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FILOSOFIA LEZIONE 4 16.03.

2023

LA QUESTIONE DELLA MIGLIORE COSTITUZIONE

Aristotele assume come punto di partenza lo schema di tripartizione delle forme di governo,proposto per la
prima volta da Erodoto e che era basato su un criterio numerico,ovvero sul numero dei governanti.
Aristotele aggiunge al criterio quantitativo anche un criterio qualitativo in vista di quale scopo viene
esercitato il potere da coloro che sono al governo,a prescindere dal numero di governanti. Se lo scopo è a
favore generale abbiamo le forme rette(monarchia,aristocrazia e politia),mentre se lo scopo è a favore
dell’interesse privato abbiamo le forme degenerate(tirannide,oligarchia e demagogia). Già Platone aveva
intuito un ciclo di degenerazione e diceva che la degenerazione di ogni forma di governo è necessaria e
naturale,mentre per Aristotele la degenerazione di ogni forma di governo è artificiale, violenta e può
procedere anche per salti,si può passare a qualsiasi forma di governo.

LA DISTINZIONE TRA STRATIFICAZIONE SOCIALE E FUNZIONE POLITICA

Per Aristotele quando si parla di costituzione ,il tema non è soltanto l’architettura istituzionale del corpo
politico,ma conta veramente per il corpo politico la composizione sociale della polis. Aristotele rifiuta di
assegnare la funzione politica ad un solo ceto sociale,ovvero quello dei filosofi e vuole che la polis sia
costituita da un solo ceto medio colto e che ci siano poche disuguaglianze,questa sarebbe una soluzione per
avere una costituzione mista,tra aristocrazia e democrazia. Aristotele si differenzia da Platone per l’esplicito
rifiuto di una funzione politica privilegiata dei filosofi. Per Aristotele chi ha maggiori talenti teoretici,non per
questo è necessariamente più adatto ad esercitare funzioni politiche ,anzi visto che ogni uomo è un animale
politico ,l’ideale è che tutti possano esercitare il potere politico.

LA TEORIA DELLA RAGIONE DEI Più

Aristotele rappresenta un’eccezione nel panorama del pensiero politico antico perché è uno dei pochi
pensatori che si esprime a favore della democrazia. Il significato positivo attribuito da noi alla
democrazia,però fino all’800 erano pochi i pensatori politici che davano un significato positivo alla
democrazia anche perché la maggior parte dei pensatori politici sono aristocratici. Aristotele identifica la
costituzione ottima come un misto tra aristocrazia e democrazia ,partendo dall’idea che la costituzione
buona è quella in cui tutti possono realizzare la vita buona,ovvero la vita felice e alllo stesso tempo
virtuosa,perché ogni essere umano può realizzare la sua essenza di essere umano,ma anche la teoria della
‘’RAGIONE DEI Più’’ che viene espressa attraverso una metafora: l’uomo dotato di molte mani,molti piedi
sarebbe il corpo politico ,quindi in una democrazia dove a governare è il popolo ,il popolo è simile ad un
uomo dotato di molte mani,molti piedi e capace di vivere molte sensazioni(l’accento non cade sulla
razionalità ,ma sulla reccettivita ),quindi più teste pensano meglio.

CIVITAS E COSMOPOLI

Nella ricostruzione del pensiero politico è importante la nozione di ‘’cittadinanza’’ (CIVITAS= CITTADINANZA
CIVILE ),consegnato dalla Roma ANTICA . L’elaborazione dell’ideale cosmopolita,offerta da CICERONE.

LA FINE DELLA POLIS E L’ASCESA DELLA RES PUBBLICA

A differenza delle polis greche,la res pubblica romana ha due caratteristiche sorprendenti:

LONGEVITà ,la repubblica romana nasce nel 500 a.C. e finisce nel 27 a.C,dando nascita all’impero romano .
La costituzione della repubblica romana è un modello per tutti i pensatori politici
l’esperienza politica è fine perché quella ateniese dura un secolo,nel 300 a.C le polis greche vengono
conquistate da Filippo il Macedone e poi inglobbate da Alessandro Magno e poi passare sotto l’impero
romano .

ESPANSIONE Non solo dura,ma si espande anche.

