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Lezione 2 – 22.9.

2023

Per parlare di diritto pubblico romano dobbiamo ragionare sulla nascita di un ordinamento a Roma. La storia
è un prodotto della cultura. La storiografia è la disciplina che si occupa di fare la storia e ha un
funzionamento abbastanza semplice: è la branca della disciplina in cui i posteri cercano nel presente le
vibrazioni di ciò che è passato. Quando ci approcciamo alla storia possiamo: inventare o cercare, e il
secondo è l’unico modo di fare la storia. Quindi si prendono le fonti. Ci sono fonti di tradizione archeologica:
fonti reperite sulla base di scavi. Poi ci sono fonti di tradizione manoscritta. È basa sul principio delle
copiature. Quando si parla di fonti storiche si può distinguere tra fonti che sono assolutamente dei reperti
perché prodotte senza alcuna idea della posterità (es. pettine) e altre fonti che pur non essendo
strutturalmente destinate a trasmettere un messaggio in maniera indefinita alla posterità vengono comunque
confezionate per uno scopo specifico che devono svolgere nel futuro (es. scontrino).

1. Reperti
2. Monumenti  cose scritte per ammonire qualcosa nel futuro
3. Fonti di tradizione  che sono quelle destinate alla posterità

C’è un problema di:

- Attendibilità
- Autenticità

La fonte può essere autentica ma non veridica.

- Occorre riempire i vuoti o le lacune per offrire una narrazione

Quando parliamo del diritto romano tutte sono ricostruzioni.

Quando parliamo di fonti dobbiamo distinguere tra:

1. fonti storiche o di cognizione: reperti che ci fanno conoscere qualcosa del passato
2. fonti di produzione: fonti con le quali si crea il diritto.

Quando parlo del Digesto di Giustiniano parliamo di fonti di produzione e quando parlo della littera florentina
parlo di una fonte di cognizione.

Dall’epoca precedente a quella di fondazione di Roma sono attestate le presenze popoli nei colli. Antiquari
sono storici romani o greci che parlano dell’antichità descrivendo fatti molto precedenti alle loro narrazioni.

I gruppi etnici che abitavano quella zona dove oggi sorge il centro di Roma erano di tre etnie:

- etruschi stanziati su tutto il lato destro del Tevere


- origine sabina (zona del Lazio più interna)
- latini (Latium vetus – parte meridionale del Lazio)

C’erano questi centri abitati in collina:

- facilmente difendibili
- sotto i colli ci stava il Tevere e c’erano grandi zone umide e paludi e c’era la malaria e quindi le
persone vivevano in collina dove non c’era.

Si ritiene che queste popolazioni avessero una vocazione o composizione di tipo gentilizio, cioè fossero
divise in genti. Avevano un fondatore per ogni villaggio, progenitore comune storico o mitico, e all’interno del
villaggio tutte le persone portavano lo stesso nomen (il secondo dei romani) e che definisce la gens, cioè il
gruppo etnico a cui appartenevano e queste genti avevano in quanto primitiva società familiare alcune regole
al suo interno:

- le singole famiglie erano patriarcali in cui il membro più anziano della famiglia era il capo e aveva
potere di vita o di morte sugli altri
- la proprietà dei pascoli (principalmente coltivazione del farro) era collettiva e appartenente alla gente
la proprietà fondiaria individuale si fa risalire a Romolo e la città era già stata fondata
- temporaneo o permanente che fosse le genti avevano un capo che veniva eletto o scelto
- esistevano alcune regole e la gran parte aveva uno sfondo religioso perché le genti avevano una
religione in comune dei propri avi che è il motivo per cui avevano in comune anche i sepolcri.

