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Atene diventa una potenza imperiale

Le guerre persiane
Le città greche nell’impero persiano
Nel VI secolo a.C. i persiani occupano un vasta area. L’impero persiano era multi-etnico e quindi difficile da gestire. Per
questo motivo, infatti, il territorio era diviso in regioni, chiamate satrapie. Le città greche sulla costa dell’Asia minore
erano sottoposte al dominio persiano; solo a Mileto, punto di appoggio della flotta persiana nella satrapia di Lidia, fu
riconosciuta una certa autonomia
La rivolta ionica
Nel 499 a.C. la città di Mileto si ribella per iniziativa del tiranno
Aristagora. A Mileto fu ripristinato il regime democratico e nelle
altre città ioniche furono cacciati i tiranni imposti da Dario I e
le guarnigioni persiane. Per avere qualche possibilità di
successo, Aristagora chiese l’aiuto di Sparta e di Atene.
Sparta rinunciò, Atene invece decise di inviare una flotta di
venti navi. Anche Eretria, città dell’Eubea alleata di Mileto,
mandò una piccola flotta di cinque navi. I persiani, ben presto,
riuscirono a domare la rivolta.
La prima guerra persiana
Nel 492 a.C. Dario I, dopo aver domato la rivolta, mandò i suoi ambasciatori in Grecia a chiedere la sottomissione
delle poleis. Numerose città accettarano. Dario I allora ordina una spedizione punitiva contro Atene ed Eretria che non
accettarono la sottomissione. I persiani si organizzano con gli strateghi Dati e Artafene, con una flotta di 20 000
uomini. Atene si organizza con lo stratega Milziade, che essendo stato un tiranno persiano, conosceva le tattiche di
combattimento persiane, con 10 000 opliti. Nel 490 a.C. la flotta persiana attraversò l’Egeo e sbarcò nell’Eubea.
Presa Eretria l’esercito persiano si portò a Maratona, dove i Greci attaccarono e a seguito di un durissimo scontro
ebbero la meglio sui nemici. La mossa risolutiva fu una manovra a tenaglia ideata dallo stratego Milziade. I Persiani
sfondarono al centro dello schieramento greco, che era il settore più debole. Ma le ali greche, assai forti riuscirono a
chiudersi a tenaglia sui nemici. I Persiani tentarono di attaccare Atene dal mare, sperando di trovarla sguarnita di
truppe. Ma con una marcia forzata l'esercito greco giunse in tempo a difendere la città. Le truppe persiane dovettero
rinunciare all'attacco e il prestigio di Atene uscì assai rattorzato da questa breve campagna militare.
La politica ateniese dopo Maratona
Ad Atene entrarono in conflitto due opposte posizioni politiche e due strategie militari: quella di Aristide, conservatrice
e non interventista, e quella di Temistocle, favorevole a una politica agressiva. Temistocle sosteneva che si doveva
costruire una flotta di triremi, imbarcazioni agili e veloci a tre ordini di remi , per preparare la citta a un eventuale
attacco persiano. Per finanziare questa operazione propose di utilizzare le rendite ricavate dallo sfruttamento delle
miniere d’argento del Laurio, che solitamente erano distribuite ai cittadini. Aristide, invece, sosteneva la necessità si
allacciare rapporti non ostili con la Persia. Aristide temeva che la costruzione di una flotta così grande potesse
modificare gli equilibri sociali nella città. La nuova flotta, infatti, evrebbe arruolato come rematori i teti, i nullatenenti.
Molti fra gli aristocratici volevano evitare che i poveri rivendicassero un ruolo politico nella città. L’ecclesia decise si
appoggiare il progetto di Temistocle.
La seconda guerra persiana (480 a.C - 479 a.C.)
Nel 481 a.C. Atene, Sparta, Corinto e altre poleis greche si uniro
nella Lega di Corinto in funzione antipersiana. Il comando
dell’alleanza fu assegnato a Sparta. Dopo la morte di Dario I
l’Impero passò al figlio Serse, che nel 480 a.C. organizzò una
grande spedizione punitiva, sia per rivincita della prima guerra
persiana sia per la conquista della Grecia. Secondo i piani,
l’esercito doveva attraversare l’Ellesponto e marciare contro
Atene e Sparta. La flotta aveva il compito di seguire, proteggere
e rifornire l’esercito navigando lungo la costa.
Le Termopili
Sparta inviò un contingente di 300 opliti, ciascuno accompagnato da sette perieci, guidati da uno dei re di Sparta,
Leonida, a sbarrare la strada ai nemici al passo delle Termopili, che rappresentava un passaggio obbligato dalla
Tessaglia verso sud. La flotta greca prese posizione presso il capo Artemisio, a nord dell’Eubea. Nel 480 a.C.
avvenne lo scontro alle Termopili e i Greci riuscirono a resistere tre giorni al violentissimo attacco frontale. Mentre
l’esercito persiano proseguiva l’avanzata verso Atene, le navi greche guidate da Temistocle inflissero gravi perdite alla
flotta persiana in una battaglia a capo Artemisio.
Salamina e Platea
Dopo la tragica sconfitta alle Termopili, la Beozia si arrese ai Persiani. Temistocle, allora, decide di far evacuare
l’Attica, trasferendo la popolazione nelle isole di Trezene e Salamina. L’esercito persiano, senza incontrare resistenza,
devastò i campi dell’Attica e rase al suolo Atene. Temistocle decise di cercare lo scontro nelle acque di Salamina. Fece
trovare ai Persiani un falso messaggio che li convinse di avere la superiorità numerica: la flotta persiana decise allora
di attaccare spingendosi nello stretto fra l’isola di Salamina e la costa dell’Attica. Con un’abile manovra, però, la flotta
greca inflisse una grave sconfitta all’armata navale dei Persiani e dei loro alleati. Serse, a quel punto, decise di tornare
in Persia con il grosso esercito, lasciando in Grecia un contingente con al comando il generale Mardonio. Nel 479 a.C.
a Platea l’esercito panellenico, sotto il comando di Pausania ebbe la meglio in una grande battaglia. Nello stesso anno la
flotta greca sconfisse definitivamente i persiani a Capo Micale.

