The
University of Chicago
Library
-.
l^illiStA.!:
O.
STANO
DI
GRECO-ROMANI
m
SI
iP
^!
^^^^^^^^^^i^^sa^^^^^^&s^feiS,.-^'
'^*fc'.^i
^^ _^j.'T..^v t-^pnA>-Mrt'|-*^
GIOVANNI STANO
II
DIZIONARIO
DI
GRECO-ROMANI.
2" edizione
TORINO
*,
Maggio 1960.
^^^
Propriet riservata
SERENAKTCT lU-OMIHXNT
di Torino
1950
Farm. Pian
690227
PBEFAZIONE
Nel presentare ai colleglli e agli alunni questa seconda edizione del Dizionario di miti e leggende del mondo greco-romano
credo opportuno ribadire il criterio cie ho seguito nelV accentuazione dei vocaboli che, derivati dal greco, ci sono pervenuti a
traverso Vuso del latino, per
il
non
accrescere,
su la loro pronunzia,
La
per
siffatti
vocaboli,
ma
molti accettano
il criterio
di sees.
al-
latina; Edipo, Ifigenia, Edipo, Ifigenia, alla greca. Oltre a ci, parecchi vocaboli sono entrati nella lingua italiana con V accentuazione greca: Areo-
invece
ecc.,
pago, Dioniso, Dioscri, ecc., alla latina. Io ho seguito, nelV accentuazione italiana, quella che mi e sembrata prevalente nelVuso quem penes est arbitrinm et ins
norma loquendi (Hor. Bp. II, 3), giustificandola con la corrispondente accentuazione latina o greca. Opportuna mi sembrata la segnalazione dell'etimologia nei
et
vocaboli greci che, per la loro struttura, presentano particolare interesse. In .essi ho messo in rilievo gli elementi formativi, di
maniera
che,
glottolo-
Per
accanto a ciascun nome, il numero del libro e dei versi entro i quali esso svolto o illustrato, il che varr ad agevolarne nei
giovani
1*
lo
studio e V interpretazione.
IV
Voglio sperare che la conoscenza dei miti, nei quali i Greci, specialmente, con la loro fervida immaginazione naturalmente
disposta all'intuizione delle pure forme estetiche fissarono, circonfusi di luce ideale, gli svariati tipi di fine bellezza, riesca
pie operoso
lungi dal dover essere meno curati o del tutto abbandonati, come si vorrebbe da non pocM, dimentichi
dei valori spirituali della vita e
immemori
poicTi
delle nostre
grandi
tradizioni di cultura,
del
vanno riordinati
scolastico,
e irrobustiti
nel quadro
nuovo ordinamento
non
si
pu
disconolo
scere cJie
rito
spi-
Manduria (Taranto),
aprile 1949.
L'AITTGEE.
A
Abddir [nome
fenicio] la
pietra che Bliea fasci a guisa di fanciullo, facendo credere al marito Saturno
elle quello fosse
bea, e presero parte con 40 navi aUa guerra di Troia, insieme coi figli di Teseo.
Giove,
l'ul-
timo bambino cb'essa aveva partorito. L'oracolo aveva predetto cbe da Saturno sarebbe nato un fgUo, cbe avrebbe detronizzato il padre: perci egli aveva divorato i due figli (Plutone e Kettuno), e Ebea, con questo inganno, era riuscita a sottrarre Giove alla triste
Cerauno,
neU'Tlliria.
Son rappresentati come selvatici, con le chiome lunghe, discendenti fino aUa
nuca.
Abanzade
[Abantides]
come una
divinit; le si tri-
butava un culto simbolico, e si bagnava con vino, sangue e olio. Probabilmente era un aerolite, di forma
conica, il quale, perch caduto dal cielo, divenne oggetto di venerazione.
aveva ricevuta da Apollo, profetava, sanava le malattie con una sola parola,
e viveva senza alcun cibo.
prendere
giovinet-
Abdro [Abdrus]
to,
dell'Eu-
ABE
dia, e
2
marci contro
le
i
Bisto-
Absirto [Absyrtus]
figlio
di
ni, sudditi di
Diomede, che
loro
avevano preso
vendicare
il
vello
d'oro
Dopo
n presso il giovinetto; ma ebbe una triste sorpresa: le cavalle lo avevano divorato. In memoria di lui, edific la
citt di
Abdra,
sulle coste
Medea
fa-
mand
alcimi re-
gali
a seguire Giasone,
lo
preg
comune
determinato, donde
ella salui,
pietra.
in
nel
Abena [Abena]
Ma
la
notte,
= 2bn2bT
i
via].
posto assegnato, l'infelice giovine fu ucciso e fatto a pezzi dagli amici di Giasone; e
Aborgeni
xyQovsQ]
originari
[Aborignes,
si
a-
mentre
compagni
di
dicono
popoli
della
terra
che
[ori-
abitano, in contrapposizio-
ne a
go
quelli
immigrati
origine;
aTxOcav
Absirto attendevano a raccattare da terra le membra di lui, Giasone con Medea e coi Greci poterono imbarcarsi.
indigeno:
X0CV
aT;;
stesso,
Acamnfe [Acamas]
figlio di
terra].
In partico-
Teseo e fratello di Demofonte, prese parte aUa guerra Troiana, e fu tra quelli che si chiusero nel cavallo di legno. Tornato in patria,
nome
indica
un
ne posta fra il Tevere e il Liri. Fra i Greci si vantavano di essere autctoni gli
Ateniesi e gli ikxcadi.
Un
altro
Acamante,
figlio
3
di Antenore, fu Tino dei pi
lia,
AGO
re di lolco, prese parte alla caccia caledonia e alla spedizione degli Argonuti. La moglie di lui, Astida-
incanto
l'orlo
[acantlms]
pianta
mm
il
deUe aiuole: lia belle foglie, le quali sono imitate da pittori e scultori, per ornamento a opere d'arte.
Era una ninfa ch.e piacque molto ad Apollo, il quale la trasform nella pianta omonima. Secondo un'altra leggenda,
meia, innamoratasi di Pelo, poich questo non le corrispose, lo calunni presso il marito. Acasto, per vendicarsi, condusse Pelo
ad una
Pelian
caccia,
e,
sul
monte
spada
fisi
mentato,
e lo lasci fra
Centauri.
una bella fanciulla di Corinto: seppeUita dopo la sua morte, le fu posto acera
Ma
un
ce-
cbe conteneva gli oggetti a lei pi cari. Intorno al cesto, veget una foglia che, da lei, prese il nome di acanto. Si vuole cbe Calli-
Vulcano diede poi a Pelo un'altra spada, con cui egli vinse i Centauri e, tornato in Tessaglia, abbatt Acasto, uccise lui e
la moglie, e s'impadron di lolco.
maco, verso
colo
il
la
met
del se-
da
"fi-
Troia.
Aceacllide
[AccacaUis]
glia di acanto
come motivo
che
divenne
ornamentale,
Filachi e Fi-
da una capra.
figlio di
A.carnne [Acarnan]
Accadmia [Academia]
go presso
il
luo-
Alcmene
lroe.
il
Da
giovine perdette
Accadmo
[v.
divenne un ginnasio,
filari
tello
tra bei
di platani e di
Acsfo [Acastus]
P-
ulivi, che furono piantati da Cimone. Ivi insegn Platone e, dopo di lui, i suoi
ACC
_4_
tempio. Incontr infatti un
uomo
si
>>.
Accadmo [Acadmus]
eroe
potente e ricchissimo: Taruzio, il quale se ne innamor a tal punto, che volle sposarla e, alla sua morte, la lasci erede di
tutte le proprie ricchezze, ch'essa accrebbe poi con l'infame mestiere. Ma^ aven-
un
luo-
poco lungi da Atene, che da lui fu detto Accademia . [V. ivi]. Acca jLarenzia [Acca Larenfu moglie del pastore Fustolo e nutrice di Rotia]
do lasciato i suoi beni al popolo romano, merit la. riconoscenza pubblica, ed ebbe il nome iscritto nei
Fasti.
Acclamazione
zione,
molo e Eemo. Secondo la tradizione, aveva 12 fgH, coi quali, una volta all'anno, offriva
ci essi
tres
si
di
buon
un
sacrificio
la fertilit dei
Tlassio!
Io
Hymen! Io
nozze);
Belle
(nei trionfi);
chiamavano
[arva
arvles
fra-
Hymenaee!
(nelle
camil
Io triumphe!
pi],
quando uno
di essi
Bene
et
et
praeclare!
festive!
Non
lius!
(nei
potest mediscorsi di un
oratore).
e bellissima
corti-
giana di
Eoma,
ai
tempi
cui
Acste
[Acestes, XIV, 83] era re di Sicilia, dove fond la citt di Egesta, che chia-
cos dal
nome
della
ma-
nell'uscire
dal
tamorfosi
I due numeri rimandano rispettivaniento al libro e ai versi delle di Ovidio, nei quali accennato o trattato il mito,
_5
aveva generato col dio
flu-
AOH
ed il pi vecchio dei 3000 fiumi fratelli. Venuto in lotta con Ercole, per la
Teti,
ad AncMse,
sul
mon-
contesa di Deianra come sposa, battuto sotto la forma- di uomo, assunse prima
quella di serpe, poi quella di toro. Ma, nel combatti-
te rice.
Quando
suoi
sciuto
un
dio [Dioniso], lo
il
difese. Svegliatosi
ragazi
mento. Ercole gli svelse, con la mano, un corno; le IsTiadi lo riempirono di fiori e ne fecero un corno sacro alla dea dell'abbondanza [cornu copiae]. L'Achelo era un fiume sacro in
tutta la Grecia, tenuto in
li
da edera, abbarbicatasi ai fianchi, Dioniso apparve incoronato di edera e circondato da tigri e da pantere, e
i
Achemnide [Achaemendes,
XIV, 160-222]
era deH'isola
di taca, aveva preso parte alla guerra di Troia insieme
marinai, buttatisi in mare per lo spavento, furono mutati in delfni. Acete solo fu
salvato, e d'aUora divenne sacerdote di Dioniso, nel
con Ulisse, e dopo torn con lui per il rimpatrio. Ma quando Ulisse, coi pochi compagni superstiti, riusci
a sfuggire al ciclope Poli-
tempio di Kasso.
^chelidi [Aclielodes, V,
552] sono le Sirene [v.
ritenute
figlie
ivi],
bandonato nella
Sicilia,
do-
del dio
flu-
viale Acbelo.
Vchelo [Achelus, IX, 1-88] oggi Asproptamo, il pi grande fiume della Grecia: scaturisce dal Pindo.
detto fgHo di Oceano e di
go
Achmone [Achaemon]
era
ACH
6
Tirreno.
ch.e
mar
Erano
cos
insolenti,
assaltavano
cMunque
incontrassero.
Un
mentre dormiva;
attaccatili
i
ma
l'eroe,
al-
nascose nella
capo
all'ingi.
Avendo
essi
a discendere nell'Averno o, secondo altri, fu ivi precipitato da Giove, perch aveva offerto le sue
osservate nere e pelose le parti deretane dell'eroe, dissero ch'era melmpigo [[izuomo dalle naXfXTTUYo?
acque
per
estinguere
la
Achersia [Acherusia]
lude del pianto
xo[jiai,
la pa-
tiche nere:
Kuyri
[xsuo)
piango] lago
del-
che
li
nuovo attributo, e
vano
che
lago,
fossero
Acho Xuto
lasgi,
minavano
buoni,
pi in
la loro vita e
dall'Africa, assoggett
Pe-
il
Acheronte
504]
vicinanze del
vi rano
[Oocito e Lete] e
vasta palude, poi sparisce sotterra e sbocca nel mare Ionio, nel porto di Elaia [oggi Phnari]. Le sue acque sono melmose e amare. concezione mistica, Isella
l'Acheronte
dedicato a cate. Un'altra palude Acherusia era nella Tesprozia [oggi Epiro]; il fiume Acheronte passava a traverso di essa,
Achille
formava
l'in-
[AchiUes, XII, 73] era figlio di Pelo e della nereide Ttide. Pelo era re
ACH
dei
saglia, e
del padre, Ecide da quello del nonno. Achille fu dapprima allevato dalla
dal
nome
lo
tuff
nelle
il
acque
madre; pi tardi Fenice, che fuggendo dal padre Amintore si era rifugiato
nella casa di Pelo, lo istru nell'eloquenza e nell'arte
militare; il centauro durne lo ammaestr nella medicina. Il fato aveva la-
corpo di
dalla
sciato
fra
rebbe morto,
lo
tenne na-
riosa,
breve e
comde.
Ulisse,
il
Ma
fu scoperto da
quale, travestitosi
quando
UUsse
Nstore
da
namenti
femminili,
vi
uno
combattimento,
strepito le fan-
per
il
campo, legato
coi
ma
Achille
piedi al cocchio.
Ma
dopo,
le
mentre combattendo su
un dardo
Apollo
braccio.
di Pride, al quale
aveva
guidato
il
con Ansul
tiloco,
Pride, aiutato da Apollo, avrebbe colpito Achille appunto al calcagno. Achille fu venerato, ed ebbe templi, come eroe, a Elide, a
promontorio
punta
AGI
8
alle foci del fuine
un
altro, si
AcMlla]
Istro.
ammal
il
grave-
mente, e quando
padre
ci
XIII, 738-897] fumicello in Sicilia, che scaturisce dall'Etna e sbocca nello Ionio [l'odierno fnme Frdolo o Alcantara]. Secondo la mitologia, era un
[Acis,
figlio
giovine bellissimo,
di
che ci accadeva per punizione di Artemide, a causa del giuramento pronunziato nel tempio di lei, Gidippe rivel ogni cosa aUa madre, e fu data in isposa ad
Aconzio.
Funo
Acqurio [Aquarus]
l'unde-
cimo segno dello Zodiaco, Ganimede, il coppiere degli di, rapito da Giove, mutato in costellazione, dopo la sua morte. Secondo altri, Deucalione, che visse al
tempo
saglia.
di Oeo. Eecatosi
a Delo,
si
innamor di Gi-
dippe, figlia di
ateniese;
grandiose
si
di
acque-
un'astuzia.
Avendo veduto,
un
tempio di Artemide, poich ogni giuramento, pronunziato in queUo, doveva essere mantenuto, butt ai
piedi
della
eseguivano lavori, per provvedere la citt di acqua potabile abbondante. L'acqua, che sorgeva nei
che ivi
monti
canali
vicini,
traverso
fanciulla
una
muratura,
si
raccoglieva in
mela, su cui aveva scritto queste parole: Giuro nel santuario di Artemide che
sposer Aconzio . Gidippe Lesse ad alta voce queste
parole,
per
ma
gett subito la
tre
mela.
per la citt. Cosi Atene riceveva le acque che scaturivano daU'Imetto, dal Pentlico e dal Parnte, e a
di
ACE
questo
scopo
servivano
Eoma,
in ordine crono-
logico, erano:
Marcia,
Aerisi
IV,
Claudia, Traiana.
III, 559; stirpe di Dnao, era figlio di Abante e di Aglia. Egli scacci il
[Acrisus,
cura
608]
deUa
In Eoma si costruirono invece 'grandi acquedotti, clie portavano aUa citt acqua abbondante e salubre. L'acqua, derivata a grande distanza, per mezzo di scavi e di arcM che passavano
Ma
regno: Acrisio ebbe Argo, prese Tirinto. Essendogli stato predetto che
Preto
daUa
figlia
Danae sarebbe
che lo avrebegli
a traverso
monti e
nato UD
figlio,
dove
una
fos-
veniva raccolta in grandi serbatoi, e portata, per mezzo di tre grandi tubi di
sa o in
un
sotterraneo.
Ma
piombo o
serbatoi
il
Giove, di pioggia d'oro, lei Perseo. [V. ivi]. Allora egli, rinchiusa in una cassa
la
discesovi in
forma gener da
ai
vate, quello di
mezzo por-
pubbliche [lacus'] e le fontane a getto Isalientes}. La costruzione e la conservazione degli acquedotti era affidata ai censori, e la sorveglianza,
sto, agli
involontariamente
pote, col disco, in
lestra.
dal
ni-
una pa
la
prima
di
Augu-
Acrpoli
fortezza
[' A-apTzokK;']
edili;
ma
dopo, a
di
Atene
un impiegato
tor
speciale [cura-
alla
estremo, TcXt.? citt] collocata su una rupe, che si eleva a 100 metri, in
[xpoi;
numero
una
GU
ACT
ghezza, e cade a picco da tutte le parti, eccetto dal
lato
10
mondo
tra
i
fratelli,
dopo
il
la vittoria sid
Titni e
ove
governa
cf-Sriq,
con
la
[Ade
St)?
moglie
Persfone.
od-
invisibile;
==
Si narrava cbe,
lungi dalla madre, nella pia0, secondo una leggenda posteriore, a En-
nura di Kisa
Una
a
delle
due
quella
settentrione
aU, dei
quadri di
da
cavalli.
Egli famoso
per i cavalli, forse percb si credeva che prendesse sul coecliio le anime di questo mondo, per portarle all'lrebo. Pi tardi, quest'ufficio di traghettare le anime fu
da Brea. [V. ivi]. Adaxnanta [Adamanta] era la ninfa cbe allev Giove
bambino, nell'isola di Creta, e ne sospese la cuUa ai rami
di
Erano
il
tenendo
rivolto
alla
un
a Saturno che
cava,
non
terra,
con
Il
mani.
di Plutone,
il
nome
dio nei
Ade
delle
riccbezze,
usato
misteri,
fu dato ad Ade,
tuno;
nella
divisione
del
11
proviene all'uomo la
ricil
ADE
quale, uscito dalla corteccia dell'albero materno, fu
cliezza dei metalli [V. Fiuto]. Come dio del fuoco sotterra-
neo, era detto Dite [V. ivi]. Adena [Adena] divinit ro-
sparso delle
dalla
altri.
stille di
mirra,
madre
stessa.
Secondo
mana,
entrare].
['ASvaToi] cittadini
essendo inabili a
= non
Admeto [Admtus]
posso]. re di Fe-
per la sua bellezza, amato non solo da Venere, ma ancbe da Persfone, la quale, innamoratasi di lui, non voleva pi farlo ritornare nel mondo. Allora Give decise cbe per 4 mesi restasse nell'Ade, per 4 altri stesse nel mondo con Afrodite, e per gli altri 4 mesi,
scegliesse egli stesso il luogo della sua dimora: e Adone
anche in essi, stare con Afrodite. Appassionato per la caccia, un giorno fu ucciso da un cinghiale; Afrovolle,
rire
morte
re
dite pianse amaramente la di lui, e dal sangue del giovinetto fece sboccia-
EUa
un
fiore,
Vadonium
[l'a-
sulla terra
nemone].
Adrasta [Adrasta]
Adne
[Adnis, X, 503-739] nato da Oinira, re di Cipro, e da Mirra. Secondo il mito narrato da Ovidio, quando
lev Giove.
Adrasto [Adrastus] fu
re di
Mirra, scacciata dal padre per il turpe delitto, fu cambiata nell'albero di mirra,
gener
il
bambino Adone,
un
cinghiale e a
un
AED
12
premio, fu assegnata una schiava al vincitore. Politerno esegu una sedia, Aedone, con l'aiuto di Giunone, un tessuto, che fu
ritenuto
superiore. Allora Politerno; irritato, condusse
la
un cingMale, questo
di
un
della
di
pano, Ippomedonte, Amfaro, Partenopeo], e fu il solo che tornasse salvo dalla spedizione. Dieci anni
dopo, egli riprese la guerra contro Tebe, con i figli degli uccisi.
padre.
terna;
ma
com-
[Guerra degli Epgoni. V. Epigoni]. Avendo egli perduto, in questa gueril figlio
Aedone
ra,
Egialo, ne mor
Aedone in
alcione.
di dolore.
Adi
compo-
Allo ['AeXXo), XIII, 710] una delle Arpie: la rapida come la tempesta [sXAa = tempesta]. [V. Arpie],
can-
[V. Rapsdi].
di
Atone
Panil
[AlGwv
di"
scintil-
lante: al'06>
scintillo]
nome
uno
veva
con lui cosi felicemente, che superbamente si vant di superare Giove e Giunone nella felicit del-
l'amore.
Giunone
i
allora
mand
coniugi ris, che suscit fra loro la discordia, e li istig a sfidarsi nella gara di un'opera da
eseguirsi,
fra
13
intorno alla terra. Infatti
AFE
Come dea
siderata
dei
Uoo
= =
dell'amore, con-
anche protettrice
coniugali;
vincoli
infocato
Aetone
= = =
[Tcup
pi
sen-
fuoco],
lo
scintillante
tribuzione
dell'amore
[at6co
scintillo],
Flegone
Tjr-
[(pXyo
tone
infiammo],
cme dea
[Pandemia
dei
matrimoni
rosso
[puTatvoi
= =
= tutto,
pubblica:
^y]\Loc,
itoic,
popolo],
mi
slancio].
Lampo
risplendente
te
della
[X^xTroj
ri-
splendo], Filogo
terra,
amanquale
pvtoj;
celeste].
alla
yTJ
terr].
['AfppoSiTV)],
re],
Afrodite
fra
Beimos
[lo
spavento],
Eomani Vnere
spuma
del
mare
presso
[c^pc,
spuma],
l'isola
Phobos [il terrore]. Da Hermes ebbe Ermafrodito, con Dioniso gener Pripo, con Poseidone rice, con Anchse Enea. Secondo una leggenda [Ovidio, Metamorfosi, lY, 170-189], Efesto, avvertito da Apollo delle
l'amore, e supera in grazia tutte le altre dee dell'Olimpo: l'accompagnano le Ore, le Grazie e le altre deit
personifcatrici
relazioni
clandestine
della
dell'amore:
moglie con Ares, li avrebbe avvolti entrambi in una rete, e li avrebbe presentati
avviluppati in essa, destan-
PeitM
tJios
[la persuasione],
[il
desiderio],
PHmeros
do cos il riso fra gli di. Per i suoi amori con Ares, ella fu considerata anche
ma
anche
gli
di.
l'isola di Cipro,
suoi pi antichi
nomi
AGA
14
aprile,
cbe
tuari
della
principio
le
della
segnavano il primavera,
in
cui
A^famde [Agamdes]
del re di
Amatisia,
citt
PpMa,
mededella
Orcmeno, Egino.
Mo,
Aven-
sima
do,
isola,
re di Iria, in Beozia.
citt
sulle coste
do
Githera
cna
sacri
[dal
il
monte rice
rosa,
in
Sicilia].
Ad
Afrodite erano
il
Meo,
presso
mirto, la
il
lepre [simbolo
deUa fecondit]; il delfino, come dea del mare. A Eoma, Venere, cbe in
origine era la dea della primavera e della natura germogliante, fu identificata
capo al fratello, e lo port via con s. Secondo altri, Agamede e Trofonio edificarono il tempio di Apollo a Delfo e,
avendone
richiesta
al dio,
la
ri-
compensa
fu loro
ri-
era venerata
Concilidtrix
coi
nomi
di
sposto che aspettassero otto giorni; ma dopo questo termine, furono trovati morti. TJn'altra versione narra che Trofonio fu inghiottito dalla terra, nel bosco sacro di Lebadia. Quando la Beozia fu aMtta da una grande
siccit,
l'oracolo
di Delfo,
mini],
mirto],
Myrta
[la
dea del
Murca [forse colei che molce e lenisce], Cloaclna [la purificatrice] ecc. Nelle calende del mese di
fonio comunicato
mezzi,
per
15
cita, gli
AGA
figlia Ifigenia, per implorare da Artemide il vento favorevole percb le navi
fn dedicato
il
bosco
fonio riceveva,
sacrifici
salpassero per Troia. Pigli di Agamennone furono Oreste, Ifianassa [presso i tra-
dava
gli oracoli.
Agamennone [Agamenmon,
XIII, 184] figlio di Atro, re di Micene. Per egli e il fratello Menelao sono detti
gici
Ifigenia],
Crisotmide,
i
Laodce
Elettra]. di Troia,
[presso
tragici
Dopo
la
C9.duta
donde condusse
anche figli di PHstne, figlio di Atreo e di rope, la quale avrebbe sposato pri-
ma
Plistene
lui,
e,
dopo
la
morte di
Atreo. Atreo
la fece buttare in
mare, in amori
Secondo
stati
tragici,
sarebbero
uccisi
en-
Quando
Egino
Tieste
figlio
s
s'impadronirono
e
di
Me-
none spos Clitennestra, e Menelao Elenaj indi cacciarono dal trono paterno gli usurpatori. Agamennone divenne re di Micene [se-
fonte presso Tespia, nella Beozia, che aveva la virt di infondere l'estro poetico a chi bevesse delle sue acque: secondo Pausania rebbe scaturita sotto il
sacol-
condo
il
comandante
su-
premo
dell'esercito.
Con-
gave [Agave]
figlia di
Cad-
mo
di
AGB
teo.
16
Quando, insieme con
Baccanti, essa celebrava un giorno le Orgle in onore del dio, Penteo, re di Tebe, avverso al culto e ai misteri di Bacco, si rec sul
Oiterone, per punire le Baccanti;
altre
II,
711-
figlie di
gi le
il
Mentre Mercurio era presso Atene, vide Erse bellissima, fra le donzelle che recavano, nelle ceste, doni a Minerva. Seguendola, penetr neUa casa di Cecrope doe, avendogli Aglauro mandato chi fosse, Mercurio
figlio,
capo
del-
l'infelice re
fu fatto a pezzi.
Agle
pagnia [yo> raduno] neli quale giovani, comi 17 anni, piuti entravano, per manifestare le partila
di dirle
il
nevano
loro
trarvl,
suo essere e lo scopo della sua venuta, anzi chiese da lei la cooperazione al suo amore per Erse. Aglauro
acconsenti, chiesto in
matrimonio.,
Kell'en-
dovevano
prestare
di-
mano
dell'Invi-
sorella
Eapita la figlia da Giove [V. Europa], egli mand invano i figli a cercarla, percb nessuno di essi ritorn
in patria.
curio, ella,
non
ma
Fu
il
capostipite
porta con un colpo leggero della sua verghetta, entr nella camera e, volendo
17
tri,
AGO
Aglauro
muoversi
il
contro,
che
Fidia
aveva co-
nero sasso.
Agmne
507]
[Acmon, XIV, 484uno del seguito di Diomede. Quando questi, dopo molte peripezie, duil
'Iliade.
Presso
tempio,
nel
medesimo
rante
i
da Troia, perde quasi tutti compagni, Agmone os insultare Venere, dalla quale diceva di non dover nulla temere pi di quello che aveva sofferto. Venere allora lo
boschetto, era il sacro olivo selvatico, dal quale un ragazzo, che avesse entrambi
i
si
intessevano
si
le
il
corone,
onde
cingevano
capo
mut
in
un
uccello
simile al cigno.
Eoma
al-
ricorrevano
l'anno.
pi
volte
e questo spazio di tempo, che correva tra la celebrazione di due giuochi, si chia-
Le
mava
quale
Olimpiade
gennaio
erano
dedicate
La prima Olimpiade,
si
dalla
a Giano die, col titolo di Agonus presiedeva ai lavori e agli affari degli uo-
mini [ywv
giuoco].
Agni
blici
[ySivec,}
presso
Si
cominciarono a computare gli anni nel calendario greco, cade nell'anno 776 av. Cristo, nel quale Corbo vinse nello
stadio.
giuoco].
dividevano in
tare
il
l'uso
di
dur
293
Olimpiadi,
dopo
in
Olimpia,
il
citt
dell'Elide,
fiume
gnava
il
principio dell'anno
un bo-
NeUe prime
olimpiadi,
le
AGO
nella
18
cbe
le
gare ginnicbe e
ip-
ma
in
quelle
piche.
chi,
doppia,
stenza,
la
il
corsa
di
resi-
pntatlo o quinlancio
del
qurzio
[salto,
con
coccM a 4
i
cavalli, la
il
corsa con
cavalli,
Pan-
vano
ogni
cio nel 3
anno
con
gare.
anche in
mente
gli
uomini, proba-
pomi. Questi giuochi furono soppressi, quasi nel medesimo tempo che gli Olimpici, cio verso il 394
ramente proibito
Ptici.
alle
donne
dopo
Cristo.
maritate di intervenirvi.
Si celebravano in onore di Apollo, al quale la leggenda ne attribuiva l'i-
stmici. Si celebravano in onore di Poseidone, sull'Istmo di Corinto, in un bosco sacro, ove sorgeva un
tempio dedicato al dio, che quivi era venerato col nome di stmio. Si tenevano ogni due anni, verso la met dell'estate, cio due volte per
ogni
non poteva
in obbedienza a
Olimpiade:
del 2^ e
una
il
tra
la fine
princi-
l'altra
anno olimpiaco
la fine
del
4"
citardi
[suonatori
di
princpio
dell'anno
poi
si
aggiunsero
an-
di
19
pio, e si
AGE
10, 2, 4
un
carattere funebre,
anno olimpaco:
una volta
verno, 'j
e
consistevano
in
gare ginniche, ippiche, musicali. Il vincitore otteneva una corona intrecciata, se-
d'o-
neva per premio una corona di ipposelino [molto tempo dopo la distruzione
la
secondo
altri, di
appio.
fa-
La
valle !N"ema
anche
di Corinto, di pino]
si
palma.
Nemi, Erano
celebrati in
nel-
nemo.
Agor
trovava
il
Fecle
che intrapresero la spedizione contro Tebe, in onore di Ofelte, detto poi Arcb-
[cTTo TcotxiXy)],
portico di-
gnto.
Agornoxni
di polizia,
[yopvo[j(.oi] era-
comincio,
[i.otpa
no in Atene 10 magistrati
5 per la
citt
sor-
de-
da un serpente, menIpsipUe,
.
tre
di
una schiava
ai
Ma
cati [yop
= piazza,
.
v(jio<;
legge].
Agro pubblico
[Ager
pu-
iSTemo. Si
tenevano
volte
cio
per
nel
ogni
Olimpiade,
AIA
te propriet dello Stato. In parte era poi venduto ai cittadini romani o concesso a templi o a comunit reli-
20
si
chia-
mava
pi eccellenti lanciatori
giavellotti e,
il
di
dopo
pi
valente
Achille^ corridore.
la guerra, sorpreso
uno
AcMlle,
eroi
il
pi forte degli
greci.
Morto
Achille
per
mano
le
destin
che
mare.
colui che
malvage
ma
tre
Aiace,
pretendeva
le
armi anche
dato a
la
un
facolt
di
decidere in
punisce dimentico]. il ge[xat. nio della vendetta che si tramanda, in una famiglia,
un
da padre in figlio; perci egli anche il demone del male e della rovina. anche il nome di uno dei quattro cavalli che tiravano
il
la notte fece
campo
to.
21
ciottoli.
ALO
non esistevano
si
al-
ove
potesse allog-
giare,
ma
nell'et
un
storica,
con
Evchme
in isposa e
stato provvedeva
eresse
di
una
delle
cittadelle
Megara
[Alctoe],
con
vitto
da
un
Anche a Eoma,
l'ospitalit
Admeto],
in case private [hosptium] era molto diffusa, ma vi sorsero ben presto luoghi per dare alloggio e provvedere il vitto ai forestieri
[diversora,
Alcide
[Alcides,
XI, 213]
caupnae,
po-
pmae]. Albine
fratello
['AX(lov]
ove and
giungere
in Itaca.
correva
rischio
di
essere
mente
alla
gi-
ganti.
campo ove
cad-
alcione,
uccello
che
pr-
ALO
lifica
22
nel mare: Xc
Alcmna
[Alcmena, IX, 23] Elettrine, fu modi Amftrine. Essa gegUe ner a un medesimo parto fcle, procreato da Amftrine, ed Ercole, generato da Giove. Morto Amftrine, si spos a Radamanto in
figlia di
ma-
re,
xco
concepisco].
Secondo Ovidio, invece, Cice mor in un viggio, per mare, da Trachine [della Ftitide, in Tessaglia] a Claro, ove si recava per
consultarvi l'oracolo. Il suo cadavere fu trasportato dalle onde su la spiaggia, ove lo vide Alcione, alla quale
gi, per
Oicala di Beozia.
Mori
vec-
opera di Giunone,
Oeice era apparso in sogno e aveva narrato la fine misera della sua vita. Ella
discinse le vesti,
le
si si
Alcmene [Alcmaeon]
fighe
strapp
pitarsi sul
mato
Ma,
per piet degli di, fu mutata in alcione e, lanciatasi sul corpo amato, lo avvolse con le ali e lo baci col rostro: anclie Oeice fu
allora
fuggi presso Eego [a Psof in Arcadia], il quale lo accolse e gli diede in mola figlia Aliesiba o Arsinoe. Ma, preso di nuovo
glie
da pazzia, abbandon
Al-
mutato
in
alcione
maschio.
D'inverno, l'alcione cova le uova per sette giorni sul mare, che in questo tempo
ci
ucciso
dai
fratelli
di
Alfesibea.
Alessiroe
763]
il
figlia
Alcione
buoi di Gerine, e con un masso gli fracass 12 carri e 25 uomini; Ercole lo uccise con la sua clava.
JErinni}.
Un
23
nella,
AliL
mentre
il
dio s'intrat-
mandarono presso
il
loro
teneva con Venere, si addorment, s elle Vulcano, marito di Venere, sorprese i due amanti. Marte, per punirlo della sna negligenza, lo trasform in gallo e, in pena della sua antica pigrizia, lo costrinse
Alfesiba uccise
fra-
ad avvi-
AUiade
di genitori poveri, che ricevevano un sussidio mensile di 10 sesterzi [i maschi], 12 sesterzi [le fanciulle].
Eo-
ponneso.
e di Teti:
mani,
vano in: 1 Sodi aequo foedere, uniti in una lega molto stretta e
in un'alleanza offensiva
difensiva
coi
ma
Siracusa,
esso e, giunto
si
ad
Ortigia,
di Fega, moglie di Alcmene. Quando seppe che i fratelli suoi le avevano ucciso il marito [v. Alcmene],
mont
loro.
in furia contro
di
Allora
chiusero in
una
questi la cassa, e la
un
ALL
24
al-
mana. La
un
anno, crescevano un braccio in larghezza e una tesa in altezza, s che in nove anni furono alti 9 tese e larghi 9 braccia. Tentarono di dare la scalata al cielo, rotolando su l'Olimpo l'Ossa e
il
Pho;
ma
Apollo
li
mano,
mentre
provvedeva
al ve-
Eoma
giolot-
riteneva la loro
brama
sociorum
toglievano, da
tutti gli alleati presenti, l quinta parte della fanteria e la terza della cavalleria, e fra questi
quelli
che
la
di possedere Hera e Artemide. Legarono res e lo tennero chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, finch fu liberato da Hermes. Un'altra favola narra che, a Kasso, Artemide pass in mezzo a loro, in forma di
mare
per
leati
il
cerva;
essi
la
presero
di
console
mira con
ma
verno,
erano
attorcigliati
formava
Allec
[alleo o allex]
una
spe-
un
cie di salsa
preparata con
rappresentazione,
ostriche, con altri testacei e con le interiora di piccoli pesci, specialmente di trila parola indicava le parti carglie.
altri,
sono
campestri,
reali:
che presiedono
Secondo
domano
avrebbero
il
la
natura".
Essi
istituito
per
sale].
Aloidi
[il
[Aloidae,
'AXwstSai]:
di Aloo
culto delle
Muse
su
Oto ed
Eflte, figli
lope [Alpe]
di Cer-
25
Poseidone
AMA
ninfa, che lo adorn di erbe e di fiori, lo riemp di frutta e lo
ebbe un
j&glio
che, rivestito di un brandello della sua veste, ella lasci esposto segretamente
lo
nei campi, per celare al padre la sua colpa. Una giumenta lo allatt, e un
pastore del paese, stupito del prodigio, lo port a Cercione, il quale, riconosciuto
il
deside-
piae].
r.
ordin
cbe
il
fanciullo
stelle.
fosse
lasciato
esposto
di
lo
in
Amata
vinia.
figlia
[Amata] mogHe
del
Ma
nuovo nutr, ed
re Latino e
crebbe col
nome
ptoo [tTCTTOf; regn in Eleusi, dopo che Cercionefu ucciso da Teseo. Alta [Altbaea, Vili, 446]
figlia di
di Ipcavallo], e
Meleagr].
Amadradi [Hamadrydes,
I,
alberi
=
si
[S.jj.<x.
quercia]:
ma quando seppe che Turno era caduto per mano di Enea, si uccise. Amzzoni [Amaznes, XV, 552] popolo favoloso di donne guerriere, che aveva la sua sede principale nella citt di Temiscra, su le
canita,
accenna
arcadi-
Amadriadi nonacrine
cio
[Nonacnnae]
Axnalta
della capra
rono nella Scizia, lungo le sponde della palude Metica e, per perpetuare la razza, conservavano l'amicizia dei loro vicini, i Gargari, abitanti ai piedi del Caucaso: i fanciulli veni-
vano
AMB
le ragazze, allevate
26
con cu-
bondanza
della raccolta.
La
ter
maneggiare
le armi, esse
col fuoco la
alle ragazze,
il
e da ci sarebbe derivato
nome
za poppa
[-(xa^?
di contadini: di qui
il
suo
il
sen-
cibo del-
senza seno].
la
percorrendo
T?
mortale, oL-ii-^poToc, immortale]. Essa scaturiva da fonti che si trovavano nel lontano occidente, ove erano i giardini delle
quale le vinse sul fiume e port via in la loro regina Anisposa tiope o Ippolita. Erano rappresentate a cavallo, ar0.
Ametista [amethystus]
tra preziosa
zurro-violetto,
pie-
Termodonte
di colore az-
detta
cos,
perch
si
dell'arco,
del tur-
se la propriet di attirare 1 vapori del vino e di liberare dall'ebbrezza [-yLeQuc non sono ubbriaco]. Le si attribuivano anche virt contro le malie, contro i
pendeva
Ambarvle
spada. [sacrum]
cbe, al
digiose.
ma e sacrifcio
del
tempo
Amfiaro
glio di
stra,
mese
prete
suo
podere. Di
solito,
il
di sogni, uno degli eroi della caccia caledonia, della spedizione degli Ar-
a Crere, a Marte
divinit
ad
altre
caml'ab-
pestri,
per
ottenere
27
tito
AMF
si
dalla
terra,
presso
il
occuparono
Lieo
era
fiume Ismno [nella Beozia], insieme col carro e col suo arciere Btone. Egli fu poi reso immortale.
dopo
si
la
morte
Mtteo e
le quali
la cinsero di
mura,
Axnfidrme
fJKpi
[' A[i^n^p6[Li(x.:
sua
mossero e si collocarono a posto da se stesse, all'incanto del suono della lira di Amfione. Amflone prese in moglie Mobe, Zeto spos Tebe: entrambi furono sepolti nella medesima tomba. Essi sono chiamati i di Discuri Tebani [^lc,
Giove, xoupoi
\i(^i
figli].
mfitetro [amphith,etrum;
intorno, Osarpov
Qe.oiio(.i
teatro, da
osser-
se
femmina, di co-
rone di lana.
combattimenti
dei gladiai
Giove e di Antiope,
di
gemello
dilettava
Zeto.
del
si
soltanto
Ro-
Greci. Quest'e-
formato da una
tiope fu tenuta prigioniera dallo zio Lieo e dalla moglie di lui, Dirce [Lieo era fratello di Mtto, re di Te-
un
partivano
quali varie
si file
le
scale,
per le
le
be e padre di Antiope].
Ma
raggiungevano
dei
sedili.
essa riusci a fuggire presso i figli, i quali uccisero Lieo e legata Dirce alle corna di un toro, la precipitarono
Kel
in
lei
della
davano
spettacoli
AMF
combattimenti, cosparsa di sabbia, era chiamata area o arna. Intorno all'arena correva un muro massiccio con camere a volta \cavae}, destinate alla custodia delle fiere o ad altri
uffici,
28
Amfitrine [AmpMtryon]
fi-
e terminava in
una
volpe del la volpe e il cane furono da Giove mutati in pietre. Combatt contro Pterelo, re di Tafo, la cui immortalit dipen-.
prese
fiera
la
monte Teumesso:
un
assalto
delle fiere.
Lo
spazio dietro a questa balaustrata si chiamava podum, nel quale era il seggio pi elevato dell'imperatore e delle persone pi
eccelse della sua corte. So-
divenne re di Tafo. Spos poi Alcmna, sua cugina, cbe gli diede ficle; con Giove, Alcmena aveva partorito
pra
il
podium s'innalzava-
Ercole.
I,
no, a scaglione e in circoli concentrici intorno all'arena, i sedili degli spettatori in 3 o in 4 piani, che fini-
Amftrte [Amphitrite,
colei che
[i[i<pi
14]
rumoreggia intorno
intorno, Tpi^w
del
vano in una
galleria aperta.
Un
che
il
dificio,
o dalla pioggia.
U pi grande
co
amfiteatro
romano fu
che era stato mandato da Poseidone a rintracciarla, divenne sposa del dio.
(X9i
Amfizione
da Tito, neU'80 dopo Cristo. Esso conteneva 87.000 spettatori, nelle file dei sedili, e altri 20.000 nelle gallerie
= =
[' A[jL(pixr\}ovi(x.i:
intorno, xt^co
aperte.
abitanti presso
qualche
29
santuario,
i
AMM
riguardo
origiiie,
alla
si
univano per
santuario,
difesa
del
per
certe
celebrare in
comune
fendere con tutte le forze il santuario del dio di DeKo . La sua costituzione veniva ascritta ad Acrisio, il mitico re di Larissa [in Tessaglia]; essa si riuniva di
in primavera
bievolmente i propri diritti; pur essendo indipendenti le une dalle altre, discutevano
intorno agU affari comuni,
in assemblee plenarie. L'amfzionia pi celebre
nel
quella
dlfica-pilea
quel-
la cio di
Delfo e delle Terdetta per eccellenza mpili, la lega degli Amfzini. Esisteva gi nei tempi preistorici e abbracciava 12 popoli, che anticamente abi-
Ammone [Amymone,
II,
Locrsi,
Oeti,
Acbi,
240] fonte in Argo. Era una delle 50 Danidi, figlia di Dnao: essendo stata amata da Poseidone, questi fece scaturire per lei una fonte
dello stesso
nome.
per affinit del suo oracolo con quello di Dodna, fu pi tardi identificata
Olimpia, ecc. Ammone era venerato sotto forma di un ariete o di un uomo avente
capo di un ariete, e si narrava che, quando Ercole insisteva nel voler mirare
il
AMO
Giove,
ariete,
il
30
dio,
per non
scortic
la-
sciarsi vedere,
un
teggio
si
portavano a casa
degli sposi.
Anpo [Anpus
Secondo Ovidio [V, 327328] Giove si converse in capro quando, inseguito con gli altri di dal gigante Tifo, essi si buttarono nel Kilo, sotto mentite spoglie.
Allora gli Egiziani rappresentarono il dio con la
testa di ariete. Il suo tem-
o Anpis, V, 417] fiume deUa SiciHa, cbe sbocca presso Siracusa. Ovidio lo ricorda come a-
mante
Anassarte
[A.naxarte,
nobile fan,
XIV, 698-758]
sede
il
visitato
via
il
ma
Ammnia,
da Venere fu mutata in
pietra.
una
Anchse
figlio figlia
al
di Ilo, fu re di Bar-
un gran bacino
di
dano, sul monte Ida, nella Trade. Eu amato da Afrodite, che gli partor Enea,
sul
il
fi.ume
Ma
poi-
Amore
Cupido.
Anacaliptrie
segui
cilia,
Enea
mor in
sepolto
Si-
ove fu
rice.
sul
monte
for-
nozze, in cui la
sposa
si
ma
mostrava per
ta
la
prima
vol-
31
to.
AND
Andrgeo [Androgua]
di Minosse. [V.
figlio
Si
diceva
e
caduto
dal
cielo,
Minosse
Minotauro].
Andromaca [Andromcha]
figlia
di Ezine,
mogUe
di
era
stato
riferito
clie
dipendeva
quella
di
di Achille a Ftia, in
Eoma. La
[V. Salii].
di
Ettore,
il
Andrmone [Andraemon,
la quale era
quale aveva avuto una parte del regno di Epiro. Mori poi in Asia, ove aveva seguito Pergamo,
figli,
uno
dei tre
IsTeottolemo.
Andromeda [Andromeda,
IV, 663-739] figha di Cfeo, re di Etiopia, e di Cassiope.
tormentato da una spina, che si era ftta in una zampa. ndroclo ne lo liber e visse nella caverna insieme col leone, che gli
leone,
Avendo
Keridi,.
la
madre, superba
Nettuno
mand,
procacciava il cibo. Dopo qualche tempo, egli voUe tornare fra gli uomini ma, caduto in potere del padrone, fu condannato alla lotta
a devastare quelle terre, un mostro marino, a cui, per un oracolo, fu esposta An-
dromeda. La fanciulla, attaccata a una rupe, era per essere divorata dalla fiera,
sci
con
le belve.
La
bestia con
liberare
Andromeda. Oefeo
punto
leone ch'egli aveva guarito. Il leone lo riconobbe e gli fece festa, senza
il
liberatore,
ma
poich prima
liberato ed ebbe in
leone.
ANG
32
Anna Perenna [Anna
la
grande strage, in cui morirono molti del seguito di Fineo, Perseo pietrific con
la testa di
era celebrata
Medusa
[v.
Mein-
a Eoma, verso il 15 marzo [al cominciare cio della primavera] con giuochi e
allegri banchetti, nel
dusa]
superstiti e lo stesso
il
Cam-
Fineo,
quale implor
[V, 1-235].
vano da
la vita.
po Marzio e con preghiere alla dea, con cui si impetrava vita lunga e felice e
abbondante
raccolta.
Anguigeni [Anguignae,
guis
III,
La
yiyvojxai
=
i
serpente,
ysv
in
Tebani,
nerati
dai
monte Sacro,
Cadmo].
Inio
un
san-
di Bidne.
Si
diceva che
un
fi-
glie, le
Bacco
pane,
per gelosia di Lavinia, si fosse buttata nel fiume IsTumico, nel quale si gett poi anche Enea. Indi fu venerata come ninfa di quel
fiume, col
seco,
nome
di Perenna.
Anno
[annus, II, 25]. In Grel'anno attico cominciacia, va col primo novilunio, doil
po
solstizio di estate, lo
Ardo ricev, nell'isola, Enea, elle nel viaggio, dopo la distruzione di Troia, approd
ivi.
spartano
cominciava
con
verno.
A Eoma
invece, se-
33
condo
l'antica
ANT
Ercole lo strozz, tenendolo sollevato.
terra.
Eomolo
10 mesi, cominciando da marzo, che cMam cos dal nome di Marte, suo padre; IsTuma Pompilio aggiunse i due mesi di gennaio e di febbraio, e il calendario fu poi corretto nel 46 av. Cristo,
mata per
la pazzia
l'ellboro,
un
cibo
Antfate
234] era
matematico alessanfu
in
divenne sinonimo di
bestiale.
uomo
Antigone [Antigone]
figlia di
Edipo e di Giocsta,
sorella
di Etocle e Polinice.
Se-
di
cuba.
si
Fu amico
diceva cbe
si
era
dei Greci e
cb
delle
egli
Eumnidi a Colno,
Edipo]. i suoi
uccisi
presso Atene.
Caduta Troia, parti su la nave di Menelao, si ferm a Cirene, emigr neUa Tracia e di l in Italia, dove fond PaPalladio.
dova.
ter-
signore
di
Tebe,
il
quale
di
Kettuno e
seppell
il
fratello.
Perci
passavano per U suo paese e li uccideva. Poich non poteva essere vinto, fncb toccava la madre
cbe.
3
Emne,
figlio
di
Creonte,
Stano,
ANT
34
sentinella ai templi di side e di Osiride. I Eomani gli
eressero
un tempio.
Apatrie
ste
cercava
di
salvare
il
dini
loro
nelle fratrie.
ne
deposte
troclo.
nella
tomba
di
il
Antiope [Antipe] fgHa del dio fluviale Aspo della Beozia, fu da Giove resa madre dei due gemelli: Amfne e Zeto. [V. Amfonel.
anche quelli nati prima, ma non ancora iscritti, e giurava su la legittimit di essi. I fanciulli venivano allora
iscritti
tri, si
nell'elenco
Un'altra Antiope fu regina delle Amzzoni, e si trova indicata anche col nome di
Ippolita.
[V. Ippolita],
tagliavano loro
pelli
che erano
offerti agli
Anbi
[Anbis],
antico
dio
una pecora o
e
si
di
il
una capra
banchetto
teneva
del sacrifizio.
II
la testa
nome
paludamento
fino
al
con
sti-
giuramento
la loro
del
padre su
egiziano,
nella
sinistra
un
ri-
cadco.
Egli
l'Hermes
TcaT7)p
segu
pis
che
[Apis] era
gli
il
toro sacro,
come
nel quale
riteneva che
36
risiedesse
de,
ro,
APO
e
gli
ramina
di Osiri-
facevano
esequie.
Al tempo
spesero
splendide di Tolo-
quadrato
nodo
gura
co,
di
un'aquila
sul
fncb
fianco destro
un segno
luna
biancre-
simile
alla
scente.
lo
La giovenca
che
concepito col
Apis,
ricevessero
il
dono
della divinazione.
donne
sero
si
(le
sole
vederlo) le
perch
[aTc
li
presentavano
da, (ppw
porto].
indecentissimo;
Kilo,
con
il
Apoird
[7C09pSs<; Y](xspai]
portato in una
poi, si a tutti
Quando, in qualche
non
si te-
grande occasione, lo si faceva girare per la citt, era preceduto da fanciulli cantanti inni sacri, e scortato
nevano n assemblee, n
sedute nei tribunali, e evitava di accingersi a
affare di
dico]. da, 9p^co latino dies nefasti.
si
un
In
il
da
uficiali,
cbe
gli
facevano
certo pe-
importanza
[aTc
strada.
Dopo un
di
riodo
bri
tempo,
degli
lo
generali li-
Apollo [Apollo,
'AttXXcov]
Egizi,
sacerdoti
conducevano
anne-
minaccio],
della
oppure
il
dio
A^O
nel
36
medesimo parto con Ara pie del monte
ma
spesso
suoi
vaticini
temide,
il
gida personificazione della giovinezza luminosa, identificato perci col sole dai puri raggi e, da Euripide in poi, ritenuto lo stesso che
il sole.
obliquo]. Appena nato, uccise coi suoi dardi, presso Delfo, lo smisurato
serpente
Pitne
[v.
m],
Perci fu detto anche Febo [OoL^of; il raggiante]. Inventore della divinazione e della medicina, deUa musica e della poesia,
condottiero
per lungo tempo insidiato Latona, mentre era amata da Giove. Per placare Ga
dell'uccisione del fgHo
Pi-
anche
il
tone, Apollo dov servire per otto anni [pascol allora gli armenti di e di Laomedonte],
Admeto
e,
com-
piuta la purificazione,
fo.
s'im-
Pascola
anche onore
'.
[V.
Ago
ni].
Ma Pizio va
con
mit,
legge
quali
trasgressori
della
i
di
Giove, lancia, a
i
contro
immensa
consultasse.
i
Per appa
lui,
distanza, funesti, col suo arco d'argento. Come dio della profezia, ha
la sede principale dei suoi oracoli a Delfo. Vi erano
dardi
gare
assunse, anche
ora for
ma
fgUa di
nerato
37
sfuggiva,
alloro.
l'alloro,
JS.A
la
trasform in
gli era
Perci
sacro
e
oltre la
palma
lupo.
bito; cfr. p7)T?, agg. verb. dalla radice ps in sItcov] erano in Atene le merci di
l'ulivo. Gli
tre
il
cigno e
Un
come
grani, legnami
ecc.
il
che ebbe Apollo fu Sminto , nome questo cbe derivava dalla citt
altro epiteto
da costruzione,
Aquilne [Aqulo]
assalitore [aqulus
bruno
= bruno]
Smintbe, nella Trade, ove era venerato, oppure da GyLivQoQ == topo, poich il topo era ritenuto come simbolo deUa vaticinazione. Infatti, nel suo tempio in Chf yse, trovavasi una statua di Apollo con
di
il
identificato col
1-145]
in
Colofone:
era
valentis-
un
sorcio tra
piedi.