A un certo punto, questi villaggi basati sull’esogamia (ci si sposava con gente di altri villaggi), da questo
ordinamento si crei un ordinamento latamente federativo: queste genti si mettono insieme e dalla loro
aggregazione nasce un’entità superiore e questo non significa che l’ordinamento gentilizio cessa di esistere
con l’ordinamento urbano e per un po’ continuò a vivere al suo interno. È una formazione di tipo federale e
progressivo. La nascita della comunità urbana è dovuta a un motivo geografico e commerciale.

Roma sorge sulle rive del Tevere, che nasce fino al fascismo in Toscana poi siccome Mussolini tentò un
grande recupero della Romagna e ora che è stato spostato il confine nasce in Romagna. La difficoltà di
attraversare il fiume con le competenze tecnologiche delle popolazioni italiche nel IX sec. era assai ardua,
però a Roma vicino a questi colli ha un’isola, quella Tiberina. E siccome è più semplice fare due ponti corti
che uno lungo e così si creò un punto dove è possibile attraversare il Tevere e superarono l’isolamento tra
etruschi e coloro che stavano dall’altra riva, ai quali poi si aggiunsero i greci che colonizzarono l’area
meridionale. Questo era un punto perfetto per uno scambio commerciale. In un’economia di seminomadismo
vi era il bestiame, ma una volta mangiata è finita, e l’unico prodotto rinnovabile è il formaggio e per questo
serve il sale. Quindi si pensò di fare un mercato dove si scambiava il sale. Nel Lazio sulla riva sinistra del
Tevere esisteva “saline” che consentiva l’essiccazione del sale marino. Questo è quanto si è ricostruito sulla
base dei rilievi archeologici: tutte le strade finiscono vicino all’isola tiberina. C’è la strada che si chiama via
salaria che arriva a saline e poi collegava Roma ad altri posti.

- Costruzione di ponte
- Costruzione di strada
- Pavimentazione
- Costruzione del mercato

Tutto questo era possibile solo con una collettività ed era necessaria una forma di aggregazione che lo
consentisse. Oggi diremmo che c’era bisogno di un ordinamento. Poi però queste opere hanno bisogno di
sorveglianza e manutenzione. Attorno a esigenze concrete e semplici e pratiche nasce una comunità civica,
che nasce con le caratteristiche delle città stato dell’epoca che la circondavano e il modello principale era
quello monarchico (le genti si mettono d’accordo e scelgono un capo – il rex – che decideva della cosa
pubblica). Convenzionalmente i re sono 7. Distinguiamo due fasi che corrispondono a due diversi assetti
istituzionali:

a) fase romano sabina – regno latino (dalla fondazione di Roma alla fine del settimo secolo a.C.) in cui il re
che è il capo della comunità è ancora molto dipendente dalle genti. A Roma c’è una monarchia elettiva e
il re è il fiduciario delle genti. Chi elegge il re? Nel momento in cui si elegge il re nasce qualcuno che lo
aiuta a tenere insieme villaggi con culti etnici diversi. In una società patriarcale vennero messi i capi
famiglia a creare questo consiglio. Il primo di questo consiglio è di 100 membri. L’assemblea si chiamava
Senato da senex. I vecchi erano i consiglieri del re e quando un re moriva e occorreva eleggere un
nuovo re si occupavano di amministrare la cosa fino alla nuova elezione (nell’interregnum) momento in
cui il favore divino e la possibilità di interpretarlo (auspicium) ritornano ai padri famiglia. Il senato si divide
in decurie. Oltre al re e senato ci sono altri organi. Il re che svolgeva una quantità importanti di funzioni
1. capo militare della comunità e quindi deteneva il potere militare essendo il vertice dell’esercito,
2. emanava leggi uguali per tutti
3. sottoposizione di controversie all’ordinamento comunitario. Il padre famiglia aveva un potere di vita o
di morte, quindi se uno uccideva un fratello questo fatto non arriva alla decisione comunitaria, ma
rimaneva un fatto privato. Ma se il membro di una famiglia ammazza il membro di un’altra famiglia e
qui la questione diventa la faida e se non regolate queste vendette potevano portare alla
disgregazione della comunità. Per evitare che una gestione solamente privata minasse l’equilibrio
della civitas questo omicidio viene avocato e fatto ricadere sotto la competenza dell’ordinamento
civico: il re giudica del parricidium – parimenti sia ucciso (uccisione di un uomo libero) – legge del
taglione. Per la repressione di questi crimini il re si faceva aiutare dai questori parricidi che hanno il
compito di sovraintendere alla ricerca e all’esecuzione dell’eventuale pena. I romani erano in grado
di distinguere l’omicidio volontario da quello non volontario e quindi la pena di morte era riservata
soltanto al primo. Il diritto criminale arcaico si divide in: crimini espiabili (tramite un’offerta di un
sacrificio) e crimini non espiabili (richiedevano che a essere sacrificato fosse l’autore del fatto e non
una bestia e quindi determinavano la pena di morte).
Nel caso di perduellio (perduellione – alto tradimento o lesa maestà, o attentato alla Costituzione):
crimine nei confronti dell’assetto della cosa pubblica si avvale dei duoviri della perdurellione che si
occupano di svolgere attività relative alla repressione criminale per tutti i crimini che minano l’assetto
pubblico (tentando di uccidere il re, disertando quando si deve andare in guerra).
Il parricidium serve a evitare la faida mentre nell’altro caso è un crimine contro la cosa pubblica e
quindi è normale che la repressione avvenga da parte della cosa pubblica. Per altri crimini non
avviene così. Si distingue tra i crimina (oggi reati) fatti puniti dall’autorità e che hanno conseguenze
che possono riguardare anche la libertà personale e i delicta che sono illeciti puniti a livello
privatistico. La funzione del giusdicente è di dire tu hai torto o tu hai ragione.
Costituzione oggi è distinguibile in due significati:
 in senso formale  corrisponde a una norma enunciata che è la prima che siamo in
grado di individuare in maniera chiara che è individuabile nella Cost. della
repubblica italiana.
 in senso materiale  insieme di regole scritte o meno che descrivono il
funzionamento di un ordinamento (Es. consultazioni del presidente della repubblica)
o abbiamo una Cost. romana in cui i principali organi sono re, consiglieri del re, prefetto della
città che si occupa di Roma quando il re è a fare la guerra fuori da Roma, e ausiliari del re
sul campo di battaglia (capitano della fanteria e capitano della cavalleria). Poi abbiamo un
organo che è la prima forma assembleare di Roma: comizio curiato. Molto spesso
l’istituzione prende il nome del posto fisico dove insiste. Il comizio curiato mette insieme le
persone sulla base dell’appartenenza a un gruppo curiale tendenzialmente gentilizio. Si ha
la distinzione tra le genti che appartengono a Roma dall’inizio rappresentate dalle curie e
coloro che cominciano ad arrivare attratte dal mercato. Questi immigrati non sono
rappresentati nelle curie e nel senato e quindi a poco a poco si comincia a formare questo
gruppo di persone che si comincia ad affiliare alle genti sulla base di rapporti di clientela,
che si affidano alla comunità gentilizia mettendo a disposizione la propria forza lavoro e
attività militare. Tra i crimini inespiabili si trovano anche la rottura del rapporto di fiducia tra
genti e affiliati o tra padrone e ex schiavo liberato (liberto). Le funzioni del comizio all’inizio
erano limitate. Avevano bisogno di qualcosa di pubblico per:
 adrogatio – arrogazione: adozione di un padre di famiglia da un altro padre di
famiglia
 testamento in presenza dei comizi che è in forma pubblica e orale e in questo
testamento era assolutamente necessario che ci fosse come testimone l’intera
comunità perché il pater familia lasciava qualcosa a un altro soggetto ed era
necessario avere testimoni su come l’ambito familiare si sarebbe ricreato dopo di lui.
b) fase etrusca

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