TRATTI DISTINTIVI DEL MODELLO ROMANO

Modello ateniese:

uguaglianza di fronte alla legge(isonomia )

uguaglianza politica di tutti i cittadini di pieno diritto,nella uguale possibilità di esprimersi in assemblea, ma
anche diritto di voto ed esercitare le cariche politiche per poco tempo

Repubblica romana:

differenziazione censitaria dei diritti di partecipazione politica,nel senso che non tutti possono partecipare
alla vita politica con diritti uguali e dei doveri di contribuzione alle pubbliche necessità.

Ruolo egenome esercitato dalla nobilitas,in cui principale organo politico di espressione è costituito dal
senato. La nobilitas e il senato sono considerati depositori della auctoritas,ovvero l’autorità,che è la fonte
della potestas, del potere. La nobiltà non è una nobiltà che aumenta la guerra civila,ma ha una funzione
stabilizzante

LE ISTITUZIONI DELLA RES PUBLICA ROMANA

SENATO: è composto dai capi delle famiglie patrizie alla fine della loro carriera pubblica,anche l’età è molto
importante ,a parte la nobiltà ,il senato è detentore dell’auctoritas,ovvero il fondamento di legittimità della
potestas esercitata dalle diverse magistrature. (questori,edili,censori)

CONSOLI: titolari dell’imperium(POTERE DI COMANDO ) e del potere coercitivo,anche di morte sui soldati

TRIBUNI DELLA PLEBE: DAL 494 a.C.,rappresentanti della plebe che hanno il diritto di veto sulle decisioni dei
magistrati quando sono lesive dei diritti dei plebei,diritto di riunire concili della plebe

I COMIZI CENTURIATI: assemblee che eleggono i consoli e i pretori ,la votazione avveniva attraverso la
suddivisione dei cittadini in classi censitarie,esistevano 5 classi censitarie a livello di reddito e la classe dei
cavalieri,ognuna di queste classi aveva un numero fisso di centurie. La centuria è l’unità votante ,la classe
cenistaria più agiata era garantita la prevalenza nelle decisioni(98 centurie alla prima classe,più quella dei
cavalieri, mentre altre 90 centurie a tutte le altre 4 classi riunite ).

LA CITTADINANZA CIVILE O CIVITAS

Ad Atene essere cittadini vuol dire avere la possibilità di partecipare alle cariche politiche e questa
possibilità è distribuita fra tutti i maschi adulti figli di ateniesi.A ROMA invece la possibilità di partecipare
alla vita politica non è uguale per tutti,ma è suddivisa in maniera differenziata per censo. ESSERE CIVES vuol
dire essere tutelati,avere una protezione giuridica di alcune libertà fondamentali,tra qui quella di non essere
privati della libertà personale senza essere portati davanti ad un giudice. A questa tutela giuridica
corrispondeva rispettare le leggi e ottenere la tutela giuridica dei propri diritti da parte dell’autorità,a
prescindere dalla partecipazione o meno alle cariche politiche.

All’inizio c’è un ordinamento scalare per cui da un lato ci sono i cittadini dell’Urbe,ovvero quelli che abitano
a Roma e abitanti delle colonie romane ,che sono cittadini a pieno titolo,mentre dall’altro lato ci sono i socii
che sono degli alleati indipendenti,ma che hanno obblighi contributivi e militari nei confronti di Roma. MA
ad un certo punto i socii si ribellano e quindi i romani concedono il titolo di cives rommani anche ai socii e
nel 212 si arriva con la COSTITUTIO ANTONINIANA ad attribuire a tutti gli abitanti liberi dell’Impero lo
statuto di cives Romani,ad ogni individuo che vivesse sub imperio poupli Romanii sono concessi quei diritti
che in origine spettavano ai soli membri della comunità politica romana.

LA CITTADINANZA COME STATUS LEGALE PERSONALE

A Roma per tutti ,tutela di diritti civili,come il diritto a un regolare processo (tutela contro ogni restrizione
della libertà personale),lo jus commercii e lo jus conubii(diritto di sposarsi con chiunque),mentre il
godimento dei diritti pubblici non spetta a tutti,ma solo ad alcuni sulla base del censo.

