Colosseo
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Indice
Storia
Costruzione Tipo Culturali
L'epoca imperiale Criterio (I)(II)(III)(IV)(V)
Dal Medioevo all'epoca moderna Pericolo In parte in pericolo
Epoca contemporanea: i restauri ottocenteschi
Riconosciuto 1980
L'intervento di Raffaele Stern
dal
L'intervento di Giuseppe Valadier
Scheda (EN) Scheda (http://wh
I lavori di Gaspare Salvi e Luigi Canina
UNESCO c.unesco.org/en/list/9
Il Novecento e i lavori contemporanei
1)
Origini dell'attuale nome
(FR) Scheda (http://wh
Descrizione dell'edificio c.unesco.org/fr/list/91)
Struttura
Facciata esterna
Il velario
Cavea e accessi per il pubblico
Arena e ambienti di servizio sottostanti
Chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo
Giochi
Visitatori
Collegamenti
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Storia
«Taccia la barbara Menfi il prodigio delle piramidi, né il lavoro degli Assiri esalti più
Babilonia; né siano celebrati gli effeminati Ioni per il tempio di Diana; l'altare dei molteplici
corni faccia dimenticare Delo; né i Cari portino più alle stelle, con lodi sperticate, il
Mausoleo proteso nel vuoto. Ogni opera cede dinanzi all'Anfiteatro dei Cesari, la fama
parlerà ormai d'una sola opera al posto di tutte»
Costruzione
Contemporaneamente all'anfiteatro furono innalzati alcuni edifici di servizio per i giochi: i ludi (caserme e
luoghi di allenamento per i gladiatori, tra cui sono noti il Magnus, il Gallicus, il Matutinus e il Dacicus), la
caserma del distaccamento dei marinai della Classis Misenensis (la flotta romana di base a Miseno) adibiti
alla manovra del velarium (castra misenatium), il summum choragium e gli armamentaria (depositi delle
armi e delle attrezzature), il sanatorium (luogo di cura per le ferite dei combattimenti) e lo spoliarum un
luogo in cui venivano trattate le spoglie dei gladiatori morti in combattimento.
L'epoca imperiale
«Il Colosseo, la più bella rovina di Roma, termina il nobile recinto dove si manifesta tutta
la storia. Questo magnifico edificio, di cui esistono solo le pietre spoglie dell'oro e de'
marmi, servì di arena ai gladiatori combattenti contro le bestie feroci. Così si soleva
divertire e ingannare il popolo romano, con emozioni forti, quando i sentimenti naturali
non potevano più avere slancio.»
(Madame de Stael)
Nerva e Traiano fecero dei lavori, attestati da alcune iscrizioni[13], ma il primo intervento di restauro si ebbe
sotto Antonino Pio[14]. Nel 217 un incendio, innescato presumibilmente da un fulmine, fece crollare le
strutture superiori; i lavori di restauro fecero chiudere il Colosseo per cinque anni, dal 217 al 222, e i giochi
si trasferirono al Circo Massimo[15]. I lavori di restauro furono iniziati sotto Eliogabalo (218-222) e portati
avanti da Alessandro Severo, che rifece il colonnato sulla summa cavea. L'edificio fu riaperto nel 222, ma
solo sotto Gordiano III i lavori poterono dirsi conclusi,[16] come sembra anche dimostrare la monetazione di
questi due imperatori.[17][18] Un altro incendio causato da un fulmine fu
all'origine dei lavori di riparazione ordinati dall'imperatore Decio nel
250.[9]
Dopo il sacco di Roma del 410 ad opera dei Visigoti di Alarico, sul podio
che circondava l'arena fu incisa un'iscrizione in onore dell'imperatore
Onorio, forse in seguito a restauri. Onorio proibì i ludi gladiatori e da
allora fu adibito alle venationes. L'iscrizione fu successivamente
Dettaglio interno del Colosseo.
cancellata e riscritta per ricordare grandi lavori di restauro dopo un
terremoto nel 442[19], ad opera dei praefecti urbi Flavio Sinesio Gennadio
Paolo e Rufio Cecina Felice Lampadio. Costanzo II lo ammirò
sommamente[20]. Altri restauri a seguito di terremoti si ebbero ancora nel
470[21], ad opera del console Messio Febo Severo. I restauri continuarono
anche dopo la caduta dell'impero: dopo un terremoto nel 484 o nel 508 il
praefectus urbi Decio Mario Venanzio Basilio curò i restauri a proprie
spese[22].