Una
sima nella tessitura e nell'arte del ricamo e, presa da orgoglio, os sfidare Minerva. La dea accett la
sfida e intess
perch avrebbe
di
topi.
li-
una
tela, in
vasione
un'altra
Secondo
il
prannome
tradizione, di Sminto
sosa-
Aracne
sua tela
rappresent
gli
nella
rebbe stato dato al dio dai Tucri i quali, movendo da Creta, avevano appreso
di Apollo che sarebbero fermati ad abitare il luogo, dove i nati
dall'oracolo
si
amori
di Giove,
Kettuno, Bacco, Apollo, Saturno, ecc. Sdegnata Minerva per la bellezza irreprensibile del lavoro della sua rivale,
ne lacer
la tela e la
dalla terra
lestati e,
de, si accorsero, la
mattina
vinse
il
coUo a un
laccio,
loro archi
stati rosic-
dai
topi
credet-
Aprreta
proibite
[aTTppyjTa]
le
cose
[mp^yfoQ
= proi-
ma la dea la trasform in ragno, e la condann cosi a star sempre intenta a intesser tela
[p^vY)
ragno].
ARO
38
[Arcas, II, 496-530] Giove e deUa ninfa
all'et
rcade
Areopago
IO? Tryo?
[AreopSigus: "Aps-
figlio di
collina di Mar-
Callisto.
di
era
zioni
anch,e
una
specie
di
Era
detto
permise il quale
in
stelle,
ad occidente
delitti
Esso giudicava
li
di sangue,
del
cri-
mine
di
di incendio doloso e
fu mutata Callisto.
ree [Arce] figlia di Paumante e sorella di Iside, munita, come questa, di ali. KeUa guerra dei Titni, in
favore dei quali combatteva. Giove la precipit
nel-
tempo dei Eomani, questo tribunale godette molta autorit, perch dal suo consiglio
l'Averno.
Arcnti
[pxovT(;:
ap/o)
res [Marte]
guerra,
il
dio deUa
di
gli
figlio di
Giove e
fra
Il
primo
di
al-
titolo
dava
il
nome
il il
l'anno e presiedeva
siglio
Conse-
dei
Pritni;
condo,
culto;
^.(yikzc,:
aveva
ufiS,ci
la
direzione
il
degli
del
discordia]
dai
figli
aveva
Bimos
bos
[il
terrore].
39
dea
dell'ordine
nelle
molo da Eea
tenuto
nerale
il
AEB
Silvia, era ri-
bat-
sua pi fiera avversaria, e riesce ad aver sempre la vittoria contro di lui. Ma nell'et pi antaglie,
la
Eomano. Quando un
si
tica,
anteriore
divinit
all'omerica,
una
sotterranea,
capace di apportare prosperovina e, a poco a rit prevalse poi la sua poco, natura malefica. A questo concetto si riferisce la leggenda, secondo cui fu incatenato e tenuto chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, fncb la matrigna Eriba svel il fatto a Hermes, il quale lo
liber.
tempio di Marte ove, scuotendo i sacri scudi e movendo la lancia del Kume,
Egli
che
si
lancia
nella
Ma
-in
considerato ancbe
come
di-
am
lei
ebbe:
Armonia,
ros
allontanava
nella festa
lupi.
Perci,
[l'amore], Antros
[l'amo-
della
dea Dia,
Ambare
non
dagU
agricoltori,
come
pro-
come invece fu
presso
difensore
il
deUe
identificato
il
guerra Marte
Eoma. Marte
pagnato
rine
[la
[le
era
formava
la triade
dalla moglie
accomKe-
Moles
battaglie
onorati
erano sacri
chio.
lupo e
il
AEE
Aretsa [Arethsa, V, 577641] fonte di
Sicilia, nell'i-
40
figura
di uomini, fatti
di
l'ar-
degli
diceva che avesse una comunicazione sotterranea col fiume Alfo, del Peloponneso. Axetusa era prima una
ninfa che, stanca della caccia, essendosi bagnata nel
ce-
rimonia, per perpetuare il ricordo del suo odio contro gli Argivi. I fantocci sim-
fiume Alfeo, suscit gli amori del dio marino, il quale insegui la ninfa che, data
di Artemide, non voleva saperne di amore. Stanca alfine dal lungo peal culto
Probabilmente
regrinare col dio alle spalle, ella giunse all'isola di Ortigia [Siracusa] e,
questa cerimonia si collegava, nei tempi primitivi, coi sacrifizi detti Saera Argeorum che, secondo la tradizione, ogni due giorni del mese di marzo, si or-
neUa fonte
Pompilio
avrebbe
Arga
[Argea]
ninfa
che,
Argo
[Argus, I, 625-723]
fi-
neU'inseguire
resse
vant che, con la velocit del Sole, essa lo avrebbe raggiunto. Il sole la puni, mutandola in biscia [p-^c,
un
nore, era
un uomo
robustis-
simo, che aveva nel capo cento occhi, dei quali solo due, a vicenda, si chiude-
vano
al sonno,
e gli altri
veloce].
Arge
[r pysta] feste
alle
che
le Vestali
celebravano ogni Idi di marzo, anno, nelle quali esse, dal ponte Sublicio, gettavano nel Tevere 24 o
30 fantocci, in
ma quando Merper incarico di Giove, curio, scese dal cielo, sotto sem[v. Io];
41
AEt
no,
con
pini
del
monte
ad Argo
allettato
la fanciulla,
dal canto e
un pezzo
Dodna.
la
della
quercia di
tronc
l'enorme
capo
adorn
a
lei
la
caro.
i i
50 remi
quali:
che port i Greci, sotto la condotta di Giasone, aUa conquista del vello d'oro, in Clchide [V. Argonuti]:
pilota Tifi o
cMamata
del
figlio
cos
dal
e
di
nome
Cal-
verso
il
Arianna [Ariadne]
figlia
di
una quercia
della
foresta sacra di
Dodna.
Argonuti [Argonautae] sono i marinai della nave Argo, insieme con i quaU Giasone [v. ivi] parti da lolco, in Tessaglia, verso la ClcMde, su la costa orientale
del
Minosse e di Pasfae. Dopo aver aiutato con un filo Teseo [v. m] a uscire dal Labirinto, fuggi con lui; ma, abbandonata nell'isola di IsTasso, fu amata da Bacco, con cui gener i figli Enpio
te
mar Kero
[Fontus EuxiU.
vello
go dal
nome
del costruttore
Arite
[ares]
abbattere le
AEI
42
di
munita in cima
pezzo
della
un grosso
in forma
ariete.
di
ferro,
pose sul dorso e lo port salvo sul capo Tnaro [punta meridionale della Laconia] donde poi egU a Corinto.
si
testa
di
un
rec
di
Ariste [Aristaeus]
figlio
Urano e
di
Ga
o,
secondo
uomini
alle
elle
neggiarlo,
si
dovevano maavvicinava
mura
la
indietro
tale, si
altri, di Apollo e di Cirene, venerato come dio della fecondit dai pi antichi abi-
tatori
deUa
delle
Grecia.
cidto
Eiceprodelle
spingeva fortemente
vevaancbe
tettore
come
innanzi, in
modo
clie pic-
greggi,
cMasse contro il muro. Arite [Ares] il primo dei 12 segni dello Zodiaco. M
l'ariete
sul quale Kefle port i suoi figli, Frisso ed Elle, per recarsi in Clcliide, dal re Ete. Ivi esso fu sacrificato a Giove, il quale
lo
Armi.
Difensive: elmo, galea, di
cuoio; cassis, di metallo; xdi metallo, poi p\Q, prima anche di cuoio, con un ci-
mut
nella costellazione
miero detto
omonima. Arine [Arion] celebre musicista e poeta di Metmna di Lesbo, vissuto fra il VII e
il
VI
ocrae,
sottiU.
xviQfxiSs?,
di
piastre- di
bronzo, che coprivano la parte anteriore deUa gamba, dai ginocchi ai moUeoli.
vano precipitarlo in mare. Egli impetr da lol^o cbe lo lasciassero, con la veste e
col serto del cantore,
unite
e rivestito,
di pelle; cly-
mo-
all'estremit,
dulare
un canto
si
al
suono
peus,
lico,
gett nel
43
clypuSf adoperato
Utes.
ABP
uccise Alstore, alla quale essa si era sposata. Arpliee,
dai ve-
Offensive: tela, pXvj. Spada, gladus, ^t9o<;. Lancia, Jiasta, Spu. Giavellotto,
disperata, uccise
il
fra-
pilum, xcov, xvTLov, formato da un fusto di legno infsso in una lunga testa di ferro; in media misurava, in tutta la lunghezza, m.
1,88, di cui m. 0,94 per la testa ferrata, m. 0,94 pel fusto.
CMmeneo
si
uccise.
Quando Keottlemo,
figlio
fionda,
funda,
i
CT^evSvT].
Secondo
in
le
vano, generale in soldati di grave armatura [in Grecia si dicevano TtXiTai dal grande scudo otcXov] e soldati armati alla leggiera .
Questi ultimi
Xoi,
yujxvTJTs?,
[veltes,
YU(jt,vot]j
soldati
dividevano
me
predatrice
[p-Trc^w
rapisco].
Avendo rubato
del
t^u-
suno poteva' raggiungerla, furono tese le reti come a un cervo. Cos fu presa
e uccisa.
si
dividevano in frecciatori
xovTLcrTat], arcieri [iaculatres, To^xat,],
[sagittarii,
Magno. Durante
nell'India, si
la
spedi-
frombolieri
[funditdres,
zione di Alessandro
Magno
scia-
(T9svSov^Tai]-
Di armatura
in
abbandon a
ingenti,
leggiera
erano
Grecia
una
che
vita
dissipata,
anche
cTat],
lacquando somme
si
colo scudo
che ave-
trovavano depositate nel tesoro di Babilonia, da lui amministrato. Dopo il ritiro di Alessandro daU'India, egli fugg con molto denaro e con 6000 merce-
AEP
gli Atenari, in Atene. niesi lo respinsero ed egli,
44
Ma
==
rifugiatosi nel
con
la corruzione,
delle
portavano
in
personaggi pi importanti
e gli oratori ateniesi. Venne quindi in Atene, ma quivi
contenenti cose sacre, e ne li riportavano chiusi, senza sapere cbe cosa contenessero; le altre
due apparec-
Arpe [Harpyae,
p7r(^co
le rapit'ici:
cMavano
Taumnte
fu
mogHe
il
di Lisimaco e
spos poi
proprio fratello
Tolomeo
Filadlfo.
Morta
dovino Fineo, re di Salmydesso nella Tracia, al quale rubavano e insozzavano il cibo. Gli Argonuti Zete e
Clais, alati figli di Brea, le scacciale uccisero o
nel
promontorio
di
Zefirio, in Egitto.
Artemide [Artmis]
figlia di
isole
rono, inseguendole sino alle Strfadi, dove poi le trov Enea, tornando da
Troia.
Arrefrie o
Erreirie
[r
miin
na],
protettrice
ai
delle
ver-
gini fanciulle,
ma
presiede
[Lucina].
mese
di Sciroforione.
anche
parti
fan-
anni
[Arrefrie
trici di
delle foreste,
con
le
indicibile,
^pco
selve,
seguita
dalle
ninfe
45
boscM: perci anche dea della caccia.
dei
A]aV
i
vano
Ma
pu
anclie
lei,
come
Apollo,
colpire con le sue frecoltre gli animali, anche ce, gli uomini e specialmente
le
donne; per questo anche dea della morte simile a cate. E come Beate
detta
che sacrificavano. 'Ne esaminavano specialmente il fegato, il cuore, la milza e i polmoni. Si diceva che, nel giorno in cui fu ucciso Cesare, non si fosse trovato il cuore in due vittime immolate.
delle vittime
Trivia
perch di
i
notte
e
cammina per
le
trivi
su
tombe, accompa-
chi
osserva
le
vi-
gnata dai cani stigi, cosi Trivia chiamata Artemide, perch di notte passeggia anche lei per i trivi.
scere
delle
vittime [izgc,
= = =
sacro,
si
oxsTCTOfxat
conspialtri
cio, osservo];
secondo
riconduce ad Jiaruga
In tempi antichissimi, le si ofErirono sacrifci umani, come in Turide [oggi penisola di Crimea], anche pi
tardi
ciulli
si
Arvli [Arvles] fratelli aratori [arva = campi] era un collegio di 12 sacerdoti a Eoma, istituito da Eomolo,
in memoria della sua nutrice
glie
rappresentata come una con veste succinta, armata di arco e di fartra. Pi tardi, fu
cacciatrice agUe,
identificata
le si attribuirono
del terreno.
Come
insegna
una
costella-
Mag-
formato
Callisto.
di spighe con le infule [fasce di lana bianca] e ogni anno, nel mese di maggio,
offrivano
un
sacrifcio
aUa
dea Dia [dea dei campi che sotto altro aspetto era
va],
intro-
ASC
lit dei
46 ~
campi. Fra le altre
i fratelli
cerimonie,
cro
alla
Arvali,
nell'interno
otre].
dea,
eseguivano
della
Asclafo [Ascalplius, V,
538-550] fgHo di
che
la
lo
ninfa infernale
Opime,
spos Metpe, da cui ebbe due figli, Pelasgo e Ismno, e 20 figlie, delle quali alcune furono rapite da di [Coreira e
Per-
Aspasia [Aspasia]
Assioco di
IVIileto,
di
rec
neva
sapeva accattivarsi con l'ingegno ricco di cultura, con acutezza politica e con la grazia femminile [aul^o[lon
un
Socrate frequentava la casa di lei. Pericle ripudi la moglie e spos Aspasia e, morto Pericle, ella spos Lisiche demagogo di bassa origine.
l'Ascanio
detto
lulus
sa-
Astria
rato
perci
il
capostipite
detta Asteria,
la
stella del
stella],
mare
[cTY)p
==
poi Ortigia
l'isola
= qua-
quindi Delo.
47
Astiage [Astyages]
figlio
ATA
predetto
di
stato
Ciassre, fu l'ultimo re dei Medi. Mandane sua figliuola, maritata a Cambise, nel
giorno
il
avrebbe
ch'egli un ristabilito
regno di Troia.
I,
Astra [Astraea,
vergine
stella]
stellare
150] la
periodo della gravidanza, vide in sogno una vite che usciva dal suo grembo e si
[atYjp
il
nome
ve
l'Asia.
sogno fu interpretato nel senso ch,e il fanciullo, che Mandane era per dare aUa luce, avrebbe riunito sotto il suo dominio molti imperi,
Astiage pens
il
di
in cieloj ove
costellazione
fare morire
nipote.
^N'ac-
splende nella
Vergine.
que Ciro, che fu poi il grande fondatore della monarchia persiana, e la madre lo sottrasse alle insidie
dell'avo.
di
Gisio
[del
maca. Cosi
popolo, ma dal padre
lo
il
chiamava
il
borgo rcade di Scheno] e di Chmne o, secondo altri, figlia di Scheno, re della Beozia. Appena nata, fu esposta da suo padre, nutrita da un'orsa e allevata da cacciatori: prese parte
alla caccia del cinghiale ca-
nome
datogli
signifi-
Scamndrio .
mndro,
lati
correva
per
tre
rupe di Pergamo, l'acrpoli a sudest di Troia che difendeva la citt. Ancora fanciullo,
intorno alla
nella presa di Troia, fu scaraventato gi dalle mura,
ed essendo stata prima a ferire la fiera, n'ebbe in premio da Melegro la peUe e la testa. Allorch il padre voUe maritarla, eUa promise di spoKdonio,
la
ma
chi le fosse
rimasto
da
lei
ma Hippmene
[se-
atI
condo
to poi
dere,
altri
48
Meilanine detMelicerte. Strappato Learco dalle braccia della madre,
lo
un dopo
aurei,
l'altro,
tre
roccia:
pomi
donatigli
da
scaravent contro una Ino con l'altro figliuolo si gett nel mare.
[V. Ino].
r'-A-TT)]
Venere: Atalanta s'indugi per raccoglierli e Hippomene raggiunse prima la mta. Egli la prese cosi per moglie: da loro nacque Partenopeo. Ma avendo essi trascurato di offrire sacrifci
Ate
la
Seduzione
t, [ccTT], inganno, seduzione] cbe conduce alla colpa e alla rovina. Essa
figlia di
da
gile passo,
li
mut
che si aggira sul capo degli uomini, con piedi che non toccano la terra, dotata di un fascino potnte, trarsi
cui
acque avevano la
il
virt di acccDdere
legno
Atamnte
[Atlimas, HI, 564; IV, 512-519] fgUo di Eolo, re di Tessaglia. Spos iN'efle, dea delle nubi [vs== nube], da cui ebbe due fgU Frisso ed EUe, ma avendo voluto anche
cpXT)
Athna
['A07]va]
figlia di
una sposa
per
terrena,
prese
moglie Ino, figlia di Cadmo. Nefele spari e la maledizione discese nella casa di Atamnte, Pervaso da furore, infuso a lui e a Ino dalla Brinne Tesifone,
per comando
di Hera, egli
leoi due Learco e
Giove, nata senza madre, dopo che Giove, per consiglio di Ga, ebbe inghiottito Mtis [la prudenza ], sua prima moglie. Secondo una favola posteriore, Hef sto spacc con la scure il capo di Giove, e ne salt
fuori Athena, armata e vigorosa di giovinezza. Ella
perci la dea della sapienza e della forza guerresca, .dotata d'austera verginit.
Quando Athena
avuti da
lei:
49
fu preposta alla prodi essa, Athena, elle aveva fatto germogliare l'olivo, mentre Poseidone
cittf,
ritorio
Aa?L
tezione
rato
la
come propriet
si
della
dea, perch vi
conservava
Fidia.
Come
Partbnos} fatta da
[V. Palldio].
si
commercio; aveva
carro, la navigazione, l'uso del fuoco, e insegn ogni arte femminile. Vigilava su
Si rap-
l'amministrazione
della
la
testa
della
Gorgone nel mezzo. Suoi attributi erano anche lo scudo rotondo con la testa di Medusa nel centro, la
lancia,
civetta,
il
ramo
di ulivo, la
il
il
serpente,
lancio].
Aveva
gallo. cor-
tromba e
si
il flauto.
La pi
lei
trovava in Atene, in Tessaglia, nella Beozia e, specialmente, presso il lago Copide, nel quale
sia e della
onore
peo,
celebravano le
[V".
il
Quinguatrus.
imi.
Pom-
Ma
ia,
il
culto di lei
si
diffuse
suo grande trionfo, le innalz un tempio nel campo Marzio, un altro ne innalz Augusto
dopo
a Delfo, a
i
Corinto
il
forte
portatore
l'aor.
stXy)v
[rXa del-
aver forza]
un
A.TL
50
e di
no Giapto
Asia, fratello di
Climne o Prometeo e
Atlantade
[Atlantides,
I,
cos,
perch discendente
da Maia, ch'era
Atlantide [tlantis]
figlia
da
di
con
cielo.
le
braccia stanche
dice-
EgU
trovavasi nel-
detti
deUe Esp-
custodivano, sotto la guardia del drago Ladne, i pomi aurei [v. Esperidi],
Era popolatissima,
i
ricca di tutti
la terra,
che Gea aveva dato a Hera per le sue nozze con Giove. Atlante era ivi possessore di grandi armenti e degli
Orti Espridi. Oltre le Esperidi, erano sue figlie le Pliadi e le adi.
seo, troncato
ma
furono sconftti
liTel
solo
dagli
Ateniesi.
periodo di
un
breve giorno e di
Quando
Per-
una
il
capo di Me-
egU
gliela neg,
mequa-
more
le gli
di
un
oracolo,
il
aveva predetto che un figlio di Giove [rcole] avrebbe rapito i pomi Esperidi.
mare, il quale divenne non pi navigabile, a causa dei banchi di materia informe, prodotti dall'isola immersa [Azzorre, Canarie e Isole
del
Capo Verde].
[Athlta]
il
Atlta
lottatore
divenne cosi l'immensa giogaia di monti, che si spiega lungo la costa nord-ovest
dell'Africa, e la sua barba e i suoi capelli si mutarono
[eXsw lotto] era il campione di forza e di destrezza che si presentava nei giuochi, specialmente nel pugilato e nel pancrzio. [V. Agoni]. Eoma, la prima
di atleti si
ebbe
nel
GU atleti atfin
in selve.
tendevano
51
da giovinetti, e nella lotta
Tingevano le membra di olio per renderle pi flessisi
AUG
condo
altri,
erano
figli
di
furono chiamati Atrdi, perch, ucciso Plistne [v. ivi], essi, ancora fanciulli, furo-
per togliersi questo vantaggio si avvicinavano l'un l'altro e si gettavano a vicenda della sabbia addosso. Per prepararsi a questa lotta, osservavano una
bili,
ma
di Aristo e di
figlia
Autnoe,
cia
di
Cadmo,
Atro
glio
fratellastro
da OMrne. Un giorno, mentre cacciava sul Citerne, s'avvicin a una fonte, neUa quale Diana, circondata dalle ninfe, faceva
il
bagno.
La dea
gli
allora,
indignata,
spruzz del-
entrambi fug-
de neUa guerra contro gli ErcUdi, Atreo divenne re di Micene. Atreo aveva prele
t,
103-105] pastore frigio, giovane bellissimo, che fu amato da Gible e fatto suo sacerdote, a condizione che conservasse la castit; ma. essen-
membra
dei
figli
di lui:
Tntalo e Plistne. Ma in seguito, Tieste e suo figlio Egisto uccidono Atreo, scacciano
none
il
di lui, e Menelao, e
i figli
Agamenprendono
do
XIII, 230]
e
fu
uno
degli
Argonuti.
erano
nelao,
Agamennone
figli
MeSe-
di
Atro.
ATTG
trent'anni
52
non
era
stato
era
favorevole
quando
possibile nettarle, s
die ne
pe-
emanavano
stifere,
esalazioni
che ammorbayano
faticbe,
derivazione
Augrio [augurum]
era
una
aspettava,
al nord, e alla destra
stando
rivolto
avendo
il
perci
divinavano
l'oriente,
che
era sempre
punto donde
di imprese osservando e spiefuture, gando il volo degli uccelli [avis uccello]. Per prendere tali auspicii, si divideva in due parti eguali
na e l'avversit
movevano
ci in Grecia
daUa Grecia
tale significato,
uno
lo,
in
fausto, fe-
propizio.
[Aiilis]
nus\
e ciascuna di queste
Aulde tima
citt
marit-
cbe
famosa si radun la perch quivi flotta greca, per muovere contro Troia, e avvenne il
della Beozia,
sacrifi,cio
di Ifigenia, figlia
di
Agamennone.
[V.
Aga-
mennone}.
Aurra
in
modo da
dita,
53
dal suo letto nell'Oceano
e,
AXA
su lin carro tirato da cavalli iDiancM e rossicci, precede il carro del fratello
Automednte [Automdon]
guidatore del cocchio e compagno d'armi di Achille.
di
Laome-
Autonio
[Autonoius. Ili, 198] Attene, nato dalla madre Autnoe. [V. ivi],
lago presfor-
Avrno [Avernus]
so
Cuma
di
Campania,
mato dal
cratere di
un
vul-
meftiche.
Secondo
carro
della
luce,
gui-
una
uccelli
non
vi poteva-
no vivere per
le esalazioni.
cate, la caverna della SibiQa e l'entrata all'Inferno. Perci, con questo nome, fu
significato poi
anche
il
luo-
spedo;
spicere
cfr.
inspiere,
eon-
osservare].
[V. Aborgeni}.
Axamenta
Autctoni
313]
Hermes, ebbe
una
figlia
Anticla,
madre
di Ulisse.
vette
il
invocavano e
Marte,
nerva,
Ercole.
[V.
^alii}.
BAC
54
B
Baccanali [Bacclianala] feste rumorose e tumultuanti,
in onore di Bacco, alle quali
cinto
di edera
e di
pamfeste
pini di vite], e
nee
nome
di Baccanti,
Bistnidi,
le
rap-
fragoroso
il
presentavano
to, ^axxsiJco
Bacco [px/o?
= strepi= rumoreggio].
compagne
grido di
evo!
Bacco
Xin,
in
Eoma
mu,
in
mangiava
la
carne an-
che si faceva nelle feste in onore di lui [px^o? = strepito]; nei misteri di Dmetra era invocato col no-
me
di lacchus.
[balnae].
i
Bagni
fin dai
in uso
mente
utilit
oscenit, furono proibite con un decreto del Senato, nel 186 av. Cristo. [V. Dioniso'].
Baccanti [Baccbae]
pitose
steri
le
stre-
[^dcx^o?
strepito]
i
mi-
di Bacco: portavano
il
entro cui
mano
tirso
[un bastone
55
condotti. Vi erao inoltre
i
BAN
Dopo
Dapprima, i locali per i bagni deUe donne erano separati da quelli degli uomini; ma in seguito, col rapido decadere del senso morale, divenne generale il mal costume che uomini e
nel
le
l'acqua fresca. Annessa aUa camera da bagno, era un'altra camera, in cui piva la toeletta
si
comil
dopo
bagno. Quivi
strofinavano
raschiatoi,
lo
il
poi con
gli altri
olio,
spalmavano le donne
Terme pubbliche divennero teatro di dissolutezze, alle quaU invano cercarono opporsi i diviti degli imperatori.
[V.
Terme].
pXXo)
Ballista
scaglio]
[ballista:
A
si
Eoma,
bagni furono
grande macchina da guerra in forma di arco, tesa con funi e nervi, che
Le
bai-
pu vedere
essi.
Terme,
per
bagno poteva
retta
e
i
solo
giavel-
Presso
Greci,
macsi
tts-
cevano
il
bagno caldo,
in
si
chiamavano
TpopXoi.
Xt,6opXoi,
spogliavano
un appodonde pas-
Le
balliste si
di-
sito spogliatoio,
savano
re],
locale destinato
e
[il
di
nel
calidail
rum bagno
do
si
caldo]. Il
bagno
nel
fred-
faceva
[il
frigida-
num
ciavano, i quali potevano raggiungere m. 1,40 di lunghezza, m. 0,039 di spessore e un peso di kg. 1,870. Ballo [V. Danza]. Banchetto [convivium]. Nuziale: era il banchetto che si dava, nel giorno delle
nozze, nella casa deUa spo-
BE
sa, tra
56
numerosi convitati,
Funebre:
compiuta
si
celebrava dopo
che Scipione Africano fu il primo che si facesse ogni giorno radere la barba col
rasoio,
la sepoltura, nella
casa del defunto, da coloro che avevano preso parte al' convoglio funebre. [V. Funerale].
tare
rasa
ma
ratore
al
si
Bratro [Barthrum] burrone presso Atene, vicino coUe deUe ninfe, dove
precipitavano
delitti
i
poco a poco. Dopo l'impeAdriano, torn in uso la barba intera. Anche a Eoma, neUe botteghe dei
barbieri
tre
i si
adoperavano,
ol-
colpevoli di
eb-
comuni.
[barba]. I Greci
Barba
ba.
Anticamente per vigeva il costume di portare barba e capeUi interi, e questo costume fu conser-
in Grecia, esse erano il ritrovo degli oziosi e il luogo di discussione cosi di politica,
come
di tutti
pet-
vato
al
Bassaro
[Bassarus,
^acTcra-
neUe quali si acconciavano i capelli, si radeva la barba, si pulivano le unghie, si levavano i calli,
barbieri,
di
strappavano i peli superflui. Per il portare la barba intera e folta era sesi
= volpe].
gno di
di
nerale l'uso
di radersi la
Batto [Battus,
II, 685-707] vecchio pastore che custo.diva gli armenti di Kelo, re di PUo, nella Messenia.
barba fino al 300 av. Cristo, anno in cui a Eoma vennero i primi
Quando Mercurio rub parte degli armenti, temendo che Batto rivelasse il furto,
57
gli
BEL
del re, Anta, innamoratasi di Bellerofonte, non aven-
regal
promettere che egli non avrebbe detto nulla. Il veccMo giur cbe il furto sarebbe scoperto da una pietra, cbe gli indic, prima che da lui. Merca,
facendogli
marito,
al
mand
re
suocero
lobate,
della
curio
si
allontan,
ma
un
tor-
mand ad
mra
uccidere la
C5hi-
toro
gli aves-
se rivelato chi
aveva comdegli
ar-
messo
il
furto
[v. ivi], ohe Bellerofonte uccise difatti con l'aiuto del cavallo alato Pgaso datogli da Nettuno. Vinse inoltre, per incarico
menti. Batto
caverna vicina, dove essi erano tenuti nascosti. Allora Mercurio lo trasform
in pietra nera,
come
quella
Bucide
al-
bero. [V. Filemone}. Blidi [Belides, IV, 463] jfiglie di Dnao, U quale era figlio di Belo: erano chiamate cosi dal nome dell'avo Belo. [V. Banidi].
Isndro,
Ipploco
Lao-
dama.
Si diceva che pi tardi fosse incorso nell'odio di Giove U
Bellerofonte,
il
perch
Boller
po e
cieco.
fratello
BeUna
bellum
uccido].
Per
= guerra]
[BeUna,
guerra
ma
la moglie
armata
presso i di frusta
Eomni,
sangtu-
BEL
58
giura riusc ed ella, essendo stato ucciso Demetrio, spesoli re d'Egitto
della
tempo
guerra mitri-
Tolomeo III
dea asiatica, clie poi fu confusa con la dea romana; alla quale si offriva un eulto di sangue. I suoi sacerdoti della Cappadocia, Bellonari,
perch aveva una chioma beUissima, l'astronomo Conne chiam Berenice una
costellazione.
nei
giorni
della
festa
Bergine
Nettuno.
[Bergio]
[V.
gigante,
Albione].
e le
gambe, ed
gue umano, mentre facevano i vaticinii. Belo [Belus, IV, 213] antichissimo
re
asiatico,
caduta
si
dal
aUa quale
cielo ed tributava un
si
fon-
simbolico, perch
datore di Babilonia e dell'impero Babilonese: fu padre di Dnao, re di Egitto. Berecinti [Berecyntes] popolazione Frigia, cbe abit ai confini della Caria e della Lidia; perci Berecinto adoperato come sinonimo
di Frigio.
bagnava con vino, sangue ed olio. A Delfo, presso il tempio di Apollo, ve n'era uno, che si diceva essere la pietra che Bhea aveva data a Crono, perch la inghiottisse invece di Giove. Si un-
Berenice [Berenice] figlia di Magante di Cirene, cospir contro la signoria della madre Arsinoe, perch questa
geva ogni giorno di olio e, nelle feste, si avvolgeva in un rosso drappo di lana. BbUde [BybUs, IX, 450-665] figlia di Mnto e di Cyana, accesa d'amore per il fragemello Cacno, e fugda lui, che s'era inorgita ridito a tale rivelazione, lo
tello
dove
alfine
cadde
spossata al suolo.
Le K-
59
iadi, pietose, sottoposero alle
BIT
essa con^
don a Cleopatra,
teneya
lumi.
oltre.
pupille
di
lei
perenne
200.000
vo-
Bidental
era
il
omonima.
Biblioteca [Bibliothca:
pXiov
libro,
Qrix.yi
^iscri-
mine
di
dal pontefice,
coglieva
la
quale rac-
terra
smossa
bliotecbe pubbUcbe.
Eo-
la prima fu istituita da Asinio Polline, nell'anticortne del tempio della Pace; due altre, F Ottavia na e la Palatina , furono fondate da Augusto, altre
ma,
sacrifcio
di
una
sorsero sotto gli altri imperatori; iitiportantissima era la Ulpia fondata da Tra-
iano.
blioteche.
periodo Alessandrino, grandi centri di cultura greca, oltre Atene, divennero Alessandria e Pergamo. In Alessandria sorsero
le
Bilancia [Trutna] il settimo segno dello Zodaco, la bilancia della Vergine Astra, dea della giustizia, che nell'et del ferro si era ritirata in cielo, dove
era stata mutata in costellazione.
due grandiose
bibliote
L'Astrea
splende
che del
Muso
e del
Te-
sotto
il
nome
di Vergine
rapo
e
fondate da Tolomeo
Cristo],
Pergamo, il re ttalo I ne fond un'altra, che pot emulare con quella di Alessandria, e raggiunse il massimo splendore sotto Eu-
Secondo
di
altri,
la bilancia
Mchos, misura e i
che
pesi.
trov la
Bitne
mne
sto].
Quando Antonio
BOE
60
Eomane
cembre. In essa le matrone celebravano una
festa notturna, in casa del primo magistrato della cit-
Boedrme
[-r
po7)Sp[xia:
[il
console o
il
pretore]:
mine [settembre-ottobre],
per commemorare la vittoria che Teseo aveva riportata sulle Amzzoni. Bolla [bulla] ciondolo simile
mente vietato
di intervenirvi.
agli
uomini
costeldel-
Boote [Bootes]
lazione
una
in
vicinanza
fanciulli ap-
per lo pi rotonda,
lora
ma
ta-
forma di un cuore o di una mezza luna, che i ragazzi romani portavano appeso al collo. I giovanetti la deponevano poi insieme con la toga praetexta a 15 o a 16
della
anche
fu trasformato rcade, figlio di Callisto. detta anche Arturo. Brea [Boras] dio del vento che spira da settentrione.
DaUe giumente
egli
di
Bardano
di
prodigiosa velocit e di tale agilit, che potevano correre su le spighe delle messi
senza
curvarle,
su
le
laide].
Boresxn
dea] deit fece equi-
[popsa<y[xo(]
che
si
celebrava
in
Ate-
romana, che si valere a Ops, Fauna e ad altre, il cui culto pare sia stato una degenerazione di quello che i Greci tributavano a Dmetra, Il tempio della dea s'ergeva alle falde
dell'Aventino, e la solennit principale, ogni anno, ricorreva ai primi di di-
ne, in onore di Brea, nel tempio sacro al dio, posto sulla riva dell'Ilisso.
venca,
Trpo?
passaggio]
61
detto dai Greci
BE
uno
stret-
to di
mare.
Il
nome
deri-
Briganti [Brigantes] il pi potente ed esteso popolo deUa Britannia meridionale, cbe molestava con continui
assalti
la
Britannia
settentrionale.
TJiraeus,
la,
vergine Euro-
mati
il
al
pa.
cius
Pio.
Briside
di
Costanti-
Lirnesso,
si
chiamava Ip-
podama ed
mar d'Azow
il
mar
Kero].
era divenuta schiava di Achille, il quale dov poi cederla ad Agamennone, quando questi fu costretto a :restituire la sua schiava Astinome [Oriside]
al
padre
Crise, sacerdote di
Apollo.
Brtomrte [Britomartis]
dea cretese, protettrice dei cacciatori e dei pescatori di
Creta, poi confusa con Artemide. Si diceva anche che
fosse
lito
aveva
dono
della pro-
una
ninfa,
figlia
di
Urano e
cinquanta
Ga: aveva
Giove e prediletta compagna di Artemide. Perseguitata dall'amore di Minosse, ella salt in mare, ma fu salvata dalla rete di
scatore.
ma
poi aiut Giove nella cospirazione che Kettuno, Giunone e Minerva ave-
un
Perci
fu
pedetta
Dictynna [Sixtuov
=
di
rete].
lui. Il
yento agli di ribelli, che rinunziarono alla loro impresa. Era ancbe cbiamato
Egene.
Delo, venerata specialmente dalle donne, le quali, in piccoli banchetti, le presentavano varie vivande, perch ogni cosa riuscisse loro prosperamente.
BE
62
[Bromus]
il
Brmio
Ppfzoi;
rumo
.
roso [ppofjLsw
= rmnofeggio;
so-
rumore]
di
contro
i]
prannome
detto dal
Bacco,
si
cos
fa-
rumore che
re Poro, Alessandro gli tribut particolare onore e, dal nome di esso, chiame
dei Ci-
Bte [Butes]
trace, figlio
di
Osiride e di Iside,
del
una
benefci
fuoco.
la
I2
Bbona [Bubona] era presso i Eomani la dea che presiedeva al bestiame bovino
[^ou? era
Bute,
dive
nuto delirante,
in
si precipite
una
fonte.
bue],
come
B'p-
Un altro
do
na
dea protettrice del bestiame equino, e prela cavalli, degli asini e dei muli
gli
Argonuti passarono
[epus,
equus
presso le Sirne,
identificato
Bute
solo
cavallo].
testa
con un But(
Bucfalo [Bucephlus]
di bue [Pou(;
= testa]
= bue,
Ke(pa.'kri
il
famoso cavallo
Afrodite lo
salv,
condii
essi
63
CAD
Oanto [Gaantlius]
figlio del-
sere
scoperto,
li
trascin
l'Oceano e di Teti; per ordine del padre, si die a inseguire Apollo, elle aveva rapita sua sorella Melia, ma
ove egli viveva. Ma Ercole, avvertito dai loro muggiti, entr nella caverna, afferr Caco e lo strozz.
fuoco al bosco
Cadmo
Ismnio, sacro al dio, il quale perci l'uccise con una freccia. Melia partor
[Cadmus, HI, 1-130] Agenore, re fenicio, fratello di Europa. Avendogli il padre iniposto di andare ramingo in cerca della sorella Europa, cbe era stata rapita da Giove, e
figlio di
cui
culto
sorse in
condit della terra e, pi tardi, furono confusi con Dlnetra e ritenuti demoni
benefci, apportatori di pro-
sperit e di vita, che aiutavano Efesto, il dio del fuoco, col quale
gM
furono anche
confusi
[xcfstv
il
immune
bruciare].
Caco [Oacus]
malvagio [xax? = cattivo] figlio di Vulcano, era di smisurata grandezza, fiero e crudele, cbe
fosse fermata.
spirava fiamme dalla bocca. Quando Ercole, ucciso Gerine, condusse le sue mandre su le sponde del Te-
Plago e la segu fin dove essa si ferm. Allora, volendo offrire un sacrificio
in ringraziamento, mand alcuni suoi compagni alla
vicina fonte di Marte, per
rub quattro
e,
paia di buoi
per non
es-
CAD
attingeryi acqua.
essi
64
Ma
nel-
furono uccisi l'antro, da un mostruoso drago, 13.glio di Marte e di Dmetra, elle ivi era appiattato. Cadmo, recatosi ivi, l'uccise e,
Quivi,
attribuendo
all'uc-
per volere di Athna, ne semin i denti nel terreno. Dalle zolle spuntarono uomini armati detti Sparti , disseminati [cTTcapT? da
cTTrstpfo^ dissemino], clie si
implor che divenisse anche lui serpente. E fu appagato. Divenuto serpente, si avvinse al collo e al cor-
uccisero
fra
loro,
eccetto
Cadco
[Cadcus]
verga
gigante
],
Iper-
nore [ il vincitore]. Aiutato da essi, clie furono i capostipiti deUa nobilt tebana,
con due serpenti attorcigliati, che portava Mercurio come messaggero degli di. Si narrava che i due
serpenti fossero queUi che Mercurio aveva trovati un
Cadmo
costru la citt di
Tebe, nel punto in cui si era fermata la giovenca, e dal nome di lui la rocca deUa citt fu detta Cadma. Egli spos poi Her-
Caducifero
curio,
[Oaducfer,
II,
Da
essi
nac-
verga con due serpenti attorcigliati, che Mercurio portava come mescus, la
quero Autnoe [madre di Attene], Ino [madre di MeUcerte], Semole [madre di Dioniso], gave [madre
di Pnteo], Polidoro.
saggero.
serie
di
Cadmo,
destino
temendo
delle
che
il
sue
65 -:ialide
GAL
con s la fanda essa nacque Tsche die il nome alla
fratello
di
cise e trasse
ciulla:
Brea e di
salo,
And
che precedono
la
il
levare delle
Canicola.
e
capelli di colore az-
odio
dell'avo,
li
fece im-
zurro.
Calcante [Oalclxas] figlio di Tstore, da Micene. Era il celebre indovino che accompagn i Greci a Troia; e in ulide, dal numero dei
barcare per la Grecia, ma naufragati rimasero in un'isola fino all'arrivo di Giasone, che li ricondusse in ColcMde.
Calendario Romano. I Eomani, nello stabilire le date, avevano, in ogni mese, 3 giorni fssi, da cui parti-
nove passeri divorati dal drago, preannunzi clie la guerra sarebbe durata nove anni e cbe al decimo Troia
sarebbe caduta. Un oracolo aveva predetto cbe egli sarebbe morto,
quando
in
lui e,
si
fosse abbattuto
Colende [Kalendae], il 1 giorno di ogni mese; quindi si diceva: Kalendae Januarae, ecc.
un indovino
lo
Ed
Mopso, cbe
super nelle bosco di divinazioni, a Olaro o a ColoApollo, fne, Calcante mori di cordoglio o si uccise.
Caleope [Calciope] figlia di Euripile re di Co. Ercole s'innamor di lei, ma perch il padre non voUe dargliela in isposa, egli lo uc5
annunziare].
None
GAL
ottobre
66
mologia,
parola
meno comune,
Idus
la
la
Erano
perch
quindi
venivano
delle Idi,
me
plenilunio.
Le indicazioni temporali.
Il 1 gennaio, febbraio,
ecc., si
mani, cosi
tenza,
rivo.
come
marzo
latino
Idi
[Idus],
il
ogni mese, meno clie nei mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre, nei quali ca-
5 di ogni mese, eccetto marzo, maggio, luglio, otto bre, si diceva Nonis Ja
nuaris, Februanis, Afri lbus ecc. [Non. Jan. Febr.
plenilunio, cio
Apr.
ecc.}.
giorno
Il 7 di
marzo, maggio,
si
lu
lunare,
gho, ottobre
diceva
No
ma
poich
i
Eosu-
marzo, maggio,
tobre,
si
luglio,
ot-
numeri
giorno
lu-
cherebbe
vido;
il
la radice
di-
glio, ottobre si diceva Idibus Martis, Mais, Julns, Octobrbus [Id. Mart. Mai.
Jul.
Il
Oct.'].
risplendere,
infanmiare [aiOc
cio].
brueti-
Secondo questa
67
4
CAL
gennaio,
pride
Januanas
[jpr.
a Diana, perch
si
12 gennaio, pride Idus Januaras [pr. Id. Jan.]. L'avverbio postride per indicar
il
il re Oeno una volta dimenticato di sacrificare aUa dea. Perci questa mand un
era
fiero cinghiale,
Calende,
Idi,
aUe
None,
alle
non dell'uso classico. Quando si doveva indicare un giorno diverso da quelli notati, si computava quanti
giorni
esso
poich esso fu ucciso da Melegro, fgHo del re, insieme coi pi valorosi eroi del tempo, la dea eccit
distasse
dalla
fisse
una guerra
i
fra gli
il
EtU
prima
delle tre
IJ^Tone
date
[Calende o
o Idi] che
Ma
Cureti furono
quello di arsi
Cosi
2 gennaio
dice-
va die quarto [ante] Nonas Januaras [IV Non. Jan.], oppure ante diem quartum Nonas Januaras \a. d. IV Non. Jan.].
7 gennaio
si
diceva die
[VII
Id. Jan.],
nuaras
ma
16 gennaio
diceva die
Callintrie [T
festa
di
ante
diem-
XVII
n tempio
di
GAL
68
e gener due
figli:
AcarnII,
nio e A mf Otero.
[zaXiivsiv
abbellire
con
Callisto
[Callisto,
409-
scopatura].
[xa,
=
le
bello, 64
=
alla
voce]
fra
che
presiede
una ninfa cacciatrice, compagna di Artemide. Quando Giove, dopo l'incendio universale suscitato da Fetnte, visit l'Arcadia per ridare ad ogni cosa la vita e l'aspetto primitivo,
incontr
meriggio,
ftto
CaUisto
si
di
una boscaglia
sotto
il
stessa
il
figlio
Pisidro
tenendo
capo
la
ma
[maestro di ginna-
stica], e
il
vedendo vittorioso
figliuolo, per l'allegrezza, spezz lo steccato e abbracci il figlio. Scoperto ch'era donna, fu assolta dal giudice, in premio della nobilt del suo casato, ma fu ordinato d'allora che an-
avvicin e Giove, svelatosi, la costrinse, contro voglia, a cedere al suo amore. Artemide, scendendo dal monte Menalo, in
gli si
Arcadia, col coro delle ninfe cacciatrici, ebbe un certo sospetto della ninfa e, sco-
che
si
mand
giuochi.
CaUroe
[Callirhe, IX, 414] la fanciulla dalla bella corrente [yiccXQ bello, po-^
contaminasse
Giunone,
il
sacro fonte.
contro
irritata
mene,
figlio
di Amfaro,
ma
69
costellazione dell'orsa
giore.
CAN
tonus: era rosso o bianco
nero], con di cor-
mag-
Da
Callisto e
da Gio-
[secondo
regge.
altri
ve era nato rcade. [V. ivi]. Calzatura. In Grecia, si andava spesso in casa, e anche per le vie, a piedi nudi e, quando il Greco aveva la
calzatura, la deponeva, nell'entrare nella casa propria
altrui.
rico, la
un doppio ordine
I
magistrati
il
ado-
peravano
dei
Una
speciale
da una semplice suola, attaccata con correggiuole, pi tardi si ebbe il sandalo, con corregge cucite, indi una forma di scarpa che copriva tutto
si
il
piede.
[V.
Yesti].
Ca mbte [Cambes ]
principe
piede, e dopo
gli
la divor,
il
adoperarono
fino
stivali
uccise per
dolore.
alti
al polpaccio,
ma
Camne [Camnae
434]
Camoe-
XIV,
le
sono
le
cantanti,
medesime
calzature.
Muse
riprendevano dopo
zo.
il
pranscarpa
Camilla [Camilla]
di
La forma
di
Diana.
tro
dei
KeUa guerra
ella
con-
vano
il
calceus patricius di
Enea,
combatt
cadde poi
come
per
alleata di Turno, re
EtuU,
ma
mano
di Arunte.
Canato fontana
neUa
di
KupHa,
CAI?
70
guardia a Europa sform poi nella
zione omonima.
e
tra-
le
costella-
cavano
con
la
medesima
dei 12
speranza.
Cos
zio
[Chaos,
I,
5-88]
lo spa-
segni Zodiaco, granchio che, per comando di Giunne, morse il piede a rcole, mentre recideva la testa all'Idra di Lerna. Ercole l'uccise, e Giunone lo trasform in questa costellazione.
il
mi apro]
spalancato era
[xoctvo)
una massa
elementi
dell'immensa
Canfore [Canephorae]
tatrici
por-
giaceva nel suo peso inerte; ma poi un qualche dio benigno compose la discordia degli elementi cozzanti fra loro e
li
natura.
Esso
di
canestri
= canestro,
vergini
[xavouv
feste Panatene,
accompa-
gnavano
bass per la sua gravit e trasse seco i corpi pi pesanti, intorno le flu l'Oceano, cingendola in
plesso.
cielo,
gli
al
La
terra,
un amcome U
340] la cantatrice [cano canto] ninfa bellissima, nata sul Palatino, dal dio Giano e da Yenilia. Col fascino
della sua voce,
tra-
fu divisa in cinque ogni parte, dischiusa zone, e sviluppata in tutta la sua bellezza, fu popolata da esseri viventi: i numi ebbero
la loro vita negli astri
[I,
Divenne
Cancola
moglie
di
Pico,
uno
dei
sette
al quale gener
Funo.
[Oaniciila] costella-
-- 71
tello
GAP
che, pi o meno direttamente, non abbia U suo modello nell'antichit.
l'assalto
moderna
mont
mura
e,
con
audacia temeraria, grid che neppure i fulmini di Giove lo avrebbero respinto. Allora la folgore di Gio-
ve
lo precipit dalle
mura,
e tutto
tatosi,
l'esercito,
si
spaven-
Capelli
I capelli neri erano comuni, si ritenevano pi pregiati i biondi e, per renderli tali, si adoperavano spesso mezzi artif,ciali. Per reggere i capelli, si usavano nastri, bende di stoffa o di cuoio,
cuffie,
reticelle,
cerchietti
tempi
Omero,
la
ricca
capigliatura fu
un
bell'or-
tragici. al
In Atene dur
fino
tempo
siane il costume cbe gli uomini portassero la capigliatura intera, che si rannodava sul capo in un nodo, tenuto fsso con uno spiUo.
capelli dapprima portavano lunghi come la barba; si cominciarono a tagliare verso il 300 av. Cristo, quando a Eoma vennero i primi barbieri dalla Sicilia. Pi tardi, l'acconsi
di metallo, ecc.
Eoma, i
ciatura dei capeUi divenne, a poco a poco, costume generale. Il portare il capo
del tutto raso era riservato
agli schiavi.
guerre persiane, fanciullo, quando entrava nella giovinezza e diveniva efbo, si faceva tosare i capelli, che offriva a qualche divinit del luogo. L'acconciatura dei capelli divenne, a poco a poco, costume
generale,
Dopo
le
il
rucche e
i
il
riccioli
come
dersi la barba.
tadini
non portavano
ca-
che era
costume imposto
vi,
agli schia-
ma
v'
gusto personale.
Cappelli [V.
Vesti].
CAB
Cariddi [Oarybdis, YIl, Xm, 730-731] mostro
viveva sotto una rupe,
la
72
63;
clie
sul-
punta
est
della
Sicilia,
pagnavano Afrodite,
Pito
Ermete. Si rappresentavano
Capricrno [Capricornus]
il
decimo segno dello Zodiaco, composto di 28 stelle, disposte in modo da raffila capra allatt Giove
un gruppo di tre vaghissime fanciulle, dall'aspetto fiorente, virgineo.e amabUe; loro attributi erano strumenti di musica, mirti e rose. A Eoma erano chiamate le Grazie [Gratiae],
in
Carmenta [Carmenta
mentis]
la
o Carera
men
le
canto profetico]
di
madre
Lazio.
Eu
onorata come
e,
Secondo
altri,
un capro
il
vina veggente
sacrario, presso
ai
piedi
discendente da Egipane,
del Campidoglio,
aveva un
quale era stato allevato con Giove sul monte Ida e aveva combattuto per lui contro i Titni; o il capro in
cui lo trasform il dio Pane nella guerra dei Titani.
una
porta
Carmentle , ove il giorno 11 e 15 di gennaio, si celebravano feste in suo onore dette perci Carmentli .
lei
detta da
Cariti
[Xpi.Ts<;]
erano
tre
della
Carnte [Charon]
figlio
del-
venust, dee, grazia e della vita gioconda, figlie di Giove e della ninfa
della
l'rebo e della 3>rotte, il canuto nocchiero dell'Inferno, ch.e trasporta al di l del fiume infernale le anime
= bene, =
9piQv
ch,e i
parenti ponevano
del
in
bocca
morto,
il
perch
tragitto.
potesse pagare
73
CAS
Veniva poi
la terza parte
furono capanne, di forme diverse, secondo la varia natura del paese. Al tempo omerico, il palazzo del Ee, e cosi le grandi case signorili, si
chi locali. Vi
componevano
di tre
famiglia e le ancelle. Ai
le
lati,
comune
gli
[auXv)],
camere da
letto
delle
cortile
accedeva
la
daUa strada, per una porta a due battenti, e aveva nel mezzo l'altare a Giove e,
intorno,
pia reale, il OXafxo? nel senso stretto della parola, era forse al fondo deUa gran
sala
delle
magazzini,
stalle
donne;
mentre,
per i cavalli, camere da letto per i servi. Seguiva poi la seconda parte, la vera casa
della famiglia; ivi si apri-
in
la
un piano
famiglia
va un porticato a colonne,
l'atrio
merici, ci
dei
del principe. nelle linee geQuesta era, nerali, la forma di un palazzo reale nei tempi omerici.
consi
prncipi;
si
poi
entrava in
un secondo
atrio
Kei tempi storici, in una grande casa completa, passata la porta, si entrava in
preparavano i letti per gli ospiti che pernottavano a casa. Si accedeva quindi alla vera abitazione del principe, cbe constava della sala per gli uonaini [{xs^apov], cbe era ancbe sala da pranzo, deUe camere delle donne, deUa camera nuziale e della stanza deUe armi e del tesoro.
chiuso, ove
un androne,
trovavano dei
domestico:
in
si
ai cui lati si
locali per uso accedeva indi
un
cortile
aperto,
cir-
condato
[il
da un colonnato
peristlio
TrspKTTXiov].
camera da
tori,
letto
dei geni-
CAS
pi grandi per le ancelle e altre stanze, adibite a vari
li
74
usi della famiglia, delle quaalcune, collocate nell'interno, con l'ingresso su la strada, servivano conie bot-
il
peristylum: rappresen-
teghe. Il recinto della casa era poi chiuso, nella parte posteriore, da un giardino.
tava il locale pi importante della casa, e spesso aveva il pavimento a mosaico finemente lavorato.
