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Fondazioni superficiali
1
Fondazioni: generalità e requisiti
2
Fondazioni: generalità e requisiti
Altri requisiti:
lo stato di sforzo nella struttura di fondazione deve essere
compatibile con i requisiti strutturali riguardanti la resistenza dei
materiali, l’insorgere di stati di fessurazione, la durabilità (progetto
strutturale delle strutture di fondazione)
la soluzione progettuale deve essere realizzabile in modo sicuro e,
per quanto possibile, agevole
la soluzione progettuale deve rispondere a criteri di economicità
Tipi di fondazione
Fondazione superficiale (o diretta): il rapporto fra la profondità del
piano di posa D e la sua larghezza in pianta B risulta minore o non
molto maggiore dell’unità
Fondazione profonda: lo stesso rapporto, D/B, è maggiore dell’unità
Semi-profonde (D/B = 4-10)
Profonde (D/B > 10)
D/B > 1
FONDAZIONE SUPERFICIALE
Il carico è trasmesso al terreno
essenzialmente attraverso la base X-X FONDAZIONE PROFONDA
Il carico è trasmesso anche attraverso le
D/B < 1 superfici laterali X-Z
3
Fondazioni superficiali
Fondazioni profonde
I pali sono le soluzioni più comuni per trasferire carichi a strati profondi
Pozzi e cassoni si impiegano solo in condizioni eccezionali e per opere
particolari (fondazioni di ponti e viadotti soggette ad elevati carichi
orizzontali; fondazioni di opere nell'alveo di corsi d'acqua o in bacini
lacustri e marini)
4
Fasi del progetto di una fondazione
indagini, rilievi e prove (in sito e in laboratorio) volte alla
caratterizzazione geotecnica dei terreni interessati
determinazione dell’entità e distribuzione dei carichi esercitati dalla
sovrastruttura (analisi dei carichi)
scelta del tipo di fondazione e della profondità del piano di posa, e
primo dimensionamento della struttura
calcolo del carico limite di rottura del complesso terreno-fondazione
calcolo dei cedimenti sotto l’azione dei carichi di esercizio
eventuale modifica del tipo e/o delle dimensioni della fondazione
studio delle modalità esecutive
calcolo strutturale delle strutture di fondazioni e dimensionamento
definitivo
piano dei controlli in corso d’opera ed in fase di esercizio, computo
metrico e preventivo di spesa, ...
QS,P
PF
5
Analisi dei carichi
I carichi variabili QS,V sono tutti i carichi che possono essere applicati
temporaneamente alla struttura, distinti in relazione alla frequenza con
la quale agiscono:
quasi permanenti o di lunga durata: agiscono per un tempo non
trascurabile rispetto alla vita dell’opera (materiali nei silos e nei
magazzini, un'aliquota del peso delle persone negli edifici, ecc.)
di breve durata: agiscono saltuariamente per brevi periodi di tempo
(azioni del vento e della neve; traffico veicolare; folla compatta negli
edifici, vibrazioni indotte dal traffico o da macchinari; azioni sismiche)
QS,P QS,V
PF
QS,P QS,V
PF
SW
6
Scelta del tipo di fondazione
Se non esistono motivi precisi che condizionano la scelta (ad es. terreni
poco resistenti e molto compressibili che generalmente comportano
l'adozione di fondazioni a platea generale o su pali), si sceglie
inizialmente il tipo di fondazione più semplice ed economico
Nel caso degli edifici, tale tipo generalmente corrisponde alla fondazione
con plinti isolati, disposti ciascuno a sostegno di un pilastro
Se i plinti occupano più del 30% della superficie coperta dall'edificio,
possono risultare più economiche fondazioni di tipo continuo (travi
rovesce)
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Scelta del tipo di fondazione
Criteri di scelta in relazione al rapporto tra l’area
totale della fondazione e l’ingombro dell’edificio
E' consigliabile che il piano di posa sia lo stesso per tutti gli elementi di
una fondazione; ove ciò non sia possibile (es. edifici su pendio) per
evitare interferenze tra appoggi contigui rispettare tali limiti:
8
Criteri di predimensionamento
delle fondazioni superficiali
Criteri di predimensionamento
PLINTI ISOLATI
hanno generalmente forma in pianta
isometrica (quadrata, poligonale,
circolare); in presenza di significative
eccentricità dovute ai carichi permanenti
possono avere forma rettangolare
hanno forma a parallelepipedo, non
più a tronco di piramide (richiede
maggiore lavorazione della cassaforma e
dell’armatura)
al di sotto del plinto si realizza un
sottoplinto di calcestruzzo "magro" non
armato per un miglior getto del
calcestruzzo armato del plinto stesso e
per allargare l'effettiva base di appoggio
sul terreno
9
Criteri di predimensionamento
PLINTI ISOLATI
I plinti sono generalmente collegati tra loro nelle due direzioni da cordoli
di cemento armato, cioè da strutture in grado di resistere a sollecitazioni
di trazione o compressione, ma non di flessione
Criteri di predimensionamento
PLINTI ISOLATI
Per il dimensionamento si fissa un
valore della larghezza B (< 3 m) e poi
si determina l’altezza H da una verifica
a punzonamento: Qs
< τam
2(bo + c o ) H
dove Qs è il carico trasmesso dal pilastro
e τam è lo sforzo di taglio ammissibile del
calcestruzzo.