Nel 1787 durante il soggiorno di Goethe a Roma lasciò una descrizione enfatica del monumento visto di
notte tra le pagine del suo Viaggio in Italia:
«Incantevole è soprattutto la vista del Colosseo, che di notte è chiuso; all'interno, in una
cappelletta, vive un eremita e sotto le volte in rovina si riparano i mendicanti. Essi
avevano acceso il fuoco sul terreno del fondo, e un venticello spingeva il fumo sopra tutta
l'arena, coprendo la parte bassa dei ruderi, mentre le mura gigantesche torreggiavano
fosche in alto; noi, fermi davanti all'inferriata, contemplavamo quel prodigio, e in cielo la
luna splendeva alta e serena. A poco a poco il fumo si diffondeva attraverso le pareti, i
vani, le aperture, e nella luce lunare sembrava nebbia. Era uno spettacolo senza l'uguale.
Così si dovrebbero vedere illuminati il Pantheon e il Campidoglio, il colonnato di S. Pietro
e altre grandi vie e piazze. E così il sole e la luna, non dissimilmente dallo
Incisione spirito raffigurante
di Piranesi umano,
il Colosseo
hanno qui tutt'altra funzione che in altri luoghi: qui, dove il loro sguardo è con le edicole della
fronteggiato da
masse enormi, eppure formalmente perfette.» "Via Crucis".
Liberato in due grandi riprese, con gli scavi diretti da Carlo Fea, Commissario per le Antichità, nel 1811 e
1812 e con quelli di Pietro Rosa (1874-1875), agli inizi dell'Ottocento, oltre ad essere oggetto dei più
fantasiosi progetti di riuso fino alla metà del Settecento, il Colosseo era staticamente compromesso, dopo
esser stato per secoli abitato, adibito a luogo di culto cristiano ed utilizzato come cava di travertino. Uno dei
principali e più evidenti problemi era l'interruzione brusca dell'anello più esterno nei lati in corrispondenza
delle attuali via di San Giovanni in Laterano e via dei Fori Imperiali che furono non a caso oggetto dei
restauri più importanti. Il Fea descrisse pure le possibili motivazioni della presenza di fori sulle pietre del
monumento interpretandoli come sistema per rimuovere le grappe metalliche che tenevano unite le pietre.[24]
Dal punto di vista statico l'intervento consistette in un nuovo Il Colosseo visto dal colle Palatino in
sperone, realizzato con arcate identiche alle originali. L'aggiunta, un dipinto di Jean-Achille Benouville
interamente in mattoni, fu costruita utilizzando materiale diverso (1870)
rispetto all'originale per motivi economici, e non per una volontà di
differenziazione, ad eccezione della basi e dei capitelli in travertino,
messi in opera in maniera identica agli originali e con lo stesso
livello di definizione. Anche in questo caso, per non guastare
esteticamente la preesistenza, si progettò una scialbatura color
travertino, mai realizzata.
Dagli anni trenta fino alla conclusione dei lavori avvenuta a metà del secolo, i lavori passarono sotto la
direzione di Gaspare Salvi e Luigi Canina.
Il primo intervento di Salvi riguardò la parte più gravemente compromessa dell'intera costruzione rimasta in
piedi: il terzo anello sul lato dell'attuale via San Gregorio. Su delle basi in travertino Salvi costruì un
completamento con archi in laterizio su imposte di travertino; dagli archi fece partire dagli speroni per
ricollegare la parte di nuova costruzione alla parte antica, che fu così staticamente assicurata. I nuovi archi
sono segnalati da mattoni bipedali disposti radialmente. I riempimenti dei muri radiali sono realizzati in
travertino al primo ordine ed in laterizio negli ordini superiori, mentre i pilastri di restauro sono interamente
in mattoni. Alla morte di Salvi, Canina assunse la direzione dei lavori, risolvendo sullo stesso lato un
problema di strapiombo verso l'interno della parte più alta della costruzione, che fu assicurata con tiranti in
ferro ai contrafforti in mattoni di nuova costruzione.
