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testimonianze archeologiche

28. Ameria e 0.368 m fino alla base del collo), di grande qualità come la statua,
mostra alcuni motivi che ne denunciano l’appartenenza al cosiddetto
Amelia (Terni) tipo Gabii, immagine realizzata dopo la morte di Germanico per ce-
lebrarne la memoria. La statua raffigura un personaggio loricato stan-
te con il braccio sinistro appoggiato ad una lancia e quello destro al-
Impianto
zato nel gesto dell’adlocutio. Nella statua non sarebbe da identificare
un bronzo eseguito in età tiberiana, come inizialmente proposto, ma,
Ubicazione nel tessuto urbano antico: secondo una recente analisi (Rocco 2008) che rivede l’inquadra-
in area suburbana, a sud-est delle mura della città romana, lungo il mento stilistico e cronologico del busto loricato, un’opera della tarda
lato orientale dell’attuale via per Orte (via per Narni), a poco più di età ellenistica, riferibile ad un’officina microasiatica: il personaggio
un centinaio di metri da Porta Romana, principale ingresso alla città riprodotto originariamente sarebbe forse Mitridate VI Eupatore. In
(fig. 68). occasione delle guerre mitridatiche la statua sarebbe giunta in Italia
come preda bellica per essere poi trasformata in statua onoraria di un
Orientamento: generale, forse riconoscibile nello stesso Lucio Cornelio Silla, esposta
? in uno degli spazi pubblici della città. L’inserimento della testa-ri-
tratto di Germanico andrebbe collocato nell’ambito delle celebrazio-
Dimensioni: ni decretate da Tiberio dopo la morte del princeps o all’epoca di Ca-
ligola, quando si onora la sua memoria e quella di altri membri della
?
famiglia imperiale. (Ciotti 1987a; Ciotti 1987b; Sensi 1996, pp.
138-139; Feruglio 1996a; Rocco 2006; Rocco 2008)
Scavi:
- capitello figurato in travertino con numerose scheggiature (h. 0.85
indagini parziali. m; largh. abaco 0.95 m; largh. abaco ricostruita 1.14 m), databile ad
età augustea e rinvenuto presso Porta Romana lungo la via per Orte
(via della Rimembranza). La parte d’appoggio superiore, mancan-
Descrizione te di tre spigoli dell’abaco, mostra nella porzione centrale un basso
incavo quadrangolare (0.40 x 0.38 m), con al centro l’incasso per il
Caratteristiche planimetriche ed architettoniche: perno dell’elemento superiore, la cui larghezza doveva essere di 0.70
resti modesti di alcune murature antiche sono emersi in quest’area x 0.70 m; l’abaco è modanato con tondino, listello e cavetto. La deco-
pianeggiante. La ristrettezza della superficie indagata oltre che la razione, tranne qualche piccola variante, è la stessa su tutte le facce: al
frammentarietà e il degrado delle strutture indagate non permettono centro del kalathos è rappresentato un trofeo antropomorfo, sorretto
d’individuarne il complesso di appartenenza (Ciotti 1987b, p. 20): da un supporto verticale costituito “da elmo a calotta, con paragnati-
non è da escludere una loro pertinenza al campus (Rocco 2008, p. di e cimiero disposto trasversalmente al capo, corazza anatomica con
492). spallacci, serie di frange all’attacco delle braccia e gonnellino che co-
pre le cosce” (Sensi 1996, p. 143). Ai lati del supporto verticale sono
Strutture interne o esterne non appartenenti al mo- posti su due delle quattro facce due scudi ovali, sulla terza due scudi
numento: esagonali, mentre sulla quarta troppo frammentaria non si distingue
nulla; sopra ciascuno scudo poggia un elmo con paragnatidi e lophos.
