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Corso di “Tecnica delle Fondazioni”

Laurea magistrale in “Ingegneria delle Costruzioni”


(LM-24)

Fondazioni profonde

Prof. Ing. Alessandro Pagliaroli


Sezione di Ingegneria
Viale Pindaro, 42 - 65127 Pescara
alessandro.pagliaroli@unich.it

Tipi di fondazione
Fondazione superficiale (o diretta): il rapporto fra la profondità del
piano di posa D e la sua larghezza in pianta B risulta minore o non
molto maggiore dell’unità
Fondazione profonda: lo stesso rapporto, D/B, è maggiore dell’unità
Semi-profonde o intermedie (D/B = 4-10)
Profonde (D/B > 10)
D/B > 1

FONDAZIONE SUPERFICIALE
Il carico è trasmesso al terreno
essenzialmente attraverso la base X-X FONDAZIONE PROFONDA
Il carico è trasmesso anche attraverso le
D/B < 1 superfici laterali X-Z

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Fondazioni semi-profonde e profonde

I pali sono le soluzioni più comuni per trasferire carichi a strati profondi
Pozzi e cassoni si impiegano solo in condizioni eccezionali e per opere
particolari (fondazioni di ponti e viadotti soggette ad elevati carichi
orizzontali; fondazioni di opere nell'alveo di corsi d'acqua o in bacini
lacustri e marini)

Pozzi e Cassoni

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Fondazioni su pozzo

 I pozzi vengono utilizzati spesso per la


fondazione di opere importanti (ponti,
viadotti, etc) su pendii acclivi, a volte
ricoperti da coltri di materiale detritico o
allentato in precarie condizioni di stabilità
 In tali condizioni l’esigenza è quella di
trasferire il carico al substrato integro e
assorbire, allo stesso tempo, le sollecitazioni
applicate dall’eventuale coltre superficiale in
movimento
 Queste ultime azioni sono di entità notevole
anche per spessori modesti della coltre (3-4
m) e non possono essere assorbite da pali i
quali “soffrono” i carichi applicati
trasversalmente al proprio asse.
 Tipicamente la sezione dei pozzo è circolare
con diametri dell’ordine di 5-15 m

Fondazioni su pozzo
Ponte strallato fondato su pozzo

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Fondazioni su pozzo

 I metodi semplificati di verifica


delle fondazioni su pozzo ipotizzano
la fondazione infinitamente rigida
 Sotto carichi esterni possiamo
quindi ritenere trascurabile
l’inflessione della fondazione; questa
si limita a ruotare attorno a un
punto O posto sotto la superficie
del terreno e il collasso del sistema
pozzo-terreno avviene per
superamento della resistenza limite
(tensione limite passiva) del terreno
ai lati o per superamento del carico
limite del terreno sotto la base

Fondazioni su pozzo
Metodo di Jamiolkowki (1968)
 Ipotesi: fondazione infinitamente rigida vincolata al terreno con
molle alla Winkler (kh, kv coefficienti di reazione orizzontale e
verticale)
Il metodo si articola nelle seguenti fasi:
 In funzione delle caratteristiche geometriche, della quota di
applicazione del carico, dei coefficienti di reazione del terreno, si
determina la profondità del centro di rotazione del pozzo (z0)
 Da z0 è possibile calcolare, noti i carichi applicati:
la rotazione del pozzo (ω)
gli spostamenti orizzontali (δ) alle varie profondità
le caratteristiche di sollecitazione lungo il pozzo (M,N,T)
le tesioni orizzontali agenti lungo il fusto del pozzo σh(z) e alla base
σv(z)
 Controllo ammissibilità di spostamenti e rotazioni per opera in esame e
che σh(z) < σp(z) (tensione limite passiva) e σv(z) < qlim (Brinch-Hansen)

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Fondazioni su pozzo
NB. Il momento M agente alla
Metodo di Jamiolkowki (1968) testa del pozzo può essere
portato in conto mediante
h1=M/H

Fondazioni pneumatiche (cassoni pneumatici)

Le Pont des Arts, Edward Hopper (1907)

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Fondazioni pneumatiche (cassoni pneumatici)

• Impiego per opere marittime, pile di grandi


ponti, ecc.
• Esecuzione in acqua o in terreni acquitrinosi
raggiungendo lo strato resistente mediante
cassoni pneumatici.
• Il cassone pneumatico è aperto
inferiormente e ha pareti e copertura in c.a.
Questa è attraversata dalle tubazioni
dell’aria compressa e da un camino
attraverso cui passano gli operai, i materiali
scavati e quelli occorrenti alla costruzione.
L’aria compressa permette di mantenere,
nella camera di lavoro, una pressione
maggiore di quella idrostatica esterna,
impedendo che l’acqua invada la camera
stessa. Raggiunta la profondità stabilità la
camera è riempita con cls.

Fondazioni pneumatiche (cassoni pneumatici)

Ponte di Brooklyn (fondazioni a cassoni pneumatici 1870-1872)

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Fondazioni pneumatiche (cassoni pneumatici)

Torre Eiffel (fondazioni a cassoni


pneumatici 1887)

Fondazioni pneumatiche (cassoni pneumatici)


Oltre alle verifiche di capacità portante, occorre garantire durante la
lavorazione l’equilibio del cassone sotto le varie forze agenti

Pc + Pr − S' tgδ > γ w A b H + Fa


Pc : peso del cassone
Pr: peso del riempimento del cassone
(cls/muratura)
S’ : spinta delle terre sulla superficie laterale
del cassone
δ: angolo di attrito terreno-cassone
γw: peso specifico dell’acqua
Ab: area di base del cassone
Fa: forza (verso l’alto) dovuta alla differenza di
pressione dell’aria

h + H1
P: perimetro del cassone; k= ka, coefficiente di spinta
S' = p ∫ kσ 'v dz attiva (scelta cautelativa)
h