AUa
si
apriva un
A Roma,
dei
andito,
La
casa
romana
com.
fauces,
si
tempi
storici era
in
tahlmum
parte
apriva
qua,
un
serbatoio di acnel
portico
piscina;
interamente aperto],
condato da colonne].
L'atrio era
drilatero, tetto che
di di
cui
alcuni
[nella
casa
Pausa a Pompei
la
fumo,
anche
la
sala
servavano
gli
utensili
e,
chia-
mava impluvum.
all'atrio si
si riui
mimi
dopo
il
pranzo, dove-
un androne
stretto, vesti-
pote-
bulum; in fondo aU'afnwm vi era il tablinum, la sede del padrone, ove egli trattava i suoi affari, studiava, scriveva, custodiva libri, do-
va uscire su
rale.
la strada lateil
Dietro
peristlio, in
75
clie aveva, a sinistra, la cucina con locali annessi e,
non mantenne
il
GAS
la
promessa,
stanze adigiar-
Avendo predetto
ai Troiani
che la guerra sarebbe andata male per essi, fu derisa e trattata da pazza. Presa Troia, Cassandra, che si
era rifugiata nel tempio di Atena, fu strappata e ol-
mento
strati;
Agamennone,
um seetl]] poi si ebbe il pavimento formato di grandi pietre, tain forma quadrata e gliate collocate in linea parallela,
di tavolette
Cfeo re di Etipia e
modo
di scaccMera [pa-
vimentum
tempi
dusse dall'oriente a
l'uso del
Eoma
saico
vuml a
Castlia [CastaHa, in, 14] fonte sacra ad Apollo e alle Muse, le cui acque servivano per le purificazioni ed espiazioni, che i pellegrini
facevano, prima di entrare nel tempio di Delfo, a consultarvi l'oracolo
zia.
Cassandra [Cassandra]
ta
la
ancbe Alessandra,
pi bella delle figlie
il
era
di
deUa Pi-
Castore [Castor] uno dei Discuri, figlio di Giove e di Leda, fratello di Polluce.
dono
della
pro-
fezia, lo amasse,
a condizione ch'ella
ma
poich essa
[V. Biscuri].
CAT
76
Pandine,
il
quale era
il
fi.
glio di Eretto:
fanciullo
fu
serpente, che da
affidato
alle
Athna
di
figlie
C-
Presso
simili si
"Kzic,,
Greci,
macelline
chiamavano ^u^s-
di
Hermes
681] e di Erse
Xo),
xaTaTTsXTai [xaTa-7rXlancio].
Cebrne
[Cebren,
XI, 769]
lo rap e,
per staccarlo da
Procri,
re autctono
dell'At-
ma quando
riconoscerlo, accoiiCefalo si
figurato
met uomo
met
da
disputarono
della
citt.
Artemide, ed ebbe da lei una lancia, che non falliva mai, e un cane veloce come il vento. Tornata poi nell'Attica, fu alla caccia con Cefalo, senza essere riconosciuta da costui.
Egli le chiese la lancia e il cane e, in cambio, le profece riconoscere,
il
Cecrpia
[Cecropia, VI, 70] detta Pllade, protettrice di Atene; altrove chiacosi la rocca di Atene,
mata
fondata
da Ccrope.
Ma un
giorno in
cui
77
segu
sui
CN
Un'altra invece narra cbe
dola
una
fiera, la
uccise con
la lancia infallibile.
Ceo
avvenne nei campi di Enna, in Sicilia. IS'ei dintorni del Cefso, Teseo avrebbe ucciso il famoso
ci
aveva promessa
Fineo,
a suo fratello
ma
Luc-
dette poi a Perseo, il quale l'aveva liberata dal mostro marino, a cui era
stata esposta, onde deriv una lotta terribile tra Perseo
e Fineo [V, 1-235]. Ofeo fu trasformato poi in una costellazione. [V. Andromeda]. altro Cefeo era re di
e fratello
di Ddalo.
Spos Alcine [v. m], e con lei fu mutato in uc[astore o gabbiano o, secondo Ovidio, alcione mascMo]. Clmi [Celmis, IV, 282-283] fu custode di Giove, quando questi era bambino, e fu poi trasformato in diamante.
cello
Un
Tega, nell'Arcadia, argonuta, padre di venti figli. Mor in una spedizione con
rcole, contro Lacedmone. Una sua figlia fu Strope.
[V. SUro'pe]. Cefisio [CepMsus,
Cneo [Oaenus, XII, 189209; XII, 459-535] figHo di lato e di Ippa; era stata
HI, 351]
prima una vergine di nome Cnide, la quale, amata da I^ettuno, gli cbiese in compenso cbe fosse mutata in
Cefso
[Oephisus,
elle
III,
19]
un uomo
cinghiale
invulnerabile.
fiume
nasce nella Fcide, entra nella Beozia e, passando al nord di Atene, sbocca nel porto di Falere:
come dio
fluviale, di Karcso.
padre
conoscendolo invulnerabile,
lo
Prosrpina.
GEN
Altri raccontano clie fu
78
mue 50 teste. Essendosi mostrati ostili al padre, furono
tato in uccello.
Centauri [Centauri,
di cavalli
[xsvtsiv
da
bili
lui
caverne,
di
pun-
della terra.
Ma,
dagli
OUmpii,
rono costoro nella guerra contro i Titani e, quando questi furono abbattuti, gli
di
li
affidarono ai Centili
Secondo la leggenda, erano nati da Issine e da una nube [IsTefle], clie Giove aveva formata con le fattezze di Hra, di cui quegli era innamorato. Vivevano
mani, perch
nel Trtaro.
custodissero
Ceo
[Coeus, VI, 185] uno dei Titni, padre di Latna, cb'egli gener con la Ti-
tnia Tebe.
Cermbo
353]
sul
[Cerambus,
VII,
nozze
di
di
Issine,
i
di
in
uno
237;
pro,
scarabeo.
[Cerasta,
Cerasti
X,
220-
i cornuti']
erano popoli
Ci-
ferocissimi, dell'isola di
i
suonavano il corno e la lira, guidati da ros, insieme coi Satiri, con le Mnfe e Con
le Baccanti. Il principale dei Centauri
quali sgozzavano a
gli
ospiti.
tradimento
Chirne. [V.
stri dalle
ivi].
i
Centiiuani [Oentimni]
mo-
bandonare quelle
terre,
ma
abi-
tori.
Crbero
clopi.
dotato di voce terriche stava a guardia della porta dell' Averno. Era stato generato da Tifne e da Echidna. Pi tardi, fu rappresentato con tre teste e fornito di coda e di creteste,
bile,
TOdanno
biade.
ch'essi
GHE
Si
Dmetra
[v.
Crere},
la
sta di serpente.
pane.
le feste
In Eoma,
duravano
memoria
Cercine
\Y.
costumi della dea: non si mangiava che la sera,, perch la dea, nel ricercare la
Prosrpina, ch'era stata rapita da Plutone, non aveva preso cibo, se non
figlia
fraudolento
[xpxcot];
giuro
sper-
dopo
il
tramonto del
sole.
astuto]
Le matrone
fiaccole
v'interveniva-
dare
le
tede
ApoUdoro ce
li
presenta
aveva accese
al cratere del-
come
tri
che, presso
Efeso, fu-
rono incatenati da Ercole, il quale poi, dilettato della loro arguzia, li avrebbe lasciati liberi [xpxoij;
Crere
[Ceres,
V, 341]
divi-
= scim-
Dmetra,
delle
xp-
coda].
[Oereala] feste che
Chelna
gine,
di
quali
si
il
immolavano
porci,
per
per orgoglio, non volle intervenire aUe nozze di Giove con Giunone, a cui erano
CHE
stati invitati tutti gli di,
gli gli animali, anzi os motteggiare ardi-
80
uomini e
Chioma
Chone
tamente questo
nio.
matrimo-
Costellazioni}.
Mercurio la precipit in un fiume, insieme con la casa e, mutatala in testuggine, la condann a portarsi su la schiena la casa, che non aveva voluto
lasciare, per intervenire
aUe
suoi
DedaUne, fu amata da Mercurio, da cui ebbe U figlio Autlico, e da Apollo, che la rese madre del musico Filmmone. Superba della
sua bellezza, os vantarsene,
disprezzando Diana, la quale la uccise
nozze,
essere
sempre
muta,
in
pena
dei
motteggi.
con una
freccia.
Chre
Chirne
[Chron,
II,
630;
di
la
Sono vestite di
chiati di sangue
abiti
mac-
forma di un cavallo, lo gener con EiUira. Era anche lui, come i centauri, met uomo e met cavallo: resa mite l'indole sua, divenne
educatore
store,
di
Achille,
Ca-
Polluce,
Amfiaro,
Thnatos
e di
Tpnos
[i
sogni].
Chimra
[Clumaera, IX, 647648] mostro favoloso della Licia, nato, secondo Esiodo, da Tifne e da Echidna.
Quando Ercole
centauri e
li
scacci
insegu fino a
si tro-
Aveva
fuoco.
vava
Fu
uccisa da Belle-
un dardo,
rofnte.
di Lerna.
Ghimerfera
Secondo Ovidio, fu posto da Giove fra le costellazioni, ove egli forma quella del
nacque e fu allevata
la Chi-
Sagitt^o.
GIO
Galli; nella Frigia
mavano
il
Siracusa.
l
suo sguito era formato dai Coribnti [v. imi; nella Tracia aveva un gran cul-
monte
cui
aveva rapita Persfone, ella si oppose al transito del dio. Plutone, con un
colpo
dello
erano
Bctyli.
scettro
bifor-
KeUa Grecia, sede del culto di Ebea fu Creta: il suo srti, confusi
fonte
un varco aU'Averno;
Ciane per dolore della rapita Persfone, s mut nell'acqua della fonte.
Eoma,
Cibele cominci a
essere onorata, al
essa
Annibale, ed ebbe
tempo di un tem-
manda un suo ruscello. Cible [Cyble, Ku^Xy)] dea frigia, identificata dai Greci con Eba, moglie di Crnos, e dai Eomani con Ops, moglie di Saturno. Ebea
di
montoni e di
era
un occMo
fronte [xxXoc;
= occliio];
giro,
&^
Pronte, Strope,
magna
mater.
A Creta,
monte Ida
pare
Arge, figli di Urano e di Ga, fratelli dei Titni e dei Centimani. Diedero il trono a Giove, e fabbrica-
vano
le saette;
ma, essendo
avversi al padre, furono ancb'essi riposti da lui nelle profonde caverne della terra e tenuti poi con catene da Crono, fincb Giove li liber e li tenne al suo servizio.
In
riti asiatici,
con Cibele
suoi sacersi
Cconi
cbia-
XV,
e leggende.
CID
82
fiume Hebrus [oggi Malaorime, e form lago che- prese il
lei.
un
altro
nome
da
ti
Un
vevano di
esse.
di Clice, fu re di Coine,
and
un
cigno. Insieme
figli,
suoi
due
Tenete
in
Cigno [Cycnus,
ed Emita,
aiuto
dei
egli
venne
Troiani,
nella
Mentre piangeva morte di lui, colpito dal fulmine di Giove [v. Fetonte], fu mutato da Apollo in cigno e, non osando fiFetnte.
la
guerra di Troia: i due figli furono uccisi da Achille ed egli, dopo aver ucciso mille
coreggia
dell'elmo.
Da
in
Poseidone
cigno.
fu
mutato
mine
CUaro
Apollo
fu
trasformato
in
costellazione.
altro Cigno [VII, 371382], figlio di ApoUo e di
428] centauro giovanissimo, che prese parte con gli altri centauri aUa lotta contro i
Lpiti,
Un
neUe nozze di
Pirle
amore. Quando
Cillaro, in
voUe consegnargli un toro che aveva preso per suo ordine, si gett con la madre nel lago di Conpe, che. da lui fu detto Oicnio ; la
madre BQria
si
strusse in
da un dardo, Ilonome si trafisse con lo stesso ferro e mor con lui. CUeno [CiUenius] Hermes identificato con Mercurio,
83
detto
cos,
CIP
peroli nato
allevato sul
nella
monte OiUne,
nord-est
del-
parte
sul quale Latna diede alla luce ApoUo e Diana. Cinzia [Cyntha, II, 465]
l'Arcadia.
Artemide,
detta
cos
dal
monte
giaccio].
Cip
[V. Sepoleri].
era
[Oipus, XV, 565-621] un Bomano che, uscendo dalla citt come preto-
struoso,
dezza,
di
di
un
giorno, in dell'abbon-
avrebbe regnato su Eoma; ma egU, opponendosi a questa predizione, copertesi le corna con fronde di alloro,
aveva offerto un sacrifcio a tutti gh di, dimenticando Diana, la quale sola vedeva
negletti
radun
polo, ciassero e
il
po-
scac-
uno fra loro che aveva in fronte le corna, perch costui avrebbe imposte a
ciso
da un gruppo di
eroi,
Eoma
leggi servili.
me
di
colui che
doveva
esser
Cinghiale
abitava
il
Erimnto,
monte Erimnto,
Ercole
l'uc-
Eoma, uno
spazio di terra,
nell'Arcadia.
cise,
compiendo una
delle
da
nuto
dall'Assiria
aveva
Cipresso [Cyparissus, X, 106-142] un bel giovine di Go, caro ad Apollo: avendo egli inavvertitamente ferito una cerva sacra aUe
Ninfe, da lui amata grandemente, chiese ad Apollo
monte
dell'isola
di
204] Delo,
CIP
di poter
il
84
sempre sfogare nel
saglia e la port neUa Libia, ove la citt di Cirene prese
da
lei il
nome.
Ba
lei
e da
Ari-
Ciprigna
di
[Cypria] attributo
Apollo nacque
sto.
il figlio
Ciris
cello
[Ciris,
Vili, 151]
uc-
fu
trasformata
Scilla, figlia di
dicata a
lei.
[V. Afrodite].
Mso.
cos
Circe
Xm,
fa-
altri, l'uccello
Secondo fu cbiamato
purpureo
dal
capello
Ete e di cate.
che essa, per amore di Minosse, strapp dal capo paterno. Citer [Oythra] isola detta oggi Crigo posta a mezzo[cirrusl
stanzi
nell'isola
giorno
la
della
il
Laconia;
fu
presso
il
celebre per
leggenda
detta perci
Citera ,
che,
ma umana.
Essa visse un anno
con
di
Ulisse, poi gl'ingiunse recarsi nel regno di Persfone. Di l Ulisse torn di
dove
c'era
suo
nuovo presso
le
prima
di
giungere
ri-
in patria,
e gli lasci
per la caccia
dei
85
leoni
ca:.!
Edipo, per ordine padre Laio. [V. Udpo]. Claudia [Claudia] era una Vestale, che rese dubbia la
lasciato
dato alla dea la migliore ricompensa per i figli, questi si addormentarono per
I,
756.
Mrope,
re
di
il
negli ornai
HKos
figlio
menti.
la
Quando
Eomani
Clmeno [Clymnus]
Cardys
si
di
Frigia trasportarono statua della dea Cible, la nave, fermatasi all'imboccatura del Tevere, non andava pi innanzi. L'oracolo, consiiltato per questo, rispose cbe una vergine sola sarebbe riuscita a condurre
la
dalla
dell'isola
di Creta:
dice
giuocM dopo il
line.
cbe
Deuca-
Claudia, preg
la
col quale
illecite,
aveva
uccise
lui
rela-
zioni
Agafu poi
cata
[V. Oreste}.
Clitrio [Cntorum, XV, 322328] lago e fonte neH'Arcadia settentrionale, presso la citt
omonima:
acquistarle razione da
polo.
grande ammiparte
del
acque,
podi
Clobi
[Oleobis]
fratello
nausea
bevute, contro
le sue destavano
Argo. Quando, in una processione solenne, alle feste in onore di Hera, i buoi non
vollero tirare
il
di Amitane, avendo risanato con erbe, dalle furie di Venere, le figlie di Prete che si erano opposte al culto di Dioniso, butt poi
le
carro, essi,
Clitunno
[Clitumnus] rinodell'TJm-
Avendo
la
madre doman-
GLI
S6
[xktiTc,
bria
cui
rive
erano
le
inclito] le ricclie di
Ma
nome
di luppter Glitumnus.
Clzia [Olyte, IV, 256-270] ninfa oceanina, amata da ApoUo. Avendo eUa, per gelosia, svelato l'amore del
dio per Leuctoe [v. ivi] al
rimase cos esterrefatta da quella carneficina, elle non pot pi riaversi dallo spavento e mostr sempre
il
[xX6)p<;
pallido]. Perci
padre di lei. Apollo l'abbandon. Allora essa cominci a languire, e accompagn con l'occhio il volto
del dio, nel suo eorso per la volta del cielo. Bimasta
fssa
= gemo]
fiu-
me
dell' Averno,
le cui ac-
infelici
che
vi
trovavano
condannati.
Era, come l'Acheronte, un fiume della Tesprzia [Epiro] che si versava nella
sospinta
rivolge
il
dall'antico
palude Achersia.
amore,
faccia verso
Cdro [Oodrus] fu
l'ultimo
Cloe
la
quale,
come dea
guerreggiavano coi
ververdeggianti [x^oc, deggiante]. Sotto questo titolo, aveva un tempio in Atene, ove le si offriva una
avessero ucciso
Ateniesi. Diffuso
il
re degli
fra
anche
gn
so,
festa, in cui
si
sacrif,cava
[V. Demetra].
Cloe fu amata
da Dafni. [V. Dafni]. Clri [Chloris] MeHba, figlia di Amfine e Mobe che, secondo una tradizione, insieme con la sorella Amiela, sfugg
Oodro, travestitosi da taglialegna, si port in un bosco dove, azzuffatosi con alcuni Dori che vi erano andati per lo stesso scopo, rimase ucciso. I Dori,
all'eroismo
di
all'eccidio
dei
87
COL
topografa del paese di oril' AcrGinnasi e poli, Templi, altri edifzi pubblici, con-
gine:
aveva quindi
i
Coefore
q)poi]
[Olioepliorae,
le
servava lo
stesso
ordina-
bagioni
funebri
il
li-
bagione,
esse
= porto]. Da 9sp6
titolo
mento poUtico
prende
una
Prima
di
fondare
una vano
il
Agamennone
di
tadino
dalla
partivano recando
fuoco
tolto
Oreste e di Elettra.
madre
Patria,
[l'edifzio
Clchide [Colcbis] regione ad oriente del Ponto Eusino [Mar ISTero], fra il Caucaso
e l'Armenia:
dal Pritaneo
blico di
famosa per
la
Argonauti'].
cittadini
poveri otteneil
molte
fra
specialmente
rso e
il
vano, per viaggio, uno scudo dallo Stato. La colonia fondata cosi per
emigrazione
aTtoixia.
si
chiamava
si
Talvolta
fonda-
una propriet
difficile
va una
fondiaria,
cbe era
davano a dimorarvi,
reni
ter-
La nuova
re, si
sorte].
Quelli
che
disponeva secondo la
aUe
Cleruchie
appartenevano rimaneva-
COM
no
esse
altre
88
cittadini Ateniesi, e per
variabile
di
coloni.
Colo-
le
indipendenti
mandati 20.000
Pi
Fra
lebri
colonie
suffragio,
s
quello
di am-
ministrarsi indipendente-
nale, da Polibio
che
per
questo
fu
mente,
chiamata Magna
nicipi.
Graecia:
Kasso, Siracusa, Catania, Agrigento, Gela, Selinunte [in Sicilia], Taranto, Metaponto, Crotone, Sibari, Eeggio di Calabria
[nell'Italia
no
le
coloniae
Latinae,
i
le
pieni
della
cittadinanza
romana,
statuto e
tini,
ma
i
avevano
lo
meridionale];
diritti
dei La-
Cuma,
ed erano
pareggiate
diffusero
ampie correnti
di
degli
colo-
bedienza
liche.
le
popolazioni ita-
Alcune
tadini
[coloniae civium
Bocit-
Eeno, la quale nell'anno 50 dopo Cristo, per volere di Agrippina, moglie dell'imperatore Claudio, che aveva avuto ivi i natali, fu colonizzata e chiamata col suo nome, e divenne presto
manorum] formate da
Eomani,
il
conservadi cittadi-
Comte
figlia
di
vano
diritto
si
Tfo,
nel-
nanza. Esse
fondavano
Quando
Anfitrioella si in-
dividundo] con
un numero
ne assedi Tafo,
89
CON
faccia rivolta indietro. [Vedi Funerali].
namor
di lui e, per far cadere la citt, clie altrimenti non si sarebbe potuta prendere, trad il pa-
Concordia
presso
fra
i i
[Concordia]
era
Eomani
della
la perso-
nificazione
concordia
cittadini di
uno
Stato,
relao
fu
ucciso,
anche
un
tempio, ogni volta che si componeva qualche dissenso fra questi. Il primo tempio fu fatto edificare dal
dittatpre Camillo, nel 367 av. Cristo, durante una
lotta fra
di
Mso.
[V.
Scilla'].
che
si
Veniva
me una
matrona, e aveva
il
res Gompitdles,
no
su
cornucopia,
trovavano
crocicchi
[compita].
davano
il
Conclamazione
to] era
il
16 gennaio e
tio]
30 marzo.
[Confarrea-
Confarr eazione
che,
to,
chianiandolo per nome, come per assicurarsi che la morte era realmente avvenuta, e poi per dargli, fra le lagrime, l'estremo addio.
una focacprecedeva
A
il
quest'offerta
sacrifcio di
una pecora e
nonizzazione del rnorto imperatore, che si faceva per decreto del Senato. Giulio Cesare fu il primo collocato
nel
numero
uno
dei
pa-
renti
degli
amici dava
CON
ad Augusto
90
e a molti im-
L'erede
al
trono
[la
con-
secratio si
dava solamente
Morto l'imperatore,
si
col-
rogo e
vi
appiccava
feriore,
Durante
la
mag-
profondo, a destra le signore clie erano ammesse a corte, vestite delle sem-
Quest'assunzione dell'ani-
ma
dell'imperatore presso
plici vesti
gli di dicevasi
[dc7ro6so)ai(;].
apotesi
dii]
di
sento
acconsento],
[conseneonsentientes da conconsiglieri
erano
le dodici divinit
come
se fosse ancora
Quando
final-
Consuli
[Consualia]
feste
morto,
quale aveva
il
no-
la
bara
consigliere
si
origine
un imponente
edi-
minati.
tuite
cnsi,
frutta
ed erbe
fra-
granti.
91
Corallo [Coralum, IV, 740752] fu prodotto, dalla virt del capo di Medusa. Quando Perseo ebbe liberata la vergine Andromeda dalla bestia marina [v.
COR
Battevano i tamburi, urtavano le lance contro gli scudi e urlavano, per ricordare la morte di ttide. [Vedi Attide}. 'Non mangiavano
m]
mani
nell'ac-
Eurono poi
Il
identificati coi
qua;
ma
testa di
la
Ourti di Creta.
loro
nome
deriva
da
quali
colloc
alcuni
Corcide [Corycidae nimI, 320] ninfe che abitavano nell'antro Coricio, il quale si apriva nel fi^anco occidentale del Parnaso, ed era sacro a Pane. [V. Far-
rami
phae,
Medusa. Al contatto di essa, rami si pietrificarono e diventarono rami corallini. Le ninfe marine, meravigliate, rifecero la prova con
rami, videro riprodursi stesso miracolo, e disse-
naso],
fi-
altri
Mrmaro, fu uno
dei
lo
guerrieri
Corbo [Ooroebus,
il
Kpoi^o*;]
primo vincitore di giuochi olimpici, quando questi, dopo un'interruzione di 86 anni, furono di nuovo ce-
che prese parte nozze di Perseo. II: [XII, 290] uno dei Lpiti, che prese parte alle nozze di Piritoo. Ili: fgUo di Giove, marito di Elettra, fu fondatore di
Corytus [Cortona] e padre
di lso e di
776 av. Cristo: anno da cui cominci l'enumerazione delle Olimpiadi. Coribnti [Corybantes] salebrati, nel
Bardano.
cerdoti' Frigi,
del culto di
quali, in ono-
di
none, ucciso
Rbea-Oible,
re di
lei,
Cornucpia [Cornucopia]
il
eseguivano, come
spirito divino, le
invasi
da
latt
COR
cui scaturiva
il
92
nettare
e
Coronide
547; II, 600-630] ninfa figlia di Flgias, nata a Larissa, in Tessaglia: era la pi bella di quella contrada. Apollo l'am, ma quando il corvo, uccello sacro al
mutata
nella
costellazione
avevano allevato.
Corne
vine tessalo, Apollo squarci, col suo arco, il petto dell'amica infedele. Per,
pentitosi
subito,
discese,
EUa
la
allora lo fugg,
ma
i
su
infac-
ch,irsi
passi.
Grid al soccorso e
quale, impietosita di
le
apla
ma non
vi riusc:
la
trasform in cornacchia, uccello caro aUa dea. Ma, avend essa riferito ad Athena che la figlia di Ccrope, contro il suo divieto, aveva
aperta la cesta in cui era
rinchiuso Erittnio, la dea
la
morta. Allora estrasse dal seno di lei il fighuolo che era anche suo,
era
mut
le
Corvo
II,
JEJnttnio e Nictmene].
Corne
di
sorsero dalle faville del rogo, in cui furono arse le due figlie di Orine, Menip-
pe
Matioche
[Coronus,
II, 459] re
Corneo
veQ,
KopwdeUa F-
cide,
ra].
IsTell'et
si
posteriore
rone],
Omero,
93
12 nello zodiaco, 21 nel cielo
stellato boreale, 15 nell'australe.
bellezza,
cos
aveva
il
offeso
le
Neridi.
Zodaco:
melli,
Cfeo: dromeda.
padre di An la essa
Cassiopa: Andromeda:
rata
seo.
madre
di
sposata
giore,
Orsa Maggiore:
Callisto,
amata da Giove
ne,
Cassiopa,
An-
dromeda,
Orsa Minore:
la ninfa
Cigno, Delfino.
Cielo australe:
Chioma
vicinanza
detta
di Berenice: in
del
Maggiore, Idra, Tazza, Corvo, Centauro, Lupo, Ara, Pesce Australe, Argo, Co-
ma
figlia di
rona Australe.
giurato
contro
la
madre
Hra
tras-
sua sposa.
Andromeda:
la figlia di
meo
Boote
cog
Poseidone,
ftrite.
clie
94
Ore, dea della giustizia, detta anche Astra [la vergine stellare], la quale visse su la terra, durante l'et
dell'oro;
trov
Am-
Dragne:
custodiva
i
il
dragone die
pomi negli Orti Espridi: fu ucciso da Ercole. Secondo altri, il Pitofu ucciso da Cadmo fondazione di Tebe. Pesci: sono Afrodite ed ros che, inseguiti da Tifne, si lanciarono neU 'Eu-
ma quando
Second
suc-
ne
elle
nella
frate e
sci.
si cambiarono in peSecondo un'altra leggenda, sono i pesci cbe trasportarono Afrodite ed ros, al di l del fiume
Erigone, figha di Icrio, la quale s'impicc su la tomba del padre. [V. leario}. Cancro: il granchio che
assali Ercole, batteva l'idra
Corona boreale:
la co-
Eufrate.
Cocchiere: Erittnio, afAthna alle'fglie di Gcrope. La capra^ cbe egli ha sulla spalla sinistra, Amalta; quella che nutr Giove cretese. rcole: l'eroe famoso, che ha in una mano la clava e nell'altra la pelle di
fidato da
rona di Arianna, che Dioniso pose fra le stelle, quando spos costei. [V. Arianna], Corona australe: la ruo-
Leone:
in cielo da Giove.
Pgaso:
nalippe,
un
figho
Leone. Saetta: la freccia con cui Ercole uccise l'aquila che rodeva il fegato di Promteo, o quella con cui Apollo
colpi
i
che chiamavasi prima Ocroe, e fu poi mutato in cavallo da Giove. Perseo: il figlio di Giove e di Dafne: ha in una mano
la testa di
Medusa
,
e nell'al-
Ciclopi.
tra la falce.
Sirio
la
Cane Maggiore:
delle
stelle
Serpentario:
secondo
pi chiara
una
fsse, il cane che stette a guardia di Europa. Idra: l'idra di Lerna, uc-
delle
varie
mine
Giove e posto
fra
le stelle.
cisa
da Ercole.
delle
95
Centauro:
Folo.
CT
Prisso fuggi con la sorella
Clrone
HUe, per
sottrarsi
aUa main
Cigno: il cigno in cui si trasform Giove, per ingannare Leda, ovvero Orfeo, mutato in cigno, dopo la
sua morte.
ripar
clie
dalle
uccise,
Orine.
fanciullo
le ave-
Hermes
va posto
al seno.
diceva che
Giove,
sul
monte Ida,
di Cible.
Le
feste in suo
onore
tittie
si
.
chiamavano
Co-
era
il
Giove bambino.
si
Spartani,
vigazione:
fu sede principatria
del
cele-
Libra
di
o Bilancia: quella
le
mi-
sure e
pesi,
o quella di
Diche [dea deUa giustizia]. Balena: il mostro marino che fu mandato per ingoiare
bre atleta MUne, e dovette soprattutto la sua gloria a Pitagora, che vi stabili la sua scuola.
Andromeda. Acquario: Ganimde, il coppiere di Giove, o Deucalione, che visse al tempo del dQuvio, in Tessaglia.
da Miscelo.
di
Grecia
del-
dalla Sicilia.
Ariete:
quello
su
cui
Un
fusto
di
bronzo,
COT
l'altezza di pi d
96
un metro,
le
sue
acque avevano
i
la
sorgeva da una base tonda, sostenuta da tre piedi. All'estremit superiore del fu-
virt di rendere
capelli di e di oro.
di
Tebe,
trono dopo che Edipo, accecatosi, si ritir in esilio volontario. Lo af&d poi a
Etocle, figlio
lo riprese,
da
di
Edipo
un
anello
sottostante,
un
quando
Eteocle,
fratello
bacino di bronzo, il quale era introdotto per mezzo di un foro nel centro, per cui si faceva discendere fino
pi importante del giuoco consisteva nel versare,
all'anello.
insie-
Una forma
me
che
con
si
lui.
Con un
editto
viet, sotto
pena di morte,
da una
coppa
qualsiasi,
il
vlnd nel
rimbombando,
sottostante.
alto sti-
in carcere, ove
si
impicc,
nel bacino
valetto
di
Coturno [cothurnus]
cuoio,
che copiede e giungeva alla met del polpaccio: era tenuto fermo per
priva tutto
il
Un
altro Creonte fu re
di
mezzo zavano
tori
Corinto e padre di Gluca, la quale and poi sposa a Giasone. [V. Glauce].
Crusa [Crsa
figlia di di Enea,
Kpouca]
tragici
il
comici calschilo
zavano
fu
il
soGcus].
glio Ascnio.
Quando
Enea,
Troia, dopo l'incendio della citt, si accorse che, nel suo seguito,
fuggendo da
Grati [Orathis, XV, 315-316] fiume del Brutum, oggi Calabria, che separava questa regione dalla Lucania:
non
rintracciarla;
perita nell'incendio, e
spirito,
suo
gli
apparso a Enea,
97
rifer clie
GR
fliggeva agli assassini, ai pirati,
Giunne e Vnere
sottratta
all'ira
l'avevano
dei Greci.
ai ladroni,
ai ribelli,
ai rei di alto
Crise
[Cryses]
sacerdote di
tradimento. Il delinquente, portando su le spalle una trave [patibii,lum] era a colpi di sferza,
da Acliille li nee, rapita in una scorreria, fu assegnata come preda ad Agamennone. Egli la ricMese
all'Atride,
ma
avendo queil
al luogo del Quivi si trovava supplizio. innalzato un palo pi lungo [erux], sul quale si poneva quello portato addosso dal
accompagnato
sti rifiutato
di dargliela,
prigioniero,
in
modo
del
da
della
formare
croce.
la
traversa
I piedi
si
suppli-
ziato
lo
traversa.
del
vate
Crno
perch
Crisotmide
dal trono
Oreste,
so
i
rere],
comprimere il dolore clie provava per l'assassinio del padre, compiuto da CHtennstra e dal drudo di lei, Egisto, mentre Elettra non tratteneva n il pianto n
i
Essendogli
dalla
stato
predetto
sa-
ingoi tutti
salvato
la
nati,
ad eccezione
rimproveri.
[crux] era
la
Giove.
Questi,
Croce
-
pena
si in-
dalla
della crocifissione
'
che
madre Eha,
e leggende.
ORO
ingoiare una pietra, invece del fanciullo, fu allevato
sul
98
monte Ida,
in
Creta,
un
dalle ninfe
Ida e Adrste,
di astuzie,
tevano con
non risparmiano neppure Giove, n la stessa sua madre Vnere. Leggende posteriori lo rappresentano circondato da altri piccoli esseri alati [foti, Amoretti], e in Ovidio, egli possiede due specie di dardi: i dardi di oro, dalla
un farmaco che
gli
altri
ma
poi riconciliatosi
sole, feriscono,
dente amore;
tusi,
fatti
di
il
piombo,
cuore
e
agvi
ghiacciano
tica.
ero-
sono:
specialmente
Creta,
Sparta,
Fu
educato dalle Muse, alle quali rese importanti servizi. Una leggenda vuole cbe, per preghiera deUe Muse, Giove lo mutasse neUa costellazione
Samo,
Mesa-
gara.
di B/ba
del
Sagittario,
comune, fu
mutato
rne.
il
centauro
du-
monte Ida,
ta,
nell'isola di Cre-
perch Crnos non lo ingoiasse, ed essi, per celare a Cronos i vagiti del fan-
09
battevano gli scudi con le lance, pr ducendo un fragore assordante. In onore di Ehea e di Giociullo,
DAP
rica,
essi saret-
ve, eseguivano la
danza
pr-
D
Dafne [Daphne,
dio
fluviale
il
I,
452-567]
del
Peno: aveva
volto, gli
occM
scin-
tillanti
perch il suo
chiome ondulate, che le scendevano con grazia squisita su gli omeri. Apollo, ferito dal dardo d'oro di
deUa
fanciulla,
ed essa
Cupido
figlio
[U
dio
fanciullo,
di Vnere], fu preso
d'amore
la
ardentissimo
bella fanciulla.
stesso
Ma
per Cu-
trasformata in alloro [S^v/j alloro], albero che conserva, nella chiarezza lu-
il
aveva colpito
della
lo splenprimitiva bel-
con
l'altro
il
dardo fatto di
Apollo
per
la
la
continua
ad
piombo,
cbe,
amare
sotto
cia
fanciulla,
anche
quando Apollo
inse-
legno
sotto
e,
posate le
corteccia,
mani
la
slancia rapido
la
egli
ma
mentre
DAF
100
tronco di alloro, fu allevato dalle ninfe o dai pastori.
sentire
scosse,
volere
del
i
dio,
dondolando,
suoi
amante
lo
convert
in
Saq)V9pia]
in cielo
e,
in
memoria
dell'espia-
offrivano
sacrifizi
un bel raaccompagnato da
solenne,
una
processione
prime poesie
pastorali,
ed
ritenuto
l'inventore
in
un romanzo
fista.
di
Longo
So-
Damocle
giano
di
[Damcles]
il
corti-
a quella superiore, ma un po' pi piccola [rappresentava la luna], Dafni [Dapbnis, VI, 276278] bel giovine pastore, di
Sicilia,
figlio
VecDionigi tiranno di Siracusa. cMo, Avendo espresso a Dionigi la sua viva ammirazione
per
gli agi e per il lusso in cui egli viveva, il tiranno volle fargli provare il peri-
come
di
di
Hermes
di una ninfa. Esposto dalla madre, in una valle dei mnti Heri, dentro un
ogni grandezza umana. Ordin cbe si preparasse un bancbetto sontuosissimo, fece ornare la sala da pranzo
101
di
DAN
restasse mallevadore
lui.
mone
per
Damone
e,
accett
volentieri
bilito,
lo,
giustiziato,
quando giunse
l'amico.
Dionigi,
nel
tisticamente cesellato
e,
con
al
un
filo
sottile,
appese
da
tanta
severit
rispetto
don
capo dell'infelice cortigiano, il quale non poteva punto muoversi e tanto meno goder nuUa di tanto benessere e di tutta quella bellezza cbe gli fioriva intorno.
egli preg Dioche lo sottraesse a quel nigi
Dance
si
[Socvxy]] l'obolo
metteva in bocca
ai
che mor-
ti
Dopo poco,
per pagare al nocchiero Carnte, il nolo, per il trasporto delle anime, nella barca, sull'Acheronte: in
.
origine era
Socvsi^w
neta persiana
ra;
beata.
= prendo
[Svo(;
= usudena-
D mone [Damon]
amico di Finzia
altri Pizia].
intimo
[secondo
ro a interesse].
Danae
Erano entram-
bi filosofi pitagorici, i quali vissero a Siracusa, al tempo del tiranno Dionigi vine.
il
[Danae, IV, 438] era con Giove, trasformato in pioggia d'oro, gener Perseo. [V. Frfiglia di Acrisio:
Gio-
seo].
Avendo
essi
mossa
Danao
[panaius, V, 2]
60 fighe
Dnao,
fratello di Egit-
purch Da-
DAN
Egitto,
102
almeno in
sociate
princpio, le danze erano generalmente asal
ad Argo, per una sommossa eccitata dai cinquanta figli di Egitto; ma furono inseguite quivi dai
cugini e chieste in spose.
culto].
La
pi
Acconsentirono;
ma
per co-
la cui origine,
si
che
si
mando
fa risalire a
tico,
un tempo
mi-
attribuisce al creai
Lerna.
Soltanto
Ipermn-
figlio
ad
attingere
imitano
sempre acqua
vasi forati.
e versarla in
movimenti
di assalto e
di
Dnao [Danus]
Egitto.
del re
Da Chemni
figlie
con
le
[v.
fugg Danaidi'\
la
si-
focosa
[TTup
fuoco].
per degli Argonuti, oppure mori di morte naturale, lasciando a Linco la signoria. Il suo scudo, cbe aveva la virt
di
decreto
domare
le ribellioni
= frutto].
si
Le danze
senz'armi,
pacifiche,
ossia
nel-
eseguivano
lei i
Danza. Le danze,
mondo
vano, in generale, in cori danzanti, con passo ritmico intorno all'altare. Isella
non
esatta, perch,
103
guerrescli,e, le altre
DT
con pas-
Drico
conveniente al
non
le
conosciamo
che di nome.
[Per la danza del coro sulla scena V. Teatro].
darico d'oro,
di argento di quello
v'era
d'oro.
il
darico
^J-^q
cbe valeva
Drdano [Dardnus],
di
fgUo
figlia
Giove e di Elettra,
il
capostipite
Dttili [AxTuXoi] genii cbe abitavano nell'Ida di Frigia, detti perci Dattili
Idi
ai quali si attribuiva
fond la citt di Dardnia. La prima sua sposa, Crise, ebbe, come dote per le nozze,
il
Palldio e
templi
del-
Furono perci ritenuti sovrumani e, in seconsiderati come maguito, ghi e come demoni, e immaginati al servizio deUa
ro.
artisti
port immagini
le divinit
a Dardnia, donde poi passarono a Troia, per opera dei suoi successori. L'altra sua sposa fu Batia,
di Tucro, con la quale gener Erittnio. Da Erittonio nacque Ilo I e
figlia
Furono chiamati
per
TuXo?
Dattili
guivano
lavori.
mo] Acmne
5
l'instancabi-
nacque Capi,
10
e,
[5
maschi e 5 femmine]
DATI
104
di Hera,
Diinia [Dauna], la parte nord dell'Apnlia, compresa tra i flumi Frento [Fortore]
e Aufdus [Ofanto]: fu cos
vestita
accompagnata
si
da sposa da una
pro-
prnuba,
portava in
detta da Duno.
[V.
ivi].
Duno
quale,
emigrato
in Italia,
prese sede nella parte settentrionale dell' Apulia, clie da lui fu detta Daunia .
cele-
ogni
Dcuma
un grande
bosco,
coltivatori
deeuma
si
chiamava
age'
deeumdnus.
[porta de-
Beoti insieme:
in
Decumana porta
cumana] era
cipale
la
esse 14
immagini
della dea
porta prin-
[una per ciascuna citt confederata] venivano portate sul Citerone, dove si bru-
che,
neU'accampa-
mento Eomano, si trovava a una estremit della via praetora, la strada maestra, della larghezza di 50 metri, che divideva il campo in due parti eguali, neUa
ciavano,
ficio.
durante
il
sacri-
Dedaline
sua lunghezza.
porta, tro estremo della
strada,
si
Era
dif-
La
collocata
del fratello
Ceice,
praetora.
Ddale
[AatSaXa],
quale preferiva che il popolo vivesse in pace. Straziato dal dolore della
figlia
Zeus e di Hera, nella Beozia, in cui si rappresentava una scena coniugale di queste due divinit: la statua
na
si
105
lo
DEI
secondo altri, ritorn con Teseo, da Creta in Atene.
0,
in sparviero.
pareccM
stru-
menti da lavoro e delle statue, cbe si rappresentavano con gli occM aperti e come moventi il passo.
re Minosse, il quale gli fece costruire il famoso Labirinto in Cnosso, per tenervi
gM Indlgetes
eroi
dei,
[patrii]
cio
cMuso
Minotauro. Ma quando Teseo, con l'aiuto di Aridne, uccise il Minotauro, Minosse vi rinchiuse Dedalo col figlio Icaro. Ma Dedalo corruppe i custodi
il
e,
Semnes
Vi erano inoltre
forestiere.
per mezzo di
figlio
si
ali di cera,
Come
di
del cielo
erano
dal Labirin-
venerati:
e,
Urano, Saturno, Giove, Marte, Vulcano, Mercurio, Apollo, Bacco; Giunone, Venere,
Samo,
Minerva, Diana.
nel mare, detto quindi Mare Icrio, e fu seppellito dal padre nella isoletta chia-
Erano
di del
mare e
delle
acque: Oceano e Teti, Nettuno e Amfitrte, Nereo, le Neridi, le Sirne. Di della terra erano: Gitele,
Vesta, i Lari, i Penati,
ne, Pale,
le i
Pa-
Funi,
i Stiri,
re Ccalo. Minosse,
Erinni,
JEacOj
DEI
106
figlia di
Deianra [Deianira],
figlio
Deidama [Deidamia]
di
figlia
Licomde, re di Sciro,
Achille,
lei
il
and sposa ad
quale ebbe da
.
il
figlio
tlemo. Crere, ospitata da Celeo, prese cura di allevare Deifone: per purificarlo da
ottlemo.
[V. Neottlemo].
fiamme,
il
ma
la madre,
Defobo [Deiplibus], figlio di Priamo e di cuba, dopo Ettore, era uno dei primi
eroi troiani.
spaventata,
trarre
cerc
di
sot-
bambino
al fuoco.
se
ti-
Quando Troia
sua
casa fu
Allora la dea, sdegnata, ne and sul suo carro, rato dai dragoni,
fone.
e.
fu presa, la
distrutta
lasci
Deifone pDeiphone]
sibilla di
un
Ouma,
le
figlia
di
Gluco.
delfino, adoperata sulle navi greche. Consisteva in un grosso, pezzo di ferro o di piombo, attaccato con corde alle antenne e munito di carrucole, che veniva
nelli
mano, ma
cit-
t pi importante della F-
rinomatissima per
l'o-
ApoUo
il
e ritenuta
centrale
prima
di scen-
punto
Ouma, come
sa-
da Ga, la quale lo cede poi a Temi, sua figlia, questa lo diede alla sorella Fbe,
e questa,
come
regalo nata-
107
lizio,
DEL
ad Apollo, suo
nipote,
di
nato da Latna,
Febe.
figlia
pite le statue delle tre divinit delfiche: Artemide, Latna, Apollo; nel prnao
si
leggevano
le
massime
Codi
nosci te stesso
, IsTulla
e l'oscuro
Se , e
per evitare
di Gea, e
servire per otto anni, percli espiasse la colpa. Finita l'espiazione, prese possesso dell'oracolo di Delfo.
Il
l'ara,
tuamente
all'ara,
tissimi, era
formato da una
marmo
reccM alberi di
sto
alloro. Pre-
un tem-
lati,
due aquile
po di Plinio
Cristo],
di
[I secolo
esso
aveva
dopo 3000
tutta
terra.
Dietro
la
da Trifnio, fu distrutto un incendio, nel 584 av. Cristo, e se ne costru un altro molto pi splendido,
e
da
tempio, si apriva una caverna, nella quale si trovava la famosa fenditura, su cui si ergeva il tripode.
cella del
l'interno,
dorica,
nell'e-
Essa esalava vapore eccitante, e si diceva che fosse stata scoperta da alcuni paper opera di una eache ivi era stata presa pra, da convulsioni.
stori,
Il
sterno,
dagli
Alcmenidi,
tripode d'oro, innalzato su tale fenditura, era stato consacrato dagli Elleni, do-
DEL
po
la
108
tico
ed eccitata dalle
esprimeva
il
esa-
lazioni,
cinio,
vati-
sempre
oscuro
ed
sopra
un
piedi-
stallo di bronzo,
formato da
posto in versi da poeti addetti a questo ufficio. L'oracolo di Delfo antichissimo [meno antico per dell'oracolo di Giove a Do-
'Nei
tempi anticbi,
la Pizia
era
fu
della
L'oracolo
vera;
Dlio [Delius, V, 329] Apollo, nato nell'isola di Delo [Ccladi] insieme con la sorella
consultare
di
Diana
[Dlia,
V,
639].
rami
bende
Dlo
preghiera al dio; indi, se le vittime indicavano che il giorno era favorevole aUa
consultazione, la Pizia
stata
amata da Giove,
an-
la terra,
man-
giava alcune foglie dell'albero di alloro, che sorgeva nell'adito e beveva l'acqua della fonte Cantide, che scaturiva ivi. Indi, vestita
di abito lungo e lucente e ornata di oro nel capo,
monte
luce
i
alla
due gemelli
generati
Dmetra [AY)(i.-^Ty)p,
madre
figlia
Ay][irfcga
r^ = terra,
di
= madre]
A^ =
Crno e di Eha,
109
protettrice
in
ra.
DEN
so, rivestivano le
delle
biade
e,
pi alte
della
generale, Ebbe culto speciale in Blnsi, citt situata ai condella Hegride, a da Atene, al
deU'agricoltii-
caricbe.
IsTegli
Stati
fini
due
cui
Demoionte [Demopbon],
figlio
miglia
di Celo
la
di
lo
Metaaffid
nira,
quale
aveva
cosi
introdotta
la
namenti
e la
cittadini, le
nozze
bambino aUa dea Demetra quando questa, sotto l'aspetto di una veccMa, si era fermata in una casa,
cercando la
figlia
Prosr-
ebbe ancbe nella Siper la sua fecondivenne dimora predit, diletta di Demetra. Da Giove ebbe la figlia Persfone [Prosrpina] la quale le fu rapita da Hdes, nella pianura di Msa [in Beozia] secondo una leggenda 0, posteriore, a Enna, in Siciciale
cilia cb,e,
pina, rapita da Hdes. Demetra, volendo rendere immortale il fanciullo, lo cosparse di ambrosia e lo tenne di notte sul fuoco. Ma, accortasene la madre, ne
fu spaventata; Demetra
lora,
al-
adirata,
lasci
l'im-
presa,
ma Demofoonte, per aver riposato in grembo aUa dea, ebbe, in retaggio, per-
da cavalli.
A Demetra
iali,
in,
si
offrivano
ma-
dit, tori,
ta,
danz a FiUide,
figlia
del
sacre le spighe,
fruttiferi,
i
alberi
papaveri.
re trace Sitone; ma essendo egli tornato in patria e rimasto col oltre il tempo
stabilito,
A Eoma fu identificata
12 aprile,
si
con
il
PiUide
si
impicc
celebravano ap-
Erclidi da Euristo
uccise.
e lo
Dendr fori
DEE
110
=
Parnaso.
albero, q)sp(o porto] erano coloro clie portavano, in processione, alberi divelti
Quando
il
Giove
fatto cessare
Draia
si
[Spaia]
gingilli
al
appendevano
in
e
cbe
il
genere umano
fanciulli,
ornamento
contro
il
l'ora-
modo con
cui po-
umana.
L'oracolo di
se:
Drceto
pOerctis > Dercto, IV, 45] madre della famosa Semiramide, cbe essa aveva avuto dal giovine Siro. Uccise Siro ed espose la figlia in un deserto, dove fu nutrita
si
Tmide
rispoco-
spaUe
nutrice
Dopo
essere
stati
si-
lungamente
perplessi sul
gett in
un luogo
presso
gnif^cato dell'oscuro responso, DeucaMone pens che la grande nutrice dovesse essere la terra, e per le ossa di lei non erano che le pietre.
Met donna
met
pesce,
fu venerata come dea, presso il lago, dai Siri, ed paragonata all'Afrodite dei
E, manifestata questa
en-
interpretazione a Pirra,
Greci.
trambi gettarono
[Deucalion,
I,
sassi die-
Deucaline
318-415]
e di
Le
pietre
lanciate
Epimteo.
la stirpe
umana.
l'indodi
Diamante [admas]
cui
sili
con Pirra,
due
soli giusti
Ili
di Promteo e quelle di Crbero. Secondo Ovidio, erano di diamante le tavole
Die
schiavi.
Servio
Tullio
co-
un
In
conducevano
all'A-
fonte
Diamastigsi
(7!,?]
[dic/,y.(x.GTy(i
flagellazione cL,e
fan-
dere
il
lotta.
Una
yci)
sferza;
BiayLO-ari-
sferzo].
rava che Ippolito, ucciso per opera di Nettuno e per le imprecazioni del padre Teseo, essendo caro a Diana, perch dedicato anche
lui
tato
me mezzo
i
abituare
lori fisici.
Un
celebravano
in
Atene,
nel 23 del
mese
di Anteste-
Diana [Diana,
luminosa
dies
rine [febbraio -marzo] con vittime incruente, presso il tempio del dio, sulla riva
come
l'idea
8t
di Aiq espri-
me
cazione At?
Giove].
la
Dehe
figlia
[AtxT]]
dea
della
giustizia [Sixtj
di
Giove
giustizia] e di Tmi,
dai plebei latini perci stimata specialmente la dea dei plebei e degli
ma
a Eoed era
era
erano
Eunomia
figlia
Irene;
aveva una
Esycha.
DID
Essa cliiamata Astra [la vergine
re
:
c7TY]p
112
chezze
tadini
dalla
anche
stella-
Fenicia,
accit-
compagnata da molti
di
e,
stella];
come
Tiro.
di
l,
Giunse
alle
Cipro
coste
l'et
ma
del
quando
bronzo,
dell'Africa,
EUa
ta-
nome
di
Vergine .
scrittura
cond un tratto
contenente
considere-
una
= pelle]
e fond Cartagine,
commedia
tempo
Secondo Virgilio, Enea, navigando da Troia verso il Lazio, capit a Cartagine e fu amato da Bidone; ma
essendo ripartito in segreto, per comando di Giove, Bidone,
per- il dolore, s'uccise
poeti
che
avevano
precipitandosi
sul
rogo.
fecero
raccolte
logicamente, annotate
frivano sacrifci
confarreato.
come
nella
PigmaUne. Morto il paebbe la signoria e spos Sicho; ma avendole Pigmalione ucciso il marito,
di
dre,
Diplie [T SiiTcXia] antichissima festa ateniese, che si celebrava nel 14 del mese
di Scifoforine
glio], nel
tempo
si
of-
113
fri
DIO
nel vio
pugno
si
ammazzava il toro,
derosi
abbatterono
selve,
Diluvio
della
260-312]. Giove,
della
indignato
famiglia
di
malvagit Licane
monti
furono coperti di acqua; la gente per tutta e, a ripristinare la schiatta del ge-
no,
la
decret di distruggere
schiatta
degli
uomini.
Pens prima di scagliare la sua folgore, ma pi, temendo elle ne andasse in fiam-
ne e
la
Deucalione'].
me
sino
tutta
il
la
terra
cielo,
come
e perera stato
Diomede
XIII,
guerra degli Epigoni a Tebe, egli prese parte alla guerra troiana con i suoi forti amici Stnelo ed Eula
rialo.
