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EFIALTE (495 a.C. – 461 a.C.

)
VITA E MORTE AVVOLTE NEL MISTERO

INTRODUZIONE
Dopo la duplice sconfitta subita dai persiani, prima nel 490 a.C. e poi nel 480/79 a.C., l’Impero del
Gran re (come i greci chiamavano il monarca persiano) era ancora in grado di riprendere la guerra.
Sulla base di questa considerazione, nel 477 a.C. molte città del mar Egeo, della Tracia e della Asia
Minore costituirono una lega navale a scopo difensivo, sotto la guida di Atene, la polis che poteva
essere definita salvatrice della Grecia.
Si stabilì che le città più importanti e più ricche della lega fornissero navi e soldati, mentre le altre,
che non se lo potevano permettere, erano tenute a versare un tributo annuale in denaro, che andava a
costituire il tesoro della lega. Inizialmente la cassa contenente il “tesoro” fu riposta nel tempio di
Apollo sull'isola di Delo: per questo l'alleanza prese il nome di Lega delio-attica o Lega di Delo.
Formalmente le città aderenti si collocavano tutte sullo stesso piano; di fatto, però, l'alleanza
risultava sbilanciata a favore di Atene, che presiedeva le riunioni del consiglio e gestiva il comando
delle operazioni belliche.

La zona del Peloponneso ne resto fuori, infatti qui l'egemonia era di Sparta, che deteneva il
controllo attraverso la Lega peloponnesiaca, un'alleanza militare tra le poleis della regione. A dire il
vero tra Sparta e Atene non esistevano vere ragioni d’attrito, soprattutto dopo la stretta alleanza
durante le guerre persiane. Tuttavia, il costituirsi di due distinte aree geopolitiche, nonché alleanze
militari, poneva le basi per un futuro conflitto.

STORIA
Dopo lo scontro con la Persia, Temistocle, ideatore dello stratagemma di Salamina, fu il
personaggio che dominò la scena politica ad Atene. Egli avviò la fortificazione del porto del Pireo e
della strada che lo collegava alla città, con le cosiddette Lunghe mura.
Ad Atene iniziarono a distinguersi due fazioni politiche: una capeggiata da Temistocle e cioè la
fazione dei democratici, sostenuta da mercanti, artigiani e marinai, favorevoli all'espansione
marittima della polis e anti Sparta; l'altra degli aristocratici, cioè i conservatori, i nobili e i
contadini che giudicavano un'ipotetica guerra contro Sparta rovinosa e deleteria.
Successivamente, nella scena politica, subentrò il conservatore Cimone, figlio di Milziade, che
riuscì a fare ostracizzare Temistocle.
Tuttavia, poco dopo, anche a Cimone toccò la stessa sorte.
Ne approfittarono immediatamente i suoi avversari politici, tra cui prevalse il democratico Efialte,
ma il suo attivismo fu stroncato quasi sul nascere. Infatti, egli venne assassinato in circostanze
misteriose, poco dopo l'approvazione delle sue riforme.
Questo omicidio, tuttavia, non impedì il consolidarsi del potere dei democratici: un giovane e abile
politico assai vicino a Efialte, Pericle, si affermò nello scenario politico e guidò le storti della città
per il successivo trentennio; fu la cosiddetta età di Pericle.
LE RIFORME
Efialte (in greco antico: Ἐφιά λτης, Ephiáltes; 495 a.C. – 461 a.C.), figlio di Sofonide, è stato
un politico ateniese, a capo della fazione democratica. Egli è passato alla storia per le riforme
attuate intorno al 462 a.C., riforme che hanno completato, secondo la tradizione e la critica
moderna, la trasformazione di Atene in una democrazia compiuta. Una fonte storica lo individua
come importante personaggio pubblico ma non ricco, fatto che lo porrebbe in netto contrasto e con
la famosa, immensa ricchezza del suo rivale politico Cimone e con l’origine aristocratica o
comunque l’agiatezza del suo “successore” in politica, Pericle.

