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VIAGGIO
ALLA SCOPERTA
DELLA SETTIMA ARTE

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1. INTRODUZIONE
Globalizzazióne s. f. [dal fr. globalisation, der. di global «globale»; nel sign. 2, der. di globale]. – In genere,
l’assunzione o considerazione di una serie di elementi nella loro totalità. In partic.: 1. In psicopedagogia,
particolare forma di apprendimento, per cui nella psiche del fanciullo la realtà esterna viene dapprima
assunta sincreticamente, ossia tutta insieme e in modo generico, e solo in un secondo momento analizzata
e discriminata nei suoi elementi. 2. Nel linguaggio dell’economia, g. dei mercati, fenomeno di unifica-
zione dei mercati a livello mondiale, consentito dalla diffusione delle innovazioni tecnologiche, specie
nel campo della telematica, che hanno spinto verso modelli di consumo e di produzione più uniformi e
convergenti; anche, le conseguenze politiche e sociali di tale unificazione. (Vocabolario Treccani online)

A mio parere, sulla base della definizione evidenziata in grassetto poco sopra citata, la
globalizzazione presenta due elementi caratteristici, tra loro strettamente intrecciati: il
primo, l’unificazione di mode, stili di vita, culture; il secondo, l’uso di mezzi e tecnologie
via via sempre più progredite (dai vari mezzi di trasporto fisico fino ai moderni mezzi
informatici) che hanno progressivamente ridotto, se non azzerato, le distanze rendendo
il mondo, come spesso si sente dire, un villaggio globale.

A ben guardare, il cinema può essere considerato una sorta di “metafora” della globa-
lizzazione: ha la capacità di annullare, almeno apparentemente, ogni distanza (infatti
basta un film per viaggiare in qualunque parte del mondo senza doversi alzare dal pro-
prio posto); il suo linguaggio (penso a quello visivo e musicale) è universale e pertanto
può parlare a chiunque (superando barriere linguistiche e culturali); la sua diffusione è
sempre più capillare e la sua evoluzione tecnica in continuo avanzamento. E poi, chi
più del cinema è in grado di produrre mode, stili di vita, cultura, insomma di globaliz-
zare ciò che prima era solo locale e tradizionale? In conclusione, si può sostenere che il
cinema, al pari di Internet o dei mezzi di trasporto, è stato ed è uno degli strumenti
cardine della globalizzazione, anche se troppo spesso una globalizzazione a senso unico:
targata USA, sostenuta dalla strapotente macchina hollywoodiana, l’unica oggi in
grado di distribuire film di sicuro successo a livello planetario.

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Si parlava della continua evoluzione tecnica del cinema: chi oggi andasse in una sala
cinematografica di ultima generazione (e per fare un esempio concreto vicino a noi vo-
glio indicare la Sala Energia del cinema ARCADIA di Melzo) faticherebbe ad immagi-
nare che all’inizio i primi film erano solo in bianco e nero e muti e, ancor più, stenterebbe
a credere che l’antenato degli attuali proiettori digitali sia stato il fenachistoscopio, il
primo apparecchio per la produzione di immagini in movimento, realizzato da Plateau
nel 1832.

Il fenachistoscopio fu pensato per sfruttare il fenomeno della persistenza retinica, grazie


al quale una serie di immagini fisse e separate, proposte in successione sufficientemente
rapida, sono percepite da un osservatore come se fossero un movimento continuo. Ciò
avviene perché la retina ha una caratteristica particolare: la luce che la colpisce vi resta
impressa per un periodo più lungo di quanto non sia l’impulso luminoso vero e proprio,
una specie di memoria temporanea.

Figura 1: il fenachistoscopio è costituito da un disco con disegnate una serie di figure che differiscono
leggermente fra di loro, separate da una fessura. Facendolo ruotare rivolto verso uno specchio e guardando
attraverso le fessure si ottiene una semplice animazione.

Quindi possiamo sostenere che la cinematografia esiste perché è stato scoperto il modo
di sfruttare questa caratteristica biologica dell’occhio umano.

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2. SCIENZE: L’OCCHIO UMANO
L’occhio umano è una struttura assai complessa dal funzionamento sbalorditivo, com-
posta da varie parti: la membrana esterna, la membrana intermedia, la membrana in-
terna, la camera anteriore, la camera posteriore, il cristallino ed il nervo ottico.