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Fondazioni su pali

Pali di fondazione

Il carico è trasmesso attraverso la


base X-X e le superfici laterali X-Z

D/B >> 1

PALO: elemento strutturale di fondazione, costruito in opera o


infisso dalla superficie del terreno, in grado di trasmettere al
sottosuolo, anche lungo la sua superficie laterale, i carichi trasmessi
dalla sovrastruttura

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Pali di fondazione

Situazioni in cui si impone una fondazione su pali:


 esigenze idrauliche (fondazioni di ponti o di opere in alveo o al
largo in mare)
 necessità di limitare i cedimenti o di trasmettere il carico in
profondità al di sotto di terreni con caratteristiche meccaniche scadenti

Palificate

PALIFICATE: gruppo di pali posti a distanza ravvicinata e collegati


tra loro da plinti, travi e intelaiature

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Palificate

Viadotto sul fiume Garigliano

Palificate

Edificio a Stonebridge Park


(Londra)

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Suddivisione dei pali di fondazione

Il comportamento dei pali è fortemente influenzato dalla


tecnologia di installazione, in quanto dipende principalmente
dal volume di terreno immediatamente circostante il palo che
è quello disturbato dall’installazione stessa (variazione di
proprietà e di stato tensionale)

 occorre tenere conto nella progettazione del disturbo


arrecato al terreno circostante
 è utile una suddivisione basata sulla tecnologia di
installazione perché da questa dipende il disturbo

Suddivisione dei pali di fondazione

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Suddivisione dei pali di fondazione

1. Metodo di installazione
trivellato, trivellato a elica continua, battuto, infisso, avvitato

2. Spostamento prodotto nel terreno


grande, piccolo, assente

3. Materiale
calcestruzzo, acciaio, legno, combinazioni

4. Costruzione
in opera, prefabbricato, combinazioni

5. Supporto durante la costruzione


assente, temporaneo, permanente, fanghi bentonitici/polimerici, ecc.

6. Geometria
piccolo diametro, medio diametro, grande diametro, a base allargata, ecc.

Suddivisione dei pali di fondazione

1. Metodo di installazione
battuto/infisso, avvitato, trivellato, trivellato a elica continua

2. Spostamento prodotto nel terreno


grande, piccolo, assente

3. Materiale
calcestruzzo, acciaio, legno, combinazioni

4. Costruzione
in opera, prefabbricato, combinazioni

5. Supporto durante la costruzione


assente, temporaneo, permanente, fanghi bentonitici/polimerici, ecc.

6. Geometria
piccolo diametro, medio diametro, grande diametro, a base allargata, ecc.

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Suddivisione dei pali di fondazione

Spostamento prodotto nel terreno

PALI A SPOSTAMENTO

GRANDE SPOSTAMENTO PICCOLO SPOSTAMENTO

PALI AD ASPORTAZIONE

TRIVELLATI ALTRO (barrette, micropali, …)

AD ELICA CONTINUA

Pali infissi/battuti

Un palo infisso/battuto è eseguito senza asportazione di terreno (a


spostamento) e realizzato mediante l'infissione, per mezzo di battipali e
vibratori, di elementi prefabbricati (calcestruzzo, acciaio), oppure
mediante getto di calcestruzzo in opera entro un tubo forma infisso nel
terreno.
Si distinguono:
-pali prefabbricati in c.a. ordinario o precompresso : sono costituiti
da elementi a sezione costante o rastremata, di forma circolare,
ottagonale, esagonale, quadrata, pieni o cavi (dimensione trasversale d =
0,2 ÷ 0,8 m) aventi lunghezza variabile tra 20 m e 35 m;
-pali di acciaio: diametro variabile tra 0,2 m e 3 m e lunghezza fino a
100 metri specie nelle opere marittime e in mare aperto (offshore)
-pali infissi gettati in opera: pali in c.a. realizzati entro una cassaforma
costituita da un tubo d'acciaio di grande spessore infisso nel terreno;
durante il getto del calcestruzzo il tubo di acciaio viene gradualmente
estratto (diametro tra 0,3 e 0,6 metri, lunghezza fino a 30 ÷ 35 m)

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Pali infissi/battuti

Materiali: Acciaio, calcestruzzo e…legno

Non più utilizzati per le nuove costruzioni ma resta il problema delle


fondazioni delle costruzioni esistenti (consolidamento e restauro)

Pali infissi/battuti

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Pali infissi/battuti

Pali infissi prefabbricati in


c.a. e c.a.p.
(poco diffusi in Italia)

PALI A SPOSTAMENTO

GRANDE SPOSTAMENTO

Addensamento delle staffe


alle estremità del palo per
resistere agli sforzi che si
generano durante la battitura

Pali infissi/battuti

tappo di Palo tipo FRANKI


ghiaia o CLS
PALI A SPOSTAMENTO
secco
GRANDE SPOSTAMENTO

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Pali trivellati

Un palo trivellato è eseguito con asportazione di terreno mediante getto


di calcestruzzo in un foro trivellato preventivamente con attrezzatura a
percussione o a rotazione.
Convenzionalmente si suddividono in:
- Pali di grande diametro: hanno diametro maggiore di 700 mm
(diametri commerciali: 800-1000-1200-1500-2000 mm) e possono
raggiungere, salvo casi speciali, lunghezze dell'ordine di 40 m;
- Pali di medio diametro: hanno diametro compreso tra 300 mm e 700
mm (diametri commerciali: 400-600 mm); la lunghezza di norma è
compresa tra 20 m e 40 m;
- Pali di piccolo diametro (micropali): hanno diametro compreso tra
80 e 300 mm (diametri commerciali: 80-100-120-150-200-250 mm) e
lunghezza compresa fra 10 m e 20 m; sono realizzati con tecnologie ed
attrezzature speciali

Pali trivellati

PALI AD ASPORTAZIONE

PALI TRIVELLATI

Infinità varietà derivanti dalle svariate combinazioni di:

