2
lungo periodo non potevano essere rappresentate persone in vita, se aveva sennò la paura che ti
sarebbe stata l’instaurazione del regime oligarchico.
• Sarcofago di Scipione Barbato, 270-280 a.C., il sarcofago in Peperino, sagomato a forma di
altare con volute Ioniche ai lati del coperchio è un fregio dorico sulla cassa, è il più antico e
monumentale tra i sarcofagi del sepolcro della potente famiglia repubblicana degli Scipioni e
accoglienze le spoglie di Lucio Cornelio Scipione Barbato. Il defunto è ricordato dall’iscrizione
dipinta in rosso sul coperchio e dal elogio inciso sulla cassa, chi celebra il suo valore, ne
enumera le cariche e le conquiste. L’elogio risale al II secolo ed è preceduto da un testo più
antico eraso. L’importante è ricordare la posizione degli Scipioni che vedevano nel mondo greco
un’innovazione, dell’incisione infatti vengono anche riportati elementi come forza, saggezza e
bellezza punto il sarcofago era posizionato fuori dalle mura della città, dove circolavano i miles
prima delle battaglie.
Produzione statuaria:
• Statue Achilee, II secolo a.C., nelle statue si vede la necessità di rappresentare se stessi in
forma erotizzata, che non passa per l’idealizzazione del volto ma per la rappresentazione nuda. I
volto non sono più anonimi e idealizzati, ma hanno un’identità, esigenza data da un diverso
contesto culturale. La statua di bronzo era un uomo romano aristocratico del secondo secolo
punto la terza a destra ha il corpo più giovane del viso mentre la prima a sinistra all’inizio si
pensava forse di derivazione greca, ma dopo approfonditi studi si vede che non era più così. La
differenza rispetto a quelle greche risiede nella presenza di indumenti che coprono i fianchi e la
spalla dei soggetti.
URBANISTICA ROMANA
L’urbanistica era il modo per impiantare la struttura delle città nel mondo romano, il sistema di
città è uno degli strumenti fondamentali di tutto l’impero e romani si trovano a confrontarsi con
le altre colonie dell’impero, quindi a rapportarsi con nuove città punto queste civiltà non
vivevano in città, ma in campagna. Le fondazioni delle città un evento molto importante per
l’impero, lo tiene presente Tacito. La sua riflessione si incentra sulla terminologia che Romani
adattano al termine Vittoria e pace, che in realtà avere romani e sterminio e distruzione.
Deducono la pace la vittoria una volta sconfitto l’avversario. Tacito parla come questi Bretoni
volendo essere liberi iniziano una fase di romanizzazione all’interno dei loro paesi cercando di
integrarsi in tutti i capi della loro vita, vivendo come un vero romano. Anche se pensavano di
essere liberi, in realtà erano sempre di più soggetti alla dominazione è l’espansione dei Romani.
La colonizzazione dell’impero di Roma diventa sempre più forte ed è la chiave del successo
dell’impero stesso punto il circuito murale della carina e irregolare, ma gli spazi interni
risultano regolari via aerea. Le città colonizzata dai Romani con questo avvenimento si
plasmano alla vita del Romano e dell’Urbe, iniziando con una suddivisione dello spazio:
Il foro: logo centrale di ogni città romana, dove sorgevano i principali edifici pubblici, destinato
a tenervi il mercato è trattare affare. Siccome tra gli edifici del Foro vi erano quelli dove si
tenevano le udienze e si discutevano le cause davanti ai magistrati, si origina il significato
moderno, giuridico, di autorità competente per il territorio. Il forum si trovava quasi sempre
all’incrocio delle due strade cittadini principali, il cardo e il decumano massimo.
Capitolium: È un termine con cui si indica un tempio dedicato alla Triade Capitolina, Giove,
Giunone e Minerva, riprendendo il modello del tempio di Giove Ottimo Massimo, edificato sul
Campidoglio di Roma. La sua presenza indica che la città era una colonia romana. La dedica alle
tre divinità comporta spesso la presenza di una cella tripartita, mentre in altri casi le tre statue
erano ospitate insieme in una cella unica punto in alcuni casi furono edificati tre templi distinti.
