esser
Cinghiale
abitava
il
Erimnto,
monte Erimnto,
Ercole
l'uc-
Eoma, uno
spazio di terra,
nell'Arcadia.
cise,
compiendo una
delle
da
nuto
dall'Assiria
aveva
Cipresso [Cyparissus, X, 106-142] un bel giovine di Go, caro ad Apollo: avendo egli inavvertitamente ferito una cerva sacra aUe
Ninfe, da lui amata grandemente, chiese ad Apollo
monte
dell'isola
di
204] Delo,
CIP
di poter
il
84
sempre sfogare nel
saglia e la port neUa Libia, ove la citt di Cirene prese
da
lei il
nome.
Ba
lei
e da
Ari-
Ciprigna
di
[Cypria] attributo
Apollo nacque
sto.
il figlio
Ciris
cello
[Ciris,
Vili, 151]
uc-
fu
trasformata
Scilla, figlia di
dicata a
lei.
[V. Afrodite].
Mso.
cos
Circe
Xm,
fa-
altri, l'uccello
Secondo fu cbiamato
purpureo
dal
capello
Ete e di cate.
che essa, per amore di Minosse, strapp dal capo paterno. Citer [Oythra] isola detta oggi Crigo posta a mezzo[cirrusl
stanzi
nell'isola
giorno
la
della
il
Laconia;
fu
presso
il
celebre per
leggenda
detta perci
Citera ,
che,
ma umana.
Essa visse un anno
con
di
Ulisse, poi gl'ingiunse recarsi nel regno di Persfone. Di l Ulisse torn di
dove
c'era
suo
nuovo presso
le
prima
di
giungere
ri-
in patria,
e gli lasci
per la caccia
dei
85
leoni
ca:.!
Edipo, per ordine padre Laio. [V. Udpo]. Claudia [Claudia] era una Vestale, che rese dubbia la
lasciato
dato alla dea la migliore ricompensa per i figli, questi si addormentarono per
I,
756.
Mrope,
re
di
il
negli ornai
HKos
figlio
menti.
la
Quando
Eomani
Clmeno [Clymnus]
Cardys
si
di
Frigia trasportarono statua della dea Cible, la nave, fermatasi all'imboccatura del Tevere, non andava pi innanzi. L'oracolo, consiiltato per questo, rispose cbe una vergine sola sarebbe riuscita a condurre
la
dalla
dell'isola
di Creta:
dice
giuocM dopo il
line.
cbe
Deuca-
Claudia, preg
la
col quale
illecite,
aveva
uccise
lui
rela-
zioni
Agafu poi
cata
[V. Oreste}.
Clitrio [Cntorum, XV, 322328] lago e fonte neH'Arcadia settentrionale, presso la citt
omonima:
acquistarle razione da
polo.
grande ammiparte
del
acque,
podi
Clobi
[Oleobis]
fratello
nausea
bevute, contro
le sue destavano
Argo. Quando, in una processione solenne, alle feste in onore di Hera, i buoi non
vollero tirare
il
di Amitane, avendo risanato con erbe, dalle furie di Venere, le figlie di Prete che si erano opposte al culto di Dioniso, butt poi
le
carro, essi,
Clitunno
[Clitumnus] rinodell'TJm-
Avendo
la
madre doman-
GLI
S6
[xktiTc,
bria
cui
rive
erano
le
inclito] le ricclie di
Ma
nome
di luppter Glitumnus.
Clzia [Olyte, IV, 256-270] ninfa oceanina, amata da ApoUo. Avendo eUa, per gelosia, svelato l'amore del
dio per Leuctoe [v. ivi] al
rimase cos esterrefatta da quella carneficina, elle non pot pi riaversi dallo spavento e mostr sempre
il
[xX6)p<;
pallido]. Perci
padre di lei. Apollo l'abbandon. Allora essa cominci a languire, e accompagn con l'occhio il volto
del dio, nel suo eorso per la volta del cielo. Bimasta
fssa
= gemo]
fiu-
me
dell' Averno,
le cui ac-
infelici
che
vi
trovavano
condannati.
Era, come l'Acheronte, un fiume della Tesprzia [Epiro] che si versava nella
sospinta
rivolge
il
dall'antico
palude Achersia.
amore,
faccia verso
Cdro [Oodrus] fu
l'ultimo
Cloe
la
quale,
come dea
guerreggiavano coi
ververdeggianti [x^oc, deggiante]. Sotto questo titolo, aveva un tempio in Atene, ove le si offriva una
avessero ucciso
Ateniesi. Diffuso
il
re degli
fra
anche
gn
so,
festa, in cui
si
sacrif,cava
[V. Demetra].
Cloe fu amata
da Dafni. [V. Dafni]. Clri [Chloris] MeHba, figlia di Amfine e Mobe che, secondo una tradizione, insieme con la sorella Amiela, sfugg
Oodro, travestitosi da taglialegna, si port in un bosco dove, azzuffatosi con alcuni Dori che vi erano andati per lo stesso scopo, rimase ucciso. I Dori,
all'eroismo
di
all'eccidio
dei
87
COL
topografa del paese di oril' AcrGinnasi e poli, Templi, altri edifzi pubblici, con-
gine:
aveva quindi
i
Coefore
q)poi]
[Olioepliorae,
le
servava lo
stesso
ordina-
bagioni
funebri
il
li-
bagione,
esse
= porto]. Da 9sp6
titolo
mento poUtico
prende
una
Prima
di
fondare
una vano
il
Agamennone
di
tadino
dalla
partivano recando
fuoco
tolto
Oreste e di Elettra.
madre
Patria,
[l'edifzio
Clchide [Colcbis] regione ad oriente del Ponto Eusino [Mar ISTero], fra il Caucaso
e l'Armenia:
dal Pritaneo
blico di
famosa per
la
Argonauti'].
cittadini
poveri otteneil
molte
fra
specialmente
rso e
il
vano, per viaggio, uno scudo dallo Stato. La colonia fondata cosi per
emigrazione
aTtoixia.
si
chiamava
si
Talvolta
fonda-
una propriet
difficile
va una
fondiaria,
cbe era
davano a dimorarvi,
reni
ter-
La nuova
re, si
sorte].
Quelli
che
disponeva secondo la
aUe
Cleruchie
appartenevano rimaneva-
COM
no
esse
altre
88
cittadini Ateniesi, e per
variabile
di
coloni.
Colo-
le
indipendenti
mandati 20.000
Pi
Fra
lebri
colonie
suffragio,
s
quello
di am-
ministrarsi indipendente-
nale, da Polibio
che
per
questo
fu
mente,
chiamata Magna
nicipi.
Graecia:
Kasso, Siracusa, Catania, Agrigento, Gela, Selinunte [in Sicilia], Taranto, Metaponto, Crotone, Sibari, Eeggio di Calabria
[nell'Italia
no
le
coloniae
Latinae,
i
le
pieni
della
cittadinanza
romana,
statuto e
tini,
ma
i
avevano
lo
meridionale];
diritti
dei La-
Cuma,
ed erano
pareggiate
diffusero
ampie correnti
di
degli
colo-
bedienza
liche.
le
popolazioni ita-
Alcune
tadini
[coloniae civium
Bocit-
Eeno, la quale nell'anno 50 dopo Cristo, per volere di Agrippina, moglie dell'imperatore Claudio, che aveva avuto ivi i natali, fu colonizzata e chiamata col suo nome, e divenne presto
manorum] formate da
Eomani,
il
conservadi cittadi-
Comte
figlia
di
vano
diritto
si
Tfo,
nel-
nanza. Esse
fondavano
Quando
Anfitrioella si in-
dividundo] con
un numero
ne assedi Tafo,
89
CON
faccia rivolta indietro. [Vedi Funerali].
namor
di lui e, per far cadere la citt, clie altrimenti non si sarebbe potuta prendere, trad il pa-
Concordia
presso
fra
i i
[Concordia]
era
Eomani
della
la perso-
nificazione
concordia
cittadini di
uno
Stato,
relao
fu
ucciso,
anche
un
tempio, ogni volta che si componeva qualche dissenso fra questi. Il primo tempio fu fatto edificare dal
dittatpre Camillo, nel 367 av. Cristo, durante una
lotta fra
di
Mso.
[V.
Scilla'].
che
si
Veniva
me una
matrona, e aveva
il
res Gompitdles,
no
su
cornucopia,
trovavano
crocicchi
[compita].
davano
il
Conclamazione
to] era
il
16 gennaio e
tio]
30 marzo.
[Confarrea-
Confarr eazione
che,
to,
chianiandolo per nome, come per assicurarsi che la morte era realmente avvenuta, e poi per dargli, fra le lagrime, l'estremo addio.
una focacprecedeva
A
il
quest'offerta
sacrifcio di
una pecora e
nonizzazione del rnorto imperatore, che si faceva per decreto del Senato. Giulio Cesare fu il primo collocato
nel
numero
uno
dei
pa-
renti
degli
amici dava
CON
ad Augusto
90
e a molti im-
L'erede
al
trono
[la
con-
secratio si
dava solamente
Morto l'imperatore,
si
col-
rogo e
vi
appiccava
feriore,
Durante
la
mag-
profondo, a destra le signore clie erano ammesse a corte, vestite delle sem-
Quest'assunzione dell'ani-
ma
dell'imperatore presso
plici vesti
gli di dicevasi
[dc7ro6so)ai(;].
apotesi
dii]
di
sento
acconsento],
[conseneonsentientes da conconsiglieri
erano
le dodici divinit
come
se fosse ancora
Quando
final-
Consuli
[Consualia]
feste
morto,
quale aveva
il
no-
la
bara
consigliere
si
origine
un imponente
edi-
minati.
tuite
cnsi,
frutta
ed erbe
fra-
granti.
91
Corallo [Coralum, IV, 740752] fu prodotto, dalla virt del capo di Medusa. Quando Perseo ebbe liberata la vergine Andromeda dalla bestia marina [v.
COR
Battevano i tamburi, urtavano le lance contro gli scudi e urlavano, per ricordare la morte di ttide. [Vedi Attide}. 'Non mangiavano
m]
mani
nell'ac-
Eurono poi
Il
identificati coi
qua;
ma
testa di
la
Ourti di Creta.
loro
nome
deriva
da
quali
colloc
alcuni
Corcide [Corycidae nimI, 320] ninfe che abitavano nell'antro Coricio, il quale si apriva nel fi^anco occidentale del Parnaso, ed era sacro a Pane. [V. Far-
rami
phae,
Medusa. Al contatto di essa, rami si pietrificarono e diventarono rami corallini. Le ninfe marine, meravigliate, rifecero la prova con
rami, videro riprodursi stesso miracolo, e disse-
naso],
fi-
altri
Mrmaro, fu uno
dei
lo
guerrieri
Corbo [Ooroebus,
il
Kpoi^o*;]
primo vincitore di giuochi olimpici, quando questi, dopo un'interruzione di 86 anni, furono di nuovo ce-
che prese parte nozze di Perseo. II: [XII, 290] uno dei Lpiti, che prese parte alle nozze di Piritoo. Ili: fgUo di Giove, marito di Elettra, fu fondatore di
Corytus [Cortona] e padre
di lso e di
776 av. Cristo: anno da cui cominci l'enumerazione delle Olimpiadi. Coribnti [Corybantes] salebrati, nel
Bardano.
cerdoti' Frigi,
del culto di
quali, in ono-
di
none, ucciso
Rbea-Oible,
re di
lei,
Cornucpia [Cornucopia]
il
eseguivano, come
spirito divino, le
invasi
da
latt
COR
cui scaturiva
il
92
nettare
e
Coronide
547; II, 600-630] ninfa figlia di Flgias, nata a Larissa, in Tessaglia: era la pi bella di quella contrada. Apollo l'am, ma quando il corvo, uccello sacro al
mutata
nella
costellazione
avevano allevato.
Corne
vine tessalo, Apollo squarci, col suo arco, il petto dell'amica infedele. Per,
pentitosi
subito,
discese,
EUa
la
allora lo fugg,
ma
i
su
infac-
ch,irsi
passi.
Grid al soccorso e
quale, impietosita di
le
apla
ma non
vi riusc:
la
trasform in cornacchia, uccello caro aUa dea. Ma, avend essa riferito ad Athena che la figlia di Ccrope, contro il suo divieto, aveva
aperta la cesta in cui era
rinchiuso Erittnio, la dea
la
morta. Allora estrasse dal seno di lei il fighuolo che era anche suo,
era
mut
le
Corvo
II,
JEJnttnio e Nictmene].
Corne
di
sorsero dalle faville del rogo, in cui furono arse le due figlie di Orine, Menip-
pe
Matioche
[Coronus,
II, 459] re
Corneo
veQ,
KopwdeUa F-
cide,
ra].
IsTell'et
si
posteriore
rone],
Omero,
93
12 nello zodiaco, 21 nel cielo
stellato boreale, 15 nell'australe.
bellezza,
cos
aveva
il
offeso
le
Neridi.
Zodaco:
melli,
Cfeo: dromeda.
padre di An la essa
Cassiopa: Andromeda:
rata
seo.
madre
di
sposata
giore,
Orsa Maggiore:
Callisto,
amata da Giove
ne,
Cassiopa,
An-
dromeda,
Orsa Minore:
la ninfa
Cigno, Delfino.
Cielo australe:
Chioma
vicinanza
detta
di Berenice: in
del
Maggiore, Idra, Tazza, Corvo, Centauro, Lupo, Ara, Pesce Australe, Argo, Co-
ma
figlia di
rona Australe.
giurato
contro
la
madre
Hra
tras-
sua sposa.
Andromeda:
la figlia di
meo
Boote
cog
Poseidone,
ftrite.
clie
94
Ore, dea della giustizia, detta anche Astra [la vergine stellare], la quale visse su la terra, durante l'et
dell'oro;
trov
Am-
Dragne:
custodiva
i
il
dragone die
pomi negli Orti Espridi: fu ucciso da Ercole. Secondo altri, il Pitofu ucciso da Cadmo fondazione di Tebe. Pesci: sono Afrodite ed ros che, inseguiti da Tifne, si lanciarono neU 'Eu-
ma quando
Second
suc-
ne
elle
nella
frate e
sci.
si cambiarono in peSecondo un'altra leggenda, sono i pesci cbe trasportarono Afrodite ed ros, al di l del fiume
Erigone, figha di Icrio, la quale s'impicc su la tomba del padre. [V. leario}. Cancro: il granchio che
assali Ercole, batteva l'idra
Corona boreale:
la co-
Eufrate.
Cocchiere: Erittnio, afAthna alle'fglie di Gcrope. La capra^ cbe egli ha sulla spalla sinistra, Amalta; quella che nutr Giove cretese. rcole: l'eroe famoso, che ha in una mano la clava e nell'altra la pelle di
fidato da
rona di Arianna, che Dioniso pose fra le stelle, quando spos costei. [V. Arianna], Corona australe: la ruo-
Leone:
in cielo da Giove.
Pgaso:
nalippe,
un
figho
Leone. Saetta: la freccia con cui Ercole uccise l'aquila che rodeva il fegato di Promteo, o quella con cui Apollo
colpi
i
che chiamavasi prima Ocroe, e fu poi mutato in cavallo da Giove. Perseo: il figlio di Giove e di Dafne: ha in una mano
la testa di
Medusa
,
e nell'al-
Ciclopi.
tra la falce.
Sirio
la
Cane Maggiore:
delle
stelle
Serpentario:
secondo
pi chiara
una
fsse, il cane che stette a guardia di Europa. Idra: l'idra di Lerna, uc-
delle
varie
mine
Giove e posto
fra
le stelle.
cisa
da Ercole.
delle
95
Centauro:
Folo.
CT
Prisso fuggi con la sorella
Clrone
HUe, per
sottrarsi
aUa main
Cigno: il cigno in cui si trasform Giove, per ingannare Leda, ovvero Orfeo, mutato in cigno, dopo la
sua morte.
ripar
clie
dalle
uccise,
Orine.
fanciullo
le ave-
Hermes
va posto
al seno.
diceva che
Giove,
sul
monte Ida,
di Cible.
Le
feste in suo
onore
tittie
si
.
chiamavano
Co-
era
il
Giove bambino.
si
Spartani,
vigazione:
fu sede principatria
del
cele-
Libra
di
o Bilancia: quella
le
mi-
sure e
pesi,
o quella di
Diche [dea deUa giustizia]. Balena: il mostro marino che fu mandato per ingoiare
bre atleta MUne, e dovette soprattutto la sua gloria a Pitagora, che vi stabili la sua scuola.
Andromeda. Acquario: Ganimde, il coppiere di Giove, o Deucalione, che visse al tempo del dQuvio, in Tessaglia.
da Miscelo.
di
Grecia
del-
dalla Sicilia.
Ariete:
quello
su
cui
Un
fusto
di
bronzo,
COT
l'altezza di pi d
96
un metro,
le
sue
acque avevano
i
la
sorgeva da una base tonda, sostenuta da tre piedi. All'estremit superiore del fu-
virt di rendere
capelli di e di oro.
di
Tebe,
trono dopo che Edipo, accecatosi, si ritir in esilio volontario. Lo af&d poi a
Etocle, figlio
lo riprese,
da
di
Edipo
un
anello
sottostante,
un
quando
Eteocle,
fratello
bacino di bronzo, il quale era introdotto per mezzo di un foro nel centro, per cui si faceva discendere fino
pi importante del giuoco consisteva nel versare,
all'anello.
insie-
Una forma
me
che
con
si
lui.
Con un
editto
viet, sotto
pena di morte,
da una
coppa
qualsiasi,
il
vlnd nel
rimbombando,
sottostante.
alto sti-
in carcere, ove
si
impicc,
nel bacino
valetto
di
Coturno [cothurnus]
cuoio,
che copiede e giungeva alla met del polpaccio: era tenuto fermo per
priva tutto
il
Un
altro Creonte fu re
di
mezzo zavano
tori
Corinto e padre di Gluca, la quale and poi sposa a Giasone. [V. Glauce].
Crusa [Crsa
figlia di di Enea,
Kpouca]
tragici
il
comici calschilo
zavano
fu
il
soGcus].
glio Ascnio.
Quando
Enea,
Troia, dopo l'incendio della citt, si accorse che, nel suo seguito,
fuggendo da
Grati [Orathis, XV, 315-316] fiume del Brutum, oggi Calabria, che separava questa regione dalla Lucania:
non
rintracciarla;
perita nell'incendio, e
spirito,
suo
gli
apparso a Enea,
97
rifer clie
GR
fliggeva agli assassini, ai pirati,
Giunne e Vnere
sottratta
all'ira
l'avevano
dei Greci.
ai ladroni,
ai ribelli,
ai rei di alto
Crise
[Cryses]
sacerdote di
tradimento. Il delinquente, portando su le spalle una trave [patibii,lum] era a colpi di sferza,
da Acliille li nee, rapita in una scorreria, fu assegnata come preda ad Agamennone. Egli la ricMese
all'Atride,
ma
avendo queil
al luogo del Quivi si trovava supplizio. innalzato un palo pi lungo [erux], sul quale si poneva quello portato addosso dal
accompagnato
sti rifiutato
di dargliela,
prigioniero,
in
modo
del
da
della
formare
croce.
la
traversa
I piedi
si
suppli-
ziato
lo
traversa.
del
vate
Crno
perch
Crisotmide
dal trono
Oreste,
so
i
rere],
comprimere il dolore clie provava per l'assassinio del padre, compiuto da CHtennstra e dal drudo di lei, Egisto, mentre Elettra non tratteneva n il pianto n
i
Essendogli
dalla
stato
predetto
sa-
ingoi tutti
salvato
la
nati,
ad eccezione
rimproveri.
[crux] era
la
Giove.
Questi,
Croce
-
pena
si in-
dalla
della crocifissione
'
che
madre Eha,
e leggende.
ORO
ingoiare una pietra, invece del fanciullo, fu allevato
sul
98
monte Ida,
in
Creta,
un
dalle ninfe
Ida e Adrste,
di astuzie,
tevano con
non risparmiano neppure Giove, n la stessa sua madre Vnere. Leggende posteriori lo rappresentano circondato da altri piccoli esseri alati [foti, Amoretti], e in Ovidio, egli possiede due specie di dardi: i dardi di oro, dalla
un farmaco che
gli
altri
ma
poi riconciliatosi
sole, feriscono,
dente amore;
tusi,
fatti
di
il
piombo,
cuore
e
agvi
ghiacciano
tica.
ero-
sono:
specialmente
Creta,
Sparta,
Fu
educato dalle Muse, alle quali rese importanti servizi. Una leggenda vuole cbe, per preghiera deUe Muse, Giove lo mutasse neUa costellazione
Samo,
Mesa-
gara.
di B/ba
del
Sagittario,
comune, fu
mutato
rne.
il
centauro
du-
monte Ida,
ta,
nell'isola di Cre-
perch Crnos non lo ingoiasse, ed essi, per celare a Cronos i vagiti del fan-
09
battevano gli scudi con le lance, pr ducendo un fragore assordante. In onore di Ehea e di Giociullo,
DAP
rica,
essi saret-
ve, eseguivano la
danza
pr-
D
Dafne [Daphne,
dio
fluviale
il
I,
452-567]
del
Peno: aveva
volto, gli
occM
scin-
tillanti
perch il suo
chiome ondulate, che le scendevano con grazia squisita su gli omeri. Apollo, ferito dal dardo d'oro di
deUa
fanciulla,
ed essa
Cupido
figlio
[U
dio
fanciullo,
di Vnere], fu preso
d'amore
la
ardentissimo
bella fanciulla.
stesso
Ma
per Cu-
trasformata in alloro [S^v/j alloro], albero che conserva, nella chiarezza lu-
il
aveva colpito
della
lo splenprimitiva bel-
con
l'altro
il
dardo fatto di
Apollo
per
la
la
continua
ad
piombo,
cbe,
amare
sotto
cia
fanciulla,
anche
quando Apollo
inse-
legno
sotto
e,
posate le
corteccia,
mani
la
slancia rapido
la
egli
ma
mentre
DAF
100
tronco di alloro, fu allevato dalle ninfe o dai pastori.
sentire
scosse,
volere
del
i
dio,
dondolando,
suoi
amante
lo
convert
in
Saq)V9pia]
in cielo
e,
in
memoria
dell'espia-
offrivano
sacrifizi
un bel raaccompagnato da
solenne,
una
processione
prime poesie
pastorali,
ed
ritenuto
l'inventore
in
un romanzo
fista.
di
Longo
So-
Damocle
giano
di
[Damcles]
il
corti-
a quella superiore, ma un po' pi piccola [rappresentava la luna], Dafni [Dapbnis, VI, 276278] bel giovine pastore, di
Sicilia,
figlio
VecDionigi tiranno di Siracusa. cMo, Avendo espresso a Dionigi la sua viva ammirazione
per
gli agi e per il lusso in cui egli viveva, il tiranno volle fargli provare il peri-
come
di
di
Hermes
di una ninfa. Esposto dalla madre, in una valle dei mnti Heri, dentro un
ogni grandezza umana. Ordin cbe si preparasse un bancbetto sontuosissimo, fece ornare la sala da pranzo
101
di
DAN
restasse mallevadore
lui.
mone
per
Damone
e,
accett
volentieri
bilito,
lo,
giustiziato,
quando giunse
l'amico.
Dionigi,
nel
tisticamente cesellato
e,
con
al
un
filo
sottile,
appese
da
tanta
severit
rispetto
don
capo dell'infelice cortigiano, il quale non poteva punto muoversi e tanto meno goder nuUa di tanto benessere e di tutta quella bellezza cbe gli fioriva intorno.
egli preg Dioche lo sottraesse a quel nigi
Dance
si
[Socvxy]] l'obolo
metteva in bocca
ai
che mor-
ti
Dopo poco,
per pagare al nocchiero Carnte, il nolo, per il trasporto delle anime, nella barca, sull'Acheronte: in
.
origine era
Socvsi^w
neta persiana
ra;
beata.
= prendo
[Svo(;
= usudena-
D mone [Damon]
amico di Finzia
altri Pizia].
intimo
[secondo
ro a interesse].
Danae
Erano entram-
bi filosofi pitagorici, i quali vissero a Siracusa, al tempo del tiranno Dionigi vine.
il
[Danae, IV, 438] era con Giove, trasformato in pioggia d'oro, gener Perseo. [V. Frfiglia di Acrisio:
Gio-
seo].
Avendo
essi
mossa
Danao
[panaius, V, 2]
60 fighe
Dnao,
fratello di Egit-
purch Da-
DAN
Egitto,
102
almeno in
sociate
princpio, le danze erano generalmente asal
ad Argo, per una sommossa eccitata dai cinquanta figli di Egitto; ma furono inseguite quivi dai
cugini e chieste in spose.
culto].
La
pi
Acconsentirono;
ma
per co-
la cui origine,
si
che
si
mando
fa risalire a
tico,
un tempo
mi-
attribuisce al creai
Lerna.
Soltanto
Ipermn-
figlio
ad
attingere
imitano
sempre acqua
vasi forati.
e versarla in
movimenti
di assalto e
di
Dnao [Danus]
Egitto.
del re
Da Chemni
figlie
con
le
[v.
fugg Danaidi'\
la
si-
focosa
[TTup
fuoco].
per degli Argonuti, oppure mori di morte naturale, lasciando a Linco la signoria. Il suo scudo, cbe aveva la virt
di
decreto
domare
le ribellioni
= frutto].
si
Le danze
senz'armi,
pacifiche,
ossia
nel-
eseguivano
lei i
Danza. Le danze,
mondo
vano, in generale, in cori danzanti, con passo ritmico intorno all'altare. Isella
non
esatta, perch,
103
guerrescli,e, le altre
DT
con pas-
Drico
conveniente al
non
le
conosciamo
che di nome.
[Per la danza del coro sulla scena V. Teatro].
darico d'oro,
di argento di quello
v'era
d'oro.
il
darico
^J-^q
cbe valeva
Drdano [Dardnus],
di
fgUo
figlia
Giove e di Elettra,
il
capostipite
Dttili [AxTuXoi] genii cbe abitavano nell'Ida di Frigia, detti perci Dattili
Idi
ai quali si attribuiva
fond la citt di Dardnia. La prima sua sposa, Crise, ebbe, come dote per le nozze,
il
Palldio e
templi
del-
Furono perci ritenuti sovrumani e, in seconsiderati come maguito, ghi e come demoni, e immaginati al servizio deUa
ro.
artisti
port immagini
le divinit
a Dardnia, donde poi passarono a Troia, per opera dei suoi successori. L'altra sua sposa fu Batia,
di Tucro, con la quale gener Erittnio. Da Erittonio nacque Ilo I e
figlia
Furono chiamati
per
TuXo?
Dattili
guivano
lavori.
mo] Acmne
5
l'instancabi-
nacque Capi,
10
e,
[5
maschi e 5 femmine]
DATI
104
di Hera,
Diinia [Dauna], la parte nord dell'Apnlia, compresa tra i flumi Frento [Fortore]
e Aufdus [Ofanto]: fu cos
vestita
accompagnata
si
da sposa da una
pro-
prnuba,
portava in
detta da Duno.
[V.
ivi].
Duno
quale,
emigrato
in Italia,
prese sede nella parte settentrionale dell' Apulia, clie da lui fu detta Daunia .
cele-
ogni
Dcuma
un grande
bosco,
coltivatori
deeuma
si
chiamava
age'
deeumdnus.
[porta de-
Beoti insieme:
in
Decumana porta
cumana] era
cipale
la
esse 14
immagini
della dea
porta prin-
[una per ciascuna citt confederata] venivano portate sul Citerone, dove si bru-
che,
neU'accampa-
mento Eomano, si trovava a una estremit della via praetora, la strada maestra, della larghezza di 50 metri, che divideva il campo in due parti eguali, neUa
ciavano,
ficio.
durante
il
sacri-
Dedaline
sua lunghezza.
porta, tro estremo della
strada,
si
Era
dif-
La
collocata
del fratello
Ceice,
praetora.
Ddale
[AatSaXa],
quale preferiva che il popolo vivesse in pace. Straziato dal dolore della
figlia
Zeus e di Hera, nella Beozia, in cui si rappresentava una scena coniugale di queste due divinit: la statua
na
si
105
lo
DEI
secondo altri, ritorn con Teseo, da Creta in Atene.
0,
in sparviero.
pareccM
stru-
menti da lavoro e delle statue, cbe si rappresentavano con gli occM aperti e come moventi il passo.
re Minosse, il quale gli fece costruire il famoso Labirinto in Cnosso, per tenervi
gM Indlgetes
eroi
dei,
[patrii]
cio
cMuso
Minotauro. Ma quando Teseo, con l'aiuto di Aridne, uccise il Minotauro, Minosse vi rinchiuse Dedalo col figlio Icaro. Ma Dedalo corruppe i custodi
il
e,
Semnes
Vi erano inoltre
forestiere.
per mezzo di
figlio
si
ali di cera,
Come
di
del cielo
erano
dal Labirin-
venerati:
e,
Urano, Saturno, Giove, Marte, Vulcano, Mercurio, Apollo, Bacco; Giunone, Venere,
Samo,
Minerva, Diana.
nel mare, detto quindi Mare Icrio, e fu seppellito dal padre nella isoletta chia-
Erano
di del
mare e
delle
acque: Oceano e Teti, Nettuno e Amfitrte, Nereo, le Neridi, le Sirne. Di della terra erano: Gitele,
Vesta, i Lari, i Penati,
ne, Pale,
le i
Pa-
Funi,
i Stiri,
re Ccalo. Minosse,
Erinni,
JEacOj
DEI
106
figlia di
Deianra [Deianira],
figlio
Deidama [Deidamia]
di
figlia
Licomde, re di Sciro,
Achille,
lei
il
and sposa ad
quale ebbe da
.
il
figlio
tlemo. Crere, ospitata da Celeo, prese cura di allevare Deifone: per purificarlo da
ottlemo.
[V. Neottlemo].
fiamme,
il
ma
la madre,
Defobo [Deiplibus], figlio di Priamo e di cuba, dopo Ettore, era uno dei primi
eroi troiani.
spaventata,
trarre
cerc
di
sot-
bambino
al fuoco.
se
ti-
Quando Troia
sua
casa fu
Allora la dea, sdegnata, ne and sul suo carro, rato dai dragoni,
fone.
e.
fu presa, la
distrutta
lasci
Deifone pDeiphone]
sibilla di
un
Ouma,
le
figlia
di
Gluco.
delfino, adoperata sulle navi greche. Consisteva in un grosso, pezzo di ferro o di piombo, attaccato con corde alle antenne e munito di carrucole, che veniva
nelli
mano, ma
cit-
t pi importante della F-
rinomatissima per
l'o-
ApoUo
il
e ritenuta
centrale
prima
di scen-
punto
Ouma, come
sa-
da Ga, la quale lo cede poi a Temi, sua figlia, questa lo diede alla sorella Fbe,
e questa,
come
regalo nata-
107
lizio,
DEL
ad Apollo, suo
nipote,
di
nato da Latna,
Febe.
figlia
pite le statue delle tre divinit delfiche: Artemide, Latna, Apollo; nel prnao
si
leggevano
le
massime
Codi
nosci te stesso
, IsTulla
e l'oscuro
Se , e
per evitare
di Gea, e
servire per otto anni, percli espiasse la colpa. Finita l'espiazione, prese possesso dell'oracolo di Delfo.
Il
l'ara,
tuamente
all'ara,
tissimi, era
formato da una
marmo
reccM alberi di
sto
alloro. Pre-
un tem-
lati,
due aquile
po di Plinio
Cristo],
di
[I secolo
esso
aveva
dopo 3000
tutta
terra.
Dietro
la
da Trifnio, fu distrutto un incendio, nel 584 av. Cristo, e se ne costru un altro molto pi splendido,
e
da
tempio, si apriva una caverna, nella quale si trovava la famosa fenditura, su cui si ergeva il tripode.
cella del
l'interno,
dorica,
nell'e-
Essa esalava vapore eccitante, e si diceva che fosse stata scoperta da alcuni paper opera di una eache ivi era stata presa pra, da convulsioni.
stori,
Il
sterno,
dagli
Alcmenidi,
tripode d'oro, innalzato su tale fenditura, era stato consacrato dagli Elleni, do-
DEL
po
la
108
tico
ed eccitata dalle
esprimeva
il
esa-
lazioni,
cinio,
vati-
sempre
oscuro
ed
sopra
un
piedi-
stallo di bronzo,
formato da
posto in versi da poeti addetti a questo ufficio. L'oracolo di Delfo antichissimo [meno antico per dell'oracolo di Giove a Do-
'Nei
tempi anticbi,
la Pizia
era
fu
della
L'oracolo
vera;
Dlio [Delius, V, 329] Apollo, nato nell'isola di Delo [Ccladi] insieme con la sorella
consultare
di
Diana
[Dlia,
V,
639].
rami
bende
Dlo
preghiera al dio; indi, se le vittime indicavano che il giorno era favorevole aUa
consultazione, la Pizia
stata
amata da Giove,
an-
la terra,
man-
giava alcune foglie dell'albero di alloro, che sorgeva nell'adito e beveva l'acqua della fonte Cantide, che scaturiva ivi. Indi, vestita
di abito lungo e lucente e ornata di oro nel capo,
monte
luce
i
alla
due gemelli
generati
Dmetra [AY)(i.-^Ty)p,
madre
figlia
Ay][irfcga
r^ = terra,
di
= madre]
A^ =
Crno e di Eha,
109
protettrice
in
ra.
DEN
so, rivestivano le
delle
biade
e,
pi alte
della
generale, Ebbe culto speciale in Blnsi, citt situata ai condella Hegride, a da Atene, al
deU'agricoltii-
caricbe.
IsTegli
Stati
fini
due
cui
Demoionte [Demopbon],
figlio
miglia
di Celo
la
di
lo
Metaaffid
nira,
quale
aveva
cosi
introdotta
la
namenti
e la
cittadini, le
nozze
bambino aUa dea Demetra quando questa, sotto l'aspetto di una veccMa, si era fermata in una casa,
cercando la
figlia
Prosr-
ebbe ancbe nella Siper la sua fecondivenne dimora predit, diletta di Demetra. Da Giove ebbe la figlia Persfone [Prosrpina] la quale le fu rapita da Hdes, nella pianura di Msa [in Beozia] secondo una leggenda 0, posteriore, a Enna, in Siciciale
cilia cb,e,
pina, rapita da Hdes. Demetra, volendo rendere immortale il fanciullo, lo cosparse di ambrosia e lo tenne di notte sul fuoco. Ma, accortasene la madre, ne
fu spaventata; Demetra
lora,
al-
adirata,
lasci
l'im-
presa,
ma Demofoonte, per aver riposato in grembo aUa dea, ebbe, in retaggio, per-
da cavalli.
A Demetra
iali,
in,
si
offrivano
ma-
dit, tori,
ta,
danz a FiUide,
figlia
del
sacre le spighe,
fruttiferi,
i
alberi
papaveri.
re trace Sitone; ma essendo egli tornato in patria e rimasto col oltre il tempo
stabilito,
A Eoma fu identificata
12 aprile,
si
con
il
PiUide
si
impicc
celebravano ap-
Erclidi da Euristo
uccise.
e lo
Dendr fori
DEE
110
=
Parnaso.
albero, q)sp(o porto] erano coloro clie portavano, in processione, alberi divelti
Quando
il
Giove
fatto cessare
Draia
si
[Spaia]
gingilli
al
appendevano
in
e
cbe
il
genere umano
fanciulli,
ornamento
contro
il
l'ora-
modo con
cui po-
umana.
L'oracolo di
se:
Drceto
pOerctis > Dercto, IV, 45] madre della famosa Semiramide, cbe essa aveva avuto dal giovine Siro. Uccise Siro ed espose la figlia in un deserto, dove fu nutrita
si
Tmide
rispoco-
spaUe
nutrice
Dopo
essere
stati
si-
lungamente
perplessi sul
gett in
un luogo
presso
gnif^cato dell'oscuro responso, DeucaMone pens che la grande nutrice dovesse essere la terra, e per le ossa di lei non erano che le pietre.
Met donna
met
pesce,
fu venerata come dea, presso il lago, dai Siri, ed paragonata all'Afrodite dei
E, manifestata questa
en-
interpretazione a Pirra,
Greci.
trambi gettarono
[Deucalion,
I,
sassi die-
Deucaline
318-415]
e di
Le
pietre
lanciate
Epimteo.
la stirpe
umana.
l'indodi
Diamante [admas]
cui
sili
con Pirra,
due
soli giusti
Ili
di Promteo e quelle di Crbero. Secondo Ovidio, erano di diamante le tavole
Die
schiavi.
Servio
Tullio
co-
un
In
conducevano
all'A-
fonte
Diamastigsi
(7!,?]
[dic/,y.(x.GTy(i
flagellazione cL,e
fan-
dere
il
lotta.
Una
yci)
sferza;
BiayLO-ari-
sferzo].
rava che Ippolito, ucciso per opera di Nettuno e per le imprecazioni del padre Teseo, essendo caro a Diana, perch dedicato anche
lui
tato
me mezzo
i
abituare
lori fisici.
Un
celebravano
in
Atene,
nel 23 del
mese
di Anteste-
Diana [Diana,
luminosa
dies
rine [febbraio -marzo] con vittime incruente, presso il tempio del dio, sulla riva
come
l'idea
8t
di Aiq espri-
me
cazione At?
Giove].
la
Dehe
figlia
[AtxT]]
dea
della
giustizia [Sixtj
di
Giove
giustizia] e di Tmi,
dai plebei latini perci stimata specialmente la dea dei plebei e degli
ma
a Eoed era
era
erano
Eunomia
figlia
Irene;
aveva una
Esycha.
DID
Essa cliiamata Astra [la vergine
re
:
c7TY]p
112
chezze
tadini
dalla
anche
stella-
Fenicia,
accit-
compagnata da molti
di
e,
stella];
come
Tiro.
di
l,
Giunse
alle
Cipro
coste
l'et
ma
del
quando
bronzo,
dell'Africa,
EUa
ta-
nome
di
Vergine .
scrittura
cond un tratto
contenente
considere-
una
= pelle]
e fond Cartagine,
commedia
tempo
Secondo Virgilio, Enea, navigando da Troia verso il Lazio, capit a Cartagine e fu amato da Bidone; ma
essendo ripartito in segreto, per comando di Giove, Bidone,
per- il dolore, s'uccise
poeti
che
avevano
precipitandosi
sul
rogo.
fecero
raccolte
logicamente, annotate
frivano sacrifci
confarreato.
come
nella
PigmaUne. Morto il paebbe la signoria e spos Sicho; ma avendole Pigmalione ucciso il marito,
di
dre,
Diplie [T SiiTcXia] antichissima festa ateniese, che si celebrava nel 14 del mese
di Scifoforine
glio], nel
tempo
si
of-
113
fri
DIO
nel vio
pugno
si
ammazzava il toro,
derosi
abbatterono
selve,
Diluvio
della
260-312]. Giove,
della
indignato
famiglia
di
malvagit Licane
monti
furono coperti di acqua; la gente per tutta e, a ripristinare la schiatta del ge-
no,
la
decret di distruggere
schiatta
degli
uomini.
Pens prima di scagliare la sua folgore, ma pi, temendo elle ne andasse in fiam-
ne e
la
Deucalione'].
me
sino
tutta
il
la
terra
cielo,
come
e perera stato
Diomede
XIII,
guerra degli Epigoni a Tebe, egli prese parte alla guerra troiana con i suoi forti amici Stnelo ed Eula
rialo.
Dopo
Achille,
egH era
il
in battagha e in consiglio
pi valoroso
dell'esercito
Koto aveva il volto orrido, offuscato da oscura cangine, la folta barba densa
nembi, luppata da nebbie, il crine canuto, rigurgitante di
pioggia,
di
lno
Eeso.
Con
Ulisse,
la fronte
avvi-
seno e le penne
caduta Troia, entr nella rocca, per rapirvi il Palldio, che port ad Argo, o gli fu tolto da Demof oonte,
la
compresse
felicemente
ad Argo.
DIO
114
ros, da Afrodite: dal culto
di lui trasse origine
il diti-
Secondo una leggenda posteriore, invece, trovata infedele la moglie Egale, egU
Ma
ivi]
fu investita
dalle
ella
tra-
scin in Italia, nella Dunia [prov. di Foggia], e quivi aiut Duno contro i
sve-
maturo. Giove
in
lo f cucire
Dunia.
Su
lia
nevento, Arpi, Brindisi, e sarebbe morto o nella Baunia o in qualche isola dell'Adriatico o
alle
le di
Msa
ad Argo, ove
figlia di
era ritornato.
in Beozia, poi immaginata nella Tracia e in altre ree, nascosto in una caverna, fu alimentato con dolce nutrimento. Di qui il
Dione [Dione]
no
e
Ocea-
gioni]
suo
nome
considerava come
il
Gio-
Enpio
Stfilo
bevitore
[ il
di
ve di Dodona, in aspetto
femminile.
vino
te
],
],
Evnte
[
fiorendei
l'uomo
dono del
grappoli ]. Il suo culto si diffuse in tutta la Grecia ma, per la sua inclinazione alle molsensuali, trov resistenza in molti luoghi. Seguito dalla schiera d baccanti o mnadi, d stiri,
lezze
amico
delle
promuove
pagnato
di
silni,
il
che avevano
in
mano
tirso cnto di
pam-
115
pini e di edera, il dio gir per la Grecia, per molti altri paesi e giunse perfino
nell'India. Il culto di Dio-
DIO
gennaio], quando si assaggiava il vino nuovo in campagna: in questa festa v'e-
niso
ebbe sempre
in
il
carat-
tempi antichissimi, si portava innanzi un'urna di vino e alcuni tralci; veniva poi un capro, indi un uomo, che
ta;
nella festa,
rano sollazzi campagnoli e danze burlesche, con motti spiritosi, da cui deriv la poesia drammatica. Un divertimento particolare era
quello delle Asclie, in cui
i
portava un canestro di fcM. Pi tardi, prevalse l'ebbrezza sensuale: si andava intorno con un rumore assordante di flauti, di timpani e di piatti musicali, al euhe! grido di Eoi! in preda a un'ebbra insae,
[axc, == otre].
Le Lene
[la festa
dei
Gameline
beveva
il
vino nuovo
prendevano parte
cbe, sotto
canti,
le
donne
in citt.
Si teneva
chetto,
poi
mallne.
nidi,
Bassridi,
la
Bist-
formavano
di
compa-
leschi,
gnia
culto
babilmente
Tracia.
origine
il
nella
delle
Le Anthestrie,
al
dal-
ril
ciclo
KeU' Attica,
feste
Dionisiaclie consiste-
zo]:
fiore] e
durava
l'a-
Nel 10
si
si
festeggiava
il
le
mese
da cui
di
Poseidone [dicembre-
vino [uiGotyia
DIO
116
apertura delle botti:
tzI-
00?
botte, otyi
apro].
Anbe-
fore IxsQ
anfore]:
si
Dioniso
si
rappresenta in
veva a gara, e cM per primo aveva, vuotato il suo boccale di vino, ne aveva in
premio un
otre; in questo giorno la mogUe dell'arcon-
del-
te re offriva
un
sacrijB.cio
nel corpo di
capriolo.
Il
una
suo
pelle di
corteggio
fe-
era [si chiamava tMdsusI formato dalle mnadi o baccanti, dalle ninfe, dalle muse,
pampini
il
che
Dionisache citta-
sino,
delfino,
il
capro.
dine, dall'8 al 13 del mese Elafeboline [marzo -aprile], nelle quali veniva in citt
Al dio greco Dioniso corrisponde il" dio romano del vino Bachus o Liber, il
cui culto pass dai Greci dell'Italia meridionale ai
di Bacco a Eoma, le celebravano, feste Liberala, il 17 marsi
2
del
l'antica
statua
giorno, dio si
Eomani. In onore
zo,
con
rappresentazioni
neUa
citt e in
La
da
festa era
lazzi,
campagna. accompagnata
Grecia; pi col culto di
le Bacsfre-
portava di nuovo nel Leneo: durante questa processione si cantavano ditirambi, composti per questa
festa dai pi celebri poeti. Xei tre ultimi giorni si rappresentavano commedie e
da scherzi e da
canti
tardi,
come in a Eoma,
Bacco penetrarono
natezza, cbe furono poi proibite dal Senato, nel 186 av. Cristo.
117
Gli attributi di Dioniso
si
DIO
riferiscono
risticlie
Ny-
notte [vu^
lus,
perch alleva
daUe grida
Kisa;
BaGchus,
colui clie
strepita
tra
[pxxo?
stre-
XsXsu ; EJiuan, dal grido di giubilo suoi, che gli rivolgevano le Baccanti.
zione
Dmel'eb-
Discur
[AicTxoupot.]
di Giove [At?
figli
membri
del
figlio] erano Cjcoupo? store e Polluce, figh di Giove e di Leda, moglie di Tin-
di Giove,
rumore];
quindi
dridi
>>,
detti
e
ma
di
un
Castore
nel
di
dalle
fiamma
di
Giove
[ignis
vofzat
tus,
pugilato.
la
Fecero
una
per
spedizione nell'Attica,
liberare
sorella
Bis natus, Satus itrum, perch, abortito dalla madre, Giove se lo cuci in una
gamba, da cui usc poi in tempo maturo; Thyonus, perch, quando sua madre Semele fu dal dio condotta
all'Olimpo, vi god l'immortalit sotto il nome di Thydne, la pazza
infurio]; Lenaeus, perch Leno era il nome della piazza e del tempio, ove si celebravano le feste
[Buco
dall'Averno
muni
[figlie
fratello
di
DIB,
- 118
presentavano un gettatore di disco; opera stupenda del grande scultore greco Mirne.
Discordia [Discordia]
la dea
morire anche lui. avendogli Giove accordata la scelta di abitare sempre sull'Olimpo, o di starsene insieme col fra-
sorella
compagna
di
Marte
gue s'indugia,
multo.
Presso
Esiodo,
e
tello,
un
giorno nell'Olimpo
madre
e l'altro nell'Hdes,
sta.
PoUuce
della Fame, dello Stento, del Dolore, della Battagha. La discordia Eomana una
Secondo Omero, essi sono, anche sotterr, onorati da Giove, ma vivono e muoiono alternativamente, un
giorno l'uno
l'altro.
Dite
un giorno
Dirce
[Dirce, II, 239] una fonte presso Tebe. Era moglie di Lieo, re di Tebe.
Etimologicamente
signifi-
cherebbe
il
sotterraneo
perch la
raal
Avendo
oltraggiata e tenu-
luce
il
nolan-
Dittnna [Dictynna, II, 441] Artemide, venerata come dea della caccia: in suo onore sorgeva un tempio
sul
me da
lei.
il
monte Bictynneum,
nel-
Discbolo [Discoblos]
ciatore di
disco
disco,
pXXw
= getto].
si
[Sicxog
l'isola di Creta,
perch, da
Con
questo
nome
indica la pi
119
braccio di Minosse, donde fu salvata in una rete di
DE
della quercia, dal volo delle
pescatore. Da ci deriva
il
che
vuol dire
Ai
sacerdoti
Selli
furono
sacerdo-
reti [StxTuov
rete].
aggiunte anche
le
Docimasa
[Soxtfjiacyia]
ch,i
i
me
elle
subiva
voleva
cittadini
cM
aspirava a
qualche
tavano Zeus fu. Zeus , Zeus sar: oh grandissimo Zeus . In tempi antichi,
!
.
l'oracolo
di
Dodona fu
il
esamino].
Quando, nel
co
dei
cittadini
si
eleggibili
a Dodona.
Quest'ultima,
posatasi sopra
una
quercia,
qualche spedizione
re, ecc.
umana, che
ivi si
Il
fondasse
del
Dodna [Dodona,
nn
oracolo.
centro
querce sacre a
piedi delle quali la fonte, il cui
le frondi,
Quivi
Giove, ai zampillava
era
i
un bosco
del
,
sacro,
dio,
ove
detti
mormorio,
sacerdoti
Selli
i
quali
cammina-
vano con i piedi non lavati e dormivano su la nuda terra, traevano i responsi
dal
come
vaticinio,
sa
cerdotesse, dette
[TCsXstdcSs?
Pelidi
colombe].
sussurro
delle
frondi
In seguito
sono ricordate
Diomede.
Dride
DOR
120
l'albero spicci
quell'albero
moglie a Kero, dio marino: gli gener 50 figlie [le Neridi], e con lui ha dimora
nel mare Ego. Dorfori [Doryphori]
tatori
i
sangue:
la
era
ninfa
Loto
[v.
ivi]
trasformata
por-
di
lancia
lancia, qjspco
= port]
[Spu
erano
bambino fu portato
via
guardie mercenarie, mantenute dai tiranni, in Grecia, a difesa della loro signoria.
Col
nome
la
doriforo
s'in-
sacerdoti
dica
celebre
elle
statua
di
vano
loro
Policlto,
rappresenta
vano parte
pi
giovani
costa
illustri famiglie,
ma
nefiti occorrevano
no
di
= falce].
erano
[Sput;
teva
le
essere
affidata
alle
Driadi
[Drydes]
ninfe boscherecce
quercia].
[V. Ninfe].
Drope pSrype, IX, 329-393] figlia di urito, and sposa ad Andrmone, da cui ebbe
Amfisso. Un giorrec presso un lano, ghetto, per venerarvi le ninfe: presso il margine del lago, sorgeva un albero di
scritture. Coltivavano anche discipline filosofiche e scientifiche, erano i sacerdoti e i maestri del loro po-
un
figlio:
si
tutta
la
vita
tale
spirituale, essi
avevano
un
loto.
il
tutti.
bambino
na,
un anno appea
quello,
avvicinatasi
la Britannia
Mnella
na], e di
Gallia,
li
fu portata
121
Vivevano nell'interno di ftte selve, dove menavano una vita molto misera e venivano spesso consultati. Percli la loro dottrina misteriosa
EAO
le leggi del
non osservavano
paese, ed erano notevoli, cosi pubblici cbe privati. In Gallia, i Druidi avevano
non
fosse rivelata,
nulla,
non scrivevano
ma
risiedeva
il
loro
capo
il
col-
Le mogli
versi
oscurissimi,
clie
dei
Druidi
partecipavano
la loro teologia.
umane:
le
squarciavano nel
vano consultate con grande fiducia, ed esercitavano le predizioni con maggiore abilit e scaltrezza.
era
vietato
uomini e
tanto alle
mogU
delle
dei Druidi
guer-
l'esercizio del
culto e l'or-
ra e la pace, magistrati e
dinamento
religiose.
cerimonie
E
Ecide [Aeacides, XII, 96]
il
perci di Bgina.
Eaco
di-
venne signore
dell'isola,
Pelo,
il
quale era
figlio di
Eaco.
che
il
poich questa era devastata dalla peste, egli preg Giove che ripopolasse l'isola, e il dio trasform uno sciame di formiche r uomini che, dal nome greco
[[lupiirpizc,
nell'isola
di Saronico,
frmiche], fu.
rono detti
Mirmidon
In
EBE
compagnia
di Apollo
122
e di
il
le
sua giustizia, fu messo, come giudice, nell'Averno, insieme con Minsse e Eadamnte.
per
la
suo terribile dominio su anime: come tale, anche dea notturna deUe malie, evoca gli spiriti dalle sedi
Fign di Eaco [Ecidi] furono Pelo e Telamne nati da Endide, e Foco nato da Psammatia.
sotterranee, spaventa gli uomini con larve orribili, vaga di notte con le anime dei morti, accompagnata
le
i trivi,
su
il
sangue
tre
Ebe
la
dea
Fu
rappresentata con
giovinezza iorente]
figlia di
Giove e di Hra, ancella degli di, ai quali mesce il nettare, divenuta poi sposa
di Ercole,
alcuni
poeti,
una era
di
quando
gli
l'eroe fu
assunto fra
limpo. In
tificata
tas,
di dell'O-
Eoma,
la
era iden-
con
la
quale
Ecatmbe
un'immagine
rifiorire e
perenne
ringiovanire dello
Stato.
di Astria, venerata come dea dominante nel cielo, neUa terra e nel mare. Dagli rfici le
avveniva contemporaneamente: cio le 100 vittime erano sacrificate, nello stesso tempo, da 100 sacrificatori, in 100 altari, fatti di
zolle erbose.
venne
il
carate
al-
tere
di divinit
mistica
divinit
compresa fra
In seguito,
si-
gnific
un
sacrificio di 100
Eha
Cible, e
e,
con Artemide.
un
sacrificio so-
123
Digene Laerzio narra die Pitagora offri un'ecatombe, ia ringraziamento agli di, per aver trovata l'equivalenza fra
il
ECO
comunicava insieme
Seguiva
il
con
la proposta.
quadrato
dell'i-
poteva parlare ogni cittadino che non fosse colpito dall' atima , la perdita
cio dei diritti civiK.
sovranit [x-xaXo)
voco].
= con-
^ome segno
lit.
dell'inviolabi-
Ma
se deviava dall'arle
gomento o con
fendeva
parole of-
In Atene era formata dai cittadini, da 20 anni in poi, i quali venivano convocati
per
resi
le leggi o i
poteva
la
essere
costumi, allontanato
trattare
oggetti
vari,
multa di 50 dramme.
si
precedentemente presidenti, per mezzo di affissi. L'adunanza si teneva, anticamente, nel merdai
cato, poscia nella Pnice, pi tardi nel teatro, e vi si stava seduti. Kell'entrare,
noti
La votazione
alzata
Ix^ip
.
faceva per
do]; la decisione era deposta nell'arcbivio pubblico e spesso incisa in bronzo o in pietra. Chiusa la discussione, l'adunanza era sciolta dal presidente per
ciascuno riceveva
letta,
le,
una tavo-
mezzo deg
la discussione
araldi; se poi
[XxX7)cnacrTi.xv],
con-
non era
finita
sisteva
prima in un bolo,
si
pi tardi in tre.
L'adunanza
sacrifici e
apriva con
stabiliva
e gli affari
dell'ecclesia
competenza
cbe
erano i seguenti: partecipazione alla legislazione, elezione dei ndagistrati, decisioni contro , cittadini, fa-
ECO
124
leggi, le risoluzioni intorno aUa guerra, alla pace, ai
suprema
deci-
trattati.
La confederazione acba
blee popolari in gio:
te-
reli-
era
[t xxXTjctalo stipendio,
avevano compiuto
fossero
atimia.
era,
nella
met
serpente.
ma
erano
autorizzati
gistrati.
L'assemblea
te-
Abitava con Tifne nella Cilicia e, con lui, gener rtbros [il cane con 2 teste che custodiva gli armenti di
Gerine], Crbero, l'Idra
di
neva in piedi
dell'ecclesia di
[al contrario
Atene] r agor e trattava i seguenti oggetti: l'elezione dei senatori e di alcuni magistrati,
nel-
Lerna,
la
Chimra,
la Sfin-
Fu
la
decisione
della
tre dormiva,
npte
tt,
occhi
p'''
dubbi, la liberazione
Ilti,
l'approvazione
degli delle
tutto il corpo:
ttocv
= tutto,
opaco
vedo].
125
chnadi
[Ecliindes, Vili, 574-589] gruppo di cinque di isole, nel mare Ionio, alla foce dell'Arimpetto
re,
ECU
le
sasso, e di lei
erano cinque Naiadi, le quali, in una festa in cui immolarono 10 tori, non invitarono, fra gli altri,
fluviale
Acli,eloo
clie,
il
ma
cuba [Hecba
dio
sde-
gnato per questo, con l'impeto delle acque, invase le dimore delle IsTaiadi e le ricacci in mare, dove diventarono isole.
ichone [EcMon,
Hecbe, XIII, 488-575] fgUa di Dymnte o di Cisso, fu moglie di Priamo. Prima di dare aUa luce il figlio Pride, sogn di avere in seno una face cbe diffondeva in Troia le sue fiamme: sogno che fu poi interpretato co-
me
X, 686] uno
dei cinque superstiti degli uomini armati, generati dai denti del drago, che semin Cadmo. [V. ivi]. Fu marito
di e
preannunzio della rovina che Paride avrebbe causato alla sua citt. Caduta Troia, segu Ulisse
come scbiava; ma. Tenuta nel Cbersonso Trcico, seppe che sua figlia Polissena
era
Cadmo
nell'edifcar
stata
sacrificata,
per
Tebe.
Ico
timo suo figlio Polidoro, ucciso da PolymTstore, su la sponda del mare, dove era stata gettata. Mossa allora
dal desiderio di vendetta, uccise con le altre donne
troiane, prigioniere anch'esse, due figli di Polymnesto-
ti.
a ripetere le parole di
un
altro cbe parlasse. Innamoratasi di Narciso e avuta a sdegno da lui, fuggi, per vergogna e dolore, neUa selva vicina e si rin-
soli-
Quivi langu di
amo-
EDE
della
126
forma
di
un
cavallo
[equus cavallo], che constava di Tina trave trans versale, fornita di quattro
Ceae-
La
distinzione fra
diles
curules e plebi
du-
prima
di Costantino.
OIBtzouc,]
fi-
piedi.
Edipo [edipus,
di Giocsta [in
csta].
il
dera
glio di Lio, re
di
Tebe
Omero
Epi-
Appena
egli nacque,
Baccanti,
i
Funi,
padre Laio, perch un oracolo gli aveva predetto che sarebbe morto per mano del figlio, gli fece forare i piedi, donde il suo nome colui che ha i piedi gonfi
[oSo)
gonfi,
-Kouc,
insieme
coi
Con
le
Eogazioni Licinie
curules,
patrizi,
furono
aediles
istituiti
anche due
ai
dendo
Delfo
che
Le
polizia
dei
44 av. Cristo, furono da Cesare due aediles cereles, i quali erano incaricati della Cura annISTel
Per via, incontrato Laio, senza conoscerlo, per una contesa lo uccise. Andato poi a Tebe e sciolto l'indovinello deUa Sfinge [ved. Sfinge], ottenne da Creonte,
istituiti
la signo-
127
ria della cifct e la
EEZ
Gelosa della numerosa procognata Mobe, moglie di Amfione, risolse di uccidere il figlio primogenito di lei, che dormiva nel medesimo letto col suo fi.giuolo itilo. Avvert perci il figlio che, la notte sele della
mano
di
Da
impicc ed Bandito Edipo allora da Creonte, che assunse di nuovo il governo di Tebe, con la guida della figlia Antigone, giunse a
t,
Giocasta
si
si
accec.
comando
della
ma-
Colno,
nell'Attica,
perse-
Edone
si
uccise;
se-
condo altri, pianse tanto la morte del figlio, che gli di, mossi a compassione, la mutarono in usignolo, che continuamente piange il figlio
[Y)S(ov
Ma il fato
su
i
figli
= usignolo].
il
re di Cl-
quaU contesero Polinice, per la signoria e provocarono la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a
Tebe].
fu
o o
Edtuo
tus
Editurno
[aedi-
Eeta, Calcope sposa a Erisso, Medea fugg con Giasone. [Ved. Giasone, Medea, Gal-
due
figlie di
data
ciope].
monumenti
tava
be
istitu
barbaro costume
In Grecia,
il
ser-
vizio di
cri
le
donne.
di Amfne.
Eezine [Eeton] re
di
Tebe
EF
128
"
esse, suppellettili artistiche.
Quando Aclaille prese Tebe, io uccise con sette figli e gli innalz un tumulo di terra'.
Efbo [ephbus] dicevasi in Atene il giovinetto dell'et di 18 anni [sm t^^t) =
pubert], in cui era dicbiarato maggiorenne e civil-
Secondo un'altra
tradizio-
gi
pre-
un
gior-
mente libero. Prestava il giuramento di cittadino, nel bosco sacro di Agluros, era
allora riconosciuto atto alle
armi e otteneva
di adire
i
il
diritto
carono
i
nel] 'Etna,
ove aveva
tribunali, prender
di
e per gli altri palazzi di bronzo, lavor la meravigliosa armatura di Achille, lo scettro e l'gida di Gio-
ve,
la
rete
in
cui
prese
sog-
mide efsia, nella quale si commettevano ogni sorta di stravizi. Potevano intervenire uomini, scMave e donne non maritate.
Efesto ["H9aiaT0?
drico
Con Efesto fu
il
identificato
al
metalli
cTCTto
[lc^ti
quale
si
tributava un
nel
Vlcdnal:
accenil
culto
sacro
sione;
accendo
fuoco]. Secondo
zione, ci la
una
tradie per-
nacque zoppo,
un piano
madre
lo
precipit
del Senato. La sua festa, a Eoma, era celebrata con giochi pubblici, il 23 di
agosto, minio.
nel
Circo
Fla-
129
Efti ['E9STa!.] giudici di appello
[(piy][Li
e
il
EG
ricorro in
primo di
essi
dava
il
nome
in carica.
avevano
al
sua condotta,
altri
tre
vuto a legittima difesa; il Pritaneo, per delitti il cui autore era sconosciuto o
per
gravi
incidenti
acca-
da Sparta i forestieri quando lo credevano necessario, ed esercitavano l'uf&cio di giudici nei fatti cbe si riferivano alla sicurezza pubblica e nelle
liti
Pireo, in cui
si
prendeva
in
esame
private.
A't-
Ego
Y(;] figlio
[EpMaltes] uno
fratelli di
dei
due Aloidi,
[V.
Oto.
Aloidi].
Un
Efalte fu
sul trono
soprinten-
Quando Teseo
parti
pi tardi dall'assemblea
da Atene a Creta, per uccidere il Minotauro, promise al padre che, se fosse riuscito nell'impresa, avrebbe
issato
una bandiera bianca su l'albero della nave; ma, ucciso il Minotauro, dimentico della promessa, ne iss'
uiia nera,
ed Egeo
allora.
--
e leggende.
EGE
a
tal vista, credette
130
che
il
mini uno sciame di formiche. Perci essi furono detti Mirmidoni [yLpiirpisc, =
formiche].
da
to
lui
il
nome.
II, 10] det-
Egene [Aegaeon,
Egipani
nito
[al%
il
seguito di Pane:
si
rappre-
braccia:
rino.
come genero
di
naso
schiace
Egria
490, fonti o
[Egeria,
XV,
ninfa
480-
547-551]
deUe
ciato, con la
col
corpo
velloso
coda.
di
lui
Camna
italica va-
Egsto
Eoma.
Due
selve,
con
la
fonte
una capra,
[a'i^
donca-
de
il
suo
nome
-pra].
vicino
di
si
ad
Arcia,
nel
la
Uccise Tieste, per ordine di Atro, il quale riteneva che Egisto fosse suo figlio, e
dopo, uccise
sacrario
Diana.
ritir
Quivi
anche Atreo.
Domin
me
Egna
figlia
Troia, egn ne sedusse la moglie Olitennstra, insieme con lei uccise poi Agamennone, quando fu tor-
da
Quivi
ma
di
Agamendea
della
alla
none.
Eirne
pace
[Etp-^vT)] la
[dpy]vy]
pace],
131
quale, in Atene, furono
eretti altari,
ria
ELE
Sparta
e,
rapita da Pride,
[Pax} aveva un alitare, nel campo di Marte, sul quale si offriva, ogni anno, un sacrificio.
Durante
10
anni
deUa
guerra, visse a Troia, come moglie di Paride, ammirata dai Troiani per la sua straordinaria bellezza, ma aspir sempre alla sua patria e
al suo antico marito.
Era
il
Senato,
reprsse
4 luglio del 13
av. Cristo,
quando Augusto
ramo
di
.di
uUvo,
Morto Paride, spos Deifobo, altro figlio di Priamo e, nella presa di Troia, aiut i Greci e consegn Deifobo nelle mani di Menelao.
Mercurio, con le spighe, e recante in braccio il fanciullo Plutone, dio della riccbezza, perch, durante la pace, pro-
cadco
Quindi ritorn con Menee, dopo una navigazione di otto anni pieni di
lao
spera l'agricoltura e
nessere.
il
be-
Era una
anni in concordia col mae con lui ebbe poi comune la sepoltura in The-
rpne.
Elaieblie
feste
[rc
'Xa(pr]^6'kio:']
che
i
si
celebravano
leno [Helnus, XIII, 99] uno dei figli di Priamo e di cuba. Fu augure e vate
e,
ci
Xw
= cervo,
^X-
datosi
loro
volontaria-
ferisco].
Filottte. [V.
m].
Caduta Troia, egli se ne and con Keottolemo in Epiro ove, dopo la morte di
ELE
lui,
132
e prese in
se
e di
monumenti
sepolcrali
detta
Via Sacra
toc-
sioni,
in
ricorrenza
delle
feste di
Demetra.
Elettra
dente
[Electra] la risplen[TjXsxTcop
Eleusini Misteri
risplen-.
no e
delle Arpie.
H. Una
ivi],
In
origine,
Megride. questo
culto
feste
all'i-
Bardano.
III. Sorella
rina-
Cadmo,
il
scere
delle
sementi,
che
nel
an-
pensiero
religioso
madre
Glusi [Eleusis] citt posta a due miglia da Atene, verso occidente, celebre per il culto di Dmetra e per i misteri eleusini, che a tale culto erano annessi. [Vedi
Eleusini].
veniente forse
zia,
dalla
Beo-
In Eleusi era uno splendido tempio di Demetra, costruito per cura di Pericle,
tato
Le
feste
in
eleusinie
celebravano
autunno
cbe
nel quale
si
celebravano le
eleusnie.
grandi
citt
feste
La
era
unita ad Atene
to
133
[piccole
ELI
e
Meusinie]
il
clie rapritorno di
prendevano parte
nelle
nei campi.
Le grandi Blensinie cominciavano il 15 del mese Boedromine [sett.-ott.]: nei primi cinque giorni avevano
luogo sacrifizi, purificazioni, digiuni; nel 6 si faceva la
desimo anno: quelli che avevano la piena iniziazione si dicevano ep optai, ma non erano ammessi come se non aUe Grandi tali,
Eleusinie dell'anno seguente.
Il sacerdozio spettava,
per
in
mano
spighe,
stru-
cava
il
sacro
simbolo.
Il
menti agricoli e fiaccole. Si giungeva ad Eleusi, per una strada di due miglia, e quivi si eseguivano alcune rappresentazioni del mito
di Persefone; la festa fidva
Dadcbo
aveva l'onore
con una libazione di acqua PlemocM', clie si attingeva da vasi particolari, dei
l'Epibmio il curatore Questi sacerdoti avevano funzioni che si riferivano alla cura dei sa
dell'altare.
crifizi.
quaH uno
si
adoperava per
sorgere del
la libazione, al
sole, l'altro
si
fu abolito Teodosio.
dall'imperatore
II,
per quella che faceva al tramonto. Le piccole Eleusinie si celebravano nel mese di Antesterine [febbraio -marzo], nel sobborgo di grai, su le rive deU'Ilisso, con
Eladi
erano
[Helides,
figlie
340]
Quando
fulmine di Giove
Fe-
non
conosciamo
Gli iniziati
le particolarit.
nori
si
chiamavano mystai
divennero
ELI
134
[y)Xiaia]
larsi
Elia
era
il
supremo
erano
estratti
sorte
perato trent'anni [Xia adunanza]. Gli eliasti, simili ai nostri giurati, erano in numero di 6000, divisi in
del-
radunavano ora
in 200, ora in 300 e, fra pi sezioni, in 1000, e in 1500: cifra a cui si aggiun-
pendici
dol-
numero
dispari, ne-
e graziose, e fu ritenuto
cessario
alla votazione.
Ogni
stato
il
eliasta,
il
sede delle Muse. Elsa o Elissa Bidne, sorella di Pigmaline, e fondatrice di Cartagine. [Ved.
voto secondo
ceveva una tavoletta col suo nome e col numero della regione a cui appartene-
Bidone]. Elisti [TjXiaffTat] erano i 6000 membri, simili ai nostri giurati, cbe formavano
l'Elia,
il
supremo
[V.
tribu-
nale di Atene.
Mia].
Elistico [t
numero e
Clene in poi, che si dava a ciascuno degli elisti [ved. ivi], quando intervenivano
ai lavori dell 'Elia.
lios
[rKioc,]
il
dio
del
sole.
[V. Sole].
135
Elisio
ELL
colloca
[Elysium] era la
dei
beati,
[rikoatc;
di-
suUa
mora
morte
dopo
la
l'emisfero
terra, australe.
nel-
rkz\>aic
fe-
il
dio
giungo].
la
Vi
si
godeva
suprema
me
licit e,
secondo la dottrina
degli rfici, le
davano,
figlia di
Atamnte
soffio
di
to vi diffondeva
di
fiori
profumo
il
sidie di Ino,
la
che Atamnte
soavissimi,
sole
e gli astri
velati
da nube.
dal vello
per
gevano un'ombra dolcissima, la terra rinnovava tre volte all'anno le sue meravigliose produzioni di fiori e di frutta. Si gustava ogni
Ma,
nella
traversata,
EUe cadde
stretto,
.
e an-
neg
perci
Ino'].
nello
detto
Ellesponto
[Ved.
n da mali morali.
Le
il
corpo
rus
albus}.
Il
primo
cre-
per
la
sceva sul monte Ota, il secondo presso la citt di Anticyra neUa Pcide.
Quest'idtimo, forse con l'aggiunta di qualche altro preparato, si adoperava come farmaco contro la pazzia. EUno ["EXX7]v] figUo di Deucaline
e
Si
credeva
cbe
Campi
Elisi fossero
in mezzo al-
di
Pirra,
regn
ELL
in Tessaglia e fu stipite dei Greci
lui,
il
136
capo-
nord
figlio
clie,
da
di Pelsgo e
salo, e
padre di
Tsca-
presero
il
nome
di El-
fu convertito in
ini.
Ebbe i
tena di monti, perch aveva assunto il nome di un dio. Un altro Emone fu figlio di
Creonte, re di Tebe: ama-
questi presero
stirpi
il
nome
le
Greche
oK,
Ellesponto
im-
sonso Trcico dalla costa nord-ovest dell'Asia Minore [Trade e Frigia Minore]. Fu detto cos da Ue, figlia
di
l^efle,
Emnia
antico
[Haemonia,
I,
568]
figho
nome
della Tessaglia,
detta cosi da
mone,
la
quale,
la
fug-
verso
OlcMde,
dal
gione
Tsta]
si
disse Tessagha.
[s[jL7cupo[xav-
e col fratello
Empiromantia
montone
e
mare]
[V. Ino}.
Emancipazione
missio].
[V.
Manu-
fuoco, nazione].
[ji,avTia
divi-
mpusa
["E(i,7rouo-a]
spettro
si
spa-
ventavano
fanciulli: s'im-
reggiare
con
le
Muse
nel
maginava
e
si
e, vinte, furono da trasformate in plebe: quelle sono dette Emtidi , perch la Macedonia, di cui
canto
afferro].
Enclado
[Enceldus]
uno
era re
il
mente
tico
mine
Tifo, sotto
vulcano Etna.
il
mone
la
Endimine
bel
[Endymon]
[v8ijo[xai
dormiente
137
sn colto all'improvvis dal sonno], figlio di Atlio, re
dell'Elide,
ENE
di Giove,
Clice.
ebbe
fa-
per madre
vola
Caria,
Una
ce lo
presenta neUa
u.
ove
cacciatore e
Enea, n della sua fondaun nuovo regno in straniero: la leggenda paese posteriore, sorta non molti secoli dopo Omero. Della sua venuta in Italia, il
zione di
immerso in pergiaceva
primo a parlarne
coro.
Stesi-
Secondo Virgilio
[Eneide'],
Enea, mentre Troia era in fiamme, fugg, portando via i Penati e traendo seco la
moglie Crusa,
figlia di
Da Endimione
quero 50
fu
Priail
mo,
il
figlio
Ascnio e
Quando, pi
port su le spalle.
mide
navi
dalla
citt
di
Antndro,
te Ida.
ai piedi del
mon-
A principio
ri
del viaggio,
mo-
la
cipe
sul
egli
Priamo. Kato sul monte Ida, o presso il fiume Simonta, fu allevato in Bardano, da Alctoo, marito di sua sorella
AncMse, poi su
l'Africa,
le coste del-
Ippodama, o affidato
da Venere aUe ninfe, perch lo educassero. E"eUa guerra di Troia, fu uno dei
pi illustri eroi troiani,
e
dell'emigrazione di
Laurnto, questi, credendo cbe gi si avverasse un oracolo, secondo il quale la figlia si sarebbe' unita a nozze con gente forestiera
ENB
e avrebbe
un'illustre
138
dato origine a generazione di eroi, gli promise in isposa la figlia Lavinia, che era stata gi promessa a Turno,
re dei Etuli.
chi
contratto,
pro-
doveva il ma-
so
nide.
del padre.
Secondo Livio, Enea spos lei cMam Lavinum la nuova citt fonLavinia, e da
data, fuse insieme i Troiani e gli Aborgeni del Lazio,
e
li
livano
l'usufrutto.
Prima
sali,
chiam
tutti Latini.
si
Kella
battaglia,
presso
il
fiume Kumico, contro, gl'italici collegati, sarebbe sparito improvvisamente. Gli fu eretto un santuario e fu venerato col nome di lup-
ad Artemide,
pUer Indges.
Eneo
[Oenus, O'lvs?, 281] re di Calydne nell'EtHa, marito di Alta, padre di Melegro. Poich
egli
Vili,
da nio, la dea deUa guerra, che accompagna il dio nella battagha. nio ['Evuc] la dea della
derivato
guerra
che,
[il
insieme
con
dis-
non
offri
Artemide,
la
ad dea mand un
sacrifizi
Dimos
[lo
terrore],
PMbos
[la
spavento], Eris
crdia],
accompagna Ares
armato per
la battaglia.
Enipo
[Enipus, 'Evitzsq] dio fluviale della Tessaglia [il fiume Enipo afiEluente
139
Peno, in Tessaglia], di era innamorata Tyro, figlia di Salmono. Poseidel
l'Etlia
EN
vino ]. [ohoQ suo tempo, avvenne la
del cinghiale
cui
famosa caccia
prese
e,
la
forma
lei,
di
Enipeo
Plia
con
gener
Enoxno [Aenomaus]
e
i
Kelo.
espose
nna [Bnna]
trovava
tuario di
e
si
il
podama].
none [Aenne]
sima,
figlia
ninfa bellis-
del fiume
Ce-
principale san[Crere]
brno, in Frigia, fu
amata
Dmetra
cbe
da Apollo,
il
diceva
Plutone
munic
il
dono
m].
Ennaetride
vsoc
nove, toq anno] era, nella cronologia greca, un intervallo di otto anni [onde detto talvolta
il
[IvvasTTQpt;;:
sv-
guidava le greggi sul monte Ida, ebbe da lei il figlio Crito. Prima che egli partisse
anche octaeteride], finito qua.le, cominciava, col nono, un nuovo ciclo. Constava di 2922 giorni, distribuiti in 96 mesi comuni e 3 mesi intercalari, e si chiamava Anno Grande. Porse
il
Enone non
riusci
la
ferita
da una
freccia
cole.
nomico,
si
secondo
il
il
quale
computava
tempo in
si
Atene.
vino
[oIvoq
me-
no [Oenus] re
degli toli, in
ridionale,
corrispondente, presso a poco, alla Basilicata [Lucania], abitata anticamente dagn rcadi. In
ENO
seguito,
140
questo
dai
nome
Greci
fu
adoperato
per
vino,
Eliotropi
TpTcc
[olvo?
fanciulle
lontano occidente, in una ricca casa, circondata da un muro di bronzo e da alte rupi. Viveva quivi con la moglie e coi 12 figli [6 maschi e 6 donne]. Con lo scettro impugnato, dalla vetta
di
re
di
Belo, alle
un monte dirupato
una
figlio
coi
stringeva
all'obbedienza
venti, rincMusi in
ca-
in vino.
Agamennone tent
verna.
di rapirle,
mut
Dioniso le in colombe.
di
ma
ono
[Aeonus] era
di
un
agricol-
quattro
figli:
Giano,
Hym-
a Sparta, fu ucciso dai figli di Ippoconte, perch egli, minacciato dal cane di guardia della casa, gli aveva
scagliato
viticoltura
l'arte
di
accorso
preparare
mase
uc-
os
zia
cisero
a
i
Perci
impiccarono.
Eolo [Aelus,
262] fgHo maggiore di lleno e della ninfa Orside, fratello di Doro e di Suto, fu il fonI,
pafo [Epphus,
I,
748]
fi-
datore
della
stirpe
elia.
Un
il
re
dei
Mmf. Essendo
coetaneo
di
il
Fe-
van-
abitava nell'isola
eolia, nel
141
percli,
EPI
credendo
elle
gli
a.
tutto
bilito
= offro
sori
daUa legge
[sTrt-SiScojjiL
spontaneamente].
i
Epgoni [Epigoni]
[7ctYtyvo[j(,ai
succes-
di
Hnos.
Fetonte
ma-
dre
e,
nasco sono i figli dopo, discendo] dei sette principi che combatterono a Tebe, i quali rinnovarono la guerra 10 anni dopo, capitanati da
Adrasto,
il
solo
superstite
Epagoge
vano
[sTcaywY'^] invocasi
deUa
scongiura-
cuno
[sTryoi
invoco, indi
damante
Eurialo
sto].
duco].
Epo
['Etcsu?], fgUo
Pa-
Ucciso Laodamnte, il quaregnava a Tebe, la citt fu presa e la signoria tocc a Tersandro, figlio di Pole
linice.
Epilacnti
Grecia
i
[sTriXocxvTs?]
ma-
gistrati supplenti,
Epidurie [T
sta
ch,e
si
sTriSaupta] fe-
Atene,
nel
veravano in una magistratura, per destituzione o per morte [Tc-Xay^^dcvc traggo a sorte]. Epimteo [Epimethus] co-
Epidsei [od im^asii;] erano in Atene le contribuzioni volontarie che i cittadini e i meteci davano alla
cassa dello Stato, direttamente o nell'assumere una
liturgia, fuori
il
lui
cJie
riflette
[sTci-[xav0vco
dopo
di
il
fatto
rifletto
do-
turno sta-
era
EPI
142
colui che riflette
[7rp-fAav6v(
Pro mteo,
prima
fletto
blici,
come
mura,
la
costruzione
ri-
delle delle
strade,
ra
[v. ivi],
da cui ebbe
la
Eptfio
discorso che
un oratore
in-
= vittoria].
chiamati
nella
Quindi fu
Pi
rono
Epinicii
l'elogio
funebre per
caduti
l'altro
presso
Samo, e poi
per
Epine
del Peloponneso.
In
malattie
[y]Kix.o\j.cci
siffatti
seguito, si discorsi
guaEscusor-
ricordare uomini
Epscopi
veglianti
ride,
Demostene
scrissero di
= sor-
tali orazioni.
Epitalamio
il
[epithalamium]
canto nuziale [m
davano presso
per sorvegliarne
ti
gli
i
alleati,
so, 6Xa(jL0(;
= presnu-
camera
sentimen-
e controllarne le delibera-
zioni.
Epistti
i(yTa[xat.
sopra-
nuziale,
quando
gli
sposi,
intendenti
[tKiGxcx.'vo,
9-
dopo
le
presiedo] erano
ai lavori
ze, vi si ritiravano.
l'Imeno
veniva
cantato,
vrintendevano
pub-
anche da un cro di
143
ciulli
il
gistrati,
tresvri
essi
EEA
e di fanciulle, durante
corteo nuziale.
pona [Bpna]
romana,
clie
antica
dea
al-
presiedeva
Pi tardi
furono por-
tati a sette.
equus,
ed era
la
carrettieri
e dei
dea
bue].
alla
liba-
offerti,
in
istituite
pule
banchetti
i
Eo-
mani imbandivano
nelle fe-
romana
personifidella giu-
stizia: era
rappresentata su
questi per
non
si
davano
dei
per
le
consacrazioni
cornucopia,
il
corno dell'ab-
bondanza.
ra [Hera]
rella e
ban-
none romana.
Erclidi
i
[V. Giunone'].
Eimasero
sfarzo
famose
e
per
le
lo
ce-
straordinario
le
nae pontifeum
lae
epi-
salidres.
tichi l'incarico
e dirigere le
suoi
il
figli,
dei
epule fu
maggiore,
Euristo,
dato ai Pontefici,
ma
dal
perseguitati da
eeI
144
Aristodemo, ebbero
conia,
la La-
xylo
l'Elide.
sorella
di Hillos,
si
non
erano
del
fratello,
ed
compresi nelle
centurie,
classi e nelle
da lolo, inseparabile
amico di lui. Per la conquista del Peloponneso, elle da Euristo era passato ad Atro, Hillos
no di
cittadini
del-
l'infima
classe,
ma
potericclii,
combatt,
ma
fu ucciso.
appartenenti a popoli domati da poco e che non ispiravano ancora sufficiente fiducia, oppure cittadini di classi pi elevate che,
pi tardi, Aristmaco,
figlio
fatti
Axistomaco [Tmeno, Cresfnte, Aristodemo] ritentarono per la terza volta; ma Aristodemo rimase colpito da un fulmine, per aver
maltrattato
gli
dal
censore,
fra
Tuttavia
differi-
[capite
erano,
come
questi,
esenti
daUe
un
altri
due,
un
essere
soggetti,
ma
venivano
arbi-
trariamente imposti
loro, in
il
te-
si
de-
quale, naturalmente,
positavano
si
prendevano
le
somme
nealle
Temeno prese
allora Argo,
di
de ed
Euristne,
figli
tempio
145
Saturno,
strato
EB.C
i
Persidi.
Ma
ritata,
fece
si
li
subalterni, aerarU.
Durante l'impero, l'ammimstrazione dell'erario pass sotto la dipendenza dell'imperatore, sebbene il Senato, in apparenza, ne conservasse la sorveglianza
e,
privato
cui
dell'imperatore, la
amministrazione spet-
afferr per la
gola e
li
tava ai prefetti imperiali . rcole [Hercules, IX, 134273] fu generato a Tebe da Giove e da Alcmna, cbe era gi maritata ad Amftrine, Tirinto, quale "era figlio di Alceo e
strozz.
Amfltrione istru
nell'arte di guidare cbio, Castore nelle
Ercole
il
coc-
armi,
Antyloco nella
nella
re
di
il
Avendo
lira,
dell'Argolide,
di
cui
re
leone citerono.
Giove disse
degli
di,
nelcb,e
l'adunanza
cMe
li
rimand incatenati
e leggende.
ERO
servizio,
146
e
gli
con nove o dieci o mille teste, che viveva nella palude di Lerna, presso Argo. Poich in luogo di una
impose di
DeKo ordin ad
ne rinascevano due, Ercole bruci, con rami di alberi, le parti mozzate dei coUi, e su l'unica
testa recisa,
un
i
delirio, nel
figli
tre
masso
enorme.
IsTel
fiele
velenoso dell'Hidra intinse le sue frecce, s che le ferite che egli faceva erano insanabili.
il
Hra ["Hpa
none, xkoc, gloria] perch, per causa di Hera, ottenne grande gloria, mentre fino a quel giorno, si
= =
glorioso per
Hera, Giu-
ve, il
mntho, che
l'Arcadia
Cinghiale di Erydevastava
[l'Erymantho
una montagna
Mentre
tauri,
dell'Arcadia].
sarebbe chiamato
Alcide
ma
egli
si
rec
dopo dove
l'altro
fer,
con una
minci
avevano
scacciato
dal
monte Pho.
-
I.
Strozz
il
Leone Ne-
IV.
mo,
va di Ceryna o Menalla [dal monte Ceryna o Menalo], in Arcadia, dove essa viveva, sacra ad Artemide:
dell'Arglide.
la
fiera
Quando port
a Micene,
uccisa
aveva
le
corna di oro
in-
na,
il
drago
mostruoso,
una
freccia.
-, 147
V.
-
tile le
EBC
Uccise o
Uccelli
lago
dia:
Stymplialo, in Arca-
avevano
acque del fiume Pecbe ne trasportarono tutto il letame accumulato. Ma non avendogli il re dato, come aveva promesso, la decima parte
no e
dell'Alf o,
degli
armenti.
Ercole
gli
Hypplite, la regina, delle Amzzoni, per recarlo ad Admte, figlia di Euristo. Isella zuffa suscitata da
Giunne, Hyppolite Kel ritorno. Ercole uccise, presso Troia, un mostro
sta,
figlia
mori.