IL CONFRONTO ANTICO TRA I DUE MODELLI DI CITTADINANZA

Viene valorizzato quello romano. Sia dal punto di vista degli scrittori greci,che romani,come Tacito. Tacito si
riferisce al fatto che chi ha un modello di cittadinanza esclusivo finisce per avere meno forze perché ha
meno braccia su cui contare sia per difendere la patria,ovvero per l’esercito,sia per coltivare la terra,ovvero
forza economica.

Un altro scrittore è ELIO ARISTIDE,che usa la cittadinanza alla greca,come partecipazione alla vita politica e
c’è una differenziazione per censo della popolazione .

DIVERSI MITI DI FONDAZIONE

Il mito di fondazione della cittadinanza greca è l’AUTOCTONIA,dove auto vuol dire stesso e chton vuol dire
terra,quindi autoctono è colui che è nato dalla terra.

Mentre la fondazione di Roma si basa su due miti:

Enea che era uno straniero che non fonda direttamente Roma,ma arriva sui lidi del Lazio e fonda
Lavinio,mentre suo figlio Ascanio fonda la città d’Alba e i suoi discendenti,Romolo e Remo,fondano Roma sul
colle Palatino. Dopo la morte di Romolo ,Roma prospera grazie all’istituzione dell’asilo sul colle
capitolino,dove possono rifugiarsi tutti gli esuli delle città vicine. Quindi nessuno è veramente straniero .

I CONFINI DELLA CITTADINANZA IN GRECIA E ROMA

La polis greca : la cittadinanza è la relazione esclusiva tra uguali,fondata sull’omogeneità etnica e


culturale,ossia su una concezione comune sostanziale della ‘’vita buona’’.Una polis non può estendersi,in
numero e in grandezza,oltre certi limiti.

CIVITAS ROMANA: la cittadinanza è una relazione inclusiva tra cittadini con uguali diritti civili,ma diritti
differenziati sulla base del censo,fondata sulla comunanza del diritto e di istituzioni. Tutti sottoposti alle
stesse leggi e sono protetti.

LA RES PUBLICA ROMANA NELLE STORIE DI POLIBIO

Costituzionalismo a Roma

Polibio è un greco ed è uno dei principali capi della lega Achea,che è un’alleanza fra le principali città della
Grecia che si forma per resistere alla penetrazione del dominio romano,però la lega Achea viene sconfitta e
Polibiio diventa unn prigioniero a Roma.

IL VI libro delle storie di Polibio affronta il tema delle costituzioni dal punto di vista di un greco che riconosce
la superiorità romana. Si pone questo problema perché la forza di Roma non è dipesa né dalla fortuna né
dalle capacità militari.Una riflessione di Platone e di Aristotele,così Polibio affronta il tema della decadenza
politica con un andamento argomentativo simile a quello di Platone e con un’antropologia pessimistica,cioè
concezione negativa dell’uomo.Polibio dice che la prima forma di governo si instaura come monarchica
perché gli uomini fanno capo alla persona che ha mostrato maggiori virtù. Quando gli uomini si trovano in
difficoltà si comportano in maniera virtuosa,come anche il monarca,non appena si trovano in una situazione
di pace si verifica un rilassamento che portano gli uomini a far vedere la loro vera natura ed il monarca
diventa tiranno. Gli uomini migliori si ribellano al tiranno e diventa un’aristocrazia,ma anche l’aristocratico si
comporta in maniera avida e si passa all’oligarchia. Il popolo si chiama anaciclosi,ovvero ciclo degenerativo.
Ma Roma è riuscita a combattere questo ciclo degenerativo perché ha dato una COSTITUZIONE MISTA,non
nel significato aristotelico,ma perché le istituzioni della repubblica romana incarnano i principi delle tre
principali forme di governo: abbiamo il senato che incarna il principio aristocratico,i consoli che incarnano il
principio monarchico e i tribuni della plebe che incarnano i principi della democrazia. La COSTITUZIONE
ROMANA è MISTA perché troviamo equilibrati i principi di tutte le forme di governo,quindi Ogni forma di
governo semplice e fondata su un solo centro di potere è instabile.