L'ultimo grande intervento fu operato sul lato a nord, verso l'attuale via degli Annibaldi, il più conservato ad
eccezione dell'attico, che presentava uno strapiombo di oltre 60 centimetri fuori dall'asse. Era dunque
necessario costruire un sostegno per la parte più esterna strapiombante. Fu così costruito verso l'interno un
abbozzo di quart'ordine nel secondo anello, in cui furono affondate catene binate per assicurare la parte
d'attico non più in asse.
Il Novecento e i lavori contemporanei
Dal 2002 il Colosseo è raffigurato sul rovescio della moneta da 5 Il Colosseo con la Meta Sudans tra il
1890 e il 1900
centesimi di euro coniata dalla Repubblica Italiana.
Nelle vicinanze era presente una statua colossale di Nerone in bronzo, dalla quale
si dice derivi il nome Colosseo, attestato a partire dal Medioevo e legato anche
Il Colosseo raffigurato
alle dimensioni colossali dell'edificio.[26]
sul retro della moneta
Dopo l'uccisione di Nerone, la statua fu rimodellata per raffigurare Sol Invictus, il italiana da 5 centesimi
di euro
dio Sole, aggiungendo intorno alla testa i raggi della corona solare.[27] Il Colosso
fu quindi spostato dalla sua originale collocazione, l'atrio della Domus Aurea per
far posto al tempio di Venere e Roma sotto Adriano, nel 126.[28] Il sito
del basamento della statua colossale dopo lo spostamento è attualmente
segnato da un moderno basamento in tufo.
Descrizione dell'edificio
Struttura
«Vedo una gran cerchia d'archi, e tutt'intorno giacciono pietre infrante che furono parte un
tempo di una solida muraglia. Nelle fessure e sopra le volte cresce una foresta di arbusti,
olivi selvatici, e mirti, e rovi intricati, e malerbe confuse... Le pietre sono massicce,
immense, e sporgono l'una sull'altra. Vi sono terribili fenditure nelle mura, e ampie
aperture da cui si vede il cielo azzurro ...»
Facciata esterna
Sull’asse corto vi erano gli ingressi per le tribune d’onore (l’ingresso per l’imperatore); sull’asse lungo gli
ingressi che conducevano direttamente all’arena. Inoltre i diversi piani erano riservati per ogni classe
sociale.
L’imperatore sedeva la mattina nel podio verso
l’Arco di Costantino e il pomeriggio in quello
verso la Metro.
Le raffigurazioni monetarie ci tramandano la presenza di quattro archi alle terminazioni delle assi dell'ovale
della pianta, ornati da un piccolo protiro marmoreo.
Il velario
Il Colosseo aveva una copertura in tessuto (velarium in latino) formata da molti teli che coprivano gli spalti
degli spettatori ma lasciavano scoperta l'arena centrale. Il velarium era usato per proteggere le persone dal
sole ed era manovrato da un distaccamento di marinai della flotta di Miseno, stanziata accanto al Colosseo. I
teli erano fissati con un complesso sistema di funi e guidati da pulegge e contemporaneamente l'intera
struttura era fissata a terra con funi legate a cippi di pietra posti all'esterno del Colosseo, e in parte visibili
ancora oggi.
Verticalmente i settori erano scanditi da scalette e dagli accessi alla cavea (vomitoria), ed erano protetti da
transenne in marmo (risalenti ai restauri del II secolo).
Alle due estremità in corrispondenza dell'asse minore, precedute esternamente da un avancorpo, si
trovavano due palchi riservati agli alti personaggi ospitati nei due palchi oggi scomparsi. Uno, a forma di
"S", era destinato all'imperatore, ai consoli e alle vestali; l'altro al praefectus urbi e a altri dignitari.