Gli inizi della supremazia ateniese


La politica anti-spartana di Temistocle
Dopo le guerre persiane il prestigio di Atene era altissimo. Ad Atene si delineano due linee politiche: i conservatori,
tradizionalmente vicini alle oligarchie e favorevoli a un’alleanza con Sparta e i democratici radicali, convinti che Sparta
e Atene sarebbero presto entrate in conflitto per l’egemonia sul mondo greco. Temistocle, democratico radicale,
convinse il popolo a costruire mura che protegessero la città e il passaggio verso il porto in modo tale che se Atene
veniva assediata avrebbe avuto rifornimenti via mare.
Sparta restava in una dimensione di potenza regionale. Atene invece si proiettava verso un futuro di potenza
marittima.
La prima lega navale
La potenza navale di Atene sembrava una garanzia contro le mire di rivincita persiane. Così, nel 447 a.C., fu
costituita un’alleanza militare difensiva e offensiva che gli storici hanno chiamato lega delio-attica dato che ebbe il suo
centro nel tempio di Apollo a Delo. Ogni città doveva contribuire con la fornirura di navi o con il pagamento di un
tributo in denaro. Era tutto gestito da Atene, inoltre, in caso di guerra, il comando della flotta era in mano agli Ateniesi.
La lega era un’alleanza permanente, dunque l’eventuale ritiro di una città era considerato un atto di ribellione e veniva
represso con la forza.
Cimone e la terza guerra messenica
La politica anti-spartana di Temistocle era fortemente avversata da Cimone, aristocratico conservatore, figlio di
Milziade. Nel 471 a.C. Cimone attraverso l’uso dell’ostracismo, riuscì a far allontanare dalla città Temistocle. Nel 469
a.C. Cimone stroncò il tentativo dei Persiani di riprendere la guerra navale nell’Egeo, sistruggendo la flotta persiana
nella sua base presso la doce del fiume Eurimedonte. Nel 464 a.C. un forte terremoto colpì Sparta e gli Iloti
approfittarono della situazione per mettere in atto una grande rivolta, che viene ricordata come terza guerra
messenica. Gli spartani fanno fatica a domare la rivolta e quindi chiedono aiuto ad Atene che manda un contingente di
opliti. I reparti giunti nel Peloponneso mostrarono però simpatia per gli Iloti, quindi gli Spartani rinunciarono alla’aiuto e
congedarono le truppe ateniesi. In seguito, nel 462 a.C. Cimone venne ostracizzato e Atene esce dalla Lega di
Corinto e si allea con Argo. I governanti aristocratici non erano più in grado di rispondere alle nuove esigenze. Il potere
delle città ritornò così ai democratici.

