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LA GRECIA TARDO- ARCAICA

I GRECI D’ASIA E DELLE ISOLE


L’area geografica dell’Asia Minore era divisa su base linguistica in 3 zone da nord:
1) EOLIDE, abitata da coloni provenienti dalla Tessaglia e dalla Boezia.
2) IONIA, abitata da coloni provenienti dall’Attica e dall’Eubea.
3) DORIDE, abitata da coloni di origine dorica.
Le città microasiatiche avevano subìto nella prima metà del VII sec l’attacco del re di Lidia Gige della dinastia
dei Mermnadi; all’inizio del VI sec caddero sotto il dominio di Creso con il quale l’interazione culturale tra
Lidi e Greci raggiunse il massimo sviluppo, si creò una koinè culturale greco-lidia espressa anche a livello
religioso dai culti di Artemide efesina e Apollo delfico.
MITILENE  alla monarchia dei Pentilidi seguirono le tirannidi di Melancro, di Mirsilo e di Pittaco.
MILETO  la monarchia dei Neleidi su sostituita con la tirannide di Trasibulo. (politica antiaristocratica)
Dopo la conquista della Lidia da parte del re persiano Ciro Il Grande della dinastia degli Achemenidi, che
occupò Sardi nel 546, le città greche dell’Asia Minore passarono sotto il controllo dei Persiani e per queste
città la conquista fu un evento dalle conseguenze gravi. Sul piano amministrativo furono inserite nelle
satrapie della Ionia (con capitale Sardi) e della Frigia ellespontica (con capitale Dascilio) e furono costrette a
versare un tributo e a fornire contingenti militari. All’interno il sistema tirannico fu conservato dove già in
uso oppure introdotto tramite dei vicari che avevano funzione rappresentativa del Gran Re.
L’espansione achemenide in Egitto, in Tracia e sugli Stretti accentuò le difficoltà: le città microasiatiche
svolgevano infatti un importante ruolo di mediazione commerciale tra la madrepatria e le colonie situate in
queste aree e la conquista persiana le privò delle loro fonti di ricchezza. Il consolidamento dell’impero
achemenide e la riforma amministrativa accrebbe quello scontento che sfociò nel 499 nella rivolta ionica.
 Alcuni Greci dell’Asia Minore, di fronte all’occupazione persiana, cercarono condizioni di vita migliore
altrove. Es: da Teo emigrarono in Tracia, da Focea in Corsica.
EGINA  grande potenza commerciale, era in rivalità con Atene.
EUBEA  ricca di insediamenti cittadini.
CORCIRA  aveva un’eccellente flotta, la sua posizione sulle rotte per l’Occidente la pose spesso al centro
degli interessi di diverse potenze greche. (Era colonia di Corinto)
ISOLE CICLADI  ponte tra il continente greco e il vicino Oriente.
NASSO  dotata di terra fertile e cave di marmo, era l’isola più importante dell’arcipelago, governata intorno
alla metà del VI sec fu governata dal tiranno Ligdami.
PARO  nel 680 fondò Taso che portò il controllo della costa tracica e di miniere d’oro.
SIFNO  argento e oro che portarono una grande prosperità, costruzione del “tesoro di Delfi”
DELO  importanza per il suo valore religioso: grande santuario di Apollo.
CRETA  la più grande isola greca, in posizione strategica tra Asia, Egitto e Grecia abitata da dori, aveva fama
di avere ottime istituzioni imitate da molti Greci e di essere la patria della legislazione.

LA GRECIA CENTRO-SETTENTRIONALE
 LOCRIDE OPUNZIA (est) + LOCRIDE OZOLIA (ovest)
Divise dal massiccio del monte Eta le due Locridi mantenevano rapporti reciproci.
(Es: Legge coloniale di Naupatto, documento epigrafico V sec che mostra leggi comuni ai due koinà)
 MACEDONIA
Costituiva uno STATO FEDERALE poco coeso articolato in diversi cantoni guidati da re guerrieri con il loro
seguito di compagni; tra le diverse tribò dalla metà del VII sec si andò affermando quella dei Macedoni di
probabile ascendenza dorica i cui centri principali erano Ege e il tempio di Zeus a Dion. La dinastia a capo era
quella degli Argeadi (il primo re sarebbe stato Perdicca I) ed esercitava una monarchia di tipo arcaico,
omerico; essa riuscì, con il re Alessandro I “Filelleno” a farsi riconoscere come greca attraverso l’ammissione
ai Giochi Olimpici: egli realizzò una sensibile espansione della Macedonia verso Oriente fino al fiume
Strimone e verso sul fino al Monte Olimpo. Furono spesso in difficoltà per la pressione dei barbari insediati
lungo i confini (Illiri e Traci) e per le frequenti crisi dinastiche, al margine della storia greca.