MARCO TULIO CICERONE

Può essere considerato il principale esponente del pensiero politico romano e il suo pensiero esprime in
modo chiaro la giuridicizzazione della politica che caratterizza il pensiero politico romano. Cicerone ha un
eclettico,ovvero che compone insieme diverse scuole filosofiche ,anche se l’ispirazione rincipale è stoica.

OPERE PRINCIPALI : DE RE PUBLICA, DE OFFICIIS

DE RE PUBLICA ha per oggettio la definizione della res publica= cosa del popolo.

Il popolo non è una moltitudine di individui in qualsivoglia modo aggregata,ma solo quella che è riunita sulla
base di un consenso sul diritto e di una comunanza di interessi. Non può esistere un ordine politico fondato
sulla forza,ma c’è bisogno del consenso . Istinto associativo naturale si riferisce ad Aristotele ,ma ci mette
comunque del suo Cicerone .

LA GIURIDICIZZAZIONE DELLA POLITICA

Una res publica forte è possibile se l’unione ha origine non in modo violento,ma piuttosto in modo
consensuale e pacifico

Consenso= impegno collettivo duraturo

Diritto= e non in concordia o comunanza di costumi come cemento e pilastro del corpo politico.

LA COSTITUZIONE OTTIMA

Anche Cicerone affronta il tema della costituzione ottima e da questo punto di vista,riprende ciò che ha
detto Polibio,ovvero la costituzione mista,ma in questo caso il senso si avvicina più al pensiero greco ,
costituzione mista= equilibrio fra le classi sociali,quindi c’è bisogno della temperanza,ovvero limitare i propri
desideri . Ha un opzione filo-nobiliare: il senato come fulcro dell’ordinamento politico romano e la causa
della crisi della repubblica sono i tribuni della plebe.

COSMOPOLITISMO

KOSMOPOLITES: kosmos= universo + polites= cittadino

Cicerone non è il primo di parlare del cosmopolitismo,ma parte dallo scritto di DIOGENE il CINICO ,originario
di Sinope. Esso rispose che era un cittadino del mondo quando gli venne chiesto da dove viene. Rifiuto di
appartenenza a gruppi

Diogene rifiuta di accettare che ha degli obblighi speciali nei confronti di Sinope,non menziona obblighi
cosmopolitici particolari,ha un carattere cosmpolitico dell’etica cinica: vivere in accordo con la natura è un
modello di virtù uguale per tutti gli esseri umani,c’è una forma pessimistica e dissociativa di cosmpolitismo.
GIUSNATURALISMO

Il cosmopolitismo riceve un’elaborazione sistematica nell’ambito dello stoicismo,in particolare del


giusnaturalismo. Lo stoicismo sostiene che tutto il cosmo è retto da un unico principio di razionalità.

GIUSNATURALISMO= ogni dottrina che afferma l’esistenza di una legge anteriore e superiore rispetto alle
leggi positive,emanate dalle istituzioni politiche storicamente esistenti.

GIUSNATURALISMO STOICO

Ha una base cosmologica. Si tratta della legge di natura che è il logos,la ragione,intesa come forza che
governa in modo necessario il cosmo intero.

COSMOPOLITISMO STOICO

Per lo stoicismo Greco il cosmos e non la polis è la vera polis perché il cosmos è tenuto in perfetto ordine
dal logos.

La legge del cosmos = orthos logos è la giusta ragione.Si parla di un cosmopolitismo elitario e esigente non
tutti gli uomini sono cosmopoliti ,ma solo wuelli che vivono con l’orthos logos. (i sapienti).

Il cosmpolitismo stoico non è negativo,non nasce cioè dal rifiuto degli obblighi nei confronti dei propri
concittadini

La virtù richiede di servire al meglio gli esseri umani

Servirli tutti in modo uguale è impossibile

Il miglior contributo che possiamo prestare consiste nell’impegno politico nella propria città

Tuttavia ,l’impegno politico non deve essere limitato all’impegno per la propria polis.

LO STOICISMO ROMANO

Il cosmpolitismo è meno esigente ,quindi tutti gli esseri umani sono cittadini del cosmo,in virtù della
razionalità e dell’uso del linguaggio. In Cicerone la cittadinanza locale diventa più esigente,ovvero gli
obblighi che in cittadini di Roma hanno nei confronti di Roma.

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