Gli spettatori raggiungevano il loro posto entrando dalle arcate loro riservate. Gli Imperatori e le autorità
raggiungevano i loro posti fruendo del privilegio di entrare da ingressi riservati, posti sull'asse minore
dell'ovale, mentre gli ingressi collocati al centro dell'asse maggiore erano riservati agli attori e ai
protagonisti degli spettacoli. Ma il resto del pubblico doveva mettersi in coda sotto l'arcata che mostrava il
numero corrispondente alla tessera assegnata. Ciascuna delle arcate per il pubblico era quindi contraddistinta
da un numerale, inciso sulla chiave di volta, per consentire agli spettatori di raggiungere rapidamente e
ordinatamente il proprio posto. I numeri incisi sulle arcate del Colosseo erano colorati di rosso per essere
visibili anche da lontano. Lo hanno rivelato i restauri sponsorizzati dal gruppo Tod's e durante i quali,
agendo con la nebulizzazione d'acqua per rimuovere lo sporco e lo smog depositati sul prospetto
dell'edificio, sono venute alla luce tracce di colore piccole, ma inequivocabili.[30] Da qui si accedeva a scale
incrociate che portavano a una serie simmetrica di corridoi anulari coperti a volta. Immettono ciascuna in un
ampio settore comprendente tre cunei, scompartito da pilastri. Il percorso aveva le pareti rivestite in marmo
e presentava una decorazione a stucco sulla volta, ancora quella originale di epoca flavia. Il palco
meridionale, che ospitava l'imperatore, aveva anche un altro accesso più diretto, attraverso un criptoportico
che dava direttamente all'esterno.
All'interno del Colosseo è situata la chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo, luogo di culto cattolico.
La piccola chiesa è inserita in uno dei fornici dell'anfiteatro Flavio. Venne probabilmente fondata tra il VI e
il VII secolo, sebbene le prime notizie certe riguardo la sua esistenza risalgono al XIV secolo[23][31].
La chiesa ha rappresentato da sempre un luogo di culto in memoria dei martiri cristiani che persero la vita
all'interno del Colosseo, e fu frequentata da numerosi santi tra cui San Ignazio di Loyola, San Filippo Neri e
San Camillo de Lellis. L'archeologo romano Mariano Armellini racconta che la cappella: " … era destinata
in origine a guardaroba della compagnia che soleva rappresentare nell'arena dell'anfiteatro il gran dramma
della Passione di Gesù Cristo, uso che si mantenne fino ai tempi di Paolo IV"[23][31]. In seguito, nel 1622,
l'edicola fu acquistata dalla Confraternita del Gonfalone che la trasformò in un oratorio, e la affidò ad un
monaco come custode del luogo.
Nel 1936 il Vicariato di Roma affidò al Circolo San Pietro l'incarico di provvedere all'officiatura della
chiesa.[23][31]
Giochi
Il Colosseo ospitava i giochi dell'anfiteatro, che comprendevano: lotte tra animali (venationes), l'uccisione di
condannati da parte di animali feroci o altri tipi di esecuzioni (noxii) e i combattimenti tra gladiatori
(munera). Le attività seguivano un programma codificato: la mattina c'erano i combattimenti fra gli animali
o fra un gladiatore e un animale, all'ora di pranzo si eseguivano le condanne a morte e solo nel pomeriggio si
svolgevano i combattimenti fra gladiatori.
Per l'inaugurazione dell'edificio, l'imperatore Tito diede dei giochi che durarono tre mesi, durante i quali
morirono circa 2.000 gladiatori e 9.000 animali. Per celebrare il trionfo di Traiano sui Daci vi combatterono
10.000 gladiatori.
Gli ultimi combattimenti tra gladiatori sono testimoniati nel 437, ma l'anfiteatro fu ancora utilizzato per le
venationes (uccisione di animali) fino al regno di Teodorico il Grande: le ultime vennero organizzate nel
519, in occasione del consolato di Eutarico (genero di Teodorico), e nel 523, per il consolato di Anicio
Massimo.
Gli scavi dei collettori fognari del Colosseo hanno restituito resti di scheletri di numerosi animali domestici
e selvatici, tra cui orsi, leoni, cavalli, struzzi.
Visitatori
Nel 2016 il circuito di Colosseo, Foro romano e
Palatino è stato visitato da 6 408 852 persone,
confermandosi il sito più visitato in Italia.[32][33] Nel
2018 è stato visitato da 7.665.00 visitatori[34]. Nella
tabella che segue è riportato l'andamento complessivo
del "Circuito archeologico Colosseo, Foro romano e
Palatino" negli ultimi anni, sulla base dei dati
dell'ufficio statistico dei beni culturali italiani:[35]
circa 70 milioni
2017[37] oltre 7 milioni € 9,75
di €
Collegamenti
È raggiungibile dalla stazione Colosseo.
Sarà raggiungibile, al termine dei lavori, dalla stazione Fori Imperiali.
È raggiungibile dalla fermata Colosseo del tram 3
Note
1. ^ Colosseum: The Largest Amphitheatre, in Guinnesworldrecords.com, 6 marzo 2013. URL
consultato il 6 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2014).