 La membrana esterna, chiamata


sclerotica, è robusta e bianca e la sua
parte anteriore è trasparente e viene
detta cornea.
 La membrana intermedia, chia-
mata coroide, nella sua parte anteriore
forma invece l’iride. Al centro dell’iride
c’è la pupilla, foro che lascia entrare la
luce.
 La membrana interna, chiamata
Figura 2: anatomia dell'occhio umano.
retina, tappezza solo il fondo dell’oc-
chio e in essa si trovano coni e bastoncelli, cioè i recettori.
 La camera anteriore, situata tra cornea e iride, è riempita da un liquido chiamato
umor acqueo.
 La camera posteriore è ripiena invece di una gelatina chiamata umor vitreo.
 Il cristallino ha la forma e la funzione di una lente ed è circondato dai muscoli
ciliari che ne modificano la forma per mettere a fuoco (accomodamento).
 Il nervo ottico, infine, è formato dall’unione delle terminazioni nervose di coni e
bastoncelli e trasporta gli stimoli visivi al cervello.

Invece il funzionamento dell’occhio è il seguente:

 La luce entra nell’occhio attraverso la pupilla e arriva al cristallino.


 Il cristallino, essendo una lente convergente, fa convogliare i raggi luminosi sulla
retina trasformando l’immagine reale in una identica ma rimpicciolita e capo-
volta
 Quando i coni e i bastoncelli della retina vengono colpiti dalla luce, i loro pig-
menti subiscono una reazione chimica che si trasforma in impulso elettrico.
 Gli impulsi elettrici viaggiano attraverso il nervo ottico fino alla parte posteriore
del cervello, l’area visiva.
 Infine, il cervello elabora l’immagine e così, è possibile la visione.

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3. MUSICA: DAL MUTO AL SONORO
Una volta compreso il principio della persistenza retinica, e quindi il funzionamento
dell’occhio, ci sono voluti una cinquantina di anni ancora e tante altre invenzioni ed
esperimenti per arrivare alla prima proiezione cinematografica vera e propria. Infatti,
solo nel 1894 i fratelli Louis e Auguste Lumière misero a punto il cinematografo, un ap-
parecchio che consentiva la proiezione di una successione di fotogrammi su uno
schermo. Nel dicembre del 1895 il primo film da loro realizzato venne mostrato pubbli-
camente all'Eden, la prima e più antica sala cinematografica del mondo. Il successo di
pubblico fu immediato e il cinematografo si diffuse ben presto nelle altre città francesi
e negli altri paesi europei.

Le prime pellicole proiettate erano in bianco e nero e mute, per questo nelle sale cine-
matografiche era necessaria la presenza di un pianista che suonava dal vivo la colonna
sonora, cioè un commento sonoro alle immagini da lui scelto opportunamente.

Successivamente iniziarono a diffondersi dei “suggerimenti musicali”, cioè un elenco di


musiche abbinabili alle varie scene dei film, mentre accanto al pianoforte comparvero
sempre più strumenti fino ad arrivare ad avere in sala un’intera orchestra.

Il 1926 segnò l’anno della prima rivoluzione tecno-


logica: l’avvento del sonoro. La prima ditta ad in-
vestire in questa tecnica fu la Warner Bros mentre
il primo film del cinema sonoro fu Il cantante di jazz
(The Jazz Singer, 1927), in cui erano presenti dialo-
ghi, anche se molto ridotti.
Si capì da subito l’importanza della colonna sonora
e, più in generale, di tutto ciò che è accompagna-
mento musicale. Questo, è infatti fondamentale per
la buona riuscita di un film. Considerato che la
gran parte del messaggio veicolato consiste in stati
d’animo e sentimenti, appare del tutto evidente il
ruolo della musica nell’evocare e rafforzare le emo-
zioni nello spettatore.
Figura 3: locandina originale del film
The Jazz Singer.

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4. LETTERATURA: PIRANDELLO E IL CINEMA