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 EPIRO
Regione ad Occidente della Macedonia abitata da tribù di stirpe dorica e illirica, Es: Molossi, Caoni, Tesproti.
L’organizzazione politica era quella di uno STATO FEDERALE a guida monarchica. La dinastia regnante era
quella dei Molossi che si faceva risalire a Neottolemo, figlio di Achille: il re era coadiuvato da magistrati
annuali (prosatatai) rappresentanti delle tribù. Era considerato l’estrema propaggine nord-occidentale del
mondo greco e nel suo territorio aveva sede l’importante santuario di Zeus a Dodona.
 TESSAGLIA
Era una grande pianura formata dal fiume Peneo, circondata da montagne e adatta alla coltivazione di
cereali e all’allevamento: era una delle zone della Grecia più ricche di risorse. I Tessali erano una popolazione
dorica proveniente da Coo e dalle isole vicine e nel VI sec costituiva uno STATO FEDERALE: la rivalità tra le
dinastie al potere nelle varie città costituiva un fattore di debolezza della federazione e fu assicurata al
koinòn dalla dinastia eraclide, degli Alevadi di Larissa a consentire di ridurre la popolazione preesistente sul
territorio allo stato di servi. Erano detti “perieci” i popoli vicini soggetti alla fine del VI sec al tributo fissato da
Scopa di Crannone. Si attribuisce ai Tessali un ruolo preponderante nella “PRIMA GUERRA SACRA” che fu il
primo atto storico dell’Anfizionia, durò 10 anni e si concluse nel 582/1 con l’istituzione del primo dei Giochi
Pitici. (agòn stephanites) La guerra fu condotta dagli Anfizioni contro i Focesi di Cirra, accusati di sacrilegio in
sede anfizionica da Solone, e fu conclusa da Clistene di Sicione. La convergenza di interessi di Solone e
Clistene si comprende se si pensa che la città esercitava pirateria nel golfi di Corinto danneggiando i
commerci con l’Occidente. In seguito alla vittoria la famiglia degli Alcmeonidi acquistò un grande prestigio.
Fu dopo il 510 che i Tessali acquisirono un ruolo panellenico rilevante, in corrispondenza con il
rafforzamento dell’unità della federazione sotto la guida di Scopa di Crannone e Aleva di Larissa.
Il koinòn fu riorganizzato sotto il punto di vista amministrativo e militare: il territorio tessalico fu suddiviso in
tetradi (Ftiotide, Isteotide, Pelasgiotide, Tessaliotide) detinate a fornire contingenti di opliti e cavalieri
all’esercito federale, guidate da tetrarchi o polemarchi sottoposte all’autorità centrale del tago.
La tagia era la magistratura suprema della federazione, aveva carattere militare e tendeva a diventare
vitalizia; frequenti erano i periodi di atagia, cioè mancanza di un tago, quindi divisione e debolezza.
Sotto i grandi tali del VI sec (Scopa e Aleva) i Tessali acquisirono pieno controllo sui popoli confinanti
(perieci), conquistarono la Focide ed estesero la loro influenza su tutta la Grecia centrale fino alla Beozia.
 Influirono sull’oracolo utilizzandone la grande autorevolezza politica e morale avviando una politica
filospartana e antiateniese. Il tentativo di egemonia terminò con la morte di Aleva intorno al 500 e con le
sconfitte subite a Iampoli per opera dei Focesi e a Ceresso per opera dei Beoti intorno al 485. In seguito a
queste battaglie la Grecia centrale fu liberata dalla dominazione tessalica.
 ACARNANIA
Di fronte all’isola di Itaca, limitata dal corso del fiume Acheloo, era un territorio complesso e frazionato
comprendente fascia costiera, una catena di montagne e una zona pianeggiante, ed ebbe un discreto
sviluppo cittadino; la capitale della federazione era Strato.
 ETOLIA
Di fianco all’Acarnania, limitata dal corso del fiume Acheloo, ebbe grande importanza nell’alto arcaismo. Il
cuore dell’Etolia era sulla costa ma in seguito ad un arretramento nell’interno nel corso del VI sec conobbe
l’isolamento e la decadenza. Gli Etoli costituivano una federazione organizzata in 3 tribù (Ofionei, Apodoti,
Euritani) riunita intorno al santuario di Apollo a Termo. La scarsa urbanizzazione e lo stesso isolamento
territoriale consentirono loro di difendere la propria indipendenza. Queste zone erano culturalmente
arretrate: ancora in piena età classica si viveva “alla maniera degli antichi” secondo Tucidide.
 FOCIDE
Centro: Delfi. Era una federazione di genti doriche caratterizzata da un discreto sviluppo urbanistico, la cui
capitale era Elatea. Il koinòn era guidato da un collegio di 3 strateghi, un’assemblea e un consiglio federale.
Era in costante antagonismo con i Tessali, di cui avevano subìto la dominazione, liberandosene dopo Iampoli.
 EGEO SETTENTRIONALE
Le città della penisola calcidica si uniranno nel V sec in uno stato federale: la LEGA CALCIDICA con capitale
Olinto. La zona degli Stretti e del Mar Nero, area di produzione granaria, era di vitale importanza per i Greci.

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 BEOZIA
Comprendeva le due grandi pianure di Orcomeno e di Tebe ed era quindi una ricca regione agricola
caratterizzata da antiche e solide tradizioni federali. La sua vasta urbanizzazione costituì uno dei principali
problemi della federazione beotica in quanto le ambizioni egemoniche delle singole città minacciarono
costantemente l’unità e l’equilibrio del koinòn. Uno dei problemi maggiori fu costituito dalle tendenze
secessionistiche di Tespie e Platea, sostenute da Atene: esse controllavano le vie di comunicazione con
l’Attica e la loro fedeltà era fondamentale per la sicurezza della federazione. Platea nel 519 aveva concluso
un’alleanza con Atene ottenendo il riconoscimento del principio secondo il quale non era possibile obbligare
una città ad aderire una federazione. Anche Tespie diventerà autonoma. La costante amicizia di Platea con
Atene ebbe come conseguenza la costante tensione delle relazioni tra Atene e Tebe.

