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SALERNO FORMAZIONE

Master in Alta Formazione in Economia e Management dell’Arte dei Beni Culturali


Materiale didattico – Modulo n. 1

La storia del museo

Il Museo deriva il suo nome da quello delle Muse, personaggi della mitologia
greca. Le Muse erano 9 ed erano figlie di Mnemosine, dea della memoria, e di Zeus,
padre degli dei e dio della sapienza; esse erano considerate le protettrici delle arti e si
dice che venissero chiamate ai banchetti degli dei e degli eroi per allietarli con
musiche e danze e per cantarne le imprese; in quanto figlie di Mnemosine e di Zeus
erano anche protettrici della memoria e del sapere.

Il primo luogo al mondo chiamato Museo sorse ad Alessandria d‟Egitto per


opera del re Tolomeo I nel III secolo a.C., in epoca ellenistica. Esso non era però un
museo come lo conosciamo ai tempi moderni: infatti, il Museo di Alessandria era un
luogo di culto, consacrato appunto alle Muse, dove una comunità di sapienti,
scienziati e letterati del tempo, viveva e svolgeva le proprie attività, studiando e
discutendo come fanno (ma a distanza, grazie ai mezzi di comunicazione moderni) gli
scienziati di oggi.

Il primo vero Museo, così come lo intendiamo oggi, nacque a Roma ed è frutto
di una lunga storia. Il primo passo fu compiuto da papa Sisto IV che nel 1471 donò
solennemente al Popolo Romano alcune antiche statue in bronzo costituendo così la
prima collezione del Museo Capitolino. Negli anni la collezione si arricchì di
numerose opere legate alla storia romana, ma solo nel 1734, per volontà di papa
Clemente XII, essa fu aperta al pubblico: nacque così il primo Museo “moderno”,
inteso come una collezione di beni che deve essere conservata e messa a disposizione
di tutta la comunità per il suo valore pubblico.

Ma forse l‟episodio maggiormente significativo e che meglio si accosta


all‟origine della moderna concezione di museo riguarda il Louvre di Parigi. Alla
caduta della monarchia francese, nel 1793 la collezione dei beni della corona,
presente nel palazzo del re, venne esposta affinché il popolo di Parigi potesse non
solo godere delle bellezze artistiche, ma anche trarre insegnamenti da quanto esposto
nelle sale del Museo Centrale delle Arti della Repubblica, oggi, appunto, Louvre.

L‟ICOM (International Council Of Museums, un‟associazione internazionale


nata nel 1948 per tutelare e valorizzare attraverso i musei il patrimonio culturale
mondiale), così ha definito il museo in occasione della Assemblea Generale di Seul
nel 2004: «Il museo é un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio
della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che
riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente;

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le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,


educazione e diletto».

In Italia, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio definisce il museo come
una «struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni
culturali per finalità di educazione e di studio» (art. 101)

Le due definizioni hanno molti punti in comune. Ricaviamo da esse le


caratteristiche e le finalità di un museo moderno che possiamo riassumere nei
seguenti punti:
- è una struttura permanente;
- è aperto al pubblico;
- è al servizio della società;
- non ha scopo di lucro;
- raccoglie, conserva, cataloga, espone e fa conoscere beni culturali materiali
ed immateriali;
- favorisce l‟educazione;
- favorisce lo studio

Per svolgere tutte le funzioni di un moderno museo ci vuole una


organizzazione complessa e la collaborazione di tante professioni diverse. La sezione
italiana dall‟ICOM (associazione di musei) ha elencato in una Carta delle professioni
museali gli ambiti di lavoro e le figure professionali che sono necessari per assolvere
ai numerosi compiti di un museo.

Eccoli in breve.
1. Direttore: è a capo del Museo e ha la responsabilità generale del museo
stesso in tutti i suoi ambiti di lavoro, dalla ricerca, allacura ed alla gestione
delle collezioni. Si occupa direttamente dei beni conservati in relazione alle
finalità di studio e conservazione del patrimonio culturale. Lavorano in
questo ambito
2. il conservatore: ha la responsabilità della conservazione, sicurezza e
valorizzazione dei beni del Museo; sceglie come esporli e quali nuovi beni
acquisire;
3. il curatore: si occupa delle esposizioni temporanee;
4. i catalogatori: collaborano con il conservatore e si occupano di catalogare i
beni del Museo, compilare le schede e i cataloghi;
5. il registratore: si occupa dei prestiti delle opere da o verso altri musei in
occasione di mostre temporanee;
6. il restauratore: con i suoi collaboratori, ha la responsabilità della
manutenzione dei beni, verifica eventuali problemi di degrado e predispone
gli interventi di restauro necessari.
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I servizi ed i rapporti con il pubblico costituiscono un aspetto fondamentale.


Fanno capo a questo settore le attività di visite guidate, laboratori e proposte per le
scuole, tutti aspetti molto importanti in un museo moderno che dedica tanta parte del
suo lavoro alla divulgazione e al coinvolgimento del pubblico.

