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USTIONI

PATOLOGIA E FISIOPATOLOGIA GENERALE


IMMUNOLOGIA E IMMUNOPATOLOGIA
Prof. Marialuisa Lavitrano
USTIONI

Ustione è la lesione traumatica degli epiteli di


rivestimento
causata da agenti fisici o chimici

Eziopatogenesi
L’entità del danno dipende da:
§  Temperatura e durata dell’esposizione
§  Natura dell’agente ustionante
§  Spessore della cute nell’area lesionata

USTIONI
USTIONI

USTIONI CHIMICHE O CAUSTICAZIONI


Danno dovuto all’azione a contatto con la cute/epiteli di
rivestimento di acidi o alcali che comportano denaturazione
proteica cellulare e necrosi coagulativa tessutale.

Profondità ed estensione del danno sono determinati da:


- Natura e concentrazione dell’agente
- Durata dell’esposizione all’agente

USTIONI FISICHE
Danno causato da fiamma, liquidi o solidi surriscaldati,
corrente elettrica, sole

USTIONI
USTIONI
CALORE

COAGULAZIONE PROTEICA

NECROSI TISSUTALE INATTIVAZIONE


Ai bordi della quale si verificano ENZIMI TISSUTALI
fenomeni vasculo-essudativi

STASI INFIAMMAZIONE

TROMBOSI IPEREMIA ATTIVA

NECROSI GUARIGIONE
USTIONI
PROCESSO INFIAMMATORIO

1.  Azione agente ustionante


2.  Liberazione istamina e bradichinina
3.  Aumento permeabilità vasale
4.  Edema distrettuale
5.  Attivazione della diapedesi e adesione dei
polimorfonucleati alla parete dei piccoli vasi
6.  Formazione di trombi
7.  Lisi dei Leucociti con liberazione radicali O2 che
aggrediscono la membrana cellulare provocando il
rilascio di lipoperossidi e prostanoidi edemigeni

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

MECCANISMI PATOGENETICI
§  Aumento permeabilità capillare
§  Aumento pressione capillare
§  Riduzione pressione idrostatica interstiziale

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

§  Nel tratto arterioso capillare la pressione idrostatica


supera quella oncotica: ↓ fuoriuscita di liquido dal vaso
§  A metà del capillare la quantità di liquido che esce
bilancia quella che entra
§  Nel tratto venoso capillare la pressione oncotica supera
quella idrostatica: ↓ il flusso di liquido dall’interstizio ai vasi

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

§  Nell’infiammazione: vasodilatazione → maggiore


aumento della pressione idrostatica
§  Il flusso di liquido è rivolto dai vasi all’esterno sia nel tratto
arterioso che in quello intermedio e in parte in quello
venoso
§  Manca il riassorbimento → essudato

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

USTIONI
EDEMA PRECOCE DA USTIONE

USTIONI
DIAPEDESI

DIAPEDESI: uscita dai vasi dei leucociti

1.  Attrazione chemiotattica verso la zona lesa


2.  Adesione alle pareti del vaso
3.  Uscita (esodiapedesi)
4.  Eventuale rientro (endiapedesi)

USTIONI
GRAVITA’ DELLE USTIONI

Dipende da:
§  Estensione
§  Profondità ustioni superficiali
ustioni profonde

USTIONI SUPERFICIALI
Guarigione spontanea con buon esito

USTIONI PROFONDE
Riparano con conseguenze cicatriziali e spesso richiedono
intervento chirurgico

USTIONI
USTIONI SUPERFICIALI

USTIONI SUPERFICIALI di I grado

§  Danno epidermico superficiale senza alterazione della


giunzione dermoepidermica e della funzione di barriera
della cute
§  Edema nel derma per congestione e dilatazione del
plesso vasale superficiale
§  Eritema, edema e bruciore si attenuano in 2-3 gg fino a
regresso in 1 settimana con esfoliazioni squamose
§  Si avverte dolore perché non sono state danneggiate le
terminazioni nervose

