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Coordinate: 43°43′23.81″N 10°23′44.

63″E

Duomo di Pisa
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Il duomo di Santa Maria Assunta, al centro della Piazza dei Miracoli, è Cattedrale Metropolitana
la cattedrale medievale di Pisa nonché chiesa primaziale. Primaziale di Santa Maria
Assunta
Capolavoro del romanico, in particolare del romanico pisano, rappresenta
la testimonianza tangibile del prestigio e della ricchezza raggiunti dalla
Repubblica marinara di Pisa nel momento del suo apogeo.

Indice
Storia
Descrizione
Esterno
Interno
Il pergamo Duomo di Pisa
Opere d'arte contenute
Stato Italia
Misure e dimensioni
Organi a canne Regione Toscana
Elenco dei principali artisti che decorarono la cattedrale Località Pisa
Astronomia nella cattedrale Religione Cristiana cattolica
Curiosità di rito romano
Altre immagini Titolare Maria Assunta
Note Arcidiocesi Pisa
Voci correlate
Consacrazione 1118
Altri progetti
Stile Romanico pisano
Collegamenti esterni
architettonico
Inizio 1063
costruzione
Storia
Completamento 1092
Fu iniziato nel 1063 (1064 secondo il calendario pisano all'epoca vigente)
Sito web www.opapisa.it/en/
dall'architetto Buscheto, con la decima parte del bottino dell'impresa
square-of-miracles/
pisana in Sicilia nel porto di Palermo contro i Musulmani (1063) guidata
cathedral (http://ww
da Giovanni Orlandi appartenente alla famiglia Orlandi[1]. Vi si fondono
w.opapisa.it/en/squ
elementi stilistici diversi: classici, lombardo-emiliani, bizantini ed in
are-of-miracles/cat
particolare islamici, a riprova della presenza internazionale dei mercanti
hedral)
pisani a quei tempi. In quello stesso anno veniva iniziata anche la
ricostruzione della basilica di San Marco a Venezia, per cui può anche
darsi che vi fosse stata all'epoca una rivalità tra le due Repubbliche marinare a creare il luogo di culto più bello e sontuoso.
La chiesa fu eretta in un'area
esterna alla cinta muraria
altomedioevale, a
simboleggiare proprio il potere
di Pisa che non necessitava
protezioni. La zona scelta era
già utilizzata in epoca
longobarda come necropoli e,
Il corpo basilicale, con la celebre
già nei primi anni dell'XI
Torre di Pisa, che ne rappresenta il Dettaglio della facciata del Duomo di
campanile secolo, fu eretta una chiesa mai
Pisa
terminata che doveva essere
intitolata a Santa Maria. La
nuova grande chiesa di Buscheto, infatti, viene inizialmente chiamata Santa Maria Maggiore fino a quando non viene
definitivamente intitolata a Santa Maria Assunta.

Nel 1092 la chiesa, da semplice cattedrale, passa ad essere primaziale, essendo stato conferito il titolo di primate all'arcivescovo
Daiberto da papa Urbano II, onorificenza oggi soltanto formale. La cattedrale fu consacrata nel 1118 dal papa Gelasio II,
appartenente al ramo pisano dei Gaetani (o Caetani), conti di Terriccio e d'Oriseo.

Nella prima metà del XII secolo il duomo fu ampliato sotto la direzione dell'architetto Rainaldo, che allungò le navate
aggiungendo tre campate[2] secondo lo stile di Buscheto, allargò il transetto e progettò una nuova facciata, conclusa dalle
maestranze guidate dagli scultori Guglielmo e Biduino. La datazione di inizio dei lavori è incerto: subito dopo la morte di
Buscheto intorno all'anno 1100, secondo alcuni, intorno all'anno 1140 secondo altri. La fine dei lavori daterebbe al 1180, come
documentato dalla data apposta sui battenti bronzei di Bonanno Pisano sulla porta maggiore.

L'aspetto attuale del complesso edificio è il risultato di ripetute campagne di restauro succedutesi in diverse epoche. I primi
radicali interventi seguirono il disastroso incendio del 1595, a seguito del quale fu rifatto il tetto e furono eseguite le tre porte
bronzee della facciata, opera di scultori della bottega del Giambologna, tra cui Gasparo Mola e Pietro Tacca. A partire dal
Settecento iniziò il progressivo rivestimento delle pareti interne con grandi dipinti su tela, i "quadroni" con Storie di beati e santi
pisani, eseguiti dai principali artisti dell'epoca grazie all'iniziativa di alcuni cittadini che si autofinanziarono creando un'apposita
attività commerciale.

