POLITICA INTERNA
ATENE
L’evoluzione politica di Atene, al contrario delle altre poleis greche, fu molto complessa: infatti al
potere del re (βασιλεύς) si stostituì progressivamente l’aristocrazia del governo degli eupatridi, ad
Atene nacque il sistema degli arconti (ἄρχοντες),i più importanti magistrati della città all’inizio
solo aristocratici.
Gli arconti più importanti erano tre:
1. arconte re, che rappresenta l’ultimo resto di monarchia ad Atene, aveva poteri religiosi e
giudicava i reati di empietà.
Era inizialmente eletto dall'aristocrazia ateniese ogni dieci anni. Dopo il 683 a.C. la carica
fu mantenuta solo per un anno e dopo la riforma di Solone fu eletto dagli ateniesi più
ricchi, i pentacosiomedimni.
Incarichi sacrali. - Ordinava i giochi funebri in onore dei caduti in guerra e faceva dei
sacrifici per loro e per Armodio e Aristogitone; sacrificava anche ad alcune divinità della
guerra.
4. Di minore importanza vi erano poi sei arconti tesmoteti, il cui compito era custodire le
leggi.
5. Aggiunto più tardi rispetto agli altri vi è infine l’arconte segretario.
Una volta esaurito il loro mandato, gli arconti entravano a far parte dell’areopago, il cui nome
significa collina di Ares, il luogo in cui si tenevano le riunioni nei pressi dell’acropoli.
Dopo le riforme di Solone , i suoi membri furono scelti tra gli arconti (magistrati) le cui posizioni
erano inamovibili.
Questo tribunale aveva il compito di nominare i nuovi arconti e di giudicare i reati di sangue e
religiosi, controllava i magistrati, interpretava le leggi.
I loro poteri politici furono ridotti e in una certa misura limitati da Clistene , ma mantennero il
potere fino alle guerre persiane.
Gli arconti persero il loro prestigio e potere politico nel 487 a.C. e non furono più scelti tra gli
uomini più importanti della società, ma scelti con il sorteggio.
Il δῆμος, composto da contadini poveri e agiati, artigiani, mercanti e lavoratori salariati, chiamata
teti, non aveva poteri di governo. Vi era un’assemblea, chiamata ecclesia, che riuniva tutta la
popolazione; ma per quest’epoca sappiamo ben poco del suo ruolo e delle sue funzioni, che in
origine erano piuttosto limitate.
Nel VII secolo a.C. Atene visse una fase turbolenta, soprattutto a causa degli scontri fra i nobili
(Cilone nel 636 a.C. tentò invano di instaurare una tirannide), perciò, per pacificare la città intorno
al 621 a.C. il popolo ateniese incaricò Dracone di elaborare un codice di legge scritte e una
costituzione, dandogli il titolo di primo legislatore di Atene.
La costituzione draconiana era un codice di leggi scritte applicato nel 624 a.C. ; fu promulgato
per ridurre gli arbitri dell’aristocrazia e le violenze tra le grandi famiglie e le loro eterie.
La normativa di Dracone, pur essendo molto severa e dura, era in realtà molto innovativa:
eliminava infatti la pratica della vendetta privata o famigliare, attribuendo solo allo stato il potere
di giudicare e punire i delitti di sangue, attraverso un'apposita giuria composta dall’arconte-re e da
51 giudici detti efeti scelti tra i membri delle famiglie nobili e aventi almeno cinquant’anni.
Nel 594 a.C Solone venne eletto arconte re dal δημος per evitare la stàsis, ebbe dunque il preciso
mandato di fare da mediatore nei conflitti interni.
