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LEONARDO DA VINCI – “l’arte come strumento di conoscenza”

-Fu il primo a studiare anatomia direttamente sui cadaveri


- Si forma nella bottega di Andrea del Verrocchio

I CODICI
Gli studi di Leonardo sono appuntati su numerosi taccuini che portava sempre con
sé. 4000 fogli sono raccolti in vari “codici”: i più importanti sono
il Codice Atlantico (con studi di
ottica, meccanica e biologia),
il Codice sul volo degli uccelli (macchine volatili, resistenza all’aria e fisionomia dei
volatili.)
Quaderni di Anatomia

Di tutta la produzione di Leonardo ci resta ancora circa un quinto della sua


produzione, scritti con la sua inconfondibile scrittura speculare, orientata da destra a
sinistra.
Questa enorme massa di scritti, sicuramente la più consistente del periodo
rinascimentale, è restata coinvolta, dopo la morte di Leonardo, in incendi, ed è stata
oggetto di rapina e di atti di vandalismo.
Quando Leonardo morì lasciò tutte le sue pagine al suo fedele discepolo Francesco
Melzi, che le conservò con cura, ma alla sua morte i suoi eredi diedero inizio alla
dispersione di questo importantissimo e immenso materiale;
addirittura, non avendone compreso l'importanza, inizialmente lasciarono gli scritti
in un sottotetto, per poi regalarli o cederli a poco prezzo ad amici o collezionisti.
Grandi responsabilità del rimescolamento delle carte ha lo scultore seicentesco
Pompeo Leoni, che, con l'intenzione di separare i disegni artistici da quelli
tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembra parte dei manoscritti
originali, tagliando e spostando le pagine così da formare due grandi raccolte: il
Codice Atlantico e la Raccolta di Windsor. Proseguendo con lo stesso sistema Leoni
compone almeno altri quattro fascicoli.
Dal 1637 al 1796 parte dei manoscritti è ospitata nella Biblioteca Ambrosiana, da cui
però Napoleone li fa trafugare al suo arrivo a Milano. Nel 1851 solo una parte di essi
tornano a Milano; altri restano a Parigi, e altri ancora in Spagna, dove alcuni
verranno ritrovati solo nel 1966.
BATTESIMO DI CRISTO
-Angelo di sinistra e paesaggio: Leonardo da Vinci
-Angolo di destra: Sandro Botticelli
Il Battesimo di Cristo dipinto all’interno della bottega del Verrocchio non è stato
attribuito, interamente, al maestro. Verrocchio, forse, ha dipinto solamente la figura
di Cristo. Secondo gli storici e i critici lo stile del Battesimo di Cristo rivela che fu
realizzato, quasi del tutto, dagli allievi di Verrocchio
La composizione è triangolare con il vertice nella la ciotola posta nelle mani di San
Giovanni Battista. Il triangolo sale lungo l’angelo di sinistra e, verso destra, lungo la
figura di San Giovanni Battista.
Nel dipinto sono presenti alcune simbologie iconografiche. I due uccelli uno bianco,
l’altro nero, rappresentano gli opposti bene e male. In alto, liberata dalle mani di
Cristo si trova una colomba, simbolo dello spirito santo.

ANNUNCIAZIONE
La tavola è divisa orizzontalmente in due parti da un basso muretto che delimita il
giardino: da un lato si svolge l’evento miracoloso e straordinario dell’Annunciazione,
dall’altro un ampio paesaggio fluviale (alla sinistra dell’angelo) e marino (alla destra
dell’angelo).
L’angelo con le ali ancora spiegate, è proteso verso la Vergine che è seduta davanti a
un leggio. La giovane donna rivela il volto, sollevando il braccio sinistro e mostrando
il palmo. Il suo volto è imperturbabile. La mano destra indugia ancora sul libro che
stava leggendo e con le dita tiene ancora aperte le pagine, che svolazzano al
movimento delle ali ritratte.
Tra il giardino e lo sfondo paesaggistico si stende un tendaggio fatto da conifere e
poi cipressi e olmi che contribuiscono a rendere più intimo il primo piano.
Quasi facendo sfoggio dei suoi studi geo-meteorologici, Leonardo lascia che una
nuvola avvolga la vetta del monte sullo sfondo, per rappresentare la sua maestosa
altezza. I cipressi scandiscono verticalmente il dipinto, accompagnando le tracce
verticali dell’edificio e del muretto.
A circa due terzi dell’altezza si trova il punto di fuga centrale.

IL LEGGIO: Il leggio marmoreo convesso-concavo, sostenuto da piedi di Leone,


ricorre ai modelli ornamentali comuni alla scultura del 400 a Firenze. Il leggio è
costellato di particolari come foglie che adornano gli spigoli convessi e volute a
spirale che sostengono il piano.
Il tappeto erboso che si estende davanti alla Vergine è ricco di biodiversità floreale,
che dimostra l’attenzione di Leonardo verso gli studi di Botanica.
*OMAGGIO AD ANDREA DEL VERROCCHIO*: Andrea del Verrocchio stava lavorando
ad un sarcofago, che Leonardo ha reso un leggio.