Significative le spoliazioni napoleoniche del Duomo di Pisa e all'Opera del Duomo, molte opere confluirono al Louvre dove sono
oggi esposte, tra le quali Il Trionfo di San Tommaso d'Aquino fra i Dottori della Chiesa di Benozzo Gozzoli, oggi al Musée du
Louvre ma allocata nella Primiziale del Duomo di Pisa, Morte di San Bernardo dell'Orcagna e an Benedetto, opera di Andrea del
Castagno.[3]

Tra i vari interventi degni di nota va segnalato lo smantellamento del pergamo di Giovanni Pisano che venne riassemblato solo
nel 1926 in una diversa posizione e con diverse parti mancanti, tra cui la scala, e lo smantellamento del monumento ad Arrigo VII
realizzato da Lupo di Francesco che si trovava di fronte alla porta di San Ranieri e successivamente sostituito da una versione
semplificata e simbolica.

Gli interventi successivi si ebbero nel corso dell'Ottocento ed interessarono sia le decorazioni interne sia quelle esterne, che in
molti casi, specie per le sculture della facciata furono sostituite da copie (gli originali sono al Museo dell'Opera del duomo).

Descrizione
L'edificio che in origine era a croce greca con all'incrocio dei bracci una grossa cupola, oggi è a croce latina immissa a cinque
navate con abside e transetto a tre navate, all'interno suggerisce un effetto spaziale simile a quello delle grandi moschee
islamiche, grazie all'uso di archi a sesto rialzato, all'alternanza di fasce in marmo bianco e nero e all'insolita cupola ellittica, di
ispirazione moresca. La presenza dei due matronei rialzati nelle navate, con le solide colonne monolitiche di granito, è un chiaro
segno di influenza bizantina. L'architetto Buscheto aveva accolto stimoli dal Levante islamico e dall'Armenia.[4]

Esterno
La ricchissima decorazione comprende marmi multicolori, mosaici e numerosi
oggetti di bronzo provenienti dal bottino di guerra, fra cui il Grifo utilizzato
come est del tetto, preso a Palermo nel 1061. Gli archi a profilo acuto fanno
riferimento ad influenze musulmane e del meridione d'Italia. Le arcate cieche
con losanghe richiamano le analoghe strutture delle chiese dell'Armenia. La
facciata di marmo grigio e bianco, decorata con inserti di marmo colorato, fu
edificata da mastro Rainaldo. I tre portali sottostanno a quattro ordini di loggette
divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e
trifore. Lunetta sopra la porta centrale.

Le porte della facciata in bronzo massiccio furono realizzate da diversi artisti


fiorentini nel XVII secolo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, fin dai
tempi antichi i fedeli entravano nel Duomo attraverso la porta di San Ranieri,
posta sul retro nell'omonimo transetto, di fronte al campanile. Questo perché i
nobili della città si recavano alla cattedrale venendo da via Santa Maria che
conduce proprio a quel transetto. Tale porta fu fusa intorno al 1180 da Bonanno
Pisano, e unica porta scampata all'incendio del 1595 che danneggiò
pesantemente la chiesa.
L'esterno
La porta di San Ranieri è decorata con 24 formelle raffiguranti storie del Nuovo
Testamento. Questa porta è una delle prime prodotte in Italia nel Medioevo,
dopo l'importazione di numerosi esempi da Costantinopoli, (ad Amalfi, a Salerno, a Roma, a Montecassino, a Venezia...) e vi si
ammira una sensibilità tutta occidentale, che si stacca dalla tradizione bizantina. Sopra le porte ci sono quattro file di gallerie
aperte, con, in cima, la Madonna con Bambino e, negli angoli, i quattro evangelisti. La tomba di Buscheto si trova a sinistra della
porta nord della facciata.

Interno
L'interno, suddiviso anteriormente in 5 navate e con transetto e abside a 3 navate, è rivestito di marmi bianchi e neri, con colonne
monolitiche di marmo grigio e capitelli di ordine corinzio. Ha un soffitto a cassettoni dorati seicenteschi, in legno dorato e
dipinto, dei fiorentini Domenico e Bartolomeo Atticciati; reca dorato lo stemma dei Medici. Presumibilmente l'antico soffitto
presentava una struttura con capriate lignee a vista.

Nel punto di incontro tra i transetti e il corpo centrale si innalza la cupola, decorata con la rara tecnica di pittura a encausto[5] (o
cera su muro)[6], dall'immagine di Vergine in gloria e santi dai pisani Orazio e Girolamo Riminaldi (1627-31). La cupola ha
subito un restauro che è terminato nel 2018.