Per τam=0,4÷0,6 MPa, si ottengono plinti
alti e massicci che richiedono solo una
debole armatura;
Perimetro lungo cui può
per τam=0,6÷1,0 MPa si ottengono plinti
verificarsi il
relativamente bassi da armare a flessione punzonamento
e taglio
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Criteri di predimensionamento
TRAVI ROVESCE
Nel caso che i pilastri della anima
sovrastruttura siano disposti secondo
un allineamento con piccolo interasse soletta
e le caratteristiche del terreno di
fondazione non consentano l'adozione
di plinti isolati, si ricorre alla trave di
fondazione.
Questa ha in generale forma a T
rovesciata: la soletta, tramite la
sottotrave in calcestruzzo "magro",
trasmette il carico al terreno e
sull'anima poggiano i pilastri;
l'anima ha dimensione trasversale b
leggermente maggiore di quella dei
pilastri bo
Criteri di predimensionamento
TRAVI ROVESCE
Le travi rovesce possono essere collegate trasversalmente da cordoli o
da vere e proprie travi equivalenti formando un reticolo o graticcio di
travi
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Criteri di predimensionamento
TRAVI ROVESCE
Criteri di predimensionamento
PLATEE
Le platee generali possono essere di spessore costante o nervate.
Sono dette nervate quelle platee aventi la soletta irrigidita da un reticolo
di travi disposte nelle due direzioni lungo gli allineamenti dei pilastri
della struttura in elevazione.
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Criteri di predimensionamento
PLATEA A SPESSORE
COSTANTE
Criteri di predimensionamento
PLATEA NERVATA
La rigidezza delle platee nervate
dipende essenzialmente dalla
rigidezza delle travi. Per avere una
struttura sufficientemente rigida si
può assumere:
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Carico limite di fondazioni
superficiali
Carico limite
Primo requisito:
sicurezza rispetto ad un fenomeno di rottura per CARICO LIMITE
dei terreni di fondazione (la fondazione deve determinare nel terreno uno
stato tensionale sufficientemente lontano da quello che produce rottura)
(Verifica allo STATO LIMITE ULTIMO)
Stato limite ultimo (SLU): stato al superamento del quale l’opera non
soddisfa più le esigenze per la quale è stata progettata, a causa di fenomeni
quali collassi strutturali e geotecnici, instabilità, crolli e comunque fenomeni
che mettono fuori servizio irreversibilmente l’opera
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Carico limite
Meccanismi di rottura
15
Meccanismi di rottura
Meccanismi di rottura
Rottura generale
Rottura locale
Punzonamento
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Meccanismi di rottura
Meccanismi di rottura
Modello di riferimento (Vesic 1975):
Vesic,, 1975):
espansione cavità cilindrica in semispazio elastico –
perfettamente plastico
⇓
Si verifica il meccanismo di punzonamento se:
G indice di rigidezza 1 B π ϕ′
Ir = < I r ,crit I r ,crit = exp 3.3 − 0.45 cot −
c + σ m ' tan ϕ 2 L 4 2
Il punzonamento non si verifica in condizioni non drenate per terreni a grana fine.
