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SALERNO FORMAZIONE

Master in Alta Formazione in Economia e Management dell’Arte dei Beni Culturali


Materiale didattico – Modulo n. 2

IL NEGOZIO MUSEALE

Il negozio museale costituisce una vera e propria attività commerciale a carattere privato che
consente di offrire servizi all’interno di un sito museale, sia esso area archeologica o museo.

Già nel 2001, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite l’Ufficio studi, rilevò che
questo tipo di attività contribuiva di circa il 60%, attraverso librerie e negozi interni alle aree
espositive, al fatturato totale dei servizi museali statali.

L’attività del negozio museale è la commercializzazione di oggetti e articoli ispirati alle


opere esposte in un museo. Si possono commercializzare riproduzioni artistiche, come statuine,
stampe, piccoli oggetti di design ispirati alle opere, cataloghi, cartoline, calendari, poster,
audiovisivi, cd rom e tutto ciò che la fantasia e il mercato ci possono suggerire.

Gli oggetti possono essere acquistati da fornitori specializzati o auto-prodotti e gli


interlocutori saranno il direttore del museo e i gestori dei negozi da cui ci si rifornisce.

Gli studiosi di marketing e gli esperti del settore hanno spesso indicato alcuni principi per
una corretta gestione di un negozio museale, principi che possono essere sintetizzati nei seguenti 6
punti:

1. Scegliere oggetti pertinenti con la collezione del Museo o comunque del patrimonio
culturale della regione dove è ubicato il negozio. È importante seguire il clima, le stagioni e
cambiare periodicamente alcuni degli oggetti in vendita, nonché prestare attenzione alle
tendenze di mercato, adattando le proprie offerte.
2. Vendere oggetti di ogni fascia di prezzo, prestando attenzione alla loro utilità e qualità. Ci
sono alcuni prodotto ovviamente immancabili, quali libri, manifesti, prodotti di cancelleria,
piccoli oggetti da tavolo, oggetti per la cucina, prodotti di scrivania, prodotti per bambini,
abbigliamenti, accessori personali, gioielleria.
3. Proporre anche oggetti di design, innovativi nel materiale e nella funzione, rifiutando
stereotipi di stile favorendo soluzioni eleganti a particolari problematiche.

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4. Disporre gli oggetti in maniera creativa, puntando magari anche su un visual merchandiser.
5. Favorire la facile comprensione degli oggetti esposti, così da essere capiti dal pubblico più
vasto possibile, incrementando così i possibili acquirenti.
6. Puntare su un buon sito internet, vetrina on-line della propria attività commerciale:
caratteristiche imprescindibili sono la traduzione in diverse lingue, l’assistenza clienti per gli
acquisti e per il post-vendita.

Per poter lavorare in questo settore, non esiste al momento una specifica ed univoca
competenza: occorre conoscere l’arte ed i beni culturali, i principi di marketing nonché elementari
nozioni di economia generale ed informatica, attitudine ai rapporti interpersonali. Bisogna, però,
necessariamente conoscere almeno una lingua straniera ad ottimi livelli, soprattutto la lingua
inglese.

Le conoscenze informatiche sono fondamentali perché un negozio museale ovrà


obbligatoriamente avere un proprio sito internet per le vendite online e la presentazione digitale dei
suoi prodotti. Lo shop virtuale deve sinteticamente mostrare un catalogo di articoli selezionati per
ambito specifico, per territorialità o per stagionalità di eventi, ma raccogliamo qualsiasi
richiesta particolare soprattutto per poter accontentare anche le esigenze più specifiche di ogni
singolo cliente.

La vendita on-line, applicata anche al settore museale, deve essere uno strumento rivolto a
garantire la possibilità di avere titoli sempre aggiornati ed oggettistica ricercata, alla portata di un
numero sempre maggiore di utenti. Molto spesso, il settore dell’e-commerce consente anche, dietro
un preciso elenco consultabile sul sito, di eliminare eventuali giacenze di magazzino, proponendo
alcuni prodotti a prezzi concorrenziali, tali da far considerare ai clienti la possibilità di acquisto.

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