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Nella scorsa lezione

La fondazione di Taranto da parte degli spartani in due versioni: quella di Antioco e quella di Eforo.
Sostanzialmente ci sono degli elementi in comune fra le due versioni, uno di questi è il fatto che si
collocano all’interno della prima guerra messenica, che gli spartani che vengono inviati lì sono lacedemoni
e vengono chiamati parteni e che la fondazione viene fatta per evitare una guerra civile con i parteni.
La versione di Antioco dice che i parteni sono figli di quegli spartani che non avevano preso parte alla
guerra invece quella di Eforo dice che sono figli di giovani spartani che erano andati a combattere la guerra
messenica e che non erano legati al giuramento di non rientrare a Sparta perché erano andati in guerra
molto giovani e che vengono mandati dagli stessi spartani a procreare figli con le vergini spartane perché
altrimenti non c’era un “ricircolo” di persone per poter vincere la guerra.

17/03/2022

Cerchiamo di inquadrare gli aspetti politici e sociali delle due città più importanti della Grecia antica, cioè
Sparta e Atene.
Esse rappresentano due modi diversi di vivere diversi nella grecità:
-da una parte Sparta è l’emblema dell’oligarchia
-dall’altra Atene è l’emblema della democrazia
Cerchiamo di vedere in che termini Sparta rappresenta l’oligarchia intesa come tale e in che termini Atene
rappresenta la democrazia.
Iniziamo da Sparta e dal suo rapporto con il Peloponneso
Che cos’è il Peloponneso?

È una regione della Grecia suddivisa in varie parti.


Che rapporto ha Sparta con il Peloponneso e con le altre città che sorgono all’interno del Peloponneso?
La prima cosa che cerca di fare Sparta all’inizio dell’VII secolo è quella di conquistare la Laconia, dove
sorge Sparta, impone quindi la sua presenza e la sua importanza.
Verso la metà dell’VIII secolo Sparta inizia una guerra con la Messenia, regione che si trova a occidente
della Laconia; quindi Sparta si trova nella Laconia cerca verso la metà dell’VIII secolo di conquistare la
Messenia e lo fa in seguito alla prima guerra messenica, da cui scaturiscono tutti i problemi in merito alla
fondazione di Taranto.
Sparta riesce quindi inizialmente a conquistare la Messenia e i suoi abitanti ma ci riuscirà con un buon
numero di guerre messeniche anche se la sottomissione di questa città rappresenterà sempre un problema
per Sparta.
Intorno al VII secolo c’è una seconda guerra messenica, quindi sostanzialmente Sparta passa i primi secoli
della sua storia a mantenere il proprio controllo su queste regioni del Peloponneso e anche a estendere la
propria influenza su tutte le altre regioni del Peloponneso compresa l’Argolide, l’Arcadia, l’Elide e arriva
poi a creare attraverso una serie di conflitti interni anche una sorta di lega peloponnesiaca (cioè di lega di
tutte le città del Peloponneso) e quindi una sorta di egemonia all’interno del Peloponneso, questo accade
tra VI e V secolo. I primi secoli (Circa dall’VIII al V secolo) rappresentano per Sparta una estensione
graduale della sua egemonia all’interno del Peloponneso, è occupata a estendere e confermare
principalmente la sua importanza. Questo accade dal punto di vista di conquista del territorio.

Qual era la costituzione spartana e perché essa rappresenta un esempio di oligarchia agli occhi di tutte le
altre città greche e non solo