L’età di Pericle
La svolta radicale della democrazia ateniese
Dopo Cimone prevalse ad Atene la fazione politica che sosteneva il rafforzamento delle istituzioni democratiche. Per
breve tempo alla guida dei democratici du Efialte, un aristocratico che godeva di un grande prestigio. Efialte fece
approvare una riforma che toglieva all’Areopago, tribunale ateniese composto da ex arconti, la maggior parte dei suoi
poteri e li trasferiva all’ecclesia e alla Bulè. Dopo l’uccisione di Efialte la guida dei democratici fu presa da Pericle,
anche lui un aristocratico.
Le riforme di Pericle
Pericle fece votare alcuni decisivi provvedimenti che rafforzarono le classi inferiori del demos. Il metodo di elezione per
sorteggio fu esteso gradualmente a quasi tutte le cariche. Furono abolite molte limitazione legate alle ricchezze che
impedivano le classi meno agiate di rivestire cariche pubbliche. Si stabilì anche di attribuire un’indennità a tutti i cittadini
che ricropivano cariche pubbliche. Si trattava di un compenso molto basso. Per la classe dello Stato si trattava
comunque di un impegno notevole. Così, dal 451 a.C., per iniziativa di Pericle, furono introdotti limiti alla cittadinanza:
si stabilì che poteva essere considerato cittadino solo chi aveva entrambi i genitori ateniesi. Questi provvedimenti
ebbero anche delle conseguenze negative. Aumentarono i casi di corruzione, mentre di frequente, con il metodo del
sorteggio, ricropivano cariche pubbliche persone non capaci.
I tribunali e la vita politica
Nell’età di Pericle fu dato a ogni cittadino il diritto di avanzare un’accusa pubblica. Inoltre, i tribunali erano anche
un’importante manifestazione della vita politica: le decisioni dell’Ecclesia potevano essere impugnate di fronte a una
giuria popolare, la cui decisione finale era inappellabile. Ciascun cittadino ateniese si sentiva espressione della giustizia
e la sua costante partecipazione alla vita politica faceva si che conoscesse abbastanza bene le leggi della città.
Sempre più spesso, tuttavia, i tribunali si trasformarono in teatro della lotta politica.
La politica estera di Pericle
In politica estera, Pericle si pose due obbiettivi: di riprendere la guerra contro la Persia ed estendere l’egemonia di
Atene sulla Grecia centrale. Pericle sfruttò l’occasione della rivolta antipersiana in Egitto nel 460 a.C. e inviò una
flotta di 200 navi in aiuto ai ribelli. In Grecia, Atene allargò la sua influenza su alcune poleis del Peloponneso e
appoggiò Argo nella sua lotta contro gli Spartani. Infine, nel 457 a.C. occupò la Beozia, e giunse a dominare una vasta
regione della Grecia centrale. La fase espansiva durò poco, perché lo sforzo di mantenere così tanti fronti aperti era
eccessivo.
L’egemonia ateniese sulla lega delio-attica
Dopo il disastro della spedizione in Egitto, Pericle decise di porre
fine alla guerra contro la Persia. Nel 499 a.C. si giunse così a un
accordo, detto pace di Callia. Con la pace di Callia veniva meno la
finalità della lega delio-attica. Ma
Atene non sciolse la lega, punì gli alleati che provarono a ribellarsi,
come Samo, e aumentò i tributi imposti ai membri della lega. D'altra
parte, durante il conflitto con la Persia, Pericle aveva fatto
trasferire il tesoro della lega da Delo ad Atene, da quel momento
inizia l’imperialismo di Atene.
La potenza ateniese nell’Egeo
Nell’Egeo, in particolare nei territori delle poleis che si erano ribellate, Pericle incentivò la fondazione di colonie militari,
le cleruchie. La cleruchia aveva un duplice scopo: allegerire i problemi economici di Atene e costituire una guarnigione
militare contro gli attacchi esterni e le rivolte
La pace trentennale fra Sparta e Atene
Nella Grecia centrale, dopo che l'espansionismo ateniese era stato fermato a Coronea, anche l'Eubea si ribellò. Pericle
reagì con l'invasione dell'isola, ma dovette rinunciare per contenere la minaccia di un'offensiva spartana in Attica.
Atene e Sparta decisero allora di firmare, nel 446 a.C., un accordo di pace trentennale: le due potenze s'impegnavano
a garantire la libertà dei commerci nel mondo greco. Dopo appena una quindicina d'anni, però, scoppiò fra Atene e
Sparta un conflitto lunghissimo: la guerra del Peloponneso.

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