Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ARTE ETRUSCA
Gli etruschi si stanziarono nel Lazio e in Toscana, confinavano con la Magna Grecia. Svilupparono la civiltà
villanoviana con le città-stato. La loro massima autorità era il lucumone, si organizzarono in federazioni, fino
ad arrivare a 12 città federali.
Le tombe:
- Tomba a tholos: (VII-VI a.C.) con una copertura a falsa cupola (ricoperta di terra formava una
piccola collina) e accesso tramite un lungo corridoio (dromos) disposte anche in necropoli
(struttura regolare con strade fuori dalle mura cittadine).
- Tomba a camera ipogeica: scavata sotto terra, nella roccia o nel tufo, accesso tramite un dromos in
pendenza o una scala. L’arredo poteva variare e talvolta veniva scolpito nella roccia.
- Tomba a dado: ha una forma squadrata, la camera sepolcrale si trova nella roccia scavata o
costruita nelle necropoli organizzate ortogonalmente.
- Tomba a tumulo: poteva contenere anche più tombe a camera, dall’esterno si vedeva un
monticello di terra e sottostante c’era la struttura scavata nella roccia o costruita nella pietra.
- Tomba ad edicola: è edificata in pietra e ha un tetto a doppio spiovente simile a un tempietto
I templi:
È in posizione d’attacco, sul collo della capra c’è del sangue, non è
in rame ma in rilievo in bronzo. Originariamente faceva parte di un
gruppo che comprendeva anche Bellerofonte (l’eroe che l’uccise) e
il suo cavallo alato pegaso. La tensione del corpo riprende lo stile
magnogreco. È in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa.
Sulla zampa destra c’è un’incisione che dice “al dio Tinia
(corrispondente romano di Plutone)”. Il serpente morde la capra
(figura incongrua) la coda venne trovata chiusa in sé stessa e
venne rifatta nel 1500. Fu ritrovato durante il rinascimento
facendo degli scavi commissionati dai Medici (prima infatti faceva
parte della collezione del duca) attorno alle mura di Arezzo. È una
statua cesellata (cesello: attrezzo per la lavorazione del bronzo).
Denti e occhi del leone sono andati persi.
Sarcofago dell’obeso
È raffigurato un membro dell’aristocrazia e di una patra. È benestante, da questa statua si capisce quanto
diventa importante la raffigurazione realistica
Testa di generale, da San Giovanni Lipioni (Chieti), III secolo a.C., bronzo,
h 28cm, Parigi, Bibliothèque nationale
Faceva parte di una statua completa, sono presenti gli occhi e ciglia e
sopracciglia sono molto dettagliate. Era un capo militare dei sanniti ed è
una statua votiva che si rifà allo stile greco. I capelli sono aderenti al
cranio e segue i modelli classici. Ha un’espressione energica data
mediante l’aggrottarsi delle sopracciglia. È un’immagine decisa di
comandante, ha una barba cortissima che è ricavata da una puntinatura
a imitazione delle statue di marmo.
Statua di Aule Meteli detta l’Arringatore, da Cortona (Arezzo), fine del II-inizio
del I secolo a.C., bronzo, h 179 cm, Firenze, Museo archeologico nazionale
La pittura tombale:
Fu molto usata in ambito funerario che infatti garantì la conservazione degli affreschi. Questa si sviluppò tra
il VII e il II secolo a.C. Grazie a questi affreschi possiamo osservare le varie conquiste della pittura ellenica
contemporanea. Soprattutto dalla seconda metà del VI secolo a.C. a Tarquinia, la ricchezza consentì la
nascita di una committenza privata molto ampia. Queste persone vollero sontuose dimore funebri
interamente affrescate. Questi affreschi illustrano l’ideologia aristocratica con frammenti di vita quotidiana
parecchio ellenizzata (scene di convivi, di caccia e di atleti adesione agli ideali greci)
Tomba François a Vulci (Viterbo, Lazio), IV secolo a.C., Vel Saties con un
servitore, parete destra dell’atrio
Fu scoperta nel 1857 da Alessandro François. Risale alla fine del IV secolo
a.C. Gli affreschi sono di carattere mitologico e storico. Questa tomba
venne ideata dal proprietario Vel Saties. Si tratta di una tomba a camera
ipogeica nella roccia. È ispirata a una casa aristocratica etrusca, è composta
da un grande ambiente dalla forma di una T rovesciata da cui si arrivava a 6
camere minori e alla camera principale (per i proprietari). La camera a T
rovesciata era divisa in due sezioni: il braccio orizzontale o atrio costituiva
l’anticamera e il braccio verticale o tablino la camera principale. Gli
affreschi sono accompagnati da didascalie per riconoscere i soggetti. Il
significato ideologico di ciascuno è ancora discusso. Nell’atrio-anticamera ci
sono sei gruppi di figure: ai lati della porta Anfiarao con Sisifo e Aiace Oileo
con Cassandra; all’accesso di una camera ci sono Vel Saties con altre due
figure e Nestore con Fènice. Vel Saties è vestito di porpora e d’oro (come
trionfatore) sta per compiere un auspicio osservando il volo di un picchio che il suo servitore sta per
lasciare. Di fronte all’ingresso c’è una scena mitologica (Edipo Etèocle contro Polinice) e una storica
(l’etrusco Camitlnas vince sul romano Gneo Tarquinio). Nel Tablino si trovano i due affreschi più complessi.