La costituzione spartana aveva il nome di Grande Rhetra (Rhetra significa patto, parola) ed era un
ordinamento politico compatto, statico.
La Grande Rhetra, ordinamento politico, si chiama oligarchico.
Cosa significa oligarchia?
Oligarchia è una parola che deriva del greco arché (ἀρχή) che significa sostanzialmente potere, dominio,
comando e oligos che in greco significa pochi/poco, quindi l’oligarchia è l’arché dell’oligos cioè il comando
in mano a poche persone.
Significa che in un governo di tipo oligarchico la cittadinanza è limitata a poche persone e sono ancora
meno a partecipare agli organi di governo quindi il governo è riservato a una stretta minoranza.
Thucydides, storico greco del V secolo, dice che gli spartani hanno avuto fin da sempre questa buona
costituzione, questa eunomia che ha permesso loro di diventare molto potenti; il fatto di avere una buona
costituzione e il fatto di avere una costituzione che resta stabile per tutto questo tempo, Thucydides scrive
nel V secolo e dice che “sono ormai 400 anni prima che io parli che loro hanno sempre la stessa
costituzione, questo ha permesso oro di estendere la loro potenza anche in tutta la Grecia”. Stando a questa
versione quest’ordinamento politico, la Grande Rhetra sarebbe stato istituito all’incirca nell’VIII secolo
quindi proprio agli inizi della formazione di Sparta o poco dopo.
Secondo la tradizione il legislatore di Sparta fu Licurgo (il nome Licurgo significa “illuminoso, colui che fa
luce”; il fatto che abbiano questi nomi un po’ particolari faccia pensare ad una non esistenza effettiva di
questi legislatori, a un’esistenza mitica) e a partire dall’ VIII avrebbe dettato questa costituzione spartana;
in realtà si è visto che la costituzione spartana è frutto di un processo che dura anche un po’ nei secoli,
quindi è improbabile pensare che la costituzione sia stata istituita nell’VIII secolo e che non abbia mai avuto
nessun tipo di modifica per tutta la storia di Sparta, è più probabile invece che sia stato frutto di alcune
modifiche e alcuni cambiamenti nel corso dei secoli almeno fino al VI secolo a.C. .

In che cosa consisteva questa costituzione spartana? Cioè com’era organizzata politicamente Sparta e
perché viene definita un’oligarchia.
Per prima cosa troviamo un’anomalia tutta spartana, una particolarità ovvero la presenza di due RE che
secondo la tradizione discendevano da due famiglie: una era la famiglia degli agiadi e l’altra la famiglia
degli euripontidi; queste famiglie avevano preso origine da due gemelli Euristene da un lato e Procle
dall’altro lato, Euristene per la famiglia degli agiadi e Procle per la famiglia degli euripontidi. Secondo la
tradizione questi erano due gemelli dai quali discenderanno per sempre tutti i re spartani.
Il fatto di avere due re era l’esito dell’accordo di due comunità o di due presenze che si uniscono e che poi
decidono di governare insieme.
Questi re avevano sostanzialmente poteri militari che vuol dire che erano i comandanti dell’esercito, erano
loro a guidare l’esercito; erano naturalmente rispettati da tutta la comunità, quando moriva uno di loro la
comunità andava in lutto e la successione era naturalmente di tipo ereditario cioè si passava per lo più da
padre in figlio, se non c’era questa possibilità si passava al parente maschio più anziano della famiglia.
I due re erano insieme a 28 membri (28 anziani) parte della cosiddetta gherusia.
Che cos’è la gherusia? Il nome stesso lo dice perché gherontes in greco vuol dire anziani quindi la gherusia
era il consiglio degli anziani, formato da 28 anziani + 2 re, anziani significava che avevano un’età superiore
ai 60 anni e questi venivano eletti, scelti e una volta che prendevano il loro potere durava a vita, era una
carica vitalizia (una sorta di senatori a vita); venivano eletti in un modo un po’ particolare: per applausi. La
tradizione dice che c’erano dei giudici chiusi in una stanza e che quando si presentava uno giudicavano
senza vedere, solo sentendo il rumore degli applausi chi aveva preso più applausi.
La gherusia aveva i maggiori poteri a Sparta, i più importanti. Erano loro a preparare ,a presentare le
proposte da portare avanti all’assemblea dei cittadini. Per esempio c’era una decisione da prendere in
merito a un trattato con qualche città o bisognava fare la guerra era la gherusia, erano gli anziani e i due re
a decidere se proporre questa cosa da sottoporre alla deliberazione dell’assemblea; addirittura si dice che
potevano anche sospendere i lavori dell’assemblea se ci si allontanava troppo dal proposito iniziale, cioè se
le cose non andavano come volevano loro.
Quindi preparavano le proposte da proporre all’assemblea, erano coloro che dovevano controllare i
costumi intesi come gli atteggiamenti che bisognava tenere e mantenere, la morale e allora l’ordine sociale.
Se le cose si allontanavano troppo dalla morale, da quello che loro ritenevano giusto e opportuno era
compito loro controllare;
la gherusia aveva anche compito giudiziario cioè a giudicare le cause di omicidio, condannavano a morte,
condannavano all’esilio senza diritto di appello, il più delle volte non ci si poteva appellare alle decisioni
del tribunale ed era quindi una sorta di corte di giustizia, la più importante a Sparta; quindi aveva un ruolo
legislativo e giudiziario allo stesso tempo, ancora non era stata stabilita la separazione dei poteri che
avverrà molti secoli dopo. Il principio della separazione dei poteri sembra una banalità ma in realtà è
fondamentale, immaginiamo lo stesso organo che decide che leggi fare e come applicarle cioè come farle
rispettare o che deve controllare se queste leggi vengono rispettate.

