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6-11-2020 ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE GRECA E ROMANA

Modalità attraverso le quali Roma acquisisce una sua arte originale, attraverso elementi che provengono
dalle culture ellenistica: è un processo che si articola nel corso del tempo in relazione al contesto storico (che
si trasforma), alle necessità che la committenza richiede, in relazione ai riferimenti ideologici che sono
presupposti dell’acquisizione di linguaggi, schemi iconografici e stili.

Una prima fase di tumultuosa acquisizione associato ai circoli Scipionici, emergere delle figure dei generali,
di famiglie senatoriali importanti, che hanno bisogno di un linguaggio che esalti l’individuo che emerge
dall’isonomia del mondo repubblicano e lo trovano nel mondo pergameno.

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Emilio Paolo, Pidna 168 a.C. vincitore della 3° guerra macedonica, che nonostante la critica gli abbia
associato un carattere da generale, nel monumento per la Vittoria di Pidna dimostra di far parte
dell’aristocrazia per gusto raffinato, monumento costituisce un momento di passaggio: elementi rimanda ai
circoli scipionici (esaltazione dell’individuo) e elementi che rafforzano la dimensione romana, esaltano la
repubblica (l’uso del latino dell’iscrizione e negli atti pubblici).

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Circoli catoniani: reazioni ai circoli Scipionici visione classicista (richiamo), Fidia viene posto al culmine
della produzione di età classica, legata alla ricerca di un linguaggio diverso da quello tipicamente asiano
dell’elite romana precedente. Legata ad Apollodoro (teorizzatore di questa associazione, contrapponendosi a
Xenocrate il quale invece individuava i riferimenti classici in Lisippo). I romani ricercano i propri modelli
non nei regni ellenistici ma nel mondo delle poleis – quindi Atene (dal 166 a.C. è protagonista di una
rinascita economica e influenza del regno pergameno → 159 a.C. Attalo celebrato ad Atene con
l’edificazione della Stoà), rivitalizzazione della scultura ateniese legata a questa contingenza economica e
politica, dal p.d.v. stilistico è legata a significative contaminazioni con l’arte pergamena (che a sua volta
frena il suo slancio e il suo pathos) → Piccolo donario pergameno realizzato grazie alla partecipazione di
Apollodoro, stemperare i modi del medio ellenismo riguarda tutto il mondo greco (es. Creta). Tendenza che
si diffonde in tutto il mondo greco.

Successo dell’atticismo soprattutto a Delo: passaggio fondamentale, porto franco tra Occidente e Oriente,
dove lavorano numerosi officine al servizio di nuovi committenti (non generali del circolo scipionico) ma
mercanti, negotiatores. Qui Timarchides II e Dionisos a Delo e attraverso l’utilizzo di questi linguaggi Atene
offre modelli che rimandano al passato classicista e offrono uno strumento di legittimazione universale del
potere, vedi Zeus capitolino (meno ricco di pathos, ma chiari scuri), Ofello Fero (contrasto tra testa
individuale e il corpo universalismo), Hermes del 20 a.C. : scuola scultorea di Dionisos e Timarchides II.

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Scuola: Policles I capofamiglia : lavora Atene , Delo e Roma, al servizio di famiglie senatoriali specifiche.
Autore delle statue di culto del tempio di Giove statore e Giunione regina dentro il portico di Metello
macedonico poi sostituito dal portico di Ottavia, architetto Ermodoros di Salamina: costituisco i primi templi
in marmo a Roma, prime tipologie templari tipici dell’ellenismo.

Autore della statua di Eracle per Metello macedonico: rapporto di stretta clientela per la famiglia dei Metelli
e clientere dei personaggi famosi (Ofello Fero probabilmente legato ai Metelli).

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Timarchides: Autore del Frontone di terracotta di Luni (fuori dal territorio urbano): produzione
classicistica.

Palestrina Fortuna primigenia : modelli pathos e passaggi di chiaro scuri raggelati, morbidi, ieraticità.

Simulacro del tempio B di largo argentina: statua di culto , rappresentazione fidiaca del volto (vedi
Ramnunte, demo dell’Attica riorganizzazione del Tempio di Nemesis con scultura costituisce il prototipo).

Un’evidenza del formarsi di questo classicismo coerente scevro di mediazioni della cultura ellenistica,
classicismo di toni fermi, superficie atone, mancanza di chiari-scuri, modo di rappresentazione che verrà
acquisito in forma coerente dall’arte imperiale come strumento per rappresentare le conquiste: la tranquillità
della pax di Augusto e serenità e ricchezza grazie le vittorie di Augusto.