- anfiteatro, tra la via Amerina e la via per Orte (fig. 68): la sua presenza Ogni trofeo, su tre facce, sorregge a destra due scudi ovali incrociati
sarebbe indicata dal toponimo medievale “Parlascio” e dalla configu- e a sinistra due scudi esagonali incrociati, mentre sulla quarta faccia
razione a forma di ellissi della topografia dell’area oltre che da recenti sostiene a destra uno scudo esagonale che copre uno ovale e a sinistra
indagini in località Nocicchia (Maraldi 1997, p. 102; Monacchi uno scudo ovale che copre uno esagonale. Ai lati di ogni trofeo sono
2001, p. 21; Monacchi 2004, p. 221; Rocco 2008, pp. 489-490). rappresentate due prore di nave, con raffigurazione dei rostri e di una
testa leonina, che terminano nella parte superiore con una voluta li-
scia, riproducendo lo schema canonico a volute.
Rinvenimenti Rispetto ad altri capitelli figurati con trofei, quello di Ameria non
sembra avere dei confronti precisi, dal momento che normalmente
Decorazione scultorea: ai trofei sono accostate delle vittorie e non delle prore di nave, la cui
- statua onoraria bronzea di Germanico (h. 2.09 m), rinvenuta in più presenza è connessa al ricordo di una battaglia navale: trofei su prore
pezzi lungo la via per Orte. I frammenti più grandi, anche se con frat- di nave sono presenti invece su antefisse in terracotta d’età augustea,
ture e deformazioni, sono costituiti dalla testa, dalle parti anteriore così come sono raffigurati su monete di Ottaviano, probabilmente
e posteriore della corazza, da parti della tunica, dalle gambe e dalle battute dopo Azio, battaglia navale a cui è da ricollegare verosimil-
braccia. Le condizioni frammentarie della statua in più pezzi potreb- mente anche il capitello in oggetto. Questo, per le sue dimensioni e
bero essere una conseguenza di una caduta della stessa o del crollo per il soggetto della decorazione, piuttosto che ad un edificio è per-
di strutture murarie adiacenti, così come di una rottura intenzionale tinente ad una colonna onoraria, sulla quale poteva essere collocata
operata in vista di un riutilizzo del bronzo. La mancanza dei dati ar- una Vittoria: è probabile che tale monumento fosse in rapporto con
cheologici del rinvenimento non consente di conoscere la giacitura il culto della Victoria Caesaris Augusti. (Ciotti 1987b, p. 20; Sensi
originaria dei frammenti bronzei e, di conseguenza, di sapere se la 1996, pp. 137, 143-144, Feruglio 1996b; Sensi 2006, p. 57)
statua sorgesse in epoca romana nel luogo al di fuori di porta Romana
o se, in età medievale, vi fosse stata trasferita, già scomposta, dal sito Altri materiali:
in cui era stata eretta al fine di essere trasportata successivamente nel ara funeraria in marmo bianco, priva della parte superiore e dello
luogo di fusione. Il ritratto (h. testa 0.258 m dalla sommità al mento spigolo anteriore destro e contraddistinta da numerose scheggiature

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umbria (regio vi)

e lacune sulla superficie (h. max. 1.16 m; largh. 0.77 m; prof. 0.59 Annotazioni:
m); è stata rinvenuta presso Porta Romana lungo la via per Orte (via L. Sensi ipotizza l’esistenza di un campus lungo l’attuale strada per
della Rimembranza). Presenta una forma parallelepipeda ed una de- Orte, nella zona pianeggiante a sud-est di Porta Romana, varco prin-
corazione sulla faccia anteriore e su quelle laterali. Frontalmente, al di cipale delle mura urbane. Secondo lo studioso il capitello figurato,
sopra della modanatura nella parte inferiore, è posta, all’interno di una trovato in questa zona e forse posto in rapporto con il culto della
tabella, un’iscrizione molto lacunosa, di cui si riescono a distinguere Victoria Caesaris Augusti, sarebbe da mettere in connessione pro-
solo alcune lettere appartenenti ad un testo disposto almeno su quattro babilmente con un santuario suburbano sistemato nello spazio del