Gli anziani proponevano le proposte da sottoporre all’assemblea, l’assemblea era chiamata apella, il nome
probabilmente deriva dal fatto che si tenevano queste riunioni durante festività legate al dio Apollo,
qualcuno ha proposto questa interpretazione; queste assemblee si tenevano più o meno una volta al mese
ed era l’assemblea di tutti i cittadini spartani che godevano di essere chiamati cittadini e che avevano
superato i 30 anni d’età. Il compito dell’apella era quello di eleggere i membri del consiglio degli anziani,
erano loro a fare gli applausi e poi avevano il compito di approvare o respingere le proposte della gherusia
e votavano anche lì per acclamazione; il problema è che non si sa cosa accadeva se queste proposte
venissero respinte, le fonti non sono molto chiare quindi non sappiamo se venivano riformulate e
riproposte o cadevano definitivamente.
L’apella (assemblea dei cittadini) era composta solo da uomini superiori ai 30 anni, naturalmente non
aveva poteri di tipo giudiziario, non era un’assemblea che poteva decidere su cause anche di vita
quotidiana.

L’ultimo grande tassello dell’ordinamento politico spartano è costituito dai 5 efori.


Chi erano questi 5 efori e che cosa significa efori?
Il nome significa probabilmente guardiani/guardiano e questo ci fa capire molto sulle funzione che avevano
gli efori.
Erano 5 uomini, venivano eletti ogni anno sempre dall’assemblea e ognuno di loro dava il nome all’anno
cioè per esempio nei registri troviamo scritto “sotto l’eforato di … è successo questo”, quindi quando
troviamo queste liste degli efori si può risalire anche all’anno.
Che tipi di poteri avevano questi efori?
Erano insieme alla gherusia coloro che avevano i poteri principali a Sparta, quindi gherusia ed efori erano
coloro che detenevano i maggiori poteri a Sparta.
Per prima cosa gli efori controllavano l’operato dei RE, addirittura erano gli unici che no erano obbligati ad
alzarsi quando entrava un re per esempio nel consiglio, nell’assemblea… ; non erano costretti a un atto di
rispetto nei confronti del re; presiedevano le sedute dell’assemblea e della gherusia quindi ogni volta che
c’erano le riunioni sia dell’assemblea che della gherusia ed erano una sorta di ministri degli esteri, cioè
esaminavano le proposte degli ambasciatori e poi a sottoporle all’assemblea; due di loro accompagnavano
il re che era incaricato di comandare l’esercito in guerra. Gli efori erano i responsabili del tesoro pubblico e
dell’amministrazione fiscale e finanziaria a Sparta.
Avevano un forte potere, anche quello di giudicare un re ed è successo che sono stati giudicati e
condannati,
ma erano limitati per prima cosa di essere una magistratura annuale e non potevano reiterare la carica (una
volta che avevano finito non si potevano ripresentare) e di essere 5 ovvero una magistratura collegiale.