USTIONI
USTIONI SUPERFICIALI

USTIONI SUPERFICIALI di II grado

§  Danno epidermico esteso a giunzione dermoepidermica


e derma papillare
§  Alterazione della funzione di barriera della cute e del
plesso vasale superficiale con fuoriuscita di siero
§  Presenta eritema, edema, flittene piene di siero, dolore
intenso e prolungato
§  Guarigione in 2-3 settimane con ri-epitelizzazione dai
bordi o dal fondo delle lesioni

USTIONI
USTIONI PROFONDE

USTIONI PROFONDE di II grado

§  Danno epidermico che coinvolge il derma medio


§  Presenza di intensi eritemi, edema, flittene
§  Sensazione di dolore poco marcata perché sono
danneggiate le terminazioni nervose superficiali
§  Guarigione in più di 4 settimane con innesti dermo-
epidermici

USTIONI
USTIONI PROFONDE

USTIONI PROFONDE di III grado

§  Danno che può interessare sottocute, fasce muscolari e


strutture scheletriche
§  Cute necrotica di colorito grigiastro o bruno
§  Superficie fredda per trombi vasali
§  Assenza di dolore per necrosi delle strutture nervose
§  Riparazione solo con intervento chirurgico
§  Possibilità di infezioni e sviluppo di complicanze
multiorganiche (MOF)

USTIONI
GRADO DELLE USTIONI

USTIONI
GRADO DELLE USTIONI

USTIONI
LA REGOLA DEL 9 DI WALLACE

È un metodo con cui si


calcola l’estensione di
una superficie lesionata.

Calcoli più specifici


richiedono appositi
schemi figurativi.

USTIONI
CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI
La classificazione di un’ustione è problematica a causa del
possibile aggravarsi della ferita.

In ogni focolaio si può distinguere:


- ZONA DI COAGULAZIONE: tessuto necrotico - danno irreversibile
- ZONA DI STASI: tessuto ischemico a rischio di necrosi
- ZONA DI IPEREMIA: Tessuto con vasodilatazione e infiammazione

A seconda dell’efficacia della terapia la zona di Stasi si può


convertire nella prima o nella terza e l’infezione superficiale
divenire profonda.
A seconda della conversione si determina:
- Possibilità di ri-epitelizzazione con o senza cicatrici
- Eventuale necessità di innesto
USTIONI
SHOCK DA USTIONE

Alterazione fisiopatologica nel corso della quale il flusso


sanguigno diviene insufficiente a mantenere un’adeguata
perfusione del letto capillare
Riguarda le ustioni estese su oltre il 30% della superficie
corporea.

CARATTERISITCHE
§  Riduzione del volume plasmatico
§  Riduzione della Gittata Cardiaca
§  Riduzione della produzione di urina
§  Aumento della resistenza vascolare periferica
§  Ischemia
§  Acidosi metabolica
USTIONI
SHOCK DA USTIONE

Si evidenzia anche:
§  Perdita selettiva di H2O, sali e proteine
§  Concentrazione ematica degli elementi corpuscolati
§  Comparsa di edemi nell’area ustionata e nei tessuti molli
§  Elevati valori di fattori tissutali e circolanti: istamina, PG, TF,
ROS, Chinine, Catecolamine, ADH (anti diuretic hormon o
vasopressina), Fattore di attivazione piastrinica,
Angiotensina II

Si determina:
§  Alterazione della permeabilità capillare
§  Vasocostrizione
§  Depressione della funzionalità cardiaca
USTIONI
SHOCK DA USTIONE

Prevenzione e trattamento dello shock avvengono attraverso


terapia perfusionale intensiva

La quantità dei liquidi da trasfondere varia con il peso del pz


e con l’estensione e profondità dell’ustione

Parametri di monitoraggio della fluidoterapia


- Saturimetria O2: 90%
- PA > 100 mmHg; FC 120/min. - Pvo2 > 35 mmHg
- Diuresi 0.5 ml/kg/ora
- Ematocrito
- Protidemia
- Peso corporeo
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FLUIDOTERAPIA

