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Nel 1559 su disegno del Vignola, iniziarono i lavori dell'opera più insigne dei Farnese, più esclusiva del Palazzo Farnese di
Roma.
Un progetto che fosse un'estensione artistica ed architettonica del Palazzo rispettando le rigide regole dei giardini
rinascimentali con linee rette e precise forme geometriche, oltre ad una logica presenza di fontane e giochi d'acqua.
o Così il Vignola realizzò un ventaglio di giardini all'italiana che si aprono a ridosso della Villa,
due quadrati geometrici, uno orientato a sud ovest e l'altro a nord est
un giardino d'inverno
un giardino d'estate
ognuno in corrispondenza dei relativi appartamenti dai quali si accedeva obbligatoriamente tramite
due piccoli ponti che scavalcano il fossato, appositamente creato per separare il Palazzo dal
banco di tufo.
Ad ogni ponte, e quindi ad ogni porta, corrisponde un viale, un rettifilo che attraversa i quadrati di bosso e si dirige ognuno ad un
riferimento specifico legato all'acqua.
Quello nel giardino d'inverno è una grotta artificiale scavata nel tufo, rivestita di concrezioni calcaree, con una vasca
per raccogliere giochi d'acqua, statue di satiri.
Nel viale opposto, nel giardino d'estate, venne ricostruito un piccolo portico con giochi d'acqua dove Alessandro amava
pranzare al fresco in compagnia del cinguettio degli uccelli e dei suoni dell'acqua. Ma il Vignola esaudì anche i capricci
di Alessandro a cui piaceva sorprendere i suoi ospiti con piccoli scherzi come i numerosi zampilli che all'improvviso
s'innalzavano dai pavimenti policromi del giardino.
Non fu semplice realizzare i giardini, come del resto tutto il complesso monumentale… il vero grande ostacolo, che poi fu
l'elemento caratterizzante di tutto il progetto e che permise di mettere in posizione dominante la residenza, fu la collina che
digradava dal crinale della conca craterica fino a valle
PALAZZINA
L’impianto dell’edificio è pentagonale con bastioni non completi posti negli
angoli, i quali sono conservati dalla fortezza precedente e riutilizzati come
terrazze.
Gli Interrati del Palazzo Farnese, il cui accesso era consentito dalla grande piazza antistante, aprivano il passaggio alle carrozze.
In questa zona erano disposte anche le cucine, i magazzini ed i servizi necessari alla servitù.
Qui si collegava anche la Scala del Cartoccio, che sale nascosta all'interno delle pareti fino al tetto, così chiamata poiché, essendo
elicoidale, una guida scolpita sul suo corrimano permetteva di far scendere dall'alto della scala un cartoccio di carta riempito di
sabbia o di un sassolino.
Ciò permetteva di far scendere messaggi veloci in segretezza.