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MICHELANGELO BUONARROTI:

PIETÀ:
La pietà è un’opera in marmo il tema principale consisteva nel rappresentare la vergine
Maria che tiene tra le braccia il corpo senza vita del figlio. Questa composizione forse ha
origine come riduzione della scena del compianto sul Cristo morto. Michelangelo utilizza
uno schema piramidale e studia la composizione in modo che essa esprima i suoi valori
soprattutto guardandola frontalmente. È vergine di Michelangelo è una fanciulla, il suo
volto traspare tristezza che sorregge amorevolmente il corpo ugualmente giovane del
figlio. Il gesto del suo braccio sinistro portato verso l’esterno è un invito a chi guarda
provare per Gesù il suo stesso dolore. Gesù alla testa rovesciata per dietro e il bacino si
piega in corrispondenza dello spazio fra le gambe di Maria. Il braccio destro ricade
abbandonato mentre quello sinistro accompagna la postura del corpo. la giovinezza della
vergine sta indicare la purezza.

DAVID:
gli venne incaricato di scolpire per la cattedrale di Santa Maria del fiore una statua di
David. Idea della disposizione un enorme blocco di marmo. Michelangelo inizio a lavorare
con uno svantaggio ma fece una sorta di miracolo poiché fu come se fosse riuscito a far
resuscitare uno che era morto. Il David era ritenuto superiore a ogni scultura moderna e
antica. Il giovane pastore e colto nel momento che precede l’azione: la fronte indica un
atteggiamento di concentrazione e allo stesso tempo valutazione delle proprie forze
rispetto a quelle dell’avversario.i muscoli sono in tensione e le mani nervose con le vene in
superficie, sono pronte a far roteare la fionda. Per le qualità morali che rappresentava fu
deciso che la statua fosse collocata dinanzi a palazzo vecchio a Firenze.

CAPPELLA SISTINA:
La cappella Sistina si presenta attraversata in senso trasversale da archi che appoggiano
su una cornice poco sopra le vele triangolari e sorretta da pilastri che affiancano i troni di
sette profeti. Gli arconi e la cornice dividono la superficie centrale in nove ampi riquadri
con scene tratte dal libro della genesi. Cinque sono di dimensioni minori poiché lasciano
spazio a 10 grandi coppie che reggono medaglioni imitante il bronzo con scene bibliche.
Nelle vele e nelle lunette sono raffigurate le 40 generazioni degli antenati di Cristo e infine
nei pennacchi rappresentano degli eventi miracolosi per la salvezza di Israele in pericolo.
Il fumo e il tempo delle candele avevano offuscato i colori ma con un restauro vennero
ricondotti in vita. Sono colori accesi perfino nelle ombre.
La creazione più celebrata delle scene dipinte è la creazione di Adamo.a destra Dio in volo
è sorretto da numerosi angeli ed è avvolto da un manto rosa violaceo che si gonfia il
vento, che richiama il cervello umano simbolo di pazienza e razionalità.a sinistra Adamo,
disteso a terra, si solleva attraverso la potenza della mano di Dio. I due non si toccano
solo le loro dita si sfiorano, al centro della composizione si trova un cielo chiarissimo..La
sua postura è studiata per mettere in mostra il corpo perfetto che Dio creò.il suo volto
infatti è ruotato verso destra il braccio sinistro è disteso e appoggiato al ginocchio mentre
quello destro è flesso. La gamba destra è rilassata l’altra invece piegata e il busto è
frontale.Michelangelo esprime il concetto di bellezza e il suo scopo è quello di dare vita al
suo ideale estetico cioè realizzando corpi perfetti e proporzionati.

GIUDIZIO UNIVERSALE:
Il dipinto gli venne commissionato da Papa Clemente VI. Michelangelo dipinge l’intera
superficie. Il giudizio si presenta come una grandiosa visione.l’artista non cerca più la
bellezza ideale infatti i corpi sono tozzi e pesanti. I salvati attoniti e disorientati come foglie
portate dal vento invano alcuni tentano l’assalto al cielo, ma gli angeli, li respingono e così
precipitano nell’inferno. Caronte il traghettatore viene rappresentato come nella
descrizione che Dante ne dà nell’inferno. Gesù è circondato da molti santi al di sopra dei
quali sono dipinti due gruppi di angeli in volo che portano gli strumenti della passione
ovvero la croce, la colonna e la corona di spine. Alla passione rinvia simbolicamente
anche il braccio sinistro di Cristo piegato e tenuto all’altezza del costato.