La costituzione di Sparta rimase così per tutta la sua durata, il fatto di avere 2 re durò fino alla fine del III
secolo a.C. poi da lì in poi un po’ si perde. Però questo tipo di costituzione rimane invariata nel corso dei
secoli, cioè dal momento in cui si definì questa costituzione o con Licurgo nell’VIII secolo o nel VII/VI
secolo ma rimase sempre la stessa, non cambiò mai.
Ecco perché Thucydides dice che era un esempio di buon governo, perché era qualcosa di compatto,
ordinato, che non era soggetto a cambiamenti.
Che cos’altro non era soggetto a cambiamenti? Non era soggetta a cambiamenti la società Spartana.

Oltre all’aspetto politico immutato resta immutata a Sparta anche la sua organizzazione sociale.
Chi è che si poteva definire cittadino di Sparta?
Si potevano definire cittadini di Sparta soltanto un numero ristretto di 9000 persone i cosiddetti spartiati o
chiamati anche gli uguali perché tra di loro avevano tutti gli stessi diritti.
Com’era organizzata dal punto di vista sociale Sparta?
Per prima cosa abbiamo un numero ristretti di cittadini: 9000. Non crescerà mai questo numero anzi nel
corso dei secoli andrà molto a diminuire.
Erano 9000 persone nati da madre e padre spartani, erano chiamati anche gli uguali perché erano
effettivamente uguali dal punto di vista delle cose che potevano fare e quello che potevano ottenere perché
alla loro nascita veniva affidato loro un lotto di terreno che era uguale per tutti, il cleros.
In questo pezzettino di terra però alla fine dei conti poteva garantire la sussistenza di un massimo di 2/3
persone, cioè il pezzettino di terra non garantiva la sussistenza di una famiglia di molte persone, chi non
riusciva a mantenere questo grado di dignità per essere considerato cittadino decadeva dai suoi diritti
politici cioè chi non riusciva a mantenere quello che doveva fare per restare cittadino non veniva aiutato
dallo stato da decadeva, perdeva i suoi diritti.
Non si dava la possibilità a chi era decaduto dall’essere cittadino a ritornare ad essere cittadino.
Il corpo civico ovvero schiavi, donne, bambini erano chiamati spartani, i cittadini invece spartiati o uguali.
Quindi troviamo 9000 cittadini maschi di pieno diritto, cioè erano coloro che potevano votare ed essere
votati e che andarono sempre a diminuire; alla nascita veniva affidato loto il cleros, pezzettino di terra, che
non veniva coltivato da loro cioè non erano loro ad occuparsene ma era coltivato, curato da coloro che
lavoravano in condizione servile chiamati ilioti, servi a tutti gli effetti.
Gli ilioti erano una schiavitù collettiva, un’intera popolazione, quelli che erano stati conquistati
principalmente anche durante la conquista della Laconia e della Messenia e ridotti in schiavitù.
Erano l’antica popolazione che abitava in quella zona e poi tutta la popolazione che abitava attorno (nella
Laconia, nella Messenia).
Il nome stesso ILOTA probabilmente significa proprio conquistati, erano stati conquistati da Sparta durante
la sua attività di espansionismo all’interno del Peloponneso, della Laconia, della Messenia e che erano stati
ridotti tutti in schiavitù e loro erano quelli che erano deputati principalmente ai lavori servili di tutti i tipi.
Facevano parte di quest’organizzazione sociale altre persone che vengono chiamati perieci, anche questo è
un nome parlante perché significa períoikos cioè attorno all’oikos, attorno alla zona; erano tutte quelle
persone che abitavano nelle zone attorno a Sparta che godevano di libertà, si occupavano di tutte quelle
attività che gli spartiati non facevano perché oltre a non curarsi del cleros non commerciavano, non
producevano, non si occupavano di nessun tipo di lavoro manuale. Le attività dei perieci erano quindi
quelle commerciali e artigianali, vivevano in uno stato libero, non erano ridotti in schiavitù anzi avevano
un buon rapporto con gli spartiati ma avevano gli obblighi militari cioè quando Sparta li chiamava per
andare a combattere loro andavano a combattere insieme agli spartiati.
Quindi che facevano gli spariati se non zappavano, non commerciavano e non facevano attività artigianali?
L’unica cosa a cui gli spartiati si dedicavano per tutta la vita da quando erano piccoli a quando morivano
era la guerra. Questo vuol dire che il sistema educativo spartiano chiamato l’agoghè (che significa
educazione) voleva infondere valori di obbedienza, disciplina, coraggio e abilità militare.
In che modo? I bambini a 7 anni abbandonavano la famiglia e andavano a vivere in gruppi con gli altri
bambini dove venivano educati all’arte della guerra quindi seguivano un sistema educativo che li abituava
a diventare forti, a combattere, a vivere anche in situazioni di privazione, subivano abusi di tipo sessuale
da parte dei più grandi e consideravano questa una cosa “buona” perché si abituavano alla sottomissione e
all’obbedienza e nessuno si stupiva di questo perché non veniva definito un abuso su minori ma era una
pratica normale; dai 7 anni fino ai 18/20 anni venivano educati all’abilità militare e in seguito entravano a
far parte dell’esercito quindi iniziava il servizio militare a tutti gli effetti, si poteva andare a combattere e
fino a quel momento ti stavi solo preparando. In 13 anni di educazione militare si prevedevano privazioni,
scalzi, nel fango, in varie situazioni climatiche. A 18/20 anni iniziavano il servizio militare e a 30 anni
potevano entrare a far parte dell’assemblea popolare, dell’apella. Tutto quello che facevano loro era
dedicarsi a combattere.
L’esercito spartano era il più temuto esercito dei greci perché anche un piccolo numero di esercito di
spartani poteva sgominare interi eserciti.
Ma perché? Perché loro erano abituati a combattere, venivano educati ai valori di obbedienza, quei valori
tipici di una società militaresca; combattevano e facevano solo quello giorno dopo giorno. Gli altri erano
dei semplici contadini che venivano chiamati all’improvviso a combattere e abbandonavano il loro terreno
e andavano a combattere. Immaginiamo un contadino che zappava la terra che si trova davanti uno che
combatteva ed era “duro di cuore” da quando aveva 7 anni.
Quindi l’esercito era composto da questi spartiati da 30 anni in su e a volte c’erano anche i perieci, non si sa
in che numero e che educazione militare fornissero i perieci per combattere insieme a loro.