Dopo
Achille,
egH era
il
in battagha e in consiglio
pi valoroso
dell'esercito
Koto aveva il volto orrido, offuscato da oscura cangine, la folta barba densa
nembi, luppata da nebbie, il crine canuto, rigurgitante di
pioggia,
di
lno
Eeso.
Con
Ulisse,
la fronte
avvi-
seno e le penne
caduta Troia, entr nella rocca, per rapirvi il Palldio, che port ad Argo, o gli fu tolto da Demof oonte,
la
compresse
felicemente
ad Argo.
DIO
114
ros, da Afrodite: dal culto
di lui trasse origine
il diti-
Secondo una leggenda posteriore, invece, trovata infedele la moglie Egale, egU
Ma
ivi]
fu investita
dalle
ella
tra-
scin in Italia, nella Dunia [prov. di Foggia], e quivi aiut Duno contro i
sve-
maturo. Giove
in
lo f cucire
Dunia.
Su
lia
nevento, Arpi, Brindisi, e sarebbe morto o nella Baunia o in qualche isola dell'Adriatico o
alle
le di
Msa
ad Argo, ove
figlia di
era ritornato.
in Beozia, poi immaginata nella Tracia e in altre ree, nascosto in una caverna, fu alimentato con dolce nutrimento. Di qui il
Dione [Dione]
no
e
Ocea-
gioni]
suo
nome
considerava come
il
Gio-
Enpio
Stfilo
bevitore
[ il
di
ve di Dodona, in aspetto
femminile.
vino
te
],
],
Evnte
[
fiorendei
l'uomo
dono del
grappoli ]. Il suo culto si diffuse in tutta la Grecia ma, per la sua inclinazione alle molsensuali, trov resistenza in molti luoghi. Seguito dalla schiera d baccanti o mnadi, d stiri,
lezze
amico
delle
promuove
pagnato
di
silni,
il
che avevano
in
mano
tirso cnto di
pam-
115
pini e di edera, il dio gir per la Grecia, per molti altri paesi e giunse perfino
nell'India. Il culto di Dio-
DIO
gennaio], quando si assaggiava il vino nuovo in campagna: in questa festa v'e-
niso
ebbe sempre
in
il
carat-
tempi antichissimi, si portava innanzi un'urna di vino e alcuni tralci; veniva poi un capro, indi un uomo, che
ta;
nella festa,
rano sollazzi campagnoli e danze burlesche, con motti spiritosi, da cui deriv la poesia drammatica. Un divertimento particolare era
quello delle Asclie, in cui
i
portava un canestro di fcM. Pi tardi, prevalse l'ebbrezza sensuale: si andava intorno con un rumore assordante di flauti, di timpani e di piatti musicali, al euhe! grido di Eoi! in preda a un'ebbra insae,
[axc, == otre].
Le Lene
[la festa
dei
Gameline
beveva
il
vino nuovo
prendevano parte
cbe, sotto
canti,
le
donne
in citt.
Si teneva
chetto,
poi
mallne.
nidi,
Bassridi,
la
Bist-
formavano
di
compa-
leschi,
gnia
culto
babilmente
Tracia.
origine
il
nella
delle
Le Anthestrie,
al
dal-
ril
ciclo
KeU' Attica,
feste
Dionisiaclie consiste-
zo]:
fiore] e
durava
l'a-
Nel 10
si
si
festeggiava
il
le
mese
da cui
di
Poseidone [dicembre-
vino [uiGotyia
DIO
116
apertura delle botti:
tzI-
00?
botte, otyi
apro].
Anbe-
fore IxsQ
anfore]:
si
Dioniso
si
rappresenta in
veva a gara, e cM per primo aveva, vuotato il suo boccale di vino, ne aveva in
premio un
otre; in questo giorno la mogUe dell'arcon-
del-
te re offriva
un
sacrijB.cio
nel corpo di
capriolo.
Il
una
suo
pelle di
corteggio
fe-
era [si chiamava tMdsusI formato dalle mnadi o baccanti, dalle ninfe, dalle muse,
pampini
il
che
Dionisache citta-
sino,
delfino,
il
capro.
dine, dall'8 al 13 del mese Elafeboline [marzo -aprile], nelle quali veniva in citt
Al dio greco Dioniso corrisponde il" dio romano del vino Bachus o Liber, il
cui culto pass dai Greci dell'Italia meridionale ai
di Bacco a Eoma, le celebravano, feste Liberala, il 17 marsi
2
del
l'antica
statua
giorno, dio si
Eomani. In onore
zo,
con
rappresentazioni
neUa
citt e in
La
da
festa era
lazzi,
campagna. accompagnata
Grecia; pi col culto di
le Bacsfre-
portava di nuovo nel Leneo: durante questa processione si cantavano ditirambi, composti per questa
festa dai pi celebri poeti. Xei tre ultimi giorni si rappresentavano commedie e
da scherzi e da
canti
tardi,
come in a Eoma,
Bacco penetrarono
natezza, cbe furono poi proibite dal Senato, nel 186 av. Cristo.
117
Gli attributi di Dioniso
si
DIO
riferiscono
risticlie
Ny-
notte [vu^
lus,
perch alleva
daUe grida
Kisa;
BaGchus,
colui clie
strepita
tra
[pxxo?
stre-
XsXsu ; EJiuan, dal grido di giubilo suoi, che gli rivolgevano le Baccanti.
zione
Dmel'eb-
Discur
[AicTxoupot.]
di Giove [At?
figli
membri
del
figlio] erano Cjcoupo? store e Polluce, figh di Giove e di Leda, moglie di Tin-
di Giove,
rumore];
quindi
dridi
>>,
detti
e
ma
di
un
Castore
nel
di
dalle
fiamma
di
Giove
[ignis
vofzat
tus,
pugilato.
la
Fecero
una
per
spedizione nell'Attica,
liberare
sorella
Bis natus, Satus itrum, perch, abortito dalla madre, Giove se lo cuci in una
gamba, da cui usc poi in tempo maturo; Thyonus, perch, quando sua madre Semele fu dal dio condotta
all'Olimpo, vi god l'immortalit sotto il nome di Thydne, la pazza
infurio]; Lenaeus, perch Leno era il nome della piazza e del tempio, ove si celebravano le feste
[Buco
dall'Averno
muni
[figlie
fratello
di
DIB,
- 118
presentavano un gettatore di disco; opera stupenda del grande scultore greco Mirne.
Discordia [Discordia]
la dea
morire anche lui. avendogli Giove accordata la scelta di abitare sempre sull'Olimpo, o di starsene insieme col fra-
sorella
compagna
di
Marte
gue s'indugia,
multo.
Presso
Esiodo,
e
tello,
un
giorno nell'Olimpo
madre
e l'altro nell'Hdes,
sta.
PoUuce
della Fame, dello Stento, del Dolore, della Battagha. La discordia Eomana una
Secondo Omero, essi sono, anche sotterr, onorati da Giove, ma vivono e muoiono alternativamente, un
giorno l'uno
l'altro.
Dite
un giorno
Dirce
[Dirce, II, 239] una fonte presso Tebe. Era moglie di Lieo, re di Tebe.
Etimologicamente
signifi-
cherebbe
il
sotterraneo
perch la
raal
Avendo
oltraggiata e tenu-
luce
il
nolan-
Dittnna [Dictynna, II, 441] Artemide, venerata come dea della caccia: in suo onore sorgeva un tempio
sul
me da
lei.
il
monte Bictynneum,
nel-
Discbolo [Discoblos]
ciatore di
disco
disco,
pXXw
= getto].
si
[Sicxog
l'isola di Creta,
perch, da
Con
questo
nome
indica la pi
119
braccio di Minosse, donde fu salvata in una rete di
DE
della quercia, dal volo delle
pescatore. Da ci deriva
il
che
vuol dire
Ai
sacerdoti
Selli
furono
sacerdo-
reti [StxTuov
rete].
aggiunte anche
le
Docimasa
[Soxtfjiacyia]
ch,i
i
me
elle
subiva
voleva
cittadini
cM
aspirava a
qualche
tavano Zeus fu. Zeus , Zeus sar: oh grandissimo Zeus . In tempi antichi,
!
.
l'oracolo
di
Dodona fu
il
esamino].
Quando, nel
co
dei
cittadini
si
eleggibili
a Dodona.
Quest'ultima,
posatasi sopra
una
quercia,
qualche spedizione
re, ecc.
umana, che
ivi si
Il
fondasse
del
Dodna [Dodona,
nn
oracolo.
centro
querce sacre a
piedi delle quali la fonte, il cui
le frondi,
Quivi
Giove, ai zampillava
era
i
un bosco
del
,
sacro,
dio,
ove
detti
mormorio,
sacerdoti
Selli
i
quali
cammina-
vano con i piedi non lavati e dormivano su la nuda terra, traevano i responsi
dal
come
vaticinio,
sa
cerdotesse, dette
[TCsXstdcSs?
Pelidi
colombe].
sussurro
delle
frondi
In seguito
sono ricordate
Diomede.
Dride
DOR
120
l'albero spicci
quell'albero
moglie a Kero, dio marino: gli gener 50 figlie [le Neridi], e con lui ha dimora
nel mare Ego. Dorfori [Doryphori]
tatori
i
sangue:
la
era
ninfa
Loto
[v.
ivi]
trasformata
por-
di
lancia
lancia, qjspco
= port]
[Spu
erano
bambino fu portato
via
guardie mercenarie, mantenute dai tiranni, in Grecia, a difesa della loro signoria.
Col
nome
la
doriforo
s'in-
sacerdoti
dica
celebre
elle
statua
di
vano
loro
Policlto,
rappresenta
vano parte
pi
giovani
costa
illustri famiglie,
ma
nefiti occorrevano
no
di
= falce].
erano
[Sput;
teva
le
essere
affidata
alle
Driadi
[Drydes]
ninfe boscherecce
quercia].
[V. Ninfe].
Drope pSrype, IX, 329-393] figlia di urito, and sposa ad Andrmone, da cui ebbe
Amfisso. Un giorrec presso un lano, ghetto, per venerarvi le ninfe: presso il margine del lago, sorgeva un albero di
scritture. Coltivavano anche discipline filosofiche e scientifiche, erano i sacerdoti e i maestri del loro po-
un
figlio:
si
tutta
la
vita
tale
spirituale, essi
avevano
un
loto.
il
tutti.
bambino
na,
un anno appea
quello,
avvicinatasi
la Britannia
Mnella
na], e di
Gallia,
li
fu portata
121
Vivevano nell'interno di ftte selve, dove menavano una vita molto misera e venivano spesso consultati. Percli la loro dottrina misteriosa
EAO
le leggi del
non osservavano
paese, ed erano notevoli, cosi pubblici cbe privati. In Gallia, i Druidi avevano
non
fosse rivelata,
nulla,
non scrivevano
ma
risiedeva
il
loro
capo
il
col-
Le mogli
versi
oscurissimi,
clie
dei
Druidi
partecipavano
la loro teologia.
umane:
le
squarciavano nel
vano consultate con grande fiducia, ed esercitavano le predizioni con maggiore abilit e scaltrezza.
era
vietato
uomini e
tanto alle
mogU
delle
dei Druidi
guer-
l'esercizio del
culto e l'or-
ra e la pace, magistrati e
dinamento
religiose.
cerimonie
E
Ecide [Aeacides, XII, 96]
il
perci di Bgina.
Eaco
di-
venne signore
dell'isola,
Pelo,
il
quale era
figlio di
Eaco.
che
il
poich questa era devastata dalla peste, egli preg Giove che ripopolasse l'isola, e il dio trasform uno sciame di formiche r uomini che, dal nome greco
[[lupiirpizc,
nell'isola
di Saronico,
frmiche], fu.
rono detti
Mirmidon
In
EBE
compagnia
di Apollo
122
e di
il
le
sua giustizia, fu messo, come giudice, nell'Averno, insieme con Minsse e Eadamnte.
per
la
suo terribile dominio su anime: come tale, anche dea notturna deUe malie, evoca gli spiriti dalle sedi
Fign di Eaco [Ecidi] furono Pelo e Telamne nati da Endide, e Foco nato da Psammatia.
sotterranee, spaventa gli uomini con larve orribili, vaga di notte con le anime dei morti, accompagnata
le
i trivi,
su
il
sangue
tre
Ebe
la
dea
Fu
rappresentata con
giovinezza iorente]
figlia di
Giove e di Hra, ancella degli di, ai quali mesce il nettare, divenuta poi sposa
di Ercole,
alcuni
poeti,
una era
di
quando
gli
l'eroe fu
assunto fra
limpo. In
tificata
tas,
di dell'O-
Eoma,
la
era iden-
con
la
quale
Ecatmbe
un'immagine
rifiorire e
perenne
ringiovanire dello
Stato.
di Astria, venerata come dea dominante nel cielo, neUa terra e nel mare. Dagli rfici le
avveniva contemporaneamente: cio le 100 vittime erano sacrificate, nello stesso tempo, da 100 sacrificatori, in 100 altari, fatti di
zolle erbose.
venne
il
carate
al-
tere
di divinit
mistica
divinit
compresa fra
In seguito,
si-
gnific
un
sacrificio di 100
Eha
Cible, e
e,
con Artemide.
un
sacrificio so-
123
Digene Laerzio narra die Pitagora offri un'ecatombe, ia ringraziamento agli di, per aver trovata l'equivalenza fra
il
ECO
comunicava insieme
Seguiva
il
con
la proposta.
quadrato
dell'i-
poteva parlare ogni cittadino che non fosse colpito dall' atima , la perdita
cio dei diritti civiK.
sovranit [x-xaXo)
voco].
= con-
^ome segno
lit.
dell'inviolabi-
Ma
se deviava dall'arle
gomento o con
fendeva
parole of-
In Atene era formata dai cittadini, da 20 anni in poi, i quali venivano convocati
per
resi
le leggi o i
poteva
la
essere
costumi, allontanato
trattare
oggetti
vari,
multa di 50 dramme.
si
precedentemente presidenti, per mezzo di affissi. L'adunanza si teneva, anticamente, nel merdai
cato, poscia nella Pnice, pi tardi nel teatro, e vi si stava seduti. Kell'entrare,
noti
La votazione
alzata
Ix^ip
.
faceva per
do]; la decisione era deposta nell'arcbivio pubblico e spesso incisa in bronzo o in pietra. Chiusa la discussione, l'adunanza era sciolta dal presidente per
ciascuno riceveva
letta,
le,
una tavo-
mezzo deg
la discussione
araldi; se poi
[XxX7)cnacrTi.xv],
con-
non era
finita
sisteva
prima in un bolo,
si
pi tardi in tre.
L'adunanza
sacrifici e
apriva con
stabiliva
e gli affari
dell'ecclesia
competenza
cbe
erano i seguenti: partecipazione alla legislazione, elezione dei ndagistrati, decisioni contro , cittadini, fa-
ECO
124
leggi, le risoluzioni intorno aUa guerra, alla pace, ai
suprema
deci-
trattati.
La confederazione acba
blee popolari in gio:
te-
reli-
era
[t xxXTjctalo stipendio,
avevano compiuto
fossero
atimia.
era,
nella
met
serpente.
ma
erano
autorizzati
gistrati.
L'assemblea
te-
Abitava con Tifne nella Cilicia e, con lui, gener rtbros [il cane con 2 teste che custodiva gli armenti di
Gerine], Crbero, l'Idra
di
neva in piedi
dell'ecclesia di
[al contrario
Atene] r agor e trattava i seguenti oggetti: l'elezione dei senatori e di alcuni magistrati,
nel-
Lerna,
la
Chimra,
la Sfin-
Fu
la
decisione
della
tre dormiva,
npte
tt,
occhi
p'''
dubbi, la liberazione
Ilti,
l'approvazione
degli delle
tutto il corpo:
ttocv
= tutto,
opaco
vedo].
125
chnadi
[Ecliindes, Vili, 574-589] gruppo di cinque di isole, nel mare Ionio, alla foce dell'Arimpetto
re,
ECU
le
sasso, e di lei
erano cinque Naiadi, le quali, in una festa in cui immolarono 10 tori, non invitarono, fra gli altri,
fluviale
Acli,eloo
clie,
il
ma
cuba [Hecba
dio
sde-
gnato per questo, con l'impeto delle acque, invase le dimore delle IsTaiadi e le ricacci in mare, dove diventarono isole.
ichone [EcMon,
Hecbe, XIII, 488-575] fgUa di Dymnte o di Cisso, fu moglie di Priamo. Prima di dare aUa luce il figlio Pride, sogn di avere in seno una face cbe diffondeva in Troia le sue fiamme: sogno che fu poi interpretato co-
me
X, 686] uno
dei cinque superstiti degli uomini armati, generati dai denti del drago, che semin Cadmo. [V. ivi]. Fu marito
di e
preannunzio della rovina che Paride avrebbe causato alla sua citt. Caduta Troia, segu Ulisse
come scbiava; ma. Tenuta nel Cbersonso Trcico, seppe che sua figlia Polissena
era
Cadmo
nell'edifcar
stata
sacrificata,
per
Tebe.
Ico
timo suo figlio Polidoro, ucciso da PolymTstore, su la sponda del mare, dove era stata gettata. Mossa allora
dal desiderio di vendetta, uccise con le altre donne
troiane, prigioniere anch'esse, due figli di Polymnesto-
ti.
a ripetere le parole di
un
altro cbe parlasse. Innamoratasi di Narciso e avuta a sdegno da lui, fuggi, per vergogna e dolore, neUa selva vicina e si rin-
soli-
Quivi langu di
amo-
EDE
della
126
forma
di
un
cavallo
[equus cavallo], che constava di Tina trave trans versale, fornita di quattro
Ceae-
La
distinzione fra
diles
curules e plebi
du-
prima
di Costantino.
OIBtzouc,]
fi-
piedi.
Edipo [edipus,
di Giocsta [in
csta].
il
dera
glio di Lio, re
di
Tebe
Omero
Epi-
Appena
egli nacque,
Baccanti,
i
Funi,
padre Laio, perch un oracolo gli aveva predetto che sarebbe morto per mano del figlio, gli fece forare i piedi, donde il suo nome colui che ha i piedi gonfi
[oSo)
gonfi,
-Kouc,
insieme
coi
Con
le
Eogazioni Licinie
curules,
patrizi,
furono
aediles
istituiti
anche due
ai
dendo
Delfo
che
Le
polizia
dei
44 av. Cristo, furono da Cesare due aediles cereles, i quali erano incaricati della Cura annISTel
Per via, incontrato Laio, senza conoscerlo, per una contesa lo uccise. Andato poi a Tebe e sciolto l'indovinello deUa Sfinge [ved. Sfinge], ottenne da Creonte,
istituiti
la signo-
127
ria della cifct e la
EEZ
Gelosa della numerosa procognata Mobe, moglie di Amfione, risolse di uccidere il figlio primogenito di lei, che dormiva nel medesimo letto col suo fi.giuolo itilo. Avvert perci il figlio che, la notte sele della
mano
di
Da
impicc ed Bandito Edipo allora da Creonte, che assunse di nuovo il governo di Tebe, con la guida della figlia Antigone, giunse a
t,
Giocasta
si
si
accec.
comando
della
ma-
Colno,
nell'Attica,
perse-
Edone
si
uccise;
se-
condo altri, pianse tanto la morte del figlio, che gli di, mossi a compassione, la mutarono in usignolo, che continuamente piange il figlio
[Y)S(ov
Ma il fato
su
i
figli
= usignolo].
il
re di Cl-
quaU contesero Polinice, per la signoria e provocarono la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a
Tebe].
fu
o o
Edtuo
tus
Editurno
[aedi-
Eeta, Calcope sposa a Erisso, Medea fugg con Giasone. [Ved. Giasone, Medea, Gal-
due
figlie di
data
ciope].
monumenti
tava
be
istitu
barbaro costume
In Grecia,
il
ser-
vizio di
cri
le
donne.
di Amfne.
Eezine [Eeton] re
di
Tebe
EF
128
"
esse, suppellettili artistiche.
Quando Aclaille prese Tebe, io uccise con sette figli e gli innalz un tumulo di terra'.
Efbo [ephbus] dicevasi in Atene il giovinetto dell'et di 18 anni [sm t^^t) =
pubert], in cui era dicbiarato maggiorenne e civil-
Secondo un'altra
tradizio-
gi
pre-
un
gior-
mente libero. Prestava il giuramento di cittadino, nel bosco sacro di Agluros, era
allora riconosciuto atto alle
armi e otteneva
di adire
i
il
diritto
carono
i
nel] 'Etna,
ove aveva
tribunali, prender
di
e per gli altri palazzi di bronzo, lavor la meravigliosa armatura di Achille, lo scettro e l'gida di Gio-
ve,
la
rete
in
cui
prese
sog-
mide efsia, nella quale si commettevano ogni sorta di stravizi. Potevano intervenire uomini, scMave e donne non maritate.
Efesto ["H9aiaT0?
drico
Con Efesto fu
il
identificato
al
metalli
cTCTto
[lc^ti
quale
si
tributava un
nel
Vlcdnal:
accenil
culto
sacro
sione;
accendo
fuoco]. Secondo
zione, ci la
una
tradie per-
nacque zoppo,
un piano
madre
lo
precipit
del Senato. La sua festa, a Eoma, era celebrata con giochi pubblici, il 23 di
agosto, minio.
nel
Circo
Fla-
129
Efti ['E9STa!.] giudici di appello
[(piy][Li
e
il
EG
ricorro in
primo di
essi
dava
il
nome
in carica.
avevano
al
sua condotta,
altri
tre
vuto a legittima difesa; il Pritaneo, per delitti il cui autore era sconosciuto o
per
gravi
incidenti
acca-
da Sparta i forestieri quando lo credevano necessario, ed esercitavano l'uf&cio di giudici nei fatti cbe si riferivano alla sicurezza pubblica e nelle
liti
Pireo, in cui
si
prendeva
in
esame
private.
A't-
Ego
Y(;] figlio
[EpMaltes] uno
fratelli di
dei
due Aloidi,
[V.
Oto.
Aloidi].
Un
Efalte fu
sul trono
soprinten-
Quando Teseo
parti
pi tardi dall'assemblea
da Atene a Creta, per uccidere il Minotauro, promise al padre che, se fosse riuscito nell'impresa, avrebbe
issato
una bandiera bianca su l'albero della nave; ma, ucciso il Minotauro, dimentico della promessa, ne iss'
uiia nera,
ed Egeo
allora.
--
e leggende.
EGE
a
tal vista, credette
130
che
il
mini uno sciame di formiche. Perci essi furono detti Mirmidoni [yLpiirpisc, =
formiche].
da
to
lui
il
nome.
II, 10] det-
Egene [Aegaeon,
Egipani
nito
[al%
il
seguito di Pane:
si
rappre-
braccia:
rino.
come genero
di
naso
schiace
Egria
490, fonti o
[Egeria,
XV,
ninfa
480-
547-551]
deUe
ciato, con la
col
corpo
velloso
coda.
di
lui
Camna
italica va-
Egsto
Eoma.
Due
selve,
con
la
fonte
una capra,
[a'i^
donca-
de
il
suo
nome
-pra].
vicino
di
si
ad
Arcia,
nel
la
Uccise Tieste, per ordine di Atro, il quale riteneva che Egisto fosse suo figlio, e
dopo, uccise
sacrario
Diana.
ritir
Quivi
anche Atreo.
Domin
me
Egna
figlia
Troia, egn ne sedusse la moglie Olitennstra, insieme con lei uccise poi Agamennone, quando fu tor-
da
Quivi
ma
di
Agamendea
della
alla
none.
Eirne
pace
[Etp-^vT)] la
[dpy]vy]
pace],
131
quale, in Atene, furono
eretti altari,
ria
ELE
Sparta
e,
rapita da Pride,
[Pax} aveva un alitare, nel campo di Marte, sul quale si offriva, ogni anno, un sacrificio.
Durante
10
anni
deUa
guerra, visse a Troia, come moglie di Paride, ammirata dai Troiani per la sua straordinaria bellezza, ma aspir sempre alla sua patria e
al suo antico marito.
Era
il
Senato,
reprsse
4 luglio del 13
av. Cristo,
quando Augusto
ramo
di
.di
uUvo,
Morto Paride, spos Deifobo, altro figlio di Priamo e, nella presa di Troia, aiut i Greci e consegn Deifobo nelle mani di Menelao.
Mercurio, con le spighe, e recante in braccio il fanciullo Plutone, dio della riccbezza, perch, durante la pace, pro-
cadco
Quindi ritorn con Menee, dopo una navigazione di otto anni pieni di
lao
spera l'agricoltura e
nessere.
il
be-
Era una
anni in concordia col mae con lui ebbe poi comune la sepoltura in The-
rpne.
Elaieblie
feste
[rc
'Xa(pr]^6'kio:']
che
i
si
celebravano
leno [Helnus, XIII, 99] uno dei figli di Priamo e di cuba. Fu augure e vate
e,
ci
Xw
= cervo,
^X-
datosi
loro
volontaria-
ferisco].
Filottte. [V.
m].
Caduta Troia, egli se ne and con Keottolemo in Epiro ove, dopo la morte di
ELE
lui,
132
e prese in
se
e di
monumenti
sepolcrali
detta
Via Sacra
toc-
sioni,
in
ricorrenza
delle
feste di
Demetra.
Elettra
dente
[Electra] la risplen[TjXsxTcop
Eleusini Misteri
risplen-.
no e
delle Arpie.
H. Una
ivi],
In
origine,
Megride. questo
culto
feste
all'i-
Bardano.
III. Sorella
rina-
Cadmo,
il
scere
delle
sementi,
che
nel
an-
pensiero
religioso
madre
Glusi [Eleusis] citt posta a due miglia da Atene, verso occidente, celebre per il culto di Dmetra e per i misteri eleusini, che a tale culto erano annessi. [Vedi
Eleusini].
veniente forse
zia,
dalla
Beo-
In Eleusi era uno splendido tempio di Demetra, costruito per cura di Pericle,
tato
Le
feste
in
eleusinie
celebravano
autunno
cbe
nel quale
si
celebravano le
eleusnie.
grandi
citt
feste
La
era
unita ad Atene
to
133
[piccole
ELI
e
Meusinie]
il
clie rapritorno di
prendevano parte
nelle
nei campi.
Le grandi Blensinie cominciavano il 15 del mese Boedromine [sett.-ott.]: nei primi cinque giorni avevano
luogo sacrifizi, purificazioni, digiuni; nel 6 si faceva la
desimo anno: quelli che avevano la piena iniziazione si dicevano ep optai, ma non erano ammessi come se non aUe Grandi tali,
Eleusinie dell'anno seguente.
Il sacerdozio spettava,
per
in
mano
spighe,
stru-
cava
il
sacro
simbolo.
Il
menti agricoli e fiaccole. Si giungeva ad Eleusi, per una strada di due miglia, e quivi si eseguivano alcune rappresentazioni del mito
di Persefone; la festa fidva
Dadcbo
aveva l'onore
con una libazione di acqua PlemocM', clie si attingeva da vasi particolari, dei
l'Epibmio il curatore Questi sacerdoti avevano funzioni che si riferivano alla cura dei sa
dell'altare.
crifizi.
quaH uno
si
adoperava per
sorgere del
la libazione, al
sole, l'altro
si
fu abolito Teodosio.
dall'imperatore
II,
per quella che faceva al tramonto. Le piccole Eleusinie si celebravano nel mese di Antesterine [febbraio -marzo], nel sobborgo di grai, su le rive deU'Ilisso, con
Eladi
erano
[Helides,
figlie
340]
Quando
fulmine di Giove
Fe-
non
conosciamo
Gli iniziati
le particolarit.
nori
si
chiamavano mystai
divennero
ELI
134
[y)Xiaia]
larsi
Elia
era
il
supremo
erano
estratti
sorte
perato trent'anni [Xia adunanza]. Gli eliasti, simili ai nostri giurati, erano in numero di 6000, divisi in
del-
radunavano ora
in 200, ora in 300 e, fra pi sezioni, in 1000, e in 1500: cifra a cui si aggiun-
pendici
dol-
numero
dispari, ne-
e graziose, e fu ritenuto
cessario
alla votazione.
Ogni
stato
il
eliasta,
il
sede delle Muse. Elsa o Elissa Bidne, sorella di Pigmaline, e fondatrice di Cartagine. [Ved.
voto secondo
ceveva una tavoletta col suo nome e col numero della regione a cui appartene-
Bidone]. Elisti [TjXiaffTat] erano i 6000 membri, simili ai nostri giurati, cbe formavano
l'Elia,
il
supremo
[V.
tribu-
nale di Atene.
Mia].
Elistico [t
numero e
Clene in poi, che si dava a ciascuno degli elisti [ved. ivi], quando intervenivano
ai lavori dell 'Elia.
lios
[rKioc,]
il
dio
del
sole.
[V. Sole].
135
Elisio
ELL
colloca
[Elysium] era la
dei
beati,
[rikoatc;
di-
suUa
mora
morte
dopo
la
l'emisfero
terra, australe.
nel-
rkz\>aic
fe-
il
dio
giungo].
la
Vi
si
godeva
suprema
me
licit e,
secondo la dottrina
degli rfici, le
davano,
figlia di
Atamnte
soffio
di
to vi diffondeva
di
fiori
profumo
il
sidie di Ino,
la
che Atamnte
soavissimi,
sole
e gli astri
velati
da nube.
dal vello
per
gevano un'ombra dolcissima, la terra rinnovava tre volte all'anno le sue meravigliose produzioni di fiori e di frutta. Si gustava ogni
Ma,
nella
traversata,
EUe cadde
stretto,
.
e an-
neg
perci
Ino'].
nello
detto
Ellesponto
[Ved.
n da mali morali.
Le
il
corpo
rus
albus}.
Il
primo
cre-
per
la
sceva sul monte Ota, il secondo presso la citt di Anticyra neUa Pcide.
Quest'idtimo, forse con l'aggiunta di qualche altro preparato, si adoperava come farmaco contro la pazzia. EUno ["EXX7]v] figUo di Deucaline
e
Si
credeva
cbe
Campi
Elisi fossero
in mezzo al-
di
Pirra,
regn
ELL
in Tessaglia e fu stipite dei Greci
lui,
il
136
capo-
nord
figlio
clie,
da
di Pelsgo e
salo, e
padre di
Tsca-
presero
il
nome
di El-
fu convertito in
ini.
Ebbe i
tena di monti, perch aveva assunto il nome di un dio. Un altro Emone fu figlio di
Creonte, re di Tebe: ama-
questi presero
stirpi
il
nome
le
Greche
oK,
Ellesponto
im-
sonso Trcico dalla costa nord-ovest dell'Asia Minore [Trade e Frigia Minore]. Fu detto cos da Ue, figlia
di
l^efle,
Emnia
antico
[Haemonia,
I,
568]
figho
nome
della Tessaglia,
detta cosi da
mone,
la
quale,
la
fug-
verso
OlcMde,
dal
gione
Tsta]
si
disse Tessagha.
[s[jL7cupo[xav-
e col fratello
Empiromantia
montone
e
mare]
[V. Ino}.
Emancipazione
missio].
[V.
Manu-
fuoco, nazione].
[ji,avTia
divi-
mpusa
["E(i,7rouo-a]
spettro
si
spa-
ventavano
fanciulli: s'im-
reggiare
con
le
Muse
nel
maginava
e
si
e, vinte, furono da trasformate in plebe: quelle sono dette Emtidi , perch la Macedonia, di cui
canto
afferro].
Enclado
[Enceldus]
uno
era re
il
mente
tico
mine
Tifo, sotto
vulcano Etna.
il
mone
la
Endimine
bel
[Endymon]
[v8ijo[xai
dormiente
137
sn colto all'improvvis dal sonno], figlio di Atlio, re
dell'Elide,
ENE
di Giove,
Clice.
ebbe
fa-
per madre
vola
Caria,
Una
ce lo
presenta neUa
u.
ove
cacciatore e
Enea, n della sua fondaun nuovo regno in straniero: la leggenda paese posteriore, sorta non molti secoli dopo Omero. Della sua venuta in Italia, il
zione di
immerso in pergiaceva
primo a parlarne
coro.
Stesi-
Secondo Virgilio
[Eneide'],
Enea, mentre Troia era in fiamme, fugg, portando via i Penati e traendo seco la
moglie Crusa,
figlia di
Da Endimione
quero 50
fu
Priail
mo,
il
figlio
Ascnio e
Quando, pi
port su le spalle.
mide
navi
dalla
citt
di
Antndro,
te Ida.
ai piedi del
mon-
A principio
ri
del viaggio,
mo-
la
cipe
sul
egli
Priamo. Kato sul monte Ida, o presso il fiume Simonta, fu allevato in Bardano, da Alctoo, marito di sua sorella
AncMse, poi su
l'Africa,
le coste del-
Ippodama, o affidato
da Venere aUe ninfe, perch lo educassero. E"eUa guerra di Troia, fu uno dei
pi illustri eroi troiani,
e
dell'emigrazione di
Laurnto, questi, credendo cbe gi si avverasse un oracolo, secondo il quale la figlia si sarebbe' unita a nozze con gente forestiera
ENB
e avrebbe
un'illustre
138
dato origine a generazione di eroi, gli promise in isposa la figlia Lavinia, che era stata gi promessa a Turno,
re dei Etuli.
chi
contratto,
pro-
doveva il ma-
so
nide.
del padre.
Secondo Livio, Enea spos lei cMam Lavinum la nuova citt fonLavinia, e da
data, fuse insieme i Troiani e gli Aborgeni del Lazio,
e
li
livano
l'usufrutto.
Prima
sali,
chiam
tutti Latini.
si
Kella
battaglia,
presso
il
fiume Kumico, contro, gl'italici collegati, sarebbe sparito improvvisamente. Gli fu eretto un santuario e fu venerato col nome di lup-
ad Artemide,
pUer Indges.
Eneo
[Oenus, O'lvs?, 281] re di Calydne nell'EtHa, marito di Alta, padre di Melegro. Poich
egli
Vili,
da nio, la dea deUa guerra, che accompagna il dio nella battagha. nio ['Evuc] la dea della
derivato
guerra
che,
[il
insieme
con
dis-
non
offri
Artemide,
la
ad dea mand un
sacrifizi
Dimos
[lo
terrore],
PMbos
[la
spavento], Eris
crdia],
accompagna Ares
armato per
la battaglia.
Enipo
[Enipus, 'Evitzsq] dio fluviale della Tessaglia [il fiume Enipo afiEluente
139
Peno, in Tessaglia], di era innamorata Tyro, figlia di Salmono. Poseidel
l'Etlia
EN
vino ]. [ohoQ suo tempo, avvenne la
del cinghiale
cui
famosa caccia
prese
e,
la
forma
lei,
di
Enipeo
Plia
con
gener
Enoxno [Aenomaus]
e
i
Kelo.
espose
nna [Bnna]
trovava
tuario di
e
si
il
podama].
none [Aenne]
sima,
figlia
ninfa bellis-
del fiume
Ce-
principale san[Crere]
brno, in Frigia, fu
amata
Dmetra
cbe
da Apollo,
il
diceva
Plutone
munic
il
dono
m].
Ennaetride
vsoc
nove, toq anno] era, nella cronologia greca, un intervallo di otto anni [onde detto talvolta
il
[IvvasTTQpt;;:
sv-
guidava le greggi sul monte Ida, ebbe da lei il figlio Crito. Prima che egli partisse
anche octaeteride], finito qua.le, cominciava, col nono, un nuovo ciclo. Constava di 2922 giorni, distribuiti in 96 mesi comuni e 3 mesi intercalari, e si chiamava Anno Grande. Porse
il
Enone non
riusci
la
ferita
da una
freccia
cole.
nomico,
si
secondo
il
il
quale
computava
tempo in
si
Atene.
vino
[oIvoq
me-
no [Oenus] re
degli toli, in
ridionale,
corrispondente, presso a poco, alla Basilicata [Lucania], abitata anticamente dagn rcadi. In
ENO
seguito,
140
questo
dai
nome
Greci
fu
adoperato
per
vino,
Eliotropi
TpTcc
[olvo?
fanciulle
lontano occidente, in una ricca casa, circondata da un muro di bronzo e da alte rupi. Viveva quivi con la moglie e coi 12 figli [6 maschi e 6 donne]. Con lo scettro impugnato, dalla vetta
di
re
di
Belo, alle
un monte dirupato
una
figlio
coi
stringeva
all'obbedienza
venti, rincMusi in
ca-
in vino.
Agamennone tent
verna.
di rapirle,
mut
Dioniso le in colombe.
di
ma
ono
[Aeonus] era
di
un
agricol-
quattro
figli:
Giano,
Hym-
a Sparta, fu ucciso dai figli di Ippoconte, perch egli, minacciato dal cane di guardia della casa, gli aveva
scagliato
viticoltura
l'arte
di
accorso
preparare
mase
uc-
os
zia
cisero
a
i
Perci
impiccarono.
Eolo [Aelus,
262] fgHo maggiore di lleno e della ninfa Orside, fratello di Doro e di Suto, fu il fonI,
pafo [Epphus,
I,
748]
fi-
datore
della
stirpe
elia.
Un
il
re
dei
Mmf. Essendo
coetaneo
di
il
Fe-
van-
abitava nell'isola
eolia, nel
141
percli,
EPI
credendo
elle
gli
a.
tutto
bilito
= offro
sori
daUa legge
[sTrt-SiScojjiL
spontaneamente].
i
Epgoni [Epigoni]
[7ctYtyvo[j(,ai
succes-
di
Hnos.
Fetonte
ma-
dre
e,
nasco sono i figli dopo, discendo] dei sette principi che combatterono a Tebe, i quali rinnovarono la guerra 10 anni dopo, capitanati da
Adrasto,
il
solo
superstite
Epagoge
vano
[sTcaywY'^] invocasi
deUa
scongiura-
cuno
[sTryoi
invoco, indi
damante
Eurialo
sto].
duco].
Epo
['Etcsu?], fgUo
Pa-
Ucciso Laodamnte, il quaregnava a Tebe, la citt fu presa e la signoria tocc a Tersandro, figlio di Pole
linice.
Epilacnti
Grecia
i
[sTriXocxvTs?]
ma-
gistrati supplenti,
Epidurie [T
sta
ch,e
si
sTriSaupta] fe-
Atene,
nel
veravano in una magistratura, per destituzione o per morte [Tc-Xay^^dcvc traggo a sorte]. Epimteo [Epimethus] co-
Epidsei [od im^asii;] erano in Atene le contribuzioni volontarie che i cittadini e i meteci davano alla
cassa dello Stato, direttamente o nell'assumere una
liturgia, fuori
il
lui
cJie
riflette
[sTci-[xav0vco
dopo
di
il
fatto
rifletto
do-
turno sta-
era
EPI
142
colui che riflette
[7rp-fAav6v(
Pro mteo,
prima
fletto
blici,
come
mura,
la
costruzione
ri-
delle delle
strade,
ra
[v. ivi],
da cui ebbe
la
Eptfio
discorso che
un oratore
in-
= vittoria].
chiamati
nella
Quindi fu
Pi
rono
Epinicii
l'elogio
funebre per
caduti
l'altro
presso
Samo, e poi
per
Epine
del Peloponneso.
In
malattie
[y]Kix.o\j.cci
siffatti
seguito, si discorsi
guaEscusor-
ricordare uomini
Epscopi
veglianti
ride,
Demostene
scrissero di
= sor-
tali orazioni.
Epitalamio
il
[epithalamium]
canto nuziale [m
davano presso
per sorvegliarne
ti
gli
i
alleati,
so, 6Xa(jL0(;
= presnu-
camera
sentimen-
e controllarne le delibera-
zioni.
Epistti
i(yTa[xat.
sopra-
nuziale,
quando
gli
sposi,
intendenti
[tKiGxcx.'vo,
9-
dopo
le
presiedo] erano
ai lavori
ze, vi si ritiravano.
l'Imeno
veniva
cantato,
vrintendevano
pub-
anche da un cro di
143
ciulli
il
gistrati,
tresvri
essi
EEA
e di fanciulle, durante
corteo nuziale.
pona [Bpna]
romana,
clie
antica
dea
al-
presiedeva
Pi tardi
furono por-
tati a sette.
equus,
ed era
la
carrettieri
e dei
dea
bue].
alla
liba-
offerti,
in
istituite
pule
banchetti
i
Eo-
mani imbandivano
nelle fe-
romana
personifidella giu-
stizia: era
rappresentata su
questi per
non
si
davano
dei
per
le
consacrazioni
cornucopia,
il
corno dell'ab-
bondanza.
ra [Hera]
rella e
ban-
none romana.
Erclidi
i
[V. Giunone'].
Eimasero
sfarzo
famose
e
per
le
lo
ce-
straordinario
le
nae pontifeum
lae
epi-
salidres.
tichi l'incarico
e dirigere le
suoi
il
figli,
dei
epule fu
maggiore,
Euristo,
dato ai Pontefici,
ma
dal
perseguitati da
eeI
144
Aristodemo, ebbero
conia,
la La-
xylo
l'Elide.
sorella
di Hillos,
si
non
erano
del
fratello,
ed
compresi nelle
centurie,
classi e nelle
da lolo, inseparabile
amico di lui. Per la conquista del Peloponneso, elle da Euristo era passato ad Atro, Hillos
no di
cittadini
del-
l'infima
classe,
ma
potericclii,
combatt,
ma
fu ucciso.
appartenenti a popoli domati da poco e che non ispiravano ancora sufficiente fiducia, oppure cittadini di classi pi elevate che,
pi tardi, Aristmaco,
figlio
fatti
Axistomaco [Tmeno, Cresfnte, Aristodemo] ritentarono per la terza volta; ma Aristodemo rimase colpito da un fulmine, per aver
maltrattato
gli
dal
censore,
fra
Tuttavia
differi-
[capite
erano,
come
questi,
esenti
daUe
un
altri
due,
un
essere
soggetti,
ma
venivano
arbi-
trariamente imposti
loro, in
il
te-
si
de-
quale, naturalmente,
positavano
si
prendevano
le
somme
nealle
Temeno prese
allora Argo,
di
de ed
Euristne,
figli
tempio
145
Saturno,
strato
EB.C
i
Persidi.
Ma
ritata,
fece
si
li
subalterni, aerarU.
Durante l'impero, l'ammimstrazione dell'erario pass sotto la dipendenza dell'imperatore, sebbene il Senato, in apparenza, ne conservasse la sorveglianza
e,
privato
cui
dell'imperatore, la
amministrazione spet-
afferr per la
gola e
li
tava ai prefetti imperiali . rcole [Hercules, IX, 134273] fu generato a Tebe da Giove e da Alcmna, cbe era gi maritata ad Amftrine, Tirinto, quale "era figlio di Alceo e
strozz.
Amfltrione istru
nell'arte di guidare cbio, Castore nelle
Ercole
il
coc-
armi,
Antyloco nella
nella
re
di
il
Avendo
lira,
dell'Argolide,
di
cui
re
leone citerono.
Giove disse
degli
di,
nelcb,e
l'adunanza
cMe
li
rimand incatenati
e leggende.
ERO
servizio,
146
e
gli
con nove o dieci o mille teste, che viveva nella palude di Lerna, presso Argo. Poich in luogo di una
impose di
DeKo ordin ad
ne rinascevano due, Ercole bruci, con rami di alberi, le parti mozzate dei coUi, e su l'unica
testa recisa,
un
i
delirio, nel
figli
tre
masso
enorme.
IsTel
fiele
velenoso dell'Hidra intinse le sue frecce, s che le ferite che egli faceva erano insanabili.
il
Hra ["Hpa
none, xkoc, gloria] perch, per causa di Hera, ottenne grande gloria, mentre fino a quel giorno, si
= =
glorioso per
Hera, Giu-
ve, il
mntho, che
l'Arcadia
Cinghiale di Erydevastava
[l'Erymantho
una montagna
Mentre
tauri,
dell'Arcadia].
sarebbe chiamato
Alcide
ma
egli
si
rec
dopo dove
l'altro
fer,
con una
minci
avevano
scacciato
dal
monte Pho.
-
I.
Strozz
il
Leone Ne-
IV.
mo,
va di Ceryna o Menalla [dal monte Ceryna o Menalo], in Arcadia, dove essa viveva, sacra ad Artemide:
dell'Arglide.
la
fiera
Quando port
a Micene,
uccisa
aveva
le
corna di oro
in-
na,
il
drago
mostruoso,
una
freccia.
-, 147
V.
-
tile le
EBC
Uccise o
Uccelli
lago
dia:
Stymplialo, in Arca-
avevano
acque del fiume Pecbe ne trasportarono tutto il letame accumulato. Ma non avendogli il re dato, come aveva promesso, la decima parte
no e
dell'Alf o,
degli
armenti.
Ercole
gli
Hypplite, la regina, delle Amzzoni, per recarlo ad Admte, figlia di Euristo. Isella zuffa suscitata da
Giunne, Hyppolite Kel ritorno. Ercole uccise, presso Troia, un mostro
sta,
figlia
mori.
Creta, che Poseidone aveva fatto apparire tra i flutti a Minosse, e aveva reso
furioso, percb Minosse, invece di sacrificarlo al dio,
re
la
Laomednte.
Ma
aveva mandato nel suo armento. Ercole, dopo averlo presentato a Euristo,
lo
mantenne
dargli
promessa di avuti da Giove, in compenso di Ganimde, cb'era stato rapito dal dio, egli mosse contro
cavalli
lo lasci libero.
IX.
in
Prese le Cavalle di
re
dei
Diomede,
Tracia.
Bistoni,
Diomede dava
figli,
eccetto Podrce.
Hesione, toccata in premio a Telamne, cbe pel primo era salito su le mura, accett di andare sposa a liu, a condizione cbe fosse ri-
scattato
il
il
fratello Podarce,
si
quale perci
il
cldam
X. - Condusse via i Buoi di Geryne, fgUo di Orisroe e di Callroe, il quale aveva tre corpi dal ventre in su, e viveva nell'isola di Erystha, nell'Oceano dell'estremo
occidente,
Priamo,
afjLat.
riscattato [upi-
dove
Vn.
cor-
possedeva grandi armenti, custoditi dal pastore Eurytine e da rtbros, cane con due teste.
EEC
ove
148
Ercole, giunto presso Atlante,
Ercole pass lo stretto di piant le due famose colonne [colonne d'Ercole], in segno del suo passaggio.
Gibilterra,
sostenne
per
poco
il
Atlante non
tre
Poicli
il
dava
per questo ardire, gli prest la sua cappa, nella quale Ercole giunse all'isola. Uccise il custode, il cane e
poi anche Geryne. Preso l'armento, vaKc
i
il quale li regal che alla sua volta li consacr ad Athna. XII. - Cattur Crbero, il cane mostruoso dalle tre teste, che era a guardia deU'rebo. Ercole, disceso
Euristeo,
all'eroe,
nell'Averno, lo strinse
alla
furono dette
ius
Grie
e
Italia,
greco], presso la
[Grascese in
citt
di
Dopo, in un accesso
rore, dalle
di fu-
Eoma. Quando
Caco
Tirinto
il
terribile gigante
mura
cbe per
la
ladro dai
mugdopo
lo
delle
vacche
e,
una violenta
cise
lotta,
uc-
con
-
la clava.
In questo tempo
ten, presso
Prese tre dei Pomi d'oro delle Hespridi, cbe erano stati regalati da Ga a Hra, nelle nozze di questa, e si custodivano
SI.
cpi
[KpxcTZsq, Cercopes],
folletti giocosi
e scaltri,
poi
li
do, per purificarsi dell'uccisione di iphito. Ercole venne da ISTelo, questi, che
era amico
di
dre di Iphito,
149
purificarlo; allora uccise tutti i figli
EKE
Ercole
toli; ma quando volle condurla a Tracliine, citt della Tessaglia, nel passare
il
uccise,
Quando
la
fiamma,
si
lev
su la pira.
vendicarsi di Buryto, re di Oecliala in Tessaglia, pergli aveva negata in isposa la figlia Ile. Conquist Oechalia, uccise Eu-
ch
Hbe,
[t^^t)
nezza
= fiorente
l'eterna giovigio-
mand con
la
lui
ad Ercole
veste intrisa di sangue che Kesso, morendo, le aveva data, per vendicarsi di
rebo
la
oscurit
sotterranea
[pstpco
co-
doss la veste, ma fu preso da tali spasimi, che precipit Lica presso lo scoglio omonimo [scoglio di Lica,
nel mare di Euha], e poi, fattosi portare a Trachine, ordin al figlio Hillos di
il.
dio:
un luogo tenebroso
della
terra,
la
nell'interno
con un vestibolo s'immaginava neUa pi remota parte occidentale, dove non giungevano nepcui entrata
pure
superficie
EEE
ni baratri conducevaho al-
150
dine, ebbe otto figli: quattro maschi, Ccrope, Pn-
come
le
caverne di
fiu-
me
[v. Stige],
Mezine, Orno; e quattro donne: Prcri, Criisa, Etnia, Orizia. Poieli Eretteo aveva ucciso il fi.
daro,
glio
un ramo dell'Oceano
tri
di Poseidone,
Euml-
mare
getnte e
posteriore
Oocito. In et
sacrificata
che
il
di lui,
ma
le
relle preferirono
quattro morire
so-
tut-
te insieme.
za umana.
[Per l'etimologia,
v.
sotto il
nome
dell'inferno
stava Crbero,
cane ferocissimo dalle molte teste, rappresentato pi tardi con tre teste, con
acqua
salsa,
coda e cresta di serpente. IvTei tempi posteriori, fu messo come giudice dell'inferno Minosse che, per comando di Giove, doveva
decidere
i
done,
tese con
insieme
fu
ricostruito
con
grande splendore
di Pericle,
all'epoca
come
giudici,
Eadamnte
ed aco, che era il custode deUe chiavi dell'Hades. Erette [Erechtus, "Eps^QsQ,
ma non
VI, 677-680]
la
di Ate-
ne, dopo
morte
di
Pan-
151
Athna, di Poseidone [il vero Eretteo] e quello di Pndroso [una delle tre figlie di Cecrope].
EEI
ceva che questo fiume producesse l'ambra; pi tardi esso fu identificato col fiu-
me Po
era
d'Italia
[Fadus], e
Ergstolo
[ergastiilum]
la favola
della
produzione
Po,
trovavano i principali porti, ove l'ambra si portava per via di terra, ed era poi caricata ed esportata da navi fenicie.
si
lavoro
campi].
privata per gK
Erifle
ghe di Anfiaro.
Anfiarao
si
Quando
non andare
dizione di
dei ricchi
Eomani.
un
oracolo, sa-
ma
-egli,
mentre
la
nave Argo
rebbe perito. Enfile, allettata dalla promessa di una splendida collana, rivel dove il marito era nascosto.
Questi fu ucciso in guerra;
passava
Venea Li-
ma, prima
di morire, fece
giurare al figHo
Alcmene
Hbo, nella
e
Sicilia:
da Bute
giuramento.
figha
di
si
Ergone [Erigone]
Icrio, su la cui
tomba
monte
ric,
in
Sicilia.
Eridano [Bridnus,
impicc. ,[V. Icario]. Un'altra Erigone era nata dal connubio illecito di Egsto con Cntennstra. Innamoratasi di Oreste, ebbe da lui il figho Putilo.
come
ERI
rilo
[Herilus]
152
re
della di Predea Fe-
mano
fiaccole
serpenti.
benevoli
venerata
snl
monte
[s-
A Eoma
Erisf tone [Erysichton, Vili, 738-878] fighe di Triopa re di Tessaglia. fon avendo
alcun rispetto agli di, fece recidere un'immensa quercia, in un boschetto sacro a Crere. Ai colpi reiterati
"
le
tre
di
= non
viveva dentro
punisco, 9vo(;
= = uccisione];
della quercia e poich uno degh operai os trattenere la scure, inorridito per il mi-
sacra,
Megra, la nemica [{X"Ya.tp(o grandemente]. Sono le dee della maledizione e della vendetta punitrice, cbe insorgono con-
= biasimo
capo.
Cerere,
lui la
sdegnata,
mand a
Fame, che
tro
il
colpevole,
lo
perse-
Dopo avere
le
sciupate tutte sue sostanze, senza poter saziare la fame vorace, pens di vendere la figha.
essa,
Ma
alate,
fuggendo, ottenne da Kettuno di prendere l'aspetto di un pescatore e, inseguita, fu trasformata ora in uccello, ora in giumenta, ora in cerva, ora
153
in bue,
nella
ERM
sfuggendo cosi
ai
ceva
Erittnio
[Ericlitonius,
II,
Secondo Ovidio, egli nacque senza madre [II, 553] e fu allevato da Athna.
parte inferiore del in forma di serpente. corpo
la
Aveva
Atliena
ciullo
Cosi
cMamate
le
so-
scopri
fanciullo serpente.
per pregbiefa di Ermafrodito a Giove, ebbe la virt di effeminare ogni uomo che vi scendesse a fare il bagno.
