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Per area si intende un territorio con le proprie caratteristiche socio-demografiche, la propria storia, tradizioni e cultura
e tutti gli altri elementi che possono influire nel determinarne il valore complessivo agli occhi di attuali e potenziali
acquirenti ed utilizzatori.
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spiccano gli operatori del governo locale e le imprese private. È fondamentale, come
vedremo meglio nell’ultimo paragrafo, che questi soggetti diano vita ad azioni
sinergiche, sviluppate sulla base di rapporti di partnership e collaborazione, da un
lato, per evitare di veicolare segnali contradditori ai vari interlocutori, generando di
conseguenza una poco vantaggiosa immagine confusa dell’area, dall’altro per creare
valore aggiunto dall’esistenza stessa di queste sinergie. La molteplicità di attori
coinvolti, però, nulla toglie al ruolo centrale che le istituzioni pubbliche assumono in
questo processo di sviluppo territoriale, in quanto inevitabili soggetti leader del
cambiamento, perché gli unici a cui poter legittimamente e doverosamente chiedere
di agire con trasparenza a favore dell’interesse collettivo, e non in rappresentanza di
interessi economici privati. A loro spetta, per legge e per il mandato che
democraticamente ricevono dai cittadini, il dovere di garantire il buon funzionamento
della cosa pubblica e, conseguentemente, di promuovere il benessere e lo sviluppo
del territorio.
La comunicazione è una delle quattro classiche leve del marketing mix e, nello
specifico, la comunicazione territoriale si può definire come l’insieme dei mezzi e dei
messaggi volti a “ottenere credibilità strategica e reddituale, fiducia, legittimazione,
ossia essere sempre più rispondente alle attese dei suoi interlocutori, ma anche per
essere efficace nel soddisfare i bisogni differenziati e multiformi degli interlocutori o
pubblici di riferimento, ed efficiente, nell’essere maggiormente rispondente alle
aspettative di chi controlla e/o fornisce risorse e non ultimo per avere apprezzamento
emotivo, inteso come capacità di suscitare adesione emozionale”2.
Nel secondo caso invece si avrà a che fare con soggetti che abitano o lavorano
in altre città o in altri stati e che si vuole attrarre, stabilmente o temporaneamente,
verso quel territorio, perché considerati, in primo luogo, portatori di importanti
risorse finanziarie. Seguendo questo doppio binario, ci concentreremo nei prossimi
paragrafi sul ruolo che gli eventi svolgono all’interno del marketing territoriale
interno, e, in seguito sulla loro capacità di incidere sull’immagine percepita di una
data località e soprattutto sui flussi turistici, considerando gli eventi strumenti
fondamentali del marketing territoriale esterno.
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Gli eventi, nello specifico quelli culturali, giocano un ruolo centrale nel
coinvolgere i residenti all’interno della vita della comunità, rinsaldando le relazioni
esistenti, nonostante le spinte divergenti che contraddistinguono i grandi centri urbani
della società postmoderna. Da un lato, rientrano nell’insieme di attività che
costituiscono l’offerta ricreativa di una data località, andando pertanto ad incidere in
maniere significativa sulla percezione della qualità della vita nella località in
questione e sui livelli di soddisfazione dei cittadini. Dall’altro, sono importanti
occasioni per i residenti di prendere parte alla vita della comunità, incontrare altre
persone o rivivere le tradizioni del proprio territorio di appartenenza, rafforzandone,
come abbiamo già precedentemente sottolineato, il senso di appartenenza. Questa
capacità degli eventi di creare e rafforzare il fattore identitario all’interno di una
comunità, se collegato al più ampio scenario descritto dal legislatore e commentato in
precedenza, che vede gli Enti Locali impegnati nella duplice funzione di tutelare e
valorizzare il patrimonio, sembra rispecchiare, almeno sulla carta, il modello
ipotizzato da Sable e Kling. I due studiosi hanno infatti sottolineato un doppio aspetto
legato alla gestione del bene culturale in quanto bene pubblico: da un lato la
complementarietà tra la garanzia di tutela e di accesso, già sottolineata in precedenza,
che si traduce in offerta di esperienze per il pubblico, dall’altro la capacità di queste
esperienze condivise di generare benessere collettivo sottoforma di appartenenza ad
una collettività.
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Analogamente, Roche già agli degli anni ’90 sosteneva che “ i mega-eventi e la
politica del fare, posti in stretto contatto fra loro, sono in linea di principio una
completa attività per la comunità tutta. Per avere successo vi è bisogno di
coinvolgere il più possibile tutte le forze della comunità. Il processo di decisione
sulla realizzazione o meno mega-eventi (tramite la politica locale), l’organizzazione
(come volontari o meno), il sostegno generale (con il pagamento di spettatori) e con
la raccolta di tutti i benefici, attraverso gli apporti delle piccole imprese
nell’utilizzazione delle strutture, sono «questioni tutta la comunità» sia in linea di
principio e per molti aspetti anche nella pratica”.
Del resto, i primi soggetti che promuovono l’immagine del territorio al proprio
esterno sono coloro che in quell’area vivono e lavorano, cioè i cittadini,
analogamente a quanto accade nel caso delle aziende, in cui sono i clienti stessi a
costituire, non solo i destinatari delle attività di promozione, ma anche le fonti delle
stesse. I cittadini però “possono rappresentare un elemento moltiplicatore di
conoscenze e promozione di immagine solo a condizione di percepire della propria
realtà le peculiarità e le caratteristiche di cui essere fieri, con cui in breve si
condivide il senso di appartenenza”.