BRAMANTE:
Cristo Alla Colonna
Quest’opera del 1490 circa è stata creata con la tecnica della tempera e dell’olio su tavola.
Con le sue dimensioni di 93 x 62 centimetri è collocata a Milano, alla Pinacoteca Di Brera.
Si pensa sia stata commissionata da Ascanio Sforza in ricordo della strage di Otranto e
delle navi moresche dell’anno 1480. Questo dipinto introduce molte novità nell’arte
lombarda dell’epoca, come la luce che modella le ombre, oppure i molti dettagli
naturalistici che mettono in risalto alcuni oggetti di sfondo e di primo piano.
Un’altra novità è l’impostazione della figura, che sembra dare un senso di dolore,
soprattutto nel volto del Cristo. I colori sono molto luminosi e tutto nel ritratto presenta un
segno religioso, come il Santo Graal sul davanzale della finestra. Particolare è il suo
sguardo, che non guarda dritto davanti a sé ma punta gli occhi fuori dalla scena, piegando
leggermente il capo. Il suo corpo risulta però diverso da quello rappresentato da altri
artisti, in quanto presenta una muscolatura molto in mostra e un fisico molto scolpito. Sullo
sfondo, sta una città con un castello che sembra ricordare Gerusalemme, la Terra Santa.
 
 
LA NUOVA BASILICA DI SAN PIETRO
Bramante progetta la basilica di san pietro secondo una pianta centrale con 5 cupole
ispirata alla chiesa bizantina di costantinopoli.

GIORGIONE:
VENERE DORMIENTE
Venne commissariato da un Patrizio veneziano in occasione del proprio matrimonio, viene
rappresentata la dea dell’amore in un momento dolce di abbandono, è accomodata in
mezzo a un prato. Giorgione ritrae non una dea ma una donna nel suo fascino umano e
viene rappresentata soprattutto nella serena in consapevolezza della propria innocente
nudità. Il paesaggio è costituito da un prato fiorito e da un cespuglio che si trova dietro di
lei. A destra troviamo un villaggio deserto, contro le nuvole bianche del cielo.a sinistra si
intravede un altro borgo forse un castello è al filo dell’orizzonte delle montagne che
emergono dalla nebbia.

TIZIANO VECELLIO:
Venere di Urbino
La Venere di Urbino venne realizzata nel 1538 su commissione Del signore di Urbino.il
dipinto è conservato nella galleria degli Uffizi e rappresenta una giovane donna nuda se mi
distesa sul letto in primo piano. Rispetto alla Venere dormiente, la Venere di Urbino
presenta caratteristiche del tutto diverse.innanzitutto l’ambientazione non è all’aperto ma
all’interno di una casa Patrizia. Gli unici azioni della natura sono dati da un albero che si
intravede dietro una colonna e da una pianta posta in un vaso sul davanzale. Sullo sfondo
a destra sono raffigurati due serve una in piedi e una inginocchiata di spalle mentre
cercano in un cassone di legno gli abiti da portare alla padrona. Ai piedi del letto troviamo
un cagnolino mentre dorme. L’ambientazione complessiva e all’interno delle mura
domestiche e ci conferma dunque che la fanciulla è una donna vera e non una dea. la
maggiore differenza la troviamo poiché mentre quella di Giorgione appare quasi in
consapevole della propria nudità quella di Tiziano ne è a conoscenza ed è forse anche
orgogliosa.

