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PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA

Il feudo di Caprarola nel 1504 diventa proprietà della famiglia Farnese

1530 ca.  Il primo progetto per la costruzione del Palazzo Farnese,


voluto dal card. Alessandro Farnese il vecchio, fu affidato ad uno dei
più importanti architetti dell'epoca, Antonio da Sangallo il giovane
coadiuvato da Baldassarre Peruzzi.  era state richiesta una fortezza
difensiva

Nel 1530 circa iniziarono i lavori per il basamento di una fortezza


pentagonale con cinque bastioni angolari, di cui, all'apice del
pentagono, uno diverrà il torrione principale.

nel 1534i lavori vennero sospesi a seguito dell'investitura pontificia


del card. Alessandro Farnese a papa Paolo III.

Nel 1556 il Cardinale Alessandro Farnese il Giovane (nipote del Papa


Paolo III) affida a Vignola la progettazione della palazzina per la famiglia rimasta incompiuta

Vignola tiene le fondamenta della fortezza a 5 facciate  anche se forma insolita


Lavoro che richiese molte spese per il terrazzamento e lo spianamento del terreno e il rettifilo della via

Nel 1559 su disegno del Vignola, iniziarono i lavori dell'opera più insigne dei Farnese, più esclusiva del Palazzo Farnese di
Roma.

I GIARDINI ALL'ITALIANA DI PALAZZO FARNESE

Non semplici giardini ma un complesso monumentale che si estende


sulla collina, a ridosso del Palazzo, a cui lavorarono il Vignola, Giacomo
del Duca, Girolamo Rainaldi.
Il Vignola ebbe il compito
o di trasformare la fortezza iniziata dal Sangallo in una Villa
aristocratica
o di adeguare il verde retrostante ad un bel giardino per allietare i
momenti intimi del cardinale
o di stupire i numerosi ospiti e visitatori.

Un progetto che fosse un'estensione artistica ed architettonica del Palazzo rispettando le rigide regole dei giardini
rinascimentali con linee rette e precise forme geometriche, oltre ad una logica presenza di fontane e giochi d'acqua.

o Così il Vignola realizzò un ventaglio di giardini all'italiana che si aprono a ridosso della Villa,
 due quadrati geometrici, uno orientato a sud ovest e l'altro a nord est
 un giardino d'inverno
 un giardino d'estate
ognuno in corrispondenza dei relativi appartamenti dai quali si accedeva obbligatoriamente tramite
due piccoli ponti che scavalcano il fossato, appositamente creato per separare il Palazzo dal
banco di tufo.

Ad ogni ponte, e quindi ad ogni porta, corrisponde un viale, un rettifilo che attraversa i quadrati di bosso e si dirige ognuno ad un
riferimento specifico legato all'acqua.

Quello nel giardino d'inverno è una grotta artificiale scavata nel tufo, rivestita di concrezioni calcaree, con una vasca
per raccogliere giochi d'acqua, statue di satiri.
Nel viale opposto, nel giardino d'estate, venne ricostruito un piccolo portico con giochi d'acqua dove Alessandro amava
pranzare al fresco in compagnia del cinguettio degli uccelli e dei suoni dell'acqua. Ma il Vignola esaudì anche i capricci
di Alessandro a cui piaceva sorprendere i suoi ospiti con piccoli scherzi come i numerosi zampilli che all'improvviso
s'innalzavano dai pavimenti policromi del giardino.

Non fu semplice realizzare i giardini, come del resto tutto il complesso monumentale… il vero grande ostacolo, che poi fu
l'elemento caratterizzante di tutto il progetto e che permise di mettere in posizione dominante la residenza, fu la collina che
digradava dal crinale della conca craterica fino a valle
PALAZZINA
L’impianto dell’edificio è pentagonale con bastioni non completi posti negli
angoli, i quali sono conservati dalla fortezza precedente e riutilizzati come
terrazze.

L’unico bastione completato è quello finale dove è inserita una scalinata.

Il palazzo racchiude al centro un cortile porticato circolare.