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Scopas Minor: capo-famiglia di atticisti che lavora a Roma.

- Autore della statua del tempio di Ercules Vincitore, edificato da un negotiator, Ottavius Erennius, e
da Ermodoros di Salamins (lavora anche a Delo): tholos, modello a pianta circolare importato dal
mondo greco (deriva da un originale del IV sec.).
- Autore di Marte seduto nel tempio di Marte di Circo Flaminio (realizzato da Ermogenes di
Salamina).
- Questione del tempio di Nettuno nel Circo Flaminio:
Plinio menziona un gruppo di Scopas Minor che rappresenta Teti, Nettuno e Achille in un simposio
dionisiaco conservato nel delubrum (santuario) di un Gneo Domizio.
Noi sappiamo di un tempio di Nettuno costruito da Domizio Enobarbo (console nel 129) e una
moneta del 32 di un Gneo Domizio Eenobarbo, bisnipote del precedente che ricorda su un lato un
tempio tetrastilo (probabilmente realizzato dal prozio).
Forse Scopas è lo scultore della statua del tempio di Nettuno spiegato dalla contemporaneità con la
costruzione del tempio di Marte, (e forse anche del tempio tetrastilo rappresentato nelle monete). La
costruzione del tempio di Nettuno è legata a una vittoria navale nel 129. A questo tempio sono state
associate le lastre trovate nel Circo Flaminio, passate alla storia come Ara di Domizio Enobarbo,
inizialmente si pensa che provengono dal tempio di Marte presso San Salvatore in Campo (tempio
periptero), Torelli studiando i rilievi, li ha collocati prima della riforma del censo mariana e ha
stabilito la provenienza nel tempio di Nettuno, quindi sono opera di Scopas Minor di gusto neoattico.
Ma c’è un problema: la scena del census non è coerente con quella del thiaso marino: il manuale
evidenzia la differenza stilistica delle due tavole: contraddizione → thiasos marino è di gusto
classico naturalistico e contenuto mitologico, mentre census, carattere storico, deviazione di
rappresentazioni naturalistiche in cui la divinità più grande, proporzioni gerarchiche: Bandinelli lo
spiega nella capacità di rappresentare scene diverse con stili diversi, in realtà si tratta di opere di
lontane storicamente giustapposte nello stesso tempio, scena del thiaso è del 122 mentre quella del
census è prodotta successivamente e aggiunta sul quarto lato officina dopo il 100 e prima della
riforma mariana.

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Ritrattistica romana: esempi che declinano in forma locale (in base a contesto e luogo) esperienze della
ritrattistica della produzione ellenistica.

Scipione, dalla facciata del sepolcro (= Mario): rimanda a un gusto coloristico, pathos e chiari scuri.
Silla Glyptoteca di Monaco: capacità di rappresentare in forma fisiognomica e individuale, caratterizzante,
più gelate

Ritratto di Ennio: come Silla, cultura ellenistica fermata dal gusto classicistica.

Componente medio italica con la componente ellenistica smorzata.

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Artisti neoattici

Fanno riferimento al mondo ateniese che permea e articola le precedenti tradizioni ellenistiche che vengono
assorbite e declinate in modi diversi a Roma: le diverse esperienze convivono contemporaneamente. Nell’86
Delo devastata da Mitridàte, Atene diviene il luogo principale per commesse romane (famiglie da Delo ad
Atene), artisti che lavorano ad Atene sono fornitori che operano per Roma:

1) Cleomene autore di Venere dei Medici → rimanda a modelli policletei


2) Torso del belvedere → modello policleteo

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Neoellenismo di tradizione asiana (pergamena)

Soprattutto dopo le vittorie di Pompeo sui pirati, le conquiste in oriente, legami con l’Oriente.

Ritratto di Pompeo: elementi nel colorismo, passaggio di piano, tratti fisiognomici

Efebo di Anticitera: datato 84 – 74 importazione di copie di opere che provengono dall’Asia.

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Neolenismo rodio

Rappresentato dall’importazione del Gruppo dello Scilla (proveniente da Sperlonga) e dal Lacoonte.

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Eclettismo

Tendenze retoriche, tendenze stilistiche scultoree: Pasitele retore, autore normalizzatore della teoria della
necessità di declinare in forme diverse le esperienze che provengono da tutto l’orbe conquistato da Roma,
Roma = museo (opera in 5 volumi). Eclettismo che caratterizza questa fase significa la capacità e volontà di
mettere insieme modelli che provengono da scuole, tradizioni diverse e tendenze diverse per fare una statua
originale (es Ofello Fero)

Atleta di Stefanos: (allievo di Pasitele), piedi a terra impostazione delle gambe come la scultura prima di
Policleto, taglio di capelli secondo i modelli di Fidia, spalle di un adulto mentre taglia di un ragazzo,
proporzioni slanciate, longilineo tipico di Lisippo, corpo fidiaco,.