LEONARDO DA VINCI
ANNUNCIAZIONE
L’annunciazione è uno dei primi esempi degli esordi pittorici fiorentini Che si trova ora agli
Uffizi. La tavola è divisa orizzontalmente in due parti da un muretto che delimita un
giardino. A sinistra l’angelo Gabriele, a destra Maria.
La scena descritta nell’ Annunciazione di Leonardo è quella descritta nel Vangelo.
L’angelo Gabriele è appena giunto davanti Maria per annunciarle che diventerà la madre
di Gesù. Le sue ali sono ancora aperte e sorprende Maria mentre sta leggendo.
La Vergine Maria è descritta con un volto bellissimo ma senza espressione, con il braccio
destro appoggiato su un libro che stava leggendo e il braccio sinistro alzato come in segno
di sorpresa.
Osservando le erbe e i fiori del prato, poi, si ha l’impressione di trovarsi davanti a
una rappresentazione delle piante fino ad allora conosciute, tante sono le varietà vegetali
descritte da Leonardo.
Sullo sfondo, invece, il paesaggio sembra costruito dall’aria e dalla luce.

VERGINE DELLE ROCCE


Leonardo da Vinci inizio a realizzare la vergine delle rocce dovessi arrivo a Milano.
L’ambientazione della scena è il luogo ombroso e roccioso, forse dovuto al fatto che la
tavola era destinata alla chiesa di San Francesco grande che sorgeva sul nuovo una volta
era un cimitero cristiano.la tavola di Leonardo si sarebbe dovuta inserire all’interno di un
grande altare di legno dorato comprendente anche una statua della vergine.e
contrariamente alla tradizione in cui solitamente la madre viene raffigurata con il bambino
e nello sfondo un cielo azzurro o dorato, Leonardo colloca i personaggi in un ambiente
scuro e ombroso. Le varie specie di erbe sono distribuite con equilibrio nella
composizione. La vergine è al centro della composizione ma non in primo piano. Il braccio
destro e teso per abbracciare San Giovannino, l’altro indica una specie di gesto protettivo
sul capo del bambino benedicente. L’angelo in ginocchio sorregge il bambino mentre
guarda un osservatore fuori dal quadro egli indica il piccolo San Giovannino. Nella vergine
delle rocce Leonardo realizza una composizione piramidale, schema che avrà successo
soltanto negli anni successivi.

CENACOLO
Il cenacolo possiamo definirla come un’opera che indica la fine di un secolo e l’inizio di
quello successivo il tema dell’ultima cena di Cristo con gli apostoli a Gerusalemme durante
la celebrazione della Pasqua ebraica. Vengono rappresentati i 12 apostoli che stanno tutti
dalla stessa parte del tavolo sei alla destra e sei alla sinistra di Cristo. Gesù viene
rappresentato mentre annuncia che uno di loro l’aveva tradito e i discepoli si guardano l’un
l’altro. Leonardo da Vinci vuole rappresentare un atto umano cioè il tradimento di un
amico. Gesù non ha un’aureola per indicare l’essere divino ma solo un cielo luminoso che
sovrasta le colline.alla sinistra notiamo Bartolomeo che si è alzata in piedi e si è proteso
verso il Cristo a poggiando entrambe le mani sul tavolo.Giuda in uno scatto nervoso si è
girato per guardare Gesù in modo interrogativo e appoggiato il gomito destro sul tavolo
mentre il busto e verso dietro.
GIOCONDA
La Gioconda è stata incominciata nei primi anni del cinquecento e la donna rappresentata
era la moglie di Francesco del giocondo.viene rappresentata una giovane donna in posa
tra due colonnine. La Gioconda viene rappresentata girata di tre quarti con il braccio
sinistro appoggiato sul bracciolo di una sedia e con la mano destra appoggiata su quella
sinistra la donna sorride lievemente. Il volto emerge alla luce mentre i lati della bocca e gli
angoli degli occhi si perdono nell’ombra. i contorni sfumati della figura uniscono Monnalisa
con il paesaggio dietro di lei Che è un paesaggio deserto e roccioso combinato con il cielo.