ATENE
L’Attica ha un territorio in buona parte montuoso, con poche zone pianeggianti: la scarsità di terre coltivabili
a cereali provocò spesso difficoltà nel sostentamento della popolazione, si ripiegò quindi sulla coltivazione di
vite e ulivo. In Età Micenea, prima del sinecismo di Teseo, “l’acropoli era la città” secondo il mito
dell’autoctonia: il popolo di Atene era “nato dalla terra” e aveva sempre abitato lo stesso territorio,
diversamente dalla maggior parte dei greci che erano “immigrati” nelle loro sedi dall’esterno.
Secondo Tucidide l’Attica era divisa in comunità autonome che soltanto per esigenze di difesa si
riconoscevano sotto un re: la svolta viene collocata all’epoca del sinecismo del mitico re Teseo. Il processo si
svolse a partire dall’VIII sec e appare concluso alla metà del VII sec, trasformò le antiche poleis indipendenti
in “demi” cioè in circoscrizioni territoriali di un’unica polis, Atene: in esso ebbero sede le istituzioni comuni,
consiglio e magistrati con i loro luoghi di riunione e vennero accolti i contributi fiscali.
 La fonte principale sulla storia interna antica di atene è la “Costituzione degli Ateniesi” di Aristotele del 325
ca, basata su fonti del IV sec che sembra presentare anacronismi e costruzioni artificiali.
Conclusasi l’epoca dei re, la monarchia è stata sostituita da ARCONTI vitalizi, poi decennali; infine con il
682/81 aC iniziava la lista degli arconti annuali, scelti in base a criteri della nascita e della ricchezza. Erano 9:
 Arconte Eponimo
 Arconte Basileus
 Arconte Polemarco
 6 Tesmoteti (custodi delle leggi divine)
Il collegio arcontale entrava in carica il primo giorno del mese di Ecatombeone (luglio-agosto), che
corrispondeva all’inizio dell’anno ufficiale. I poteri degli arconti derivavano dalla distribuzione di quelli in
precedenza concentrati nel re, e si ridussero col tempo a una serie di competenze relative
all’amministrazione della giustizia. Uscendo di carica entravano di diritto nell’AREOPAGO e vi restavano a
vita; era un consiglio che aveva competenze sui delitti di sangue, materia religiosa e di “custodia delle leggi”.
 La popolazione era riunita in 4 TRIBU’ (Opleti, Argadei, Egicorei, Geleonti) ognuna guidata da un re.
Ogni tribù era divisa in 3 TRITTIE e in 12 NAUCRARIE, in tutto 48. Il potere era nelle mani degli Eupatridi, gli
aristocratici; il ruolo nell’assemblea del popolo era in origine estremamente limitato.
 TENTATIVO TIRANNICO DI CILONE
Era un giovane aristocratico, genero del tiranno Teagene di Megara, che tentò di occupare l’Acropoli; egli
riuscì a fuggire ma i suoi compagni si rifugiarono presso l’altare di Atena ma furono uccisi dagli Alcmeonidi
che vennero espulsi come sacrileghi. La cronologia dell’evento è incerta e oscilla tra il 630 (data tradizionale)
e l’epoca di Solone. (forse istituì il tribunale che li condannò)
 DRACONE
Fu autore alla fine del VII sec (620) di una legislazione di cui si conserva solo la normativa riguardante i casi di
omicidio e codificò le leggi. Aristotele gli attribuisce una costituzione caratterizzata dalla limitazione della
cittadinanza a chi aveva il censo necessario per essere un oplita, dalla presenza di un consiglio con 401
membri e da un ampio ruolo di controllo dell’Areopago, custode delle leggi.

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 SOLONE
Alla fine del VII sec il quadro sociale attico appare dominato da problemi legati alla questione agraria.
I piccoli contadini, in casi di raccolti insufficienti, erano costretti a chiedere in prestito semi e ad indebitarsi
con i grandi proprietari terrieri, diventandone clienti e versando una quota del raccolto, se non ne erano in
grado diventavano schiavi. Questo quadro fu il presupposto per la crescita di rivendicazioni economiche e
sociali (richiesta di ridistribuzione delle terre e abolizione dei debiti) e per la richiesta di maggiore
uguaglianza. In Atene fu Solone che avviò un processo di integrazione sociale e politica che fu il presupposto
per la democrazia: fu scelto come arbitro e arconte nel 594/93 dopo essersi distinto in guerra. La storicità
della figura di Solone è indiscutibile, tuttavia è difficile ricostruire la sua attività.
 SEISACHTHEIA: “scuotimento di pesi” indica l’annullamento delle ipoteche di cui la terra era gravata, e una
volta libera fu restituita ai proprietari. E’ lui stesso ad affermarlo nei suoi componimento poetici.
 SOPPRESSIONE DELLA SCHIAVITU’ PER DEBITI, con effetto retroattivo.
Solone non procedette però ad una ridistribuzione della proprietà terriera.
Egli presenta la sua opera come una mediazione tra le aspirazioni di uguaglianza sociale e politica del popolo
e la volontà dei ricchi aristocratici di difendere i propri privilegi nell’intento di realizzare un buon governo:
ognuno doveva avere diritti e doveri a seconda del proprio ruolo e delle proprie capacità.
 PIANO ECONOMICO
Riforma dei pesi e delle misure: adozione di un sistema ponderale euboico mirante a ridurre i debiti e a
favorire lo sviluppo delle attività commerciali. Divieto di esportare derrate alimentali tranne l’olio.
 PIANO FAMILIARE ED ETICO
Avrebbe legiferato sul matrimonio, sulla parentela, in materia testamentaria ed ereditaria, sui funerali e sul
lusso, mirando a tutelare l’oikos come cellula sociale e ad integrarlo nella polis. Questo complesso di leggi fu
pubblicato su assi di legno rotanti, gli AXONES o KYRBEIS e inglobava la legislazione di Dracone sull’omicidio;
fu rivisto sistematicamente tra 411 e 399: fino a quel momento la tradizione afferma che il corpus originario
sarebbe stato conservato in modo affidabile, ma non è possibile escludere interventi di correzione ed
emendamento che potrebbero averlo inquinato.
 PIANO GIUDIZIARIO
Istituzione del tribunale popolare dell’ELIEA a cui avrebbero avuto accesso anche i teti. Avrebbe anche
concesso al cittadino la possibilità di chiedere tramite appello al tribunale il giudizio dei propri pari e avrebbe
sancito il diritto per ogni cittadino di intentare un’azione legale. Entrambe le riforme mostrano la volontà di
coinvolgere il popolo nell’amministrazione della giustizia a tutela degli interessi comuni.
 RIFORMA COSTITUZIONALE
Divisione della cittadinanza in 4 CLASSI CI CENSO (TELE), valutato in base al prodotto della terra ed espresso
in medimni con lo scopo essenzialmente militare. Le 4 classi erano quelle dei:
1) PENTACOSIOMEDIMNI: almeno 500 medimni.
2) CAVALIERI (HIPPEIS): almeno 300 medimni.
3) ZEUGITI: almeno 200 medimni.
4) TETI: nullatenenti.
Proprio la distinzione tra cavalieri ed opliti suggerisce che la divisione sia anteriore a Solone e risalga almeno
alla metà del VII sec. L’appartenenza a queste classi regolava l’accesso all’esercito e alle magistrature:
1) Tesoriere di Atena + arcontato + servizio di cavalleria
2) Arcontato + servizio di cavalleria
3) Magistrature minori + servizio fanteria oplitica
4) Diritto elettorale attivo
 Istituzione di un Consiglio dei Quattrocento (BOULE’) di cui a lungo si è dubitato, ma 400 membri
corrisponderebbero alle 4 tribù ioniche e potrebbe trovare la sua motivazione nella volontà di
controbilanciare il potere dell’Areopago. Terminato il suo mandato, Solone depose la carica e lasciò la città,
con un aperto rifiuto di dare un carattere tirannico alla propria autorità. La sua opera è intesa a rafforzare i
valori comunitari insistendo sulla comune responsabilità delle diverse parti sociali di fronte alla comunità
cittadina. Egli stesso afferma di aver scritto leggi valide per “buoni e cattivi”, potenti e umili. Questo

