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INTRODUZIONE
Le Sette tecniche meditative di base servono ad allenare i poteri
fondamentali della Volontà.
La mente umana di solito è indisciplinata e questo spiega il perché di tanta
sofferenza spesso curata con farmici e alleviata con piaceri eccessivi.
Disciplinare la mente significa generare lucidità, forza ed emozioni
positive. È come trovare l'equilibrio quando si apprende ad andare in
bicicletta. Una volta trovato l'equilibrio si diventa capaci di compiere
viaggi impossibili per chi resta a piedi.
L’errore più grande che le persone fanno è credere che i poteri della mente
siano naturali e che basti essere se stessi per liberarli al 100%. Non
funziona in questo modo. È necessario allenarli. È come apprendere a
lavarsi i denti al mattino. Dopo un po’ la sensazione di freschezza e piacere
rende ovvia e semplice questa abitudine appresa grazie a qualcuno che ce la
ha insegnata.
Le sette palestre
In questo corso scopriremo che esistono sette palestre per allenare alcuni
fondamentali poteri della nostra Volontà.
Esistono molteplici forme di meditazione e ognuna di esse tende a
sviluppare degli specifici poteri della Volontà, cioè le funzioni di controllo
che le sono proprie.
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LA MEDITAZIONE
L’accesso alla mente profonda non è così scontato. In meditazione non è
facile ottenere subito dei risultati perché spesso le persone non sanno:
• come accedere all’inconscio,
• usare gli elementi di base con cui funziona l’incontro tra l’Io (la
nostra volontà) e la mente profonda.
- ENERGIA VITALE
- PIACERE CATASTEMATICO
- RIGENERAZIONE
- RESTITUZIONE DEL POTERE
SOVRANO DELLA VOLONTÀ
- ATTIVAZIONE DEI POTERI
NON ORDINARI
DELLA MENTE PROFONDA
Energia vitale: nella mente profonda vi sono depositi di energia vitale che
le persone generalmente sono inconsapevoli di avere. Il dolore è come se
intrappolasse le nostre potenzialità.
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Restituzione del potere sovrano della volontà: con la dis-identificazione
totale dai fenomeni della mente possiamo guardare a ciò che accade da
un’altra prospettiva. Con la meditazione si ridimensiona la percezione del
fenomeno. Questo fa sì che la volontà diventi più regale.
Vichara in sanscrito vuol dire investigazione, Atma vuol dire Sé. Le più
salienti traduzioni sono quindi auto-indagine, auto-investigazione o auto-
attenzione. Con Atma Vichara si va allo stato di origine della coscienza,
all’essere origine. È l’università delle meditazioni e necessita di
addestramento e di tutta una serie di attenzioni per creare la dis-
identificazione dai fenomeni e non cadere nelle trappole della mente.
In Atma Vichata, Essere Origine, la domanda cruciale è: Chi sono io?, Qual
è la mia origine più grande?
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La via spirituale di Ramana
Maharshi è fondata sulla
domanda “Chi sono io?”
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LA BARRIERA
La barriera, costituita da tutti i meccanismi di difesa psichici, impedisce
la connessione con la mente profonda. Sotto la barriera c’è l’inferno, ci
sono i traumi, le situazioni irrisolte ecc.
12 MECCANISMI
DI DIFESA
BARRIERA
DOLORE
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reprimere il dolore e lasciare libera la mente razionale di ragionare e
affrontare la vita di tutti i giorni.
Con la razionalità facciamo di tutto per creare un certo tipo di realtà ma, se
osserviamo, la maggior parte della vita delle persone viene più dominata
dalla parte sommersa, che a sua volta genera una sua realtà. Tutte le paure,
gli automatismi, le cose irrisolte, istinti non domati, tutte le situazioni di
fondo non gestite creano molta più realtà di quello che noi crediamo.
La mente profonda ha una percezione della realtà che non è la realtà
oggettiva. Anche se la mente razionale è logica, fa programmi, pensa alle
cause, sogna, fantastica, dubita ecc, essa non basta per avere il controllo su
se stessi perché la mente profonda è più forte e ha bisogno della guida della
volontà.