linee: - - - - - M [- - -] / C(aius) S[- - -] / Se[- - -] / d(edit?) [d(edicavit?)]. campus, dove forse era eretta anche la statua onoraria di Germanico
Nonostante la frammentarietà dell’iscrizione, si può verosimilmente (Sensi, Ciani 1996, p. 66; Sensi 1996, pp. 137-140). Dell’esisten-
ipotizzare che nella prima linea fosse il nome del defunto o della defun- za ad Ameria di uno spazio ludico di questo tipo sarebbero testimo-
ta, nella seconda e nella terza il nome del dedicante, di cui si conosce nianza indiretta tre iscrizioni (CIL XI, 4371; CIL XI, 4386; CIL XI,
il praenomen e si può integrare il cognomen con Secundus, attestato ad 4395), datate al II sec. d.C., con attestazioni di curatores del lusus iu-
Ameria. Nella parte anteriore l’ara mostra in basso due sfingi angolari, venum, genere di spettacolo consistente in combattimenti gladiatorii
al di sopra delle quali si trova una palma, sulla quale sono posti due incruenti ed in venationes. Un aspetto importante, deducibile dalle
eroti nudi, che, collocati lungo i fianchi dell’epigrafe, sorreggono una epigrafi, è lo stretto collegamento, almeno a livello locale, tra il culto
ghirlanda di frutta e fiori, al di sotto della quale due galli beccano un imperiale, il collegio degli iuvenes e i seviri augustali: in un’iscrizione
lombrico. Tra il lato inferiore della cornice della tabella e la ghirlanda (CIL XI, 4395) gli Iuvenes Aug(ustiani?) dedicano una statua a T.
si sviluppa una scena, riferibile alla nascita di Dioniso o all’episodio del Petronius Proculus, curator del lusus iuvenum, consacrato alla Victoria
suo salvataggio, dopo che questo e la madre Semele furono gettati in e Felicitas Caesaris, mentre in un’altra (CIL XI, 4371) i sexviri Au-
mare all’interno di una cesta. Una figura maschile nuda seduta, in cui gustales fanno una dedica a Sex. Ticiasenus Allianus, loro patrono, il
è da riconoscere Zeus, tiene nella mano destra sollevata un grappolo quale tra le varie cariche aveva ricoperto oltre a quella di curator del
che mostra ad un bambino, Dioniso, poggiato sulla sua coscia sinistra, lusus iuvenum anche quella di sacerdos della Victoria e Felicitas Cae-
mentre al suo fianco una figura femminile stante, forse la madre Semele, saris, culto finora attestato solo ad Ameria e introdotto forse sotto
con il corpo coperto da una veste e il ventre parzialmente scoperto, pro- Augusto e non sotto Cesare (Gregori 1989, pp. 50-52, nn. 30-32,
tende il braccio destro sulla testa dell’uomo e pone la mano sinistra su pp. 111-112; Sensi 1996, pp. 139-140; Asdrubali Pentiti 2000,
una cesta; ai lati delle due figure sono situati un’aquila a sinistra ed un pp. 211-212, 226, n. 4371, 261-262, n. 8).
uccello acquatico a destra. La faccia destra dell’ara mostra nello spigolo L’effettiva presenza di un campus ad Ameria, lungo la via per Orte,
superiore una testa d’ariete, dalle cui corna si diparte una ghirlanda di non è supportata dal ritrovamento di vestigia: non esistono infatti
alloro con bacche retta dalla parte opposta da un erote angolare perdu- elementi sufficienti per riferire a questo complesso le scarse strutture
to; nello spigolo inferiore non occupato dalla sfinge e al di sotto della in muratura rinvenute durante le operazioni di sbancamento, non
testa d’ariete, è rappresentato un cigno, con collo ripiegato e stante su documentate, effettuate in questa zona. U. Ciotti (Ciotti 1987a,
un masso. Nella parte centrale, al di sopra della ghirlanda, è collocata pp. 233-234, nota 2; Ciotti 1987b, p. 21) pensa che questi resti
una patera decorata con una margherita, sotto la quale si trovano due siano probabilmente da mettere in relazione con strutture produttive
uccelli che beccano una lucertola; al di sotto della ghirlanda è posto e commerciali piuttosto che con un edificio pubblico o con monu-