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orientamento moderato non significa però immobilismo, anzi, Solone creò, sostituendo il criterio della
ricchezza a quello della nascita, una certa mobilità sociale. La sua opera è impostata sul bilanciamento e
l’integrazione tra diverse parti della cittadinanza e sull’accentuazione della responsabilità comunitaria.
 PISISTRATO
Le riforme di Solone lasciarono aperti molti dei conflitti preesistenti: Aristotele riferisce di anni di anarchia e
di arcontati irregolari ed in questa situazione esponenti di grandi famiglie aristocratiche si posero come
rappresentanti degli interessi di quanti facevano capo alle tre aree principali dell’Attica ed erano loro legati
da vincoli di carattere clientelare. C’erano 3 grandi famiglie aristocratiche:
1) PEDIEI  LICURGO, tendenza oligarchica.
2) PARALI  MEGACLE, orientamento moderato.
3) DIACRI  PISISTRATO, fortemente democratico.
Una tripartizione di questo genere, comprendente un modello costituzionale “mediano” sembra affermarsi
ad Atene solo alla fine del V secolo, Aristotele in questo caso è certamente anacronistico. Risulta difficile
ricostruire le diverse fasi della carriera di Pisistrato, a causa della contraddittorietà dei dati offerti da Erodoto
e Aristotele, ma si sa che rappresentava gli interessi dei contadini più poveri e degli artigiani.
PRIMA FASE: PRESA DEL POTERE 561/60
Inutilmente contrastato da Solone riuscì con uno stratagemma a farsi concedere dal popolo una guardia del
corpo di mazzieri e occupò l’Acropoli per 6 anni.
SECONDA FASE: ESILIO 556/55 – 546/45
Nel periodo compreso vanno inserite diverse vicende quali l’allontanamento da Atene a causa di un’alleanza
tra Licurgo e Megacle, il successivo riavvicinamento e matrimonio con la figlia di Megacle ed il suo rientro su
un carro con una donna travestita da Atena e la rottura definitiva con Megacle che gli causò l’esilio.
TERZA FASE: TIRANNIDE 546/45 – 528/27
Colpo di mano militare sostenuto da diverse città greche tra cui Tebe e Argo.
 Le fonti antiche ricordano la sua opera in modo sostanzialmente positivo: egli agì con moderazione verso i
nemici (esiliò solo gli Alcmeonidi) e lasciò invariato l’assetto costituzionale e legislativo di Solone.
Si preoccupò di favorire lo sviluppo della piccola proprietà agraria e di migliorare la situazione della
popolazione delle campagne imponendo una tassa sui prodotti agricoli e introducendo i “giudici dei demi”,
cioè magistrati itineranti che amministravano la giustizia nel territorio. A lui deve l’introduzione della
DRACMA per stabilire una maggiore equità nelle relazioni economico-sociali e di favorire lo sviluppo degli
scambi. Infine la sua politica di OPERE PUBBLICHE, tra cui il primo tempio di Atena sull’Acropoli, accrebbe il
bisogno di manodopera e favorì lo sviluppo delle attività artigianali. A tutto ciò seguirono mutamenti sociali
che portarono alla crescita di una popolazione rurale e cittadina meno dipendente dalle clientele
aristocratiche, insomma un demos più consapevole. Pisistrato fu molto attivo anche nel campo della politica
culturale, infatti ad Atene fu realizzata la prima edizione di Omero mentre alla corte giunsero poeti come
Anacreonte e Simonide. Sul piano religioso fu dato grande impulsi ai culti cittadini e popolari: quello di Atena
delle feste panatenee, di Dioniso, di Demetra e dell’orfismo.
 In POLITICA ESTERA Pisistrato inserì Atene in una rete di rapporti internazionali e consolidò l’influenza
ateniese sull’isola di Delo, intrattenendo buoni rapporti con l’Eubea, Tessali, Tebe, Argo, Corinto, Sparta:
Atene cominciava a crearsi nell’Egeo Settentrionale un piccolo impero coloniale, con insediamenti il cui
statuto giuridico (apoikia o cleruchia) non può essere determinato con sicurezza ma che mantenevano un
rapporto molto stretto con la madrepatria; si trattavano di importanti punti di appoggio per il controllo del
commercio agrario con la zone del Mar Nero.
 Alla morte di Pisistrato il potere passò ai figli IPPIA e IPPARCO, che fu assassinato nel 514/13 da ARMODIO
e ARISTOGITONE ed in seguito a questo episodio la tirannide si inasprì. Alla fine Ippia fu cacciato nel 510
grazie all’intervento di CLEOMONE I DI SPARTA, ottenuto dagli Alcmeonidi con l’appoggio di Delfi.
Cleomene con il suo intervento intendeva certamente restaurare l’oligarchia ad Atene, ma Clistene, figlio di
Megacle e di Agariste, figlia di Clistene di Sicione, istituì la democrazia, dando una svolta inaspettata.
Si trattava di un sistema politico in cui tutti i maschi adulti di condizione libera avevano accesso ai pieni diritti
di cittadinanza e quindi alla partecipazione politica.

