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IL LAVORO ALCHEMICO

Premettiamo che il Lavoro Alchemico dell'uomo su s stesso deve consistere innanzitutto nella purificazione da tutte le emozioni negative che pervadono la sua personalit. La lamentela, l'odio, la rabbia, la gelosia e ogni genere di giudizio e fastidio verso gli altri devono essere scomparsi prima che egli possa avventurarsi nei mondi spirituali. In queste dimensioni superiori l'aspirante viene sottoposto a ogni sorta di attacchi emotivi e mentali da parte delle forze ostili che vi abitano e che egli stesso suscita per risonanza. Solo un perfetto equilibrio di emozioni e pensieri potr renderlo capace di difendersi e di distinguere la realt dalle allucinazioni.

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il ricordo di se ( parte I )
...In quel periodo avevo cominciato a leggere i libri di Gurdjieff e Ouspensky. Un giorno stavo dialogando con un mio amico, quando a un certo punto vidi che era addormentato. Mi parlava con veemenza dei fatti del giorno, ma non era sveglio. "Qualcosa" parlava al suo posto mentre lui dormiva. Ne provai orrore. Quello era il mio migliore amico... avevamo vissuto insieme momenti belli e brutti per anni. Ci significava che anche io ero in quello stato. In quell'istante decisi che avrei dedicato il resto della mia vita a cercare di svegliarmi. Non c' altro modo per sfuggire alla morte, all'infuori del ricordo di s. Robert Earl Burton

introduzione al ricordo di s
Entriamo nel vivo dei processi alchemici atti a trasmutare luomo in qualcosa di splendidamente superiore. Affrontiamo quindi per la prima volta anche il concetto di risveglio dellessere umano. Il primo passo verso lacquisizione della liberazione e dellimmortalit consiste in un accurato lavoro di risveglio ; lindividuo deve cio rendersi pienamente conto che allo stato attuale sta dormendo. Quando ci destiamo al mattino in realt non ci svegliamo, ma passiamo da uno stato di sogno a un altro: il sonno verticale; un sonno, cio, che permette la posizione verticale, il movimento, il parlare, lo studiare... purtuttavia ancora ben lungi dall'essere un reale stato di veglia. Si tratta di una condizione di perpetuo rintronamento nella quale non si pensa, ma si pensati, non si provano
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emozioni, ma si da esse trascinati, non si gestisce il proprio corpo, ma si subisce la sua fisiologia. Se vogliamo lavorare per evadere dalla prigione imperativo innanzitutto che sappiamo di essere all'interno di una prigione. Il pi grande ostacolo al risveglio che l'uomo pensa di essere gi cosciente e pienamente libero! Per avere la certezza di essere in uno stato di prigionia necessario vederlo con i propri occhi e, magari, rimanerne scioccati. L'ideale sarebbe riuscire a SENTIRE EMOTIVAMENTE l'addormentamento. Questo fornisce l'energia occorrente per iniziare a lavorare su di s. I seguenti esercizi si basano sul ricordo di s . Lo sforzo di ricordarci di noi stessi nell'arco della giornata ci permette di vedere come siamo fatti e in quale stato viviamo tutti i giorni; serve a farci comprendere che durante il giorno "dormiamo" e di conseguenza non siamo mai coscienti di noi. Viviamo dentro unallucinazione; non vediamo la realt e non possediamo alcun potere occulto in grado di modificarla semplicemente perch dormiamo. Il "ricordo di noi stessi" ci permette di evitare di lasciar scorrere nell'inconsapevolezza la nostra esistenza quotidiana, portando alla luce anche le zone pi nascoste di noi. Cosa il ricordo di s ? Non lo si pu spiegare a parole: lo si capisce facendo gli esercizi. Come vedremo pi avanti, si tratta di essere presenti qui-e-ora almeno in corrispondenza di determinate occasioni che vengono stabilite a priori. Un uomo risvegliato un uomo che si ricorda di s sempre, un uomo che sempre presente qui-e-ora per ventiquattro ore al giorno... anche nel sonno. Il ricordo di s infatti un livello di coscienza superiore che si pu raggiungere solo sforzandosi di ricordarsi di s! L'errore principale della filosofia e della psicologia moderna risiede nell'aver ignorato un quarto stato di coscienza oltre i tre gi noti all'uomo ordinario. Gli stati di norma conosciuti sono: sonno verticale (quello ritenuto a torto il normale stato di veglia dell'uomo), sonno profondo, sogno. Nessuna psicologia e nessuna filosofia sono proponibili se non si considera la possibilit nell'uomo di un quarto stato: lo stato di ricordo di s, che poi il reale stato di veglia. Il ricordo di s - il 'terribile segreto' dell'Ars Regia che tutti gli alchimisti si sono preoccupati di tenere occulto nei loro scritti: il regime , l' agente universale , il fuoco lento a cui la materia deve essere sottoposta per ottenere una trasformazione. Premettiamo che l'effettivo stato di ricordo di s uno stato EMOTIVO SUPERIORE, non un fenomeno intellettuale. Quando nel corso della presente trattazione ci riferiremo al ricordo di s, ci staremo in realt riferendo ai nostri tentativi di ricordarci di noi, cio all'unico stato attualmente possibile per il neofita: uno stato ancora principalmente mentale, in cui ci si sforza di essere presenti per ricordarsi di s. Con l'espressione ricordo di s intendiamo quindi riferirci allo sforzo di ottenere questo stato, e non allo stato stesso. Attraverso gli sforzi ripetuti sar per possibile attivare il 'centro emotivo superiore' ( il Cuore ) e quindi entrare nel reale ricordo di s... e questo il nostro scopo. Attraverso lo sforzo di ricordarci di noi tocchiamo con mano la totale assenza di Volont che ci contraddistingue... ma non dobbiamo abbatterci a causa dei pessimi risultati. Il nostro lavoro consiste nello sforzarci ogni giorno di riuscire, non nell'ottenere un risultato, il risultato non interessa minimamente i nostri scopi. Il ricordo di s il fenomeno pi importante della Magia, dell'Alchimia e dellesoterismo in genere. Compreso questo, luomo possiede la chiave per farsi progressivamente strada in altri stati di coscienza e acquisire nuovi poteri. Il ricordo di s costruisce il corpo astrale , o corpo lunare , che permette la sopravvivenza dopo la morte, e anche il corpo di gloria , cio l'anima dell'individuo, che permette l'immmortalit assoluta. Sono due livelli iniziatici successivi. L'unico modo che abbiamo per capire cosa il ricordo di s fare degli esercizi; esso non pu essere
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compreso attraverso una spiegazione intellettuale come un qualunque altro concetto. Si pu conoscere la meccanicit solo cercando di contrastarla: se noi siamo nati in catene, se siamo nati in una prigione, fino a quando non proviamo a uscire e ci accorgiamo che difficilissimo, non abbiamo alcuno strumento per capire di essere nati dentro un carcere. Fino a quando stiamo zitti e buoni dentro la nostra prigione tutto fila liscio, solo quando tentiamo di superare il muro perimetrale, e non ci riusciamo, comprendiamo che non siamo liberi e non lo siamo mai stati. Attraverso il persistente sforzo teso al ricordo di s si produce una trasmutazione alchemica che consente di costruire i "corpi sottili" e di trasferire in essi la nostra coscienza. Tali corpi sopravvivono alla morte del nostro corpo fisico. Stiamo quindi parlando di sopravvivenza alla morte e successivamente di immortalit assoluta . Il nostro obiettivo consiste nel lavorare alla fabbricazione dei "corpi sottili", e al trasferimento della coscienza dalla mente al Cuore, dove risiede il nostro vero S. Ci si ottiene grazie ai ripetuti sforzi tesi verso il ricordo di s, il controllo dell'immaginazione negativa, la trasmutazione delle emozioni negative in emozioni superiori (le emozioni del Cuore) e il lavoro con l'energia sessuale. Tuttavia bene sottolineare che praticando tali metodi non ci stiamo limitando ad agire soltanto per il corpo di gloria , poich stiamo anche lavorando alla fissazione dei corpi "inferiori": l' astrale (o emotivo) e il mentale , che nell'uomo ordinario non sono interamente sviluppati. Del corpo mentale si parla poco e anche io non mi soffermer sulla costruzione di tale corpo, ma bene si sappia che esiste questo passaggio intermedio fra il corpo astrale e il corpo dell'anima. La fissazione completa di tali corpi consente di ottenere poteri sovranormali.

la pratica del ricordo di s


1 -- Si tratta di ricordarsi di s pi a lungo che si pu durante lo svolgimento di un'azione prolungata nel tempo. Un esercizio classico il ricordo di s mentre -- laviamo i piatti; ma le varianti possono essere molte: -- spazziamo il pavimento, -- scendiamo le scale, -- ci laviamo i denti, -- ci facciamo la barba, -- ci depiliamo, -- mangiamo un panino, -- facciamo la doccia, oppure nel tragitto fra lautomobile parcheggiata e il posto di lavoro, o fra casa nostra e la fermata dellautobus... Ogni attivit che abbia una durata non eccessiva pu essere utilizzata come esercizio. Si tratta di fermare il lavoro della mente, il "dialogo interno" della mente, tutte le volte che ci ricordiamo, e sforzarci poi di rimanere presenti pi a lungo possibile prima di ricadere nell'identificazione con i pensieri e le immagini mentali. Dobbiamo concentrarci su quello che stiamo facendo rimanendo coscienti di noi, senza vagare con il pensiero. Non dobbiamo lasciare che il corpo fisico esegua il lavoro da solo meccanicamente, dobbiamo accompagnare la sua attivit con la nostra presenza qui-e-ora. Il corpo fisico sa lavare benissimo i piatti anche se intanto la mente pensa all'ultimo film che ha visto, ma lo scopo dell'esercizio che TUTTO L'ESSERE lavi i piatti, non solo un corpo; dobbiamo rimanere pienamente coscienti di ci che facciamo come se il corpo senza il nostro aiuto cosciente non potesse farlo. Mentre il corpo lava i piatti la mente deve essere l con lui, e non vagare per associazioni di pensiero come abituata a fare. Per esempio, ricordiamoci di noi mentre ci spogliamo e ci svegliamo. Che sia la mattina prima di andare al lavoro, la sera quando torniamo, poco prima di andare a letto nell'indossare il piagiama, quando ci troviamo nello spogliatoio della palestra o della piscina... dobbiamo restare "presenti a
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noi stessi" metnre ci infiliamo o ci togliamo i vestiti, cio completamente presenti a quello che stiamo facendo, senza farci distrarre da altri pensieri o da persone che richiamano la nostra attenzione. All'inzio pu essere utile ripetersi: "Mi sto infilando i pantaloni... e sono presente... mi sto ricordando di me... non sono distratto da altro...". Negli istanti in cui riusciamo a essere presenti sappiamo gi che a breve ripiomberemo nel sonno. Ogni momento di presenza una conquista. Mentre laviamo i piatti o ci spogliamo a tratti siamo presenti e a tratti ci identifichiamo con il contenuto della mente sognando a occhi aperti, immaginando situazioni e dialoghi assortiti... ma per ora siamo schiavi e non possiamo evitarlo, non abbiamo sufficiente Volont per evitarlo, possiamo solo sforzarci di "tornare in noi" appena ce ne ricordiamo e prolungare questo stato di presenza finch ci possibile. Noteremo presto che questi esercizi sono quindi un continuo andare e venire da uno stato di presenza a uno di assenza. Una continua lotta per rimanere desti. E la lotta contro la meccanicit ci che ci serve per provocare la cottura alchemica delle sostanze che vanno a formare i nostri "corpi sottili". Nei primi tempi sarebbe bene non mischiare i differenti esercizi: meglio concentrarsi per unintera settimana su un unico esercizio e poi cambiare. Sette giorni il periodo ideale. Dopo sette settimane si conclude un ciclo e se ne pu cominciare uno successivo, mantenendo gli stessi esercizi oppure sostituendone qualcuno. L'attenzione divisa. Praticando gli esercizi ci si accorge che il ricordo di s implica il verificarsi di un particolare fenomeno detto attenzione divisa , cio la capacit di prestare attenzione a ci che si sta facendo e contemporaneamente a se stessi. L'attenzione prende cos due direzioni: una verso l'esterno e una verso l'interno. Nel corso della vita normale invece l'attenzione monodirezionale, cio la coscienza interamente persa nell'evento esterno. Se una persona ci sta parlando noi siamo concentrati su di lei, la nostra coscienza interamente PERSA in lei, annullata nell'avvenimento esterno. Quando ci si sforza di rimanere presenti ci si accorge che possibile parlare con una persona prestando attenzione a quanto dice, e contemporaneamente ricordarsi di s, cio essere presenti a se stessi. Si pu cio tenere una parte dell'attenzione sempre rivolta verso l'interno. Questo sforzo fa s che dentro di noi si strutturi il corpo dell'anima - e che la nostra coscienza divenga perci immortale - e che il nostro centro di consapevolezza si sposti in esso. Accade che noi diveniamo progressivamente l'entit che osserva lapparato psicofisico al lavoro, e non si identifica pi interamente con esso, non si annulla pi in esso. Questa entit la coscienza extracerebrale, ci che in oriente viene definito il testimone , l'osservatore imparziale. Il nostro disidentificarci dalla macchina biologica, il rimanere presenti come osservatori mentre il corpo e la mente fanno qualcosa, fa s che creiamo nuovi "corpi sottili" da abitare e simultaneamente ci identifichiamo con essi, cio spostiamo la nostra coscienza in essi. I due processi vanno di pari passo. Se mentre camminiamo per strada ci proponiamo fermamente di rimanere svegli fino allincrocio successivo, ma dopo qualche minuto sorprendiamo la nostra mente a fantasticare sopra gli argomenti pi svariati, allora ancora una volta ci siamo dimenticati di noi... ci siamo addormentati. Non abbiamo il controllo della nostra mente! Non abbiamo il controllo delle nostre emozioni! Non viviamo la vita che scegliamo noi, ma solo quella della nostra macchina biologica. A questo punto lassenza di libero arbitrio diviene per noi un fatto indubitabile. Non dobbiamo affidarci alle teorie di qualche filosofo per decidere se luomo possiede oppure no una libera Volont. Lo possiamo sperimentare sulla nostra pelle! Ma fino a quando non vengono attuate nella pratica, queste rimangono solo parole prive di utilit! Questo sito non un ricettacolo di teorie esoteriche, ma un costante richiamo a lavorare su di s!
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2 -- Questa seconda categoria di esercizi molto differente dalla precedente: non si tratta infatti di ricordarsi di s per un periodo prolungato (mentre laviamo i piatti o mentre camminiamo per strada), bens di ricordarsi di s in corrispondenza di azioni distribuite lungo la giornata, e che possono anche giungere all'improvviso (non possiamo infatti sapere quando squiller il telefono o quando qualcuno ci rivolger la parola). Una mattina ci alziamo e prendiamo una decisione risoluta: "Oggi, mentre sono in ufficio, voglio ricordarmi di me tutte le volte che giro la maniglia di una porta per aprirla". Questo significa che ogni volta in cui stiamo aprendo una porta dobbiamo essere presenti e pensare: "Ecco, sono presente, sono cosciente di stare aprendo questa porta". Tornati a casa, oppure alla sera prima di andare a dormire, analizziamo la giornata e verifichiamo quante volte siamo riusciti a ricordarci di noi aprendo una porta. Se aprendo una porta non ci siamo mai fermati a pensare: "Ecco, ora ci sono, sono presente, sto aprendo la porta", allora non ci siamo mai ricordati di noi. Abbiamo aperto le porte nell'inconsapevolezza pi totale, cio nello stesso stato di sonno in cui abbiamo compiuto tutte le altre azioni nel corso della giornata. Aprire le porte con consapevolezza rappresenta un esercizio efficace perch ci si costringe a restare presenti in un momento in cui difficile esserlo, in quanto stiamo passando da un ambiente a un altro. Questo solo un esempio e le varianti adottabili sono molteplici. Possiamo fare sforzi per ricordarci di noi tutte le volte che: -- apriamo la portiera di un'auto per salire o scendere, -- saliamo o scendiamo da un autobus, -- ci alziamo da una sedia o ci sediamo, -- squilla un telefono (sia nostro che di altri), -- portiamo il bicchiere alla bocca per bere qualcosa, -- azioniamo la freccia alla guida dell'auto, ...e cos via. Anche per questa pratica vale la regola dei sette giorni e delle sette settimane. I due diversi generi di esercizi possono essere alternati di settimana in settimana, in modo che dopo quattordici settimane abbiamo completato un ciclo di sette esercizi diversi per ognuno dei due tipi. Le varianti possiamo anche inventarle noi: scegliamo una qualunque azione e ci imponiamo di ricordarci di noi tutte le volte che la svolgiamo, tenendo conto del fatto che l'esercizio serve solo fino a quando ci costringe a compiere uno sforzo; quando ci abituiamo perde la sua efficacia e si deve passare a un altro. All'inizio probabilmente non ci ricorderemo mai, o addirittura non ci ricorderemo nemmeno di analizzare la giornata alla sera per verificare se qualche volta siamo stati presenti durante il giorno. Ma se tutte le mattine per giorni e giorni ci riproponiamo di farlo, la situazione presto migliorer. E' importante ribadire che un uomo risvegliato vive permanentemente in quello stato di ricordo di s che noi fatichiamo a riprodurre solo per qualche istante nella nostra giornata, mentre stiamo mangiando o nel momento in cui squilla un telefono. Essere svegli significa, tra le altre cose, anche questo: ricordarsi continuamente di essere presenti. Non facciamo esercizi per ottenere risultati, i risultati non contano nulla, il risveglio non altro che un costante TENDERE VERSO il risveglio, pertanto il nostro obiettivo restare sempre in uno stato di sforzo verso il risveglio, e non raggiungere il traguardo di ricordarci di noi, n un qualunque altro traguardo. La trasmutazione alchemica si produce a causa dello sforzo, non del risultato. Il lavoro alchemico un salto nel vuoto, l'accettazione della propria eternit. Ma a questo stadio difficile comprendere tale affermazione. continua...

il ricordo di se ( parte II )
Ricordati di te stesso, idiota! (Gurdjieff, nascosto dietro le quinte, a Orage che sta parlando sul palco) Se non possiamo controllare la macchina, siamo la macchina. Robert Earl Burton