Per quanto riguarda l’Italia, il primo film sonoro uscì nel 1930 e fu La canzone dell'a-
more, tratto dalla novella pirandelliana In silenzio.
Il rapporto tra Pirandello e il cinema fu complesso: sia di opposizione e rifiuto, sia di
curiosità e sperimentazione.
Furono certamente la curiosità e la voglia di capire meglio questa nuova modalità
espressiva, che lo spinsero a scrivere il romanzo Si gira, pubblicato una prima volta nel
1916 e poi ripubblicato nel 1925, con il titolo Quaderni di Serafino Gubbio operatore.
Quest’opera vede protagonista Serafino Gubbio, un operatore cinematografico, il cui
lavoro lo rende sempre più alienato dal mondo, tanto da spingerlo a riportare pensieri e
riflessioni su dei quaderni. Un giorno, durante le riprese del film La donna e la tigre,
avviene una tragedia: nella scena finale l’ex amante della protagonista, al posto di spa-
rare ad una tigre, come prevedeva il copione, rivolge l’arma verso l’attrice e la uccide.
Egli, a sua volta, viene sbranato dalla tigre mentre Serafino riprende tutto senza inter-
venire. A seguito di questa scena terrificante l’operatore cinematografico rimane così
scioccato da perdere l'utilizzo della parola.
In questo romanzo, il primo al mondo ad occuparsi di cinema, il giudizio di Pirandello
sulla “settima arte” è duro, poiché egli teme che il pubblico abbandoni il suo amato
teatro, e descrive il mondo della produzione cinematografica popolato da personaggi
volgari e senza scrupoli.
Tuttavia, in una lettera del 27 maggio 1930 a Marta Abba (attrice teatrale molto amata
da Pirandello e interprete di molte sue opere), egli scrisse: «L’avvenire dell’arte dram-
matica e anche degli scrit-
tori di teatro è adesso là
[nel cinema]. Bisogna
orientarsi verso una
nuova espressione d’arte:
il film parlato. Ero con-
trario, mi sono ricre-
duto».

Figura 4: Marlene Dietrich, Maria Paudler, Luigi Pirandello, Liane Haid,


Max Hansen, Anita Davis, Anni Ahlers e Theodore Däubler - 1929.

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5. ULTIMI SVILUPPI DEL CINEMA
Tornando alla storia del cinema, gli anni Trenta videro il primo affermarsi del colore e
tutti i procedimenti utilizzati in questo campo presero il nome di Technicolor. Il nome
deriva dall’omonima azienda, la Technicolor Motion Picture Corporation, fondata nel
1914. Tuttavia, la diffusione del colore fu molto lenta, sia negli Stati Uniti sia in Eu-
ropa.
Negli anni a venire diverse evoluzioni tecnologiche, fra cui lo sviluppo degli effetti spe-
ciali, la nascita della tecnologia 3D e del cinema digitale, hanno reso il cinema unico nel
suo genere ed un punto di riferimento per intere generazioni.

Il cambiamento più rilevante però è stato il passaggio al digitale, con esso infatti viene
abbandonata la pellicola, che aveva da sempre costituito il simbolo del cinema.
Tale cambiamento portò molti vantaggi poiché il digitale permise con il copia-incolla
di moltiplicare gli oggetti senza muovere le comparse, ad esempio nel caso di una scena
di massa, di risolvere la gestione di animali talvolta pericolosi e di poter effettuare cor-
rezioni sull’immagine direttamente al computer.

Figura 5: moderno proiettore digitale.

Ai giorni d’oggi purtroppo stiamo assistendo e contribuendo alla crisi del cinema poi-
ché con l’avvento dei servizi on demand quali Netflix, Prime Video e Disney Plus,
viene meno quell’idea di cinema inteso come spazio fisico destinato alla visione collet-
tiva di un film. Inoltre, con la chiusura delle sale cinematografiche dovuta al Co-
vid19, in pochi mesi lo streaming è diventato il mezzo principale per vedere i film.
Spero, tuttavia che il cinema in sala non muoia: penso sia una forma di spettacolo
unica, un modo di stare insieme talmente bello, talmente intenso che non può e non
deve assolutamente finire.

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6. STORIA: LA PROPAGANDA
Il cinema, in tutta la sua storia, è stato utilizzato per vari scopi, infatti è un mezzo
espressivo e comunicativo universale, compreso da tutti ed alla portata di tutti: dall’il-
letterato al genio e dal “barbaro” al civilizzato. Andare ovunque e raggiungere chiun-
que, conquistare l’adesione di un pubblico sempre più vasto: non è questa, in fondo, uno
degli obiettivi essenziale della propaganda? Proprio per questo bisogna dare atto a Be-
nito Mussolini di essere stato il primo dittatore ad avere compreso fino in fondo le po-
tenzialità della cinematografia in tal senso, definendola come «l'arma più forte dello
Stato».

Figura 6: Apparato scenografico allestito per la cerimonia di fondazione della nuova sede dell'Istituto
Nazionale Luce.