PRIME 24 ORE
§  3-4 ml/kg/% SU (metà nelle prime 6-8 h)
§  Cristalloidi
§  Soluzioni saline isotoniche prive di glucosio (fisiologica
0.9%)
In caso di edema:
§  Soluzioni saline ipertoniche (Ringer lattato/acetato PH
neutro arricchite con elettroliti)
Effetti:
- Aumentano rapidamente il volume circolante apportando
elettroliti.
- Sono fisiologici, vengono eliminati con facilità.
§  Soluzioni colloidali, dopo 12 ore (elevato potere oncotico)

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FLUIDOTERAPIA

2° GIORNATA
§  Dosaggi dimezzati di cristalloidi, albumine e plasma
Inizio della nutrizione parenterale:
§  Soluzioni glucosate 10%
§  Vitamine A, C, E, B, Ac. Folico, Ca++, K+, Mg, Zn, Fe, Cu

3° GIORNATA
§  Dosaggi progressivamente ridotti
§  Trasfusione di albumine concentrate o plasma 4 ml/kg/ora
§  Trasfusione di sangue in toto (eventuale)
§  Preparazione dell’intervento di escarectomia

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FLUIDOTERAPIA

SORVEGLIANZA CLINICA DURANTE FLUIDOTERAPIA

- Controllare il polso
- Controllare la pressione arteriosa (PA)
- Controllare la pressione venosa centrale (PVC), se è stato
posizionato un Catetere venoso centrale (CVC)
- Prestare costante attenzione e ricercare eventuali segni di
sovraccarico del cuore dx: distensione delle giugulari, dispnea,
rantoli.
 
tempi di somministrazione:
Ogni 15’ fino a che non sono stabili
Ogni 60’ quando stabilizzati, insieme alla diuresi
 
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FLUIDOTERAPIA
SORVEGLIANZA CLINICA DURANTE FLUIDOTERAPIA
I segni di risposta positiva all’infusione sono:
- Il polso ritorna pieno e la frequenza si riduce
- La cute torna rosea e a temperatura normale
- Il pz ritorna cosciente, calmo e tranquillo
- Monitoraggio della PVC, che rientra nei valori normali:
•  v.n. 5-10 cmH2O
•  ipovolemia 0 – 5
•  infondere con cautela 7 – 12
•  sospendere infusione se PVC > 15
NB per monitorare l’infusione si controlla PVC e diuresi!
Ad una efficace correzione emodinamica deve corrispondere una
adeguata risposta alla diuresi.
Diuresi oraria normale: 0,5 – 0,75 cc/Kg peso corporeo.

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Complicanze - INFEZIONE

§  Provocata dal difetto di protezione cutanea


§  Alto livello di frequenza
§  Rischio proporzionale all’entità della ferita

Germi più frequenti in causa sono


§  Staphylococcus Aureus
§  Staphylococcus Pyogenes
§  Pseudomonas Aeruginosa

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Complicanze - INFEZIONE

Sintomi che devono far supporre sepsi:


§  Iper – ipotermia
§  Ipotensione
§  Neutropenia
§  Piastrinopenia
§  Iperglicemia

Prevenzione e terapia dell’infezione:


È necessario prevenire la contaminazione esogena
dell’ambiente e del personale mediante norme strutturali e
comportamentali

USTIONI
TERAPIA DELL’INFEZIONE

TERAPIA ANTIBIOTICA

§  Su indicazione dell’antibiogramma ⇒ Terapia mirata e a


piene dosi (l’antibiotico si diffonde con difficoltà nei tessuti
necrotici)
§  In assenza di riferimenti batteriologici ⇒ Terapia ad ampio
spettro con β-lattamina + aminoglicoside
§  Immunizzazione attiva e passiva

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TERAPIA DELL’INFEZIONE
INFEZIONE DA STAFILOCOCCO
§  Glicopeptidi: Vancomicina 2 g/die
Teicoplanina 400 – 800 g/die
§  Penicillina
β-lattamasi resistenti
•  Sinergia β-lattamine (non pennicilline, non cefalosporine) –
amminoglicosidi (streptomicina)
Glicopeptidi – amminoglicosidi