esercizi di ricordo di s pi avanzati


Dopo aver acquisito dimestichezza con gli esercizi precedenti, si possono fare tentativi con esercizi che richiedono maggiore impegno. Ad esempio, molti trovano pi difficile ricordarsi di s quando sono in compagnia di altre persone. Fino a quando svolgono gli esercizi in solitudine riescono a mantenere una sufficiente concentrazione su se stessi, ma nel momento in cui devono prestare attenzione a ci che fa o dice un'altra persona piombano nel sonno pi completo. Facciamo un esempio. Quando laviamo i piatti di norma non occorre un notevole grado di concentrazione, questa infatti un'attivit prevalentemente meccanica, il corpo la compie quasi da solo, tanto che la maggior parte del tempo possiamo permetterci di pensare a tutt'altro fantasticando con la mente. Un po' come accade quando si guida su un'autostrada senza traffico: si pu pensare ad altro o parlare con il passeggero, eppure la parte pi meccanica del nostro cervello continua a guidare senza problemi. Se vogliamo svolgere l'esercizio di ricordo di s mentre stiamo lavando i piatti dobbiamo portare l'attenzione su di noi oltre che sulle consuete azioni necessarie a lavare i piatti ( attenzione divisa ). Dal momento che tali azioni non ci impegnano mentalmente o emotivamente, ma solo fisicamente, l'esercizio risulter relativamente - relativamente alla dimestichezza che abbiamo acquisito con tali esercizi - semplice. Dovremo infatti impiegare molte energie per dirigere l'attenzione verso l'interno, ma relativamente poche per fare s che il nostro corpo continui a lavare i piatti. Se invece stiamo ascoltando una persona che parla siamo molto impegnati a livello mentale, e spesso lo siamo anche a livello emotivo. Se poi siamo noi a parlare, l'impegno totale. In tali frangenti dividere l'attenzione fra esterno e interno diventa complesso. Sar sufficiente provare per accorgersi di quanto sia difficile. Se mentre il nostro interlocutore parla noi ci sforziamo di ricordarci di noi, inevitabilmente perdiamo alcuni frammenti del suo discorso. Se la paura di perdere parte di ci che sta dicendo l'altro molta, saremo costretti a smettere di fare sforzi per il ricordo e farci assorbire completamente da ci che dice ( identificarci ). L'unico modo per migliorare consiste nel provare e riprovare instancabilmente, magari cominciando con i dialoghi al telefono - in quanto la presenza fisica dell'interlocutore fonte di ulteriore disturbo per il ricordo di s. Se possiamo guardare in faccia l'altra persona, e lei pu guardare noi, siamo molto pi coinvolti e identificati con la situazione che si sta svolgendo, mentre al telefono il numero di sensi interessati all'esperienza minore. Provando ci accorgeremo che nel momento in cui la mente deve comprendere il significato delle parole dell'altro, o deve pensare alla risposta da dare, perde la capacit ricordarsi di s: o fa una cosa, o fa l'altra. Non siamo abituati a dividere l'attenzione perch siamo sempre vissuti
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nell'identificazione completa con la nostra mente. Nessuno ci ha mai detto che possiamo essere un'"entit esterna" che osserva la mente al lavoro. Riusciamo a osservare il corpo che lava i piatti, ma ci difficile osservare la mente mentre compie un ragionamento. Nell'istante in cui la mente deve rispondere, la nostra coscienza, che magari fino a un attimo prima era riuscita a restare presente, e quindi divisa, si riidentifica al cento per cento con la mente pensante. Questo dovuto al fatto che noi possediamo ancora uno scarso controllo sulla nostra mente e sulle nostre emozioni, mentre ne abbiamo uno molto maggiore sul corpo fisico. Controllo e identificazione sono inversamente proporzionali: meno siamo identificati - cio meno siamo coinvolti - con qualcosa, pi ne abbiamo il controllo. Un buon esercizio in preparazione al ricordo di s in compagnia di altre persone pu essere svolto mentre si guarda la televisione. In questo caso si meno coinvolti perch ci si esercita in solitudine, ma allo stesso tempo si lavora sulla disidentificazione dalla mente, cio sul ricordarsi di s mentre la mente segue i dialoghi di un film o di una qualsiasi trasmissione. All'inizio non semplice nemmeno questo, ma in ogni caso preferibile cominciare a compiere questo genere di sforzi davanti alla tv, uno strumento con il quale non dobbiamo interagire in maniera attiva, che buttarsi subito nel mezzo di una conversazione dove il coinvolgimento decisamente maggiore e il ricordo di s diviene un'impresa titanica. Altra possibilit quella di sforzarsi di ricordarsi di s mentre si legge. Ci si accorger presto che nei momenti in cui si porta l'attenzione verso l'interno si perde il significato di ci che si sta leggendo. Pi precisamente: una parte di noi ancora capace di svolgere una funzione automatica di lettura, ma la mente che deve comprendere il significato non riesce a lavorare in due direzioni contemporaneamente: o si ricorda di s, o afferra il significato. E' consigliabile esercitarsi inizialmente con letture poco impegnative dal punto di vista del significato. Ricordarsi di s ogni volta che si inizia a parlare a qualcuno costituisce un altro buon esercizio. Appartiene alla categoria degli esercizi "istantanei". Il momento in cui parleremo ci coglier sempre di sorpresa. Sul lavoro qualcuno ci far una domanda e la risposta uscir da noi meccanicamente. Solo al termine della conversazione ci accorgeremo di non esserci ricordati di noi quando abbiamo pronunciato le prime parole. Risulta interessante analizzare cosa accade in questo caso. Per esempio, decidiamo fermamente che ci ricorderemo di noi tutte le volte che rivolgeremo la parola a qualcuno durante le prossime tre ore. Non dobbiamo ricordarci di noi durante l'intera conversazione, il che costituirebbe gi il passo successivo, ma solo al momento di pronunciare le prime parole. Nonostante il nostro fermo proposito, quando qualcuno ci interpeller, le parole usciranno dalla nostra bocca come se fossero attirate dalle parole del nostro interlocutore, come se fossero una conseguenza inevitabile delle sue parole. Ci dimostra che la nostra risposta in realt non mai pensata, ma solo frutto di una reazione meccanica alla domanda dell'altro, o all'evento che abbiamo commentato. Il nostro parlare sempre una reazione meccanica all'avvenimento esterno, perch noi, come coscienza, veniamo bypassati dalla nostra mente. La coscienza osservatrice ( il testimone ) e la mente razionale sono due cose completamente diverse. Non riusciamo a frenare la reazione meccanica della nostra mente, non ci ricordiamo nemmeno di farlo, perch il nostro parlare un meccanismo che funziona nello stesso modo da decenni, e tutti intorno a noi ne sono ugualmente schiavi, pertanto non abbiamo un valido metro di paragone. Notiamo un evento esterno e reagiamo meccanicamente, pensando o parlando senza aver realmente pensato in maniera cosciente, cio con tutto il nostro essere in stato di presenza. Possiamo veramente accorgerci che i nostri pensieri e le nostre parole sono meccanici - cio
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reazioni meccaniche a stimoli sensoriali esterni solo quando proviamo a fermarli coscientemente per mezzo di tali esercizi. Altrimenti questa rimane una teoria come tante. Le conseguenze del parlare in stato di sonno anzich in stato di ricordo di s sono sotto i nostri occhi tutti i giorni: i rapporti sociali su questo pianeta sono semplicemente disastrosi; e si va dal rapporto di coppia ai rapporti internazionali fra gli Stati. Un altro buon esercizio consiste nel pensare "Io sono" non meno di una volta ogni ora, per tutto il giorno. Questo serve a permeare di ricordo di s lintera giornata. Sarebbe meglio accompagnare il pensiero con un'inspirazione (pensando "Io") e un'espirazione (pensando "sono"). Ricordarsi di s ogni volta che si pronuncia la parola "Io" costituisce un esercizio molto avanzato e difficile da mettere in pratica. Purtuttavia a un certo grado del cammino sar possibile eseguirlo e la sua efficacia assicurata. Anche mentre si mangia ci si pu ricordare di s. Lesercizio consiste nel rimanere presenti dal momento in cui si porta il cibo alla bocca a quando si inghiotte il boccone. Portare la propria attenzione sulla masticazione condiziona in maniera notevole lassimilazione delle sostanze nutritive da parte dellorganismo; la presenza fa s che cogliamo con maggiore profondit i sapori, estraiamo molta pi energia dagli alimenti e di conseguenza percepiamo molto prima il senso di saziet. Ricordarsi di s mentre si mangia spesso risulta difficoltoso per la presenza di altre persone che ci rivolgono la parola. In tal caso la buona regola di non parlare con la bocca piena pu venirci in aiuto per consentirci di svolgere il nostro esercizio prima di dover rispondere a qualcuno. Un contributo al ricordo di s viene dato dallo sforzo di compiere delle semplici operazioni invertendo il lato con cui si compie lazione. Per esempio, possiamo sforzarci di mangiare per una settimana con la mano sinistra invece che con la destra (o viceversa per chi mancino) portando il cibo alla bocca con la mano sinistra e tagliando il pane con la mano sinistra. Lavarsi i denti, farsi la barba o depilarsi con la sinistra un altro buon metodo per costringersi a rimanere presenti durante queste attivit. All'interno di una scuola esoterica possibile esercitarsi fra allievi, e questa in effetti la soluzione migliore. Risulta infatti pi semplice ricordarsi di s mentre si ascolta o si parla con qualcuno che sappiamo si sta a sua volta sforzando di ricordarsi di s. Questo permette di acquisire una certa sicurezza 'in famiglia', e sar poi meno complicato fare sforzi quando ci si sposta all'esterno della scuola.

concentrare lo sforzo
Una importante raccomandazione necessaria: concentrare tutto lo sforzo durante il tempo che si deciso di dedicare all'esercizio e non cercare di ricordarsi di s anche al di fuori di questo tempo. Per quanto riguarda la prima serie di esercizi, se ad esempio decidiamo di ricordarci di noi tutte le volte che ci alziamo da una sedia, dobbiamo decidere in anticipo per quanto tempo fare sforzi in questa direzione. Possiamo farlo per tutta la mattina, o durante le ore di lavoro in ufficio, o solo nel percorso dall'ufficio a casa, o esclusivamente dal momento in cui varchiamo la soglia di casa fino all'ora di cena, oppure possiamo decidere di fare sforzi per le prossime due ore indipendentemente da dove ci troveremo. E' importante stabilire un limite di inizio e fine. Non di alcuna utilit fare sforzi indiscriminati per tutto il giorno, perch si perde in capacit di concentrazione e l'esercizio non risulta altrettanto efficace. A meno che non si stiano praticando esercizi che per la loro natura richiedono un'estensione illimitata (ad es. l'esercizio dell'"Io sono"). Dobbiamo avere molta pazienza e
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procedere per gradi, non dobbiamo farci prendere dall'ansia di voler fare tutto subito. Questa risulta a lungo andare la tecnica migliore per svegliarsi. Sono consigli che nascono dalla mia esperienza diretta. Per quanto concerne gli esercizi di "ricordo di s prolungato" vale lo stesso principio. Se decidiamo di ricordarci di noi mentre spazziamo il pavimento non dobbiamo fare alcun tentativo n prima n dopo. Se decidiamo di farlo per il tempo in cui viaggiamo sull'autobus, dal momento in cui scendiamo dobbiamo interrompere gli sforzi. Tuttavia nel breve tempo in cui decidiamo di concentrare gli sforzi tutta la nostra energia deve essere veicolata in quel tentativo. Se decidiamo di compiere sforzi per due ore, dobbiamo considerare quelle due ore come le ultime due ore della nostra vita. Sprecheremmo le nostre ultime due ore di vita per vagare con l'immaginazione da un pensiero all'altro senza alcuno scopo? Qualunque cosa succeda in quelle due ore noi ci ricorderemo di noi stessi! Questo deve essere l'atteggiamento. Sforzi prolungati per troppe ore lungo la giornata non portano a nulla. Sforzi concentrati ma potenti portano inevitabilmente al risveglio. Approdare a un nuovo stato di coscienza significa anche entrare consapevolmente in una nuova dimensione: la quarta dimensione. Questa dimensione stata esaurientemente descritta da poeti, scrittori e chiaroveggenti, e la letteratura in merito vasta (si vedano Arthur E. Powell e P.D. Ouspensky fra tutti). Penetrare in questa dimensione come conquistare una fortezza nemica: dobbiamo organizzare dei raid mirati e potenti. Non possiamo combattere tutto il giorno con tutte le nostre truppe, perch ci esporremmo eccessivamente al fuoco nemico e dopo una settimana saremmo esausti. Attacchi di poche ore, ma portati regolarmente tutti i giorni, prima o poi ci consentiranno inevitabilmente di aprire una breccia nel muro nemico. Una volta aperta una breccia nella quarta dimensione, sar pi semplice penetrarvi le volte successive. continua... _________________

il ricordo di se ( parte III )


Ricorda te stesso sempre e dovunque. Il ricordo di s produce precisi mutamenti chimici che provocano la comparsa dell'essenza dell'essere umano. P.D. Ouspensky L'attenzione divisa non produce risultati immediati e i centri superiori non possono sopraggiungere senza lo sforzo perseverante di molti anni. Svegliarsi difficile, ma pu essere fatto. E' impossibile svegliarsi senza dedicarsi totalmente alla propria evoluzione. Si in errore se si pensa che siano sufficienti delle mezze misure. Robert Earl Burton

vedere il sonno
Un risultato importante che si ottiene dagli esercizi di ricordo quello di toccare con mano il proprio stato ipnotico. Possiamo comprendere che se siamo svegli solo nei momenti in cui ci sforziamo di ricordarcelo, allora dormiamo e viviamo come burattini per tutto il resto della giornata. Prendiamo decisioni nel sonno, lavoriamo nel sonno, studiamo nel sonno, facciamo l'amore nel sonno, intratteniamo i rapporti umani nel sonno. Praticando gli esercizi, dopo un po di tempo, ci ricorderemo di noi - cio saremo coscientemente presenti - anche al di fuori dei momenti stabiliti per l'esercizio. Magari camminando per strada improvvisamente ci ricorderemo di noi ("Ecco, sono presente, cammino e mi ricordo di me, non sto vagando fra i pensieri come al solito"), senza averlo prestabilito e senza aver fatto uno sforzo. In tal caso potremo approfittare della situazione mantenendo quello stato di presenza pi a lungo possibile prima di ricadere nel sonno, ma, come detto in precedenza, non si devono fare sforzi al di fuori dello spazio riservato agli esercizi. Nei momenti di ricordo, osservandoci con attenzione, possiamo cogliere la differenza fra lo stato di coscienza in cui ci ricordiamo di noi e lo stato in cui eravamo un attimo prima, quando non ci ricordavamo e stavamo dormendo. E' indispensabile portare avanti questo lavoro sul cogliere la differenza fra i due stati di coscienza. Dovremmo farlo ogni volta che ci possibile, ossia ogni volta che ce ne ricordiamo. Se stiamo scendendo dall'autobus e ci ricordiamo di noi per un istante, se riusciamo cio a essere presenti e non compiamo nel sonno quell'azione ("Ecco, ci sono, sono presente e sto scendendo dall'autobus"), possiamo sforzarci di prolungare questo stato cogliendo la differenza tra come siamo adesso e come eravamo qualche minuto prima sull'autobus: "Cosa facevo? A cosa ho pensato per tutto il tempo del viaggio? Se io sono presente solo ora, allora chi pensava e chi compiva le azioni al mio posto fino a poco prima? Nel sonno avrei potuto picchiare qualcuno reagendo a un'offesa, avrei potuto decidere di cambiare lavoro, o avrei potuto invaghirmi di una persona e risolvermi in seguito di sposarla." Vivere nel sonno pericoloso, ma lo si pu comprendere solo a un certo grado di risveglio. L'uomo comune, che non ha mai provato a svegliarsi, non puo essere cosciente del pericolo derivante dal trascorrere la propria vita nel sonno. D'altronde le cronache quotidiane illustrano in maniera soddisfacente le conseguenze della vita nel sonno. Siamo sonnambuli che camminano dormendo sul cornicione di un palazzo a venti metri da terra! Finch dormiamo sembra che vada tutto bene. Se, ad esempio, mentre mangiamo un panino proviamo a fare l'esercizio di ricordo di s, possiamo confrontare i momenti in cui siamo coscienti delle azioni che compiamo con quelli in cui invece mangiamo pensando a tutt'altro, e quindi in effetti non mangiamo nel vero senso del termine, perch il nostro corpo fisico mangia meccanicamente senza che noi ne siamo coscienti ("Adesso mangio e sono presente, porto il panino alla bocca e lo mordo, e ne sono cosciente. Ma un attimo prima dove ero mentre mangiavo? Perch la mia autocoscienza non era qui con me?"). Il risveglio consiste nello sforzo di ricordarsi di s e nel successivo confronto fra i momenti di ricordo, di effettiva presenza, e i momenti precedenti di sonno, di assenza. Se riusciamo a sentire dentro di noi in modo EMOTIVO questa sottile ma enorme differenza allora abbiamo compreso la differenza fra un essere umano che dorme e un essere umano che cerca di svegliarsi. Questo significa toccare con mano il proprio stato ipnotico, e sovente qualcuno ne rimane sconvolto.

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volont [thelema]
Il secondo scopo degli esercizi sviluppare un ottimo grado di forza di Volont - in greco Thelema, come viene definita negli insegnamenti di Aleister Crowley - indispensabile in tutti gli aspetti del lavoro su di s. Quando lavoriamo sull'immaginazione negativa (il "dialogo interno" della nostra mente) e sulle emozioni negative, possiamo sfruttare la Volont costruita grazie al ricordo di s. Rammentiamo che l'uomo addormentato non possiede vera forza di Volont, egli fa ci che la vita gli permette di fare; questo pu anche consentirgli di divenire casualmente un uomo colto e di successo, ma non di acquisire un reale potere sugli eventi circostanti. Il fatto che dobbiamo compiere degli sforzi immani per combattere la meccanicit dei nostri atti e ricordarci di noi, la dimostrazione di questa nostra incapacit di volere. Pensiamo di essere liberi di volere perch decidiamo cosa ordinare al ristorante, mentre in realt non decidiamo nemmeno quello, i nostri meccanismi inconsci decidono, e loro decidono in base alle informazioni presenti nellambiente. Fingiamo di volere, mentre ci lasciamo trascinare da forze pi grandi di noi. La forza di Volont non altro che la capacit di utilizzare l'energia. Gli esercizi sul ricordo aumentano la nostra capacit di disporre dell'energia. Quando cominciamo a svolgere questi esercizi per noi un giorno storico, sacro, perch per la prima volta opponiamo resistenza cosciente alla meccanicit che ci ha sovrastati durante tutta la nostra vita. Per la prima volta ci sforziamo di decidere qualcosa: "Voglio essere io a stabilire cosa pensare e quando pensarlo, voglio decidere io se arrabbiarmi o no, se avere paura o no. Non voglio pi essere schiavo". Un uomo nuovo sta nascendo in noi e ora vuole essere padrone in casa sua. Dobbiamo diventare degli specialisti del ricordo di s. Ci sono persone brave a giocare a scacchi, altre brave in uno sport, altre ancora nel cucinare dolci o suonare uno strumento, e alcune sanno fare molto bene il loro particolare lavoro... noi siamo specializzati nel ricordo di noi stessi. Ci accorgeremo presto che ogni altra questione di minore importanza. Non importa che lavoro facciamo per mantenerci, la nostra specializzazione deve diventare il ricordo di noi stessi. Questa la nostra preoccupazione pi grande: svegliarci. E solo se questa attivit diviene il nostro centro di gravit permanente per anni, allora possiamo sperare di svegliarci. Avere un lavoro o essere disoccupati non di alcuna importanza se non si svegli. Avere un partner o essere single non fa differenza finch si dorme. Nel sonno tutto uguale. Ogni singolo sforzo compiuto nel tentativo di svegliarsi provoca una TRASMUTAZIONE ALCHEMICA: durante questi tentativi di ricordo di s si viene a creare un notevole attrito fra l'abitudine meccanica della nostra esistenza e il nostro voler diventare coscienti. Questo attrito genera un fuoco , e questo Fuoco agisce sui nostri atomi per creare nuovi elementi pi sottili che costituiranno i "corpi superiori", compreso il corpo dell'anima o corpo di gloria . Tale trasmutazione coinvolge anche lo sviluppo dei corpi emotivo (astrale) e mentale, con la conseguente acquisizione di siddhi, i poteri inerenti il mago: capacit di viaggiare in astrale, materializzare e smaterializzare oggetti, invocare ed evocare entit presenti sul piano astrale e sui piani pi alti. Quel punto di luce che l'anima comincia ad aggregare gli atomi per costruire il suo nuovo corpo e il nostro centro di consapevolezza inizia a spostarsi in quella direzione, il nostro Cuore comincia ad aprirsi. Il primo giorno in cui compiamo sforzi qualcosa cambia per sempre in noi. Ovviamente, se gli sforzi si limiteranno a pochi mesi di tempo e non proseguiranno, non accadr nulla di tangibile, ma un seme stato comunque gettato.

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difficolt
Quando si inizia la pratica di esercizi per il ricordo di s si possono verificare due condizioni in particolare: si incontrano subito grosse difficolt e non ci si ricorda nemmeno di fare gli esercizi, oppure si riesce molto bene per qualche giorno o settimana, ma poi si subisce un rapido calo di energia e si abbandona tutto. Entrambi i comportamenti sono perfettamente normali. Per qualcuno all'inizio sar difficile persino il ricordarsi di stabilire al mattino appena sveglio in quali occasioni si sforzer di ricordarsi di s durante il giorno. E' necessario trovare la forza di Volont per eseguire almeno i passi iniziali. Il fatto che durante il giorno non riusciamo a essere presenti nemmeno una volta perfettamente normale, ma se non ce lo imponiamo con forza non abbiamo speranza di migliorare. E' vitale non abbattersi in questa fase, per quanto possa durare a lungo, e ribadire ogni giorno il proprio desiderio di ricordarsi di s. Teniamo a mente che lo scopo sforzarsi, tendere verso, non raggiungere il risultato voluto. Paradossalmente l'esercizio funziona solo fino a quando non siamo in grado di farlo bene e ci sforziamo di farlo. Quando si riesce anche per una sola volta a essere presenti mentre si sta compiendo una delle azioni descritte negli esercizi, si deve assaporare quel momento cercando di prolungarlo: "Ecco, sono vivo, sono presente qui-e-ora, mi sto ricordando di me, sono in uno stato di coscienza diverso da quello in cui ero prima e diverso da quello in cui sar fra qualche istante". All'inizio il lavoro soprattutto mentale, si costretti a ripetersi frasi simili, in cui si afferma di essere presenti; con il tempo diventer uno stato interiore: ci si sentir presenti senza alcun bisogno di ripeterselo; poi diverr un fatto emozionale (EMOZIONALE SUPERIORE), e solo questo sar il vero ricordo di s! Grazie al contatto con un sistema di pensiero nuovo e all'entusiasmo iniziale che ne deriva accade spesso che si riesca a svolgere anche pi esercizi nella stessa giornata e che ci si accorga subito della differenza fra i momenti di presenza e quelli di sonno. Altrettanto spesso per accade che l'entusiasmo iniziale svanisca e si perda totalmente interesse per gli esercizi, se non addirittura per il lavoro su di s in generale. I cali di energia devono essere previsti, perch sono ciclici e rispettano leggi ben precise su cui noi non abbiamo potere. Ma gi il solo fatto di sapere che tali cali devono obbligatoriamente arrivare serve a non far precipitare l'individuo nell'abbattimento pi completo. I cali devono avvenire perch cos vogliono le leggi naturali, che sono cicliche. L'attenzione non va concentrata sul tentativo di evitarli, bens sui metodi per uscirne velocemente grazie a nuove immissioni di energia: leggere un libro, vedere un film particolare, parlare con persone che sono anche loro impegnate nel lavoro, assistere a conferenze... La necessit di contrastare i cali ciclici di energia forse il principale motivo per cui non possibile lavorare da soli e a un certo punto indispensabile trovare una scuola. Quando si intraprende la strada del risveglio e si decide di iniziare con gli sforzi per ricordarsi di s, accade di frequente che agli sguardi dei nostri conoscenti - paradossalmente - si appaia come pi distratti e meno presenti. Ci normale e accade perch non siamo abituati allo stato di ricordo di noi stessi, che uno stato di attenzione divisa. Il fatto di dividere l'attenzione, all'inizio, e per un lungo periodo, impiega tutte le nostre energie, per cui succede spesso di dimenticare oggetti, di scordare gli appuntamenti, di girare nella via sbagliata, di non afferrare ci che il nostro interlocutore sta dicendo. Sembriamo pi assenti agli occhi degli altri proprio perch ci stiamo sforzando di fare qualcosa che non abbiamo mai fatto e nessuno fa mai: essere presente. Inoltre il risveglio ci modifica caratterialmente: tutto ci che superfluo nella nostra macchina biologica progressivamente scompare. Di conseguenza alcuni potranno trovarci meno interessanti, o pi noiosi, o pi seri. In realt non stiamo diventando meno interessanti, solo che disidentificandoci dalla macchina e identificandoci con l'anima, non rispecchiamo pi le aspettative
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della societ, la quale si fonda sulle caratteristiche della macchina biologica: l'essere al centro dell'attenzione, l'essere competitivi, il discutere con coinvolgimento degli argomenti futili pi alla moda in un dato momento, esprimere inutili opinioni su qualunque avvenimento... e cos via. D'altra parte diventeremo sempre pi interessanti e riconoscibili agli occhi di chi ha intrapreso un percorso di risveglio come noi, o di chi possiede anche solo una visione pi profonda dell'esistenza rispetto alla norma.