Gli eventi culturali possono quindi essere considerati parte integrante di quel
processo che Gelosi definisce di “fidelizzazione del cittadino” nei confronti del luogo
di appartenenza o residenza, perché capaci, attraverso il loro saper rendere esplicito e
manifesto il patrimonio storico e culturale, di creare una coscienza condivisa e
comune delle proprie radici e tradizioni e quindi attaccamento al territorio. In questo
senso, gli eventi si affermano come reali strumenti di valorizzazione del territorio, se
con questo termine intendiamo un agire volto a “da una parte creare valore, dall’altra
darne conoscenza, darne visibilità, consentire la condivisione di esso tra tutti coloro
che vivono in un territorio, a sua volta ciò comporta l’esperienza, la conoscenza
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Inoltre le politiche e i servizi legati alla cultura hanno un impatto decisivo sul
cosiddetto effetto città, cioè sul quel complesso mix di beni e servizi disponibili sul
territorio, che lo contraddistingue e lo rende attrattivo e magnetico nei confronti di un
bacino di utenza che ne supera i confini fisici. Quindi, se da un lato, come abbiamo
visto, tutte le attività connesse al settore culturale, contribuiscono a migliorare la
qualità della vita urbana, dall’altro la disponibilità di servizi culturali aumenta anche
il potere di attrazione di una data area agli occhi di potenziali investitori, in primo
luogo i turisti. In questo senso gli eventi culturali diventano strumenti di
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Per vantaggio competitivo si intende la capacità di valorizzare i propri fattori qualificanti, tramite l’adozione di proprie
strategie di investimento, di specifiche politiche attive di promozione del proprio ruolo internazionale e con l’uso di
mirati strumenti di marketing nei confronti di potenziali utenti e clienti.
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Enzo Rullani, Tra città reale e città virtuale: il territorio nel postfordismo, in “Città e cultura nell’economia delle
reti”, Bologna, 2000, p. 51.
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Razaq Raj, The impact of festivals on cultural tourism, articolo presentato a “The second DeHaan tourism
management conference. Developing cultural tourism”, Nottingham, 16 dicembre 2003
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La seconda funzione consiste nel fatto che gli eventi diventano opportunità
attraverso le quali la città si fa conoscere, si svela e comunica se stessa anche agli
occhi di coloro i quali si recano in quel luogo solo perché in primo luogo intendono
prendere parte ad un evento e non perché sono interessati a visitare la città. È il caso
per esempio di Ferrara, che ogni anno, per una settimana, ospita il Ferrara Buskers
Festival7, la più grande rassegna di busking nel mondo in termini di pubblico. Delle
circa 900 mila presenze, il 24,7% di spettatori ha dichiarato di non essere mai stati a
Ferrara prima. Questo significa che una persona su quattro ha scoperto la città proprio
grazie ad un evento di questo tipo, che in realtà non intende espressamente
valorizzare il proprio patrimonio artistico, visto che il cuore dell’evento è costituito
da centinaia di artisti di strada provenienti da tutto il mondo, ma inevitabilmente,
fungendo il centro storico da scenografia dell’evento, il pubblico entra in contatto con
lo stesso.
In particolare le città possono essere considerati dei veri e propri brand e la loro
immagine, intesa come “un insieme di credenze, idee, informazioni più o meno
mediate, che il pubblico ha su un luogo”, assume un ruolo strategico dal punto di
vista competitivo, perché, in quanto costrutto mentale che semplifica la realtà,
contribuisce alla formazione delle preferenze dei potenziali acquirenti, influenzando
la qualità percepita dal pubblico
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Rassegna Internazionali di Musicisti di Strada.
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specificità e l’unicità nel confronto con altre località, favorendo la formazione delle
preferenze.
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interessante notare come gli eventi sono sì in grado, grazie alle loro caratteristiche, di
essere potenti strumenti di comunicazione, ma il loro ruolo strategico può dispiegarsi
completamente solo se utilizzati in maniera coerente ed integrata all’interno di un
progetto di sviluppo e di comunicazione più ampio.
Non sempre però la decisione di ospitare un evento porta a degli effetti positivi,
nemmeno nel breve periodo. È stato il caso di Genova che nel 2001 ha ospitato il G8:
pensato inizialmente come grande opportunità per rilanciare l’immagine della città a
livello internazionale, in realtà si è trasformato in un enorme contenitore di violenze
su cui erano puntati gli occhi e le telecamere del mondo intero. Infine, il rapporto tra
eventi culturali e turismo fa emergere un altro aspetto, strettamente connesso al
carattere rituale di molti eventi e alla loro capacità di creare e rafforzare i legami
sociali e quel senso di appartenenza descritto in precedenza. È stato infatti
sottolineato che l’importanza delle celebrazioni pubbliche nelle società occidentali,
dopo un periodo di declino, sta aumentando, anche grazie alla presenza dei turisti,
perché “La comunità può affermare un noi contrapposto ad un loro; attraverso le
manifestazioni rituali, il turismo può contribuire a ravvivare dei legami locali,
promuovendo al tempo stesso una presa di coscienza dei fenomeni culturali. Basta
aprire il giornale del capoluogo in un giorno d’estate perché salti agli occhi il
proliferare delle celebrazioni rituali in cui l’identità dei residenti si fortifica ed
esibisce se stessa”.
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