MENTE PROFONDA:
REALTÀ
CUORE, CORPO,
MENTE INCONSCIA
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MENTE RAZIONALE
SETTE
MEDITAZIONI
MENTE PROFONDA:
CUORE, CORPO,
MENTE INCONSCIA
Piano piano la nostra mente profonda inizia a vedere un’altra realtà che è
connessa con la mente cosciente. Quando mente cosciente e inconscia
vogliono la stessa realtà è quasi impossibile non realizzarla. Avviene
l’accoppiamento tra noi e noi, ed è da lì che proviene la vera forza.
Per poter fare il viaggio nella mente profonda è necessario creare un Centro
di gravità permanente.
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Se il rifugio è debole la persona deve stare nella razionalità e far uso di
compensazioni per far fronte all’angoscia.
Costruire il rifugio, una base sicura, una stazione che sta sotto le difese e
non sopra, permette di fare contatto con tutti i vari strati del mondo interno
e di viaggiare nel piacere e nel dolore, dapprima con neutralità e poi con
compassione.
VOLONTÀ
BARRIERA
EMOZIONI NEGATIVE
MENTE CORPO
VOLONTÀ
BARRIERA
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ESSERE ORIGINE
Normalmente la nostra attenzione è come catturata dal mondo esterno.
Questo viene definito Identificazione psichica: ci dimentichiamo di
esistere, un po’ come quando andiamo al cinema e ci identifichiamo con
l’attore del film che stiamo guardando. Ci dimentichiamo che siamo seduti
su una poltrona e che siamo solo degli spettatori. Il mito della caverna di
Platone, il film Matrix e altri, parlano proprio di questo fenomeno; la
maggior parte delle paure, angosce e sofferenze è legato proprio
all’Identificazione psichica.
Mondo esterno
Mondo interno
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Nel mondo interno per fuori si intende ciò che è esterno alla coscienza, cioè
le emozioni, le sensazioni corporee, il pensiero. In particolar modo le
emozioni di disagio esercitano un potere di attrazione quasi irresistibile per
una coscienza non allenata con tecniche meditative.
DIS – IDENTIFICAZIONE
PSICHICA
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LE TRE CHIAVI MENTALI
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I CINQUE POTERI DELLA VOLONTÀ
• LA MONTAGNA
• L’AQUILA
• IL LOGOS
• LO SCETTRO
• IL SALMONE
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LA MONTAGNA – STABILITÀ
Come vincere la più grande potenza militare del mondo con mille uomini.
È quello che fece Ghandi addestrando tutto il popolo indiano a praticare la
tecnica meditativa in modo attivo con la pratica della “disobbedienza
civile” e della “non violenza”.
“La forza non deriva dalla capacità fisica. Deriva da una volontà
indomita”. Ghandi
Non si può essere padroni di se stessi se non si sa stare fermi difronte al
piacere (ad esempio dipendere dal piacere del cibo, del fumo, della
stimolazione ecc.) e difronte al dolore e alla rabbia.
Apprendere a non agire e osservare è il secondo grande potere della
volontà.
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2. mettiti al di sotto di questa montagna, nella valle, e guarda dal
basso questa montagna enorme;
3. immagina ora di scioglierti come se fossi uno spirito, e diventa
quella montagna, immedesimati in essa, in ogni suo atomo. Senti di
essere quella montagna che non è appoggiata alla terra ma che fa
parte della terra, è radicata; senti le emozioni e i sentimenti che
prova;
4. senti la massa che ha la montagna… tu sei questa montagna;
5. senti che non è facile spostarti;
6. senti la percezione del tempo;
7. se vai indietro di millenni la montagna/tu eri sempre lì;
8. magari ai tuoi piedi c’era una coppia che faceva l’amore, senti
come guardi quella coppia. Tempo dopo tornano con un bambino,
oppure tornano separati… che cosa provi ora essendo questa
montagna?;
9. lascia passare degli anni… senti per quella montagna qual è la
percezione del tempo.