Creta, che Poseidone aveva fatto apparire tra i flutti a Minosse, e aveva reso
furioso, percb Minosse, invece di sacrificarlo al dio,
re
la
Laomednte.
Ma
aveva mandato nel suo armento. Ercole, dopo averlo presentato a Euristo,
lo
mantenne
dargli
promessa di avuti da Giove, in compenso di Ganimde, cb'era stato rapito dal dio, egli mosse contro
cavalli
lo lasci libero.
IX.
in
Prese le Cavalle di
re
dei
Diomede,
Tracia.
Bistoni,
Diomede dava
figli,
eccetto Podrce.
Hesione, toccata in premio a Telamne, cbe pel primo era salito su le mura, accett di andare sposa a liu, a condizione cbe fosse ri-
scattato
il
il
fratello Podarce,
si
quale perci
il
cldam
X. - Condusse via i Buoi di Geryne, fgUo di Orisroe e di Callroe, il quale aveva tre corpi dal ventre in su, e viveva nell'isola di Erystha, nell'Oceano dell'estremo
occidente,
Priamo,
afjLat.
riscattato [upi-
dove
Vn.
cor-
possedeva grandi armenti, custoditi dal pastore Eurytine e da rtbros, cane con due teste.
EEC
ove
148
Ercole, giunto presso Atlante,
Ercole pass lo stretto di piant le due famose colonne [colonne d'Ercole], in segno del suo passaggio.
Gibilterra,
sostenne
per
poco
il
Atlante non
tre
Poicli
il
dava
per questo ardire, gli prest la sua cappa, nella quale Ercole giunse all'isola. Uccise il custode, il cane e
poi anche Geryne. Preso l'armento, vaKc
i
il quale li regal che alla sua volta li consacr ad Athna. XII. - Cattur Crbero, il cane mostruoso dalle tre teste, che era a guardia deU'rebo. Ercole, disceso
Euristeo,
all'eroe,
nell'Averno, lo strinse
alla
furono dette
ius
Grie
e
Italia,
greco], presso la
[Grascese in
citt
di
Dopo, in un accesso
rore, dalle
di fu-
Eoma. Quando
Caco
Tirinto
il
terribile gigante
mura
cbe per
la
ladro dai
mugdopo
lo
delle
vacche
e,
una violenta
cise
lotta,
uc-
con
-
la clava.
In questo tempo
ten, presso
Prese tre dei Pomi d'oro delle Hespridi, cbe erano stati regalati da Ga a Hra, nelle nozze di questa, e si custodivano
SI.
cpi
[KpxcTZsq, Cercopes],
folletti giocosi
e scaltri,
poi
li
do, per purificarsi dell'uccisione di iphito. Ercole venne da ISTelo, questi, che
era amico
di
dre di Iphito,
149
purificarlo; allora uccise tutti i figli
EKE
Ercole
toli; ma quando volle condurla a Tracliine, citt della Tessaglia, nel passare
il
uccise,
Quando
la
fiamma,
si
lev
su la pira.
vendicarsi di Buryto, re di Oecliala in Tessaglia, pergli aveva negata in isposa la figlia Ile. Conquist Oechalia, uccise Eu-
ch
Hbe,
[t^^t)
nezza
= fiorente
l'eterna giovigio-
mand con
la
lui
ad Ercole
veste intrisa di sangue che Kesso, morendo, le aveva data, per vendicarsi di
rebo
la
oscurit
sotterranea
[pstpco
co-
doss la veste, ma fu preso da tali spasimi, che precipit Lica presso lo scoglio omonimo [scoglio di Lica,
nel mare di Euha], e poi, fattosi portare a Trachine, ordin al figlio Hillos di
il.
dio:
un luogo tenebroso
della
terra,
la
nell'interno
con un vestibolo s'immaginava neUa pi remota parte occidentale, dove non giungevano nepcui entrata
pure
superficie
EEE
ni baratri conducevaho al-
150
dine, ebbe otto figli: quattro maschi, Ccrope, Pn-
come
le
caverne di
fiu-
me
[v. Stige],
Mezine, Orno; e quattro donne: Prcri, Criisa, Etnia, Orizia. Poieli Eretteo aveva ucciso il fi.
daro,
glio
un ramo dell'Oceano
tri
di Poseidone,
Euml-
mare
getnte e
posteriore
Oocito. In et
sacrificata
che
il
di lui,
ma
le
relle preferirono
quattro morire
so-
tut-
te insieme.
za umana.
[Per l'etimologia,
v.
sotto il
nome
dell'inferno
stava Crbero,
cane ferocissimo dalle molte teste, rappresentato pi tardi con tre teste, con
acqua
salsa,
coda e cresta di serpente. IvTei tempi posteriori, fu messo come giudice dell'inferno Minosse che, per comando di Giove, doveva
decidere
i
done,
tese con
insieme
fu
ricostruito
con
grande splendore
di Pericle,
all'epoca
come
giudici,
Eadamnte
ed aco, che era il custode deUe chiavi dell'Hades. Erette [Erechtus, "Eps^QsQ,
ma non
VI, 677-680]
la
di Ate-
ne, dopo
morte
di
Pan-
151
Athna, di Poseidone [il vero Eretteo] e quello di Pndroso [una delle tre figlie di Cecrope].
EEI
ceva che questo fiume producesse l'ambra; pi tardi esso fu identificato col fiu-
me Po
era
d'Italia
[Fadus], e
Ergstolo
[ergastiilum]
la favola
della
produzione
Po,
trovavano i principali porti, ove l'ambra si portava per via di terra, ed era poi caricata ed esportata da navi fenicie.
si
lavoro
campi].
privata per gK
Erifle
ghe di Anfiaro.
Anfiarao
si
Quando
non andare
dizione di
dei ricchi
Eomani.
un
oracolo, sa-
ma
-egli,
mentre
la
nave Argo
rebbe perito. Enfile, allettata dalla promessa di una splendida collana, rivel dove il marito era nascosto.
Questi fu ucciso in guerra;
passava
Venea Li-
ma, prima
di morire, fece
giurare al figHo
Alcmene
Hbo, nella
e
Sicilia:
da Bute
giuramento.
figha
di
si
Ergone [Erigone]
Icrio, su la cui
tomba
monte
ric,
in
Sicilia.
Eridano [Bridnus,
impicc. ,[V. Icario]. Un'altra Erigone era nata dal connubio illecito di Egsto con Cntennstra. Innamoratasi di Oreste, ebbe da lui il figho Putilo.
come
ERI
rilo
[Herilus]
152
re
della di Predea Fe-
mano
fiaccole
serpenti.
benevoli
venerata
snl
monte
[s-
A Eoma
Erisf tone [Erysichton, Vili, 738-878] fighe di Triopa re di Tessaglia. fon avendo
alcun rispetto agli di, fece recidere un'immensa quercia, in un boschetto sacro a Crere. Ai colpi reiterati
"
le
tre
di
= non
viveva dentro
punisco, 9vo(;
= = uccisione];
della quercia e poich uno degh operai os trattenere la scure, inorridito per il mi-
sacra,
Megra, la nemica [{X"Ya.tp(o grandemente]. Sono le dee della maledizione e della vendetta punitrice, cbe insorgono con-
= biasimo
capo.
Cerere,
lui la
sdegnata,
mand a
Fame, che
tro
il
colpevole,
lo
perse-
Dopo avere
le
sciupate tutte sue sostanze, senza poter saziare la fame vorace, pens di vendere la figha.
essa,
Ma
alate,
fuggendo, ottenne da Kettuno di prendere l'aspetto di un pescatore e, inseguita, fu trasformata ora in uccello, ora in giumenta, ora in cerva, ora
153
in bue,
nella
ERM
sfuggendo cosi
ai
ceva
Erittnio
[Ericlitonius,
II,
Secondo Ovidio, egli nacque senza madre [II, 553] e fu allevato da Athna.
parte inferiore del in forma di serpente. corpo
la
Aveva
Atliena
ciullo
Cosi
cMamate
le
so-
scopri
fanciullo serpente.
per pregbiefa di Ermafrodito a Giove, ebbe la virt di effeminare ogni uomo che vi scendesse a fare il bagno.
Ermes [Hermes]
presso
dei
di
i
divinit
la quale Mercurio
Greci, con
il
fu identificato
Secondo
Eomani.
[V. Mercurio}.
figlia
Ermone [Hermine]
Aglauro}.
Erittnio,
di
dopo
la cacciata
dinanzi a Troia
il
e,
do-
po
lui.
post-omerica,
fanciulla,
Hermes
ancor prima della spedizione a Troia, era stata promessa a Oreste, il quale, avendo invano chiesto a
ERO
Keottolemo di
la rap.
154
cedergliela,
medicina. Avendo
la
egli
con
dalla
sua
arte,
salvato
Leandro].
figlia di
rse [Herse]
pe,
il
Ocro-
fosse
sconvolto
na-
[V. Aglauro].
tura, lo colp col fulmine. Allora Apollo, per vendicarsi di Giove, uccise
clopi,
i i Ci-
saco
[Aescus,
XI,
749-
che
gli
fabbricavano
del dio
fluviale
fulmini.
Esculpio
Granico; avendo
appresa
Pergamo, ad Epiduio
dell' Arglide],
[citt
donde
sotto
fu portato a
Eoma,
che dalla moglie cuba avrebbe avuto un figlio [P^ride], che sarebbe stato la rovina di Troia. Avendo
visto,
mo
forma
di serpente, e gli fu
innalzato
un tempio
nel-
l'isola Tiberina.
un
lo
poicb ella, per timore, lo fuggiva, la insegu per raggiungerla. Ma, punta dal
Ovidio narra che i Eomani condussero da Epidauio al Tevere, perch dall'oracolo di Delfo, che essi avevano consultato, avevano saputo che Esculpio avrebbe posto fine alla pestilenza che infestava Eoma. Quando la nave che conduceva il dio in forma di serpente, giunse a Eoma, il
si attorcigli all'albero della nave, come per sceghere il posto della sua di-
morso
il
di
un serpe
velenoso.
Esperia mor, ed Esaco, per dolore, sal su di una rupe e si lanci in mare: nel cadervi fu mutato in
uno smergo
rino].
[uccello
ma-
dio
Esculpio
[Aesculapius, II, 629] figlio di Apollo e della ninfa Coronide [v. Coronide], fu afidato dal padre al centauro CMrne, il qua-
del
le lo istru, oltre
cbe nelle
lpio stabil la
155
ripresa la fece cessare
valleria
ESE
forma
il
divina,
morbo [XY,
principio
622-744],
un
templi si nutrivano serpenti [simbolo delle forze vitali che sempre si rinsuoi
Cele-
Quanto
dati
di
al
numero
era
dei sol-
cui
composto
bene
ri-
del
l'esercito greco,
cordare
glia di
che,
nella
batta-
Epione e
te].
figli
Macane,
[
fanti oltre la
Poladirio, Igia
la
salu-
Panaca
[la lisana-
mali
].
Esercito
gli
Ateniesi,
pero
fanti
persiano
con a
sotto
governo
fanti
nella
di
Antpatro, 12.000
1500 cavalieri;
spe-
po e si alternavano, giorno per giorno, nel comando supremo. Ogni ateniese era obbligato alle armi, dai 18 ai
60 anni;
ma
Presso
Eomani,
l'unit
4200
ai
6000 fanti.
Atene forniva
inoltre
un
La
legione si divideva, in
ESE
generale, in 3 corpi
al
156
clie, fino
dati
soprannumerarii,
re-
no Per
I.
i
loro
H astati,
1200
[1* fila],
battaglia,
devano
fanti,
armi.
certo
quali prenOltre ai
alla
le-
manipuli di 120 uomini ciascuno, ogni manipulus si divideva in due centurae di 60 uomini ciascuna. U. - Prncpes [1200], che
apparteneva
gione
un
numero
di
cavalleria.
Durante
cavalleria
il
la repubblica,
la
formavano
gli
Jiastati.
-
la 2
fila
dopo
i
III.
Trarn
e
[800],
pi
vecclii
provetti
soldati
di 300 per ogni neUe guerre di Giulegione; lio Cesare, essa scomparve del tutto daUe legioni; ma
numero
delle
mavano
riserva
dietro
i
sotto
sino a 726
legione.
Il
stavano
file
piegati
princpes;
ma
quan-
do
le
due
nipoli,
triari
come
gli
Jiastati,
divisi
erano, in
di princpes, uno di triari, formava la coorte [eohorsl. Anticamente la legione comprendeva 10 coorti;
ina, vedutasi la necessit di rinforzare l'esercito, non
si
ma
in
particolari
bisogno,
Tiastati
numero
degli
ma
aggiunti
ai
dei
mati aUa
leggiera,
quali
ritiravano
al
loro
157
era salita], dai 400 ai 500
ESB
il
secondo
censo, ed erano
i
uomini
Sotto
ciascuna
[coJiortes
quingenarae'].
citta-
[capite
il cri-
gl'imperatori,
la
1^
un numero
guard
soltanto
Anche
cevano
gli alleati
{sooii] fa-
parte
dell'esercito
liberti e gli
scMavi,
li-
ai quali si
concedeva la
la
bert
tica
cittadinanza.
princpes,
soldati
mero doppio
di
cavalieri.
La
la
cavalleria
degli
aveva posto
Jiastati:
alle ali
dei
Eomani
sodi,
era
queldetta
dei
degli
si
equites
alarii.
Dopo,
ma
auxiliares],
ma
queste
ra Punica, e rimase a 10
il
numero
400 ai 500 uomini l'una], che erano state prima portate sino a 15.
per la prima volta, al tempo della 2 guerra Punica, durante la quale furono
assoldati
i
Quanto
dati che
al
numero
dei sol-
Celtiberi
dalla
istitu-
Spagna.
zione,
Ma
questa
come
Sino al
soldati
lati
tempo
erano
Zama, aveva 6200 uomini per ogni legione; al tempo di Aula battaglia di
gusto
pare contasse
6100
BSE
158
romano, oltre truppe ausiliari, sal a '30; sotto Adriano le legioni furono 28.
le
no
l'esercito
quali aveva 555 fanti e 66 cavalieri; ma la prima coorte teneva un numero doppio degli uni degli altri; al tempo di Traiano fu di 5280 uomini; sotto Adriano di 6200 uomini. Perci l'esercito romano, che al tempo di Augusto era formato di 25 legioni [150.000 uomini], con al-
Quando,
si
nell'et
posteriore,
70
in
cre-
ac-
modo
cos
stra-
contava
300.000
uomini
complessivamente.
capo
atto
armi
anche
era
ravano
separatamente in posti diversi, stavano i governatori delle province {legati}. Augusto aggiunse a
questi
eserciti,
dall'et di
17
il
a prestare 46, servizio militare; dopo la 2a guerra Punica, non eraai 50,
distribuiti
no congedati se non
all'et
per
le
province imperiali,
[co-
9 coorti di pretoriani
Jiortes
di 45 anni; pi tardi fu introdotta, e conservata in seguito, la norma di 20 anni di servizio militare. Trascorsi
vizio,
i
praetoriael,
di 1000
e del-
Boma
venti anni di
ser-
vano
Jiortes
urbanae}
che,
con
gli
mavano
riale
la
piae vindGes, e 7 chortes vigilum, destinate alla vigilanza di polizia e contro il pericolo degli incendi.
ma
venivano man-
rimanevano
nell'esercito,
Sotto
Traiano,
il
numero
delle legioni,
che formava-
Non
era prescritta
una
stra-
159
scrizione:
ESE
te, vigiliae, e
daUe sentinelle
la notte, cielo
tri 1,90 di altezza venivano posti nelle prime coorti o, come fece Nerone, raccolti,
Durante
armati stavano a
per bell'apparenza, in
legione. Gli arruolati
citati
una
eser-
venivano
come
ne, vigiliae, si
dividevano
ricevevano la paga,
ma
scuna
di
esse
faceva
la
si
Isacramentum]
montare e del
da
o
davano un
alla
sol
giuramento
con
presenza del comandante supremo e, pi tardi, in presenza dell'imperatore. Un soldato leggeva ad alta voce la formula del giura-
caccia
ne notturna
laboremus
o
victus e simili.
[tssera]
era
in-
Hercules
mento, e gli altri rispondevano idem in me. Ma pi anticamente si prestavano due giuramenti: uno, ap-
pena
lati,
l'altro
vano
al
entra-
armi
mo
Jiastati;
P,
[colui
triarii} col
nome
il
rarius
cbe riceveva
dal generale
dine].
Questi
altri,
cava agli
giorno, eoccunot-
ESI
160
di
sone [Aeson]
di Plia,
pena
morte o con
la fusti-
fgUo di Eret-
te o di Tyro, fratellastro
padre di Giasone.
769]
condannato un colpo di bastone, e i legionari camerati lo colpivano con verghe e con pietre, in modo clie spesso moriva sotto i colpi.
al
[V. Giasone}.
Pene meno severe erano: la pena delle vergbe [virgae], la pena dei colpi col
tralcio
di
vite
[vitisl,
la
Col nome Esperia, i Greci indicavano l'Italia, perch situata a occidente della Grecia [ampoc, occiden-
tale].
bottino, la
privazione
Espridi [Hesperdes]
cidentali
[airepo? dentale] fgMe della
[tre
le
oc-
armi per un certo tempo, la degradazione da cavaliere a fante, da fante a soldato armato alla leggiera,
il
occi-
Notte
fuori
del
possedevano un ridente
giardino con frutta di
con tutto
il
ba-
oro,
fatto
di
orzo,
in-
vece cbe di grano. Una pena ignominiosa era l'espulsione dall'esercito \ignomimosa missio], cbe spesso toccava a tutto un
corpo di truppe.
le
fi-
del re di Troia,
Lao-
pomi
e, avutili, li rec
a Micene. Il re Euristeo
li
regal
li
con-
161
per
li
no
il
ET
di latte e di nettare, e
donde erano
miele
stillava,
aureo e
focolare], e di Elia:
tificata
figlia
di
lei
Crnos
fu iden-
Et argentea
[pro-
con
la
Vesta romana.
[V. Vesta].
Trtaro da Giove
nol,
il
[v.
Cro-
Et
I.
quale lo sostitu nel governo del mondo, subentr l'et argentea. L'anno
Et delVoro
che
sorse
[aetas
fu diviso in stagioni e gli uomini, per ripararsi dalle intemperie, furono costretti a vivere in antri o sotto tettoie, formate da rami in-
zione
li
naturale
dell'animo
solchi tracciati
si
dall'aratro,
loro. I^ odio
n ambizione
sparsero le sementi.
-
spingeva a muovere guerra ai vicini e, scevri da ogni avidit, non cercavano terre diverse
III.
Et del
aena].
bronzo
[proles
In questa
ma non
in
si
una pace
perfetta.
citt,
Kon
ne
costruivano
case: le genti
vivevano
mondo
mavera continua. Il mare non era solcato da navi, e la terra, non squarciata
dall'aratro,
e di pudicizia, e sottentra-
produceva
co-
mare fu
la
divisa e limitata
da
confini,
venne
distri-
e leggende.
ET
162
Aspasia, Tide, Mirrina, Lide, Lena, Teodta e, sopra tutte, Prine e Tespe, la quale ultima servi a Prassitele come modello
per le statue di Afrodite,
trasse
Etna
cano su
della
mani empie
paterno.
Giove, nella guerra mossagli dai Giganrovesci l'Etna sopra ti, Tio o sopra Enclado, il
quale, sbuffando, d origine all'eruzione vulcanica.
rono veleni, e la terra fu di stragi. cosi inondata Etocle [Etecles] era figlio
di
Edipo e di Giocsta, e
di
si
dice precipitasse
fratello
Polinice,
Anti-
filosofo
Empedocle,
del
gone, Ismene.
tesa
col
il
Venne a conPolinice,
fratello
possesso del trono di Tebe, e provoc la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a Tebe].
per
Etlo [Aetolus,
AtTcoXf;]
fi-
da cui
stato
Etre
erano
in
[sTaipai
amicae]
era
fu
le cortigiane grecbe,
culto
di
scacciato dai
di Etlia.
tra.
le
I.
Piglia dell'Oceano,
le adi,
cerc in loro
una
difesa alla
aveva partorito
figlie
-
12
un
figlio:
Sante.
Un'altra Etra, fgha II. dei re Pitto di Trezne, mentre, per invito di Athna, faceva in Sferia sacrifici
ricompense.
funebri,
si
congiunse
Si ricordano
con Poseidone,
al quale g-
163
nero Teseo. Fu fondato un tempio in onore di Atliena,
in
ETJM
Eiiforine [Euphorion]
di
figlio
Achille
di
Elena fu
Trezene,
le
vergini
trezenie, loro
prima
consacravano
cinto.
Ettore [Hector, XI, 769] figlio primogenito di Priamo e di cuba, marito di Andromaca, da cui ebbe un
figlio,
a suo paove aveva templi ed era venerato come eroe. Era chiamato cosi, perch suo padre procurava felice
bio], consacrata
dre,
viaggio
ai
per
nome
Astiantte
il
= porto 9opst
naviganti
[s-
felicemente].
figlia
Scamndro.
j il
Eulmene [Eulimne]
pi gene-
pi forte e
ad Antro, principe
cretese,
te ferito,
si
Telammo, conquista
lo dei Greci,
val-
segui-
ma
alfine
uc-
da AcMlle e trascinato
quale gli aveva predetto che era necessaria l'immolazione di una vergine per vincere i
nemici, decise di sacrificare
la
le
Priamo
il
fra
Eufrbo
celebre
cantore trace
ma
fu poi ucciso
canbene, fxoXTr-^ to], guerriero e sacerdote, di Poseidone e di figlio Chione: aveva stabilito la
da Menelao.
EXTP
164
in
attribu la
celebrazione
dei
misteri
di
Dmetra
di Dioniso.
con EttorB
bottino,
bene,
ncx-rpiq
pa-
tria].
cbe
la
se
di,
di
fa-
in
Italia,
i
un sacrifcio barbaro
Andato in roe,
E-
dacissima,
campo
nel
so-
pi bel giovine e la pi
fanciulla
il
bella
del
paese,
dell'o-
Mso
egli segu
comando
daUa
ma, come
si
racolo, e guar
pazzia.
culto
altro
di Dioniso.
X7),
X, 31] sposa
Orfeo].
di Orfeo.
Un
[V.
da Ercole:
IV,
figlia
questi
con
la
Eurnome [Eurynme,
210]
figlia
di lui,
Calcope, ge-
di
Oceano e di
ner Tssalo.
terzo Euripilo, figlio di Tlefo e di Astocbe, soreUa di Priamo, fu re della
Misia. Allettata da
di
Un
[V. Leuctoe}.
una
vite
oro,
lavoro
di
Efesto,
165
ch,e
Giove, innamoratosi di
EVA
lei,
Priamo
il
le
don,
ella
mand
figlio
a combatdi Troia.
tere, sotto, le
mura
mut
si
in
toro
bellissimo, e
die a pas-
Euristo [Eurysth,us, EpucdzQ, IX, 203] fgUo di Stndo, re di Micene, il quale, per volere di Giunne, nacque pocM giorni prima di Ercole. Dovendo
egli,
dominare su tutti i Persidi, ebbe alla sua dipendenza ancbe Ercole, al quale,
da
lei
ebbe
Minosse, e Sarpedonte.
Eadamante
il
Eurta [Eurotas]
[oggi
Iril.
fi^ume
diceva cbe,
i
urito [Eurytus, XII, 224] il centauro che, invitato con gli altri alle nozze di Piritoo con Ippodamia, cerc rapire la
sposa,
i
braccialetti e gli altri suoi ornamenti muliebri, e avesse preso la lancia e lo scudo,
geneLpiti.
rando cos
fra
i
la terribile lotta
per presentarsi a
Lingo,
Centauri e
con
la severit di
una ma-
[V. Firitoo].
Eurizine
moso
alle
nozze di Piritoo con Ippodamia, preso da passione per la giovine sposa, nell'ebrezza del vino, si mostr insolente e provoc
la terribile lotta fra i
trona spartana. Gli Spartani vi immergevano i bambini, per temprarli alle faticbe. Presso
l'Eurota, Giove, sotto l'aspetto di cigno, sedusse
Ocut
843-
turi e
Europa
875]
[Europa,
II,
re
fenicio
Telefssa.
Diana cacciaed Elena fu rapita. va, Evdne [Evadne] figlia di fu moglie di Capano, e If,
esercitazioni.
EVA
166
Enea
be poi un
Un'altra Evadne,
figlia
di
Evnto [Eventus]
raccolti:
dio che
dei
Poseidone e di Pitne, gener con Apollo il figlio Giamo, il quale divenne celebre
concedeva la prosperit
pi
il
tardi
quello
e
che dava
buon evento
Pare
vaticinatore
e fu
il
la felice riuscita.
che,
La madre lo dette aUa luce, in un fitto bosco, presso l'AIfo, in Arcadia, e lo depose fra le viole, donde deriv
il
suo
nome
[l'ov
viola].
feriore
a Eoma.
Fu allevato daBpyto,re
gli
de-
Si rappresentava
come un un carro
dragoni,
rec in Olim-
ove traeva i vaticinii dal canto degli uccelli e dalle peUi brucianti delle vittime.
pia,
coppa
scio di
e,
di
Mercurio
della vaticinatrice
ta. Sessant'anni
Carmndella
Campidoglio, v'era una statua del dio Evento, accanto a queUa della Bona Fortuna
e,
prima
nel
Campo
suoi]
Marzio,
l'escla-
distruzione
dusse una
di
con-
lui dedicato.
sorse
Eoma,
dall'avo suo
Panante, fu chiamata Pallantum o Palatum. Tel Lazio, ancora rozzo, introdusse la scrittura, la musica,
ricordasse
queUo con cui Giove incoraggi il figlio Bacco, nella guerra contro
Giganti: su, uls!
altre
di.
arti
il
culto
di
bene,
degli
Fu
alleato
figlio
mio!
167
FAL
F
Falange [phalanx] corpo di fanteria macedone, formata da macedoni liberi ma non nobili: una massa compatta, dello spessore di 16 uomini, della larghezza di
to,
guid,
verso
il
secolo
Secondo Antioco
cusa,
i
di
Sirafigli
Parthenii erano
50 uomini, composta di
un
numero
di soldati
cbe vaprecisi,
degli Ilti che non presero parte alla l^^ guerra messenica. Secondo altri, erano
figli
Aveva movimenti
delle
fanciulle
dei
ma
era alquanto
lunghezza
da
quali
cittadini,
metri
4^
le le
vano
file,
giurato
di
Sparta, se
ciascuna
delle
quali
aveva
ordinarono di congiungersi
le vergini [Tcap0vo<;
mini delle
file
anteriori.
La falange
si
divideva in
vergine].
Presa Messene,
Parthenii,
ogni sintagma 4 tetrarchie, TSTpap^iai. Questa era la divisione della falange macedone, che fu perfezionata da Filippo,
auvTY[i.(XTa,
in
ma scoperta la fu loro permesso congiura, di uscire dalla patria, per condurre fuori una colonia.
bellarono;
figlio,
Alessandro Magno,
Falnto
nella
FAL
al
168
Falrid'e
di
popolo lapgio guid i Parthenii e fond la colofiume Taras [v. Tarasi, dove, durante un naufragio, fu salvato e portato addosso da
nia di Tras, presso
il
[Phalris]
tiranno
Agrigento, famoso per le sue crudelt. Fece costruire un toro di bronzo, nei cui fiancM arroventati straziava i mal capitati. Un
un
delfino.
mo
quivi,
elle le
morendo,
or-
din
sero
portate a
Taranto e
percb l'oracolo aveva predetto cbe gli Spartani avrebbero conservato il possesso deUa terra su cui fossero sparse le sue ceneri.
za,
Falaride e lo fecero morire della stessa morte. Cicerone, nel 1 libro del
De
divinatione, narra che, secondo quello cbe aveva scritto Ercnde, discepolo
Perci
madre
presagi
di
avuto un
la
sogno,
cbe
le
il
ter-
mare
Falrno
il
rilucente].
Falrica
[falarica]
proiettile,
grosso avviluppato di
[Falernum vinum] cbe si produceva nVager Falernus presso il monte Masscus nella Camvino
ciali
veniva
sca-
169
geva il suo massimo pregio al 150 anno. Si soleva mescolare con acqua, miele e
vino di Cliio.
FA
[Fama,
si
Fama
cbe
XII,
39-63]
personificazione della
diffonde;
fama
di
immaginata
spesso Giove.
come messaggera
Ovidio,
essa
Atene, congiunto alla per mezzo del muro meridionale, lungo 35 stadi
Secondo
di-
citt
mora
il
in
una rocca,
collo-
dii,
mentre
il
muro
setten-
cata fra la terra, il cielo e mare. Il suo albergo ba innumerevoli porte e fori,
e risuona d'infiniti bisbigli.
il
Pi-
Fame
sa,
come
lurida,
con
le
guance e
la faccia
i
occbi infossati,
dai
paUida e smunta,
Flliche
di
spuntavano
fuori, la pelle
nude campagne
zia,
della
Sci-
ove
si
no
[(paXXf;]
come simbolo
del-
la natura. Floe [Phale] ninfa,, figlia del fiume Liri, era stata promessa a cbi l'avesse li-
Discordia].
berata da
II
j
un mostro alato. mostro fu ucciso da Elate,. il quale, per, mori prima delle nozze. Faloe ne fu cos addolorata, cbe
vers continuo pianto, e gli
Fane [Pbaon]
rinaio
di
bellissimo
ma-
MitUne di Letraghettato,
sbo.
nella
Avendo
sua
mutarono
compassione, la in una fonte, che scorreva tra i cipressi e si versava nelle acque
di,
per
Vnere, senza compenso, la dea gli aveva regalato un vaso di alabastro, pieno di unguento: untosi con questo unguento, egli era divenuto un
barca.
del Liri.
FAB,
di tutte le donne.
170
supremo, che
presero
i
Secondo
re romani
dall'Etruria:
dopo
Ini;
ma, non
precipit
quali,
il
ciascuno
ritto,
Lucade [promontorio
l'
consoli che, nel loro alternarsi, si trovava ad esercitare per un mese la carica.
Fartra [pbartr, cpapsTpa] una specie di astuccio, fatto di cuoio o di vimini in-
po
l'istituzione
stabil
della
re-
le
che, in Eoma, si togliesse dai fasci la scure, e questi si abbassassero alla presenza del
pubblica,
maiestas.
fasci
lau-
reati
vano
ultimi
fasci
fregi
tempi portarono
adorni
me
laureati, d'oro.
di
[xaxov
medicina] erano
note
agli antichi. In Pompei se ne son trovate due, una delle quali ha per in-
segna
lpio.
il
serpente di Escu-
Fscino [fascnum] era, presso i Eomani, tanto l'ammaliamento che veniva da parte di demoni ostili o di uomini malvagi e invidiosi,
quanto l'amuleto e il rimedio che si adoperava per guardarsi da esso.
Cosi in Grecia
Fasci [Fasces]. Fasci di verghe di lono o di betulla legate con una [virgae], coreggia rossa, di mezzo
alle quali usciva
[scuris].
come
in So-
ma,
dei
di
si
credeva all'esistenza
del
una scure
demoni
far
Era
il
171
Specialmente quando qualcuno si lasciava sfuggire
qualche parola di vanaSi riteneva inoltre p'ioria.
che anche uomini perversi e ostili potessero recar male
FT
alcuni avvenimenti storici.
In
origine,
questo
calen-
[V.
Fato [Fatum
forza
Criorno],
soprannaturale,
Motpa] la che
incanti,
si
adoperavano
impera irresistibilmente sugli uomini e suUe cose. iN' presso i Greci, n presso i Eomani ben determinata
la
consistevano
cie
in
figure oscene, in
una
Talvolta
rato
Zeus
il
conside-
come
il
viene
forza
Bambini
e adul-
del fato
appare
di-
versa
alla
perfino
contraria
che
al
avevano
lo
l'onore
culto
del
trionfo,
legavano
Il
sotto
del
cocchio.
Anche
allo spu-
volont del dio, sicch Zeus e gU altri di, ora appaiono agenti e strumenti del fato, ora gli lottano contro, ora sono pareggiati, ora sottomessi a lui.
Il
tare,
si
come a
una
divinit
tene-
di sonto si
accompagna-
brosa: esso fu
va,
di
>>
senza
Fasti
male
ovvero
.
absit
invidia verbo
di,
[Fasti] erano i calendari romani, con l'indicazione delle feste che cadevano in ciascun giorno, despettacoli,
come una
sorte fercrudele.
immutabile,
In Omero, ordinariamente
apparisce una sola Moira, sebbene si trovino ricor-
gli
dei sacrifizi,
date le Motpai,
dette
le
PAU
172
capri e con libazioni di vino. Presso i suoi oracoli
della
me
Yita
[xwOco
che
va,
si
i
trovavano nella
devoti giacevano
di
sel-
Ma
in
una peUe
una
comunicazione
cinio.
del
vati-
Come
ge, lo
Funo. [V. Fauno]. In suo onore si sacrificavano capri, con libazioni di vino e di miele, e si tenevano allegri
chiamava Luperche
Gus
[colui
allontana
bancbetti.
Il
bestiai
me vagava
libero per
bo-
15 febbraio, la festa dei Lupercala. Si sacrificavano capri, e i sacerdoti, detti Luprci, coperti solo da
prati e per
i
crocicchi.
un grembiule,
tagliate delle
pelle
della
Funi [Fauni,
I,
193]
favo-
coregge
dalla
vittima, portandole in mano, dal luogo del sacrifcio [Lupercal]. sul Palatino,
che presiedevano
alla
cam-
pagna
lanti.
e ai boschi,
le greggi
e pro-
teggevano
pascosi
Quando
le idee gre-
che
si
diffusero in Italia,
percorrevano la citt- Le donne maritate si facevano loro incontro e si lasciavano sferzare con tali coregge, per purificazione ed
espiazione.
[puri-
Funo [Faunus]
tettrice
divinit pro[favo
fi-*
fu
detto
Febbraio
celebra-
dei
= favoiisco,
campi
proteggo],
di espia-
da cui ebbe Latino. In suo onore si celebravano le feste Faunala all'aperto, il 5 dicembre, con sacrifizi di
pase-
rac-
Eomolo
Eemo
bana-
173
Tevere, e
li
FB
allev insieme
con
la
moglie Acca
La-
rnzia.
Zefiro:
dolce
avendo naufrafu gettato nudo, daUe gato, onde, su quest'isola. Quivi egli trov Kauscaa [dalle hianhe bisaccia], la bella fanciulla, figlia del re Alvigazione,
cinoo, la quale s'era recata
al
e tiepido, 6
fiume,
ancelle,
tele,
Accompagnato da
se
si
deUa vita
vegetale [favo= favorisco]. Feci [Piiaeces] popolo che abitava l'isola di Selleria, a nord di taca, identificata, per opinione concor-
de degli antichi, con Corcyra [oggi Corf]. Erano amati dagli di e forniti di
ogni bene neUa vita: svelti
ti
agili
avevano navigli due buoni porti, secondo Omero, ed erano esercitati neUa mue
veloci,
"snelli,
loro donne, valenti nel filare e nel tessere, eseguivano vesti e drappi preziosissimi.
Dotati di amadei
Era-
erano
amanti
piaceri
pi di ogni altro
essi
il
convegni.
I,
[(pot^of;
Fbe [Phoebe,
giante
11] la rag-
raggian-
saggio Alci]!^austlioo,
di
tempo
le
in
cui
dopo
lunga
traversie
Ulisse, di una
mide Febo
poiana]
sorella
di
avventurosa
na-
FEB
Questa non va confusa con Febe, una delle Titne, nata da Urano e da Ga.
174
re
di
412] nell'Arcadia.
figlio di
Quando Alcmene,
Febo [Phoebus,
minoso
dente:
I,
338]
il lu-
Amfiaro, avendo ucciso la madre ErifUe, fu perseguitato daUe Erinni e, divenuto pazzo, si rifugi presso Fegeo, questi lo accolse e gli diede in moglie la figlia Alfesiba o Arsinoe.
Eomani
ce-
lebravano per 12 giorni, nella seconda met del mese cbe, da esse, si disse Fehruarus, in espiazione delle anime dei defunti. Il loro
Femio
nome
= purificazione,
mese
Il
perdon, percb
tenza dei Proci.
timo dell'anno, fino al tempo dei Decmviri [450 av. Cristo]: da quell'epoca in poi divenne il secondo.
Fecili [Fetiales, Feciales] collegio di 20 membri, istituito da IN'uma o da Anco
Marzio, ai quali era affidato l'incarico di intimare la guerra e di concludere i
trattati di
332presle sue
omonima:
Fenice
[Pboenix,
XV,
392-
di
mirra
religiosi.
Erano
elet-
del
succo
dll'ammo.
inviolabili, e
venivano
fra
membri
delle pi
nobili famiglie.
Quando aveva compiuti 500 anni di vita, costruiva da se stessa un nido su la cinaa
di
Fedra
una quercia o
di una
strati
palma, e distendeva
glie di Teseo,
matrigna di
Ippolito.
[V. Ippolito].
175
si
FET
le alte
poneva a
giacere,
come
dalle
su
un
doman-
ciata.
Nasceva
poi
nice che,
appena diveniva
ove
lo
consacrava a
dei
morti.
[V.
Paren-
talia'].
tirato
dai
rata sul
i
allora
del
prega
il figlio
giuramento, e a desistere da
Latini
aveva un
tale proposito;
ma
il
gio-
un
riceveva,
come
delle
offerte,
le
primizie
frutta.
I,
Fornide [Phoronis,
668]
Forono,
signore
del
Pe-
pacit
del
guidatore, cor-
culto di Hra,
rono all'impazzata, minacciando di travolgere il gran carro. Impallidisce per lo spavento Fetonte e, quando nella corsa vede farglisi incontro la costellazione dello Scorpione, con la bocca grondante bava veleno-
civilt,
fuoco.
Fetnte [Phaton]
dente [9as0o)
risplenri-
9aiv6),
di Hlios
da tale sbigotche abbandona le timento, briglie. I cavalli portano allora il carro a sbalzi vertiginosi, secondo che sono
sa, preso
sua
paternit,
della
per
consiglio
madre, va
FL
del cielo,
176
avvampando ogni
Argadi. Ogni file g divideva in tre fratrie
ri,
[9pocTpiat.],
ogni fratria
in
in
S'incendiano
disseccano
i
monti,
si
dieci
schiatte
[ysvtj], ogni
fiumi,
tutta
schiatta
plesso,
aveva,
com-
la terra in
fiamme.
in
sa-
pri-
non
suo ful-
alla
dalreli-
temerario
comunanza
dei riti
giosi.
Clistene
divise
invece
il
Fetonte, estinto, coi capelli infiammati di fuoco divino, precipit come stella nel fiume Eridano [il Po].
'
Le
Le sue
pandosi i crini, piangono, invocando invano l'amato fratello. Per quattro mesi,
esse proruppero in lagrime continue: indi la maggiore,
vano
la
l'incarico
di
serbare
del
Eetsa, per prima, poi pzia e le altre, sentirono a poco a poco, irrigidirsi le gambe, e si trasforma-
Lam-
la
tre
filai
Dymani, Pmpiyli. Ogni file era divisa in dieci obi [pat], corrispondenti aUe fratrie ateniesi.
all'amministrazione dello
Stato
[(puX-^
YIII,
della
scMatta],
177
Una
curio,
FIL
ninfa
volta,
Giove e Mersconosciuti
gli abi-
dalla
FiUra
da
errando
di
Crno.
per
uno
quei villaggi,
scacciati
da tutti
del re
tanti del luogo, erano stati ospitati dai due veccM. Gli
di si rivelarono poi e, accompagnati i vecclii su di
catosi
Secondo Ovidio, Tereo, reda Pandone per condurre Filomela a sua moProcne, che desiderava
si
cosa
volessero,
glie
vederla,
innamor
di lei
nuovo tempio e di morire poi nel medesimo tempo, perch uno non soffrisse il dolore della
custodi del
perdita dell'altro. Cosi vissero insieme a guardia del
e, condottala in una campagna remota, invece che nella reggia, dopo averla
tempio
furon.o
AUa
moglie Procne
egli dis-
morta
alberi, presso
desimo.
Flira
[PMyra]
la
dell'Oceano,
dio
Crno
ebbe
figlio
la
condusse nella
reggia,
ciso
ed entrambe, uc-
Chirne,
affidato
figlio
della
ninfa
cossero
le
membra
le
Giasone fanciullo.
Filiro
1-
il
.
Dopo che
questo ebbe
man-
FIL
giato
il
178
un
serpente, fu abbandonala
con una
Lenmo.
traversata I sol-
scure;
ma
sul
rono
pupa. Secondo l'antica leggenda, invece, Procne sarebbe stata mutata in usignuolo e Filomela in rondine.
dati che egli conduceva furono guidati da Medne figlio di OUo. EgU. avrebbe ereditato da Ercole l'arco con le frecce, in compenso del fuoco appiccato al rogo di lui, e sarebbe stato abbandonato a Lmno, per
consiglio
di
Ulisse
per
comando
un
di
FUide
fidanzata a Demofonte
ivi],
quando
questi, tornan-,
non
si
poteva
pren-
Atene, sua patria, per ordinare le sue cose; ma essendo rimasto col oltre il tempo stabilito, FiUide si impicc e fu mutata in albero di mandorlo, suUa catena dei monti Eb.odpe nella Tracia, ove ancora crucciata dall'ansia del suo
avrebbero ricondotto
al-
Fineo [Phinus, V,
tello
8] I. Fra-
Ofeo, combatt contro Perseo [v. ivi], quando a costui fu data in isposa
di
figlia di Cefeo,
Andromeda,
Demofonte,
ta invano.
lui
pro-
Perseo,
capo
[VII,
della
3].
Medusa.
altro
Demonssa, conduceva
alla
IL
un
179
lo
FL
Giove,
figli
poscia
uccisi
Flra.
della
Flegetnte
[Phlegthon]
.
il
Cleopatra,
seconda moglie Ida, fu tormentato dalle Arpie, che gli portavano via le vivande e imbrattavano tutti gli avanzi nella mensa, sicch era crucciato da terribile fame.
fiume ardente [9XsYco=ardo] era uno dei fiumi deU'Averno, la cui corrente era fatta di fuoco. [V. Hrebo}.
Flegetntide
[Phlegethontis
Quando gli Argonuti approdarono in Tessaglia, egli fu liberato dalle Arpie, per opera dei figli di Brea: Zte e Olais.
Flmini pFlamnes]
collegio di 15 sacerdoti, addetti ciascuno al culto di una divi-
Mimi in Tesfu padre di Issine. Avendo incendiato il tempio di Apollo, fu dal dio
te mitico dei
saglia,
colpito
Campi
la
chiamava
della
Campania, tra
Cuma
Flra
nome
flamine
che
si-
[9XSYW
flagro,
[Flora]
piutsof-
produzione, il cui culto si dice introdotto a Eoma da Tito Tazio. Aveva un tempio presso il Circo Massimo e le si offrivano le
feste Florala dal
le
guevano in Flamines:
Maiores:
onore di Quirino.
circostanze,
si
adornavano
Minores;
Volcanalis, in o-
nore di Vulcano;
Garmen-
FOB
180
Fnte [Fons i Eomani,
e Fontus] presso il dio delle sorgenti, figlio di Giano e della ninfa Giutrna. Per
i
le
= atterrisco
perch
Fonte aveva un
sul
sanin
tuario
Giancolo
e,
Psanunatia, prediletto dal padre, fu ucciso dai fratellastri Telamne e Pelo [nati da Endide], a caso o per gelosia. Flo [OXoi;] centauro che
abitava
delle
fonti
[Fontasi
nella
quale
le
si
in-
ghirlandavano
e nelle
fontane,
acque
gettavano
corone di
322]
fiori.
una
caverna
del
Frba. [Phorbas,XI,414;XII,
I. Figlio di Lpithe e di Orsinome, venuto nell'isola di Eodi, secondo un
Quando
ivi
Erimnto,
un presuntuoso
coppa comune
ai
Questi assalirono
ma
ferito
II. [V,
da Apollo.
74].
Un
altro For-
ba era
le
ta
[fratello di Fineo];
ma
cad-
una
freccia,
che
gli
de ucciso.
181
tre Gorgoni, sorella di
rale
FOE,
Eu-
Come
di
Steno, figlie di
Foro.
Quando,
ISTettno
Giunne per
il
possesso dell'Arglide,
il fiu-
me
fiso
seccando tutti
fiumi.
Fortuna [Fortuna]
presso
i
era la dea
Forono [Pboronus, $op<ovs<;] figlio di naco, re di Argo, e della ninfa oceanina Mlia, fu il pi antico re. di Argo. Egli ammaestr gli abitanti a vivere
Eomani: corrisponTyche
[j^y;] dei
deva
Greci.
alla
in citt,
Eoma,
si
attribuiva l'in-
pagne,
gio, e
stato
selvag-
da
troduzione del culto di lei, ad Anco Marzio o a Servio Tullio. Sul Quirinale,
nica.
ma
in
vaganti,
si
riunirono,
dimore
stabili. Si
minava
il
trodotto
in
la
il
culto e
Argo,
di
fronte
al
culto
prima
civilt,
ammae-
strando gli uomini primitivi nell'uso del fuoco. Perci, in Argo, era venerato
sua
[Fortuna Fle-
crifci
Eu padre
e,
di
Apide
i
di
Mobe
fra
FOS
182
Era
cosi
riusciva
fascino
seduzione
una
il
24 giu-
ne mostrasse
Prassitele
indifferen-
ronate.
la
ritrasse
Oltre elle a
nella sua
e in
dyomne .
L'oratore Euthia, ingiuriato da lei, l'accus dinanzi
all'Elia;
e,
del
Lazio,
mano
il
Ipride la difese
il
della vita, e la palsimbolo della sua volula, bilit. Come simbolo della
timone
scopertone ai giudici
corpo,
la
bellissimo
fece
andare assolta. Poich Prassitele non voleva dirle quale delle sue sculture ritenesse artistica-
su
le
braccia Pluto
[la ric-
chezza].
[q)c5<;
Fratrie
[(ppaTpiai]
erano
le
il
me, se il fuoco distrugge mio ros e il mio Sty. Ella allora prese la statua di Eros, in marmo
!
Frne [Phryne,
<I)pv7)]
bel-
ro
fu
il
chiamata
Frine,
per
pentlico, e la coUoc nel tempio di Eros, a Thespie, donde la tolse poi l'impe-
ratore
Caligola.
Prassitele
rospo].
Era nata
a Thspie, nella Beozia, ma visse in Atene; povera in principio, ebbe poi straordinarie ricchezze.
pose poi, nello stesso tempio, una sua statua di Frine accanto a quella di Venere. Frisso [Phrixus] figlio di
Atamnte
di
ISTef ie,
183
fratello di lle.
FTJN
La madre
i
perch
il
veva
ripudiata,
[V.
gnato da parenti, da amici, da prezzolati cantori di nnie funebri e da suonatrici di flauto. Esso poi veniva
bruciato o sepolto. Sul rogo, insieme col morto, si
sare Ino.
Ino].
Funerale [Funus, Tccpoq}. - Presso i Greci. I. Il seppellire i morti e conservarne religiosamente le tombe era nn sacro dovere
degli anticM, i quali credevano che gli spiriti dei non
ad
In Atene, si solevano anticamente seppellire i morti, e sulla fossa si seminava del grano. All'ingresso deUa
casa del morto, stava un gran vaso pieno di acqua, non presa daUa stessa caga,
ch'era tenuta allora
come
Subito
che venivano
sero.
ISTella
si
purificas-
vere un bolo, per pagare a Caronte il tragitto all'Averno, indi il morto, lavato,
tomba
[v.
Seplcro]
col
si
deponevano,
cada-
unto,
incoronato
si
con
bende e
in
fiori,
avvolgeva
panni bianchi, e spesso gli si metteva accanto una focaccia, condita con miele,
per
Il
seguiva il banchetto funebre, al quale partecipavano tutti i parenti della casa colpita dal lutto, e
nel
30,
accontentare
si
Crbero.
nel
9
la
nel 30
giorno dopo, esponeva in casa il cadavere, disteso in modo che sul letto,
avesse la faccia e
rivolti verso l'uscio;
i il
giorno dopo
piedi
vano
capelli, si
deponeva
giorche soril
di-
ogni ornamento, si indossavano vesti nere [in alcuni luoghi bianche]. Solennit funebri su la toihba
dell'estinto,'
di fiori e di bende,
FUN
crij3.ci
184
e con libazioni,
si ce-
mento
voce
gli
e,
il
ripetendo ad
alta
lebravano nella ricorrenza del suo giorno natalizio. Le solennit generali a tutti
i
nome
del
morto
defunti,
celebravano
del
si
{ultimum
mese
di
Boedromine
[settembre-ottobre].
Senza accompagnamento
venivano sepolti, nel posto ove erano stati colpiti, gli uccisi dal fulmine, cbe talora rimanevano anche insepolti, e
i
locava
un
si
incensiere, e nel
vestibolo
disponevano
ra-
traditori
della
patria.
Ij^el
mi
funerale
di
una
per-
sona assassinata, si portava innanzi una lancia, che veniva infssa su la tomba, come simbolo del dovere, che i consanguinei
una banda
seguivano
l^raeficae]
si
di
musicanti,
le
prfi,che
poi
il
donne che,
i
pa-
avevano,
l'uccisore.
II.
-
di perseguitare
gate, facevano
piagnisto,
capelli e
strappavano
j
spirare,
timo, gli
cio,
come per
gli
morto,
busti e
e
i
seguivano poi
l'estremo
deva
occhi e la bocca
all'estinto, perch questi avesse un aspetto tranquillo. Indi, per avere la cer-
tezza che la morte era veramente avvenuta, i parenti chiamavano ripetutamente per nome il morto ad alta voce, e poi, tra le lagrime, intonavano un la-
no portati in questo modo. Alcune persone, vestite in costume storico, tenevano le maschere dinanzi al viso,
e rappresentavano gli antenati, seguivano poi tutti
i
185
nella quale giaceva
il
-BVN
morto,
coperta
rei,
da drappi purpu-
ra,
trapunti d'oro. La bacirconfusa da incensi, che l'avvolgevano nel fumo, era portata dai parenti
del defunto o dagli schiavi da lui, prima di
e,
ponevano, inoltre, una lampada, uno specchio, vari ornamenti e stoviglie con
cibi.
Quando invece
il
cadavere
liberati
morire
se trattavasi
illustre,
di
un personaggio
an-
o in
una tomba a
volta. I
rostri [pr
il
fu-
nebre; indi
corteo ripren-
deva
al
lito.
cio
una
distri-
appiccava il fuoco e, fra le nnie e i lamenti, si vergavano su le fiamme vino e profumi. Quando si spegneva il fuoco
corone, poi
le
si
si
buzione delle carni e delle viscere degli animali sacrificati nei funerali: talora ave-
si
continuava a
[feralia']
lennit funebri
miele
con
cerimonie
particolari
si
[parentalia}. ornavano di
Le tombe
fiori,
di
codi
bronzo, la quale poi veniva deposta nel sepolcro, insieme con profumi e con
vasetti
olio.
rone,
si
spargevano
acqua
Il
lustrale.
lutto
era rappresentato
di
unguenti
di
si
Kella
tomba
spesso
FUE,
186
dato che
di
si
qualche mancanza
capelli e la barba,
monianza, di diserzione,
di
tempi
i
pii
antichi
Questa
rante
al
Il
cadaveri venivano sepolti entro la citt; ma, in seguito, questo fu vietato, e i sepolcri furono
pena
la
vigeva
du-
Eoma,
repubblica,
ma
fu adoperata specialmente
tempo
degli imperatori.
il
tribuno toccava
con-
dannato
{justisl
con
e
i
un bastone
suoi
mente lungo
I
la via
ppia.
essere
legionari,
riccM
potevano
camerata, lo colpivano con verghe e con pietre cosi violentemente, che il disgraziato, di solito, moriva sotto i colpi.
poveri.
La pena
parte
del
si
eseguiva nella
campo
che
si
chiamava prinGipum.
G
Gaeta
[Caieta,
XIV,
443]
none ne ritardava
perch
il
il
parto,
[v. JEr-
nascituro
non im-
quale mori, quando Enea giunse suUe coste del Lazio, e fu da lui seppellita nel golfo che, da lei, fu detto di Gaeta.
187
con le
GAL
ruvido amante e amava invece il bel giovine ci.
[V. Agi].
sfracell
il
gambe a
aveva
per
Il
i
ciclope,
sor-
presi insieme
due amanti,
Alcmena
cos
pot sgravarsi,
accortasi
ferr
ma
Lucina,
af-
dell'inganno,
i
per
Mentre
fu
questa
si
levava,
[V.
senza tese, fatto di peUe, che si portava per viaggio e in campagna. Il galero che portava il fla-
mutata in donnola.
men
JDiais
doveva essere
Galinzia],
bianco.
Galssia [Via Lacta] la via Lttea [yXa latte]: la larga stria luminosa, tem-
di
neUa direzione da
liTord
famoso per le pecore che pascolavano sulle sue rive e davano una lana
finissima.
me
cielo e
Annibale
aveva
ai suoi
di;
le
magioni degli
Galata [Galata, XIII, 738897] ninfa marina, figlia di Kero e di Dride, personificazione del
mare
tran-
Polifmo, pazzo di amore per lei, la insegui, mentre essa non voleva sapere del
Parche, per fare piacere a Giunone, tenevano incrociate le mani, e impedivano cos che Alcmena partorisse, eUa sparse la falsa notizia che Alcmena aveva partorito un bambino. A
questo
lo
GAL
188
Gro [garum] una
col
salsa fatta
le inte-
le
sangue e con
mente venire
Er-
generato
da Giove. In pena di ci, Galinzia fu mutata in donnola, ma Ercole le innalz poi tuario.
un
san-
Galli [Galli]
nella
si
chiamavano,
Gamella
da
banchet-
to di nozze,
accompagnato
che
lo
un
sacrifcio,
Secondo Esiodo, ella sorse dal Cos, gener dal suo seno Urano [il cielo] i Monti, il Mare. Con Urano gener i Titni, i Ciclopi, i Centmani e, dal san-
sposo dava ai
membri
della
propria fratria, nell'ingresso della moglie alla fratria a cui egli apparteneva [ya[xco
Crno,
ge-
aveva raccolto,
ner
sposo].
Ganimde [Ganymdes, X,
155-161]
dei
la
figlio del re Tre e fratello di Ilo: i pi bello
lotta
Gea aveva
culto a
Dodna
mortali.
forma
sacrificava
un
agnello
nero.
al
di
cavalli divini.
In et posteriore, essa fu confusa con Cible e con Dmetra, Anche per i Eomani, Tellus, che fu identificata con Gea, fu la stessa che Crere e, nelle feste deUe seminagioni, le sacrificavano
i
Gargari
lo
[Tap^a.pelc;'} popoche viveva presso il Caucaso, accanto alle Amzzoni. Per procreare i figli, essi convivevano con le Amazzoni due mesi all'anno: i maschi spettavano al padre, le femmine alla madre.
Fordicida
do
vacca pregna,
cae-
uccido].
189
GN
pretese
citt,
il
dominio
discenlui,
Gensie
[ysvcria]
erano
come
popolo si radun per decidere a cM spettasse il regno. Allora un lupo, avventatosi contro gli armenti che pascolavano innanzi aUa citt, vinse il toro clie
era fra quelli. Gli Argivi vi-
giorni destinati a onorare i morti e, in modo pi particolare, le solennit funebri che, in Atene, si celebravano, in memoria dei
defunti, il giorno 5 del mese di Boedromine [set-
dero
in
di
il
questo
un segno
il
vore
Danao,
lupo,
allora,
quale,
visessi.
NsjJiscyeLa
[festa
di
l^-
come
suto,
il
non era
tra
fin
Gnio [Genius] era, presso i Bomani, lo spirito protettore di ogni uomo. Il genio vuole che si goda con ani-
astri e
mo
Gemnie
scala
te
Dopo
il
da
rupe,
mavano
.
scala
celebrava
una
GEE,
190
zioni politiche e giudiziarie. Infatti deliberava intorno
alle decisioni e alle leggi che
festa in onore del Genio, a cui si offrivano sacrifizi, incensi, fiori, vino.
dal ventre in sn
presentavano poi al ppolo per l'approvazione, e dava sentenze su gravi reati, anche dei re, che erano puniti con l'atima [la persi
e possedeva grandi armenti, clie erano custoditi dal pastore Eurizine e dal cane rtro con
mano
morte. a
mano che
il
venne
degli
crescendo
fori,
pervenuto col, uccise il custode e il cane, e condusse via i buoi. Gerione lo insegui, ma fu ucciso.
due
teste. Ercole,
che
potere derivava
prin-
cipalmente dall'assemblea
del popolo, l'autorit della gherusia, presieduta dai re, venne scemando, insieme
Gherusa
supremo
ziani che, Stati
[yepoucria]
era
il
con
le
antiche istituzioni
[yptv
di Licurgo.
veccMo]
in
altri
Sparta
ammi-
In
a
Giacinto [lacinthus, X, 162219] figlio di mycla, il quale fond la citt di myclae, neUa Laconia, e di Diomda. Per la sua bellezza, era amato da Apollo, il
Eoma
Benatus.
quale,
un
con
giorno, volle
lui,
scherzare
gareg-
vano
giando nel lancio del disco. U dio lo lanci per primo molto in alto; il ragazzo,
impaziente di lanciarlo, anche lui, corse per prenderlo, appena esso ricadde sul suolo. Ma, come urt contro
il
a vita, fra
cittadini
terreno,
il
il
disco rimferi a
un grande potere
derazione
e consi-
morte
giovinetto.
flore
191
GI
["lafxo?,
omommo
su cui
Giamo
lmus]
figlio di
Apollo e di Evdne,
midi, la famiglia dei vati e dei sacerdoti, in Olimpia. La madre l'aveva dato alla
luce presso in Arcadia,
il
feste
lacintMa, che
dura-
[Xni, 394-398]. TJn giacinto spunt ancbe dal terreno impregnato dal sangue di Aiace, quando questi
si
Fu
allevato
deg
uccise.
[V.
Aiace}.
L'iscrizione
Ai Ai indicbe-
vaticini dalla
uccelli
dalle
vit-
brucianti
delle
time.
Giliso
lo stesso
che amo.
Giano
non ba
riscontro
in
nesil
Eappresentava
nimo
della
il
ricor-
tempio. Aveva quindi una chiave e. una sferza, per la custodia della casa e della citt, e le sue inmiagini, che si esponevano sulle porte e nei passaggi, ave-
cbe Demetrio Poliorcte, risparmi la distruzione a Eodi, per paura che andasse in rovina questo capolavoro d'arte.
Gli
invocato col
ter
192
nome
gli
matutmus;
il
era
di pasa-
cro
mese lanuarus,
e la
Il
si
figlio
di
Gipeto,
In questo giorno, si scambiavano augurii e si offriva una vivanda di farina [lanual]; ma anche il primo giorno di ogni mese
gli
Gisio
423]
figlio
si offri-
vano vino,
Il console lo
diffonditore
dell'agricol-
tore gli faceva offerte, al principio della seminagione e delle messi [lanus Gonsivus}.
prece,
nelle
in Sicilia.
riceveva
sacrifizi
Giasone
figlio di
In un tempio a
cato
[in
lui
dedi-
che una
signoria
il
a Esone,
il
suo
Kuma,
fratellastro,
quale,
per
sottrarre
figlio
Giasone
doppia porta giovent atta alle armi a passare con lui la soglia. Il tempio rimaneva aperto fncli si era in guerra, e si chiudeva in
di pace.
'laTrs[laptus 82] titano, nato da T?, I, Urano e da Ga: insieme
Cbirne,
sul
monte
Plio.
tempo Gipeto
Quando Giasone fu a vent'anni, si present a Pelia con un sandalo solo, avendo perduto l'altro, nel traversare il fiume Annios,
e gli richiese la signoria di llco. Pelia, spaventato, perch un oracolo gli aveva
193
dalo solo, gli disse che gli avrebbe restituito il regno, se fosse riuscito a conquistare
il
GIG
narono a lolco. Medea uccise il fratello suo Absirto e ne butt a pezzi le membra nel mare. Secondo una tradizione aveva ucciso
Mar Kero
[Pontus Euxmus] [V. Ino]. Giasone si rec in Oolcbide, con 50 eroi sulla nave Argo [v. Argonauti], e al re Ete
Prmaco, sone, ed
fratello
di
Gia-
sone; secondo Ovidio invece Esone visse molto veccMo e fu ringiovanito per l'arte magica di
domand
il
vello
d'oro. Il
Medea.
re gli impose,
come
condi-
zione, cbe aggiogasse due tori daUe ungbie di bronzo, i quali sbuffavano fuoco
e, aggiogatili, tratto del terreno, seminandovi denti di dra-
Quando PeHa giunse a lolco, Medea promise alle figlie di lui cbe, se avessero fatto a pezzi il padre, eUa lo avrebbe fatto rinascere
daUe narici
arasse
un
giovine.
Le
figlie
trucida-
rono
e,
il
padre;
ma Medea
la
go.
Giasone,
con un
far-
non mantenne
promessa
maco
si
offertogli dalla
maga
Medea,
aggiog
tori
i
e,
seminati
lora
veste e
lenati,
glia e
n
i
re Creonte, la
fi-
Per consiglio di Medea, Giasone butt fra loro un sasso, e allora queUi, mossi da lotta civile, si uccisero l'un l'altro. Eete per rifiut di mantenere la promessa; ma Giasone e Medea addormentarono con un farmaco il drago, che era a guardia del veUo
d'oro
13
due
figliuoli
Mr-
re di Atene,
Ego.
Giasone
poi
mori,
fu sfracellata. [V.
151sorti
Medea].
e,
Giganti 162]
figli
[Gigantes, I, di Ga,
GIG
dal sangue di Urano,
194
muvendicarsene, e indusse Gige a uccidere il re e a impadronirsi del regno.
lungMssinii
e,
secondo Ovi-
dio
[I,
183-184], cento
Gige,
disceso
in
era
le
una caverna,
aperta nella
che
terra
si
per
Giganti:
Alciono,
Tone,
un morgran-
sovrapposero sull'Olimpo, catena di monti che formano il confine tra la Macedonia e la Tessaglia, l'Ossa,
straordinaria
monte
nella
Magnsia
monte a
il
Ma
i
Gioi
rivolto nell'interno
della
della
ve,
col
fulmine,
scroll
palma,
egli
vedeva
monti e seppeU
sotto le macerie.
giganti
tutto,
altri.
Fermen-
ma
tato
loro
na, e la
nuova razza,
si-
mile a queUa estinta da cui era stata generata, fu avversa agli di. Gge [Gyges] figlio di Dscilo, era il confidente di Oandule, re di Lidia. Secoiido
questa dote dell'anello, riua penetrare nella camera della regina e a uccidere il re, d'accordo con lei, a impadronirsi del regno e a liberarsi da tutti coloro che potevano nuocerda gli, senza essere visto
sci
alcuno.
Gineco [gynaecum,
yuvai.-
Erodoto, il re, per dimostrare a Gige che la regina, sua moglie, era bellissima, volle cbe egli la
guardasse ignuda, mentre andava a letto. La regina,
irritata
Gre-
luogo per
gli esercizi
di ci, propose di
che
si
195
di ginnastica [yujxv; nudo: gli esercizi infatti si facevano a corpo nudo; ordino esercizi YU(Ji.v(^(o
que specie
di
GI
esercizi for[tcsv-
mavano
Ta0Xov];
il
pntatlo
6 Pugilato [tt^],
si
ginnastici; yufxvaaia
cizio].
= eser-
Aveva un grande
della
cortile,
periferia
di
aggiunsero le borchie e
pugilato
si
aggiungeva
qua-
la lotta:
ma
le
mani non
giovi-
erano avvolte in corregge. Il pugilato e il Pancrazio non erano in uso presso gli
Spartani.
Ai due
negli
lati,
erano
Ginnopde
Sia]
[r
yufJLVOTcat-
trovavano
le
es-
erano feste annuali che si celebravano ogni anno a Sparta, in onore dei morti a Tifa. Kelle danze
vano per conversare, e nel grande spazio libero, rinchiuso dal peristlio, si facevano gli esercizi e i giuochi.
Vi erano inoltre
il
po-
cori Spartani.
della
decorazioni
Gli esercizi
di plastica.
si
Gibate [Jobtes] re
Licia,
facevano a che si ungeva corpo nudo, prima, per essere pi flessibile. Gli esercizi pi comuni erano: 1 Corsa [Sptalvolta anche con [loc,],
le
--
armi;
Salto
[X(xa];
30 Lotta
to
[ttocXt]]:
4 Get-
innamoratasi di lui, non avendolo indotto alle sue voglie, lo calunni al suocero Gibate, perch lo facesse uccidere.
Queste
cin-
GIO
196
lo
Gibate
mand a com-
invitati
vitati,
ad
aUa
allietare
con-
battere la Chimra
cise
il
fine
dei
i
bau-
chetti.
Eseguivano
pi
i
con
l'aiuto di Pgaso,
difficili esercizi
acrobatici,
bate
lo
mand
i
poi a com-
battere
banchi
[uomini
donne]
l'Asia Minore, e le
AmzInfine
zoni
[v.
Amazzoni}, e Belli
lerofonte
gli
vinse.
fece
tendere un'imbo-
spade e sopra tavole, fana tempo di musica, lanciavano in alto e ricevevano di nuovo fra
le
mani
combattuta contro
zoni;
sci
illeso.
le
Amaz-
ma
Bellerofonte riuri-
a sventarla e a uscirne
Allora
moglie
la
figlia
[Filne
Cassandra], da cui nacquero i figli Isndro, Ipploco e Laodama. Giocsta [locsta] in 'Omero
Anticlia o
eseguivano danze o salti pericolosi. Eoma anzi si addestravano anche gli elefanti a salire sulle
corde.
liti
K mancavano
che
le
i so-
prestigiatori,
face-
Epicste, era
figlia
di
Me-
vano scomparire,
co
dei
bussolotti,
pallottole,
col giuoloro
le
cavavano
po
dei
presenti.
Le
fan-
[V. Edipo'].
ciulle,
neU 'eseguire
vestivano
alcuni
esercizi,
spesso
maglia
co-
me
197
meridiane
alle-
GIO
Giorno
giorno
[dies, civile
II,
25].
Il
dei
Eomani
constava
di
queste parti:
pomeri-
mezzanotte],
Gallici-
in
[8-9],
V
VII
[10-11],
[12-1
IV [9-10], VI [11-12],
Vili
pomer.].
[1-2 pomer.],
IX
mer.],
[4-5
[2-3 po-
[3-4 pomer.],
XI
tare],
DiluciUum
[lo
spun-
pomer.], XII
[5 6 po-
mer.].
merdem
[il
tempo prima
HI
[mezzogiorno],
[il
De
merdie
[3-6
[12-3 del
primo
tempo pomeri-
diano], Suprema [l'ultima ora del giorno, il tramonto], Vesper Q esper [il tempo
fra
il
tramonto e
stella
.
della
il
dies
nefasti,
in
pusculum [rmbrunire],
minbus accensis
in cui si
cerne],
[il
cui
[ne-
tempo
le lu-
accendono
[il
Guncubum
tem-
po di andare a
letto],
Nox
Anche
in
Grecia,
antica-
Eoma
l'oro-
dopo l'introduzione
dell'o-
fu
ore,
diviso
lippo
scuna.
Presso
gli
ciascuna,
da Scipione
no
lo stesso
i
il
l^asica
Il
mani,
tali]
giorno cominciava
GIO
col
tre,
198
tramonto del
in
altre
sole,
mendella
midabile
pi],
parti Grecia, col levare del sole. In Omero il giorno diviso generalmente in 3 parti:
Come
mattino
[yjco?],
mezzosera
giorno
[SsiXt)].
[[xsCTOv
^[Jiap],
Ma
quando Anas-
dal
particolare
stor-
della
giorno
divisi
la
notte furono
ore.
in 12
notte parti erano: principio della poi notte [px"^ vuxtc;], mezza
della
Le
non
fosse
divorato
come
notte
[[liaov
vuxtc,'],
sot-
to l'alba
dal padre Crono: quivi le ninfe Adrasta e Ida, figlie di Mehsso, lo nutrirono
col latte
dalla montagna. Sotto le forme di toro rapisce Europa; mutato in aquila prende Asteria; sotto forma di
satiro
glia
regno
[v.
di
Titni
divise
di
spetto di cigno
unisce
Lda
to
di
e,
prendendo
Amftrine,
l'aspet-
cielo,
[la
ne
in-
ganna
la
moglie Alcmna;
sotto la
forma
di pioggia
Hdes [Plutone] l'inferno. Giove ba sede nell'Olimpo [altissimo monte nella Tessaglia],
suscita
il fulmine, tuono, aduna e disperde le nubi. Quando scuote V egida [lo scudo for-
scaglia
il
199
quale aveva l'attributo
Po,
[xai
GI
la
cercatrice
>>
[Sso-
turno] e di Ea, e detta perci anche Saturnina, sorella e moglie di Giove. Era
la dea protettrice dei matrimoni e dei parti, e le era
sacra la melagranata
gli
e,
fra
il
erano l'aquila, lo
la folgore, la della vittoria],
scettro,
uccelli,
il
cuculo,
la
Mche
la
[segno
quale annunzia
vera,
prima-
coppa
il
A Eoma,
eUa
Aveva
A
e
pluvus,
serendtor,
luoetus,
pater.
i
destini
dei
liberatrice.
Aveva
anche culto speciale a Lanvio. Inoltre, ella era la dea tutelare del sesso femminile, e
le
tempio
principale sul
Cam-
per proteggeva
Ivirginlis],
vergini
le
guida
perdtor,
Victor,
opitultorli.
sposo
Girasle
unxa
ch,
[domiduGa
ove
sta
il
trava in casa dello sposo, si ungevano le porte. Presiedeva anche ai parti ed era perci detta Lucina, titolo
sole,, TpsTrc
sotto
il
quale le era
sul col-
dedicato
Alla
un tempio
le Esquilino.
[V. Clizia].
Giunne
270], He-
mogenita
di
Crno
[Sa-
bolo dei
sacrifici.
GI
200
presso
Eomani
dicevano Ludi, presso i Greci Agni. [V. Ludi e Agoni}. I giuochi che si tenevano
nelle
Pancrazio
xpaTo?
[nrav
tutto,
pubbliche
feste
dei
con
le
armi,
ma
senza
cin-
ghie.
eser-
cbe si facevano a corpo nudo, in ampi cortili, detti Ginnasi, chiusi da tre lati da colonne, e dal quarto lato [verso me?;zod] da un doppio porticato, entro il quale si trovava r Efbo , luogo degli esercizi per i giovani [z(^7]^oQ giovine] avente ai due lati i bagni
Cosi in Grecia
come a Eo-
ma, era
diffuso
Eomani,
di
vi
erano
follis
tre
specie
palle:
[un
{jrgdara,
tepidara,
altri
cal-
portilo spai
no di
aria], pila
[una palla
erano
lunghi
da
Giuochi privati. Fra i Greci, come fra i Eomani, il primo balocco dei fanciulli
era il sonaglio; seguivano poi giocattoli e gingilli di
faii-
getto del
tate,
pntatlo
[tcsvts
gara,
il
quinque
navi di cuoio, ecc. Fra i giuochi di societ, oltre al cttabo [V. Cttabo'], v'era
il
cinque];
pugni
201
Gru
vedersi,
era
la
Lotta
dei
cin-
galli; galli gi nutriti di agli, per essere pi furiosi, e armati nelle zampe
due
di
acuti
sproni
metallici,
3 dadi
ave-
tessrae]
un
tavolo.
vano
e si
solo
quali,
dopo
le
guerre
ricula
Tcpyof;],
conte-
persiane, si dava ogni anno un simile spettacolo, fornito nel teatro a spese dello
Stato.
Il
getto
di
migliore
cMamava
Venere, e si aveva quando ciascuno dei tre dadi mostrava 6 occhi; il peggiore
invece [getto del cane o del
vino]
si
osservando
si
due
galli
che
azzuffavano, incit
l'esercito
ad
atti di valore,
scun
Simili
cia-
un
gli
occhio solo.
dadi
erano
nimento per l'onore della vittoria, i soldati dovevano pugnare con maggior
valore, perch si trattava di difendere la patria e quanto di pi caro abbia-
mo
poi
in essa.
si
i
d'allora in
ce esterne, rotondeggianti,
allevarono
a bella
non avevano numeri: negli astrgali quindi mancavano i numeri 2 e 5. I fane le fanciulle gettavano in alto 5 astragali e
ciulli
posta vertimento.
Erano
gliori,
preferiti,
i
come miTanagra
galli
di
e di Eodi.
Si
poi
li
amava molto
della
mano.
colo
lo spettadei combattimenti di
Un
ra,
i
Mo-
quaglie, che
Un
GI
le
202
Lo
stito
quaglie consisteva nel porle in giro sopra una tavola rotonda e colpirle nel-
la testa.
CM
mirava giusto,
dava
del
il
segnale
dell'inizio
combattimento:
colui
sulle
dio
il
cbe soggiaceva, poteva invocare la grazia del popolo, alzando l'indice; se gli spettatori esaudivano la preghiera, sollevavano il
pugno
chiuso
col
polHce
celebravano
luturnala.
tenevano
il
pollice
L'acqua della sua fonte, fra Laurento e Arda, presso i monti Albani, si collegava col fiume Kumico, era molto salutare, e si adoperava a Eoma in quasi tutti
i
cuno
cie
i
erano:
Bestirii, che
lottavano
Eezirii,
sacrifizi.
contro le belve;
Il
suo
nome
per
quindi deriva
essere
salu-
da iuvare
utile],
[giovare,
l'efficacia
reti]
che cerca-
vano buttare
Gladiatri [Gladiatores] erano prigionieri di guerra, che venivano affidati a un maestro \lanista] per esercitarsi a combattere con valore, con destrezza, con
Laqueai
sottentrati pi tardi
Eezirii,
una
cio,
compostezza [gladus = spada], in modo da attrarre l'ammirazione del pubblico, innanzi al quale davano spettacoli di combattimenti.
contro
sario.
Gluce
sposa a Giasone,
il
quale
203
per
lei
GE
[Glycra, FXuxpaJ fanciulla di Sidne, povera,
abbandon Medea.
le
Glicera
ma
di straordinaria bellez-
come Glance
l'ebbe
me-
ma
movimento, quelle aumentavano, si che la povera fanciulla, divenuta una torcia infiammata, ne rimase
bruciata e uccisa.
corone di fiori. Col nome di Glicera sono indicate due donne, amate
trecciare
Gluco [Glaucus, XIII, 916968] figUo di Capo o di Pnbo o di Poseidone o di Antbdone, dio marino
cbe predice l'avvenire. Si diceva cbe fosse stato pri-
TibuUo.
il
nodo
fittissimo
con cui
cato
al
il
ma un
marinaro
e,
nella
famoso, cbe Grdio aveva collocato, in onore di Giove, nell'alto della fortezza.
Un
buttato
gli
veduto
riprendere
la
vivacit
lanciarsi
in
e
mare;
Teti
lo
Oceano
dio.
perci fecero
cbe cbi avesse sciolto quel ottenuto avrebbe nodo, l'impero dell'Asia. Giunto Alessandro Magno a Grdio, citt della Lidia, ove si conservava il carro, cerc di sciogliere il nodo, ma
non
tagli
essendovi riuscito, lo
Delo era
lo
con la spada, dicendo che non importava il modo con cui esso venisse
sciolto, e cosi fece credere si fosse compiuto l'ora-
nella
vaticinazione.
Si
rappresentava come un
veccMo, con capelli e barba lunghi e ispidi e col corpo terminante in coda
di pesce.
che
colo.
Grdio [Gordum]
residenza dei re
struita,
antica
frigi,
co-
secondo la leggen-
GOB.
204
un contadino: Gr-via
da, da
dio.
locato
nella
fortezza
di
Gordio.
Gorgoni [Gorgones,
vsq]
figlie
di
Forco
delle
Fopye di
Grie.
vio-
Frigi lo incontrarono
Ceto,
sorelle
tre:
seguendo un oracolo di Giove, lo elessero re. Il carro fu recato nel tempio: Alessandro Magno poi
tagli
ficioso
Erano
lenta
StJino, la
[aOsvco
sono
po-
con
la
spada
[V.
l'arti-
zioso];
nodo.
della
Gordio].
nante
Ssfov
Grdio [Gordus]
tadino
era
un
con-
[[xSco
Frigia:
men-
Erano mostri
vi
rimase
si
fino
alla
sera.
Mentre
tare
gli
rendevano
avessero
di
lunque uomo
fssati
occhi:
della loro
se,
perch gl'insegnasse il modo del sacrificio, la spos ed ebbe da lei il figlio Mida.
Sorte in seguito dissensioni
tra
i
[V.
Medusa}.
427]
[v.
Marte
ivi]
colui che
[gra-
che
figlie di
per opera di
un
rebbe venuto a
un un
carro.
Venuto
sul
fra loro
Forco e di Ceto, sorelle deUe Gorgoni. In origine erano due: Pfredo ed nio,
quale stava carro, Gordio con la moglie e col figlio, il popolo ritenendo che quegli fosse il preannunziato dall'oracolo, elessero re Gordio.
come
se
za,
in Ovidio; in seguito
ne
[ypaui;
di
si
un dente comune,
Per
e vivevano nei
205
non penetrava
raggio
di
GITE
timo
Poich
di
Achille,
Kstore,
l'illustre
parlatore.
stodi.
l'indovino
Calcante
sbocca nella
Propntide.
Come
mo,
quale ebbe da lei il figlio saco. Grazie [Gratiae]. V. Cariti. Guerra di Troia. La guerra di Troia fu combattuta dai principi greci contro i Troiani, per vendicare il ratto
di Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, compiuto
quali
per
Achille,
indignato contro Agamennone [il quale volle gli fosse ceduta da Achille la schiava Briside, in
sostituzione di Criside, la
comando re di Argo
tello
padre
Crise, sa-
Menelao, formato da 100.000 uomini, su 1186 navi, si trov ancorato nel porto di ulide, neUa Beodi
zia.
cerdote di Apollo, per far cessare una pestilenza, mandata dal dio al campo
greco],
si
navi presso
suoi soldati
e
Mirmidoni
i
non
aiu-
il-
lustri,
Agaraennone,
Greci nelle battaMa quando fu ucciso glie. da Ettore l'intimo suo amico,
tava
Patroclo,
Achille
usci
in
campo
dei
e,
dopo
molte
Diomede, Idomeno,
il
Ulisse,
lo,
GUE
sotto
206
gli
moglie
Andro-
maca
I Greci abbandonarono
cavallo
sul
il
campo
e,
pei
campo Acho]
il
fecero
Tucro.
Achille fu
credere che
stato
cavallo fosse
una
lasciato
come dono
Troiani
il
Minerva.
e,
vi
tallone
solo
punto vul-
credettero
siglio
contro
conessi,
le
dei maggiori di
lo
trascinarono
dentro
i
agli
Ma
dai
guerrieri fianchi
un
segnale
tro
Ulisse.
E
citt
poich le
della
convenuto, la fiotta, che stava nascosta dietro l'isola di Tnedo, si avvicin e l'esercito sbarc. Troia fu allora data aUe fiamme, la
Epo,
citta-
si
nascose
furono uccisi e gli altri condotti come schiavi. Enea, con un piccolo grup-
suoi pi valo-
po di
superstiti, si salv
e,
compagni.
messosi
lidi del
in
viaggio,
dopo
ai
Menelao, Epo,
figho
il
costrut-
Guerra
te,
di Polinice,
morte
lirono
che
avrebbero
il
re-
figlio di
Andrmone,
re di
ciascu-
mag-
207
giore,
finito
lAD
battenti, venne deciso che Eteocle e Polinice combattessero fra loro. Kel duell
volle
e
abbandonare
cosi la
il
trono,
famosa
rimasero tutti e due uccisi. Creonte, fratello di Giocasta, che intanto aveva
preso la reggenza del governo di Tebe, ordin che si desse la sepoltura a Eteo-
sto, re di Argo, del quale aveva sposata la iglia Argia e, con un esercit di-
sotto
di
il
comando
in capo
ma viet, sotto pena di morte, cbe si seppellisse Polinice. Questi per, concle,
tro
forze,
per la difesa.
sette
comandanti
assedianti
Polinice,
Dei sette generali cbe capitanavano gli eserciti assedianti, torn vivo soltanto Adrasto: tutti gli altri
eserciti
erano:
Adrasto,
Tido,
Capano, Ippomednte,
Amfaro, Partenopeo. Dopo una lunga lotta, nella quale perirono la maggior parte dei comandanti di entrambi gli eserciti com-
perirono in battaglia.
ripresa, dieci
La guerra fu
Epi-
goni].
I
tadi
[Hydes]
le
si
diceva
Dodone] e di
sono
set-
Era
nomi
delle adi,
Dioniso [Kinfe Mse]. Giove, per gratitudine, le trasform in stelle, e ne form la costellazione che ha il nome da esse. Essa forma la fronte della Co-
lAM
stellazione del
208
Toro
7 la
e,
col
suo
sorgere
delle
[dal
al
21
sta-
nome
salentina; di
ebbe
anche
e
il
Messpia
di
maggio] comincia
gione
errata,
le
Calabria.
Fu
detta cosi
dal
piogge. I
Eo-
dissero Suculae,
[5?
Forcelle
gambe
il
il
collo lunghi, e
porco].
figlio
axno [lmus,
di
"la.\i.oQ]
Apollo
di
Evdne,
e ca-
la
caccia
alle
ca-
celebre
Taticinatore
postipite degli lmidi: la famiglia dei vati e dei sacerdoti di Olimpia. La ma-
Egiziani lo veneravano,
un
fitto
bosco dell'Arcal'Alfo,
le
era
dia,
presso
e l'aviole
al-
viola].
levato dal re
to giovine,
Venne pyto e,
fat-
to
di fare
do
il
pieni
lo stesso
che Giamo.
lnzio
[Hyantius
beta;
di vino, per diffondere la cultura del vino, alcuni pastori, avendo visti ub-
cbe abitava
la
Beozia.
lpige
figlio
Io
lo
al-
sotto
un
Bno
la
Pu-
trov la tomba, e su
s'impicc.
Icario,
col
cbe da
lui
fu
detta
lapigia.
Eri-
209
gone,
della
ID
con un carro alato,
di Poseidone, per sotad Apollo, che se
lo
nella
costellazione
rapi
Vergine, Mira. in quella del Cane. caro [Icrus, Vili, 195] figlio di Ddalo, vol insieme col padre dal labirinto
di
dono
trarla
Messene.
tarsi
Ida
dio,
raggiunse a os cimen-
Creta,
mediante
ali
di
col
i
ma
Giove
cera;
ma
essendosi levato
separ
sci la
combattenti, e la-
troppo in alto, le ali si liquef ecero, ed egli precipit nel mare Ego, presso l'isola di Samo. Perci quel tratto di mare fu detto
che Ida
Icrio
[V. Dedalo].
celo [Iclos, XI, 640] figlio del Sonno e fratello di Morfo, Fobtore, Fntaso. da [Ida o Ide, Vili, 224] alta catena di monti clie dalla Frigia si estende a
Calydne, alla spedizione degli Argonuti, e furono poi in lotta coi Discuri, loro cugini, perch le figlie
di
Leucippo
[fratello
di
Afareo], Fbe, promesse agli Afaridi, furono rapite dai Discuri. ISTeUa lotta Ida uccise Castore, ceo.
Plira
e
culto
culmina
di
nelle
due
Polluce uccise
Lin-
vette:
il
tylos.
glie,
Era
e
da essa scaturiva
scorreva
fiume
to,
Scamndro o Xnche
sotto nel
Troia.
Un
altro
monte Ida
di
centro
dell'isola
tributava
un gran
[V.
da
[il
[Idas]
figfio
Giove]. di
Afaro
di
Dttili Idi.
quale Tindaro]
fratello di
era
e
di
fratello
[V. Bttili].