economizzare l'energia
L'uomo ha in s la capacit di costruire un nuovo corpo che gli permette di cogliere la quarta dimensione, una realt completamente diversa da quella che percepisce nelle condizioni ordinarie, una realt che agli altri risulta accessibile solo per mezzo delle droghe, ma per fare ci ha bisogno di una quantit notevole di energia. All'inizio tale energia viene ricavata semplicemente dalla drastica riduzione degli sprechi. Un uomo infatti, possiede gi nella sua macchina biologica l'energia necessaria a iniziare il lavoro su di s, ma non ne pu disporre perch la disperde continuamente in attivit inutili e dannose. Il suo primo obiettivo deve essere quindi il risparmio di energia. Questo gli consentir di disporre della quantit di energia necessaria a fare sforzi per il ricordo di s. Gli sforzi per ricordare se stessi necessitano di molta energia. Tali sforzi con il tempo produrranno episodi di reale ricordo di s, e questi faranno affluire ulteriore energia da reimpiegarsi nel lavoro. Per risparmiare energia dobbiamo lottare contro le abitudini che ci costringono a disperderla. Sprechiamo energia provando emozioni negative di ogni sorta (quando siamo in ansia, quando ci arrabbiamo con qualcuno, quando siamo nervosi, quando siamo depressi, ecc), sprechiamo energia lasciandoci ossessionare dall'immaginazione negativa (pensiamo a episodi spiacevoli che potrebbero accadere a noi o ai nostri cari, costruiamo dialoghi immaginari nella nostra testa, alimentiamo inutili fantasie di ogni sorta, realizzabili o irrealizzabili, ecc) e sprechiamo energia utilizzando male il nostro corpo (nel compiere ogni movimento contraiamo molti pi muscoli di quelli necessari, assumiamo posture sbagliate, ecc). Emozioni negative e immaginazione negativa verrano trattate nei successivi capitoli, mentre riguardo all'energia che viene sprecata a causa di un cattivo utilizzo del corpo accenneremo qualcosa subito. Ogni giorno disperdiamo una grande quantit di energia nella contrazione di muscoli che non sono interessati nel movimento che stiamo compiendo, oppure nella contrazione sproporzionata dei muscoli interessati in tale movimento. Ad esempio, nel semplice atto di piantare un chiodo in una parete contraiamo un inimmaginabile numero di muscoli che non dovrebbero venire coinvolti in quell'atto (muscoli del viso, delle spalle, delle gambe, ecc) e contraiamo sia i muscoli necessari che quelli non necessari con un'intensit sufficiente a trainare il vagone di un treno! Le posture che assumiamo durante il giorno e il nostro modo di camminare sono scandalosamente antieconomici. In particolare la contrazione dei muscoli del viso, che non quasi mai necessaria, accompagna tutte le nostre attivit (probabilmente avete i muscoli della fronte contratti anche adesso che state leggendo) e causa una fuoriuscita continua di preziosa energia. Ci sono molte persone che vivono l'intera giornata con la fronte aggrottata, lo sguardo corrucciato o la mandibola serrata; tanti digrignano i denti anche di notte. Tutti viviamo con i muscoli del collo e delle spalle - il trapezio - perennemente contratti. Se in questo momento portate la vostra attenzione alle spalle e provate a rilassarle vi accorgete di averle tenute contratte, senza motivo, fino ad ora. Rientra nell'opera di economizzazione dell'energia portare periodicamente durante la giornata la nostra attenzione sui muscoli del volto e cercare di rilassarli. Lo stesso deve essere fatto per il collo
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e le spalle. Ogni qualvolta ce ne ricordiamo, la postura che abbiamo assunto in un dato momento per parlare, per scrivere o per aspettare il bus - deve essere osservata scrupolosamente, mettendo l'accento sui muscoli che non dovrebbero essere contratti e invece o sono, poich non siamo consapevoli del nostro corpo e questo quasi un estraneo per noi.

la gestione dell'energia
Un ultimo appunto riguarda l'afflusso di energia che accompagna gli esercizi di ricordo di s. Un individuo che decide di fare sforzi a lungo e in maniera intensa consuma molto energia, ma allo stesso tempo il frutto di questi sui sforzi - il ricordo di s - introduce energia e innalza la sua frequenza vibratoria. Se egli non seguito da qualcuno che pi avanti di lui sul percorso del risveglio (e qui si ripresenta la necessit di lavorare all'interno di una scuola) non sa come utilizzare questa nuova energia, la quale, se non correttamente indirizzata, si riversa nella personalit ingigantendone le caratteristiche. L'individuo potrebbe andare incontro a maggiore irritabilit, nervosismo, mal di testa, crisi depressive, sbalzi d'umore, disarmonia nella capacit decisionale (scelte improvvise condotte in maniera irrazionale). E' dunque necessario che chi svolge tali esercizi si tenga sotto costante osservazione, diventi lo spettatore e l'analizzatore di se stesso, dei suoi pensieri e delle sue emozioni, in modo da accorgersi di quando il suo carattere inizia a manifestarsi con toni esasperati. Quando si rilevano tali disarmonie consigliabile interrompere ogni esercizio e concentrarsi esclusivamente sugli altri aspetti del lavoro di risveglio: osservazione delle emozioni negative e controllo dell'immaginazione negativa. Testi sull'argomento: LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976 (1915-1923) IL RICORDO DI SE' Robert Earl Burton, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1994 (1991) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) IL LAVORO PRATICO SU SE STESSI E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 2004 (1989) SUFI: LA PRESENZA QUI E ORA K.E. Helminski, Edizioni Amrita, Torino 1998 (1992)

LE EMOZIONI NEGATIVE
Noi ci eleviamo inginocchiandoci, Conquistiamo arrendendoci, Guadagniamo rinunziando. il Maestro a Ercole, nel mito dell'Idra

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Per mezzo del ricordo di s si prende atto del proprio stato di addormentamento, si guadagna energia utile per il lavoro successivo, si sviluppa la forza di volont, si acquisisce la capacit di essere presenti in corrispondenza di determinati eventi e, a livello alchemico, si costruiscono i corpi sottili, fra cui il pi importante il corpo dell'anima. Ma il ricordo di s solo una parte del lavoro. Per costruirsi un corpo immortale in grado si ospitare il S indispensabile lavorare assiduamente su pi fronti contemporaneamente. La parte pi consistente e pi difficile del lavoro va compiuta sull'immaginazione negativa e sulle emozioni negative. Sia ben chiaro che lo stato di risveglio uno stato emozionale superiore , non mentale. La costruzione del corpo per l'anima e la conseguente apertura del Cuore sono fatti che concernono le emozioni superiori, cio la capacit dell'uomo di guardare il mondo attraverso le emozioni superiori anzich attraverso le emozioni negative, e quindi di cogliere il Vero e il Bello. Il corpo dell'anima costituito di emozioni superiori e ci permetter di vedere il mondo attraverso tali emozioni. La nostra macchina biologica invece costituita di immaginazione negativa ed emozioni negative e ci costringe a vedere il mondo attraverso di esse. Le emozioni superiori - e quindi il corpo di gloria - si sviluppano in due modi: a) per mezzo del NUTRIMENTO che ci viene dalle cose belle che gi adesso siamo in grado di vedere intorno a noi e che ci provocano emozioni superiori. Non dobbiamo farci sfuggire nessuna occasione per cogliere pi Bellezza che possiamo e per emozionarci di fronte a questa Bellezza: si va dalle manifestazioni artistiche agli eventi quotidiani che possono commuoverci. Dobbiamo educarci al Bello ponendo l'attenzione sul Bello che gli altri uomini manifestano. La percezione del Bello in una cosa o in una situazione provoca emozioni superiori: amore, compassione, tenerezza, perdono, ... coltivare queste emozioni il metodo pi rapido e sicuro per costruire il corpo dell'anima. b) attraverso un lavoro alchemico mirato sulle emozioni negative. I due metodi sono complementari e indispensabili entrambi: si lavora simultaneamente sul ravvivare e incrementare le emozioni superiori che gi siamo in grado di provare e sulla trasmutazione di quelle negative che ci impediscono di cogliere la realt per come intrappolandoci nell'illusione. Si tenga ben presente che il lavoro su immaginazione ed emozioni negative deve iniziare parallelamente agli esercizi sul ricordo di s. L'immaginazione negativa e le emozioni negative ci fanno perdere consistenti quantit di energia. Se non possediamo una sufficiente quantit di energia il ricordo di s ci appare impossibile; esso infatti comporta un enorme dispendio di energie. Allo stesso tempo il riuscire a essere presenti - anche se non ancora il vero ricordo di s - ci permette di guadagnare energia. Se per dovessimo procedere con il lavoro sul ricordo di s senza aggiungere un parallelo lavoro su immaginazione negativa ed emozioni negative, perderemmo in queste manifestazioni tutta l'energia guadagnata grazie ai momenti di ricordo. Un'arrabbiatura di qualche minuto, o qualche ora di depressione, possono far perdere la quantit di energia accumulata in settimane di sforzi per rimanere svegli. La manifestazione senza controllo di emozioni negative fa subire un crollo alla frequenza delle nostre vibrazioni, ci scarica energeticamente e avvelena le nostre cellule anzich favorirne la trasmutazione. Se non lavoriamo su di esse non facciamo altro che versare acqua in uno scolapasta e ci troviamo continuamente al punto di partenza. Inoltre l'energia acquisita nei momenti in cui ci ricordiamo di noi tende a seguire spontaneamente la linea di minor resistenza e va a rafforzare i vecchi schemi mentali e le vecchie emozioni negative della macchina, quindi, se entrambi non vengono sorvegliati fin dal primo momento, le nostre paure, le nostre rabbie e i nostri pregiudizi diventano sempre meno gestibili e il nostro stato diviene pi penoso di quello da cui siamo partiti. Per inciso utile rammentare - e non lo si rammenta mai abbastanza - che le pratiche di meditazione
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o di ricordo di s non costituiscono di per s stesse il lavoro di risveglio, e possono divenire pericolose quando non vengono inserite in un contesto di lavoro su di s globale: l'energia che l'individuo accumula meditando o ricordandosi di s scorre nei vecchi schemi mentali e nei vecchi schemi emotivi, peggiorando la sua situazione. Simili sono le conseguenze della recitazione di mantra: tale pratica, se non accompagnata da un lavoro di risveglio a 360 gradi, pu portare a una tranquillit di natura ipnotica, che esattamente il contrario di ci che vorremmo ottenere. Non ci si lasci quindi ingannare dalle condizioni estatiche o dalle 'visioni' a carattere mistico che il persistere su alcune tecniche a volte provoca, perch tali manifestazioni quasi mai coincidono con un effettivo risveglio.

Un nuovo ambiente mentale


Le emozioni negative pi comuni sono: rabbia, desiderio di vendetta, odio, invidia, ogni forma di gelosia, senso di colpa, depressione, frustrazione, lamentela, critica, nostalgia, malinconia, paura, ansia, dispiacere, senso di inadeguatezza, senso del possesso, senso di attaccamento alle cose e alle persone, tutti i generi di fastidio: verso chi non la pensa in modo giusto, verso chi non si comporta in modo giusto, ecc. Il lavoro sulle emozioni negative inizialmente un lavoro mentale. Noi infatti proviamo emozioni negative perch le giustifichiamo mentalmente e quindi, per fare un buon lavoro, dobbiamo rivedere il nostro vecchio modo di ragionare. Di norma pensiamo che in certe occasioni sia giusto infastidirsi o arrabbiarsi, oppure provare ansia o essere depressi. La giustificazione di tali emozioni radicata nel nostro inconscio, per cui esse possono ormai esprimersi meccanicamente senza dover affrontare alcun freno cosciente da parte dell'individuo. Gli unici freni alle emozioni negative sono quelli imposti dalla societ, quindi non sono voluti, ma sono anch'essi divenuti inconsci e dunque meccanici. Pertanto quando esprimiamo le emozioni pi 'basse', cos come quando le reprimiamo, tutto avviene meccanicamente. La fase pi importante del lavoro consiste nel convincere prima la mente conscia poi quella inconscia che le emozioni negative non hanno alcuna giustificazione. La mente giustifica le emozioni e le tiene vive, quindi sulla mente bisogna lavorare affinch si crei un ambiente mentale in cui le emozioni negative appaiono per quello che sono. Esse da un lato sono manifestazioni che ci sottraggono energia e ci fanno soffrire - se le consideriamo inevitabili e lasciamo che abbiano il sopravvento - dall'altro lato sono strumenti indispensabili alla nostra trasformazione - se cominciamo a osservarle e a lavorarci nel modo corretto. Vedremo pi avanti quanto esse in realt siano elementi insostituibili del nostro lavoro e non vadano quindi ritenute difetti della persona o manifestazioni sbagliate. Se esse esistono in noi c' un motivo, non vanno perci mai n represse n eliminate. Esse rappresentano la fondamentale sostanza da cui ricaviamo le emozioni superiori e, di conseguenza, il nostro nuovo corpo. Ma per ora bene aver chiaro quanto risulti dannoso giustificarle e appoggiarle. Si lavora a partire dalla mente conscia introducendo le nuove idee che vengono trattate in questo sistema di pensiero. Abituandosi a pensare in maniera differente si creano nuovi schemi di pensiero nel corpo mentale e questo fa s che in seguito questi nuovi schemi diventino a loro volta inconsci e prendano il posto di quelli vecchi. Lo scopo di questo lavoro fare in modo che al nascere dell'emozione negativa una parte della nostra coscienza non si identifichi completamente con essa, ma si ricordi di s e assuma immediatamente il controllo della situazione cercando di opporre resistenza ai pensieri negativi che inevitabilmente accompagnano tale emozione, e tentando di non lasciarsi coinvolgere integralmente da essa. L'attrito che viene a crearsi durante questi tentativi di opporsi alla meccanicit consente la fabbricazione del corpo dell'anima. Il passo successivo sar non provare pi emozioni negative e percepire tutto direttamente attraverso
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le emozioni superiori. In questo modo i fatti del mondo che attraverso i vecchi schemi di pensiero venivano percepiti come brutti, dai nuovi schemi dell'anima vengono immediatamente percepiti per quello che realmente sono oltre l'illusione: Bellezza allo stato puro. Qualcuno potrebbe chiedersi: "Chi ci garantisce che non stiamo solo sostituendo vecchi meccanismi con nuovi meccanismi - come accade nell'ipnosi, nella programmazione mentale o nel pensiero positivo - e che in tutto questo l'anima c'entri veramente qualcosa?" Rispondiamo che il nostro un lavoro COSCIENTE e VOLONTARIO; questo significa che per ottenere un cambiamento stiamo operando uno sforzo cosciente andando contro qualcosa che MECCANICO e INVOLONTARIO. Se noi utilizziamo una qualsiasi forma di programmazione mentale alla fine del nostro lavoro rimaniamo addormentati esattamente come prima, con la sola differenza che adesso siamo schiavi di meccanismi differenti da quelli precedenti. Con il risveglio invece noi diventiamo liberi di provare le emozioni che vogliamo e di pensare ci che vogliamo: vediamo la realt sottostante l'illusione e di conseguenza possiamo scegliere se arrabbiarci oppure no; ma fino a quando non vediamo la realt siamo costretti ad arrabbiarci senza alcuna possibilit di scelta. Deve esser chiaro che la differenza non sta nell'assumere un comportamento 'buono' piuttosto che uno 'cattivo' rimanendo sempre limitati alla sfera della macchina biologica - bens nel vedere o non vedere cosa sta accadendo realmente, e nella libert di agire come pi ci pare, magari anche con lo stesso comportamento di prima! Psicoanalisi, pensiero positivo, ipnosi, programmazione neurolinguistica e molte altre tecniche si limitano ad agire nell'ambito della nostra macchina, permettendoci di ottenere una macchina che ci piace di pi o che ci pi utile nella vita sociale, ma non agiscono 'alla radice', non ci consentono di traslare il nostro centro di consapevolezza dalla macchina biologica all'anima e non ci dischiudono la verit oltre le apparenze. Quando va bene ottengono come risultato la creazione di una prigione un po' pi confortevole per noi e per chi ci circonda. Un'altra frequente domanda : "Tutta la gioia e l'amore che si provano in questo nuovo stato non potrebbero essere frutto di un forte autoconvincimento che impedisce di vedere la vita con tutte le sue reali sofferenze? Non forse un modo per fuggire alla vita entrando in un delirio di beatitudine allucinatoria?". Chi pone questa domanda lo fa da uno stato di coscienza diverso da quello risvegliato. Quando si ancora identificati con la macchina pu sorgere la paura di divenire vittime di un lavaggio del cervello di natura tale da annullare anche solo la possibilit del dubbio circa la veridicit del nuovo stato di coscienza. Ma questa paura pu sorgere unicamente in un individuo che ancora identificato con la sua mente e che immagina lo stato risvegliato come un 'diverso stato della mente', non come uno stato sovramentale . Nello stato risvegliato si guarda a partire dall'anima e si vede la propria mente dal di fuori, la si guarda mentre lavora e pensa; qualcosa di totalmente diverso da ogni fenomeno possiamo immaginare adesso utilizzando la nostra mente. Se lo si immagina unicamente come un differente stato della propria mente, magari pi gioioso e rilassato, allora non si capito nulla, e possono ancora sorgere domande come la precedente. Ma quando si in quello stato si pu solo ridere di tali domande!

Perch le emozioni negative non sono giustificabili e vanno trasformate?