Ermes [Hermes]
presso
dei
di
i
divinit
la quale Mercurio
Greci, con
il
fu identificato
Secondo
Eomani.
[V. Mercurio}.
figlia
Ermone [Hermine]
Aglauro}.
Erittnio,
di
dopo
la cacciata
dinanzi a Troia
il
e,
do-
po
lui.
post-omerica,
fanciulla,
Hermes
ancor prima della spedizione a Troia, era stata promessa a Oreste, il quale, avendo invano chiesto a
ERO
Keottolemo di
la rap.
154
cedergliela,
medicina. Avendo
la
egli
con
dalla
sua
arte,
salvato
Leandro].
figlia di
rse [Herse]
pe,
il
Ocro-
fosse
sconvolto
na-
[V. Aglauro].
tura, lo colp col fulmine. Allora Apollo, per vendicarsi di Giove, uccise
clopi,
i i Ci-
saco
[Aescus,
XI,
749-
che
gli
fabbricavano
del dio
fluviale
fulmini.
Esculpio
Granico; avendo
appresa
Pergamo, ad Epiduio
dell' Arglide],
[citt
donde
sotto
fu portato a
Eoma,
che dalla moglie cuba avrebbe avuto un figlio [P^ride], che sarebbe stato la rovina di Troia. Avendo
visto,
mo
forma
di serpente, e gli fu
innalzato
un tempio
nel-
l'isola Tiberina.
un
lo
poicb ella, per timore, lo fuggiva, la insegu per raggiungerla. Ma, punta dal
Ovidio narra che i Eomani condussero da Epidauio al Tevere, perch dall'oracolo di Delfo, che essi avevano consultato, avevano saputo che Esculpio avrebbe posto fine alla pestilenza che infestava Eoma. Quando la nave che conduceva il dio in forma di serpente, giunse a Eoma, il
si attorcigli all'albero della nave, come per sceghere il posto della sua di-
morso
il
di
un serpe
velenoso.
Esperia mor, ed Esaco, per dolore, sal su di una rupe e si lanci in mare: nel cadervi fu mutato in
uno smergo
rino].
[uccello
ma-
dio
Esculpio
[Aesculapius, II, 629] figlio di Apollo e della ninfa Coronide [v. Coronide], fu afidato dal padre al centauro CMrne, il qua-
del
le lo istru, oltre
cbe nelle
lpio stabil la
155
ripresa la fece cessare
valleria
ESE
forma
il
divina,
morbo [XY,
principio
622-744],
un
templi si nutrivano serpenti [simbolo delle forze vitali che sempre si rinsuoi
Cele-
Quanto
dati
di
al
numero
era
dei sol-
cui
composto
bene
ri-
del
l'esercito greco,
cordare
glia di
che,
nella
batta-
Epione e
te].
figli
Macane,
[
fanti oltre la
Poladirio, Igia
la
salu-
Panaca
[la lisana-
mali
].
Esercito
gli
Ateniesi,
pero
fanti
persiano
con a
sotto
governo
fanti
nella
di
Antpatro, 12.000
1500 cavalieri;
spe-
po e si alternavano, giorno per giorno, nel comando supremo. Ogni ateniese era obbligato alle armi, dai 18 ai
60 anni;
ma
Presso
Eomani,
l'unit
4200
ai
6000 fanti.
Atene forniva
inoltre
un
La
legione si divideva, in
ESE
generale, in 3 corpi
al
156
clie, fino
dati
soprannumerarii,
re-
no Per
I.
i
loro
H astati,
1200
[1* fila],
battaglia,
devano
fanti,
armi.
certo
quali prenOltre ai
alla
le-
manipuli di 120 uomini ciascuno, ogni manipulus si divideva in due centurae di 60 uomini ciascuna. U. - Prncpes [1200], che
apparteneva
gione
un
numero
di
cavalleria.
Durante
cavalleria
il
la repubblica,
la
formavano
gli
Jiastati.
-
la 2
fila
dopo
i
III.
Trarn
e
[800],
pi
vecclii
provetti
soldati
di 300 per ogni neUe guerre di Giulegione; lio Cesare, essa scomparve del tutto daUe legioni; ma
numero
delle
mavano
riserva
dietro
i
sotto
sino a 726
legione.
Il
stavano
file
piegati
princpes;
ma
quan-
do
le
due
nipoli,
triari
come
gli
Jiastati,
divisi
erano, in
di princpes, uno di triari, formava la coorte [eohorsl. Anticamente la legione comprendeva 10 coorti;
ina, vedutasi la necessit di rinforzare l'esercito, non
si
ma
in
particolari
bisogno,
Tiastati
numero
degli
ma
aggiunti
ai
dei
mati aUa
leggiera,
quali
ritiravano
al
loro
157
era salita], dai 400 ai 500
ESB
il
secondo
censo, ed erano
i
uomini
Sotto
ciascuna
[coJiortes
quingenarae'].
citta-
[capite
il cri-
gl'imperatori,
la
1^
un numero
guard
soltanto
Anche
cevano
gli alleati
{sooii] fa-
parte
dell'esercito
liberti e gli
scMavi,
li-
ai quali si
concedeva la
la
bert
tica
cittadinanza.
princpes,
soldati
mero doppio
di
cavalieri.
La
la
cavalleria
degli
aveva posto
Jiastati:
alle ali
dei
Eomani
sodi,
era
queldetta
dei
degli
si
equites
alarii.
Dopo,
ma
auxiliares],
ma
queste
ra Punica, e rimase a 10
il
numero
400 ai 500 uomini l'una], che erano state prima portate sino a 15.
per la prima volta, al tempo della 2 guerra Punica, durante la quale furono
assoldati
i
Quanto
dati che
al
numero
dei sol-
Celtiberi
dalla
istitu-
Spagna.
zione,
Ma
questa
come
Sino al
soldati
lati
tempo
erano
Zama, aveva 6200 uomini per ogni legione; al tempo di Aula battaglia di
gusto
pare contasse
6100
BSE
158
romano, oltre truppe ausiliari, sal a '30; sotto Adriano le legioni furono 28.
le
no
l'esercito
quali aveva 555 fanti e 66 cavalieri; ma la prima coorte teneva un numero doppio degli uni degli altri; al tempo di Traiano fu di 5280 uomini; sotto Adriano di 6200 uomini. Perci l'esercito romano, che al tempo di Augusto era formato di 25 legioni [150.000 uomini], con al-
Quando,
si
nell'et
posteriore,
70
in
cre-
ac-
modo
cos
stra-
contava
300.000
uomini
complessivamente.
capo
atto
armi
anche
era
ravano
separatamente in posti diversi, stavano i governatori delle province {legati}. Augusto aggiunse a
questi
eserciti,
dall'et di
17
il
a prestare 46, servizio militare; dopo la 2a guerra Punica, non eraai 50,
distribuiti
no congedati se non
all'et
per
le
province imperiali,
[co-
9 coorti di pretoriani
Jiortes
di 45 anni; pi tardi fu introdotta, e conservata in seguito, la norma di 20 anni di servizio militare. Trascorsi
vizio,
i
praetoriael,
di 1000
e del-
Boma
venti anni di
ser-
vano
Jiortes
urbanae}
che,
con
gli
mavano
riale
la
piae vindGes, e 7 chortes vigilum, destinate alla vigilanza di polizia e contro il pericolo degli incendi.
ma
venivano man-
rimanevano
nell'esercito,
Sotto
Traiano,
il
numero
delle legioni,
che formava-
Non
era prescritta
una
stra-
159
scrizione:
ESE
te, vigiliae, e
daUe sentinelle
la notte, cielo
tri 1,90 di altezza venivano posti nelle prime coorti o, come fece Nerone, raccolti,
Durante
armati stavano a
per bell'apparenza, in
legione. Gli arruolati
citati
una
eser-
venivano
come
ne, vigiliae, si
dividevano
ricevevano la paga,
ma
scuna
di
esse
faceva
la
si
Isacramentum]
montare e del
da
o
davano un
alla
sol
giuramento
con
presenza del comandante supremo e, pi tardi, in presenza dell'imperatore. Un soldato leggeva ad alta voce la formula del giura-
caccia
ne notturna
laboremus
o
victus e simili.
[tssera]
era
in-
Hercules
mento, e gli altri rispondevano idem in me. Ma pi anticamente si prestavano due giuramenti: uno, ap-
pena
lati,
l'altro
vano
al
entra-
armi
mo
Jiastati;
P,
[colui
triarii} col
nome
il
rarius
cbe riceveva
dal generale
dine].
Questi
altri,
cava agli
giorno, eoccunot-
ESI
160
di
sone [Aeson]
di Plia,
pena
morte o con
la fusti-
fgUo di Eret-
te o di Tyro, fratellastro
padre di Giasone.
769]
condannato un colpo di bastone, e i legionari camerati lo colpivano con verghe e con pietre, in modo clie spesso moriva sotto i colpi.
al
[V. Giasone}.
Pene meno severe erano: la pena delle vergbe [virgae], la pena dei colpi col
tralcio
di
vite
[vitisl,
la
Col nome Esperia, i Greci indicavano l'Italia, perch situata a occidente della Grecia [ampoc, occiden-
tale].
bottino, la
privazione
Espridi [Hesperdes]
cidentali
[airepo? dentale] fgMe della
[tre
le
oc-
armi per un certo tempo, la degradazione da cavaliere a fante, da fante a soldato armato alla leggiera,
il
occi-
Notte
fuori
del
possedevano un ridente
giardino con frutta di
con tutto
il
ba-
oro,
fatto
di
orzo,
in-
vece cbe di grano. Una pena ignominiosa era l'espulsione dall'esercito \ignomimosa missio], cbe spesso toccava a tutto un
corpo di truppe.
le
fi-
del re di Troia,
Lao-
pomi
e, avutili, li rec
a Micene. Il re Euristeo
li
regal
li
con-
161
per
li
no
il
ET
di latte e di nettare, e
donde erano
miele
stillava,
aureo e
focolare], e di Elia:
tificata
figlia
di
lei
Crnos
fu iden-
Et argentea
[pro-
con
la
Vesta romana.
[V. Vesta].
Trtaro da Giove
nol,
il
[v.
Cro-
Et
I.
quale lo sostitu nel governo del mondo, subentr l'et argentea. L'anno
Et delVoro
che
sorse
[aetas
fu diviso in stagioni e gli uomini, per ripararsi dalle intemperie, furono costretti a vivere in antri o sotto tettoie, formate da rami in-
zione
li
naturale
dell'animo
solchi tracciati
si
dall'aratro,
loro. I^ odio
n ambizione
sparsero le sementi.
-
spingeva a muovere guerra ai vicini e, scevri da ogni avidit, non cercavano terre diverse
III.
Et del
aena].
bronzo
[proles
In questa
ma non
in
si
una pace
perfetta.
citt,
Kon
ne
costruivano
case: le genti
vivevano
mondo
mavera continua. Il mare non era solcato da navi, e la terra, non squarciata
dall'aratro,
e di pudicizia, e sottentra-
produceva
co-
mare fu
la
divisa e limitata
da
confini,
venne
distri-
e leggende.
ET
162
Aspasia, Tide, Mirrina, Lide, Lena, Teodta e, sopra tutte, Prine e Tespe, la quale ultima servi a Prassitele come modello
per le statue di Afrodite,
trasse
Etna
cano su
della
mani empie
paterno.
Giove, nella guerra mossagli dai Giganrovesci l'Etna sopra ti, Tio o sopra Enclado, il
quale, sbuffando, d origine all'eruzione vulcanica.
rono veleni, e la terra fu di stragi. cosi inondata Etocle [Etecles] era figlio
di
Edipo e di Giocsta, e
di
si
dice precipitasse
fratello
Polinice,
Anti-
filosofo
Empedocle,
del
gone, Ismene.
tesa
col
il
Venne a conPolinice,
fratello
possesso del trono di Tebe, e provoc la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a Tebe].
per
Etlo [Aetolus,
AtTcoXf;]
fi-
da cui
stato
Etre
erano
in
[sTaipai
amicae]
era
fu
le cortigiane grecbe,
culto
di
scacciato dai
di Etlia.
tra.
le
I.
Piglia dell'Oceano,
le adi,
cerc in loro
una
difesa alla
aveva partorito
figlie
-
12
un
figlio:
Sante.
Un'altra Etra, fgha II. dei re Pitto di Trezne, mentre, per invito di Athna, faceva in Sferia sacrifici
ricompense.
funebri,
si
congiunse
Si ricordano
con Poseidone,
al quale g-
163
nero Teseo. Fu fondato un tempio in onore di Atliena,
in
ETJM
Eiiforine [Euphorion]
di
figlio
Achille
di
Elena fu
Trezene,
le
vergini
trezenie, loro
prima
consacravano
cinto.
Ettore [Hector, XI, 769] figlio primogenito di Priamo e di cuba, marito di Andromaca, da cui ebbe un
figlio,
a suo paove aveva templi ed era venerato come eroe. Era chiamato cosi, perch suo padre procurava felice
bio], consacrata
dre,
viaggio
ai
per
nome
Astiantte
il
= porto 9opst
naviganti
[s-
felicemente].
figlia
Scamndro.
j il
Eulmene [Eulimne]
pi gene-
pi forte e
ad Antro, principe
cretese,
te ferito,
si
Telammo, conquista
lo dei Greci,
val-
segui-
ma
alfine
uc-
da AcMlle e trascinato
quale gli aveva predetto che era necessaria l'immolazione di una vergine per vincere i
nemici, decise di sacrificare
la
le
Priamo
il
fra
Eufrbo
celebre
cantore trace
ma
fu poi ucciso
canbene, fxoXTr-^ to], guerriero e sacerdote, di Poseidone e di figlio Chione: aveva stabilito la
da Menelao.
EXTP
164
in
attribu la
celebrazione
dei
misteri
di
Dmetra
di Dioniso.
con EttorB
bottino,
bene,
ncx-rpiq
pa-
tria].
cbe
la
se
di,
di
fa-
in
Italia,
i
un sacrifcio barbaro
Andato in roe,
E-
dacissima,
campo
nel
so-
pi bel giovine e la pi
fanciulla
il
bella
del
paese,
dell'o-
Mso
egli segu
comando
daUa
ma, come
si
racolo, e guar
pazzia.
culto
altro
di Dioniso.
X7),
X, 31] sposa
Orfeo].
di Orfeo.
Un
[V.
da Ercole:
IV,
figlia
questi
con
la
Eurnome [Eurynme,
210]
figlia
di lui,
Calcope, ge-
di
Oceano e di
ner Tssalo.
terzo Euripilo, figlio di Tlefo e di Astocbe, soreUa di Priamo, fu re della
Misia. Allettata da
di
Un
[V. Leuctoe}.
una
vite
oro,
lavoro
di
Efesto,
165
ch,e
Giove, innamoratosi di
EVA
lei,
Priamo
il
le
don,
ella
mand
figlio
a combatdi Troia.
tere, sotto, le
mura
mut
si
in
toro
bellissimo, e
die a pas-
Euristo [Eurysth,us, EpucdzQ, IX, 203] fgUo di Stndo, re di Micene, il quale, per volere di Giunne, nacque pocM giorni prima di Ercole. Dovendo
egli,
dominare su tutti i Persidi, ebbe alla sua dipendenza ancbe Ercole, al quale,
da
lei
ebbe
Minosse, e Sarpedonte.
Eadamante
il
Eurta [Eurotas]
[oggi
Iril.
fi^ume
diceva cbe,
i
urito [Eurytus, XII, 224] il centauro che, invitato con gli altri alle nozze di Piritoo con Ippodamia, cerc rapire la
sposa,
i
braccialetti e gli altri suoi ornamenti muliebri, e avesse preso la lancia e lo scudo,
geneLpiti.
rando cos
fra
i
la terribile lotta
per presentarsi a
Lingo,
Centauri e
con
la severit di
una ma-
[V. Firitoo].
Eurizine
moso
alle
nozze di Piritoo con Ippodamia, preso da passione per la giovine sposa, nell'ebrezza del vino, si mostr insolente e provoc
la terribile lotta fra i
trona spartana. Gli Spartani vi immergevano i bambini, per temprarli alle faticbe. Presso
l'Eurota, Giove, sotto l'aspetto di cigno, sedusse
Ocut
843-
turi e
Europa
875]
[Europa,
II,
re
fenicio
Telefssa.
Diana cacciaed Elena fu rapita. va, Evdne [Evadne] figlia di fu moglie di Capano, e If,
esercitazioni.
EVA
166
Enea
be poi un
Un'altra Evadne,
figlia
di
Evnto [Eventus]
raccolti:
dio che
dei
Poseidone e di Pitne, gener con Apollo il figlio Giamo, il quale divenne celebre
concedeva la prosperit
pi
il
tardi
quello
e
che dava
buon evento
Pare
vaticinatore
e fu
il
la felice riuscita.
che,
La madre lo dette aUa luce, in un fitto bosco, presso l'AIfo, in Arcadia, e lo depose fra le viole, donde deriv
il
suo
nome
[l'ov
viola].
feriore
a Eoma.
Fu allevato daBpyto,re
gli
de-
Si rappresentava
come un un carro
dragoni,
rec in Olim-
ove traeva i vaticinii dal canto degli uccelli e dalle peUi brucianti delle vittime.
pia,
coppa
scio di
e,
di
Mercurio
della vaticinatrice
ta. Sessant'anni
Carmndella
Campidoglio, v'era una statua del dio Evento, accanto a queUa della Bona Fortuna
e,
prima
nel
Campo
suoi]
Marzio,
l'escla-
distruzione
dusse una
di
con-
lui dedicato.
sorse
Eoma,
dall'avo suo
Panante, fu chiamata Pallantum o Palatum. Tel Lazio, ancora rozzo, introdusse la scrittura, la musica,
ricordasse
queUo con cui Giove incoraggi il figlio Bacco, nella guerra contro
Giganti: su, uls!
altre
di.
arti
il
culto
di
bene,
degli
Fu
alleato
figlio
mio!
167
FAL
F
Falange [phalanx] corpo di fanteria macedone, formata da macedoni liberi ma non nobili: una massa compatta, dello spessore di 16 uomini, della larghezza di
to,
guid,
verso
il
secolo
Secondo Antioco
cusa,
i
di
Sirafigli
Parthenii erano
50 uomini, composta di
un
numero
di soldati
cbe vaprecisi,
degli Ilti che non presero parte alla l^^ guerra messenica. Secondo altri, erano
figli
Aveva movimenti
delle
fanciulle
dei
ma
era alquanto
lunghezza
da
quali
cittadini,
metri
4^
le le
vano
file,
giurato
di
Sparta, se
ciascuna
delle
quali
aveva
ordinarono di congiungersi
le vergini [Tcap0vo<;
mini delle
file
anteriori.
La falange
si
divideva in
vergine].
Presa Messene,
Parthenii,
ogni sintagma 4 tetrarchie, TSTpap^iai. Questa era la divisione della falange macedone, che fu perfezionata da Filippo,
auvTY[i.(XTa,
in
ma scoperta la fu loro permesso congiura, di uscire dalla patria, per condurre fuori una colonia.
bellarono;
figlio,
Alessandro Magno,
Falnto
nella
FAL
al
168
Falrid'e
di
popolo lapgio guid i Parthenii e fond la colofiume Taras [v. Tarasi, dove, durante un naufragio, fu salvato e portato addosso da
nia di Tras, presso
il
[Phalris]
tiranno
Agrigento, famoso per le sue crudelt. Fece costruire un toro di bronzo, nei cui fiancM arroventati straziava i mal capitati. Un
un
delfino.
mo
quivi,
elle le
morendo,
or-
din
sero
portate a
Taranto e
percb l'oracolo aveva predetto cbe gli Spartani avrebbero conservato il possesso deUa terra su cui fossero sparse le sue ceneri.
za,
Falaride e lo fecero morire della stessa morte. Cicerone, nel 1 libro del
De
divinatione, narra che, secondo quello cbe aveva scritto Ercnde, discepolo
Perci
madre
presagi
di
avuto un
la
sogno,
cbe
le
il
ter-
mare
Falrno
il
rilucente].
Falrica
[falarica]
proiettile,
grosso avviluppato di
[Falernum vinum] cbe si produceva nVager Falernus presso il monte Masscus nella Camvino
ciali
veniva
sca-
169
geva il suo massimo pregio al 150 anno. Si soleva mescolare con acqua, miele e
vino di Cliio.
FA
[Fama,
si
Fama
cbe
XII,
39-63]
personificazione della
diffonde;
fama
di
immaginata
spesso Giove.
come messaggera
Ovidio,
essa
Atene, congiunto alla per mezzo del muro meridionale, lungo 35 stadi
Secondo
di-
citt
mora
il
in
una rocca,
collo-
dii,
mentre
il
muro
setten-
cata fra la terra, il cielo e mare. Il suo albergo ba innumerevoli porte e fori,
e risuona d'infiniti bisbigli.
il
Pi-
Fame
sa,
come
lurida,
con
le
guance e
la faccia
i
occbi infossati,
dai
paUida e smunta,
Flliche
di
spuntavano
fuori, la pelle
nude campagne
zia,
della
Sci-
ove
si
no
[(paXXf;]
come simbolo
del-
la natura. Floe [Phale] ninfa,, figlia del fiume Liri, era stata promessa a cbi l'avesse li-
Discordia].
berata da
II
j
un mostro alato. mostro fu ucciso da Elate,. il quale, per, mori prima delle nozze. Faloe ne fu cos addolorata, cbe
vers continuo pianto, e gli
Fane [Pbaon]
rinaio
di
bellissimo
ma-
MitUne di Letraghettato,
sbo.
nella
Avendo
sua
mutarono
compassione, la in una fonte, che scorreva tra i cipressi e si versava nelle acque
di,
per
Vnere, senza compenso, la dea gli aveva regalato un vaso di alabastro, pieno di unguento: untosi con questo unguento, egli era divenuto un
barca.
del Liri.
FAB,
di tutte le donne.
170
supremo, che
presero
i
Secondo
re romani
dall'Etruria:
dopo
Ini;
ma, non
precipit
quali,
il
ciascuno
ritto,
Lucade [promontorio
l'
consoli che, nel loro alternarsi, si trovava ad esercitare per un mese la carica.
Fartra [pbartr, cpapsTpa] una specie di astuccio, fatto di cuoio o di vimini in-
po
l'istituzione
stabil
della
re-
le
che, in Eoma, si togliesse dai fasci la scure, e questi si abbassassero alla presenza del
pubblica,
maiestas.
fasci
lau-
reati
vano
ultimi
fasci
fregi
tempi portarono
adorni
me
laureati, d'oro.
di
[xaxov
medicina] erano
note
agli antichi. In Pompei se ne son trovate due, una delle quali ha per in-
segna
lpio.
il
serpente di Escu-
Fscino [fascnum] era, presso i Eomani, tanto l'ammaliamento che veniva da parte di demoni ostili o di uomini malvagi e invidiosi,
quanto l'amuleto e il rimedio che si adoperava per guardarsi da esso.
Cosi in Grecia
Fasci [Fasces]. Fasci di verghe di lono o di betulla legate con una [virgae], coreggia rossa, di mezzo
alle quali usciva
[scuris].
come
in So-
ma,
dei
di
si
credeva all'esistenza
del
una scure
demoni
far
Era
il
171
Specialmente quando qualcuno si lasciava sfuggire
qualche parola di vanaSi riteneva inoltre p'ioria.
che anche uomini perversi e ostili potessero recar male
FT
alcuni avvenimenti storici.
In
origine,
questo
calen-
[V.
Fato [Fatum
forza
Criorno],
soprannaturale,
Motpa] la che
incanti,
si
adoperavano
impera irresistibilmente sugli uomini e suUe cose. iN' presso i Greci, n presso i Eomani ben determinata
la
consistevano
cie
in
figure oscene, in
una
Talvolta
rato
Zeus
il
conside-
come
il
viene
forza
Bambini
e adul-
del fato
appare
di-
versa
alla
perfino
contraria
che
al
avevano
lo
l'onore
culto
del
trionfo,
legavano
Il
sotto
del
cocchio.
Anche
allo spu-
volont del dio, sicch Zeus e gU altri di, ora appaiono agenti e strumenti del fato, ora gli lottano contro, ora sono pareggiati, ora sottomessi a lui.
Il
tare,
si
come a
una
divinit
tene-
di sonto si
accompagna-
brosa: esso fu
va,
di
>>
senza
Fasti
male
ovvero
.
absit
invidia verbo
di,
[Fasti] erano i calendari romani, con l'indicazione delle feste che cadevano in ciascun giorno, despettacoli,
come una
sorte fercrudele.
immutabile,
In Omero, ordinariamente
apparisce una sola Moira, sebbene si trovino ricor-
gli
dei sacrifizi,
date le Motpai,
dette
le
PAU
172
capri e con libazioni di vino. Presso i suoi oracoli
della
me
Yita
[xwOco
che
va,
si
i
trovavano nella
devoti giacevano
di
sel-
Ma
in
una peUe
una
comunicazione
cinio.
del
vati-
Come
ge, lo
Funo. [V. Fauno]. In suo onore si sacrificavano capri, con libazioni di vino e di miele, e si tenevano allegri
chiamava Luperche
Gus
[colui
allontana
bancbetti.
Il
bestiai
me vagava
libero per
bo-
15 febbraio, la festa dei Lupercala. Si sacrificavano capri, e i sacerdoti, detti Luprci, coperti solo da
prati e per
i
crocicchi.
un grembiule,
tagliate delle
pelle
della
Funi [Fauni,
I,
193]
favo-
coregge
dalla
vittima, portandole in mano, dal luogo del sacrifcio [Lupercal]. sul Palatino,
che presiedevano
alla
cam-
pagna
lanti.
e ai boschi,
le greggi
e pro-
teggevano
pascosi
Quando
le idee gre-
che
si
diffusero in Italia,
percorrevano la citt- Le donne maritate si facevano loro incontro e si lasciavano sferzare con tali coregge, per purificazione ed
espiazione.
[puri-
Funo [Faunus]
tettrice
divinit pro[favo
fi-*
fu
detto
Febbraio
celebra-
dei
= favoiisco,
campi
proteggo],
di espia-
da cui ebbe Latino. In suo onore si celebravano le feste Faunala all'aperto, il 5 dicembre, con sacrifizi di
pase-
rac-
Eomolo
Eemo
bana-
173
Tevere, e
li
FB
allev insieme
con
la
moglie Acca
La-
rnzia.
Zefiro:
dolce
avendo naufrafu gettato nudo, daUe gato, onde, su quest'isola. Quivi egli trov Kauscaa [dalle hianhe bisaccia], la bella fanciulla, figlia del re Alvigazione,
cinoo, la quale s'era recata
al
e tiepido, 6
fiume,
ancelle,
tele,
Accompagnato da
se
si
deUa vita
vegetale [favo= favorisco]. Feci [Piiaeces] popolo che abitava l'isola di Selleria, a nord di taca, identificata, per opinione concor-
de degli antichi, con Corcyra [oggi Corf]. Erano amati dagli di e forniti di
ogni bene neUa vita: svelti
ti
agili
avevano navigli due buoni porti, secondo Omero, ed erano esercitati neUa mue
veloci,
"snelli,
loro donne, valenti nel filare e nel tessere, eseguivano vesti e drappi preziosissimi.
Dotati di amadei
Era-
erano
amanti
piaceri
pi di ogni altro
essi
il
convegni.
I,
[(pot^of;
Fbe [Phoebe,
giante
11] la rag-
raggian-
saggio Alci]!^austlioo,
di
tempo
le
in
cui
dopo
lunga
traversie
Ulisse, di una
mide Febo
poiana]
sorella
di
avventurosa
na-
FEB
Questa non va confusa con Febe, una delle Titne, nata da Urano e da Ga.
174
re
di
412] nell'Arcadia.
figlio di
Quando Alcmene,
Febo [Phoebus,
minoso
dente:
I,
338]
il lu-
Amfiaro, avendo ucciso la madre ErifUe, fu perseguitato daUe Erinni e, divenuto pazzo, si rifugi presso Fegeo, questi lo accolse e gli diede in moglie la figlia Alfesiba o Arsinoe.
Eomani
ce-
lebravano per 12 giorni, nella seconda met del mese cbe, da esse, si disse Fehruarus, in espiazione delle anime dei defunti. Il loro
Femio
nome
= purificazione,
mese
Il
perdon, percb
tenza dei Proci.
timo dell'anno, fino al tempo dei Decmviri [450 av. Cristo]: da quell'epoca in poi divenne il secondo.
Fecili [Fetiales, Feciales] collegio di 20 membri, istituito da IN'uma o da Anco
Marzio, ai quali era affidato l'incarico di intimare la guerra e di concludere i
trattati di
332presle sue
omonima:
Fenice
[Pboenix,
XV,
392-
di
mirra
religiosi.
Erano
elet-
del
succo
dll'ammo.
inviolabili, e
venivano
fra
membri
delle pi
nobili famiglie.
Quando aveva compiuti 500 anni di vita, costruiva da se stessa un nido su la cinaa
di
Fedra
una quercia o
di una
strati
palma, e distendeva
glie di Teseo,
matrigna di
Ippolito.
[V. Ippolito].
175
si
FET
le alte
poneva a
giacere,
come
dalle
su
un
doman-
ciata.
Nasceva
poi
nice che,
appena diveniva
ove
lo
consacrava a
dei
morti.
[V.
Paren-
talia'].
tirato
dai
rata sul
i
allora
del
prega
il figlio
giuramento, e a desistere da
Latini
aveva un
tale proposito;
ma
il
gio-
un
riceveva,
come
delle
offerte,
le
primizie
frutta.
I,
Fornide [Phoronis,
668]
Forono,
signore
del
Pe-
pacit
del
guidatore, cor-
culto di Hra,
rono all'impazzata, minacciando di travolgere il gran carro. Impallidisce per lo spavento Fetonte e, quando nella corsa vede farglisi incontro la costellazione dello Scorpione, con la bocca grondante bava veleno-
civilt,
fuoco.
Fetnte [Phaton]
dente [9as0o)
risplenri-
9aiv6),
di Hlios
da tale sbigotche abbandona le timento, briglie. I cavalli portano allora il carro a sbalzi vertiginosi, secondo che sono
sa, preso
sua
paternit,
della
per
consiglio
madre, va
FL
del cielo,
176
avvampando ogni
Argadi. Ogni file g divideva in tre fratrie
ri,
[9pocTpiat.],
ogni fratria
in
in
S'incendiano
disseccano
i
monti,
si
dieci
schiatte
[ysvtj], ogni
fiumi,
tutta
schiatta
plesso,
aveva,
com-
la terra in
fiamme.
in
sa-
pri-
non
suo ful-
alla
dalreli-
temerario
comunanza
dei riti
giosi.
Clistene
divise
invece
il
Fetonte, estinto, coi capelli infiammati di fuoco divino, precipit come stella nel fiume Eridano [il Po].
'
Le
Le sue
pandosi i crini, piangono, invocando invano l'amato fratello. Per quattro mesi,
esse proruppero in lagrime continue: indi la maggiore,
vano
la
l'incarico
di
serbare
del
Eetsa, per prima, poi pzia e le altre, sentirono a poco a poco, irrigidirsi le gambe, e si trasforma-
Lam-
la
tre
filai
Dymani, Pmpiyli. Ogni file era divisa in dieci obi [pat], corrispondenti aUe fratrie ateniesi.
all'amministrazione dello
Stato
[(puX-^
YIII,
della
scMatta],
177
Una
curio,
FIL
ninfa
volta,
Giove e Mersconosciuti
gli abi-
dalla
FiUra
da
errando
di
Crno.
per
uno
quei villaggi,
scacciati
da tutti
del re
tanti del luogo, erano stati ospitati dai due veccM. Gli
di si rivelarono poi e, accompagnati i vecclii su di
catosi
Secondo Ovidio, Tereo, reda Pandone per condurre Filomela a sua moProcne, che desiderava
si
cosa
volessero,
glie
vederla,
innamor
di lei
nuovo tempio e di morire poi nel medesimo tempo, perch uno non soffrisse il dolore della
custodi del
perdita dell'altro. Cosi vissero insieme a guardia del
e, condottala in una campagna remota, invece che nella reggia, dopo averla
tempio
furon.o
AUa
moglie Procne
egli dis-
morta
alberi, presso
desimo.
Flira
[PMyra]
la
dell'Oceano,
dio
Crno
ebbe
figlio
la
condusse nella
reggia,
ciso
ed entrambe, uc-
Chirne,
affidato
figlio
della
ninfa
cossero
le
membra
le
Giasone fanciullo.
Filiro
1-
il
.
Dopo che
questo ebbe
man-
FIL
giato
il
178
un
serpente, fu abbandonala
con una
Lenmo.
traversata I sol-
scure;
ma
sul
rono
pupa. Secondo l'antica leggenda, invece, Procne sarebbe stata mutata in usignuolo e Filomela in rondine.
dati che egli conduceva furono guidati da Medne figlio di OUo. EgU. avrebbe ereditato da Ercole l'arco con le frecce, in compenso del fuoco appiccato al rogo di lui, e sarebbe stato abbandonato a Lmno, per
consiglio
di
Ulisse
per
comando
un
di
FUide
fidanzata a Demofonte
ivi],
quando
questi, tornan-,
non
si
poteva
pren-
Atene, sua patria, per ordinare le sue cose; ma essendo rimasto col oltre il tempo stabilito, FiUide si impicc e fu mutata in albero di mandorlo, suUa catena dei monti Eb.odpe nella Tracia, ove ancora crucciata dall'ansia del suo
avrebbero ricondotto
al-
Fineo [Phinus, V,
tello
8] I. Fra-
Ofeo, combatt contro Perseo [v. ivi], quando a costui fu data in isposa
di
figlia di Cefeo,
Andromeda,
Demofonte,
ta invano.
lui
pro-
Perseo,
capo
[VII,
della
3].
Medusa.
altro
Demonssa, conduceva
alla
IL
un
179
lo
FL
Giove,
figli
poscia
uccisi
Flra.
della
Flegetnte
[Phlegthon]
.
il
Cleopatra,
seconda moglie Ida, fu tormentato dalle Arpie, che gli portavano via le vivande e imbrattavano tutti gli avanzi nella mensa, sicch era crucciato da terribile fame.
fiume ardente [9XsYco=ardo] era uno dei fiumi deU'Averno, la cui corrente era fatta di fuoco. [V. Hrebo}.
Flegetntide
[Phlegethontis
Quando gli Argonuti approdarono in Tessaglia, egli fu liberato dalle Arpie, per opera dei figli di Brea: Zte e Olais.
Flmini pFlamnes]
collegio di 15 sacerdoti, addetti ciascuno al culto di una divi-
Mimi in Tesfu padre di Issine. Avendo incendiato il tempio di Apollo, fu dal dio
te mitico dei
saglia,
colpito
Campi
la
chiamava
della
Campania, tra
Cuma
Flra
nome
flamine
che
si-
[9XSYW
flagro,
[Flora]
piutsof-
produzione, il cui culto si dice introdotto a Eoma da Tito Tazio. Aveva un tempio presso il Circo Massimo e le si offrivano le
feste Florala dal
le
guevano in Flamines:
Maiores:
onore di Quirino.
circostanze,
si
adornavano
Minores;
Volcanalis, in o-
nore di Vulcano;
Garmen-
FOB
180
Fnte [Fons i Eomani,
e Fontus] presso il dio delle sorgenti, figlio di Giano e della ninfa Giutrna. Per
i
le
= atterrisco
perch
Fonte aveva un
sul
sanin
tuario
Giancolo
e,
Psanunatia, prediletto dal padre, fu ucciso dai fratellastri Telamne e Pelo [nati da Endide], a caso o per gelosia. Flo [OXoi;] centauro che
abitava
delle
fonti
[Fontasi
nella
quale
le
si
in-
ghirlandavano
e nelle
fontane,
acque
gettavano
corone di
322]
fiori.
una
caverna
del
Frba. [Phorbas,XI,414;XII,
I. Figlio di Lpithe e di Orsinome, venuto nell'isola di Eodi, secondo un
Quando
ivi
Erimnto,
un presuntuoso
coppa comune
ai
Questi assalirono
ma
ferito
II. [V,
da Apollo.
74].
Un
altro For-
ba era
le
ta
[fratello di Fineo];
ma
cad-
una
freccia,
che
gli
de ucciso.
181
tre Gorgoni, sorella di
rale
FOE,
Eu-
Come
di
Steno, figlie di
Foro.
Quando,
ISTettno
Giunne per
il
possesso dell'Arglide,
il fiu-
me
fiso
seccando tutti
fiumi.
Fortuna [Fortuna]
presso
i
era la dea
Forono [Pboronus, $op<ovs<;] figlio di naco, re di Argo, e della ninfa oceanina Mlia, fu il pi antico re. di Argo. Egli ammaestr gli abitanti a vivere
Eomani: corrisponTyche
[j^y;] dei
deva
Greci.
alla
in citt,
Eoma,
si
attribuiva l'in-
pagne,
gio, e
stato
selvag-
da
troduzione del culto di lei, ad Anco Marzio o a Servio Tullio. Sul Quirinale,
nica.
ma
in
vaganti,
si
riunirono,
dimore
stabili. Si
minava
il
trodotto
in
la
il
culto e
Argo,
di
fronte
al
culto
prima
civilt,
ammae-
strando gli uomini primitivi nell'uso del fuoco. Perci, in Argo, era venerato
sua
[Fortuna Fle-
crifci
Eu padre
e,
di
Apide
i
di
Mobe
fra
FOS
182
Era
cosi
riusciva
fascino
seduzione
una
il
24 giu-
ne mostrasse
Prassitele
indifferen-
ronate.
la
ritrasse
Oltre elle a
nella sua
e in
dyomne .
L'oratore Euthia, ingiuriato da lei, l'accus dinanzi
all'Elia;
e,
del
Lazio,
mano
il
Ipride la difese
il
della vita, e la palsimbolo della sua volula, bilit. Come simbolo della
timone
scopertone ai giudici
corpo,
la
bellissimo
fece
andare assolta. Poich Prassitele non voleva dirle quale delle sue sculture ritenesse artistica-
su
le
braccia Pluto
[la ric-
chezza].
[q)c5<;
Fratrie
[(ppaTpiai]
erano
le
il
me, se il fuoco distrugge mio ros e il mio Sty. Ella allora prese la statua di Eros, in marmo
!
Frne [Phryne,
<I)pv7)]
bel-
ro
fu
il
chiamata
Frine,
per
pentlico, e la coUoc nel tempio di Eros, a Thespie, donde la tolse poi l'impe-
ratore
Caligola.
Prassitele
rospo].
Era nata
a Thspie, nella Beozia, ma visse in Atene; povera in principio, ebbe poi straordinarie ricchezze.
pose poi, nello stesso tempio, una sua statua di Frine accanto a quella di Venere. Frisso [Phrixus] figlio di
Atamnte
di
ISTef ie,
183
fratello di lle.
FTJN
La madre
i
perch
il
veva
ripudiata,
[V.
gnato da parenti, da amici, da prezzolati cantori di nnie funebri e da suonatrici di flauto. Esso poi veniva
bruciato o sepolto. Sul rogo, insieme col morto, si
sare Ino.
Ino].
Funerale [Funus, Tccpoq}. - Presso i Greci. I. Il seppellire i morti e conservarne religiosamente le tombe era nn sacro dovere
degli anticM, i quali credevano che gli spiriti dei non
ad
In Atene, si solevano anticamente seppellire i morti, e sulla fossa si seminava del grano. All'ingresso deUa
casa del morto, stava un gran vaso pieno di acqua, non presa daUa stessa caga,
ch'era tenuta allora
come
Subito
che venivano
sero.
ISTella
si
purificas-
vere un bolo, per pagare a Caronte il tragitto all'Averno, indi il morto, lavato,
tomba
[v.
Seplcro]
col
si
deponevano,
cada-
unto,
incoronato
si
con
bende e
in
fiori,
avvolgeva
panni bianchi, e spesso gli si metteva accanto una focaccia, condita con miele,
per
Il
seguiva il banchetto funebre, al quale partecipavano tutti i parenti della casa colpita dal lutto, e
nel
30,
accontentare
si
Crbero.
nel
9
la
nel 30
giorno dopo, esponeva in casa il cadavere, disteso in modo che sul letto,
avesse la faccia e
rivolti verso l'uscio;
i il
giorno dopo
piedi
vano
capelli, si
deponeva
giorche soril
di-
ogni ornamento, si indossavano vesti nere [in alcuni luoghi bianche]. Solennit funebri su la toihba
dell'estinto,'
di fiori e di bende,
FUN
crij3.ci
184
e con libazioni,
si ce-
mento
voce
gli
e,
il
ripetendo ad
alta
lebravano nella ricorrenza del suo giorno natalizio. Le solennit generali a tutti
i
nome
del
morto
defunti,
celebravano
del
si
{ultimum
mese
di
Boedromine
[settembre-ottobre].
Senza accompagnamento
venivano sepolti, nel posto ove erano stati colpiti, gli uccisi dal fulmine, cbe talora rimanevano anche insepolti, e
i
locava
un
si
incensiere, e nel
vestibolo
disponevano
ra-
traditori
della
patria.
Ij^el
mi
funerale
di
una
per-
sona assassinata, si portava innanzi una lancia, che veniva infssa su la tomba, come simbolo del dovere, che i consanguinei
una banda
seguivano
l^raeficae]
si
di
musicanti,
le
prfi,che
poi
il
donne che,
i
pa-
avevano,
l'uccisore.
II.
-
di perseguitare
gate, facevano
piagnisto,
capelli e
strappavano
j
spirare,
timo, gli
cio,
come per
gli
morto,
busti e
e
i
seguivano poi
l'estremo
deva
occhi e la bocca
all'estinto, perch questi avesse un aspetto tranquillo. Indi, per avere la cer-
tezza che la morte era veramente avvenuta, i parenti chiamavano ripetutamente per nome il morto ad alta voce, e poi, tra le lagrime, intonavano un la-
no portati in questo modo. Alcune persone, vestite in costume storico, tenevano le maschere dinanzi al viso,
e rappresentavano gli antenati, seguivano poi tutti
i
185
nella quale giaceva
il
-BVN
morto,
coperta
rei,
da drappi purpu-
ra,
trapunti d'oro. La bacirconfusa da incensi, che l'avvolgevano nel fumo, era portata dai parenti
del defunto o dagli schiavi da lui, prima di
e,
ponevano, inoltre, una lampada, uno specchio, vari ornamenti e stoviglie con
cibi.
Quando invece
il
cadavere
liberati
morire
se trattavasi
illustre,
di
un personaggio
an-
o in
una tomba a
volta. I
rostri [pr
il
fu-
nebre; indi
corteo ripren-
deva
al
lito.
cio
una
distri-
appiccava il fuoco e, fra le nnie e i lamenti, si vergavano su le fiamme vino e profumi. Quando si spegneva il fuoco
corone, poi
le
si
si
buzione delle carni e delle viscere degli animali sacrificati nei funerali: talora ave-
si
continuava a
[feralia']
lennit funebri
miele
con
cerimonie
particolari
si
[parentalia}. ornavano di
Le tombe
fiori,
di
codi
bronzo, la quale poi veniva deposta nel sepolcro, insieme con profumi e con
vasetti
olio.
rone,
si
spargevano
acqua
Il
lustrale.
lutto
era rappresentato
di
unguenti
di
si
Kella
tomba
spesso
FUE,
186
dato che
di
si
qualche mancanza
capelli e la barba,
monianza, di diserzione,
di
tempi
i
pii
antichi
Questa
rante
al
Il
cadaveri venivano sepolti entro la citt; ma, in seguito, questo fu vietato, e i sepolcri furono
pena
la
vigeva
du-
Eoma,
repubblica,
ma
fu adoperata specialmente
tempo
degli imperatori.
il
tribuno toccava
con-
dannato
{justisl
con
e
i
un bastone
suoi
mente lungo
I
la via
ppia.
essere
legionari,
riccM
potevano
camerata, lo colpivano con verghe e con pietre cosi violentemente, che il disgraziato, di solito, moriva sotto i colpi.
poveri.
La pena
parte
del
si
eseguiva nella
campo
che
si
chiamava prinGipum.
G
Gaeta
[Caieta,
XIV,
443]
none ne ritardava
perch
il
il
parto,
[v. JEr-
nascituro
non im-
quale mori, quando Enea giunse suUe coste del Lazio, e fu da lui seppellita nel golfo che, da lei, fu detto di Gaeta.
187
con le
GAL
ruvido amante e amava invece il bel giovine ci.
[V. Agi].
sfracell
il
gambe a
aveva
per
Il
i
ciclope,
sor-
presi insieme
due amanti,
Alcmena
cos
pot sgravarsi,
accortasi
ferr
ma
Lucina,
af-
dell'inganno,
i
per
Mentre
fu
questa
si
levava,
[V.
senza tese, fatto di peUe, che si portava per viaggio e in campagna. Il galero che portava il fla-
mutata in donnola.
men
JDiais
doveva essere
Galinzia],
bianco.
Galssia [Via Lacta] la via Lttea [yXa latte]: la larga stria luminosa, tem-
di
neUa direzione da
liTord
famoso per le pecore che pascolavano sulle sue rive e davano una lana
finissima.
me
cielo e
Annibale
aveva
ai suoi
di;
le
magioni degli
Galata [Galata, XIII, 738897] ninfa marina, figlia di Kero e di Dride, personificazione del
mare
tran-
Polifmo, pazzo di amore per lei, la insegui, mentre essa non voleva sapere del
Parche, per fare piacere a Giunone, tenevano incrociate le mani, e impedivano cos che Alcmena partorisse, eUa sparse la falsa notizia che Alcmena aveva partorito un bambino. A
questo
lo
GAL
188
Gro [garum] una
col
salsa fatta
le inte-
le
sangue e con
mente venire
Er-
generato
da Giove. In pena di ci, Galinzia fu mutata in donnola, ma Ercole le innalz poi tuario.
un
san-
Galli [Galli]
nella
si
chiamavano,
Gamella
da
banchet-
to di nozze,
accompagnato
che
lo
un
sacrifcio,
Secondo Esiodo, ella sorse dal Cos, gener dal suo seno Urano [il cielo] i Monti, il Mare. Con Urano gener i Titni, i Ciclopi, i Centmani e, dal san-
sposo dava ai
membri
della
propria fratria, nell'ingresso della moglie alla fratria a cui egli apparteneva [ya[xco
Crno,
ge-
aveva raccolto,
ner
sposo].
Ganimde [Ganymdes, X,
155-161]
dei
la
figlio del re Tre e fratello di Ilo: i pi bello
lotta
Gea aveva
culto a
Dodna
mortali.
forma
sacrificava
un
agnello
nero.
al
di
cavalli divini.
In et posteriore, essa fu confusa con Cible e con Dmetra, Anche per i Eomani, Tellus, che fu identificata con Gea, fu la stessa che Crere e, nelle feste deUe seminagioni, le sacrificavano
i
Gargari
lo
[Tap^a.pelc;'} popoche viveva presso il Caucaso, accanto alle Amzzoni. Per procreare i figli, essi convivevano con le Amazzoni due mesi all'anno: i maschi spettavano al padre, le femmine alla madre.
Fordicida
do
vacca pregna,
cae-
uccido].
189
GN
pretese
citt,
il
dominio
discenlui,
Gensie
[ysvcria]
erano
come
popolo si radun per decidere a cM spettasse il regno. Allora un lupo, avventatosi contro gli armenti che pascolavano innanzi aUa citt, vinse il toro clie
era fra quelli. Gli Argivi vi-
giorni destinati a onorare i morti e, in modo pi particolare, le solennit funebri che, in Atene, si celebravano, in memoria dei
defunti, il giorno 5 del mese di Boedromine [set-
dero
in
di
il
questo
un segno
il
vore
Danao,
lupo,
allora,
quale,
visessi.
NsjJiscyeLa
[festa
di
l^-
come
suto,
il
non era
tra
fin
Gnio [Genius] era, presso i Bomani, lo spirito protettore di ogni uomo. Il genio vuole che si goda con ani-
astri e
mo
Gemnie
scala
te
Dopo
il
da
rupe,
mavano
.
scala
celebrava
una
GEE,
190
zioni politiche e giudiziarie. Infatti deliberava intorno
alle decisioni e alle leggi che
festa in onore del Genio, a cui si offrivano sacrifizi, incensi, fiori, vino.
dal ventre in sn
presentavano poi al ppolo per l'approvazione, e dava sentenze su gravi reati, anche dei re, che erano puniti con l'atima [la persi
e possedeva grandi armenti, clie erano custoditi dal pastore Eurizine e dal cane rtro con
mano
morte. a
mano che
il
venne
degli
crescendo
fori,
pervenuto col, uccise il custode e il cane, e condusse via i buoi. Gerione lo insegui, ma fu ucciso.
due
teste. Ercole,
che
potere derivava
prin-
cipalmente dall'assemblea
del popolo, l'autorit della gherusia, presieduta dai re, venne scemando, insieme
Gherusa
supremo
ziani che, Stati
[yepoucria]
era
il
con
le
antiche istituzioni
[yptv
di Licurgo.
veccMo]
in
altri
Sparta
ammi-
In
a
Giacinto [lacinthus, X, 162219] figlio di mycla, il quale fond la citt di myclae, neUa Laconia, e di Diomda. Per la sua bellezza, era amato da Apollo, il
Eoma
Benatus.
quale,
un
con
giorno, volle
lui,
scherzare
gareg-
vano
giando nel lancio del disco. U dio lo lanci per primo molto in alto; il ragazzo,
impaziente di lanciarlo, anche lui, corse per prenderlo, appena esso ricadde sul suolo. Ma, come urt contro
il
a vita, fra
cittadini
terreno,
il
il
disco rimferi a
un grande potere
derazione
e consi-
morte
giovinetto.
flore
191
GI
["lafxo?,
omommo
su cui
Giamo
lmus]
figlio di
Apollo e di Evdne,
midi, la famiglia dei vati e dei sacerdoti, in Olimpia. La madre l'aveva dato alla
luce presso in Arcadia,
il
feste
lacintMa, che
dura-
[Xni, 394-398]. TJn giacinto spunt ancbe dal terreno impregnato dal sangue di Aiace, quando questi
si
Fu
allevato
deg
uccise.
[V.
Aiace}.
L'iscrizione
Ai Ai indicbe-
vaticini dalla
uccelli
dalle
vit-
brucianti
delle
time.
Giliso
lo stesso
che amo.
Giano
non ba
riscontro
in
nesil
Eappresentava
nimo
della
il
ricor-
tempio. Aveva quindi una chiave e. una sferza, per la custodia della casa e della citt, e le sue inmiagini, che si esponevano sulle porte e nei passaggi, ave-
cbe Demetrio Poliorcte, risparmi la distruzione a Eodi, per paura che andasse in rovina questo capolavoro d'arte.
Gli
invocato col
ter
192
nome
gli
matutmus;
il
era
di pasa-
cro
mese lanuarus,
e la
Il
si
figlio
di
Gipeto,
In questo giorno, si scambiavano augurii e si offriva una vivanda di farina [lanual]; ma anche il primo giorno di ogni mese
gli
Gisio
423]
figlio
si offri-
vano vino,
Il console lo
diffonditore
dell'agricol-
tore gli faceva offerte, al principio della seminagione e delle messi [lanus Gonsivus}.
prece,
nelle
in Sicilia.
riceveva
sacrifizi
Giasone
figlio di
In un tempio a
cato
[in
lui
dedi-
che una
signoria
il
a Esone,
il
suo
Kuma,
fratellastro,
quale,
per
sottrarre
figlio
Giasone
doppia porta giovent atta alle armi a passare con lui la soglia. Il tempio rimaneva aperto fncli si era in guerra, e si chiudeva in
di pace.