Arne,
Spos
i
Marpessa,
Ido [Idaeus] figlio di Drdano e di Chyse, pass con suo padre nella Frigia, ed
IDM
210
potente,
culto della
madre
Cible.
Idmne
di
che una freccia che ne fosse intinta produceva infaUibilmente la morte. Infestava le camdin-
un
Ler-
spedizione
ti,
da Eu-
di malattia,
Idomeno [Idomenus,
'ISo[XVU(;]
figlio
di
Deu-
piede Ercole,
schiacci.
Il
ma
l'eroe
lo
Fu
Troia
IsTel
con
ottanta
dugli
granchio fu mutato
del dei
il
nella
navi.
ritorno da Troia,
Costellazione
Cancro,
dodici
promise
ISTettuno,
eh '
quarto
avrebbe
sacrificato ci
che
prima
avesse
incontrato.
sorse
una
terribile
mezzo
dell'acqua,
erano
pestilenza,
in
Italia,
dal
meccanico
naea] serpente mostruoso, nato da Tifne e da Echidna: aveva cinquanta teste che, anche recise, rinasce-
Al tempo di Kerone, se ne invent una nuova costruzione, descrittaci da Vitrvio, per cui lo strumento
.
si
di
vano,
se
aUa parte
recisa
una
Idrofrie [x
^*
211
in
lEB
Atene e in altre
si
citt
greclie
celebrava, in pri-
attendevano agli uffici pi umili del tempio e del culto. Erano in parte scMavi e in
parte
i
liberi,
d'ambo
i sessi,
acqua,
pio [hpQ
rine
quella
[febbraio -marzo]:
in
fu-
sacro,
SouXot;
circostanza
gettare
si
sole-
devano
canto,
alla
musica
al
vano
vittime
esercitavano
l'agri-
coltura, pascolavano le
greggi sui terreni di propriet
del
tempio, portale-
Giove Olimpio.
La
festa
era celebrata in
diluvio
di
Deusi ri-
cg.nne, le cui
acque
Afrodite le
donne ad-
teneva fossero
quel baratro.
scolate
in
sa-
lerocrice [IspoxYjpu^]
eleusini,
il
lerofnte
[IspoqjvTT]?] la
pi
quale aveva alcune funzioni comuni, circa la cura dei sacrifci, con
il l'epibmio [m^[iioc, curatore dell'altare: ^c^lq
bolo
[Lp(;
= sacro, paivco =
alla
altare].
indico].
Apparteneva
La scMatta
crici
si
stirpe
aveva a
dotessa, tspcpavTL?.
va nei misteri
te
il
di
Eumlpo
sacro, x^pu^
[isp?
eleusini,
ma
araldo].
lerduli
leromanta
TEE
212
=
chiamata Ifigenia. [V.
genia].
J/?,-
cinio].
Melo
[IspofXTjvla]
il
fiele
['I^ixXyji;]
fi-
leromena
tempo sacro
glio
del
sacro, ^7]v
mese [Upq
mese], che
giorni,
durava uno o pi
secondo la festa.
Amfitrine e di Alcmna, fu fratellastro di Ercole e padre di lolo. Prese parte alla caccia del cinghiale calidnio e a padi
recchie
spedizioni
di
Er-
sa
la
cole, cadde in un combattimento contro i figli di Ippoconte, e mor a Penco, nell'Arcadia, dove fu
leropoi
strati
magi-
Atene,
era
affidato
quali l'incarico di
ai
nata a Greta. Poich Ligdo, prima del parto, aveva detto che avrebbe ucciso il neonato, se fosse stato femla
sacro, TToico
opero].
mina, Teletsa, partorita bambina, fece credere al marito che fosse maschio. Visse cos Ifide fino
fi pCpliis,
innamoratosi
nobile
una
figlia
bella
di
si
allora
di
le
rec e
la
al
Iside
dea,
dalla fineil
mu-
Ifigenia
vEta,
[Iphigenia,
'I^iys-
di
Agamennone
di
Glitennstra,
sorella
di
tmi. Presso
tragici, essa
213
do
i
IGI
sacrificassero
Greci
non potevano
si
ad Arteche
mide
tutti
forestieri
m
111
una calma
di
mare man-
data da Artemide, la quale era adirata contro Agae Menelao, l'indovino Calcante, disse che bisognava sacrificare Ifige-
mennone
tua della dea, per purificarla nel mare insieme con le due vittime, Oreste e
Pilade.
fto
Agamennone
condurre
per
il
fu
al
curgo.
campo
fizio,
la figlia
sacri-
Quando
condo
colo
il
responso dell'ora-
mentre
per
il
tutto
era
pronto
sacrifizio,
sottrasse la
di
nube, la trasport nella Turide [Crimea], e sostitu a lei una cerva, nel sacrifizio.
giuochi.
Igia [Hygia]
lpio
e
figlia di
Escudi
di
Lampzia o
Epine, era dai Greci venerata come dea deUa sasalute]. Suoi fratelli erano i medici omelute [uyisia
rici
Macaone
sorella
Podalirio,
sua
era
Panaca.
invece,
riconosciuto
il
fratello, fugg con lui, portando l'immagine della dea dopo aver fatto credere a Tonte [il re della Tauride, il quale aveva ordinato che
la
quale
abbeverava
un
serpente.
IGN
214
sa
un
allev
il
fratello
Polye
dro, che
chiome.
dato
era,
come
suo
figlio,
Ignomnia [ignominia]
presso
i
Eomani,
dell'onore
la dimi[existi-
nuzione
matio], la
Quando
di-
di
dalla
trib
dal
un
no
grado
ila
che
aveva
tenuto
di, Elettra e una grande quantit di oro, egli uccise, a sua insaputa, il profiglio.
fino allora.
prio
Dopo, per
j
isti-
neUa spe-
Polydoro che aveva saputa la cosa, fu accecato e ucciso da Ilione. Ilsso [lUssus] fiume dell'Atche scaturisce dal tica, monte Imtto, scorre a sudgazione
est di Atene, e si versa nel
gohtO: di
di
deUa Trade,
mandato col suo compagno a terra, per cercarvi acqua. Ma, entrato in una selva [uXv) = selva],
Ila
fu
Egina. Pi che un
fiume,
le cui
esso
un
torrente
sacre.
Si
diceva
sue
rive,
[Ilum]
era
Troia,
la
Orinzia, la Eretto.
ch
Ilo
Iliia
Oltre
si
[Ilithyia,
la
ElXdQuia,
parti.
IX, 283]
dea dei
e
pronipote di Bar-
Hra
Artemide,
parti,
al-
dano, padre di LaomednTroia]. Ilone [Iline] era figlia del re Priamo, di Troia, e mo[V.
glie di
te.
che presiedevano ai
tre
Ilizie,
figlie
nominavano parecchie
di
di
Giove
Polymstore, re di
es-
non
il
Tracia.
nome pu
verbo slXw
stringo, in-
215
calzo, accennaiido al parto,
alla radice XuG,
'pypyLcci
ILO
=
cio
dice
ek-cdpi(
erano
quella
favorire
lio
parto.
di
popolazione originaria di Sparta che, dopo l'invasione dei Dori nel Pelo-
fondiaria
la
li-
vincitore
nella
in
un certame,
quel
re
gli
non avevano
in
altro van-
Frigia,
come premio e, secondo un oracolo, una vacca dalla pelle screziata, con l'ordine di fondare una citt, dove questa si posasse. Fermatasi la vacca su
ciulle
Lo Stato
li
concedeva
alle
un coUe
vi
della
Frigia, egli
qualche
segno,
stabinta
Palladio}.
Ilnome
vantaggio. In tempo di guerra, erano obbligati aUe armi, nel corpo degli ar-
preferita in
amore
dal gio-
mati
navi,
alla
essi
leggera;
nelle
la
formavano
battaglia
circa
ciurma.
un dardo,
tra
i
Prima
della
di
nelle
Luttra,
gli Iloti
erano in
224.000.
predi-
numero
di
Ippodama,
col
uccise
causa
dei
servigi
medesimo
ferro.
stati,
potevano essere
IME
chiarati liberi dallo
216
Stato,
larsi]
ma non
tal
dai
si
privati.
In
caso,
cMamavano
dava velata.
Neodamdi
nuovi
vo,
^y\\xoc,
[vscoSafxSs!,?
=
i
cittadini: vioc,
Imeno [hymenaeus]
era
il
nuo-
popolo]: gode-
vano
diritti
la libert,
politici
ma non
degli
altri
cittadini, e
formavano un
I,
480]
fgHo
di
canto nuziale che si cantava da un coro di giovani e di giovanette, mentre la sposa si conduceva in casa dello sposo, a differenza dell'epitalmio che si cantava, anche in coro, innanzi alla camera nuziale.
Apollo e di
una Musa
[il
[Cal-
L'imeneo
era
detto
cos,
fratello di Orfeo
rappre-
sentante
col
delle
suo
canto
deva
alle nozze.
imero
di
[Imrus]
era
figlio
Lacedmone
Taigte.
e della nin-
fa
Secondo
una
di
Imene
liber
ma, accortosi
si
del
fat-
to
orribile,
butt
nel
fiume che, da lui, prese il nome di Imero. Pi tardi, il fiume si chiam Eurta.
[V. Eurota'].
Imtto [Hymettus, VII, 702] monte presso Atene, rinomato, anche ora, per il timo profumatissimo, per
il
Tamiri.
Era giovinetto
si
bellissimo, e
api
destra
velo,
e,
simbolo
Imperatore
magistrato
{yi'i'gtiae
da nubere
il
la
ve-
217
niva
cio
affidato
il
IMP
si
Vimperium,
dell'eser-
porta-
comando
il
vano
al mercato.
cito in guerra:
era soprasuil
La
riscossione
di
queste
tutto
comandante
durante
premo,
della
tempo
spedizione.
Giulio
senato
tor in
titolo
di imperaalto,
Imposte eventuali
xaTapx-y](jiaTa]
[Tcpoa-
un grado pi
che consiste-
vano
cessi
nelle
e nelle
Lo
a
ziarie
che
lo
teva
direttamente.
[Lcr9op]
gusto,
poco
Tassa di guerra
imposta
rante
in
il
la
proporzione agli averi di ciascuno, secondo l'istituzione di Solone. I cittadini, rispetto a questa
tassa, furono distribuiti in
mi comandanti
eeps, poicli
i
dell'eserci-
determiuati
(jLopiat],
ducevano
i
la
ze.
Imposte. - Presso
]S"eIl'Attica e,
Greci,
in particolaad Atene, vi erano: re, Imposte stbili [xara^oXat] come gli affitti dei beni della BepubbUca, i dazi
tenevano alla prima simmora, erano obbligati a pagare anticipatamente la tassa intera aUo Stato, ed ave-
somma
ogni simmoria.
liiturge [XetToupytat,] prestazioni personali, che lo
tassa
sul.
valore
IMP
Stato
dini
218
imponeva
ai
citta-
ria
tali
e la
tassa
su
i
capi-
costituivano
tributa; le
in-
altre
imposte dirette e
menti necessari
pubblica
blico].
[leirc,
alla
vita
pub-
Le
liturgie pi no-
tevoli
delle
erano:
l'armamento
imposte dirette consistevano: in un decimo dei prodotti, che le province dovevano pagare in natura
all'erario,
fssa
trirmi
in
una somma
conel-
le
rappresentazioni
[xopvjyta], la
sceni-
mune
l'affitto
province,
cbe
si
o Xa^7raSy]Spo^ta],
per condurre alla il bestiame nei papastura scoli appartenenti aUo Stato, nel canone per la raccolta deUa pece nei boschi dello Stato, nel censo per
esercitare le peschiere pubbliche, per lavorare le miniere e le saline dello Stato.
Pappar eccMo del pubblico banchetto, dato a tutti i membri di una trib [artaaic,}, da un cittadino scelto
fra essa.
Il cittadino
Le imposte
il
indirette invece
che
si
riteneva
illegalmente costretto a
prestazione, tro era pi ricco di
una
al-
perch un
lui,
po-
teva
obbligarlo
ad
accet-
quea
di
va
il
diritto
di offrirgli la
[vTi-
vendita,
stria.
quella
sull'indu-
permuta
Socri.*;].
degli averi
DaUe
liturgie erano
La Ha
a
riscossione
dei vectiga-
era
data
lo
in
appalto
publi-
grossi capitalisti,
trimonio e
minorenni.
cdni,
per
pi apparte-
Presso
Presso
Romani. Eomani
\tributa,
vectigala], la
tassa fondia-
219
IND
ma
fssa,
ed esigevano
le
ri-
da
nce pCynx, "luy^] chiamavano i Greci l'uccelletto che noi chiamiamo torcicollo . Esso fa il nido neUe cavit degli alberi e ha movimenti rapidissimi della
dominio
dite indirette
romano, le renaumentarono
'
testa
del
collo,
nel
a tal punto
av.
Cristo,
i
clie,
nel 167
il
fu
la
abolito
quale gli antichi videro una forza magica, atta a destare l'amore. Le donne
tributum e
stituirono
vectigaa
co-
rendita
pi
importante.
Inchide
[Inach.des, I, 753]
na
purpurei,' a
una ruota
pafo,
discendente
da
Epafol.
[Incliis,
Inchide
inac [Incbus]
nasce presso
i
il
fiume pi
tesimi
essa
cerc
di
at-
importante dell'Arglide:
confini fra
ri-
trarre a
s
la
Giove, perci
Giunone
cello che,
mut
lei, si
nell'uc-
da
chiam
ince
Obradro, e
ver-
Una
Oceano e
diluvio
al
gli
di Teti: di
dopo
dai
Deucaline,
Argivi,
Giasone, ammaestrato in questo da Afrodite, fosse stato il priino a legare il torcicollo a una ruota con
condusse
quattro
girare,
monti
per
destare
l'amore
di
nome da
Medea.
Indigeti di [dii indigtes] erano, a Eoma, gli di patrii
Fu padre
di Io.
e locali,
INF
assunti fra
220
l'inganno e la violazione di alcune obbligazioni, che si ritenevano sacre, portava-
gli di, come Enea e Emolo. Infmia [infamia] era, presso i Eomani, una diminu-
zione
di
diritto,
inflitta,
figlia di
Chi
dall'infa-
moglie di Atamnte, il quale aveva prima sposata Nefle. Da Isfefele erano nati: JPrisso ed Elle; da Ino, Lerco e Melicrte. Poich Ino insidia-
Cadmo
va
alla
vita
dei
li
figli
di
Kefele, questa rap di un ariete dal vello d'oro, per portarli in Clchide, regione a oriente del mar
.
su
Nero.
re
Durante
la
traver-
spettivamente, altre nozze o altri sponsali; alle vedove che si rimaritavano pri-
ma
no
che fosse passato l'annuovi mariti; a coloro che menadi lutto, e ai loro
[Ellesponto J, e Erisso, giunto a a, nella Clchide, fu benignamente accolto dal re Ete, e ne ebbe in mogMe, l figlia
Calciope.
Egli
allora
sa-
dis-
crific l'ariete
a Giove
il
E-
soluta; a quelli che si presentavano come attori sulla scena, o scendevano nell'arena a combattere con
xio,
e ne appese
vello
vegliava
tato
[V.
sempre.
Questo
a llco
512-562].
da Giasone. Pi
tardi,
delitti o colpe.
Argonauti].
Al tempo condanna
l'infamia,
di Cicerone, ogni
[IV,
penale
portava
da Semole,
sorella
di
lei,
Hra
te, il
rese furioso
Atamn-
Anche
la
rapina,
il
furto.
uno
dei
221
va avuti da Ino. Ino fugg
rico di convocare
elettorali.
i
INV
comizi
cou
l'altro
[Melicrte], insi
gett nel
Ancbe durante
blica
la
Eepub-
me
di
erano interregi, nel caso cbe i consoli fossero morti o avessero abdicato. Allora il senato novi
minava un
quello
lucente], di
Paiamone. Per i Eomani, Leuctea la Mater aiuta, dea del mattino e dei parti, protettrice dei marinai, Palemone Portunus. Alla Mater Matuta si celebravale Feste Matrala [11 giugno]; a Portunus le PortunaUa [17 agosto].
nominava un
degli
suc-
numero
interregi
giunse fino a 14, prima cbe fosse compiuta l'elezione dei nuovi consoli.
Durante
l'impero,
questa
Le amiclie
lei si
magistratura, naturalmente, non fu pi possibile. Invdia [Invidia, II, 760805] una donna cbe abita
in
di
altre in uccelli
.
marini:
Ismnidi
al
Interrge
Eoma,
morte
l'ufficio
magistrato
del
che,
re,
dopo
la
corpo magro, la lingua nera e velenosa, il petto pieno di fiele, gli occbi
torvi, si ciba
sosteneva
jB.no
di rex
all'ele-
non
zione del
st'ufficio
nuovo
era
clie
si
re.
Quedai
di vipere, e ride mai, se non alla vista dei mali cbe essa
tenuto
senatori,
succede-
vano
secondo
un
ordine
procura alla gente. Passando, avvolta in atra nube, con in mano il bastone,
irto
suo
io
222
quando tocca il petto di alcuno, con la gelida mano
ferruginosa,
lezza;
e l'infelice,
non
p-
infonde
e
tossico
fiele
neUe
ossa,
nei
piede nel
terreno.
H
la-
na-
per-
mettesse di finire con la morte il suo strazio. Giove intanto, mosso a compassione dell'infelice Io, ordin a Mercrio che uccidesse Argo. Il dio scese in terra e, in sembianza
una nube, e
la
spos
none,
rarsi
segretamente.
la
Giu-
sotto
una
Argo,
col
suono deUa siringa [zampogna], che quegli fu preso da dolce sopore: alcuni dei eento occhi erano
gi
chiusi al sonno, ma molti vigilavano ancora. Al-
cielo,
cbe
si ritirassero.
lora Mercurio,
Giove
dell'ira
stesso,
accor-
ma non
aveva
il
andire
Giunone, contro Io, la mut in giovenca, per allontanare ogni sospetto] e, cMstala in dono a Giove, l'afi&d, per
la
di
cora compiuto
suo
che, veduto Argo immerso profondamente nel sonno con tutti i cento occhi, ne
tronc
il
capo e
lo
butt
ad Argo dai
[I,
610-611],
gi per la rupe, che ne rimase tutta sprizzata di sangue. Irritata Giunone, dest nel cuore dell'infehce
fanciulla
e,
dre
e
le
ninfe la
pavidero
bel-
il
spetto
bile, la
una
furia
terri-
ne ammirarono
la
sospinse a correre
223
lON
mente
errato,
Io,
giunta
l!5rilo,
donde
gli
Ar-
fiume
si
per
la
conquista
d'oro, in Olcbi-
[V. ixiasone].
[Ile,
'IXy)]
da Giove la fine di tanti mali. Se ne commosse alil dio, e preg Giunone por fine alla sua ira, giurando per lo Stige, cli'ella non avrebbe avuto pi
Ile
figKa
Ecalia,
di
lurito,
re
di
in
fine
Tessaglia, fu rapita
da Er-
di
figlio di
Apol-
Giunone
allora,
placata per
questo giura-
di
sembianze di donna. Io poi fu identificata con la dea egiziana Iside, perch ancbe lei era rappresentata con corno di vacca. lobate pCobtes]. V. Gibate. lodazna [lodamia] sacerdo-
mento,
le restitu le
lo, fatto
trafugare n bambino appena nato, lo fece portare al tempio di Diana, dove fu allevato dalla sacerdotessa, sconosciuto a
tessa
di Minerva,
di notte nel
ancbe aUa madre. tutti, Eatto adulto, merit tanta stima da parte dei cittadini di Delfo, cbe questi lo
eressero depositario dei tesori del tempio.
Medusa
e la pietrific.
to, questi,
lolo
va
sultare l'oracolo
pri-
l'Hydra
vecchio,
di
Lerna
la
e,
gi
riebbe
giovi-
che egn avrebbe incontrato, uscendo dal tempio, era suo figliuolo. liTell'uscire dal tempio, incontr Ine [wv andante], il
mo
dendo che
gli
fosse
nato
IPE
224
Danidi
[v.
Danaidi] che
non
do
cio
suo
sposo
nella
Linco.
abitava
Essa
invece,
prima
Brea
tre, ^opsocf;
[uTcp
ol-
settentrione]
li
con una pronta fuga. Danae, che voleva distruggere la stirpe di suo fratello Egitto, fece trascinare Ipermnestra in carcere;
ma
il
popolo prese
le difese
di
tutti
gli
altri.
Erano
ove
il
felici
sposo.
pnos
nel
[uTtvo*;] il
frutti
medesimo
parto
con
po.
di
isTon
conoscevano
il
liti,
Thnatos, dio della morte. Abita nel mondo sotterraneo, apporta il dolce riposo e fa dimenticare i dolori
e le fatiche.
tere
di.
ApoUo,
quale
si
diceva
che volentieri si trattenesse con loro. Vivevano miUenarii, e chi si sentiva stanco della vita, l'abbreviava
Ha
il
suo po-
= percorrente] figlio
no e
Hlios
[la
sopra,
Itv
di Hra, quando questa voleva far perire Ercole, che ritornava da Troia, addorment Zeus in un sonno profondo. E un'altra
di Gea, fu
[il
padre di
di
sole],
addormentare
Zeus,
luna]
di
os
rora].
225
lezza
rpp
come Thnatos, fu rappresentato come un fanciullo dormiente, o come un genio avente la fiaccola
Ipnos,
rivolta
all'ingi.
Aspir alla
mano
di
Aga-
Suoi
at-
Ippoconte
['luTToxtv]
di di
Secondo Ovidio [Met, XI, 592...] egli abita nel paese dei Oimmrii, in una grotta buia e profonda, circondata dal Silenzio e dalla scMera dei Sogni.
Ipprcii [iTTTrapxoO erano
i
Tyndreo e di
egli cacci via,
Icrio,
cbe
per impa-
Ma
due comandanti
venivano
Alla
eletti
della
i
ca-
Icario,
rimasto
nell'Arca-
valleria, in Atene,
quali
staeletti
'
ogni anno.
loro
dipendenza
filarelli,
vano
dieci
anch'essi.
in battaglia la caval-
niade Peribe, ebbe, fra gli altri figli. Penlope, cbe fu poi moglie di Ulisse. Ipperate [Hippocrtes] celebre medico greco, nato a Co, verso il 460 av. Cristo. Discendeva dalla fa-
due
miglia
fu
il
degli
Asclepiadi
Ippa
scientifica
centauro Chirne. TJn giorno, mentre cacciava sul monte Plio, le fu usata
violenza
e,
temendo
lo sde-
gno del padre, ricorse agli di, i quali la mutarono in cavalla [vj 'tztzoq la
quivi gli
fu eretto
un mo-
numento.
Ippocrne [Hippocrne, V,
256-259] la fonte cavallina
['ktzoc,
cavalla].
Ippoclde
niese,
la
cavallo,
jtpvjVT)
IPP
dal
226
ch'egli uccidesse coloro che rimanessero vinti. Cosi vin-
monte
Elicna,
Muse,
[v.
il
cavallo P-
che voUero provarsi a questa gara di corsa; ma, presentandosi alla prova Plope,
questi, coi
gaso
ivi]
l'elevazione
suoi
ca-
Enomo
Ippodama.
[l7rTC8po[i,0(;]
il
Ippdromo
o
Ippodama [Hippodamia
la domatrice di cavalli
Tioq
\hz-
domo],
A-
\1-k-
forma
era
di
un
ebbe luogo
i
la
famosa
e
i
lotta fra
Lpiti
Centauri.
[V. Piritoo'].
padre, invastraordinaria
figlia
ghitosi bellezza
della
della
o,
se-
perch i capassandovi presso, valli, correndo, erano presi da terrore, s che spesso si rovesciavano i carri e ricavallo],
spavento,
in-Koq
condo un'altra tradizione, per evitare che si avverasdetto dell'oracolo, ch,e cio egli sarebbe stato uccise
il
manevano
ghi;
l'altra
feriti
gli
auiico-
meta, una
tua di Ippodama,
nell'at-
Egli possedeva
cavalli pi
e,
vittoria.
per lei, la propose in premio a chi fosse riuscito a vincere lui nella eorsa, a condizione
sposo
fingendo
dromo
il
Ippodromo
ciliano,
era
si-
corridore:
cavaliere
alla
armato
leg-
giera.
227
Ippolita [Hippolyta] era regina delle Amzzoni. Quando Euristo impose a Ercole elle gli portasse il cinto di lei, l'eroe la trov sulle
IPS
nuovo odio,
lo
rive
del
Termo donte,
di
lei,
uc-
cise i fratelli
Mge
donte
le
.Amico,
sconfsse
trasform nel volto e lo nascose nel bosco di Egria, presso Aricia, dove fu onorato come IsTuma minore,
Amazzoni a Temiscira,
sotto
.
il
nome
di
Virbio
Ippmene [Hippomnes, X,
560-704] il vincitore nella corsa a cavallo ['-ktzoc,
[iTCTzoQ
cavallo,
[xsvco
persisto]
[V. Atalnta'].
Ipptade [Hippotdes]
Ippotonte [Hippoton]
glio di
fi-
culto
deUa
Poseidone e di Allo
in onore di Artemide, la matrigna Io calunni presso Teseo, di aver attentato al suo onore. Teseo lo maledisse e preg
pe.
La madre
espose
Kettuno
[suo
padre]
clie
lo punisse.
appena nato, ed egli fu nutrito da una giumenta, donde il suo nome [y; ltctto? = giovenca], e allevato ed educato da pastori. Cresciuto in et, ebbe da Teseo la
signoria
di Elusi,
Un
ove
da
IN"ettuno
fu
mu-
tato in
una
fonte.
esso
un
toro:
cavaUi
si
adombrarono e, rovesciato il coccMo contro uno scoglio, Ippolito mor. Dopo, per, fu riconosciuta la sua innocenza per rivelazione di
di
Lemno. Quando
Artemide, e Fedra
si uccise.
IR!
228
lenni e in
riti segreti.
il
Suoi
salv
il
padre,
facendolo
attributi erano
il il
fuggire.
cornucopia,
loto,
sistro.
le
serpente, spighe
Essa spos Giasone, da cui ebbe due figli: Tonte ed Euno. ride [Iris, I, 271] fgUa di
,
la
luna, le corna,
figlia
di
il
Ismene
[Ismene]
Taumnte
la
Ismno
la
cobaleno,
cielo
la
con
la
terra.
congiunge Essa
il
diceva
mo
mandati da
lui
a cercarvi
di
e in bassorilievi,
.
fonte acqua, che quello custodiva, temendo che l'acqua della fonte fosse avvelenata,
presso
una
scorse
altra
il paese per trovarvi acqua. Avendo cacciato il pie destro nel fan-
moglie Osiride, che fu identificata, pi tardi, con la luna, annoverata anche fra le divinit dell' Averno, come Dmetra, Perdi
legislatrice
mata
Piede di
Cadmo
Un'altra
che, da
leggenda
figli
narra
il
quando Ismeno,
di
maggiore dei
Mohe
sfone, cate. e
Anche
lei
protettrice fondatrice e
degli
Stati.
dagn atroci
.gett
si
in
questa fonte,
di
lui,
si
essa,
dal
nome
chiam Ismeno.
quale,
dif-
Ismnide
[Ismenis] vuol dire tebana, dal fiume Ismno, che scorre nella Beozia,
tempo
Il
di Siila.
presso Tebe.
Issine
lustrazioni,
229
ritoo.
luv
cotte, furono date in pasto al padre. [V. Fiomela].
era
gli
Itiillci
si
canti
[ItbyfaUca]
egli lo
quali
si
portava in
[t6?
giro
un segno osceno
diritto;
(paXX?],
come
ma
re
egli volle
tentare l'ono-
di
questa
dre.
[V.
Edone],
ro-
genube, gigno nero]. Per la sua malvagit, Issione fu condannato a essere legato a una ruota infocata, che gira continuamente. Isfmici [GiuocM] giuocbi pubblici, presso i Greci, in onore di Poseidone. [Ved.
bes
mana
Aveva 240
ghezza,
piedi
in
lun-
120 piedi in larghezza, e misurava quindi 2880 piedi quadrati. L'origine del nome da
nella
ricercarsi
gum
[giogo],
isoletta
del
mare
Ionio,
vicina a
la
Ce-
un
giorno.
falnia, Ulisse.
fu
luventas.
La dea romana,
[v.
m]:
iti
VI, 437] fanciuUo nato da Tero e da Prcne, fu tagliato a pezzi dalla madre, e le sue membra.
[Itys,
rifiorire
aveva pochi
Stato, santuarii.
ma
LAB
230
liabirnto
[Labyrintus]
pa-
Il
indicava
di
una
costruzione
la
censore Q. Fulvio Fiacport via parte della tettoia di marmo del temco
pio, per coprire il tempio della Fortuna, ch'egli fece
corridoi,
cosi intricata,
Famoso fu
edificare
Eoma. Ma
la
dea
si
vendic,
facendolo
perire miseramente.
Una
leggenda
quel
narra
che,
Lacrna
ste
i
[lacerna] sopravvestoffa
presso
promontorio,
assassino,
di
spessa,
che
so-
un famoso
La-
Eomani indossavano
pi
pe-
sante
destra.
d'inverno,
fermato
con una
La lacerna
fatta
di
dal
nome
del brigante
ucciso, fu detta
Lacinia
moda
era-
Sta-
Lacinio [Lacinium, XV, 13] il capo Lacinio, oggi delle Colonne o ISTao, sulla costa
Calabria, presso Ootrone. Ivi sorgeva il fadella
greci, coloro
moso tempio
Lacinia
oggi
i
di
di cui
si
Giunne vedono
resti
dalle quali
il
spartano]. Essi vestivano con grande si lasciavano semplicit, crescere la barba a una
ha preso
delle
il
nome
.
Capo
straordinaria
Colonne
portavano
il
231
stone spartano,
si
LAI
esercita-
vano
con
passione
nella
dramme,
l'oratore
costumi aspri
se-
timento.
Si dice che alcune donne,
mostravano una
uccidessero
in
un
se-
tempio
saglia,
di Afrodite, in Tes-
Ladne pjadon]
drago elle faceva la guardia ai pomi aurei che, regalati da Ga a Hra, per le nozze,
il
era
dove
ella
aveva
guito
un
certo Ipploco o
cortigiana
Espridi.
anche famosa, nata a Corinto e venuta ad Atene durante la guerra del Pe[anteriormente loponneso quindi alla favorita di Alcibiade], fu la pi ammirata per bellezza, fra le donne del suo tempo. Era sommamente avida e
i
Laerte [Laertes] re di Itaca, figlio di Arcsio, era padre di Ulisse, elle ebbe dalla
moglie Anticla. Quando, durante l'assenza di Ulisse, i Proci infestarono la sua casa, aspirando aUa
mano
di lui,
di Penlope, moglie
Laerte
si
ritir in
e Aristppo.
campagna ove,
di rivedere
gi
veccMo
la
abbastanza, ebbe
gioia
cb'egli
Ulisse,
mentre
la favorita
bel-
amata
= la = uo-
uccisione].
figlio di
Lbdaegli
fu re di Tebe. Perduto
padre,
quando
era
LAM
ancora
usurpato
Lieo.
232
una
festa annuale, cbe con-
bambino,
il
sisteva
in
una forma
o
la
di
morte Ma, dopo i Tebani dell'usurpatore, misero sul trono Laio. Questi
lapidazione.
liampadedrma
padefria
Aaji7raSY]9opLa delle fiaccole
Lamcorsa
[Aa[ji7raS7)Spofji,ia,
[Xa^ATr?
fiaccola,
SpfjLo?
corsa]
citt
Lmia
[Lamia] figlia di ISTettuno, fu amata da Giove. Giunone, per vendicarsi, le procurava l'aborto, s cbe essa dava alla luce bambini morti. Per questo, divenne cosi impazzita, che divorava tutti i bambini cbe le capitavano tra le mani.
Un'altra Lamia, figliuola di Clenore ateniese, fu brava
suonatrice di flauto
e fa-
cbe
si
faceva in alcune
della
Efestie,
in
onore
di
Efesto.
mosa
meo
La
corsa
cominciava
dal-
l'altare di
mo
cola
alla
mta, con
la fiacvi
accesa.
Talvolta
delle
Una
terza
Lamia,
si
sorella
lei,
di Aussia,
rec con
punti
ridori,
fssi
i
dovevano portarle
stazione
due
fazioni.
Einiaste
vittime
di
una
furono uccise a
ma
poi, ri-
La
questi corsa
ai
fiaccole
si
conosciute
istituita,
fu
faceva
dapprima a piedi;
tempi di Socrate,
si
ma,
233
tenne, per la prima volta,
LAO
a
di
cavallo.
figlia
I^ampza [Lampeta]
un gran numero
di
HHos e
di IsTera, era
gladiatori, che
nolo,
quelli
padre,
cria.
nell'isola
di Trinasignifica la
Lampezia
sfavillante
villo],
te
[X[XTC6)
gladiatori
dovevano
os-
sfa-
Fetusa,'Za splenden-
[(pa0(o
cpaivco,
splenraffi-
vano,
fatto
di
solito,
un
cibo
do]:
entrambe sono
di farina
d'orzo.
Lantrna
le nostre, col
Un'altra
Lampezia,
figlia
gno o di metallo,
con
le
pareti di corno sottile o di tela oleata o di vescica e, in un'et posteriore, anche di vetro, che adoperavano
cosi
ci,
i
te
che,
fu trasformata in pioppo,
quando
avendo
Emani come
i
Gresi
rovesciato
presso
quali
essa
affidatogli dal
lo,
precipitato
Po
[Eri-
chiamava Xu^vo?. Dentro vi ardeva una lucerna a olio. Le lanterne si usavano anche
nell'esercito,
dano].
durante
si
Anche
tonte
le
marce notturne.
[laternarii]
Ijanternrii
chiamavano
terna
di
Lanista
[lanista] era,
ma,
dinanzi al padrone.
no affidati i gladiatori, perch li ammaestrasse e li esercitasse, con l'arte, a combattere con valore, con abilit, con destrezza e con
Laoconte
a Troia
per
il
cavallo di legno,
introdurlo
dentro
di
esso,
le
l'ammirazione
del pubblico.
contro
LAO
cerc distogliere
tre
si
i
234
Troiani
uccisa da
il
un
certo Milne,
un
toro
della
l'isola di
a iN'ettuno, apparvero, dalTnedo, due grossi serpenti, i quali, venuti a terra, soffocarono Laocoonte, coi suoi due figliuoli,
si
dosi
corpo.
rimpiattarono
sotto
statua
di
PUade.
buoi,
sul
monte Ida
e,
Laodama [Laodamia]
figlia
di Bellerofnte e di Ach-
lo
di
Ma
avendo Laome-
Secondo una
leg-
Quando le mura
Lapidazione
il
profondamente addolorata,
che ottenne dalla piet degli di di
festare
suo
odio
di-
sprezzo, specialmente
sollevazioni.
nelle
tal-
rivedere
il
marito,
Accadde
per tre ore sole. Ma, passate le tre ore, piuttosto che separarsi da lui, volle
seguirlo neir Averne. Una terza Laodama fu prin-
cipessa
gli
di
Epiro.
Quando
rivolu-
nel teatro, sebbene di rado, poteva avvepi nire che un cattivo attore
fosse
Anche
una
i
scacciato
a colpi
di
principi
essa,
pietra.
famiglia reale,
Macrobio racconta [Saturn., VI, 6] che Vatnio, preso a colpi di pietra mentre dava uno spetta-
235
colo
LAB
la
gladiatorio,
dagli edili
ria ,
distribuzione
del
rante uno
contro
Jjpiti
tempo
antico,
lo
attori.
Aomidix.i,
[Lapthae,
Eoma,
ai quali lo faceva
l'Olimpo e l'Oscelebri
resero
tutto
la
gratuite
si
ebbero,
tauri,
nelle nozze
di Pir-
too.
[V. ivi].
per prima volta, con Caio Sempronio Gracco, la cui lex frumentara concesse a ogni padre di famiglia
pena
romana
dello
mento
ma
numero
delle
che
godevano
di
persone questo
ma,
al
tempo
di
Lara [Lara] una niade, figlia del fiume Aimone, riferi a Giunone le relazioni
di Giove
ci
320.000 sotto Augusto. Ciascuno di costoro ricetessera, con la poteva prendere, da quale un determinato granaio
veva una
la lingua.
Largizine
modo
Eoma. Le largizioni pi
erano:
,
[horrum], la sua parte di frumento. II. Congiarium , la largizione molto ricca, in contrapposizione aUe largizioni regolari che, in alcune speciali circostanze, si faceva in denaro, grano, olio, vino,
carne, frutta, sale ecc., al
frequenti
I.
a Largtio
frumenta-
popolo.
lIe
JSTell'et
solito
il
236
cevano di
di
olio,
largizioni
veniva
offerta,
nome
ogni
vivanda
si
dovuta
ofrivano
misura comune
del-
loro;
spesso
sacrifci
giornalieri,
ma
in
Calende, nelle
nel
!N"oue,
dagli
imperatori
nel
seguenti.
cui
loro
la
un
la
figlio
giorno in consacrava
Di
bulla
per
vestire
stribuivano
toga virile, quando la sposa entrava la prima volta in casa, dopo il matrimonio. Allora
il
circostanze
in
solenni.
si
offriva
La
che
largizione
si
danaro,
faceva ai soldati, in
tali circostanze, si
chiama-
va donativum. Lari [Lares] erano, presso i Eomani, le anime divinizzate degli uomini buoni,
passate all'altra vita: quindi
gli
le
statuette.
Da
fermarmi,
militdres, ru-
rdles'] i
i
quali proteggevano
della
spiriti
benigni cbe
la
in-
membri
famigha,
proteggevano casa, sieme coi Penati. Degli uni e degli altri si tenevano insieme le immagini, nel
Lararum,
una
specie
di
urbani,
Jiostiles],
quali
vano in
situate
altari
sui
strade
[compita}.
Pra
Lares publici
si
noverano
Eomolo, Eemo,
237
Tito Tazio, Acca Larnzia.
LAT
di
dre
Lavinia,
la
quale
di
un
sacrificio
fu-
Latomie
[xiai]
Larve [Larvae] erano, presso i Eomani, gli spiriti maligni dei morti, cbe erano
stati,
me
prigioni [Xaa(;
Tfjio?
pietra,
taglio,
sezione,
vagi.
ai
i
scavo].
ci
erano
coloro
benigni di
stati
Furono fatte costruire da Dionigi il Vecchio, ed avevano volte sonore cos congegnate, che ogni minimo rumore giungeva in un luogo di
quali erano
vita.
buoni
nome
nigi,
di
forma
Col
di orecchio.
di
nome
latomie
si
indicava
Mamertino.
Latna
una larga
vanti,
cintola.
dal
collo
sino
alla
La
si
tunica
sulla
il lati-
none,
chiamava tunica
e
stretta
ad andare raminga,
l'accolse
l'isola
l'indossavano
finch
di
Senatori romani.
monte
i
Cynthus,
due
figli
Ma,
LAT
dall'odio
238
di
Giunone,
ca-
che il sangue latino, fuso con quello di alcuni forestieri, che sarebbero venuti
alle
spiagge
del
del
Tevere,
cielo
la
avrebbe elevato al
gloria
il
essa
li
popolo
il
latino,
mut
Pi
tutti in
rane.
[VI,
re,
contro
volere della
315-380].
tardi,
regina,
puB severamen-
glia
non volle che la fiandasse sposa a Turno. Di qui la guerra fra i Troiani, guidati da Enea, e i Latini, capitanati da Turno. [V. JEnea].
Latonigen [Latonignae, VI, 160] sono i due gemelli nati da Latna e da Giove: Apollo e Diana [ysv in
yLYVO[xat.
tra-
versava a nuoto l'EUesponto, per recarsi a Sesto, dall'anante ro, sacerdotessa di Afrodite. Ma, una notdalle onde,
te tempestosa, fu travolto e la mattina,
nasco].
rola-,
il
cadale
protettrice
dei
quali
si
cMamavano
che
su
un
altare
presso
lei,
si
una porta
morte
verndlis.
Lavinia
Lda [Leda]
figlia di Tstio,
to
Enea
re di Etolia, e di Eurit-
aveva predetto
mide. Con Giove, che s'era trasformato in cigno, su le rive dell'Eurta, dove
239
essa
LEM
faceva
il
ner
i
un
novo
Llapo [Laelpus, VII, 759793] cane velocissimo neUa che Diana aveva corsa,
dato a Prcri, e questa al marito Cfalo. [V. Cefalo]. Quando Edipo ebbe vinto la sfinge, svelandone l'enigma, Tmide, per vendicarsi, mand un mostro a devastare la terra tebana.
Allora Llapo, incitato da
Cfalo, insegui la fiera, che
-figli
di
Giove
di Giove, xoupoL
\^iq
figli].
Secondo favole posteriori. Leda avrebbe generato due uova: da uno, che ebbe da Giove, sarebbero nati i Dioscuri, dall'altro, Elena
e Cntennstra.
Tindridi
e ritenute ge-
leaena
la
leo-
757]
Vulcano
[Efesto],
Armdio e
di
di Aristogstone.
alla
che abitava
l'isola di
Lmaveva
avevano
La
stirpe del
Lemncola
se
Lmno
pjemnos]
isola
del
rivelare
complici.
Ma
essa
Ateniesi,
quando
fu-
rono liberati dalla tirannia dei Pisistrtidi, a memoria dell'eroismo con cui essa aveva celato il segreto, le
eressero
sostennero
in
aria
ed
si sfra-
una
statua, rapleonessa
la
sua
fucine
il
dei
Ciclopi,
divenne
LEM
240
Lemno, fu abbandonato
bacili di
bronzo e gridava
due
volte:
Manes
exte
va una piaga
[V.
Filottte].
inguaribile.
Leno
indicavano,
le
in
ge-
no
[V.
le feste
anime dei morti, nere, tanto buone che cattive. Le buone erano venerate
ritorio
Dioniso].
Leone
come
[v.
Zodiaco:
leone nemo,
gli astri.
il
da Giove fra
Il
leone
nemeo
che
valle
leone
Lemuri,
il
invulnerabile
uccise
nella
Ercole
padre di famiglia
seguiva
Kema
un
zione,
zanotte, egli usciva scalzo innanzi alla porta della casa, si lavava tre volte le
immensa
il
granpaese.
dezza, devastava
mani nell'acqua
poi
si
Dopo
la
pronunziando per nove volte, senza guardare intorno, questa formula Questo io do, con queste
fave io riscatto miei . Si credeva che,
questa cerimonia,
riti
va ferrata, poi lo sbran con le proprie mani e gliene trasse la pelle, che port sempre con s, a difesa
del suo corpo.
me
Lenzia
ta,
[Leontia]
si
celebre
col-
durante
gli
spi-
raccogliessero le fave.
invagh quale Epicuro. Scrisse alcune opere, che per sono andate
della
perdute.
241
Los
il
LET
ganti antropfagi che, secondo Omero, viveva in un
paese, non ben determinato, del lontano occidente, dove le notti erano brevis-
[Ac,]
un eroe ateniese
in
quale,
occasione
di
una
sue
come vittime
Lrna [Lerna,
go, tro
per
sime.
Secondo
Greci posteriori,
dove
o
mosa
nove
teste
e,
se-
una
Quando Ulisse, tornando da Troia, giunse alle loro spiagge, essi, con grossi
undici navi ch'egli conduceva, s che a stento pot salvarsi sull'unica che
massi,
delle
sfasciarono
dodici
ma
poich, in luo-
gli era
rimasta.
il -fiu-
accesi,
e,
le
su
me
dell'oblio
[XavGvco
un
masso
cise.
enorme.
al
Cosi l'uc-
Pi tardi,
Un fi^ume Lete
l'Africa:
si
scorreva nelil
LessircM
no
i
[iQ^iap^oi]
era.
sei
magistrati ateniesi
lungo corso, esso nella terra, sprofondava ove scorreva celato per alcune miglia, finch riappariva e sboccava nel Mediterraneo, presso le Sirti. [Lethaea] per ecces-
nell'assemblea
non entrasse
Leta
sivo orgoglio della sua bellezza, fu convertita in marmo, sul monte Ida, insieme
Lettiga
sa
di
[lectica] era
una
cas-
di
gi-
legno,
coi
fianchi
e leggende.
LET
242
di
Oltre
lettisternii
ordinari,
munemente
l'Asia e a
in Grecia, nel-
Eoma.
dell'et
o pi giorni, e
si
tenevano
servivano
lettiga soltanto le
donne
avevano
cura
rupe
[Xsux?
=
si
dell' A-
con
molto
lusso
ed
ele-
credeva che chiunque, dal cigno della rupe di Leucade, si lanciasse nel mare, se fosse rimasto illeso, vi
loro spe[lecticani,
lettigMeri
contro
l'a-
more.
Secondo
una
leg-
indossavano livree rosse. Ma vi erano anche lettighieri che potevano prendersi a nolo insieme con le lettighe: il numero minore dei lettighieri era di
due, Lettistrnio
il
genda, narrata da Ovidio, la grande poetessa Saffo salt dalla rupe, per guarire dalla passione di Fane,
ma
lei,
il
come a
tutte le donne
la bianca [Xsu-
massimo
di
otto.
che lo tentarono.
[Lectisternium] detto anche Fulvmar, cerimonia religiosa, presso i Eomani, per lo pi in onore
Luee [Leuce]
y.6Q
Giunone, Minerva. La sttua di Giove veniva collocata su di un cuscino Ijpulvmar], e le de su due sedie ai suoi fanehi, dinanzi a una mensa
di Giove,
Quando,
in
memoria
della
ninfa,
Elil
Campi
diede
243
Jjcucppe [Leucippe] figlia deirindovino Tstore, avendo smarrito il padre e la
sorella
varli, si
LIB
Apollo, invaghitosi
di
lei,
seguendo
l'oracolo
ria,
si
presso
re Icaro, ove
pi-
rati, il
padre e
la sorella,
da
da Apollo da gelosia,
al re
[v.
ivi],
morsa
riferisce la cosa
il
Arcamo,
sabbia.
quale sepfanciulla,
pellisce viva
la
dalla
Caria.
figlio
nella
Leucppo
di
[Leucippus]
re
di
Enmano,
Pisa,
innamoratosi di Dafne, figlia del fiume Peno, sapendo cb'ella era avversa agli uomini, ricorse a uno
lui
si
profumati unguenti,
in liquido
fra-
scioglie
grante,
se
capelli, si pre-
sent
figlia
da
di
fanciulla,
come
e
si
Enomano,
desiderio di fare
un ba-
gno nel Peno, ancbe Leucippo dov svestirsi e, riconosciuto per uomo, fu ucciso a colpi di frecce.
Leuctea
[Leucotba, IV, 542] la dea Manca [Xenycc, bianco] ino, venerata come divinit marina.
riuscita
di
un'impresa,
e nei spe-
[V. Ino].
Ma
LIB
cialinente,
244
quando qualcu-
nus
quello
di
no
Marcus Tullius
ritto del voto,
Cicerone Tiro.
il di-
I liberti acquistavano
ma
con
poper-
tere
molto
limitato,
iscritti
Erano per
esclusi
adoperava
e
l'olio.
il
latte
alle
Mnfe,
messi
soltanto
al
diritto
il
dopo
la
guerra sociale.
Quanto
i
privato,
vino.
liberti
ebbero
ius com-
Lbero [Liber, HI, 520] uno degli epiteti di Bacco, chiamato cos per la sfrenata licenza del suo culto.
\y.
so
i
merdi;
\ius
ma
il
matrimonio
di
connubii]
un
in-
liberta fu
come
disonorevole
Bacco].
[libertus]
era,
Liberto
pres-
Eomani,
dallo
colui
riscattato
che, stato di
la
servit
la
mediante
mamutava
con Vnere, ed
i
per
suoi
rapporti
con
funerali,
la libert reale,
mavano
[v.
cos
da Libitna
si
va
il
nome
della
gens
custodivano
gli
i
gli
addobbi
servava
l'antico
nella
funerali.
Essi,
berto
chiam
con no
tutti
suoi
particolari,
245
si
LIO
servivano,
dei
uryto;
ste,
l'eroe
atroci tormenti, e precipit Lica nel mare, presso il promontorio omonimo, nel
mare
cole}.
di
Euba.
I,
[V.
Ur-
nel tempio
di Libi-
Licane [Lycaon,
re
degli
211-239]
figlio
rcadi,
di
Libra. V. Bilancia.
la
vano lungo
esercitando
mare
Ionio,
Erano
riale,
la
o di abete
me
elle
a sembianza
visitarla,
sotto
umana.
il
Viene
Ottaviano, nella battaglia di Azio, ne riconobbe la pratica utilit, contro i grossi bastimenti di Antonio.
in Arcadia, valica
il
monte
dell'Arcadia
[il
pi
Avevano
talvolta dieci
file di remi. Lca [Licbas, IX, 166] il compagno di Ercole a cui Deianra affid la veste intinta del sangue avvelenadatale dal centauro to,
monte del Peloponneso], il monte Lico, nell'Arcadia meridionale, e si avvia aUa casa di Licaone.
Avendo dato
della
chiari
segni
liTesso.
egli
parole del centauro, credeva che la veste avesse la virt di ridestare .l'a-
veramente
dio,
medita di
na
ma
gli
namorato
di Ile, figlia, di
le
membra
palpi-
LIO
tanti di
togli
lssi,
246
un giovine, affidacome ostaggio dai Mopopolo
dell'Epiro stato quivi istituito da Licaone figlio di Pelsgo e
che, in una parte del monte Liceo cbe cbiamavasi
ve allora rovesci la tavola, col fulmine colpi Licaone, e mand in rovina tutta la casa. Licaone, atterrito, fugg, ululando per la campagna: si sforz di
stato
A Giove Liceo, come a Giove Cretese, si offrivano vittime umane. Lico [Lycum] era un coUe di Atene, ove sorgeva un
tempio
parlare,
ma non
era
gli riusc,
ad Apollo
Liceo,
perch
stato
trasfor-
mato
gi
in
lupo
[lxoQ
presso il quale era un ginnasio con parecchi giardini, ove insegn Aristotile. Lieo [Lycus] figlio di Pandone, e fratello di Ego, IsTiso,
lupo].
membra
del fanciullo
Pallnte, fu
un
eroe ateLi-
inceneriti
comdi,
la quale
aveva cura
di
mo,
Sotto
elle
fu
salvato
da
Un
altro
Lieo, tiranno
Giove,
il regno di sarebbe avvenuto
Mctimo
il
dilu-
aveva ucciso
il
Lico [Lycaeus,
te
I,
698]
mon-
Creonte, e aveva insidiato alla vita di Megra, sua moglie, e dei figli.
suocero
dell'Arcadia, sull'orlo meridionale quasi al confine della Messenia, sacro a Giove e a Pane. Su di
Licomde [Lycomdes]
dell'isola di Scro, presso
re
il
quale Achille
si
tenne na-
sorgeva il gran santuario [il pi importante santuario degli Arcadi] dedicato a Giove Liceo.
esso
Si diceva che
il
mura
di Troia, ove,
se-
culto fosse
247
Da Deidamia,
figlia
LIN
Creta,
dine,
il
di Li-
e che, per
suo or-
Licurgo [Lycurgus]
figlio
di
portato
campi Msi
le
nutrici
di
che avrebbe potuto offrire al popolo il pretesto di ritenersi sciolto dal giuramento
Sparta,
il
dell'osservanza
delle leggi.
in
mare,
dove
fu accolto da Ttide; perci Giove lo accec e abbrevi la sua vita. Secondo una favola posteriore, per tale misfatto il paese fu invaso da sterilit, divenuto pazzo, ucegli, cise un suo figlio, che aveva scambiato con un tralcio di vite, ma poi fu fatto
affanni
[Xuc
sciolgo].
Lims
cia
[Xi[x?]
fame].
Era
un mostro
vati
e
sbranare
dai
cavalli,
per
tesa].
linco
Afaro
[Lynceus]
e
fratello
figlio
di
di
Ida
perch le
sue
fossero
Un
Linco, figlio di fu sposo di IperEgitto, mnstra: la sola fra le 50 Danidi che non volle uccidere il marito, come era
altro
Lincstio
[Lyncestus,
XV,
LIN
248
Perci
essi celebravano ogni anno, al tempo della
ubbriacava.
Canicola,
la
festa
{p-r\w,
degli
per
l'incarico
avuto da Dmetra di diffondere l'agricoltura, si rec a lui, sul cocchio tirato da serpenti, egli, per invidia, decise di ucciderlo
cane,
nella
[xufov
uccisione],
quale
i
si
colpivano a
men-
tre dormiva;
lo
ma Demetra
mut
lire
di Lino.
Lino
te:
Secondo
rire
lira
che
si
fosse udito.
Si
riteneva
vi
figlio di Amfiaro
e,
e di Urania
sull'Elicna,
In Argo, ove
si
era conser-
vata l'antica festa di Lino, egli era ritenuto per figlio di Apollo e della principessa Psmatlie.
un
madre,
fu
e,
sacrificio
funebre.
Esposto
allevato
dalla
Si
diceva
da un pastore
avuto da
figlia.
Apollo, irato,
la Hoivy),
mand ad Argo
vendetta,
castigo,
la
punizione,
che rapiva i figli alle madri, e gli Argivi, secondo il responso dell'oracolo, per liberarsi da tale flagello, dovettero riconciliarsi
Psmathe
e Lino.
sgrid;
ma
il
249
fiero
di retorica;
LIT
discepolo,
non
tolle-
rando il rimprovero, uccise il maestro a colpi di lira. A Tebe, in Argo, a Clcide, nell'Euba, si mostrava la
ma, a poco a
tomba
Lirope
di Lino.
[Liripe,
ciso. [V. Narciso}. Lssi [nxae] erano, presso i Eomani i vivandieri cbe
Sosibio.
Litra
[XuTpa]
il
volontariamente seguivano l'esercito, per vendere ai soldati viveri e bevande. Collocavano le loro tende
sul lato del
al
Greci, to che
doveloro
la
campo
rivolto
nemico, neUa parte esterna, davanti alla porta decumana e spesso erano
adoperati nei lavori
trincee.
delle
La
trio
ad
arbii
del
vincitore:
per
guerrieri che
[Xutixol]
non avessero
Iiitici
pavano
siti
que-
domandavano
maggiori.
som.-
me
molto
Pla-
nelli eruditi,,
che
si
propo-
nevano nei
sone colte, e sui quali si discuteva, per trovarvi una soluzione soddisfacente [XuGic,
tone fu riscattato per 20 o 30 mine. Spesso il denaro necessario per la taglia veniva raccolto insieme dai parenti
o dagU amici, e il prigioniero liberato aveva poi
l'obbligo sacro di restituirlo, se non voleva diventare
soluzione].
ll^TeU'et
alessandrina, quesi
sta
costumanza
di
diffuse
ancor
un
ne
critica
e sull'interpretazioscrittori
degli
anticbi,
che
i
precedevano
maggiori,
[V.
magistrati
por-
tando
fasci.
Fasci].
LIT
Si
250
prendevano per
lo
pi.
La Coregla
formavano
elle si
rie,
[xopvjyia] che consisteva nella spesa per l'allestimento dei cori che
si
le
tre per
giori o
tori,
curU
edili curli,
dittatore
maestro dei
una decuria
riati
erano la parte pi esIl corgo doveva pagare il coro, provvederlo largamente di cibo e di
essi
senziale.
bevanda, e fornirlo di
stiti
ve-
cte
prestavano
rone d'oro.
spendioso
coro pi
quello
di-
era
dei
che costava meno era il coro della commedia, la quale aveva un arredamento meno pompoflautisti, quello
Un
La
Liturga
mava, in Atene,
[XsiToupyioc] la presta-
si
chia-
dramme
mini 5000
dramme. Ginnasiarcha
[yu^i-
cune solennit
sovvenire
dello Stato.
vano l'obbligo
coloro
di assoldare
che
si
esercitavano
possedesse pi di tre
lenti.
ta-
per
gli
nelle e pi
trirli,
rare
le-
il
La Architeora
pioc]
[pxi,0C-
la gara.
cio la cura
alle
deUe
La Lampadarcha
Sapx^a] cio
gazioni sacre
grandi feste Delo e in altri luoghi sacri, per le quali lo Stato dava la sua contribuzione.
quattro nazionali, a
l'allestimento
corsa
deUe
fiaccole.
[Vedi
Lampadedromia'].
251
La Trierarcha
yio!.]
LOT
visi,
[Tpivjpap-
zioni
ogni
steva
nell'allestimento
simmoria in sntelie, di non pi di 16 persone ciascuna. Ogni sintela doveva provvedere a una nave,
si
paga per
la
alla
forniva
bligato a
co-
trierarca
aveva
il
perch
mando supremo
e
poteva
permuta
tlSoctli;].
attrezzi
arruolare
rinai,
rematori e male
al loro
matrimonio e
dare
paghe
all'e-
norenni.
lif
zia,
Poich
racolo,
si
gli
forniva
il il
sentimento della patria, trierarca provvedeva a proprie spese a tuttp l'armamento della nave, e aumentava, con denaro proprio, le paghe alla ciurma. La trierarchia costava da 50 mine a un talento. JNel 358 av. Cristo, i 1200
cittadini di
con un colpo di spada. sangue, che spicci dalle ferite, toccando il terreno,
fitto
Il
fece
delle
zampillare
fontanine,
qua e
le
quali
nome
si
del
Atene pi
furono
stabilmente
agiati obbli-
ucciso,
chiam
giovinetto Lofi .
Lto
nome
LOT
la
252
pi nota
costa
lio,
un
albero
della
settentrionale
dell' Africa, dal frutto dolce e profumato [giggiole], di cui si cibavano i Lotfagi
comle
n'erano di forme svariate, con gusto squisito, e nella parte superiore, dove era il foro per versarvi
l'olio,
L'albero
del
loto
ba
adorne leggiadramen-
foglie molto
simili
grandi,
ma
a quelle alquanto pi
te di
emblemi e
di soggetti
mitologici.
La
lucerna
deUa sala da
sapore
vino
miscbiato
con miele: chiunque mangiasse di questo frutto, era talmente allettato dalla dol-
una una
si
sala, si
appendeva con
delabro.
cezza di esso, che dimenticava perfino la patria. Secondo Ovidio, Loto era
Per
tirar fuori
il
lucignolo
la
e per
togliere
si
da esso
moccolaia,
adoperava un
Pripo,
fu
convertita
nella pianta
omonima.
uncino.
Presso a olio
i si
Greci, la lucerna
chiamava
"kxvoc,:
mangiare] po(cTic) ricordato da Omero: polo viveva sulla costa settentrionale della Libia.
racotta e talvolta
tallo,
Lucerna
so
i
Eomani,
di
lume ad
di meforma di una mezza palla, e aveva una piccola orecchia, un foro nel mezzo per versarvi l'odella
terracotta
ellittica,
che conteneva
l'o-
e un prolungamento a forma di naso, donde usciva fuori uno o pi lucignoU, fatti con le foglie lanose di
lio,
253
LD
come taM erano
specialmente Diana,
ritenute
e
una pianta o
del giunco. Ai tempi di
col
midollo
si
Giunne
era.
Omero
ado-
Lucumne
nome
di
[lucimo]
il
ciascuno
dei
12
noso.
Il
fumo usciva da
soffitto.
federazione etrusca.
un'apertura del
Ludi
[ludi]
i
giuochi pubblici
Una
il
presso
Eomani. Essi
in:
si
fans
formato
dividevano
da un gruppo di verghe spalmate di pece e di cera, o bagnate di raggia, le quali venivano legate strettamente insieme e conficcate in
tallo
Ludi Ludi
voti.
una custodia
alla
di
me-
davano in occasioni
secondo
il
il
di-
verse
e
pentola.
portava-
genere e, luogo in cui si tenevano, si distinguevano in: Ludi Oiecenses, che si te-
potevano essere collocati ritti, quando il manico si allungava in fusto ed era provveduto
di
no in mano,
la
loro
attribuiva a Eo-
un
piede.
Lucfero
quale avrebbe ingiuochi detti Gonsuala, in cuore del dio Neptunus Consus [Gonsus Consigliere]. Questi giuochi circensi furono pieni
molo,
il
stituiti
mat-
come
tale, an-
che
90)(j<ppo(;,
"FiCQ,
men-
por-
di Astro e dell'Aurora.
sacerdoti;
i
poi
si
offrivano
i
sacrifici e
cominciavano
LD
giuoclii: corsa, giostra,
254
puca-
portava
si
gna a
piedi,
pugna a
naumacMa
di
[che
una
si
battaglia navale];
poco
si
dopo
celebravano
quell'anno, e dal 4 al
10 aprile;
Romani,
cre
Ludi scaenici,
che
si
spettacoli
davano
il
al Circo Fla-
minio, verso
principio di
istituiti
novembre. Furono
punica,
perch
gli
dopo la cacciata dei re, quando fu ristabilita la concordia fra patrizi e plebei; Saeculares, si celebravano
nuove sventure;
istituiti
Capitolini, in onore di Giove, dopo ciata dei Galli; Florles, feste della
la
cac-
ma
di solito ogni 100 anni, priin onore di Plutone e di Prosrpina, poi in onore di Apllo, di Diana e an-
pri-
Flora,
maggio. I ludi florles furono celebrati, la la volta, nel 238 av. Cristo, e divennero pi tardi sfrenatamente licenziosi; Magni, che si tenevano per rinnovare giuochi precedenti, nei quali fosse avvenuta qualche profanazioprimi
ne.
la
celebrazione della
anni.
Kon
rono
L.
istituiti
dal
console
Valerio
Furono
celebrati la 1
Cristo; in onore delsi
bri sibiUini.
Duravano
tre
volta,
la
Megalenses,
Magna
Mater,- di cui
255
gusto ordin
clie i
lup
[giuochi
ecc.],
giovani
gladiatorli,
Per
stabilire
il
tempo
delle
feste, i consoli
passavano fra canti e danze e, in ultimo, sul monte Aventino si cantava da 27 fanciulli e 27 fanciulle il grande Carmen
saeculdre col quale
si
chiu-
ordinavano
viri,
ai
decmviri,
deva
la festa;
e pi tardi ai
quindecmi
Augustales,
di
il
feste istituite
che
interrogassero
in onore di Augusto.
feste
Una
libri
sibillini.
Quindi,
si
per
tutta
l'Italia,
manda-
ricordava
si
[23
cele-
la
br durante il suo governo. Una seconda celebrava il giorno del suo ritorno a
Eoma
tobre
Cristo]
.
dall'Oriente
[12 ot-
zolfo,
pece,
ecc.;
il
grano,
poi
dell'anno
18
av.
orzo,
fave,
un
araldo invitava
popolo ad
n avrebbe pi veduti
tuiti nell'anno
deUa morte
in seguito. Si offrivano, di notte, sacrifizi agli di sotterranei, alle Parche, a Giunne e alle altre dee protettrici
per
all'll
la
volta,
dei
preparava,
glio,
dal
un
de banchetto religioso, in
cui le statue degli di
o scaeniei.
le feste
locavano su cuscini e
ve,
agli
si of-
Eoma,
che
k cele-
ad Apollo, a Diana
altri
.
di pi anticbi.
come protettore
delle greg-
LUP
dai lupi [hipos arco
256
=
alsi
cMamava
[fbruare
pelle,
dies februtufi
purificare]; la
lupercal,
gli
il
lupercdle
sa-
erum
festa
fe-
sta
februarus.
diceva istituita da
e da
Eomolo
Luprco [Lupercus]
no, dal
Fui
Eemo, per
la purifi-
che
allontana
lupi
arcet].
Lustrazine [lustrato] era una cerimonia di purificazione e di espiazione, parte importante del culto religioso,
gue
della vittima, e
si
pudi
lavarsi, per
livano
poi
le
maccMe
lana
il
i
ma
sangue
e
ti,
il
con
intinta
sacrificio
di innalzare a
un
dio una
nel latte.
Dopo
banchetto,
sacerdo-
detti Luperci tagliavano, dalla peDe delle vittime sacrificate, alcune cor-
prima di enpreghiera, trare in un tempio o offrire un sacrifcio. Dov'era possibile, si usava acqua core
impregnata di
aspersioni,
si
sale.
Per
di
le
desima
crificio
pelle,
[il
movendo
dal
adoperavano
al-
Lupercal
ramoscelli di olivo,
vano
essere pubblicamente
lasciavano sferzare
corregge,
eliminate con la lustrazione, erano: lo spargimento di sangue, il puerprio, il contatto dei morti e i funerali.
con che
le
persuase
ci fosse
zione
purificaun'espiazione, e
una
Dinanzi
257
e,
LTJT
che.
Le donne
le vesti e
si
straccia-
dopo
il
vano
ogni
parenti
com-
mini
i
si
Lustro
to
il
popolo romano, istida Servio Tullio, che faceva aUa fine di ogni
di
e la barba, e si tenevano lontani dai banchetti e da ogni festa. KeUe sventure che colpivano Io Stato, come le
capelli
un membro
della
un
=
5
pecora,
durante
il
quale
il
censo
anni,
si
il
nome
lustro
fini
di
un
manifesta-
vano per
la
morte di pai
il
pubblico poteva
interrotto
es-
[iustiium
indossavano vesti
scure \toga
pulla]
nere o
minui], come, per esempio, quando succedevano avvenimenti lieti o solennit di varia specie.
17
e leggende.
MAC
258
M
Macane
[Maclioii] figlio di EscTilpio e di Epine, contessaliclie
le,
erano
gli
Onagri e
gli
Scorpiones.
Vnse [Vinae]
a
macchine
altezza, costruite
con
pali,
di
e formanti
un
portico
ai
lati
Macaro
223-441] era
stanco
nare,
si
XIV, compagno di
da Troia,
peregri-
colonne,
reti
difese
da
dal lungo
sulla costa
in esse
gli
asse-
Quivi
poi vide
sorse
dianti
si
riparavano
dai
degli assediati.
Mscoli
altro
compagno
che era stato abbandonato nella SicUia, e che egli credeva gi morto ivi. Macchine d'assedio:
che Testudines fossoriae] servivano al lavoro profondo della terra, per scavare le fondamenta alle mura che
dovevano
poco
alti,
abbattersi,
ecc.;
riempire le fosse
per erano
gran-
ma
lunghi circa
60 piedi.
BaUlste
[BaUistae,
X160-
Tavolati [Plutei] pareti difensive [diritte, circolari angolari] con tetto a forma
di elmo.
pXoi] grosse
getto, che si per lanciare
maecbine da
adoperavano
Erano
e
fatti di vi-
mini
di
intrecciati,
ricoperti
ad arco
grosso peso.
degli
assediati.
250
MAG
Testggini
Tbaracconi,
l'ariete [v.
[Testudnes]
Magi
[Magi]
membri
della
che
sol-
Furono in origine
il
occupati
e
riempire
depositari di tutto
gli
sa-
fosse
terreno,
pere scientifico,
le cose del cidto.
anomi-
potessero
tiae].
con animali da tiro. Erano fatte a volte, alte da 90- a 180 piedi, fino a
celle o
Maga
[artes
magcae].
La
e,
si
raggiungere
l'altezza
delle
mura,
contenevano
da
Godevano fama
gl'Indiani,
i
popoli. di valentisCal-
acqua,
si
possibili
mani fu molto
diffusa
la
incendi,
riori
e in
quelli
supepiccole
ponevano
macchine,
che lanciavano
com-
piano aveva,
nell'esterno,
un
ballatoio
pagni di Ulisse, per opera di Circe, l'incantesimo adoperato dai figli di Autlyco per sanare la ferita di Ulisse ecc. Ma pi tardi, la magia si ebbe specialmente nei
misteri dionisiaci, nel culto del mondo sotterraneo, nei
culti frigio
deva da funi e
della torre.
ed egiziano, nei
MAG
quali la religione
si
260
risoltri,
Spesso
dei Greci
si
La dea maliarda
regno
ombre, Necro-
manza
[xavTEia
e,
[vsxp?
con lampi, tuoni e apparizioni di spettri d'ogni maniera. A Hcate va unita Artemide, la dea delcelebrati
la
le
per moniati dal demone da cui erano invasi, si ricorreva a formole etsie, a sentenze di Salomone, a
morto,
Erano dotate
Medea,
i i
Cabiri,
i
Curti,
Telcbni,
le
Coribanti, i Oercecc.
pi,
mpusa,
della
Lmie
Arti
magia
erano:
seduti
giorno.
per
terra
tutto
un
Presso
era
se
rano erbe magiche [la verbna, la malva, l'asfodlo], pietre magiche [aeroliti o
sassi
scavati
dalla
terra
mistica].
gersi
i
tavano
teri,
gli
incantati,
nodi
magici,
i
gi
nu-
uma-
ne
ecc.
si
I fanciulli
br sopraffatta
vaticinatone di
si
dalle
arti
altri paesi
zo di amuleti; gl'incanti di
amore
operavano
con
fil-
vedimenti contro
dori stranieri.
~ 261
Augusto proib
logi
MAG
davano il titolo all'anno, avevano diritto all'obbedienza da parte degli altri
magistrati, eccetto 1 tribuni della plebe e, fuori di Eo-
di
valsero
perfino
no
di
in
carica
nella
met
vaticinazioni
di morte.
con
la
pena
marzo
no e mese
fari.
si
alternavano ogni
il
nell'esercizio
Eomani]
le
esercitavano
cari-
Durante
il
degH mese
af-
di
Eoma
pubblicbe
stipendio;
carica,
che senza
ceduto dai
negli altri
littori.
per ragioni del loro ufficio. La carriera della magistratura seguiva quest'ordine:
questura, edilit, pretura, consolato, censura. KeU'entrare in carica, i magistrati, nel tempio di Saturno, giu-
praetecota],
scettro
di
i
12
et
[lictores
fasces],
ravano
presso
questori
nel-
di
Eoma, erano
Pretori
di osservare le leggi;
l'uscirne,
ti
scuri.
giuravano davan-
Dapprima, a Eoma,
vi fu
consoli,
pretori,
un
247
sol
pretore,
Cristo,
ma
oltre
nel
al
I
i
av.
pi alti magistrati della Eepubblica: investiti del supremo potere esecutivo, presiedevano il senato e
le
assemblee
del
popolo.
dicava le
liti,
soprattutto
MAG
d'indole
forestieri
262
commerciale,
o
tra tra
della
plebe:
erano dappri-
forestieri
la
ma
pi
cittadini.
Verso
fine
della
E epubblica, il
littori
numero
istituirono
edili
curli,
i
che erano
eletti fra
pa-
trizi. Ufficio
due
coi
rle,
il
forma
sedeva
in
tempn
blici
pretore
col
suo
dia va
udien-
minati
fra
pi
il
insigni
consolari
vano
lato],
[coloro esercitato
che aveconso-
prima ogni 5 anni, poi per un anno e mezzo. Era ufficio dei censori: fare
censimento dei cittadini:
averi, distribuirli nelle classi e nelle centurie, ammetterli nelle trib e fra i cavaKeri, vigilare su la moralit pubblica, scegliere i nuovi senatori ed escludere dal Senato queUi che se ne fossero mostrati
.
il
avevano
I
la
dei loro
e la sedia curle.
[quaerere inquirire] incaricati, in origine, di istituire i processi
capitali, divennero poi, per legge di Valerio Publcola,
Questori
indegni.
altri
magistrati,
imposte e
i
il
pagamento
bliche.
stori
'di
Da
principio,
que-
ro 40.
I iudices
dov'era
l'archivio
decmviri,
in-
263
caricati di istruire processi
e
MAG
to contro la
pena
inflitta
cause
civili.
triumviri
nocturni
tatore o
nato-
nocive
all'interesse
La
239
giurisdizione
istruivano
tali,
i
criminale:
processi capile
sorvegliavano le pri-
gioni,
facevano eseguire
non erano vaKde, finch il popolo non avesse dato il suo parere. I tribuni, dapprima 5, poi 10 dal 472 av. Cristo, erano eletti fra
caso,
i
plebei;
tevano
tempio di Giunone
la
Moneta, e
monetaria.
I
circolazione
tri-
vano
Eoes-
ma
le
per
un
giorno intero;
ravano
torni.
nettezza
delle
loro case
dovevano
strade, in
Eoma
e nei din-
[tri-
buni plebis]
tutelavano contro
i
i
Magistrati straordinari
erano:
carica,
non potevano
erano inviolabili e essere accusati: convocavamo i comizi tributi, citavano i cittadini accusati di alto tradimento a comparire davanti alle
centurie, e potevano citare davanti al popolo, e persino
arrestare,
il
Dittatore [dictator] magistrato con supremi poteri, che si eleggeva nei casi di estremo pericolo.
Il
o scelto fra
consolari
[coloro citato
consolato].
Du-
abusasse
del
il
Avevano
MAG
ufficio,
264
e
divenivano
ese-
Maia
[Maia, II, 685] fgUa d Atlante e di Plione, era madre di Mercurio: la mag-
le
sue
il
sentenze,
l'appello dittatore
non
era
ammesso
da
essa
cMamato a
prese nome.
Mamertlni
cenari
di
[Mamertini]. merdediti
alla
figli
italici,
Marte
[Mamers
nella
dittatore riuniva
in
s
e
supremo potere
civile
militare.
Il
Mars
occuparono
uccisa
la
Messi-
na
assenza
e,
in
la
guerra,
coi
mandava
la
i
cavalleria;
triumviri presiedevano
triumviri,
i
al-
possesso,
con
l'aiuto
dei
Eomani.
viri,
quinqudecmviri [3, 5, 10
i
dumviri
curavano
[2
magistrati]
ecc.
si
la flotta
Mancipzio [mancipatio] la presa con la mano [manus = mano, capio = prendo] era, nel commercio romno antico, un atto molto importante, quando si doveva
trasmettere
sona.
Magna
l'Italia
Grecia
qualche
cosa
gran numero
una
bilancia], da
Questa
denominazione
le
territorii.
265
stare e percoteva la bilancia
^
dum
riam
tuor
MAN
in Sallentinis
vi cepit: ibi
Man^uad
quat-
milia
hominum capta
cosa.
cap.
15].
modo
diante
di
il
labria
che
si
era
opposta ai
suoi disegni.
na a Lecce, a 38
Km.
da
Taranto, a 11 dal mare, a 80 metri sul livello del mare, nel territorio cbe fu
Oria
detto
citt
rum
e
greges
maxime
abacti:
voli.
domanda
Plinio Secondo
il
Y.eccliio,
ricorda
Mandria per
un fonte che
re,
si trova, anche oggi, in una caverna abbastanza profonda, poco lungi dall'abitato. Le sue
acque, limpide e fresche, scorrendo come un rigasi versano in una vaschetta sottostante, dove si mantengono sempre a
gnolo,
un medesimo
Uvello.
il
Q.
Fabius
consul
oppi-
questo fonte
popolo
MAN
266
infusis augetur [Plinio, Sistoria Naturalis, libro II,
d il nome di Scgnu, vocabolo che non stato ancora spiegato dal vista etimologico.
punto di Qualche
cap.
rallele
106].
congettura
stenibile [da
prospettata
de
mura
di Agesilao,
si
fango, loto].
daUa Grecia
ai
Francesco D'Ovidio,
nella
guerra
contro
vicini.
'AY7]cyi,>\.ou
[xv
dell'Universit
di
IsTapoli,
'Hv yp
da
me
utt MsCTaaTctov
Vita di Agide,
[Bihlio-
neolatine.
Ed
tJieca,
XVI,
si
cap. 62]
deve appartenere all'antichissimo dialetto preroma[osco-messapo] che si parlava in quella regione, e probabilmente conserver sempre celato, nel mistero
dell'antichit, la sua
origine,
il popolo, recustode delle tradiantiche, conserva al il
narra
che
avver una
circostanza
no
[3
prima
.
Oggi, mentre
ligioso
Archidamo, re di Sparta,
che
era recato per portut-
zioni
suo fonte
alcuni lo
nome
Scgnu,
del
nome
iuxta
oppidum
Manduria. La citt, precedentemente alla colonizzazione greca, dov essere abitata dagli sci, come il
territorio
Manduriam,
stis
lacus ad mar-
aquis
minuitur
neque
circostante;
ma
267
a costoro pare
giunti, fin
si
MAN
Insostenibili
e
siano ag-
del
tutto
Illirici,
cui
lingua
si
tempi
studi
gici
trascorsi,
filologici
quando
e
gli
glottolo-
mancano, naturalmen-
erano bambini, presentavano qualche verosimiglianza, come per es. quella che fa derivare Manduria da parola ebraica
duria
nici,
Madad
caldaica Medar,
[Mazzocchi],
venienza degli abitanti di corrispondono Manduria, altrettante congetture etimologiche, circa il probabile significato primitivo del
che la vorrebbe
dall'ebraico
derivata
tificazione
il
Ma for-
[Pappato dero],
nome
della citt.
Baster
notevoli
citare
maggiore probabilit di
sere pi vicine al vero.
Pare
strano
che
uomini
non
Mando Mendo
vallo;
[illirico]
[messapico]
cavallo; ca-
turare
strane
etimologie,
Mes, Mas
[illirico]
movendo da un'apparente
e soltanto
esteriore
somi-
tico indiano]
punto pre-
su
le
afinit
etniche
carattere
MAN
268
i
rone.
Ma,
18
alla
distanza di oltre
secoli,
bisognava
at-
desima stirpe, come credono il Mommsen e l'Helbig, e che essi siano giunti
in Italia, in tempi diversi e per diverse vie: gli uni dal
nord, per terra, gli Iapigi dal sud, per mare. I Messapi vennero dalla
La
probabilit
maggiore,
quanto all'etimologia del nome Manduria, oggi c'induce a credere cbe esso sia
di origine illirica. Illirici infatti erano gli Japgi cbe
infatti
si
Hyna,
relazione
etnica
Mommsen crede
cbe Mes-
Oupia [ricorda TpiYj, Opta, "Oppa, Uria, oggi Oria, nella provincia di Lecce]. Gli Japgi invece vi giunsero pi tardi dal sud, per
i
appartenenti a una medesima stirpe, che precede l'arrivo tanto dei coloni
greci,
quanto
delle
stirpi
sannitiche.
Anche
di
origine
illirica,
sola
ove soggiodi
Salentina
il
garono
italica
genti
razza
etimoMessapia logicamente significherebbe: paese posto in mezzo aUe Peloponacque ['Arcta neso: dpas (snscrito) = acqua].
nome
269
lunghezza,
di e
MAN
poco
Messapi
sono
nomi
i
Brundisum
in
da
o
Brunte-
meno
nomi
un metro
ntum
tum
in larghezza e
uxa
in
al
tum, Aletium, ecc. Vero , per altro, che anch.e nell'isola di Creta scorreva un fiume Msamioc,
MscrcraTrtoi;.
altezza. Appartengono gruppo di vetuste costruzioni cosi colossali, che i posteri non potevano comprendere come uomini aves-
Erodoto
[li-
"VII, 170] racconta che i Cretesi, tornando da una spedizione fatta contro la Siciha, per vendicare la
bro
avere tanta forza; perci i Greci le designarono come opera dei Ciclopi, la mitica razza dei giganti, che si diceva imsero
potuto
migrata
dissero
dalla
Licia,
e le
mura
hbro
ciGlopiche.
Ty]<;
Pausania
'EXXSo?,
[Iltpiyiyriai<;
parlando
rinto,
loro na-
'TpiTj.
Se-
guendo qusta notizia dada Erodoto, alcuni pensarono che i Messapi fossero di origine cretese.
scuna
Ma
del
muli.
come giustamente
il
passo di
Le antiche mura di Manduria non sono formate da ammasso di rozzi massi pohgonali, uniti insieine, come le mura poKgonaU di
Tirinto e di Micene, ma appartengono a un periodo posteriore, quando, nonostante i vantaggi che offriva la costruzione poligonale, la tendenza a sempre
Erodoto suppone una citt marittima, mentre Oria si trova a ridosso delle Murge, nell'interno, a oltre 20 km. dal mare.
Superbe vestigia
ra.
dell'anti-
ca Manduria restano le
mu-
maggiore
MAN
2^0
termini, ro stati
i
Pelasgi sarebbelo
anche
cali e ci
richiamano
la co-
etniche,
modificate
dalla
struzione delle
mura
di
Pa-
ciclopiche,
sull'autorit
si
Erodoto e di EUnico,
biano
innalzato
delle
le
mura
pelasgiche
cinte ita-
liche; le tradizioni di
Pelasgi
hanno carattere
leg-
Ma
ne
ramo
gendario e scarso o nessun valore storico rispetta al fatto in s e alla cronologia. Quando i Greci colonizzarono le coste d'Italia, trovarono sul posto la maggior parte dei popoli che, in et storica, vediamo oc-
indo-europea che, durante la trasmigrazione dall'Asia Minore [ove gli Axii si erano diffusi, partendo dall'altipiano del Pamir, che
si
cupare le
neti,
ginaria],
le coste di essa
secolo YIII,
occupavano
loro
le
dell'Ego,
anche passati
pre-
Mangne [mango]
so
i
era, pres-
prima di
assumere
quelle
mano [mango
legati
= manus ago]
li
insieme,
esponeloro
va nudi e appendeva
271
al collo
MAN
il
una
tavoletta, sulla
nio
fizi
Superbo;
ma
sacri-
umani furono
console
si
aboliti
dal
e,
Giunio
Bruto
Per i difetti non indicati, doveva dare garanzia, e quando voleva venderli senza garanzia, metteva loro
in testa
ledti.
in cambio di teste
offrivano
umadi
ne,
teste
papavero e
cie
d'aglio.
spe-
un
pilus
cappello
\^i-
bisaccia
cantava
ne
nascondeva
dei
difetti.
due tasche pendeva davanti e l'altra dietro, sulle spalle; quelli a cavallo la
collocavano
l'animale.
dietro
i
le
anime
loro,
morti buoni, che si veneravano come divinit, detti perci Dii Manes, Venivano onorati con libazioni di acqua, vino, latte ecc.; il 21 febbraio si
di traverso su
fianchi del-
Manto [Manto]
glia
indovina,
la
fi-
dell'indovino
tebano
vittoria
[ved.
Tirsia.
Dopo
degli Epigoni, a
Tebe
propiziavano con una festa funebre generale [ferala} e, nel tempo pi antico, si offrivano loro vittime umane. I Manes RcsbYano co-
di
munemente
i
morti, mentre
gli
Lares
erano
spiriti
Mopsp.
Manbie [manubae]
il
erano
maligni.
terribile
di-
Mania pMania]
nerale;
mentre
la
preda
comune;
ma una
parte la
MAN
consacrava
vero
edifzi.
272
agli
di,
ap-
quando
iscrivere
il
dominus faceva
servo fra
i
il
cit-
collocava,
come
ornamento,
Presso
della
i
su
pubblici
testamento
che
gli
[te-
stamento].
20 In
la
assegnata
forma privata:
il
pa-
Le armi
si
tolte
al
nemico
la.
chiamavano spoi
Manumssio
Eomani,
schiavi
dalla
loro
condi-
zione di servit.
cos liberato,
usciva dalla
Essa si aveva: 1 In forma solenne: il padrone dichiarava innanzi a un magistrato, che concedeva la libert allo schiavo [vindicta].
Alla presenza del pretore, un littore toccava il servo
sua
condizione
diversa:
servit
diveniva
con
la verga [vindicta'], pronunziando la formula con cui gli concedeva la libert: hunc hominem Uberum esse aio , poi il pa-
Liberto'],
ma
se in
la
Manus
i
inectio
fu,
presso
dicendo:
iune
esse
homivolo
,
nem
Uberum
manumissio
si
aveva
mento [manus inicre = metter le mani addosso a qualcuno]. L'accusatore 30 giorni dopo la condanna
273
MAE
conduceva
l'accusato
da-
vanti al pretore, e se quegli non pagava o non preun mallevadore sentava [vindex], lo trascinava in
monte Peni
sua casa, dove lo metteva in catene e, dopo 60 giorni, poteva venderlo in paese
straniero e
altri;
anche ucciderlo.
marmo
Se
si
spinge fino al
di Tnaro;
il
promontorio
gliare
ma
marmo
del-
rimtto
[monte
dell'Atti-
territorio di
marmo
e,
corinzio,
a vari colori
giallo;
il
per lo pi,
di
frigio,
color
Eex [donde
nel 144 av.
gliorato
il
suo nome],
e mi-
Cristo,
poi
da
Agrippa,
bianco con macchie di porpora; il tssalo, che aveva vene verdi, bianche e nere; il marmo carystio, da Crysto
lori;
Eoma
nell'Euba,
il
nature verdi e di
acqua potabile.
marmo
di
il
tasio,
dal-
ita-
l'isola
Taso, nell'Ego,
bianco;
marmo
lesbio,
dall'isola di
Lesbo, nell'E-
fiume
si
Liri,
dal
quale
Minore e nella
ISTumi-
non
portato.