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L’AQUILA - DISIDENTIFICAZIONE
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restano nel corpo e tu diventi un’aquila e cominci a sbattere le tue
ali in maniera morbida;
3. molto delicatamente l’aquila si alza in volo e comincia a vedere il
tuo corpo dall’alto. Lentamente ti allontani sempre di più;
4. vai a quella distanza in cui non sei più a contatto con le emozioni,
finché non sei diventato un puntino microscopico;
5. senti questa neutralità. Non devi sentire piacere o benessere, devi
percepire ciò che succede dentro di te con neutralità. Quel corpo
laggiù sente quelle emozioni, tu no… tu sei l’aquila;
6. adesso scendi delicatamente finché senti che puoi stare in contatto;
7. senti senza che ti parta una reattività. Ti avvicini piano piano a te
finché riesci a restare neutrale dentro di te. Senza reagire in
positivo o negativo;
8. immagina di arrivare così vicino da stare a pochi millimetri da te e
senti tutte le emozioni che ha te stesso. L’aquila sente tutto, vede
tutto ciò che succede, capisce i fenomeni che capitano a te;
9. tu sei l’aquila, senti tutto ma non reagisci.
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LOGOS - SEPARAZIONE DEI FENOMENI
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La prima cosa che dobbiamo imparare è separare e nominare i fenomeni.
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SCETTRO DEL COMANDO - IL POTERE DELLA VOLONTÀ
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IL SALMONE - RITORNO ALL’ORIGINE
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LE SETTE TECNICHE MEDITATIVE DI BASE
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IL MUDRA DI BASE
Saper usare correttamente i gesti delle mani genera un grande effetto nel
cervello umano in quanto le mani ricoprono una grande superficie della
corteccia fronto-parietale.
Sapere come coordinare le strategie mentali delle Sette meditazioni di base
con l’uso del mudra di base significa potenziare enormemente l’efficacia
della pratica meditativa.
Il mudra è come una guida, qualcosa che ci collega ad una centralità in
modo tale da non poterci più perdere. I mudra sono come Virgilio per Dante
o il filo rosso di Arianna per Teseo.
Sperimentazione: MUDRA
• Chiudere gli occhi e premere leggermente i pollici accompagnando
la pressione con il respiro;
• sentire le sensazioni nel corpo conseguenti alla pressione delle dita;
• quando inspiriamo proviamo a premere un po’ immaginando come
di premere leggermente l’acceleratore della macchina e sentiamo
l’effetto che questo fa nel corpo;
• espirando immaginiamo di riportare l’acceleratore ai giri minimi
del motore e sentiamo l’effetto che fa;
• continuare inspirando ed espirando sentendo l’effetto che fa nel
corpo, nelle emozioni e in tutto il nostro essere.
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PRIMA MEDITAZIONE
RILASSARSI
Ti sei mai reso conto di quanto il corpo teso impedisca la connessione con
la mente profonda? E che il rilassamento sia la prima porta di accesso al
potere interiore?
In questa meditazione si usano:
• L’AQUILA,
• LA MONTAGNA,
• LO SCETTRO DEL COMANDO
per ottenere un effetto profondo di rilassamento nelle varie zone del corpo,
utilizzando peraltro una “sequenza di rilassamento” che amplifica i
risultati.
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4. ripeto il movimento di pressione in ispirazione e rilassamento in
espirazione mettendo l’attenzione in altre parti del corpo: nelle
gambe, nella pelvi, nell’addome, nel torace, nella gola, nella testa,
ecc.;
5. osservo cosa sento nei vari punti del corpo. Quando sono nel torace
faccio attenzione a cosa percepisco nel cuore, nelle emozioni e
provo a rilassare anche quelle. Mi accontento anche se rilasso solo
un pochino.
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SECONDA MEDITAZIONE
PRATICARE LO STOP
PRATICARE LO STOP
AWARNESS – ACTION
Sono due modalità della volontà di
straordinaria importanza. La natura
dell’intenzione può essere di tipo Azione
oppure di tipo Osservazione.
Queste due modalità vengono ad esempio
allenate dalla tecnica dello Stop di Gurdjieff.
Giano Bifronte
Poche persone sanno che il 95% dei pensieri non sono volontari.
Purtroppo le persone credono di essere loro a pensare autonomamente.
Solo chi prova a usare lo “Stop” di Gurdjieff scopre con grande sorpresa
quanta parte della nostra mente sia fuori dal nostro controllo!
In questa meditazione, per fermare il comportamento e osservare i
fenomeni mentali, si usano:
• L’AQUILA
• LA MONTAGNA
• LO SCETTRO DEL COMANDO
GIANO BIFRONTE
Nel mondo latino Giano Bifronte era chiamato Pater Deorum. Veniva
considerato il padre di tutti gli altri dei. Egli rappresenta le due facce della
volontà: funzione di Azione e funzione di Osservazione.