- Sistemi di trivellazione

MANUALE PERCUSSIONE ROTO-PERCUSSIONE ROTARY

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Pali trivellati

PALI AD ASPORTAZIONE

PALI TRIVELLATI

Infinità varietà derivanti dalle svariate combinazioni di:

- Sistemi di trivellazione

MANUALE PERCUSSIONE ROTO-PERCUSSIONE ROTARY

MECCANICA IDRAULICA

Pali trivellati

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Pali trivellati

Micropali

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Criteri di scelta

PALI INFISSI/BATTUTI (a spostamento):


addensamento del terreno nell’intorno del
palo

PALI TRIVELLATI (ad asportazione):


decompressione del terreno nell’intorno del
palo

Criteri di scelta

PALI INFISSI/BATTUTI
 risultano di difficile esecuzione se il sottosuolo è costituito da
terreni con elevata resistenza o da terreni eterogenei con blocchi e
trovanti lapidei
 in terreni incoerenti, provocano un addensamento che migliora le
caratteristiche del terreno
 in terreni coerenti saturi, l'infissione provoca un aumento della
pressione neutra e non si ha alcun effetto di addensamento
 le attrezzature per l'infissione sono di grandi dimensioni e possono
perciò essere impiegate solo in cantieri vasti e di agevole accesso
 le operazioni di infissione danno origine a vibrazione e scuotimenti
nel terreno e a rumore intenso con disturbo alle persone e possibili
dissesti nei manufatti adiacenti

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Criteri di scelta

PALI TRIVELLATI
 può essere eseguito in qualsiasi tipo di terreno adottando
l’opportuna tecnica di perforazione
 l'asportazione di materiale, caratteristica di questo tipo di pali, può
causare la decompressione e il peggioramento delle caratteristiche
meccaniche del terreno
 in terreni incoerenti al disotto del livello della falda idrica possono
avvenire franamenti delle pareti o rifluimento di materiale dal fondo
 le attrezzature, a parte i limiti dipendenti dalle dimensioni, non
pongono particolari problemi e gli effetti sull'ambiente circostante
possono essere ridotti a valori accettabili

Pali ad elica continua

• Scavo del palo mediante infissione di un elica continua


assemblata su un tubo centrale cavo
• Estrazione dell’elica e contemporaneo getto del cls dal tubo
• Inserimento della gabbia di armatura nel cls fresco
• Si ha parziale asportazione del terreno (comportamento
intermedio tra palo trivellato e infisso)

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Pali ad elica continua

Criteri di scelta

PALI AD ELICA CONTINUA


 lunghezze massime 30-40 m, diametri fino a 1200 mm
 parziale addensamento del terreno circostante il palo
 minimizzazione del cantiere e possibilità di operare in spazi
ristretti
 non si utilizzano fanghi bentonitici (anche in presenza di falda):
- non occorrono impianti di produzione, stoccaggio e
dissabbiamento dei fanghi (ingombri inaccettabili in aree urbane)
- si elimina la necessità di trasporto dei fanghi in discarica

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Pali ad elica continua

Suddivisione dei pali di fondazione

trivellati
ad elica
infissi

 Il “successo” dei pali ad elica continua è dovuto ai vantaggi visti in precedenza e


alla maggiore velocità di realizzazione

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Pali avvitati (screw)
SCREW PILES PALI A SPOSTAMENTO
• Omega pile OMEGA
PICCOLO SPOSTAMENTO
• Bauer pile
• Berkel pile
• Atlas pile
• Fundex pile
• CHD pile
• SVB pile
• SVV pile
• ………..

 No rimozione del terreno durante avvitamento (si utilizzano in terreni soffici dei
quali migliorano le caratteristiche)
 Getto del calcestruzzo in pressione mentre si estrae l’elica e posa armatura

Pali soggetti a
carichi verticali

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Carico limite del palo singolo
Comportamento di un palo singolo

Carico limite del palo singolo

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Carico limite del palo singolo
Qlim è il valore del carico che applicato alla testa del palo
produce la rottura del terreno posto al di sotto della punta del
palo e/o lungo la sua superficie laterale

Il carico limite è comunemente determinato attraverso due


metodi principali:
 Analitici : esprimono analiticamente il comportamento a
rottura del terreno (formule statiche); sono tuttavia presenti
numerosi coefficienti empirici di “aggiustamento” (quindi più
correttamente si parla di metodi semi-empirici)
 Empirici: il carico limite è ricavato da prove di carico su
pali prototipo

Carico limite del palo singolo

FORMULE STATICHE
il carico limite Qlim di un palo
viene suddiviso
convenzionalmente in due
WP
parti: la resistenza di punta Qp
e la resistenza laterale Qs,
prescindendo dalla
interferenza tra i due
meccanismi di rottura

Qlim = Q p + Qs − WP

Qp e Qs, sono determinati separatamente e sommati con i loro valori massimi


mobilizzabili (anche se tali massimi sono raggiunti in corrispondenza di un
diverso cedimento)

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Carico limite del palo singolo

RESISTENZA ALLA PUNTA

Q p = (cN c + q L N q )A p
WP
qp: forma simile al carico limite di fondaz. sup.