Plutarco, storico e biografo dell’antichità, parla della vita di Licurgo che era un famoso legislatore spartano
e dice che alcuni rimproverano le leggi di Licurgo di essere un po’ ingiuste e prepotenti, dice che potrebbe
essere stata la cosiddetta kryptèia a dare questa fama di ingiustizia sicuramente in uso presso gli spartani
ad avere generato anche in Platone l’opinione a proposito tanto dell’ordinamento politico di Sparta quanto
dello stesso Licurgo, cioè è un’opinione negativa di quest’ordinamento e di quest’educazione.
Ecco in che cosa consisteva questa pratica che era chiamata la kryptèia; kryptèia è un termine che deriva da
Cripta che è la parte nascosta, che non si vede, la kryptèia era questa pratica e il termine anche ha questo
senso. La kryptèia consisteva nel fatto che i capi dei giovani di tanto in tanto mandavano in campagna ora
in un luogo ora in un altro quelli che sembravano i più attenti essi avevano con sé altro che un pugnale e
viveri essenziali al puro sostentamento, di giorno si disperdevano in luoghi sconosciuti, vi si tenevano
nascosti e riposavano, di notte poi scendevano nelle strade e sgozzavano qualunque Ilota riuscissero a
catturare. Spesso facevano anche incursione nei campi e ne uccidevano di più robusti e forti.
Quindi un modo per addestrare questi giovani all’arte della guerra e far capire anche loro se erano pronti
poi ad affrontare il servizio militare, una sorta di rito di passaggio dalla fanciullezza alla “età grande” era
fare questa pratica cioè la kryptèia cioè nascondersi di giorno solo con un pugnale e i viveri essenziali e di
notte davano la caccia ai poveri schiavi Iloti che venivano brutalmente assassinati.
Questa pratica ha suscitato anche nei greci stessi il biasimo, ha generato anche in Platone un’opinione
negativa di questa pratica.