'laTrs[laptus 82] titano, nato da T?, I, Urano e da Ga: insieme
Cbirne,
sul
monte
Plio.
tempo Gipeto
Quando Giasone fu a vent'anni, si present a Pelia con un sandalo solo, avendo perduto l'altro, nel traversare il fiume Annios,
e gli richiese la signoria di llco. Pelia, spaventato, perch un oracolo gli aveva
193
dalo solo, gli disse che gli avrebbe restituito il regno, se fosse riuscito a conquistare
il
GIG
narono a lolco. Medea uccise il fratello suo Absirto e ne butt a pezzi le membra nel mare. Secondo una tradizione aveva ucciso
Mar Kero
[Pontus Euxmus] [V. Ino]. Giasone si rec in Oolcbide, con 50 eroi sulla nave Argo [v. Argonauti], e al re Ete
Prmaco, sone, ed
fratello
di
Gia-
sone; secondo Ovidio invece Esone visse molto veccMo e fu ringiovanito per l'arte magica di
domand
il
vello
d'oro. Il
Medea.
re gli impose,
come
condi-
zione, cbe aggiogasse due tori daUe ungbie di bronzo, i quali sbuffavano fuoco
e, aggiogatili, tratto del terreno, seminandovi denti di dra-
Quando PeHa giunse a lolco, Medea promise alle figlie di lui cbe, se avessero fatto a pezzi il padre, eUa lo avrebbe fatto rinascere
daUe narici
arasse
un
giovine.
Le
figlie
trucida-
rono
e,
il
padre;
ma Medea
la
go.
Giasone,
con un
far-
non mantenne
promessa
maco
si
offertogli dalla
maga
Medea,
aggiog
tori
i
e,
seminati
lora
veste e
lenati,
glia e
n
i
re Creonte, la
fi-
Per consiglio di Medea, Giasone butt fra loro un sasso, e allora queUi, mossi da lotta civile, si uccisero l'un l'altro. Eete per rifiut di mantenere la promessa; ma Giasone e Medea addormentarono con un farmaco il drago, che era a guardia del veUo
d'oro
13
due
figliuoli
Mr-
re di Atene,
Ego.
Giasone
poi
mori,
fu sfracellata. [V.
151sorti
Medea].
e,
Giganti 162]
figli
[Gigantes, I, di Ga,
GIG
dal sangue di Urano,
194
muvendicarsene, e indusse Gige a uccidere il re e a impadronirsi del regno.
lungMssinii
e,
secondo Ovi-
dio
[I,
183-184], cento
Gige,
disceso
in
era
le
una caverna,
aperta nella
che
terra
si
per
Giganti:
Alciono,
Tone,
un morgran-
sovrapposero sull'Olimpo, catena di monti che formano il confine tra la Macedonia e la Tessaglia, l'Ossa,
straordinaria
monte
nella
Magnsia
monte a
il
Ma
i
Gioi
rivolto nell'interno
della
della
ve,
col
fulmine,
scroll
palma,
egli
vedeva
monti e seppeU
sotto le macerie.
giganti
tutto,
altri.
Fermen-
ma
tato
loro
na, e la
nuova razza,
si-
mile a queUa estinta da cui era stata generata, fu avversa agli di. Gge [Gyges] figlio di Dscilo, era il confidente di Oandule, re di Lidia. Secoiido
questa dote dell'anello, riua penetrare nella camera della regina e a uccidere il re, d'accordo con lei, a impadronirsi del regno e a liberarsi da tutti coloro che potevano nuocerda gli, senza essere visto
sci
alcuno.
Gineco [gynaecum,
yuvai.-
Erodoto, il re, per dimostrare a Gige che la regina, sua moglie, era bellissima, volle cbe egli la
guardasse ignuda, mentre andava a letto. La regina,
irritata
Gre-
luogo per
gli esercizi
di ci, propose di
che
si
195
di ginnastica [yujxv; nudo: gli esercizi infatti si facevano a corpo nudo; ordino esercizi YU(Ji.v(^(o
que specie
di
GI
esercizi for[tcsv-
mavano
Ta0Xov];
il
pntatlo
6 Pugilato [tt^],
si
ginnastici; yufxvaaia
cizio].
= eser-
Aveva un grande
della
cortile,
periferia
di
aggiunsero le borchie e
pugilato
si
aggiungeva
qua-
la lotta:
ma
le
mani non
giovi-
erano avvolte in corregge. Il pugilato e il Pancrazio non erano in uso presso gli
Spartani.
Ai due
negli
lati,
erano
Ginnopde
Sia]
[r
yufJLVOTcat-
trovavano
le
es-
erano feste annuali che si celebravano ogni anno a Sparta, in onore dei morti a Tifa. Kelle danze
vano per conversare, e nel grande spazio libero, rinchiuso dal peristlio, si facevano gli esercizi e i giuochi.
Vi erano inoltre
il
po-
cori Spartani.
della
decorazioni
Gli esercizi
di plastica.
si
Gibate [Jobtes] re
Licia,
facevano a che si ungeva corpo nudo, prima, per essere pi flessibile. Gli esercizi pi comuni erano: 1 Corsa [Sptalvolta anche con [loc,],
le
--
armi;
Salto
[X(xa];
30 Lotta
to
[ttocXt]]:
4 Get-
innamoratasi di lui, non avendolo indotto alle sue voglie, lo calunni al suocero Gibate, perch lo facesse uccidere.
Queste
cin-
GIO
196
lo
Gibate
mand a com-
invitati
vitati,
ad
aUa
allietare
con-
battere la Chimra
cise
il
fine
dei
i
bau-
chetti.
Eseguivano
pi
i
con
l'aiuto di Pgaso,
difficili esercizi
acrobatici,
bate
lo
mand
i
poi a com-
battere
banchi
[uomini
donne]
l'Asia Minore, e le
AmzInfine
zoni
[v.
Amazzoni}, e Belli
lerofonte
gli
vinse.
fece
tendere un'imbo-
spade e sopra tavole, fana tempo di musica, lanciavano in alto e ricevevano di nuovo fra
le
mani
combattuta contro
zoni;
sci
illeso.
le
Amaz-
ma
Bellerofonte riuri-
a sventarla e a uscirne
Allora
moglie
la
figlia
[Filne
Cassandra], da cui nacquero i figli Isndro, Ipploco e Laodama. Giocsta [locsta] in 'Omero
Anticlia o
eseguivano danze o salti pericolosi. Eoma anzi si addestravano anche gli elefanti a salire sulle
corde.
liti
K mancavano
che
le
i so-
prestigiatori,
face-
Epicste, era
figlia
di
Me-
vano scomparire,
co
dei
bussolotti,
pallottole,
col giuoloro
le
cavavano
po
dei
presenti.
Le
fan-
[V. Edipo'].
ciulle,
neU 'eseguire
vestivano
alcuni
esercizi,
spesso
maglia
co-
me
197
meridiane
alle-
GIO
Giorno
giorno
[dies, civile
II,
25].
Il
dei
Eomani
constava
di
queste parti:
pomeri-
mezzanotte],
Gallici-
in
[8-9],
V
VII
[10-11],
[12-1
IV [9-10], VI [11-12],
Vili
pomer.].
[1-2 pomer.],
IX
mer.],
[4-5
[2-3 po-
[3-4 pomer.],
XI
tare],
DiluciUum
[lo
spun-
pomer.], XII
[5 6 po-
mer.].
merdem
[il
tempo prima
HI
[mezzogiorno],
[il
De
merdie
[3-6
[12-3 del
primo
tempo pomeri-
diano], Suprema [l'ultima ora del giorno, il tramonto], Vesper Q esper [il tempo
fra
il
tramonto e
stella
.
della
il
dies
nefasti,
in
pusculum [rmbrunire],
minbus accensis
in cui si
cerne],
[il
cui
[ne-
tempo
le lu-
accendono
[il
Guncubum
tem-
po di andare a
letto],
Nox
Anche
in
Grecia,
antica-
Eoma
l'oro-
dopo l'introduzione
dell'o-
fu
ore,
diviso
lippo
scuna.
Presso
gli
ciascuna,
da Scipione
no
lo stesso
i
il
l^asica
Il
mani,
tali]
giorno cominciava
GIO
col
tre,
198
tramonto del
in
altre
sole,
mendella
midabile
pi],
parti Grecia, col levare del sole. In Omero il giorno diviso generalmente in 3 parti:
Come
mattino
[yjco?],
mezzosera
giorno
[SsiXt)].
[[xsCTOv
^[Jiap],
Ma
quando Anas-
dal
particolare
stor-
della
giorno
divisi
la
notte furono
ore.
in 12
notte parti erano: principio della poi notte [px"^ vuxtc;], mezza
della
Le
non
fosse
divorato
come
notte
[[liaov
vuxtc,'],
sot-
to l'alba
dal padre Crono: quivi le ninfe Adrasta e Ida, figlie di Mehsso, lo nutrirono
col latte
dalla montagna. Sotto le forme di toro rapisce Europa; mutato in aquila prende Asteria; sotto forma di
satiro
glia
regno
[v.
di
Titni
divise
di
spetto di cigno
unisce
Lda
to
di
e,
prendendo
Amftrine,
l'aspet-
cielo,
[la
ne
in-
ganna
la
moglie Alcmna;
sotto la
forma
di pioggia
Hdes [Plutone] l'inferno. Giove ba sede nell'Olimpo [altissimo monte nella Tessaglia],
suscita
il fulmine, tuono, aduna e disperde le nubi. Quando scuote V egida [lo scudo for-
scaglia
il
199
quale aveva l'attributo
Po,
[xai
GI
la
cercatrice
>>
[Sso-
turno] e di Ea, e detta perci anche Saturnina, sorella e moglie di Giove. Era
la dea protettrice dei matrimoni e dei parti, e le era
sacra la melagranata
gli
e,
fra
il
erano l'aquila, lo
la folgore, la della vittoria],
scettro,
uccelli,
il
cuculo,
la
Mche
la
[segno
quale annunzia
vera,
prima-
coppa
il
A Eoma,
eUa
Aveva
A
e
pluvus,
serendtor,
luoetus,
pater.
i
destini
dei
liberatrice.
Aveva
anche culto speciale a Lanvio. Inoltre, ella era la dea tutelare del sesso femminile, e
le
tempio
principale sul
Cam-
per proteggeva
Ivirginlis],
vergini
le
guida
perdtor,
Victor,
opitultorli.
sposo
Girasle
unxa
ch,
[domiduGa
ove
sta
il
trava in casa dello sposo, si ungevano le porte. Presiedeva anche ai parti ed era perci detta Lucina, titolo
sole,, TpsTrc
sotto
il
quale le era
sul col-
dedicato
Alla
un tempio
le Esquilino.
[V. Clizia].
Giunne
270], He-
mogenita
di
Crno
[Sa-
bolo dei
sacrifici.
GI
200
presso
Eomani
dicevano Ludi, presso i Greci Agni. [V. Ludi e Agoni}. I giuochi che si tenevano
nelle
Pancrazio
xpaTo?
[nrav
tutto,
pubbliche
feste
dei
con
le
armi,
ma
senza
cin-
ghie.
eser-
cbe si facevano a corpo nudo, in ampi cortili, detti Ginnasi, chiusi da tre lati da colonne, e dal quarto lato [verso me?;zod] da un doppio porticato, entro il quale si trovava r Efbo , luogo degli esercizi per i giovani [z(^7]^oQ giovine] avente ai due lati i bagni
Cosi in Grecia
come a Eo-
ma, era
diffuso
Eomani,
di
vi
erano
follis
tre
specie
palle:
[un
{jrgdara,
tepidara,
altri
cal-
portilo spai
no di
aria], pila
[una palla
erano
lunghi
da
Giuochi privati. Fra i Greci, come fra i Eomani, il primo balocco dei fanciulli
era il sonaglio; seguivano poi giocattoli e gingilli di
faii-
getto del
tate,
pntatlo
[tcsvts
gara,
il
quinque
navi di cuoio, ecc. Fra i giuochi di societ, oltre al cttabo [V. Cttabo'], v'era
il
cinque];
pugni
201
Gru
vedersi,
era
la
Lotta
dei
cin-
galli; galli gi nutriti di agli, per essere pi furiosi, e armati nelle zampe
due
di
acuti
sproni
metallici,
3 dadi
ave-
tessrae]
un
tavolo.
vano
e si
solo
quali,
dopo
le
guerre
ricula
Tcpyof;],
conte-
persiane, si dava ogni anno un simile spettacolo, fornito nel teatro a spese dello
Stato.
Il
getto
di
migliore
cMamava
Venere, e si aveva quando ciascuno dei tre dadi mostrava 6 occhi; il peggiore
invece [getto del cane o del
vino]
si
osservando
si
due
galli
che
azzuffavano, incit
l'esercito
ad
atti di valore,
scun
Simili
cia-
un
gli
occhio solo.
dadi
erano
nimento per l'onore della vittoria, i soldati dovevano pugnare con maggior
valore, perch si trattava di difendere la patria e quanto di pi caro abbia-
mo
poi
in essa.
si
i
d'allora in
ce esterne, rotondeggianti,
allevarono
a bella
non avevano numeri: negli astrgali quindi mancavano i numeri 2 e 5. I fane le fanciulle gettavano in alto 5 astragali e
ciulli
posta vertimento.
Erano
gliori,
preferiti,
i
come miTanagra
galli
di
e di Eodi.
Si
poi
li
amava molto
della
mano.
colo
lo spettadei combattimenti di
Un
ra,
i
Mo-
quaglie, che
Un
GI
le
202
Lo
stito
quaglie consisteva nel porle in giro sopra una tavola rotonda e colpirle nel-
la testa.
CM
mirava giusto,
dava
del
il
segnale
dell'inizio
combattimento:
colui
sulle
dio
il
cbe soggiaceva, poteva invocare la grazia del popolo, alzando l'indice; se gli spettatori esaudivano la preghiera, sollevavano il
pugno
chiuso
col
polHce
celebravano
luturnala.
tenevano
il
pollice
L'acqua della sua fonte, fra Laurento e Arda, presso i monti Albani, si collegava col fiume Kumico, era molto salutare, e si adoperava a Eoma in quasi tutti
i
cuno
cie
i
erano:
Bestirii, che
lottavano
Eezirii,
sacrifizi.
contro le belve;
Il
suo
nome
per
quindi deriva
essere
salu-
da iuvare
utile],
[giovare,
l'efficacia
reti]
che cerca-
vano buttare
Gladiatri [Gladiatores] erano prigionieri di guerra, che venivano affidati a un maestro \lanista] per esercitarsi a combattere con valore, con destrezza, con
Laqueai
sottentrati pi tardi
Eezirii,
una
cio,
compostezza [gladus = spada], in modo da attrarre l'ammirazione del pubblico, innanzi al quale davano spettacoli di combattimenti.
contro
sario.
Gluce
sposa a Giasone,
il
quale
203
per
lei
GE
[Glycra, FXuxpaJ fanciulla di Sidne, povera,
abbandon Medea.
le
Glicera
ma
di straordinaria bellez-
come Glance
l'ebbe
me-
ma
movimento, quelle aumentavano, si che la povera fanciulla, divenuta una torcia infiammata, ne rimase
bruciata e uccisa.
corone di fiori. Col nome di Glicera sono indicate due donne, amate
trecciare
Gluco [Glaucus, XIII, 916968] figUo di Capo o di Pnbo o di Poseidone o di Antbdone, dio marino
cbe predice l'avvenire. Si diceva cbe fosse stato pri-
TibuUo.
il
nodo
fittissimo
con cui
cato
al
il
ma un
marinaro
e,
nella
famoso, cbe Grdio aveva collocato, in onore di Giove, nell'alto della fortezza.
Un
buttato
gli
veduto
riprendere
la
vivacit
lanciarsi
in
e
mare;
Teti
lo
Oceano
dio.
perci fecero
cbe cbi avesse sciolto quel ottenuto avrebbe nodo, l'impero dell'Asia. Giunto Alessandro Magno a Grdio, citt della Lidia, ove si conservava il carro, cerc di sciogliere il nodo, ma
non
tagli
essendovi riuscito, lo
Delo era
lo
con la spada, dicendo che non importava il modo con cui esso venisse
sciolto, e cosi fece credere si fosse compiuto l'ora-
nella
vaticinazione.
Si
rappresentava come un
veccMo, con capelli e barba lunghi e ispidi e col corpo terminante in coda
di pesce.
che
colo.
Grdio [Gordum]
residenza dei re
struita,
antica
frigi,
co-
secondo la leggen-
GOB.
204
un contadino: Gr-via
da, da
dio.
locato
nella
fortezza
di
Gordio.
Gorgoni [Gorgones,
vsq]
figlie
di
Forco
delle
Fopye di
Grie.
vio-
Frigi lo incontrarono
Ceto,
sorelle
tre:
seguendo un oracolo di Giove, lo elessero re. Il carro fu recato nel tempio: Alessandro Magno poi
tagli
ficioso
Erano
lenta
StJino, la
[aOsvco
sono
po-
con
la
spada
[V.
l'arti-
zioso];
nodo.
della
Gordio].
nante
Ssfov
Grdio [Gordus]
tadino
era
un
con-
[[xSco
Frigia:
men-
Erano mostri
vi
rimase
si
fino
alla
sera.
Mentre
tare
gli
rendevano
avessero
di
lunque uomo
fssati
occhi:
della loro
se,
perch gl'insegnasse il modo del sacrificio, la spos ed ebbe da lei il figlio Mida.
Sorte in seguito dissensioni
tra
i
[V.
Medusa}.
427]
[v.
Marte
ivi]
colui che
[gra-
che
figlie di
per opera di
un
rebbe venuto a
un un
carro.
Venuto
sul
fra loro
Forco e di Ceto, sorelle deUe Gorgoni. In origine erano due: Pfredo ed nio,
quale stava carro, Gordio con la moglie e col figlio, il popolo ritenendo che quegli fosse il preannunziato dall'oracolo, elessero re Gordio.
come
se
za,
in Ovidio; in seguito
ne
[ypaui;
di
si
un dente comune,
Per
e vivevano nei
205
non penetrava
raggio
di
GITE
timo
Poich
di
Achille,
Kstore,
l'illustre
parlatore.
stodi.
l'indovino
Calcante
sbocca nella
Propntide.
Come
mo,
quale ebbe da lei il figlio saco. Grazie [Gratiae]. V. Cariti. Guerra di Troia. La guerra di Troia fu combattuta dai principi greci contro i Troiani, per vendicare il ratto
di Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, compiuto
quali
per
Achille,
indignato contro Agamennone [il quale volle gli fosse ceduta da Achille la schiava Briside, in
sostituzione di Criside, la
comando re di Argo
tello
padre
Crise, sa-
Menelao, formato da 100.000 uomini, su 1186 navi, si trov ancorato nel porto di ulide, neUa Beodi
zia.
cerdote di Apollo, per far cessare una pestilenza, mandata dal dio al campo
greco],
si
navi presso
suoi soldati
e
Mirmidoni
i
non
aiu-
il-
lustri,
Agaraennone,
Greci nelle battaMa quando fu ucciso glie. da Ettore l'intimo suo amico,
tava
Patroclo,
Achille
usci
in
campo
dei
e,
dopo
molte
Diomede, Idomeno,
il
Ulisse,
lo,
GUE
sotto
206
gli
moglie
Andro-
maca
I Greci abbandonarono
cavallo
sul
il
campo
e,
pei
campo Acho]
il
fecero
Tucro.
Achille fu
credere che
stato
cavallo fosse
una
lasciato
come dono
Troiani
il
Minerva.
e,
vi
tallone
solo
punto vul-
credettero
siglio
contro
conessi,
le
dei maggiori di
lo
trascinarono
dentro
i
agli
Ma
dai
guerrieri fianchi
un
segnale
tro
Ulisse.
E
citt
poich le
della
convenuto, la fiotta, che stava nascosta dietro l'isola di Tnedo, si avvicin e l'esercito sbarc. Troia fu allora data aUe fiamme, la
Epo,
citta-
si
nascose
furono uccisi e gli altri condotti come schiavi. Enea, con un piccolo grup-
suoi pi valo-
po di
superstiti, si salv
e,
compagni.
messosi
lidi del
in
viaggio,
dopo
ai
Menelao, Epo,
figho
il
costrut-
Guerra
te,
di Polinice,
morte
lirono
che
avrebbero
il
re-
figlio di
Andrmone,
re di
ciascu-
mag-
207
giore,
finito
lAD
battenti, venne deciso che Eteocle e Polinice combattessero fra loro. Kel duell
volle
e
abbandonare
cosi la
il
trono,
famosa
rimasero tutti e due uccisi. Creonte, fratello di Giocasta, che intanto aveva
preso la reggenza del governo di Tebe, ordin che si desse la sepoltura a Eteo-
sto, re di Argo, del quale aveva sposata la iglia Argia e, con un esercit di-
sotto
di
il
comando
in capo
ma viet, sotto pena di morte, cbe si seppellisse Polinice. Questi per, concle,
tro
forze,
per la difesa.
sette
comandanti
assedianti
Polinice,
Dei sette generali cbe capitanavano gli eserciti assedianti, torn vivo soltanto Adrasto: tutti gli altri
eserciti
erano:
Adrasto,
Tido,
Capano, Ippomednte,
Amfaro, Partenopeo. Dopo una lunga lotta, nella quale perirono la maggior parte dei comandanti di entrambi gli eserciti com-
perirono in battaglia.
ripresa, dieci
La guerra fu
Epi-
goni].
I
tadi
[Hydes]
le
si
diceva
Dodone] e di
sono
set-
Era
nomi
delle adi,
Dioniso [Kinfe Mse]. Giove, per gratitudine, le trasform in stelle, e ne form la costellazione che ha il nome da esse. Essa forma la fronte della Co-
lAM
stellazione del
208
Toro
7 la
e,
col
suo
sorgere
delle
[dal
al
21
sta-
nome
salentina; di
ebbe
anche
e
il
Messpia
di
maggio] comincia
gione
errata,
le
Calabria.
Fu
detta cosi
dal
piogge. I
Eo-
dissero Suculae,
[5?
Forcelle
gambe
il
il
collo lunghi, e
porco].
figlio
axno [lmus,
di
"la.\i.oQ]
Apollo
di
Evdne,
e ca-
la
caccia
alle
ca-
celebre
Taticinatore
postipite degli lmidi: la famiglia dei vati e dei sacerdoti di Olimpia. La ma-
Egiziani lo veneravano,
un
fitto
bosco dell'Arcal'Alfo,
le
era
dia,
presso
e l'aviole
al-
viola].
levato dal re
to giovine,
Venne pyto e,
fat-
to
di fare
do
il
pieni
lo stesso
che Giamo.
lnzio
[Hyantius
beta;
di vino, per diffondere la cultura del vino, alcuni pastori, avendo visti ub-
cbe abitava
la
Beozia.
lpige
figlio
Io
lo
al-
sotto
un
Bno
la
Pu-
trov la tomba, e su
s'impicc.
Icario,
col
cbe da
lui
fu
detta
lapigia.
Eri-
209
gone,
della
ID
con un carro alato,
di Poseidone, per sotad Apollo, che se
lo
nella
costellazione
rapi
Vergine, Mira. in quella del Cane. caro [Icrus, Vili, 195] figlio di Ddalo, vol insieme col padre dal labirinto
di
dono
trarla
Messene.
tarsi
Ida
dio,
raggiunse a os cimen-
Creta,
mediante
ali
di
col
i
ma
Giove
cera;
ma
essendosi levato
separ
sci la
combattenti, e la-
troppo in alto, le ali si liquef ecero, ed egli precipit nel mare Ego, presso l'isola di Samo. Perci quel tratto di mare fu detto
che Ida
Icrio
[V. Dedalo].
celo [Iclos, XI, 640] figlio del Sonno e fratello di Morfo, Fobtore, Fntaso. da [Ida o Ide, Vili, 224] alta catena di monti clie dalla Frigia si estende a
Calydne, alla spedizione degli Argonuti, e furono poi in lotta coi Discuri, loro cugini, perch le figlie
di
Leucippo
[fratello
di
Afareo], Fbe, promesse agli Afaridi, furono rapite dai Discuri. ISTeUa lotta Ida uccise Castore, ceo.
Plira
e
culto
culmina
di
nelle
due
Polluce uccise
Lin-
vette:
il
tylos.
glie,
Era
e
da essa scaturiva
scorreva
fiume
to,
Scamndro o Xnche
sotto nel
Troia.
Un
altro
monte Ida
di
centro
dell'isola
tributava
un gran
[V.
da
[il
[Idas]
figfio
Giove]. di
Afaro
di
Dttili Idi.
quale Tindaro]
fratello di
era
e
di
fratello
[V. Bttili].
Arne,
Spos
i
Marpessa,
Ido [Idaeus] figlio di Drdano e di Chyse, pass con suo padre nella Frigia, ed
IDM
210
potente,
culto della
madre
Cible.
Idmne
di
che una freccia che ne fosse intinta produceva infaUibilmente la morte. Infestava le camdin-
un
Ler-
spedizione
ti,
da Eu-
di malattia,
Idomeno [Idomenus,
'ISo[XVU(;]
figlio
di
Deu-
piede Ercole,
schiacci.
Il
ma
l'eroe
lo
Fu
Troia
IsTel
con
ottanta
dugli
granchio fu mutato
del dei
il
nella
navi.
ritorno da Troia,
Costellazione
Cancro,
dodici
promise
ISTettuno,
eh '
quarto
avrebbe
sacrificato ci
che
prima
avesse
incontrato.
sorse
una
terribile
mezzo
dell'acqua,
erano
pestilenza,
in
Italia,
dal
meccanico
naea] serpente mostruoso, nato da Tifne e da Echidna: aveva cinquanta teste che, anche recise, rinasce-
Al tempo di Kerone, se ne invent una nuova costruzione, descrittaci da Vitrvio, per cui lo strumento
.
si
di
vano,
se
aUa parte
recisa
una
Idrofrie [x
^*
211
in
lEB
Atene e in altre
si
citt
greclie
celebrava, in pri-
attendevano agli uffici pi umili del tempio e del culto. Erano in parte scMavi e in
parte
i
liberi,
d'ambo
i sessi,
acqua,
pio [hpQ
rine
quella
[febbraio -marzo]:
in
fu-
sacro,
SouXot;
circostanza
gettare
si
sole-
devano
canto,
alla
musica
al
vano
vittime
esercitavano
l'agri-
coltura, pascolavano le
greggi sui terreni di propriet
del
tempio, portale-
Giove Olimpio.
La
festa
era celebrata in
diluvio
di
Deusi ri-
cg.nne, le cui
acque
Afrodite le
donne ad-
teneva fossero
quel baratro.
scolate
in
sa-
lerocrice [IspoxYjpu^]
eleusini,
il
lerofnte
[IspoqjvTT]?] la
pi
quale aveva alcune funzioni comuni, circa la cura dei sacrifci, con
il l'epibmio [m^[iioc, curatore dell'altare: ^c^lq
bolo
[Lp(;
= sacro, paivco =
alla
altare].
indico].
Apparteneva
La scMatta
crici
si
stirpe
aveva a
dotessa, tspcpavTL?.
va nei misteri
te
il
di
Eumlpo
sacro, x^pu^
[isp?
eleusini,
ma
araldo].
lerduli
leromanta
TEE
212
=
chiamata Ifigenia. [V.
genia].
J/?,-
cinio].
Melo
[IspofXTjvla]
il
fiele
['I^ixXyji;]
fi-
leromena
tempo sacro
glio
del
sacro, ^7]v
mese [Upq
mese], che
giorni,
durava uno o pi
secondo la festa.
Amfitrine e di Alcmna, fu fratellastro di Ercole e padre di lolo. Prese parte alla caccia del cinghiale calidnio e a padi
recchie
spedizioni
di
Er-
sa
la
cole, cadde in un combattimento contro i figli di Ippoconte, e mor a Penco, nell'Arcadia, dove fu
leropoi
strati
magi-
Atene,
era
affidato
quali l'incarico di
ai
nata a Greta. Poich Ligdo, prima del parto, aveva detto che avrebbe ucciso il neonato, se fosse stato femla
sacro, TToico
opero].
mina, Teletsa, partorita bambina, fece credere al marito che fosse maschio. Visse cos Ifide fino
fi pCpliis,
innamoratosi
nobile
una
figlia
bella
di
si
allora
di
le
rec e
la
al
Iside
dea,
dalla fineil
mu-
Ifigenia
vEta,
[Iphigenia,
'I^iys-
di
Agamennone
di
Glitennstra,
sorella
di
tmi. Presso
tragici, essa
213
do
i
IGI
sacrificassero
Greci
non potevano
si
ad Arteche
mide
tutti
forestieri
m
111
una calma
di
mare man-
data da Artemide, la quale era adirata contro Agae Menelao, l'indovino Calcante, disse che bisognava sacrificare Ifige-
mennone
tua della dea, per purificarla nel mare insieme con le due vittime, Oreste e
Pilade.
fto
Agamennone
condurre
per
il
fu
al
curgo.
campo
fizio,
la figlia
sacri-
Quando
condo
colo
il
responso dell'ora-
mentre
per
il
tutto
era
pronto
sacrifizio,
sottrasse la
di
nube, la trasport nella Turide [Crimea], e sostitu a lei una cerva, nel sacrifizio.
giuochi.
Igia [Hygia]
lpio
e
figlia di
Escudi
di
Lampzia o
Epine, era dai Greci venerata come dea deUa sasalute]. Suoi fratelli erano i medici omelute [uyisia
rici
Macaone
sorella
Podalirio,
sua
era
Panaca.
invece,
riconosciuto
il
fratello, fugg con lui, portando l'immagine della dea dopo aver fatto credere a Tonte [il re della Tauride, il quale aveva ordinato che
la
quale
abbeverava
un
serpente.
IGN
214
sa
un
allev
il
fratello
Polye
dro, che
chiome.
dato
era,
come
suo
figlio,
Ignomnia [ignominia]
presso
i
Eomani,
dell'onore
la dimi[existi-
nuzione
matio], la
Quando
di-
di
dalla
trib
dal
un
no
grado
ila
che
aveva
tenuto
di, Elettra e una grande quantit di oro, egli uccise, a sua insaputa, il profiglio.
fino allora.
prio
Dopo, per
j
isti-
neUa spe-
Polydoro che aveva saputa la cosa, fu accecato e ucciso da Ilione. Ilsso [lUssus] fiume dell'Atche scaturisce dal tica, monte Imtto, scorre a sudgazione
est di Atene, e si versa nel
gohtO: di
di
deUa Trade,
mandato col suo compagno a terra, per cercarvi acqua. Ma, entrato in una selva [uXv) = selva],
Ila
fu
Egina. Pi che un
fiume,
le cui
esso
un
torrente
sacre.
Si
diceva
sue
rive,
[Ilum]
era
Troia,
la
Orinzia, la Eretto.
ch
Ilo
Iliia
Oltre
si
[Ilithyia,
la
ElXdQuia,
parti.
IX, 283]
dea dei
e
pronipote di Bar-
Hra
Artemide,
parti,
al-
dano, padre di LaomednTroia]. Ilone [Iline] era figlia del re Priamo, di Troia, e mo[V.
glie di
te.
che presiedevano ai
tre
Ilizie,
figlie
nominavano parecchie
di
di
Giove
Polymstore, re di
es-
non
il
Tracia.
nome pu
verbo slXw
stringo, in-
215
calzo, accennaiido al parto,
alla radice XuG,
'pypyLcci
ILO
=
cio
dice
ek-cdpi(
erano
quella
favorire
lio
parto.
di
popolazione originaria di Sparta che, dopo l'invasione dei Dori nel Pelo-
fondiaria
la
li-
vincitore
nella
in
un certame,
quel
re
gli
non avevano
in
altro van-
Frigia,
come premio e, secondo un oracolo, una vacca dalla pelle screziata, con l'ordine di fondare una citt, dove questa si posasse. Fermatasi la vacca su
ciulle
Lo Stato
li
concedeva
alle
un coUe
vi
della
Frigia, egli
qualche
segno,
stabinta
Palladio}.
Ilnome
vantaggio. In tempo di guerra, erano obbligati aUe armi, nel corpo degli ar-
preferita in
amore
dal gio-
mati
navi,
alla
essi
leggera;
nelle
la
formavano
battaglia
circa
ciurma.
un dardo,
tra
i
Prima
della
di
nelle
Luttra,
gli Iloti
erano in
224.000.
predi-
numero
di
Ippodama,
col
uccise
causa
dei
servigi
medesimo
ferro.
stati,
potevano essere
IME
chiarati liberi dallo
216
Stato,
larsi]
ma non
tal
dai
si
privati.
In
caso,
cMamavano
dava velata.
Neodamdi
nuovi
vo,
^y\\xoc,
[vscoSafxSs!,?
=
i
cittadini: vioc,
Imeno [hymenaeus]
era
il
nuo-
popolo]: gode-
vano
diritti
la libert,
politici
ma non
degli
altri
cittadini, e
formavano un
I,
480]
fgHo
di
canto nuziale che si cantava da un coro di giovani e di giovanette, mentre la sposa si conduceva in casa dello sposo, a differenza dell'epitalmio che si cantava, anche in coro, innanzi alla camera nuziale.
Apollo e di
una Musa
[il
[Cal-
L'imeneo
era
detto
cos,
fratello di Orfeo
rappre-
sentante
col
delle
suo
canto
deva
alle nozze.
imero
di
[Imrus]
era
figlio
Lacedmone
Taigte.
e della nin-
fa
Secondo
una
di
Imene
liber
ma, accortosi
si
del
fat-
to
orribile,
butt
nel
fiume che, da lui, prese il nome di Imero. Pi tardi, il fiume si chiam Eurta.
[V. Eurota'].
Imtto [Hymettus, VII, 702] monte presso Atene, rinomato, anche ora, per il timo profumatissimo, per
il
Tamiri.
Era giovinetto
si
bellissimo, e
api
destra
velo,
e,
simbolo
Imperatore
magistrato
{yi'i'gtiae
da nubere
il
la
ve-
217
niva
cio
affidato
il
IMP
si
Vimperium,
dell'eser-
porta-
comando
il
vano
al mercato.
cito in guerra:
era soprasuil
La
riscossione
di
queste
tutto
comandante
durante
premo,
della
tempo
spedizione.
Giulio
senato
tor in
titolo
di imperaalto,
Imposte eventuali
xaTapx-y](jiaTa]
[Tcpoa-
un grado pi
che consiste-
vano
cessi
nelle
e nelle
Lo
a
ziarie
che
lo
teva
direttamente.
[Lcr9op]
gusto,
poco
Tassa di guerra
imposta
rante
in
il
la
proporzione agli averi di ciascuno, secondo l'istituzione di Solone. I cittadini, rispetto a questa
tassa, furono distribuiti in
mi comandanti
eeps, poicli
i
dell'eserci-
determiuati
(jLopiat],
ducevano
i
la
ze.
Imposte. - Presso
]S"eIl'Attica e,
Greci,
in particolaad Atene, vi erano: re, Imposte stbili [xara^oXat] come gli affitti dei beni della BepubbUca, i dazi
tenevano alla prima simmora, erano obbligati a pagare anticipatamente la tassa intera aUo Stato, ed ave-
somma
ogni simmoria.
liiturge [XetToupytat,] prestazioni personali, che lo
tassa
sul.
valore
IMP
Stato
dini
218
imponeva
ai
citta-
ria
tali
e la
tassa
su
i
capi-
costituivano
tributa; le
in-
altre
imposte dirette e
menti necessari
pubblica
blico].
[leirc,
alla
vita
pub-
Le
liturgie pi no-
tevoli
delle
erano:
l'armamento
imposte dirette consistevano: in un decimo dei prodotti, che le province dovevano pagare in natura
all'erario,
fssa
trirmi
in
una somma
conel-
le
rappresentazioni
[xopvjyta], la
sceni-
mune
l'affitto
province,
cbe
si
o Xa^7raSy]Spo^ta],
per condurre alla il bestiame nei papastura scoli appartenenti aUo Stato, nel canone per la raccolta deUa pece nei boschi dello Stato, nel censo per
esercitare le peschiere pubbliche, per lavorare le miniere e le saline dello Stato.
Pappar eccMo del pubblico banchetto, dato a tutti i membri di una trib [artaaic,}, da un cittadino scelto
fra essa.
Il cittadino
Le imposte
il
indirette invece
che
si
riteneva
illegalmente costretto a
prestazione, tro era pi ricco di
una
al-
perch un
lui,
po-
teva
obbligarlo
ad
accet-
quea
di
va
il
diritto
di offrirgli la
[vTi-
vendita,
stria.
quella
sull'indu-
permuta
Socri.*;].
degli averi
DaUe
liturgie erano
La Ha
a
riscossione
dei vectiga-
era
data
lo
in
appalto
publi-
grossi capitalisti,
trimonio e
minorenni.
cdni,
per
pi apparte-
Presso
Presso
Romani. Eomani
\tributa,
vectigala], la
tassa fondia-
219
IND
ma
fssa,
ed esigevano
le
ri-
da
nce pCynx, "luy^] chiamavano i Greci l'uccelletto che noi chiamiamo torcicollo . Esso fa il nido neUe cavit degli alberi e ha movimenti rapidissimi della
dominio
dite indirette
romano, le renaumentarono
'
testa
del
collo,
nel
a tal punto
av.
Cristo,
i
clie,
nel 167
il
fu
la
abolito
quale gli antichi videro una forza magica, atta a destare l'amore. Le donne
tributum e
stituirono
vectigaa
co-
rendita
pi
importante.
Inchide
[Inach.des, I, 753]
na
purpurei,' a
una ruota
pafo,
discendente
da
Epafol.
[Incliis,
Inchide
inac [Incbus]
nasce presso
i
il
fiume pi
tesimi
essa
cerc
di
at-
importante dell'Arglide:
confini fra
ri-
trarre a
s
la
Giove, perci
Giunone
cello che,
mut
lei, si
nell'uc-
da
chiam
ince
Obradro, e
ver-
Una
Oceano e
diluvio
al
gli
di Teti: di
dopo
dai
Deucaline,
Argivi,
Giasone, ammaestrato in questo da Afrodite, fosse stato il priino a legare il torcicollo a una ruota con
condusse
quattro
girare,
monti
per
destare
l'amore
di
nome da
Medea.
Indigeti di [dii indigtes] erano, a Eoma, gli di patrii
Fu padre
di Io.
e locali,
INF
assunti fra
220
l'inganno e la violazione di alcune obbligazioni, che si ritenevano sacre, portava-
gli di, come Enea e Emolo. Infmia [infamia] era, presso i Eomani, una diminu-
zione
di
diritto,
inflitta,
figlia di
Chi
dall'infa-
moglie di Atamnte, il quale aveva prima sposata Nefle. Da Isfefele erano nati: JPrisso ed Elle; da Ino, Lerco e Melicrte. Poich Ino insidia-
Cadmo
va
alla
vita
dei
li
figli
di
Kefele, questa rap di un ariete dal vello d'oro, per portarli in Clchide, regione a oriente del mar
.
su
Nero.
re
Durante
la
traver-
spettivamente, altre nozze o altri sponsali; alle vedove che si rimaritavano pri-
ma
no
che fosse passato l'annuovi mariti; a coloro che menadi lutto, e ai loro
[Ellesponto J, e Erisso, giunto a a, nella Clchide, fu benignamente accolto dal re Ete, e ne ebbe in mogMe, l figlia
Calciope.
Egli
allora
sa-
dis-
crific l'ariete
a Giove
il
E-
soluta; a quelli che si presentavano come attori sulla scena, o scendevano nell'arena a combattere con
xio,
e ne appese
vello
vegliava
tato
[V.
sempre.
Questo
a llco
512-562].
da Giasone. Pi
tardi,
delitti o colpe.
Argonauti].
Al tempo condanna
l'infamia,
di Cicerone, ogni
[IV,
penale
portava
da Semole,
sorella
di
lei,
Hra
te, il
rese furioso
Atamn-
Anche
la
rapina,
il
furto.
uno
dei
221
va avuti da Ino. Ino fugg
rico di convocare
elettorali.
i
INV
comizi
cou
l'altro
[Melicrte], insi
gett nel
Ancbe durante
blica
la
Eepub-
me
di
erano interregi, nel caso cbe i consoli fossero morti o avessero abdicato. Allora il senato novi
minava un
quello
lucente], di
Paiamone. Per i Eomani, Leuctea la Mater aiuta, dea del mattino e dei parti, protettrice dei marinai, Palemone Portunus. Alla Mater Matuta si celebravale Feste Matrala [11 giugno]; a Portunus le PortunaUa [17 agosto].
nominava un
degli
suc-
numero
interregi
giunse fino a 14, prima cbe fosse compiuta l'elezione dei nuovi consoli.
Durante
l'impero,
questa
Le amiclie
lei si
magistratura, naturalmente, non fu pi possibile. Invdia [Invidia, II, 760805] una donna cbe abita
in
di
altre in uccelli
.
marini:
Ismnidi
al
Interrge
Eoma,
morte
l'ufficio
magistrato
del
che,
re,
dopo
la
corpo magro, la lingua nera e velenosa, il petto pieno di fiele, gli occbi
torvi, si ciba
sosteneva
jB.no
di rex
all'ele-
non
zione del
st'ufficio
nuovo
era
clie
si
re.
Quedai
di vipere, e ride mai, se non alla vista dei mali cbe essa
tenuto
senatori,
succede-
vano
secondo
un
ordine
procura alla gente. Passando, avvolta in atra nube, con in mano il bastone,
irto
suo
io
222
quando tocca il petto di alcuno, con la gelida mano
ferruginosa,
lezza;
e l'infelice,
non
p-
infonde
e
tossico
fiele
neUe
ossa,
nei
piede nel
terreno.
H
la-
na-
per-
mettesse di finire con la morte il suo strazio. Giove intanto, mosso a compassione dell'infelice Io, ordin a Mercrio che uccidesse Argo. Il dio scese in terra e, in sembianza
una nube, e
la
spos
none,
rarsi
segretamente.
la
Giu-
sotto
una
Argo,
col
suono deUa siringa [zampogna], che quegli fu preso da dolce sopore: alcuni dei eento occhi erano
gi
chiusi al sonno, ma molti vigilavano ancora. Al-
cielo,
cbe
si ritirassero.
lora Mercurio,
Giove
dell'ira
stesso,
accor-
ma non
aveva
il
andire
Giunone, contro Io, la mut in giovenca, per allontanare ogni sospetto] e, cMstala in dono a Giove, l'afi&d, per
la
di
cora compiuto
suo
che, veduto Argo immerso profondamente nel sonno con tutti i cento occhi, ne
tronc
il
capo e
lo
butt
ad Argo dai
[I,
610-611],
gi per la rupe, che ne rimase tutta sprizzata di sangue. Irritata Giunone, dest nel cuore dell'infehce
fanciulla
e,
dre
e
le
ninfe la
pavidero
bel-
il
spetto
bile, la
una
furia
terri-
ne ammirarono
la
sospinse a correre
223
lON
mente
errato,
Io,
giunta
l!5rilo,
donde
gli
Ar-
fiume
si
per
la
conquista
d'oro, in Olcbi-
[V. ixiasone].
[Ile,
'IXy)]
da Giove la fine di tanti mali. Se ne commosse alil dio, e preg Giunone por fine alla sua ira, giurando per lo Stige, cli'ella non avrebbe avuto pi
Ile
figKa
Ecalia,
di
lurito,
re
di
in
fine
Tessaglia, fu rapita
da Er-
di
figlio di
Apol-
Giunone
allora,
placata per
questo giura-
di
sembianze di donna. Io poi fu identificata con la dea egiziana Iside, perch ancbe lei era rappresentata con corno di vacca. lobate pCobtes]. V. Gibate. lodazna [lodamia] sacerdo-
mento,
le restitu le
lo, fatto
trafugare n bambino appena nato, lo fece portare al tempio di Diana, dove fu allevato dalla sacerdotessa, sconosciuto a
tessa
di Minerva,
di notte nel
ancbe aUa madre. tutti, Eatto adulto, merit tanta stima da parte dei cittadini di Delfo, cbe questi lo
eressero depositario dei tesori del tempio.
Medusa
e la pietrific.
to, questi,
lolo
va
sultare l'oracolo
pri-
l'Hydra
vecchio,
di
Lerna
la
e,
gi
riebbe
giovi-
che egn avrebbe incontrato, uscendo dal tempio, era suo figliuolo. liTell'uscire dal tempio, incontr Ine [wv andante], il
mo
dendo che
gli
fosse
nato
IPE
224
Danidi
[v.
Danaidi] che
non
do
cio
suo
sposo
nella
Linco.
abitava
Essa
invece,
prima
Brea
tre, ^opsocf;
[uTcp
ol-
settentrione]
li
con una pronta fuga. Danae, che voleva distruggere la stirpe di suo fratello Egitto, fece trascinare Ipermnestra in carcere;
ma
il
popolo prese
le difese
di
tutti
gli
altri.
Erano
ove
il
felici
sposo.
pnos
nel
[uTtvo*;] il
frutti
medesimo
parto
con
po.
di
isTon
conoscevano
il
liti,
Thnatos, dio della morte. Abita nel mondo sotterraneo, apporta il dolce riposo e fa dimenticare i dolori
e le fatiche.
tere
di.
ApoUo,
quale
si
diceva
che volentieri si trattenesse con loro. Vivevano miUenarii, e chi si sentiva stanco della vita, l'abbreviava
Ha
il
suo po-
= percorrente] figlio
no e
Hlios
[la
sopra,
Itv
di Hra, quando questa voleva far perire Ercole, che ritornava da Troia, addorment Zeus in un sonno profondo. E un'altra
di Gea, fu
[il
padre di
di
sole],
addormentare
Zeus,
luna]
di
os
rora].
225
lezza
rpp
come Thnatos, fu rappresentato come un fanciullo dormiente, o come un genio avente la fiaccola
Ipnos,
rivolta
all'ingi.
Aspir alla
mano
di
Aga-
Suoi
at-
Ippoconte
['luTToxtv]
di di
Secondo Ovidio [Met, XI, 592...] egli abita nel paese dei Oimmrii, in una grotta buia e profonda, circondata dal Silenzio e dalla scMera dei Sogni.
Ipprcii [iTTTrapxoO erano
i
Tyndreo e di
egli cacci via,
Icrio,
cbe
per impa-
Ma
due comandanti
venivano
Alla
eletti
della
i
ca-
Icario,
rimasto
nell'Arca-
valleria, in Atene,
quali
staeletti
'
ogni anno.
loro
dipendenza
filarelli,
vano
dieci
anch'essi.
in battaglia la caval-
niade Peribe, ebbe, fra gli altri figli. Penlope, cbe fu poi moglie di Ulisse. Ipperate [Hippocrtes] celebre medico greco, nato a Co, verso il 460 av. Cristo. Discendeva dalla fa-
due
miglia
fu
il
degli
Asclepiadi
Ippa
scientifica
centauro Chirne. TJn giorno, mentre cacciava sul monte Plio, le fu usata
violenza
e,
temendo
lo sde-
gno del padre, ricorse agli di, i quali la mutarono in cavalla [vj 'tztzoq la
quivi gli
fu eretto
un mo-
numento.
Ippocrne [Hippocrne, V,
256-259] la fonte cavallina
['ktzoc,
cavalla].
Ippoclde
niese,
la
cavallo,
jtpvjVT)
IPP
dal
226
ch'egli uccidesse coloro che rimanessero vinti. Cosi vin-
monte
Elicna,
Muse,
[v.
il
cavallo P-
che voUero provarsi a questa gara di corsa; ma, presentandosi alla prova Plope,
questi, coi
gaso
ivi]
l'elevazione
suoi
ca-
Enomo
Ippodama.
[l7rTC8po[i,0(;]
il
Ippdromo
o
Ippodama [Hippodamia
la domatrice di cavalli
Tioq
\hz-
domo],
A-
\1-k-
forma
era
di
un
ebbe luogo
i
la
famosa
e
i
lotta fra
Lpiti
Centauri.
[V. Piritoo'].
padre, invastraordinaria
figlia
ghitosi bellezza
della
della
o,
se-
perch i capassandovi presso, valli, correndo, erano presi da terrore, s che spesso si rovesciavano i carri e ricavallo],
spavento,
in-Koq
condo un'altra tradizione, per evitare che si avverasdetto dell'oracolo, ch,e cio egli sarebbe stato uccise
il
manevano
ghi;
l'altra
feriti
gli
auiico-
meta, una
tua di Ippodama,
nell'at-
Egli possedeva
cavalli pi
e,
vittoria.
per lei, la propose in premio a chi fosse riuscito a vincere lui nella eorsa, a condizione
sposo
fingendo
dromo
il
Ippodromo
ciliano,
era
si-
corridore:
cavaliere
alla
armato
leg-
giera.
227
Ippolita [Hippolyta] era regina delle Amzzoni. Quando Euristo impose a Ercole elle gli portasse il cinto di lei, l'eroe la trov sulle
IPS
nuovo odio,
lo
rive
del
Termo donte,
di
lei,
uc-
cise i fratelli
Mge
donte
le
.Amico,
sconfsse
trasform nel volto e lo nascose nel bosco di Egria, presso Aricia, dove fu onorato come IsTuma minore,
Amazzoni a Temiscira,
sotto
.
il
nome
di
Virbio
Ippmene [Hippomnes, X,
560-704] il vincitore nella corsa a cavallo ['-ktzoc,
[iTCTzoQ
cavallo,
[xsvco
persisto]
[V. Atalnta'].
Ipptade [Hippotdes]
Ippotonte [Hippoton]
glio di
fi-
culto
deUa
Poseidone e di Allo
in onore di Artemide, la matrigna Io calunni presso Teseo, di aver attentato al suo onore. Teseo lo maledisse e preg
pe.
La madre
espose
Kettuno
[suo
padre]
clie
lo punisse.
appena nato, ed egli fu nutrito da una giumenta, donde il suo nome [y; ltctto? = giovenca], e allevato ed educato da pastori. Cresciuto in et, ebbe da Teseo la
signoria
di Elusi,
Un
ove
da
IN"ettuno
fu
mu-
tato in
una
fonte.
esso
un
toro:
cavaUi
si
adombrarono e, rovesciato il coccMo contro uno scoglio, Ippolito mor. Dopo, per, fu riconosciuta la sua innocenza per rivelazione di
di
Lemno. Quando
Artemide, e Fedra
si uccise.
IR!
228
lenni e in
riti segreti.
il
Suoi
salv
il
padre,
facendolo
attributi erano
il il
fuggire.
cornucopia,
loto,
sistro.
le
serpente, spighe
Essa spos Giasone, da cui ebbe due figli: Tonte ed Euno. ride [Iris, I, 271] fgUa di
,
la
luna, le corna,
figlia
di
il
Ismene
[Ismene]
Taumnte
la
Ismno
la
cobaleno,
cielo
la
con
la
terra.
congiunge Essa
il
diceva
mo
mandati da
lui
a cercarvi
di
e in bassorilievi,
.
fonte acqua, che quello custodiva, temendo che l'acqua della fonte fosse avvelenata,
presso
una
scorse
altra
il paese per trovarvi acqua. Avendo cacciato il pie destro nel fan-
moglie Osiride, che fu identificata, pi tardi, con la luna, annoverata anche fra le divinit dell' Averno, come Dmetra, Perdi
legislatrice
mata
Piede di
Cadmo
Un'altra
che, da
leggenda
figli
narra
il
quando Ismeno,
di
maggiore dei
Mohe
sfone, cate. e
Anche
lei
protettrice fondatrice e
degli
Stati.
dagn atroci
.gett
si
in
questa fonte,
di
lui,
si
essa,
dal
nome
chiam Ismeno.
quale,
dif-
Ismnide
[Ismenis] vuol dire tebana, dal fiume Ismno, che scorre nella Beozia,
tempo
Il
di Siila.
presso Tebe.
Issine
lustrazioni,
229
ritoo.
luv
cotte, furono date in pasto al padre. [V. Fiomela].
era
gli
Itiillci
si
canti
[ItbyfaUca]
egli lo
quali
si
portava in
[t6?
giro
un segno osceno
diritto;
(paXX?],
come
ma
re
egli volle
tentare l'ono-
di
questa
dre.
[V.
Edone],
ro-
genube, gigno nero]. Per la sua malvagit, Issione fu condannato a essere legato a una ruota infocata, che gira continuamente. Isfmici [GiuocM] giuocbi pubblici, presso i Greci, in onore di Poseidone. [Ved.
bes
mana
Aveva 240
ghezza,
piedi
in
lun-
120 piedi in larghezza, e misurava quindi 2880 piedi quadrati. L'origine del nome da
nella
ricercarsi
gum
[giogo],
isoletta
del
mare
Ionio,
vicina a
la
Ce-
un
giorno.
falnia, Ulisse.
fu
luventas.