La parte più importante della sua riforma fu la divisione dell’intera popolazione dell’Attica in
quattro classi in base al censo:in ordine crescente
● i pentacosiomedimni, ovvero coloro che avevano un reddito non inferiore a 500 medimni
(pari a 260 hl di grano o di olio o di vino. Infatti 1 medimno era pari a 52 litri). In genere si
trattava di ricchi proprietari terrieri;
● i cavalieri che avevano un reddito compreso tra 500 e 300 medimni (ovvero tra 260 hl e
156 hl di grano o olio o vino). Il loro nome derivava dal fatto che essi erano in grado di
mantenere almeno un cavallo e di entrare, quindi, nella cavalleria dell'esercito;
● gli zeugìti, ovvero coloro che avevano un reddito compreso tra 300 e 150 medimni (ovvero
tra 156 hl e 78 hl di grano, olio o vino). Essi erano piccoli contadini che erano nelle
condizioni di mantenere una coppia di buoi usati nel lavoro dei campi;
● i teti, ovvero i salariati, gli artigiani e i nullatenenti che avevano un reddito inferiore a 150
medimni.
Nel 508 a.C. Clistene divenne arconte e nel 507 a.C. promosse la sua riforma, essa divideva
l’Attica in tre settori (città, costa ed entroterra), a loro volta divisi in dieci distretti chiamati trittie
(comprendevano ognuno di essi unità più piccole chiamate demi); Clistene istituì dieci nuove tribù
(a loro volta suddivise in fratrie), formate su base puramente territoriale.
Ogni tribù era composta dalla popolazione di tre trittie, una della città, una della costa e una
dell’entroterra.
Inoltre la riforma istituì la Bulè, un’assemblea di 500 cittadini, che doveva controllare l'opera
degli arconti, valutare le proposte legislative, vigilare sulla sicurezza della polis, gestire le finanze
pubbliche, controllare l'esercito e le relazioni estere
Con il passare del tempo l'ecclesia divenne sempre più importante fino a diventare il supremo
organo decisionale della città. Aperta a tutti i cittadini sopra i vent’anni (esclusi gli schiavi, le
donne e i meteci), discuteva le proposte di legge, prendeva tutte le decisioni fondamentali nella
vita della città, eleggeva i cittadini che avrebbero ricoperto le cariche pubbliche e ne esaminava
l’operato alla fine del loro mandato, esercitava anche il potere giudiziario nei casi di denunce a
carico di magistrati per corruzione o tradimento.
Una tipica riunione dell'Assemblea conteneva probabilmente circa 6000 persone, su una
popolazione cittadina totale di 30.000-60.000.
L'ordine del giorno dell'ecclesia è stato stabilito dal Bulè , il consiglio popolare. Le votazioni
erano effettuate per alzata di mano, contando le pietre e votando attraverso l’uso del vasellame
rotto.
Una forza di polizia di 300 schiavi sciti trasportava funi color ocra rossa per indurre i cittadini che
indugiavano nell’agorà di Atene a partecipare alle riunioni dell'assemblea; chiunque con abiti
macchiati di rosso che non fosse presente alla riunione era passibile di sanzione.
All'interno della Boulé a ogni tribù veniva assegnata, per un periodo di circa un mese la pritania ,
ossia la guida del consiglio, i cui membri, detti pritani, risiedevano in permanenza nell'edificio
detto pritaneo, e avevano il compito di redigere l’ordine del giorno, di predisporre i decreti, di
relazionarsi con gli altri organi dello stato, proponeva leggi all’ecclesia, controllava l’operato dei
magistrati che gestivano i fondi pubblici, verifica i conti dello stato e teneva i rapporti con l’estero.
Tra i pritani veniva scelto un presidente.
Grande importanza aveva anche il collegio degli strateghi , composto da 10 membri, che costituiva
l’esecutivo militare. La carica dello stratego non veniva attribuita per sorteggio ma per elezione
mediante le archeresie, infatti si riteneva che lo stratego dovesse avere competenze e qualità
particolari.
I cittadini ateniesi eleggevano dieci generali, uno per ognuna delle dieci tribù ; nel caso in cui uno
degli strateghi fosse licenziato o morisse, veniva eletto un sostituto che lo rimpiazzasse per la
restante parte dell'anno.
Il potere giudiziario era esercitato dal tribunale popolare, dall’eliea e dall’areopago; i giudici
erano semplici cittadini sorteggiati purché fossero di cittadinanza ateniese, avessero un’età pari o
superiore ai trent’anni e non nessun debito.