Marmo
era
[marmor]. Il marmo noto a Omero, perch se ne trovano cave nelle Oicladi e nell'Asia Miforse
nore.
dia; quest'ultimo era giallo con macchie di porpora. Pi tardi se ne scoperse anche in Italia, sul monte
marmo
I
Greci,
di Carrara.
Eomani
dopo
appresero
dai
la conquista di
18
MAR
quel paese, l'uso del
nelle
274
marmo
costruzioni.
il
macedonico fu
MeteUo primo a
dipin
i
un
geva
si
il
lasciava
ca
Mrsia
[Marsyas,
VI, 381-
pelli
soltanto
neUa
part(
400] satiro, nato in Frigia, del quale si diceva avesse trovato il flauto clie Athena aveva gettato via. Divenuto valentissimo suonatore di flauto, os sfidare
Apollo;
pelle
destra
I.
del capo.
i Greci. In Gre matrimonio soddisfa
Matrimonio [matrimonium]
Presso
eia, il
di,
ai
quali bi
questi lo
vinse
e,
sognava lasciare
che
li
uomin
scuoiatolo,
ne
in
una
neUa
appese caverna
Frigia.
la
lo Stato,
Celne,
Lo
procurare
la
vers(
more
sto a
queste idee,
scelta
della
cb.e
neUa
sposa
mando
predominava il pensiero
e spesso
la sposa
il
del
padre
il
sceglieva
Si
diceva
clie
la
per
si
figlio,
per
cb non
fetto
badava aUa na
turale inclinazione
deU'af
Marte
mani,
pMars]
il
presso
della
Eo-
dio
guerra,
dove
le
le
donne conducevam
domestiche.
identificato
fri
Ares],
pareti
li
cit
di
nascita.
fig]
per
celebrati
da un cittadino e d
una non
illegittimi;
275
bigamia, ma spesso, oltre moglie legale, il marito aveva anche una concula
MAT
rone
quale
sposo.
e
profumati
di
un-
guenti], sopra
un
sedeva
bina.
La
il
parente prossimo
e lo
ma
era per-
messo quello tra fratelli e sorelle di due letti. Il matrimonio fra parenti di grado lontano era assai desiderato e, in certi oasi, ordinato dalla legge. Lo spoera preceduto dalla promessa solenne, fatta dal
salizio
Sparta, lo sposo, col consenso dei genitori, rapiva la sposa e la conduceva a casa d'una parente,
la
quale preparava
nuziale^
il
ta-
lamo
dopo un
bre-
La madre
cendeva
la
stabiliva
la
dote,
teda nuziale, e
di
fiac-
un gran numero
cole precedevano
del
quale
ap-
segui-
parteneva
frutto.
soltanto
l'usu-
vano
fra
gli
sposi.
Il
le
acclamazioni
corteo, e i
Kel giorno delle nozze, lo sposo e la sposa facevano il bagno in acqua attinta a
canti
una
citt
casa
dello
sposo,
or-
OaUirhoe], si compivano in casa della sposa alcune sacre cerimonie, delle quali
nata di festoni di frondi, dove era accolta da un getto di noci, fichi ecc., e spesso seguiva un nuovo ban-
non sappiamo
to, e si
nulla di cer-
chetto
nuziale,
nel
quale,
teneva un banchetto
come dono
donne
sposa sedevano separate dagli uomini. Dopo il banchetto, verso sera, la sposa, avvolta in un velo, veniva condotta dallo sposo [vestiti entrambi di
la
con
Dopo
sa,
MAT
le
'276
tio: una specie di compera apparente, che il ma-
rito
faceva
della
moglie.
per mezzo deU'ZJsws, quando la donna avesse dimorato per un anno, senza
3^
aUe nozze era l'inverno, onde il nome di GameHne mese delle nozze [y^xo?
nozze] gennaio.
II.
dato
i
al
nostro
Il
Presso
Romani.
romani avevano molta somiglianza con quelli greci. Favorevole alle nozze si stimava la seconda met
di giugno, mentre si ritenevano di cattivo augurio tutto il mese di maggio, la prima met di giugno,
un
carattere di santit: in
il
origine
la capacit di contrarre
un
tutte
le
le
calende,
i
le
idi,
none,
soltanto ai cittadini
tempo
dei
dies
medesima
classe;
ma
la
consacrava
intreccia-
che
trizi
il
e plebei:
sotto
Il
cbe, estese
va una cintura
ta
lana
di
pecora,
matrimonio, presso i Eomani, poteva concMudersi in tre modi: 1 per mezzo della Gonfarreatio, che aveva carattere
religioso.
Quando la sposa, col corteo descritto nei riti gregiungeva a casa dello sposo, per far testimonianza della sua castit, copriva di nastri di lana gH
ci,
Veniva
ce-
una
li
un-
vano
2 per
geva con grasso di maiale, per allontanare le malie. Di l dalla soglia veniva portata a braccia, e passava sopra una pelle di
277
pecora,
grido
MED
Mausolo [Mausolum] magnifco monumento
il
distesa
sul
paviil
[il
se-
dio
romano
naeus'].
Mauslo
Mauslo, in Alicarnasso. [Mausolus, MaooXo^] re di Alicarnasso nella Caria. Alla sua morte, la
Gaius,
ibi
ego
Gaia, e
prendeva quindi in consegna la chiave deUa porta. Seguiva il banclietto solenne, durante il quale il marito doveva gettare pugni di noci ai giovani raccoltisi davanti alla casa e,
il pranzo, una matrona che, rappresentava la luno pronuba, conduceva la sposa nella camera nuziale e la collocava sul letto
Mavrte
[Mavors, Yl, 70] Marte, il dio della guerra, identificato con res. [Ved.
Ares].
dopo
sacro
[V.
Marte
[Mavors}.
fi-
Dopo avere
sone,
aiutato
Gia-
tavano
ni, laci e
non
soltanto ime-
ma
lolco,
teggi.
Il
tornata con lui a in Tessaglia, fece morire trucidato PHa e poi, a Corinto, uccise il re
Creonte, la figlia di lui [Crusa o Gluce] e i' due
figliuoli,
giorno
marito
Mnnone
Fere
sposa offriva
Indi,
su
un
carro
tirato
sacrifcio nella
nuova
casa.
Matta
italica,
da due dragoni alati, fugg da Corinto ad Atene, presso il re Ego, a cui si un in matrimonio. Quando
MED
di
278
fi-
sciuto
Ootrone,
qual
che lo riconobbe, indusse Egeo a dargli da bere, in una coppa, un veleno, cb 'essa aveva preparato con erbe velenose, cbe erano
spuntate sul terreno, dalla
gradc
Boma,
antichi,
il
era spesso
essi
schia-
de:
Greci,
Omero
nomina
il
medico degli di. Pene, che va distinto da Apollo. Fra gli uomini, ritenuto
i medici ebbe due quale Asclepio, figli, Podalrio e Macane, medici anch'essi, cbe pre-
aparteneva il me dico di Augusto, Antonie Musa. Ai teinpi di Cice rone, aveva grande fama
capostipite di tutti
il
Asclepiade di Prusa, e Ce sare gli concesse percic la cittadinanza. Durant( si ebbero me l'impero,
dici
con un salario
corte
le
fsso
nella
e
e nell'esercito
sero
di
non mancavano
medi
Troia.
ma
gna
di
un uomo
e,
libero:
ricevevano
facolt
e,
di
esercitare la
sebbene non si ricbiedessero esami, doveva almeno dimostrare di aver avuto un buon maesua arte
stro.
Era dapprima
uni
fanciulla
bellissima, coi
Ip-
279
Minerva,
vendic,
penti
i
MEL
la
quale
se
ne
ser-
mutando
capelli
e,
in
della
sua
chioma finente
ventare
scolp
il i
per spa-
natica] Ercole, il quale fu cosi chiamato da Achmone, in una curiosa avventura. [V. AcJiemone].
suoi nemici, ne
Melmpo
tello
pVtelampus]
fra-
capo nel suo scudo, e le serpi su la corazza. Perseo^ venuto nel campo
delle
Binte, figlio di Am5rthane, fu il pi antico vate, che con espiazioni e sacrifici occulti eser-
di
fosse
dallo
anche
guardandone l'immagine
fiessa
gli
nello
specchio
clie
citava la medicina, e il fondatore del culto di Dioniso, in Grecia. Si narrava che nella campagna di Pylo,
aveva
dato
si
Athena,
ser-
aspett che
tasse,
addormendella
Cri-
e le recise la testa
penti gli nettarono gli orecchi, s che d'allora comprese le voci degli uccelli e
pot predire
le cose future.
sore e Pgaso,
il
cavallo
Avendo
erano op-
contro
il
ne spos una
suo sguardo.
la
Meduse
Melanippe [Melanippe]
valla nera
7]
la ca-
[(xsXa?
nero,
celassero la
za
Gli
da Perseo.
[V.
Pegaso].
agli di
occhi
la
Megra
pVEegaera]
una
delle
in
cavalla.
Melmpigo
l'uomo
[y.'ka.c,
delle
nero,
be due figli da ISTettuno. Eolo allora fece esporre i due bambini appena nati
MBL
e,
280
solo
bambini,
alle-
[Dioniso infatti, coperto da una pelle nera di capra, gli era alle spalle
con
lui,
Melanto
l'uc-
cise.
ponto, re dell'isola di
Icria.
Melanppo
giovinetto
Dioniso
Melntide.
[Meleger, MsXcc-
Melegro
'Xpoc,']
Acaia,
per
di
Diana, la sorprese nel tempio della dea. La profanazione fu seguita da gravi epidemie
dell'oracolo,
e,
Vamico della caccia = bo cura, aypa = [[xsoi caccia] figlio di Oeno e di Altba, marito di Cleopatra,
valoroso
eroe
di
Ca-
per risposta
cbe superassero
bellezza.
gli altri
in
Un
altro
Mela-
pi valorosi
del
suo
prima
cbe
gli
di
si
morire,
portasse
la testa di
Melanippo, che
Poich,
si
fosse
consumato
il
tiz-
zone che ardeva sul focolare, la madre Altha lo aveva spento e deposto in
una
cassa.
Ma
avendo
poi
281
Meleagro uccisi i fratelli di sua madre, figli di Thsti, per una .contesa sorta
intorno alla pelle del cinghiale ucciso, che Meleagro offri ad Atalanta [che era
stata la prima a ferire
il
MEL
sia
stato
condannato
alla
figlia deU'Oda ApoUo, fu ceano, rapita ricercata dal fratello Canto, il quale, non avendola
ritrovata, appicc
al
Thestio
richiede-
tale premio; Althea, per dolore dei fratelli morti, riaccese il tize, appena fu consumato, Meleagro, preso da grave malore, mori. Altha e Cleopatra si impiccarono, e le sorelle, piansero tanto la morte di Meleagro, che Arte-
il fuoco hosco Ismnio, sacro al dio. Apollo allora lo uccise con le sue frecce. Melia ebbe da Apollo due Tnero e Ismno. figli:
Meladi
zone
ninfe
fras-
le
mut
in galline di Faraone.
Meliba [Meliboea]
figlia
di
il
che
si
dala
le
vano
il
patria di
vento dell'eccidio che Apole Diana facevano della sua famiglia, fu chiamata
Glori.
[V.
Glori-].
poeta
avesse
composto
suoi canti. Perci il poeta fu chiamato Melesigene , nato presso il Meleto [ysv
in ytyvofxaL
con
il
l'altro
figlio
Meli-
con Anito ["Avuto <;] fu accusatore di Socrate. Pare che, dopo la morte del grande filosofo, anche lui
quale divenne poi dio marino, col nome di Palmone [in Eoma PortUcerta,
nus].
[V. Ino].
MEM
576-622]
di
figlio
282
di
foreste.
dell'Aurora,
Nella
guerra
[euhoe,
tal
eccitavano a
Troia
egli
uccise Ant-
punto
loro furore, da
loco, Achille.
ma
per
lui,
quando il suo corpo fu cremato sul rogo ed egli si trasform in uccello, tra
lit e,
fremiti
di
gioia
di
pazzia,
Mndes
ziano,
[MsvStji;]
dio
egi-
le
fiamme, si videro volare, dalle sue ceneri, uccelli [memnondes}, che ogni anno si raccolgono sulla tomba di Memnone, per piangerlo, e alcuni si azzuffano e muoiono in onore di lui.
Meneeo
csta, la
madre
di Edipo],
piange ancora e ogni mattina, indora delle sue lacrime la terra. Mnadi [Maendes] erano donne furiose che prendelo
L'Aurora
Nella
Guerra
dei Sette
doveva essere
'
sacrificato
ad
res [Marte], per espiare l'uccisione del drago fatta da Cadmo, Creonte si sacrific,
canti,
Menelao
203]
XIII,
re
di
di
Agamen-
Correvano
scarmi-
none. [V.
ivi].
Fu
di
pampini],
Sparta ed ebbe in moglie Elena, figlia di Tindaro. Il rapimento di lei da parte di Pride [v. ivi], che era
stato ospitato
da Menelao,
283
caus la guerra di Troia egli condusse 60 navi. Dopo la caduta di Troia, riavuta Blena, parti per tornare a Sparta, ma sorcess:
MEO
Plutone e Prosrpina
i
ove
presero
loro corpi,
li
por-
deUe cinquanta
!N"ero
figliuole di
portato nell'Egitto. per otto anni presso i popoli d'Oriente e di Occidente, e giunse a Sparta con
Err
[Keridi]
madre
di
Orfeo.
Mnitra
[[xevuTpa]
compenso
Elena, nel giorno in cui Oreste seppell Olitennstra ed Egisto, che Oreste stesso
aveva
uccisi.
Mnta [Menta]
fiume amata da
cito,
dell' Averno,
in
una
medesima
figlio
Persfone,
Mnte [Mens]
ne romana
personificazio-
parte
alla
dei
Ti-
Bopo
la
Giove
lo
mine
ferno.
e lo precipit nell'infiglia di
Menipp.e [Menippe]
toca.
Trasimeno, perduta per temeraria imprudenza, le fu consacrato un tempio sul Oampidoglio, ove le si celebrava una festa l'S giugno.
Le due sorelle rano ammaestrate nella tessitura da Minerva e dotate da Venere di grande bellezza. Per far cessare l'orstate
ribile pestilenza
Mntore [Mentor]
amico intimo di
cui
questi,
era
Ulisse,
un
a
Troia,
che deva-
stava
della propria casa. Minerva, sotto l'aspetto di Mentore, dava spesso saggi consigli
cura
ed
utili
esorta-
zioni a Telemaco.
la
pestilenza
MER
nica
col
284
ro propriet. I negozianti romani si stabilivano in
tutte le piazze commerciali e talora ancbe in paesi nemici: cosi si spiega che si
Pontus Euccnus, del Bosprus per Cimmerus. Mercatura [mercatura]. In Grecia il grande commercio
mezzo
era
marittimo,
quindi
siano
trovate
monete
e
role
mane
nell'India
su
mo
sorvegliavano
10
cu-
ratori, zmyLzkfi'vcci tou fXTroptou. Dalla Grecia si esportavano i prodotti del suolo e le materie prime, la-
num,
ecc.],
pistorum
si
secondo che
trat-
tasse della vendita di carne, pesce, erbaggi, farine ecc., spettava agli ediU.
per
N mancavano
cianti
commer-
al
adattavano
e
alle
alle
scaltrezze
del
di oggetti
di lusso,
furberie
il
com-
mercio,
ci in
mano
ne trassero grandi vantagTuttavia, nel 494 avanti Cristo, i mercanti formavano gi una corporaziogi.
generalmente bene accolte daUe donne romane. Il dio protettore del commercio era Mercrio, al quale i commercianti celebravano una festa, il 15 maggio.
ne,
e
coUegum mercatorum;
Mercrio pMercurius]
tificato
figlio
iden-
quando
la
Sicilia,
la
Grecia,
Appena
nato,
abbandona
del
ApoUo pascolava
nella Pie-
285
ria
MEE
La sede pi
antica del suo
culto fu l'Arcadia, ma fu presto venerato in tutta la
[regione della
le
nia],
Macedonasconde in una
caverna di Pilo [citt nella parte sud-ovest della Messnia], e poi torna nelle
sue fasce. Apollo scopre il ladro con la sua arte divinatrice;
tue e
pubbliche piazze e
ma,
meravigliato
suono della lira, clie Mercurio ha costruita, distendendo le corde sul gudal
scio
rme .
si
Gli
offrivano sacrifci di
maiali, agnelli,
capretti,
lui
quindi
si
attribuisce
lira.
l'invenzione della
tre, per la sua
Inol-
scaltrezza,
bruciava la lindelle vittime e, nel 4 gua giorno del mese, gli si facevano offerte d'incenso, di fichi secchi, focacce ecc.
montoni,
si
des;
per,
nell'eseguife
comandi
in atto tutta la sua destrezza e la pi arguta malizia, per condurre aspre cose a
magica.
Il
[V.
Gado'\.
dio
Mercurio
dei
il
Eodio
buon
fine,
mani
del
era, in origine,
apparve mai, come ride, semplice nunzio degli di. anche il dio dei sogni, della ginnastica, del commercio, dei viandanti: apportatore di agiatezze, an-
offrivano in-
attribuisce
delle
l'invendelle
zione
lettere,
MER
niercauti
ci e
286
offrivano
sacrif-
iani.
i
spruzzavano di acqua
merci, per preser[meretrices].
due suoi
Adrasto
le
loro
Meretrci
me
le etre
Amfio, sarebbero periti nella guerra di Troia, non voleva che vi andassero; ma essi
non
tollerate a
trici,
Eoma
le
mere-
purch sottostassero
portare
[tunica'],
una
veste
corta
veste
Istola}, e
il
mente, per volere di Artemide, la ninfa Ecbema, sua sposa, egli voleva ucfra
perto
le
viso e
le
nudo
si
il
coUo,
ma
spalle,
braccia.
Le
forma
loro
abitazioni
chiama-
Mesi
vano lupanara,
mces.
lustra, for-
primo
solstizio
novilunio
dopo
il
Merone
modo:
I.
sieme col
i
Cretesi
Ecatomhene
[2^
met
navi.
la
Fu
di agosto],,
xaT|jL(37]
d'arco e di lancia
dopo
pres-
mero
II.
tato da
so
le
una tempesta
coste
della
Sicilia,
Metagitnine
[2
me-
ne torn a Creta. Quivi egli ebbe una tomba e culto insieme con Idomeno.
se
donde
vicmo, peresso
si
ch
in
solevano
in. Boedromine
[2*
me-
MES
aiuto,
Sp|j,0(;
corsa].
IX. ElafeboUne [2* met di marzo e 1^ di aprile] chiamato cosi dalle feste
che, in questo celebravano presmese, so i Focsi, in onore di
[V.
Boedromie].
Elafeblie
si
Artemide
vi
cacciatrice di cer-
fava, e^o
['XaqjOf;
cervo, pXXw
[2^
ferisco].
X. Munichine
met
V.
t
Memacterine
di
[2^
medi
in
novembre
il
l'''
dicenibre]
fere
mese
delle bu-
[(xaifio)
mi
preci-
pito, infurio:
(xaifJixTyji;
questo mese, si celebrava in Atene, in onore di Artemide Munichia, la quale aveva un tempio a
furioso].
VI. Poseidone
di
[2
met
dicembre e 1* di genna.
vano in onore
di UocrstSoiv
celebravano in onore
e
di
mare.
di
ApoUo
Artemide,
VII.
Gamline
[2
met
di gennaio e 1 di febbraio]
cosi detto, perch in esso
[V. Targlie].
celebravano
sposo].
Vili. Antesterine [2* met di febbraio e 1* di marzo] cos chiamato, perch era il mese dei fiori [vOo?
flore:
vOsffTTjpta
-^
fe-
sacerdoi
Athna
sacer-
doti di Poseidone e di
H-
in onore di
Bacco.
para-
MES
sole,
288
cppw
porto].
clie
[V.
ruti
il
Sciroforie].
Eoma, dopo
Kuma
i
segnale e
il
tempo
due Pompilio aggiunse mesi gennaio e febbraio ai dieci, nei quali lo aveva
diviso
davanti alla
eraal
tribuna
blico
il
dell'oratore,
Eomolo, l'anno
si
ri-
pub-
sult di 12 mesi.
L'anno
di
mani
applausi.
il
Marzo, ed era cosi diviso: I. Martus [da Marte]. II. AprUs [da apero, lo gcMudersi dei germogli delle
Messpia [Messapa]
tina [Calabria] che
si
ter-
esten-
piante].
-
III.
Maius
di Mer-
suo eroe
[da
Maia, madre
IV.
-
eponimo
era Messpo.
crio].
Jmuus
V.
[da
Messpo
di
QuintUis Giunne]. [perch il 5 mese dell'anno] fu detto Julius, in onore di Giulio Cesare. - TE. SesctUis
cavalli, era
principe epo-
nimo
lui
Messpia.
Mta
onore di Cesare VII. Septem- Vili, Ocber, il 70 mese. - IX. Notber, rso mese. - X. Devember, il 9 mese. - XI. cember, il 10 mese. Januarus [dal dio Giano]. XII. Februarus, ultimo mese dell'anno, ebbe il nostus,
in
Augusto.
va
il
termine
in
fisso
intorno
girare.
al quale
bisognava
Consisteva
,
un gruppo
me
Le mete erano due [una a ciascuna estremit della spina]: l'auriga do[spina].
Mescoro
to
ri
il
[(XECT^opot;]
det-
che
egli,
nei
alla
giri,
lasciava
sinistra.
sempre
sua
cio colui
mezzo
altri
del
co-
Meteci
Atene,
[[jLsToixot.]
i
erano, in
dava
agli
forestieri
che
si
289
erano trasferiti nella citt,
fettuare
lunare.
il
MO
pareggiamento
solare e l'anno
ove avevano
esercitare
il
diritto
di
il
tra l'anno
l'industria
Metrnomi
no
15
o
[[jiTpov(jLoi]
eradi
ai
10
ufficiali
Atene,
tratti
sorte,
quaH
glianza
su
pesi
sulle
personificazione
della pru-
misure
vyie;
denza
Crnos
[[lyixK;
== prudenza].
[(jixpov
misura,
legge].
Con un emtico
divorati.
costrinse
i
a rigettare
figli
Micalsso [MuxaXTjca?] citt della Beozia, ad occidente di ulide, cosi detta dal muggito di una vacca, cbe indic la via a Cadmo
prima sposa di Giove il quale, avendo appreso per mezzo di un vaticinio che Metis avrebbe dato alla luce prima una figlia e poi
la
Fu
[(Auxojxat.
muggo,
Xtj^ic
Micene [Mycnae]
un
lo,
la divor. Dal capo di Giove nacque indi Atbna. Cosi Giove non ebbe da temere nulla da Metis la
numenti
gli
male.
letne
[Meton] astronomo insigne, figlio di Pausania. Per determinare il corso annuale del sole, pose
Agamennone,
di
altri se-
polcri antichi
et
preeUenica,
ornamenti ed armi
un
orologio
solare
in-
ventato da
[yikioq
lui, rikiorpTViov
sole,
rpsTcw
specie.
volgo] su la Pnice
un
ciclo di
mesi
colato
e,
con 235
Micono [Mycnos]
rocciosa isola
delle
Cycla-
ne [giugno-luglio], cerc
'
ef-
zione,
avvenne
la lotta dei
MID
Giganti, nel
gico. Si
290
[del
tempo mitolo-
monte omonimo]
scel-
cole
li
a giudice, dichiar la musica del flauto di Pane inferiore a quella della ceto tra
di Apollo.
Mda
figlio
Ma
poich
questo
fa-
dalla Macedonia, Mentre era fanciullo, le formiche gli portarono grani di frumento nella bocca,
curatamente sotto
retto
frigio;
il
il
ber-
ma,
accorto-
quasi per indicare che un divenuto sarebbe giorno ricco. Tina volta il vec-
sene
il
ubbriaco, che faceva parte del corteo di Dioniso, si smarr e, trovato da alcuni campagnoli,
chio
Silno,
re
Mida La
dopo consegn al
e,
orecchie di asino . Coperta poi la fossetta con terreno, dopo qualche tempo, crebbero alcune canne che bisbigliavano quel segreto, il quale cosi fu noto
domand che
cosa deside-
Apollo e di Dione.
aspirasse
al
Mileto
and spon-
aUora
gli
perdon e
taneamente nella Caria, ove fond la citt di Mileto e gener daUa moglie Cyana [figlia del Meandro] i due gemelli Bblide e Canno.
[V. Biblide].
Pane
e Apollo,
il
dio
Tmlo
291
ogni miglio. Serviva indicare la distanza da per Roma, fe portava talvolta
fine di
il
MIM
di
Bacco
[[ii[io[i(x.i
imito
gesticolando].
nome
aveva
fatto
monte
le
dell'Asia Minore,
si
ove
orge
celebravano con
l'imitatore
il
nome
Mimo
vie
imito] era
che,
un
attore
e
mimico
nelle
nelle
piazze,
dava
gli si
il
di Satur-
alla moltitudine,
che
collocare
l'imperatore
Augusto.
Milne
atlta
sche imitazioni di persone e, con recitazioni e gesti ridicoli, cercava destare l'ilarit degli spettatori. Spesso interveniva ai banchetti
Di
olimpici, avesse portato, in uno stadio, un bue di quattro anni e lo avesse mangiato in un
giuochi
commensali con
fonerie.
le
sue buf-
Pi
gare
cosi in Grecia
come
in
Eo-
artisti-
fra
le
si dissero
<(
mimi
ilarit,
forme abba-
fiere.
Mimallnidi [Mimallonides]
mimi cercavano
riso
eccitare
nome dato
alle
Baccanti,
lesca
con
MIN
292
e le fanciulle furono
tra-
in Sicilia, dall'arguto ingegno del popolo sorse il mimo greco, cosi nell'Italia meridionale, e spe-
Come
sformate in
pipistrelli.
Secondo
altra
tradizione,
cialmente nella
cia,
Magna Greil
romano.
germogli Esso
mimo
a
che
prendessero
parte
ai
mirava
soddisfare
in
toro
in
leone
in
quali
s 'in-
troducevano spesso
allusio-
ni triviali e oscene.
Z^otevoli scrittori di
mimi
una in
pipistrello, l'altra
Minrva
la
dea romana
Mnidi [Minyedes, IV, 390di Minia, re di in Beozia. MenOrcmeno, tre la madre e tutte le
415]
figlie
donne
sui
di casa
prendevano
re di
capo-
della
monti, le tre sorelle Arsppe, Alctoe, Leucnoe, disprezzando il dio, se ne stavano in casa, lavorando ai telai e narrando leggende, per trastullo. Quindi, per opera del dio, fra un
Mnii,
che
i cui eroi presero poi parte, con Giasone, alla spedizione degli Argonuti.
saglia e
Minii [Minyae, VE, 720] sono gli Argonuti, cos detti da Minia, ricco re d'Orcnella Beozia, capodel popolo dei Mnii, stipite che si trovavano in Tes-
meno,
trasformarono in viti
verso
ric-
saglia,
cui
eroi
presero
poi,
invasa
cill fin
Minosse
dalle
fondamenta.
293
marito di Pasfae. Era l'antico re mitico di Creta,
della fondatore signoria marittima dei Cretesi, celebre autore deUa costituzione cretese. Si diceva clie,
MIN
rono da un compagno trasportate e sepolte a Creta.
Minotauro [Minotaurus,
Vili, 156] Asterine, mostro
cretese,
che aveva
e
il
il
corpo
toro,
umano
frutto
capo di dell'amore di
un toro
ch'egli voleva
Il
sacrificargli.
toro balz
mand
e
ma
Minosse chiuse
il
Minotau-
ne
sacrific
al
dio
uno
ira-
in pasto
quenti.
il
la
nacque Asterine, detto il Minotauro che aveva il corpo umano e il capo di toro. Pigli di Minosse e di Pasifae erano: Cstreo, Deuregina
caline. Gluco,
Pasifae
Ma
glio
quando Andrgeo,
di
Andrgeo, Aridne
ne, del quale aveva destato l'invdia, perch nelle feste Panateniche aveva
ottenuto
le
il
gare.
Creta,
Mintrno [MinturUae]
Campania,
Cmico, neUa
il
Sicilia,
dai
presso fu ucciso
un bagno
caldo,
non lungi daUa foce del Liri. Era notevole per un boschetto sacro e un san-
MIE
tuario
[y.
294
alla
ninfa
clie
Marica
era
l
Marica],
presso.
mutata
nella pian-
Mirmidoni [Myrmidnes,
VII, 654] popolo deUa Ftitide, in Tessaglia, che vi-
ta
omonima
questo
[mirra].
Da
amore
il
illecito
nacque Adne.
Mrtilo [Myrtlus]
auriga
di
veva sotto
Achille. Il
la
signoria
si
di
nome
faceva
[[xupfXTj-
Enomo,
valente re di
formiche]
il
perch,
secondo
l'isola
Pisa, neU'hde, nella gara della corsa col carro, che Plope fece per il possesso
della bella
Ippodamia
[v.
stata
lenza,
da una
il
pesti-
padre
quindi
il
di
Ippodamia], trad il suo signore, al quale rec il carro con l'asse si debole, che
si
di
preg
in uo-
spezz alla
si
i
met
della
Giove che
dio
la ripopolasse, e
carriera,
che'
Enomao
allora
mut
per sotto
pri
cavalli.
Tessaglia,
il
Mirto [myrtus] pianta sacra ad Afrodite, che dalla Grecia fu trapiantata in Italia.
guidati da Pelo.
Secondo
done,
dio,
altri,
nome
si
Se ne adoperavano le foglie e i rami per intrecciare corone, di cui si ornavano i vincitori nelle gare,
i
di
Giove e di
la for-
ma
una formica.
di Cnira, re
di
Ci-
nuziali
solenni.
si
pro.
Presa
da una turpe
oscuro
un
li-
chia
riusci
nutrice,
accortasene,
quore non inebriante. Il mirto si adoperava anche neUe purificazioni solenni, nella cerimonia delle
nozze,
come ornamento
de-
voleva
gl'iniziati e dei
morti e in
295
altre cerimonie solenni.
MIS
dusse l'uso
dei
regali
In
in
Atene
T'era
il
un mercato
mirto.
19-
moneta
Lineari.
[tesserai.
speciale per
Misure romane.
dito [digUis]
pollice
Miscelo [Mysclos, XV, 59] figlio di Almone, di Argo: apparsogli in sogno Ercole, il quale gli impose di fondare una citt sulle rive deU'saro [Calabria],
egli
m.
dita
0,018;
l^/g,
Ipllex}
dita
4,
guire
comando:
ma
fu
ve
[palmus maim'] dita 12, m. 0,21; piede [pes] dita 16, m. 0,296; cbito [GuMtus] piedi V-/2,
volere di Ercole [si mutarono in bianche le pietruzze nere del voto], egli venne sulle rive dell'Esaro e,
m.
0,44;
5,
me-
trovata la
tomba
de Cotrone,
la citt
[pes
qua-
m2
0,087462;
nella
oncia
giorno di
Cuma,
nel quale
m2
m2
2518,9056.
i liquidi. Htri 0,0114;
li-
Capacit per
lgula,
[ligula]
mani
giori,
ciato
tri
[cythus] 4 ligule,
0,045;
li-
alla moltitudine, dal circo, dal teatro o da alcuni palcbi speciali. In et anteriore, gli edili,
tavano
acetbulo [acetabulum] 6
gule, litri 0,068;
del
litri
congio,
0,54;
ligule
48,
Pi tardi,
Agrppa intro-
quartrio
[quart.arus]
1/4
MIS
del
litri
296
sestario,
ligule
12,
0,13;
ligule, litri
urna [urna] 24
13,13;
emina
anfora
taT\
tri
[Jiemna]
^ sestario,
0,27;
quartarii 2,
litri
bessis]
^j^
grammi
218,24;
^/^
del-
26,26;
once
l'asse,
[dodrans]
cleo
20
anfore,
grammi grammi
245,52;
^/g
del-
40
tri
urne, congi
525,20.
gli
litri
160,
li-
10 once [dextans]
l'asse,
272,80;
Capacit per
ligula
[ligula]
aridi.
0,0114;
0,045;
li-
ciato
[cyihus]
litri
acetbulo
[acetabulum]
grammi
327,36.
Sottomultipli:
1/2
mi
^/4 di
quartrio
tri 0,13;
[quartanus]
li-
mi
i/e
mi
1/12
4,54; di oncia
[semisextuU]
1/2 sextiila,
1/24
grammi
2,27;
di
oncia
[scripulum]
4,32.
Peso,
ncia \unGa] 1/12 dell'asse,
granuni
se-
1,13;
bolo [ohlus]
^/g della
grammi Multipm:
27,28.
gramdel-
mi
2
mi
40,92;
[sextans]
^/q
1/144
oncia, gram-
Once
l'asse,
mi
0,18.
grammi
54,56;
1/4
Valore.
del-
3 once [quadrans]
l'asse,
Monete di rame:
L'asse sestentrio, unit di misura, era met [268-194
av. Cristo] dell'asse trien-
grammi
109,12;
81,84;
4 once [triens]
^/g dell'asse,
grammi
297
tale, il
MIS
perch era
ginario,
corrispondeva
12 dita [xvSuXo?] m. 0,038; palmo [uaXaiaTr]] 4 dita, m. 0,076; 10 dita [Stx?] m. 0,19; piede [tto?] 16 dita, metri 0,30;
2 assi 4 assi
1/2
braccio
[tcyjxu?]
24
dita,
m.
0,45;
[Tcuycv]
asse [semis}
cbito
V-/^
piede,
20 dita, m. 0,38;
rgia
[pYui]
1/4 dell'asse
Iguadrans] L. 0,027
piedi,
braccia,
m.
i/e
dell'asse [secctans]
1,80;
1/12
MOKETE
DI ARGENTO:
m.
stdio
30;
[ardcSiov]
600 piedi,
m. 180;
doppio stadio
[SiauXoi;]
4 100
sesterzi, L. 0,88;
1200
pie-
sesterzi
[cetiiwm
se-
stertU}
L. 22,00;
2400
sestertum [antica
forma
di
m.
720;
genitivo
plurale,
usato
sin-
poi
come nominativo
m. 2160;
[TrapacraYy/]?]
neutro] 1000 sesterzi, L. 220; decem sesterta L. 2200; sestertum [preceduto da un avverbio numer.] 100.000 sesterzi, L. 22.000; decies sestertum L. 220.000. Monete di oeo: aurus 100 sestertii, Lire
golare
22,00;
^/a
parasnga
stadi,
30
m. 5400.
m^
0,0950;
36 piedi [^aTrSy;?] m^ 3,42; 100 piedi [xaiva] m^ 9,50; 2500 piedi [ctpoupa] m^
237,50; Pietro [TTXsGpov] 10.000 piedi, m2 950.
_
sestertii,
aureus 50
Lire
11,00.
Misure greche.
Lineari.
dito [SdcxTuXo?]
Capacit per i liquidi. ciato [xa0O(;] litri 0,045; 1^/2 ciato [^pa^ov] litri
0,068;
m.
0,019;
3 ciati [TsTapTov]
litri
0,135;
MIS
298
[rjjxiva]
emina
6 ciati,
litri
0,27; sestario
Li-
[^sctt-/]?]
12
ciati,
ntri 0,54;
38,88.
dramma
[Spa^t^v]]
oboli
L. 0,9823;
ciato
[^u[3a(pov]
0,068;
emina
[-yjfXLva]
6 ciati,
litri
0,27; sestario
[osarsi;]
12
ciati,
mina
L.
[[xv]
100 dramme,
li-
1,08;
[xTsf;]
moggio
192
ciati,
Monete attiche
Avevano molto
commercio greco
ti
di oro.
corso
nel
litri 8,64;
semimoggio
4,32;
[yjjjlUxtov] litri
le
seguen-
monete:
medimno
gi,
[[,Si.jj,vo?]
mog-
1152
Peso,
i/g di bolo [xaXxou<;]
drico
[Bxpeixc,']
di
origi-
gram-
ne persiana.
mi
bolo
0,091;
Avevano quasi
8
yjxhiouc,,
il
medesimo
[^oX^]
grammi 0,728
circa;
dramma
grammi
mina
talento
[Spa^t^v]]
6 oboli,
4,36;
Mitra [Mitbras]
dramme,
divinit per-
[ji,v]
100
Valore.
Monete attiche
E d'argento:
/jxkKOuc, L. 0,02;
di
bame
il dio del bene, che combatte contro gli spiriti della notte e del male, e conserva il perpetuo ordine
del mondo. In seguito, fu identificato col sole. Si rap-
299
presentava sotto la figura
di
gambe
nesso in
MOB
verticali, tutto con-
un
giovine,
vestito
in
si
costume
mentre
gli
cac-
giungeva a
cia
il
Mnemnid [Mnemonides, V,
280] sono le Muse
figlie
[v. ivi],
di
Mnemsyne
di
gambe finemente
tor-
Giove.
Mnemsine [Mnemsyne]
dea della memoria
(jiocL
la
[{i.vo-
mi rammento], fu
e di Ga:
nella
le
rata e intarsiata.
figlia
di Tirano
Forme pi ampie
dia erano
i
con
Giove
gener,
divani, dove
Mnvis [Mvsu^]
degli
toro sacro
Egiziani, che aveva culto a Elipoli: era custodito nel tempio del Sole, al quale esso era sacro. Quan-
stava pi comodamente seduti e si leggeva, si scriveva, si pranzava, stando distesi. Essi erano coperti di tessuti molli e a lungo
pelo,
ornati
di
colori
molto vivaci.
Letto. Ai tempi di Omero,
le
tempio di Elipoli fu distrutto da Cambse, il culto di Mnevis fu offuscato da quello di pi. Mobili: Sedie: alcune basse, senza
il
do
forniture
del
letto
dei
di materasso, con coperte distesevi sopra: tutto questo sostrato era co-
specie
facilmente trasportabili, con quattro gambe circolari, col piano di cinghie incrociate, s che potevano facilmente essere
spalliera,
sulle
quali
si
piegate: in
il
stendevano per dormire. Ma pi tardi, con l'introduzione del lusso asiatico, in Grecia, su le cinghie stese a
il
invece
il
piano
fisso
le
traverso la lettiera,
MOB
e rivestito
di
300
una fodera
pi rare qualit di legno, fra le quali quella pi costosa e pi desiderata era
il
riempiti di lana o di
piume.
Il
letto
si
su cui
si
dormidi-
te.
va,
chiamava
lectus cu-
taglio
bicularus.
I^on molto
lectus
i
quale
no
350.000
lire].
giunto
un apparecchio
in
Per riporre vassoi e utensili nella sala da pranzo, si adoperavano anche certi
trepiedi
forma
posavano
finivano in forma di
zampe
Quanto
al
Eomani
sa, lectus
[Ved.
Greci come
alti troni
[subsella,
Triclinio}. Tavoli. Si
presso
Eomani, panchet-
adoperavano per
le
ti
collocarvi
necessarie
per
suppellettili la mensa
coleg-
per pi bassi, superare l'altezza dei divani, su cui le persone stavano sdraiate.
in
scamna] e sgabelappoggiare i piedi Erano anche [catMdrae]. in uso casse, forzieri, canterani con cassette che si tiravano fuori dinanzi, e frequenti erano i piccoli
per
forzieri portatili, in cui si conservavano oggetti d'or-
modo da non
di
magle
droghe, ecc.
i
adoperavano,
Fra
bili
per
il
avevano, su per
301
la
MI
cbe
cose
medesima forma e
gli
resistibile
domina su
[[loZpcc
stessi usi.
m^ni
tutte
le
[sella curiilis],
uno scanno
clie
sorte], ora con un impero ferreo e crudele, ora in accordo con l'ordinamento
gambe cuxve
anticamente
e incrociate:
lavorato
ancbe a Giove,
soggiace
Si
tlios
il
cui volere
Cl-
ad
esse.
rappresentavano:
solo fra
un
i
globo, sul
concesso questo privilegio] e, pi tardi, anche al questore. Altri seggi di onore erano il hisellum, una
seggiola
con
una
con
con
oro-
con
le quali re-
cide
il filo
della vita o
capace
di
conte-
una
bilancia o con
un
nere
due
spalliera,
curini, e
subsellum
un
Con
le
identificate
mane.
tribuni della
N
i
Per
cui
il i
lectus tncUndrs,
su
Eomani giacevano a
Moire
[MoLpai] sono le fidi Giove, che le gener glie con la Notte o con Thmi:
Clthos, la filatrice [xXwOto filo]; Lchesis, colei che as-
appaiono perfino contrarie alla volont del dio, si che Zeus e gli altri di ora appaiono agenti e strumenti
del
fato,
ora
gli
lottano
ML
302
La Moira rimase sempre come una potenza cupa, incomprensibile, una divinit tenebrosa: essa fu immagi-
La parte
superiore
della
suoi fan-
dipendente dal volere di Zeus, apparisce sempre come una forza ferrea, im-
Mmo
Mla
acqua [mlae aquarae], [Momus] personificazione della mania di biasimare, era figlio della Notte. Scoppi di rabbia, per non aver trovato nulla da censurare in Afrodite [[xcSfxof;
una, superiore
[una
forma
biasimo].
sul-
Monta [Monta]
sopranno-
me
di Giunne, derivatole
dai buoni
ch'essa
avvertimenti
ai
modo da
coprirla
come un
dette
Eomani
grano.
vida
Questo si versava nella coppa vuota superiore [catillus] e, per mezzo di quattro fori cavati alla sua base,
sarebbe mancato il denaro. Cosi si spiega che, nel tempio di Giunone vi fosse la zecca romana e il deposito del denaro. Questo sopran-
cadeva,
un
po'
per
grano,
stretto
tra
la
su-
nome
di
Giunone serv a
il
perficie del
cuneo e quella
macinato,
indicare
denaro.
veniva
303
lo,
MOB.
mentre
il
collare iche
Morto
mani,
[mortum]
composto
di
piatto
aglio,
portavano
gli
uomini
si
freddo dei campagnoli roruta, olio, aceto ecc.: aromatico e di sapore dolce.
cMamava
torques.
Morfo [Morpheus,
glio del
Mop9s(;,
fi-
riente.
Sonno
e fratello di
Mpso
[Mopsus, XII,
456]
celo,
i
Fobtore e Fntaso,
figlio di vate di
mpyco
e di dri:
quali
mandano
sogni.
alla
Soleva rappresentarsi come un vecchio con le ali. Morine [moro] uno scimunito, spesso deforme che, nelle case romane, si sole-
dnio
degli
ed
alla
spedizione
vano
il
capo aguzzo e
si
le
model-
vevano
l'asino.
come
quelle
Morte
quale mori
uccise.
di
si
Aveva
si
In Omero avaro?
entrambi
li
Mopspio [Mopsopus
nis,
[v. ivi\,
iuve-
che
Il
Sonno e
nel
Morte
abi-
tano
mondo
sotterra-
anticamente Mopspia.
Perci
Mopspio
[VI,
significa
Ateniese.
423].
MOS
a ogni sentimento
passione.
di
304
suo ufficio, commetteva qualche mancanza. In battaglia, recidevano il capo al nemico ucciso, e lo por-
com-
Mosico [musivum]
eseguito
lavoro
e
di ve-
con
pietruzze
disposti in
modo da
Avevano lance
ghe
circa
pesanti, lun-
In uno splendido mosaico scoperto a Pompei, rappresentante la grande battaglia di Isso, combattuta da
Alessandro Magno, si sono contati 150 pezzetti di mar-
e coperti di cuoio, elmi pure di cuoio, il cui vertice era sormontato da un cer-
cine di capelli.
Non
conoscevano
vincoli
il
matrimoniali, e avevano
mo,
lice
nello spazio di
un
pol-
costume di tatuarsi
il
cor-
posizione
rito
una
dei co-
me
le bestie.
Mtac
da
padre
spartano
da
quasi esclusivamente per adornare i pavimenti; soltanto verso la fine dell'impero si cominci a ornare le. pareti e i soffitti.
madre
ilta.
anche
il
la cittadinanza.
del
cos
Mulcibero
legno, otx)
abito].
era
il
bricava
metalli
=
ne,
[mulco
re
a pubbliche
Muncha
sta che
il
monel
305
chine [aprile-maggio], in onore di Artemide MunicMa, la dea lunare, che aveva nn tempio a Mnnpi
o
diritto
wfm
meno completo,
il
di cittadinanza ro-
mana.
I municipii avevano
un
se-
nato
municipale
che,
pi
ad Atene. Le
focacce
portavano
fsse
all'intorno
anche
taglia
il
di
Salamina di
Ci-
Avevano
inoltre
un
aera-
nwm
va rischiarato
dei Greci.
movimenti
II,
Muncho
[Munychius,
dire
ateniese,
ro, diritto
in
di cittadinanza ro-
mana;
la
lex
ma
quando questi, scacda Orcmeno, per mano dei Traci, erano immiMinii,
ciati
loro
cit-
D 'allora,
indigeno
di
dell'Attica
[figlio
Acamnte
e di Laodce,
il
mulgate per
niciples.
essi [leges
mui
figlia di Priamo],
quale
Mria
coec-
Gpes] si
gistrati propri e
20
MUS
306
Melpmene
[fxXTCoi
la cantatrice
canto] la
musa
nelle
decoraartij3.ciali
della
grotte
re
DaUa
cori [TspTtco
p?
diverto,
j^o-
coro] la
musa
della
estraeva
il
succo
per
ecc.
Uno
danza; rato , la gioconda [pto = amo] la musa deUa poesia amorosa e della
Generalmente la concliiglia genuina dava quattro colori: nero, nero-turcMno, [V. Porvioletto, rosso.
poral.
musica;
ufjivo?
Polymnia
[izo'kc,
ricca d'inni
to,
la
molre-
= =
inno] la musa
celeste
Urania, la
cielo] la
Musagte
[opav?
musa
dell'astronomia;
quale era spesso rappresentato nell'atto di guidare il coro delle Muse. Muse [Musae] divinit, che presiedevano al canto e,
ApoUo,
il
"kc,
bello,
o^;
voce]
la
musa
dell'epica.
Muse
la
sarebbero:
late, la riflessione;
MeMn-
forme di poesia,
e alle scienze.
alle
arti
me,
il
memoria; Aoid,
il
canto,
be
stato
introdotto,
sul-
l'Elicna,
Efilte.
il
da
delle
tos
da
culto
Muse ebbe
la
rallegratrice
la
[su
Quivi dimoravano
o
in
o
Thalia
grotte
in
boschetti
poesia
<^y-'l^j'J'.7iry:ii':f;'f^'i>-\:
i.'.
307
punirono, accecandolo e pri-
NI
radi, Ippocrnidi, Pimplidi [da Pimpla citt della
le
Ippocrne
di
la
Aganppe,
sull'Elicona^
Pina], Anidi [da Ania, l'antico nome deUa Beozia]. Boma, le Camne furono
fonte Oastlia ai piedi del Parnaso, non lungi da Delfo. Sull'Elicona, dove i Tespiesi celebravano la grande festa Musa, vi erano templi e statue delle muse e,
.
identificate
con
le
Muse
greche.
Muso
tico,
tico,
Orfeo,
inni,
cbe
avrebbe
scritto
sul
monte
Libetro,
c'era
vaticimi,
lustrali.
canti religiosi
la grtta
sacra.
Dai luogM
loro
culto,
del
disi
Muso [Museum]
un
colle
mora
ne,
preferita, le
Muse
Tespiadi,
Ali-
dirupato cato sulla parte sud-ovest di Atene: era detto cosi dal cantore Museo, cbe si
riteneva fosse ivi sepolto.
e roccioso, collo-
Parnssidi,
Castlidi,
N
TVafta [v90a] bitume liquido,
IViadi
[Kaides,
le
nuotatrG [vc,
ma
to]
erano
no
Arbla.
acque terrestri. Si distinguevano in naiadi dei fiumi, delle fonti, deUe acque stagnanti. Erano divinit campestri,
il
Se ne
distinguevano
due
cui culto
nelle
non
si si
estendeva
citt:
'EeUe guerre
si
adoperava
'--^
N'N
o
308
con una
[V.
concliiglia
in
mano.
Ninfea
Nani
moravano di lui. Per amore di lui, una ninfa Eco [v. ivi] che ne era
invaghita, si logor sino a divenire sola voce.
lezione a
rare.
le
Eoma, come
cose
Si
adoperavano per
Un'altra ninfa, che egli aveva anche disprezzata, preg la I^Tmesi che anche lui, un giorno, amasse senza
.godere della persona amata. La iNemesi esaud la
impediva
il
crescere del
fanciullo.
11
preghiera
sia,
il
fece
attuare
nano
quale,
interrogato
il
da Liriope, se
sarebbe giunto
figliuolo
matura
se
imparavano
altre arti.
la
musica
pm'ch
stesso
.
non conosca
Molto pi ricercati erano i nani gobbi, deformi, oreccbiuti, con la testa aguzza e il naso grosso, e quanto
pi erano imbecilli e cretini, tanto pi apparivano
piacevoli. Essi imparavano a danzare al suono delle
Sedutosi egli infatti stanco dalla caccia, sul margine di un fonte argenteo, fu
limpida, che
si
percosse e
si
narciso
che cre-
selva,
vo(.7zcdoc,
selvoso].
[V. Ninfe].
IVarcso
[JS^arcissus, III,
338-
[natahs
dies]
era
358, 402-510] figlio del dio fluviale Cefso e di Liriope: era bellissimo giovinetto
con un banchetto
'^
.">
309
agli amici, nataliciae dapes. La casa e il focolare si or-
NAU
L'acqua per questo spettacolo si derivava dal Tevere,
le persone destinate a queste fnte zuffe navali erano gladiatori o prigionieri o condannati a morte. Pi tardi per si presentarono nelle Kaumacbie ancbe campioni volontari.
figlio
Ge-
nio che proteggeva la stella che era spuntata sull'orizzonte, al momento deldella persona la nascita
di cui
tlaco.
si
celebrava
il
gene-
Nuplo [Kauplus]
di
Il festeggiato si
vestito
Kettno e di Amymone, re dell'isola di Euba, fu padre di Palamede. Per vendicare la morte di Palamede [v. Falamede], condannato ingiustamente a Troia, mand gli altri
figli alle mogli degli cbe combattevano a Troia, per metterle in inscompiglio con false notizie. E quando l'armata greca, tornando da Troia,
imperatori,
lenni.
suoi
eroi
Naumacha
na^e,
battimento navale
[x/T]
[vau?
battaglia]
dopo
la
distruzione
della
citt, sorpresa
da ima tem-
Giulio
lo
primo, pus Martus, ove aveva fatto perci scavare un laghetto, cbe fece poi prosciugare,
colo.
su
egli
le
rupe Cafara,
cbe alcune
dopo
lo
spetta-
furono distrutte.
[^Tausica]
figlia
Nausicaa
di
nell'isola
Alcinoo
di
re
dei
Feci,
[oggi
le
Scbera
Cori].
un
altro nel
lo
amicbe a lavare
cina
fonte,
i
vi-
Fucino;
IsTerone
dette
suoi
panni
nell'Anfiteatro.
NATT
310
mare, perch, dovendosi
condurre la guerra contem-
Nautodchi
gistrati
[vauToStxai.]
ma-
ateniesi,
che ave-
vano
autorit
da genitori
avessero la
ghi, al comando
l'esercito.
supremo
del-
Nave
quente
te,
8tx7]
[vauTT]?
navigan.
giudizio].
un notevole
sviluppo.
La
Al tempo
presidenza
di
Demostene,
in
tali
la
la pro-
cause
pass
ai
thesmothti.
ra costruita a punta, per solcare pi facilmente le onde: di solito essa era dipinta in rosso. La poppa era pi rotonda e pi alta della prora, con una voluta ornata di vari fregi: in essa
era
il
Ve
n'erano
due,
vetera
del pilota.
costruiti
entrambi
nave erano
porta
Trigmina,
con-
tutta
la
nave
era
giunti col Tevere, e furono rinchiusi entro la citt dall'imperatore Aureliano quando questi costrusse le
mo
una
quarto.
pala,
mura
di
Eoma.
erano
fatti
si
di
tronchi di pino e
salda-
avevano
un comando
in
311
in certi anelli di corregge,
la
NAV
voga dei rematori con la voce o battendo il tempo
coi
appese ai
non
si
fa
colpi
il
di
un
martello.
dei
Talora
movimento
ravano pietre attaccate a grosse funi, gmene, clie dalla prora si gettavano in mare.
rematori
soltanto
al
stessi.
La nave omerica
al
serviva
Le navi
lo
si
costruivano, per
pi,
mente
tano.
di
rono
in
costruiti
L'albero
era
infsso
su
di
esso,
in
alto,
era
Ancbe
aveva
nave da guerra
poppa;
la prora e la
di bue o della sostanza fibrosa del papiro. All'antenna era attaccata la vela,
questa s'innalzava in punta, ornata d'intagli, e finiva ora nella forma di una semplice, voluta, ora in quella di una foglia o di
sola: perci si
il
quando
vento
era favorevole, e
rezione contraria,
una penna. Sulla poppa si adattavano, come ornamenti, immagini di di e di eroi, cbe davano il nome alla nave e ne indicavano
la patria.
posto
del
pilota,
sulla
poppa, era coperto con un palco di tavole: talvolta egli aveva un aiutante sulla
forma
di
un
e
di oca o di cigno
Oltre
allo
scere le
stelle, i
rematore,
gmene,
NAV
tro
l'urto
delle
312
onde,
di
tro
file
di
rematori;
ttsv-
TTjpT)?,
quinquermis,
pencin-
tre,
quinquerme, a
Aveva anch'essa
le vele e
tori.
i
le ancore,
sedili dei
rema-
Le navi da guerra
10, ora 15 rematori per lato e, secondo il numero dei rematori che
avevano ora
cambio] e 120
sol-
sedevano all'uno e
fianco insieme,
stxcTopoi,
si
all'altro
dicevano
remi-
peratore Caligola, ve ne furono sino a 400; il re Lisimaco aveva una ottre con 1600 rematori; Alessandro Magno ne aveva una con 12 file di rematori; Demetrio Poliorcte una di 15; Tolomeo FiladMo una
av.
Cristo],
si
comincia-
una
tori.
La
^/4
deUa nave
si
quattro,
file],
file
che
rematori delle
superiori
i
dovevano ave-
remi pi. lunghi e peDal numero deUe file dei banchi di rematori, in ciascuno dei due fianchi deUa nave, questa prendeva il nome di Tpt.7]pY](;, trire
santi.
della lunghezza; nelle navi da guerra, invece, la larghezza era da i/n, a ^/g della lunghezza. Una trire [trirme] era lunga metri 46,76, larga m. 4,30 a fior
d'acqua, alta m.
cui
m. 2,66 immersi
6,10, di nel-
Una
pentre [quin-
remis,
tre file
=
te-
tre,
p(7(76)
remigo; tres
m.
tre,
remus
m.
cui
5,64,
alta
m. 3,60
remo];
TTpY)pY]<;,
quadriremis,
trre,
quadrirme, a quat-
313
la
NAV
struttura
nell'attrez-
zamento, dalla nave greca. Una pentre punica, rimasta a secco su la costa del Bruzio [Calabria] durante
1^ guerra punica [264241 av. Cristo], serv di modello ai Eomani per la
la
da guerra, quando, nella battaglia di Azio [31 av. Cristo], Ottaviano ne vide
vi
utilit contro i bastimenti di Antogrossi
la
grande
nio.
Pi
tardi,
il
numero
remi fu
degli
ordini
dei
da guerra. Le navi romane, secondo la loro struttura e forma o il loro uso particolare, avevano le seguenti denominazioni:
fino a tre, a a dieci; ma esse cinque, conservarono sempre la leggera alberatura cbe le ca-
aumentato
ratterizzava.
fornite di rostro:
un becco
di bronzo [rostrum
bec-
le vele.
linea
d'acqua, sotto la
di
sulla
testa metallica
monto-
collocata
nave.
La punta massiccia
tallo, nella
me-
mani
dello
su moagili
svelte, a due soli remi e armate di leggera alberatura, con cui i Liburni, famosi pirati iUirici, correvano il mare Ionio, esercitando la pirateria, Erano costruite di pino p di
,
investiva la nave nemica, dovevano aprire in essa una falla sotto acqua. Naves praetoriae , le navi ammiraglie che, di solito, portavano come insegna
si
314
di color roscole, il quale voleva essere da lui purificato, perch a
Tirinto,
in
un
accesso
di
Naves speculatoriae
ebbe da
lui
uccisi
figli,
nn
paese.
,
Naves onerariae
navi
da
il
Kon mancavano,
mente,
gieri,
i
natural-
IVema
le
navigli
pi legbattelli,
come barche,
ecc.,
burcMelli,
cbe servi-
deU'Arglide, dove si diceva che Argo, dai cento occhi, avesse custodito, per
di
incarico
Giunone,
il
o,
leone
[V. Seplcri]. la
[vscpXT)
Nefasta]
nubi
nnbe] fu moglie di Atamnte, il quale ebbe da lei i figli Frisse ed lle, e poi
la ripudi,
Nmesi
figlia
IS'otte,
[V.
Ino].
[Kemsis, dell'Oceano
'Ns^isaic,]
della
Nela
ne puniva inesorabilmen-
nella Messenia, che egli aveva ricevuto dallo zio AfaPilo, egli spos Cie gener con lei 12 figli, ri, fra cui Kstore. Essendosi
ro.
rifiutato
nessuno poteva sfuggire aUa sua vendetta. Ma la concezione di 'Nemesi, come dea punitrice
soltanto, posteriore: in origine essa era la dea che
di accogliere
Er-
315
assegnava a ciascun uomo la sua sorte, secondo la
giustizia e il merito, questo essa differiva
bre;
NE
e in
ma
dopo, essa
si
candella
daUe
quali,
Moire
[Parche],
le
della nascita, senza alcun riguardo al merito, assegnavano a ciascun uomo il suo destino.
prima
tava
dai
non
lasciava
parenti,
la
Eamno,
nell'Attica,
si
venerava una statua bellissima di Kemesi, di un sol pezzo, alta 10 cbiti, fatta
di Paro, opera probabilmente di un grande discepolo di Fidia:
del pi bel
nerale.
marmo
IVecori
tempio, xopw
ma
spazzo]; di
per ammirare tale capolavoro d'arte: questa Nemesi era venerata sotto il no-
adornare
utensili per
f.no
sacrifci.
In
me
di
Eamnsia.
divenire
una
as-
templi.
dal
Neodamdi
=
in
[v6)Sa{XfSsi(;]
mi
adiro]
la Adirata,
no,
Sparta,
i
gli
Ilti
che, per
venivano
cbe,
diritti
politici
pari
agli
altri cittadini.
nella
casa,
la.
nenia
IVeria [vCpi.oc] arsenale marittimo in Grecia. La costruzione di quello del Pireo cost 1000 talenti
NEO
e,
316
distrutto durante l'anar-
ch,ia,
fu di nuovo costruito
nuovo,
[voc,
Secondo
altri, si
rec inve-
KOkS[LOC,
ce nell'Epiro.
guerra],
il
chiamato anbiondo
[TzxjppQ
che Pirro,
biondo, dal color del fuoco, TTup fuoco], era figlio di Achille e di Dei-
Sarebbe morto a Delfo, dove si era recato per portare doni votivi ad ApoUo:
ucciso
dama, una delle fighe di Licomde, re dei Dlopi, a Sciro, Dopo la morte del padre, Ilifeottlemo, and a
Troia, per consigho di Ulisse, perch era stato predetto che senza di lui non
si
o per ordine della Pythia, o per istigazione di Oreste [al quale Menelao
avrebbe promessa, prima deUa spedizione, la fgha Ermione, data poi a isTeottolemo], o dai sacerdoti o
una contesa
divisione
le vittime.
sorta
su
la
delle
carni
del-
stare la citt.
Neottolemo
fu uno di quelli che entrarono nel cavallo di legno; poi fu mandato a Lemno, per condurre di l a Troia
Filottte;
IVeridi
pS'ereides]
sono
le
cinquanta figlie di Nereo, che abitavano con lui, nella profondit del mare, in una
grotta di argento.
Esiodo ne enumera 50, 0mro 33, Apollodro 45. Le pi celebri delle iN'ereidi erano Amftrte e Ttide. [V. Ninfe].
mo
e poi
Priamo
stesso, e
Pohssna, figlia Priamo, sulla tomba di Achille, per placarne l'ombra. Wella divisione della preda, gli tocc Andromaca,
sven
di
IVero
[Kerus,
Nfipzq,
I,
187] vecchio
dio
con
la
quale
gener
e
Pergamo
egli
Secondo
Troia
Omero,
a
da
coi
torn
Ftia,
con
essi,
rappresentato
317 con
il
i
NET
re di Pilo, nella Messenia. Quando Ercole [v. ivi] uccise tutti
IN'estore
si
i
capelli, le sopracciglia,
il
figli
di I^Telo,
Quando
Ercole
si
avvi
per prendere gli aurei pomi Espridi [v. Esperidi], sorpreso llsTereo, lo incaten e,
trovava lontano e cosi ebbe salva la vita. Kella lotta contro i Centauri, nelle nozze di Pirtoo, prese parte come ami-
sebbene quegli si mutasse in diverse forme, lo costrinse a dire in che modo sarebbe potuto giungere all'isola
anche
delle Esperidi.
IVernia
in
suo
onore.
Si
celebra-
guerra di Troia, dove appari savio e giusto, dalla cui bocca scorreva l'eloquenza pi dolce del miele.
Nesso
[IvTexus, IX, 101-133] centauro dell'EtUa il quale, avendo preso sul dorso
il
loro
cibo.
Ambedue
TracMne
nel-
doveva vaEuno,
producono
nettare:
le
sue fonti,
se-
velenato dal
di Lerna.
fiele dell'Idra
sangue suo, avvelenandola, la sua camicia e l'offri a Deianira, dicendole che essa aveva
virt di ridestare l'amore.
[V. Ercole].
trova
il
dormitorio
di
Giove.
Nettuno
il
[l^Teptiinus, II,
270]
Eoma
identificato
con Poseidone.
[V. Poseidone],
NEU
IVeurbati loro che
[vsupo^aTai.]
318
co-
Titni,
essi
erano
accorsi
ballavano
sopra
di
nai-
un'invisibile
corda
niigia, sottilissima
ma
for-
tissima,
che,
piccola distanza,
agli
ancbe a sembrava
prima degli stessi di. Era rappresentata come una vergine alata, adorna di corone e con un ramo di palma in mano. A Eo-
ma
un
le
corrispondeva
la quale
la
dea Victoria
aveva
nervo, ^aivo)
vado].
le
IVeurspasto
bra
[vsuparcacyTov]
mem-
festa
12 aprile.
N(x9ai,
I,
insieme con
Mule [Kymphae,
192]
le velate,
zitelle,
quindi
le dee
figlie
di Giove, abi-
tavano
ti,
un
jaio
impercettibile.
essi
In seguito,
gegnati in
furono conperfetto,
modo
pi, e talvolta
l'Olimpo, per prendere paralle adunanze generali degli di. Il nome di Mnfe accenna al costume
te
vano
la
le
membra,
e
gli
le
testa
occhi,
mani, con
molta naturalezza.
le
quando andavano
di
con
siffatti
il
pupattoli,
un mi
=
be-
per
divertire
pubblico
Esse erano
e fare quattrini.
potenze
Niche
toria
vittoria],
fi-
dove avevano
la loro
zione,
Ortos
Bla
la forza e la violenza.
,
vano
gina,
ze,
menavano
liete
dan-
fra-
correvano agiU e belle, tessevano in fresche grotpiantavano alberi, e te, giovavano in molti modi
sj;5^i5'^S5K-5!3S*fS!;ci?W;v:^K''=^^
319
agli
NIN
Dicte
,
le
abitatrici
del
Nape,
selvose
Tccdoc,
,
le
sorgevano
tissime
alberi
i
dalle
al-
cime,
il
quali
finch.
du-
[voctct)
selva,
voc-
selvoso].
le
ravano a lungo,
pariva loro
apdestino della
essi,
Bradi o Amadradi,
ninfe
dei
boschi
morte
e,
con
l'anima
la
insieme,
Spu*;
=
le
[(x
=
dei
quercia].
delle ninfe
abbandonava
queste appartenevano le
,
Meliaclie
Secondo
frassini [[xsXia
ninfe
di-
me
con
le
videvano
li
in:
le
Ocea-
Urano
sino
si
[v.
Urano]. D fras-
nine
ninfe
della
grande
rino
Nspsu?,
le
ninfe
del
facevano i fusti deUe lance, che si adoperavano nelle mischie sanguinose. Culto antichissimo aveva-
mare interno;
le
le I^iadi
nuotatri&i
le
[vo,
no
no
I
le ninfe di
Kysa, di
Dodna, Lmno.
delle
di
nuoto]
terrestri.
santuari
ninfe
si
trovavano specialmente
presso le fonti e in contrade riccbe di sorgenti, nei boschi, nelle grotte ecc. e,
videvano
fiume];
Potamidi,
['koto:[i6c,
Krene o Peghe
pi
[xpY)V7], izr^yri
fonte];
Limnadi ninfe
[Xi[i,v7]
tardi, i loro
anche in
citt,
ove
splendidi tempietti,
delle
acque stagnanti
le
stagno].
per cele-
Oradi,
[opoi;
nome
di
loro onore
sacrificavano
Oidel
thef nidi
, le
abitatrici
Ninfi [Nu[x<pata]
alle
grotte sacre
monte
Citierne, in Beozia,
ninfe
[vvcpy)
ninfa]
NIN
erano
splendidi
tempietti,
320
gliuoli
che
coi
lei;
colpi
suoi
per celebrarvi
le
nozze.
Mobe
fu
irrigiditasi in
rupe,
da
un
turbine
fa],
adorna di marmi e di
piante.
Eioma, vi erano 12 di
impetuoso trasportata su la cima del monte Spilo, nella Lidia, dove essa era nata, e quivi, divenuta marmo, sente ancora le
angosce e
stilla
poraneamente
tubi.
da
diversi
lacrime.
figlio
Mro
di
[Nirus, Ntpe^;],
IVobe [Kibe, VI, 150-312] di Tntalo e della figlia pliade Taigte, nata a Sipilo,
nell'Asia
Muore,
di-
venne moglie di Amfione re di Tebe, da cui ebbe 14 fgU: 7 maschi e 7 femmine. Orgogliosa per la prole cos numerosa, divenne tanto arrogante contro Latna, che os insultarla fin nel tempio, ove disse ch'ella era
Chropo e di Aglaia, era, dopo Achille, il pi bello dei Greci che furono a Troia, dove era andato con tre sole navi. Eu ucciso da Eurypilo o da Enea.
Msa
[lirysa]
valle,
in
ori-
gine forse in
ben pi degna, poiLatona poteva dirsi quasi sterile, non avendo che due figli: Apollo e
ch
perch in essa Bacco bambino fu allevato dalle ninfe, col dolce nutrimento. Di qui il suo nome Dioniso , che significherebbe
dio di
Msa
Diana. Irritata Latona, se ne dolse coi suoi figli: Apollo con le frecce feri, un
Mso
di
dopo
l'altro, i
sette fratelli
Si-
nati da
Mobe: Ismno,
Un
nella
Trade,
segu in
ItaKa
Enea
insieme
con
321
Eurialo,
di
NOM
per relazioni illecite col padre, fu mutata, da Pllade, in civetta. Conscia della sua turpitudine, ora essa
cui fu intimo
amico.
Nisidi
dopo
fugge la
compagnia
degli
Atamante,
Hra.
per
opera
di
TVittimo
se
Msa,
non
un luogo
fantastico,
doveva trovarsi
di
quale superavano tutti uomini, si present in abito da mendico, essi lo invitarono a tavola, uccifanciullo, ne mescolarono le viscere tra le
una
della
delle
principali porte
sero
un
con un'iscricitt, zione, la quale dicMarava cbe ivi erano raccMusi immensi tesori, cbe per non
bisognava toccare, se non in estrema necessit. Il sepolcro rimase chiuso fino
al
Menalo,
Il
lo porsero
a
la
Giove. tavola
dio
rovesci
tempo
di Dario,
il
fattolo
tesori,
aprire,
invece
quale, dei
con la folgore, e, Licaone e tutti i figli, colp a eccezione di Mttimo, cbe fu salvato da Ga, la quale
lo
zione:
sottrasse
alla
furia
di
non
avresti violato
.
Giove. Sotto il regno di Kittimo sarebbe avvenuto il diluvio di Deucaline che, se-
degli estinti
[E'ych.teus,
Nitto
Nxjxieuc,]
perversit
dei
fgH
di Licaone.
Mttimene.
,
[V.
Nitti-
Nome
ai
mene].'
Mttimene
21
nome,
di solito nel 5,
NOM
nel
70,
322
o
nel
daUa
nascita.
Il
'prenome
{j>raendmen]
la
che
e
indicava
90
persona,
s'imponeva
giorno
[dies
al
neonato
padrej
gli
altri
figli
pren-
nel
scita
daUa
naI
devano per
lo pi, quello di
nomindlis'].
membri
I
I.
prenomi, generalmente
adoperati, erano soltanto 18, e si indicavano abbreviati
nomi
dividono in due
elassi:
con
la
prima
lettera
IsTomi
di
un
[v[jLaTa 0so9pa] coTeodoro, Tedoto, Diodro, Didoto, Digene, Difane, Erodoto, ErcUto,
esso
o, in
me
II.
lipomi
con quello
si
di
Nome [nomen
o no-
men
indicagiuridi-
GaeciUus, Claudius, CorneUus, Julius, Lcimus, ecc. 3. Cognome [cognmen] indicava la famila conte-
zioni
pubbnche e
cbe, al
si
nome
della persona
faceva
segiiire, di solito,
e,
pi tar-
del
demo
nuta neUa gens primitiva, e si rese necessario quando, con l'andar del tempo, au-
apparteneva.
ment
il
numero
delle fa-
La donna
cittadina, oltre al
suo nome, aveva, generalmente, quello del marito del padre [se maritata], e del demo o [se nubile], distretto a cui il marito o
il
in
patrizie
padre apparteneva.
labellae,
Lentul,
CetTiegi,
323
l'uso del
NOT
to di Siila, Marcus Tullus Tiro, il liberto di Cicerone.
fu indispensabile cognomen per l'indicazione della famiglia. Molti cittadini avevano anche un:
Cinnae},
4.
Le donne portavano
il
no-
me
lo
te:
della gens e
con quelindica-
soltanto
erano
aggiunto o
A-
come Fabia,
AemiUa, Julia,
distinguevano
con
l'at-
un
cittadino
romano
Publius
Nomo
[v(j!.(;]
prenome, generalmente, si scriveva abbreviato, con l'indicazione deUa sola lettera iniziale.
Il
gnamento
cetra. !N"on
di
di
aveva n anti-
Fra
Eomani,
il
primoge-
dell'agne
musicale,
[ISTonacrina,
nei
nome,
giuochi
Pitici.
Nonacrna
H,
nomi
del
padre di
ma
409] la vergine IsTonacrina Callisto, fgKa di Licane re di Arcadia, detta cos, dalla citt di Nnacre, in
Arcadia. \Y. Callisto']. IVorzia [Korta] la dea etrusca del destino e del tempo, che aveva a Volsila sede principale del suo culto. Nel tempio a lei dedicato in questa citt, si piantavano i chiodi che servivano a numerare gli
deUa loro famiglia naturale, come Publius Gornelius Scipio Africanus Aemilianus, perch nato da Paolo Emilio [iuniore]. I
liberti
nio
prendevano
e
il
il
prae-
nomen
il
nomen
gentili-
anni.
NOT
324
tirato
personificazione della tenebria notturna. la pi antica delle divinit, perch le tenebre furono anteriori alla
da
due
quatdi
giorno: origine
luce infatti ha
Secondo Esiodo,
la Notte,
di
come
bra
Eomani
la
credevano apdi
portatrice
sventura.
Mros
Cber
il
la sventura
la
della morte,
Thnatos
il il
moHe,
morte,
fato della
Mmos
biasimo,
Oizs
Pliilte
roso,
Apte
mava
cos
un
sacrificio pri-
za,
ris
la
discordia.
Come
ISTotte
il
divinit benigna, la
cafa-
fu-
Hespridi
le
fanciulle
\coena novendalis o
no nei
dini
'Eel
le
i
Pomi
d'oro.
IVovus homo, uomo nuovo, dicevasi a Boma colui che, da famiglia discendendo
plebea, era il primo a procurarle la nobilt, sostenendo una magistratura curle.
porte,
donde
la
IsTotte,
dal buio
mondo
sotterrate-
Egli
non
era tutta-
nendo in braccio
il
Sonno
via
propriamente nobUis, perch non aveva le imagnes di antenati da mostrare al pubblico; ma nella sua casa era il princeps
Fu
325 :
nobUtdtis e
i
NUT
suoi discen,-
IVuto
era-
basso impero,
i
uomo
si
ufficiali subalterni, ai
erano affidati
registri
quali conti e i
diceva
fabeto
merare
far
Numco
lo del Lazio,
cbe sboccava
si
un
esercizio
deUa ginnastica.
canto ad esso
santuario
di
trovava
il
gete o di
Nndne [Kundinae]
timo giorno di una
Una m]
nel nuoto,
veniva
nel
assegnato
Tevere, Marzio.
un
posto,
il
presso
il
Campo
Contro
gare,
si
gna
fari.
in.
citt per
loro af-
In
mento
sotto
ma
petto.
tensia
[287
av.
Cristo]
le
madri romane
In.
so-
loro bambini.
se-
guito,
alla
Sotto
nove
neUe case dei riccM, divenne molto comune l'uso deUe blie [nutrces], fra le
quaU
si
preferivano
quel-
le greche.
OBE
326
mici,
altro.
come
indici solari o
rettangolare,
termi-
Per trasportare questi bloccolossali, gli Egiziani servivano di barche speciali e di mezzi meccanici, di cui non ci giunta alcuna
si
cH
una base
stesso
stretta. Il
il
nome
indica
carattere
trovano a Helipo-
al-
spie-
piccolo
spiedo].
pi
raramente
di
pietra calcare o di marmo bianco: tutti per fatti di un pezzo solo. Si sono
nove furono trasportati a Eoma, dei quali il primo, sotto l'imperatore Augusto. Per riferirci ai pi notevoli, che si ammirano anche oggi a Eoma, quello che eretto in Piazza del
to:
dai
barbari in uno
da cui sono
ria fra
stati tratti.
saccheggi che sub la citt, fu dopo trovato e innalzato nel XVI secolo. L'o-
incisi
venuto a
gola,
estendeva dal-
Vatieanus
nel
XVI
se-
l'Egitto di mezzo fino alla Kubia e la loro origine rimonta al secolo av.
XV
si
po-
trova nella piazza di S. Giovanni in Laterano, fu eretto da Costanzo II nel Circo Massimo: abbattuto dai
templi,
ma
servirono
anche
per
scopi
astrono-
barbari nel
secolo
dopo
327
fu innalzato, nel 1588, dinanzi aUa basilica Lateranense.
Cristo,
OCK
la
ad
modo
di
acquistare
il
la
di-
propriet.
ritto
Secondo
Ocroe [Ocyre,
figlia
II,
635-675]
romano, modi: 1 occupazione di cose animate prive di padrone {caccia, pesca, uccellagione]; 2 occupazione di cose animate con certe
essa di tre
Le fu
nome
xu?
limitazioni,
come
la
le
cose
di
veloce, pso)
trovate;
3
si
preda
rapidissimo.
Avendo appreso
l'arte della
nemico
Ocano [Ocenus, IX, 499] era ritenuto un fiume immenso che circondava
torno la terra e
esso
le
i
da
'
la vita futura e il
modo
in-
non era
l-rnzoc,
giu-
menta].
cree
[ocrae]
schinieri
ivi
boschi di Persfone
e l'ingresso nel
mondo
sot-
gambire: parte dell'armatura che copriva lo stinco dei soldati, dal malleolo al ginocchio, ed era legata
il
con corregge e fibbie dietro polpaccio della gamba, che rimaneva scoperto.
Erano fatte
di cuoio o di
piccole piastre di metallo, curve, sottili e pieghevoli, foderate di cuoio nella parte interna.
Di
solito, le cree si
adat-
ODE
tavano soltanto
poggiava
gli
Tiastdti
328
alla
gamba
si
Il soffitto
travi di cedro, fregiate di eleganti intagli e tutto l'edifcio splendeva per la ricchezza di ogni sorta di or-
le
avevano
gamba
soldati
lotti
destra,
mentre
muniti
giavel-
te la sinistra.
Odo [Odum]
le,
nell'arcliitettura e nella
pi splendido dopo
Smirne
dell'Asia
il
citt
e in altre Minore.
sicali
differenza
Eoma,
primo odo fu
l'odo
ed
teatro
di
stava
iano.
dire
cava ai
Il
teatri.
trace
indicato
Tero,
re
Panatbene: il suo tetto acuminato a forma di cono, costruito con gli alberi delle navi tolte
nelle
feste
dal Pindo
si
dirama verso
al
ai
Persiani,
doveva
rap-
oriente sino
lo,
golfo
il
Mapasso
presentare la tenda di Serse. Ma il pi grande e pi splendente odo del mondo antico fu fatto costruire da Erode Attico, a sud-ovest
dell'Acrpoli, in
dove forma
delle
TermpUi. La mon-
tagna, aspra, dirupata, si eleva fno all'altezza di 2150 metri; gli antichi la chia-
onore
di
sua moglie Eegilla, morta nel 160 dopo Cristo. Aveva la lunghezza di metri 91
e vi
l-"-iPf^, 7-
329
ffa [offa] focaccia di farina die si buttava ai polli sacri,
-^
OLI
si
indica[oenole
lo schiavo
quando
gli
si
dovevano
se
i
prendere
polli
auspicii:
la
mangiavano
avi-
Oinopine [Oenopion,
TTifov]
il
Ovo-
bevitore
di
vino
be-
[olvoc,
vino, TTLvw
quale,
vo],
figlio
di Dioniso e di
con
jla
moglie
Eurnome,
Aridne,
ta
si trasferi da Crea Chio, ove accec il gigante Orine che gli ave-
va violentata una
fgha.
E
fu
quando
il
Oggia [Ogyga] l'isola che, secondo Omero, l'ombedel mare, collocata in parte lontanissima, sede di
lico
una
Ointropi
tropi].
[owTpoTTTot.] lo stes-
giorni Calypso, viaggio dall'isola dei Feci. Secondo alcuni, corrisponde all'isola di Malta.
18
di
so che Entropi.
[V.
Uno-
lerio
rito
Oilo [Oileus,
Locri,
lenti
O'tXec], re dei
tito in
marmo,
sul
monte
del
minore
giavelil
di
Ida, insieme con la moglie, la quale era troppo superba della sua bellezza.
lotto
dopo
Achille,
Olimpade [Olympas]
zio
pi
veloce
corridore];
fu
lo
Oinforo
rio greco.
.
La prima olimpiade va
dal
paniere V09POV] cesta cbe serviva per trasportare un certo numero di bottiglie di vino,
all'altro
pt
776 al 773 av. Cristo; comincia cio nel 776 av. Cristo,
anno deUa
il
vittoria di
il
da un posto
[olvo?
Corbo,
quale fu
dei
pri-
vino, 9S-
mo
vincitore
porto].
quando
(.
OLI
330
l'incontro
di
due
aquile
anticM
storici,
si
nelle
cronologie,
non
serviva-
cbe Giove avrebbe mandate l'una incontro all'altra, dai due estremi opposti
della terra.
no
rico
A Delfo,
sto
a memoria di queavveni-
usarle, Cristo.
verso
il
straordinario
Olmpici
[GiuocM] giuocM
Olimpo [Olympus,
cantore
Yl, 393]
simo
nice [onyx,
appartenente, insieme con lui, al culto frigio dei Coribnti, in onore della gran madre Cible. Si diceva
lo,
bruno, rosso, traversato vene bianche, che si adoperava per farne cam-
da
mi
bellissimi,
del flauto.
che oggi.
Olimpo
della
[Olympus]
Grecia,
sul
monte
confine
l'altezza
nome si specialmente un
Con
tal
fra la
saglia.
Macedonia Eaggiunge
e la Tes-
fancbi
riccM
di
cupe
la
pi [Ops]
foreste e di abeti.
Era
sede
di
Zeus e degli di
Vombelico ombelico] era
bondanza], moglie
di
Sa-
celesti.
mfalo
il i
[[X9aX(;]
[ix^aX?
ra
nome
dei frutti e
della
ferti-
In rap-
famoso oracolo
fo
la
si
culto
era
terra,
determinato dal-
331
le
OEC
Do dona; ma ve ne
altri
Ohi l'invocava, soleva toccare il suolo con le mani. A lei si celebrava una fedetta sta, il 25 agosto,
nali.
rio
turno
Sa-
con
neUa Tracia, di Mercua Patrasso, di Vnere a Pafo e nell'isola di Cipro, di Minerva a Micene, di Diana nella Clchide,
te
Clirnos,
Ops fu ritenuta
che Eha.
di
guerrieri
la stessa divinit
Opliti
[TrXiTat]
di
Pane
grave armatura negli eserciti greci [ottXov grave armatura]. Avevano una lancia che misurava da 7 a 9 piedi, ed era impiegata
in un giorno di ogni niese, e per tutti gli oracoli vi erano tempi determinati in cui si poteoracoli
do pesante, amc, [che era portato con l'aiuto di un blteo e retto per mezzo
di
pub-
un manubrio],
una
elmo e
di
di
arma-
Pizia
dava
gli
oracoli
DeKo ved. Pizia. Orbna [Orbona] divinit romana, che personificava la mancanza dei figli {orbus = privo]. Aveva un altare nel tempio dei Lari, a Eoma, ed era invocata da
quei genitori
dei
figli,
ma neUa
dell'aiuto
si
marcia
di
si
valeva
uno schiavo,
che,
privati
ne desideravano
altri.
che gli di davano agli uomini. I pi celebri oracoli erano quelli di Apollo a Delfo [il pili famoso] e a
rcamo
OBC
lo.
332
Egli la fece seppellire
[Oredes]
dei
Oradi
ninfe
erano
[opo?
le
ma
il
dio
la
nmt
[Vedi
monti
Oreste
Orco
monte]. [V. Ninfe]. [Orestes] unico figlio maschio di Agamennone e di Olitennstra. Ucciso A-
di
con l'-
rebo dei Greci. [V. wi]. Ore [Horae, II, 26] erano le dee giovinette dell'ordine nella natura, cbe presiedevano alle stagioni. Si dicevano nate da Giove e da Tmi ed erano tre:
Olitennstra, di Oreste, Elettra, per sottrarlo al pericolo, lo fece portare a Eante, sul Parnaso, presso
il
re Strfo,
il
quale aveva
so-
per
moglie
Anaxbia,
rella di
Agamennone. Otto
Pal
Eunoma
Diche
la legalit
bene, vfxo?
[e
di
Strfio,
pace
pace],
Micene
e,
con l'aiuto
di
verno.
In tempi pi remoti,
Egisto e Elettra, CHtennestra. Perseguitato dalle Erinni, fu sottoposto in Atene, al giudizio dell'Areopago, dal quale fu
assolto per parit di voti,
uccise
aveva
buttato
pietruzza
es-
[OXXo)
fiori-
QocKKc,
,
una
Carps
delle
la
bianca.
frutta
liberato
recarsi
dalle
Furie,
nel-
frutto].
dov
la
con Plade
prodotti
delle
Turide.
ad Argo.