a) Le emozioni negative nascono dall'incapacit di vedere quello che veramente accade nel mondo intorno a noi; se noi vedessimo la realt non proveremmo mai emozioni negative. Inoltre la loro manifestazione incontrollata le rende pi forti e aumenta questa incapacit di vedere innescando un circolo vizioso: pi siamo depressi, pi vediamo il mondo brutto, pi lo vediamo brutto pi ci
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deprimiamo. Noi crediamo che un evento esterno oggettivo causi il nostro fastidio, invece sono i vecchi schemi di pensiero che abbiamo dentro - i pregiudizi sulla realt - a farci vedere un determinato evento cos come lo vediamo; e un evento visto dall'interno degli schemi di pensiero della macchina risulta completamente falsato. Tutti i Maestri risvegliati affermano che il mondo Bello. Essi vivono in un costante stato di Gioia dovuto a un senso di innamoramento per la vita che li pervade in maniera stabile. Se noi viviamo nella sofferenza anzich nella Gioia ci dovuto alla cronica incapacit della macchina di percepire la Bellezza della realt. Siamo ciechi. Non abbiamo occhi per vedere. Quest'affermazione deve entrare a far parte del nostro intero essere. Non siamo in grado di vedere cosa sta accadendo, quindi ogni nostra opinione sul mondo allucinata gi alla radice. I meccanismi della macchina ci impediscono SEMPRE di vedere la realt, e ogni emozione negativa aggiunge un velo ulteriore, perch rafforza la nostra fede nella veridicit dell'allucinazione che abbiamo sotto gli occhi, immergendoci in un circolo vizioso di falsit. Ges chiamava la nostra dimensione il "mondo della menzogna", Budda la definiva l'illusione, nella tradizione ind si parla di Maya. Riportiamo un esempio: un uomo ruba il portafoglio a un altro. Non vero, non mai successo, su questo pianeta nessuno pu rubare qualcosa a qualcuno; in realt sta accadendo tutt'altro, ma dall'interno dei nostri schemi mentali potremmo giurare di vedere un uomo che ruba il portafoglio a un altro. L'illusoriet di quanto percepiamo un concetto difficile da afferrare per chi sempre vissuto in un'allucinazione, perch l'allucinazione consensuale, cio tutti la condividono e la confermano. Ma chi uscito dall'allucinazione vede con certezza che nessuno pu rubare portafogli. A livello fisico si muovono certe energie, quindi quell'uomo sta effettivamente compiendo quell'azione, ma non ha niente a che vedere col rubare qualcosa a qualcuno. Lo stesso vale per l'omicidio: due uomini compiono delle azioni uno rispetto all'altro, ma il fatto che uno abbia ucciso l'altro un'invenzione della nostra macchina, un'interpretazione fornita dai nostri meccanismi condizionati, dai nostri pregiudizi mentali. Sulla Terra non mai accaduto che qualcuno uccidesse qualcun altro! Approfondiamo questo primo punto perch quello fondamentale. Ci accade un evento: qualcuno fa un'affermazione dispregiativa nei nostri confronti. Noi non possiamo ancora usare il Cuore per vedere cosa accaduto realmente perch non siamo identificati con il s, l'anima, pertanto la nostra macchina interpreta l'evento secondo i suoi schemi meccanici: "Mi hanno insultato". L'interpretazione mentale della macchina ci fa provare un'emozione negativa: ci arrabbiamo. L'emozione negativa abbassa la frequenza delle nostre vibrazioni - cio aggiunge un ulteriore velo all'illusione - e ci rende ancor pi distanti dalla realt. Meno vediamo, pi tutto diventa allucinato, quindi rispondiamo all'insulto... l'altra persona si esaspera ulteriormente... e poi si arriva alle grida e alla rissa in una spirale discendente. Diventa pi chiaro adesso perch si detto che il lavoro va inizialmente condotto sulla mente. Il processo di alterazione della realt inizia sempre da una interpretazione errata da parte della mente della macchina, e avviene inconsciamente, cio prima che la nostra parte conscia abbia il tempo di intervenire in qualsiasi modo. Al fine di imparare a cogliere la realt attraverso emozioni superiori il lavoro pi arduo va compiuto prima a livello della mente cercando di convincere la personalit che allo stato attuale non in grado di conoscere nulla circa gli eventi che le accadono. b) Le emozioni negative ci privano dell'energia necessaria al risveglio. Praticando gli esercizi per il ricordo di s ci accorgiamo presto che per risvegliarsi occorrono grandi quantit di energia, perch si tratta di mantenere un livello di attenzione elevatissimo e, soprattutto, di costruire un nuovo corpo
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con le nostre stesse forze. Il motivo per cui a volte il ricordo di s sembra impossibile proprio la mancanza di energia. Se avessimo pi energia potremmo fare pi sforzi per ricordarci di noi, e questo ci sveglierebbe alle dimensioni superiori e costruirebbe il nostro corpo dell'anima. La lamentela, le arrabbiature, il nervosismo, il fastidio verso cose o persone, il continuo dialogo interiore della mente, scaricano all'esterno la preziosa energia che invece dovremmo utilizzare per la nostra trasformazione. Se l'obiettivo ci appare inarrivabile il motivo che manifestiamo emozioni negative e ci perdiamo nell'immaginazione negativa. c) Le emozioni negative, cos come gli schemi di pensiero che ne sono all'origine e che le giustificano, non appartengono a noi: sono fenomeni esterni a noi. L'anima utilizza una macchina biologica, la quale ha un suo modo di pensare circa il mondo e di conseguenza prova certe emozioni... ma tutto ci non siamo noi. Noi non siamo la nostra macchina, bens un'anima che attualmente identificata con una macchina. L'anima identificata con la macchina perch attualmente non possiede un altro corpo attraverso cui manifestarsi. Noi possiamo costruirle questo corpo utilizzando e trasformando gli elementi stessi della macchina. Inoltre ci che costituisce la macchina con cui siamo identificati materiale preso dal pianeta, materiale che la macchina attira a s per simpatia vibratoria . Essa entra continuamente in risonanza con pensieri ed emozioni che attraversano l'atmosfera del pianeta. Quando noi proviamo un'emozione negativa ci stiamo stupidamente identificando con oggetti emotivi che passano nell'aria e che la nostra mente ha attratto a s e ha fatto suoi. Se la nostra mente pensasse in maniera corretta, al sopraggiungere di un certo pensiero e di una certa emozione non li giustificherebbe, ma li riconoscerebbe come oggetti di passaggio inutili e assurdi e non si identificherebbe con essi. Invece la nostra mente convinta che quelle emozioni siano sue, che sia giusto provarle e che non esista modo per smettere di provarle! L'emozione negativa che viaggia nell'aria solo una vibrazione con una certa frequenza, non un pensiero definito, gi formato. Per esempio, mentre siamo in coda alla posta nell'atmosfera girano determinate vibrazioni di bassa natura emanate dalle altre persone in coda che si lamentano. Ammettiamo che si lamentino perch stanno pagando bollette troppo care, ma noi non ci sentiamo minimamente coinvolti perch non dobbiamo pagare delle bollette. Tali vibrazioni investono comunque la nostra macchina. Se ci arrivasse un pensiero di lamentela rivolto in modo specifico alle bollette noi lo riconosceremmo subito come non nostro e lo scacceremmo, perch in tal caso ci accorgeremmo di non avere nessun motivo razionale per lamentarci. Il problema che arriva solo una vibrazione, non un pensiero gi costruito, e tale vibrazione entra in risonanza con una vibrazione corrispondente che si trova gi fra i nostri meccanismi, cio qualcosa che ci appartiene. Se gi in partenza all'interno della nostra macchina non esistesse alcuna tendenza verso queste manifestazioni basse, non attireremmo pi emozioni e pensieri di natura bassa. Ma se noi solitamente ci lamentiamo del governo, o dell'economia mondiale, possediamo comunque la vibrazione della lamentela gi dentro di noi, quindi entriamo in risonanza con quella vibrazione di lamentela che c' in coda alla posta, con la sola differenza che noi cominceremo a costruire pensieri di lamentela circa il governo, non circa le bollette troppo care, e a provare emozioni negative conseguenti a quel pensiero. In questo modo, anche se tali basse vibrazioni sono oggetti estranei a noi, noi non li riconosciamo come estranei, perch li coloriamo con la nostra personale sfumatura di pensiero (il governo, piuttosto che l'economia, la guerra o la pettinatura del nostro partner), dunque li riteniamo nostri e li alimentiamo rimuginandoli a lungo. L'emozione negativa un'energia dotata di una certa frequenza piuttosto bassa che entra nella nostra macchina seguendo la linea di minor resistenza che qui trova, cio seguendo il canale pi largo che si formato in noi grazie alle nostre abitudini di pensiero.
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Lavorando assiduamente su pensieri ed emozioni negative facciamo s che anche le tendenze interiori che gi sono radicate dentro di noi (per cause genetiche e abitudini socio-ambientali) con il tempo si affievoliscano, fino a scomparire. Evitando di alimentarle a ogni occasione esse infatti progressivamente muoiono per mancanza di cibo. d) Le emozioni negative vanno a inquinare il piano emotivo del pianeta, e contemporaneamente gli schemi di pensiero che le sottendono vanno a inquinare il piano mentale del pianeta. Ogni volta che ci abbandoniamo a una emozione negativa danneggiamo tutti gli abitanti del pianeta, i quali grazie a noi troveranno pi facile arrabbiarsi, lamentarsi o sentirsi frustrati. Chi causa l'odio e la guerra nel mondo? Noi, ogni volta che siamo in guerra con qualcuno e proviamo odio. Vogliamo la pace ma lavoriamo in maniera sistematica contro la pace tutte le volte che durante il giorno critichiamo il comportamento di qualcuno... compreso il comportamento di chi fa la guerra. Le nostre critiche e i nostri bisticci coi parenti si riverberano nell'atmosfera emotiva del pianeta e vanno a inasprire i conflitti che gi ci sono in tutto il mondo. Guerra, sfruttamento e prevaricazione che sono dentro di noi sono la causa degli stessi fenomeni a livello planetario. Se da qualche parte ci sono dei bambini costretti a lavorare dodici ore al giorno i responsabili siamo proprio noi... si... proprio noi che abbiamo firmato la petizione contro lo sfruttamento minorile operato dalle multinazionali e poi riempiamo l'atmosfera di escrementi provando emozioni negative alla vista di un certo uomo politico o di un certo nostro parente. Inquiniamo la stessa atmosfera emotiva e la stessa atmosfera mentale in cui crescono le nuove generazioni di bambini, i quali dopo pochi anni sono gi pieni di emozioni negative e pensieri di una banalit e di una uniformit sconcertanti. Fino a quando emetteremo anche una sola emozione negativa saremo corresponsabili dell'odio fra ebrei e palestinesi cos come del terrorismo internazionale, il quale si alimenta proprio grazie al nostro contributo. Si sta parlando di un fenomeno perfettamente fisico, non morale. e) Le emozioni negative e gli schemi di pensiero che le sottendono - la separativit, la competitivit, il senso di inadeguatezza - servono da nutrimento alle entit che si trovano sugli altri piani del globo terrestre. Abbiamo appena parlato di inquinamento emotivo e mentale causato dalle vibrazioni emotive e mentali emesse dalle macchine umane, che vanno a unirsi a quelle che gi appestano l'atmosfera e poi ricadono sugli uomini stessi. Accenniamo adesso ai defunti che abitano i piani sottili del pianeta. Ebbene questi defunti solitamente si aggirano intorno a noi, si nutrono delle nostre emanazioni pi basse e fanno di tutto perch noi ne emettiamo sempre di pi influenzando il nostro comportamento. Questo nutrimento non per nulla metaforico, ma reale e tangibile per chiunque sia chiaroveggente. Uguale condotta segue un altro genere di entit, ancora pi pericoloso: i diavoli, cio gli esseri della divisione. Anche queste entit vivono nutrendosi di ogni nostro pensiero separativo e di ogni nostra emozione negativa. All'inizio essi si precipitano su di noi non appena cominciamo a emettere rabbia, odio, depressione, frustrazione e cos via, succhiando letteralmente la vibrazione da noi emessa e ingrassandosi di essa. Ma dopo breve essi ci circondano quotidianamente, entrano in simbiosi con noi, tanto che a un certo punto noi viviamo solo per fornire cibo a loro. Ci spingono a emettere vibrazioni sempre pi basse e in numero sempre maggiore, perch tali vibrazioni per loro sono di importanza vitale. Non stiamo ancora parlando di casi di completa possessione da parte di entit dei piani pi sottili sebbene anche questo sia un fenomeno frequente - ma della situazione in cui ognuno di noi, chi pi chi meno, agisce quotidianamente: siamo circondati da schiere di diavoli che ci spingono alla guerra, all'odio, allo sfruttamento del prossimo. Vorremmo a questo punto far notare che noi non siamo vittime inermi, ma corresponsabili del fatto
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che essi ci usano come amplificatori di emozioni basse sulla Terra, e lo siamo nella misura in cui diveniamo consapevoli di poterci liberare ma non lo facciamo. In questo particolare periodo storico di risveglio per la Terra e per l'umanit tali entit si organizzano continuamente a livello planetario per impedire con qualsiasi mezzo che gli uomini aprano il proprio Cuore e che smettano cos di produrre cibo per loro. Noi tutti i giorni possiamo scegliere di lavorare consapevolmente su noi stessi, e quindi produrre energia per l'evoluzione della Terra e del Sistema Solare, oppure possiamo scegliere di vivere nella normalit, continuando a fornire energia a queste infime entit. Esattamente come ogni altro essere vivente occupiamo una precisa posizione nella catena evolutiva dell'universo: mangiamo e siamo mangiati. Volenti o nolenti l'energia che produciamo alimenta comunque delle forze superiori a noi che di tale energia si cibano e che grazie a essa crescono. Noi possiamo per decidere la qualit dell'energia prodotta, la quale andr cos ad alimentare certe forze piuttosto che altre, angeli piuttosto che diavoli. (Per saperne di pi su queste entit e su come operano rimando all'esauriente articolo "Vendere l'anima al diavolo"). f) Trasformando le emozioni negative da esse si ricavano le emozioni del Cuore, le emozioni superiori. La trasmutazione delle emozioni negative in emozioni superiori un raffinato processo alchemico. La vera al-kimiya il lavoro che l'uomo compie su di s per costruire il corpo dell'anima trasmutando le emozioni provate dalla macchina da negative in superiori. Per farlo deve essere presente, deve ricordarsi di s, durante l'espressione delle emozioni negative. Ribadiamo che il nostro nuovo corpo deve essere interamente costruito con le emozioni superiori. Ci consente di percepire il mondo emozionalmente anzich mentalmente, attraverso le emozioni superiori anzich i vecchi schemi di pensiero e le emozioni negative. La maggior parte di noi prova gi delle emozioni superiori. Ogni volta che perdoniamo, ci commuoviamo, proviamo amore disinteressato, o compassione (non piet) siamo nelle emozioni superiori, e questo pu accadere perch in realt il corpo della nostra anima in una certa misura gi sviluppato (in qualcuno molto, in qualcuno quasi per nulla), ma senza un preciso lavoro su di s questi rimarranno eventi sporadici e fuori dal nostro controllo. Noi vogliamo poter provare gioia quando lo vogliamo, indipendentemente dal mondo esterno, utilizzando le potenzialit del corpo di gloria e del suo organo di espressione: il Cuore. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) ______________________

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IMMAGINAZIONE NEGATIVA
Ogni secondo di ricordo di s penetra l'"immaginazione" e apre una breccia nell'eternit. Robert E. Burton Abbiamo constatato quanto sia pericoloso giustificare e alimentare le emozioni negative, ma abbiamo altres constatato che esse sono la base di partenza per la nostra futura gioia e per la fabbricazione dei "corpi sottili". Adesso possiamo decidere di lavorare con la "materia emozionale", per, dal momento che una grande percentuale di emozioni negative origina dall'immaginazione negativa si dovr compiere un parallelo e attento lavoro anche su quest'ultima. Per amor di precisione apriamo quindi una parentesi dove illustriamo la differenza fra immaginazione negativa e visualizzazione . Immaginazione negativa. Rientra sotto questa dicitura ogni genere di immaginazione o "dialogo interno" che avviene nella nostra macchina biologica e non da noi n voluto n controllato. La sua pericolosit sta in due caratteristiche: a) da essa trae origine la maggior parte delle emozioni negative che proviamo durante la giornata; b) essa in grado di far riaffiorare e poi alimentare un'emozione negativa anche a distanza di ore, giorni o mesi dall'evento che ha causato tale emozione. Facciamo qualche esempio del primo genere: alla vigilia di un esame o di un colloquio di lavoro la nostra mente comincia a costruire situazioni immaginarie che incrementano la tensione e la paura. Alla vigilia di un incontro con un parente per il quale non proviamo alcuna simpatia la nostra mente costruisce dialoghi immaginari in cui si arriva agli insulti o alle percosse. Mentre il nostro partner in vacanza con amici la nostra mente immagina senza freno situazioni di tradimento oppure disgrazie come incidenti o malattie. L'ipocondria immaginazione negativa. Ogni pensiero ossessivo origina dall'immaginazione negativa. Tutte queste immaginazioni fanno fremere la nostra macchina a livello emotivo come se stessimo vivendo le situazioni immaginate. Facciamo ora qualche esempio del secondo genere di immaginazione negativa: dopo un incidente stradale nel quale ci siamo infuriati con l'altro automobilista andiamo a casa e trascorriamo ore a pensare a cosa gli avremmo detto o a cosa gli avremmo fatto, riprovando cos la stessa emozione di rabbia e frustrazione. Ripensando a una situazione spaventosa riproviamo ripetutamente la stessa paura e ripensando al partner che ci ha lasciato riproviamo per mesi la stessa nostalgia per i momenti belli passati insieme. Ripensando a quel politico o a quell'evento sociale inaudito costruiamo mentalmente situazioni in cui noi litighiamo con quel politico o interveniamo con violenza per risolvere una situazione; allora la nostra macchina vibra di fastidio o rabbia. Le emozioni negative scaturite dall'immaginazione negativa producono sull'ambiente tutti gli effetti descritti nel capitolo sulle emozioni negative. Il fatto che tutto avvenga nella nostra mente non fa alcuna differenza, in quanto la macchina quando pensa emette le sue basse vibrazioni e i suoi pensieri-spazzatura nello spazio. A ben guardare fanno parte dell'immaginazione negativa pure tutti quei "dialoghi interni" e quelle scene da film che la nostra mente immagina e che non producono emozioni negative, ma ci fanno invece provare piacere o gratificazione personale. Nei nostri sogni a occhi aperti immaginiamo di vincere alla lotteria, di avere un incontro amoroso con un famoso attore, di avere successo sul lavoro, di fare un bel discorso con gli amici, di essere gli eroi o i Maestri in mille situazioni. Anche tutti i 'sogni a occhi aperti' riguardanti il nostro partner, di cui siamo follemente innamorati, rientrano nell'immaginazine negativa, e un giorno, quando ci abbandoner, invece che dai sogni saremo ossessionati da scene di gelosia, violenza, vendetta e disperazione.
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Inizialmente i 'sogni a occhi aperti' non causano rabbia o paura, tuttavia possono causare emozioni di gratificazione, euforia, senso di esaltazione personale che appartengono sempre al mondo della macchina e che, in quanto tali, sono anch'esse frutto di una visione alterata della realt. Con il loro manifestarsi rendono tale visione sempre pi allucinata, inoltre, prima o poi, richiameranno inevitabilmente - per effetto della Legge di Compensazione - una dose corrispondente di emozioni negative (vedi l'euforia dovuta all'innamoramento e le corrispondenti rabbia e depressione dovute all'abbandono). Resta il fatto che quando cominciamo a contrastare l'immaginazone negativa, all'inizio ci conviene concentrare la nostra attenzione su quei pensieri direttamente collegati a emozioni negative (lamentela, rabbia, giudizio, ansia, tensione, ecc), perch pi dannosi dal punto di vista dello spreco di energia e pi facilmente distinguibili nella miriade di oziosi pensieri quotidiani. Visualizzazione. Accenniamo alla visualizzazione perch tale concetto viene talvolta confuso con quello di immaginazione negativa e si pensa che eliminare quest'ultima significhi togliere all'uomo anche la sua facolt di sognare e di creare. Niente paura, queste magnifiche facolt umane permangono e fanno appunto parte della visualizzazione. Questa l'indispensabile capacit di immaginare e costruire col pensiero in maniera voluta e cosciente. Immaginare cosa si dir prima di un incontro importante molto utile se lo si fa in maniera controllata, cio senza ripetere le stesse scene ossessivamente per decine di volte e, soprattutto, senza scivolare nella tensione e nell'ansia (emozioni negative). Anche ricostruire la scena di un incidente o il filo dei discorsi che si sono fatti in una certa occasione molto utile ed anche un buon esercizio di addestramento della mente, ma anche qui indispensabile non farlo con il fine di replicare le stesse basse emozioni - il che rientrerebbe nell'immaginazione negativa. Inoltre la visualizzazione un elemento importante della creativit: gli artisti creano i mondi che poi rappresentantano nelle loro opere immaginandoli, ma ci ben diverso dal sognare a occhi aperti di vincere alla lotteria o di diventare un messia che salva l'umanit. Ricordo di s. Durante la giornata, ogni volta che ce ne ricordiamo, dobbiamo chiederci cosa stiamo pensando e perch. sufficiente porsi una domanda: "Avevo il controllo di ci che stavo pensando, oppure no?". Tutte le volte che non siamo stati noi a voler iniziare coscientemente un certo processo di immaginazione, ci significa che esso venuto da s e ci sta usando, rubandoci preziosa energia. pertanto meglio interromperlo iniziando un'attivit che tenga occupata la mente e le impedisca di sprecare le nostre forze nel sogno a occhi aperti. Come un giovane fiorente d'un tratto si accorgesse di tenere legata al collo la carogna di una serpe o una carogna di cane o una carogna umana e spaventato, raccapricciando e rabbrividendo, subito se la strappasse e la gettasse via. (Majjhimonikyo, XX) Su tutto questo, nota: in primo luogo, che necessario arrestare il pensiero o sentimento al suo apparire. Va come colto al volo, prima che prenda terra nella tua anima e vi si diffonda. Previeni. Soffoca in germe. Fatti agile, labile, pronto a distaccarti e a sottrarti. Abraxa, Gruppo di Ur Il modo migliore per gestire l'immaginazione negativa il ricordo di s. Nel momento in cui cominciamo a essere ossessionati da pensieri disturbanti - gelosia, ansia, paura o giudizio verso gli altri - dobbiamo portare l'attenzione su noi stessi, sul qui-e-ora. Non importante l'oggetto della nostra immaginazione negativa, ma solo il fatto che in quel momento non ci stiamo ricordando di noi e siamo totalmente identificati con i meccanismi psicologici della personalit. A noi pare un argomento di importanza vitale, qualcosa di essenziale per la nostra vita, invece solo frutto
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dell'illusione provocata dalla macchina biologica. Il ricordo di s vera vita, mentre l'identificazione con qualche problema della personalit tempo perso... qualunque sia l'oggetto delle nostre preoccupazioni. Non c' differenza fra i vari argomenti; l'unica differenza fra "sonno" e ricordo di s. La personalit la nostra parte animale, ed essa avr sempre un motivo per lamentarsi, per essere infelice o ansiosa. Ci che deve morire avr sempre paura di morire. Talvolta l'identificazione con un problema pu essere davvero pesante e le emozioni negative molto dolorose e durature. Solo nella misura in cui ci siamo esercitati nel ricordo di noi stessi durante i momenti pi tranquilli della nostra vita, troveremo la forza per ricordarci di noi nel corso dei periodi difficili. Non si pu sperare di svolgere qualche esercizio ogni tanto e poi saper affrontare con equilibrio una disgrazia. Si raccoglie solo ci che si seminato. In ogni caso lo scopo non scappare dalla sofferenza: il ricordo di s non permette l'estinzione della sofferenza e dei pensieri ossessivi legati a questa sofferenza, bens la loro osservazione e trasmutazione. Dobbiamo essere p r e s e n t i mentre la macchina si contorce dal dolore perch stata abbandonata dal partner o ha perso il lavoro. Questa presenza - il ricordo di s - sufficiente perch a livello alchemico si verifichino dei processi di trasmutazione. Il fatto che riusciamo a restare presenti durante la sofferenza della macchina significa che gi esiste in noi un testimone (il maggiordomo degli insegnamenti di Gurdjieff). Questo testimone opera profondamente e in silenzio la fabbricazione dei "corpi sottili". Dobbiamo rassegnarci al fatto che su questo pianeta si soffre - e talvolta si soffre anche molto - ma possiamo decidere se sfruttare tale sofferenza a nostro vantaggio oppure continuare a subirla passivamente. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991) ____________________

LAVORO SULLE EMOZIONI NEGATIVE parte I


Voi non potete giungere a fine senza illuminazione, senza pazienza e senza il coraggio di aspettare; poich senza pazienza non si entra in quest'Arte. Che cosa non dovreste fare, e quale pena non darvi, pur di giungere a questa Scienza cos alta, di profitto cos grande? Quando voi piantate e seminate, non attendete, per il frutto, sino al tempo della maturazione? Come vorreste dunque avere il frutto di quest'Arte in breve tempo? Turba Philosophorum