L’edificio ha al suo interno due ambienti circolari, senza contare il cortile


centrale, e diverse stanze con impianto quadrato o rettangolare lungo i lati del
pentagono.

L’edificio è preceduto al centro dalle rampe divergenti prima e convergenti


poi della grande scalata esterna rivestita da mattoni a vista la scalinata sale al
portale principale superiore.
Il prospetto è divisibile idealmente in due parti
La parte inferiore è a scarpa ed è delimitata da una cornice a sezione a
toro
il piano terra adotta un bugnato liscio bianco nella parete di fondo e
negli angoli dei bastioni
o Il portale principale è in bugnato
o Ai lati del portale vi sono tre finestre a edicola per parte, le quali hanno coronamenti alternatamente
triangolari e curvi.
il piano nobile in facciata è caratterizzato da una loggia il cui partito architettonico è alla romana, cioè composto da
lesene ioniche che inquadrano le arcate
o La seconda fascia, in corrispondenza della larghezza dei contrafforti, è caratterizzata da un bugnato liscio con al
centro delle finestre a edicola con coronamento triangolare.
Sopra la cornice a marcapiano vi è l’ultima fascia del prospetto che è definita da un partito architettonico composito
trabeato e per ogni ordine di lesene vi sono tre finestre.

Gli Interrati del Palazzo Farnese, il cui accesso era consentito dalla grande piazza antistante, aprivano il passaggio alle carrozze.
In questa zona erano disposte anche le cucine, i magazzini ed i servizi necessari alla servitù.
Qui si collegava anche la Scala del Cartoccio, che sale nascosta all'interno delle pareti fino al tetto, così chiamata poiché, essendo
elicoidale, una guida scolpita sul suo corrimano permetteva di far scendere dall'alto della scala un cartoccio di carta riempito di
sabbia o di un sassolino.
Ciò permetteva di far scendere messaggi veloci in segretezza.

Il Piano Rialzato del Palazzo Farnese


Al di sopra dell'interrato si trova il Piano Rialzato, detto dei Prelati, a cui si accede dalla scala interna o da quella esterna, sopra
all'ingresso degli interrati.
Già in questo piano si trovano le stanze affrescate da Taddeo Zuccari, come le Stanze delle Stagioni che narrano negli affreschi i
fatti di Giove, le cui prospettive, ideate dal Vignola, dilatano gli spazi in una visione irreale.
La Stanza delle Guardie, invece, venne affrescata da Federico Zuccari dopo la morte del fratello. Attraverso questi ambienti si
raggiunge lo straordinario cortile progettato dal Vignola in forma circolare, composto da due caratteristici porticati
sovrapposti le cui volte vennero magistralmente affrescati da Antonio Tempesta, come pure le pareti della scala elicoidale.
Questa originale interpretazione usciva dalle regole dell'epoca, poiché la scala per raggiungere i piani superiori,
che solitamente veniva costruita nel cortile, fu ricavata internamente e rappresentò tutto l'estro del Vignola,
tanto che venne chiamata Scala Regia.
Una superba scala che ruota su trenta colonne di peperino attraverso la quale si dice che il Cardinale potesse
raggiungere la sua camera da letto anche a cavallo, ma questo non è mai stato documentato.

LA CASINA DEL PIACERE


il cardinale Alessandro Farnese voleva un luogo ameno
dove la caccia era solo un pretesto per allietare le giornate
noiose, organizzare eventi, battute di caccia per divertire i
suoi ospiti, più probabilmente per allietare e stupire,
sorprendere e ammaliare.
si tratta di una villa cinquecentesca risalente al 1584
probabilmente iniziato dal Vignola ma conclusa dopo la
morte di questo da Giacomo del duca
In questo edificio il rapporto con la natura è sicuramente
più intimo
è stata costruita anche per riproporzionare il rapporto tra palazzina fortificata e gli sterminati giardini
Odoardo Farnese alla morte del prozio decide di concludere i lavori della Casina affidando la fabbrica a Rainaldi che ne diede
l'aspetto scenografico attuale ridefinendo le siepi dei giardini e aggiungendo cariatidi e completamento della fontana Il
Bicchiere tra i Giganti

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