Le colonne granitiche in stile corinzio fra la navata e l'abside provengono dalla moschea di Palermo, bottino dei Pisani nella
battaglia della Cala nel 1063.

Il grande mosaico absidale del Cristo in trono tra la Vergine e san Giovanni è reso famoso dal volto di san Giovanni, di Cimabue
nel 1302 e sopravvisse miracolosamente all'incendio del 1595. Proprio quel San Giovanni Evangelista fu l'ultima opera realizzata
da Cimabue prima della morte e l'unica di cui esista una documentazione certificata. Evoca i mosaici delle chiese bizantine e
anche quelle normanne, come Cefalù e Monreale, in Sicilia. Il mosaico, in buona parte realizzato da Francesco da Pisa fu
terminato da Vincino da Pistoia
con la raffigurazione della
Madonna sulla parte sinistra
(1320).

Tra le opere medievali


scampate all'incendio figurano
l'affresco con Madonna con
Bambino del pisano Maestro di
San Torpè nell'arco trionfale, e
sotto di esso il pavimento
cosmatesco, vera rarità fuori dai
confini del Lazio. Fu realizzato
in tarsie marmoree con motivi
geometrici ad "opus
Pianta alexandrinum" (metà del XII L'interno
secolo). Altri frammenti di
affreschi tardo medioevali sono
sopravvissuti, tra i quali San Girolamo su uno dei quattro piloni centrali e San
Giovanni Battista, un Crocifisso e San Cosimo e Damiano sul pilone vicino alla
porta di ingresso, parzialmente nascosto dalla bussola.

Il pergamo
Il pergamo, capolavoro di Giovanni Pisano (1302-1310), sopravvissuto
all'incendio, fu però smontato durante i lavori di restauro e non fu rimontato fino
al 1926. Con la sua articolata struttura architettonica e la complessa decorazione
scultorea, l'opera è una delle più vaste narrazioni per immagini trecentesche che
riflette il rinnovamento ed il fervore religioso dell'epoca. Nelle formelle,
leggermente ricurve, sono scolpiti con un linguaggio espressivo gli episodi della
Vita di Cristo. La struttura è poligonale, come negli analoghi esempi precedenti,
nel battistero di Pisa, nel duomo di Siena e nella chiesa di Sant'Andrea di Pistoia,
ma per la prima volta i pannelli sono leggermente incurvati, dando un'idea di
Cappella del Santissimo Sacramento
circolarità nuova nel suo genere. Altrettanto originali sono:

la presenza di cariatidi, figure scolpite al posto delle semplici colonne, che simboleggiano le Virtù;
l'adozione di mensole a volute in luogo degli archetti per sostenere il piano rialzato;
il senso di movimento, dato dalle numerosissime figure che riempiono ogni spazio vuoto.
Per queste qualità unite alla sapiente arte narrativa delle nove scene è generalmente considerato il capolavoro di Giovanni e più in
generale della scultura gotica italiana. Il pergamo commissionato a Giovanni sostituì uno precedente, realizzato da Guglielmo
(1157-1162), che fu inviato nel duomo di Cagliari. Non essendoci documentazione di come fosse il pergamo prima dello
smantellamento, esso è stato ricostruito in una posizione diversa da quella originaria e, sicuramente, con le parti non nello stesso
ordine e orientamento di come era stato pensato. Non si sa se possedesse o meno una scala sempre in marmo.

Opere d'arte contenute


La chiesa conserva inoltre le reliquie di san Ranieri, patrono di Pisa, e la frammentaria tomba di Arrigo VII di Lussemburgo,
imperatore del Sacro Romano Impero, morto a Buonconvento mentre assediava invano Firenze. La tomba, anche questa smontata
e ricomposta, (fu scolpita da Tino da Camaino nel 1313-1315) è ora collocata nel transetto destro, mentre in origine era posta al
centro dell'abside, come segno della fede ghibellina della città. Successivamente
spostata più volte per questioni politiche, venne anche separata in più parti
(alcune dentro la chiesa, alcune sulla facciata, alcune nel Campo Santo, adesso
nel Museo dell'Opera).

I 27 dipinti che rivestono la tribuna dietro l'altare maggiore, raffiguranti Episodi


del Vecchio Testamento e Storie cristologiche, furono eseguiti tra il XVI ed il
XVII secolo dai maggiori pittori toscani, tra cui Andrea del Sarto (tre tele, Santa
Agnese, le Sante Caterina e Margherita e i Santi Pietro e Giovanni Battista) il
Sodoma e Domenico Beccafumi (Storie di Mosè ed Evangelisti).

