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L’inizio di ogni periodo storico è datato in base a eventi che hanno segnato la storia. Con la
scoperta dell’America si sono ampliati i confini invece con la caduta dell’impero romano si è
innovato il governo.
Arte antropocentrica=Rinascimento
Arte teocentrica=Medioevo
Nel 1400 ci sono artisti come Michelangelo, Leonardo, Raffaello.
Nel 1492 Leonardo era già in un gran pittore, la gioconda è poco successiva alla scoperta della
America. Artista del rinascimento artistico che non coincide con l’inizio del rinascimento che per
gli storici ha inizio nel 1492. Il rinascimento italiano secondo gli storici dell’arte ha inizio nel 1401 a
Firenze, noi riteniamo che il successo artistico di questa epoca sia toscano o meglio fiorentino.
Rinascimento= rinascita cioè riscoperta dei classici.
Le premesse del rinascimento hanno inizio nel 1200-1300 durante l’umanesimo. Giotto, infatti, è
un artista che ha anticipato il rinascimento—>realismo, visione della prospettiva(3D).
BRUNELLESCHI
Nel 1401 si usa per la prima volta la prospettiva cioè la forma simbolica nella cultura
rinascimentale cioè quella antropocentrica dove l’uomo è il centro perché la visione parte
dall’occhio umano. La prospettiva l’ha inventata Brunelleschi che è fiorentino. In questo anno c’è
stato un concorso pubblico per fare la porta del paradiso del battistero s.giovanni. Essendo un
concorso pubblico tutti poteva partecipare, era commissionata dall’arte dei mercanti(ente che
finanza questo concorso).
Regole
-Data di consegna delle formelle di bronzo
-Scheda tecnica con scritto costi, tempi di realizzazione e tecniche
-Tema= sacrificio di Isacco
-La cornice ha forma gotica che sin richiama all’architettura del battistero fiorentino Participano
diversi artisti selezionati dalla giuria, vengono scelte queste due formelle. A sinistra quella del
Ghiberti e a destra quella del Brunelleschi.
La commissione poi sarà assegnata al Ghiberti perché costa meno. E’ più economica perché la
colata di bronzo è solo una invece il Brunelleschi voleva assemblare più pezzi fatti separatamente.
Il Ghiberti però era già un artista affermato, il Brunelleschi inizia ad avere visibilità con questo
concorso. Negli stessi anni essendoci la famosa cupola mancante al duomo fiorentino il
Brunelleschi si riscatta sia moralmente sia artisticamente(questa opera non prevede una tabella
con scritti i calcoli come richiesta nel concorso).
Due servitori con asino, monte, albero, angelo inviato a dio, due protagonisti e Angelo sacrificale
sono le figure che per forza dovevano esserci. Il sacrificio Isacco= il padre Abramo per fedeltà a
dio deve essere sacrificato, poco prima dell’uccisione Dio manda un angelo perché vede la
fedeltà e viene interrotto il sacrificio. Entrambi seguimi il tema ma il modo di raccontare e il ritmo
sono sono solo del Brunelleschi del rinascimento, invece il Ghiberti è tardo gotico.
Perchè l’arte si diffonde in toscana?
-Giorgio vasari ha scritto il primo libro d’arte chiamato “le vite” dove va a elogiare gli artisti toscani
perché anche lui della zona.
-Firenze era una grande potenza non solo per l’Italia centrale, strette alleanze tra Firenze e altre
città.
-Il rinnovamento artistico italiano si ritiene che è nato in toscana dato dalla nascita dei comuni. Alla
fine del medioevo nasce la tecnica dell’affresco grazie a Giotto. Nel medioevo l’arte era anonima
infatti vi sono pochi nomi di artisti famosi, i committenti erano membri del clero. Mecenati= coloro
che commissionano le opere.