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Tutto ci che stato detto finora su immaginazione negativa ed emozioni negative servito a introdurre un ambiente mentale indispensabile affinch possa iniziare la loro trasmutazione. Parallelamente agli sforzi sul ricordo di s, l'operatore alchemico dovr infatti portare avanti un lavoro di trasmutazione delle sue emozioni negative. Cominciamo col ripetere che nella nostra officina alchemica vogliamo fabbricare un veicolo per l'anima, il che si accompagna allo spostamento del centro di consapevolezza dell'individuo dalla mente al Cuore (il Centro Emozionale Superiore, secondo G.I. Gurdjieff). La mente l'organo attraverso cui percepisce la macchina, mentre il Cuore l'organo del corpo di gloria attraverso cui percepisce l'anima. Per fare ci sfruttiamo il ricordo di s e le preziose materie prime a nostra disposizione: le emozioni negative della macchina. Rabbia, invidia, gelosia, senso di sconforto, senso di inadeguatezza, paura, ansia, stress... sono il materiale su cui possiamo lavorare per fabbricare i nuovi corpi. In ci sta il senso di tutta l'Alchimia. Ma per poterlo fare dobbiamo ricordarci di noi. Prima fase. A questo stadio non ancora possibile lavorare all'interno dell'emozione negativa, perch di norma troppo difficile ricordarsi di s nel bel mezzo di un'arrabbiatura o di una fase depressiva. Lo scopo lavorare non appena ci si ricorda di farlo, non appena ci si disidentifica un p dalla situazione di sofferenza, il che pu avvenire a qualche minuto o a qualche ora dall'apice dell'emozione negativa; meglio se avviene quando la macchina sta ancora fremendo a causa della frustrazione, dello stress o della rabbia da poco provate. Appena ci si ricorda, ci si deve sforzare con tutta la Volont di sostituire l'immaginazione negativa e l'emozione negativa - che viaggiano sempre in coppia - con pensieri che rappresentano una nuova visione di quanto sta accadendo. Le azioni da compiere sono queste: a) -- ricordarsi di s, ossia ricordarsi di essere presenti qui-e-ora; b) -- cercare di non farsi coinvolgere nei pensieri sfrenati della mente (immaginazione negativa), collegati all'emozione negativa che stiamo provando. Disidentificarsi dai pensieri significa guardarli come se fossimo spettatori esterni dell'attivit frenetica di una macchina di cui noi siamo solo ospiti; c) -- assumere un nuovo atteggiamento mentale. Adesso spieghiamo come. Tutte le volte che non siamo in uno stato di Gioia, che non siamo innamorati del mondo e soffriamo per una qualche ragione, il motivo che non riusciamo a vedere quanto sta accadendo intorno a noi. Lamentiamoci, arrabbiamoci, deprimiamoci, proviamo la nostra paura o lo sconforto, gridiamo il nostro fastidio, facciamo insomma tutto quanto siamo soliti fare, ma una volta tornati in noi, anche se accade dopo qualche ora, ci sediamo e pensiamo: "Quello che mi successo - la mia sofferenza non dovuto a qualcosa che non va bene nel mondo esterno, ma al fatto che io non riesco ancora a vedere il mondo come veramente " e poi affermiamo con forza: "Ne ho abbastanza di questa allucinazione, IO VOGLIO VEDERE IL MONDO COME VERAMENTE ". Ribadiamo per maggiore chiarezza: non appena ce ne ricordiamo, il prima possibile, ci fermiamo un attimo e assumiamo un atteggiamento che lentamente cambier la nostra vita: "Se non sono nella Gioia perch sto vedendo brutto, sbagliato, qualcosa che invece bello" "VOGLIO VEDERE QUESTA BELLEZZA". Se abbiamo la forza di volont di pensare queste cose, anche se non siamo ancora del tutto convinti della loro veridicit, anche se siamo ancora scettici, stiamo comunque operando una radicale trasformazione in noi. Quando abbiamo un motivo di preoccupazione, un'angoscia, un'ansia, un fastidio, quello il momento per ricordarsi che non stiamo percependo la realt autentica. ovvio che non possiamo esserne certi; all'inizio sar solo una frase priva di senso, potr apparirci come un'affermazione moralistica che stride con quanto noi abbiamo di fronte in quel momento - e che ci appare del tutto
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sbagliato e ingiusto - ma non importa, ci che importa che ogni volta a) -- ci ricordiamo di noi; b) -- non ci identifichiamo con i pensieri della nostra macchina; c) -- ci ripetiamo che la sofferenza deriva da una nostra visione falsata della realt. Dobbiamo almeno darci la possibilit remota che possa essere cos; la possibilit che, forse, quando vediamo l'errore in noi o fuori di noi non stiamo guardando correttamente: gli altri non ci stanno facendo del male e non ce l'hanno con noi. sufficiente darsi la possibilit, lasciare uno spiraglio aperto e non lasciarsi sopraffare interamente dal 'senso dello sbagliato e dell'ingiusto'. Questo atteggiamento si chiama FEDE. All'inizio sembra non accadere niente: noi ci arrabbiamo, poi pi tardi ci ricordiamo che "l'altro perfetto ma io non riesco a vederlo", ma nonostante questo la volta successiva ci infuriamo con lui esattamente come prima, e continuiamo a vedere l'esistenza piena di ingiustizie esattamente come prima. Infuriarsi, angosciarsi o provare ansia giusto; in questa prima fase non dobbiamo smettere, n rammaricarci perch non riusciamo a smettere. Il lavoro consiste proprio nell'assumere appena ci possibile il giusto atteggiamento mentale, non nello smettere di essere infuriati. Smettere di provare l'emozione negativa in questa fase non utile, invece utile diventare presenti, osservare bene cosa ci accade e ricordare di mutare il nostro modo di rapportarci agli eventi. un lavoro molto sottile, dove non ci si pongono obbiettivi, ma qualcosa accade... lentamente e in silenzio. Una volta che abbiamo analizzato in maniera razionale l'evento che ci accaduto (un incidente stradale, l'abbandono da parte del partner, un'ingiustizia sul lavoro, ecc.) - abbiamo cio ricavato gli elementi di utilit pratica e abbiamo pianificato il da farsi per il futuro - ogni immaginazione negativa riguardante quell'evento va sistematicamente contrastata, perch non utile a comprendere meglio l'accaduto ed dannosa in quanto causa di ulteriori emozioni negative. L'esperienza insegna che rimuginare per ore o giorni su quanto successo riproduce all'infinito lo stato d'animo negativo provato in precedenza e ne aggiunge di nuovi (senso di colpa, desiderio di vendetta, sconforto, ecc. ). Ricordiamo che il senso di colpa che si prova dopo un'emozione negativa altrettanto dannoso che l'emozione stessa, quindi anch'esso va immediatamente contrastato. Lavorare nei momenti che seguono la fase acuta di un'emozione negativa significa innanzitutto comprendere appieno l'origine e la dannosit di tale fenomeno per noi e per gli altri. In quei momenti molto utile ricordarsi che: "La mia mente sta dando un'interpretazione scontata e fasulla di quello che realmente successo, ed questa interpretazione a farmi stare male, non ci che successo" "La mia mente non sotto il mio controllo e oltre a farmi stare inutilmente male per delle ore, sta riempiendo di escrementi l'atmosfera terrestre" "Se voglio compiere un'opera di trasformazione su me stesso devo imparare a vedere la realt con il Cuore, perch fino a quando la macchina a decidere cosa devo vedere, io sar un suo schiavo" "VOGLIO VEDERE LA REALTA'". Il modo migliore per sbarazzarsi dell'immaginazione negativa pensare di buttarla via lontano da noi come se avessimo sorpreso un pipistrello che ci succhia il sangue dal collo e lo strappassimo via con violenza. Perch questo quello che si sta verificando nella realt! Poi importante tenere la mente occupata in altre attivit: leggere, andare al cinema, guardare la televisione, fantasticare... tutto meglio che riprodurre uno stato d'animo di rabbia, ansia, paura o senso di colpa. Compiendo questo sforzo contro la meccanicit dell'immaginazione negativa stiamo lavorando a livello alchemico; il Fuoco sta compiendo la sua opera. La nostra volont di percepire il mondo in maniera differente sviluppa attrito contro la volont dei corpi di continuare a pensare come hanno
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sempre fatto: questo attrito un Fuoco che agisce sulle sostanze presenti nella macchina biologica per creare delle nuove sostanze che vanno a costituire il corpo dell'anima. Ovviamente i nostri primi tentativi di pensare in maniera diversa all'evento che ci accaduto andranno continuamente a vuoto; sar un continuo passare da pensieri come "Io voglio vedere la realt, se la vedessi non starei male" a pensieri come "Sono maledettamente sfortunato, la vita proprio uno schifo, le disgrazie capitano tutte a me, inutile che mi prenda in giro con tutte queste filosofie consolatorie, se avessi fra le mani quel farabutto gli darei io una lezione". Questa alternanza non qualcosa di negativo, giusto che sia cos; ricordiamo infatti ancora una volta che lo sforzo ad alimentare il Fuoco, non il risultato. Non dobbiamo cadere nella trappola di pensare al lavoro su di s inquadrandolo nei nostri vecchi schemi di pensiero, come se ci stessimo occupando dell'amministrazione di un'azienda o di un campionato di calcio. Qui non un particolare risultato a produrre gli effetti migliori.

Un lavoro contro natura


Ipotizzare che stiamo trascorrendo la nostra vita tra fastidi, preoccupazioni e angosce solo perch non siamo capaci di vedere il mondo autentico sembra assurdo, e ci appare tanto pi assurdo quanto pi siamo presi nell'allucinazione e non riusciamo a concepire un'esistenza fuori dallo stato di allucinazione. In effetti il lavoro su di s assurdo, forse ci che di pi assurdo pu essere concepito: esso dice che il mondo splendido in ogni suo aspetto, e che per vederlo dobbiamo cambiare l'organo con cui lo guardiamo. Esiste qualcosa di pi folle di una simile considerazione? forse bene rammentare che il lavoro su di s non costituisce per l'uomo un'attivit naturale, ma un'accelerazione forzata. Noi stiamo accelerando l'evoluzione, siamo i pionieri del nuovo paradigma, violiamo un numero consistente di leggi terrestri a cui sottost la macchina biologica: le leggi legate alla sopravvivenza. Gli atomi della macchina si ribellano a questo lavoro, perch vengono costretti a fare qualcosa di completamente innaturale per loro; non provare paura e sospetto un comportamento innaturale per il nostro apparato psicofisico. Quando ci si sforza di sentire che il mondo Bello tutta la macchina resiste, si rifiuta, si difende, perch pensare una cosa del genere per lei pericoloso, va contro la sua sopravvivenza. Il nostro apparato psicofisico sa che morir, quindi costruito in modo da diffidare di tutto e di tutti, programmato per reagire con la paura e con l'aggressivit; se questi meccanismi non avessero funzionato alla perfezione fino ad oggi, non saremmo sopravvissuti per milioni di anni su un pianeta del genere. Adesso, compiendo un'azione INNATURALE per la nostra macchina, una parte di noi vuole imporre un nuovo modo di pensare fondato sull'amore, sulla collaborazione, sull'altruismo. Un parte della coscienza vuole convincere l'altra parte che il mondo non una fonte di pericolo da cui difendersi, ma una fonte di Bellezza, e che gli altri, qualunque cosa facciano, non sono pericolosi, ma belli. Nel fare questo l'uomo sviluppa un NUOVO CORPO e NUOVI ORGANI DI SENSO che partono dal Cuore... e sfonda la porta della dimensione spirituale, la quarta dimensione.

Cristallizzare un nuovo corpo


"Sono arrabbiato solo perch non vedo la realt. Sono cieco. Non mi accaduto quello che credo io. La mia mente mi fa vedere degli episodi che in realt non hanno il significato che lei crede" "IO INVECE VOGLIO VEDERE LA REALTA'". Questa pu esser detta una formula alchemica . Cominciare a ragionare in questo modo dopo un'emozione negativa, non appena ci si ricorda di farlo, permette con il tempo di trasmutare proprio la sostanza di cui composta l'emozione negativa
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in 'occhi per vedere il Bello'. Spiegheremo meglio questa affermazione descrivendo cosa accade alchemicamente. Se, ad esempio, stiamo provando rabbia, ci vuol dire che la nostra macchina pervasa della sostanza della rabbia sia sul piano emotivo, che su quello mentale (qui si manifester come immaginazione negativa) che su quello fisico (qui si manifester con vari fenomeni a livello circolatorio e muscolare). Se noi cerchiamo di ostacolare tali manifestazioni imponendoci di essere presenti , cio ricordarci di noi, e sforzandoci di passare a una nuova visione della realt, creiamo una certa dose di attrito, questo attrito un Fuoco che agisce sulla sostanza prodotta dalla rabbia e fa in modo che si produca una nuova sostanza che si cristallizza nel nuovo corpo in costruzione. Nel nuovo corpo questa non sar pi rabbia, bens una specifica emozione superiore che risultata dalla trasmutazione della nostra rabbia. Cos come la personalit provava rancore quando si sentiva vittima di un'ingiustizia, allo stesso modo ora l'anima prova una nuova emozione superiore qualcosa di gioioso e compassionevole - di fronte alla stesso atto, in quanto i suoi nuovi sensi sono in grado di cogliere il Vero e non interpretano pi come ingiusto quell'atto. In altre parole, per ogni manifestazione negativa che viene osservata coscientemente e, quando possibile, contrastata, si costruisce una sorta di senso sottile appartenente al corpo dell'anima, che l'anima utilizza come 'occhio' per percepire nuovi aspetti di bellezza nel mondo e per provare una corrispondente emozione superiore. La trasmutazione dunque operata da un cambiamento radicale della prospettiva da cui si osserva la realt. Il punto di vista del Cuore ha bisogno di essere nutrito con questi nuovi pensieri. La mente ha bisogno di essere polarizzata verso i nuovi principi appartenenti alla visione del Cuore. Il processo lungo perch si tratta di convertire - questa l'autentica conversione religiosa - gli schemi meccanici, che sono incisi negli atomi stessi della macchina, in nervi sottili del Cuore; e all'inizio l'unico strumento che abbiamo per farlo la mente. Si sar notato a questo punto che il lavoro di risveglio non un lavoro psicologico, morale o spirituale, bens un lavoro squisitamente fisico, che si produce attraverso la creazione di sostanze che sono fisiche e di corpi che sono fisici - sebbene appartenenti a una fisicit meno grossolana di quella cui siamo abituati. Se non trascuriamo mai di agire in questo modo in coincidenza delle emozioni negative, cio se non le giustifichiamo mai e non le lasciamo passare inosservate, vedremo diminuire progressivamente il lasso di tempo che trascorre da quando accade l'evento emotivo a quando ritorniamo in noi e iniziamo a pensare in questo nuovo modo. Il nuovo modo di intendere la realt che provoca la nostra trasformazione. In virt di tale lavoro di avvicinamento all'apice dell'emozione, a un certo punto saremo in grado di agire direttamente sull'emozione sforzandoci di non manifestarla all'esterno, e creando cos un attrito ancora maggiore. Ma ci fa parte della fase successiva. Altri esempi di nuovi schemi di pensiero: "Se non sopporto una persona o una situazione quella persona e quella situazione non c'entrano. Non li sopporto perch vivo in un'allucinazione dove non vedo cosa accade e proietto all'esterno dei fastidi che fanno parte della mia macchina" "Se qualcuno o qualcosa mi d fastidio perch io proietto su di lui un meccanismo che appartiene in realt al mio apparato psicofisico; il fastidio un difetto della lente attraverso cui percepisco il mondo". "Il brutto e lo sbagliato fanno parte di un mio difetto di percezione. La verit mi pu essere comunicata solo dalla visione del Cuore". "Se mi sembra che quella persona stia facendo qualcosa di sbagliato vuol dire che secondo me l'esistenza si sbagliata nel crearla. Il mio dire che qualcuno sbaglia implica che secondo me certe
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persone sono degli 'errori della Vita', e io pretendo di decidere quali sono errori e quali no. Dimentico che niente oggettivamente sbagliato, ma sono io a dividere in modo arbitrario fra giusto e sbagliato secondo i fastidi e le antipatie della mia macchina". Costringere la mente a pensare in maniera corretta riguardo le emozioni negative crea un nuovo ambiente mentale polarizzato in direzione del Cuore. La personalit reagisce con emozioni negative a certi eventi perch pensa: "Lui sta sbagliando, potrebbe comportarsi in un altro modo ma non lo fa. Questa situazione non giusta", oppure pensa: "Io non sono all'altezza. Far una brutta figura e tutti rideranno di me. Non potr mai fare questa cosa". Per correggere queste visioni alterate si devono introdurre nuovi pensieri: "Devo ammettere che io attualmente non ho gli strumenti di percezione adatti a vedere cosa accade intorno a me. Il fatto che qualcuno possa sbagliare, truffarmi, offendermi o ridere di me il risultato di una mia allucinazione, derivante dal fatto che percepisco il mondo attraverso sensi non ancora convertiti". Spesso iniziamo a pensare a disgrazie che possono capitare ai figli o al partner, o al pianeta intero, quindi ci sentiamo ansiosi, frustrati o impotenti. Le immagininazioni che alimentano la paura di essere traditi sono altrettanto dannose. Ogni volta che ci sorprendiamo in una immaginazione negativa questa va scrollata di dosso con decisione e buttata dove le spetta: nel cesso. Ad esempio in questo periodo la frustrazione e il senso di impotenza per quanto accade nel mondo sono forme di sofferenza molto diffuse. Esse sono completamente inutili e dannose: se possiamo fare qualcosa per gli altri o per il pianeta smettiamo di piangere e iniziamo a farlo oggi stesso; se invece la nostra posizione non ci consente di fare qualcosa per il pianeta smettiamo di piangere e facciamo qualcosa per chi ci circonda. La sofferenza non nostra, e questo vale per ogni genere di sofferenza, sempre qualcosa che si trova nell'atmosfera e che la nostra macchina assorbe fornendole nuova energia e rispedendola nell'ambiente pi forte di prima. Non scritto da nessuna parte che dobbiamo soffrire quando ci accade qualcosa. Si buttano via i pensieri inutili e si agisce; non si piange.

Mirare al sovranaturale
L'essere umano che nel momento in cui prova un'emozione negativa non si abbandona totalmente ad essa, ma lotta per restare sveglio e presente, comincia a vincere le forze della natura di cui stato fino a quel momento inconsapevole schiavo. Non perdersi completamente nell'emozione a una prima impressione potrebbe apparire come qualcosa di innaturale e limitante per la libert dell'essere umano. In realt non si tratta di una pratica innaturale, bens sovranaturale, e chi vi si dedica lo fa perch gi divenuto consapevole che la libert per l'uomo che brancola nel sonno della coscienza non mai possibile. Continuare a sottostare a ci che naturale non pu che trattenere l'uomo nell'ambito della mediocrit. Compiere il sovranaturale lo eleva altres a Uomo Nuovo , con i poteri che gli competono e la capacit di portare un reale aiuto all'umanit nei piani pi sottili della realt. L'animale totalmente succube delle leggi di natura, ma l'essere umano pu, almeno in parte, svincolarsi da esse. In fondo questo tentativo stato il motore dell'intera storia evolutiva della nostra civilt. Scienza, arte, tecnologia, medicina sono il frutto degli sforzi dell'uomo indirizzati a controllare una natura inesorabile. Ora giunto il momento di imprimere una decisa accelerazione a questo naturale processo evolutivo.

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LAVORO SULLE EMOZIONI NEGATIVE parte II


[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44]ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45]perch siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno cos anche i pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cos anche i pagani? [48]Siate voi dunque perfetti come perfetto il Padre vostro celeste. Mt 5,43-48

Gestione delle emozioni negative


Fino a ora siamo intervenuti nei momenti della giornata seguenti o precedenti le emozioni negative, avvicinandoci sempre di pi a esse, ma adesso si tratta di prendere di petto queste espressioni e cercare di non manifestarle all'esterno. Non si tratta di non provarle, per ora non provarle non possibile; non siamo nemmeno in grado di cogliere l'attimo in cui l'emozione negativa nasce, quindi cercare di non provarla per ora fantascienza. D'altronde se non provassimo emozioni negative, come potremmo usarle per creare sostanze nuove? Trasmutare il nostro scopo, non rifiutare o eliminare. Senza le emozioni negative verrebbe a mancare l'indispensabile materiale per la nostra evoluzione, i metalli da cui far scaturire l'Oro. L'alchimista che vuole trasmutare il piombo in oro, non prova certo odio o rifiuto verso il piombo, tutt'altro, per lui prezioso alla pari dell'oro stesso, in quanto sa che esso contiene in potenza il metallo pi nobile. La circostanza che si trovino in noi delle emozioni negative su cui poter lavorare pertanto una benedizione! Possiamo per sforzarci (e ci accorgeremo presto di quanto non sia facile) di non far uscire all'esterno l'emozione negativa - pur continuando a considerarla un aspetto prezioso di noi e non un lato oscuro da schiacciare. Si tratta di tenerla dentro e osservarla, anzich darle libero sfogo urlando in faccia a qualcuno la nostra rabbia. Si tratta di tenerla dentro e osservarla, anzich darle libero sfogo pronunciando frasi o compiendo altre azioni che siano dettate dall'emozione negativa che stiamo provando. Questo il senso del detto occulto "cavalcare la Tigre". E' indispensabile osservarsi attentamente per cercare di capire in quali momenti stiamo parlando o agendo guidati dalla manifestazione di tali emozioni. Quante frasi diciamo per rabbia, per invidia, per vendetta, per gelosia, per paura di essere abbandonati, per paura di fare una brutta figura? Non manifestare l'emozione negativa significa non parlare o agire come conseguenza di emozioni negative che non riusciamo a tenere dentro. Non manifestarla significa cominciare a p o s s e d e r l a, a farla propria anzich continuare a subirla. L'emozione negativa non nostra e la sua manifestazione non voluta da noi. Essa un'entit esterna a noi che ci possiede sfruttando la nostra attitudine a risuonare con lei. Se per questioni karmiche dentro di noi esiste gi una certa predisposizione alla rabbia allora il demone della rabbia pu entrare in risonanza con noi e prenderci, usarci per scaricarsi sul piano materiale. Allora al fine di liberarci imperativo che noi interveniamo coscientemente e decidiamo con tutta la volont di cui siamo capaci di essere noi a possedere lui. In questo modo acquisiremo il potere di controllo su quel demone , cio su quella particolare forza della natura , e ci ci metter a disposizione nuovi poteri occulti utilizzabili per modificare magicamente la realt.
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Per non manifestare le emozioni negative necessaria una buona capacit di essere presenti e svegli durante tutto l'arco della giornata; si tratta di collegare il ricordo di s a queste emozioni. Risulta infatti ovvio che per non manifestarle dobbiamo innanzitutto ricordarci di farlo. Se tutto nella nostra vita scorre senza attenzione, inosservato, allora non trasmuteremo mai le nostre emozioni, bens le rafforzeremo nello stato in cui si trovano. Dobbiamo sforzarci di ricordarci di noi non appena ci accorgiamo di essere preda di un'emozione negativa e fermarne immediatamente la manifestazione esteriore. Per molto tempo ancora non riusciremo a coglierla all'inizio, ma non questo lo scopo della presente fase del lavoro; per adesso lo scopo sorprendersi nel bel mezzo della gelosia, della rabbia o del desiderio di vendetta. Allora ci si pu sforzare di smettere con la manifestazione esteriore dell'emozione negativa e con i pensieri negativi a essa collegati. L'emozione va fatta bruciare all'interno, nel crogiuolo ! Il crogiuolo il nostro Cuore in embrione, prima che si trasformi totalmente in Lapis Philosophorum, cio in una pietra magica capace di trasmutare ogni bruttezza in Bellezza e ogni fastidio in Gioia. E' infatti possibile agire su un'emozione negativa solo se si crea il giusto ambiente mentale e, soprattutto, se la si porta nel Cuore, cio se si comincia a osservarla con gli occhi dell'anima. Lasciamo che il 'fuoco lento' crei il giusto attrito tra l'antico e il nuovo trasformando le vecchie sostanze nelle nuove che ci sono necessarie. Riportare alla mente il differente modo di pensare esposto nel precedente capitolo servir a non giustificare l'emozione negativa e ci fornir l'energia necessaria a interromperla. Unicamente in tali condizioni esiste la possibilit che finalmente il Cuore emerga; esso al contempo causa ed effetto della trasmutazione. La macchina biologica la nostra officina alchemica. Si tenga presente che certi piccoli fastidi saremo subito in grado di non manifestarli all'esterno, gi dall'inizio del nostro lavoro su noi stessi, mentre per quanto concerne le emozioni pi pesanti la prima fase del lavoro perdurer forse per anni. Procedendo per tentativi distingueremo presto fra ci che siamo gi in grado di gestire in una certa misura, ci su cui possiamo lavorare 'a distanza' appena ce ne ricordiamo (prima fase del lavoro) e ci che per ora meglio lasciar perdere perch fuori dalla nostra portata. In ogni caso lavorare con impegno sulle piccole cose ci fornir l'energia giusta per lavorare in seguito anche sulle manifestazioni pi profonde e radicate. Il nostro obiettivo accumulare energia evitando inutili dispersioni. Molte emozioni negative possono essere semplicemente eliminate come insetti fastidiosi, altre invece saranno usate quali sostanze per la trasmutazione in emozioni superiori.