333
e, ucciso Alte, fidi Egisto, ottenne la glio signoria di Argo e di Sparta,
r,
OEF
mentre
.
Micene
era
gi
si
per
volse
uscire
dall'rebo,
spos Ermione, figlia di Menelao ed ebbe da lei il figlio Tismeno. Mor poi nell'Arcadia per il morso
di
per assicurarsi se la moglie lo seguisse, ed Euridice fu di nuovo trascinata nelle tenebre del mondo sotterraneo.
un
-
serpente.
Oresto
[Orestbeus,
'Opscr-
mano
donne tracie, cbe lo fecero a brani, percb, dopo la perdita di Euridice, ebbe in odio le donne e ne sprezz le nozze. Esse, dopo averlo ucciso, ne butla lira,
germogliare,
vite.
in
pri-
mavera, una
Orio [Orpbus, 'Opt^eQ, X, 1-7395 XI, 1-66] cantore mitico tracio, rappresentante delle Muse, figlio di
Apollo e di Callope, marito di Euridice. Col fascino del suo canto moveva le
piante e le pietre e rendeva
rono trasportate
Lesbo.
abbandonata
Tmlo, presso
la
mansuete
le belve.
Quando
un
serpe,
egli
scese
nel-
l'Hde,
per ricondurre la e commosse tanto sposa, Persfone, col canto e col suono della cetra, cbe questa
gli
Da
permise di riconEuridice
alla
durre
del
luce
tenuto il capo e il fondatore anticbissimo degli Orfici. rfici [Orpbici] associazione mistica, sorta verso il 600 av; Cristo. Essi introdussero in Grecia le speculazioni tologicbe, assunte in
ORG
334
degli ubbriacM veda Stiri, Fauni, Silni, facendo smorfie e scontor-
dottrina degli Orfici era diretta specialmente contro la teologia omerica, circa
10
La
rivano
stiti
la
osceni.
di
credenza nell'immortalit e nella rimunerazione dopo la morte; credenza clie acquist tanto maggiore im-
Mnfe,
cbe andavano su
altri elle
gli asini,
portavano
vite
dei
di
ceppi
altari,
di
coronati
edera, su cui,
come
sopra
fumava
l'incenso.
Un
Orfeo,
il
mitico
gruppo di Baccanti,
coro-
in
cantore di Tracia,
le
rge
[Orgia] erano le feste tumultuose clie si celelbravano con strepito, e spesso con molta licenza, in onore
di alcune divinit.
Le pi famose per
multo e per
erano
I^Tel
il
tu-
vergognose e
infami.
delitti
pi
la sfrenatezza
.
Bacco e di
giorno
di
di
Orine
destinato
alla
giadre,
amato
dalla
dea
festa
Bacco, uomini e
os
[l'Aurora].
Avendo
ten-
tato
di
violare
Artemide,
dal-
fu ucciso con
un dardo
335
OEN
il
mor per il morso uno scorpione, e divenne, anclie lui, una Costellazione,
la dea, o
rni^ud
bene,
sommo
dio del
di
nella
religione
per-
Orzia
opposizione ad siana, Ahrmanes, cb' la personificazione del male. Ormzud form a gradi, in sei
in
Fu amata da
opponeva
ali
e,
il
mentre giuocava
dell'Ilsso,
sulla
riva
per
da Ormzud,
l'aria, la
Cconi,
Quivi
nacquero
da
lei
due ge-
donde venne
della
luce
for-
alla spedizione di
legami che avvincono fra loro le nature buone e uniscono ogni esistenza , col suo principio fondamentale della luce.
i
mano
Amzzoni e
col
Anindicata ancbe
sorella di
riati
non
ma am-
gliamento della persona e delle vesti: inonli, fermagli d'oro e d'argento, orec-
mirata per il suo verginal candore, cbe conserv per tutta la vita. Insieme con
la sorella esercitava la su-
ielli,
prema autorit tra le Amzzoni; e quando Antiope o Ippolita fu vinta e presa da Ercole, Orizia si trovava a combattere in terra straniera, s cbe non
pot recarle soccorso.
allora, l'oreficeria.
Le donne
greche,
special-
d'oro,
ma
forse
non
ORN
336
L'anello al dito,
plice
come sem-
ornamento, o come sigillo, era segno di uomo Per ripararsi dai libero.
raggi
del sole le donne, specialmente in Atene, avevano un ombrellino, simile al nostro, ma che non poteva chiudersi, e lo portavano da s o lo facevano
sare
capelli, elle
reggevano
i
una graziosa figura all'estremit. Ornamenti di lusso per il capo erano i diadmi ornati d'oro o di perle. Pare clie gli antichi Greci
non adoperassero
i
i
vari
perava
Si
per
si
ado-
estratto
radice.
un
e
aneUi per le gambe. Intorno al collo, si portava una catena di anelli, collane pendenti dal collo sul petto, o un anello massiccio di bronzo o di metallo
prezioso.
Eomani non
conosce-
mune
portare aH'orec-
Tra
le
Ornamento comune
ciulli
dei fandi
delle
fanciulle
{jfuri
Marco Bruto una perla che era costata 6 mUioni di sesterzi [circa un milione e mezzo di lire].
buona famiglia
genui],
inla
[i i
Eoma,
una
era
bulla:
ricchi
337
poveri di cuoio] ch'essi por-
bronzo
e,
KO
con l'ombra che
un
lto, perch conteneva un talismano contro il maloccMo e le malie. La bulla aveva la forma rotonda o di mezzaluna o di cuore: i
ad acqua
[clp-
quando deponevano
pretesta,
la
toga
sare
per
indosle
quella
virile;
fan-
deponevano quando andavano a marito. Si conoscevano inoltre, gi fin da tempo antico, pole tinture per pulire conservare i denti, e l'arte di mettere denti e dentiere di avorio legati
veri
e
ciulle la
versava nella palla, aveva molti f orelin modo da formare Hni, un colatoio, da cui gocciolava, a poco a poco, l'aclo,
si
la quale
qua.
clepsidra era adoperata per misurare, nei dibatti-
La
con
menti
in cui
Il
giudiziari,
il
tempo
di oro.
un
oratore parlava.
Orolgio
antichi
[borologium].
Gli
l'uso
conoscevano
primo orologio ad acqua, a Eoma, fu portato da Scipione I^asca, verso la met del II secolo av. Cristo, e divenne poi comune du-
orologi
ad acqua.
rante l'impero.
mandro o Anassimene,
so
il
ver-
ros
[Horos, IX,
692] dio
500 av.
Cris^to,
si
il
mentre
diffuse sol-
III secolo
,
Era formato di un ago che faceva da indice, gnomne [gnomon, yvcfioiv], fsso perpendicolarmente in una superficie piana o semisferica, di marmo o di
22
sole
invernale.
la ve-
Eappresentava anche
e leggende.
ER
p,
e
338
si raffigurava come fanciullo che teneva
un
l'indice
su la
gli
si
bocca.
Per
il
perch nata a Delo, isola delle Cicladi che dai poeti chiamata anche Ortigia.
questo
disse
il
attribu
lo
Ortigia [Ortyga]
le
l'isola del-
si
del silenzio.
co-
quaSira-
si
trovava
[V. Are-
la fonte Aretsa.
tusa'].
rtro
ad
da Echidna
[v. ivi].
Esso,
prani invece si procurava una corrente d'aria, per tener lontano il punteruolo. Da Gaio Gracco in poi gli horra furono costruiti
dallo
insieme col pastore Eurizine, custodiva i grandi armenti di Gerine [v. Gerione] e fu ucciso da Ercole.
sci
"Oaxot,]
furono
Greci
popoh
italici
tempo
mente abitavano
vano un
cui
stigi,
del grano alla plebe fu molto larga e copiosa. Pi tardi, col nome di horra si indicavano i ma-
non abbiamo
osca.
Oscofrie [r
vendem-
nus
bi]:
provvigione di
ci-
mia, che si celebrava, in Atene, il 7 giorno del mese Pianepsine [ottobrenovembre]. Venti efbi, scelti fra tutte
le trib
Ortigia
[Ortyga,
I,
694].
La dea
Ortigia
Diana,
con grappoli,
^pco
339
=
porto] in una gara
i
oss
di
corsa, e
tenevano, in premio, una coppa fornita dei cinque principali prodotti dell'an-
mente
sino
i
processione, il cui coro era preceduto da due giovani cantori in vsti muliebri,
si
Una
di un'uccisione,
quando cMedevano
lit
ospita-
recava
di
all'o^oe
9pi.ov,
il
tempio
si
In Eoma, invece,
stra-
quivi
un
sacrifi-
cio al dio.
Osiride
[Osiris,
foe-
egiziano,
sposo
Ma
fratello
Typbne
lo
prese
va
gli
ospiti
non
solo
ad
con un tranello e
in
lo chiuse
accordarsi
spitalit,
una
del
ma
piombo liquefatto, e lo getto nel Mio. Iside trov la cassa gettata sulla
spiaggia e la nascose;
tro
ma
vate della vita: obblighi che passavano ai discened erano ritenuti denti, sempre come sacri, fino a che non si avesse una rinunzia di tali legami.
Ossa
per
col
[Ossa]
monte
della
della Tes-
saglia,
diviso
dall'Olimpo
valle
di
Da
mezzo
Plio.
Hros.
Quando
la
natura
Tempe,
e unito
morta suUa
terra, Osiride
La
a sud-est vetta pi
OST
340
la
stata
tauri.
patria
dei
Cen-
Ostracismo
Campania, poco lunda Baia. Si mangiavano gi fresche o preparate in, manicaretti squisiti.
della
cittadino clie
fosse reso
Il
reo
di
delitto
nome
va
l'
di
colui
Ovazione
so
i
Eomani, una
essere bandito
scrivedel-
va, in
una adunanza
sopra
venuto,
[oCTTpaxov
un
coccio
coccio].
Se
il
.
repubblicana, si dava al generale vittorioso, quando non intervenivano le condizioni richieste per il
trionfo.
Il generale
bando
6000 raccoglieva voti, colui elle n'era colpito doveva, per 10 anni e, pi tardi, per 5 anni, abla citt; ma poteva essere ricbiamato anche prima in patria da una
non entrava
Eoma ma
su
un
bandonare
a piedi o a cavallo.
il
mentre
il
trionfatore aveva
l'ostracismo
palmata
tunica
foglie
che
di
di
aveva ricamate
palma]
le
paludamento
sostanze del bandito. L'ultimo bandito per mezzo dell'ostracismo fu Iprbolo, nel 417 av. Cristo.
porpora, [toga
simi-
texta
offriva
in nel
Eomani,
ghiotti.
quali
sacrifcio
un
ne erano
trionfo,
ma
toro, solo
come una
pe-
Col crescere
diffuse l'uso
le ostriche
cora, ovis.
da Brindisi, da
341
PAG
Pace [Pax]
ce,
la
so,
in
onore,
specialmen-
Boma,
aUa
El-
p-^vTj
cato
noscersi la cifra
della po-
quale, ogni anno, si offrivano sacrifci. La dea era rappresentata come una giovine donna
col di
di Marte,
polazione,
ogni
persona,
cornucpia,
ulivo,
col
ramo
di
Pagani [Pagani]
fra
di
il i
si
col
cadco
Latini,
gli
dicevano, abitanti
un
quale
pagus
era
[villaggio],
Plutone,
dio
della
riccliezza.
mava da
Essi
Pio
di
soggiorno prefe-
rito
da Afrodite, che era nata dalle onde del mare vicino, ed era ivi molto
onorata.
A Pafo, infatti,
so,
era
un tem-
comuni.
ed
il
sommo
sacerdote
di esso esercitava
una
su-
dei
i.
ma
cittadini
che
membri
un pagus
[vil-
Pgase
PAL
342
[oggi
Magnsia tessalica
Argonuti e avessero costruito la nave Arper navigare verso la Clchide, alla conquista del
vello d'oro.
[V.
go,
Pale
[Pales]
divinit italica
Giasone].
campestre, cbe dava buoni pascoli e proteggeva il bestiame: era perci venerata come dea dei pastori.
\y. Palilie'].
Palamede
[Palamdes,
XIH,
Palmone [Palaemon,
no
nome
sotto cui fu
figlio
venerato
none meditarono
Palstra
era
[ttocXt]
una
let-
supponeva
scrit-
lotta].
ta da Priamo. Accusato di
In Atene, sorse quasi contemporaneamente ai Ginnasi, i quali erano troppo lontani dalla citt, mentre la palestra era l'esercizio
p,
un poz-
principale
per
addestrare
ove
si
sarebbe dovuto
trovare
un
Palici
[PaHci,
V,
406]
d-
culto
il
monte intorno
al
quale,
secondo la tradizione, nel 754 av. Cristo, Eomolo avrebbe tracciato il primo
solco
della
.
ma
dre
della
nascita,
stettero
Eoma
qua-
drata
Isella
che temeva l'ira di Hra; ma usciti dal seno materno, vennero fuori dal grembo della terra, che si schiuse da sola, donde il
343
loro
in senso opposto
all'opposto,
PAL
[TraXtvcpSta] il canto
Painoda
Presso quell'apertura della terra si trovavano due piccoli laghi profondi, dai
li
in cui
il
[TrXiv
un canto
Dinanzi a
si
ceva che Stesicoro, in un suo canto, avesse ingiuriato Elena e che, per questo, fosse stato punito dalla divinit con la perdita
Fonte
dei
Palici
Se la tavoletta gal-
della vista; avendo, nella sua famosa palinodia, fatte le lodi di Elena, aves-
ma
ma
se affondava,
il
giu-
ramento
gettato
era nel
considerato
mena,
tura
,
raschiata
cratere,
ove
raschio].
farsi,
PalUie
[PaHla,
XIV, 774]
i
Questo soleva
costo
elevato
della
per il pergacri-
fondazione di Eoma], in onore della dea Pale, perch facesse prosperare le greggi e perdonasse loro le involontarie violazioni, che essi avessero commesse contro i bosario
della
teologici su quelli,
sici.
appena
schi e le fonti.
Si brucia-
vano fuochi
di
paglia
e,
tre
volte
il
vi
facevano passare
gregge.
un brano
--^
PAL
344
fatta cadere dal cielo, come pegno di salute a llos.
Ulisse e
prima Deca di Tito Livio aveva sopra di s, di seconda mano, i Moralia di S. Gregorio Magno; neUa
biblioteca
Diomede
la rapi-
Laurenzina
di
rono da Troia, giacch la citt non poteva essere conquistata, se non si portava
via
quella
la
Firenze
un manoscritto
di
statua.
Diomede
tica,
port nell'At-
De
re puhlica di Cicerone,
di
fu
trovato
dal
cardinale
sotto
vata
crpoli.
Secondo un'altra tradizione, in Troia vi erano due Palldii, dei quali l'uno fu rapito da Ulisse e portato
Palinro
in
che
ebbe
perci
il
suo
vinio o a Lucerla.
nome. Pllade
buto
In generale poi
il
si
dava
alle
nome
di
Palladio
citt.
si
di
Atbna,
le
cui
In
sul-
Atene, servava
il
Palladio
con-
neU'Eretto,
l'Acropoli.
Fallante [Pallas] figlio di Pandione ed avo di Evandro; anche un figlio di Evandro si chiam Pallante.
nella
distruzione di
un
Troia, condusse
un
citt
colonia
da PaUanto,
d'Ar-
345
che, del
PAN
Stazio,
dal
nome
dell'avo
fgKo
.
cMam
Pal-
Te-
lanto
Pllio
[pallium]
mantello
Pallanto [Pallantum] anche Pallnzio , antica citt dell'Arcadia, donde Evandro avrebbe condotta
special-
Eoma,
il
pallio
era la
nome
fu
dato anche alla citt che fabbric Evandro nel Lacontrada dove pi tardi sorse
zio, sul Palatino, nella
Eoma.
PaUnzia. [Pallanta] figlia di Evandro, che fu sepolta
sul colle Palatino.
forza di resistenza.
Delle
di
palma
si
ornavano
gare.
vincitori delle
Pallne [Pallne]
la pi oc-
Panaca [Panacea]
guarisce
[tcocc
colei che
tutte
le
malattie
venivano mutati in
tuffavano nel
di-
uccelli, se si
tutto, xso[xai guarisco] era una dea della medicina, figlia di Escu-
lpio
e di
Lampzia o
di
di
a Eoma, una commedia di argomento greco, in cui comparivano caratteri e costumi greci. Era cos chiamata dal /pal-
sorella
Igia,
Panatene
no
le
maggiori
[nava67]vaia] erae le pi
Uum, una
tello
gli attori.
specie
di
man-
Athna
V7]
[ttoc?
tutto, 'AOt]l'isti-
Athena] di cui
il
tuzione e
nome
si attri-
buiva a Erittnio.
Furono
riordinate,
e rag-
dissero
togdtae,
dalla
PAN
-^ 346
e concbette per
i
sacrifici;
Ecatombene
si
tro
anni,
cio
nel
terzo
dinanza coi propri demarla giovent armata chi, splendidamente, a cavallo e a piedi, tutti i vincitori
delle gare e le ambasciate degli altri Stati. La festa
si chiudeva con una solenne ecatombe di tori e di
no
le
deum
poli;
da
le
al
mente in varie
la processione.
cbe
Il
In et posteriore,
peplo
era giaUo,
un grande
splendida-
drappo
mente ricamato, ch,e le donne ateniesi solevano tessere per vestire a nuovo la
statua di legno deUa dea: aveva la forma di una vela
spiegata su di una nave, sostenuta da rotelle. Le
mavera,
forse
perch,
in
seguito al diffondersi delle idee romane, la festa coincidesse con le Quinqudtrus di Eonaa. [V. Quinquatri].
Pancrazio
sercizio
[pancraton]
di
l'e-
forza
Canfore
nobili
vergini,
figlie
di
forza] era, tutto, xpLTOQ nei pubblici agni, un esercizio gnnico che comprendeva la lotta e il pugilato.
[tcocv
suppellettili
[^avouv porto].
per
cesto,
sacrifci
9p(0
file
=
dei
[V.
Agoni].
Ilav:
Pandreo [Pandarus,
poi
le
Venivano
venerabili
Spsoi;] era
di
Mito
ru-
veccM,
recanti
in
mano rami
ne
meteci portavano
broccbe
che
glielo
aveva
chie-
347
fugg in Sicilia, ove peri con sua moglie Harsto,
PAJN"
mthea.
figlie: Adone, Mrope, e Clyzia. La prima
Pandra [Pandora]
la don-
Ebbe
tre
spos
di
l'artefice
Politcno,
Colofne, in
Lidia
[v.
[ttocv
= ogni,
for-
Politcno], le altre
due
fu-
Giove
rono
Hra,
le
curate
quali
loro
va-
rub
il
pi leggiadri lavori; ma, avendo Afrodite chiesto per loro a Zeus anche felici nozze,
esse furono rapite dalle Ardelle pe e fatte serve
ghezza
nei
per
qua,
volere
le
compose
fanciulla;
di terra e di ac-
diede l'aspetto di
Athna
le
agla-
Tattitudine
ai
Afrodite
Erinni.
Pndaro [Pandrus]
aveva
Apollo.
cosi
il
era
il
donatogli da
condusse a Epi-
mteo
tello
il
Greci e
una
Promteo, si lasci ammaliare da lei. Allora ebbe fine la vita beata degli uomini: Pandora scoperchi
il
suo vaso
si
50
libri,
di tutto
romano
tutto,
S^ofi-ai
[uv
accolgo]
do
ella ripose il
coperchio
ordinata
da una commis-
Pane
[Pan,
I,
705] figho di
Hermes
e di
una
figlia
di
di
Eretto
della
secondo
il
dio arcadico
dei
PAN
que con
le
348
corna, con la
Am
la ninfa
rite Pitho.
coda e col corpo coperto di peli. La madre, spaventata, lo abbandon, ma Hermes lo port all'Olimpo, ove gli di si rallegrarono della nuova forma di
a Salamina.
boschi,
si
attri-
buiva
un
dio.
lui
si
attribuisce
l'in-
Pane
In Pompei
si
ninfa
Siringa,
figlia
di
Ladne,
cercasse
con-
Ma
sono rinvenute macine, forni, pani carbonizzati, sufficienti a farci ricostruire il processo, non molto dissimile dal nostro sebbene un
po' pi grossolano, con cui
i il
fuggiva
e,
giunta alle
Eomani manifatturavano
pane.
il
essere
trasformata
in
co-
Per sfarinare
nita di
grano,
si
Pane
for-
cbe chiam
nome
ringa'].
flauto
una base
di pietra,
un imbuto,
protettore dell'a-
Pane
erra per
il grano da macinare. Questo grano poi veniva triturato mediante un cono massiccio di pietra, mta, che si faceva
ama
schi,
la
paura
per mezzo di due stanghe che vi erano infsse, e venivano mosse da uomini o da animaK da tiro. Mulini ad acqua furono introdotti a Eoma
girare,
soltanto nel
IV
che
secolo
dopo
Cristo.
La
farina,
cadeva
349 ^
traverso appositi condotti,
PAN
in cui l'autore esal-
Eoma,
impastava a mano O; quando si doveva manipolare il grano per panetterie pnbbliclie, con una maccMna mossa a forza di cavalli; poi si metteva a cuocere entro forni ben costruiti, e saldamente cMusi con un mantello murato destinato a conservare il
si
calore.
Panegirico [panegyrcus]
scorso
di-
nella
quale aveva
il
tenuto
un'adunanza
popolo
la bellezza
parte
principale
culto
so-
[TcaviQyupi.
che, con
religioso lenni.
con
sacrifizi
dell'argomento,
Ad
con
ma
nazionali
istmici,
l'arte
mirava
Pnteon
GsLov
eretto
[iioiq
[Pantbum,
e
Hv-
cele-
brava o dalle virt del popolo stesso, di ciii glorificava le gesta illustri, per ali-
tutto, Qsc,
dio],
11 pi celebre quello
mentare
Pi tardi,
girici si
negU
i
uditori
la
fu innalzato in
Boma
di
cbe da
M. Agrippa, genero
con
sei
Aual-
tare le virt e
grandi niccliie
singole persone, si che divennero semplici discorsi di encomio. Sono celebri, fra i discorsi
panegirici,
il
enormi colonne
di
di
granito,
quelli panegirico di
di Lisia,
un
sol
trentasette
di
il
altezza,
capitello.
oltre la base e
PAN
era
350
prima; poi
sottoponevacompressione levigavano con uno
forte
si
Pantomimo [pantomimus]
comico, che rappresentava, servendosi
l'attore
gesticolazioni, di movimenti e figurazioni del corpo, senza
no
e
si
della
danza,
di
speciale processo: ne risultava cosi una pagina larga quanto si voleva, atta a
ma
di
rappresentazione
lavano
insieme
un
certo
numero
mit,
si
di fogli e, all'estre-
tutto,
[ii[Loc,
=-
attore che
attaccava una bacintorno aUa quale chetta, si avvolgeva tutto il volume in un rotolo, che pren-
facendo].
deva
quest'arte
sali
la
forma
di
un
cilin-
A Boma
erano tinte
spesso di nero.
In un pezzo
ra,
attaccato
il
di cartapecoal volume,
titolo
il
tempi
dell'impero,
e
uno
era scritto
dell'o-
pera
si
e,
perch
volume
ungeva
Eoma,
mimo.
Kerone
si
presen-
conservasse,
si
t sul teatro
come panto-
di olio
gamena
'
in
modo da
il
laC5hi
sciar leggere
titolo.
dal
leggeva,
una membrana
si
scriveva.
teneva il rotolo con la sinistra lo svolgeva, a mano a mano che andava innanzi alla lettura, ravvolnella diritta e
la parte letta, nel papiro si scriperch
gendo poi
sola
fac-
Abbiamo
una
in
alla
direzione, direzione
nell'altra
trasversale
Omero furono
raccolte in
351
solo rotolo, cosa probabile, questo dov avere la
PAE
un
nome Parca
pars
da
colle-
lunghezza di 80 metri.
sorte.
[TrapSstoot;]
si
nome
i
indicavano
di cui si
grandi parcM
i
comi
principi oriens-
morti,
si
nel
perch
alle
anime
Si
morti
in
di
andar
girando
questo
vit-
molti
ruscelli
cinti
da
pro-
mondo.
offrivano
steccati.
Paradssi
[paradoxa]
col
posizioni che
sembrano in
senso
contraddizione
[Tcap
contro,
S^a
mentre, dopo un
Parassiti
sto
ma
di darlo
pri-
so-
significato
cos spregevole,
un
in origine indic, presso i Greci, ministri della religione, che raccoglievano, e sceglievano il frumento de-
padre
sul
stinato
al
culto
[Tcapa
monte
da, e lo lascias-
dolori
deUa vita
della
chiam Pride.
Il
nome
[X^t
di Alessandro,
= respingo,
fu
in
vrip
= uomo],
gli
dato
sorte. ,
cosi
il
sciuto
PAR
coraggiosamente
pastori. Sull'Ida
glia
broii;
352
greggi
spos Oenne,
dio
fluviale
fi-
con una freccia di Ercole; mor poi a Troia, Figli di Paride e di Elena
tte,
del
C-
furono:
Bnico,
CrytlOj
ma un
a.
giorno in cui,
da
toro
cio,
pastore,
condusse
il
un
Paroda
secondo
Troia, per
sacrif-
fu riconosciuto e trattenuto dai suoi genitori. Quando, nelle nozze di Pelo e Ttide, ris [la Di-
ricatura o la contraffazio-
ne
noto
vi
di
e,
un componimento
generalmente,
di parola,
faliesi
pomo
mutamenti
riesce
da volgere un argomento
serio in volgare e ridicolo.
Vnere:
queste
furono
del
allora,
per
comando
Una
padre Giove, condotte da Mercurio sul monte Ida e sottopose al giudizio di Paride, cbe pascolava allora col le sue greggi. Giunopromise signoria e riccbezza, Minerva fama e sapienza. Venere gli avrebbe data in moglie la donna pi bella, che vi fosse al
gli
la della
BatrachomomacMa
attribuita a
Omero,
ma
che
ne
dei poemi omerici. Parnaso [Parnsus, I, 317] il monte pi alto della ca-
tena
che
si
stende
dal
la
di
Fcide: sacro
Paride
dicMar
ad ApoUo
vette:
e a Dioniso, era
Venere
tre e,
la sede delle
Muse.
e
Ha
due
Titora
bcornis
Licora,
hioeps,
ricevuto
ospitalmente da Menelao, rap Elena e caus la guerra di Troia, facendo cosi avverare il sogno deUa madre. JTella guerra, egli con l'a-
ed perci detto
bifdus,
Il
molte
ca-
Dal
353
riva
la
PAE
con un cane, un gaUo, una scimmia e un serpente, e
si
fonte
Oastlia
faceva affogare.
vano
nel
entrare
fianco
tempio; occidentale vi
nel
vergiae]
co-
Camerate. In esso si trovava una statua deUa dea Atena PoUde protettrice della citt, di avorio e oro, alta 12 metri, capolavoro di Fidia: neUa mano
destra, la dea portava una alta quasi 2 metri,
l'ec-
marmo
bianco cbe
l'entrata
VLX7)
cavava da
essa.
fatta
di
di avorio
Prodos
del
solito
[TrpoSo?]
un drappo
deg spettatori
[itap
danaro
sacro
di
Atena e
La lunghezza
del lato
mag-
luogo elevato, dal quale poteva poi, con altri scalini, montare sulla scena e
ridiscendere
nell'orcbestra.
minore
di
m.
del
21,18.
Sullato
le
l'ingresso
primo
erano rappresentate
13
uccido].
processione Panatenica.
adoperata,
indicare
della
pi tardi,
per
anche l'uccisione
e dei parenti
il
madre
reo delera
del
padre
Oggi non abbiamo che avanzi del maestoso tempio. Il 26 settembre del 1687, il Partenone fu trasformato in tempio cristiano e, pi tardi, in moscha.
.
chiuso in
23
un
sacco, insieme
Fu
PAR
strutto dal tiro delle
del veneziano
rosini.
354
sedeva di
solito all'estremo
bombe
Andrea Mola
Partnope
vergine
gine].
[Partbenpe]
[TrapGsvo*;
ver-
Era una sirena che, secondo una favola, si precipit nel mare per la disperazione di non essere
riuscita a incontrare Ulis-
Ai tempi
di
fu poi seppellita presso da lei, prese il nome di Partnope: ricostruita e rinnovata pi tarse:
la citt che,
pra, maiale]; il pane era distribuito in, panieri e, alla fine del pasto, si beveva
il
di, si
citt
vo,
izokic,
citt].
Anticamente non si adoperavano n coltelli n forchette n cucchiai n tovaglie n tovaglioli: le vivande si prendevano con
le
re di Creta: da
lei
nacque
mani, e
le dita sostitui-
mani prima
si
dopo
il
il
de-
sinare:
poi,
durante
pasto,
pulivano, fregando
Teseo],
le dita in
una
specie di fa-
Pasifaia
[Pasipbaia,
XV,
di pasta,
di cui di
si
servivano,
chiai,
invece
cuc-
commen-
adoperava neppure un vaper ciascun commensale: si portava la carne, in grandi scodelle, nella sala da pranzo, e
i
ne stavano a giace-
sellame apposito
ma
Donne
fanciulli, invece,
ministri la distribu-
355
vano,
PAS
condo
la capacit e
il
deponendo
le
por-
buon
umore
dei convitati.
Ma
e
in
modesta
co, il
plice
una focaccia
lata,
La
sorta
Eomani,
pasti ordinari
prima
si
nella
Magna
una prima
consisteva in
cuochi
erano
abilissimi
un
quelli siciliani.
di
oppure
si
mangiava uva,
una leggera
la
refezione,
il
pi
colazione,
mezzo-
picTTov,
il il
verso mezzogiorno;
freddi
caldi.
Il
pranzo
l'ora del
tramonto. Al pran-
secunda, Ssrepai che corrisponde, su per gi, al desseH che si adopera anche oggi, in
TpaTce^ai,
mensa
Abitualmente adoperata era una focaccia di farro [che serviva come per noi il pane]; comune era l'uso
di cavoli, rape, rfani, porri, agli,
cipolle,
legumi, fun-
un pranzo completo
chi, olive, datteri,
[forfi-
mandored altre frutta]. Di soHto, il vino non si beveva mai puro: la regola per la miscela
pranzi migliori,
si
ag-
era
di
tre
parti
di
ma
se-
pesci
[triglie,
proporzione variava
murene, anrombi]
PAT
elle
~ 356
spesso
si
allevavano in
il
pasto
il
vino
general-
salse
di
vario
ge-
nere ecc.
Una
Falrno,
il
il
Ccubo,
il
l'Al-
L. 200].
crostacei,
si
come
prefe-
tra
Bomani,
col de-
Fra
quaU
di
spesso, per
giocolieri,
Tra
mammiferi;
lepri, co-
l'intervento
Tra
dei
la
malva,
il
lapario.
La
collegio
cena
come abbiamo
il
Kuma
con
avel'os-
va
istituito perch,
pale,
componeva
l'
servanza di alcuni
ligiosi,
riti re-
parti
to}:
antipasto
sistemassero le gueri
testacei, pesci,
uova,
re e conchiudessero
tati
trat-
cavoli,
insalata,
ostriche,
di pace. Il pater patrtus era eletto, volta per volta, in seno al collegio,
2,
3 ecc.]
si
un trattato di pace e, tenendo presso di s un porco, invocava Giove, perch, se il popolo romano operasse ingiustamente,
si
va poi
la terza
ed ultima
trat-
del pranzo
dio lo colpisse
come
bell'antipasto
beveva
e
di
una miscela
miele
di vino
[mulsum],
durante
egli colpiva il porco. E, dicendo questo, lo uccideva con un coltello di pietra. Patbolo [patibiilun] era una sbarra di legno, che i condannati alla morte di croce
357
portavano su la spalla, quando erano condotti al
luogo del supplizio. Quivi esso formava la sbarra trasversale
della
scelti
PAT
come
assistenti ordi-
per
servire
nelle
religiose,
cosi
dello
funzioni Stato
croce,
sulla
come
sempre
Ptmos,
delle
isola
del
gruppo
trmae matrmae.
Spradi,
nel
mare
Patroclo [Patrclus] figlio di Menzio re di Opnte, fra i Locri, e di Stenle, avendo da giovinetto, il ucciso,
figliuolo
Giovanni,
ivi esiliato,
ebbe
le rivela-
mentre
costretto
la
zioni
ad abbandonare
calisse.
Ptria potstas
patria,
da Eomolo e fu
riconosciuta,
e Achille, che
li
afiratell
le dodici tavole.
Troia,
si
quando
Achille,
sdegnato
te-
contro Agamennone,
glie,
dum
armi di
forti
nove
vano
bambini.
ma
la
strage
dei
ancora
essi,
in
i
Soltanto
Ettore,
lo
tra
fanciulli,
erano
PAT
358
Pavone
sacro tato
[pavo]
dall'Asia
era
uccello
a Giunne: fu pore
si
sono
largamente
dedel-
allev
XXIII
Vlliade.
Pattlidi [Pactoldes, VI, 16] ninfe del fiume Fattolo, ricco di sabbie aurifere, che
scaturisce dal
nella Lidia.
liberamente nelle viU dei ricchi Eomani. Pi tardi, divenne anche un cibo squisito delle tavola, a segno
monte Tmlo,
Fattolo
Peana
il
[Ilatv,
Pean,
[kk
del
le
risanatore
I, 566]
per-
monte
Tmlo.
Aveva
di Apollo,
il
Pavimento [pavimentum].
mane, non era mai
vole,
Il
quale, con sentenze e con consigli, liberava gli uomini da malattie e da altri mah.
[V. Apollo}.
ma un
battuto e uno
di
con
cui
marmo.
Pi pregevole era il pavimentum sedile formato di pezzi di marmo a vari colori, tagliati in forme geometriche; e ancor pi artistico
tanamento di un male
in
e,
Pente
era
mosaico
[V. Filottte].
[cTTo tcoixiXtj]
Pecile
era
il
marmo,
di
disegno
di
un
quadro pregevole.
Troia,
la
guerra
degli
359
Ateniesi
la
PEL
logicamente cavallo della fonte.] generato da Posei-
contro
le
battaglia zoni, ratona, ecc. Peculato [pecultus] dicevasi la frode del denaro che spettava allo Stato o
agli di, fatta
di
AmzMa-
done e dalla Gorgone Medusa, e balzato fuori dal tronco di lei, insieme con Crisore, quando Perseo le stacc il capo dal busto
[v. Perseo}. Bellerofnte lo prese, mentre si dissetava nella fonte di Pirne e,
da pubblici
anuninistratori.
Nei tempi anticbi della repubblica romana, questo delitto avveniva molto di rado; ma poi divenne pi frequente e dov essere represso con leggi, fra le quali
pi notevole la lex Julia di Giulio Cesare o
la
con
le
esso, vinse la
Amzzoni
Chimra, SKmi.
l-Kriy-q
=
il
fonte].
Mentre
monte Elicna
dell'imperatore Augusto.
La
di
deUe Muse,
pena
inflitta
al
delitto
peculato fu dapprima l'eil risarcimento dei silio, danni con Yinfama, e durante l'impero la deportato,
Pegaso, per consiglio di Poseidone, lo arrest con un colpo di zampa, sotto cui sgorg la fonte d'Ippocrne, animatrice deUe
mortali, prese
una
specie di esilio, nel quale, al reo veniva fissata, come luogo di dimora, un'isola o
una
citt.
PecDo [peculium]
propri
beni
che
il
pater
Peit
zione
[UsiOt] della
personifica-
[7TS106)
=
di
persuasione
persuado], com-
come
o
so-
pagna
stanza propria
il
persuado].
cavallo alato
[etimo-
ramo
PEL
360
na o indo-europea die, durante la trasmigrazione dall'Asia Minore [ove gli rii erano diffusi movendo si
dall'altipiano
elle si ritiene
le regioni
Pelsgo [Pelasgus]
del
Pmir,
sede
la loro
Pelo
dei
[Pelus,
Urikzuc,}
re
in
Mirmidoni a Ftia,
servarono
primitivi
ca-
ratteri di origine,
prima di
Tessaglia, era fgho di aco, e padre d'Achille, ch'egli gener con la neride Ttide.
assumere
quelle
altri termini,
Pelasgi sa-
di
llco,
in Tes-,
Giasone],
rebbero stati lo stesso popolo ohe, nell'et storica, in condizioni politiche del
tutto diverse, e con disposizioni tniche determinanel
da Giasone.
Plope
permanenza nuovo territorio, si chiamarono pi tardi Elini . Oggi la critica non pare favorevole ad ammettere l'esistenza
di
te dalla lunga
agh
questo popolo
pelsgico, perch,
come
osi
serva
il
Pais,
quando
eccetto Dmetra, che mangi una spaUa. Gh di, per mezzo di Hermes,
carono,
in luogo
del
pezzo
vediamo
occupare
le
di-
il
de-
truschi,
pigi,
Ia-
dalla
met
del secolo
Vili
361
PEL
la promessa, precipit
tilo
Myr-
ove,
accolto
dal re
la figlia
Enomo, ne spos
Ippodamia,
molti
cos
in mare.
da
cui
ebbe
giore
splendore,
olimpici, e divenne
giuochi un do-
lpidi,
quali,
si
diceva
avessero,
come
contrasse-
minatore potente del Peloponneso, che prese il nome appunto da lui, penisola di
di avorio padre, una macchia in quella parte del corpo. Le sciagure dei Pelopidi erano
gno
del
della spalla
Pelope
[UskoTzoc,
di Pelope,
vriaoc,
pedet-
nisola].
Pelopiade [Pelopeias]
Hermes,
Pelope:
la
Ippodamia, dovette
ri-
famigha fu funestata
da
perch Enomo, essendogli stato predetto che sarebbe morto se sua figlia si fosse
maritata, proponeva ai pretendenti, come condizione
del matrimonio,
none, Clitennstra, Oreste, Elettra hanno offerto al teatro greco materia per le tragedie pi fosche e per
le catastrofi
una gara
fino
al-
pi sanguinose.
di corsa
l'altare
da Pisa
Peloponneso [Peloponnsus]
penisola meridionale deUa Grecia [oggi Mora], una
di Poseidone,
sul-
l'Istmo, dove,
come
li
rag-
giungeva, li trapassava da tergo con una lancia. Pelope per corruppe con denaro Myrtilo, perch non mettesse i cavicchi nelle
ruote, del regno, che avrebbe avuto
e gli
volta
dal
Eu
penisola di
promise met
Pelope
sta
penisola
della
Grecia,
PEN
natore
lope,
[IlXoTcof;
362
=
di PeVTJCTO?
penisola].
Penati [Pentes, Vili, 539] di domestici dei Eomani, die procuravano la concordia
e
la
conservazione
timo e nascosto.
Penide
[Penis, I, 472].
La
potevano
essere
tenute
erano
custo-
ninfa Peneide Dafne, figlia del dio fluviale Peno. [V. Peneo e Dafne].
Penlope pPenelope]
figlia di
ma
Le
loro statuette
si
della
Grecia,
ma
padre
stabil di darla al
vincitore
giuochi,
in
e
cos
sposa a Ulisse.
Quando
sotto le
Ulisse combatteva
perch presso i Penati non si poteva es-. sere catturati. Si credeva che prendessero parte alle vicende della famiglia, e
si
Prci
rando
alla
in combattimento:
of-
ferte
special-
mente
fedelt coniugale, mantenne intatta la fede al marito e, per deludere i Proci, che gozzovigliavano nella
suoi
chiamavano Pentes privati o minor es] e si custodivano in una parte segreta dei
penetrala Vesta.
del
pidavano le sostanze, ricorse a uno stratagemma: dichiar che non poteva celebrare le nuove nozze se
tempio
di
finito di
363
PEN
[Pentapolis] una lega di cinque citt [tusvts
il
corpo
Pentpoli
sciva
la
clie
il
mai a
finirla, percli
cinque,
-koKic,
citt],
notte
giorno
elle
disfaceva
quella
come
co:
lei
disf
il
tessuto
STTCO
TT-l^VT)
tessuto,
strappo]. Ma fi^nalmente
Pntatlo
ancora,
non sapendo
nulla
ginnico]
agoni,
un
pubblici
cbe comgiuoclii:
prendeva
sa,
cinque
come con-
lotta,
lancio
di
dardi.
prese parte
alla
[V. Agoni}.
monte
nell'Attica,
non
luni
glio
Telemaco,
arco,
col
medetutti
i
simo
Proci.
uccise
Pnteo [Pentbus,
Ili,
IlevTsu?,
Peno
511-733]
figlio
era
re
di
Tebe,
di
di
EcMone
risce dal
Pindo
e,
alimen-
di Bacco:
Tempe,
fra
l'O-
ma
conducessero
ma
essi
Come
ta
Acte
di
Lidia,
il
una
spelonca
scavata
nel masso,
donde imperava.
quale narr al re che, mentre era per partire da Cho, un suo compagno gli condusse un fanciullo divino
PEN
[Bacco],
364
cami, che indossavano, in
Grecia, le donne di elevata
il quale preg i marinai di volgere il cammino alla sua isola di !Nasso. Acte voleva seguire il comando, ma gli amici si opposero e furono da Bacco mutati in delfni. A questo racconto per Penteo non volle credere, e ordin clie Acete fosse le-
condizione sociale.
Pergamna
una
[TTspYafjiYjVT)]
era
formavano
libro.
gato e cliiuso in prigione. Ma, per volere del dio, le porte si schiusero, e Acete fu liberato. Pi infuri Penteo
e
pagine di un chiamata cos, perch la preparazione mighore e pi fine cominci a farsi a Pergamo: il nome
le
Fu
mosse
sul
Citerne,
madre.
Ma
egli
fu
fiera-
pergamena
si
avvolgevano
mente investito
zia,
il
intorno a bastoni. I rotoli poi avevano, nel capo superiore, attaccata una striscia di pergamena, recante
il
una sua
tronc
la
il
Autnoe,
il
gli
braccio
ino,
destro,
sinistro;
un'altra,
madre Agave
gli
tronc
I fogli deUa pergamena, invece di essere incollati l'uno faceva aU'altro, come si
nel
papiro,
si
congiungeai
Fu
regina
delle
Amzzoni
libro
prencodex.
si
dice
si
deva
nome
di
vaso da amore per lei. Pplo [peplum, ttsttXov] veste di stoffa fi.nissima, ampia, ricca di pieghe e di ri-
co-
me
materiale da scrivere.
i
Quando
Tolomi di Ales-
365
sandria ^^idero
blioteca di
PER
die la bi-
no l'importazione del papiro egiziano a Pergamo. Allora si diffuse a Pergamo l'uso deUa pergamena, co-
mut
in aquila e vol.
Ma
colpito da
una
freccia
me
materia scrittoria. Siccome la pergamena costava troppo, spesso si raschiava lo scritto di una
dell'eroe,
dintorni
torno, olxoc
[rcspi
in-
casa] erano,
palinssto
7raXi[i,4'>]crTov,
[^alimpsestos, di TrXiv
nuovo,
Cos
il
a Sparta, quella parte della popolazione che, dopo la vittoria dei Dori nel Peloponneso, ottenne la libert personale e il diritto
di propriet del suolo,
ma
die di Plauto
trovato
nuovo
prima Beea di Tito Livio aveva sopra di s, di seconda mano, i Moralia di S. Gregorio Magno; il De
re
'publica
di
Cicerone
stato
ma del tempo di Ocrope, fu per la sua virt, eletto re e onorato come Giove, il quale voleva perci annientarlo, ma per preghiera di Apollo, di cui Perifa
pahnsesto
biblioteca
vaticano,
nella
di
Laurenzina
Perigone [Perigone]
glia
era
fi-
pra
una versione
biblica
dei Settanta.
Periclimeno
p?eryclimnus,
gigante Sinio, il faceva morire orribilquale mente i viandanti: ne attaccava le gambe alle cime di due alti pini vicini, che
del
PER
forza
e
366
abbandonava
s
poi
a se
stessi,
che
essi, ri-
prendendo
del fuoco sottoposto, emetteva muggiti simili a quelli di un toro. Si dice cbe il ti-
malcapitati.
Pepimele
il
o-
Ippodamante.
Era amata
irritato,
per Ippodamante,
la precipit
canne e di asparagi, ai quali promise cbe, se fosse stata liberata dal terrore
di Teseo, ella
non
li
avreb-
Nettuno acconsent mutata in un'isola deUo stesso nome. Peristra [Peristra] la fanmare;
e
la
ninfa fu
un
figlio,
Isso,
una ninfa del seguito di Vnere, la quale, in una gara col figlio Cupido a
era
cogliere la maggior quantit di fiori, si fece aiutare
dalla ninfa. Cupido, offeso
cbe fu
il
presso
quali le canne e
la
trasform
[peristylum] era,
memoria
della pro-
colonne
[Tcept
intorno,
ride
un
toro
di
bronzo,
rinal-
in
cui
poteva
esso,
essere
cMuso un uomo. Da
cuni
fori,
al
calore
Eomani, oggetto
di
lusso
367
e
PER
ornamento
preferito, spe-
Si
narrava
clie
Cleopatra
del peso di
Ma
poich Hades
aveva
chicco
fatto
di
mangiare
melegrana,
mo
un
Le
due
la
terzi
dell'anno
e l'altra
lit e
presso
madre
golfo
Persico;
quelle
Plutone.
Persfone
385-570]
la,
natrice della
=
di
distruzione,
^vo?
spunta ogni anno in primavera e ritorna poi di nuovo durante i mesi sotterra, invernali. Essa domina col marito sulle anime; presso
i
Dmetra,
mentre
un
poeti romani, taglia dal capo degli uomini i capelli e li offre alla morte; sim-
pianura di Nysa [nella Caria] o a nna, in Sicilia, fu rapita da Hdes [Plutone] e condotta nell'Averno sul carro
madre,
nella
quindi
partecipare
tratto
dre,
da
cavalli.
La mafiglia,
ivi']
no in loro onore
Misteri Eleusini.
famosi
ivi'].
[V.
seppe da Aretsa
A Eoma
Perseo
di
il
essa fu chiamata
Prosrpina.
[Persus,
figlio
IlspcrsiJi;,
Per-
614-803]
di
V, Giove e
sfone.
Giove
disse
il
avrebbe
appagato
cbe suo
Danae,
figlia d Acrisio,
PEE
Acrisio,
368
cosi tronc la
avendo saputo da
testa
della
un
da un fgHo di Danae,
rincbiuse in
la
una tana,
ma
Medusa. In seguito, fugg dalle altre due Gorgoni, Euriale e Stbno, nell'Etiopia, ove
salv
avendo
ella generato quivi Perseo, per opera di Giove, cbe vi discese in forma di
Andromeda
Srifo,
[v.
ivi].
Tornato a
testa della
con
la
Medusa
pietrifi-
pioggia
in
figlio,
d'oro,
la
egli
cbiuse
e
il
una cassa
e
madre
l'abbandon
la
nel
mare.
Ma
cassa giunse
delle Ccla-
all'isola
Srifo
Medusa
da [V, 236-241]. Torn poi con Danae e con Andromeda ad Argo, donde Acrifugg a Larissa, in Tesper paura cbe si avverasse l'oracolo e quivi, in lontananza, Perseo l'ucsio
mand ad una
cbe
egli
saglia,
impresa
credeva
Ma
sci
Medusa.
Con
gli
cbe
di
in Atene.
dette
una
falce,
Eoma,
la
si
con
la cassa
vano in comune un
solo
occhio e un sol dente e, rubato loro di soppiatto il dente e l'occbio comune, mentre una lo dava a un'altra, le costrinse a indicargli
venuti alle spiagge d'ItaUa, e che il re PiLmno avesse presa in sposa Danae e fondata Arda. Perci si riteneva che Turno, re dei Etuli derivasse da
Acrisio.
la
via
cbe conduceva
Pervigllium era
ci,
la
vegha
i
Grefesta
dero
di
faceva, in
e,
in onore di
una Dmetra
presso
i
e di
visibile
portava,
Persfone
Eo-
369 mani, in onore della Bona dea,' nella quale non potevano intervenire se non le donne maritate ed era severamente vietato l'intervento agli nomini. Pi tardi, nei tempi posteriori
PET
e
li
mut
nella costellazio-
Tifone, l'Eufrate e
in pesci.
cambiarono
dell'impero,
quando
Eoma
i
fu
entrambi
Ptas [petsus] era un cappello a larghe tese, di origine tssala o macednica, che i Greci adoperavano quasi esclusivamente in
Vehus Noetilca, in
della
occasione
scritto
quale
fu
viaggio,
perch,
di
solito,
un poemetto
Perai-
vi
ritornello
qui
numquam
amavt, qui-
que amavit cras amet . Questo poemetto, clie canta la primavera e celebra Venere come la potenza vivifcatrice dell'universo, fu attribuito a CatuUo, ma
corti.
comuni:
biondi
si
zi artificiali.
capelli,
come
delle
dal
parrucchiere.
aUe persecuzioni
viso.
usacapila
trasportata da ros, due pesci al di l del fiume Eufrate. Per riconoscenza, la dea li trasfer in cielo,
fu
intrecciare
la
gliatura,
n attorcerla in
artificiosi,
ma
la
raccoglievano
lega-
si
e leggende.
PEU
370
Duno
e di lpige] condusse nella Peucezia [v. ivi]
vano in un ciuffo o in un nodo dietro al capo o sul cocuzzolo, con un nastro di varia forma o con una rete o con una pezzuola
raccolta intorno al capo, a
fe-
fave
guisa di cuffia.
[tzolvoc,
cuocio] che
si
solonia-
Eomani usarono
i
portare
lunghi
barba fino al 300 av. Cristo, tempo in cui vennero a Eoma daUa Sicilia i primi tonsores. Pare cbe Scipione il Giovine sia stato il primo a
capelli e la
di
ApoUo
farsi
il
Apollo si congedava con l'autunno, Athena era ritenuta la protettrice deUa raccolta delle ulive.
Un
il
gruppo
di ragazzi, tra
I capelli solevano portarsi ondeggianti dietro la testa o arricciati con un ferro caldo [calamistrum]. Le donne tenevano unite le trecce con preziosi spilli
lacus erinles]
di notte,
le
e,
cinto
di lana,
non
solo
ma
anclie di gior-
faccende
in
domestiche,
-
una
rete,
fatta
[reti-
tempio del dio, mentre ognuno ne appendeva uno aUa porta della propria casa. Fra l'altro; si
la porta del
di solito di
fili
d'oro
culum aurdtum'].
tra
il
fiume
Aufdus
cucinava un piatto di fave e di legumi [e(|;7]oi<;], forse per ricordare il cucinare delle ultime provvigioni che si fece suUa nave di.
Pico
fatidico
rappresen-
Peuczio
di
[Peucetius]
figlio
Licane
[fratello
di
371
piccMo sul capo.
rito
affidandone
il
PIE
giudizio alle
Fu ma-
della
bella
uinfa Ca-
Mnfe.
Una
delle
Pierie
cant
le
dente
Circe, e
quali, per
si
paura
di Tifo,
rifugiarono in
Egitto
e,
inseguiti
anche
forme di animali.
Indi, fra le Muse, Calliope
l'arte di
l'altro
il
ratto di Pers-
so gli antichi
Eomani,
di-
Le Mnfe
si
scelte per
il
giu-
in
preloro
dio Silvano
spos Danae,
il
da
dei
nacque Duno,
antere
in piche.
[V.
Muse].
personificafiliale
Piet
[Pietas]
ghe 'del re macedone Piero, e di Evippe, a ciascuna delle quali il padre aveva dato il nome di una Musa. Spinte da orgoglio, osarono
sfidare le
in
Eoma,
183
Muse
nel canto, e
PIG
372
anni ed erano gi vecchie a otto. Ebbero l'ardire di assalire Ercole mentre dor-
Kelle monete, la Piet era rappresentata come una matrona che sparge incen.
so sopra nn'ara.
Pigmaline [Pigmalon, X,
243-297] re di Cipro, fuggiva le donne e viveva ce-
miva, ma l'eroe si svegli e ridendo li avvolse nella sua pelle di leone e li port a Euristo. Pilade [Pyldes] figlio di
Strfo, re
ma
Anassbia,
sorella
di Eeide, e di di Aga.
mennone,
sieme
al
fu
allevato
in-
col
cugino
Oreste,,
sorella
quando questi
di
Diana [per
liberarsi dalle
Pigma [Pygmaea,
92].
madre
Clitennstra
lei
nee, madre
l'amante di
Egisto] Pi-
che si diceva abitassero suUe spiagge dell'Oceano meridionale o alle foci del Mio. Essa os gareggiare
in bellezza con Giunne la
e poich basta-
va,
salvare
una
tanto uno, sorse fra loro nobile gara, perch ciascuno di essi voleva sal-
vare
dotessa,
Ifigenia,
pugno].
di Oreste,
insie-
riconosciutili,
fugg
me
con
loro, e si salvarono
mezzogiorno,
furono
tutti.
Abitavano
mogli
la Tracia, le loro
partorivano
tre
373
Pile [pilus] era
di feltro,
i
Pane
e,
PIB
nel
teatro,
con-
Le persone
nuto
e gli
lo
de-
messi in vendita.
Pindo
gaia
piro
[Pindus,
d
I,
670] gio-
Pilimo
[Pilummis] fratello di Picnno. [V. Ficunno}. Pimple [Pimpleae] sono le Muse, cos dette da Pimd un monte, , nome una sorgente e di un borgo deUa Piria, in Macedonia, sacri ad esse. [V.
monti ricchissima
pla
di
fiume Peno.
Pioppo
cro
Iluse].
Pinacotca
la
[7ri.vaxo0Y]X7}]
si
era
galleria in cui
i
tene-
vano
quadri
Qrpcrj
quadro,
[Tciva^
luogo d
deposito].
a rcole, il quale lo trov nei suoi viaggi e lo port nella Grecia. Quando egli discese neU'Averno, s cinse il capo d una corona di pioppo: la parte della foglia che tocc la testa dell'eroe, conserv il colore
bianqo, mentre la parte esterna fu annerita dal fumo.
era
comune
l'uso del-
la
gallera cbe, d solito, era rivolta a tramontana, per evitare danni del sole,
Pirmidi [Pyramdes]
struzioni
l'Egitto,
codel-
gigantesche
servirono
come
dei
tombe per
Farani.
le famglie
PIR
e
il
374
12 secolo av. Cristo,
Quando
esattamente
Ercole fu ospitato da Bbrice, nel viaggio che faceva per recarsi a rapire i buoi di Gerine, lasci
incinta la fanciulla, la quale diede poi alla luce un ser-
dagli rabi i quali, mossi da avidit, cercarono di penetrare nelle Piramidi daUa parte superiore.
monti
vicini,
ove fu
se-
Pramo
pPirmus,
[V.
Il
IV,
55]
Pirati [piratae].
della
mestiere
chiamata Pirenei. Pireno [Pyrenaeus, V, 274293] con una schiera di Traci aveva occupato Dulide, nella Ecide e, men-
corsari
Muse passavano presso la sua casa per recarsi al tempio, sul Parnaso, con
tre ie
gentili parole
egli le invi-
decapitato o crocifsso.
pres-
fiume
Achelo:
fu
amata
Ucciso
Muse
un
figlio,
Cncria.
accettarono; ma, cessata la pioggia, egli chiuse la porta e cerc usar loro
violenza.
dosi delle
tetto,
questo disgraziatamente nella caccia, da Diana, Pirene, vers tante lacrime, cbe fu trasformata nella
Le Muse,
ali,
servencre-
fuggirono dal
foUe,
seguire
via,
si
ed
di
egli,
dendo
per
la
poterle
medesima
alato,
muro
40
settentrionale, lungo
stadii;
mentre
il
muro
375
meridionale,
PIS
[TrupofjiavTsia]
conduceva
lro.
Il
Piromantia
dal
modo
fuoco,
di
ardere deUe
Pireo
era
aUa
punta
[Kvjxzio:
[uup
vati-
cinio].
di
si
nella sua
za,
maggiore ampiez-
quale
ciale.
trovavano:
tico
Prrica danza
x7)C7t.(;]
[vruppix?)
era
una danza
6pese-
fuoco
(pXsyw
[uup
ardo].
fuoco,
vette servire per addestrare soldati con finti combattimenti, ma in seguito essa
lo stesso
divenne un trattenimento
piacevole, Grecia.
neUe
il
feste
in
di Issine e di
Pirro [Pyrrbus]
pc,
podama, figKa
del
lpita
il
nuo-
[V.
Neotto-
da passione per
la
sposa,
mugnaio
il
e,
pi tardi an-
una
che
In
Centauri e i iapiti, i quali erano aiutati dagli eroi greci. Alfine i Centauri furono
vinti.
Eoma
pane.
quando.
PIS
376
in
si aprirono forni e botteglie per la Yendita del pane, nelle famiglie pi ricche si continu a fare il
pi tardi,
onore
di
ApoUo.
I,
[Y.
Agoni'].
Pitne [Python,
438] dra-
pane in
sta
casa: faccenda quea cui, di solito, attendevano gli schiavi. Sotto gli ultimi imperatori i pistres publcae annnae
fu generato dopo
il
di-
me
dal
con
altri
nuovi mostri,
terra la fango fecondata dai raggi quale, del sole, produsse nuove e innumerevoli specie di
della
Eoma.
Pistrno [pistrinum]
della casa
il
animali.
luogo
si
romana dove
macinava
lito in
ingombrava
un monte
simile
si
ado-
perano da noi.
schiavi ai quali, per qualche mancanza, s'infliggeva una grave punizione, erano costretti a muovere le ruote del muHno, incatenati
e
quale,
Gli
ebbe
perci
Pizie
e istitu, in
nome di memo-
ria di questo
i
avvenimento,
sotto
la
sferza
e Agoni]. Pittia [Pittheia] detta Trezne, citt dell'ArgUde di cui era re Pitto.
vano specialmente gli asini. Pitecsa [Pithecsa] l'isola deUe scimmie [nidrixoQ =
scimmia] un'isola del goli
Pizia [Pythia] era la profetessa che a Delfo, nel tempio di Apollo Ptico o Pzio [v. Apollo], davagh oracoh.
l'epi-
va collegato
ttuO di tcuv-
resi
avversi
agli
le loro iniquit,
con
la
la radice
Bvofxai.
interrogare, per
tati in scimmie.
facolt
i
dare
di
lo
consultasse.
377
Da
principio, a questo ufB.-
PLE
smodico
e
da un furore
Emetteva grida
avere pi di cinquant'anni
di et.
feriva
accenti
male
arti-
La Pizia dava gli oracoli una volta all'anno, al principio della primavera: pridella cerimonia digiu-
ma
nava
un
qua,
masticava
po' di quell'acalcune
stanza,
ove
era
co-
ch
sto
si
modo
la
dio le comuniprofetica.
casse
virt
Allora
Apollo
annunziava
Pliade [Pleias, I, 670] qui Maia [v. Maial, madre di Mercurio. Era la maggiore deUe sette Pleiadi,
fighe di Atlante e di Plio-
fondamenta; conducevano
collocavano
sacerdoti vi
sul
la Pizia e la
tripode.
Erano
si
narrava che
delle
morte
la
[V.
sorelle
per
tava
fino
sorte toccata
Atlante],
si
al
padre
fossero uc-
meggiavano,
capelli le
si
mate poi
ne,
in stelle.
rizzavano sul capo, la bocca le si empiva di schiuma, e in tutto l'organismo era pervasa da un tremito spa-
Secondo un'altra tradizioinseguite per cinque mesi dal gigantesco cacciatore Orine, furono muta-
PLE
te,
378
ch in
essi
[dies
nefasti]
Formano
cos
nna
Plistne
ad eccezione
di
ra.
nna
Sorgendo nella prima met di maggio, esse recano il tempo favorevole alla navigazione; tramontando, aprono la stagione delle tempeste. I Eomani chiamarono
Ve-giUae
la
da Tiste,
Tieste
fratello
di
Atreo.
Quando
carsi
gli
voUe vendiil
del fratello,
le
quale
nella
aveva imbandite
mensa
suoi
Costellazione
delle Pliadi.
Plione [Pleine,
moglie
di
II, 743-744]
senza conoscerlo.
e
Atlante, madre
Agamennone
detti
gli
Menelao,
Atridi e creduti
dio
di Plistne,
ma, ucciso
Plintrie
vEtv
[ttXuvttqpik]
la
fe-
in
questo dal padre, essi, ancora fanciulli, furono educati dal nonno e di qui il
loro nome. Plteo [pluteus] era, presso i Eomani, una parete dia semifensiva, diritta, cerchio o angolare, che veniva mossa, durante un
steva
nella
pulitura
del-
in
un
presso quivi
dere
cieri
che
si
deva Plto
mura.
il
CPliitus]
dio
delle
sospendeva
gli
affari,
per-
deUa terra
379
provengono a noi
cliezze dei metalli.
le
ricsi
il
POL
ornava con una corona
e
In
origine,
clie
questo
nome
capo, tribuna
montava
sulla
[pvjfxa]:
non fu
un
attributo di
il
Ade
[Hades]
dio
quale, co-
terminata faceva la
pi con qualche
me
la
dell' Averno,
pre-
l'alzare
le
mani,
volta
col
suffragio.
Con questo
veniva
at-
tributo
'
egli
invo-
Polide
Atbna,
citt
[izoIicq]
la
dea
della
protettrice
[tttXi?
citt].
rappresentarono due divinit distinte, mentre i due nomi hanno uno stesso tema tcX cbe trovasi in
pio,
TTLfx-TrX-Tj-fzt.
Sotto questo titolo, la dea ebbe due templi in Grecia: uno a Eritre, nell'Acaia,
l'altro
l^Tel
riem-
una statua
abbondo.
[V. Ade].
Pnce
[tivu^]
un poggio
di
con una conocchia fra le e una corona con la stella polare in testa. Kel
mani
Atene, ove il popolo teneva le adunanze e ascoltava la parola degli oratori, cbe parlavano da apposite tribune. Prima che si aprisse la seduta, quelli che tardavano erano cacciati dall'Agor verso la Pnice con una fune tinta di rosso. Sei lessirchi notavano gli
assenti,
gli
tempio di Tegea
si
conser-
vavano
che la
tezione.
il
capelli di
Medusa,
donati
dea aveva
alla citt, in
segno di pro-
In questo tempio
entrava soltanto una volta all'anno. Plibo [Polybus] re di Corinto, il quale, insieme con
sacerdote
arcieri
tutela-
vano
ceva
le
l'ordine,
l'araldo fa-
le preghiere e
moglie Mrope, accolse come proprio figliuolo, Edipo, quando questi, bambino, fu portala
e allev,
da un pastore corinzio,
il
POL
380
[V.
JEdipo'].
uno
Citerne.
Polidamnte [Polydmas]
famoso atlta della Tessaglia, l'uomo pi alto di statura e pi forte nei tempi
post-eroici.
venne, portata dalle onde, la cassa contenente Danae col figlio Perseo, cbe Acrisio aveva buttata in mare
per sottrarsi all'oracolo, il quale aveva predetto ch'egli sarebbe morto per mano
di
un
figlio
di Danae.
l'Ercole
ma
da
lui, lo
mand a compiere
sibile: l'uccisione
un'im-
afferr
per
uno
dei
Me-
piedi posteriori
lo
un
toro e
po
stringere
Danae a
figlio
sposarlo.
Polidoro
429-438]
e di
[PoUdrus,
di
XIII,
una mano
Priamo
affidato,
persona del
re.
duta
un
crepaccio
un'immensa
gli
^rupe,
mentre
altri
si
misero in salvo con la fuga, di poter egli, confidando sostenere su le braccia l'enorme macigno, vi rimase
sepolto.
duta Troia, Polymstore, per impossessarsi dell'oro, uccise Polidoro e ne gett in mare il cadavere, che fu visto poi daUa madre
Ecuba,
la quale lo vendic.
[V. JEcuba'].
Polifmo [Polypbmus,
XIII, 765] ciclope, figlio di Poseidone e della ninfa Thasa, che abitava in una caverna della Sicilia.
Polidtte
242]
re
381
Quando
Ulisse [v. ivi] nelle
POM
provocando cos la Guerra dei Sette a Tebe .
sul
Tebe,
sue peregrinazioni, nel ritorno da Troia, capit nell'antro di Polifemo, questi divor 6 dei 12 compagni
di lui;
Rimasto ucciso
campo,
ma
gli
conficc
Antigone].
mo
il
capo
da Achille,
sti
sfnte,
per impadronirsi del trono. [V. Merope]. Polimstore [Polymestor, 430] re del Cherson-
tornavano in Grecia, e
chiese,
ri-
per
espiazione,
la
Xm,
morte
di
Achille.
caduta di Troia,
il
gli affid
corsa.
Durante
l'as-
sedio
di
Troia,
salv suo
fratello
Deifobo;
ma
nella
lo uccise
per impadronirsi
dell'oro, e
il
ne gett in mare
[v. ivi]
cadavere.
giunCJliersonso
Quando cuba
se nel
tracico,
di
Castore.
e poi lo accec.
figlio
Polinice [Polynice]
tello
di
Pomrio [pomerium]
presso
i
era,
stri-
Edipo e di Giocsta,
di Etocle.
fra-
Eomani, una
Dopo
la
scia di terreno,
che correva
il
dentro le
mura [secondo
Mommsen]
o anche al di
POM
fuori di esse
382
le,
e vi abitavano per godere la dolcezza del clima e la meravigliosa bellezza naturale dei suoi dintorni. Cicerone e l'imperatore Claudio vi possedevano una
villa.
me
Pomna
[Pomna, XIV, 623] dea romana delle frutta, cbe aveva un proprio fla-
mine IMamem
Si
'pomondlis'].
vano, dai Stiri e da altri di campestri. Era per lo pi rappresentata come stagione dell'autunno, ornata
di frutta.
del 63 dopo fu danneggiata da Cristo, uno spaventevole terremoto, ma fu ricostruita pi beUa di prima. Il 24 agosto del 79, insieme con Ercolno fu sepolta, durante una terribile eruzione del Vesuvio. Ma la lava dilagante cbe dal vulcano invase Ercolano fino aUo spessore da 17 a 34 metri [su questo strato di lava sorIl 5 febbraio
Pompei
[Pompii,
Uoii-Kriioi,
[Tzoy.'Ki]
no[j,7rata] la colonia
citt
della
Sii-
gono oggi Prtici e Eesina], non giunse a Pompei, la quale rimase sepolta da uno strato di cenere, di sabbia e di lapilli, cbe raggiunse l'altezza
metri.
col
nome
Era
Colonia
Venera
lungi
Cornelia.
collocata
non
cinque parte degli abitanti riusci a mettersi in salvo, ma molti abitanti furono improvvi-
di
La maggior
samente
stro,
colti
dal
disa-
in
mezzo
aUe loro
gli
me
letri
dimostrano
trovati
scheal
[429
fino
prediletta
dei
pi
illustri
i
personaggi di
Boma,
quali
vil-
oltre
avevano
ivi
splendide
qua-
383
le,
PON
essi
eccetto
legno,
s
tetti e le
in
si
pere conservata
formavano un
collegio,
intatta,
titolo
di pontefici
mag-
nori:
Pompei aveva un
circuito
pontefici
regolavano
le
i
ovale, elle si estendeva per pi di 3800 passi, chiuso dalle cosi dette mura ciclpiclie nelle quali si tro-
cerimonie, ne spiegavano
misteri, giudicavano
e de-
di cui
tro,
conduce
citt
cri
.
dal
sobborgo
in
davano in onore
per la
Aveva
inoltre quattro
avevano
Per
Le
importantissime scoperte rivelano la vita privata fin nelle particolarit pi minute, perch nessun altro
luogo ha,
mus
come Pompei,
le
il
ca-
nome
per
pontfex
si
volle
loro suppellettili.
derivato
co,
da
pons
certa
fa-
Pontfici
una
auto-
rit
POP
dia
dei
384
ponti della citt.
Giunne, fu fulminato da
Giove.
Prpora
autorit
nell'esercizio
nate
del culto.
Presidente del collegio dei pontfiees era il pontfeoo maxmus il quale era eletto a vita dai comizi tributi fra coloro che ave-
dava
il
pi diffuso,
nero,
il
nero-
lana
vano sostenute
ri
le
maggio-
antichis-
I Fenici
si
ritenevano
i
gli
Le attri-
inventori e
pi abili
co-
buzioni del pontifex maxlimitavano, in gran alle esecuzioni delle parte, deliberazioni prese dal colsi
mus
ma
fe-
legio
dei pDntefci.
Ppa
deva
[Popa]
il
ministro
dei
sacrifi,zi,
quale provve-
ma,
piota
portavano
una
toga
conduceva
lasciando
l'altare, e le
dava
il
cbe
col
il colpo, cultrarus
purpurea, e gl'imperatori indossavano un mantello di porpora e una toga pure di porpora, con ricami ricchissimi.
scannasse
sacrifizi la
coltello
dei
Prtorio
vittima colpita.
[portorum] dicea Eoma, il" dazio che vasi, si riscoteva per le esportazioni
e le
le
importazioni.
sogec-
Tutte
merci erano
questo
dazio,
tato
di
usare violenza a
gette a
<
"l
" "
'
/,
385
cetto le cose necessarie al viaggio e quelle che appar-
POS
contro
il i
adirato
fin
Troiani,
da quando
il
re
Laome-
tenevano
al fsco e
rit militari.
La
nima era
del 2
[quadragesima}
sul
in
Sicilia
si
riscoteva
[vigesma].
il
5 per cento
quale egli con aveva costruito le Apollo mura di Troia, aveva ricusata la mercede promessa. Perci egli mand a tormentare quel paese un mostro marino, che fu ucciso poi da rcole.
dnte, per
Si diceva che avesse creato
il
Portnno
[Portnus]
il
detto
anche Palmone,
crta, figlio di
nome
ino
[v. Ino].
il
Era, presso
dio
dei
Eomani,
{^ortus
Tritne.
porti
In
Grecia,
ebbe culto
porto].
Pilo,
[no(yst.Saiv],
figlio
Poseidone
di
Micle
[nell'Asia
il
Minore],
des
ove aveva
suo
tempio
Giove, nella
divisione
del
dominio, Poseidone ebbe la signoria del mare, nel quale ha la sua reggia.
principale. Gli era sacro il cavallo, il delfino e il pino; nei sacrifici, gli si offrivano
tori neri, cinghiali e arieti,
A Eoma,
e,
il
dio
armato del
tridente, col
identificato
onde,
cavallo,
ebbe
nome
di
lui
Neptunus Equester.
era
dedicato
e
si
un tempio
in
quando, coi suoi cavalli impetuosi, dalle unghie di bronzo, percorre il mare, questo diventa calmo e
tranquillo.
celebravano
Odiava Ulisse, perch gli aveva accecato il figlio [il ciclope Polifmo], ed era
25
Posllipo
villa
[nauaiXTCov]
una
che,
della
Campania
e leggende.
POS
386
la
sizione,
ai
cammino
l'una dall'altra
malati
XuTTT)
[ttkiSco
fo ces-
sare,
affanni].
L'imperatore Augusto l'ebbe per testamento da Vedio PoUine. Posta. Gli anticbi non ebbero la posta organizzata per uso dei cittadini privati.
ca-
muli, carri:
i
corrieri
cambiavano
cavalli
e
si
ad
ogni stazione,
porta-
vano
L'imperatore Augusto, per rendere pi facile la comunicazione fra le province, istitu dei corrieri e, pi tardi, delle vetture cKe,
Per
lo pi militari
congeufficiali
dati facevano
,
da
devano
possibile,
e relatila
vamente agevole,
nicazione degli
ti
comuavvenimen-
di ogni provincia. Per questa specie di posta [cursus puhlcus'] serv solaaltri
i magistrati o personaggi polinon fu mai a ser-
pagavano
mente per
per
tici,
deUe
ma
vizio
Coloro
zati
rono
addossate
all'erario.
Ai
vano
scritta
una
il
portaautorizzazione
posta.
[diplomai, la quale
conteneva
rata
del
nome deUa
le
persona autorizzata, la duviaggio, zioni per le quali doveva passare ed altre simili indicazioni.
sta-
Lungo
le strade le
Oltre
banditori
privati,
3(a:^^.?*ir
wv V
"^
387
eie di
i
PEE
Liternum, Suessula, Voltur-
num.
Prfiche
prezzolate
[praeficae] che, nei
quali
comunicavano ad alta
donne
cortei
pubblicavano
motivi della
pena, nell'avviso delle sedute del Senato, nell'invito agli spettacoli, nei quali
Prerogativa
si
proclamavano
nelle
si
vincitori.
disse
la
IsTerone,
sentazioni,
sue rappreserviva di
i
praecnes
principio.
illustri,
quali
che daUa sorte designata a dare, per la prima, il voto nell'assemblea. Spesso il voto di que-
prima
era
classe,
sta
definitivo,
centurie,
seguivano l'esempio.
ma
ri-
ceveva da
Eoma un ma-
Pretsta [praetexta] era, presso i Eiomani, una toga orlata di una lista di porpora, che adoperavano i magistrati e i fanciulli fino al giorno in cui assume-
iuri
90 av.
concesse
tutte
le
citt
figUo
Abnte,
Acrisio.
fratello gemello
Scacciato
dal
fratello
continuarono a esser chiamare prefetture per una consuetudine tradizionale del nome. Le antiche prefetture, che si trovano ricordate comu-
ma
ripar
in
conserv
Argo,
Preto
nemente,
Capila,
sono:
Arpmum,
ebbe Tirinto.
Cumae,
Pretre
[praetor]
strato che
:;^:i'."):
PRE
388
vado
innanzi]
fu,
.
in
origine,
un
titolo
dato ai
giustizia
un nuovo
mente,
tori,
alla
quale per,
dal
come
consoli,
en-
du-
un
ma
ravano un anno
e, alla fine
istituirono
due
In
origine,
le
insegne del
tadini romani,
tor
il
prae-
peregrmus, cui era affidata la trattazione deUe cause fra cittadini romani
e forestieri.
due- in
citt
e sei
praecorpi di sol-
Il
numero
tore
[237
la
leso
av.
talia.
Erano
uniti in coorti
cavalieri, e
Bae-
di
ha
tempi a 10
Cesare, rone.
Il
cosi fanti
come
e a
18 sotto Ne-
Eoma,
le altre
cinque erano a
intorno
Boma;
389
Ebbe cinquanta
figli,
vm
dei
quali 19 da Ecuba, e molte figlie. I pi noti sono: Ettore, primogenito; Pride o Alessandro, secondogenito; Defobo, leno, Trilo, il pi giovine; Laodice, cbe fu moglie di Elicane; Crusa, cbiB
tora'].
formavano
guardia
il
corpo
imperiale,
fu moglie di Enea;
la
i
Polissena, Cassandra.
Quando, per
fine
della
servivano per 16 anni; invece i soldati delle legioni erano obbligati al servizio di 20 anni. Le coorti pretoriane furono
poi abolite dall'imperatore
guerra di Troia,
figlie
vide cadere
traftto
Polite,
fi-
da Keottlemo,
Costantino,
se
i
il
quale distrus-
castra
il
erano
cisore
e fu ucciso da
lui.
rivoluzioni militari.
Priamo
figlio
[Primus, XIIT, 1]
di
Laomednte
e di
suo
armenti:
la la
come simbolo
deldel.
potenza generatrice
era rappresen-
enorme mem-
Ercole [v.
se
il
JSJrcole'},
egli pre-
bro genitale, e le sue immagini erano poste specialmente nei vigneti e negli orti.
nome
riscattato
pro].
Priamo, il com[uplaiixi
di
Gli
si
dell'orto,
Da una prima
sbe, fgHa di
Aveva
culto
specialmente a Lmpsaco;
saco;
nioglie
ma
poi
Eomani
lo identificarono"
cuba,
Dy-
col
lit
dio italico
della ferti-
ninte o di'Cisso.
Mutmus.
PEI
390
Pritaneo pPrytanuni]
Tavig
edifzio
[Ttpu-
to
era loro
concesso VimKell'et
si
presidente]:
un
perum
consudre.
di Atene, ai piedi
imperiale,
tori delle
rie,
chiamavano
dell'Acrpoli,
ove
si
mante-
procnsoli tutti
i governaprovince senato-
va una gran
anche se non avessero mai esercitato il consolato. Prcri [Procris. VI, 682] figlia
Cfalo,
bosco, credendola
[V. Cefalo].
una
fiera.
cbi olimpici.
Prcne pProcne
428]
jGlglia
e Progne, Yl,
Procrste [Procrustes]
stenditore
lo
di
Pandone e di
xpot
xpot
[up
innanzi,
Procnsole
luogo
colui
consudre
era
stato
pro-
rogato
di
un anno. Ma
repubblica,
Procurzio chiamavasi, a Eoma, la cerimonia rehgiosa in cui, per mezzo di espiazioni e di sacrifci, si
di allontanare il o la minaccia di pericolo sciagure preannunziate da prodigi o da straordinari
mero
rica
cercava
nome
vincia.
l'am-
pi
tardi,
i
si
fenomeni
dissero
Proedria
si,
diceva-
in
Atene,
privilegio
391
onorifico di
timamente
congiunti
la vita di quei
PEO
con
assistere
alle
rappr es entazioni
teatrali ,
occupando
me
file,
popoK.
In Grecia.
Oltre i sogni e gli oracoli, nei quali si rivelava la volont degli di, le principali forme di profezia, presso i Greci erano:
[Tcp
innanzi,
sSpa
sedile].
generali,
ai
sacerdoti,
agli
ambasciatori stranieri,
La
InTeckomanza
duti sul
campo
di batta-
morto] legata al culto deg eroi o di altre divinit indigeti. 'Nel tempio di Asclepio, in Epiduro, per
ottenere la profezia divina
[vsxp?
che
innanzi, dicevasi
[joro
La Cbesmologa
d
[xpocoi
ziato- nei
oracoli, xpy]G[i6c,
or-
Kell'accogliere
seliti,
si
mola
f avete linguis
Profeza
i
[divinatio].
i
Presso
popoli
Greci e presso
fra
tutti
Eomani,
i
ta
comunemente da
ecc.,
influssi
come
fisici,
da emanazioni
ter-
mali
pronunciavano
conoscere il volere degli di e di predire quindi il futuro. Quest'arte di predire il futuro [(jiavTsCa divinatio] dette origine a
di
si
Argo,
la
sacerdotessa
eccitava al-
un gran numero
di istituzioni,
di riti e
sangue
del-
PRO
I^ell 'oracolo
392
di Claro, nel-
indizi
di
si
briato
e,
ine-
dal lampo, dall'arcobaleno, dall'improvviso apparire del Volo di un'aquila, un nibbio, un airone: uccelli considerati come messaggeri
acquei
elle gli
dava
so
davano
sacerdotessa
e lunari, le co-
rando i ne esalavano.
segno:
si
mete, tempeste,
fluviali,
le
stelle
gli
il
cadenti, le
allagamenti
e
i
movimentjo
esalazioni,
i il
La Sematologa
CT7](xaiv6i
[otj^oc
=
se-
l'odore
delle
il
serpenti,
canto,
il
modo
si
volo, il di posarsi
so-
degli uccelli,
prattutto
ai quali attribuiva
una
dal-
divino.
IsTell'oracolo
Olimpia,
Giove, sacerdoti J-
di
in
midi
vaticinavano con
e
delle
LspofzocvTsia
uccise
apparizioni
il
do
con
avvenute durante
fcio.
sacri-
fiamme nei
(i,avTia [TTup
=
o
sacrifci, Trupo-
In quello di Bodna,
l'Epiro,
delle
la
nelsi
l'osservazione
predizione
delle
getto posto
galleggiasse
ricavava dal
fogKe
sacre,
cini.
movimento
querce
della
andasse
dal mormorio
fonte e dal suono dei baDelo, si traevano gli augurii dal susurro delle frondi dell'alloro sacro.
nel-
Presso
SpofjiavTsCa
%stpo(/,avTia
[xstp
m^^
393
no].
ci,
PEO
cia,
di
trarre
vaticinio
per
della
mezzo
con
quelli
dava
la risposta.
a uno o a pii fU mentre si faceva girare, e, si pronunziavano pi nomi: quello elle si pronunziava
crivello
nel
In
Roma.
zione che si trovava in esso serviva di predizione. LrBEi Sibillini [libri sibyllini] erano i libri di profezie [tre o nove] scritti in greco, che Tarquinio il
Superbo
dall^i
aveva
comprati
nei
trosi
natura
inani-
Sibilla
si
Cumna,
mata
[portentum]
del
quali
credeva che
mondo animale
[prodi-
vassero
Stato.
Questi
vati
libri
erano conser-
I
e
mezzi usati
dallo
di,
[prcudai
una volta
privati
Stato
erano:
per
le
placare gli
neU'84 av. Cristo, furono distrutti da un incendio, delle massime che generalmente si conoscevano se ne fece una nuova raccolta.
La divinazione pubblica
si
Da Augusto
libri
in poi, questi
Sorti
[sortes].
Un
ragazzo,
Apollo. La custodia
l'interpre-
Vj
PEO
tazione
dei
libri
394
sibillini
folgore,
si
il
luogo colpito
tutto
all'in-
chiudeva,
{j)utus
pozzo],
s
faceva,
bidental
una pecora
diceva
di
due anni,
dalla
di
scM
introdotti poi a
Eoma,
anche
[bidens
=
fila
vittima
doppia
denti].
compiuta
i
vano specialmente
il
il
fegato,
i
cuore, la milza e
Si
pol-
AuGEn
cinii
[auguria]
vati-
diceva cbe, nel in cui fu ucciso Cegiorno sare, non si fosse trovato il cuore in due vittime immolate.
moni.
detti uguri [augures] traevano principalmente dal volo degli uccelli [avis =
uccello].
Quanto
all'etimologia,
il
nome
uno
spazio,
in
corrispon-
tima,
(jxETCTOfxai
osser-
denza della volta del cielo, mediante una Hnea da oriente a occidente [decu-
= = specio
osservo.
Un'altra
delle
tora.
occupazione
ars
de-
folgori:
fulgura-
mdnus] e poi ciascuna deldue regioni si suddivideva in due parti uguah per mezzo di un'altra linea [cardo], tracciata da nord a sud, perpendicolarmente al decumnus. L'ugu;re,
le
Eoma, prendeva
posto
nell'intersezione
delle
due
to, si
il
terreno colpito
re a sinistra l'oriente e a
destra
l'occidente,
poi-
395
vole
tati
te,
PKO
per queste osservazioni, era un luogo elevato, che avesse un vasto orizzonte:
quando
segni aspetdall'orien-
apparivano
in
lo
na
sinistro
avverso ,
sinonimo di ci da attri-
cielo
sereno,
quando
l'aria
non era
agi-
Dopo aver
e la
deter-
compiuto
preghiera,
il
sacrificio
l'augure
coi
minava,
suo
,
bastone
punto
segni
clie
felici.
Eoma
s'introdusse
servazioni.
zio,
In questo spail
presso scrittori
deoeter
romani
vuol
dire
fausto,
innalzava
uno steccato
sola uscita.
di pali, lance,
una
esaminava
il
canto [cor-
Quindi sedeva,
si
osservava
il
volo
nendo
lo
sguardo
rivolto
cio
la
regione
ma
cidente,
la
delle tenebre e
e specialmente
il cielo,
dai
Il
tuoni,
daUe
che
si
saette.
plum,
segni.
ne
aspettava
posto,
sceglieva
PRO
Gli auspicii
396
dovevano
farsi
scarpa, lo [signa ex
starnutire,
diris'].
ecc.
Il collegio degli
uguri era
faceva
elle
i
la
comunicazione
nuntiato
se
il
dicevasi
favorevoli,
erano
av-
quale aveva aggiunto due sacerdoti ai tre [uno per ciascuna trib] che aveva
scelti
versi.
Eomolo. Pi tardi
a
nove;
quindici,
sedici.