2. Bianchi Bandinelli e Torelli 1976, Arte romana scheda 99.
3. ^ Giorgio Fabretti e Piero Meogrossi 2009 "Il Cronosseo"
4. ^ Colosseo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
5. ^ Guida Rapida d'Italia, vol. 4, Touring Club Italiano, 1996.
6. ^ Corriere della Sera, 11 novembre 2011 (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_nove
mbre_11/colosseo-3000-lesioni-garrone-1902133620425.shtml).
7. ^ Corriere della Sera, 12 luglio 2012 (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_29/
colosseo-pende-indagini-traffico-2011217916693.shtml).
8. ^ Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2018 (PDF), su statistica.beniculturali.it. URL
consultato il 20 luglio 2019..
9. Richardson 1992.
10. ^ Ovvero l'anfiteatro di Capua (ca. 100 a.C.) e l'anfiteatro di Pompei (ca. 70 a.C.).
11. ^ Svetonio, Tito, VII.3; Cassio Dione, LXVI.25.
12. ^ Cfr. la rappresentazione sul monumento degli Haterii.
13. ^ CIL VI, 32254 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32254&r
_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32255 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstell
e=CIL+06%2C+32255&r_sortierung=Belegstelle).
14. ^ Historia Augusta, Antonino Pio, VIII.2.
15. ^ Cassio Dione, LXXIX.25.2-3.
16. ^ Historia Augusta, Eliogabalo, XVII.8; Historia Augusta, Alessandro Severo, XXIV.3; Historia
Augusta, Massimino e Balbino, I.4.
17. ^ CNI XII 3 (Martin V); Muntoni 2 (Pius II); Berman 390; apparentemente non
pubblicato, ma vedi Gnecchi II, p. 80, 9 (dritto) e Gnecchi III, p. 42 = Toynbee pl. 29, 7 (retro).
Vedi anche BMC 156-157 e Cohen 468 per i sesterzi della stessa tipologia (che però datano al
223 d.C.).
Fronte: IMP CAES M AVREL SEV ALEXANDER AVG, busto laureato e drappeggiato di Severo
Alessandro a destra.
Retro: PONTIF MAX TR P III COS P P; l'anfiteatro Flavio, è mostrato frontalmente con quattro
livelli: il primo con archi, il secondo con archi che contengono statue, il terzo con nicchie che
contengono statue e il quarto con finestre quadrate e clipei circolari; in una vista a volo
d'uccello si può vedere l'interno con due file di spettatori. All'esterno, a sinistra Severo
Alessandro è in piedi e sacrifica su un basso altare; dietro a lui la Meta Sudans e una grande
statua del Sole. A destra un edificio a due piani con due timpani e una statua maschile
(Jupiter?) accanto.
Fronte: IMP GORDIANVS PIVS FELIX AVG, busto laureato con drappo e corazza;
Retro: MVNIFICENTIA GORDIANI AVG, toro che combatte con elefante nel Colosseo visto
dall'altro; Colosso di Nerone e Meta Sudans, e Tempio di Venere e Roma, o Ludus Magnus
sull'altro lato.
19. ^ CIL VI, 32086 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32086&r
_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32087 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstell
e=CIL+06%2C+32087&r_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32088 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_ei
nzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32088&r_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32089 (htt
p://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32089&r_sortierung=Belegs
telle).
20. ^ Ammiano Marcellino XVI, 10, 14.
21. ^ CIL VI, 32091 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32091&r
_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32092 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstell
e=CIL+06%2C+32092&r_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32188 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_ei
nzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32188&r_sortierung=Belegstelle); CIL VI, 32189 (htt
p://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32189&r_sortierung=Belegs
telle).
22. ^ CIL VI, 32094 (http://db.edcs.eu/epigr/epi_einzel_it.php?p_belegstelle=CIL+06%2C+32094&r
_sortierung=Belegstelle)
23. A.A.V.V., La Chiesa di Santa Maria della Pietà al Colosseo, Circolo San Pietro, Gennaio 2007.
24. ^ Carlo Fea, Dizionario Biografico degli Italiani. URL consultato il 31 ottobre 2014.
25. ^ Il filo rosso col ministero,i ribassi del 30%, Costruzioni Barozzi e ‘ndrangheta (PDF), su
flpbac.it.
