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È stato scoperto che la tribù dei Dogon nello stato del Mali,
si tramandava questa antica conoscenza.
Il sistema di Sirio è composto da Sirio A-B-C. Sirio A è la
stella principale, Iside.
Sirio B, detta Digitaria la possiamo associare ad Osiride.
Orbita attorno a Sirio, perpendicolare al suo orizzonte. È la
più piccola, ma anche la più pesante. Impiega un periodo
orbitale di 50 anni.
Sirio C, detta anche Emme ya, Sole delle Donne o Piccolo
Sole, Sorgo femmina, è quattro volte più grande di
Digitaria, ma anche più leggera. Emette raggi e ruota
attorno ad A per un periodo di 50 anni. Ha un suo satellite
che le ruota attorno, detto Stella delle Donne, Capraio o
Guida delle Capre, Guida del Sorgo, e viene disegnata
come una croce. ( Gesù veniva raffigurato come un pesce,
e.. non era un pastore di pecore? Uno dei Nommo, si dice,
morì crocifisso all’albero Kilena, e venne resuscitato).
La tribù dei Bozo nel Mali, che è affine ai Dogon, descrive
Sirio B come la “stella dell’occhio e gli Egizi, come
sappiamo, rappresentavano Osiride anche come un occhio.
Iside nei cieli era la stella Sept, in quanto tale era ritenuta
la compagna di Osiride. L’anima di lui dimorava nella stella
Sahù, cioè Orione di cui fa parte il sistema della
costellazione del Cane Maggiore.
La sfera d’avanti alla testa, appare anche di fronte alla
punta che ricorda la prua di un’imbarcazione. Si vede
chiaramente il taglio trasversale, proprio per dare la
parvenza di una barca. Come si vede, ci sono cinque omini
con i remi, di cui quello centrale si distingue per il
copricapo. Gli antichi templi egizi erano orientati sul
sorgere della stella Canopo, che dava il nome ad un’antica
città egiziana, il cui nome deriva dal comandante della
flotta Menelao. Veniva identificato come l’uomo che stava
al “remo di governo della nave principale della flotta”.
Entrambi i rematori hanno in mano un remo, ma visto che i
remi sono 5, chi ha fatto il dipinto ha pensato bene di
mettere a fianco dieci tacche per rendere evidente il
numero 50. Questo numero corrisponde al numero dei
rematori dell’imbarcazione celeste, che ricorda la mitica
imbarcazione con a capo Giasone e i 50 Argonauti, la nave
degli Annunaki o addirittura Enki, che nel mito sumerico
compare sempre nella sua dimora in fondo all’Abzu, o
Abisso di acqua dolce.
Fu proprio Enki ad avvisare e consigliare al proto-Noè dei
sumeri, dell’imminente catastrofe che incombeva
sull’umanità, e a far costruire un’arca, prima del diluvio.
Nelle pagine storiche, il proto-Noè libera dall’arca degli
uccelli, per far si che vadano in cerca di terra asciutta,
proprio come fece il Noè ebraico, e il mitico Giasone,
affinché trovassero la via attraverso le Rupi Erranti.
Torino, 21/05/2009 di
Monica Caron