Non esistevano pubblici ministeri né avvocati: chi intendeva la causa esponeva le sue ragione e
l’accusato faceva altrettanto.
Ciascun tribunale, che poteva contare da 200 a 500 membri, emetteva il verdetto, che era
inappellabile.
Veniva fissato un tempo massimo per la requisitoria e per l’arringa. Il tempo era scandito da una
clessidra. La clessidra era fermata per l’ascolto delle testimonianze addotte o per la lettura di testi
di legge che i comparenti ritenevano opportuno produrre. Alle cause di valore inferiore erano
assegnati tempi via via più ridotti.
L’ostracismo venne istituito nel 510 a.C. da Clistene, nobile e politico ateniese. Egli nel 510 a.C.
rovesciò la tirannide (da týrannos, “signore”) e per evitarne il ritorno istituì la procedura
dell’ostracismo.
La parola “ostracismo” deriva da òstrakon, cioè i frammenti di ceramica rinvenuti dagli archeologi
ad Atene, sui quali era scritto il nome del cittadino ritenuto nemico degli interessi del popolo.
La procedura dell’ostracismo si svolgeva una volta all’anno, tra gennaio e febbraio, per esiliare un
cittadino ritenuto pericoloso per lo stato per un periodo di dieci anni.
I cittadini ateniesi maschi adulti si riunivano in assemblea (εκκλεσια) per decidere se attivare o
meno la procedura dell’ostracismo.
L’ostracizzato era privato dei diritti politici, ma non di quelli civili (come la proprietà dei suoi
beni) e la sua famiglia non era “disonorata”.
Al suo ritorno, che poteva avvenire, su nuova delibera del popolo, prima della scadenza dei dieci
anni, l’ostracizzato riprendeva con piena dignità il suo posto tra i concittadini.
L’ostracismo fu applicato per la prima volta solo nel 487 a.C., vent’anni dopo la sua istituzione.
Fra il 487 a.C. e il 417 a.C., anno in cui lo si utilizzò per l’ultima volta, colpì un gran numero di
Ateniesi, spesso di primo piano.
Uno dei principali problemi della democrazia ateniese riguardava l’effettiva partecipazione
popolare: infatti erano ben pochi i cittadini che si potevano permettere di dedicare del tempo alla
politica trascurando il loro umile o modesto lavoro.
Perciò, per risolvere questo problema, nel corso del V secolo a.C. Pericle, nel tentativo di
contrastare lo strapotere del suo rivale politico Cimone, introdusse la retribuzione delle cariche
pubbliche: ogni cittadino riceveva per il servizio fornito allo stato l’equivalente di metà della paga
giornaliera di un salariato.
Questa pratica era molto costosa per lo stato, ma esprimeva un principio fondamentale della
democrazia di Atene: la politica ha un costo che bisogna essere disposti a sostenere, se non si
vuole che essa sia fatta solo dai ricchi.
SPARTA
Sparta fu, invece, un’oligarchia, ossia governata da pochi, dove i Greci davano per scontato che
quei pochi fossero anche i migliori (aristocrazia), la polis conservò quasi intatte per la maggior
parte della sua storia le leggi di Licurgo (la Grande Rhetra), esse erano ammirate da tutti i Greci
come simbolo di ordine e armonia.
Le popolazioni della Laconia e della Messenia, le regioni controllate da Sparta, erano divise in tra
categorie:
1. Gli Spartiati (οι Σπαρτιαται), essi erano sia proprietari terrieri, sia i più formidabili e,
prima di Leuttra, temuti opliti di tutta la Grecia
2. I Perieci (οι Περιοικοι), erano abitanti liberi dei villaggi laconici e messeni, erano
prevalentemente artigiani
3. Gli Iloti (οι Ειλωτες), in condizioni di semischiavitù coltivavano la terra degli Spartiati e li
accompagnavano in guerra formando la fanteria leggera
Alla base del governo della polis c’era l’apella, l’assemblea degli Spartiati, che eleggeva per
acclamazione gli Efori e i membri della Gherusia.