Oreste e Elettra di Menelao: figura femminile rimanda a modelli attici mentre Oreste a Lisippo.

Tendenze che per il momento recepite in maniera disarticolata e eterogenea, verranno sintetizzate in età
imperiale. Finora abbiamo parlato della cultura di committenza aristocratica.

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Arte plebea declinazioni e stili propri

Basilica Emila: decorazione dei fregio storico (87 – 78 a.C.) quando si incomincia a decorare il foro romano

Elemento caratterizzante, filo rosso dell’arte romana

Ritratto di Cesare: gusto più veristico, meno attento all’esaltazione individuale del personaggio, più attento
ai particolari, l’individuo rappresentato con non troppo pathos: vedi le rughe sotto il naso, meno effetti
coloristici → forma accademica che sarà tipico del ritratto senatoriale.

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Stili pompeiani

Pittura: documentazione precedente è ridotta, mentre quella romana è maggiore: decorava le abitazioni dei
ricchi romani.

In realtà gli stili pompeiani non sono stili, ma modalità diverse di organizzazione della decorazione parietale.

Il primo stile “architettonico” : II d.C. di tradizione ellenistica es. insediamento di Delos (importanti case:
esempi significativi di decorare le pareti che poi si ritrovano qui a Roma), modalità (declinazione dialettale),
che semplifica le forme originali di tradizione ellenistica e rappresenta, attraverso la pittura, all’interno delle
pareti strutture che fanno riferimento alla decorazione architettonica con stucchi, opus signinum (imitano
rivestimenti marmorei delle strutture più ricche). Non è innovazione romana, ma ellenistica (vedi Santuario
di Samotracia e case di Delo).

Ad Urbisaglia edificio repubblicano decorato con pitture di primo stile pompeiano.

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Il secondo stile pompeiano: originale, organizzazione della parete con divisione in tre fasce orizzontali e tre
fasce verticali, la parete si apre: strutture architettoniche che si aprono all’esterno, come fossero scorci,
finestre (da cui si vedono paesaggi). Rappresentazione di architetture “funzionali” coerenti (es. colonne che
reggono architravi, finestre ecc.), con un effetto illusionistico.

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Pitture della Villa dei Misteri: complesse, articolazioni delle pareti, autore anonimo del 70 a.C.

- Megalografia: pittura di grandi dimensioni, fig. a grandezza naturale → modello di età di Polignoto e
Miconon
- Scena famosa su un’ampia superficie, articolata e complessa. Interpretazioni: spettacolo di mimi, o
preparativi di un matrimonio, o rito di iniziazione di una sposa nei cfr di Dionisino
- In tot.10 scene → una donna che si acconcia i capelli con un amorino che regge lo specchio,
agave sacerdotessa seduta che versa il vino, scena con di Dioniso e Arianna (è la più rovinata)

(il terzo stile pompeiano di età augustea, rifr. alla semplicità)

Questa fase, in cui le tendenze greche trovano una sintesi, arriva fino all’età augustea.

Vitruvio (opera in 10 libri) descrittore, ci da un panorama dell’architettura antica. Periodo: fine Repubblica e
inizio età augustea: fase di passaggio, nella ql molte cose subiscono una trasformazione (es. tecniche
edilizie…), ma che lui non comprende completamente. 2° libro dedicato materiali e tecniche, origine
dell’architettura = necessità dell’uomo di organizzarsi, dal mito della capanna primigenia fino alla
formazione dell’ordine dorico, gli altri libri dedicati agli edifici sacri, ordini architettonici, edifici pubblici e
privati, opere idrauliche, astronomici e meccanica (utilizzo verricelli, macchine belliche…). Ci da la
definizione dell’architetto = professionista che ha un primato rispetto a tutte le altre scienze perché
l’architettura contiene in sé le conoscenze di tutte le altre scienze, es. medicina (conoscere proporzione
umane, attenzione all’arieggiamento, esposizione degli edifici a sud, la salubrità dell’aria, solidità degli
edifici), acustica (realizzazione dei teatri), legge (secondo norme precise) teologia (templi)…. Conferisce
agli architetti quel prestigio e dimensione culturale che con la tarda repubblica e l’introduzione del sistema
schiavistico le discipline tecniche avevano perso nel mondo romano: volontà di ridare ad una disciplina
tecnica il prestigio perso. Requisiti degli edifici: solidità, utilità, bellezza (ritorna nel 17° secoli).

