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A cura di:
Giordana Esposito
Flavia Pisa
Nina Vinciguerra
Alessandra Marasco
Il Complesso Monumentale di Santa Chiara sorge nel
cuore del centro storico napoletano. La sua
costruzione ebbe inizio nel 1310, per volontà del re
Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca.
Fu realizzata costruendo due conventi contigui ma
separati: uno femminile, destinato ad accogliere le
clarisse, e l’altro maschile, ospitante i frati minori
francescani.
Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della
città, caratterizzata da un monastero che comprende
quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici
nell'area circostante e diverse altre sale nelle quali è
ospitato l'omonimo Museo dell'Opera, che a sua volta
comprende nella visita anche il coro delle monache,
con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la
sacrestia ed altri ambienti basilicali. La chiesa,
costruita in forme gotiche provenzali, assurse ben
presto a una delle più importanti di Napoli al cui
interno lavorarono alcuni dei più importanti artisti
dell’epoca.
L’OFFESA: LA DISTRUZIONE DEL MONASTERO DI SANTA
CHIARA
Durante la seconda guerra mondiale come tutta la penisola, la città campana ed il suo popolo subirono soprusi,
deportazioni, saccheggi e distruzioni. Dal 1940 al 1943 Napoli è stata oggetto di centinaia di incursioni aeree
e diverse migliaia furono le vittime dirette o indirette dei bombardamenti; furono anni terribili, di dolore umano e
di offese, in cui fu messo a dura prova il popolo partenopeo. Ma l’offesa maggiore, non solo ai napoletani tutti, ma
anche e soprattutto all’arte italiana, arrivò dal bombardamento che colpì il complesso monumentale di Santa
Chiara il 4 agosto 1943, 400 furono le “fortezze volanti”, che devastarono il convento delle Clarisse, il coro delle
Monache ed i suoi affreschi medievali, il maestoso campanile .
Gli affreschi eseguiti nel XVIII secolo e gran parte di quelli giotteschi eseguiti durante l'edificazione dell'edificio,
di cui si sono salvati solo pochi frammenti.
Le macerie bruciarono per giorni e le truppe USA, che dopo poco entrarono a Napoli, documentarono lo stato dei
luoghi con foto ed immagini filmate. Da allora la distruzione del monastero di Santa Chiara diventò il simbolo di
un Paese devastato nel fisico e negli affetti più cari; persino canzoni e poesie furono dedicate all’evento.
1945:La ricostruzione