un delfino di profilo con coda terminante a foglia di vite. La faccia si- menti e recinti funerari. A impianti di quest’ultimo tipo sarebbero da
nistra dell’ara riprende sostanzialmente quella destra, fatta eccezione collegare l’ara in marmo così come alcuni blocchi squadrati in pietra,
per la parte centrale, dove al di sopra della ghirlanda è collocato un ur- ritrovati nello scavo e pertinenti al rivestimento di una tomba: pur
ceus a bocca trilobata, mentre al di sotto è posto sempre un delfino di sviluppandosi la necropoli monumentale urbana lungo l’adiacente
profilo la cui coda termina però a foglia di edera. L’ara è riconducibile via Amerina (strada per Giove), come ben testimoniano i resti di im-
al gruppo dei “Girlandealtäre”, nello specifico a quello con Eroti che portanti sepolcri (Monacchi 2001), l’ara funeraria potrebbe appar-
sorreggono le ghirlande, secondo la suddivisione del Boschung. In base tenere ad un’altra necropoli che si sviluppava lungo il tracciato della
ai confronti, meglio attestati per i fianchi rispetto alla fronte, e sulla via per Orte, ma non si può nemmeno escludere che essa fosse eretta
base dell’iscrizione, l’ara è collocabile nella seconda metà del I sec. d.C., all’interno dello stesso campus, nel cui spazio erano talvolta accolte
probabilmente in età flavia - domizianea. (Ciotti 1987a, p. 233, nota le tombe di notabili locali, a cui erano tributati pubblici onori per i
2; Ciotti 1987b, pp. 20-21; Feruglio 1996b, pp. 163-165, n. 188; meriti raggiunti agli occhi dei concittadini.
Asdrubali Pentiti 2000, pp. 295-297, n. 54) Nonostante la mancanza di tracce di carattere archeologico, appa-
re verosimile la proposta avanzata da L. Sensi e condivisa dagli al-
tri studiosi, di individuare il campus nella zona del ritrovamento del
Cronologia capitello figurato e della statua di Germanico. Quest’ultima sarebbe
da considerare ancora in situ come indicherebbe la presenza del ba-
età augustea? samento originario. Si tratta innanzitutto di una zona extraurbana e
verosimilmente pianeggiante anche in epoca romana, nei cui pressi,
tra la via Amerina e la via per Orte, è ipotizzata oltretutto l’esistenza
Commento di un anfiteatro, edificio spesso posto in relazione o comunque nelle
vicinanze del campus (v. supra, 4.1). Inoltre il capitello figurato, perti-
Culto: nente probabilmente ad una colonna onoraria, e la statua in bronzo di
probabile attestazione del culto della casa imperiale, testimoniato Germanico rimandano in modo chiaro al culto imperiale, che sappia-
dalla statua onoraria di Germanico, e, nello specifico, del culto della mo, su base epigrafica, rivestire un ruolo importante nell’ambito del
Victoria Caesaris Augusti, a cui rimanderebbe forse il capitello deco- campus (v. supra, 7.3). Il legame tra il culto imperiale e i ludi, attestato
rato con prore di nave e trofei da collegare alle vittorie navali di Otta- dalle tre iscrizioni del II sec. d.C., potrebbe indicare, anche se indiret-
viano (Sensi 1996, p. 137-139). tamente, sia l’esistenza ad Ameria di un complesso apposito, come il

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campus appunto, in cui questi ludi potevano svolgersi, sia uno stretto Bibliografia: Ciotti 1987a; Ciotti 1987b; Sensi, Ciani 1996; Sensi
collegamento tra il campus e il culto dell’imperatore e della casa im- 1996; Maraldi 1997, p. 102; Asdrubali Pentiti 2000, p. 204; Mo-
nacchi 2001, p. 23; Monacchi 2004, pp. 217, 222; Sisani 2006, p. 172;
periale. Sulla base di questi elementi si potrebbe dunque ipotizzare la Angelelli, Zampolini Faustini 2006, pp. 106-107; Rocco 2008, pp.
realizzazione di un campus ad Ameria nel corso dell’età augustea ed 489-492; Colivicchi, Zaccagnino 2008, p. 90.
una sua piena attività ancora nel corso del II sec. d.C.

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