Ap area della punta del palo


c coesione del terreno in
corrispondenza della punta del palo
Nc coefficiente di capacità portante
(empirico)
Nq coefficiente di capacità portante,
funzione di ϕ del terreno alla punta
del palo e del rapporto L/d
q L = ∑ γ i Δz i qL tensione litostatica verticale alla
i profondità della punta del palo

Carico limite del palo singolo


RESISTENZA LATERALE
Tensione tangenziale interfaccia palo-terreno

Q s = πd ∑ (q si + K i σ viμ i )Δz i
WP
i
Tensione orizzontale (spinge a contatto palo e
terreno)

Con riferimento allo strato i-esimo:

qsi adesione palo-terreno indipendente


dalla tensione orizzontale
σvi tensione litostatica verticale media
µi= tanδi coefficiente di attrito palo-terreno
Ki coefficiente di tensione laterale
∆zi spessore dello strato

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Scelta delle condizioni di verifica
CONDIZIONI DI DRENATE NON DRENATE
DRENAGGIO
MODELLO Continui sovrapposti Continuo indifferenziato
(tensioni efficaci) (tensioni totali)

TERRENI Sabbie Argille a breve termine


Argille a lungo termine
PARAMETRI DI c = c’ c = cu
RESISTENZA AL φ = φ’ φ = φu= 0
TAGLIO
τf = c + σ tan φ

Terreni incoerenti (elevata permeabilità) verifica in T.E. (cond. drenate)

Terreni coesivi (bassa permeabilità) verifica in T.T. (C.N.D., breve termine)


+ verifica T.E. (C.D., lungo termine)

Carico limite del palo in terreni incoerenti


Per terreni incoerenti: c’=0 e qsi = 0
n
Qlim = q′L N q Ap + π d ∑ K σ′ µ
i =1
i vi i ∆zi − W ' P
Per il calcolo di Nq si usa: Pali grande diametro
ϕ= ϕi – 3° (pali trivellati) (Nq* corrisponde a
cedimenti 6-10% D palo)
ϕ= (ϕi +40°)/2 (pali battuti)
q'L = ∑ γ i Δz i − u Pali medio diametro
i (Berezantzev, 1961)
tensione litostatica
verticale efficace alla
punta del palo

W'P = WP − γ w Vimm
Peso del palo depurato
Raccomandazioni AGI (1984)
della spinta di valori molto cautelativi
galleggiamento

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Carico limite del palo in terreni incoerenti
Per terreni incoerenti: c’=0 e qsi = 0
n
Qlim = q′L N q Ap + π d ∑ K σ′ µ
i =1
i vi i ∆zi − W ' P

I valori di K dipendono principalmente dalla tecnologia esecutiva


Quelli di µ = tanδ anche dal materiale costituente il palo

Carico limite del palo in terreni coesivi saturi


Per terreni coesivi in condizioni non drenate e in T.T.: c = cu e ϕ = 0
n
Qlim = (c u N c + q L ) A p + π d ∑ q ai Δz i − WP
i =1
N c = 9 su base empirica
Per l’adesione palo terreno si
pone (metodo α):

qai= α cu
(cu del terreno indisturbato)
I valori di α dipendono dalla
cu del terreno e dalle modalità
esecutive e dal materiale del
palo (tengono conto di
disturbo e ammorbidimento)

Per le verifiche a lungo termine in condizioni drenate e in T.E.: stesse


formule viste per terreni incoerenti

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Capacità portante da prove di carico

Capacità portante da prove di carico


Esistono diversi metodi per valutare la
capacità portante di un palo a carico
verticale dai risultati di prove di carico:

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Capacità portante da prove di carico
Esistono diversi metodi per valutare la
capacità portante di un palo a carico
verticale dai risultati di prove di carico:

Capacità portante da prove di carico

determino i coeff. di regressione m e n

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Verifiche di stabilità (DM 11/3/1988,non in vigore)

Il carico ammissibile che è possibile affidare ad un singolo palo è


determinato applicando al carico limite un coefficiente di sicurezza F
globale e tenendo conto del peso proprio del palo WP:

Q p + Qs Q p + Qs
F= = Fmin Qam = − WP
Qam + WP Fmin

La normativa DM 11.3.88 prescrive per il coefficiente di sicurezza


da applicare al carico limite, nel caso questo sia valutato con metodi
teorici, un valore non inferiore a 2,5
Nel caso siano state eseguite prove di carico fino a rottura, può
essere accettato un F inferiore ma comunque non minore di 2

Verifiche di stabilità DM 14/1/2008 (NTC08)

Si usa M1 anziché M2

(A2)

31
Verifiche di stabilità DM 14/1/2008 (NTC08)

(M1)

(R2)

Verifiche di stabilità DM 14/1/2008 (NTC08)

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Verifiche di stabilità DM 14/1/2008 (NTC08)

(R3)

Esempio di verifica di stabilità (NTC08)

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Esempio di verifica di stabilità (NTC08)

AL,1=π
πd1L1=3.14*0.8m*
6m = 15.1 m2
AL,2=π
πd2L2=3.14*0.8m*
8m = 20.1 m2

Capacità portante di pali in gruppo (palificata)

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Capacità portante di pali in gruppo (palificata)

Capacità portante di pali in gruppo (palificata)

Terreni incoerenti

Terreni coesivi

pali che funzionano principalmente di punta

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Capacità portante di pali in gruppo (palificata)
Terreni coesivi

Pali portanti prevalentemente per


aderenza laterale (sensibile interazione con
terreno laterale): funzionamento a “blocco”

Palificata soggetta a carichi eccentrici

La distribuzione delle sollecitazioni normali e flessionali agenti su


un gruppo di pali, è condizionata da molti fattori:
 rigidezza dei pali sotto forze assiali (curva-carico cedimento);
 rigidezza flessionale dei pali;
 rigidezza flessionale della platea di fondazione;
 interazione tra i pali.

Anche per sforzi normali centrati (assenza di momenti), la


distribuzione dei carichi agenti sui pali non è uniforme, con una
concentrazione delle azioni sui pali di bordo.
I pali di bordo tendono ad essere ancora più caricati nel caso di
eccentricità (momenti) importanti (ad. es. spalle di ponti)

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Palificata soggetta a carichi eccentrici
Nella pratica progettuale si fa ricorso ad ipotesi semplificative:
 struttura di collegamento infinitamente rigida;
 pali privi di resistenza flessionale;
 interazione tra i pali trascurabili.