Fritz Perls, fondatore della psicoterapia della Gestalt, lavorava molto con le
due polarità Action e Awareness.
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Questa seconda esercitazione mette il punto sul capire la differenza tra
agire, Acion, e osservare, Awareness: mettere lo Stop all’agire per osservare
il fenomeno.
AWARENESS - ACTION
Awareness (osservazione) è la capacità di essere consapevoli. È una
consapevolezza di contatto assoluto in totale accettazione. Quando sono
consapevole non voglio modificare il fenomeno. Sento la mia rabbia ma
non la sfogo per non sentirla più. Lo sfogo è Action, la contemplazione è
Awareness. In Awareness sto solo in osservazione, non giudico, non tento di
cambiare, non agisco, solo osservo.
Action e Awareness non si usano contemporaneamente, se uno è in figura
l’altro è sullo sfondo e viceversa.
Esercizio TOTAL ACCEPTANCE: da un episodio in cui scaturisce
un’emozione di disagio osservare l’emozione senza reprimerla e porre uno
stop al giudizio: bisogna solo osservare e accettare. Soltanto accettando le
nostre emozioni saremo in grado di trasformarle. Ad esempio posso essere
invidioso di un collega che ha avuto una promozione: accetto di provare
invidia senza giudicarmi. Si tratta di provare a reprimere il desiderio di
cambiare qualcosa rispetto a quella emozione.
Mudra di accettazione: mani aperte in posizione di preghiera.
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Nello stato attivo non si registrano gli aspetti negativi, così come fanno i
bambini quando imparando a camminare che, pur cadendo, si rialzano
sempre finché non riescono nell’intenzione. Lo stato attivo dell’azione è
quando ci si mette nella condizione di provare e riprovare finché non si
ottiene il risultato a cui si ambisce. A quel punto tutti i “meno” che si
collezionano non sono più percepiti come fallimenti ma come prova della
propria forza. In uno stato attivo anche il “meno” diventa “più”.
Quando meditiamo e troviamo il dolore dentro di noi, se vogliamo
trasformarlo ci dobbiamo mettere innanzitutto in uno stato attivo, altrimenti
dopo pochi sforzi saremmo tentati di abbandonare.
Nel mondo interno, durante la meditazione, l’Action è un’azione guerriera.
Stiamo lì costi quel che costi finché non trasformiamo. Dobbiamo agire sul
serio, anche nella vita, costi quel che costi finché non raggiungiamo il
nostro obiettivo.
L’azione vera è un’azione pagandone i prezzi, l’accettazione vera è
un’accettazione assoluta. Ad esempio, se sento rabbia cosa faccio? Agisco
con la meditazione, vado dentro per capire cosa sta dietro a quella rabbia…
e viene fuori un dolore… e continuo ad esplorare quella rabbia e quel
dolore. Questo significa stare in azione: pagare i prezzi come un pugile che
incassa tanti pugni e nonostante tutto continua a combattere.
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7. a volte succede qualcosa da solo, è un movimento spontaneo, io
solo noto se sta cambiando qualcosa. Quando i fenomeni si
sciolgono da soli è come magia;
8. ripeto lo scanning del corpo. Se c’è una sensazione dominante
decido di andare ad ascoltarla: Action;
9. respirando pulso il mudra un po' più forte e ascolto fino in fondo:
Awareness. Noto cosa succede naturalmente, senza fare niente;
10. ora decido di fare un piccolo sorriso a tutto ciò che c’è nel mio
corpo, come se la volontà fosse una persona che gli dice “ciao, ti
voglio bene, sono qui ti sto ascoltando, corpo mio” questo è
Action;
11. sento come risponde il corpo al mio sorriso: Awareness;
12. adesso provo il Total acceptance nei confronti di me stesso dicendo
“sono così... adesso questo è quello che provo”, respiro e accetto
tutto quello che c’è.
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TERZA MEDITAZIONE
DISTINGUERE IL CANALE
DISTINGUERE IL CANALE
PENSARE – SENTIRE – AGIRE
Sono i tre canali fondamentali
mediante i quali un individuo elabora e
gestisce la relazione con il mondo.
I tre canali sono connessi con la teoria
di Paul McLean sul cervello tripartito
e rappresentano la trinità umana.
AWARENESS
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Quando andiamo in consapevolezza siamo nella Montagna e nell’Aquila, e
da tale posizione possiamo usare il Logos.