Per essi il volume deve essere costante è possibile solo rottura generale
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Carico limite: formula trinomia di Terzaghi
IPOTESI:
rottura generale
fondazione nastriforme (L>>B, es. L>10B)
terreno omogeneo, isotropo a comportamento rigido-plastico
con criterio di rottura di Mohr-Coulomb: τf = c + σ tg ϕ
sulla fondazione agiscono carichi verticali centrati
piano campagna e piano di posa orizzontali
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Carico limite: formula trinomia di Terzaghi
19
Carico limite: formula trinomia di Terzaghi
q = sovraccarico laterale = γ1 D
B' = larghezza equivalente della fondazione
N c , N γ , N q = fattori di capacità portante = f(φ(
i c , i γ , i q = fattori di inclinazione del carico = f(H/N, c, φ)
sc , s γ , sq = fattori di forma
d c , d γ , d q = fattori di profondità
gc , g γ , g q = fattori di inclinazione del p.c.
bc , b γ , bq = fattori di inclinazione del piano di posa
20
Carico limite: relazione di Brinch-Hansen
Larghezza equivalente della fondazione B’
Se il carico applicato in fondazione è eccentrico si attribuisce alla
fondazione una larghezza fittizia B’, centrata attorno alla risultante,
assumendo che la parte più lontana dal carico non contribuisca alla
capacità portante
e
M
e=
N
N N
M H
H
B B’=B-2e
y
My
ex =
N
2ey
M
ey = x
N
ex
B
B’= B- 2ey
ey x
P
21
Carico limite: relazione di Brinch-Hansen
Coefficienti di forma (Vesic, 1975)
Tengono conto del fatto che il meccanismo di rottura passa da piano
(fondazione nastriforme) a tridimensionale
Fondazione rettangolare di lati B’ e L’ (B’<L’)
1 − dq D
dc = dq − dq = 1 + 2 ⋅ ⋅ tan φ ⋅ (1 − sin φ ) 2 ( D ≤ B' )
N c tgϕ B'
D
dγ = 1 d q = 1 + 2 ⋅ tg −1 ⋅ tan φ ⋅ (1 − sin φ )2 ( D > B' )
B'
22
Carico limite: relazione di Brinch-Hansen
Coefficienti di inclinazione del carico (Vesic, 1975)
V
m H
H
iq = 1 −
V + B '⋅L'⋅c ⋅ cot φ
B
( m +1)
H B
iγ = 1 −
V + B '⋅L'⋅c ⋅ cot φ B'
2+
m= L' H
1 − iq B' L
ic = iq − 1+
N c tgϕ L'
Se H agisce parallelamente a B
Tengono conto del fatto che il carico non è normale al piano di posa della
fondazione. La presenza di uno sforzo tangenziale comporta una riduzione
della capacità portante (i coefficienti sono minori dell’unità).
In relazione al rapporto H/V la rottura può avvenire anche per slittamento
23
Carico limite: relazione di Brinch-Hansen
Coefficienti di inclinazione del carico (Vesic, 1973)
24
Cosa fare se esiste rischio di rottura locale/punzonamento ?
B
Se Ir < Ir,crit si adottano i coefficienti riduttivi ψq, ψc, ψγ q lim = ψq N q ⋅ q + ψ c N c ⋅ c + ψ γ N γ ⋅ γ ⋅
2
Ψq
ψγ
3 . 07 sin ϕ log( 2 I r )
exp 0 . 6 − 4 . 4 tan ϕ +
B
ψq 1
L 1 + sin ϕ
1 − ψq B
ψc ψq − 0 . 32 + 0 . 12 + 0 . 6 log I r
N q tan ϕ L
ψγ ψq -
Coefficienti di capacità
portante secondo Terzaghi:
rottura generale Nc Nq Nγ ;
rottura locale: N'c N'q N'γ
25
Fondazione quadrata per condizioni di carico generali
Generalmente trascurabile
Fattori di forma
26
Scelta delle condizioni di verifica
Terreni molto permeabili (ghiaie, sabbie k>10-5 m/s): l'incremento delle
tensioni totali dovuto al carico trasmesso dalla fondazione al terreno non
genera ∆u (condizioni drenate).
Le pressioni interstiziali nel terreno (u) si calcolano in funzione delle
condizioni idrauliche al contorno (es. distribuzione idrostatica se acqua in
quiete).
La verifica di stabilità si esegue in tensioni efficaci, tenendo conto della
distribuzione più sfavorevole dei valori delle u (es. falda al livello più alto di
oscillazione)
Processo di consolidazione
to = istante applicazione carico
q σ+∆σ
σ ∆σ
Tempo
σ, σ’
σ’, u0
Argilla
satura
∆u
u0
Tempo
∆σ’
∆σ = ∆σ
σ’
Tempo
τf
qlim
Resistenza al taglio
& Carico limite
Tempo
27
Scelta delle condizioni di verifica
γ2*
γW V
28
Analisi in tensioni efficaci
*.