Infatti, nel 1924 egli fondò l’Istituto Nazionale L.U.C.E. (L'Unione Cinematogra-
fica Educativa) che utilizzò a fini soprattutto propagandistici, sfruttando la potenza
incantatrice delle immagini in movimento, per esaltare le imprese del regime. Le cine-
prese dell’Istituto Nazionale Luce erano sempre presenti per documentare le imprese e
la gloria del fascismo, in particolare nel 1927 uscì il primo di una lunghissima serie
di Giornali Luce o Cine Giornali.

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Una volta compresa
l’importanza che i fil-
mati rivestivano nella
costruzione del con-
senso, si trattava di dif-
fonderli il più possibile e
quindi venne stabilito
che venissero proiettati
nelle sale cinematografi-
che per obbligo di legge.
Tuttavia, all’epoca le
Figura 7: cinemobile.
sale cinematografiche
non erano molte e non tutti i cittadini potevano permettersi di andare al cinema, così
l’Istituto Luce lanciò il Servizio del “cinema ambulante”, idea assolutamente brillante
che conferma il genio di Mussolini nel capire e sfruttare le potenzialità del cinema. I
“cinema ambulanti” o “cinemobili” erano furgoncini dotati di una macchina da proie-
zione e di uno schermo che potevano facilmente raggiungere i vari comuni italiani.

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7. INGLESE / ED. CIVICA: MARTIN LUTHER KING

A partire dal secondo dopoguerra l'Istituto Luce si occupò della produzione di numerosi
documentari e di film non più a scopi propagandistici, dato che nel 1945 il regime fasci-
sta di Mussolini era caduto.

Dal luglio 2012, invece, una vasta collezione di filmati (circa 30 000) è stata messa a
disposizione del pubblico, grazie a un accordo con Google.

Dagli archivi dell'Istituto Luce possiamo trovare raggruppati sotto la raccolta chiamata
Caleidoscopio Ciac riprese, spezzoni, frammenti e immagini di reportage nazionali e in-
ternazionali, della durata di qualche minuto, girati dagli anni Cinquanta agli anni No-
vanta del XX secolo, dagli operatori della Compagnia Italiana Attualità Cinematografi-
che (appunto CIAC).

Un esempio di filmato che si trova proprio in questa raccolta è quello della Marcia su
Washington del 1963, guidata da Martin Luther King.

Martin Luther King was


born in Atlanta, in the state
of Georgia, on January
1929. He studied theology
and in 1954 became a pa-
stor at the Baptist church in
Montgomery. In 1955 he
Figura 8: Martin Luther King Jr. al Lincoln Memorial di Washing- was leader of the famous
ton dove, il 28 agosto 1963, tenne il famoso discorso I have a dream.
bus protest in Montgomery.
In the summer of 1963 Luther King led a march for civil rights on Washington DC:
250,000 people from all over the country took part in this protest. In the 1964 he recei-
ved the Nobel Prize for Peace but in 1968 he was assassinated in Memphis, Tennessee.

At the end of the march for civil right on Washington DC, Luther King made his fa-
mous speech I have a dream.

This speech is about racial discrimination. In fact, Luther King wanted a nation where
white people and black people could have the same rights, could live together in peace
and where the difference in the color of the skin didn’t matter.

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In this speech there is a phrase that is the most important for me, because it best repre-
sents Martin Luther King’s hope:

«I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they
will not be judged by the color of their skin but by the content of their character».

Other key phases are:

«Now is the time to lift our nation from the quicksands of racial injustice to the solid
rock of brotherhood».

«We can never be satisfied as long as our children are stripped of their self-hood and
robbered of their dignity by signs standing: For whites only».

I think that Martin Luther King’s speech is exciting and extremely important because
it became a symbol of the fight against racial segregation and racism.

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8. SPAGNOLO: LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

Sempre dagli archivi dell’Istituto Luce è possibile ritrovare dei cinegiornali riguardanti
i fatti avvenuti in Spagna, per esempio la Guerra Civile Spagnola.

En España todo empezó con las elecciones de 1936.

El partido de izquierda, que tenía ideales republicanos, ganó estas elecciones.

Pero, las fuerzas conservadoras del partido de derecha se rebelaron con una insurrección
militar. Este golpe fue organizado por Francisco Franco, un general español conserva-
dor.

Así empezó, en 1936, la Guerra Civil Española.

En este conflicto la Unión Soviética apoyó los republicanos mientras que Alemania e
Italia apoyaron Franco. Francia e Inglaterra se declararon neutrales.

La guerra civil duró 3 años: desde 1936 hasta 1939 y provocó un millón de muertos. Al
final, Francisco Franco ganó y empezó la dictadura franquista o franquismo que duró
hasta 1975, cuando Franco murió.