Numerosi e pregiati sono gli arredi sacri, tra cui il Crocifisso bronzeo, sull'altare
maggiore, e gli Angeli portacandelabro all'estremità della ricca transenna
marmorea, del Giambologna, oltre al grande ciborio in argento ideato da Giovan
Battista Foggini (1678-86) sull'altare della cappella del Santissimo Sacramento.
Sui numerosi altari laterali sono collocati dipinti cinque-seicenteschi. Fra le tele
Il pergamo di Giovanni Pisano
ospitate sugli altari minori, si ricordano la Madonna delle Grazie con santi, del
manierista fiorentino Andrea del Sarto, e la Madonna in trono e santi nel
transetto destro, di Perin del Vaga, allievo di Raffaello, entrambe terminate da Giovanni Antonio Sogliani. Di stile barocco sono,
del senese Francesco Vanni, la tela con la Disputa del Sacramento, e del genovese Giovanni Battista Paggi la Croce con santi.
Particolarmente venerata è l'immagine della duecentesca Madonna col Bambino, detta Madonna di sotto gli organi, attribuita al
volterrano Berlinghiero Berlinghieri.

L'edificio, come la torre campanaria, è sprofondato percettibilmente nel suolo, e alcuni dissesti nella costruzione sono ben
visibili, come le differenze di livello tra la navata di Buscheto e il prolungamento ad opera di Rainaldo (le campate verso ovest e
la facciata).

Le originali gradùle del Duomo, ad opera della taglia di Giovanni Pisano e risalenti alla fine del XIII secolo, furono sostituite nel
1865 e sostituite dall'attuale sagrato. Queste gradùle, consistevano in muraccioli, decorati a riquadri scolpiti con figure di animali
e teste, a ridosso del perimetro esterno della cattedrale e servivano come base per i numerosi sarcofagi di epoca romana che,
durante l'epoca medioevale, venivano reimpiegati per le sepolture dei nobili (tra i quali spicca Beatrice di Canossa) e degli eroi.
Attualmente alcuni frammenti sono visibili al Museo dell'Opera del duomo, mentre i sarcofagi furono tutti spostati all'interno del
recinto del Campo Santo.

Misure e dimensioni

Parametro Misura[7]
Lunghezza interna 96 m
Larghezza del transetto 72 m
Larghezza navata centrale 12 m
Altezza navata centrale 28 m
Altezza alla cupola 51,3 m
Numero colonne delle navate 70

Organi a canne
All'interno del duomo si trovano due organi a canne:
il Serassi opus 494 del 1831-1835, situato in corpo unico sulla cantoria alla sinistra del presbiterio, con 58 registri
su due manuali e pedale;[8]
il Mascioni opus 1039 del 1977-1980, composto da quattro corpi dei quali i due principali sulla cantoria alla
destra del presbiterio, con 69 registri su quattro manuali e pedale.[9]

Elenco dei principali artisti che decorarono la cattedrale


Buscheto (progetto architettonico)
Rainaldo (facciata)
Cimabue (mosaico sull'abside)
Tino da Camaino (monumento funebre ad Arrigo VII)
Bonanno Pisano (porte in bronzo originali)
Giambologna e scuola (porte in bronzo in facciata)
Giovanni Pisano (pergamo)
Nicola e Giovanni Pisano (coronamento intorno alla cupola)
Pietro Tacca (crocifissi e angeli cerofori)
Andrea del Sarto (vari dipinti tra cui Sant'Agnese) Il soffitto a cassettoni, affreschi
Il Sodoma (vari dipinti) cinquecenteschi, angelo
Giovanni Battista Tempesti (vari dipinti) reggicandela e San Giovanni di
Biduino (decorazioni marmoree) Cimabue (dettaglio del mosaico)
Giuliano Vangi (pulpito e altare maggiore)
Guglielmo (pergamo originale e decorazioni marmoree)
Orazio e Girolamo Riminaldi (affresco della cupola)
Vincenzo Possenti (lampadario)

Astronomia nella cattedrale


All'interno del Duomo di Pisa è possibile osservare due eventi astronomici: il
primo segnala il mezzogiorno solare pisano nel giorno dell'equinozio, l'altro
invece scandisce il mezzogiorno solare pisano del 25 marzo, giorno che
storicamente coincideva con il capodanno secondo il vecchio calendario pisano.
Attualmente, i due eventi si verificano pertanto alle ore 12:27 in presenza
dell'ora solare, oppure alle ore 13:27 in presenza dell'ora legale.