Giustificazioni
Una giustificazione molto usata riguardo le emozioni negative : "Reprimere le emozioni dannoso, causa squilibri, e prima o poi queste esplodono tutte insieme." Chiariamo subito cosa la repressione. La repressione avviene in due casi principali: 1) quando noi vorremmo esprimere un'emozione ma non possiamo perch l'ambiente sociale ci impedisce di farlo liberamente; 2) quando noi non riusciamo a esprimere le nostre emozioni perch non siamo capaci di farlo, siamo cos condizionati dalla paura interiore che le emozioni faticano a sgorgare da noi. In entrambi questi casi la non-manifestazione delle emozioni INVOLONTARIA: si vorrebbero esprimere delle emozioni, ma non si pu, e a volte non si confessa nemmeno a s stessi questa impossibilit. Noi per stiamo parlando di tutt'altro. Qui si tratta di un lavoro COSCIENTE: noi operiamo con le emozioni negative all'interno di un contesto di lavoro su di s, dopo aver compreso la natura delle emozioni negative e la loro grande utilit per il nostro risveglio. Per tale motivo
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essenziale creare dentro di noi un ambiente mentale dove tali manifestazioni non vengono pi giustificate e ricercate: "Ho capito che ne sono schiavo, che non sono io a decidere di provarle, che loro mi usano, quindi voglio assumerne il controllo e sfruttarle". Un uomo pu lavorare su di s solo volontariamente, come conseguenza dell'essersi accorto che per lui il modo migliore di affrontare la vita. Gli stessi comportamenti possono divenire dannosi quando risultano inconsapevoli o imposti dall'esterno. Un'altra giustificazione che contribuisce a tener vive le emozioni negative la convinzione diffusa che la loro causa sia esterna e non interna. Questo forse l'ostacolo mentale pi grosso da superare. Gli uomini sono convinti che le loro emozioni abbiano origine all'esterno e che cambiando la situazione esterna non proverebbero pi quell'emozione negativa: "Mi sono arrabbiato perch lui mi ha insultato" "Sto male perch il mio partner mi ha tradito" "Sono depresso perch il mondo fa schifo e la mia vita fa schifo" "Quelle persone mi mettono in imbarazzo" "Sono infastidito da quella persona cos materiale e ignorante" "Odio la prepotenza" "Odio la guerra". L'emozione negativa non riguarda mai la presenza o l'assenza di una particolare condizione, altrimenti di fronte alla stessa condizione tutti avrebbero le stesse reazioni; essa riguarda invece la struttura della nostra macchina, i suoi condizionamenti. Tutte le volte che giudichiamo sbagliato o ingiusto qualcuno o qualcosa ci predisponiamo a un'emozione negativa. Se nei nostri vecchi e radicati schemi di pensiero ci sono molte idee di 'ingiusto' e di 'sbagliato' allora proveremo molte emozioni negative. La causa nei nostri schemi, cio nei nostri pregiudizi - i nostri giudizi preconfezionati su fatti e persone - non certo negli eventi, i quali sono di per s stessi sempre neutrali. Il nostro vecchio modo di vedere il mondo l'unica causa della nostra sofferenza. Anche se riusciamo a mutare la situazione esterna, ma i nostri schemi mentali rimangono gli stessi, prima o poi ci creeremo intorno una situazione analoga dove proveremo sempre le medesime emozioni negative. Se il nostro partner si innamora di un'altra persona si possono verificare due situazioni: a) se la nostra macchina ha registrato in s un pregiudizio riguardo il tradimento, riterremo sbagliato quell'evento e proveremo un'emozione negativa (rabbia, paura, desiderio di vendetta, ecc.); b) se noi non siamo identificati con la macchina, bens con il Cuore, proveremo le emozioni superiori che corrispondono, nel Cuore, a quelle che erano negative nella macchina. Ad es. proveremo gioia per il fatto che il partner si trova in una bella fase di innamoramento, invece di provare odio perch innamorato di un'altra persona, e proveremo eccitazione per un futuro da single tutto da scoprire, invece che paura per essere rimasti soli. Giustifichiamo con particolare forza la nostra emozione negativa quando a livello razionale siamo dalla parte della ragione. Immaginiamo di stare attraversando la strada sulle strisce pedonali e con il semaforo verde. Arriva un'auto pirata che passando con il semaforo rosso ci sfiora e ci fa cadere sul selciato; a un nostro accenno di protesta l'autista si ferma, grida che il semaforo era verde per lui, ci insulta e riparte. Perch in questo caso l'emozione negativa che inevitabilmente proviamo pi forte del solito? Perch la giustifichiamo di pi. Il fatto che la nostra percezione di giusto/sbagliato sia suffragata dal codice della strada, che oggettivo, rende tale percezione pi profonda, ma non per questo essa meno fasulla. La divisione giusto/sbagliato fasulla, perch nella creazione non ci sono errori, non possono esistere persone oggettivamente sbagliate. Il concetto di errore un parto della nostra mente e della sua visione alterata, non sintetica, non animica dell'universo. Vecchi e stupidi schemi di pensiero che ci fanno odiare chi non rispetta le regole o chi aggressivo, ci costringono a trascorrere ore
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dentro emozioni negative che vanno dalla rabbia al senso di impotenza e dentro immaginazioni negative in cui pensiamo a cosa avremmo potuto fare a "quel criminale per dargli una lezione". 'Dare una lezione a qualcuno' proprio una delle giustificazioni pi utilizzate dalla mente: "Se qualcuno non gli d una lezione e non gli fa capire che sbaglia, lui continuer a sbagliare", e questo qualcuno che deve fargli capire che sbaglia siamo sempre noi! L'educazione degli altri non ci deve interessare, almeno fino a quando non avremo trasmutato la nostra rabbia in un'emozione superiore, allora avremo la giusta lucidit e sapremo cosa fare per agire nel mondo. Il discernimento una qualit che acquisiremo grazie al costante lavoro di espansione della coscienza. Il fastidio verso chi aggressivo o verso chi non rispetta le regole qualcosa che riguarda esclusivamente noi, una nostra caratteristica, uno schema attraverso cui guardiamo il mondo; il pirata della strada non c'entra niente con quello che noi proviamo, lui fa ci che pu fare in base agli schemi della sua personalit e muovendosi in linea con gli obiettivi del sua personale percorso evolutivo - che differente dal nostro - e non deve certo chiedere il permesso a noi per agire. Quando vediamo qualcosa di sbagliato e stiamo male per questo, non dobbiamo chiederci quale la causa, esterna o interna che sia, di questa sensazione, ma solo concentrarci sul nostro stare male, sull'emozione negativa e agire su questa riportando alla mente un nuovo modo di pensare. Chi ha ragione e chi ha torto non ci deve interessare; cosa sia giusto e cosa sbagliato non ci riguarda. Noi non siamo giudici, stiamo compiendo un lavoro di trasformazione e solo questo deve occupare la nostra mente. Mai cadere nelle giustificazioni scontate: "Questa proprio un'ingiustizia, chiunque al mio posto si sarebbe arrabbiato". La giustificazione va nella direzione opposta al risveglio e non crea il giusto attrito utile a edificare un nuovo corpo. Teniamo sempre bene a mente il nostro scopo e non lasciamoci distrarre dagli eventi mondani.

Emozioni superiori
Lavorando su di s in maniera onesta si giunger prima o poi a cogliere l'emozione sul nascere e a sostituirla con un impeto d'amore. Allora quando sentiremo un insulto provenire da qualcuno, noi saremo svegli e presenti, pronti a spostare il nostro centro di consapevolezza nel Cuore per cogliere lo stimolo esterno attraverso i nostri nuovi sensi, provando cos una nuova emozione superiore, qualcosa che appartiene alla sfera della Gioia e dell'amore invece che alla sfera della rabbia e dell'angoscia. Questa la trasmutazione del piombo in oro, la realizzazione della Grande Opera: un'emozione negativa viene colta all'origine e attraverso un atto di volont/amore viene immediatamente trasmutata in perdono, compassione, commozione... Un Uomo Nuovo fa sentire i suoi primi vagiti. Il binario attraverso cui fino a oggi abbiamo colto qualcosa che credevamo sbagliato, diviene immediatamente canale di conoscenza del Cuore, il 'centro emotivo superiore', il nostro Lapis Philosophorum; l'emozione negativa in un istante si trasmuta in emozione superiore e a noi si spalanca la Bellezza nascosta in quello che prima interpretavamo falsamente come un insulto. Abbiamo conosciuto attraverso il Cuore. L'amore ha prevalso sulla separativit. Per la prima volta abbiamo deciso con consapevolezza di conoscere attraverso l'amore invece che per mezzo della mente e ci si dischiuso uno spicchio di realt. Abbiamo il controllo sul demone di quell'emozione: egli ora ai nostri ordini e noi non lo siamo pi ai suoi. Nuovi poteri magici sono in nostro possesso.
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Se vogliamo che ci avvenga sempre pi spesso dobbiamo assaporare con tutto il nostro essere questi momenti. Dobbiamo nutrirci di queste emozioni superiori. Fare in modo che rimangano registrate dentro di noi. In seguito sar impossibile cercare di descriverle con la mente, ma i nostri atomi ricordano... e ricordano bene. Il Cuore nulla ha da spartire con il sentimentalismo; esso lorgano dellintelligenza, facolt esclusivamente spirituale, non mentale. Il Cuore l' intelletto d'amore , per usare un'espressione dantesca, e ci d la conoscenza oltre l'illusione, ci consente di intuire e di creare. Il Cuore ci rende geni. Le emozioni superiori non possono per venire affrontate come le altre fasi del processo alchemico. Mentre all'inizio l'aspirante, sia esso maschio o femmina, si getta nel lavoro in maniera irruente, pronto a qualsiasi sforzo, con l'intento di cavalcare la Tigre , adesso tempo di cambiare atteggiamento. Il maschile deve fondersi con il femminile a formare l' androgino . L'emozione superiore non pu essere provocata con lo sforzo e con il desiderio, essa pu unicamente venire attesa in uno stato di raccoglimento interiore e accolta nel momento in cui giunge. L'apertura del Cuore implica uno stato passivo, negativo e ricettivo: il Regno dei Cieli non viene pi penetrato, bens accolto nel proprio utero . Ci non significa che il Mago debba rinunciare alle sue caratteristiche di guerriero - tutt'altro - ma solo che egli combatter con un'irruenza maschile sostenuta da un'energia femminile entrostante. La sua lotta esteriore sar una danza interiore. Quanto detto non comporta alcuna differenza fra l'alchimista maschio e l'alchimista femmina, in quanto si sta trattando di energie e non di aspetto fisico. Un Cuore aperto rappresenta una incredibile e preziosa forza, capace da sola di dare origine a una "nuova vita", quale appunto il corpo dell'anima. Come si gi detto il Cuore insieme causa ed effetto della trasmutazione. Le emozioni superiori sono la conseguenza della cristallizzazione del corpo dell'anima, ma allo stesso tempo ne sono la causa: ogni attimo di commozione, ogni esplosione di Gioia o impulso al perdono costruiscono il corpo di gloria . Quando noi cominciamo a padroneggiare le energie interiori invece che essere i loro burattini, possiamo accumularle e poi indirizzarle coscientemente all'esterno. I demoni sono sotto i nostri piedi. L'insegnamento, la guarigione, l'attivit artistica e la lotta contro le forze involutive presenti sui piani sottili sono le principali vie attraverso cui si possono veicolare tali energie. Allora evolviamo alla velocit della luce e acquisiamo poteri sovranaturali straordinari. Diveniamo cio veri Maghi. L'uomo che riesce a vincere e ad acquistare potere sulla propria personalit (tradizionalmente simboleggiata dal Serpente o dal Drago) pu vincere anche sulle leggi della natura: guarigione da ogni malattia, sospensione dell'invecchiamento, chiaroveggenza, telepatia, preveggenza, immortalit, capacit di viaggiare in astrale, trasmutazione dei metalli ecc. In conclusione vorremmo rammentare ci che stato detto all'inizio del capitolo "Le emozioni negative", dove facevamo notare che la costruzione del corpo dell'anima e l'identificazione con il S si conseguono attraverso due vie: 1) trasmutando le emozioni negative, che ci sottraggono energia e fino a oggi hanno preso il posto delle emozioni superiori; 2) nutrendosi di emozioni superiori, cio, in ultima analisi, di ogni sfumatura dell'amore. Le vie vanno intraprese entrambe perch sono interdipendenti. Una non ha senso senza l'altra. Il primo fuoco a disposizione dell'alchimista quello del ricordo di s, il quale permette di aprire con violenza una breccia nell'addormentamento umano e di creare il giusto attrito fra l'innata tendenza a dormire della macchina biologica e il desiderio di risveglio dell'anima. Il secondo fuoco quello dell'amore: questo il fuoco pi potente, quello che brucia ogni scoria e permette
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la completa trasmutazione del piombo in oro. La via delle emozioni superiori implica anche il nutrirsi di arte, ogni genere di arte che si ritiene sia in grado di elevare le nostre vibrazioni e di aiutare l'apertura del Cuore - fruire dell'arte ma anche produrre arte. Nutrirsi di emozioni superiori significa pure ricercarle nella vita quotidiana: nei gesti, nelle parole e negli sguardi degli altri. Tutti noi siamo gi capaci di provare delle emozioni superiori, ma questi brevi istanti vengono spesso soffocati dalle emozioni negative e si confondono con esse (l'amore che diventa gelosia, la compassione che diventa piet, la potenza che diventa orgoglio...), oppure passano inosservati e classificati come sporadici 'momenti di commozione'. Incredibilmente molti si vergognano dei momenti di commozione oppure credono che perdonare qualcuno sia una manifestazione di debolezza anzich di estrema forza. Invece indispendabile al lavoro alchemico abituarsi a vivere nel perdono e nella compassione mantenendole vive e coltivandole come preziosi gioielli. Un'emozione superiore effetto dell'apertura del Cuore e causa di ulteriore apertura del Cuore. Una sola emozione superiore provata davanti a un quadro, a una melodia o alla malattia di qualcuno, vale quanto anni di faticoso lavoro su di s. Chi vuole accelerare il proprio progresso dovrebbe tener conto di ci. Spesso infatti si impiegano tutte le proprie energie nel lavoro di trasmutazione delle emozioni negative condotto con impegno giorno dopo giorno, e poi ci si lascia sfuggire l'occasione di compiere in una volta sola una trasmutazione di proporzioni eccezionali semplicemente abbandonandosi alla commozione di fronte a un'opera d'arte o perdonando qualcuno che, a nostro parere, ci ha fatto un torto. Le emozioni superiori non ci sono quindi sconosciute, ma nell'uomo comune sono sporadiche e affidate al caso. Il lavoro su di s consente di provocarle coscientemente ogni qualvolta lo si vuole, fino al punto di poter guardare ogni cosa attraverso i loro occhi. Le operazioni descritte in questa sezione del sito (osservazione di s, gestione di immaginazione negativa ed emozioni negative, immersione nelle emozioni superiori) rappresentano la struttura portante dell'intera Opus Magna, dai primi passi fino all'Opera al Rosso. Ogni altra pratica coadiuvante, ma non fondamentale, per l'ottenimento delle qualit dell'alchimista.
Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) IL POTERE DELLA KABBALAH Yehuda Berg, Tea, Milano 2005 (2004) L'APERTURA DEL CAMMINO Isha Schwaller de Lubicz, Edizioni Riza, Milano 1999 (1985) LA QUARTA VIA P.D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974 (1921-1946) LA MACCHINA BIOLOGICA UMANA E. J. Gold, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT) 1999 (1991)

La trasmutazione della sostanza emozionale


Poi l'Eterno Iddio disse: "Ecco l'uomo e' diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male. Ma ora, che egli non stenda la mano e prenda anche il frutto dell'Albero della Vita, e ne mangi e viva per sempre." Cos Egli scaccio' l'uomo, e pose a oriente del giardino d'Eden i cherubini, che vibravano da ogni
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parte una spada fiammeggiante, per custodire la via all'Albero della Vita. Gen 3,22-24 Compiendo uno sforzo di concentrazione contro la meccanicit dellimmaginazione negativa e delle emozioni negative, stiamo lavorando a livello alchemico. La ferma Volont del testimone di percepire il mondo in maniera differente sviluppa attrito contro la volont dellapparato psicofisico di continuare a pensare come ha sempre fatto. Questo attrito un Fuoco che agisce sulle sostanze presenti nella macchina biologica, per crearne di nuove, che vanno a costruire il corpo astrale e il corpo di gloria . Il termine Nigredo, o Opera al Nero, sta proprio a indicare lannerimento, la cottura delle sostanze che compongono la natura animale. Grazie allemergere di un testimone distaccato, gli aspetti pi grossolani della macchina biologica non vengono pi alimentati e vanno in putrefazione (termine alchemico). Le vecchie sostanze vengono incenerite, e da queste ceneri nascono nuove materie. Le materie sottili che emergono da questo processo formano i corpi sottili, lUomo Nuovo. Lanima non un concetto astratto, ma qualcosa di fisico, sebbene di una fisicit molto sottile e per noi intangibile. Possiamo quindi parlare di corpo dell'anima come di un fenomeno perfettamente reale. Compiendo un lavoro alchemico, ci identifichiamo sempre di pi con lanima e allo stesso tempo stiamo costruendo il suo corpo sottile, il corpo di gloria , quello attraverso cui percepiremo il mondo quando saremo entrati nello stato di coscienza del Regno dei Cieli. Se, ad esempio, la nostra macchina biologica sta provando rabbia, ci vuol dire che essa pervasa dalla sostanza della rabbia, cio da un aggregato di atomi con una certa struttura. Oltre che manifestarsi sul piano emotivo, questa sostanza agisce anche a livello mentale dove prende la forma dellimmaginazione negativa e a livello fisico dove provoca varie alterazioni in ambito ormonale, circolatorio e muscolare. Se noi cerchiamo di ostacolare tali manifestazioni della rabbia, osservandole in maniera distaccata e imponendoci un nuovo modo di ragionare, creiamo una certa dose di attrito; questo un fuoco che agisce sulla sostanza della rabbia e fa in modo che si produca da essa una differente materia, che si cristallizza nellanima. Il fuoco cuoce gli atomi della sostanza grossolana e modifica la loro struttura. Questo mutamento strutturale dei nostri atomi anche conosciuto come redenzione della materia. Per il fatto di appartenere alla macchina biologica di individui che nel corso della loro vita stanno praticando un lavoro di trasformazione interiore, questi atomi vengono cambiati per sempre. La cottura o lincenerimento, a cui si fa riferimento nei testi alchemici riguarda proprio questo processo. Il presupposto teorico verificabile sperimentalmente che le nostre emozioni non siano "enti astratti" privi di consistenza come alcuni studiosi oltraggiosamente stupidi si ostinano a pensare ma sostanze fisiche composte di atomi, la cui struttura pu venire modificata coscientemente. Questa "nuova materia" molto pi sottile e delicata di quella da cui ha avuto origine. Essa quindi si cristallizza si fissa, per usare un termine alchemico non nel nostro apparato psicofisico, dove si trovano la rabbia e le altre emozioni grossolane, bens nel "corpo dellanima". In questo corpo etereo e impalpabile, la nuova sostanza, risultante dalla rabbia, d origine a un "senso dellanima". Cos come lapparato psicofisico, anche lanima ha i suoi sensi, attraverso i quali percepisce il Regno dei Cieli invece che il mondo illusorio. Questi sensi sottili sono fabbricati con la sostanza ricavata dalle emozioni negative, quando vengono trasmutate in emozioni superiori. Notiamo, a questo punto, che il lavoro di trasformazione interiore non un lavoro psicologico, morale o spirituale, bens un processo squisitamente fisico, che si produce attraverso la creazione di
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sostanze che sono fisiche e di corpi che sono fisici anche se appartengono a una fisicit meno grossolana di quella che siamo abituati a misurare con i mezzi comuni. Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006)

