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La democrazia è figlia della civiltà greca, come ci indica il nome stesso: da demos,
“popolo”, e kratos, “potere”= “il governo del popolo”.
Più in particolare, essa nacque ad Atene nel 508 a.C. e il suo “inventore” fu il nobile
e politico Clistene (lo stesso che per evitare il ritorno alla tirannide aveva istituito la
procedura dell’ostracismo).
Attenzione però: quando parliamo di “democrazia” per l’Atene del V e IV secolo
a.C. non dobbiamo proiettare su quella civiltà, distante da noi 2500 anni, “la nostra
idea di democrazia”.
ATENE DEMOCRATICA La riforma di Clistere: nel 508-507 a.C. venne eletto Clistene che
trasformò gli ordinamenti politici spezzando il predominio degli aristocratici e garantendo
i diritti uguali per tutti. Il territorio di Atene fu suddiviso in 30 distretti chiamati Trittie che
furono distribuite in 10 tribù. Gli aristocratici avevano potere politico. In ogni tribù c'erano
tutti i ceti sociali dell'Attica. Le istituzioni politiche: ogni tribù aveva un certo numero di
opliti e cavalieri. C'erano 50 consiglieri che componevano il consiglio dei 500 (50
consiglieri per ogni tribù), che sostituì il consiglio dei 400 creato da Solone. Svolgeva
funzioni importanti: preparava i decreti, controllava il lavoro dei magistrati e le finanze
pubbliche e gestiva la politica estera.
Il consiglio dei 500 era l'organismo più importante e ne potevano far parte tutti i cittadini.
Questa boulè funzionava così: l'anno fu diviso in 10 Pritanie, una per ogni mese all'anno.
Ogni pritania era affidata a 50 consiglieri. I 50 pritani del mese tiravano a sorte tra di loro
un presidente che restava in carica un giorno. Non si poteva essere eletti per più di 2 volte
quindi ogni cittadino potava prima o poi diventare presidente. L'assemblea era composta
da tutti i cittadini ateniesi. L'assemblea si svolgeva per approvare, respingere o modificare
le proposte del consiglio e per qualsiasi argomento. La giustizia ordinaria era amministrata
dall'heliaia, formata da giudici sorteggiati fra i cittadini liberi, che organizzava i singoli
tribunali (dikasteria). L'ostracismo era un provvedimento con il quale l'assemblea poteva
allontanare per 10 anni dalla polis i cittadini che aspiravano alla tirannide o all'oligarchia.
L'assemblea eleggeva 10 strateghi che comandavano l'esercito guidato da un arconte.
Provvedevano alla sicurezza della polis. Per le magistrature si accedeva per sorteggio: le
cariche erano annuali e mai ripetute. Potere del "demos": il sistema di Clistene diede vita a
una forma di governo, la democrazia, cioè il potere in mano a tutti i cittadini. 2. LE
PAROLE CHIAVE DELLA DEMOCRAZIA Nuovi ideali: Quella ateniese fu la prima
democrazia del mondo. L'isonomia era la parità di tutti i cittadini. Il potere era uguale per
tutti i cittadini. La democrazia si basava sulla partecipazione diretta di tutti i cittadini alla
vita politica. Tutti i cittadini avevano uguali diritti, tutti avevano piena libertà di parola,
chiamata isegoria.Nell'assemblea dell'oligarchica Sparta non si poteva discutere.
Nell'assemblea della democratica Atene ognuno aveva il diritto di esprimere il suo
pensiero. Valori di oggi: la democrazia è, per l'uomo moderno, un valore il quale nessun
politico e nessun cittadino negherebbe di essere democratico e di voler rispettare le regole.
