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Coordinate: 38°28′48.7″N 16°28′05.

7″E

Cattolica di Stilo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Cattolica è una piccola chiesa bizantina a pianta centrale di Cattolica di Stilo


forma quadrata, e si trova alle falde del monte Consolino a
Stilo in provincia di Reggio Calabria[1][2].

Dal 2006 fa parte della lista dei candidati, insieme ad altri 7 siti
basiliano-bizantino calabresi, per entrare a far parte dell'elenco
UNESCO dei siti Patrimonio dell'umanità. Nel 2015 è stata
scelta per rappresentare la regione Calabria a Expo 2015[3].

Indice
Il nome
Storia
L'architettura
Esterno
L'esterno
Interno
Stato Italia
Affreschi
Iscrizioni Regione Calabria
Località Stilo
Restauri e studi archeologici
Religione cristiana cattolica di
Galleria d'immagini
rito romano
Ulteriori approfondimenti
Diocesi Locri-Gerace
Note
Stile bizantino
Bibliografia
architettonico
Altri progetti Inizio IX- X secolo
costruzione
Completamento IX- X secolo
Il nome
La denominazione di Cattolica stava ad indicarne la categoria delle "chiese privilegiate" di primo grado,
infatti con la nomenclatura impiegata sotto il dominio bizantino nelle province dell'Italia meridionale
(soggette al rito greco), la definizione di katholikì spettava solo alle chiese munite di battistero. Cosa che è
rimasta fino ad oggi in certe località legate per tradizione a questo titolo, come ad esempio la chiesa
Cattolica dei Greci di Reggio Calabria che fu la prima della città.

Storia
Soggetta all'impero di Bisanzio fino all'XI secolo, la Calabria
conserva oggi numerose testimonianze dell'arte orientale, la
Cattolica ne è un valido esempio.

La Cattolica era la chiesa madre tra le cinque parrocchie del paese,


retta da un vicario perpetuo (succeduto al protopapa di epoca
bizantina), che aveva diritto di sepoltura al suo interno. Ne sono
testimonianza i resti umani rinvenuti in un sepolcro marmoreo con
un anello di valore.

La storia della Cattolica è avvolta da un silenzio assoluto sino al


XIX secolo, quando ne appare la prima citazione nella Memoria
istorico-geografica del canonico Michelangelo Macrì (1760-1837) di
Siderno, attestando così la continuità d’uso della chiesa a quel
tempo. Fu illustrata per la prima volta da Heinrich Wilhelm Schulz
nel 1840 nel corso dei suoi viaggi in terra calabra[4].

E' raffigurata a pagina 9 di ciascun passaporto italiano (in alto, Cattolica di Stilo vista dall'alto (27
centro pagina). agosto 2016)

L'architettura
La Cattolica di Stilo, è un'architettura bizantina, assimilabile alla tipologia della chiesa a croce greca
inscritta in un quadrato, tipica del periodo medio-bizantino. All'interno quattro colonne dividono lo spazio in
nove parti, all'incirca di pari dimensioni. Il quadrato centrale e quelli angolari sono coperti da cupole su
delle colonne di pari diametro, la cupola centrale è leggermente più alta ed ha un diametro maggiore. Su un
lato sono presenti tre absidi.

Questa tipologia è simile a quella delle chiese di San Marco di


Rossano e San Giorgio di Pietra Cappa presso San Luca e a quella
degli Ottimati di Reggio Calabria, nella sua forma originaria.

Esterno
L'aspetto generale dell'edificio è di forma cubica, Il muro
perimetrale è spesso 70 cm[5] realizzato con un particolare intreccio
di grossi mattoni uniti tra loro dalla malta. L'uso del materiale
laterizio (più costoso ma più semplice da utilizzare) e la tecnica
usata dai costruttori, non trovarono però concorde Paolo Orsi,
sovrintendente al Museo Nazionale di Reggio Calabria, che data i
mattoni come "cortine di laterizi della buona età imperiale", in
contrapposizione ad altri studiosi che pensavano fossero usati per
"disciogliere la plasticità della parete nell'accentuazione della
grana e del colore del materiale". I contrafforti sono invece
realizzati con pietrame e laterizio[5]. L'archeologo Francesco Cuteri
Capitello rovesciato
nella parete occidentale esterna ha trovato un mattone col marchio di
provenienza: botteghe romane del III secolo D.C. nei pressi di
Scolacium molto probabilmente i mattoni sarebbero stati raccolti da
una villa romana in contrada Maddaloni (Stilo), non lontano da Scolacium[6].

Sulla parte di ponente la costruzione si adagia per lo più sulla roccia nuda, mentre la parte di levante, che
termina con tre absidi, poggia il suo peso su tre basi di pietra e di materiale laterizio.
La Cattolica esternamente è quasi priva di decorazioni, a parte le cupolette che ne sono ricche con una
struttura ad opus reticolatum, rivestite di mattonelle quadrate di cotto disposte a losanga, e di due cornici di
mattoni disposti a dente di sega lungo l'andamento delle finestre[5].