CRITICHE: Il braccio destro della Vergine è stranamente articolato per raggiungere il


leggio troppo distante.
Poca altezza delle sue gambe sotto le ginocchia.
Cipressi di stessa altezza anche se in posizioni differenti.
TUTTAVIA → Il quadro era stato progettato per una visione lateralizzata (in tralìce).
Solo così le “distorsioni ottiche” vengono corrette ed è possibile ammirare il quadro
in tutto il suo splendore: ESPERIMENTO DI ANAMORFOSI

ADORAZIONE DEI MAGI


L’Adorazione dei Magi è un dipinto incompiuto commissionato a
Leonardo dai monaci Agostiniani per l’altare maggiore della chiesa
di San Donato a Scopeto.
INNOVAZIONE: Leonardo fu il primo a collocare la scena all’aperto.
La madonna e il bambino sono attorniati dai magi e poi dai pastori
(due gruppi a destra e due a sinistra) e dagli angeli (dietro le
rocce).
La capanna è decentrata verso destra.
Nella metà superiore a sinistra c’è un edificio metà in rovina e metà
in costruzione. Le rovine alludono alla distruzione del tempio di
Gerusalemme oppure all’incompiutezza della Rivelazione nell’Antico
Testamento, che sarebbe stata completata solo con la venuta di
Cristo (edificio che comincia a ricomporsi).
In secondo piano: cavalieri e gruppi di fanciulle in un
combattimento rappresentano l’agitazione del mondo pagano,
ancora privo della Buona Novella.
I due alberi dai colori intensi alludono al destino del bambino:
1- Alloro: trionfo sulla morte con la Resurrezione
2- Palma: martirio sulla croce.

NOVITA’: Per la prima volta Leonardo introduce il linguaggio dei


gesti e dei volti.

In seguito a restaurazioni, sono stati rimossi strati di vernici


ossidate che avevano reso difficile la lettura dell’opera. Così sono
emersi vari dettagli come una linea continua, dove sono localizzati i
cavalieri, oltre la quale Leonardo stava completando degli uomini
che salgono le scale.
CARTONE DI SANT’ANNA
L’episodio raffigura l’incontro leggendario nel deserto tra Gesù bambino e Giovanni
battista fanciullo. I personaggi raffigurati rappresentano tre generazioni legate dal
vincolo di parentela e da una doppia catena di posture fisiche e di sguardi.
(Sant’Anna volge la testa e gli occhi verso la figlia che accoglie in grembo; lei a sua
volta sostiene il bambino, guardandolo amorevolmente. Il bambino invece è intento
a far sollevare il capo a San Giovannino che chiude la catena e con lo sguardo la
volge nella direzione inversa.
Le caratteristiche principali di quest’opera sono il CONTRAPPOSTO e lo SFUMATO.
CONTRAPPOSTO: Torsione rotazione del corpo su due direzioni opposte: la Vergine
infatti ha le gambe volte verso sinistra ma il busto tende a destra. Il bambino ha il
busto verso lo spettatore e le braccia verso san Giovannino.
SFUMATO: Innovazione più importante di Leonardo. Passaggio graduale dall’ombra
alla luce, sfumandone i contorni attraverso tante linee spezzate. Questa tecnica è
preceduta da dall’esecuzione di un disegno netto e da una prima ombreggiatura a
tratti paralleli o curve concentriche

LA VERGINE DELLE ROCCE


1° VERSIONE
L’opera fu commissionata dalla confraternita dell’Immacolata concezione, dopo il
suo arrivo a Milano.
L’ambientazione della scena in un luogo ombroso e roccioso è dovuta al fatto che la
tavola era destinata alla chiesa paleocristiana di San Francesco Grande che sorgeva
dove un tempo era stato un cimitero cristiano, detto “grotta”.
Nello spazio roccioso e inusuale emergono i personaggi: la Vergine, il bambino, un
angelo e San Giovannino.
INNOVAZIONE: La tradizione aveva sempre posto la Vergine e il bambino in un
paesaggio luminoso e sereno. Leonardo per la prima volta colloca i personaggi in un
ambiente ombroso in modo da costruire i volti attraverso luci e trapassi di ombre.
Le componenti erbose rappresentano quasi un giaciglio attorno ai corpi nudi dei due
bambini e sono un richiamo alla vita.

La vergine è al centro ma non in primo piano. Lei abbraccia san Giovannino intento
ad ammirare Gesù.
L’angelo sorregge il Bambino e con lo sguardo segue probabilmente uno spettatore
fuori dal quadro. L’angelo indica san Giovannino, quasi per volgere l’attenzione su
colui che sarà il futuro eremita, che preparerà la strada al Redentore, come
attestano i Vangeli.
Il dipinto non fu mai consegnato alla confraternita poiché non fu accettata una
maggiore richiesta di denaro, oppure perché non concordarono sull’iconografia,
pertanto fu venduto.

2°VERSIONE
Leonardo con alcuni dei suoi allievi ne realizzò una seconda versione, che rimase
nella chiesa di San Francesco Grande a Milano. (Ora risiede nella National Gallery a
Londra)
DIFFERENZE
Nella seconda versione scompare il gesto indicatore dell’angelo, tuttavia compaiono
le aureole ai personaggi e una piccola croce appoggiata sulle spalle di San
Giovannino. Cambiano anche i colori: più freddi e intensi.
Un incremento della luminosità è dovuto anche ad un restauro recente che ha
rimosso una patina giallastra dovuta a un restauro precedente.
Una radiografia ha rivelato un disegno sottostante che raffigurava la Vergine quasi di
profilo rivolta a destra, con il braccio destro teso e il sinistro portato al petto.

La struttura di entrambe le opere è PIRAMIDALE e mostra due delle concezioni


cardini di Leonardo:
1- Il dipinto deve dare soprattutto la sensazione del rilievo
2- La perfetta esecuzione del paesaggio deve essere pari alla conoscenza della
figura umana. Solo così l’artista può definirsi completo.

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