I rappresentanti più importanti della società romana abitavano all’interno della città mentre i
piccoli rappresentanti terrieri abitavano in campagna.
3
Basilica: per Basilica civile si intende l’edificio pubblico, spesso in comunicazione con il foro, che
nell’antica Roma veniva utilizzato come luogo coperto soprattutto per trattare gli affari, stanare
le controversie ed amministrare la giustizia. I primi semplici diffusero in Italia dopo la seconda
guerra punica.
Curia e comizio scompaiono nella età tarda della Repubblica.
Curia: la più antica ripartizione politica e religiosa del Popolo Romano, attribuita a Romolo il
quale avrebbe diviso i cittadini in 30 c., 10 per ognuna delle tre tribù dei Tizi, Ramni e Luceri. Di
essi conosciamo alcuni nomi, di origine forse gentilizia o locale. Secondo gli antichi
deriverebbero da quelli delle donne sabine rapite dai Romani. Le c. Nacquero, a somiglianza
delle fratrie greche, come associazioni di famiglia e divennero quindi organo dello Stato. Le loro
assemblee erano i comizi curiati. Le singole c. avevano culti propri culti comuni, le Fornacalia e
le Fornacidia. Sembra Certo che delle Curie facessero parte anche i plebei punto con la creazione
dell’ordinamento centuriato, persero ogni importanza. La divisione del Popolo in curia esisteva
anche nei municipi e nelle colonie.
Comizio: Qui si svolgevano le più antiche assemblee dei cittadini. C’era una parte più rialzata
dove parlavano gli esponenti di queste assemblee. Un ruolo importante per la cultura del'urbe
lo avevano i patroni romani.
Nell’età Imperiale nascono nuovi edifici come,
Il tempio di Vespasiano: era entrato da poco il culto dell’imperatore, in questo periodo storico
vediamo la costruzione di questi nuovi tempi dedicati per questo nuovo culto
Macellum: particolare mercato delle città romane, in cui venivano convogliate le merci destinate
alla vendita. Si trattava di un mercato specializzato nella vendita al dettaglio di carne e pesce
Edificio di Eumachia: Eumachia era una donna di origine pompeiane e di famiglia nobile, lei
finanzia questo edificio sul foro che ha una funzione commerciale della compravendita degli
schiavi. Dal punto di vista architettonico è molto interessante la presenza dell’abside ed sono
presenti due colonne, quel piccolo spazio era dedicata al culto dell’imperatore, spesso presente
all’interno di questi edifici commerciali.
Foro: ha una nuova funzione planimetrica, attorno al Foro è tutto sbarrato, non ci si può passare
con i carri e diviene quella che oggi noi chiamiamo isola pedonale. Possiamo denotare che
all’interno del Foro ci sono dei piccoli rettangolini che sono la base di diverse statue e che ci
indicano la loro presenza. Le staffe e hanno una forza caratteristica ed espressione nel pathos,
non è più presente la nudità totale dei soggetti, ma vengono rappresentati con la toga romana
punto questi soggetti sono i patroni della città, i protettori.
Il teatro e gli anfiteatri erano finanziati dai magistrati, ed erano sempre esterni rispetto agli altri
edifici della città.
Teatro: Aveva il compito di ospitare la celebrazione di tragedie e commedie. La costruzione dei
teatri poteva venire solo per motivi legati alla religione e al culto degli Dei. Allo stesso modo
anche i Ludi teatrali, Allo stesso modo anche i ludi teatrali, anfiteatrale e circensi coincidevano
con le festività religiose. Per lungo tempo non si eressero teatri stabili per il timore che ciò
portasse a comportamenti devianti rispetto alla morale cittadina. Grazie resoconti di alcuni
storici si hanno notizie di alcuni stabili costruiti in legno, gli alcuni anfiteatri li nei non si
conosce invece bene l’ubicazione.