Siila
fu
li
Un'altra forma di auspicii era tratta dai polli a cui era dato da mangiare il beccliime
portato
port a Cesare a
L'ufiBlcio
Giidio
[auguna
Il curatore
sava
essi
Ipullarius}
ne teneva alcuni
indossavano
correvano ad
il
verso
cibo
un bastone
degli
ricurvo.
[offa putis] e
vano
rio
La
scienza
era favorevole;
i
Prometeo
^7]Q\S(;]
vece
non volevano
mangiare, n abbandonare ne uscivano svoo di volo, l'augurio gliati era sfavorevole, e si temela stia, o
prima
fletto
[Tcpo-{i,av0v6)
ri-
prima] era
oceanina
un
titano,
nato
ninfa
da Gipeto
daUa
va allora qualche sventura. Dai privati si solevano trarre indizi anche da altri segni
minori, come per esempio, se un cane, una volpe o altro
fratello di Atlante, di
Clymne: Me colui
il
nzio e di Epimteo,
che
[Itti
riflette
-
dopo
fatto
(xocvGvco
rifletto
pe
1*.
principali:
Quando
Titni, nella
un
piede,
il
frandella
guerra contro Giove, furono vinti dal dio, Prometeo, per ingannare Giove e gareggiare in senno con
lui,
una correggia
ucciso
un
toro,
ne
fece
397
due muccM: uno, formato
dai pezzi migliori, chiuse nella pelle, e vi sovrappose lo stomaco del
toro, ch'era
il
PEO
Giove stesso, il quale volche suo fgKo [Ercole] acquistasse, con questa im-
lo
rin-
le
pezzo magdal-
Promteo
[il
preveggente]
ne propose a Giove la
dio,
scelta.
ingannato,
rappresenta la potenza del pensiero umano, che insorge audacemente contro la forza divina, mentre Epi-
scelse il
mucchio peggiore.
mteo
dopo
Giove, sdegnato per questo inganno, tolse agli uomini il fuoco; ma Prometeo glielo ritolse [ questa la 2 accusa] e, nascostolo in
il fatto]
una
stoltezza nell'uomo.
Promtide [Promethides,
I,
una canna,
lo
riport
uomini. Secondo scliilo, Prometeo avrebbe tolto il fuoco, non gi a Giove, ma a Efesto.
agli
3^.
Prnao
diffusasi pi tardi,
ma ignoscbilo,
= =
innanzi,
vcnq
vscb?
ta a Esiodo e a
compagnava
uomini la funesta Pandra [v. Pandora], e ordin a Efesto che incatenasse Prometeo su una rupe del Caucaso. Quivi un'aqidla gli rodeva ogni giorno il fegato, che rinasceva durante la notte. Questo supplizio dur finch Ercole uccise con una
mand
ceva
animo,
e
i
istruzioni circa
veri e la di
vita,
nuova condizione
nella
quale
essa
entrava con
le nozze.
La prnuba doveva avere una condotta irreprensibile e non essersi maritata che una sola volta.
Proptd
-
[Propoetdes,
X,
per-
freccia
l'aquila,
liber di
238-242] fanciulle di
tnte,
Ama-
Prometeo,
per
volere
in
Cipro
che,
r--^
PRO
398
Propretre [propraetor]
cMamavasi, verso la fine deUa repubblica, cM, avendo gi esercitato l'ufficio di pretore, andava a governare una provincia pretria, nella
divinit
di Venere, fu-
camente
quale,
come
il
il
procnsole, aveva
pieno
potere
nell'anaministraziogiudiziaria. Avelittori,
=
i
innanzi,
ne civile e va per 6
mentre
porta].
Splendidi erano, in Atene, Propilei, che davano accesso all'Acrpoli. Essi fu-
si
i
rono costruiti durante gli anni 437-432 av. Cristo, da Mnescbe, e costarono 2012
talenti
circa].
vano
erano
tenuta
i
mai
i
la
pre-
tura, mentre
proconsules
[12
milioni di lire
le
governatori
deUe
Fra
ali
dei
province senatorie.
Propilei,
e ricchi
Pinacotca, neva, fra le altre, le famose pitture di Polignto, con soggetti presi daU'IZmde e dail'Odssea.
da
conte-
Eu
introdotto
Propntide
mare
[Propontis]
il
nomi
anteriore
[np
in-
vano
incisi
su
tavole
ed
le
i
cbia-
persone designate,
loro
come
Mrmara , cio il piccolo mare che, per mezzo dell'Ellesponto all'ovest e del
vano nanza e
tutti
loro beni,
fa-
Prosrpina [Proserpna, V,
di
mare Ego.
Crere e
di
399
Plutone, il nome che la dea Persfone ebbe in Eovi
PRO
cia.
Prteo
II,
[Protus,
9]
veccMo
viveva
bene un oracolo avesse predetto che il primo che avesse messo piede su la terra troiana avrebbe trovata la morte, vedendo che nessuno dei Greci osava sbarcare, discese per primo daUa nave, e fu ucciso da Ettore.
Provincia
[provincia]
era,
Come
vaticinio
e la
facolt
di tramutarsi in
qualunque
forma.
Un giorno., mentre, dopo aver condotto le greggi aUa riva, riparava all'ombra delle rupi, fu sorpreso da Menelao, reduce da Troia, il quale, per consiglio di Idthea figlia di lui, lo costrinse a dirgli in qual
modo sarebbe potuto
tor-
si
i
peHum.
Agli
si
ex
consoli
e
[consuldres'} le province
affidavano
difficili
pi
non bene
pacificate
{^ro-
con varie metamrfosi. Secondo Euripide, Hermes condusse a Proteo, Elena, rapita da Pride, al quale lasci un fantasma di lei, si che Menelao, venuto da Troia a Proteo, riebbe da
lui la
vano
moglie.
Protesao
[ProtesUus] fifu uno degli Argonuti, e regn in Tessaglia. Prese parte alla spedizione contro Troia, e sebglio di fclo,
sciando
Eoma, conduceva
r
400
renaica e Creta, 13 Cilicia e Cipro, 14 Siria.
ISTel
PRO
seco
Augusto
ebbe
Vimperum
i
uno
liors]
stato
posdivile
tra
se
il
Senato
meno
tranquille, che
riamente dal generale che l'aveva sottomessa, con l'aiuto di 10 legati designati
dal Senato.
impera-
torae}, e
governo
vinciae senatorme].
i
provincia,
la
Tarraconse, 2 GaUia,
3*
governatore arruolava
le
ste
e,
ma non^
il
vectigalia
clie
per tutto ci
suo
non
lex
era contemplato
provinciae, finch egli
rica,
nella
Sardegna
Corsica,
10
rappresentava
il
co-
Spagna Btica. Provoczio [provocatio] era il diritto che un cittadino romano aveva di appellarsi
al popolo,
Durante
repubblica, le
perch
gli fosse
da-
mane erano
2 Sardegna
Spagna citeriore, 4^ Spagna ulteriore, 5^ Illrico, 6* Macedonia e Acaia, 7* Africa, 8* Asia, 9^ GaUia Karbonse, 10^ GaUia Cisalpina, Ila Bitinia, 12a Ci-
Durante
provocatio
la
si
monarchia
faceva ai
fino
la
co-
mizi
curiati,
a
la
Ser-
Dopo
cacso-
il
401
Psiche,
doglio,
PS
disperata
si
dal cor-
nere, la quale,
dopo averla
maltrattata,
pena
figlio,
della
forze
umane: distinguere
Psiche [TuxTj] era una principessa di cos stupenda bellezza, cbe se ne inna-
un
fiocco
di
lana
dorata
mor perdutamente
Cupido,
Psiche,
figlio
di,
perfino
Vnere.
l'oracolo
secondo
suoi
da alcuni montoni che pascevano su rocce inaccessibili; riempire un vaso d acqua nera, che scaturiva da una fonte custodita da
draghi furenti:
le
dato
ma
Psiche
tissima rupe, donde Zefiro, la port in un luogo deliziosissimo, entro rifulgente di oro e di gemme. Quivi, fra allettamenti
e incanti invisibili,
comp
Alla
fine,
fu
costretta
un palazzo
Cupido
discendeva a notte a giacersi con lei, senza farsi vedere, e andava via la mattina per
non
essere scoperto.
Una
dolo
addormentato,
ebbe
curiosit di conoscerlo;
di olio
ma
da un da cui profondo sopore, la svegli Cupido, con la punta di una sua freccia. Dopo queste prove d virt sovrumana. Psiche, per prescatola, fu investita
La
e leggende.
favola
di
Psiche non
yf
PSI
'
402
quali
Stylus,
si
riate
scriveva
ferro
un
con lo acumina-
fondi
travagli
[<]i\)X'h
dell'anima
umana
anima].
spalmare di nuovo
la cera.
Erano
si
dette
cosi,
perch
potevano tenere in un
.
In
Italia
il
guansi
Campania, intorno al lago d' Averne. Pterelo [Pterelaus] era figlio di Tfo, re di Tafo, citt dell'Arglide, il quale fu tradito dalla figlia Co-
nel
lettistrnio.
[Ved.
Lettistemio].
mte.
[V.
Comete].
Pteal [putal] parapetto simile a quello di un pozzo, col quale, a Eoma, si cingeva un luogo
stato
colpito
che fosse
questo,
dal fulmine.
pugno], pratica-
Quando avveniva
ta, in
presso
come
in queUo dell'impero.
un masso
di pietra focaia,
con un
tempo po-
Pugillri
gillara]
dal
sacrifcio,
che
si
faceva, di
bidentl
una
si
pe-
diceva
anche
vittima
[bidens
=
fila
mate
di
spalmate
piccole di cera,
facciate
su
le
dalla
403
QUA
Q
Quadrante [quadrans]
neta romana,
di 1/4
clie
ny)-
Ordinariamente per, in
Grecia
si
valeva
preferiva
viag-
un
era
diviso.
giare a piedi o a cavallo: l'andare in vettura, senza giusto motivo, era consi-
Quadriga [quadriga]
tiro lo
era
il
due
dei
cavalli
si
cliia-
Quadricjrio
era
il
mava
tanto
biga],
si
diceva
cavalli,
quanto
un
del carro.
forma originaria
nelle
soltanto
corse
delle
gare
le
La
era
pic-
collocata su
cole,
due ruote
si
strette
non
rovesciasse
tempo
della repub-
blica
cavalli.
La
che
Quasillria [quasillaria] era la filatrice a cui la sopraintendente alla filatura affidava, ogni giorno,
[pensurri]
il
lavoro
schia-
che,
come
QUA
404
il
Quattrocento: formarono
messo a morte,
salvarono presso tani, a Becela.
gli altri,
gli
si
Spardei
periodo delle lotte fra e Sparta, nelle guerre del Peloponneso, Esso convocava, quando gli piaceva, l'assemblea popolare, limitata a 5000 cittadini, e cominci a tratte
il
Caduto
il
Consiglio
Atene
membri, incaricata
della cu-
una pa-
ce favorevole
tani.
Gli
SparoUgarcM caddero
cogli
di
alcuni
crimini
de-
terminati,
tore,
fin
affidato
al pre-
giudizi, per
Sorse la rivoluzione.
Tra-
Al tempo
peeuldtus,
ambtus,
de
cbiamato in Atene
niese
nella
[dopo
in
inter
vi,
sicaros,
venefieii,
falsi.
spedizione
tro
Atene,
sua
citt
na-
tale e
non era pi
rientrato
certo
giudici,
in patria], e messo a capo del governo. I Quattrocento furono abbattuti dal popolo,
tempo
classe
405
dei giudici erarii. l^ei pi
anticlii,
il
QTJE
alla
tem-
aveva
tardi
composero
delle
posizione dei testimoni, documenti ecc., a cui seguiva la sentenza {^sententa iudcum'],
quali
contro
la
quale
non
Il
si
ammetteva
appello.
contro
Cldio,
vi
furono
di
56
giudici,
in
quello
Milne 51, in quello contro Pisne 75. Accusa e difsa si facevano con discorsi regolari, senza
interruzione [orato perpetua]. Per l'accusatore par-
In et posteriore, la sentenza di condanna, specialmente quella dell'esilio, poteva essere annullata con
una deliberazione
polo
[restituto].
del poori-
Questri [quaestores] in
avevano presentata
l'accu-
sa; per l'accusato parecchi patroni e difensori. Poich si abus della libert
gine, nel periodo dei re, a Eoma, furono due giudici inquirenti nei casi di par-
ncidum [quaero
ro,
inqui-
di
parola
illimitata,
con-
stabili,
peo in poi,
gale,
criminali
centuriati,
pass
i
tempus legiimum, iustum et debtum, che veniva computato con l'orologio ad acqua, ed era
vario
servarono
soltanto
cu-
per
diversi
casi.
finiti i discorsi di
parti,
il
il
praeco
Ai primi tempi
pubblica,
della
re-
vi furono
quat-
domande
e risposte
delle parti. Si
procedeva poi
no
QUE
i
i
consoli
si
406
due- altri
accompagnavano
in
tardi
al
i
e ai pretori, clie
andavano
quaestres
provincidles,
mero
delle
Ogni governato-
un
questore;
sol-
venne
arbitrario.
tanto
il
governatore
della
sole: quella
di
li
Gallia
e
Cisal-
sa
dell'Apulia
e
Lucapascoli.
traevano
boscM
dei
L'imperatore Claudio abol tutte le questure d'Italia. I quaestres urbani o aeEoma soprintenrarli, a devano 2aWa6rarum con-
il denaro per pagare l'esercito, il governatore e il suo seguito. Eranc quindi obbligati a registra
responsabilit propria e de
governatori: le
somme
cli(
tempio di Saturno, amministravano il denaro cbe proveniva dalle imposte, dai tributi, e daUe
giunto
al
sopravanzavano
venivano spedite a Eoma. I que stori, dal 447 av. Cristo erano eletti nei comizi tri
l'et legale
somme
buti:
venduti,
eseguivano
pa-
elezione
era
il
secondo
altri, il 30.
delle
entrate
delle
uscite nell'amministrazione
finanziaria dello Stato. Inoltre
pass
ri,,
al
praefectus
ai
aera
ri
mentre
questori
si
avevano
l'incarico
di
mase soltanto
divano
la cura del
appaltare
le costruzioni de-
l'rcMvio, in cui
custo
prov-
le decisioni del
Se
407
nato, e l'incarico delle costruzioni deUe strade.
Qiies [Quies] personificazione romana del riposo, la
sacrifci:
QUI
tubilustrum
ba
[tu-
tromba, lustrum
Eoma.
^/i2 del-
cio a 5 on-
Vi erano inoltre
l'impronta di cinque punti, disposti a eguale distanza. Oltre a questi puntini, re-
le Quinminores che duraquatrus vano tre giorni [dal 13 al 15 giugno], neUe quali
avevano
i
cava l'impronta
scuri a cavallo.
dei
Di-
Quinquennali
les
visione dei terreni, ordinata da una legge agraria, o richiesta dalla fondazione di
Ouiniqutri [quinquatrus] sta cbe durava cinque giorni, in onore di Minerva, a Eoma [dal 19 al 23 marzo]. Nel 1 giorno, che si con-
fe-
cretati, per i suoi meriti verso lo Stato, particolari quinquennali . L'imperatore Augusto istitu i lu-
come quello della nascita deUa dea, le si of-' frivano sacrifci incruenti
siderava
di vivande, fatte di grano, di olio, di miele; nel 2,
30,
recchie
citt
i
di
provincia
istituirono
quinquennles.
40 giorno,
si
tenevano
pudei
non conformi
romane:
si
giuocM
QTTI
408
Fu
glio]
detto
in
poi
lulus
di
[lu-
onore
Giulio
l'impero
istituiti
giuoclii azaei
Cesare.
da Augusto.
Quinqurzio [quinquertum.]
cM
tatlo greco.
Agoni].
In essa
fizi
sacri-
Qunquviri
magistratura
[quinqueviri]
straordinaria
dal
suo
me, per esempio, della distribuzione di campi [quinqueviri agrs dandis'] o dei restauri delle mura e delle
torri Iquinquevri
muris
tur-
era
bini,
stato
i
ribusque reficiendis.
Quintana [quintana] dicevasi una via dell'accampamento romano cbe, in senso della larghezza, correva fra la 5 e la 6^ coorte, detta cosi, perch presso di
Eomani
lo identificarono
era
Eomani, quando
si
uni-
era
il
in
II
nome
10 mesi, e reso poi di 12 mesi da J^Tuma Pompilio con l'aggiunta di Gennaio e Febbraio, cominciava da marzo.
rato,
rapporti
quelli
mentre, in
essi
militari,
il
con-
servarono mani.
nome
di
Eo-
409
RAM
R
Radamnto
[Bliadamaiitus,
cittadini che, per
i
primi,
IX, 436] figHo di Giove e di Europa, fratello di MinsPer fuggire l'ira del se. fratello, and via da Creta, a Ecalia, nella Beozia, ove spos Alcmna. Per la sua
giustizia, fu ritenuto
avevano
all'invito
popolata
di
Eoma, Eomolo. Le
erano
i
altre
due
trib
Tizinsi,
Titienses, di stir-
uno
nel-
pe
tri,
anime
l'Hdes, insieme con Minosse ed aco. A lui viene attribuita la pi antica legge della vendetta del sangue.
Rnmo
[Ebamnus] demo
famoso percb,
del-
l'Attica, le sue
nel-
va un tempio
Bmmo
dino
disi,
[Eammius]
di
citta-
riccMssimo
elle
Brin-
era
una statua
bellissima
ospitava onorevolmente, in sua casa, ambasciatori stranieri e generali romani. Perseo, figlio
illegittimo di Filippo e ultimo re di Macedonia, nel
della dea.
Ramnsia
dicato
presso EJiamnus,
l'Attica,
conservabellissima
172
av.
Cristo,
tent
di
agli
gli
il
va
una statua
indurlo
a dar morte
della dea.
va
nella
mano
melo:
Fidia.
destra
era
o,
Ma Eammio
de-
coppa,
e nella sinistra
di
una un
ramo
di
Ranannsi [Eamnes, per la la trih, Eamnenses, per centuria']: una delle tre trib,
Agorcrito
opera secondo
re fu
altri, di
Bampsinto
['Pa.[i^lviTo<;']
in
cui
era
divisa
la
Secondo
il
racconto di Ero-
RAP
doto,
Eampsinito
410
discese
vivo nel
mondo
lei
delle
om-
recitazione del-
ebbe da
in
dono
un
su la terra.
ro
gli
nome
deriva da pTtrsiv
Egi-
otS-^v
una
festa,
"
neUa quale tessevano una veste e, con questa indosso, traevano uno dei loro, con
gli
no in mano
[ppSoi;],
un bastone
vogliono,
il
alcuni
occhi
loro
rio di
11
Budii campi [Campi EauGaUia di] pianura nella Transpadana, presso Vercelli, dove Mario, nel 101
avanti Cristo, distrusse 1 Cimbri. Ra [Ehea]. V. Gioele. Ra Silvia [Ehea Silvia] era la figlia di IN'umitre, re di Alba: costretta dallo zio Amulio, che aveva sbalzato, dal trono Kumitore, a farsi vestale, ebbe da
carattere naturalistico, e
riferisce
alla
coltivazione,
alla
Rapsdi
che
an-
erano cantori pici, che recitavano composizioni epiche, fatte da loro o da altri. Eapsdo vuol dire etiadi
mologicamente cucitore di
canti [pTTTO)
= n canto];
cucio,
cSv]
Ado vuol
di-
re
cantore
[stSco
can-
Marte due gemelli: Eomolo e Eemo. Per questo, Amulio la fece chiudere in una
prigione, dalla quale fu liberata dai figli, dopo l'uccisione di Amulio.
to]. Oltre
ad altri componi{Ilade
menti
i
canti omrici
ed
solen-
ma
mavano una
rispettata,
sua sposa.
indossavano
festivo.
Recitazioni
411
prie opere, che gli autori facevano al pubblico, prima
di metterle in luce.
EEL
di
case,
per
una
data
ce-
somma.
Refcfium era un'antica
rimonia, che si a Eoma il 24
Questo costume
si
diffuse
celebrava
febbraio.
In essa
crifcio
il
rex sacrificiilus
gusto.
Il
offriva nel
Comizio
un
sa-
iscritto
pubblico, dall'autore
invitato
per
e,
appena compiu-
me-
diante pubblici avvisi, interveniva nel foro, in un tempio, nei giardini, nei
bagni, quali venivano presi in ftto e addobbati a
i
della .fuga
di Tarquinio
il
spese dell'autore.
Reco fPotxoc] centauro che, insieme con un altro centauro, lio, tese un agguato ad Atalnta, nell'Arcadia,
Pomil
nel
presso
In essa
sacre
conservavano
di
le
aste
si
Marte,
si
ma
Recuperzio [recuperato
era
non
sa
se vi
custo-
un
una
la
chiedeva
quale
vi
celebrava
alcu-
lui.
Regllo
rendite
lago [Eegillus lacus] piccolo lago del Lazio, a oriente di Eoma, divenuto
taglia
celebre
per la
bat-
venuta.
nome
chi
si
indi-
che, nelle sue vicinanze, si combatt, nel 496 av. Cristo, tra i Eomani e
i
prendeva
di
Latini.
l'esecuzione
EBL
il
412
militari
si
erano
riuil
incominciate
imprese
scite infelicemente;
gior-
Come pena
nato e
giori
i
politica,
il
Se-
magistrati mag-
Cremer;
il
l'allontanamento, dalla
t,
alla
mese, ecc.
L'imperatore Augusto us, per il primo, come una forma pi mite del bando, elle non recava al condannato n l'infamia n la
confsca di beni. Gl'imperatori seguenti inflissero la relegazione contro alcuni
reati
speciali:
Rneia
['
dove si portava cadavere da Belo, perogni ch in questa isola, per il suo carattere sacro [sorta dal fondo del mare, sotto
Cicladi,
un
colpo
di
tridente
di
l'adulterio,
crimen repetun-
Poseidone, andava vagando su le acque, fin ohe si ferm per accogliere Latna, la quale ivi dette alla luce Apollo e Diana, ch'essa
si
intra-
aveva concepiti con Giove], non si poteva seppellire alcuna cosa morta.
Oggi
Dili]
avuto
esito felice.
solante, in cui
vanno scom-
Erano giorni
il
di cattivo au-
ritornassero
il
su
la
terra];
Renunzizio [renuntiatio ]
era la proclamazione che
il
11,
13
spettri
[Lemures];
giorni
EEZ
una
presso
poeti
un
can-
didato:
non sempre
inutil-
mente.
[Xn,
301].
Un
altro
Eeto
Repetnde [Eepetundarum, pecuniarum crimen] era, presso i Eomani, il delitto per cui, un magistrato estorceva danari dai sudditi Eomani, ed era detto cosi, percb si doveva aspettare
la
Rex
cerdote istituito a
Eoma,
dopo
la
domanda
reyetere']
di restituzione
ficio
['6s
da parte
del-
l'interessato.
era
di offrire quei sacrifici cbe prima spettavano ai re. La moglie del rex sacrificulus, regina sacrrum, aveva, ancbe lei alcune sue
particolari funzioni. Il rex sacrifculus era scel-
diceva
cbe
se
suoi
to
dal
dalla
col
concorso
tutto
il
collegio
punto
dire,
di
della
vista,
al
per
cosi
dignit sociale,
pontfex
era
superiore
gli
fosse
alle
nato quanto
subordisue fun-
Aiace.
Reto
[Eboetus,
V,
38]
un
compagno
Eeto
si
di Eino, cbe fu
l'impero.
ucciso da Perseo.
Rezirio
chiamava
ancbe
tore provvisto di
una
gladiarete
EIP
414
di"
che tentava
gettare su
va
nella
sinistra
un
tri-
dente
[fusena]
col
quale
nella
portava
e
il
capo sco-
Robigli [Eobigala] festa campestre istituita da I^Tuma, che si celebrava il 25 aprile. In essa, una processione di persone, che indossavano vesti candide, si
recava a un bosco sacro, a Rohlgus e a Eobiga, il dio e la dea deUa ruggine,
perto
tunica.
11
vestiva
una
sola
era
armato
di elmo, di scu-
do e di spada. Se il reziario non riusciva a gettare con buon successo la rete all'avversario,
perch proteggessero il grano dalla golpe [robigo golpe, la ruggine delle piante]. Sul Collis hortulorum il flamen Quirinlis faceva of-
fuggiva,
mentre
l'altro
inseguiva
guitore];
lito
[seeutor
lo
ferte
di
inse-
sacrifci
di
un montone
e,
talvol-
isola
Ripdio [repudium]
era
lo
aveva culto
ritengono
Tel-
chini,
coi
rebbe
IsTon
mento
me
al
si
ma
vicino
si scio-
matrimonio;
ma
suo ingresso, vi era il famoso colosso di Eodi: l'immensa statua del Sole, tutta di bronzo, alta 31 metro, la pi
grande
dell'anti-
415
chi riuscivano
ciare
il
EOS
ad abbracdella
pollice
sua
onde era
tro i triari. Essi molestavano il nemic, prima che cominciasse la battaglia, davano ordinariamen-
col-
triarii.
locata,
Rosa
li
remoto, nel 222. Eimase per terra circa 900 anni, fncli un generale arabo
la
vend ad un ebreo.
PoStct],
Bdope [Ebodpe,
Dspoto-Dagb,],
tracia,
era
Rossne [Boxane]
Ossiarte,
figlia
di
una fanciulla
vertita
con-
principe
battria-
no
[nella Persia].
Quando
Alessandro Magno di Macedonia vinse Ossiarte, prese prigioniera Eossane; ma tratto dal fascino deUa sua
bellezza, la fece sua sposa. Dopo la morte di Alessan-
nome
di
un
dio.
Rogazsione [rogato] dicevasi una proposta di legge, la quale non diveniva lex
se
non quando
il
popolo
dro, ella
cadde in potere di
l'avesse
approvata.
in
nGa
Cassandro, che la fece uccidere insieme col figlio Alessandro Ego. Rostri [rostra] erano due
grosse travi con uno sperone di ferro, collocate su la prora di una nave da guerra, in linea deUa chiglia, in modo che sporgevano da essa, sotto la superficie dell'acqua.
si
gatidnes al
Rorrii
dati
erano
sol-
forniti
di
armi
pietre
leg-
gere
cies
[fonde
i
da
die-
Con
essi
lanciare],
quali
nell'a-
romana stavano
RUB
una
falla
416
e
mandarla
si
picco.
vinse Massenzio.
indic
Rdiae,
citt
resa
celebre
tribuna degli oratori, insieme con lo spazio die la circondava nel foro, percli era ornata dei rostri delle navi tolte agli Anziti,
nel 338 av. Cristo.
per essere stata la patria del poeta Ennio, il quale vi nacque nel 23 av. Cristo. Essa era sita a poca distanza da Lecce: a Lecce
infatti vi
Ornata dei
anche oggi una porta indicata col nome di porta Eugge, perch rivolta verso quel paese.
probabilit,
tificarla
navale
deUa
prima
guerra punica [264-241 av. Cristo] era la colonna di marmo, che fu innalzata in
suo onore nel foro romano, la quale era detta perci colonna rostrata .
cercano
iden-
ghano, paese della provincia di Bari e, precisamente, quasi a met strada fra Mola di Bari e Conversano.
Orgoglio
altri
tesi.
Rubicne [Eubico]
lo
fumicel-
del
pu spingere
gli
il
Mudiae era
labria,
noto che Cesare, nel pasper muovere contro Pompeo, pronunzi la cesarlo
Orazio
me
to
di
Calabria s'intendeil
va particolarmente
che da stende fino
Leuca,
al.
trat-
lebre frase
alea iacta
est .
Taranto
s'e-
Rubra
truria,
saxa,
presso
rupe
il
nell'E-
promontorio
fumicello
lapigio,
Cremer, su la via Flamii 300 Fabii, combattendo contro i Veienti, [479 av. Cristo] trovarono eroicamente la morte, e pi tardi, nel 312 dopo Crinia: ivi
comprendere Eutigliano
Taranto] e in direzione op
posta.
417
E
poi, se delle
si
EUT
cima,
Bnnio
m
ti.
da
Jiabere
se
dicebat quod
tore
gladiala
li-
loqui et graece et latine et osce sciret'\ una era la greca, molto pi facile che
questo
i
soffio
potente
di
Er
grecit l'abbia
attinto fra
perate
a quel giorno.
ro-
Rumma
mana
[Eumina] dea
nale
deU'Apulia.
resto,
[
Del
l'autorit
del
latte dal
CoccMa
Atti
dell'Acca,
demia di KapoH
XVI,
I,
dalla
lupa presso
perci,
si
un
che,
disse
dubbio che
sia stata
la
ficus rumindlis.
antica
Rudiae, patria
del
grande poeta,
poco
divinit pastorale
tale,
aveva una
Lupercali riceveva
di latte.
offerte
Rtul
[EutH, XIV, 528] popolo itaUco del territorio che fu detto Lazio, Guidati
dal re Turno, opposero ra resistenza ad Enea,
fie-
ri-
del
lanista
ma
to che
editor
dava
un bastone
27
e leggende.
SAB
418
Sabina
[Sabini]
paese
del-
mava
al
Sacco
[saccus]
era,
in
di
getela
nerale,
un sacco
Sacco vinrio [saccus vinarus] era un colatoio fatto di giuncM o di vimini, della forma di un cono
rovesciato,
cbe
filtro,
si
vano
i
Marsi,
Peligni, i
rava come
rificare
i
adopeper chia-
vini.
un popolo
gravi
s
forte,
cbe atai
Sacco nivrio
[saccus
ni-
tendeva all'agricoltura e
riscbi
vanus]
,
era
un pezzo
di
della
cbe Cicerone
li
la
gano]
fiore
dice
fortissimi,
Si po-
d'Italia,
.
forza
deUo
Stato
si
Sabini,
modo
pi par-
raccoglieva
nell'an-
fora.
poeta aveva un gastaldo con otto scbiavi per il lavoro dei campi. In vicinanza della villa,
scaturiva
di
una sorgente
di
nel
suo
podere.
419
le
SAC
Eomani,
collegi
voli
pi notedi sacerdoti
i
La prima
Vestalis
stali].
di
esse
era
[V.
la
erano:
maxima.
Ve-
Frtres Arvles
di
collegio
della
Il
culto.
del
essi
Ops].
era
il
pontfex
maxmus; depontfices
gli altri,
& erano
Flmines
nit.
di pace.
Rex
Sacriflculus o
Rex
Erano
[3]:
distinti
in:
Maires
Didlis in ono-
sacerdote speciale, al quale spettava la cura di certe cerimonie sacre, in onore specialmente
Sacrrum,
il
pri-
Mar-
gina Sacrrum].
ugures,
barsi
uccelli,
predi-
onore
divinit
minori.
cevano
gurio].
futuro.
[V.
Au-
[V. Flamini],
Sia
te,
che custodivano
[v.
gli
andi-
cilia
Salii].
Erano
dal
visi
che ave-
vano
Salii
le
[15],
diffi-
libri
che
si
custodivano in Cam-
pidoglio.
Vestles
'^-:;
SAC
blici
420
nelle feste
di.
in
onore
degli
Curines
[30,
sottoponevano
alle
vodel
capo era il Curio maxmus. Luprci, sacerdoti in onore del dio Pane. [V. Lupercali].
direttori
lentieri
decisioni
Anche presso
cerdoti erano
pivano
clie
riti,
preghiere
crifici.
offrivano
ce-
Ma
essi
non
formasa-
Sodles Augustales,
legio
col-
di 25 sacerdoti, isti-
gola,
glie della
sacerdoti, a Eoma, vestivano una lunga veste bianca, con orli di porpora mista [la veste del pontefi-
alle
divinit
femminili,
sul
avevano
[apeoD}.
vivano
solito,
le
i
regola, sersacerdotesse. Di
di
sacerdoti
vesti-
maggiori
ave-
vano
i
sacerdoti poi erano esenti dal servizio militare, e abile loro rendite con-
vano vesti bianche, alcuni anche purpuree, poftava-j no corone e bende, lasciavano crescere i capeUi d
lunga chioma, e spesso,
circostanze
solenni,
in
com-
vittime
la
dei
loro
sacrifci,
avevano
intorno
Sacra
riti
porzione di carne,
questioni
ministero, nati ai Pontefici;
e nelle
al
spesi
loro
erano
subordi-
nessuno
soprintendenza
sulla
loro
421
durata, introduzione e abolizione
SAC
Sacramnto [sacramentum]
era
il
i
cbe
bUca e sacra privata, I sacra puhVica erano sostenuti a spese dello Stato,
soldati
il
Pa-
prestavano un sol giuramento [prima ne prestavano due], alla presenza del comandante supremo e pi
tardi,
dell'imperatore,
ai
sacra
stenuti
t
da
speciali
socieri-
dice-
ed
erano
pontefici.
Vi appartenevagentilica
no
si
sacra
che
generalmente posteriore a
nella quale
si
una
stanza
un tempio,
tenevano
gli
facevano a spese e alla presenza di tutta una gens, sotto la vigilanza dei pontefici.
Inoltre
erano notevoli:
Sacrtio cpitis et bonrum era una pena gravissima dei tempi anticMssimi
Penati,
dei
Eoma, per cui il cittadino cbe ne fosse colpito, per avere offesa una divinit, poteva essere privato dei suoi beni, cbe venivano
offerti alla
di
miglia. I sacra
singulrum
Tiom-
divinit offesa,
num,
anche ucciso.
funebri.
ligiose
Sacrifci
nerali.
V.
Fu-
Sacrificio
[Sacrificium], nel
come
i
natalizi,
i
le
nozze,
della
funerali,
giorni
con scopo
era presl'og-
so
Greci e
Eomani
SAC
422
me
[xaT[x^7)].
In Eoma,
sacrifcio
maggior parte
delle feste.
un
Si dividevano in cruenti e
Di
cruenti
scMli
vinit celesti
si
immolavabianalle
avevano
no animali di colore
co,
alle
sotterranee e
di
i
marine animali
ci
colore
Gre-
che presso
sacrifci
Eoman.
ce di
un
mente
liquido, di vino].
special-
reo
capitale,
liti.
furono
abo-
Eoma,
l'abolizione
fu stabilita da
un
decreto
cavallo,
ad Artemide
il
ma
Le vittime pi frequenti
erano: buoi, pecore, capre, porci, ed erano pi stimati
i
zava spontanearaente,
era
maschi. Di rado s'incontrano invece, nei sacrifici, pesce o selvaggina. Talora si riunivano in un
buon augurio
si
aspettava
prima
di
dargli
medesimo
ariete,
colpo
si
mortale.
pre-
senti
100
vitti-
ed
423
il
SAC
Unguis ;
di
indi
si
spargeva
il
orzo
cbe erano colpiti da imprecazione, non si mangiava parte alcuna, ma tutta la carne veniva sotterquelli
abbrustolito
dorso della
rata e distrutta.
iniziate e
Le ope-
accompagnate con
pregMere, musica, canto e, talvolta, anche con danze. Presso i Eomani, il sangue della vittima uccisa si spargeva su l'altare con incenso,
vino,
sale;
farina
di
farro
le
si
recideva la
alle
zione
gola.
Hei
divinit
sacrifci,
le
viscere
cbe non
una fossetta. Indi si scuoiava l'animale, si tagliava a pezzi, si bruciavano sull'altare le parti
Quando
donate agH.
vorevoli, con
una seconda
tavano
exta
si
memresto,
mente
parte
si
le
cosce:
il
accogliere benignamente
consumava
dai sa-
dono.
Si cospargevano
crificanti, nel momento stesso del rito, e parte [specialmente quella cbe era
e,
toccata ai sacerdoti]
si
por-
un
cestello,
si,
bruciavano
Vadorato,
su l'altare.
Dopo
SAC
venerato, in cui li supplicava insieme coi presenti,
si oflcriva
424
un'altra libazione,
il
e poi
Greci
presso
e
i
Eomani, come
tempio
Indi
sacerdoti
imbandivano un sontuoso
banchetto. Sacrifculus
sacrificulus.
popoli asitici. Sagittrio [Sagittarus] la nona Costellazione deUo Zodiaco, nella quale fu mutato il centauro Obirne o
rex.
V.
Bex
di-
Crto.
Sacrilgio
[sacrilegum]
Sago [sagum] un
di lana,
ma
Sagnto
della
l'imperatore.
Fu
cbe pi tardi, fu
deportato: veesilio,
nuto in uso sotto gl'imperatori, per cui ai banditi veniva fissata un'isola o una
citt e imposti gli stessi effetti legali dell'antico esilio
[interdictio
L'assedio
di
Sagunto
fu
aquae
et
ignis].
sacer]
la
un
dell'Anine,
lungo
via
del
del
e
Mio,
Tebe,
fu,
dopo
Memf
capitale
dell'impero
lo splendi-
egiziano.
Aveva
do
425
ba di Osiride e
dei Farani.
i
SAL
sepolcri
ta meridionale della
PugMa
mare [salum
Si
Leuca].
alto
mare].
diceva
clie
da
il
Kettuno
figlio
avesse
avuto
Tritne.
una
concbiglia:
ma
poi-
galamna
partenenti all'Attica: celebre per la grande vittoria navale clie i Greci, sotto il
ch la saliera conteneva anche il sale per i sacrifci, e nella mensa si riguardava con una certa venerazione, divenne generale l'abitudine di tenerla di argento.
Salii [Salii]
danzatori, erano collegi di sacerdoti di Marte, a Eoma, formati di
i
due
Al
12 persone ciascuno.
Secondo no stati
erano
la tradizione, eraistituiti
da Kuma:
nobili e
un terremoto;
eletti fra i
il
maxmus
sacrifi-
magistrati, data prima in natura e, pi tardi, in denaro; poi, in senso pi esteso, la paga assegnata ai governatori delle province, ai medici, ai magiai
strati, e al loro seguito.
cava a Marte, nella Eeggia, dove si trovavano le lance sacre e i 12 anelli. Si diceva che un ancile [scudo ovale con una cavit semicircolare da ambo le parti] fosse caduto dal cielo e, per evitare che
fosse
Salentini
SAL
426
del Tevere, presso Ostia, in cui l'acqua del mare, che vi si conduceva mediante
dipendeva quella di Boma, Numa ne fece fare altri 11 simili e depositare nel Palatino.
dell'ancile
un
la proil
depositato
il
sale.
Eoro
La vendita
ma,
palto,
e giungeva al Campidoglio;
suo prezzo
fu
elle
gi
al
tempo
di
quindi molto elevato. Perci il Senato fece assumere allo Stato la vendita del sale, a prezzo pi moderato, e quando, nel 206 ay.
Cristo, fu introdotta un'im-
Eoma,
ne
Le
saline
delle
province
Slmacde
[Salmcis,
IV,
dalle
acque
salate,
clie
285-388] una fonte che trovasi neUa Caria [Asia Minore]. In questa fonte la ninfa Slmacide abbracci
lasciavano evaporare al
sole.
miniere
del
di
sale
al
la
di
presso
riva
Ermafrodito [v. ivi], e la fonte ebbe la virt, p^r la preghiera rivolta da Ermafrodito a Giove, di effe-
"vi
Presso
zio
bagnasse.
Salmone
nel territorio di Ostia, nei prati salati, vicino al- Tevere. E, in senso pi stretto, a Eoma col nome di sasi indicavano gli ampi bacini su le due sponde
[Salmonus, SaXEolo, dalla' Tessaglia emigr nell' Elide, ove fond Salmne.
[Kvzc,} figlio di
linae
Ebbe
427
cole, e il
SAP
isola del
Baino [Samos]
re
ma-
fragore suo coccMo; perci fu colpito dal fulmine e precipitato nell'inferno, e la sua
citt
caldaie
del
Ego,
presso
la
costa
della
mente
fu
distrutta.
ma
buon
vino. Vi
aveva culto
principale
salus puhlca, che personificava la prosperit dello Stato, ebbe, nel 302 aY.
Cristo,
La
Hra [Giunne] che aveva un tempio molto venerato e alla quale si celebravano feste, dette
Hera.
[ol
un tempio
sul
Sapienti Sette
901]
si
rcT copa
dissero, in Grecia,
t4
del
loro
naggi
ogni
carattere,
per
la
somma
mattina,
pro-
rono
esperienza della vita, fui benefattori della sotradizione ci ha tramandato alcune sentenze come proprie di ciascuno
di essi: Pttaco di Mitilne:
La
gno
Essi
di stima e di rispetto.
si
radunavano nel
ve-
stibulum quando
non
era
ancora giorno cbiaro e, dopo aver dato nell'atrum il saluto mattutino al patro-
xaipv YvcoSi,
un
a poco a poco, si mut in cibo caldo e, al tempo dell'impero, divenne una di,
xpou ^lou, aspettare la fine della lunga vita [prima di lodare un uomo]; e l'altra: {xtjSev ayav, ne quid nimis, nulla pi del necessario ; Clebulo di
stribuzione in
denaro.
lo
Lindos [Eodi]:
cTTov,
[xsTpov api-
Quando
di
il
patrono usciva
la via di mezzo
;
casa,
essi
accompa-
la migliore
Perindro di
t
tcocv,
gnavano.
Corinto:
(jlsXstt)
l'e-
SAE.
sercizio
428
pu tutto
yyix.,
;
Talte
S'
di Milto:
ccTT),
Trap
fa garanzia, ti dap-
rappresentate cacce,
battaglie, scene.
trionfi
lotte,
a/ltre
Le pi antiche
[Caria]:
ol
ttXsi-
ODC, xoLxoi, i
.
pi sono catdi-
Sarcfago
voratore
=
che
carne,
divoori-
rare]
cMamavasi,
in
gine,
si
una
sepoltura ai re e ai sacerdoti.
Simili
consumare, 40 giorni, interamente ad eccezione il cadavere, dei denti. In senso pi esteso, si chiam poi sarcfago ogni altro sepolcro
in
di pietra.
la propriet di
casse
i
nevano
mmmie ,
ossia
cadaveri imbalsamati. La
mummia
Kell'Attica,
trovarono
te
tele
di
,^
lino
accollate
tombe scavate
che avevano,
insieme.
Le
un
I
coperchio.
ed erano
sarcofagi
cotta,
che
di-
avevano rappresentata
L'arte
si
serv
di
queste
429
grandi divinit del mondo sotterraneo. Magnifici era-
SAE
no
gli
ornati
del
collo
un'erba velenosa, la sola erba mortifera cbe si trovasse nell'isola, rca X0pio<;,
ma
simile all'apio,
a'ki-
cbe
cM
mummie
Sardnico
sono
riso
ornate
di
Omero
gU
altri,
dopo,
il
figure e di geroglifici.
chiamano
riso sardnico
[SapScvioc
[SapSwvtov YsXtoTa]
riso
yXt?] dicesi, com' noto, il riso beffardo, maligno e provocatore, non mosso da
non provocato
da
causa
xa-
ii.io(.c,
lo
inciti,
xal aTC
oc
ma
rivolto
in
segno
di
v%o^
disprezzo e di offesa.
Il Pais
Y)
TTa Ss
XsOpLO? CTsXtVCp
toi? tpa7CI
[i,sv
saTiv
s.[ji9pY)(;,
TsXsuTYjv
Xsyouaw.
T
ToTo>
Ot
Ss
"0{X7]p(;
xcd
Tcl
sul rogo,
7tlTa vOpWTCOl TV
memoria di
oSvl
molavano, sul rogo, vit-. time umane, le quali andavano al sacrifcio pronte e
ridenti,
Tca 7rpl
tlc, tctj-
y?
[Pausania, 'EXXSo?
TCp!,-;Qyffi.(;,
per forzato e convulso. Dal nome del dio Sardan o Sandan sarebbe dunque derivato, secondo il Pais, l'aggettivo sardnico cbe caratterizza questa specie di
riso.
di
un
riso
Sarne
Sarnico golfo
[sinus Saro-
Lungo
Boxq
nome
si
fa derivare da
un
e SapSvof;]
cresceva
SAR
430
sarebbe aianegato, mentre cacciava un cervo. Oltre alcune isole pi piccole, si trovavano in esso l'isola
di
Egna e di Salamina.
figlio
Sarpednte [Sarpdon]
di
Giove e di Europa, fratello di Minosse e di Eadamante. Venuto a contesa con Minosse per il regno, fuggi presso Olice, a cui
prest aiuto Contro i Licii. Giove gli concesse di vivere
Con questo nome i poeti indicarono l'Italia, perch, secondo la leggenda, quando Saturno fu sbalzato da Giove suo figlio, si ricover in Italia presso Giano,
re del Lazio, al quale inse-
Ebbe due
fratelli:
Hdes
[IsTet-
pagni di Dioniso, rappresentano la vita naturale, molle e licenziosa. Hanno la forma di un capro, cbe si va elevando e trasformando a figura umana, con una coda di capro o di cavallo. 'Non hanno alcuna
inclinazione
al
Be[C-
Dmetra
rere], fu la
Saturno [Saturnus,
cato
in
113]
passano
il
tempo
i
Eoma
mi-
ti greci.
le danze,
pagnia
attributi
deUe
piaceri, in ninfe.
i
comLoro
i
Quando
scacciato
Italia
da
si
erano
i
tirsi,
figlio [v.
Crono],
[che
vino, le coppe,
bicchieri.
il
chiam
quindi
Strapo
[satrpes] era
ti-
tura.
vincia.
Saturnali [Saturnala] feste, a B)Oma, in onore di Saturno, che cominciavano il 17 dicembre e duravano
7 giorni. [V. Saturno}.
deU'oro.
mi
cominciare
i
dal
17
di-
431
cui
si
SCE
rappresentavano
abbandonava ogni
la-
voro
scambievoli, e si ammettevano al convito gli schiavi, per significare ^be nel regno di Saturno non vi era
differenza di condizione.
non poteva essere visto se non dalla persona che si trovasse nella medesima branca. Erano naturalmente strette e scure, e spesso
servivano quindi
scondiglio.
come na-
Saxa
rubra,
presso
rupe
il
neU'B-
truria,
fumicello
che
il
popolo chiama[V.
Cremer, su la via. Flaminia: ivi i 300 Fabii, combattendo contro i Veienti [479 av. Cristo] trovarono eroicamente la morte, e
pi tardi
sto],
va Astiantte.
natte'].
Astia-
monte
scorre
[312
dopo
Cri-
neUa
pianura
Scala
bella
mane,
e di secondaria im-
Era detto anche Xanto per ,il suo colore biondo [^av6<; biontorio Sigo.
pian
piani
terreno,
superiori
mentre
erano adibiti per riporvi le provvigioni e per dormire. La gente povera, di solito, abitava in qualche cameretta
Scarpe, V. Calzature. Scettro [sceptrum] bastone a forma di asta, ornato di chiodetti di oro, che serrit del
strada,
ed erano, in geneAl-
mando.
Presso Omero, lo scettro
SCH
432
il
i
Presso
Bomani,
dei
esso fu
e,
distintivo
tardi,
re
pi
Schideio
lino
ombrelche,
dei
consoli.
fatto
in
modo
Quando
le
matrone
attiche
degli anticM,
tificare
suole iden-
con
Coreyra,
oggi
Corf.
Secondo Omero, l'isola era molto fertile, e aveva una sola citt e due buoni porti.
portato dalle
teci.
Ne
Per
Presso
la
Greci
[SouXoi]. La
dalo
Alcinoo era figlio di Kausitboo, discendente da Poseidone, il quale aveva condotto ivi
i
guerra
ed era
rite-
nuta una condizione di inferiorit, che aveva il suo fondamento giuridico nella natura stessa, perch, secondo un sentimento inti-
terre
ai
suoi
la
sudditi.
mamente
scienza
radicato nella
co-
Splendida
era
adorna con
dini,
i
popolare,
il
esiste'va
fra
una
il
differenza essenziale
greco e
barbaro.
pi belli alberi
costituzione
La
di
questo
stiene che
presentato come un re, coadiuvato dai personaggi pi alti, cbe formano il Consiglio,
su
barbari.
amicbevolmente
soprattutto Frigi,
433
Traci; i principali mercati di schiavi si tenevano a
SCH
Non avevano
vili,
diritti
politici,
n cinon pote-
Dlo, a Ohio, a Bisanzio, e non ne era priva neppure Atene. Lo schiavo era un possesso
reale del padrone,
il
vano
possedere,
ma
era
quale
pubbliche Il prezzo
era vario,
feste.
di
per non poteva ucciderlo senza una sentenza giudiziaria. L'uccisione di uno
schiavo era soggetta a
processOj e anche
il
un
attitudine al disimpegno delle faccende per cui era comprato. In Atene, gli
schiavi
mal-
trattamento cadeva, nei casi pi gravi, sotto una sanzione penale. Tuttavia il padrone che avesse ucciso uno schiavo era condannato soltanto a un'espiazione religiosa.
dia
mina valeva presso a poco 100 lire]; uno schiavo sopraintendente aUe miniere fu pagato da Moia un talento [circa 6000
l'Attica,
il
lire]. IJTel-
Lo
schia-
numero
degli
domandare
di esse-
Alcuni di
re
venduto a un altro padrone. In ogni modo, l'asprezza di questa dura' condizione di vita era, nel
al disbrigo
delle
il
fatto,
mitigata dall'educa-
uma-
nit degli Ateniesi. Gli schiavi, essendo privi di capacit legale, non. potevano presentare alcuna accusa, n fare nia avevano
schiavi,
ma
anche
il
citta-
come mezzo
deUa casa.
Altri schiavi servivano, fuo-
mezzo
della
tortura.
e leggende.
SOH
ri la
434
casa,
come operai
nelle
drone,
nirlo
il
con
Ti.^' ergastulum
erano
nna parte
col
lavoro al mulino,
stnnum, con le percosse con verghe o corregge, col marchio, con la crocifissione, con altre torture; ma per colpe che richiedevano pene maggiori, il giudizio
gistrati.
avevano diritti n pohtici n civili; non facevano parte dell'esercito, ma entravano nelle Coorti di vigili
[cohortes vigUurn] alle quali era affidata la guardia di
Eoma
vi
e dei sobborghi.
gli schia-
trono.
Presso
Romani
come
si
,
[servii.
Gli schiavi,
servitori
appar-
costume di assegnar
chiamavano tenevano, famuli, come propriet materiale, si dicevano mannei rapporti deUa cipa,
vita quotidiana erano detti
loro,
per ogni giorno o per ogni mese, una determinata quantit [demensum] di grano, fichi, ohve
e
aceto.
Vestivano,
come
tu-
'puri.
cittadini poveri,
una
Nei primi tempi, il padrone poteva vendere, porre aUa tortura e perfino uccidere lo schiavo, sul quale esercitava il diritto di propriet,
maggior numero
degli schiavi proveniva dalle GaEi, dalla Spagna, dalla Grecia, dall'Asia: erano molto ricercati gli Etopi.
come su una
cosa;
li-
ma
in seguito le leggi
La
mitarono
435
cola; in seguito, le grandi case ebbero schiere di schia-
SCI
vi
e
ivi\ e diveniva cosi liberto. [V. Libeno]. l^e primi tempi gli schiavi erano fedeli ai padroni,
di
verso
senso
non
come
ma
anche
affetto;
pi
ir-
tardi per
sentirono
vilUcus
della
[il
[l'amministratore
il
so ordirono ribellioni e
som-
villa]
dispensdtor
cassiere], i negotiatres [che trattavano gli affari nelle province per conto del
vano
,
che, nel
litto, si
ura tazza
terra
cotta o
di argento o di di legno di
cura
e
dei
lavori
della
materiali
casa,
alla
artistici
o
bi-
che
sopraintendevano
blioteca,
alla
galleria,
al
museo, o attendevano alla corrispondenza epistolare del padrone. In un grado pi basso stavano gli schiavi tenuti a scopo di di-
mostro ab-
aveva 3
e
file
di
vertimento
[gladiatori, mimi, funmboli, ecc.], e quelli cbe prestavano servizi pi umili nella casa, o accompagnavano il padrone quando usciva. Lo schiavo poteva ottenere la liberazione dalla sua condizione servile, mediante la manumisso [ved.
denti,
Abitava una nebrosa e inaccessibile, scavata in una rupe liscia, di cui la cima era avvolta in
oscure nubi,
labrese,
stretto
di
SOI to cui
436
stata
la felicit' di lui
Era
dimorava Cariddi. una bella ninfa del mare, ma poi da Circe da Amfitrite fu trasfor-
mata, per gelosia, in mostro, s che rimase con la forma di fanciulla nella parte superiore, mentre in
quella ta
inferiore
finiva
in
mare e
di
si
aggrapp
alla
nave
in
cin-
una coda
da cani
732-737].
di
pesce,
orribili
[XIII,
Minosse, per seguirlo a Cretaj ma mentre il padre, cbe era stato mutato in uno sparviero,
si
lanciava contro
di
lei,
essa fu trasformata in un
uccello marino, detto Ciris. Secondo un'altra tradizione, Minosse attacc SciUa alla poppa della sua nave, in pena del misfatto ch'ella
la
nefici
acque ove
il
Scilla
soleva fare
sta
bagno: quedi
aveva commesso, e
poi Sa-
vide
cos
munturium] rupe
ripida,
alta
di
Ulisse
la
Quando
se
[XIV, nave di
stretto,
74]. Ulis-
pass lo
sei
essa
ingoi
di lui.
dei
compagni
spinge nel mare daUa costa dei Brnti [Calabria], su la quale dimorava l'orribile mostro
si
che
Scilla.
6,
[V. Scilla'].
[Vili,
Scro [Scyrus] isola del mare Ego, a nord-est dell'Euba, rocciosa, ricca di capre e marmi variegati,
Quando
dove
erasi
rifugiato
Kso,
In
essa,
secondo una
tra-
Scilla, innamoratasi di Minosse, giunse a tradire il padre, dal cui capo svelse dal il capello purpureo,
perch
437
predetto che avrebbe trp-vata la morte sotto le mura di Troia. Da Deidamia, figlia di quel re, Licomde,
l'esercito
SCI
Una
striscia
di cuoio
era
suo
zio
materiLO,
Achille
ebbe il figlio Pirro, detto anche Keottlemo. Scirofrie [x anipof^pioC] festa in onore di Athna,
go
si
zontale; poi
in
Sciroforine [giugno-luglio].
In
moveva
si spiegava e staccava dal cilindro, si che le lettere, per la mutata loro disposizione, non avevano alcun nesso. L'ufficiale spartano a cui per-
veniva la
tala
striscia,
staccala
Elusi, dove si diceva che per la prima volta si fosse seminato il frumento nell'Attica. Kella processione,
le
dal
plicava
nello
stesso
modo
con
facilmente
scritto.
leggere
lo
Sczia
co [(Txtpov
p6i
[Scythia]
corrispon-
piarasole, 92-
protezione che si implorava dalla dea, contro l'arsura. Sctala [CTxuTaXT]] un basto-
deva aUa Eussia meridionale, fino aUa Eumenia, alla Crimea, al fiume Don; ma poi questa denominazione fu estesa a indicare
la regione pi vasta, verso nord e verso est, fino ai-
ne o
cialmente a Sparta
si scri-
vevano in
tani
cifre
gli
ordini
odierna
Siberia.
Il
paese,
che
si
trovavano in
indicare
lettera.
il
messaggio e la
Ogni
quali
non avevano n
fortezze,:
citt,
ma
vi-
SCO
438
carri,
casa;
che aveva tenuto in mano all'altro cantore, a traverso la mensa, s che la lira o ramo faceva dei salti tortuosi a traverso la tavola,
axXiov
il
Poich etimologicamente
vuol
ma
elle
corte.
i
dire
canto
Quando
Eomani,
dopo
tortuoso
[ffxoXt?
tor-
piego], riferire il
popolo,
di
esso
e
perde
nome
Sciti
cabolo a
la lira o
Secondo Ovidio [XV, 359360], una favola narrava elle le donne sctiche, ungendosi
veleno,
celli.
il
sa
al
passaggio
cantore.
dall'uno
all'altro
altri,
Secondo
si
dal
extemporaneo dei
[cxXiov]
Sclio
un
nell'improvvisare
la
sua
musicale.
di
scolii
del-
^Eccellenti
autori
vita pratica,
motti in-
gegnosi
iml'al-
un'osservazio-
ne
minato
il
illustrative
da
opere
la lira o
ramo
di mirto,
439
del testo, per ogni bisogno le scriveya e, di sodi
SCE,
no
cM
largli.
lito,
venivano accresciute da
nella cui
il
Appena
coloro
passava poi
propriet manoscritto.
La
gli
pratica
scolii
si
di
convitati.
al
XV
Gli
scolii
pi importanti,
gli
di cui
non conosciamo
si
autori,
riferiscono
spea Esio-
Eodio, ad Arato di a Meandro di Colofne, a Teocrito di Siracusa [fra i Greci], e a Plauto, a Terenzio, a Oralonio
Soli,
zio,
terribile
gigante,
il
dalla
terra.
Giove
a Persio [fra
Latini].
mut
nella Costellazione
Fra
nato
sono
notevoli specialmente:
[scolii
Do-
Probo
Servio
Terenzio], [scolii a
Virgilio].
poteva
Scpa [Scopa]
lo. Il
atlta tessa-
aver
lui,
nome
celleria imperiale,
di-
compenso convenuto; ma questi non volle dargli che la met, perch l'altra met doveva essergli pagata
dai Discuri, ai quali era
rivolta
vere era
met
dell'epincio.
Qualche tempo dopo, Simnide, mentre era a pranzo da Scopa, fu avvertito che due giovinetti, che era-
tizie
di libri
greci,
scritti
SOR
440
nerofumo
sulla
con
gommacon
in-
pergamena
appunti, minute],
per uso deUe scuole ecc., erano adoperate, cosi dai Greci come dai Eomani, tavolette
adoperava, invece
dello
stilo,
una penna
canna
di giunco
l
incerate
[tabellae],
di
[caZamws].
un
poteva cancellare con una spugna umida; ma, divenuto secco, bisognava
unite insieme.
interna
La
facciata
portava
di
spalmato
cera,
sulla
uno
strato
Scrivani
[scribae].
In Atene,
ogni magistrato aveva il suo scrivano assegnatogli dallo Stato o scelto a suo
grado. In generale,
gli scri-
Questo
era
appuntito
da
quale
servi-
vani appartenevano all'infima classe del popolo o erano presi fra gli schiavi. Di condizione molto pi
ragguardevole erano: lo scrivano addetto a ogni pritaincaricato
caricato
scritture
na; lo scrivano della ^ouXt], della custodia
Pi tavolette riunite si legavano con un nastro, in forma di libro, e prendevano il nome di dittici,
trittici,
inle
di
controllare
finanziarie
della
polttici
[StTCTuxa
dupUces,
TpiTCTuj^a
triplices, TroXTTTuxa
'mul-
pouX-!Q e, una volta in ogni pritania, rendere conto al popolo dei denari entrati
Stato;
lo
no due, tre o
pi.
Eoma,
gli scrivani
pub-
441
blici
In Atene, invece,
zione
era
scu
l'istru-
prestavano
ai
il
loro ser-
vizio
come
ri,
scribae
venivano insegnate da
versi
di-
nivano
a proprio piafare
i
maestri;
fanciulli
come solevano
soli,
i
con-
te, si
vani, scMavi
adoperavano il metodo del sillabario, con cui imparavano a leggere e a scrivere contemporaneamente. Molta importanza aveva lo
studio e l'apprendimento a
memoria
dei
poemi
di
Ome-
ro; si facevano studiare anche le favole di Esopo e le poesie di Simnide; generale era lo studio della
anche qualche
liberto.
Gli scrivani privati erano in parte mercenari, cbe prestavano servizio a cbiun-
ma
que li pagasse, in parte schiavi e liberti, che scrivevano soltanto per i loro
padroni,
o
primo
dei
maestro,
sofisti
si
scuola
tenendone
la
dei
pagare
retori, le lezioni,
che
facesse
fu Prota-
un
corso
[scri-
mine
Il
disegno fu un
solo
Scudo. V. Armi.
Scuole. Presso
limitava
della
cinio:
i
l'istruzione
ai
tempi
di Aristotile.
Presso
chi:
i
Eomani
vi furono
conoscenza
soltanto
sa-
maschi prendevano
trivis],
pevano leggere e
de [in
le ragazze
n
scu
--_;
442
niti
con
la
ferula
per
le
Da
regali in danaro, pi tardi fu assegnato ai maestri uno stipendio dallo Stato. I fanciulli, insieme con la lettura e la scrittura, impara-
mancanze pi Uevi, e col flagellum per le mancanze pi gravi. Alcuni maestri avevano uno stipendio elevatissimo: Lucio Apuleio guadagnava annualmente 400.000 sesterzi [circa 80.000
lire].
Le vacanze
turnali
[7
scolastiche ca-
ser-
dita,
come
antica,
ma
la geografa era
Quinqudtrus [v. ivi] e nel tempo deUe vendemmie. Quanto al materiale e agli strumenti che si adoperava-
poco curata^ in confronto dei Greci. Il primo a introdurre a Eoma lo studio deUa grammatica fu Cratte di
Scrit-
Scure
mile
[seciiris]
di
forma
dei
si-
quella
nostri
fa-
MUo
[CiHcia].
1 maestri
clie
In tempi antichi,
la scure
i
chiamavano
Uteratres;
con-
L'insegnamento
della
letsilla-
po
si
l'istituzione
blica,
fasci.
Secessine
prattutto da
Virgilio.
Im-
suo
citt.
allontanamento
daUa
greci.
La
e
i
disciplina
era
severa
La prima
ma,
si
443
sto e diede origine all'isti-
SEL
spal-
tuzione del tribunato della plebe; la 2 nel 449 av. Cristo, in seguito alla
gambe
rio,
In origine era fatta di avoin seguito di marmo e di metallo, adorna di fini lavori artistici.
IsTeUe
i
loro carica.
Secritas, personificazione
romana
sonale Stato.
capo
sostenuto
dalla
oc-
dea
della
mano
elli
destra, con
le
gli
di
Hiperine
splendore], e di
gambe
Sedia [sella]. I Eomani avevano una grande variet di sedie, cosi per la mateerano fatte, come per la forma. Spesso erano fabbricate di materia preria di cui
Secondo
Pllade.
altri
figlia
di
Bella
dea,
oro.
ziosa,
forma
della
un
le
cavalli, mini la
erano sostenute
da
un
cacciatore
quattro gambe incrociate, in modo da potersi piegare, in frma di libro. Sedia curMe [sella curlis]
la
sonno
monte
Ltmos
deva dal
ogni notte,
ella
sedia
per baciarlo.
mag-
Da Endimine
50 fighe.
ebbe
curli:
gli
consoli,
curli,
pretori,
edili
dittatore, cavalieri.
.
U maestro
dei
Selene
fu
identifi-
SEM
anclie
il
444
Endimine divenne
Semlia [proles]
Semle
certa.
Sementine [Sementinae] festa romana della seminaseminagione [sementis gione], che si celebrava in onore di Crere e di TUus,
Alcuni
avvicinano
protettrice
questo
me
nome
al lituano [ze-
Era figlia di Gdmo e fu amata da Giove. Hra, mossa perci a gelosia, preso l'aspetto della vecchia B-
giorni
nutrice di Semole, la indusse a chiedere a Giove che le si mostrasse in tutto il suo splendore, come soleva fare a Hra. Semle, tratta in inganno, si fece promettere questo da Gioroe,
tori, si
appendeva
l'ara-
ve;
ma non
il
avendo potuto
fulgore
della
sostenere
della
Semiramide
trice
fiamma deUa
ne
di
lui,
grande monar-
rita.
Mno.
daUa
Il fanciullo
Dioniso
[Bac-
Era
fgHa di Drceto,
co], dall'alvo
nutrita
chiuso nel fianco di Giove, donde uscito poi compiuto, fu fatto allevare da Ino
[fgUa di Cadmo], moglie di Atamnte. Ma quando Ino fuggi, per il delirio da cui
daUe colombe. Secondo Ovidio, pass gli ultimi anni della sua vita, trasforma-
di
anziani,
rap-
marito era stato preso per opera di Hera, Dioniso fu dato alle ninfe Msidi [ninfe di Nisa], nella Beozia
il
Stato.
Sparta,
dove era
det-
o nella Caria.
to yspouata [yspwv
vec-
445
cMo], era formato di 28 membri, che raggiungevano il numero di 30 coi due re, i quali Y avevano il voto. Essi dovevano aver superato l'et di 60 anni, ed
erano eletti a vita dal popolo, fra gli Spartiti, cio fra i discendenti da fami-
SEN
fncb stava in uf&cio, era esente dal servizio militare,
yspoucta potere dei re e dell'assemblea popolare, deliberava intorno alle leggi cbe dovevano essere presen-
glia nobile.
La
li-
mitava
il
seduta.
La
esaminava
le
zioni
dei
generali,
sorve-
sentenziava
sui
gliava
fino
l'amministrazione
grandi reati,
specialmente
dramme
gli
affari
il
il
po-
tre
tere della yspoucjia venne, a poco a poco, diminuendo. In Atene il Senato si chia-
pi
tribunali.
mava
per
pouXr),
il
Consiglio
==
tenevano tutti
i festivi;
il
eccellenza
[[ouXeuco
giorni, eccettuati
facilitare
ma, per
so
coril
dell' amministrazione,
passato
sero
i
30 anni e godesdiritti
civili.
pieni
ma
parte dell'anno, si riuniva ogni giorno per trattare i affari sotto un pubblici
presidente, tratto ogni giorno a sorte fra i 50, il quale
ma
ri-
Ogni membro,
presiedeva
anche
l'assem-
SEN
"blea
del
le
446
t prima al re, poi, durante la repubblica, ai consoli o ai tribuni consolari e, in as-
popolo
chiavi
sigillo
custoStato.
diva
poli
dell'Acrdi
il
Le
senza di questi, ai pretori: pi tardi anche ai tribuni della plebe. L'et minima per l'elezione a senatore,
tenevano nel
il
[SouXsut'^-
piov.
A Eoma
tus
[senex
Senato,
Eoma, n
snza
uscire dall'Italia,
ammise 300
i
cavalieri, si
che
permesso. Le adunanze del Senato si tenevano in un luogo consacrato dagli uguri \t6mplum]: dapprima nella Gura HostiUa, pi tardi neUa Gura lula e nei templi della
1000 e Augusto lo ridusse di nuovo a 600. Kel periodo dei primi re, per far parte del Senato, era necessario discendere da
famiglia patrizia [Patres] ma Servio Tullio e i primi
consoli vi
le
i
Calnde, le
lITne, le idi e
nominarono ansi
.
sempre
Il
e
i
Senatori insiePatres
[et]
me
si
dissero
Gonscripti.
alta
sull'ammini-
prima dal re e
dalle
dai consoli,
dai
tribuni
La
consolari, facolt
Senato spet-
importanti
che
si
riferi-
447
vano
Stato.
agli
SEN
dic ogni deliberazione del Senato.
interessi
dello
laticlvio
\latus
clavus],
che consisteva in una larga striscia di porpora clie scendeva sul davanti della tunica, dal collo
inferiore;
jfino
Per un sentus consultum si ricMedeva prima il numero di 100 senatori, poi di 150 e infine di 200.
Sentenza
all'orlo
nno
stivaletto
molto
regge, adorno, nel mezzo, di una mezza luna [lunula] d'avorio o d'argento; e nel teatro
E'eU'et
[sententia]. Nelle cause civili, la sentenza era sempre pronunziata oralmente, sebbene fosse stata prima dettata in iscritto. Allora la questione si riteneva definita [res iudicta],
irrevocabile,
non
sedevano
in
posti
il
nale superiore.
KeUa procedura
petuae
penale,
spettava
quale,
all'imperatore
il
giudici delle quaestines perfin da antica et, votavano per iscritto, con
come Prnceps
Se-
ndtus stabiliva le adunanze e puniva i negligenti. Sotto i buoni imperatori, il Senato conserv insieme
tavolette
demno} o un
liquet
ma
scellerati,
fu in
servile
mano
che un
di
ti-
[non
strumento
di voti,
rannia.
se
il
Sentus eonsltum era ogni decreto del Senato, che avesse pieno valore, mentre
ogni altra decisione dicevasi auGtortas Sentus. Ma,
in senso
va votato
, si
aveva
con
prove
pi
cMare
e sodisfacenti.
della sen-
pi generico, in-
La pubblicazione
SEP
tenza,
448
il
per lo pi con Ja
fecisse videtur , non fecisse vide-
forinola:
all'arconte un'accusa su la
separazione
l'altra
parte.
fin
Eoma,
fa-
tichissimo,
ceva dal pretore che presiedeva al processo o dal iudeoc Contro quaestionis. la sentenza non v'era luo-
completa
vorzio;
patrizi
[v.
libert
ma
della
matrimoni
confarreatw
in-
ivi}
erano ritenuti
go
fu
le
ad
cause
appello,
penali,
il
quale
introdotto,
anche
per
soltanto
commesso
dotto
il
nell'epoca
imperiale.
[di-
Separazione coniuciale
vortum,
-KTisyL^ic,].
essi.
Solo
matrimoni con-
In Atene il divorzio era molto comune. In caso di adulterio da parte della donna, il
divorzio era ordinato dalla
legge;
tratti
con
Erano
ma
si e,
aveva anche
specialmente
in altri casi
per
per legge i che potevano dar luogo al divorzio; anche le XII Tavole avevano norme
stabiliti
motivi
circa
il
divorzio,
ma
non
La
TTTrsfJL^'i.?
il
consisteva
sappiamo precisamente
quali fossero.
marito
ri-
mandava
senz'altro la
mo-
Ma, sebbene
se permesso,
il
tempi antichi,
nio
si
matrimo-
per
iscritto,
motivi.
Se
le
considerava cosi sacro, che solo nel caso di grave necessit si poteva
sciogliere.
Ma
in
seguito,
erano d'accordo, e non sorgeva questione su la dote, il divorzio si effettuava senz'altro. Se invece una deUe parti contestava la
legalit
decadenza dei costumi, subentr il capriccio aUe gravi ragioni prima richieste per il divorzio, e
la
con
passioni,
futili
disgusti
altri
della
separazione,
motivi bastarono
449
far contrarre
SEP
to ai caduti di
trimonio.
Siila
Cesare
ebbe ne
ba Su
si
l'altezza di
le rive
dell'Ellesponto,
Pompeo
cinque, Antonio
mogK
senza spefiglia
motivo, e TUia,
di Cicerone,
riti.
IsTel
periodo dell'impero le cose peggiorarono molto, e soltanto sotto gl'imperatoleggi sime limitarono l'antica
cristiani,
Aiace, Patroclo e di molti eroi greci omrici. Un'altra forma, anche molto antica, di sepolcro erano cavit e grotte naturali, o
ri
severisli-
quali cadaveri.
si
deponevano
la
Eicca di
tali sepolcri
oppure
agito,
fosi-
ima coUina
e,
col progre-
exi
o altra frase
si
mile.
Dopo,
divorzio
].
re
del
in
iscritto
us mandala formula
[ libellus
e di altre costruzioni,
di-
vorti
I sepolcri
erano
in costruzioni libere, in
sepol-
tombe
sfor-
mava
terra
la ^Necrpoli
[veicp?
da
giaccio].
e leggende.
SEP
rne.
450
Con
pelliva
lettile
anche
polcro rozze
greco:
semplici
e
es-
ricchezza
profusione
il
di
i
un
eroe,
la
tomba
pi notevoli,
aveva anche un
altare. Il
de di Cstio,
Augusto,
na, ecc.
il
il
la
pietra,
sottili
vano qualche
iscrizione e
il
nome
stele,
aUe
se-
erano le colonne
polcrali di
marmo
forma
coli edifci in
picdi capscolfi-
si
riponecine-
pella,
pite in
le
quali
si
deposisepol-
Una
cri
terza
forma di
sepol-
Sepoltura. V. Seplcri.
sulla
superfcie,
che
vennero
perfezionando,
di ordinare
sacri banchetti
monumenti
sepolcrali
vano
pi ragguardevoli, e indos-
Mausoleol.
savano
le
la toga praetexta.
Eoma, tombe, fatte sul modello di quelle etrusche, ebbero, nelle linee generali,
uno
sviluppo
non
451
dannato a nn pagamento, non lo eseguiva nel termine stabilito, o contro il
cittadino
di
SER
si
tori
facevano
{^misso
il
dare
il
permesso di sequestrarne le
sostanze
in bona].
[V, Liturgia].
Avvenuto
[^roscripto].
Dopo un
mrclii
suo
distretto.
apla
forme dell'asta pubblica, per mezzo di un soprastante alla vendita [magister auctinis] scelto dai creditori.
pigliarsi
cio
tutta
sostanza dell'accusato, e se
ci
ri-
correre
in
s^oXt]?,
Fino al momento
dell'ag-
seguito
stessa
alla
quale,
il
condannato
la
somma,
giudicazione, .il proprietario dei beni poteva offrire il pagamento del prezzo
dell'asta; altrimenti i
re dello
Stato. Se il condannato non pagava neppure lo Stato, diveniva un oiTi\xoq cio perdeva i suoi
diritti.
beni
al
venivano
aggiudicati
Serapo
con cui
[Serapeum]
si
indicava
nome un tem-
famoso
di
Alessandria
quale,
al
nel
tempo
di
dei
circa
oppure quando qualcuno, condannato dal giudice a pagare una data somma, non avesse sodisfatto,
entro
30 giorni,
i
il
credi-
da Cesare.
SER
452
[Serpis]
Serpide
dio egi-
ziano delle anime dei defunti, invocato come dio delle malattie e della mor-
struzioni
di
fabbricati,
lavoravano nelle miniere, nelle cave di pietre, ecc. La loro condizione era molto migliore di quella degli scbiavi privati, percb po-
Kero, DaU'Egitto, U culto di Serapide pass in Grecia, e poi in Roma. Serlfo [Seriphos] isola delle Cicladi ove, secondo la leggenda, Danae e Perseo sarebbero approdati, dopo essere
stati
la
statua
del
dio.
ottenevano
la
Sestrzio
[sestertius].
Vedi
il
era
6o
il
cMusi
in
una
Serpentrio. Y. Costellazioni. Servi, V. Schiavi. Servi pubblici erano gli scMavi appartenenti aUo Stato romano o a una colonia o a un municipio, dal quale erano stati comprati, per essere adibiti a pub-
Eu
[agosto]
Ancbe i pridi guerra, cbe non gionieri erano stati mai messi in
blici
servizi.
peratore Cesare Augusto. Sette a Tebe. V. Guerra dei Sette a Tebe. Sette Sapienti. V. Sapienti Settmulio [Septimulius]
familiare di Caio Gracco,
si
ii
vendita
dallo
ed
erano
tenuti
Essi servivano
tempU, attendevano
alla cu-
indurre a quale staccare dal cadavere dell'amico ucciso la testa, f accettare per essa una somma di denaro. Sferistrio [spbaeristerum' sala o altro spazio desti
lasci
463
nato alla palla e ad altri
esercizi
SIB
ria
grandezza
potenza
eser-
ginnastici
[o'9aLpa
per
sia
U commercio che
non mancava
Sfinge
[Sphinx]
elle
la
strozza-
triee [ac^i-^yc ==
strozzo]
il
un
mostro
corpo petto e il capo di donzella. Dimorava sopra una rupe, presso Tebe, nella Beozia, e uccideva clii non indovinava il suo enigma: Ghe cosa che ba voce, e la mattina va con quattro
di leone alato,
aveva
Minore, fino a raggiungere una popolazione di 100.000 abitanti, a esercitare il suo dominio su 25 citt, e a mettere in campo, contro la vicina Cotrne, 300.000 uomini; ma tanta
floridezza
ma
il
potente
alla
nome
di Sibarita.
Cristo, fu
com-
piedi,
a mezzogiorno con due, a sera con tre? . Edipo spieg l'enigma: disse cbe
il
si
pletamente distrutta, in una guerra contro Cotrone; nel 443 av. Cristo, i discendenti dei Sibariti, insieme con un gran numero di coloni
ateniesi,
ai
quali
si
sole
sue
distrutta
citt
Sibari,
una
nuova
chiamata Turi
democratica
era
sua
madre].
La
grande floridezza. ISTel 204 av. Cristo, durante la seconda guerra punica, Annibale distrusse la citt, e fece trasportare a Cotrone una parte dei nuovi
abitanti.
ISl
Eo-
SIB
454
ivi
J
Tarquinio
il
mani condussero
colonia
col
una
Co-
Superbo avedalla
Sibilla
nome
di
va comprati Oumana.
Un
giorno essa
si
present
mano; ma
pi tardi
and
al re e gli propose,
ad
alto
di nove
mutare in colore
i
di
am-
nove
libri,
domand
al re
bra e di oro
Sibilla
capelli.
Cumna
XIV,
maea,
rimasti.
ritenne
dove
sacro
si
ad Apollo Smintbo, cbe trovavasi a Cuma della Trade. Essa possedeva una rac-
comprare, al medesimo prezzo, gli ultimi tre libri che erano rimasti. Imlesse
pressionato
billa,
il
re della
al
teSi-
colta
Sibillini],
richiesto
tre
libri
prezzo che
alle
sconosciuta
aveva
Prisco
offerto
Tarquinio Tarquinio il
le
sottratti
Superbo,
ad
altissimo
prezzo.
La fama
ordinaria
dava una
stra-
veccMezza, sicch a Eoma si soleva augurarsi gli anni della Sibilla. Essa diede a Enea il vaticinio, prima cbe questi scendesse nell'Averno.
billa,
in
i
Tivoli,
scritti
l'
in
latino,
quali,
il
^er
Anii
SibiUini libri [bbri Slbyllini] erano i tre libri di profezie che il re Tarquinio Prisco
ne e per
Tevere, erano
stati portati
a Eoma; e
455
Marcii
tino.
stiani,
SIC
[carmina
Marcia-
ebbero
una
certa
fede.
Sica
libri
si
[Sica] ninfa
amata da
In questi
di
credeva
mata
Sicrio
le]
in fico [cjx^
[sicarus]
[sica
fico].
chiamavasi
l'assassino
e,
pugnail
Quando, nell'84 av. Cristo, furono distrutti da un incendio, se ne form una nuova raccolta, dalle massime che erano generalmente note, e da Augusto
in poi, questi libri furono conservati in due stipi di oro, sotto la base della
pio
col-
secondo
le
Tavole, il giudizio spettava al popolo; Siila istitu un tribunale proprio per i delitti di omicidio
[quaestio perpetra de
sicaris]: ai liberi era
Xn
le leggi del-
com-
La
minata
la
pena
dell'esilio,
un
2 al
indi,
collegio
di
sacerdoti:
tempo
da
Sicho [Sychaeus]
ricchissi-
Siila e
da Augusto,
mo
portati
cris
a 15,
duumviri,
Tiro.
magii
men-
libri
un
sacrifcio.
grave
avvenimento, per conoscere la volont degli dei, e sapere quali espiazioni dei
furono, per lungo tempo, tenute in gran conto e, anche nei tempi cri-
'
SID
456
di
^J
varie
fico,
9aivto
frumento,
miele.
di di
mostro].
Pi tardi, quando in Atene crebbe la smania dei proquesto nome indic che minacciava di una falsa accusa una percessi,
colui
ma
Sidne [Sidon] antica citt della Fenicia, ben fortificata e munita di due porti. Ai tempi di Omero, era gi molto importante per il commercio e per le arti, e aveva molte colonie lungo
le coste del
Silno [Silnus]
o di
si
figlio di
Pane
Hermes
e di
vecchio
stiro,
calvo,
col
naso schiacciato e col corpo tondo come un otre. Egli continuamente ubbriaco
e,
suoi
tenuti
Sicjo
migliori velieri.
Ama
il
per anche
la
musica e
canto, saggio
e disprezza
Quando
co,
si
si
lesponto.
corone di fiori e obbligarlo a predire il futuro. AUe sue cure fu affidato Bacco bambino.
dei
brava
bre
Saturnali, il 21 e il 22 dicem-
cele-
Attributi
di
Sileno
il
sono:
[sigilla
gurine].
Ai
l'otre di vino,
l'asino,
il
tirso,
bicchiere, la corona
e talvolta una In seguito, si impantra. maginarono parecchi SUeni e si ritenne loro padre un
di
dera
presentavano fantocci o di. Si distribuivano anche in dono candele di cera dipinte a vari colori, focacce
mato papposilnus.
Slici
[ai'Kkoi']
componimenti
di
carattere
457
SN
Uno
silici
formata di 60 cittadini, ed
era divisa in
sintelie di
cia-
ma
dei
li-
non
ci
rimangono
ch,e
Smonta
[Simis, XIII, 324] fumiceUo cbe scaturiva dal monte Ida, scorreva nella pianura di Troia e si con-
giungeva
dro.
con
lo
Scamanera,
quali allontana
il
lupo come
campestri,
h.a
Simpsio
presso
i
[cru[jL7C<itov]
ama
cra
la
musica ed
siringa;
sa-
la
ma, come
Fauno
permetteva
la
di fanciulle cbe
compagnia danzavano
dove
egli
al)ita,
e cantavano,
sieme,
Tvaic,
talvolta
[cuv
il
in-
bere].
Sinfonaci
frutta, e veniva
musica,
llsTelle
case
rappresentato come un vecvigoroso e gio. In suo onore si celebrava una festa delle messi in au-
dei ricchi
Eomani
essi suo-
tunno, e
latte
gli
si
offrivano
delle
le
primizie
nando, divertivano il padrone durante il pranzo. Con questo nome s'indicava anche la compagnia di musicanti che, a bordo
della
frutta.
nave, dava
il
segno
Simmorie
[(jufjtrfxopiaL]
cMale .20
mavansi, in Atene,
erano
tando o suonando il motivo navale [xsXucr[i.a] oppure dava segnali o trasmetteva comandi a suono di
,
rarcbia.
SIN
458
[Sipylus]
Spilo
catena
di
monti
neUa
Lidia,
sulla
la
sua
cima di due
cini, vi
pini vile
Sirne
le
attaccava
gambe
piao)
brucio],
le
da Sirms
prima posizionella
o meglio,
una radice
membra.
su la costa occiden
astu-
per consiglio di Ulisse, finse di essere fuggito dal campo Acbo, e riferi ai Troiani
vano a rovina
naviganti
cbe
il
stato
offerto
come dono a
Pl-
lade Atena.
Quando il cavallo fu introdotto a Troia, egli neUa notte apri i fianchi del cavallo, e permise ai cavalieri
dal
tempo
degli Ales-
Sintesi
leggera ed
Parthnope, Leucosia,
Thelxiepa,
Liga, oppure
Mlpe, Aglaophme.
va
nali,
Un
che esse sarebbero vissute fin che un marinaio fosse riuscito a passar oltre, senza lasciarsi attrarre dal loro
canto; e la tradizione narra
che
si
precipitarono
nel
ritenuta
cosa
turpe.
mare e divennero
scogli,
459
fece
sia
le
si
quando giunse UKsse, che turare con cera gli oreocM dei compagni, mentre
egli
si
amore,
avvicin per
dio del
e,
l'albero
maestro della nave; quando pass' Orfeo con gli Argonuti, il quale cant
Ovidio [V, 551564], esse ottennero la forma di uccelli, per poter lungo il mare andare in
Le
sorelle
la
mu-
Secondo
cerca
tarono in canna palustre. Pane, come raggiunse la fanciulla cerc di abbracciarla, ma si accorse di avere stretto un fascio di
v'era
un
una
delle Sirene;
a Ka-
canne palustri. Agitate dal vento esse emettevano flebili lamenti e il dio allora, per avere con s la fanciulla anche cosi trasformata, ne scelse sette di
varia grandezza
tele
e,
congiunla
Siringa [Syrinx, I, 690-712] era una niade dell'Arcadia, figlia del fiume Ladne,
la
siringa musicale
Sirmine
citt,
[Sirmo] lago
di
piccola
letta
Garda
quello dei
Numi.
Seguace di Diana, si era data come lei alla caccia, e vestiva come la dea sino a rendersi simile a lei nell'aspetto: aveva l'arco per fatto di corno, mentre quello della dea era di oro.
Chiamasi, anche oggi, Sirmine, ed celebre per la villa che vi aveva Catullo e che il poeta celebra in un suo carme.