La dea romana,
[v.
m]:
iti
VI, 437] fanciuUo nato da Tero e da Prcne, fu tagliato a pezzi dalla madre, e le sue membra.
[Itys,
rifiorire
aveva pochi
Stato, santuarii.
ma
LAB
230
liabirnto
[Labyrintus]
pa-
Il
indicava
di
una
costruzione
la
censore Q. Fulvio Fiacport via parte della tettoia di marmo del temco
pio, per coprire il tempio della Fortuna, ch'egli fece
corridoi,
cosi intricata,
Famoso fu
edificare
Eoma. Ma
la
dea
si
vendic,
facendolo
perire miseramente.
Una
leggenda
quel
narra
che,
Lacrna
ste
i
[lacerna] sopravvestoffa
presso
promontorio,
assassino,
di
spessa,
che
so-
un famoso
La-
Eomani indossavano
pi
pe-
sante
destra.
d'inverno,
fermato
con una
La lacerna
fatta
di
dal
nome
del brigante
ucciso, fu detta
Lacinia
moda
era-
Sta-
Lacinio [Lacinium, XV, 13] il capo Lacinio, oggi delle Colonne o ISTao, sulla costa
Calabria, presso Ootrone. Ivi sorgeva il fadella
greci, coloro
moso tempio
Lacinia
oggi
i
di
di cui
si
Giunne vedono
resti
dalle quali
il
spartano]. Essi vestivano con grande si lasciavano semplicit, crescere la barba a una
ha preso
delle
il
nome
.
Capo
straordinaria
Colonne
portavano
il
231
stone spartano,
si
LAI
esercita-
vano
con
passione
nella
dramme,
l'oratore
costumi aspri
se-
timento.
Si dice che alcune donne,
mostravano una
uccidessero
in
un
se-
tempio
saglia,
di Afrodite, in Tes-
Ladne pjadon]
drago elle faceva la guardia ai pomi aurei che, regalati da Ga a Hra, per le nozze,
il
era
dove
ella
aveva
guito
un
certo Ipploco o
cortigiana
Espridi.
anche famosa, nata a Corinto e venuta ad Atene durante la guerra del Pe[anteriormente loponneso quindi alla favorita di Alcibiade], fu la pi ammirata per bellezza, fra le donne del suo tempo. Era sommamente avida e
i
Laerte [Laertes] re di Itaca, figlio di Arcsio, era padre di Ulisse, elle ebbe dalla
moglie Anticla. Quando, durante l'assenza di Ulisse, i Proci infestarono la sua casa, aspirando aUa
mano
di lui,
di Penlope, moglie
Laerte
si
ritir in
e Aristppo.
campagna ove,
di rivedere
gi
veccMo
la
abbastanza, ebbe
gioia
cb'egli
Ulisse,
mentre
la favorita
bel-
amata
= la = uo-
uccisione].
figlio di
Lbdaegli
fu re di Tebe. Perduto
padre,
quando
era
LAM
ancora
usurpato
Lieo.
232
una
festa annuale, cbe con-
bambino,
il
sisteva
in
una forma
o
la
di
morte Ma, dopo i Tebani dell'usurpatore, misero sul trono Laio. Questi
lapidazione.
liampadedrma
padefria
Aaji7raSY]9opLa delle fiaccole
Lamcorsa
[Aa[ji7raS7)Spofji,ia,
[Xa^ATr?
fiaccola,
SpfjLo?
corsa]
citt
Lmia
[Lamia] figlia di ISTettuno, fu amata da Giove. Giunone, per vendicarsi, le procurava l'aborto, s cbe essa dava alla luce bambini morti. Per questo, divenne cosi impazzita, che divorava tutti i bambini cbe le capitavano tra le mani.
Un'altra Lamia, figliuola di Clenore ateniese, fu brava
suonatrice di flauto
e fa-
cbe
si
faceva in alcune
della
Efestie,
in
onore
di
Efesto.
mosa
meo
La
corsa
cominciava
dal-
l'altare di
mo
cola
alla
mta, con
la fiacvi
accesa.
Talvolta
delle
Una
terza
Lamia,
si
sorella
lei,
di Aussia,
rec con
punti
ridori,
fssi
i
dovevano portarle
stazione
due
fazioni.
Einiaste
vittime
di
una
furono uccise a
ma
poi, ri-
La
questi corsa
ai
fiaccole
si
conosciute
istituita,
fu
faceva
dapprima a piedi;
tempi di Socrate,
si
ma,
233
tenne, per la prima volta,
LAO
a
di
cavallo.
figlia
I^ampza [Lampeta]
un gran numero
di
HHos e
di IsTera, era
gladiatori, che
nolo,
quelli
padre,
cria.
nell'isola
di Trinasignifica la
Lampezia
sfavillante
villo],
te
[X[XTC6)
gladiatori
dovevano
os-
sfa-
Fetusa,'Za splenden-
[(pa0(o
cpaivco,
splenraffi-
vano,
fatto
di
solito,
un
cibo
do]:
entrambe sono
di farina
d'orzo.
Lantrna
le nostre, col
Un'altra
Lampezia,
figlia
gno o di metallo,
con
le
pareti di corno sottile o di tela oleata o di vescica e, in un'et posteriore, anche di vetro, che adoperavano
cosi
ci,
i
te
che,
fu trasformata in pioppo,
quando
avendo
Emani come
i
Gresi
rovesciato
presso
quali
essa
affidatogli dal
lo,
precipitato
Po
[Eri-
chiamava Xu^vo?. Dentro vi ardeva una lucerna a olio. Le lanterne si usavano anche
nell'esercito,
dano].
durante
si
Anche
tonte
le
marce notturne.
[laternarii]
Ijanternrii
chiamavano
terna
di
Lanista
[lanista] era,
ma,
dinanzi al padrone.
no affidati i gladiatori, perch li ammaestrasse e li esercitasse, con l'arte, a combattere con valore, con abilit, con destrezza e con
Laoconte
a Troia
per
il
cavallo di legno,
introdurlo
dentro
di
esso,
le
l'ammirazione
del pubblico.
contro
LAO
cerc distogliere
tre
si
i
234
Troiani
uccisa da
il
un
certo Milne,
un
toro
della
l'isola di
a iN'ettuno, apparvero, dalTnedo, due grossi serpenti, i quali, venuti a terra, soffocarono Laocoonte, coi suoi due figliuoli,
si
dosi
corpo.
rimpiattarono
sotto
statua
di
PUade.
buoi,
sul
monte Ida
e,
Laodama [Laodamia]
figlia
di Bellerofnte e di Ach-
lo
di
Ma
avendo Laome-
Secondo una
leg-
Quando le mura
Lapidazione
il
profondamente addolorata,
che ottenne dalla piet degli di di
festare
suo
odio
di-
sprezzo, specialmente
sollevazioni.
nelle
tal-
rivedere
il
marito,
Accadde
per tre ore sole. Ma, passate le tre ore, piuttosto che separarsi da lui, volle
seguirlo neir Averne. Una terza Laodama fu prin-
cipessa
gli
di
Epiro.
Quando
rivolu-
nel teatro, sebbene di rado, poteva avvepi nire che un cattivo attore
fosse
Anche
una
i
scacciato
a colpi
di
principi
essa,
pietra.
famiglia reale,
Macrobio racconta [Saturn., VI, 6] che Vatnio, preso a colpi di pietra mentre dava uno spetta-
235
colo
LAB
la
gladiatorio,
dagli edili
ria ,
distribuzione
del
rante uno
contro
Jjpiti
tempo
antico,
lo
attori.
Aomidix.i,
[Lapthae,
Eoma,
ai quali lo faceva
l'Olimpo e l'Oscelebri
resero
tutto
la
gratuite
si
ebbero,
tauri,
nelle nozze
di Pir-
too.
[V. ivi].
per prima volta, con Caio Sempronio Gracco, la cui lex frumentara concesse a ogni padre di famiglia
pena
romana
dello
mento
ma
numero
delle
che
godevano
di
persone questo
ma,
al
tempo
di
Lara [Lara] una niade, figlia del fiume Aimone, riferi a Giunone le relazioni
di Giove
ci
320.000 sotto Augusto. Ciascuno di costoro ricetessera, con la poteva prendere, da quale un determinato granaio
veva una
la lingua.
Largizine
modo
Eoma. Le largizioni pi
erano:
,
[horrum], la sua parte di frumento. II. Congiarium , la largizione molto ricca, in contrapposizione aUe largizioni regolari che, in alcune speciali circostanze, si faceva in denaro, grano, olio, vino,
carne, frutta, sale ecc., al
frequenti
I.
a Largtio
frumenta-
popolo.
lIe
JSTell'et
solito
il
236
cevano di
di
olio,
largizioni
veniva
offerta,
nome
ogni
vivanda
si
dovuta
ofrivano
misura comune
del-
loro;
spesso
sacrifci
giornalieri,
ma
in
Calende, nelle
nel
!N"oue,
dagli
imperatori
nel
seguenti.
cui
loro
la
un
la
figlio
giorno in consacrava
Di
bulla
per
vestire
stribuivano
toga virile, quando la sposa entrava la prima volta in casa, dopo il matrimonio. Allora
il
circostanze
in
solenni.
si
offriva
La
che
largizione
si
danaro,
faceva ai soldati, in
tali circostanze, si
chiama-
va donativum. Lari [Lares] erano, presso i Eomani, le anime divinizzate degli uomini buoni,
passate all'altra vita: quindi
gli
le
statuette.
Da
fermarmi,
militdres, ru-
rdles'] i
i
quali proteggevano
della
spiriti
benigni cbe
la
in-
membri
famigha,
proteggevano casa, sieme coi Penati. Degli uni e degli altri si tenevano insieme le immagini, nel
Lararum,
una
specie
di
urbani,
Jiostiles],
quali
vano in
situate
altari
sui
strade
[compita}.
Pra
Lares publici
si
noverano
Eomolo, Eemo,
237
Tito Tazio, Acca Larnzia.
LAT
di
dre
Lavinia,
la
quale
di
un
sacrificio
fu-
Latomie
[xiai]
Larve [Larvae] erano, presso i Eomani, gli spiriti maligni dei morti, cbe erano
stati,
me
prigioni [Xaa(;
Tfjio?
pietra,
taglio,
sezione,
vagi.
ai
i
scavo].
ci
erano
coloro
benigni di
stati
Furono fatte costruire da Dionigi il Vecchio, ed avevano volte sonore cos congegnate, che ogni minimo rumore giungeva in un luogo di
quali erano
vita.
buoni
nome
nigi,
di
forma
Col
di orecchio.
di
nome
latomie
si
indicava
Mamertino.
Latna
una larga
vanti,
cintola.
dal
collo
sino
alla
La
si
tunica
sulla
il lati-
none,
chiamava tunica
e
stretta
ad andare raminga,
l'accolse
l'isola
l'indossavano
finch
di
Senatori romani.
monte
i
Cynthus,
due
figli
Ma,
LAT
dall'odio
238
di
Giunone,
ca-
che il sangue latino, fuso con quello di alcuni forestieri, che sarebbero venuti
alle
spiagge
del
del
Tevere,
cielo
la
avrebbe elevato al
gloria
il
essa
li
popolo
il
latino,
mut
Pi
tutti in
rane.
[VI,
re,
contro
volere della
315-380].
tardi,
regina,
puB severamen-
glia
non volle che la fiandasse sposa a Turno. Di qui la guerra fra i Troiani, guidati da Enea, e i Latini, capitanati da Turno. [V. JEnea].
Latonigen [Latonignae, VI, 160] sono i due gemelli nati da Latna e da Giove: Apollo e Diana [ysv in
yLYVO[xat.
tra-
versava a nuoto l'EUesponto, per recarsi a Sesto, dall'anante ro, sacerdotessa di Afrodite. Ma, una notdalle onde,
te tempestosa, fu travolto e la mattina,
nasco].
rola-,
il
cadale
protettrice
dei
quali
si
cMamavano
che
su
un
altare
presso
lei,
si
una porta
morte
verndlis.
Lavinia
Lda [Leda]
figlia di Tstio,
to
Enea
re di Etolia, e di Eurit-
aveva predetto
mide. Con Giove, che s'era trasformato in cigno, su le rive dell'Eurta, dove
239
essa
LEM
faceva
il
ner
i
un
novo
Llapo [Laelpus, VII, 759793] cane velocissimo neUa che Diana aveva corsa,
dato a Prcri, e questa al marito Cfalo. [V. Cefalo]. Quando Edipo ebbe vinto la sfinge, svelandone l'enigma, Tmide, per vendicarsi, mand un mostro a devastare la terra tebana.
Allora Llapo, incitato da
Cfalo, insegui la fiera, che
-figli
di
Giove
di Giove, xoupoL
\^iq
figli].
Secondo favole posteriori. Leda avrebbe generato due uova: da uno, che ebbe da Giove, sarebbero nati i Dioscuri, dall'altro, Elena
e Cntennstra.
Tindridi
e ritenute ge-
leaena
la
leo-
757]
Vulcano
[Efesto],
Armdio e
di
di Aristogstone.
alla
che abitava
l'isola di
Lmaveva
avevano
La
stirpe del
Lemncola
se
Lmno
pjemnos]
isola
del
rivelare
complici.
Ma
essa
Ateniesi,
quando
fu-
rono liberati dalla tirannia dei Pisistrtidi, a memoria dell'eroismo con cui essa aveva celato il segreto, le
eressero
sostennero
in
aria
ed
si sfra-
una
statua, rapleonessa
la
sua
fucine
il
dei
Ciclopi,
divenne
LEM
240
Lemno, fu abbandonato
bacili di
bronzo e gridava
due
volte:
Manes
exte
va una piaga
[V.
Filottte].
inguaribile.
Leno
indicavano,
le
in
ge-
no
[V.
le feste
anime dei morti, nere, tanto buone che cattive. Le buone erano venerate
ritorio
Dioniso].
Leone
come
[v.
Zodiaco:
leone nemo,
gli astri.
il
da Giove fra
Il
leone
nemeo
che
valle
leone
Lemuri,
il
invulnerabile
uccise
nella
Ercole
padre di famiglia
seguiva
Kema
un
zione,
zanotte, egli usciva scalzo innanzi alla porta della casa, si lavava tre volte le
immensa
il
granpaese.
dezza, devastava
mani nell'acqua
poi
si
Dopo
la
pronunziando per nove volte, senza guardare intorno, questa formula Questo io do, con queste
fave io riscatto miei . Si credeva che,
questa cerimonia,
riti
va ferrata, poi lo sbran con le proprie mani e gliene trasse la pelle, che port sempre con s, a difesa
del suo corpo.
me
Lenzia
ta,
[Leontia]
si
celebre
col-
durante
gli
spi-
raccogliessero le fave.
invagh quale Epicuro. Scrisse alcune opere, che per sono andate
della
perdute.
241
Los
il
LET
ganti antropfagi che, secondo Omero, viveva in un
paese, non ben determinato, del lontano occidente, dove le notti erano brevis-
[Ac,]
un eroe ateniese
in
quale,
occasione
di
una
sue
come vittime
Lrna [Lerna,
go, tro
per
sime.
Secondo
Greci posteriori,
dove
o
mosa
nove
teste
e,
se-
una
Quando Ulisse, tornando da Troia, giunse alle loro spiagge, essi, con grossi
undici navi ch'egli conduceva, s che a stento pot salvarsi sull'unica che
massi,
delle
sfasciarono
dodici
ma
poich, in luo-
gli era
rimasta.
il -fiu-
accesi,
e,
le
su
me
dell'oblio
[XavGvco
un
masso
cise.
enorme.
al
Cosi l'uc-
Pi tardi,
Un fi^ume Lete
l'Africa:
si
scorreva nelil
LessircM
no
i
[iQ^iap^oi]
era.
sei
magistrati ateniesi
lungo corso, esso nella terra, sprofondava ove scorreva celato per alcune miglia, finch riappariva e sboccava nel Mediterraneo, presso le Sirti. [Lethaea] per ecces-
nell'assemblea
non entrasse
Leta
sivo orgoglio della sua bellezza, fu convertita in marmo, sul monte Ida, insieme
Lettiga
sa
di
[lectica] era
una
cas-
di
gi-
legno,
coi
fianchi
e leggende.
LET
242
di
Oltre
lettisternii
ordinari,
munemente
l'Asia e a
in Grecia, nel-
Eoma.
dell'et
o pi giorni, e
si
tenevano
servivano
lettiga soltanto le
donne
avevano
cura
rupe
[Xsux?
=
si
dell' A-
con
molto
lusso
ed
ele-
credeva che chiunque, dal cigno della rupe di Leucade, si lanciasse nel mare, se fosse rimasto illeso, vi
loro spe[lecticani,
lettigMeri
contro
l'a-
more.
Secondo
una
leg-
indossavano livree rosse. Ma vi erano anche lettighieri che potevano prendersi a nolo insieme con le lettighe: il numero minore dei lettighieri era di
due, Lettistrnio
il
genda, narrata da Ovidio, la grande poetessa Saffo salt dalla rupe, per guarire dalla passione di Fane,
ma
lei,
il
come a
tutte le donne
la bianca [Xsu-
massimo
di
otto.
che lo tentarono.
[Lectisternium] detto anche Fulvmar, cerimonia religiosa, presso i Eomani, per lo pi in onore
Luee [Leuce]
y.6Q
Giunone, Minerva. La sttua di Giove veniva collocata su di un cuscino Ijpulvmar], e le de su due sedie ai suoi fanehi, dinanzi a una mensa
di Giove,
Quando,
in
memoria
della
ninfa,
Elil
Campi
diede
243
Jjcucppe [Leucippe] figlia deirindovino Tstore, avendo smarrito il padre e la
sorella
varli, si
LIB
Apollo, invaghitosi
di
lei,
seguendo
l'oracolo
ria,
si
presso
re Icaro, ove
pi-
rati, il
padre e
la sorella,
da
da Apollo da gelosia,
al re
[v.
ivi],
morsa
riferisce la cosa
il
Arcamo,
sabbia.
quale sepfanciulla,
pellisce viva
la
dalla
Caria.
figlio
nella
Leucppo
di
[Leucippus]
re
di
Enmano,
Pisa,
innamoratosi di Dafne, figlia del fiume Peno, sapendo cb'ella era avversa agli uomini, ricorse a uno
lui
si
profumati unguenti,
in liquido
fra-
scioglie
grante,
se
capelli, si pre-
sent
figlia
da
di
fanciulla,
come
e
si
Enomano,
desiderio di fare
un ba-
gno nel Peno, ancbe Leucippo dov svestirsi e, riconosciuto per uomo, fu ucciso a colpi di frecce.
Leuctea
[Leucotba, IV, 542] la dea Manca [Xenycc, bianco] ino, venerata come divinit marina.
riuscita
di
un'impresa,
e nei spe-
[V. Ino].
Ma
LIB
cialinente,
244
quando qualcu-
nus
quello
di
no
Marcus Tullius
ritto del voto,
Cicerone Tiro.
il di-
I liberti acquistavano
ma
con
poper-
tere
molto
limitato,
iscritti
Erano per
esclusi
adoperava
e
l'olio.
il
latte
alle
Mnfe,
messi
soltanto
al
diritto
il
dopo
la
guerra sociale.
Quanto
i
privato,
vino.
liberti
ebbero
ius com-
Lbero [Liber, HI, 520] uno degli epiteti di Bacco, chiamato cos per la sfrenata licenza del suo culto.
\y.
so
i
merdi;
\ius
ma
il
matrimonio
di
connubii]
un
in-
liberta fu
come
disonorevole
Bacco].
[libertus]
era,
Liberto
pres-
Eomani,
dallo
colui
riscattato
che, stato di
la
servit
la
mediante
mamutava
con Vnere, ed
i
per
suoi
rapporti
con
funerali,
la libert reale,
mavano
[v.
cos
da Libitna
si
va
il
nome
della
gens
custodivano
gli
i
gli
addobbi
servava
l'antico
nella
funerali.
Essi,
berto
chiam
con no
tutti
suoi
particolari,
245
si
LIO
servivano,
dei
uryto;
ste,
l'eroe
atroci tormenti, e precipit Lica nel mare, presso il promontorio omonimo, nel
mare
cole}.
di
Euba.
I,
[V.
Ur-
nel tempio
di Libi-
Licane [Lycaon,
re
degli
211-239]
figlio
rcadi,
di
Libra. V. Bilancia.
la
vano lungo
esercitando
mare
Ionio,
Erano
riale,
la
o di abete
me
elle
a sembianza
visitarla,
sotto
umana.
il
Viene
Ottaviano, nella battaglia di Azio, ne riconobbe la pratica utilit, contro i grossi bastimenti di Antonio.
in Arcadia, valica
il
monte
dell'Arcadia
[il
pi
Avevano
talvolta dieci
file di remi. Lca [Licbas, IX, 166] il compagno di Ercole a cui Deianra affid la veste intinta del sangue avvelenadatale dal centauro to,
monte del Peloponneso], il monte Lico, nell'Arcadia meridionale, e si avvia aUa casa di Licaone.
Avendo dato
della
chiari
segni
liTesso.
egli
parole del centauro, credeva che la veste avesse la virt di ridestare .l'a-
veramente
dio,
medita di
na
ma
gli
namorato
di Ile, figlia, di
le
membra
palpi-
LIO
tanti di
togli
lssi,
246
un giovine, affidacome ostaggio dai Mopopolo
dell'Epiro stato quivi istituito da Licaone figlio di Pelsgo e
che, in una parte del monte Liceo cbe cbiamavasi
ve allora rovesci la tavola, col fulmine colpi Licaone, e mand in rovina tutta la casa. Licaone, atterrito, fugg, ululando per la campagna: si sforz di
stato
A Giove Liceo, come a Giove Cretese, si offrivano vittime umane. Lico [Lycum] era un coUe di Atene, ove sorgeva un
tempio
parlare,
ma non
era
gli riusc,
ad Apollo
Liceo,
perch
stato
trasfor-
mato
gi
in
lupo
[lxoQ
presso il quale era un ginnasio con parecchi giardini, ove insegn Aristotile. Lieo [Lycus] figlio di Pandone, e fratello di Ego, IsTiso,
lupo].
membra
del fanciullo
Pallnte, fu
un
eroe ateLi-
inceneriti
comdi,
la quale
aveva cura
di
mo,
Sotto
elle
fu
salvato
da
Un
altro
Lieo, tiranno
Giove,
il regno di sarebbe avvenuto
Mctimo
il
dilu-
aveva ucciso
il
Lico [Lycaeus,
te
I,
698]
mon-
Creonte, e aveva insidiato alla vita di Megra, sua moglie, e dei figli.
suocero
dell'Arcadia, sull'orlo meridionale quasi al confine della Messenia, sacro a Giove e a Pane. Su di
Licomde [Lycomdes]
dell'isola di Scro, presso
re
il
quale Achille
si
tenne na-
sorgeva il gran santuario [il pi importante santuario degli Arcadi] dedicato a Giove Liceo.
esso
Si diceva che
il
mura
di Troia, ove,
se-
culto fosse
247
Da Deidamia,
figlia
LIN
Creta,
dine,
il
di Li-
e che, per
suo or-
Licurgo [Lycurgus]
figlio
di
portato
campi Msi
le
nutrici
di
che avrebbe potuto offrire al popolo il pretesto di ritenersi sciolto dal giuramento
Sparta,
il
dell'osservanza
delle leggi.
in
mare,
dove
fu accolto da Ttide; perci Giove lo accec e abbrevi la sua vita. Secondo una favola posteriore, per tale misfatto il paese fu invaso da sterilit, divenuto pazzo, ucegli, cise un suo figlio, che aveva scambiato con un tralcio di vite, ma poi fu fatto
affanni
[Xuc
sciolgo].
Lims
cia
[Xi[x?]
fame].
Era
un mostro
vati
e
sbranare
dai
cavalli,
per
tesa].
linco
Afaro
[Lynceus]
e
fratello
figlio
di
di
Ida
perch le
sue
fossero
Un
Linco, figlio di fu sposo di IperEgitto, mnstra: la sola fra le 50 Danidi che non volle uccidere il marito, come era
altro
Lincstio
[Lyncestus,
XV,
LIN
248
Perci
essi celebravano ogni anno, al tempo della
ubbriacava.
Canicola,
la
festa
{p-r\w,
degli
per
l'incarico
avuto da Dmetra di diffondere l'agricoltura, si rec a lui, sul cocchio tirato da serpenti, egli, per invidia, decise di ucciderlo
cane,
nella
[xufov
uccisione],
quale
i
si
colpivano a
men-
tre dormiva;
lo
ma Demetra
mut
lire
di Lino.
Lino
te:
Secondo
rire
lira
che
si
fosse udito.
Si
riteneva
vi
figlio di Amfiaro
e,
e di Urania
sull'Elicna,
In Argo, ove
si
era conser-
vata l'antica festa di Lino, egli era ritenuto per figlio di Apollo e della principessa Psmatlie.
un
madre,
fu
e,
sacrificio
funebre.
Esposto
allevato
dalla
Si
diceva
da un pastore
avuto da
figlia.
Apollo, irato,
la Hoivy),
mand ad Argo
vendetta,
castigo,
la
punizione,
che rapiva i figli alle madri, e gli Argivi, secondo il responso dell'oracolo, per liberarsi da tale flagello, dovettero riconciliarsi
Psmathe
e Lino.
sgrid;
ma
il
249
fiero
di retorica;
LIT
discepolo,
non
tolle-
rando il rimprovero, uccise il maestro a colpi di lira. A Tebe, in Argo, a Clcide, nell'Euba, si mostrava la
ma, a poco a
tomba
Lirope
di Lino.
[Liripe,
ciso. [V. Narciso}. Lssi [nxae] erano, presso i Eomani i vivandieri cbe
Sosibio.
Litra
[XuTpa]
il
volontariamente seguivano l'esercito, per vendere ai soldati viveri e bevande. Collocavano le loro tende
sul lato del
al
Greci, to che
doveloro
la
campo
rivolto
nemico, neUa parte esterna, davanti alla porta decumana e spesso erano
adoperati nei lavori
trincee.
delle
La
trio
ad
arbii
del
vincitore:
per
guerrieri che
[Xutixol]
non avessero
Iiitici
pavano
siti
que-
domandavano
maggiori.
som.-
me
molto
Pla-
nelli eruditi,,
che
si
propo-
nevano nei
sone colte, e sui quali si discuteva, per trovarvi una soluzione soddisfacente [XuGic,
tone fu riscattato per 20 o 30 mine. Spesso il denaro necessario per la taglia veniva raccolto insieme dai parenti
o dagU amici, e il prigioniero liberato aveva poi
l'obbligo sacro di restituirlo, se non voleva diventare
soluzione].
ll^TeU'et
alessandrina, quesi
sta
costumanza
di
diffuse
ancor
un
ne
critica
e sull'interpretazioscrittori
degli
anticbi,
che
i
precedevano
maggiori,
[V.
magistrati
por-
tando
fasci.
Fasci].
LIT
Si
250
prendevano per
lo
pi.
La Coregla
formavano
elle si
rie,
[xopvjyia] che consisteva nella spesa per l'allestimento dei cori che
si
le
tre per
giori o
tori,
curU
edili curli,
dittatore
maestro dei
una decuria
riati
erano la parte pi esIl corgo doveva pagare il coro, provvederlo largamente di cibo e di
essi
senziale.
bevanda, e fornirlo di
stiti
ve-
cte
prestavano
rone d'oro.
spendioso
coro pi
quello
di-
era
dei
che costava meno era il coro della commedia, la quale aveva un arredamento meno pompoflautisti, quello
Un
La
Liturga
mava, in Atene,
[XsiToupyioc] la presta-
si
chia-
dramme
mini 5000
dramme. Ginnasiarcha
[yu^i-
cune solennit
sovvenire
dello Stato.
vano l'obbligo
coloro
di assoldare
che
si
esercitavano
possedesse pi di tre
lenti.
ta-
per
gli
nelle e pi
trirli,
rare
le-
il
La Architeora
pioc]
[pxi,0C-
la gara.
cio la cura
alle
deUe
La Lampadarcha
Sapx^a] cio
gazioni sacre
grandi feste Delo e in altri luoghi sacri, per le quali lo Stato dava la sua contribuzione.
quattro nazionali, a
l'allestimento
corsa
deUe
fiaccole.
[Vedi
Lampadedromia'].
251
La Trierarcha
yio!.]
LOT
visi,
[Tpivjpap-
zioni
ogni
steva
nell'allestimento
simmoria in sntelie, di non pi di 16 persone ciascuna. Ogni sintela doveva provvedere a una nave,
si
paga per
la
alla
forniva
bligato a
co-
trierarca
aveva
il
perch
mando supremo
e
poteva
permuta
tlSoctli;].
attrezzi
arruolare
rinai,
rematori e male
al loro
matrimonio e
dare
paghe
all'e-
norenni.
lif
zia,
Poich
racolo,
si
gli
forniva
il il
sentimento della patria, trierarca provvedeva a proprie spese a tuttp l'armamento della nave, e aumentava, con denaro proprio, le paghe alla ciurma. La trierarchia costava da 50 mine a un talento. JNel 358 av. Cristo, i 1200
cittadini di
con un colpo di spada. sangue, che spicci dalle ferite, toccando il terreno,
fitto
Il
fece
delle
zampillare
fontanine,
qua e
le
quali
nome
si
del
Atene pi
furono
stabilmente
agiati obbli-
ucciso,
chiam
giovinetto Lofi .
Lto
nome
LOT
la
252
pi nota
costa
lio,
un
albero
della
settentrionale
dell' Africa, dal frutto dolce e profumato [giggiole], di cui si cibavano i Lotfagi
comle
n'erano di forme svariate, con gusto squisito, e nella parte superiore, dove era il foro per versarvi
l'olio,
L'albero
del
loto
ba
adorne leggiadramen-
foglie molto
simili
grandi,
ma
a quelle alquanto pi
te di
emblemi e
di soggetti
mitologici.
La
lucerna
deUa sala da
sapore
vino
miscbiato
con miele: chiunque mangiasse di questo frutto, era talmente allettato dalla dol-
una una
si
sala, si
appendeva con
delabro.
cezza di esso, che dimenticava perfino la patria. Secondo Ovidio, Loto era
Per
tirar fuori
il
lucignolo
la
e per
togliere
si
da esso
moccolaia,
adoperava un
Pripo,
fu
convertita
nella pianta
omonima.
uncino.
Presso a olio
i si
Greci, la lucerna
chiamava
"kxvoc,:
mangiare] po(cTic) ricordato da Omero: polo viveva sulla costa settentrionale della Libia.
racotta e talvolta
tallo,
Lucerna
so
i
Eomani,
di
lume ad
di meforma di una mezza palla, e aveva una piccola orecchia, un foro nel mezzo per versarvi l'odella
terracotta
ellittica,
che conteneva
l'o-
e un prolungamento a forma di naso, donde usciva fuori uno o pi lucignoU, fatti con le foglie lanose di
lio,
253
LD
come taM erano
specialmente Diana,
ritenute
e
una pianta o
del giunco. Ai tempi di
col
midollo
si
Giunne
era.
Omero
ado-
Lucumne
nome
di
[lucimo]
il
ciascuno
dei
12
noso.
Il
fumo usciva da
soffitto.
federazione etrusca.
un'apertura del
Ludi
[ludi]
i
giuochi pubblici
Una
il
presso
Eomani. Essi
in:
si
fans
formato
dividevano
da un gruppo di verghe spalmate di pece e di cera, o bagnate di raggia, le quali venivano legate strettamente insieme e conficcate in
tallo
Ludi Ludi
voti.
una custodia
alla
di
me-
davano in occasioni
secondo
il
il
di-
verse
e
pentola.
portava-
genere e, luogo in cui si tenevano, si distinguevano in: Ludi Oiecenses, che si te-
potevano essere collocati ritti, quando il manico si allungava in fusto ed era provveduto
di
no in mano,
la
loro
attribuiva a Eo-
un
piede.
Lucfero
quale avrebbe ingiuochi detti Gonsuala, in cuore del dio Neptunus Consus [Gonsus Consigliere]. Questi giuochi circensi furono pieni
molo,
il
stituiti
mat-
come
tale, an-
che
90)(j<ppo(;,
"FiCQ,
men-
por-
di Astro e dell'Aurora.
sacerdoti;
i
poi
si
offrivano
i
sacrifici e
cominciavano
LD
giuoclii: corsa, giostra,
254
puca-
portava
si
gna a
piedi,
pugna a
naumacMa
di
[che
una
si
battaglia navale];
poco
si
dopo
celebravano
quell'anno, e dal 4 al
10 aprile;
Romani,
cre
Ludi scaenici,
che
si
spettacoli
davano
il
al Circo Fla-
minio, verso
principio di
istituiti
novembre. Furono
punica,
perch
gli
dopo la cacciata dei re, quando fu ristabilita la concordia fra patrizi e plebei; Saeculares, si celebravano
nuove sventure;
istituiti
Capitolini, in onore di Giove, dopo ciata dei Galli; Florles, feste della
la
cac-
ma
di solito ogni 100 anni, priin onore di Plutone e di Prosrpina, poi in onore di Apllo, di Diana e an-
pri-
Flora,
maggio. I ludi florles furono celebrati, la la volta, nel 238 av. Cristo, e divennero pi tardi sfrenatamente licenziosi; Magni, che si tenevano per rinnovare giuochi precedenti, nei quali fosse avvenuta qualche profanazioprimi
ne.
la
celebrazione della
anni.
Kon
rono
L.
istituiti
dal
console
Valerio
Furono
celebrati la 1
Cristo; in onore delsi
bri sibiUini.
Duravano
tre
volta,
la
Megalenses,
Magna
Mater,- di cui
255
gusto ordin
clie i
lup
[giuochi
ecc.],
giovani
gladiatorli,
Per
stabilire
il
tempo
delle
feste, i consoli
passavano fra canti e danze e, in ultimo, sul monte Aventino si cantava da 27 fanciulli e 27 fanciulle il grande Carmen
saeculdre col quale
si
chiu-
ordinavano
viri,
ai
decmviri,
deva
la festa;
e pi tardi ai
quindecmi
Augustales,
di
il
feste istituite
che
interrogassero
in onore di Augusto.
feste
Una
libri
sibillini.
Quindi,
si
per
tutta
l'Italia,
manda-
ricordava
si
[23
cele-
la
br durante il suo governo. Una seconda celebrava il giorno del suo ritorno a
Eoma
tobre
Cristo]
.
dall'Oriente
[12 ot-
zolfo,
pece,
ecc.;
il
grano,
poi
dell'anno
18
av.
orzo,
fave,
un
araldo invitava
popolo ad
n avrebbe pi veduti
tuiti nell'anno
deUa morte
in seguito. Si offrivano, di notte, sacrifizi agli di sotterranei, alle Parche, a Giunne e alle altre dee protettrici
per
all'll
la
volta,
dei
preparava,
glio,
dal
un
de banchetto religioso, in
cui le statue degli di
o scaeniei.
le feste
locavano su cuscini e
ve,
agli
si of-
Eoma,
che
k cele-
ad Apollo, a Diana
altri
.
di pi anticbi.
come protettore
delle greg-
LUP
dai lupi [hipos arco
256
=
alsi
cMamava
[fbruare
pelle,
dies februtufi
purificare]; la
lupercal,
gli
il
lupercdle
sa-
erum
festa
fe-
sta
februarus.
diceva istituita da
e da
Eomolo
Luprco [Lupercus]
no, dal
Fui
Eemo, per
la purifi-
che
allontana
lupi
arcet].
Lustrazine [lustrato] era una cerimonia di purificazione e di espiazione, parte importante del culto religioso,
gue
della vittima, e
si
pudi
lavarsi, per
livano
poi
le
maccMe
lana
il
i
ma
sangue
e
ti,
il
con
intinta
sacrificio
di innalzare a
un
dio una
nel latte.
Dopo
banchetto,
sacerdo-
detti Luperci tagliavano, dalla peDe delle vittime sacrificate, alcune cor-
prima di enpreghiera, trare in un tempio o offrire un sacrifcio. Dov'era possibile, si usava acqua core
impregnata di
aspersioni,
si
sale.
Per
di
le
desima
crificio
pelle,
[il
movendo
dal
adoperavano
al-
Lupercal
ramoscelli di olivo,
vano
essere pubblicamente
lasciavano sferzare
corregge,
eliminate con la lustrazione, erano: lo spargimento di sangue, il puerprio, il contatto dei morti e i funerali.
con che
le
persuase
ci fosse
zione
purificaun'espiazione, e
una
Dinanzi
257
e,
LTJT
che.
Le donne
le vesti e
si
straccia-
dopo
il
vano
ogni
parenti
com-
mini
i
si
Lustro
to
il
popolo romano, istida Servio Tullio, che faceva aUa fine di ogni
di
e la barba, e si tenevano lontani dai banchetti e da ogni festa. KeUe sventure che colpivano Io Stato, come le
capelli
un membro
della
un
=
5
pecora,
durante
il
quale
il
censo
anni,
si
il
nome
lustro
fini
di
un
manifesta-
vano per
la
morte di pai
il
pubblico poteva
interrotto
es-
[iustiium
indossavano vesti
scure \toga
pulla]
nere o
minui], come, per esempio, quando succedevano avvenimenti lieti o solennit di varia specie.
17
e leggende.
MAC
258
M
Macane
[Maclioii] figlio di EscTilpio e di Epine, contessaliclie
le,
erano
gli
Onagri e
gli
Scorpiones.
Vnse [Vinae]
a
macchine
altezza, costruite
con
pali,
di
e formanti
un
portico
ai
lati
Macaro
223-441] era
stanco
nare,
si
XIV, compagno di
da Troia,
peregri-
colonne,
reti
difese
da
dal lungo
sulla costa
in esse
gli
asse-
Quivi
poi vide
sorse
dianti
si
riparavano
dai
degli assediati.
Mscoli
altro
compagno
che era stato abbandonato nella SicUia, e che egli credeva gi morto ivi. Macchine d'assedio:
che Testudines fossoriae] servivano al lavoro profondo della terra, per scavare le fondamenta alle mura che
dovevano
poco
alti,
abbattersi,
ecc.;
riempire le fosse
per erano
gran-
ma
lunghi circa
60 piedi.
BaUlste
[BaUistae,
X160-
Tavolati [Plutei] pareti difensive [diritte, circolari angolari] con tetto a forma
di elmo.
pXoi] grosse
getto, che si per lanciare
maecbine da
adoperavano
Erano
e
fatti di vi-
mini
di
intrecciati,
ricoperti
ad arco
grosso peso.
degli
assediati.
250
MAG
Testggini
Tbaracconi,
l'ariete [v.
[Testudnes]
Magi
[Magi]
membri
della
che
sol-
Furono in origine
il
occupati
e
riempire
depositari di tutto
gli
sa-
fosse
terreno,
pere scientifico,
le cose del cidto.
anomi-
potessero
tiae].
con animali da tiro. Erano fatte a volte, alte da 90- a 180 piedi, fino a
celle o
Maga
[artes
magcae].
La
e,
si
raggiungere
l'altezza
delle
mura,
contenevano
da
Godevano fama
gl'Indiani,
i
popoli. di valentisCal-
acqua,
si
possibili
mani fu molto
diffusa
la
incendi,
riori
e in
quelli
supepiccole
ponevano
macchine,
che lanciavano
com-
piano aveva,
nell'esterno,
un
ballatoio
pagni di Ulisse, per opera di Circe, l'incantesimo adoperato dai figli di Autlyco per sanare la ferita di Ulisse ecc. Ma pi tardi, la magia si ebbe specialmente nei
misteri dionisiaci, nel culto del mondo sotterraneo, nei
culti frigio
deva da funi e
della torre.
ed egiziano, nei
MAG
quali la religione
si
260
risoltri,
Spesso
dei Greci
si
La dea maliarda
regno
ombre, Necro-
manza
[xavTEia
e,
[vsxp?
con lampi, tuoni e apparizioni di spettri d'ogni maniera. A Hcate va unita Artemide, la dea delcelebrati
la
le
per moniati dal demone da cui erano invasi, si ricorreva a formole etsie, a sentenze di Salomone, a
morto,
Erano dotate
Medea,
i i
Cabiri,
i
Curti,
Telcbni,
le
Coribanti, i Oercecc.
pi,
mpusa,
della
Lmie
Arti
magia
erano:
seduti
giorno.
per
terra
tutto
un
Presso
era
se
rano erbe magiche [la verbna, la malva, l'asfodlo], pietre magiche [aeroliti o
sassi
scavati
dalla
terra
mistica].
gersi
i
tavano
teri,
gli
incantati,
nodi
magici,
i
gi
nu-
uma-
ne
ecc.
si
I fanciulli
br sopraffatta
vaticinatone di
si
dalle
arti
altri paesi
zo di amuleti; gl'incanti di
amore
operavano
con
fil-
vedimenti contro
dori stranieri.
~ 261
Augusto proib
logi
MAG
davano il titolo all'anno, avevano diritto all'obbedienza da parte degli altri
magistrati, eccetto 1 tribuni della plebe e, fuori di Eo-
di
valsero
perfino
no
di
in
carica
nella
met
vaticinazioni
di morte.
con
la
pena
marzo
no e mese
fari.
si
alternavano ogni
il
nell'esercizio
Eomani]
le
esercitavano
cari-
Durante
il
degH mese
af-
di
Eoma
pubblicbe
stipendio;
carica,
che senza
ceduto dai
negli altri
littori.
per ragioni del loro ufficio. La carriera della magistratura seguiva quest'ordine:
questura, edilit, pretura, consolato, censura. KeU'entrare in carica, i magistrati, nel tempio di Saturno, giu-
praetecota],
scettro
di
i
12
et
[lictores
fasces],
ravano
presso
questori
nel-
di
Eoma, erano
Pretori
di osservare le leggi;
l'uscirne,
ti
scuri.
giuravano davan-
Dapprima, a Eoma,
vi fu
consoli,
pretori,
un
247
sol
pretore,
Cristo,
ma
oltre
nel
al
I
i
av.
pi alti magistrati della Eepubblica: investiti del supremo potere esecutivo, presiedevano il senato e
le
assemblee
del
popolo.
dicava le
liti,
soprattutto
MAG
d'indole
forestieri
262
commerciale,
o
tra tra
della
plebe:
erano dappri-
forestieri
la
ma
pi
cittadini.
Verso
fine
della
E epubblica, il
littori
numero
istituirono
edili
curli,
i
che erano
eletti fra
pa-
trizi. Ufficio
due
coi
rle,
il
forma
sedeva
in
tempn
blici
pretore
col
suo
dia va
udien-
minati
fra
pi
il
insigni
consolari
vano
lato],
[coloro esercitato
che aveconso-
prima ogni 5 anni, poi per un anno e mezzo. Era ufficio dei censori: fare
censimento dei cittadini:
averi, distribuirli nelle classi e nelle centurie, ammetterli nelle trib e fra i cavaKeri, vigilare su la moralit pubblica, scegliere i nuovi senatori ed escludere dal Senato queUi che se ne fossero mostrati
.
il
avevano
I
la
dei loro
e la sedia curle.
[quaerere inquirire] incaricati, in origine, di istituire i processi
capitali, divennero poi, per legge di Valerio Publcola,
Questori
indegni.
altri
magistrati,
imposte e
i
il
pagamento
bliche.
stori
'di
Da
principio,
que-
ro 40.
I iudices
dov'era
l'archivio
decmviri,
in-
263
caricati di istruire processi
e
MAG
to contro la
pena
inflitta
cause
civili.
triumviri
nocturni
tatore o
nato-
nocive
all'interesse
La
239
giurisdizione
istruivano
tali,
i
criminale:
processi capile
sorvegliavano le pri-
gioni,
facevano eseguire
non erano vaKde, finch il popolo non avesse dato il suo parere. I tribuni, dapprima 5, poi 10 dal 472 av. Cristo, erano eletti fra
caso,
i
plebei;
tevano
tempio di Giunone
la
Moneta, e
monetaria.
I
circolazione
tri-
vano
Eoes-
ma
le
per
un
giorno intero;
ravano
torni.
nettezza
delle
loro case
dovevano
strade, in
Eoma
e nei din-
[tri-
buni plebis]
tutelavano contro
i
i
Magistrati straordinari
erano:
carica,
non potevano
erano inviolabili e essere accusati: convocavamo i comizi tributi, citavano i cittadini accusati di alto tradimento a comparire davanti alle
centurie, e potevano citare davanti al popolo, e persino
arrestare,
il
Dittatore [dictator] magistrato con supremi poteri, che si eleggeva nei casi di estremo pericolo.
Il
o scelto fra
consolari
[coloro citato
consolato].
Du-
abusasse
del
il
Avevano
MAG
ufficio,
264
e
divenivano
ese-
Maia
[Maia, II, 685] fgUa d Atlante e di Plione, era madre di Mercurio: la mag-
le
sue
il
sentenze,
l'appello dittatore
non
era
ammesso
da
essa
cMamato a
prese nome.
Mamertlni
cenari
di
[Mamertini]. merdediti
alla
figli
italici,
Marte
[Mamers
nella
dittatore riuniva
in
s
e
supremo potere
civile
militare.
Il
Mars
occuparono
uccisa
la
Messi-
na
assenza
e,
in
la
guerra,
coi
mandava
la
i
cavalleria;
triumviri presiedevano
triumviri,
i
al-
possesso,
con
l'aiuto
dei
Eomani.
viri,
quinqudecmviri [3, 5, 10
i
dumviri
curavano
[2
magistrati]
ecc.
si
la flotta
Mancipzio [mancipatio] la presa con la mano [manus = mano, capio = prendo] era, nel commercio romno antico, un atto molto importante, quando si doveva
trasmettere
sona.
Magna
l'Italia
Grecia
qualche
cosa
gran numero
una
bilancia], da
Questa
denominazione
le
territorii.
265
stare e percoteva la bilancia
^
dum
riam
tuor
MAN
in Sallentinis
vi cepit: ibi
Man^uad
quat-
milia
hominum capta
cosa.
cap.
15].
modo
diante
di
il
labria
che
si
era
opposta ai
suoi disegni.
na a Lecce, a 38
Km.
da
Taranto, a 11 dal mare, a 80 metri sul livello del mare, nel territorio cbe fu
Oria
detto
citt
rum
e
greges
maxime
abacti:
voli.
domanda
Plinio Secondo
il
Y.eccliio,
ricorda
Mandria per
un fonte che
re,
si trova, anche oggi, in una caverna abbastanza profonda, poco lungi dall'abitato. Le sue
acque, limpide e fresche, scorrendo come un rigasi versano in una vaschetta sottostante, dove si mantengono sempre a
gnolo,
un medesimo
Uvello.
il
Q.
Fabius
consul
oppi-
questo fonte
popolo
MAN
266
infusis augetur [Plinio, Sistoria Naturalis, libro II,
d il nome di Scgnu, vocabolo che non stato ancora spiegato dal vista etimologico.
punto di Qualche
cap.
rallele
106].
congettura
stenibile [da
prospettata
de
mura
di Agesilao,
si
fango, loto].
daUa Grecia
ai
Francesco D'Ovidio,
nella
guerra
contro
vicini.
'AY7]cyi,>\.ou
[xv
dell'Universit
di
IsTapoli,
'Hv yp
da
me
utt MsCTaaTctov
Vita di Agide,
[Bihlio-
neolatine.
Ed
tJieca,
XVI,
si
cap. 62]
deve appartenere all'antichissimo dialetto preroma[osco-messapo] che si parlava in quella regione, e probabilmente conserver sempre celato, nel mistero
dell'antichit, la sua
origine,
il popolo, recustode delle tradiantiche, conserva al il
narra
che
avver una
circostanza
no
[3
prima
.
Oggi, mentre
ligioso
Archidamo, re di Sparta,
che
era recato per portut-
zioni
suo fonte
alcuni lo
nome
Scgnu,
del
nome
iuxta
oppidum
Manduria. La citt, precedentemente alla colonizzazione greca, dov essere abitata dagli sci, come il
territorio
Manduriam,
stis
lacus ad mar-
aquis
minuitur
neque
circostante;
ma
267
a costoro pare
giunti, fin
si
MAN
Insostenibili
e
siano ag-
del
tutto
Illirici,
cui
lingua
si
tempi
studi
gici
trascorsi,
filologici
quando
e
gli
glottolo-
mancano, naturalmen-
erano bambini, presentavano qualche verosimiglianza, come per es. quella che fa derivare Manduria da parola ebraica
duria
nici,
Madad
caldaica Medar,
[Mazzocchi],
venienza degli abitanti di corrispondono Manduria, altrettante congetture etimologiche, circa il probabile significato primitivo del
che la vorrebbe
dall'ebraico
derivata
tificazione
il
Ma for-
[Pappato dero],
nome
della citt.
Baster
notevoli
citare
maggiore probabilit di
sere pi vicine al vero.
Pare
strano
che
uomini
non
Mando Mendo
vallo;
[illirico]
[messapico]
cavallo; ca-
turare
strane
etimologie,
Mes, Mas
[illirico]
movendo da un'apparente
e soltanto
esteriore
somi-
tico indiano]
punto pre-
su
le
afinit
etniche
carattere
MAN
268
i
rone.
Ma,
18
alla
distanza di oltre
secoli,
bisognava
at-
desima stirpe, come credono il Mommsen e l'Helbig, e che essi siano giunti
in Italia, in tempi diversi e per diverse vie: gli uni dal
nord, per terra, gli Iapigi dal sud, per mare. I Messapi vennero dalla
La
probabilit
maggiore,
quanto all'etimologia del nome Manduria, oggi c'induce a credere cbe esso sia
di origine illirica. Illirici infatti erano gli Japgi cbe
infatti
si
Hyna,
relazione
etnica
Mommsen crede
cbe Mes-
Oupia [ricorda TpiYj, Opta, "Oppa, Uria, oggi Oria, nella provincia di Lecce]. Gli Japgi invece vi giunsero pi tardi dal sud, per
i
appartenenti a una medesima stirpe, che precede l'arrivo tanto dei coloni
greci,
quanto
delle
stirpi
sannitiche.
Anche
di
origine
illirica,
sola
ove soggiodi
Salentina
il
garono
italica
genti
razza
etimoMessapia logicamente significherebbe: paese posto in mezzo aUe Peloponacque ['Arcta neso: dpas (snscrito) = acqua].
nome
269
lunghezza,
di e
MAN
poco
Messapi
sono
nomi
i
Brundisum
in
da
o
Brunte-
meno
nomi
un metro
ntum
tum
in larghezza e
uxa
in
al
tum, Aletium, ecc. Vero , per altro, che anch.e nell'isola di Creta scorreva un fiume Msamioc,
MscrcraTrtoi;.
altezza. Appartengono gruppo di vetuste costruzioni cosi colossali, che i posteri non potevano comprendere come uomini aves-
Erodoto
[li-
"VII, 170] racconta che i Cretesi, tornando da una spedizione fatta contro la Siciha, per vendicare la
bro
avere tanta forza; perci i Greci le designarono come opera dei Ciclopi, la mitica razza dei giganti, che si diceva imsero
potuto
migrata
dissero
dalla
Licia,
e le
mura
hbro
ciGlopiche.
Ty]<;
Pausania
'EXXSo?,
[Iltpiyiyriai<;
parlando
rinto,
loro na-
'TpiTj.
Se-
guendo qusta notizia dada Erodoto, alcuni pensarono che i Messapi fossero di origine cretese.
scuna
Ma
del
muli.
come giustamente
il
passo di
Le antiche mura di Manduria non sono formate da ammasso di rozzi massi pohgonali, uniti insieine, come le mura poKgonaU di
Tirinto e di Micene, ma appartengono a un periodo posteriore, quando, nonostante i vantaggi che offriva la costruzione poligonale, la tendenza a sempre
Erodoto suppone una citt marittima, mentre Oria si trova a ridosso delle Murge, nell'interno, a oltre 20 km. dal mare.