Secondo lo studioso Bérteaux e dallo studio di Ferrante gli edifici costruiti a 5 cupole in sud Italia non
abbiano influenze esterne pur essendo state costruite chiese a pentacupole a quei tempi come la chiesa di
San Barnaba e Ilario a Peristerona e nella chiesa di San Parasceve a Hieroskipos entrambe a Cipro[7].

Interno
La particolare disposizione delle fonti di luce all'interno[8], mette in risalto
lo spazio e conferisce maggiore slancio (mediante un sottile richiamo al
meccanismo simbolico della gerarchia e della scala umana). Questa
dilatazione dello spazio serviva a mettere in risalto gli affreschi di cui i
muri della chiesa erano interamente ricoperti in origine, decorazioni
pittoriche dunque a cui era affidato il compito di decontestualizzare la
superficie muraria.
Vista interna
Il piccolo ambiente della chiesa è munito di tre absidi sul versante
orientale: quella centrale (il bema)[9] conteneva l'altare vero e proprio,
quella a nord (il prothesis)[9] accoglieva il rito preparatorio del pane e del
vino, mentre quella a sud (il diakonikon)[9] custodiva gli arredi sacri e serviva per la vestizione dei sacerdoti
prima della liturgia[9] .

Affreschi

Gli affreschi si trovano su tutte le pareti in maniera diseguale e non


integrale e non sono presenti sul soffitto dell'edificio[10]. Le fasi
pittoriche vanno dalla fine del X secolo fino al XV secolo[4].

Nel Bema, abside centrale:

Cristo Pantocratore nella volta[10]


San Nicola Vescovo di Mira nella lesena di sinistra[10]
San Basilio Magno[10]

Protesis:

Santo ignoto

Diaconikon:

Secondo Paolo Orsi è rappresentato San Giovanni il


Precursore[10] Affresco del Pantocratore, 1190 ca.

Parete occidentale:

Dormitio Virginis in cui vi è il particolare dell'angelo che taglia le mani all'eretico[10]


Il Longino[10]
Cartiglio con lettere greche tenuto da un soldato[10]
L'annunciazione di Maria con l'Arcangelo sovrapposto a un affresco di San Giovanni Battista di
cui rimane solo il braccio e la mano destra che benedice e la parte destra del corpo[10]
Santa Margherita che calpesta un serpente[10]

Parete settentrionale:

Presentazione di Gesù al tempio con la profetessa Anna[10]


Santi bizantini non identificati tra cui forse San Paolo (in basso a destra)[10]

Parete meridionale:

Persona ignota con pelliccia di ermellino all'interno del mantello[10]

Iscrizioni

In particolare sopra l'abside di sinistra è posta una campana (di


manifattura locale) del 1577, risalente all'epoca in cui la chiesa fu
convertita al rito latino, che raffigura a rilievo una Madonna con
Bambino e, limitata da croci, un'iscrizione[11]:

«Verbum Caro Factum Est Anno Domini


MCCCCCLXXVII (In questo modo è indicato l'anno, al
posto della "D" ci sono "5 C") Mater Misericordiæ»

Un pezzo di colonna antica nell'abside prothesis, fu adibito a mensa


per la conservazione delle specie eucaristiche, mentre le quattro
colonne che sostengono le cupolette, poggiano su basi differenti,
recuperate da epoca molto più antica (es. una base ionica capovolta
innestata sopra un capitello corinzio rovesciato, o ancora un capitello
ionico capovolto).

Entrando nell'edificio, poi, nella prima colonna a destra è scolpita


una croce con lettere greche in forma onciale interpretata come la Croce su colonna
trascrizione del versetto 27 del salmo 118 " Deus Dominus nobis
apparuit"[12].

Sul fusto della colonna è anche inscritta la shahada, professione di


fede musulmana: La 'Ila ha Illa Alla h wahdahu ovvero: "Non c'è
Dio all'infuori del Dio unico" e "A Dio la lode": LIlla hi al Hamdu
scoperte da Cuteri nel 1997[12].

Infatti non è da escludere un eventuale uso della Cattolica come


oratorio musulmano, come d'altro canto non è da escludere che le
colonne possano essere state portate sul posto già incise; comunque
gli Arabi, il cui scopo generalmente non era la conquista della Iscrizione araba
regione ma il suo saccheggio, inspiegabilmente non distrussero la
piccola chiesa bizantina, ma decisero di innalzarla a propria sede di
culto e di preghiera, forse perché attratti dalla sua bellezza, e dal suo particolare posizionamento[12].
Restauri e studi archeologici
Tra il XVII ed il XVIII secolo è noto che furono fatti dei restauri all'edificio.