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 CLISTENE
Dopo la cacciata di Ippia si contrastavano in Atene i gruppi guidati da Clistene e Isagora che fu poi designato
arconte per l’anno 508/507. Clistene reagì appoggiandosi al demos, facendone uno dei protagonisti del
confronto politico, fino ad allora dominato dai membri delle famiglie aristocratiche, e poté ottenere la base
del consenso necessaria per dare inizio alla sua riforma che fu alla base della democrazia ateniese.
RIFORMA DELLE TRIBU’
Nuova ripartizione della popolazione su base territoriale, 10 TRIBU’ dalle 4 precedenti, assunsero carattere
territoriale e presero il nome da eroi locali. Ogni tribù (phylè) comprendeva 3 TRITTIE, cioè circoscrizioni
territoriali formate da una zona costiera (paralia), una zona interna (mesogaia) e una zona della città (astu).
Ogni trittia a sua volta comprendeva diversi DEMI (villaggi di campagna o quartieri urbani); il demo era
un’unità preesistente alla riforma e costituiva la circoscrizione territoriale e amministrativa di base. Sono
attestati 133 demi (6 divisi in 2 parti quindi 139) e la residenza in un determinato demo definiva il cittadino
insieme alla sua paternità: nome personale, patronimico e demotico. Ogni tribù doveva fornire:
 Un reggimento di opliti (taxis) guidato dal tassiarco e da uno stratego.
 50 buleuti per la BOULE’ DEI CINQUECENTO, un nuovo consiglio costituito da cittadini di età superiore ai 30
anni, diviso in gruppi di 50 (i pritani) che operavano nelle dieci parti in cui era diviso l’anno amministrativo
(pritanie); era presieduto ogni giorno da un pritano diverso con funzioni di presidente. Sia i buleuti sia il
presidente erano SORTEGGIATI per assicurare la necessaria rotazione e non era possibile essere buleuti più
di due volte nella vita. La funzione principale era quella “probuleumatica” che consisteva nel preparare ed
introdurre i lavori dell’ASSEMBLEA che era aperta a tutti i cittadini di età superiore ai 20 anni.
Il COLLEGIO DEGLI ARCONTI venne riformato: essi vennero eletti 1 per tribù, mentre la decima forniva il
segretario del collegio. La riforma di Clistene rivela la preoccupazione di realizzare la piena integrazione nella
cittadinanza ateniese tramite la “mescolanza” di vari elementi, spezzando vincoli di clientela aristocratiche
che costituivano la base del potere delle grandi famiglie.
Gli aristocratici mantennero tuttavia una serie di privilegi: un ruolo politico significativo fu assicurato tramite
la permanenza del consiglio dell’Areopago, dalla limitazione dell’accesso alle magistrature per le prime due
classi di censo e dal mantenimento del loro carattere elettivo.
 OSTRACISMO: secondo Aristotele fu Clistene ad istituire questa pratica che fu applicata per la prima volta
nel 488/87 contro Ipparco, parente dei Pisistratidi: consisteva nel designare, con un voto espresso a
maggioranza da almeno 6.000 votanti, un cittadino ritenuto pericoloso per lo Stato e veniva allontanato dalla
città per 10 anni durante i quali subiva una diminuzione di diritti (atimia) di carattere parziale: perdeva i
diritti politici ma manteneva quelli civili. Il voto veniva espresso una volta l’anno durante l’ottava pritania,
scrivendo il nome su un coccio (ostrakon). L’istituzione di questa procedura voleva evitare l’istaurazione di
una nuova tirannide e favorire l’allentamento delle tensioni politiche, fu applicata per tutto il V sec e molto
imitata anche in altre città (petalismo), contribuì ad assicurare ad Atene una certa stabilità politica
evitandole fratture civili che caratterizzavano invece altre città democratiche. Tale stabilità va collegata
anche con il fatto che ad Atene la democrazia non era nata da una rivoluzione violenta e dalla sopraffazione
di una parte sull’altro, ma da una riforma accettata da tutte le parti in causa e che non aveva comportato
interventi di tipo rivoluzionario in ambito economico-sociale; altrove le profonde fratture che dividevano il
corpo civico costituivano un grave elemento di debolezza.
 Clistene è entrato nella tradizione come colui che “istituì la democrazia”, per Aristotele egli “consegnò la
politeia al popolo”: la sua riforma assicurò certamente a tutti i cittadini di Atene il godimento dell’isonomia e
dell’isegoria, cioè dell’uguaglianza dei diritti e di parola, garantendo a tutti senza discriminazioni di nascita e
censo la possibilità di partecipare agli organismi di carattere deliberativo (boulè ed ekklesia) e giudiziario.
 Molte difficoltà si ponevano per la realizzazione di una democrazia reale: il mantenimento dei requisiti
censitari per l’accesso alle magistrature limitava l’esercizio del potere esecutivo da parte del popolo e la
funzione di membro della boulè non era retribuita e rappresentava quindi un onere per il cittadino comune;
ma con l’inquadramento del cittadino nel sistema decimale derivante dalla riforma delle tribù e il
riconoscimento dell’isonomia, le basi erano gettate per i successivi aggiustamenti che nel corso del V sec
consentirono di realizzare ad Atene una reale democrazia partecipativa. Con il pieno inserimento del demos