● Gli efori (οι εφοροι) erano cinque magistrati che detenevano i poteri principali, essi
presiedevano l’Apella e la Gherusia, avevano anche la possibilità di dichiarare guerra e
infine presiedevano la giustizia.
● L’Apella (η Απελλα) era l’assemblea di tutti gli Spartiati, aveva effettivamente pochi poteri
però eleggeva gli efori e i gheronti.
● La Gherusia (η Γερουσια) comprendeva 28 geronti e i due re, essa stabiliva le leggi e
giudicava i reati di maggior importanza.
● Sparta aveva anche due re, essi si succedevano per via ereditaria, conducevano l’esercito in
guerra, i re appartenevano a due dinastie, gli Agiadi e gli Euripontidi, la presenza di
entrambi permetteva a moderare reciprocamente le proprie mire di potere.
● Infine vi erano gli Armosti (οι Αρμοσται), erano direttamente dipendenti dagli efori e
amministravano i terreni dei Perieci e le guarnigioni di Sparta.
POLITICA ESTERA
Atene era retta da una democrazia e Sparta da un’aristocrazia, esse erano un punto di riferimento
per i rispettivi “partiti” nelle altre poleis, però avevano due comportamenti diversi nei confronti di
queste.
Atene, polis egemone della lega Delio-Attica, imponeva ai suoi alleati la loro democrazia, però
non tutti la preferivano e a volte le si ribellavano per scegliere da sole come governarsi, quindi
Atene inviava guarnigioni stabili nelle poleis ribelli.
Sparta, creatrice della lega Peloponnesiaca, permetteva che i suoi alleati scegliessero come
governarsi, importante esempio è Tebe che rimase sempre democratica.
La lega Delio-Attica era nata dopo la seconda guerra persiana per difendersi da un’altra eventuale
invasione persiana, in questa lega tutte le poleis erano tenute a versare un tributo al tesoro della
lega situato inizialmente a Delo, in seguito Atene ne approfittò per diventare la potenza egemone
del mondo greco, innanzitutto spostò il tesoro ad Atene e cominciò ad usarlo per affari suoi, come
la ricostruzione dell’Acropoli, inoltre cercò di "esportare" la democrazia e la propria influenza
tramite le forze della lega.
Sparta era la polis che aveva proposto e ottenuto la creazione della lega Peloponnesiaca, dove i
suoi alleati dovevano solo accompagnarla in guerra, però Sparta si oppose sempre a tutte le
tirannidi poiché esse abbattevano il potere dell’aristocrazia.
Atene aveva, prima dell’assedio di Siracusa, un’indiscussa potenza navale, ma anche l’esercito era
di una potenza da non dover trascurare, in quanto i cittadini Ateniesi erano circa 30.000 e ognuno
di essi aveva armi e un’armatura oplitica e erano tutti in grado di andare in guerra. A comandare
l’esercito ateniese vi erano 10 strateghi, scelti per elezione dal demos.
In età arcaica Atene sviluppò il commercio marittimo e da qui cominciò a sviluppare la propria
flotta, ma fu soprattutto con la scoperta delle miniere del Laurion e la legge navale del 483 a.C.
proposta da Temistocle che divenne una potenza navale.
Sparta non possedeva una potente flotta, questo fatto era dovuto alla distanza della città dal mare e
al suo poco interesse per il commercio e la colonizzazione, unica ma importante flotta della lega
Peloponnesiaca era quella di Corinto, Sparta aveva invece un formidabile esercito di terra,
soprattutto a causa dell’agoghè degli Spartiati, gli opliti Spartani non furono mai sconfitti in una
battaglia terrestre prima di Leuttra nel 371 aC.. I due re guidavano l’esercito spartano in guerra.
Sparta in età arcaica ebbe una forte politica espansionistica, soprattutto con la conquista della
Messenia (VIII e VII secolo a.C.) e il tentativo di espansione verso il resto del Peloponneso, dopo
aver fallito questa seconda espansione, Sparta decise di limitarsi al possesso della Laconia e della
Messenia e di creare la lega Peloponnesiaca con le altre polis ed ethne della penisola, rimasero
fuori solo l’ethne dell’Acaia e la polis di Argo.