Differenza tra medioevo e rinascimento
Nel medioevo ti pagano per recarsi in un posto(tipo chiesa) per dipingere. Nel rinascimento il
mecenate crea una sorta di cenacolo culturale perché fa contratti con più artisti che dipingono
nella corte del mecenate stesso. Questi artisti spesso vivono addirittura alla corte, inoltre, questi
artisti sono dei intellettuali che si esprimono in più campi(detti poliedri). Le loro opere sono frutto
di collaborazioni—>decompartimentazione, conoscenza ampissima e si esprimono in diversi
campi
Brunelleschi mette al centro l’uomo con la prospettiva.
Brunelleschi impara il disegno da un gioiellieri(al tempo facevano anche le monete), disegno è la
lingua madre degli artisti. Impara anche l’uso del chiaro scuro.
Inizi 1400 ci sono due opere incompiute, la porta e la cupola di santa Maria del fiore. Il
Brunelleschi fa parlare il disegno della forma architettonica—>bicromatismo tipico del
Brunelleschi.
La musica è armonia e presenta diversi ritmi che vengono stabiliti dalla chiave e dalla frazione
numerica. Trasferire le proporzioni matematiche che sono di tipo uditivo in proporzioni visive.
Ciclo di affreschi nella cappella brancacci. Questa famiglia commissiona al masolino. Il tema è
la storia di san pietro. Viene rappresentato Adamo e Eva uno mentre mangiano la mela l’altro
dopo. Gusto tardo gotico.
Masolino a sinistra
I due personaggi sono collocati in un contesto astratto, c’è solo l’albero. Appoggiano i piedi sul
piano terreno senza creare ombra, figure etere per la scelta cromatica. Gusto mediovale per albero
che avvolge i due. La responsabile del frutto proibito è Eva che ha in mano la mela ed è avvolta al
serpente. Il serpenterà lo stesso volto di Eva. La figura femminile è vista male dal medioevo quindi
è la sua faccia quella sul serpente.
Masaccio a destra
Adamo ed Eva hanno già peccato e vengono cacciati dal paradiso terrestre. Dio viene
rappresentato con un fascio di luce dalla porta verso l’esterno. esecuzione viene assegnata ad un
angelo che ha la spada e indica con il dito ed è fatto di fuoco. In questo caso nn sono elementi
astratti infatti proiettano ombre. Il paesaggio è spoglio e desertico—>uomo destinato a perire
Si dirigono nella stessa direzione con i piedi paralleli. Adamo incurva le spalle e riflette su ciò che
ha commesso e nasconde il volto dalla vergogna. Eva rappresenta un’altra manifestazione della
vergogna, si copre seno e pube e porta indietro la testa e grida dal dolore. Agli inizi del 1900 gli
espressionisti tedeschi e austriaci si ispirano a certe maschere del dolore come queste. Eva
coprendosi richiama il castigo divino e richiama al fatto che partorirà nel dolore e allatterà. Si
supera l’idea che la colpa sia solo di Eva. Il Masaccio fa propria la lezione classica e richiama due
opere importanti. La figura femminile richiama le veneri pudiche di età ellenistica come la venere
di Botticelli. La figura maschile fatta con chiaro scuro richiama opera Marsia di età ellenistica.
Tributo
Capolavoro Masaccio (pagamento del Tributo)
Cristo perviene con gli apostoli in una città che non sappiamo. Un daziere chiede la tassa per
entrare in città. Presenta 3 momenti. Il Masaccio rappresenta l’intelligenza umana. Supera il taglio
teocentrico con questa prospettiva. Gli apostoli si distribuiscono come se fosse un abside della
chiesa. Il gabelliere mostra le spalle. La sequenza è fatta da un gioco di mani(risoluzione dello
scorcio). Il gabelliere chiede a cristo i soldi e cristo ordina a san pietro di andare a raccogliere le
monete nel pozzo. E poi san pietro poi parla il pedaggio. Possiamo leggere le cause e gli effetti
come ha fatto il Brunelleschi nel sacrificio di Isacco. Quest’opera è sempre nella cappella
brancacci.