Un’altra pratica associata agli spartani è l’idea che loro siccome avevano bisogno di giovani forti ed abituati
a combattere naturalmente non si potevano permettere di avere ragazzi con problemi fisici quindi la
superiorità fisica era essenziale per andare a combattere, succedeva che il genitore non era padrone di
allevare il figlio ma lo prendeva e lo portava in un luogo chiamato lésche dove i membri più anziani della
tribù riuniti in commissione sottoponevano il bambino a un attento esame e se aveva una sana e robusta
costituzione fisica lo facevano allevare assegnandogli uno dei 9000 lotti di terreno ma se invece era malnato
e deforme lo mandavano nei cosiddetti apothétai, un luogo voraginoso presso il Taigeto cioè il monte, nella
convinzione che né per sé stesso né per la città fosse vantaggioso che vivesse chi dalla natura non ha
ricevuto subito, fin dall’inizio quanto è necessario alla buona salute e alla forza fisica.
C’è questa teoria secondo cui venivano lasciati sul monte Taigeto e si dice buttati da questo monte, se
questi bambini non erano sani di costituzione venivano buttati secondo la tradizione letteraria.
Dal punto di vista archeologico però non si sono trovati ossa di bambini in quelle zone, quindi non si sa se
questa pratica esistesse veramente oppure no.

Un’altra cosa importante che definisce la società e la civiltà spartana più di altre è il fatto che la collettività
naturalmente prevale sul singolo.
Che vuol dire che la collettività prevale sul singolo? Se questi vengono cresciuti tutti quanti insieme,
vengono allevati insieme, si allenano insieme, combattono insieme, vengono abituati al fatto che è più
importante salvaguardare l’interesse della comunità che salvaguardare l’interesse del singolo; anche per
questo vengono chiamati gli uguali, perché nessuno prevale sull’altro ma sono tutti sullo stesso piano, tutti
devono vivere e combattere per la collettività. Una di queste cose che ci fa capire quanto l’interesse
collettivo prevaleva sull’interesse del singolo è una pratica l’istituzione dei pasti in comune che si
chiamavano syssìtia (si legge sustizi).
Gli spartani bandiscono il fatto di saziarsi perché questo non fa di loro uomini pronti a combattere, si
nutrivano tutti quanti insieme, prendevano parte ai pasti in comune, solitamente a gruppi di 15/20
persone, mangiavano insieme poche cose e anche in maniera frugale. Non era consentito mangiare da soli
a casa ingrassandosi serviti da servi e cuochi ma si doveva prendere parte a questi pasti in comune, se non
potevi fornire la tua quota di cibo per la tua comunità, per i tuoi compagni, se non potevi riuscire a pagare i
contributi per i pasti in comune questo faceva si che tu potessi decadere dalla carica di spartiata, quindi
anche il fatto di non poter sostenere con il tuo clerus i pasti in comune per il tuo gruppo ti faceva decadere
dalla pratica.

Quindi i pasti in comune, la pratica della kryptèia e questa pratica di essere giudicati dagli anziani se essere
in grado o meno di combattere e avere una sana e robusta costituzione: questa è Sparta nella sua essenza
politica sociale e civile.

ATENE

Atene è molto vicina al mare e con il mare avrà un buon rapporto, il territorio sotto il controllo di Atene era
tutta l’Attica, c’era stato un sinecismo nell’Attica cioè un’unione. Sinecismo composto da synoikos cioè
insieme, quindi c’era stato il sinecismo dell’Attica e tutta la zona era giuridicamente appartenente ad
Atene.
Se l’organizzazione politica spartana è stata sempre identica a partire dalla sua formazione fino alla fine,
quindi è stato un ordinamento politico compatto e sempre uguale a sé la stessa cosa non si può dire della
città di Atene che ha subito invece notevoli cambiamenti nel corso dei secoli per raggiungere poi la sua
forma definitiva nel V secolo per la maggior parte.
Se Sparta è l’emblema e la definizione tipica dell’oligarchia Atene invece è l’altra faccia, cioè la faccia che
rappresenta la democrazia, il termine stesso democrazia significa che il potere appartiene al popolo.
Che cosa contraddistingue la democrazia ateniese? Quali sono gli elementi che contraddistinguono i
principi base su cui si appoggia la democrazia ateniese?
Il principio base è che la sovranità appartiene ai cittadini, ogni cittadino è libero nei limiti della legge
naturalmente cioè ha delle libertà che sono limitate soltanto dalla legge.
L’altro principio base della democrazia ateniese è l’isonomia.
Che vuol dire ISONOMIA? Isonomia significa l’uguaglianza di fronte alla legge, nomos significa legge in
greco, isos uguale; quindi l’isonomia è “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”/ “la legge è uguale
per tutti.
L’altro principio base della democrazia oltre all’isonomia quindi all’uguaglianza dei cittadini davanti alla
legge è l’isogoria cioè lo stesso diritto di parola in assemblea, per esempio “io contadino posso parlare in
assemblea come può parlare il figlio del ricco notabile”.
ISONOMIA : siamo uguali davanti alla legge.
ISEGORIA: abbiamo lo stesso diritto di parlare in assemblea.
Quindi questi sono i principi base della democrazia ateniese che sono stati raggiunti attraverso un lungo
percorso.