Il primo restauro moderno avviene nel 1912 dall'archeologo Paolo Orsi e terminerà nel 1927[13][14]. Il
restauro porta alla scelta di eliminare il fronte a cuspide con una finestra trilobata sulla porta d'ingresso[15].

Giorgio Leone eseguirà un restauro tra il 1968 ed il 1980 rivelando gli affreschi di Cristo Pantocratore,
l'Annunciazione ed in parte San Giovanni Battista[16]

Nel 1997 e nell'anno successivo viene restauro l'esterno della Cattolica rinvenendo ossa umane del basso
medioevo[17]. Francesco Cuteri nel 1997 scopre alcune scritte in lingua araba[18].

Dal 2004 al 2006, ad opera del Consorzio Iconos vengono eseguiti i restauri degli affreschi interni[17].

Nel 2011 si concludono l'opera di salvaguardia dalle infiltrazioni di acque meteoriche finanziato dal
Ministero per i beni culturali e ambientali su direzione della Regione Calabria[17].

Da Aprile 2015 si apre una nuova campagna di restauro diretta da Francesco Cuteri[17].

Il 9 dicembre 2017 viene reso noto che lo studioso di Calabria Bizantina e Medievale Elia Fiorenza ha
scoperto attraverso analisi fotogrammometriche una nuova iscrizione in pessimo stato di conservazione e
che fa uso di molte abbreviazioni. Secondo lo studioso la scritta risalirebbe al XV secolo ed ora comincerà
la fase di traduzione[19].

L'8 gennaio 2017 viene annunciata la scoperta della data in cui è stato fatto l'affresco della Dormitio
Virginis, il 1552. Insieme alla campana bronzea cinquecentesca e dalla piccola acquasantiera in granito, ciò
attesterebbe il cambio dal rito bizantino al rito latino[20].

Galleria d'immagini
Santa del 990-1010 Santi tra cui uno con San Giovanni Santo vescovo,
ca. cartiglio greco, 990- Grisostomo del 1190 ca.
1010 ca. 1190 ca.

Santo, 1190 ca. Santo, 1190 ca. Santi del 1290-1310 Dormitio Virginis del
ca. 1552

Ulteriori approfondimenti
L'architettura bizantina in Calabria: La Cattolica di Stilo, in Napoli Nobilissima, di Abatino G.
1903
Delle chiese basiliane della Calabria e dei nuovi restauri per la Cattolica di Stilo, in atti del VIII
Congresso internazionale di studi bizantini (Palermo) di Martelli G. , 1953
La Cattolica di Mario Squillace, 1962
La Cattolica di Stilo. Guida Artistica storica letteraria di Taverniti F. e Bozzoni C. 1987
Nella Vallata dello Stilaro un gioiello bizantino in Calabria , n.117 luglio 1995
La Cattolica di Stilo, "Tesori di Calabria" di Stillitano C. 1998
Il Kastron Bizantino e la Cattolica di Stilo in Calabria Sconosciuta di Metastasio Giorgio, n.99
(2003)

Note
1. ^ Stilo, su locride.altervista.org. URL consultato il 2 maggio 2017.
2. ^ La Cattolica, su Comune di Stilo. URL consultato il 2 maggio 2017.
3. ^ (EN) Cattolica Monastery in Stilo and Basilian-Byzantine complexes, su UNESCO World
Heritage Centre. URL consultato il 2 maggio 2017.
4. Francesca Zago, La Cattolica di Stilo e i suoi affreschi, DOI:10.2298/ZOG0933043Z (archiviato
dall'url originale).
5. Fiorenza 2017.
6. ^ Fiorenza 2017.
7. ^ Fiorenza 2017.
8. ^ Fiorenza 2017.
9. Fiorenza 2017.
10. Fiorenza 2017.
11. ^ Fiorenza 2017.
12. Fiorenza 2017.
13. ^ Fiorenza 2017.
14. ^ Cattolica di Stilo decifrata iscrizione del 15 Secolo di Ugo Franco, Gazzetta del Sud del 10
dicembre 2017
15. ^ Fiorenza 2017.
16. ^ Fiorenza 2017.
17. Fiorenza 2017.
18. ^ Fiorenza 2017.
19. ^ Scoperta un'iscrizione del XV secolo nella Cattolica di Stilo, in gazzettadelsud.it, 9 dicembre
2017. URL consultato il 10 dicembre 2017.
20. ^ strill.it, 8 gennaio 2018, http://www.strill.it/primo-piano/2018/01/nuova-scoperta-nella-
cattolica-di-stilo-riaffiora-una-data-nella-dormitio-virginis/. URL consultato l'8 gennaio 2018.

Bibliografia
Elia Fiorenza, La Cattolica di Stilo, Reggio Calabria, Laruffa Editore, 2016.

Altri progetti
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_Stilo?uselang=it)
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