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Sparta e Atene

Sparta e Atene furono le due città-Stato greche che raggiunsero il più alto
grado di sviluppo e che arrivarono a scontrarsi per il predominio sulla
Grecia. La loro contrapposizione si manifestava anche nelle loro forme di
governo e di organizzazione militare e sociale. Sparta era uno Stato
militare retto da una ristretta classe di cittadini a pieno titolo, mentre
Atene passò gradualmente dalla repubblica aristocratica alla democrazia
e fu sede di diverse riforme costituzionali, a partire da quella voluta da
Solone (594 a.C.). Tra l’VIII e il VI sec. a.C. Sparta, attraverso guerre e
alleanze, riuscì a ottenere l’egemonia nel Peloponneso costituendo la
Lega peloponnesiaca cui aderirono città che le erano politicamente
vicine. Atene invece, dal 477 a.C., entrò a far parte della Lega delio-
attica, insieme all’Eubea, alle Cicladi e alle città greche della costa traco-
macedone e dell’Asia Minore. Lo scopo dichiarato di questa Lega era la
lotta contro i Persiani, ma divenne ben presto strumento della politica
imperialista di Atene contro Sparta e fu sciolta solo nel 404 a.C. alla fine
della Guerra del Peloponneso.
Sparta

I Dori e la nascita di Sparta

 Le alleanze e la Lega
peloponnesiaca
 Lo scontro con Atene
 L’ascesa di Tebe e la
sconfitta di Sparta

Sparta era la città-Stato greca capitale della Laconia, nel Peloponneso. Nel X sec.
a.C. i Dori, penetrati nel Peloponneso, crearono cinque insediamenti (Limne, Pitane,
Mesoa, Cinosura e Amicle), unificati dal re Teleclo nell’VIII sec. nella città di
Sparta. Nei secc. VIII-VI a.C. gli Spartani conquistarono l’intera Messenia, nella
parte orientale del Peloponneso. Dopo la Messenia, Sparta cercò di conquistare la
regione di Tegea, ma, non essendovi riuscita con la forza, fece in modo che divenisse
sua alleata. Attraverso le alleanze Sparta formò, nella seconda metà del VI sec. a.C.,
la Lega peloponnesiaca, che univa la maggior parte delle poleis della penisola con
l’eccezione di Argo. Le città alleate conservavano la loro autonomia e non pagavano
tributi; avevano il solo obbligo di fornire l’esercito federale in caso di pericolo,
sottostando al comando spartano. La Lega dette un contributo decisivo alla sconfitta
di Serse nella seconda Guerra persiana, dopo la quale Sparta non seguì Atene nel
tentativo di sottrarre al dominio persiano le città greche dell’Asia. Lo scontro con
Atene caratterizzò il V sec. a.C.: la Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) sancì il
predominio di Sparta che durò fino all’ascesa di Tebe, la quale sconfisse la rivale con
i generali Pelopida ed Epaminonda nel 364 e 361 a.C. Durante il dominio macedone
Sparta rimase in disparte, per rientrare nella politica greca nell’età dei diadochi, con il
rango di potenza minore.

La società spartana
Le classi sociali spartane: spartiati, perieci e iloti
Tutta la popolazione era suddivisa nelle tre classi degli
spartiati, dei perieci e degli iloti. I primi costituivano la casta
militare: unici a godere dei pieni diritti politici, erano obbligati
alla vita comunitaria, con la proibizione di qualsiasi attività
produttiva e del possesso personale di denaro.
La loro educazione militare era molto severa, aveva inizio all’età di sette anni e
terminava a trenta, ma fino a sessanta gli spartiati dovevano sottostare agli
obblighi militari. I perieci erano cittadini liberi, ma erano esclusi dal servizio
militare e quindi privi di diritti politici attivi; si dedicavano alle attività
commerciali. Gli iloti erano di condizione servile, seppur non propriamente
schiavi in quanto non soggetti a vendita, e lavoravano le terre di proprietà degli
spartiati con l’obbligo di cedere ai padroni due terzi del raccolto.
L’ordinamento politico
L’ordinamento politico di Licurgo
La tradizione fa risalire la struttura costituzionale di Sparta all’attività
legislativa di Licurgo (ca. VIII-VII sec. a.C.). Istituzionalmente il potere
esecutivo era affidato a due re (diarchia) affiancati dalla gherusia, il consiglio
di anziani che discuteva le questioni poi sottoposte all’assemblea generale degli
spartiati, l’apella. Dalla fine del VI sec. a.C. le funzioni giuridiche vennero
affidate a cinque efori, ossia “ispettori” eletti dall’apella.

Atene
Il sinecismo del re Teseo
Attorno al centro di Atene, capitale
dell’Attica, era avvenuta in epoca
tardomicenea l’unificazione dei centri
minori della regione (o sinecismo, da
syn, “insieme”, e oikéo, “abito”), ascritta
dalla tradizione al re Teseo.

L’Atene arcaica e aristocratica


La monarchia arcaica, l’aristocrazia degli arconti e l’areopàgo

Dopo una fase arcaica di regime monarchico, seguì nell’VIII sec. a.C. un
governo aristocratico, che ebbe inizialmente la sua magistratura principale negli
arconti. Inizialmente erano tre, con le funzioni rispettivamente di sacerdote,
capo dell’esercito e magistrato esecutivo, e duravano in carica 10 anni; in
seguito furono portati a nove ed eletti annualmente. Finito il mandato, gli
arconti diventavano membri dell’areopàgo, organo che vigilava sugli altri
magistrati e giudicava i reati di sangue. Al 624 a.C. risale la prima
codificazione di leggi ateniese, a opera di Dracone.
Da Solone a Clistene

Le riforme timocratiche di Solone.


La tirannide di Pisistrato e dei figli
Le riforme di Clistene e la costituzione democratica

I secc. VII e VI a.C. furono percorsi da forti tensioni sociali e


crisi agrarie, con un contrasto tra coltivatori e aristocrazia
Clistene fondiaria. Solone, arconte nel 594-593 a.C., intervenne in
Solone favore dei piccoli contadini: annullò i debiti e introdusse un
sistema politico di tipo timocratico, basato cioè su classi di
reddito. L’opera di Solone fu un passo verso la democrazia, ma i contrasti
riesplosero e portarono alla tirannide di Pisistrato (560 a.C.). Sotto di lui ad
Atene si sviluppò la piccola proprietà, prosperarono i commerci e si ebbe un
periodo di benessere. I suoi successori, i figli Ippia e Ipparco, accentuarono
invece una pratica personale del potere, portando in evidenza gli elementi di
degrado insiti nel regime tirannico. L’uccisione di Ipparco e l’espulsione di
Ippia da Atene nel 510 a.C. furono opera soprattutto di aristocratici fuoriusciti
che intendevano riconquistare il potere. Una soluzione politica che
accontentava le classi medie fu proposta da Clistene (arconte nel 508-507 a.C.),
che, con riforme radicali, avviò Atene a un assetto
costituzionale decisamente democratico, su base quasi
esclusivamente territoriale, con magistrature assegnate tramite
un’articolata combinazione di elettività e sorteggio (solo la
carica di stratega, che richiedeva provata competenza militare,
restava esclusivamente elettiva), capace di garantire a tutti i
cittadini la partecipazione alla vita politica
Clistene

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