Con queste ipotesi, la fondazione


subisce un movimento rigido di
rototraslazione e le azioni sul palo i
possono essere determinate con la:
N xi yi
Ni = +My + Mx
n ∑ x 2j ∑ y 2j
N, Mx, My sono le caratteristiche della sollecitazione agenti rispetto al baricentro della
palificata G
n è il numero dei pali
xi e yi sono le coordinate del palo i-esimo

Cedimenti delle fondazioni su pali

Il cedimento del singolo palo è dato dalla somma di tre contributi:


a) accorciamento elastico del palo;
b) penetrazione del palo nel terreno;
c) riduzione di volume del terreno sottostante la punta del palo che
si manifesta in tempi lunghi.

Il metodo più attendibile per valutare


il cedimento del palo è quello di far
riferimento a risultati sperimentali,
ottenuti a mezzo di prove di carico su
pali prototipo

37
Cedimenti delle fondazioni su pali
Metodo delle curve di trasferimento

Il palo viene schematizzato


mediante una serie di conci e per
ciascuno di essi viene definita una
curva di trasferimento t-z che
traduce la mobilitazione dell’attrito
laterale in funzione degli
spostamenti verticali del concio
Concio alla base: attrito laterale +
pressione contatto alla base

Le curve t-z sono ottenute sulla


base di analisi a ritroso di prove di
carico su pali strumentati

Cedimenti delle fondazioni su pali


Metodo delle curve di trasferimento
Curve di trasferimento per resistenza laterale e di punta per pali in terreni
coesivi (Reese & O’Neill 1991)

Resistenza laterale Resistenza alla punta

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Cedimenti delle fondazioni su pali
Metodo delle curve di trasferimento
Esempi di curve di trasferimento per resistenza laterale e di punta per pali in
sabbie (Reese & O’Neill 1991)

Resistenza laterale Resistenza alla punta

Verifica a SLE: esempio

Palo trivellato in sabbia


(uniforme)
d=1.2 m – L = 14 m

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Verifica a SLE: esempio

Verifica a SLE: esempio

Il cedimento atteso per un carico di 2900 kN è pari a circa 0.4% del diametro
ovvero 5 mm

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Cedimenti delle fondazioni su pali
Il cedimento di una palificata è in genere maggiore del
cedimento del singolo palo, a parità di carico medio per palo.

Ciò è dovuto alle mutue interazioni fra i pali:

Il bulbo di pressioni al di sotto della palificata è molto più esteso di quello relativo ad
un palo singolo, raggiungendo il livello di terreni compressibili al di sotto delle sabbie

Cedimenti delle fondazioni su pali


Valutazione del cedimento di una palificata :
- estrapolando i risultati relativi al palo singolo:
2
 0,6 B  Pali trivellati (B = dimensione minore in
δ Gp = δ p  
 0,3 B + 0,3  pianta della palificata, in metri)

- con procedimenti analoghi a quelli impiegati per il


calcolo dei cedimenti delle fondazioni superficiali
(metodo della fondazione equivalente)

Pali resistenti Pali resistenti


prevalentemente prevalentemente
lungo il fusto alla punta

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Cedimenti delle fondazioni su pali

Il cedimento di un gruppo di pali (wG) può essere calcolato a partire da


quello del singolo palo (ws):
wG = Rs ⋅ ws con Rs >1

Cedimenti delle fondazioni su pali


wG = R s ⋅ ws con Rs >1

A sua volta Rs viene generalmente stimato con la:


Rs = Rg ⋅ n
dove n=numero di pali

Analizzando i dati relativi al comportamento di palificate in vera grandezza


e di modelli in piccola scala realizzati in laboratorio, Mandolini et al (1997)
hanno proposto la seguente espressione per Rg in funzione di R:

ns
R=
L
n = numero di pali
s = interasse tra i pali
L = lunghezza dei pali

42
Pali soggetti ad azioni
ortogonali all’asse

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Condizioni geostatiche (terreno omogeneo)

Le tensioni orizzontali
hanno una distribuzione
assialsimmetrica a
risultante nulla

Traslazione δ per effetto di un carico orizzontale Si altera la distribuzione


delle tensioni; si generano
anche tensioni tangenziali
La risultante è non nulla ha
stessa direzione dello
spostamento e verso opposto

Poichè il volume di terreno che partecipa alla risposta sotto azioni


orizzontali è molto più grande di quello modificato dall’installazione
del palo, gli aspetti tecnologici non sono rilevanti (Reese & Van
Impe, 2001)

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Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Teoria di BROMS (1964)
Ipotesi:
comportamento rigido-plastico sia
per il terreno che per il
comportamento flessionale del palo

M=My formazione di una


cerniera plastica

Il regime di sollecitazione a taglio nel palo che consegue all’applicazione di forze


orizzontali è molto più gravoso di quello di sforzo normale che si ha per carichi
verticali; per questo occorre considerare anche la resistenza strutturale del palo

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Ipotesi:
• plim dipendente solo dalla dimensione della sezione
del palo e non dalla sua forma (quadrata, circolare)
• Terreno omogeneo (proprietà costanti con la
profondità)

Sulla base di numerose osservazioni sperimentali e di considerazioni di natura teorica:


diagramma
Terreni COESIVI
semplificato

Terreno rifluisce verso l’alto

Terreno rifluisce attorno al


fusto del palo

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Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Ipotesi:
• plim dipendente solo dalla dimensione della sezione
del palo e non dalla sua forma (quadrata, circolare)
• Terreno omogeneo (proprietà costanti con la
profondità)

Sulla base di numerose osservazioni sperimentali e di considerazioni di natura teorica:


Terreni INCOERENTI

Il fattore 3 è dovuto alla


tridimensionalità della
rottura alla quale
concorrono anche le
tensioni tangenziali sulle
superficie laterali del palo

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Possibili meccanismi di rottura:

Rotazione rigida o a palo “corto” Con formazione di cerniera plastica o


a palo “lungo”