[lacus Bencus'].
colle
molto pericolosi per i banchi di sabbia mobile che, trasportata da uragani, seppelliva spesso
scelli.
uomini e va-
'~^
SIS
-^ 460
il
ne
zie
Creta le spese deUe sissierano sostenute dallo Stato; a Sparta ogni com-
un medimmo
mezzo
di
Varie sono
si
un
Le
di
Egina. Un'altra favola narrava che, quando la Morte, per comando di Giove, voleva
sissizie avevano lo scopo mantenere fra i cittadini, neUa vita quotidiana, la comunanza che avevano
condurlo all'Hdes,
incaten, e
egli la
da allora non
moriva pi nessuno, finch Ares la liber. Sisifo fu condannato per tutto ci a sospingere su la cima di
un monte un
rotolava
sasso,
il
quale si che
specialmente
la
e aceto.
ban-
Le
comuni
(ylxoc,
sieme,
Grecia.
frugali
[cTv
insi
cibo] che
i
tenevano presso
Erano
[a
Dori, in semplici e
si
di Licurgo. Vi prendeva parte ogni spartano che fosse giunto al 20^ anno
Sparta
chia-
mavano
9!,8iTLa
[9tSo[i.a(.
risparmio].
sorveglianza
dei
pole-
461
Sistro.
cali.
SC
V.
Strumenti
musi-
naggi ragguardevoli U mantenimento a pubblicbe spese per tutta la vita, e si continuava in eredit ai loro discendenti.
Sitlla
cMamaYasi un vaso
corpacciuto, a gola stretta, clie si adoperava nei comizi romani per tirarne
fuori
i
Sifofilaei
[(yiT09ijXax<;]
era-
nomi
delle centurie
di legno vi si gettavano
il
ogni [dieci per la citt e cinque per il porto del Pireo], i quali ave-
eletti
dentro, e
di
vaso
si
empiva
alle
poteva
dita
una per
volta,
esercitavano
Tov
==
l'usura
[crt-
doveva essere
era
il
=
so-
frumento,
(puXaCTcrco
sorveglio].
[aiTvjaK;]
Cbersonso
trcico
delle
loro
fun-
va
il
basciatori
ai
Smilace [Smilax, IV, 283] una fanciulla mutata poi nella pianta omnima: una
specie di edera spinosa.
tributare
onore.
Il
un
particolare
era
Smnto [Smintheus,
Os?,
Sfitv-
vitto
nel Pritaneo
tenuto
re,
del
Scco
[soccus]
ancbe meno
degne. Talvolta
SOF
462
Snno e ne ricorda
cipali:
Sofonba [Sophoniba, S090Asdrbale cartaginese. Quando Asdrbale, sconftto da Scipione, fu ospite di Sifce, re della INumidia occidentale, riusci a trarlo in suo favore dall'alleanza che egli aveva fatta coi Bomani, danvt^a]
figlia
tre prinFo-
di
Morfo,
oelo,
btore.
Solrio [orologio
Orologio.
solare]. V.
Sole
[Sol] il dio del sole, fi. glio del titano Hiperine e della titna
Thia
[in Gre-
cia
dogli
in
isposa
la
figlia,
fratello della
luna [Selne]
[Hos].
Di
dal
dell'aurora
un
spi-
Eomani. Quanfu
e
do
dai
Siface
sconftto
fuoco,
discende,
ad
e
fatto
prigioniero
Oirta
occidente,
nell'Oceano,
Eomani
da Massinis.
sa, Massinissa, per sottrarre ai Eomani Sofoniba, la fece sua sposa. Ma poi-
per
tornare
poi
cb Scipione voleva cbe si consegnasse a lui come prigioniera di guerra Sofoniba, essa per non cadere
in
Oriente,
ove
possiede
7
uno
splendido
palazzo.
IsTella Sicilia
aveva
man-
in
mano
degli
il
odiati nestessa
veleno.
la
cbe
dre di buoi e 7 greggi di pecore, di 50 capi di bestiame ciascuna [raffigurazione dell'anno solare, clie
Sofoniba.
[V.
Sofoniba].
del
i
anticamente constava di
7 e
50
Sogno
[somnium] la persogno.
sogni disu la via dell'H-
sonifcazione
Secondo Omero,
morano
des,
nerato
le
figlie
Fetsa
secondo
figli
Esiodo
essi
sono
dalle
della
Wotte, sefigli
Lampzia, da Perside ebbe Cete e Circe, da Olymne ebbe Fetnte. [V. Fetonte].
nere,
della
Da
il
Terra.
Ovidio
633]
li
cbiama
onniveggente
della
463
luce,
li
SOL
detto perci
Febo
il
1* HsvTOLXoaioyL^Hiwoi quelcbe possedevano una rendita annuale di 500 mdimni di grano, o 500 me-
ammali
mente
i
bianchii,
cavalli.
specialsi
trti
di olio
KeU'isola di
Eodi
500
li
dramme
o di vino, o di argento.
meno 300
nuale.
Ammone,
bico, v'
nel
deserto
Li-
una fonte
3 ZsuytTat, coloro che ne possedevano almeno 200. 4 YJTE?, quelli che avevano una rendita annuale inferiore.
Di queste 4
i
classi,
soltanto
Solne [Solon]
il
grande
le-
cittadini della 1
potevano
nobile
tridi,
stirpe
degli
il
Eupa-
640 av. nominato arconte Cristo, nel 594 av. Cristo, Liber dai debiti i poveri cbe non potevano pagarli, con la
sua celebre crsiaxQsia, liberazione dai debiti [ado
scuoto, libero, cxyQoc, peso], e nella fusione delle
nato verso
pubblica,
diritto
intervenire
al-
l'assemblea
monete abbandon
pione
di
il
cam-
Bgna
adott
creava i chiedeva loro ragione del proprio operato. Quanto al servizio mihtare, la cavalleria era formata da cittadini delle prime
due
quantit
di
argento
cbe
di grave
prima
niarne
si
glievano
classi;
73.
se servivano soltanto
come
quattro classi.
SON
464
Sonno
[Somnus,
il
XI,
592-
sonno: 615] della Kotte, nato nel fgUo medesimo parto col dio
dio
del
della
morte
il
varot;,
col
sot-
quale abita
mondo
ai
confini
occidentrasfe-
dell'Oceano; pi tardi
quale fu consultato da
rifor-
la
rita
sua
dimora fu
Baia
e Cuma. Il sonno abita in una grotta oscura e silenziosa, elle non ba n porte, n custode: in mezzo alla grotta, si erge un sofice letto di bano, su cui, sdraiato,
poi brigante, fin che, fatto prigioniero dai Eomani, fu destinato a fare il gladia-
il
Nume
a
lui
fuggla-
ali
compagni
ve, assistito
dio, iden-
da Crxo e
da
Sorno [Sornus]
tificato di solito
lo,
giungere un esercito
di
te Soratte,
neU'Etruria. I
suoi
sacerdoti
[Hirpi
Co-
ponto, Turi.
camminavano, a piedi nucarboni ardenti. di, sopra Sorti [sortes] erano una spei
Enomo cadde
in
una
batro-
da
divinazione, cbe si faceva estraendo alcuni dadi, su cui erano incisi certi
cie
di
segni,
il
cui
significato
si
'";
465
SO,
SPE
che
aveva assunto
il
vit,
Ilti.
form
la classe degli
dell'e-
[V. Iloti}.
coi
Specchio
specchio
tallo:
[speciilum].
era fatto
di
Lo
mee
migliori
compagni.
di
una lega
rame
di stagno.
Ye
n'erano pic-
disseminare], sono
rieri
armati
dalle
clie
i guerspunta-
rono
zolle,
quando
i
coli, adoperati dalle donne per la loro toeletta, di forma per lo pi rotonda o ovale, e grandi, che si appendevano alla parete o erano incastrati in un te-
laio,
recati
fonte
per
at-
il
bisogno.
lo spione in
tingervi acqua. Gli Sparti, venuti a guerra fra loro, si uccisero tutti,
di
Specultor: era
ad eccezione
[l'uo-
cinque:
Echone
morte o mutilato.
dell'impero,
gli
mo mo
IsTell'et
nato dalla
'Pelro
[il
[il
gigante}, Ipernore
citore}
.
vin-
al
servizio
della
per-
sona dell'imperatore, e nel campo servivano come soldati d'ordinanza e cacciatori imperiali.
La
loro
arma
era la lancia.
Spergiuro
spergiuro
Perici
non
vano
e
il
la
libert
personale
il
diritto
deUa propriet
del
suolo, conservarono
nome
di
Lacedmoni.
nizione.
SPE
la
466
o
al
vestibolo
della
sua
Eoma,
lo
spergim"o
si
fosse venduta.
espiava con
tori: i
sacrifizi espia-
Le
spoglie cbe
mano
toglieva al
nirono,
come
i
delitti di lesa
giuramenti maest, dati davanti ai giudici, e gli imperatori cristiani inflissero allo spergiuro la pena dell'infamia: ma, di solito,
falsi
no
spoglie
opime
opmal.
lo
spergiuro
era
ab-
pro-
che
bandonato
faceva tra
futuri spo-
na
l'annata
riale,
nell'et
impedei
alla
prosperit
matrimoni.
In
Eoma
aveva pareccM
Lo sposo domandava: sponde me? [mi dai promessa di matrimonio?], e la sposa rispondeva: spondeo [s]. La sposa allora riceveva in dono daUo sposo un anello, cbe contraccambiava con un altro dono.
Gli
In Grecia, veniva rappresentata poeticamente come una figura giovanile, snella, dal passo leggiero, con una lunga veste: aveva neUa destra un fiore o una spiga o una coppa e, con la sisollevava nistra, la veste.
un
s
cbe la
mancanza
aUa
Matrimonio'].
un
po'
vano
leggi,
ordini,
delibedel
Spglie
il
[spola] la preda, e
le
specialmente
guerriero
al
armi, cbe
toglie-
popolo.
romano
nella
si
indi-
va
Il alle
nemico
le
bat-
taglia.
generale
pareti
appendeva
modo
di
un tempio
esposte al pubblico le
tenze di condanna contro
467
il
STA
persone assenti.
Stdio [stadum] era il luogo dove si eseguivano le gare di corsa senza carri e senza
cavalli:
mendico
[Ulisse],
perch
meno lungo
meno
ampio dell'ippdromo, aveva la lunghezza ordinaria m. 180, di 600 piedi, misura che si diceva stada Ercole per lo bilita stadio di Olimpia. Oltre a questo, erano famosi, in Grecia, gli stadii di Laodi-
quello starnuto indicava chiaramente che il fato dei Proci era ormai maturo. ISel III nbro, cap. 1 del-
VAnbasi di Senofonte, si narra che, mentre Senofonte parlava alle schiere, un soldato starnut. Ci fu
interpretato
come un
in
lieto
e,
ringraziasacri-
mento, fu offerto un
al dio.
]S*eIl'epitalmio ciulle spartane
Starnuto
[sternumentum]. Secondo la favola, lo starnuto fu il primo segno di vita che dette l'uomo formato da Promteo. Quando egli ebbe composto il
corpo umano, gU avvicin scintilla di fuoco che
rapito
[Teocrito,
V.
Idyll.
XVIII,
la
16-17] lo sposo salutato fortunato , perch, a] suo venire in Sparta, starnut fausto Genio.
aveva
[Zsu
awcyov].
Ma, a parte la favola, certo che rimonta a tempi antichissimi il costume di accogliere lo
K meno conmne
sto
a
di
Eoma.
ISTel
con
[cap.
starnuto
come
Eumolpo
te!
bet ].
IJJel
disse:
Saluiu-
[salver
Gitna
'^eWOdissea
[lib.
XVII,
v.
XLV
Carme
di Catul-
rallegrandosene
come
di lie-
STA
468^
Statre
arresta
[Stator]
[sisto
colui
che
arresto]
star-
attributo di Giove.
Quando Komolo,
glia,
in batta-
quando Acme gli confessa elle amore non meno ardente per lui infiamma
il
no
che
e
li
alla fuga,
preg Giove
i Eomani mentre fug-
figlio
rincorasse
assistesse
di
Venere ripete
il
fausto
starnuto
nem.
Plinio
ci
avvenimento, Eomolo
Statre, statua
il.
ha
tramandato
saes-
la frase lutare
,
sternumentis
un tempio a Giove
e
gli
tanto doveva
dedic
una
sere
comune
che
rappresentava
dio
nella
nella
dovere
sociale,
anche
SteUine
era
il
un
ga per la
Cicerne,
in cerca
Seneca, Apuleio,
uno starnuto.
Pare
che
si
Persfone rada Plutone, beveva pita una bevanda che una vecchia cortese, alla quale ella
della
flgUa
quest'uso
sia
anti-
si
chissimo
Gregorio Magno, in occasione della peste che devast l'Italia [anno 590],
aveva offerta. In pena dell'insulto, la dea butt in viso la bevanda al ragazzo imprudente e lo mut in una lucertola [gle
co],
li
sul
469
Steneba [Steneboea]
di tragici la
figlia
i
STI
l'arte
Augia
i
di
concimare
pongono in luogo
nella
a Sterclio.
di
di
Anta,
leggenda
[V. Belle-
Strope
I.
Bellerofonte.
Una
[V.
rofonte'].
Fleiadi'].
II.
FigKa di Cfeo, re di
riceve
il
nome
di
Sthenehoeius.
Ee
di
Ligm-ia,
il
cui
un
tro
figlio
Giono fu trasformato
in cigno.
II. Figlio di
Oapano e
di
pelli della
Evdne, uno
ISTella
capo
Gorgone, ch'egli avuto da Athna chiuso in un'urna, con la prescrizione che lo tenesse
aveva
Diomede.
III. Figlio
tre
di Perseo e di
volte
innalzato
al
di
sopra gli mura, Argivi fossero mossi all'assalto: in tal modo Tegea
delle
se
sarebbe
stata
salva.
Cosi
Cefeo
di Troia.
Era
o-
riundo dalla Tracia o dall'Arcadia, e aveva una voce cosi poderosa, che ri-
il
suonava
come
quella
di
50 uomini, uniti insieme. Entrato in gara con Hermes, nella forza del grido, trov la morte. Sterclio [Sterculus]
nit
alla
aborro] fiume dell'Averno per eccellenza: anticamente era il solo fiume dell'Averne;
fiume
pi tardi se ne aggiunsero
altri:
l'Acheronte,
il
il
il
Fle-
divi-
getnte,
Oocito,
v.
Lte.
romana cbe presiedeva concimazione dei campi: si diceva figlio di Funo. Secondo la leggenda. Ercole, che aveva appreso da
[Per l'etimologia,
sotto il
nome
dei
singoli
fiumi}.
me
gli
di pronunciano
il
STI
470
infrangibile. persona, Stige la
delle
figlie
giuraineiito
Come
pi famosa
di
mo
perficie
della
cera
stessa,
ramo
Lo
stilo,
con
parola
di
Arcadia
scaturendo
si
da
for-
leva riporsi in
un
astuccio
mava un
che
le
bacino:
credeva
che
si
rum
theca.
Stimflide [SthymphUs, V,
585] di Stimfalo. [V. Stimfalo].
da
ci
deriv
il
nome
di fiume infernale.
Stgio [Stygus, I, 189] dello Stige; il fiume che, con la sua corrente, abbraccia tutto l'Averno.
Stimfalo [Stymphalus,
(poikoc,]
IItu[,-
citt
lago
del-
vano
mostruosi uccelli
di
Secondo
rapina
Stigma:
marchio su la fronte, che si soleva imprimere per pena o perch si riconoscesse che il bolera
il
uno
viso
pi
tardi,
lo
nelle
cavalieri]
al
giorno.
mani
Stilo
e su le orecchie.
[stilus]
strumento
antichi, le
471
nel 406 te dalla trib, av. Cristo, nella guerra contro
si
STB.
ma
della
per
SlttX^].
una
ta del
muro
a
il
paga,
la
leggi cbe
dovevano essere
conoscenza
del
portate
pubblico.
Famoso
era,
in
mensile.
Atene,
Pecle [cTTo
tcoi-
Ogni
assi al
soldato
prendeva
[v.
girno
assi
Monete]; il dopnelle
pio
rio]:
[10
per legionaL'imperadei
cbe si trovava nelryop, ornato con pitture a fresco del celebre PoUgnto, in cui erano rapxiXt)],
et
tore
Augusto
stabil 2
preto-
battaglia di Madistruzione di
Sta
[crro]
era,
in Grecia,
La
ma
poi
rumore
ornamento
piazze.
Stla
[stola]
Era
sollevato
di
libertine e le meretrici
un posto comodo per passeggio e per tenere, senza essere disturbati, discorsi e discussioni intorno a questioni
tiche.
scientifclie
La
ch.e
poli-
nelle
di
Minerva..
Strade.
zie
i
La forma pi semplice della stoa era data da un colonnato da una parte, e dal muro dall'altra; ma in seguito s'innalz un doppio
colonnato,
l'altra
stricavano le strade.
Il
co-
dall'una e dal-
STB
feste
472
comuni a pi
si
Stati
amici: pi tardi
sero,
aggiunle
Cortona,
naturalmente,
di
ra-
gioni
commercio
partiva
di
traffico.
Da Atene
una
tutta
tevano in comunicazione la
capitale con
i
porti Elusi,
Mgara,
cela
e,
File,
con
Tebe, Bediramazioni
transpadana per vari rami, dei quali uno- giungeva fino a Costantinopoli.
Un'altra Via Aemlia continuava la via Cssia: da Arezzo, a Firenze, a Bologna.
Fra
Via
Aurlia,
da
Eoma
dei Greci, le
quali
nel
e
tempo
della
dell'ImpeLi-
guria
GaUia
ISTar-
strada
Cadice,
aUo
stretto
Via Appia,
sore
Gibilterra.
nel
andava da
Eoma
Essa a Capua;
Eoma Eoma
ad
ma
la-
Stratego
[crTaTTjy?]
il
co-
mandante supremo
dell'e-
Dopo
ciascuna delle 10
filai
[(pu-
473
Xai]
STE
e tutti
no in campo e
per giorno.
alterna-
Sirfadi [Strophdes, XIII, 709] sono due isolette [oggi Strivah] nel mare Joni, a occidente della costa deUa Messnia: erano la sede delle Arpie.
clie
Turono dette
cosi,
Eomani solevano
regalarsi
volgo] dall'in-
In
molto
navigo], per-
L'imperatore Augusto, al capo d'anno, riceveva dal popolo romano un regalo d'oro: consuetudine elle si continu anche dagK imperatori seguenti:
d'oro.
certo
esisteva
al
tempo
rio,
di Arcdio e di
Ono-
credeva che un tempo fossero andate galleggiando sul mare. Strumenti musicali. Ein dall'antichit vi erano strumenti musicali a corda e a fiato. Gli strumenti a corda erano, nell'antichit, suonati
ch
con
le
raschiatoio
talvolta
con
cui,
dopo
il
detergeva
e dalla polvere e,
dopo
il
si adoperava, per batter le corde, una piccola penna di legno o di avorio o di metallo, che si
Tpov].
Era fatto
osso
di
di
metallo,
di
Le forme fondamentali
gli
ricurva, di cuc-
La
[tubulatiol,
raschiatoio
pelle.
strizzava
daUa
STE
474
i
Orfeo, Muso,
Tmiri. La
La
Gli
strumenti
si
fiato
se-
semiovale,
fatta
di
[auXot]
distinguono,
lamine di legno, di
condo
maggiore,
era
prolungata
be
Il
[a.'kKi-Y'^zQ].
da due bracci cavi, i quali, almeno alla base, avevano la medesima grossezza della cassa. La forma di questa cassa armonica sar
stata, presso a poco, nostra quella della tarra.
flauto
[auX?]
consiste-
vibrazioni
come
chi-
Talvolta le canne
si
flauto; esso si
nome
golo].
[rpiycovov
trian-
La
cassa armonica
ma
di-
mile
flauti.
era rivolta in
su. Le corde, fissate con bottoncini su la cassa, erano tese e avvolte intorno
te in
scente,
formavano
la
zam-
al
to,
braccio
dello
strumenfra
le
che
poggiava
gambe
pogna [crupty^]. [V. Siringa]. La tromba era uno strumento a fiato, formato da una sola canna, che gi andava sempre ingrossan-
475
do:
SUB
in
esso
si
soffiava
a
in
un
La musica degli strumenti a corda dicevasi citar dica, quella degli strumenti a
fiato
conosce-
va un organo ad acqua, inventato da Otesibio: conteneva sette tubi, parte di bronzo, parte di canna, nei quali, per mezzo deU'acqua, si mettevano in movimento le colonne dell'aria
e
cosi
si
aultica.
pr ducevano
oppure
di
metallo,
i
unite
suoni.
dall'uno dei
una cerniera;
Stupro [stuprum] azione immorale compiuta contro fanciulle e donne oneste. La lex lua de adulteris
puniva
confisca
lo
nei
cimbali
stupro
con
la
due piatti metallici di forma emisferica, elle si battevano l'un contro l'altro; il tamburo o
timpano
[-rfZTTavov],
deUa
met
delle
e con
un
lar-
go cerchio di legno o di metallo, su cui era tesa una pelle: il cerchio aveva
attaccati campanelli o piastrine per accrescere il ru-
Suda
so
i
Suadla
la
era, pres-
Eomani,
dea deUa
persuasione [suado
more; il sistro [aziarpov], formato da un manico, a cui era attaccato un corpo armonico di bronzo o di
metallo prezioso [un telaio in forma ovale o di una
lira], il
tTho},
Subcula
interna
donne
pra
romane portavano
quale era attraversato da bastoncini di metallo, mobli e ripiegati all'estremit, perch non potessero uscire dal telaio nel
Suburra
ma,
il
rione che
il
de tra
SUD
della citt,
476
con un mercato
per
Dida estese
tutti
i
la
lex
OrcMa a
cittadini
Italia;
fama.
romani abitanti in
se
Sudrio [sudarum] una pezzuola che serviva per asciugarsi il sudore e faceva, in generale, le stesse funzioni di un nostro fazzo-
per
banchetti ordin
e per
i
unla
lex
Cornelia
una
il
da Sudatrio
letto
tasca.
comune
cibi
[sudatorium] la stanza pi calda per sudare, in uno stabilimento di bagni: era riscaldata per mezzo di tubi disposti sotto il
vesti
l'uso
Sumpturiae
che a
leges, le leggi
Eoma
mirarono a
le spese sfrenate,
Le pi antiche sono
la
leoo
senza effetto.
Numae
spese
rali,
che
esagerate
le
Durante l'impero,
col
de-
tenute
Ma
del
la
tuara,
Appa
zioni
imperiali
cercassero
215 av. Cristo, che mirava a porre un freno al lusso delle matrone. Altre leggi mirarono a impedire l'esagerazione deUe spese nelle mense. Cosi la
tese
porvi
sc
le
un
freno,
non
gli
si riue
a impedire
abusi
e di
si
un
toro
al
OrcMa,
si
riferiva
al
[taurus] che
offriva,
Trionfo].
^=i
477
Suppellttili.
STJP
V.
Utensili.
Si
Supplicati: era una pubblica preghiera solenne, cbe si faceva agli di in occasione
di
qualche
felice
grande
o
fu-
avvenimento
Supplzio
pitale.
[supplicium]
era
razione e di rendimento di
grazie.
l'esecuzione della
pena ca-
In senso pi particolare, la parola indicava il solenne rendimento di grazie agli di, che il Senato decretava
per
allo
i
Quando
nunziava
il
tribunale
la
prosentenza della
grandi Stato da
servigi
resi
un
generale
e,
pena di morte, vi si dava subito esecuzione. Ma avendo il Senato presa una deliberazione con molta
fretta, ai
dal suo
esercito
spe-
cialmente, per
in
qualche
splendida vittoria.
nome
ringraziamento agli di. La supplicatw durava dapprima un giorno, ma poi sali a 20 e anche a 40, a 50 giorni, nei quali il
daUa sentenza; pi
termine fu
questo
fino
tardi, esteso
a trenta giorni.
Ad
spargeva per i templi e cappelle. In occasione di grandi pericoli, si teneva una propopolo
si
pri-
diversi
effet-
tuava
della
davanti
citt,
ma-
pubblico
banditore
al
se-
e spesso
i
anche
con-
tadini e
di
popoli confinanti.
La processione, composta
persone per lo pi incoronate, girava per la citt.
copriva
il
capo e
si inflig-
geva un
certo
numero
di
TAB
478
teva essere, con concessio-
recideva
ne
speciale,
restituito
ai
Tablla
[tabella]
era
una
mata
veva da taccuino, e si adoperava ancbe per scrivere una lettera, una dicliiarazione di
debito,
Tabrna:
in cui
giani
i
dicevasi la bottega
mercanti e
gli arti-
vndevano
le
loro
un testamento, un
protocollo ecc.
Col nome di tabella, si indicava la tavoletta con cui si dava il voto nei comizi
e nei tribunali.
merci o i lavori delle proprie mani. Il nome indica che dapprima queste botte-
ta-
vevano
ne
ecc.
i
un portatore
il
di lettere, or-
nel Foro.
Avevano
i
taber-
dinariamente uno schiavo, quale faceva recapitare le lettere del suo padrone.
librai,
osti, i
I mercanti e
giani
vendevano
le
loro
l'ufficio
della
merci o i loro lavori, in banchi formati da assi sporgenti dalle case o in volte
che appartenevano
della casa stessa.
all'area
dispacci cbe portavano si trasmettevano fra il governo e i magistrati. Tabelline [tabello] era uno scrivano cbe sedeva sul
i
Poich
sate
aUe
lo
case,
spa,zio
restringe-
vano
deUe
vie,
TAF
sent
il
Taberncolo
era la
li
[tal)ernaciiliim]
Per
foedera,
si
stabili
sul
al-
ntus
sciti
si
consulta
plebi-
pali
caviccliie.
pio
di
Dopo
l'in-
Negli
accampamenti
era
d'in-
verno
le altre
cendio del Campidoglio [83 av. Cristo], Q. Lutzio Ctulo fece costruire
un
ap-
con paglia.
posito edif^zio per l'archivio di Stato, dietro al tempio di Saturno, cbe si cbia-
cui
il
m
e
si
assai tarda.
veva,
custodiva
libri,
do-
bularum
vi
Gaesaris.
trum e
erano
nelle
quelli
mucitt:
varie
giose,
come
e,
uguri
in generale,
i
Tabulrium
Eomani,
le si
loro ar-
Tabtdrius
l'et
liere e il
si
chiamava, nelil
imperiale,
cancel-
sentus
con-
ma
quando
do-
Tafisso [Tacpiaacjc] giogaia di monti nella Lcride e nell'EtUa, ricca anche oggi di fonti sulfuree, le quali.
TAG
480
Hymenaeus,
dai tempi di
il
quale,
sin
Eomolo,
ve-
da
elle
yI fossero
sepolti
Tagte
[Tages,
Si
XV,
maestro
etrusca.
della
553-559] divinazione
che,
niva invocato nelle nozze, quando, giunto il corteo nuziale alla casa dello sposo, la
narrava
una
mentre
nome
solco
nn
in Etruria, balzasse sn dal terreno Tagete, in aspetto di fanciullo, ma dotato della scienza di un
vecchio. Alle grida di Tarconte, accorsero gli Etruschi, ai quali Tagete insegn l'arte divinatoria, e poi
sul pavimento. Pare per che questo nome indichi il lanificio delle donne, perch la sposa, entrata in
in
necchio e
un
fuso col
fila-
Tagline
mori nel medesimo giorno. [tallo] pena o venequivalente al danno, che fu permessa negli antichi tempi di
detta privata,
to, simbolo del lavoro della mater famiUas, che era anche significato dal passare della sposa su la pelle della
pecora,
distesa
sul
pavi-
mento.
Plutarco
nelle
lasso
infatti
si
dice
che
nozze
canta Tal'ap-
per indicare
di Bin-
Argonuti. Spos Lysmache, dalla quale ebbe i fgH Adrasto, Parthnope, Prnace, Mecisto, Aristmacho ed Enfile.
quando s'introduce
Talari
accanto
[talus'\.
Una
delle
ta che
Sabine,
avendo
ra-
pita
una
fanciulla
bellis-
dio
romano
delle noz-
ze,
corrispondente al greco
to-
481
glierla
--
TAM
loro,
rispondevano:
Tlo
la
Poich
Talassio
il
madre,
sorella di
Dedalo,
numerosa e
sio
nome
dicendo poi che era caduto per caso. Ma PUade, trasform il giovinetto in pernice.
come misura
di valore,
una
un
somma
di danaro, in origine
andava
im cavicchio.
Era stato
Tala [Thalia]
delle
home
di
di
nove Muse e
una una
[V.
Muse
che
e
di
e Grazie].
Talsie
si
[OoeXijcrial
festa
celebrava
neUa Grecia,
in onore
di Dioniso
dato in dono a Minosse o a Europa da Zeus o da Efesto, e custodiva l'isola di Creta, correndo tre volte al giorno, intorno all'isola: se vedeva avvicinare uno straniero, diveniva arroventato e lo abbracciandolo. uccideva,
Quando
gli
Argonuti giun-
largiti
agli
uomini.
chia-
sero a Creta,
Medea
lo fece
Tallfori
[0aXXo<ppoi]
cessione, in
una
freccia.
0a(z.-
Tmira [Tham^as,
pa(;]
ramo, pepo
porto].
e leggende.
r^~-
TM
482
Thnatos
col
Sonno
abi-
Muse,
ma
essendo stato
superato da esse, fu sottoposto, secondo le condizioni della sfida, alla pena che le Muse vollero impor-
tano nel mond' sotterraneo. Essi sono stati generati dalla Kotte, che K ha
procreati da se stessa; ma, mentre il Sonno gira tranquillo sulla terra e giova
come punizione della sua temerit. Perde la vista, la voce, e dimentic l'arte di suonare la lira:
gli,
pass cos infelicemente i suoi ultimi anni e, secondo una favola, la sua anima pass poi nel corpo di
usignuolo.
come
il
Son-
un
come
fl,ac-
che hanno
le
Tmiri [Tam^ris]
gli Sciti,
regina destessa
clie
la
Tnaquil moglie
di Tarqui-
Olimpia, era raffigurata la Kotte, che teneva in braccio un fanciullo nero [Thnatos], e
nos,
il
Sonno].
avrebbe
ottenuta
la
signoria di
Eoma.
Quando Tarquinio, cbe era divenuto infatti re di Eoma, fu ucciso, essa riusc, con la sua prudenza, a procacciare il trono al suo
genero,
Eu
padre d Pleo
di
Mobe.
Favorito prima dagli di, quali lo invitarono a banchetto con loro, egli comi
Servio
Tullio.
la perso-
Tnatos [vaTO?]
presso
i
nificazione della
Greci.
morte,
con-
[sottrasse agli di
da
Giodi
mano
483
il
TAB
figlio
silo
punito nell'inferno,
immerso nell'acqua
fno al
Secondo una leggenda, Tras, nato da Poseidone [^Nettuno] e da una ninfa indigena, fu il fondatore
mento, questa si ritirava quando egli piegava il capo per bere, e avendo pendenti sul capo frutta dolcissime d'un albero, quealzava i suoi rami sto quando egli levava le braccia
mar
per spiccarle.
samente presso
deU'ItaUa meridionale,
posta sul golfo omonimo, a sud del monte ulon, a occidente della foce del Galso
mato
tre
Tras
L'appari-
zione di
egn
un
Tara.
Da
Polibio
['IcTopioci]
ap-
edific
ivi
prendiamo cbe la maggior parte chiamava Eurta il fiume Galso, dal fiume omonimo che scorre presso
Sparta. KaTscTTpocTOTcSsuas
['Av-
(c
Tras
Tpavra Ss tv
cpac!.
N[j.<p73(;
Ho
asiScovc;
xal
TzcdBcc
stcl^oslvat.
pia?
LTzb
Be TOU
7]pc
TsG^vai
-r
Ss
'zoZc,
TzXtiaxoiQ Ttpoarayo-
psufjisvov
EpcTav, oq
s^^st
NIA,
*EXXSo?
7cspf;^Y'^crt,(;,
t%
lib.
X, cap.
Tauknitz, Lipsia].
cap. .33,
ediz.
Pi tardi
crificava a
egli,
mentre
sa-
Poseidone presper
La
che,
citt
ha un'altitudine
quante
il
ri-
pera
cerche
facessero,
ca-
^
V
^i^:.^
TAR
484
procreare
gini: di
i figli il
qui
loro
con le vernome.
dal dio.
Partitemi,
si
quali, secon-
do l'una e
ne,
l'altra tradizio-
ribellarono:
ma,
sco-
guerre Messeniclie.
congiura, fu loro ordinato che uscissero da Sparta, e permesso che fondassero fuori una colonia, sotto la condotta di Pa-
perta la
lante.
((
spartani,
ritorio,
Tpavxa Ss
7C6)xt.Grav
[ih)
AaxsSatfxviot
olxiaTric, Se
30].
I Partbnii erano
Ilti,
i
figli
degli
Falnto, prima di partire dalla patria, consult l'oracolo di Delfo, dal quale ebbe in risposta che avrel)-
messnica, non presero parte alla guerra [come ritiene Antioco di Siracusa]; figli
bero abitato
Satiri e Tae
al
spartani, col permesso dei cittadini di Sparta [secondo foro di Cuma]. Gli
Toiy.y\-
UYJfxa
.
'laTrYSCCT
Teubner].
conquistata
Messene.
Ma, perch non mancassero i cittadini, avevano ordinata ai giovani, rimasti a guardia della citt e non stretti da giuramento, di
Dopo molte
di
Taranto;
ma non
riu-
485
TAB
grembo
nome
lo
[nome conservato fino ad oggi], ove allora sorgeva una citt omonima, e pnre
era fortemente scoraggiato,
percli
sibile
tre
essa, triste e pensosa per le gravi traversie e i dolori del marito, cercava
aveva indicata,
cui egli
di confortarlo, presa da intensa commozione, scoppi in pianto dirotto, che inond il capo di Ealnto.
.
circa il
tempo in
aveva
predetto
limpido e sereno
gli
si
[tc'
rincorati
comdi
a'0pa]
fosse
rove-
pagni, giunse
ricca
la
notte
la
seguente,
presso le
mura
Taranto,
maggiore e pi
e l'assoggett.
nuova
colonia.
yp
(^ikoyvccvcc
o'ixoTsv] TOC T
ccXXa
<;
9poveiTo, .xal
cOsfxsvT]
ax'zyic,
...
tou vSp?
T7]v xscpaXvjv,
utt svoia?
xal
Saxpuaai
vatxl,
TKx.piara.xa.i
opdcTT]
t^ yuTou vSp? ?
X, cap. IQo,
30].
Stanco
forto,
pieno di sconla persuasione che dal cielo senza nuvole non poteva cader la pioggia, aveva posato il capo sul
e
per
TS
St]
TV]?
yp
Atttj
TAE
STTIOUCTY)
- 486
VUXtI TpKVXa TCV elXe t^sytcrrQV xal
Papppwv
XcTcrT]
TTXscov
lib.
[PausANIA,
IlapOsviaL
'K[i^(xyxsq
sic
op.
cit.,
X, cap.
10,
AsX^o?,
ttXslv
T(x.c,
XP'^^^'^'^
'Aapov
30].
ze,
'IxcOdoLV
^supv-
Ss
Ta-
fondazione
L'oracolo
Taranto. Delfo aveva ordinato ai Parthnii di navigare alla volta d'ItaHa, e aveva predetto che
.di>
di
ISpij.
Gccadoci.
S,
tqv
7roTa[i.v
l^supov,
xal
xara
r/ji;
TivoQ
piVEOu
TcXvjaiov
GaXaTTvji;
tts^uxto?
tcov
o-^-kz-
Xov
VTQV,
Tt(;
sOscavro xaTax5(U[x"^
ri<;
TCLTpytv
xa0i[xvo<;
yfzxzro
r/j?
pro
[Tpyo;;]
mento
^BaXaTTT]?.
T(;
Lvat,
etto-
Avendo
so
essi,
dopo
lunga
un
piantata
mare
e
[il
un
che dal ceppo della pianta si protendeva fino a bagnare la sua estremit opposta nel mare, credettero avverato l'oracolo [l'anfibologia della predizione dell'oracolo derivata dall'affinit
Ma
Falnto,
un mito
[cpaXaxpi;
cal-
fonetica
di
= =
Tpyoc;
capro,
tralcio]
con
e,
mTpayo^; presso il
bianchezza e lo splendore del mare. Il nome Taranto deriv alla citt da Tras , fiume omonimo che le scorleggia
la
il
487
re daccanto.
fatti
TAR
Tras
e
in-
Sotto
n governo
il
di Archita
[TAPOAS
TA-
[V
to
Taran-
POAS
messpico] significa:
[
raggiunse
maggiore
tem-
mare, marina
tarati
sviluppo e splendore.
cor-
La
pli,
di
Sotto
il
dominio di Faln-
menti,
tfafB,ci
statue, di di monete;
monuaveva
fu ingrandita e, to, la citt nella maggior parte, rifatgrande splendore a cui aveva portata la citt, egK, veta.
e relazioni coromer-
il
che con le altre regioni d'Italia, con la Grecia, con l'Africa, con l'Iciali, oltre
nuto in odio ai suoi Parthenii, fu espulso da Taranto e, ritiratosi a Brindisi, vi mori di dolore. I
Partlienii
della rocca, di fossati, aveva mura, un esercito di 30.000 fanti, 3000 cavalieri, e una flotta
stria.
Munita
di
"Ofxc?
S' IxTTsorvTa
arv
imponente. Taranto era allora la pi forte deUe repubbliche consorelle e stava a capo della federazione
delle
citt
[OXavGov]
ex tou Tpav-
greche:
aveva
insomma
Ili).
[SteABOVI, cap. 3,
282].
Pare che Taranto, prima della venuta di Palante, si reggesse a monarcliia: Erodoto infatti ricorda
deUa
citt, costruita
una
un
re
porto], s'in-
mezzo
di
mura
della
e di fosse,
citt.
dal resto
La
repubblica e stratego, carica cbe, non ostante il divieto deUa legge, gli fu
no
seo
il
foro,
il
teatro,
il
mu-
ed una strada
detta
TAE
488
Erano
cos
frequenti
gli
la lingua di terra;
da questa
ne
corso
Per la riccliezza del suo commercio e deUe sue industrie, Taranto pot per
lungo tempo la supremazia di Eoma, ma vi soggiacque nel 272
av.
Cristo, quando Pirro, dopo la guerra tarentina,
Durante
difendersi dal-
il dominio dei EoTaranto conserv la mani, lingua e i costumi greci, continu a coniare monete,
meno queUe
a vivere con
sotto
il
di argento,
le
sue
leggi,
torn in Grecia. Nella seconda guerra punica Annibale la conquist, ma la cittadella rimase
in potere dei Eomani. Kel 209 av. Cristo, questi la
ripresero e vendettero come scMavi 30.000 tarentini.
Tarentmum
Virgilio
foedus,
Orazio,
vi fu condotta
una
colo-
che vi si recava spesso col suo mulo scodato [Sat., I, 6, vv. 104-106], per godere?
il
[colonia Neptuna]; Taranto allora si risollev in brevissimo tempo e, col commercio e con
la
nia
romana
sorriso
di
meraviglioso lembo
questo di ter-
navigazione,
si
si
procur
i
ra [Odi, II, 6a, vv. 10-12]. Sotto l'impero di Kerone ebbe un'altra colonia di
veterani.
grandi ricchezze.
tadini
Ma
cit-
abbandonarono
ai
Vi
citt
lasciva,
Bacco, Cesare, di Venere, Minerva, Giunone, Diana, della Pace, dlia Vittoria. Splendidi anche per magnificenza e sontuosit era-
489
no
il
TAE,
Ginnasio elegantissiil
mo,
circo
foro,
il
teatro,
il
venne due grandi colonne doriche, che rimontano ai tempi pi remoti dell'arcMtettura greca. Scoperse inoltre alcune tombe tarentine
e cocci di vasi
giudicata
inespu-
dal fondo
dell'Impero di occidente, Taranto, dal dominio di Eoma, pass alla dipendenza di Costantinopoli.
caduta
grigio e giallognolo, su cui erano tracciate, a tinta fosca, alcune semplici decorazioni geometriche, e rinvenne inoltre altri vasi ru-
Lo stemmia
ranto
civico
di Tal'eroe
rappresenta
la
d'importazione,
le relazioni
ra
l'ipostasi di
o,
[Nettuno]
IJiTettuno.
commerciali che
Taranto
aveva
con
l'O-
mare Jonio.
Taranto coni monete proprie e ne ebbe di tipi svariati e numerosi, a traverso
i
che
scarsissime
povere
antichit in Taranto,
si
competenza di forte
stu-
lunghi e vari periodi della sua storia. Le pi antiche rappresentano un uomo nudo [Tras] a cavallo di un delfino,
una
conchiglia, simbolo
terrecotte
figu-
che
di
allude
i
alle
corse
erano
Tarentini appassionati, o al
cui
-_>
TAE,
lo Pizio, elle si soleva
490
met-
di Delfo,
condo
perta
e la leggenda
TAPAS.
rappresenle
Altre
monete
Tras con
mezzo
cole.
del
porpora cane di
pei
Er-
tano
mani
Alcune
uomo
da Ercole, e chiamata
ci
per-
Eraclea.
un
flore e
neUa
Virgilio cole il
denomina da
Er-
goKo
di
Taranto:
un
tetracordo [una
Hinc sinus
est
E erculei, si vera
|
lira
fama, Tarenti
cernitur
l'iscrizione
TAPAS.
mano
un
le
Secondo
il
Mommsen,
dedicate in Alti.
esse rappresentava
Una di un giofrecce,
vane che,
uccideva
(c
con
le
dopo. furono molti e svariati altri tipi di monete che rappresentavano: Taras con una conchiglia o con un polipo o con un delfino o con un granchio
o con
nome
il
leone
ISTemo.
'EttI S
Ma
vi
[v
T^
"Atsi]
'Hpatv
xKiorjQ
yufxvol,
SiJt
sdlv vSptdcvTE?
TjXtxiav,
Ttcci^sq
HpaxXa, xal
fxou tco
Hpa[Paucap.
xXel tv XsovTa,
sania, op.
Tapocvrlivo?
))
un
pesce;
v07]xev 'iTTTcoTtov
elmo
cit.,
lib.
V,
25-54].
Un uomo
ignudo, con
un
lana
ric-
ta-
zioni, e
una
conchiglia,
gi un
In
altre
monete
effigiata
la testa di
491
TAB.
precise, molti tratti di testi greci e latini riferentisi a
figura di
un cavallo un cavaliere.
e la
questa citt, nei quali mi sono imbattuto nella mia ricerca per queste brevi note, rivolte a illustrare ai
nostri
giovani,
cos
neUa
una
testa irradiata
dal
fol-
sole, e al
rovescio
una
gore con
l'iscrizione
TAeffi-
del del-
Perch non si pu disconoscere che la raccolta delle notizie che ci stata tra-
del tirso,
del cornu-
mandata
dagli studiosi
di
copia,
tridente,
del
tripode,
testa
di
del
del
di
dell'ancora,
cadco,
cavallo, lune.
della
dell'idra,
due
volesse
le fila sparse di
questa rete
ghermita
l'ancora e
il
fulmine.
orme
degli antichi
scritti,
Kumi
al riflesso
della
cri-
tica storica.
ranto.
Del
di
resto,'
ricMami
elle
si
fre-
quentissimi
lianno
Questo compito credo posessere molto agevolato e reso pi spedito dalle numerose indicazioni che sono riuscito a raccogliere. I Parthenii, non essendo
sa
stati
tanza
la
superba
flori-
riconosciuti nei
loro
Spartani,
quando
dalla
questi
tornarono
si
Kessenia,
ribella-
tare
qui,
con indicazioni
TAB
492
avrebbe condotto
bene, op.
di di
cit., lib.
Cretesi
[Stra-
in queste contrade.
30, n. 279].
VI, cap.
la
La
Floridezza
filosofa
di
Taranto
Pitagrica,
Archi-
ta;
Tolomeo
y7)crt(;]
[TsoYpacpixri
vcpr]-
VE,
cap.
10,
n.
261-
fo
di
TapavTLVfp xXtcw]
no
queste
[lib.
KpTCv
-Kokiq, OlSptOV,
MsTaTCVTlOV,
sono poi vinti da essi con gravissime perdite. [Erodoto, 'IcTTopiai, lib. VII, cap. 170. Dietsch-Kallenberg, ediz. Teubner]. Taranto e la leggenda
di
cit.,
Tpa?
12.
Kobbe,
nitz].
Bicchezza di Taranto; grande importanza del suo porto. [Polibio, op. cit, lib.
Arine.
[Erodoto, op.
X,
Ub.
cap.
1,
rimanda,
restituisce
Le popolazioni contro
le
ma
ranto,
erano
Cretsi
che,
che
era-
no
stati
presi
prigionieri
penisola.
Questi
Ma
essi
non
una donna
cretese,
il
quale
493
Tarentijii.
lib.
nuntiat,
est
TAE
litatum
praeterea auctorihus diis,
[Erodoto, of.
cit.,
egregie:
ut videtis,
ad rem gerendam
pigie
contro
li).
Tarentini.
[Diodoro
0^X7),
Siculo,
BipXio-
Wakeln,
Teubner].
ArcMdamo,
tini,
contro
citt
[Dionigi
mase
cit.,
le
op.
cit.,
citt federate
della
Sicilia
contro Agtocle.
Siculo,
op.
cit.,
Tarentini
l'esercito di
Antigono con-
Eo-
tro
Eumene. [Diodoro
accampamen-
presi
i
contro
Lucani, sotto la
tano
ma.
[Livio,
lib.
d'Alicarnasso,
nel
data
questa ambasceria, che sembr audace e superba, il console Papirio ri Auspicia secunda spose:
esse,
lit.
sfacciataggine
che,
turpe
Tarentini,
pullarius,
volgare
per
insulto
TAE.
agli
494
ambasciatori
romani,
scrisse in latino la 2
i
deca,
'Attlvtov
S'
aTcov
[gli
eie;
ambasciatori
T6v
romani] cpsaTTjxTCOv v T^
crTCspfjioXYO?
7ca-
supplementi a tutte le lacune della storia di T. Livio, e la continuazione di essa dal 168 av.. Cristo, anno a cui giunge l'opera di Livio a noi pervenuta, fino
ai
avGpw-
tempi di Augusto.
yia?
-^
esplicitamente
Scurra
sacra
quile-
xxpvjTO TrpOCTTjYopssTO
tXt],
[JL(7T(;
Ko-
dam
FJiilonides
TCCTcrpsLf;,
vacTup(j,VO(;
ttjv
II,
7Tpt,poX7]V,
xal
ax^llJiaTtCTa?
auTv
Ty]v
ic, al'crx^<7'^ov
^Gvivai,
Mtone,
per
oS XysG'Oai TrpsTCOuaav
va dissuadere
si
dall'invitare
[Dionigi d'Ali-
carnasso,
XYII,
rona
conducendo
seco
di
a una innominabile lordura, cbe rUnide butt sulle toghe degli ambasciatori ro-
XVII,
cap.
130-140].
mani
[t7)v
oS
liyeaxcx.i
lib.
al 18;
dall'I"
XVHI,
contro
cap.
al 270].
I
ro
Tarentini invitano
i
Pir-
Eomani.
lib.
[Po-
libio,
'IcTTopta,,
Vili,
dotto
studioso
il
del
sese-
cap.
ediz.
240,
Biittner-Wobst,
colo
pe-
La
Taranto,
richae
di
altre
fonti,
coll'aiuto
di Pirro, re del-
495
l'Epiro,
l'esercito
TAR
a Taranto
e,
combatt contro
dopo
SII, XIII,
lib.
XXIV,
i
i
cap. 20O].
Eomani:
TaTa[Li-
guerra punica,
bio,
tradi[Poli-
vincitori,
affonda-
mento di Filmeno
op.
cit.,
no
vio,
le
navi nemicbe.
cit.,
lib.
Vili,
op.
lib.
XXVII,
cap. 390].
Ma
Persio,
occupa
cit,
la citt.
lib.
[Polibio,
Livio,
che
i
op.
Vili,
cap.
della
presidio
29O-30O].
sorprese
cbe
Bomlcare,
capo
erano
strage.
usciti
per
flotta cartaginese,
tenta inaiuto
ai
dersi di frumento, e
[Livio, op.
provvene fece
lib.
vano
di.
recare
cit.,
T:;rentini contro i
[Polibio,
Eomani.
lib.
XXVn,
Ub.
cap. 390].
l'as-
op.
cit,
X,
cap. 10].
II
XXVII,
cap. 150].
aveva
preso
daUa passione della sorella di un soldato che militava nell'esercito romano, abbandona la guardia del posto, e rende agevole a Pabio Massimo l'entrata a
Taranto.
lib.
Pabio Massimo espugna Taranto e la toglie al dominio di Annibale. [Livio, op. cit, nb. XXVII,
cap. 16]. Cinque nobili giovani tarentini, fatti prigionieri,
[Livio,
op.
cit.,
XXVII,
cap. 150].
parte nella battaglia del Trasimeno, parte a Canne, memori deUa cordialit usata loro
li
Bopo
i
la battaglia di
Tarentini,
ad Annibale,
il
quale
altri
percb
essi
banno
in-
XXII,
cap. 610].
Annibale
si
avvicina
con
TAR
ferire
496
l'amicizia
di
Anni-
romano.
[Livio, op.
cit.,
lib.
cap. 130]. Gli ostaggi tarentini presso i Eomani, per opera del
XXIV,
[Li-
lib.
XXY,
alla
di
Boma; ma,
"uattuti
cit.,
lib.
XXV,
XXV,
cap., 150].
cap. 7]. Tredici giovani tarentini, a capo dei quali erano Mcne
Vili,
ai
accordi
Eomani
modo
mano.
[Livio, op.
cit.,
lib.
XXV,
Mcne
XXVII,
Senato. [Livio, op. cit., Kb. cap. 210 e 25o]. Taranto presa ed abbat-
un
cia,
hb.
milizie,
[Livio,
op.
cit.,
h.
XXV,
cap. 160].
ri-
La
rocca di Taranto
Claudio, sono
cit., lib.
mandate
of-
tenuta inespugnabile da
Annibale.
lib.
[Livio,
op.
cit.,
XXVII,
XXV,
cap. Ilo].
in-
Taranto nella
nibalica.
(iaixY)
[Appiano,
lib.
"loTTopioc,
VII)
mano,
l'esercito
497
lernis
|
TAE
Invidet uvis
V. 140, 200].
di
Filopmene.
[Odi,
[Livio, op.
cit., lib.
XXXV,
II, 6^,
cap. 280-200].
A
il
la
28, V. 29].
JSfunc
mihi curto
\
Ire
licei
mulo mi,
|
si libet,
usque
Dulce
I
pellitis
ovibus Gaet
\
laesi.
Flumen
.
regnata
Pia-
petam Laconi.
lanto
Mura
II,
6,
{Odi,
w.
10-12].
Taranto un porto delizioso, e Orazio vi gode tutto il sorriso di questo stupendo lembo d'Italia. lUe terrarum miii praeter omnes Angulus ridet ,
<(
\
Tarentum, Mantica cui lumbos onere ulceret atque eques armos . [Sai. I, 6^, V. 1040, 106 0]. Taranto ricca di pinne, crostacei dalle valve molto
ampie. uPectinibus patulis
iactat
se
molle
Tarentum
tarentina
La campagna
Dictas
adductum
propius
Alla grandiosit di
il
Eoma,
di
non Eymetto
viridique
Mella
certat
|
decedunt
poeta preferisce la tranquillit oziosa di Tivoli o di Taranto. ... mihi iam non regia RoTibur ma, sed vacuum aut imbelle Tarenplacet tum. [Bp., I, 7, V. 45].
\
da invidiare al Palerno:
amicus Aulon.
|
Fer-
L'avvocato, sbrigati gli afdeUe sue cause, per riposarsi, si reca aUa campagna di Venafro o a Tafari
ali
32
BaccJio
ranto.
tIe
498 --
-.3
Tendens
aut
.
Venafranos
[Od.,
in
torio
il
agros
Lacedaemonum
Ili,
5,
,
Tarentum
stanti
loro
700
stadi.
w.
54-55].
figlio di
Targhlie [0apy7)Xia]
la pi
Tras [Tpa?]
Ket-
Le monete
vano
di
di Taranto avef-
infatti effigiata la
da
dei
dava
da
lui,
avrebbe
preso
il
mide,
che,
nome
vide
un
delfino.
Bitenutolo
augurio,
indizio
di
buon
edific la citt,
che
cMam
giorno,
sacrififiu-
come mezzi espiatorii, due rei meritevoli della morte, i quali venivano condotti con una corona di
fichi al collo, battuti durante la via con bacchette di fico, e lapidati o preci-
Taranto.
Ma un
offriva
mentre
un
zio al padre,
cadde nel
me
fra
il
donde fu
precipi-
nome
della citt
fece
i Saaffi-
TAPAS
forma
be
499
loro braccio sinistro
gi
TS
riccM
venne colonia romana. Ognon rimangono di essa che poche mura, ma molto importante la sua necrpoli.
Trtaro [Tartrus,
lo spaventevole
II, 260]
accettarono
braccio
e,
poich nel
[Tapcffco
sinistro
gli
portavano
que-
anche
sti
scudi, con
ciulla.
Tarpia
[Tarpeia]
figlia
di
Spurio Tarpio, promise ai Sabini che avrebbe svelato il sentiero per salire
stesso
[se-
Esiodo
l'rebo.
l'isola
esso
[V.
ma
Campidoglio, se essi le avessero dato gli ornamenti che avevano nel bracsul
cio sinistro [braccialetti, ar-
Urebo].
il
Cipro,
quale
disse a Busride, re dell'Egitto, che, per far cessare la peste nei suoi stati, era
ad-
necessario
straniero a Giove.
citt
dal-
lo
fece sa-
a Giove.
Taso
del
citt
confederazione
posta sulla strada che da Cosa conduceva a Eoma, e vi si fabbricavano molti vasi. Decaduta durante la guerra mossale contro dagli Etruschi, l'antica
etrusca.
Era
non raggiunse pi
TAS
500
le
legname per
navali.
costruzioni
XI,
[rau-
meraviglioso
mi
una
Turi ludi
Tarquinio
^
il
Superbo,
agli
una
dai
quale fu Greci la
fernali,
quale
si
in-
dea
la
vocavano specialmente
te
e
D-
Turide
Tauride]. [Taupit;, Cliersonesus Taurica] penisola nel Pontus JEJuxmus [oggi Cri[V.
Turide.
Proserpina,
e talora
e
anche
Apollo
Giunone
si
Giove:
pi tardi
peste, e
che
da un popolo rozzo e incolto [i Turi], i quali vivevano di rapina e di piratera, ed erano governati da un re.
mea], abitata
Essi offrivano sacrifici
Diana Lucina
presiede ai parti. Il sacrifizio si offriva di notte, sui campi Elaminii, davanti alla porta Carmentle.
uma-
Tauroblia [Taurobola]
crifizi
sa-
di
poY]
tori
nale
ci
toro,
=
essi
[Taupoi;
=
che,
colpo]
si
il
insieme coi
sacrifizi di
mon-
Artemide,
TaupTToXo;;:
e
i
chiamarono
naufraghi, e
i
toni e di capre,
offrivano
a Cible:in
sacerdote
specialmente
Greci
che
erano
introdussero
Boma,
tempo
degli imperatori
Antonini.
501
TEA
narono, e si trovava su la pendice sud-est deU'Acrpoli, presso
il
Ta
[Tliea]. I. Figlia di
Ura-
H-
Lenaeum ove
il
stava anche
tempio di
dell'Oceano,
[V.
maCer-
posto per
Tcgene
gli
Mostr
da fanciullo una
forza
fisica,
straordinaria
molta
statua
di
la
che
si
innalzavano
Ibuttata
una
fu
rimessa
al
suo
posto.
ma
Teatro
L'antico
[theatrum, Gocrpov]. teatro greco era destinato non solo aUe rap-
piani
di
[(^wvai],
per mezzo
ma
del
uno o due
larghi corri-
doi
[8t.a(:^([xaTa,
prae-
di
Dinyso
e parti-
cinetiones'],
che
correvano
della
da un capo
cvea. Dalle
di
all'altro
file
In Atene,
costruire
il
si
cominci a
pi "basse
primo teatro
TEA
formi
dili.
502
[xzp-KiSzQ
che era in senso parete rivestita di decorazioni che delimitava l'edifizio scenico, si
[c7X7]v;q],
=
file
il
stretto
la
Pare che
numer
tutto
Atene ve
dispari in I gradini
scenico;
il
luogo
romani.
ed
il
an-
luogo
due
edisi
donde
fci
si
parla.
serviva
per
i
'se-
Ai due
laterali [TrapacrxYjvia]
ch vi
gli
posassero
piedi
della
corni
adattavano dei guanciali. Probabilmente ogni classe di cittadini aveva la sua speciale sezione, ma impossibile che si assegnasse il posto a ogni persona, Nelle prime file si sedevano
i
chiamava
quello
post-
scaenum
sotto la
vuoto
scena
ttoctxyjviov.
agli
vei
per
e
custodirvi
vestiarii
scenici.
gli
apparecchi
giudici,
i i
magistrati,
La
parete di fondo
generali e
sacerdoti, poi
seguivano i cittadini, indi le donne, poi i meteci, e,' nelle ultime file, gli schiavi e le etre. I forestieri ave-
ti e
le quali
entravano ed
attori:
uscidi
vano
gli
quella
vano
colari
il
cit-
onore;
un
davano
e
alle stanze
epJie-
ospiti
ad
altri
edifizi
bum],
ma non
si
sa bene
Atene poteva
contenere
dalla destra
movendo
dalla
v,
scena
il
deuteragonista
dalla
503
sole
TEA
servivano
falde
cappelli
sinistra
.
il
tritago-
nista
Parte necessaria dell'apparato scenico erano le pericte [al TtspiaxToi.], formate di un'armatura di le-
gno,
rivestite
di
tela
di-
pinta, aventi la forma di prisma a tre facce, e fsse in un pernio girevole nel pavimento, girando il quale si
vate negli scaglioni della cvea, erano collocate le casse di risonanza o bacini di bronzo [7]X^a], cbe ren-
presentavano al puble
blico
varie facce
si
otteneva
di scena.
un cambiamento
luogo degli spettatori e la scena: essa, nelle rappresentazioni dei drammi, serviva per il canto e per
la
Tra le periacte e la parete di fondo vi erano, da ambo i lati, spazi liberi, cbe servivano agli attori per entrare sulla scena o uscirne.
E"el
danza dei
cori tragici e
comici.
Anticamente,
era
teatro
di
Atene,
la
porta
sinistra
[movendo
polvere],
un
lastricato di
marmo.
un paese
estraneo.
La
Ma
erano coperte,
il
reil
per
sacrifci
sto
della scena
e tutto
l'arena
fu chia-
Se
mata
p5(7]aTpa lpjo[L(x.i
danzo].
Kon
l'ara
si
sa con certezza se
un
di
Dioniso,
circon-
poco
del
lontani.
o
dai raggi
si
soltanto per
ripararsi
le feste
Dionisiache.
TEA
L'orciiestra era
504
tista,
dalla
parte
destra
viava verso l'orchestra, xax a'voiypuc, [3 file di g coristi ciascuna nella tragedia, 4 file di 6 coristi
ciascuna neUa commedia], oppure, xar J^uy [5 file di 3 coristi ciascuna nella tragedia, 6 file d 4 coristi
costruiva sopra
un
pal-
circa la
era
Il
in
senso
stretto.
xopucpatof;
fila
era
il
terzo
agli
deUa
pi
si
vicina
medesimi
li
ingressi principa-
componeva
[TrpoSoi,],
che
il
si
trova-
di
vano
nistra,
si
fra
posto
spettatori
e la
scena,
degli dei
gli
rifo;
cosi-
quali
servivano anche
o'Tpo9^,
cantata
in
met
del coro
coro
sposto
stt^S?,
il
cantato
da tutto
coro,
si
mentre
ditirambo
coro
della
dispo-
stava fermo.
All'orchestra
neva in forma
prendeva 15
focle,
circolare. Il
accedeva
tragedia
coristi
com[a tal
Sopri-
con gradini, e da essa si poteva salire suUa scena per mezzo di altri scahni, che il coro montava si sull'orchestra, e da questa
poteva
di
l
il
corifo,
ossia
scendere.
attica
coro
il
[Kopu9a-
La scena
il
oltre
Il
Xtjt-^?].
sipario,
romano,
flau-
appartenenti
505
della tragedia,
TEA
zione
ma
gli sta-
dalla
quale
un
certo
il
certe
i giri
linee
allora
eseguiva la
[Tcap^aat,?],
e le po-
parbasi
si
cio faceva
divisa, se-
una conversiogli
La Tragedia era
ne, e
scritti
avanzava verso
prevalentemente in
un dramnarra-
ma moderno:
Prlogo
[TcpXoyof;]
metri
i
della
lirica
corale:
negli stasimi
mancano per
Romano.
La costruzione del teatro romano seguiva, nel suo
Il
il modello greco. primo teatro stabile fu costruito da Pompeo, con
La Prodo
[7rpoo<;]
o en-
complesso,
Stasimo
il
[cfTKaLjxov Trpw-
Tov],
il
ri;
SsTspov]
[at-
Stasimo
il
[gtlgiiiov
Ssu-
ne fece costruire
e
di
uno
lo
Il
per 80.000
adorn
[sTrsio-Siov TpcTov]
40].
[ax(x.Gi[Lv
Stasimo
Tpi-
Tov], il terzo
I.
Lo
dal suo
[s^oSoc],
posto.
la
La sodo
del
tori
ritirata
nel
teatro
la
stessa
struttura
romano occupava
sol-
TEA
506
gi [aulaeum
tanto met del crcolo clie serviva di base. Dietro e sopra l'ultima gradinata
della cvea, si trovava un portico coperto a colonne,
tolMtu?'], cor
un movimento
cio opposte
non aveva pi
aveva
saldavano
le funi,
per mezzo
vi
poterono
loro sedili;
la
fila
pi
anche
pi
al-
II.
La scena
[scaena],
la
te-
maggiore
faceva
cadere
volte
il
spruzzi, per
mezzo
di una
e
diametro dell'orchestra,
rare
i
ma
na o orchestra, potessero
vedere
zione
di
scenica.
al
tea-
esclusi
eia
nel teatro greco, tre porte; il luogo del proscenio ove gli attori esegui-
come
schiavi.
L'entrata
vano
la loro parte
si
[il
greco
una
XoYstov],
chiamava pul-
tessera, sulla quale era segnato il posto nel gradua e nel cuneus. I^on vi
'
era
distinzione
di
posti
sipario [aulaeum},
un
no-
telone che,
stri teatri,
come
nei
cavalieri nelle
file,
pri'
i
per
me
14
subito dopo
^
veniva
calato
507
Il
TEL
pubblico
il
applaudiva
e le vesti che si
bagnavano
mo-
in esse.
strava
tro spettacoli che non gli andavano a genio, come nel teatro greco e come nei
famosa
perci dei
nostri teatri.
Tecmssa
[Tecmessa]
figlia
[V. ATrifiteatro].
il
regn
Salamina
stata
col
Per
pi
i
nome
di
Cadma,
e poi
antichi
quelli
presso
un
i
circuito
che,
compresi
molti sob-
Ismno
piedi, non gi seduto. Si tesseva lana, seta, lino, cotone, tanto a un solo
dalla
fonte
di
rinomata per
la lim-
quanto a pi colori. Si lavoravano drappi d'oro e si stampava e lavorava a trapunta la stoffa, con molta
arte.
Telamne
669]
figlio
[Telmon,
di
VII,
e di
aco
che
avessero
la
Endide,
fratello
di Pleo.
propriet
le
di rendere belle
Avendo egU,
forse insieme
TEL
per
gelosia
il
508
fratellastro
spesso
confusi
coi Ciclopi.
fu.
Fco, Eaco, regno i due figli. Telamone si rec nell'isola di Salaniina, presso il re Cicro di eni spos la figlia Glnce, ed ebbe il regno dopo
la
Come nemici
degli di,
rono uccisi da Apollo o secondo Ovidio, fatti annegare nell'oceano. TleSo [Telpbus, XII, 112] figlio di Ercole e di uge,
la quale
abbandon
il
bamfugg
morte
poi
[fi-
quale
Quando
daUa lancia
di Achille. E
Telchni [Telchines, YH, 365367] cbe si dicevano nati da Hlios e da Atbna, abitavano la citt di lUso,
nell'isola
di
Eodi.
Erano
con
poich l'oracolo aveva predetto che la ferita poteva essere risanata solo da colui che l'aveva prodotta, Telefo venne in Grecia [dove i Greci erano stati rigettati da una procella] e, andato a Micene, per conil
che affascinavano
gli
dine
terra
Stige,
con
vi
l'ac-
susci-
Siccome
Greci
avevano
Godevano fama
i
di
essere stati
tori
di
non
sotto
la
condotta
==
fonditori, QkYlvsq
in-
cantatori] e
per
furono
con
la
limatura raschiata
509
dalla
TEL
avrebbe accecato il gTande aveva in mezzo
lancia,
e
i
Telefo
al-
lora consigli
Greci su la
via
Telgono
la
di Ulisse e della
maga
Circe,
cello.
Mandato
care
il
madre a
cer-
presentato bianze di
sotto
le
semEscu-
un
giovinetto
che
accompagnava
lpio e la
Tello
se,
uccise
quest'ultimo.
dato
suo
Era stato predetto clie Ulisse avrebbe avuta la morte dal mare; ed il giavellotto infatti cbe uccise Ulisse era in cima fornito di una spina di razza [pesce]. Ucciso il padre, ne port il cadavere nell'isola di Ea. Telgono avrebbe poi sposato Penlope, da cui sarebbe nato talo [fondatore
di
legislatore
ospite,
ch'era
conosceva
un uomo pi
Solone
gli
felice di lui,
quale, vita quello che gli era necessario, aveva lasciato nei
figliuoli
ottimi cittadini, ed
Tscolo e di Prenste];
Tellus
la
Telemaco, invece, avrebbe presa in moglie Circe, e generato con lei Latino.
Telemaco
glio di
era, presso i Bomani, madre Terra, venerata come una divinit, che dal suo grembo fa scaturire ogni vita, e nel suo grembo
la
porta
la
nutre.
Fu
[V.
[V.
Ulissel
identificata
con
Ga.
Gea}.
Telmsso
[Telmessus]
figlio
Polifmo
cbe
Ulisse
.gU
TEL
510
ad Apollo:
era rappresentata con la bilancia [simcol
insegn
agli
Secondo Axriano,
Telnai
presso
tori
i
cornucpia [corno dell'abbondanza], il corno della capra Amalta [v. Amaitea], simbolo della fedelt e dell'abbondanza.
Temisto [Tbemisto]
Ipso, fu, dopo
glie di
fgUa
il
di
delle
pubbliche
tasse.
ino,
moquale
Al
essi
momento
dovevano
dell'appalto
Atamnte,
presentare
la spos,
si
fosse morta;
ma
saputo
essa
si
che,
era
come baccante,
capo
smarrita neUe gole del Parnaso, la fece segretamente venire nella sua casa.
Se
ma
Tbemisto
di uccidere
stabilisce
i figli
allora
stabilito,
concedeva un
il
di
Ino
e,
quale
raddopneppure allora si
suoi
lei
figli
e di nero quelli
pagava
la
somma
dovuta,
di
uccide
procedimento,
essere
pri-
catturato e
gione.
mandato in
I,
Tmpe
della
[Tempe,
Tessaglia
I,
Tmi
569] lunga
gola
cir-
ca
sei
chilometri,
stretta,
del-
Ore e
e
le Moire.
Era
la
tinta
diritto
vinatrice
nunzia
degli
ordini di Giove.
for-
A lei
apparteneva l'oracolo
il
di Delfo,
511
de dei grandi alberi, delle
-tale
TEM
forma, ha
un
carat-
posa immediatamente
lo
ta e
Il
su
fondo
tutto
sto lia la
pltani e
La colonna
ionica
differi-
suolo
o su lo
legge incisa, in
un
tratto
ma
sollevata, e
le scanalature,
come
zione:
L. Gassius Longinus
riche,
ma
queste sono pi
Procos.
Tempe munlvit
IJfel
Tempio [templum,
vsc?
ma
di-
piccoli
IV
sec. av.
Essa
si
conforma
quanto al
forma e
di costruzione
all'ordine ionico,
dei tre ordini, qui basta accennare elle la colonna dorica, cos
ma
di
il
un
foglie di
le
usarono
pi
di
frequente
TEM
foglie.
512
[V. Acanto]. Il recinto del tempio fu diviso mediante una parete in due
delle
vavano, come in un
stiglio,
ripo.
del
da-
parti,
quali
una,
il
tempio
[va*;, vsx;]
proprar
sorse
cos
mente detto, custodiva l'immagine del dio venerato; l'altra serviva come atrio
d'ingresso,
subito
il
il
colonnato, e
ed
era
detto
perci
pio].
prnao
[Trp
prstilo
[rcpGTu-
tem-
ma
posteriore,
si
ebbe
il
due muri
laterali
a-
come
alla poste-
un
atrio
posteriore
che i Bomani dicevano posUcum. 'Nel prnao vi erano statue e ornamenti cbe si ri[7C!,a6So(i.o(;],
In seguito
ferivano al dio
miti,
e ai
suoi
sacre:
beUa, e
il
tempio raggiunse
come
cos l'ultima
forma pi com-
piuta e perfetta.
il
doveva asperger-
[6u(jLX7]],
sul quale
i i
si
offrivano al dio
causti,
grandi
olo
immediata vicinanza
mentre
si
sacrifici di
del dio, la cui statua era collocata di rimpetto all'ingresso; e, ritta o seduta
vittime non
nell'interno
compivano
santuario,
[altare
nel
del
ma
su
la
eufxsXv)
in trono sotto
destinata a
ri-
copiose
si
offerte.
essere prnao, in modo visti, a traverso la porta spalancata del tempio, dalla statua del dio,
da
Kell'opistdomo
conser-
513
parte, creta
TN
la pi interna e se-
[adytum,
penetrale,
uno svolgimento pi
ricco
di foglie di acanto,
templi
italici
neralmente,
l'oriente;
ma
te
tivo,
es.,
sempre un punto
poicli l'orienrela-
me, imitate dal regno vegetale, e talvolta anche figure di,uomini e di animali.
sole
Una
greco, fu la costruzione a
volta,
tutte le direil
adottata
e in
Siccome
Eomano
mente
comuneforme grandiose,
pregava rivolto verso l'oriente, cosi la statua sacra elle si custodiva nel tempio
era
mentre i Greci non l'adoperavano che rare volte e in proporzioni molto modeste.
rivolta
a occidente.
adotta-
La
si
volta, fra
Eo-
Quanto
rono
templi, la
Eomani
forma
dell'archi-
un grado
potenza.
di
straordinaria
neUa
to
alle
archii
tetti
romani imitarono
dei
un
santuario di Poseidone,
cole
Secondo una tradizione, Ertrasse fuori, da una caverna del Tnaro, Crbero, e Arine [v. Ariane^
approd
ivi,
trasportatovi
romana;
nn *
l'ordine
corinzio
sul dorso di
un
delfino.
TN
514
seconda
moglie
Tene
Filnome,
due famosi serpenti che avvolsero nelle spire Lacco nte e i suoi figHuoli com' descritto nel 2^ libro
eiriJnide. [V. Laocoonte].
sendo stata corrisposta, per vendicarsi, riferi a Oicno che Tene aveva cercato
usarle
allora,
Tns
era
il
carro lavorato
d'a-
violenza.
Il
padre
in
cMnso
lo
il figlio
nn
nei
ludi
forziere,
fece
in
mare;
ma
sorte, giunse all'isola di Lucofri. Quivi egli fu eletto re, e l'isola, dal nome
buona
di lui,
l'isola
si
cbiam Tnedo:
di
cava una cassa [arca] o una portantina [ferculum], dove stavano adagiate le
statue degli di sotto baldacchino [tentorum
un
o
quando simularono
ritorno in Grecia.
il
loro
le
Fu
to da
una
Fortuna
il
alata
dei
dei
lo
seguiva poi
pubblici
corteggio magistrati e
ri-
die
corda
[V.
quella
di
Ippolito.
in gran pompa,
degli
altri
le im-
Ippolito}.
magini
al
di
e,
tempo
dell'impero,
an
costa
dell'Asia
Minore,
Quaudo
geva
gli di
la processione ginn
al Circo, le statue de
erano ancora-
venivano tutte
col
locate sulla
barriera o
spina
una
co-
muro basso
circo
piccoli
Da
quell'isola
altari,
di statue, di colon
515
ne,
l'isola di
TEO
Brumissa:
alle
due estremit
le
ma
rag-
finiva
con
metae, prov-
dio la
mut
in agnella,
ed
forma
quaU giravano
gare
giro,
carri,
di ariete.
neUe
ogni
alla
si
corsa.
A
un
Da
poneva
nato
questa unione sarebbe il 10 ariete, dal vello d'oro, su cui Kefle mont
TeoricBL
[Osopixv]
il
chia-
mavasi
celebre indovino
di
Argo,
Argo
di
l'in-
un omicidio commesso,
nel
naviglio
s'imbarc
sono
ordi-
ciascuno
si
davano
avendo
visto
nariamente due
in
patria.
se le feste duravano parecchi giorni. Dapprima, questa gratificazione si faceva dallo Stato soltanto
nelle
ai
feste
Dionisiache
prese
risent i tristi
effetti
della
colo
quali
non
si
vergognavano di acche
cettarla, s
TEO
516
distribuzione
del
0s6)-
La
divinit
dell'o-
protettrici
[cpiX^svoi]si
vano
e
offri-
ai
banrag-
invitavano
denaro corrispondente,
presso Stato.
altri
il
tesoriere
dello
L'oratore
Demostene,
gl'interessi
fra
cuore
sperpero
naro,
tiepido],
destinati ai bagni.
ma
solo
Terentum, un
Teore
stive
Un
rio
die
offrire al
crifci
dio
in
nome
Famosa, pi
si
di ogni altra, conserv la teoria attica, cbe ogni anno veniva mandata a Delo.
la festa dell'ospitaUt degli di [Os?
un
tre
notti
Teoxnia
[Oso^svia]
ludi terentni
con gare
di
dio,
i
presso
si
^vo?
Se-
console
Valerio
Popli-
cola
Essi
tre
cir-
fU'
517
v nel 17 av. Cristo, e li consacr specialmente ad Apollo e a Diana. Xernzia [Terenta] fu modi Cicerone, la quale, in occasione della congiura
glie
TEE
calore];
ma
vi
facevano
caldi,
ti
tiepidi,
freddi,
bagni ba-
di Oatilina, incit
il
marito
suoi compagni.
La cattiva condizione in
tenuta l'amniinistrazione dei beni ducui era stata
era sostenuta
da una
"fila
rante
l'esilio
di
Cicerone,
gener la discordia fra i due coniugi, la quale and sempre crescendo fino a condurli al divorzio [46 av.
Cristo].
nelle
pareti,
saliva
in alto e fluiva nelle camere da bagno. L'acqua fredda o tiepida o ben calda,
necessaria per i bagni, veniva da tre caldaie metaUicbe, che tra loro per
dotti.
cMamavasi
anclie
moglie di Mecenate, la quale visse per qualche tempo separata dal marito, ma poi torn ad abitare con lui, Treo [Tereus, Ttjps?] re di Tracia, spos, a Dulide
faceva la traspirazione di
aria riscaldata,
cHamacamera
va tepidarum,
in cui
si
la
nella
Fcide, Prcne,
ma ne
faceva il bagno di acqua calda era detta Galdarmm, quella per il bagno freddo frigidarum.
il
Terme [Thermae]
Eoma, grandiosi
blici,
erano,
Dopo
bagno
caldo,
di
ove
si
pubfacevano i
edifzi
bagni [v. Bagni']. Furono chiamate cos, per l'importanza predominante che in
seguito
inoltre,
acquistarono
i
ba-
po
con
striglia
[strgUis]
quali l'ac-
TER
Fra
le
terme
518
il
romane
le
fuoco, sopra
si
scannav
la vittima, e se
ne
il
facev
scorrere
vi e
si
dentro
sangue
frutti
Terminali [Terminala] chiamavasi, presso i Eomani, una festa che si diceva introdotta da IsTuma in onore del dio Termnus [v. Termine],
e
si
deponevano poi
celebrava
il
23 febbraio.
dei
un tempio
minala
essa
i
terminale
il
che
se-
gnava
confine
comune
limitrofi si
radunavano
in
del
proprio
campo,
si
presentavano
l'offerta
di
una
focaccia. Indi
innal-
torno alla pietra terminali comune, e ciascuno la co renava dalla sua parte
i
zava un'ara,
[pi tardi
.
sulla quale si
offriva
una
focaccia;
si in
ancbe un
a-
nalzava poi un'ara, su cu veniva offerto, di regola miele, vino [pi tardi an^ che un agnello] e si banchettava allegramente.
Termodonte
fiume
del
pietra
miliare,
sulla
[Thermdon] Ponto, famoso perch, secondo la leggenda, presso questo fiume abitavano le .Amzzoni i^-
minali.
ivi]:
aveva
pletri,
la larghezza
di
tre
con
breve
presso
ove
le pietre terminali
Themiscyra.
1"
solevano
piantare
con
Termpili [Thermop:^lae]
stretto
una proiezione
Ota,
accendeva
sporgente immedia-
y3
619
tamente sul mare: runica
via clie dalla Tessaglia ren-
glio di Polinice e di
TES
fi-
Tersndro [Tbersander]
Arga,
comcapi-
pirono
tanati
gii
Spartani
padre di Tismene, dopo la guerra degli Epigoni [ved. Epigoni'] ebbe la signoria di Tebe; si un poi alla spedizione di Troia e fu ucciso da. Tlefo
nella Misia.
olei
Tersicore [Terpsicore]
passaggio
del-
l'esercito di Serse. Il
nome,
no
ivi.
-
Terpndro [Terpander]
signe musicista e
in-
poeta di
rio [Oapo-? audace] il pi brutto e il pi spregevole Greco che stesse innanzi a Troia: guerriero,
musica greca, perch ordin, secondo regole fsse, i canti usati dal popolo fino
a quel tempo, e ne form un sistema completo, a cui la musica greca si attenne
nel
gobbo, zoppo, pelato, era maligno e temerario, denigratore anche dei pi prodi cavalieri. Una volta fu percosso da Ulisse. Secondo una leggenda, sarebbe stato ucciso da Achille, perch avrebbe colpito
in
il
un
cadavere di Pentesila,
da Achille, e avrebbe
Teseo
II,
272] la
[Thesus, tjcts^;, VII, 433-520] fgho del re ateniese Ego e di tra, nacque a .Genthion, un luogo presso Trezne, fu allevato
dall'avo
Gea].
materno Htto e
TES
istruito
520
nella
caccia
dal
quale derubava i passant e poi, con un colpo di piedi li lanciava nel mare, ove
capelli suoi
ad
Presso
il
Cefiso uccise
Pro-
masso sotto cui molto tempo innanzi, Egeo, aveva nascosto i sandali ed una spada, con l'ordine
dov'era
il
crste lo stiratore
[il suo
nome
era
Damaste
Po.
che
lypmone], un
ladrone
che
quando
il
Teseo
fosse
poter solvenisse in masso, Atene, e si facesse da lui riconoscere con quegli oggiunto levare
getti.
so,
all'et di
stirava quan-
Teseo sollev
il i
massan-
ne sporgevano fuori
prese la spada e
dali, e si
di-
in
A
la
che,
Epiduro uccise PeriEte con una clava, uccii viandanti, e gli tolse deva
elava.
l'istmo, Sinnis, figlio di
e cos egli
il
si
rec
Su
Ego,
[Vedi
Polypmone,
squartava
Medea],
Vinti e uccisi quivi
i
i
figli
viandanti, legandoli alle cime di due pini che egli piegava a forza e lasciava
poi liberi, perch riprendessero il posto primiero: Teseo fece morire Sinnis
allo
figlia
si-
le-
di
Creta,
per uccidere
Minotni
stesso
modo,
daUa
Ateniesi
dovevano
no^^fi
uccise Scirne,
il
521
anni, 7 giovani e 7 vergini, come tributo imposto loro
Demofonte.
Teseo
prese
TES
Mnosse, percli Ego aveva fatto uccidere il figlio di Minosse Andrgeo , mosso
da gelosia
nelle
dal re di
Creta
parte
anche
Argointi-
perch questi,
il
Fu
feste
era riuscito
le gare.
mo
amico
Pirthoo
re
ucciso
il
Minotauro, usci
ma Hdes
li
fuori
con l'aiiito di un filo datogli da Arianna, figlia di Minosse e di Pasifae. Poi fuggi con lei; ma Arianna rimase a ]!^asso, dove fu presa in isposa da Dioniso.
a s atpi
li-
tratti
tardi,
corpi,
finch,
furono entrambi
Teseo veleggi poi per Atene, ma avendo, per dimenticanza, issata una bandiera nera invece cbe bianca
al
berati da Ercole.
come aveva promesso padre Ego, qusti, vedendo da lontano la nave, credette che il figlio fosse
morto,
e
si
Tornato dall'Averno in Atene, Teseo trov il trono occupato da Menestho, e si ritir a Scyro, dove il re Lycomde lo precipit da
una rupe
condo
falso,
precipit
il
nel
nome
pizio.
per
Allora
ottenne la
oracolo
di
Delfo,
furono
trasportate,
tempio
gli si
[il
Tie-
ne spos
seum], ove
morte di
costei,
spos Fe-
novembre].
TES
622
collocata
/:'
dionali
monte
[r
6cr(J!,0(ppi.a]
Tesmofrie
festa di
ravano.
Dmetra, come
isti-
Testimni
cevano
processo,
addudi
nell'esame
tra
i
un
i
Greci e
legge].
In Atene,
la festa
dm'ava
dal
sistema
che
nei
mese
di
tribunali.
principali si cbia-
voSo?, ritorno dal di Halmus [dove si borgo celebrava nna festa nel se-
mava
Erano
giorni];
2 vTjaTSLa,
il
3 xaXXiyvsia,
si
figli
contro
coloro
ge-
e tutti
che
erano pi o
meno
diretta-
mente
severacesso.
mente proibito
di uomini.
l'intervento
Come
i
nell'Attica
non
po-
tevano fare
da testimoni
Tesmotti [OecrfxoOsrat] erano chiamati, in Atene, sei dei nove arcnti [gli altri
tre erano: l'eponimo,
silus, il
li
il
mia non
esclusi
ba-
polemrco]
ai qua-
= legge,
quelli che erano colpiti dall' infmia , ma anche gli intestabUes, cio
quei
colpe
cittadini
che,
per
stabilisco].
Tespadi
310] sono
Tespi,
le
come
testimoni.
delle leggi
Beozia,
Per disposizione
623
delle
ri
TBS
figura
XII
Tavole,
gli
auto-
una
simile
una
tartaruga.
gini
nali Si distinguevano le testug arietrie [testudnes arietarae'] e quelle argi
con
di
Calcante,
Leucippe,
Thenoe.
[testudnes
aggest-
Eapita quest'ultima dal corsari e venduta a Icaro, signore deUa Caria, Testore,
tae].
Le
vivano
detti
navigando,
figlia;
si
die a cer-
[v. Ariete}
care la
ma, naufra-
a questo per
dei
nemici.
Avevano una
uno
padre e
nobbero, e Icaro
doni.
spessore rilevante; dalla parte posteriore non avevano bisogno di alcuna difesa, daUa parte anteriore erano aperte, perch l'ariete potesse liberamente agire contro le mura nemiche. Talvolta sul tetto era
Testggini [testudnes] erano baracconi mobili di lei Eomani adoperavano nelle operazioni di
innalzata
piani,
gno, che
assedio.
Il
una
torre
basso
loro
nome
[testdo
cendio,
altre
mentre
sugli
altri
tentavano di afferrare
riete o
l'a-
di sviarne
colpi.