Anfiteatro: è una forma di edificio ellittica usato per spettacoli pubblici punto nell’antichità
classica veniva usato per i giochi dei gladiatori e per gli scontri tra gladiatori e animali. I tre
anfiteatri Romani più grandi sono: il Colosseo, l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e
l’anfiteatro di El Jem.
4
Edifici termali: c’erano sia nelle zone pubbliche che nelle Domus privati, erano edifici pubblici
dotati di impianti igienico-sanitari. Sono i percussori degli impianti odierni e rappresentavano
uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’antica Roma. Alle terme poteva avere accesso quasi
chiunque, anche i più poveri, in quanto in molti stabilimenti l’entrata era gratuita o quasi. Le
numerose terme erano un luogo di socializzazione, di rilassamento e di sviluppo delle attività
vive per uomini e donne che facevano il bagno completamente nudi.
Palestra: a partire dall’età di Augusto si investe molto sulle organizzazioni giovani, soprattutto
da un punto di vista militare. Si praticavano sia la ginnastica e la motoria che altre materie come
la filosofia, la retorica e l’oratoria nelle diverse aule e nei vani dell’edificio. Possiamo dire che
questo luogo è il culmine dell’ istruzione della civiltà dei giovani maschi romani.
EDIFICI ROMANI
Termopolio: è una tavola calda, interpretabile come un vero e proprio bar dove si riunivano i
momenti gioviali della giornata, luogo per eccellenza del ristoro durante il tempo libero.
La casa delle nozze di Eracle: si entra dall’atrio, ci sono meno vani aperti, però è presente il
tablinum in asse con l’accesso e con l’atrio, poi il peristilio con due grandi vani aperti sul
peristilio stesso. Spesso i vani più eleganti si trovano proprio su questa seconda parte della casa,
quella riservata è destinata agli incontri tra personaggi illustri.
La casa della caccia: vediamo un atrio molto più ristretto, il tablinum è in asse con l’accesso e
non è più in posizione centrale, abbiamo un piccolo peristilio e quindi vediamo qual è tutto
perfetto come appare.
Casa: abbiamo un atrio regolare e tradizionale, il tablinum si apre sulla parte posteriore della
casa. Quindi quando parliamo di case con atrio, in forme schematiche, parliamo di un numero
ridotto di case.
Casa: l’accesso non ha una forma riconducibile a quella della casa ad atrio
Casa di Achille: ha un entrata con un grande vano che potrebbe apparire come un augurio, si
passa direttamente in una parte con un peristilio molto piccolo e stretto.
Ci sono molte case romane emblematiche che hanno al loro interno rappresentazione pittoriche
artistiche di un certo spessore.
Casa dei Vetti: casa prestigiosa È celebre, si entra da un vestibolo, non ha tablinum e si va
direttamente sul triclinium che arriva fino al peristilio grande sul quale si aprono altre grandi
sale e vani.
Casa di Apollo: ha dimensioni eccezionali e si sviluppa nel secondo peristilio come nella casa del
fauno
Casa del fauno: è una casa particolarmente importante che apparteneva una famiglia nobile
dell’epoca. Nell’ultima parte del II secolo a.C. viene decorata abbondantemente, perché doveva
suscitare grande meraviglia ed emozioni a chiunque entrasse all’interno.
La Domus
Era un tipo di abitazione utilizzata nell’antica Roma punto era un domicilio privato urbano e si
distingueva dalla villa suburbana, che invece era un abitazione privata situata al di fuori delle
Mura della città, ed dalla villa rustica, situata in campagna è dotata di ambienti per i lavori
agricoli. La Domus era l’abitazione delle ricche famiglie patrizie, mentre le classi povere
abitavano in palazzine chiamate insulae.