ARTE
Caravaggio
Caravaggio nacque a Milano, ma la sua famiglia era originaria di Caravaggio (località vicino
Milano). Il suo vero nome era Michelangelo. Durante la prima formazione fu influenzato dalla
scuola lombarda, caratterizzata da una rappresentazione realistica.
Dopo questo periodo, Caravaggio si trasferì a Roma, posto molto importante per gli artisti. entrò
nella bottega di Cavalier d’Arpino dove iniziò a dipingere sotto commissione, per lo più natura
morta. Divenne presto famoso attirando l’attenzione del cardinale Del Monte che divenne suo
protettore.
Caravaggio aveva un carattere piuttosto particolare: subito pronto ad entrare in conflitto, glorioso e
coraggioso. Una sera dopo aver partecipato ad una rissa uccise una persona perciò venne
condannato a morte. Cosi fu costretto a fuggire prima a Napoli, poi a Malta, in Sicilia e infine in
toscana dove morì di malaria.

• Bacco (negli Uffizi): in questo periodo (1590-1600) dipinge ritratti di adolescenti spesso con
nature morte (Ragazzo con canestra di frutta, Bacchino malato). Nel Bacco il giovane è adagiato
su un triclinio e avvolto da un lenzuolo, come fosse una veste romana. È per questo che Bacco ha
anche una ghirlanda di foglie di viti sulla testa di capelli neri e ricci. Il volto è ruotato di tre quarti e
inclinato in avanti, leggermente arrossato: l’espressione è enigmatica e assorta nei propri
pensieri. Regge una coppa di vetro colpa di vino rosso con il pollice e l’indice. Il vino è versato
dall’ampia bottiglia appoggiata sul tavolo. In primo piano la natura morta anticipa i modi della
Canestra di frutta, perché anche qui troviamo frutti marci e foglie secche (simbolo del tempo che
passa e fa cambiare tutto).
L’atmosfera è fosca e quasi mistica. Se interpretato in chiave cristiana, il giovane sarebbe il
Salvatore e il vino, la melagrana spaccata, la cintura nera che stringe con la mano destra e il
drappo nero alla destra della canestra di frutta sarebbero chiari simboli della Passione di Cristo. Si
vuole ristabilire il gusto della realtà sulla bizzarria tardo-manierista.
• Vocazione di San Matteo (una delle tre grandi tele che decorano la Cappella Contarelli nella
chiesa romana San Luigi dei Francesi): si raffigura, in locale oscuro e disadorno, il momento in cui
Gesù, come descritto dal Vangelo, sceglie il gabelliere (esattore delle tasse) Matteo come suo
Apostolo. All’estrema destra della tela abbiamo San Pietro, quasi di spalle che indica appena, e
Cristo, che tende il braccio destro verso il futuro Apostolo.
Matteo è seduto al tavolo con quattro compari e, stupito dall’invito, istintivamente indica se stesso,
interrogativo, per verificare se il Signore cercasse proprio lui. Solo Matteo e i due giovani di destra
si accorgono di Cristo, che lo guardano. Il vecchio con gli occhiali e il giovane a capotavola sono
troppo occupati a contare i propri denari. Questo ci fa capire anche quanto Caravaggio volesse
dire che la chiamata di Dio è rivolta a tutti e ognuno è libero di accettarla o no (salvezza o
dannazione).
Ma la vera protagonista della tela è la luce giallastra che squarcia la penombra, immaginata
provenire da una porta che dà sull’esterno, dove sembrano essere entrati anche Cristo e Pietro. La
luce giallastra fa apparire chiaramente lo squallore del luogo. È chiaro quanto Caravaggio si fosse
ispirato alle bettole di Roma da lui frequentate. Grazie alla luce le figure prendono forma e si
trasformano in personaggi dipinti con eccelso realismo. La luce è anche un simbolo, essendo alle
spalle di Gesù e con il suo braccio teso sembra indirizzarla sugli altri, illuminati e quasi accesi. La
luce è ideale: è la grazia divina, che congela le espressioni di ognuno in maniera assoluta
(astrazione dallo spazio e dal tempo). Il realismo riguarda sia i personaggi, ma anche le posture e
gli abiti di questi. Ma la rappresentazione di sacro ha ben poco: sembra più una scena di genere
che un evento religioso. Anche l’aureola di Cristo, unico indizio della sua natura divina, è appena
percepibile e forse aggiunta successivamente per accontentare la committenza essendoci troppo
“laicismo”. Caravaggio credeva però che anche nei cuori di quelli che sembrano meno degni può
essere incontrata la divinità

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