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nella vita politica alcuni aristocratici come Isagora cercarono di rovesciare la democrazia ma gli ateniesi
opposero resistenza: il popolo aveva acquisito una consapevolezza sufficiente a difendere le opportunità di
partecipazione che gli venivano offerte, respingendo tutti i tentativi di conquista e abbattimento.
SPARTA
La città di Sparta sorse tra il X e l’VIII sec dall’unione di 4 villaggi (Pitane, Mesoa, Limne e Cinosura) a cui si
aggiunse il villaggio di Amicle. L’unica colonia fondata fu Taranto nel 705. Il territorio si accrebbe
enormemente con la conquista della MESSENIA tramite due guerre svoltesi nell’VIII e nel VII sec: Sparta
acquisì una base economica sicura ma fu costretta ad impegnarsi costantemente per il mantenimento di un
notevole potenziale militare e fronteggiare eventuali rivolte dei Messeni.
 Le informazioni su Sparta derivano quasi integralmente da fonti non spartane e non sono imparziali perché
o le erano ostili o perché erano attratte dal suo sistema istituzionale: questo sistema definito KOSMOS
(“ordine”) è una costituzione mista che si consolidò nel corso dell’VII sec mutando profondamente la
fisionomia di una città che era apparsa fino ad allora aperta a contatti esterni e culturalmente avanzata.
 La storicità di LICURGO resta incerta, in realtà l’ordinamento spartano fu l’esito di un lungo processo.
 La RHETRA consisteva in una riforma costituzionale che prevedeva:
1) Divisione della popolazione in tribù (Oilei, Dimani, Panfili) e in 5 suddivisioni territoriali dette OBAI
2) Istituzione degli organismi fondamentali, la diarchia, la gherousia (consiglio degli anziani) e
l’assemblea del popolo, detentrice del potere (kratos).
La rhetra avrebbe previsto la distribuzione della terra in 9.000 lotti (kleori) di uguale estensione.
 RE: a capo dello stato spartano c’erano i 2 re provenienti dalle dinastie degli Agiadi e degli Euripontidi, di
discendenza eraclide. I loro poteri erano soprattutto di carattere militare e religioso, ma anche giudiziario; la
preoccupazione di evitare abusi da parte dei re portò a una progressiva limitazione dei loro poteri. Non
andavano mai in missione insieme, erano inviolabili ed erano protetti da una guardia del corpo.
 5 EFORI: furono stabiliti per controllare i re, due assistevano sempre i re in guerra. Venivano eletti
dall’apella, la lista degli efori eponimi iniziava con l’anno 754; la carica era annuale ma gli ampi poteri di
controllo che essa prevedeva indussero Aristotele a paragonarla alla tirannide. Il collegio del presidente,
l’eponimo, aveva il compito di presiedere l’apella e la gherousia, ed avevano funzioni di controllo sui re,
sull’amministrazione del tesoro dello stato, sull’educazione dei giovani ed avevano competenze giudiziarie in
tema di cause patrimoniali. I re si preoccupavano di avere dalla loro parte la maggioranza degli efori e spesso
il cambiamento del collegio poteva determinare una svolta nella politica spartana.
 GHEROUSIA: ne facevano parte i re con altri 28 membri di età superiore ai 60 anni, scelti nell’ambito delle
famiglie più importanti. Era un consiglio vitalizio incaricato di preparare le proposte da presentare
all’assemblea, li eleggeva l’assemblea del popolo per acclamazione; aveva quindi una funzione
probulematica, aveva potere di sciogliere l’assemblea nel caso in cui l’andamento dei lavori fosse
sfavorevole e aveva funzioni giudiziarie: giudicava le cause di omicidio e poteva sottoporre a giudizio i re.
 APELLA: l’assemblea del popolo era composta dagli Spartiati, i cittadini di pieno diritti, si riuniva una volta
al mese e probabilmente il cittadino non aveva il diritto di discutere le proposte: l’assemblea poteva dunque
solo approvare o respingere le proposte, votando per acclamazione. L’apella decideva sulla pace, sulla
guerra, sui trattati di alleanza, eleggeva i geronti e gli efori ma non aveva competenze giudiziarie: ciò
costituiva una grave limitazione rispetto all’assemblea ateniese.
 HOMOIOI: i cittadini spartani erano chiamati “Uguali”, e per essere tali si doveva:
1) Essere figli di cittadini spartiati
2) Aver raggiunto l’età di 30 anni
3) Aver seguito il ciclo educativo previsto (agoghè)
4) Essere in grado di dare la quota di partecipazione ai pasti comuni (syssitia)
I loro proventi venivano dal kleros, il lotto di terra assegnato al cittadino e coltivato dagli iloti, così da
permettere loro di dedicarsi alla funzione che era propria: i guerrieri. La tradizione parla di lotti inalienabili,
9.000 in origine, trasmessi dal padre al figlio primogenito: eventuali figli cadetti, privi del kleros, non
potevano mantenere la cittadinanza e decadevano tra gli HYPOMEIONES, gli inferiori.
 Questo regie rigidamente egalitario è stato ritenuto alla base della progressiva crisi demografica e quindi
militare e politica in quanto le famiglie avrebbero avuto interesse ad avere un solo figlio e ciò avrebbe
portato ad una diminuzione costante del numeri degli Uguali. L’inalienabilità della terra sarebbe nata attorno