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Informazioni vitruviane sull’urbanistica: organizzazione della città, degli edifici, modalità con cui devono
essere realizzati gli edifici e inseriti nei sistemi urbani, modalità attraverso le quali devono essere realizzate
le città, come deve essere fatto il foro, quali devono essere le proporzioni del foro, dove deve essere
posizionato il Capitolio (cioè nel p.+ alto della città e orientato a est).

Organizzazione dei territori attraverso la città è un elemento principale della politica espansionistica di
Roma, Roma controlla il territorio attraverso le città, e l’organizzazione sociale dell’elite. Scopo di
uniformare il territorio dell’impero romano tramite la città come riferimento culturale, due situazioni: realtà
già urbanizzate (es Magna Grecia e Grecia) e realtà non urbanizzate → approccio diverso

Interventi simbolici legati all’organizzazione di mura, impianto viario e sistemazione dell’area forense con
obbiettivi ideologici realizzati con interventi leggibili dal p. d. v. della presenza del nuovo potere ma non
monumentali.

Pestum: colonia latina 273 a.C. → il centro della vita pubblica spostato nel settore sud occidentale dell’area
dell’antica agorà: intervento significativo , in parallelo con l’eliminazione dell’ekklesiasterion (luogo di
riunione della comunità ora non più funzionale), sostituito con un santuario che rimanda valori ideologici che
rimandano al nuovo potere.

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Territori che non hanno visto ancora l’organizzazione di centri urbani: applica dei modelli che si realizzano
attraverso la declinazione di pratiche e modalità declinate in relazione alla morfologia, al contesto, alle
preesistenze e alle necessità funzionali del centro urbano. La città romana ha alcuni elementi unitari alle città
di fondazione romana, ma le modalità con cui questi vengono declinati cambiano, caso per caso.

Media Repubblica (differenza funzionale):

Colonie latine: di recente occupazione gestione del territorio e controllo complessivo del territorio (non solo
militare), alla necessità difensiva (aree collinari) che impongo una articolazione del perimetro delle mura,
sono grandi perché accolgono cittadini di diritto latino, le assegnazioni per associazione di terre (perimetri
ampi con territori vasti) con impianti regolari che seguono l’andamento delle curve di livello. Le prime
colonie latine hanno queste caratteristiche, poi si occupano zone più pianeggianti (non servono più difendere
il territorio quando non più al confine) es. Lucca impianto regolare.

Colonie Romane: nascono come presidi del territorio, cittadini romani in aree strategiche per controllare il
territorio, piazzeforti. Ci sono cittadini Romani, legati al potere centrale, non grande popolazione perché
controllo militare e non messa a cultura quindi città piccole di impianto regolare, poi tendono ad aumentare
Nel II s. questo sistema va in crisi, agricoltura doveva essere attività parallela al controllo militare del
territorio per cui assegnazione di terre sono insufficienti. Es. Pisaurum Progressiva omologazione delle
colonie latine e romane in termini di estensione delle città e organizzazione delle aree interne delle città.

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Tempi di attuazione degli edifici, e lo spazio urbano organizzato per spazi funzionali (piano regolatore)
scanditi dal tracciamento della viabilità → piano programmatico: determina e definisce l’organizzazione
della città romana.

Città regolare greca: si basa su duplicazione costante dell’isolato (rettangolari che poi nel corso del tempo
tendono al allungarsi)

Città regolare romana: si basa sull’interasse tra le strade, distanza da una strada dall’altra (sistema a
scacchiera), gli isolati sono diversi gli uni dagli altri. Piano programmatico è lo schema attraverso il quale si
delinea gli assi delle strade, ma le strade non si realizzano tutte con stesso rapporto dell’asse delineato per cui
gli isolati sono diversi, non modularità → regolare lo schema teorico del p. pr., irregolare è la sua
applicazione. Irregolarità deriva dalla collocazione dell’asse stradale in relazione dall’asse teorico.

Libarnia: escluso lo spazio della via Postumia

Modalità principali di declinazione:

1) Lucca: ampliamento delle fasce (evidenziato in verde) poi occupata dal Foro, già delineata nel p.
programmatore (anche a Urbisaglia: sistema edifici pubblici su una fascia centrale più amplia, detta
“fascia milesia” come Mileto fascia a L)
2) Gli isolati collocati in aree periferiche sono più piccoli (evidenziato in giallo) rimane uno spazio
residuale tra il penultimo isolato e le mura.

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