45
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Rotazione rigida o
rottura a palo “corto”

Centro di
rotazione
g/2

Nella sezione dove M = Mmax,


si ha T = 0 →
H
f =
9 ⋅ cu ⋅ d
T=0

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Rotazione rigida o
rottura a palo “corto”

Centro di
rotazione
g/2

f2
M max = H ⋅ (e + 1,5 ⋅ d + f ) − 9 ⋅ cu ⋅ d ⋅
2

M=Mmax

46
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Rotazione rigida o
rottura a palo “corto”

Centro di
rotazione
g/2

M=Mmax

 g3  g 1
M max =  9 ⋅ cu ⋅ d ⋅  g −  9 ⋅ cu ⋅ d ⋅  g =
 24  24
g/2
g2
9 ⋅ cu ⋅ d ⋅
4

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa Rotazione rigida o rottura a palo “corto”

H
f =
9 ⋅ cu ⋅ d

g2
M max = 9 ⋅ cu ⋅ d ⋅
4

L = 1,5 ⋅ d + f + g

3 eq.ni in 3 incognite (H, f, g), la


cui soluzione è:

2 2
H  L e L e Le e
= −91,5 + + 2  + 9 2  + 4  + 4 + 6 + 4,5
cu d 2  d d   
d  
d d d d

H = f(cu , d, L, e )

47
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa

Rotazione rigida o rottura a


palo “corto”

H  L e
= −91,5 + + 2  +
cu d 2  d d
2 2
L e Le e
+ 9 2  + 4   + 4 + 6 + 4,5
d  d  d d d

H è il carico limite che induce


rottura nel terreno
Ai fini delle verifiche
geotecniche deve essere
maggiore del carico
orizzontale agente alla testa
del palo

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Occorre verificare che il meccanismo di rottura sia Rotazione rigida o rottura a
effettivamente a palo corto cioè che Mmax < My palo “corto”
(momento di plasticizzazione del palo)

Dalla risoluzione del sistema di eq.ni →

M max H  H e 
3
= 
2  2
+ + 1,5 
cu d cu d  18cu d d 

NB
Se entro nell’abaco con Mmax=My trovo la Lmin per
cui si forma cerniera plastica:
per L≥Lmin la rottura è a palo lungo

48
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
My momento di
plasticizzazione per tipiche
sezioni circolari in c.a.

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Se Mmax > My il sistema di equazioni non è più valido in quanto
cambia il meccanismo di collasso.

Se risulta Mmax > My, ovvero L≥Lmin, il


meccanismo di collasso è per palo lungo, in
quanto si ha la formazione di una cerniera
plastica in corrispondenza della sezione di
momento massimo
(z = 1,5d+f rispetto al p.c.)

49
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Rottura a palo “lungo”

L’eq. alla traslazione orizzontale del tratto


di palo al di sopra della sezione di momento
massimo è sempre la stessa.
My
H
f =
9 ⋅ cu ⋅ d

L’equazione di equilibrio alla rotazione dello stesso tratto di palo è:

M y = H ⋅ (e + 1,5d + f ) − 9cu d f ⋅ 0.5 f = H ⋅ (e + 1,5d + 0,5 f )

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Rottura a palo “lungo”

La porzione di palo al di sotto della


cerniera plastica è inutile ai fini di Hlim
(Hlim indipendente da L !)
Combinando le 2 equazioni si ottiene:
2
H
cu d 2
 e e e 2 My
= −91,5 +  + 9   + 3 +
 d d  d 9 cu d 3
+ 2,25 (
H = f cu , d, e, My )

50
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni coesivi omogenei (cu = cost), pali liberi di ruotare
in testa
Dal punto di vista pratico, dovendo determinare il valore di H limite che compete ad
certo palo (noti quindi L, d, e, My) in un dato terreno (nota cu) si applicano i due
abachi relativi alle rotture a palo corto e a palo lungo; il valore di H limite cercato
sarà il minore tra i due valori determinati

Rottura a palo
“lungo”

Rottura a palo
“corto”

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali a rotazione in testa impedita,
terreni coesivi omogenei
Spesso il palo è vincolato in testa ad una struttura
(es. piastra o platea di collegamento) che ne
impedisce totalmente o parzialmente la rotazione
In questo caso la sezione di momento massimo è
quella alla testa (z=0)

In questo caso si possono verificare tre differenti


meccanismi:

(a) Palo “corto”


Mmax,z=0 < My

(b) Palo “intermedio”


Mmax,z=0 = My; Mmax,z>0 < My

(c) Palo “lungo”


Mmax,z=0 = My; Mmax,z=1,5d+f = My

51
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali a rotazione in testa impedita,
terreni coesivi omogenei
Procedendo in maniera analoga al caso di palo libero
di ruotare (scrittura di equazioni di equilibrio alla
traslazione e alla rotazione), si ottiene:

(a) Palo “corto”


H = f(cu, d, L), non dipende da My

(b) Palo “intermedio”


H = f(cu, d, L, My)

(c) Palo “lungo”


H = f(cu, d, My), non dipende da L

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali a rotazione in testa impedita, terreni
coesivi omogenei
(a) Palo “corto” H = f(cu, d, L), non dipende da My
L 
2
H M max L
= 9  − 1,5  = 4,5  − 10,125
cud 2 d  cu d 3 d 

52
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali a rotazione in testa impedita, terreni
coesivi omogenei
(b) Palo “intermedio” H = f(cu, d, L, My)
Si ha la formazione di una sola cerniera plastica nella
sezione di collegamento con la struttura di fondazione

2
H  L  L 4 My
= −91,5 +  + 9 2  + + 4,5
cu d 2  d  d  9 cu d
3

Valori limite di L/d per i quali


si forma la seconda cerniera
plastica (schema di “palo
lungo”): a destra H non
dipende più da L (e quindi da
L/d)

