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L’ARTE GRECA NEL PERIODO ELLENISTICO

Alessandro magno aveva molti territori ma dopo la sua morte nel 323 l’impero viene diviso in molti
regni ellenistici. Questi regni sono retti dai diadochi (generali di Alessandro) che iniziarono nuove
dinastie. Il termine ellenismo significa uso corretto della lingua greca. La lingua greca si diffonde in
tutte le terre conquistati dai macedoni, ed è frutto di molti dialetti tra i quali prevale quello attico di
Atene. Le civiltà greca ha come aspetto comune la polis ma l’agorà diventa il palazzo del potere.
Le poleis perdono la loro libertà, testimoniata dalle arti in quanto i committenti delle opere sono
solo i ricchi e i potenti. Nella nuova arte il soggetto si allontana dai problemi della polis come
nell’età classica. Ampliando i confini del mondo ellenico l’arte appare come il processo di uno
storico incontro di civiltà e culture diverse (koinè culturale). Questo abbatte le barriere tra la cultura
dei vinti e vincitori. In questo periodo si chiude l’esperimento democratico della polis.

ARCHITETTURA
Il periodo ellenistico è caratterizzato dal tempio pseudo periptero, tempio circondato da semi
colonne che si integrano nella muratura. Definizione dei templi da parte di Ermogene.
Declino dello stile dorico e tendenza verso lo ionico e corinzio riccamente decorato. I vantaggi
del corinzio sono molti: non si dovevano apportare correzioni come nel dorico (conflitto
angolare). Capitello corinzio assumerà diversi aspetti mantenendo comunque gli aspetti
fondamentali (veniva modificato a seconda delle zone).

SCULTURA
Dopo lo scultore di corte di Alessandro magno, molti artisti rappresentano sculture dando
importanza alla realtà. Si vogliono rappresentare i sentimenti (pathos). Sorsero nuove botteghe
specializzate nel realizzare copie delle opere dei “maestri” per accontentare la clientela sempre più
esigente ed estesa. Si utilizzava prevalentemente il marmo (meno costoso e meglio lavorabile del
bronzo).
VENERE DI MILO
Scoperta a Milo nel 1820, rappresenta Afrodite, prima di una serie di statue rappresentanti la dea.
Originariamente era politroma (dipinta). Il corpo appare molto sinuoso con la tipica forma ad S di
Prassitele, dall’inguine in su pare nuda e la veste lascia scoperta la gamba sinistra che poggia su un
rialzamento. Il busto si volge verso il lato destro. Il braccio destro mancante passava probabilmente
il busto.

NICHE DI SAMOCACIA
Ciò che rimane è il corpo e le ali, trovava sul promontorio di samocacia mancante di basamento,
trovato successivamente ed aggiunto. Atopito di rodi è l’autore. La niche venne realizzata per
celebrare le vittorie dei lodi. Veniva messa sulla prua e si specchiava nell’acqua. Le ali danno
dinamismo alla scultura. La veste è modellata dal vento ed aderisce perfettamente al corpo creando
l’effetto bagnato. E’ una delle opere più emblematiche dove si sente la presenza di lisippo e il
richiamo a fidia.

CITTA’ DI RODI E PERGAMO


Pergamo sorge sulle coste dell'Asia minore. Divenne in breve tempo centro culturale ellenistico in
quanto il popolo era molto colto e volle la costruzione di una biblioteca che facesse concorrenza a
quella di alessandrina. Nacque uno stile che influenzò la cultura romana.
Fu edificato un grande altare dedicato a Zeus salvatore e Atena portatrice di vittoria. Ci volle un
lungo periodo per realizzarlo dopo il periodo delle guerre contro i galati. Fu conclusa alla vittoria di
pergamo sui galati. L’altare doveva sorgere sull’acropoli di pergamo,m con forma quadrangolare, la
gradinata si inserisce in un grande zoccolo. Il porticato è sostenuto da colonne ioniche. Il secondo
oprticato si dispone intorno un ala sacrificale. Sui bordi dello zoccolo ci sono sculture
rappresentanti la gigantomachia della guerra dei pergameni contro i galati. L’ideatore delle sculture
fu filomaco. Considerato uno dei sette scultori più importanti della Grecia.
Dalle sculture emergono i sentimenti dei personaggi. I pergameni mirano ad accomunare i cittadini
di pergamo ad Atene (si ispirano al partenone di fidia). Nell’arte barocca gli artisti si preoccupavano
di non lasciare le superfici prive di decorazione, firomaco è il primo ad usare questo.
SCULTURA DI PERGAMO
I pergameni rappresentano soprattutto sculture dei galati prevalentemente forti . Galata morente,
l’artista rappresenta il galata con una collana tipica delle popolazioni barbariche. E’ sdraiato a terra
nell’atto di uccidersi per non cadere ai nemici.
Il galata suicida tiene per un braccio la compagna morta e allo stesso tempo con una spada corta si
infilza nella carotide.
SCULTURA DI RODI
Lacoonte, gruppo scultoreo con al centro un sacerdote troiano di apollo con i due figli ai lati. Si
racconta che gli achei portarono un cavallo di legno a troia dal quale sarebbero usciti e avrebbero
distrutto troia. Lacoonte non fece in tempo ad avvertire troia per via di Atena che, con l’aiuto di
Poseidone, fece uscire dei serpenti dalle acque che soffocarono lacoonte e i figli.

Toro farnese o supplizio di Dirce. I figli di antiope prendono Dirce e la legano a un toro che con
gli zoccoli la schiaccia. Il gruppo è composto dalla regina, antiope, i figli e il toro, forma piramidale
statica ed evidenzia i sentimenti di paura, vendetta ecc. La vista migliore è quella frontale.

Quel che ci giunge della pittura è sui vasi. In un opera del ratto di persefone, La figlia di Zeus viene
rapita da ade che la porta nel regno dei morti. Persefone cerca di ribellarsi. Nella scena si vedono i
capelli al vento della fanciulla e la divinità la tiene stretta correndo verso il mondo dei morti. Con
quest’opera i greci già iniziano a sperimentare la prospettiva in maniera intuitiva.
Battaglia di Alessandro. Rappresenta Alessandro magno contro Dario, rappresenta figure in guerra
e vi è una scena di un soldato a terra che cerca aiuto. Il re lo guarda impietosito incapace di aiutarlo.
L’artista vuole esaltare la grandezza di Alessandro Magno.

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