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I Fenici: un popolo di navigatori e mercanti

La terra di Canaan (compresa tra la penisola del Sinai, la Mesopotamia e l’Anatolia) fu


presto sottomessa dalle civiltà che la circondavano. Tra il II e il I millennio a.C. si
stanziarono nella regione i Fenici (a Nord), i Filistei e gli Ebrei (a Sud). I Fenici non
crearono mai uno Stato unitario. Le loro città erano indipendenti e avevano al vertice un
re che esercitava sia le funzioni politiche sia quelle religiose. Furono abili navigatori e
ottennero il monopolio del commercio
marittimo; dopo aver creato diversi empori commerciali fondarono anche
delle colonie, ognuna dotata di un porto, un tempio e un magazzino.
La più importante di queste fu Cartagine. I Fenici elaborarono un alfabeto
fonetico composto da 22 segni consonantici che non comprendeva vocali, che si diffuse
in tutto il Mediterraneo. Dall’VIII secolo a.C. iniziò il declino, che si concluse con la
sottomissione delle città Fenicie agli Assiri (732 a.C.) e ai Babilonesi (605 a.C.).

La civiltà Cretese
I Cretesi furono abili mercanti e navigatori. Grazie al commercio imposero
il loro dominio sui mari, diffusero la loro cultura nell’area egea e assimilarono
elementi di civiltà straniere. La prima fase della civiltà cretese è detta
prepalaziale perché manca un sovrano e un centro di potere. Il periodo
protopalaziale, invece, fu caratterizzato dalla costruzione dei primi palazzi
e da un notevole incremento demografico. Un elemento peculiare delle città
cretesi è l’assenza di fortificazioni, frutto del controllo esercitato sul mare che
impediva di subire assalti. Il centro della città era il palazzo che aveva anche
un importante ruolo religioso ed economico. La religione cretese era legata al
culto della Dea Madre, divinità connessa alla fertilità e all’agricoltura.
I Cretesi utilizzavano una scrittura detta “Lineare A” non ancora decifrata.
La fine della civiltà cretese è tuttora misteriosa, alcuni sostengono che sia
dipesa da eventi naturali (eruzione del vulcano di Thera), altri sottolineano il
ruolo dell’invasione micenea nel 1450 a.C.

La civiltà Micenea
Tra il 2000 e il 1800 a.C. i Micenei si impadronirono di buona parte della Grecia e
giunsero, nel 1450 a.C., a prendere il posto dei Cretesi nel controllo del mare.
La società micenea era militare e gerarchica, a capo di ogni regno vi era
un sovrano che deteneva il potere politico e religioso, affiancato da un
funzionario di palazzo e da un capo militare. La politica commerciale dei
Micenei li portò a scontrarsi con la città di Troia che controllava l’ingresso al
mar Nero. La civiltà micenea scomparve intorno al XII secolo a.C. per cause
ancora poco note: alcuni studiosi sostengono l’ipotesi di un’invasione; altri
quella di una catastrofe naturale.

Il medioevo “Ellenico”
I secoli compresi tra il XII e l’VIII a.C. sono stati chiamati “Medioevo ellenico” per
sottolineare il declino che colpì la penisola ellenica invasa da nuove popolazioni: Dori,
Ioni ed Eoli. Nel IX secolo a.C. la crescente pressione demografica li spinse a fondare
colonie sulle coste dell’Asia Minore dando inizio alla prima colonizzazione. Il contatto
con culture diverse consolidò, nei Greci, il sentimento di appartenere a un’unica stirpe.
La Grecia, tuttavia, non ebbe un’organizzazione statale unitaria ma restò divisa in
comunità locali indipendenti.Dai poemi omerici è possibile ricavare i valori condivisi dalla
società greca dell’VIII-VI secolo a.C., come l’importanza attribuita alla gloria,
al coraggio guerriero e all’ospitalità.

La formazione delle poleis


Lo sviluppo dell’agricoltura, avvenuto alla fine del Medioevo ellenico, favorì
l’incremento demografico e la nascita delle poleis, città indipendenti e autonome.
Al loro interno ebbe un ruolo rilevante il demos (popolo), che all’inizio del VII
secolo a.C. contribuì alla formazione di un nuovo tipo di esercito basato sulla
fanteria (opliti), pur restando inizialmente escluso dalla vita politica.
In conseguenza della crescente importanza assunta dal popolo, si ebbe la
stesura di leggi scritte.
In un primo momento le poleis furono governate dagli aristocratici, ma i
conflitti scoppiati tra VII e VI secolo a.C. permisero il formarsi di un nuovo
regime: la tirannide. Nei regimi tirannici il detentore del potere si appoggiava
al demos; in alcune città, dopo questo regime, si sviluppò la democrazia.
Erano considerati cittadini i maschi adulti liberi e solo questi potevano
partecipare alla vita politica della città.
Tutte le poleis avevano come istituzioni un consiglio, un’assemblea e dei
tribunali. L’organizzazione della polis ruotava intorno all’acropoli (parte alta
della città), centro del potere politico e religioso. Nella parte bassa si trovavano
edifici dedicati alle funzioni civili e amministrative.

La seconda colonizzazione
Dal 750 a.C. iniziò una nuova fase di colonizzazione provocata dalla scarsità
di terre coltivabili e dalla speranza di ampliare i traffici commerciali. Le città
greche concedevano libertà e indipendenza politica alle colonie, mentre
queste mantenevano con la madrepatria un legame economico e culturale.
La seconda colonizzazione ebbe diverse e importanti conseguenze in ambito
economico, sociale, culturale e politico.
L’identità Ellenica
Pur non formando mai uno Stato unitario, il mondo ellenico condivise una
comune identità culturale. Il primo fattore identitario, la lingua, permise la
trasmissione di un unico patrimonio letterario, storico e filosofico.
La religione fu un altro elemento di coesione: intorno ai luoghi di culto
comune (santuari) nacquero le leghe sacre, chiamate anfizionie. La religione
greca era politeista e accompagnava tutti i momenti della vita di una
comunità, dalle guerre agli accordi privati. Un altro elemento identitario era
costituito dai giochi panellenici, celebrati presso i più importanti santuari. I
più prestigiosi si celebrarono a Olimpia a partire dal 776 a.C.

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