Stempiata non si vuole mostrare la bellezza ma la fierezza del cavaliere e del cavallo. Il cavallo è
simbolo di fierezza e nobiltà—>fusione tra cavallo e cavaliere.
David di donatello, bronzeo
Storia del David che sconfigge secondo la leggenda ebraica e cristiana il David che è un soldato
ritenuto invincibile. Rispetta la tradizione ebraica perché ci mostra un fanciullo, la muscolatura non
è accentuata. Anche il volto e tutto il corpo ci mostrano un ragazzo che deve ancora crescere.
Richiama anche modelli classici come il braccio e la gamba a riposo. Sotto i piedi del pastore c’è
la testa del Golia.
Il David viene mostrato nel momento in cui l’azione è già finita. Il Davis guarda la testa dello
sconfitto ma non mostra l’orgoglio ma ha un viso sereno e mostra una certa pietas. Ha i calzari, la
spada e l’elmo e quindi è un giovane guerriero e riprende il paganesimo inteso come ebrei e
cristiani.
La Maddalena penitente, statua in legno
Figura della peccatrice. Il legno era di facile reperimento nel medioevo ora non era molto diffuso
ma Donatello mostra come è capace di usare qualsiasi materiale bene. Nel medioevo le opere in
legno erano rivestiti da un gesso che nasconde irregolarità del materiale legnoso e poi viene
dipinta. In questo caso no. Queste irregolarità però vengono sfruttate a vantaggio, rendono di più
l’idea. Non ce nessun riferimento alla femminilità. I capelli sono i vestiti stessi. Mani che si
congiungono nell’atto di preghiera.
Monumento equestre del Gattamelata di
Donatello
Descrizione
Interpretazioni e simbologia
Le maggiori dimensioni del cavallo, forse, suggeriscono le capacità di controllo del condottiero.
Anche l’espressione dell’animale trasmette il suo carattere irrequieto, dominato con mano
leggera e ferma dal condottiero. Il Gattamelata, in vita non fu molto celebrato ma in questo
monumento rappresenta un uomo d’arme in grado di governare una potente cavalcatura. La
monta rappresentata è quella in uso all’epoca Donatello. Lo testimoniano la forma delle briglie,
la sella e gli ornamenti che decorano il corpo dell’animale.
Il monumento al Gattamelata descrive un condottiero moderno
Il Gattamelata è privo di elmo. La sua effige esprime così l’intelligenza del condottiero e non la
potenza distruttrice di un guerriero spinto da una forza superiore. Donatello scelse così di
realizzare un ritratto del protagonista e non una sua idealizzazione. La fisionomia è infatti quella
di un uomo avanti negli anni. Lo scultore preferì esprimere la forza e la determinazione
attraverso l’espressione del viso e la postura del corpo.
Il Gattamelata in realtà si chiamava Erasmo da Narni ed era un capitano di ventura. I suoi eredi
commissionarono la statua equestre a Donatello per celebrare la figura del loro congiunto. Il
monumento fu eretto nel 1453. Donatello lasciò la città e fu pagato in gran parte dalla vedova
del condottiero, Giacoma Bocarini Brunori e dal Senato veneziano con con la cifra di 1650
ducati. Secondo Vasari, autore de Le Vite, il Gattamelata fu la prima opera di Donatello
realizzata a Padova. Per questa commissione infatti partì nel 1443 da Firenze. Il Gattamelata
morì nello stesso anno. Questa ipotesi, però, non è comunemente condivisa. Per altri la
commissione fu del 1446 momento nel quale Donatello cominciava a nutrire una discreta fama.
I lavori iniziarono nel 1446. Nella primavera del 1447 lo scultore predispose infatti i modelli per la
fusione delle statue del cavaliere e del cavallo.