Vitruvio nel De architectura, ci dice che c’era una parte della domus accessibile al pubblico,
quindi senza bisogno dell’invito, parte che corrispondeva con la parte opposta all’atrio, spazio
scoperto circondato da un portico coperto, il tablino: molti clienti la mattina si recavano dal
5
signore, residente della domus, affare richieste o onorarlo per qualche motivo, questo gesto
diventerà poi una specie di cerimonia la salutatio. È un errore definire il tabellino come parte
pubblica e resto della domus come parte privata, perché il concetto di privacy era molto diverso
da quello di oggi, si può dire riservato ma privato è sbagliato. La parte più elegante e raffinata è
destinata ad un pubblico selezionato, si tratta di uno spazio che contribuisce a costruire
l’immagine pubblica del signore e a favorirne i rapporti sociali. Plinio racconta che era Antica
Tradizione appendere nell’atrio della proprio Domus armature e armi sottratte in guerra ai
propri nemici, erano un’immagine concreta del valore della famiglia residente. Nel vano in cui
pubblico poteva accedere erano presenti una serie di elementi che facevano da Identikit della
famiglia. Se la famiglia decideva di vendere la casa, gli arredi e la tradizione della casa passavano
al nuovo proprietario, la storia incollata le mura ricadeva nel nuovo proprietario.
I QUATTRO STILI DELLA PITTURA POMPEIANA
I modelli decorativi erano presenti in tutte le parti dell’impero e alla fine dell’800 sono stati
inquadrati in 4 modi diversi di decorare le pareti e attribuiti a quattro periodi cronologici
diversi.
I. II secolo fino all’80 a.C., lo troviamo anche nel Oriente ellenistico. Questo stile vuole
imitare la struttura delle pareti, in apparenza, la decorazione è realizzata come se la
parete fosse rivestita di lastre di marmo, materiale che evoca l’idea di lusso e di
ricchezza. Inizialmente riservato agli edifici pubblici, la sfera del privato si impossessa di
questa decorazione. Il concetto di lusso mette la Domus in competizione con i luoghi
pubblici. (Villa di Arianna, Stabia)
II. 80 a.C. fino agli anni 30-20 del I secolo, lo troviamo anche nel Oriente ellenistico e
prende spunto proprio dalle grandi regge ellenistiche. Questo stile è l’evoluzione del
primo, rimane la simulazione dei marmi come nel primo ma ci sono svariate differenze:
tramite la pittura si aggiungono le colonne e altri elementi decorativi che simulano un
portico che corre intorno tutta la stanza, la pittura interviene sulla percezione dello
spazio attraverso rappresentazioni architettoniche estremamente verosimili. Questo
stile definito da Vitruvio uno stile estremamente raffinato. In sostanza viene attaccato lo
spazio creando l’illusione di prospettiva con pilastri ed altre forme architettoniche
fantasiose. Esalta anche i paesaggi di giardini, dipinti con grande realismo, e Le nature
morte di cacciagione, ortaggi e frutta anticipando di 17 secoli l’impressionismo. (Villa di
Poppea, Villa dei Misteri a Pompei)
III. Dagli anni 20-30 del I secolo fino al 30 d.C., il vero cambiamento sta che nel terzo stile i
muri del vano torna diventare il limite effettivo virgole architetture non pretendono più
di inventare una spazialità, sono solo elementi decorativi. Gli artisti che aderiscono alla
nuova scuola rovesciano completamente l’apertura teneri menziona le dello spazio che
era stata favorita fino a quel momento. Essi tracciano sulla parete una struttura Rada
inconsistente, simile al bambù, che riecheggia l’architettura soltanto in qualcosa di
superficiale, di non funzionale e formalizzato. La parete viene divisa in fasce, tre verticali
e tre orizzontali. L’uso della pittura cambia, la pareti riceve un ordinamento gerarchico,
viene introdotto un quadro centrale il quale ospita scene di carattere mitologico. Si
moltiplicano i mosaici figurativi, presentanti temi significativi, il committente tramite le
storie rappresentate vuole raccontare se stesso. (Casa di Marco Lucrezio, Casa dei Vetti)
IV. Dal 30 d.C. fino alla fine del I secolo, è uno sviluppo del terzo stile punto dal momento
che dipinti del quarto stile appartengono agli ultimi anni di vita delle città, essi sono
giunti a noi in quantità maggiore. L'architettura si risolve nella fantasia, assumendo
caratteristiche barocche. Durante questo stile, come in quello precedente, si
moltiplicano i mosaici, che presentano temi significativi.