INFEZIONE DA PSEUDOMAS AERUGINOSA


§  Aminoglicosidi

INFEZIONE DA CANDIDA
§  Anfotericina β (macrolide polienico) 0.1–1mg/kg /die
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COMPLICANZE MULTIORGANICHE

MOF = Multisystem Organ Failure

§  Complicanze polmonari: broncopolmoniti, pleuriti, ARDS


(acute respiratory distress syndrome, se è avvenuta
l’inalazione di gas combusti)
§  Complicanze renali: nefropatia coagulativa, insufficienza
renale acuta
§  Emorragie e ulcere gastroenteriche
§  Encefalopatie ischemiche e tossinfettive
§  Coagulopatia intravasale disseminata
§  Esiti cicatriziali distrofici con danni estetici e funzionali

USTIONI
PRIMA ASSISTENZA

IN CASO DI INFEZIONI MINORI

§  Anamnesi
§  Controllo dello stato generale
§  Ricerca dei traumi associati
§  Sedazione del dolore
§  Medicazione
§  Profilassi antitetanica

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PRIMA ASSISTENZA

IN CASO DI GRAVI USTIONATI

§  Assicurare la ventilazione polmonare (ossigenoterapia,


intubazione, ossigenoterapia iperbarica)
§  Sostenere sistema cardiocircolatorio
§  Avviare fluidoterapia parentale
§  Esami ematici
§  Sedazione del dolore
§  Ceteterismo vescicale
§  Peso corporeo - monitoraggio
§  Prima medicazione – detersione delle aree ustionate e
delle flittene più ampie

USTIONI
TERAPIA LOCALE DELLE USTIONI

Ogni focolaio necessita di un trattamento topico per


- prevenire e curare l’infezione
- promuovere la riepitelizzazione
- prevenire gli esiti cicatriziali

PROTEZIONE DEI FOCOLAI DI USTIONE


§  Ridurre la frequenza delle medicazioni e i disturbi al pz
§  Usare i sostituti cutanei per favorire la riepitelizzazione dal
fondo e dai bordi

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SOSTITUTI CUTANEI

SOSTITUTI CUTANEI SINTETICI


§  Lamine poliuretaniche
§  Lamine di idrocolloidi
SOSTITUTI CUTANEI BIOLOGICI
§  Collagene bovino (ustioni di II grado.)
§  Lamine di polisaccaridi
§  Lamine di cellulosa
§  Lamine di esteri sintetici all’ Ac. ialuronico
SOSTITUTI CUTANEI UMANI COLTIVATI IN VITRO
§  Per la medicazione
§  Come autoinnesto

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TOPICI ANTISETTICI

§  Amuchina 5% e Cloredixina gluconato 0.05%


Clorossidanti: fissano H+ di H2O tissutale a Cl- liberando O2
con effetto antibatterico.
§  Nitrato d’argento 0.5%
Svantaggi: azione superficiale e formazione di precipitato
nero con alterazione colore ferita
§  Iodopovidone pomata 10%
mantiene asciutti i focolai, ma dolore all’applicazione
§  Sulfadiazina d’argento pomata 1%
Agisce sulla parete batterica, azione profonda, ma
provoca sensibilizzazione allergica

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TOPICI ANTIBIOTICI

§  Gentamicina
§  Rifaximicina
§  Eritromicina
§  Meclociclina
§  Mupirocina

Svantaggi:
1.  Creano resistenza batterica al momento dell’uso sistemico
2.  Rallentano/inibiscono la replicazione cellulare
3.  Ritardano la ri-epitelizzazione

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TOPICI CORTISONICI

§  Riducono la flogosi
§  Contengono le vegetazioni ipertrofiche del tessuto di
granulazione

Svantaggi:
§  Ritardano la riepitelizzazione

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TOPICI A BASE DI ENZIMI LITICI