Dopo la caduta politica di Temistocle (leader della fazione democratica in Atene, il quale nel 471 o
470 fu bandito dalla città per mezzo dell'ostracismo) Efialte divenne il nuovo capo del “partito”
democratico. Egli comandò qualche anno dopo la battaglia presso la foce del fiume Eurimedonte
(466 a.C.), che vide inflitta ai persiani una durissima sconfitta navale e garantì ad Atene il dominio
incontrastato sull’Egeo. Durante questo scontro sembra che Efialte avesse ricoperto la posizione di
strategos (letteralmente “comandante dell’esercito”) o generale.
In veste di nuovo leader democratico tentò, anche se invano, di accusare Cimone dopo la campagna
di Taso (Nel 465 a.C. la città di Taso si ribellò al controllo ateniese, cercando di uscire dalla Lega di
Delo. La ribellione fu provocata da un conflitto tra Atene e Taso riguardo il controllo dei giacimenti
d'oro sulla terraferma della Tracia, che Taso possedeva da lungo tempo.) e nel 462-61 a.C. s'oppose,
inutilmente, a che venissero dati aiuti agli Spartani, alle prese con una rivolta.
Nel 462 a.C., infatti, Cimone chiese il supporto dei cittadini ateniesi per fornire aiuto a Sparta.
Nonostante Efialte sostenesse che Sparta, rivale di Atene, doveva essere lasciata a difendersi da
sola, il punto di vista di Cimone prevalse. Cimone condusse 4000 opliti per aiutare l'aristocrazia
spartana, ma gli Spartani cacciarono lui e il suo esercito, sospettando fosse un inganno.
L'umiliante rifiuto portò al crollo della popolarità di Cimone ad Atene. Così, Efialte, con l'appoggio
di Pericle, si trovò la strada spianata per attuare il proprio programma in favore del popolo,
ridimensionando i poteri dell’Areopago, e cioè il più antico tribunale di Atene. Sostanzialmente
questo consiglio si vide tolti tutti i diritti politici e tutte le attribuzioni, tranne quelle di carattere
religioso e il potere giuridico sugli omicidi volontari (delitti di sangue). Tutte le funzioni politiche,
prima nelle mani dell’Areopago, vennero distribuite tra Eliea (tribunale popolare, i cui membri
venivano eletti a sorte) e Boulé (consiglio legislativo, propone le leggi e le promulga dopo
l’approvazione da parte dell’Ecclesia, cioè l’assemblea popolare di tutti i cittadini).
Tutte queste riforme, però, vennero sentite come eccessive, in quanto l'Areopago, consiglio degli
ex arconti (magistrati), era considerato quasi sacro.

Ci sono tre opinioni riguardo le riforme di Efialte:


o Si pensa che l’ideatore delle riforme democratiche sia stato solo ed esclusivamente Efialte, il
quale avrebbe portato avanti il suo progetto con rigore, decisione e determinazione.
o Si pensa che Pericle ed Efialte abbiano collaborato.
o Si pensa che Efialte sia stato solo la figura pubblica per mezzo della quale siano state attuate
le riforme democratiche mentre Pericle sia stato la mente, il vero ideatore di tutto.
Gli storici, Tucidide per primo, collocano la rivoluzione ateniese nel periodo delle Pentecontaetia
(πεντηκονταετία), un cinquantennio compreso tra il 479 a.C., fine delle Guerre Persiane, e il 431
a.C., l’inizio della Guerra del Peloponneso.
Atene era notevolmente cresciuta, in epoca di pace: senza guerre, la civiltà greca si espanse e Atene
crebbe in strategia e dominio, principalmente sul mare con la costituzione della più imponente flotta
militare del mediterraneo.
Fu in questo periodo che il democratico Efialte mise in atto una serie di processi per corruzione che
svuotarono l’Areopago degli uomini e dei poteri che aveva approfittato di accumulare durante le
Guerre Persiane
Fu una vera e propria “dissacrazione”, ma molto utile alla nascita della democrazia. Riformando
tribunali e assemblee, infatti, Efialte determinò una vera e propria divisione tra funzione giuridica e
funzione politica negli organi della città: lasciò alle assemblee la formulazione delle norme e ai
tribunali il compito di giudicare delitti e reati. Dunque, nella città, cominciò a strutturarsi un vero e
proprio stato democratico.

MORTE
Nel 461 a.C., poco dopo le sue riforme Efialte fu assassinato di notte, poiché il suo estremismo
democratico non era ben accetto dai ceti più agiati della società (aristocratici conservatori).
Questo omicidio, però, non impedì il consolidarsi del potere dei democratici e delle riforme attuate,
tantoché la direzione del movimento democratico radicale fu assunta da Pericle, un personaggio
ricco e abile, assai vicino a Efialte.
Ci sono tre diverse fonti riguardo l'assassinio di Efialte:
o Antifonte sostiene che i responsabili non furono mai scoperti;
o Aristotele ritiene sia stato Aristodico di Tanagra, armato chissà da chi e chissà perché;
o Idomeneo di Lampsaco addirittura individua come colpevole Pericle;

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