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L'apertura del Cuore


[34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, cos amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Gv 13,34-35 Il principale compimento del lavoro magico/alchemico consiste nell'apertura del Cuore. Questa esperienza comunemente nota come illuminazione o salvezza . E' bene sapere che TUTTI i nostri problemi derivano esclusivamente dall'aridit del nostro Cuore, cio dalla mancata apertura di questo. Problemi di denaro o di salute, difficolt a trovare il lavoro pi adatto o il partner giusto, incapacit di farsi accettare e senso di inadeguatezza... nessuno di questi fenomeni ha la sua fonte all'esterno di noi: ogni difficolt origina al nostro interno ed sempre causata dalla durezza del Cuore, cio dall'incapacit di vivere in uno stato di innamoramento. Aprire il Cuore significa entrare in una dimensione di complicit rispetto al mondo. Le altre persone smettono di essere fonte di paura, sospetto, ansia... e divengono nostre complici. Fra noi e gli altri si stabilisce una sottile intesa, un senso di intima fiducia che completamente indipendente da ci che loro stanno pensando di noi. La trasmutazione della paura in fiducia riguarda un cambiamento che avviene nel nostro Cuore e non ha nulla da spartire con il comportamento delle altre persone. Noi non conosciamo mai gli altri, non ne abbiamo facolt; semplicemente ci costruiamo un'immagine mentale di loro e interagiamo con quella. Quando il Cuore si apre strappiamo questa immagine e ci lasciamo invadere dall'anima dell'altra persona, percepiamo direttamente la sua essenza senza pi alcun filtro. Ecco che inevitabilmente scaturisce l'amore. Non possiamo pi fare a meno di innamorarci del mondo e di ogni suo abitante. Muoversi in ufficio, sull'autobus, al supermercato, in tangenziale... con il Cuore aperto, significa essere continuamente travolti dalla Bellezza delle persone e delle situazioni. Ci si sente protetti, al caldo, fra le braccia dell'esistenza... a casa propria. Quale magnifica sensazione camminare per strada sentendosi sempre a casa propria, perennemente circondati da sconosciuti amici! Quale benessere psicofisico pu scaturire dal non dover temere nessuno, dalla certezza che niente di negativo pu mai accaderci! L'amore, la fiducia e la serenit interiore non nascono come conseguenza di azioni che qualcuno compie nell'ambiente intorno a noi. Nessuno deve fare o non fare qualcosa per consentire che noi ci sentiamo pi innamorati o pi al sicuro. Non grazie al sorriso di qualcuno che diverremo pi innamorati e non aumentando i dispositivi di sicurezza nei luoghi pubblici che ci sentiremo pi
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sicuri. Il nostro grado di fiducia, sicurezza e amore possiamo deciderlo noi... adesso, senza dover mutare alcuna condizione esterna. Per fare ci dobbiamo avere il coraggio di andare per il mondo con in Cuore aperto. Allora, e solo allora, vivremo in un mondo sicuro, pieno di armonia e pace... anche se gli altri continueranno a vedere la guerra e la sopraffazione. L'illusione di maya ci tiene prigioniero il Cuore e lo far fino a quando non avremo sviluppato occhi per vedere. Aprire il Cuore significa cominciare a galleggiare nell'amore... vibrare a un'altra velocit e spostarsi nel mondo senza mai uscire da quella calda vibrazione. Sentire ardere il Sacro Fuoco interiore lungo ogni momento della giornata. Un elevato livello di amore pu dare vertigine e stordimento: non sentimentalismo, ma qualcosa di tangibile e concreto che produce uno straordinario effetto sulla macchina biologica. L'eccesso di amore pu addirittura bruciare. L'amore rappresenta il principale e pi potente fuoco dell'alchimista - ancor pi del ricordo di s - che permette di trasmutare il veleno in farmaco , cio ogni emozione negativa in emozione superiore. L'amore tenuto costantemente acceso conduce con certezza all'immortalit. __________________

il Fuoco
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potr render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non pu restare nascosta una citt collocata sopra un monte, n si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perch faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perch vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che nei cieli. Mt 5,13-16 E' innanzitutto indispensabile comprendere che l'uomo, al pari di ogni altra creatura, non esiste "a caso " e non libero di fare ci che vuole. L'intera vita di un uomo rappresenta una delle innumerevoli tessere dell'inconcepibile mosaico che il Piano Divino. La completa realizzazione interiore dell'essere umano coincide unicamente con la sua capacit di comprendere e di adeguarsi a tale Piano. Egli pu anche esprimere il suo libero arbitrio disinteressandosi alla missione che gli propria, ma, al di fuori del Progetto del Grande Architetto, l'uomo diventa una scheggia impazzita destinata a vivere soffrendo... e condannata a morire. Ogni individuo, nascendo, eredita un destino personale che direttamente connesso alla sua storia passata: questa la croce che gli spetta di portare. Egli deve migliorare il suo carattere e sviluppare emozioni superiori, incontrando persone e vivendo situazioni che gli permettono al contempo di esaurire il suo karma. Parte della vita di ogni uomo sar quindi orientata a portare a compimento le conseguenze delle azioni intraprese nelle esistenze passate, siano esse buone o cattive. Ma, oltre alla sua personale croce , ogni uomo dovrebbe assumersi la responsabilit di prendere su di s parte del carico del mondo, contribuendo coscientemente, insieme ai suoi simili, alla realizzazione del Piano Divino. Nel Vangelo scritto: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua." (Lc 9,23) Rinnegare se stessi significa smettere di pensare ai mille problemi legati alla propria personalit. Prendere la propria croce significa cessare di lamentarsi e di chiedere aiuto per la soluzione di questi problemi. L'uomo
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che prega i Maestri affinch questi lo aiutino a risolvere le sue difficolt con il partner, i soldi, il lavoro... si sta rifiutando di prendere la sua croce. La vuole mettere sulle spalle di qualcun altro. Sempre nel Vangelo scritto: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti dolce e il mio carico leggero." (Mt 11,28-30) Questo un invito a partecipare al Piano Divino. Chi affaticato e oppresso dai suoi crucci personali, sar ristorato in seguito alla decisione di dedicarsi interamente, di sacrificarsi (=farsi sacro) a uno scopo superiore. Il messaggio dei Maestri : non occupatevi dei problemi relativi alla personalit - conseguenza delle mille sfaccettature del karma -, non sprecate energia nel pensare ad essi, dedicatevi invece con tutta l'anima a servire il Piano Divino; come conseguenza riceverete dall'alto fiumi di Gioia e Amore... e le vostre preoccupazioni si scioglieranno al calore del Sole. Chiunque abbia intrapreso la strada del servizio pu testimoniare questo risultato. Egli nel mondo, ma non pi del mondo. Uno degli aspetti fondamentali del Progetto prevede la spiritualizzazione della materia. L'alchimista occidentale intende percorrere un processo di imitatio Christi che conduce alla redenzione della materia. Egli si apre alle forze del Cielo per consentire la discesa del Fuoco - lo Spirito Santo - nella carne; la sua carne e al contempo la carne del mondo, cio la materia in senso pi generale. In antitesi a quanto usualmente si crede, il vero potere non abita nello Spirito, bens nel Corpo, e quindi al Corpo si deve obbligatoriamente tornare per concludere l'Opera. Nel Corpo sono l'origine e la fine, nel Corpo custodito il segreto . Durante la Piccola Opera - i Misteri Minori - cio la fase ascendente del percorso alchemico, l'alchimista mette a tacere la natura inferiore (nigredo) e spicca il volo verso il Cielo (albedo), ma una volta giunto nel Regno dei Cieli deve proiettarsi ancora oltre, identificarsi con il Tutto, la Materia Prima, per discende a redimere e cristificare la carne (rubedo) - innalzandola (Grande Opera o Misteri Maggiori). Si tenga presente che una piccola Opera al Rosso si verifica ogni qualvolta l'alchimista si identifica con l'Assoluto e permette al Fuoco di attraversarlo. Gli atomi che, in tali occasioni, vanno ad aggiungersi al corpo di gloria in costruzione sono di due tipi: a) quelli che, grazie ai nostri sforzi, hanno mutato la loro struttura, passando cos dal mondo della personalit a quello dellanima; (Albedo) (Piccola Opera) b) quelli che, grazie al verificarsi di unemozione superiore, discendono su di noi direttamente dal Regno dei Cieli. (Rubedo) (Grande Opera) Infatti, tutte le volte che esprimiamo unemozione superiore, stiamo aprendo un varco che permette allo Spirito dimorante nel Regno dei Cieli di riversarsi in noi. Ci troviamo nel punto dincontro fra Piccola e Grande Opera: quando la quantit di atomi trasformati raggiunge un certo livello (fase Albedo), lemozione superiore che ne deriva ci consente di accedere a una fonte superiore (fase Rubedo). Prima ci siamo distaccati dallemozione negativa, iniziando a considerarla come un oggetto su cui lavorare. (Nigredo) Poi siamo riusciti a trasmutarla in un'emozione di gioia. (Albedo) Quindi ora ci spingiamo fino a "toccare" Dio, lasciandoci trasmutare dal Suo Fuoco. (Rubedo) Il segreto per far discendere lo Spirito Santo risiede nel porsi completamente al Suo servizio col fine di soccorrere l'umanit, senza manifestare pi alcun desiderio personale. il desiderio del suicidio occulto , l'annullamento del proprio Io nel Tutto. Ci pu essere compiuto al meglio a partire dal momento della realizzazione dell'Opera al Bianco,
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poich proprio da quello stato di coscienza extracerebrale che l'uomo pu fungere da perfetta Coppa del Graal pronta ad accogliere il Fuoco che scaturisce dal Centro del Sole. Ecco quanto avviene nel corso di tale operazione magico/alchemica. Una volta tranquillizzati i cinque sensi del corpo, l'alchimista si dispone nello stato d'animo suscitato dal "sentire interiormente" le frasi evangeliche: "Non sia fatta la mia, ma la Tua volont." (Lc 22,42) "Mio cibo fare la volont di colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera." (Gv 4,34) Egli si proietta verso il Cielo, accostando la sua coscienza a quella dei Maestri o a Dio stesso. Per fare ci, oltre a rendere immobili i tre veicoli inferiori (fisico, emotivo e mentale), indispensabile che "allinei" i centri superiori: il Cuore, la Gola, il Terzo Occhio e il Coronale. A tale scopo pu immaginare una linea di luce che salendo lungo la spina dorsale li attraversa tutti fino a uscire dal centro Coronale, in cima alla testa, per collegarsi ai Maestri. Con il tempo, acquisita una certa abilit nel rimanere fermo in questo stato di meditazione, la coscienza dell'alchimista si ritira dai veicoli inferiori per essere rapita nell'anima. Allora, in risposta a questa invocazione , il Fuoco discende e invade i corpi sottili: dapprima agisce sui corpi mentale, astrale ed eterico, poi da questi pu essere indirizzato verso il corpo di carne al fine di operare anche qui la trasmutazione. Ogni singola particella, fino allultimo atomo di calcio delle ossa, viene rimpiazzata da una nuova particella mediante un processo fisiologico misurabile scientificamente. La legge dellAttrazione richiama atomi antichi, con una maggiore frequenza vibratoria, e respinge quelli pi "giovani" e meno evoluti (Legge di Repulsione), obbligandoli a cercare altrove nuovi centri di attrazione. Cos, mentre la coscienza si espande e ascende, altri atomi di un ordine pi elevato e dimoranti sul piano spirituale rimpiazzano quelli vecchi. (si veda a proposito: "Il diario di un alchimista" di Douglas Baker) Nella Grande Opera non avviene pi una trasformazione degli atomi di cui sono composte le sostanze grossolane della macchina biologica, come accadeva nella Piccola Opera; si verifica invece la loro sostituzione. Ogni singola particella viene rimpiazzata da una nuova, appartenente alla sfera dello Spirito Santo. Sostituire gli atomi, anzich mutare la struttura di quelli gi esistenti nella personalit, rappresenta unaltra forma di redenzione della materia.

Irradiazione
Ogni alchimista pu reggere una differente quantit di Fuoco che varia col variare della sua apertura di coscienza, cio la sua attitudine a rendersi servo dello Spirito. A causa del processo di discesa dello Spirito Santo , nel corso della sua vita quotidiana l'alchimista diviene ora un accumulatore di Fuoco capace di irradiare tale forza intorno a s. L'ambiente che lo circonda e le persone con cui interagisce - per il solo fatto di trovarsi nel suo raggio d'irradiazione - vengono sottoposti al medesimo procedimento alchemico, sebbene con minore intensit e sempre secondo le qualificazioni di ciascuno. L'alchimista non lavora solo per s, ma per la Terra. La materia dell'intero pianeta cambia la sua frequenza vibratoria per sempre ogni qualvolta un singolo uomo si fa canale dello Spirito. come se il Sole stesso approfittasse di un corpo per penetrare nella materia e da qui irradiare verso l'esterno. La conseguenza di ci la risurrezione nel Corpo. A questo punto l'immortalit della carne ottenuta. Il Mago pu conservare il suo corpo fisico attuale oppure, a imitazione di Cristo, abbandonarlo e costruirne un altro. Tenendo la mente fissa sull'immagine del nuovo corpo da
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creare, opera con la materia al fine di attirare a se, come fa una calamita, gli atomi necessari a fabbricare il nuovo involucro atto a manifestarsi nell'ambiente planetario. La potente irradiazione ignea del Mago sta alla base del concetto di iniziazione per trasmissione o "trasmissione diretta fra Maestro e allievo". Non infatti possibile conseguire alcunch di definitivo solo attraverso la lettura di scritti e l'applicazione solitaria dei loro contenuti; questi sono indispensabili nell'opera di diffusione dell'Arte e nell'indirizzare l'aspirante sul corretto sentiero, ma non possono, da soli, condurlo oltre un definito limite. A un certo punto del suo lavoro, il neofita deve porsi sotto l'influenza di un Mago/Alchimista pi avanzato di lui, affinch si operi l'irradiazione diretta da Cuore a Cuore , pena l'arrestarsi inesorabile del suo cammino. Scopo futuro di ogni alchimista resta comunque il poter attingere il Fuoco direttamente dal Tutto, attraverso la completa identificazione con esso, senza dover pi usufruire di iniziati di vario grado che fungano da mediatori. Quando il suo ego spazzato via, potr infatti accedere in linea diretta al Fuoco Solare. Il compito del Mago annullare se stesso per ricevere lo Spirito Santo dalla sorgente solare e ritrasmetterlo agli uomini che sono sotto la sua influenza. Ci pu esser compiuto dedicandosi all'arte, alla guarigione e all'insegnamento. Il Mago esperto - proseguendo nel suo percorso di imitatio Christi - pu regolare la direzione e l'intensit del Fuoco che lo attraversa e decidere di veicolarlo in maggiore quantit verso un individuo piuttosto che un altro, dopo aver valutato le possibilit di ognuno di fungere a sua volta da irradiatore di Fuoco nel suo ambiente. Pertanto, egli si preoccuper di inviarne maggiormente verso coloro che pi sentono il desiderio di servire, tenendo sempre in considerazione le rispettive capacit di assimilazione e ridistribuzione. Egli potr anche spingerlo nei chakra appropriati a seconda delle particolari necessit del singolo. A causa di una predisposizione naturale, succede talvolta che l'alchimista inizi a ricevere dentro di s il Fuoco gi molto presto a partire dal momento in cui si "mette all'Opera", o addirittura prima ancora di aver inziato il lavoro alchemico o un qualunque altro percorso spirituale; spesso il fenomeno comincia spontaneamente in giovane et. In tali circostanze la natura inferiore non ancora stata purificata e per l'individuo risulta piuttosto complesso tenere a bada la sua personalit, anche perch, nella maggior parte dei casi, non ha idea dei motivi occulti per cui si accentuano in lui determinati aspetti del carattere. Comportamento irrequieto, aggressivit, sensualit spinta e "fuori dalla norma" e atteggiamenti ribelli si annoverano fra le pi frequenti manifestazioni esteriori dell'accumularsi del Fuoco in un individuo. Si tenga per presente che l'apparire di tali sintomi non sempre riconducibile a quella causa elevata. Trattenere per s il Fuoco costituisce un comportamento suicida. Esso va espresso in qualunque attivit che implichi un servizio agli esseri umani: guarigione, insegnamento e realizzazione di opere artistiche sono solo alcune fra le occupazioni possibili. Lo Spirito deve costantemente circolare, altrimenti esso si accumula nell'individuo e consuma la forma che lo contiene. Se Prometeo ruba il Fuoco agli dei solo per donarlo agli uomini; tenerlo per s stesso significherebbe condannarsi a bruciare stupidamente. Uno degli usi possibili del Fuoco - in particolare in questo periodo storico - la "battaglia per la Terra", cio la lotta contro le forze involutive rappresentate dai Maghi Neri. Un Mago, sia esso bianco o nero, in grado di muoversi agevolmente sui piani spirituali, dove si consumano quotidianamente titanici scontri fra le forze della luce e le forze dell'ombra che non hanno nulla da invidiare alle pi spettacolari scene dei film di fantascienza o fantasy. Il bisogno di nuovi esseri umani capaci di canalizzare il Fuoco cos pressante che quando un aspirante pronto - e ci pu essere facilmente visto dall'aspetto dei suoi corpi sottili - e manifesta le qualificazioni necessarie per svolgere tale compito, viene immediatamente contattato dai Maestri
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della Gerarchia che - qualora lui dia la sua volontaria disponibilit - lo arruolano fra le schiere dei combattenti per la liberazione della Terra.

L'aspetto femminile del lavoro alchemico


Mentre la Piccola Opera che costituisce le prime fasi del processo manifesta una modalit operativa caratterizzata da un'energia prettamente maschile, l'Opera finale invece intrisa di energia femminile... la forza del futuro. Il praticante infatti all'inizio non pu che concentrarsi sullo sforzo di migliorare, di risvegliarsi, di uccidere la sua natura inferiore. Facendo questo esprime lo stato d'animo di qualcuno che vuole penetrare nel lavoro alchemico e in un nuovo stato di coscienza; egli mira a "prendere il regno dei cieli con la violenza". Ma se non vuole che il suo percorso si arresti miseramente, a un certo punto deve mutare radicalmente atteggiamento nei confronti del lavoro alchemico. Deve cominciare a farsi ricettivo, ad accogliere dentro di s... per trasformarsi nella Coppa del Graal che viene riempita dallo Spirito Santo. La rubedo implica uno stato passivo, negativo e ricettivo che fa da sfondo a quello attivo, positivo e penetrante. E' una preghiera quotidiana e ininterrotta, che si protrae istante dopo istante. Un incessante anelito verso il Cielo. Camminando, lavorando, creando, combattendo e persino dormendo il Mago - sia esso maschio o femmina - ha sempre dentro di s una vibrazione femminile di fondo: "Non sia fatta la mia, ma la Tua volont." Non pi uno sforzo pieno di impeto orientato verso l'esterno, ma un attendere, in pace, in fondo alla propria miniera che il Fuoco compia il suo lavoro nella materia dando alla luce l' androgino , perfetta fusione di maschile e femminile. "Io sono il Tuo servo." "Io sono l'altare su cui la carne viene redenta." Non si tratta solo di ripetere tali affermazioni, ma di far vibrare di esse la propria carne fino all'ultima cellula.

La realizzazione ultima ( distinzione fra l'Uno e lo Zero )


Mentre attraverso la Piccola Opera (nigredo e albedo) il mago/alchimista giunge a un primo grado di Illuminazione, vale a dire all'identificazione con l'anima - il S - all'apertura del Cuore e a un primo grado di immortalit; grazie alla Grande Opera egli si identifica con l'Uno stesso, Dio, il Demiurgo. Solo questa pu dirsi "immortalit", in quanto il corpo di gloria - cos come la relativa autocoscienza - verr anch'esso disgregato in favore della successiva assimilazione nell'Uno. L'Uno radix ipsius, cio radice di se stesso, in quanto causa non causata . L'Uno pur venendo spesso indicato come lo Spirito, si colloca in verit oltre qualunque possibile dualit, quindi anche al di l della dicotomia spirito/materia. Trascende l'Io e il non-Io, l'essere e il non-essere, la coscienza e l'incoscienza. eterno, quindi aspaziale e atemporale. Si pu per andare ancora oltre. Di norma si considera l'Opera al Rosso - la Grande Opera - come la "realizzazione del divino", ma a ben guardare essa conduce pi in l dell'Essere divino. Come gi precisato il divino il Demiurgo, l' Essere , il principio , il Grande Architetto, l'Uno. Ma "ci di cui nulla pu esser detto" lo Zero, non l'Uno. ci a partire dal quale Dio stesso si autoproduce. La realizzazione ultima cui tende il mago/alchimista - e a cui pu tendere l'essere umano in genere si esprime dunque nell'identificazione con la cosiddetta Materia Prima , il Parabrahman della tradizione ind... che di per s indefinibile e inconcepibile. Questo "stato", se cos pu essere
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chiamato, non toccato nemmeno dalla dissoluzione universale ( pralaya ) alla quale Dio stesso pare sia soggetto. Quello sar sempre, anche quando questo universo e il suo Dio non saranno pi. L'unico personaggio di cui si pu esser certi che abbia raggiunto tale supremo stato si chiama Sri Nisargadatta Maharaj (1897-1981). Gli altri Illuminati parlano dell'apertura del Cuore, oppure della realizzazione del S, che talvolta viene usato per indicare l'anima, talvolta lo Spirito, cio l'identificazione con Dio; ma solo Maharaj distingue fra l'Uno e ci che sta oltre.