ACTION
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QUARTA MEDITAZIONE
FEEL
FEELIT
IT
SENTIRE LE FORME
È una delle tecniche più potenti
per poter separare i vari
fenomeni mentali tenendo a
bada il meccanismo di difesa
del canguro.
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Dare un nome, vedere, stare in contatto, sentire e non sentire, cioè decidere
di andare dentro e fuori al fenomeno, diventa una maestria con cui è
possibile sviluppare il potere mentale.
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QUINTA MEDITAZIONE
IL NO REACT
È una delle tecniche più potenti
per sviluppare l’ATARASSIA,
cioè la NEUTRALITÀ,
sia verso i fenomeni positivi
(desiderio) che verso quelli
negativi (paura o rabbia).
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Sperimentazione: audio meditazione NO REACT
1. Dopo uno o due minuti di rilassamento e contatto con le sensazioni
che provo pongo l’attenzione sul sentire il fenomeno più piacevole
che ho nell’anima, nel cuore o nel corpo;
2. inizio ad osservarlo come se fossi una montagna: osservo e non
reagisco;
3. sento quanto il mio Io è attratto, quanto vorrebbe seguire quel
pensiero, sensazione ecc. e goderla;
4. invece pratico lo Stop e cerco di tenere completamente ferma la
mia coscienza;
5. dopo un po’ vado nella sensazione più spiacevole che percepisco e
noto qual è la mia reazione istintiva (viene la voglia di non sentire
il dolore, di grattarsi, di sistemarsi);
6. a questo punto pratico uno Stop assoluto, non mi muovo, osservo e
basta;
7. poi torno a vedere una cosa positiva;
8. e poi di nuovo una negativa e così via.
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SESTA MEDITAZIONE
L’ATTENZIONE DIVISA
È una delle tecniche più potenti
per sviluppare il Ricordo di sé.
Questa metodica è un primo,
straordinario, passo per procedere
verso l’Origine.
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della coscienza, mentre Gurdjeff sta a metà: metà nello spirito e metà nel
mondo (La Quarta Via).
AUTO - OSSERVAZIONE
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Dividere l’attenzione in due
parti genera uno stato di presenza
senza uguali.
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Nell’Attenzione divisa siamo nell’osservazione, siamo nello Stop, nella
fermezza, nella doppia freccia:
• sovviene un pensiero
• lo noto
• non rispondo
• mi rendo conto che sto pensando quel pensiero!
Importante non
visualizzare, bisogna
solo sentire.
Dopo questa sperimentazione nota com’è essere presenti, che effetto fa?
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SETTIMA MEDITAZIONE
ATMA VICHARA
È una delle tecniche più potenti
per sviluppare il Ritorno all’Origine.
Questa metodica è una forma avanzata
di awarness con disidentificazione
dai fenomeni mentali.
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Con Atma Vichara si spengono pensieri ed emozioni e si va in una sorta di
beatitudine che è nell’Origine, un posto molto dolce, amorevole,
rigenerante. Questa meditazione permette di staccarsi dai fenomeni per poi
riuscire a governarli e governare così la propria vita.
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PROCEDURA ATMA VICHARA
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PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
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6. a questo punto mi è possibile scollarmi dal fenomeno e andare via
da esso. Inverto la freccia, uso il Salmone, e cerco di andare
all’origine della coscienza, non divido a metà l’attenzione ma vado
indietro;
PARTE TERZA
PARTE QUARTA
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9. altrimenti ciò che trovo è uno stato di piacevole quiete. In tal caso
intensifico il piacere provato utilizzando la tecnica Pleasure
Intensifying.
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INDICE
2. Introduzione
3. La meditazione
6. La barriera
10. Essere origine
12. Le tre chiavi mentali
13. I cinque poteri della volontà
22. Le sette tecniche meditative di base
42. Procedura Atma Vichara
AUDIO MEDITAZIONI
Meditazione MONTAGNA
Meditazione AQUILA
1° meditazione di base: RILASSAMENTO
2° meditazione di base: Stop ai pensieri TOTAL ACCEPTANCE
3° meditazione di base: Distinguere il canale ACTION AWARENESS
4° meditazione di base: FEEL IT
5° meditazione di base: NO REACT
6° meditazione di base: ATTENZIONE DIVISA
7° meditazione di base: ATMA VICHARA
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