Nell'antichità non era così: essa era ritenuta uno dei modi di governo della polis, non
l'unico né il migliore. Polis e territorio: le polis greche erano tutte città di medie o piccole
dimensioni. Alcune, come Sparta e Atene, riuscirono a creare un piccolo impero. Per
funzionare una polis non doveva avere né un territorio troppo vasto, né cittadini troppo
numerosi. Esigenze di funzionamento: il numero dei cittadini doveva essere limitato
perché così nelle discussioni politiche o nelle decisioni tutti avevano la possibilità di
intervenire. 3. GLI ESCLUSI DALLA POLIS Esposizione dei neonati: i neonati che avevano
qualche malformazione venivano lasciati morire. Anche l'abbandono di bambini sani era
diffuso in tutto il mondo greco.Si abbandonavano se il bambino era nato da un'unione
illegittima, se non si era economicamente in grado di allevarlo e per evitare di dividere il
patrimonio familiare. Le femmine venivano abbandonate più dei maschi. Gli schiavi: gli
schiavi erano esclusi dalla polis: lo schiavo era ritenuto inferiore ed era un oggetto di
proprietà. Gli schiavi potevano avere mogli e figli ma non godevano di un riconoscimento.
Il padrone poteva separare l'uomo dalla donna, i genitori dai figli e poi venderli. Stranieri
residenti: gli stranieri non avevano diritti politici. Ad Atene gli stranieri, chiamati meteci
erano uomini liberi che risiedevano nella città momentaneamente o stabilmente. Le
donne: le donne erano escluse dalla vita politica, e dovevano generare figli e governare la
casa. La donna doveva avere un tutore: prima il padre, poi il marito; se restava vedova
passava sotto la tutela di un figlio. Le donne appartenenti a famiglie benestanti potevano
uscire di casa raramente; le donne povere erano più libere. Solo a Sparta le donne
godevano di una certa autonomia. Le etere: le uniche donne veramente libere erano le
etere: uscivano, partecipavano ai banchetti e ricevevano in casa.
DEMOCRAZIA AD ATENE
La Democrazia nella storia di Atene.
1.1 Alla ricerca del significato autentico
Il termine italiano democrazia deriva dalla parola greca δημοκρατία, che letteralmente
significa “potere del popolo”.
Ovviamente questa espressione risulta vaga.
Storia della democrazia: saggio breve
DEMOCRAZIA ATENIESE: PERICLE
Per evitare questa ambiguità Domenico Musti ricorre al termine greco Demokratìa, per
intitolare il suo libro, in cui si parla dell’apogeo di questo governo durante il regime
di Pericle. Edward H.
Carr denunciava l’abitudine degli storici dell’antichità di usare i termini nella lingua
originale, per indicare che non sono caduti nella trappola, ma si tratta di un espediente che
non serve a nulla.
Questa osservazione è solo il corollario di un importantissimo principio generale, da lui
enunciato poco prima, cioè che noi <>.
Con il termine “democrazia” ci si riferisce ad una forma di governo in cui il potere è nelle
mani del popolo. Nell’antica Grecia il concetto di demos si riferisce esclusivamente alla
popolazione che gode di diritti civili e politici. Ad Atene la democrazia nasce in un contesto
politico prevalentemente aristocratico e con lo sviluppo territoriale della città si formano
nuove classi sociali, come ad esempio gli artigiani e i commercianti, che producono
ricchezza e rivendicano una maggiore partecipazione alla vita politica.
Dal confronto tra i diversi gruppi sociali prende avvio un processo di riforme di stampo
democratico che aumentano le garanzie giuridiche dei cittadini. Non mancano però alcune
contraddizioni all’interno di questo sistema che coinvolge solo i maschi nati da genitori
ateniesi e che esclude completamente le donne dalla vita sociale.
Inoltre la democrazia ateniese inaugura una politica imperiale, con l’intenzione e la volontà
di affermare il predominio della polis sugli altri Stati della Grecia. Ammirati dai posteri per
intelligenza e cultura, gli ateniesi vengono odiati da tutte le altre realtà statuali greche
costrette a subirne i soprusi.