Superbe vestigia
ra.
dell'anti-
ca Manduria restano le
mu-
maggiore
MAN
2^0
termini, ro stati
i
Pelasgi sarebbelo
anche
cali e ci
richiamano
la co-
etniche,
modificate
dalla
struzione delle
mura
di
Pa-
ciclopiche,
sull'autorit
si
Erodoto e di EUnico,
biano
innalzato
delle
le
mura
pelasgiche
cinte ita-
liche; le tradizioni di
Pelasgi
hanno carattere
leg-
Ma
ne
ramo
gendario e scarso o nessun valore storico rispetta al fatto in s e alla cronologia. Quando i Greci colonizzarono le coste d'Italia, trovarono sul posto la maggior parte dei popoli che, in et storica, vediamo oc-
indo-europea che, durante la trasmigrazione dall'Asia Minore [ove gli Axii si erano diffusi, partendo dall'altipiano del Pamir, che
si
cupare le
neti,
ginaria],
le coste di essa
secolo YIII,
occupavano
loro
le
dell'Ego,
anche passati
pre-
Mangne [mango]
so
i
era, pres-
prima di
assumere
quelle
mano [mango
legati
= manus ago]
li
insieme,
esponeloro
va nudi e appendeva
271
al collo
MAN
il
una
tavoletta, sulla
nio
fizi
Superbo;
ma
sacri-
umani furono
console
si
aboliti
dal
e,
Giunio
Bruto
Per i difetti non indicati, doveva dare garanzia, e quando voleva venderli senza garanzia, metteva loro
in testa
ledti.
in cambio di teste
offrivano
umadi
ne,
teste
papavero e
cie
d'aglio.
spe-
un
pilus
cappello
\^i-
bisaccia
cantava
ne
nascondeva
dei
difetti.
due tasche pendeva davanti e l'altra dietro, sulle spalle; quelli a cavallo la
collocavano
l'animale.
dietro
i
le
anime
loro,
morti buoni, che si veneravano come divinit, detti perci Dii Manes, Venivano onorati con libazioni di acqua, vino, latte ecc.; il 21 febbraio si
di traverso su
fianchi del-
Manto [Manto]
glia
indovina,
la
fi-
dell'indovino
tebano
vittoria
[ved.
Tirsia.
Dopo
degli Epigoni, a
Tebe
propiziavano con una festa funebre generale [ferala} e, nel tempo pi antico, si offrivano loro vittime umane. I Manes RcsbYano co-
di
munemente
i
morti, mentre
gli
Lares
erano
spiriti
Mopsp.
Manbie [manubae]
il
erano
maligni.
terribile
di-
Mania pMania]
nerale;
mentre
la
preda
comune;
ma una
parte la
MAN
consacrava
vero
edifzi.
272
agli
di,
ap-
quando
iscrivere
il
dominus faceva
servo fra
i
il
cit-
collocava,
come
ornamento,
Presso
della
i
su
pubblici
testamento
che
gli
[te-
stamento].
20 In
la
assegnata
forma privata:
il
pa-
Le armi
si
tolte
al
nemico
la.
chiamavano spoi
Manumssio
Eomani,
schiavi
dalla
loro
condi-
zione di servit.
cos liberato,
usciva dalla
Essa si aveva: 1 In forma solenne: il padrone dichiarava innanzi a un magistrato, che concedeva la libert allo schiavo [vindicta].
Alla presenza del pretore, un littore toccava il servo
sua
condizione
diversa:
servit
diveniva
con
la verga [vindicta'], pronunziando la formula con cui gli concedeva la libert: hunc hominem Uberum esse aio , poi il pa-
Liberto'],
ma
se in
la
Manus
i
inectio
fu,
presso
dicendo:
iune
esse
homivolo
,
nem
Uberum
manumissio
si
aveva
mento [manus inicre = metter le mani addosso a qualcuno]. L'accusatore 30 giorni dopo la condanna
273
MAE
conduceva
l'accusato
da-
vanti al pretore, e se quegli non pagava o non preun mallevadore sentava [vindex], lo trascinava in
monte Peni
sua casa, dove lo metteva in catene e, dopo 60 giorni, poteva venderlo in paese
straniero e
altri;
anche ucciderlo.
marmo
Se
si
spinge fino al
di Tnaro;
il
promontorio
gliare
ma
marmo
del-
rimtto
[monte
dell'Atti-
territorio di
marmo
e,
corinzio,
a vari colori
giallo;
il
per lo pi,
di
frigio,
color
Eex [donde
nel 144 av.
gliorato
il
suo nome],
e mi-
Cristo,
poi
da
Agrippa,
bianco con macchie di porpora; il tssalo, che aveva vene verdi, bianche e nere; il marmo carystio, da Crysto
lori;
Eoma
nell'Euba,
il
nature verdi e di
acqua potabile.
marmo
di
il
tasio,
dal-
ita-
l'isola
Taso, nell'Ego,
bianco;
marmo
lesbio,
dall'isola di
Lesbo, nell'E-
fiume
si
Liri,
dal
quale
Minore e nella
ISTumi-
non
portato.
Marmo
era
[marmor]. Il marmo noto a Omero, perch se ne trovano cave nelle Oicladi e nell'Asia Miforse
nore.
dia; quest'ultimo era giallo con macchie di porpora. Pi tardi se ne scoperse anche in Italia, sul monte
marmo
I
Greci,
di Carrara.
Eomani
dopo
appresero
dai
la conquista di
18
MAR
quel paese, l'uso del
nelle
274
marmo
costruzioni.
il
macedonico fu
MeteUo primo a
dipin
i
un
geva
si
il
lasciava
ca
Mrsia
[Marsyas,
VI, 381-
pelli
soltanto
neUa
part(
400] satiro, nato in Frigia, del quale si diceva avesse trovato il flauto clie Athena aveva gettato via. Divenuto valentissimo suonatore di flauto, os sfidare
Apollo;
pelle
destra
I.
del capo.
i Greci. In Gre matrimonio soddisfa
Matrimonio [matrimonium]
Presso
eia, il
di,
ai
quali bi
questi lo
vinse
e,
sognava lasciare
che
li
uomin
scuoiatolo,
ne
in
una
neUa
appese caverna
Frigia.
la
lo Stato,
Celne,
Lo
procurare
la
vers(
more
sto a
queste idee,
scelta
della
cb.e
neUa
sposa
mando
predominava il pensiero
e spesso
la sposa
il
del
padre
il
sceglieva
Si
diceva
clie
la
per
si
figlio,
per
cb non
fetto
badava aUa na
turale inclinazione
deU'af
Marte
mani,
pMars]
il
presso
della
Eo-
dio
guerra,
dove
le
le
donne conducevam
domestiche.
identificato
fri
Ares],
pareti
li
cit
di
nascita.
fig]
per
celebrati
da un cittadino e d
una non
illegittimi;
275
bigamia, ma spesso, oltre moglie legale, il marito aveva anche una concula
MAT
rone
quale
sposo.
e
profumati
di
un-
guenti], sopra
un
sedeva
bina.
La
il
parente prossimo
e lo
ma
era per-
messo quello tra fratelli e sorelle di due letti. Il matrimonio fra parenti di grado lontano era assai desiderato e, in certi oasi, ordinato dalla legge. Lo spoera preceduto dalla promessa solenne, fatta dal
salizio
Sparta, lo sposo, col consenso dei genitori, rapiva la sposa e la conduceva a casa d'una parente,
la
quale preparava
nuziale^
il
ta-
lamo
dopo un
bre-
La madre
cendeva
la
stabiliva
la
dote,
teda nuziale, e
di
fiac-
un gran numero
cole precedevano
del
quale
ap-
segui-
parteneva
frutto.
soltanto
l'usu-
vano
fra
gli
sposi.
Il
le
acclamazioni
corteo, e i
Kel giorno delle nozze, lo sposo e la sposa facevano il bagno in acqua attinta a
canti
una
citt
casa
dello
sposo,
or-
OaUirhoe], si compivano in casa della sposa alcune sacre cerimonie, delle quali
nata di festoni di frondi, dove era accolta da un getto di noci, fichi ecc., e spesso seguiva un nuovo ban-
non sappiamo
to, e si
nulla di cer-
chetto
nuziale,
nel
quale,
teneva un banchetto
come dono
donne
sposa sedevano separate dagli uomini. Dopo il banchetto, verso sera, la sposa, avvolta in un velo, veniva condotta dallo sposo [vestiti entrambi di
la
con
Dopo
sa,
MAT
le
'276
tio: una specie di compera apparente, che il ma-
rito
faceva
della
moglie.
per mezzo deU'ZJsws, quando la donna avesse dimorato per un anno, senza
3^
aUe nozze era l'inverno, onde il nome di GameHne mese delle nozze [y^xo?
nozze] gennaio.
II.
dato
i
al
nostro
Il
Presso
Romani.
romani avevano molta somiglianza con quelli greci. Favorevole alle nozze si stimava la seconda met
di giugno, mentre si ritenevano di cattivo augurio tutto il mese di maggio, la prima met di giugno,
un
carattere di santit: in
il
origine
la capacit di contrarre
un
tutte
le
le
calende,
i
le
idi,
none,
soltanto ai cittadini
tempo
dei
dies
medesima
classe;
ma
la
consacrava
intreccia-
che
trizi
il
e plebei:
sotto
Il
cbe, estese
va una cintura
ta
lana
di
pecora,
matrimonio, presso i Eomani, poteva concMudersi in tre modi: 1 per mezzo della Gonfarreatio, che aveva carattere
religioso.
Quando la sposa, col corteo descritto nei riti gregiungeva a casa dello sposo, per far testimonianza della sua castit, copriva di nastri di lana gH
ci,
Veniva
ce-
una
li
un-
vano
2 per
geva con grasso di maiale, per allontanare le malie. Di l dalla soglia veniva portata a braccia, e passava sopra una pelle di
277
pecora,
grido
MED
Mausolo [Mausolum] magnifco monumento
il
distesa
sul
paviil
[il
se-
dio
romano
naeus'].
Mauslo
Mauslo, in Alicarnasso. [Mausolus, MaooXo^] re di Alicarnasso nella Caria. Alla sua morte, la
Gaius,
ibi
ego
Gaia, e
prendeva quindi in consegna la chiave deUa porta. Seguiva il banclietto solenne, durante il quale il marito doveva gettare pugni di noci ai giovani raccoltisi davanti alla casa e,
il pranzo, una matrona che, rappresentava la luno pronuba, conduceva la sposa nella camera nuziale e la collocava sul letto
Mavrte
[Mavors, Yl, 70] Marte, il dio della guerra, identificato con res. [Ved.
Ares].
dopo
sacro
[V.
Marte
[Mavors}.
fi-
Dopo avere
sone,
aiutato
Gia-
tavano
ni, laci e
non
soltanto ime-
ma
lolco,
teggi.
Il
tornata con lui a in Tessaglia, fece morire trucidato PHa e poi, a Corinto, uccise il re
Creonte, la figlia di lui [Crusa o Gluce] e i' due
figliuoli,
giorno
marito
Mnnone
Fere
sposa offriva
Indi,
su
un
carro
tirato
sacrifcio nella
nuova
casa.
Matta
italica,
da due dragoni alati, fugg da Corinto ad Atene, presso il re Ego, a cui si un in matrimonio. Quando
MED
di
278
fi-
sciuto
Ootrone,
qual
che lo riconobbe, indusse Egeo a dargli da bere, in una coppa, un veleno, cb 'essa aveva preparato con erbe velenose, cbe erano
spuntate sul terreno, dalla
gradc
Boma,
antichi,
il
era spesso
essi
schia-
de:
Greci,
Omero
nomina
il
medico degli di. Pene, che va distinto da Apollo. Fra gli uomini, ritenuto
i medici ebbe due quale Asclepio, figli, Podalrio e Macane, medici anch'essi, cbe pre-
aparteneva il me dico di Augusto, Antonie Musa. Ai teinpi di Cice rone, aveva grande fama
capostipite di tutti
il
Asclepiade di Prusa, e Ce sare gli concesse percic la cittadinanza. Durant( si ebbero me l'impero,
dici
con un salario
corte
le
fsso
nella
e
e nell'esercito
sero
di
non mancavano
medi
Troia.
ma
gna
di
un uomo
e,
libero:
ricevevano
facolt
e,
di
esercitare la
sebbene non si ricbiedessero esami, doveva almeno dimostrare di aver avuto un buon maesua arte
stro.
Era dapprima
uni
fanciulla
bellissima, coi
Ip-
279
Minerva,
vendic,
penti
i
MEL
la
quale
se
ne
ser-
mutando
capelli
e,
in
della
sua
chioma finente
ventare
scolp
il i
per spa-
natica] Ercole, il quale fu cosi chiamato da Achmone, in una curiosa avventura. [V. AcJiemone].
suoi nemici, ne
Melmpo
tello
pVtelampus]
fra-
capo nel suo scudo, e le serpi su la corazza. Perseo^ venuto nel campo
delle
Binte, figlio di Am5rthane, fu il pi antico vate, che con espiazioni e sacrifici occulti eser-
di
fosse
dallo
anche
guardandone l'immagine
fiessa
gli
nello
specchio
clie
citava la medicina, e il fondatore del culto di Dioniso, in Grecia. Si narrava che nella campagna di Pylo,
aveva
dato
si
Athena,
ser-
aspett che
tasse,
addormendella
Cri-
e le recise la testa
penti gli nettarono gli orecchi, s che d'allora comprese le voci degli uccelli e
pot predire
le cose future.
sore e Pgaso,
il
cavallo
Avendo
erano op-
contro
il
ne spos una
suo sguardo.
la
Meduse
Melanippe [Melanippe]
valla nera
7]
la ca-
[(xsXa?
nero,
celassero la
za
Gli
da Perseo.
[V.
Pegaso].
agli di
occhi
la
Megra
pVEegaera]
una
delle
in
cavalla.
Melmpigo
l'uomo
[y.'ka.c,
delle
nero,
be due figli da ISTettuno. Eolo allora fece esporre i due bambini appena nati
MBL
e,
280
solo
bambini,
alle-
[Dioniso infatti, coperto da una pelle nera di capra, gli era alle spalle
con
lui,
Melanto
l'uc-
cise.
ponto, re dell'isola di
Icria.
Melanppo
giovinetto
Dioniso
Melntide.
[Meleger, MsXcc-
Melegro
'Xpoc,']
Acaia,
per
di
Diana, la sorprese nel tempio della dea. La profanazione fu seguita da gravi epidemie
dell'oracolo,
e,
Vamico della caccia = bo cura, aypa = [[xsoi caccia] figlio di Oeno e di Altba, marito di Cleopatra,
valoroso
eroe
di
Ca-
per risposta
cbe superassero
bellezza.
gli altri
in
Un
altro
Mela-
pi valorosi
del
suo
prima
cbe
gli
di
si
morire,
portasse
la testa di
Melanippo, che
Poich,
si
fosse
consumato
il
tiz-
zone che ardeva sul focolare, la madre Altha lo aveva spento e deposto in
una
cassa.
Ma
avendo
poi
281
Meleagro uccisi i fratelli di sua madre, figli di Thsti, per una .contesa sorta
intorno alla pelle del cinghiale ucciso, che Meleagro offri ad Atalanta [che era
stata la prima a ferire
il
MEL
sia
stato
condannato
alla
figlia deU'Oda ApoUo, fu ceano, rapita ricercata dal fratello Canto, il quale, non avendola
ritrovata, appicc
al
Thestio
richiede-
tale premio; Althea, per dolore dei fratelli morti, riaccese il tize, appena fu consumato, Meleagro, preso da grave malore, mori. Altha e Cleopatra si impiccarono, e le sorelle, piansero tanto la morte di Meleagro, che Arte-
il fuoco hosco Ismnio, sacro al dio. Apollo allora lo uccise con le sue frecce. Melia ebbe da Apollo due Tnero e Ismno. figli:
Meladi
zone
ninfe
fras-
le
mut
in galline di Faraone.
Meliba [Meliboea]
figlia
di
il
che
si
dala
le
vano
il
patria di
vento dell'eccidio che Apole Diana facevano della sua famiglia, fu chiamata
Glori.
[V.
Glori-].
poeta
avesse
composto
suoi canti. Perci il poeta fu chiamato Melesigene , nato presso il Meleto [ysv
in ytyvofxaL
con
il
l'altro
figlio
Meli-
con Anito ["Avuto <;] fu accusatore di Socrate. Pare che, dopo la morte del grande filosofo, anche lui
quale divenne poi dio marino, col nome di Palmone [in Eoma PortUcerta,
nus].
[V. Ino].
MEM
576-622]
di
figlio
282
di
foreste.
dell'Aurora,
Nella
guerra
[euhoe,
tal
eccitavano a
Troia
egli
uccise Ant-
punto
loro furore, da
loco, Achille.
ma
per
lui,
quando il suo corpo fu cremato sul rogo ed egli si trasform in uccello, tra
lit e,
fremiti
di
gioia
di
pazzia,
Mndes
ziano,
[MsvStji;]
dio
egi-
le
fiamme, si videro volare, dalle sue ceneri, uccelli [memnondes}, che ogni anno si raccolgono sulla tomba di Memnone, per piangerlo, e alcuni si azzuffano e muoiono in onore di lui.
Meneeo
csta, la
madre
di Edipo],
piange ancora e ogni mattina, indora delle sue lacrime la terra. Mnadi [Maendes] erano donne furiose che prendelo
L'Aurora
Nella
Guerra
dei Sette
doveva essere
'
sacrificato
ad
res [Marte], per espiare l'uccisione del drago fatta da Cadmo, Creonte si sacrific,
canti,
Menelao
203]
XIII,
re
di
di
Agamen-
Correvano
scarmi-
none. [V.
ivi].
Fu
di
pampini],
Sparta ed ebbe in moglie Elena, figlia di Tindaro. Il rapimento di lei da parte di Pride [v. ivi], che era
stato ospitato
da Menelao,
283
caus la guerra di Troia egli condusse 60 navi. Dopo la caduta di Troia, riavuta Blena, parti per tornare a Sparta, ma sorcess:
MEO
Plutone e Prosrpina
i
ove
presero
loro corpi,
li
por-
deUe cinquanta
!N"ero
figliuole di
portato nell'Egitto. per otto anni presso i popoli d'Oriente e di Occidente, e giunse a Sparta con
Err
[Keridi]
madre
di
Orfeo.
Mnitra
[[xevuTpa]
compenso
Elena, nel giorno in cui Oreste seppell Olitennstra ed Egisto, che Oreste stesso
aveva
uccisi.
Mnta [Menta]
fiume amata da
cito,
dell' Averno,
in
una
medesima
figlio
Persfone,
Mnte [Mens]
ne romana
personificazio-
parte
alla
dei
Ti-
Bopo
la
Giove
lo
mine
ferno.
e lo precipit nell'infiglia di
Menipp.e [Menippe]
toca.
Trasimeno, perduta per temeraria imprudenza, le fu consacrato un tempio sul Oampidoglio, ove le si celebrava una festa l'S giugno.
Le due sorelle rano ammaestrate nella tessitura da Minerva e dotate da Venere di grande bellezza. Per far cessare l'orstate
ribile pestilenza
Mntore [Mentor]
amico intimo di
cui
questi,
era
Ulisse,
un
a
Troia,
che deva-
stava
della propria casa. Minerva, sotto l'aspetto di Mentore, dava spesso saggi consigli
cura
ed
utili
esorta-
zioni a Telemaco.
la
pestilenza
MER
nica
col
284
ro propriet. I negozianti romani si stabilivano in
tutte le piazze commerciali e talora ancbe in paesi nemici: cosi si spiega che si
Pontus Euccnus, del Bosprus per Cimmerus. Mercatura [mercatura]. In Grecia il grande commercio
mezzo
era
marittimo,
quindi
siano
trovate
monete
e
role
mane
nell'India
su
mo
sorvegliavano
10
cu-
ratori, zmyLzkfi'vcci tou fXTroptou. Dalla Grecia si esportavano i prodotti del suolo e le materie prime, la-
num,
ecc.],
pistorum
si
secondo che
trat-
tasse della vendita di carne, pesce, erbaggi, farine ecc., spettava agli ediU.
per
N mancavano
cianti
commer-
al
adattavano
e
alle
alle
scaltrezze
del
di oggetti
di lusso,
furberie
il
com-
mercio,
ci in
mano
ne trassero grandi vantagTuttavia, nel 494 avanti Cristo, i mercanti formavano gi una corporaziogi.
generalmente bene accolte daUe donne romane. Il dio protettore del commercio era Mercrio, al quale i commercianti celebravano una festa, il 15 maggio.
ne,
e
coUegum mercatorum;
Mercrio pMercurius]
tificato
figlio
iden-
quando
la
Sicilia,
la
Grecia,
Appena
nato,
abbandona
del
ApoUo pascolava
nella Pie-
285
ria
MEE
La sede pi
antica del suo
culto fu l'Arcadia, ma fu presto venerato in tutta la
[regione della
le
nia],
Macedonasconde in una
caverna di Pilo [citt nella parte sud-ovest della Messnia], e poi torna nelle
sue fasce. Apollo scopre il ladro con la sua arte divinatrice;
tue e
pubbliche piazze e
ma,
meravigliato
suono della lira, clie Mercurio ha costruita, distendendo le corde sul gudal
scio
rme .
si
Gli
offrivano sacrifci di
maiali, agnelli,
capretti,
lui
quindi
si
attribuisce
lira.
l'invenzione della
tre, per la sua
Inol-
scaltrezza,
bruciava la lindelle vittime e, nel 4 gua giorno del mese, gli si facevano offerte d'incenso, di fichi secchi, focacce ecc.
montoni,
si
des;
per,
nell'eseguife
comandi
in atto tutta la sua destrezza e la pi arguta malizia, per condurre aspre cose a
magica.
Il
[V.
Gado'\.
dio
Mercurio
dei
il
Eodio
buon
fine,
mani
del
era, in origine,
apparve mai, come ride, semplice nunzio degli di. anche il dio dei sogni, della ginnastica, del commercio, dei viandanti: apportatore di agiatezze, an-
offrivano in-
attribuisce
delle
l'invendelle
zione
lettere,
MER
niercauti
ci e
286
offrivano
sacrif-
iani.
i
spruzzavano di acqua
merci, per preser[meretrices].
due suoi
Adrasto
le
loro
Meretrci
me
le etre
Amfio, sarebbero periti nella guerra di Troia, non voleva che vi andassero; ma essi
non
tollerate a
trici,
Eoma
le
mere-
purch sottostassero
portare
[tunica'],
una
veste
corta
veste
Istola}, e
il
mente, per volere di Artemide, la ninfa Ecbema, sua sposa, egli voleva ucfra
perto
le
viso e
le
nudo
si
il
coUo,
ma
spalle,
braccia.
Le
forma
loro
abitazioni
chiama-
Mesi
vano lupanara,
mces.
lustra, for-
primo
solstizio
novilunio
dopo
il
Merone
modo:
I.
sieme col
i
Cretesi
Ecatomhene
[2^
met
navi.
la
Fu
di agosto],,
xaT|jL(37]
d'arco e di lancia
dopo
pres-
mero
II.
tato da
so
le
una tempesta
coste
della
Sicilia,
Metagitnine
[2
me-
ne torn a Creta. Quivi egli ebbe una tomba e culto insieme con Idomeno.
se
donde
vicmo, peresso
si
ch
in
solevano
in. Boedromine
[2*
me-
MES
aiuto,
Sp|j,0(;
corsa].
IX. ElafeboUne [2* met di marzo e 1^ di aprile] chiamato cosi dalle feste
che, in questo celebravano presmese, so i Focsi, in onore di
[V.
Boedromie].
Elafeblie
si
Artemide
vi
cacciatrice di cer-
fava, e^o
['XaqjOf;
cervo, pXXw
[2^
ferisco].
X. Munichine
met
V.
t
Memacterine
di
[2^
medi
in
novembre
il
l'''
dicenibre]
fere
mese
delle bu-
[(xaifio)
mi
preci-
pito, infurio:
(xaifJixTyji;
questo mese, si celebrava in Atene, in onore di Artemide Munichia, la quale aveva un tempio a
furioso].
VI. Poseidone
di
[2
met
dicembre e 1* di genna.
vano in onore
di UocrstSoiv
celebravano in onore
e
di
mare.
di
ApoUo
Artemide,
VII.
Gamline
[2
met
di gennaio e 1 di febbraio]
cosi detto, perch in esso
[V. Targlie].
celebravano
sposo].
Vili. Antesterine [2* met di febbraio e 1* di marzo] cos chiamato, perch era il mese dei fiori [vOo?
flore:
vOsffTTjpta
-^
fe-
sacerdoi
Athna
sacer-
doti di Poseidone e di
H-
in onore di
Bacco.
para-
MES
sole,
288
cppw
porto].
clie
[V.
ruti
il
Sciroforie].
Eoma, dopo
Kuma
i
segnale e
il
tempo
due Pompilio aggiunse mesi gennaio e febbraio ai dieci, nei quali lo aveva
diviso
davanti alla
eraal
tribuna
blico
il
dell'oratore,
Eomolo, l'anno
si
ri-
pub-
sult di 12 mesi.
L'anno
di
mani
applausi.
il
Marzo, ed era cosi diviso: I. Martus [da Marte]. II. AprUs [da apero, lo gcMudersi dei germogli delle
Messpia [Messapa]
tina [Calabria] che
si
ter-
esten-
piante].
-
III.
Maius
di Mer-
suo eroe
[da
Maia, madre
IV.
-
eponimo
era Messpo.
crio].
Jmuus
V.
[da
Messpo
di
QuintUis Giunne]. [perch il 5 mese dell'anno] fu detto Julius, in onore di Giulio Cesare. - TE. SesctUis
cavalli, era
principe epo-
nimo
lui
Messpia.
Mta
onore di Cesare VII. Septem- Vili, Ocber, il 70 mese. - IX. Notber, rso mese. - X. Devember, il 9 mese. - XI. cember, il 10 mese. Januarus [dal dio Giano]. XII. Februarus, ultimo mese dell'anno, ebbe il nostus,
in
Augusto.
va
il
termine
in
fisso
intorno
girare.
al quale
bisognava
Consisteva
,
un gruppo
me
Le mete erano due [una a ciascuna estremit della spina]: l'auriga do[spina].
Mescoro
to
ri
il
[(XECT^opot;]
det-
che
egli,
nei
alla
giri,
lasciava
sinistra.
sempre
sua
cio colui
mezzo
altri
del
co-
Meteci
Atene,
[[jLsToixot.]
i
erano, in
dava
agli
forestieri
che
si
289
erano trasferiti nella citt,
fettuare
lunare.
il
MO
pareggiamento
solare e l'anno
ove avevano
esercitare
il
diritto
di
il
tra l'anno
l'industria
Metrnomi
no
15
o
[[jiTpov(jLoi]
eradi
ai
10
ufficiali
Atene,
tratti
sorte,
quaH
glianza
su
pesi
sulle
personificazione
della pru-
misure
vyie;
denza
Crnos
[[lyixK;
== prudenza].
[(jixpov
misura,
legge].
Con un emtico
divorati.
costrinse
i
a rigettare
figli
Micalsso [MuxaXTjca?] citt della Beozia, ad occidente di ulide, cosi detta dal muggito di una vacca, cbe indic la via a Cadmo
prima sposa di Giove il quale, avendo appreso per mezzo di un vaticinio che Metis avrebbe dato alla luce prima una figlia e poi
la
Fu
[(Auxojxat.
muggo,
Xtj^ic
Micene [Mycnae]
un
lo,
la divor. Dal capo di Giove nacque indi Atbna. Cosi Giove non ebbe da temere nulla da Metis la
numenti
gli
male.
letne
[Meton] astronomo insigne, figlio di Pausania. Per determinare il corso annuale del sole, pose
Agamennone,
di
altri se-
polcri antichi
et
preeUenica,
ornamenti ed armi
un
orologio
solare
in-
ventato da
[yikioq
lui, rikiorpTViov
sole,
rpsTcw
specie.
volgo] su la Pnice
un
ciclo di
mesi
colato
e,
con 235
Micono [Mycnos]
rocciosa isola
delle
Cycla-
ne [giugno-luglio], cerc
'
ef-
zione,
avvenne
la lotta dei
MID
Giganti, nel
gico. Si
290
[del
tempo mitolo-
monte omonimo]
scel-
cole
li
a giudice, dichiar la musica del flauto di Pane inferiore a quella della ceto tra
di Apollo.
Mda
figlio
Ma
poich
questo
fa-
dalla Macedonia, Mentre era fanciullo, le formiche gli portarono grani di frumento nella bocca,
curatamente sotto
retto
frigio;
il
il
ber-
ma,
accorto-
quasi per indicare che un divenuto sarebbe giorno ricco. Tina volta il vec-
sene
il
ubbriaco, che faceva parte del corteo di Dioniso, si smarr e, trovato da alcuni campagnoli,
chio
Silno,
re
Mida La
dopo consegn al
e,
orecchie di asino . Coperta poi la fossetta con terreno, dopo qualche tempo, crebbero alcune canne che bisbigliavano quel segreto, il quale cosi fu noto
domand che
cosa deside-
Apollo e di Dione.
aspirasse
al
Mileto
and spon-
aUora
gli
perdon e
taneamente nella Caria, ove fond la citt di Mileto e gener daUa moglie Cyana [figlia del Meandro] i due gemelli Bblide e Canno.
[V. Biblide].
Pane
e Apollo,
il
dio
Tmlo
291
ogni miglio. Serviva indicare la distanza da per Roma, fe portava talvolta
fine di
il
MIM
di
Bacco
[[ii[io[i(x.i
imito
gesticolando].
nome
aveva
fatto
monte
le
dell'Asia Minore,
si
ove
orge
celebravano con
l'imitatore
il
nome
Mimo
vie
imito] era
che,
un
attore
e
mimico
nelle
nelle
piazze,
dava
gli si
il
di Satur-
alla moltitudine,
che
collocare
l'imperatore
Augusto.
Milne
atlta
sche imitazioni di persone e, con recitazioni e gesti ridicoli, cercava destare l'ilarit degli spettatori. Spesso interveniva ai banchetti
Di
olimpici, avesse portato, in uno stadio, un bue di quattro anni e lo avesse mangiato in un
giuochi
commensali con
fonerie.
le
sue buf-
Pi
gare
cosi in Grecia
come
in
Eo-
artisti-
fra
le
si dissero
<(
mimi
ilarit,
forme abba-
fiere.
Mimallnidi [Mimallonides]
mimi cercavano
riso
eccitare
nome dato
alle
Baccanti,
lesca
con
MIN
292
e le fanciulle furono
tra-
in Sicilia, dall'arguto ingegno del popolo sorse il mimo greco, cosi nell'Italia meridionale, e spe-
Come
sformate in
pipistrelli.
Secondo
altra
tradizione,
cialmente nella
cia,
Magna Greil
romano.
germogli Esso
mimo
a
che
prendessero
parte
ai
mirava
soddisfare
in
toro
in
leone
in
quali
s 'in-
troducevano spesso
allusio-
ni triviali e oscene.
Z^otevoli scrittori di
mimi
una in
pipistrello, l'altra
Minrva
la
dea romana
Mnidi [Minyedes, IV, 390di Minia, re di in Beozia. MenOrcmeno, tre la madre e tutte le
415]
figlie
donne
sui
di casa
prendevano
re di
capo-
della
monti, le tre sorelle Arsppe, Alctoe, Leucnoe, disprezzando il dio, se ne stavano in casa, lavorando ai telai e narrando leggende, per trastullo. Quindi, per opera del dio, fra un
Mnii,
che
i cui eroi presero poi parte, con Giasone, alla spedizione degli Argonuti.
saglia e
Minii [Minyae, VE, 720] sono gli Argonuti, cos detti da Minia, ricco re d'Orcnella Beozia, capodel popolo dei Mnii, stipite che si trovavano in Tes-
meno,
trasformarono in viti
verso
ric-
saglia,
cui
eroi
presero
poi,
invasa
cill fin
Minosse
dalle
fondamenta.
293
marito di Pasfae. Era l'antico re mitico di Creta,
della fondatore signoria marittima dei Cretesi, celebre autore deUa costituzione cretese. Si diceva clie,
MIN
rono da un compagno trasportate e sepolte a Creta.
Minotauro [Minotaurus,
Vili, 156] Asterine, mostro
cretese,
che aveva
e
il
il
corpo
toro,
umano
frutto
capo di dell'amore di
un toro
ch'egli voleva
Il
sacrificargli.
toro balz
mand
e
ma
Minosse chiuse
il
Minotau-
ne
sacrific
al
dio
uno
ira-
in pasto
quenti.
il
la
nacque Asterine, detto il Minotauro che aveva il corpo umano e il capo di toro. Pigli di Minosse e di Pasifae erano: Cstreo, Deuregina
caline. Gluco,
Pasifae
Ma
glio
quando Andrgeo,
di
Andrgeo, Aridne
ne, del quale aveva destato l'invdia, perch nelle feste Panateniche aveva
ottenuto
le
il
gare.
Creta,
Mintrno [MinturUae]
Campania,
Cmico, neUa
il
Sicilia,
dai
presso fu ucciso
un bagno
caldo,
non lungi daUa foce del Liri. Era notevole per un boschetto sacro e un san-
MIE
tuario
[y.
294
alla
ninfa
clie
Marica
era
l
Marica],
presso.
mutata
nella pian-
Mirmidoni [Myrmidnes,
VII, 654] popolo deUa Ftitide, in Tessaglia, che vi-
ta
omonima
questo
[mirra].
Da
amore
il
illecito
nacque Adne.
Mrtilo [Myrtlus]
auriga
di
veva sotto
Achille. Il
la
signoria
si
di
nome
faceva
[[xupfXTj-
Enomo,
valente re di
formiche]
il
perch,
secondo
l'isola
Pisa, neU'hde, nella gara della corsa col carro, che Plope fece per il possesso
della bella
Ippodamia
[v.
stata
lenza,
da una
il
pesti-
padre
quindi
il
di
Ippodamia], trad il suo signore, al quale rec il carro con l'asse si debole, che
si
di
preg
in uo-
spezz alla
si
i
met
della
Giove che
dio
la ripopolasse, e
carriera,
che'
Enomao
allora
mut
per sotto
pri
cavalli.
Tessaglia,
il
Mirto [myrtus] pianta sacra ad Afrodite, che dalla Grecia fu trapiantata in Italia.
guidati da Pelo.
Secondo
done,
dio,
altri,
nome
si
Se ne adoperavano le foglie e i rami per intrecciare corone, di cui si ornavano i vincitori nelle gare,
i
di
Giove e di
la for-
ma
una formica.
di Cnira, re
di
Ci-
nuziali
solenni.
si
pro.
Presa
da una turpe
oscuro
un
li-
chia
riusci
nutrice,
accortasene,
quore non inebriante. Il mirto si adoperava anche neUe purificazioni solenni, nella cerimonia delle
nozze,
come ornamento
de-
voleva
gl'iniziati e dei
morti e in
295
altre cerimonie solenni.
MIS
dusse l'uso
dei
regali
In
in
Atene
T'era
il
un mercato
mirto.
19-
moneta
Lineari.
[tesserai.
speciale per
Misure romane.
dito [digUis]
pollice
Miscelo [Mysclos, XV, 59] figlio di Almone, di Argo: apparsogli in sogno Ercole, il quale gli impose di fondare una citt sulle rive deU'saro [Calabria],
egli
m.
dita
0,018;
l^/g,
Ipllex}
dita
4,
guire
comando:
ma
fu
ve
[palmus maim'] dita 12, m. 0,21; piede [pes] dita 16, m. 0,296; cbito [GuMtus] piedi V-/2,
volere di Ercole [si mutarono in bianche le pietruzze nere del voto], egli venne sulle rive dell'Esaro e,
m.
0,44;
5,
me-
trovata la
tomba
de Cotrone,
la citt
[pes
qua-
m2
0,087462;
nella
oncia
giorno di
Cuma,
nel quale
m2
m2
2518,9056.
i liquidi. Htri 0,0114;
li-
Capacit per
lgula,
[ligula]
mani
giori,
ciato
tri
[cythus] 4 ligule,
0,045;
li-
alla moltitudine, dal circo, dal teatro o da alcuni palcbi speciali. In et anteriore, gli edili,
tavano
acetbulo [acetabulum] 6
gule, litri 0,068;
del
litri
congio,
0,54;
ligule
48,
Pi tardi,
Agrppa intro-
quartrio
[quart.arus]
1/4
MIS
del
litri
296
sestario,
ligule
12,
0,13;
ligule, litri
urna [urna] 24
13,13;
emina
anfora
taT\
tri
[Jiemna]
^ sestario,
0,27;
quartarii 2,
litri
bessis]
^j^
grammi
218,24;
^/^
del-
26,26;
once
l'asse,
[dodrans]
cleo
20
anfore,
grammi grammi
245,52;
^/g
del-
40
tri
urne, congi
525,20.
gli
litri
160,
li-
10 once [dextans]
l'asse,
272,80;
Capacit per
ligula
[ligula]
aridi.
0,0114;
0,045;
li-
ciato
[cyihus]
litri
acetbulo
[acetabulum]
grammi
327,36.
Sottomultipli:
1/2
mi
^/4 di
quartrio
tri 0,13;
[quartanus]
li-
mi
i/e
mi
1/12
4,54; di oncia
[semisextuU]
1/2 sextiila,
1/24
grammi
2,27;
di
oncia
[scripulum]
4,32.
Peso,
ncia \unGa] 1/12 dell'asse,
granuni
se-
1,13;
bolo [ohlus]
^/g della
grammi Multipm:
27,28.
gramdel-
mi
2
mi
40,92;
[sextans]
^/q
1/144
oncia, gram-
Once
l'asse,
mi
0,18.
grammi
54,56;
1/4
Valore.
del-
3 once [quadrans]
l'asse,
Monete di rame:
L'asse sestentrio, unit di misura, era met [268-194
av. Cristo] dell'asse trien-
grammi
109,12;
81,84;
4 once [triens]
^/g dell'asse,
grammi
297
tale, il
MIS
perch era
ginario,
corrispondeva
12 dita [xvSuXo?] m. 0,038; palmo [uaXaiaTr]] 4 dita, m. 0,076; 10 dita [Stx?] m. 0,19; piede [tto?] 16 dita, metri 0,30;
2 assi 4 assi
1/2
braccio
[tcyjxu?]
24
dita,
m.
0,45;
[Tcuycv]
asse [semis}
cbito
V-/^
piede,
20 dita, m. 0,38;
rgia
[pYui]
1/4 dell'asse
Iguadrans] L. 0,027
piedi,
braccia,
m.
i/e
dell'asse [secctans]
1,80;
1/12
MOKETE
DI ARGENTO:
m.
stdio
30;
[ardcSiov]
600 piedi,
m. 180;
doppio stadio
[SiauXoi;]
4 100
sesterzi, L. 0,88;
1200
pie-
sesterzi
[cetiiwm
se-
stertU}
L. 22,00;
2400
sestertum [antica
forma
di
m.
720;
genitivo
plurale,
usato
sin-
poi
come nominativo
m. 2160;
[TrapacraYy/]?]
neutro] 1000 sesterzi, L. 220; decem sesterta L. 2200; sestertum [preceduto da un avverbio numer.] 100.000 sesterzi, L. 22.000; decies sestertum L. 220.000. Monete di oeo: aurus 100 sestertii, Lire
golare
22,00;
^/a
parasnga
stadi,
30
m. 5400.
m^
0,0950;
36 piedi [^aTrSy;?] m^ 3,42; 100 piedi [xaiva] m^ 9,50; 2500 piedi [ctpoupa] m^
237,50; Pietro [TTXsGpov] 10.000 piedi, m2 950.
_
sestertii,
aureus 50
Lire
11,00.
Misure greche.
Lineari.
dito [SdcxTuXo?]
Capacit per i liquidi. ciato [xa0O(;] litri 0,045; 1^/2 ciato [^pa^ov] litri
0,068;
m.
0,019;
3 ciati [TsTapTov]
litri
0,135;
MIS
298
[rjjxiva]
emina
6 ciati,
litri
0,27; sestario
Li-
[^sctt-/]?]
12
ciati,
ntri 0,54;
38,88.
dramma
[Spa^t^v]]
oboli
L. 0,9823;
ciato
[^u[3a(pov]
0,068;
emina
[-yjfXLva]
6 ciati,
litri
0,27; sestario
[osarsi;]
12
ciati,
mina
L.
[[xv]
100 dramme,
li-
1,08;
[xTsf;]
moggio
192
ciati,
Monete attiche
Avevano molto
commercio greco
ti
di oro.
corso
nel
litri 8,64;
semimoggio
4,32;
[yjjjlUxtov] litri
le
seguen-
monete:
medimno
gi,
[[,Si.jj,vo?]
mog-
1152
Peso,
i/g di bolo [xaXxou<;]
drico
[Bxpeixc,']
di
origi-
gram-
ne persiana.
mi
bolo
0,091;
Avevano quasi
8
yjxhiouc,,
il
medesimo
[^oX^]
grammi 0,728
circa;
dramma
grammi
mina
talento
[Spa^t^v]]
6 oboli,
4,36;
Mitra [Mitbras]
dramme,
divinit per-
[ji,v]
100
Valore.
Monete attiche
E d'argento:
/jxkKOuc, L. 0,02;
di
bame
il dio del bene, che combatte contro gli spiriti della notte e del male, e conserva il perpetuo ordine
del mondo. In seguito, fu identificato col sole. Si rap-
299
presentava sotto la figura
di
gambe
nesso in
MOB
verticali, tutto con-
un
giovine,
vestito
in
si
costume
mentre
gli
cac-
giungeva a
cia
il
Mnemnid [Mnemonides, V,
280] sono le Muse
figlie
[v. ivi],
di
Mnemsyne
di
gambe finemente
tor-
Giove.
Mnemsine [Mnemsyne]
dea della memoria
(jiocL
la
[{i.vo-
mi rammento], fu
e di Ga:
nella
le
rata e intarsiata.
figlia
di Tirano
Forme pi ampie
dia erano
i
con
Giove
gener,
divani, dove
Mnvis [Mvsu^]
degli
toro sacro
Egiziani, che aveva culto a Elipoli: era custodito nel tempio del Sole, al quale esso era sacro. Quan-
stava pi comodamente seduti e si leggeva, si scriveva, si pranzava, stando distesi. Essi erano coperti di tessuti molli e a lungo
pelo,
ornati
di
colori
molto vivaci.
Letto. Ai tempi di Omero,
le
tempio di Elipoli fu distrutto da Cambse, il culto di Mnevis fu offuscato da quello di pi. Mobili: Sedie: alcune basse, senza
il
do
forniture
del
letto
dei
di materasso, con coperte distesevi sopra: tutto questo sostrato era co-
specie
facilmente trasportabili, con quattro gambe circolari, col piano di cinghie incrociate, s che potevano facilmente essere
spalliera,
sulle
quali
si
piegate: in
il
stendevano per dormire. Ma pi tardi, con l'introduzione del lusso asiatico, in Grecia, su le cinghie stese a
il
invece
il
piano
fisso
le
traverso la lettiera,
MOB
e rivestito
di
300
una fodera
pi rare qualit di legno, fra le quali quella pi costosa e pi desiderata era
il
riempiti di lana o di
piume.
Il
letto
si
su cui
si
dormidi-
te.
va,
chiamava
lectus cu-
taglio
bicularus.
I^on molto
lectus
i
quale
no
350.000
lire].
giunto
un apparecchio
in
Per riporre vassoi e utensili nella sala da pranzo, si adoperavano anche certi
trepiedi
forma
posavano
finivano in forma di
zampe
Quanto
al
Eomani
sa, lectus
[Ved.
Greci come
alti troni
[subsella,
Triclinio}. Tavoli. Si
presso
Eomani, panchet-
adoperavano per
le
ti
collocarvi
necessarie
per
suppellettili la mensa
coleg-
per pi bassi, superare l'altezza dei divani, su cui le persone stavano sdraiate.
in
scamna] e sgabelappoggiare i piedi Erano anche [catMdrae]. in uso casse, forzieri, canterani con cassette che si tiravano fuori dinanzi, e frequenti erano i piccoli
per
forzieri portatili, in cui si conservavano oggetti d'or-
modo da non
di
magle
droghe, ecc.
i
adoperavano,
Fra
bili
per
il
avevano, su per
301
la
MI
cbe
cose
medesima forma e
gli
resistibile
domina su
[[loZpcc
stessi usi.
m^ni
tutte
le
[sella curiilis],
uno scanno
clie
sorte], ora con un impero ferreo e crudele, ora in accordo con l'ordinamento
gambe cuxve
anticamente
e incrociate:
lavorato
ancbe a Giove,
soggiace
Si
tlios
il
cui volere
Cl-
ad
esse.
rappresentavano:
solo fra
un
i
globo, sul
concesso questo privilegio] e, pi tardi, anche al questore. Altri seggi di onore erano il hisellum, una
seggiola
con
una
con
con
oro-
con
le quali re-
cide
il filo
della vita o
capace
di
conte-
una
bilancia o con
un
nere
due
spalliera,
curini, e
subsellum
un
Con
le
identificate
mane.
tribuni della
N
i
Per
cui
il i
lectus tncUndrs,
su
Eomani giacevano a
Moire
[MoLpai] sono le fidi Giove, che le gener glie con la Notte o con Thmi:
Clthos, la filatrice [xXwOto filo]; Lchesis, colei che as-
appaiono perfino contrarie alla volont del dio, si che Zeus e gli altri di ora appaiono agenti e strumenti
del
fato,
ora
gli
lottano
ML
302
La Moira rimase sempre come una potenza cupa, incomprensibile, una divinit tenebrosa: essa fu immagi-
La parte
superiore
della
suoi fan-
dipendente dal volere di Zeus, apparisce sempre come una forza ferrea, im-
Mmo
Mla
acqua [mlae aquarae], [Momus] personificazione della mania di biasimare, era figlio della Notte. Scoppi di rabbia, per non aver trovato nulla da censurare in Afrodite [[xcSfxof;
una, superiore
[una
forma
biasimo].
sul-
Monta [Monta]
sopranno-
me
di Giunne, derivatole
dai buoni
ch'essa
avvertimenti
ai
modo da
coprirla
come un
dette
Eomani
grano.
vida
Questo si versava nella coppa vuota superiore [catillus] e, per mezzo di quattro fori cavati alla sua base,
sarebbe mancato il denaro. Cosi si spiega che, nel tempio di Giunone vi fosse la zecca romana e il deposito del denaro. Questo sopran-
cadeva,
un
po'
per
grano,
stretto
tra
la
su-
nome
di
Giunone serv a
il
perficie del
cuneo e quella
macinato,
indicare
denaro.
veniva
303
lo,
MOB.
mentre
il
collare iche
Morto
mani,
[mortum]
composto
di
piatto
aglio,
portavano
gli
uomini
si
freddo dei campagnoli roruta, olio, aceto ecc.: aromatico e di sapore dolce.
cMamava
torques.
Morfo [Morpheus,
glio del
Mop9s(;,
fi-
riente.
Sonno
e fratello di
Mpso
[Mopsus, XII,
456]
celo,
i
Fobtore e Fntaso,
figlio di vate di
mpyco
e di dri:
quali
mandano
sogni.
alla
Soleva rappresentarsi come un vecchio con le ali. Morine [moro] uno scimunito, spesso deforme che, nelle case romane, si sole-
dnio
degli
ed
alla
spedizione
vano
il
capo aguzzo e
si
le
model-
vevano
l'asino.
come
quelle
Morte
quale mori
uccise.
di
si
Aveva
si
In Omero avaro?
entrambi
li
Mopspio [Mopsopus
nis,
[v. ivi\,
iuve-
che
Il
Sonno e
nel
Morte
abi-
tano
mondo
sotterra-
anticamente Mopspia.
Perci
Mopspio
[VI,
significa
Ateniese.
423].
MOS
a ogni sentimento
passione.
di
304
suo ufficio, commetteva qualche mancanza. In battaglia, recidevano il capo al nemico ucciso, e lo por-
com-
Mosico [musivum]
eseguito
lavoro
e
di ve-
con
pietruzze
disposti in
modo da
Avevano lance
ghe
circa
pesanti, lun-
In uno splendido mosaico scoperto a Pompei, rappresentante la grande battaglia di Isso, combattuta da
Alessandro Magno, si sono contati 150 pezzetti di mar-
e coperti di cuoio, elmi pure di cuoio, il cui vertice era sormontato da un cer-
cine di capelli.
Non
conoscevano
vincoli
il
matrimoniali, e avevano
mo,
lice
nello spazio di
un
pol-
costume di tatuarsi
il
cor-
posizione
rito
una
dei co-
me
le bestie.
Mtac
da
padre
spartano
da
quasi esclusivamente per adornare i pavimenti; soltanto verso la fine dell'impero si cominci a ornare le. pareti e i soffitti.
madre
ilta.
anche
il
la cittadinanza.
del
cos
Mulcibero
legno, otx)
abito].
era
il
bricava
metalli
=
ne,
[mulco
re
a pubbliche
Muncha
sta che
il
monel
305
chine [aprile-maggio], in onore di Artemide MunicMa, la dea lunare, che aveva nn tempio a Mnnpi
o
diritto
wfm
meno completo,
il
di cittadinanza ro-
mana.
I municipii avevano
un
se-
nato
municipale
che,
pi
ad Atene. Le
focacce
portavano
fsse
all'intorno
anche
taglia
il
di
Salamina di
Ci-
Avevano
inoltre
un
aera-
nwm
va rischiarato
dei Greci.
movimenti
II,
Muncho
[Munychius,
dire
ateniese,
ro, diritto
in
di cittadinanza ro-
mana;
la
lex
ma
quando questi, scacda Orcmeno, per mano dei Traci, erano immiMinii,
ciati
loro
cit-
D 'allora,
indigeno
di
dell'Attica
[figlio
Acamnte
e di Laodce,
il
mulgate per
niciples.
essi [leges
mui
figlia di Priamo],
quale
Mria
coec-
Gpes] si
gistrati propri e
20
MUS
306
Melpmene
[fxXTCoi
la cantatrice
canto] la
musa
nelle
decoraartij3.ciali
della
grotte
re
DaUa
cori [TspTtco
p?
diverto,
j^o-
coro] la
musa
della
estraeva
il
succo
per
ecc.
Uno
danza; rato , la gioconda [pto = amo] la musa deUa poesia amorosa e della
Generalmente la concliiglia genuina dava quattro colori: nero, nero-turcMno, [V. Porvioletto, rosso.
poral.
musica;
ufjivo?
Polymnia
[izo'kc,
ricca d'inni
to,
la
molre-
= =
inno] la musa
celeste
Urania, la
cielo] la
Musagte
[opav?
musa
dell'astronomia;
quale era spesso rappresentato nell'atto di guidare il coro delle Muse. Muse [Musae] divinit, che presiedevano al canto e,
ApoUo,
il
"kc,
bello,
o^;
voce]
la
musa
dell'epica.
Muse
la
sarebbero:
late, la riflessione;
MeMn-
forme di poesia,
e alle scienze.
alle
arti
me,
il
memoria; Aoid,
il
canto,
be
stato
introdotto,
sul-
l'Elicna,
Efilte.
il
da
delle
tos
da
culto
Muse ebbe
la
rallegratrice
la
[su
Quivi dimoravano
o
in
o
Thalia
grotte
in
boschetti
poesia
<^y-'l^j'J'.7iry:ii':f;'f^'i>-\:
i.'.
307
punirono, accecandolo e pri-
NI
radi, Ippocrnidi, Pimplidi [da Pimpla citt della
le
Ippocrne
di
la
Aganppe,
sull'Elicona^
Pina], Anidi [da Ania, l'antico nome deUa Beozia]. Boma, le Camne furono
fonte Oastlia ai piedi del Parnaso, non lungi da Delfo. Sull'Elicona, dove i Tespiesi celebravano la grande festa Musa, vi erano templi e statue delle muse e,
.
identificate
con
le
Muse
greche.
Muso
tico,
tico,
Orfeo,
inni,
cbe
avrebbe
scritto
sul
monte
Libetro,
c'era
vaticimi,
lustrali.
canti religiosi
la grtta
sacra.
Dai luogM
loro
culto,
del
disi
Muso [Museum]
un
colle
mora
ne,
preferita, le
Muse
Tespiadi,
Ali-
dirupato cato sulla parte sud-ovest di Atene: era detto cosi dal cantore Museo, cbe si
riteneva fosse ivi sepolto.
e roccioso, collo-
Parnssidi,
Castlidi,
N
TVafta [v90a] bitume liquido,
IViadi
[Kaides,
le
nuotatrG [vc,
ma
to]
erano
no
Arbla.
acque terrestri. Si distinguevano in naiadi dei fiumi, delle fonti, deUe acque stagnanti. Erano divinit campestri,
il
Se ne
distinguevano
due
cui culto
nelle
non
si si
estendeva
citt:
'EeUe guer
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