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Nasce e si afferma con la polis greca, dove si era cittadini in quanto nati da
genitori entrambi liberi e cittadini, e si esercitavano i diritti civili, di norma,
appena raggiunti i 20 anni, ma a determinate condizioni (proprietà fondiaria,
raggiungimento di un determinato censo minimo ecc.). Negli Stati federali
(lega acarnana, achea, beotica, licia ecc.), i cittadini avevano una doppia
cittadinanza, federale e municipale. Ovunque lo status di cittadino era
permanente: si perdeva solo per atimia o per esilio.
Tanto per la Grecia classica, quanto per Roma, si è spesso parlato della
cittadinanza come di un ‘mestiere’, a significare l’estremo grado di
partecipazione tanto pratica quanto emotiva del cittadino al suo ruolo, ma
anche l’articolato complesso di competenze tecniche e istituzionali necessarie
alla sua espressione. Non è un caso se Atene (ancor più che Roma, spesso
affiancata a Sparta) ha da sempre costituito un punto di riferimento per ogni
grande riformulazione dell’etica comunitaria in termini di civismo,
partecipazione alla cosa pubblica e impegno nella vita collettiva.
SITOGRAFIA:
https://education.rai.it
https://mondadorieducation.it
https://www.sapere.it/enciclopedia/civitas.html
http://www.uciimtorino.it/i_romani_e_gli_stranieri.htm
Dizionario Rocci Greco-Italiano
Dizionario Castiglioni-Mariotti Latino-Italiano