§  Collagenasi
§  Fibrinolisina e desossiribonucleasi
§  Vaselina salicilica 5%
Favoriscono il distacco delle escare

§  Impiego di garze grasse medicate con farmaci topici


1.  Mentengono umida la ferita
2.  Possono essere rinnovate con minimo sanguinamento e
dolore contenuto

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RIMEDI CHIRURGICI

ESCARECTOMIA: RIMOZIONE DELLE ZONE NECROTICHE


Praticabile già dopo 2-3 gg dall’ustione in modo tale da:
§  Prevenire sepsi
§  Offrire migliore possibilità di attecchimento dei sostituti
cutanei

2 tipi:
§  Tangenziale: eliminazione di strati successivi di tessuto con
un dermatotomo manuale fino al raggiungimento di zona
vitale (irrorata)
§  Alla fascia: asportazione in blocco unico del tessuto
lesionato.

USTIONI
RIMEDI CHIRURGICI

USTIONI
RIMEDI CHIRURGICI

INNESTI DERMOEPIDERMICI
§  Permettono copertura aree lesionate con tessuto sano
§  Segue all’escarectomia
§  Attecchimento facile per innesti sottili
§  Migliore risultato estetico per innesti profondi
§  Per l’innesto si usano punti metallici o steril-strip
§  Lembi d’innesto tagliati a maglie per favorire il drenaggio
e ampliare la superficie di copertura (effetto avverso:
attecchimento problematico, risultato estetico meno
favorevole e lenta ri-epitelizzazione)

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RIMEDI CHIRURGICI

INNESTI CUTANEI
Utili quando ci sono aree ustionate molto estese

4 tipi:
§  Autologhi: prelievo dal pz stesso
§  Allogenici: prelievo di cute da cadavere (fresca o
criopreservata)
§  Xenogenici: prelievo di cute porcina (congelata o
conservata sterile)
§  Compositi: unione di derma di cadavere ed epidermide
ottenuta da colture di cheratinociti autologhi

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CHERATINOCITI

TECNICA DI COLTURA SERIATA

È una tecnica importante per i grandi ustionati

1.  Si ottengono lamine estese partendo da un piccolo


prelievo
2.  L’attecchimento richiede 8–10gg a causa di infezioni
microbiche
3.  Sviluppo di sistemi bilayer che prevedono l’uso di un
substrato a funzione dermica su cui crescono i
cheratinociti.

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CHERATINOCITI

Sistemi bilayer con substrato a funzione dermica

Substrato:
- Gel di fibrina
- esteri di Ac. Ialuronico
- colture di fibroblasti
- derma di cadavere

Svantaggi
§  Cute sottile e fragile
§  Senza annessi
§  Facilmente scollabile
USTIONI
CHERATINOCITI

ALLOINNESTO: innesto con cheratinociti di un donatore


§  Prevede coltivazione e conservazione a –80° C di
epidermide
§  Serve come medicazione biologica per ustioni in sedi
critiche e per bambini in età pediatrica perché diminuisce
il fastidio di medicazioni successive
§  Uso limitato per costi elevati, difficile conservazione di
biomateriali

AUTOINNESTO: innesto con cheratinociti propri del pz

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TRATTAMENTO CICATRICI

Cicatrice: È caratterizzata da ipertrofismo, retrazioni e


deformazioni, può sfigurare il pz.

Trattamento
§  Escarectomia + innesti dermoedipermici diminuiscono la
formazione di cicatrici
§  La mobilizzazione delle articolazioni interessate
contribuisce a ridurre i difetti funzionali
§  Elasto-compressione: contrasta i difetti morfologici e
funzionali.
Tutori presso-elastici sono applicati alle zone lese nei primi
tempi e mantenuti per lunghi periodi.

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TRATTAMENTO CICATRICI

La compressione
1.  Previene corregge l’ipertrofia
2.  Regola la distribuzione del microcircolo locale
3.  Riorganizza la distribuzione di fibroblasti e collagene

§  Intervento chirurgico plastico per esiti cicatriziali residui

USTIONI

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