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al III sec durante i re “riformatori” Agide IV e Cleomene III, infatti sarebbe stata proprio la possibilità di
dividere la terra tra gli eredi a determinare un’eccessiva parcellizzazione dei lotti e l’impossibilità di dare la
quota per i syssitia, causando il decadimento di molti tra gli inferiori.
 PERIECI: uomini liberi ma privi di diritti politici, che vivevano in comunità parzialmente autonome dal punto
di vista amministrativo; erano discendenti degli abitanti della Laconia, erano contadini, artigiani e
commercianti, attività che erano proibite agli Spartiati, era quindi significativa la loro importanza economica
e il loro contributo militare: non erano ammessi all’agoghè e ai sissizi ed erano cittadini di seconda classe,
esclusi dal novero degli Uguali.
 ILOTI: coltivavano le terre degli Spartiati, erano di status non libero, discendenti da popolazioni locali
assoggettate (come i Messeni) o cadute in schiavitù per diversi motivi (Es: iloti della Laconia); il loro rapporto
con i cittadini era di 7 a 1, rappresentavano quindi una minaccia costante per Sparta: gli efori, entrando in
carica, dichiaravano loro guerra. Potevano essere liberati, spesso per esigenze militari, e diventavano
NEODAMODEIS, dalle loro relazioni con cittadini Spartiati nascevano i MOTHAKES che non godevano ci diritti
di cittadinanza ma erano liberi ed ammessi all’agoghè.
 AGOGHE’: il sistema educativo rigidamente controllato dallo stato e orientato alla formazione di guerrieri
dotati della virtù dell’andreia (coraggio virile) per i maschi e alla generazione di cittadini sani e forti per le
femmine. I bambini a 7 anni abbandonavano la famiglia e vivevano in comune divisi per classi di età sotto la
guida del paidonomos. La formazione era soprattutto di carattere fisico, dal punto di vista culturale erano
coltivati solo la musica ed il canto corale. Una tappa era la KRYPTEIA, un “rito di passaggio” riservato ad un
gruppo di giovani che doveva allontanarsi dalla città per un anno dando la caccia agli iloti di notte.
 Il giovane veniva così educato al coraggio, alla sobrietà, alla vita comunitaria, al mestiere di soldato: la
prevalenza assoluta dei valori collettivi su quelli individuali faceva sì che. Secondo Plutarco, a nessuno fosse
consentito vivere come voleva. Il risultato di questo sistema su una comunità di cittadini uniti da un forte
sentimento di reciproca uguaglianza e da una profonda solidarietà, ma in cui l’individuo era completamente
assorbito dalla collettività e chi si proponeva di emergere era visto come un pericolo; una comunità
essenzialmente CHIUSA, perché timorosa degli effetti delle influenze esterne, e IMMOBILISTICA, perché la
sua sopravvivenza era legata ad un equilibrio sociale estremamente precario. Vi erano anche periodiche
espulsioni degli stranieri (xenelasiai): Sparta di conseguenza divenne molto prudente nel prendere iniziative
che la portassero ad impegnarsi lontano dal Peloponneso, con conseguenze negative sulla sua politica
panellenica e sul suo ruolo egemonico. Tuttavia la grande peculiarità del sistema spartano suscitò grande
interesse e ammirazione nei Greci, i teorici la guardarono come un esempio ideale di costituzione mista.

LA LEGA DEL PELOPONNESO


E’ un’espressione moderna, gli antichi definivano l’alleanza militare come “gli Spartani e i loro alleati”.
La lega trova la sua origine nella volontà di Sparta di assicurarsi il controllo del Peloponneso attraverso un
sistema di alleanze che le permettesse di mantenere il controllo della Messenia e di evitare la coazione degli
stati più importanti della regione a suo danno. Es: Argo, che aveva una lunga tradizione egemonica.
Dopo la Seconda Guerra Messenica nel VII sec, Sparta mosse guerra contro gli Arcadi: l’obiettivo era quello
di assoggettare la regione intera; nella prima metà del VI sec gli Arcadi di Tegea (forse con l’aiuto degli
Argivi) sconfissero gravemente gli Spartani, ma in seguito Sparsa prevalse e le città principali dell’Arcadia,
Orcomeno, Mantinea e Tegea dovettero allearsi con gli Spartani; aderirono poi anche gli Elei e questa
alleanza garantì a Sparta che il suo controllo della Messenia non sarebbe stato insidiato.
Tramite l’alleanza con le città dell’Argolide che volevano sganciarsi dall’influenza di Argo (Trezene, Ermione,
Epidauro e Fliunte), dell’isola di Egina e delle città istmiche (Corinto, Sicione e Megara), Sparta accerchiò e
neutralizzò Argo. La tradizione attribuisce all’eforo Chilone queste manovre e doveva esistere già nel 525, il
primo a ricordarla è Erodoto. Corinto fu un’ottima acquisizione per la sua flotta.
 La Lega del Peloponneso era un’alleanza militare di carattere originariamente difensivo, costituita sulla
base di alleanze bilaterali di carattere paritario; i membri della lega erano autonomi ma accettavano il
comando in guerra di Sparta, che a sua volta si impegnava a soccorrerli in caso di aggressione. L’obiettivo era
la difesa della libertà degli stati peloponnesiaci da ogni minaccia esterna. Ognuno dei membri aveva un voto
nell’assemblea degli alleati, il SINEDRIO, la cui proceduta prevedeva che l’apella spartana, sentiti gli alleati,
decidesse autonomamente, la decisione veniva sottoposta al sinedrio della lega che poteva poi approvarla o