La storia dell’opera
Il monumento al Gattamelata si trova in piazza del Santo a Padova, di fronte alla Basilica del
Santo. Il modello al quale si ispirò Donatello per il monumento al Gattamelata fu con molta
probabilità la statua di Marco Aurelio che si trovava a Roma. Esisteva anche un altro esemplare
al Regisole di Pavia che però andò perduto nel 1796. La fusione del bronzo non fu di semplice
realizzazione. Furono necessari diversi anni di preparazione e tentativi per arrivare alla statua
compiuta. Donatello visse a Padova per dieci anni, dal 1443 al 1453.
Donatello riscoprì la classicità e soprattutto la statuaria antica. Insieme allo studio delle forme
l’artista condusse quindi anche una riscoperta delle tecniche di realizzazione. Infatti la fusione a
cera persa era stata abbandonata durante il Medioevo. Il modello classico che Donatello utilizzò
per creare la statua equestre del Gattamelata fu quella del Marco Aurelio. Sulla corazza del
condottiero si trova la testa di Medusa. Altri elementi decorativi come putti musicanti si notano
poi sulla sulla cintura e piccole teste virili riconducono al mondo classico.
Il monumento in bronzo del Gattamelata fu realizzato con la tecnica della cera persa. Donatello
ricoprì tale procedura classica già nel San Ludovico di Tolosa del 1421-1425. L’impresa dello
scultore ottenne una menzione da Vasari che ne segnalò già nel Cinquecento la grande
importanza.
Il modellato del cavallo descrive ampie zone sulle quali la luce scivola morbidamente e rivela
rotondità muscolari. Si creano ombre profonde nella zona degli occhi, del muso e della criniera.
In tal modo i particolari del cavallo emergono chiaramente. La figura del Gattamelata è invece
molto dettagliata. Le alternanze di luci e ombre rivelano le decorazioni dell’armatura e dei tratti
del viso.
La statua equestre del Gattamelata si trova su di un basamento molto alto. Il punto di vista
dell’osservatore è basso e determina quindi la sua monumentalità. Tale collocazione crea così
una distanza dal passante che si trova in posizione di inferiorità spaziale. Tradizionalmente il
piedistallo fu utilizzato per isolare il monumento e rimarcare l’importanza del protagonista. Il
Gattamelata non condivide lo spazio del popolo che si trova in basso. Lo spazio nel quale è
posto è ideale e senza tempo. La statua è come cristallizzata nella dimensione storica che
rende il personaggio eterno. Il monumento è visibile nella sua interezza in posizione laterale
privilegiando il lato sinistro. La rappresentazione è quindi molto vicina a quella delle immagini
celebrative stampate su medaglie o monete.
Il cavallo poggia con lo zoccolo anteriore su di una sfera scolpita. Tale scelta fu di tipo statico e
consentì quindi di conferire maggiore equilibrio alla scultura. Lo scettro impugnato dal
Gattamelata e il fodero della spada sono obliqui. Il cavallo, invece contribuisce alla
composizione determinando una solida orizzontale. Il busto eretto del Gattamelata, invece, si
erge in verticale.
Il cavallo che sorregge il Gattamelata ha un aspetto molto potente e rivela proporzioni maggiori.
La massa muscolare dell’animale inoltre è mossa da un gesto controllato e sicuro che trasmette
molta forza.
Donatello con la sua opera affrontò il tema classico del monumento equestre. Si tratta infatti
della prima statua equestre realizzata dopo il lungo periodo medioevale. Il monumento nel
basamento presenta due porte. La tomba del Gattamelata, però si trova nella basilica di San
Francesco dal 1458. Il monumento realizzato da Donatello rappresenta così un primo esempio
di opera pubblica celebrativa con risvolti politici. Nonostante l’importanza celebrata dalla statua
del condottiero il Gattamelata non fu considerato un combattente valoroso dai suoi
contemporanei.
Con il Gattamelata, Donatello rilanciò così la tradizione del monumento equestre. In Europa si
diffuse poi progressivamente fino al XIX secolo. Già nel Quattrocento la statua del condottiero fu
un modello per altri monumenti equestri come il monumento a Bartolomeo Colleoni del
1480-1488 del Verrocchio e il monumento a Cosimo I del Giambologna.