La testuggine si spingeva innanzi per mezzo di rulli e, quando era giunta nel
punto
prefisso,
dava
alla
macchina
era fissata
TET
52
-^
regressivo dell'ariete..
[%
Le
la
ad apperch
le
nia,
un pomo
.
di oro con
pianare
le
il
terreno
sopra l'iscrizione
Alla
pi
torri
mobili e
altre
beUa
Sorse
testuggini arieta-
deva
fino
a terra, Poicb
Messenia.
Tetraloga
drammi con
cui,
da scbilo
Tti
di
[Tetbys, II,
69] figlia
Urano
drammatiche
per
Atene
Ttide
[Tbetis]
una
delle
"kyoc,
[Tscycraps?
= quattro,
trattazione dram-
matica].
di Pelo
madre
le
di
Achille.
Essa abitava
relle
con
so-
nelle
profondit
del
Disgraziatamente,
nessuna
Abbiamo
sola
di
scMlo
avrebbe partorito un
fi-
glio elle
sarebbe stato pi
una
trilogia
525
gedie congiunte da intimo nesso [Agamennone, Chofore,
il
const
delle
Cretsi,
TEir
del-
VAlcmene in
Tlefo,
Fsofis,
il
del
solo
Eumnidi],
ma manca
dH'Alceste,
ci
dramma
satiresco Prteo
dramma che
di essa.
restato
tetti
cliiudeva la tetralogia. nesso della trilogia traIl gica, mentre intimo nelle
elle
Tetto [tectum], I
ro-
mani erano
costruiti in par-
te a superfcie
piana con
luppo
di
un'unica
vasta
tragedia,
non
cosi stretto
pavimenti soKdi, in modo da formare terrazzi [soiaria'], in parte a sgrondo, come i nostri, ed erano coperti con tegole piatte [tegulae] o con tegole curve [imbrices] o con piastre di
metallo. I poveri li ricoprivano con assorelli o con altro materiale facile ad
aversi.
il
vasto
Tucro
figlio
[Teucer,
di
SHI,
157]
Con
dramma
pi va-
serviva
la
procurare
agli
com-
spettatori
un
battenti a Troia.
Troia, tornato a Salamina, ne fu scacciato da
Da
aveva un fine
nisaclie
lieto,
e la
Telamone, percb non aveva portato in patria le ossa di Aiace. Si rec allora a
Cipro, cbe gli fu concessa in dono da Blos, re di Sidne, e vi fond una nuova
ta dalla
tragedia.
Salamina.
Teumsso
[Teumessus] mon-
ceva cbe
si
aggirasse
una
'
TIA
526
il nome di Tevere perch Tiberino anneg in es-
poi
so.
giare
Tebani.
la
EgU
fu collocato quindi
Tia
[Thia],
divina
[Geia
Tibia
flauto,
Un'altra Tia, figlia di Castlio, re presso il Parnaso, fu amata da Apollo, il quale la rese madre di Delfo, elle fu il fondatore
.
Eomani, come presso popoli orientali. In origine era fatta di canna di giunco, a un sol foro; pii tardi
e
i
i
della citt
omonima, celebre
le
si
di
legno
infunate
ra]. I Tirreni
invase
celebrazione
Tra
Bacco.
piffero
simile al nostro
at-
dei
rigido,
in
modo da
quello
regdegli
di Bacco.
si
attribuiva
gersi
diritto,
a sette canne
secondo
altri,
Hygnide
i
Taso
teggio
[tbisus] di Bacco,
era
il
cor-
formato
[Ve-
sette
riuniti
che
si
di Dioniso'].-
Tiberino
[Tiberinus,
XIV,
sola imboccatura, a cui corrispondevano altrettanti toni nei fori che si trovavano
ai lati.
Presso
Eomani
tibia
si
distin[il
quale
si
chiamava
gueva
la
dextra
prima Albusto,
ma
prese
527
si
:
TIP
stra
Tiche [tu^v)]. "V. Fortuna. Tido [Tydus, TuSsu^] figlio di Oeno e di Periba.
Fuggito da aver ucciso
i figli
Calidne,
lo zio
per Mlas o
sonava con
la
naano
si-
di lui, ripar
ad Argo
presso Adrasto, che gli diede in moglie la figlia Deipyle, da cui ebbe
La
tibia era
adoperata nel-
Diomede.
Alla guerra dei Sette contro Tebe, uccise 50 Tebani; ma egli fu ferito a morte
La
per
il
tibia
serviva
da Menalppo. Quando Amuccise poi Menalipne recise la testa e la po, gett a Tideo, il quale la spacc e ne rose il cerfaro
vello.
accompagnare
suono della Ura, e si adoperava anche per determinare il tono e la modulazione della voce nelcanto o
letture
il
pubbliche, per segnale dell'attacco, per indicare la battuta ai rematori di una nave.
dare
le
Tibcines chiamavansi
natori
flauto,
suo-
di
flauto
cano
[tibia
=
i
suono],
quali
fin
di
il
pi giovane dei
e
di
figli
Ga
Tartaro:
un
e per
altre
altri
solenni
cerimonie]; disposizione
erano
chi
li
a
ri-
cane
l'Idra
di
chiedeva.
per
la
TIF
528
presentazioni drammatiche
\Y,
canti e
le
346-358], egli fu rovesciato dal fulmine di Giove e sepolto nella Sicilia, ove giace supino, avendo il capo sotto l'Etna, il braccio de-
danze.
Pi tardi
la
parola indic
suonatori
di
capo Pelro, sinistro verso il Pachine, e i piedi sotto il LiUbo. Tifi [Tipbys] fgHo di Nettuno, fu il pilota della nave,
nella spedizione degli Argonuti. [V. Argonauti].
stro sotto
il
il
flauto.
ISTel
teatro
era la timle
cisti.
Tiia [Thyia]
o
del
figlia di
Castlio
e
de-
Cefso:
con Apollo
fu
la
sacrifci
gener
Delpbos,
offrire
a Dioniso e a celebrare orge in suo onore. Perci le Baccanti, che celebravano le orge dionisiaclie, furono
prima a
Munippo, nello stesso giorno in cui venne alla luce Pride. Priamo lo fece uccidere insieme con la madre, perch era stato pre-
da
i
lei
dette Thyiddes.
[6ufjt,X7]]
detto
lo
Timle
era, presso
doveva nascere un
Greci,
un
del
altare
per
sacrifci e,
nella storia pi
antica
l'ara
teatro
intorno a cui
attico, i cori
i
che sarebbe stato la rovina di Troia. Timete se ne vendic poi, consighando per il primo i Troiani a
introdurre nelle Troia il cavallo
ditirmbici eseguivano
dionisiaclie.
mura
di
di legno.
Timlo
si
Quando
il
in Atene
costru
primo teatro di
destinato
non
[Timolus, VI, 15] catena di monti nella Lidia, continuazione dei monti
529
lo
se
Tm
dall'Averno
sotto
il
stesso
di
Tnilo.
[Vedi
all'Olimpo,
Imolo].
Tindridi [Tyndardae] i fiTindaro: generalmengli di con questo nome si inte dicano i Discuri Castore e Polluce, che Leda, andata sposa a Tindaro, gener con Giove; ed Elena e Clitennstra, nate da Tindaro e da Leda.
nome
di
Thyne.
Tineo [Thyoneus,
il
/
pazzo [60)
ucveui;]
infurio] so-
prannome
di
Bacco,
che
Tindaro
di
di Perires o,
[Tyndarens] secondo
figlio
altri,
Tirsia [Tiresa, III, 316338] indovino di Tebe. Secondo Ovidio, Giove e Giunone, in una scherzevole disputa tra loro, se la volutt
sia maggiore nelle donne o negli uomini, si
balo, re di Sparta, e di Gorgfone, figlia di Perseo: scacciato dal trono da suo fratello Ippoconte, vi fn
rimesso
ma
no chiamati Tindridi.
questa lo rese cieco, e il dio gli diede la facolt di prevedere il futuro e una vita di sei o sette generazioni.
va presso a poco gli stessi che ha tra noi: si adoperava per dare certi segnali, vi la
gli
re svelato
pesi al cojlo,
tintinnabula.
uovt)]
la
Tirinto
Tiene
[Thyne,
pazza [0ut
l'Arglide,
infurio],
so-
prannome
"^utole
di
Semle, ma-
che
il
pi piccolo aveva
di
bisogno
riosa
del
del
fgUo.
culto
orgiastico
la
Quando Dioniso
~"
conduse
detto
Tirinzio,
perch fu
leggende
TR
530
vano lungo
de
lizia.
cele-
L'obbligo
litare
ni,
i
primato
nella
tirones
esercitavano
alla
alle
l'attivit
commerciale. Tiro
la
ed
commercio
paesi
lonle
e giavellotti,
attivissimo
tani:
in
a scagliare
pie-
586 av. fini. ISTel fu presa e distrutta Cristo, d Nabucbodnosor, potente re di Babilonia. Tiro [Tyrus] ninfa bellissitessuti
di piombo, a scendere dalla groppa dei cavalli, a portar pesi, a fortificare il campo,
saltare
a formare la linea di
bat-
soldati
fiumi
Tirrno
[Tyrrhenus]
pelsgica
figlio
una colonia
dalla
protetto
fiume,
dalle
acque
del
nome
di Tirreno.
Tirro [Tyrrhus o
TyrrheusJ
cbe fu
Tirni
nell'esercito
Lazio,
cervo
^
un
clute o
soldati novelli, in
questa fu come la scintilla deUa guerra fra i Troiani e i Latini. Kella capanna di Tirro, Lavinia partor
531
dizioni, procur que vittorie.
TS
ad
essi cin-
Un
di
terzo
Tismene,
e
di
figlio
Oreste
Ermone,
SiMo.
Tirso
ma
si
ritir
in
cbe
amava
Babilardente-
lia
tramandato
come
un
i
condottiero
quali
agli
vano in case, le quali avevano un muro confjiante, entro cui si era aperta una fessura. Quivi i due amanti
conversavano e, a traverso
di
Ateniesi,
lo
mandarono
nascosto
ardenti
zoppo
la fessura, si
gli
suoi
comunicavano
sospiri.
mo
Un giorno,
di Polinice, figlio di
presso
il
sepolcro di
Mso,
Un
accanto all'albero di gelso, cbe ivi sorge carico di biancbe frutta. Tisbe, la notte esce di casa e vi si reca per
prima; ma aUa vista di un leone cbe va alla fonte
cbe avrebbe vinto in cinque combattimenti, fu indotto dagli Spartani a vivere fra loro e, con i suoi consigli e precolo predetto
lasciando
il
TIS
532
I Titani [Ocano, Co, Crio,
dato
dal
leone
clie
era
una spada.
Il
lentemente dalle vene, tinse di nero i gelsi, gi bianchi. Tornata Tisbe, libera dal pericolo, trova l'amante
morente; al nome di Tisbe, egli apre gli occhi languidi e spira. Tisbe allora, tra-
Centimani, suoi
figli,
li
tro-
medesimo ferro, cade morta sul corpo di Piramo, e le more del gelso conservarono, neUa tinta
fttasi
col
preposero
del
mondo
il
nera,
il
ricordo dell'orribile
[Saturno'].
gli altri Titani alla loro volta, scacfurono, ciati dall'Olimpo da Giove
strage.
Poi Crono e
vendicatrice
[tlvco
dell' uccisio-
ne
di
Megra
[I,
di
Altto.
[V. Erinni].
Titnia
395] Pirra, detta cos perch discendente dal titano Gipeto: era in-
fatti figlia di
Epimteo,
il
custo-
Titne [Tithnus]
vine troiano,
il
bel
gio-
Titano
il
figlio di Laofu di
Tracia,
dall'Auro-
Titano per eccellenza, fi.glio del titano Iperine e della titna Thya.
[V.
Aurora].
antichissima
ere-
Tivoli
[Tibur]
distruzione
533
suolo,
ris
TIV
mite
solum
Tibu-
umbra
[Od.
un
colle,
20],
il
fragore deUa
gran parte
cascata
ceps
eW Amne,
prae-
Amo
[Od. I, 7, 13],
Eomani avevano,
e
ville
nei ferdella
tili
ameni dintorni
sontuose,
da rapidi
Mobilibus
ruscelli:
...
uda
citt,
riccM frutteti
pi
con da
pomaria rivis [Od. I, 7, 13^4], la grande abbondanza delle sue acque, udum Tibur ' [Od. Ili, 29, 6]. E ricorda che
Tivoli fu
preferito,
il
Tivoli fu
preferite
spesso
ne esalta
come
l'ape
di Puglia
che
molto spesso l'accenno a Tivoli appare nei suoi carmi. Ora ne indica
per opera
moena
Gatli
Plurimum circa
\
ne-
mus
uvidigue
Tiburis ripas
2,
gione metrica].
go [Od. IV,
co-
27 segg.].
attribuisce
Anche
la
Virgilio
pmwm
perch.
sulle
\pd.
Ili, 4, 23],
fondazione di Tivoli che, per la sua sontuosit, chiama Tibur superbum [En.,
VII, 630] ai giovani argivi: Tiburtus Goras, Gatillus.
adagiata in pendio,
del colle.
la
falde
Ora
del
Ke
esalta
mitezza
Tum
TZ
tia
tris
moenia linquunt,
Tiburti gentem,
[
53i
Lidia
lo],
[1q stesso che Timpadre di Tntalo. Fu
Fra-
dictam
[
cogno-
mine
Catillusque
Argiva iu-
fra
VH,
670-
Tonte [Thoas]
ride,
il
re deUa Tu-
figlio figlia
Turica,
ordinando, con
legge,
una barbara
sacrificassero
i
che
si
Avendo
aUa dea
tutti
forestieri
che approdavano
secondo
fulmine,
altri,
da Giove
col
nel
romano, che
pra indossata in
si
per un
geri,
la tnica.
modo
divorato
fegato, nasce.
sempre
ri-
primo giro fosse aderente al corpo, e nel secondo rimanesse ampia e ricca di pieghe. Si fermava sulla
sinistra,
spalla
Tleplemo [Tlepolmus,
XII, 537]
e
Tlefo.
zio
figlio
di Ercole
fratello
di Astoche,
di
l'asceUa
che, nel
destra,
in
modo
mezzo
della
pedonte.
ventre e la coscia.
He
usci^
Tmlo
va cosi una
[umbo]
no.
il
fiume .Fattolo,
antiricco
camente
di oro.
riteneva
spalla
sul
sinistro,
che
cos
il
dio
della
535
solito
tme
dei
bottoni o delle
ginale
greco [jpalUum mantello greco]. ISe periodo augusto, per opera del
poeta Gaio Melisso, la fabula togata si distinse in trabeta se l'argomento si riferiva ai cavalieri [tra-
bianco
can-
davano in
cacciarsi
i
giro,
per provestiti
voti,
di
ba era
strisce
di
rilu-
pori
pora
che
indossavano
si
cavalieri
quando
magistrati indossavano una toga orlata di una lista di porpora [toga praetexta], la quale era anche adopeI
tavano al tabernarm se
si
presencensore], e in
l'argomento
togate bot-
riferiva
in
tutte le fabule
rata
dai
precedenti [taberna
tega plebea].
occasioni
solenni,
Eoma,
furono:
cavalieri
quando dovevano
Tombe.
Tmi
V. Sepolcri. [Tomis] citt sul Ponto Euxno [mar Kero], dove fu relegato in esilio, dal-
tali di
tori
porpora. Gli imperaindossavano una toga di porpora [toga purpurea'} e ancbe ricamata in oro
[toga piet}.
Tomi Tmiri
si
chiama
Ciistenge.
TyLxjpiq}
[Tomyris,
Togata fbula
mani,
la"
[fabula
i
to-
Eo-
nacci di invadere la Sczia, essa gli facilit il passaggio del f,ume Arasse, per
mana],
la
differenza
del-
era
vi
lasci
neUa Sciabbondanza
un
ori-
TOR
miri gli
figlio,
~
mand
una
contro
536
si
ado-
perano oggi.
parte di ma queste si soldatesche, abbandonarono alla crapula: avvinazzate, furono assalite dall'esercito
con
Toro
di Ciro, e uccise
e
il
riconoscenza,
neUa Costellazione
Ate-
re-
gole
dei
monti, trasse in
le
agguato
ciso
soldatesche
le
di
con tutte
dice
schiere:
circa
Si
200,000 Persiani.
che
Tomiri
di
recie,
o quando si supponeva che potessero testimoniare contro, altri, perch, secondo il diritto ttico, non era permesso agli schiavi fare da testimoni.
Il torturatore
[pacraviorT'^?]
desse la
testa
Ciro
Ora
raccoglieva
Trchio
rato
o
le
esso
rbitro
[SiatTTQTTQt;].
i
naccorum], dopo essere state pigiate coi piedi, e tutto l'oHo che rimaneva neUe
Contro
ra, se
cittadini
non
si
poteva adoperare
la tortudeli-
non in
seguito a
sanse [samsa], dopo che erano state acciaccate sotto la macina. Vi erano varie
'
do
di deporre
537
per trar loro delle testimonianze. I cittadini liberi
TRA
[fabula tra-
Trabeta fbula
beta]
il
si
chiam a Boma,
si
soltanto
si
nell'et
cui
argomento
riferiva
imperiale
snae viles.
cui argomen-
berna
Il
paziente
le
le
mani
piedi;
fidi-
primo
lisso,
dell'et
augusta.
Trachne
[Trachinis] antica
rovente
al
che
si
ufficiale
va, per
mezzo
fex
nome una
gedie,
Le
biamo
gli
TracJinie, di Sofocle.
che ab-
in protocolli,
che
si
chia-
mavano
tabellae o
commento-
tarli quaestinis.
me
oriz-
ciaccare le olive
mace-
strettoio
[tot-ciilar'].
Eoma,
e poi fu
usata
nelle
ca-
La
loro
si-
dai
consoH
romani
dai
si
mile
dei
nostri
solenni
valieri
occasioni,
trappeti
quelli che
primitivi,
come
quando
al
vano
censore,
presentae dagli
usano ancora
dell'Italia
in
uguri.
tbI
538
^^
Trsea Pto [Thrasa Paetus] marito della minore rria, fu senatore al tem-
morte dest
mirazione.
la generale am-
po dell'imperatore Kerone, legato da intima amicizia e da parentela al poeta Persio. Educato all'antica
severit
Trasbulo [Thrasiblus, pacpouXo?] uno dei comandanti della flotta ateniese a Samo che, insieme con
TrasUo, si adoper per abbattere il governo dei 400 in Atene, e rimettervi il par-
romana, non
di
tol-
lerava la crudelt
Ne-
era
la
sua alta
per questo, dal prendere parte aUe sedute del Senato e alle feste che si davano in onore dell'imperatore.
astenne,
si
Bandito dalla patria, quando, nel 404 av. Cristo, fu preposto in Atene il governo dei Trenta tiranni
Trenta tiranni'], si rea Tebe, donde, insieme con Archino, nyto e altri, organizz l'impresa
[v.
Anzi, non volle pi frequentare il teatro, per non essere costretto a vedere
un
l'i-
della liberazione
tria.
della pa-
imperatore romano
strione sulla scena.
fare
dei
di-
Cristo, ristabilitovi
un
go-
un suo nemico
verno
dal Senato.
rigorosamente la giurata
amnista.
GU
ed
gliere
modo
egli,
suoi
pa-
fu
abbandonato
da
forclie
Trasea Peto fu uno dei pi nobili caratteri e deUe pi severe figure che siano apparse nei torbidi tempi dell'impero romano; la sua
faceva
dell'opera
sua,
gli
539
TEE
ateniesi a Bisanzio e a
governo della
della
con-
ma
fu soltanto deferevi-
Una
notte,
menEodi,
rito
l'incarico
fondamen-
Stato, per metin rispondenza delle mutate condizioni dei temdello terle
Ma essi, che in gran parte avevano fatto parte del Consiglio dei Quattropi.
Trno
i
[0p^vo(;]
era,
presso
cento, sostenuti da
sidio di 700
un
pre-
Greci,
un inno
di dolore
uomini man-
dati loro
il
da Sparta sotto
Trenodi
si
[0p7)voSoi] dicevan-
prezzolati
cantori
di
nnie
funebri
di CaUibio, si assoggettarono tutti gli organi dello Stato, tolsero ogni pericolo di opposizione democratica e, distrut-
comando
to],
il
che
accompagnavano
[ot
tuirono
roce.
un dispotismo
fra
fe-
corteo funebre.
]!^rotevoli,
quelli
Trenta tiranni
TpixovTa Tupavvoi] trenta personaggi di partito aristocratico che, nel 404 av. Cristo, su proposta di Dracntide,
che non ebbero alcun scrupolo in ogni sorta di crudelt, furono gli ultra-oligrchici
Cricle
e special-
mente
spregevole, sostenuto da Teramne, ressero l'amministrazione dello Stato in Atene, dopo che per opera di Lisandro ne erano state abbattute le mura,
alla
uomo
fine
della
Peloponneso. Di
a uomini del loro partito, chiamarono a far parte del Senato soltanto gli oligarchici,
e scelsero fra
loro,
pi
fidi gli
Undici, ma-
TBE
litti
540e.
manifesti,
clie
diven-
prima contro
teci,
ricchi me-
nero strumento pronto per ogni atto di arbitrio e di violenza, e nel porto del
Pireo, dove si annidava il focolare democratico, stabilirono
molti
dei
quaH,
fra
del-
tra-
messi a morte, e
loro beni confiscati.
tutti
Cir-
una magistratura
formata da dieci
ufficiali.
di polizia
ca
1500
cittadini
furono
pubblici
uccisi senza
processo, con
inquisizione,
La potenza
un'apparente:
Stato.
mocratico fu
un
catalogo,
Ma
cia,
questo eccesso di
tirannia
feroal-
conservarono
pieni diritti
dovuto specialmente
di Crizia e
la
di
Cricle,
non
ebbe
lunga
ani-
loro
armi
mi
cantieri na-
perch fossero demoliti e, per distruggere ogni base dell'antica libert popolare,
si
Nell'inverno
con-
si
imped che
lari
le classi
popo-
mossero
di
sul
contro
una
con tutte
nel
Crizia
le loro, forze;
ma
e
demos
cadde
Munychia,
Il feroce Crizia,
non essendo
che,
campo,
riuscito
parte
Teramne
il
pur
dei
agli
sconfitto.
Il
favorendo
Trenta,
eccessi
si
giorno 12
del
mese
di
della loro
crudelt
Boedromine
Trasbulo con
in Atene e
si
suoi rientr
rec
sull'A-
denaro,
Trenta
cupidigia si volsero
offrire
un
a Pllade Athna.
IVsviri [tresvri] era il nome che si dava, a Eoma,
a
541
quali
TR
una commissione
[tres viri
di tre
tre uo-
uomini
dato
giunti
mini], alla
un
corum persequendorum,
clie
avevano
sottratti
all'autorit
Comune.
loniae
quali
rico
deducendae,
era
affidato
ai
l'inca-
di
lonia.
denaro,
dello
preso
dalle
quali avevano
casse
Stato,
per-
qualcbe delitto,
i
ed arrestavano
sospetti,
curavano le esecuzioni capitali cbe dovevano aver luogo in carcere e, durante l'et imperiale, bruciavano i libri condannati.
Inoltre esercitavano, in Eoma, l'ufficio di pubblica
sicurezza, soprattutto contro il pericolo d'incendio.
argento auro flando feriundo, incaricati di battere moneta, i quali venivano eletti, probabilmente, quando si coniavano nuove monete. Questa magistratura cess sotto Augusto.
tori
Quando furono
capitles,
l'ufficio
istituiti
i
tresvri
quali
pubblici
feste
solenni
assunsero
di
pub-
che
Eomani imbandivano
religiose,
nelle
nel-
noctumi furono
abo-
^^
TRI
542
sto,
Tresviri sacris conquirendis donisque persignandis, che avevano l'incarico di ricercare e restituire agli di le res sacrae smarrite in qualche circo-
cimento,
adoperava la ad triaros.
Trib
trizie
[tribus].
Eoma
ebbe,
Bamnes,
Tities,
isti-
un
incendio.
e 4 tribus
urbdnae,
publicae
che
si
chiamavano: SubuCollina,
dopo
di
essersi
procciata
si
di legalit,
Tutte
se
le trib
erano
e
divi-
in
decurae,
vici
le urbane
anche in
le
compita,
legione
romana,
detti
la
cenclassi
in-
tufiati,
e trib
fusero tutte
cinque centurae
se patrizio
iunioriim.
fos-
I
le
triarii,
come ciascuna
la
del-
for-
non
mavano
erano
non
iscritto
po
di riserva
della
legio-
si
avanzavano
i
all'assal-
to, solo
nel
distretto
di
un'altra.
ri-
per que-
L'importanza
delle trib
mase sempre grandissima: esse formavano la base per
il
543
l'Elia
dici,
[v.
TEI
ivi],
i
cui giu-
census,
per
l'imposta
di
la
guerra
leva
[dilectus],
Le cause
merciali
militari
com-
insieme le trib
i
formavano
erano
da
ti
speciali
presiedute commissioni,
zionale,
investita
di
ogni
pieno e
supremo potere.
Greci. In Atene,
i
Presso
Eomani,
il
nome
ori-
Tribunali.
Presso
i
tribunal 'indicava,
gine,
in
una
piattaforma
reati pi gravi si
portavano
innanzi all'Areopago
ivi],
quale sedeva
giudicante.
il
magistrato
o incendio.
In
sangue era-
Altri delitti di
un
Eoma
no
giudicati
dal
Collegio
i
quali
avevano 4 tribunali diversi, secondo la natura del reato che si portava in giudizio:
il
pareccbi
giudizi.
pretori
le
tene-
vano contemporaneamente
i
Tutte
tribune
Palldio
per
l'omicidio
stavano
nel foro, a cielo scoperto, finch s'introdusse l'uso di tenere le sedute in apposite sale, nel caso di intemperie. Durante il regno, in cui
tima
difesa;
il
Pritaneo
per delitti il cui autore era sconosciuto o per gravi incidenti accaduti per
il
caso;
il
Pireo,
l'anmainistrazione della
o a
i
commesso da
condannato
omicidio
Ije altre
cM
era stato
all'esilio
per
giustificato.
minali
si
il condannato poteva appellarsi al popolo. Kel periodo della repubblica, in forza della leg-
capitali,
-TEI
544
cui
gli
g Aterma Tarpeia del 454 av. Cristo, ogni magistrato aveva il diritto di farsi
ubbidire,
e
aveva interesse lo
Stato;
giudieoindi
EdUi
crli,
cavano
nelle
che cause
poteva
inflig-
merciali e in questioni
polizia; Il Pretore
gere
ai
trasgressori
una
perare
multa che non doveva sui 3020 assi [v. Misure], sr che, in senso largo,
urbano
{praetor
campo
delle pro-
prie attribuzioni.
Ma
le
giurisdizioni vere e
Dapprima
vi
fu
un
solo
giudi-
Senato
il
quale, sebbene
giurisdi-
moltitudine
delle
cause
per
il
forestieri
numero
dei
abitare in
Eoma, fu
Pretore
il
creato
un
altro
[praetor
giudie
peregnnus],
quale
cava
cittadini
fra loro.
tra
forestieri
consoli,
Pi tardi, fu
accre-
sciuto
tori:
il
numero
dei pre-
tri-
buti,
tempo
8;
di Siila
se
n'ebbero
Giulio
Cesare
12,
mento, saliva sulla tribuna e pubblicava il suo lEdica tum, che veniva scritto
grossi caratteri rossi e neri
545
sopra una tavola intonacata [album'}. Le cause di libert e di
cittadinanza erano rinviate dai pretori a un collegio di
10
giudici,
uno sotto
sotto
TEI
vano
Il
comando
decemviri
stli-
toriani.
tibus
iudicandis
[stlitis
lis};
forma arcaica di
le
quel-
to
cb,e
riguardano la pro-
priet
romana
l'eredit
contro le sentenze dei governatori deUe province era dato dai giudici urbani.
Secondo l'antica
ne,
il
istituzio-
dai
poi, in-
magistrato non
il
trat-
tava
dicati.
ma
lo intro-
Questo
indicare
di
teneva
foro
e,
le
adunanze
nel
che
si
occupava
Le
e l'accusato
stizia era
chi, si stessi a
loro
Duumviri
viri; nelle
dai
Quatuor-
tardi
di
fu
farsi
rappresentare
tres,
i
dai proeura-
vernatori..
quali
trattavano
li-
tata,
<ici
ma
di
istitu,
come
giui
ultima istanza,
dies
fasti,
perch
sol-
fectus urbi.
35 -_
tanto in
e leggende.
essi al
pretore era
TEI
546
[fccs']
permesso
Dieo,
ius,
di pronun
tenza:
Do,
l'accusato
Addico
litem]
[iudicum,
la
Le pene che
si
per
tratta-
ti
nei
civili
[infamia],
to
[interdic-
no, di solito, nell'inverno o in periodo in cui non si era in armi. Il giorno in cui era fissato il processo,
si
aguae et ignis], a cui era aggiunta la confsca dei beni posseduti in Eoma. Tribuni della plebe [trMni
plebis]
tuiti
costituiva
di
una commis
sione
se
il
iudces,
il
quali
finiva
Eoma,
prestavano
il
giuramento;
processo
non
si
se-
ple-
riman-
bei
dei
contro
patrizi
le
oppressioni
dei
essi
consoli.
seguenti
indi
il
finch
non
le
Da
fossero esaurite
principio
furono
tutte
pratiche;
'fi
nel 457
portati
dieci.
In
ro che
Uum,
i
mere uno
dizi:
cio
decisioni,
i
che
il
Senato
absolvo,
condemno,
;
magistrati prendevano
questo
diritto
votava a scrutnio
se-
Da
scatuii
ben presto
A
la
e,
[absolvo],
dal[con-
qualunque proposta
essere
che
lettera
dovesse
ai comizi.
presentata
demno}
tarla
prima
di deposi-
Kel Senato
pio,
diritto,
non ebbero
nessuno
credeva.
La
maggioranza
ma
poi ottennero
sue
547
sedute
terlo
e,
TRI
il
pi tardi, di po-
Siila
li-
mit di molto
tribuni;
ma
di
aggiunse pi convocare
morte
bito
i
ricominciarono
tentativi,
ne la presidenza, di
primitiva.
le
Pompeo
e Cras-
gere multe a cbi non obbedisse ai loro ordini, e di arrestare cittadini e perfino
magistrati.
I tribuni
pubblicavano ogni
buni tutte le loro antiche attribuzioni, e d'allora essi non ebbero pi limite
loro sfrenata prepotenza e tirannica demagogia. KeU'et imperiale, nanella
anno
li,
probabilmente, indicava-
soltanto
determinata
di solito
l'et,
sebbene
si
al
tribunato
la
facesse
precedere
e l'edint
que.
perderono la primitiva potenza, ma al contrario fu loro afidata la cura dei fuludi augustles,- che rono istituiti dall'imperatore Tiberio, in onore di
stura
plebea.
La prima elezione dei tribuni si ebbe sul Monte Sacro, nel 494 av. Cristo;
dopo la
471 av.
luogo
Il
hx
FubliUa, nel
essa
Eoma,
fin dai
Cristo,
ebbe
nei
comizi
tributi.
coloro
che
tempi antiavevano
stipendum ai soldati.
Quando
ri, i
l'incarico
deUo
sti-
pendum pass
forse
ai
questoquestori
quando
essi
abbandonarono
aggiunti
ai
Tei
548
ufficiali di finanza,
come
l'esercito. Cessa-
non avevano
della
diritto
al trionfo.
Cesare.
[tribuni mi-
Tribuno
cavalleria
Tribuni militari
ltum]
romano,
della legione, la
aveva si clie si davano nel comando, in modo elle due di essi lo conservavano due mesi, tenendolo un giorno per uno.
Cosi, in
quale ne avvicen-
morte
del
re,
un anno, ogni
tri-
Caduta
la
monarchia
cess,
que-
sta carica
e fu poi
'
lega, servizio
a prestare quindi
in
campagna
d'e-
[triclinium]
la
da
o
pranzo
divani,
con
sui
tre
Distintivo
"
del
un
nel
anello
d'oro:
quali
commensali
giacevano
sdraiati,
ciale.
percb
i
potes-
sero servirsi
commensali.
i
del-
mensa e
il
braccio destro
il cil)0.
cosi
I
dei
commensali
tre divani.
erano
Il
Furono prima
sei,
tre,
poi quattro,
e perfino
divano a
sinistra, guardan-
549
do, si
lo
TEI
cMamava
cio
imus; quell'al-
prendevano
seduti.
il
pasto stando
di
mezzo medius,
quello
elle
tro,
era
fra
la
del
fanciulli
se-
devano
sopra
sedie
spe-
Lectus medius
V3
TRI
Idris,
550
collegate
l'zpsXc,
da intimo
tre,
Xyo?
nesso
trat-
tazione
cui,
drammatica],
con
ogni
pre-
posto
summus
era
di
del
solito
lectus
il
padrone
di casa
invi-
vano in Atene
di Dioniso.
nelle feste
il
Guhl
vano
la
trilogia
si
agsa-
giungeva un dramma
n numero
medus del
5,
cio
il
locus
lectus
percb, come
riferisce
medus, Ora-
loga
ottava del II libro, ivi avrebbe preso posto Mecenate nel famoso banchetto offerto da Kasizio nella Satira
formata
Ghofore, schilo.
Il
da>W Agamennone,
Le JEumnidi
di
dino.
Tridnte
scettro
gica,
dentes] che portava ISTettuno,- per indicare il triplice potere che aveva sul mare:
di EschUo, clie sono cos strettamente collegate nella loro unit di soggetto da potersi con-
tragedie
siderare
come
tre
grandi
di
momenti
un'unica
dello sviluppo
contro
presso
Titni.
[TpiTjpapxta] era, Greci, una delle
non
Trierarcha
i
liturgie,
l'allestimento
nell'arma-
na
mento
Triloga
di
Liturgie].
l'insieme
Trionfo
Eoma,
[triumphus] il solenne
era,
ricevi-
..,.53
551
la
TEI
mento
il
sontuoso
in-
gresso in citt del generale in capo, vincitore. Quando il Senato, in seguito aU'e-
Seguiva poi finalmente, su grandiosa quadriga, il trionfatore, preceduto dai cantori, musici e talvolta
same che
elle
il
il
questore fa-
da
toga
buffoni.
piota o
Ornato
della
della
tunica
consenso e concedeva
necessari,
la
le
fondi
piazze
mano un ramo
l'aquila
di
alloro
e le strade
per cui
doveva
si
passare
processione
paravano a festa, i templi erano aperti, dagli altari coronati si levavano nubi d'incenso incontro al vincitore, la foUa giubilante
ripeteva
di {ilo
il
un
grido
trionfale
tribuni,
cMudeva
il
la
lunga
nel
processione.
Giunto
Campidoglio,
trionfatore
citore:
un
di
vano
tre
i
la processione,
littori
il
mendai
una pecora,
e con
un
toro],
la
un ban-
chetto
deva
il
lunga
al
le spoglie tolte
trionfo
durava oltre
il
tesori
due
giorni,
quello
di
sacrifcio,
di trion-
non
sembravano
xv-^
TRI
552
di dei
rematori
in
ciascune
due
fanclii della
nave
l'ovazone,
[V. Nave].
Tritne
marino,
pa-
Trini [Trines, H, 171] sono i bnoi da trebbiare [tero, trivi = triturare]: con tal
nel
credeva che
Tritoni,
esistesserc
raffigurati
molti
nome erano
indicate le Co-
,1'
stellazioni deUe due Orse, percb le 7 steUe di ciascuna di esse, sono disposte in modo da dare l'immagine di buoi aggiogati.
si
Avevano
la
il
corpo
squa-
Tripode
[Tpt7cou<;]
era
uno
{xpzXc,
moso,
le
piede], sul la Pzia di Delfo sequale deva nel dare gli oracoli:
tre, Tco?
come
da-
1(
di
ne costruiceri-
Tritnia [Tritonia,
II,
Tritonis.
rono poi
per le
783]
appellativo
[v.
di
PUade Athna
detta cosi
dal
ivi},
su verghe
di
fiume Tritne che sbocca nel lagc Copide in Beozia, dove era
del cultc
vittime.
Trirme
aveva
Tritoniaea
384]
il
flauto,
553
stato inventato
TUO
da Pllade
Tritnia.
Tritonaca [palus,
il
XV,
385]
acque avevano
vi si tuffasse
mi semi
nove
volte.
e l'arte dell'agril'incarico di
[-rpiTOTtTopsi;] *
[Tpsi?
tre, le
padre], erano
divinit
che
[v. ivi]:
traversando gran parte dell'Europa e dell'Asia, giunse nella Scizia, presso il re Lineo. Ma questi, per invidia del gran dono ch'egli recava agli uomini, propose
di
nomi erano
hulus,
Zagrus, Eu
Dinysos
o,
se-
condo
ucciderlo
mentre
dor-
considerati
del
come
dmoni
miva. Dmetra allora converse Lineo in lince, e fece rimontare Trittlemo sul
cocchio.
esseri
zione.
Trvia
erano
di
lo
Trittia
tre
ammali maschi
differente
toro,
specie
notte
passeggia
per
pi un
maiale],
trivii.
[V. Artemide],
un
un
che
si
offrivano in
sacrificio.
si
un mei
Trofo [tropaeum] era il segno di vittoria, che il vincitore innalzava sul posto
desimo
Fra
Eo-
mani
dicevano
[V. ivi].
suove-
taurilia.
di albero [raramente
il
tro-
sieme, in
modo che
si
tevano
l'altra.
piegare
l'una
posu
Un'armatura
tronco
era
completa:
rivestito
il
dalla
Trittlemo [Triptolmus, V,
646-661] figUo di Cleo, re
l'asta,
ammucchiavano
ai pie-
TRO
di
554
armi e oggetti presi
i
al
trofei
non
avevano
il
carattere stabile
va
i
tore, di Pride.
eri-
come
trofei,
monu-
sini
diceva che
avessero
le
ISet-
ApoUo
ess:
costruito
mura
Ma
la
nel
bassorilievo,
oltre
erano ritratti prigionieri incatenati e oggetti di ogni specie tolti al nemico. Trofei siffatti erano riprodotti sn archi trionfali, su medaglie, su armi, in rilievo.
condo la tradizione, n 1180 o nel 1184 av. Cristo dopo la famosa guerra
[guerra
di
Troia],
durata
10 anni.
Troiana guerra, V.
di
Guerre
Trofnio
tello di
[Trophonus]
nel
fra-
Troia.
Agamde, ebbe un
bosco
era
di
Tro
oracolo
Le-
badia,
[V.
dove
sepolto,
nome
Troia
che prima,
da
Bardano,
dnia.
si
chiamava
Dar-
Tuba
Sco abito in fondo] appartenevano a un livello molto basso della civilt; si diceva cbe abitassero in Libia e nel Caucaso.
Tria
profondo e squillante. La tuba si adoperava nell'esercito per la fanteria lituus, strumento anch'esso a fiato di metallo, ma di
[il
forma ricurva,
rava per
si
adope-
pianura che
falde del
estende alle
da, tra
il
monte
Scamndro
innalzava
Tubilstrio
era la festa
si
zione
delle
555
mondo
conosciuto,
TUN
tromba]
clie s
ma
pare
Quinquatrus], in onore
di
PUade Atbna,
nell'a-
[atrum su-
con l'Islanda,
dierna
gia,
altri,
altri
tonum}, perch le trombe, che si consideravano indispensabili nei sacrifci, nelle cerimonie funebri ecc., era-
Thle della
la
con l'oNorve-
meo, che
l'antica
credettero
riconoscere
nella
In questa
Tuie
mag-
cipale i
Tcia
[Tuca]
una ve-
Tnica
quale, accusata falsamente di incesto, preg la dea Vesta che, a prova deUa sua innocenza, le fastale, la
ne dei Eomani, che si indossava immediatamente sulla pelle. In principio era senza
maniche, poi fu provveduta di maniche, che per non giungevano fino al gomito: era il vestito vero e proprio che il Eomano indossava in casa e durante il
lavoro.
ve-
stale,
vagho l'acqua del Tevere, la port in esso al tempio di Vesta; e cosi fu provata la sua innocenza. Tie [Thule, ouXt]] isola del mare settentrionale, a
giorni di viaggio dalle Orca di, gruppo di isole al
sei
era-
nord
polare
della
Britannia:
sino
al
il
si
uomini], e si stringeva il petto con una cintura [cngulum']. Talvolta sotto la tunica propriamensotto
te detta, si indossava una sotto -tunica [subuGula'], pi
stretta e aderente al corpo: simile quindi alle nostre
estendeva
e,
circolo
per
ammali
camicie.
TUE,
556
le
In principio
anche di
I
lino.
tuniclie
si
vi condussero
una
colonia
sotto
il
sostenne
la
portavano
porpora
elavus
[latus
largo,
Pompeo, e pi tardi divenne municipio romano. In seguito and decadendo, non si sa come, fino a scomparire del tutto.
striscia
di
por-
pora]
tunica,
elle,
intessnta
suUa
Turno
scendeva snl davanti, dal coUo fino alla cintola. I cavalieri avevano invece Vangustus elavus, che consisteva in. dne strisce di porpora pi strette, intessute sulla tunica.
principale
promessa
Turno.
Turi
[Thuri, optot]
la
si
cMacosta
Tur-
m
della
citt
sulla
Tus
[tus
Lucania, poco lungi paese dei Bruzi [l'odierna Calabria] che i cit-' tadini di Sbari, fondarono
dal
che anche
vano
nelle
cerimonie
del
si spar-
dell'ara, su
poco lungi dalla citt patria, nel 443 av. Cristo, dopo
che essa, in una guerra con Cotrone [510 av. Cristo], fu completamente distrutta.
Sibariti,
si
un
braciere
acceso,
si
bruciava in
un
incensiere.
Tutla
diritto
Ai discendenti dei
esuli
e raminghi,
aggiunsero
molti
Ate-
grande
co-
storico Erodoto.
La
tutela
dei
minorenni
poteva
del
Sotto
ri
la
democratica
[tutla
pupillris']
aversi: per
testamento
raggiunse grande
flori-
dezza; fu distrutta da Annibale nella 2 guerra punica [204 av. Cristo]; nel
padre {testamento patris], com'era stato stabilito anche dalle SII Tavole; per
legge
[tutla legitima'}, per la quale si dava per tutore
194 av.
Cristo
Eomani
557
ai
TTJT
minorenni
il
il
parente pi
tore colpevole
era
colpito
vicino, se
aW infamia.
La
tela
tutela delle
donne
[tu-
mulibris] riguardava,
dativa},
quando
non
v'era
zione,
naturalmente,
delle
VestK.
Quando
del
nel testale
parente. L?autort
mento,
tutore
si
padre per
estendeva soltanto sulle sostanze del pupillo, mentre l'educazione di costui spet-
tava alla
renti.
madre o
ai pa-
tutela
era
affidata
al
Se
il
cora
veniva
torit.
assegnato
dall'au-
aveva
amminieserclie
strazione
[gesto];
del
patrimonio
altrimenti
la
citava
auctontas,
ma
consisteva
ne
delle
nell'approvaziodichiarazioni di
casi,
daWauctoritas tuto-
volont
non poteva compiere certi atti legali senza il consenso del tutore. Molto simile alla tutla
ris,
in quanto
era
la
tore
si
rato],
tanto
dissipatori: soltanto
non poVaucto-
teva
rtas,
aver
e
il
luogo
curtor
aveva
pisse
l'acto
suoi
obblighi,
l'assoluta
amministrazione
tutlae,
che condu-
delle sostanze.
ceva, dopo la resa dei conti del tutore, all'obbhgo deUa restituzione e al ri-
dalla
lex
Flaepr-
sarcimento di danni.
Il tu-
la
quale,
per
TUT
teggere
i
558
minres, cio
i
gio-
vani inferiori ai 25 anni, stabiliva che essi non potessero conchindere affari
legalmente validi,
se
raccolti
va un altare su l'Aventino, ma non aveva nessun tempio, perch poteva invocata soltanto
libera.
essere
all'aria
non
concesso da questo.
Tyehe
divini-
['0)^7]]
la
dea greca
[V.
For-
Tutelna
t
[Tutelina]
della
fortuna.
romana,
protettrice
tunal.
U
Udo
[Udaeus] uno dei cinque uomini armati [gli altri erano Ecbione, Ctnio, Plor, Ipernore], cbe nacquero dalla terra, quando Cadmo, costruita Tebe, dop avere ucciso il drago che custodiva la fonte di Are, ne dissemin i denti.
[V.
agli di
[SiScrcrofxai.
sono
adirato].
Da
rito,
giovinetto
egli
fu
fe-
aUa
caccia, da un
cin-
ghiale.
'
da
di
Cadmo],
Ulisse
[TJlixes, XIII, 123381] re d'taca, jaglio di Laerte e di Anticla; ebbe in moglie Penlope, figlia
cora bambino.
Dopo
la
guadagn
mnio:
figlio
egli
il
era
pure
nel
campo
sigli
i
personaggio
cipale per
suo nome fu interpretato per colui che adirato contro i Proci o, in senso
dere Troia.
in ira
prima
di
559
giungere a Itaca: dai venti
fu gettato prima nel paese dei Oconi [Tracia], poi in quello dei Lotphagi [Libia], indi in quello dei Ci-
ULI
Teci,
Seteria
[Corf],
ac-
clopi
[Sicilia],
ove
entr
neUa reg-
con dodici compagni neUa caverna di Polii mo [figlio di lITettuno]: questi divor
sei
compagni,
ma Ulisse riuac-
sci
ad ubbriacarlo, ad
cecarlo e a uscire
sotto
che andavano
pascolo.
chi doni, ricondotto dai Feci a taca. Ivi trova i Proci che hanno invasa la sua reggia, dissipano le sue sostanze e aspirano alla mano di Penlope; fattosi conoscere dal
di
Ea
U quale a PUo e a viaggio Sparta per avere notizie del padre tornato a Itaca, sconosciuto agU altri vince
figUo
Telemaco,
dopo un
Sirne,
traversa
lo
la
giunge
all'isola Trincria
prova deU'arco, imposta da Penelope ai Proci come condizione deUe sue nozze,
fa
compagni, stretti daUa fame, amimazzano i buoi pi belli deUe sacre mandre di HUos. Giove allora, quando essi si rimettono in mare, sconla nave con un fulquassa
poi uccide tutti i Proci e si riconoscere quindi da Penelope e dal vecchio padre Laerte.
Secondo una leggenda posteriore, da Ulisse e da Circe era nato Telgono, U quale era venuto a taca
in cerca del padre, e s'era dato a saccheggiare U paese
mine
tutti,
li
fa
naufragare
Tllsse
eccetto
che,
per procurarsi
afferratosi
ad una
trave,
ma
assalito
da vivere; da Uhsse e da
dove abita
Telemaco, egU uccise il padre e ne port il cadavere aU'isola di Ea. Telgono avrebbe poi sposata Pene-
IILI
560
in pi che
si
abbattesse
la
era
comminata dramme.
L'ulivo
era
multa
di 200
ritenuto
sim-
bolo
della
pace,
coloro
Ulivo [ola] trapiantato probabilmente daUa Siria in Grecia, fu tenuto, anche presso gli anticipi, in sompregio, e costitu uno dei principali prodotti dell'Attica.
tenerne in mano un ramo. Anche in Italia furono molto coltivati gli ulivi,
spe-
mo
sotto
il
di
Virilio distingue tre specie di ulive: orcMs, della forma di un uovo, ricca di olio; radms [simile a una
spola], pi lunga
deUa
pre-
una pianta
di
carnosa e adoperata
perci
in
con-
La
aUa
i
du-
quindi ad Atb.na. Gli ulivi cbe derivavano dall'ulivo sacro che Athena aveva
fatto spuntare suU'AcrpoK, erano considerati come propriet della dea, e stavano sotto la sorveglianza del-
ottobre
per i sacrifci, per l3 lucerne, per le unzioni nei bagni e nella palestra. Ultre, il vendicatore, era un soprannome di Marte, ^^
quale l'imperatore Ottavia-
uno
di questi al-
no votj a
Filippi,
un
tem-
vittoria
Cesare.
Un
Ateniese
non poteva
f^
12 maggio
del-
561
l'anno 2 av. Cristo, si conservano 3 stupende colontori vi
ciali.
TJND
tJndici
Fu
anclie
soprannome
di
Giove.
Ultrotribtum dicevasi il
naro elle
i
de-
[ol svSsxa] erano, in Atene, magistrati ai quali era affidata la sorveglianza su le carceri e l'esecuzione
deUe
pene,
specialmente
sorte
vi
si
dalle
phyli
ma
aggiun-
conduatres che
miese-
geva uno scrivano ir quale, pur non essendo membro del collegio, aveva una parte
essenziale
nell'esercizio
Umbella
dicevasi
il
prigionieri,
procuravano
il
alle
chiudere come i nostri. Umbra era il nome dato per scherno a chi, senza aver
ricevuto
l'invito
dal
convitato.
affidato
Di
infliggevano la pena
il
diverso, iniziavano
pro-
rassiti.
Unctor chiamavasi lo schiavo che aveva l'incarico di ungere il padrone. Nei bagni
.
e nei ginnasi e
per
gladia-
cedimento e lo presiedevano. Tenevano la nota dei beni confiscati, notificavano i beni demaniali tenuti nascosti e ne assegna-
XJNG
562
la vendita, istruivano
C
spirituale.
vano
i
pi
dite].
[V.
Afro-
Urano
dio
siedevano
so e
giudizio.
Ungunto [unguentum].
L'u-
di fabbricare unguenti
[Urnus, Oupav?] il cielo [oupav? = o pi esattamente = cielo] circondante il tutto [da f opav?: confr. antico indiano YarUna cbe tutto avviluppa] la pi antica
del
delle divinit.
Il
e gener
Crio,
Titni:
Oceano,
anche
nell'an-
Mnmosine, Pbobe,
i
Tti,
di-
Ciclopi:.
i
nel-
Arge;
l'ItaKa,
di
sedersi
perch
il
si
vendicas-
ti vasellini
ria]; in
Crono,
figli,
pi audace
la
dei
e
in Italia
si
trovavano riccM
di
impugn,
i
falce
negozianti
[opavia attributo
profumerie.
la
celeste
recise
Urania [Urania]
celeste]
un
di
lei,
Afrodite.
Quando in
cbe da prin-
buzione dell'amore sensuale, alla Afrodite Pandmia , venerata in Atene come dea dei matrimoni, si contrappose r Afrodite Urania o Celeste, cbe rappresent l'amore puro e
A Eoma vi
acque
le
cose
era una
563
societ di palombari che, a prezzo, ripescavano le cose cadute nel Tevere.
ustr
Tavole regolarono
sura
degl'interessi,
la
mi-
non
Usucapine
la
[usncapo]
si
era
acqui-
dodicesi-
un lungo
possesso
[usum capere
ma
XII
Tavole,
cM
tene-
Pi tardi, la misura dell'interesse fu ridotta e abbassata a pi della met, e finalmente, nel 341 av. Cristo, la lex Genuca proib del tutto i prestiti a
interesse.
per uno le altre cose [purch non si trattasse di furto], se non si faceva
alcuna opposizione, ne diveniva proprietario. ISTe erano esclusi i confini dei campi
continu
tata
come un
e
il
tutte
le
res
sacrae.
Ma
pio,
diritto
.QWusucacittadini
al
proprio
dei
Per i commerci con l'Asia e con la Grecia, s'introdusse a Boma l'usura cenmese, quindi al 12% annuo, la quale fu adottata fino ai tempi pi tardi, sebbene non pochi usurai estorcessero un intesima,
dell'I
spettava
al
corrispondente
per lungo
clie
tempo
scripto
possessio],
le con-
ma
vi
di
ce
si
esercitavano
usure
introdusse
un termine
scandalose.
dieci anni.
Usura
che
debitore pagava al
6%.
tempo
lamentavano
vamente
patrizi;
ma
pi
vezza degl'interessi.
Le XII
appaltatori,
ai
mer-
trsu
canti, ai bancliieri, ai biatori di monete.
564
camlo Vasi da provvigione
si
[vj
Gl'interersi
si
riscotevano,
di
conservavano viveri, olio miele, acqua, fichi, cibi messi nel sale, ecc.]. 20 Vasi da mescere [adoperati nelle
libagioni]
.
il
mense
nelle
cio e
di di
servirsi
di
i
un bene
goderne
bere.
argilla, si
teneva per esso di valersi, a suo piacere, di una casa, di un terreno ecc., senza poterne alienare nessuna parte. Utensli. Vasi. L'uso dei vasi di argilla rimonta a un'antichit molto remota; la Grecia fu la sede principale
della
Fra
ci
gli utensili
di
cucina
adoperati
dai
Greci,
non
fabbricazione
eccezione
l'argilla eccellente
pentola
[5^Tpa],
niva
uno o a
due
che nella Magna Grecia, ove vasai, greci erano migrati dalla Grecia propria-
manichi, in cui si cuocevano legumi, carne, ecc.; talvolta essa era pi grande
e fornita di tre piedi.
Itegli scavi di
altri centri
mente
briclie
Pompei
di
romani,
si sono
per
uso comune:
tole
e
coltelletti, pen-
tando
differivano
pentolini,
seccHe,
padelliraecc.
di
casseruole, tegami,
ni, cucchiai
per esser fatti di un'argilla pi grossolana, e per avere i contorni incisi pi marcatamente e riemessi
da
da cucina,
ma
essa
non
ragper-
565
fezione
UTE
cui
si
elev in
Egitto e a
Eoma.
i
A Eoma,
sandria
vetri di Alesil
serbarono
pri-
mato
e
in nell'ultimo
periodo
imperiale:
quando
fra
Ouma
fabbriItalia
carono
anche
in
oggetti di vetro,
ma
questi
erano
fssati
sunna custodia
conficcati in
si
simo pregio
vasa
spato
di metallo, o
murrMna,
tale,
fatti
un
fusto che
ai
teneva ritto
e poteva portarsi a
mano.
In Grecia,
Frequenti, pi ordinari e pi
grossolani erano gli otri di peUe, per conservarvi il vino. I piatti greci, cbe servano nei nostri
si
in cui
con-
musei,
con un lucignolo ad olio. In Atene, andando per via di notte, si usavano torce
lanterne di corno trasparente, con dentro lucerne
adoperavano
piatti
olio.
Per illuminare
si
lo-
fece costruire
d'argilla
nevano
lione di sesterzi,
200.000
lire.
cali
taccati al soffitto.
con
buon
gusto
svariati
disegni.
1 sostegni [candelabri] erano modesti nelle case dei poveri, maestosi e riccamente adornati nelle case
dei
ricchi.
il
Per accendere
fuoco, cos
UTE
presso
i
566
nella
Greci
si
come
presso
porta.
di
Comunissimo
serrature,
chiavistelli
di
di
la
Eomani,
adoperavano
era
l'uso
che si custodivano con cura sotto le ceneri del focolare. Tuttavia si aveva anclie uno strumento formato da due pezzi di
le faville
di chiavi, ferro e di
zinco.
si
Per
adope-
[libra] a
legna
[noce
castagno],
doppio piatto, o a forma di stater con un sol piatto e con un braccio diviso in
parti proporzionali, presso
susci-
a poco
Uter
an-
[axc,]
I
di
Eomani adoperavano
clie delle
candele di cera o
sacco di pelle di capra, di maiale o di bue, cucito da un capo, con le cuciture turate con la pece, che serviva a
midoUo
erano gettate in forma. K Greci n i Eomani conobbero l'uso dei tubi di vetro per consumare il fumo, si che questo, diffondendosi dalla lucerna, de-
gonfiato di aria. Jj'uter vini si adoperava per trasportare il vino all'ingrosso. Jj'uter unctus era una pelle
di
capro,
gonfiata
di
poneva
sulle
pitture
mu-
aria e
unta
su
rali e sui
mobili una fuligche si levava poi con gine, la spugna. tenere chiuse le porte servivano i catenacci ver-
Utrrii
otri
si
chiamavano
di
i tra-
sportatori
[uter
ticali [pessuli],
quali pe-
netravano gi nella soglia e su nell'architrave; o standalla parte interiore [sera], o dei con-
avevano
marcia.
otre], l'incarico di
acqua
i
negli
quali
for-
in
ghe orizzontali
trafforti,
otre],
tra-
sportava
verso
i
viandanti a
tra-
fiumi.
567
VBC
V
Vacna
[Vaciina], era la dea protettrice dei campi, cui
fertili e
rendeva
ti
abbondanSabini
formato con
la ter-
di messi.
lei i
Vas
dopo
il
raccolto o dopo
re],
.
guerra [vacare
tor-
navano a godere
vernale.
,
l'ozio in-
Era
venerata
cusato presentava come garenzia che egli si sarebbe presentato in giudizio nel giorno
fissato.
KeUa
pro-
promessa di presenal
tribunale
in
un
cedura penale, quando l'accusato presentava il mallevadore, come garanzia cb'egli sarebbe comparso dinanzi al giudice nel gior-
giorno
fatta
no
al
levadori].
Spesso
col
-ya-
somma
Stato.
la
causa,
i
ma
che, in ogni
oltre-
I
I.
vectiglia
pi
notevoli
niodo, passare
non poteva
al
si
erano:
100.000 sesterzi.
Se
si
mancava
vadimoperdeva.
nio, la
somma
una parte della fortificazione del campo romano: una palizzata di troncM con rami corti e
aguzzi
Ivallus
la
tassa
di
suolo
tronco],
decime dei
terri-
VEC
568
sto
[eentesma
70
Tasse su
venalum], l'industria e
condurre il bestiame pastura nei pascoli dello Stato l^asGal. 3 Il canone per la raccolta della pece nei boschi dello Stato [vectlgal picaHum}.. 40 II censo per esercitare la
per
alla
su tutte
le arti e mestieri.
50
nelle
venivano date in appalto a gente minuta, la quale poi si faceva pagare una piccola tassa daUa gente che se ne serviva.
gerdei
nelle saline
II.
dello
Stato.
Entrate oscillanti: 10 Dazi marittimi e terrepontaggi e pedaggi. stri, 20 Tassa che si pagava, col permesso dell'autorit, per derivare l'acqua dai pubblici tubi nei fondi privati,
nelle case, nei giardini, nei
come
Kel 69 dopo
e,
Cristo
Eoma
eccit
una sollevazione
bagni
[vectigal
ex
aquae-
anti-
ductibus}.
lupus marmus,
ecc.].
sa-
40 Tassa del
5%
sul valore
lamandra
si
volevano
\vicesima
ma-
A Eoma
stabili-
VUti
[veltes],
soldati
ro-
mani
i
dine
battaglia,
mora-
lestavano
nemici con
[V.
pidi assalti.
Armi]-
569
YEN
Nto
[Not?, Auster p
Vium
nelle
era
una tenda
clie,
leva
trata.
riale,
larli
porta,
avevano
l'ufficio
di
Brea
va anche
il
tendone di ca-
settentrionale],
il
vento del
sereno
nord,
freddo, e salubre.
ma
che
si
adoperava
difendersi
sole,
nei dai
portici
per
del
raggi
quello
tenebra],
il
sole, la
ed Uurus]
rora
[tjox;
il
vento dell'au-
ve aveva lo stesso nome. Vnere [Venus], dea della bellezza e dell'amore [venus = bellezza], identificata a Eoma con la greca Afrodite.
aurora],
il
[V.
Afrodite].
vento di sud-est, talvolta pi spesso asciutto, ma umido. Solo questi quattro venti sono noti a Omero e a
Esiodo: essi albergano nelle nubi, insieme con le folgori e coi tuoni. Pi tardi si ampli la rosa dei venti
e,
monte Vulture,
se
poi dodici.
L'origine dei venti, presso gli antichi filosofi, si spie-
di
essere la
patria di
Orazio.
"Venti [venti].
pali,
differenti:
sole e della
col
mo-
YEN
vimento contrario
delle
570
mafgUa di Erechtho
e,
con-
dottala
in
Tracia,
aveva
Dal punto di vista mitologico, in Omero, i venti appariscono come nature divine con carattere personale: il loro dio Eolo. Se>
la
quale
il
ebbe
un
figlio:
Carps,
frutto
[xapTii;
frutto].
condo
Esiodo,
quattro
[l'uo[l'au-
mo
eficacia
rora];
venti malefci, invece, erano ritenuti figli di Tieo; il quale e anche concepito
loso.
vano su
la
l'agricoltura e su
navigazione.
sa-
come vento
si
procel-
che
si
adoperava
se
i
nei
sacrifizi e
in altre cerimo-
Ai venti
ti della
nie religiose:
ne
orna-
vano
il
capo
di
la
sacerdoti
nei
degli
strin-
nell'atto
implorare
In Atene fu
torre
una
si
tempK
protezione
dei venti,
clie
di; i fecih
quando
scolpiti
nel
fregio
loro
deiredifi,cio,
"A
del
il
Con rami
facevano
aspersioni
si spaz-
un
tritne
dell'acqua lustrale e
mobile il quale, girando secondo il vento che spirava, ne indicava la direzione con un bastone rivolto in basso verso queUa corrispondente del fregio.
zavano
Si
gli altari.
credeva
che,
stropicfoglie
ciandosi le
di
mani con
avesse
l'efica-
571
cendere nei cuori l'affetto estinto, e di rendere pi
allegri i convitati che, nei
VEK
banchetti,
fossero
toccM
il
ne nocol
della
eseguita
met di maggio.
\Y. Pleiadi].
la sesta co-
bastone
sta
file
Vrgine [Virgo]
anche
Astra
la
\la
vergine
con
le
verghe
littori.
[virgae],
le
tanto dai
quale, nell'et del ferro, ultima fra gli di, abbandon la terra e si
stellare']^
ritir in cielo,
ove splende
di Vergine. Erigono,
la
sotto
soldati per
certi
delitti
il
nome
altri,
Secondo
figlia
di
Icrio,
quale
del
s'impicc su la
tomba
padre.
Verna
[V.
condannati
capitale,
zione,
alla
che apparteneva al padrone per ragione di nascita, per essere cio nato in casa di lui. Perci era gli domestico dello schiavo pili
alla fustigazione.
La
comprato.
e
la
lex
lex
Porca
Ver sacrum,
la
primavera
Semprona vietarono di
ne
la
gli
as-
fosse
nato
nella
[fra
prossima
il
quale rimase
schiavi, per
i
cosi
per
primavera
primo
forestieri
e per le
persnae Jiumles.
i
una
divinit, perch fosse rimossa una calamit o una sventura di cui si vedeva
imminente
il
pericolo.
-m
VER
IITei
572
sacrificio
tre
gli
tutti
parve crudele, e si stabili cbe i bambini nati nel tempo del ver sacrum non
si immolassero, ma, nuti adulti, fossero
presentava come un bel giovine, avente sul capo una corona di spighe o di verdi foglie, e in braccio la
cornucpia piena
[vespiUnes] becchini a
libitinari
di
frutta.
dive-
Vespillni
cevansi
vizio
i
di-
man-
ser[col'in-
fuori
dei
loro
che assumevano
i
per procurarsi nuove sedi in altri paesi. Degli animali domestici si offrivano capretti, agnelU, porcellini, vitelli,
casi
morte],
i
quali portadella
vano via
cadaveri
che
si
avevano durante
crum.
ver sa-
Kel ver sacrum, cbe i Bomani offrirono dopo la battaglia del Trasimeno e alla fine deUa 2 a guerra punica, il voto fu limitato
agli animali
romano,
congedati
quali venivano
dopo
e
20
anni
16
daUa
legione,
dopo
domestici.
la
completo
Vertcrdia [Verticordia],
mutatrice
dei
un
vexillum
[misso], e in
sotto
tempi
cuori
muto,
cor
di
[verto
tranquilli
prannome
quale 10 aprile.
dio
della
si
Vertmno [Vertumnus]
tere
il
vanno
frutta
erano liberi da ogni lavoro dell'accampameinto e obbligati soltanto a difenderlo contro il nemico. Vesta [Vesta] la dea romana del focolare domestico e del fuoco che in esso si ac-
eende, venerata in ogni casa insieme coi Lari e coi Penati. Essa identificata
573
godevano
zione
VES
somma
dai
reputa6
sacre, ai 10
come persone
scelte
erano
di
sorella
e
di
aUa dea,
Apollo
dopo
ma
cosa
del
resto
ch.e
acca-
si
spegneva
le
sere venerata
trice in
come
protet-
mestico.
Era
della
anclie
protettrice
gitivi,
pace cittadina.
vano vacclie
le
di
Le si offriun anno,
le
giovani messi,
primi-
Campus
selettus.
zie
Vestali
[Vestles]
sacerdo-
A Eoma
rio
la la
le si
tributava
il
avevano
l'incarico di tenere
il
sempre acceso
fuoco sa-
va
pontfecc
mawimus,
il
al
Al tempo di S'uma erano quattro, poi ne furono aggiunte due altre, e il loro
culto
Kel santuario,
sei
sacerdo-
numero rimase fissato a sei. Erano scelte fra le fanciulle romane dai sei ai dieci
anni, senza difetti nel corpo, e appartenenti a famiglie
manteneil
fuoco,
lo
marzo
di
ogni
Quando
non
si
presentavano spontanea-.
VES
574
cintura
su
le
anche,
che
aveva due maniche corte o due aperture, per passarvi le braccia. Pi tardi, sotto
il
chitone
si
portava un
tren-
castit,
dopo
detta
)^t,TcovtcTxo(;.
dere marito.
nevano
Abiti
[i(x.T(x.]:
di
sopra
[stci^X-^-
Imtio
[[jirtov],
un
stodivano
cevano preghiere,
Palldio, e offri-
fa-
panno
lare,
vano
Atene,
cuna violava
la verginit,
una specie di mantello. Le donne avevano, sotto il chitone, una vera e propria
viov.
camicia,
detta
il
^t'^^chi-
Avevano poi
sommo
onore:
magistrati
chiamavasi xXtco?. Una fascia che si avvolgeva intorno al seno sotto il chitone [una specie dei busti moderni], chiamavasi
[i.i-
Tpa, mentre
la cintola
la cintura che
Una
ricco,
chi
osasse
Un manto
che in
al
insultare
una
Vestale, era
ma
origine
corrispondeva
era
il 7i;s7rXo(;,
chitone,
che comunean-
Abiti di sotto [vSufxaTa]: Chitne [xt.'i^wv], di tela o di lana, stretto con una
mente
davano
significava abito.
I Greci ordinariamente
capo
scoperto,
575
eccetto nel viaggio, o quando,
-nica
laticlavia,
VES
cosi
detta
per
speciale
occupa-
da una larga striscia di porpora \latus clavue], che era intessuta sul davanti della tunica, e scendeva dal collo alla cintola. I
cavalieri
Avevano poi
xauCTia di
la
avevano invece
la
tunica
macedonica [un cappello bianco con larghe tese]; il [TTTacro^;], cappello con tese di varie forme, di origine tssala o macedonica,
porpora
orlata da
[davi: angusti'].
una
lista di
por-
conveniente
I
calzari
si
alla
clmide.
adoperavano
pora ^raetexta], e questa toga indossavano anche i ragazzi, finch non prendevano, all'et dei 15 o 16
anni, la toga
virilis.
Una
to-
casa
zi.
si
Si distinguevano le
plici
suole,
vevano presentarsi
Si
al cen-
degli
uo-
usava
inoltre: la
lacer-
na,
ta;
mavano ^XauTau
Le donne avevano anche
erano pi eleganti le
xiSsi;.
i
un mantello fermato
con
stra,
Romane. La
rior
tunica inte-
vestimento completo di
abiti:
stola,
corrispondente al chie
1
la
la
tunica,
un
tu-
2 la
veste pro-
cingulum.
I senatori
avevano
la
r'
VES
la
576
stola e indossavano invece la toga], 30 la faiUa elle avvolgeva la persona quando la donna usciva di casa. Le matrone ave-
luna
gistrati.
vano
anclie
nn lungo
velo,
i
il
di
solito,
eccetto
pludamentum, un
sa-
gum
di feltro,
un mezzo
Vestbolo
che
con
peli,
la
eau-
lo spazio chiuso
tese,
il
per ripararsi dal sole; petdsus, cappello con tese di varie forme, per viaggio.
me
un
portico a colonne.
Vesuvio
cano
[Vesuvius]
della
il
vula
Campania,
sud-est di IsTapoli.
Come
a
calzature,
Eomani,
portavano i sandali, soltte, che si toglievano andando a tavola; alla toga conveniva per
casa,
la
bianco [secondo
aveva quattro corregge, ed era molto alto; quello dei patrizi aveva una mezza-
dopo prima
Cristo,
avvenne
l^^
Pompei.
577
Plinio
il
VIA
neso,
si
osservare
ma poi
a poco a poco
vi lasci la vita.
Veterani
levigare
il
vetro raggiunse
mavano una
in
legione intera,
sol-
contrapposizione ai
importava
Vto [intercessio] era l'opposizione fatta da un magistrato alle proposte dei suoi
per
le
lanterne,
bicchieri,
alle pareti,
e a quelle dei madi ordine ixiferiore. gistrati I tribuni, in forza del loro
colleglli
vasi,
ius auxili, potevano opporsi a cMunque. Sono rari gli esempi di veto
alla
opposto da
tore
un
console condi
Vaso di Portland
nel
che
si
tro il collega o
un
prepre-
conserva
ci
Museo
Bri-
contro
un
altro
tore
offre
un
insuperaperfezione
modello
a
artistico, e ci
[maior potestas].
i
rivela
quale
ve-
loro
soli,
quanto contro
i
cn-
censori,
sia
rivolti
contro
relativi
all'ufficio
di quei
natus consulta
ste
moglie Voliunnia, a una ambasceria formata da matrone romane, lo indusse ad abbandonare i Volsci, coi quali voleva marciare contro Eoma.
la
con
capo di
Vetro
tempo
e leggende.
Viatres chiamavansi
gio-
guerra
del
Pelopon-
vie
i
578
l'incarico
quali
avevano
le
Quando l'imperatore
gusto
divise
la
citt
Aii
(j
Eoma
certo
in
14 regioni,
di vici.
la
as
dimoravano Eoma. Essi intimavano anciie le citazioni ed eseguivano gli arresti. I consoli e i pretori avevano a loro
senatori
clie
numero
la
Fuori
vicus
citt,
paioli
cii
disposizione
viatdres,
un
collegio
di
urbani avevano
eie
una
spe
di
costituzione
comu
abitanti [vicnij;
ma
oidi'
urbani.
un
distretto urbano,
Vie. V. Strade.
Viglie
[vigilae]
si
cMaina-
no
ordinariamente
liberti
vano,
nell'accampamento
di
Vinli
[Vinala],
erano
due
governatori delle
si
formavano
quartiere
si
Vcus
di
signific
un
aprivano i dogli e si assaggiava il vino depositatoT nell'autunno precedente, dopo. avere offerto a Giove
Eoma
i
formato da alcune
cui
una
libazione;
si
VinaUa
f^'
strade,
abitanti
fra
stca o
altra, nel 19
ci:ii
ago1*
trovavano
del culto
uniti
loro
sto, in
cominciava
il
in virt dei
Compitala
vendemmia. Qui
dialis
flaf^^
^
comune
dei Lari.
offriva
Giove
579
sacrifcio
VIN
sedio.
di
un
agnello,
Era fatta a
piedi,
mentre le carni delle vittime erano su l'altare, egli spiccava, con le sue mani, da i primi grappoli d'uva,
alta
dici,
otto
lunga
tetto, se-
mava un
mini
un
la
tralcio,
cos
apriva
festa
celebrava in
per otteconservazione del vino nelle botti. Si facevano molte libazioni di vino vecLibero
[Bacco],
nere la
La vinca
gere
pronunziavano queste parole Bevo vino nuovo, vino veccMo: con vino nuovo, con
si
chio e nuovo, e
il
vino
veccMo
.
guarisco
le
malattie
puro,
ma
legare
prigio-
Ve n'erano
le
di varie specie:
eatenae,
formate da una
mancae, manpugno; le com-
Lesbo,
Lem-
digeno costava 4
[circa [circa
Il
dramme
piedi;
si
nervi,
strumenti
L.
4]
ogni metrta
il
che
rare
il
40
litri].
modo
di fare
vino non
condannati. Vindcta. V. Manumissio. Vnea [vina] era una maccbina difensiva che si usa-
VIN
naie,
ma
poco
estesa
i
680
Dopo
dema]
di si
[sGO'pi
nel
la
i
vendemmia
\vin-
Lazio. Solo
quando
Bo-
grappoli venivano
le vinacce
mani cominciarono a conoscere i vini dell'Italia meridionale e della Grecia, diffusero e perfezionarono la
viticoltura,
ponevano
e follicuU]
[torcular
sotto
il
torchio
toni-
si
passava poi
in
Falernum, il Masil Surrentmum, VAlscum, bdnum, il Funddnum e altri. Molto pregiati erano i
bum,
il
ampi vasi [doUa], dove rimaneva a fare la boHitura. Il vino nuovo si riponeva
in appositi vasi impeciati
vini greci di
Cipro.
CMo, Lesbo,
il
precedentemente
rae,
[ampho-
mentre quello pi
si
co-
mune
travasava dai
ftti
vasi
[do-
grum
tus] o
cens'}.
l'et, si
panciuti,
in terra
in quelli
Ua demersa],
ghi
Il
lunsi
nuovo [iovum o
Kon
mani
i
vino
si
teneva deposita-
dienti aromatici
l'-x
gnoli
zafferano,
c-
collocaturati,
cia-
poveri
la
gli
schiavi
bevevano
le
lora:
provvisti carteUino
un
vinello che
spremendo
torchio.
nome
La preparazione
non
che
zione
del
vino
vini
travasati
si
dai
vasi
nel-
maggiori
riponevano
per
la
produ-
ordinari.
la
581
trarla
cise.
vm
disonore, la ucQuesto fatto provoc
al
sapore di
veccMo
e lo ren-
deva pi delicato. Per togliere la feccia clie rimaneva nel vino, si soleva
cMarifcarlo
con un uovo
in
per mezzo di un colatoio: questo caso si teneva sospeso sopra uno staccio di metallo il saccus vina-
una
si
schiera di predoni, e segnal per forza fsica e per ingegno, fino a diven-
bere
il
l'acqua
rite-
nevano segno di intemperanza il bere il vino puro [meruml. U miscuglio per tutti si faceva nel cratre
,
mani, ma poi fu da Fabio Massimo liano. Tuttavia non a capo dei ribelli, di
stare
i
vinto
Emicess,
moleEomani, finch, fu
ma
convitati
lo
Con
la
morte
di
Viriato,
Virbio
il
[Virbius,
XV,
544],
prese Ippolito, quando, ritornato in vita per opera di Asclepade, fu da Artemide condotto nel bosco di Egria,
[V. Ippolito]. Virgnia [Virginia] figlia
nome cbe
rimase per sempre infranta la potenza dei Lusitani, i quali dovettero assoggettarsi a Eoma. Viridrio [viridarum] era un
piccolo
stlio
giardino,
nel peri-
di
il
ghi disegni.
Lucio
preso
la
Virginio.
Poicb
decmviro
Appio Claudio,
turpe
passione
da
il
Viriplca [Viriplca] era, presso i Eomani, la dea che vendicava il marito aUa
moglie, eliminandone le discordie [virum marito,
VIS
placai
582
si
placa].
Aveva un
attribuiva
le
un
significato
religlioso:
faci
i
nuziali
gli
alberi
sacri,
premi
i
Viscerazine
era,
[Viscerato]
tem-
Vittiinrio
era
il
viscere
essere
ficio
immolata nel
di solito,
il
sacri-
o,
miniinca-
che
si
faceva
stro che
rico.
aveva questo
vittimarli
forma-
no dopo
do,
nella
il
casa
il
Sa-
aveva luogo
Vittria
[Victoria]
la
dea
largizioni
di
denaro,
alle
greca.
[V. ivi].
Aveva un tempio
tino,
sul Palaaprile,
Vitta era un nastro cbe le donne romane, nate libere, portavano intorno al capo, per tenere raccolti con grazia
i
dove,
il
12
capelli.
si
cbiamavansi
due
indi-
ancbe
il
lungo
na-
ad uno,
floc-
frammenti guasti e
va
il
rotti
del
chirurgo per
scarnifi-
pendere dietro la nuca. Questo nome si adoperava, inoltre, per indicare la benda con cui si circondavano
tutti
gli
care
una
dovevano essere
rimossi.
di-
Voltmna
[Voltumna],
delle
oggetti
ai
quali
federazione
12
citt
etrusclie, nel
583
VOT
quale
gli
Etru-
spettatori poteva dileguarsi in soli cinque minuti. Voti [vota] erano le promesse di sacrifci o di doni che si facevano alla divi-
schi si
siglio.
erano
nuali.
giuocM e grandi
ro-
un
che
si
prometteva
era,
sce di
sieme.
Quando
a
si
era finito
di scrivere, lo si
avvolgeva
cilindro
e,
si
intorno
un
Volmnia
glie di
[Volumna]
modi lui
tempio levava
Coriolano, la quale,
insieme con la
madre
terminato.
trone
marito
indusse
il
Roma.
si
Vomitrii [vomitora]
anfiteatri
chia-
Quando si otteneva il favore desiderato, il voto doveva essere adempiuto, come debito sacro, con scrupolosa diligenza: la cosa promessa veniva solennemente consacrata dal sacerdote e assegnata al dio come sua propriet, e si
reti,
spettatori
rottoli.
vari piane-
alle
pa-
al tetto
Da
queste
porte
bare la rappresentazione. Colosseo, che poteva contenere pi di 80.000 spettatori, aveva tante porte e
Voti pubblici [vota publical erano quelli che si facevano sul Campidoglio per
il
bene
dello Stato,
quando
scale
un magistrato
'-^
C'i>.
VOT
sore
584
al lusi
dava principio
o
il
strum,
console
re-
prosperit dei bambini, al Genio nel giorno natalizio, ai Lares viles o alla
erano,
Fortuna
gi,
redux
nei
viag-
ai
Discuri, e
specialnelle
maggiori, una parte del bottino di guerra, templi, spettacoli, ecc.: la formola solenne era pronunziata dal
mente a Esculpio,
malattie.
Frequenti
lae
votivae
pontefice.
dipinte le
membra
colpite
da malattia, per
ottenere
seguita.
sperit
era
strettamente
pesta,
Venus
marma],
Discuri, la di consale
g-
Giulio
crare loro
la
,
in voto
il
salute
si
mene, l'ancora,
timone,
vano
fecero
voti
pubblici
per
rappresentato
e talora
naufragio,
alle
al
nel
loro
sue
diverse
imprese,
nei
Voto
viaggi, nelle spedizioni militari, negli avvenimenti importanti della casa impe-
nanze greche,
votazione
nelle
modo
di
pi
riale,
lo
Stato e
privati
per
mano,
j^sipoTOVic
585
[)(sip
VUL
sufficiente chiarezza
mano].
la
ISTel
tribu-
davano
nale
si
lette o di pietruzze
non
che
elle
si
gettavano nell'urna
vano
scrutinio
= disMbere, scrutinare]:
glievano le tavolette
lae]
[diribere
to-
[tabl-
incisa in
dalle
cassette
[cistae]
dei
si
soleva fare
vano, per annunziare la maggioranza. Essi, nelle elezioni, segnavano il numero dei voti, con punti, sotto il
voleva assicurare la libert dei votanti col segreto, o nei casi in cui occorreva
un computo esatto
di voti.
nome
A Eoma,
tichi,
il
riportare
voti
Al
si
tempo
dell'imperatore
Campo Mar-
per iscritto
JSTei
con
tavolette
zio,
[per tabellas].
uno
Vulcanle [Vulcanal]
a
si
Eoma,
il
un
su la tavoletta
rogas
V. E.
[uti
culto sacro:
un
ripiano
ele-
come
adunanze
Senato.
[V. Efesto'].
I^ei
del candidato. comizi giudiziali, quando si voleva assolvere il reo, si scriveva A. [absolvo]; quando si voleva condannarlo, si scriveva
nome
0.
[con-
demno].
Se
le
prove non
[V. Efesto].
,-
e-V:
XAN
586
X
Xantippe [Xanthippe, Hav".;!'
fto.
Ercole
allora e
port
lo la
il
di
via
il
non quando
sacerdotessa
ebbe dato
l'eroe
responso deva.
che
chie-
mai a
losofo,
turbare
la
stica
fi-
Xnos
ro].
[^vo?
=
il
il
forestie-
Sparta,
domicilio
continuato
non
era
con-
Xnto
biondo
lo
[Xantlxus]
[^av0<;
il
fiume biondo]
Sca-
e franchigie.
Scamndro.
[V.
mandro].
Xnia
so
i
suoi convitati, in segno di amicizia e di ospitalit [^voQ ospite]. Essi consistevano per lo pi in cibi
squisiti
Il
numerosi in Atene
stieri,
i
foreav.
Cristo,
raggiunsero
di
il
nu-
mero
adulti.
10.000 maschi
sce-
appunto
nome
di
oce-
un patrono
[TcpoaTa-
il
quale doveva
rap-
in regalo
ai
Xenocla [HsvxXsta]
sacer-
dotessa di Delfo, ricus di dare il responso a Ercole, che vi si era recato a consultare
tassa
di
dodici
all'anno: le
gavano vano i
sei.
Kon
possede6
diritti
politici,
587
non prendevano quindi parte al governo dello Stato,
alle elezioni, ai giudizi;
ZEN
Xstus [xystus, ^uarc] portico o corridoio coperto, nei ginnasi greci, dove si esercitavano gli atlti, special-
po-
tevano acquistare propriet fondiaria, ed erano obbligati al servizio militare, alle liturgie e alle altre pre-
mente durante
Presso
i
l'inverno.
no liberi nell'esercizio
mestiere, per
il
del
Eomani,
nome
quale doi
vevano
tassa
da
cui
cittadini
erano esenti.
leno
e fratello
di
Eolo e
Xilon [^uXov legno] strumento di pena, cbe i Greci usavano per gli scMavi. Con questo strumento si serravano il collo e i piedi
del
Doro.
Da
lui
nacquero
Acbo
colpevole:
i
talvolta
si
fre-
Secondo una leggenda. Ione, ritenuto figlio di Xuto, era nato invece da Apollo e da Crusa.
del trono
di
dopo
ti
Cristo],
misfatti
tori, i fratelli
tenebra],
il
vento di
di
ma
il
contro
principe
pertico
Tiridte,
quale
aveva
occupato
Zenbia [Zenoba]
re
figlia
del
l'Armenia, ripar neU'Ibria Caucsica. Isella fuga, Zenobia spinse il marito a ucciderla,
per sottrarla
egli la
alla
l'ambizione di impadronirsi
scbiavit:
feri gra-
ci
ZET
lai
588
Zte [Zetes] uno degli Argonuti, figlio alato di Brea e fratello di Oalide. [Vedi
vemente con
spada e
la
G alaide'].
Zto [Zetus]
fratello
figlio
di
Giove,
[Vedi
di
Amfine.
Un'altra
di
ZenoMa fu moglie
di altissimo ani-
Amiione].
Odnato, re di Palmira.
Zeus
Zito
in
Fu donna
mo,
[Zs?, Giove.
[^u6o(;]
luppter]. Vedi
una
bevanda
forte
tissima
cavalca trice,
mo-
Zodiaco. V.
Gostellazioni.
Zna
sud-
l'amavano
l'ammiravano grandela
corpo.
mente.
Dopo
Zenobia sconfisse un
no
di
elle
voleva
occupare
Palmira;
da
ma
non
lo le
proprie mani.
Eomani
Zona si chiamava anche una larga cintura che gli uomini portavano intorno
ai
avvinta in cae
lombi, fatta
ventriera:
doppia
o
la
tene
di
serviva
discendenti
zioni.
vissero
splen-
Zorostro
matore
religioso
dell'impe-
589
IO
ZOE
con
si
il
medo. Eiform
ria
di
l'antica
le
dottrine greche,
nell'occidente,
si
religione
e forse visse al
Ormzud, tempo di
dottrine
le cre-
diffusero
Dario
I.
Le sue
religiose,
miste con
fondatore del-
l'astrologia
e della magia.
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