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respingerla. Sparta non esigeva tributi dai suoi alleati, in nome del principio di autonomia, ogni città
manteneva le proprie truppe e Sparta si limitava ad accettare talora contributi volontari.
 Sparta badava tuttavia anche a che la maggioranza dei membri della Lega si reggesse con un regime
oligarchico a lei favorevole, in questo modo poteva assicurarsi la maggioranza nel sinedrio, neutralizzando,
attraverso i membri più deboli, alleati più autorevoli come i Corinzi.
La Lega disponeva, a cavallo tra VI e V sec, del maggior esercito terrestre della Grecia: su questa base veniva
riconosciuto a Sparta il ruolo di PROSTATES, di prima città della Grecia.
Dalla Lega restarono esclusi gli Achei e naturalmente Argo, che era stata la più importante città del
Peloponneso: sotto il re Fidone Argo era giunta a controllare gran parte del Peloponneso, compreso il
santuario di Olimpia e i Giochi Panellenici; a lui furono attribuite l’uso della falange oplitica, la prima
coniazione di moneta ad Egina e una riforma dei pesi e delle misure.
BATTAGLIA DI ISIE 569/68: gli Argivi avevano inflitto agli Spartani una grave sconfitta. In seguito Argo perse
importanza rispetto alla vicina Corinto e soprattutto rispetto a Sparta: BATTAGLIA DEI CAMPIONI che vide
300 Spartani combattere contro 300 Argivi, e nel 494 BATTAGLIA DI SEPIA il re Cleomene I inflisse agli Argivi
una durissima sconfitta presso Tirinto, ma rinunciò ad attaccare la città, decimando l’esercito. In seguito a ciò
furono costretti ad ovviare alla crisi demografica integrando nella comunità uomini di status inferiore: prese
le mosse un processo di democratizzazione che portò Argo a diventare il punto di riferimento delle forze
antispartane del Peloponneso: Elide e Arcadia, la loro alleanza fu per Sparta una minaccia costante che
condizionò fortemente la sua capacità di svolgere una politica a vasto raggio che la costringesse a impegnarsi
lontana dal Peloponneso, insieme ai difficili equilibrio interni.

I GRECI D’OCCIDENTE
Lo spartano Dorieo, fratello di Cleomene I, ritenendosi privato del regno, tentò un’impresa coloniale verso
l’Africa e la Sicilia: sbarcò intorno al 514 in Libia, nella Sicilia Occidentale, ma un’alleanza tra Punici e Elimi
(indigeni fortemente ellenizzati) pose fine all’impresa.
La tirannide siceliota ebbe una svolta con l’ascesa al potere di Ippocrate di Gela; fu suo precursore il fratello
Cleandro di Gela, tiranno alla fine del VI sec (505 – 498) con le caratteristiche di mediatore e pacificatore.
Quando Cleandro venne ucciso in una congiura il potere venne ereditato dal fratello Ippocrate che mostrò
subito un’inedita volontà di espansione a danno delle altre città siceliote, soprattutto calcidesi, creando così
una vasta zona di influenza nella Sicilia orientale, uno stato territoriale comprendente Greci e Siculi.
Nelle città conquistate insediò tiranni vicari secondo un sistema persiano, avviò la coniazione della
coniazione geloa con cui potè pagare i mercenari e le opere pubbliche come il santuario di Atena Lindia.
Morì combattendo ad Ibla contro i Siculi; i figli Euclide e Cleandro incontrarono l’opposizione degli
aristocratici: Gelone se ne assunse la difesa con l’appoggio dei mercenari e del popolo e instaurò un potere
personale dando origine alla dinastia dei Dinomenidi che restò al potere fino al 465.
 In Italia meridionale le colonie ebbero una forte unità culturale ed economica: il concetto di Magna Grecia
che include elementi diversi, culturali, economici e politici, fa riferimento proprio a questa area.
SIBARI 720 è la colonia achea più antica, aveva un territorio molto fertile e un governo oligarchico ed era
celebre per il lusso, il suo territorio arrivò ad estendersi su ben 25 città, fu madrepatria di Metaponto e
Posidonia. Nel VII sec si alleò con Crotone e Metaponto contro Siri e la distrusse.
CROTONE, madrepatria di Caulonia, anch’essa oligarchica si scontrò con Locri Epizefiri da cui fu però
sconfitta nella Battaglia del fiume Sagra; quando arrivò Pitagora intorno al 530 la comunità fu riorganizzata
in base a principi etico-politici che si rifacevano al modello spartano. Crotone assediò Sibari e la distrusse nel
510 ed in seguito ai contrasti sorti sulla spartizione delle terre, Pitagora propose una gestione comunitaria,
fu sospettato di voler diventare tiranno e fu costretto a fuggire a Metaponto.
TARANTO divenne dopo la distruzione di Sibari la più importante colonia greca dell’Italia meridionale.
LOCRI EPIZEFIRI era governata dall’oligarchia delle “Cento Case” si scontrò con Crotone (di cui si era attirata
l’odio appoggiando Siri) e con Reggio. Fondò le subcolonie di Ipponio, Medma e Metauro.
 La colonizzazione focea interessò le coste della Gallia (Massalia) e dell’Iberia e dell’Italia. Lo sviluppo della
pirateria focea provocò un’alleanza tra Cartaginesi ed Etruschi, interessati a proteggere le rotte tirreniche; lo
scontro avvenne nella BATTAGLIA DI ALALIA 540: Focei VS Cartaginesi ed Etruschi.

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Gli Etruschi attaccarono la colonia greca di Cuma nel 524 ma furono sconfitti e nella città si istaurò il tiranno
Aristodemo; nel 505 egli inflisse agli Etruschi una nuova sconfitta ad Aricia ma dopo la sua caduta la minaccia
etrusca tornò a farsi pesante per i Greci. L’alleanza etrusco-cartaginese contro i Greci troverà un avversario
nella Siracusa dei Dinomenidi.

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