Atene era un centro miceneo, era uno di quelli che aveva un palazzo miceneo e nel mito di Atene anche in
epoca micenea e nell’alto arcaismo, nei primi secoli dell’età arcaica abbiamo un ricordo di 12 re ad Atene,
cioè ad Atene regnarono 12 re.
Perché nel mito di Atene abbiamo 12 re? Perché uno di questi re, il primo si chiamava Cecrope e addirittura
aveva le sembianze di un mostro metà uomo e metà serpente stando al mito, quindi immaginiamo questi re
che attendibilità storica possono avere. Un altro di questi re era Teseo, un altro era il padre di Teseo cioè
Egeo. A Teseo qualcuno fa risalire questo fatto del sinecismo cioè di aver unito il territorio dell’Attica sotto
una stessa “giurisdizione”.
Quindi abbiamo un numero di 12 re che però più ci avviciniamo alla metà dell’VIII secolo questi re
vengono confusi anche con gli arconti a vita.
Che vuol dire arconte? E chi erano questi arconti?
Il nome stesso arconte significa colui che detiene l’archè (colui che detiene il potere, il comando).
Quindi dopo questi 12 re abbiamo la tradizione di questi arconti a vita che non sono re ma non sono
nemmeno magistrati normali.
La tradizione ci tramanda 7 arconti decennali cioè 7 arconti che governano 10 anni l’uno all’incirca.
Poi a partire dal VII secolo a.C. gli arconti non durano più in carica 10 anni ma durano uno all’anno, la loro
carica dura un anno e basta.
Quanti erano questi arconti quanto diventano annuali? Erano 9 arconti che governavano tutti insieme e
ognuno di loro aveva poteri specifici. In sostanza si spartiscono i poteri che prima aveva la maggior parte il
re.
Quali erano questi poteri? Uno era quello di guidare l’esercito, c’era l’arconte polemarco (polemos significa
guerra e archè comando, quindi il comando della guerra).
Poi c’era l’arconte basileus che era l’arconte a cui facevano capo tutte le questioni di ordine religioso
principalmente.
C’era l’arconte eponimo che era quello che dava il nome all’anno che risultava nei registri “sotto l’arcontato
di…”.
Gli altri 6 venivano chiamati tesmoteti che erano quelli che avevano principalmente il potere legislativo.
Duravano 1 anno e allo scadere dell’anno questi ex arconti andavano a far parte del principale consiglio
dell’Atene arcaica che era il consiglio dell’AREOPAGO, il luogo dove c’era questo consiglio era una collina
chiamata la collina di Ares vicino all’acropoli ed era il consiglio principale, era quello che aveva gli stessi
poteri su per giù della gherusia a Sparta quindi decideva che cosa fare, se fare guerra o non fare guerra.
Il consiglio dell’AREOPAGO era il consiglio principale ad Atene. Decideva la maggior parte delle cose
insieme agli arconti.
Siamo ben lontani da una forma di democrazia perché il potere era principalmente in mano a queste figure,
arconti e consiglio Areopago e naturalmente diventavano arconti e in seguito parte del consiglio
principalmente le persone dell’aristocrazia, le persone nobili.

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