26. ^ civesromanussum.blogspot.it, https://civesromanussum.blogspot.it/2010/06/roma-sparita-il-
colosso-di-nerone.html.
27. ^ Girolamo, in Hab. c3; Svetonio, Vite dei dodici Cesari, "Vespasiano" 18; Plinio il vecchio l.c.;
cfr. Historia Augusta, Commodo, 17; Cassio Dione, Storia di Roma, LXXII, 15
28. ^ Historia Augusta, Adriano, 19
29. ^ Il colosseo nel medioevo tra storia e leggenda, su medioevo.roma.it.
30. ^ Maria Rosaria Spadaccino, Scoperti i numeri incisi sulle arcate del Colosseo, erano rossi, 21
gennaio 2015. URL consultato il 19 maggio 2016.
31. M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891.
32. ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Classifica dei siti più visitati d'Italia (http://www.be
niculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf)
33. ^ Visitatori e Introiti dei Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali per Istituto (PDF),
MIBACT, 5 gennaio 2017. URL consultato il 6 gennaio 2019.
34. ^ Colosseo: record dei visitatori, il 2018 si chiude con 7,6 milioni, su rainews. URL consultato l'8
gennaio 2019.
35. ^ Visitatori e introiti di Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali per anno (http://www.sta
tistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm).
36. ^ https://www.lastampa.it/2019/01/04/societa/colosseo-da-record-milioni-di-visitatori-nel-
NVrGMk2FpOIJ7KC19C4zbP/pagina.html
37. ^ http://www.repubblica.it/cultura/2018/01/06/news/franceschini_musei_record-185905229/
38. ^ Visite record per Colosseo e Fori imperiali. Nonostante Marino e Tronca, su
www.secoloditalia.it. URL consultato il 9 gennaio 2016.
39. ^ Franceschini: il 2015 è stato un anno record per i musei, su corriere.it. URL consultato il 13
gennaio 2016.
40. ^ Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2014 (http://ww
w.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202014/MUSEI_TAVOLA8_2014.pdf).
41. ^ Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2013 (http://ww
w.statistica.beniculturali.it/RILEVAZIONI/MUSEI/Anno%202013/MUSEI_TAVOLA7_2013.pdf).
42. ^ Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2008 (http://ww
w.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202008/MUSEI_TAVOLA7_2008.pdf).
43. ^ Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 2003 (http://ww
w.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%202003/MUSEI%20TAVOLA7%202003.pdf).
44. ^ Visitatori ed Introiti Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali - ANNO 1998 (http://ww
w.statistica.beniculturali.it/rilevazioni/musei/Anno%201998/MUSEI%20TAVOLA7%201998.pdf).
Bibliografia
Fonti primarie
Fonti secondarie
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1725, IV, 176, OCLC 77840618.
Gabriele Farre, L'Anfiteatro. Logica costruttiva di una tipologia architettonica, Santarcangelo di
Romagna (RN), Maggioli Editore, Paesaggio Urbano, n.3/2016, pp. 60–75. ISSN 1120-3544
[1] (https://www.academia.edu/28478607/The_Amphitheatre._Logical_construction_of_an_arc
hitectural_typology_-_L_Anfiteatro._Logica_costruttiva_di_una_tipologia_architettonica)
Ranuccio Bianchi Bandinelli e Mario Torelli, L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma, Torino,
Utet, 1976.
P. Colagrossi, L'Anfiteatro Flavio nei suoi venti secoli di storia (https://www.archive.org/details/l
anfiteatroflavi00colauoft), Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1913.
Ada Gabucci, Filippo Coarelli et al., Il Colosseo, Milano, Electa, 1999. ISBN 88-435-5873-0
Pier Giovanni Guzzo et al. (1986). Il Colosseo. Archeo dossier 21: pp. 1–66.
Roberto Luciani, Il Colosseo, Milano, Fenice 2000, 1993. ISBN 88-415-0409-9
Lawrence Richardson, Jr., s.v. Amphitheatrum Flavium in A New Topographical Dictionary of
Ancient Rome (http://books.google.it/books?id=K_qjo30tjHAC&printsec=frontcover&hl=it&sour
ce=gbs_ge_summary_r&cad=0), Baltimore, JHU Press, 1992, pp. 7–8. ISBN 0-8018-4300-6
Voci correlate
Arte flavia
Anfiteatro
Colosseo nella pittura
Gladiatori
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su colosseo
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