29
Analisi in tensioni efficaci
30
Analisi in tensioni totali
B'
sc = 1 + 0.2 sq = 1
L'
31
Analisi in tensioni totali
Coefficienti di inclinazione del carico (Vesic, 1975) B
θ
H L
32
Carico limite in depositi stratificati
Terreno dotato di sola coesione (condizioni non drenate, in tensioni totali)
cu1
cu2
cu2/cu1
33
Verifiche di stabilità
DM 11/3/1988 (Normativa non più in vigore)
Verifiche di stabilità
DM 11/3/1988 (Normativa non più in vigore)
A - Strutture nelle quali la probabilità che il carico massimo agisca molto
frequentemente (serbatoi, magazzini industriali, silos etc).
F = 3 se è stata eseguita un'indagine geotecnica molto accurata
F = 4 se permangono incertezze sulle caratteristiche del terreno
B - Strutture nelle quali il carico massimo può agire solo occasionalmente (ponti
stradali, fabbricati civili ed industriali).
F = 2,5÷3,5 in dipendenza del grado di conoscenza del sottosuolo
Il D.M. 11.3.88 per le opere ordinarie, nei casi in cui non siano stati
eseguiti studi e indagini particolari, fissava un valore minimo F = 3
34
Esempio di verifica di stabilità (DM 88)
Con riferimento alla fondazione superficiale a pianta
quadrata, calcolare il coefficiente di sicurezza globale F nella
condizione di falda idrica posta al piano campagna.
Si faccia l’ipotesi di rottura generale
b
Dati
Qs
Pr B= 3 m; L = 3 m
D
P
γ1 D=2 m; d=1 m; b=1 m
q
d Qs= 2500 kN
Sw u = γw D
γ1= 18 kN/m3
B γ2= 20 kN/m3
Sabbia mediamente ϕ’,, γ2 c’=0; ϕ’=32°
addensata Nq= 28.52 ; Nγ=26.87
Sottospinta
B idraulica
D γ1 Sw = u x Area di base =
u x B2 = (γw x D) x B2
u = γw D
B
Sabbia mediamente ϕ ’, γ 2
addensata
35
Esempio di verifica di stabilità (DM 88)
Calcolo del carico applicato
Qapp = Qs + Pf + Pr - Sw
Pf = γc x V = 25 x (3 x 3 x 1) = 225 kN
Sw = u x B2 = γw x D x B2 = 10 x 2 x 32 = 180 kN
36
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
37
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
38
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
39
Verifiche di stabilità DM 14/1/2008
Fondazione nastriforme
Terreno a grana grossa
Approccio DA1 – C1
A1 M1 R1
Approccio DA1 – C2
A2 M2 R2
40
Verifiche di stabilità DM 14/1/2008
Fondazione nastriforme
Terreno a grana grossa
Approccio DA2
A1 M1 R3
Approccio DA1-C2
A2 M2 R2
41
Esempio di verifica di stabilità (NTC08)
Esempio n. 1
Falda assente
42
Esempio di verifica di stabilità (NTC08)
43
Esempio di verifica di stabilità (NTC08)
Coefficienti di forma in
condizioni non drenate
B'
s c = 1 + 0 .2
L'
sq = 1
Nγ=6.2 e Nq=7.07
(Meyerhof ,1951)
44
Esempio di verifica di stabilità (NTC08)
Verifiche di stabilità
DM 14/1/2008 (Norme tecniche per le costruzioni)
45
Calcolo dei cedimenti di
fondazioni superficiali
Definizioni
ZI ZI ZI
1 Δσ z (z)
S = ∫ ε z (z)dz = ∫0 E(z) {Δσz (z) − ν[Δσ x (z) + Δσ y (z) ]} dz ≈ ∫
0
E(z)
dz
0
1
[ ( )]
ε x = E σ x − ν σ y + σ z
1
[ ]
ε y = σ y − ν(σ z + σ x )
E
Il legame costitutivo per mezzo 1
[ ( )]
ε z = E σ z − ν σ x + σ y
elastico lineare 2( 1 + ν )
γ xy = τ xy
E
2( 1 + ν )
γ yz = E
τ yz
2( 1 + ν )
γ zx = τ zx
E
46
Definizioni
ZI ZI ZI
1 Δσ z (z)
S = ∫ ε z (z)dz =
0
∫0 E(z) {Δσ z (z) − ν[Δσ x (z) + Δσ y (z) ]} dz ≈ ∫
0
E(z)
dz
Definizioni
47
Stato tensionale indotto da
carichi applicati in superficie
Pressioni di contatto
48
Pressioni di contatto: fondazioni flessibili
49
Pressioni di contatto: fondazioni semi-rigide
Pressioni di contatto
50
Esempio di calcolo strutturale di un plinto basso
(B-
(B-b0)/2
b0
Q
II
H
M
I I c0
C
p
II
B
Q
