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Il Museo deriva il suo nome da quello delle Muse, personaggi della mitologia
greca. Le Muse erano 9 ed erano figlie di Mnemosine, dea della memoria, e di Zeus,
padre degli dei e dio della sapienza; esse erano considerate le protettrici delle arti e si
dice che venissero chiamate ai banchetti degli dei e degli eroi per allietarli con
musiche e danze e per cantarne le imprese; in quanto figlie di Mnemosine e di Zeus
erano anche protettrici della memoria e del sapere.
Il primo vero Museo, così come lo intendiamo oggi, nacque a Roma ed è frutto
di una lunga storia. Il primo passo fu compiuto da papa Sisto IV che nel 1471 donò
solennemente al Popolo Romano alcune antiche statue in bronzo costituendo così la
prima collezione del Museo Capitolino. Negli anni la collezione si arricchì di
numerose opere legate alla storia romana, ma solo nel 1734, per volontà di papa
Clemente XII, essa fu aperta al pubblico: nacque così il primo Museo “moderno”,
inteso come una collezione di beni che deve essere conservata e messa a disposizione
di tutta la comunità per il suo valore pubblico.
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Master in Alta Formazione in Economia e Management dell’Arte dei Beni Culturali
Materiale didattico – Modulo n. 1
In Italia, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio definisce il museo come
una «struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni
culturali per finalità di educazione e di studio» (art. 101)
Eccoli in breve.
1. Direttore: è a capo del Museo e ha la responsabilità generale del museo
stesso in tutti i suoi ambiti di lavoro, dalla ricerca, allacura ed alla gestione
delle collezioni. Si occupa direttamente dei beni conservati in relazione alle
finalità di studio e conservazione del patrimonio culturale. Lavorano in
questo ambito
2. il conservatore: ha la responsabilità della conservazione, sicurezza e
valorizzazione dei beni del Museo; sceglie come esporli e quali nuovi beni
acquisire;
3. il curatore: si occupa delle esposizioni temporanee;
4. i catalogatori: collaborano con il conservatore e si occupano di catalogare i
beni del Museo, compilare le schede e i cataloghi;
5. il registratore: si occupa dei prestiti delle opere da o verso altri musei in
occasione di mostre temporanee;
6. il restauratore: con i suoi collaboratori, ha la responsabilità della
manutenzione dei beni, verifica eventuali problemi di degrado e predispone
gli interventi di restauro necessari.
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Perché un museo funzioni occorre molto denaro: per allestire gli ambienti, per
pagare il personale, per la manutenzione delle opere, per i materiali di informazione
ecc. Il denaro necessario arriva al museo da finanziamenti pubblici, da eventuali
sponsor privati, dalla vendita di biglietti, materiali e servizi al pubblico.
Occorre anche, come si vede da questo elenco, molto personale, che va scelto,
pagato, organizzato. Tutto questo, e altro ancora, fa parte dell‟ambito amministrativo,
finanziario e gestionale, in cui lavorano le seguenti figure:
- il responsabile amministrativo e finanziario: è a capo della gestione
economica del museo e ha la responsabilità che il denaro sia ben
amministrato; è responsabile anche della gestione del personale (assunzioni,
stipendi, organizzazione) e che tutte le attività del museo si svolgano
secondo la legge;
- il responsabile e il personale della segreteria: sono coloro che lavorano
“dietro le quinte” perché tutto funzioni: organizzano riunioni, preparano
documenti e contratti, scrivono lettere, compilano i libri dei conti, etc.;
- il responsabile e gli operatori dell‟ufficio stampa e delle relazioni pubbliche:
si occupano di far conoscere e apprezzare il museo e le sue attività; tengono
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Ci sono i musei d‟arte, che possono essere specializzati a loro volta in arte
antica, moderna, contemporanea, o dedicati a uno specifico movimento artistico
(come l‟Impressionismo, il Rinascimento, l‟arte romanica ecc.) o a un singolo artista.
Ci sono i musei storici dedicati alla storia della città che li ospita o a un
momento storico particolarmente importante (come i musei del Risorgimento o della
Resistenza).
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Ma più recentemente sono sorti anche nei piccoli centri, per iniziativa delle
Amministrazioni e associazioni culturali locali, numerosi musei specializzati sui più
diversi argomenti con lo scopo di valorizzare e far conoscere le tradizioni e le
eccellenze specifiche del luogo. Oltre ai musei di storia locale, abbiamo per esempio
musei delle tradizioni contadine, o dedicate a una attività artigianale tipica (pizzo,
ricamo, tessitura, ceramica, lavorazione del marmo, del legno, costruzione di
strumenti musicali ecc.) o a un particolare prodotto (musei del cioccolato, del
confetto, degli agrumi, dell‟olio, del formaggio ecc.). Ci sono anche musei
specializzati in una certa tipologia di oggetti, nati quasi sempre dalla donazione di
collezionisti privati, come musei della bambola, del giocattolo, del modellismo, del
francobollo ecc.
Nelle città che hanno avuto la fortuna di annoverare fra i loro abitanti un
personaggio famoso (un artista, un letterato, un personaggio storico ecc) troviamo
facilmente un museo dedicato all‟illustre concittadino; spesso si tratta di una casa-
museo, cioè di un museo allestito proprio negli ambienti in cui il personaggio ha
vissuto o lavorato.
Recentemente sono sorti, in diverse parti del mondo e anche in Italia, i musei
dei bambini, che propongono percorsi di visita e attività di laboratorio, rivolti alle
scuole e alle famiglie, per far scoprire anche ai più piccoli il mondo della cultura,
dell‟arte o della scienza.
Tali oggetti sono tolti dal loro ambiente originario che spesso è anche molto
lontano, come è il caso dei reperti archeologici prelevati nei secoli scorsi dagli
studiosi europei in diversi luoghi del mondo e conservati nei grandi musei d‟Europa.
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Per esempio, la famosa stele di Rosetta, la lastra in pietra con incisi i testi che
permisero agli studiosi di decifrare la scrittura geroglifica, fu trovata in Egitto dai
soldati di Napoleone alla fine del „700 e ora è esposta nel British Museum di Londra.
Nello stesso Museo di trova una parte dei bassorilievi che ornavano il
Partenone, il principale tempio dell‟antica acropoli di Atene. Un altro esempio sono
le celebri porte del tempio di Ishtar nell‟antica Babilonia, decorate con magnifiche
piastrelle ceramiche: trovate da archeologi tedeschi, furono smontate, trasportate a
Berlino dove furono poi rimontate pezzo per pezzo ed esposte al Pergamon Museum,
dove possiamo ammirarle tuttora.
I beni tutelati da un ecomuseo sono quindi anche gli oggetti della vita
quotidiana, i paesaggi, le architetture, le tradizioni. L‟ecomuseo opera coinvolgendo
la popolazione e le istituzioni locali e promuove attività di ricerca, percorsi di visita,
attività didattiche nel territorio che vuole valorizzare. In un certo senso, attraverso un
ecomuseo è la comunità locale stessa, attraverso le sue istituzioni e associazioni, a
prendersi cura e valorizzare il proprio territorio.