Nel primo (mito greco) si vede il sacrificio dei prigionieri troiani fatto da Achille sulla tomba di Patroclo alla
presenza della divinità etrusca Vanth/ Carunh. Il secondo (storia etrusca) illustra la battaglia tra vulcenti e
romani con in vulcenti e i loro alleati vincitori. Si riconosce Macstarna (Servio Tullio).
ARTE ROMANA
Capitolium a Roma
Statua di Augusto con capo velato, fine del I secolo a.C., marmo, h 217 cm,
Roma, Museo nazionale romano
In tutte le statue o i ritratti che gli vengono fatti non invecchia mai. È
rappresentato come pontifex maximus. Il braccio in avanti regge una capsa che
è un contenitore del mestiere e serve per contenere libri o incensi. È detta
anche capite velato, venne trovata in via Labicana a Roma. Augusto indossa
una toga ed è impegnato in un atto pubblico (rito religioso). Questa statua
indica la devozione di Augusto nei confronti degli dèi.
Statua loricata di Augusto, dalla Villa di Livia a Prima Porta a Roma, dopo il
27 a.C., marmo, h 204 cm, Città del Vaticano, Musei vaticani
Statua equestre di Marco Aurelio, dopo il 173 d.C., bronzo dorato, h 535 cm
Roma, Musei Capitolini
Sta passando in rassegna l’esercito. Non è stata fusa dai cristiani perché
credevano rappresentasse Costantino. Indossa una tunica e un mantello
pesante da campagna (costume militare da viaggio). Dopo una vittoria sui
germani o sui sarmati. La barba è formata da lunghi boccoli spartiti al
centro. È in bronzo dorato. Siede su una gualdrappa tipica delle popolazioni
nomadi e poi anche della cavalleria romana.
L’altro lato di questo altare viene appresentato un ambiente mitico corteo nuziale di nettuno e di
anfitrite. Meraedi e tritoni, anche lo stile cambia, il rilievo è molto basso e poi ci sono dei particolari che
emergono. Vengono accentuate dalle curve delle code e viene descritto il panneggio. Soggetto greco
stile aulico.
Il lupercale: a Marte che trova la lupa nella grotta che allatta Romolo e remo (accanto all’ingresso
posteriore)
Dea Roma come una figura femminile con un elmo turrito seduta su un cumolo di armi (in pace) uno dei
temi politici su cui augusto insiste
Manufatti in oro, piatto rituale raffinato. Fibule con rappresentazioni di animali e l’uso dello smalto
all’interno del castone d’oro uccelli rapaci.
La colonna Traiana
La colonna traiana a Roma: all’inizio del viale dei fori imperiali. Si
trova in posizione isolata una grande colonna onoraria, costruita per
celebrare l’imperatore e le sue imprese. Colonna di grandi
dimensioni. Struttura a dado su cui poggia. Il fusto della colonna su
una struttura a toro (base attica) tutto scolpito. 43 metri circa. Per
costruire questa colonna fu sbancata una collina alta come questa.
In alto c’è la statua di san Pietro, in origine c’era una statua bronzea
dorata di Traiano. Accanto, a destra e a sinistra, c’erano due
biblioteche una con testi (rotuli) in lingua latina e una con testi in
lingua greca. Quando un visitatore entrava in una delle biblioteche
poteva vedere perfettamente quello che era raffigurato sulla
colonna (in alto). Colonna coclide: colonna con una scala interna
che sale, si avvolge all’esterno un nastro con una struttura a spirale.
Ci sono vari rilievi. apollo d’oro di damasco: idea della colonna è di
fare una graphic novel che racconti le due campagne contro i daci
(101, 106) come se fosse un’unica storia. Venne costruita nel 113
d.C.; l’idea del nastro dà l’usanza delle pitture trionfali. Per
raccontare le varie fasi della campagna i romani utilizzavano queste
pitture grandi teli su cui rappresentavano in modo semplice le
fasi delle campagne. L’idea di Apollo doro è quella di riportare sulla
colonna l’idea della pittura trionfale. Ci vollero sicuramente molti artisti. Le parti che la compongono sono
detti rocchi; in marmo dalle cave toscane per mare. C’è un bassorilievo narrativo molto particolareggiato.
Vengono raccontate anche tutte le vicende di contorno. trasporti di materiali per il Danubio. Per dividere
i rilievi ci sono dei bordi superiori e inferiori. Era colorata, c’era un bordo nero e poi spade, corazze… erano
colorate. C’è la costruzione di un ponte, un’insegna materiale (come un totem). Costruzione di una città
quando prendevano un territorio dovevano affidarlo ai coloni così che lo potessero coltivare. Quando si
vede un personaggio circondato da altri è l’imperatore traiano vestito da soldato e circondato dai suoi
centurioni gesto dell’ad locutio, sta spiegando ai soldati come fare in battaglia. I panneggi sono definiti
come i volti. In alto si arriva al culmine, maggiore pathos, Decebalo (re dei daci) sta per essere catturato, ma
in realtà Decebalo per non essere portato in catene a Roma si suicida, sta per tagliarsi la gola. I barbari sono
vestiti in modo differente e a differenza dei romani. La colonna traiana è stata tutta studiata da uno storico
dell’arte che si chiama salvatore settis che ha pubblicato un libro. Sono stati fatti dei calchi di queste scene.
È una narrazione anche di materia storica. La parte bassa, il dado, era una camera mortuaria che conteneva
le ceneri dell’imperatore, la sua tomba lo ricorda soprattutto come soldato e grande comandante (primus
inter pares): non è più alto o più bello, vestito allo stesso modo dei suoi centurioni vince anche per
questo motivo.