Lavorano in questo campo:

- il responsabile dei servizi educativi: propone progetti educativi, cura la


divulgazione, si occupa dei rapporti con le scuole e con gli studiosi;
- gli educatori museali: in collaborazione con il responsabile, realizzano i
progetti educativi, per esempio conducendo laboratori e predisponendo
materiali di divulgazione;
- il coordinatore e gli operatori dei servizi di accoglienza e custodia: hanno il
compito di garantire che la presenza del pubblico non danneggi i beni del
museo; inoltre accolgono il pubblico negli orari previsti occupandosi della
vendita dei biglietti, della distribuzione del materiale informativo e di
fornire informazioni pratiche;
- il responsabile e gli addetti ai servizi di documentazione: si occupano
dell‟archivio del museo (che custodisce i documenti sulla storia del museo
stesso e sui beni conservati) e della fototeca; organizzano la fruizione dei
documenti da parte degli studiosi e del pubblico interessato;
- il responsabile e il personale della biblioteca.

Perché un museo funzioni occorre molto denaro: per allestire gli ambienti, per
pagare il personale, per la manutenzione delle opere, per i materiali di informazione
ecc. Il denaro necessario arriva al museo da finanziamenti pubblici, da eventuali
sponsor privati, dalla vendita di biglietti, materiali e servizi al pubblico.

Occorre anche, come si vede da questo elenco, molto personale, che va scelto,
pagato, organizzato. Tutto questo, e altro ancora, fa parte dell‟ambito amministrativo,
finanziario e gestionale, in cui lavorano le seguenti figure:
- il responsabile amministrativo e finanziario: è a capo della gestione
economica del museo e ha la responsabilità che il denaro sia ben
amministrato; è responsabile anche della gestione del personale (assunzioni,
stipendi, organizzazione) e che tutte le attività del museo si svolgano
secondo la legge;
- il responsabile e il personale della segreteria: sono coloro che lavorano
“dietro le quinte” perché tutto funzioni: organizzano riunioni, preparano
documenti e contratti, scrivono lettere, compilano i libri dei conti, etc.;
- il responsabile e gli operatori dell‟ufficio stampa e delle relazioni pubbliche:
si occupano di far conoscere e apprezzare il museo e le sue attività; tengono
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rapporti con i mezzi di comunicazione, scrivono comunicati stampa,


indicono conferenze stampa, etc.;
- il responsabile per lo sviluppo (raccolta fondi, promozione e marketing): si
occupa di trovare finanziatori e sponsor; progetta e gestisce iniziative per
attirare il pubblico e contribuire al finanziamento del museo (come la
vendita di oggetti legati al museo, l‟ideazione di eventi ecc.);
- il responsabile e gli addetti al sito web: si occupano della comunicazione
nella rete web, sempre più importante per offrire informazioni al pubblico e
far conoscere il museo.

Di vitale importanza è il settore inerente la sicurezza nonché quello relativo


alle strutture, ossia l‟impiantistica, gli spazi, gli allestimenti.

È un‟attività molto complessa e importante perché deve garantire che gli


ambienti e tutti gli impianti (illuminazione, climatizzazione, sistemi di sicurezza
come videosorveglianza, sistemi di allarme, impianti antincendio, sistemi di
evacuazione ecc.) siano adatti sia alla valorizzazione e conservazione delle opere sia
a offrire le condizioni necessarie all‟afflusso del grande pubblico. Fanno capo a
questo settore progettisti e tecnici specializzati nei diversi campi (allestimenti,
impiantistica, sistemi di sicurezza, rete informatica ecc.).

Esistono innumerevoli tipi di museo, catalogati secondo il settore di cui si


occupano e la tipologia dei beni conservati.

Ci sono i musei d‟arte, che possono essere specializzati a loro volta in arte
antica, moderna, contemporanea, o dedicati a uno specifico movimento artistico
(come l‟Impressionismo, il Rinascimento, l‟arte romanica ecc.) o a un singolo artista.

I musei possono essere dedicati anche a un particolare settore di espressione


artistica, e allora abbiamo le pinacoteche per le opere di pittura, i musei
dell‟architettura, del design, della scultura ecc.

Ci sono i musei storici dedicati alla storia della città che li ospita o a un
momento storico particolarmente importante (come i musei del Risorgimento o della
Resistenza).

Tra museo storico e artistico si possono collocare i musei archeologici, dedicati


ai reperti di epoca più antica, e quelli che si occupano di una civiltà specifica,
raccogliendone le testimonianze storiche e artistiche, come il famoso Museo Egizio
di Torino, o i numerosi musei dedicati alla civiltà etrusca in Toscana e Lazio.

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Ci sono musei antropologici ed etnografici, dedicati alle diverse civiltà umane


(anche del tempo presente o di un passato recente) e alle loro manifestazioni in tutti i
campi. In ambito scientifico ci sono i musei di storia naturale, con collezioni di
animali, piante, minerali, ricostruzioni di ambienti naturali, e i musei di scienza e
tecnologia, che documentano le conquiste umane in campo scientifico.