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali a rotazione in testa impedita, terreni
coesivi omogenei
(c) Palo “lungo”
H = f(cu, d, My), non dipende da L

H M
= −13,5 + 182,25 + 36 y3
cu d 2 cu d

53
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni incoerenti omogenei (γ,φ = cost), pali liberi di
ruotare in testa
Possibili meccanismi di rottura:

Rotazione rigida o a palo “corto” Con formazione di cerniera plastica o


a palo “lungo”

Centro di rotazione assunto alla base del palo e


aggiunta forza F che schematizza forze sotto punto O

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni incoerenti omogenei (γ,φ = cost), pali liberi di
ruotare in testa
Rotazione rigida (palo “corto”)

H = f(γ, kp, e, d, L); occorre verificare che sia Mmax < My

NB
Se entro
nell’abaco con
Mmax=My trovo la
Lmin per cui si
forma cerniera
plastica

54
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni incoerenti omogenei (γ,φ = cost), pali liberi di
ruotare in testa
Rottura a palo “lungo”

Si verifica se Mmax > My


ovvero L ≥ Lmin

H = f(γ, kp, e, d, My)


H non dipende più da L
ma da My

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Pali immersi in terreni incoerenti
omogenei (γ,φ = cost), pali a rotazione in
testa impedita

In questo caso si possono verificare tre differenti


meccanismi:

(a) Palo “corto”


H = f(γ, kp, d, L), non dipende da My
(b) Palo “intermedio”
H = f(γ, kp, d, L, My)

(c) Palo “lungo”


H = f(γ, kp, d, My), non dipende da L

55
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Pali immersi in terreni incoerenti omogenei (γ,φ = cost), pali a
rotazione in testa impedita

Analogamente a quanto visto per


i terreni coesivi, l’abaco fornisce,
per ciascun valore di My, il
campo dei calori di L/d che
competono ai tre diversi
meccanismi di rottura

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Comportamento di un gruppo di pali sotto carichi orizzontali

o Il carico limite orizzontale di una palificata può essere notevolmente


inferiore alla somma dei valori relativi ai pali singoli
o In altre parole, l’efficienza Eh della palificata rispetto a carichi
orizzontali è generalmente minore dell’unità
o Sulla base delle evidenze sperimentali, sia per terreni coesivi che
incoerenti:
per i/d > 5  Eh ≈ 1
per i/d =2.5-3  Eh ≈ 0.5
i = interasse tra i pali, d = diametro dei pali

56
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Comportamento in esercizio (spostamenti trasversali)

Il palo viene schematizzato con un modello alla Winkler (trave su appoggi


cedevoli): le curve di trasferimento p-y esprimono la relazione tra pressione
laterale e corrispondente spostamento

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Comportamento in esercizio (spostamenti trasversali)
Modello alla Winkler: p = kh * y (curva p-y lineare!)

kh = coefficiente di reazione orizzontale del terreno, dipende da oltre che dal


terreno, dalla dimensione e dalla rigidezza del palo
Si può stimare a partire dai moduli (k1) misurati mediante prove di carico su
piastra lato b mediante la: b
k h = k1
1.5d (d=diametro del palo)

Valori di riferimento di
k1 ottenuti da prove di
carico su piastra di lato
b=30 cm

57
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Comportamento in esercizio (spostamenti trasversali)
Per la scelta di kh si fanno generalmente due ipotesi:

 kh costante con la profondità


 kh linearmente crescente con la profondità (Matlock e Reese, 1956):
kh = nh z/d (z= profondità, d = diametro del palo)

In entrambi gli approcci si risolve l’equazione della linea elastica del palo
ottenendo le funzioni che rappresentano la variazione lungo il palo di:
 Spostamento orizzontale
 Rotazione
 Momento flettente
 Sforzo di taglio

Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse


Comportamento in esercizio (spostamenti trasversali)
Nel caso di kh linearmente crescente con la profondità (kh = nh z/d)

y = spostamento trasversale
Ep = modulo di Young del
materiale costituente il palo
J = momento di inerzia della
sezione del palo

Palo libero di ruotare in testa

58
Pali soggetti ad azioni ortogonali all’asse
Comportamento in esercizio (spostamenti trasversali)
Effetto di gruppo (palificata)

Il modello di Winkler non può considerare in maniera esplicita l’effetto di


gruppo (interazione tra i pali)

Tale effetto può essere simulato in prima approssimazione adottando un valore


ridotto di kh
Per i/d ≈ 3 Poulos e Davis (1980) suggeriscono:

Micropali

59
Micropali
I micropali sono pali trivellati di diametro inferiore o uguale a 300 mm (0.3m)

Sono installati con modalità diverse da quelle adotatte per i pali trivellati di D
maggiore:
 Perforazione a rotazione con inserimento progressivo di tubo forma
 Messa in opera di armatuta metallica (profilati o tubi metallici)
 Recupero tubo forma e inziazione di miscela cementizia (in pressione)

Peculiarità dei micropali

 Grazie alle modalità di perforazione, getto e iniezione la resistenza


laterale unitaria per attrito o adesione laterale è decisamente
migliorata rispetto ai pali trivellati convenzionali

 Per almeno il 50% della lunghezza del foro di perforazione è


installata un’armatura in acciaio di elevate caratteristiche meccaniche
in grado di costituire l’elemento resistente dal punto di vista
strutturale

 A causa del piccolo diametro la capacità portante di punta (base) dei


micropali è generalmente tarscurata o assunta come una aliquota
modesta di quella laterale

60
Campi di applicazione dei micropali

Campi di applicazione dei micropali

 Il diametro ridotto ne favorisce l’impiego come pali di


sottofondazione, quando il disturbo causato al terreno o alle strutture
durante installazione dei pali normali non è tollerabile ovvero quando
le condizioni di accessibilità del cantere sono difficili

 Allorchè si devono attraversare murature, strati cementati o blocchi e


trovanti rocciosi, che rendono difficoltosa la trivellazione con i
metodi adottati per D medi e grandi