Testi sull'argomento: OFFICINA ALKEMICA - l'Alchimia come via per la felicit incondizionata Salvatore Brizzi, Antipodi Edizioni (2006) IL DIARIO DI UN ALCHIMISTA Douglas Baker, Edizioni Crisalide (1977) ___________________

La via delle acque corrosive


lo scopo della via violenta
Il miglior consiglio agli occidentali di non far nulla per risvegliare Kundalini prima del tempo, ma di vivere una vita pura rispettando le leggi divine. Quando sar giunto il momento, si risveglier da sola... La direzione che prender kundalini una volta risvegliata non dipender dalla volont, ma dalle qualit e virt dell'uomo. Omraam M. Aivanhov, Centri e corpi sottili Esistono alcuni metodi di risveglio, sempre facenti parte dell'alchimia, che potremmo definire "non convenzionali", talvolta indicati nella tradizione ind come via violenta . Tale percorso si fonda sull'utilizzo di potenti tecniche occulte - le cosiddette acque corrosive che costringono l'energia di kundalini a risvegliarsi e a salire lungo la spina dorsale, indipendentemente dal fatto che il neofita abbia compiuto un regolare percorso iniziatico di purificazione delle sue emozioni e della sua mente, e si sia quindi naturalmente posto in grado di reggere una simile improvvisa deflagrazione interiore. Questo temibile sentiero veniva percorso dai praticanti maghi/alchimisti ai quali era stata annunciata un'imminente morte, sia per causa di malattia incurabile sia come risultato di una condanna da parte delle autorit - evento che colpiva non di rado chi si dedicava a simili studi e pratiche. Trovandosi dunque costretti a scegliere tra il rischio di dover vivere l'ultimo periodo della loro incarnazione nella follia - causata da un'incapacit del sistema nervoso di reggere l'inteso regime del Fuoco causato dalle tecniche occulte - e la certezza di morire nell'incoscienza di s e quindi di precipitare nell'oblio una volta abbandonato il corpo, molti di essi preferivano affrontare il primo pericolo. In ogni caso le tecniche venivano sempre accompagnate da un serio tentativo di estirpare i pensieri separativi e le emozioni pi basse dalla propria personalit. Nonostante non fosse a disposizione un arco di tempo sufficiente a compiere un lavoro alchemico preciso e profondo sulle emozioni negative, si provava comunque, nei limiti del possibile, a uccidere l'odio, il giudizio, il senso del possesso e l'egoismo in se stessi. E ci per un evidente motivo: una personalit dove kundalini, una
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volta risvegliata, comincia a incanalarsi in emozioni come odio, rancore e desiderio di possesso diviene un'aberrazione della natura. Tutte le manifestazioni pi basse vengono infatti ingigantite dall'afflusso di nuova energia e divengono estranee a ogni tentativo di controllo. L'individuo si trasforma in breve tempo in un folle lussurioso, spietato, desideroso oltre ogni limite di potere materiale. I 12 capi delle SS, gli apostoli neri di Himmler, sono un esempio eclatante del traguardo a cui pu portare il sentiero delle acque corrosive se non accompagnato da una coscienza vigile e orientata verso il bene. Al di fuori di un contesto dove i danni provocati dal percorrere tale via possono risultare un giusto rischio da correre in assenza di alternative - data l'imminenza del termine della propria incarnazione - non esiste alcuna ragione intelligente per esporsi a simili pericoli. La via alchemica consueta infatti gi di per s la via pi rapida - ammesso che la rapidit possa venire considerata un metro di giudizio in ambito spirituale - e lo pu divenire ulteriormente in funzione della volont e dell'aspirazione del praticante. In alchimia ognuno pu decidere la velocit della propria evoluzione. Si consideri inoltre che, anche qualora la via violenta andasse a buon fine e il praticante riuscisse a conservare la propria integrit psichica, lo sviluppo cos ottenuto non potrebbe mai essere completo. Non infatti in alcun modo possibile incrementare la propria intelligenza, ottenere maggior conoscenza o acuire la propria genialit artistica semplicemente limitandosi a controllare il respiro, assumere droghe o lavorare con l'energia sessuale! Tali qualit animiche sono realizzabili innanzitutto grazie a uno studio approfondito, e poi per mezzo del processo di trasmutazione di ci che inferiore in ci che superiore. Non si diventa infatti geniali semplicemente facendo affluire una considerevole quantit di energia - di per s neutra - nel proprio organismo, ma solo approntando nel corso degli anni, grazie alla trasmutazione, i sensi sottili affinch tale energia possa manifestarsi come genialit. tuttavia nostra intenzione soffermarci su tali conoscenze occulte in quanto la loro applicazione, se intesa non come sentiero evolutivo in s, ma esclusivamente come valido aiuto in determinate fasi del proprio percorso alchemico - e sviluppantesi parallelamente a questo - pu senza dubbio accelerare il percorso stesso. Riguardo ai modi, ai tempi e alle circostanze di tale utilizzo solo un iniziato pu fornire le giuste indicazioni al neofita, il quale, proprio in virt della sua condizione di neofita, non in grado di distinguere in quale momento l'applicazione di una tecnica pu divenire vantaggiosa e in quale invece andrebbe a compromettere, talvolta irreversibilmente, i sottili equilibri della sua psiche. I metodi impiegati come acque corrosive sono tre: - l'assunzione di sostanze droganti - il controllo della respirazione - il padroneggiamento dell'energia sessuale Testi sull'argomento: L'UOMO COME POTENZA Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925) INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. I II III Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929) LO YOGA PER NON MORIRE Tommaso Palamidessi, Edizioni Grande Opera, Roma (1996)
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Questo piccolo ma fondamentale testo inedito da anni. Pu essere rintracciato solo in fotoriproduzione, al prezzo di 8 euro, presso la Libreria Ecumenica di Milano. Mail: info@animanews.it oppure esoterica@animanews.it

le sostanze droganti
Vi come un sistema autoprotettivo naturale: pu svegliare kundalini soltanto un forza non minore a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini. Julius Evola, L'uomo come potenza Il problema dell'uso delle droghe inerente questa affermazione di Evola. Nell'accedere ai piani superiori attraverso l'assunzione di sostanze psicoattive si scavalca d'un sol colpo tutto quel lavoro di purificazione che, fra l'altro, indispensabile allo sviluppo nell'individuo di quella presenza e di quella forza di volont preziose nel momento in cui ci si confronta con energie ed entit che superano di gran lunga le normali capacit di gestione dell'uomo medio. Tutte le acquisizioni supernormali e le esperienze di contatto con il mondo astrale che di norma luomo ricerca nelle sostanze psicotrope possono essere raggiunte naturalmente grazie a un lavoro alchemico fondato sul ricordo di s , l'apertura del Cuore e la trasmutazione delle emozioni negative. La funzione della sostanza drogante era fondamentale nellantichit in quanto atta a fornire al mago neofita una breve esperienza delle meraviglie che lo attendevano una volta portata a termine la trasmutazione di s in Uomo Nuovo e ricondotta quindi la sua coscienza all'Uno primordiale. La sostanza non rappresentava mai una via spirituale in se stessa, ma veniva utilizzata esclusivamente in un contesto iniziatico allo scopo di provocare uno stato di coscienza modificato utile al futuro sviluppo del mago. Era un "assaggio". Uno sciamano o un mago pi anziano, si prendevano la responsabilit di guidare il neofita lungo il suo viaggio affinch questo non si risolvesse in una inutile esperienza di fascinazione psichedelica, o potesse risultare dannoso, se non addirittura letale. Se, dopo aver sperimentato l'indescrivibile gioia del contatto con i mondi spirituali e il "senso dell'Uno", l'individuo, una volta cessata l'esperienza, iniziasse a lavorare assiduamente su di s tutti i giorni della sua vita al fine di conseguire in maniera permanente quella gioia e quell'amore, allora i nervi e le cellule del suo corpo fisico si trasformerebbero a poco a poco e anche i suoi veicoli sottili si "fisserebbero" consentendogli di reggere in maniera stabile la nuova frequenza vibratoria. La piramide principale della piana di Giza - che Cheope si era attribuito e che stata erroneamente identificata con una tomba dagli studiosi - un perfetto esempio di luogo iniziatico. Il sarcofago di granito collocato nella cosiddetta "camera del Re" serviva da "battello" per il viaggio iniziatico del neofita. L'iniziando assumeva una bevande composta di sostanze psicoattive, veniva poi fatto distendere all'interno del sarcofago, il quale veniva chiuso da un coperchio di pietra. Intorno, i sacerdoti recitavano dei mantra per tutta la durata della cerimonia mentre essenze di vario genere saturavano l'aria. Nel buio pi completo e sotto l'effetto delle sostanze droganti il neofita viveva la sua esperienza iniziatica. Tutta la struttura della piramide stata concepita affinch energie spirituali provenienti dai mondi superiori potessero essere veicolate nel sarcofago, cos come in altri punti strategici della costruzione. La piramide fungeva da ponte tra la Terra e il Cielo, e percorrere un determinato tracciato al suo interno, sostando in alcune stanze secondo una precisa successione, significava vivere in forma "compressa" il cammino iniziatico che si sarebbe dovuto poi realizzare nella vita quotidiana.
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Le droghe erano pure utilizzate dagli sciamani/guaritori, i quali conducevano la coscienza del portatore della malattia - fisica o psichica che fosse - nei mondi "di l dal velo" per metterlo in contatto con la parte pi profonda di s, spesso simboleggiata dall' animale-guida . Tale contatto permetteva al malato di sciogliere alla radice il suo problema. L'attenzione era pertanto sempre posta sull'origine psicologica e animica del disturbo - che poteva essere individuata ed elaborata attraverso un viaggio - e mai sul sintomo esteriore. Purtroppo oggi le sostanze psicotrope non vengono pi considerate come finestre dalle quali possibile gettare uno sguardo sulla propria vera essenza, ma come semplice svago o facile via di fuga da una realt sociale che si ritiene insopportabile. Nell'attesa che venga instaurata una societ autenticamente iniziatica, esse andrebbero totalmente proibite, in quanto latrici di maggior addormentamento all'interno delle coscienze, anzich risveglio. Paradossalmente, di questi tempi, proprio le sostanze che potrebbero aiutare il risveglio dell'anima, sono fra le principali cause della prigionia psichica cui il pianeta sottoposto. Le coscienze dei giovani vengono intontite da un uso sconsiderato e anti-iniziatico dell'alcool e delle droghe, pesanti o leggere che siano. Le potenti energie giovanili vengono in tal modo imbrigliate e rese inoffensive per segreto volere dei governi mondiali che, come chiunque non abbia la coscienza completamente obnubilata pu notare, tollerano e segretamente finanziano una diffusione sempre maggiore di droghe, alcool e armi sul pianeta. Qualificazione irrinunciabile per una qualsivoglia pratica sia essa inserita in un percorso che contempla le acque corrosive, cos come all'interno del processo alchemico classico la capacit dell'aspirante di produrre a volont l'assoluta p r e s e n z a - o ricordo di s - senza la quale nessuna attivit realmente magica possibile. Pertanto il Mago deve innanzitutto essere in grado di mantenere una perfetta concentrazione mentale e una inscuotibile tranquillit emotiva in ogni istante della pratica occulta, sia essa concernente l'assunzione di droghe, l'esercizio di respirazione o il lavoro con l'energia sessuale; inoltre deve essere capace di associare il ricordo di s, cio la consapevolezza del qui-e-ora a tale stato di ferma e rilassata concentrazione. Lui deve dominare lo svolgersi dell'esperienza con tutta la p r e s e n z a di cui in grado, e mai lasciare che sia essa a dominarlo. Per tutto il lasso di tempo in cui si accede all'avventura psico-spirituale, il riuscire a essere presenti a se stessi segna la differenza tra la vita e la morte. In un altro brano tratto da "L'uomo come potenza" di Julius Evola, si dice infatti: ...la potenza ormai trasformata inonda sushumna e procede lungo la direzione ascendente. Ci sentito come vampa, poi folgore e venire trasportato vertiginosamente: allora bisogna immediatamente e in pura evidenza affermare la formula che deve essere gi stata oggetto di tante concentrazioni e meditazioni: "Io sono lei"; bisogna cio fulmineamente e intrepidamente identificarsi con questa cosa terribile, mortale. Se si manca a ci, se il destarsi di kundalini ci sorprende e travolge - e per quanto ci si possa preparare, fra l'aspettazione e il fatto rester sempre un salto - se si esita a slanciarsi nell' Io sono questo , detto che... disciplina e sacrifici... tutto vanificato: non solo, ma l'avventura in massima viene pagata a caro prezzo: tutta l'enorme tensione si scarica sull'aspirante imprudente che pu venire precipitato in disturbi gravissimi - epilessia, invasamento, idiozia, follia e, talvolta, la morte stessa. Invece la fulminea, intrepida identificazione opera le nozze dell'individuale e dell'universale, la composizione di zolfo e mercurio... Per saperne di pi circa gli effetti di ogni particolare sostanza rimandiamo a un documento diffuso dal Gruppo di Ur, che per la sua precisione e fedelt al punto di vista tradizionale rimane ancora
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ineguagliato. http://www1.autistici.org/amprodias/txt/psichedelia/sulledroghe.htm Vedi anche il sito: http://psiconautica.byethost13.com Testi sull'argomento: L'UOMO COME POTENZA Julius Evola, Edizioni Mediterranee (1925) INTRODUZIONE ALLA MAGIA vol. III Gruppo di Ur, Edizioni Mediterranee (1927-1929) _______________

il controllo del respiro


Vi come un sistema autoprotettivo naturale: pu svegliare kundalini soltanto un forza non minore a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini. Julius Evola, L'uomo come potenza Nonostante l'affermazione di Evola sia sicuramente esatta, occorre rilevare che nell'ambito di una via violenta possibile che l'individuo sviluppi un desiderio di risveglio tale da essere capace di impiegare una forza di volont extra-normale e suscitare in s, attraverso delle tecniche, una potenza in grado di smuovere kundalini dal suo sonno. Se egli indirizzasse tale superiore desiderio nel lavoro alchemico consueto il successo sarebbe assicurato, e per di pi senza dover correre i rischi inerenti l'applicazione di tecniche violente. Ma se particolari circostanze estreme non gli consentono di intraprendere una via pi sicura, il controllo del respiro potr fungere da "ponte" verso mondi altri. All'inizio il neofita si ponga in una posizione comoda, in un luogo tranquillo e poco illuminato meglio se illuminato solo dalla luce di una candela - e porti l'attenzione sul suo respiro. Egli deve limitarsi a osservare il suo naturale processo di respirazione senza alterarlo in alcun modo. Deve solo preoccuparsi di respirare coscientemente. La pratica di respirare coscientemente si trova in diverse tradizioni, anche in quella occidentale della Gnosi. Tenere l'attenzione focalizzata sul proprio respiro mentre si seduti in meditazione o, ancora meglio, focalizzarsi sul respiro nel corso della giornata ogni volta che si riesce a ricordarselo, durante le normali attivit quotidiane, un metodo efficace che conduce velocemente in stati superiori di coscienza. Va da s che il solo fatto di dedicare attenzione al proprio respiro - cosa che in condizioni normali l'uomo mai si degna di fare - lo altera gi in una certa misura. Ci accade naturalmente ed giusto che avvenga; per essenziale che, in questa prima fase, il praticante non si sforzi di modificarlo lui stesso coscientemente. Il corpo deve rimanere immobile - ci che vien detto tronismos (=capacit di restare immobili sul trono, in stato di meditazione, che caratterizzava i faraoni egizi iniziati). In questo stato di fissit si deve svolgere il processo di respirazione.

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Solo quando l'apprendista in grado di osservare il proprio respiro in uno stato di presenza per diversi minuti senza venire distratto da associazioni di pensiero e dialoghi immaginari che si svolgono all'interno della sua mente, allora pu passare alla fase successiva. A questo punto il tempo di ritenzione - la pausa tra il movimento di inspirazione e quello di espirazione - deve cominciare a diventare sempre pi lungo. Tale pausa di ritenzione conosciuta come matra (=misura) dagli ind. Mantenendo una postura fissa e ritenendo il respiro per periodi di tempo sempre crescenti si acquisiscono siddhi ( poteri magici ) sempre pi straordinari, fino a giungere alla sospensione dell'invecchiamento e all'immortalit assoluta - al di l della dissoluzione universale ( mahapralaya ). Secondo i pi antichi scritti dell'alchimia ind, il grado di progresso dato dalla lunghezza del tempo in cui si riesce a trattenere il respiro. Si deve procedere con cautela, cercando di aumentare ogni giorno il numero dei secondi che caratterizzano la durata della fase di ritenzione. Secondo quanto riportato nell'Amanaska Yoga (citato ne "Il corpo alchemico" di D.G. White, pagg. 335-338): "...Quando si in grado di trattenere il respiro per 12 minuti la kundalini si rafforza e si risveglia iniziando la sua ascesa; dopo 96 minuti si raggiunge una condizione estatica; dopo tre ore l'assunzione di cibo e la produzione di escrementi sono notevolmente ridotte; dopo sei ore si manifesta la luce della propria anima; ...dopo otto giorni, la cessazione di qualsiasi senso di fame e di sete; ...dopo dodici giorni, la capacit di muoversi sulla Terra a proprio piacimento; dopo tredici giorni, il potere del volo; ...dopo ventidue giorni, il compimento di tutti i desideri; ...dopo ventotto giorni, si pu piegare l'universo ai propri voleri; ...". Quanto tali valori numerici vadano presi alla lettera difficile dirlo. In ogni caso certa l'esistenza di un legame direttamente proporzionale fra la durata della ritenzione del respiro e l'acquisizione di poteri sovranaturali quali la visione astrale, lo sdoppiamento astrale, la materializzazione di oggetti, la cessazione dell'invecchiamento, ecc... . Lo studioso avveduto pu facilmente intuire quanto tale tecnica possa risultare pericolosa - nonch perfettamente inutile quanto alla possibilit di acquisire le siddhi - laddove il neofita non la conduca sotto la supervisione di un iniziato che lo istruisca riguardo le modalit e i tempi della pratica. Basti dire che l'attitudine a ritenere il respiro si trova in rapporto diretto con la capacit di ritenere i pensieri, cio di avere sotto il proprio controllo la caotica attivit della mente grazie all'utilizzo della ferma concentrazione o del ricordo di s . Il potere di controllo sulla respirazione altro non , a livello analogico, che la conseguenza di un gi acquisito potere di controllo sull'attivit della propria mente. Controllo che si ottiene nel corso della prima fase di questa tecnica, quando l'attivit respiratoria va semplicemente osservata in stato di ricordo di s , cio portando l'attenzione sia sul respiro che sulla propria presenza &raquo. Per cui, se il praticante decidesse in maniera sconsiderata di sforzarsi di ritenere il respiro nella speranza di acquisire poteri, non farebbe altro che "mettere il carro davanti ai buoi" confondendo la causa con l'effetto. Nel tentativo di trattenere il respiro in maniera innaturale non otterrebbe n la calma della mente, n le tanto agognate siddhi, bens, perseverando in tale folle proposito, andrebbe sicuramente incontro ad allucinazioni e altri danni psichici e fisici. Non si devono mai produrre sforzi volti a frenare e inibire i pensieri, ma solo limitarsi a osservarli come testimoni distaccati. Il testimone per il fatto stesso di osservare modifica inevitabilmente gli oggetti osservati. Il lavoro su di s basato sullo sforzo di esserci , e mai sullo sforzo di modificare qualcosa: ci deve rimanere sempre ben chiaro!
Testi sull'argomento: IL CORPO ALCHEMICO David Gordon White, Edizioni Mediterranee (1996)

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Il lavoro con l'energia sessuale


Il Tantrismo consente ai suoi adepti di raggiungere in questa incarnazione, se ne hanno la forza, o almeno in una successiva esistenza, limmortalit fisica e lautocoscienza con tutti i poteri sopranormali, poich per lappunto lo Yoga Tantriko mira a realizzare: perfetta salute, longevit, volontario distacco dal corpo, poteri telepatici, guaritori o taumaturgici, chiaroveggenza del passato, del presente e del futuro, ricordo chiaro di tutte le passate esistenze, il potere di iniziare altri individui preparandoli per lascesi yogica; ricchezza finanziaria, possesso di tutti i beni materiali della terra per potere svolgere bene il proprio lavoro e quello dei propri discepoli; eliminazione di tutti i pensieri e le azioni egoistiche e cattive, operando sempre il bene per lUmanit. Tommaso Palamidessi, La Tecnica Sessuale dello Yoga Tantriko indo-tibetano Premettiamo che il lavoro alchemico dell'uomo su se stesso deve consistere innanzitutto nella purificazione da tutte le emozioni negative che pervadono la sua personalit. La lamentela, l'odio, la rabbia, la gelosia e ogni genere di giudizio e fastidio verso gli altri devono essere scomparsi prima che egli possa avventurarsi nei mondi spirituali. In queste dimensioni superiori l'aspirante viene sottoposto a ogni sorta di attacchi emotivi e mentali da parte delle forze ostili che vi abitano e che egli stesso suscita per risonanza. Solo un perfetto equilibrio di emozioni e pensieri potr renderlo capace di difendersi dalle offensive e di distinguere la realt dalle allucinazioni. L'intero significato del lavoro alchemico compiuto utilizzando l'energia sessuale pu essere espresso affermando che in virt di tale operazione il piacere dei sensi viene convertito in "un'esplosione d'amore correttamente veicolata". L'energia sessuale la forma di energia pi potente di cui l'uomo pu disporre. Essa la spinta creativa che porta in manifestazione l'Universo stesso. infatti l'energia c r e a t i v a per eccellenza, la fonte primordiale di ogni genere di creazione. A seconda di come l'energia sessuale viene diretta si pu creare un universo, si pu creare un neonato, oppure si possono creare opere d'arte: scritti, dipinti, intuizioni scientifiche o filosofiche. Se tale energia veicolata da colui che possiede le necessarie conoscenze occulte essa pu venire utilizzata per incrementare la propria attitudine ad amare e a soccorrere l'umanit, mentre al contempo si creano in se stessi dei corpi sottili perfettamente costituiti. Il lavoro con lenergia del sesso pu iniziare solo dopo una lunga pratica sul ricordo di s e sulla trasmutazione delle emozioni negative. La capacit di gestire e trasmutare le espressioni della sua natura inferiore deve essere stata acquisita in maniera completa dallaspirante. Il corpo dell'anima, a questo punto dello sviluppo del mago, si gi cristallizzato quasi per intero, ed egli ha assunto il controllo delle sue emozioni. Solo quando la fabbricazione di tale corpo vicina al suo termine e il praticante sulla via dellapertura del Cuore, egli pu arrischiare un efficace ma pericoloso lavoro per mezzo dell'energia sessuale. L'energia sempre la stessa, ma a seconda del grado evolutivo e delle conoscenze esoteriche di chi la utilizza essa pu dare origine ai pi svariati risultati. Ad esempio, tutta l'arte che l'umanit stata in grado di esprimere origina dall'energia sessuale correttamente incanalata verso i chakra superiori dell'uomo anzich verso quelli inferiori. I chakra del Cuore, della gola e della testa consentono lo sviluppo di maggiore amore, creativit e intuizione. Perversione, fanatismo dogmatico e guerre sono invece il risultato della medesima energia incanalata verso i chakra inferiori.

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Il fine del lavoro alchemico tramite l'energia sessuale quello di fare in modo che essa non si disperda, ma si accumuli progressivamente nell'organismo umano e venga indirizzata verso scopi definiti. Fino a un certo grado evolutivo, l'essere umano, invece di mettere l'energia sessuale al servizio della propria volont, di norma ne completamente succube. In un normale rapporto infatti questa forza non viene controllata e diretta, ma liberata nell'ambiente quasi inconsciamente. Ed bene che sia cos, in quanto tale individuo anche qualora avesse il controllo della propria energia sessuale non saprebbe cosa farsene ed essa gli arrecherebbe esclusivamente danno - ci che capiterebbe a chiunque volesse afferrare un serpente per la coda. Come pu allora un uomo sapere se giunto per lui il momento di fare uso di tale energia per scopi magico-evolutivi? Innanzitutto si tenga presente che limpiego dell'energia sessuale non costituisce mai di per s una via evolutiva - n magico/alchemica, n di altro genere. Le pratiche che concernono il suo utilizzo possono rappresentare un valido aiuto nelle proprie realizzazioni solo se inserite in un ben definito contesto di purificazione interiore. Inoltre, perch risultino efficaci la loro applicazione deve cominciare esclusivamente in seguito all'acquisizione di determinati traguardi evolutivi da parte del praticante. Un aspirante mago non pu mai decidere autonomamente di intraprendere un lavoro con l'energia sessuale, in nessuna fase del processo alchemico, ma deve sempre chiedere l'assistenza di un iniziato - che sia provato tale e nel quale egli abbia riposto la pi completa fiducia. Per molti alchimisti non di alcuna utilit lavorare con l'energia sessuale e per molti altri addirittura controproducente, perch essa andrebbe a smuovere forze interiori che, se portare alla luce, frenerebbero il lavoro ermetico intrapreso. Non esistono regole valide allo stesso modo per tutti. Solo un vero mago gi realizzato in grado di verificare se tale percorso pu risultare vantaggioso piuttosto che dannoso per il neofita. Egli deve possedere la capacit di monitorare le trasformazioni che avvengono nei corpi sottili del praticante, deve poter evidenziare i suoi eventuali errori e fornirgli giorno per giorno le pi corrette indicazioni. Le conseguenze negative di un lavoro con l'energia sessuale condotto senza criterio sono spesso terribili e irreparabili.

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