En este largo período, la vida por los españoles se hizó muy difícil, porque ellos no pu-
dieron decir y hacer lo que querían.

Figura 8: manifesto comunista per lo scoppio della Guerra Civile spagnola: le forze di sinistra assaltano
“vittoriose” quelle di destra.

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9. RELIGIONE: IL PAPA E IL CINEMA

In conclusione, vorrei far notare che anche la Chiesa, ed in più occasioni, si è occupata
ed ha parlato di cinema: ciò a mio parere dimostra l’assoluta importanza e valenza cul-
turale di questo mezzo di comunicazione preziosissimo.

Per esempio, riporto qui sotto un estratto dal Messaggio di Papa Giovanni Paolo II per
la XXIX Giornata delle Comunicazioni Sociali (28 maggio 1995):

«Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, desidero


invitarvi a riflettere sul Cinema, inteso quale “veicolo di cultura e proposta di valori”
[…] In questo contesto non bisogna trascurare di dare al cinema il posto ed il valore che
gli spettano, sollecitando i responsabili ad ogni livello a prendere piena coscienza della
grande influenza che possono esercitare sulla gente e della missione che sono chiamati a
svolgere in questo nostro tempo che sempre di più avverte l’urgenza di messaggi uni-
versali di pace e di tolleranza, come pure il richiamo a quei valori che trovano fonda-
mento nella dignità conferita all’uomo da Dio creatore».

Ed anche Papa Pio XII nelle Esortazioni Apostoliche del 21 giugno 1955 parla del ci-
nema:

«Il cinema dovrebbe fornire spunti di riflessione su argomenti quali l’impegno nel so-
ciale, la denuncia della violenza, dell’emarginazione, della guerra e delle ingiustizie,
spesso affrontati dal cinema nei cento anni della sua storia, e che non possono lasciare
indifferenti quanti sono preoccupati per le sorti dell’umanità, significa promuovere quei
valori che la Chiesa ha a cuore e contribuire materialmente alla loro diffusione attra-
verso un mezzo di così facile impatto con il pubblico».

Dalle parole dei due Pontefici emerge con chiarezza che il cinema è uno strumento ec-
cezionale ed estremamente potente: istruisce, educa, diffonde idee ed ideali, emoziona,
diverte… Un film è in grado di comunicare anche ai bimbi più piccoli degli insegna-
menti, delle riflessioni e nuove conoscenze che serviranno per la loro crescita; oppure è
in grado di diffondere a livello planetario - di “globalizzare” - mode e stili di vita e di
pensiero, soprattutto fra gli adolescenti; ancora, è in grado di trasmettere ideologie e
valori all’intera società. Insomma, può essere usato per molteplici scopi sia negativi (si
pensi alla propaganda fascista) sia positivi (si pensi agli usi didattici nelle scuole).
A questo proposito, vorrei portare un esempio tratto dalla mia personale esperienza
scolastica: Alla luce del sole, pellicola che abbiamo visto in classe con la professoressa di
religione Patrizia Messina, è un film che propone messaggi importanti e profondi.

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Alla luce del sole è la storia di Padre
Pino Puglisi, parroco del quartiere
Brancaccio di Palermo, assassinato il
15 settembre 1993, giorno del suo cin-
quantaseiesimo compleanno, dalla
mafia che lo riteneva una minaccia.
Questo film mi ha insegnato (e spero
anche a tutti gli adolescenti come me
che avranno occasione di vederlo) che
bisogna combattere per il bene co-
mune e la giustizia, anche sacrifi-

Figura 9: locandina del film Alla luce del Sole.


cando, se necessario, la propria vita.

Prima di concludere questo “viaggio” vorrei tornare là dove tutto è iniziato, al titolo di
questo elaborato: Viaggio alla scoperta della settima arte.

La definizione del cinema come “settima arte” viene attribuita a Ricciotto Canudo,
poeta e critico cinematografico. Canudo nel 1921 pubblicò il manifesto La nascita
della settima arte, saggio nel quale il critico definiva il cinema la «settima arte», in
quanto nuovo e potente mezzo espressivo capace di racchiudere in sé e armonizzare le
potenzialità e gli strumenti espressivi delle altre sei tradizionali arti che lo avevano pre-
ceduto: Musica, Poesia, Pittura, Scultura, Danza, Teatro e Architettura.

Ho voluto ricordare Canudo perché, a parer mio, il cinema è davvero un’arte che rac-
chiude in sé tutti i mezzi espressivi e, forse per questo, è l’arte di più immediato impatto
sul pubblico.

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