IPOTESI Distribuzione uniforme della pressione di contatto: p=
BC
(B-
(B-b0)/2
p
MC = (C-c0)2
(2B+b0) (C-
d 24
MB H
c0 C
p
MB = (B-b0)2
(2C+c0) (B-
p 24
R b0
Vista laterale
della mensola Vista dal basso della mensola
51
Esempio di calcolo strutturale di un plinto basso
MB MC
AB = AC =
0.85 H σf 0.85 H σf
52
Ipotesi per il calcolo dell’incremento di tensioni
Problema di Boussinesq
53
Problema di Boussinesq
r = cost
z= cost
Problema di Boussinesq
54
Carico verticale q uniform. distribuito e infinitamente esteso
NB Dal punto di vista pratico ricade in questo caso qualsiasi situazione in cui
l’estensione della zona caricata sia molto più grande dello spessore dello strato
entro cui si valuta l’incremento tensionale (es. B > 5H)
55
Pressione verticale uniforme su una superficie rettangolare
Notevole interesse applicativo:
molte fondazioni hanno forma rettangolare (es. platee)
sfruttando il principio di sovrapposizione degli effetti, permette di calcolare gli
incrementi di stato tensionale indotti da pressioni agenti su un’area qualsiasi
scomponibile in rettangoli
56
Pressione verticale uniforme su una superficie rettangolare
Abachi di Steinbrenner (1934):
57
Bulbi di pressione
Gli incrementi di tensione
verticale al di sotto di
superfici di carico di forma
quadrata e nastriforme
sono disponibili anche in 2B
forma di curve luogo dei
punti di uguale incremento
della tensione verticale
(isobare)
L’insieme delle isobare
forma il bulbo di
pressione
Isobara 0.1q ha un
importante interesse
applicativo: incrementi di
carico < 10% sono
generalmente trascurabili
ai fini del calcolo dei
nastriforme
quadrata
cedimenti
Stime approssimate
In prima approssimazione, nel caso di carico q uniformemente distribuito su
un’area rettangolare (dimensioni B x L), si può ipotizzare che il carico si diffonda
con rapporto 2:1.
A profondità z risulta, quindi:
B+z
L+z
58
Esempio
2m
Cedimento di un plinto
quadrato
Esempio
2m
0.38
1.63
Isobare: linee ad
uguale incremento
della tensione ∆σz= 0.17q = 27 kPa
verticale
59
Esempio
2m
Δσ z i (z) Δz i
S=∑
i E i (z)
27 kPa 2.5 m
δ argilla = =
6000 kPa
= 1.1 cm Consolidazione !
60
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
61
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
CEDIMENTO IMMEDIATO
Si fa generalmente riferimento a
moduli secanti per deformazioni
pari a ½-1/3 della deformazione a
rottura (valori molto cautelativi)
Stimati da back-analysis
62
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
CEDIMENTO IMMEDIATO
µ1
B=lato minore
B
H/B
µ0
D/B
63
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
CEDIMENTO DI CONSOLIDAZIONE p=carico netto applicato
q
64
Calcolo del cedimento di consolidazione (richiami)
σ’p
65
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
CEDIMENTO DI CONSOLIDAZIONE
Coefficienti di Skempton
66
Coefficienti di Skempton
Coefficienti di Skempton
67
Coefficienti di Skempton
∆uf>0
∆uf<0
68
Cedimenti di fondazioni su terreni coesivi saturi
Calcolo dei cedimenti a partire da prove in sito: es. DMT
69
Cedimenti di fondazioni su terreni incoerenti
70
Cedimenti di fondazioni su terreni incoerenti
Metodo di Schmertmann
z 2 /B
I ZΔZ Modulo di rigidezza:
S = C1C2 Δp ∑
0 E E = C3qc = 2.5qc ↔ 3.5qc
71
Cedimenti di fondazioni su terreni incoerenti
Metodo di Schmertmann
∆p
I z ,max = 0,5 + 0,1
σ v ' ( z1 / B )
72
Cedimenti assoluti e differenziali
I punti A, B, C e D possono
rappresentare plinti isolati
ovvero punti di una trave/platea
di fondazione
73
Valori ammissibili dei parametri di deformazione
74