 Possono essere installati con qualsiasi inclinazione, utili quindi per


carichi applicati alla fondazione fortemente inclinati/eccentrici

 Rinforzo del terreno e stabilizzazione (reticoli di micropali): si


ottiene un terreno composito rinforzato in grado di resistere ai carichi
applicati

61
Campi di applicazione dei micropali

 I micropali sono stati ideati in


Italia agli inizi degli anni ’50
del secolo scorso come
tecnologia innovativa per i
problemi di sottofondazione di
edifici e monumenti
danneggiati dai bombardamenti
dutante la II guerra mondiale
(pali “radice” della Fondedile)
 I pali radice erano pali gettati in
sito a bassa pressione (6 bar),
portate ammissibili 400 kN
(determinata sperimentalmente)

Campi di applicazione dei micropali

Micropali come elemento di


rinforzo del terreno

62
Campi di applicazione dei micropali

Micropali come elemento di


rinforzo del terreno

Aspetti tecnologici

63
Aspetti tecnologici

Aspetti tecnologici

64
Aspetti tecnologici
Micropali tipo “radice” (tipo B, assimilabile a IGU)

Aspetti tecnologici
Micropali tipo “tubfix” (tipo D o IRS)

65
Aspetti tecnologici

Carico limite dei micropali

 Tradizionalmente si fa riferimento al metodo proposto da Bustamante e


Doix (1985) per i micropali iniettati a pressione
 Gli Autori distinguono fra micropali eseguiti con iniezioni ripetute e
selettive con tubo a valvole a doppio otturatore (IRS) e micropali gettati in
un’unica soluzione (IGU)
 La caratterizzazione del terreno è basata essenzialmente sui valori della
pressione limite pl (da pressiometro Menard) ma possono essere utilizzati
anche i risultati di prove SPT
 La metodologia vale per i micropali impiegati come supporto strutturale
(caricati individualmente come i pali trivellati classici)
 Sono esclusi i reticoli di micropali impiegati come rinforzo, in questo caso i
carichi sono applicati all’intera massa di terreno rinforzato e i singoli
micropali sono debolmente armati

66
Carico limite dei micropali
Il carico limite a forze verticali si esprime attraverso la seguente relazione:

Q lim = P + S = P + ∑ πd s,i L s,is i


i

P : resistenza alla punta


S: resistenza laterale (in terreno ds
stratificato)
ds: è il diametro del micropalo
(maggiorato in relazione alla
tecnologia di installazione)
Ls : lunghezza della zona iniettata (bulbo)
s: resistenza tangenziale all’interfaccia
fra zona iniettata e terreno

Qualora il tratto iniettato di micropalo raggiuga la superficie del terreno si raccomanda che
per i primi 5 m venga considerato del tipo IGU (meno resistente) e che la lunghezza LS
depurata di tale tratto sia almeno 4 m

Carico limite dei micropali


ds = α d con d: diametro della perforazione
Il coeffciente maggiorativo α è scelto in base al tipo di terreno e alla
tecnologia di installazione
Sono fornite anche indicazioni riguardanti la quantità minima di miscela da
iniettare :
πd s2
VS = L S
4

67
Carico limite dei micropali
Resistenza tangenziale all’interfaccia terreno-tratto iniettato (si)

Dipende dalla natura e dalle caratteristiche del terreno e dalla tecnologia di


installazione

Carico limite dei micropali


Resistenza tangenziale all’interfaccia terreno-tratto iniettato (si)

68
Carico limite dei micropali
Resistenza tangenziale all’interfaccia terreno-tratto iniettato (si)

Pali trivellati (metodo α) : s= α cu = 100-120 kPa massimo

Carico limite dei micropali


Resistenza tangenziale all’interfaccia terreno-tratto iniettato (si)

69
Carico limite dei micropali
Resistenza tangenziale all’interfaccia terreno-tratto iniettato (si)

Carico limite dei micropali


Per quanto riguarda la resistenza di punta generalmente si assume P=15% S
per cui:
Q lim = 1.15 ∑ πd s,i L s,is i
i
In alternativa:
P = A p k p pl
Ap = area alla punta (π ds2/4)
pl= pressione limite del terreno sotto la punta (da prove pressiometriche)
kp= coefficiente correttivo funzione del tipo di terreno

Altre verifiche da eseguire:


 Instabilità di tipo elastico (instabilità per carico di punta)
 Verifica strutturale dell’acciaio dell’armatura

70
Verifiche allo SLU - DM 14/1/2008 (NTC08)
Le verifiche si eseguono in maniera analoga a quanto visto per i pali trivellati

Ed

Verifiche allo SLU - DM 14/1/2008 (NTC08)


La resistenza (laterale) di progetto Rsd è calcolato come:

71
Cedimenti dei micropali

Progetto fondazione su micropali: esercizio


Si deve progettare la fondazione di un muro di sostegno. Per motivi di ingombro non
è possibile adottare una fondazione superficiale e si è deciso quindi di ricorrere ad un
“cavalletto” di micropali.
Le sollecitazioni riferite al baricentro della fondazione per la combinazione più
gravosa (sismica) sono le seguenti (già amplificate con coefficienti A1):
N=1350 kN/m; T=879 kN/m; M=2140 kNm/m
L’inclinazione dei micropali è a=30°, l’interasse
del cavalletto è b=4 m.
Si è deciso di eseguire con tecnica IRS un
cavalletto di due micropali di diametro di
perforazione 0.24 m ogni 1.2 m di fondazione.
Considerando che il terreno è costituito da un
calcare marnoso molto fratturato (indagato con
4 sondaggi) si determini la lunghezza dei
micropali necessaria a garantire il
soddisfacimento delle verifiche NTC08
(A1+M1+R3).
Si considerino i primi 5 m di micropalo non
iniettati.

72

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