In tutto il mondo, le capitali e le maggiori città ospitano i grandi musei statali,


sorti soprattutto nel diciannovesimo secolo, ricchi di innumerevoli opere e reperti
provenienti perlopiù da precedenti collezioni private.

Ma più recentemente sono sorti anche nei piccoli centri, per iniziativa delle
Amministrazioni e associazioni culturali locali, numerosi musei specializzati sui più
diversi argomenti con lo scopo di valorizzare e far conoscere le tradizioni e le
eccellenze specifiche del luogo. Oltre ai musei di storia locale, abbiamo per esempio
musei delle tradizioni contadine, o dedicate a una attività artigianale tipica (pizzo,
ricamo, tessitura, ceramica, lavorazione del marmo, del legno, costruzione di
strumenti musicali ecc.) o a un particolare prodotto (musei del cioccolato, del
confetto, degli agrumi, dell‟olio, del formaggio ecc.). Ci sono anche musei
specializzati in una certa tipologia di oggetti, nati quasi sempre dalla donazione di
collezionisti privati, come musei della bambola, del giocattolo, del modellismo, del
francobollo ecc.

Nelle città che hanno avuto la fortuna di annoverare fra i loro abitanti un
personaggio famoso (un artista, un letterato, un personaggio storico ecc) troviamo
facilmente un museo dedicato all‟illustre concittadino; spesso si tratta di una casa-
museo, cioè di un museo allestito proprio negli ambienti in cui il personaggio ha
vissuto o lavorato.

Recentemente sono sorti, in diverse parti del mondo e anche in Italia, i musei
dei bambini, che propongono percorsi di visita e attività di laboratorio, rivolti alle
scuole e alle famiglie, per far scoprire anche ai più piccoli il mondo della cultura,
dell‟arte o della scienza.

Un discorso a parte merita un particolare tipo di museo, chiamato ecomuseo,


che si è diffuso negli ultimi decenni e che nasce da un‟idea di museo molto diversa da
quella tradizionale. Infatti il cuore del museo tradizionale è una collezione di oggetti
di particolare valore artistico o storico o culturale, che per questo vengono tutelati ed
esposti al pubblico.

Tali oggetti sono tolti dal loro ambiente originario che spesso è anche molto
lontano, come è il caso dei reperti archeologici prelevati nei secoli scorsi dagli
studiosi europei in diversi luoghi del mondo e conservati nei grandi musei d‟Europa.
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Per esempio, la famosa stele di Rosetta, la lastra in pietra con incisi i testi che
permisero agli studiosi di decifrare la scrittura geroglifica, fu trovata in Egitto dai
soldati di Napoleone alla fine del „700 e ora è esposta nel British Museum di Londra.

Nello stesso Museo di trova una parte dei bassorilievi che ornavano il
Partenone, il principale tempio dell‟antica acropoli di Atene. Un altro esempio sono
le celebri porte del tempio di Ishtar nell‟antica Babilonia, decorate con magnifiche
piastrelle ceramiche: trovate da archeologi tedeschi, furono smontate, trasportate a
Berlino dove furono poi rimontate pezzo per pezzo ed esposte al Pergamon Museum,
dove possiamo ammirarle tuttora.

L‟idea di ecomuseo è completamente diversa. L‟ecomuseo guarda all‟ambiente


nel suo insieme e quindi si prefigge di tutelare un certo territorio ricco di beni artistici
o storici o naturali e di far conoscere al pubblico i beni di quel territorio e le relazioni
che li legano uno all‟altro. Per esempio possono essere ecomusei un intero centro
storico, in cui è possibile osservare i monumenti di particolare valore, come le chiese
e i palazzi, ma anche le case, le botteghe di un tempo, le strade ecc.; un ambiente
naturale, con i suoi habitat, la fauna e la flora caratteristici e le opere dell‟uomo
tipiche di quell‟ambiente; un territorio rurale in cui si potranno scoprire i luoghi di
lavoro e di vita tradizionali degli abitanti e i prodotti tipici; e così via.

I beni tutelati da un ecomuseo sono quindi anche gli oggetti della vita
quotidiana, i paesaggi, le architetture, le tradizioni. L‟ecomuseo opera coinvolgendo
la popolazione e le istituzioni locali e promuove attività di ricerca, percorsi di visita,
attività didattiche nel territorio che vuole valorizzare. In un certo senso, attraverso un
ecomuseo è la comunità locale stessa, attraverso le sue istituzioni e associazioni, a
prendersi cura e valorizzare il proprio territorio.

L‟idea di ecomuseo fu espressa per la prima volta nel 1971 e nacque


dall‟esigenza di salvaguardare la memoria delle società rurali e di tutte quelle
conoscenze, tradizioni, abitudini millenarie che andavano scomparendo con il
diffondersi dell‟urbanizzazione, delle tecnologie moderne e dei conseguenti
cambiamenti dei modelli di vita.

In Italia, paese ricco di testimonianze storiche e di tradizioni molto diverse e


diffuse su tutto il territorio nazionale, esistono ormai numerosi ecomusei che sono
regolati da leggi regionali specifiche e da regolamenti stabiliti dalle locali
amministrazioni.

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