Per alcuni istanti, in concomitanza del mezzogiorno solare, un raggio di sole


penetra all'interno della cattedrale attraverso una vetrata che si apre al di sopra Capodanno pisano
dell'altare dedicato a San Ranieri. Mentre nel giorno dell'equinozio il raggio di
sole va ad illuminare i riquadri marmorei del pavimento in prossimità dell'altare,
nel giorno dello storico Capodanno pisano l'obiettivo del raggio solare penetrato in chiesa è l'illuminazione dell'uovo marmoreo
collocato sulla colonna a fianco del pergamo di Giovanni Pisano.[10]

Curiosità
Il lampadario per incenso al centro della navata è detto di Galileo Galilei, perché la leggenda vuole che il grande
scienziato abbia formulato la sua teoria sull'isocronismo del pendolo guardandone l'oscillazione dal soffitto della
navata. L'originale, diverso e molto più piccolo, però si trova oggi nella cappella Aulla in Campo Santo.
Sul lato nord, a sinistra della facciata davanti al Campo Santo, ad altezza dello sguardo si trova un pezzo di
marmo di origine romana (come testimonia la decorazione a motivi vegetali che si può ancora vedere in parte a
lato), sul quale sono presenti una serie di buchini neri. Secondo la leggenda si tratterebbe dei segni lasciati dal
diavolo quando si arrampicò sul duomo nel tentativo di fermarne la costruzione, chiamate appunto unghiate del
diavolo. Sempre secondo la leggenda il numero di queste unghiate varierebbe per dispetto ogni volta che si
prova a contarle (circa 150, con alcuni segni più leggeri per questo a volte trascurati nella conta), per cui talvolta
si portano i bambini a fare il conto che non risulta mai lo stesso due volte.
La leggenda vuole che l'anfora posta su una colonnina a destra nell'abside sia quella usata nelle nozze di Cana,
in cui Gesù mutò l'acqua in vino.
All'interno del duomo riposa la salma di papa Gregorio VIII.

Galileo osserva la La cosiddetta Lampada L'originale lampada vista Il vaso proveniente,


lampada nel Duomo di di Galileo e la cupola del da Galileo secondo la leggenda,
Pisa duomo dalle nozze di Cana.

Altre immagini

Veduta aerea del La porta di San Ranieri Veduta posteriore Encausto della cupola
complesso

Tomba altare di San Dettaglio del pergamo,


Ranieri, patrono di Pisa Ercole, una rarissima
raffigurazione di nudo del
medioevo

Note
1. ^ PISA MEDIEVALE, su www.comune.pisa.it. URL consultato il 28 novembre 2018.
2. ^ Uno studio del possibile progetto originario dell'intero complesso monumentale si trova in: Franca Manenti Valli,
Pisa: lo spazio e il sacro, con prefazione di Gianfranco Ravasi, Edizioni Polistampa, Firenze, 2016
3. ^ http://municipalia.sns.it/assets/files/contributi/09%20gennaio%20pasquinelli.pdf.
4. ^ Guida rapida d'Italia, Touring Club Italiano, 1994, vol. 3, pag. 186.
5. ^ Enzo Carli, Il Duomo di Pisa: il Battistero, il Campanile, Firenze, Nardini Editore, 1989, p. 107,
ISBN 9788840412047.
6. ^ La cattedrale si fa bella per la festa dei 950 anni, in Il Tirreno, 24 novembre 2015. URL consultato il 28 dicembre
2015.
7. ^ 1063 – 2013, i 950 anni del Duomo di Pisa (PDF), su provincia.pisa.it. URL consultato il 23 aprile 2019.
8. ^ Organo Serassi, su opapisa.it. URL consultato il 9 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2015).
9. ^ Organo Mascioni, su opapisa.it. URL consultato il 9 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2015).
10. ^ Silvano Burgalassi, Festa dell'Annunziata, inizio dell'Anno Pisano (PDF), in Er Tramme, vol. 1, gen-mar 2013,
2013.

Voci correlate
Pergamo del duomo di Pisa
Porta di San Ranieri
Croce processionale del Duomo di Pisa
Piazza dei Miracoli
Arcidiocesi di Pisa
Romanico pisano

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sulla duomo di Pisa
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cattedrale di Santa Maria Assunta a Pisa (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Cathedral_(Pis
a)?uselang=it)

Collegamenti esterni
I Luoghi della Fede, Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.
Le vetrate del duomo di Pisa, su icvbc.cnr.it.
Chiesa di Santa Maria Assunta (Pisa) (http://www.beweb.chiesacattolica.it/cattedrali/cattedrale/262/Chiesa+di+S
anta+Maria+Assunta) su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
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