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“Anche gli incontri e le conversazioni hanno una propria storia…” Questa frase
racchiude l’intero senso del libro uscito per Bompiani, dal titolo La guerra non ha
un volto di donna di Svetlana Aleksievič. L’autrice racconta, attraverso la storia di
alcune donne, la guerra: ausiliarie, volontarie, combattenti per difendere la
patria e tutto quello che hanno provato, sono le protagoniste delle interviste
presenti nel testo. Per la scrittrice la guerra “femminile” è nella percezione delle
donne anche più carica di sofferenza di quella “maschile”. Un libro emozionante,
forte e pungente perché il racconto di queste donne colpisce il cuore ed entra
nell’anima di chi lo legge. Si tratta
della guerra combattuta in Russia contro i tedeschi nella seconda guerra
mondiale. La scrittrice ha raccolto singoli ricordi facendo comprendere la guerra
vera quella che nessun vuole raccontare. “Stavamo sedute intere giornate a
scrivere lettere. Ci eravamo distribuite i compiti e i nominativi. Scrivevamo tre
quattro lettere al giorno...” Svetlana Aleksievic affronta con un libro-inchiesta
la situazione e il ruolo che ha avuto la donna sovietica all’interno della seconda
guerra mondiale.
Libro che svolge appieno il suo compito riuscendo, attraverso interviste alle
protagoniste, a raccontare non solo situazioni e accadimenti ma anche umori e
difficoltà nei rapporti con l’uomo. Una volta tornate a casa le donne
continuavano la vita di sempre ma con qualcosa di importante che avrebbero
sempre portato nel loro cuore e nella loro anima; un trascorso di vita vero e
reale e tutto per la difesa della propria patria. Poi la società del Dopoguerra che
non riesce ancora oggi a distanza di settant’anni a digerire e prendere atto della
presenza della donna in quel contesto. Si racconta di donne guerrigliere,
partigiane, tiratrici scelte, non solo di infermiere, barelliere, cuciniere. Poi si
racconta di madri e di figli, di amori e di incomprensioni. A tratti anche molto
toccante. Sicuramente non facile, ma molto istruttivo, sulla guerra e sullo
stalinismo.